Rainbowman

di Demigod_25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Jasmine ***
Capitolo 3: *** Note ***
Capitolo 3: *** Green Sea ***
Capitolo 4: *** Away ***
Capitolo 5: *** Drunk ***
Capitolo 6: *** Mistake ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Jasmine ***


È un caldo pomeriggio di primavera, cammino tra i gelsomini e una brezza leggera me ne porta il dolcissimo odore. Conosco bene questi minuscoli fiori; mi avvertono che mancano pochi metri alla casa di Troye, e il loro forte profumo riesce a allentare un po' la mia agitazione. 

Ho sempre adorato i gelsomini, sono così piccoli ma emanano il profumo di cento fiori messi insieme.

 Suono al campanello, e quando la porta laccata di blu si apre il mio cuore sta battendo all'impazzata. "Buongiorno, entra!" esclama sorridendo Troye, e mi stringe in un abbraccio. Ho paura che senta i miei battiti sul suo petto, tanto sono forti. Da qualche mese è sempre così, quando lo vedo: c'è qualcosa di diverso tra di noi, qualcosa che ci fa arrossire al minimo tocco, che supera i semplici abbracci da amici con una pacca sulla spalla... Perfino i nostri amici e i fan l'hanno notato, e anche se i primi non ne parlano mai, si sono accorti di qualcosa. Gli unici che cerchiamo di far finta di nulla siamo io e lui. In ogni caso, entrati in casa, mi porta in camera sua dove già vedo la webcam accesa e il pc pronto a registrare. Lo guardo con aria interrogativa e lui mi spiega che avremmo registrato un video insieme su richiesta dei nostri fan. Quando mi siedo accanto a lui il video sta partendo; in tutta fretta mi sistemo i capelli che oggi sono di un violetto pallido e sfodero il mio miglior sorriso. Dopo i saluti Troye annuncia che qualche giorno dopo saremmo partiti per un meeting e inizia a spiegare cosa succederà nel video: cercheremo su Instagram tutte le foto con l'hashtag #troyler, il nome che hanno già dato alla nostra "coppia", inutile dire che le mani mi sudano come non mai. Su Instagram troviamo tanti nostri selfie con scritte piene di cuoricini e collage assurdi, ce n'è perfino uno con noi due che ci baciamo. Il commento sotto è "I wish it was real!" Avvampo fino alla punta delle orecchie e gli lancio un'occhiata fugace, scorgendo un lieve rossore anche sulle sue guance. Con un sorriso si volta verso di me e esclama: "beh, accontentiamola, no?" Mi sento svenire. 
Sento la sua mano che si posa con delicatezza sui miei jeans.
Si sporge in avanti, mancano pochi millimetri, sento il suo respiro.
Credo di scoppiare.
"Ci avete creduto eh?! Mi dispiace, dovrete aspettare ancora!" Ride lui, allontanandosi di scatto. 
Non ce la faccio più. Mi alzo e senza nessuna spiegazione corro via, esco dalla camera, dalla casa, corro il più lontano possibile. Mi accascio a terra sotto la cascata di fiori eccessivamente profumati, ora. Sento le lacrime bagnarmi la camicia, appannarmi gli occhiali. Piango e mi sento sciocco. Per un momento ho creduto che quelle labbra così rosse avrebbero toccato le mie.

Ho sempre adorato i gelsomini. Mia nonna me ne faceva una tisana, quando ero triste. Mi accarezzava i capelli e mi diceva "andrà tutto bene piccolo, andrà tutto bene..."


~Angolo dell'autricee~ 
È la mia primissima fanfic e sono straemozionata! Adoro Troye, ma posso dire di amare Tyler e i suoi capelli arcobaleno, anche se non è per il mio patetico fangirlare che ho scelto "Rainbowman", uomo come titolo, lo scoprirete più avaanti! •௰•  ho un po' "rischiato" visto che ancora nessuno aveva scritto nulla sulla Troyler, spero che vi piaccia, aiuto! Per qualsiasi cosa sono qui, critiche, chiarimenti e - spero da morire - apprezzamenti :D Un bacetto e al prossimo capitolo ❤️

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Capitolo 3
*** Note ***


Credo di aver fatto davvero un casino, stavolta. Troye non si fa sentire da una settimana, e io sto malissimo. Domani partiremo tutti per Perth, una città di mare nell'Australia Occidentale, per un meeting con i nostri fan, così decido di iniziare a preparare le cose. Mentre sono sul letto finendo di riempire la valigia entra Jackie, mia mamma, con un piatto di sandwich e un bicchiere di Coca. Adoro mia mamma, sa sempre come tirarmi su di morale, e infatti si è già accorta che ho ancora gli occhi rossi dal pianto. 
"Dimmi che c'è, su. Lo vedo che sei sempre col muso, non mangi niente e non cambi colore di capelli da un mese!" 
Ridiamo entrambi e mi butto tra le sue braccia. Insiste a sapere che cosa ho, ma io non me la sento ancora a parlargliene. Se ne va dalla mia camera offesa, ma intravedo un sorriso tra le sue labbra. La amo, non c'è che dire.
Il suono del campanello mi riporta alla realtà, facendomi sobbalzare. Mentre scendo le scale di corsa ho il cuore a mille, dentro di me c'è ancora la vaga speranza che sia Troye.
Apro la porta col sorriso, che si spegne presto... È Zoe. Non che mi dispiaccia vederla, ma avevo creduto davvero nell'impossibile. Saliti nella mia camera, lei arriva dritta al punto. "Non so cosa ti stia prendendo, Ty. Non ti fai vedere più in giro, non rispondi ai messaggi, non pubblichi video. E non mi mentire perché ti conosco troppo bene per non sapere che stai male per qualcosa." 
Non ce la faccio più, scoppio in lacrime  e mi stringo tra le sue braccia. Devo dirlo a qualcuno, o sprofonderò sempre di più... 
Così tra i singhiozzi le racconto tutto; la situazione tra noi due, il video, il bacio mancato...  Mentre parlo vedo tante espressioni diverse sul suo viso, e inizio ad aver paura di quello che pensa di me... Quando ho finito, lei sospira, mi sfiora i capelli e mi abbraccia velocemente, poi mi dice che Troye stava avendo lo stesso mio comportamento e che tutto il gruppo aveva notato qualcosa, nell'ultimo periodo. Mi consola un altro po' e poi mi dice che deve scappare, o farà tardi a un certo impegno. 
"Stai tranquillo e vedi di parlare con lui, mentre siamo a Perth!", dice sorridendo mentre esce di corsa.
Ora mi sento molto più tranquillo, svuotato da tante preoccupazioni. 

Trascino la mia enorme valigia per il vialetto di casa mia, salutando i miei con la mano. È già tardi - come mio solito - e corro con la valigia che si ribalta ad ogni sassolino. Impreco per tutta la strada che porta al parco, dove ci sono ad aspettarmi tutti. E con tutti intendo anche Troye, che sta parlando con Marcus, e per fortuna è di spalle. Cerco con disperatamente Zoe, mia unica salvatrice, e la trovo che ride con Joe. Lascio la valigia accanto al pullman e corro da lei, buttandomi tra le sue braccia. I due fratelli mi stringono in un abbraccio, e per un attimo mi scordo di Troye...
Finché non vedo il suo sguardo azzurro puntare verso di me. Avvampo da capo a piedi e vengo salvato dall'autista del pullman, che ci esorta a salire. Prendiamo tutti posto, io accanto a Zoe fortunatamente. Lo vedo; è due posti davanti a me, nell'altra fila. Il pullman parte, e io non riesco a staccare gli occhi da quel collo perfetto e i capelli arruffati. Chiudo gli occhi e cullato dal pullman sento pian piano le voci sparire... 

Dei passi.

Nel silenzio del pullman sento qualcosa muoversi accanto a me. 
Socchiudo le palpebre e riesco a vedere qualcosa tra le ciglia.
Zoe dorme, come il resto dei ragazzi che vedo, con le cuffie nelle orecchie. 
Improvvisamente sento la mano di qualcuno intrufolarsi nella tasca dei miei pantaloni e ritirarsi poco dopo, e poi farmi una carezza ai capelli. Ho troppa paura di aprire gli occhi, così li chiudo ancora più forte aspettando il totale silenzio. Quando ormai sento solo il battito del mio cuore apro gli occhi, ma vedo tutti al loro posto come prima... 
Arrivati a Perth ci lasciano all'albergo e, recuperata la valigia e le chiavi, corro in camera mia. Sono fin troppo impaziente di vedere cos'ho nella tasca.
Apro la stanza, butto la valigia sul lato e mi siedo sul letto.
Frugo nella tasca e trovo un piccolo riquadro bianco, lo apro. In una scrittura veloce e malferma leggo: "Vieni alla spiaggia alle 9." 


~Angolo dell'autricee~
Ciao ragazze, anche se non so se effettivamente sto parlando a qualcuno e qualcuno ha letto la mia fanfic (non vomitandoci sopra, spero...) *si nasconde in un angolino e fa ciao con la manina* Apparte gli scleri nosense, spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi assicuro che non ci saranno solo tempi bui per questi due poveracci! Un bacetto, al prossimo capitolo! ❤️ 

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Capitolo 3
*** Green Sea ***


Mi rigiro più volte quel biglietto in mano. Chi avrebbe potuto mettermelo in tasca? Chi ci sarebbe stato in spiaggia alle 9? Tante di quelle domande che mi si affollavano in testa, nessuna con una risposta valida. 
Alla fine decido di farmi una doccia, infilarmi dei jeans e una felpa e scendere per la cena. 
Prendo posto accanto a Joe, Troye è all'altro capo della tavola. Meglio così, penso con un sospiro. Ho lo stomaco chiusissimo, tocco il secondo giusto per provare l'ottimo pesce famoso a Perth. 
Dopo la cena ci riuniamo nella hall dell'hotel e ci disperdiamo; alcuni restano in albergo con un tè e un mazzo di carte, altri vanno a bere qualcosa, io esco senza farmi notare troppo, col cuore che mi balza in gola a ogni passo. Arrivo alla spiaggia puntualmente e mi siedo sul bagnasciuga. Guardare il mare mi rilassa, e così riesco a calmarmi un po'. 
"E così sei stato tu?"
Una voce che conosco perfettamente mi fa sobbalzare e mi giro di scatto. Avrei preferito buttarmi in mare e farmi dare per disperso.
Troye. 
Sta in piedi dietro di me, con un'espressione corrucciata, a braccia incrociate. 
"Ma a far cosa?", riesco a dire nel panico più totale. 
"Mi sono ritrovato un biglietto anonimo in tasca, oggi, con scritto di venir qui alle 9. Sei stato tu a scriverlo, immagino."
"È successa la stessa cosa a me. Mi sono svegliato in pullman con lo stesso biglietto nella tasca, qualcuno deve averci giocato un brutto scherzo, o è un mistero" ribatto io.
Non si fida del tutto. Lo riconosco dal suo sopracciglio alzato, tipico di quando mi scopre a far qualcosa che non devo. Oddio, penso di morirgli davanti.
"Senti, se mi devi dire qualcosa, fallo subito. Ho delle cose da fare." 
Il suo tono è così severo che mi spiazza, e rimango impalato davanti a lui senza riuscire a dire nulla. L'unico suono che è rimasto è il fruscio delle onde sulla sabbia. La luna è piena stanotte, e illumina il suo viso mettendogli in risalto la pelle candida. Gli occhi verde mare sono immensi come sempre, mi ci perdo, vorrei prendergli il viso tra le mani e baciarlo come se non ci fosse un domani. E, forse, per noi due non c'è.
"Non so che vuoi, Tyler, e se non ti decidi a parlare lo farò io. La nostra amicizia non è più solida come prima, mi pare, e se preferisci pensare a me in quel modo allora sono fatti tuoi. A me andava bene anche essere un semplice amico per te, e non più il tuo migliore amico, ma a quanto pare non sei d'accordo. Il tuo silenzio lo conferma, e perciò ho avuto la certezza che forse ho sbagliato a continuare a pensarti. Ciao Tyler, stammi bene." 
Ogni parola è stata una pugnalata, non riesco a muovermi, a fermarlo, a cercare spiegazioni, non riesco a dire una singola parola. Lo guardo allontanarsi e sparire, mentre lacrime pesanti mi solcano le guance. Ho appena avuto la sicurezza che non mi vorrà mai come qualcosa di più di un amico, tutti gli sguardi, le emozioni, tutto quello che pensavo fosse da parte di entrambi era solo da parte mia. 
Sono rimasto lì come un ebete, a guardarlo uscire dalla mia vita, ma si può essere più idioti?! 
Mi accascio nella sabbia, e tra i singhiozzi mi ripeto che sono un cretino. Mi odio, mi odio, mi odio da morire...
A passi lenti torno in albergo, il viso paonazzo, non ci vedo nemmeno attraverso gli occhiali. 
Entro nella hall e senza salutare gli altri salgo in camera mia e mi butto sul letto.
Ora sono proprio confuso. Perché dovrei odiarlo? Perché ha sbagliato a pensarmi? Cosa gli ho fatto di tanto grave? 
Cerco di addormentarmi con tante domande quante ne avevo prima di quell'incontro, quando qualcuno bussa alla mia porta. Mi asciugo velocemente le lacrime, mi do una sistemata e vado ad aprire: è Zoe con la faccia più preoccupata che possa metter su. 
"Ti ho visto che salivi con una faccia orribile, sembravi uno zombie, ma che ti è successo?" 
Così le racconto tutto, come ogni volta, e comincia ad agitarsi sulla sedia. 
"Cos'hai?" le chiedo, inclinando la testa.
"Io... S-scusa... Oddio..." scoppia in lacrime, coprendosi il viso con le mani. Insisto per sapere cosa c'è, e dopo qualche singhiozzo esclama: 
"Sono stata io a nascondere il biglietto nelle vostre tasche..."


~Angolo dell'autricee~ 
Buongiorno cari lettori! (Se c'è qualcuno... *bussa alla porta*) mi sono accorta che per qualche strana magia nera di Efp il secondo capitolo l'ha indicato come terzo! Quindi "Note" è il secondo capitolo, ops. Anyway, questo capitolo è stato straziante anche scriverlo, ma purtroppo la loro è una storia tormentata! Preparatevi, ee al prossimo capitolo, un bacetto!❤️

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Capitolo 4
*** Away ***


"Cioè, in realtà è stato Joe a nasconderveli in tasca, io non avrei potuto, ero seduta accanto a te e ti avrei svegliato... Però l'idea era mia, volevo farvi chiarire, farvi render conto che siete innamorati l'uno dell'altro, ma ho solo fatto peggio! Non so come scusarmi, non avrei mai creduto che Troye potesse avere quella reazione..." 
Le sue parole scorrono come un torrente, che mi investe in pieno. 
"Lo so che mi odierai adesso, ma ti prego di non prendertela con Joe, è stata solo mia l'idea..." 
Perché la gente non si fa mai i fatti suoi?! Cercano sempre di "aiutarti" ma fanno solo peggio! Mi sale una rabbia improvvisa, che si sfocia tutta contro di lei. 
"Innamorati l'uno dell'altro?! Ma se mi odia! Gli faccio schifo, me l'ha detto chiaro e tondo! Stavolta hai fatto davvero una cazzata, devo dirtelo, vorrei che qualche volta non t'intromettessi in tutto! Ora, per favore, vorrei stare un po' da solo."
Non so perché sono così arrabbiato con lei, forse la sto incolpando di tutto quello che penso di me stesso. 
Lei si alza e corre verso la porta, ancora in lacrime, sbattendola con forza. 
"Perfetto - penso io - ora hai perso anche la tua migliore amica. Sei un vero disastro, fattelo dire." 
 
È mattina, oggi c'è il meeting con i fan. La voglia è zero, ma devo farlo per loro, si meritano una ricompensa per tutto l'appoggio che ci danno ogni giorno. Scendo a fare colazione e vedo Zoe e Joe che mi guardano con preoccupazione. Ho gli occhi cerchiati di nero, i capelli scomposti, non ho dormito per niente stanotte.
Mi siedo in un angolo del tavolo e vengo raggiunto da Caspar, con cui faccio due chiacchiere e riesco a sorridere dopo giorni. 
Arrivati al meeting inizio a fare qualche foto con i fan, autografo foto, cartelloni e magliette. Saliamo sul palco e iniziamo a rispondere a qualche domanda, facendo le nostre solite battute sceme, anche se la mia risata è più che forzata. 
A un certo punto delle fan iniziano a acclamare la Troyler, vogliono un bacio, una foto insieme. Stiamo entrambi fermi sul palco, senza sapere cosa fare. 
Sento le lacrime salirmi agli occhi, sono nel panico.
"Mi dispiace per voi, ragazze, ma Tyler preferisce di gran lunga me!"
Mi sento prendere di forza e delle labbra toccano per un millisecondo le mie. 
Zoe.
Tutti i fan ridono e fanno fischi, ridendo. Li salutiamo in fretta e corriamo dietro il palco. 
"Scusami, sono stato un cretino, ho ributtato su di te tutto il mio dolore... Senza di te non so come avrei fatto."
Abbraccio la mia salvatrice, Zoe Sugg, che mi ha tirato fuori per l'ennesima volta da un disastro totale. 
Mi stringe a sé e mi ripete più volte che va tutto bene. Tra le sue braccia mi sento a casa.
Oltre la sua spalla intravedo Troye, schiena al muro, con la testa bassa e il viso di un rosso accentuato. Appena si accorge che lo so osservando si gira di scatto e sparisce dietro un pannello del backstage e non lo vedo fino a sera, quando decidiamo di andare a bere qualcosa tutti insieme e di ballare un po' in un locale vicino. 
Dopo un aperitivo che mi tira un po' su di morale vado a scatenarmi in pista con i ragazzi, anche se ho perso di nuovo Troye. Decido di smettere di pensarci e di divertirmi, chiacchierare con ragazzi conosciuti lì e bere, bere e bere ancora.
Deciso di andarmi a sciacquare il viso per riprendermi, vado nel bagno del locale e mi butto un po' d'acqua in faccia. Sto per tornare dagli altri, quando sento delle risate e degli sbuffi da una rientranza illuminata poco fuori dal bagno. Mentre ci passo davanti decido di dare una sbirciata, sono curioso quanto abbastanza sbronzo. 
Credo che mi si sia fermato il cuore per qualche secondo.
Quegli occhi, quel sorriso, quei capelli, quelle mani.
Quelle mani avvinghiate dietro a un collo sconosciuto, con i capelli che le arrivano alla vita. 
Troye... Con una ragazza sconosciuta. Si scambiano baci appassionati, carezze, stringendosi l'uno all'altra.
Non riesco a muovermi, mentre una cascata mi si sta riversando dagli occhi. Non è possibile, ditemi che è solo un brutto sogno... 
Si accorgono di me e si separano immediatamente. 
Troye mi guarda, con quegli occhi stupendi, guarda le mie lacrime scendere e posarsi sulla mia maglietta colorata, non si fermano più. 
Corro via, mentre sento la sua voce chiamarmi. Non m'importa più di nulla, esco dal locale, corro più che posso, arrivo all'albergo. Prendo le mie cose e chiamo un taxi, voglio andare lontano, lontano da tutto questo schifo, lontano dalla mia vita... 


~Angolo dell'autricee~ 
Ciao ragassuoli! Spero che la storia vi stia prendendo, perché ci saranno presto sorprese! :D voglio (e spero)  davvero che vi piaccia, desidero davvero soddisfarvi con questa fanfic e non so quanti seguono e conoscono la Troyler, a me quei due ragazzi danno davvero tante emozioni! (Oltre ad essere due youtuber fantastici) beh, buona lettura, un bacetto!❤️

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Capitolo 5
*** Drunk ***


Prendo il primo treno che mi capita, anche se porta in una piccola città poco lontano da Perth, ma non m'importa. Voglio solo allontanarmi da tutto quello che è successo.  
Appena arrivato corro ad un supermercato e compro almeno quattro bottiglie di superalcolici, voglio dimenticare. 
Affitto una camera nel primo Motel che vedo dopo qualche metro e comincio ad aprire le bottiglie, le scolo una dopo l'altra e ancora non mi basta, prendo quelle del minibar, non so che ore siano. 
Mi sveglio ancora vestito, steso sul pavimento, con intorno a me bottiglie e bottigliette. 
Accendo l'iPhone e mi ritrovo chiamate, messaggi da tutti. Scrivo solo che sto bene e che non si devono preoccupare, poi lo rispengo. 
Decido di uscire a fare quattro passi, e dopo essermi comprato un panino raggiungo il porto della città e mi siedo a pranzare su una panchina davanti al mare. 
Sto addentando il mio sandwich, quando sento chiamare il mio nome e qualcuno si siede accanto a me. Non posso credere ai miei occhi: dopo anni e anni rincontro la mia prima cotta gay, Jason. Ero al terzo anno di liceo, quando conobbi questo biondino tutto cardigan e camice, che si era appena trasferito da Londra. Facemmo subito amicizia ed a una festa, pochi mesi dopo, ci baciammo. Finì lì, anche perché avevamo troppa paura di uscire allo scoperto, ma continuammo comunque a parlarci anche se sempre in gruppo e al massimo due parole.
"Tyler, quanto tempo! Sei cambiato tantissimo! Ma che sono questi capelli? L'altezza è sempre quella però!", esclama lui ridendo. Cominciamo a parlare del più e del meno, sulla situazione sentimentale non racconto più di tanto e anche lui fa lo stesso, siamo comunque entrambi scapoli. 
Quando mi dice che mi deve lasciare per un pranzo di lavoro, mi lascia il suo numero e scappa lasciandomi inebetito. 
Decido di tornare in albergo per farmi una dormita vista la notte insonne del giorno prima, e mentre mi butto sul letto il cellulare mi avverte di un nuovo messaggio. 
"Che ne dici di andarci a bere una cosa insieme stasera? Passo da te alle 7. Jason" 
Accetto pensando che distrarmi un po' riuscirà a migliorare il mio umore.
Mi lavo, improfumo e metto in ordine i capelli, scelgo dei vestiti decenti e scendo ad aspettarlo. Infatti è già li, nella sua auto, e mi fa cenno di salire. Sono emozionato, perché oltre ad essere un ragazzo davvero carino è anche stato il mio primo amore, e così inizio ad avvampare in continuazione. Odio. 
Arriviamo al locale di cui mi parlava lui, e entrati ci sediamo ad un tavolino ordinando due Mojito. Facciamo un Brindisi in onore dei vecchi tempi e parliamo del liceo, ridiamo delle nostre avventure, ricordiamo anche quella fatidica festa e il bacio tanto proibito.
"Mi mancano quei tempi, sai. E rincontrandoti ho capito che mi manchi anche tu.", dice con una punta di tristezza. 
"Non ti ho mai dimenticato, sai" continua, "ed è grazie a te che ho avuto il coraggio di fare coming out con gli altri. Ho capito che è inutile nascondersi dalle proprie passioni e i propri desideri solo per la paura del giudizio degli altri."
Sorride, e mi sento bene. 
Per un momento so di aver reso qualcuno migliore.

Finito l'aperitivo mi propone di andare a casa sua, nel centro città, ed ordinare due pizze. 
La sua casa è davvero bella; è grande, moderna e accogliente. 
Ci sediamo sul divano con due birre in attesa delle pizze, e ci guardiamo un po' di tv, commentando una partita. 
Arrivate le pizze mangiamo in fretta e ci rimettiamo sul divano, parlando e commentando di tanto in tanto un programma alla tv. 
Stiamo facendo switch da canale a canale, quando troviamo il film che amavamo al liceo, "Il tempo delle mele". Non possiamo crederci e così decidiamo di lasciare quel film che sognavamo ogni notte alle superiori.
Sto seduto tranquillo a godermi il film, quando all'improvviso lui si sporge su di me e prendendomi il viso tra le mani mi bacia appassionatamente.
Ricambio il bacio, non sapendo se per mio piacere o per scacciare Troye dalla mia mente. 
La situazione si fa sempre più spinta, quando all'improvviso apro gli occhi e vedo davanti a me quel verde mare che conosco tanto bene. 
Le sue labbra rosse stanno baciando le mie, e i capelli castani tutti arruffati e un po' mossi sono intrecciati tra le mie dita. 
Troye... Troye Sivan... Perché mi perseguiti? 
Ti vedo per strada, nei sogni, nei baci di un altro, mi confondi e rendi tutto migliore allo stesso tempo.
Rendevi... 
Mi stacco da Jason, che mi è di nuovo apparso nel suo vero essere, e mi guarda corrucciato. 
"Ho fatto uno sbaglio... Io... Mi dispiace, Jason, tu sei perfetto, ma sto passando un periodo difficilissimo. Ti prego, scusami, non ti dimenticherò, ho passato una giornata splendida con te...", dico alzandomi e infilandomi il cappotto. Lo saluto velocemente con la promessa di rifarmi vivo e corro via, ancora scosso per quella visione.
Ripasso al supermarket, compro le solite bottiglie, mi sembra quasi una routine...
Arrivo all'albergo, bevo, bevo ancora, mi sento male, continuo... 
Mi sembra che il fiume di alcool non sovrasti il mio dolore, piango, dormo a pezzi, mezzo vestito, bevo qualunque risorsa, vedo completamente il mondo distorto ormai...

Una mano morbida mi carezza la fronte. L'aria profuma di buono, di toast e bacon, tè e biscotti. 
"Tyler..."


~Angolo dell'autricee~
Tranquilli, Ty non è un alcolizzato, ahahah! Siamo quasi alla fine, quindi non preoccupatevi per lui... Non vi spoilero nulla! Spero tanto che la serie vi piaccia e i commenti sono sempre ben accetti, positivi (e negativi)! Scusate per la mia assenza ma il 3G non ha intenzione di funzionare, e sono finalmente a casa! *balla per le stanze* come sempre, un bacetto ❤️

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Capitolo 6
*** Mistake ***


Apro gli occhi lentamente e vedo tutto sfocato, ma appena riesco a distinguere la figura seduta sul mio letto non potrei essere più felice. 
My queen. 
Jackie, mia mamma, è seduta vicino a me e mi guarda preoccupata. 
Piano piano riesco a riconoscere che sono nella mia stanza, a casa mia, con la persona che amo più al mondo vicino.
Mi metto a sedere e l'abbraccio, e dopo essermi staccato lei mi guarda severa e mi dice di raccontarle tutto, per filo e per segno, o mi concerà peggio di come mi ha trovato. 
Ancora molto confuso comincio a raccontarle tutta la verità, dal litigio, il biglietto, la litigata, il bacio, al treno e  agli alcolici, tra un boccone di bacon e toast. 
Dopo aver finito, tra lacrime e molti morsi della mia colazione, mi da un bacio sulla fronte e mi stringe in un altro abbraccio. 
"Mi sembra molto strano il comportamento di Troye, non è da lui, e soprattutto dopo quello che ha fatto per te mi sembra ancora più strano... Ma ora riposati, dopo parleremo ancora, e sappi che sei comunque stato uno sciocco e ci hai fatto preoccupare da morire." 
Detto questo si alza e mi lascia solo. 
"Dopo quello che ha fatto per te"..? Sono confusissimo, vorrei la risposta a tutte le domande che mi si affollano in testa, ma sono anche troppo stanco per pensarci, così mi rimetto a dormire. 

Sento un profumo che conosco bene. 
Quante ore saranno passate? Provo ad aprire gli occhi che sono più pesanti che mai, e dalla fessura tra le palpebre riesco a vedere che è buio. 
Mi accorgo improvvisamente di una mano che stringe la mia, e di avere qualcosa addosso. Mi sforzo con tutto me stesso ad aprire gli occhi e mettere in ordine qualche pensiero. 
Mi stropiccio gli occhi, cercando di capire se quello che vedo è davvero reale. 
Quella "cosa" che mi sentivo addosso è Troye, seduto scompostamente su una sedia di fianco al mio letto, la testa poggiata sul mio petto e la sua mano stretta alla mia. Sta dormendo profondamente, la sua testa si alza e si abbassa ad ogni mio respiro. Ringrazio che non sia sveglio, visto che mi batte il cuore a una maniera spropositata.
Cerco di tirarmi un po' su, ho la schiena a pezzi. Appena mi muovo lui fa lo stesso, e lentamente si tira su, senza mai staccare la sua mano dalla mia. Si sfrega gli occhi e appena vede che sono sveglio balza sulla sedia e si butta su di me, abbracciandomi e chiedendomi come sto. 
"Come vuoi che stia?! Mi stavo per ammazzare di alcool, ho deluso tutti voi e, beh, ho perso la persona che amo. Sto alla grande proprio..." 
Troye mi guarda come se fossi un alieno. 
"Perso la persona che amo...?", ripete lui. Quando alla fine capisce che mi riferisco a lui, scoppia a piangere e si nasconde il viso tra le mani. 
Non capisco più niente. 
Se gli faccio schifo, perché ha questa reazione? Perché è a casa mia a tenermi la mano mentre dormo? Sto per chiedere finalmente spiegazioni, ma vengo preceduto da lui.
"Oddio... Io non credevo... Ho sbagliato tutto, sono un cretino... Scusami... È meglio che ti racconti tutto. 
Quando sei scappato in quel modo da casa mia, dopo che ci siamo quasi baciati, e poi non mi hai più parlato per una settimana... Io ho creduto che ti facessi schifo. Ti facessi schifo per aver provato a baciarti, per l'evidente interessamento che avevo nei tuoi confronti in questo periodo, pensavo avessi capito che mi piacevi da un sacco di tempo e che ti schifasse pensare a me in quel modo. Per quello ti ho detto quelle cose in spiaggia... Avevo paura, una paura tremenda che mi avresti detto le cose che temevo, che mi avresti allontanato da te... E tanto era il terrore che avresti confermato le mie paure, che alla fine l'ho fatto io. Volevo proteggermi mentre invece ho fatto peggio... 
La sera dopo, quando mi hai visto con quella ragazza, stavo semplicemente cercando di non pensare a te, di dimenticarti... Avevo bevuto un po', lei ha cominciato a parlare con me, e ho pensato che forse essere gay era veramente sbagliato, se non potevo avere TE. 
Appena ti ho visto che ci guardavi con le lacrime agli occhi, e poi sei sparito nel nulla, ho cominciato a sospettare di aver sbagliato tutto... 
Così, dopo aver discusso con Zoe e gli altri e cercato di avere tue notizie, ho preso il primo treno e sono andato a casa tua, ho parlato con i tuoi genitori e insieme abbiamo provato a chiamarti, ma non c'era nulla da fare... Eravamo disperati... Io ho provato di tutto, ho chiesto in giro se ti avevano visto, sono andato alla polizia... 
Ad un certo punto mi è venuto in mente un ricordo che mi ha salvato. Un giorno tu mi avevi detto di aver installato sull'iPad quell'applicazione per ritrovare il proprio iPhone in caso l'avresti perso, e per fortuna ha funzionato. Ha localizzato il tuo telefono e appena abbiamo visto che eri in una zona a Fremantle, tua mamma è partita e ti ha trovato in quell'albergo, cosparso di bottiglie. Ti ha riportato subito a casa... Ed eccoci qua." 
Non posso crederci.
Abbiamo rischiato così tanto, ci siamo persi, solo per uno stupido equivoco, solo per non esserci esposti l'uno all'altro per chi siamo veramente. Per la paura.
Un sorriso, un sorriso vero, mi compare sul viso, e le lacrime che mi solcano ora le guance sono di pura felicità. 
Troye mi sorride di rimando e mi guarda negli occhi. Mi tuffo in quel verde che amo così tanto, non voglio più lasciarlo, mai più. 
Mi prende il viso tra le mani e lo avvicina al suo. Il suo respiro scalda le mie labbra, e prima che finalmente si uniscano sussurra tre parole, quelle tre parole che mi rendono l'uomo più felice della terra...
"I love you."


~Angolo dell'autricee~
E anche questo capitolo, l'ultimo, è finito! *pianti ininterrotti* mi ha emozionato scriverlo, finalmente possono splendere arcobaleni nel cielo! ~i feels si impossessano di me ~ Uhuhuh. Dopo questo capitolo ci sarà un prologo (non molto lungo, credo) e non so se la serie vi risulti un po' corta, ma come prima fanfic volevo fare una prova! Spero da morire che vi sia piaciuta, vorrei tanto sapere il vostro giudizio finale! Buon pomeriggio/notte/giorno a tutti voi, un bacetto e un taco!❤️
Ps: il taco... Non so cosa c'entrava. Mi ricordava Ty. Okay, mi levo. *si accuccia in un angolo*
PPS: credo seriamente che il 70% di voi crede che io sia pazza. Ehm. (Il restante 30 non capirà cosa dico o è pazzo come me *amori!*)
PPPS: Io solo sono in fissa con Happy Little Pill? È a dir poco stupenda! Voi che ne pensate? *3*

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


•Attenzione, ci sono contenuti un po' forti.•

Sento i raggi del sole che mi colpiscono tiepidi, apro lentamente gli occhi.
I morbidi capelli di Troye mi solleticano la guancia, ne prendo una ciocca e me la rigiro tra le dita.
Troye. Il mio Troye. 
"Buongiorno, bae." - gli sussurro in un orecchio. Lui sorride e si stringe contro il mio petto. 
Faccio per alzarmi a preparare la colazione, quando qualcosa mi tira per i fianchi, facendomi ricadere sul letto di peso. Troye si rigira e si stende su di me, guardandomi negli occhi. Comincia a creare una scia di baci morbidi, dal collo all'angolo della bocca, sapendo che non posso più resistere, ne voglio ancora. Voglio di più. Gli prendo la testa tra le mani e m'immergo in un bacio appassionato, mordendogli il labbro più volte. 
Scivolo accanto a lui e lo prendo per i fianchi, portandolo sopra di me.
Comincio a lasciare una traccia con le labbra sul suo petto, fino ad arrivare all'elastico dei suoi boxer. Lo sento gemere e chiedere 'ancora' tra i sospiri. 
Mi piace farlo impazzire.
Gli mordicchio la pelle al di sopra dei boxer, mi tiene fermamente i capelli celesti chiaro, tirandoli un po'. 
"TYLER, CAZZO!" urla con le lacrime agli occhi.
"Cosa, honey?" lo prendo in giro, facendolo arrabbiare ancora di più.
"FALLO!" mi urla, agitandosi tra le coperte.
Nemmeno io mi posso trattenere oltre. Abbasso i suoi boxer e comincio ad andare su e giù, sempre più velocemente, fino a quando raggiunge il piacere urlando il mio nome.
Non potendo contenere più la mia eccitazione mi abbasso i boxer e entro in lui, aumentando sempre di più fino a che la stanza non è piena di "Tyler" e "Troye", e posso rilasciare il mio piacere dentro di lui.
Collasso sopra di lui, distrutto e felice.
"Sei fantastico, boo.", ansima il mio perfetto compagno. 
"È perché ci sei tu con me, sweety." rispondo sinceramente, sorridendo.
Sono sdraiato tra le braccia del mio fidanzato, tra poco marito, nella nostra nuova casa.
"Un modo perfetto per inaugurare la vita insieme che ci aspetta, eh, piccola verginella?"
Quanto adoro prenderlo in giro. 
Mi lancia un sorriso sarcastico e mi morde un labbro in aria di sfida. 
"Piccola verginella ci chiami qualcun altro, nanetto multicolore."
Sto per ribattere, quando mi prende per i capelli e mi bacia appassionatamente. 
Perché mi spiazzi sempre così, Troye Sivan Mellet?
"Sei proprio un uomo dai mille colori, sai Tillie? - adoro quando mi chiama uomo. E ancora di più quando mi chiama Tillie. - Già, come i tuoi capelli. Trasmetti mille emozioni, SEI mille emozioni. Mi abbatti con una frecciatina, mi fai sentire in colpa appena sparisce il sorriso bellissimo e contagioso che hai. 
E un attimo dopo mi fai sentire l'uomo più felice della terra. 
Sei un arcobaleno di sensazioni, si capisce anche solo guardandoti i capelli! 
Ride con quella voce profonda ma dolce, a pieni denti, mi scioglo.
"Credo proprio che ti chiamerò Rainbowman. L'uomo arcobaleno." 
Ridacchio alle parole di quel matto, ma mi piace. Rainbowman. 
Si avvicina al mio viso strofinando il naso sulla mia guancia.
"E amo ogni tuo colore, mio Rainbowman. Voglio vederti scintillare nel cielo per il resto della mia vita."
Una lacrima mi scende silenziosa e bagna le linee perfette del suo naso. 
"Ti amo, Troye."
"Anche io Tillie. Tanto."


"If it wasn't for you, i'd be alone..."*


*Tratto dalla canzone di Mapei, "Don't Wait", che ritengo la "loro" canzone, l'hanno cantata in un livestream insieme, ed è il sottofondo di un video Troyler su youtube, che ritengo uno dei più belli ed emozionanti. Insomma, adoro questa canzone! Vi lascio i link: 

Livestream: http://youtu.be/-2DDgulNz2w
Video Troyler: 
http://youtu.be/oriqyiONVTI


~Nota dell'autricee~ 
Finalmente l'epilogo, carii! Mi sono buttata sulla questione "hot", visto che me la chiedevate, ho provato! >< fatemi sapere com'è venuta, mi sono divertita molto a scriverla, spero che vi soddisfi! 
Eee questa era la conclusione... *lacrime* mi sono divertita un mondo a scriverla e ho passato dei momenti bellissimi a leggere le vostre recensioni e i messaggi. Spero tanto tanto che la storia vi sia piaciuta, visto che era la prima troyler in italiano.. *blush* 
Se volete vedere la faccina di questa pazza, potete trovarmi su instagram: @mariamosso_ , e su Facebook. 
Un bacione grandissimo a tutti i lettori, siete fantastici. Davvero. ❤️
Ps: ritornerò, non è un addiooo! *sventola il fazzoletto*

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