Andael, dietro le quinte di Mordor di La Matta (/viewuser.php?uid=40389)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Andael ***
Capitolo 2: *** Odio i Nazgul. Li odio proprio. ***
Capitolo 3: *** Incantesimi, o simil tali ***
Capitolo 4: *** La pioggia di cui sopra ***
Capitolo 5: *** Ci siamo persi un po' di cose ***
Capitolo 6: *** Hobbit o non Hobbit? ***
Capitolo 7: *** Stranamente familiare ***
Capitolo 8: *** Mamma ***
Capitolo 9: *** Povero piccolo ME ***
Capitolo 10: *** Grandi casini verso Imladris ***
Capitolo 11: *** Gran Burrone e tutto ciò che ne consegue ***
Capitolo 12: *** Curiose conoscenze ***
Capitolo 13: *** Posti e... persone ***
Capitolo 14: *** Il Bianco Consiglio (che tanto Bianco poi non fu) ***
Capitolo 15: *** Nasce l'allegra brigata (prima parte) ***
Capitolo 16: *** Nasce l'allegra brigata (seconda parte) ***
Capitolo 17: *** Nasce l'allegra brigata (terza parte) ***
Capitolo 18: *** Cugini ***
Capitolo 19: *** Vanamir si diverte come uno scemo, mentre alla compagnia capitano cose da pazzi ***
Capitolo 20: *** Un evento oscuro e misterioso ***
Capitolo 21: *** E cip cip cip, e co co co, e cra cra cra ***
Capitolo 22: *** La storia dei Crebain ***
Capitolo 23: *** Sul Caradhras fa freddo ***
Capitolo 24: *** Un Monte incazzato ***
Capitolo 25: *** E ci manca solo il lupo cattivo ***
Capitolo 26: *** I lupi dei capitolo scorso, il primo bacio del vero amore e forse qualcosa di più ***
Capitolo 27: *** Toc, toc... c'è nessuuuuno? ***
Capitolo 28: *** Più buio del buio ***
Capitolo 29: *** Diamoci alla musica ***
Capitolo 30: *** Intermezzo: Charanna ***
Capitolo 1 *** Andael ***
andael1
Andael: dietro le
quinte di Mordor
CAPITOLO PRIMO
ANDAEL
(Aprile 3002)
Andael era una persona tranquilla. Sul serio.
Era un bel giovane. Moro, quieto, con gli occhi
grigi e la pelle chiara.
Era una persona civile. Aveva sempre la tunica
pulita ed i libri in ordine.
Potete quindi immaginare la somma inquietudine che
lo colse quando scoprì che il suo saggio mentore, Saruman il Bianco, al quale
era stato affidato sin da bambino, aveva deciso di servire l’Oscuro Signore
Sauron, nella sua riscossa.
E ne giorno in cui la nostra avventura ebbe
inizio, ogni cosa sembrava andare per il verso sbagliato.
Mattina. Alba, galli che cantano, uccellini che
cinguettano, mosche che ronzano, soli che sorgono, animali che ringhiano.
E già questo non andava troppo bene.
Andael si stiracchiò, usandosi violenza per uscire
da sotto le coperte.
Fuori dal letto la temperatura era fredda, ed uno
spiffero in particolare andava a peggiorare la situazione.
Il giovane raccolse la propria tunica da per
terra, imprecando sottovoce, e tentò di infilarsela al contrario.
Sommesse imprecazioni accompagnarono la scoperta
che no, il suo bel corpicino non poteva entrare nella manica.
Con uno sbuffo, il giovane protetto di Saruman si
vestì, si allacciò i sandali, si rassettò i capelli e scese dabbasso.
O, almeno, l’idea era quella.
Cadere per le scale era ormai tipico, per Andael.
Una botta, due botte, tre botte. Un gradino, due gradini... e la scalinata era
piuttosto lunga, considerato che il giovanotto dormiva nel sottotetto.
- Mi avete chiamato, maestro?- chiese alla fine,
quando riuscì a raggiungere il piano terra.
Saruman stava seduto a braccia conserte,
probabilmente intento a riflettere.
- Ti ho chiamato, mio apprendista...- esordì,
salvo poi vedersi costretto a tacere.
Andael, entrando nella stanza senza grande
circospezione, ancora intento a divorare una focaccia dolce per colazione,
aveva raggiunto il proprio maestro, urtando un sostegno di marmo, e facendo
crollare a terra una palla.
Una palla... un po’ speciale. Il Palanthir.
- Maestro io... vi chiedo umilmente...- fece il
giovane, dispiaciuto, chinandosi per raccogliere l’oggetto magico,
inciampandoci sopra e facendolo rotolare per tutta la stanza, assieme ad una
colonna sonora fatta di sommesse imprecazioni.
- Non importa, Andael, non importa.- sospirò
Saruman, ormai abituato a scenette di quel genere. Dopotutto, non poteva fare
altro, specie ora che aveva scelto di schierarsi con l’Oscuro Signore.
Sauron stesso gli aveva comandato di coinvolgere
il giovane discepolo nella sua satanica crociata.
Quindi non si poteva proprio fare il contrario,
pena la morte celebrale e non solo quella.
- No, sul serio, adesso prendo su questa cosa e
dopo...-
- Basta, Andael! Cielo, ascoltami!-
Il giovane tacque, rialzandosi in piedi e tentando
di darsi un contegno.
- Maestro, ditemi pure.-
- Ho una missione per te.-
Andael non si preoccupò eccessivamente. Saruman
aveva spesso delle missioni per lui. Missioni pericolose e piene d’adrenalina
come poteva essere l’affannosa ricerca di una piantina spastica, o l’arcano
mistero della raccolta di bacche ambigue.
- Cosa devo fare, Maestro?- chiese, con un respiro
profondo
- Parti con i Cavalieri Neri. Raggiungi la Contea e trova questo
signor Baggins.-
Nella mente di Andael si mescolarono svariati
pensieri, svariate imprecazioni, ed una buona dose di interrogativi inquietanti
“Cavalieri COOOSA? Oh Valar, ma è pericoloso!!”
“Contea? E dove c***o sarebbe la Contea??”
“Baggins? Ma solo esseri viventi? Hanno l’aria di
puzzare parecchio”
“Io devo andare a studiare il tomo sette sui
demoni arcaici! Quando lo finisco, quello?”
“Chissà cosa sarà quella palla nerastra... mi
inquieta un pochino...”
Ma tutte queste valide argomentazioni si fusero in
una sola risposta
- Sì, Maestro. Ovviamente.-
Fu allora che i Nazgul entrarono, sfondando la
porta.
-
Miseria nera ambigua e profana!- esclamò Andael, spaventato.
Il cuore gli martellava furiosamente nel petto, e
respirava affannosamente per la paura. Non proprio un cuore di leone,
converranno con me i lettori, ma il nostro protagonista è fatto così e così ce
lo dobbiamo tenere.
- Padroooone... Aneeeeeellooooo....- dissero i
Nazgul in coro
- Lugubre.- commentò il moro, prendendo un respiro
profondo
- Va’ con loro e portami l’Unico Anello.-
- L’Unico Cosa?- chiese Andael, incuriosito,
iniziando a giocherellare con il pendente della propria collana – Nove cosi
neri ed un unico anello piccolino? Mi sa che qui le cose si mettono male, non
trovate?-
- Verrai informato strada facendo.- lo tranquillizzò
Saruman, scuotendo il capo
- Verrò informato strada facendo.- ripeté il
giovane, come se ripetere la frase potesse rendere la situazione più...
verosimile.
Scosse il capo, mentre i Nazgul lo guidavano fuori
dalla stanza.
Verrò
informato... strada facendo.
Facile
a dirsi!
Sono
qui, ignaro, stanco, infreddolito, accerchiato da nove (no, aspetta, sono solo
otto. Mi sa che l’ultimo che lo siamo persi per strada... lo dicevo io, che
quel guado non era sicuro!) mostri feroci con tuniche nere svolazzanti e
cavalli ringhianti... oltretutto sono caduto tre volte da cavallo, e adesso sto
procedendo a piedi, con questi cosi neri che fanno battutacce sulla mia
imbranataggine, dall’alto della loro Anello-dipendenza.
Mi
sento stupido.
Dico.
Stavo
affettando radici e frutti esotici solo ieri, e adesso... adesso sto marciando
verso un posto chiamato Hobbiville che non ho mai visto e che non ho mai
chiesto di vedere!
Oltretutto
mi sa che il capo dei Nazgul si sta scaccolando.
Fantastico.
Un
ottimo esordio, per questa patetica farsa di missione.
Come
diavolo ho fatto, a cacciarmi in questo guaio?
FINE
CAPITOLO PRIMO
Finalmente riesco a scrivere qualcosa di non
deprimente!
Sia lodato il cielo!! Potenze della terra, siete
infine giunte in mio soccorso!
Salve a tutti, sono di nuovo qui!!
Questa storia è buffa, patetica, un po’ demente,
ma credo abbia un filo logico.
Il primo capitolo non era proprio il massimo, ma
mi impegnerò per migliorare la cosa, andando avanti!
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Capitolo 2 *** Odio i Nazgul. Li odio proprio. ***
andael2
CAPITOLO SECONDO
ODIO I NAZGUL. LI
ODIO PRORIO
I
Cavalieri raggiunsero la Contea
dopo una lunga ed estenuante cavalcata.
Andael
era sul punto di crollare a terra, esausto.
Era corso
dietro ai cavalli per quasi tutto il giorno, salvo poi venir tramortito da un
Nazgul caritatevole ed essere caricato sulla sella di uno di quei destrieri
mostruosi.
Quando il
giovane si risvegliò, erano già arrivati nella Contea, e stavano inseguendo
degli strani cosi con i piedi pelosi ed uno strano modo di vestire.
Andael
cercò di fare mente locale, ma la cosa gli risultò davvero molto difficile.
I Nazgul
lo deridevano, tirandogli i capelli corvini.
Erano
ormai sulle tracce dell’Unico Anello (i mostri neri lo sentivano, a detta loro e solo loro. Andael era piuttosto scettico
nei confronti di quella particolare affermazione ma si guardò bene dal dirlo a
voce alta) e stavano per trovare l’Hobbit portatore, ucciderlo, rubargli
quell’insignificante ed inutile monile, e poi tornarsene a casa.
Chi ai
propri libri, chi alle proprie spade, chi alla propria perversione personale,
chi al proprio fieno.
E non sto
parlando dei cavalli. Quelli mangiavano carne umana.
Andael
sospirò, cercando di ignorare gli scossoni del cavallo, che gli davano il
voltastomaco.
I suoi
pensieri erano filosofici e profondi. Più o meno.
Ma questi cosi neri fanno la pipì?
Io non lo so, è da quando siamo
partiti che non fanno neppure una sosta...
E poi non è che il Maestro Saruman
vorrà una relazione su questa particolare esperienza, sostenendo che si tratta
di una “gita didattica”?
No, perché capisco ammazzarsi alla
ricerca di un Khobbit o come diavolo hanno detto che si chiama, capisco seguire
questi giganteschi cosi incazzati e vaneggianti, capisco anche avere tutta la
tunica sporca di fango, ma non tollero che mi si venga anche interrogato a
riguardo!
Proprio no!
Come quella volta che il Maestro
Saruman mi mandò a raccogliere delle erbe, ed io venni rapito da delle strane
creature con dei problemi per nulla irrilevanti...
-
Muoviti, essssseriiiino...- sibilò un Nazgul, venendo però ignorato
... che poi si rivelarono essere
unicamente frutto della mia immaginazione, sollecitata da un’erba allucinogena
con la quale ero venuto erroneamente a contatto in circostanze misteriose...
-....
Esssssseriiiiino!!- ripeté il Nazgul, estraendo lo spadone per rendere omaggio
alla pazienza che tutto il mondo gli invidiava
... quando rinvenni ero convinto
di trovarmi nelle miniere di Moria, ed invece ero su un sentiero non meglio
precisato dove (oltretutto) doveva essere appena passata una mandra di mucche
dopo pranzo. Non dico altro.
E il Maestro Saruman ebbe persino
il coraggio di appiopparmi una lunga relazione su ciò che avevo visto, su ciò
che avevo imparato, e sul perché non dovevo toccare le erbe allucinogene.
Grazie, o sommo Mentore!!!
- Io ti
uccidoooo...- concluse il Nazgul spazientito, punzecchiando Andael con la punta
della mastodontica spada.
Solo in
quel momento il giovane apprendista si rese conto dell’attuale condizione, e
fece un mezzo balzo su sé stesso, cadendo addosso al Nazgul, facendogli cadere
lo spadone e facendolo rotolare fin dentro una buca convenientemente scavata
dagli Hobbit pastori per contenere il concimante naturale.
Il Nazgul
si mise ad imprecare selvaggiamente, mentre Andael prendeva in considerazione
l’idea di fare testamento e di scappare il più lontano possibile.
Dieci
minuti dopo l’imbarazzante incidente con il presunto capogruppo, Andael
procedeva assieme agli improvvisati compagni, legato alla sella di uno dei
suddetti, e molto convinto a non rivolgere più la parola a quegli asociali con le
vesti nere.
- L’essssseriiino
si è infuriato...- ridacchiò il Nazgul con il quale aveva avuto il particolare
diverbio di cui sopra, ma venne rapidamente zittito da un collega un pochino
più professionale.
Non sono un esserino!
Non accetto che questi cosi
fluttuanti e nerastri se ne escano con dubbie sentenze sulla mia natura! Ma chi
me l’ha fatto fare?
Beh, Saruman, veramente. Ma non è
questo il punto!
Io sono Andael, dannazione!
Io sono... beh, sono solo quello.
Non è che sappia un granché del
resto.
Mettiamola così. Dovessi
raccogliere in un libro la mia vita dalla nascita ad ora... avrei materiale per
l’introduzione, e forse neanche per quella.
Sarebbe un libro piuttosto
patetico, adesso che ci penso.
Cioè, intendiamoci, non è che mi
dispiaccia la mia esistenza, eh!
Solo che... ne so poco. Io sono
quello che studia, maledizione, quello che sa sempre tutto di tutti... perché
di me non so praticamente nulla?
Ora tutti
voi, cari lettori, vi domanderete come il giovane Andael tacesse le proprie
preoccupazioni e non s’infuriasse per il trattamento riservatogli dagli
insensibili Nazgul.
Beh,
semplicemente.... perché era stato imbavagliato, e quindi gli era stata resa
impossibile ogni forma di comunicazione.
Povero
piccolo Andael.
Visto che non posso parlare,
compenserò con un monologo interiore.
Siamo arrivati nella Contea.
Stiamo cercando i suddetti
Peppings, Leggings e Baggins (non è che io abbia capito molto bene. I Nazgul
hanno qualche problema di pronuncia, come vi sarete resi conto anche voi) e
quando li avremo trovati saremo tutti molto più felici.
Concludendo.
Odio la missione, odio l’Anello,
odio la Contea
ed odio Mordor.
Ma sopratutto odio i Nazgul.
Li odio proprio.
E, cortesemente, pare proprio che
loro odino me.
... parecchio.
FINE CAPITOLO SECONDO
Allora,
che ne dite?
Il nostro
povero piccolo Andael riuscirà a sopravvivere ai Nazgul ed alle mille imprese
che il destino ha in serbo per lui?
Non lo so
ancora. Beh, qualche idea già ce l’ho, ma dipende dalla Musa (somma Musa!).
Anticipazione del prossimo
capitolo!!! (è
normale che non si capisca chi pronuncia le battute, altrimenti che
anticipazione sarebbe, se spiegasse già il capitolo???)
- Io
dovrei fare coooosa?-
- Hai
presente? Fuoco, fiamme, frecce, roccia...-
- Ma è lontanissima!-
- Questo
è il mio ordine, piccolo scarafaggio!-
... odio il mondo...
Ringraziamenti!
(la
cortesia dove la mettiamo, altrimenti??)
Illidan: grazie mille, oh mio primo commentatore!! L’idea di creare un
personaggio davvero molto imbranato e di metterlo coi cattivi mi è sempre piaciuta
molto, e adesso siamo a vedere! Un grande kiss!
Mel: spero
che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie per la recensione!!!! BACI
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Capitolo 3 *** Incantesimi, o simil tali ***
andael3
CAPITOLO TERZO
INCANTESIMI O SIMIL
TALI
(Giugno 3018, Osgiliath.)
Osgiliath
era stata attaccata dall’Oscuro Signore Sauron.
Il
suddetto Oscuro Signore però non era sul luogo degli scontri, essendo lui una
nuvoletta di vapore nerastro o poco più, e quindi aveva delegato l’importante
compito al suo miglior generale (se così si può chiamare), l’Orchetto
Ifingh.
Cioè,
almeno credo si chiamasse Ifingh. Non sono molto sicura dell’esattezza di
questo dato storico, ma non importa.
Perché
l’Orchetto aveva quasi sbaragliato le forse degli uomini di Gondor, e le cose
volgevano alla peggio per i difensori di Osgiliath.
Fra i
suddetti difensori di Osgiliath c’era anche Boromir, figlio maggiore del Mostro
di Fango... ehm, volevo dire dell’Intelligentissimo et Illustrissimo et
Clarissimo Sovrintendente Denethor.
Il quale
Boromir era davvero molto ma molto impegnato nell’intelligente attività di
chiedersi come le forze di Sauron potessero essere, in quale modo, scacciate da
Osgiliath, o almeno ridotte a più miti consigli.
Non
sapeva che la soluzione stava arrivando sulla groppa di uno strano animale,
perfettamente ignara di essere la soluzione.
Detesto volare.
Soffro di vertigini, e poi qua in
alto fa davvero troppo caldo per i miei gusti.
Oltretutto il vento sta gonfiando
le mie povere vesti, ed io sembro un cretino.
Avete
intuito?
La
soluzione altri non era che il nostro angelico Andael, il quale era stato
sottratto alle cure dei Nazgul per soppiantare il puzzolente Ifingh.
Per
ordine del Sommo Signore Sauron, Andael era stato “prelevato” da uno strano
animale che risponde al nome di Ikar, e che assomiglia molto a quelle aquile
simpatiche che aiutano Gandalf, solo con le piume nere e viola a causa di un
incidente di percorso.
Ho
dimenticato qualcosa?
Ah sì.
Ikar parlava.
Eccome se
parlava!!
- No,
ripeti un po’ cosa dovrei fare?- chiese Andael per l’ennesima avvolta,
aggrappandosi disperatamente alle piume dell’animale per non cadere dalla
strana cavalcatura
- Ancora?
La tua scarsa intelligenza mi lascia sinceramente basito!!-
- Dai, mi
dici che devo fare?-
- Devi
condurre l’offensiva finale alla cittadella di Osgiliath.-
- Quella Osgiliath? Quella vicina a Minas
Tirith?- chiese il giovane apprendista, facendo sfoggio di tutte le sue
conoscenze geografiche
- Sì.-
rispose l’uccello, serafico
- Ma
è...- un altro pensiero, più importante, si fece largo nella psiche di Andael –
io dovrei fare cooosa?-
- Vincere
una guerra. Hai presente? Guerra. Sinonimo di battaglia, lotta, conflitto
belligerante, rissa da osteria! Fuoco, fiamme, frecce, rocce, lance, omini
morti, orchetti vivi...-
- Ma
Osgiliath è lontanissima!!-
- Questi
sono gli ordini del Sommo Capo Sauron, piccolo scarafaggio! Quindi non
contestare e tieniti forte! Sia dannato se non raggiungeremo quella maledetta
città in tempo più che utile!-
Andael
alzò gli occhi al cielo con un sospiro, ripetendo a mente il proprio
testamento, poi affondò la faccia nelle piume scure dell’uccello, e si estraniò
dal presente, sperando sinceramente di non vomitare sulla testa di Ikar a causa
dell’eccessiva velocità
- Si
parte!!- ruggì l’uccello, entusiasta – batterò tutti i record di velocità!!-
-... odio il mondo.-
Intanto,
nella suddetta Osgiliath, i difensori umani si stavano preparando per l’ultimo
scontro con il nemico, nella speranza (piuttosto dubbia) che un miracolo li
salvasse tutti dallo sterminio di massa da parte di degli orridi orchetti.
Boromir
di Gondor non era proprio eccessivamente fiducioso nelle difese di cui Osgiliath
disponeva, spesso se messe a confronto con l’audace offensiva che i puzzoni
intendevano portare a termine al più presto.
Solo
che... che aspettavano.
I Puzzoni
aspettavano, e non lo facevano di certo per fare un bagnetto.
Scusate.
Comprendo che fare della bassa ironia in questo momento è fuori luogo.
Chiedo
perdono ai lettori ed agli omini che stavano facendo testamento in quell’oscuro
giorno.
Improvvisamente,
qualcosa oscurò il sole.
Alcune
bestemmie si sollevarono dal campo-base degli uomini.
Cito unicamente
alcune delle intelligenti affermazioni causate dall’arrivo di un’aquila nera
gigante
-
Caspita!-
- Ma che
diavolo è?-
- Devo
aver preso troppe botte in testa.-
- E’ la
fine!-
- Oddio,
ma è un gabbiano gigante, quello?-
- Io me
la squaglio da qui....-
- Meglio
imboscarsi prima che quel coso debba espellere il pranzo...-
Ignorando
queste perle di saggezza, gli umani si prepararono a combattere quell’ennesimo
nemico, che di sicuro sarebbe stato davvero molto ma molto pericoloso.
O,
almeno, così gli uomini pensavano.
- Come
sarebbe a dire “adesso che facciamo?”-
Ikar
sospirò, scuotendo la testa e rischiando di disarcionare lo sventurato
cavaliere
- Adesso
dovresti sfoderare i tuoi incantesimi peggiori e uccidere tutti gli umani!-
- Ma io
sono un apprendista!- protestò il giovane, con aria sconsolata
- Saprai
fare qualcosa, maledizione!!-
Andael
prese di nuovo a giocherellare con il suo ciondolo, come se in quel cerchietto
di metallo si celassero tutte le risposte alle Grandi Domande della Terra di Mezzo.
- Beh, so
far piovere fuoco!- esultò alla fine il giovane aspirante mago.
Beh, non so veramente far piovere
fuoco.
Cioè, ci stavamo lavorando, quando
tutto questo casino è iniziato.
Ok. Rimbocchiamoci le maniche.
Come erano le parole...
- Ma non
rischi di colpire anche i nostri alleati?-
- Abbiamo
degli alleati?-
- Gli
orchetti là sotto, no?-
- Ah no,
non preoccuparti per quelli.-
Andael
tacque il motivo, ma l’uccello gigante insistette tanto che alla fine il
giovane si vide costretto a sputare il rospo
- Gli
orchetti si sono ammutinati. Quando TU (razza di uccello demente e privo di
raziocinio!) hai detto loro che ero venuto per rimpiazzare il loro
comandante... beh... prima hanno fatto finta di niente, ma appena ti sei
accovacciato per dormire un po’... beh, si sono caricati in spalla armi e
bagagli e si sono ammutinati.-
Ikar
borbottò qualcosa riguardo la stupidità e la puzza degli orchetti, ma alla fine
tornò a rivolgersi al proprio inesperto cavaliere
- Va
bene, va bene. Fingerò di niente perché così sono gli ordini del Capo Supremo.-
- Ma
perché il Capo Supremo si preoccupa tanto per coinvolgermi in questa dannata
guerra?-
- Come,
non lo sai?-
Colpo di
scena. Sale la suspense nei lettori, che sudano freddo, e cercano di immaginare
la risposta...
- Beh, se
non lo sai tu...-
Andael
alzò gli occhi al cielo, e sospirò. Beh, forse era meglio così.
Forse non
voleva saperlo, il perché.
- Allora
va bene, signor uccello gigante. Sono pronto! Incantesimo della Pioggia di
Fuoco... ehm, vediamo... com’era la formula per il fuoco...-
Intanto,
al “piano di sotto”, gli uomini si stavano interrogando su perché la creatura
volante stesse immobile in aria senza fare niente.
- Io non
capisco, fratellone, come mai quel coso stia lì immobile, senza fare niente.-
Esattamente.
Proprio quello che ho appena detto.
Comunque
questa frase mi è utile, perché posso presentarvi il fratello minore di
Boromir, leggersi anche Faramir, ovvero l’altro figlio del Mostro di Fang...
beh, ok, di Denethor.
Nell’aria
presero a risuonare parole arcane, e sinceramente minacciose.
E
l’incantesimo si compì.
... nel
bene, o nel male!!
FINE CAPITOLO TERZO
Ehi,
abbiamo anche un capitolo terzo!
Incredibile
che questa storia stia proseguendo e CONTINUI ad avere un senso! E’ una cosa
quasi spaventosa!
Anticipazioni
- Ma che
razza di mago sei?-
- Io sono
solo un apprendista!!!-
Dio che terribile botta in testa.
– Questa
guerra diventa ogni giorno più demente...-
-
Concordo. La guerra è stupida.-
- Secondo
me VOI siete stupidi! Ora basta vaneggiare, ed occupiamoci dei nemici.-
- Non
vedo nemici.-
- Falla
tacere, o non rispondo più delle mie azioni!-
Ringraziamenti!!!
Ayay: tu
sei sempre così simpatica!! Grazie mille! Hai ragione, come a volte è
necessario scrivere cose deprimenti, a volte bisogna scrivere demenzialità
assurde che però, da qualche parte, un senso devono pur avercelo! Non
sopporterei di creare un personaggio così, solo per farli fare la figura del
cretino 24 h al giorno!! (io sono un’eccezione? ndAndael). Beh, la cosa ti
sorprenderà, ma anche Andael avrà un senso, prima o poi!! BACI!!
Illidan: eh
sì, il nostro caro apprendista è piuttosto abile ad incasinare le altrui
esistenze! Ci tenevo ad “umanizzare” un po’ i Nazgul!! Allegria al mondo!! Grazie
mille per la recensione, sei grandissimo!!
Hareth: definizione
azzeccata, poco ma sicuro! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie
per il commento!! Baci!!
ANCORA UN BACIO A
TUTTI
CHARY
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Capitolo 4 *** La pioggia di cui sopra ***
andael4
CAPITOLO QUARTO
LA PIOGGIA DI CUI SOPRA
Boromir
di Gondor non era eccessivamente ottimista, quando le nuvole iniziarono ad
addensarsi nel cielo, mentre un tuono squarciava l’aere sereno.
- Sta
attento, Faramir.- disse al fratello
- Scusa
ma...- il giovane tacque, guardando le strane nuvole giallastre -... perché
piovono uova marce??-
- Oops.
Scusa Ikar, ma temo di aver sbagliato formula!-
- Ma che
razza di mago sei?-
- Io sono
solo un apprendista!!-
- Un
apprendista foca!-
- Provaci
tu!!-
-
Sbalordiscimi con un incantesimo potente, oppure giuro che ti scaravento di
sotto!-
Andael
sospirò, scuotendo la testa
Allora... fulmini e saette?
No. Settimana scorsa ho rischiato
di dare fuoco ad Isengard.
Vediamo... un’onda anomala?
Per l’amore dei Valar,
assolutamente NO!
L’ultima volta che ci ho provato
ho fatto piovere secchi vuoti!
Abbiamo già visto che la pioggia
di fuoco non mi riesce particolarmente bene...
Ma posso sempre provare con il
ciclone anomalo!!
Sì, sì, dovrebbe funzionare!!
Vediamo...
- Sul
serio, ragazzi.- sbottò una ragazza, avvicinandosi a Boromir e Faramir – non so
quanto quel tipo sull’uccello ci stia con la testa. Evitando battute stupide.-
-
Concordo con lei.- annuì Faramir – e poi gli orchetti sono scomparsi, e la cosa
non è poi così negativa, se ci pensi bene.-
- Non ci
capisco niente!-
Di nuovo
le arcane parole.
Di nuovo
i tuoni e le nuvole...
- Almeno
le uova hanno smesso di cadere.- considerò Faramir, cercando di rimuovere
l’albume volante dalla propria armatura
- Chissà
cosa ci toccherà adesso.- sospirò la ragazza, guardando schifata le uova
spiaccicate a terra – Questa guerra diventa ogni giorno più demente...-
-
Concordo.- annuì Faramir – la guerra è stupida.-
- Secondo
me VOI siete stupidi! Ora basta vaneggiare, ed occupiamoci dei nemici.- li
interruppe Boromir, dando alla ragazza un colpo sulla nuca.
- Non
vedo nemici, oh sommo capo!-
ridacchiò la suddetta.
Boromir
avrebbe volentieri alzato gli occhi al cielo, se nel cielo non ci fosse stato
l’ultimo nemico che gli rimaneva, perciò ripiegò su una strategia alternativa,
e si voltò verso Faramir
- Falla
stare zitta, o non rispondo più delle mie azioni.-
- Questa
sarebbe una magia potente ed inquietante?- chiese Ikar, piuttosto spazientita
- ...
ovviamente...- azzardò Andael, speranzoso
- Ma non
sta succedendo niente! E oltretutto quegli umanini là in basso si stanno
prendendo gioco di noi! Muoviti, altrimenti scaturisco.-
- Ehm...
reputo che, a questo punto... io debba...-
Ikar alzò
gli occhi al cielo... giusto in tempo per vedere qualcosa.
Qualcosa
che la fece davvero molto, molto infuriare.
- Ditemi
che quello non è un arcobaleno.-
esclamò la ragazza di Osgiliath, che per comodità chiameremo semplicemente
Konstantin.
- Temo
sia proprio un arcobaleno.- la contraddisse Faramir
- ...
ma... insomma... un arcobaleno! Io
vengo qui per la fare la guerra... e questi nemici feroci e crudeli cosa fanno?
Prima fanno piovere uova e adesso fanno anche l’arcobaleno?-
- Non ci
sono più i cattivi di una volta.-
- Allora
questo non ti piacerà, piccolina...- sorrise Faramir, accarezzando i capelli
scuri dell’amica ed indicandole qualcosa nel cielo.
Un
puntino, che si allontanava sempre di più, portandosi dietro una scia di api
furiose, e di profonde bestemmie.
- Va
bene, va bene!- si arrese Konstantin, allargando le braccia con un sorriso ed
abbandonando lo scudo contro una colonna – ringraziamo la nostra buona stella
ed andiamo ad affrontare la nostra quotidiana guerra con il mostro di Fang...
ooops, volevo dire, con Denethor.-
- Ma sei
sicura che i nemici non torneranno?- le chiese Faramir, il quale non era
propriamente convinto della ritirata dei cattivoni della situazione
- Non
chiedere, tesoro.- borbottò Konstantin, con una scrollata di spalle – non
chiedere.-
- API?? E
non contro di LORO, ma contro di NOI??-
Ikar era
praticamente isterica.
Come si
era cacciata in quel guaio? Perché si trovava con un novellino sulla schiena,
con degli umanini festosi, e (sopratutto) con un esercito di Orchetti in rapida
ritirata, e molto impegnati e ridacchiare riguardo il “nuovo Ifingh”.
In tutta
la sua lunga ed onorata carriera, non si era mai ritrovata in quelle
patetiche...
- Andiam, andiamo, a Mordor tutti
andiam...-
Dov’ero
arrivata? Scusatemi, devo essermi distratta.
Dicevo.
Ikar non riusciva proprio a capire come mai i Valar avessero scelto proprio lei
per...
- Sei vuoi venire a Mordor batti
le mani! Se vuoi venire a Mordor batti le mani!-
Forse Ikar si tira un po’ su il
morale, se continuo con queste canzoncine...
Se non la smette subito lo
ammazzo...
Ma sì, dai, si ricorderà di quante
cose belle ci siano al mondo.
Se non la smette lo butto giù, lo
guardo sfracellarsi al suolo, poi volo in picchiata e me lo mangio. Poi lo
faccio resuscitare e lo divoro di nuovo.
- Un Anello per domarli... un
Anello per trovarli...-
No. Adesso lo uccido. Sul serio.
Lo scanno. Gli tiro una beccata o meglio due. Gli cavo gli occhi. Non
m’interessa se Sauron poi vorrà la mia testa, almeno andrò all’altro mondo
felice...
- Un Anello per ghermirli...-
- BASTAAA!-
- Ok.
Basta.-
-
Finalmente cominciamo a ragionare!-
FINE CAPITOLO QUARTO
Avete
visto? Ho aggiornato l’introduzione!
Beh, mi
pare normale. La storia prosegue, la scaletta viene modificata, di notte
l’Oscuro Signore mi illumina su come far proseguire le dis-avventure del nostro
Andael... mettiamola così. Avevo questo racconto, e ne avevo un altro in
progettazione, che con questo aveva delle analogie. Ho deciso di fonderli, e
quindi vi dovrete sorbire due imbranati invece che uno solo! (beh, Konstantin
la vedremo un po’ meno, ma ci sarà anche lei, ogni tanto... se non altro per
aggiornarci su cosa stanno facendo i “buoni”!!!)
In
secondo luogo. Ho cambiato sesso ad Ikar. Eh sì. D’ora in avanti avremo
un’aquilotta e non un aquilotto. Ok. Facciamocene una ragione. Grazie a tutti!
Un grosso bacio.
Anticipazioni
-
Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-
- Non ci
siamo persi!-
- Ci
siamo persi!-
Una volta mi presentai dal Maestro
Saruman con la veste sporca di marmellata.
Si infuriò particolarmente.
Non perché non gli andasse la
marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una
fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.
Ringraziamenti.
Illidan:
mi è dispiaciuto sospendere la cosa degli Hobbit e dei Nazgul... ma ho visto
che, cronologicamente, veniva prima la suddetta “battaglia” (chiamala
battaglia...)! Non temere, i Nazgul arriveranno!! Saremo tutti felici a Colle
Vento, ammesso e non concesso che Andael si comporti decentemente! No,
effettivamente non ho in grande stima il Mostro di Fang... oh, che diavolo, hai
capito di chi sto parlando!! Ikar doveva essere solo una “comparsa” ma,
sinceramente, mi ci sto affezionando pure io... credo che ce la sorbiremo fino
alla fine!! Un grande bacio e tante grazie per la recensione!!
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Capitolo 5 *** Ci siamo persi un po' di cose ***
andael5
CAPITOLO QUINTO
CI SIAMO PERSI UN PO’ DI COSE
(4 luglio 3018, non meglio precisato tratto di
strada fra Osgiliath e Minas Tirith)
- “Non preoccuparti, Faramir! Tagliamo per di
qua e saremo a casa in un lampo! So quello che faccio!”. Non avevi detto
così, razza di demente che non sei altro?-
Konstantin
arrossì, fissando intensamente le redini del cavallo
- Non è
colpa mia!- si scusò con l’amico, dando al contempo un colpo sul collo della
cavalcatura – è colpa di questa cosa bianca qua sotto!-
- E’
facile dare sempre la colpa ad un cavallo, Connie!-
-... oh
beh, non ci perdiamo nulla, ne sono convinta.-
Aerian
era la ribelle cavalla di Konstantin, una snella puledra candida, che
strusciava il muso contro il fianco degli altri destrieri con allarmante
regolarità.
-
Ammettilo Konstantin, ci siamo persi.-
- Non ci
siamo persi!-
- Ci
siamo persi!-
- Non ci
siamo persi.- ripeté ancora la ragazza – adesso smettiamola con questo
dibattito privo di senso che mi accusa di cose che non ho fatto, e fermiamo
quel tipo per chiedergli indicazioni.-
Faramir
alzò gli occhi al cielo
Era un
mistero, come avessero potuto perdersi. Minas Tirith era semplicemente
gigantesca, e loro erano usciti solo per una passeggiata a cavallo,
maledizione!
Era
sempre colpa di Konstantin.
Lei che
insisteva per scappare dalla noia della corte, lei che sellava i cavalli senza
avvertire nessuno, lei che si allontanava velocemente, lei che rideva tanto da
far imbizzarrire i cavalli, lei che lo tentava a seguire sentieri mai esistiti
veramente.
Beh...
lei era Konstantin. Lei aveva tutti i motivi del mondo, per farlo.
E, in
parte, Faramir non poteva contraddirla. Paradossalmente, nonostante Konstantin
fosse più piccola e meno responsabile, il giovane doveva ubbidirle.
Troppo
complicato spiegare il perché.
Intanto
il cavaliere si era avvicinato (o forse loro si erano avvicinati al
cavaliere... molto più probabile la seconda opzione, ora che ci penso meglio...)
-
Scusatemi, mio giovane... cacchio, Boromir, che ci fai qui?-
Boromir
scese da cavallo, fissando l’amica ed il fratello
- Voi,
che ci fate qui?- chiese, evidentemente di malumore
-
Sorridiamo. A noi piace sorridere.-
- Come
sei divertente.-
- Sorridere. Verbo di seconda
declinazione et similia.-
Faramir
rimase in disparte, ad ascoltare la disputa fra i due, con un mezzo sorriso
sulle labbra.
Era
abituato, a quel genere di dialoghi
Però
c’era qualcosa, in suo fratello, che lo turbava. Beh, insomma, era armato ed
evidentemente pronto per un lungo viaggio.
E pose la
domanda. L’intelligente domanda, molto oscura, molto misteriosa, e che avrebbe
dato origine a tutta una serie di inquietanti disastri e che avrebbe coinvolto
(pensate un po’!) tre quarti della Terra di Mezzo.
- Dove
stai andando?-
- Vado a
Gran Burrone. Al Consiglio di Elrond.-
Quante
parole saranno? Una decina scarsa? Sì, sì, sono otto parole giuste. Otto parole
che cambiarono ogni cosa.
- Mi stai
prendendo in giro?- esclamò Konstantin, sforzandosi di sorridere
- No.- la
freddò Boromir
- Cioè...
te ne vai.-
- Sì.
Perché non dovrei?-
- Perché
non te la puoi cavare da solo! Ti faresti ammazzare!-
-
Sentitela.-
Si
sentivano dei rumori dalla strada. Rumori di zoccoli, nitriti, corazze in movimento.
- Ora
devo andare, Konstantin. Non ho tempo per fermarmi a parlare.-
La
ragazza annaspò, cercando una risposta, cercando qualcosa da dire.
- Non
farti ammazzare, allora.- concluse, non riuscendo a dire altro.
Avrebbe
voluto dirgli tante di quelle cose… ma è universalmente risaputo che le ragazze
sono stupide, e lo saranno sempre, in ogni luogo e tempo.
Per
questa valida ragione statisticamente provata, e per un’altra ragione che però
non era in grado di riconoscere come tale, Konstantin non aggiunse altro.
Scema,
scema, e più scema.
(Colle Vento, ottobre 3018)
I Nazgul
erano tutti felici di avere Andael di nuovo fra loro.
Beh, più
o meno. Sinceramente? Meno.
Ok, per
non dire bugie, vi dirò la verità (ehi, che frase fantastica! Sto diventando un
genio oppure il potere dell’Anello mi sta fondendo il cervello? Mah…).
I Nazgul
erano davvero molto, molto, molto infastiditi dalla presenza del giovane
apprendista che, sempre per rendere l’ambiente più rilassato, era anche passato
a casa a cambiarsi, e si era vestito tutto di nero.
Per non
distruggere l’atmosfera macabra e per non macchiarsi troppo la veste.
Soprattutto
per le macchie di fango sulla veste.
Una volta mi presentai dal Maestro
Saruman con la veste sporca di marmellata.
Si infuriò particolarmente.
Non perché non gli andasse la
marmellata, ma semplicemente perché quella non era marmellata, ma una
fanghiglia radioattiva che stava sperimentando.
Per non parlare di quando gli
portai il caffé e, al posto dello zucchero, ci misi dentro dei cristalli
minerali grossi quanto un dito.
Mah, chissà poi dove avevo la
testa…
-
Essssseriiiino.- sibilò il Nazgul n°3, ovvero “quello della fossa biologica
Hobbit”.
Era il
suo personale modo di dire “ciao, Andael, mi sei mancato”.
Almeno
credo.
Non lo
so, ma credo che ai Nazgul farebbe bene una seduta di gruppo da un bravo
psichiatra. Che ne dite?
-
Hoooobbit…- sussurrò, indicando dei fuochi accesi, fra le rovine
- No,
credo siano lucciole.- controbatté Andael, serafico.
Ikar
preferì non commentare, impegnata com’era a battibeccare con uno dei destrieri
dei Nazgul. Sì, sì, proprio quei cavallini neri che mangiano carne umana.
I Nazgul
1, 2, 3, 4, e 5 avevano legato le loro affabili creaturine a degli appositi
pali, e si stavano preparando ad andare… a fare una passeggiata.
Beh, ok,
ad uccidere gli Hobbit.
FINE CAPITOLO QUINTO
Anticipazioni
-
Hoooooobbiiiiiit....-
- No, a
me sembrano delle innocue caprette!!-
-
Hoooooobbiiiiiiit....-
- Senti,
il Nazgul dice che sono Hobbit...-
- Sono
caprette! A te piacciono le caprette!!-
-... SONO VEGETARIANA!-
Ringraziamo? Ma sì, dai,
ringraziamo!
Illidan: tu sei un genio. Sii conscio di
essere l’unica persona che mi fa mandare avanti questa storia, dato che non
commenta mai nessuno!! Per rispondere alle tue domande: guarda, mi dispiace
aver mortificato la grande battaglia di Osgiliath, ma mi piaceva troppo l’idea
di far risalire tutto ad un errore del mio piccolo Andael! Di Konstantin se ne
riparlerà più avanti o giù di lì... beh, con tanti cari saluti al mostro di
fango!!! Un grande bacio e grazie per la recensione!
AVVISO AI
LETTORI CHE NON RECENSISCONO!
IO POSSO
ESSERE PIU’ CATTIVA DI SAURON! QUINDI COMMENTATE, SE NON VOLETE CHE IO CHIEDA
AD ANDAEL DI INCENERIRVI CON QUALCHE LETALE INCANTESIMO! BEH, FORSE NON NE
MORIRETE, MA CI METTERETE ANNI A TOGLIERE DALLA TAPPEZZERIA LE MACCHIE DI UOVO
MARCIO!!
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Capitolo 6 *** Hobbit o non Hobbit? ***
Andael6
CAPITOLO SESTO
HOBBIT O NON HOBBIT?
(fosse solo quello, il problema!)
Andael
detestava le scale.
Ok, ci
era abituato, essendo che la sua stanzetta ad Isengard era praticamente nel
sottotetto, ma salire rampe su rampe di scale di pietra, mezze rotte, piene di
muschio e topi morti, in compagnia di cinque Nazgul e di un’aquilotta dal
pessimo carattere… beh, questo sarebbe stato troppo perfino per un santo.
E Andael
non era un santo. Era solo un apprendista.
- Siamo
arrivati?- chiese al Nazgul davanti a sé, tirandolo per l’orlo della veste
- No.-
rispose quello, gelido
Salirono
altri dieci gradini
- E
adesso?- domandò di nuovo il giovane
- No.-
Altri
cinque gradini
- E
adesso?-
- NOOO!-
gridò il Nazgul.
(un
pochino più in su.)
- Hai
detto qualcosa, Sam?-
- No,
Pipino. Sarà l’erba pipa!-
Pipino
scoppiò a ridere con aria stralunata
- Ma
l’Erba Pipa non parla, Sam!-
(un
pochino più a destra)
-
Miseria!- Frodo si alzò di scatto, svegliato all’improvviso dalle voci degli
amici – che state facendo?-
Indugiò
sul fuoco, salvo poi rendersi conto che la legna non stava ardendo per
autocombustione
-
Spegnete quel fuoco!- imprecò
(un po’
più su ed un po’ più a sinistra)
Aragorn
alzò gli occhi al cielo, e sospirò
- Stupidi
Hobbit. La prossima volta giuro che li lego alle rocce circostanti.-
(svariati
gradini più in basso)
- Siamo
arrivati?-
- NOOOOOOOOOO!!!-
Ikar
tossicchiò
-
Veramente… siamo arrivati.- fece notare al mondo.
Che un
volatile gigante sia più sveglio di cinque re del passato e di un apprendista
stregone, ci lascia delle perplessità sul futuro del genere umano e non più
umano.
In
seguito si scatenò l’inferno
- ODDIO,
SONO DEI MOSTRI ORRIBILI!- gridò Pipino, terrorizzato, andando a nascondersi
dietro ad una colonna e tentando di estrarre lo spadino.
E non per
combattere, ma per fare la pipì. Sì. Lo spadino non era l’arma datagli dal
gentile signor Aragorn, ma un’interessante metafora per nascondere le
intenzioni del nostro piccolo Hobbit dal piccolo pene. Ecco, l’ho detto.
Un giro
di parole sprecato. Grazie Pipino. Sempre discreto.
- Oddio,
degli Nobbit!- esclamò Andael, mettendosi le mani nei capelli con fare poco
professionale.
-
Hobbit.- lo corresse Ikar, relativamente sottovoce
- Beh,
sì, volevo dire Kobbil...-
-
HOBBIT!- ripeté la cavalcatura piumata, con un sospiro
- Capita
a tutti di sbagliare pronuncia. Dopotutto, io non conosco molto bene la lingua
di questi Lobbit...-
-
HOBBIT!!!- strillò Ikar, esasperata – H-O-B-B-I-T!!!- sillabò, spalancando le
ali
- ODDIO,
AQUILA GIGANTE, SII MISERICORDIOSA!- pregò Pipino, crollando in ginocchio che
ancora tentava di riabbottonarsi la patta
-
Silenzio.- lo freddò la diretta interessata, dando una beccata sulla nuca di
Andael
- Hobbit...-
sibilò il Capo dei Nazgul, avanzando con lo spadone sguainato
- A me
sembrano solo delle innocue caprette.- borbottò l’apprendista di Saruman,
scuotendo la testa – sarà che mi sta calando la vista, però...-
- Se il
Nazgul dice che sono Hobbit, maledizione, saranno degli Hobbit, vero?- sbottò
Ikar
- Secondo
me sono delle piccole bacche rosse che spuntano in autunno. Da qui il nome
Bacchobbit. Non sono neppure velenose...-
-
Hobbit!!- sibilò in Nazgul n°3, particolarmente di cattivo umore.
- Sono
dei vitellini!!- esultò Andael, indicando Merry e Sam per terra, a quattro
zampe, che gattonavano alla ricerca delle loro spadine (e stavolta dico sul
serio, spadine nel senso di quelle offerte da Aragorn-chan.)
- ... ...
secondo me sono Hobbit e basta. Mezzi-uomini. Cosetti. Gente della Contea.
Residenti ad Hobbiville e dintorni.-
- Sono
vitellini! A te piacciono i vitellini, Ikar!-
- SONO
VEGETARIANA!- sbottò l’aquila, alla fine – sono nera e viola, ho il becco
scheggiato e SONO VEGETARIANA!- ormai era furente. Tempo di sfogare la tensione
nervosa accumulata durante la “trionfale battaglia di Osgiliath” – e non mi
sono alleata con Sauron perché ho qualcosa contro la Terra di Mezzo, ma perché le
altre aquile mi prendevano in giro continuamente, e Gandalf non mi rivolgeva la
parola, ecco!!-
Silenzio
di tomba.
I Nazgul
smisero di ansimare in stile “Darth Vader” e di far frusciare le spadone.
Andael
spalancò gli occhi, sorpreso e divertito.
- Oh,
tesoro mio...- esclamò il giovane, abbracciando Ikar. O, almeno, provando ad
abbracciare Ikar. Infatti inciampò nella veste nera, e cadde in avanti, tirando
all’aquila una portentosa zuccata
- Oh,
Ikar, mi dispiace tanto!!- si scusò il maldestro apprendista, afflosciandosi
addosso all’uccello gigante
-...
razza di...- Ikar si trattenne
-
Hobbit...- ricordarono i Nazgul
- Oddio,
Sam, io me la sto facendo sotto...- si lamentò Pipino
- Oddio,
Sam, io ho tanta paura...- si lagnò Merry
- Sam,
per favore, puoi spegnere il fuoco, prima che qualcuno si faccia male?- chiese
Frodo
Troppo
tardi.
Un minuto
troppo tardi.
- CACCHIO, IKAR, STO ANDANDO A
FUOCO!!-
La veste
di Andael aveva iniziato a fumare e, lentamente, le fiamme risalivano la trama
del tessuto
- Porco
cane, vado a fuoco!-
-
Spegnilo, piccolo mostro, spegnilo con una magia!- gli ordinò Ikar, incazzata –
poi uccidiamo i cosi pelosi e tagliamo la corda.-
- I cosi
pelosi saremmo noi?- chiese Merry a Sam
- Temo di
sì.- annuì il piccoletto peloso di cui sopra.
Fu allora
che, sospirando, Aragorn si decise ad intervenire.
FINE CAPITOLO SESTO.
Anticipazioni
- Il
cosillo è scomparso!-
- Hai
ragione, Andael. Penso si sia messo l’Anello.-
- Non
stavo parlando di quello! Il mio brufolo! E’ scomparso!!-
-
Andael?-
- Lo
sapevo che la pomata alle foglie rosse funzionava!!-
-
Connie... se posso permettermi, questa è un’idea davvero molto, ma molto
stupida.-
- Lo so,
lo so. Ma se resto ancora cinque minuti qui con tuo padre io giuro che
scaturisco.-
Ringraziamenti!!
Illidan: Non mi è permesso svelare parte
della trama finale e neppure del crudele piano di Sauron per dominare al mondo
grazie alle cazzate di Andael!! Muahahaha... no, no... adesso sto delirando per
davvero. Sì. Konstantin è una delle mie alter-ego, una di quelle che di solito
risulta più facilmente assimilab... digerib... insomma, quella che se la cava
meglio, nel rapportarsi con gli altri personaggi. E, a proposito di altri
personaggi... non provarti a cambiare la tua fic solo perché a me piace
Boromir... ognuno ha il proprio punto di vista, e poi la tua fic è davvero
fantastica!! E poi no, Andael non ha ancora capito niente di niente. Povero
piccolo Andael.... e povero piccolo mondo, in sua balia!!! Grazie mille per la
recensione e per la tua fedeltà a questa somma opera inquietante. Bacissimi!!!
ANCORA UN BACIO
CHARY
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Capitolo 7 *** Stranamente familiare ***
andael 7
CAPITOLO SETTIMO
STRANAMENTE FAMILIARE
-Hobbit!-
sospirò Aragorn, sull’orlo dell’esasperazione. Poi si voltò in direzione di
Andael e di Ikar – VOI?- chiese poi,
ulteriormente esasperato.
Quasi
sorrise, nel salutare i Nazgul
-
Nazgul!- concluse, felice che almeno qualcosa rispettasse il copione.
- Ci
conosciamo?- lo interrogò Andael, con un sorriso ebete
-
Ovviamente... io...-
- NO, CHE
NON CI CONOSCIAMO!- trillò Ikar, scuotendo la testa – io gli cavo gli occhi, a
questo maledetto umano che, oltretutto, puzza di caprone.-
- Non
puzzo di caprone!- sbottò Aragorn
- E poi
la tua ragazza è brutta come la fame.- gracchiò Ikar
- Non
osarti a... ehi, come conosci la mia ragazza?- e poi – no, cioè, intendevo
dire, non ho una fidanzata, io!-
Risatine sommesse
da parte degli Hobbit idiotini.
Ma non si
rendevano conto che Aragorn era, paradossalmente, l’unica persona in grado di
salvare le loro piccole, inutili, vite.
- Ehm...
perfetto sconosciuto...- borbottò il ramingo, tossicchiando in direzione di Andael
– mi spieghi come mai stai andando a fuoco?-
- OH,
CACCHIO, E’ VERO!!-
In
seguito Andael prese a saltellare avanti ed indietro per spegnere le fiamme,
Ikar tentò di aiutarlo, peggiorando solo la situazione. Il protetto di Saruman
crollò addosso al Nazgul n°2, il quale prese fuoco ed attaccò le fiamme anche
al Nazgul n°5. Fuoco e fiamme, nel vero senso della parola, attaccate anche al
povero Nazgul n°3, che cadde in pieno fra le frasche dove Pipino aveva
depositato il proprio bisognino notturno.
Povero
Nazgul. Evidentemente aveva una predisposizione per i rifiuti biologici degli
Hobbit e delle loro bestie da soma.
Il
coraggioso Sam balzò in avanti, per recuperare la sua pentolina, ed invece fece
inciampare l’aquila gigante che, triste a dirsi, crollò addosso al Nazgul n°4,
facendogli cadere la spada e facendola rotolare a terra... giusto vicino ad
Andael, ancora in fiamme, che appiccò il fuoco anche al metallo, facendolo
misticamente diventare incandescente.
Lo
spadone, rotolando, finì contro il Capo Nazgul, che cadde per terra, perdendo
la propria arma.
Rapidamente,
inequivocabilmente, tutti i Nazgul furono messi k.o.
Aragorn
guardò la situazione con gli occhi spalancati, giocando annoiato con la punta
della propria spada che, a quanto pareva, non gli sarebbe poi servita.
Finalmente
le fiamme avevano abbandonato le vesti di Andael, il quale, sorridendo
nonostante le bruciature sul vestito e le macchie di fumo.
-
Missione compiuta!- esultò
- No,
piccolo mostro!- ringhiò Ikar – la nostra missione era uccidere gli Hobbit, non
distruggere i Nazgul e mandare a monte l’intera operazione!!-
L’apprendista
azzardò un sorriso speranzoso, giocherellando con il suo ciondolo di metallo.
Fu allora
che Frodo scomparve.
- Il
cosillo è scomparso!- esultò Andael, estasiato
- Hai
ragione, Andael. Penso si sia messo l’Anello.- annuì Ikar, cercando di
rimuovere la fuliggine dalle proprie piume e sorprendendosi dell’improvvisa
vampa di razionalità del proprio “cavaliere”
- Non
stavo parlando di quello! Il mio brufolo! E’ scomparso!!- ridacchiò il giovane,
facendo svanire le speranze dell’aquila gigante
-
Andael?-
- Lo
sapevo che la pomata alle foglie rosse funzionava!!-
Esasperata
dall’incompetenza del prediletto di Sauron, Ikar si alzò in volo, borbottando
qualcosa sul fatto che, d’ora in avanti, “quel pidocchio” se la sarebbe dovuta
cavare da solo, ovvero, senza la sua supervisione.
(Minas Tirith, quasi
contemporaneamente)
-
Connie... se posso permettermi, questa è un’idea davvero molto, ma molto
stupida.-
- Lo so, lo
so. Ma se resto ancora cinque minuti qui con tuo padre io giuro che
scaturisco.-
Faramir
guardò Konstantin.
Konstantin
guardò Faramir
- Senti –
riprese il giovane, con un sospiro – non sei riuscita ad organizzare una gita
in riva al fiume, la settimana scorsa, quindi come vuoi riuscire ad organizzare
una fuga di notte, fino a Gran Burrone e ritorno?-
- Senza
ritorno.- borbottò Konstantin, indaffarata e soprappensiero – Se è una fuga,
allora è senza ritorno.-
- Beh,
senti, io so solo che ce ne stiamo andando senza avvertire nessuno, e che io
dovrei essere a dormire, e tu in camera tua a consumare i tuoi doveri nuziali.-
- Questa
te la potevi risparmiare.- controbatté la ragazza, chiudendosi il giustacuore
sul petto, allacciandolo storto
- Sì, lo
so. Sono stato cattivo. Cattivo, ma realista.-
-
KONSTANTIN!!- una voce roca, dal piano inferiore
-
Misera...- sussurrò la ragazza dai capelli castani, aggrappandosi al braccio di
Faramir – nascondimi, piccoletto, nascondimi subito!!-
E poi...
poi Denethor entrò nella stanza.
In
camicia da notte.
FINE CAPITOLO SETTIMO
Anticipazioni
- Non puoi abbandonarmi qui, da
sola, con lui e la sua camicia da notte a palline...-
- No, non
ti chiamerò mai “mamma”.-
- Va
bene, figliolo.-
-
Konstantin, mi pare stupido ribadire che tu...-
Ringraziamenti
Illidan: ciao! Sono felicissima che tu
continui a commentare (come vedi, sei l’unico!!)... quindi GRAZIE MILLE (Anche
da parte di Andael, che ha molto bisogno di essere incoraggiato...). Povero
Pipino, un po’ mi dispiace mortificare le sue azioni in codesta maniera, però
ci voleva!! E sì, Andael è decisamente un cretino... e vedrai adesso!! Ikar è
molto felice che qualcuno si interessi della sua storia, perché necessita di
appoggio morale, quando ha sulla schiena un imbranato come il nostro piccolo
apprendista!! KISS!
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Capitolo 8 *** Mamma ***
andael8
CAPITOLO OTTAVO
MAMMA
- Oh, che
schifo.- borbottò Konstantin
-...
inquietante.- annuì Faramir
- Amore!-
sorrise l’omino orribile, salvo poi abbassare lo sguardo su Faramir e
bofonchiare, piuttosto assonnato – ah. Ci sei anche tu.-
- Me ne
vado immediatamente, padre.- sussurrò il giovane, chinando il capo.
Konstantin
lo afferrò per la manica della camicia e sibilò, fra le labbra
- Non puoi abbandonarmi qui, da
sola, con lui e la sua camicia da notte a palline...-
- Mia
cara!- esultò Denethor, avvicinandosi alla giovane, barcollando
“No, no,
no... vi prego, tutto ma questo no...” pregò quella, sforzandosi di sorridere
- Mio
signore.- salutò, rabbrividendo quando Denethor le cinse la vita con le braccia
- Vieni,
mia cara.- sussurrò l’uomo, baciandola sulla guancia pallida – andiamo a
dormire.-
Faramir
assistette alla scena, senza sapere come fosse giusto sentirsi. Insomma.
Furioso con un padre bastardo? No, no, ci aveva messo tanto tempo per arrivare
a sopportare le continue manifestazioni di disprezzo. Doveva sentirsi sollevato
all’idea che Connie non sarebbe fuggita? Beh, parzialmente lo era. Triste che
Denethor non lo degnasse di uno sguardo, se non doveva insultarlo? No, dai,
conserviamo intatta la nostra aura positiva.
Alla
fine, Faramir decise di sentirsi dispiaciuto per la sua castana amica, ed al
contempo divertito dai suoi atteggiamenti e dalle sue espressioni.
- Tu,
cosetto – lo richiamò Denethor – sparisci dalla mia vista.-
- Vado.-
annuì Faramir, scuotendo la testa e ripetendosi mentalmente “io non sono armato
di spada e non intendo diventare un patricida proprio stanotte”.
- Prima
saluta tua madre, razza di piccolo demente.- lo fermò il Mostro di Fango.
Così
Faramir, nascondendo un sorriso, s’inchinò in direzione di Konstantin
- Buona
notte... mamma.- disse, a bassa voce
- Buona
notte, figlio.- sibilò la giovane in
risposta, mentre Denethor iniziava a giochicchiare con i lacci del suo
innocente giustacuore
“E che i
Valar ce la mandino buona”
Scendendo
le scale esterne, Faramir scoppiò a ridere.
Da quando
Boromir era partito per Gran Burrone, Denethor era diventato semplicemente
insopportabile. Lo trattava da schifo, e continuava nella propria illusione di
essere il più prossimo salvatore del mondo civilizzato.
Patetico.
Patetico sul serio.
Konstantin
era l’unica cosa che lo aiutasse a preservare il sorriso.
Eh sì. La
sua seconda mammina era davvero una bomba.
Era
piuttosto strano chiamare “mamma” una sua coetanea con l’età mentale di sette
anni, ma vedere Denethor che ancora provava a “darci dentro” era una cosa
sinceramente patetica.
Il
Sovrintendente di Gondor aveva sposato Konstantin un paio d’anni prima, previo
un accordo con il padre di lei, un omino piuttosto scettico e severo.
Beh,
nessuno è perfetto, vero?
Boromir
non aveva contestato, quando gliel’avevano presentata.
Beh. Non
apertamente.
Flash-back (ne sentivo la mancanza! Io adoro
i flash-back! ndautrice_con_dei_problemi)
Una nuova mamma
- Oh, no,
non tu! Maledizione, non tu!-
Forse Boromir
sperava di poter cambiare qualcosa, sbraitando contro Konstantin.
Peccato
che lei rimanesse immobile, impegnata a sospirare
-
Konstantin!!-
- Suvvia,
fratellone...- s’intromise Faramir – non è mica la fine del mondo. Meglio
Connie che tante altre che potevano capitarci!-
- Ma
scegliere una vecchietta della sua età, porca miseria!- Boromir imprecò
sottovoce. Poi scosse la testa, e prese un respiro molto ma molto profondo –
Non fraintendermi, Konstantin, ma non sei proprio il tipo di donna che mi sentirei
di considerare come la moglie di mio padre.-
- Puoi
chiamarmi “mamma”- fece la ragazza, sorniona.
Sorniona
e conscia del proprio amore per il parlare nei momenti meno opportuni per dire
cose per nulla adatte alle circostanze.
- No, non
ti chiamerò mai “mamma”.-
- Va
bene, figliolo.-
-
Konstantin, mi pare stupido ribadire che tu...-
- AMOREEE!- la voce di Denethor, dal piano di
sotto
- Ne
riparleremo.- disse Boromir alla sposina.
- E’ una
minaccia?- chiese lei, sottovoce.
Forse
l’altro rispose, ma Konstantin non lo udì.
Perché
Faramir l’afferrò per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza, onde fuggire
dallo scoppio di amore che aveva sopraffatto Denethor la-testa-di-c***o.
Fine Flash-back
(Colle Vento, ottobre 3018)
Aragorn
fissò Andael.
Andael
fissò Aragorn.
- Ciao,
figlio di Arathorn.- salutò l’apprendista
- Ciao,
figlio di... beh, figlio di qualcuno, immagino.- si corresse giusto in tempo,
ricordandosi della presenza degli Hobbit. Il Ramingo non ci teneva a dover
portare in giro quattro Hobbit sciocchi, inutili, ed anche scandalizzati.
Insomma!
- Adesso
credo che me ne andrò.-
-
Allora... spero che non ci incontreremo tanto presto... insomma, non troppo,
almeno...-
Aragorn
scosse la testa, cercando di capire con chi stesse parlando.
Una spia del
nemico, che si nascondeva dietro quel faccino imberbe?
Semplicemente
uno sciocco, forse illuso da Sauron?
O si
trovava ancora di fronte al piccolo Andael, battezzato in quella maniera da
nientemeno che Gandalf il Grigio, nel giorno in cui era stato affidato a
Saruman?
- Ciao,
Andael.- si limitò a dire Aragorn, turbato, facendo un cenno agli Hobbit –
tempo di smontare le tende, che ne dite?-
- Ciao a
tutti, cari Lonbit.- sorrise.
Poi si
voltò, ed inciampò in qualcosa di lungo ed inquietante
- Miseria
nera, il capo dei Nazgul si è perso per strada la spadona!! Oh, è moolto
pericoloso lasciarla qui, incustodita!-
Poi prese
in mano l’arma, e se la gettò alle spalle
... ...
...
- AHIA!!!-
E fu così
che Andael, apprendista di Saruman e Capo dei Cattivoni, rischiò seriamente di
ammazzare il Portatore dell’unico Anello.
Prima che
potesse scusarsi e quindi peggiorare la situazione, Ikar planò su Colle Vento e
prese Andael con i lunghi artigli
-
Muoviti, pivello.- borbottò, sbattendo con forza le ali – che gli Hobbit se la
cavino da soli, a questo punto.-
FINE
CAPITOLO OTTAVO
Anticipazioni
- oh....
zia Maribumble... non ti vedevo da tanto tempo...-
-
Aragorn? Credo che l’Hobbit non ci stia più con la testa.-
- Che mi
dici, zietta, mi canti ancora le ninna nanne con i funghi ballerini?-
- La cosa
è più grave del previsto...-
- Hai
notizie di Konstantin?-
- Non mi
pare il caso di...-
- Senti,
Aragorn! Ho appena salvato la vita ad un Hobbit puzzone convinto che fossi sua
zia e che mi interessassero i suoi ricordi sui funghi parlanti e sulle ortiche
ballerine, uno dei suoi amichetti ha tentato di baciarmi per esprimere la sua
gratitudine nei miei confronti, e forse avrò fatto tutto questo inutilmente,
perché forse l’Hobbit ci resterà secco molto presto, nonostante tutte le mie
fatiche. Oltretutto ho trovato UNA MASNADA DI NANI ad attendermi ad Imladris,
ed avrei voluto sparire seduta stante, ed invece ho dovuto occuparmi dei
preamboli e delle fottute presentazioni! Miseria, Aragorn, non mettermi anche
tu i bastoni fra le ruote e dimmi che fine ha fatto quella psicolabile di mia
sorella!-
Ringraziamenti:
Illidan: sì, forse dopo quello che gli ho
combinato il n°3 avrebbe ragione a
volermi uccidere... anche perché non ha neppure un nome... oh beh, alla peggio
un nome glielo troverò. Comunque Andael è riuscito a sbaragliare i Nazgul in
maniera alquanto abile... anche se non penso che i Nazgul la vedano in questo
senso... “scaturire” significa “dare fuori di testa, dar di matto” o, almeno,
io l’ho sempre scritto con questo significato... spero che questo capitolo
abbia risolto alcuni dei tuoi interrogativi sul matrimonio Konstantin – mostro orribile
(tranne il perché. Temo che quello non lo sappia nessuno...)!! Se ne riparlerà!
Grazie mille per la recensione e per la “fedeltà” a questa storia! KISSES
|
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Capitolo 9 *** Povero piccolo ME ***
andael10
CAPITOLO NONO
POVERO PICCOLO ME
Glorfindel
era sempre stato certo di essere un Elfo civile, piuttosto intelligente,
conscio del proprio ruolo sociale e certamente padrone della propria esistenza.
Beh,
tutto questo molto prima che qualcuno gli mollasse una bambina in lacrime, e lo
costringesse a portarsela a casa ed a viverla come una sorella minore.
Tutto
questo molto prima che la suddetta bambina si rivelasse allergica al latte e
gli vomitasse la cena sull’armatura.
Tutto
questo molto prima che l’Elfo si trovasse a dialogare assieme ad una mistica
figura avvolta dalle ombre
- Cosa?
Un coso moribondo per colpa della cosa di un coso nero? Insomma, sii più
specifica, dannazione, oppure io non capisco cosa intendi dire!-
- Devi
portare il Portatore a Gran Burrone.-
- Portare
il portatore? Non ti sembra un gioco di parole un po’ eccessivo? Potevi dire
“accompagnare il Portatore” o, alla peggio “portare l’Hobbit”, oppure potevi
scegliere alcune consigliabili locuzioni allusive che...-
-
Glorfindel!- tuonò l’interlocutrice – salva l’Hobbit o siamo tutti nel guano
fino al collo.-
- Bleah.-
-
Concordo. Noi non vogliamo essere nel guano fino al collo, vero?-
-
Assolutamente. Il guano è la cosa che più odio... dopo i Nani.-
- Ottimo.
Allora va’. Salva l’Hobbit e torna. Forse poi ti lascerò vivere in pace la tua
vita.-
- Ne
dubito.-
-
Grazie.-
- Prego.-
- Non c’è
di che.-
- E’
sempre un piacere, vederti.-
“Maledetta psicopatica”
“Altezzoso di un Elfo”
“Razza di bufalo con le piume...”
“Ragazzino nato sotto un
cavolo...”
“Giuro che la ucciso, la spenno e
la metto ad arrostire su uno spiedo”
“Potrei chiudere il suo cervellino
in una scatoletta e gettarla nel mare”
“Purtroppo, al momento, il mio compito
è obbedirle”
“Purtroppo, al momento ho bisogno
di lui”
- Allora,
ti muovi?- ringhiò l’Oscura Presenza – hai delle cose da fare e non un tempo
infinito per farle!!-
“E se fallisci farò al tuo
cervello quello che l’Unico Anello ha fatto agli uomini”
- Vado,
allora.- si arrese Glorfindel, con un sospiro – adesso potresti lasciarmi
uscire? Sai com’è, la tua mole non proprio ignorabile blocca l’uscita.-
Tossicchiando,
l’essere uscì, e scomparve in un battito d’ali
- Per i
Valar...- sospirò l’Elfo, dirigendosi verso le stalle -... prendere ordini da
un pennuto parlante... diamine, come sono caduto in basso.-
“Beh”, si
disse poi, cercando di sorridere “guardiamo il lato positivo: peggio di così
non può proprio andare.”
Ma si
sbagliava. Eh sì, signori e signore... si sbagliava. E parecchio.
(Sotto Colle Vento, ottobre 3018)
- Ikar!
Finalmente sei di nuovo qui!!- esultò Andael, abbracciando il colo piumato
dell’Aquila nera e viola -... avevo tanta paura che tu mi avessi abbandonato
qui tutto solo!-
Ikar
sospirò, sempre che gli uccelli possano sospirare, e diede una possente beccata
alla spalla dell’apprendista stregone
- Andael!
Sei un incompetente. Un emerito imbecille, un infantile e demente mago da
strapazzo! E se disprezzo quei prepotenti rimbecilliti dei Maghi, che
deambulano che è un miracolo, a te proprio non so come catalogarti, dato che
sei ancora peggio di uno di quei cosi col cappello a punta!-
Andael
ascoltò in silenzio l’intero sfogo della compagna di viaggio, cercando al
contempo di togliersi una cacca da sotto il tacco dello stivale (senza però
farsi vedere dall’aquila monologante)
- Quindi,
Andael, concludo dicendo che resto qui come da ordini, ma vorrei davvero
staccarti la testa con una beccata o due!-
Il
giovane annuì con un cenno della testa, poi abbracciò di nuovo l’aquila,
affondando la faccia nelle sue piume violette
- Anche
tu mi sei mancata, Ikar.- disse, serafico.
Per
qualche meraviglioso istante, l’uccello parlante non fiatò, troppo sorpresa dal
gesto per reagire e per scrollarsi di dosso l’apprendista
-...
Andael...- mormorò alla fine, cercando di allontanarlo con un’ala – non per
interrompere questo momento magico... ma mi stai pestando una zampa.-
- Scusa!-
esclamò il giovane, facendo un balzo indietro ed andando ad immergere lo stivale
in una delle colossali cacche lasciate dai cavalli dei Nazgul.
Fanno la
cacca anche loro, sapete? Eh sì, a furia di mangiare carne umana a colazione,
pranzo e cena, che pretendete da loro!
Ikar
quasi sorrise, mentre Andael cercava di rimuovere lo sterco dallo stivale.
- Pulisci
quel coso oppure sulla mia groppa non sali.- si limitò a dire, schietta –patti
chiari, amicizia lunga.-
Mentre
Andael cercava disperatamente un ruscello o qualcosa di atto alla pulitura del
suo stivale, Aragorn non sapeva cosa sperare nei confronti dell’Hobbit
moribondo.
- Ehm.-
tossicchiò, estraendo una pianta dallo zaino – Sam.- chiamò, mostrando la
pianta al giardiniere – cerca queste foglie.-
- Sono
erbe curative?- chiese Sam, speranzoso
- Cosa?
No, è cannabis. Dopo tutto ciò che è successo oggi ho proprio bisogno di uno
spinello.-
- Di un cosa, signor Gran Passo?- domandò
l’Hobbit, petulante, che probabilmente non sapeva cosa fosse una canna, dato
che la Contea
era già all’epoca uno dei luoghi più casti e puliti dell’intera Terra di Mezzo.
– cosa sarebbe uno spi-nel-lo?-
-... una
cosa che ho imparato a fare quando stavo con gli Elfi.-
Ed il
Ramingo si lasciò andare ai ricordi, a quando si faceva le canne assieme ad
Arwen e poi la scambiava per un gabbiano gigante... la prima volta che aveva
dato da fumare alla principessa di Gran Burrone... e le risate quando Elrond,
il padre di lei, li aveva scoperti...
Mentre
era perso nei ricordi, Aragorn arrotolò delle foglie secche all’interno di un
foglietto dalle dubbie proprietà alchemiche e si perdeva nelle rimembranze ed
in una densa nebbiolina vagamente verdastra.
Aragorn
si ricordò i lunghi discorsi fatti assieme ad Arwen, dopo essere finalmente
riuscito ad insegnarle l’amore per la cannabis in tutte le sue forme...
“e allora
i Nani scesero da Moria fin dentro il centro della Terra e trovarono una
gallina... e Manwe... e allora un martello gigante e delle graaaandi torri con
strani occhi di fuoco” in quei moment sembrava quasi che Arwen prevedesse il
futuro, tanto la sua espressione era seria e concentrata “gli uomini e gli Elfi
che si fanno ammazzare insieme... e c’è anche UN Nano... Nani... e tanti
spettri verdi!”
Rimembrando
quel giorno gioioso, Aragorn si vide venire incontro una figura alta e
longilinea, avvolta in una veste chiara
- amore
mio...- sussurrò, ispirato
- CHE?-
rispose la voce
-...
amore mio...- proseguì il Ramingo, estasiato
- Ma sei
matto, Estel?-
-...
Arwen!-
La voce
risultò sinceramente spazientita, quando parlò di nuovo
- Ma che
Arwen e Arwen!- il nuovo arrivato prese Aragorn per le spalle e lo scosse –
sono Glorfindel, razza di maniaco tossicodipendente!-
Poi ad
Aragorn parve che quella strana persona (Arwen? Glorfindel? Uno spettro chiaro?
Sam? Sua nonna? Il Fantasma del Natale passato?) dicesse qualcosa tipo “ed io
che pensavo che peggio non potesse andare!” e poi “è per il tuo bene, Aragorn”.
Poi
qualcosa lo colpì forte alla testa, e tutto divenne molto ma molto buio.
FINE
CAPITOLO NONO
Scusate
ma il capitolo sarebbe venuto troppo lungo se avessi aggiunto anche la parte
che contiene le anticipazioni. Prometto che ci saranno nel capitolo prossimo,
che posterò a breve! Non pensavo che questa storia potesse prendermi così
tanto, né divertirmi così tanto. Scriverla è davvero una soddisfazione e
leggere poi i vostri commenti ancora di più!
Annotazione
di servizio: nel libro è Glorfindel a portare Frodo a Gran Burrone. Non che a
me non stia simpatica Arwen, intendiamoci, ma mi piaceva particolarmente l’idea
di inserire questo personaggio un pochino ignorato in determinati contesti.
Forse avrebbe preferito rimanersene nell’ombra, ma io sono un tormento
continuo, per i personaggi che mi stanno simpatici!!
Ringraziamenti!
Illidan: immancabile!
Effettivamente sì, la visione di Denethor in camicia da notte è degna della più
oscura opera apocalittica... brr.... sono felice che Andael abbia riscosso
tanto successo!! baci!
Brix_89: beh,
sono felice che tu lo pensi... anche perché non sopporterei l’idea di creare
una mary-sue. Per definizione, le odio. Oltretutto il povero Saruman non credo
si sia scelto l’apprendista, ma temo sia stato Gandalf a mollargli il pupo
quando ancora Sauron non stava cercando di conquistare il mondo...!! Povero Saruman,
con un simile apprendista!! Grazie mille per la recesione!! KISSES
ANCORA UN GROSSO
BACIO A TUTTI
CHARY
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Capitolo 10 *** Grandi casini verso Imladris ***
andael10
CAPITOLO DECIMO
GRANDI CASINI VERSO IMLADRIS
Glorfindel
lasciò Aragorn a dormire assieme agli altri Hobbit, dopo averlo gentilmente
tramortito con una memorabile botta in testa (nella speranza che non perdesse
la memoria, però, altrimenti era grave per davvero. Ve lo immaginate? Già
quello ha delle crisi d’identità per questa storia di fare l’erede di Elendil,
figuriamoci che succede se si dimentica anche come si chiama e tutte le nozioni
fondamentali...).
Prese il
cavallo, gli coprì la groppa con una pesante stoffa in modo che l’Hobbit
moribondo non gli macchiasse il pelo, e partì per Gran Burrone.
Dopo un
po’ raggiunse il fiume e gli parve di vedere qualcosa di nero e piumato assieme
ad un umanino o simil tale, che stava tentando di lavare uno stivale nella
corrente del fiume.
- Ikar!
La cacca non se ne va!- piagnucolò Andael, saltellando su un piede solo mentre
tentava di pulire la suola dello stivale. – perché la cacca ha la consistenza
di una colla molto appiccicosa?-
Ikar
rise, lisciandosi le piume con noncuranza
- Ti
conviene proseguire scalzo.- suggerì a bassa voce.
Purtroppo
Andael non accolse il suggerimento, dato che proprio in quel momento venne
raggiunto dall’illuminazione che avrebbe risolto la situazione
- USERO’ LA MAGIA!!- esclamò,
entusiasta.
- Oh no!-
si preoccupò Ikar, conscia dell’abilità magica del discepolo di Saruman
-
Tranquilla... è una magia facilissima... com’erano le parole magiche??-
-
Cacchio!!- imprecò Glorfindel, contravvenendo alle norme della buona educazione
che gli avevano imposto fin dalla più tenera età -... cosa diavolo sono
quelli??-
Dei
grossi cavalli d’acqua stavano correndo lungo il letto del fiume... e puntavano
dritto contro di lui.
- Ma tu
guarda se anche il fiume deve congiurare contro di me...- bofonchiò – beh, si
fermerà di fronte ad un nobile di Imladris.-
Le ultime
parole famose.
Splash!!!
(Minas Tirith, ottobre 3018)
Konstantin
si aggrappò alla grondaia, cercando di scendere dalla torre.
Dentro,
Denethor russava a forza sette.
Si era
addormentato durante i preliminari, grazie al cielo.
Fiuu...
scampato pericolo.
Era una
cosa da vedere, quella ragazza smilza e spettinata, in camicia da notte con uno
scialle scuro attorno alle spalle, scalza, che tentava di scendere dalla torre
senza ammazzarsi.
- Che
stai facendo?- esclamò Faramir, ancora mezzo addormentato, che era stato
svegliato dalle imprecazioni della ragazza (da quello e dal fatto che aveva
quasi sfondato la finestra della sua stanza nel tentativo di non cadere nel
vuoto)
Konstantin
abbozzò un sorriso
-
Parapendio?- azzardò, speranzosa
- Ma a
chi la racconti? Vieni dentro, razza di psicopatica che non sei altro.-
La
giovane, domata, si lasciò scivolare dentro la stanza scura.
- Sono
stufa di restare qui. Oltretutto non mi fido di tuo fratello. Dagli la
possibilità di salvare il mondo e lui la sfrutterà per farsi ammazzare in
maniera poco consona.-
Faramir
sospirò
- Non
possiamo mica sparire nel cuore della notte, ti pare?-
-
Possiamo prendere i miei vestiti, li imbottiamo di paglia, e mettiamo il
fantoccio nel letto assieme a Denethor. Poi, alla prima occasione, entri in
camera sua e lo tramortisci con una bastonata, ti piace l’idea?- propose la
ragazza
- Non
credo funzionerebbe.-
-...
uffa. Mi piaceva, come piano...-
-
Possiamo fare una cosa del genere. Tu adesso parti e sparisci. Ed io domani
troverò un modo per non far scaturire il mio augusto genitore.-
- Quello
ti ammazza.-
- Farò
del mio meglio per sopravvivergli.- sorrise Faramir, incoraggiante, scompigliando
con una mano i capelli dell’amica – anche tu, mi raccomando, bada a te stessa.-
- Baderò
a me, a tuo fratello, alla salvaguardia della Terra di Mezzo ed anche a quella
del Signore Oscuro – tacque, perplessa – no, - si corresse poi – alla
salvaguardia del signore oscuro no.- concluse, soddisfatta – adesso mi dai una
mano a preparare i bagagli?-
Meno di
mezz’ora dopo, Faramir stava guardando una ragazza a cavallo allontanarsi
velocemente da Minas Tirith
- Bada al
mondo, ragazzina.- sussurrò, mentre il vento gli scompigliava i capelli.
“Nella speranza che qualcuno badi
a te”
(piccola insenatura del Bruinen,
ottobre 3018)
- Questo è decisamente troppo!!- tuonò Glorfindel, raccogliendo
l’Hobbit da terra ed issandolo nuovamente sulla groppa del cavallo.
Il suo
destriero infatti, salvatosi miracolosamente dalla ribellione della corrente,
lo stava osservando serafico da un picco sporgente.
Se i
cavalli sorridono, quello di Glorfindel stava semplicemente ghignando
all’indirizzo del proprio bagnatissimo cavaliere.
Strizzandosi
i lunghi capelli biondi, l’Elfo montò di nuovo in sella, dando dei colpetti
sulle guance di Frodo per controllare che fosse ancora relativamente vivo.
- Mi sa
che qui ci perdiamo l’Hobbit.- borbottò, constatando che la sua salute non era
propriamente di ferro, in quel momento più che in altri.
- Oh beh
– disse poi, scrollando le spalle – un Hobbit in meno, un Hobbit in più...-
Poi
decise di dimostrarsi superiore e di combattere contro il proprio cinismo, e
diede di nuovo di sprone al destriero immacolato
- Vediamo
che si può fare, per salvare il piccoletto.-
Andael
era finalmente riuscito a pulire lo stivale.
Assieme
ad Ikar stava coprendo la distanza che lo separava dal Gran Burrone, sulle
tracce dell’Anello. La sua nuova missione era spiare i movimenti del portatore
e riferire a Saruman le eventuali decisioni prese da Gandalf o da chiunque
avesse facoltà di prendere suddette decisioni apocalittiche.
- Guarda,
Ikar, c’è un omino che va a cavallo sotto di noi!!- esclamò il giovane, indicando
un punto nel sottobosco, sulla strada per Gran Burrone
-
Ignoralo. Dev’essere un esploratore. O uno di quei cosi che sono stati chiamati
ad Imladris per discutere della distruzione del mondo e della salvezza
dell’Anello. O forse del contrario.-
- Allora
è un nemico! Potrei attaccargli addosso una cimice!-
- Una
cimice? Un insetto?-
-
Pressappoco. Sono insetti particolari, le mie cimici. Dopo qualche ora vengono
da me a riferire. Sono molto solerti.-
-
Incantesimo affascinante.- commentò Ikar, scarsamente fiduciosa
- Guarda,
guarda!!-
Agitò le
mani, borbottò una formula e... e qualcosa si materializzò nel cielo.
Ma non
era una cimice.
No. Era
qualcosa di molto più grosso e di molto più... fangoso.
Una
grossa palla di fango bagnato, che precipitò verso il basso, e l’ignaro
viaggiatore.
La strada
si oscurò.
Boromir
di Gondor, che ormai era vicino alla propria meta, alzò lo sguardo per capire
cosa stesse succedendo nel cielo.
Non ebbe
molto tempo per renderci conto del fenomeno inquietante
- O porca
putt....- disse.
Poi la
palla di fango raggiunse terra.
SPLAT!!!
(Schizzi
di fango dappertutto)
FINE CAPITOLO DECIMO
Eccomi
qua, mio lettore e lettrice!!!
Ringraziamenti
Illidan: oh beh, allora siamo due fan del
nostro uccisore di Balrog!! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto. Mi
dispiace aver dato poco spazio ad Andael in questo cap, ma dovevo vedere cosa
faceva l’altra bella gente!! Ah sì... la scena della palla di fango è dedicata
a te ed al tuo odio nei confronti di una certa persona!! KISSES!
Brix_89: grazie mille, anima pia!! dì ai
tuoi brothers che ridere fa bene, mantiene giovani le persone e fa bene anche
all’umore!! E poi fa bene al mio ego, sapere che ridi!! Tranquilla, anch’io non
ricordo bene Glorfindel ma tanto... qui nessuno è veramente IC!! specie Aragorn
che si fa le canne. Povero Aragorn! Ciao, grazie e un grande bacio!
|
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Capitolo 11 *** Gran Burrone e tutto ciò che ne consegue ***
andael11
CAPITOLO UNDICESIMO
GRAN BURRONE E TUTTO CIO’ CHE NE
CONSEGUE
(20 ottobre 3018, Imladris)
Frodo di
risvegliò. E si trovò di fronte a Gandalf, più barbuto e serio che mai
-AAAAAAAH!-
strillò l’Hobbit
- Buondì,
Frodo.- lo salutò l’Istari.
E giù
lunghe spiegazioni che non ho intenzione di trascrivere.
Intanto
tutti erano finalmente arrivati a Gran Burrone.
Beh, meno
uno, ma nessuno si aspettava che il rappresentate di Gondor fosse puntuale.
Anche
Aragorn e gli Hobbit erano infine giunti a destinazione, per l’infinità bontà
dei Valar e per la gentilezza di alcuni pastori di pecore. Niente domande,
prego.
Aragorn
stava per l’appunto limonando con la tanto sospirata Arwen quando Glorfindel
irruppe nella stanza, furente, con i capelli curiosamente crespi, ed afferrò il
Ramingo per l’elastico delle mutande, trascinandolo lontano dalla figlia di
Elrond
- Adesso
noi dobbiamo parlare!- spiegò, con un tono che non ammetteva discussioni.
- Povero
me.- sussurrò Aragorn
- Voglio
sapere innanzitutto che notizie hai di mia sorella. Dimmi tutto su che fine ha
fatto quella scema di Konstantin.-
Ah sì... la sorella. Glorfindel aveva una sorella adottiva, sui trent’anni, che
aveva allontanato da sé nella speranza di non coinvolgerla eccessivamente nelle
vicissitudini della guerra.
Non che
non le volesse bene. Sinceramente.
-... non
so se posso parlartene apertamente...- fece Aragorn, serio
- Senti,
Aragorn – capitolò Glorfindel, alterato - Ho appena salvato la vita ad un
Hobbit puzzone convinto che fossi sua zia e che mi interessassero i suoi
ricordi sui funghi parlanti e sulle ortiche ballerine, uno dei suoi amichetti
ha tentato di baciarmi per esprimere la sua gratitudine nei miei confronti, e
forse avrò fatto tutto questo inutilmente, perché forse l’Hobbit ci resterà
secco molto presto, nonostante tutte le mie fatiche. Oltretutto ho trovato UNA
MASNADA DI NANI ad attendermi ad Imladris, ed avrei voluto sparire seduta
stante, ed invece ho dovuto occuparmi dei preamboli e delle fottute
presentazioni! Miseria, Aragorn, non mettermi anche tu i bastoni fra le ruote e
dimmi che fine ha fatto quella psicolabile di mia sorella!-
- E’ viva
e vegeta, a Minas Tirith. E’ andata in sposa al sovrintendente di Gondor, come
da te ordinato e, nonostante continui ad essere incazzata con te per aver preso
una scelta senza interpellarla, ha detto che se la cava bene.-
- Ma
cos’ha da lamentarsi, adesso!- esclamò Glorfindel, esausto
- Non lo
so... forse si lamenta perché l’hai mandata a sposare un nonnetto con dei
problemi esistenziali non irrilevanti che potrebbe abilmente essere suo padre
se non suo nonno?-
- Ma...-
Glorfindel fece un conto sulle dita delle mani – ma il sovrintendente non è poi
così vecchio! Ha meno di settant’anni! E’ giovane!-
Aragorn
si prese la testa fra le mani
- Stiamo
parlando di un UOMO!! Hai presente? Quelli che durano meno di cent’anni!-
- Oh, per
la sacra coda di Eru Iluvatar!-
-
Imprecazione fantasiosa.-
-
Grazie...-
I due si
fissarono
- Ciò
vuol dire che ho dato mia sorella in sposa ad un vecchio bavoso?- chiese infine
Glorfindel, piuttosto angosciato, salvo poi rispondersi da solo – Dei, sono
stato proprio un cretino!-
Nel
pomeriggio ad Imladris giunse il cavallo di Boromir di Gondor.
Tutto
solo, ed anche piuttosto scocciato.
Andael
intanto stava preparando il proprio intelligentissimo travestimento.
Aveva
delle nuove istruzioni precise, molto precise.
Peccato
che se le fosse dimenticate tutte.
Non
riusciva proprio a capire come, ma si era dimenticato ogni dannata cosa.
Ikar gli
aveva affidato un foglietto con le direttive ma lui... ehm... aveva perso anche
quello.
Povero
piccolo Andael.
- Oh beh,
poco male. M’infiltrerò lo stesso e di certo mi ricorderò cosa devo fare.-
Si gettò
un mantello sulle spalle, si legò i capelli in una coda, si calò in testa
l’elmo gentilmente fornito da Ikar e sollevò a fatica una grossa ascia bipenne
fornitagli da un Uruk particolarmente volonteroso.
Il
risultato fu una sottospecie di ibrido Elfo-Uomo-Nano con alcuni geni
tipicamente verminosi. Avete presente i vermi? Quelle piccole cose rosate, che
Ikar mangia a colazione?
Ecco,
quelli aveva in comune con Andael molte cose, principalmente l’espressione
intelligente.
Konstantin
era stanca e stufa ed aveva definitivamente perso il suo entusiasmo e la sua
positività.
Si era
persa, pioveva, faceva freddo, gli alberi congiuravano contro di lei e la
colpivano coi loro maledetti ramoscelli estremisti. Ecco.
E il suo
cavallo, che in realtà era il cavallo di Faramir, non sembrava interessato a
consolarla.
Galoppa,
galoppa... raggiunse una strana capanna.
- Oh beh
– si disse – tanto peggio non può andare. Tanto vale, chiederò informazioni
sulla strada che non ricordo.-
Bussò
alla porta della casetta.
La porta
si aprì cigolando.
Dentro,
la giovane vide la cosa più assurda ed inquietante della sua intera esistenza.
Qualcosa
di peggio delle mutande di Denethor.
... beh,
ok... quasi peggio.
FINE CAPITOLO UNDICESIMO
Ringraziamenti!
Illidan: un grande bacio e tanti
ringraziamenti. Banale questo, vero? Beh, tu piglia il bacio di cui sopra e
lasciamo correre... sì, probabilmente Andael non prestava molta attenzione alle
lezioni di Saruman... o forse prendeva appunti nella sua personalissima maniera
“per esempio: “evocazione demone: dire quelle quattro parole strane (che
suonavano tipo iayto-tuut... temo di non aver capito molto...) e poi fare
complesse coreografie con le mani. Mah, questo tipo ha dei problemi...”)!
Tuttavia non temere, anche questo ti sarà svelato (sto lavorando ad un capitolo
di flash-back.. io adoro i flash-back!!). Per quanto riguarda Denethor ed il
viagra... beh, ringraziamo i Valar che il viagra non esistesse, altrimenti,
povera Connie!! Occhio alle cimici! Un bacio!!
Cavolovai: ehi, qualcun altro ha letto
questa storia?! Mitico, mi sento molto realizzata! Grazie mille per la
recensione (ha fatto piacere a tutto lo staff, personaggi compresi!). Sono onorata
che tu abbia sentito il bisogno di recensirmi (e non per ricoprirmi di
ingiurie!). Grazie per i complimenti, finirai per farmi arrossire! Un grande
bacio!!
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Capitolo 12 *** Curiose conoscenze ***
andael12
CAPITOLO DODICESIMO
CURIOSE CONOSCENZE
Andael
stava, come al solito, giocherellando con il suo pendente. Era uno strano
ciondolo, un cerchietto di metallo piuttosto anonimo, sinceramente. Ma proprio
non riusciva a toglierselo, e non solo perché la chiusura si era
definitivamente auto-distrutta qualche anno prima e neanche perché, in fondo,
ce l’aveva da quand’era nato, se non da prima.
Stranamente,
quel ciondolo sembrava causargli una dipendenza nociva. Non una cosa “il mio tesssssoro”, intendiamoci.
Insomma, non esattamente.
Il
giovane apprendista era dunque tutto preso nella contemplazione del proprio
futuro (ovvero si stava domandando cosa fosse più giusto fare), quando una strana
Elfa lo raggiunse, a passo svelto e con un espressione assai poco rassicurante.
- Oh,
Andael, finalmente riesco a trovarti!!-
Andael
fissò l’Elfa con aria turbata
- Che?-
domandò, imbarazzato – IO? Ah, sì, ecco, io...-
- Il
Bianco Consiglio sta per cominciare, e non ti trovavo da nessuna parte!-
- Ma io
veramente...- esordì Andael, ma la giovane lo folgorò con uno sguardo assai
crudele
- Andael,
grosso pezzo di cretino, non mi riconosci?-
L’Apprendista
continuò nella sua estatica contemplazione
- No.- ammise
poi, palesemente avvilito.
L’Elfa
sospirò, sconsolata, scuotendo la testa con aria afflitta.
Ripensandoci,
era persino carina. Aveva dei begli occhi, neri come l’onice, capelli scuri e
una strana ciocca violetta...
- IKAR?-
esclamò Andael, spalancando gli occhi ed indietreggiando rispettosamente,
urtando una statua e facendola cadere per terra, con un rumore secco di cocci
rotti. L’apprendista però era troppo sorpreso per rendersene conto.
- Ben
svegliato, pivello di prime piume.- sbottò l’Aquila non più aquila, dando ad
Andael un colpo sulla nuca – il tuo intelletto mi sorprende sempre.-
- Ma
tu... sei... cioè... semplicemente fantastica! Sei... un doppione, una
sottospecie di pupazzo di neve alterato da strani incantamenti! Insomma! Sei in
carne ed ossa, e poi sei fatta tutta di piume, e poi sei così... cioè, IKAR!!-
L’Elfa
sospirò, passandosi con nonchalance una ciocca di capelli dietro l’orecchia
leggermente appuntita
- Non
sono esattamente un’Elfa.- spiegò, a bassa voce.
Andael
avvicinò la testa a quella si lei, chinandosi leggermente con fare complice
- Devi
sapere che io sono una .... beh, è imbarazzante dirlo... sono una...
Mezz’Aquila. Mio padre era un mago un pochino matto... un amico di Gandalf,
penso.. (Stupido Gandalf!). Ha fatto un esperimento e si è trovato per le mani
una bambina per metà Aquila e per metà... ahia! Dannazione, Andael, sta’ un po’
attento!-
Tutto
preso dal racconto, Andael si era chinato in avanti un po’ troppo e... pum!
Testata garantita contro la fronte della... Mezz’Aquila.
- Scusa.-
si scusò l’apprendista, mortificato -... vai avanti.-
- No,
niente. Questa sono io nell’altro mio aspetto. Ecco. Fine. Smetti di fare
quella faccia sbalordita. Piantala, non è educato! Dannazione, Andael, chiudi
quella bocca, raccogli la mascella e cancellati dalla faccia quell’espressione
ebete!-
Ikar
stava per uccidere il proprio inesperto compagno quando una voce maschile
risuonò nell’ambiente, facendo impietrire la povera ragazza
- Ikar,
mia cara! Sono felice che tu sia di nuovo a casa!-
La Mezz’Aquila lanciò uno sguardo
depresso ad Andael
- Ok,
pivello. Se vuoi ammazzarmi con uno dei tuoi incantesimi sbagliati, questo è il
momento più opportuno.-
Ma
interrompiamo la narrazione nel momento più interessante per aggiornarci sugli
eventi che stanno coinvolgendo Konstantin, qualche chilometro più in basso.
L’avevamo
lasciata stupefatta ed inquietata di fronte ad una porta aperta, a godersi uno
spettacolo curioso.
Spettacolo
che riporteremo senza eccessivi commenti (e credetemi, ce ne starebbero almeno
cinque o sei, di commenti maligni.)
Dentro
alla casetta, una piccola casetta col tetto di paglia, un tavolo di legno e
qualche sedia dall’aria instabile, due vecchietti stavano cucinando biscotti di
fronte ad un grande forno di pietra scura e, in mezzo all’angusta cucina,
c’era...
-
BOROMIR? Che diavolo...?! E perché indossi un grembiule da cucina?...-
Konstantin guardò l’amico, e scoppiò a ridere come una matta.
- Ti
prego, Konstantin – la pregò l’uomo di Gondor – spiega a questi gentili signori
che NON SONO loro figlio Bill, e che non ho la più pallida idea di come si
preparino i biscotti al mirto rosso, anche perché penso di non sapere neppure
COS’E’ il mirto rosso!-
- Ma dai,
Bill...- lo tormentò la giovane, ridacchiando -... non sei felice di rivedere i
tuoi vecchi genitori?-
- Vedi,
Billy?- gracchiò la vecchietta, brandendo pericolosamente un matterello di
legno – la signorina ha ragione!-
- La
signorina non ha ragione, donna!- esclamò Boromir – La signorina è una
psicopatica.-
Konstantin
sorrise, eccessivamente mielosa e simpatica ed entrò nella cucina
- Salve.
Mi chiamo Konstantin. E temo (sul serio, temo), che questo giovanotto non sia
vostro figlio Bill.- spiegò, seria. I vecchietti la fissarono perplessi
- Grazie,
Connie.-
Per
qualche istante nella casa ci fu il silenzio più assoluto, poi Konstantin prese
un lungo respiro profondo e disse
- Ok,
signori vecchietti. Vecchietto, vecchietta, vi prometto che farò del mio meglio
per rintracciare vostro figlio Bill, ovunque sia e qualunque cosa stia
facendo.-
L’anziano
signore si alzò tossicchiando dalla sua sedia vicino al forno e, sempre
tossicchiando, andò di fronte a Konstantin e annunciò, serafico
- Lei è
molto gentile, signorina Sconosciuta. Ma deve sapere che noi non abbiamo un
figlio di nome Bill. La nostra unica figlia si chiama Lara e vive ad Acquaneve.-
- E
allora come mai mi avete tenuto segregato qui dentro per gli ultimi due
giorni?- esclamò Boromir, un po’ incazzato ed un po’ perplesso. Più incazzato
che perplesso, a dirla tutta.
- Un
signore a cavallo ci ha chiesto di comportarci così.- spiegò la vecchietta,
affaccendandosi attorno al forno – era un ragazzo così perbene che non potevamo
rifiutare...-
Una vena
iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia di Boromir, mentre Konstantin si
copriva la bocca per non scoppiare a ridere un’altra volta.
- Miei
cari amici vecchietti – concluse la ragazza, dopo essersi data una calmata –
avete fatto bene. Se ripassa per di qua, ringraziate quel ragazzo perbene.-
Poi la
giovane si voltò verso Boromir e gli chiese
- E’
lui?-
L’uomo
annuì, scuotendo la testa con aria rassegnata
- Temo
proprio di sì.-
Konstantin
si appoggiò al muro e scoppiò a ridere. Aveva le lacrime agli occhi, nonostante
i vecchietti la fissassero perplessi
- Dei,
Boromir...- riuscì a dire, fra una risatina e l’altra – tuo cugino mi farà
impazzire!-
Eh sì,
perché il “ragazzo perbene” altri non era che Vanamir, l’immaturo cugino di
Boromir e Faramir, probabilmente il burlone più cretino di tutta Minas Tirith e
dintorni.
La vecchietta
sorrise, accomodante, sfornando un vassoio di biscotti al mirto rosso
- Un
biscotto, cari?-
Ikar
sospirò.
Fra
Andael, la missione, gli Elfi, i Nani, i Cattivi, i Buoni, i Nazgul e gli
Anelli, già la sua pazienza era stata messa a dura prova, se poi si sommava a
tutto una buona dose di...
- Mia
cara figlia, finalmente sei tornata a casa!-
... di
papà, allora era definitivamente giunta l’Apocalisse
FINE CAPITOLO DODICESIMO
Ringraziamenti!!
Illidan: guarda, i classici greci e
latini fanno danni in ogni luogo. Bisogna stare attenti... grazie per la
recensione, sono davvero felice che il capitolo non sia riuscito monotono o
ripetitivo! Per quanto riguarda Andael... diciamo che, come si è appena visto,
ha degli alleati all’interno!! Bacio!
Ayay: ehi, grazie per tutte le
recensioni nei vari capitoli!! Sono felice che l’ultimo capitolo ti sia
piaciuto così tanto!! Speravo che la mia storia fosse buffa e ora che so che ti
piace... ehi, sono entusiasta! Un bacione e tanti ringraziamenti!
ANCORA UN BACIO A TUTTI!
CHARY
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Capitolo 13 *** Posti e... persone ***
andael 12
CAPITOLO TREDICESIMO
POSTI E… PERSONE
Il padre
Mago di Ikar (che preferisce rimanere anonimo per le vigenti leggi sulla
privacy), tale Josper il Variegato (dopotutto la privacy non esiste, sulla
Terra di Mezzo), aveva avuto la splendida idea di abbandonare sua figlia per
strada.
Beh, non
proprio per strada. Credete che uno che rende sua figlia una Mezz’aquila possa
abbandonarla in qualche luogo civile, tipo in mezzo ad una strada?
Assolutamente no.
L’aveva
mollata su un tetto, proprio in cima ad un canale per fumo, o sopraddetto
camino, fra una foglia secca e l’altra, con una lettera legata alla mano-zampa
(nei primi anni la ragazza non aveva una grande padronanza dei due aspetti… il
risultato era una sottospecie di ibrido con il corpo da aquila e la testa da
Elfa… una cosa quantomai inquietante).
Lettera
che, pressappoco, citava così
“Ave,
chiunque tu sia!
Se hai
trovato questa bambina… beh, sono solo affari tuoi.
Tienitela.
Oppure mettila in forno per la
Cena dei Ringraziamento al Sommo Iluvatar.
Reputo sia
carina, per essere una specie di uccello con dei problemi…
Beh…
adesso devo andare. C’è una pupa a Minas Tirith che mi arrapa da paura!
P.S. Vi
sarei davvero molto grati se, nel caso la ragazza divenisse una creatura
vendicativa, le insegnaste che uccidere i Maghi è reato. Grazie per aver
salvaguardato la mia salute…
Josper,
il Venerabile Variegato”
La
lettera era stata trovata e letta da… beh, solamente trovata, dalla piccola
Arwen, che all’epoca ancora non sapeva leggere.
La
bambina era schizzata dal padre, piagnucolando qualcosa come
“Quelle
piume mi hanno morsa!” e poi “Papà, papà, non è giusto!!”
La
soluzione (piuttosto scontata ormai) era stata semplicemente geniale: dare in
affidamento la piccola a Lord Elrond (Veramente per arrivare alla banale conclusione
c’erano voluti cinque giorni di pesanti dibattiti e di dispute interminabili,
che avevano avuto termine con un’estrazione di bastoncini. Chi beccava il
bastoncino più corto si teneva la bambina… il bastoncino di Elrond era delle
dimensioni di un ago. Abbastanza eloquente)
Così la Mezz’Aquila con le penne
viola e nere era stata cresciuta in quello che si stava pericolosamente
avvicinando a diventare una casa-famiglia per bambini perduti, ovvero la
“lieta” Imladris, che tanto lieta non era, dato che la piccola Aquila si
svegliava di notte e strillava come una dannata.
Quindi il
“papà” nominato nell’ultimo capitolo… altri non era che Lord Elrond,
sinceramente felice di rivedere quel demonio della figlia adottiva.
Vanamir
di Gondor si stava sbronzando.
Era una
delle cose che gli riusciva meglio. Sbronzarsi, e tormentare i cugini.
Anche
entrambe le cose contemporaneamente. Era proprio un campione, in quella
specialità.
In tutto
il resto… un po’ di meno.
Se la
cavava piuttosto bene con le vanterie, gli scherzetti idioti, le battutacce
fuori luogo ed il divorare qualsiasi tipo di cibo.
Si stava
sbronzando, quindi, poco lontano da Gran Burrone, nell’unica locanda sulla
strada per la città elfica e, incredibile a dirsi, lo stava facendo assieme ad
un Nano
- Per le
Porte di Moria!- esclamò il Nano, tracannando l’ennesimo bicchiere di birra –
non pensavo che voi di sopra poteste essere tanto… simpatici! Altrochè gli
Elfi… hanno le orecchie a punta e la puzza sotto al naso! Sono proprio noiosi,
e tutti lì a leccarsi le ferite e a guaire!-
- Quelli
sono i cani, Dimli!- rise Vanamir, arrancando nella propria memoria alla
ricerca del nome esatto del Nano
- Non mi
chiamo Dimli!- protestò quello, asciugandosi la birra che colava sulla barba –
mi chiamo… Fimbli!- peccato che anche lui fosse decisamente sbronzo, e quindi
non azzeccasse il proprio nome -… ehm… Lilmi!-
Vanamir
scoppiò a ridere, come spesso, quando l’illuminazione lo raggiunse
- Tu ti
chiami Gimli!-
Glorfindel
stava per impazzire.
Aragorn
si era messo di nuovo a limonare con Arwen (doveva essere una congiura, che
diavolo, era il suo pensiero fisso o cosa?!), Legolas, il suo illustre collega
elfico, Principe nientemeno che di Bosco Atro, stava avendo una dialogo
interessante con una strana compagnia di piccoli Hobbit dai piedi pelos…
- SIGNOR
GLORFINDEL!!- esclamò all’improvviso uno degli Hobbit, lanciandosi in direzione
di Glorfindel – GRAZIE PER AVER SALVATO IL SIGNOR FRODO!!-
- Oh
no!!- L’Elfo imprecò sottovoce. Sam aveva tentato di baciarlo, dopo che Frodo
si era ripreso. Per ringraziarlo. O per punirlo. Non che Glorfindel avesse
capito quale fra le due, ma non gli interessava.
Era molto
più in ansia per il piccolo Hobbit peloso che gli si stava arrampicando su per
le gambe, nel tentativo di baciarlo.
- No…
ehm… ho fatto solo il mio dover… ehi, che schifo, tieni giù le mani, pervertito di un Hobbit!!-
Intanto
il dialogo fra Elrond ed Ikar proseguiva nella più totale comprensione
reciproca
- Sono
felice di rivederti, dopo tanti anni, figliola.-
-… ehm…-
- Sono
passati anni da quando lasciasti Imladris.-
-… eh…
sì.-
- Spero
che tu abbia trovato ciò che andavi cercando.-
-…
diciamo di sì.-
- Sono
lieto che tu ti sia unita a noi, nell’ora in cui combattiamo Mordor.-
- Sì,
proprio a questo proposito…-
Fu allora
che Andael, conquistando un’occhiataccia dell’Aquila, scoppiò a ridere
- Ikar…
l’hai sentito?... ha detto…! Ah! …- ansimò, cercando di parlare fra una
sghignazzata e l’altra -… noi… combattere Mordor… qui… felici… Teletubbies!-
Com’era
prevedibile, la demenza tipica di Andael era degenerata, causando uno di quelli
che Saruman definiva “Lapsus Tele-andaeliani”, ovvero lapsus nei quali Andael
chiamava in causa sé stesso assieme ai Teletubbies.
Saruman
aveva una sua personale teoria sull’origine dei lapsus di Andael, teoria che
comprendeva, letteralmente cito “quella strana brodaglia che ha prodotto
durante le mie lezioni” e “il vischio nero, causa di lesioni cerebrali
permanenti”.
-… mia
cara?- fece Elrond, squadrando Andael con aria critica – tu conosci questo… giovane?-
- E’ uno
schizofrenico del quale mi prendo cura per beneficenza.- mentì Ikar,
dimenticandosi un minuto troppo tardi che la sua ironia crudele era decisamente
fuori luogo
- Prego?-
la interrogò infatti il signore di Imladris.
La Mezz’Aquila fece due più due alla
velocità della luce (che, per chi non lo sappia, fa sempre quattro!) e si trovò
nella spiacevole condizione di dover inventare in fretta una balla convincente,
prima che lei e Andael venissero gentilmente messi alla porta o gettati nelle
segrete. Più probabilmente nelle segrete.
Un’idea
sorse spontanea alla sua mente lievemente masochista.
Ikar
l’allontanò con un cenno della mano, ma l’ipotesi continuava ad affacciarsi… e
riaffacciarsi…
- Lui si
chiama… SenzaNome – sputò alla fine – è il mio fidanzato.-
Silenzio
di tomba
-
TELETUBBIES???!!!- esclamò Andael, spiazzato
- Tele
coosa?- chiese Elrond, doppiamente spiazzato
-
Uccidetemi, per favore!- supplicò Ikar, ormai sull’orlo dell’isteria.
FINE CAPITOLO TREDICESIMO
I Ringraziamenti
ai soliti SANTI!!
Illidan: potrei informarmi... magari il
Sommo Variegato è il fratello gemello di Radagast! Certo che, poveri Istari, li
sto proprio torturando in questa fic... fra Saruman con l’apprendista che si
ritrova e Josper che va a folleggiare a Gondor... penso che chiarirò cosa sia
successo a Boromir nel prossimo capitolo... non preoccuparti! E’ che cerco di
non perdere le fila del racconto e certi pezzi li do per scontati, anche se non
lo sono! Grazie per avermelo fatto notare! Prosegui così!! Una testata da parte
di Andael (che voleva salutarti ma –chissà come – è caduto oltre lo schermo e
ha sbattuto contro il video – mi romperà il computer, se va avanti così...-)
Ancora grazie e un grande bacio!
Ayay: occupati del taoismo,
studentessa malfidata!! Tuttavia, sono lusingata che la mia storia abbia
spezzato la noia della mattina scolastica... è l’uso migliore che possa avere! Come
già specificato, i genitori sono decisamente inquietanti, ma qui si esagera! Un
bacio da tutti (specie da me!!)
Cavolovai: “poveri piccoli NOI”, a questo
punto. Spero che i Valar non leggano questa fic, dato che è un’agghiacciante
testimonianza sul degrado al quale sono soggetti i personaggi e i cosiddetti “EROI”!!.
Che poi Andael non sia proprio l’Eroe per antonomasia... beh, facciamocene una
ragione. Hai ragione, i vecchietti non li fanno più come un tempo. E’ un
periodo che ho la fissa dei vecchietti... in molte delle mie storie comiche
metto una coppia di vecchietti... mi rassicurano e fanno sempre la loro porca
figura. Tranquilla, tu e la pronuncia aulica siete sempre benvenute, qui!!
ANCORA UN BACIONE A
TUTTI!
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Capitolo 14 *** Il Bianco Consiglio (che tanto Bianco poi non fu) ***
andael14
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
IL “BIANCO” CONSIGLIO
(che tanto Bianco poi non fu…)
Alla
fine, incidente più, incidente meno, nel bene o nel male (più probabilmente nel
male) il Bianco Consiglio ebbe inizio.
Certo,
non era proprio l’assemblea di nobili cortesi ed eroici guerriero che tutti gli
amanti del fantasy adorano immaginare, dato che (in ordine, cito):
a-
C’era
un ibrido Elfo-Uomo-Nano (bravi! Era proprio il nostro Andael!) che era stato
presentato come SenzaNome, amichetto di Lady Ikar (al sentire questo appellativo
nel dettaglio, Ikar si era quasi strozzata per non mettersi a bestemmiare
pesantemente contro divinità varie in maniera assai poco signorile.), il quale
ibrido sghignazzava sadicamente (imitando alla perfezione un Balrog con la
pertosse, se rendo l’idea.) ogni volta che qualcuno indicava lui o la sua
“lady” come (di nuovo cito letteralmente, essendo io narratrice esterna agli
eventi… più o meno) “Amici giunti nell’ora del bisogno”.
b-
C’era
un cavallo (nientemeno che) seduto fra i Rappresentanti degli Uomini che,
peraltro, prendeva con grande serietà il suo ruolo, ovvero fare le veci del suo
padre (leggersi anche: Boromir) e ruminare con noncuranza una pagina di chissà
che antico manoscritto miniato. Ehm.
c-
C’era
Vanamir, ancora mezzo (mezzo?) sbronzo, convinto di trovarsi nella città delle
Fatine Turchine (ok, ok, era decisamente
sbronzo), in procinto di sposare una delle graziose principesse variopinte
(come facessero ad essere sia turchine che variopinte era un mistero che
l’alcool stesso non era riuscito a svelare), che, chissà perché, l’idiota
tendeva ad identificare con Lord Elrond
d-
C’era
Timli… ehm… Gimli, intento a vantarsi delle proprie imprese belliche ai danni
degli Elfi… assieme ad un albero piuttosto stressato (ok che i Nani reggono
l’alcool meglio degli Elfi e di buona parte degli uomini, ma penso che la
quantità di birra ingurgitata da Fimbli… ehm, volevo dire, Gimli fosse
abbastanza da stroncare un Troll maschio adulto di stazza media e con un ottimo
metabolismo)
e-
C’era
Sam, nascosto dietro ad una colonna, che teneva d’occhio la situazione, che
ogni tanto controllava che “Padron Frodo” non corresse inutili rischi, ed
infine…
f-
C’era
Aragorn, finalmente di nuovo in possesso delle proprie facoltà psico-motorie,
che spiegava a Glorfindel un paio di trucchetti su come tenere a bada l’Hobbit
intenzionato a baciarlo… puah!! (ad esempio “sì, e quando si avvicina, tu inizi
a parlamentare e poi lo tramortisci con un’arma di fortuna… al suo risveglio
non ricorderà più nulla… credimi, ho fatto così quando Elrohir mi ha scoperto a
limonare con sua sorella…” e altre gioviali orazioni che al momento non mi
sento di riportare.)
Mentre il
Bianco Consiglio si apprestava a cominciare, nell’atmosfera rilassante e
intellettuale che abbiamo sopra descritto, due loschi figuri si aggiravano nei
dintorni di Gran Burrone.
Scambiandosi
informazioni del tipo
- Ehi, te
l’avevo detto che dovevamo girare a sinistra!-
- E da
quando in qua tu hai il senso dell’orientamento?-
- Per una
volta potevi darmi ascolto, no?-
- L’ultima
volta che ti ho dato ascolto ci siamo persi sulle montagne quando dovevamo
semplicemente andare a comprare il latte!-
- Ma è
successo l’anno scorso!-
- E da
quel giorno ho smesso di darti retta, e probabilmente devo a questo il fatto di
essere ancora vivo ed in possesso di tutte quante le mie appendici.-
- Potrei
tagliartene un paio seduta stante…-
-… se non
avessi perso la tua arma nella palude.-
- Beh,
che posso dirti, nessuno mi aveva avvisata che ci fosse una palude!-
-
Diamine, un gigantesco pantano verdastro non era un avviso sufficiente?-
- NO!-
- Sei
incorreggibile!-
- E tu
sei un rompipalle.-
- Chiudi
la bocca!-
- Guarda…
c’è una luce…-
- Le cose
sono due. O è un incendio particolarmente pacifico, oppure siamo arrivati.-
- Opto
per l’incendio.-
- Sta’
zitta, Konstantin.-
- Senti…
mi spieghi come mai Vanamir
ti ha tirato quel brutto scherzo coi nonnetti?-
Boromir
(perché voi avevate capito che era lui l’altro interlocutore, vero? No,
aspettate. Non voglio saperlo. Non rispondetemi) sbuffò, agitando una mano per
aria
- Lo sai
che è fatto così. Gli piace e basta. E scemo e basta.-
- No, no,
non in quel senso! Volevo sapere come mai Denethor ha mandato anche lui al Consiglio…
insomma… e poi vorrei anche sapere come hai fatto a farti fregare in quella
maniera.-
-
Innanzitutto: chi ti dice che qualcuno ha detto a Vanamir di venire con me? E,
secondariamente, io non mi sono fatto fregare da due nonnetti e da un cugino
scemo, ok?-
- Capito.
Vanamir si annoiava e voleva prendere una boccata d’aria nuova.-
- Non
proprio. Veramente ha denudato papà in pubblico. Era più sicuro per lui
tagliare la corda.-
-
Denethor tutto nudo? Davanti ai cittadini?-
- Peggio.
Davanti ai dignitari. Vanamir ha usato una sottospecie di incantesimo
compresso. Sospetto che gliel’abbia fornito quell’ex-mago mezzo sbronzo che
vive sotto la bottega del fabbro. Hai presente, no? Quello che ciancia di una
bambina mezza-aquila e di una pupa da sballo.-
- Dai, ma
quand’è successo? Come ho fatto a perdermi lo spettacolo?-
- Tu e
Faramir eravate irrimediabilmente persi.-
- Ah,
vero… lo sterrato!-
- Non
voglio chiedere che cosa significhi.-
- Beh,
avevamo preso una scorciatoia, niente di che…-
- Guarda…
non dirmi che alla fine siamo arrivati!-
- Se vuoi
non te lo dico.-
- Ok. Al
Consiglio… fa parlare me, va bene? Non osare aprire quella tua bocca
combina-casini.-
-
Promesso. Muta come un pesce parlante.-
- Prevedo
una giornata piuttosto dura…-
FINE CAPITOLO QUATTORDICESIMO
Incredibile,
anche questo capitolo è andato!
Spero che
vi sia piaciuto!!
Scusatemi
tutti per aver aggiornato così tardi, ma sto cambiando computer (da un paio di
mesi sto cambiando computer), ma l’altro non ha ancora la connessione quindi...
casino.
Ringraziando...
Illidan: non preoccuparti per Vanamir e
Gimli... non dovrei dirtelo perché è una mezza anticipazione... ma avranno
molte occasioni per darsele, nel futuro di questa storia. Dopotutto è difficile
resistere alla tentazione di schiaffeggiare il nipotino di Denethor... per
quanto riguarda Josper... beh, è un Istari un po’ particolare. Un pochino
stronzo. Sinceramente. Per quanto riguarda Ikar ed Andael... beh... questo
proprio non si può dire! Grazie mille e un bacio!
Cavolovai: dirò ad Andael di non portare
troppa sfiga. Dovrebbe migliorare, con l’andare del racconto (me mentitrice!),
anche perché se va avanti così non ci arriva, alla fine! Un bacione!
Ayay: grazie per la recensione! (e che
nessuno dica ai Valar cosa faccio qui... non
vorrei ritrovarmeli a casa tutti incazzati... sarebbe uno shock un po’
eccessivo per i miei genitori... per non parlare del mio gatto!!). Kiss.
lale16: tranquilla,
sono felice che anche tu abbia letto questo delirio! Grazie per la recensione e
un bacio anche a te!
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Capitolo 15 *** Nasce l'allegra brigata (prima parte) ***
andael 15
Scusatemi tutti per l’aggiornamento
lento (lento? Eterno! Il mondo ha fatto in tempo a venir distrutto sei o sette
volte...), ma avevo la connessione spastica che dava problemi (come spesso).
Godetevi il capitolo e tanti ringraziamenti!!
CAPITOLO QUINDICESIMO
NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte
prima)
- Andael,
mi raccomando.- sussurrò Ikar al proprio accompagnatore, in un sibilo assai
poco gentile – quando il Consiglio inizia, vedi bene di tenere sigillata quella
tua bocca combina guai.-
- Promesso.-
sorrise il giovane, dando un buffetto scherzoso sulla guancia della Mezz’aquila
- Muto
come una tomba?-
- Muto
come una tomba accerchiata da parenti rumorosi.-
Ikar non
poté assecondare i propri desideri nei confronti della testa di Andael ed un palo,
perché Lord Elrond si alzò in piedi proprio in quel momento, dichiarando aperta
la seduta del Bianco Consiglio
- Sono
lieto che siate tutti accorsi, o antichi alleati (complemento di vocazione!),
dato che l’ora diviene ogni giorno più tarda. Il pericolo si espande
rapidamente da Mordor.-
- Sì
certo!- esclamò Vanamir, alzandosi in piedi e, dirigendosi barcollando verso il
signore di Imladris – anch’io ti voglio sposare!-
- Portate
via codesto idiota ubriaco.- ribatté Elrond, disgustato
- Ma
certo, amore, si avvicina la nostra notte di nozze!-
Andael
rise, poggiandosi le mani sulla bocca per non fare eccessivo casino, mentre
Ikar alzava gli occhi al cielo, nella speranza di risvegliarsi da quell’incubo.
- Dillo a
tutti…- proseguì Vanamir, imperterrito – che ci sposiamo!!-
-
PAPA’??- fecero Elrohir ed Elladan, non proprio all’unisono come altri
penserebbero, ma in totale disaccordo – DEVI DIRCI QUALCOSA?-
- Tacete,
o figli immaturi (complemento di vocazione!)-
Per le
vie di Imladris, un Elfo dai capelli vistosamente biondi correva come un
disperato, terminando di abbottonarsi la camicia ed imprecando contro le
cerniere a lampo, che non erano ancora state inventate.
- Oh,
cacchio, cacchio, cacchio, sono così maledettamente in ritardo!!-
- Adesso
posso parlare?-
- NO.-
-
Adesso?-
- NO.-
-
Adesso?-
- Giuro
che se non chiudi quella bocca io ti rovino!-
-
Boromir!-
- NO!-
- Ti è
tanto difficile essere un pochino più gentile con me? Ho anch’io dei
sentimenti, maledizione! Quindi, eccoti il mio ultimatum: o mi chiedi scusa e
ti comporti civilmente, oppure io me ne resto qui fino alla fine del tempo!-
-
Konstantin...- tentò di farla ragionare Boromir, salvo poi rassegnarsi al
peggio – il Consiglio sarà già iniziato e sarà già abbastanza complesso
giustificare la tua presenza qui e… Konstantin, mi stai palesemente ignorando,
vero?-
La
ragazza neppure si sforzò di annuire. Voltò la testa dall’altra parte e
s’incamminò nel corridoio a passo veloce e fin troppo convinto.
L’ho
detto. Forse troppo.
L’Elfo
biondo svoltò l’angolo di corsa, terminando di tirarsi su i calzoni (“maledetta
la mia idea di non mettermi la cintura!”) e… BAM.
Collisione
assicurata con la nostra psicolabile.
- AHI!-
- AHIA!-
- Ma tu
guarda che razza di maleducato…-
- Ciao.-
- Ciao
anche a te, oh perfetto sconosciuto.-
- Mi
chiamo Legolas, non “perfetto sconosciuto”.-
- Ok. Mi
correggo. Ciao anche a te, oh Legolas.-
- E tu
saresti?-
- Una che
passava.-
- Più
precisamente?-
- Una che
passava per di qua.-
- Va
bene. Signorina che passavi per di qua, hai anche un nome?-
-
KONSTANTIN!-
Boromir
di Gondor stava ancora cercando di capire che terribile ingiuria ai danni delle
divinità l’avesse condotto a quella pena terribile (dover seguire la sua
patetica “mammina” notte e giorno!!), quando si rese conto che no, non poteva
mica sabotare la riunione del Consiglio solo per rincorrere quell’adolescente
troppo cresciuta.
Sarebbe
stato da egoista, accantonare la salvezza del mondo solo perché… beh, perché
Konstantin gli piaceva.
Cioè, no,
non gli piaceva, anzi, lo faceva impazzire.
Sì, ma
non nel senso che dite voi, maledizione all’italiano corrente ed alle seghe
mentali!!
Così,
abbandonata la “mammina” alla sua missione (trovare una strada che non la
conducesse ad una fornace infernale o simili) si diresse a passo sostenuto
verso la Sala
del Consiglio.
- Ho
detto “Portate via codesto idiota, prima che io impazzisca!”- ribadì Elrond, ma
le guardie erano troppo impegnate a sghignazzare per la situazione
imbarazzante.
Gli altri
Elfi osservavano la scena, piuttosto disgustati e restii a toccare l’umano
ubriaco, mentre Gimli si rotolava per terra per le risate, sotto gli sguardi
severi degli altri Nani suoi colleghi e parenti.
- Dai,
Umano!- riuscì infine a dire il Nano, alzandosi in piedi per afferrare il
mantello di Vanamir.
Il
giovane, serafico e ancora perfettamente in non-possesso delle proprie facoltà
psichiche, si voltò, fissò Gimli per qualche istante, poi crollò in avanti e
gli schioccò un sono bacio sulla bocca, tirandogli la barba per errore.
-
UMANO!!- tuonò Gimli, sputacchiando dappertutto (e riuscendo a colpire in pieno
il poggio per l’Anello, inondando l’oggetto di bavetta bianca!).
In
seguito accaddero tutta una serie di cose.
a-
Legolas
e Konstantin entrarono nella stanza, ancora tutti presi da un gioco di parole
nel quale Konstantin cercava di mascherare il proprio nome e Legolas ne sparava
di tutti i colori (si erano appartati per fumare qualcosa poco prima? Mah,
questo non ci è dato di sapere….)
b-
Boromir
raggiunse il Consiglio da un’altra porta, rendendosi subito conto di cosa suo
cugino stesse facendo o tentando di fare (ormai Vanamir era decisamente perso
nella propria fantasia matrimoniale con le fatine turchine, e borbottava
qualcosa che identificava Gimli come “una sexy fatona sbucata dalla torta”)
c-
Andael
scoppiò definitivamente a ridere, giocherellò con il solito ciondolo come un
bambino di cinque anni, estrasse un panino da sotto i vestiti e si mise a
mordicchiarlo, fece dei commenti sui capelli di Ikar e tentò di piazzare delle
cimici in giro per la Sala
del Consiglio.
d-
L’Intero
Consiglio venne sommerso da un gigantesca palla di fango.
-
ANDAEL!!- tuonò Ikar.
Seguirono
circa dieci minuti di imprecazioni che non mi sento di ripetere o di
trascrivere.
FINE CAPITOLO QUINDICESIMO
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Capitolo 16 *** Nasce l'allegra brigata (seconda parte) ***
Andael 16
CAPITOLO SEDICESIMO
NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte
seconda)
- E che
sarà mai successo, Ikar?- rispose Andael, serafico e sorridente, quando infine la Mezz’Aquila ebbe sfogato
tutte le proprie imprecazioni ed ebbe terminato di inventarne di nuove.
L’apprendista era relativamente immacolato (se i vestiti che aveva addosso
potevano considerarsi tali, e non potevano, essendo stati cuciti insieme da
sette Orchi e da un Uruk particolarmente collaborativi neanche la settimana
prima), diversamente dal resto del Consiglio e (soprattutto) dagli altri Elfi
(antipatia genetica o solo irriducibile sfiga?).
Frodo e
Gandalf più degli altri si erano trovati al centro del ciclone (ah, non vi ho
detto del ciclone? Perdonatemi. Andael aveva utilizzato un’altra magia per
pulire i danni causati dalla palla di fango, con conseguente evocazione
dell’Uragano Andrew e di una tempesta di polvere e fanghiglia piuttosto
apocalittica. Meno male che Ikar era riuscita a fermarlo prima che si
cimentasse nell’incantesimo blocca-tempo. A quello non saremmo sopravvissuti,
temo.)
-
Che-sarà-mai-successo?- sillabò Ikar, sull’orlo dell’isteria
- Una
doccia e passa la paura.- propose Andael.
Si tirò
su le maniche ed iniziò ad intonare una nenia piuttosto stonata
- NOOO!!-
gridarono Ikar e Gandalf al contempo, sperando di interrompere l’evocazione.
Troppo tardi. Un gigantesco budino al cioccolato si materializzò a mezz’aria,
fece una piroetta su sé stesso ed atterrò sopra all’Unico Anello.
- Ops.-
sorrise l’apprendista di Saruman, innocente, sentendosi addosso più di qualche
paio di occhi estranei – mi sa che l’ho fatta grossa, stavolta.-
- Portate
via da qui codesto deficiente!-
tuonò il padre di Gimli, più burbero che mai e piuttosto scocciato dall’idea di
essere completamente macchiato di cioccolata (che proprio non gli piaceva,
guardate la sua sfiga!!)
- LO
PORTERO’ IO!- gridò Frodo, emergendo da sotto il budino.
Calò il
silenzio più assoluto. Poi Legolas ridacchiò.
Ridacchiò
Konstantin e ridacchiò Vanamir (che stava più o meno ridacchiando dalla sera
prima, ma questo noi faremo finta di non saperlo).
Qualche
secondo dopo, a confermare la teoria della risata contagiosa, l’intero
Consiglio era preda di una sghignazzata isterica più o meno controllabile, che
minacciava di sovvertire gli equilibri del mondo e, ovviamente, di permettere a
Sauron di agire indisturbato
- No, sul
serio!- disse Gandalf, asciugandosi le lacrime – qualcuno allontani questo
simil-mago, oppure qui la Terra
di Mezzo finisce sommersa sotto un quintale di… oh, i Valar ce la mandino
buona!-
- Ma non
eravamo qui per discutere dell’Anello?- chiese Frodo, perplesso (poverino, era
ancora un po’ scioccato dalla ferita inflittagli da And… ehm, volevo dire, dai
Nazgul feroci dalle pessime intenzioni!!) – no, perché in quel caso, io…-
- Beh, il
MezzoCoso ha ragione.- fece Gimli con grande serietà – qui bisogna distruggere
l’Orecchino del Potere. Lo buttiamo nel Monte Fango come c’è scritto nel
depliant e così distruggiamo l’Oscuro Padrone, Tauron!-
Di nuovo,
il Consiglio esplose in una sonora risata
- Non riesco
a tenere a mente tutti gli errori commessi dal Nano in tre semplici frasi!-
fece presente un Elfo particolarmente determinato a riaccendere gli antichi odi
coi Nani
- Ma il
concetto era buono.- annuì Gandalf, estraendo un fazzoletto e soffiandosi il naso
– qui serve qualcuno che salvi il mondo. Come spesso.-
- A
votazione.- propose Elrond – chi volete mandare a fronteggiare il Nemico, amici
di vecchia data?- chiese poi, rivolgendosi al Consiglio.
La
risposta fu unanime
- LUI!-
Frodo
arrossì, vedendosi indicato da tante dita estranee
- Ehm…
io...? Sinceramente, al momento devo…
ehm… devo tornare a casa perché ho… ho dimenticato il gas acceso!-
Sam
scelse proprio quel momento per sbucare da dietro una colonna
- Oh no,
padron Frodo, non si preoccupi! Il gas l’ho spento io prima di partire! Può
andare a salvare il mondo!-
L’Hobbit
folgorò il giardiniere, cercando al volo una nuova scusa
- Oh, che
peccato… ma sono costretto a rifiutare… ehm… devo… devo andare a prendere mio
zio Bilbo allo spizio. Sapete, si deprime se
non lo vado a trovare…-
- IO SONO
QUI!- gracchiò la voce di Bilbo da una torre
- Sì, sì,
ammesso che quello sia davvero zio Bilbo, è imperativo che torni ad Hobbiville
perché… perché è il compleanno della mia fidanzata…-
- Ma non
hai la fidanzata, Frodo! Sei uno spirito libero… libero di andare!- rincarò la
dose Merry, fuoriuscendo con grandissima grazia da un cespuglio e sbattendo a
musata contro la schiena di un’Ikar ormai sull’orlo di una crisi di nervi.
-
Guardate, sul serio.- concluse Frodo, con un colpetto di tosse – lo farei
davvero volentieri (sapete quanto meravigliosi siano i miei rapporti col senso
di responsabilità!) ma… ma…- annaspò, alla ricerca di una via ancora non
tentata
- Ma…
...-
Pipino
seguì l’esempio di Merry e Sam, dando il colpo di grazia alle speranze di Frodo
- Ma
niente! Non hai niente da fare. Abbiamo potato gli alberi, lasciato le piantine
alle cure amorevoli dei vicini, terminato le feste, sepolto tutti i parenti,
fatte le pulizie di primavera e quelle d’autunno, scavata una nuova latrina,
ricostruito la scuola Hobbit, acciuffato tre ladri, quattro assassini e due
poliziotti, ricondotti i leoni al circo e annaffiato abbondantemente le piante
nella serra. Altre cose non c’erano da fare, penso, e comunque ho dato ordini
al fratello della signorina Cotton (e alla signorina Cotton medesima) di
completare la lista che avevi appeso in cucina. Insomma, sei libero di partire
e di rischiare la vita in tutta autonomia!-
Tutti gli
Hobbit tacquero, sorpresi dal lungo discorso semi-coerente di Pipino.
Infine
Frodo si scosse e, rassegnato, disse
- Va
bene. Vada per la missione pericolosissima! Ma voi tre bastardi (per non dire
di peggio) venite a morire assieme a me! E su questo non ammetto discussioni!-
Misticamente,
Andael ed Ikar scoppiarono contemporaneamente a ridere.
Si
prospettavano tempi rosei per i cattivi, se quello era davvero il Paladino del
Bene in azione!!
FINE
CAPITOLO SEDICESIMO
Ringraziamenti!!
(scusate, l’ultimo aggiornamento non ho ringraziato... sono stata piuttosto
maleducata, ma ero molto, molto, molto di fretta!!)
Illidan:
sono felice che il nostro piccolo apprendista matto ti sia mancato! Oh caro
lettore (complemento di vocazione!), ecco a te il capitolo richiesto e aspetta
con fede il prossimo, che arriverà in tempi brevi! Alla prossima e... occhio
alle cimici!
Ayay: non
morire e resuscitare troppe volte... non vorrei che Andael ti scegliesse come
cavia per i suoi esperimenti magici... eh beh, modestia a parte, i pazzi
psicopatici mi riescono bene... (mi piace pensare che sia per un qualche mia
abilità e non perché tendono tutti ad assomigliarmi...!) Un bacione!
Fiamma93:
grazie, fa sempre piacere vedere “facce” nuove!! Kisses
Rannek: ou,
speravo proprio di riuscire in questo! Grazie mille per i complimenti e, che
poso dire, benvenuto sulle scene di Andael!
Ancora un
grandioso bacio a tutti quanti!!
CHARY
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Capitolo 17 *** Nasce l'allegra brigata (terza parte) ***
andael17
CAPITOLO DICIASSETTESIMO
NASCE L’ALLEGRA BRIGATA (parte
terza)
Aragorn
sospirò.
“Dovrò di
nuovo dire ad Arwen che devo partire per l’ennesima volta per mete arcane…
uffa, mi sa che questa volta mi picchia…”
Il
Ramingo fu tentato di rifiutare, di starsene zitto, di sparire di soppiatto e
non lasciarsi coinvolgere in quella zuffa di dimensioni planetarie, ma il suo
senso del dovere scelse proprio quel momento per emergere dalla tomba e
metterlo alla prova
“Non
posso permettere a Frodo di rendere a Sauron la missione troppo facile. Gli
Hobbit sarebbero capaci di perdere l’Unico Anello a carte in una bettola.
Sinceramente. Devo fare qualcosa”
- Ok, vi
accompagno anch’io.- disse, rassegnato e un po’ depresso
“Mah” si
consolò “forse è meglio così. Arwen capirà che sono uno spirito libero e che
decido io cosa fare, dove andare e soprattutto come morire!”
- Beh,
allora vengo anch’io!- esclamò Legolas.
Il suo
entusiasmo sollevò in parte l’animo afflitto di Aragorn, che ignorava che le
intenzioni dell’Elfo erano tutto tranne onorevoli, essendo che il suo desiderio
era salvare il mondo e poi tornare a casa per rinfacciare ai Nani di esserci
riuscito senza il loro ausilio.
… peccato
che Gimli, in quel preciso momento, comprese il suo pensiero
- Non mi
lascerete mica a casa, vero?- tuonò, cercando di scrollarsi Vanamir di dosso
(povero ragazzo, sappiamo che l’ubriacatura era più grave del previsto, a
questo punto. Il sogno in quel momento comprendeva il viaggio di nozze con “la fatona uscita dalla torta” alle
Bahamas, luogo mistico di cui nessuno, in tutta la Terra-di-Mezzo, aveva mai
sentito parlare.)
- Bene,
le cose le abbiamo dette, la compagnia è fatta, possiamo andare, no?- fece
Gandalf, sbrigativo, che temeva grandemente per la propria salute psichica
- Dai,
andiamo anche noi?- Andael stava facendo gli occhioni da cerbiatto ad un’Ikar
sull’orlo della follia omicida – Dai, ti prego, portami a Mordor! Ci tengo
tanto! Non sono mai stato sul Monte Fato, il Maestro doveva portarmici in gita
d’istruzione quando avevo undici anni, ma non l’ha mai fatto!!-
- Andael,
io ti… aspetta…- il cuore della Mezz’aquila andò a mille. Era una cosa unica,
incredibile, fantasmagorica, mistica, religiosa, qualcosa che neppure un Valar
avrebbe potuto prevedere e controllare – Oh, Dei, hai avuto un’idea geniale,
Andael!!-
La frase
riecheggiò per i corridoi di Gran Burrone.
Molto,
molto, molto lontano, Saruman rabbrividì
Ikar
guardò Andael, strabuzzando gli occhi
- E’
un’ottima idea, pivellino implume!- lo lodò, ancora lievemente inquietata per
la rivelazione scioccante: Andael aveva un cervello, nascosto sotto centinaia
di incantesimi che non sarebbero mai riusciti veramente!!! – andiamo anche noi
a Mordor, poi prendiamo l’Anello e lo diamo direttamente al capo supremo!!-
bisbigliò
Intanto,
dalla parte opposta della sala, Boromir stava subendo le pressioni di Vanamir
(che si era staccato da Gimli, finalmente, e che pareva essersi ricordato di
avere un cugino (anzi due, ma Faramir non era lì presente… non chiediamo troppi
sforzi ad una mente ottenebrata dall’alcool!))
- Ma sì, sul serio, e poi io e mia
moglie avremo centoquindici virgola sei pargoli con le alucce verdine e la
polvere magica nel naso. Sarà una cosa fenomenale!-
Boromir
stava per impazzire. Non avrebbe tollerato altri cinque secondi di
quell’imbarazzante delirio
- E poi penso che prenderemo anche
un animale da compagnia. Pensavo ad un piccolo troll con le trecce ed un bel
fiocco rosa attorno al collo. Potremmo chiamarlo…-
- Basta!-
proruppe Boromir. E poi, subito dopo – vengo anch’io a Mordor!-
Glorfindel
sospirò, scuotendo la testa.
Ovviamente,
lui era l’unico abbastanza sano di mente da non farsi coinvolgere in quella
sottospecie di farsa, di pseudo-missione, di scampagnata in montagna, di
accozzaglia di idioti, di ammucchiata stratosferica dei peggiori scarti delle
varie razze.
Solo un
totale idiota avrebbe potuto proporsi per una missione simile…
- Portate
anche me, vero?- squillò in quel momento una voce femminile
Tutti si
voltarono contemporaneamente verso Konstantin.
- NO!- fu
l’unanime risposta
- Ma
perché? Potrei servirvi, sapete! Sono brava in tantissime cose!-
- Tipo?-
fece Boromir, scettico, sollevando un sopracciglio
- Tipo…
ehm… so cucinare.-
- No. Non
sai cucinare. Non sai nemmeno accendere il fuoco! L’ultima volta che ci hai
provato hai rischiato di dare fuoco a Minas Tirith!-
-
Menzogne!- la ragazza incrociò le braccia davanti al petto, mentre Andael
sentiva sbocciare in sé una strana simpatia nei confronti dell’imbranata – E’
successo solo perché tu avevi omesso di avvertirmi che la carta è
infiammabile!-
- Hai
cercato di preparare un the in biblioteca, razza di emerita sciocca!-
- Fa
piacere bere qualcosa di caldo, mentre si legge! Se tu non fossi un perfetto
analfabeta, allora lo sapresti!-
- Ehm.-
tossicchiò Elrond – Potremmo tornare a concentrarci sui progetti di distruzione
per l’Unico Anello?-
Ma venne
palesemente ignorato.
- Fatto
sta che io vengo. Perché se ci vai tu, non capisco perché io me ne debba
restare a casa! Vi portate dietro persino gli Hobbit, che è universalmente
risaputo che sono inutili!-
- Non ha
tutti i torti.- azzardò Andael – ma se proprio volete farla tacere, in modo che
la Compagnia
parta, posso sempre ricorrere all’Incantesimo del Silenzio e…-
- NO, NO,
ASSOLUTAMENTE NO!- esclamarono in coro tutti i presenti
- Niente
incantesimi di nessun genere, grazie.- fece Elrond, memore dei disastri
precedenti.
E così,
per evitare che Andael tentasse un incantesimo al quale forse non sarebbero
sopravvissuti, i Consiglieri decisero che Konstantin sarebbe partita assieme
alla Compagnia, e che la
Compagnia avrebbe avuto il permesso di legare Konstantin ad
un albero qualora si fosse dimostrata troppo difficile da gestire.
Così,
sotto stelle benevole, con l’unanimità dei presenti, ottimi auspici e con l’aiuto
di un abilissimo stregone, nacque la Compagnia dell’Anello (ed era ora, dato che sono
tre capitoli che cerco di concludere!!)
FINE CAPITOLO DICIASSETTESIMO
(AMEN!)
Ciao
ragazzi, chi si rivede!
Scusate
la mia assenza, ma non sono riuscita a trovare un attimo per continuare questa
storia. Oltretutto mi mancava l’ispirazione per scrivere cazzate
(effettivamente questo capitolo poteva essere molto meglio, ma sono ancora un
po’ scarsa… perdonatemi, prometto di fare di meglio in seguito!)
Un
bacione!!
CHARY
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Capitolo 18 *** Cugini ***
andael 18
CAPITOLO DICIOTTESIMO
CUGINI
Non posso
certo dire che la missione della Compagnia lasciasse ben sperare alla Terra di
Mezzo, ma di certo posso prodigarmi nel raccontare a voi le gesta dei nostri
eroi.
Pertanto…
cominciamo.
(Gran
Burrone, 25 dicembre 3018)
Era il
crepuscolo, quando la
Compagnia si mise in movimento.
Cioè,
precisiamo, in verità la compagnia avrebbe voluto mettersi in movimento molto
prima del crepuscolo, ma sapete come vanno queste cose, vero? No? Ignoranti… va
beh, allora ve lo illustro io.
Konstantin
doveva finire di preparare i bagagli per la partenza, Glorfindel non la
smetteva di farle raccomandazioni su raccomandazioni (“non morire, non uccidere
troppe persone, non uccidere i tuoi compagni, non cadere nel monte fato, nel
fidarti degli sconosciuti, non fidarti dei clown, non mangiare troppi grassi,
diffida dei carboidrati, lavati i capelli almeno tre volte al giorno, non
importa che il resto della compagnia non lo faccia, non prostituirti, non
accoppiarti coi Nazgul, non rimanere incinta, non drogarti, non fumare, non
leggere libri poco decorosi, diffida dei palloncini gonfiati ad elio, mangia
solo cibi biologici, non dormire da sola con gli Hobbit e non guardare mentre
si mangiano le caccole!”), Ikar aveva impiegato tre ore e mezza a spiegare ai
propri accompagnatori cosa fosse una mezz’aquila ed altre cinque ore e più per
tranquillizzare Elrond che no, non avrebbe ucciso nessuno nei propri scatti
d’ira e che no, assolutamente no, non si sarebbe trattenuta in intimità con dei
clown (chissà perché, ma i clown erano famigerati nemici della pace nella Terra
di Mezzo), Vanamir era riuscito (in un intero pomeriggio) a descrivere in un
breve libretto le proprie mirabolanti avventure nel Paese delle fate e poi,
miracolosamente, era ritornato sobrio, giusto in tempo per aggiungere il
proprio nominativo a quelli già presenti nella Compagnia, Gimli e Legolas si
erano sbaruffati almeno quindici volte, la più eclatante delle quali era
cominciata con il Nano che accusava l’Elfo si mettersi il lip-gloss della
Barbie (non sprecheremo altro tempo per confermare se la tesi di Gimli era
veritiera o meno…), Aragorn aveva limonato con Arwen, ma l’Elfa aveva preteso
cinque ore e tre quarti di preliminari e per il resto, coccole e smalto sulle
unghie. Povero piccolo Aragorn, penso abbia dalla sua la compassione di tutti
noi! Andael aveva ripassato incantesimi per tutto il giorno, ma aveva finito
per creare un vulcano in mezzo alla Sala del Consiglio, rischiando di uccidere
un po’ tutti quanti, per scatenare una burrasca, aveva lanciato fulmini e
saette per tutta Gran Burrone ed era persino riuscito a dare fuoco per tre
volte ai capelli di Lord Elrond. Insomma, le cose andavano tutte per il verso
sbagliato (anche perché Vanamir aveva deciso di portare con sé la sua valigetta delle beffe, con la quale si
era reso famoso, a Minas Tirith e dintorni, per gli scherzi idioti.)
Infine,
fra una cosa e l’altra, la
Compagnia partì al crepuscolo.
-
Fantastico, siamo già in ritardo sulla tabella di marcia.- protestò Ikar, che si
era messa a capofila vicino a Gandalf, per discutere con lui di alcune cose non
meglio definite
- Non
importa. Non abbiamo mica dato un appuntamento a Sauron.- disse Aragorn,
poggiando una mano sulla groppa dell’Aquila. Quella si voltò, ringhiando.
- Tocca
ancora le mie penne e giuro che ti becco via un occhio.-
- Non
litigate! Peace & Love! Dobbiamo essere tutti felici!- esclamò Konstantin,
saltando in avanti dalla propria posizione ed abbracciando il collo dell’Aquila
- Il
discorso dell’occhio e della beccata vale anche per te.- controbatté Ikar
-
Lasciala perdere.- sussurrò Andael alla propria improvvisata collega – sembra
cattiva ma non lo è. Cioè, lo è, ma possiamo convincerla a non esserlo più!-
Per
qualche secondo, poi, l’Apprendista tacque. Preparatevi. Stava per condurre una
riflessione seria, quasi malinconica.
Loro, lui
e Ikar, effettivamente erano i
cattivi. E se le cose si fossero messe per il peggio, forse sarebbero stati
costretti ad uccidere tutti quanti.
- Metti
via quel muso lungo, dai.- sorrise Konstantin, allungandogli una pacca sulla
spalla – sai, tu avrai anche un’accompagnatrice irritabile, ma io a casa ho un
marito semplicemente patetico.-
-
Concordo.- annuì Vanamir da dietro, che stava armeggiando misteriosamente con
una spada chiaramente non sua (voi forse non lo sapete, ma io sono convinta che
Vanamir non sappia nemmeno da che parte si impugni, una spada) – zio ha dei
problemi per nulla irrilevanti. Mia madre lo diceva sempre…-
- No, ti
prego, non ricominciare!- lo pregò Boromir – Zia non aveva tutte le rotelle che
giravano nel verso giusto.-
- Ma
perché? Solo perché era convinta che zio Denethor avrebbe finito per dare fuoco
a qualcuno e per fare una fine pietosa! C’è sempre tempo per dimostrare che
mamma aveva ragione!-
- Ti prego,
Vanamir, per la dignità della nostra comune famiglia, chiudi quella bocca.-
- Va
bene, va bene. Ma quando zio Denethor darà di matto e cercherà di ucciderci
tutti, allora non venire da me a lamentarti che non ti avevo avvertito.-
- Ti
preferisco sbronzo.-
Le cose
fra i cugini andavano avanti così più o meno da decenni. Ormai, tutti c’erano
abituati.
Il fatto
era che Vanamir, unico figlio della sorella di Denethor, aveva ricevuto
un’istruzione diametralmente opposta rispetto a quella dei cugini. Come se non
bastasse, suo padre, un capitano dell’esercito costretto a ritirarsi dato che
tre quarti della truppa non poteva più tollerarlo (scherzetti idioti, punizioni
prive di senso, battute alle quali bisognava ridere per forza altrimenti era
assai grave, missioni nelle quali neppure lui ricordava cosa bisognasse fare… e
questo solo nei primi tre mesi di servizio!), era un uomo esageratamente ilare,
l’esatto opposto dell’irritabile cognato, che aveva istruito suo figlio secondo
le più antiche tradizioni della sua famiglia, insegnandogli fin dall’età di sei
anni i peggiori scherzi di tutta la
Terra di Mezzo. E non esagero…
E se ne
resero mestamente colpa i membri della Compagnia quando, alla prima occasione
di combattere, si accorsero che le spade erano state incollate negli appositi
foderi e non avevano la minima intenzione di uscire.
-
Vanamir!- tuonò Boromir.
Suo
cugino si stava rotolando sul prato, ridendo come un emerito deficiente
-
Dovreste guardare le vostre facce in questo momento!!!-
Anche
Andael stava sghignazzando, ma lui perché aveva tentato di liberare le spade
dai foderi con un incantesimo che invece che sortire l’effetto desiderato aveva
scatenato nei presenti una crisi di risate incontrollabili.
Intanto
però era scesa la notte.
E potete
immaginare gli scherzi che riempirono quelle che sarebbero dovute essere
necessarie ore di sonno!!!
FINE CAPITOLO
DICIOTTESIMO
|
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Capitolo 19 *** Vanamir si diverte come uno scemo, mentre alla compagnia capitano cose da pazzi ***
andael19
CAPITOLO
DICIANNOVESIMO
VANAMIR SI DIVERTE
COME UNO SCEMO, MENTRE ALLA COMPAGNIA CAPITANO COSE DA PAZZI.
La
mattina seguente i membri della Compagnia stavano ancora cercando di
addormentarsi, ma ogni cosa sembrava congiurare contro di loro.
O
qualcuno in particolare...
Konstantin
aveva convinto Andael ad insegnarle qualche piccola magia, e non aveva voluto
sentire ragioni in merito. I due avevano fatto scoppiare un temporale e avevano
fatto apparire un grosso e furioso drago tutto nero.
Quando
finalmente Gandalf era riuscito a scacciare la bestia furente, il suo bastone
aveva preso a sprizzare scintille, a causa di un non meglio identificato
scherzo di… beh, potete immaginare di chi, vero?
-
BASTA!!- tuonò Ikar alla fine – Anche le Aquile devono dormire, razza di
mentecatti! Voi tre, chiudete quelle boccacce oppure… oppure vi cavo gli occhi
e vi faccio arrivare a Mordor a calci nel sedere!-
- E poi
cosa fai dei nostri occhi?- chiese Vanamir, stupidamente incuriosito
- … li
mando alle vostre famiglie?- azzardò la
Mezz’aquila, che non aveva proprio una risposta per ogni cosa
- Guarda
che mio zio sarebbe lieto della mia dipartita!-
- E tuo
padre?- chiese Ikar, perplessa. Gli umani erano ufficialmente qualcosa di
incomprensibile
- Morto.-
- Tua
madre?-
- Morta.-
- I tuoi
fratelli?-
- Non ne
ho.-
- I tuoi
cugini?-
Vanamir
alzò un sopracciglio, indicando Boromir
- Uno è
quello lì. L’altro non è poi così diverso da lui.-
Ikar
appoggiò una mano sulla spalla dell’interlocutore
- Sono
sinceramente dispiaciuta. Ehm… tua zia?-
- Morta.-
Improvvisamente
una padella colpì la nuca di Vanamir
- Devo
ricordarti che adesso SONO IO tua zia?- esclamò Konstantin, risentita, che
intanto si stava occupando di tutti gli scongiuri del caso
- Beh,
ok, mi correggo. Mia zia è quella laggiù… l’altra a cui caveresti gli occhi!-
- Ma
siete normali?- chiese Andael (da che pulpito…) – state parlando da dieci
minuti di una minaccia di Ikar… guardate che se lo fate ogni volta che minaccia
qualcuno, qui non ci arriviamo più, a Mordor.-
- Chiudi
la bocca, pivellino.- lo freddò l’Aquila, mentre da lontano si sentivano le
imprecazioni di Aragorn e Legolas, che si erano accorti che qualcuno aveva
nascosto una colonia di formiche nei loro sacchi a pelo, e le urla schifate di
Gimli, che nel proprio aveva trovato un completo di biancheria intima di chiara
manifattura Hobbit.
- Voi
tre!- minacciò Ikar, folgorando con lo sguardo Andael, Konstantin e Vanamir –
sparite immediatamente e non tornate prima che siano passate un paio d’ore!
Altrimenti vi faccio male.-
Dieci
secondi dopo, dei tre malcapitati non c’era più traccia.
Mentre
Vanamir si appartava dietro agli alberi per preparare altri scherzi idioti,
Konstantin ed Andael passeggiavano romanticamente sotto la luna
- Quindi,
fammi capire. Io dico “ara tipsa neeh”
e… miseria e quello che è?-
Nella
radura dove la Compagnia
si era accampata, Gandalf si rese conto che uno sciame di locuste furenti si
stava dirigendo rapidamente verso di loro.
-
Malediz…- riuscì a borbottare, prima che rane, cavallette, locuste, mosconi e
quant’altro di sgradevole esistesse in natura investissero lui e gli altri
compagni.
- Sì, sì,
è un incantesimo carino. Devo ancora capire come farlo funzionare, anche perché
dovrebbe accendere una piccola fiammella e invece… beh, abbiamo visto cosa
succede, no?-
Konstantin
annuì, interessata
- Da dove
vi conoscete tu e Ikar?-
- Siamo
partiti insieme da Isengard prima che il Maestr… ehm, volevo dire, il losco
traditore bastardo Saruman passasse al nemico.-
-
Capisco.-
- Tu,
come conosci gli altri?-
- Sono
stata cresciuta da Glorfindel. Povero Glorfindel, penso mi abbia detestata per
tutti i miei quasi ventisei anni di vita. Poi, l’anno scorso, se ne esce che mi
ha trovato un marito. Il resto è storia…-
Flash-back: se tutti
i matrimoni fossero così…
(Minas Tirith, primavera 3016)
Era il
momento più solenne ed importante dell’intera cerimonia, il momento che ogni
fanciulla sogna per tutta una vita…
- E vuoi
tu, Konstantin, prendere come tuo sposo Denethor figlio di Ectelion?-
-… … …
zzz…zzz…zzz….-
-
Konstantin?- il sacerdote celebrante arrischiò uno sguardo sotto il velo della
promessa sposa, il cui capo ciondolava in avanti con aria eloquente
-
Signorina?-
Boromir e
Faramir alzarono gli occhi al cielo
- Io la
uccido…- mormorò il maggiore, che stava per impazzire a causa della futura
“mamma” -… e poi scarico il suo cadavere nel fiume.-
-
Signorina?- il sacerdote tentava inutilmente di svegliare la ragazza
- Konstantin!- fece Faramir, risolvendosi
a tirare all’amica un sassolino
- Ahi!-
esclamò lei, svegliandosi di soprassalto - Cosa? Che succede? Quanti anni ho? E
voi chi siete? Io… noi… voi… TELETUBBIES!-
Silenzio
duraturo ed imbarazzato.
-
Scusate, devo essermi appisolata…-
Durante
il rinfresco, poi, ne capitarono di tutti i colori…
Tanto per
citarne una: un ballerino mezzo addormentato uscì dalla torta, e tutti
compresero che l’omino assoldato per l’addio al nubilato di Konstantin aveva
sbagliato torta (o forse un cugino a caso gli aveva rifilato le istruzioni
sbagliate… meglio non pensarci!)…
- Guarda
che non puoi odiarmi solo perché ho sposato tuo padre.- disse Konstantin a
Boromir, alla fine, mentre tutti se ne tornavano a casa per dormire un po’ – è
illegale.-
- E’
illegale anche invitare al matrimonio il mago sbronzo che dorme vicino alla
bottega del fabbro e fargli fare i fuochi d’artificio. Ed è anche illegale
finire praticamente nuda a fare strani balletti attorno all’Albero Bianco!-
- Dai,
ero solo un po’ sbronza! E poi, che diamine, se non ci divertiamo adesso…-
- Puoi divertirti
senza fare a gara di bevute con mio cugino, ti pare?-
- Ehi,
che volevi che facessi? Che ammettessi la mia inferiorità? Ma siamo
impazziti?!-
- Tanto
la figuraccia l’hai fatta comunque.-
- E’
questo il punto!- la ragazza si sedette sull’orlo di una fontana – la
figuraccia l’ho fatta io, mica tu! Non capisco come mai tu te le prenda tanto,
comunque!-
- Mi da
sui nervi il fatto che non puoi stare cinque minuti senza auto-umiliarti.-
- Beh, ma
se la cosa non mi tange, non vedo perché tu ci debba perdere il sooooooo…-
SPLASH!!!
- Proprio
quello che intendevo dire.- fece Boromir, con un sospiro rassegnato
Konstantin
cercò di uscire dalla fontana, fradicia come un cane a pelo lungo appena
riemerso dal mare, e si strizzò con noncuranza i lunghi capelli castani
- Sai
cosa faresti, se fossi una persona normale?- chiese a Boromir, con
un’espressione assurdamente seria – verresti in acqua con me. E la smetteresti
di fare la pigna in culo. Ti
divertiresti e non passeresti la vita a deprimerti.-
Rimase in
silenzio per qualche secondo, in attesa
-
Allora?- domandò alla fine, impaziente.
In tutta
risposta, Boromir le voltò le spalle e se ne andò, borbottando qualcosa sul
fatto che le ragazze sono proprio assurde.
Scemo,
scemo, e più scemo.
Fine Flash-back
- Anche
tu dici Teletubbies.- rilevò Andael, una volta che Konstantin ebbe finito di
raccontare
- Che?-
chiese lei, che si era distratta (come le capitava molto spesso)
- Quando
non sai che dire, anche tu dici “teletubbies”.-
- Lo
faccio da quando sono piccola. Anche se lascio immaginare a te quando
Glorfindel ne fosse entusiasta. Ho passato i miei primi nove anni di vita a
cercare di spiegargli cosa sia un teletubbie.-
- Perché,
lo sai?-
- No, ma
mi dava molto fastidio che non lo sapesse neppure lui!-
Molto
coerente.
Eppure,
che dire, fra Konstantin e Andael la coerenza era finita nelle ortiche da un
bel pezzo.
E forse
era proprio per questo che i due stavano diventato tanto amici.
FINE CAPITOLO
DICIANNOVESIMO
Ma rieccomi! Buongiorno a tutti,
in questa assolata domenica di aprile!! La primavera è nell’aria, e quindi
ridiamo alle spalle dei nostri amici della Compagnia che sono appena agli inizi
dell’inverno!!
Ringrazio innanzitutto chi ha
avuto il coraggio di seguirmi in questa pseudo-avventura, che un senso da
qualche parte dovrebbe anche avercelo! Grazie, siete i migliori, continuate a
seguire le avventure di Andael su questa rete!!
Secondariamente, scusate per il
lungo periodo di inattività… ehm, può capitare un calo della produzione! In
ogni caso, rieccomi!!! Farò del mio meglio per non scomparire più!!
Ringraziamenti nel dettaglio:
Illidan: ovvio che si portano
dietro l’idiota! Altrimenti, dove sarebbe il divertimento? All’inizio, Vanamir
non doveva neppure esistere, ma… ehm, ho visto che aveva delle “potenzialità”…
Evening_star: beh, modestia a
parte, Tolkien ed io abbiamo avuto una lunga discussione telefonica, nella
quale l’ho convinto a permettermi di svelare i retroscena della storia… nella
speranza che i Valar non mi distruggano…
BACI A TUTTI!!
chary
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Capitolo 20 *** Un evento oscuro e misterioso ***
andael 20
CAPITOLO VENTESIMO
UN EVENTO OSCURO E
MISTERIOSO
(Da qualche parte fra Gran Burrone
e l’Agrifogliere, 31 dicembre 3018)
- CAPODANNO!!-
Questo fu
l’urlo gioviale ed entusiasta che svegliò di soprassalto la Compagnia, che
interruppe lo spuntino di mezzanotte di Pipino, che blocco gli altri Hobbit
durante una partita a streep poker, che terrorizzò a morte il cavallino di Sam,
che fece prendere un mezzo infarto a Gandalf, che fece esultare Konstantin e
che attirò contro gli urlatori le bestemmie congiunte di due uomini, un elfo,
un nano e persino di una mezz’Aquila.
- E’
vero! E’ il primo giorno dell’anno 3019!- si ricordò Konstantin, che da qualche
parte era convinta di esserselo scritta, ma non ricordava dove (se avesse
alzato lo sguardo sulla propria guancia sinistra avrebbe avuto un’illuminazione
a riguardo, ma sapete bene che quando Konstantin può complicare qualcosa, lo fa
senza discutere…)
- Ma che
ce ne frega!- tuonò Ikar, che stava seriamente prendendo in considerazione
l’idea di ammazzare seduta stante tutti i membri della compagnia, di rubare
l’Anello e portarlo a Sauron e poi andare a farsi una lunga vacanza su qualche
indecoroso spunto di terra deserta, altrimenti noto come “isola”.
- Ma
come, Iky, bisogna festeggiare!- esclamò Andael, gioioso, il quale era uno dei
due creatori dell’urlo di inizio capitolo (l’altro, l’avrete capito, era il
sempre arzillo Vanamir)
- Adesso
prendiamo, brindiamo e festeggiamo!- propose Konstantin, iniziando a cercare
qualcosa nello zaino
- Per
favore!- protestò Gandalf, brandendo il bastone con aria minacciosa –
smettetela adesso, e dormire, oppure giuro che..-
-
TROVATO!- esultò Konstantin, estraendo dalla sacca una borraccia dall’aria
ammaccata
- Quello
sarebbe?- s’informò Vanamir, incuriosito
- …
sinceramente non lo so.- ammise la ragazza, con aria innocente – Me l’ha
venduto un mago perennemente sbronzo che abita…-
- … sotto
la bottega del fabbro.- completò l’altro, con un sorrisone che lasciava poco
spazio all’immaginazione – quel tipo era un mago, parecchio tempo fa. Adesso…
adesso gestisce una rivendita abusiva di alcolici. Quindi…- s’impossessò della
borraccia – adesso brindiamo!!-
Quale
fosse la gradazione alcolica del mistico intruglio di Josper il Variegato e
quanto la borraccia potesse contenere, questi sono misteri che solo il tempo
potrà svelare… ma a noi non interessa. Ci basti sapere che, a mezzanotte e
dieci in punto, metà della compagnia era sbronza.
Vi lascio
indovinare chi.
- No, sul
serio…- farfugliava Vanamir, praticamente appeso a Legolas – voi Elfi
dovressshte schmetterla... di fare ssschempre quelli che shhtanno buoni!-
- … … …
ti assicuro, mio sbronzo amico, che non sempre i miei connazionali sanno… stare
buoni, per più di cinque minuti.-
- Stai
parlando di… hic! (Scusate)… di … hic… hic… (maledetto singhiozzo!) di
Charanna?- intervenne Konstantin. I quattro Hobbit ronfavano, distrutti, sotto
un albero. Gimli stava facendo a pugni con un albero, Aragorn cercava di
fermare il delirio dilagante, Boromir si era allontanato nel bosco imprecando
selvaggiamente (magnifico sfoggio
d’educazione!)
- Sì.-
annuì Legolas – nel breve periodo che l’abbiamo avuta ospite a Bosco Atro, è
riuscita a terrorizzare tre quarti dei servi.-
- Cara
piccola Charanna… hic! (maledizione al singhiozzo!)… urla sempre… è un pochin…hic…o
isterica, qualche volt…hic!..a.-
-
Isterica a dir poco. Beh, adesso non so bene dove sia finita. Ho rinunciato a
capirla quando ha minacciato di estrarre dal mio corpo ogni singola goccia di
sangue.-
Ikar
incrociò le braccia davanti al petto
- Questa
qui già mi sta simpatica.- borbottò
-
Coooomunque.- riprese Vanamir, dilatando eccessivamente le vocali nel vano
tentativo di pronunciare una parola tanto complessa come “comunque” (le “q”
sono traditrici, che credete?) -… non chredete anche voi che… non lo schio cosa
volevo dire…-
-
Strano...- bofonchiò Aragorn, sottovoce, per non ledere eccessivamente
l’autostima del compagno di viaggio.
- E
adesso che facciamo?- chiese Gimli, che aveva appena perso lo scontro con
l’albero (che si rifiutava categoricamente di crollare sotto i colpi del Nano
privo di ascia – troppo difficile per la sua psiche ordinargli di andare a
prendere l’ascia di cui sopra…-) e che aveva ragionato faticosamente per oltre
dieci minuti per coordinare verso, pronome e avverbio. Per non parlare poi del
soggetto! Il soggetto sottointeso si era materializzato nella sua mente
stordita dall’alcool ed aveva iniziato a giocare a nascondino.
In quel
preciso momento era in agguato dietro ad un albero….
-
Adesso?- tuonò Ikar, che proprio non ce la faceva ad ignorare la situazione (e
che non se ne andava per controllare che
Andael, ubriaco, non finisse per rivelare il loro malvagio piano per la
conquista dell’Anello) – Adesso ve ne andate a dormire in silenzio, oppure
domattina russerete fino a mezzogiorno, poi berrete di nuovo e crollerete in
letargo! Col risultato che arriveremo a Mordor fra cinquant’anni, quando ormai
il Capo… ehm, volevo dire, l’Oscuro Signore sarà morto di vecchiaia o avrà
rinunciato alla tua titanica impresa di dominio del mondo!-
Silenzio
di tomba
Evidentemente,
il discorso di Ikar era stato troppo
complicato.
-
Attenzione…- sussurrò Gimli, con voce da cospiratore – il soggetto sottointeso
è in agguato dietro ai cespugli…-
Andael
guardò il Nano, mentre l’alcool gli suggeriva di credere al Nano e faceva
materializzare attorno a lui figure inquietanti di soggetti sottointesi… erano
esseri informi, lunghi e biancastri, crudeli e armati di strane mazze chiodate
invisibili… eh no, non erano i Nazgul. Lo sembravano, ma non erano loro.
- O
Valar, Ikar, i soggetti sottointesi attaccano!- gridò l’Apprendista stregone –
ma adesso li disintegro io… con il mio mitico incantesimo dell’evocazione
mostruosa!!-
- Oh no,
sta per rifarlo!- gemette Gandalf, che si era tenuto in disparte per tutto il
tempo – giù! A terra… prima che…-
Troppo
tardi. Andael concluse la formula. Una massa di gelatina alla mela si
materializzò in volo, schiantandosi sui membri della compagnia
- Oh no,
i soggetti sottointesi contrattaccano!!- esclamò Vanamir, ormai inglobato dalla
fantasticheria iniziata da Gimli – difendiamoci!-
E gridò
quell’ordine talmente forte che Boromir, dal boschetto vicino, lo sentì e,
convinto che qualche mostro feroce stesse cercando di sterminare la compagnia,
corse all’accampamento.
Venne
accolto da un avvertimento che gli riuscì particolarmente incomprensibile
-
ATTENTO! I SOGGETTI SOTTOINTESI SONO DIETRO DI TE!-
Ma non
ebbe tempo per domandare ulteriori delucidazioni. Cinque secondi dopo veniva
praticamente atterrato da Konstantin, ridacchiante, in camicia da notte, e
particolarmente sbronza
- E chi
sarebbero i soggetti sottointesi?-
chiese alla ragazza, che praticamente gli stava sdraiata sopra – Se tu e
Vanamir avete di nuovo combinato…-
Ma
Konstantin, non del tutto in possesso delle proprie capacità fisiche/psichiche,
lo interruppe, premendogli una mano sulla bocca
- Tu
parli troppo.- gli disse, guardandolo con occhi stranamente sereni.
-
Potresti lasciami respirare, Konstantin?- bofonchiò Boromir (in realtà disse
più qualcosa come “poprespi lascari brespibrare, Konstandin?”, ma noi abbiamo
interpretato e corretto per vostra maggior comodità)
La
giovane rimase immobile, per qualche secondo.
Dietro di
lei, Vanamir ed Andael stavano inscenando una breve danza indigena della
vittoria, per celebrare la ritirata dei soggetti sottointesi e l’eroico
sacrificio del nano Timbli, caduto sotto i colpi dei nemici (in realtà, Gimli
aveva sbattuto la testa contro una roccia nel vano tentativo di seguire i
soggetti sottointesi nel sottosuolo, fino alla loro città segreta, ma fa lo
stesso)
Konstantin
lanciò uno sguardo alla luna, una sottile falce argentea fra le nuvolette di
gas verdognolo evocate da Andael nel vano tentativo di accendere una pira
funeraria, poi mosse leggermente le dita, togliendo la mano dalla bocca di
Boromir
- Grazie
– disse lui – e se adesso tu volessi spiegarmi come mai…-
- L’ho
detto – mormorò la ragazza – io mi chiamo Konstantin e tu parli troppo.-
Poi,
mentre Boromir s’interrogava su dove le due affermazioni fossero collegate, lo
baciò con forza sulle labbra, cogliendolo decisamente impreparato
- Io mi
chiamo Konstantin…- bofonchiò la ragazza, affondando le dita fra i propri
capelli come per schiarirsi le idee – e stiamo andando a distruggere l’Anello.-
Infine,
esausta, semplicemente crollò addormentata.
FINE CAPITOLO
VENTESIMO
Buona pasqua a tutti
quanti, o simpatici lettori, perduti in questa landa di totale idiozia!! Avete
visto, noi qui abbiamo Pasqua e loro sono appena a Capodanno (anche perché
credo proprio che nella Terra di Mezzo la Pasqua non esista!!)!
Grazie e mille
auguri a tutti quelli che sono arrivati vivi e capaci di intendere e volere
fino al ventesimo capitolo di questa fic!!!
Ringraziamenti:
Evening_star: sei
stata l’unica a commentare lo scorso capitolo… grazie, oh anima prode e
coraggiosa!! Hai vinto un premio, che ti verrà recapitato da un mistico
soggetto sottointeso! Attenzione, guardati alle spalle!!! Kisses!!
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Capitolo 21 *** E cip cip cip, e co co co, e cra cra cra ***
andael 21
CAPITOLO VENTUNESIMO
E CIP CIP CIP, E CO
CO CO, E CRA CRA CRA…
(ovvero, il carnevale degli animali)
(L’agrifogliere, 8 gennaio 3019)
La Compagnia era in crisi esistenziale.
Dall’episodio
della sbronza, che Konstantin aveva abilmente dimenticato, i vari elementi
maturi e psicologicamente adulti del gruppo erano in totale disaccordo su che
strada prendere.
Senza
dimenticare i soggetti sottointesi, che erano ancora in agguato, da qualche
parte, probabilmente a preparare i propri piani assieme ai nuovi alleati, gli
avverbi.
C’era chi
proponeva quindi di passare per la
Breccia di Rohan (qui Konstantin aveva commentato che dare il
nome di “breccia” ad un luogo era abbastanza stupido ed assai poco
incoraggiante), chi votava per le recondite oscurità di Moria (e per la birra
che un certo cugino avrebbe fornito), chi tifava per il passo di Caradhras,
anche se non si capiva con che cervello si può proporre una passeggiata in
montagna in pieno inverno e con quindici gradi sotto zero.
Infine,
Vanamir proponeva di siglare un patto di pace coi soggetti sottointesi e di
passare attraverso il loro territorio (doveva essere rimasta un po’ della
brodaglia di Josper, nella borraccia dell’umanoide di cui sopra!).
- Ho
un’idea!- esclamò Andael – ci teletrasporteremo nel Monte Fato!-
Ma,
ovviamente, nessuno lo assecondò.
Il
giovane ed offeso apprendista decise allora di dare una dimostrazione della sua
straordinaria potenza e delle sue incredibile competenze tecniche.
Borbottando
qualcosa di sinceramente antipatico nei confronti dell’intera Compagnia, Andael
si allontanò dalla radura dove si erano accampati e, arrivato ad un luogo
relativamente appartato, si rimboccò convinto le maniche della tunica
- Bene,
bene. Com’erano le parole per il meraviglioso incantesimo del drago illusorio?-
si chiese, cercando nelle tasche della veste i bigliettini su cui aveva scritto
i suggerimenti (ancora per il compito in classe di quando aveva sei anni e
Saruman tentava ancora di cavare qualcosa di buono dalla sua zucca
proverbialmente vuota).
Trovato
infine l’agognato bigliettino, lesse a voce alta la formula.
Ma voi
non sapete forse una cosa: a sei anni, Andael sapeva scrivere… così così.
Insomma…
qualche schifezza grammaticale c’era di certo, per non parlare dei dittonghi e
delle macchie d’inchiostro.
Andael
aveva quasi terminato di decifrare a voce alta il suggerimento per la magia…. –
here tu catu hal…-, quando qualcuno tossicchiò piuttosto educatamente alle sue
spalle -…alma..AAAAH!-
L’apprendista
stregone sobbalzò ed il suo piccolo cuoricino maltrattato perse qualche
battito, mentre dalle punte delle sue dita scaturivano piccoli raggi rossastri
con macchiette triangolari color ocra.
- Che
stai combinando?- chiese il disturbatore, che poi altri non era che Legolas,
quando gli inquietanti lampi variopinti si furono spenti nell’alto dei cieli
- Mi
dedico allo studio dell’estetica.- rispose prontamente Andael
L’Elfo lo
guardò con assai poca convinzione, sollevando un sopracciglio
- Ah sì?-
chiese, perplesso – E come, di preciso?-
- Ehm…
sollevando ramoscelli e dipingendo le foglie…-
- Vedo.-
Silenzio
di tomba.
- Ok, mi
arrendo, stavo tentando di creare un’illusione ottica a forma di Drago, ma i
miei appunti erano troppo rovinati e quindi credo di averne combinata un’altra
delle mie.-
- Beh…
almeno non ci sono segni che un uragano si stia dirigendo verso di noi.-
Eppure…
beh, in un certo senso, c’era un uragano che si dirigeva verso di loro… ma era
di tutto un altro genere
- Sai,
Boromir.- stava dicendo Konstantin, qualche metro più a valle – Ieri notte ho
fatto un sogno chiarificatore.-
- Ovvero?
Hai sognato come ci libereremo degli Hobbit, dell’apprendista inutile e di
tutti gli uniti compagnoni?-
- No. Ho
avuto una reminiscenza platonica della notte di Capodanno.-
- E chi
sarebbe questo Platone?-
- Un
amico mio.- liquidò la questione Konstantin, agitando una mano – uno che veniva
a pulire le stalle dei cavalli quando davo troppo da mangiare al fedele
destriero di Glorfindel.-
- Un
pulisci-stalle?-
- Più o
meno. Io ho provato uno di quegli arnesi meccanici pubblicizzati dai Nani, ma…
ehi, ma noi stavamo parlando di tutt’altra cosa!!-
-
Davvero? Non me lo ricordo.-
- Beh, me
lo ricordo io… vero, che me lo ricordo io?-
- Temo di
no.-
-… ok.-
rassegnata, la ragazza si voltò verso Gimli – NANO!!- chiamò – E’ IL MOMENTO!
DEVI FARE QUELLA COSA!-
Gimli
sospirò
-
Capodanno…- disse, a mezza voce, e poi alcune eleganti imprecazioni nella
lingua di Moria
- Ah,
vero! Grazie Fimbl… ehm, Gimli. Ecco – molto seria, tanto seria da non
sembrarlo affatto, Konstantin incrociò le braccia davanti al petto e riprese il
discorso con Boromir – mi è tornata alla mente, dicevo, la conclusione della
festa di Capodanno, con me sbronza intenta a baciarti.-
- Che eri
sbronza è vero, ma sul bacio devo contraddirti: è stato Frodo a baciare Ikar.-
- COSA?-
tuonò la Mezz’Aquila
che, sfortunatamente per Boromir, aveva un ottimo udito – TU, PICCOLO, INUTILE
ESSERE!-
- Scusa,
scusa, devo essermi confuso. Volevo dire che Frodo e Gimli…-
- Dai,
piantala.- lo interruppe Konstantin, con un mezzo sorriso - … noi ci siamo
baciati, e…-
-
CACCHIO, MA QUELLI COSA SONO?- esclamò Pipino proprio in quel preciso istante,
indicando una massa nerastra che volava verso di loro
- E’ una
nuvola.- sbottò Gimli
- Sarà un
altro incantesimo di Andael.- sbuffò Aragorn
- O forse
tante macchie d’inchiostro che si muovono.- propose Sam
- Magari
delle coccinelle in bianco e nero.- azzardò Merry
- Mi
piace pensare che siano nemici.- sospirò Ikar
- Ma
perché tutto deve succedere quando io devo parlare di cose serie?- protestò
Konstantin.
Gli altri
la guardarono, perplessi
- Scusa
sai, ragazzina, se abbiamo interrotto le tue serie farneticazioni.- la
freddò Ikar, che forse vedeva di pessimo occhio che la giovane passasse tanto
tempo con Andael (e, non ditelo a nessuno, ma un testimone Nano che preferisce
rimanere anonimo, e che noi chiameremo… “Fimbli”… può giurare di averla vista
arruffare le penne in più di un’occasione!) – ma, sai, noi qui stiamo cercando
di portare a termine una missione seria.
Sai, con molta gente che potrebbe finire ammazzata.-
In
seguito, ogni membro della Compagnia tentò di dire la sua, creando una baraonda
assurda che avrebbe spaventato un esercito di mostri temerari e avrebbe fatto
invidia ad un circo con venti elefanti imbizzarriti. Non so se rendo l’idea.
In tutto
questo, nessuno si ricordava delle piccole creature nerastre che fissavano il
rudimentale accampamento.
-… ehm…
Gandalf… quelli non saranno mica i messaggeri di Saruman?- chiese in quel
momento Aragorn, che forse era l’unico che conservava un po’ di serietà
- No,
idiota.- ringhiò Ikar, che evidentemente era più incazzosa del solito – Sono
grossi corvi neri di razza crebain. Vengono dal Dunland, per lo più. Anche da
Fangorn, certi.-
- La sai
lunga sugli uccelli!- esclamò Konstantin, prima di ricordarsi che era ovvio, che Ikar la sapesse lunga sugli
uccelli, essendo una di loro.
- E
allora, cosa ci fanno qui quei graziosi uccellacci minacciosi volteggianti
sopra le nostre teste?- chiese Gimli, cercando di non far infuriare ulteriormente
la Mezz’Aquila
-… beh …-
se Ikar avesse avuto un minimo di abilità nel manifestare al mondo i propri
sentimenti, sarebbe arrossita. E invece niente. - … credo siano delle spie
mandate da Saruman.- concluse alla fine, mentre Aragorn si esibiva in profondi
gesti che indicavano come lui l’avesse detto diversi minuti prima.
- Ma cosa
fanno?- s’intromise Legolas, che aveva ricevuto un diplomino di bird watching
quando aveva sette anni – Stanno volando in cerchio, ma metà stormo gira verso
destra, e l’altra metà verso sinistra.-
- Stanno
prendendo certe zuccate!- rilevò Gimli, ridacchiando – così imparano, stupidi
volatili.- Ikar lo incenerì con uno sguardo, sfidandolo a ripetere
l’affermazione, ma Aragorn s’interpose fra i due futuri litiganti
- Gimli
non voleva offendere.-
-
Effettivamente… come mai alcuni corvi hanno le piume verde pisello?- domandò di
nuovo Legolas, l’attento osservatore della Compagnia – tu che ne pensi,
Andael?-
Silenzio
di tomba.
Una vena
iniziò a pulsare pericolosamente sulla tempia di Ikar
- DOV’E’
FINITO QUELL’EMERITO ….- è inutile che io riporti il seguito della frase,
perché tanto verrebbe censurata anche al pubblico adulto e persino a quello
millenario (ovvero a tutti gli Elfi che stanno leggendo, sempre che ce ne
siano).
Mentre la Compagnia cercava
Andael, nello stormo dei crebain la situazione stava peggiorando notevolmente.
Il
capo-stormo, Cra II, della famiglia dei Crakridi eseguiva pericolose evoluzioni
in aria, cercando di mangiare la coda del vice capo stormo, Cre III, della
famiglia rivale, i Crekridi.
I loro
seguaci, soprattutto gli intelligenti caposquadra Cri, Kree e Kreak (un anziano
caposquadra che, si diceva, avesse fatto la cacca sulla prima capanna costruita
dagli Uomini), avevano il piumaggio variopinto di tinte piuttosto imbarazzanti
e lievemente fluorescenti, cosicché gli altri crebain non erano sicuri di voler
seguire i loro comandanti o scappare da loro. Oltretutto una strana musichetta
fuoriusciva dall’unica femmina dello stormo, ogni volta che la poveretta
sbatteva le ali (quindi, molto spesso).
Questo,
capitava fra i poveri crebain del Dunland (anche se la famiglia dei Crekridi
era originaria di Fangorn)
E nessuno
dica che fare le spie del cattivo sia un lavoro facile!!
FINE CAPITOLO
VENTUNESIMO
Buon
giorno, lettori fedeli!!
Dato che
non ci sono annotazioni di rilevanza mondiale, passo a rispondere ai commenti!
ringraziamenti:
Illidan: Charanna
la incontreremo più avanti, probabilmente verso Lothlorien, e, credimi, non ci
deluderà! Per i soggetti sottointesi, ti consiglio di nasconderti in acqua: si
narra che abbiano il terrore dell’elemento liquido! Un bacio e tante grazie!
Moony
Potter: certo che mi ricordo di te! A proposito dell’altra storia, sto cercando
di riprendere a scriverla, perché non mi piace lasciare cose incompiute... speriamo
di rincontrarci lì! Comunque, grazie mille per la recensione! “fumetti viventi”
è proprio l’espressione adatta per Connie e Andael, hai proprio ragione! Per
quanto riguarda Vanamir, beh, è uno dei personaggi che mi diverte di più! Speriamo
che Sauron sia magnanimo con la compagnia e non ridacchi troppo forte... non
vorrei che i compagni mi si deprimessero troppo!! KISSES!
Fiamma93:
grazie, sei gentilissima! Un bacio
evening_star:
prima o poi doveva pur farlo... e, adesso che mi ci fai pensare, le pompe
funebri non sono un’idea così pessima... kisses!
ANCORA UN BACIO A
TUTTI!
L’AUTRICE
SOTTOINTESA.
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Capitolo 22 *** La storia dei Crebain ***
andael22
CAPITOLO
VENTIDUESIMO
LA STORIA DEI CREBAIN
Appunto volante: Salve. Lo so che non gliene frega
niente a nessuno della storia dei crebain, ma Ikar ha minacciato di staccare la
testa a tutti gli altri Compagni se non inserivo un appunto su questi grossi
corvi neri.
Dato che
non sono molto esperta di uccelli, inserirò ora la piccola relazione di Andael,
fatta per Saruman quando l’allora promettente discepolo aveva circa nove anni,
con alcune aggiunte di Legolas (certo che se la mena, con questa storia del bird-watching)
e alcune proteste di Ikar (che si è autonominata difensore dei diritti dei
crebain).
Ah sì,
quelle in rosso sono le correzioni di Saruman, solerte insegnante.
Scusate
per la brusca interruzione del pathos!
La narratrice onnisciente e
tuttavia sottoposta a maltrattamenti dai personaggi e soggetta al loro volere
(specie a quello di Ikar)
15 ottobre 3000 (proprio agli inizi del nuovo
millennio!), Torre di Isengard.
Relazione di Andael.
“La storia dei Crebbbain
Crebain”
Il
Maestro Saruman mi ha detto di andare ad osservare quei grossi uccellacci neri
che svolazzano attorno alla torre grande (uccellacci
è dispregiativo! ndIkar) e che si chiamano crebain. Sul libro c’è scritto
che vengono dal Dunland o dalla foresta di Fangorn, ma non è che a me interessi
molto, perché non ho mai visto né uno né l’altra, anche se il Maestro dice che
abitiamo molto vicini ad entrambi. Sono (i crebain, specifica il soggetto, maledizione!)
dei grossi uccelli neri, tipo corvi solo più grossi e sono tanto grossi che a
me hanno fatto paura perché le cose troppo grosse possono essere anche
pericolose (non
ripetere all’infinto la parola “grossi”!). Mangiano un po’ tutto
quello che gli dai (che dai loro, Andael! Il complemento di termine è plurale!),
e io ho gli ho dato (idem) quello che restava della mia ultima
pozione e hanno mangiato anche quello (hai fatto cosa??) (poveri crebain ndIkar) (ora
capisco perché sono usciti scemi. ndLegolas). Ho speripent sperimentato
da solo come funziona il loro appartato
diligente (apparato
digerente) perché mi hanno fatto un grosso caccone sulla manica
della tunica. Speriamo che il maestro non si arrabbi (scommetto che si è arrabbiato. NdLegolas). Una vecchietta che dava
da mangiare ai corvi mi ha raccontato che ci sono delle faibe (faide) fra le famiglie dei corvi. Non che io sappia cosa
vuol dire, ma lo scrivo lo stesso, così il Maestro sarà contento. I nemici
naturali dei crebain sono gli alberi grandi di Fangorn e anche gli umani quando escono con le balestre e
gli archi e fanno il tiro al bersaglio. Il Maestro dice che gli uomini sono dei
barbari (per la prima volta concordo con
Saruman. La cosa mi inquieta. NdLegolas). I crebain hanno tante piume e un
grosso becco. Penso che un giorno i maghi potrebbero usarli come spie bastarde,
anche se questa parola io non la potrei usare. Il loro saluto è stato “cra”.
Fine della relazione
Voto: per ora lascio
perdere. Sentirò il discepolo oralmente. Comunque, era meno peggio del
solito.
Beh, la
relazione finisce qui, ma dato che avanza spazio passo a raccontare il profondo
dialogo che Ikar ed Andael ebbero dopo che la Mezz’Aquila fu riuscita a trovare il proprio
“cavaliere”, non molto abilmente nascosto dietro ad un cespuglio
-
Cacchio, Andael!- tuonò Ikar, furente – hai di nuovo colpito con un incantesimo
lo stormo dei crebain!!-
Di nuovo.
Su questa
affermazione bisogna inserire una breve spiegazione.
Non
avrete mica pensato che bere gli avanzi della pozione di Andael avesse lasciato
inalterate le facoltà psichiche e fisiche dei corvi!
Ovviamente
no. I poveri uccelli avevano iniziato a colorarsi di varie tinte, che poi sono
gli stessi colori che ritroviamo come tinture permanenti nei piumaggi di Cri,
Kree e Kreak
-
Veramente…- proseguiva intanto il mortificato apprendista -… io volevo richiamare
l’incantesimo del dragone illusorio… ma… beh, devo aver sbagliato qualcosa… ma
è stata colpa dell’Elfo che mi ha subdolamente sorpreso alle spalle… ehm… devo
aver…- Andael abbassò la voce, forse nella speranza che Ikar non sentisse la
fine della sua confessione -… colpito i crebain.-
- HAI
FATTO IMPAZZIRE LE SPIE DEL CAPO!- ringhiò la Mezz’aquila, salvo poi ricordarsi che,
teoricamente, il loro capo NON era Saruman né una qualsivoglia entità malvagia,
e si limitò a fulminare Andael con uno sguardo che era semplicemente furioso
- Scusa,
Ikar… sono proprio scemo.- si scusò il giovane apprendista.
La Mezz’aquila scosse il capo, con un
sospiro rassegnato.
Poi
allungò una mano, e scompigliò i capelli mori di Andael
- … no.
Sei solo un pochino imbranato.- disse poi, a mezza voce. E poi, passato il
momento di straordinaria tenerezza, gli tirò un colpo sulla nuca – e adesso
muoviamoci, prima che quegli altri emeriti idioti degli eroi di turno mandino
definitivamente a quel paese la nostra missione!-
A
proposito, lettori attenti… avete per caso notato una certa mancanza, in questo
capitolo?
Bravissimi!
Vanamir è sparito!
Complimenti,
l’avete capito prima di suo cugino.
In questo
preciso istante l’immaturo nipote di Denethor è seminascosto in una buca (sotto
un cespuglio spinoso) che un po’ dorme e un po’ confabula con le talpe.
Tranquilli,
mi accerterò personalmente che la
Compagnia lo tiri fuori dal buco, prima di ripartire verso la
meta designata: il passo di Caradhras.
FINE CAPITOLO
VENTIDUESIMO
Madonna, ventidue
capitoli! Certo che la Terra
di Mezzo è fortunata ad essere ancora integra! E, fossi in voi, io andrei ad
accendere un cero all’altare di qualunque sia la vostra divinità prediletta,
perché se state leggendo questo messaggio, vuol dire che la stupidità di Andael
non ha ancora corroso le vostre cellule celebrali! Cantiamo un inno alla sanità
mentale che comunque non abbiamo più!!
Ringraziamenti
Illidan: ECCO, che cosa ha fatto a quei
poveri uccelli! E figurati se la demenzialità di Andael è a questi livelli nel
capitolo ventiduesimo, cosa accadrà quando finalmente saremo nel cuore di
Mordor! Aiuto!! Kisses
Evening_star: hai ragione, gli Elfi mi
avrebbero fatto fare una brutta fine! Tuttavia, che posso farci, è la mia
natura! E ormai è fatta: io mi diverto troppo a scrivere questa storia, per
smettere! Aggiorno spesso perché, per l’appunto, mi diverto e, credi, non mi
bloccherò di nuovo tanto presto! Kisses!
Calliope/Moony Potter: vedrai, vedrai, avverbi e soggetti
sottointesi ritorneranno! Mi fa davvero piacere che i personaggi ti stiano
simpatici… è una delle mie grandi preoccupazioni, ogni volta che scrivo.
Capiscimi, io, come “mamma” dei personaggi che creo, li vedo sempre perfetti! Un
bacione!!
ANCORA UN BACIO A
TUTTI E….
ATTENZIONE ALLE
CACCHE DEI CREBAIN!
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Capitolo 23 *** Sul Caradhras fa freddo ***
andael23
CAPITOLO
VENTITREESIMO
SUL CARADHRAS FA
FREDDO
-
Ragazzi, di passare per di qua non se ne parla.- concluse Gandalf, dopo che
ebbe seguito a lungo il volare confuso dei crebain – non possiamo permettere
che quei corvi vadano a riferire a Saruman.-
Povero Gandalf!
Se fosse stato un po’ meno impegnato a controllare che i vari elementi poco
maturi della Compagnia non distruggessero anzitempo la Terra di Mezzo (Vanamir era
uscito dalla buca, ma ora aveva sfidato Konstantin ed Andael a fare i
giocolieri, bendati, con delle torce accese e con delle grosse spadone
sottratte agli altri compagni. Legolas, appoggiato ad un albero, aveva
inizialmente tentato di separarli, ma alla fine aveva concluso che era troppo
divertenti vederli in quelle condizioni, e aveva deciso di godersi lo
spettacolo), si sarebbe di certo reso conto che i crebain non erano nelle
condizioni adatte a riferire un bel niente.
Oltretutto
Saruman avrebbe saputo comunque la loro decisione, visto che Ikar gli aveva
spedito una lettera proprio quella mattina, sul far dell’alba, quando
Konstantin si era addormentata durante il turno di guardia e Gimli si era
allontanato per fare pipì.
-
Tenteremo di dare la scalata al Caradhras.- spiegò Gandalf.
Detto
questo, di nuovo ogni compagno urlò la propria opinione, come ormai stava
diventando un’abitudine del gruppo.
-
Mettiamola ai voti.- propose Aragorn, tentando di preservare la democrazia (ed
il proprio udito, dato il volume delle urla)
I
risultati della votazione furono: tre persone erano favorevoli a passare per il
minaccioso monte, mentre nove erano contrari. Vanamir si astenne, dato che
stava cercando disperatamente di spegnere il fuoco che aveva appiccato alla
coda di Billy, il pony di Sam.
Quindi,
tecnicamente, la Compagnia
sarebbe dovuta partire per Moria ma…
- Ma si
da il caso che non siamo in una democrazia!- aveva esclamato Ikar, la terza a
votare per il monte – Quindi preparate le sciarpe e i berretti: scaleremo il
Caradhras!-
(11 gennaio 3019, piccolo sentiero
sul Caradhras, dimenticato dai Valar e da tutti gli esseri viventi)
Il Monte
Caradhras era una delle cose più inquietanti che Konstantin avesse mai visto.
Più
inquietante di Denethor in mutande. Beh… insomma… quasi più inquietante di
Denethor in mutande.
Ma la
ragazza non poteva dirsi veramente spaventata: non c’era spazio per la paura,
nella Compagnia.
Gandalf
avanzava a capofila, mentre Aragorn chiudeva il gruppo. Gli Hobbit erano
praticamente sommersi nella neve fresca, che era caduta per giorni e che
continuava a cadere. Gimli era scomparso da parecchio sotto il soffice manto
bianco, tanto che gli altri compagni avevano legato alla barba del Nano alcuni
rametti, in modo che Gimli, muovendosi, facesse rumore. E quindi la Compagnia sapesse sempre
dov’era.
Andael
proseguiva dietro ad Ikar, in forma umana per non rischiare di danneggiarsi le
piume, e teneva la testa china, cercando di staccare dalla propria lingua un
ghiacciolo che gli si era attaccato quando… beh, quando si era messo a leccare
un pezzo di ghiaccio, cercando di capire che gusto aveva l’acqua gelata,
notoriamente insapore.
Vanamir
chiacchierava con nessuno in particolare, visto che Ikar aveva minacciato di
ucciderlo se continuava a parlare con lei.
Quindi,
la compagnia stancamente avanzava.
- Non mi
piace questo posto.- mormorò Konstantin, stringendosi nel pesante mantello –
non mi piace neppure un po’.-
Andael
comparve alle sue spalle, tirandole una ciocca di capelli
- Vedila
dal lato positivo.- biascicò, sempre impegnato col pezzo di ghiaccio
- C’è un
lato positivo?- chiese la ragazza, che sembrava privata del suo usuale
ottimismo
- Certo…
almeno tu non hai un ghiacciolo che importuna la tua lingua!-
I due
risero, sottovoce, mentre Ikar e… qualcun
altro (che preferisce rimanere anonimo per stupide ragioni di presunta
dignità) li guardavano, cercando di non farsi notare.
-
Aspetta.- sorrise Konstantin, afferrando il pezzo di ghiaccio – ci provo io.-
Intanto,
fra un sentiero e l’altro, era arrivata la sera.
E va bene
che la Compagnia
aveva uno spiccato senso del sadomasochismo, ma nessuno avrebbe mai continuato
la scalata al buio.
Mentre
gli altri compagni montavano il rudimentale accampamento, Andael e Vanamir si
organizzavano per giocare uno scherzo agli Hobbit mezzi congelati.
- Sapete,
cari Hobbit…- esordì l’apprendista stregone – le antiche leggende narrano che
su questa montagna si nasconde un feroce mostro… chiamato… Gatto delle Nevi.-
- E com’è
fatto, signor Andael?- chiese Sam, che se la stava già un po’ facendo addosso
- Sembra
un uomo, ma in realtà è anche un gatto… e un pupazzo di neve! E’ molto feroce…
un carnivoro! Un mostro sputaneve che divora gli innocui viaggiatori!- declamò
Andael con tono minaccioso. Intanto, Vanamir si avvicinava di soppiatto alle
spalle degli ignari Hobbit.
Dall’altra
parte dell’accampamento, Konstantin stava cercando di cucinare la minestrina
liofilizzata (Glorfindel gliene aveva cacciate di straforo alcune buste nello
zaino, prima che la ragazza partisse…) e, al contempo, di non pensare a dove si
trovava.
Aveva una
matta paura dei monti, da quando riusciva a ricordare.
Ricordava
che, una volta, Glorfindel aveva cercato di portarla a fare una gita sui monti
vicino a casa. Lei si era messa a strillare e a pestare i piedi, finché l’Elfo
aveva ceduto.
Da quel
giorno, non era più salita su una montagna.
Oltre a
spaventarla, le mettevano addosso una terribile malinconia.
- Noi due
non avevamo un discorso in sospeso?- le chiese all’improvviso la voce di
Boromir, facendola sobbalzare.
Konstantin
si voltò verso l’uomo, cercando di recuperare il cucchiaio di legno che le era
caduto
- Sì. Ma
tu conosci la mia memoria a breve e lungo termine, e sai che è parecchio
scarsa.-
- Beh,
allora non parliamo.-
- Va
bene. Fissiamoci negli occhi e basta.-
I due si
guardarono. In silenzio. Non c’era molto da dire, in effetti
- Tu e
Andael state diventando molto amici.- constatò Boromir, ad un tratto
- Sì.-
annuì Konstantin – è simpatico. Assomiglia a tuo cugino.-
- Non è
mica una cosa positiva.-
- Ah ah.-
- Ti
piace la neve?-
-… no.-
Konstantin diede una scrollata di spalle, rabbrividendo – allora, c’è qualcosa
che devi dirmi?-
Ora, io
sono certa che voi lettori sapete quando Boromir fosse una persona razionale e
piuttosto seria, che di certo non si sarebbe mai perso in scemenze durante una
missione di vitale importanza. Lo sapete, ormai. Bravi.
Adesso
dimenticatelo.
Perché,
mentre la neve fioccava attorno a loro, e le urla degli Hobbit rischiavano di
causare una piccola valanga, Boromir di Gondor prese fra le mani il viso di
Konstantin, e la baciò forte sulle labbra scarlatte, perché lei era bella, era
dolce, era completamente fuori di testa.
E poi
perché era da Capodanno, che Boromir voleva baciarla di nuovo.
FINE CAPITOLO
VENTITREESIMO
Beh, non potevo mica
non aggiornare oggi, che è il mio 18° compleanno!!!
Allora, arrivati a questo punto,
qualche lettore sarà interessato a sapere che, per la storia del passaggio per
il Caradhras, mi sono rifatta più al libro che al film, in quanto… boh, mi
garbava così… In questo capitolo non si nota affatto la differenza, ma nel
prossimo sì. Credetemi.
Quindi, passiamo ai
ringraziamenti!!
Calliope: grazie mille per le
“osservazioni da temino di prima elementare” che, non so agli altri autori, ma
a me fanno un sacco di piacere! Oltretutto sono davvero felice che qualcuno
apprezzi il genio incompreso della compagnia!!
Illidan: nessuno ha mai detto che
le trovate di Vanamir siano tutte prive di senso! L’importante è che non
insista con la compagnia per portare le talpe a Mordor con sé! Sarebbe
imbarazzante!
Evening_star: eh sì, povero punto
e virgola! Il fatto è che questo innocente segno di interpunzione mi è inviso
sin dalla più tenera infanzia. E’ una pessima abitudine, ma non lo uso quasi
mai! Proverò a rimediare!
Fiamma92: già, poveracci!!
ANCORA UN GROSSO
BACIO A TUTTI QUELLI CHE HANNO LETTO/RECENSITO!!
Chary
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Capitolo 24 *** Un Monte incazzato ***
andael24
CAPITOLO
VENTIQUATTRESIMO
UN MONTE INCAZZATO
-
Aaaaah!-
Proprio
durante il momento magico, gli Hobbit avevano rovinato tutto.
Rotolandosi
nella neve, gridando, terrorizzati, cercavano di fuggire dal mostro che li
inseguiva, determinato a cibarsi delle loro cervella… beh, insomma, detta
facile senza perdersi in complessi sofismi e giri di parole: stavano scappando
da Vanamir con un mantello sulla testa.
Cavolo,
che paura, direte voi.
Ma noi
tutti sappiamo che gli Hobbit sono codardi per natura, quindi…
- Immaturi!
Sconsiderati! Scriteriati! Deficienti!- gridava Gandalf, cercando di frenare
gli Hobbit terrorizzati che continuavano a scappare, nonostante Vanamir ormai
non li inseguisse più, e si fosse fermato a chiacchierare con Gimli ed Ikar
- Secondo
me – stava dicendo l’Aquila – questo posto è un cesso.-
- Non
offendere il monte!- la riprese Gimli – dalle mie parti si dice che ha una
volontà sua… ascoltate tutti… il Caradhras esiste da molte migliaia di anni… ed
era un gran bastardo quando ancora Sauron portava il pannolino (veramente nel
libro il passaggio è molto più drammatico e solenne, ma che diavolo….)-
- Ma dai,
solo voi Nani potete credere a queste stupidaggini!- rise Vanamir che, come la
maggior parte degli Uomini di Gondor, aveva perso il gusto per le antiche
leggende – anche se mia mamma diceva sempre che…-
- Non
interessa a nessuno sapere cosa pensava tua mamma.- lo freddò Ikar – questo
posto è un cesso e sfido chiunque a dire il contrario.-
In quel
momento, una frana sommerse gli Hobbit, che si stavano appena riprendendo dallo
shock dell’attacco di quello che ancora consideravano un mostro feroce.
- Beh, le
coincidenze esistono.- ammise la
Mezz’Aquila, serafica
Iniziò a
nevicare. Forte. Una vera e propria tormenta di neve
- Ikar,
per l’amore dei Valar, sta’ zitta!- la riprese Gandalf – altrimenti per noi
sarà la fine!-
- Cioè,
avete paura di una nevicata? Insomma, siamo in montagna, è normale che
nevichi…-
In quel
momento un grosso ghiacciolo si staccò da chissà dove e prese a volteggiare
nell’aria, scrivendo qualcosa nella neve
-“IL MONTE E’ INCAZZATO NERO”- lesse Legolas, con un sospiro – E
mi sa che questo pone fine a tutte le inutili discussioni sulla personalità
intrinseca del Caradhras.-
- La
minestra è pronta!- annunciò Konstantin in quel momento
Così,
costruito un rifugio alla buona (e ripescati gli Hobbit da sotto la neve), i
Compagni si unirono per mangiare.
-
Ragazzi, non preoccupatevi!- disse Andael, dopo aver trangugiato la brodaglia
(detto così sembra disgustosa ma, credetemi, non era poi così tremenda!) –
adesso faccio una magia potentissima, e faccio smettere di nevicare!-
Il
giudizio unanime della compagnia fu “no, ti prego, no!”, esclusa Konstantin che
sorrise in direzione del mago, strizzandogli l’occhio in segno di
incoraggiamento. E questo fu permesso sufficiente (non che Andael avesse mai
chiesto il permesso a qualcuno, prima di operare i suoi piuttosto dubbi
incantamenti…)
- Sahas Na de turututu!!- declamò, con fare solenne.
La neve
cessò improvvisamente di cadere, ma venne sostituita da piccole palline rosse
che, appoggiandosi delicatamente o meno sul manto nevoso, diventavano brufoli
rosso vivace.
-… ehm…-
tossicchiò Andael – mi sa che stavolta l’ho fatta grossa per davvero…-
- Che hai
combinato, apprendista inetto?- tuonò Ikar
-… ehm…
credo di avergli fatto venire il morbillo.-
- Hai
attaccato il morbillo AD UN MONTE!-
- Sì.-
ammise l’apprendista, contrito. – Mi sa che adesso ha ragione di detestarci.-
-
Fantastico.- sospirò la Mezz’Aquila,
rassegnata – qualcosa mi dice che adesso smontiamo baracca e burattini e
andiamo tutti a Moria.-
E,
ovviamente, così si fece, dato che ormai era chiaro che, nella Compagnia, non
c’era un regime democratico.
Borbottando
generalmente sul fatto che “beh, forse è
meglio così”, i compagni affrontarono la perigliosa discesa dal Caradhras.
(che tanto perigliosa poi non fu, escluso Andael che inondò Konstantin con una
polverina verde di dubbio utilizzo che la fece starnutire per tre quarti
d’ora).
Il Caradhras li aveva sconfitti.
O forse
no.
Insomma,
il morbillo l’aveva preso lui, no?
FINE CAPITOLO
VENTIQUATTRESIMO
Sì, VA BENE, ammetto
che avevo promesso di non sparire più… ma mi sono talmente tanto infuriata col
computer che mi ha cancellato metà di questa storia che per un po’ non sono più
riuscita a lavorarci come Dio comanda…
Tuttavia, eccomi di
nuovo qui!!
Una piccola annotazione: la frase
sottolineata è originale del libro del Signore degli Anelli!
Ringraziamenti!
Illidan: Oddio, l’idea di essere
perseguibile per questa storia mi inquieta… mi manderebbero in un manicomio o
mi darebbero l’incapacità di intendere e volere? Mah, forse è meglio non
saperlo mai… Baci!
Evening_Star: guarda, la
minestrina liofilizzata mi ha accompagnata per anni di uscite estive in camper
con mio zio e mio cugino (ho un flash di mio cugino che cucina la suddetta
minestrina mentre io, di anni sette, lo guardo con aria perplessa,
probabilmente coi tuoi stessi dubbi!!)… e poi si vedono i risultati! Ah sì,
detto per inciso, Boromir è felice che anche tu reputi che meno Konstantin sta
assieme ad Andael e meglio è! Baci!
Fiamma93: che simpatica che sei… e
io che pensavo di aver scritto un pezzo patetico… salvi gran parte della mia
autostima, grazie!! Kisses
Calliope: ed ecco a te la fine
dello scherzo agli Hobbit (poveri Hobbit)… e poi, sì, siamo quasi arrivati a
Moria! Potere alla Compagnia che può spaventare un Balrog!! Bacio!
Ancora grazie a
tutti quelli che sopportano con animo stoico le mie usuali sparizioni!!
CHARY
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Capitolo 25 *** E ci manca solo il lupo cattivo ***
andael25
CAPITOLO
VENTICINQUESIMO
E CI MANCA SOLO IL
LUPO CATTIVO
(12 gennaio 3019, anonimo sentiero
verso la Porta
Occidentale di Moria)
Per far
tacere gli Hobbit, la
Compagnia stava affrontando la decima pausa da quando, tre
ore prima, si erano messi in marcia. Insomma, peggio di una classe di prima
elementare in gita scolastica.
Konstantin
continuava a starnutire per la polvere che Andael le aveva fatto
inavvertitamente inalare, gli Hobbit si lamentavano per la fame, per la paura,
per lo scherzo che finalmente avevano capito esser stato loto fatto (Vanamir li
aveva convinti che l’Apocalisse sarebbe giunta se avessero pestato una formica
e loro avevano camminato in punta di piedi da quando erano scesi dal Caradhras,
sudando sette camicie), Gimli fischiettava allegramente, a capofila,
sostituendo le parole originali della canzone con frasi insensate che
riguardavano la birra, il fuoco e il maiale salato.
Legolas e
Aragorn si erano rassegnati al peggio, e giocavano a dadi, sotto un albero,
mentre Ikar sbraitava dietro ad Andael, che provava a truccare il gioco con i
suoi incantesimi e che aveva già fatto animare le radici, fatto piovere un po’
di brodo caldo e persino trasformato l’arco di Legolas in una fionda.
Pertanto
l’Elfo aveva rincorso il mago per tutto il provvisorio accampamento, brandendo
un ramo, finché Gandalf, impietosito dalla sorte che minacciava l’apprendista,
non aveva invertito l’incantesimo, restituendo a Legolas il suo arco.
Infine,
Vanamir stava scavando una buca nel terreno, convinto che là sotto si celasse
un tesoro segreto o qualcosa del genere e Boromir cercava stoicamente di
convincerlo a desistere, senza molti risultati.
Alla
fine, stremato dalle lamentele degli Hobbit, Aragorn prese a tirare loro delle
mele, affinché placassero il loro appetito (O nella speranza di stordirli con
una bella botta in testa).
- Tirane
una anche a me, dai.- chiese Konstantin – Che ho pure saltato la colazione, fra
uno starnuto e l’altro.-
Aragorn
annuì, tirando il frutto all’amica e rischiando di romperle il naso.
Soffiandosi
il naso dopo un poderoso starnuto, la ragazza morse la mela e… cadde
addormentata.
- Che fai
adesso?- le chiese Legolas, scrollandola per la spalla
- Direi
che dorme.- dedusse Ikar – potremmo lasciarla qui e andare a Mordor senza di
lei. A votazione!-
- No, no,
no.- intervenne Aragorn – non se ne parla neppure. Perché ho promesso a
Glorfindel di prendermi cura di lei e se torno ad Imladris senza di lei quello
mi ammazza.-
- HO
CAPITO IL PROBLEMA!!- esultò Andael – Probabilmente si trattava della Polvere
delle Favole!-
- Non è
possibile.- si lamentò Gandalf – non parli di quella assurda magia che viene
insegnata ai bambini di sette anni quando devono restare a casa da soli?-
- E’
l’unica polvere che mi sia sempre riuscita!!- l’espressione di Andael non
lasciava spazio ad ulteriori commenti.
- E
adesso che facciamo?-
- ODDIO,
COS’E’ STA’ COSA?- esclamò Vanamir proprio in quel momento, perché dal buco che
stava scavando erano sbucati sette nani, fischiettando.
Uno era
una massa di peli, barba, capelli, baffi, non aveva assolutamente nulla che non
potesse essere trattato con un pettine, escluso un bastone con il quale si
aiutava a camminare e che, al contempo, brandiva come arma.
Dietro di
lui veniva un Nano, che aveva qualcosa di simile a Gimli, solo che aveva la
barba più scura, che teneva per mano una… cioè… qualcosa che somigliava a… beh,
era probabilmente una Nana, ma meno se ne parlava meglio è.
Per
ultimi, uscirono dal buco quattro nanetti più giovani, con le barbe corte, uno
uguale all’altro.
-
FIMBLI!!- gracchiò il primo Nano
- Zio
Fundin!!- esclamò Gimli – Ancora non hai capito che mi chiamo Gimli???-
- Sì, sì,
questi Nani di oggi… siete come sassi ricoperti di marmellata alle ortiche!-
Il Nano
che somigliava a Gimli pose una mano sulla spalla del Nano che era Gimli
- Papà è
completamente andato. Non ha più contatti con la realtà sensibile…-
- E
questi chi sono?- chiese Ikar, arricciando il naso
- Questo
– spiegò Gimli, indicando il Nano sommerso dai peli – è mio zio Fundin. Dietro
di lui c’è mio cugino Balin, signore di Moria, che dovrebbe essere a Moria,
anche se a Moria non ci sta e approfondirò questo dettaglio. Con lui ci sono
sua moglie e i suoi quattro figli, dei quali non ero a conoscenza
dell’esistenza.-
-
Cugino!!- esclamò Balin – a Moria succede di tutto! Ci sono Orchetti ovunque,
frecce, c’è mia suocera in città, che meno la si vede e meglio è… e poi
tamburi, un casino pazzesco, e papà non ce la faceva più, e allora andiamo
tutti in vacanza altrove.-
-
Fantastico. Abbiamo appena scoperto che per Moria non si può passare.- fece
Gandalf.
- No, no,
no. Per Moria si passa comunque. Anche perché sennò abbiamo esaurito i
possibili passaggi! O ci mettiamo tutti a volare, oppure niente.- precisò Ikar
- Bene.
Allora ci armiamo, andiamo a uccidere gli orchetti, spuntiamo le frecce,
sfondiamo i tamburi, mandiamo lo zio Fundin a fare villeggiatura da qualche
parte… e per quanto riguarda la suocera, caro cugino – proseguì Gimli,
ammiccando a Balin – la scacciamo da Moria a calci nel sedere!-
- Buona
idea!- esultò il signore di Moria, ricevendo uno scapaccione in risposta dalla
moglie
- Non
trattare male MIA MADRE! E comunque
saluta tutti che dobbiamo andare via. Le mie sorelle ci aspettano da quasi tre
ore e siamo molto in ritardo!-
- No…-
piagnucolò Balin – le tue sorelle noooo…-
Così, i
sette Nani si allontanarono, fischiettando qualcosa.
- Di lei
che ne facciamo?- chiese Ikar, che stava scuotendo Konstantin con la punta di
un’ala, guardandola con aria scettica – abbiamo appurato che lasciarla qui non
si può, pertanto…-
- Beh, se
la memoria non m’inganna…- risolse Gandalf – bisogna rispettare il copione
della favola scelta dalla pozione. Avete presente? L’incantesimo si spezzerà
quando la ragazza riceverà il primo bacio del vero amore. Riassumendo in
maniera meno poetica… qualcuno deve baciarla.-
Silenzio
di tomba.
FINE CAPITOLO
VENTICINQUESIMO
Sono veramente lieta di annunciare
che la mia Musa ispiratrice ha fatto ritorno da quello strano viaggio del quale
non vuole parlare a nessuno… stiamo discutendo animatamente per come evolvere
questa storia… ma abbiamo deciso che dovremo accompagnare Andael per manina fin
dentro a Mordor, per evitare che distrugga il mondo e non l’Anello!!
Ringraziamenti:
Evening_star: hai ragione, Andael dovrebbe
incanalare la sua abilità nell’incasinare ogni cosa per dominare il mondo!!
Sarebbe lo stregone-combina guai più potente dell’intera Terra di Mezzo!! Per
quanto riguarda Konstantin e Boromir… vedrai nel prossimo capitolo! Un
grandissimi bacio!
CHARY
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Capitolo 26 *** I lupi dei capitolo scorso, il primo bacio del vero amore e forse qualcosa di più ***
andael26
CAPITOLO
VENTISEIESIMO
I LUPI DEL CAPITOLO
SCORSO, IL PRIMO BACIO DEL VERO AMORE E FORSE QUALCOSA DI PIU’
- Io non
la tocco.- specificò Ikar
- Non
c’erano dubbi in proposito.- fece Aragorn
- Meglio
non lasciare spazio ad interpretazioni varie.- ribatté la Mezz’Aquila
- Beh,
tanto per precisare l’ovvio… io avrei una fidanzata…-
- Bene.
Io preferisco non incorrere nelle ire di Glorfindel per aver baciato sua
sorella.- specificò Legolas – oltretutto lei non è proprio il mio tipo.-
- UN NANO
– protestò Gimli – BACIA SOLO UN ALTRO NANO.-
- Ok.
Questa frase era equivoca.- ridacchiò Vanamir – comunque, io a zia non la
bacio. E, affinché Konstantin non ci uccida tutti una volta risvegliata, direi
di tenere gli Hobbit lontani dalla sua bocca.-
Tutti
furono d’accordo su quell’affermazione e anche su quella che sosteneva che
Gandalf non aveva più l’età per fare certe cose.
- Boh,
dai, ragazzi, non facciamola tanto lunga!- s’intromise Andael – la bacio io.-
In
seguito a quella frase, molte cose accaddero, in un lasso di tempo davvero
minuscolo.
a)
Ikar
arruffò le penne
b)
Un
lupo ululò, dall’altra parte del bosco
c)
Andael
indietreggiò di parecchi passi, tenendosi la mascella perché…
d)
…
Boromir gli aveva tirato un pugno.
- Cugino,
che problemi hai col maghetto?- chiese Vanamir, che provava un’infinita
simpatia per l’apprendista di Saruman
- Che
problemi hai tu, con la razionalità e col mondo attorno a te?- ribatté Boromir
– permetteresti ad un quasi-sconosciuto di baciare la moglie di tuo zio?-
- Ma dai,
non ti sembra di esagerare? Detto per inciso, Connie preferirebbe di gran lunga
baciare un perfetto sconosciuto (che è peggio di un quasi-sconosciuto)
piuttosto che baciare mio zio, oppure tuo padre, oppure il padre di Faramir.
Che poi sono la stessa persona.-
- La tua
coerenza mi disarma.-
- Allora,
visto e considerato che la tabella di marcia di non ci permette di fare una
corsa fino a Minas Tirith per farla baciare da suo marito (cosa che comunque
non permetterei, per preservare la dignità di un’altra donna), qualcuno deve
baciarla comunque.- concluse Ikar che, sorprendentemente, stava iniziando a
stufarsi
- Beh, la
cosa meno indecorosa è che sia io a baciarla – fece Boromir, contrito fino ad
un certo punto – una volta a casa, provvederemo affinché di questa storia papà
non sappia mai niente.-
- Bastava
dirlo, eh!- sottolineò Andael, che stava ancora cercando di convincere il
proprio labbro a non sanguinare più.
Dall’altra
parte del bosco, il lupo continuava ad ululare
-
Meraviglioso. Adesso abbiamo anche i lupi.- sbuffò Gimli
- Non ci
sono problemi.- sorrise Legolas, incoccando una freccia. Prese la mira e stava
per scoccare quando Vanamir, con l’ausilio di uno stecco, colpì la base
dell’arco, facendo finire la freccia molto lontana dal bersaglio e
pericolosamente vicina alla testa di Frodo.
- Ma che
ti prende?- esclamò l’Elfo, risentito
- Non
glielo chiedere.- gli consigliò Boromir, scuotendo la testa, ma non venne
ascoltato
- Ma che
razza di Elfo sei, se non sai neppure che il Lupo è un animale in via
d’estinzione! Non si possono ammazzare gli animali in via d’estinzione! Io
faccio parte dell’USA (che non sono gli United States of America ma è l’Unione
per la salvaguardia degli Animali!) e quindi sono munito di un kit per la
protezione e l’etichettatura degli animali in via d’estinzione.-
-
Etichettatura?- indagò Ikar, sospettosa
- Certo!
Adesso, se qualcuno di voi sarà così cortese da accompagnarmi dall’altra parte
del boschetto, procederò con la mia missione per la difesa della fauna locale.-
- Bene.
Andiamo – annuì Aragorn che forse non l’avrebbe mai ammesso ma ci teneva alla
causa dell’USA e che avrebbe al più presto agito al fine di ingrossarne le fila
- Tu –
fece Ikar, voltandosi verso Boromir – datti una mossa a baciarla e, quando si
sveglia, raggiungeteci. Qualcosa mi dice che ne avremo per un bel po’ di
tempo.-
La Mezz’Aquila aveva ragione.
Semplicemente.
Come
secondo il Manuale del piccolo membro dell’USA, c’era tutta una serie di
procedure che andavano rispettate per ogni esemplare a rischio d’estinzione.
Testualmente cito:
1)
Catturare
un’esemplare senza metodi aggressivi.
2)
Controllare
accuratamente la salute dell’esemplare.
3)
Nutrirlo
con le crocchette che ogni USA deve portare con sé in pianta stabile (e che
Vanamir aveva sparso per tutto lo zaino, dato che la scatola si era rotta
durante la discesa dal Caradhras)
4)
Spazzolarlo
per bene, leggergli i suoi diritti
5)
Procedere
con l’etichettatura, ovvero attaccare un etichetta sotto al pelo dell’animale e
mettergli un collarino colorato.
6)
Avvertire
il proprio superiore nella gerarchia USA (nel caso di Vanamir questo era
Imrahil di Dol Amroth, che incontreremo molto ma molto più avanti e che
diventerà suocero di Eomer, ma questo non ci riguarda) affinché possa
organizzare la salvaguardia dell’esemplare.
Tutto
questo, senza offendere l’animale o ledere la sua dignità.
E
calcolate che i lupi non erano affatto pochi.
(Dall’altra parte del bosco)
Quando
Konstantin si svegliò, Boromir di Gondor la stava baciando.
E quando
la giovane ebbe realizzato cosa le stava accadendo, ormai il momento magico
sentimentalmente impegnato si era concluso da parecchio
-
Muoviti. Dobbiamo raggiungere gli altri.- le ingiunse infatti l’uomo
- No,
ehi, aspetta solo un minuto. Che è successo?-
- Andael
ti ha colpita con una magia, o qualcosa del genere… per svegliarti, qualcuno
doveva baciarti. Hai presente, no? Come Biancaneve e i sette nani (che, detto
per inciso, abbiamo anche incontrato di recente, mentre sonnecchiavi).-
- E
perché mi hai baciata?-
- Perché
non intendevamo portarti in braccio fino a casa, per farti baciare da…-
- No,
no…- lo interruppe Konstantin, inorridendo -… perché TU.-
- Perché
nessun altro lo voleva fare.- le rispose Boromir, mentendo spudoratamente.
- Ah. Oh.
Beh.-
- Ma ci
terrei a sottolineare che l’ho fatto unicamente per lo svolgimento della
missione.-
- Ovvio.
Non l’avresti dovuto fare, se Andael non avesse fatto l’incantesimo.-
-
Esatto.-
-
Esatto.-
-
Precisamente.-
- Oh beh,
allora sarà tempo di andare, altrimenti quelli si domanderanno che stiamo
facendo.- concluse Konstantin, alzandosi in piedi per dissimulare qualcosa che
poteva passare per un’espressione delusa. Ma Boromir la trattenne per il polso
– e adesso, che succede?-
- Non sai
la strada.-
- Beh, mi
farò guidare dall’istinto, oppure griderò “AIUTO” finché qualcuno non mi
sentirà.-
- Che
piano geniale.-
- Tu hai
un piano migliore?-
Anche
Boromir intanto si era alzato in piedi, per cingere con le braccia la vita
della fanciulla.
- Restare
qui.- le sussurrò
- Perché
mai?-
- Perché
sono stufo di baciarti solo quando sei sbronza, lunatica, oppure sotto un
incantesimo.-
-
Quindi?- chiese Konstantin, perplessa – Non riesco a capire il modo in cui
ragioni.-
- Beh,
neppure io.- ammise Boromir, baciando la ragazza sulle labbra – ma credo non
sia il caso di discuterne qui e ora.-
- E di
cosa dovremmo discutere, qui e ora?-
domandò di nuovo la ragazza, che forse capiva più di quanto desse a vedere, e
che di certo vedeva le dita di Boromir che si stringevano attorno al laccio del
suo giustacuore di cuoio
- Del
fatto che, comunque, noi due non stiamo
insieme. Perché tu sei la moglie di mio padre e perché stiamo andando a
salvare il mondo e non ci si innamora quando si salva il mondo.-
Konstantin
sospirò, sciogliendo i lacci della propria camicia.
- Oppure
– disse – non dovremmo parlare proprio di niente.-
(Contemporaneamente, ad Imladris)
Glorfindel
rabbrividì. E, senza sapere perché, gli fu chiaro che, alla fine della guerra,
avrebbe costretto sua sorella ad andare in giro col guinzaglio.
FINE
CAPITOLO VENTISEIESIMO
Ringraziamenti!!
Evening_star:
credo che ti posso inviare via mail quanta polvere delle favole tu voglia! La
mia musa ti saluta tanto calorosamente...
per quanto riguarda Konstantin e Boromir... beh, volevi sapere come
andava avanti? Eccoti accontentata!
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Capitolo 27 *** Toc, toc... c'è nessuuuuno? ***
andael27
CAPITOLO
VENTISETTESIMO
TOC, TOC… C’E’
NESSUUUUNO?
(copyright per la
particella di Sodio dell’Acqua Lete… e non disturbiamo l’acqua)
(13 gennaio 3019. Moria, porta
Occidentale.)
- I Nani
sono stupidi.-
Dopo ore
di ragionamenti complessi, Vanamir era più convinto che mai.
- Ma
dimmi te, come si fa a perdere le chiavi di casa?-
- Tieni
chiusa quella bocca, cugino, che tu le tue le perdi ogni tre giorni.-
- Senti
chi parla, quello che è scomparso per ore, mentre noi ci occupavamo dei lupi.-
- Ho
detto che io e Konstantin non vi trovavamo e non credo che parlarne ancora
potrà aiutarci ad aprire queste maledette porte.-
Vanamir
guardò suo cugino con aria scettica, mentre Konstantin, poco lontana, non
sapeva se ridere o piangere, anche perché aveva notato il livido bluastro che
andava formandosi sul viso di Andael (e Legolas le aveva spiegato come se l’era
procurato).
Gandalf
intanto si affaccendava attorno alle Porte di Moria, cercando una qualunque
formula magica, parola d’ordine, volgare oscenità o simpatica affermazione, per
dire “amici” ed entrare.
Andael
intanto, il cui spirito allegro non era stato minimamente smorzato dal pugno
del capitolo precedente, stava cercando di far cantare gli Hobbit
-
Coraggio – stava dicendo in quel momento – ripetete assieme a me
“Nella
valle c’è un fiorellino”
-
Dobbiamo proprio?- chiese Sam, dubbioso
-
Ovviamente!!-
“Nella
valle c’è un fiorellino”
“Che è
tanto, tanto, carino”
- Andael,
che fine ha fatto la tua illusoria dignità?- s’intromise Ikar, che stava per
impazzire
Alla
fine, rassegnato, Gandalf si sedette su una pietra
- Mi
arrendo.- borbottò. Ma guardando Andael, un barlume di sorriso riapparve sul
suo viso.
Flash-back: il
piccolo
(Isengard, autunno 2997)
Gandalf e
Saruman passeggiavano per i giardini di Isengard, discutendo sui rischi
dell’utilizzo del Palantìr. Fra gli alberi, un ragazzino dai capelli neri
correva, ridendo.
- Allora,
parlando d’altro, come va con il piccolo?- chiese Gandalf, con un sorriso
- E’
snervante.- ammise Saruman – ma, in fondo, credo di aver visto di peggio.-
Un
piccolo botto annunciò che Andael aveva provato uno dei suoi incantesimi
- Sì,
beh, non molto di peggio.- si
corresse il mago
- Ha un
bel caratterino, bisogna ammetterlo.-
- E ha
anche delle potenzialità notevoli ma… ma è talmente imbranato!-
-
Dobbiamo capirlo. Non dev’essere facile essere figlio di… beh, lo sappiamo di
chi.-
- Hai
altre notizie di… beh, dell’altro figlio?- chiese Saruman. Gandalf annuì
- Sì, sì.
Sta con gli Elfi, adesso. E credo sia meglio che restino separati.-
Il
piccolo Andael scelse proprio quel momento per correre incontro ai due “anziani
signori”, com’era solito chiamarli. Era tutto sporco di cenere, coi capelli
scompigliati e con una macchia verde fluo sulla guancia.
- Che è
successo, Andael?- gli domandò Saruman, con un sospiro rassegnato
- C’è
stato un piccolo botto, Maestro!- rispose il ragazzino, con voce squillante
- L’avevo
immaginato.-
- E’
stato un po’ più difficile del previsto, ma ci sono riuscito!!- esultò poi
Andael, infilando le mani nelle tasche della veste ed estraendo qualcosa che a
prima vista sembrava una polpetta di fango radioattiva e che invece, con uno
studio più accurato, diventava un cuore dove, ad intermittenza, lampeggiavano
le parole “Grazie, Maestro”
Gandalf
sorrise mentre Saruman accettava con aria perplessa il regalo del piccolo
discepolo ed accettava anche l’abbraccio che lo seguì.
Nonostante
le abilità magiche del bambino non facessero ben sperare l’Ordine, il Grigio
Pellegrino non riusciva a non pensare che, un giorno, l’animo gentile ed
innocente di Andael avrebbe salvato il mondo.
Fine flash-back
Gandalf
trattenne una risata: Andael aveva ricominciato con la canzone.
- Tutti
in coro!! Siamo tutti qui, felici, perché siamo tutti…-
Silenzio
di tomba. Nessuno sapeva la fine della filastrocca, nonostante le speranze
dell’Apprendista stregone nonché aspirante Maestro del coro.
- perché
siamo tutti…?- esortò gli Hobbit
- AMICI!-
esclamò Frodo, e poi – aspetta un attimo… ho detto “amici”?- il Portatore si
voltò verso il cancello di Moria – Gandalf, come si dice “amici” in Elfico?-
-
Mellon.- rispose lo stregone. E le porte, trionfalmente, si aprirono
- Certo
che voi Elfi avete un senso dell’umorismo terribile.- fece notare Ikar – la
prossima volta accordatevi su una parola d’ordine e non ripiegate su questi
patetici enigmi!-
-
Evidentemente – controbatté Legolas – non tanto patetici, visto che siamo stati
una vita per aprire questa porta.-
- Ma alla
fine ci siamo riusciti, e così come l’abbiamo fatto noi, potrebbero riuscirci
dei nemici con un minimo di intelligenza. Non mi sorprende che gli Orchetti
abbiano invaso Moria!-
- Tacete,
voi due!- li rimproverò Gandalf – adesso entriamo e… Pipino, smettila di tirare
sassi in quel benedetto stagno! E’ un miracolo se non si è ribellato e non ha
ancora cercato di ucciderti… Vanamir, no, non ti è concesso scrivere
stupidaggini sulla porta di Moria…
qualcuno fermi Andael prima che cerchi di operare un incantesimo per
cancellare le nostre tracce (e ne abbiamo lasciate, di tracce)… e, per l’amore
dei Valar, qualcuno mi sa dire perché Konstantin è scomparsa un’altra volta?-
(Lato ovest dello stagno di Moria,
dietro ad una roccia gigante)
- Adesso
mi spieghi perché ci imboschiamo ogni momento?- chiese Konstantin, che ormai si
era tolta giustacuore, camicia, reggiseno e aveva appoggiato il tutto su una
roccia poco distante, assieme alla sua sacca da viaggio e alla cintura con le
armi.
- Perché
noi non stiamo insieme.- le rispose
Boromir
- Perché
se stessimo insieme dovremmo farlo davanti a tutti?- domandò la ragazza,
perplessa
- Credo
di sì. Ma il problema non ci riguarda, perché noi non stiamo insieme adesso e non staremo insieme mai.-
- E
allora perché ci siamo imboscati?-
- Perché
stiamo andando a salvare il mondo e dobbiamo trovare un modo per conservare
l’ottimismo.-
- Parli
come me.- disse Konstantin, ridendo – mi piace.-
- A me
neanche un po’.- precisò Boromir, baciando la ragazza sulle labbra
- Fammi
capire. Noi non stiamo insieme, quindi, quando finirà la guerra, se saremo
ancora vivi, dovremo smettere di fare s…-
-
Esattamente. Quando torneremo a casa, beh, allora non garantisco che ti
chiamerò “mamma”, ma l’idea sarà quella.-
-
Mitico.- borbottò Konstantin – adesso mi stai facendo sperare che la guerra non
finisca mai.-
E fu
proprio in quel momento, che un grosso tentacolo uscì dall’acqua, afferrando la
ragazza per una gamba
- Questo
è incredibile.- protestò lei.
Dall’altra
parte del lago, un altro tentacolo aveva afferrato Frodo
- Mi sa
che è il momento adatto per chiamare aiuto.-
disse Konstantin, e poi:- AIUTO!!-
FINE CAPITOLO
VENTISETTESIMO
La Coda: dove l’autrice esprime i propri pensieri.
L’autrice adesso non
sta pensando.
Ringraziamenti!!
Evening_star: sì, insomma, Konstantin e Boromir
hanno fatto sesso ma, come avrai capito, non stanno mica insieme… per quello ce
ne vorrà! Per quanto riguarda la cosa orribile che capita un po’ dopo Moria…
oh, che diavolo, non dovrei dirlo ma non resisto! Tranquilla. La mia storia si
dissocerà dell’originale (altrimenti Connie ha detto che mi uccide!!) un
bacione!
Calliope: ciao! Grazie per la recensione… e
mi dispiace per l’html… non ci capisco molto, ma vedrò di rimediare… comunque,
i lupi hanno sopportato l’etichettatura e i compagni hanno sopportato Andael…
fin qui tutto bene. Per quanto riguarda Glorfindel e lo specchio… beh, spero
per il bene di Konstantin (e Boromir) che Galadriel non acconsenta!! Baci!
CHARY
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Capitolo 28 *** Più buio del buio ***
andael28
CAPITOLO
VENTOTTESIMO
PIU’ BUIO DEL BUIO
(14 gennaio 3019, Moria)
- Oh,
Konstantin – gemette Aragorn – dovevi proprio farti catturare da un mostro?-
- Guarda
che se non mi aiuti – lo ricattò la ragazza – lo dico a mio fratello!-
-
Arriviamo, resisti!- esclamò il Ramingo, che aveva subito cambiato opinione –
Legolas, coprimi.-
L’Elfo
prese un mantello e lo gettò sulla testa di Aragorn
- Scusa,
non ho potuto trattenermi.- ridacchiò poi, mentre Vanamir si rotolava per terra
dalle risate (e per quello, e perché il mostro non lo considerava più nessuno.)
- Per
favore, qualcuno può venire ad aiutarci?- supplicò Frodo
-
Tranquillo, Frodo!- lo tranquillizzò Andael – al coso ci penso io!!-
Così
dicendo, l’apprendista stregone si rimboccò le maniche, agitò le dita nell’aria
per qualche secondo e proruppe in una solenne formula che comunque era
sbagliata, quindi non la trascriverò.
All’improvviso,
il mostro marino scomparve. O, per meglio dire, si trasformò in una piccola
cavalletta rosata.
Per ovvie
ragioni, Konstantin e Frodo si ritrovarono sospesi nel vuoto e, in mancanza di
altre opzioni, caddero a terra, uno prendendo una testata e l’altra facendosi
un bagno non desiderato.
- Beh –
sorrise Andael, mentre la cavalletta rosa si allontanava saltellando
allegramente – non era proprio quello che intendevo, ma andrà bene comunque.-
- ODDIO,
FRODO!- esclamò Vanamir – DOV’E’ L’ANELLO? Devi averlo perso nella caduta!-
Frodo
perse un paio di gradazioni di colore, impallidì, il suo piccolo cuore saltò
qualche battito.
L’intera
compagnia prese ad agitarsi, com’era ovvio, finché Ikar non rilevò che l’Anello
era sempre nello stesso posto, cioè al collo di Frodo, e che Vanamir era il
solito deficiente
- Ci
siete cascati!- stava infatti ridendo il ragazzo – dovevate vedere le vostre
facce!-
- Ma sei
impazzito?- lo rimproverò Boromir – ci fai solo perdere tempo! E poi, che
diavolo, un po’ di serietà da parte tua sarebbe apprezzata!-
Mentre
Vanamir controbatteva con qualcosa di non troppo gentile (del tipo “sai la tua
serietà dove puoi infilartela?”), Aragorn andò a dare una mano a Konstantin,
che sembrava intenzionata a rimanere nel laghetto fino alla fine dell’eternità.
- Forza –
le disse, tendendole una mano – in piedi.-
- Non
posso.- controbatté lei
- Sei
ferita? Ti sei fatta male cadendo?-
- No.
Sono nuda.-
- In che
senso?-
- Nel
senso che dalla cintura in su non ho addosso indumento alcuno.-
Aragorn
scosse la testa, rassegnato
- Dove
hai lasciato i tuoi vestiti?-
- Dietro
alla roccia là in fondo.-
-
Aspettami qui, vado a prenderli. Ma prometti che ti impegnerai con grande
dedizione affinché incidenti di questo genere non capitino più fino alla fine
della guerra. Va bene?-
- Va
bene, capo.- rise la ragazza, e poi –
che bello, andiamo a Moria!-
Che poi,
non era bella per niente.
Comprendetemi,
povera Moria, non è che fosse una brutta miniera. Ma era abbandonata, c’erano
scheletri ovunque, e polvere, terra, ragnatele, muschio, umidità che gocciolava
dal soffitto. Tutto questo, nel buio più assoluto.
Gandalf
stava a capofila, e il suo bastone irradiava una leggera luce.
Dopo una
giornata di marcia si fermarono per mangiare e per riposarsi.
-
Ragazzi, ormai là fuori sarà calata la notte.- disse Vanamir, tamburellando con
le dita sulla parete rocciosa
- Sì,
ormai da qualche ora.- annuì Legolas
- Bene,
allora che ne dite di accendere le torce?-
La Compagnia tacque. Eh beh, nel totale caos
che era succeduto all’attacco del mostro, tutti si erano dimenticati di aver
portato con sé delle torce, proprio nel caso fosse stato necessario calarsi in
anfratti bui.
Tossicchiando,
le torce vennero accese, e riversarono nelle maestose gallerie una confortante
luce arancione.
Con
rinnovato coraggio, i compagni proseguirono per la propria via, fermandosi
quando gli Hobbit davano cenni di cedimento o Gandalf non ricordava la strada.
Gimli poi, era palesemente inutile.
Infine,
fu d’obbligo una pausa più lunga delle altre. Per una semplice ma fondamentale
ragione: nessuno sapeva più la strada. Gandalf si sedette su una roccia,
pensieroso, mentre Gimli si agitava, borbottando qualcosa tipo “dovevo chiedere
a Balin di darmi una cartina… non pensavo che questo posto fosse tanto grande”.
Per non
parlare di Andael che, per passare il tempo, faceva il cretino con le fiaccole
e si era dato fuoco già tre volte, rischiando di porre fine alla miserabile
vita della propria veste.
-
Guardate, credo che sia questa la strada!- esclamò alla fine l’apprendista
stregone, imboccando una delle diramazioni della galleria principale con aria
baldanzosa – ho consultato le mappe astrali e sono certo che…-
Cinque
secondi dopo rischiava di precipitare in un grosso baratro
- Beh, se
uno di voi altri idioti non ha altre trovate geniali – sbottò Ikar, che aveva
afferrato Andael poco prima del fatale passo in avanti – possiamo sperare di
raggiungere la superficie senza ulteriori incidenti.-
- Ehi,
aspettate… che cos’è quello?- domandò Aragorn, che forse non voleva credere ai
suoi occhi, per l’eccessiva stupidità della sua vista – Non è possibile.-
Un grosso
cartello verde lampeggiava sopra una delle diramazioni “EXIT”
- Ehm…-
tossicchiò Gimli – lo sapevo che mio cugino non poteva aver tralasciato i
cartelli indicatori! Proseguiamo dunque per di là…-
(15 gennaio 3019, sala Ventuno, o
almeno così dice il libro. Noi diremo semplicemente “sala per la sorveglianza
delle guardie nane”)
Dopo aver
passato la notte nella misteriosa Sala Ventuno (che non è quella degli alieni,
della NATO, delle trasmissioni umane che sperano di svelare i segreti del
cosmo!), la Compagnia
si stava risvegliando, pronta più che mai per affrontare nuove e roventi
avventure!
-
Konstantin?- chiamò Gandalf, dato che lo zaino della ragazza stava abbandonato
contro la parete, assieme alle coperte nelle quali avrebbe dovuto dormire –
qualcuno ha visto Konstantin? Non vorrei davvero che fosse precipitata da
qualche parte.-
- Facendo
le corna.- squillò la voce della fanciulla in analisi, che comparve da dietro
Boromir
- Dai,
abbi la decenza di vestirti!- la riprese Aragorn, lanciandole una coperta
perché celasse al mondo le sue grazie – ti pare il caso di andare in giro per
Moria tutta nuda?-
- Beh,
siete voi che avete messo la sveglia troppo presto.- protestò la ragazza,
arrossendo – e poi perché dobbiamo per forza ripartire? Io sto morendo di
sonno!-
- Dai,
abbiamo dormito anche troppo – le disse Gandalf, scrutandola negli occhi come a
dire “sempre che tu abbia trovato tempo per dormire, stanotte”.
Maledizione
a Gandalf, che sa sempre tutto prima di tutti!
A questo
punta va inserita una piccola parentesi su quello che era accaduto la notte,
quando le torce erano infine state spente e il buio innaturale di Moria si era
chiuso sulla Compagnia.
Gandalf
era rimasto sveglio tutta la notte, per montare la guardia e per fumare in
santa pace. Gli Hobbit avevano dormito un sonno agitato, sognando mostri
orribili, grossi tentacoli, uomini neri che uscivano dagli armadi e tanti,
tantissimi clown dalla faccia inquietante.
Andael
aveva sfidato Legolas a centrare un pozzo lì vicino tirandoci dentro dei sassi,
con il risultato che avevano svegliato più o meno tutta la compagnia, che si
era straordinariamente sorpresa di come la vicinanza con Andael stesse
corrompendo l’animo retto del figlio di Thranduil.
Ikar si
era appollaiata su una sporgenza ma non aveva potuto dormire, perché aveva
davvero molto lavoro in arretrato. E quando dico lavoro intendo missive per
Saruman, per Sauron, per il capo degli Orchetti, per sua sorella, per il suo
infiltrato fra i buoni e un sacco di rapporti da terminare, che avrebbe dovuto
consegnare al Capo alla prima occasione possibile.
Fra una
firma ed un resoconto, la notte era passata in un lampo, tanto più che un
delizioso rumore di tamburi aveva accompagnato il lavoro dell’Aquila,
conciliando il suo buonumore. Le danze tribali le erano sempre piaciute molto.
Vanamir
aveva tenuto Aragorn sveglio per quasi tutta la notte, rimbambendole di
chiacchiere e, nei rari momenti di silenzio, costringendolo a controllare che
non si cacciasse nei guai e che non facesse scherzi troppo idioti al resto
della compagnia (uno dei più gettonati era di sostituire l’Unico Anello col
ciondolo che Andael portava sempre con sé, dato che si assomigliavano in
maniera quasi morbosa. Purtroppo il piano era fallito, dato che Aragorn non
aveva mollato Vanamir neppure per mezzo secondo e perché, comunque, Andael era
risultato irreperibile per gran parte della notte).
Konstantin
infine, approfittando di un minuto di relativa quiete, era scivolata fuori dal
proprio sacco a pelo per infilarsi in quello di Boromir, e quindi tutti
sappiamo che le ore di sonno, per i due, erano finite lì.
La
mattina seguente, quindi, tutti mezzi addormentati e con la vitalità di un
mazzolino di salvia sull’orlo della depressione più profonda, i Compagni
ripresero la loro strada, verso il cuore di Moria ed il ponte di Khazad-dûm.
FINE CAPITOLO
VENTOTTESIMO
La Coda: come sarà organizzato Andael
Allora:
vi anticipo già adesso che quando la Compagnia uscirà da Moria, questo racconto avrà
termine. Ma non preoccupatevi! E’ solo che mi sembra controproducente scrivere
una storia di duecentotrentasette capitoli (se bastano!)… quindi, con Moria e
un intermezzo (cap30) si chiuderà Andael:
dietro le quinte di Mordor. Ma subito dopo comincerà Andael: sotto antiche foreste e cieli stellati, la seconda parte
delle Cronache di Andael!! Dio, si
sta pericolosamente avvicinando a diventare un progetto SERIO!!!
Ringraziamenti
La Ginestra: è fantastico trovare nuovi
lettori! Ecco l’aggiornamento promesso, anche perché, è vero, fra Connie nuda e
Frodo rapito… ehm… situazione pericolosa. Ikar ci prova, poverina, a mantenere
la serietà… ma non c’è verso!!! Beh, che
dire, sono lusingata che addirittura l’amico Melkor legga la fic… e, per quanto
riguarda la dissacrante discesa dei Valar… beh, ce la potrei infilare
veramente… un grande bacio!
Evening_star: non angosciarti troppo!! Anzi,
fammi sapere i tuoi dubbi esistenziali, non ti illuminerò di certo (altrimenti
ucciderei l’innocente suspence) ma mi farò certe risate!! Un grande bacio e
grazie per la fedele partecipazione a questa fic!!
Calliope: ehi, chi ha detto che Konstantin
e Andael sono fratelli? E chi ti dice che ti dirò chi è il padre del nostro
abilissimo apprendista stregone!!! Un indizio: la risposta è un po’ banale, ma
di sicuro di grande effetto!! Un bacio!
CHARY
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Capitolo 29 *** Diamoci alla musica ***
andael29
CAPITOLO
VENTINOVESIMO
DIAMOCI ALLA MUSICA
Gimli
cantò una canzone riguardo le antiche bellezze di Moria. E questo basta a
sottolineare quanto ormai le condizioni della Compagnia fossero disperate.
Inoltre
Gandalf, così, tanto per peggiorare l’umore generale, si lanciò in
un’appassionata spiegazione di cosa fosse il mithril (ma chi gliel’aveva poi
chiesto? Ah sì, lo stupido Frodo) e di come i Nani vivessero principalmente di
commercio, più che della tanto decantata estrazioni di minerali.
Andael si
allontanò, pur di non sentire la parte in cui Gandalf diceva “ma i Nani scavarono troppo avidamente e
troppo in profondità, disturbando ciò da cui fuggivano, il Flagello di Durin”,
una parte che aveva sentito ripetere centinaia di volte dal Maestro Saruman
che, chissà perché, era affettivamente legato al famoso “Flagello di Durin”,
che poi era la stessa cosa del Balrog di Morgoth o anche del grosso mostro di
fuoco laggiù, nell’abisso.
Incredibile
quanti nomi si possano trovare, per una stessa cosa!
Così,
mentre il giovane si dirigeva verso una discesina buia e relativamente
minacciosa… andò a sbattere contro una roccia. Un roccia stranamente mobile,
viscida, sudaticcia, con la pelle e dei grandi occhi gialli
- Il mio
tessssssoro.- sibilò la creatura, come presentandosi
- Oh, non
ti pare di scendere troppo in confidenza?- chiese Andael, che evidentemente non
aveva capito a cosa l’esserino di stesse riferendo – Neppure ci conosciamo!
Sono certo che andremo d’accordo, ma chiamarci reciprocamente “tesoro” mi pare
davvero una cosa troppo intima!-
La
creatura, esasperata, tirò una testata ad una roccia e si allontanò imprecando
sottovoce.
- ANDAEL,
MUOVITI!- lo richiamò Ikar, dall’altra parte della “stanza” – STIAMO RIPARTENDO
SENZA DI TE!-
Poi un
grosso e cattivissimo Troll fece irruzione nella conca rocciosa, balzando
addosso ai compagni con tutta l’agilità che la sua notevole mole gli
permetteva.
Subito i
guerrieri misero mano alle armi, gli Hobbit squittirono spaventati, le Aquile
(o l’Aquila, per meglio dire) si lanciarono in picchiata, i Maghi (o il Mago e
l’Apprendista) si concentrarono per adoperare i propri incantesimi e le ragazze
si sedettero su una roccia, annoiate
- Fate in
fretta.- si limitò a dire Konstantin – sono stufa di mostri dappertutto.-
Vanamir,
non rientrando in nessuna delle categorie sopra citate, mise su il muso,
incrociò le braccia e prese ad elaborare, nel proprio cervellino, un metodo per
ricordare agli altri la propria esistenza.
Come voi
tutti sapete, il Troll colpì molto veementemente Frodo, prima di restarci
secco.
E molti
si preoccuparono per lui… finché Gandalf non notò che la cotta di mithril,
donata a Frodo dall’anziano signor Bilbo, aveva bloccato l’arma del nemico.
E qui
nasce un piccolo problema. Voi ricordate per caso una scena in cui Bilbo regala
suddetta maglietta a Frodo? Beh, neppure io. Ho dimenticato di scriverla. Cioè,
in questa storia… non è mai accaduta. Quindi, per colpa mia, autrice
irresponsabile, Frodo ora è categoricamente morto.
- Ehi, ma non si può!- protesta la
mia Musa – Non puoi farla finita qui, con Frodo stecchito, la compagnia chiusa
a Moria e Sauron libero di agire indisturbato!-
- Dai, non farmi la predica… sono
anni che vorrei uccidere Frodo!-
- Non m’interessa! Va bene, non
hai scritto una scena. Recupera: fai un flash-back!-
- Oh – ribatto – ma che pigna che
sei!-
La Musa inizia a far
crocchiare le dita di una mano, in un segno chiaramente minaccioso
- Va bene, va bene.- accetto,
improvvisamente ammansita.
Flash-back
Non merita neppure un titolo
Bilbo
regalò a Frodo una maglietta di metallo e una spadina.
Fine Flash-back
(è patetico, non merita neppure il
nome di flash-back!)
Concludendo,
Frodo si salvò, grazie al regalo di uno zio mattacchione e alle proteste di una
Musa un po’ troppo zelante.
Procedendo
a passo veloce, la Compagnia
presto raggiunse il Ponte di Khazad-dûm.
- Ehi,
questa musica mi piace!- esclamò Andael, per nulla turbato dall’attacco dei
mostri feroci.
E quando
diceva “musica”, intendeva “cupi suoni di tamburi”
- Ehi,
Gimli, non sapevo che il tuo popolo fosse così portato per la musica tribale!-
L’apprendista
mago prese a saltellare allegramente per la caverna, ballando, piroettando,
rischiando di cadere in svariati baratri.
Quando
infine la sua danza s’interruppe, Andael aveva il naso contro il naso di un
grosso orchetto
-
Maledizione!!- esclamò, prima di formulare un incantamento che doveva
distruggere il nemico e che invece creò solo una piacevole musica peruviana,
molto adatta ad accompagnarsi coi tamburi e i pesanti passi di altri cento e
più orchetti.
-
Spiacevole.- borbottò Andael, mentre i compagni, rassegnanti, constatavano che
il mago si era cacciato di nuovo in uno dei suoi soliti guai.
Ormai
erano tutti pronti per correre in suo aiuto, quando furono gli orchetti, a
ritirarsi, terrorizzati dalla musica peruviana e da quella dei tamburi, il cui
rumore diventava sempre più forte, sempre più incalzante, terribile,
spaventoso.
- E
adesso che diavolo succede?- ringhiò Ikar, che era convinta di non aver letto
clausole nel proprio contratto di passaggio al nemico che la indicavano come
futuro oggetto delle attenzioni di mostri feroci e di bizzarri suonatori di
tamburi
- Succede
che sta arrivando un Balrog.- disse Gandalf, con un sospiro – è tempo di
prendere a calci qualche culo fiammeggiante.- concluse poi, con un gergo che
non era decisamente da lui.
- Vengo
anch’io?- chiese l’Aquila, che sentiva come una certa simpatia, nei confronti
del Mago buono ma molto buono, tutto il contrario dei suoi superiori
- No.-
fece Gandalf, scuotendo la testa – né artigli né spade possono nuocere al
Balrog. Attraversate il ponte e fuggite. Coraggio!-
- Non è
una brutta idea. Posso restare.- riprese la Mezz’aquila. Poi si voltò verso Andael – ehi,
pivello di prime piume, vieni qui.-
Nonostante
il Balrog avanzasse, è sorprendente come i Compagni trovassero il tempo per
conversare lungamente del futuro del mondo.
Quando
Andael le fu di fronte, Ikar, in forma umana, gli cinse il collo con un braccio
robusto
- Non
tradire la nostra missione – gli sussurrò, contro la guancia – Starò via per un
po’.-
- Ma…-
l’apprendista era senza parole – ma, no, dai, Ikar, resta. Giuro che non farò
più incantesimi idioti. Mi metterò perfino a studiare.-
Ikar
rise, scompigliandogli i capelli
- Bada tu
al resto della Compagnia. Se l’Anello non arriva intero dal Capo Supremo, beh,
allora ti faccio passare dei guai.-
- Ma dove
vai, si può sapere?-
Ikar
volse gli occhi al Balrog, che risaliva dal baratro infuocato
- Giù –
disse, con un sorriso sghembo – Nell’Abisso.-
Dopo di che
un turbine l’avvolse, e tornò l’Aquila Nera dalle piume violacee.
Diede un
cenno a Gandalf, che aveva appena
terminato di dare istruzioni alla Compagnia, e i due andarono incontro alla
Creatura.
Gandalf
combatté, con la famosissima frase “tu non puoi passare” e molti giochi
pirotecnici. Non mi dilungherò nello spiegare una scena che tutti voi avete
marchiata a fuoco nel cervello (e se non l’avete, beh, poco male, andate a
pagina 426 oppure cercate su google!), dirò solo che Ikar scomparve nel buio assieme
a Gandalf, trattenuta per la zampa dagli artigli infuocati del Balrog.
Il resto,
è leggenda.
- Fuggite, sciocchi.-
FINE CAPITOLO
VENTINOVESIMO
La Coda: salutiamo Andael
In realtà, questo è l’ultimo vero
capitolo… il prossimo è un intermezzo su Charanna, un personaggio importante ma
non troppo del prossimo racconto. Mi piaceva l’idea di chiudere Andael: dietro le quinte di Mordor con
qualcosa che lo collegasse al seguito! A proposito del seguito… avrei voluto
farvelo penare, ma sono in una fase di grande ispirazione, quindi non so quanto
riuscirò a resistere…
Secondariamente, vi sembrerà che
la scena finale di Moria sia passata un po’ troppo velocemente… lo so, lo so,
ma c’era troppo pathos! Insomma, Gandalf è quasi morto, come si può ridere su
una scena del genere?????? (sono orridi, tutti questi punti interrogativi, ma
rendono l’idea)
Ringraziamenti
Evening_star: affare fatto!
(tranquilla, non intendevo farli rimbecillire… abbiamo bisogno di qualcuno che
si prenda cura degli altri, altrimenti Sauron se ne accorge e vince la guerra
semplicemente lasciandoli fare…). In secondo luogo, mi dispiace che Vanamir ti
stia sulle palle… ma è perché si comporta da idiota o per qualche altro motivo?
Per quanto riguarda la divisione di Andael, avrei voluto scriverne tre ma non
sono sicura di riuscire a far stare tutta la storia in tre racconti… vedrò, e
cercherò di non stufare troppo me stessa o voi!! Un bacio!
Calliope: no, tranquilla, ADORO
che facciate supposizioni varie (sghignazzo ogni volta, soprattutto quando
qualcuno ci va vicino!!)… comunque è vero: le persone “normali” che cercano
inutilmente di mantenere la serietà della missione prima o poi finiranno al
manicomio!
CHARY
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Capitolo 30 *** Intermezzo: Charanna ***
andael30
CAPITOLO TRENTESIMO
INTERMEZZO:CHARANNA
Qualcuno
di voi rammenta il capitolo ventesimo?
Quando, a
Capodanno, si discute di come gli Elfi non siano sempre tutti buoni e
tranquilli come la tradizione vuole? E ricordate che venne menzionata una certa
Charanna?
Ecco.
Stiamo per parlare proprio di lei.
E per
farlo, facciamo un salto a Caras Galadhon.
(Maggio 3009, Caras Galadhon)
Celeborn
di Lothlòrien aspettava di ricevere degli ospiti, quando un piccolo ciclone
irruppe nella sala, imprecando in svariate lingua
- Mia
amata sorellina – esordì Celeborn, con un sospiro – cos’è successo?-
L’Elfa
bloccò il torrente di parole, prendendo un respiro profondo
- Io sono
superiore.- disse, fissando il fratello coi grandi occhi chiari – Ripeti.-
- Tu sei
superiore.- la assecondò Celeborn, che fra lei e Galadriel non sapeva più dove
sbattere la testa -… anche se non riesco a capire a cosa…-
-
Aspetta. Lasciami finire. Adesso dimmi che sono una persona matura e che non
sono più una ragazzina. Coraggio.-
- Sei una
persona matura (beh, insomma… meno male che la definizione di “matura” è
soggettiva) e non sei più una ragazzina.-
- Bene.
Ora dimmi che non posso essermi presa una cotta per il capitano delle guardie.-
- Non
puoi… Charanna, cos’hai detto?-
L’Elfa si
sedette (praticamente crollò su una sedia), massaggiandosi le tempie con aria
nervosa
- Sto
impazzendo, Celeborn. Non va bene.-
- Beh,
questo è normale. Adesso spiegami questa storia della cotta.-
- Che c’è
da spiegare?!- esclamò la giovane, che abbiamo scoperto chiamarsi Charanna –
sono diventata improvvisamente una pazza irresponsabile, e mi sono innamorata
del capitano delle guardie. Adesso devi convincermi che non è accaduto
veramente.-
Celeborn
sospirò. Solo Charanna poteva fare tante storie per una cosa così semplice
-
Spiegami invece dove sta’ la tragedia, in tutto questo?-
- Non
posso essere stata così stupida da innamorarmi di Haldir. No. Un semplice
arciere non potrà mai diventare l’amante di una Dama del mio rango.-
(Luglio 3009, da qualche parte
lungo il corso dell’Anduin)
- Com’era
la storia che un semplice arciere non può diventare l’amante di una Dama del
tuo rango?-
Charanna
tacque, mentre Haldir le passava le mani fra i capelli
- Detta
così faccio la figura della superba.- protestò la ragazza, stranamente dolce,
rispetto al suo normale atteggiamento – Mi sembrava solo una cosa da immatura.-
- Lo
prenderò lo stesso come complimento.- sorrise il capitano delle guardie – e
adesso devo andare, altrimenti arriverò molto tardi al mio giro di ronda.-
- Povero
amore.- fece Charanna, cantilenante
- E anche
tu dovresti tornare a Caras, lo sai?-
- Non è
solo una brutta idea. E’ una pessima idea.-
-
Perché?- chiese Haldir, baciando la bocca dell’Elfa
- Perché
quando tornerò, quella pazza di mia cognata mi tratterrà per ore, per farmi la
paternale su chi sono e con chi posso uscire.-
- Se la
smetteste di darvi addosso in continuazione, diventereste di certo amiche.
Siete talmente simili.-
- Lo
prendo come un insulto.- rise Charanna, tirando una ciocca dei capelli di
Haldir.
Era stato
così facile, arrendersi a quel sentimento così assurdo.
E ancora
Charanna non ci credeva: si era innamorata.
FINE INTERMEZZO
FINE
La coda: non temete,
non è finita per davvero.
Non
avrete mica pensato che potessi scrivere una storia sola per quello che è stato
scritto in TRE LIBRI (e che non sono fascicoletti, potrei aggiungere!)!
Quindi,
qui si conclude la prima parte delle Cronache di Andael (e di tutti gli idioti
con lui), ma da qui si aprirà il seguito, il cui titolo sarà… beh, ma già ve
l’ho detto, che ve lo ripeto a fare?
Ci tengo
a ringraziare i miei commentatori fissi e chi ha messo la storia nei preferiti.
E’ stato
fantastico avere il vostro appoggio, ragazzi!!!
Ah sì, un
ultimo appunto. Temo che la prossima parte della storia sarà un pochino più
romantica di questa. Lettore avvisato…
Sapete,
non penso che questo racconto sia eccezionalmente bello, o profondo, o
divertente. Ma, a me, fa bene al cuore. Perché c’è una sorta di leggerezza
estrema, in quello che i personaggi fanno e in come lo fanno. Scriverlo mi fa
sempre sorridere.
Spero
abbia fatto sorridere anche voi, almeno un pochino.
Ringraziamenti
Un po’ di
ringraziamenti, che male non fanno.
Grazie alla mia
mamma, che ha sopportato le mie lamentele come i miei scoppi di gioia riguardo
questa storia (e non solo), grazie al mio gatto, che non sembra ma c’è sempre,
grazie ai miei personaggi e a quelli non miei, che sono fantastici e sopportano
le mie idee peggiori. Grazie al Maestro (ringraziamento banale ma dovutissimo),
grazie al mio computer che, a parte un incidente, si è comportato davvero bene.
Grazie a Illidan e alla sua storia, senza la quale Andael non sarebbe mai
venuto al mondo, grazie a tutti i miei lettori, ma soprattutto alla fedele
Calliope, ad Evening_Star e a La Ginestra. Grazie alla musica celtica, colonna
sonora di questa storia. Grazie alle mie amiche, che forse Andael non sanno
neppure chi è, ma che mi danno l’energia necessaria per scrivere e per
preservare l’allegria. Un grandioso ringraziamento alla mia Musa, che non mi è
venuta meno nonostante tutti gli incidenti di percorso, con la voglia che non
viene, il computer che non si accende, i file che si cancellano, internet che
non funziona, la prof. che interroga… etc… Ultimo, ma non meno importante, un
grande abbraccio a Michael. Lasciate perdere, non è altro che una lunga
storia.
Perdonatemi, si vede che mi piace scrivere i
ringraziamenti? Beh, sì, mi piace. Perché vuol dire che ho finito un racconto…
e questo non capita poi così spesso!!!
Vostra,
CHARY
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