Non è un banale clichè

di Breezeblocks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno ***
Capitolo 3: *** Capitolo due ***
Capitolo 4: *** Capitolo tre ***
Capitolo 5: *** Capitolo quattro ***
Capitolo 6: *** Capitolo cinque ***
Capitolo 7: *** Capitolo Sei ***
Capitolo 8: *** Capitolo Sette ***
Capitolo 9: *** Capitolo Otto ***
Capitolo 10: *** Capitolo Nove ***
Capitolo 11: *** Capitolo Dieci ***
Capitolo 12: *** Capitolo Undici ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo.
The worst things in life come free to us – The A team; Ed Sheeran
        
 
Cornelia sapeva bene cosa avrebbe potuto creare quel gesto.
Stupore, rabbia e forse anche del rancore.
Era ormai troppo tempo che subiva e sopportava le cattiverie dei genitori che cercavano di trasformarla in quella figlia perfetta che lei non era e che non lo sarebbe mai stata. E ora erano li, a sorridere e fingere di essere una famiglia perfetta di fronte ai vicini di casa che avevano deciso di organizzare una grigliata per dare il benvenuto alla nuova famiglia trasferita in fondo alla strada. Stringeva il bicchiere di punch analcolico che aveva preparato la madre per l’occasione e si guardava intorno, salutando con un sorriso gli invitati appena entrati nel piccolo giardino.
Si avvicinò alla madre che chiacchierava con le classiche pettegole vantandosi di Cornelia e del suo prossimo trasferimento all’università di Harvard
-Mia figlia solo il meglio!-esclamava accompagnandosi con una risata falsa come le unghie della signora Hayden.
C’era un motivo se la sua famiglia si era trasformata in un effetto collaterale della vita ma quei tre membri che ne facevano parte cercavano di non pensarci, cercavano di evitare la questione perché sapevano che non ci sarebbe stato più ritorno nella loro (finta) tranquillità.
Sul viso di Cornelia si formò una smorfia non appena sentì la conversazione che lei tanto odiava così ritornò nei bordi del giardino a sorseggiare la bevanda rossastra e a riprendere un suo pensiero ormai costante. La sua mente sembrava un foglio bianco mentre una mano scriveva quel folle piano che voleva attuare al più presto, Cornelia voleva scappare da sola in un posto lontano, non voleva frequentare l’università in quel momento ma soprattutto non voleva frequentare Harvard così aveva pensato di fuggire nella città dove Christopher aveva vissuto fino poco tempo fa nella sua piccola vita semplice e imprevedibile. Al solo pensiero del fratello, sul viso di Cornelia si dipinse un sorriso amaro ripensando alla sera in cui era arrivato da Sidney e al modo in cui si erano abbracciati non appena i loro sguardi si erano incrociati nell’aeroporto. Si morse il labbro inferiore reprimendo la disperata voglia di correre in camera sua e piangere fino allo sfinimento lasciando vagare la mente nel paesaggio che costeggiava il giardino; sentì un peso alla spalla e non appena si voltò si ritrovò circondata da sconosciuti sorridenti
–Tesoro- Robert, suo padre, le aveva sorriso indicando con un gesto della mano le persone di fronte a lei –Voglio presentarti i nostri nuovi vicini-
-Papà abitano in fondo alla strada..- sottolineò Cornelia ad alta voce mentre passava il dito nel contorno del bicchiere di plastica.
Robert tossì per far intendere alla figlia la frase inopportuna ma poi tirò fuori il suo sorriso e continuò con le presentazioni
-Loro sono Mary e Paul- disse e la ragazza alzò gli occhi curiosa stringendo loro la mano e presentandosi.
Mary le sorrise calorosamente –Tu ed Ashton sareste degli ottimi amici- le disse portando una mano al cuore
–Ashton è mio figlio ma stasera è rimasto a casa per terminare le valigie.. Domani prenderà il primo autobus..-
Cornelia non seguì più la chiacchiera tornando nel suo flusso di pensieri e ringraziando mentalmente Mary per la meravigliosa idea.
L’autobus era perfetto per raggiungere Sidney ed evitava a Cornelia di dover affrontare una delle sue paure peggiori: volare.
Non perse tempo quando la serata terminò catapultandosi nella sua stanza con la scusa di essere stanca; raccolse un borsone sistemando all’interno lo stretto necessario da portare e aprì il suo famoso barattolo dove aveva conservato soldi da spendere per l’università.
Si rese conto che aveva in mano più di due mila dollari e nella sua mente una vocina cominciò a urlare che quello sarebbe stato il suo momento per fuggire prima che fosse troppo tardi.
Così Cornelia lo fece.. prese quella folle decisione.
Ma prima che finisse di scrivere un biglietto di giustificazione ai suoi genitori, si intrufolò nella vecchia stanza del fratello dove giacevano accatastati scatoli di magliette che lui aveva lasciato prima di trasferirsi. Cercò tra la polvere e ragni poi la vide la maglia degli Sleeping With Sirens, era il suo gruppo preferito e Cornelia sorrise ripensando al modo in cui l’aveva lasciata nella sua stanza con un biglietto sopra:
 “ Per la mia sorellina preferita (Giusto ho solo te!) Ti lascio tutto me stesso con questa maglietta che potrai indossare quando ti mancherò.. Ti voglio bene xx Chris.”
Non l’aveva mai indossata perché era troppo grande e si sentiva dentro un sacco ogni volta che voleva indossarla così l’aveva riposta al suo posto dentro l’armadio del fratello ma in quel momento l’unica cosa più vicina a lui era proprio quella maglietta dalla stampa scolorita che aveva indossato giorno e notte.
 
 
 
Note dell'Autrice  

Allora non è un fantastico prologo.. però vorrei sentire cosa ne pensate! Purtroppo il mio pc fa merda e ho potuto scegliere solo diverse opzioni per dare informazioni alla storia come personaggi e genere.. Aggiornerò un giorno si ed uno no ma se al terzo capitolo vedo che nessuno mi segue allora smetterò e lascerò questa mia idea da parte :( a presto ( spero con piccole recensioni ) Giulia!
 

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Capitolo 2
*** Capitolo uno ***


Capitolo uno

"I am free now
Free to live without my fears
I believe now
There's a reason why I'm here" -Free Now; Sleeping With Sirens.

 

La mattina a Beagle Bay non era mai stata serena e temperata ma il caso ha voluto che proprio quella mattina il tempo fosse così. Trascinavo con me quel borsone dal tema floreale con una mano mentre con l’altra tenevo lo skate viola regalatomi al mio sedicesimo compleanno, pensandoci erano passati 3 anni e questa tavolozza mangiata nei bordi e consumata nel retro era ancora stabile e riusciva a sorreggermi. Mandai un messaggio alla mia migliore amica “Ti chiamo presto io, promesso” evitando così le ininterrotte telefonate dei miei genitori, spensi il telefono.
La stazione era popolata solo da due anziani che probabilmente aspettavano il loro bus, feci il biglietto di sola andata con un sorriso stampato sul viso e con l’adrenalina in circolazione. Con quel biglietto iniziava la mia avventura e non ero mai stata così emozionata. Attesi seduta la mia partenza cercando di offuscare i miei orribili pensieri ma era troppo difficile.
Il viso di Chris era sempre presente insieme alla sua immagine accasciata sull’asfalto..

 
Flashback
 
-Cavolo Chris! Potevi sparecchiare tu! Sapevi che quella chiamata era importante per me- mi lamentai sbattendo i piedi come una bambina –Scusa, io vengo qui in vacanza e tu vuoi farmi sparecchiare?- sul suo viso si dipinse un ghigno e i suoi occhi si incatenarono ai miei –Si,certo. Usi questa scusa ogni fottuta volta!- mia madre come un fantasma comparve alle mie spalle rimproverandomi per la volgarità –Corvo stai sempre a lamentarti.. Ma vivi la vita!- le sue braccia mi cinsero la vita e non senti più il suolo sotto i piedi –Secondo me l’acqua ossigenata ti è finita al cervello.. Troppe tinte.. Finirò come te allora!- esclamai sarcastica indicando la tinta viola appena fatta
–Come siamo spiritose.. Ti faccio il favore di portare fuori la spazzatura dai..- mi disse portandomi giù.  Feci finta di essere sorpresa e lo seguì in cortile
-Ma questo è un evento da ricordare! Tu che porti fuori la spazzatura! Oh mio Dio!-
Chris si voltò lanciandomi uno sguardo scocciato poi si guardò intorno prima di attraversare la strada per raggiungere i bidoni –Vai Chris! Yeah!- esultavo cercando di imitare le cheerleader dei licei. Lui mi sorrise e si inchinò come gesto di riconoscenza nel mio tifo prima di attraversare un’altra volta ma una macchina sbucò all’improvviso sotto i miei occhi e l’unica cosa che riuscì a fare era guardarlo cadere al suolo in una pozza di sangue.

 
L’autobus si fermò proprio di fronte a me e con un cigolio aprì le ante, mostrai il biglietto al conducente che mi sorrise. Guardai bene i posti liberi notando la presenza di poche persone così scelsi un posto in fondo per rimanere sola senza scocciature, il mio sguardo fu catturato dalle prime luci del sole e sorrisi al panorama che avevo sotto i miei occhi.
Sentì le ante chiudersi e il conducente avvisarci dell’imminente partenza ma poi le urla di qualcuno fecero fermare quel momento “Un ritardatario..” pensai alzando gli occhi al cielo.
Notai quella massa riccia che si faceva sempre più vicina ai miei sedili così pensai bene di occupare il posto con il borsone ed eliminare qualsiasi possibilità di contatto con quel ragazzo che dall'abbigliamento sembrava un punk squattrinato. Sorrisi pensando che Christopher alla vista di quella massa riccia e della canotta dei Nirvana sarebbe subito corso incontro urlando "Fratello,dove sei stato tutto questo tempo?".
Ritornai nell'osservare l'alba dal finestrino sentendo un’altra volta la voce del conducente che ci avvisava della vera partenza ma subito fui interrotta dal ridicolo tentativo del riccio di cercare di catturare la mia attenzione -Ehm.. Posso sedermi?- sospirai guardandomi intorno con il tentativo di intendere che il bus era vuoto e che poteva benissimo lasciarmi in pace
-Potresti evitarmi il viaggio con spiacevoli ciccioni..- disse poi insieme ad una smorfia di disgustoso che mi fece sorridere e scuotere la testa. Lo squadrai da capo a piedi e osservai il suo viso semplice e sorridente, così tolsi il borsone.
Aveva catturato il mio interesse.
 -Grazie mille.. comunque piacere: sono il tuo futuro sposo-
A quella affermazione sgranai gli occhi e inizia a boccheggiare cercando di replicare ma ero letteralmente spiazzata.
Ridacchiò per la mia espressione poi allungò la mano –Sto scherzando.. Sono Ashton- strinsi la mano –Cornelia- mormorai.
Perché avevo tolto quel borsone? Ora avevo un tipo strambo accanto a me per l’intero viaggio.
“Cambierò posto alla prima sosta..” pensai sistemando bene le mie cose sotto di me.
-Cornelia dove sei diretta?- mi chiese sorridente mostrando due adorabili fossette
“Sta zitta.. potrebbe essere un maniaco..” diceva una piccola voce dentro di me
-Vado a trovare.. Mio sorella a Sidney.. Deve sposarsi- cercai di sostenere il suo sguardo mentre mentivo spudoratamente
–Fantastico! Sai anch’io sono diretto a Sidney.. Io e i miei amici abbiamo preso una casa per passare il natale insieme..-
gli sorrisi rimanendo poi in silenzio e lasciando intendere la mia poca voglia di intraprendere una chiacchierata.
Cercai nel borsone l’iPod ma sfortunatamente l’avevo dimenticato a casa, sospirai accasciandomi nel sedile di velluto rosso e spostai lo sguardo verso il panorama oltre il finestrino –Sarà un lungo viaggio…- mormorai chiudendo lentamente le palpebre e sprofondando nel sonno.

Un ronzio fastidioso mi risvegliò qualche ora dopo, notai che la mia testa poggiava in qualcosa di morbido e non nel duro cruscotto del bus. Aprì gli occhi trovandomi appoggiata alla spalla di Ashton che nel frattempo ascoltava la musica ad alto volume con le cuffiette, ecco spiegato il ronzio. Ritornai in una posizione normale massaggiandomi il collo dolorante –Dormigliona!- esclamò Ashton “Quanta confidenza…” pensai legando i capelli in una crocchia scomposta
-Scusa se ti ho dato fastidio..- gli dissi imbarazzata –No tranquilla.. Nessun disturbo, sei molto silenziosa quando dormi e non ti muovi affatto- seguì con lo sguardo i suoi movimenti mentre riponeva nello zaino il suo iPod –Da quanto siamo in viaggio?- chiesi notando un paesaggio differente dalle solite autostrade –Circa due ore.. tra un po’ dovremmo fermarci per una sosta..
Io sto morendo di fame- si massaggiò la pancia facendomi ridacchiare –Ho notato che sei una fan degli Sleeping With Sirens- indicò la maglietta e sorrisi amaramente ripensando a Chris
–E’ un regalo.. Di mio fratello. Lui adorava questo genere musicale.. tu mi ricordi molto lui-
Ashton corrugò la fronte –Adorava?- chiese perplesso –Si.. beh.. lui è morto due mesi fa- feci le spallucce cercando di non ritornare ai brutti ricordi e sorrisi timidamente
–Due punk squattrinati-
-Hey!- esclamò il biondo ridacchiando –Parla la testa viola-
Feci la finta offesa lanciandogli uno sguardo divertito –Allora Cornelia, scherzi a parte, abbiamo un lungo viaggio e tu mi sembri l’unica persona adatta per uno strambo come me-
Alzai le sopracciglia sorpresa per il modo perfetto in cui si era definito –Stai dicendo che quindi sono stramba anch’io?-
chiesi stupefatta –Ehm.. Forse- scoppiammo entrambi a ridere e in quel momento pensai che la sua fosse una delle risate più genuine che avessi mai sentito –Frequenti il liceo?- mi chiese non appena ritornammo a respirare –Ho finito ormai.. Dovrei frequentare l’università ma non mi sembra.. il momento- tossì sentendomi a disagio e ripensando a mia madre –Tu invece?-
-Io sono ancora indeciso.. mi sto prendendo un anno per decidere il mio futuro- annuì comprendendo la sua idea.
Poi, dopo un lungo silenzio imbarazzante, mi pose una strana domanda –Cosa ti aspetti nell’anno nuovo?-
 
 
 
 Note dell'autrice

Allora ora voglio senitirvi! Avevo il capitolo già pronto quindi ho deciso di farvi questa sorpresa pubblicandolo oggi e non domani.. Cosa ne pensate? Ovviamente siamo solo all'inizio e la storia inizierà a farsi molto più interessante dal terzo capitolo.. Che ve ne pare di questid due strambi? Fatemi sapere xx Giulia
 

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Capitolo 3
*** Capitolo due ***


Capitolo due

"Don’t fuck with my love
That heart is so cold
All over my arm
I don’t wanna know that babe" 
-Don't; Ed Sheeran

 

Ashton

 
La sveglia suonava già da dieci minuti ma nessuno mi avrebbe mai distolto da quel cupcake al cioccolato con farcitura al caramello, ero così vicino che sentivo già quella dolce crema zuccherosa scendere lungo la gola ma tutto fu rovinato dall’irruzione di mia madre nella mia stanza -Ashton Fletcher Irwin! Muoviti subito o perderai l’autobus!-
Con quelle urla mi svegliai di soprassalto, cadendo dal materasso come un sacco di patate e non appena fui in piedi sentì un dolore lancinante al sedere –Sono sveglio…- mormorai muovendo su e giù la mano cercando di scacciare la figura di mia madre allo stipite della porta -Hai dieci minuti o per me puoi anche startene qui da solo mentre io e tuo padre siamo in Italia- dopo uno sbuffo scocciato, uscì dalla stanza dimenticando (come sempre del resto) di chiudere la porta.
Cercai di immedesimarmi in Flash non appena lanciai uno sguardo all’orologio che ancora non smetteva di trillare.
Ero in ritardo.
Non so neanche come trovai tutta quella agilità alle sei del mattino ma mi ritrovai comunque a rincorrere il bus che stava per partire –Fermati! Hey!- urlai quasi in modo sovraumano attirando l’attenzione fortunatamente e riuscendo a salire
–Mi scusi per il ritardo..- dissi sorridendo imbarazzato e il conducente mi lanciò un’occhiata indecifrabile.
Notai una vecchietta seduta proprio nella prima fila che mi sorrideva mostrando la dentiera sporca di rossetto, “Magari no Ash” qualche sedile dopo un uomo mi lanciò uno sguardo di fuoco e preferì stare alla larga anche da lui. Cosi mi avvicinai ai sedili nel fondo, cercando un posto silenzioso per ritornare a dormire ma fui catturato dai capelli viola di una ragazza che sedeva nell’ultima fila. Vidi il suo sguardo posarsi qualche secondo su di me e probabilmente per evitare che mi sedessi accanto a lei, posò il borsone nel sedile. Immediatamente sorrisi e pensai che quella ragazza era diversa dalle altre che, parliamo francamente, non appena avrebbero visto uno come me si sarebbero fatte in quattro per farsi notare.
Inoltre, avrei dovuto viaggiare per due lunghi giorni e stare da solo non era una alternativa molto allettante.
Tossì cercando di attirare la sua attenzione e non appena si voltò mostrai uno dei miei migliori sorrisi
–Ehm.. Posso sedermi?- sospirò guardandosi intorno, non era molto convinta
-Potresti evitarmi il viaggio con spiacevoli ciccioni..- feci una smorfia di disgusto e la sentì ridacchiare.
Spostò il borsone lasciandomi il posto –Grazie mille.. comunque piacere: sono il tuo futuro sposo- i suoi occhi si spalancarono e non potei fare a meno di ridere –Sto scherzando.. Sono Ashton- le strinsi la mano poi udì la sua flebile voce che pronunciava il suo nome –Cornelia- “Che bel nome.. Si adatta molto a lei” pensai.
Cercai di intraprendere una conversazione azzardando un po’ con le domande ma mi fece immediatamente intendere che non voleva chiacchierare, infatti poco dopo si addormentò con la testa poggiata al finestrino. Sorrisi guardando i suoi capelli che cominciavo già ad amare e mi colpì molto la sua maglietta dove stampato c’era il nome di una delle mie band preferite.
Quella ragazza aveva dello stile e anche del buon gusto.
Il telefono vibrò nella tasca e subito controllai: era un messaggio di Calum.
 
“Amico fai presto a muovere il culo.. Luke sta distruggendo il salotto e inquinando la piscina con il suo fottuto gel!!”
 
Ridacchiai e subito mi chiesi come facessi a frequentare dei pazzi come loro.
Decisi di ascoltare un po’ di musica per passare il tempo e cercare di prendere sonno ma all’improvviso il viso di Cornelia era poggiato sulla mia spalla. Colsi l’occasione per osservarla più da vicino, i suoi occhi erano contornati da due profonde occhiaie dovute probabilmente alla mancanza di sonno; il viso era così pallido che avrei potuto cominciare a credere nell’esistenza dei vampiri, poi qui piccoli ciuffi ribelli che la incorniciavano e le labbra sottili e rosee. Era proprio una bella ragazza, forse una tra le più belle dopo Juliet.
Perché l’avevo pensata?
“Ashton ormai è un capitolo chiuso” mi disse una vocina dentro di me che aveva pienamente ragione. Non c’era motivo di pensare a quella traditrice.
Sospirai indossando le cuffie e scegliendo una canzone dei Joy Division cercando di liberare la mente una volta per tutte.
 
Sentì mugugnare qualcosa poi capì che Cornelia si era appena svegliata –Dormigliona!- esclamai sorridendole

-Scusa se ti ho dato fastidio..- mi disse arrossendo violentemente
–No tranquilla.. Nessun disturbo, sei molto silenziosa quando dormi e non ti muovi affatto- risposi sinceramente riponendo l’iPod nello zaino –Da quanto siamo in viaggio?- mi chiese
–Circa due ore.. tra un po’ dovremmo fermarci per una sosta..
Io sto morendo di fame- mi massaggiai la pancia che ormai brontolava da minuti sentendo un’altra volta la sua risata
–Ho notato che sei una fan degli Sleeping With Sirens- dissi poco dopo indicando la maglietta

–E’ un regalo.. Di mio fratello. Lui adorava questo genere musicale.. tu mi ricordi molto lui-

Corrugai la fronte –Adorava?- chiesi perplesso –Si.. beh.. lui è morto due mesi fa- fece le spallucce e in quel momento notai nei suoi occhi il dolore che stava sopportando dentro di se, fu come leggerle l’anima

–Due punk squattrinati- mormorò catturando la mia attenzione

-Hey!- esclamai ridacchiando –Parla la testa viola-
scherzai scambiando uno sguardo divertito
–Allora Cornelia, scherzi a parte, abbiamo un lungo viaggio e tu mi sembri l’unica persona adatta per uno strambo come me-

mi guardò con un espressione sorpresa –Stai dicendo che quindi sono stramba anch’io?-
chiese stupefatta
–Ehm.. Forse- scoppiammo entrambi a ridere e pensai che il suo viso fosse ancora più bello
–Frequenti il liceo?-chiesi non appena ritornammo a respirare –Ho finito ormai.. Dovrei frequentare l’università ma non mi sembra.. il momento- tossì e intuì all’istante il suo disagio
–Tu invece?- mi chiese incrociando il mio sguardo. I suoi occhi grigi mi lasciarono con il fiato sospeso per alcuni secondi
-Io sono ancora indeciso.. mi sto prendendo un anno per decidere il mio futuro- risposi poi riprendendomi da quello stato.

Dopo un lungo silenzio imbarazzante dove sia io che lei non sapeva come continuare le chiesi una domanda a cui ancora non avevo dato una vera risposta –Cosa ti aspetti nell’anno nuovo?-
 
 
Cornelia
 
Cosa mi aspettavo nell’anno nuovo?
-Beh.. mi aspetto una vita diversa da quella che sto sopportando negli ultimi mesi..- rivolsi il mio sguardo al biondo che ricambiava intensamente, come se quella risposta potesse cambiargli l’esistenza, e improvvisamente sentì che dentro di me qualcosa di sbloccò - Vorrei che i miei genitori divorziassero.. Non penso che vivranno felici ancora insieme..- abbassai lo sguardo e la figura di Kristen, la mia migliore amica, occupò la mia mente – Vorrei che la mia migliore amica si faccia il culo per entrare alla Julliard.. E vorrei vivere una vita semplice e frequentare l’università che voglio, non quella che mi impongono-
Ashton assottigliò lo sguardo non decifrando – Mia madre vuole che frequenti Havard ma io voglio vivere qui in Australia.. vorrei frequentare l’università a Canberra.. non so bene cosa ma si voglio rimanere qui- continuai decisa e lanciando un ultimo sguardo ad Ashton che adesso mi sorrideva –Penso che tu debba ascoltare te stessa.. e seguire ciò che è meglio per te-
mi disse allargando il sorriso che aveva stampato in faccia. Stavo per ringraziarlo ma la mia voce fu sovrastata dal conducente che avvisava della sosta di trenta minuti prima di proseguire il viaggio –Si mangia!- esclamò il biondo facendomi ridacchiare.

Note dell'autrice

Allora ragazze.. Ecco a voi un nuovo capitolo! Lo pubblico stasera e non domani perchè non potrò stare attaccata al pc purtroppo  :3 Comunque voglio sapere cose ne pensate! In questo capitolo abbiamo principalmente il punto di vista di Ash.. Cornelia come potete notare ha molte speranze per il suo futuro.. Mah. Riuscirà a realizzarle secondo voi?
Se lasciate una vostra recensione mi farete intendere che qualcuno magari mi considera.. quindi colgo l'occasione di ringrazie le ragazze che hanno recensito il precedente capitolo.. Ho apprezzato i vostri consigli! Ringrazio anche a quelle ragazze che hanno messo la storia tra le ricordate/ seguite/ preferite ! siete fantastiche. A venerdì xx Giulia
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Capitolo tre ***


Capitolo tre

"In the end,
As we fade into the night,
Who will tell the story of your life?"

-In the end; Black Veil Brides

 
Sembravano passate solo poche ore, il tempo era volato velocemente e già mi ritrovavo lungo la costa di Sidney ad ammirare quel paesaggio ancora sconosciuto ai miei occhi
-Quanto adoro questa città..- aveva mormorato Ashton che si era sporto verso di me per riuscire a scorgere il panorama oltre il finestrino. Sorrisi rivolgendogli uno sguardo complice e ritrovandomi a pensare che io e lui ormai eravamo grandi amici. Non erano passati secondi o minuti in cui  io e lui non parlavamo di noi stessi, quasi lo conoscevo come le mie tasche. Ashton mi aveva raccontato la sua infanzia difficile tra genitori separati e matrimoni frequenti, della sua passione per le percussioni e della band che aveva creato insieme ai suoi amici. Mi aveva anche invitato al concerto del 30 dicembre in un piccolo locale ed io avevo accetto volentieri. Io, invece, cercavo sempre di allontanare l’attenzione su di me e riuscivo sempre a concentrare i riflettori su di lui. Non appena il bus si fermò alla stazione centrale sentì una grande ansia e numerose domande cominciarono a sbucare nella mia testa come funghetti velenosi “Dove avrei alloggiato?”
“Mi sarebbero bastati quei pochi soldi che mi ritrovavo?” “Dovevo trovarmi un lavoro” “Quanto sarei rimasta?”
-Tutto bene?- la voce di Ashton mi strappò via dai miei pensieri e sorrisi falsamente annuendo con foga
–Sei in ansia per il matrimonio?- aggrottai le sopracciglia –Matrimonio?- chiesi ingenuamente
–Si.. quello di tua sorella- continuò alzando un sopracciglio e assumendo un espressione dubbiosa
–Mia sorella?- poi ricordai la bugia che avevo sputato fuori e cercai di riparare al mio disastro
–Ah! Il matrimonio di mia sorella.. Si.. L’avevo scordato per un secondo..- scesi seguita dal riccio che dal suo sguardo sembrava aver capito tutto –Cornelia.. Lo sai che non sono nato ieri vero? C’è davvero questo matrimonio?- si fermò di fronte a me e sono in quel momento notai la sua statura troppo alta in confronto alla mia che a mala pena arrivavo alla spalla –Ash cosa blateri.. Certo che c’è questo matrimonio- abbassai lo sguardo avvampando e sentendomi immediatamente a disagio –Ah si? E dove dovrebbe celebrarsi?-
“Merda.. ora che cazzo mi invento?” Ingoiai rumorosamente mentre il viso andava a fuoco
-Ehm.. A casa loro- continuai allontanandomi verso l’uscita –E dov’è che vive? Se non sono indiscreto-
alzai lo sguardo incontrando quel verde intenso insieme alle sue sfumature ambrate –Sei indiscreto-
affermai ritrovandomi poi nel caos australiano non appena le porte automatiche mi lasciarono uscire
–Cornelia, si sincera.. Cos’è? Sei scappata di casa?- mi arrestai sul posto, il cuore martellava sul petto e sentivo l’aria mancare –Forse..- mormorai più a me stessa. Ashton deve aver notato il mio stato d’animo, mi sentivo quasi svenire rendendomi conto di quello che stavo facendo e di ciò che stava andando incontro –Andiamo-
-Cosa?- alzai lo sguardo ancora una volta –A casa mia- mi sorrise mostrando le fossette che ormai consideravo superbe per il modo in cui lo facevano sembrare genuino e spontaneo –Tu sei pazzo- sbuffai ridendo sarcasticamente
–Si, lo so. Ma verrai lo stesso con me- strappò dalla mano il borsone iniziando a camminare
–Ashton..- inizia poi incontrai il suo sguardo duro
-Cornelia sei da sola.. non hai idea di dove andare.. non conosci questa città.. Vieni da me, chiusa la discussione.-

 

Note dell’autrice

 
Ragazze! So che questo capitolo non è un granché.. Sia per il contenuto e per la lunghezza ma volevo lasciarvi sulle spine per il prossimo capitolo. Allora questo fantastico Ash? Cosa ne pensate? E la piccola Cornelia che neanche si ricorda delle sue bugie?
Come la prenderanno i ragazzi non appena il batterista arriverà con un membro in più?
Saranno tutti felici? Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione e ho deciso che se saranno meno di due lascerò perdere e cancellerò questa FF.
XX Giulia

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Capitolo 5
*** Capitolo quattro ***


Capitolo quattro

"It's a new day
It's a new life
For me
And I'm feeling good"

-Nina Simone

 

Cornelia

 
Ashton camminò per qualche minuto quando in lontananza notai tre ragazzi che saltellavano e si sbracciavano urlando il nome del riccio
-Ash! Ash! Finalmente!- Un ragazzo dai tratti orientali si catapultò tra le sue braccia sussurrandogli poi qualcosa all’orecchio. Gli occhi del moro poi si posarono sui miei –Tu sei..?- alternò lo sguardo su Ashton e poi sulla mia figura esile. Sorrisi timidamente alzando la mano in segno di saluto e soprattutto di pace –Cornelia.. Un’amica di Ashton-
-Calum- mi sorrise allungando le braccia e stringendomi forte –Benvenuta Cornelia! Vedo che però il nostro batterista non ci ha avvisato del tuo arrivo..- Il ragazzo dai capelli viola, dopo aver dato due pacche a Ashton si avvicinò presentandosi –Micheal.. Ma per te- afferrò la mia mano baciandole il dorso –Sono Mike- arrossì violentemente per quel gesto inaspettato e scoppiai in una risata nervosa –Mike! Così la spaventi!- esclamò il biondo dal piercing al labbro –Io invece sono Luke- Mi sorrise mostrando deliziose fossette ma non tanto quanto quelle di Ashton
-Ragazzi.. Cornelia è qui in vacanza ma purtroppo non.. non è riuscita a trovare un hotel così mi sono offerto di ospitarla da noi.. Spero che per voi non sia un problema..- mentre inventava questa scusa si era avvicinato a me e aveva circondato la mia spalla con un braccio –Per me va bene.. Solo se mi fai provare quel fighissimo skate che tieni sotto braccio!-
Sorrisi a Mike e gli porsi lo skate –Attento.. Spesso risponde solo ai miei comandi.. Odia gli sconosciuti- dissi con tono serio ma terminando con un occhiolino che ricambiò –Sarò il suo nuovo migliore amico-
 
La loro casa distava solo mezz’ora a piedi, Luke si scusò ma si era dimenticato di fare benzina così non aveva potuto prendere l’auto che avevano portato direttamente da Merlbourne.
Non appena arrivammo rimasi quasi spiazzata dall’immensità di quella casa, che più che casa era una villa a tre piani con un maestoso giardino. Calum notando la mia espressione sorpresa si avvicinò a me –Il padre di Luke possiede quasi mezza australia- mi sussurrò lasciandomi ancora più sorpresa –Cornelia fa come se fossi a casa tua!- mi disse Luke entrando e gettandosi nel grande divano di pelle che occupava il salone. Guardandomi intorno notai mobili antichi e numerosi oggetti luccicanti, mi avvicinai ad una cassettiera osservando un porta foto ,probabilmente d’oro, che raffigurava un uomo alto e magro dai capelli biondi, una donna dal sorriso caldo e due ragazzi, uno era Luke e aveva i capelli di uno strano arancione mentre un ragazzo simile a lui ma sembrava molto più grande. Non sentì la presenza di Ashton accanto a me e sussultai quando aprì bocca –E’ la famiglia di Luke.. Erano così. Perfetti..- mormorò abbassando lo sguardo
–Erano?- chiesi curiosa ma con il timore di essere indiscreta – Si.. Beh..-
Non terminò la frase che Calum ci interruppe –Ragazzi cosa volete per cena? Mike vuole cimentarsi nella cucina giapponese.. Non mi fiderei troppo ma è fissato con il sushi.. Per voi va bene?-  Sorrisi annuendo velocemente –Credo che sia il mio piatto preferito! Lo mangio volentieri!- Calum indicò il mio sorriso con un espressione sorpresa – Figo lo smiley! Lo voglio anch’io! Dai.. Fa male?- scossi la testa sorridendo un’altra volta per mostrarglielo –Non fa nulla.. te lo garantisco!- assunse un espressione seria poi con una voce altrettanto seria affermò –Io. Te. Domani. Piercing.- imitai un soldato –Signor sì!-
 
Sistemai la valigia nella stanza che mi avevano dato.
Era grande e spaziosa, le pareti erano tinteggiate di un turchese chiaro e lungo la parete di fronte alla porta vi era un letto matrimoniale dove non aspettai un istante nel gettarmi a peso morto. Le lenzuola bianche profumavano di lavanda ed erano molto morbide e fresche. Nella parte opposta la parete era composta da porte finestre che davano ingesso ad un balcone. La stanza era interamente illuminata dalla luce del tramonto e dalle sue sfumature che proiettavano ombre nel pavimento in parquet.
Capii da quel momento, distesa in quel letto, che sarebbe iniziata una vacanza memorabile che mi sarei assaporata giorno per giorno.
 
 
Spazio autrice
 
Sinceramente sono contenta di questo capitolo.. mi piace molto e spero piaccia anche a voi! Vorrei che fosse molte a seguire questa storia e ringrazio calorosamente le ragazze che hanno recensito i precedenti capitoli! Spero che sarete in molte adesso.. A presto! 

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Capitolo 6
*** Capitolo cinque ***


Capitolo Cinque

 
Ormai era quasi calato il sole oltre l’orizzonte così sfruttai quel poco tempo che rimaneva prima di cena per farmi una doccia fresca. Mentre l’acqua scorreva mi osservai allo specchio notando con disgusto la mia magrezza quasi anormale. Dopo la morte di Chris il mio appetito era calato giorno per giorno ed ora ero ridotta quasi pelle ed ossa, dovevo assolutamente mettere qualche chilo in più per ritornare in forma e inoltre avrei dovuto fare al più presto una tinta. I capelli stava sbiadendo da quel vivo viola che avevo qualche settimana fa, forse era tempo di cambiare colore “Ma Chris adorava questo.. Non cambiarlo” mormorò una vocina dentro la mia testa. Sbattei le palpebre e inspirai profondamente prima di entrare sotto il getto d’acqua che lentamente lasciai riscaldare.
Prima di scendere al piano inferiore indossai un paio di comodi shorts e una canotta nera, per essere presentabile, e portai con ma la magia di mio fratello che ormai puzzava di sudore dopo il lungo viaggio in bus.
Notai i ragazzi sparsi per la cucina: Mike era molto concentrato nella cottura del riso, Luke stava seduto nello sgabello della penisola di marmo grigio e giocava con un tablet, Calum penzolava dal bancone mentre beveva qualcosa di rossastro mentre Ashton mi venne incontro non appena varcai la soglia della porta –Ragazzi dove posso lavare la maglia?- chiesi timidamente notando che tutti gli sguardi erano puntati sulla mia figura
–Tranquilla.. Lasciala sul corrimano che Mike domani deve fare il bucato- mi disse Luke indicando dietro di me la scala. Fece come detto e tornai poi in cucina prendendo posto accanto al biondo che non appena mi notò spense il tablet –Cornelia! Come mai sei così sbadata?- alzai le sopracciglia non intendendo bene la sua domanda –Beh se vieni in vacanza qui la prima cosa che cerchi è un hotel o sbaglio?- sbarrai gli occhi e deglutì rumorosamente cercando subito lo sguardo di Ashton che sembrava allarmato come il mio –Beh.. Ehm.. Ho scelto di venire a Sidney il giorno prima di prendere l’autobus.. è stato tutto abbastanza.. Non preparato- risposi sinceramente lasciando Ashton sorridente
-Abbiamo un avventuriera!- esclamò alzando le braccia sorpreso –Come mai questa decisione di venire qui?- chiese Calum avvicinandosi alla penisola –Volevo fuggire dalla monotonia.. Da.. tutto- abbassai lo sguardo mentre la mia mente ripeteva il vero e più complicato motivo –Sushi!-urlò Mike spezzando quel silenzio imbarazzante che si era creato e facendo sorridere tutti.
 
Dopo cena insistetti a lavare i piatti per ripagare magari un po’ della grande ospitalità che mi avevano offerto senza ribattere ed Ashton mi aveva offerto il suo aiuto asciugando –Ash.. Posso chiederti una cosa?-
Lo sentì mugugnare un si mentre riponeva un piatto nella credenza
–Prima…Avevi detto una cosa sulla famiglia di Luke.. Non voglio sembrare indiscreta ma ero curiosa del perché avevi utilizzato il passato quando avevi detto che era perfetta- gli passai una forchetta e notai il suo sguardo perso nel vuoto –Tranquilla.. Beh Luke per me è come un fratello ormai, ci conosciamo da quando ancora lui non aveva iniziato a camminare- sorrise abbassando lo sguardo e con la mente che vagava nei ricordi – La famiglia di Luke era il massimo.. Perfetta.. Sua madre era meravigliosa, suo padre era sempre pronto a fare qualunque cosa per i suoi figli.. Luke e Peter..- sospirò posando lo straccio e io chiusi l’acqua del lavello asciugandomi poi le mani. Riposò lo sguardo nella mia figura e poi continuò –Un giorno io e Luke partimmo con la squadra di basket per un torneo ma al ritorno ci fu una spiacevole.. Sorpresa.. Peter aveva il cancro al fegato e gli rimanevano pochi mesi di vita- trattenne per un attimo il respiro sconvolta – Luke non sorride più davvero da quando è morto.. Ha paura ad allontanarsi da Sidney per non ricevere brutte sorprese ogni volta che potrebbe tornare..E- -Di cosa confabulate voi due?- Ashton si interruppe quando proprio il biondo entrò sorridente ma non appena notò le nostre espressioni si rabbuiò –Scommetto che il riccio ti ha raccontato di Peter- sbuffò sorridendo amaramente –Scusami Luke.. Ma avevo visto la foto in salone e mi sono chiesta- cercai di riparare quella situazione ma il biondo scosse la testa continuando a sorridere –Cornelia.. Non c’è problema davvero.. immaginavo che avessi visto quella foto.. Beh la casa ne è piena- ridacchiò mentre afferrava un bicchiere e si versava un po’ d’acqua del lavello. Sapevo bene che c’era il problema, capivo benissimo il dolore che in quel momento poteva provare Luke e dall’impressione che dava sembrava che stesse trattenendo tutto e che prima o poi sarebbe scoppiato.
 
Dopo quella strana e dolorosa conversazione ci rifuggiamo in salone dove Calum aveva insistito a giocare a Risiko –Ho vinto!- esclamai alzandomi fiera dalla sedia –Cosa?!- esclamò il moro con troppa enfasi da far ridere tutti –Ho sconfitto Luke.. Era il mio obbiettivo- dissi iniziando a raccogliere le mie armate –Sei astuta e brava.. Mi piaci sempre di più- mi disse Michael assottigliando gli occhi e puntandomi il dito contro. Io sorrisi in risposta alla sua affermazione
–Ah.. Mike sai dirmi dove prendi le te tinte? Dovrei rifare la mia di viola scuro- attirai la sua attenzione prima di andare in camera –Ma tranquilla! Io devo averla.. Domani la facciamo insieme.. Anch’io vorrei tornare verde!- risi ringraziandolo prima di urlare una buonanotte a tutti e chiudermi in camera.
 
Note dell’autrice
 
Ragazze che ve ne pare di questo capitolo?
Recensite! Mi fareste davvero felice! Ringrazio quelle ragazze che hanno commentato il precedente capitolo! A presto!


 

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Capitolo 7
*** Capitolo Sei ***


Capitolo sei

"My eyes ae damp from the words you left,
Ringing in my head, when you broke my chest."

-Daughter;Youth

 
Un suono familiare mi svegliò nel cuore della notte.
Non appena sbarrai gli occhi nel buio sentì il nervosismo salire e un istinto omicida crescere nei confronti di quel bastardo che non aveva alcun rispetto per le persone che probabilmente dormivano a quell’ora.
Mi ricordai di aver acceso il cellulare nel pomeriggio ma di averlo lasciato nella borsa, così cercai a tentoni il tasto per accendere la lampada del comodino ma non appena schiacciai non successe nulla –Cazzo- imprecai sotto voce scostando con un gesto furioso le lenzuola. Non appena fui all’in piedi cercai di ricordare dove avevo messo la borsa ma non avendone la minima idea seguì il suono. Avevo sbattuto per la milionesima volta quando la suoneria smise di ripetersi –Era ora!- esclamai ad alta voce ma me ne pentì all’istante coprendomi la bocca con entrambe le mani. Sperai vivamente che non avessi svegliato nessuno così ritornai a letto scansando questa volta tutto. Mi sembrò di vivere un incubo quando, non appena fui sotto le lenzuola, il telefono ricominciò a trillare facendomi trattenere un urlo per la frustrazione. Incazzata, mi alzai di nuovo senza neanche scostare le coperte e cadendo di faccia per terra con un tonfo
–Ma poca troia!-
Mi tappai ancora una volta la bocca saltando di  nuovo in piedi poi la luce della stanza si accese e la porta si aprì mostrando quattro facce curiose -Cornelia stai bene?- Ashton era il primo che si era sporto oltre la soglia e aveva gli occhi ancora semi chiusi e i capelli arruffati –Si si.. Scusatemi se vi ho svegliato.. Tornate a dormire- balbettai imbarazzata facendoli annuire. Ashton spense la luce e richiuse la porta –No..- mormorai tra me e me, mi serviva la luce. Il telefono, per la quarta volta, iniziò a suonare allora mi precipitai di cosa verso il rumore non badando a ciò che calpestavo o dove sbattevo. Lo schermo illuminava il nome di Kristen così mi ricordai del messaggio che gli avevo mandato due giorni fa, prima di partire, doveva essere furiosa.
 –Pronto?-
-Cornelia Luna Fellen! Ti sembra il modo di sparire?! I tuoi genitori quasi chiamavano la polizia! Ma ti rendi conto?!
Tu mi vuoi portare all’esaurimento nervoso, lo so! Questo è il tuo scopo!-
- Kristen.. Mi dispiace.. Davvero.. Non ci ho pensato minimamente..-
- Ringrazia e quando torni voglio una statua. Ho convinto i tuoi che stavi da mio cugino a Sidney..
Un cugino inesistente ovviamente! Hai costretto a mentire anche i miei genitori! Ma che ti salta in mente?-
continuò con voce stridula, le capitava sempre di avere questo tono quando era molto nervosa e arrabbiata
- Grazie mille davvero. Sei l’amica migliore del mondo! Scusami se non ti ho chiamata davvero..-
- Mhh.. Lo so.. Comunque mi devi spiegare un sacco di cose tu signorina.. Ma ora voglio dormire..
Mi aspetto che tu domani mattina avrai il buon senso di chiamarmi.. Quindi fanculo e buonanotte-
- Notte. Ti voglio bene tigre-
- Ti voglio bene anch’io scimmia-
Ridacchiai prima di chiudere la conversazione. Kristen ed io ci eravamo conosciute il primo giorno delle superiori e da quel giorno non c’eravamo più separate, ci volevamo troppo bene ed eravamo in un certo senso sorelle.
Il sonno era volato via così, anche se erano le tre di notte, uscì dalla stanza e scesi le scale con passo felpato dirigendomi in cucina. Cercai tra le credenze una ciotola, presi il latte dal frigo che poi versai e infine scelsi uno scatola di cereali al cioccolato. Il silenzio che c’era in quella casa mi rilassava, ho sempre adorato i posti isolati li consideravo dei rifugi dove poter stare ore e ore a pensare. Io e Christoper organizzavamo sempre piccoli campeggi nella pineta fuori Beagle Bay, ci piaceva fare qualcosa da soli sopratutto dopo il suo trasferimento a Sidney,quelle poche volte che riusciva a venire facevamo sempre un campeggio dove ci ingozzavamo di mashmallow e biscotti ricoperti di cioccolato poi stavamo ore in silenzio ad ascoltare i rumori notturni o a guardaci cercando di scoprire quali pensieri ci passassero per la testa.
Se ci penso bene eravamo alquanto strani.
Ero ritornata più volte in quella grande pineta ma senza Chris, era triste pensare che non avrei potuto rivivere quei momenti insieme a lui. Me ne stavo sempre seduta sotto un pino dove avevamo inciso le nostre iniziali e parlavo da sola e dentro di me ero convinta che la sua anima aleggiasse in quel posto e che in qualche modo lui riuscisse a sentirmi. Così parlavo di quello che succedeva nelle giornate e del modo in cui lui mi mancasse incredibilmente.
Avevamo sempre avuto un rapporto speciale, io e lui.
Ci eravamo avvicinati dopo quel fatidico giorno in cui mio padre aveva picchiato mia madre, avevo 6 anni e lui 11; ricordo bene come avevo assistito alla scena e il modo in cui mio fratello mi aveva preso in braccio e portato nella sua stanza. Quel giorno mi aveva guardato negli occhi e anche se aveva ancora 11 anni mi disse quella frase che tutt’ora non ho dimenticato
–Corvo.. Sappi che io non ti farò mai del male e ti vorrò sempre bene-
Gli occhi iniziarono a pizzicare fin quando non mi ritrovai a singhiozzare seduta nello sgabello  –Ora mi stai facendo del male..- mormorai tra le lacrime sentendo una fitta al cuore per la frase crudele che avevo detto.
Non era colpa sua se era morto, non era colpa sua se ora soffrivo
–Cornelia?- arrestai il mio pianto non appena sentì una voce alle mie spalle
–Luke?- mi voltai notando la sua figura entrare nella stanza –Perché stai piangendo?- si passò il dorso della mano sugli occhi cercando in qualche modo di scacciare via il sonno –Io..- cercai di formulare una frase ma sentì le lacrime ricominciare a scendere copiose sul viso. Le braccia di Luke mi circondarono strette e sentì la sua mano accarezzarmi i capelli –Anch’io avevo un fratello- ammisi allontanandomi –E’ morto in un incidente due mesi fa.. Ho assistito alla scena- incatenai il suo sguardo al mio –Mi manca terribilmente- terminai con voce strozzata tirando su con il naso
–Capisco come ti senti.. Perfettamente.. Ma dobbiamo faci forza.. Loro non vogliono tutto questo dolore per noi.. Loro  vogliono che noi voltiamo pagina e che torniamo a sorridere- mi disse con un tono di voce molto dolce.
Accennai un sorriso per le sue parole –Grazie Luke.. So come puoi sentirti anche tu..- 
Ricambiò il sorriso prima che lo stringessi ancora una volta in un abbraccio. 

Note dell'autrice

Ragazze sono bene che questo capitolo è abbastanza triste.. Ma da inizio alla profonda amicizia che si creerà tra Cornelia e Luke.Comunque ho aggiornato oggi perchè probabilmente domani non potrò. Ringrazio coloro che hanno recensito lo scorso capitolo e spero ce ne siano di più in questo! Un grande bacio e a presto

 

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Capitolo 8
*** Capitolo Sette ***


Capitolo Sette


 

Erano passate due settimane dalla convivenza con i ragazzi.
Io e Luke avevamo stretto molto dopo quella strana sera che entrambi non avremmo mai dimenticato. Calum sembrava quasi il mio fratello minore, riusciva sempre a farmi ridere e mi coccolava senza trovare un motivo preciso. Mike cercava sempre un modo squallido per farmi dei complimenti ma a parte quello era un fantastico amico quando le situazioni si facevano serie. Quella mattina Ashton ed io avevamo deciso di uscire insieme per un motivo più che importante: regali di Natale.

La sera precedente mi aveva quasi supplicato ad accompagnarlo perchè lui era sempre stato una frana nei regali e dato che c’ero io aveva colto l’occasione di poter contare sul mio aiuto. Con lui avevamo legato in un modo particolare: guardavamo spesso film insieme, andavamo ogni sera in spiaggia a guardare le stelle e trovavamo qualsiasi scusa per abbracciarci.. O almeno, trovavo qualsiasi scusa per abbracciarlo.

Il centro commercialo di Sidney era immenso, c’eravamo andati solo due volte ma ancora non riuscivo bene ad orientarmi e ricordo bene come mi fossi persa l’ultima volta –Allora per Luke andiamo dritto da Vans.. Troveremo sicuramente qualcosa- affermai convinta con un espressione seria che fece ridere Ashton –Che c’è?- chiesi cercando di trattenermi dal ridere per la sua risata contagiosa –Sei così convinta- rispose intrecciando le dita e avvicinandosi. Arrossì violentemente per quel gesto inaspettato e le farfalle dentro il mio stomaco cominciarono a volare freneticamente.
Mi sorrise ed io ricambiai tirandolo poi verso il negozio –Io direi di prendergli un maglietta o una canotta- spostai lo sguardo dalla maglietta che avevo davanti, a lui che annuì sorridendo. Dopo circa dieci minuti, Ashton mi corse incontro –Che te ne pare di questa?- mostrò una felpa senza cappuccio nera con un immagine in bianco e nero di uno squalo dall’enorme bocca –Mhh.. Inquietante.. Ma fantastica!- esclamai alzando le braccia in segno di vittoria –Tu non hai trovato nulla?- mi chiese mentre ci dirigevamo alla cassa –Avevo idea di tornare un’altra volta da sola.. Oggi voglio aiutare solo te-
 
Era passata quasi un’ora ed avevamo trovato solo il regalo per Mike, una nuova chitarra acustica che tanto desiderava –Io direi che a Calum potremmo prendere un cd.. Mi parlava l’altro giorno di una collezione dei Metallica..- mi disse Ashton mentre indicava il negozio di fronte a noi. Risposi con un flebile certo prima che la mia attenzione fosse catturata dalla vetrina accanto a noi che mostrava un bellissimo abito, dovevo essere rimasta incantata che Ashton dovette sventolarmi una mano davanti al viso per spostare nuovamente l’attenzione su di lui –Vai a provarlo,no?- mi incitò spingendomi all’interno del negozio –Non avrei neanche l’occasione per indossarlo…- risposi sconsolata –L’avrai- affermò lui lanciandomi uno sguardo intenso da fami venire la pelle d’oca.
Mi guardai ancora una volta allo specchio passando le mani nel morbido tessuto, il corpetto di velluto nero con uno scollo a cuore mi fasciava il seno perfettamente e si fermava sopra l’ombelico da dove poi partiva una lunga gonna trasparente decorata da motivi ondeggianti e a gocce rigorosamente neri che lasciavano intravedere le gambe ma che coprivano l’intimo –Dai! Esci che ti voglio vedere!-esclamò Ashton da oltre il camerino. Ubbidì immediatamente scostando la tenda verde acido e mostrandomi un po’ imbarazzata non appena notai il viso sorpreso del riccio –Wow- riuscì solo a dire con occhi sgranati –Compralo no?- scossi la testa mostrando il cartellino del prezzo. “Non potevo permettermi di spendere i soldi in cose futili.. Anche se.. No,non potevo.”
-Ne troverò di altri..- mormorai sconsolata rientrando nel camerino.
Acquistammo per Calum un collezione dei cd dei Metallica alla fine, terminando così la nostra mattinata –Andiamo al mare?- mi chiese una volta in auto –Si certo!- poi la sua espressione cambiò –Merda..- imprecò aprendo lo sportello –Ho dimenticato il portafoglio al negozio di Cd! Torno subito- scese senza darmi il tempo di rispondere con un “okay”.
 
Una volta a casa, Ash nascose i suoi regali in camera sua mentre io distraevo i ragazzi chiedendogli se avevano voglio di andare al mare.
Mi cambiai velocemente prima che tutti risalissimo in auto per ripartire verso una spiaggia tranquilla, Luke e Ashton legarono nel tettuccio due tavole da surf sperando nelle belle onde. Passammo una fantastica giornata al mare dove Michael non la smetteva di fare gavettoni non appena aveva qualcuno sotto tiro e Luke ed Ashton si mostravano tra le onde quasi fossero professionisti. Prendevo il sole da qualche minuto e per la prima volta sentì un silenzio quasi inquietante intorno a me –Cal?- chiamai alzandomi di scatto –Prendetela!-urlò qualcuno prima di sentirmi afferrata dalle braccia e dalle gambe –Ragazzi!-urlai scoppiando immediatamente a ridere per lo scherzo ritrovandomi poco dopo sott’acqua –Ve la farò pagare!- continuai con voce stridula uscendo infreddolita. Poi uno strano calore alla guancia e il viso di Ashton comparve di fronte a me –Ti va di uscire stasera?- mi chiese sorridente mentre io ancora metabolizzavo il suo bacio –Ehm.. Ma non andiamo ogni sera in spiaggia?- alzai le sopracciglia dubbiosa sulla sua richiesta –Si.. Ma vorrei uscire fuori a cena.. Con te- rispose passandosi una mano sui ricci bagnati. Arrossì violentemente per la richiesta e annuì senza riuscire a proferire parole per quanto ero emozionata. 

 

Note dell'autrice


Ragazze non sono molto convinta di questo capitolo.. Vorrei sapere cosa ne pensate voi invece :) 
Ch ne pensate di questo Ashton dolce e carino? 
E dell'appuntamento? 
Vi lascio con i nostri protagonisti:)  a presto!

 

Cornelia





 

Ashton



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Capitolo 9
*** Capitolo Otto ***


Capitolo Otto


Avevo appena finito di farmi una doccia per eliminare qualsiasi traccia di acqua salata, così pulita e profumata mi avvolsi da un asciugamano bianco ed uscì chiedendomi la porta alle spalle.
Urlai non appena incontrai Calum proprio dietro di me che sorrideva beffardo
–Ma vuoi farmi prendere un colpo?!-esclamai portandomi una mano sul cuore che batteva forte sul petto –Ma.. Tu ed Ash? Cosa nascondete?- mi chiese e il mio viso cominciò d arrossire così tanto che Cal scoppiò in una risata fragorosa da sentirsi male –Lo sapevo! Avete qualcosa sotto! Poi Ash si sta mettendo tutto in tiro.. E’ entrato tipo dieci volte in camera di Luke a rubargli canotte.. Avete un appuntamento per caso?- mentre parlava si era seduto sul letto e guardava il panorama oltre la porta finestra –Beh.. Si..- mormorai affiancandolo e appoggiando il viso nella sua spalla –Cornelia?- mugugnai in risposta –Posso confessarti un segreto?- 
era titubante mentre lo chiedeva ed aveva iniziato a giocherellare con le dita
–Certo- sospirò sorridendo poi amaramente –Mi sono innamorato..- sgranai gli occhi sorpresa e scattai in posizione eretta come un cane che aveva intravisto uno scoiattolo –E di chi?-
lui si voltò incatenando lo sguardo con il mio –Di un ragazzo..- confessò lasciandomi spiazzata 
–SEI GAY?!-esclamai mentre lui cambiava espressione quasi si sentisse a disagio
–Cioè.. Calum ma è fantastico! Ma dimmi che non è uno di quei tre la fuori..-
indicai dietro di me alzando le sopracciglia e sperando vivamente ad una risposta negativa che non tardò ad arrivare – No no.. Lui. Cioè l’ho conosciuto da Harrods.. Lui è il commesso..
Stavo con Mike e lui si è avvicinato a chiedere se volevamo aiuto.. Io gli ho sorriso e
ha notato il piercing e mi ha detto “hai un sorriso meraviglioso.. Ti sta proprio bene”-
si morse il labbro inferiore mentre la mente probabilmente vagava in quel ricordo e
il suo voltò arrossì –Che dolce.. Cal lui è sicuro gay.. Cioè per lavorare da Harrods..
Poi ti ha fatto quel complimento che sicuro un etero non avrebbe mai fatto.. ad un ragazzo- alzò lo sguardo trasmettendomi una tenerezza da farmi venie a pelle d’oca
–Ti darò una mano a conquistarlo. Sta tranquillo- gli sorrisi dolcemente lasciandogli una carezza sulla guancia –Sai.. Vedo come ti guarda Ash.. anch’io vorrei qualcuno che mi guardasse
in quel modo- ammise baciandomi la fronte –Grazie Corvo- ed uscì velocemente dalla stanza.
A quel nomignolo il mio umore s’incupì immediatamente “Solo lui mi aveva chiamata in quel modo” pensai liberandomi dall’asciugamano e sentendomi improvvisamente accaldata.
Scelsi l’intimo sciogliendo i capelli dalla crocchia scomposta in cui li avevo legati e dopo un lungo sospiro aprì l’armadio per scegliere qualcosa da mettere. Non avevo l’imbarazzo della scelta,
per partire avevo portato lo stretto necessario, ma fortunatamente ero riuscita a potarmi un unico vestitino adatto per un occasione del genere.
Lo lasciai sul letto ed uscì nel balcone approfittando ancora per poco della luce del sole che lentamente stava svanendo oltre l’orizzonte.
Passai tra i capelli le dita e chiusi gli occhi  beandomi di quel momento di quiete e rientrando poco dopo con un sorriso sereno sulle labbra. 
Indossai il vestito blu notte dal vertiginoso scollo a v sul petto che lasciava intravedere le curve del seno e le ballerine dello stesso colore. Non badai molto al trucco, anche perché avevo solo un po’ di eyeliner, allora sistemai meglio i capelli e sorrisi allo specchio convincendomi di essere un tantino più carina in quel modo. Afferrai il cellulare e scesi giù in cucina dove tutti erano riuniti –Cornelia?- Michael strabuzzò gli occhi e sorrise malizioso avvicinandosi
–Sapevo che avresti voluto sposarmi questa sera- ridacchiai per la sua espressione mentre Calum scuoteva la testa rassegnato –Ehm.. veramente la dama è con me-
Ashton poggiò una mano sulla spalla di Mike che a quell’affermazione si imbronciò allontanandosi –Brava! Mi tradisci pure!- continuò fingendo poi un pianto disperato. 
Cal e Luke scoppiarono in una risata piuttosto fragorosa mentre io mi limitai a sorridere per quella strana scena –Sei bellissima..- Ashton si era avvicinato al mio orecchio provocandomi brividi che percossero la mia schiena.
Il telefono cominciò a vibrare e senza badare al nome che veniva illuminato risposi ancora in trance per la vicinanza di Ashton 
-Pronto?- 
-Cornelia! Ma cosa ti è saltato in mente?!- le urla di mia madre furono così forti che dovetti allontanare il telefono e tutti si voltarono a guardarmi
-Mamma sei ridicola- il mio tono era freddo e distaccato, mi allontanai in un angolo mentre i ragazzi ripresero a chiacchierare
-Non usare quel tono con me sai! Devi tornare immediatamente qui! Stai rovinando i tuoi piani per una stupida ragazzata! Harvard non è mica dietro l’angolo! Ti è costata tanto quella borsa di studio e ora ti stai rovinando!- continuava con voce esasperata
–Mamma parleremo di Harvard al mio ritorno..- mormorai scocciata e voltandomi appena per scorgere Ashton che mi fissava intensamente
–Dovresti essere in volo dopodomani per la sistemazione e iscrizione! Cornelia! Non fare la bambina e torna immediatamente qui! Cosa ne penseranno i tuoi amici?! Tuo padre! Io! Chris sarebbe molto deluso!-
a quel punto persi letteralmente le staffe cominciando a sudare e arrossire per la rabbia
–Non permetterti mai più di nominarlo! Hai capito?! Chris sarebbe fiero di me e appoggerebbe ogni cosa! Mamma poi per te è sempre stato un buon annulla! Lo trattavi di merda e non lo consideravi di striscio solo perché non voleva andare alla Columbia?! E sinceramente ti odio anch’io per il modo in cui l’hai trattato! E non metterò piede ad Harvard neanche se fosse l’ultimo posto vivibile in questo pianeta!- chiusi la telefonata tirando poi il cellulare contro la parete.
Emisi un verso di frustrazione e rabbia cercando di reprimere le lacrime
 –Cornelia.. stai bene?- al tocco di Ashton sussultai e voltandomi mi accorsi dei quattro visi preoccupati intenti a fissarmi. Sorrisi falsamente sospirando e recuperando il cellulare ancora sano –Certo Ash.. Usciamo per favore?- chiesi gentilmente con lo sguardo velato dalle lacrime che premevano ad uscire. Lui annuì intrecciando le dita con le mie 
–Noi usciamo.. Torniamo tardi ragazzi! Buonaserata!- esclamò il riccio tirandomi fuori e guidandomi all’auto.
Per l’intero tragitto cercai di conversare del più e del meno con qualche difficoltà per la voce che usciva ogni tanto strozzata ma dopo circa dieci minuti l’auto si fermò dolcemente in un parcheggio molto affollato –Dove siamo?- chiesi curiosa notando la lunga fila che c’era all’ingresso con un buttafuori quattro volte più grande di me –Sorpresa..- mi circondò la vita con un braccio conducendomi all’entrata –Hey Bro!- Ashton si cambiò una pacca sulla spalla con il buttafuori che lo salutò con un sorriso sornione lasciandoci entrare. Entrammo in un locale dove una grande quantità di persone si dimenava nella pista e osservai una ragazza dal vestito topo corto che cercava di abbordare un ragazzo muscoloso –Andiamo..- di nuovo quell’estrema vicinanza che provoco quei brividi alla schiena. Salimmo lungo una scala di fero fino a spuntare in un terrazzo con un panorama mozza fiato –Wow- mormorai facendo ridacchiare Ash che mi tirò ancora una volta. Una signorina si avvicinò sorridente –Buonasera signori, avete prenotato un tavolo?- il biondo ricambiò il sorriso –Si.. Irwin Ashton- la ragazza controllò sul tablet ritornando poi a guardarci -Da questa parte- la seguimmo fino in fondo al terrazzo dove si trovava un tavolo apparecchiato per due con una lanterna ad illuminare il centro. Ci porse i menù congedandosi poco dopo –Ash.. questo posto è meraviglioso…- gli dissi continuando ad ammirare Sidney in tutto il suo splendore nella vita notturna –Beh.. Volevo che questo primo appuntamento fosse speciale…- spostai lo sguardo incrociando il suo 
–Cornelai devo dirti una cosa- 

Note dell’autrice


Ragazze cosa ve ne pare di questo capitolo? Calum allora cosa combini?!
Mente tu Ash non potevi essere più romantico! Cosa vorrà dirgli? Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione e ringrazio le persone che mi seguono e che hanno recensito gli scorsi capitoli! A presto!

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Capitolo 10
*** Capitolo Nove ***


Capitolo Nove


Ashton sembrava tentennare, il suo viso si stava colorando di un rosso vivo mentre non smetteva di stringere i pugni –Ash.. tutto bene?- chiesi preoccupata di quella strana reazione. Mi sorrise guadandomi dritto negli occhi –Mi piacciono i tuoi capelli!- esclamò quasi urlando lasciandomi un po’ delusa dalle mie aspettative –Ehm.. Grazie- bevvi un sorso d’acqua abbassando lo sguardo e sistemandomi poi meglio nella sedia.
Senti da parte sua uno sbuffò quasi scocciato prima che aprisse il menù e leggesse ad alta voce le portate –Che te ne pare?- alzò lo sguardo verso di me ,uno sguardo indecifrabile, ed io sorrisi rendendomi conto di non aver prestato alcuna attenzione negli ultimi cinque minuti di lettura –Ehm.. Quello che prendi tu lo prendo anch’io- azzardai riportando il bicchiere sulle labbra –Va bene- mi sorrise mostrando le sue dolci fossette e mi trattenei quasi nell’avvicinare il dito.
Non appena portarono gli antipasti la mia espressone mutò da divertita, per la stupida battuta di Ashton, a disgustata per quella schifezza che mi ritrovavo davanti –Amo le ostriche..- mi confessò il riccio mentre ne ingurgitava una davanti ai miei occhi “Io le odio..” pensai schiarendomi la voce e cercando di prendere tempo “Non fare la maleducata.. Hai deciso tu alla fine di prendere quello che prendeva lui!” purtroppo me stessa aveva ragione così trattenei il fiato e inghiottì quella cosa viscida –Buone no?- mi chiese pulendosi le labbra con il tovagliolo di stoffa. Misi su un sorriso finto e abbassai lo sguardo nel io piatto notando che ne restava ancora una –Qualcuno  mi aiuti..- mormorai prima di svuotare il mio piatto di qualsiasi cosa commestibile.
Per il resto della serata me la cavi bene, aveva scelto cibi mangiabili almeno e con mi dispiacevano affatto inoltre tutto era accompagnato dalle sue battute davvero divertenti e dalle sue risate che riuscivano a contagiarmi ogni singola volta. Verso fine serata Ashton aveva allungato la mano verso di me ed io presa di coraggio lasciai che intrecciasse le sue dita con le mie –Adoro i tuoi occhi..- mi disse fissandomi intensamente
 –Ma che dici.. Sono inespressivi- farfuglia abbassando lo sguardo imbarazzata –Non è vero.. Mi piacciono tanto.. Cambiano sempre colore.. Quando sei ancora assonnata il grigio è scuro quasi da sembrare nero.. Quando sei felice si creano sfumature chiare.. Quando il sole li colpisce si trasformano in un chiaro castano e si posso scorgere anche tratti di verde.. Sono meravigliosi- rimasi quasi incantata dalle sue parole così dolci –Sono senza parole..- ammisi stringendo la presa nella sua mano –Mi aspettavo una reazione del genere- mostrai uno dei miei migliori sorrisi che ricambiò accarezzando il dorso della mano con il pollice –Andiamo al mare?- annuì lentamente mentre Ashton chiamava il cameriere e pagava.
 
Ci eravamo appena fermati nel parcheggio di fronte la spiaggia ed ero riuscita a voltarmi per prendere il telo nel sedile posteriore e quasi non me l’aspettai quando Ashton esclamò- Chi arriva ultimo si becca un bagno!- sbarrai gli occhi scendendo più velocemente possibile mentre vedevo il biondo molto più avanti e rideva come un matto –Dai lumachina!- quasi gli alzai il dito medio ma la sua risata contagiò anche me e senza accorgermene caddi nella sabbia umida. Le risate di Ashton si fecero più forti ma sinceramente io non ci trovavo più niente da ridere –Vedo che hai già scelto il posto- mi misi seduta stendendo poi il telo –Oh ma sta zitto..- gli sussurrai con voce divertita mentre mi aiutava.
-Una stella cadente!- esclamò indicando un punto preciso del cielo ma non appena alzai gli occhi la scia luminosa era già scomparsa –Esprimi un desiderio- mi voltai verso di li mentre sorrideva esprimendo un desiderio
 –Fatto- sentenziò tirandomi giù accanto a lui –Cos’hai espresso?- chiesi tirandomi su con i gomiti. Lui incatenò il suo sguardo al mio pronunciando poi flebilmente –Questo- interrompendo qualsiasi distanza tra noi.
Sorrisi sentendo le sue labbra calde a contatto con lei che aspettavano quel bacio da tanto tempo e percepì poco dopo la sua lingua che chiedeva il permesso per entrare che non negai, approfondendo così il bacio.
Le sue braccia mi cinsero la vita trascinandomi sopra il suo corpo caldo, poggiai le mani sul suo petto cercando di sostenermi con un po’ di fatica ma la situazione si capovolse di punto in bianco ritrovandomi così sotto di lui –Ottimo desiderio..- sussurrai allontanandomi per riprendere fiato
-Grazie..- sorrise sfregando il naso sul mio.
 
Quando ritornammo a casa le luci erano ancora tutte accese –Strano.. E’ molto tardi- affermò Ashton con uno sguardo corrucciato.
Non appena aprimmo la porta trovammo Luke disteso per terra con i pantaloni bagnati e dieci bicchieri vuoti intorno al suo viso –Bene.. Si sono ubriacati quegli idioti..- la voce del biondo era tesa e scocciata e non appena si chinò verso l’amico il suo sguardo diventò di fuoco- Luke!-urlò scuotendolo forte ricevendo solo un mugugno –Ash vado a vedere dove sono gli altri..- sorpassai i due filando in cucina dove Calum e Mike tracannavano una bottiglia di Jack Daniels –Ragazzi!-esclamai anch’io ora furiosa –Cosa diavolo state facendo?-chiesi senza aspettarmi alcun risposta infatti il moro gettò un rutto disgustoso mentre Michael cadeva all’indietro in un tonfo –Bene..- mormorai posando il cellulare nella penisola e aiutando subito i due.
Quasi mi sembrò surreale distendermi nel letto dalle fresche lenzuola, Ashton entrò nella stanza con indossò una canotta e dei boxer mentre io ero ancora vestita –Ti posso fare compagnia per un po’?- mi chiese con uno sguardo dolce –Certo.. Ma prima voglio mettermi comoda- mi rintanai in bagno uscendo poi solo con un paio di shorts e una maglietta.
-Sono le quattro e noi siamo ancora svegli..- mi disse accompagnato da uno sbadiglio –Tu ancora per poco- ridacchiai mettendomi di fianco per guardarlo meglio –Posso?- mi chiese serio –Fare cosa?- alzai le sopracciglia non riuscendo ad intendere poi il suo braccio  mi cinse la vita e le nostre labbra si incontrarono ancora una volta facendo nascere in me uno strano formicolio alla schiena e una guerra nel mio stomaco.


Spazio autrice

Cose ve ne pare ragazze? Sinceramente ho scritto due volte questo capitolo perchè non ero convinta e sinceramente neanche ora lo sono tanto.. Comunque fatemi sapere cose ne pensate con una  recensione! A presto! 

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Capitolo 11
*** Capitolo Dieci ***


Capitolo Dieci


Ashton

Non capivo da dove provenisse quel fascio di luce così intenso e non volevo assolutamente aprire gli occhi,volevo tornare a dormire una buona volta ma era davvero fastidioso.
Sentì un respiro caldo proprio sul collo e a quel punto riuscì a capire dove mi trovassi; Cornelia stava dormendo accanto a me e sembrava sognare tranquillamente. Sorrisi pensando al modo in cui ci addormentammo mentre stavamo discutendo sulla mia sfuriata esagerata per Luke, era molto testarda quando si metteva una cosa in mente. Le osservai il viso dai lineamenti morbidi e trattenne la voglia di mordere quel nasino così perfetto, poi le labbra sembravano così vellutate. 
Le passai delicatamente il pollice nella forma delle labbra e desiderai tanto baciarle all’infinito –Mhh.. Ash?- alzai lo sguardo mentre sbatteva le palpebre per focalizzare qualcosa. Si passo il palmo nella mano sugli occhi e in quel momento sembrò una bambina, molto bella –Buongiorno.. Ieri sera ci siamo addormentati.. vuoi fare colazione?- chiesi mentre lei ancora cercava di risvegliarsi infatti mugugnò qualcosa di incomprensibile prima di portare un dito sulle mie labbra –Altri cinque minuti dai..- mormorò accoccolandosi nell’incavo del mio collo e sentendo poi un bacio umido. Una scarica di brividi mi attraversò la schiena e seni qualcosa di fastidioso premere sotto, ai piani bassi. Arrossì immediatamente, allontanandomi indifferente e sperando che non se ne fosse accorta o avrei fatto una delle figure di merda più grandi del mondo –Io scendo dai.. i preparo la colazione..- gli sussurrai svignandomela lungo le scale e incontrando un Luke dal viso stravolto –Odio i postumi- mi disse non appena si accorse di me. Ridacchiai tirando fuori i mirtilli per un frullato –Ash… Senti tra meno di cinque giorni è Natale.. Che cazzo facciamo?- mi chiese poi mentre si massaggiava le tempie –Mhh.. Potremmo fare una grigliata al mare? Oppure preparare un cenone impegnativo- proposi accendendo il frullatore e ricevendo uno sguardo furioso da parte di Luke –Scusa..- mormorai divertito spegnendolo –Comunque.. Io direi per la grigliata.. Almeno spendiamo poco- lo guardai davvero male e al suo “Che c’è?” alzai gli occhi al cielo –Amico. I soldi ti escono dal culo e fai anche il tirchio?- riaccesi il frullatore e Luke mi urlò qualcosa che non decifrai prima di uscire dalla stanza nello stesso momento in cui entrò una Cornelia sorridente e con indosso la maglietta degli “Sleeping With Sirens” –Ash!-esclamò venendomi incontro e dopo aver dato un’occhiata alla porta si alzò con le punte per baciarmi dolcemente le labbra –Adoro questi saluti. Mi saluterai sempre così?- la vidi sorridere ancora una volta illuminandosi alla vista della bevanda bluastra –Sono mirtilli?!- annuì passandogli il bicchiere che avevo appena versato e nel giro di pochi secondi fu vuoto e una Cornelia dallo sguardo famelico implorava di averne ancora.
Quella mattina Cornelia mi aveva chiesto il permesso per prendere l’auto per fare un giro mentre io potevo passare un po’ di tempo con i miei amici, così avevo buttato dal letto Mike e Cal trascinandoli a bordo piscina. 
-Ashton caro.. Come è andata ieri sera?- fu Michael a parlare mentre indossava gli occhiali da sole e si spalmava un po’ di crema –Mhh nulla perché?- mi tuffai insieme alla ciambella gialla di Luke che in quel momento era entrato in giardino con il suo costume dal color vomito –Ho visto che vi baciavate sta mattina!-esclamò quest’ultimo facendomi irritare –AH AH!- Cal si gettò proprio accanto a me schizzandomi –Okay.. Ieri l’ho portata a cena e ci siamo baciati.. Lei mi piace e smettetela di essere imbarazzanti per favore! Parlo con te Mike!- esclamai sistemando i capelli che stavano incollati sulla fronte –Smettila idiota.. Che le regalerai per Natale? Io le ho preso una cosa fighissima- mi disse Cal avvicinandosi con il materassino –Cosa le hai peso?- chiese Luke al posto mio –Ho trovato una collanina con un ciondolo a forma di skateboard come il suo- sorrisi mentre l’immagine di lei al parco con quella tavolozza viola occupava i miei ricordi –Ho già pensato al regalo..- affermai rimanendo sul mistero.
Quando Cornelia tornò decidemmo che Natale si sarebbe festeggiato in spiaggia anche se era un po’ un clichè australiano e che l’indomani saremmo andati tutti a ballare. Stavo guardando ancora una volta i regali che avevo comprato e sentì qualcuno bussare alla mia pota –Avanti-  
La figura di Cornelia mi fece sorridere mentre quasi con passo felpato si avvicinava –Disturbo?-chiese allungando le braccia alle mie spalle –Tu non disturbi mai- le posai le dia sui fianci accarezzandola e avvicinandomi poi a baciarle le labbra.. Che sensazione fantastica era baciarla! Gli sarei potuto morie per le strane sensazioni che provavo! Il semplice bacio casto si trasformò in qualcosa di più passionale quando chiesi permesso di entrare per incontrare la sua lingua . Sapeva di cioccolato, molto probabilmente aveva mangiato qualcosa di dolce prima di salire, ma non mi dispiacque affatto. Le afferrai le cosce stringendola e facendola appoggiare nella cassettiera accanto mentre le sue dita iniziarono a giocherellare con i miei ricci. Sembrava un momento perfetto quando la pota si aprì di scatto senza che ce ne accorgessimo.


Note dell’autrice

Cominciò a dubitare di questa storia.. Non so.. Ma non mi sento molto sicura :( Cose ne pensate voi? Inoltre avevo cominciato a scrivere un’alta storiella su Luke.. Fatemi sapere con una recensione se siete curiose di leggerla.. A presto :*

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Capitolo 12
*** Capitolo Undici ***


Capitolo Undici

Per quanti volessi bene a Calum, la sua irruzione nella stanza mi fece provare un odio profondo per la sua testolina mora –Ops.. Ho interrotto qualcosa?- chiese con un sorrisino imbarazzato mentre le sue guance si colorarono di rosso –No- risposi seria mentre scendevo dalla cassettiera sentendo Ash sbuffare dietro di me –Solo.. Cornelia vorrei andare con te al negozio.. Ricordi?- alzò le sopracciglia e allora intesi quello che voleva davvero dirmi –Ahh.. Certo.. Dieci minuti e scendo, okay?- lui annuì mostrando un sorriso dolcissimo e chiudendosi poi la porta alle spalle –Dove eravamo rimasti?- Ash si avvicinò circondandomi la vita con le sue lunghe braccia, mi volai fiondandomi sulle sue labbra desiderosa di molto di più. Mi staccai svogliatamente ricordandomi di Calum lasciando Ashton scontento ed eccitato proprio come lo ero io sembrava quasi difficile pensare che avremmo potuto spingerci a quella “cosa”, io volevo aspettare molto tempo soprattutto con un ragazzo che conoscevo da sole due settimane. Ma con Ash mi sentivo bene, non ero mai a disagio o imbarazzata, sentivo che poteva essere quello giusto.
In auto Calum non la smetteva di agitarsi e ripetere continuamente –Sono un fifone.. Non ho le palle.. Lui è troppo! Farò una grande figura di merda!- ma io prontamente ribattevo con complimenti come “Sei un figo” “Nessuno può resisterti”. Una volta davanti Harrods, il moro stava impalato proprio all’entrata guardando oltre il vetro della porta un ragazzo intento a sistemare delle magliette –Possiamo provare in un modo davvero semplice… Beh o sempre presentato tante ragazze ai miei amici con questo modo, potrebbe funzionare anche con te.. Vuoi provare?- il suo sguardo sembrava terrorizzato alla mia proposta ma stranamente annuì ingoiando rumorosamente la saliva prima di entrare e far scattare il campanellino. Il ragazzo a quel suonò si voltò curioso e non appena notò Cal il suo viso si illuminò –Salve ragazzi.. Posso fare qualcosa per voi?- gli sorrisi amichevolmente mentre spingevo Cal a dire qualcosa ma in risposta lui sapeva solo boccheggiare come un pesce –Oh mio dio.. I tuoi capelli sono magnifici, sono di un nero così intenso.. Naturali?- lo sguardo del ragazzo sembrò piuttosto stranito ma poi rispose gentilmente –No no.. Sono biondi ma penso che il nero mi si addica di più..- assunsi un espressione sorpresa poi mi voltai verso Cal con uno sguardo “Porca troia..Dì qualcosa!” ma l’idiota rimase ancora zitto annuendo –Anche Cal volva fare una tinta.. un ciuffo biondo.. starebbe bene secondo te?- il moro mi guardò malissimo mentre spostava lo sguardo nel ragazzo che invece lo guardava come se fosse un adone sceso in terra –Si.. Starebbe proprio bene- rispose mentre si passa una mano tra i capelli leggermente imbarazzato –Allora.. Lui ha bisogno di un paio di jeans.. Io sono una pessima consulente, lo lascio nelle tue mani- mi dileguai tra i corridoi fingendo di essere interessata ad una camicetta rosa confetto mentre osservavo Cal ridacchiare a qualcosa del ragazzo. “Il mio lavoro è fatto” pensai sentendomi realizzata per aver reso felice una persona dolce come Cal.
-Com’è andata?- chiesi una volta fuori. Lui per tutta risposta mostrò il cellulare illuminato da un nome “Dylan” –Hai il suo numero allora!- esclamai slanciandomi per abbracciarlo –Sei una grande.. Grazie per avermi aiutato- mi baciò la guancia stringendomi ed io non potei fare a meno di sorridere –Ora andiamo a casa che Micheal rompe per una riunione pre-Natale- non avevo idea di cosa intendesse ma non feci alcuna domanda mentre tornavamo verso casa.
Al nostro arrivo trovammo Luke con uno sguardo esasperato e Micheal intendo a discutere insieme ad Ash di qualcosa che non ho ben capito –Che succede?- chiesi sottovoce a Luke che per tutta risposta indicò i capelli di Mike. Erano di uno strano colore verdastro con qualche spruzzo rosso –Come ti salta in mente? Potevo perdere i capelli!- esclamò Michael indicando la sua testolina colorata –Dai era solo uno scherzo, non farne una tragedia come al tuo solito!- ribatte Ashton alzando gli occhi al cielo –Ma è normale?!- questa volta il punk si rivolse a me ed io sorrisi avvicinandomi –Secondo me sei molto in tema natale Miki.. Per me sei un figo galattico- la sua espressione mutò ad arrabbiata a sorprendentemente contenta –Sposami!- esclamò abbracciandomi e facendo scoppiare i presenti in una risata fragorosa –Domani!- aggiunsi io lanciando un’occhiata ad Ash che sorrideva mostrando le sue deliziose fossette –Ragazzi sentite.. Domani è ventiquattro.. Penso che sia giunto il momento di una riunione pre-Natale!- tutti guardammo straniti Michael non riuscendo a intendere lo scopo ma con fare convinto indicò il salone –Qualcuno di voi vede un albero con lucine e palline colorate?- scuotemmo la testa mentre sul suo voltò si faceva largo un ghignò quasi malefico –L’altro giorno ho sbirciato in cantina e ho trovato tutto l’occorrente quindi, dato che non abbiamo nulla da fare, muoviamo il culo e facciamo qualcosa per rendere il Natele ancora più Natalizio!- sorrisi per il modo in cui sapeva essere sempre spavaldo e intraprendete, così tutti scendemmo ad aiutare quel pazzo di Michael a decorare l’albero.

 
Spazio per me (?)

Lo so.. Sono in un enorme ritardo! Ma spero possiate perdonarmi :( Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione! a presto:*

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