The revolution of hearts

di Midori Tsuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Finalmente insieme ***
Capitolo 2: *** Problemi all'orizzonte! ***
Capitolo 3: *** Un sentimento che nasce e uno che si spegne (parte 1) ***
Capitolo 4: *** Un sentimento che nasce e uno che si spegne (parte 2) ***
Capitolo 5: *** Lo strano corso degli eventi ***



Capitolo 1
*** Finalmente insieme ***


Accidenti sono in ritardo! Ma perché la mattina fatico così tanto ad alzarmi dal letto?
 
Era una splendida mattina: il sole era alto nel cielo, i ciliegi erano in fiore, gli uccellini cantavano… proprio una splendida mattina di primavera, e come al solito Erika Klause era in ritardo…
 
Perché non ho sentito la sveglia?! Proprio oggi!
 
Infatti quella mattina sarebbe dovuta andare in sala riunioni, prima dello svolgersi delle lezioni, per trattare alcune questioni riguardanti l’imminente festa di primavera, che si sarebbe svolta due settimane più tardi.
Si alzò in fretta dal letto, si lavò e si vestì in un lampo, si pettinò e si legò i capelli con il suo preziosissimo nastro rosso, dopodiché si precipitò fuori.
Era una giornata calda, nonostante la primavera fosse arrivata da poco, ma ad Erika non sembrava importare molto… a lei interessava solo arrivare in tempo in sala riunioni, per evitare di prendersi un’altra sgridata da parte di Ludwig.
Riuscì ad arrivare appena in tempo, ma quando varcò la porta della sala riunioni trovò ad aspettarla solo Orphe, che non appena la vide si alzò e le andò in contro.
 
“Buongiorno Erika”
“Oh…buongiorno Orphe...ma come mai sei qui da solo? Dove sono tutti?” chiese Erika ansimando per la corsa.
 
Era da poco che Erika e Orphe si erano messi insieme, dichiarandosi i loro reciproci sentimenti e sigillandoli con un bacio. Era stato subito dopo aver ritrovato suo fratello, che Erika aveva finalmente accettato i sentimenti che provava per Orphe; ma nonostante questo, i due non avevano molte occasioni per stare da soli.
 
“Non saprei proprio… pensavo che ci fosse una riunione in programma per oggi, per discutere della festa di primavera… ma, oltre a me, sei l’unica finora ad essersi presentata…” disse Orphe, avvicinandosi di più a lei.
“Oh, capisco… beh meno male, almeno non dovrò sorbirmi le solite lamentele di Ludwig sulla puntualità e sulla diligenza…” mentre Erika parlava, Orphe le si avvicinava sempre di più, fino a che si trovò di fronte a lei. Molto dolcemente le scostò una ciocca di capelli dal viso e le disse, avvicinandosi piano:”…grazie al ritardo dei ragazzi… ho l’opportunità di passare del tempo da solo… con la fanciulla che mi fa battere ogni giorno il cuore…”
“… Orphe… io…” Erika non finì mai quella frase, perché le labbra calde di Orphe si chiusero con le sue in un dolcissimo bacio.
Quando Orphe si spostò per lasciarla respirare, Erika si sentì avvampare.
Poco dopo arrivarono gli altri Strahl con Augusta, Minna e Marin.
 
“Oh eccoli qui i due piccioncini!” esclamò Marin quando li vide insieme.
“!!! M-Marin?! Ma che dici?!” esclamò Erika diventando ancora più rossa di prima.
“Eh, vi abbiamo colto sul fatto stavolta!” disse Ed sorridendo.
“Ed!!!” gridò Erika ormai bordeaux.
“Ahahah, scusami sorellina!” esclamò Ed ridendo.
“Ora capisco perché quando siamo arrivati… Ed ci ha detto di aspettare ad entrare e di nasconderci…” disse Ludwig, con il suo solito tono freddo.
“Lud! Non dovevi dirglielo!” esclamò Camus.
“Cooosa?! Ed!!!” gridò Erika voltandosi verso il fratello.
“… ehm io… veramente…” balbettò Ed guardando in alto, ma non riuscì a trattenere una risata.
“… c’è poco da ridere Ed!” disse Erika, ma l’allegria di Ed contagiò presto anche lei che sorrise.
“… non vorrei interrompervi, ma non avremmo una riunione in programma per oggi?” disse freddamente Ludwig.
“… dai Lud sciogliti un po’! Sei sempre così freddo!” disse Naoji sorridendo.
“… cerco solo di essere razionale…” rispose Ludwig seccato.
“… no Ludwig ha ragione…” disse Erika “… dovremmo cominciare la riunione sulla festa di primavera…”
“… beh vogliamo parlare anche del fatto che le assistenti degli Strahl dovrebbero perlomeno arrivare puntuali alle riunioni?” disse Ludwig accennando un sorriso maligno.
“… ehm…” balbettò Erika.
“... su, ora cominciamo la riunione…” disse Naoji per placare le acque.
“… ma si, lasciamo perdere… tanto arriva sempre in ritardo…” disse Ludwig continuando col suo solito atteggiamento freddo.
“Madamigella Erika… continua pure…” disse infine Naoji.
 
Così gli Strahl e le loro assistenti discussero sulla festa di primavera: come allestirla, cosa portare, i compiti di ognuno…
Finita la riunione le assistenti dovevano andare in aula.
Erika stava seguendo Minna, Marin e Augusta, quando si sentì tirare per un braccio.
Si volse e vide il volto del suo principe azzurro: Orphe, che le si avvicinò e le sussurrò ad un orecchio:”Dopo continueremo ciò che abbiamo lasciato in sospeso…” e detto questo tornò dagli altri Strahl.
Le parole di Orphe provocarono un leggero rossore sulle guance di Erika, ma lei non ci fece caso e tornò dalle sue amiche.
Durante le lezioni Erika faticò molto per restare concentrata. Continuava a pensare alle dolci parole che le aveva rivolto Orphe prima di andare… infondo si erano appena messi insieme, era comprensibile che lui avesse quelle attenzioni per lei… e lei, dal canto suo, era ben felice di riceverle… anche se non essendoci abituata, faticava a trattenere il suo cuore dal palpitare ogni volta che lui le si avvicinava…
Finite le lezioni Erika decise di passare in sala riunioni, nel caso ci fosse stato bisogno di aiuto.
Passando nel cortile, però, venne placcata da un gruppo di studentesse, che la presero per un braccio e la portarono sul retro dell’accademia.
 
“Ma che fate?!” esclamò Erika cercando di divincolarsi dalla presa della ragazze, senza riuscirci.
“Taci! Come hai osato metterti insieme ad uno dei più bei ragazzi di tutti i tempi?! Come hai osato anche solo aver potuto pensare di metterti insieme ad uno Strahl?! Ad Orphe, tra l’altro!” gridò una delle ragazze, scaraventandola contro un muro.
“Adesso ti faremo passare noi la voglia di stare insieme ad Orphe!” e detto questo, la ragazza, tirò fuori un temperino.
“Lasciatemi! Ma che volete farmi?!” gridò Erika sempre più spaventata.
“Adesso lo vedrai! Ahahah!” rise la ragazza con il temperino in mano.
“Muori!” alzò il temperino pronta a colpire Erika in pieno volto… Erika chiuse gli occhi e…
Cosa succederà ad Erika? Riuscirà a sopravvivere? Lo scoprirete nel prossimo episodio!!!

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Capitolo 2
*** Problemi all'orizzonte! ***


“Muori!” alzò il temperino pronta a colpire Erika in pieno volto… Erika chiuse gli occhi e… quando li riaprì trovò davanti a sé l’alta figura di Ed, che l’aveva protetta col suo corpo.
“Ed…” sospirò Erika.
“Cosa volevate fare alla mia preziosa sorellina?!” gridò Ed, con lo sguardo di fuoco.
“Eduard!” esclamarono le ragazze sorprese “ehm… noi…”
“Sparite dalla mia vista…” disse Ed, con uno sguardo che non ammetteva repliche.
Poi si volse verso sua sorella e preoccupato le chiese, accarezzandole affettuosamente la testa:” Stai bene? Non ti hanno ferita vero?”
Erika lo guardò per un secondo, poi gli rispose:”… no stai tranquillo, non sono ferita… tu piuttosto… sei sicuro che il tuo braccio stia bene?”
Ed guardò il braccio che aveva alzato per proteggere Erika, era pieno di sangue.
“Si… non ti preoccupare…” sorrise Ed, nascondendo la ferita “… basterà bagnarlo e andrà via…”
“Mmm…” Erika non sembrava molto convinta.
“Hey…” sorrise Ed “… tranquilla… piuttosto non preferisci che ti accompagni? Non vorrei che tu ti trovassi di nuovo in pericolo…”
“Oh non preoccuparti! Pensa al tuo braccio invece… e poi è giusto che anche io me la sappia cavare da sola…” disse Erika sicura di sé.
“... d’accordo…” sospirò Ed, ricordandosi che quando sua sorella si metteva in testa qualcosa era impossibile farle cambiare idea “Ma promettimi che starai attenta…”
“Si…” sorrise Erika “…te lo prometto” poi si voltò e corse verso il dormitorio femminile.
 
… perché quelle ragazze mi hanno aggredita in quel modo? Sono certa che fossero delle fan di Orphe, ma… pensavo che una volta fidanzati lo avrebbero lasciato perdere… penso che sia meglio non farne parola con lui… si preoccuperebbe…
 
Erano questi i pensieri di Erika, mentre si dirigeva verso il dormitorio femminile.
Aveva uno sguardo triste e si sentiva molto amareggiata; in cuor suo sapeva che amava Orphe, ma non era sicura che mettersi con lui fosse stata una saggia decisione.
Così, con questo stato d’animo, non si accorse di aver sbagliato strada; capì di essere nei pressi del dormitorio maschile solo quando, mentre camminava a testa bassa, urtò una persona… Naoji.
 
“Oh… perdonami Naoji!” esclamò Erika.
“Madamigella Erika… stai bene?” le chiese Naoji preoccupato.
“… si…” il viso di Erika tornò a farsi cupo.
“…” Naoji la guardò per un secondo, poi sorridendo le disse :”Se hai qualche problema puoi parlarne con me… lo sai”
“…” Erika non disse nulla e abbassò lo sguardo.
“Ho capito…” sorrise Naoji “… non so cosa ti turba, ma conosco un ottimo metodo per alleviare la tensione”
Erika lo guardò incuriosita.
 
Il vento soffiava caldo tra i capelli di Erika e Naoji; si trovavano proprio sotto il ciliegio, che con i suoi rami sembrava in qualche modo proteggerli.
Erika teneva gli occhi chiusi, si stava concentrando… poi d’improvviso li aprì.
Tese l’arco e incoccò la freccia, con lo sguardo fisso sul bersaglio.
Naoji le si avvicinò da dietro e le alzò dolcemente le braccia, il suo respiro era proprio sul collo di Erika, ma la ragazza era troppo concentrata per accorgersene.
Quando Naoji si scostò, lei lasciò andare la presa e tirò la freccia proprio nel centro del bersaglio.
“Wow!” esclamò Erika con gli occhi che le brillavano.
“Un centro perfetto!” sorrise Naoji, poi le chiese:”Allora… stai un po’ meglio adesso?”
“Si… ti ringrazio Naoji! Sei un ottimo insegnante!” esclamò Erika.
“Ne sono molto onorato…” disse Naoji, sempre sorridendo.
 
Erika si congedò da Naoji e si incamminò verso il dormitorio femminile, ma non sapeva che qualcuno, dalla finestra del dormitorio maschile che dava sul cortile, aveva visto tutta la scena… Orpherus…
Orphe sapeva i sentimenti che Naoji nutriva nei confronti di Erika ed aveva piena fiducia nella ragazza… era di Naoji che faticava a fidarsi; sapeva bene quanto era difficile trattenere le proprie emozioni di fronte ad un ragazza così carina… lui stesso aveva dovuto trattenersi quando ancora Erika era alla ricerca di suo fratello e comprendeva quello che Naoji provava, anche adesso che lei stava con lui… ma non aveva alcuna intenzione di cedergliela… avrebbe combattuto per lei sino alla fine.
Erika era riuscita ad arrivare al dormitorio per l’ora di cena e si era seduta, come al solito, con Augusta, Minna e Marin.
 
“Erika-chan ma dove sei stata?! Ti abbiamo aspettata un sacco!” esclamò Marin non appena la vide arrivare.
“Scusate ragazze… mi sono trattenuta a parlare con Naoji e ho fatto tardi…” disse Erika.
“… eri con Naoji?” la voce di Marin si fece più cupa del solito, ma Erika non se ne accorse e le rispose:”Si, mi ha fatto tirare qualche freccia col suo arco per alleviare la tensione… e devo dire che ha proprio funzionato”.
 
Le ragazze parlarono ancora per un po’ e dopo andarono a dormire.
Nei giorni seguenti le ragazze e gli Strahl attuarono i preparativi per la festa di primavera; Erika e Orphe non avevano molto tempo per vedersi, impegnati com’erano.
Arrivò il tanto sospirato giorno in cui si sarebbe svolta la festa di primavera.
Erika si dava un gran da fare alla festa, gestiva alcune bancarelle, alternandosi con Augusta e Minna. Marin non era molto brava in quelle cose e si limitò ad esporre ai passanti le varie attrazioni della festa.
Finalmente Erika, su consiglio di Augusta, si prese una pausa e ne approfittò per cercare Orphe… almeno per la festa sarebbero riusciti a stare un po’ insieme.
Così iniziò a cercarlo, e dopo un po’ lo vide… Erika si fermò e guardò la scena pietrificata: Orphe era circondato da una marea di ragazze, che gli stavano appiccicate!
Rimase in uno stato di trans per un po’. Si sentiva sola e abbandonata; sapeva che Orphe era molto popolare tra le ragazze, ma non si sarebbe mai aspettata che loro gli girassero attorno anche durante la festa di primavera, specialmente ora che era fidanzato!
Con una maschera di desolazione e sconforto e con una gran confusione in testa, Erika si allontanò.
Corse verso un viale che portava al fiume e quando fu vicina alla riva rallentò, fino a fermarsi. Aveva lo sguardo chino e calde lacrime le rigavano il volto, quando… una voce alle sue spalle la fece girare di scatto.
 
“Madamigella Erika?” era Naoji.
“Ah sei tu Naoji…” disse Erika, asciugandosi in fretta il viso “Che ci fai qui?”
“Ero venuto qui sulla riva del fiume a guardare le stelle… tu piuttosto… che fai qui da sola in questo posto desolato? Pensavo che passassi la serata con Orphe…” disse Naoji, avvicinandosi a lei.
“… no, lui… preferisce la compagnia delle altre ragazze alla mia…” disse tristemente Erika.
“… se io fossi stato in lui…” disse Naoji, avvicinandosi di più a lei “… non ti avrei mai lasciato da sola…”
 
Naoji… perché dici questo?
 
Erika lo guardò sorpresa.
“Io non ti farei mai questo… non lascerei mai la persona più importante per me da sola…” disse Naoji dolcemente.
“… Naoji cosa…” Erika non finì mai quella frase, perché Naoji, prendendole dolcemente il braccio, la strinse in un caldo abbraccio.
 
Naoji?! Ma che stai facendo?! Se dovesse vederci Orphe…
 
Dei passi improvvisi li interruppero… era Orphe e aveva visto tutto.
Aveva uno sguardo serio e freddo, somigliava vagamente allo sguardo di Ludwig.
 
“Orphe!” esclamò Erika, staccandosi da Naoji.
Orphe non disse nulla, ma la guardava intensamente… rimasero a fissarsi per pochi istanti.
Dopo un lungo silenzio Orphe si voltò e disse freddamente:”… visto che ti piace così tanto passare del tempo con lui… io me ne vado…” detto questo se ne andò.
“Aspetta Orphe non è come pensi!” gli gridò Erika e fece per seguirlo, ma venne trattenuta per la manica da Naoji.
Si voltò a guardarlo e gli disse:”Naoji… ti prego lasciami andare da lui… io lo amo…” aveva uno sguardo disperato.
“…” Naoji la guardò per un secondo e poi le disse, lasciandole la manica:”D’accordo… vai pure…” e detto questo volse lo sguardo al fiume.
“… mi dispiace Naoji…” disse Erika, poi si volse e iniziò a correre.
 
Erika si mise a cercare Orphe dovunque alla festa, chiese anche a Ed se l’aveva visto, ma lui le rispose che non era passato di lì.
Ma quando lo chiese a Minna e Marin…
 
“Ragazze! Avete per caso visto passare Orphe di qui?”
“Mmm… non mi sembra…” le rispose Minna.
“Ma che dici Minna-chan? Se l’abbiamo visto poco fa con una ragazza a braccetto!  Mi sembra che si sia diretto verso l’altra sponda del fiume…” disse Marin.
“Marin!” gridò Minna, poi si volse verso di Erika che sembrava un relitto.
“ehm… Erika? Tutto bene?” chiese Minna timorosamente.
 
Erika non le rispose, ma si fiondò come un fulmine nella direzione indicatale da Marin.
 
Non mi importa se dovrò sopportare le angherie delle sue fan! Non mi importa se non possiamo sempre vederci e se abbiamo poco tempo da passare insieme! Per nulla al mondo vorrei perderlo!
 
E con questi pensieri Erika arrivò alla sponda del fiume, proprio dietro Orphe e la ragazza. Si fermò leggermente prima e si nascose in un cespuglio a spiarli.
 
“Orpherus… tu mi piaci da sempre…” disse la ragazza sconosciuta a Orphe, arrossendo.
Orphe si girò a guardarla, con uno sguardo privo di emozioni.
La ragazza, allora, avvicinò il suo viso a quello del ragazzo nel tentativo di baciarlo.
A quel punto Erika si alzò di scatto; dal suo sguardo si capiva benissimo che era preoccupatissima.
La ragazza si alzò sulle punte e avvicinò pian piano le sue labbra a quelle del ragazzo, che però la fermò appena in tempo.
“… mi dispiace, ma il mio cuore appartiene già ad un’altra fanciulla…” disse Orphe.
La ragazza si voltò e corse via piangendo, senza notare la presenza di Erika.
Erika si avvicinò piano a Orphe, che le dava le spalle. Gli mise le braccia attorno alla vita e lo strinse teneramente a sé.
Dopo pochi istanti Orphe le prese le mani e le staccò da sé… poi si volse verso di lei e la guardò intensamente.
 
“Erika… perché sei qui?” disse in tono cupo.
“… Orphe… chiunque non riuscirebbe a stare lontano dalla persona amata…” gli disse dolcemente Erika.
“… ma prima con Naoji…” iniziò Orphe, ma venne interrotto da Erika “Temo che tu abbia frainteso Orphe… vedi, io ti ho visto circondato da tutte quelle ragazze prima e… ho avuto un attacco di gelosia… temevo che tu ti saresti allontanato sempre di più da me… e che io mi sarei ritrovata sola…” fece una pausa, ma poi continuò “… ero così spaventata che sono corsa al fiume e lì ho incontrato Naoji, che mi ha abbracciato di sua iniziativa… suppongo per tranquillizzarmi…”
Orphe la guardò meravigliato e poi, incredibilmente, le sorrise.
Oh, i suoi sorrisi per Erika erano la cosa più bella del mondo, non si sarebbe mai stancata di vederli.
“… sciocchina… come potrei dimenticarmi di te? Come potrei allontanare la fanciulla che mi permette ogni giorno di vivere, con uno solo dei suoi sorrisi?” disse dolcemente Orphe.
 
Erika arrossì, mentre si specchiava negli occhi cristallini di Orphe.
La ragazza gli mise le braccia intorno al collo, mentre lui le cingeva dolcemente la vita; poi avvicinò pian piano le sue labbra a quelle di lei… si diedero un lungo e intenso bacio.
Quando tornarono a guardarsi si accorsero che erano cominciati i fuochi d’artificio programmati; così si volsero ad ammirarli.
“Ti amo Orphe…” disse Erika appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Ti amo anche io Erika...” le rispose Orphe accarezzandole dolcemente la testa.
 
I fuochi artificiali di quella sera vennero ricordati da tutti, meno che da due giovani innamorati, i cui soli pensieri erano l’uno per l’altra.

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Capitolo 3
*** Un sentimento che nasce e uno che si spegne (parte 1) ***


La brezza leggera soffiava tra i capelli di Naoji, provocandogli un leggero brivido sulla parte della nuca dove la sua lunga chioma corvina lasciava uno spiraglio.
Come ogni mattina si era svegliato presto ed aveva fatto la sua ora di meditazione, poi si era dedicato al suo hobby preferito: il tiro con l’arco.
Il sole era alto nel cielo e i suoi raggi illuminavano il volto rilassato del ragazzo, i petali dei ciliegi in fiore davano un tocco romantico al quadro che si era creato.
Senza esitazioni Naoji tese l’arco, incoccò la freccia e tirò, colpendo perfettamente il centro del bersaglio.
Dopo tutta la tensione che aveva accumulato negli ultimi tempi: aver scoperto di provare dei sentimenti forti per Erika, il rifiuto da parte sua, lo scontro con Orphe… il tiro con l’arco sembrava l’unico modo per rilassare i nervi. In un così bel giorno di primavera era ancora più piacevole.
 
“Hey Naoji!” la voce squillante di Ed interruppe i pensieri di Naoji.
“Ed… buongiorno” disse Naoji voltandosi verso l’amico.
“Yaaam! Certo che sei proprio mattiniero tu! Ti svegli all’alba per meditare e poi vieni a fare tiro con l’arco… proprio non ti capisco!” esclamò Ed sbadigliando assonnato.
“Ahah… ma sapessi com’è rilassante…” disse Naoji sorridendo divertito.
“Beh, rilassante o no, dobbiamo andare in sala riunioni prima delle lezioni… quindi è meglio se ti prepari” disse Ed.
“D’accordo” sorrise Naoji e i due si diressero verso il dormitorio maschile.
 
Quando Naoji si fu preparato, lui e Ed si diressero dagli altri Strahl.
Andarono prima nella stanza di Ludwig e lo trovarono, come sempre, di cattivo umore; aspettarono che fosse pronto e poi proseguirono nella stanza di Camus che, come ogni mattina, stava curando i fiori che teneva sul davanzale. Non appena li vide si diresse verso di loro.
 
“Buongiorno Camus” lo salutò Naoji.
“ ‘Giorno” disse Ed.
“Buongiorno a voi ragazzi!” disse calorosamente Camus, poi si rivolse a Ludwig e sfoggiando il suo dolcissimo sorriso gli disse:” Buongiorno anche a te Lud”.
“… buongiorno.” rispose Ludwig senza aggiungere altro.
Camus sorrise e uscì dalla stanza.
Gli Strahl si diressero verso la stanza di Orphe, quando Eduard li fermò...
“Orphe è già uscito” disse improvvisamente.
“Ma come… e non ci ha aspettato?” chiese Naoji sorpreso.
“… aveva degli affari urgenti da sbrigare e quindi si è diretto in sala riunioni in anticipo” rispose Ed con nonchalance.
 
Così gli Strahl uscirono dal dormitorio maschile e attraversarono il cortile che portava all’accademia. Poco prima di arrivare nel corridoio d’ingresso si imbatterono nelle loro assistenti: Minna, Marin e Augusta.
“Buongiorno Strahl!” salutò allegramente Marin.
“Buongiorno a voi ragazze” rispose Ed.
“State andando in sala riunioni?” chiese Augusta.
“Si, anche voi presumo” rispose Ed.
“Che bello allora ci andremo insieme!” gridò euforica Marin.
Nel frattempo Minna si era avvicinata a Ludwig…
“Ludwig, ti trovo in splendida forma anche oggi” disse con ammirazione.
“… si.” tagliò corto Ludwig.
“Noto che madamigella Erika non si trova con voi” disse Naoji.
“Conoscendola starà ancora dormendo… arriva sempre in ritardo” disse con freddezza Ludwig.
“Lud, non è carino da dire!” lo rimproverò Camus.
“Tsk!” disse Ludwig.
 
Naoji, ormai estraniato da quei discorsi, si sentiva triste… Erika l’aveva chiaramente rifiutato pochi mesi prima ed ora era la fidanzata di Orphe, uno dei suoi più cari amici, ma lui, immancabilmente, si ritrovava a pensare a lei, a cercarla con lo sguardo e non sapeva come sbarazzarsi di quei sentimenti…
Era così perso nei suoi pensieri, da non accorgersi che qualcuno lo stava osservando… e non se ne accorse nemmeno quando, insieme alle assistenti e agli altri Strahl, attraversò il corridoio che portava alla sala delle riunioni.
 
Arrivati davanti alla porta, Ed li fermò.
“Ragazzi, aspettate…”
Si voltarono tutti e lo guardarono.
“… dobbiamo nasconderci per un po’” disse con un sorriso Ed.
“Cosa?” disse Minna, interpretando i pensieri di tutti.
“Venite con me e non fate domande, presto!” e detto questo, Ed trascinò tutti in un cespuglio lì vicino, nel giardino circostante.
Attesero non sapendo bene cosa, ma capirono subito quando videro dall’altra parte del corridoio una ragazza che correva… era Erika, che non si accorse di loro e si precipitò in sala riunioni.
 
“Era questo il tuo piano? Mostrarci che quella sciocca di Erika era di nuovo in ritardo?” chiese Ludwig dopo che la fanciulla fu entrata… “Possiamo entrare ora?”.
“Credo sia meglio aspettare qualche minuto, infondo non ci costa nulla” disse Augusta, capendo cosa stava tentando di fare Ed.
“Bah, è solo tempo sprecato…” rispose Ludwig, ma aspettò pazientemente insieme agli altri.
 
Augusta non era la sola ad aver capito il motivo per cui Ed aveva detto loro di nascondersi, c’era anche Naoji. Aveva capito immediatamente, dopo aver visto la fanciulla dei suoi sogni correre verso la porta, ma non poté far nulla, se non rimanere nascosto insieme agli altri. Si sentiva ancor più angosciato ora; non capiva come un singolo sentimento, che un tempo era piacevole, potesse suscitare così tante emozioni dolorose.
Improvvisamente, Marin si alzò ed esclamò:” E’ tanto che Erika-chan è lì dentro, mi domando cosa stia facendo!” e detto questo si diresse verso la porta.
“Marin aspetta!” gridò sottovoce Ed e tentò di fermarla, ma era troppo tardi: Marin era entrata in sala riunioni e aveva trovato Erika e Orphe chiusi in un tenero abbraccio.
L’entrata di Marin era stata seguita da quella di tutti gli altri; Naoji chiudeva la fila.
Si sentiva a disagio in quella situazione ed in mezzo a quei discorsi e non sapeva bene come uscirne; perciò nel mentre in cui Ludwig stava rimproverando Erika, per il suo evidente ritardo, riuscì a placare le acque e a far cominciare la riunione.
 
A riunione finita, il ragazzo si diresse subito in biblioteca. Non voleva aspettare e rimanere ulteriormente ferito dalle effusioni che i giovani innamorati avrebbero potuto scambiarsi in sua presenza.
Era stanco… stanco di vederli continuamente insieme… stanco di sentire i loro discorsi amorosi… stanco di loro… e mentre teneva aperto un libro nella sua lingua nativa, travolto da quella miriade di pensieri, poggiò la testa sulla pagina e si addormentò.
 
Erano finite da poco le lezioni quando Naoji si svegliò di soprassalto. Si sentiva inquieto. Aveva fatto uno strano sogno, che in qualche modo gli sembrava reale. Nel sogno, lui teneva poggiata la testa contro il tronco di una quercia e stava assaporando l’aria primaverile, quando all’ improvviso, una figura indistinta gli si era avvicinata e lo aveva baciato sulle labbra.
In quel momento lui si era svegliato, ma ricordava esattamente il calore ed il gusto di quel bacio. Sembrava come se non si fosse trattato solo di un sogno; come se fosse successo realmente… e la prova che era realmente accaduto gli arrivò poco dopo, quando, sfiorando con le dita le labbra, le trovò sporche di rossetto. Si inumidì piano la bocca con la lingua e sentì un gusto dolce e nostalgico, lo stesso del sogno… era ciliegia.
 
Chi sarà la misteriosa persona che ha baciato Naoji? Riuscirà a far cadere i forti sentimenti che il ragazzo nutre per Erika ed a farlo innamorare di lei? Lo scoprirete nel prossimo episodio!!!

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Capitolo 4
*** Un sentimento che nasce e uno che si spegne (parte 2) ***


Un bacio al gusto di ciliegia.
Era esattamente quello di cui Naoji aveva bisogno per aprire una volta per tutte gli occhi. Si era concentrato così tanto solamente sull'amore che provava per Erika da non accorgersi che qualcun altro stava nutrendo dei sentimenti per lui.
Bastò solo quello, un bacio, per riempire la testa del ragazzo di mille domande e far sparire quel senso di inquietudine e tristezza che lo attanagliava.
A quelle domande, però, bisognava che Naoji trovasse delle risposte concrete, così senza scomporsi troppo si pulì le labbra dal colore rossastro che avevano assunto e uscì dalla biblioteca.
Non sapeva dove cercare, la Rosentolz Accademy era enorme, sapeva solamente che si trattava di una ragazza che portava un rossetto color ciliegia.
Iniziò, così, a camminare per i corridoi ed a scrutare ogni ragazza nei dintorni, per constatare se almeno una di loro aveva le labbra di quel rosso particolare… ma non ne vide nemmeno una.
C'erano ragazze che indossavano rossetti color pesca, altre che ne indossavano di color prugna, altre ancora indossavano solamente un lucidalabbra per mettere in risalto il loro roseo colore naturale… nessuna, però, aveva le labbra rosso ciliegia.
Ma l'accademia era gigantesca e Naoji ne aveva visitata solo una piccola parte, quando si imbatté in Marin.
 
“Naoji-kun! Che sorpresa trovarti qui!” disse Marin con la sua solita gioia.
“Ah, buon pomeriggio Marin” la salutò Naoji distrattamente.
“Cosa ti porta da queste parti? Non dovresti essere al club di tiro con l’arco a quest’ora?” chiese la ragazza.
“Beh sai, ho deciso di saltare l'allenamento per oggi…” rispose il giovane “ho degli affari urgenti da sbrig…” si interruppe.
 
Qualcosa aveva catturato completamente la sua attenzione… e quel qualcosa erano le labbra di Marin. Erano rosse, proprio di quel rosso che tanto disperatamente andava cercando il ragazzo e che sulle labbra della giovane produceva un effetto ipnotico.
Che fosse proprio Marin la misteriosa ragazza che lo aveva baciato?
No. Era troppo presto per giungere ad una qualunque conclusione. Infondo potevano benissimo esserci altre ragazze con le labbra di quel colore, doveva solo continuare a cercarle.
 
“Ti senti bene Naoji-kun?” chiese improvvisamente Marin.
Ritornando alla realtà, Naoji si affrettò a rispondere: “Si, si... benissimo”.
“Ora se vuoi scusarmi dovrei recarmi al dormitorio. Arrivederci Marin” si congedò il ragazzo.
“Ok, ci vediamo Naoji-kun!” lo salutò la ragazza con un sorriso.
 
Confuso, a passo svelto, Naoji rientrò nel dormitorio maschile.
Passò dal corridoio che dava sul cortile e non si accorse che proprio in quel momento, dal giardino, qualcuno stava correndo nella sua direzione, fino a che non gli venne addosso.
Era Erika che, come il ragazzo, aveva mille pensieri in testa e non si accorse di aver preso la strada sbagliata.
Era proprio l'ultima persona che il giovane avrebbe voluto vedere in quel momento. Si sentiva in qualche modo in colpa per quello che era accaduto in biblioteca e per tutta la disperazione con cui cercava l’artefice del gesto… era come se avesse tradito i sentimenti che provava per lei.
Non poteva, però, ignorare la tristezza che scaturiva dal volto della fanciulla, se c'era una cosa che non sopportava era proprio vedere la persona amata triste. Decise, così, di fare qualcosa per tirarla su di morale.
E cosa poteva fare se non la cosa che gli riusciva meglio?
La portò quindi al club di tiro con l'arco, e là, sotto i ciliegi in fiore, passarono buona parte del pomeriggio.
Quando la ragazza si congedò, Naoji, avvertì un enorme peso sul cuore… era come se fosse diviso a metà: da una parte c'era l'amore che provava per Erika e tutti i sentimenti passati e presenti che la riguardavano; dall'altra c'era un punto interrogativo che nascondeva una miriade di domande che non davano pace al ragazzo… chi era la fanciulla che aveva profanato le sue labbra mentre era assopito? Perché quel gesto l'aveva così profondamente turbato se lui provava dei sentimenti per un'altra? E come mai non riusciva a togliersi dalla testa la dolcezza del gusto che l'aveva svegliato?
Con tutte queste domande, Naoji si incamminò verso il dormitorio maschile.
Quella sera cenò in fretta e si ritirò nelle sue stanze molto presto, in attesa che il giorno seguente arrivasse.
 
La mattina dopo cominciarono i preparativi per la festa di primavera e Naoji aveva il compito di decorare la parte anteriore del porticato dell'accademia.
Era intento ad appendere ghirlande floreali, quando, abbassando lo sguardo, notò a terra un oggetto dal colore familiare… era un rossetto.
Con stupore si affrettò a raccoglierlo e mentre lo studiava silenziosamente, notò incise sopra le iniziali “M.K.”.
Capì subito chi fosse la proprietaria e si diresse quindi verso il retro dell'accademia.
Là nel cortile, tra i ciliegi e i peschi in fiore c'era lei… Marin Kahlenberg, intenta a cogliere margherite e tulipani selvatici.
Naoji si avvicinò alla ragazza… era stranamente inquieto, come se d'improvviso avesse perso tutta la sua sicurezza.
Quando Marin lo notò, si alzò subito e lo salutò con la sua solita allegria.
 
“Oh, Naoji-kun!” esclamò.
“Salve Marin” disse nervosamente Naoji.
“Sei venuto a trovarmi, Naoji-kun?” chiese Marin, arzilla.
“Sono venuto a portarti questo, ho pensato fosse tuo viste le iniziali” disse il ragazzo e le porse il rossetto.
“Ecco dov'era finito! Grazie Naoji-kun ho temuto di averlo perso!” esclamò la fanciulla “Sai, è davvero prezioso per me, è un regalo di mio padre, me l'ha spedito per il mio compleanno!” continuò la ragazza “Per fortuna che l'hai ritrovato!” e detto questo fece un dolce e tenero sorriso, che se Naoji non si fosse appoggiato ad uno dei ciliegi, si sarebbe di sicuro sciolto.
 
Se Erika riusciva a contagiare le persone che le stavano accanto con la sua allegria, Marin riusciva altrettanto bene a colpire il cuore con la sua dolcezza, una dolcezza che non sempre veniva notata, ma che risiedeva in lei da tempo, dietro quella facciata ingenua con la quale appariva solitamente.
Naoji la guardò un istante e per la prima volta in vita sua arrossì leggermente.
 
“Beh se non c’è altro allora…” fece Naoji, sul punto di andarsene.
“Aspetta Naoji-kun!” lo fermò la fanciulla “C’è qualcosa che posso fare per ringraziarti?” gli chiese.
Naoji era sul punto di rifiutare, quando gli venne un'idea e si affrettò a dire: “In effetti qualcosa c’è… Marin, tu per caso sai se ci sono altre ragazze oltre a te che portano un rossetto come quello?”
La ragazza stette un momento a pensare e poi rispose: “È difficile… questo tipo di colore non va molto di moda in questi ultimi tempi, quindi è raro che qualcuno lo porti… ma forse ci sono ragazze che non sono al corrente delle ultime tendenze e magari lo usano ancora… posso aiutarti a trovarle se vuoi”.
“Grazie mille Marin, ma non preoccuparti, non ce n’è bisogno… era semplice curiosità la mia” sorrise Naoji.
“Oh, Naoji-kun, ti prego permettimi di farlo! Sarà per ringraziarti di aver trovato il mio prezioso regalo!” disse Marin, con due occhi che avrebbero intenerito persino Ludwig.
“Ah… d'accordo allora… cominceremo le ricerche questo pomeriggio” disse Naoji e si accordò con la ragazza sul tempo e sul luogo dell’incontro.
 
Il luogo stabilito era l'ingresso della biblioteca.
Quando Naoji arrivò, trovò Marin che lo aspettava impaziente… era così entusiasta di partecipare a quella “missione” segreta che faticava a trattenere l'eccitazione, e al ragazzo tutta quella frenesia metteva di buon umore.
Cominciarono ispezionando i corridoi al pian terreno e le rispettive aule che il pomeriggio fungevano da club, ma non trovarono nulla.
Continuarono scrutando il cortile e la stalla, dove venivano tenuti i cavalli per il club di equitazione, ma nemmeno lì trovarono la ragazza che cercavano.
 
“Come primo giorno di ricerca direi che può bastare” disse Naoji “continueremo domani pomeriggio, alla stessa ora e nello stesso posto” finì con un sorriso.
“Ok capo!” disse allegramente Marin.
 
E così, nei giorni seguenti, i due si incontrarono spesso per quelle uscite spionistiche alla ricerca della misteriosa ragazza.
Senza rendersene conto, Naoji passava dei momenti molto felici e spensierati in compagnia della fanciulla che seppur ritenuta da molti ingenua e di scarso intelletto, si era rivelata molto arguta e strategica nel trovare nascondigli adeguati dai quali osservare.
L'allegria e la dolcezza della giovane non potevano che far bene al ragazzo, che un po' alla volta cominciava a stare meglio e a sorridere come prima.
Ma quella spensieratezza non durò a lungo, il fato volle che un giorno, uscendo dall'aula di lettura e passando di fianco ad una finestra, Naoji vide, vicino alla serra, Marin che stava ammirando un vaso di crisantemi. Involontariamente il ragazzo sorrise e rimase ad ammirare la fanciulla, come incantato… ma il suo sorriso si spense in fretta quando vide avvicinarsi a lei Camus che portava due vasi colmi di fiori da mostrarle.
Quando poi la ragazza sorrise, il volto di Naoji si fece cupo e avvertì una fitta al petto.
Perché la cosa lo turbava tanto? Non aveva mai provato nulla del genere per lei prima, perché adesso doveva essere diverso? Il suo cuore non era forse pieno di sentimenti per Erika?
Ma nonostante si fosse allontanato con questi pensieri, il giovane non riusciva a smettere di pensare alla scena appena vista e al dolce viso di Marin che sorrideva ad un altro ragazzo, e questo lo turbava parecchio.
L'aspetto della ragazza era quello di una bambolina dai capelli rosa, perciò non ci si poteva stupire se i ragazzi la trovavano carina, ma per Naoji era diverso… lui non vedeva solo la bellezza in Marin, riusciva a percepirne la dolcezza, l'allegria e quel suo modo di fare che ingenuamente la metteva spesso nei guai, e tutto ciò al ragazzo, in qualche modo, piaceva.
Non sapeva come si potessero esprimere quei sentimenti che inaspettatamente lo avevano travolto e intrappolato in una rete di emozioni, dalla quale faticava ad uscire.
 
Arrivò, così, il tanto atteso giorno della festa di primavera, senza che i due ragazzi fossero riusciti a trovare la misteriosa ragazza del rossetto.
Mentre Naoji, si occupava di insegnare alle ragazze e ai ragazzi che volevano provare a tirare con l'arco, Marin era intenta a mostrare alle persone le varie attrazioni della festa.
Dopo circa un paio d'ore, il ragazzo si fece dare il cambio e si incamminò nella direzione della fanciulla per constatare come se la stesse cavando, ma non ci arrivò mai… qualcosa attirò la sua attenzione. Voltandosi, vide Erika in lacrime che correva verso il fiume.
Sentì l’impulso irrefrenabile di seguirla. Anche se sapeva che non avrebbe ottenuto nulla, non poteva ignorare il fatto che stesse piangendo.
Così, dando ascolto al suo cuore, rincorse la giovane fino alla sponda del fiume, fingendo di trovarsi lì per caso.
Dopo aver saputo da Erika che Orphe era in compagnia di altre ragazze, non riuscì a trattenersi dall'abbracciarla.
Quel gesto che avrebbe dovuto essere un simbolo dell'amore che provava per lei, lasciava il ragazzo perplesso. Non si trattava affatto di amore… è più giusto dire che il sentimento che provava in quel momento non era nient’altro che rammarico per la situazione vissuta dalla ragazza… e con quell'abbraccio lui cercava di consolarla e tranquillizzarla.
Si stupì non poco di questo.
Che i sentimenti provati per la giovane fossero spariti?
Poco dopo Orphe colse i due giovani in quell’atteggiamento fraintendibile e se ne andò con uno sguardo di ghiaccio.
Quando Erika tentò di raggiungerlo, Naoji la trattenne per la manica e stette un momento a guardarla negli occhi. Rivide mentalmente il loro incontro, il momento in cui aveva scoperto di provare qualcosa per lei e tutti i momenti passati insieme sia di gioia che di tristezza… dopodiché la lasciò andare dal suo amato.
Il giovane, rimasto ormai solo, si volse ad ammirare il fiume.
Avvertiva un senso di libertà e pace, finalmente aveva capito. La ragazza che aveva amato sarebbe rimasta per sempre nel suo cuore, ma solamente come un ricordo… ora c'era un'altra che riusciva a far provare delle emozioni forti al giovane, per la quale provava un forte senso di protezione e della quale non si sarebbe mai stancato.
E così, per dare libero sfogo agli ultimi sentimenti che provava per Erika, fece qualcosa di veramente inaspettato… pianse.
 
“Naoji-kun?” lo chiamò improvvisamente Marin poco dopo.
Naoji si voltò verso la giovane: “Marin” e sorrise.
“Stai bene?” chiese la ragazza preoccupata.
“Si… ora che sei qui non potrebbe andare meglio” rispose il giovane guardandola intensamente.
In quel momento la giovane arrossì.
“Ehm, Naoji-kun…” cominciò.
Il ragazzo si avvicinò a lei: “Si, Marin?” sussurrò, continuando a guardare quegli occhi color ametista.
“… devo confessarti una cosa… in realtà sono l'unica a possedere quel rossetto… è stato fatto su ordinazione di mio padre ed è stato importato dall'estero… è un prodotto di origine orientale” confessò Marin “… mi dispiace, avrei dovuto parlartene prima, ma… desideravo passare del tempo in tua compagnia…” continuò la ragazza arrossendo più di prima.
“Sei arrabbiato?” domandò infine timorosa.
Naoji sorrise “Come sospettavo… ma non devi preoccuparti, non sono affatto arrabbiato, anzi…” e con dolcezza le accarezzò la testa “… come potrei essere arrabbiato con una ragazza tanto adorabile?”
“Naoji-kun! Io… sono innamorata di te!” disse con coraggio la ragazza.
Il ragazzo ne fu sorpreso, ma, sorridendo, prese tra le mani l'esile viso della fanciulla e la baciò dolcemente.
“Anche io” ammise, arrossendo leggermente, mentre Marin lo guardava con occhi sognanti.
 
I due vennero sorpresi dagli improvvisi fuochi artificiali, che contribuirono a creare un'atmosfera magica per quei timidi innamorati che, tenendosi per mano, li ammiravano incantati.

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Capitolo 5
*** Lo strano corso degli eventi ***


Un bagno rinvigorente… una vellutata crema idratante… una nota appena accennata di profumo… dopodiché si passa all’acconciatura: spazzolare i capelli con cura e attenzione, in modo da donargli un aspetto del tutto naturale, e agghindarli con un cerchietto colorato.
 
Questo era il “rituale” che Minna compiva ogni mattina.
Certo, richiedeva un enorme impegno e sforzo, ma lei, tenace com’era, sarebbe riuscita nel suo intento, a qualunque costo.
 
Il suo voler apparire al meglio ogni giorno non era nato per caso, o forse sì.
Da un po’ di tempo, infatti, il suo interesse per gli Strahl era cresciuto ed in particolare per uno di loro, Ludwig. Ogni volta che lo vedeva il suo cuore sussultava, il suo respiro diventava pesante e la voce le tremava.
Ma per quanto si sforzasse di darsi un contegno in sua presenza, lui non la degnava di un minimo sguardo; questo fece scaturire in Minna la voglia di migliorarsi sempre di più, per riuscire a farsi notare dal bel tenebroso.
 
Così, con la pelle morbida e profumata, i capelli acconciati e vestita di tutto punto, Minna uscì dalla sua stanza.
Mentre si apprestava a scendere le scale, sentì una voce alle sue spalle gridare:
 
“Minna-chaaaaaan!”
 
Minna fece appena in tempo a voltarsi che si ritrovò Marin addosso, con uno dei suoi abbracci mattutini.
 
“Marin! Hai intenzione di staccarti?! Stai rovinando il mio lavoro di ore!” le gridò Minna.
“Oh, scusa Minna-chan! Volevo solo augurarti il buongiorno!” rispose Marin allegra, per nulla intimorita dalla voce grossa che era solita fare l’amica.
“Puoi augurarmi il buongiorno solo con un semplice saluto! Quante volte te lo dovrò dire?” le ribadì Minna, cominciando a scendere la scalinata.
 
“Si può sapere cos’è tutto questo trambusto? Vi si sente dal cortile.”
 
Al pian terreno una voce le raggiunse.
Le ragazze si sporsero e intravidero l’alta e slanciata figura di Augusta, in piedi vicino all’ingresso del dormitorio.
 
“Oh, Augusta-chan! Buongiorno!” le gridò Marin.
“Buongiorno ad entrambe” rispose Augusta tranquillamente.
“Già, era un buongiorno fino a 10 minuti fa… I miei capelli devono essere un disastro ormai!” disse Minna.
“Suvvia, stai benissimo. Ma non è il caso di perdere ulteriore tempo, abbiamo una riunione in programma per oggi e sarebbe opportuno arrivare puntuali.” disse diligentemente Augusta.
 
Così le tre ragazze si diressero verso l’accademia, ma poco prima di arrivarvi incontrarono gli Strahl, ad eccezione di Orpherus che era assente.
Alla vista di Ludwig, il cuore di Minna accelerò.
 
L’alta e possente figura del ragazzo, dai capelli scuri come il mare d’inverno e dagli occhi gelidi, avrebbe spaventato chiunque, ma non lei; lei riusciva ad andare oltre quel muro di apparente minacciosità che lui sembrava essersi creato per tenere lontane le altre persone.
Vedeva, sì, un ragazzo un po’ burbero e scontroso, ma che celava nel profondo un grande cuore.
 
Si fece coraggio e si avvicinò a lui mentre gli altri parlavano.
Tentò di scambiarvi due parole, ma non ottenne l’effetto che sperava; però non si perse d’animo, sapeva benissimo che non sarebbe stato facile catturare la sua attenzione, ma voleva comunque tentare.
 
Mentre camminavano per i corridoi dell’accademia, diretti verso la sala riunioni, le attenzioni di Minna erano tutte per Ludwig; lo guardava con ammirazione e non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, senonché si accorse che non era la sola a non riuscirci. Al fianco destro di Ludwig, infatti, c’era Camus, che ogni tanto lo guardava di sottecchi.
Quegli sguardi lanciati di nascosto da sotto quella capigliatura bionda, lasciarono la ragazza stupita e confusa… che Camus provasse un qualche tipo di ammirazione per Ludwig?
Come dargli torto, perfino lei provava una forte ammirazione per lui: era così giovane, ma era già un aspirante politico e la sua influenza era tra le più ricercate.
Decise di non dare troppo peso alla questione, anche se presto se ne sarebbe pentita… amaramente.
 
Prima di entrare in sala riunioni, Eduard richiamò l’attenzione del gruppo e convinse tutti a nascondersi, in attesa dell’entrata in scena di Erika.
Dopo che la ragazza fu entrata nella sala, attesero pazientemente che il tempo passasse; fino a quando Marin non si diresse verso la sala riunioni, seguita dal resto del gruppo.
Così, dopo aver sorpreso Erika ed Orphe in un atteggiamento romantico ed aver scherzato un po’ sull’accaduto, cominciarono la riunione.
 
“Dunque, dobbiamo discutere sui preparativi per l’imminente festa di primavera. Comincerei dall’allestimento” cominciò a parlare Augusta.
“Potremmo creare degli addobbi floreali per decorare l’esterno dell’accademia” propose Camus.
“Buona idea! Raccoglierò i fiori sul retro dell’accademia, ce ne sono moltissimi lì! Creerò delle bellissime ghirlande!” esclamò Marin entusiasta.
“Posso fornirne un certo numero anche io, la serra è ben fornita” sorrise Camus.
“Quindi, Marin e Camus si occuperanno degli addobbi floreali” chiarì Augusta.
“Potrei dare una mano anche io per l’allestimento, ci sono posti alti in cui è difficile arrivare per una ragazza” disse Naoji.
“Per quanto riguarda l’intrattenimento, io proporrei di mettere in scena uno spettacolo pirotecnico… i fuochi artificiali stanno andando di moda ultimamente” propose Minna.
“Mi sembra un’ottima idea. Magari allestiamo nel giardino qualche bancarella, nel mio Paese è un uso molto comune soprattutto durante i festival scolastici” disse Naoji.
“Potremmo dare l’opportunità agli studenti di fare un giro fuori dall’accademia, lungo il fiume magari” propose Erika.
“E non sarebbe una cattiva idea nemmeno usufruire dei vari club dell’accademia… ognuno di noi e degli studenti più anziani starà a capo del proprio club e darà una dimostrazione a chiunque lo desideri” disse Ed.
“Allora, Naoji si occuperà di fornire le direttive necessarie per l’allestimento delle bancarelle, verremo aiutati anche dagli altri studenti; Ludwig chiederà ai membri dei vari club la loro disponibilità e si assicurerà la partecipazione di tutti; Minna, tu ti occuperai dello spettacolo pirotecnico invece. Io ed Erika andremo in paese per rifornire le scorte della dispensa, destinate al giorno della festa. Infine, Orpherus e Eduard, voi potreste cercare di coinvolgere qualcuno del villaggio per partecipare all’evento.” ricapitolò Augusta “Durante la festa noi assistenti faremo a turno, scambiandoci anche con altri studenti, per occuparci delle bancarelle, mentre voi Strahl, oltre che occuparvi dell’iniziativa per i vari club, potete godervi la festa”.
 
Detto ciò la riunione terminò e le assistenti si recarono in classe.
A lezioni terminate, Minna si dedicò al suo passatempo preferito: spiare Ludwig.
 
Ormai era da tanto che lo seguiva, perciò era ben informata sui suoi orari e su ciò che faceva durante il giorno.
A quell’ora solitamente si chiudeva in aula studio e faceva progetti per ore, mentre lei lo guardava dal cortile.
 
Quel giorno, però, vi rimase per poco e dopo qualche minuto, la ragazza lo vide dirigersi verso la biblioteca. Per arrivarci, Ludwig sarebbe dovuto passare per la serra, dove era solito trascorrere le sue giornate Camus.
Non appena vi entrò, Minna si affacciò ad una delle finestre e quello che vide la lasciò senza parole: Camus era lì e stava tentando di prendere un vaso di fiori che si trovava su un ripiano molto alto, così, passando, Ludwig si sporse e lo prese per lui, sfiorando con la mano le dita del giovane. A quel punto dopo essersi scambiati qualche parola, il bel tenebroso compì un gesto inaspettato: accarezzò dolcemente la testa del suo compagno e… sorrise. Non era un sorriso carico di malignità o superiorità, anzi, sembrava colmo di affetto.
Ma ciò che davvero stupì la ragazza, fu quello che successe poco dopo… Non appena Ludwig se ne fu andato, Camus si girò e per un momento Minna temette che l’avesse notata, ma questo passò subito in secondo piano, perché qualcosa di più importante accadde.
 
Il giovane abbassò leggermente lo sguardo e arrossì, poi portò alle labbra le dita che poco prima erano andate a contatto con la pelle di Ludwig e, molto dolcemente, le baciò.
 
Cosa farà Minna dopo questa inaspettata rivelazione? Continuerà a seguire Ludwig nell’ombra o si farà avanti? Lo scoprirete nel prossimo episodio!!!

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