Perfetto

di Pamaras
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Giro di giostra ***
Capitolo 2: *** Una strana famiglia ***



Capitolo 1
*** Giro di giostra ***


angolino:

Ci voleva, giusto?

perché i nostri due eroi dovevano parlare... e Harry decisamente, si doveva scusare... Diviso in 2 capitoli, l'epilogo di Una vita.

Il tutto nato da una frase di un filosofo babbano dal nome impronunciabile! ^.-

Non mi resta che auguravi ancora BUONA LETTURA.
un ringraziamento speciale a Ladyriddle, con cui ho scritto questo primo capitolo.

 

Giro di giostra
 

A te che perdi la strada di casa ma vai
dove ti portano i piedi e lo sai
che sei libero
nelle tue scarpe fradice
a chi ha parole cattive soltanto perchè
non ha saputo chiarire con sè
a chi supplica
e poi se ne dimentica
a chi non ha un segreto da sussurrare
ma una bugia da sciogliere
a chi non chiede perdono
ma lo avrà”


Benvenuto - Laura Pausini

 

 

Svegliarsi quella mattina è strano per Harry.

Prova un sentimento fortissimo che pensava di aver dimenticato nel tempo... è felice.

Con Draco tra le sue braccia che dorme, il respiro cadenzato e il volto rilassato.

I capelli biondi come il sole, o le stelle, che gli coprono il viso sbarazzini, c'è un sorriso leggero sulle sue labbra sottili e la sua pelle così bianca e morbida che a Harry non è mai sembrata tanto perfetta.
 

Il sole del primo mattino entra fastidioso dalle fessure della tapparella, illuminando quei vestiti sparsi in giro per la stanza, dimenticati come relitti di una notte di fuoco.


Harry e Draco si sono ritrovati.

Dopo tanto tempo.


Ci sono cose di cui dovranno parlare, lo sanno. Ne sono consapevoli.

Perché 11 anni non passano così, in una sola notte.

Ma sono sulla buona strada.

Harry inspira l'aria di quella camera satura di odori. Si sono scambiati l'anima, il corpo, la pelle, perfino le ossa... e anche qualche lacrima.

 

Passa la sua mano che gli sembra un po' troppo pesante per un corpo così esile, sulla spalla seguendo il tragitto del braccio, accarezzando con reverenza le lunghe dita da pianista e stringendole tra le sue. Perfette.

 

Gli occhi grigi si aprono improvvisamente e Harry può sentire il rumore del cuore che corre veloce, forse sorpreso.

“Harry” Esala Draco con voce ancora arrochita dal sonno.

“Sono qui” Gli assicura sussurrandogli nell'orecchio e Draco rabbrividisce ma immediatamente si tranquillizza.
Harry è con lui. Nello stesso letto, abbracciato a lui come se fosse la cosa più importante al mondo. Finalmente.

 

Sorride, stringendo la mano del moro tra la sua e appiattendosi di più contro il petto forte.

“Ti amo” Gli sussurra dolcemente chiudendo gli occhi.
Ha voglia di tornare nel mondo dei sogni insieme al suo Harry.


“Anche io Draco” Gli risponde sorridendo tra i suoi capelli prima di lasciarsi cullare ancora da qualche sogno dolce.

 

Ma c’è una routine da rispettare: i bambini si stanno per svegliare, Harry può sentire i pigolii di Albus dalla stanza in fondo al corridoio. Anche Draco li sente, si alzano e si vestono in fretta.

Draco se ne sta sotto lo stipite della porta osserva il corridoio con sguardo quasi smarrito, gli occhi incerti perché sa che una volta usciti da quella stanza il cambiamento sarà definitivo.

Harry lo guarda, sorride e sospira. Adesso tocca a lui.

Gli prende la mano, la stringe e lo guida fuori.

 

 

In pochi giorni è chiaro che vivere insieme, come coppia, è semplice per i due.

Perché si rendono conto immediatamente che loro due sono fatti per stare insieme.

Persino il piccolo Al e James hanno accettato immediatamente quel rapporto.

“Tanto Daniel non ci piaceva” Aveva borbottato James sorridendo mentre era intento a fare merenda. E Draco aveva sghignazzato a più non posso lanciando ad Harry occhiate dispettose e divertite.

“Bravo Jamie” Lo aveva lodato facendosi battere il cinque.

Ed Harry li aveva guardati, i suoi figli e Draco e aveva capito che non poteva fare scelta più giusta.

 

 

 

 

 

Draco e Harry sono seduti sulle altalene e guardano i bambini giocare poco distante, il parco giochi a quell'ora è praticamente deserto, il sole sta tramontando rilasciando l'ultimo calore della giornata e colorando il cielo di un delicato colore arancione...Draco è silenzioso, è stanco anche lui. Quella giornata è stata fenomenale.

Hanno passato l'intera mattina in giro per i negozi alla ricerca del regalo per il piccolo Fred, il figlio di Angelina e George, tutti insieme sono andati a comprare il gelato da Fortebraccio facendo a gara a chi lo finisse prima.
Si dondolano piano, persi chissà in quali pensieri... i piedi che affondano nella sabbia e il cigolio delle catene a fargli da spia; forse sono troppo pesanti per stare su quelle giostre babbane, ma nessuno dei due sembra curarsene molto.
Al e James si rincorrono felici, tra poco saranno così stanchi che si addormenteranno subito dopo cena, con le mani e il viso ancora sporchi del passato di verdure che nonna Molly ha preparato per loro quella mattina.

 

“Sono carini” Mormora Draco guardandoli assorto.
Ha un’espressione tenera e allo stesso tempo concentrata, come se stesse ammirando un quadro, un’opera d’arte.

Draco è stato silenzioso in quei giorni, silenzioso e sorridente.
Ha lasciato che fosse Harry a parlare, prima con i bambini, poi con gli adulti, alla Tana.

 

E le giornate erano state così piene e frenetiche di avvenimenti quasi come se scorressero come trasportate dalla corrente di un fiume.

Di notte nessuno dei due sembrava aver voglia di parlare: con le dita ridisegnavano l’uno il profilo dell’altro, lasciandosi pigri baci sulla pelle nel silenzio della notte.

Silenzio, sì avevano entrambi bisogno di quei silenzi che valevano più delle parole.
Respiri soffusi, e lievi mormorii...

 

C’è silenzio anche in quel momento, il vociare dei bambini sembra lontano anche se sono lì a pochi passi da loro e Harry prova improvvisamente una punta di imbarazzo e inadeguatezza, si guarda le punte delle scarpe mentre pensa, e vorrebbe dire così tante cose che non sa neppure da dove iniziare. Eppure solo una parola gli fiorisce dalle labbra.

 

“Mi dispiace…” Fa per cominciare ma, chissà perché, la voce gli esce talmente bassa che Draco avrebbe potuto fingere di non aver sentito.
Ma non è più tempo di giochetti e strategie e Draco lo guarda di traverso con un sorriso appena accennato annuendo appena.

“Mi domandavo quand’è che il tuo discutibile lato Grifondoro sarebbe uscito fuori” Lo interrompe il biondo cominciando a dondolarsi con più vigore.
Avanti e indietro.

 

Harry deglutisce, sarebbe stato tanto più facile lasciar cadere quel discorso, Draco gliene sta dando l'opportunità, eppure lui non vuole così e prima o poi certe cose vanno affrontate.

Anche se è difficile.

“Ascolta, io...” Mormora continuando a guardare quelle scie lasciate lente e sempre più profonde nella sabbia. Ride di se stesso. “Non so nemmeno da dove iniziare.” Sbuffa passandosi una mano sul volto.
 

Draco lo guarda con la coda dell'occhio e lascia che l'altalena scemi il suo dondolio veloce, non vuole aiutarlo, non è sicuro di avere voglia di affrontare quel discorso eppure con le mani stringe forte le catene fino a quando non è completamente fermo, per poi voltarsi deciso verso Harry.

“Dall'inizio Harry, incominciamo dall'inizio” Gli dice sicuro.

Harry smette di stropicciarsi il volto e lo guarda, trovando negli occhi tempestosi tutte le certezze e la forza di cui ha bisogno.

Si passa la lingua sulle labbra secche prendendo un ultimo respiro.


“Sono stato egoista e meschino Draco” Gli spiega deciso mentre si perde nella profondità di quello sguardo serio e improvvisamente Harry non vede più niente, solo il vuoto.
Vede oltre. Ricordi lontani...

“Non è stato facile quando ci siamo lasciati a Privet Drive, io sono stato male, ho bevuto, mi sono ubriacato così come mai avevo fatto in vita mia. Mi hanno quasi ucciso perché sono andato a letto con un altro ragazzo” Mormora tornando a guardare il volto di Draco che lo ascolta silenzioso e concentrato.
Sorride mesto. “Che stupido.” Aggiunge. “Volevo ferirti.” Spiega.

“Invece quando sono tornato e ti ho visto in quel ristorante con tuo figlio e tua moglie ed eri così bello ed eri stato mio, io...” Sussurra abbassando gli occhi verdi. “Ti ho odiato. Mi è caduto il mondo addosso.” Conclude.

“Harry...” Tenta di interromperlo il biondo, un groppo in gola. Vorrebbe fargli capire quanto ha in realtà sofferto anche lui.

“Lasciami finire Draco, ti prego. Ho bisogno di farti capire.” Lo prega con la voce leggermente rotta dai sentimenti.
“Io ti amo.” Gli ricorda prima di continuare quello che stava dicendo.

“Lo so” Gli assicura.

“Io non ho voluto sentire parlare di te in questi anni, ero così amareggiato e quando ti ho visto a scuola, ti giuro, ho provato con tutte le mie forze a non pensarti. E invece tu ti sei presentato a casa mia e io ero così felice e arrabbiato allo stesso tempo. Non potevo essere felice capisci? Non potevo amarti ancora.” Chiarisce mormorando. “E mi sono approfittato di te, volevo averti vicino e allo stesso tempo volevo tenerti lontano.” Cerca di fare ordine nelle idee... come può essere stato così stupido?
“Ho cominciato a frequentare Daniel, sono stato uno stronzo con lui, io…” Respira. “Lui era lì. Era il primo che mi è capitato ed era un bravo ragazzo.” Ammette mordicchiandosi le labbra “Stavo con lui e pensavo a te, volevo te e ti ho odiato per questo.” Concluse semplicemente, a volto basso.

 

Draco china la testa non guardandolo.“È stato difficile per te.” Mormora.

Harry annuisce piano, vorrebbe che Draco sapesse quanto sono stati lunghi quegli undici anni, vorrebbe che sapesse quante volte si è sentito morto dentro, quante volte ha provato a vivere una vita che non fosse la sua.
 

Harry lo guarda e lo vede: il viso abbassato sulle ginocchia coperto dai capelli biondi e un po' lunghi, le dita che stringono la catena dell’altalena, talmente forte che le nocche si sono arrossate.
Continua a guardarlo indeciso se alzarsi e prendere le mani bianche tra le sue e stringerle e baciarle. Ma Draco sembra combattuto in qualche pensiero.

 

“È stata tutta colpa mia” Ammette il biondo, la voce un po’ rotta. “Io non volevo, all’inizio avevo solo paura perché non credevo di potercela fare, ma avevo le pressioni di mio padre e … poi tu eri così dolce e perfetto e io non riuscivo a restare impassibile non sono riuscito a non innamorarmi di te anche se non potevo. Stavo bene con te e allo stesso tempo mi sentivo in colpa e poi dovevo tornare a casa dove c’era mio padre, non volevo ma Scorpius che stava per nascere e lui… lui era l’unica cosa bella che mi legava al Manor e che mi spingeva a tornare lì...io” Sospirò. “Ti ho amato davvero.” Ammise.


“È stato difficile anche per te.” Mormora Harry quando la voce di Draco si incrina pericolosamente.
Adesso lo sa, era stato facile convincere se stessi che Draco lo stesse prendendo in giro, naturale pensare solo al proprio dolore e odiarlo.

 

Draco annuisce mestamente. “Sono sopravvissuto.” Lo dice tentando di mascherare il dolore con la leggerezza eppure Harry può sentire l’amarezza della sua voce.
 

“Sei stato forte. Non deve essere stato facile.” Mormora. “In prigione e poi dopo…” Deglutisce. “Forse avrei p-potuto fare qualc- osa io...” Tentenna mentre le sue paure iniziano a salirgli per la gola. Avrebbe potuto fare davvero qualcosa per Draco Malfoy se non si fosse fatto logorare dal dolore?

“Harry” Lo interrompe il biondo deciso, guardandolo negli occhi. “Quel che potevi fare l'hai fatto e te ne sono grato. Ho pagato quello che c'era da pagare.” Lo convince, la voce ferma e lo sguardo serio.

Harry tenta con tutte le sue forze di non pensare al dolore, all'orrore che Draco ha vissuto in prigione. “Parlarne ti farebbe... io... ecco... vuoi parlarmene?” Gli chiede con estremo imbarazzo, non è mai stato bravo con certi discorsi. “Io ci sono Draco, per te. Ci sarò sempre.” Lo avvisa con dolcezza allungando una mano verso la sua, accarezzando il pallido pugno chiuso.


“No” Risponde stancamente. “Non oggi.” Conclude.

Harry stacca il pugno stretto dalla catena e stringe le dita tra le sue guardandole con reverenza. “Vorrei che non ci fossero più segreti tra noi.” Gli sussurra.

“Neanche io ma… oggi è stata una giornata fantastica” Gli sorride stringendo anche lui la sua mano tra quelle di Harry. “Guardali” Gli fa cenno verso i bambini che si rincorrono.

 

“Guaddate cosa ho trovato! Una rana! Guadda Jamie!” Sta urlando Albus mentre tiene le mani vicine e le guarda meravigliato.
“Non la voglio vedere! Stai lontano da me!” Gli grida in risposta il fratello maggiore.
I due adulti ridono piano, meravigliandosi della perfezione di quel momento.

“Io...” Incomincia Harry interrompendo quel silenzio rilassante. “Dovevo almeno scusarmi. Draco ascolta…”

Draco sbuffa ma sorride. “Uffa, Potter che noia!” Lo prende in giro. “Basta discorsi mielosi, o sarò costretto a cruciarti, mi stai facendo venire il diabete!” Lo sgrida sarcasticamente.
 

Poi Draco stacca la mano da quella di Harry riprendendo a stringere la catena fredda dell'altalena. Tira su i piedi evitando così di far attrito con la sabbia e si da una spinta per dondolare ancora più forte fino a far cigolare le vecchie catene di metallo arrugginite.

 

“Guarda che così si staccano” Lo avverte Harry guardando in alto mentre un sorriso dispettoso gli si dipinge sul viso.

Draco ride forte rilassandosi e chiudendo gli occhi. “Forse cadrai tu, pachiderma che non sei altro”

Harry lo segue a ruota e a sua volta mentre l’aria frizzantina gli entra nei polmoni.
Aria fresca e pulita.
“Ma davvero?” Lo stuzzica prendendo a dondolare sempre più forte, più in alto, sempre di più. Pregando tra sé e sé di non cadere.

 

 

Una volta, chissà come, uscì fuori in un discorso con Hermione, gli disse che un filosofo babbano dal nome impronunciabile, aveva paragonato la vita ad un pendolo.

In quel momento, in quel parco deserto della periferia londinese, con il sole calante, la brezza leggera, gli urli divertiti dei bambini in lontananza, il calore di Draco e la sua risata leggera, Harry Potter sentendosi un po' un filosofo, avrebbe paragonato la vita a quel giro di giostra.

All’altalena, che li porta sempre più su, ancora più su per poi farli scendere, e ancora li conduce in alto dandogli la sensazione di poter toccare il cielo e superarlo ad ogni spinta con la forza dei muscoli delle gambe mentre sale l'eccitazione della sfida e il divertimento e la leggerezza e... qualcos'altro... gli riempie il cuore, mente i raggi dell’ultimo sole colpiscono i capelli dell’uomo che ama.

Risplendeva. Sarebbero stati felici. Ora ne è sicuro.


 

 

La vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente fra noia e dolore, con intervalli fugaci, e per di più illusori, di piacere e gioia.
Arthur Schopenhauer

continua...

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Capitolo 2
*** Una strana famiglia ***


Angolino: Ecco il secondo, ed ultimo, capitolo di questo epilogo.
Una precisazione... ^^ è stato scritto interamente da Ladyriddle, la sua immaginazione l'ha portata ad immaginarle i nostri eroi sulla spiaggia... dove non potevano essere più felici di così. E così ha scritto dei POV di tutta questa strana, nuova, grande famiglia.
Quindi come ultima cosa non posso fare a meno di ringraziare Ladyriddle, che alla fine, mi ha donato questo capitolo, facendomi commuovere... eh sì. Ho pianto, perché è semplicemente perfetto. Ed è la degna conclusione che io mai sarei riuscita a scrivere...
Grazie cara dolce (sì in questo caso è stata dolce *-*) Lady. <3




 

Il mio regalo per te.

Un mio modo per lasciarli andare

Un mio modo per ringraziarti di avermi fatto sognare e anche di avermi fatto piangere tanto tanto

Perché ti voglio bene anche se non ci conosciamo

Però mi rendi felice, mi hai reso felice e anche questo significa voler bene a una persona

Ti voLio bene Pammy <3

 

 

 

 UNA STRANA FAMIGLIA

 

 

Ted

Siamo fuggiti. Sì fuggiti, così dice papà.

Lontano da tutti e da tutto senza dire a nessuno dove siamo precisamente.

Appena io e Scorpius siamo tornati da Hogwarts non abbiamo neanche avuto il tempo per disfare i bauli che già stavamo preparando le valigie per una “località segreta.”

La località segreta è bellissima, un cottage sulle spiagge rocciose della Cornovaglia.
Dalla camera che divido con Sy si sente la risacca del mare, Draco dice che se ascoltiamo bene possiamo sentire anche il canto delle sirene e una sera mi è parso di sentirle.

C’è una grande veranda tutta in legno, si sente il profumo di salsedine e ogni tanto, quando è buio, guardiamo la volta stellata alla ricerca di qualche stella cadente.

Ma qui tutti barano. Se fosse per loro non ci sarebbe neanche più una luce ad illuminare la notte.
Però è divertente.

C’è qualcosa di rilassante nell’aria, qualcosa di bello.

Mi guardo intorno e penso che siamo strani.
Siamo proprio strani, ma funzioniamo bene.

Mi guardo intorno e vedo Draco che raccoglie con Albus le conchiglie, ma dato che conchiglie non ce ne sono, raccolgono pietre e pezzi di vetro e pietre strane, tanto poi Draco le trasfigurerà.

Mi viene da ridere perché nonostante il caldo Draco ha una maglietta, pantaloni di cotone lunghi e un capello babbano verde acido pescato chissà dove.

Anche Albus porta il capello e, con somma riluttanza, Scorpius. Io e James riusciamo a sfuggire a tale umiliazione anche se papà non fa altro che rincorrerci con la bacchetta per farci spalmare la crema solare.

Intanto, io, Papà, James e Scorpius stiamo provando a pescare.

Ovviamente papà non ha idea di come funzioni una canna da pesca e dubito che qui riusciremo a prendere qualcosa, ma non lo dico a James che se ne sta con quel retino in mano con un’aria da cacciatore di draghi e neanche a Scorpius che è così sereno qui da esaltarsi per ogni cosa nuova.

È cambiato così tanto Scorpius in quest’anno, è più allegro e spericolato e ha un’aria furba sul viso che a volte mi fa preoccupare, forse sono una pessima influenza per lui, almeno questo è quello che dice papà.

Credo di essere per Scorpius quello che James è per Albus e forse dovrei proprio cominciare a mettere la testa a posto e smetterla di mettermi nei guai.

Ma chi se ne frega, noi ci divertiamo. Siamo amici, confidenti, complici… siamo come fratelli.

Siamo una grande, strana, rumorosa e improvvisata famiglia che a un certo punto, non si sa bene come funziona insieme.

Papà è contento, è felice che ci sia Draco con lui e anche Draco è sereno e i suoi occhi non sono più grigi, il suo sorriso non è tirato e la sua espressione non è più tormentata.

E poi credo voglia bene al mio papà, che lo ami, come dicono i grandi.

È divertente vederli insieme perché, per fortuna, non sono disgustosamente romantici, beh a volte sì, ma per la maggior parte del tempo si danno un contegno.

Comunque battibeccano e si stuzzicano per ogni cosa, Scorpius insiste che dovremmo guardarli mangiando delle patatine babbane soprattutto quando cucinano, perché sono meglio di uno show televisivo. Effettivamente …

Papà lo prende in giro perché è vanitoso e giura che perderà i tutti i capelli entro dieci anni se continua a pettinarseli all’indietro, Draco insiste che papà è uno zuccone e che se continua a mangiare come mangia diventerà obeso.

Sono divertenti peccato che non possa godermi i loro spettacolini in santa pace perché James e Albus continuano a chiedermi il significato di questa o di quella parola.

È meglio che nessuno lo sappia, perché ho una certa immagine da mantenere, ma i miei fratellini sono proprio carini, due piccole pesti. Sono cresciuti così tanto in quest’anno, Albus mi si aggrappa sempre come un ragnetto alle spalle però ha gli occhi così grandi e quasi non fa più i capricci, adesso capisce che ci sono dei giochi che non può fare come giocare a Quiddich, però è diventato un bravissimo segnapunti e io sto imparando ad apprezzare i suoi disegni che sono migliorati tantissimo.

James invece è nell’età giusta per cominciare a spiegargli “come funzionano le cose”, io e Scorpius stiamo facendo proprio un buon lavoro con lui e scommetto che sarà il flagello dei professori, a Hogwarts.

“Stai ancora armeggiando con quella canna da pesca, Harry?” chiede Draco avvicinandosi con Albus, lo tiene stretto per mano e nell’altra ha un cestino pieno di orride pietre.

Papà sbuffa risentito “Vorrei proprio vedere te”

“Faccio io, Potter” fa Draco con un ghigno furbo, estrae la bacchetta e con un tocco la canna è a posto.

“Ma così non vale,” esclama papà indignatissimo “anche io so farlo con la bacchetta!”

“Allora perché non l’hai fatto?”

Scorpius evita il mio sguardo, se dovessero incontrarci con gli occhi proprio non ce la faremo ad evitare di ridere.

“L’ho preso, l’ho preso. Ho preso un pesciolino” urla James interrompendo tutti.

“Voglio vedere, voglio vedere!” gli saltarella intorno Albus. “Perché fa così?” chiede guardando il piccolo pesce rosso dimenarsi nella rete.

Draco gli accarezza gentilmente i capelli “Forse non gli piace stare in gabbia” suggerisce.

“Allora lo liberiamo” afferma convinto il mio fratellino ma James ha già riversato il retino in acqua e fissiamo il pesciolino sparire fra le pietre scintillanti al sole.

“Non credo che la pesca sia stata una buona idea” fa Draco divertito.

“Temo di no” annuisco.

“Ho un’ idea migliore” esortisce Draco guardando papà come un gatto guarda un uccellino e io capisco subito…

“PAPA’ IN ACQUA!!” urlo dando man forte a Draco a spingere papà nell’acqua gelata vedendo subito James artiglia le gambe di papà per fargli perdere l’equilibrio.

“No, no… è gelata,. No. Ragazzi!”

Ma papà è riverso nell’acqua gelata bagnato da capo a piedi. “Così impari, Harry!”

“Sì così impari papà” ride James.

Papà cerca di alzarsi scivolando tra le pietre. Non è adirato e io so già che ha intenzione di fare, faccio un passo indietro.

“Sì, beh… io sono bagnato ma voi siete tutti troppo asciutti” esclama agguantando Scorpius che è quello più vicino a lui.

Corro per non essere il prossimo a finire in acqua…

Ora, io non vorrei dire che l’avevo detto però…. L’avevo detto. Siamo proprio un bel quadretto, anche se siamo strani.

 

 

Scorpius

C’è stato un tempo in cui mi sentivo solo.

Senza fratelli o sorelle o cugini, senza mamma e senza papà.

Ho imparato a giocare da solo e a fare da solo tutti i giochi che i bambini di solito fanno con qualche altro bambino. Poi ho imparato a leggere e allora ho avuto tanti amici che non mi hanno mai deluso. Erano amici di carta ma erano dei buoni amici per me.

Grazie a Teddy ho imparato cosa significasse avere una amico, un amico vero a cui affidarsi e a cui confidare ciò che mi passa per la testa.

Mi piace tanto Teddy, lui è fantastico e vorrei essere come lui. Lui si diverte e fa divertire e ispira simpatia a tutti. Io invece sono più timido e preferisco i libri e studiare.

Perché Teddy sarà il più bravo in tante cose ma i compiti proprio non fanno per lui, è intelligente ma è svogliato e se non ci fossi io a costringerlo a studiare starebbe sempre in punizione.

Più di quanto non ci stia o mi faccia stare.

Per fortuna che mi piace studiare e sono svelto altrimenti con tutto il tempo che mi fa perdere dietro i suoi scherzi e i suoi giochi sarei l’ultimo della classe. In realtà sono piuttosto bravo, uno tra i migliori.

Da metà anno gli altri bambini, anche quelli che mi prendevano in giro, hanno cominciato a chiedermi di studiare con loro.

All’inizio non volevo aiutare nessuno, ma poi Teddy ha detto che sarebbe stato un modo carino per farmi nuovi amici e infatti tutti i miei compagni di corso mi chiedono di studiare con loro ogni pomeriggio anche se il mio tempo libero voglio passarlo solo con Ted. Mi sta insegnando a volare anche se non sono molto bravo, forse il Quiddich non fa per me, ma è divertente giocare con lui.

Quando sono tornato a casa con una delle pagelle più alte del mio anno papà mi ha fatto un regalo bellissimo.

Infatti da quando lui è Harry sono “compagni”, papà ha trovato un altro lavoro anche se lo fa da casa così si può occupare ancora di Albus e James: è un artigiano e fabbrica boccini. Lui dice che sta ancora imparando ma secondo me è bravissimo. Infatti mi ha regalato il primo boccino che ha creato da solo: è tutto d’argento e ci sono le mie iniziali.

Harry mi ha detto che ci ha lavorato per tre settimane. Infatti papà mi ha detto che ci vuole tanto tempo e manodopera per realizzare un boccino da professionista ma lui trova che sia una cosa molto rilassante, Harry dice che è una cosa mortalmente noiosa che lui non farebbe mai, neanche sotto tortura.

Comunque il mio boccino è bellissimo e unico e soprattutto so che il mio papà l’ha creato apposta per me.

Quando sono tornato però papà mi ha fatto un altro inconsapevole regalo: mi ha regalato una sottospecie di famiglia… si può dire, no?

Teddy dice che io e lui siamo come fratelli e che lui deve “mettermi in riga”.

Come se non lo facesse mai abbastanza. Teddy ha quello che lui chiama “istinto da fratello maggiore” e si sente in dovere di dispensare consigli, alias mettermi nei guai.

Anche se ammetto che è divertente mettermi nei guai con lui e poi posso sempre dire che ha cominciato lui, il che è vero.

Albus e James sono due pesti però se si sa come prenderli sono carinissimi e divertenti anche se sono piccoli però sono allegri e sembra che il mondo sia più bello e un po’ più magico sentendo le loro storie.

È bello essere qui al mare e fare insieme tutte quelle piccole cose che fanno una famiglia e farle insieme e farle in modo naturale, come se avesse dovuto essere sempre così.

Come se prima di stare tutti insieme non ci ricordassimo come fosse essere divisi. È un puzzle che si incastra bene anche se è strano e pieno di contraddizioni per chi ci vede dall’esterno ma per noi funziona e stiamo bene e ci divertiamo anche solo a fare colazione tutti insieme.

Ci sono cose che però facciamo solo io e papà, cose piccole piccole, come occasionali spuntini di mezzanotte oppure, la cosa che più preferisco, le passeggiate sulla spiaggia di prima mattina quando tutti dormono come sassi.

Durante una di queste papà mi ha parlato del suo passato e dei suoi sbagli, mi piace che me ne parli in modo tale da non farmi fare gli stessi errori, così dice lui, e allo stesso tempo, di scegliere liberamente la mia strada senza temere il suo giudizio e che sia felice senza che mi preoccupi del suo giudizio o di quello che lui potrebbe aspettarsi da me.

Però ho capito che lui è un buon esempio per me, credo ci voglia tanto coraggio ad ammettere di aver sbagliato.

Credo anche che a volte si preoccupi che io non sia abbastanza felice, ma come non potrei essere felice quando ho una nuova famiglia tanto grande che quasi non riesco a stare solo con i miei pensieri.

E poi ho lui.

Gliel’ho detto, durante una delle nostre scorpacciate di mezzanotte, quando mangiamo cose che durante il giorno non mi farebbe mangiare ma durante la notte è permesso fare qualche strappo alla regola. Penso che sia felice, veramente felice adesso. Anche per merito di Harry.

L’altro giorno si è un po’ accigliato e intristito, ho visto Harry trascinarlo sull’altalena sotto al portico mentre noi bambini giocavamo a Spara Schiocco. Ho visto che hanno parlato a lungo e poi il mio papà ha poggiato la testa sulla spalla di Harry e gli è tornato il sorriso.

Papà e Harry parlano tanto e ridono e si prendono in giro.

Teddy dice che sono impossibili ma secondo me lo fanno per giocare, si divertono così e quasi quasi i più bambini tra tutti noi sono proprio loro due.

Questa mattina mi sono svegliato presto, in realtà vorrei restare un po’ a dormire ma ho sentito dei rumori in cucina e so che può essere solo il mio papà. Harry non si alza se non tirato giù dal letto e neanche gli altri.

Papà è in cucina e ha già preparato la colazione per tutti, siede su uno sgabello e ha degli strani occhiali in bilico sulla punta del naso su un alto sospensorio c’è una palla bronzea aperta in due metà e sta armeggiando con due paia di pinzette sottilissime.

I miei passi non sono pesanti ma papà mi ha sentito comunque, si toglie gli occhiali che dovevano essere un po’ pesanti perché sul naso ha un segno rosso.

Mi saluta con un sorriso allegro “Buongiorno, ho fatto rumore?”

Scuoto la testa “No, mi ero svegliato e avevo voglia di stare da solo con te.”

Papà sorride, si alza e mi da un bacio sulla testa “Avevo proprio voglia di fare colazione. Insieme, si? Che preferisci?”

Sorrido “Quello che prendi tu papà, per me va bene.”

 

 

James

La casa è tutta in silenzio.

Nessuno si è svegliato e io ho tanta fame.

Di solito quando mi sveglio trovo sempre Draco e la colazione e sempre pronta, ci sono sempre i miei biscotti preferiti: con i pezzetti di cioccolato. I pezzetti di cioccolato grandi, però.

Ora la casa è vuota e silenziosa. Draco e papà dormono ancora nella loro stanza.

Ieri Draco è andato a dormire presto, papà dice che ha preso troppo sole, forse è per questo che non è sveglio. Perché è malato!

Uffaaa però chi ci pensa a me? Io ho davvero fame.

Idea. Teddy è il più grande, tocca a lui!

Corro nella sua stanza in silenzio però.

Lui dorme con Scorpius e io dormo con Albie. Lo chiamo, più o meno a bassa voce. Va bene, è una bugia, lo chiamo a gran voce e gli tiro il pigiama. Tanto anche Scorpius si deve svegliare, no?

E infatti si svegliano tutti e due.

“Teddy, io ho fame” dico mentre lui cerca di svegliarsi.

“James, ma papà e Harry?” chiede Scorpius alzandosi dal letto.

“Dormono” protesto io. Lo vogliono capire che ho fame. È una cosa grave!

“Strano” risponde Teddy alzandosi dal letto. Lo seguo insieme a Scorpius lungo il corridoio. Tutti e tre ci affacciamo alla porta. Dormono proprio profondamente.

“Shhh”

“Draco dev’essere malato. Ha preso l’ isolazione”

Teddy chiude la porta senza far rumore “Insolazione, Jamie” mi corregge. Cattivo, era una parola difficile.

“Hai fame James? Vieni, ci pensiamo io e Teddy, va bene?” Fa Scorpius prendendomi per mano. Ecco, bravo, lui sì che ha capito tutto.

“Io vado a prendere Albus che se si sveglia comincia a piangere” Dice Teddy mentre io e Scorpius andiamo in cucina.

“Scorp, ma è tanto grave l’iso- l’insolazione” chiedo mentre mi sistemo sullo sgabello.

Scorpius sorride “No, James è come il mal di testa. Succede se prendi troppo sole basta dormire qualche ora in più.” Spiega con calma.

“Quindi Draco sta bene?”

“Sì, bene. Tranquillo! Vuoi i biscotti vero? Sai dove sono?”

Faccio no con la testa. Che ne posso mai sapere io?

“Nello scaffale in alto a destra” dice Teddy entrando in cucina tenendo Albus per la manina. Ha i capelli tutti in disordine e sembra papà.

“Ma papà? E Draco?”

“Shhh” faccio segno di stare zitto “Dormono” spiego.

Albus si porta la manina in bocca, ha capito tutto e si siede accanto a me, arrampicandosi sullo sgabello della cucina.

“La portiamo anche a papà e Draco?” chiede Albus, riferendosi alla colazione.

Teddy sorride “Ma sì. Colazione a letto, che ne dite?”

Osserviamo Teddy e Scorpius preparare la colazione, io do loro una mano, prendo le cose dai cassetti, prendo due vassoi grandi e pesanti, io mi rendo utile mentre Albus guarda soltanto e mangia un biscotto. Non è giusto che lui mangi mentre io cucino, ma non fa nulla perché lui è piccolino.

Quando abbiamo finito la nostra colazione è bellissima. Non ci sono tutte le cose che prepara Draco o papà ma c’è il succo di frutta e il latte, tanti biscotti e persino il toast e il caffè ma Teddy non avrebbe potuto preparare nulla senza il mio aiuto!

Teddy e Scorpius prendono i vassoi e andiamo verso la camera di papà e di Draco. Io e Albus corriamo veloci ed entriamo nella stanza facendo tanto rumore perché hanno dormito decisamente troppo. Saltiamo sul letto e li svegliamo urlando.

“Ma cosa?” chiede papà mentre cerco di colpirlo col cuscino.

“ehi, piano” ride Draco prendendo Albus tra le braccia e tirandoselo contro mentre Albus e Teddy entrano nella stanza.

“Wow” fa papà. Certo che ci vuole un bel “wow” abbiamo fatto tutti un bel lavoro.

“Come stai?” chiedo a Draco e lui sorride e dice che sta bene mentre Teddy e Scorpius si sistemano nel letto insieme a noi. Il letto è stretto per tutti e sei, lo dice anche Draco.

E vero, Teddy e Scorpius stanno stretti stretti al centro, io tra le gambe di papà e Albus tra quelle di Draco. Quasi non ci possiamo muovere.

Però io sono d’accordo con papà “Significa che saremo più vicini”.

Metto un biscotto in bocca e penso che sia la colazione migliore del mondo.

 

Albus

“Ci leggete una storia?”

Ci vuole una bella storia, no?

“Albus non è mica notte” dice James mentre beve il succo di zucca. ”le storie si leggono di sera”

Ma io voglio una storia!

“Di solito non mangiamo a letto, possiamo leggere una storia di mattina” Risponde papà.

Sì che bello papà!

Teddy fa una strana espressione, lui dice di essere grande per le storie però le ascolta sempre, fa finta lui!

“Vado a prenderlo io” dico scendendo dal letto e correndo nella stanza dove dormo con Jamie.

So già quale libro voglio che mi leggano, la mia storia preferita. Torno veloce come un fulmine, io sono il più veloce di tutti.

Risalgo sul letto dando un calcio James e a Scorpius ma non lo faccio a posta! Mi metto comodo tra le gambe di Draco e gli passo il libro, lui lo sa qual è la mia storia preferita.

Draco prende il libro e sorride.

“Beda il bardo? Scommetto che vuoi che vuoi sentire la storia della fonte, vero?”

Si, anche James è d’accordo. E lo so che anche Teddy e Scorpius vogliono sentirla.

C’è un punto nella spalla di Draco che è proprio comodo, papà mi passa un bicchiere di latte fresco e un biscotto buonissimo.

Questa cosa della colazione a letto dobbiamo farla più spesso.

Ultimamente ho imparato una parola nuova e qui ci sta proprio bene .

È decisamente tutto “Perfetto”.

 

(fine)


E alla fine ringrazio, voi,  tutte le persone che mi hanno seguita fino a qui, che hanno sperato nella storia di Harry e Draco, che hanno creduto nel loro amore e nella possibilità di crearsi una famiglia... quindi sperando di non deludere nessuno, un bacione grande a tutti quanti! ^^



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vi invito a seguire il seguito di "I vermi dei sentimenti. Gelosia e sensi di colpa." dal titolo "Ritrovarsi" scritto a quattro mani con l'autrice di questo capitolo, Ladyriddle!
E prossimamente inizierò a pubblicare "L'uscita di Blaise" una Mpreg, Drarry ovviamente! se vi piace... sapete dove trovarmi!
Alla prossima!

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