Le quattro stagioni

di Padme92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inverno: depressione ***
Capitolo 2: *** Primavera: euforia ***
Capitolo 3: *** Estate: noia ***
Capitolo 4: *** Autunno: malinconia ***



Capitolo 1
*** Inverno: depressione ***


Il freddo mi penetra nelle ossa, col mio respiro, simile ad un'esalazione velenosa emetto sbuffi di vapore nel tempo gelido di quell'inverno invero troppo rigido. Il vento mi sferza la faccia con violenza arrossando le mie gote e il mio naso comincia a gocciolare come un ghiacciolo. Mi stringo nel giubbotto, metto le mani al riparo nel profondo delle tasche, sprofondo la faccia nella sciarpa e affronto il congelatore che è il “di fuori”, un luogo freddo e solitario dove la gente non emette caldi saluti per le strade per paura che gli si congeli la lingua. Fa così freddo che le mie dita arrossate nelle tasche sono doloranti, ed è così un tempo grigio, dall'aria biancastra e fastidiosa, che le nuvole sono simili a un coperchio che ci nasconde ai tiepidi raggi del sole perenne. La stagione dei piumoni e dei pattini d'argento, dei focolari e delle decorazioni natalizie, degli abeti e dei pini innevati, della neve fresca sopra le grondaie e del vischio degli innamorati. Un periodo tanto triste trasformato attraverso le piccole cose.. il presepe, l'odore del muschio, piccoli angeli che sussurrano carole, e vecchi carillon che riprendono a suonare, perché quando viene dicembre..

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Capitolo 2
*** Primavera: euforia ***


Pulizie casalinghe e tiepidi abbracci di sole; fiori odorosi o soltanto meravigliosi che donano gioia allo sguardo e rincuorano la gente. Marzo è pallido, legato ancora al rigido febbraio gelato, ma aprile e maggio aprono i cuori e dischiudono le menti, rinnovando la speranza. Fior di ciliegio che coprono il nostro sguardo e passerotti cinguettanti alle 4 del mattino che ti donano la forza di alzarti dal letto ancora morbido, tiepido, sicuro, come la tana di un coniglio. Si tolgono le coperte ai cavalli, si lasciano gli animali al sole che sbuca dietro la coltre grigia donando i suoi calorosi raggi a passanti intenti in qualche commissione, o a girovaghi in cerca di ispirazione sedendosi sotto un faggio rosso. La stagione degli sforzi, dell'agnello sacrificato, delle piccole consolazioni che ci premiano della nostra perseveranza invernale. La stagione delle rose, le rose di maggio che ci tradiscono con uno spino, e ci deliziano con la loro delicatezza e il loro profumo intenso. E io, io sono una rosa di maggio che delicatamente ondeggia sul suo ramo, appassendo tanto lenta quanto veloce, tanto da turbare l'animo. E arriva poi giugno colorato, preannuncio del tepore estivo.

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Capitolo 3
*** Estate: noia ***


Il caldo soffocante, i faggi rigogliosi che diventano verdi, il sole come palla infuocata che luccica sulla superficie dell'acqua, l'afa che ti appiccica i vestiti addosso, le docce ad ogni ora del giorno per non affondare in quell'aria densa come melassa. Gli insetti che turbano o che ristabiliscono un senso di pace con il loro ronzare senza fine. La noia dei pomeriggi non programmati, l'abbronzatura della pelle che non ti fa sembrare più un fantasma, ma in salute e energico. Il crogiolarsi su una panchina che scotta sotto i raggi perpendicolari che ti penetrano fin dentro le ossa e il cuore, sciogliendoti i muscoli e lasciandoti andare a un soporifero senso di pace che ti allieta e ti fa respirare profondamente inalando vita. I battelli in lontananza che passano uno dopo l'altro, mentre le ore trascorrono, quanti ne vedi passare.. poi il caldo ti lascia d'improvviso senza energie, come avessi corso una maratona, ti gira un po' la testa e anneghi la testa sotto il getto d'acqua delle fontanelle. L'estate è la primavera in atto. Coi suoi temporali burrascosi che fanno fremere le tapparelle regalando emozioni contrastanti: giorni di quiete si susseguono uno dopo l'altro finché arriva l'aria settembrina che riporta il mondo alla sua frenesìa abituale. L'estate è come il deserto. Con la pioggia che non lascia alcun segno però.

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Capitolo 4
*** Autunno: malinconia ***


Le pioggie torrenziali, caldarroste e focolari, polenta e funghi. Foglie morte che spogliano gli alberi di vivacità: ingiallite, inbrunite, arrossate.. tutti i colori dell'autunno contribuiscono, come la sua sorella primavera, a renderlo una stagione contraddittoria: il freddo che viene, le giornate che si accorciano, eppure l'umida visione dei boschi arcobaleno. C'è qualcosa di triste nell'autunno che mi attrae particolarmente: maniche lunghe e pantaloni di cui ci si ricopre per mesi e mesi a venire. Gnomi magici alle radici degli alberi si nascondono andando a far castagne, mentre il tasso si prepara al letargo e le formiche hanno il lavoro agli sgoccioli. La stagione che segna un confine non così netto, sfocato, che mescola estate e inverno risultando invero un mezzo necessario e terribilmente poetico. Perché si detesta l'autunno? Io che sono nata in questa stagione dico che i fiori più belli si piantano presto per poterli vedere sbocciare nella loro assoluta bellezza quando si avvicina il tiepido sole primaverile.

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