Frednerd, la principessa Puckett e tanto tanto amore (più o meno)

di Soly_D
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Condanna a morte ***
Capitolo 2: *** Lui, lei e l’altra ***
Capitolo 3: *** In fondo al cuore ***
Capitolo 4: *** Segreto professionale ***
Capitolo 5: *** Pensieri pericolosi ***
Capitolo 6: *** Promesse (quasi) infrangibili ***
Capitolo 7: *** Testa o cuore? ***
Capitolo 8: *** Cose serie ***



Capitolo 1
*** Condanna a morte ***


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Frednerd, la principessa Puckett 

e tanto tanto amore (più o meno)


1. Condanna a morte

Non che avesse mai considerato Freddie particolarmente brutto – enfatizzare i suoi difetti davanti a tutti faceva solo parte del gioco – ma quando al ritorno dall’estate si presentò alto almeno dieci centimetri in più, con i capelli impomatati di gel, due bicipiti da urlo e la voce più profonda («Sai, Sammy, ti trovo più femminile!»), a Sam − inutile negarlo − tremarono le gambe. E forse anche un po’ il cuore.
E avrebbe voluto dirgliene tante, dargliene tante, ma poi lui le sorrise − non un sorriso di circostanza o uno di quei sorrisi sarcastici con cui la prendeva in giro per le sue maniere mascoline e neppure il sorriso amaro con cui ingoiava le sue provocazioni. C’era qualcosa di diverso, c’era sentimento. E allora Sam pensò che forse non si meritava tutte le botte che avrebbe voluto dargli per essere quasi sparito durante l’estate e che forse dovevano smettere di fingere odio reciproco. «Davvero ti sembro più... femminile?». Tossicchiò per nascondere l’imbarazzo e, senza nemmeno accorgersene, aveva arrotolato una ciocca bionda intorno al dito. Freddie la fissò per pochi secondi, poi scoppiò a ridere.
«No, Sam, in realtà sei rimasta il solito maschiacc-», non riuscì a finire la frase, perché il pugno che si infranse contro la sua mascella lo fece volare sul divano e subito dopo si ritrovò in una posizione talmente disumana da fare un baffo ai migliori contorsionisti del mondo, con Sam che gli bloccava gambe e braccia urlandogli insulti piuttosto coloriti e parole a vanvera. E a nulla sarebbe servito dirle che scherzava, che con quel nuovo taglio di capelli e quel nuovo guardaroba sembrava davvero più femminile − aggressività a parte.
Ormai aveva firmato la sua condanna a morte ed era certo che quello sarebbe stato l’anno in cui Sam lo avrebbe pestato più duramente.
Non sapeva di aver scatenato nel cuore della biondina ben altro.










Note dell'autrice:

Nuova raccolta di flashfics che spero vi piaccia! Ormai non vi mollo più muahahah ♥
Non ho molto da dire, solo che amo i bicipiti di Nathan Kress e sono sicura che Sam e Freddie alla fine si sposano *__*
Grazie mille a chi ha letto e commentato le mie precedenti storie in questo fandom.
Mi farebbe piacere un commentino anche a questo primo capitolo :) alla prossima.

Soly Dea

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Capitolo 2
*** Lui, lei e l’altra ***


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Frednerd, la principessa Puckett

e tanto tanto amore (più o meno)


2. Lui, lei e l’altra

Stravaccata sul divano di casa Shay, Sam divorava l’ultima costoletta di pollo osservando Carly e Freddie impegnati a raccogliere i resti della festa che si era tenuta lì quella sera. Seguiva i loro scambi di sguardi, captava ogni singolo sorriso, esaminava il modo in cui le loro mani si sfioravano accidentalmente − o quasi − e rifletteva che per Fredward Benson, Sam Puckett sarebbe per sempre rimasta l’altra. Perché per Freddie c’era solo una lei, ed era Carly.
Non che la cosa la toccasse più di tanto, ma quei pensieri rendevano il divano stranamente scomodo − com’era possibile? Lì ci aveva fatto le migliori dormite della sua vita! − e la sua costoletta un po’ meno saporita del solito − assurdo, tutto ciò che avesse a che fare con la carne era saporito.
«Abbiamo finito», annunciò Freddie, gettando nel secchio della spazzatura l’ultimo bicchiere di carta. Sam balzò sul divano, tornando alla realtà.
«Oh, finalmente! Posso andarmene a casa ora? Sono così stanca... non pensavo che ripulire una casa dopo una festa potesse essere così faticoso...».
«Ma se abbiamo fatto tutto noi!», ribatté Carly, scambiandosi un’occhiata d’intesa con Freddie. L’ennesima.
«Uhm... avresti un ombrello da prestarmi? Fuori diluvia», disse Sam, sviando il discorso.
Carly sbuffò esasperata e divertita allo stesso tempo, poi si avviò per prendere l’ombrello.
Sam e Freddie rimasero da soli, il silenzio spezzato dal ticchettare della pioggia sulle finestre.
«Ti accompagno a casa», proclamò lui ad un certo punto. «Non voglio che una povera fanciulla indifesa se ne vada in giro da sola per Seattle a mezzanotte e con un temporale in atto», si affrettò a specificare, come se la semplice idea di stare un po’ da solo con Sam apparisse tanto strana da necessitare di spiegazioni. La biondina lo fissò incredula, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
L’appartamento era vuoto, Freddie sarebbe potuto rimanere un po’ da solo con Carly, e invece preferiva riaccompagnare lei a casa?
«Ti ricordo che stai parlando con Sam Puckett, non con una povera fanciulla indifesa», rispose con tono sdegnato, ma in fondo al cuore sperava che lui non la facesse davvero tornare a casa da sola. Non perché avesse paura dell’ora tarda o della pioggia, ma semplicemente perché per un momento avrebbe voluto essere lei, non l’altra. Freddie roteò gli occhi, esasperato. «Oh, quante storie... diciamo pure che non ho nient’altro da fare».
«Fa’ come ti pare», rispose lei, scrollando le spalle e afferrando l’ombrello che le aveva appena portato Carly, ma Freddie non avrebbe mai visto il sorriso sul volto di Sam mentre apriva la porta dell’appartamento per uscire.

Però lo sapeva, Freddie, che durante il tragitto Sam lo avrebbe spinto fuori dall’ombrello e se lo sarebbe tenuto tutto per sé; sapeva che sarebbe tornato a casa bagnato fradicio con il rischio di ammalarsi e magari anche con un livido da qualche parte, e che si sarebbe inevitabilmente beccato una ramanzina con i fiocchi da parte di sua madre, ma per qualche assurdo motivo, dopo aver osservato Sam mangiare, ballare e flirtare con un paio di ragazzi durante la festa, quella notte gli era venuta voglia di avere i suoi occhi azzurri su di sè, più vicini, solo per un po’, lontano da Carly o Spencer.
Senza che ne stesse accorgendo, da qualche tempo l’altra stava diventando lei.










Note dell'autrice:

L'ultimissima puntata di iCarly, iGoodbye, è parecchio ambigua riguardo le coppie. Sembra quasi che Sam abbia ancora la sua cotta per Spencer e che lui la ricambi, poi Freddie chiede a Sam se vuole tornare con lei e infine il bacio tra Carly e Freddie .-. Quel bacio mi rattrista molto, ho provato a dare un'interpretrazione nella mia fanfiction L'ultima notte a Seattle ma la verità è che ogni volta che rivedo quel benedetto bacio mi chiedo se per Freddie Carly resterà sempre l'unica... ma dopo qualche minuto mi rendo conto che amerà solo Sam (:D) ed ecco spiegata l'origine di questa flashfic. Spero che vi sia piaciuta ♥ Grazie mille per le recensioni del primo capitolo, mi farebbe piacere ricevere un commentino anche a questo :)
Alla prossima.

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Capitolo 3
*** In fondo al cuore ***


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3. In fondo al cuore

«Insomma... È vero che hai una cotta per Spencer?».
Sam l’aveva sbandierato ai quattro venti più di una volta e perfino lo stesso Spencer, durante la visita alla fabbrica di torte grasse canadesi, aveva ammesso di esserne a conoscenza. Ma la verità era che, da quando era stata con Freddie, per Sam, Spencer era tornato ad essere lo stravagante e un po’ stupido fratello di Carly. Tuttavia la biondina preferì far credere a Freddie che quella cotta ce l’avesse ancora, curiosa di vedere la sua reazione.
«Cosa c’è di strano? Tu hai una cotta per Carly, no?», disse evasiva.
Freddie sgranò gli occhi per un attimo. «Cos-NO! Io non...».
Be’, forse la cotta per Carly non gli sarebbe mai passata. Era stata il suo primo amore e si sa, il primo amore non si dimentica mai.
Ma con Sam era tutta un’altra storia. Tuttavia Freddie non riusciva davvero a capire cosa ci trovasse in Spencer una come lei.
Insomma, sapeva che le ragazze erano attratte dai tipi più grandi, e forse Spencer era anche abbastanza carino e divertente, ma non brillava di certo per maturità o intelligenza. Senza contare che non aveva un lavoro, si cacciava continuamente nei guai e in campo sentimentale aveva avuto esperienze piuttosto traumatiche. Credeva che Sam fosse attratta da tipi più... svegli, magari un qualche nerd piuttosto carino che faceva il tecnico di un famoso web show. Inutile negarlo, credeva che Sam fosse ancora innamorata di lui.
«E... pensi di avere qualche possibilità con Spencer?», chiese titubante.
«Credo di avere le stesse possibilità che hai tu di stare con Carly, ma non importa. È solo una cotta, passerà come tutte le altre».
Freddie rimase colpito da quelle parole. Che ci fosse anche lui tra quelle che lei reputava semplici cotte?
«Geloso, Fredward?», chiese Sam con un sorriso sarcastico.
Freddie aggrottò la fronte. «Geloso? Io? Naaah. E perché mai?».
Sam gli si avvicinò e, senza smettere di sorridere, gli mise le braccia intorno al collo.
«Tranquillo, piccolo, nel cuore della mamma ci sarà sempre un posticino per te», scherzò, sfiorandogli il naso con un dito come se davanti a sé avesse realmente un bambino. E Freddie avrebbe replicato stando al suo stesso gioco, oh sì che lo avrebbe fatto, ma poi vide qualcosa di strano negli occhi di Sam − una luce, un’insolita dolcezza − e rimase immobile, le sue braccia ancora intorno al collo, i loro visi a pochi centimetri di distanza, le labbra che avrebbero potuto sfiorarsi in qualsiasi momento e il cuore che gli suggeriva che, in fondo, qualcosa di vero nelle parole di Sam c’era.











Note dell'autrice:

Nello scorso capitolo mi è stato chiesto quali sono i sentimenti di Sam per Spencer e ho pensato che sarebbe stato carino chiarirli in questo capitolo (da notare che la scena è ambientata dopo che Sam e Freddie si sono lasciati!). Come vedete, i capitoli non seguono un ordine cronologico perchè si tratta di una raccolta di momenti indipendenti l'uno dall'altro. Grazie mille a coloro che hanno letto e recensito i primi due capitoli, spero che mi farete sapere ancora la vostra opinione. Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Segreto professionale ***


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4. Segreto professionale

Nel compenso Sam poteva definirsi un’ottima fidanzata.
Era bella, sveglia e divertente. Non costringeva Freddie a sessioni di shopping sfrenato in giro per la città − al massimo lo trascinava per pochi minuti in qualche salumeria −, non impiegava anni a prepararsi prima di un appuntamento, non lo rimproverava se arrivava in ritardo o dimenticava qualche ricorrenza, non lo annoiava con inutili sproloqui su qualche moda o pettegolezzo, non lo costringeva a guardare film romantici e/o strappalacrime (per Sam esistevano solo gli horror e i programmi comici). Insomma, Sam lo lasciava libero e in cambio voleva altrettanta libertà.
Tuttavia non era la fidanzata perfetta, perché un difetto ce lo aveva anche lei, come tutti.

Quando Freddie si vide immerso in una marea di fan scatenate − il “fan club ufficiale di quel figo di Freddie Benson”, si definivano − Sam urlò come una dannata e le ragazzine si acquietarono, lasciando andare il loro idolo stanco e malconcio, con la camicia strappata e i capelli in disordine.
Sam lo tirò per un braccio e se lo nascose dietro, poi sorrise falsamente alle ragazzine. «Non volete un autografo di Sam Puckett?».
Non che si aspettasse chissà quale entusiasmo, ma quando una di loro scoppiò a ridere urlando che lì la vera celebrità era Freddie, Sam la afferrò per il colletto della maglia e la sollevò da terra. E l’avrebbe riempita di botte se solo Freddie non l’avesse bloccata un attimo prima.
«Sam, non c’è bisogno di usare le mani!».
La bionda trattenne un ringhio e rimise per terra la malcapitata, poi si parò davanti alla folla squadrando una ad una tutte le ragazzine.
«Freddie Benson è un cesso». Freddie capì lo scopo di quelle parole solo quando le sue fan le ripeterono tutte in coro, come incantate.
Sam stava usando le sue abilità ipnotiche!
«Voi non siete più il club di Freddie Benson», continuò lei, con tono solenne. «Ora sparite e non fatevi più vedere».
Nemmeno il tempo di finire la frase che si erano già tutte volatilizzate. Sam prese Freddie sotto braccio e continuò per la sua strada.
«Un giorno dovrai spiegarmi come fai, Sam».
«Segreto professionale», rispose lei, facendogli l’occhiolino.

«Ehi, bellezza, che diamine ci fai con quel pivello? Vieni a divertirti un po’ con noi».
Cuffia in testa, piercing al naso, barba incolta e tipico abbigliamento da scaricatore di porto professionista.
Sam stava per rispondergli a dovere quando vide farsi avanti Freddie, il quale si era sentito in dovere di proteggerla esattamente come lei faceva con lui.
«Senti un po’, questa è la mia ragazza e non ti permetto di−». Lo scaricatore di porto lo spinse per terra e lo guardò con sguardo truce.
«Sam?», disse Freddie, rialzandosi.
Lei gli si accostò. «Uso le mie abilità ipnotiche?».
Freddie mostrò un sorriso beffardo. «Spaccagli la faccia».
E poi furono solo ceffoni che volavano a destra e a sinistra. Forse Sam non era la fidanzata perfetta − picchiare la gente in mezzo alla strada poteva causare un po’ di problemi − ma a Freddie andava benissimo così com’era.











Note dell'autrice:

Stamattina mi è venuto in mente che ad iCarly non hanno mai mostrato una scena di gelosia nel periodo in cui Sam e Freddie stanno insieme, quindi eccomi con una Seddie fresca fresca di giornata ♥ Riguardo le abilità ipnotiche non ho inventato nulla: in una puntata di cui non ricordo il nome Sam non ha i soldi per comprare il frullato da T-Bo quindi lo convince a parole a darglielo gratis ed è una cosa geniale ahahaa :'D Nient'altro da dire, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere la vostra opinione. Come sempre, ringrazio tutti coloro che seguono e commentano la raccolta! A presto.

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Capitolo 5
*** Pensieri pericolosi ***


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5. Pensieri pericolosi

Sam aveva la mano immersa nel vassoio delle patatine fritte quando Freddie la raggiunse da dietro e ne afferrò un paio, ma non fece in tempo a portarsele alla bocca che la biondina gli aveva già bloccato il braccio. «Non − farlo», gli intimò, per poi rubargli le due patatine e divorarsele.
Freddie, il braccio ancora sospeso a mezz’aria, la fissò stralunato. «Perché?», chiese semplicemente e Sam indicò le poche patatine rimaste nel vassoio.
«Non dividerò con te qualcosa che basta a malapena per me». Freddie rimase lì a guardarla terminare il vassoio in silenzio.
«Che hai da fissare?», proruppe lei con tono acido.
Freddie abbassò lo sguardo sul suo particolare abito da damigella azzurro. «È che se il tuo vestito avesse meno fronzoli e merletti saresti davvero...», risollevò il viso per guardarla negli occhi, «...bella. Il colore si abbina ai tuoi occhi».
Sam trattenne a stento un sorriso. Era uno di quei momenti: lui smetteva di essere Frednerd e lei di comportarsi da principessa Puckett.
Erano solo Sam e Freddie. «E se quel completo non ti facesse sembrare un pinguino imbalsamato, forse saresti... No, scherzo».
Freddie rise, allungando nuovamente la mano verso il vassoio.
«Ultimo avvertimento, Benson: se ci tieni al tuo braccio, faresti meglio a ritirarlo».
Freddie non se lo fece ripetere due volte: il suo tentativo di distrarla non aveva funzionato, ma ci volle riprovare. Era stato costretto ad andare a quel ridicolo matrimonio e a fare da testimone allo sposo, non meritava almeno una patatina?
«Al mio matrimonio sarà tutto diverso: niente vestiti appariscenti... niente figuracce sull’altare...». Alludeva all’imbarazzante perdita dello sposo. «...E niente parenti che si intromettono», concluse riferendosi al fratello dello sposo che rivendicava il diritto di fargli da testimone e alla vecchietta che aveva colpito ingiustamente Carly e Spencer.
Sam scrollò le spalle. «Al mio matrimonio voglio solo cibo, montagne di cibo».
«Lo immaginavo», disse lui. «Ma lo sposo? Senza lo sposo non ci sarebbe nessun matrimonio».
Sam stava per allungare la mano verso l’ultima patatina rimasta nel vassoio quando immaginò se stessa avanzare in abito bianco verso l’altare dove l’aspettava il suo futuro marito. Lì per lì non riuscì a trovare nessun valido partito, ma poi le venne in mente Freddie nel suo completo da pinguino imbalsamato e rischiò di strozzarsi. «Posso sempre sposare il pollo fritto», concluse, cercando di afferrare l’ultima patatina, ma non la trovò.
Allora sollevò lo sguardo su Freddie che aveva appena smesso di masticare.
«Benson!», esclamò. «Quella era la mia patatina!».
«Be’, tu non volevi farmene assaggiare nemmeno una...».
«COMINCIA A CORRERE».












Note dell'autrice:

Spero che si sia capito che la scena di oggi è ambientata nella puntata della quarta stagione in cui Carly, Sam, Freddie e Spencer vanno al matrimonio di un loro grande fan e si trovano in situazioni abbastanza imbarazzanti :'D ringrazio infinitamente tutti coloro che seguono, preferiscono, ricordano e commentano la storia, ma anche solo chi legge... non immaginate quanto mi fate felice! ♥ ovviamente mi farebbe ancora più piacere ricevere la vostra opinione a questo capitolo :) alla prossima.

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Capitolo 6
*** Promesse (quasi) infrangibili ***


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6. Promesse (quasi) infrangibili

Era da quando aveva messo piede nel Groovy Smoothie che Freddie le rivolgeva occhiate strane, ma in quel momento la stava decisamente fissando con le labbra incollate alla cannuccia del suo frullato e la cosa la irritava non poco. Gli schioccò le dita davanti agli occhi e lui parve svegliarsi da un sogno.
«Di un po’, ti eri incantato per caso?».
«È che sei davvero... carina», rispose lui fingendo un leggero colpo di tosse per mascherare l’imbarazzo.
Non era abituato a vederla così femminile né tantomeno a farle complimenti.
«Carina?», ripetè Sam con una smorfia disgustata. La verità era che con i capelli così lisci e vellutati, quel vestitino rosa e quelle scarpette da Cenerentola si sentiva assolutamente ridicola. Ma avrebbe fatto quello e altro − più o meno − pur di attirare l’attenzione di Pete.
Tuttavia, che Freddie la reputasse carina, proprio non andava bene.
Lo afferrò per il colletto della maglia e lo tirò verso di sé. Poteva sentire il suo respiro accelerato dovuto alla paura e il suo naso che sfiorava il proprio.
«Non osare mai più definirmi... carina», gli intimò, scandendo bene ogni singola parola.
Freddie ingoiò a vuoto e annuì, poi Sam lo lasciò andare e lui sospirò di sollievo, riprendendo a bere il suo frullato.
«E soprattutto...», aggiunse la biondina, ricomponendosi, «...non provare a innamorarti di me».
A quelle parole Freddie gonfiò le guance rischiando di sputare il suo frullato.
«Lo so che è difficile resistermi... Insomma, anche se con questa roba mi faccio schifo, sembra proprio che agli altri io piaccia. Ma tu, tu non devi innamorarti di me. Perché io ti odio e in tal caso dovremmo mettere fine alla nostra amicizia, ammesso che così possa definirs−».
«Tranquilla, non potrei mai innamorarmi di te», la interruppe lui ridacchiando. E Sam provò qualcosa di simile alla delusione, perché forse un po’ ci sperava che, con quella roba addosso, Freddie la considerasse una ragazza al pari delle altre. «O almeno non mi innamorerei mai di te... così», si affrettò a spiegare lui, alludendo a quel suo nuovo stile decisamente aggraziato. «Una Sam in gonnella, tacchi alti e capelli perfettamente in ordine non è Sam. E a me piace quella vera: forte e mascolina, costantemente affamata e pronta a picchiare la gente».
Forse lei avrebbe dovuto dirgli qualcosa, ma sentì un leggero calore espandersi sulle guance e preferì affondare i denti nel suo hot dog con lo sguardo basso.
«Ma non mi innamorerò mai di te, Sam, è una promessa».
«Vale anche per me. Insomma, come potrei innamorarmi di un piccolo nerd rompiscatole?».
Nessuno dei due sapeva che quella promessa apparentemente così solida sarebbe stata infranta nel giro di pochi anni. Da parte di entrambi.













Note dell'autrice:

AVVISO: questo potrebbe essere l'ultimo capitolo perchè martedì parto per Londra e se non mi vengono in mente nuove idee entro quella giornata dovrò chiudere la raccolta. In qualsiasi caso, GRAZIE a tutti coloro che hanno seguito e commentanto. Non potete immaginare quanto abbia significato per me ♥ Nel caso in cui questo sia davvero l'ultimo capitolo, vi invito a continuare a shippare la Seddie e a riempire il fandom di storie perchè sarò lieta di impiegare il mio tempo libero a Londra per leggerle.

Soly Dea

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Capitolo 7
*** Testa o cuore? ***


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8. Testa o cuore?

Sam non credeva che sarebbe stato così difficile rompere definitivamente con Freddie. Dopo il bacio in ascensore seguito dal “Ti amo” c’era stato un altro bacio, poi un altro e un altro ancora, fino a quando Freddie si era ritrovato 34 chiamate perse di sua madre.
La mattina dopo, a scuola, Sam stava uscendo i libri dall’armadietto quando lo vide venirle incontro.
«Ehi», lo salutò. Le venne spontaneo fare un passo avanti e sollevarsi sulle punte dei piedi, come se si aspettasse qualcosa.
A quanto pare anche Freddie non era abituato a quella nuova situazione perché, quando la raggiunse, si sporse inconsciamente verso di lei e una mano le andò a stringere un fianco, come quando erano in procinto di baciarsi.
Se ne accorse appena prima che i loro visi potessero avvicinarsi troppo e ritrasse la mano come scottato.
Si guardarono dritti negli occhi fino a quando il suono della campanella non li riportò alla realtà. «Andiamo in classe», disse lei voltandosi, ma prima che potesse fare anche solo un passo, Freddie l’aveva afferrata per un braccio e l’aveva riportata davanti a sé.
Le loro labbra si scontrarono all’improvviso, la mano di Freddie tornò sul fianco di Sam e le mani di lei si appropriarono dei capelli di lui.

«Non va bene così, Sam».
«Ah, sta’ zitto, ormai ci siamo dentro».
Dopo il bacio a scuola ce n’erano stati altri. Non riuscivano a smettere, un bacio tirava l’altro, era la loro droga: in pubblico Sam raccontava di aver spezzato il fragile cuoricino di Freddie, lui sbraitava che la decisione di lasciarsi era stata presa da entrambi e fingevano di litigare, mostrando di essere tornati amici come prima, ma quando si ritrovavano da soli le loro bocche si cercavano affamate, ancora e ancora.
«Dovremmo darci un taglio. Ci siamo lasciati, no?».
«Credo di sì».
Eppure nessuno dei due, tra un bacio e l’altro, sembrava davvero convinto.
«E allora perché continuiamo a...?».
«Ah, non lo so, sei tu il genio qui».
«Io credo che... messi da parte i sentimenti, sia solo attrazione fisica».
Forse era vero o forse no. Sam, seduta di lui, continuava ad accarezzargli la nuca e lui a baciarla come se non ci fosse un domani.
«Ho un’idea! Potremmo razionare il numero di baci e darcene sempre di meno ogni giorno che passa fino a quando non ci saremo tolti il vizio».
Sam lo guardò con la testa piegata di lato. «Iniziamo domani?».
«Assolutamente».
E tornarono a baciarsi.

«Oggi ce ne diamo cinque».
«Dieci».
«Otto».
Sam sospirò. «Vada per otto».
Il secondo giorno si diedero sei baci, il terzo quattro, il secondo due e l’ultimo giorno avrebbero dovuto darsene uno solo, l’ultimo.
Erano in ascensore, come il giorno in cui avevano deciso di lasciarsi. Si fissavano ormai da qualche minuto senza proferire parola.
Sam fece un passo avanti e Freddie la imitò, fino a quando i loro visi potevano quasi sfiorarsi.
Lui le strinse i fianchi e lei si aggrappò alle sue spalle. Ancora. Un solo bacio, un ultimo bacio veloce e poi avrebbero chiuso per sempre.
Freddie, che di solito era il più razionale tra i due, pensava solo che quell’ultimo bacio sarebbe potuto durare ore, se anche lei lo avesse voluto.
Sam, che era sempre stata la più passionale, sentì stranamente di dover ascoltare la testa e non il cuore: sapeva che se si fossero baciati un’ultima volta, lì, nello stesso posto in cui si erano lasciati (o almeno avevano tentato), sarebbero stati di nuovo punto e da capo.
Sorrise tristemente e Freddie ricambiò con altrettanta malinconia, poi lei si staccò da lui e uscì dall’ascensore senza dire nulla.
Freddie la guardò allontanarsi, inerme.
Era finita e questa volta per davvero, eppure sentiva che in un futuro non troppo lontano, quando Sam sarebbe diventata più normale e lui più anormale, non ci sarebbe stato bisogno di trattenersi: avrebbe potuto baciarla se, quando e come voleva.













Note dell'autrice:
RACCOLTA CONCLUSA T.T ho saputo all'ultimo minuto che domani sarò impegnata, quindi mi sono affrettata ad aggiustare il finale e a postarlo oggi. Spero che questi ultimi due capitoli vi siano piaciuti, fatemi sapere cosa ne pensate ♥ In effetti è più una one shot che una flashfic ma non volevo sacrificare nessuna parola... l'idea è un po' strana, ma mi sono sempre chiesta: come si fa a rompere definitivamente con qualcuno dopo che ci si è detti "Ti amo"? Spero che sia abbastanza verosimile. Ringrazio tutti coloro che mi hanno seguita fino all'ultimo. GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE. Mi piacerebbe potervi dire che al ritorno da Londra pubblicherò nuove fanfiction, ma credo che con la scuola e gli altri impegni non avrò molto tempo per scrivere T.T forse, in futuro, mi rivedrete :')

Soly Dea

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Capitolo 8
*** Cose serie ***


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Frednerd, la principessa Puckett

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7. Cose serie

Non è una cosa seria”, continuava a ripetersi mentalmente guardando la propria immagine riflessa nello specchio, i capelli perfettamente acconciati e una bella collana di perle abbinata al vestito blu. “Stiamo semplicemente uscendo insieme... È solo Freddie, Freddie-racchio”.
Eppure Sam non riusciva a non chiedersi se fosse il caso di truccarsi o meno per il loro primo appuntamento.
Provò con l’ombretto. Sembrava che le avessero tirato un pugno nell’occhio.
Un po’ di mascara? Quando sbatté le palpebre e le punte delle ciglia sporcarono la pelle, imprecò e decise che ne avrebbe fatto a meno.
Rimaneva il rossetto, un bel magenta lucido. Se lo stese sulle labbra e constatò che l’effetto non era affatto male.
Era pronta per uscire.

Freddie la guardava dall’altro lato del tavolo come lei avrebbe guardato un piatto di lasagne all’ora di pranzo.
C’era silenzio, ma non erano imbarazzati, perché in fondo le parole erano inutili.
«È strano, vero?», gli chiese, alludendo a loro due insieme.
Freddie sorrise. «Strano, ma piacevole», rispose sfiorandole la mano in una carezza.
Sam non poteva essere più d’accordo.

Freddie la guardava con la coda dell’occhio in attesa di una sua mossa, ma sembrava che Sam in quel momento volesse godersi solo la sensazione del vento tra i capelli e della pancia piena. Cercò la sua mano, di nuovo, ma questa volta non si limitò ad accarezzarla: la intrecciò con la propria, pronto a ricevere una sberla e sentirsi urlare che Sam Puckett non camminava mano nella mano con un ragazzo per Seattle. Ma le sue previsioni erano sbagliate: Sam guardò le loro mani intrecciate e poi gli rivolse un mezzo sorriso, avvicinandosi a lui quel tanto che bastava per sentire i loro gomiti sfiorarsi ad ogni passo.
Freddie le strinse forte più forte la mano sorridendo a sua volta.

Sam si dondolava sulle punte dei piedi fissando Freddie con insistenza come se si aspettasse qualcosa.
«Be’, allora buonanotte», concluse lui sulla soglia di casa Puckett. Ma prima che potesse voltarsi, Sam mormorò un «Oh, al diavolo!» e, afferrandolo per le spalle, lo baciò con trasporto, attuando la tanto agognata mossa che Freddie aveva atteso per tutta la serata.
In fin dei conti il loro primo appuntamento non era stato affatto male, escluso un piccolo trascurabile dettaglio: quando Freddie se ne tornò a casa con il viso cosparso di segni rossastri (più precisamente impronte di labbra) rischiando di provocare un infarto a sua madre, Sam decise che non si sarebbe più truccata per lui, o almeno finché non avesse imparato. E in verità non ci mise molto a imparare a truccarsi senza fare danni, perché si trattava di Freddie e... inutile negarlo davanti allo specchio, quella era una cosa seria per entrambi.












Note dell'autrice:
Eccomi qui! No, tranquilli, non vi abbandono con questo capitolo: domani pubblicherò il gran finale. Sappiate che fa riferimento alla rottura di Sam e Freddie quindi sarà un po' triste, ma sono sicura che vi piacerà ♥ Riguardo questo capitolo sono un po' insicura: volevo scrivere una flash leggera, ma forse mi è venuta un po' troppo leggera... ho provato ad aggiustarla, ma niente T.T A voi l'ardua sentenza. Come sempre, grazie a tutti!

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