If we burn, you burn with us.

di Stranella
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


1.

Katniss era sul margine del fiume, ripensando a tutto quello che era successo e che finalmente ora era finito tutto. Gli Hunger Games erano terminati per “causa” sua dopo che tutti i distretti si erano rivoltati su Capitol City, uccidendo il Presidente Snow. La sua mente andò subito a Prim. La sua piccola e dolce sorellina uccisa da un’esplosione mentre aiutava dei bambini, questa era ingiustizia pura. Una lacrima le rigò la guancia, non poteva pensare che da quel momento sarebbe stata senza il suo distretto e senza Prim.
-Hey Katnip!- Katniss si girò asciugandosi le lacrime. Dopo la guerra aveva deciso di stare con Gale, alla fine la amava da sempre ed era il suo migliore amico, il che vuol dire l’unico che La capiva sul serio.
-Hey, che succede?- Salutò il ragazzo con un bacio.
-Non ci sono buone notizie, per niente.-
-Gale, mi fai preoccupare così.- L’espressione sul volto della ragazza cambiò subito. Cos’altro era successo? Non bastava aver ucciso migliaia di persone e aver distrutto tredici distretti? Cos’altro?
-Il presidente Snow non è morto e…-
-COSA?! E’ impossibile!- Katniss si alzò e inizio a camminare avanti e indietro in preda al panico.
-E’ im-impossibile Gale! C-cioè, è morto davanti ai miei occhi!- Le lacrime iniziarono a bagnarle nuovamente le guance.
-Katniss lo so che è impossibile eppure è così.- Gale cercò di confortare la ragazza accarezzandole le spalle, ma non servì a molto.
-E tu come fai a saperlo? Ti stai inventando tutto, vero?!-
-Lo hanno trasmesso in televisione, in diretta. Il suo messaggio chiaro.-
-As-aspetta. Che messaggio?- Katniss si bloccò di colpo. Non voleva più scappare, non voleva più lottare, era stanca. Voleva solo vivere quello che rimaneva della sua vita, magari mettendo su una famiglia e raccontando la “terrificante” storia degli Hunger Games ai figli.
-Ci saranno altri Hunger Games. Ma questa volta saranno diversi.-
-Cosa? In che senso altri Hunger Games? In che senso che saranno diversi? Vogliono forse prendere padri e madri e costringere i figli a guardare i propri genitori morire?- Katniss aveva troppe domande per la testa. Com’era possibile che il Presidente Snow non era morto? Lo aveva visto, lo avevano visto tutti. Tutti avevano visto i pacificatori prendere il suo corpo e portarlo via, tutti avevano assistito al funerale. Forse era quella era stata una morte programmata per far calmare le acque, almeno finchè tutti i distretti non avrebbero ricominciato a fare una vita normale.
-Lurido Bastardo..-
-Come scusa?- Anche se Katniss disse quelle parole a bassa voce, Gale riuscì a comprenderle.
-La sua è stata una finta morte, così si sarebbe potuto salvare.-
-Mm, è valida come idea. Comunque in questi Hunger Games verranno chiamati tutti i vincitori ancora in vita e in più i ragazzi dei vari distretti.-
-Quante persone moriranno Gale? Quanti devono combattere?-
-Katniss, quest’anno non verranno prese due persone per distretto.-
-E quante?- L’ansia stava invadendo il corpo di Katniss. Le mani iniziarono a tremarle ed il battito cardiaco accellerò.
-Quattro persone.-
-Al presidente non è piaciuta la rivoluzione dei distretti.-
-E li vuole sterminare tutti.-
Katniss inizò ad incamminarsi verso casa, doveva tranquillizzare la madre, doveva parlare con Peeta. Doveva avere delle risposte da tutti.
Entrata in casa, Katniss, trovò la madre seduta sul divano con in mano una foto di Prim.
-Mamma.- La donna si girò. Aveva gli occhi gonfi, probabilmente era da molto che stava piangendo.
-Katniss, tu non puoi andare di nuovo, non è giusto! N-non mi puoi lasciare da sola!- Le lacrime iniziarono ad invaderle il viso.
-Mamma, non ho scelta. Devo partecipare di nuovo agli Hunger Games, non posso permettere che altre persone muoiano a posto mio.-
-E cosa farai? Ti fari uccidere per salvare gli altri? Sei impazzita? Ho perso mio marito e una figlia, non posso perdere anche te!-
-Se è necessario dovrò sacrificare la mia vita.-
Katniss uscì dalla casa, lasciando la madre in lacrime, ancora con la foto della sorella in mano e si incamminò verso casa di Peeta.
-Hey Katniss! Hai sentito la splendida notizia?- Peeta si presentò con una bottiglia di Vodka, lui che non aveva mai bevuto.
-Si ho sentito e la questione non mi piace affatto. Insomma lo hai visto anche tu che il Presidente è morto, giusto?-
-Si.. Bhe, molti dicono che la sua morte è stata, si insomma, è stata finta. Altri invece sostengono che a Capitol City hanno dei macchinari per riportare in vita le persone.-
-Pff, certo Peeta, se è così la rivoluzione la doveva vincere lui allora.- Katniss si sedette sul divano, le tremavano le gambe e non sarebbe riuscita a nasconderlo stando in piedi.
-Allora, dov’è Haymitch? Sa di tutta questa storia, che probabilmente finirà nell’arena?-
-Non ne ho idea Katniss. Stamattina non è uscito da casa, credo che sia ancora sotto l’effetto dell’alchool.-
-Oppure ha saputo questa “bellissima” notizia e si è rifugiato nella vodka.-
-Se lo avesse saputo sarebbe venuto qui a parlarcene non credi?-
-No Peeta, non credo! Anzi credo che ci stia evitando.-
-E per quale motivo lo starebbe facendo?-
Katniss attese due minuti prima di rispondere a quella domanda. In fin dei conti aveva ragione Peeta. Per quale ragione il suo mentore la stava ignorando?
-Bhe, agli ultimi Hunger Games è uscito il suo nome e tu ti sei offerto volontario, giusto?-
-Si, ma questo cosa c’entra con il fatto che non è uscito da casa?-
-Avevamo fatto un patto, se così si può dire.-
-Che patto? Di cosa stai parlando?- Gli occhi di Peeta si concentrarono su Katniss. Quella splendida ragazza che amava da sempre e che lei aveva ricambiato solo per salvare il suo distretto.
-Se fosse uscito il tuo nome lui si sarebbe dovuto offrire volontario, per salvarti. Ma se sarebbe uscito il suo nome e tu ti fossi offerto volontario lui non avrebbe potuto fare niente.-
-E così è stato. Però ancora non capisco la connessione di questo.-
-Non capisci?! Quest’anno c’è l’ottanta per cento di possibilità che esca il tuo nome e lui si deve offrire volontario, per salvarti. Forse è per questo che non è uscito da casa.-
-No Katniss! NO! Non glielo permetterò!-
-Peeta non capisci! Se esce il tuo nome e lui si offre volontario, non puoi fare niente! Non glielo puoi impedire!-
-E’, è pazzesco! Perché ti metti a fare patti del genere se poi neanche mi guardi in faccia quando ci incontriamo?-
Katniss rimase immobile sentendo quelle parole. Lei lo amava o per lo meno lo aveva amato. O forse no? Le idee iniziarono ad essere troppe, doveva trovare una risposta. Lei amava Gale, è per questo che stava con lui, altrimenti sarebbe rimasta con Peeta. Le iniziò a far male la testa, erano successe troppe cose in un giorno.
-Allora Katniss, sto aspettando.- Peeta si era fatto serio e si era anche allontanato da Katniss.
-L’anno scorso provavo delle cose diverse per te.-
-BALLE! Tu non mi hai mai amato, lo hai solo fatto per uscire viva da quell’arena.-
-Se avessi voluto uscire viva da quell’arena, ti avrei ucciso. Non credi? Ho fatto questo patto perché ci tengo a te.-
-Certo, come un cucciolo abbandonato?-
-Non dire stupidaggini Peeta. Lo sai che sto dicendo la verità.-
-Mi spieghi perché ogni volta che stiamo per più di cinque minuti in una stanza da soli finiamo sempre col fare questo discorso?-
-Sei tu che hai iniziato! Non accusare me!- Katniss era stanca di questa storia. Si alzò e si incamminò verso casa di Haymitch, voleva altre spiegazioni. Le doveva avere.

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Capitolo 2
*** 2. ***


2.

-Haymitch! Haymitch!- Erano cinque minuti che bussava alla porta ma niente, nessuna risposta. Katniss stava iniziando a preoccuparsi. Forse era andato in coma etilico, forse era morto. Prese una decisione che le avrebbe portato guai. Si fece indietro e con tutta la forza che aveva in corpo cercò di sfondare la porta.
Entrata la puzza di alchool e vomito invase le sue narici. Ma non era quello il problema, doveva cercare Haymitch, così iniziò a cercare per tutta casa, ma quasi tutte le stanze erano vuote. Ad un certo punto sentì un rumore provenire dal bagno e decise di entrare.
-Haymitch, che diamine stai facendo?- Il suo mentore era seduto nella vasca con in mano una bottiglia di vodka ed accanto a lui ce n’erano due vuote, che probabilmente aveva scolato quella mattina.
-H-hey bellezza!-
-Sei ubriaco. Di nuovo. Ora ti devo fare un bagno così parliamo.-
-E di cosa vuoi parlare? Del povero Peeta?- Katniss non gli diede retta, sapeva che non bisogna litigare con gli ubriachi. Così decise di far finta di non aver sentito. Prese un secchio di acqua calda con una spugna e senza spogliare l’uomo iniziò a lavare le parti del corpo scoperte.
-Ti vado a prendere dei vestiti puliti e cerca di non vomitarti addosso.- Haymitch era troppo ubriaco per comprendere quello che stava accadendo intorno a lui; non aveva neanche cercato di insultare Katniss mentre lo lavava. Dopo due minuti la ragazza si presentò con degli abiti puliti, anche se tutti avevano degli aloni di alchool che non erano stati tolti.
-Riesci a vestirti da solo?-
-Certo bellezza! Per chi mi hai preso? Non ho. Non ho bisogno di aiuto.- cercò di alzarsi ma la testa era troppo pesante e cadde nuovamente nella vasca con la testa tra le gambe.
-E’ ovvio che non ce la fai.- Con la massima delicatezza tolse i vestiti sporchi a Haymitch e gli mise quelli puliti.
Dopo aver fatto una tazza calda di the e aspettato che l’uomo si fosse ripreso, Katniss iniziò a fare tutte le domande che si era tenuta dentro.
-Allora Haymitch, hai sentito degli Hunger Games?-
-Certo che ho sentito, altrimenti perché ero nella vasca.-
-Come fai a sapere che quest’anno chiameranno te?-
-Come fai a dire il contrario? Haymitch era serio. Katniss non lo aveva mai visto così preoccupato, sicuramente sapeva di non avere speranze se fosse finito nell’arena.
-Allora cambiamo il patto.-
-Che intendi?- Ora si era fatto più curioso. Quella ragazza lo sorprendeva ogni volta che diceva qualcosa.
-Se chiamano te Peeta sicuramente verrà volontario. Se chiamano Peeta tu starai indietro, senza dire una parola.-
-Perché fai questo per me?-
-Non voglio vedere il mio mentore morire davanti ai miei occhi.- Detto questo Katniss si alzò ed uscì dalla casa, incamminandosi nuovamente verso casa di Peeta. Doveva informarlo di questo nuovo patto.
-E’ cambiato il patto.-
-Di cosa stai parlando? Dov’è Haymitch?- Peeta seguì Katniss in salone, dove si era già messa a sedere sul divano.
-Haymitch sta bene, si insomma si è ripreso. Comunque non sono venuta qui per parlare delle sue condizioni. Alla mietitura se chiamano te, Haymitch non si deve offrire volontario, ma se chiamano lui, tu di dovrai offrire volonatrio.-
-Bhe, questo era scontato, visto che non voglio stare a guardare mentre ti uccidono al forno.-
-Sei sempre così carino con le ragazze, vero?- Katniss iniziava ad oriare il comportamento di Peeta. Da quanto erano tornati a casa era cambiato tutto, forse era semplicemente cambiata lei.
-Si, io sono sempre carino. Sono le ragazze che non sempre sono carine con me!-
-Oddio no! Di nuovo? Basta con questa storia, non voglio sentire altro.- Zittendo con una mano il ragazzo, Katniss si alzò ed uscì da quella casa. Non voleva vedere Peeta per tutta la giornata, ma non fu così.
Entrata a casa trovò Effy che stava parlando con la madre. Appena vide la ragazza le andò in contro piangendo e la abbracciò.
-Oh, Katniss! Mi dispiace così tanto! Neanche noi a Capitol City ci aspettavamo una cosa del genere!.-
-Effy, non ti preoccupare. Me la caverò come ho fatto gli anni scorsi.- Era difficile dire quelle parole. Katniss non sapeva che ce l’avrebbe fatta veramente, ma doveva rassicurare chi le voleva bene.
Effy si asciugò le lacrime e fece un respiro profondo.
-Domani in Presidente Snow terrà un discorso.-
-E cosa dirà? Gurdate gente sono vivo e vi ucciderò?!-
-No katniss, parlerà della particolarità di questi giochi.- Effy si era fatta più seria. Non stava dicendo tutto, Katniss lo sapeva.
-E cos’altro Effy? Cos’altro accadrà?-
-Tu e Peeta dovete andare a Capitol City e fare un discorso sul vosto amore.- Katniss sbarrò gli occhi. Cosa ne avrebbe pensato Peeta? Come avrebbe reagito Gale? Doveva assolutamente parlargliene.
-C-cosa? No, non è vero. N-non è giusto.-
-Lo so Katniss.- Effy appoggiò una mano sulla spalla della ragazza. Tutti nel distretto sapevano della storia d’amore finita male tra Peeta e Katniss.
-Ma il Presidente Snow vuole questo, si vuole vendicare?-
-E di cosa? Che gli abbiamo quasi distrutto casa? Scusa se lui uccide intere famiglie ogni anno!- La ragazza iniziò a tremare. Non poteva immaginare una cosa del genere. Gale non l’avrebbe più guardata come sempre vedendo la ragazza che si baciava con un altro davanti alle telecamere.
-Gale!-
-Cosa cara?-
-Devo cercare Gale! Lo devo avvisare di quello che accadrà. Gli devo dire che lo amo.-
-Oh no cara! Non c’è tempo!- Katniss sbarrò nuovamente gli occhi. Che significava che non c’era tempo? Non avrebbe più potuto vedere Gale fino alla fine degli Hunger Games?
-Dobbiamo partite immediatamente! Stasera si terrà una cerimonia a cui dovete essere presenti e domani ci sarà il discorso.-
-Quando iniziano gli Hunger Games?-
-Non lo so, domani lo dirà il presidente.- Katniss corse in cucina, prese un foglio ed una penna e lasciò un biglietto a Gale.
“Gale, non ho avuto tempo di salutarti, anche se l’avrei voluto fare.
Ti amo, Katnip”
Una lacrima bagnò il foglio. Avrebbe voluto stringere Gale, lo avrebbe voluto baciare un’ultima volta, prima di finire nuovamente nell’arena, dove non sapeva se sarebbe riuscita a salvarsi.

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