Andael, dietro le quinte di Mordor

di La Matta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Andael ***
Capitolo 2: *** Odio i Nazgul. Li odio proprio. ***
Capitolo 3: *** Incantesimi, o simil tali ***
Capitolo 4: *** La pioggia di cui sopra ***
Capitolo 5: *** Ci siamo persi un po' di cose ***
Capitolo 6: *** Hobbit o non Hobbit? ***
Capitolo 7: *** Stranamente familiare ***
Capitolo 8: *** Mamma ***
Capitolo 9: *** Povero piccolo ME ***
Capitolo 10: *** Grandi casini verso Imladris ***
Capitolo 11: *** Gran Burrone e tutto ciò che ne consegue ***
Capitolo 12: *** Curiose conoscenze ***
Capitolo 13: *** Posti e... persone ***
Capitolo 14: *** Il Bianco Consiglio (che tanto Bianco poi non fu) ***
Capitolo 15: *** Nasce l'allegra brigata (prima parte) ***
Capitolo 16: *** Nasce l'allegra brigata (seconda parte) ***
Capitolo 17: *** Nasce l'allegra brigata (terza parte) ***
Capitolo 18: *** Cugini ***
Capitolo 19: *** Vanamir si diverte come uno scemo, mentre alla compagnia capitano cose da pazzi ***
Capitolo 20: *** Un evento oscuro e misterioso ***
Capitolo 21: *** E cip cip cip, e co co co, e cra cra cra ***
Capitolo 22: *** La storia dei Crebain ***
Capitolo 23: *** Sul Caradhras fa freddo ***
Capitolo 24: *** Un Monte incazzato ***
Capitolo 25: *** E ci manca solo il lupo cattivo ***
Capitolo 26: *** I lupi dei capitolo scorso, il primo bacio del vero amore e forse qualcosa di più ***
Capitolo 27: *** Toc, toc... c'è nessuuuuno? ***
Capitolo 28: *** Più buio del buio ***
Capitolo 29: *** Diamoci alla musica ***
Capitolo 30: *** Intermezzo: Charanna ***



Capitolo 1
*** Andael ***


andael1

Andael: dietro le quinte di Mordor

 

CAPITOLO PRIMO

ANDAEL

 

(Aprile 3002)

 

Andael era una persona tranquilla. Sul serio.

Era un bel giovane. Moro, quieto, con gli occhi grigi e la pelle chiara.

Era una persona civile. Aveva sempre la tunica pulita ed i libri in ordine.

Potete quindi immaginare la somma inquietudine che lo colse quando scoprì che il suo saggio mentore, Saruman il Bianco, al quale era stato affidato sin da bambino, aveva deciso di servire l’Oscuro Signore Sauron, nella sua riscossa.

E ne giorno in cui la nostra avventura ebbe inizio, ogni cosa sembrava andare per il verso sbagliato.

Mattina. Alba, galli che cantano, uccellini che cinguettano, mosche che ronzano, soli che sorgono, animali che ringhiano.

E già questo non andava troppo bene.

Andael si stiracchiò, usandosi violenza per uscire da sotto le coperte.

Fuori dal letto la temperatura era fredda, ed uno spiffero in particolare andava a peggiorare la situazione.

Il giovane raccolse la propria tunica da per terra, imprecando sottovoce, e tentò di infilarsela al contrario.

Sommesse imprecazioni accompagnarono la scoperta che no, il suo bel corpicino non poteva entrare nella manica.

Con uno sbuffo, il giovane protetto di Saruman si vestì, si allacciò i sandali, si rassettò i capelli e scese dabbasso.

O, almeno, l’idea era quella.

Cadere per le scale era ormai tipico, per Andael. Una botta, due botte, tre botte. Un gradino, due gradini... e la scalinata era piuttosto lunga, considerato che il giovanotto dormiva nel sottotetto.

- Mi avete chiamato, maestro?- chiese alla fine, quando riuscì a raggiungere il piano terra.

Saruman stava seduto a braccia conserte, probabilmente intento a riflettere.

- Ti ho chiamato, mio apprendista...- esordì, salvo poi vedersi costretto a tacere.

Andael, entrando nella stanza senza grande circospezione, ancora intento a divorare una focaccia dolce per colazione, aveva raggiunto il proprio maestro, urtando un sostegno di marmo, e facendo crollare a terra una palla.

Una palla... un po’ speciale. Il Palanthir.

- Maestro io... vi chiedo umilmente...- fece il giovane, dispiaciuto, chinandosi per raccogliere l’oggetto magico, inciampandoci sopra e facendolo rotolare per tutta la stanza, assieme ad una colonna sonora fatta di sommesse imprecazioni.

- Non importa, Andael, non importa.- sospirò Saruman, ormai abituato a scenette di quel genere. Dopotutto, non poteva fare altro, specie ora che aveva scelto di schierarsi con l’Oscuro Signore.

Sauron stesso gli aveva comandato di coinvolgere il giovane discepolo nella sua satanica crociata.

Quindi non si poteva proprio fare il contrario, pena la morte celebrale e non solo quella.

- No, sul serio, adesso prendo su questa cosa e dopo...-

- Basta, Andael! Cielo, ascoltami!-

Il giovane tacque, rialzandosi in piedi e tentando di darsi un contegno.

- Maestro, ditemi pure.-

- Ho una missione per te.-

Andael non si preoccupò eccessivamente. Saruman aveva spesso delle missioni per lui. Missioni pericolose e piene d’adrenalina come poteva essere l’affannosa ricerca di una piantina spastica, o l’arcano mistero della raccolta di bacche ambigue.

- Cosa devo fare, Maestro?- chiese, con un respiro profondo

- Parti con i Cavalieri Neri. Raggiungi la Contea e trova questo signor Baggins.-

Nella mente di Andael si mescolarono svariati pensieri, svariate imprecazioni, ed una buona dose di interrogativi inquietanti

“Cavalieri COOOSA? Oh Valar, ma è pericoloso!!”

“Contea? E dove c***o sarebbe la Contea??”

“Baggins? Ma solo esseri viventi? Hanno l’aria di puzzare parecchio”

“Io devo andare a studiare il tomo sette sui demoni arcaici! Quando lo finisco, quello?”

“Chissà cosa sarà quella palla nerastra... mi inquieta un pochino...”

Ma tutte queste valide argomentazioni si fusero in una sola risposta

- Sì, Maestro. Ovviamente.-

Fu allora che i Nazgul entrarono, sfondando la porta.

 

- Miseria nera ambigua e profana!- esclamò Andael, spaventato.

Il cuore gli martellava furiosamente nel petto, e respirava affannosamente per la paura. Non proprio un cuore di leone, converranno con me i lettori, ma il nostro protagonista è fatto così e così ce lo dobbiamo tenere.

- Padroooone... Aneeeeeellooooo....- dissero i Nazgul in coro

- Lugubre.- commentò il moro, prendendo un respiro profondo

- Va’ con loro e portami l’Unico Anello.-

- L’Unico Cosa?- chiese Andael, incuriosito, iniziando a giocherellare con il pendente della propria collana – Nove cosi neri ed un unico anello piccolino? Mi sa che qui le cose si mettono male, non trovate?-

- Verrai informato strada facendo.- lo tranquillizzò Saruman, scuotendo il capo

- Verrò informato strada facendo.- ripeté il giovane, come se ripetere la frase potesse rendere la situazione più... verosimile.

Scosse il capo, mentre i Nazgul lo guidavano fuori dalla stanza.

 

Verrò informato... strada facendo.

Facile a dirsi!

Sono qui, ignaro, stanco, infreddolito, accerchiato da nove (no, aspetta, sono solo otto. Mi sa che l’ultimo che lo siamo persi per strada... lo dicevo io, che quel guado non era sicuro!) mostri feroci con tuniche nere svolazzanti e cavalli ringhianti... oltretutto sono caduto tre volte da cavallo, e adesso sto procedendo a piedi, con questi cosi neri che fanno battutacce sulla mia imbranataggine, dall’alto della loro Anello-dipendenza.

Mi sento stupido.

Dico.

Stavo affettando radici e frutti esotici solo ieri, e adesso... adesso sto marciando verso un posto chiamato Hobbiville che non ho mai visto e che non ho mai chiesto di vedere!

Oltretutto mi sa che il capo dei Nazgul si sta scaccolando. 

 

Fantastico.

Un ottimo esordio, per questa patetica farsa di missione.

Come diavolo ho fatto, a cacciarmi in questo guaio?

 

FINE CAPITOLO PRIMO

 

Finalmente riesco a scrivere qualcosa di non deprimente!

Sia lodato il cielo!! Potenze della terra, siete infine giunte in mio soccorso!

Salve a tutti, sono di nuovo qui!!

Questa storia è buffa, patetica, un po’ demente, ma credo abbia un filo logico.

Il primo capitolo non era proprio il massimo, ma mi impegnerò per migliorare la cosa, andando avanti!

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Capitolo 2
*** Odio i Nazgul. Li odio proprio. ***


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CAPITOLO SECONDO

ODIO I NAZGUL. LI ODIO PRORIO

 

I Cavalieri raggiunsero la Contea dopo una lunga ed estenuante cavalcata.

Andael era sul punto di crollare a terra, esausto.

Era corso dietro ai cavalli per quasi tutto il giorno, salvo poi venir tramortito da un Nazgul caritatevole ed essere caricato sulla sella di uno di quei destrieri mostruosi.

Quando il giovane si risvegliò, erano già arrivati nella Contea, e stavano inseguendo degli strani cosi con i piedi pelosi ed uno strano modo di vestire.

Andael cercò di fare mente locale, ma la cosa gli risultò davvero molto difficile.

I Nazgul lo deridevano, tirandogli i capelli corvini.

Erano ormai sulle tracce dell’Unico Anello (i mostri neri lo sentivano, a detta loro e solo loro. Andael era piuttosto scettico nei confronti di quella particolare affermazione ma si guardò bene dal dirlo a voce alta) e stavano per trovare l’Hobbit portatore, ucciderlo, rubargli quell’insignificante ed inutile monile, e poi tornarsene a casa.

Chi ai propri libri, chi alle proprie spade, chi alla propria perversione personale, chi al proprio fieno.

E non sto parlando dei cavalli. Quelli mangiavano carne umana.

Andael sospirò, cercando di ignorare gli scossoni del cavallo, che gli davano il voltastomaco.

I suoi pensieri erano filosofici e profondi. Più o meno.

 

Ma questi cosi neri fanno la pipì?

Io non lo so, è da quando siamo partiti che non fanno neppure una sosta...

E poi non è che il Maestro Saruman vorrà una relazione su questa particolare esperienza, sostenendo che si tratta di una “gita didattica”?

No, perché capisco ammazzarsi alla ricerca di un Khobbit o come diavolo hanno detto che si chiama, capisco seguire questi giganteschi cosi incazzati e vaneggianti, capisco anche avere tutta la tunica sporca di fango, ma non tollero che mi si venga anche interrogato a riguardo!

Proprio no!

Come quella volta che il Maestro Saruman mi mandò a raccogliere delle erbe, ed io venni rapito da delle strane creature con dei problemi per nulla irrilevanti...

 

- Muoviti, essssseriiiino...- sibilò un Nazgul, venendo però ignorato

 

... che poi si rivelarono essere unicamente frutto della mia immaginazione, sollecitata da un’erba allucinogena con la quale ero venuto erroneamente a contatto in circostanze misteriose...

 

-.... Esssssseriiiiino!!- ripeté il Nazgul, estraendo lo spadone per rendere omaggio alla pazienza che tutto il mondo gli invidiava

 

... quando rinvenni ero convinto di trovarmi nelle miniere di Moria, ed invece ero su un sentiero non meglio precisato dove (oltretutto) doveva essere appena passata una mandra di mucche dopo pranzo. Non dico altro.

E il Maestro Saruman ebbe persino il coraggio di appiopparmi una lunga relazione su ciò che avevo visto, su ciò che avevo imparato, e sul perché non dovevo toccare le erbe allucinogene.

Grazie, o sommo Mentore!!!

 

- Io ti uccidoooo...- concluse il Nazgul spazientito, punzecchiando Andael con la punta della mastodontica spada.

Solo in quel momento il giovane apprendista si rese conto dell’attuale condizione, e fece un mezzo balzo su sé stesso, cadendo addosso al Nazgul, facendogli cadere lo spadone e facendolo rotolare fin dentro una buca convenientemente scavata dagli Hobbit pastori per contenere il concimante naturale.

Il Nazgul si mise ad imprecare selvaggiamente, mentre Andael prendeva in considerazione l’idea di fare testamento e di scappare il più lontano possibile.

 

Dieci minuti dopo l’imbarazzante incidente con il presunto capogruppo, Andael procedeva assieme agli improvvisati compagni, legato alla sella di uno dei suddetti, e molto convinto a non rivolgere più la parola a quegli asociali con le vesti nere.

- L’essssseriiino si è infuriato...- ridacchiò il Nazgul con il quale aveva avuto il particolare diverbio di cui sopra, ma venne rapidamente zittito da un collega un pochino più professionale.

 

Non sono un esserino!

Non accetto che questi cosi fluttuanti e nerastri se ne escano con dubbie sentenze sulla mia natura! Ma chi me l’ha fatto fare?

Beh, Saruman, veramente. Ma non è questo il punto!

Io sono Andael, dannazione!

Io sono... beh, sono solo quello.

Non è che sappia un granché del resto.

Mettiamola così. Dovessi raccogliere in un libro la mia vita dalla nascita ad ora... avrei materiale per l’introduzione, e forse neanche per quella.

Sarebbe un libro piuttosto patetico, adesso che ci penso.

Cioè, intendiamoci, non è che mi dispiaccia la mia esistenza, eh!

Solo che... ne so poco. Io sono quello che studia, maledizione, quello che sa sempre tutto di tutti... perché di me non so praticamente nulla?

 

Ora tutti voi, cari lettori, vi domanderete come il giovane Andael tacesse le proprie preoccupazioni e non s’infuriasse per il trattamento riservatogli dagli insensibili Nazgul.

Beh, semplicemente.... perché era stato imbavagliato, e quindi gli era stata resa impossibile ogni forma di comunicazione.

Povero piccolo Andael.

 

Visto che non posso parlare, compenserò con un monologo interiore.

Siamo arrivati nella Contea.

Stiamo cercando i suddetti Peppings, Leggings e Baggins (non è che io abbia capito molto bene. I Nazgul hanno qualche problema di pronuncia, come vi sarete resi conto anche voi) e quando li avremo trovati saremo tutti molto più felici.

Concludendo.

Odio la missione, odio l’Anello, odio la Contea ed odio Mordor.

Ma sopratutto odio i Nazgul.

Li odio proprio.

E, cortesemente, pare proprio che loro odino me.

... parecchio.

 

FINE CAPITOLO SECONDO

 

Allora, che ne dite?

Il nostro povero piccolo Andael riuscirà a sopravvivere ai Nazgul ed alle mille imprese che il destino ha in serbo per lui?

Non lo so ancora. Beh, qualche idea già ce l’ho, ma dipende dalla Musa (somma Musa!).

 

Anticipazione del prossimo capitolo!!! (è normale che non si capisca chi pronuncia le battute, altrimenti che anticipazione sarebbe, se spiegasse già il capitolo???)

- Io dovrei fare coooosa?-

- Hai presente? Fuoco, fiamme, frecce, roccia...-

- Ma è lontanissima!-

- Questo è il mio ordine, piccolo scarafaggio!-

... odio il mondo...

  

Ringraziamenti!

(la cortesia dove la mettiamo, altrimenti??)

Illidan: grazie mille, oh mio primo commentatore!! L’idea di creare un personaggio davvero molto imbranato e di metterlo coi cattivi mi è sempre piaciuta molto, e adesso siamo a vedere! Un grande kiss!

Mel: spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie per la recensione!!!! BACI

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Capitolo 3
*** Incantesimi, o simil tali ***


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CAPITOLO TERZO

INCANTESIMI O SIMIL TALI

 

(Giugno 3018, Osgiliath.)

 

Osgiliath era stata attaccata dall’Oscuro Signore Sauron.

Il suddetto Oscuro Signore però non era sul luogo degli scontri, essendo lui una nuvoletta di vapore nerastro o poco più, e quindi aveva delegato l’importante compito al suo miglior generale (se così si può chiamare), l’Orchetto Ifingh. 

Cioè, almeno credo si chiamasse Ifingh. Non sono molto sicura dell’esattezza di questo dato storico, ma non importa.

Perché l’Orchetto aveva quasi sbaragliato le forse degli uomini di Gondor, e le cose volgevano alla peggio per i difensori di Osgiliath.

Fra i suddetti difensori di Osgiliath c’era anche Boromir, figlio maggiore del Mostro di Fango... ehm, volevo dire dell’Intelligentissimo et Illustrissimo et Clarissimo Sovrintendente Denethor.

Il quale Boromir era davvero molto ma molto impegnato nell’intelligente attività di chiedersi come le forze di Sauron potessero essere, in quale modo, scacciate da Osgiliath, o almeno ridotte a più miti consigli.

Non sapeva che la soluzione stava arrivando sulla groppa di uno strano animale, perfettamente ignara di essere la soluzione.

 

Detesto volare.

Soffro di vertigini, e poi qua in alto fa davvero troppo caldo per i miei gusti.

Oltretutto il vento sta gonfiando le mie povere vesti, ed io sembro un cretino.

 

Avete intuito?

La soluzione altri non era che il nostro angelico Andael, il quale era stato sottratto alle cure dei Nazgul per soppiantare il puzzolente Ifingh.

Per ordine del Sommo Signore Sauron, Andael era stato “prelevato” da uno strano animale che risponde al nome di Ikar, e che assomiglia molto a quelle aquile simpatiche che aiutano Gandalf, solo con le piume nere e viola a causa di un incidente di percorso.

Ho dimenticato qualcosa?

Ah sì. Ikar parlava.

Eccome se parlava!!

 

- No, ripeti un po’ cosa dovrei fare?- chiese Andael per l’ennesima avvolta, aggrappandosi disperatamente alle piume dell’animale per non cadere dalla strana cavalcatura

- Ancora? La tua scarsa intelligenza mi lascia sinceramente basito!!-

- Dai, mi dici che devo fare?-

- Devi condurre l’offensiva finale alla cittadella di Osgiliath.-

- Quella Osgiliath? Quella vicina a Minas Tirith?- chiese il giovane apprendista, facendo sfoggio di tutte le sue conoscenze geografiche

- Sì.- rispose l’uccello, serafico

- Ma è...- un altro pensiero, più importante, si fece largo nella psiche di Andael – io dovrei fare cooosa?-

- Vincere una guerra. Hai presente? Guerra. Sinonimo di battaglia, lotta, conflitto belligerante, rissa da osteria! Fuoco, fiamme, frecce, rocce, lance, omini morti, orchetti vivi...-

- Ma Osgiliath è lontanissima!!-

- Questi sono gli ordini del Sommo Capo Sauron, piccolo scarafaggio! Quindi non contestare e tieniti forte! Sia dannato se non raggiungeremo quella maledetta città in tempo più che utile!-

Andael alzò gli occhi al cielo con un sospiro, ripetendo a mente il proprio testamento, poi affondò la faccia nelle piume scure dell’uccello, e si estraniò dal presente, sperando sinceramente di non vomitare sulla testa di Ikar a causa dell’eccessiva velocità

- Si parte!!- ruggì l’uccello, entusiasta – batterò tutti i record di velocità!!-

-... odio il mondo.-

 

Intanto, nella suddetta Osgiliath, i difensori umani si stavano preparando per l’ultimo scontro con il nemico, nella speranza (piuttosto dubbia) che un miracolo li salvasse tutti dallo sterminio di massa da parte di degli orridi orchetti.

Boromir di Gondor non era proprio eccessivamente fiducioso nelle difese di cui Osgiliath disponeva, spesso se messe a confronto con l’audace offensiva che i puzzoni intendevano portare a termine al più presto.

Solo che... che aspettavano.

I Puzzoni aspettavano, e non lo facevano di certo per fare un bagnetto.

Scusate. Comprendo che fare della bassa ironia in questo momento è fuori luogo.

Chiedo perdono ai lettori ed agli omini che stavano facendo testamento in quell’oscuro giorno.

Improvvisamente, qualcosa oscurò il sole.

Alcune bestemmie si sollevarono dal campo-base degli uomini.

Cito unicamente alcune delle intelligenti affermazioni causate dall’arrivo di un’aquila nera gigante

- Caspita!-

- Ma che diavolo è?-

- Devo aver preso troppe botte in testa.-

- E’ la fine!-

- Oddio, ma è un gabbiano gigante, quello?-

- Io me la squaglio da qui....-

- Meglio imboscarsi prima che quel coso debba espellere il pranzo...-

Ignorando queste perle di saggezza, gli umani si prepararono a combattere quell’ennesimo nemico, che di sicuro sarebbe stato davvero molto ma molto pericoloso.

O, almeno, così gli uomini pensavano.

 

- Come sarebbe a dire “adesso che facciamo?”-

Ikar sospirò, scuotendo la testa e rischiando di disarcionare lo sventurato cavaliere

- Adesso dovresti sfoderare i tuoi incantesimi peggiori e uccidere tutti gli umani!-

- Ma io sono un apprendista!- protestò il giovane, con aria sconsolata

- Saprai fare qualcosa, maledizione!!-

Andael prese di nuovo a giocherellare con il suo ciondolo, come se in quel cerchietto di metallo si celassero tutte le risposte alle Grandi Domande della Terra di Mezzo.

- Beh, so far piovere fuoco!- esultò alla fine il giovane aspirante mago.

 

Beh, non so veramente far piovere fuoco.

Cioè, ci stavamo lavorando, quando tutto questo casino è iniziato.

Ok. Rimbocchiamoci le maniche.

Come erano le parole...

 

- Ma non rischi di colpire anche i nostri alleati?-

- Abbiamo degli alleati?-

- Gli orchetti là sotto, no?-

- Ah no, non preoccuparti per quelli.-

Andael tacque il motivo, ma l’uccello gigante insistette tanto che alla fine il giovane si vide costretto a sputare il rospo

- Gli orchetti si sono ammutinati. Quando TU (razza di uccello demente e privo di raziocinio!) hai detto loro che ero venuto per rimpiazzare il loro comandante... beh... prima hanno fatto finta di niente, ma appena ti sei accovacciato per dormire un po’... beh, si sono caricati in spalla armi e bagagli e si sono ammutinati.-

Ikar borbottò qualcosa riguardo la stupidità e la puzza degli orchetti, ma alla fine tornò a rivolgersi al proprio inesperto cavaliere

- Va bene, va bene. Fingerò di niente perché così sono gli ordini del Capo Supremo.-

- Ma perché il Capo Supremo si preoccupa tanto per coinvolgermi in questa dannata guerra?-

- Come, non lo sai?-

Colpo di scena. Sale la suspense nei lettori, che sudano freddo, e cercano di immaginare la risposta...

- Beh, se non lo sai tu...-

Andael alzò gli occhi al cielo, e sospirò. Beh, forse era meglio così.

Forse non voleva saperlo, il perché.

- Allora va bene, signor uccello gigante. Sono pronto! Incantesimo della Pioggia di Fuoco... ehm, vediamo... com’era la formula per il fuoco...-

 

Intanto, al “piano di sotto”, gli uomini si stavano interrogando su perché la creatura volante stesse immobile in aria senza fare niente.

- Io non capisco, fratellone, come mai quel coso stia lì immobile, senza fare niente.-

Esattamente. Proprio quello che ho appena detto.

Comunque questa frase mi è utile, perché posso presentarvi il fratello minore di Boromir, leggersi anche Faramir, ovvero l’altro figlio del Mostro di Fang... beh, ok, di Denethor.

Nell’aria presero a risuonare parole arcane, e sinceramente minacciose.

E l’incantesimo si compì.

... nel bene, o nel male!!

 

FINE CAPITOLO TERZO

 

Ehi, abbiamo anche un capitolo terzo!

Incredibile che questa storia stia proseguendo e CONTINUI ad avere un senso! E’ una cosa quasi spaventosa!

 

Anticipazioni

- Ma che razza di mago sei?-

- Io sono solo un apprendista!!!-

 

Dio che terribile botta in testa.

 

– Questa guerra diventa ogni giorno più demente...-

- Concordo. La guerra è stupida.-

- Secondo me VOI siete stupidi! Ora basta vaneggiare, ed occupiamoci dei nemici.-

- Non vedo nemici.-

- Falla tacere, o non rispondo più delle mie azioni!-

 

Ringraziamenti!!!

 

Ayay: tu sei sempre così simpatica!! Grazie mille! Hai ragione, come a volte è necessario scrivere cose deprimenti, a volte bisogna scrivere demenzialità assurde che però, da qualche parte, un senso devono pur avercelo! Non sopporterei di creare un personaggio così, solo per farli fare la figura del cretino 24 h al giorno!! (io sono un’eccezione? ndAndael). Beh, la cosa ti sorprenderà, ma anche Andael avrà un senso, prima o poi!! BACI!!

Illidan: eh sì, il nostro caro apprendista è piuttosto abile ad incasinare le altrui esistenze! Ci tenevo ad “umanizzare” un po’ i Nazgul!! Allegria al mondo!! Grazie mille per la recensione, sei grandissimo!!

Hareth: definizione azzeccata, poco ma sicuro! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie per il commento!! Baci!!

 

ANCORA UN BACIO A TUTTI

CHARY

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Capitolo 4
*** La pioggia di cui sopra ***


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CAPITOLO QUARTO

LA PIOGGIA DI CUI SOPRA

 

Boromir di Gondor non era eccessivamente ottimista, quando le nuvole iniziarono ad addensarsi nel cielo, mentre un tuono squarciava l’aere sereno.

- Sta attento, Faramir.- disse al fratello

- Scusa ma...- il giovane tacque, guardando le strane nuvole giallastre -... perché piovono uova marce??-

 

- Oops. Scusa Ikar, ma temo di aver sbagliato formula!-

- Ma che razza di mago sei?-

- Io sono solo un apprendista!!-

- Un apprendista foca!-

- Provaci tu!!-

- Sbalordiscimi con un incantesimo potente, oppure giuro che ti scaravento di sotto!-

Andael sospirò, scuotendo la testa

 

Allora... fulmini e saette?

No. Settimana scorsa ho rischiato di dare fuoco ad Isengard.

Vediamo... un’onda anomala?

Per l’amore dei Valar, assolutamente NO!

L’ultima volta che ci ho provato ho fatto piovere secchi vuoti!

Abbiamo già visto che la pioggia di fuoco non mi riesce particolarmente bene...

Ma posso sempre provare con il ciclone anomalo!!

Sì, sì, dovrebbe funzionare!!

Vediamo...

 

- Sul serio, ragazzi.- sbottò una ragazza, avvicinandosi a Boromir e Faramir – non so quanto quel tipo sull’uccello ci stia con la testa. Evitando battute stupide.-

- Concordo con lei.- annuì Faramir – e poi gli orchetti sono scomparsi, e la cosa non è poi così negativa, se ci pensi bene.-

- Non ci capisco niente!-

Di nuovo le arcane parole.

Di nuovo i tuoni e le nuvole...

- Almeno le uova hanno smesso di cadere.- considerò Faramir, cercando di rimuovere l’albume volante dalla propria armatura

- Chissà cosa ci toccherà adesso.- sospirò la ragazza, guardando schifata le uova spiaccicate a terra – Questa guerra diventa ogni giorno più demente...-

- Concordo.- annuì Faramir – la guerra è stupida.-

- Secondo me VOI siete stupidi! Ora basta vaneggiare, ed occupiamoci dei nemici.- li interruppe Boromir, dando alla ragazza un colpo sulla nuca.

- Non vedo nemici, oh sommo capo!- ridacchiò la suddetta.

Boromir avrebbe volentieri alzato gli occhi al cielo, se nel cielo non ci fosse stato l’ultimo nemico che gli rimaneva, perciò ripiegò su una strategia alternativa, e si voltò verso Faramir

- Falla stare zitta, o non rispondo più delle mie azioni.-

 

- Questa sarebbe una magia potente ed inquietante?- chiese Ikar, piuttosto spazientita

- ... ovviamente...- azzardò Andael, speranzoso

- Ma non sta succedendo niente! E oltretutto quegli umanini là in basso si stanno prendendo gioco di noi! Muoviti, altrimenti scaturisco.-

- Ehm... reputo che, a questo punto... io debba...-

Ikar alzò gli occhi al cielo... giusto in tempo per vedere qualcosa.

Qualcosa che la fece davvero molto, molto infuriare.

 

- Ditemi che quello non è un arcobaleno.- esclamò la ragazza di Osgiliath, che per comodità chiameremo semplicemente Konstantin.

- Temo sia proprio un arcobaleno.- la contraddisse Faramir

- ... ma... insomma... un arcobaleno! Io vengo qui per la fare la guerra... e questi nemici feroci e crudeli cosa fanno? Prima fanno piovere uova e adesso fanno anche l’arcobaleno?-

- Non ci sono più i cattivi di una volta.-

- Allora questo non ti piacerà, piccolina...- sorrise Faramir, accarezzando i capelli scuri dell’amica ed indicandole qualcosa nel cielo.

Un puntino, che si allontanava sempre di più, portandosi dietro una scia di api furiose, e di profonde bestemmie.

- Va bene, va bene!- si arrese Konstantin, allargando le braccia con un sorriso ed abbandonando lo scudo contro una colonna – ringraziamo la nostra buona stella ed andiamo ad affrontare la nostra quotidiana guerra con il mostro di Fang... ooops, volevo dire, con Denethor.-

- Ma sei sicura che i nemici non torneranno?- le chiese Faramir, il quale non era propriamente convinto della ritirata dei cattivoni della situazione

- Non chiedere, tesoro.- borbottò Konstantin, con una scrollata di spalle – non chiedere.-

 

- API?? E non contro di LORO, ma contro di NOI??-

Ikar era praticamente isterica.

Come si era cacciata in quel guaio? Perché si trovava con un novellino sulla schiena, con degli umanini festosi, e (sopratutto) con un esercito di Orchetti in rapida ritirata, e molto impegnati e ridacchiare riguardo il “nuovo Ifingh”.

In tutta la sua lunga ed onorata carriera, non si era mai ritrovata in quelle patetiche...

- Andiam, andiamo, a Mordor tutti andiam...-

Dov’ero arrivata? Scusatemi, devo essermi distratta.

Dicevo. Ikar non riusciva proprio a capire come mai i Valar avessero scelto proprio lei per...

- Sei vuoi venire a Mordor batti le mani! Se vuoi venire a Mordor batti le mani!-

 

Forse Ikar si tira un po’ su il morale, se continuo con queste canzoncine...

 

Se non la smette subito lo ammazzo...

 

Ma sì, dai, si ricorderà di quante cose belle ci siano al mondo.

 

Se non la smette lo butto giù, lo guardo sfracellarsi al suolo, poi volo in picchiata e me lo mangio. Poi lo faccio resuscitare e lo divoro di nuovo.

 

- Un Anello per domarli... un Anello per trovarli...-

 

No. Adesso lo uccido. Sul serio. Lo scanno. Gli tiro una beccata o meglio due. Gli cavo gli occhi. Non m’interessa se Sauron poi vorrà la mia testa, almeno andrò all’altro mondo felice...

 

- Un Anello per ghermirli...-

- BASTAAA!-

- Ok. Basta.-

- Finalmente cominciamo a ragionare!-

 

FINE CAPITOLO QUARTO

 

Avete visto? Ho aggiornato l’introduzione!

Beh, mi pare normale. La storia prosegue, la scaletta viene modificata, di notte l’Oscuro Signore mi illumina su come far proseguire le dis-avventure del nostro Andael... mettiamola così. Avevo questo racconto, e ne avevo un altro in progettazione, che con questo aveva delle analogie. Ho deciso di fonderli, e quindi vi dovrete sorbire due imbranati invece che uno solo! (beh, Konstantin la vedremo un po’ meno, ma ci sarà anche lei, ogni tanto... se non altro per aggiornarci su cosa stanno facendo i “buoni”!!!)

In secondo luogo. Ho cambiato sesso ad Ikar. Eh sì. D’ora in avanti avremo un’aquilotta e non un aquilotto. Ok. Facciamocene una ragione. Grazie a tutti! Un grosso bacio.

 

Anticipazioni

 

- Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-

- Non ci siamo persi!-

- Ci siamo persi!-

 

Una volta mi presentai dal Maestro Saruman con la veste sporca di marmellata.

Si infuriò particolarmente.

Non perché non gli andasse la marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.

 

Ringraziamenti.

Illidan: mi è dispiaciuto sospendere la cosa degli Hobbit e dei Nazgul... ma ho visto che, cronologicamente, veniva prima la suddetta “battaglia” (chiamala battaglia...)! Non temere, i Nazgul arriveranno!! Saremo tutti felici a Colle Vento, ammesso e non concesso che Andael si comporti decentemente! No, effettivamente non ho in grande stima il Mostro di Fang... oh, che diavolo, hai capito di chi sto parlando!! Ikar doveva essere solo una “comparsa” ma, sinceramente, mi ci sto affezionando pure io... credo che ce la sorbiremo fino alla fine!! Un grande bacio e tante grazie per la recensione!!

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Capitolo 5
*** Ci siamo persi un po' di cose ***


andael5

 

CAPITOLO QUINTO

CI SIAMO PERSI UN PO’ DI COSE

 

 (4 luglio 3018, non meglio precisato tratto di strada fra Osgiliath e Minas Tirith)

 

- “Non preoccuparti, Faramir! Tagliamo per di qua e saremo a casa in un lampo! So quello che faccio!”. Non avevi detto così, razza di demente che non sei altro?-

Konstantin arrossì, fissando intensamente le redini del cavallo

- Non è colpa mia!- si scusò con l’amico, dando al contempo un colpo sul collo della cavalcatura – è colpa di questa cosa bianca qua sotto!-

- E’ facile dare sempre la colpa ad un cavallo, Connie!-

-... oh beh, non ci perdiamo nulla, ne sono convinta.-

Aerian era la ribelle cavalla di Konstantin, una snella puledra candida, che strusciava il muso contro il fianco degli altri destrieri con allarmante regolarità.

- Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-

- Non ci siamo persi!-

- Ci siamo persi!-

- Non ci siamo persi.- ripeté ancora la ragazza – adesso smettiamola con questo dibattito privo di senso che mi accusa di cose che non ho fatto, e fermiamo quel tipo per chiedergli indicazioni.-

Faramir alzò gli occhi al cielo

Era un mistero, come avessero potuto perdersi. Minas Tirith era semplicemente gigantesca, e loro erano usciti solo per una passeggiata a cavallo, maledizione!

Era sempre colpa di Konstantin.

Lei che insisteva per scappare dalla noia della corte, lei che sellava i cavalli senza avvertire nessuno, lei che si allontanava velocemente, lei che rideva tanto da far imbizzarrire i cavalli, lei che lo tentava a seguire sentieri mai esistiti veramente.

Beh... lei era Konstantin. Lei aveva tutti i motivi del mondo, per farlo.

E, in parte, Faramir non poteva contraddirla. Paradossalmente, nonostante Konstantin fosse più piccola e meno responsabile, il giovane doveva ubbidirle.

Troppo complicato spiegare il perché.

Intanto il cavaliere si era avvicinato (o forse loro si erano avvicinati al cavaliere... molto più probabile la seconda opzione, ora che ci penso meglio...)

- Scusatemi, mio giovane... cacchio, Boromir, che ci fai qui?-

Boromir scese da cavallo, fissando l’amica ed il fratello

- Voi, che ci fate qui?- chiese, evidentemente di malumore

- Sorridiamo. A noi piace sorridere.-

- Come sei divertente.-

- Sorridere. Verbo di seconda declinazione et similia.-

Faramir rimase in disparte, ad ascoltare la disputa fra i due, con un mezzo sorriso sulle labbra.

Era abituato, a quel genere di dialoghi

Però c’era qualcosa, in suo fratello, che lo turbava. Beh, insomma, era armato ed evidentemente pronto per un lungo viaggio.

E pose la domanda. L’intelligente domanda, molto oscura, molto misteriosa, e che avrebbe dato origine a tutta una serie di inquietanti disastri e che avrebbe coinvolto (pensate un po’!) tre quarti della Terra di Mezzo.

- Dove stai andando?-

- Vado a Gran Burrone. Al Consiglio di Elrond.-

Quante parole saranno? Una decina scarsa? Sì, sì, sono otto parole giuste. Otto parole che cambiarono ogni cosa.

- Mi stai prendendo in giro?- esclamò Konstantin, sforzandosi di sorridere

- No.- la freddò Boromir

- Cioè... te ne vai.-

- Sì. Perché non dovrei?-

- Perché non te la puoi cavare da solo! Ti faresti ammazzare!-

- Sentitela.-

Si sentivano dei rumori dalla strada. Rumori di zoccoli, nitriti, corazze in movimento.

- Ora devo andare, Konstantin. Non ho tempo per fermarmi a parlare.-

La ragazza annaspò, cercando una risposta, cercando qualcosa da dire.

- Non farti ammazzare, allora.- concluse, non riuscendo a dire altro.

Avrebbe voluto dirgli tante di quelle cose… ma è universalmente risaputo che le ragazze sono stupide, e lo saranno sempre, in ogni luogo e tempo.

Per questa valida ragione statisticamente provata, e per un’altra ragione che però non era in grado di riconoscere come tale, Konstantin non aggiunse altro.

Scema, scema, e più scema.

 

(Colle Vento, ottobre 3018)

 

I Nazgul erano tutti felici di avere Andael di nuovo fra loro.

Beh, più o meno. Sinceramente? Meno.

Ok, per non dire bugie, vi dirò la verità (ehi, che frase fantastica! Sto diventando un genio oppure il potere dell’Anello mi sta fondendo il cervello? Mah…).

I Nazgul erano davvero molto, molto, molto infastiditi dalla presenza del giovane apprendista che, sempre per rendere l’ambiente più rilassato, era anche passato a casa a cambiarsi, e si era vestito tutto di nero.

Per non distruggere l’atmosfera macabra e per non macchiarsi troppo la veste.

Soprattutto per le macchie di fango sulla veste.

 

Una volta mi presentai dal Maestro Saruman con la veste sporca di marmellata.

Si infuriò particolarmente.

Non perché non gli andasse la marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.

Per non parlare di quando gli portai il caffé e, al posto dello zucchero, ci misi dentro dei cristalli minerali grossi quanto un dito.

Mah, chissà poi dove avevo la testa…

 

- Essssseriiiino.- sibilò il Nazgul n°3, ovvero “quello della fossa biologica Hobbit”.

Era il suo personale modo di dire “ciao, Andael, mi sei mancato”.

Almeno credo.

Non lo so, ma credo che ai Nazgul farebbe bene una seduta di gruppo da un bravo psichiatra. Che ne dite?

- Hoooobbit…- sussurrò, indicando dei fuochi accesi, fra le rovine

- No, credo siano lucciole.- controbatté Andael, serafico.

Ikar preferì non commentare, impegnata com’era a battibeccare con uno dei destrieri dei Nazgul. Sì, sì, proprio quei cavallini neri che mangiano carne umana.

I Nazgul 1, 2, 3, 4, e 5 avevano legato le loro affabili creaturine a degli appositi pali, e si stavano preparando ad andare… a fare una passeggiata.

Beh, ok, ad uccidere gli Hobbit.

 

FINE CAPITOLO QUINTO

 

Anticipazioni

- Hoooooobbiiiiiit....-

- No, a me sembrano delle innocue caprette!!-

- Hoooooobbiiiiiiit....-

- Senti, il Nazgul dice che sono Hobbit...-

- Sono caprette! A te piacciono le caprette!!-

-... SONO VEGETARIANA!-

 

Ringraziamo? Ma sì, dai, ringraziamo!

 

Illidan: tu sei un genio. Sii conscio di essere l’unica persona che mi fa mandare avanti questa storia, dato che non commenta mai nessuno!! Per rispondere alle tue domande: guarda, mi dispiace aver mortificato la grande battaglia di Osgiliath, ma mi piaceva troppo l’idea di far risalire tutto ad un errore del mio piccolo Andael! Di Konstantin se ne riparlerà più avanti o giù di lì... beh, con tanti cari saluti al mostro di fango!!! Un grande bacio e grazie per la recensione!

 

AVVISO AI LETTORI CHE NON RECENSISCONO!

IO POSSO ESSERE PIU’ CATTIVA DI SAURON! QUINDI COMMENTATE, SE NON VOLETE CHE IO CHIEDA AD ANDAEL DI INCENERIRVI CON QUALCHE LETALE INCANTESIMO! BEH, FORSE NON NE MORIRETE, MA CI METTERETE ANNI A TOGLIERE DALLA TAPPEZZERIA LE MACCHIE DI UOVO MARCIO!!

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Capitolo 6
*** Hobbit o non Hobbit? ***


Andael6

CAPITOLO SESTO

HOBBIT O NON HOBBIT?

(fosse solo quello, il problema!)

 

Andael detestava le scale.

Ok, ci era abituato, essendo che la sua stanzetta ad Isengard era praticamente nel sottotetto, ma salire rampe su rampe di scale di pietra, mezze rotte, piene di muschio e topi morti, in compagnia di cinque Nazgul e di un’aquilotta dal pessimo carattere… beh, questo sarebbe stato troppo perfino per un santo.

E Andael non era un santo. Era solo un apprendista.

- Siamo arrivati?- chiese al Nazgul davanti a sé, tirandolo per l’orlo della veste

- No.- rispose quello, gelido

Salirono altri dieci gradini

- E adesso?- domandò di nuovo il giovane

- No.-

Altri cinque gradini

- E adesso?-

- NOOO!- gridò il Nazgul.

 

(un pochino più in su.)

- Hai detto qualcosa, Sam?-

- No, Pipino. Sarà l’erba pipa!-

Pipino scoppiò a ridere con aria stralunata

- Ma l’Erba Pipa non parla, Sam!-

 

(un pochino più a destra)

- Miseria!- Frodo si alzò di scatto, svegliato all’improvviso dalle voci degli amici – che state facendo?-

Indugiò sul fuoco, salvo poi rendersi conto che la legna non stava ardendo per autocombustione

- Spegnete quel fuoco!- imprecò

 

(un po’ più su ed un po’ più a sinistra)

Aragorn alzò gli occhi al cielo, e sospirò

- Stupidi Hobbit. La prossima volta giuro che li lego alle rocce circostanti.-

 

(svariati gradini più in basso)

- Siamo arrivati?-

- NOOOOOOOOOO!!!-

Ikar tossicchiò

- Veramente… siamo arrivati.- fece notare al mondo.

Che un volatile gigante sia più sveglio di cinque re del passato e di un apprendista stregone, ci lascia delle perplessità sul futuro del genere umano e non più umano.

In seguito si scatenò l’inferno

- ODDIO, SONO DEI MOSTRI ORRIBILI!- gridò Pipino, terrorizzato, andando a nascondersi dietro ad una colonna e tentando di estrarre lo spadino.

E non per combattere, ma per fare la pipì. Sì. Lo spadino non era l’arma datagli dal gentile signor Aragorn, ma un’interessante metafora per nascondere le intenzioni del nostro piccolo Hobbit dal piccolo pene. Ecco, l’ho detto.

Un giro di parole sprecato. Grazie Pipino. Sempre discreto.

- Oddio, degli Nobbit!- esclamò Andael, mettendosi le mani nei capelli con fare poco professionale.

- Hobbit.- lo corresse Ikar, relativamente sottovoce

- Beh, sì, volevo dire Kobbil...-

- HOBBIT!- ripeté la cavalcatura piumata, con un sospiro

- Capita a tutti di sbagliare pronuncia. Dopotutto, io non conosco molto bene la lingua di questi Lobbit...-

- HOBBIT!!!- strillò Ikar, esasperata – H-O-B-B-I-T!!!- sillabò, spalancando le ali

- ODDIO, AQUILA GIGANTE, SII MISERICORDIOSA!- pregò Pipino, crollando in ginocchio che ancora tentava di riabbottonarsi la patta

- Silenzio.- lo freddò la diretta interessata, dando una beccata sulla nuca di Andael

- Hobbit...- sibilò il Capo dei Nazgul, avanzando con lo spadone sguainato

- A me sembrano solo delle innocue caprette.- borbottò l’apprendista di Saruman, scuotendo la testa – sarà che mi sta calando la vista, però...-

- Se il Nazgul dice che sono Hobbit, maledizione, saranno degli Hobbit, vero?- sbottò Ikar

- Secondo me sono delle piccole bacche rosse che spuntano in autunno. Da qui il nome Bacchobbit. Non sono neppure velenose...-

- Hobbit!!- sibilò in Nazgul n°3, particolarmente di cattivo umore.

- Sono dei vitellini!!- esultò Andael, indicando Merry e Sam per terra, a quattro zampe, che gattonavano alla ricerca delle loro spadine (e stavolta dico sul serio, spadine nel senso di quelle offerte da Aragorn-chan.)  

- ... ... secondo me sono Hobbit e basta. Mezzi-uomini. Cosetti. Gente della Contea. Residenti ad Hobbiville e dintorni.-

- Sono vitellini! A te piacciono i vitellini, Ikar!-

- SONO VEGETARIANA!- sbottò l’aquila, alla fine – sono nera e viola, ho il becco scheggiato e SONO VEGETARIANA!- ormai era furente. Tempo di sfogare la tensione nervosa accumulata durante la “trionfale battaglia di Osgiliath” – e non mi sono alleata con Sauron perché ho qualcosa contro la Terra di Mezzo, ma perché le altre aquile mi prendevano in giro continuamente, e Gandalf non mi rivolgeva la parola, ecco!!-

Silenzio di tomba.

I Nazgul smisero di ansimare in stile “Darth Vader” e di far frusciare le spadone.

Andael spalancò gli occhi, sorpreso e divertito.

- Oh, tesoro mio...- esclamò il giovane, abbracciando Ikar. O, almeno, provando ad abbracciare Ikar. Infatti inciampò nella veste nera, e cadde in avanti, tirando all’aquila una portentosa zuccata 

- Oh, Ikar, mi dispiace tanto!!- si scusò il maldestro apprendista, afflosciandosi addosso all’uccello gigante

-... razza di...- Ikar si trattenne

- Hobbit...- ricordarono i Nazgul

- Oddio, Sam, io me la sto facendo sotto...- si lamentò Pipino

- Oddio, Sam, io ho tanta paura...- si lagnò Merry

- Sam, per favore, puoi spegnere il fuoco, prima che qualcuno si faccia male?- chiese Frodo

Troppo tardi.

Un minuto troppo tardi.

- CACCHIO, IKAR, STO ANDANDO A FUOCO!!-

La veste di Andael aveva iniziato a fumare e, lentamente, le fiamme risalivano la trama del tessuto

- Porco cane, vado a fuoco!-

- Spegnilo, piccolo mostro, spegnilo con una magia!- gli ordinò Ikar, incazzata – poi uccidiamo i cosi pelosi e tagliamo la corda.-

- I cosi pelosi saremmo noi?- chiese Merry a Sam

- Temo di sì.- annuì il piccoletto peloso di cui sopra.

Fu allora che, sospirando, Aragorn si decise ad intervenire.

 

FINE CAPITOLO SESTO.

 

Anticipazioni

 

- Il cosillo è scomparso!-

- Hai ragione, Andael. Penso si sia messo l’Anello.-

- Non stavo parlando di quello! Il mio brufolo! E’ scomparso!!-

- Andael?-

- Lo sapevo che la pomata alle foglie rosse funzionava!!-

 

- Connie... se posso permettermi, questa è un’idea davvero molto, ma molto stupida.-

- Lo so, lo so. Ma se resto ancora cinque minuti qui con tuo padre io giuro che scaturisco.-

Ringraziamenti!!

Illidan: Non mi è permesso svelare parte della trama finale e neppure del crudele piano di Sauron per dominare al mondo grazie alle cazzate di Andael!! Muahahaha... no, no... adesso sto delirando per davvero. Sì. Konstantin è una delle mie alter-ego, una di quelle che di solito risulta più facilmente assimilab... digerib... insomma, quella che se la cava meglio, nel rapportarsi con gli altri personaggi. E, a proposito di altri personaggi... non provarti a cambiare la tua fic solo perché a me piace Boromir... ognuno ha il proprio punto di vista, e poi la tua fic è davvero fantastica!! E poi no, Andael non ha ancora capito niente di niente. Povero piccolo Andael.... e povero piccolo mondo, in sua balia!!! Grazie mille per la recensione e per la tua fedeltà a questa somma opera inquietante. Bacissimi!!!

 

ANCORA UN BACIO

CHARY

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Capitolo 7
*** Stranamente familiare ***


andael 7

CAPITOLO SETTIMO

STRANAMENTE FAMILIARE

 

-Hobbit!- sospirò Aragorn, sull’orlo dell’esasperazione. Poi si voltò in direzione di Andael e di Ikar – VOI?- chiese poi, ulteriormente esasperato.

Quasi sorrise, nel salutare i Nazgul

- Nazgul!- concluse, felice che almeno qualcosa rispettasse il copione.

- Ci conosciamo?- lo interrogò Andael, con un sorriso ebete

- Ovviamente... io...-

- NO, CHE NON CI CONOSCIAMO!- trillò Ikar, scuotendo la testa – io gli cavo gli occhi, a questo maledetto umano che, oltretutto, puzza di caprone.-

- Non puzzo di caprone!- sbottò Aragorn

- E poi la tua ragazza è brutta come la fame.- gracchiò Ikar

- Non osarti a... ehi, come conosci la mia ragazza?- e poi – no, cioè, intendevo dire, non ho una fidanzata, io!-

Risatine sommesse da parte degli Hobbit idiotini.

Ma non si rendevano conto che Aragorn era, paradossalmente, l’unica persona in grado di salvare le loro piccole, inutili, vite.

- Ehm... perfetto sconosciuto...- borbottò il ramingo, tossicchiando in direzione di Andael – mi spieghi come mai stai andando a fuoco?-

- OH, CACCHIO, E’ VERO!!-

In seguito Andael prese a saltellare avanti ed indietro per spegnere le fiamme, Ikar tentò di aiutarlo, peggiorando solo la situazione. Il protetto di Saruman crollò addosso al Nazgul n°2, il quale prese fuoco ed attaccò le fiamme anche al Nazgul n°5. Fuoco e fiamme, nel vero senso della parola, attaccate anche al povero Nazgul n°3, che cadde in pieno fra le frasche dove Pipino aveva depositato il proprio bisognino notturno.

Povero Nazgul. Evidentemente aveva una predisposizione per i rifiuti biologici degli Hobbit e delle loro bestie da soma.

Il coraggioso Sam balzò in avanti, per recuperare la sua pentolina, ed invece fece inciampare l’aquila gigante che, triste a dirsi, crollò addosso al Nazgul n°4, facendogli cadere la spada e facendola rotolare a terra... giusto vicino ad Andael, ancora in fiamme, che appiccò il fuoco anche al metallo, facendolo misticamente diventare incandescente.

Lo spadone, rotolando, finì contro il Capo Nazgul, che cadde per terra, perdendo la propria arma.

Rapidamente, inequivocabilmente, tutti i Nazgul furono messi k.o.

Aragorn guardò la situazione con gli occhi spalancati, giocando annoiato con la punta della propria spada che, a quanto pareva, non gli sarebbe poi servita.

Finalmente le fiamme avevano abbandonato le vesti di Andael, il quale, sorridendo nonostante le bruciature sul vestito e le macchie di fumo.

- Missione compiuta!- esultò

- No, piccolo mostro!- ringhiò Ikar – la nostra missione era uccidere gli Hobbit, non distruggere i Nazgul e mandare a monte l’intera operazione!!-

L’apprendista azzardò un sorriso speranzoso, giocherellando con il suo ciondolo di metallo.

Fu allora che Frodo scomparve.

 

- Il cosillo è scomparso!- esultò Andael, estasiato

- Hai ragione, Andael. Penso si sia messo l’Anello.- annuì Ikar, cercando di rimuovere la fuliggine dalle proprie piume e sorprendendosi dell’improvvisa vampa di razionalità del proprio “cavaliere”

- Non stavo parlando di quello! Il mio brufolo! E’ scomparso!!- ridacchiò il giovane, facendo svanire le speranze dell’aquila gigante

- Andael?-

- Lo sapevo che la pomata alle foglie rosse funzionava!!-

Esasperata dall’incompetenza del prediletto di Sauron, Ikar si alzò in volo, borbottando qualcosa sul fatto che, d’ora in avanti, “quel pidocchio” se la sarebbe dovuta cavare da solo, ovvero, senza la sua supervisione.

 

(Minas Tirith, quasi contemporaneamente)

- Connie... se posso permettermi, questa è un’idea davvero molto, ma molto stupida.-

- Lo so, lo so. Ma se resto ancora cinque minuti qui con tuo padre io giuro che scaturisco.-

Faramir guardò Konstantin.

Konstantin guardò Faramir

- Senti – riprese il giovane, con un sospiro – non sei riuscita ad organizzare una gita in riva al fiume, la settimana scorsa, quindi come vuoi riuscire ad organizzare una fuga di notte, fino a Gran Burrone e ritorno?-

- Senza ritorno.- borbottò Konstantin, indaffarata e soprappensiero – Se è una fuga, allora è senza ritorno.-

- Beh, senti, io so solo che ce ne stiamo andando senza avvertire nessuno, e che io dovrei essere a dormire, e tu in camera tua a consumare i tuoi doveri nuziali.-

- Questa te la potevi risparmiare.- controbatté la ragazza, chiudendosi il giustacuore sul petto, allacciandolo storto

- Sì, lo so. Sono stato cattivo. Cattivo, ma realista.-

- KONSTANTIN!!- una voce roca, dal piano inferiore

- Misera...- sussurrò la ragazza dai capelli castani, aggrappandosi al braccio di Faramir – nascondimi, piccoletto, nascondimi subito!!-

E poi... poi Denethor entrò nella stanza.

In camicia da notte.

 

FINE CAPITOLO SETTIMO

 

Anticipazioni

 

- Non puoi abbandonarmi qui, da sola, con lui e la sua camicia da notte a palline...-

 

- No, non ti chiamerò mai “mamma”.-

- Va bene, figliolo.-

- Konstantin, mi pare stupido ribadire che tu...-

 

Ringraziamenti

Illidan: ciao! Sono felicissima che tu continui a commentare (come vedi, sei l’unico!!)... quindi GRAZIE MILLE (Anche da parte di Andael, che ha molto bisogno di essere incoraggiato...). Povero Pipino, un po’ mi dispiace mortificare le sue azioni in codesta maniera, però ci voleva!! E sì, Andael è decisamente un cretino... e vedrai adesso!! Ikar è molto felice che qualcuno si interessi della sua storia, perché necessita di appoggio morale, quando ha sulla schiena un imbranato come il nostro piccolo apprendista!! KISS!

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Capitolo 8
*** Mamma ***


andael8

CAPITOLO OTTAVO

MAMMA

 

- Oh, che schifo.- borbottò Konstantin

-... inquietante.- annuì Faramir

- Amore!- sorrise l’omino orribile, salvo poi abbassare lo sguardo su Faramir e bofonchiare, piuttosto assonnato – ah. Ci sei anche tu.-

- Me ne vado immediatamente, padre.- sussurrò il giovane, chinando il capo.

Konstantin lo afferrò per la manica della camicia e sibilò, fra le labbra

- Non puoi abbandonarmi qui, da sola, con lui e la sua camicia da notte a palline...-

- Mia cara!- esultò Denethor, avvicinandosi alla giovane, barcollando

“No, no, no... vi prego, tutto ma questo no...” pregò quella, sforzandosi di sorridere

- Mio signore.- salutò, rabbrividendo quando Denethor le cinse la vita con le braccia

- Vieni, mia cara.- sussurrò l’uomo, baciandola sulla guancia pallida – andiamo a dormire.-

Faramir assistette alla scena, senza sapere come fosse giusto sentirsi. Insomma. Furioso con un padre bastardo? No, no, ci aveva messo tanto tempo per arrivare a sopportare le continue manifestazioni di disprezzo. Doveva sentirsi sollevato all’idea che Connie non sarebbe fuggita? Beh, parzialmente lo era. Triste che Denethor non lo degnasse di uno sguardo, se non doveva insultarlo? No, dai, conserviamo intatta la nostra aura positiva.

Alla fine, Faramir decise di sentirsi dispiaciuto per la sua castana amica, ed al contempo divertito dai suoi atteggiamenti e dalle sue espressioni.

- Tu, cosetto – lo richiamò Denethor – sparisci dalla mia vista.-

- Vado.- annuì Faramir, scuotendo la testa e ripetendosi mentalmente “io non sono armato di spada e non intendo diventare un patricida proprio stanotte”.

- Prima saluta tua madre, razza di piccolo demente.- lo fermò il Mostro di Fango.

Così Faramir, nascondendo un sorriso, s’inchinò in direzione di Konstantin

- Buona notte... mamma.- disse, a bassa voce

- Buona notte, figlio.- sibilò la giovane in risposta, mentre Denethor iniziava a giochicchiare con i lacci del suo innocente giustacuore

“E che i Valar ce la mandino buona”

 

Scendendo le scale esterne, Faramir scoppiò a ridere.

Da quando Boromir era partito per Gran Burrone, Denethor era diventato semplicemente insopportabile. Lo trattava da schifo, e continuava nella propria illusione di essere il più prossimo salvatore del mondo civilizzato.

Patetico. Patetico sul serio.

Konstantin era l’unica cosa che lo aiutasse a preservare il sorriso.

Eh sì. La sua seconda mammina era davvero una bomba.

Era piuttosto strano chiamare “mamma” una sua coetanea con l’età mentale di sette anni, ma vedere Denethor che ancora provava a “darci dentro” era una cosa sinceramente patetica.

Il Sovrintendente di Gondor aveva sposato Konstantin un paio d’anni prima, previo un accordo con il padre di lei, un omino piuttosto scettico e severo.

Beh, nessuno è perfetto, vero?

Boromir non aveva contestato, quando gliel’avevano presentata.

Beh. Non apertamente.

 

Flash-back (ne sentivo la mancanza! Io adoro i flash-back! ndautrice_con_dei_problemi)

Una nuova mamma

 

- Oh, no, non tu! Maledizione, non tu!-

Forse Boromir sperava di poter cambiare qualcosa, sbraitando contro Konstantin.

Peccato che lei rimanesse immobile, impegnata a sospirare

- Konstantin!!-

- Suvvia, fratellone...- s’intromise Faramir – non è mica la fine del mondo. Meglio Connie che tante altre che potevano capitarci!-

- Ma scegliere una vecchietta della sua età, porca miseria!- Boromir imprecò sottovoce. Poi scosse la testa, e prese un respiro molto ma molto profondo – Non fraintendermi, Konstantin, ma non sei proprio il tipo di donna che mi sentirei di considerare come la moglie di mio padre.-

- Puoi chiamarmi “mamma”- fece la ragazza, sorniona.

Sorniona e conscia del proprio amore per il parlare nei momenti meno opportuni per dire cose per nulla adatte alle circostanze.

- No, non ti chiamerò mai “mamma”.-

- Va bene, figliolo.-

- Konstantin, mi pare stupido ribadire che tu...-

- AMOREEE!- la voce di Denethor, dal piano di sotto

- Ne riparleremo.- disse Boromir alla sposina.

- E’ una minaccia?- chiese lei, sottovoce.

Forse l’altro rispose, ma Konstantin non lo udì.

Perché Faramir l’afferrò per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza, onde fuggire dallo scoppio di amore che aveva sopraffatto Denethor la-testa-di-c***o.

 

Fine Flash-back

 

(Colle Vento, ottobre 3018)

 

Aragorn fissò Andael.

Andael fissò Aragorn.

- Ciao, figlio di Arathorn.- salutò l’apprendista

- Ciao, figlio di... beh, figlio di qualcuno, immagino.- si corresse giusto in tempo, ricordandosi della presenza degli Hobbit. Il Ramingo non ci teneva a dover portare in giro quattro Hobbit sciocchi, inutili, ed anche scandalizzati. Insomma!

- Adesso credo che me ne andrò.-

- Allora... spero che non ci incontreremo tanto presto... insomma, non troppo, almeno...-

Aragorn scosse la testa, cercando di capire con chi stesse parlando.

Una spia del nemico, che si nascondeva dietro quel faccino imberbe?

Semplicemente uno sciocco, forse illuso da Sauron?

O si trovava ancora di fronte al piccolo Andael, battezzato in quella maniera da nientemeno che Gandalf il Grigio, nel giorno in cui era stato affidato a Saruman?

- Ciao, Andael.- si limitò a dire Aragorn, turbato, facendo un cenno agli Hobbit – tempo di smontare le tende, che ne dite?-

- Ciao a tutti, cari Lonbit.- sorrise.

Poi si voltò, ed inciampò in qualcosa di lungo ed inquietante

- Miseria nera, il capo dei Nazgul si è perso per strada la spadona!! Oh, è moolto pericoloso lasciarla qui, incustodita!-

Poi prese in mano l’arma, e se la gettò alle spalle

... ... ...

- AHIA!!!-

 

E fu così che Andael, apprendista di Saruman e Capo dei Cattivoni, rischiò seriamente di ammazzare il Portatore dell’unico Anello.

Prima che potesse scusarsi e quindi peggiorare la situazione, Ikar planò su Colle Vento e prese Andael con i lunghi artigli

- Muoviti, pivello.- borbottò, sbattendo con forza le ali – che gli Hobbit se la cavino da soli, a questo punto.-

 

FINE CAPITOLO OTTAVO

 

Anticipazioni

 

- oh.... zia Maribumble... non ti vedevo da tanto tempo...-

- Aragorn? Credo che l’Hobbit non ci stia più con la testa.-

- Che mi dici, zietta, mi canti ancora le ninna nanne con i funghi ballerini?-

- La cosa è più grave del previsto...-

 

- Hai notizie di Konstantin?-

- Non mi pare il caso di...-

- Senti, Aragorn! Ho appena salvato la vita ad un Hobbit puzzone convinto che fossi sua zia e che mi interessassero i suoi ricordi sui funghi parlanti e sulle ortiche ballerine, uno dei suoi amichetti ha tentato di baciarmi per esprimere la sua gratitudine nei miei confronti, e forse avrò fatto tutto questo inutilmente, perché forse l’Hobbit ci resterà secco molto presto, nonostante tutte le mie fatiche. Oltretutto ho trovato UNA MASNADA DI NANI ad attendermi ad Imladris, ed avrei voluto sparire seduta stante, ed invece ho dovuto occuparmi dei preamboli e delle fottute presentazioni! Miseria, Aragorn, non mettermi anche tu i bastoni fra le ruote e dimmi che fine ha fatto quella psicolabile di mia sorella!-

 

Ringraziamenti:

Illidan: sì, forse dopo quello che gli ho combinato  il n°3 avrebbe ragione a volermi uccidere... anche perché non ha neppure un nome... oh beh, alla peggio un nome glielo troverò. Comunque Andael è riuscito a sbaragliare i Nazgul in maniera alquanto abile... anche se non penso che i Nazgul la vedano in questo senso... “scaturire” significa “dare fuori di testa, dar di matto” o, almeno, io l’ho sempre scritto con questo significato... spero che questo capitolo abbia risolto alcuni dei tuoi interrogativi sul matrimonio Konstantin – mostro orribile (tranne il perché. Temo che quello non lo sappia nessuno...)!! Se ne riparlerà! Grazie mille per la recensione e per la “fedeltà” a questa storia! KISSES

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Capitolo 9
*** Povero piccolo ME ***


andael10

CAPITOLO NONO

POVERO PICCOLO ME

 

Glorfindel era sempre stato certo di essere un Elfo civile, piuttosto intelligente, conscio del proprio ruolo sociale e certamente padrone della propria esistenza.

Beh, tutto questo molto prima che qualcuno gli mollasse una bambina in lacrime, e lo costringesse a portarsela a casa ed a viverla come una sorella minore.

Tutto questo molto prima che la suddetta bambina si rivelasse allergica al latte e gli vomitasse la cena sull’armatura.

Tutto questo molto prima che l’Elfo si trovasse a dialogare assieme ad una mistica figura avvolta dalle ombre

- Cosa? Un coso moribondo per colpa della cosa di un coso nero? Insomma, sii più specifica, dannazione, oppure io non capisco cosa intendi dire!-

- Devi portare il Portatore a Gran Burrone.-

- Portare il portatore? Non ti sembra un gioco di parole un po’ eccessivo? Potevi dire “accompagnare il Portatore” o, alla peggio “portare l’Hobbit”, oppure potevi scegliere alcune consigliabili locuzioni allusive che...-

- Glorfindel!- tuonò l’interlocutrice – salva l’Hobbit o siamo tutti nel guano fino al collo.-

- Bleah.-

- Concordo. Noi non vogliamo essere nel guano fino al collo, vero?-

- Assolutamente. Il guano è la cosa che più odio... dopo i Nani.-

- Ottimo. Allora va’. Salva l’Hobbit e torna. Forse poi ti lascerò vivere in pace la tua vita.-

- Ne dubito.-

- Grazie.-

- Prego.-

- Non c’è di che.-

- E’ sempre un piacere, vederti.-

“Maledetta psicopatica”

“Altezzoso di un Elfo”

“Razza di bufalo con le piume...”

“Ragazzino nato sotto un cavolo...”

“Giuro che la ucciso, la spenno e la metto ad arrostire su uno spiedo”

“Potrei chiudere il suo cervellino in una scatoletta e gettarla nel mare”

“Purtroppo, al momento, il mio compito è obbedirle”

“Purtroppo, al momento ho bisogno di lui”

- Allora, ti muovi?- ringhiò l’Oscura Presenza – hai delle cose da fare e non un tempo infinito per farle!!-

“E se fallisci farò al tuo cervello quello che l’Unico Anello ha fatto agli uomini”

- Vado, allora.- si arrese Glorfindel, con un sospiro – adesso potresti lasciarmi uscire? Sai com’è, la tua mole non proprio ignorabile blocca l’uscita.-

Tossicchiando, l’essere uscì, e scomparve in un battito d’ali

- Per i Valar...- sospirò l’Elfo, dirigendosi verso le stalle -... prendere ordini da un pennuto parlante... diamine, come sono caduto in basso.-

“Beh”, si disse poi, cercando di sorridere “guardiamo il lato positivo: peggio di così non può proprio andare.”

Ma si sbagliava. Eh sì, signori e signore... si sbagliava. E parecchio.

 

(Sotto Colle Vento, ottobre 3018)

 

- Ikar! Finalmente sei di nuovo qui!!- esultò Andael, abbracciando il colo piumato dell’Aquila nera e viola -... avevo tanta paura che tu mi avessi abbandonato qui tutto solo!-

Ikar sospirò, sempre che gli uccelli possano sospirare, e diede una possente beccata alla spalla dell’apprendista stregone

- Andael! Sei un incompetente. Un emerito imbecille, un infantile e demente mago da strapazzo! E se disprezzo quei prepotenti rimbecilliti dei Maghi, che deambulano che è un miracolo, a te proprio non so come catalogarti, dato che sei ancora peggio di uno di quei cosi col cappello a punta!-

Andael ascoltò in silenzio l’intero sfogo della compagna di viaggio, cercando al contempo di togliersi una cacca da sotto il tacco dello stivale (senza però farsi vedere dall’aquila monologante)

- Quindi, Andael, concludo dicendo che resto qui come da ordini, ma vorrei davvero staccarti la testa con una beccata o due!-

Il giovane annuì con un cenno della testa, poi abbracciò di nuovo l’aquila, affondando la faccia nelle sue piume violette

- Anche tu mi sei mancata, Ikar.- disse, serafico.

Per qualche meraviglioso istante, l’uccello parlante non fiatò, troppo sorpresa dal gesto per reagire e per scrollarsi di dosso l’apprendista

-... Andael...- mormorò alla fine, cercando di allontanarlo con un’ala – non per interrompere questo momento magico... ma mi stai pestando una zampa.-

- Scusa!- esclamò il giovane, facendo un balzo indietro ed andando ad immergere lo stivale in una delle colossali cacche lasciate dai cavalli dei Nazgul.

Fanno la cacca anche loro, sapete? Eh sì, a furia di mangiare carne umana a colazione, pranzo e cena, che pretendete da loro!

Ikar quasi sorrise, mentre Andael cercava di rimuovere lo sterco dallo stivale.

- Pulisci quel coso oppure sulla mia groppa non sali.- si limitò a dire, schietta –patti chiari, amicizia lunga.-

 

Mentre Andael cercava disperatamente un ruscello o qualcosa di atto alla pulitura del suo stivale, Aragorn non sapeva cosa sperare nei confronti dell’Hobbit moribondo.

- Ehm.- tossicchiò, estraendo una pianta dallo zaino – Sam.- chiamò, mostrando la pianta al giardiniere – cerca queste foglie.-

- Sono erbe curative?- chiese Sam, speranzoso

- Cosa? No, è cannabis. Dopo tutto ciò che è successo oggi ho proprio bisogno di uno spinello.-

- Di un cosa, signor Gran Passo?- domandò l’Hobbit, petulante, che probabilmente non sapeva cosa fosse una canna, dato che la Contea era già all’epoca uno dei luoghi più casti e puliti dell’intera Terra di Mezzo. – cosa sarebbe uno spi-nel-lo?-

-... una cosa che ho imparato a fare quando stavo con gli Elfi.-

Ed il Ramingo si lasciò andare ai ricordi, a quando si faceva le canne assieme ad Arwen e poi la scambiava per un gabbiano gigante... la prima volta che aveva dato da fumare alla principessa di Gran Burrone... e le risate quando Elrond, il padre di lei, li aveva scoperti...

Mentre era perso nei ricordi, Aragorn arrotolò delle foglie secche all’interno di un foglietto dalle dubbie proprietà alchemiche e si perdeva nelle rimembranze ed in una densa nebbiolina vagamente verdastra.

Aragorn si ricordò i lunghi discorsi fatti assieme ad Arwen, dopo essere finalmente riuscito ad insegnarle l’amore per la cannabis in tutte le sue forme...

“e allora i Nani scesero da Moria fin dentro il centro della Terra e trovarono una gallina... e Manwe... e allora un martello gigante e delle graaaandi torri con strani occhi di fuoco” in quei moment sembrava quasi che Arwen prevedesse il futuro, tanto la sua espressione era seria e concentrata “gli uomini e gli Elfi che si fanno ammazzare insieme... e c’è anche UN Nano... Nani... e tanti spettri verdi!”

Rimembrando quel giorno gioioso, Aragorn si vide venire incontro una figura alta e longilinea, avvolta in una veste chiara

- amore mio...- sussurrò, ispirato

- CHE?- rispose la voce

-... amore mio...- proseguì il Ramingo, estasiato

- Ma sei matto, Estel?-

-... Arwen!-

La voce risultò sinceramente spazientita, quando parlò di nuovo

- Ma che Arwen e Arwen!- il nuovo arrivato prese Aragorn per le spalle e lo scosse – sono Glorfindel, razza di maniaco tossicodipendente!-

Poi ad Aragorn parve che quella strana persona (Arwen? Glorfindel? Uno spettro chiaro? Sam? Sua nonna? Il Fantasma del Natale passato?) dicesse qualcosa tipo “ed io che pensavo che peggio non potesse andare!” e poi “è per il tuo bene, Aragorn”.

Poi qualcosa lo colpì forte alla testa, e tutto divenne molto ma molto buio.

 

FINE CAPITOLO NONO

 

Scusate ma il capitolo sarebbe venuto troppo lungo se avessi aggiunto anche la parte che contiene le anticipazioni. Prometto che ci saranno nel capitolo prossimo, che posterò a breve! Non pensavo che questa storia potesse prendermi così tanto, né divertirmi così tanto. Scriverla è davvero una soddisfazione e leggere poi i vostri commenti ancora di più!

Annotazione di servizio: nel libro è Glorfindel a portare Frodo a Gran Burrone. Non che a me non stia simpatica Arwen, intendiamoci, ma mi piaceva particolarmente l’idea di inserire questo personaggio un pochino ignorato in determinati contesti. Forse avrebbe preferito rimanersene nell’ombra, ma io sono un tormento continuo, per i personaggi che mi stanno simpatici!!

 

Ringraziamenti!

Illidan: immancabile! Effettivamente sì, la visione di Denethor in camicia da notte è degna della più oscura opera apocalittica... brr.... sono felice che Andael abbia riscosso tanto successo!! baci!

Brix_89: beh, sono felice che tu lo pensi... anche perché non sopporterei l’idea di creare una mary-sue. Per definizione, le odio. Oltretutto il povero Saruman non credo si sia scelto l’apprendista, ma temo sia stato Gandalf a mollargli il pupo quando ancora Sauron non stava cercando di conquistare il mondo...!! Povero Saruman, con un simile apprendista!! Grazie mille per la recesione!! KISSES

 

ANCORA UN GROSSO BACIO A TUTTI

CHARY

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Capitolo 10
*** Grandi casini verso Imladris ***


andael10

CAPITOLO DECIMO

GRANDI CASINI VERSO IMLADRIS

 

Glorfindel lasciò Aragorn a dormire assieme agli altri Hobbit, dopo averlo gentilmente tramortito con una memorabile botta in testa (nella speranza che non perdesse la memoria, però, altrimenti era grave per davvero. Ve lo immaginate? Già quello ha delle crisi d’identità per questa storia di fare l’erede di Elendil, figuriamoci che succede se si dimentica anche come si chiama e tutte le nozioni fondamentali...).

Prese il cavallo, gli coprì la groppa con una pesante stoffa in modo che l’Hobbit moribondo non gli macchiasse il pelo, e partì per Gran Burrone.

Dopo un po’ raggiunse il fiume e gli parve di vedere qualcosa di nero e piumato assieme ad un umanino o simil tale, che stava tentando di lavare uno stivale nella corrente del fiume.

 

- Ikar! La cacca non se ne va!- piagnucolò Andael, saltellando su un piede solo mentre tentava di pulire la suola dello stivale. – perché la cacca ha la consistenza di una colla molto appiccicosa?-

Ikar rise, lisciandosi le piume con noncuranza

- Ti conviene proseguire scalzo.- suggerì a bassa voce.

Purtroppo Andael non accolse il suggerimento, dato che proprio in quel momento venne raggiunto dall’illuminazione che avrebbe risolto la situazione

- USERO’ LA MAGIA!!- esclamò, entusiasta.

- Oh no!- si preoccupò Ikar, conscia dell’abilità magica del discepolo di Saruman

- Tranquilla... è una magia facilissima... com’erano le parole magiche??-

 

- Cacchio!!- imprecò Glorfindel, contravvenendo alle norme della buona educazione che gli avevano imposto fin dalla più tenera età -... cosa diavolo sono quelli??-

Dei grossi cavalli d’acqua stavano correndo lungo il letto del fiume... e puntavano dritto contro di lui.

- Ma tu guarda se anche il fiume deve congiurare contro di me...- bofonchiò – beh, si fermerà di fronte ad un nobile di Imladris.-

Le ultime parole famose.

 

Splash!!!

 

(Minas Tirith, ottobre 3018)

 

Konstantin si aggrappò alla grondaia, cercando di scendere dalla torre.

Dentro, Denethor russava a forza sette.

Si era addormentato durante i preliminari, grazie al cielo.

Fiuu... scampato pericolo.

Era una cosa da vedere, quella ragazza smilza e spettinata, in camicia da notte con uno scialle scuro attorno alle spalle, scalza, che tentava di scendere dalla torre senza ammazzarsi.

- Che stai facendo?- esclamò Faramir, ancora mezzo addormentato, che era stato svegliato dalle imprecazioni della ragazza (da quello e dal fatto che aveva quasi sfondato la finestra della sua stanza nel tentativo di non cadere nel vuoto)

Konstantin abbozzò un sorriso

- Parapendio?- azzardò, speranzosa

- Ma a chi la racconti? Vieni dentro, razza di psicopatica che non sei altro.-

La giovane, domata, si lasciò scivolare dentro la stanza scura.

- Sono stufa di restare qui. Oltretutto non mi fido di tuo fratello. Dagli la possibilità di salvare il mondo e lui la sfrutterà per farsi ammazzare in maniera poco consona.-

Faramir sospirò

- Non possiamo mica sparire nel cuore della notte, ti pare?-

- Possiamo prendere i miei vestiti, li imbottiamo di paglia, e mettiamo il fantoccio nel letto assieme a Denethor. Poi, alla prima occasione, entri in camera sua e lo tramortisci con una bastonata, ti piace l’idea?- propose la ragazza

- Non credo funzionerebbe.-

-... uffa. Mi piaceva, come piano...-

- Possiamo fare una cosa del genere. Tu adesso parti e sparisci. Ed io domani troverò un modo per non far scaturire il mio augusto genitore.-

- Quello ti ammazza.-

- Farò del mio meglio per sopravvivergli.- sorrise Faramir, incoraggiante, scompigliando con una mano i capelli dell’amica – anche tu, mi raccomando, bada a te stessa.-

- Baderò a me, a tuo fratello, alla salvaguardia della Terra di Mezzo ed anche a quella del Signore Oscuro – tacque, perplessa – no, - si corresse poi – alla salvaguardia del signore oscuro no.- concluse, soddisfatta – adesso mi dai una mano a preparare i bagagli?-

 

Meno di mezz’ora dopo, Faramir stava guardando una ragazza a cavallo allontanarsi velocemente da Minas Tirith

- Bada al mondo, ragazzina.- sussurrò, mentre il vento gli scompigliava i capelli.

“Nella speranza che qualcuno badi a te”

 

(piccola insenatura del Bruinen, ottobre 3018)

 

- Questo è decisamente troppo!!- tuonò Glorfindel, raccogliendo l’Hobbit da terra ed issandolo nuovamente sulla groppa del cavallo.

Il suo destriero infatti, salvatosi miracolosamente dalla ribellione della corrente, lo stava osservando serafico da un picco sporgente.

Se i cavalli sorridono, quello di Glorfindel stava semplicemente ghignando all’indirizzo del proprio bagnatissimo cavaliere.

Strizzandosi i lunghi capelli biondi, l’Elfo montò di nuovo in sella, dando dei colpetti sulle guance di Frodo per controllare che fosse ancora relativamente vivo.

- Mi sa che qui ci perdiamo l’Hobbit.- borbottò, constatando che la sua salute non era propriamente di ferro, in quel momento più che in altri.

- Oh beh – disse poi, scrollando le spalle – un Hobbit in meno, un Hobbit in più...-

Poi decise di dimostrarsi superiore e di combattere contro il proprio cinismo, e diede di nuovo di sprone al destriero immacolato

- Vediamo che si può fare, per salvare il piccoletto.-

 

Andael era finalmente riuscito a pulire lo stivale.

Assieme ad Ikar stava coprendo la distanza che lo separava dal Gran Burrone, sulle tracce dell’Anello. La sua nuova missione era spiare i movimenti del portatore e riferire a Saruman le eventuali decisioni prese da Gandalf o da chiunque avesse facoltà di prendere suddette decisioni apocalittiche.

- Guarda, Ikar, c’è un omino che va a cavallo sotto di noi!!- esclamò il giovane, indicando un punto nel sottobosco, sulla strada per Gran Burrone

- Ignoralo. Dev’essere un esploratore. O uno di quei cosi che sono stati chiamati ad Imladris per discutere della distruzione del mondo e della salvezza dell’Anello. O forse del contrario.-

- Allora è un nemico! Potrei attaccargli addosso una cimice!-

- Una cimice? Un insetto?-

- Pressappoco. Sono insetti particolari, le mie cimici. Dopo qualche ora vengono da me a riferire. Sono molto solerti.-

- Incantesimo affascinante.- commentò Ikar, scarsamente fiduciosa

- Guarda, guarda!!-

Agitò le mani, borbottò una formula e... e qualcosa si materializzò nel cielo.

Ma non era una cimice.

No. Era qualcosa di molto più grosso e di molto più... fangoso.

Una grossa palla di fango bagnato, che precipitò verso il basso, e l’ignaro viaggiatore.

 

La strada si oscurò.

Boromir di Gondor, che ormai era vicino alla propria meta, alzò lo sguardo per capire cosa stesse succedendo nel cielo.

Non ebbe molto tempo per renderci conto del fenomeno inquietante

- O porca putt....- disse.

Poi la palla di fango raggiunse terra.

SPLAT!!!

(Schizzi di fango dappertutto)

 

FINE CAPITOLO DECIMO

 

Eccomi qua, mio lettore e lettrice!!!

 

Ringraziamenti

Illidan: oh beh, allora siamo due fan del nostro uccisore di Balrog!! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Mi dispiace aver dato poco spazio ad Andael in questo cap, ma dovevo vedere cosa faceva l’altra bella gente!! Ah sì... la scena della palla di fango è dedicata a te ed al tuo odio nei confronti di una certa persona!! KISSES!

Brix_89: grazie mille, anima pia!! dì ai tuoi brothers che ridere fa bene, mantiene giovani le persone e fa bene anche all’umore!! E poi fa bene al mio ego, sapere che ridi!! Tranquilla, anch’io non ricordo bene Glorfindel ma tanto... qui nessuno è veramente IC!! specie Aragorn che si fa le canne. Povero Aragorn! Ciao, grazie e un grande bacio!

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Capitolo 11
*** Gran Burrone e tutto ciò che ne consegue ***


andael11

CAPITOLO UNDICESIMO

GRAN BURRONE E TUTTO CIO’ CHE NE CONSEGUE

 

(20 ottobre 3018, Imladris)

 

Frodo di risvegliò. E si trovò di fronte a Gandalf, più barbuto e serio che mai

-AAAAAAAH!- strillò l’Hobbit

- Buondì, Frodo.- lo salutò l’Istari.

E giù lunghe spiegazioni che non ho intenzione di trascrivere.

 

Intanto tutti erano finalmente arrivati a Gran Burrone.

Beh, meno uno, ma nessuno si aspettava che il rappresentate di Gondor fosse puntuale.

Anche Aragorn e gli Hobbit erano infine giunti a destinazione, per l’infinità bontà dei Valar e per la gentilezza di alcuni pastori di pecore. Niente domande, prego.

Aragorn stava per l’appunto limonando con la tanto sospirata Arwen quando Glorfindel irruppe nella stanza, furente, con i capelli curiosamente crespi, ed afferrò il Ramingo per l’elastico delle mutande, trascinandolo lontano dalla figlia di Elrond

- Adesso noi dobbiamo parlare!- spiegò, con un tono che non ammetteva discussioni.

- Povero me.- sussurrò Aragorn

- Voglio sapere innanzitutto che notizie hai di mia sorella. Dimmi tutto su che fine ha fatto quella scema di Konstantin.-
Ah sì... la sorella. Glorfindel aveva una sorella adottiva, sui trent’anni, che aveva allontanato da sé nella speranza di non coinvolgerla eccessivamente nelle vicissitudini della guerra.

Non che non le volesse bene. Sinceramente.

-... non so se posso parlartene apertamente...- fece Aragorn, serio

- Senti, Aragorn – capitolò Glorfindel, alterato - Ho appena salvato la vita ad un Hobbit puzzone convinto che fossi sua zia e che mi interessassero i suoi ricordi sui funghi parlanti e sulle ortiche ballerine, uno dei suoi amichetti ha tentato di baciarmi per esprimere la sua gratitudine nei miei confronti, e forse avrò fatto tutto questo inutilmente, perché forse l’Hobbit ci resterà secco molto presto, nonostante tutte le mie fatiche. Oltretutto ho trovato UNA MASNADA DI NANI ad attendermi ad Imladris, ed avrei voluto sparire seduta stante, ed invece ho dovuto occuparmi dei preamboli e delle fottute presentazioni! Miseria, Aragorn, non mettermi anche tu i bastoni fra le ruote e dimmi che fine ha fatto quella psicolabile di mia sorella!-

- E’ viva e vegeta, a Minas Tirith. E’ andata in sposa al sovrintendente di Gondor, come da te ordinato e, nonostante continui ad essere incazzata con te per aver preso una scelta senza interpellarla, ha detto che se la cava bene.-

- Ma cos’ha da lamentarsi, adesso!- esclamò Glorfindel, esausto

- Non lo so... forse si lamenta perché l’hai mandata a sposare un nonnetto con dei problemi esistenziali non irrilevanti che potrebbe abilmente essere suo padre se non suo nonno?-

- Ma...- Glorfindel fece un conto sulle dita delle mani – ma il sovrintendente non è poi così vecchio! Ha meno di settant’anni! E’ giovane!-

Aragorn si prese la testa fra le mani

- Stiamo parlando di un UOMO!! Hai presente? Quelli che durano meno di cent’anni!-

- Oh, per la sacra coda di Eru Iluvatar!-

- Imprecazione fantasiosa.-

- Grazie...-

I due si fissarono

- Ciò vuol dire che ho dato mia sorella in sposa ad un vecchio bavoso?- chiese infine Glorfindel, piuttosto angosciato, salvo poi rispondersi da solo – Dei, sono stato proprio un cretino!-

 

Nel pomeriggio ad Imladris giunse il cavallo di Boromir di Gondor.

Tutto solo, ed anche piuttosto scocciato.

 

Andael intanto stava preparando il proprio intelligentissimo travestimento.

Aveva delle nuove istruzioni precise, molto precise.

Peccato che se le fosse dimenticate tutte.

Non riusciva proprio a capire come, ma si era dimenticato ogni dannata cosa.

Ikar gli aveva affidato un foglietto con le direttive ma lui... ehm... aveva perso anche quello.

Povero piccolo Andael.

- Oh beh, poco male. M’infiltrerò lo stesso e di certo mi ricorderò cosa devo fare.-

Si gettò un mantello sulle spalle, si legò i capelli in una coda, si calò in testa l’elmo gentilmente fornito da Ikar e sollevò a fatica una grossa ascia bipenne fornitagli da un Uruk particolarmente volonteroso.

Il risultato fu una sottospecie di ibrido Elfo-Uomo-Nano con alcuni geni tipicamente verminosi. Avete presente i vermi? Quelle piccole cose rosate, che Ikar mangia a colazione?

Ecco, quelli aveva in comune con Andael molte cose, principalmente l’espressione intelligente.

 

Konstantin era stanca e stufa ed aveva definitivamente perso il suo entusiasmo e la sua positività.

Si era persa, pioveva, faceva freddo, gli alberi congiuravano contro di lei e la colpivano coi loro maledetti ramoscelli estremisti. Ecco.

E il suo cavallo, che in realtà era il cavallo di Faramir, non sembrava interessato a consolarla.

Galoppa, galoppa... raggiunse una strana capanna.

- Oh beh – si disse – tanto peggio non può andare. Tanto vale, chiederò informazioni sulla strada che non ricordo.-

Bussò alla porta della casetta.

La porta si aprì cigolando.

Dentro, la giovane vide la cosa più assurda ed inquietante della sua intera esistenza.

Qualcosa di peggio delle mutande di Denethor.

... beh, ok... quasi peggio.

 

FINE CAPITOLO UNDICESIMO

 

Ringraziamenti!

Illidan: un grande bacio e tanti ringraziamenti. Banale questo, vero? Beh, tu piglia il bacio di cui sopra e lasciamo correre... sì, probabilmente Andael non prestava molta attenzione alle lezioni di Saruman... o forse prendeva appunti nella sua personalissima maniera “per esempio: “evocazione demone: dire quelle quattro parole strane (che suonavano tipo iayto-tuut... temo di non aver capito molto...) e poi fare complesse coreografie con le mani. Mah, questo tipo ha dei problemi...”)! Tuttavia non temere, anche questo ti sarà svelato (sto lavorando ad un capitolo di flash-back.. io adoro i flash-back!!). Per quanto riguarda Denethor ed il viagra... beh, ringraziamo i Valar che il viagra non esistesse, altrimenti, povera Connie!! Occhio alle cimici! Un bacio!!

Cavolovai: ehi, qualcun altro ha letto questa storia?! Mitico, mi sento molto realizzata! Grazie mille per la recensione (ha fatto piacere a tutto lo staff, personaggi compresi!). Sono onorata che tu abbia sentito il bisogno di recensirmi (e non per ricoprirmi di ingiurie!). Grazie per i complimenti, finirai per farmi arrossire! Un grande bacio!!

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Capitolo 12
*** Curiose conoscenze ***


andael12

CAPITOLO DODICESIMO

CURIOSE CONOSCENZE

 

Andael stava, come al solito, giocherellando con il suo pendente. Era uno strano ciondolo, un cerchietto di metallo piuttosto anonimo, sinceramente. Ma proprio non riusciva a toglierselo, e non solo perché la chiusura si era definitivamente auto-distrutta qualche anno prima e neanche perché, in fondo, ce l’aveva da quand’era nato, se non da prima.

Stranamente, quel ciondolo sembrava causargli una dipendenza nociva. Non una cosa “il mio tesssssoro”, intendiamoci. Insomma, non esattamente.

Il giovane apprendista era dunque tutto preso nella contemplazione del proprio futuro (ovvero si stava domandando cosa fosse più giusto fare), quando una strana Elfa lo raggiunse, a passo svelto e con un espressione assai poco rassicurante.

- Oh, Andael, finalmente riesco a trovarti!!-

Andael fissò l’Elfa con aria turbata

- Che?- domandò, imbarazzato – IO? Ah, sì, ecco, io...-

- Il Bianco Consiglio sta per cominciare, e non ti trovavo da nessuna parte!-

- Ma io veramente...- esordì Andael, ma la giovane lo folgorò con uno sguardo assai crudele

- Andael, grosso pezzo di cretino, non mi riconosci?-

L’Apprendista continuò nella sua estatica contemplazione

- No.- ammise poi, palesemente avvilito.

L’Elfa sospirò, sconsolata, scuotendo la testa con aria afflitta.

Ripensandoci, era persino carina. Aveva dei begli occhi, neri come l’onice, capelli scuri e una strana ciocca violetta...

- IKAR?- esclamò Andael, spalancando gli occhi ed indietreggiando rispettosamente, urtando una statua e facendola cadere per terra, con un rumore secco di cocci rotti. L’apprendista però era troppo sorpreso per rendersene conto.

- Ben svegliato, pivello di prime piume.- sbottò l’Aquila non più aquila, dando ad Andael un colpo sulla nuca – il tuo intelletto mi sorprende sempre.-

- Ma tu... sei... cioè... semplicemente fantastica! Sei... un doppione, una sottospecie di pupazzo di neve alterato da strani incantamenti! Insomma! Sei in carne ed ossa, e poi sei fatta tutta di piume, e poi sei così... cioè, IKAR!!-

L’Elfa sospirò, passandosi con nonchalance una ciocca di capelli dietro l’orecchia leggermente appuntita

- Non sono esattamente un’Elfa.- spiegò, a bassa voce.

Andael avvicinò la testa a quella si lei, chinandosi leggermente con fare complice

- Devi sapere che io sono una .... beh, è imbarazzante dirlo... sono una... Mezz’Aquila. Mio padre era un mago un pochino matto... un amico di Gandalf, penso.. (Stupido Gandalf!). Ha fatto un esperimento e si è trovato per le mani una bambina per metà Aquila e per metà... ahia! Dannazione, Andael, sta’ un po’ attento!-

Tutto preso dal racconto, Andael si era chinato in avanti un po’ troppo e... pum! Testata garantita contro la fronte della... Mezz’Aquila.

- Scusa.- si scusò l’apprendista, mortificato -... vai avanti.-

- No, niente. Questa sono io nell’altro mio aspetto. Ecco. Fine. Smetti di fare quella faccia sbalordita. Piantala, non è educato! Dannazione, Andael, chiudi quella bocca, raccogli la mascella e cancellati dalla faccia quell’espressione ebete!-

Ikar stava per uccidere il proprio inesperto compagno quando una voce maschile risuonò nell’ambiente, facendo impietrire la povera ragazza

- Ikar, mia cara! Sono felice che tu sia di nuovo a casa!-

La Mezz’Aquila lanciò uno sguardo depresso ad Andael

- Ok, pivello. Se vuoi ammazzarmi con uno dei tuoi incantesimi sbagliati, questo è il momento più opportuno.-

 

Ma interrompiamo la narrazione nel momento più interessante per aggiornarci sugli eventi che stanno coinvolgendo Konstantin, qualche chilometro più in basso.

L’avevamo lasciata stupefatta ed inquietata di fronte ad una porta aperta, a godersi uno spettacolo curioso.

Spettacolo che riporteremo senza eccessivi commenti (e credetemi, ce ne starebbero almeno cinque o sei, di commenti maligni.)

Dentro alla casetta, una piccola casetta col tetto di paglia, un tavolo di legno e qualche sedia dall’aria instabile, due vecchietti stavano cucinando biscotti di fronte ad un grande forno di pietra scura e, in mezzo all’angusta cucina, c’era...

- BOROMIR? Che diavolo...?! E perché indossi un grembiule da cucina?...- Konstantin guardò l’amico, e scoppiò a ridere come una matta.

- Ti prego, Konstantin – la pregò l’uomo di Gondor – spiega a questi gentili signori che NON SONO loro figlio Bill, e che non ho la più pallida idea di come si preparino i biscotti al mirto rosso, anche perché penso di non sapere neppure COS’E’ il mirto rosso!-

- Ma dai, Bill...- lo tormentò la giovane, ridacchiando -... non sei felice di rivedere i tuoi vecchi genitori?-

- Vedi, Billy?- gracchiò la vecchietta, brandendo pericolosamente un matterello di legno – la signorina ha ragione!-

- La signorina non ha ragione, donna!- esclamò Boromir – La signorina è una psicopatica.-

Konstantin sorrise, eccessivamente mielosa e simpatica ed entrò nella cucina

- Salve. Mi chiamo Konstantin. E temo (sul serio, temo), che questo giovanotto non sia vostro figlio Bill.- spiegò, seria. I vecchietti la fissarono perplessi

- Grazie, Connie.-

Per qualche istante nella casa ci fu il silenzio più assoluto, poi Konstantin prese un lungo respiro profondo e disse

- Ok, signori vecchietti. Vecchietto, vecchietta, vi prometto che farò del mio meglio per rintracciare vostro figlio Bill, ovunque sia e qualunque cosa stia facendo.-

L’anziano signore si alzò tossicchiando dalla sua sedia vicino al forno e, sempre tossicchiando, andò di fronte a Konstantin e annunciò, serafico

- Lei è molto gentile, signorina Sconosciuta. Ma deve sapere che noi non abbiamo un figlio di nome Bill. La nostra unica figlia si chiama Lara e vive ad Acquaneve.-

- E allora come mai mi avete tenuto segregato qui dentro per gli ultimi due giorni?- esclamò Boromir, un po’ incazzato ed un po’ perplesso. Più incazzato che perplesso, a dirla tutta.

- Un signore a cavallo ci ha chiesto di comportarci così.- spiegò la vecchietta, affaccendandosi attorno al forno – era un ragazzo così perbene che non potevamo rifiutare...-

Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia di Boromir, mentre Konstantin si copriva la bocca per non scoppiare a ridere un’altra volta.

- Miei cari amici vecchietti – concluse la ragazza, dopo essersi data una calmata – avete fatto bene. Se ripassa per di qua, ringraziate quel ragazzo perbene.-

Poi la giovane si voltò verso Boromir e gli chiese

- E’ lui?-

L’uomo annuì, scuotendo la testa con aria rassegnata

- Temo proprio di sì.-

Konstantin si appoggiò al muro e scoppiò a ridere. Aveva le lacrime agli occhi, nonostante i vecchietti la fissassero perplessi

- Dei, Boromir...- riuscì a dire, fra una risatina e l’altra – tuo cugino mi farà impazzire!-

Eh sì, perché il “ragazzo perbene” altri non era che Vanamir, l’immaturo cugino di Boromir e Faramir, probabilmente il burlone più cretino di tutta Minas Tirith e dintorni.

La vecchietta sorrise, accomodante, sfornando un vassoio di biscotti al mirto rosso

- Un biscotto, cari?-

 

Ikar sospirò.

Fra Andael, la missione, gli Elfi, i Nani, i Cattivi, i Buoni, i Nazgul e gli Anelli, già la sua pazienza era stata messa a dura prova, se poi si sommava a tutto una buona dose di...

- Mia cara figlia, finalmente sei tornata a casa!-

... di papà, allora era definitivamente giunta l’Apocalisse

 

FINE CAPITOLO DODICESIMO

 

Ringraziamenti!!

Illidan: guarda, i classici greci e latini fanno danni in ogni luogo. Bisogna stare attenti... grazie per la recensione, sono davvero felice che il capitolo non sia riuscito monotono o ripetitivo! Per quanto riguarda Andael... diciamo che, come si è appena visto, ha degli alleati all’interno!! Bacio!

Ayay: ehi, grazie per tutte le recensioni nei vari capitoli!! Sono felice che l’ultimo capitolo ti sia piaciuto così tanto!! Speravo che la mia storia fosse buffa e ora che so che ti piace... ehi, sono entusiasta! Un bacione e tanti ringraziamenti!

 

ANCORA UN BACIO A TUTTI!

CHARY

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Capitolo 13
*** Posti e... persone ***


andael 12

CAPITOLO TREDICESIMO

POSTI E… PERSONE

 

Il padre Mago di Ikar (che preferisce rimanere anonimo per le vigenti leggi sulla privacy), tale Josper il Variegato (dopotutto la privacy non esiste, sulla Terra di Mezzo), aveva avuto la splendida idea di abbandonare sua figlia per strada.

Beh, non proprio per strada. Credete che uno che rende sua figlia una Mezz’aquila possa abbandonarla in qualche luogo civile, tipo in mezzo ad una strada? Assolutamente no.

L’aveva mollata su un tetto, proprio in cima ad un canale per fumo, o sopraddetto camino, fra una foglia secca e l’altra, con una lettera legata alla mano-zampa (nei primi anni la ragazza non aveva una grande padronanza dei due aspetti… il risultato era una sottospecie di ibrido con il corpo da aquila e la testa da Elfa… una cosa quantomai inquietante).

Lettera che, pressappoco, citava così

“Ave, chiunque tu sia!

Se hai trovato questa bambina… beh, sono solo affari tuoi.

Tienitela. Oppure mettila in forno per la Cena dei Ringraziamento al Sommo Iluvatar.

Reputo sia carina, per essere una specie di uccello con dei problemi…

Beh… adesso devo andare. C’è una pupa a Minas Tirith che mi arrapa da paura!

P.S. Vi sarei davvero molto grati se, nel caso la ragazza divenisse una creatura vendicativa, le insegnaste che uccidere i Maghi è reato. Grazie per aver salvaguardato la mia salute…

Josper, il Venerabile Variegato”

La lettera era stata trovata e letta da… beh, solamente trovata, dalla piccola Arwen, che all’epoca ancora non sapeva leggere.

La bambina era schizzata dal padre, piagnucolando qualcosa come

“Quelle piume mi hanno morsa!” e poi “Papà, papà, non è giusto!!”

La soluzione (piuttosto scontata ormai) era stata semplicemente geniale: dare in affidamento la piccola a Lord Elrond (Veramente per arrivare alla banale conclusione c’erano voluti cinque giorni di pesanti dibattiti e di dispute interminabili, che avevano avuto termine con un’estrazione di bastoncini. Chi beccava il bastoncino più corto si teneva la bambina… il bastoncino di Elrond era delle dimensioni di un ago. Abbastanza eloquente)

Così la Mezz’Aquila con le penne viola e nere era stata cresciuta in quello che si stava pericolosamente avvicinando a diventare una casa-famiglia per bambini perduti, ovvero la “lieta” Imladris, che tanto lieta non era, dato che la piccola Aquila si svegliava di notte e strillava come una dannata.

Quindi il “papà” nominato nell’ultimo capitolo… altri non era che Lord Elrond, sinceramente felice di rivedere quel demonio della figlia adottiva.

 

Vanamir di Gondor si stava sbronzando.

Era una delle cose che gli riusciva meglio. Sbronzarsi, e tormentare i cugini.

Anche entrambe le cose contemporaneamente. Era proprio un campione, in quella specialità.

In tutto il resto… un po’ di meno.

Se la cavava piuttosto bene con le vanterie, gli scherzetti idioti, le battutacce fuori luogo ed il divorare qualsiasi tipo di cibo.

Si stava sbronzando, quindi, poco lontano da Gran Burrone, nell’unica locanda sulla strada per la città elfica e, incredibile a dirsi, lo stava facendo assieme ad un Nano

- Per le Porte di Moria!- esclamò il Nano, tracannando l’ennesimo bicchiere di birra – non pensavo che voi di sopra poteste essere tanto… simpatici! Altrochè gli Elfi… hanno le orecchie a punta e la puzza sotto al naso! Sono proprio noiosi, e tutti lì a leccarsi le ferite e a guaire!-

- Quelli sono i cani, Dimli!- rise Vanamir, arrancando nella propria memoria alla ricerca del nome esatto del Nano

- Non mi chiamo Dimli!- protestò quello, asciugandosi la birra che colava sulla barba – mi chiamo… Fimbli!- peccato che anche lui fosse decisamente sbronzo, e quindi non azzeccasse il proprio nome -… ehm… Lilmi!-

Vanamir scoppiò a ridere, come spesso, quando l’illuminazione lo raggiunse

- Tu ti chiami Gimli!- 

 

Glorfindel stava per impazzire.

Aragorn si era messo di nuovo a limonare con Arwen (doveva essere una congiura, che diavolo, era il suo pensiero fisso o cosa?!), Legolas, il suo illustre collega elfico, Principe nientemeno che di Bosco Atro, stava avendo una dialogo interessante con una strana compagnia di piccoli Hobbit dai piedi pelos…

- SIGNOR GLORFINDEL!!- esclamò all’improvviso uno degli Hobbit, lanciandosi in direzione di Glorfindel – GRAZIE PER AVER SALVATO IL SIGNOR FRODO!!-

- Oh no!!- L’Elfo imprecò sottovoce. Sam aveva tentato di baciarlo, dopo che Frodo si era ripreso. Per ringraziarlo. O per punirlo. Non che Glorfindel avesse capito quale fra le due, ma non gli interessava.

Era molto più in ansia per il piccolo Hobbit peloso che gli si stava arrampicando su per le gambe, nel tentativo di baciarlo.

- No… ehm… ho fatto solo il mio dover… ehi, che schifo, tieni giù le mani, pervertito di un Hobbit!!-

 

Intanto il dialogo fra Elrond ed Ikar proseguiva nella più totale comprensione reciproca

- Sono felice di rivederti, dopo tanti anni, figliola.-

-… ehm…-

- Sono passati anni da quando lasciasti Imladris.-

-… eh… sì.-

- Spero che tu abbia trovato ciò che andavi cercando.-

-… diciamo di sì.-

- Sono lieto che tu ti sia unita a noi, nell’ora in cui combattiamo Mordor.-

- Sì, proprio a questo proposito…-

Fu allora che Andael, conquistando un’occhiataccia dell’Aquila, scoppiò a ridere

- Ikar… l’hai sentito?... ha detto…! Ah! …- ansimò, cercando di parlare fra una sghignazzata e l’altra -… noi… combattere Mordor… qui… felici… Teletubbies!-

Com’era prevedibile, la demenza tipica di Andael era degenerata, causando uno di quelli che Saruman definiva “Lapsus Tele-andaeliani”, ovvero lapsus nei quali Andael chiamava in causa sé stesso assieme ai Teletubbies.

Saruman aveva una sua personale teoria sull’origine dei lapsus di Andael, teoria che comprendeva, letteralmente cito “quella strana brodaglia che ha prodotto durante le mie lezioni” e “il vischio nero, causa di lesioni cerebrali permanenti”.

-… mia cara?- fece Elrond, squadrando Andael con aria critica – tu conosci questo… giovane?-

- E’ uno schizofrenico del quale mi prendo cura per beneficenza.- mentì Ikar, dimenticandosi un minuto troppo tardi che la sua ironia crudele era decisamente fuori luogo

- Prego?- la interrogò infatti il signore di Imladris.

La Mezz’Aquila fece due più due alla velocità della luce (che, per chi non lo sappia, fa sempre quattro!) e si trovò nella spiacevole condizione di dover inventare in fretta una balla convincente, prima che lei e Andael venissero gentilmente messi alla porta o gettati nelle segrete. Più probabilmente nelle segrete.

Un’idea sorse spontanea alla sua mente lievemente masochista.

Ikar l’allontanò con un cenno della mano, ma l’ipotesi continuava ad affacciarsi… e riaffacciarsi…

- Lui si chiama… SenzaNome – sputò alla fine – è il mio fidanzato.-

Silenzio di tomba

- TELETUBBIES???!!!- esclamò Andael, spiazzato

- Tele coosa?- chiese Elrond, doppiamente spiazzato

- Uccidetemi, per favore!- supplicò Ikar, ormai sull’orlo dell’isteria.

 

FINE CAPITOLO TREDICESIMO

 

I Ringraziamenti

ai soliti SANTI!!

 

Illidan: potrei informarmi... magari il Sommo Variegato è il fratello gemello di Radagast! Certo che, poveri Istari, li sto proprio torturando in questa fic... fra Saruman con l’apprendista che si ritrova e Josper che va a folleggiare a Gondor... penso che chiarirò cosa sia successo a Boromir nel prossimo capitolo... non preoccuparti! E’ che cerco di non perdere le fila del racconto e certi pezzi li do per scontati, anche se non lo sono! Grazie per avermelo fatto notare! Prosegui così!! Una testata da parte di Andael (che voleva salutarti ma –chissà come – è caduto oltre lo schermo e ha sbattuto contro il video – mi romperà il computer, se va avanti così...-) Ancora grazie e un grande bacio!

Ayay: occupati del taoismo, studentessa malfidata!! Tuttavia, sono lusingata che la mia storia abbia spezzato la noia della mattina scolastica... è l’uso migliore che possa avere! Come già specificato, i genitori sono decisamente inquietanti, ma qui si esagera! Un bacio da tutti (specie da me!!)

Cavolovai: “poveri piccoli NOI”, a questo punto. Spero che i Valar non leggano questa fic, dato che è un’agghiacciante testimonianza sul degrado al quale sono soggetti i personaggi e i cosiddetti “EROI”!!. Che poi Andael non sia proprio l’Eroe per antonomasia... beh, facciamocene una ragione. Hai ragione, i vecchietti non li fanno più come un tempo. E’ un periodo che ho la fissa dei vecchietti... in molte delle mie storie comiche metto una coppia di vecchietti... mi rassicurano e fanno sempre la loro porca figura. Tranquilla, tu e la pronuncia aulica siete sempre benvenute, qui!!

 

ANCORA UN BACIONE A TUTTI!

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Capitolo 14
*** Il Bianco Consiglio (che tanto Bianco poi non fu) ***


andael14

CAPITOLO QUATTORDICESIMO

IL “BIANCO” CONSIGLIO

(che tanto Bianco poi non fu…)

 

Alla fine, incidente più, incidente meno, nel bene o nel male (più probabilmente nel male) il Bianco Consiglio ebbe inizio.

Certo, non era proprio l’assemblea di nobili cortesi ed eroici guerriero che tutti gli amanti del fantasy adorano immaginare, dato che (in ordine, cito):

a-     C’era un ibrido Elfo-Uomo-Nano (bravi! Era proprio il nostro Andael!) che era stato presentato come SenzaNome, amichetto di Lady Ikar (al sentire questo appellativo nel dettaglio, Ikar si era quasi strozzata per non mettersi a bestemmiare pesantemente contro divinità varie in maniera assai poco signorile.), il quale ibrido sghignazzava sadicamente (imitando alla perfezione un Balrog con la pertosse, se rendo l’idea.) ogni volta che qualcuno indicava lui o la sua “lady” come (di nuovo cito letteralmente, essendo io narratrice esterna agli eventi… più o meno) “Amici giunti nell’ora del bisogno”.

b-     C’era un cavallo (nientemeno che) seduto fra i Rappresentanti degli Uomini che, peraltro, prendeva con grande serietà il suo ruolo, ovvero fare le veci del suo padre (leggersi anche: Boromir) e ruminare con noncuranza una pagina di chissà che antico manoscritto miniato. Ehm.

c-     C’era Vanamir, ancora mezzo (mezzo?) sbronzo, convinto di trovarsi nella città delle Fatine Turchine (ok, ok, era decisamente sbronzo), in procinto di sposare una delle graziose principesse variopinte (come facessero ad essere sia turchine che variopinte era un mistero che l’alcool stesso non era riuscito a svelare), che, chissà perché, l’idiota tendeva ad identificare con Lord Elrond

d-     C’era Timli… ehm… Gimli, intento a vantarsi delle proprie imprese belliche ai danni degli Elfi… assieme ad un albero piuttosto stressato (ok che i Nani reggono l’alcool meglio degli Elfi e di buona parte degli uomini, ma penso che la quantità di birra ingurgitata da Fimbli… ehm, volevo dire, Gimli fosse abbastanza da stroncare un Troll maschio adulto di stazza media e con un ottimo metabolismo)

e-     C’era Sam, nascosto dietro ad una colonna, che teneva d’occhio la situazione, che ogni tanto controllava che “Padron Frodo” non corresse inutili rischi, ed infine…

f-      C’era Aragorn, finalmente di nuovo in possesso delle proprie facoltà psico-motorie, che spiegava a Glorfindel un paio di trucchetti su come tenere a bada l’Hobbit intenzionato a baciarlo… puah!! (ad esempio “sì, e quando si avvicina, tu inizi a parlamentare e poi lo tramortisci con un’arma di fortuna… al suo risveglio non ricorderà più nulla… credimi, ho fatto così quando Elrohir mi ha scoperto a limonare con sua sorella…” e altre gioviali orazioni che al momento non mi sento di riportare.)

 

Mentre il Bianco Consiglio si apprestava a cominciare, nell’atmosfera rilassante e intellettuale che abbiamo sopra descritto, due loschi figuri si aggiravano nei dintorni di Gran Burrone.

Scambiandosi informazioni del tipo

- Ehi, te l’avevo detto che dovevamo girare a sinistra!-

- E da quando in qua tu hai il senso dell’orientamento?-

- Per una volta potevi darmi ascolto, no?-

- L’ultima volta che ti ho dato ascolto ci siamo persi sulle montagne quando dovevamo semplicemente andare a comprare il latte!-

- Ma è successo l’anno scorso!-

- E da quel giorno ho smesso di darti retta, e probabilmente devo a questo il fatto di essere ancora vivo ed in possesso di tutte quante le mie appendici.-

- Potrei tagliartene un paio seduta stante…-

-… se non avessi perso la tua arma nella palude.-

- Beh, che posso dirti, nessuno mi aveva avvisata che ci fosse una palude!-

- Diamine, un gigantesco pantano verdastro non era un avviso sufficiente?-

- NO!-

- Sei incorreggibile!-

- E tu sei un rompipalle.-

- Chiudi la bocca!-

- Guarda… c’è una luce…-

- Le cose sono due. O è un incendio particolarmente pacifico, oppure siamo arrivati.-

- Opto per l’incendio.-

- Sta’ zitta, Konstantin.-

- Senti… mi spieghi come mai Vanamir ti ha tirato quel brutto scherzo coi nonnetti?-

Boromir (perché voi avevate capito che era lui l’altro interlocutore, vero? No, aspettate. Non voglio saperlo. Non rispondetemi) sbuffò, agitando una mano per aria

- Lo sai che è fatto così. Gli piace e basta. E scemo e basta.-

- No, no, non in quel senso! Volevo sapere come mai Denethor ha mandato anche lui al Consiglio… insomma… e poi vorrei anche sapere come hai fatto a farti fregare in quella maniera.-

- Innanzitutto: chi ti dice che qualcuno ha detto a Vanamir di venire con me? E, secondariamente, io non mi sono fatto fregare da due nonnetti e da un cugino scemo, ok?-

- Capito. Vanamir si annoiava e voleva prendere una boccata d’aria nuova.-

- Non proprio. Veramente ha denudato papà in pubblico. Era più sicuro per lui tagliare la corda.-

- Denethor tutto nudo? Davanti ai cittadini?-

- Peggio. Davanti ai dignitari. Vanamir ha usato una sottospecie di incantesimo compresso. Sospetto che gliel’abbia fornito quell’ex-mago mezzo sbronzo che vive sotto la bottega del fabbro. Hai presente, no? Quello che ciancia di una bambina mezza-aquila e di una pupa da sballo.-

- Dai, ma quand’è successo? Come ho fatto a perdermi lo spettacolo?-

- Tu e Faramir eravate irrimediabilmente persi.-

- Ah, vero… lo sterrato!-

- Non voglio chiedere che cosa significhi.-

- Beh, avevamo preso una scorciatoia, niente di che…-

- Guarda… non dirmi che alla fine siamo arrivati!-

- Se vuoi non te lo dico.-

- Ok. Al Consiglio… fa parlare me, va bene? Non osare aprire quella tua bocca combina-casini.-

- Promesso. Muta come un pesce parlante.-

- Prevedo una giornata piuttosto dura…-

 

FINE CAPITOLO QUATTORDICESIMO

 

Incredibile, anche questo capitolo è andato!

Spero che vi sia piaciuto!!

Scusatemi tutti per aver aggiornato così tardi, ma sto cambiando computer (da un paio di mesi sto cambiando computer), ma l’altro non ha ancora la connessione quindi... casino.

Ringraziando...

 

Illidan: non preoccuparti per Vanamir e Gimli... non dovrei dirtelo perché è una mezza anticipazione... ma avranno molte occasioni per darsele, nel futuro di questa storia. Dopotutto è difficile resistere alla tentazione di schiaffeggiare il nipotino di Denethor... per quanto riguarda Josper... beh, è un Istari un po’ particolare. Un pochino stronzo. Sinceramente. Per quanto riguarda Ikar ed Andael... beh... questo proprio non si può dire! Grazie mille e un bacio!

Cavolovai: dirò ad Andael di non portare troppa sfiga. Dovrebbe migliorare, con l’andare del racconto (me mentitrice!), anche perché se va avanti così non ci arriva, alla fine! Un bacione!

Ayay: grazie per la recensione! (e che nessuno dica ai Valar cosa faccio qui... non  vorrei ritrovarmeli a casa tutti incazzati... sarebbe uno shock un po’ eccessivo per i miei genitori... per non parlare del mio gatto!!). Kiss.

lale16: tranquilla, sono felice che anche tu abbia letto questo delirio! Grazie per la recensione e un bacio anche a te!

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Capitolo 15
*** Nasce l'allegra brigata (prima parte) ***


andael 15

Scusatemi tutti per l’aggiornamento lento (lento? Eterno! Il mondo ha fatto in tempo a venir distrutto sei o sette volte...), ma avevo la connessione spastica che dava problemi (come spesso). Godetevi il capitolo e tanti ringraziamenti!!

 

CAPITOLO QUINDICESIMO

NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte prima)

 

- Andael, mi raccomando.- sussurrò Ikar al proprio accompagnatore, in un sibilo assai poco gentile – quando il Consiglio inizia, vedi bene di tenere sigillata quella tua bocca combina guai.-

- Promesso.- sorrise il giovane, dando un buffetto scherzoso sulla guancia della Mezz’aquila

- Muto come una tomba?-

- Muto come una tomba accerchiata da parenti rumorosi.-

Ikar non poté assecondare i propri desideri nei confronti della testa di Andael ed un palo, perché Lord Elrond si alzò in piedi proprio in quel momento, dichiarando aperta la seduta del Bianco Consiglio

- Sono lieto che siate tutti accorsi, o antichi alleati (complemento di vocazione!), dato che l’ora diviene ogni giorno più tarda. Il pericolo si espande rapidamente da Mordor.-

- Sì certo!- esclamò Vanamir, alzandosi in piedi e, dirigendosi barcollando verso il signore di Imladris – anch’io ti voglio sposare!-

- Portate via codesto idiota ubriaco.- ribatté Elrond, disgustato

- Ma certo, amore, si avvicina la nostra notte di nozze!-

Andael rise, poggiandosi le mani sulla bocca per non fare eccessivo casino, mentre Ikar alzava gli occhi al cielo, nella speranza di risvegliarsi da quell’incubo.

- Dillo a tutti…- proseguì Vanamir, imperterrito – che ci sposiamo!!-

- PAPA’??- fecero Elrohir ed Elladan, non proprio all’unisono come altri penserebbero, ma in totale disaccordo – DEVI DIRCI QUALCOSA?-

- Tacete, o figli immaturi (complemento di vocazione!)-

 

Per le vie di Imladris, un Elfo dai capelli vistosamente biondi correva come un disperato, terminando di abbottonarsi la camicia ed imprecando contro le cerniere a lampo, che non erano ancora state inventate.

- Oh, cacchio, cacchio, cacchio, sono così maledettamente in ritardo!!-

 

- Adesso posso parlare?-

- NO.-

- Adesso?-

- NO.-

- Adesso?-

- Giuro che se non chiudi quella bocca io ti rovino!-

- Boromir!-

- NO!-

- Ti è tanto difficile essere un pochino più gentile con me? Ho anch’io dei sentimenti, maledizione! Quindi, eccoti il mio ultimatum: o mi chiedi scusa e ti comporti civilmente, oppure io me ne resto qui fino alla fine del tempo!-

- Konstantin...- tentò di farla ragionare Boromir, salvo poi rassegnarsi al peggio – il Consiglio sarà già iniziato e sarà già abbastanza complesso giustificare la tua presenza qui e… Konstantin, mi stai palesemente ignorando, vero?-

La ragazza neppure si sforzò di annuire. Voltò la testa dall’altra parte e s’incamminò nel corridoio a passo veloce e fin troppo convinto.

L’ho detto. Forse troppo.

 

L’Elfo biondo svoltò l’angolo di corsa, terminando di tirarsi su i calzoni (“maledetta la mia idea di non mettermi la cintura!”) e… BAM.

Collisione assicurata con la nostra psicolabile.

- AHI!-

- AHIA!-

- Ma tu guarda che razza di maleducato…-

- Ciao.-

- Ciao anche a te, oh perfetto sconosciuto.-

- Mi chiamo Legolas, non “perfetto sconosciuto”.-

- Ok. Mi correggo. Ciao anche a te, oh Legolas.-

- E tu saresti?-

- Una che passava.-

- Più precisamente?-

- Una che passava per di qua.-

- Va bene. Signorina che passavi per di qua, hai anche un nome?-

 

- KONSTANTIN!-

Boromir di Gondor stava ancora cercando di capire che terribile ingiuria ai danni delle divinità l’avesse condotto a quella pena terribile (dover seguire la sua patetica “mammina” notte e giorno!!), quando si rese conto che no, non poteva mica sabotare la riunione del Consiglio solo per rincorrere quell’adolescente troppo cresciuta.

Sarebbe stato da egoista, accantonare la salvezza del mondo solo perché… beh, perché Konstantin gli piaceva.

Cioè, no, non gli piaceva, anzi, lo faceva impazzire.

Sì, ma non nel senso che dite voi, maledizione all’italiano corrente ed alle seghe mentali!!

Così, abbandonata la “mammina” alla sua missione (trovare una strada che non la conducesse ad una fornace infernale o simili) si diresse a passo sostenuto verso la Sala del Consiglio.

 

- Ho detto “Portate via codesto idiota, prima che io impazzisca!”- ribadì Elrond, ma le guardie erano troppo impegnate a sghignazzare per la situazione imbarazzante.

Gli altri Elfi osservavano la scena, piuttosto disgustati e restii a toccare l’umano ubriaco, mentre Gimli si rotolava per terra per le risate, sotto gli sguardi severi degli altri Nani suoi colleghi e parenti.

- Dai, Umano!- riuscì infine a dire il Nano, alzandosi in piedi per afferrare il mantello di Vanamir.

Il giovane, serafico e ancora perfettamente in non-possesso delle proprie facoltà psichiche, si voltò, fissò Gimli per qualche istante, poi crollò in avanti e gli schioccò un sono bacio sulla bocca, tirandogli la barba per errore.

- UMANO!!- tuonò Gimli, sputacchiando dappertutto (e riuscendo a colpire in pieno il poggio per l’Anello, inondando l’oggetto di bavetta bianca!).

In seguito accaddero tutta una serie di cose.

a-     Legolas e Konstantin entrarono nella stanza, ancora tutti presi da un gioco di parole nel quale Konstantin cercava di mascherare il proprio nome e Legolas ne sparava di tutti i colori (si erano appartati per fumare qualcosa poco prima? Mah, questo non ci è dato di sapere….)

b-     Boromir raggiunse il Consiglio da un’altra porta, rendendosi subito conto di cosa suo cugino stesse facendo o tentando di fare (ormai Vanamir era decisamente perso nella propria fantasia matrimoniale con le fatine turchine, e borbottava qualcosa che identificava Gimli come “una sexy fatona sbucata dalla torta”)

c-     Andael scoppiò definitivamente a ridere, giocherellò con il solito ciondolo come un bambino di cinque anni, estrasse un panino da sotto i vestiti e si mise a mordicchiarlo, fece dei commenti sui capelli di Ikar e tentò di piazzare delle cimici in giro per la Sala del Consiglio.

d-     L’Intero Consiglio venne sommerso da un gigantesca palla di fango.

 

- ANDAEL!!- tuonò Ikar.

Seguirono circa dieci minuti di imprecazioni che non mi sento di ripetere o di trascrivere.

 

FINE CAPITOLO QUINDICESIMO

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Capitolo 16
*** Nasce l'allegra brigata (seconda parte) ***


Andael 16

CAPITOLO SEDICESIMO

NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte seconda)

 

- E che sarà mai successo, Ikar?- rispose Andael, serafico e sorridente, quando infine la Mezz’Aquila ebbe sfogato tutte le proprie imprecazioni ed ebbe terminato di inventarne di nuove. L’apprendista era relativamente immacolato (se i vestiti che aveva addosso potevano considerarsi tali, e non potevano, essendo stati cuciti insieme da sette Orchi e da un Uruk particolarmente collaborativi neanche la settimana prima), diversamente dal resto del Consiglio e (soprattutto) dagli altri Elfi (antipatia genetica o solo irriducibile sfiga?).

Frodo e Gandalf più degli altri si erano trovati al centro del ciclone (ah, non vi ho detto del ciclone? Perdonatemi. Andael aveva utilizzato un’altra magia per pulire i danni causati dalla palla di fango, con conseguente evocazione dell’Uragano Andrew e di una tempesta di polvere e fanghiglia piuttosto apocalittica. Meno male che Ikar era riuscita a fermarlo prima che si cimentasse nell’incantesimo blocca-tempo. A quello non saremmo sopravvissuti, temo.)

- Che-sarà-mai-successo?- sillabò Ikar, sull’orlo dell’isteria

- Una doccia e passa la paura.- propose Andael.

Si tirò su le maniche ed iniziò ad intonare una nenia piuttosto stonata

- NOOO!!- gridarono Ikar e Gandalf al contempo, sperando di interrompere l’evocazione. Troppo tardi. Un gigantesco budino al cioccolato si materializzò a mezz’aria, fece una piroetta su sé stesso ed atterrò sopra all’Unico Anello.

- Ops.- sorrise l’apprendista di Saruman, innocente, sentendosi addosso più di qualche paio di occhi estranei – mi sa che l’ho fatta grossa, stavolta.-

- Portate via da qui codesto deficiente!- tuonò il padre di Gimli, più burbero che mai e piuttosto scocciato dall’idea di essere completamente macchiato di cioccolata (che proprio non gli piaceva, guardate la sua sfiga!!)

- LO PORTERO’ IO!- gridò Frodo, emergendo da sotto il budino.

Calò il silenzio più assoluto. Poi Legolas ridacchiò.

Ridacchiò Konstantin e ridacchiò Vanamir (che stava più o meno ridacchiando dalla sera prima, ma questo noi faremo finta di non saperlo).

Qualche secondo dopo, a confermare la teoria della risata contagiosa, l’intero Consiglio era preda di una sghignazzata isterica più o meno controllabile, che minacciava di sovvertire gli equilibri del mondo e, ovviamente, di permettere a Sauron di agire indisturbato

- No, sul serio!- disse Gandalf, asciugandosi le lacrime – qualcuno allontani questo simil-mago, oppure qui la Terra di Mezzo finisce sommersa sotto un quintale di… oh, i Valar ce la mandino buona!-

- Ma non eravamo qui per discutere dell’Anello?- chiese Frodo, perplesso (poverino, era ancora un po’ scioccato dalla ferita inflittagli da And… ehm, volevo dire, dai Nazgul feroci dalle pessime intenzioni!!) – no, perché in quel caso, io…-

- Beh, il MezzoCoso ha ragione.- fece Gimli con grande serietà – qui bisogna distruggere l’Orecchino del Potere. Lo buttiamo nel Monte Fango come c’è scritto nel depliant e così distruggiamo l’Oscuro Padrone, Tauron!-

Di nuovo, il Consiglio esplose in una sonora risata

- Non riesco a tenere a mente tutti gli errori commessi dal Nano in tre semplici frasi!- fece presente un Elfo particolarmente determinato a riaccendere gli antichi odi coi Nani

- Ma il concetto era buono.- annuì Gandalf, estraendo un fazzoletto e soffiandosi il naso – qui serve qualcuno che salvi il mondo. Come spesso.-

- A votazione.- propose Elrond – chi volete mandare a fronteggiare il Nemico, amici di vecchia data?- chiese poi, rivolgendosi al Consiglio.

La risposta fu unanime

- LUI!-

Frodo arrossì, vedendosi indicato da tante dita estranee

- Ehm… io...?  Sinceramente, al momento devo… ehm… devo tornare a casa perché ho… ho dimenticato il gas acceso!-

Sam scelse proprio quel momento per sbucare da dietro una colonna

- Oh no, padron Frodo, non si preoccupi! Il gas l’ho spento io prima di partire! Può andare a salvare il mondo!-

L’Hobbit folgorò il giardiniere, cercando al volo una nuova scusa

- Oh, che peccato… ma sono costretto a rifiutare… ehm… devo… devo andare a prendere mio zio Bilbo allo spizio. Sapete, si deprime se  non lo vado a trovare…-

- IO SONO QUI!- gracchiò la voce di Bilbo da una torre

- Sì, sì, ammesso che quello sia davvero zio Bilbo, è imperativo che torni ad Hobbiville perché… perché è il compleanno della mia fidanzata…-

- Ma non hai la fidanzata, Frodo! Sei uno spirito libero… libero di andare!- rincarò la dose Merry, fuoriuscendo con grandissima grazia da un cespuglio e sbattendo a musata contro la schiena di un’Ikar ormai sull’orlo di una crisi di nervi.

- Guardate, sul serio.- concluse Frodo, con un colpetto di tosse – lo farei davvero volentieri (sapete quanto meravigliosi siano i miei rapporti col senso di responsabilità!) ma… ma…- annaspò, alla ricerca di una via ancora non tentata

- Ma… ...-

Pipino seguì l’esempio di Merry e Sam, dando il colpo di grazia alle speranze di Frodo

- Ma niente! Non hai niente da fare. Abbiamo potato gli alberi, lasciato le piantine alle cure amorevoli dei vicini, terminato le feste, sepolto tutti i parenti, fatte le pulizie di primavera e quelle d’autunno, scavata una nuova latrina, ricostruito la scuola Hobbit, acciuffato tre ladri, quattro assassini e due poliziotti, ricondotti i leoni al circo e annaffiato abbondantemente le piante nella serra. Altre cose non c’erano da fare, penso, e comunque ho dato ordini al fratello della signorina Cotton (e alla signorina Cotton medesima) di completare la lista che avevi appeso in cucina. Insomma, sei libero di partire e di rischiare la vita in tutta autonomia!-

Tutti gli Hobbit tacquero, sorpresi dal lungo discorso semi-coerente di Pipino.

Infine Frodo si scosse e, rassegnato, disse

- Va bene. Vada per la missione pericolosissima! Ma voi tre bastardi (per non dire di peggio) venite a morire assieme a me! E su questo non ammetto discussioni!-

 

Misticamente, Andael ed Ikar scoppiarono contemporaneamente a ridere.

Si prospettavano tempi rosei per i cattivi, se quello era davvero il Paladino del Bene in azione!!

 

FINE CAPITOLO SEDICESIMO

 

Ringraziamenti!! (scusate, l’ultimo aggiornamento non ho ringraziato... sono stata piuttosto maleducata, ma ero molto, molto, molto di fretta!!)

 

Illidan: sono felice che il nostro piccolo apprendista matto ti sia mancato! Oh caro lettore (complemento di vocazione!), ecco a te il capitolo richiesto e aspetta con fede il prossimo, che arriverà in tempi brevi! Alla prossima e... occhio alle cimici!

Ayay: non morire e resuscitare troppe volte... non vorrei che Andael ti scegliesse come cavia per i suoi esperimenti magici... eh beh, modestia a parte, i pazzi psicopatici mi riescono bene... (mi piace pensare che sia per un qualche mia abilità e non perché tendono tutti ad assomigliarmi...!) Un bacione!

Fiamma93: grazie, fa sempre piacere vedere “facce” nuove!! Kisses

Rannek: ou, speravo proprio di riuscire in questo! Grazie mille per i complimenti e, che poso dire, benvenuto sulle scene di Andael!

 

Ancora un grandioso bacio a tutti quanti!!

CHARY

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Capitolo 17
*** Nasce l'allegra brigata (terza parte) ***


andael17

CAPITOLO DICIASSETTESIMO

NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte terza)

 

Aragorn sospirò.

“Dovrò di nuovo dire ad Arwen che devo partire per l’ennesima volta per mete arcane… uffa, mi sa che questa volta mi picchia…”

Il Ramingo fu tentato di rifiutare, di starsene zitto, di sparire di soppiatto e non lasciarsi coinvolgere in quella zuffa di dimensioni planetarie, ma il suo senso del dovere scelse proprio quel momento per emergere dalla tomba e metterlo alla prova

“Non posso permettere a Frodo di rendere a Sauron la missione troppo facile. Gli Hobbit sarebbero capaci di perdere l’Unico Anello a carte in una bettola. Sinceramente. Devo fare qualcosa”

- Ok, vi accompagno anch’io.- disse, rassegnato e un po’ depresso

“Mah” si consolò “forse è meglio così. Arwen capirà che sono uno spirito libero e che decido io cosa fare, dove andare e soprattutto come morire!”

- Beh, allora vengo anch’io!- esclamò Legolas.

Il suo entusiasmo sollevò in parte l’animo afflitto di Aragorn, che ignorava che le intenzioni dell’Elfo erano tutto tranne onorevoli, essendo che il suo desiderio era salvare il mondo e poi tornare a casa per rinfacciare ai Nani di esserci riuscito senza il loro ausilio.

… peccato che Gimli, in quel preciso momento, comprese il suo pensiero

- Non mi lascerete mica a casa, vero?- tuonò, cercando di scrollarsi Vanamir di dosso (povero ragazzo, sappiamo che l’ubriacatura era più grave del previsto, a questo punto. Il sogno in quel momento comprendeva il viaggio di nozze con “la fatona uscita dalla torta” alle Bahamas, luogo mistico di cui nessuno, in tutta la Terra-di-Mezzo, aveva mai sentito parlare.)

- Bene, le cose le abbiamo dette, la compagnia è fatta, possiamo andare, no?- fece Gandalf, sbrigativo, che temeva grandemente per la propria salute psichica

- Dai, andiamo anche noi?- Andael stava facendo gli occhioni da cerbiatto ad un’Ikar sull’orlo della follia omicida – Dai, ti prego, portami a Mordor! Ci tengo tanto! Non sono mai stato sul Monte Fato, il Maestro doveva portarmici in gita d’istruzione quando avevo undici anni, ma non l’ha mai fatto!!-

- Andael, io ti… aspetta…- il cuore della Mezz’aquila andò a mille. Era una cosa unica, incredibile, fantasmagorica, mistica, religiosa, qualcosa che neppure un Valar avrebbe potuto prevedere e controllare – Oh, Dei, hai avuto un’idea geniale, Andael!!-

La frase riecheggiò per i corridoi di Gran Burrone.

 

Molto, molto, molto lontano, Saruman rabbrividì

 

Ikar guardò Andael, strabuzzando gli occhi

- E’ un’ottima idea, pivellino implume!- lo lodò, ancora lievemente inquietata per la rivelazione scioccante: Andael aveva un cervello, nascosto sotto centinaia di incantesimi che non sarebbero mai riusciti veramente!!! – andiamo anche noi a Mordor, poi prendiamo l’Anello e lo diamo direttamente al capo supremo!!- bisbigliò

Intanto, dalla parte opposta della sala, Boromir stava subendo le pressioni di Vanamir (che si era staccato da Gimli, finalmente, e che pareva essersi ricordato di avere un cugino (anzi due, ma Faramir non era lì presente… non chiediamo troppi sforzi ad una mente ottenebrata dall’alcool!))

- Ma sì, sul serio, e poi io e mia moglie avremo centoquindici virgola sei pargoli con le alucce verdine e la polvere magica nel naso. Sarà una cosa fenomenale!-

Boromir stava per impazzire. Non avrebbe tollerato altri cinque secondi di quell’imbarazzante delirio

- E poi penso che prenderemo anche un animale da compagnia. Pensavo ad un piccolo troll con le trecce ed un bel fiocco rosa attorno al collo. Potremmo chiamarlo…-

- Basta!- proruppe Boromir. E poi, subito dopo – vengo anch’io a Mordor!-

Glorfindel sospirò, scuotendo la testa.

Ovviamente, lui era l’unico abbastanza sano di mente da non farsi coinvolgere in quella sottospecie di farsa, di pseudo-missione, di scampagnata in montagna, di accozzaglia di idioti, di ammucchiata stratosferica dei peggiori scarti delle varie razze.

Solo un totale idiota avrebbe potuto proporsi per una missione simile…

- Portate anche me, vero?- squillò in quel momento una voce femminile

Tutti si voltarono contemporaneamente verso Konstantin.

- NO!- fu l’unanime risposta

- Ma perché? Potrei servirvi, sapete! Sono brava in tantissime cose!-

- Tipo?- fece Boromir, scettico, sollevando un sopracciglio

- Tipo… ehm… so cucinare.-

- No. Non sai cucinare. Non sai nemmeno accendere il fuoco! L’ultima volta che ci hai provato hai rischiato di dare fuoco a Minas Tirith!-

- Menzogne!- la ragazza incrociò le braccia davanti al petto, mentre Andael sentiva sbocciare in sé una strana simpatia nei confronti dell’imbranata – E’ successo solo perché tu avevi omesso di avvertirmi che la carta è infiammabile!-

- Hai cercato di preparare un the in biblioteca, razza di emerita sciocca!-

- Fa piacere bere qualcosa di caldo, mentre si legge! Se tu non fossi un perfetto analfabeta, allora lo sapresti!-

- Ehm.- tossicchiò Elrond – Potremmo tornare a concentrarci sui progetti di distruzione per l’Unico Anello?-

Ma venne palesemente ignorato.

- Fatto sta che io vengo. Perché se ci vai tu, non capisco perché io me ne debba restare a casa! Vi portate dietro persino gli Hobbit, che è universalmente risaputo che sono inutili!-

- Non ha tutti i torti.- azzardò Andael – ma se proprio volete farla tacere, in modo che la Compagnia parta, posso sempre ricorrere all’Incantesimo del Silenzio e…-

- NO, NO, ASSOLUTAMENTE NO!- esclamarono in coro tutti i presenti

- Niente incantesimi di nessun genere, grazie.- fece Elrond, memore dei disastri precedenti.

 

E così, per evitare che Andael tentasse un incantesimo al quale forse non sarebbero sopravvissuti, i Consiglieri decisero che Konstantin sarebbe partita assieme alla Compagnia, e che la Compagnia avrebbe avuto il permesso di legare Konstantin ad un albero qualora si fosse dimostrata troppo difficile da gestire.

Così, sotto stelle benevole, con l’unanimità dei presenti, ottimi auspici e con l’aiuto di un abilissimo stregone, nacque la Compagnia dell’Anello (ed era ora, dato che sono tre capitoli che cerco di concludere!!)

 

FINE CAPITOLO DICIASSETTESIMO (AMEN!)   

 

Ciao ragazzi, chi si rivede!

Scusate la mia assenza, ma non sono riuscita a trovare un attimo per continuare questa storia. Oltretutto mi mancava l’ispirazione per scrivere cazzate (effettivamente questo capitolo poteva essere molto meglio, ma sono ancora un po’ scarsa… perdonatemi, prometto di fare di meglio in seguito!)

Un bacione!!

 

CHARY

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Capitolo 18
*** Cugini ***


andael 18

CAPITOLO DICIOTTESIMO

CUGINI

 

Non posso certo dire che la missione della Compagnia lasciasse ben sperare alla Terra di Mezzo, ma di certo posso prodigarmi nel raccontare a voi le gesta dei nostri eroi.

Pertanto… cominciamo.

 

(Gran Burrone, 25 dicembre 3018)

 

Era il crepuscolo, quando la Compagnia si mise in movimento.

Cioè, precisiamo, in verità la compagnia avrebbe voluto mettersi in movimento molto prima del crepuscolo, ma sapete come vanno queste cose, vero? No? Ignoranti… va beh, allora ve lo illustro io.

Konstantin doveva finire di preparare i bagagli per la partenza, Glorfindel non la smetteva di farle raccomandazioni su raccomandazioni (“non morire, non uccidere troppe persone, non uccidere i tuoi compagni, non cadere nel monte fato, nel fidarti degli sconosciuti, non fidarti dei clown, non mangiare troppi grassi, diffida dei carboidrati, lavati i capelli almeno tre volte al giorno, non importa che il resto della compagnia non lo faccia, non prostituirti, non accoppiarti coi Nazgul, non rimanere incinta, non drogarti, non fumare, non leggere libri poco decorosi, diffida dei palloncini gonfiati ad elio, mangia solo cibi biologici, non dormire da sola con gli Hobbit e non guardare mentre si mangiano le caccole!”), Ikar aveva impiegato tre ore e mezza a spiegare ai propri accompagnatori cosa fosse una mezz’aquila ed altre cinque ore e più per tranquillizzare Elrond che no, non avrebbe ucciso nessuno nei propri scatti d’ira e che no, assolutamente no, non si sarebbe trattenuta in intimità con dei clown (chissà perché, ma i clown erano famigerati nemici della pace nella Terra di Mezzo), Vanamir era riuscito (in un intero pomeriggio) a descrivere in un breve libretto le proprie mirabolanti avventure nel Paese delle fate e poi, miracolosamente, era ritornato sobrio, giusto in tempo per aggiungere il proprio nominativo a quelli già presenti nella Compagnia, Gimli e Legolas si erano sbaruffati almeno quindici volte, la più eclatante delle quali era cominciata con il Nano che accusava l’Elfo si mettersi il lip-gloss della Barbie (non sprecheremo altro tempo per confermare se la tesi di Gimli era veritiera o meno…), Aragorn aveva limonato con Arwen, ma l’Elfa aveva preteso cinque ore e tre quarti di preliminari e per il resto, coccole e smalto sulle unghie. Povero piccolo Aragorn, penso abbia dalla sua la compassione di tutti noi! Andael aveva ripassato incantesimi per tutto il giorno, ma aveva finito per creare un vulcano in mezzo alla Sala del Consiglio, rischiando di uccidere un po’ tutti quanti, per scatenare una burrasca, aveva lanciato fulmini e saette per tutta Gran Burrone ed era persino riuscito a dare fuoco per tre volte ai capelli di Lord Elrond. Insomma, le cose andavano tutte per il verso sbagliato (anche perché Vanamir aveva deciso di portare con sé la sua valigetta delle beffe, con la quale si era reso famoso, a Minas Tirith e dintorni, per gli scherzi idioti.)

Infine, fra una cosa e l’altra, la Compagnia partì al crepuscolo.

 

- Fantastico, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia.- protestò Ikar, che si era messa a capofila vicino a Gandalf, per discutere con lui di alcune cose non meglio definite

- Non importa. Non abbiamo mica dato un appuntamento a Sauron.- disse Aragorn, poggiando una mano sulla groppa dell’Aquila. Quella si voltò, ringhiando.

- Tocca ancora le mie penne e giuro che ti becco via un occhio.-

- Non litigate! Peace & Love! Dobbiamo essere tutti felici!- esclamò Konstantin, saltando in avanti dalla propria posizione ed abbracciando il collo dell’Aquila

- Il discorso dell’occhio e della beccata vale anche per te.- controbatté Ikar

- Lasciala perdere.- sussurrò Andael alla propria improvvisata collega – sembra cattiva ma non lo è. Cioè, lo è, ma possiamo convincerla a non esserlo più!-

Per qualche secondo, poi, l’Apprendista tacque. Preparatevi. Stava per condurre una riflessione seria, quasi malinconica.

Loro, lui e Ikar, effettivamente erano i cattivi. E se le cose si fossero messe per il peggio, forse sarebbero stati costretti ad uccidere tutti quanti.

- Metti via quel muso lungo, dai.- sorrise Konstantin, allungandogli una pacca sulla spalla – sai, tu avrai anche un’accompagnatrice irritabile, ma io a casa ho un marito semplicemente patetico.-

- Concordo.- annuì Vanamir da dietro, che stava armeggiando misteriosamente con una spada chiaramente non sua (voi forse non lo sapete, ma io sono convinta che Vanamir non sappia nemmeno da che parte si impugni, una spada) – zio ha dei problemi per nulla irrilevanti. Mia madre lo diceva sempre…-

- No, ti prego, non ricominciare!- lo pregò Boromir – Zia non aveva tutte le rotelle che giravano nel verso giusto.-

- Ma perché? Solo perché era convinta che zio Denethor avrebbe finito per dare fuoco a qualcuno e per fare una fine pietosa! C’è sempre tempo per dimostrare che mamma aveva ragione!-

- Ti prego, Vanamir, per la dignità della nostra comune famiglia, chiudi quella bocca.-

- Va bene, va bene. Ma quando zio Denethor darà di matto e cercherà di ucciderci tutti, allora non venire da me a lamentarti che non ti avevo avvertito.-

- Ti preferisco sbronzo.-

Le cose fra i cugini andavano avanti così più o meno da decenni. Ormai, tutti c’erano abituati.

Il fatto era che Vanamir, unico figlio della sorella di Denethor, aveva ricevuto un’istruzione diametralmente opposta rispetto a quella dei cugini. Come se non bastasse, suo padre, un capitano dell’esercito costretto a ritirarsi dato che tre quarti della truppa non poteva più tollerarlo (scherzetti idioti, punizioni prive di senso, battute alle quali bisognava ridere per forza altrimenti era assai grave, missioni nelle quali neppure lui ricordava cosa bisognasse fare… e questo solo nei primi tre mesi di servizio!), era un uomo esageratamente ilare, l’esatto opposto dell’irritabile cognato, che aveva istruito suo figlio secondo le più antiche tradizioni della sua famiglia, insegnandogli fin dall’età di sei anni i peggiori scherzi di tutta la Terra di Mezzo. E non esagero…

E se ne resero mestamente colpa i membri della Compagnia quando, alla prima occasione di combattere, si accorsero che le spade erano state incollate negli appositi foderi e non avevano la minima intenzione di uscire.

- Vanamir!- tuonò Boromir.

Suo cugino si stava rotolando sul prato, ridendo come un emerito deficiente

- Dovreste guardare le vostre facce in questo momento!!!-

Anche Andael stava sghignazzando, ma lui perché aveva tentato di liberare le spade dai foderi con un incantesimo che invece che sortire l’effetto desiderato aveva scatenato nei presenti una crisi di risate incontrollabili.

Intanto però era scesa la notte.

E potete immaginare gli scherzi che riempirono quelle che sarebbero dovute essere necessarie ore di sonno!!!

 

FINE CAPITOLO DICIOTTESIMO

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Capitolo 19
*** Vanamir si diverte come uno scemo, mentre alla compagnia capitano cose da pazzi ***


andael19

CAPITOLO DICIANNOVESIMO

VANAMIR SI DIVERTE COME UNO SCEMO, MENTRE ALLA COMPAGNIA CAPITANO COSE DA PAZZI.

 

 

La mattina seguente i membri della Compagnia stavano ancora cercando di addormentarsi, ma ogni cosa sembrava congiurare contro di loro.

O qualcuno in particolare...

Konstantin aveva convinto Andael ad insegnarle qualche piccola magia, e non aveva voluto sentire ragioni in merito. I due avevano fatto scoppiare un temporale e avevano fatto apparire un grosso e furioso drago tutto nero.

Quando finalmente Gandalf era riuscito a scacciare la bestia furente, il suo bastone aveva preso a sprizzare scintille, a causa di un non meglio identificato scherzo di… beh, potete immaginare di chi, vero?

- BASTA!!- tuonò Ikar alla fine – Anche le Aquile devono dormire, razza di mentecatti! Voi tre, chiudete quelle boccacce oppure… oppure vi cavo gli occhi e vi faccio arrivare a Mordor a calci nel sedere!-

- E poi cosa fai dei nostri occhi?- chiese Vanamir, stupidamente incuriosito

- … li mando alle vostre famiglie?- azzardò la Mezz’aquila, che non aveva proprio una risposta per ogni cosa

- Guarda che mio zio sarebbe lieto della mia dipartita!-

- E tuo padre?- chiese Ikar, perplessa. Gli umani erano ufficialmente qualcosa di incomprensibile

- Morto.-

- Tua madre?-

- Morta.-

- I tuoi fratelli?-

- Non ne ho.-

- I tuoi cugini?-

Vanamir alzò un sopracciglio, indicando Boromir

- Uno è quello lì. L’altro non è poi così diverso da lui.-

Ikar appoggiò una mano sulla spalla dell’interlocutore

- Sono sinceramente dispiaciuta. Ehm… tua zia?-

- Morta.-

Improvvisamente una padella colpì la nuca di Vanamir

- Devo ricordarti che adesso SONO IO tua zia?- esclamò Konstantin, risentita, che intanto si stava occupando di tutti gli scongiuri del caso

- Beh, ok, mi correggo. Mia zia è quella laggiù… l’altra a cui caveresti gli occhi!-

- Ma siete normali?- chiese Andael (da che pulpito…) – state parlando da dieci minuti di una minaccia di Ikar… guardate che se lo fate ogni volta che minaccia qualcuno, qui non ci arriviamo più, a Mordor.-

- Chiudi la bocca, pivellino.- lo freddò l’Aquila, mentre da lontano si sentivano le imprecazioni di Aragorn e Legolas, che si erano accorti che qualcuno aveva nascosto una colonia di formiche nei loro sacchi a pelo, e le urla schifate di Gimli, che nel proprio aveva trovato un completo di biancheria intima di chiara manifattura Hobbit.

- Voi tre!- minacciò Ikar, folgorando con lo sguardo Andael, Konstantin e Vanamir – sparite immediatamente e non tornate prima che siano passate un paio d’ore! Altrimenti vi faccio male.-

Dieci secondi dopo, dei tre malcapitati non c’era più traccia.

 

Mentre Vanamir si appartava dietro agli alberi per preparare altri scherzi idioti, Konstantin ed Andael passeggiavano romanticamente sotto la luna

- Quindi, fammi capire. Io dico “ara tipsa neeh” e… miseria e quello che è?-

 

Nella radura dove la Compagnia si era accampata, Gandalf si rese conto che uno sciame di locuste furenti si stava dirigendo rapidamente verso di loro.

- Malediz…- riuscì a borbottare, prima che rane, cavallette, locuste, mosconi e quant’altro di sgradevole esistesse in natura investissero lui e gli altri compagni.

 

- Sì, sì, è un incantesimo carino. Devo ancora capire come farlo funzionare, anche perché dovrebbe accendere una piccola fiammella e invece… beh, abbiamo visto cosa succede, no?-

Konstantin annuì, interessata

- Da dove vi conoscete tu e Ikar?-

- Siamo partiti insieme da Isengard prima che il Maestr… ehm, volevo dire, il losco traditore bastardo Saruman passasse al nemico.-

- Capisco.-

- Tu, come conosci gli altri?-

- Sono stata cresciuta da Glorfindel. Povero Glorfindel, penso mi abbia detestata per tutti i miei quasi ventisei anni di vita. Poi, l’anno scorso, se ne esce che mi ha trovato un marito. Il resto è storia…-

 

Flash-back: se tutti i matrimoni fossero così…

 

(Minas Tirith, primavera 3016)

 

Era il momento più solenne ed importante dell’intera cerimonia, il momento che ogni fanciulla sogna per tutta una vita…

- E vuoi tu, Konstantin, prendere come tuo sposo Denethor figlio di Ectelion?-

-… … … zzz…zzz…zzz….-

- Konstantin?- il sacerdote celebrante arrischiò uno sguardo sotto il velo della promessa sposa, il cui capo ciondolava in avanti con aria eloquente

- Signorina?-

Boromir e Faramir alzarono gli occhi al cielo

- Io la uccido…- mormorò il maggiore, che stava per impazzire a causa della futura “mamma” -… e poi scarico il suo cadavere nel fiume.-

- Signorina?- il sacerdote tentava inutilmente di svegliare la ragazza

- Konstantin!- fece Faramir, risolvendosi a tirare all’amica un sassolino

- Ahi!- esclamò lei, svegliandosi di soprassalto - Cosa? Che succede? Quanti anni ho? E voi chi siete? Io… noi… voi… TELETUBBIES!-

Silenzio duraturo ed imbarazzato.

- Scusate, devo essermi appisolata…- 

 

Durante il rinfresco, poi, ne capitarono di tutti i colori…

Tanto per citarne una: un ballerino mezzo addormentato uscì dalla torta, e tutti compresero che l’omino assoldato per l’addio al nubilato di Konstantin aveva sbagliato torta (o forse un cugino a caso gli aveva rifilato le istruzioni sbagliate… meglio non pensarci!)…   

 

- Guarda che non puoi odiarmi solo perché ho sposato tuo padre.- disse Konstantin a Boromir, alla fine, mentre tutti se ne tornavano a casa per dormire un po’ – è illegale.-

- E’ illegale anche invitare al matrimonio il mago sbronzo che dorme vicino alla bottega del fabbro e fargli fare i fuochi d’artificio. Ed è anche illegale finire praticamente nuda a fare strani balletti attorno all’Albero Bianco!-

- Dai, ero solo un po’ sbronza! E poi, che diamine, se non ci divertiamo adesso…-

- Puoi divertirti senza fare a gara di bevute con mio cugino, ti pare?-

- Ehi, che volevi che facessi? Che ammettessi la mia inferiorità? Ma siamo impazziti?!-

- Tanto la figuraccia l’hai fatta comunque.-

- E’ questo il punto!- la ragazza si sedette sull’orlo di una fontana – la figuraccia l’ho fatta io, mica tu! Non capisco come mai tu te le prenda tanto, comunque!-

- Mi da sui nervi il fatto che non puoi stare cinque minuti senza auto-umiliarti.-

- Beh, ma se la cosa non mi tange, non vedo perché tu ci debba perdere il sooooooo…-

SPLASH!!!

- Proprio quello che intendevo dire.- fece Boromir, con un sospiro rassegnato

Konstantin cercò di uscire dalla fontana, fradicia come un cane a pelo lungo appena riemerso dal mare, e si strizzò con noncuranza i lunghi capelli castani

- Sai cosa faresti, se fossi una persona normale?- chiese a Boromir, con un’espressione assurdamente seria – verresti in acqua con me. E la smetteresti di fare la pigna in culo. Ti divertiresti e non passeresti la vita a deprimerti.-

Rimase in silenzio per qualche secondo, in attesa

- Allora?- domandò alla fine, impaziente.

In tutta risposta, Boromir le voltò le spalle e se ne andò, borbottando qualcosa sul fatto che le ragazze sono proprio assurde.

Scemo, scemo, e più scemo.

Fine Flash-back

 

- Anche tu dici Teletubbies.- rilevò Andael, una volta che Konstantin ebbe finito di raccontare

- Che?- chiese lei, che si era distratta (come le capitava molto spesso)

- Quando non sai che dire, anche tu dici “teletubbies”.-

- Lo faccio da quando sono piccola. Anche se lascio immaginare a te quando Glorfindel ne fosse entusiasta. Ho passato i miei primi nove anni di vita a cercare di spiegargli cosa sia un teletubbie.-

- Perché, lo sai?-

- No, ma mi dava molto fastidio che non lo sapesse neppure lui!-

Molto coerente.

Eppure, che dire, fra Konstantin e Andael la coerenza era finita nelle ortiche da un bel pezzo.

E forse era proprio per questo che i due stavano diventato tanto amici.

 

FINE CAPITOLO DICIANNOVESIMO

 

Ma rieccomi! Buongiorno a tutti, in questa assolata domenica di aprile!! La primavera è nell’aria, e quindi ridiamo alle spalle dei nostri amici della Compagnia che sono appena agli inizi dell’inverno!!

Ringrazio innanzitutto chi ha avuto il coraggio di seguirmi in questa pseudo-avventura, che un senso da qualche parte dovrebbe anche avercelo! Grazie, siete i migliori, continuate a seguire le avventure di Andael su questa rete!!

Secondariamente, scusate per il lungo periodo di inattività… ehm, può capitare un calo della produzione! In ogni caso, rieccomi!!! Farò del mio meglio per non scomparire più!!

Ringraziamenti nel dettaglio:

Illidan: ovvio che si portano dietro l’idiota! Altrimenti, dove sarebbe il divertimento? All’inizio, Vanamir non doveva neppure esistere, ma… ehm, ho visto che aveva delle “potenzialità”…

Evening_star: beh, modestia a parte, Tolkien ed io abbiamo avuto una lunga discussione telefonica, nella quale l’ho convinto a permettermi di svelare i retroscena della storia… nella speranza che i Valar non mi distruggano…

 

BACI A TUTTI!!

chary

 

 

 

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Capitolo 20
*** Un evento oscuro e misterioso ***


andael 20

CAPITOLO VENTESIMO

UN EVENTO OSCURO E MISTERIOSO

 

(Da qualche parte fra Gran Burrone e l’Agrifogliere, 31 dicembre 3018)

 

- CAPODANNO!!-

 

Questo fu l’urlo gioviale ed entusiasta che svegliò di soprassalto la Compagnia, che interruppe lo spuntino di mezzanotte di Pipino, che blocco gli altri Hobbit durante una partita a streep poker, che terrorizzò a morte il cavallino di Sam, che fece prendere un mezzo infarto a Gandalf, che fece esultare Konstantin e che attirò contro gli urlatori le bestemmie congiunte di due uomini, un elfo, un nano e persino di una mezz’Aquila.

- E’ vero! E’ il primo giorno dell’anno 3019!- si ricordò Konstantin, che da qualche parte era convinta di esserselo scritta, ma non ricordava dove (se avesse alzato lo sguardo sulla propria guancia sinistra avrebbe avuto un’illuminazione a riguardo, ma sapete bene che quando Konstantin può complicare qualcosa, lo fa senza discutere…)

- Ma che ce ne frega!- tuonò Ikar, che stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di ammazzare seduta stante tutti i membri della compagnia, di rubare l’Anello e portarlo a Sauron e poi andare a farsi una lunga vacanza su qualche indecoroso spunto di terra deserta, altrimenti noto come “isola”.

- Ma come, Iky, bisogna festeggiare!- esclamò Andael, gioioso, il quale era uno dei due creatori dell’urlo di inizio capitolo (l’altro, l’avrete capito, era il sempre arzillo Vanamir)

- Adesso prendiamo, brindiamo e festeggiamo!- propose Konstantin, iniziando a cercare qualcosa nello zaino

- Per favore!- protestò Gandalf, brandendo il bastone con aria minacciosa – smettetela adesso, e dormire, oppure giuro che..-

- TROVATO!- esultò Konstantin, estraendo dalla sacca una borraccia dall’aria ammaccata

- Quello sarebbe?- s’informò Vanamir, incuriosito

- … sinceramente non lo so.- ammise la ragazza, con aria innocente – Me l’ha venduto un mago perennemente sbronzo che abita…-

- … sotto la bottega del fabbro.- completò l’altro, con un sorrisone che lasciava poco spazio all’immaginazione – quel tipo era un mago, parecchio tempo fa. Adesso… adesso gestisce una rivendita abusiva di alcolici. Quindi…- s’impossessò della borraccia – adesso brindiamo!!-

 

Quale fosse la gradazione alcolica del mistico intruglio di Josper il Variegato e quanto la borraccia potesse contenere, questi sono misteri che solo il tempo potrà svelare… ma a noi non interessa. Ci basti sapere che, a mezzanotte e dieci in punto, metà della compagnia era sbronza.

Vi lascio indovinare chi.

- No, sul serio…- farfugliava Vanamir, praticamente appeso a Legolas – voi Elfi dovressshte schmetterla... di fare ssschempre quelli che shhtanno buoni!-

- … … … ti assicuro, mio sbronzo amico, che non sempre i miei connazionali sanno… stare buoni, per più di cinque minuti.-

- Stai parlando di… hic! (Scusate)… di … hic… hic… (maledetto singhiozzo!) di Charanna?- intervenne Konstantin. I quattro Hobbit ronfavano, distrutti, sotto un albero. Gimli stava facendo a pugni con un albero, Aragorn cercava di fermare il delirio dilagante, Boromir si era allontanato nel bosco imprecando selvaggiamente (magnifico sfoggio d’educazione!)

- Sì.- annuì Legolas – nel breve periodo che l’abbiamo avuta ospite a Bosco Atro, è riuscita a terrorizzare tre quarti dei servi.-

- Cara piccola Charanna… hic! (maledizione al singhiozzo!)… urla sempre… è un pochin…hic…o isterica, qualche volt…hic!..a.-

- Isterica a dir poco. Beh, adesso non so bene dove sia finita. Ho rinunciato a capirla quando ha minacciato di estrarre dal mio corpo ogni singola goccia di sangue.-

Ikar incrociò le braccia davanti al petto

- Questa qui già mi sta simpatica.- borbottò

- Coooomunque.- riprese Vanamir, dilatando eccessivamente le vocali nel vano tentativo di pronunciare una parola tanto complessa come “comunque” (le “q” sono traditrici, che credete?) -… non chredete anche voi che… non lo schio cosa volevo dire…-

- Strano...- bofonchiò Aragorn, sottovoce, per non ledere eccessivamente l’autostima del compagno di viaggio.

- E adesso che facciamo?- chiese Gimli, che aveva appena perso lo scontro con l’albero (che si rifiutava categoricamente di crollare sotto i colpi del Nano privo di ascia – troppo difficile per la sua psiche ordinargli di andare a prendere l’ascia di cui sopra…-) e che aveva ragionato faticosamente per oltre dieci minuti per coordinare verso, pronome e avverbio. Per non parlare poi del soggetto! Il soggetto sottointeso si era materializzato nella sua mente stordita dall’alcool ed aveva iniziato a giocare a nascondino.

In quel preciso momento era in agguato dietro ad un albero….

- Adesso?- tuonò Ikar, che proprio non ce la faceva ad ignorare la situazione (e che non se ne  andava per controllare che Andael, ubriaco, non finisse per rivelare il loro malvagio piano per la conquista dell’Anello) – Adesso ve ne andate a dormire in silenzio, oppure domattina russerete fino a mezzogiorno, poi berrete di nuovo e crollerete in letargo! Col risultato che arriveremo a Mordor fra cinquant’anni, quando ormai il Capo… ehm, volevo dire, l’Oscuro Signore sarà morto di vecchiaia o avrà rinunciato alla tua titanica impresa di dominio del mondo!-

Silenzio di tomba

Evidentemente, il discorso di Ikar era stato troppo complicato.

- Attenzione…- sussurrò Gimli, con voce da cospiratore – il soggetto sottointeso è in agguato dietro ai cespugli…-

Andael guardò il Nano, mentre l’alcool gli suggeriva di credere al Nano e faceva materializzare attorno a lui figure inquietanti di soggetti sottointesi… erano esseri informi, lunghi e biancastri, crudeli e armati di strane mazze chiodate invisibili… eh no, non erano i Nazgul. Lo sembravano, ma non erano loro.

- O Valar, Ikar, i soggetti sottointesi attaccano!- gridò l’Apprendista stregone – ma adesso li disintegro io… con il mio mitico incantesimo dell’evocazione mostruosa!!-

- Oh no, sta per rifarlo!- gemette Gandalf, che si era tenuto in disparte per tutto il tempo – giù! A terra… prima che…-

Troppo tardi. Andael concluse la formula. Una massa di gelatina alla mela si materializzò in volo, schiantandosi sui membri della compagnia

- Oh no, i soggetti sottointesi contrattaccano!!- esclamò Vanamir, ormai inglobato dalla fantasticheria iniziata da Gimli – difendiamoci!-

E gridò quell’ordine talmente forte che Boromir, dal boschetto vicino, lo sentì e, convinto che qualche mostro feroce stesse cercando di sterminare la compagnia, corse all’accampamento.

Venne accolto da un avvertimento che gli riuscì particolarmente incomprensibile

- ATTENTO! I SOGGETTI SOTTOINTESI SONO DIETRO DI TE!-

Ma non ebbe tempo per domandare ulteriori delucidazioni. Cinque secondi dopo veniva praticamente atterrato da Konstantin, ridacchiante, in camicia da notte, e particolarmente sbronza

- E chi sarebbero i soggetti sottointesi?- chiese alla ragazza, che praticamente gli stava sdraiata sopra – Se tu e Vanamir avete di nuovo combinato…-

Ma Konstantin, non del tutto in possesso delle proprie capacità fisiche/psichiche, lo interruppe, premendogli una mano sulla bocca

- Tu parli troppo.- gli disse, guardandolo con occhi stranamente sereni.

- Potresti lasciami respirare, Konstantin?- bofonchiò Boromir (in realtà disse più qualcosa come “poprespi lascari brespibrare, Konstandin?”, ma noi abbiamo interpretato e corretto per vostra maggior comodità)

La giovane rimase immobile, per qualche secondo.

Dietro di lei, Vanamir ed Andael stavano inscenando una breve danza indigena della vittoria, per celebrare la ritirata dei soggetti sottointesi e l’eroico sacrificio del nano Timbli, caduto sotto i colpi dei nemici (in realtà, Gimli aveva sbattuto la testa contro una roccia nel vano tentativo di seguire i soggetti sottointesi nel sottosuolo, fino alla loro città segreta, ma fa lo stesso)

Konstantin lanciò uno sguardo alla luna, una sottile falce argentea fra le nuvolette di gas verdognolo evocate da Andael nel vano tentativo di accendere una pira funeraria, poi mosse leggermente le dita, togliendo la mano dalla bocca di Boromir

- Grazie – disse lui – e se adesso tu volessi spiegarmi come mai…-

- L’ho detto – mormorò la ragazza – io mi chiamo Konstantin e tu parli troppo.-

Poi, mentre Boromir s’interrogava su dove le due affermazioni fossero collegate, lo baciò con forza sulle labbra, cogliendolo decisamente impreparato

- Io mi chiamo Konstantin…- bofonchiò la ragazza, affondando le dita fra i propri capelli come per schiarirsi le idee – e stiamo andando a distruggere l’Anello.-

Infine, esausta, semplicemente crollò addormentata.

 

FINE CAPITOLO VENTESIMO

 

Buona pasqua a tutti quanti, o simpatici lettori, perduti in questa landa di totale idiozia!! Avete visto, noi qui abbiamo Pasqua e loro sono appena a Capodanno (anche perché credo proprio che nella Terra di Mezzo la Pasqua non esista!!)!

Grazie e mille auguri a tutti quelli che sono arrivati vivi e capaci di intendere e volere fino al ventesimo capitolo di questa fic!!!

 

Ringraziamenti:

Evening_star: sei stata l’unica a commentare lo scorso capitolo… grazie, oh anima prode e coraggiosa!! Hai vinto un premio, che ti verrà recapitato da un mistico soggetto sottointeso! Attenzione, guardati alle spalle!!! Kisses!!

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Capitolo 21
*** E cip cip cip, e co co co, e cra cra cra ***


andael 21

CAPITOLO VENTUNESIMO

E CIP CIP CIP, E CO CO CO, E CRA CRA CRA…

(ovvero, il carnevale degli animali)

 

(L’agrifogliere, 8 gennaio 3019)

 

La Compagnia era in crisi esistenziale.

Dall’episodio della sbronza, che Konstantin aveva abilmente dimenticato, i vari elementi maturi e psicologicamente adulti del gruppo erano in totale disaccordo su che strada prendere.

Senza dimenticare i soggetti sottointesi, che erano ancora in agguato, da qualche parte, probabilmente a preparare i propri piani assieme ai nuovi alleati, gli avverbi.

C’era chi proponeva quindi di passare per la Breccia di Rohan (qui Konstantin aveva commentato che dare il nome di “breccia” ad un luogo era abbastanza stupido ed assai poco incoraggiante), chi votava per le recondite oscurità di Moria (e per la birra che un certo cugino avrebbe fornito), chi tifava per il passo di Caradhras, anche se non si capiva con che cervello si può proporre una passeggiata in montagna in pieno inverno e con quindici gradi sotto zero.

Infine, Vanamir proponeva di siglare un patto di pace coi soggetti sottointesi e di passare attraverso il loro territorio (doveva essere rimasta un po’ della brodaglia di Josper, nella borraccia dell’umanoide di cui sopra!).

- Ho un’idea!- esclamò Andael – ci teletrasporteremo nel Monte Fato!-

Ma, ovviamente, nessuno lo assecondò.

Il giovane ed offeso apprendista decise allora di dare una dimostrazione della sua straordinaria potenza e delle sue incredibile competenze tecniche.

Borbottando qualcosa di sinceramente antipatico nei confronti dell’intera Compagnia, Andael si allontanò dalla radura dove si erano accampati e, arrivato ad un luogo relativamente appartato, si rimboccò convinto le maniche della tunica

- Bene, bene. Com’erano le parole per il meraviglioso incantesimo del drago illusorio?- si chiese, cercando nelle tasche della veste i bigliettini su cui aveva scritto i suggerimenti (ancora per il compito in classe di quando aveva sei anni e Saruman tentava ancora di cavare qualcosa di buono dalla sua zucca proverbialmente vuota).

Trovato infine l’agognato bigliettino, lesse a voce alta la formula.

Ma voi non sapete forse una cosa: a sei anni, Andael sapeva scrivere… così così.

Insomma… qualche schifezza grammaticale c’era di certo, per non parlare dei dittonghi e delle macchie d’inchiostro.

Andael aveva quasi terminato di decifrare a voce alta il suggerimento per la magia…. – here tu catu hal…-, quando qualcuno tossicchiò piuttosto educatamente alle sue spalle -…alma..AAAAH!-

L’apprendista stregone sobbalzò ed il suo piccolo cuoricino maltrattato perse qualche battito, mentre dalle punte delle sue dita scaturivano piccoli raggi rossastri con macchiette triangolari color ocra.

- Che stai combinando?- chiese il disturbatore, che poi altri non era che Legolas, quando gli inquietanti lampi variopinti si furono spenti nell’alto dei cieli

- Mi dedico allo studio dell’estetica.- rispose prontamente Andael

L’Elfo lo guardò con assai poca convinzione, sollevando un sopracciglio

- Ah sì?- chiese, perplesso – E come, di preciso?-

- Ehm… sollevando ramoscelli e dipingendo le foglie…-

- Vedo.-

Silenzio di tomba.

- Ok, mi arrendo, stavo tentando di creare un’illusione ottica a forma di Drago, ma i miei appunti erano troppo rovinati e quindi credo di averne combinata un’altra delle mie.-

- Beh… almeno non ci sono segni che un uragano si stia dirigendo verso di noi.- 

Eppure… beh, in un certo senso, c’era un uragano che si dirigeva verso di loro… ma era di tutto un altro genere

- Sai, Boromir.- stava dicendo Konstantin, qualche metro più a valle – Ieri notte ho fatto un sogno chiarificatore.-

- Ovvero? Hai sognato come ci libereremo degli Hobbit, dell’apprendista inutile e di tutti gli uniti compagnoni?-

- No. Ho avuto una reminiscenza platonica della notte di Capodanno.-

- E chi sarebbe questo Platone?-

- Un amico mio.- liquidò la questione Konstantin, agitando una mano – uno che veniva a pulire le stalle dei cavalli quando davo troppo da mangiare al fedele destriero di Glorfindel.-

- Un pulisci-stalle?-

- Più o meno. Io ho provato uno di quegli arnesi meccanici pubblicizzati dai Nani, ma… ehi, ma noi stavamo parlando di tutt’altra cosa!!-

- Davvero? Non me lo ricordo.-

- Beh, me lo ricordo io… vero, che me lo ricordo io?-

- Temo di no.-

-… ok.- rassegnata, la ragazza si voltò verso Gimli – NANO!!- chiamò – E’ IL MOMENTO! DEVI FARE QUELLA COSA!-

Gimli sospirò

- Capodanno…- disse, a mezza voce, e poi alcune eleganti imprecazioni nella lingua di Moria

- Ah, vero! Grazie Fimbl… ehm, Gimli. Ecco – molto seria, tanto seria da non sembrarlo affatto, Konstantin incrociò le braccia davanti al petto e riprese il discorso con Boromir – mi è tornata alla mente, dicevo, la conclusione della festa di Capodanno, con me sbronza intenta a baciarti.-

- Che eri sbronza è vero, ma sul bacio devo contraddirti: è stato Frodo a baciare Ikar.-

- COSA?- tuonò la Mezz’Aquila che, sfortunatamente per Boromir, aveva un ottimo udito – TU, PICCOLO, INUTILE ESSERE!-

- Scusa, scusa, devo essermi confuso. Volevo dire che Frodo e Gimli…-

- Dai, piantala.- lo interruppe Konstantin, con un mezzo sorriso - … noi ci siamo baciati, e…-

- CACCHIO, MA QUELLI COSA SONO?- esclamò Pipino proprio in quel preciso istante, indicando una massa nerastra che volava verso di loro

- E’ una nuvola.- sbottò Gimli

- Sarà un altro incantesimo di Andael.- sbuffò Aragorn

- O forse tante macchie d’inchiostro che si muovono.- propose Sam

- Magari delle coccinelle in bianco e nero.- azzardò Merry

- Mi piace pensare che siano nemici.- sospirò Ikar

- Ma perché tutto deve succedere quando io devo parlare di cose serie?- protestò Konstantin.

Gli altri la guardarono, perplessi

- Scusa sai, ragazzina, se abbiamo interrotto le tue serie farneticazioni.- la freddò Ikar, che forse vedeva di pessimo occhio che la giovane passasse tanto tempo con Andael (e, non ditelo a nessuno, ma un testimone Nano che preferisce rimanere anonimo, e che noi chiameremo… “Fimbli”… può giurare di averla vista arruffare le penne in più di un’occasione!) – ma, sai, noi qui stiamo cercando di portare a termine una missione seria. Sai, con molta gente che potrebbe finire ammazzata.-

In seguito, ogni membro della Compagnia tentò di dire la sua, creando una baraonda assurda che avrebbe spaventato un esercito di mostri temerari e avrebbe fatto invidia ad un circo con venti elefanti imbizzarriti. Non so se rendo l’idea.

In tutto questo, nessuno si ricordava delle piccole creature nerastre che fissavano il rudimentale accampamento.

-… ehm… Gandalf… quelli non saranno mica i messaggeri di Saruman?- chiese in quel momento Aragorn, che forse era l’unico che conservava un po’ di serietà

- No, idiota.- ringhiò Ikar, che evidentemente era più incazzosa del solito – Sono grossi corvi neri di razza crebain. Vengono dal Dunland, per lo più. Anche da Fangorn, certi.-

- La sai lunga sugli uccelli!- esclamò Konstantin, prima di ricordarsi che era ovvio, che Ikar la sapesse lunga sugli uccelli, essendo una di loro.

- E allora, cosa ci fanno qui quei graziosi uccellacci minacciosi volteggianti sopra le nostre teste?- chiese Gimli, cercando di non far infuriare ulteriormente la Mezz’Aquila

-… beh …- se Ikar avesse avuto un minimo di abilità nel manifestare al mondo i propri sentimenti, sarebbe arrossita. E invece niente. - … credo siano delle spie mandate da Saruman.- concluse alla fine, mentre Aragorn si esibiva in profondi gesti che indicavano come lui l’avesse detto diversi minuti prima.

- Ma cosa fanno?- s’intromise Legolas, che aveva ricevuto un diplomino di bird watching quando aveva sette anni – Stanno volando in cerchio, ma metà stormo gira verso destra, e l’altra metà verso sinistra.-

- Stanno prendendo certe zuccate!- rilevò Gimli, ridacchiando – così imparano, stupidi volatili.- Ikar lo incenerì con uno sguardo, sfidandolo a ripetere l’affermazione, ma Aragorn s’interpose fra i due futuri litiganti

- Gimli non voleva offendere.-

- Effettivamente… come mai alcuni corvi hanno le piume verde pisello?- domandò di nuovo Legolas, l’attento osservatore della Compagnia – tu che ne pensi, Andael?-

Silenzio di tomba.

Una vena iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia di Ikar

- DOV’E’ FINITO QUELL’EMERITO ….- è inutile che io riporti il seguito della frase, perché tanto verrebbe censurata anche al pubblico adulto e persino a quello millenario (ovvero a tutti gli Elfi che stanno leggendo, sempre che ce ne siano).

Mentre la Compagnia cercava Andael, nello stormo dei crebain la situazione stava peggiorando notevolmente.

 

Il capo-stormo, Cra II, della famiglia dei Crakridi eseguiva pericolose evoluzioni in aria, cercando di mangiare la coda del vice capo stormo, Cre III, della famiglia rivale, i Crekridi.

I loro seguaci, soprattutto gli intelligenti caposquadra Cri, Kree e Kreak (un anziano caposquadra che, si diceva, avesse fatto la cacca sulla prima capanna costruita dagli Uomini), avevano il piumaggio variopinto di tinte piuttosto imbarazzanti e lievemente fluorescenti, cosicché gli altri crebain non erano sicuri di voler seguire i loro comandanti o scappare da loro. Oltretutto una strana musichetta fuoriusciva dall’unica femmina dello stormo, ogni volta che la poveretta sbatteva le ali (quindi, molto spesso).

Questo, capitava fra i poveri crebain del Dunland (anche se la famiglia dei Crekridi era originaria di Fangorn)

E nessuno dica che fare le spie del cattivo sia un lavoro facile!!

 

FINE CAPITOLO VENTUNESIMO

 

Buon giorno, lettori fedeli!!

Dato che non ci sono annotazioni di rilevanza mondiale, passo a rispondere ai commenti!

ringraziamenti:

Illidan: Charanna la incontreremo più avanti, probabilmente verso Lothlorien, e, credimi, non ci deluderà! Per i soggetti sottointesi, ti consiglio di nasconderti in acqua: si narra che abbiano il terrore dell’elemento liquido! Un bacio e tante grazie!

Moony Potter: certo che mi ricordo di te! A proposito dell’altra storia, sto cercando di riprendere a scriverla, perché non mi piace lasciare cose incompiute... speriamo di rincontrarci lì! Comunque, grazie mille per la recensione! “fumetti viventi” è proprio l’espressione adatta per Connie e Andael, hai proprio ragione! Per quanto riguarda Vanamir, beh, è uno dei personaggi che mi diverte di più! Speriamo che Sauron sia magnanimo con la compagnia e non ridacchi troppo forte... non vorrei che i compagni mi si deprimessero troppo!! KISSES!

Fiamma93: grazie, sei gentilissima! Un bacio

evening_star: prima o poi doveva pur farlo... e, adesso che mi ci fai pensare, le pompe funebri non sono un’idea così pessima... kisses!

 

ANCORA UN BACIO A TUTTI!

L’AUTRICE SOTTOINTESA.

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Capitolo 22
*** La storia dei Crebain ***


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CAPITOLO VENTIDUESIMO

LA STORIA DEI CREBAIN

 

Appunto volante: Salve. Lo so che non gliene frega niente a nessuno della storia dei crebain, ma Ikar ha minacciato di staccare la testa a tutti gli altri Compagni se non inserivo un appunto su questi grossi corvi neri.

Dato che non sono molto esperta di uccelli, inserirò ora la piccola relazione di Andael, fatta per Saruman quando l’allora promettente discepolo aveva circa nove anni, con alcune aggiunte di Legolas (certo che se la mena, con questa storia del bird-watching) e alcune proteste di Ikar (che si è autonominata difensore dei diritti dei crebain).

Ah sì, quelle in rosso sono le correzioni di Saruman, solerte insegnante.

Scusate per la brusca interruzione del pathos!

 

La narratrice onnisciente e tuttavia sottoposta a maltrattamenti dai personaggi e soggetta al loro volere (specie a quello di Ikar)

 

15 ottobre 3000 (proprio agli inizi del nuovo millennio!), Torre di Isengard.

Relazione di Andael.

“La storia dei Crebbbain Crebain”

Il Maestro Saruman mi ha detto di andare ad osservare quei grossi uccellacci neri che svolazzano attorno alla torre grande (uccellacci è dispregiativo! ndIkar) e che si chiamano crebain. Sul libro c’è scritto che vengono dal Dunland o dalla foresta di Fangorn, ma non è che a me interessi molto, perché non ho mai visto né uno né l’altra, anche se il Maestro dice che abitiamo molto vicini ad entrambi. Sono (i crebain, specifica il soggetto, maledizione!) dei grossi uccelli neri, tipo corvi solo più grossi e sono tanto grossi che a me hanno fatto paura perché le cose troppo grosse possono essere anche pericolose (non ripetere all’infinto la parola “grossi”!). Mangiano un po’ tutto quello che gli dai (che dai loro, Andael! Il complemento di termine è plurale!), e io ho gli ho dato (idem) quello che restava della mia ultima pozione e hanno mangiato anche quello (hai fatto cosa??) (poveri crebain ndIkar) (ora capisco perché sono usciti scemi. ndLegolas). Ho speripent sperimentato da solo come funziona il loro appartato diligente (apparato digerente) perché mi hanno fatto un grosso caccone sulla manica della tunica. Speriamo che il maestro non si arrabbi (scommetto che si è arrabbiato. NdLegolas). Una vecchietta che dava da mangiare ai corvi mi ha raccontato che ci sono delle faibe (faide) fra le famiglie dei corvi. Non che io sappia cosa vuol dire, ma lo scrivo lo stesso, così il Maestro sarà contento. I nemici naturali dei crebain sono gli alberi grandi di Fangorn e anche      gli umani quando escono con le balestre e gli archi e fanno il tiro al bersaglio. Il Maestro dice che gli uomini sono dei barbari (per la prima volta concordo con Saruman. La cosa mi inquieta. NdLegolas). I crebain hanno tante piume e un grosso becco. Penso che un giorno i maghi potrebbero usarli come spie bastarde, anche se questa parola io non la potrei usare. Il loro saluto è stato “cra”.

Fine della relazione

Voto: per ora lascio perdere. Sentirò il discepolo oralmente. Comunque, era meno peggio del solito.    

 

Beh, la relazione finisce qui, ma dato che avanza spazio passo a raccontare il profondo dialogo che Ikar ed Andael ebbero dopo che la Mezz’Aquila fu riuscita a trovare il proprio “cavaliere”, non molto abilmente nascosto dietro ad un cespuglio

- Cacchio, Andael!- tuonò Ikar, furente – hai di nuovo colpito con un incantesimo lo stormo dei crebain!!-

Di nuovo.

Su questa affermazione bisogna inserire una breve spiegazione.

Non avrete mica pensato che bere gli avanzi della pozione di Andael avesse lasciato inalterate le facoltà psichiche e fisiche dei corvi!

Ovviamente no. I poveri uccelli avevano iniziato a colorarsi di varie tinte, che poi sono gli stessi colori che ritroviamo come tinture permanenti nei piumaggi di Cri, Kree e Kreak

- Veramente…- proseguiva intanto il mortificato apprendista -… io volevo richiamare l’incantesimo del dragone illusorio… ma… beh, devo aver sbagliato qualcosa… ma è stata colpa dell’Elfo che mi ha subdolamente sorpreso alle spalle… ehm… devo aver…- Andael abbassò la voce, forse nella speranza che Ikar non sentisse la fine della sua confessione -… colpito i crebain.-

- HAI FATTO IMPAZZIRE LE SPIE DEL CAPO!- ringhiò la Mezz’aquila, salvo poi ricordarsi che, teoricamente, il loro capo NON era Saruman né una qualsivoglia entità malvagia, e si limitò a fulminare Andael con uno sguardo che era semplicemente furioso

- Scusa, Ikar… sono proprio scemo.- si scusò il giovane apprendista.

La Mezz’aquila scosse il capo, con un sospiro rassegnato.

Poi allungò una mano, e scompigliò i capelli mori di Andael

- … no. Sei solo un pochino imbranato.- disse poi, a mezza voce. E poi, passato il momento di straordinaria tenerezza, gli tirò un colpo sulla nuca – e adesso muoviamoci, prima che quegli altri emeriti idioti degli eroi di turno mandino definitivamente a quel paese la nostra missione!-

 

A proposito, lettori attenti… avete per caso notato una certa mancanza, in questo capitolo?

Bravissimi! Vanamir è sparito!

Complimenti, l’avete capito prima di suo cugino.

In questo preciso istante l’immaturo nipote di Denethor è seminascosto in una buca (sotto un cespuglio spinoso) che un po’ dorme e un po’ confabula con le talpe.

Tranquilli, mi accerterò personalmente che la Compagnia lo tiri fuori dal buco, prima di ripartire verso la meta designata: il passo di Caradhras.

 

FINE CAPITOLO VENTIDUESIMO

 

Madonna, ventidue capitoli! Certo che la Terra di Mezzo è fortunata ad essere ancora integra! E, fossi in voi, io andrei ad accendere un cero all’altare di qualunque sia la vostra divinità prediletta, perché se state leggendo questo messaggio, vuol dire che la stupidità di Andael non ha ancora corroso le vostre cellule celebrali! Cantiamo un inno alla sanità mentale che comunque non abbiamo più!!

 

Ringraziamenti

 

Illidan: ECCO, che cosa ha fatto a quei poveri uccelli! E figurati se la demenzialità di Andael è a questi livelli nel capitolo ventiduesimo, cosa accadrà quando finalmente saremo nel cuore di Mordor! Aiuto!! Kisses

Evening_star: hai ragione, gli Elfi mi avrebbero fatto fare una brutta fine! Tuttavia, che posso farci, è la mia natura! E ormai è fatta: io mi diverto troppo a scrivere questa storia, per smettere! Aggiorno spesso perché, per l’appunto, mi diverto e, credi, non mi bloccherò di nuovo tanto presto! Kisses!

Calliope/Moony Potter: vedrai, vedrai, avverbi e soggetti sottointesi ritorneranno! Mi fa davvero piacere che i personaggi ti stiano simpatici… è una delle mie grandi preoccupazioni, ogni volta che scrivo. Capiscimi, io, come “mamma” dei personaggi che creo, li vedo sempre perfetti! Un bacione!!

 

ANCORA UN BACIO A TUTTI E….

ATTENZIONE ALLE CACCHE DEI CREBAIN!

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Capitolo 23
*** Sul Caradhras fa freddo ***


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CAPITOLO VENTITREESIMO

SUL CARADHRAS FA FREDDO

 

- Ragazzi, di passare per di qua non se ne parla.- concluse Gandalf, dopo che ebbe seguito a lungo il volare confuso dei crebain – non possiamo permettere che quei corvi vadano a riferire a Saruman.-

Povero Gandalf! Se fosse stato un po’ meno impegnato a controllare che i vari elementi poco maturi della Compagnia non distruggessero anzitempo la Terra di Mezzo (Vanamir era uscito dalla buca, ma ora aveva sfidato Konstantin ed Andael a fare i giocolieri, bendati, con delle torce accese e con delle grosse spadone sottratte agli altri compagni. Legolas, appoggiato ad un albero, aveva inizialmente tentato di separarli, ma alla fine aveva concluso che era troppo divertenti vederli in quelle condizioni, e aveva deciso di godersi lo spettacolo), si sarebbe di certo reso conto che i crebain non erano nelle condizioni adatte a riferire un bel niente.

Oltretutto Saruman avrebbe saputo comunque la loro decisione, visto che Ikar gli aveva spedito una lettera proprio quella mattina, sul far dell’alba, quando Konstantin si era addormentata durante il turno di guardia e Gimli si era allontanato per fare pipì.

- Tenteremo di dare la scalata al Caradhras.- spiegò Gandalf.

Detto questo, di nuovo ogni compagno urlò la propria opinione, come ormai stava diventando un’abitudine del gruppo.

- Mettiamola ai voti.- propose Aragorn, tentando di preservare la democrazia (ed il proprio udito, dato il volume delle urla)

I risultati della votazione furono: tre persone erano favorevoli a passare per il minaccioso monte, mentre nove erano contrari. Vanamir si astenne, dato che stava cercando disperatamente di spegnere il fuoco che aveva appiccato alla coda di Billy, il pony di Sam.

Quindi, tecnicamente, la Compagnia sarebbe dovuta partire per Moria ma…

- Ma si da il caso che non siamo in una democrazia!- aveva esclamato Ikar, la terza a votare per il monte – Quindi preparate le sciarpe e i berretti: scaleremo il Caradhras!-

 

(11 gennaio 3019, piccolo sentiero sul Caradhras, dimenticato dai Valar e da tutti gli esseri viventi)

 

Il Monte Caradhras era una delle cose più inquietanti che Konstantin avesse mai visto.

Più inquietante di Denethor in mutande. Beh… insomma… quasi più inquietante di Denethor in mutande.

Ma la ragazza non poteva dirsi veramente spaventata: non c’era spazio per la paura, nella Compagnia.

Gandalf avanzava a capofila, mentre Aragorn chiudeva il gruppo. Gli Hobbit erano praticamente sommersi nella neve fresca, che era caduta per giorni e che continuava a cadere. Gimli era scomparso da parecchio sotto il soffice manto bianco, tanto che gli altri compagni avevano legato alla barba del Nano alcuni rametti, in modo che Gimli, muovendosi, facesse rumore. E quindi la Compagnia sapesse sempre dov’era.

Andael proseguiva dietro ad Ikar, in forma umana per non rischiare di danneggiarsi le piume, e teneva la testa china, cercando di staccare dalla propria lingua un ghiacciolo che gli si era attaccato quando… beh, quando si era messo a leccare un pezzo di ghiaccio, cercando di capire che gusto aveva l’acqua gelata, notoriamente insapore.

Vanamir chiacchierava con nessuno in particolare, visto che Ikar aveva minacciato di ucciderlo se continuava a parlare con lei.

Quindi, la compagnia stancamente avanzava.

- Non mi piace questo posto.- mormorò Konstantin, stringendosi nel pesante mantello – non mi piace neppure un po’.-

Andael comparve alle sue spalle, tirandole una ciocca di capelli

- Vedila dal lato positivo.- biascicò, sempre impegnato col pezzo di ghiaccio

- C’è un lato positivo?- chiese la ragazza, che sembrava privata del suo usuale ottimismo

- Certo… almeno tu non hai un ghiacciolo che importuna la tua lingua!-

I due risero, sottovoce, mentre Ikar e… qualcun altro (che preferisce rimanere anonimo per stupide ragioni di presunta dignità) li guardavano, cercando di non farsi notare.

- Aspetta.- sorrise Konstantin, afferrando il pezzo di ghiaccio – ci provo io.-

 

Intanto, fra un sentiero e l’altro, era arrivata la sera.

E va bene che la Compagnia aveva uno spiccato senso del sadomasochismo, ma nessuno avrebbe mai continuato la scalata al buio.

Mentre gli altri compagni montavano il rudimentale accampamento, Andael e Vanamir si organizzavano per giocare uno scherzo agli Hobbit mezzi congelati.

- Sapete, cari Hobbit…- esordì l’apprendista stregone – le antiche leggende narrano che su questa montagna si nasconde un feroce mostro… chiamato… Gatto delle Nevi.-

- E com’è fatto, signor Andael?- chiese Sam, che se la stava già un po’ facendo addosso

- Sembra un uomo, ma in realtà è anche un gatto… e un pupazzo di neve! E’ molto feroce… un carnivoro! Un mostro sputaneve che divora gli innocui viaggiatori!- declamò Andael con tono minaccioso. Intanto, Vanamir si avvicinava di soppiatto alle spalle degli ignari Hobbit.

 

Dall’altra parte dell’accampamento, Konstantin stava cercando di cucinare la minestrina liofilizzata (Glorfindel gliene aveva cacciate di straforo alcune buste nello zaino, prima che la ragazza partisse…) e, al contempo, di non pensare a dove si trovava.

Aveva una matta paura dei monti, da quando riusciva a ricordare.

Ricordava che, una volta, Glorfindel aveva cercato di portarla a fare una gita sui monti vicino a casa. Lei si era messa a strillare e a pestare i piedi, finché l’Elfo aveva ceduto.

Da quel giorno, non era più salita su una montagna.

Oltre a spaventarla, le mettevano addosso una terribile malinconia.

- Noi due non avevamo un discorso in sospeso?- le chiese all’improvviso la voce di Boromir, facendola sobbalzare.

Konstantin si voltò verso l’uomo, cercando di recuperare il cucchiaio di legno che le era caduto

- Sì. Ma tu conosci la mia memoria a breve e lungo termine, e sai che è parecchio scarsa.-

- Beh, allora non parliamo.-

- Va bene. Fissiamoci negli occhi e basta.-

I due si guardarono. In silenzio. Non c’era molto da dire, in effetti

- Tu e Andael state diventando molto amici.- constatò Boromir, ad un tratto

- Sì.- annuì Konstantin – è simpatico. Assomiglia a tuo cugino.-

- Non è mica una cosa positiva.-

- Ah ah.-

- Ti piace la neve?-

-… no.- Konstantin diede una scrollata di spalle, rabbrividendo – allora, c’è qualcosa che devi dirmi?-

Ora, io sono certa che voi lettori sapete quando Boromir fosse una persona razionale e piuttosto seria, che di certo non si sarebbe mai perso in scemenze durante una missione di vitale importanza. Lo sapete, ormai. Bravi.

Adesso dimenticatelo.

Perché, mentre la neve fioccava attorno a loro, e le urla degli Hobbit rischiavano di causare una piccola valanga, Boromir di Gondor prese fra le mani il viso di Konstantin, e la baciò forte sulle labbra scarlatte, perché lei era bella, era dolce, era completamente fuori di testa.

E poi perché era da Capodanno, che Boromir voleva baciarla di nuovo.

 

FINE CAPITOLO VENTITREESIMO

 

Beh, non potevo mica non aggiornare oggi, che è il mio 18° compleanno!!!

Allora, arrivati a questo punto, qualche lettore sarà interessato a sapere che, per la storia del passaggio per il Caradhras, mi sono rifatta più al libro che al film, in quanto… boh, mi garbava così… In questo capitolo non si nota affatto la differenza, ma nel prossimo sì. Credetemi.

Quindi, passiamo ai ringraziamenti!!

 

Calliope: grazie mille per le “osservazioni da temino di prima elementare” che, non so agli altri autori, ma a me fanno un sacco di piacere! Oltretutto sono davvero felice che qualcuno apprezzi il genio incompreso della compagnia!!

Illidan: nessuno ha mai detto che le trovate di Vanamir siano tutte prive di senso! L’importante è che non insista con la compagnia per portare le talpe a Mordor con sé! Sarebbe imbarazzante!

Evening_star: eh sì, povero punto e virgola! Il fatto è che questo innocente segno di interpunzione mi è inviso sin dalla più tenera infanzia. E’ una pessima abitudine, ma non lo uso quasi mai! Proverò a rimediare!

Fiamma92: già, poveracci!!

 

ANCORA UN GROSSO BACIO A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO/RECENSITO!!

Chary

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Capitolo 24
*** Un Monte incazzato ***


andael24

CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

UN MONTE INCAZZATO

 

- Aaaaah!-

Proprio durante il momento magico, gli Hobbit avevano rovinato tutto.

Rotolandosi nella neve, gridando, terrorizzati, cercavano di fuggire dal mostro che li inseguiva, determinato a cibarsi delle loro cervella… beh, insomma, detta facile senza perdersi in complessi sofismi e giri di parole: stavano scappando da Vanamir con un mantello sulla testa.

Cavolo, che paura, direte voi.

Ma noi tutti sappiamo che gli Hobbit sono codardi per natura, quindi…

- Immaturi! Sconsiderati! Scriteriati! Deficienti!- gridava Gandalf, cercando di frenare gli Hobbit terrorizzati che continuavano a scappare, nonostante Vanamir ormai non li inseguisse più, e si fosse fermato a chiacchierare con Gimli ed Ikar

- Secondo me – stava dicendo l’Aquila – questo posto è un cesso.-

- Non offendere il monte!- la riprese Gimli – dalle mie parti si dice che ha una volontà sua… ascoltate tutti… il Caradhras esiste da molte migliaia di anni… ed era un gran bastardo quando ancora Sauron portava il pannolino (veramente nel libro il passaggio è molto più drammatico e solenne, ma che diavolo….)-

- Ma dai, solo voi Nani potete credere a queste stupidaggini!- rise Vanamir che, come la maggior parte degli Uomini di Gondor, aveva perso il gusto per le antiche leggende – anche se mia mamma diceva sempre che…-

- Non interessa a nessuno sapere cosa pensava tua mamma.- lo freddò Ikar – questo posto è un cesso e sfido chiunque a dire il contrario.-

In quel momento, una frana sommerse gli Hobbit, che si stavano appena riprendendo dallo shock dell’attacco di quello che ancora consideravano un mostro feroce.

- Beh, le coincidenze esistono.- ammise la Mezz’Aquila, serafica

Iniziò a nevicare. Forte. Una vera e propria tormenta di neve

- Ikar, per l’amore dei Valar, sta’ zitta!- la riprese Gandalf – altrimenti per noi sarà la fine!-

- Cioè, avete paura di una nevicata? Insomma, siamo in montagna, è normale che nevichi…-

In quel momento un grosso ghiacciolo si staccò da chissà dove e prese a volteggiare nell’aria, scrivendo qualcosa nella neve

-“IL MONTE E’ INCAZZATO NERO”- lesse Legolas, con un sospiro – E mi sa che questo pone fine a tutte le inutili discussioni sulla personalità intrinseca del Caradhras.-

- La minestra è pronta!- annunciò Konstantin in quel momento

Così, costruito un rifugio alla buona (e ripescati gli Hobbit da sotto la neve), i Compagni si unirono per mangiare.

- Ragazzi, non preoccupatevi!- disse Andael, dopo aver trangugiato la brodaglia (detto così sembra disgustosa ma, credetemi, non era poi così tremenda!) – adesso faccio una magia potentissima, e faccio smettere di nevicare!-

Il giudizio unanime della compagnia fu “no, ti prego, no!”, esclusa Konstantin che sorrise in direzione del mago, strizzandogli l’occhio in segno di incoraggiamento. E questo fu permesso sufficiente (non che Andael avesse mai chiesto il permesso a qualcuno, prima di operare i suoi piuttosto dubbi incantamenti…)

- Sahas Na de turututu!!- declamò, con fare solenne.

La neve cessò improvvisamente di cadere, ma venne sostituita da piccole palline rosse che, appoggiandosi delicatamente o meno sul manto nevoso, diventavano brufoli rosso vivace.

-… ehm…- tossicchiò Andael – mi sa che stavolta l’ho fatta grossa per davvero…-

- Che hai combinato, apprendista inetto?- tuonò Ikar

-… ehm… credo di avergli fatto venire il morbillo.-

- Hai attaccato il morbillo AD UN MONTE!-

- Sì.- ammise l’apprendista, contrito. – Mi sa che adesso ha ragione di detestarci.-

- Fantastico.- sospirò la Mezz’Aquila, rassegnata – qualcosa mi dice che adesso smontiamo baracca e burattini e andiamo tutti a Moria.-

E, ovviamente, così si fece, dato che ormai era chiaro che, nella Compagnia, non c’era un regime democratico.

Borbottando generalmente sul fatto che “beh, forse è meglio così”, i compagni affrontarono la perigliosa discesa dal Caradhras. (che tanto perigliosa poi non fu, escluso Andael che inondò Konstantin con una polverina verde di dubbio utilizzo che la fece starnutire per tre quarti d’ora).

Il Caradhras li aveva sconfitti.

O forse no.

Insomma, il morbillo l’aveva preso lui, no?

 

FINE CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO

 

Sì, VA BENE, ammetto che avevo promesso di non sparire più… ma mi sono talmente tanto infuriata col computer che mi ha cancellato metà di questa storia che per un po’ non sono più riuscita a lavorarci come Dio comanda…

Tuttavia, eccomi di nuovo qui!!

Una piccola annotazione: la frase sottolineata è originale del libro del Signore degli Anelli!

 

Ringraziamenti!

Illidan: Oddio, l’idea di essere perseguibile per questa storia mi inquieta… mi manderebbero in un manicomio o mi darebbero l’incapacità di intendere e volere? Mah, forse è meglio non saperlo mai… Baci!

Evening_Star: guarda, la minestrina liofilizzata mi ha accompagnata per anni di uscite estive in camper con mio zio e mio cugino (ho un flash di mio cugino che cucina la suddetta minestrina mentre io, di anni sette, lo guardo con aria perplessa, probabilmente coi tuoi stessi dubbi!!)… e poi si vedono i risultati! Ah sì, detto per inciso, Boromir è felice che anche tu reputi che meno Konstantin sta assieme ad Andael e meglio è! Baci!

Fiamma93: che simpatica che sei… e io che pensavo di aver scritto un pezzo patetico… salvi gran parte della mia autostima, grazie!! Kisses

Calliope: ed ecco a te la fine dello scherzo agli Hobbit (poveri Hobbit)… e poi, sì, siamo quasi arrivati a Moria! Potere alla Compagnia che può spaventare un Balrog!! Bacio!

 

Ancora grazie a tutti quelli che sopportano con animo stoico le mie usuali sparizioni!!

CHARY

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Capitolo 25
*** E ci manca solo il lupo cattivo ***


andael25

 

CAPITOLO VENTICINQUESIMO

E CI MANCA SOLO IL LUPO CATTIVO

 

(12 gennaio 3019, anonimo sentiero verso la Porta Occidentale di Moria)

 

Per far tacere gli Hobbit, la Compagnia stava affrontando la decima pausa da quando, tre ore prima, si erano messi in marcia. Insomma, peggio di una classe di prima elementare in gita scolastica.

Konstantin continuava a starnutire per la polvere che Andael le aveva fatto inavvertitamente inalare, gli Hobbit si lamentavano per la fame, per la paura, per lo scherzo che finalmente avevano capito esser stato loto fatto (Vanamir li aveva convinti che l’Apocalisse sarebbe giunta se avessero pestato una formica e loro avevano camminato in punta di piedi da quando erano scesi dal Caradhras, sudando sette camicie), Gimli fischiettava allegramente, a capofila, sostituendo le parole originali della canzone con frasi insensate che riguardavano la birra, il fuoco e il maiale salato.

Legolas e Aragorn si erano rassegnati al peggio, e giocavano a dadi, sotto un albero, mentre Ikar sbraitava dietro ad Andael, che provava a truccare il gioco con i suoi incantesimi e che aveva già fatto animare le radici, fatto piovere un po’ di brodo caldo e persino trasformato l’arco di Legolas in una fionda.

Pertanto l’Elfo aveva rincorso il mago per tutto il provvisorio accampamento, brandendo un ramo, finché Gandalf, impietosito dalla sorte che minacciava l’apprendista, non aveva invertito l’incantesimo, restituendo a Legolas il suo arco.

Infine, Vanamir stava scavando una buca nel terreno, convinto che là sotto si celasse un tesoro segreto o qualcosa del genere e Boromir cercava stoicamente di convincerlo a desistere, senza molti risultati.

Alla fine, stremato dalle lamentele degli Hobbit, Aragorn prese a tirare loro delle mele, affinché placassero il loro appetito (O nella speranza di stordirli con una bella botta in testa).

- Tirane una anche a me, dai.- chiese Konstantin – Che ho pure saltato la colazione, fra uno starnuto e l’altro.-

Aragorn annuì, tirando il frutto all’amica e rischiando di romperle il naso.

Soffiandosi il naso dopo un poderoso starnuto, la ragazza morse la mela e… cadde addormentata.

- Che fai adesso?- le chiese Legolas, scrollandola per la spalla

- Direi che dorme.- dedusse Ikar – potremmo lasciarla qui e andare a Mordor senza di lei. A votazione!-

- No, no, no.- intervenne Aragorn – non se ne parla neppure. Perché ho promesso a Glorfindel di prendermi cura di lei e se torno ad Imladris senza di lei quello mi ammazza.-

- HO CAPITO IL PROBLEMA!!- esultò Andael – Probabilmente si trattava della Polvere delle Favole!-

- Non è possibile.- si lamentò Gandalf – non parli di quella assurda magia che viene insegnata ai bambini di sette anni quando devono restare a casa da soli?-

- E’ l’unica polvere che mi sia sempre riuscita!!- l’espressione di Andael non lasciava spazio ad ulteriori commenti.

- E adesso che facciamo?-

- ODDIO, COS’E’ STA’ COSA?- esclamò Vanamir proprio in quel momento, perché dal buco che stava scavando erano sbucati sette nani, fischiettando.

Uno era una massa di peli, barba, capelli, baffi, non aveva assolutamente nulla che non potesse essere trattato con un pettine, escluso un bastone con il quale si aiutava a camminare e che, al contempo, brandiva come arma.

Dietro di lui veniva un Nano, che aveva qualcosa di simile a Gimli, solo che aveva la barba più scura, che teneva per mano una… cioè… qualcosa che somigliava a… beh, era probabilmente una Nana, ma meno se ne parlava meglio è.

Per ultimi, uscirono dal buco quattro nanetti più giovani, con le barbe corte, uno uguale all’altro.

- FIMBLI!!- gracchiò il primo Nano

- Zio Fundin!!- esclamò Gimli – Ancora non hai capito che mi chiamo Gimli???-

- Sì, sì, questi Nani di oggi… siete come sassi ricoperti di marmellata alle ortiche!-

Il Nano che somigliava a Gimli pose una mano sulla spalla del Nano che era Gimli

- Papà è completamente andato. Non ha più contatti con la realtà sensibile…-

- E questi chi sono?- chiese Ikar, arricciando il naso

- Questo – spiegò Gimli, indicando il Nano sommerso dai peli – è mio zio Fundin. Dietro di lui c’è mio cugino Balin, signore di Moria, che dovrebbe essere a Moria, anche se a Moria non ci sta e approfondirò questo dettaglio. Con lui ci sono sua moglie e i suoi quattro figli, dei quali non ero a conoscenza dell’esistenza.-

- Cugino!!- esclamò Balin – a Moria succede di tutto! Ci sono Orchetti ovunque, frecce, c’è mia suocera in città, che meno la si vede e meglio è… e poi tamburi, un casino pazzesco, e papà non ce la faceva più, e allora andiamo tutti in vacanza altrove.-

- Fantastico. Abbiamo appena scoperto che per Moria non si può passare.- fece Gandalf.

- No, no, no. Per Moria si passa comunque. Anche perché sennò abbiamo esaurito i possibili passaggi! O ci mettiamo tutti a volare, oppure niente.- precisò Ikar

- Bene. Allora ci armiamo, andiamo a uccidere gli orchetti, spuntiamo le frecce, sfondiamo i tamburi, mandiamo lo zio Fundin a fare villeggiatura da qualche parte… e per quanto riguarda la suocera, caro cugino – proseguì Gimli, ammiccando a Balin – la scacciamo da Moria a calci nel sedere!-

- Buona idea!- esultò il signore di Moria, ricevendo uno scapaccione in risposta dalla moglie

- Non trattare male MIA MADRE! E comunque saluta tutti che dobbiamo andare via. Le mie sorelle ci aspettano da quasi tre ore e siamo molto in ritardo!-

- No…- piagnucolò Balin – le tue sorelle noooo…-

Così, i sette Nani si allontanarono, fischiettando qualcosa.

- Di lei che ne facciamo?- chiese Ikar, che stava scuotendo Konstantin con la punta di un’ala, guardandola con aria scettica – abbiamo appurato che lasciarla qui non si può, pertanto…-

- Beh, se la memoria non m’inganna…- risolse Gandalf – bisogna rispettare il copione della favola scelta dalla pozione. Avete presente? L’incantesimo si spezzerà quando la ragazza riceverà il primo bacio del vero amore. Riassumendo in maniera meno poetica… qualcuno deve baciarla.-

Silenzio di tomba.

 

FINE CAPITOLO VENTICINQUESIMO

 

Sono veramente lieta di annunciare che la mia Musa ispiratrice ha fatto ritorno da quello strano viaggio del quale non vuole parlare a nessuno… stiamo discutendo animatamente per come evolvere questa storia… ma abbiamo deciso che dovremo accompagnare Andael per manina fin dentro a Mordor, per evitare che distrugga il mondo e non l’Anello!!

 

Ringraziamenti:

Evening_star: hai ragione, Andael dovrebbe incanalare la sua abilità nell’incasinare ogni cosa per dominare il mondo!! Sarebbe lo stregone-combina guai più potente dell’intera Terra di Mezzo!! Per quanto riguarda Konstantin e Boromir… vedrai nel prossimo capitolo! Un grandissimi bacio!

 

CHARY

 

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Capitolo 26
*** I lupi dei capitolo scorso, il primo bacio del vero amore e forse qualcosa di più ***


andael26

CAPITOLO VENTISEIESIMO

I LUPI DEL CAPITOLO SCORSO, IL PRIMO BACIO DEL VERO AMORE E FORSE QUALCOSA DI PIU’

 

 

- Io non la tocco.- specificò Ikar

- Non c’erano dubbi in proposito.- fece Aragorn

- Meglio non lasciare spazio ad interpretazioni varie.- ribatté la Mezz’Aquila

- Beh, tanto per precisare l’ovvio… io avrei una fidanzata…-

- Bene. Io preferisco non incorrere nelle ire di Glorfindel per aver baciato sua sorella.- specificò Legolas – oltretutto lei non è proprio il mio tipo.-

- UN NANO – protestò Gimli – BACIA SOLO UN ALTRO NANO.-

- Ok. Questa frase era equivoca.- ridacchiò Vanamir – comunque, io a zia non la bacio. E, affinché Konstantin non ci uccida tutti una volta risvegliata, direi di tenere gli Hobbit lontani dalla sua bocca.-

Tutti furono d’accordo su quell’affermazione e anche su quella che sosteneva che Gandalf non aveva più l’età per fare certe cose.

- Boh, dai, ragazzi, non facciamola tanto lunga!- s’intromise Andael – la bacio io.-

In seguito a quella frase, molte cose accaddero, in un lasso di tempo davvero minuscolo.

a)     Ikar arruffò le penne

b)     Un lupo ululò, dall’altra parte del bosco

c)     Andael indietreggiò di parecchi passi, tenendosi la mascella perché…

d)     … Boromir gli aveva tirato un pugno.

- Cugino, che problemi hai col maghetto?- chiese Vanamir, che provava un’infinita simpatia per l’apprendista di Saruman

- Che problemi hai tu, con la razionalità e col mondo attorno a te?- ribatté Boromir – permetteresti ad un quasi-sconosciuto di baciare la moglie di tuo zio?-

- Ma dai, non ti sembra di esagerare? Detto per inciso, Connie preferirebbe di gran lunga baciare un perfetto sconosciuto (che è peggio di un quasi-sconosciuto) piuttosto che baciare mio zio, oppure tuo padre, oppure il padre di Faramir. Che poi sono la stessa persona.-

- La tua coerenza mi disarma.-

- Allora, visto e considerato che la tabella di marcia di non ci permette di fare una corsa fino a Minas Tirith per farla baciare da suo marito (cosa che comunque non permetterei, per preservare la dignità di un’altra donna), qualcuno deve baciarla comunque.- concluse Ikar che, sorprendentemente, stava iniziando a stufarsi

- Beh, la cosa meno indecorosa è che sia io a baciarla – fece Boromir, contrito fino ad un certo punto – una volta a casa, provvederemo affinché di questa storia papà non sappia mai niente.-

- Bastava dirlo, eh!- sottolineò Andael, che stava ancora cercando di convincere il proprio labbro a non sanguinare più.

Dall’altra parte del bosco, il lupo continuava ad ululare

- Meraviglioso. Adesso abbiamo anche i lupi.- sbuffò Gimli

- Non ci sono problemi.- sorrise Legolas, incoccando una freccia. Prese la mira e stava per scoccare quando Vanamir, con l’ausilio di uno stecco, colpì la base dell’arco, facendo finire la freccia molto lontana dal bersaglio e pericolosamente vicina alla testa di Frodo.

- Ma che ti prende?- esclamò l’Elfo, risentito

- Non glielo chiedere.- gli consigliò Boromir, scuotendo la testa, ma non venne ascoltato

- Ma che razza di Elfo sei, se non sai neppure che il Lupo è un animale in via d’estinzione! Non si possono ammazzare gli animali in via d’estinzione! Io faccio parte dell’USA (che non sono gli United States of America ma è l’Unione per la salvaguardia degli Animali!) e quindi sono munito di un kit per la protezione e l’etichettatura degli animali in via d’estinzione.-

- Etichettatura?- indagò Ikar, sospettosa

- Certo! Adesso, se qualcuno di voi sarà così cortese da accompagnarmi dall’altra parte del boschetto, procederò con la mia missione per la difesa della fauna locale.-

- Bene. Andiamo – annuì Aragorn che forse non l’avrebbe mai ammesso ma ci teneva alla causa dell’USA e che avrebbe al più presto agito al fine di ingrossarne le fila

- Tu – fece Ikar, voltandosi verso Boromir – datti una mossa a baciarla e, quando si sveglia, raggiungeteci. Qualcosa mi dice che ne avremo per un bel po’ di tempo.-

 

La Mezz’Aquila aveva ragione. Semplicemente.

Come secondo il Manuale del piccolo membro dell’USA, c’era tutta una serie di procedure che andavano rispettate per ogni esemplare a rischio d’estinzione. Testualmente cito:

1)     Catturare un’esemplare senza metodi aggressivi.

2)     Controllare accuratamente la salute dell’esemplare.

3)     Nutrirlo con le crocchette che ogni USA deve portare con sé in pianta stabile (e che Vanamir aveva sparso per tutto lo zaino, dato che la scatola si era rotta durante la discesa dal Caradhras)

4)     Spazzolarlo per bene, leggergli i suoi diritti

5)     Procedere con l’etichettatura, ovvero attaccare un etichetta sotto al pelo dell’animale e mettergli un collarino colorato.

6)     Avvertire il proprio superiore nella gerarchia USA (nel caso di Vanamir questo era Imrahil di Dol Amroth, che incontreremo molto ma molto più avanti e che diventerà suocero di Eomer, ma questo non ci riguarda) affinché possa organizzare la salvaguardia dell’esemplare.

Tutto questo, senza offendere l’animale o ledere la sua dignità.

E calcolate che i lupi non erano affatto pochi.

 

(Dall’altra parte del bosco)

 

Quando Konstantin si svegliò, Boromir di Gondor la stava baciando.

E quando la giovane ebbe realizzato cosa le stava accadendo, ormai il momento magico sentimentalmente impegnato si era concluso da parecchio

- Muoviti. Dobbiamo raggiungere gli altri.- le ingiunse infatti l’uomo

- No, ehi, aspetta solo un minuto. Che è successo?-

- Andael ti ha colpita con una magia, o qualcosa del genere… per svegliarti, qualcuno doveva baciarti. Hai presente, no? Come Biancaneve e i sette nani (che, detto per inciso, abbiamo anche incontrato di recente, mentre sonnecchiavi).-

- E perché mi hai baciata?-

- Perché non intendevamo portarti in braccio fino a casa, per farti baciare da…-

- No, no…- lo interruppe Konstantin, inorridendo -… perché TU.-

- Perché nessun altro lo voleva fare.- le rispose Boromir, mentendo spudoratamente.

- Ah. Oh. Beh.-

- Ma ci terrei a sottolineare che l’ho fatto unicamente per lo svolgimento della missione.-

- Ovvio. Non l’avresti dovuto fare, se Andael non avesse fatto l’incantesimo.-

- Esatto.-

- Esatto.-

- Precisamente.-

- Oh beh, allora sarà tempo di andare, altrimenti quelli si domanderanno che stiamo facendo.- concluse Konstantin, alzandosi in piedi per dissimulare qualcosa che poteva passare per un’espressione delusa. Ma Boromir la trattenne per il polso – e adesso, che succede?-

- Non sai la strada.-

- Beh, mi farò guidare dall’istinto, oppure griderò “AIUTO” finché qualcuno non mi sentirà.-

- Che piano geniale.-

- Tu hai un piano migliore?-

Anche Boromir intanto si era alzato in piedi, per cingere con le braccia la vita della fanciulla.

- Restare qui.- le sussurrò

- Perché mai?-

- Perché sono stufo di baciarti solo quando sei sbronza, lunatica, oppure sotto un incantesimo.-

- Quindi?- chiese Konstantin, perplessa – Non riesco a capire il modo in cui ragioni.-

- Beh, neppure io.- ammise Boromir, baciando la ragazza sulle labbra – ma credo non sia il caso di discuterne qui e ora.-

- E di cosa dovremmo discutere, qui e ora?- domandò di nuovo la ragazza, che forse capiva più di quanto desse a vedere, e che di certo vedeva le dita di Boromir che si stringevano attorno al laccio del suo giustacuore di cuoio

- Del fatto che, comunque, noi due non stiamo insieme. Perché tu sei la moglie di mio padre e perché stiamo andando a salvare il mondo e non ci si innamora quando si salva il mondo.-

Konstantin sospirò, sciogliendo i lacci della propria camicia.

- Oppure – disse – non dovremmo parlare proprio di niente.-

 

(Contemporaneamente, ad Imladris)

 

Glorfindel rabbrividì. E, senza sapere perché, gli fu chiaro che, alla fine della guerra, avrebbe costretto sua sorella ad andare in giro col guinzaglio.

 

FINE CAPITOLO VENTISEIESIMO

 

Ringraziamenti!!

Evening_star: credo che ti posso inviare via mail quanta polvere delle favole tu voglia! La mia musa ti saluta tanto calorosamente...  per quanto riguarda Konstantin e Boromir... beh, volevi sapere come andava avanti? Eccoti accontentata!

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Capitolo 27
*** Toc, toc... c'è nessuuuuno? ***


andael27

CAPITOLO VENTISETTESIMO

TOC, TOC… C’E’ NESSUUUUNO?

(copyright per la particella di Sodio dell’Acqua Lete… e non disturbiamo l’acqua)

 

(13 gennaio 3019. Moria, porta Occidentale.)

 

- I Nani sono stupidi.-

Dopo ore di ragionamenti complessi, Vanamir era più convinto che mai.

- Ma dimmi te, come si fa a perdere le chiavi di casa?-

- Tieni chiusa quella bocca, cugino, che tu le tue le perdi ogni tre giorni.-

- Senti chi parla, quello che è scomparso per ore, mentre noi ci occupavamo dei lupi.-

- Ho detto che io e Konstantin non vi trovavamo e non credo che parlarne ancora potrà aiutarci ad aprire queste maledette porte.-

Vanamir guardò suo cugino con aria scettica, mentre Konstantin, poco lontana, non sapeva se ridere o piangere, anche perché aveva notato il livido bluastro che andava formandosi sul viso di Andael (e Legolas le aveva spiegato come se l’era procurato).

Gandalf intanto si affaccendava attorno alle Porte di Moria, cercando una qualunque formula magica, parola d’ordine, volgare oscenità o simpatica affermazione, per dire “amici” ed entrare.

Andael intanto, il cui spirito allegro non era stato minimamente smorzato dal pugno del capitolo precedente, stava cercando di far cantare gli Hobbit

- Coraggio – stava dicendo in quel momento – ripetete assieme a me

“Nella valle c’è un fiorellino”

- Dobbiamo proprio?- chiese Sam, dubbioso

- Ovviamente!!-

“Nella valle c’è un fiorellino”

“Che è tanto, tanto, carino”

- Andael, che fine ha fatto la tua illusoria dignità?- s’intromise Ikar, che stava per impazzire

Alla fine, rassegnato, Gandalf si sedette su una pietra

- Mi arrendo.- borbottò. Ma guardando Andael, un barlume di sorriso riapparve sul suo viso.

 

Flash-back: il piccolo

 

(Isengard, autunno 2997)

 

Gandalf e Saruman passeggiavano per i giardini di Isengard, discutendo sui rischi dell’utilizzo del Palantìr. Fra gli alberi, un ragazzino dai capelli neri correva, ridendo.

- Allora, parlando d’altro, come va con il piccolo?- chiese Gandalf, con un sorriso

- E’ snervante.- ammise Saruman – ma, in fondo, credo di aver visto di peggio.-

Un piccolo botto annunciò che Andael aveva provato uno dei suoi incantesimi

- Sì, beh, non molto di peggio.- si corresse il mago

- Ha un bel caratterino, bisogna ammetterlo.-

- E ha anche delle potenzialità notevoli ma… ma è talmente imbranato!-

- Dobbiamo capirlo. Non dev’essere facile essere figlio di… beh, lo sappiamo di chi.-

- Hai altre notizie di… beh, dell’altro figlio?- chiese Saruman. Gandalf annuì

- Sì, sì. Sta con gli Elfi, adesso. E credo sia meglio che restino separati.-

Il piccolo Andael scelse proprio quel momento per correre incontro ai due “anziani signori”, com’era solito chiamarli. Era tutto sporco di cenere, coi capelli scompigliati e con una macchia verde fluo sulla guancia.

- Che è successo, Andael?- gli domandò Saruman, con un sospiro rassegnato

- C’è stato un piccolo botto, Maestro!- rispose il ragazzino, con voce squillante

- L’avevo immaginato.-

- E’ stato un po’ più difficile del previsto, ma ci sono riuscito!!- esultò poi Andael, infilando le mani nelle tasche della veste ed estraendo qualcosa che a prima vista sembrava una polpetta di fango radioattiva e che invece, con uno studio più accurato, diventava un cuore dove, ad intermittenza, lampeggiavano le parole “Grazie, Maestro”

Gandalf sorrise mentre Saruman accettava con aria perplessa il regalo del piccolo discepolo ed accettava anche l’abbraccio che lo seguì.

Nonostante le abilità magiche del bambino non facessero ben sperare l’Ordine, il Grigio Pellegrino non riusciva a non pensare che, un giorno, l’animo gentile ed innocente di Andael avrebbe salvato il mondo.

 

Fine flash-back

 

Gandalf trattenne una risata: Andael aveva ricominciato con la canzone.

- Tutti in coro!! Siamo tutti qui, felici, perché siamo tutti…-

Silenzio di tomba. Nessuno sapeva la fine della filastrocca, nonostante le speranze dell’Apprendista stregone nonché aspirante Maestro del coro.

- perché siamo tutti…?- esortò gli Hobbit

- AMICI!- esclamò Frodo, e poi – aspetta un attimo… ho detto “amici”?- il Portatore si voltò verso il cancello di Moria – Gandalf, come si dice “amici” in Elfico?-

- Mellon.- rispose lo stregone. E le porte, trionfalmente, si aprirono

- Certo che voi Elfi avete un senso dell’umorismo terribile.- fece notare Ikar – la prossima volta accordatevi su una parola d’ordine e non ripiegate su questi patetici enigmi!-

- Evidentemente – controbatté Legolas – non tanto patetici, visto che siamo stati una vita per aprire questa porta.-

- Ma alla fine ci siamo riusciti, e così come l’abbiamo fatto noi, potrebbero riuscirci dei nemici con un minimo di intelligenza. Non mi sorprende che gli Orchetti abbiano invaso Moria!-

- Tacete, voi due!- li rimproverò Gandalf – adesso entriamo e… Pipino, smettila di tirare sassi in quel benedetto stagno! E’ un miracolo se non si è ribellato e non ha ancora cercato di ucciderti… Vanamir, no, non ti è concesso scrivere stupidaggini sulla porta di Moria…  qualcuno fermi Andael prima che cerchi di operare un incantesimo per cancellare le nostre tracce (e ne abbiamo lasciate, di tracce)… e, per l’amore dei Valar, qualcuno mi sa dire perché Konstantin è scomparsa un’altra volta?-

 

(Lato ovest dello stagno di Moria, dietro ad una roccia gigante)

 

- Adesso mi spieghi perché ci imboschiamo ogni momento?- chiese Konstantin, che ormai si era tolta giustacuore, camicia, reggiseno e aveva appoggiato il tutto su una roccia poco distante, assieme alla sua sacca da viaggio e alla cintura con le armi.

- Perché noi non stiamo insieme.- le rispose Boromir

- Perché se stessimo insieme dovremmo farlo davanti a tutti?- domandò la ragazza, perplessa

- Credo di sì. Ma il problema non ci riguarda, perché noi non stiamo insieme adesso e non staremo insieme mai.-

- E allora perché ci siamo imboscati?-

- Perché stiamo andando a salvare il mondo e dobbiamo trovare un modo per conservare l’ottimismo.-

- Parli come me.- disse Konstantin, ridendo – mi piace.-

- A me neanche un po’.- precisò Boromir, baciando la ragazza sulle labbra

- Fammi capire. Noi non stiamo insieme, quindi, quando finirà la guerra, se saremo ancora vivi, dovremo smettere di fare s…-

- Esattamente. Quando torneremo a casa, beh, allora non garantisco che ti chiamerò “mamma”, ma l’idea sarà quella.-

- Mitico.- borbottò Konstantin – adesso mi stai facendo sperare che la guerra non finisca mai.-

E fu proprio in quel momento, che un grosso tentacolo uscì dall’acqua, afferrando la ragazza per una gamba

- Questo è incredibile.- protestò lei.

Dall’altra parte del lago, un altro tentacolo aveva afferrato Frodo

- Mi sa che è il momento adatto per chiamare aiuto.- disse Konstantin, e poi:- AIUTO!!-

 

FINE CAPITOLO VENTISETTESIMO

 

La Coda: dove l’autrice esprime i propri pensieri.

 

L’autrice adesso non sta pensando.

 

Ringraziamenti!!

Evening_star: sì, insomma, Konstantin e Boromir hanno fatto sesso ma, come avrai capito, non stanno mica insieme… per quello ce ne vorrà! Per quanto riguarda la cosa orribile che capita un po’ dopo Moria… oh, che diavolo, non dovrei dirlo ma non resisto! Tranquilla. La mia storia si dissocerà dell’originale (altrimenti Connie ha detto che mi uccide!!) un bacione!

Calliope: ciao! Grazie per la recensione… e mi dispiace per l’html… non ci capisco molto, ma vedrò di rimediare… comunque, i lupi hanno sopportato l’etichettatura e i compagni hanno sopportato Andael… fin qui tutto bene. Per quanto riguarda Glorfindel e lo specchio… beh, spero per il bene di Konstantin (e Boromir) che Galadriel non acconsenta!! Baci!

 

CHARY

 

 

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Capitolo 28
*** Più buio del buio ***


andael28

CAPITOLO VENTOTTESIMO

PIU’ BUIO DEL BUIO

 

(14 gennaio 3019, Moria)

 

- Oh, Konstantin – gemette Aragorn – dovevi proprio farti catturare da un mostro?-

- Guarda che se non mi aiuti – lo ricattò la ragazza – lo dico a mio fratello!-

- Arriviamo, resisti!- esclamò il Ramingo, che aveva subito cambiato opinione – Legolas, coprimi.-

L’Elfo prese un mantello e lo gettò sulla testa di Aragorn

- Scusa, non ho potuto trattenermi.- ridacchiò poi, mentre Vanamir si rotolava per terra dalle risate (e per quello, e perché il mostro non lo considerava più nessuno.)

- Per favore, qualcuno può venire ad aiutarci?- supplicò Frodo

- Tranquillo, Frodo!- lo tranquillizzò Andael – al coso ci penso io!!-  

Così dicendo, l’apprendista stregone si rimboccò le maniche, agitò le dita nell’aria per qualche secondo e proruppe in una solenne formula che comunque era sbagliata, quindi non la trascriverò.

All’improvviso, il mostro marino scomparve. O, per meglio dire, si trasformò in una piccola cavalletta rosata.

Per ovvie ragioni, Konstantin e Frodo si ritrovarono sospesi nel vuoto e, in mancanza di altre opzioni, caddero a terra, uno prendendo una testata e l’altra facendosi un bagno non desiderato.

- Beh – sorrise Andael, mentre la cavalletta rosa si allontanava saltellando allegramente – non era proprio quello che intendevo, ma andrà bene comunque.-

- ODDIO, FRODO!- esclamò Vanamir – DOV’E’ L’ANELLO? Devi averlo perso nella caduta!-

Frodo perse un paio di gradazioni di colore, impallidì, il suo piccolo cuore saltò qualche battito.

L’intera compagnia prese ad agitarsi, com’era ovvio, finché Ikar non rilevò che l’Anello era sempre nello stesso posto, cioè al collo di Frodo, e che Vanamir era il solito deficiente

- Ci siete cascati!- stava infatti ridendo il ragazzo – dovevate vedere le vostre facce!-

- Ma sei impazzito?- lo rimproverò Boromir – ci fai solo perdere tempo! E poi, che diavolo, un po’ di serietà da parte tua sarebbe apprezzata!-

Mentre Vanamir controbatteva con qualcosa di non troppo gentile (del tipo “sai la tua serietà dove puoi infilartela?”), Aragorn andò a dare una mano a Konstantin, che sembrava intenzionata a rimanere nel laghetto fino alla fine dell’eternità.

- Forza – le disse, tendendole una mano – in piedi.-

- Non posso.- controbatté lei

- Sei ferita? Ti sei fatta male cadendo?-

- No. Sono nuda.-

- In che senso?-

- Nel senso che dalla cintura in su non ho addosso indumento alcuno.-

Aragorn scosse la testa, rassegnato

- Dove hai lasciato i tuoi vestiti?-

- Dietro alla roccia là in fondo.-

- Aspettami qui, vado a prenderli. Ma prometti che ti impegnerai con grande dedizione affinché incidenti di questo genere non capitino più fino alla fine della guerra. Va bene?-

- Va bene, capo.- rise la ragazza, e poi – che bello, andiamo a Moria!-

 

Che poi, non era bella per niente.

Comprendetemi, povera Moria, non è che fosse una brutta miniera. Ma era abbandonata, c’erano scheletri ovunque, e polvere, terra, ragnatele, muschio, umidità che gocciolava dal soffitto. Tutto questo, nel buio più assoluto.

Gandalf stava a capofila, e il suo bastone irradiava una leggera luce.

Dopo una giornata di marcia si fermarono per mangiare e per riposarsi.

- Ragazzi, ormai là fuori sarà calata la notte.- disse Vanamir, tamburellando con le dita sulla parete rocciosa

- Sì, ormai da qualche ora.- annuì Legolas

- Bene, allora che ne dite di accendere le torce?-

La Compagnia tacque. Eh beh, nel totale caos che era succeduto all’attacco del mostro, tutti si erano dimenticati di aver portato con sé delle torce, proprio nel caso fosse stato necessario calarsi in anfratti bui.

Tossicchiando, le torce vennero accese, e riversarono nelle maestose gallerie una confortante luce arancione.

Con rinnovato coraggio, i compagni proseguirono per la propria via, fermandosi quando gli Hobbit davano cenni di cedimento o Gandalf non ricordava la strada. Gimli poi, era palesemente inutile.

Infine, fu d’obbligo una pausa più lunga delle altre. Per una semplice ma fondamentale ragione: nessuno sapeva più la strada. Gandalf si sedette su una roccia, pensieroso, mentre Gimli si agitava, borbottando qualcosa tipo “dovevo chiedere a Balin di darmi una cartina… non pensavo che questo posto fosse tanto grande”.

Per non parlare di Andael che, per passare il tempo, faceva il cretino con le fiaccole e si era dato fuoco già tre volte, rischiando di porre fine alla miserabile vita della propria veste.

- Guardate, credo che sia questa la strada!- esclamò alla fine l’apprendista stregone, imboccando una delle diramazioni della galleria principale con aria baldanzosa – ho consultato le mappe astrali e sono certo che…-

Cinque secondi dopo rischiava di precipitare in un grosso baratro

- Beh, se uno di voi altri idioti non ha altre trovate geniali – sbottò Ikar, che aveva afferrato Andael poco prima del fatale passo in avanti – possiamo sperare di raggiungere la superficie senza ulteriori incidenti.-

- Ehi, aspettate… che cos’è quello?- domandò Aragorn, che forse non voleva credere ai suoi occhi, per l’eccessiva stupidità della sua vista – Non è possibile.-

Un grosso cartello verde lampeggiava sopra una delle diramazioni “EXIT”

- Ehm…- tossicchiò Gimli – lo sapevo che mio cugino non poteva aver tralasciato i cartelli indicatori! Proseguiamo dunque per di là…-

 

(15 gennaio 3019, sala Ventuno, o almeno così dice il libro. Noi diremo semplicemente “sala per la sorveglianza delle guardie nane”)

 

Dopo aver passato la notte nella misteriosa Sala Ventuno (che non è quella degli alieni, della NATO, delle trasmissioni umane che sperano di svelare i segreti del cosmo!), la Compagnia si stava risvegliando, pronta più che mai per affrontare nuove e roventi avventure!

- Konstantin?- chiamò Gandalf, dato che lo zaino della ragazza stava abbandonato contro la parete, assieme alle coperte nelle quali avrebbe dovuto dormire – qualcuno ha visto Konstantin? Non vorrei davvero che fosse precipitata da qualche parte.-

- Facendo le corna.- squillò la voce della fanciulla in analisi, che comparve da dietro Boromir

- Dai, abbi la decenza di vestirti!- la riprese Aragorn, lanciandole una coperta perché celasse al mondo le sue grazie – ti pare il caso di andare in giro per Moria tutta nuda?-

- Beh, siete voi che avete messo la sveglia troppo presto.- protestò la ragazza, arrossendo – e poi perché dobbiamo per forza ripartire? Io sto morendo di sonno!-

- Dai, abbiamo dormito anche troppo – le disse Gandalf, scrutandola negli occhi come a dire “sempre che tu abbia trovato tempo per dormire, stanotte”.

Maledizione a Gandalf, che sa sempre tutto prima di tutti!

A questo punta va inserita una piccola parentesi su quello che era accaduto la notte, quando le torce erano infine state spente e il buio innaturale di Moria si era chiuso sulla Compagnia.

Gandalf era rimasto sveglio tutta la notte, per montare la guardia e per fumare in santa pace. Gli Hobbit avevano dormito un sonno agitato, sognando mostri orribili, grossi tentacoli, uomini neri che uscivano dagli armadi e tanti, tantissimi clown dalla faccia inquietante.

Andael aveva sfidato Legolas a centrare un pozzo lì vicino tirandoci dentro dei sassi, con il risultato che avevano svegliato più o meno tutta la compagnia, che si era straordinariamente sorpresa di come la vicinanza con Andael stesse corrompendo l’animo retto del figlio di Thranduil.

Ikar si era appollaiata su una sporgenza ma non aveva potuto dormire, perché aveva davvero molto lavoro in arretrato. E quando dico lavoro intendo missive per Saruman, per Sauron, per il capo degli Orchetti, per sua sorella, per il suo infiltrato fra i buoni e un sacco di rapporti da terminare, che avrebbe dovuto consegnare al Capo alla prima occasione possibile.

Fra una firma ed un resoconto, la notte era passata in un lampo, tanto più che un delizioso rumore di tamburi aveva accompagnato il lavoro dell’Aquila, conciliando il suo buonumore. Le danze tribali le erano sempre piaciute molto.

Vanamir aveva tenuto Aragorn sveglio per quasi tutta la notte, rimbambendole di chiacchiere e, nei rari momenti di silenzio, costringendolo a controllare che non si cacciasse nei guai e che non facesse scherzi troppo idioti al resto della compagnia (uno dei più gettonati era di sostituire l’Unico Anello col ciondolo che Andael portava sempre con sé, dato che si assomigliavano in maniera quasi morbosa. Purtroppo il piano era fallito, dato che Aragorn non aveva mollato Vanamir neppure per mezzo secondo e perché, comunque, Andael era risultato irreperibile per gran parte della notte).

Konstantin infine, approfittando di un minuto di relativa quiete, era scivolata fuori dal proprio sacco a pelo per infilarsi in quello di Boromir, e quindi tutti sappiamo che le ore di sonno, per i due, erano finite lì.

La mattina seguente, quindi, tutti mezzi addormentati e con la vitalità di un mazzolino di salvia sull’orlo della depressione più profonda, i Compagni ripresero la loro strada, verso il cuore di Moria ed il ponte di Khazad-dûm.

 

FINE CAPITOLO VENTOTTESIMO

 

La Coda: come sarà organizzato Andael

 

Allora: vi anticipo già adesso che quando la Compagnia uscirà da Moria, questo racconto avrà termine. Ma non preoccupatevi! E’ solo che mi sembra controproducente scrivere una storia di duecentotrentasette capitoli (se bastano!)… quindi, con Moria e un intermezzo (cap30) si chiuderà Andael: dietro le quinte di Mordor. Ma subito dopo comincerà Andael: sotto antiche foreste e cieli stellati, la seconda parte delle Cronache di Andael!! Dio, si sta pericolosamente avvicinando a diventare un progetto SERIO!!!

 

Ringraziamenti

 

La Ginestra: è fantastico trovare nuovi lettori! Ecco l’aggiornamento promesso, anche perché, è vero, fra Connie nuda e Frodo rapito… ehm… situazione pericolosa. Ikar ci prova, poverina, a mantenere la serietà… ma non c’è verso!!!  Beh, che dire, sono lusingata che addirittura l’amico Melkor legga la fic… e, per quanto riguarda la dissacrante discesa dei Valar… beh, ce la potrei infilare veramente…  un grande bacio!

 

Evening_star: non angosciarti troppo!! Anzi, fammi sapere i tuoi dubbi esistenziali, non ti illuminerò di certo (altrimenti ucciderei l’innocente suspence) ma mi farò certe risate!! Un grande bacio e grazie per la fedele partecipazione a questa fic!!

 

Calliope: ehi, chi ha detto che Konstantin e Andael sono fratelli? E chi ti dice che ti dirò chi è il padre del nostro abilissimo apprendista stregone!!! Un indizio: la risposta è un po’ banale, ma di sicuro di grande effetto!! Un bacio!

 

CHARY

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Capitolo 29
*** Diamoci alla musica ***


andael29

CAPITOLO VENTINOVESIMO

DIAMOCI ALLA MUSICA

 

Gimli cantò una canzone riguardo le antiche bellezze di Moria. E questo basta a sottolineare quanto ormai le condizioni della Compagnia fossero disperate.

Inoltre Gandalf, così, tanto per peggiorare l’umore generale, si lanciò in un’appassionata spiegazione di cosa fosse il mithril (ma chi gliel’aveva poi chiesto? Ah sì, lo stupido Frodo) e di come i Nani vivessero principalmente di commercio, più che della tanto decantata estrazioni di minerali.

Andael si allontanò, pur di non sentire la parte in cui Gandalf diceva “ma i Nani scavarono troppo avidamente e troppo in profondità, disturbando ciò da cui fuggivano, il Flagello di Durin”, una parte che aveva sentito ripetere centinaia di volte dal Maestro Saruman che, chissà perché, era affettivamente legato al famoso “Flagello di Durin”, che poi era la stessa cosa del Balrog di Morgoth o anche del grosso mostro di fuoco laggiù, nell’abisso.

Incredibile quanti nomi si possano trovare, per una stessa cosa!

Così, mentre il giovane si dirigeva verso una discesina buia e relativamente minacciosa… andò a sbattere contro una roccia. Un roccia stranamente mobile, viscida, sudaticcia, con la pelle e dei grandi occhi gialli

- Il mio tessssssoro.- sibilò la creatura, come presentandosi

- Oh, non ti pare di scendere troppo in confidenza?- chiese Andael, che evidentemente non aveva capito a cosa l’esserino di stesse riferendo – Neppure ci conosciamo! Sono certo che andremo d’accordo, ma chiamarci reciprocamente “tesoro” mi pare davvero una cosa troppo intima!-

La creatura, esasperata, tirò una testata ad una roccia e si allontanò imprecando sottovoce.

- ANDAEL, MUOVITI!- lo richiamò Ikar, dall’altra parte della “stanza” – STIAMO RIPARTENDO SENZA DI TE!-

Poi un grosso e cattivissimo Troll fece irruzione nella conca rocciosa, balzando addosso ai compagni con tutta l’agilità che la sua notevole mole gli permetteva.

Subito i guerrieri misero mano alle armi, gli Hobbit squittirono spaventati, le Aquile (o l’Aquila, per meglio dire) si lanciarono in picchiata, i Maghi (o il Mago e l’Apprendista) si concentrarono per adoperare i propri incantesimi e le ragazze si sedettero su una roccia, annoiate

- Fate in fretta.- si limitò a dire Konstantin – sono stufa di mostri dappertutto.-

Vanamir, non rientrando in nessuna delle categorie sopra citate, mise su il muso, incrociò le braccia e prese ad elaborare, nel proprio cervellino, un metodo per ricordare agli altri la propria esistenza.

Come voi tutti sapete, il Troll colpì molto veementemente Frodo, prima di restarci secco.

E molti si preoccuparono per lui… finché Gandalf non notò che la cotta di mithril, donata a Frodo dall’anziano signor Bilbo, aveva bloccato l’arma del nemico.

E qui nasce un piccolo problema. Voi ricordate per caso una scena in cui Bilbo regala suddetta maglietta a Frodo? Beh, neppure io. Ho dimenticato di scriverla. Cioè, in questa storia… non è mai accaduta. Quindi, per colpa mia, autrice irresponsabile, Frodo ora è categoricamente morto.

- Ehi, ma non si può!- protesta la mia Musa – Non puoi farla finita qui, con Frodo stecchito, la compagnia chiusa a Moria e Sauron libero di agire indisturbato!-

- Dai, non farmi la predica… sono anni che vorrei uccidere Frodo!-

- Non m’interessa! Va bene, non hai scritto una scena. Recupera: fai un flash-back!-

- Oh – ribatto – ma che pigna che sei!-

La Musa inizia a far crocchiare le dita di una mano, in un segno chiaramente minaccioso

- Va bene, va bene.- accetto, improvvisamente ammansita.

 

Flash-back

Non merita neppure un titolo

 

Bilbo regalò a Frodo una maglietta di metallo e una spadina.

 

Fine Flash-back

(è patetico, non merita neppure il nome di flash-back!)

 

Concludendo, Frodo si salvò, grazie al regalo di uno zio mattacchione e alle proteste di una Musa un po’ troppo zelante.

Procedendo a passo veloce, la Compagnia presto raggiunse il Ponte di Khazad-dûm.

- Ehi, questa musica mi piace!- esclamò Andael, per nulla turbato dall’attacco dei mostri feroci.

E quando diceva “musica”, intendeva “cupi suoni di tamburi”

- Ehi, Gimli, non sapevo che il tuo popolo fosse così portato per la musica tribale!-

L’apprendista mago prese a saltellare allegramente per la caverna, ballando, piroettando, rischiando di cadere in svariati baratri.

Quando infine la sua danza s’interruppe, Andael aveva il naso contro il naso di un grosso orchetto

- Maledizione!!- esclamò, prima di formulare un incantamento che doveva distruggere il nemico e che invece creò solo una piacevole musica peruviana, molto adatta ad accompagnarsi coi tamburi e i pesanti passi di altri cento e più orchetti.

- Spiacevole.- borbottò Andael, mentre i compagni, rassegnanti, constatavano che il mago si era cacciato di nuovo in uno dei suoi soliti guai.

Ormai erano tutti pronti per correre in suo aiuto, quando furono gli orchetti, a ritirarsi, terrorizzati dalla musica peruviana e da quella dei tamburi, il cui rumore diventava sempre più forte, sempre più incalzante, terribile, spaventoso.

- E adesso che diavolo succede?- ringhiò Ikar, che era convinta di non aver letto clausole nel proprio contratto di passaggio al nemico che la indicavano come futuro oggetto delle attenzioni di mostri feroci e di bizzarri suonatori di tamburi

- Succede che sta arrivando un Balrog.- disse Gandalf, con un sospiro – è tempo di prendere a calci qualche culo fiammeggiante.- concluse poi, con un gergo che non era decisamente da lui.

- Vengo anch’io?- chiese l’Aquila, che sentiva come una certa simpatia, nei confronti del Mago buono ma molto buono, tutto il contrario dei suoi superiori

- No.- fece Gandalf, scuotendo la testa – né artigli né spade possono nuocere al Balrog. Attraversate il ponte e fuggite. Coraggio!-

- Non è una brutta idea. Posso restare.- riprese la Mezz’aquila. Poi si voltò verso Andael – ehi, pivello di prime piume, vieni qui.-

Nonostante il Balrog avanzasse, è sorprendente come i Compagni trovassero il tempo per conversare lungamente del futuro del mondo.

Quando Andael le fu di fronte, Ikar, in forma umana, gli cinse il collo con un braccio robusto

- Non tradire la nostra missione – gli sussurrò, contro la guancia – Starò via per un po’.-

- Ma…- l’apprendista era senza parole – ma, no, dai, Ikar, resta. Giuro che non farò più incantesimi idioti. Mi metterò perfino a studiare.-

Ikar rise, scompigliandogli i capelli

- Bada tu al resto della Compagnia. Se l’Anello non arriva intero dal Capo Supremo, beh, allora ti faccio passare dei guai.-

- Ma dove vai, si può sapere?-

Ikar volse gli occhi al Balrog, che risaliva dal baratro infuocato

- Giù – disse, con un sorriso sghembo – Nell’Abisso.-

Dopo di che un turbine l’avvolse, e tornò l’Aquila Nera dalle piume violacee.

Diede un cenno a  Gandalf, che aveva appena terminato di dare istruzioni alla Compagnia, e i due andarono incontro alla Creatura.

Gandalf combatté, con la famosissima frase “tu non puoi passare” e molti giochi pirotecnici. Non mi dilungherò nello spiegare una scena che tutti voi avete marchiata a fuoco nel cervello (e se non l’avete, beh, poco male, andate a pagina 426 oppure cercate su google!), dirò solo che Ikar scomparve nel buio assieme a Gandalf, trattenuta per la zampa dagli artigli infuocati del Balrog.

Il resto, è leggenda.

 

- Fuggite, sciocchi.-

 

FINE CAPITOLO VENTINOVESIMO

 

La Coda: salutiamo Andael

 

In realtà, questo è l’ultimo vero capitolo… il prossimo è un intermezzo su Charanna, un personaggio importante ma non troppo del prossimo racconto. Mi piaceva l’idea di chiudere Andael: dietro le quinte di Mordor con qualcosa che lo collegasse al seguito! A proposito del seguito… avrei voluto farvelo penare, ma sono in una fase di grande ispirazione, quindi non so quanto riuscirò a resistere…

Secondariamente, vi sembrerà che la scena finale di Moria sia passata un po’ troppo velocemente… lo so, lo so, ma c’era troppo pathos! Insomma, Gandalf è quasi morto, come si può ridere su una scena del genere?????? (sono orridi, tutti questi punti interrogativi, ma rendono l’idea)

 

Ringraziamenti

Evening_star: affare fatto! (tranquilla, non intendevo farli rimbecillire… abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura degli altri, altrimenti Sauron se ne accorge e vince la guerra semplicemente lasciandoli fare…). In secondo luogo, mi dispiace che Vanamir ti stia sulle palle… ma è perché si comporta da idiota o per qualche altro motivo? Per quanto riguarda la divisione di Andael, avrei voluto scriverne tre ma non sono sicura di riuscire a far stare tutta la storia in tre racconti… vedrò, e cercherò di non stufare troppo me stessa o voi!! Un bacio!

Calliope: no, tranquilla, ADORO che facciate supposizioni varie (sghignazzo ogni volta, soprattutto quando qualcuno ci va vicino!!)… comunque è vero: le persone “normali” che cercano inutilmente di mantenere la serietà della missione prima o poi finiranno al manicomio!

 

CHARY  

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Capitolo 30
*** Intermezzo: Charanna ***


andael30

CAPITOLO TRENTESIMO

INTERMEZZO:CHARANNA

 

Qualcuno di voi rammenta il capitolo ventesimo?

Quando, a Capodanno, si discute di come gli Elfi non siano sempre tutti buoni e tranquilli come la tradizione vuole? E ricordate che venne menzionata una certa Charanna?

Ecco. Stiamo per parlare proprio di lei.

E per farlo, facciamo un salto a Caras Galadhon.

 

(Maggio 3009, Caras Galadhon)

 

Celeborn di Lothlòrien aspettava di ricevere degli ospiti, quando un piccolo ciclone irruppe nella sala, imprecando in svariate lingua

- Mia amata sorellina – esordì Celeborn, con un sospiro – cos’è successo?-

L’Elfa bloccò il torrente di parole, prendendo un respiro profondo

- Io sono superiore.- disse, fissando il fratello coi grandi occhi chiari – Ripeti.-

- Tu sei superiore.- la assecondò Celeborn, che fra lei e Galadriel non sapeva più dove sbattere la testa -… anche se non riesco a capire a cosa…-

- Aspetta. Lasciami finire. Adesso dimmi che sono una persona matura e che non sono più una ragazzina. Coraggio.-

- Sei una persona matura (beh, insomma… meno male che la definizione di “matura” è soggettiva) e non sei più una ragazzina.-

- Bene. Ora dimmi che non posso essermi presa una cotta per il capitano delle guardie.-

- Non puoi… Charanna, cos’hai detto?-

L’Elfa si sedette (praticamente crollò su una sedia), massaggiandosi le tempie con aria nervosa

- Sto impazzendo, Celeborn. Non va bene.-

- Beh, questo è normale. Adesso spiegami questa storia della cotta.-

- Che c’è da spiegare?!- esclamò la giovane, che abbiamo scoperto chiamarsi Charanna – sono diventata improvvisamente una pazza irresponsabile, e mi sono innamorata del capitano delle guardie. Adesso devi convincermi che non è accaduto veramente.-

Celeborn sospirò. Solo Charanna poteva fare tante storie per una cosa così semplice

- Spiegami invece dove sta’ la tragedia, in tutto questo?-

- Non posso essere stata così stupida da innamorarmi di Haldir. No. Un semplice arciere non potrà mai diventare l’amante di una Dama del mio rango.-

 

(Luglio 3009, da qualche parte lungo il corso dell’Anduin)

 

- Com’era la storia che un semplice arciere non può diventare l’amante di una Dama del tuo rango?-

Charanna tacque, mentre Haldir le passava le mani fra i capelli

- Detta così faccio la figura della superba.- protestò la ragazza, stranamente dolce, rispetto al suo normale atteggiamento – Mi sembrava solo una cosa da immatura.-

- Lo prenderò lo stesso come complimento.- sorrise il capitano delle guardie – e adesso devo andare, altrimenti arriverò molto tardi al mio giro di ronda.-

- Povero amore.- fece Charanna, cantilenante

- E anche tu dovresti tornare a Caras, lo sai?-

- Non è solo una brutta idea. E’ una pessima idea.-

- Perché?- chiese Haldir, baciando la bocca dell’Elfa

- Perché quando tornerò, quella pazza di mia cognata mi tratterrà per ore, per farmi la paternale su chi sono e con chi posso uscire.-

- Se la smetteste di darvi addosso in continuazione, diventereste di certo amiche. Siete talmente simili.-

- Lo prendo come un insulto.- rise Charanna, tirando una ciocca dei capelli di Haldir.

Era stato così facile, arrendersi a quel sentimento così assurdo.

E ancora Charanna non ci credeva: si era innamorata. 

 

FINE INTERMEZZO

 

 

 

 

FINE

 

 

La coda: non temete, non è finita per davvero.

 

Non avrete mica pensato che potessi scrivere una storia sola per quello che è stato scritto in TRE LIBRI (e che non sono fascicoletti, potrei aggiungere!)!

Quindi, qui si conclude la prima parte delle Cronache di Andael (e di tutti gli idioti con lui), ma da qui si aprirà il seguito, il cui titolo sarà… beh, ma già ve l’ho detto, che ve lo ripeto a fare?

Ci tengo a ringraziare i miei commentatori fissi e chi ha messo la storia nei preferiti.

E’ stato fantastico avere il vostro appoggio, ragazzi!!!

Ah sì, un ultimo appunto. Temo che la prossima parte della storia sarà un pochino più romantica di questa. Lettore avvisato…

Sapete, non penso che questo racconto sia eccezionalmente bello, o profondo, o divertente. Ma, a me, fa bene al cuore. Perché c’è una sorta di leggerezza estrema, in quello che i personaggi fanno e in come lo fanno. Scriverlo mi fa sempre sorridere.

Spero abbia fatto sorridere anche voi, almeno un pochino.

 

Ringraziamenti

Un po’ di ringraziamenti, che male non fanno.

 

Grazie alla mia mamma, che ha sopportato le mie lamentele come i miei scoppi di gioia riguardo questa storia (e non solo), grazie al mio gatto, che non sembra ma c’è sempre, grazie ai miei personaggi e a quelli non miei, che sono fantastici e sopportano le mie idee peggiori. Grazie al Maestro (ringraziamento banale ma dovutissimo), grazie al mio computer che, a parte un incidente, si è comportato davvero bene. Grazie a Illidan e alla sua storia, senza la quale Andael non sarebbe mai venuto al mondo, grazie a tutti i miei lettori, ma soprattutto alla fedele Calliope, ad Evening_Star e a La Ginestra. Grazie alla musica celtica, colonna sonora di questa storia. Grazie alle mie amiche, che forse Andael non sanno neppure chi è, ma che mi danno l’energia necessaria per scrivere e per preservare l’allegria. Un grandioso ringraziamento alla mia Musa, che non mi è venuta meno nonostante tutti gli incidenti di percorso, con la voglia che non viene, il computer che non si accende, i file che si cancellano, internet che non funziona, la prof. che interroga… etc… Ultimo, ma non meno importante, un grande abbraccio a Michael. Lasciate perdere, non è altro che una lunga storia. 

 Perdonatemi, si vede che mi piace scrivere i ringraziamenti? Beh, sì, mi piace. Perché vuol dire che ho finito un racconto… e questo non capita poi così spesso!!!

 

 

 

 

Vostra,

CHARY

 

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