Detective Conan - Amarsi Così É Sbagliato?

di DarknessGirl_95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intro ***
Capitolo 2: *** La Nuova Sorellina ***
Capitolo 3: *** Separazione ***
Capitolo 4: *** Nuova Identità ***
Capitolo 5: *** Amore A Prima Vista ***
Capitolo 6: *** Nuovo Amore ***
Capitolo 7: *** Dubbi e Amore ***
Capitolo 8: *** Ricordi ***
Capitolo 9: *** Ti Salverò ***
Capitolo 10: *** La Brutta Notizia ***
Capitolo 11: *** La Vita Senza Te ***
Capitolo 12: *** Ricerca ***
Capitolo 13: *** Rìsveglìo ***
Capitolo 14: *** Incontro ***
Capitolo 15: *** Ricordi, Legami e Dolore ***
Capitolo 16: *** Amore...Svanito? ***
Capitolo 17: *** Uniti Per Sempre...Nel Bene E Nel Male! ***
Capitolo 18: *** Uniti Per Sempre...Nel Male E Nel Bene! ***



Capitolo 1
*** Intro ***


Ci era riuscita. Come scienziata era bravissima ma quella era la sua prima missione. Anche se non era ancora maggiorenne le avevano affidato una missione importante, uccidere un politico molto famoso sotto la stretta sorveglianza di Gin, suo fratello maggiore.
Il caldo sangue era schizzato sui suoi vestiti e anche sul volto. La tuta nera era macchiata di sangue ma poco le importava. Era felice di aver premuto il grilletto perché ora suo fratello era fiera di lei. A terra giaceva ormai senza vita il politico di cui doveva occuparsi. Lo sparo però fece scattare la sicurezza e in pochi minuti la polizia.
-Vattene di li, Diamante!- disse alla ricetrasmittente il fratello, Diamante era il suo nome in codice. Poco originale ma l'aveva scelto lei e le piaceva molto.
-Eseguo, Gin!- comunicò poi riprese a parlare dopo una breve pausa rimanendo nel luogo del delitto.
. -Dove vi trovate?- chiese sussurrando.
-Abbiamo parcheggiato la macchina nel bosco! Alla fine del bosco! Raggiungici ma senza farti seguire!- disse con freddezza, non si stupì. In fondo sapeva che suo fratello le voleva molto bene. Fece una piccola smorfia mentre apre la finestra.
-Certo che potevate parcheggiare un po più vicino! Mi toccherà correre, lo sai?- disse toccandosi per un momento il petto.
-Non avresti dovuto accettare la missione visto le condizioni in cui sei! Vediamo se riusciamo a venirti incontro!- disse infine il fratello con un tono preoccupato, in effetti lei aveva una salute molto cagionevole e non era mai stata portata per quelle missioni ma aveva insistito così tanto che alla fine aveva ceduto l'incarico a lei.
-Va bene! Passo e chiudo altrimenti mi prendono! E se mi prendono sai bene anche tu cosa dovrò usare pur di non parlare!- sussurro infine e chiuse la chiamata. Si toglie la tuta e la porta via con se e salta giù dalla finestra con agilità.
-Non sono poi così male in fondo!- disse tra se e se ma sentì uno sparo e un dolore lancinante alla pancia. Se la tocco e poi guardò il palmo insanguinato.
-Non mi avrete mai!- urlò guardandosi alle spalle con la coda dell'occhio e vedendo dei poliziotti. Inizia a correre nonostante la ferita senza mai fermarsi ma senza saperlo stava correndo verso dove i poliziotti la stavano facendo andare. Era una trappola! Presto si ritrovò di fronte a un burrone e guardò giù. Erano molti metri ma c'erano anche molte sporgenze. Forse si sarebbe salvata! Decise così di rischiare. Si girò verso i poliziotti e sorrise.
-Non mi avrete mai!- urlò mentre dalla loro macchina, Gin e il suo compagno osservavano la scena. Gin sospirò affranto per il destino della sorella e trattenne il pianto. Mai avrebbe voluto una cosa del genere. Prima però di morire, sapeva benissimo che la sorella avrebbe bruciato ogni cosa in suo possesso in caso del recupero del corpo. Luce prese la tuta che aveva incorporate tutte le prove con cui i poliziotti sarebbero potuti risalire alla organizzazione e prese un accendino. Diede fuoco a tutto e lo lasciò cadere nel burrone poi sorride e tira fuori dalla tasca dei jeans una pillola. Voleva assicurarsi dopo la caduta di essere morta e così inghiotti la pillola senza acqua e si butto all'indietro cadendo nel burrone sotto gli occhi increduli dei poliziotti. Si era buttata pur di non parlare. Sorrise e pianse mentre precipitava, il suo pensiero era diretto a suo fratello che già era viaggio per ritornare all'organizzazione con il cuore in pezzi. Senti un forte botto alla schiena e poi più nulla il buio totale. Era questa la morte, se era così allora le piaceva, ma mezz'ora dopo...

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Capitolo 2
*** La Nuova Sorellina ***


Stava passeggiando con tutta calma per il bosco. L'aria era fresca e il ragazzo era riparato dal vento dalle due pareti di roccia che si alzavano a fianco alla valle. Erano due montagne con in mezzo una valle favolosa dipinta di solo verde e l'azzurro del lago. Il giovane non era solo a passeggiare, con lui c'era anche un anziano signore grassottello.
-Professor Agasa, su andiamo! Non sarà mica già stanco! Siamo appena arrivati!- ride il giovane guardando il signor Agasa che era piuttosto indietro.
-Fai presto tu a parlare! Tu sei giovane!- disse passeggiando con difficoltà.
-Allora fermiamoci qui!- disse il giovane dirigendosi verso un posto riparato dal sole grazie a una sporgenza rocciosa ma quando arrivò li qualcosa gli bagnò il volto e se lo tocco per poi guardare cosa fosse. Era sangue e cadeva dall'alto. Alzò lo sguardo allontanandosi e vide un corpo immobile sopra alla sporgenza, giaceva su del sangue. Era un corpo minuto, di una bambina avvolta in dei vestiti sicuramente non suoi visto.
-Professor Agasa abbiamo un emergenza! C'è un ferito su quella sporgenza!- disse il giovane prendendo la corda dal suo zaino e mettendosela sulla spalla. Inizia ad arrampicarsi verso la sporgenza un po a fatica e arriva sopra rimanendo un po scioccato dalla scena che era di fronte a lui. Era una bambina sui sei anni con una grande ferita a livello della pancia, perdeva ancora sangue e indosso aveva dei vestiti giusti per una sedicenne. La prese tra le braccia e guardo giù, era un salto non da poco ma doveva salvarla. Si mise la piccola sulle spalle e fece in modo che non cadesse quando si muoveva. Impianta un chiodo resistente e grande nella roccia e ci lega la corda per poi calarsi sotto gli occhi preoccupati del professore.
-Attento a non cadere, Shinichi!- urlò Agasa guardandolo ma non avrebbe mai dovuto dirlo. La corda si spezzò e il ragazzo precipitò per cinque metri e atterrò di petto salvando la piccola che portava in spalla.
-N-nuova regola...professor Agasa...mai pensare che qualcosa potrà andare...storto...perché succederà!- disse il giovane rialzandosi a fatica con l'aiuto del professore.
-Stai bene Shinichi?- chiede preoccupato.
-Si, credo di si! Andiamo non c'è tempo da perdere! È grave la piccola!- fisso Shinichi toccandosi il petto dolorante poi inizia a correre verso la macchina. Il professore lo seguiva correndo il più possibile e appena arrivarono alla macchina, Shinichi sali e si mise la piccola sulle gambe e il professore mise in moto la macchina partendo con meta l'ospedale. . Intanto Shinichi diede un primo soccorso alla piccola fermando la fuori uscita di sangue. Era preoccupato, doveva assolutamente salvarla.
Arrivarono in ospedale in dieci minuti e la piccola era ormai in fin di vita, era già incredibile che fosse resistitita tanto. Venne ricoverata di urgenza e venne operata. Shinichi e il professore erano nella sala di attesa e aspettarono diverse ore in ansia per la piccola. Avevano anche risposto a delle domande dei medici e anche della polizia.
Erano passate sei ore ed era calata la sera. Il cielo notturno era limpido e si vedevano le stelle, se solo avesse guardato fuori avrebbe sorriso, ma non era il momento di sorridere, Non avevano ancora notizie della piccola e quello era il suo unico pensiero.
-Shinichi, vai a casa! Rimango qui io, domani devi andare a scuola!-- disse il professore ma il ragazzo si rifiutò.
-No, voglio essere qui quando mi diranno come sta! Domani non andrò a scuola! Quella piccola è sola e io voglio aiutarla!- fisso il ragazzo passeggiando su e giù per la sala d'attesa con nervosismo. In quel momento un medico si avvicinò al ragazzo e riferì che la piccola era salva e poteva andarla a vederla in stanza. Il ragazzo corre subito nella stanza e guarda la piccola che dormiva profondamente, aveva la mascherina di ossigeno sul volto e delle flebo sulle braccia. Era così carina e così indifesa, chi aveva potuto farle male. Chi aveva osato?

Erano passate tre settimane e la piccola non si era ancora svegliata. Shinichi andava a trovarla ogni giorno ma non aveva detto ancora a nessuno di ciò che era successo. Non perdeva mai la speranza di vederla sveglia, e tutta quella speranza fu premiata. Infatti quella mattina inizio a muovere una mano, poi iniziò ad aprire gli occhi e lo guardò.
-Tu chi sei?- sussurrò a bassa voce -ma soprattutto chi sono io?- chiese, aveva un vuoto di memoria poi sorrise.
-Sei il mio fratellone, vero?- chiese con speranza. Shinichi la guardò un po sorpreso ed esitò, poi sorrise e la abbracciò delicatamente.
-Si, sono il tuo fratellone! Ero tanto preoccupato per te! Finalmente ti rivedo!- disse. Rimase con lei per un po a parlare e quando si addormentò, Shinichi chiese spiegazioni ai medici. Essi disserò che lei aveva perso irrimediabilmente la memoria e probabilmente non l'avrebbe più recuperata.
Dopo aver parlato con i propri genitori, decisero di farla entrare nella famiglia Kudo, le avrebbero fatto credere di essere loro i genitori naturali e solo in caso di recupero della memoria, le avrebbero detto la verità. Infine decisero che sarebbe vissuta a fianco di Shinichi, ma doveva portarla sempre con se visto che il lavoro di Shinichi era non poco pericoloso.
Luce Kudo, la nuova sorellina di Shinichi, vittima di una sparatoria durante la risoluzione di un caso di Shinichi.

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Capitolo 3
*** Separazione ***


"Un anno..." pensò il giovane detective.
"Un anno che lei è con me! Ci intendiamo così bene! Si è affezionata a me in modo incredibile! Vorrei poterle dare di più ma non posso! Finora ho fatto di tutto pur di non vederla mai soffrire però...non ha amici! Continuando così non avrà neanche un amico! Non può starmi così attaccata! E se un giorno dovessi sparire dalla sua vita?" I pensieri del giovane erano tanti, tante preoccupazioni e tanti dubbi. Aveva imparato ad avere una sorellina, ma non era sicuro di essere la persona più adatta per occuparsene. Luce Kudo, la sorellina minore di Shinichi Kudo. Sempre vivace e allegra, ma allo stesso tempo fragile quanto un bicchiere di cristallo. E lui l'aveva trattata come tale, con delicatezza per non farla andare in mille pezzi. Chissà cosa sarebbe successo se lui l'avesse ignorata o semplicemente non l'avesse vista. Sarebbe morta sola nel suo mondo.
Scosse la testa per scacciare via i suoi pensieri e si alza dal divano. Indossava ancora la divisa scolastica, infatti era tornano da pochi minuti a casa. Il fiocco al collo era completamente ridotto a un nastro di stoffa che pendeva giù dal collo, la giacca blu era nella sua mano destra e appoggiata al divano in modo disordinato, la camicia bianca era sbottonata ai primi bottoni così da lasciar intravedere parzialmente il petto del ragazzo. La testa rivolta verso l'alto che guardava il soffitto. Si portò una mano davanti al volto agitandola come se volesse cacciare i brutti pensieri e si alza lasciando la giacca sul divano.
Intanto dalla porta della sala qualcuno lo stava spiando, qualcuno di molto vicino a lui. Poi aprii bocca.
-Fratellone, il soffitto ha un colore interessante?- lo prese in giro una bambina dai capelli neri e lunghi fino a metà schiena. Gli occhi color del cielo fissavano il giovane detective con un sorriso di scherno stampato sulle labbra. Entra nella stanza camminando con passo tranquillo. Indossava una maglietta in cotone blu scuro dalle maniche corte che lasciavano scoperte quelle piccole braccia da bambina. Per coprire le gambe aveva dei jeans bianchi e ai piedi delle scarpe da ginnastica blu. Anche se era piccola, aveva le sue fisse e odiava le gonne. Nel suo guardaroba non esistevano le gonne, nonostante il fratello le avesse detto più volte di prendere anche gonne ma niente da fare.
-Ah-ah...- fece di rimando il fratello con tono sarcastico. Poi si alza dal divano e si gira verso la sorellina che stava camminando nella sua direzione.
-E tu perché mi spiavi?- disse ancora il ragazzo avendo capito bene che lei lo aveva spiato per tutto il tempo.
-Perché mi va e lo sai! Uffa, devo diventare più brava a spiare!- rispose Luce incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio. Ma dopo alcuni secondi di silenzio si senti le mani grandi e forti del fratello sulla vita. Sorride ritrovandosi tra le braccia del fratello, gli cinse il collo con le piccole braccia intrecciando le dita delle proprie mani dietro al collo del detective.
-Imparerai vedrai! Comunque hai fatto meno errori di quella volta che sei venuta a spiarmi a scuola! Complimenti! Ma dovresti far attenzione alle porte, quella del salotto cigola un po quando la muovi!- le consigliò il giovane scompigliandole i morbidi capelli neri della piccola.
-Fratellone, io ho fame!- brontolò ad un tratto Luce e, a sentir quelle parole, il ragazzo si diresse verso la cucina di casa. La mise a sedere sul tavolo con le gambe a penzoloni e andò dal frigo per controllare se ci fosse qualcosa da mangiare ma non era avanzato nulla dalla sera prima, lancia un occhiata alla sorellina girandosi un attimo verso di lei.
-Cosa vuoi da mangiare, Luce?- chiese infine, mentre la piccola stava giocando con una ciocca di capelli. In quel momento suona il campanello di casa e Shinichi, a malavoglia, va dal citofono che si trovava accanto al portone di ingresso e risponde.
-Casa di Shinichi Kudo, chi è?- disse al citofono prima di ricevere una risposta tuttaltro che cordiale.
-SHINICHI!!!- urlò qualcuno al citofono, sembrava volesse rompere i timpani al giovane detective visto il volume della voce. Shinichi rimpianse di aver risposto e rimane per qualche minuto intontito per poi rispondere.
-Ran, che modi sono di urlare questi! Per poco non mi rompevi il timpano destro dell'orecchio!- -COME TI SEI PERMESSO DI LASCIARMI LÌ A SCUOLA DA SOLA SENZA UNA MINIMA SPIEGAZIONE! SEI CORSO VIA COME UN MATTO!- disse la giovane Ran al citofono. Ran è un amica di infanzia di Shinichi e sa molto bene dell'adozione di Luce con cui non va affatto d'accordo, in quanto la piccola è molto gelosa del fratello e non lo lascia da solo neanche un po se non per la scuola. L'unico momento di separazione e in cui Ran può stare con lui in pace.
-Lo sai benissimo anche tu, dovevo andare dal professore a prendere Luce! Adesso ti faccio entrare a patto che non urli, lo sai che a Luce non piace!- spiegò il detective aprendo poi il cancello di casa all'amica. Ran prende un profondo respiro calmandosi. Da quando c'era lei nella vita di Shinichi, quest'ultimo aveva iniziato a star dietro molto alle continue richieste della piccola Luce facendo crescere la gelosia della liceale. Si incammina verso l'entrata raggiungendola in pochi grandi passi.

Intanto Luce aveva sentito il fratello parlare al citofono con la sua più grande rivale, Ran Morì, soprannominata da lei stessa come "rompiscatole". Non perse un attimo e scese dal tavolo in poco tempo per poi raggiungere il fratello e prendergli la mano.
-Che è venuta a fare lei?- disse infine indicando Ran che era arrivata all'entrata e aver varcato la soglia di casa.
-Non essere sgarbata Luce! É venuta qui a farci compagnia!- le disse il fratello all'orecchio abbanssandosi alla sua altezza. Poi si rimette in posizione eretta e guarda l'amica.
-Ti ricordi che oggi dovevamo andare al Luna Park, vero?- gli ricordo Ran.
-Sì, me lo ricordo!-
-Al Luna Park? Voglio venire anche io! É da tanto che non ci vado!- si intromise Luce guardando Shinichi per avere il suo permesso senza tener conto di Ran, che stava per protestare.
-Certo, vieni anche tu! Te lo meriti! Dopotutto hai avuto un lungo periodo di malattia e ora che stai bene è meglio uscire!- le sorride il giovane Kudo. Luce sorride rivolgendo uno sguardo di sfida a Ran che rimane sulla difensiva e fa silenzio.
-Grazie fratellone!- sussurra poi guardando Shinichi e salendogli in braccio mentre pensava alla sfida lanciata a Ran.
"Vediamo adesso come la metti se vengo con voi! Non lo avrai il mio fratellone!" pensò la sorellina. In effetti lei lo aveva sempre presentato come illude suo ragazzo, oltre che come suo fratello. In più di una occasione, gelosa delle altre ragazze, si attaccava alle gambe del fratello e diceva di essere lei la sua fidanzata e di girargli al largo. E per ora Shinichi la assecondava, visto che era una bambina.
Ah, se avesse saputo!

Dopo aver pranzato in tre, Shinichi e la piccola Luce si prepararono.
Lui aveva indossato una maglietta bianca con una felpa verde sopra, jeans blu scuro e scarpe da ginnastica.
Luce, invece, aveva dei semplici pantaloni neri in cotone aderenti, una maglietta a maniche lunghe in cotone con il collo alto di colore rosso vivace.
Ran invece aveva la divisa scolastica.
-Fratellone, andiamo?- chiese Luce entrando in camera del fratello che stava prendendo lo zaino con delle cose per Luce.
-Arrivo!- disse andandole incontro con lo zaino in spalla.
-Contenta?- le sorrise e la prese in braccio per poi dirigersi verso l'uscita di casa dove li aspettava Ran.
-Si, sono contenta!- rispose Luce poi guardo Ran.
-Finalmente, e poi voi maschi dite che sono sempre le femmine a farsi attendere!- disse Ran incrociando le braccia al petto poi si incammina. Una volta usciti di casa, Shinichi fa scendere la sorellina e chiude a chiave la casa inserendo anche l'allarme. Poi segue Ran fuori dal cancello con la piccola attaccata praticamente ai suoi pantaloni. Non ribatte alla provocazione di Ran. Dopo qualche minuto di camminata iniziarono a parlare insieme normalmente mentre in mezzo a loro camminava Luce con sguardo attento nei confronti di Ran. Dopo circa quindici minuti arrivano al Luna Park e Luce inizia a fare i giri per tutte le attrazioni insieme a Shinichi. Non lo lasciava neppure un momento, cosa che fece innervosire la giovane Ran.
-Fratellone, ora vorrei andare sugli autoscontri! Posso?- chiese la sorellina al giovane ma esso era stato attirato da un altra cosa, un colloquio sospetto tra due uomini vestiti di nero. Uno era un grasso, l'altro era più magro e aveva lunghi capelli biondi. Portavano dei giacconi, dei cappelli e degli occhiali da sole, tutto rigorosamente nero.
-Ehi fratellone?!- lo richiama la sorella dandogli un calcio sulla gamba ed esso subito gli presta attenzione.
-Dei modi meno violenti per attirare l'attenzione esistono, sai Luce?- disse tenendosi la gamba. Poi tira fuori il portafoglio e lo da a Ran.
-Tieni, devo andare a vedere una cosa!- disse con la speranza di tornare presto.
"Devo scoprire chi sono quei due e perché sono qui!" pensò allontanandosi ma Luce lo afferra per i pantaloni.
-Dove vai?- chiese con tono preoccupato. Shinichi la guardò e sorrise per poi inginocchiarsi di fronte a lei ed accarezzarle i capelli.
-Torno presto!- la rassicurò poi si alzò e si allontanò mentre Luce cercò di seguirlo ma venne presa in braccio da Ran, anch'essa un po turbata.
"Non andare, fratellone! Voglio vederti ancora, non lasciarmi!" pensò Luce con il cuore in gola e iniziò a piangere tra le braccia della ragazza che cercò di consolarla.
Intanto Shinichi aveva seguito i due uomini, stavano parlando con un terzo uomo e avevano scambiato due valige sospette.
-I soldi sono tutti?- chiese l'uomo vestito di nero dai lunghi capelli mentre il signore di mezza età annuisce e prende l'altra valigia e la apre.
-E qui c'è davvero tutto?-
-Dubiti di noi, vecchietto?!- lo minacciò quello un po più grasso.
"chissà quanti soldi sono!" si chiese Shinichi guardandoli da dietro un muro poi nota che quello magro non c'è più e segue un forte dolore alla testa cadendo a terra privo di sensi.
-Maledizione, ci hanno seguito! Dobbiamo toglierlo di mezzo!- disse quello più grasso e prese la pistola ma l'altro lo ferma.
-Fermo, lo sparo potrebbe essere sentito! Usiamo queste! Le ha create la nuova scienziata e ci ha detto che non sono localizzabili nel sangue quindi andiamo tranquilli!- disse tirando fuori una pillola mentre nei suo sguardo si poté notare un luccichio di tristezza. Afferrò Shinichi per il capelli e gli infilò la pillola in bocca, poi gli fece scivolare in bocca dell'acqua.
-Addio giovane spia!- disse con un ghigno e se ne andarono.
Poco più tardi Shinichi si svegliò e iniziò a sentirsi strano, strinse con una mano il proprio petto e sussurrò.
-Che...m-mi...succede? M-mi...sento così...s-strano...! L-Luce...piccola mia...dove sarai ora...?- si chiese per poi perdere i sensi.



ANGOLO AUTRICE: Scusate per il ritardo ma scrivo tutto da cellulare e memorizzo sulla memo, poi finito il capitolo faccio copia e incolla! Spero che capirete! E spero sia gradevole ciò che scrivo! Grazie mille e spero e commenterete in tanti la mia storia! Cercherò di continuare il più presto possibile! Cmq che si sa cosa succederà a Shinichi ma come reagirà la piccola Luce? Cosa farà ora senza il suo fratellone adorato? Continuate a leggere e lo saprete Grazie mille, Luce Phantomhive!

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Capitolo 4
*** Nuova Identità ***


Ran passeggiava avanti e indietro per lo studio del padre, lo "sconosciuto" detective Goro Mori. Era preoccupata, da quando Shinichi le aveva lasciate sole non si era più fatto sentire.
Luce dormiva profondamente sul divano presente nello studio, aveva pianto per più di un'ora dalla separazione del fratello per poi addormentarsi. Ran non poteva darle torto, Shinichi era sparito e lei aveva un brutto presentimento.

Aprì di scatto gli occhi, finalmente era sveglio. Ma non capiva che gli fosse successo o dove fosse.
"Dove sono? Dove mi trovo?" pensò il giovane liceale per poi iniziare a tastare il terreno su cui si trovava. Si trovava sull'erba, doveva essere per forza un prato. Si mise a sedere sentendo un forte dolore alla testa. Guardandosi intorno notò che era notte. Per questo era così buio intorno a se. Si alzò e si guardò intorno portandosi una mano alla testa ma la sua mano era coperta da qualcosa, della stoffa. Si guardò la mano e notò con orrore che la manica era più lunga del suo braccio. Si guardò bene i vestiti e poi lanciò un urlo. Un urlo colmo di agitazione, cosa gli era successo e perché ora era diventato un bambini. Prese a correre per la strada, su di lui alcuni sguardi di persone un po confuse dal comportamento strano di quel bambino. Dopo alcuni minuti si fermò con il fiatone e cerco di capire dove fosse. Non era lontana casa sua, doveva arrivarci il prima possibile e chiedere aiuto. Riprese a correre inciampando ogni tanto sui propri pantaloni lunghi il doppio o anche il triplo delle proprie gambe.

Il telefono squillava da incessanti minuti, Luce iniziava a svegliarsi e la tensione nell'aria aumentò. Tutto a spese del povero Goro costretto a sopportare i lamenti di Ran e della piccola Luce.
-Papà, che facciamo se Shinichi non torna a prendersi almeno Luce? Non possiamo lasciarla sola a casa di Shinichi!- disse Ran preoccupata ma Luce, che l'aveva sentita incrocio le braccia al petto.
-Lui tornerà a prendermi!- disse con fermezza Luce.
-Ce ne occuperemo noi, ovviamente! Però dovremmo metterci in contatto con i genitori! Non ho intenzione di mantenerla!- disse Goro prendendo il telefono e chiamando i genitori di Luce.

Era a casa del professor Agasa dopo avergli raccontato tutto ciò che era successo quel pomeriggio. Aveva anche raccontato già tutto ai genitori e si era rimesso i vecchi abiti da bambino di anni prima.
-Certo che tu te le attiri tutte le sfortune!- disse ridendo il professor Agasa. I genitori avevano promesso di occuparsi della faccenda e che presto sarebbero venuti a prendere lui e Luce per portarli lontano da li, ora che era un bambino non era in grado di proteggere Luce o se stesso, quindi era meglio allontanarsi. E lui aveva dovuto accettare per il bene di Luce.
-E la smetta professore! Non posso neanche dire nulla a Ran e a Luce!- disse quella che ora era diventato un detective formato mignon. Il telefono squillò e Shinichi prontamente rispose.
-Pronto?- chiese al telefono ma subito riconobbe la voce della madre.
-Shinichi, tesoro! Abbiamo parlato con il detective Goro Mori! È disponibile a occuparsi di te e di Luce, con spese di mantenimento a nostro carico! Come genitori vorremmo evitare che tu e Luce rimaniate in quel paese ma tu non mi sembri molto d'accordo con la nostra decisione quindi abbiamo optato per una cosa diversa! Per ora ti abbiamo presentato come Conan Edogawa, lontano cugino del professor Agasa! Non devi dire a nessuno che sei Shinichi, nemmeno a Luce o a Ran! Le metteresti in pericolo se la tua vera identità venisse scoperta! Hai capito tesoro?- spiego brevemente la madre. Dopo un po di proteste anche su questa soluzione e qualche tenero saluto chiusero la chiamata e il giovane Shinichi sospirò.
"Ecco fatto! Non pensavo che davvero sarebbe successo! Che farà lei senza di me?" pensò mettendosi una mano tra i capelli. Fu allora che senti la mano del professore sulla sua piccola spalla e la sua voce rassicurante.
-Vedrai che se la caverà! Ricordati che tu le sarai sempre accanto nelle vesti di Conan!- disse poi sorrise.
-Andiamo, su! Credo proprio che ci stiano aspettando!- disse. Il bambino si incamminò verso l'uscita con un solo pensiero fisso. Sua sorella.

-Tra un po arriverà un secondo ospite! È un lontano parente del dottor Agasa e ce lo vogliono affidare perché i suoi genitori non possono stargli dietro! E poi è curioso di conoscere la giovane Luce di cui Shinichi tanto gli ha scritto! Sembra che Shinichi sia stato costretto a partire per indagare su un difficile caso! Non vi preoccupate per lui! Ora pensiamo al nuovo arrivato! Due ospiti in un solo giorno, che seccatura!- disse Goro per poi osservare le facce leggermente sconvolte delle due, Luce riprese a piangere non capendo perché il fratello l'avesse lasciata sola mentre Ran ruppe in due il tavolo di fronte al divano con un calcio. Entrambi erano furiose ed arrabbiate.
-Su dai, calmatevi! Vedrete che si farà presto sentire! Ora dobbiamo ricevere il nuovo membro di famiglia!- disse il detective e si alzò dalla poltrona. Ran e Luce si calmarono un po e si andarono a preparare. Poco dopo il campanello suonò, era il professor Agasa con il nuovo arrivato. Esso però era nascosto dietro di lui per la vergogna. Ran e Luce erano già pronte a riceverlo con un grande, anche se finto sorriso.
-Siamo qui e lui è...- disse il professor Agasa dopo essere entrato e si spostò per mostrare il nuovo arrivato che aveva la testa bassa e viso tutto rosso per l'imbarazzo. Appena Luce lo guardò successe ciò che nessuno si sarebbe mai aspettato!

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Capitolo 5
*** Amore A Prima Vista ***


Ecco, ora l'imbarazzo era completo. Il volto era rosso come un pomodoro o peggio, lo sguardo era basso e la testa rivolta verso il pavimento.
-Lui è Conan Edogawa, un bambino molto intelligente di 7 anni! Purtroppo i suoi genitori sono troppo impegnati all'estero e io non ho la mina idea di come prendermene cura! Quindi lo portato da voi!- lo presentò il dottor Agasa mentre Ran e Luce osservavano imbambolate il nuovo arrivato provocando così la sua timidezza. Si nascose dietro le gambe di Agasa sussurrando qualcosa di confuso che le due non capirono.
-Dottor Agasa, mi vergogno! Non voglio che mi vedano così!- disse quello che ora si poteva definire "Shinichi Junior".
-Su, avanti non fare il timido Conan! Vai a fare amicizia!- disse il professore dandogli una piccola spinta verso le due, ma abbastanza forte per mandarlo diretto tra le braccia di Luce che lo prese al volo. Conan alzò lo sguardo verso di lei ritrovandosi a qualche centimetro dal suo volto.
"Accidenti a te, Agasa!" pensò il bambino tenendo lo sguardo fisso sugli occhi color cielo di quella che poco prima era sua sorella. Poi arrossì, beh...in fondo era molto carina. Si alzò di tutta fretta e facendo continui inchini chiese scusa e si presentò personalmente. Dopo quella breve presentazione Ran si avvicinò a lui e lo abbracciò.
-Ma lo sai che hai proprio un bel faccino! Sei così carino!- disse coccolandoselo tutto sotto lo sguardo assassino di Luce. Poi lo lasciò libero e sorrise. Le ricordava qualcuno, il suo adorato Shinichi. La stessa cosa era per Luce che si avvicinò a Conan e lo guardò negli occhi con fare indagatore.
Conan la guardò di rimando e si chiese perché lo stesse fissando in quel modo. Poi un pensiero gli percorse la mente, e se forse aveva già capito chi era in realtà?
-Tu sei il mio tipo!- decretò infine attaccandosi al suo braccio sorridendo.
"Il suo tipo?" si chiese tra se e se Conan e rise sollevato dalla situazione. Era meglio così se non lo sapeva.
-Il tuo tipo? Ma nemmeno mi conosci!- le disse staccandola in malo modo, come poteva fidarsi di un perfetto sconosciuto? Non glielo aveva insegnato di certo lui.
-Bene, tutto sistemato! Tra due giorni andrai a scuola con Luce!-disse Goro poi rise di gusto e infine tornò serio. Intanto Luce osservava il giovane Conan con un solo pensiero in testa.
"È così simile a Shinichi! Non può essere lui! Me lo avrebbe detto! Ma visto che mio fratello è troppo grande per me mi prendo questo bel bambino! E poi è così carino, specie quando arrossisce!"pensò senza accorgersi di essere arrossita. Conan, vedendola così, prese l'occasione al volo e iniziò a prenderlo in giro.
-Ehi Luce! Sei diventata tutta rossa! Per caso volevi andare a lavorare per strada a fare il semaforo rosso?- disse in modo sarcastico ma a quelle parole, Luce lo guardò in modo truce. Lo afferrò per un polso e lo trascinò via giustificandosi.
-Scusate, noi andiamo a dormire! Lui dormirà con me!- disse per poi sparire dentro a quella che per un po sarebbe stata la sua stanza. Indica il letto a castello e lo guardò.
-Tu dormi su e io giù!- disse poi guarda il bambina che inizia a protestare.
-Senti, ma che ti è preso? Io volevo solo scherzare!- disse Conan un po irritato dalla reazione della sua nuova amica. Lei, per tutta risposta, lo mette con le spalle al muro e lo guarda con i suoi occhi color del cielo.
-Mi piaci! Dal primo momento che ti ho visto mi piaci!- disse tutto di un fiato arrossendo e senza lasciargli tempo di rispondere appoggia la testa sulla sua spalla.
-Sai, mio fratello era così somigliante a te! Mi piaceva da morire ma ero troppo piccola per lui! Ora che ci sei tu farò di tutto per farti innamorare di me e un giorno ci riuscirò!- disse con grinta, ma con un tono della voce dolce e sicuro. Non l'aveva mai vista così sicura prima di allora e ne era contento. Ma allo stesso tempo spaventato, i suoi occhi così azzurri lo attiravano come una calamita. Si, era diventata proprio bella la sua dolce sorellina. Prese un profondo respiro per poter parlare con calma e sorrise.
-Io apprezzo la tua volontà di volermi ma come fai a dire che ti piaccio se mi hai visto per la prima volta in tutta la tua vita?- chiese cercando di essere cordiale. Abbassò la testa lei e sorrise ma senza rispondere, per l'amore a prima vista non aveva una spiegazione. Alzò le coperte del letto e si inflò sotto pensierosa, ma i suoi pensieri vennero interrotti da una mano che si era posata sulla sua testa.
Stava riflettendo, forse era meglio se fossero diventati qualcosa di più di amici, avrebbe potuto proteggerla meglio. Sorrise e appoggiò la mano sulla testa della sorella, poi sali sul letto sopra al suo e si mise sotto le coperte.
-Allora fammi innamorare di te se mi ami anti tanto!-disse infine sottovalutando i sentimenti della sorella. Si addormentò e lei fece lo stesso in attesa del nuovo giorno per vedere come si sarebbero svolte le cose e che piega avrebbe preso questa storia.



ANGOLO AUTRICE: Chiedo scusa per il ritardo. Lo so il capitolo è corto ma mi sto addormentado con il cellulare in mano e il racconto davanti. Spero vi piaccia! Grazie a tutti per aver letto e vi prego di seguire ancora la mia storia. Grazie di tutto e arrivederci!

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Capitolo 6
*** Nuovo Amore ***


In quei due giorni erano stati bene insieme i due, Luce e Conan si capivano perfettamente sotto lo sguardo indagatore di Ran. Lei gli era sempre accanto e non lo lasciava da solo quasi mai, sembrava determinata nel suo intento di farlo innamorare di se, e Conan la assecondava.
Quella mattina si svegliò presto il piccolo detective immerso nei suoi mille pensieri. Era preoccupato che una sparizione di Conan potesse causare alla sorella un trauma. Scosse la testa allontanando con una mano i propri pensieri, ci avrebbe pensato al momento giusto. Una voce lo distolse completamente dai propri pensieri, era la voce di Luce.
-Conan...- sussurrò Luce da sotto le coperte.
-Sei sveglia, Luce!- disse sorpreso il bambino vedendola già sveglia.
-Certo, che credi? Oggi è il nostro primo giorno di scuola! E guai se qualche femmina si avvicina a te, la disintegro!-disse mostrando il pugno a Conan che quasi impallidì all'idea.
-Ricevuto!- disse di rimando il piccolo detective. Entrambi si alzarono e andarono a fare colazione insieme.
-Buongiorno Conan! Buongiorno Luce! Dormito bene?- chiese gentilmente Ran guardandoli arrivare entrambi assonnati.
-Ho dormito benissimo!- disse Conan sorridendo mentre Luce si appoggia a lui e sbadiglia.
-Bene ma ho ancora tanto sonno!- sussurra e si siede a tavola. Ran serve subito la colazione e li guarda. Luce aveva appoggiato la testa sul tavolo mentre Conan le accarezzava i capelli dolcemente.
-Su, su bambini! Muovetevi a farete tardi a scuola!- li incitò Ran ma nessuno dei due la ascoltò e iniziarono a mangiare indisturbati con calma. Dopo quindici minuti si andarono a vestire e uscirono da soli.
-Che bella giornata!- esclamò Luce stirandosi per poi abbracciare da dietro Conan sorridendo felice. Lui, immerso nei suoi pensieri, ne venne distolto quando lei lo abbracciò e sorrise.
-Sei la solita, Luce- rise ed entrò in cortile con lei sulle spalle. Era terremoto, lo era sempre stata e lui ne era felice ma mai si sarebbe preso una cotta per quella che era sua sorella.
-Ciao Luce!- disse una voce femminile e di fronte a loro si pararono due bambini e una bambina.
-Ciao Ayumi! Ciao Genta! Ciao Mitsuiko!- rispose salutando i tre. Scende dalle spalle di Conan e inizia le presentazioni.
-Ti presento i miei presunti amici! Allora! Lui è Mitsuiko, lui è Genta e lei è Ayumi! Sono insistenti quando vogliono qualcosa! Purtroppo!- sospirò poi si avvicina all'orecchio di Conan.
-E per dirla tutta, Genta e Mitsuiko sono innamorati pazzi di Ayumi!-
A quelle parole Conan fece una risatina. Intanto Luce riprende a parlarne.
-Lui invece è Conan Edogawa ed è il mio fidanzato!- annunciò davanti ai tre mentre Conan quasi sviene a quelle parole ma non ribatte. Era meglio così. O forse c'era dell'altro sotto. Sta di fatto che comunque arrossì totalmente alle parole di Luce. Lei lo abbracciò sorridendo mentre il gruppo dei tre ragazzi urla.
-Benvenuto nel gruppo, Conan!- disserò in coro poi tutti insieme andarono in classe dove seguirono le lezioni. Conan si stava annoiando. Non ce la faceva più a fare le tabelline da bambini mentre Luce scarabocchiava sul quaderno disegnando qualcosa, una figura nera dai lunghi capelli, giacca nera e occhiali neri. Non sapeva perché ma ne aveva fatti tanti di disegni del genere con spontaneità, come ricordi perduti. Appena Conan si girò verso di lei, chiuse di scatto il quaderno. Sorrise guardandolo e gli fece l'occhiolino.
Arrivò la ricreazione e Luce rimase sola in classe con Conan, non avevano voluto uscire e così ora erano soli. Luce si alzò e si avvicinò a lui per poi portarlo con le spalle al muro.
-Ehi, Luce! Ma che ti prende?- chiese Conan non capendo perché lo avesse messo con le spalle al muro.
-Conan, senti! Ma tu davvero mi ami?- chiese guardandolo tristemente.
-Beh, amare è un po tanto! Mi piaci!- disse falsamente Conan per poi abbracciarla. Lei si lasciò fare e lo baciò sulle labbra lasciando il piccolo detective sorpreso. Non riusciva a toglierla,non ne aveva ne la voglia ne il coraggio. Appena si staccò la guardò negli occhi e le accarezzò il volto.
-Ti amo!- disse lei tutta rossa in volto per l'imbarazzo e lui sorrise per poi baciarla di nuovo.
-Anche io!- disse dopo il bacio e la prese per mano.
-Ti va di uscire in cortile con me?- le chiese mentre lei, del tutto imbarazzata, annui e si attaccò al suo braccio. Qualcosa era nato, un nuovo amore, ma tra mille bugie, segreti e ricordi, cosa poteva andare bene? ANGOLO AUTRICE= Scusate il ritardo ma sono molto impegnata. E poi non ho molta ispirazione spero vi stia piacendo la mia storia. Per ora si sono innamorati ma poi che succederà? Chi era la figura nel disegno? E perché Luce nasconde l'esistenza di tali disegni? Di cosa ha paura? Cosa ricorda del suo passato? Grazie e ci vediamo nel prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Dubbi e Amore ***


Da allora erano più uniti che mai, ma a fare il primo passo era sempre Luce. Conan la assecondava, per il suo bene. E Ran da lontano li osservava spesso. Ormai era passata una settimana dalla dichiarazione di amore ma qualcosa non tornava, Luce era convinta che Conan le avesse mentito, perché non aveva messo passione nel suo bacio. E anche se Conan negava tutto, lei lo sapeva. Il bacio era la prova!
"Ma allora perché mi ha detto di amarmi? Non capisco!" disse seduta sull'altalena del parco. Per la prima volta era sola, Conan era andato via con Ran e Goro per un caso mentre lei aveva preferito stare dal Dottor Agasa. Doveva riflettere senza la presenza di Conan. Restò li a dondolare per ore finché non arrivò il tramonto e la fame. A quel punto si alzò e si diresse dal Dottor Agasa per mangiare.
-Finalmente sei tornata! Ero in pensiero! Conan ha chiamato ben cinque volte per sapere come stavi! Dovresti richiamarlo!- disse il professore, Luce aveva la testa bassa e lo ascoltava a malapena per poi rispondere.
-E a che scopo chiamarlo? Tanto lui non mi ama!- sussurra con le lacrime agli occhi.
-Ma che dici? Lui ti ama moltissimo!- menti il signore ma lei andò nella camera degli ospiti e si distese a letto prendendo sonno. Voleva solo chiudere gli occhi, dimenticare tutto e sognare come faceva sempre. Preferiva stare a letto e sognare senza soffrire, non le piaceva quella realtà senza suo fratello.

Guardava il cielo fuori, era sera ed era ora di cena. Ma lui non si dava pace, non avere notizie di Luce lo faceva stare inquieto. Stava cenando ma nulla sembrava andar giù per la gola con facilità. Aveva un nodo in gola, perché era così preoccupato? Forse perché lei stessa aveva rifiutato di andare con loro, aveva insistito tanto ma le sue ultime parole lo avevano turbato.


FLASH BACK

-Perché non vuoi venire?- chiese preoccupato per il suo comportamento. Ormai lei aveva capito che lui le aveva mentito, sempre mentito.
-Non mi va! Tutto qui!- disse lei freddamente. Lui la prese per la spalle e iniziò a scuoterla.
-Perché fai così?- chiese sempre più preoccupato ma lei lo scansò in malo modo.
-Pensaci bene e forse capirai! Ci vediamo quando torni!- disse allontanandosi e dandogli le spalle.
-Aspett...- stava per dire lui ma lei si era già fermata e aveva voltato leggermente la testa verso di lui interrompendo la sua frase facendo posto ad un altra dura e cruda.
-...e in tutta sincerità...non tornare tanto presto...non lo sopporterei!- disse lasciando il piccolo detective turbato e andandosene di li.

FINE FLASH BACK


"...e in tutta sincerità...non tornare tanto presto...non lo sopporterei!"
"...non lo sopporterei!"
Queste ultime parole gli balenavano in testa ad ogni boccone che mandava giù.
"Perché l'ha detto? Non capisco! Eppure lo faccio solo per lei!" si disse portandosi le mani tra i capelli poi decise di richiamare a casa di Agasa. Ma appena cercò di comporre il numero le sue dita si bloccarono, era come se il suo cervello non volesse sentire di nuovo quelle parole. Gli stavano facendo male. Fece un bel sospiro e con fatica iniziò a digitare quel benedetto numero. Attivò la chiamata e attese. Rispose sempre lui il dottor Agasa.
-Pronto dottor Agasa? Sono Conan! Io...vorrei...parlare...con..- le parole gli morirono in gola, non aveva il coraggio di parlare con lei, non voleva più sentirsi dire quelle cose. Era stato orribile ma forse era proprio per questo che forse non era falso il suo amare. Non era del tutto falso. Ma ogni pensiero venne fatto in mille pezzi quando senti le parole di Agasa.
-Ha detto che tu non la ami! Che lo sa! Non serve fingere! Ma forse è meglio cos...-
-NO! NON È MEGLIO COSÌ! IO LA AMO DAVVERO!- urlò al telefono mentre Agasa rimase sorpreso poi cercò di obiettare.
-Conan, andiamo! Lei è tua sorella! Non si può tra fratello e sorell...-
-NO! LEI NON È PIÙ MIA SORELLA ORA! SONO CONAN E NON SHINICHI! E POI STA DI FATTO CHE DI SANGUE NON SIAMO FRATELLI! SE LO È GIÀ DIMENTICATO?!- riprese ad urlare Conan. Ran lo sentiva urlare ma non capiva ciò che stava dicendo.
-SONO SOLO SUO FRATELLO ADOTTIVO! ORA COME ORA NESSUNO MI PUÒ IMPEDIRE DI AMARLA COME MERITA! QUEL GIORNO LE HO SALVATO LA VITA E LEI HA CREDUTO CHE FOSSI SUO FRATELLO E COSÌ È STATO! ORA TUTTO CAMBIA!- continuò ad urlare Conan convinto delle sue parole.
-Va bene, Conan! Non sarò certo io a impedirtelo ma appena torni dirglielo! Lei sta male!-
-Glielo dirò! Devo dirglielo!- disse chiudendo poi la chiamata. Sospirò e poi sorrise portandosi una mano tra i capelli.
"Ma tu guarda cosa mi fai dire, Luce!" pensò non vedendo l'ora di tornare da lei.




ANGOLO AUTRICE= Spero che vi sia piaciuto questo capitolo! Scriverò ancora e ancora per voi, grazie per il vostro sostegno. Ce la metterò tutta! Grazie mille!
Per il prossimo capitolo succederà qualcosa che allontanerà ancora di più i due giovani bambini. Ma che cosa succederà? Conan riuscirà a dirgli la verità? E Luce capirà? Scopritelo nel prossimo capitolo!

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Capitolo 8
*** Ricordi ***


Stava tornando finalmente, dopo due giorni di assenza stava tornando insieme a Goro e a Ran. Non vedeva l'ora di abbracciarla, di stringerla e di chiederle scusa per la sua finzione. Era in macchina con Goro e Ran, lui seduto dietro con le cinture come tutti i bambini della sua età.
Era nella propria camera, seduta sul letto nel buio della stanza. Aveva le mani fra i capelli. La testa le faceva male, un male terribile. Aveva preso di tutto per farsi passare quel dolore, ma nulla. Inconsapevolmente lei stava cercando di ricordare. Si alzò dal letto e barcollò verso il tavolo che c'era nella camera. Si siede sulla sedia e prende il quaderno dei disegni, qualcosa le diceva di prendere quel quaderno. Lo aprì ed ecco una figura nera e minacciosa dai lunghi capelli. Tutto dipinto di nero. Si fissò quell'immagine in testa e piano piano torno sul proprio letto. Si distese e chiuse gli occhi iniziando a dare forma a quella immagine, ma soprattutto colora e identità. Nella sua mente quel disegno aveva dei colori, lunghi capelli biondi, occhi ancora indefiniti ma dall'aspetto dolce e spietato allo stesso tempo. Quello sguardo che lei aveva sempre ammirato, almeno prima di quel giorno. Ora quello sguardo le dava una sensazione fredda, di solitudine.
"Ma lui chi è?" pensò Luce distesa sul letto e si addormentò con questo pensiero in testa.

-Miraccomando, Luce! Massima prudenza! Sei l'unica persona che mi sei rimasta!- disse un uomo dai lunghi capelli biondi a una ragazzadai lunghi capelli neri e gli occhi color del ghiaccio.
-Certo fratellone! Voglio vederti ancora sorridere! Il tuo sorriso mi illumina la giornata!- disse lei sorridendo prendendo le mani dell'uomo coperte da guanti neri. Lui le sorrise con affetto e annui per poi abbracciarla ed avvolgerla con la sua giacca nera. L'ultimo disperato saluto alla sorella prima di partire per la missione.
-Dobbiamo andare!- disse un uomo dietro la porta della stanza in cui erano. Entrambi ne uscirono e tutti e tre insieme salirono in una macchina nera, la preferita di lui.
Nulla si può prevedere però, il destino è destino. Durante la missione uno sparò la colpi e lei cadde giù per un burrone.

Si svegliò di soprassalto, era sudata, le lenzuola la coprivano fino al petto. E accanto a lei una figura misteriosa stava immobile a guardarla curiosa del suo risvegliò così agitato. Luce, per tutta risposta, prese il cuscino come unica arma di difesa. La luce era spenta quindi non capiva chi fosse quello li in attesa seduto sulla sedia della scrivania.
-Dormito bene, Luce? Come mai sei così agitata? Hai fatto un brutto sogno?- chiese con voce tranquilla l'individuo nel buio. Dalla voce lo riconobbe subito.
-Ma tu sei...-




ANGOLO AUTRICE= Salve a tutti! Scusate il ritardo! Ho intenzione di scrivere due Fanfiction contemporaneamente quindi scusate se non rispondo alle recensioni e vado avanti lentamente!
Cmq chi sarà il personaggio sospetto? Come fa a sapere il suo nome? Lo scoprirete nel prossimo capitolo! Grazie a tutti per aver letto fino a qui e a chi lascia le recensioni perché così so cosa pensate della mia storia!

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Capitolo 9
*** Ti Salverò ***


-Ma tu sei...- non finisce la frase che gli salta addosso, finalmente il suo Conan era tornato.
-Luce, piccola mia! Allora non sei più arrabbiata con il sottoscritto!- disse Conan abbracciandola. Era tornato il prima possibile per far pace con lei.
-Conan, mi sei mancato! Scusami se ho dubitato dei tuoi sentimenti!- sussurra dispiaciuta e rimane stretta a lui.
-Non ti preoccupare piccola!- disse Conan stringendola a se. Era felice di poter stare di nuovo insieme a lei. Il problema è che si era innamorato di quella splendida bambina e ora non sapeva più come comportarsi, questo si poteva definire un incesto anche se non erano mai stati veri fratelli. Le accarezza i capelli e le bacia la fronte.
-Hai fatto un brutto sogno?- chiede preoccupato visto che l'aveva osservata mentre dormiva, a quelle parole lei annuisce.
-Si ma non me la sento di parlarne!- sussurra stretta a lui poi si stacca e si mette in piedi.
-Adesso mi è venuta fame! Che ore sono?- chiede toccandosi la pancia.
-Sono le sei del mattino e dovremo anche andare alla scuola elementare tra un po!- la informa il giovane Conan guardando il proprio orologio.
-Sai Conan, ho notato una cosa strana quando sto a scuola!- disse mentre insieme andavano in cucina dal dottor Agasa.
-È strano ma è come se quelle lezioni le avessi già fatte! Ho il massimo dei voti eppure spesso non apro un solo libro!- lo guarda e si siede su una sedia per poi guardare Agasa.
-Cosa vuoi per colazione, piccola?- chiede lui gentilmente.
-Delle fette con la marmellata e latte caldo! Grazie!- risponde lei poi guarda Conan che era impallidito.
-Ehi, Conan! Che hai?- chiede preoccupata mentre Conan scuote la testa e torna a guardarla.
-Nulla!- disse riprendendo un po di colorito ma ora doveva indagare fino in fondo a questa storia. Doveva palerne di più. Poco dopo entrambi andarono a scuola ma una volta li ecco che scatta la gelosia di Luce nei confronti di Ayumi.
-Finalmente Conan! Ma dove sei stato?- gli chiede Ayumi vedendolo e gli salta addosso.
-Mi sei mancato tanto!- disse. Poi guarda Genta e Mitsuiko mentre Luce la spinge via e si attacca al braccio di Conan.
-Ayumi, tieni le distanze! Lui è il mio fidanzate!- ringhia Luce aggrappata completamente a lui. Mentre tutti insieme parlano e scherzano, Genta trova un pezzo di carta.
-Ehi, ma questa cos'è?- chiese mostrando agli altri la carta mentre non lontano due tizi poco raccomandabili li stavano osservando. In poco tempo scoprono insieme che è una mappa del tesoro.
-Ora noi saremmo i Detective Boys!- esclama Genta.
-Che bella idea che hai avuto Genta!- si complimenta Ayumi ma Conan e Luce non sono molto d'accordo e senza nemmeno volerlo parlano nello stesso momento con la stessa frase.
-Siamo proprio a posto!- dissero all'unisono con la stessa espressione poi si guardano.
-Siamo proprio in sintonia perfetta!- sussurra lei ridendo e iniziano a trovare tutti gli indizi per la caccia al tesoro. Ormai era sera e stavano cercando la forma di un pesce senza successo. Conan però ha una piccola idea e guarda il ponte e il suo riflesso nel fiume, sembrava un perfetto pesce.
-Ragazzi! So dove si trova il tesoro!- dice agli altri ma proprio in quel momento si sente uno sparo e Luce cade a terra ferita a una gamba.
-Ma che bravi bambini! Non pensavo che l'avreste davvero risolto! La vostra ingenuità mi fa quasi commuovere!- disse uno dei due malviventi. Poi punta una pistola di nuovo su Luce facendo allontanare gli altri.
-Ora ci porterete al tesoro o la vostra amica si ritroverà piena di piombo!- dice un altro malvivente e prende in braccio Luce. Stava tremando di terrore, le sembrava di averla già vissuta quella scena e non voleva lasciarci la pelle. Ma sapeva che una volta trovato il tesoro tutti i suoi amici e il suo Conan sarebbero stati uccisi.
-Va bene!- dice Conan, doveva prendere tempo e salvarla. Assolutamente, non poteva permettere di farsela portare via, era troppo importante.
-Scusami Conan!- sussurra lei a malapena e morde il braccio del malvivente che la lascia andare. Subito lei urla.
-SCAPPATE O VI UCCIDERANNO TUTTI!- urla poi cade a terra in seguito a uno sparo alla pancia perdendo i sensi. Nessuno dei bambini si muove, non volevano lasciarla sola. Il malvivente tira un calcio a Luce poi la lascia li a terra.
-Ora andiamo mocciosi! E vedete di non fare i furbi o vi uccideremo tutti come lei!- disse l'uomo. Tutti si diressero nel luogo ma una volta li Conan usa l'orologio spara anestetici per addormentare i due, poi chiama la polizia. Preoccupato per Luce, torna da lei e chiama anche un ambulanza senza pensarci due volte.
"Non dovevi Luce! Non dovevi!" pensò tenendola tra le braccia disperato, non voleva perderla. L'ambulanza arriva velocemente e carica su Luce e tutti i suoi amici. Erano tutti preoccupati. Nessuno aveva voglia di parlare e il silenzio era interrotto solo dalla macchina del battito cardiaco e dai singhiozzi di Conan che cercava in tutti i modi di non piangere.




AN GOLO AUTRICE= Che succederà ora? Luce si è sacrificata per i suoi compagni e questo la porta a ricordare? Morirà o vivrà? E cosa succederà dopo?
Scusate il ritardo ma non sapevo proprio come continuare mi dispiace grazie a tutti e alla prossima.

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Capitolo 10
*** La Brutta Notizia ***


Stava succedendo tutto come allora, di quando l'aveva trovata tra quelle gole di montagna. Stava mi nuovo rischiando vita e lui non era riuscito a proteggerla. Non l'aveva protetta!
"Ma che razza di ragazzo sono se non riesco nemmeno a proteggerla?" pensa camminando su e giù per la sala di attesa. Ancora nessuna notizia da parte dei medici, nessun buon segno.
-Conan, calmati e siediti un po! Andrà tutto bene!- disse Ran preoccupata per lui ma non la ascolta nemmeno. Era troppo preso ad aspettare. Genta provò a calmarlo e gli diede una barretta di cioccolato ma lui rifiutò senza dire una parola.
-Ma perché è tanto agguato?- chiede Ran ad Ayumi che la guarda e sorride.
-Sai, quando si ama una persona e questa è in pericolo di vita è normale fare così!- disse a Ran. Essa la guardò poi rivolse lo sguardo a Conan iniziando a capire cosa c'era tra lei e il piccolo Conan. Però anche lei sentiva un particolare legame con Conan pur essendo più grande di lui ed era un po gelosa del loro rapporto. Proprio in quel momento esce dalla sala operatoria un medico, guarda Ran e le chiede se può parlare con suo padre. Goro, informato di tale notizia, parte subito e arriva li in pochi istanti. Entra in ospedale e subito va con il medico a parlare. Si siede sulla sedia nello studio del medico e lo guarda.
-Allora, mi dica dottore!- disse ma appena senti ciò che aveva detto il medico abbassò lo sguardo pensando a come dirlo agli altri. Nulla era più come prima, e probabilmente mai sarebbe tornato come prima. Si alza e ringrazia il medico, poi torna dagli altri e pensa a come prepararli psicologicamente, specie Conan. Aveva notato il rapporto tra lui e la piccola Luce e sicuramente sarebbe stato lui quello ad aver il peggior peso della faccenda.
-Allora?- disse subito Conan vedendolo arrivare.
-Sentite ragazzi, c'è sempre un momento nella vita in cui bisogna affrontare dure prove! La vita non è un gioco...- stava parlando ma Conan lo interrompe.
-NON TENERCI SULLE SPINE! COME STA?!- urla il piccolo Conan ormai sotto pressione.
-Beh, ecco...l'operazione è andata bene...- iniziò a spiegare e a quelle parole Conan fece un piccolo sorriso di sollievo ma il tutto viene cancellato dal seguente "però" di Goro.
-...però non riescono a svegliarla! Hanno detto che è entrata in coma e che ha il 10% di possibilità di sopravvivere! Per ora è attaccata a una macchina che la mantiene in vita ma non sanno dire ne quando e se si sceglierà!- spiega cercando di essere preciso e chiaro. Talmente chiaro, che Conan per lo shock rimane come paralizzato sul posto.
"La mia Luce...potrebbe morire...?" si chiese a se stesso con la mente le lacrime iniziamo a scorrergli le guance e il cuore si ferma per pochi istanti per poi battere sempre più forte, sempre più forte. Poco dopo cade a terra privo di sensi.
-CONAN!- urla subito Ran e lo soccorre, anche il medico si avvicina e visita velocemente il ragazzo. Dopo una prima visita afferma che va tutto bene, era solo sotto shock. Lo lascia riposare su un lettino di ospedale mentre gli altri aspettano che si sveglii.
Al suo risveglio Conan si guarda intorno e abbassa lo sguardo ricordando le parole di Goro.
"Ditemi che è un incubo!" pensa mettendosi le mani tra i capelli.
-Era solo un incubo, Conan- disse una voce famigliare al suo fianco. Appena gira lo sguardo spalanca gli occhi quasi non credendoci...

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Capitolo 11
*** La Vita Senza Te ***


-Era solo un incubo!- disse qualcuno al suo fianco a lui quasi familiare. Lui la guardò sbalordito e inizia ad essere confuso.
-Ma tu non eri...-inizia a dire ma lei lo interrompe.
-Sono qui! Non ti lascio!- disse lei sorridendo e mettendogli una mano sulle labbra, poi lo bacia senza lasciarlo parlare, un caldo bacio di quelli che solo lei sapeva dargli.
-Luce...per fortuna stai bene...- sussurra con le lacrime agli occhi mentre viene osservato di nascosto dal medico, i suoi amici e Ran.
-Ma sentitelo! Parla con il nulla!- dice Genta ma viene fulminato da Mitsuiko e Ayumi.
-È sotto shock!- disse il medico.
-Purtroppo la notizia ha dato un impatto più forte a lui e ora, pur di non vivere la realtà dei fatti, si è creato una specie di mondo proprio in cui la piccola bambina è ancora al suo fianco!- spiega il dottore.
-Che cosa possiamo fare per lui?- chiede Ran preoccupata.
-Per ora assecondarlo! Lui non è consapevole, la sua mente ha agito per proteggerlo e automaticamente lui si è creato un proprio mondo! È ancora piccolo, lasciamoglielo credere! Sarebbe uno shock per lui!- spiega di nuovo il dottore osservando il bambino giocare con il nulla. Si, si erano messi a giocare. Lui era tornato felice, lei era ancora li, al suo fianco e lo sarebbe stato per sempre. O almeno così se lo immaginava lui.
-Conan andiamo a casa!- disse Ran guardandolo e avvicinandosi a lui.
-Luce, andiamo!- disse lui al nulla, mentre Ran gli si stringeva il cuore vederlo ridotto così.

Erano passati giorni da quando Luce era entrata in coma, un mese. Conan non era più andato a scuola, se ne stava chiuso nella propria stanza a giocare con lei. Ran e Goro erano preoccupati, da quel giorno Conan era diventato più freddo con tutti. Non sorrideva più, lo faceva soltanto nella sua stanza, nella sua solitudine pensando che Luce fosse accanto a lui. Lui continuava a crederlo e nessuno gli aveva mai detto niente. Ma non poteva continuare così.
-Conan!- disse Ran entrando in stanza quella sera.
-Devo parlarti!- disse seria e sospira.
-Si dimmi!- disse lui sorridendo e fa cenno verso il letto.
-Torno subito Luce!- disse poi si avvicinò a Ran e diventò serio.
-Senti Conan, è giusto che tu viva la realtà come tutti, anche se fa male!- disse Ran a sguardo basso.
-Va bene! Dimmi cosa c'è! Luce mi aspetta!- disse semplicemente lui.
-Conan, Luce è in coma! È in ospedale, attaccata a una macchina che la tiene in vita!- inizia a dirgli ma lui nega.
-È impossibile! Non la vedi! Luce è li, sul letto!- disse puntando il dito sul letto ma appena guarda il letto non vede nessuno.
-Luce!- urla e corre sul letto iniziando a cercare ma nulla.
-Conan, quella era una realtà che la ti sei creato come difesa, ma devi accettare i fatti e sperare che viva! Non tutto è perduto!- cerca di farlo ragionare e lo prende in braccio. Lui dal canto suo, non risponde e inizia a piangere vergognandosi di ciò che aveva fatto. Si strinse a Ran e pianse senza fine quel giorno.

Erano passate due settimane, Luce non si era ancora svegliata e lui aveva ripreso la vita di tutti i giorni. Andava a trovare costantemente Luce e sperava in un suo risveglio tutti i giorni.
Quella mattina stava andando a scuola da solo come ormai era solito a fare e guarda il cielo fernandosi.
"Chissà Luce quando ti sveglierai! Perché tu ti sveglierai e tornerai da me! Oh Luce, la mia dolce Luce! Sono passati esattamente 45 giorni! Sbrigati, il Natale è alle poste e io voglio passarlo con te!" pensò. Ogni giorno che passava, ogni giorno lui dedicava a lei i suoi pochi sorrisi. Aveva continuato nel suo lavoro di detective risolvendo i casi al posto di Goro per poi lasciare a lui il merito. In quel momento sente qualcosa di freddo sul naso e si guarda intorno.
"la neve!" esclama, la neve era simbolo di speranza. Decise di deviare e corre verso l'ospedale avendo una sensazione dentro, doveva andare subito.

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Capitolo 12
*** Ricerca ***


-Il suo corpo non era li al momento del controllo!- disse un suo sottoposto mentre un ragazzo alto dai lunghi capelli biondi era di spalle. La stanza era scura, invasa dalle tenebre. I piedi dei due uomini poggiavano su un pavimento in legno un po malandato. Sembrava marcio. Entrambi gli uomini erano prettamente vestiti di nero, quello biondo aveva un cappello nero e degli occhiali scuri. La voce era evidentemente modificata, sulla bocca aveva un dispositivo.
-Come può essere?- chiese nervoso il ragazzo biondo.
-C'era solo tanto sangue!- disse l'altro uomo. Non aveva la voce modificata, e anche l'avesse avuta ritrovare un traditore come lui non sarebbe stato un problema.
-HO CHIESTO COME È POSSIBILE?!- urlo l'uomo tirando fuori la pistola e puntandogliela contro. Era decisamente furioso. L'altro subito alzò le mani in segno di arresa.
-I...io non...so spiegarmelo...abbiamo cercato dappertutto!- cercò di spiegare l'uomo con il cuore alla gola. Appena sente il caricatore caricarsi trema e deglutisce cercando di calmarlo.
-Se non c'era vuol dire che magari si è salvata in qualche modo! Non crede?- chiede cercando di dargli una speranza e non essere ucciso.
-Se fosse viva sarebbe tornata da me!- disse il biondo mentre gli mette la pistola alla gola e preme il grilletto mentre lui parla. Le sue ultime parole furono "avrà perso la memoria!". Da un calcio al cadavere e sospira.
"Inutile!" pensò mentre camminava fuori dall'edificio. Fuori era buio, il sole era calato da qualche ora ormai e il buio avvolgeva la città. Quella casa in cui si erano incontrati era vecchia, molto vecchia. Prende il cellulare e chiama il suo capo.
-È ancora viva ma deve aver perso la memoria! Ecco perché non è tornata da noi per ben sei mesi! Quell'incapace? No, l'ho ucciso! Ha avuto il coraggio di farsi vedere dopo sei mesi senza sapere nulla di mia sorella!- disse al telefono.
-Gin! Ti sento un po più allegro! Sei felice di sapere che potrebbe esserci ancora una speranza?- disse il capo al telefono.
-Non dovrei? E se ha perso la memoria meglio! Così non dirà più niente a nessuno!- disse al telefono e dopo un rispettoso saluto e il permesso alle ricerche della sorella minore, chiude la chiamata. Era stanco, non si poteva dire che fosse in forma.
Da quando era scomparsa i primi giorni si era un po abbandonato a se stesso senza dar troppo a vedere il suo dolore. Non poteva di certo mostrarsi debole. Poi si era ripreso ma gli mancava sua sorella. Ora era deciso a trovarla. Avrebbe richiesto tempo raccogliere tutte le informazioni ma non aveva scelta.

Sei mesi dopo, nessuna traccia di lei. Avevano raccolto informazioni sugli ospedali vicini al luogo dove la giovane era caduta ma nessuna notizia di una ragazza tra i 16 e i 20 anni di età entrata in gravi condizioni e perdita della memoria. Ma allora che fine aveva fatto. Guardò per l'ennesima volta il video di quando era caduta. Improvvisamente gli venne un dubbio! Fece tornare indietro il video e guardò meglio. La pastiglia, aveva preso quella pastiglia. Poi guardò delle foto dove c'era il sangue secco. Doveva assolutamente provare la pastiglia ma su chi? Decise di prendere in ostaggio un ragazzo qualsiasi. Non gli fu difficile farlo. Lo intonti e se lo portò via, gli diede la pastiglia e rimase ad aspettare. Questo richiese due settimane in più della ricerca. Ma non gli importava. Dopo aver visto gli effetti della pastiglia non si fece scrupoli e uccise la sua vittima.
Fece un mezzo sorriso di speranza e chiamò per raccogliere informazioni su bambine entrate in gravi condizioni e prive di memoria. Doveva procurarsi anche le foto però. Non gli fu difficile ma gli ci volle tempo.
"Ecco qui...sorellina...sto arrivando!" pensò con un sorriso avendo trovato la persona che cercava. Luce Kudo!





//FINALMENTE SONO TORNATA!!! EVVAI! GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE E DI SEGUIRE QUESTO RACCONTO. LO AGGIORNARÒ AL PIÙ PRESTO!

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Capitolo 13
*** Rìsveglìo ***


Ormai era passato il tempo, secondo lui troppo per una dolce bambina come lei. Doveva assolutamente svegliarsi, doveva farlo solo per lui. Quella mattina, stufo di aspettare, entra in stanza per l'ennesima volta e iniziò a parlarle dolcemente.
-Luce, ascoltami ti prego! Torna da me, la vita qui è diventata insopprimibile senza la tua presenza! Mi manca tutto di te! Le tue risate, la tua gelosia, i tuoi sorrisi, i tuoi occhi...tutto!- disse con le lacrime agli occhi. Anche questa volta non ci fu risposta. Doveva immaginarlo! Aveva paura che non si sarebbe mai più svegliata, e tutto per colpa sua. Non era riuscito a proteggerla, né come fidanzato né come fratello. Scoppia in lacrime anche questa volta, appoggia la testa sul lettino proprio accanto alla sua mano immobile e, togliendosi gli occhiali piange in silenzio nascondendo il volto tra le proprie braccia tenendolo sempre appoggiato al lettino.
-Sono un buono a nulla, Luce! Non ti ho protetto!- sussurra con vergogna. Qualche secondo dopo sente qualcosa sui capelli. Una carezza, chi poteva essere? Era calda e piacevole, non era di Ran e nemmeno di Goro, era troppo piccola per essere di un adulto o di una ragazza. Era di una bambina! Possibile che...no non era possibile! Alza almeno lo sguardo per accettarsene.
-Se non sei riuscito a proteggermi è perché non te lo permesso io, Conan! E poi non è vero che sei un buono a nulla! Tu mi stai sempre accanto e mi rendi felice!- disse con flebile e sottile voce la piccola Luce. Aveva gli occhi semi-chiusi. Non ci poteva credere! Si era svegliata e ora lo stava guardando. Sentiva che il cuore nel suo petto sarebbe potuto esplodere di gioia nel suo petto, come se il mondo avesse ripreso di nuovo i suoi colori. Sorrise e le prese la mano, avrebbe voluto abbracciarla ma doveva aspettare che stesse meglio.
-Luce, sei tornata!- disse felice e le accarezza i capelli.
-Ti amo!- disse lei con gli occhi stanchi e si addormenta sotto le belle attenzioni del suo Conan. Una volta addormentata Conan sussurra.
-Buonanotte piccola mia! Ti amo anche io, tanto tanto- disse dolcemente lasciandola riposare poi avvertì gli altri.

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Capitolo 14
*** Incontro ***


-Sicuro che sia ricoverata li? E come ha fatto a finire in ospedale? È passato un anno da quando è scomparsa! Non può essere ancora per quello!- urlò il giovane uomo furioso di sapere che la sorella stava male.
-M...mi dispiace...cercherò di scoprirlo!- disse il sottoposto tremendo per il tono di voce preoccupante del suo superiore.
-ANCORA TEMPO? MA QUANTO CAVOLO DI TEMPO TI SERVE? SEI INUTILE!- disse di nuovo l'uomo togliendosi gli occhiali da sole neri che aveva indosso, infilò la mano nel lungo cappotto nero e quando la estrae tiene tra le esili ma abili dita una pistola. A quella vista l'uomo suo sottoposto inizia a tremare supplicando e chiedendo perdono ma inutili furono le sue suppliche. Una pallottola con lo sparo silenzioso gli trapasso la testa partendo dalla fronte. Gli schizzi di sangue non lo raggiunsero, era un cecchino nato. Lo aveva centrato a tre metri di distanza da se. Mette via la pistola poi sente il tipo dire qualcosa non ancora morto.
-Le manca...me...mo...ri...- muore ancora prima di finire la frase. Gin di rielaborare le sue ultime e confuse parole e intanto chiama alla base per informare di aver ritrovato la sua amata sorellina.
-Ah bene! Ci stavamo stufando della tua tristezza!- disse al telefono qualcuno. Dopo aver protestato su questa affermazione inizia a dirigersi verso l'ospedale di cui aveva informazione che sua sorella Luce alloggiasse per le cure. Appena arrivo all'ospedale abbasso il cappello sul volto ed entra chiedendo poi alla segreteria la stanza di Luce Kudo.
"Arrivo, mia amata sorellina!" pensò l'uomo pensando al numero della stanza appena detto.


-Conan!!!!- urlò Luce contenta di vederlo. Ora si muoveva dal letto, si alzava e giocava. Stava reagendo bene alle cure e i medici erano tutti contenti. Conan più di tutti che subito corre dal lettino e la abbraccia. Luce si stringe forte al suo fidanzato. Nessuno avrebbe mai potutoimmaginare quello che sarebbe successo.
-Buongiorno Conan!- disse Luce stretta a lui.
-Buongiorno Luce! Hai dormito bene?- chiede sorridendo il piccolo detective accarezzandole piano i capelli. Era felice che fosse viva e l'avrebbe tenuta sempre accanto a se. Erano innamorati l'uno dell'altra e non si sarebbero più separati. O almeno così credevano.
Quella sera Conan torno a casa un po a malincuore ma non ci poteva fare nulla, non poteva stare di notte in ospedale. Appena esce dall'ospedale e arriva al parcheggio ma appena sale in macchina di Goro nota una posh nera parcheggiata.


Era arrivato all'ospedale sulla sua posh nera, una volta sceso si guarda intorno e si incammina verso una finestra. Sapeva bene dove era la stanza di Luce. Non ci mise molto ad arrivare davanti alla finestra ed entrò senza indugi. Vide la piccola Luce che stava giocando con una bambola, era sola nella stanza, meglio! Questo avrebbe facilitato la conversazione. Appena Luce lo vede non sembra spaventata, tutt'altro. È sorpresa.
-Tu chi sei?- chiede con fare innocente e lo sguardo curioso.
-Io sono...tuo fratello!- disse l'uomo sospirando.




ANGOLO AUTRICE: Scusatemi ma ultimamente sono molto impegnata. Lo so faccio capitoli corti ma essendo da cellulare non ho mai molto tempo. Mi dispiace molte. Grazie al prossimo capitolo!

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Capitolo 15
*** Ricordi, Legami e Dolore ***


-Chi sei...?-
-Io sono...- inizia a parlare l'uomo e stringe i pugni. Prende un bel respiro e tutto di un fiato dice quelle parole ad alta voce.
-...tuo fratello...!-. La bambina lo guarda sorpresa poi sorride. -Ha sbagliato persona!- disse con fare ingenuo. Poi alza le mani e inizia a fare dei gesti secondo le parole che stava dicendo.
-Signore, vedo che in lei c'è tanto affetto che prova per la sorella che sta cercando ma, vede, non posso essere io sua sorella!- spiega con fare fare innocente.
-E perché no?- chiese divertito l'uomo da quel discorso che stava facendo la sorella senza memoria.
-Sono la sorellina di Shinichi Kudo!- sorride guardandolo. Gin si blocca a sentire quel nome e la guarda con occhi spalancati.
-Impossibile!- alza la voce ma la abbassa subito quando vede la piccola Luce spaventarsi. Non voleva spaventare sua sorella, ma riaverla indietro.
-Perché dice impossibile?- chiede la piccola confusa poi si tocca la testa che iniziava a fargli male. Chiude gli occhi e dei ricordi lontani affollano la sua mente. Tanti con una ragazza e quell'uomo insieme. Quando si riprende era tra le braccia di Gin. Durante quei momenti in cui stava iniziando a ricordare si era agitata e era caduta dal letto. Fortunatamente Gin aveva i riflessi pronti e l'aveva presa in braccio. La guarda seriamente preoccupato mentre lei lo guarda ancora confusa e gli accarezza il volto.
-Ma tu...chi sei...?- sussurra confusa e si addormenta tra le sue braccia. In quel momento, mentre Gin decide sul da farsi, entra Conan in stanza e lo vede con in braccio Luce.
-Ma tu sei...- un brivido gli percorse la schiena. Eccoli di nuovo, ma che ci faceva con la sua Luce in braccio? Che voleva da lei? Farle del male? E perché proprio lei? Tante domande passarono nella sua mente, molte senza risposta.
-Metti giù la mia Luce!- urla furioso mentre Gin copre le orecchie di Luce per evitare che si svegli. Poi lo guarda freddamente.
-Mi riprendo ciò che è mio!- disse solamente l'uomo e si diresse verso la finestra, ma Conan lo afferra per un lembo della giacca.
-Metti giù Luce!- disse deciso anche se aveva un po di timore di lui.
-Sono suo fratello! Lei è mia sorella moccioso!- disse freddo Gin stringendo a se la piccola Luce che stava sognando, o meglio, ricordando. Conan rimane paralizzato a quelle parole e lo guarda incredulo e stupito. Molla la presa e indietreggia sotto shock. Si appoggia al muro e si lascia scivolare a terra fino a rimanere seduttore. In quel momento entrano Goro e Ran, Gin preso alla sprovvista da quell'entrata corre fuori dalla finestra senza esitare con la sorella in braccio. Goro tenta di fermarlo ma riesce solo a strappare un lembo nero della giacca di Gin mentre esso scappa via con Luce tra le braccia.
-Conan...!- urla preoccupata Ran correndo dal bambino che aveva lo sguardo vuoto. Perché era successo? E ora? Che ne sarebbe stato di Luce? Di lui? Di loro? Era giusto ancora amarla dopo quello che aveva saputo? Era confuso. E intanto Luce gli era stata portata via.
-Conan stai bene?- chiede Ran preoccupata ma non riceve risposta e guarda il vuoto.
-Papà, Conan! Non mi risponde! Che gli hanno fatto? Non è ferito!- urla Ran al padre che si avvicina a Conan.
-Portiamolo dal psicologo!- disse il detective e lo portano via di li.






//ANGOLO AUTRICE= Mi spiace il ritardo ma non avevo molta ispirazione. Spero vi sia piaciuto questo capitolo di questo racconto. Presto finirà questo racconto ma ne farò un sequel. Grazie di seguirmi fedelmente. A presto.

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Capitolo 16
*** Amore...Svanito? ***


Erano passati due mesi e Luce sembrava sparita dalla circolazione. Conan, dal canto suo, aveva ripreso a vivere ma era molto scosso. La polizia e i genitori stavano cercando di scoprire dove fosse finita la piccola, ma le loro ricerche non produssero risultati.
-Conan, devi andare a scuola!- disse Ran entrando nella stanza del piccolo detective mezzo addormentato.
-Avanti, alzati Conan!- disse la giovane liceale scuotendo il piccolo Conan disteso sotto le calde coperte.
-Non puoi fare i capricci ogni giorno per non andare a scuola! Lo sai benissimo che stiamo facendo di tutto per ritrovarla, ma tu devi andare avanti!- cercò di dirgli Ran mentre il piccolo Conan la ascolta e si alza a malavoglia.
-Ho capito! Ho capito! Mi alzo...- rispose seccato il detentive alzandosi e preparandosi per andare a scuola. Nessuno si sarebbe immaginato che a scuola avrebbe trovato una vecchia conoscenza.
Mentre cammina verso scuola viene raggiunto da una bambina dai capelli corti e biondi.
-Ancora depresso?- chiese la piccola guardandolo freddamente.
-Sempre simpatica, eh Ai?- rispose lui punto sul vivo.
-Devi smettere di pensarla! Ora dobbiamo trovare un modo per tornare grandi!- gli disse lei cercando di svegliarlo fuori.
-Tu sai già bene cosa vuol dire perdere qualcuno! Non voglio perdere Luce!- gli urla lui fernandosi.
-Anche dopo che hai saputo che è la sorella minore di Gin?- gli fa notare la ragazzina. Infuriato, Conan le da uno schiaffo.
-Lei non è come loro!- le urla per poi correre verso scuola, all'entrata della scuola però si blocca guardando l'ingresso delle elementari con gli occhi spalancati. Delle lacrime di felicità gli percorrono il volto e sussurra.
-N...non può...essere...Luce sei davvero tu?- le urla correndole contro ma appena fa per abbracciarla lei si sposta e punta una pistola alla sua testa.
-Luce...che fai...- le chiede sorpreso e scioccato Conan. Essa carica la pistola e spara, ma essendo una pistola giocattolo il tiro va a vuoto e lei lo guarda.
-Non ti avvicinare più a me...o la prossima volta userò una pistola vera...- disse seccata Luce. Ma che le era successo? Sembrava che non lo amasse più, o...
-Luce...- sussurra Conan sotto shock per l'ennesima volta mentre Ai corre da lui preoccupata.
-Conan, stai bene?- chiese allarmata chinandosi su di lui.
-Vedo che hai trovato un'altra...meglio così...- sussurra Luce sentendo una fitta al cuore nel vederli insieme, poi gli da le spalle e va in classe con passo lento ma deciso.
"Anche perché...sono troppo grande per te..." pensa tristemente una volta seduta al suo banco.




//Scusate il ritardo e il capitolo davvero corto...ma avevo un blocco di autore e ora non volevo scrivere molto. Spero vada bene! Alla prossima;

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Capitolo 17
*** Uniti Per Sempre...Nel Bene E Nel Male! ***


-Ho fatto ciò che mi hai chiesto...signor Gin...- disse la bambina entrando nell'appartamento fuori città che l'uomo vestito di nero aveva affittato.
-Brava...ma non parlarmi così...sono tuo fratello...- le fece notare Gin sistemandosi il cappello nero che aveva in testa mentre aveva in mano gli occhiali neri.
-Non ho alcuna prova che tu sia mio fratello...né che tu abbia detto la verità...ho eseguito i tuoi ordini solo perché non voglio mettere in pericolo Conan...- risponde secca la bambina incamminandosi verso la propria stanza.
-Ehi...dove pensi di andare? Devi almeno pranzare...- obietta l'uomo vedendo che la sorellina se ne andava in camera, era un po' preoccupato per lei e per il suo modo di fare. Voleva che si ricordasse di lui, che tutto tornasse come prima. Ma se così non sarebbe stato, lo avrebbe accettato, no era il tipo da frignare per queste cose, avrebbero ricominciato da zero una nuova vita e sarebbero diventati due criminali professionisti. Certo, la sua sorella che tanto lo ammirava gli sarebbe mancata, ma era già felice di averla trovata viva e che fosse di nuovo con lui.
-Non ho fame...non ora...uscirò più tardi a mangiare...- risponde la piccola alla porta della camera e, prima di chiudere, lancia a terra la pistola giocattolo con cui aveva minacciato il suo adorato Conan.
-E riprenditi questa schifezza...non voglio maneggiare armi vere...- conclude schifata a guardare l'arma, poi sbatte violentemente la porta.
-Certo che a volte ha proprio un caratteraccio...- sussurra serio Gin e fa un lieve sorriso. Poi si alza ed esce in terrazza a fumare una sigaretta guardando il cielo.
"Non la biasimo se mi detesta..." pensa osservando il cielo.
Luce era rifugiata in camera sua, stava piangendo in silenzio con la testa appoggiata sulle ginocchia piegate al petto. Gli mancava tanto il suo Conan e ogni tanto se lo immaginava accanto a se. Voleva avere lui in quella casa, solo lui sarebbe bastato, perché lo amava ma non voleva metterlo in pericolo. Poi le viene un'illuminazione.
"E se..." pensa e si alza di scatto correndo dal fratello maggiore, o così gli aveva detto che lui era.
Gin la sente correre verso di sé e spegne subito la sigaretta per evitare che lei inali il fumo. Poi la guarda un po' confuso da questo strano e improvviso cambiamento della sorellina, o forse aveva altro in mente? Molto probabile era la seconda opzione, così si prepara.
-Dimmi...- sussurra con sguardo freddo.
-E se Conan venisse ad abitare qui con noi?- chiese la bambina con uno sguardo speranzoso, voleva di nuovo Conan solo per sé, come una volta.
-Vuoi coinvolgerlo nella Organizzazione Nera?- chiede sorpreso il fratello da tale richiesta.
-Si! Ci tengo troppo a lui, voglio stare con lui più di tutto e l'unico modo è farlo venire nella tua organizzazione...- spiega non sapendo quanto fosse realmente pericolosa quella organizzazione di criminali.
-Dimmi una cosa...ma tu lo ami davvero o è solo un capriccio?- chiede con severità il fratello lasciando sorpresa la bambina da una tale domanda.
-L'organizzazione di cui fai parte tu è pericolosa, e potresti anche venire uccisa dagli stessi membri, se non ti fai rispettare...vuoi mettere chi ami in pericolo...?- gli spiega l'uomo, non voleva mettere paura alla piccola, ma fargli capire che non era giusto mettere a rischio la vita di chi si ama.
-Io e te ormai ci siamo dentro...ma non credo sia giusto lasciare che qualcun'altro ci vada di mezzo...non vuoi perderlo, vero?- conclude il fratello con amarezza tenendo tra le dita la sigaretta ancora spenta. Luce abbassa lo sguardo a quelle parole, si sentiva davvero egoista. Aveva pensato solo a se stessa e non a lui. Doveva stargli lontano, anche se questo sarebbe stato straziante ma per proteggerlo doveva allontanarsi da lui. Le lacrime le rigano il volto mentre il fratello rimane impassibile, lei non plus fidava ancora di lui e lui non voleva metterle le mani addosso senza il suo consenso.
-Fratellone...- sussurra in lacrime la piccola.
-Dimmi...- risponde l'uomo guardandola appena sorpreso da come lei lo aveva chiamato.
-Tu sei davvero mio fratello?- chiede guardandolo piangendo.
-Si...te lo già detto...- risponde l'uomo guardando altrove. A quel punto, la bambina gli sale sulle gambe fino a sedersi sulle sue cosce e inizia a piangere stretta al suo petto. Un pianto liberatorio, da un lato sentiva di aver ritrovato qualcuno, dall'altro di aver perso qualcun'altro. Gin, sorpreso, inizia a consolarla dolcemente, sapeva quanto doloroso fosse rinunciare a qualcuno.
Nei giorni che seguirono, Luce stava costantemente lontana da Conan e dai Detective Boys. La polizia e FBI vedeva il suo ritorno come una cosa strana, ma come richiesto da Conan, nessuno indagò oltre e tutti lasciarono correre. Conan, dal canto suo, la amava e stava cercando un modo di portarla fuori da quell'organizzazione, non si era arreso. Ogni giorno cercava di parlarle, ma inutilmente. La risposta era sempre la stessa.
-Ma allora non hai capito! Io rimarrò al fianco di mio fratello!- risponde per l'ennesima volta quel giorno più che irritata.
-Conan, devi lasciare perdere...- gli fece notare Ai ma viene fulminata dallo sguardo di Conan, sembrava davvero determinato. Poi si rimette dritto e sospira.
-Va bene...allora se non ti posso riavere così...- decreta infine mettendo le mani in tasca, poi le si avvicina e si china sul suo orecchio sussurrando qualcosa di incredibile, che lasciò Luce a bocca aperta. Voleva davvero farlo? Era disposto ad arrivare a così tanto per lei? A rinunciare a tanto?







//Sono in un mega ritardo di scrittura *balla pietosamente* scusate per il ritardo, ma non avevo né voglia di scrivere, né tempo e né ispirazione. Qualche giorno fa mi è venuta questa idea e così l'ho scritta, spero vi piaccia...Ci vediamo al prossimo capitolo.

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Capitolo 18
*** Uniti Per Sempre...Nel Male E Nel Bene! ***


Era distesa sotto le coperte, girata su un lato e non riusciva a dormire nemmeno così.
"Non riesco a dormire nemmeno così..." pensa mentre si gira di nuovo e cerca di chiudere gli occhi, aveva solo voglia di dormire e di uscire da quello che si stava trasformando in un incubo. Dopo un po' che si gira e rigira nel letto, sente la porta della camera aprirsi e vede il fratello. L'aveva sentita girarsi nel letto ed era preoccupato per lei.
-Sorellina, che ti succede...?- chiede Gin avvicinandosi a lei lentamente. Lo guarda un po' dubbiosa sul farlo avvicinare, ma lo lascia fare e guarda il soffitto ora illuminato dalla lampada.
-Non riesco a dormire...- ammette un po' assonnata, ma non abbastanza per dormire.
-Oggi sei arrivata a casa con una faccia così scura...è successo qualcosa a scuola?- chiede già immaginando quale era il problema.
-Conan...- disse sentendo l'uomo già sospirare a quel nome.
-Ancora lui...giuro che lo uccido se non ti lascia stare...- impreca furioso.
-Ma la smetti di giudicarlo male..secondo me è un bravissimo detective...- obietta la piccola guardandolo malissimo. A quelle parole, i sospetti di Gin tornano a galla.
"E se lui fosse..." pensa ma viene interrotto dalla sorella.
-Assomiglia tanto al mio fratellone Shinichi...sia nell'aspetto che nel carattere...- sussurra guardando con sguardo innocente il fratellone che sembra confermare i suoi dubbi.
"Devo fargli ingoiare quell'antidoto...sarà un modo per sperimentarlo, ma soprattutto per confermare i miei dubbi...e poi..." stava pensando a un piano per allontanare Conan dalla sua Luce e ucciderlo, quando la sorella gli dice una cosa che secondo lui sembra impossibile.

FLASH BACK

-Va bene! Se non posso riaverti così...- dice rimettendosi dritto e si avvicina al suo orecchio sussurrando ciò che nessuno si aspetterebbe mai di sentire da uno che fa il detective.
-Ma che dici! Sei forse impazzito? Non resisteresti un giorno...- obietta la bambina guardandolo negli occhi preoccupata per lui.
-Perché non mi metti alla prova...?- la sfida con sguardo determinato.
-Va bene, visto che hai voglia di morire...ti accontento...- si alza e va in bagno iniziando a chiamare il suo capo e parlandogli. Dopo circa dieci minuti esce dal bagno e guarda freddamente Conan, poi gli dà un biglietto che sembra bianco, in realtà era scritto con un inchiostro invisibile. Poi si avvicina al suo orecchio.
-Se provi a tradire la mia fiducia...qualcuno a te caro ne pagherà le conseguenze...- sussurra e se ne va. Conan, tornato a casa, si chiude in camera sua e legge il messaggio.

FINE FLASH BACK

Passano i giorni e gira la notizia che Conan è tornato a casa con i suoi genitori e che si sono trasferiti altrove. Dopo aver sentito la notizia, Luce si chiude in camera a piangere. Non aveva ancora preso il farmaco perché dovevano prima sperimentarlo, ma si sentiva terribilmente sola senza il suo Conan. Dopo circa un ora che era chiusa in camera sente bussare.
-NON VOGLIO VEDERE NESSUNO!- urla seduta sul letto mentre sente la porta aprirsi.
-Va bene che non sono più come prima, ma solo nell'aspetto...- non finisce di spiegare il misterioso ragazzo appena entrato che riceve una cuscinata in pieno volto.
-MA ALLORA SEI SORDO...NON VOGLIO VEDERE...- urla ma guardandolo negli occhi rimane scioccata nel vedere chi è.
-N...non è possibile...ma sei davvero...tu...Shinichi...?- chiede sorpresa e tende una mano verso di lui, esso gliela prende e gli mette sul palmo della mano una pastiglia.
-Prendi...e non sforzarti dopo...poi ti spiegherò...- sussurra dolcemente e la guarda prenderò la pastiglia. Poi lascia che si addormenti e so ne va. Era felice, perché da quel giorno sarebbero stati per sempre insieme.

Era a letto a dormire da ormai due giorni e il corpo era finalmente tornato alla normalità, e magari, la sua memoria.
-Quando andiamo a svegliarla?- chiede impaziente a Gin il giovane Shinichi con le braccia incrociate al petto e la schiena appoggiata al muro. Era impaziente di svegliarla, abbracciarla e baciarla, gli mancava da morire.
-Sta zitto! Non mi fido ancora di te! Si sveglia quando si sveglia!- risponde Gin nervoso par la sua presenza. Dopo qualche minuto dalla domanda del ragazzo, la giovane inizia a svegliarsi e il giovane entra di corsa. Era bellissima tra le coperte, amico se nuda sotto le lenzuola. Aveva un fisico perfetto e i capelli lunghi e neri neri.
-Mmmm...- mugula aprendo lentamente gli occhi e guardando il ragazzo. Appena lo vede, si sente pervadere dalla felicità e lo abbraccia subito forte.
-Finalmente...tu non sai quanto ti ho aspettato...- sussurra piangendo di gioia, ma si accorge di avere le braccia più lunghe del normale. Così si guarda e prende un colpo.
-Tranquilla, Luce! Sei tornata alla tua vera forma...- gli dice dolcemente Shinichi guardandola dolcemente poi la bacia sulle labbra.
-Quindi tu sei Conan?- chiede un po' confusa. Lui annuisce e sorride mentre lei piange di gioia.
-Non mi lascerai mai più vero?- chiede piangendo e lo guarda mentre lui la abbraccia di nuovo.
-Te lo prometto!- sussurra e la bacia.





//piaciuto? Non è molto chiaro lo so ma non posso fare di più al momento o questa era la conclusione di questo racconto, avvolta comunque dal mistero che sveleremo in un prossimo sequel. A presto, e scusate il ritardo. Buonanotte!

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