Io non voglio dimenticare

di Caroline3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Three. Magic Number. ***
Capitolo 2: *** Fragola e vaniglia ***
Capitolo 3: *** Un po' nocciola, un po' verdi. A seconda della luce. ***
Capitolo 4: *** When you're gone ***
Capitolo 5: *** Posso tenerti con me? ***
Capitolo 6: *** Mi guardava in quel modo..Non so definire che modo fosse. Ma mi piaceva. ***
Capitolo 7: *** Redbull e vodka alla fragola. ***
Capitolo 8: *** Parli del diavolo.. ***



Capitolo 1
*** Three. Magic Number. ***


Ciao, ragazze! Volevo presentarmi! Sono Caroline, ho 21 anni e vengo dalla Sardegna! Questa è la prima FF che pubblico, spero che sia di vostro gradimento. Accetto i commenti positivi e, soprattutto, quelli negativi, quindi....Recensite, recensite, recensite! 
Un abbraccio, 
Car. :)




Capitolo 1: Three - Magic number.

 

Mi rilasso ascoltando le onde del mare. Avanti e indietro. Poi di nuovo: avanti e indietro. Il mare ha sempre avuto questo effetto su di me. Rilassante. E' il mio elemento. Mi sollevo e pianto i gomiti sul telo. Osservo l'acqua cristallina e sbuffo: tra due ore devo essere a lavoro. Oggi mi tocca il turno di pomeriggio. Beh, diciamo che fare la cameriera in un pub a Portocervo ha i suoi vantaggi: uno di questi è uscire dall'alloggio, fare due passi e ritrovarsi in spiaggia. Saluto il gruppetto di amici/colleghi con i quali sono scesa al mare e mi reco nella mia stanza. Doccia, divisa e sono pronta, per il pranzo, beh, mangerò un panino al bar.

Mentre passeggio, il caldo mi asfissia e i miei vestiti neri non contribuiscono affatto. Sorrido mentre due ragazze si fanno delle foto con un uomo, sicuramente qualcuno di famoso. Al pub in cui lavoro vengono parecchie persone conosciute, ma ormai lo staff e tutti quelli che lavorano qui ci sono abituati. In realtà, io non credo ci farò mai completamente l'abitudine, anche perché incontrare qualcuno che stimo a livello professionale mi fa sempre un certo effetto. La scorsa estate ho visto Zac Efron gironzolare in una discoteca famosa e io e la mia super collega e amica, Kaweria, l'abbiamo fermato per farci una foto con lui: è stato gentilissimo e super disponibile. In realtà è stata Kaw ad averlo fermato perché io non riuscivo a muovere un muscolo, mi tremavano le mani e avevo il cuore che batteva a mille. E' sempre stato il mio idolo da quando ero una tredicenne, credo che fosse anche abbastanza "normale" la mia reazione, ma Kaw ha saputo come venirmi incontro.

Lei è africana e lavora con me al pub, di solito abbiamo sempre gli stessi turni. L'ho conosciuta l'anno scorso, la prima estate in cui ho iniziato a lavorare qui, e abbiamo legato quasi da subito. Mi ha dato dritte sul lavoro - devo esserle sembrata davvero molto imbranata - , mi ha fatto prendere confidenza con questa parte di mondo fatta di soldi e lusso e ha convinto il capo a richiamarmi anche per quest'anno. Insomma, l'adoro!

Mentre sono persa nei miei pensieri, non mi rendo conto di essere arrivata al bar. Saluto tutti, entro nei camerini, appoggio la roba e vado a prendermi un panino da gustare sulla terrazza.

Alle 15:00 inizio il mio turno e verso le 17 si unisce anche Kaweria. Mentre vado avanti e indietro tra ordinazioni, merce e battute della mia amica che mi fanno dimenticare da che parte devo andare, sento la voce del mio capo che dice: "Car, il tavolo 3!". Sorrido: amo il numero 3. Non c'è nessuna spiegazione plausibile. Mi piace la parola "tre", 3 lettere brevi e concise, mi piace la forma del numero, mi piace anche il Mercoledì perché è il terzo giorno della settimana. Non so, ma è una cosa che mi porto dietro dalla scuola materna, quando vedevo appesi alla parete i giorni della settimana con sotto i disegni fatti da noi, pensavo: "Mi piace il Mercoledì. Bella la palla disegnata. Mercoledì è il giorno...1..2..3. Il giorno 3. Bello il 3."

Oggi è 23 Luglio, è Mercoledì e devo prendere un ordinazione al tavolo 3. 

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Capitolo 2
*** Fragola e vaniglia ***


Capitolo 2: Fragola e Vaniglia.

 

Mi dirigo al tavolo e trovo un gruppetto di persone, circa 7: 3 maschi, 4 femmine.

"Buonasera! Cosa desiderate ordinare?" dico, sorridendo.

"Sorry?" dice un ragazzo alla mia sinistra.

Ah, che stupida, non mi ero accorta. Sono inglesi, forse americani, e io ho chiesto l'ordinazione in italiano. Scuoto velocemente la testa, mi scuso e ripeto la domanda in inglese.

Il ragazzo di prima ordina per tutti e, mentre parla, mi prendo un attimo per guardarlo: porta un cappellino, dal quale si intravedono i capelli scuri; un paio di occhiali da sole; una canotta grigia e degli shorts. Mmh, da com'è conciato sembrerebbe qualcuno di famoso e, d'altronde, ha un'aria familiare, ma proprio non riesco a capire chi è.

Comunque sia, annoto tutto e vado al bancone dove trovo Kaw.

"Hai visto chi c'è?" mi domanda. "Veramente no. Chi?" chiedo io, di rimando.

"Ma come, non li hai riconosciuti? Quelli al tavolo 3?"

"Nooo, dimmi!" dico mentre le passo l'ordine e inizio a disporre della merce nel frigo.

"Allora, quello col capellino è Josh Hutcherson, la bionda AnnaSophia Robb, l'altra bionda coi capelli corti è Jennifer Lawrence e quell'altro lì -mi dice indicandolo- è Nicholas Hoult. Il resto non ne ho idea, ma penso che le altre 2 siano modelle, a giudicare dal fisico!"

"Wow! Devono essere dei VIP importanti, allora. Però io non riesco ad inquadrarli. Aspetta, forse quella che sta ridendo adesso.."

"La Lawrence!"

"Esatto! Credo abbia vinto un Oscar!" esclamo, come se mi si fosse accesa una lampadina!

"Sì, proprio così! Josh è il ragazzo che ha fatto il suo co-protagonista nella saga di Hunger Games e ha recitato con l'altra bionda in "Un ponte per Therabitia"" mi informa Kaw.

"Mmh, "Un ponte per Therabitia" forse non l'ho visto..Ma di Hunger Games ho letto i libri e visto i due film...Nooo!! Non ci credo!! E' Peeta?? Non pensavo fosse così figo!!" In effetti è vero. Non ho mai pensato fosse un bel ragazzo; forse nel secondo aveva migliorato un po', ma adesso mi rendo conto che è proprio bello: è lì, seduto al tavolino, in terrazza, che ride e si gode il sole...con un sorriso da togliere il fiato. Forse nei film li conciano come vogliono loro..e poi era biondo! Sta di fatto che non lo avevo comunque riconosciuto. Beh, non c'è da sorprendersi: una volta superati i 17 anni ho smesso di fissarmi con attori o cantanti del sesso opposto; mi fisso solo con i loro film o canzoni, non per la loro bellezza.

Kaw mi sorride con fare malizioso e annuisce. Peccato non possiamo neanche farci una foto perché siamo in servizio. Che palle. Mi sarebbe piaciuta una foto-ricordo con tutti loro. Jennifer, a quanto mi ricordo, è sempre stata simpatica e autoironica e, adesso che la guardo meglio, AnnaSophia ha recitato anche in "La fabbrica di Cioccolato" di Tim Burton. Insomma, ho davanti dei grandi, grandissimi attori.

"Inoltre, Jennifer e Nicholas stanno insieme!" dice la mia amica.

Li guardo. Ho sempre pensato che Jennifer si mettesse con Josh, non so il perché, ma ce li vedo insieme. Anche adesso, mentre scherzano e si prendono a pugni.

Sorrido a Kaw, mentre lei è intenta a preparare i cocktail da portare ai "VIP" -ovviamente ci mette un sacco perché si perde sempre in chiacchiere, ma il capo ormai ci ha fatto l'abitudine dopo 5 anni che la conosce: quando deve spettegolare su qualcuno, non c'è ordine che tenga!-, io mi dirigo in terrazza per ritirare i bicchieri e le tazze dai tavoli liberi, pulirli e rimettere le sedie apposto. Mi sposto da una parte all'altra della terrazza, ma ad un certo punto ho la sensazione di essere osservata -ho il radar per questo genere di cose-, così mi volto e non noto nessuno: tutti si stanno facendo gli affari loro. Continuo a pulire e faccio per andare a prendere delle ordinazioni, ma torno improvvisamente indietro per recuperare il taccuino dimenticato sul tavolino di prima. Ed è in quel momento che lo vedo: Josh Hutcherson abbassa di colpo la testa, il viso coperto dal cappellino, fatta eccezione per la bocca, sorridente. Tendo l'orecchio mentre sento un "Ahi!! What?" da parte di Josh. Jennifer Lawrence dice qualcosa, ma non ne afferro il contenuto. Probabilmente gli ha tirato un colpo, o che so io. Bene. Il mio cuore perde un colpo: Josh mi stava guardando...Ma perché? Adesso mi prende il panico e non riesco più a far nulla. Come non detto: il taccuino mi cade dalle mani e inizio a balbettare. Perfetto. Mentre ringrazio i signori difronte a me, sento chiamare "Excuse-me?", mi giro e vedo che Jennifer Lawrence sta cercando di attirare la mia attenzione. Mi avvicino e chiede: "Scusi, può portarci anche degli snack per favore? Muoio di fame!" Mi metto a ridere, anche per la faccia che fa: è fantastica.

"Certo, arrivano subito con i cocktail!"

"Grazie..." dice Josh cercando con gli occhi il mio nome sul cartellino.. "Caroline"..E, ovviamente, lo pronuncia all'inglese: Carolain.

"Caroline (Carolin)" lo correggo io, quasi istintivamente. "E' francese" specifico, sentendo il rossore propagarsi sulle mie guance.

"Aah, Caroline..E' un bel nome!" continua lui.

"Grazie" dico velocemente e scappo via.

Mi rintano dietro il bancone, con il fiatone, e Kaw mi guarda male.

"I cocktail al 3...Non puoi andarci tu, per favore? O mandare qualcun altro? Non me la sento..mi sudano le mani, ho il cuore che va più veloce di un Harley in autostrada e mi tremano le gambe.." dico tutto d'un fiato.

"Ma che succede?" mi chiede lei.

"Mi sentivo osservata da un po'...e poi ho colto in flagrante Josh che mi guardava..Dopodiché la Lawrence mi ha chiesto degli snack, Josh ha ringraziato e ha cercato il mio nome sul cartellino..Naturalmente ha sbagliato la pronuncia, così l'ho corretto e lui ha detto che è un bel nome..così sono scappata via..Lo sai come sono..mi prende facilmente il panico...So che sarò imbranata come al solito.." spiego io velocemente e in maniera poco chiara.

"Beh, se ti guardava e ti ha fatto un complimento è un'occasione in più per portarglieli! Ora calmati, fai un bel respiro e prendi il vassoio. Vedrai che non combinerai nulla di sbagliato."

Le parole della mia amica mi rassicurano un po' e decido di andare. Ma la strana sensazione che di lì a poco succederà qualcosa non mi ha abbandonato per nulla.

Preparo gli snack, prendo i bicchieri e li posiziono sul vassoio. Faccio un bel respiro e mi avvio al tavolo.

"Ecco qui" dico mettendo i piattini sul tavolo "Per l'affamata". Tutti ridono e io, ovviamente, arrossisco.

Poi prendo i bicchieri e li metto sul tavolo, ma mentre prendo l'ultimo, quello di Josh, e sto per metterglielo davanti, un'altra cameriera, Stella, scivola inavvertitamente e mi dà una bella spinta. Il cocktail alla frutta che avevo in mano si riversa tutto sulla maglietta di Josh.

Perfetto. Davvero meraviglioso. Ora Josh Hutcherson profuma di fragola e vaniglia.

Rimango impalata per alcuni secondi, con gli occhi spalancati e il bicchiere in mano. Poi cerco di riprendermi, con scarsi risultati.

"Emh..Emh..Scusami..Io..Non so..Non volevo..Emh.." dico, mentre inizio a prendere, tremante, trecento fazzolettini di carta per asciugargli la maglia.

"Tranquilla, non fa nulla, non preoccuparti, va tutto bene" ripete sorridendo lui, ancora seduto, per cercare di farmi calmare. Ma io non capisco più nulla: il panico ha preso il sopravvento. Così continuo a cercare di asciugarlo, inutilmente, finché non mi accorgo che lo stavo asciugando un po' troppo sotto la vita, in una zona in cui, mai e poi mai, avrei dovuto mettere le mani. Sbatto velocemente le ciglia, arrossisco ancora di più e mi alzo in piedi.

"Emh..sì..emh..forse è meglio che ti accompagni in bagno..." gli dico, cercando di non guardarlo in faccia.

"Sì, forse è meglio" conferma, ridendo.

Ride. Beh. L'ha presa bene.

Cammino velocemente davanti a lui, a testa bassa. Con la coda dell'occhio vedo Kaw dietro il bancone guardare prima me, poi Josh e mettersi a ridere. Quella stronza!

Entro nel bagno dei disabili, dove son sicura di non trovare nessuno, anche perché la chiave ce l'ho io.

"Aspetta qui, vado a prendere del sapone." dico, prima di sentire lui "No, dài, stai tranq..."

Torno con del sapone neutro in mano. Lui, inaspettatamente, si leva la canotta e me la dà sorridendo -evidentemente ha capito che sono abbastanza testarda-. Profuma ancora di fragola e vaniglia. Io sbatto le ciglia e la prendo, senza guardarlo. Con la coda dell'occhio lo vedo appoggiarsi al muro sorridendo -che beffardo!- mentre cerco di strofinare la maglietta sotto l'acqua, ma senza risultati.

Involontariamente, mi scende una lacrima.

Oh, dannazione! E' sempre così! Se il mio corpo si carica troppo di stress, non sa come sfogarsi e l'unico modo sono le lacrime, anche se sono consapevole che sarebbe meglio un bel pianto rigeneratore, invece di qualche lacrima qua e là.

L'asciugo in fretta e tiro su col naso, per fermare le altre. Questo gesto non sfugge a Josh.

"Hey!" Si avvicina e mi accarezza la guancia con due dita. "Non preoccuparti, sono sicuro che la macchia andrà via!" Annuisco e strofino più velocemente, ma ormai le lacrime non ne vogliono più sapere di stare dentro e iniziano a uscire, una dopo l'altra. Ma che mi succede?

Mi ferma i polsi e mi fa girare verso di lui. Non voglio guardarlo, mi vergogno, così tengo la testa rivolta verso il lavandino, tirando su col naso e continuando incessantemente a piangere. Mi prende il mento e dolcemente mi fa voltare. Io lo guardo, e, anche se ho lo sguardo annebbiato dalle lacrime, noto che ha dei bellissimi occhi, dolci e comprensivi. Perché non li ho visti prima? Ah, già. Portava gli occhiali da sole.

"Su, cerca di calmarti. Va tutto bene. Non c'è alcun bisogno di piangere. Posso andare a cambiarmi.." cerca di rassicurarmi accarezzandomi le braccia su e giù. E' dolcissimo e davvero delicato. Ma non c'è modo di fermarmi. Sento il primo singhiozzo. E in quel momento capisco tutto. Avete presente il pianto rigeneratore di cui parlavo prima? Ecco. Sta avvenendo in questo istante. Maledizione! Proprio davanti ad un attore Hollywoodiano? Stringo forte gli occhi e mi porto le mani alla faccia. Dopodiché corro nella stanzetta del bagno dove si trova il water e mi ci chiudo dentro. Abbasso la tavoletta, mi porto le ginocchia al petto e inizio a piangere. Piango come non mai. Credo che Josh abbia paura o sia anche lui impanicato per non sapere come comportarsi davanti ad una cameriera che piange istericamente davanti a lui. Lo sento bussare alla porta "Caroline, tutto bene? Che succede?"

Lo so che non capisce, che non sa cosa sta succedendo. Ma non riesco. Non riesco a fermarmi. Vorrei rassicurarlo e dirgli che la sua maglietta non c'entra nulla. Perché so benissimo che questo incidente da cocktail è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso pieno di stress, ansia e angoscia che mi portavo dietro da mesi, e che non ero mai riuscita a svuotare perché dovevo essere forte. Ma sono un essere umano, non un robot. Solo mi continuo a chiedere: perché proprio difronte a Josh Hutcherson?

 

Ciao ragazze, scusate il ritardo! Che ne pensate di come si sta evolvendo la storia? Vi piace? Avete qualche consiglio? Fatemi sapere nelle recensioni!

Il prima possibile scriverò il prossimo capitolo!

Spero vi incuriosisca almeno un po'!

Un abbraccio a tutte,

Car. <3

 

 

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Capitolo 3
*** Un po' nocciola, un po' verdi. A seconda della luce. ***


Capitolo 3: Un po' nocciola, un po' verdi. A seconda della luce.

 

"Caroline! Stai bene?" continua a ripetere, bussando insistentemente alla porta.

Ma anche volendo non riuscirei a parlare. E non voglio aprirgli. Non voglio che mi veda in questo stato.

Sento la porta del bagno chiudersi e poi il silenzio. Non sento più alcun rumore dall'altra parte della porta. Se ne sarà andato. Beh. Ha fatto bene. Lo farei anch'io.

Cerco di calmarmi, prendo un velo di carta igienica e asciugo gli occhi. Mi fanno male, devono essere abbastanza rossi. Finalmente, dopo alcuni minuti, smetto di piangere ma sono ancora scossa dai singhiozzi. Devo uscire da qui. Devo tornare a lavoro.

Mentre sto cercando di farmi forza e uscire, la porta del bagno si apre, e, dopo qualche secondo, risento bussare alla porta "Caroline, apri, per favore." E' ancora lui. Josh. L'ha detto con una voce così dolce che lo abbraccerei.

Lentamente mi alzo, giro la chiave, abbasso la maniglia e apro leggermente la porta. Vedo Josh che mi guarda con occhi tristi. No, non devo proprio avere un bell'aspetto. Apro di più la porta e mi porge un bicchiere d'acqua.

E' andato a prendermi un bicchiere d'acqua. Gli importava davvero sapere come stavo, non era semplice cortesia. E' proprio una brava persona.

Lo prendo, ne bevo un sorso e abbasso lo sguardo, cosicché la frangia possa coprirmi il viso, prima di morire dalla vergogna.

"Grazie" sussurro.

Lui non dice nulla, ma fa una cosa che mai mi sarei aspettata da un estraneo: mi prende il bicchiere dalle mani, lo appoggia al lavandino dietro di lui e mi abbraccia. Mi mette le mani sulla nuca e mi fa appoggiare alla sua spalla. Istintivamente lo abbraccio anche io, cingendogli la vita e, dato che oggi è la giornata delle cose inaspettate, riprendo a piangere.

Forse perché ho una spalla su cui farlo. Qualcuno che mi accarezza la schiena su e giù delicatamente e che mi dice "Va tutto bene. Sfogati. Piangi. Piangi fino a non avere più lacrime. Non trattenerti".

Continuo a ripetere "Mi dispiace. Scusami. Io non volevo." tra un singhiozzo e l'altro. Ma so, e sembra saperlo anche lui, che non mi riferisco alla sua maglietta.

Possibile che un ragazzo, appena conosciuto, sia riuscito a capirmi? Come ha fatto?

E' sicuramente un angelo. Me l'ha mandato lei. Lo so.

Dopo una decina di minuti, riesco a rilassarmi un po' e smetto di piangere. Alcune lacrime, le ultime, le ritardatarie, continuano a scendere, e io continuo a farmi tenere stretta e a godermi quell'abbraccio che, nonostante tutto, odora ancora di fragola e vaniglia.

Mi stacco e guardo Josh.

"Vuoi prendere una boccata d'aria?" mi chiede.

"Emh, no. Non posso. Devo tornare a lavoro." lui mi fissa per un attimo, non convinto, e dalla tasca posteriore degli shorts leva un paio di fazzoletti.

Io gli sorrido debolmente e, mentre mi tampono le guance per asciugarmi, dico la cosa più stupida che potesse venirmi in mente: "Devo farti rifare il cocktail.."

Lui si mette a ridere. Una risata di sollievo.

"Hai ragione! E devi anche lavarmi la maglietta, sennò non so più cosa mettere per andare in spiaggia!"

Rido anch'io. Il peso che mi opprimeva il petto non è scomparso. Ma si è attenuato. Il peggio è passato.

Dopo essermi ricomposta, prima di uscire dal bagno, gli prendo le mani e lo guardo intensamente negli occhi. Hanno un colore strano. Un po' come i miei: un po' nocciola, un po' verdi, a seconda della luce.

"Grazie" gli dico. Ed è un grazie sincero. Lo ringrazio per avermi offerto un abbraccio. Lo ringrazio per non aver fatto domande. Per avermi capita. Per aver capito che la mia non era voglia di raccontare tutto quello che mi è successo, ma di buttare fuori la mia rabbia, la mia ansia, la mia angoscia. Tutto ciò che di negativo che mi tenevo dentro.

 

Dopo un paio di minuti dietro il bancone, mi raggiunge Kaweria.

"Hey! Ma che è successo? Josh è venuto a chiedermi dell'acqua e ha preso dei fazzoletti! Ti senti bene?" E' visibilmente preoccupata.

"Ora sto bene. Ho avuto solo un crollo nervoso. Ti racconto dopo in camera. Ora portagli il cocktail!" dico, ridendo e schioccandole un bacio sulla guancia.

Riprendo al lavorare - rigorosamente tra magazzino e bancone, non voglio farmi vedere dai clienti con questa faccia, li spaventerei! - e riesco a distrarmi un po', concentrandomi su quello che sto facendo.

Passa circa un'ora e vedo Hutcherson entrare e fermarsi difronte alla cassa. Tiene la sua canottiera in mano. Lo raggiungo.

"Devi pagare? Non vi hanno portato il conto?" chiedo io, ingenuamente.

Lui ridacchia. "No. Non devo pagare. Ma tu hai un debito con me." e, così dicendo, mi lancia la maglietta. La prendo al volo.

"Volevi lavarmi la maglietta, no?"

Mi metto a ridere. "Ah. Sì, certo!"

"Bene. Allora puoi lavarmela." mi dice. E poi aggiunge: "A patto che tu, stasera, vieni al 'Ritual' a restituirmela." con quel suo sorrisetto soddisfatto.

"Al Ritual si entra solo con invito" e penso: 'E costa pure un pacco di soldi!' ma evito di dirglielo.

"Tu non ti preoccupare dell'invito. Allora, accetti?" insiste.

"Anche volendo, non posso. Lavoro dalle 23:00 alle 02:00" Circa quattro volte la settimana faccio gli straordinari, ho bisogno di guadagnare. Tanto la notte dormo poco in ogni caso.

"Bene. Vorrà dire che ti aspetto lì verso le 03:00, così hai tutto il tempo per cambiarti."

Sto per replicare, ma sussurrando aggiunge "Lo so che domani mattina non lavori"

Rido e lo guardo a bocca aperta "E tu come lo sai?"

"Ho chiesto in giro." mi fa l'occhiolino "A stasera!" e se ne va. Lasciandomi lì, imbambolata, con la sua maglietta in mano, senza possibilità di rifiutare.

-Ma a chi vuoi darla a bere, non avresti mai rifiutato!- afferma la vocina nella mia testa. E ha ragione.

E va bene. Ci andrò. Tanto devo solo restituirgli la canotta, no? Ecco. Sì. Gliela ridò e me ne vado. Non entro neanche. Chiederò a Kaw se mi accompagna, tanto neanche lei lavora domani mattina. Come ho detto prima facciamo quasi sempre i turni insieme, fatta eccezione per quando faccio ore straordinarie, tipo stanotte.

Bene. Ora resta solo un problema: cosa mi metto?

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao!! Innanzitutto volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto la mia storia. Grazie di cuore.

In secondo luogo, dovete scusarmi se faccio ritardo pubblicando i capitoli ma sono impegnata con i libri per la sessione di Settembre all'università, dunque non ho molto tempo per scrivere, pur avendo in testa l'intera storia. Giorno dopo giorno mi viene in mente qualche nuovo particolare da aggiungere!! :) Difatti, questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri. Ma che ne pensate?

Cosa è successo a Caroline di così terribile da ridurla in quello stato? Cosa succederà tra lei e Josh? E, soprattutto, cosa si metterà per il suo appuntamento? Eheheh

Fatemi sapere le vostre ipotesi!

Un abbraccio,

Car! :)

 

P.s. Cosa ne pensereste se, una volta finita la storia, riprendessi degli spezzoni dal punto di vista di Josh?

 

 

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Capitolo 4
*** When you're gone ***


Capitolo 4: When you're gone

 

Beh, c'è da dire che posso raggiungerlo anche prima delle 03:00. Non ho alcun bisogno di cambiarmi. Diciamo che i miei straordinari consistono in una prestazione diversa dal dover servire ai tavoli: dovrò cantare. Sì. Dovrò cantare su un palchetto, insieme al mio partner e a dei musicisti. Il mio capo non bada a spese. Si tratta di semplice intrattenimento per il pubblico, tant'è che sotto il palco, situato in terrazza, ci sarà uno spazio per chi vorrà danzare o scatenarsi, a seconda del ritmo della canzone.

Ma il problema rimane lo stesso: cosa mi metto? Devo adeguare un vestito sia alla mia serata al bar, sia a quella con Josh.

Mentre sono in piedi a contemplare l'armadio, con l'asciugamano intorno al corpo e il turbante sulla testa, entra Kaweria. Mi guarda con un sorrisetto malizioso e dice "Ho l'abito giusto per te! Ci ho pensato tutta la sera e mi sono detta: questo andrebbe benissimo!" 
Così dicendo, dal suo armadio tira fuori un vestito: è corto - un po' troppo per i miei standard -; bianco a roselline rosate qua e là; privo di maniche e ha una scollatura a cuore: la parte superiore - quella che parte dal seno sino ad arrivare a metà pancia - è una sorta di corpetto, il quale evidenzia notevolmente il seno, a causa delle coppe sporgenti; la parte inferiore, invece, è più ampia e non rimane aderente al corpo.

Riesco a dire solo una parola "Scordatelo".

Sono abbastanza pudica: non indosso mai abiti troppo scollati o troppo corti. Per di più da due anni a questa parte sono piuttosto dimagrita e non ho grandi curve.

"Ti starebbe benissimo!! Sciogliamo i capelli e diamo loro un po' di volume e movimento. Basta con questo liscio! Per le scarpe...ecco! Tieni!" mi porge delle scarpe aperte, basse con il cinturino. Beh, queste almeno sono alla mia portata.

Okay. E' ufficialmente impazzita. Io sono in ansia per l'incontro con Josh, ma lei è uscita totalmente di senno.

"Non lo metterò mai!!" annuncio, incrociando le braccia.

 

E, naturalmente, l'ho messo. I miei capelli biondo scuro, come da volere della mia amica, sono mossi e morbidissimi, e il trucco è abbastanza leggero: un po' di ombretto, mascara e lucidalabbra. Sono sufficientemente abbronzata, dunque non ho bisogno di colorarmi le guance.

 

Mentre aspetto di essere chiamata sul palco da Davide, il mio partner, rimango seduta in un angolo con le mani che sudano e la gamba che trema. Non riesco a smettere di pensare al mio incontro con Josh e non presto attenzione a Kaweria, seduta ad un tavolino difronte a me, che cerca di sbracciarsi in tutti i modi. Provo a capire quello che dice, ma non la sento bene per via della musica. Mi sta indicando qualcosa...le scalinate della terrazza...

Oh mio Dio! E' Josh! Con Jennifer e gli altri..Ma che ci fanno qui? Non dovevamo incontrarci in discoteca?

Vedo Hutcherson guardare insistentemente l'entrata del bar, mentre una cameriera, Emma, li fa accomodare ad un tavolo in fondo. Mi sta cercando? Ah, sì. Forse pensa che lavorerò come cameriera. Non sa che dovrò cantare.

Sono talmente in panico, che sento a malapena Davide dire: "Ed ora, la mia partner...Caroline!" per invitarmi a salire sul palco, sotto le note di Portocervo dei Gemelli Diversi.

Di sfuggita, noto Josh girarsi improvvisamente verso il palco. Ha sentito il mio nome.

Faccio un bel respiro e prendo il microfono. Sorrido mentre salgo i pochi scalini e inizio a cantare.

 

" Vieni a Portocervo, vedrai: ti sentirai una star, una celebrità, tra feste e mondanità. Ma la felicità lo sai non è in vendita."

 

Canto il ritornello con Davide. Poi lui la prima strofa. Io la seconda.

Cerco di guardare il meno possibile Josh. Ma è inevitabile.

E' sorpreso. Ha la bocca aperta e la mano a mezz'aria. Non se lo aspettava.

Ma non ho tempo per rimuginarci troppo adesso. Ho uno spettacolo da condurre.

Alla fine della canzone, il mio partner fa un inchino verso di me: "Stupenda, come sempre! Come mai così elegante oggi? Hai un appuntamento, per caso?" mi chiede sorridendo.

Ma come fa?

Mi metto a ridere. Ovviamente fa parte dell'intrattenimento. O forse si è incuriosito e cerca di mascherarlo.

"Mmh..Forse!" rispondo.

"Ah sì? Guarda che sono geloso eh! E chi sarebbe il fortunato?"

"Chi ti dice che si tratta di un ragazzo?" guardo gli spettatori che ridono, tranne qualche gruppo che credo sia straniero e non capisca un'acca di quello che diciamo.

Davide lo intuisce e traduce ciò che abbiamo appena detto in inglese. "Così possono capire tutti" come dice lui.

Osservo Josh che ride. Quel sorriso...è proprio la fine del mondo.

E' il mio turno di cantare.

"Ora un po' di movimento. Balliamo un po'! Invito tutti, specialmente i bambini, sotto il palco a scatenarsi!" e inizio a cantare Starship di Nicki Minaj. Questa canzone mi carica in una maniera indescrivibile.

 

A metà serata, facciamo un pausa e mettiamo un cd coi balli di gruppo latino-americani, cosicché la gente possa continuare a divertirsi.

Scendo e mi dirigo da Kaw che mi porge una bottiglietta d'acqua fresca.

Sento lo sguardo di lui. Non mi molla un attimo. Anche in mezzo a tutta questa gente che ci divide.

"Sai, dovresti andare a salutarlo" mi dice.

Lo so. Ha ragione. Glielo devo. Ma mi vergogno da matti.

Lentamente cammino verso il loro tavolo e li saluto apparendo alle spalle di Nicholas Hoult.

"Hey guys!"

"Ciao Caroline! Non sapevamo che oggi avresti cantato! Sei super brava!" mi saluta Jennifer.

Beh, non capita tutti i giorni che un'attrice da premio Oscar ti faccia un complimento.

"Grazie. Ma sei troppo gentile!"

"No, ha ragione!" risponde Josh sorridendo e guardandomi intensamente.

Io lo fisso per un attimo e distolgo lo sguardo, arrossendo. Mi intimidisce.

"Allora come mai qui?"

"Avevamo deciso di andare a bere una cosa, prima di andare a ballare, e..." Jen si interrompe di colpo e posa, stranita, lo sguardo su Josh.

Faccio la stessa cosa ma Jen riprende improvvisamente a parlare, riattirando la mia attenzione "...così...abbiamo deciso di venire qui. Siamo stati bene questa sera e non c'era motivo per non tornare! Poi, appena arrivati abbiamo scoperto che c'era anche la musica dal vivo!"

"Avete fatto benissimo!" sto per aggiungere altro, ma sento Davide chiamarmi.

"Ora devo andare, ci vediamo più tardi!"

"Ti aspettiamo qui, così andiamo insieme al locale!" mi dice Josh, mentre sorseggia la sua birra.

 

"Allora, te la fai con gli attori Hollywoodiani?" mi chiede, ammiccando.

"Mi hai chiamato per questo?" mi metto a ridere e gli do una leggere spinta.

Io e Davide ci siamo conosciuti qui l'anno scorso. E' il figlio del capo e intratteneva il pubblico facendo musica dal vivo. Poi un giorno, per caso, mi ha sentita canticchiare una canzone alla radio, mentre pulivo il bar nel post-serata -oltretutto pensando di essere sola- , e mi ha proposto di fargli da partner.

Lo osservo. Quest'estate è ancora più bello: sempre alto, con qualche tatuaggio in più e con il fisico un po' più marcato. Si è anche fatto crescere i capelli, non di molto ma ora li tiene racchiusi in un piccolo codino.

Lo devo ammettere. E' davvero sexy.

Secondo Kaweria, prova ancora qualcosa per me.

Dico 'ancora' perché l'anno scorso ci fu qualcosa tra noi. Mi sentivo ancora più sola di adesso, lui iniziava a piacermi e io a piacere a lui. C'era feeling, sintonia, flirtavamo di continuo, mi riempiva di attenzioni. Sentivo quell'elettricità che ci univa quando cantavamo insieme.

Un giorno mi baciò.

Fu un bacio dolce, intenso, passionale. Finimmo a letto insieme. Lui fu meraviglioso, in tutti i sensi.

Ma io non ero pronta. Non ero pronta per una relazione. Non ero pronta per dare o ricevere attenzioni. Non ne avevo neanche il tempo. Sentivo di non meritarmi quel ragazzo, di non potergli dare tutta me stessa ed ebbi la sensazione di averlo usato come scusa per allontanarmi dai pensieri, dai ricordi.

Ora, a mente fredda, non so se fosse veramente così, perché lui mi piaceva davvero tanto. Ma certo è che non mi meritavo quella compassione, quell'amore.

Ovviamente non gli comunicai tutto questo, ma mi limitai a dire che non avevo il tempo per intraprendere una relazione e gli proposi di rimanere amici. Lui mi confessò di essersi innamorato ma mi promise di provarci. E così fece. Mi rimase amico, senza mai farmi pesare la mia scelta.

E' una persona splendida.

 

Riprendiamo a cantare. La scaletta indica un duetto: Just give me a reason di Pink e Nate Ruess.

Oh, splendido.

 

"Just give me a reason,
just a little bit's enough,
just a second we're not broken just bent
and we can learn to love again.
It's in the stars,
it's been written in the scars on our hearts.
We're not broken just bent
and we can learn to love again"

Mentre cantiamo il ritornello, Davide mi prende la mano, l'accarezza un po' e poi la lascia per percorrermi il braccio. Arrivato alla guancia, mi mette una ciocca dietro l'orecchio.

E' il turno della sua strofa:

"I'm sorry I don't understand
where all of this is coming from.
I thought that we were fine.
Your head is running wild again.
My dear we still have everythin'
and it's all in your mind.."


La sua mano riprende la mia e questa volta se la porta al petto. Sento il suo cuore battere forte.

Mi guarda con i suoi occhioni azzurro cielo "..and we can learn to love again".

Me lo sta chiedendo. Mi sta chiedendo di riprovarci.

Forse Kaw aveva ragione. E' ancora innamorato.

E rieccola. L'elettricità.

Distolgo lo sguardo. Devo rimanere concentrata.


Manca una canzone a finire la serata. Un sorriso amaro mi appare sul volto, mentre leggo la scaletta: When you're gone di Avril Lavigne.

Prendo la chitarra e mi metto seduta sulla coda del pianoforte, che mi farà da accompagnamento. Mentre Davide sistema il microfono con l'asta davanti a me, io mi tolgo la collanina che porto al collo e che ha come ciondolo un plettro con su incisa una S.

Il suo plettro.

"Bene. Eccoci qua. Questa è l'ultima canzone della serata. Dopo esserci divertiti e scatenati, vi lasciamo con un sorriso dolce-amaro. L'altro giorno, quando Davide mi ha dato la scaletta, sono rimasta un po' colpita nel leggere il titolo di questa canzone. Non la sentivo da molto tempo e mentre facevo le prove ho pensato ad una persona che, purtroppo, non è più con noi e a cui io tenevo molto. Ecco, io vorrei dedicarla a lei. Buona serata." e, così dicendo, bacio il plettro e lo alzo al cielo.

Mi ripeto che non devo piangere, mentre sento le prime note del pianoforte.

 

I always needed time on my own.
I never thought I'd need you there when I cry,
and the days feel like years when I'm alone,
and the bed where you lie is made up on your side.

When you walk away I count the steps that you take.
Do you see how much I need you right now?


When you're gone?
The pieces of my heart are missing you.
When you're gone?
The face I came to know is missing too.
When you're gone?
The words I need to hear to always get me through the day and make it ok.
I miss you.
I've never felt this way before.
Everything that I do reminds me of you,
and the clothes you left, they lie on the floor,
and they smell just like you, I love the things that you do.

When you walk away I count the steps that you take.
Do you see how much I need you right now?

[Ritornello]

We were made for each other
out here forever.
I know we were, yeah.
All I ever wanted was for you to know.
Everything I'd do, I'd give my heart and soul.
I can hardly breathe I need to feel you here with me, yeah.

[Ritornello]

 

Le lacrime hanno praticamente iniziato a scendere dal primo ritornello. Il pubblico mi ha applaudito per farmi sentire il suo calore.

Ma non ho smesso di cantare.
Non ho smesso di urlare al mondo quanto mi manca.
Non ho smesso di urlare la mia rabbia.
Di dirle quanto ho bisogno di lei.

 

 

 

Ciao ragazze! Vi faccio le mie più sentite scuse.

Ho potuto scrivere questo capitolo solo ora, causa esame universitario D: (stupida sessione di Settembre!!!).

Allora..Torniamo alla storia.. Qui Josh non è molto presente perché ho preferito concentrarmi su Caroline e sul suo passato.

E' molto attaccata alla musica, dunque non è un capitolo da sottovalutare.

Avevo in mente tante canzoni da farle cantare, ma alla fine ho scelto quelle che mi sembravano più appropriate (altrimenti non finiva più eheheh).

Voluta e consapevole la scelta di scrivere tutto il testo di "When you're gone".

Era troppo importante per non farlo: ogni singola parola di questa canzone esprime appieno almeno una parte del suo stato d'animo: quella della nostalgia, che lei aveva voglia di gridare a gran voce.

 

Beh, spero vi sia piaciuto. Continuate a leggere e a seguirla. Il prossimo capitolo si concentrerà più su Josh.

Promess!

P.s. Volevo dire grazie a tutte coloro che mi seguono, che seguono la mia storia, che l'hanno recensita o che l'hanno anche solo letta.


Un abbraccio grande e morbidoso,

Caroline.

:)

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Capitolo 5
*** Posso tenerti con me? ***


Capitolo 5: Posso tenerti con me?

 

Una volta scesa dal palco, faccio per andare da Kaweria, ma qualcosa mi tiene per il braccio. O, sarebbe meglio dire, qualcuno.

Davide mi guarda e accarezzandomi la guancia mi chiede: "Tutto bene?"

Vedo il mare in quegli occhi.

"Tutto bene." rispondo.

Lui guarda dietro di me. "I tuoi amici ti aspettano" e lasciandomi un bacio sulla guancia, se ne va.

 

"Allora.." inizia Josh, mentre sorseggiamo i nostri cocktail, seduti sui divanetti.

Tutti gli altri stanno ballando, tranne due di loro che si danno da fare, seduti di fianco a noi. Io sono troppo stanca per ballare e Josh si è offerto di farmi compagnia.

"Da quanto state insieme?" mi chiede a bruciapelo. Per poco non sputo l'alcool dal naso.

"Con chi?" faccio l'ingenua. Ovviamente so a chi si riferisce.

"Tu e l'altro cantante..Come si chiamava?"

Beffardo.

"Davide. Ma non stiamo insieme!" gli rispondo, con una stupida risatina.

"Ma c'è qualcosa. Si vede dal modo in cui ti guarda. O ti tocca."

Sono sopresa. E' stato così tanto attento al comportamento di Davide? 

"C'è stato. L'anno scorso. Ma non era nulla di speciale. Non so cosa provi lui adesso, però siamo amici. Tutto qui."

Lo guardo soddisfatta. Non gli ho rivelato troppo. Il necessario per placare la sua curiosità.

"Non parli molto di te eh?" sorride.

Io faccio altrettanto. Prendo un bel respiro, appoggio il bicchiere sul tavolino e mi giro per guardarlo meglio.

"Sai, son venuta qui soprattutto per ringraziarti. Questa sera non ho potuto farlo come si deve. Non so veramente cosa mi abbia preso. E non so neanche cosa ti abbia spinto a consolare una persona che non conosci e che non sai nemmeno perché piange. Devi avere un animo molto nobile e gentile. Forse tu non lo sai, ma mi hai fatto sentire bene. Il che è fantastico perché non mi sentivo così da tempo..Quindi grazie. Di cuore. " espiro.

Quando sono nervosa parlo abbastanza velocemente, dunque non so quanto abbia sentito, ma sembra aver capito. 

"Non preoccuparti. E' tutto ok. Solo uno stupido non ti avrebbe consolato. A dirla tutta, inizialmente non capivo cosa ti stesse succedendo, ma poi ho compreso che quella stupida maglietta non c'entrava proprio nulla. Non ho fatto molto, però son contento che quel poco ti sia servito!" risponde, imbarazzato. 

Un pensiero mi attraversa la mente.

"La maglietta!" dico improvvisamente.

"Cosa?"

"La maglietta! Non l'ho portata. Son venuta solo per dirti grazie e restituirtela!"

"Dài, tranquilla. Dopo andiamo a prenderla!" mi rassicura lui, ridendo della mia preoccupazione.

Gli do un leggero colpetto sulla spalla. "Non ridere!" dico, però ridendo a mia volta.

All'improvviso si alza in piedi e mi porge una mano. "Ti va di ballare?"

Lo guardo scettica.

"Sono un ottimo ballerino!" mi dice lui, con aria indignata.

Non so perché ma la stanchezza è andata via di colpo.


Ci scateniamo sulla pista con Jennifer -che mi ha costretta a chiamarla Jen-, Kaw, Nicholas, Anna Sophia etc. Sono tutti molto simpatici e gentili. Ho conosciuto anche gli altri: Hilary, Katie e Andre (che stanno insieme. Per capirci meglio: erano quelli che si sbaciucchiavano sui divanetti). A quanto ho capito sono qui in vacanza, a casa di Hilary, per la seconda metà di Luglio e per tutto Agosto. Casa è un eufemismo: chissà che mega villone avrà.


Dopo qualche canzone ritmata, decidono di mettere un lento.

Mi guardo intorno per cercare Kaweria e ballare con lei, ma la mia vista è un po' annebbiata a causa dell'alcool.

Finalmente la trovo e sto per andarle incontro, quando sento qualcuno afferrarmi la mano e farmi girare. Se la porta dietro la schiena e mette la sua sul mio fianco. Con l'altra mano libera prende la mia e iniziamo a danzare, dolcemente.

Ci guardiamo negli occhi. Nocciola riflesso nel nocciola.

La sua mano sul fianco mi provoca i brividi. Sento il suo pollice muoversi su e giù.

La sua vicinanza, il suo calore, è quasi inebriante.

E poi il suo profumo..Oh, il suo profumo..

Penso sia Fahrenheit.

Mi perdo in questo vortice di sensazioni, che offuscano non solo la mente, ma tutti e cinque i sensi.

Credo di essere ubriaca. Ma l'alcool non c'entra.

Almeno non del tutto.

"Sono un ottimo ballerino, ricordi?" sento il suo respiro.

Oh, non erano le sue capacità a preoccuparmi. Ma le mie. Non sono molto elastica. Anzi, posso definirmi un vero e proprio manico di scopa.

Ma con lui..Beh. Viene facile anche danzare.

"Mi è venuta in mente una cosa stupida." gli dico, ridendo.

"Ah si? Che cosa?"

"La scena di un film. Casper. L'hai mai visto? Quello dove c'è la ragazza che va nella casa infestata."

"E' un classico. Chi non l'ha mai visto?" mi guarda, cercando di capire.

"Ecco. Mi è venuta in mente una delle ultime scene, dove la ragazza balla con Casper, tornato umano, che le dice 'Sono un ottimo ballerino, ricordi?'".

"Ah, sì sì. Mi ricordo." mi sorride, guardandomi intensamente. A cosa sta pensando?

All'improvviso mi fa fare una piroette e mi ristringe a sé. Questa volta più vicino.


Mi sussurra all'orecchio: "Posso tenerti con me?"


Il respiro si blocca in gola. Non vuole saperne di uscire. Ma come si fa a respirare? Non me lo ricordo più.


E il mio cuore..Beh. Il mio cuore si è come bloccato.
O era fermo prima e ha ripreso a battere. 

 

Saalve! Non vi aspettavate un nuovo capitolo così presto, eh? Dài, è breve ma intenso!
Avevo l'ispirazione e la voglia di scrivere ma non sapevo ancora come farla andare. Poi, mentre scrivevo, mi è venuto in mente il film di Casper (l'hanno dato l'altro giorno in tv) e sembrava perfetto!
Per chi non lo sapesse: in quella scena Casper, tornato ragazzo per qualche ora, balla con la protagonista. Per farsi riconoscere le dice due frasi che le aveva già detto in precedenza "Sono un ottimo ballerino, ricordi? Posso tenerti con me?" Ecco perché Josh le risponde così. (Awwwww :333)
Per quanto riguarda le ultime due frasi: volevo scrivere di come si fosse bloccato il cuore di Caroline, ma poi mi è balenata in testa la frase di una canzone di Max Pezzali: "L'universo tranne noi" e non ho potuto farne a meno eheheh.
Infine, ho voluto chiuderlo così presto per farvi assaporare il momento!
Un bacione, 

Car. :)

 

 

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Capitolo 6
*** Mi guardava in quel modo..Non so definire che modo fosse. Ma mi piaceva. ***


Capitolo 6: Mi guardava in quel modo..Non so definire che modo fosse. Ma mi piaceva.

 

"Car! Car!!" sento qualcuno urlare il mio nome. E' il mio capo.

Mi giro sorridente verso di lui.

"Vuoi stare un po' più attenta? Quel bicchiere è strapieno e stai rovesciando tutto il succo per terra!"

Abbasso lo sguardo. Oh no! Ha ragione! Mi scuoto in un attimo dai miei pensieri e inizio a pulire.

"Sì, emh..Scusa Max!"

"Ma si può sapere cosa ti prende stasera?"

E che mi prende?

Non faccio che sorridere da ieri notte. Mi verrà una paralisi, ma non posso farne a meno. I suoi occhi, il suo profumo, il suo sorriso...occupano la maggior parte dei miei pensieri. Mi trascinano su un altro pianeta, in cui ci siamo solo io e lui.

Mi viene ancora più da sorridere se ripenso a quando ci riaccompagnarono all'alloggio.


"Tieni, ecco la maglietta! Pulita e profumata!"

"Grazie." mi disse, adagiandola sul sedile dell'auto.

"Sai, devo confessarti una cosa.." aggiunse, prendendomi per i fianchi e attirandomi a sé. "Credo che tu sia bellissima questa sera."

Sorrisi imbarazzata e abbassai lo sguardo.

"Sei ubriaco Hutch."

"Mmh. Questo è vero. Ma domani sarò sobrio. E tu sarai sempre bellissima."

Mi sentì avvampare. Avevo il respiro accelerato e le mani sudate, mentre lui sorrideva e mi guardava in quel modo..Non so definire che modo fosse. Ma mi piaceva.

"Hey Josh! Andiamo?" urlò Andre, dall'altra macchina, un po' distante da noi, riportandoci alla realtà.

"Arrivo!" disse di rimando.

Si alzò dallo sportello al quale era appoggiato, mi prese una mano e sussurrò "Buonanotte Cherolain"

"Lin! Mi chiamo Carolin! Quante volte ancora dovrò dirtelo? LIN!" risi di gusto e lui con me.

Per tutta la sera.. o per meglio dire..tutta la notte, mi ha chiamata così. E per tutta la notte gli ho ripetuto la pronuncia esatta.

Ho però il sospetto che, dalla seconda volta in poi, mi stesse solo prendendo in giro.

"Va bene! Ho capito! Buonanotte Lin." e, così dicendo, mi posò un leggero bacio sull'angolo destro della bocca.


"Ciao Car!..Hey!..Car!" una voce maschile mi chiama, cercando di farmi tornare sulla terra. Per la seconda volta, oggi.

Devo smetterla di imbambolarmi. Sembro un'adolescente con gli ormoni impazziti.

"Ciao Davide!" gli rispondo. Sorridendo ovviamente.

"Ma che ha oggi? Ha visto gli arcobaleni rosa? Emana una strana luce." dice, rivolto a Kaweria, entrata proprio in quel momento con il vassoio in mano.

"Sì, qualcosa di simile."

"La volete smettere? Sto benissimo. Nessun arcobaleno rosa. Che ti faccio?"

"Un caffè, grazie."

In realtà, però, sono un po' delusa. Mi aspettavo che tornasse qui, oggi. Ma sono le 19, il mio turno è iniziato 4 ore fa e di lui nessuna traccia.

*Ma che ti sei messa in testa? Magari è già impegnato con un'altra. Magari ha altro da fare. Magari non si ricorda nulla di ieri. Ma perché dirmi tutte quelle cose carine allora? Perché era ubriaco. Ah, già.*

Le mie vocine in testa litigano, ma ha ragione la prima. Non si ricorderà nulla di ieri notte. O meglio, stamattina.

E io, stupida, a farmi tutta carina per venire a lavoro pensando che lui sarebbe venuto.

Idiota.

Basta, non ci penserò più!

Sfortunatamente oggi non c'è molta gente, quindi non posso neanche concentrarmi del tutto sul lavoro.

Vado a prendere un moccio, per pulire tutto il casino che ha fatto quello stupido bambino una mezz'oretta fa e che, per fortuna se n'è andato, altrimenti avrebbe rischiato di essere decapitato.

Mentre pulisco e impreco, Davide si siede sul tavolino, ridendo.

"Che hai da ridere?" lo guardo male.

"Nulla, nulla, solo..tu."

"Ah. Ah. Ah. Davvero molto divertente. Senti, ma com'è che sei qui? Non hai nient'altro da fare che disturbare la gente che lavora?"

"In effetti, no. Ma sono passato per invitarti ad una festa."

Mi fermo. "Una festa?"

"Sì. Io e i ragazzi abbiamo organizzato una festa in spiaggia, con falò, bonghi e tutto il resto. Mi piacerebbe se venissi. Ci divertiamo un po'. Kaw, tu che dici?"

"Ci sto!"

Ci penso un po' su. In effetti, non ho molti motivi per rifiutare, mentre ne ho fin troppi per accettare. Poi, se c'è Kaweria sono più tranquilla.

"Va bene. Affare fatto."

"Perfetto" si alza e mi guarda. Sposta una ciocca, sfuggita alla treccia, dietro l'orecchio, mentre con il pollice ne approfitta per accarezzarmi la guancia.

Espira.


In quel momento vedo Kaw, dietro il bancone, schiarirsi la voce e indicare l'entrata.

Mi volto e lo vedo, a qualche metro da me. O meglio, vedo la sua sagoma, un po' scura, coprire la luce del tramonto alle sue spalle.

Cammina verso di noi e, con fare un po' timido, alza la mano in segno di saluto.

Sbatto le palpebre per accertarmi che sia reale, che non è una visione. E' qui. Difronte a me.

Mi volto verso Davide, che non si è mosso di un millimetro ed è abbastanza vicino per scrutarmi negli occhi con attenzione.

Che imbarazzante situazione.

L'ho aspettato tutta la sera, quasi impaziente, e lui decide di presentarsi proprio in questo momento? 

Che tempismo.

E' Davide a spezzare il silenzio: "Vengo a prendervi a mezzanotte" e, prima di andarsene, mi lascia un bacetto sul naso.

Prendo un bel respiro.

"Josh! Come va? Sei venuto solo?"

Evito il suo sguardo e mi dirigo dietro il bancone per cercare il sostegno della mia amica, che, per tutta risposta, si reca in terrazza.

Lui, al contrario, osserva ogni mio movimento.

Prende posto su uno sgabello. "Veramente no, sono con gli altri."

"Non vi ho visti arrivare. Siete qui da molto?"

"Abbastanza, diciamo. Ero entrato per prendere le ordinazioni. Non vedevamo nessuno." 

"Sì oggi siamo solo io e Kaw. Di solito non c'è molta gente a quest'ora. Che vi porto?" gli chiedo, sorridendo.

Mentre preparo ciò che mi ha chiesto, lui rimane seduto lì a guardarmi.

Non è proprio una delle cose che mi fanno sentire più a mio agio, anzi, mi mette ansia, divento nervosa e faccio un casino: la solita imbranata.

D'un tratto, mentre sono tutta concentrata a tagliare il lime, esclama: "Avevo ragione!"

Lo guardo per un attimo e lui sorride soddisfatto.

"Su cosa?"

"Ora sono sobrio."

Rido. "Lo vedo!"

"Ma tu sei sempre bellissima."

Zac.

Non può dirmi così. Soprattutto, non può dirmi così mentre sto affettando uno stupido limone.

Prendo veloce un fazzoletto e me lo avvolgo intorno al dito, mentre il sangue inizia a propagarsi.

"Stai bene?" mi chiede, trattenendo a stento le risate.

"Emh. Sì, grazie. Devo..Solo..Emh..Devo..Vado in bagno!"

Scappo, chiudendomi la porta alle spalle.

Devo smetterla. Devo smetterla di essere così imbranata.

*Caroline! Un po' di contegno!*

Sceglie sempre il momento adatto, quel ragazzo. Un giorno o l'altro mi farà venire un attacco cardiaco.

A dirla tutta, poi, non sono andata in panico solo perché mi fatto un complimento, ma perché si è ricordato di ieri. Si è ricordato di quello che mi ha detto fuori dall'alloggio, mentre la sua mente era offuscata dall'alcool.

Mi abbraccio mentalmente. Quanto è dolce?

Dopo qualche minuto torno al bancone e trovo Josh ancora lì.

"Come va il dito?"

"Emh. Bene, grazie. L'ho medicato per bene e non sembra ci vogliano punti." gli sorrido, mostrandogli la fasciatura.

"Wow! Davvero un'opera d'arte!"

Rido e finisco di preparare i frullati.

"Ce la fai?" mi chiede, notando che ho qualche difficoltà a portare il vassoio.

"Ah. Ah. Ah. Che simpaticone! Vuoi che te ne versi un altro addosso?"

"No, grazie, oggi passo. La doccia l'ho già fatta" risponde, ridendo.

In effetti non è vestito da spiaggia. Porta un paio di jeans neri e una maglietta bianca.

I capelli, invece, sono sbarazzini e ancora un po' umidi.

Dio, quanto mi piacerebbe accarezzarli.

*Oh, per l'amor del cielo! Non fantasticare sui suoi capelli!*

Mentre scherziamo, ci dirigiamo in terrazza da Jen e gli altri. Hanno uno sguardo preoccupato, mentre parlano con una ragazza in piedi difronte a loro. Non l'avevo mai vista, ma devo ammettere che è davvero bella: bruna, alta più o meno quanto me e con un bel fisico. Ma ha un'aria un po' triste.

Non ho neanche il tempo per riflettere su chi possa essere, perché Josh, visibilmente scioccato, esclama: "Claudia!".


 

Ooh! Finalmente ce l'ho fatta a scrivere questo capitolo!

Ne sono successe di cose, nel frattempo! (Come l'uscita di MJ part 1, in cui hanno preso il mio cuore, l'hanno buttato in terra e poi calpestato violentemente ç.ç Josh e Jen sono attori fantastici!!)

Ero un sacco impegnata per via dello studio, ma giuro che non vedevo l'ora di scrivere.

In realtà, non vedo l'ora di scrivere alcuni capitoli che ho già belli che stampati in testa ma per i quali ci vorrà ancora tanto tempo.

Questo di oggi, invece, non sapevo proprio come farlo andare. Ho scritto, cancellato, riscritto, ricancellato e ririscritto, ma non mi convince al 100%.

Comunque sia...Tà-dà! Colpo di scena!

Non potevo non mettere anche lei!

Vediamo in che modo Claudia e Davide, metteranno i bastoni tra le ruote a Josh e Car!

Ora vi lascio, ma vi faccio presente che per Natale ho in mente una piccola sorpresa che farà sicuramente piacere a chi segue la mia storia!

O almeno, lo spero!

Vi mando un forte abbraccio,

Caroline.

:) 

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Capitolo 7
*** Redbull e vodka alla fragola. ***


Capitolo 7: Redbull e vodka alla fragola.

"Josh, possiamo parlare?" esita un istante "Per favore." lo guarda con occhi supplichevoli.

Lui si volta verso di me per un attimo. Poi cede e annuisce.

Io non capisco cosa sta succedendo.

All'improvviso si è creato un tale silenzio che definirei glaciale.

Rimango in piedi, con il vassoio in mano mentre guardo Josh andare via con quella ragazza, di nome Claudia.

Lo sento. Sento che c'è qualcosa che non va.

Mi accorgo che sto ancora lavorando solo grazie ad un bambino che piange.

Adagio i bicchieri sul tavolino e mi soffermo su quello di Josh. Metto anche il suo.

Mi schiarisco la voce.

"Lo tenete voi per Josh?" alzo lo sguardo.

In quel momento mi rendo conto che gli occhi di tutti sono puntati su di me.

"Car, tutto ok?" è Jen a parlare. Mi guarda preoccupata.

Perché me lo chiede? Devo allarmarmi?

Annuisco e torno dentro. C'è troppo caldo qui fuori.

Mentre pulisco le tazze, Kaw mi raggiunge dietro il bancone.

"Hey." dice, accarezzandomi i capelli "Stai bene?"

Scaravento la tazzina sul lavello "Perché me lo state chiedendo tutti?"

Improvvisamente mi sento infastidita e nervosa.

"Dài. Forza. Dimmelo. Dimmi chi era quella ragazza." mi volto per guardare la mia amica. Sicuramente sa qualcosa. Lei è molto più attiva di me riguardo i gossip.

Non voglio saperlo.

Non voglio saperlo perché so che in qualche modo mi farà male.

E non capisco il perché. Io e Josh non siamo niente. Quello che ho sentito tra noi può essere anche frutto della mia immaginazione.

"Beh. Emh. Stanno, o perlomeno, stavano insieme, fino a due settimane fa."

Lo sapevo. Lo sapevo. Lo sapevo.

Che idiota che sono.

Stupida.

Imbecille.

Come ho potuto pensare che fosse libero?

Come ho fatto a non accorgermi che il suo cuore era già occupato?

Lui iniziava davvero a piacermi.

Ecco cosa succede quando ti lasci andare. Ti scotti. Almeno il 99% delle volte.

Mi sento..Sono..arrabbiata. Perplessa. Triste. Delusa.

Sarà con lei? Che staranno facendo? L'avrà baciata? Le avrà detto che è bellissima, come ha fatto con me oggi?

Ma lei lo è davvero. Bellissima, dico.

Io non posso competere.

Ma tutto questo non lo dico a Kaweria. Lei lo sa già, come mi sento.

"Okay." rispondo e continuo a pulire quella dannata tazzina.


 

Un'oretta più tardi vedo entrare Jen e Anna Sophia.

"Car, senti noi andiamo via."

Josh non è tornato. Avranno molte cose da dirsi.

Ma perché si preoccupano per me? Anche loro hanno notato che c'è qualcosa tra noi?

"Va bene" rispondo, sfoderando il miglior sorriso che ho. Indossando un'altra maschera. L'ennesima.

"Venite domani? Facciamo musica e balli latino-americani!"

"Sì, ci saremo! A domani!" rispondono, mandandomi un bacio con la mano.

Spero non ci sia anche Josh.

Anzi.

Spero non ci sia anche Josh con la sua ragazza.


 

Alle 21:00 finalmente finiamo il nostro turno.

"Che dici? Cinese?" mi chiede Kaw, mettendomi un braccio sulla spalla.

"Veramente non mi va molto di mangiare."

Vorrei solo andare in camera, buttarmi sul letto a mangiare gelato e a guardare un film strappalacrime.

"Ah no, eh! Non ti lascerò a deprimerti!"

Mi strappa una risata. Mi conosce troppo bene.

"E poi stanotte, ti ricordo che dobbiamo andare ad una festa." mi dice, improvvisando un balletto e muovendo il bacino "Dove sarà pieno di ragazzi." continua, facendomi il solletico. "E di alcool."

"Okay, okay." La supplico di smettere, con le lacrime agli occhi. Sa quali sono i punti in cui temo di più il solletico.

Alcool. It's a good idea.

Dopo aver ordinato cinese e averlo mangiato sul nostro muretto preferito, con vista mare, andiamo a prepararci per la serata.

Non abbiamo più accennato all'argomento e io non ho nessuna intenzione di farlo.

Opto per una minigonna in jeans, sandali, top a righe bianche e blu e felpa nera con la zip.

Sciolgo i capelli, ancora un po' ondulati da ieri, e sono pronta.

Alle 23:55 sentiamo bussare. Vado ad aprire.

Quello che mi ritrovo davanti è un venticinquenne super sexy.

Davide ha tagliato i capelli. Ora dietro e ai lati sono corti, mentre sopra sono un po' lunghi, dritti e volutamente sbarazzini.

Indossa un jeans scuro e una camicia bianca con le maniche a 3/4. Riesco quasi ad intravedere il pearcing sul capezzolo.

Ovviamente l'accenno di barba e la collana con la conchiglia non possono mancare.

"Vuoi una foto?" mi chiede, ridendo.

"Emh. No. Hai fatto un salto dal parrucchiere?" rido anche io, mentre arrossisco, colta in fallo.

"Sì! Ti piacciono?" chiede, toccandoli qua e là.

Io e Kaw ci guardiamo, ridendo e approvando.

Ci dirigiamo a piedi alla spiaggia.

Lì saluto quasi tutti, mentre, per prima cosa, ci rechiamo al bancone del bar.

"Cosa prendete?" chiede Davide.

Io e Kaweria ci guardiamo. "Sex on the beach." pronunciamo all'unisono, ridendo come pazze.

"Scelta appropriata!" esclama lui.

Con ancora il drink in mano, che scende giù per la gola come fosse acqua, prendo la mia amica per mano. Ho voglia di ballare.

Mi lascio trasportare dalla musica, dalla sabbia che mi solletica i piedi, dall'aria salmastra proveniente dal mare.

Tutte cose di cui sento sempre la necessità per sentirmi meglio.

Dopo un paio d'ore e parecchi bicchieri dopo, sento qualcuno parlarmi all'orecchio.

"Come va?" E' Davide.

Ha un sorriso bellissimo. Gli occhi richiamano il colore del mare.

Alzo il pollice continuando a ballare.

Non so se è colpa dell'alcool o della troppa adrenalina, ma, continuando a muovermi, mi volto verso di lui "Balla con me."

Lui, in tutta risposta, mi prende i fianchi e mi fa girare. Ci muoviamo insieme, mentre sento le sue mani affondarmi sui fianchi e il suo respiro sul collo.

Chiudo gli occhi.

Non voglio fermarmi.

Devo farlo però, quando sento qualcosa toccarmi la spalla e Kaweria mi grida all'orecchio che sta andando nella stanza di Riccardo, un nostro collega.

Io sbarro gli occhi e guardo interrogativa quella faccia da angioletto con gli occhioni dolci.

Mi viene da ridere e l'abbraccio.

"Mi raccomando. Stai attenta"

"Sì! Tranquilla! Non aspettarmi alzata!" mi dice, facendomi l'occhiolino.

Io alzo gli occhi al cielo.

Non cambierà mai.

Davide mi fa girare, guardandomi negli occhi. "Dicevamo?"

Gli sorrido maliziosamente e riprendo a muovermi.

Il mio corpo contro il suo, entrambi sudati. Il sangue mischiato all'alcool.

Le mie mani navigano sulla sua camicia: percorrono prima le braccia, poi il collo dove ne approfittano per accarezzare i capelli. Riscendono sul petto, sull'addome.

Il tessuto attaccato alla pelle per il troppo caldo.

Posso sentire ogni suo singolo muscolo, che vibra sotto il mio tocco.

Mi attira a sé.

E' eccitato.

Mi prende il mento tra le dita. Piano avvicina il viso al mio, dapprima guardandomi negli occhi e poi fissando le mie labbra, quasi a chiedermi il permesso.

Lo voglio.

Non penso a nient'altro da quando è venuto a prenderci.

Allungo un po' il collo per arrivare a sfiorare la sua bocca.

Finalmente le sue labbra si adagiano sulle mie, con delicatezza. Sono morbide e sanno di dolce. Mmh, Redbull e vodka alla fragola.

Il suo sapore mi spinge ancora di più verso lui. Le nostre lingue giocano a rincorrersi, mentre lui tiene una mano sul mio collo, con il pollice che si muove sulla guancia, e l'altra sulla mia schiena.

Le mie, sui suoi fianchi, lo afferrano per la camicia e lo tirano verso il mio corpo, che brama, desideroso del suo.

Improvvisamente si stacca "Ti voglio."

"Mmh." mugugno, mordendogli il labbro inferiore, facendogli capire che anche io lo desidero.

Lui emette un verso gutturale e riprende a baciarmi con più foga di prima.

Tra un bacio e l'altro riesco a dire "Ho. La. Camera. Libera."

Si stacca di nuovo. Mi guarda, mi prende la mano e a passi veloci ci dirigiamo agli alloggi.

Un volta in camera, chiude la porta e mi ci spinge contro, bloccandomi i polsi sopra la testa. Non accendiamo neanche la luce, talmente siamo presi l'uno dall'altra.

Inizia a baciarmi il collo, mentre la sua mano esplora il mio corpo. Di nuovo.

Oh, quanto mi erano mancati i suoi baci. E le sue mani.

Mmh. Le sue mani.

Mi sfila il top e percorre una linea immaginaria con la lingua, mordendomi e baciandomi il seno.

Io avvinghio le gambe intorno alla sua vita, affondando le dita nei suoi capelli. Sono così morbidi.

Di colpo, mi prende di peso e mi fa sedere sul tavolo, scaraventando tutto ciò che c'è sopra. Gli sbottono la camicia con impazienza, scoprendo i pettorali e gli addominali, tatuati e perfettamente scolpiti.

Mmh, avevo ragione. E' migliorato dall'anno scorso.

Veloce gliela sfilo dalle spalle, per poi dedicarmi alla cintura e ai bottoni dei jeans.

Oh..Questo invece me lo ricordavo bene.

Frettolosamente, li fa scivolare sul pavimento e mi porta sul letto. Mi blocca le mani mentre si diverte a torturarmi.

"Mmh." mormoro. Lo sento sorridere contro la mia pelle.

Lentamente mi sfila la gonna e l'intimo, lasciandomi completamente nuda, sotto di lui, alla sua mercé.

"Oh, Car.." mormora, affondando il viso tra le mie gambe.

Mi crogiolo nel piacere, stringendo il lenzuolo sotto di me e, quando sto per raggiungere il culmine, lui lo sente e si ferma.

"No..Fai da brava." mi rimprovera.

Ah, è così?

Adesso facciamo a modo mio.

Mi divincolo, sorprendendolo, e gli salgo sopra. Lo bacio dappertutto, strusciandomi e mordicchiandolo. Lo sento fremere.

Gli sfilo i boxer e mi passa un preservativo. Lo apro e glielo indosso, facendo attenzione.

Mi ritrovo nuovamente sotto. Entra piano, facendomi mugugnare dal piacere, e inizia a muoversi. Dapprima lentamente, si gode il momento, poi sempre più veloce.

Avvinghio le gambe attorno ai fianchi e ci ribaltiamo ancora. Questa volta, però, siamo seduti uno sull'altra. Guardandoci, diamo qualche ultima spinta e veniamo insieme.

Oh, questo ragazzo è il dio del sesso.

"Car.." mormora.

Appoggio la fronte sulla sua spalla, mentre cerco di riprendere fiato. Il corpo ancora scosso da qualche spasmo.

Mi dà un bacio leggero sul collo e quando i nostri respiri si regolarizzano, mi stacco e mi sdraio affianco a lui.

Lo sento alzarsi e andare in bagno mentre io, con gli occhi chiusi, cerco di mettere a fuoco quello che è appena successo, ma non ci riesco. Non ho più forze.

Dopo qualche minuto è di nuovo accanto a me. Siamo entrambi sudati e stanchi, ma lui ci copre comunque con il lenzuolo e mi attira a sé, mettendomi una mano sulla pancia.

Mi addormento dolcemente, appagata.

Sarà passato qualche minuto, o forse ore, quando sento Davide scuotermi una spalla.

"Car, Car..Stanno bussando alla porta."

"Mmh. Sarà Kaweria. Avrà dimenticato le chiavi."

Dopo essersi reso conto che non ho nessuna intenzione di alzarmi, va ad aprire.

Riluttante apro gli occhi e vedo la luce del sole entrare dalle persiane della finestra. Mi strofino il viso con una mano e guardo l'ora: le 10.30. Mmh, non può essere Kaw.

Mi metto seduta e mi accorgo di avere un gran mal di testa, anche perché vedo la stanza girare. Gli occhi bruciano per il troppo poco riposo, per il troppo alcool, per il troppo sesso. Non è un buon segno.

Sento Davide parlare. Ma chi può essere?

"Sta dormendo." dice, freddamente e in inglese, però non sento la risposta.

Infilo le mutandine e la prima cosa che trovo: la camicia di Davide. Mi sta un po' grande, ma andrà bene.

Mi avvicino alla porta e devo chiudere gli occhi per la troppa luce. Metto una mano per fare ombra al viso e consentirmi di alzare lo sguardo. Un ragazzo, difronte a me, girato di spalle, sta andando via.

Il mio cervello ci mette un po' a connettere e, dopo alcuni secondi, riesce a collegarsi alla bocca.

"Josh." riesco a dire, con voce roca e impastata dal sonno.

Si volta e mi squadra da testa a piedi. Questo suo sguardo indagatore mi fa sentire a disagio, come se mi dovessi coprire, e non mi piace.

"Che ci fai qui?" chiedo, un po' disorientata.

Non dovrebbe essere con quella..Aspetta, come si chiamava? Daniela? No. Cecilia? Mmh. Ah sì. Claudia. Sì. Dovrebbe chiamarsi così.

Continua a fissarmi in silenzio.

Oh, senti. Ho la testa che mi scoppia e non ho voglia di giocare ad indovinare i tuoi pensieri.

"Okay, io vado a farmi una doccia." esclama Davide, sentendosi evidentemente di troppo e lasciandomi un bacio sulla nuca prima di andarsene.

"Ero venuto per spiegarti il perché ieri me ne sono andato via in quel modo, ma è chiaro che non serve." mi dice, in un tono freddo e distaccato. La mascella contratta.

Sembra nervoso e anche un po' arrabbiato. Mmh, forse lo è veramente.

Diamine, non ho la mente lucida.

Da come mi fissa direi che si è accorto della mia nottata con Davide. Certo, se ne accorgerebbe anche un cieco: lui che gli apre la porta, io con capelli arruffati e trucco sbavato, per non parlare poi della mia mise.

Però, che diritto ha di arrabbiarsi? Nessuno. Non siamo nulla e non lo siamo mai stati.

Come io non ho nessun diritto di arrabbiarmi con lui.

Almeno io son stata sincera su Davide. Lui, al contrario, non mi ha detto che ha lasciato quella là prima di partire e che ne era ancora innamorato. Anche perché l'amore non si dimentica in due giorni.

In realtà, non so neanche perché me l'avrebbe dovuto dire.

*Perché avete flirtato per due giorni.* Non mi sembra una ragione sufficiente.

Anche se, dal momento che lei è qui, non possiamo più stuzzicarci.

*E se le avesse detto di andarsene?* Impossibile. Non so perché, ma ho la sensazione che si siano rimessi insieme.

Sono così confusa.

"No, infatti. Non mi devi nessuna spiegazione. Come io non la devo a te." rispondo, allo stesso tono.

"Perfetto."

Si volta di spalle e se ne va.

Torno dentro, chiudo la porta e mi ci appoggio.

Guardo in direzione del bagno, dal quale sento lo scrosciare dell'acqua.

Adesso focalizzo un po' meglio quello che è successo ieri notte.

Sono andata a letto con Davide. Per la seconda volta.

Ma non voglio lui.

L'ho usato. Per la seconda volta.

L'ho usato per scordarmi di Josh.

Ma mi passerà. Infondo l'ho conosciuto solo due giorni fa, no? Il fatto che poi, nel frattempo, ci abbia pensato incessantemente non significa nulla. Tempo una settimana e non me ne ricorderò più.

Ma Davide? Come mi comporterò con lui? Non voglio pensi che voglia starci insieme.

Mi sdraio sul letto e non riesco a levarmi dalla testa una frase. Un'unica frase.

Sono una stronza.


 

 

Saaalve! Passato belle feste? Io ho mangiato troppo, non ho studiato nulla e ho rubato il puzzle che hanno regalato a mia sorella per farlo io :D 
Sì, okay. In effetti sono stata un po' stronza anche io (non solo la Caroline della storia), nei confronti di coloro che amano Josh, però non ho resistito! Dovevo scombusolare un po' il tutto, sennò che gusto c'è? :P
Anyway, questo capitolo è un po' più lungo degli altri ma spero vi piaccia ugualmente.
Aspetto vostre notizie.
Caroline. 

 

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Capitolo 8
*** Parli del diavolo.. ***


Capitolo 8 - Parli del diavolo...

Faccio un lungo e profondo respiro, mentre l'aria salmastra mi invade la narici. Mi distendo sulla scogliera ad osservare il cielo e mi concentro sul rumore delle onde che infrangono la roccia.
Perché la mia vita fa così schifo? Perché mi deve andare tutto storto?
Delle volte penso che se mi buttassi da qui, da questa scogliera, anche adesso, non importerebbe a nessuno.
Poi mi viene in mente il mio fratellino, che tanto “ino” non è, Lèon, e mi ricordo che devo resistere e combattere per lui.
Guardo il telefono. Suona da ore, ormai. Kaweria si starà chiedendo che fine ho fatto.
Mezz'ora fa dovevo andare alle prove, ma non sono pronta a rivedere Davide così presto. Non dopo la sfuriata di prima.
Ho lasciato che mi urlasse contro, perché so che ha ragione. Ho giocato con lui, di nuovo. L'ho preso in giro. Di nuovo.
Infilo gli occhiali da sole, per non dare modo alle mie occhiaie blu di essere notate, e mi dirigo al pub.
Trovo Davide e i musicisti sul palco, intenti a provare gli strumenti.
"Sei in ritardo." mi dice, freddo e distaccato.
Non rispondo. Mi siedo sullo sgabello e sfoglio la scaletta, con i testi delle diverse canzoni.
Aspetto pazientemente le prime note di "Vuoto a perdere" di Noemi, inspiro per prendere fiato, ma dalla mia bocca non esce alcun suono. Qualcosa ha attirato la mia attenzione.
Mi sento invadere da un improvviso moto di rabbia.
Con che faccia si presenta qui, dopo la scenata di questa mattina? Con lei, perlopiù.
Da quanto sono lì seduti a sorseggiare i loro drink? C'erano già prima che arrivassi?
Il mio pensiero va a Davide e mi innervosisco ancora di più. E' già incazzato con me, figuriamoci trovarsi davanti Josh, mentre lavora. Se prima gli stava antipatico, credo che ora gli voglia spaccare la faccia.
"Caroline!!!!" tuona, una voce al microfono.
Io mi scuoto tutta e mi giro verso Davide.
E' rosso in viso, con lo sguardo davvero truce. Non credo di averlo mai visto così. Spegne il microfono.
"Ti ho chiamato minimo cinque o sei volte. Dove hai la testa?"
Abbasso lo sguardo. Mi fa paura.
"Sì, scusa."
L'ora seguente è tutto un "Caroline, non ci siamo"; "Caroline, rifalla da capo."; "Caroline, attacchi in ritardo." "Caroline, sei fuori tempo."; "Caroline, hai stonato."
Paziento e sopporto. So che me la sta facendo pagare. Più canto bene, più sbotta, trovando errori inesistenti.
Capisco che ce l'abbia con me, ma non può farmi cantare fino allo sfinimento. Inizio a non avere più voce. Anche gli altri sono stanchi e lo guardano perplessi.
Josh è ancora qui. Ma perché non va via? E' già imbarazzante senza che ci sia lui a godersi la scena.
Quando pronuncio le prime parole di "I will always love you." di Withney Houston, urla di nuovo.
"Basta, Caroline! Non si può andare avanti così! Era meglio se continuavi a pulire i tavoli, sul palco non ci stai a fare niente."
Socchiudo gli occhi. Che infantile. Come si permette? Questo si chiama abuso di potere. Ora basta. La mia pazienza è arrivata al limite.
Sto per rispondergli in malo modo, ma, al mio posto, interviene il capo, suo padre.
"Prova a lasciarle finire la canzone."
Davide inspira. "Fammela a cappella."
Prendo fiato. E va bene. Chiudo gli occhi e canto. Circa un minuto più tardi anche i musicisti iniziano a suonare. Tengo sempre gli occhi chiusi, sino alla fine della canzone. Non sento altro, oltre la mia voce e le note.
Quando li riapro, scopro che sono tutti intenti a guardarmi: Davide, il capo, i clienti e persino le altre cameriere. Anche Josh e la sua ragazza mi fissano a bocca aperta. C'è un silenzio tombale.
Mi viene da piangere per la troppa tensione. Ma non gliela do vinta. Mi tengo, invece, la soddisfazione di averlo lasciato senza parole. Di avercela fatta anche con i suoi rimproveri cattivi e ingiusti, dettati dalla rabbia.
Con calma, mi alzo, prendo i fogli e glieli sbatto al petto.
"D'ora in poi, cantatela da solo. Io torno a pulire i tavoli."
________
Le due settimane seguenti, come promesso, mi limito a fare la cameriera. Mi manca cantare, ma lo preferisco all'essere umiliata pubblicamente in quel modo.
Io e Davide ci evitiamo, mentre Josh non l'ho più visto. Jen e AnnaSophia vengono più o meno tutti i giorni, anche se solo per un saluto.
Qualche giorno fa il capo mi ha chiesto di aiutarlo ad organizzare la festa di ferragosto, così ho accettato. La maggior parte del mio tempo la occupo immersa nel lavoro: un ottimo metodo per non pensare a niente.
Devo ricordarmi anche di salire in città per portare i soldi alla nonna.
Mentre sono nell'ufficio del capo, intenta a chiamare i fornitori per la magnifica festa che sto organizzando, sento bussare alla porta.
"Ciao!" entra una favolosa e raggiante Jennifer, in infradito e vestitino da mare.
"Senti, sto organizzando un barbecue per il mio compleanno e voglio che tu ci sia. Un pranzetto informale, niente di speciale."
La guardo dubbiosa. Mi farebbe piacere partecipare e, sinceramente, mi sento quasi onorata da questo suo invito, ma non voglio vedere Josh sbaciucchiarsi con la sua ragazza.
"Fregatene di Josh.” dice, quasi leggendomi nel pensiero. “Non voglio privarmi della tua presenza per una tua diatriba con lui. Io non c'entro niente, o no?" mi fa gli occhioni dolci e a me viene da ridere.
In fin dei conti, non ha tutti i torti.
"E poi, basta ignorarlo! E' basso, viene facile!"
Okay, ha vinto.
"Va bene. Quand'è?"
"Il 15 Agosto."
Magnifico. Il giorno della festa.
"Che c'è?" chiede lei. "Hai già un impegno?"
"No..Ecco, c'è la festa di ferragosto. La sto organizzando io. Ma non credo di andar…"
"Perfetto, allora!” esordisce, interrompendomi. “Pranzo da me e la sera alla festa. Questo è il mio numero." dice, lasciandomi un pezzo di carta. "Chiamami, così ti vengo a prendere Venerdì. Ah, e mi raccomando: dillo anche a Kaweria!"
“Jen, ma sei sicura? Il tuo numero di telefono..Mi sembra troppo..”
Insomma, è pur sempre un’attrice hollywoodiana.
“Car, io mi fido di te. So che non andresti mai a divulgarlo a destra e a manca. Ormai sei una mia amica, fattene una ragione.” così dicendo, mi lascia un bacio e se ne va.
Sono sbalordita. Ha fatto tutto da sola.
Sbuffo.
Da una parte non vedo l'ora di passare una bella serata con le mie nuove amiche, dall'altra l'idea di Josh con Claudia non mi fa impazzire. Magari riesco a farci pace e restarci amica. Almeno con lui.
Alzo gli occhi al cielo.
Sarà una lunga giornata.
 
 
Da lontano vedo una macchina rossa arrivare, con il clacson a tutto spiano. Jen è (ovviamente) in ottima forma, felicissima come non mai di festeggiare il suo 24esimo compleanno.
“Buon compleanno, Jennifer!!!!” esclamiamo, all’unisono.
“Grazie, ragazze! Forza, saltate su!” urla, sorridente come non mai.
Mette in moto e, con la musica  a tutto volume ci dirigiamo a casa di Hilary.
"Wow" è l'unica cosa che io e Kaweria riusciamo a pronunciare mentre raggiungiamo il cancello .
Il viale d'ingresso è incorniciato da alberi disposti su un magnifico prato inglese di colore verde acceso. L'edificio è in stile moderno, con tante finestre e un balcone enorme.
Jen ci porta sul retro della casa dove, ad attenderci, troviamo un'enorme piscina, con tanto di idromassaggio e trampolino, e sdraio tutt'intorno. Ecco perché si è raccomandata di farci portare il costume.
"Ciao ragazze! Finalmente!" Hilary e A.Sophia ci vengono incontro, bellissime nei loro trikini.  
Saluto Nick e Andre, che, naturalmente, si destreggiano al barbecue, mentre Katie e Claudia apparecchiano la tavola, disposta elegantemente sotto un gazebo in tela. E' tutto così..bianco. Dà una gradevole sensazione di classe e "chiccheria". Mi piace.
"Ciao!"
"Hey, Car! Conosci Claudia?"
Eccome se la conosco. Avrò letto la sua biografia su Wikipedia un centinaio di volte.
"No. Non ci hanno presentate. Piacere, Caroline."
Lei sorride e mi stringe la mano. Ha dei denti perfetti.
"Claudia. Ho sentito tanto parlare di te!"
Parlare di me?
"E ti ho sentita cantare, un paio di settimane fa. La tua interpretazione di "I will always love you" è stata incredibile!"
Non riesco a capire se è sincera o se  mi sta prendendo per il culo.
La ringrazio comunque e raggiungo la mia amica, che nel frattempo si è già buttata in piscina. E' incorreggibile.
Non vedo Josh. Faccio di tutto per sembrare indifferente, ma non posso fare a meno di scrutare ogni angolo, con la speranza che possa apparire da un momento all'altro.
"Come posso dare una mano?" chiedo alle altre.
Meglio concentrarsi su qualcosa.
"Niente mani. Prendi il costume e vai a cambiarti." afferma Jen, spingendomi verso l'entrata della casa. "Il bagno è in fondo a destra."
Okay. In fondo a destra. Non è difficile.
Aspetta.
Quale fondo? Qui c'è un bivio. Proviamo a sinistra. Dovrebbe essere illegale avere tante porte in una sola casa.
Bene. L'ultima porta a destra è questa. Speriamo sia quella giusta.
Poggio la mano sulla maniglia, ma non ho neanche il tempo di abbassarla che la porta si apre improvvisamente da sola.
Mi ritrovo faccia a faccia con Josh. Entrambi palesemente shoccati di esserci materializzati uno davanti all'altra così bruscamente.
Con la mano ancora a mezz'aria, arrossisco violentemente quando mi rendo conto che ha addosso solo i pantaloncini del costume.
"S-s-scusa. C-c-cervavo il bagno." riesco a dire, abbassando lo sguardo.
"L'hai trovato." risponde, dolcelmente.
Alzo lo sguardo e noto che abbozza un sorriso, mentre si scosta per lasciarmi passare.
Chiudo la porta dietro di me.
'Forse non è più arrabbiato' penso, mentre infilo il bikini. 'Forse avrei dovuto fermarlo e parlargli. Ne avevo l'occasione, senza la sua ragazzaperfetta intorno.
Mi guardo allo specchio. Sono un disastro: le guance ancora arrossate per l'incontro di un attimo prima e i capelli scompigliati per colpa della decapottabile. Li aggiusto meglio che posso in una treccia, metto un pareo, le infradito e sono pronta.
Quando esco dal bagno, però, mi sorprendo a trovare Josh ancora lì.
Ma che fa? Mi aspettava?
 La schiena appoggiata al muro, così come il piede destro. Una visione.
Quando si accorge di me, però, si ricompone subito.
"Caroline.." sussurra, dopo avermi fissato per qualche secondo. "Posso parlarti?"
Annuisco. Lo guardo ipnotizzata, senza batter ciglio per non perdermi neanche un secondo.
"Mi dispiace di aver reagito in quel modo, quel giorno al tuo alloggio. Ero venuto per spiegarti chi era Claudia e per dirti che avevo intenzione di riprovarci con lei. Non so perché ma sentivo di dovertelo dire. Vedevo che stavi legando con Jen e le altre, e non mi andava che lo sapessi da loro, anziché da me."
"Josh.." lo interrompo. "Non devi giustificarti con me. Siete stati molto tempo insieme, avete condiviso tante cose. Fondamentalmente non c'è alcuna ragione perché tu debba farlo. Anzi, dispiace a me di averti risposto male."
Mi scruta per un attimo. “Non ti devi scusare.”
Aggrotto le sopraciglia. “Posso farti una domanda?”
“Certo.”
“Perché ti sei arrabbiato tanto?”
Inspira.
“Non mi aspettavo di trovarti con qualcuno. Voglio dire, in quel momento credo di aver pensato:  -Cavolo, io mi sto facendo mille problemi, mentre a lei non importa. – Ma non avevo la mente molto lucida. Ero arrabbiato con Claudia, avevo dormito poco e non avevo mangiato. Più tardi, ci ho riflettuto e mi sono reso conto di essermi comportato da idiota. Neanche tu devi giustificarti. Mi dispiace. Non ero in me.” Confessa, abbassando lo sguardo.
Tutto qui? Si è innervosito perché ha pensato non mi importasse?
 “Ho capito. Infondo anch’io non mi aspettavo avessi lasciato qualcuno a Los Angeles.” sorrido, tendendogli la mano. “Pace?”
I suoi occhi si illuminano.
“Pace!”
Ci stringiamo la mano ma, in un millesimo di secondo, succede qualcosa di inspiegabile: sento una scossa percorrermi il braccio, sino ad arrivare alla schiena dove si tramuta in un brivido irregolare. Dal suo sguardo sembra l’abbia avvertita anche lui. Non ritiro la mano ma ci scrutiamo negli occhi, sorpresi dalla reazione del contatto tra i nostri corpi.
Fa un passo in avanti.
“Caroline..”
La bocca secca.
“Sì?”
Palpitazioni.
“Ad essere sinceri..”
“Jen! Josh è lì?” una voce squillante riecheggia in casa.
Le nostre mani si allontanano bruscamente, mentre scorgiamo una Jen impacciata in fondo al corridoio.
“Sì. Emh. E’ qui! L’ho trovato!”
“Ah, eccoti finalmente! Ti ho cercato dappertutto!”
Una sorridente Claudia si avvicina a noi.
“Eri via da un bel po’.” dice, dandogli un bacio sulla guancia.
“Sì, non trovavo il costume.”
Che visione nauseabonda.
Mi schiarisco la voce.
“Emh. Io raggiungo le altre.”
Jen, ancora in piedi dietro l’angolo mi scruta con sguardo angelico.
“Io e te facciamo i conti dopo” le dico, scherzando.
Ci stava spiando, è incredibile.
Mi viene da ridere. Chissà se l’ha fatto apposta a mandarmi in fretta e furia al bagno.
 
La carne è ottima. Era da tempo che non ne mangiavo di così buona.
“Allora, Car, che tipo di festa hai organizzato?” mi chiede Hilary.
“Ah, niente di che. Il tema è “Angel or Devil” e, a seconda di cosa scegli, dovrai vestirti di bianco o di rosso. Ah, ed è in maschera. ”
“Uuh, mi piace!” esclama A.S. battendo le mani, entusiasta.
“Io mi vestirò sicuramente di rosso!” domanda Jen.
“Ah, guarda. Ti calzerebbe a pennello!” affermo.
“E tu invece? Rosso o bianco?”
“Nero.” rispondo, seria.
“Come nero? Sei in lutto?”
Rido. “No, ma quale lutto. L’ho organizzata, ma non voglio partecipare.”
“Allora..” inizia Jen, puntando la forchetta verso di me. Fa quasi paura. “Siccome oggi è il mio compleanno, decido io. Tu oggi ti vesti a tema e stai con noi. Punto. Fine della discussione.”
Che dispotica!
“Non posso. Non ho vestiti eleganti.”
“Non devi preoccuparti..” interviene A.S. “Noi ne abbiamo in quantità.”
La guardo male.      
“E va bene.” Alzo gli occhi al cielo e Jen smette di minacciarmi con la forchetta.
“Ma le maschere dove le prendiamo?” chiede Claudia.
Che vocina fastidiosa.
“Le distribuiranno all’entrata.” Rispondo, facendole un sorriso che più finto non si può.
 
Dopo pranzo è il momento di aprire i regali.
Ha ricevuto cose molte carine e costose, quindi quando arriva il nostro turno ci sentiamo un po’ imbarazzate.
“Ecco, questo è il nostro.” dico, togliendo fuori dalla borsa un pacchetto.
Jen lo scarta con impazienza e sembra sinceramente commossa.
“Oh, ragazze..”
E’ una semplice cornice, con una foto di tutti noi quella volta in discoteca, il giorno in cui ci siamo conosciuti.
“Grazie! E’ bellissima.”
“Guarda meglio dentro il pacchetto.” esclama Kaw.
Sorpresa, tira fuori una scatolina, dalla quale estrae una catenina e un ciondolo a forma di fiore, con petali celesti.
“E’ un Non ti scordar di me” le spiego. “Così, con la foto ed il ciondolo, non potrai mai dire di averci dimenticato, quando tornerai in America!”
Jen, alza lo sguardo e asciuga una lacrima sfuggita ai suoi bellissimi occhi celesti.
“Mi avete fatto emozionare!” ci rimprovera e viene ad abbracciarci. “Grazie. Sono regali meravigliosi.”
Si ricompone e, dopo una breve pausa, aggiunge: “Ora basta con le smancerie. Dobbiamo andare a prepararci!”
 
Per le 20 siamo pronte. Ci abbiamo messo 4 ore, ma devo ammettere che il risultato è notevole. Kaweria, Jen e Hilary hanno optato per Devil, le altre per Angel. Chissà perché, la scelta di Claudia non mi sorprende affatto.
Per quanto mi riguarda, invece, più guardo lo specchio più fatico a riconoscermi.
Anche io ho ceduto alla tentazione del rosso.. diciamo che non mi sento proprio un angioletto!
Indosso un Valentino lungo e morbido. Lo spacco, nella parte destra, è alto ma non volgare e lascia intravedere davvero poco quando cammino; la parte superiore, in pizzo e con maniche lunghe,  ricopre il busto frontale con una scollatura a barca; la schiena, invece resta totalmente scoperta sino al fondoschiena, dove il tessuto lo copre per un pelo. Le scarpe, al contrario, sono nere con linee intrecciate e un tacco che, so già, mi farà penare. Infine una pochette nera e gioielli vari (che non volevo mettere perché ho seriamente paura di perderli) per contornare il tutto.
Le altre hanno poi insistito per truccarmi (e devo dire hanno fatto un buon lavoro: eyes-makeup  leggero e un bel rossetto –rosso!- ) e per raccogliermi i capelli in uno chignon morbido.
 
I ragazzi ci aspettano in giardino: Nick e Josh vestiti di bianco, Andre di rosso (e ti pareva!). Quando ci notano (e non lo fanno, naturalmente, di loro spontanea volontà ma grazie allo schiarimento di voce di Jen) partono fischi e applausi. Oh, che cosa imbarazzante!
Josh mi squadra da capo a piedi, con labbra socchiuse, per poi assumere un’aria soddisfatta. E’ molto elegante: giacca e pantaloni bianchi, camicia nera.
Il nostro contatto visivo viene interrotto dalla Miss che corre da lui tutta smaniosa di ottenere un complimento.
*Dài, Car. Non è esattamente così. E’ sempre molto carina e gentile con te.*
Sì, ed è proprio questo che non sopporto.
 
 
Dopo averci consegnato le maschere e averle indossate, saliamo i tre scalini della terrazza e devo dire di essermi veramente superata.
C’è un’atmosfera magica.
Sul palco, infondo a sinistra, i musicisti suonano una sinfonia talmente delicata da sembrare seta; i tavoli sono ricoperti alternativamente da tovaglie bianche o rosse; le cameriere indossano la divisa con il papillon bianco o rosso; le luci soffuse creano un gioco di ombre; il buffet è ricco di cose gustose e fresche mentre la pista da ballo è già occupata da qualche coppietta che balla elegantemente. 
E’ tutto perfetto.
Il capo si avvicina “Caroline! Finalmente! Aspettavamo solo te! Hai fatto un ottimo lavoro. Vieni, voglio presentarti delle persone.” Mi trascina via, mentre Kaweria sorride stupita.
Un gruppetto di quattro o cinque persone parla allegramente, sorseggiando calici di champagne.
“Signori, lei è l’organizzatrice!”
Mi presento a tutti loro, che a quanto pare sono imprenditori, funzionari pubblici di un certo livello e non so cos’ altro.
Mi fanno i complimenti e un po’ di domande sul mio lavoro.
“Dovrei chiamarti allora, per cantare nella piazza della mia città!”
“Volentieri.” rispondo, cortesemente.
“Perché non canta una canzone?”
“Vedremo.” sorrido.  Declino ogni invito del genere. Non sia mai che rubi la scena al piccolo Davide.
“Ah, ecco il mio giovanotto!” esclama  Max, all’improvviso.
Parli del diavolo...
Da dietro le sue spalle sbuca Davide. Ovviamente è sexy da mozzare il fiato: giacca, pantaloni e camicia neri, papillon e maschera rossi.
Ah. Si parlava letteralmente del diavolo.
Sta per presentarsi anche a me, sfoggiando quel sorriso che usa sempre per far colpo, ma quando vede che non porgo la mano, inclina la testa.
“Che fai? Non la riconosci?” gli domanda Max.
Lui mette le mani in tasca e lo guarda confuso.
“Togli la maschera.”
“ Non posso, Max. E’ una delle regole.”
Davide sbarra gli occhi per un attimo. “Caroline?”
Annuisco.
“Sei..Stai benissimo.”
“Grazie. Vogliate scusarmi.”
Mi congedo e torno dai miei amici. Non voglio trattenermi con lui ulteriormente.
 
Passiamo l’ora successiva a ingozzarci e scatenarci. Ogni tanto vengo presentata a qualcuno di importante che si complimenta per il party.
Ad un tratto, mentre sono impegnata a scegliere cosa prendere dal buffet, trovo Davide di fianco a me.
Decido di far finta di niente ma lui esordisce con un “Ciao.”
Non lo guardo.
“Ciao.”
“E’ una bella festa.” attacca.
“Grazie.” rispondo, impassibile.
“Posso parlarti?”
Gli bastano un bel vestito e un paio di tacchi per cercare di fare pace?
“Non ora.”
“Ti va di ballare?”
“No.”
“Per favore. Solo una canzone.” mette un palmo sul cuore, sorridendo.
“Solo una.”
Lascio il piatto sul tavolo e mi dirigo sulla pista, senza aspettarlo.
Mi prende la mano destra e il fianco sinistro, e comincia a danzare dolcemente.
“Sei splendida.”
Ah, quindi avevo ragione.
“Grazie.”
Con la coda dell’occhio, noto Josh, seduto, guardare verso di me, ma distoglie subito lo sguardo.
“Senti..Mi dispiace.”
“Ti dispiace per cosa, esattamente? Perché mi hai fatto lasciare il lavoro da cantante, perché mi hai fatto esaurire la voce, o perché mi hai umiliata davanti a tutti?”
Ha un profumo meraviglioso.
“Mi dispiace..per tutto. Ero arrabbiato con te. E lo sono ancora. Ma non dovevo trattarti in quel modo.”
“Lo so. Non volevo farti del male. Ma ti ho già chiesto scusa e, sinceramente, non comprendo questa tua pseudo vendetta, infantile e fuori luogo.”
Josh prende per mano Claudia e ci raggiungono sulla pista.
“Non la capisco neanch’io. Non so che mi è preso, ma lui si è presentato quella mattina..Poi stava lì.. Ti guardava.. E lo sappiamo tutti e due che tutto ciò è accaduto a causa sua.”
“Non dire cavolate. Lui non ha alcuna colpa.”
“Dài, Car. Ti conosco. Si vede lontano un miglio che provi qualcosa per lui. Sei venuta a letto con me solo perché è riapparsa la sua ragazza, altrimenti non mi avresti mai considerato. Volevi solo dimenticare. Il punto è che dovresti prima ammetterlo a te stessa..”
Lo guardo basita.
“Car, vogliamo sapere chi è l’uomo misterioso con sui stai ballando!” esclama Claudia, accanto a noi, mentre balla con Josh. E lo fa anche piuttosto male.
‘Car’? ‘Car’?? Non mi sembra di averti dato tanta confidenza, brutta
oca.
“Lui è Davide.” rispondo, gentilmente.
“Piacere.” Davide fa un cenno del capo. “Josh” continua, rivolgendo il suo sguardo verso lui e poi di nuovo verso me.
Anche Josh fa un cenno con la testa.
“Vi conoscete?” chiede Claudia, ingenuamente.
Davide abbozza una risata. “Più o meno.” e mi stringe più forte a sé.
Mi accoccolo sulla sua spalla.
“Pace?” sussurro, in modo che mi senta solo lui.
“Sono ancora arrabbiato.”
Espiro.
“Ah Caroline..” Mi prende il mento tra le dita. “Perché non mi ami?”
 
Ehilà! Rieccomi!
Sì, so di avervi un po' trascurato purtroppo.
Come state? 
Il capitolo è un po' lunghetto.
Anzi.  
Volevo farlo più lungo, ma poi non ho resistito e, anziché aspettare altri giorni,
ho deciso di pubblicare.
Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando!
Ciaoo! 
-C-

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