A Versailles....

di oscar4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vuole concedermi questo cotillon? ***
Capitolo 2: *** La notte prima dell'esame ***



Capitolo 1
*** Vuole concedermi questo cotillon? ***


Erano anni che questa serata era stata programmata fin nei minimi dettagli. Non avrebbe permesso a niente e nessuno di rovinare un avvenimento da cui sarebbe dipeso il futuro del suo casato. La regina stessa aveva messo a disposizione la grand sale da ballo una volta saputa l'importanza dell'avvenimento. Tutto sarebbe filato liscio e per la serata Marie sarebbe stata fidanzata ufficialmente con l'erede al trono di Svezia. Tralaltro i due e Oscar anche si erano conosciuti tempo fa,perchè hanno vissuto gran parte della loro infanzia e adolescenza in Austria,dove Marie imparò musica,danza e arti e dove Oscar imparò a cavalcare e l'arte delle armi da taglio e da fuoco nei più illustri maneggi e accademie d'Europa. Già ... Oscar ... lei era oramai da tempo comandante delle guardie di sua maestà la Regina Di Francia e Navarra ...

Il Generale scacciò via ogni brutto pensiero dalla testa e non pensava ad altro,cosa molto strana per la sua indole e educazione molto distante da questo,ad ammirare la sfarzosità e la ricchezza delle decorazioni della grand sale da ballo e osservare il comportamento delle persone a lui intorno. Oro e Avorio spiccavano su tutto. Ad amplificare ulteriormente l'effetto da capogiro vi erano una scalinata enorme di 30 gradini che dava direttamente sulla sala da ballo da cui sarebbero dovuti entrare,opportunamente e pomposamente presentati,tutti gli invitati ma soprattutto lei,solamente lei.C'era grande fermento e le domestiche portavano rose rosse fresche per adornare l'enorme e finemente lavorato passamano dorato,che terminava con due leoni dall'aspetto fiero e baldanzoso,con una spirale in cui veniva finemente intrecciato tulle bianco con risvolti dorati. Gli specchi posti in punti sapienti della struttura davano l'impressione di trovarsi all'interno di uno spazio un po' più grande di quello che in realtà fosse. I magnifici lampadari di cristallo troneggiavano su in alto,irraggiungibili quasi come le stelle. Da un lato della sala un signore esperto stava impartendo le ultime indicazioni ai camerieri,a dimostrazione dell'alto livello di organizzazione.
-State tranquillo caro,tutto andrà bene-
-Lo so,cara Marguerite. Sto solamente pensando a mia figlia- mentì -tutto cambierà per lei...tutto-
-Noi nobildonne abbiamo un grande spirito di adattamento;oltretutto lei ha avuto il privilegio di conoscere già il suo futuro sposo,privilegio non concesso a tutte e lo ama da morire,il loro sarà di sicuro un matrimonio d'amore felice e sereno-
-Non si tratta solamente di questo. Essere una regina è difficile. Sicuro che saprà sostenere il peso di una Nazione Intera sulle sue spalle nei momenti cruciali?Sarà benvoluta dal suo popolo? o sarà vista come La Straniera?-
-Non ci sarà persona al mondo che resisterà ai lineamenti,ai modi e alla gentilezza di Marie,ve lo posso assicurare caro marito-

E così era davvero. Marie era una creatura più unica che rara,un fiore che spiccava per delicatezza,per lineamenti,per bellezza. Era alta,leggiadra e di una bellezza sfollgorante. I lunghi capelli biondi boccolosi venivano spesso raccolti per incorniciare il suo viso delicatissimo,di porcellana in cui spiccavano due occhi azzurro chiaro scintillanti di vita. La sua bocca era fresca,rossa e sempre aperta in un sorriso contagiosissimo e radioso. Il suo collo sinuoso,la sua pelle candida,il suo busto che accompagnava e risaltava le forme del suo corpo avevano fatto stragi di cuori e conturbato i sogni di molti nobiluomini di Francia,che dopo ciò nobili non si sarebbero fatti chiamare per certo.La fama della sua bellezza cresceva a dismisura e molti l'avevano chiesta in moglie,ma lei non aveva acconsentito o meglio,i suoi non avevano mai acconsentito. Il suo cuore,sin dal primo momento era stato rapito e portato via da un uomo,solamente uno.Non avrebbe accettato nessun'altro nella sua vita,ne era certa. Le sue mani erano piccole e dalle dita affusolate,da musicista(difatti era una arpista bravissima).

In quel momento fece il suo ingresso nella sala da ballo,radiosa più che mai,un misto tra eccitazione per il momento e paura. Aveva bisogno del consiglio di una donna,ferma e protettiva,ora più che mai. Quella donna poteva essere nessun'altra se non sua madre.
-Oh Madre!Sapeste come sono elettrizzata per la serata!-
-Lo so perfettamente cara mia. Ora vieni con me che dobbiamo parlare!- dicendo questo si congedò da suo marito e prese sua figlia in disparte.
-Cara mia anche io mi sentii così il giorno in cui divenni la fidanzata di tuo padre!Ma permettimi di dire che la situazione per te sara leggermente diversa da quella che fu la mia-
-alludete al fatto che sto per legarmi con un erede altrono e vi saranno molte più incombenze e molti più doveri?Oh vi prego aiutatemi,madre,aiutatemi!-
-Certo mia cara!Innanzitutto ricordati che,qualunque cosa accada,io sarò sempre lì al tuo fianco. Dovessi piangere,essere triste,spaurita o persa. Io ti sarò sempre accanto-
-Grazie madre,grazie--Inoltre ricordati di essere spontanea,genuina e te stessa. Ie tue qualità sono tante e cerca di non dimenticartelo mai. Nessuno può sminuirti o farti sentire inferiore senza il tuo consenso ricordatelo-
-Grazie madre!-
-Inoltre prendi questa pergamena e leggila ogni qual volta ti senti in difficoltà...sarà lei il mio tramite,è attraverso lei che tua madre sempre ti parlerà non scordartelo mai!- Lacrime calde scesero dalle guance di entrambe,che si strinsero in un abbraccio che niente e nessuno avrebbe potuto sciogliere in quel momento. Poi la madre si chinò e baciò teneramente la fronte della sua bellissima figlia,che così si congedò.
 
****
Un'altro palazzo,stessa scena,lacrime calde per diverse ragioni però. Hans Haxel Von Fersen aveva appena finito di parlare con sua madre. Era in piedi nella biblioteca reale;era uno tra gli uomini più belli che si fossero mai immaginati. Altissimo,capelli castano chiaro che,quando illuminati,avevano i riflessi dell'oro,dalle braccia forti ma non eccessivamente muscolose,un torace scolpito dal durissimo addestramento,difatti era così che si era guadagnato il rispetto di tutto l'esercito,col duro lavoro e il merito,le gambe dalle leve lunghe,le mani grandi e forti,ma,cosa più importante,due occhi di ghiaccio che letteralmente avevano gettato molte donne di corte in atroci baratri di disperazione;esse avevano il potere di leggere,spogliare,e risucchiare l'anima di qualsiasi donna li avesse guardati. Solo una donna aveva resistito...solamente una...e dai tempi dell'accademia non l'aveva più rivista. Era buono,corretto e generoso,credeva negli ideali di libertà ed era ritenuto da molti il degno successore al trono di sua madre,illuminata e molto colta,per questo era del tutto contrario a questo matrimonio.
-Madre,non posso far ricadere un'incombenza così grande nelle fragili spalle di Marie. Lei è pura,bellissima e innocente,temo possa essere preda di intrighi di corte. Cosa ne sà lei di affari esteri? Di diplomazia? Lei non ha ricevuto una educazione di questo tipo.E la guerra? Avete mai pensato ad una tale possibilità? Avrà lei la forza per governare il palazzo di Stoccolma senza di me se sarò via con le truppe?-
-Caro figlio mio,quale donna ha una educazione del genere?-disse la regina madre in un tono tra il sorpreso e l'intimorito,stringendo il ventaglio che aveva in mano e alzandosi inpiedi andando incontro a suo figlio-Tu devi pensare solamente ad avere affianco una regina che ti assecondi in ogni momento e che ti dia un erede,non un compagno di strategie militari!-
-No!-nel dirlo alzò oltre il consentito la voce,errore che corresse subito-Madre,perdonatemi ma da sempre siamo stati punto di riferimento per la nostra lungimiranza e la nostra cultura. Abbiamo avuto per la prima volta nell'era contemporanea una Regina Erede al trono e non Consorte-disse in modo ossequioso puntando i suoi occhi verso quelli della madre-ora desidero avere accanto a me una consigliera,una donna forte,colta,fiera e bellissima,che possa trascinare la Svezia verso una nuova epoca!-
-E quali proposte avresti?-
-Vedete madre,a quanto mi risulta la grazosa Marie ha una sorella,di nome Oscar,con cui ho avuto il piacere di condividere e passare la mia adolescenza e il tempo dei miei primi addestramenti in Austria. Lei ha studiato strategia militare,letteratura classica,politica estera,ingegneria militare e conosce molte lingue. Il fatto è che non l'ho più rivista da quel momento e non so come possa reagire-
-Vedi,caro figliolo,questo è a parer mio un buon motivo per lasciar stare le cose come stanno-
-Vedete madre,lei è stupenda!Ha degli occhi blu profondissimi e limpidi,una figura slanciata,capelli lunghi,colore del sole,è intelligente,indomita,fiera...è..-
-HANS!Non dirmi che ti sei innamorato!- A quelle parole il giovane lasciò scappare qualche lacrima dai suoi occhi e,quasi sospirando,disse alla madre
-Vi prego! Madre evitate una sciagura!Salvate me,il mio cuore,la tenera Marie e la Svezia!Mi rimetto alla...vostra..lungimiranza-scandì queste parole quasi come fossero le ultime della sua vita.
-Va bene. Se sarai in grado di convincerla ...-

***
Oscar aveva passato in rassegna tutti i suoi sottoposti e aveva impartito gli ultimi ordini prima di andare a casa per prepararsi. No.Non ci sarebbero stati intoppi. No. Lei non l'avrebbe fatto...avrebbe indossato l'alta uniforme***... scacciò via tutti i pensieri maligni e impartì l'ultimo ordine della giornata,si sperava.
-SOLDATI!Rompete le righe!Ci rivedremo per riprendere servizio stasera!Ricordate,niente colpi di testa individuali,qualsiasi cosa accada fatemela sapere e coordinatela con me- Era strana,Oscar. Strana ma bellissima.Una silfide.Occhi blu profondissimi,capelli biondi,colore dell'oro che si mescolavano con i riflessi del sole,oramai in tramonto,un corpo modellato dall'addestramento e,se non fosse costretto nelle sue curve sotto strati e strati di bende strettissime,davvero mozzafiato. Labbra carnose,sempre serrate e impenetrabili,serie,mai una smorfia o un sogghigno,un profilo perfetto,di quelli delle antiche divinità,algido e fiero,carattere ereditato dal padre. Indossava un'uniforme che non faceva altro che risaltare la sua linea ed erano in molti tra i soldati ad essersi accorta della sua bellezza,ma lei manteneva sempre un comportamento distaccato e professionale,superbo e indomito. "Devo essere una guida,non l'oggetto del loro desiderio",questo si era sempre detta. Ah...si era anche detta che non si sarebbe sposata tanto presto. Rotte le righe si diresse a casa per prepararsi al grande ballo attraversando una scorciatoia per le campagne. Lanciava spesso il suo Cesar al galoppo,lì,doveva sfogarsi,doveva liberare il suo animo indomito e lasciare lavare via dal vento la pesantezza e i pensieri di una lunga giornata di lavoro.
Non avrebbe mai immaginato quello che stava per accadere
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Note
*** dato che il capitolo si stava facendo troppo lungo,pubblicherò gli avvenimenti accaduti il giorno prima tra Oscar e Fersen e che fanno pensare in questo modo Oscar una seconda volta
SALVE A TUTTIIIII! COME VA? E' TANTISSIMO TEMPO CHE NON RISCRIVO PIU' QUI'!!!!!!! VI PREGO non uccidetemi ma mi sono sempre chiesta come mai una storia così commovente come quella di Sissi non abbia mai ispirato una fanfic di Lady Oscar e ora io l'ho fatto!

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Capitolo 2
*** La notte prima dell'esame ***


I raggi del sole l'avevano colta dispettosamente nel bel mezzo del suo sonno ristoratore. Erano solamente le cinque del mattino e Oscar si alzò dal letto non senza sbuffare in quanto sapeva benissimo che giorno era quello,il giorno prima del gran ballo, e voleva,desiderava con tutto il cuore non essersi mai alzata. Avrebbe dovuto sopportare il gran dafarsi e andirivieni di domestiche,sua sorella che dava di matto e un clima festoso per niente consono al suo umore odierno. A rincarare la dose c'era il fatto che avrebbe dovuto sopportare tutto questo non solo a casa,ma anche nel suo luogo di lavoro. E NO! QUESTO ERA TROPPO! Riluttante si alzò in piedi e andò a fare colazione da sola questa volta,dato che sapeva benissimo come Nanny,Andrè e tutti stessero lavorando e non voleva certo disturbarli per una cosa che poteva benissimo fare da sola. Andò dunque nel piano inferiore riservato alla servitù e entrò nelle cucine. Apparte il gran numero di utensili da lavoro non si sarebbe potuto considerare quel luogo riccamente ammobiliato oppure "degno di un nobile",ma era vivo,frequentato e in grande subbuglio e questo le piaceva tantissimo. Appena entrata Nanny le venne incontro salutandola calorosamente e abbracciandola. Il suo profumo di buono pervase Oscar che ritrovò subito il suo buon umore. Lei era l'unica cosa che non era cambiata,non è cambiata e non cambierà mai,ne era certa.
-BAMBINA CARA!Vieni presto che ti preparo la cioccolata calda!Su su sbrigati che oggi devi prepararti anche tu!Ti acconcerai i capelli,ti metterai un abito da donna,ti culleranno un sacco di braccia di un sacco di pretendenti,sarai bellissima e...-
-E indosserò l'alta uniforne-disse Oscar ridendo quasi compiaciuta,sorseggiando con molto gusto la tazza di cioccolata calda aromatizzata per l'occasione con il peperoncino,un aroma che ti entrava nei polmoni e ti resuscitava da ogni senso di nausea e stanchezza.
-Ma BAMBINA CARA tu NON PUOI FARLO!Sai benissimo che questa è un'ottima occasione per trovare marito anche per te! E poi che cosa vuoi che dica il Principe di Fersen? Lui verrà quì questa mattina per le 9 e come vuoi che ti trovi? Vestita come un uomo? Non è conveviente! Lui viene da un altro paese!Può non essere abituato a certe "usanze"!-
-Non mi interessa!E' mia sorella che deve sposare! Io andrò al ballo con l'alta uniforme!Inoltre ricordati che devo comandare i soldati della guardia reale questa sera,dunque SARO' IN SERVIZIO-disse con un tono che aveva dell'orgoglioso e del canzonatorio allo stesso tempo.
-Va bene bambina cara,se tu lo vuoi...-replicò Nanny piccata e sconsolata. Finito di bere la cioccolata calda uscì dalle cucine e ritornò ai piani di sopra,verso la sala d'armi dove stava per entrare e prendere un fucile per esercitarsi al tiro quando suo padre la fermò e con aria severa ma non imperiosa le disse
-Vai ad esercitarti Oscar?-
-Si padre-rispose Oscar
-Vedi di essere di ritorno per le 9,in quanto il futuro sposo di tua sorella verrà a casa e vorrà di certo rivedere la famiglia al completo d'accordo?-
-Come volete padre-disse senza batter ciglio. Uscì dalla stanza. Non vedeva l'ora di andare a cavallo,di lanciarsi al galoppo e di riempirsi i polmoni d'aria. Era solita andare a sparare ad Arans,dove dominavano distese d'erba incontaminate e dove i rumori degli spari non avrebbero dato fastidio a nessuno. Andò verso le scuderie e trovò Cesar sellato e pronto per essere montato,ma non Andrè. Si sentì triste allora,avrebbe tanto voluto cavalcare con lui prima di incomeìinciare la giornata piena di impegni.

 
***
Era sbarcato nel nord-ovest della Francia e ora era in viaggio per Parigi,un viaggio lungo e molto impervio che lo avrebbe portato a trovare la sua futura moglie ...già ...la sua futura moglie. Mentre i suoi genitori dormivano egli ne approfittò per vedere,grazie alla luce di una luna piuttosto piena,alcuni stralci di paesaggi e città. Lo scenario che gli si aprì alla vista fu sconcertante;uomini che si aggregavano in bande e preparavano assalti ai panifici,ragazze coperte di lerciume che vendevano il loro corpo la notte perchè non avrebbero avuto di che sfamarsi l'alba del giorno dopo,risse nei bar,alcolismo dilagante e depressione;lacrime e ancora lacrime erano l'unica cosa che tutti questi esseri viventi al limite dell'umano avevano in comune oltre la terribile situazione. Vide povertà,sporcizia e desolazione. Li vide con i suoi occhi. Immagini forti che egli ben si impresse nella mente.
-Questo è ciò che accade quando si sposa una regina bellissima e niente più- pensò cupo e molto ponderatamente-Perchè un popolo deve essere ridotto così? Non è esso lo specchio di coloro che lo governano? Perchè devono pagare il prezzo degli sperperi dei loro aguzzini governanti? Io amo il mio popolo,non lo ridurrò così e sceglierò per esso una regina capace e in grado di offrirgli amore e protezione come ad un figlio. Sì,farò questo e sceglierò Oscar. Dannazione! E' possibile che la persona più importante di Svezia non possa essere libero di scegliere se servire il suo popolo o fare un torto quasi irreparabile nei confronti dei propri genitori? Davvero non posso?- detto questo si addormentò in un sonno leggero e certamente non ristoratore. Aveva paura. Per la prima volta aveva davvero paura di fare il passo falso,la mossa sbagliata nello scacchiere perfetto e ben oleato da generazioni prima di lui.

 
***
Il vento tra i capelli,sulla pelle,nei polmoni.Le prime luci dell'alba che coloravano il cielo quasi a voler prendere fuoco.Lei e il Vento.Lei e il Sole.Lei e il fuoco.Freddo.Caldo.Non chiedeva altro. Non voleva altro. Era una sensazione di totale rigenerazione e comunione con la Natura nel Suo più profondo. Scese dal cavallo e lo legò ad un ramo di una possente quercia e poi prese il sacco da cui estrasse le bottiglie da usare come bersaglio. Fece per andare a sistemarle quando una voce,nella luce fuioca dell'oramai prime luci dell'alba disse
-Aspetta. Ci penso io.- Era Andrè. Ma dove diavolo si era cacciato?A quest'ora poi? Da quali posti ritornava?Oscar colse questi pensieri al volo e disse
-Andrè!!Ma dove ti eri cacciato?Ti ho cercato nelle scuderie!Mi hai fatto preoccupare!-
-Ero andato per fatti miei in città,nulla di preoccupante,stai tranquilla-
No. Mentiva. Mentiva spudoratamente. Puzzava di alcol. Aveva bevuto. Eccome se aveva bevuto. Una bottiglia dolo l'altra. Doveva ringraziare le fioche luci dell'alba altrimenti Oscar si sarebbe accorta che vacilava. L'avrebbe persa Oscar,la sua Oscar. Già. L'aveva vista,la sala grande da ballo a Versailles,lui la conosceva molto bene. Sapeva benissimo che in quell'occasione oltre a Marie anche Oscar avrebbe preso marito,sarebbe stata corteggiata,da decine di mani e volti incipriati di damerini improfumati e imbellettati. Era così che funzionava. Tra i nobili. Provò disgusto al solo pensiero. Esposte loro due come merce da vendere. E lui. Niente da offrire per poter pensare che il padre di lei possa scegliere lui anzichè il più vile tra i nobili. Loro avevano un titolo nobiliare. Lui No. Titolo .Loro. Nulla. Lui .Titolo. Nulla .Loro. Lui. La testa cominciò a vacillare e svenne battendo la testa su uno dei sassi. Oscar immediatamente scattò in avanti lo prese pre il busto e lo issò sul suo cavallo. Per oggi niente addestramento. Andrè doveva essere curato. Immediatamente fece ritorno al palazzo dove Nanny per poco non svenne alla vista di suo nipote con sangue alla testa. Venne sistemato in camera sua al piano terra del palazzo e le venne ripulita alla buona la ferita dal sangue. Fu prontamente chiamato un dottore che prestò le dovute cure.
-Una lieve contusione,non preoccupatevi,per stasera si rimetterà-disse pacato il dottore alle due donne che lo stavano osservando con aria preoccupata,sentendo il bisogno di dare loro una risposta di conforto
-Grazie dottore,grazie davvero-disse Nanny quasi commossa

 
***
La carrozza della famiglia reale Svedese era arrivata col suo seguito,a dire il vero modesto,di guardie,servitori e bagagli. Al primo rumoreggiare Marie saltò giù per le scale non curante dei tacchi che portava. Era davvero deliziosa Marie,spontanea per le cose belle;portava davvero uno slancio di freschezza e vita in una Parigi completamente dilaniata dalla povertà.
Indossava un vestito floreale con un corpetto elaborato con merletti e pizzi di ogni sorta che metteva in risalto già le sue ben sinuose curve,ingentilendole ancora di più. Si era raccolta solamente la parte superiore dei capelli con un fermaglio ricco di diamanti che Oscar riconobbe essereun gioiello di famiglia,mettendo in risalto la loro lunghezza e la loro invidiabile boccolatura. Le sue labbra erano state tinte da un rossetto color cremisi che la rendeva ancor più irresistibile.
-Aspettatemi! Sto arrivando!- A quelle parole tutta la famiglia attese che Marie scendesse dalle scale e succesivamente,dal generale alla madre,passando per Oscar e Marie,si prepararono a dare il loro caloroso benvenuto alla famiglia reale svedese. Rimasero a dir poco spiazzati nel notare che la più illustre famiglia di Svezia vestiva panni sobri e poco inclini al rivelare il loro rango. La regina,la prima Erede Primogenita della storia contemporanea indossava solo una fila di perle e un abito celeste dalle poche smerlettature. Il re non aveva appuntati sul suo petto i gradi di generale supremo della marina svedese e capo di stato maggiore della difesa,cosa che fece ben impallidire il generale Jarjayes che si era vestito con l'uniforme migliore che avesse dopo l'alta uniforme da ballo. Poi scese lui,Hans. 70 svenimenti tra le cameriere in forza a casa Jarjayes. Soccorso immediato da parte dei domestici che cominciarono già a non averlo tra le loro simpatie. Aveva un libro in mano,l'opera omnia del poeta Virgilio. vestito come un qualsiasi studente universitario di Parigi. Oscar tirò un enorme sospiro di sollievo sapendo che c'erano al mondo nobili che non davano importanza all'apparenza.
-Vorrei darvi il nostro caloroso bemvenuto nella nostra residenza ufficiale a nome di tutta la mia famiglia,vostre altezze reali. Spero il viaggio sia stato leggero e comodo- Nel dire ciò si avvicino alla regina,le prese la mano e la baciò,prodigandosi anche in un inchino.In quanto a formalità il Generale era I-M-B-A-T-T-I-B-I-L-E,pensò Oscar
-Vi ringrazio calorosamente,caro generale Jarjayes. Non datevi ulteriori pene per noi. Suvvia,non vedo l'ora di rivedere Marie. Dicono che la sua bellezza sia seconda a nessuna in Francia-
-Ossequi,cara zia (era usanza chiamare zia la regina o imperatrice madre che sarebbe poi diventata suocera della futura sposa dell'erede n.d.a.)-disse Marie nel suo tono più cordiale.
-Mio Dio di Grazia! Vieni qui cara bambina! Sei ancora più bella di quanto dicano- La baciò sulla fronte. Hans era rimasto folgorato,era davvero una creatura divina Marie,ma,come pensava,anche un po' frivola. Forse non per colpa sua,ma era vestita addirittura più riccamente della Regina Madre,con un fermacapelli di diamanti. No,non era quella la donna che doveva sposare, non era questa la donna a cui affidare la Svezia.
-Carissima Marie,la vostra fama di donna affascinante vi precede. Spero non abbiate mietuto altri cuori di giovani pretendenti prima di me- Disse con un tono caldo,quasi ammaliatore. Altri 70 svenimenti da parte delle cameriere di casa Jarjayes. Si. I domestici lo odiavano proprio stò Hans merluzz come si pronunc De Fersen.
-Tu devi essere Oscar,invece-disse la Regina,interrompendo un piccolo siparietto di silenzio - Tale padre tale figlia,mi dicono siate coraggiosa e battagliera;davvero inusuale in una nazione come la nostra. Inoltre non dispiacete allo sguardo affatto- rise la regina.
-Sono una vostra umile servitrice-.
La regina cominciò a scrutarla,come se fosse sotto i raggi laser (scusate la similitudine moderna n.d.a.). Era questa dunque la donna che Fersen le aveva detto di amare? Era alta,altissima e ispirava superbia,fierezza e aveva innato uno spirito battagliero e un fuoco che la Regina poteva benissimo percepire. Anche oltre la camicia dal taglio maschile e i pantaloni color marrone. Aveva dei capelli lunghissimi e indomabili,degli occhi blu profondissimi e delle forme che,anche dentro abiti maschili,avrebbero fatto invidia a molte donne. Tuttavia no. Non era adatta al ruolo di regina. Doveva essere una figura sommessa al fianco del re e lei non lo sarebbe stata. No. Non l'avrebbe sposato. Entrarono in sala da pranzo e consumarono le portate piuttosto in fretta dato che c'erano all'orizzonte prove generali degli abiti e delle pettinature all'orizzonte. Madame Jarjayes fece gli onori di casa e disse
-Ebbene ora le ragazze vadano a riposarsi,aspetta loro un pomeriggio molto afaccendato,che gli uomini vadano pure in biblioteca a ricrearsi con qualche buona lettura-
-Veramente io vorrei andare a cavallo e visitare la vostra tenuta signor Conte- disse il principe in tono chiaro e cristallino
- Con piacere. Oscar! Accompagna tu il conte a fare un giro della tenuta- Tutto purchè non fosse costretta a rimanere a casa e subire il supplizio di sentire Marie cinguettare per ogni abito prezioso che le verrà messo davanti,pensò Oscar
-Come desiderate-
Vennero subito sellati i cavalli e i due andarono subito al galoppo. Provavano le stesse sensazioni di oppressione nei confronti dell'etichetta. Volevano essere liberi. liberi per un giorno,forse l'ultimo,di essere loro stessi. dopo mezz'ora di corsa a ostacoli volta a evitare i muretti di rudimenti decaduti nei boschi trovarono un posto all'ombra vicino ad un torrente per far riposare e abbeverare i cavalli. Fortuna volle poi che quell'ombra era dovuta alla presenza di un albero di melo. Tanto meglio. Le mele fanno bene
-Siete un ottima cavallerizza. Come ricordavo del resto- disse il ragazzo con un tono sincero e che aveva dell'ammirato
-Grazie. E voi siete molto migliorato. Come ricordavo del resto-
-Touchè- disse Fersen. Lei se lo ricordava. Veniva battuto sempre -Perfavore,possiamo darci del tu?Almeno fuori dalla portata dei nostri genitori ah ah ah !-
-Ah! Menomale! Tutta questa formalità mi stava dando allo stomaco sinceramente!- Disse Oscar ancora una volta rasserenata. Si sdraiò all'ombra del melo e aprì le braccia,offrendosi tutta alla terra
-Senti Fersen,senti la forza della Natura che fa tutto perfetto. Non ci sono errori. Non c'è il giusto e lo sbagliato,il ricco e il povero,il fortunato e non. Chi l'ha dura la vince. questo è il concetto madre. Nula di più. Perchè l'uomo ha dovuto rovinare tutto creando gerarchie e etichetta?-
Fersen seguì Oscar e ripetè gli stessi movimenti poi rispose:-Non lo so-  Era sempre più convinto. QUELLA ERA LA SUA DONNA. -Ma una cosa è certa. Stavo leggendo L'Eneide di Virgilio e Enea,figlio di una divinità,l'uomo che più di tutti sulla Terra avrebbe potuto ottenere tutto ciò che voleva,dovette arrendersi a degli ordini superiori e lasciare Didone che tanto amava- disse con aria pensosa. Un fulmine a ciel sereno. Lei. Oscar. Didone. Ostacolata. Morta. Abbandonata. Non poteva permetterlo.
-Già. Noto che adori le letture classiche- notò Oscar
-Non solo. Non per farmi il modesto ma adoro molto ogni tipo di lettura. Le poesie anglosassoni,La Divina Commedia,Lo Zibaldone. Tutte quelle opere che vengono dal cuore o da un'ispirazione. Se l'hai ben notato gli autori migliori di tutti tempi vengono da classi sociali eterogenee. Ciò dimostra ...-
-che esiste solo l'Uomo. Non il conte,il principe e il povero. Il mio sogno è vedere una monarchia dove tutti possano vivere in pace e sotto un'unica buona stella che brilli per tutti-
-Già. E' anche il mio sogno- Si misero in ginocchio entrambi,l'uno difronte all'altro,e si guardarono negli occhi. Un brivido. L'ultima volta che aveva fissato quegli occhi di cristallo non le avevano sortito questo effetto. Che le stava succedendo?
-Ditemi,signor principe,che cosa adorate fare voi durante le giornate?-
-Beh,dunque,adoro esercitarmi nel tiro al volo con bersaglio mobile,esercitarmi con spada fioretto e sciabola,giocare a scacchi,leggere,informarmi sulle situazioni estere e allenarmi insieme ai miei uomini dell'Esercito o della Marina. Sono sempre del parere che un generale debba conquistarsi i gradi grazie al proprio lavoro,non al proprio rango. Solo così avrai il loro rispetto,la loro fiducia. Possibile che per molti nobili questi valoro sono secondari?- Oscar era ammirata,forse le era addirittura rimasta la bocca un poco aperta per lo stupore. Non poteva essere vero. Un uomo provava pensieri così belli nei confronti del suo popolo? Un nobile usava questi termini per descrivere le persone più disagiate?
-Sai Oscar,nel mio viaggio che dalla Svezia mi ha portato in Francia e quì a Parigi ho visto povertà,sofferenza e miseria. Non tanto economica,quanto nello spirito. Alcolismo,depressione,prostituzione. Questa è per me la vera povertà. Non hanno un ideale in cui credere,non credono nella famiglia reale e non hanno una classe nobile carismatica che li trascini via dal fango e dalla melma dove si sono impantanati. Per questo non voglio avere una moglie qualsiasi. La Regina di Svezia deve essere speciale. Deve sapere il fatto suo,deve saper guardarsi intorno dagli intrighi di palazzo,deve essere mia fedele consigliera e deve essere un punto di riferimento per il popolo- Disse Fersen tenendo gli Occhi fissi verso Oscar,con la speranza che lei capisse ogni sua allusione,invece era impegnata in tutt'altro. Fece per prendere delle mele dall'albero quando Fersen,con tutto il coraggio del mondo disse
-Avevo in mente una regina come voi per il Mio Paese-
Puff. Cade. A terra. Dolore. Sconcerto. Sbigottimento. Paura. Il vuoto. Lui...Lui la stava soreggendo con le sue mani ferme dietro la schiena,forse solo questo aveva impedito una serie di traumi e escoriazioni imbarazanti data l'importanza della serata che ci sarebbe stata l'indomani.
-Io ti amo Oscar. Ti ho seguita e osservata stamattina. Sei bellissima,colta,intelligente,legata ai tuoi ideali che difenderesti anche a costo della tua vita. Sciocco è chiunque pensi che dietro quell'uniforme non ci sia una donna,una magnifica donna,la  donna più unica del mondo. Sciocco è chi non vede la tua bellezza indomita dietro ogni fascia stretta che indossate. Sciocco è chi non vede la tua forza d'animo così come fisica ed io non sono uno sciocco. Abbiamo sofferto tutti e due,cara Oscar. Tutti e due dovevamo provare sempre qualcosa a qualcuno. E' tempo di provare tutto a noi stessi adesso. Lo dobbiamo a noi stessi- Oscar si divincolò dalla presa,aveva gli occhi sgranati,un misto di paura e emozione. Lui la amava,era disposto a rischiare tutto per lei. Il cervello le urlava di no,che tutto questo era sbagliato,che era stato sbagliato persino venire quì e decidere di acompagniarlo da solo. Già ... il cervello. Perchè il corpo incosciamente stava dirigendosi verso di lui,voleva sentire di nuovo quella sua stretta sicura,forte e protettiva che aveva evitato una rovinosa scivolata,voleva perdersi nei suoi occhi di nuovo,quegli occhi a cui nessuna aveva saputo resistere,ora neanche lei. Non voleva resistere. Si avvicinò a lui pericolosamente,il suo viso era sempre più vicino,i suoi occhi,la sua bocca,i suoi lineamenti, il suo corpo perfetto...la sua bocca. Una vertigine paurosa la avvolse nel momento in cui le sue  labbra si misero in contatto con quelle di lui,morbide,esperte. Non ragionava più. In un momento scivolò su di lui,privata di ogni difesa ...quegli occhi ti risucchiano l'anima... pensò. Fersen d'altro canto non era rimasto meno colpito dall'evento. Assaporare i baci di Oscar era un'esperienza estasiante. Continuarono a cercarsi,a volersi,a chiamarsi anche senza la voce,perchè non ne avevano bisogno. Il loro era un linguaggio universale. La vertigine la assalì quando sentì la camicia scivolargli di dosso e la bocca di Fersen abbandonare la sua per esplorare altri angoli della sua pelle candida,pura,mai toccata da nessun'altro uomo. Cominciò con il collo,così flessuoso,così perfetto. Fersen non ricordò averlo visto mai su alcun'altra donna. A quel contatto i sensi di Oscar cominciarono a prendere letteralmente fuoco, si reclinò assecondando le vibrazioni di piacere che stava provando,la sua voce si fece rotta e i suoi aneliti da tono di paura cominciarono ad assumere un pericolosissimo contorno di piacere,una sfumatura che un uomo sa cogliere e da lì non tornare più. Si strinse a lui ancora di più. Voleva di più. Allora la boca di Fersen scese più giù,verso la spalla,verso l'incavo della clavicola,verso l'incavo dei seni. Già ... che brutta storia ... li aveva sempre dovuti nascondere. Le mani di fersen allora si fecero abili e cominciarono a prendere in odio ogni singolo laccio di quelle odiose fasce. Oscar stava quasi gemendo dal piacere ad ogni suo tocco. Per lei ogni singola sensazione le era del tutto nuova. Prese a raccolta ogni singolo briciolo di buon senso e si staccò da lui con immane sofferenza
-non...non posso fare questo a mia sorella ... per favore...voi sapete di sposarla ...dovete sposarla...io non posso fare questo alle persone a me più care-
-Ti prego Oscar! Non puoi farmi questo! Non ha avuto alcun significato per te quello che è accaduto poco fa?-
 Troppo tardi. Oscar si era già rivestita e già andava al galoppo verso palazzo con le lacrime e la morte nel cuore.


Era sera. Si dice che molti domestici udirono una porta delle stanze dei padroni di casa Jarjayes al primo piano aprirsi poi dei piccoli passi dirigersi verso il piano superiore  riservato agli ospiti,aprire un'altra porta e pi richiudersi. Le mura ancora oggi custodiscono segrete tutto ciò che accadde all'interno di quella stanza. Una cosa è certa. Un accordo era stato preso. Una condanna firmata.
-Davvero lo vuoi?Sai a cosa andrai incontro?-
-Io ti amo. Solo questo importa-
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ECCO IL SECONDO CAPITOLO! OGGI SONO IN TRANS AGONISTICA. Questo è ciò che accadde la sera prima e che fece parlare oscar in quella maniera nel primo capitolo. Riusciranno gli eroi a far vivere il loro amore o soccomberanno? TO BE CONTINUED

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