Coma

di thefelixknowsit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** NORMALE ***
Capitolo 3: *** Sogno o son desta? ***
Capitolo 4: *** Fictional ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


                                          COMA                                                                                                                                                                                                                          

PREMESSA: L’altro giorno ero online su Instagram e ho visto un post con una frase che mi ha ispirata tantissimo, così ho deciso di approfondirla ed articolarla, costruendoci intorno una vera e propria storia. Spero vi piaccia!

                                                                                             PROLOGO

Devo dire che sono sempre stata una grande appassionata di libri, in particolare ero innamorata dei fandom. Tutte quelle storie che mi prendevano fino in fondo all’anima e che mi restavano nel cuore per sempre… Che mi sconvolgevano la personalità e mi rendevano una perfetta asociale. Amavo il modo in cui il mio carattere cambiava del 30% ogni volta che leggevo un nuovo racconto speciale e il mio spirito di fan girl cresceva di volta in volta.

Avevo imparato a portarmi sempre dietro la mia (finta) bacchetta di Luna Lovegood (comprata a Londra, al binario ❾¾) per difendermi da pericoli inesistenti. Avevo imparato a dire “Oh, Dei” anziché “Oddio”. Avevo imparato ad avventurarmi nei posti più strani, con la vana speranza di trovare Narnia. Ogni anello che vedevo mi faceva paura, dovevo portarlo immediatamente nel vulcano a Mordor.

Ero un’illusa, insomma. Mi ero costruita una falsa vita; mi divertivo facendo finta che tutto ciò che amavo fosse stato reale. La mia vita era fatta di tutto ciò. A volte ero triste perché non avevo amici, ma poi pensavo che i miei veri e unici amici erano i libri ed i personaggi delle storie che adoravo. Loro non mi tradivano mai…
Dicevo di essere una strega ed una semidea, andavo costantemente a Narnia e conoscevo tutti gli abitanti della Contea di Hobbiville.

Ma, in fondo in fondo, sapevo che tutto ciò non era reale, che ero una perfetta Babbana, nonché una mortale che viveva su un banalissimo pianeta chiamato “Terra”.

E questo mi sconcertava, mi faceva disperare.

Come potevo sapere che, un giorno, tutto ciò si sarebbe “rovesciato”, cambiando completamente?
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ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Come ho già detto, per scrivere questa fan fiction, mi sono ispirata ad una foto che ho visto su Instagram e che mi ha colpita molto. Sono entusiasta di questa storia e spero che piaccia anche voi. Terrò già pronti i prossimi capitoli, quindi aggiornerò presto! Bacioni da
Felix
 
 

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Capitolo 2
*** NORMALE ***


                                                                       CAPITOLO 1 - NORMALE
La mia vita era ciò che si può definire perfettamente normale.
Normale è uguale a noioso. Quindi la mia vita era molto, molto noiosa. La storia della mia vita era banale, avevo sempre pensato che non avrei mai potuto scrivere una biografia, con l’esistenza monotona che mi ritrovavo.
Vivevo in una casa normale in Italia. Frequentavo una scuola normale e degli amici normali. Praticavo sport normalmente e vivevo come una persona normale, in una famiglia normale.
Tutta quella normalità mi dava alla testa. E dire che c’era gente che desiderava ardentemente essere normale; davvero non capisco come facessero: è terribilmente noioso! Proprio per questo io volevo essere famosa, io volevo essere speciale. Volevo una vita unica, emozionante, irripetibile, particolare. Volevo una vita come quella dei film.

Una cosa mi caratterizzava, una sola…  ero stata in coma. Già. Quando avevo diciassette anni saltai sul motorino per una serata fra amici e, quando tornai a casa, mi scontrai con un guidatore ubriaco. O almeno così mi hanno raccontato… L’impatto fu tremendo. Rimasi in coma per dei mesi. Dopo l’incidente, persi la memoria. Cioè, ricordavo perfettamente chi fossi, dove fossi e tutto… ma non ricordavo tutto il pezzo di vita prima dell’incidente. Tutt’ora ciò rimane per me un mistero: non so niente di cosa facessi prima e di come mi comportassi… niente di niente. Solo delle immagini confuse che non riesco a collegare a nulla di sensato.
Quando mi risvegliai dal coma non fui più la stessa. Avevo cercato di ricostruirmi una vita, di dare un senso a ciò che facevo. Avevo cercato di dimenticare tutto il passato (come se non l’avessi già fatto) e di ricominciare da capo. Ma il ricordo persisteva. Martellava furiosamente nelle mie memorie, impedendomi di dormire la notte. E ogni giorno peggioravo. Avevo smesso di mangiare e non parlavo più con nessuno. Il ricordo del coma riaffiorava nella mia mente, ogni giorno più vivido e più tremendo, più straziante. E più quel fatto accaduto bussava alla porta del mio cervello, più io mi convincevo di essere una persona sbagliata… che il mio posto non era qui, in questa vita, in questo mondo.
Degli spezzoni di scene della mia “vita precedente” mi saltavano in testa: scene della mia vita in cui riconoscevo me stessa, ma in cui gli ambienti e le persone in esse presenti erano a me ignoti… o forse non proprio. Tuttavia continuavo la mia vita “normale”, cercando di non dare peso a ciò che stava accadendo dentro di me. Molte volte ero triste, spesso ero alla ricerca di una mia identità, che non riuscivo a trovare.
Ero persa dentro me stessa. Ero sbagliata. Non avrei dovuto essere qui, non era questo il mio posto!

La mia unica ancora di salvezza erano i libri. Ah, i miei cari, vecchi libri… Loro c’erano sempre per me. Non mi deludevano mai. Mi facevano immergere in un mondo che sentivo mio, che amavo con tutta me stessa, da dove nessuno poteva tirarmi fuori. Leggendo libri e scrivendo fan fiction avevo consacrato la mia vita ai fandom. La mia vita erano i fandom. Il mio mondo era lì, in dei luoghi inesistenti con delle persone immaginarie…
All’inizio avevo paura, avevo paura di riscontrarmi con la mia vita reale e di capire che tutto ciò che facevo era sbagliato, ma alla fine i riscontri con la vita reale non ci furono. Avevo deciso che la mia vita sarebbe stata solo ed esclusivamente nei libri, in quegli Universi così reali ma inesistenti allo stesso tempo… E quando decidi di comportarti così, quando ti chiudi completamente a riccio nella vita falsa che ti sei costruito, ti convinci davvero che tutto ciò sia reale. Alla fine non ci fai più caso, tanto non ti dovrai incontrare più con nessuno: solo con loro, solo con i personaggi che ami veramente. Alla fine capisci che non hai bisogno di una vita vera, se tutto ciò che ti rende felice ce l’hai già lì, nei tuoi libri, che ogni giorno ti scrutano da uno scaffale, in attesa di essere riaperti e riletti per l’ennesima volta. Che ti risucchiano in un altro mondo ogni volta che ricominci a leggere. E ti convinci che la tua vita sia lì, con loro. In un mondo che non ti appartiene, ma che allo stesso tempo senti tuo.
Io mi ero definitivamente consacrata a tutto ciò, mi ero definitivamente rinchiusa nella mia bolla. Ed ero contenta così.
Rimaneva, però, il fatto che, quando riemergevo da quel mare di parole che ormai mi stava facendo annegare, quando, purtroppo, dovevo stare sulla Terra, stavo malissimo. Lo ammetto, ero dimagrita moltissimo. Ero diventata triste e respingevo tutte le persone che cercavano di penetrare nella mia bolla. A volte avevo delle visioni.
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Ciao a tutti! ^.^ Questo è il primo capitolo della mia fan fiction. Cosa ne pensate? Io sono abbastanza soddisfatta. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno scelto di leggere la mia storia. Spero di non deludervi <3  A presto,
Felix
P.S. Se vi va, lasciate una recensione qui sotto! Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate. : )
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Capitolo 3
*** Sogno o son desta? ***


                                                             CAPITOLO 2 - SOGNO O SON DESTA?
Ogni giorno era uno strazio.
Ormai ero costretta a stare a letto tutto il giorno. Non avevo più la forza (e nemmeno la voglia, se vogliamo dirla tutta) di alzarmi e fare niente. Passavo la giornata sdraiata sul materasso,a fissare il soffitto.
Sempre più frequentemente cadevo in una specie di dormiveglia, di trance, e vedevo delle figure indistinte davanti a me.
I medici avevano diagnosticato una malattia molto grave, ancora sconosciuta, senza possibili cure. Mi lasciavano lì a morire su un letto, in pratica.

In quei giorni non provavo particolari emozioni, sembrava che avessi perso la capacità di pensare. Ero sconsolata per la mia tragica situazione, ma allo stesso tempo non me ne importava niente. Stavo lì, ad aspettare con calma che il mio destino facesse il suo dovere. Che la mia sorte portasse a compimento il suo compito. Non mi importava più di niente. Aspettavo solamente che la vita facesse il suo corso.
Io avevo sempre creduto nel fato: secondo me ogni cosa era già stata scritta e tutto accadeva per un motivo. Ma la cosa più triste era che noi non ci potevamo fare niente. Io non ci potevo fare niente. Era la triste verità.

E i giorni passavano così… In balìa di visioni.
Dovevo essere peggiorata parecchio, perché, uno di quei giorni,mi sentii sollevare di peso dal letto e depositare su un altro letto… mobile. Doveva essere una barella. Non vedevo niente con precisione, non riuscivo a distinguere i particolari delle cose. Tutto appariva sfuocato ai miei occhi, quindi ci misi un po’ a capire che mi trovavo in un’ambulanza. Tutto divenne ancora più indistinto, i miei occhi si chiusero e persi la coscienza.
                                                                                                * * *
Quando riaprii le palpebre, ero su un letto dell’ospedale. Mi sentivo malissimo: la testa mi girava e avevo il vomito. Mi guardai intorno. Non c’era nessuno.
Fuori dalla porta chiusa davanti a me, sentivo delle voci. Con un grande sforzo cercai di concentrarmi su cosa dicessero. Dedussi che là fuori c’erano due persone. Una era la voce di mia madre, l’altra, probabilmente, era quella del dottore.

-Non c’è più niente da fare. Non arriverà a domattina.-

Non appena sentii il medico pronunciare quelle fatidiche parole, non appena sentii il pianto straziante di mia madre, mi crollò il mondo addosso.
Ebbene, il destino aveva preso la sua decisione. Non c’era più niente da fare. Ora ne avevo la certezza.

Dopo alcune ore di agonia, passate ad agitarmi, in trance tra le coperte, successe.
I miei occhi si offuscarono e una grande luce bianca veniva verso di me.

Ci siamo.” pensai  “Sto morendo.”

Ebbene sì, era giunta la mia ora. Il filo della mia vita era stato tagliato. La luce bianca continuava ad avanzare. Un senso di tepore mi pervase il corpo.
Non saprei come spiegarmi, ma era come se stessi facendo una “transizione” in un altro mondo.
Che strano… Ora tutto sembrava materializzarsi vicino a me. Tutto stava diventando… più concreto.

Come quando ci si sveglia di botto da un sogno…
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Ciao a tutti! Ecco il secondo (e probabilmente penultimo) capitolo di questa fan fiction! Mi dispiace che i capitoli vengano così corti, ma non posso allungare il brodo ed annoiarvi ancor più di così. ;) Tutto ciò che mi viene in mente, lo scrivo. Detto questo, vi mando un grosso bacio e ci rivediamo al prossimo capitolo!
Felix

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Capitolo 4
*** Fictional ***


                                                                              CAPITOLO 4 - FICTIONAL                                                                       

Stavo cadendo nel vuoto… stavo precipitando. Tutto, però, sembrava materializzarsi in maniera più concreta vicino a me.

Aprii gli occhi lentamente. C’erano delle persone sedute vicino a me.
Ero sempre in un letto, però molte teste rosse e anche bionde e more mi circondavano.

Oh. Devo essere morta.” Pensai.

-Guardate! Si sta svegliando! Si sta svegliando!- Una delle voci intorno a me disse quelle parole con molta enfasi.

Ora avevo le palpebre completamente schiuse. Alzai la testa. Misi a fuoco i volti delle persone intorno a me.

Non ci potevo credere… Non poteva essere vero: intorno al mio letto c’era la famiglia Weasley al completo, con Harry Potter, Hermione Granger, Neville, Luna e Draco che mi guardavano felici.

–Ma cosa…? Oh.-  Lasciai ricadere la testa sul cuscino pesantemente. –Già… sono morta.-

Uno scoppio di risate si fece udire intorno a me.

–No… non sei morta! Grazie agli dei, invece, sei viva!-

Mi dovevano una spiegazione. Non ci capivo più niente.

–Ma cosa…?-

-Sei stata in coma.- mi disse gentilmente Luna.

–Adesso ti spiegheremo tutto per bene, anche questo Guaritore ti aiuterà.- Mi rassicurò sorridendo Molly Weasley.

Un Guaritore (uno dei medici del mondo magico) entrò nella stanza.

–Buongiorno, signorina. Io sono il signor Smith.
Le spiegherò cos’è successo: c’è stato un attacco di Mangiamorte al Ministero della Magia…-

-Ti sei battuta valorosamente, nonostante tu sia una Serpeverde hai dimostrato un coraggio da Grifondoro!- esclamò Draco, con una punta di disprezzo nel pronunciare la parola “Grifondoro”.

–Ehm… Grazie, signor Malfoy, ora, se non le dispiace…- Riprese il Guaritore e Draco annuì energicamente.
–Durante il combattimento, una Maledizione Senza Perdono la ha colpita di striscio, ma l’impatto è stato sufficiente per farla cadere in un coma profondo che è durato tre mesi. In questi mesi, sembra che lei abbia sognato. Proprio così.
Con l’uso dell’Occlumanzia sono riuscito a dedurre che lei abbia sognato tutta un’altra vita per intero, sempre con il ricordo vago di un coma. Quando lei ricordava l’incidente, in realtà non si era mai svegliata. Lei non si è mai scontrata su un motorino.
Ha continuato a sognare, senza ricordare che questa era la sua vera vita. Questo è il mondo a cui lei appartiene.
Le ho fornito abbastanza spiegazioni?-

Dovevo avere una faccia completamente sconvolta, perché tutti sorrisero affettuosamente.

–Vorrei chiedere solo una cosa: come faccio ad essere certa di non stare sognando anche questa volta?-

Il Guaritore sorrise:

-Non ha mai avuto la sensazione, nella sua “altra vita”, di non appartenere a quel mondo? Non ha mai avuto la sensazione di essere nel posto sbagliato, di voler appartenere al mondo dei Maghi?-

Annuii lentamente. Era esattamente così.
Allora era vero… Ero davvero una strega. Il mio desiderio più grande si era avverato.
Tutte le persone che amavo davvero erano lì, sedute davanti a me. Le uniche che volevo al mio fianco.
Finalmente sorrisi. Per la prima volta ero felice.
Sorrisero anche tutti gli altri.

–Eravamo così preoccupati per te!- Disse Harry, con le lacrime agli occhi per la gioia.

–Già, ma ora è tutto passato!- Esclamarono i gemelli, Fred e George, in coro.

Girai la testa. Sul tavolino alla mia destra c’era quella che doveva essere la mia bacchetta. Allungai la mano e l’afferrai.
Pensai alla cosa più felice che mi fosse mai capitata: quella. Era una gioia indefinibile quella di essermi ritrovata nella vita e nel mondo a cui avevo sempre desiderato di appartenere. Era definitivamente la cosa più bella che mi fosse mai successa.

Expecto Patronum- sussurrai, con la bacchetta in mano.

Un cavallo bellissimo e veloce uscì dalla punta della mia bacchetta, galoppò per qualche secondo nella camera e poi svanì.
Ero davvero una strega. Ero davvero felice. Finalmente ero diventata ficitonal.

–Vieni, cara. Andiamo a casa-.

Finalmente ero io, ero viva, ora più che mai.

Ed ero a casa.


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ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qui! Scusate se ci ho messo così tanto a caricare questo capitolo: sono stata impegnata. Ad ogni modo, questo era il capitolo più importante, con la scena madre. Questa storia è arrivata al termine, spero vi sia piaciuta. Bacioni,
Felix  

                                                                                                    
                                                                                                       THE END   
                                                                                              

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