L'onda dell'amore

di Melody Space
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. Non mi sono innamorata ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. Sulla moto d'acqua ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. Un tuffo di troppo ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4. Uno sguardo che sa d'amore ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. Perdonato ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


L’ONDA DELL’AMORE
 
Prologo.


Si rifugiò come al solito in bagno, le gambe che tremavano, la mente che non capiva quello che stava per fare, prese la lametta e iniziò a fare piccoli graffi e tagli sui polsi e sulle braccia, il sangue che sgorgava provocando un dolore fortissimo, una voglia indescrivibile di morire.
 
Aurora si svegliò di soprassalto, scacciando quel brutto sogno vissuto in realtà solo un mese prima. Si asciugò la fronte sudata con il lenzuolo, scuotendo la testa spaventata e controllando l’ora. Le quattro e mezza del mattino, troppo presto per alzarsi.
Così, facendo dei respiri profondi, chiuse gli occhi e tornò a dormire.
Aurora era una ragazza di diciotto anni, aveva appena finito la quarta superiore, ex autolesionista ma ancora molto fragile. Ora aveva solo cicatrici dove c’erano stati i tagli.
In effetti aveva una vita difficile. Pochi conoscevano la sua vera storia. Nacque a Tokyo, dopo due giorni di vita suo padre abbandonò sia lei che sua madre, quest’ultima si accorse che non poteva crescere una figlia da sola, così una coppia sposata decise di adottarla.
Restò per il resto della sua vita in Italia e visse a Venezia.
Il giorno in cui decise di farsi male fu quando gli raccontarono com’era finita da due genitori che non erano i suoi, e il suo fidanzato la lasciò.
Il suo vero nome era Ting, ma la coppia che l’adottò la chiamò Aurora.
L’unica della sua classe ad avere dei piccoli occhi a mandorla, i capelli lisci, lunghi e di colore castano scuro, la pelle olivastra e poche amiche. Ne aveva solo tre, che la rispettavano e le volevano bene come sorelle.
Il giorno dopo sarebbe partita per una vacanza in Sardegna, con Benedetta, Stefania, Elisa e i fidanzati delle ultime due.
 
Alle sei suonò la sveglia e Aurora balzò giù dal letto. Si sfilò velocemente il pigiama, indossando una maglietta a maniche corte, un paio di jeans lunghi, le sue fedeli converse rosse, e un maglioncino grigio per non prendersi il raffreddore alla tiepida aria dei primi giorni di giugno.
Scese in cucina dove trovò già i suoi genitori, con cui non aveva mai un buon rapporto anche se loro cercavano di assecondarla in tutto.
Mamma, papà, ciao” salutò, con la solita voce distaccata.
“Buongiorno tesoro. Sei pronta per la vacanza?” la madre le si avvicinò lentamente, poggiandole una mano sulla spalla.
“Non vedo l’ora”
“I tuoi amici a che ora vengono a prenderti?” chiese il padre sorseggiando del tè.
“Tra mezz’ora. Un viaggio di dodici ore con il traghetto per la Sardegna, sarà stancante”
“Ma poi ti divertirai. Ci manderai una cartolina e ci telefonerai ogni tanto? Tutta l’estate, tre mesi senza di noi sono tanti”
“D’accordo, mamma… D’accordo”
Ad Aurora non piaceva chiamare in modo infantile i suoi genitori, in qualche modo li odiava. Anche se loro per lei avevano fatto di tutto, non si sentiva in grado di apprezzarli.
Dopo poco tempo e finita la colazione un clacson rimbombò per il viale. Erano arrivati.
Aurora prese la valigia e per cortesia baciò cordialmente la donna e l’uomo, uscendo di casa.





Angolo autrice
Ciao a tutti! Questa è la prima storia che posto su questo sito, oltre al fatto che sono nuova e non so molto bene come si usa. Lo conosco comunque da molto tempo e dopo circa un mese ho deciso di iscrivermi e farvi conoscere la mia scrittura e mente pazza.
Questo è il prologo, abbastanza cortino, spero vi soddisfi e di trovare qualche recensione, anche se misera.
Il primo vero capitolo è già pronto, vi avverto, domani se trovo cinque minuti lo posto.
Vi lascio! A presto :3
Melody Space

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1. Non mi sono innamorata ***



Capitolo 1. Non mi sono innamorata

Erano arrivati in Sardegna, Costa Paradiso, in un hotel due stelle ma tenuto molto bene. La loro stanza aveva un letto a castello e due letti matrimoniali. Perfetto, pensò Aurora.
Stefania avrebbe dormito con Alessio, il fidanzato, ed Elisa con Christian. Invece Benedetta e Aurora avrebbero diviso il letto a castello.
“Voi stare sotto o sopra, Benny?”
“Non so Aurora, fai tu. Però io odio stare in alto, mi da la sensazione di.. cadere, non so.”
“Non ti preoccupare” la rassicurò Aurora. “Prendo io quello in alto”
Sistemarono le cose che stavano in valigia, e in pochi minuti avevano già finito.
“Che ne dite, andiamo in spiaggia?” propose Alessio, mettendo un braccio intorno alle spalle di Stefania, che arrossì all’istante.
Tutti furono ovviamente d’accordo.
Si misero il costume e uscirono correndo, intravedendo in lontananza la scogliera, le onde che si infrangevano allegramente sugli scogli, i gabbiani volare sferzando il vento, bambini che correvano sulla sabbia bollente o giocavano sotto gli ombrelloni, gruppi di ragazzi che facevano il bagno nel mare più azzurro e limpido che Aurora avesse mai visto.
“Aurora, Benedetta, lo sapete che io ed Elisa non ci fermeremo un instante per trovarvi un ragazzo, vero?” disse Stefania togliendosi la maglietta e restando in costume.
“Cosa? Io non ci penso nemmeno, Ste’, ho già sofferto abbastanza con il mio ex” brontolò Aurora, sedendosi sullo sdraio. “Caso chiuso”
“Noi conosciamo molti amici che sono qui” Alessio, che aveva orecchiato il discorso, saltò fuori con Christian elencando nomi di ragazzi disponibili.
“Si vorranno solo divertire, che è, per caso vogliono perdere tempo con una come me? Si rovinerebbero la vita” Concluse amareggiata Benedetta. In fondo non era brutta, solo l’apparecchio ai denti la rendeva un po’ ridicola davanti alla gente ma in realtà era come tutte le altre. Aveva dei bellissimi ricci biondi e secondo Aurora avrebbe potuto fare la modella con quelle sue perfette gambe magre.
Continuarono a discutere sul discorso ragazzi, poi Elisa propose di andare al campetto dove c’era anche la rete da pallavolo e giocare un po’.
Appena arrivati notarono che era non si poteva entrare. C’erano dei ragazzi, amici di Alessio e Christian che salutarono, che spiegarono loro il motivo.
“Stasera ci sarà una festa su tutta la spiaggia, e hanno deciso di utilizzare il campetto per allestire il palco dove suonerà una band” disse un ragazzo alto, muscoloso, con dei ricci sul castano chiaro e gli occhi azzurri.
“Mio zio è uno che organizza. Voi verrete? Questa sera, dalle otto fino a mattina, per chi vuole restare. Ci sarà da divertirsi” e fece l’occhiolino ad Aurora, che fece finta di non accorgersene.
Le ragazze si scambiarono un’occhiata carica di emozioni. Volevano tutte partecipare tranne… Aurora. Odiava le feste. Fu lì che conobbe il suo ex, lì che se ne innamorò e lì che fece lo sbaglio più grande di tutta la sua vita: fidarsi di lui. Ma non voleva deludere le sue amiche, così annuì pure lei.
“Io mi chiamo Daniel” disse ancora il ragazzo, stringendo la mano ad ognuna. Quando incontro gli occhi di Aurora, rimase come spiazzato.
“Io sono Aurora” si presentò lei, lo sguardo duro come il ghiaccio, come era solita a fare con tutti i ragazzi che conosceva.
Quando le loro mani si staccarono, tutto tornò come prima.
Elisa, Stefania, Aurora e Benedetta tornarono all’ombrellone, mentre Christian e Alessio restarono lì per chiacchierare con i loro amici.
Una volta raggiunta l’ombra, si sedettero tutte puntando gli occhi su Aurora.
“Che c’è?” chiese lei, senza preoccuparsi di far notare quella punta di fastidio nella voce.
“Gli piaci. E ti piace” la voce di Elisa si stava facendo acuta e gioiosa.
“Chi?” la ragazza restò basita. Daniel?, ma quello lo tenne per sé.
“Oh, ma questa ragazza è sulle nuvole! Come chi, di grazia? Daniel!” rispose Stefania.
“Da.. Daniel? Non è vero, non lo conosco neanche!”
Era vero, Aurora non lo aveva pensato neanche lontanamente.
“Non ci credo.. vedere quella scena è stato esilarante! Non hai visto come lui ti ha guardata, Aury? È… è cotto di te! Vedrai, questa sera alla festa!”
“Ste’, stai delirando!”
“Dovresti essere felice invece” obbiettò Benedetta, appoggiata allo schienale del lettino a braccia incrociate.
“Ma felice per cosa? Non sono innamorata, l’ho visto per la prima volta in vita mia!” Aurora si alzò in piedi, togliendosi della sabbia che le era arrivata sulla pancia da un bambino che giocava. “Smettetela di dire così. Forse quando lo conoscerò meglio potrò dire che.. vabbè, sarà pure carino, ma..”
Le ragazze non la lasciarono finire.
“Vedi, l’hai ammesso!”
“Oh, sono così felice per te..”
Aurora scoppiò a ridere lasciandole scombussolate, adorava quando le sue amiche si preoccupavano per lei, si volevano un bene dell’anima, ma adesso non ce la fece più e si mise a spanciarsi dalle risate.
Amore a prima vista?
Aurora?
Ah, avevano assolutamente sbagliato strada. Scosse la testa divertita, bevendo un sorso d’acqua per evitare di non smettere più di ridere.
 
 
Mancava un’ora all’inizio della festa. Erano tutti nella stanza dell’hotel, i due maschi già pronti che aspettavano che le donzelle capissero che i vestiti erano uguali uno all’altro e che non faceva differenza se quello rosso era troppo scollato e quello rosa con i fiori era troppo eccessivo.
“Non mi piace questo, Chris! Ti ho detto che non mi sta bene!” disse per l’ennesima volta Elisa al fidanzato.
“Ma tu stai bene con tutto, amore” le rispose lui dolcemente, facendola sorridere.
“Per te, sto bene con tutto per te. Ma io mi faccio schifo con questo abito di pizzo, sarebbe più giusto per Aurora”
Sentendosi chiamare, la ragazza si girò divertita. “Qualcuno ha evocato il mio nome?”
“Sì, vieni qui”
Aurora si avvicinò all’amica. “Non pensi possa starti bene? Tu devi ancora trovare un vestito..”
Elisa venne interrotta. “Aspetta, aspetta, aspetta, vestito? Io non mi metto un vestito. Mi vanno bene i pantaloncini corti e la canottiera”
“Aury, ma mi stai prendendo per il culo? No, ti prego, non te lo permetto di andare via così!”
Vennero in soccorso anche le altre, quindi Aurora non seppe più difendersi.
Perciò, niente da fare. Quella sera andò via con il vestito di pizzo.
 
Arrivarono puntuali, e una volta giunti trovarono Daniel con dei ragazzi all’entrata della spiaggia a spargere volantini per i prossimi eventi.
“Venite con noi?” chiese loro Alessio, facendo imbufalire Aurora, perché intuiva che l’avrebbero martorizzata se non fosse andata con Daniel.
“D’accordo” misero giù i volantini e insieme si avviarono verso il centro della festa, a guardarsi un po’ intorno.
Daniel iniziò a scrutare Aurora, che camminava tranquillamente con Benedetta e osservava le bancarelle di collane con curiosità.
Lui non voleva innamorarsi. Fosse stata l’ultima cosa che voleva nella vita. Per lui le femmine erano tutte puttane, la sua ex l’aveva tradito andando a letto con un altro mentre lui pensava teneramente a tutte le giornate passate insieme.
Ma Aurora, con quel suo caratteristico viso da cinesina, le infondeva dolcezza e.. paura. Non capiva il perché.
Daniel osservò le gambe né magre né grasse della ragazza, la schiena ben dritta, il vestito che aderiva perfettamente al corpo. Era uno splendore, si disse, ma poi cercò di tornare in sé.
Non la conosceva neppure. Forse era meglio non parlarci neanche insieme. Invece l’occasione venne, proprio mentre Benedetta disse di andare a comprarsi un paio di ciabatte carine che aveva visto, i suoi amici erano spariti a cercare delle ragazze e le due coppie decisero di ballare un po’.
Aurora si sedette su uno sdraio libero, vicino alla riva, e si mise ad osservare il mare calmo che traspariva tranquillità e benessere.
“Aurora?” una voce la scosse.
Voltò appena il capo per vedere che Daniel le si era seduto di fianco.
“Ah, ciao Daniel” disse lei a denti stretti. La persona sbagliata nel momento sbagliato.
“Come va?”
Le solite domande per sedurre, ma non ci casco, pensò lei.
“Tutto bene, grazie”
“Come ti sembra la festa?”
“Noiosa, a dire il vero” rispose noncurante. Ma vedendo il ragazzo un po’ deluso, aggiunse qualcosa per fargli cambiare idea. “Non mi sono mai piaciute le feste”
“Forse perché non sai mai cosa fare” la frase di lui la fece incuriosire.
“In che senso?”
“Non è detto che alle feste bisogna fare tutto quello che fanno gli altri. Tipo bere, ballare, chiacchierare..”
“E sentiamo, Daniel, che cosa si potrebbe fare?” chiese Aurora.
Lui sorrise, assaporando quel momento di gloria, felice per essere riuscito ad attirare l’attenzione.
“Fare un giro sulla moto d’acqua, per esempio”





Angolo autrice
Ciao, eccomi qui con il primo capitolo! Sono contenta che il prologo sia piaciuto, e ringrazio di nuovo chi ha recensito, ma anche chi ha solamente letto. Apprezzo anche i lettori silenziosi, che spuntano dopo vari capitoli ;)
Parlando del capitolo... si capisce di più il carattere di Aurora, conosce un figo *-* che, penso abbiate intuito, ci sarà per tutta la fanfic. Ora lei deve solo fidarsi di questo Daniel, cosa che sarà molto difficile.
Ho cercato di finire con un colpo di scena, chissà se faranno questo giro sulla moto d'acqua! Aww, dolciosità... 
Ehm, ok.. altro... le amiche di Aurora, come vedete, sono molto insistenti! Vogliono per lei il meglio e sanno che Daniel è un ragazzo buono quindi sperano che tra loro due si accenda la giusta scintilla.
Il secondo capitolo è già pronto, ha solo bisogno di una sistematina, quindi non penso arriverà domani, ma dopodomani credo di sì. Un bacio a tutti!
Melody Space :')

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2. Sulla moto d'acqua ***


Capitolo 2. Sulla moto d'acqua

Aurora aprì una o due tre volte la bocca, sorpresa. Fin da piccola aveva immaginato di andare sulla moto d’acqua, persino lo sognava. Però scosse la testa, facendo restare il ragazzo deluso.
“E perché no?”
“Ho il vestito. È di una mia amica, non posso bagnarlo” si giustificò. Anche se non era solo quello. Non voleva andare troppo in confidenza con Daniel, non si sentiva sicura.
“Ma saranno solo due o tre schizzi, dai, è una festa, per divertirsi. Poi il vestito si asciuga. E comunque, se hai paura di confessare alla tua amica di averlo bagnato, ti accompagno io” disse lui facendo l’uomo, cercando di convincerla.
Aurora sbuffò, senza mostrare il sorriso che minacciava di spuntarle.
“E va bene, facciamo questo giro sulla moto d’acqua”
Il volto di Daniel si illuminò. Grazie, voleva dire, ma non ci riuscì, non voleva sembrare troppo un bambino desideroso di un giocattolo.
Lui l’accompagnò fino al ponte di legno, vicino alla scogliera. Disse all’uomo di voler noleggiare una moto d’acqua, così pagò e ci montò sopra con poca grazia.
“Forza, vieni”
Aurora era un po’ titubante, si accorse solo ora che stava per salirci con uno sconosciuto. Raccolse tutto il fiato che aveva in corpo e si sedette dietro di lui.
“Devi attaccarti forte a me” sussurrò Daniel, speranzoso che lei lo ascoltasse.
“Non ho bisogno di sentirmi sicura. Lo sono già” lei non gli diede retta, anche se un po’ di paura ce l’aveva.
“Te lo consiglio, guarda che non ti mangio mica”
Aurora sembrava offesa da quell’affermazione, così, con cautela, cinse la vita di lui con le sue braccia scoperte.
Daniel sorrise a quel tocco.
“Sei pronta? Hai paura?” le chiese.
“Non più di tanto. E muoviti a partire”
Lui scoppiò a ridere, accendendo la moto e sfrecciando sull’acqua.
Subito grossi schizzi e gocce fredde colpirono il corpo dei due ragazzi. Daniel era abituato, c’era già stato quindi sorrise solamente. Mentre Aurora si lasciò scappare un urlo, poggiando la testa sulla schiena del ragazzo, sentendosi immediatamente più sicura.
Fissò l’acqua limpida e profonda, calando una mano dentro per sentirla. Era calda, essendo stata tutta la giornata al sole si era riscaldata, il vento tiepido della sera sembrava come perfetto.
“Non ti senti in paradiso?” urlò Daniel, sovrastando il chiasso della moto che schizzava veloce sulla superfice dell’acqua.
Aurora non sapeva cosa rispondere, così si limitò a ridere, contagiando anche lui.
Fu proprio nel momento che finirono il giro che la ragazza non se ne fregò minimamente del vestito: si era divertita, e ora non esistevano preoccupazioni.
“Grazie” riuscì finalmente a dire Daniel.
“Di cosa?” si sentì ridicola a dirlo.
“Per essere venuta a fare un giro sulla moto d’acqua. Ti è piaciuto?”
“Moltissimo, vale la pena rifarlo un giorno”
“Io sono sempre disponibile, Aurora”
Daniel le si avvicinò, facendola indietreggiare.
“Andiamo a bere qualcosa? Ci sono le birre gratis” disse lui, per cambiare discorso.
“Non mi piace la birra”
“Ok, qualsiasi cosa tu voglia io te la offro”
Aurora arrossì lievemente alla gentilezza di lui, ma se ne pentì. Si stava di nuovo affezionando. Non se lo sarebbe perdonato.
Insieme si avviarono verso i tavoli del rinfresco.
“Prendo una coca cola Light, ma pago io Daniel” disse lei, prendendo una lattina e tirando fuori i soldi.
Il ragazzo fece per ribattere, ma non gli fu permesso.
Un uomo corse in parte ad Aurora fregandogli i soldi e scappando via.
“Prendetelo!” iniziò a gridare la donna che vendeva le bibite. Ma poca gente se ne accorse, col baccano che c’era.
Aurora però non se lo fece ripetere due volte; iniziò a correre come non aveva mai fatto prima di allora, prese la rincorsa saltando su una sedia senza sprecare fatica, e dopo circa sessanta metri acciuffò il brigante, accorgendosi di essere fissata e di avere Daniel alla costole.
Qualcuno chiamò la polizia e ad Aurora vennero restituiti i soldi per la coca cola.
Dopo che tutto fu tornato alla normalità, i due ragazzi si sedettero su uno sdraio libero a riposarsi.
“Sei stata brava, non hai neanche avuto paura” si congratulò Daniel.
“Una ragazza che ha vissuto tutta la vita senza i suoi veri genitori impara a fare tutto da sola. Anche difendersi”
Aurora non si accorse di quello che disse. Era stato più forte di lei, una risposta che racchiudeva tutte le sue sofferenze. In qualche modo aveva fatto capire a Daniel di essere stata adottata. Se ne pentì subito, aveva raccontato le sue cose ad uno più o meno sconosciuto.
La ragazza senza parlare si alzò in piedi, lasciando la coca cola gocciolare e bagnare lo sdraio. Si asciugo una lacrima furtiva e iniziò a camminare lontano da lui.
Però Daniel non aspettò un minuto di più e le corse dietro, fermandola e facendola girare tirandole un braccio.
“Che vuoi sapere ancora di me, eh? Sai già tutto ormai!” la frase di Aurora si trasformò in un feroce pianto.
Lui la accolse tra le sue braccia e lei stavolta non si dimenò.
“Non piangere” le disse dolcemente.
“C-come si fa a non piangere? Sta andando tutto a rotoli, cazzo!” gridò, ora mantenendosi a una certa distanza da Daniel.
“Perché? Spiegami il perché ed io..”
Si bloccò. Si accorse solo ora delle cicatrici della ragazza sui polsi e una quasi invisibile sul braccio.
“Perfetto, ora sai anche che sono una ex-autolesionista, ora puoi spargerlo in giro che più gente lo sa meglio è, no?”
La voce glaciale di Aurora ferì in qualche modo Daniel, che la voleva solo aiutare.
“Adesso smettila di fare la bambina. Ora vieni con me e mi racconti tutto. Mi racconti perché mi aggredisci così” trovò il coraggio di ribattere il ragazzo.
Aurora si morse il labbro e si gettò con tanta fragilità nelle sue braccia che lui aveva paura di farle ancora più male.
“Ok, ti dirò tutto, ma solo perché sento di doverti dare una spiegazione, anche se non dovrei farlo” prese coraggio e lui era ancora lì, davanti a lei, a braccia conserte ad ascoltarla. “Sì, sono stata adottata, e quando ho saputo tutta la mia storia l’ho raccontata al mio fidanzato. Lui mi ha lasciata solo per questo e io ho iniziato a.. a tagliarmi. Per questo non voglio più fidarmi di nessun ragazzo. Non avrei dovuto raccontarti tutto questo, non mi devo più fidare, me lo dico ogni volta” sospirò. “Finisco sempre per soffrire”






Angolo autrice
Salve a tutti! Ecco come promesso il secondo capitolo, sono arrivata puntuale, e non sempre sarà così.
Ringrazio come al solito tutte le recensioni che mi sono trovata :D sono molto felice per questo, grazie a tutti.
Per parlare del capitolo penso che abbiate capito tutto da sole. Hanno fatto il giro sulla moto d'acqua, iniziano i primi sorrisi e momenti imbarazzanti e cosa più importante Aurora si è fidata ciecamente di Daniel, raccontandogli la sua vita.
Che ne pensate?
Buona settimana!
Un bacio, Melody Space <3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3. Un tuffo di troppo ***


Capitolo 3. Un tuffo di troppo 


Daniel la stava ancora fissando, pensieroso.
“Beh? Non dici niente? Sei contento di esserti fatto i cazzi miei?”
“Io non capisco perché il tuo fidan.. ehm, ex fidanzato avrebbe dovuto mollarti in una simile situazione. Avrebbe dovuto aiutarti” furono queste le parole del ragazzo.
Lui non l’aveva criticata, nemmeno respinta, anzi le aveva preso una mano iniziando ad accarezzarla con le sue.
“Questo non lo capisco neanche io”
Aurora si sentiva a disagio. E molto. Non sapeva cosa pensare, era confusa.
“Vuoi venire a ballare?” le propose lui, per sciogliere quel ghiaccio terribile che si era formato tra loro.
“No, scusa, preferisco andare a casa. Ho bisogno di stare un po’ da sola” rispose, così piano che lui faticò a sentirla.
“Capisco. Almeno ci scambiamo il numero di cellulare?” la voce speranzosa di Daniel convinse Aurora ad accettare.
Dopo questo lei si girò e iniziò a camminare verso la fine della spiaggia.
Solo quando sentì la voce di lui chiamarla insistente si girò.
“Buonanotte!” gridò.
“Mi hai chiamato trenta volte solo per dirmi buonanotte?”
“Sì, Aurora” la ragazza scorse il sorriso sul suo volto, anche se in lontananza.
“Complimenti” disse sarcastica. “Buonanotte anche a te”
Erano ancora le dieci di sera, e non le importava se le sue amiche sarebbero rimaste ancora alla festa. Le avvertì semplicemente che aveva voglia di dormire. Appena entrò in appartamento e mise la testa sul cuscino, però, non riuscì a chiudere occhio.
 
Quella mattina si stava rivelando più afosa del previsto. Il caldo penetrò dalle finestre chiuse e riempì la camera dell’hotel illuminandola, costringendo tutti a svegliarsi dal loro sonno profondo.
Aurora era già sveglia, col costume indosso e uno chignon leggermente pendente.
“Ben svegliati. A che ora siete andati a dormire, per curiosità?” chiese sorridente.
Benedetta, con voce impastata, sbadigliò. “Per le tre del mattino. È troppo presto per andare in spiaggia, siamo stanchissimi”
“Ma bravi! Vi avverto, sono le nove, io vado in spiaggia. Ma, ragazze, siete proprio sicure di non voler sapere cos’è successo ieri sera con Daniel?”
Aurora non si accorse di come aveva detto la frase, con tanta naturalità e spensieratezza.
Elisa balzò a sedere. “Giura che dopo ce lo racconterai! Croce sul cuore!”
“Croce sul cuore” sbottò Aurora, uscendo dall’hotel.
Arrivata all’ombrellone si stupì di vedere Daniel seduto.
“Ciao!” salutò lui con un sorriso smagliante.
“Che ci fai qui?” domandò lei, senza troppi complimenti.
“Pensavo potesse farti piacere una mia visita” disse lui.
Lei non rispose, si limitò a spalmarsi la crema solare. “Potresti darmela sulla schiena?” indicò il tubetto.
Lui si alzò tranquillo, prese un po’ di crema, la mise sulla mano e iniziò a spargerla su tutta la pelle già molto abbronzata. Ad Aurora vennero i brividi, ma cercò di convincersi che era solo perché la crema era fredda e non per le perfette mani di Daniel sulla sua schiena.
“Grazie” disse lei quando ebbe finito.
“Non c’è di che”
Si sorrisero come se il giorno prima non fosse successo niente.
“Ti va se andiamo a fare un bagno?” le propose lui.
Lei annuì. Si incamminarono verso riva, immergendo pian piano i piedi in quella bellissima acqua fresca
Daniel corse in avanti, verso le onde, chiamando Aurora che non si era ancora abituata alla temperatura dell’acqua.
“E dai!” lui le si avvicinò, bagnato fradicio dalla testa ai piedi, e iniziò a schizzarla.
Aurora urlò e iniziò a correre, scavalcando le onde e arrivando su un isolotto di sabbia formato dalla bassa marea.
Daniel la raggiunse e in men che non si dica lei si ritrovò a testa in giù, con la pancia sulla sua spalla e le gambe davanti. Si mise a scalciare ridendo, voleva esser messa giù, ma il ragazzo non la ascoltò e continuò per i fatti suoi,  portandola sempre di più al largo, finché non si ritrovarono a non toccare per l’acqua troppo fonda.
“Sei scemo?” esclamò lei ridacchiando “Non so nuotare bene”
“Vedo che stai a galla” precisò lui.
“Per poco tempo, poi mi stanco”
“Ti prendo io”
“Oh su, fai l’uomo e andiamo dove abbiamo l’acqua alla vita” disse lei sbrigativa, un po’ impaurita per l’acqua profonda, quindi senza accorgersene si avvicinò a lui, fino ad essere faccia a faccia.
Daniel, senza mostrarsi troppo eccitato, inspirò quell’attimo di vicinanza.
All’improvviso delle voci squillanti risuonarono dietro di loro. Erano gli amici di Daniel su un pedalò.
“Volete fare un giro?” gridò uno, il cui nome era Alex.
“Saliamo!” disse Aurora, anche se era un po’ diffidente. Però voleva provare questa nuova esperienza.
Samuele e Sebastiano pedalavano per farlo andare sempre più al largo. Dopo una decina di minuti si fermarono.
“Ci tuffiamo, che ne dite? Si può scegliere, o buttarsi dallo scivolo oppure lanciarsi liberamente!” esclamò Daniel.
“Ma io non so nuotare nell’acqua troppo profonda” cercò di protestare Aurora. Erano per di più vicini agli scogli, quindi avrebbero potuto farsi male.
Nessuno però le diede retta e a turno si tuffarono. Lei fu l’unica a scegliere lo scivolo, perché non si sentiva troppo sicura a lanciarsi al largo.
Era il suo turno. Si sedette attaccandosi al bordo e fissando l’acqua chiara e gli scogli alla sua destra. I ragazzi erano dietro di lei che cercavano di spingerla.
Così scese.
 
La caduta fu così violenta da sentire le gambe informicolate e la schiena come se avesse appena preso una sberla fortissima.
Cercando di salire in superfice sbatté il mento contro uno scoglio e si graffiò la schiena. Il sangue iniziò a uscire, fondendosi con l’acqua cristallina.
Non riusciva a riemergere dalla botta. Era presa dal panico.
I ragazzi erano di spalle che chiacchieravano sul pedalò, solo Daniel si accorse che Aurora non tornava, così si lanciò.
La vide subito: la faccia violacea, le bolle che le uscivano dalla bocca, con i piedi e le gambe scalciava e il mento.. il mento era completamente rosso.
Daniel nuotò fino ad esserle quasi addosso. Lei però ormai non aveva più fiato. Il ragazzo la prese e la portò su uno scoglio.
Gli amici li raggiunsero.
“E’ viva?” chiese Sebastiano.
“Merda” Daniel non la smetteva di scuotere la testa e fargli il massaggio cardiaco.
Dopo una ventina di secondi Aurora iniziò a tossire mettendosi seduta.
Il ragazzo le tenne la schiena dritta e iniziò a osservare il taglio sul mento da cui usciva ancora sangue. Lui ci mise sopra la mano.
“Aiutatemi. Dobbiamo portarla al pronto soccorso della spiaggia” la voce di Daniel era quasi implorante, piena di paura.
“Io metto giù il pedalò, andate voi due” disse Alex a Sebastiano e Samuele.
Fu così che in tre trasportarono la ragazza fino in fondo alla spiaggia.
L’infermiera li fece aspettare fuori.
“Lo sapevo che non dovevo lasciarla tuffare. Lei aveva anche paura, ma l’ho costretta per divertimento” Daniel iniziò a darsi la colpa.
“Ehi amico, si sistemerà tutto, è solo una ferita” cercò di convincerlo Samuele.
“Spero solo che mi perdoni”
“Lo farà, è un angelo di ragazza” all’affermazione di Sebastiano, Daniel sorrise. Però gli venne in mente il carattere pestifero e impulsivo di Aurora e lì iniziò a pensare seriamente che al novantanove per cento lei l’avrebbe respinto.




Angolo autrice
Sono tornata, in orario! *applausi* U.U
Questo capitolo ci può dire molto.. un grosso incidente. Una possibile lite tra Daniel ed Aurora.
Secondo voi Daniel ha sbagliato a cercare di buttarla in acqua? E lei, ha fatto bene ad accettare?
Voglio i vostri pareri...
Aurora, come pensa Daniel, lo respingerà?
Tutto al prossimo capitolo.
(Sembra quando alla fine di Dragonball la voce dell'uomo inizia a fare domande su cosa succederà nella prossima puntata).
Penso di postare il prossimo capitolo sabato. Au revoir!
Melody Space <3

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4. Uno sguardo che sa d'amore ***


Capitolo 4. Uno sguardo che sa d'amore

 
L’infermiera aveva deciso di far spostare Aurora dal pronto soccorso all’ospedale del paese. Erano stati informati anche i tutori o genitori della ragazza, che aspettavano notizie al più presto.
In camera, Aurora, appena aprì gli occhi dopo il suo sonno riposante, bevve un bicchiere d’acqua alla sua sinistra. Iniziò a pensare a tutto quello che le era successo, ma si ricordò il sorriso furbastro e l’insistenza di Daniel a farla tuffare. Ora lei era in un letto d’ospedale con il mento fasciato. Subito sbuffò leggermente, poi iniziò a dare la colpa al ragazzo. Non che ce l’avesse con lui, ma in qualche modo le dava fastidio il modo in cui si comportava. Il modo in cui lei era attratta da lui. Non sarebbe riuscita a parlargli per troppo tempo. Avrebbe aspettato ancora per perdonarlo dopo tutti i dispetti che lui le fece mentre facevano il bagno nel mare.
“Niente di importante, ora sta meglio, deve restare in ospedale un altro paio di giorni, per lasciarla riposare” disse il dottore fuori dalla stanza al telefono con la madre di Aurora.
Daniel era fuori dalla stanza, seduto che origliava la conversazione.
A un certo punto Fabio, il dottore, uscì e fissò il ragazzo.
“Sei un amico di Aurora?” gli chiese.
Daniel stava per rispondere di sì, però era confuso. Forse lei non lo considerava più un amico. O forse non lo era mai stato. Ma in ogni caso annuì, deglutendo.
“E’ l’orario delle visite, prima sono venute delle ragazze a trovarla, ora è libera, puoi andarci tu sei vuoi” disse Fabio con voce premurosa, vedendo Daniel abbastanza scandalizzato.
“Non penso lei gradisca una mia visita”
“Su ragazzo, provi ad andare. È sveglia, quindi potete fare anche quattro chiacchiere” il dottore lo incoraggiò, convincendo Daniel ad alzarsi e varcare la soglia.
La stanza dove alloggiava Aurora era composta di tre letti. Ma solo il suo era occupato. La camera tinta di bianco aveva un odore nauseante, che sapeva di medicinali.
“Ciao, Aurora” la voce del ragazzo tremava. “Stai bene?”
Lei girò la testa dall’altra parte, prese un libro a caso e iniziò a leggere fingendo che Daniel non ci fosse.
Non ho intenzione di parlarti, verme schifoso, esci da questa stanza o ti tiro questo romanzo in testa, pensava Aurora.
Lui si sedette sulla sedia in parte al letto dove lei stava comodamente rilassata.
“Non vuoi parlarmi, ho capito. Beh, se non lo vuoi fare tu, lo farò io”
Ad Aurora gli pizzicarono per un momento gli occhi, ma non lo diede a vedere. Faceva finta di non ascoltare, ma invece teneva le orecchie bene aperte. Si tranquillizzava solo a sentire la voce di quel ragazzo, che le dava però un fastidio tremendo.
“Quindi.. è colpa mia se ti sei fatta male. Ti chiedo scusa, non era mia intenzione, dimenticavo la tua sensibilità..”
Qui Daniel prese uno spavento da fargli accapponare la pelle.
“Sensibilità? Io ti sembro sensibile? Così fragile?!” il ruggito di Aurora fece destare il dottore Fabio che entrò di corsa.
“Che è successo qui? Mi svegliate tutti i pazienti! Che vi prende?”
“Non sono stato io ad urlare” il ragazzo diede tutta la colpa a lei, il che era anche giusto. Aurora si imbufalì ancora di più, ma cercò di dare un certo contegno per non far arrabbiare il dottore più di quanto già non lo fosse.
“Signorina Joey, non pensa sia ora di riposare?” Fabio si avvicinò a lei e le tastò la fronte.  Era leggermente calda, aveva un po’ di alterazione. “Le consiglio di dormire”
Aurora annuì. “Mi scusi” borbottò, stendendosi sotto le lenzuola bianche e chiudendo gli occhi.
Strano ma vero, il dottore concesse a Daniel di restare dentro la stanza senza che lei se ne accorgesse.
Il ragazzo era ancora lì seduto, triste e perso con la mente nei suoi pensieri.
Era finita, si era illuso se pensava che Aurora potesse diventare anche solo per un attimo sua. E poi ricordò il loro giretto sulla moto d’acqua, quello era stato indimenticabile. Un improvviso sorriso spuntò sul suo volto, ma poi scosse la testa e osservò lei.
Lei.
Con la sua tragica storia, addormentata in un letto di ospedale, con il mento fasciato, un po’ di febbre, la sofferenza a pesare sulle spalle, un passato orribile impossibile da dimenticare.
Era una meraviglia. I capelli corvini sparsi sul cuscino, il respiro regolare che muoveva il suo petto.
Daniel, prendendo al volo l’occasione, prese un mano di Aurora e l’accarezzò tra le sue. Passò come un soffio di vento sulle sue cicatrici e restò per una buona mezzora così, a fissarla intensamente, sperando che tutte le sue paure potessero scivolarle via.
Che quell’incubo finisse immediatamente, per poi vivere felici e contenti per sempre.
Ma questa non è una favola, imbecille, si disse da solo. E’ la realtà e la devi accettare.
 
Le pulsava in modo terribile la testa, non riusciva più a dormire, così aprì gli occhi. Il soffitto bianco la accecò. Si sentiva una mano imprigionata, così girò la testa vedendo Daniel che la teneva tra le sue.
“Che fai?” lei la ritirò immediatamente con un gesto fulminio del braccio.
“Ben svegliata, è quasi un’ora che dormi” lui decise di agire con sfacciataggine.
“Non mi interessa, voglio sapere che ci fai qui”
“Sono qui perché so che tu avresti reagito in questo modo appena mi avresti visto. Sono qui perché mi interessa di te e di come stai” le parole profonde lasciarono Aurora senza fiato.
Sta solo facendo il romantico, non cascarci di nuovo, devi reagire, si disse lei.
“Beh. Sarà come dici tu, ma io non ti voglio”
Questa frase tagliò come a metà il cuore di Daniel. Si rassegnò.
“D’accordo. Ciao”
Si alzò dalla sedia e si avviò verso la porta. Aurora lo seguiva con lo sguardo, e una parte di lei le diceva di non lasciarlo andare.
Il ragazzo si fermò solo prima di uscire. Lentamente elaborò una frase, che risuonò quasi come un lamento.
“Se vieni in cerca di me.. non farlo quando è troppo tardi. Non farlo quando verrai respinta tu”
Detto questo, Daniel uscì, senza più guardarla, senza pentirsi di aver detto quello che gli passava per la mente.
Passò davanti all’ufficio del dottore, che lo guardò intensamente prima di avviarsi verso la camera della paziente.
 
“Come sta? Aurora come sta?” chiesero le amiche preoccupate a Daniel.
Erano tutti sulla spiaggia, sotto l’ombrellone, alcuni seduti sullo sdraio altri sulla sabbia.
“Ma voi non l’avete mica vista?” domandò lui.
“Quando siamo andate a farle visita lei stava dormendo” rispose Stefania, accoccolata sul lettino tra le braccia di Alessio.
“Beh.. io quando sono entrato nella sua camera era sveglia. E mi ha respinto” aggiunse con tono triste e pacato.
“Guarda che noi la conosciamo bene, fa sempre così, cerca di capirla, si è sentita.. boh, meglio che sto zitta” Benedetta scosse la testa, cercava di far ragionare Daniel ma non riuscì a trovare le parole adatte.
“Ma perché te ne sei andato?” chiese Christian.
“Mi ha mandato via, Chris.. io le ho detto che se mai volesse tornare da me non doveva farlo troppo tardi” rispose lui.
“Cosa le hai detto? Non capisci che così la fai soffrire ancora di più?” Elisa balzò in piedi a occhi sgranati. “Vai subito a farti perdonare!”
“No. E comunque, anche se ci andrei, come? Come dovrei farmi perdonare, sentiamo! Non mi vuole, non gli interesso, non siamo mai stati amici, ora lo capisco, lei mi evitava..”
“Lei ha sofferto!” gridò ancora Elisa, gli sguardi di tutti puntati su di lei e su Daniel. “Non so quando avrai intenzione di capire, ma almeno prova a metterti nei suoi panni. Se non ci riesci, significa che non sei abbastanza maturo”
“Ok. Vado da lei. Come posso farmi perdonare? Voi la conoscete bene, meglio di me. Almeno potete consigliarmi” la sua voce stava diventando implorante.
“A lei piace la luna. Le piace guardarla. Potresti chiedere il permesso al dottore di andare a visitarla di sera, verso le nove, e gli chiedi se puoi andare sul terrazzo a guardare la luna. E tu, DanielMiCredoTuttoIo, fai un po’ il romantico” disse Benedetta.
“Non è il mio forte questa cosa”
“Con lei ti riesce bene” rispose ammiccando.
“Vado a chiedere il permesso a Fabio. Ciao e grazie” detto questo, superò gli ombrelloni correndo come un pazzo verso l’ospedale.
 
Aurora aveva la testa china su uno dei suoi libri pieni di significato, su cui amava rifletterci sopra. Ma quella sera, dopo aver cenato, non riusciva a concentrarsi. Due lacrime avevano bagnato le pagine.
Il pensiero le ricadeva su quel brutto episodio. Il suo mento fasciato non le dava tregua, le faceva spira in modo incontrollabile.
Possibile che tutto succedeva a lei? Come Daniel aveva detto, era così fragile?
Sì, lo sono eccome, e io non gli ho dato retta, l’ho mandato via, pensò, con rimorso. Ma ho fatto bene in fondo. Quello non lo devo più vedere. Io resterò single per il resto della mia vita. Io con lui sono stata male, sto continuando a soffrire, e senza rendermene conto tornerò quello che ero prima.
Non fece in tempo a dire altro che Daniel spalancò la porta col fiatone.
Si fissarono un attimo spaesati, lui aveva la gola secca e quello spettacolo di ragazza lo lasciò per un attimo in trance.
Poi si avvicinò lentamente e la guardò negli occhi. In quel momento si rese conto che non sapeva cosa dirle. Fabio gli aveva dato il permesso di portarla sulla terrazza, ma adesso non aveva idea di come invitarla.
“Aurora.. ti prego, adesso ascoltami” la voce di lui fece sbuffare silenziosamente la ragazza.
“Ti chiedo di venire con me un attimo”
“No” fu la risposta immediata della ragazza. “Ti ho detto che non ti voglio. Non ho bisogno di un ragazzo”
“Non ti chiedo di essere la mia fidanzata. Ti chiedo di seguirmi” Daniel iniziò a diventare insistente.
“Non sono abbastanza in forze per alzarmi”
“Ti aiuto io, e non dire che sai andare da sola adesso”
Aurora capì che non aveva altre scuse. Si concesse solo due ultime domande.
“Prometti che dopo mi lascerai in pace?”
“Prometto” rispose lui, serio, impassibile, anche se il suo cuore stava andando a pezzi.
“Dove vuoi portarmi?” era la seconda domanda.
“Sulla terrazza dell’ospedale” disse Daniel.
Aurora provò ad alzarsi, ma sentì subito un capogiro.
Lui gli cinse la vita con un braccio, e l’accompagnò fino al posto desiderato.
Una volta arrivati, lei nascose un sorriso. Non sapeva come potesse minacciarle di spuntare, però reagì, sempre mostrandosi indifferente e arrabbiata.
Appoggiarono entrambi le braccia sulla ringhiera. Il cielo scuro mostrava una grande luna piena, che si rifletteva negli occhi dei due ragazzi.
“Hai visto che spettacolo?” disse Daniel, per un attimo dimenticandosi che era con lei.
“Sì, è davvero una meraviglia. Quando sono a casa, di solito, e c’è un satellite della Terra del genere, la dipingo” nemmeno lei si accorse di parlare veramente con lui.
“Davvero? Sei brava a disegnare?”
“Non sono una professionista, ma mi ritengo piuttosto capace. Tu invece?”
“Io mi limito ad osservare” disse Daniel, girando la testa verso Aurora e sorridendo.
“Hai mai visto qualcosa più bello della luna? Io no, mai; secondo me è una delle cose più belle che sono state create”
“No, ti sbagli. C’è solo una cosa più bella della luna”
Aurora si girò a fissarlo e per un attimo rimase sconcertata. Non era sua intenzione rispondere in modo educato a quel ragazzo, ma era come naturale. Improvvisamente si chiese come facesse a sapere che adorava in quel modo scrutare il cielo, ma al momento c’era una domanda più importante che la assaliva.
“E chi è questa straordinaria creatura, per superare la bellezza della luna?”
“Tu, Aurora. Sei tu”




Angolo autrice
Ed eccomi, leggermente in ritardo, mancano quindici minuti a mezzanotte quindi sto per aggiornare domenica. Ah, buona settimana!
Comunque, questo capitolo mi ha fatto venire i sudori.
E' stato lungo, lungo e faticoso. Leggetelo con cura, o finirete per esplodere. A parte il fatto che è leggermente romanticoso, soprattutto dalla parte di Daniel, che mi fa una pena pazzesca. Lui sta iniziando a prendere in considerazione lei. Tutto di lei, sta iniziando ad amarla o non impazzirebbe in questo modo.
Non ho altro da dire.. grazie milioni a chi recensisce, mi fate felici :D
E grazie a chi segue silenziosamente :)
Un bacio a tutti alla prossima!
Melody Space <3
P.S. per il prossimo capitolo... mercoledì? Spero di riuscirci mercoledì... Perché devo andare a Gardaland e tutto mi assalirà, con impegni, compiti (da finire) e tutto il resto. Buona settimana!

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Capitolo 6
*** Capitolo 5. Perdonato ***


Capitolo 5. Perdonato

Gli ci volle un po’ per capire quello che Daniel aveva detto. E, quando tutti gli ingranaggi del suo cervello iniziarono a funzionare, il mondo le parve improvvisamente più bello.
Non sapeva cosa rispondere. Il ragazzo era lì, davanti a lei, sorridente e speranzoso. Lei era seria, con uno sguardo un po’ imbarazzato.
Finalmente il suo cuore la fece ribaltare dalla parte più romantica, cercando di non ribattere e non deluderlo ancora. Perché si ricordava quello che lui le aveva detto. Se vieni in cerca di me.. non farlo quando è troppo tardi. Non farlo quando verrai respinta tu. Non era il momento di fare la testarda, doveva almeno dargli corda e rispondere decentemente.
“Grazie, Daniel, sei stato davvero dolce”
Le parole non sembrarono vere alle orecchie di nessuno dei due. Daniel alzò un sopracciglio, scettico, convinto di essere stato preso in giro. Ma Aurora gli buttò le braccia al collo, e lui la strinse in modo più affettuoso possibile.
Quando si staccarono, Daniel stava quasi piangendo.
“Ti prego Aurora, ti prego, perdonami. Ho sbagliato, me ne rendo conto adesso. Se avessi saputo non ti avrei nemmeno fatto salire su quel cazzo di pedalò..”
Lei lo fece zittire poggiando distrattamente le sue mani sul petto di lui. I loro sguardi si avvicinarono sempre di più. I loro cuori battevano forte, all’unisono, che si potevano sentire a distanza di chilometri.
“Ho esagerato, ma mi sono tanto spaventata, e quando sono così non ragiono” disse Aurora con la sua voce flebile.
“Mi hai detto che dopo averti portato qui devo lasciarti stare” rispose lui rassegnato, ricordando che soli dieci minuti prima Aurora non lo voleva più vedere.
“Non lo fare” scattò subito con le sue parole minacciose.
“Perché?”
“Non voglio che tu.. sì, insomma, che tu.. la smetta di venirmi a dietro” disse imbarazzata.
“Venirti a dietro?” Daniel non riuscì a capire.
“No, no, mi spiego meglio. Voglio che tu mi stia vicino, insomma, non lasciarmi andare così. Sto cominciando a fidarmi di te”
Il cuore del ragazzo si riempì di gioia. Aveva Aurora tra le mani, non doveva lasciarsela scappare.
 
Il giorno dopo Aurora fu dimessa dall’ospedale e fu come se tutto tornasse alla normalità e non fosse successo niente.
Daniel era con Alex, Sebastiano e Samuel a distribuire volantini per gli spettacoli serali, Aurora con le sue amiche sotto l’ombrellone a chiacchierare e ogni sera un giro in centro tutti insieme.
Tra Daniel e Aurora non era ancora successo niente di esilarante, erano di nuovo amici, ma nulla di più.
Solo che il pensiero dell’amore tormentava il ragazzo giorno e notte. Doveva assolutamente dichiararsi, non poteva aspettare altro tempo.
Anche lei, però, si sentiva strana. La sera, quando uscivano tutti quanti, chiacchierava con Daniel da amico ad amica, e le faceva piacere. Ma voleva trasformare un po’ quel sentimento che aveva trascurato da non si sa quanto tempo.
E l’occasione venne quel giovedì sera, in un pub.
C’erano solo loro due, perché gli altri avevano deciso di fermarsi sul lungomare ad osservare dei ragazzi di strada ballare.
Dopo aver bevuto una birra lui e un tè lei, s’incamminarono verso la spiaggia.
“Ti piace così tanto il mare?” le chiese.
“Sì, è la mia vita. Mi fa calmare quando sono agitata, mi fa smettere di piangere quando sono triste, mi fa sorridere quando mi sento sola… mi tiene compagnia” si voltò a guardarlo, e sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
Erano ormai arrivati a riva, quando il cellulare di Aurora squillò. Guardo il nome sullo sfondo. Mamma.
“Pronto, mamma?”
“Tesoro, ti è passato tutto? Stai meglio?” la voce affannata della signora Tonelli rimbombò nelle orecchie della ragazza.
“Sì, mamma, non preoccuparti”
“Hai fatto amicizie oltre a stare con le tue tre amiche?”
Aurora guardò Daniel, che le sorrise, poi rispose. “Sì, ho conosciuto varia gente”
Il ragazzo in parte a lei scoppiò a ridere.
“Divertiti, ti saluta anche papà che in questo momento è al lavoro!”
“Ciao, ci sentiamo” e riattaccò.
“Hai conosciuto varia gente, eh?” sbottò lui, senza smettere di ridere.
“E dai, cosa vuoi che gli dica, che ho conosciuto un ragazzo e che ci passo insieme la maggior parte del tempo?”
“Io l’avrei detto” rispose lui all’improvviso diventando serio e scrutando gli occhi scuri e profondi di lei. Qualcosa spinse di fare quel movimento avventato: le prese le mani e l’avvicinò a lei.
Lo sguardo di Aurora era sorridente ed eccitato al tempo stesso.
“Io te lo devo proprio dire. Io sono innamorato di te, non posso farci niente. Nonostante tutte le nostre complicazioni, io ti amo, e il mio cuore è ormai tuo”
Una silenziosa lacrima di commozione scese la guancia destra del viso di Aurora. Il suo cuore si era come fermato, come quando lui le aveva detto che lei era più bella della luna.
La sua mente iniziò a elaborare una risposta in meno di un secondo.
Tutte quelle strane sensazioni, i sorrisi improvvisi, i pianti isterici, la paura spietata, la rabbia furtiva e la felicità immacolata arrivavano tutte grazie a… Daniel. Quel nome aveva un grande significato, un significato profondo.
“Anche io sono innamorata di te” disse piano.
Il ragazzo sorrise pienamente.
“Vuoi diventare la mia ragazza?”
“Sì, Daniel”
Si strinsero in un forte abbraccio trita costole per il magro fisico di Aurora.
E poi, fermi a guardarsi negli occhi, le loro bocche si avvicinarono sempre di più, formando un piccolo bacio, lento, pieno di amore. Del loro vero amore.



Angolo autrice disperata
E disperata è dire poco!! Questo capitolo è.... CORTO. Chi mi sa spiegare sta cosa? I capitoli corti per me sono praticamente vietati, ma ok, questo lo lasciamo passare giusto?
Spero vi piaccia anche se in confronto agli altri è corto (odio questa parola nella mia storia). U.U.
Comunque, siete contente adesso? Aurora ha ragionato, suoniamo le campane! *AAAALLELUJA, AAALLELUJA, ALLELUJA, ALLELUJA, ALLELUUUUUJA!*
A parte gli scherzi, si sono fidanzati non ci credo nemmeno io! E' una cosa meravigliosa!
Ditemi che ne pensate, grazie a chi recensisce, sono felice che le visualizzazioni a questa storia sono sempre di più e aumenta anche la gente che mette la ff nelle seguite, preferite e ricordate :)
Il prossimo capitolo penso di metterlo la settimana prossima, ovvero giovedì 4 settembre (tra poco inizia la scuola-desolata), ma se riesco a finire di scrivere il capitolo prima lo metto subito o quando inizierò a studiare mi vedrete una volta ogni tre settimane xD un bacio a tutti!
Melody Space

 

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