Watching stars without you, my soul cried

di SpaceDementia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Non conosco i My Chemical Romance e questa storia è solo frutto della mia fantasia.

Dedico questa fiction a delle persone speciali.
La dedico a Greta, a Jess, a Mona, a Jeje

 

Watching stars without you,
my soul cried.

 

 

 


Questa storia non è una storia come tante.
Questa storia parla di un tempo, parla di una ragazza dai lunghi capelli color oro, dai grandi occhi verdi, dalla pelle chiara e vellutata come petali di rose.
Questa storia parla di un ragazzo dalla voce calda e dolce, un ragazzo dagli occhi nocciola, dai capelli scuri, dal cuore grande come l’oceano.
E’ la storia di un amore che va oltre il conoscitivo umano.
E’ una storia di un amore che va oltre ciò che l’uomo rappresenta.
E’ una storia di un amore puro e genuino. Quell’amore che supera ogni ostacolo, quell’amore che vince il fato, il destino. Un amore profondo, capace di cambiare in pochi attimi la tua intera vita. Quell’amore che ti mozza il respiro alla vista dell’altro, quell’amore ti fa balzare il cuore in gola, che ti rende felice ma anche triste.
E questa, amici miei, è la storia di un amore che lega due ragazzi.
Un destino crudele il loro.
Due ragazzi dall’animo gentile.
La storia di un tempo in cui l’amore era stato dimentico.
Una storia che parla della vera essenza umana… l’amore.
La storia di una amore… infinito ed eterno.

Era il lontano 1600 quando lady Wessex si svegliò illuminata dalla flebile luce del giorno.
La grande coperta rossa l’aveva riparata dal freddo vento della sera.
Lady Bianca era la secondogenita della famiglia Wessex. Una famiglia benestante con possedimenti a poche miglia da Londra.
Giovane, la ragazza presto sarebbe divenuta la moglie di Lord Kent, un ricco signore noto in tutta Londra.
“Mia signora, il gallo del mattino ha già cantato.” Una bassa signora con un lungo vestito blu e i capelli coperti da un grande fazzoletto bianco entrò in camera di lady Bianca.
“Oh cara balia, vorrei poter dormire in eterno.” Sussurrò la ragazza alzandosi dal morbido letto.
“Ha dei doveri, mia signora.” Bianca indossò la veste e si diresse verso la finestra.
“Vorrei poter fare ciò che voglio.” Disse un soffio e la balia sapeva bene a cosa si riferiva. Le doleva il cuore sposare lord Wessex, rinunciare al suo sogno, quello di avere l’amore, quell’amore che tanto era stato descritto nelle commedie, nelle tragedie. Quell’amore che Shakespeare era riuscito a far trasparire nel suo teatro. L’amore contenuto il quelle dolci e amare poesie. In quei sonetti e quelle prose.
Lady Bianca amava la poesia.
“Vostra madre vi attende.” Disse la balia cominciando a pettinare i lunghi capelli biondi della ragazza.
“Il dovere di una figlia… prima… di tutto.” Nel tono della ragazza c’era una nota si tristezza e la balia non potè non notarlo.
“Oh, mia signora, lord Kent… è un buon uomo.” Disse poi aiutandola a vestirsi.
“Ma non c’è…. Amore.”

“Michael… Michael!”
MastroWay si voltò di scatto guardando il suo compagno.
“La scena non è finita!” Gridò Thomas.
“La finiremo domani.” Disse Michael voltandosi.
“Ma…”
“Niente ma messere.” E così mastro Way uscì dal grande teatro diretto alla sua umile dimora.
Michael si passò una mano fra i capelli mentre si inoltrava nella grande moltitudine di persone.
“Per tutti sette mari, Michael, spero tu abbia finito quella commedia per me?” Un uomo dai capelli brizzolati e un vestito troppo pulito per essere un comune attore lo afferrò per la spalla.
“Quasi.” Disse il ragazzo voltandosi.
“Quasi?”
“Messere, non volete mettere fretta all’arte…” Il ragazzo incrociò le braccia al petto sorridendo. Era un bravo scrittore Michael Way, più di suo padre. Amava anch’egli la poesia e il teatro. Non solo lavorava come attore in una piccola compagnia di Londra, ma scriveva di tanto in tanto per grandi signori. Scriveva della bellezza della natura, della mente umana, ma soprattutto Michael Way scriveva… d’amore.
Famoso tra i poeti e gli attori, famoso nelle locande, famoso tra le donne.
“Cercate di divertirvi meno e di scrivere. Vi pago per questo.” Disse l’uomo guardandolo negli occhi.
“State tranquillo.” Così mastro Way si voltò riprendendo la sua camminata verso casa. La ghiaia sotto i suoi piedi scricchiolava. Aprì la piccola porta che cigolò prima che fosse del tutto aperta.
E fu li, in quella unica stanza malandata, che sedendosi su uno sgabello prese in mano la penna d’oca e intingendola nell’inchiostro cominciò a scrivere. Doveva terminare quella tanto attesa opera che entro due settimane sarebbe stata recitata in uno dei più grandi teatri londinesi.
Un’occasione d’oro per Michael, quelle occasioni che capitano una sola volta nella vita. Una commedia che lo avrebbe reso famoso non solo tra i nobili ma anche tra gli attori e gli scrittori. E Michael doveva mettercela tutta. Non poteva permettersi nessun tipo di errore, nessun tipo di leggerezza. Doveva essere un qualcosa di assolutamente perfetto. E proprio questa consapevolezza, quella che se qualcosa fosse andato storto la sua carriera di poeta sarebbe andata in fumo, a trattenerlo nei giorni precedenti dallo scrivere.
Un blocco il suo?... no.
Paura?... si.
Ma quel pomeriggio mentre era a teatro capì. Fu come se un fulmine lo avesse colpito in pieno. L’ispirazione tornò ad un tratto senza nemmeno un reale motivo. E lasciando tutti i suoi compagni corse via.
Ma la vita di Michael Way da lì a poco sarebbe cambiata, sarebbe stata rivoluzionata, sarebbe stata resa simile al paradiso. La felicità sarebbe arrivata nel momento meno aspettato, ma con essa sarebbe arrivato anche… l’inferno.

I giorni lentamente passarono e il cattivo tempo fu sostituito dal bel tempo, per grande fortuna di chi voleva andare e recitare a teatro. Il cattivo tempo non avrebbe garantito un gran bel spettacolo.
 Il sole sbucò lentamente dalle nuvole e il viso di lady Bianca fu illuminato da un raggio di sole. Aveva i capelli raccolti e il vento fresco le solleticava il collo bianco. Il corpetto le stringeva il petto, tanto da mozzarle il fiato.  Dietro di lei la balia la seguiva. Si reggeva il vestito con le mani per evitare che si sporcasse.
“Mia signora, non starete correndo troppo?”
“Oh no, cara balia. La rappresentazione sta per cominciare!” Disse euforica la dolce ragazza. Entrarono nella grande struttura in legno e si sistemarono negli spalti più alti.

“Ce l’avete fatta mastro Way! Iniziavo a dubitare delle vostre capacità.” Disse l’uomo dai capelli grigi che gli aveva commissionato la commedia. Michael si passo una mano fra i capelli scuri e sorrise.
“Mai dubitare di Michael Way messere.” Disse lo scrittore avvicinandosi a lui. Dietro le quinte tutto era in movimento, il caos dominava il luogo. Tutti che provavano le loro parti dopo aver indossato i costumi di scena. Tutto quel pomeriggio doveva essere perfetto.
“Spero per voi che sia una gran spettacolo.” Michael poggio una mano sulla spalla dell’uomo.
“Lo sarà… lo sarà.” Detto questo si voltò dirigendosi verso il palcoscenico. Spiò dalle voluminose e pompose tende rosse il pubblico. Gente povera era ai piedi del palco. Tutti stretti, tutti che mormoravano tra loro. Sugli spati la gente ricca, quella gente che lo pagava per scrivere sonetti o poesie. Fece scorrere lo sguardo sull’ultimo spalto quando qualcosa attirò la sua attenzione. Una ragazza, dai capelli color oro guardava estasiata la struttura. Aveva la pelle bianca e i suoi occhi emanavano luce, una luce che lui non aveva mai visto in nessuna donna. La guardava ammaliato, come incantato e il tempo sembrò fermarsi.
Chi era colei? Chi ara quella ragazza che aveva fatto sussultare il suo cuore?
“Michel, siamo pronti.” Una voce alle sue spalle lo costrinse a voltarsi e a perdere al vista di quell’angelo, perché si, per Michael Way quella ragazza aveva l’aspetto di un angelo.
“Ho avuto una visione, Thomas.” Disse in un sussurro guardandosi indietro.
“Cosa?”
“Un angelo caduto dal cielo. La creatura più bella che abbai mai visto.” Thomas lo guardò con aria confusa. Michael lo prese per un polso e lo condusse vicino la tenda. Con l’indice indicò quella ragazza dal lungo vestito blu. E ancora una volta i suoi occhi rimasero affascinati da tanta bellezza.
“Thomas… avete visto qualcosa di più bello in tutta la vostra vita?” Il ragazzo si voltò verso lo scrittore.
“E’ lady Bianca Wessex.” Disse allontanandosi dalla terra.
“La conoscete?” Disse Michael seguendo il compagno. L’altro annuì e poi abbassò il capo.
“Fossi in voi lascerei stare.” Non aggiunge altro e quelle poche parole colpirono il ragazzo. Le parole gli si mozzarono in gola.
Cosa intendeva Thomas? A cosa alludeva?
Michael tentò di seguirlo ma una ragazza lo blocco.
“Michael, vi ho atteso la notte scorsa.” Disse con un sorriso malizioso sul volto. Il ragazzo sorrise e le baciò le labbra.
“Mia adorata, ho avuto da fare.” Rispose in un ghigno, poi, si allontanò, lasciandola lì, sola con i suoi pensieri.
Ma nella testa di Michael una sola cosa frullava: Bianca.

Lady Wessex guardava lo spettacolo con occhi sognanti. Guardava gli attori muoversi con disinvoltura sulla scena. In ogni parola mettevano se stessi. E lady Bianca rimase ammaliata dai versi della commedia, una commedia che parlava d’amore, quell’amore che lei desiderava, cercava, ma che non aveva mai trovato e che probabilmente non avrebbe mai trovato.
Ma, miei cari lettori, quella ragazza si sbagliava perché l’amore, presto, l’avrebbe travolta con la potenza di un uragano e nulla avrebbe potuto fare per evitarlo.

Rimase lì, a guardare gli attori muoversi, muovere le labbra e parlare di ciò che lei ogni notte sognava, lasciandosi trasportare dal dolce suono del suo cuore, che grazie alle parole di quell’autore, aveva ripreso a… sperare.
Perché lady Bianca sperava in una vita migliore, una vita passata con una persona che l’amasse, per davvero. Lord Kent non l’amava e lei lo sapeva. Era il patrimonio ciò che a lui interessava. Lady Bianca non amava quell’uomo spregevole, rozzo ed egoista.
E inevitabilmente una lacrima bagnò la guancia della ragazza, una lacrima piena di dolore e tristezza, un lacrima per una vita negata, una vita portata via. Una vita che mai sarebbe stata… vita.

Lady Bainca uscì dal grande edificio.
“Oh balia, è stata una commedia bellissima.” Disse la ragazza guardando il cielo che piano cominciava a diventare sempre più scuro.
“M signora, vostra madre non accetterebbe.”
“Ma lei non c’è ora e non può impedirmi di vivere nei sogni.” E la balia sapeva che lady Bianca aveva ragione. Guardò in basso e poi fisso la ragazza che con occhi sognanti guardava gli attori uscire dall’edificio con grandi sorrisi stampati sul viso.
Un’opera che aveva avuto successo, quella di Michael Way, l’opera che tanto egli aveva atteso e che finalmente era arrivata. Si, era l’opera che lo avrebbe reso famoso in tutta Londra. E non tardarono le proposte. Mentre Michael usciva dal teatro vari signori gli avevano chiesto di scrivere qualcosa per loro. E mille erano i sorrisi che il ragazzo aveva rivolto alla gente che si congratulava con lui. Le notte insonni erano davvero servite, il stare svegli fino a che il gallo del mattino cantasse era davvero servito e Michael era fiero del suo lavoro, fiero di essere riuscito in quella sua sfida personale. E la fama non avrebbe tardato per il giovano attore-scrittore.
Il suo sorriso era diverso dagli altri, aveva quel qualcosa in più. Quella felicità che gli altri attori o spettatori non avevano e fu proprio quel sorriso che notò lady Bianca.
Notò i suoi capelli corti e scuri, notò i suoi occhi scuri che brillavano come stelle nelle notte, notò quel suo sorriso semplicemente… unico e diverso.
E il cuore le balzò in gola e il tempo sembrò fermarsi mentre rimaneva affascinata dai sorrisi che egli rivolgeva alla gente che felice lo salutava e lo ringraziava. E rimase lì immobile a fissarlo.
E fu allora che Michael si voltò. E incontrò per la prima volta quegli occhi verdi come smeraldi.
Ci si può innamorare di uno sguardo? Ci si può innamorare di un angelo?
Questo Michael non lo sapeva.
E intorno le persone sembrano sparire mentre lei gli regalava un dolce sorriso, impacciato e timido.
Era solo una fanciulla lady Bianca quando incontrò mastro Way, amici miei. Era solo un fanciulla che poso conosceva del mondo.
Ma presto sarebbe cresciuta e si sa, molti quando crescono cessano si sognare. Ma lady Bianca non lo avrebbe fatto mai, perché presto avrebbe capito che il sogno era l’unica cosa che l’avrebbe legata per sempre e lui.

 

Bene, eccomi qui con una nuova fiction.
Chiedo scusa se alcune cosa non combaciano con la storia inglese del ‘600 ma è così che immagino il tutto.

Per il momento è tutto, a voi, Rò.




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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 

 

Era strano come in pochi attimi due occhi si fossero innamorati.
Era strano per Michael Way cercare quello sguardo.
Era strano per lady Bianca cercare quello sguardo.
E mentre quelle sera d’autunno il sole calava all’orizzonte Michael desidera più di ogni altra cosa rincontrare quegli occhi, quegli occhi che pochi giorni prima lo avevano incantato e affascinato. Avrebbe voluto toccare la pelle di quella giovane donna, che aveva l’aspetto di un angelo.
La sua voce? La sua voce, per Michael, era simile a quella di un usignolo, anzi, per lui era più soave e più delicata di un usignolo. E le sue labbra, dolci petali di rose rosse che chiedevano soltanto di essere accarezzate. E i suoi occhi, verdi smeraldi, prati infiniti in sui perdersi con l’unica cosa che contasse veramente… l’amore.
Michael chiuse la finestra e senza sapere per quale oscuro motivo l’organo della sua immaginazione si fosse attivato, prese una piuma d’oca e cominciò a scrivere. Scrivere su di lei, sulla bellezza del suo viso, sulla bellezza dei suoi occhi, occhi unici e profondi, sul suo corpo, quel corpo che sembrava leggero come piume, i lunghi capelli che sciolti sulle spalle venivano spostati dalla brezza mattutina.
Guardava il foglio ingiallito che lentamente si tingeva di nero. Il buio oramai era calato nella stanza e una piccola candela consumata fu accesa dallo scrittore. La luce era poca e Michael dovette stringere gli occhi per poter guardare bene il foglio. Avrebbe potuto smettere ma non ci riusciva, la mano sembrava muoversi da sola, mossa dal battito del cuore del giovane ragazzo, perché si, in quel momento, Michael Way, non scriveva con la testa, scriveva col cuore, ed era questo che rendeva le sue opere, i suoi lavori… unici.
Alzò lo sguardo e guardò per pochi attimi la luna. Un sorriso comparse sul suo viso.
Lady Bianca.

 

“Mastro Way, ma non è così la battuta.” Il ragazzo guardò Michael che teneva in mano dei vecchi figli logori e spiegazzati.
“Lo so, Will.” Disse poi tornando alla sua lettura. Il ragazzo lo guardò alzando un sopracciglio.
“L’ho cambiata.” Disse infine mastro Way senza alzare lo sguardo, come se avesse capito ciò che Will voleva chiedergli.
Di cosa parlava?
Parlava d’amore… parlava di una donna dai capelli dello stesso colore del grano. Una donna che fingeva di essere ciò che non era, che fingeva di essere un qualcuno che non le assomigliava nemmeno lontanamente, una donna che amava il teatro, una donna che con una parrucca da uomo e il petto fasciato… recitava.
E recitava perché era ciò che amava fare con tutto il cuore, ciò che la rendeva felice.
Un amore che univa quella donna e un comune attore, un amore che mai avrebbe potuto avere futuro perché tutto era destinato a finire, come ogni cosa bella, perché al morte raggiunge tutti.
“Ma perché?” Chiese Will spaesato.
“Non era di mio gradimento. Ed ora a lavoro, compagni miei, presto andremo in scena.” E Michael riprese a guardare quei fogli spiegazzati, logori e intrisi di inchiostro.
Si, presto sarebbero andati in scena.
Due settimane, tre forse, ancora non era certo quanto tempo sarebbe dovuto passare, ma di lì a un giorno, uno spettacolo sarebbe dovuto essere rappresentato, quell’opera scritta precedentemente dallo stesso Michael Way, quell’opera che gli aveva recato notorietà tra i drammaturghi inglesi dell’epoca, quell’opera che con enfasi era stata applaudita, quell’opera tanto amata da lady Bianca.
E lui non sapeva che di lì a poco, la sua intera vita, sarebbe cambiate per… sempre.

 

Era il primo pomeriggio di un giorno ventoso, un pomeriggio dove il freddo vento muoveva con violenza le fronde degli alberi. Le nuvole si addensavano sopra le teste delle decine di persone che si recavano a teatro, per vedere ancora una volta l’opera di Michael Way.
E quegli occhi marroni tormentavano la povera lady Bianca, tormentavano il suo cuore triste e solo. Si perché lei era sola. Sola. Costretta ad una vita che non era quella che voleva, una vita che mai e poi mai l’avrebbe resa felice, ed era questa consapevolezza a renderla ancora più malinconica. Ma il sapere che di lì a pochi minuti il teatro, quell’opera, le avrebbero potuto far dimenticare ciò che era e ciò che l’aspettava, la rendeva più rilassata.
Dimenticare anche per pochi istanti.
Una cosa impossibile per quella giovane donna, ma di vitale importanza.
Una speranza, uno spiraglio di luce era quel momento, un momento in cui al mente si sgombrava di qualsiasi pensiero.
E camminava lady Bianca sulla fredda ghiaia, camminava tenendo con le mani il lungo vestito, con il vento che le spostava violentemente i capelli dorati.
E nulla l’avrebbe fatta sorridere ancora.
Ma… davvero nulla?

 

Un altro successo per mastro Way, una semplice replica che sembrava una prima.
Il caos mentre tutti uscivano.
Ma lady Bianca rimase lì, seduta a fissare il palco oramai vuoto.
Il suo sguardo era vuoto e perso, e i suoi occhi non avevano più luce…
Le persona lentamente scendevano dalle grandi scalinate, parlavo, sorridevano… ridevano.
E lei? Avrebbe mai potuto farlo?
Una domanda che l’affliggeva, giorno e notte.
Una domande che non l’abbandonava un secondo, che si era insinuata nella sua testa.
Non amava lord Kent, non non lo amava. Non voleva partire per terre sconosciute e vivere con un qualcuno che non sapesse cosa le piacesse, cosa amasse, cosa odiasse.
Non voleva passare la vita con un qualcuno che semplicemente… non l’amava.
Chiuse gli occhi cercando ancora di estranearsi da ciò che la circondava, dal teatro oramai immerso nel silenzio, ripensando agli attori, alle loro parole, a quell’amore descritto… quell’amore impossibile, ma che aveva cambiato per sempre la vita degli amanti.
“Lo spettacolo è finito.” Bianca aprì gli occhi spaventata da quella voce. Si guardò intorno, guardò oltre la grande ringhiera di legno e lì, sul palco oramai deserto, di quel teatro deserto, lo vide.
Vide ciò a cui per ore, giorni aveva pensato, ricordato.
Incontrò ancora quegli occhi marroni, illuminati dalla flebile luce del pomeriggio.
Il suo viso, meravigliato, esterefatto, spaesato.
Cosa ci faceva lady Bianca lì?
Si domandò mastro Way. La guardava negli occhi, quegli occhi azzurri come il mare che da piccolo aveva visto, occhi malinconici e tristi. Ma qualcosa cambiò in essi e Michael se ne rese conto.
I lunghi capelli fluenti le incorniciavano il viso angelico e le cadevano dolci sulle spalle. I suoi occhi, quegli occhi a mandorla si… illuminarono e Michael ne rimase ancora più incantato, mentre un tumulto di sensazioni indescrivibili lo persuasero, lo travolsero con la potenza di un uragano.
“Mi perdoni. Vado via.” Rispose la ragazza alzandosi. Michael la guardò muoversi sulle scale con grazia.
“Aspetti!” Disse poi andandole incontro. Non poteva farla andar via, non poteva lasciarsela scappare, non ora, che era lì, dinanzi a lui.
Lady Bianca alzò il capo all’istante guardando con sorpresa il ragazzo che l’aveva richiamata.
“Mastro Way.”
“Come fate a conoscere il mio nome?” Chiese Michael sorpreso.
“La vostra fama vi precede.” Sussurrò la ragazza. In effetti, doveva aspettarselo.
“Domanda futile. Perdonatemi.” E rimase a guardare per istanti che sembrarono interminabili.
“Siete bellissima.” Disse un un soffio Michael. Due parole uscirono dalla sua bocca, due parole di cui subito si pentì.
Bianca guardò quegl’occhi marroni perdendocisi in essi per alcuno secondo che sembrarono interminabili.
“Devo andare.” E Lady Bianca scappò prendendo il vestito fra le mani e correndo il più possibile lontano da quegli occhi.
Lontano da quello che sarebbe stato… amore?

 

 

Eccomi qui gente con un nuovo e noiosissimo capitolo, purtroppo l’organo della mia immaginazione si è prosciugato e ci metto tantissimo a scrivere i capitoli, anche perché quando lo faccio mi distraggo sempre.
Vabbè, dettegli della vita.
Allora, la storia penso includerà altri due capitoli, più lunga non voglio farla e più corta non voglio farla. Anche perché ho in mente altre fiction e voglio liberarmi di alcune cosucce in corso per postarle.
Non so quando posterò, spero però al più presto!
Mi scusa per il ritardo! >.<

Okay, ora passiamo a ringraziare:

Luinil: mia adorata socia! Sono contenta di sapere che ti sia piaciuto. Fammi sapere per questo!
ElfoMIkey: Honey, grazie mille! So già che pensi di questo capitolo e ti ringrazio di tutto!
Jessromance: Jejè ce l’ho fatta! Bhè? Come ti sembra? Fammi sapere! Ti voglio bene!
FuckingChemicalGirl: Ciaooo! Sono contenta ti piaccia e spero ti sia piaciuto anche questo! A presto!
SimmyLinsting: Mona! Hai visto ho postato! Spero ti sia piaciuto questo capitolo! Fammi sapere che ci tengo tanto! Kiss!

Mi scuso per i ringraziamenti affrettati ma è un po’ tardino e non ci sto molto con la testa!

Per il momento è tutto,
a voi, con affetto,
Lò.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Lady Bianca respirò a fondo la brezza mattutina. La balia al sorgere del sole aveva aperto la grande finestra, permettendo così al sole di riscaldare il dolce viso della signora.
Così dopo essersi vestita si sporse verso essa, guardando i verdi prati inglesi, fissando e perdendosi nel cielo azzurro. E la mente vagava. Vagava posandosi su quel ragazzo, quel ragazzo con cui aveva conversato qualche giorno primo. Gli occhi dello scrittore erano come marchiati a fuoco nella usa mente e non andavano via, si erano insinuati prepotentemente nella sua testa.
Stava per sposare Lord Kent. Non c’era tempo per futili fantasie. Di sperare in una vita migliore, quando la sua era già stata decisa, da tempo oramai.
”Mia signora, vostra madre vi attende per la colazione.” Lady Bianca si voltò con sguardo pieno di tristezza.
”Arrivo mia balia. Oh… quanto vorrei fuggire. Merito forse tante lacrime? Merito forse una vita infelice?” Gli occhi della ragazza piano si inumidirono, lasciando sulle sua ciglia chiare piccole perle salate.
”Oh… voi meritate tutto, mia signora. Voi meritate ogni singola stella nel cielo, voi meritate la luna, meritate ogni sorriso di bambino, ogni rosa, il sole splendente nel cielo. Mia signora… lui potrebbe…”
”No. Ogni cosa del suo aspetto, del suo animo mi allontana da lui. Io… ho donato oramai il mio cuore a qualcun altro.” Lady Bianca tornò ancora una volta a guardare i verdi prati, ad ascoltare il silenzio della campagna, con una lacrima che le rigava una guancia.
”Perché balia?” Sussurrò poi asciugandosi con i polpastrelli quella lacrima solitaria.
”A chi avete donato il vostro cuore?” Chiese la signora avvicinandosi alla finestra.
”L’ho donato ad un animo buono, l’ho donato alla sua poesia, alla sua fantasia, immaginazione. L’ho donato al suo cuore. L’ho donato a lui che vive in un mondo lontano dal mio. Un mondo dove posso amare chi voglio, senza paura, senza disprezzo. Un mondo fatto di poesia, balia.” La signore sorrise affettuosamente la ragazza.
”Mia signora, voi leggete troppo.”
”Forse balia… forse.”

 

 Mastro Way camminava per le buie strade londinesi. Camminava e non faceva che pensare a lei. Ai suoi occhi chiari, ai capelli color oro, alla pelle come porcellana. Camminava col vento che gli solleticava il viso.
Aveva bisogno di vederla. Ma come fare?
Sapeva ben poco di lei. Come giungere da lei? Lo avrebbero accolto?
No… lui era solo un umile scrittore.
Ma doveva, doveva ancora una volta guardare il suo dolce viso, dirle ciò che il suo cuore cantava, ciò che custodiva gelosamente da giorni, ciò che oramai non riusciva più a tener chiuso dentro di sé.
Si ritrovò nella strada in cui vi era giornalmente il mercato. Tutti gridavano, tutti urlavano. Facevo spese e vendevano. Vi erano tutte le classi sociali, ben visibili.
Fu lì che la vide. Fu li che la il suo cuore prese a battere vertiginosamente, come se volesse uscir dal suo petto e librarsi nell’aria come una colomba dalle piume bianche come latte. Il mondo fu come se si fosse improvvisamente fermato e nulla contava in quel momento per il giovane ragazzo. Era come se vedesse la luce per la prima volta nella vita, come se per un’intera vita fosse stato privato della vista. In quel momento, lui vedeva. E incrociò il suo sguardo ed ebbe la conferma che lei era lì, lei era lì in carne ed ossa.
Si avvicinò con passo svelto.
”Lady Wessex.” Sussurrò.
”Mastro Way.” Fece un breve inchino prima di rimettersi dritta. La ragazza cercò di controllare il battito accelerato del suo cuore ed il rossore che aveva tinto le sue guance.
”Sarete la mia musa?” Lady Bianca rispose con un risolino.
”Mia signora, vostra madre vi cerca.” Entrambi i ragazzi si voltarono verso la balia che fissava con sguardo confuso Michael.
”Arrivo balia.”
”Non andate via.” La voce del ragazzo era piano di tristezza, rammarico, amarezza.
”Devo, mastro Way.”
”Oh, chiamatemi Michael.”
”Va bene, Micheal.” Lei sorrise pronta a congedarsi, contro voglia.
”Vi vedrò ancora? Per favore… i vostri occhi… ditemi che vi vedrò ancora.” Lei rimase interdetta davanti allo sguardo supplicante di mastro Way. E perse tutte le sue fragili certezze.
”Voi non dovreste parlare così con…”
”Mia signora!” Gridò nuovamente la balia.
”Arrivo!” Rispose lei.
”Vi prego. Ditemi che vi vedrò ancora.”
”Presto.” E lady Bianca scappò. Michael alzò un braccio, tendendo la mano verso la ragazza che aveva dato senso alle sue giornate.
“Bella donna, signore?”
”La conoscete?” Michael si voltò verso il ragazzo che vendeva mele di fianco a lui. “Sapete dove vive?”
”Sulle sponde del laghetto fuori città.” Non ci pensò, Micheal non pensò alle sue azioni. Con passo svelto seguì la giovane donna, diretto anch’egli al lago fuori città.

 

 La sera era calata. Un velo scuro aveva ricoperto le fresche campagne inglesi, non permettendo a nessuno di guardare senza l’uso di lanterne.
Lady Bianca era nuovamente lì, affacciata al davanzale delle finestra, ad osservare lo scuro paesaggio. Una leggera brezza scuoteva delicatamente lo fronde degli alberi in giardino.
”Oh, quanto vorrei poter uscire.”
”Mia signora, sono sicura che vostro padre ve lo permetterà se sono io ad accompagnarvi.”
”Lo pensi davvero balia?” Chiese speranzose la ragazza che, dopo essersi avvicinata, le strinse le mani nelle sue. La signora sorrise teneramente prima di dirigersi fuori dalla stanza.
Lady Bianca tornò a guardare il nero paesaggio quando udì una voce.
”Mia signora… mia signora!” La ragazzi si guardò un momento intorno, credendo che fosse lo spirito di qualche suo antenato. Poi, nell’oscurità riconobbe una sagoma.
”Michael!” Bisbigliò mentre i suoi occhi immediatamente si illuminarono, accendendosi di una strana luce che li resero simili a stelle nel cielo.
”Oh, la vostra voce… il soave canto di un usignolo…”
”Cosa ci fate qui? Se vi scoprono siete morto!” Lo avvertì lei preoccupata, ma contenta allo stesso tempo di vederlo, lì, sotto la finestra.
”Avevo bisogno di vedere, un’altra volta, i vostri occhi. Oh madamigella… aprite le porte del vostro cuore, fatemi entrare in esso. Non vedo altro che voi in questo triste mondo. Siete la mia luce, il mio sole. Siete l’est.”
”Oh, il mio cuore è vostro dal momento in cui i miei occhi hanno incontrato i vostri, nel momento in cui la vostra voce è giunta alle mie deboli orecchie.” Il cuore di mastro Way si gonfiò di gioia e prese a cantare.
”Permettetemi di salire lungo l’edera e di giungere a voi, lì su, alla finestra. Permettetemi di cantare la vostra bellezza e di contemplare i vostri occhi chiari come il sereno cielo in primavera.”
”Io non credo che…” Ma la ragazza non potè finire la frase perché la bilia entrò nella stanza.
”Vostro padre ha acconsentito.”
”Oh balia, mastro Way è qui, sotto la mia finestra. Siate mia complice, permettetemi di vederlo!” La pregò lady Bianca.
”Io sono una semplice balia, mia signora, devota alla vostra famiglia. Dovrei correre a riferir il tutto a vostro padre.”
”Non fatelo. Permettete al mio cuore di essere felice, anche per pochi minuti. Per favore balia, permettete ai miei occhi di vedere il mondo.” La signora, ora, era combattuta. Una parte di lei voleva dare una possibilità a quella ragazza, un’altra parte le diceva di riferire tutto al padrone. A la nostra cara balia, amici, aveva un animo buono e non potè negare una piccola possibilità a quella ragazza che aveva amato sin da bambina. Così, acconsentì.
”Michael, sarò lì entro pochi attimi. Attendetemi.”
”Oh mia signora, vi attenderei tutta la vita per incontrare ancora i vostri occhi.”

 

 Nel buio giardino lady Bianca si aggirava, in cerca di quel viso, di quegli occhi scuri e di quelle labbra dipinte dagli angeli.
”Sono qui.”
”Qui dove?” Lady Bianca si guardò intorno non vedendo nessuno.
”Qui, dietro il cipresso.” Nell’oscurità il suo voltò si fece più chiaro. Il cuore della ragazza cominciò a battere freneticamente, come volesse uscire dal suo fragile petto.
Nell’esatto momento in chi il giovane scrittore incontrò gli occhi di lei, il cielo fu come schiarito. Una luce l’avvolgeva, come un angelo caduto dal cielo. La terra era troppo banale e comune per il suo viso, non la meritava. Il paradiso era il suo luogo.
Sui visi di entrambi si allargò un luminoso sorriso.
E fu lì che capirono di amarsi.
Fu lì che capirono che le loro vite non sarebbero più stata le stesse.
Fu lì che desiderarono di vivere a lungo per perdersi l’una negli occhi degli altri.
Ma quello che non sapevano, era che presto le tenebre li avrebbero avvolti, trascinandoli all’inferno.

 

 

 

*

 

 

Salve gente, scusate l’enorme ritardo ma l’immaginazione era andata via.
Scrivere questa storia mi costa davvero tanto. Questo capitolo mi ha fatto sudare 17 camicie!
Spero comunque sia stato di vostro gradimento.
Il prossimo capitolo, nonché ultimo, è già ben definito nella mia testolina. Devo solo mettere per iscritto le mie idee.

Ringrazio la mia migliore amica che mi ha consigliata e appoggiata.

E ringrazio una ragazza pazza che mi incoraggia e che mi ha dato spunto per questo capitolo. Probabilmente se non fosse stato per lei, non lo avrei mai scritto.

 E grazie a:
ElfoMikey: ciao bella! Alla fine ce l’ho fatta! Grazie per l’appoggio, davvero! Spero di essere stata chiara nel linguaggio, anche se personalmente trovo ridicolo e stupido. Fammi sapere! A presto! <3
Luinil: Ale! Ce l’ho fatta, ho postato! Dopo tanto, ma ce l’ho fatta! Spero di non averti delusa con questo capitolo, lo spero davvero! Come un film? Onoratissima, ma non so… non credo di meritarmi tutti questo complimenti. ^^”
Jessromance: Jejè, ciao! Ce l’ho fatta, ho postato! Te l’aspettavi? XD Spero di averti delusa con questo capitolo! Fammi sapere! XD

Doddola93: Ciao! Davvero ti piace? Onoratissima! Io genio? Forse ti confondi con qualcun altro XD Sono contenta di sapere che la fiction ti sia piaciuta! Davvero tanto! A presto!

 
A voi è tutto,
con affetto, Lò.

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