Let the wine of friendship never run dry

di crownforaking
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sleepover ***
Capitolo 2: *** Planet of Ood ***



Capitolo 1
*** Sleepover ***


L’idea di organizzare il pigiama party è stata di Grantaire ed Eponine, ma ovviamente nessuno degli altri si è tirato indietro: Courfeyrac si è subito lanciato nei preparativi, Combeferre ha promesso che si sarebbe procurato da bere – roba seria, per favore ha subito specificato Grantaire – e Joly ha assicurato che avrebbe ripassato tutti gli incantesimi di guarigione nel caso qualcuno – Bossuet – si facesse male. Cosette e Marius si sono resi disponibili per qualsiasi cosa e perfino Bahorel ha borbottato qualcosa a sostegno dell’idea, anche solo per poter vedere Feuilly nel suo pigiama bianco e rosso.

Due ore di prezioso tempo tolto allo studio e il dormitorio dei Grifondoro è completamente trasformato: il letto di Enjolras è capovolto su un lato ed è circondato da cuscini e coperte di ogni forma, colore e dimensione. Grantaire e Courfeyrac avrebbero preferito costruire delle vere e proprie barricate con tutti i mobili e gli oggetti disponibili ma dopo le continue insistenze di Joly – e se qualcuno tocca una sedia e gli finiscono le schegge nella mano? E se qualcuno inciampa e si rompe qualcosa? – tutti quanti hanno concordato che delle finte barricate estremamente morbide ed estremamente sicure sarebbero andate ugualmente bene. Il letto di Enjolras come base della barricata, comunque, è rimasto un punto fisso nel programma di Grantaire.

«Siete davvero certi che sia sicuro?» nonostante questo Joly non sembra ancora convinto e non sembra nemmeno lasciarsi placare dalle rassicurazioni e dai baci alternati di Bossuet e Musichetta.

«Che palle, Joly» ribatte Courfeyrac bloccando di nuovo le proteste sul nascere; «secondo me più che dei mobili dovresti preoccuparti di quello che dirà En--»

«Cosa diavolo avete fatto al mio letto!» esclama Enjolras irrompendo nella stanza e le sue parole vengono immediatamente seguite da uno sconsolato “ecco, appunto” di Courfeyrac.

Grantaire ride perché Enjolras arrabbiato per questioni non di natura politica è sempre uno spettacolo divertente da osservare: la sfumatura di rosso che assume il suo viso e il modo che ha di stringere i pugni e tremare tutto sono sempre fonte di divertimento per tutti.

«Chi vi ha dato il permesso di entrare e di-- Courfeyrac, era ovvio che c’entrassi tu. Vi sembra un comportamento maturo prendersi gioco di persone che hanno dato la propria vita per la libertà e l’eguaglianza e--» ma tutta la compagnia scoppia a ridere quando Grantaire finisce la frase di Enjolras prendendolo palesemente per il culo.

«Dai ragazzi, lasciatelo in pace altrimenti non ci passa più» intercede benevolo Combeferre, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Enjolras e un grazie tante che incredibilmente non suona come un vero ringraziamento.

Marius interviene nel vano tentativo di placare gli animi, un braccio stretto attorno alla vita di Cosette: «guarda i lati positivi, Enjolras, questa sera non sei costretto a sopportare Courfeyrac da solo!»

Il suddetto Grifondoro si porta una mano al petto, come se fosse appena stato colpito, e con le doti di un vero e proprio attore di teatro finge un singhiozzo disperato.

Tutti quanti – tranne Enjolras – scoppiano a ridere di nuovo.

«Forza ragazzi: a cambiarsi» Eponine batte le mani imperiosa, prendendo Cosette sottobraccio e trascinandola via da Marius che sembra particolarmente disperato all’idea di non poterla vedere cambiarsi.

Combeferre si fissa ad osservare Jehan – e il pigiama arancione fluo di Jehan, impossibile da non notare – come se non lo vedesse tutte le notti, Musichetta non ha il minimo problema a cambiarsi davanti a tutti e ride degli sforzi di Bossuet e Joly che tentano in ogni modo di coprirla, Bahorel si sforza di non saltare addosso a Feuilly e Grantaire ride di tutti quanti.

Grantaire ride di tutti quanti mentre si cambia e ride di tutti quanti soltanto in boxer e maglietta perché andiamo ragazzi fa troppo caldo per il pigiama e Enjolras non riesce a fare altro che deglutire un paio di volte nell’inutile tentativo di mandare via quella strana secchezza alla gola. Che ovviamente non va via e anzi, peggiora sempre di più quando Grantaire gli si avvicina – chi aveva mai fatto caso al corpo del Tassorosso prima di quel momento? Chi aveva mai notato quelle braccia e quelle gambe e quel--le altre parti interessanti? – e con un sorriso divertito gli chiede come mai non si è ancora cambiato.

«.. Uh» è tutto quello che Enjolras riesce a rispondere, rendendosi perfettamente conto di stare facendo la figura dell’idiota senza comunque riuscire a fare nulla in proposito.

«Non sai decidere quale pigiama indossare? Fammi indovinare, sono tutti rossi ma rossi diversi ed è difficile scegliere, sono tutte così belle sfumature!» ride Grantaire, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia di Enjolras, accompagnata da un più che evidente imbarazzo che il Tassorosso non sa spiegarsi.

Dopo un’altra occhiataccia – che in realtà si sofferma un po’ più del dovuto su Grantaire – Enjolras cerca di cambiarsi il più velocemente possibile; nonostante tutti i suoi sforzi Grantaire riesce comunque ad avere la splendida visione delle sue gambe per qualche secondo, prima che Eponine lo sgomiti e lo costringa a distogliere lo sguardo.

«Hai finito di guardargli il culo?» bisbiglia la Serpeverde sottovoce e in tutta difesa Grantaire imbastisce l’espressione più innocente del suo repertorio e la stringe in un abbraccio e in un probabile tentativo di soffocarla.

«Non lo sto facendo!» esclama allegramente per poi lasciarla andare solo qualche istante più tardi, rivolgendosi al resto della compagnia; «eh no, voi due, state già pomiciando?» Jehan si stacca con aria colpevole da Combeferre, che invece non riuscirebbe a farsi venire un’espressione intelligente nemmeno se gli pagassero il peso del professor Javert in oro puro.

«Parlando seriamente» ricomincia Grantaire, «e tralasciando la figata che è la barricata che abbiamo costruito con il letto di Enjolras – puoi ringraziarci più tardi, Apollo – che facciamo?»

Enjolras borbotta sottovoce un vaffanculo, non chiamarmi così decisamente poco convinto che in realtà nessuno nota, perché la discussione su cosa sia meglio fare li appassiona fin troppo.

«Potremmo fare un gioco di società tutti insieme!» esclama Jehan battendo le mani, seguito da cori di ma neanche morto che provengono soprattutto dall’angolo in cui è rintanato Bahorel, con Feuilly seduto tra le sue gambe che ormai non si sforza nemmeno più di contenere il proprio ragazzo.

«Vista l’indecisione generale ne approfitterò per ragguagliarvi sulle ultime novità del Comitato per la Riabilitazione degli Elfi--» i tentativi di Enjolras vengono soppressi dal vociare di tutto il gruppo, che davanti alla possibilità di passare le successive sei ore a discutere degli elfi Poveri e Abbruttiti si alza inesorabilmente fino a coprire la voce del Grifondoro.

«Io propongo una partita a poker!» esclama Grantaire, solo per venire zittito qualche secondo più tardi dai cori di tutti quelli che ancora, nonostante tutti i suoi tentativi, non hanno imparato a giocare.

«Ma perché non possiamo parlare del Comitato» prova di nuovo Enjolras, voltandosi verso Combeferre e aspettandosi almeno un minimo di sostegno dall’amico.

«Cos’hai detto Enjolras? Che sfiga, non ti si sente proprio!» l’espressione dispiaciutissima di Grantaire è la goccia che fa traboccare il vaso e perfino Enjolras riesce a rendersi conto che l’altro ragazzo lo sta prendendo per il culo. Sfortunatamente, però, la sua occasione di parlare è di nuovo svanita.

«Andiamo ragazzi, una partita a carte e tanto alcool, cos’è c’è di meglio? Combeferre dimmi un po’ cosa sei riuscito a procurar--» la voce di Grantaire viene soffocata improvvisamente da un cuscino in piena faccia. Tutto il gruppo si volta verso Enjolras che se ne sta impettito ed estremamente fiero di se stesso, con un angolo del cuscino stretto nella mano destra, e che non riesce a pensare ad impedirsi di ridere almeno un poco per l’espressione sconvolta di Grantaire.

«Lotta coi cuscini!» ruggisce Courfeyrac spezzando il silenzio che era calato, seguito subito dall’urlo di gioia di Bahorel che si lancia nella mischia senza pensarci più di troppo e che viene subito accompagnato dalle urla di un Joly particolarmente in preda al panico – finirete tutti quanti al San Mungo se continuate così!

Cinque minuti più tardi il dormitorio dei Grifondoro è un completo casino e nessuno di loro pensa più a che cosa sia meglio fare o non fare.

Nemmeno Enjolras, troppo occupato a prendersi la sua meritata vendetta su Grantaire.

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Capitolo 2
*** Planet of Ood ***


«E poi il Dottore e Donna aiutano gli Ood a spezzare il cerchio di energia che tiene prigioniero il loro enorme cervello collettivo, che così può ricominciare a cantare e comunicare telepaticamente con tutte le creature e—» il racconto di Combeferre viene improvvisamente interrotto da un’esclamazione di gioia proveniente da Enjolras. Tutti quanti, compresi Courfeyrac e Bahorel, si voltano verso di lui e lo zittiscono con un prepotente «shh!»

Combeferre li fissa stupefatto e mentre tutti gli altri lo guardano sorridendo, Bahorel e Courfeyrac si affrettano a giustificare l’azione appena compiuta con i più disparati «no, è solo perché prima finisci prima possiamo fare altro», «a me basta che questa cosa finisca nel modo più veloce e indolore e se Enjolras continua a cagare il cazzo rimaniamo qui tutta notte a sentire queste stronzate».

Combeferre scuote la testa con aria disperata prima di riprendere il racconto e qualche minuto più tardi Jehan, senza farsi vedere, gli fa notare come i due stiano in realtà pendendo dalle sue labbra.

Da quando Combeferre ha scoperto che la maggior parte dei suoi amici non ha mai visto Doctor Who e che una buona metà di loro non ha nemmeno idea di che cosa sia, il suo principale obiettivo è diventato quello di istruirli su quello che a suo dire è una delle meraviglie del mondo. Un problema non indifferente è stato il trovare una soluzione al non poter vedere la televisione dentro Hogwarts: piuttosto che rinunciare a far conoscere il Dottore ai suoi amici Combeferre ha deciso, con l’aiuto di Jehan, di raccontare loro tutti gli episodi di tutte le stagioni della serie televisiva.

Enjolras si è subito appassionato al lato sociale della storia, Grantaire e Bossuet ridono di gusto quando Combeferre cita i punti più divertenti, Cosette e Marius si emozionano e si commuovono esattamente allo stesso modo e, per farla breve, gli unici due a fingersi poco interessati sono proprio Courfeyrac e Bahorel.

«Insomma, alla fine gli Ood riescono a riacquistare la libertà e ringraziano il Dottore e Donna inserendoli nella canzone degli Ood—»

«Ed è una cosa così bella! Dovreste vedere la scena e sentire davvero la musica, il racconto non rende affatto la bellezza di quella canzone» esclama un entusiasta Jehan, prima di zittirsi e voltarsi verso Combeferre «senza offesa, ovviamente».

«Ovviamente!» ride Courfeyrac, scompigliando i capelli di Jehan; «ma tanto Combeferre non si offende, vero? Sei l’unico che lo ascolta davvero, se si prendesse male dovrebbe cominciare a raccontarsi le puntate di Doctor Who allo specchio e non credo che lo troverebbe altrettanto divertente».

«Ehi, a me interessano!» esclama Marius, immediatamente sostenuto da cori di «e anche io lo ascolto!» che provengono da quasi tutti gli altri.

«Io non ho ben capito una cosa, però» Cosette interrompe la nascente discussione nel tentativo di mantenere la calma, rivolgendosi a Combeferre che sembra anche troppo felice di risponderle — e più in generale di parlare di uno dei suoi argomenti preferiti; «il Dottore e Rose non si possono davvero più vedere?»

Il gemito di dolore di Jehan viene soffocato da qualche parte contro la spalla destra di Combeferre e i due Corvonero si prendono qualche secondo per un lungo abbraccio che tutti gli altri osservano stupiti.

«Che avete da fare così? Ha solo fatto una domanda» li apostrofa Bahorel, ricevendo in cambio una gomitata da Feuilly; «Ahia! Io ho solo fatto una domanda!»

«Shh, Jehan, shh. Non è mai successo, non è mai successo nulla di brutto tra il Dottore e Rose. Rimangono insieme per sempre sempre sempre e niente e nessuno li divide e tutti sono felici e contenti» Combeferre rassicura Jehan con il tono di voce più convincente che riesce a trovare. 

Il che sembra perfino funzionare fino a quando Enjolras non li interrompe, esclamando a gran voce: «Ma a chi importa della storia d’amore! La cosa fondamentale è che gli Ood si siano liberati dalla schiavitù!»

«Dai Enjolras, non essere così arido» commenta Eponine, sgomitando Grantaire che ride di gusto per le espressioni disperate e incredule di Combeferre e Jehan.

Enjolras si volta a fissare la Serpeverde, battendo le palpebre un paio di volte come se volesse essere sicuro di aver sentito bene: «arido? Io non sono affatto arido, penso solo che ci siano cose più importanti di una storia d’amore. Tipo la sicurezza e il rispetto delle popolazioni aliene».

«Hai intenzione di creare un Comitato per la Riabilitazione delle Inesistenti Creature Aliene?» ride Grantaire, attirando su di sé gli sguardi in preda al panico di più della metà del gruppo, lo stesso pensiero che passa per tutte le loro menti: non dargli strane idee, Grantaire!

E com’era ovvio quell’unica frase scatena una discussione senza fine sull’esistenza o meno di creature extraterrestri, conducendo la serata a tutt’altro termine — una spietata lotta all’ultimo urlo tra Bahorel e Enjolras — rispetto a quello che Combeferre e Jehan avevano immaginato.

«Ehi, almeno questa volta ti hanno lasciato finire» sorride quest’ultimo, stampando un bacio sulla guancia di Combeferre che sorride divertito.

«Sono sicuro che domani sera finirà anche peggio» ride Combeferre e allo sguardo curioso del suo ragazzo risponde semplicemente: «ho come questa impressione che a Bahorel piaceranno particolarmente i Sontaran».

 

«Sonta-ran! Sonta-ran! Sonta-ran!» Bahorel ulula il grido di battaglia della popolazione aliena, agitando i pugni per aria e assordando Feuilly e Eponine che sedevano accanto a lui.

Combeferre abbraccia Jehan e bisbiglia un divertitissimo «te l’avevo detto».

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