Non ti amo, ma ti uso

di Cilyan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “Quando anche le amiche si innamorano di te è un bel guaio” ***
Capitolo 2: *** "L'inizio dei giochi" ***
Capitolo 3: *** "Le coccinelle insegnano molto sai?" ***
Capitolo 4: *** "Incompatibilità di pensieri incompatibili" ***
Capitolo 5: *** "Scoperte ingiustificabili" ***
Capitolo 6: *** "Nel risveglio si nota la dolcezza del cuore" ***



Capitolo 1
*** “Quando anche le amiche si innamorano di te è un bel guaio” ***


Prologo: “Quando anche le amiche si innamorano di te è un bel guaio”

 

Settimane.

Erano settimane che continuavo ad evitare Stephanie, la ragazza che, a mio parere, prima o poi sarebbe stata la mia rovina.

Forse, più prima che poi.

Ok, adesso vi starete chiedendo come mai io dica tutto questo; ebbene vi è una concreta e pura semplice spiegazione: mi ama.

Ecco; e cosa c'è di brutto o sbagliato nell'amare qualcuno vi starete chiedendo.

C'è che se quel qualcuno in questione non ricambia e la ragazza sembra non capire le buone intenzioni dell'altro nel rifiutarla, ma nel non volerla ferire , accade il fini mondo.

Certo, mi direste voi, se lui l'ha rifiutata, cosa c'è di strano?

Nulla, assolutamente nulla, ma solo se la diretta interessata non ti desse fastidio. Come la mettiamo, invece, se ti perseguita in continuazione e se non ce la fai più a sopportarla?

Cioccolatini, regali, figuracce improvvise a causa di lei che spiffera il suo amore per te per tutta la scuola...Ed altre cosine molto “carucce”, certo, ma altamente irritanti.

Per cui tutti quelli che dovessero giudicare male i miei continui respingimenti, pensassero alle pene dell'inferno che dovetti affrontare io.

Dunque siete ancora convinti che io possa essere stato colpevole di qualche cosa? Sempre se lo eravate ovvio.

Ecco ora che abbiamo appurato che alla maggior parte delle persone non parrebbe normale, come a me del resto, che una persona a cui si tenga molto ci perseguiti col suo amore, bisognerebbe chiedersi, invece, se esista o meno una soluzione a tutto questo.

Ecco.

L’unica soluzione che mi venne in mente in quel momento era quella di trovarmi un’altra ragazza. In fondo ella stessa affermava che se avessi trovato qualcuno mi avrebbe lasciato stare volentieri, ma questo era più facile a dirsi che a farsi e poi io non desideravo farla soffrire. Le volevo un’infinità di bene e ci conoscevamo da quando eravamo solo in fasce. Lei sapeva tutto di me ed io tutto di lei, o almeno lo credevo, però nulla cambiava il fatto che per me non potesse essere altro che un’amica.

Così, prendendo la palla al balzo, tirai verso di me la prima persona che stava passando davanti al mio armadietto e la baciai.

Certo era il mio primo bacio e avrei voluto fosse più… Come dire… Speciale, ma non si può avere tutto dalla vita no?

Quando aprii gli occhi mi ritrovai di fronte una scena che definire “imbarazzante” sarebbe stato ben poco: il professore di chimica.

“No…Ecco…Scusi…Non volevo…Pensavo fosse Jenny…”

“Jenny?” il professore corrugò la fronte “Jenny delle terza “E”!”

“Vorresti dire che con questo codino sembro una ragazza?” sudai freddo.

“No, è che…Ho dei problemi di vis…” ma il professore mi interruppe subito e “ Signor…Signor... ehm…Signor “scambio i professori per la propria fidanzata” lei è in punizione!” Perfetto.

Perfetto. Una punizione proprio il giorno in cui mi sarei dovuto trovare una ragazza… Ok, ok, non perdiamoci d’animo e riproviamo.

“Ehm “ prima di andarsene il professore richiamò la mia attenzione “Comunque Jenny sembra proprio non ricambiare i tuoi sentimenti. Si sta baciando con Ilary Jade del 3 D “ e fu così che mi ritrovai ad avere i brividi per il ghigno malefico che il professore mi rivolse proprio in quel momento e nuovamente “ok”.

Ok Liam ce la puoi fare.

Riproviamo.

Stessa tecnica e…

Lo straccio della bidella? Fantastico e ora che potevo inventarmi?

Ovviamente che avevo voglia di lavarmi il viso.

L’inserviente era molto ingenua e sicuramente ci avrebbe creduto, cosa che tra l’altro accadde. Perfetto.

Ma riprovare ad occhi aperti?

Pensai.

No, no e poi no. Stavolta sarebbe stata quella giusta, la ragazza perfetta, me lo sentivo.

Ecco, tutto si, ma che almeno stavolta fosse una ragazza, anche una di quelle sfortunate che non vuole nessuno, sarebbe andata bene, ma no! Mi dovetti trovare a baciare un ragazzo e ...Finezza portami via, pure “bello da far paura “… Mmm…Un momento, è lecito per un ragazzo pensare ad un ragazzo in questi termini? Su, oggettivamente non mi potevo mica lamentare. Me lo ero scelto anche bello che cosa volevo di più dalla vita? Un lucano ...Hahaha No, ok. Steph mi faceva vedere troppa pubblicità, dovevo smetterla di imparare ogni cosa che ascoltavo.

Detto questo e chiusa la parentesi, sarebbe quasi impossibile descrivere lo sbigottimento che prese me, Stephanie, uscita proprio in quel momento dal bagno delle ragazze, e lo sconosciuto, che poi tanto sconosciuto, in teoria, non sarebbe dovuto essere, ma lo descriverei con una sola parola: “sbiancamento”.

Diventammo tutti e tre pallidi e ci guardammo per un attimo, finché non decisi a prendere parola speranzoso.

- Ecco, lui ehm….- Oh Payne adesso te la vedi da solo. Cosa vorresti dire eh?

---

Buona sera a tutto :)

Questa storia la scrissi tanto tempo fa e ora la sto rivedendo.

Lo stile è molto a copione, diversamente da come scriverei ora, tuttavia ho cercato di correggere i capitoli, non del tutto completi tra l'altro, aggiungendo dei dettagli ebbene ecco il risultato. Spero che filino almeno XD

Sì lo  so che il linguaggio è molto colloquiale, ma dovrebbe rispecchiare il modo di pensare di Liam, per cui è voluto.

(Me ne vergogno anche io a dire il vero XD)

So di avere molte altre storie in corso, ma questa sta nei miei archivi da un sacco ed è quasi completa.

Per ora consta di 12 capitoli.

Spero possa piacere almeno un pochino.

Proverò a postarne uno o due alla settimana, ora vedremo.

Fatemi sapere.

Un bacione

Cilyan ^_^

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Capitolo 2
*** "L'inizio dei giochi" ***


Capitolo 1 “l’inizio dei giochi”
 

Lui è il mio ragazzo - dissi allora con nonchalance, sperando che quello sconosciuto mi reggesse il gioco e, almeno all'apparenza, così fu.
In un primo momento provò di fatti a replicare con un "ma", mozzato dal mio dolce piedino che si posò istantaneamente sopra il suo così da fargli capire di stare zitto, dopo avermi rivolto un sorrisetto sghembo e malizioso, come se niente fosse, disse:
- Si sono il suo ragazzo- disse con un'espressione che metteva ben in risalto i suoi denti perfetti, dei quali si potevano notare persino dei riflessi lucenti.
- E come vi siete conosciuti?- chiese curiosa la ragazza, scrutando il misterioso"fidanzato" barra " mal capitato" della situazione.
Beh almeno lo avevo scelto carino, no? Si ok , forse non era il momento di pensare a questo data la domanda tagliente di Stephanie.
- Ehm...noi...io...- balbettai, ma il ragazzo moro che mi stava di fianco , cingendomi le spalle con un braccio, incrociò i piedi tra di loro e disse:
- Oh perdonalo, è un po’ timido- e non sapeva minimamente quanto fossero vere quelle parole- Dunque ci siamo conosciuti perché lui mi ha cominciato a dare ripetizioni di arte lo scorso semestre e , dopo qualche mese, è scoccata la scintilla.-
- E perché non me lo hai detto Lì?- chiese, poi, comprensiva lei.
- Beh ... Perché non volevo farti soffrire ulteriormente- dissi io impacciato, anche se infondo era vero .Io non volevo affatto ferirla. In passato era stata la mia migliore amica,ma da un anno a questa parte era cambiata ed io non sapevo più cosa dirle e come comportarmi con lei.
- Oh non potresti mai ferirmi, non tu- mi disse lei, con gli occhi lucidi, mentre aveva preso ad accarezzarmi la guancia destra con tanta di quella dolcezza da farmi sorridere teneramente.
- Ehm..- disse il mio finto ragazzo, barra sconosciuto - Io comunque sono Zayn Jawaad Malik. Piacere - disse porgendo la mano alla mia grande e forte amica.
- Stephanie - replicò lei e - non farlo soffrire o te la vedrai con me e non scherzo sai?Sono cintura nera di karate - aggiunse ironizzando, forse incutendo un grande terrore a quello che si era rivelato come “Zayn”.
- Ed io sono Liam James Payne - mi intromisi io scherzoso, sia con l'intento di far conoscere il mio nome all'altro che con quello di smorzare l'atmosfera tesa e
- Lo sappiamo! - risposero in coro; lui facendomi l'occhiolino e togliendo il suo peso dalla mia spalla; e lei dandomi un leggero buffetto proprio sul punto in cui si era poggiato il ragazzo.
- E con questo?- esclamai io - vi siete presentati tutti, per cui volevo farlo anche io visto che mi avete escluso- e gonfiai le guance, osservando Steph andarsene via al suono della campanella e - ci vediamo dopo- disse , prima di scoccarmi un bacio sulla guancia, che mi fece visibilmente arrossire. Sembrava essere tornata tutto d’ un tratto quella di una volta e questo mi rincuorava, ma sapevo avrebbe sofferto molto per questo. Un amore non si dimentica in fretta no? Certo era anche vero che la vedessi solo come una sorella e non avrei mai ricambiato, per cui l'unica cosa che potevo fare era starle vicino.
- Steph- mormorai a sguardo basso e pugni chiusi e , inaspettatamente, qualcuno mi abbracciò da dietro donandomi un'enorme senso di protezione.
Sentii un profumo invadermi le narici ed una “voce” calda percorrermi tutto il corpo, dalla testa e le orecchie fino alla punta dei piedi; era la “voce” di colui che mi aveva abbracciato:Zayn.
E mi chiedevo perché mai non dicesse nulla e stesse così, in silenzio, per cui fui io a prendere parola e a dire, tra alcune lacrime :- perché?- ma lui non rispose e , anzi, mi girò, in modo da guardarmi dritto negli occhi e mi cinse i fianchi da davanti, infilandosi  poi nell'incavo del mio collo, punto dal quale fece un lungo sospiro e mi disse finalmente qualcosa:
- Ah - risospirò –  cosa “perché”? Dai muoviamoci che abbiamo lezione e ricordati di quelle di arte. Ne ho davvero bisogno , altrimenti ti ritrovi con un pretendente in meno!- disse staccandosi scherzoso e andandosene, non senza prima avermi lasciato un bigliettino col suo indirizzo e il suo numero.
- Ma quando...- mormorai e
- Mai farsi trovare impreparati baby! Oggi alle  quattro. Ti aspetto!- disse ridacchiando  e sparendo dalla mia vista.
- Come? Ma qui mi lasciano tutti solo? Ops sto parlando da solo e devo anche andare a lezione!-
Payne, Payne, Payne! Quando imparerai a non ficcarti nei guai

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Buona sera cari! Per errore avevo postato quell'ammasso di pagine del capitolo due XD
Bene ringrazio velocemente la ragazza che mi ha recensito e a cui risponderò presto u-.u

Grazie mille tesoro :)
E vi lascio a questo capitolo di passaggio.

Un beso 

F :=

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Capitolo 3
*** "Le coccinelle insegnano molto sai?" ***


Capitolo 2 : “Le coccinelle insegnano molto sai?”


Per tutte le lezioni non pensai ad altro che a Zayn e a quella strana situazione in cui mi ero cacciato da solo. Non riuscivo a capacitarmi della mia stessa stupidità ed ora mi ritrovavo ad essere in cammino per una casa situata in un quartiere di Londra dove non ero, tra l'altro, mai stato.
Bene, andavamo proprio bene no? Ma sì, che vuoi che sia in fondo dare ripetizioni ad uno sconosciuto gratis o, meglio, per avere in cambio un fidanzato? Ma era davvero una cosa normale? Io non avrei dovuto avere una ragazza anziché un ragazzo? No, non era per niente normale a diciassette anni non essere mai stato fidanzato. Eppure molte ragazze prima di Stephanie ci avevano provato con me. Allora perché ? Era mai possibile che non avessi mai provato nulla per nessuna di esse o per qualcun 'altra? Prendiamo la mia migliore amica. Lei è perfetta. Occhi chiari, tra l'azzurro ed il verde, altezza discreta, all'incirca su un metro e settanta, capelli lunghi e castani, peso forma e fisico slanciato, insomma una modella. Anche di carattere era quasi perfetta: dolce, gentile e disponibile con tutti e molto arguta e sveglia, per non parlare delle sue doti nello sport. Aveva anche vinto il primo posto alle regionali di Karate .Insomma la ragazza dei sogni di qualunque ragazzo. Se ci aggiungiamo anche che fosse un genio a scuola, abbiamo concluso la lista. Anche io ero rimasto più volte affascinato dal suo aspetto e dalla sua energia elettrizzante, per non parlare di tutto l'amore che riusciva a donarmi, ma mai ero riuscito ad andare oltre il sentimento fraterno.
Mi sentivo come un pesce fuor d'acqua in questo mondo di fidanzati, dove io ero uno dei pochi “sfigati” a non essersi mai innamorato. Che poi tanta sfortuna non è, dato che l'amore spesso fa soffrire le persone. Già, chissà se quel ragazzo al cui campanello stavo suonando avesse un amore o un/a vero/a ragazzo/a. Già chissà se ....
- Oh eccoti qua!- interruppe i miei pensieri il ragazzo che stavo attendendo con grande " trepidazione".
- Ehm..si- risposi impacciato , notando una cosa cui non avevo prestato attenzione poco prima: i suoi abiti.
Aveva uno stile esuberante nel vestiario e di certo non sarebbe rimasto inosservato con quella maglietta verde mela a mezze maniche, con disegnate sopra due ciliege dal colore arancio evidenziatore, i pantaloni bianchi e la cintura del medesimo colore delle ciliege , ma di un'arancione smunto e poco appariscente; le scarpe, infine, semplici, da ginnastica, nere e con i lacci verdi. Praticamente tutto l'opposto di me .
Io avevo uno stile sobrio: amavo indossare colori poco appariscenti tipo il beige, il nero ed il bianco. A volte Steph era riuscita a farmi indossare il rosso vermiglio e, devo dire , mi donava anche, però nulla di più.
Raramente mettevo anche il marrone, come in quell'occasione in cui indossavo dei pantaloni di tal colore con una camicia e delle Superga bianche.
- Allora non entri?- mi disse lui, facendomi anche segno con la mano.
- Si cert...Certamente!- risposi "caloroso", della serie " felicità portami via".
- Oh bravo marinaio!- rise lui facendomi un saluto alla militare a cui io non seppi come rispondere, se non con un piccolo e timido sorriso, ma appena accennato per via del fatto che di improvviso mi strattonò e mi condusse al tavolo dell'ampio soggiorno a cui apriva la porta di casa.
- Bene. Allora mi aiuterai vero?- chiese con troppa, forse eccessiva veemenza.
- Si, va bene!- risposo sorridendo con viso ed occhi. Non so perché lo feci, ma mi venne spontaneo.
- Ok da dove cominciamo?- aggiunse poi.
- Non so, dimmi tu dove trovi difficoltà- dissi guardandolo attentamente in attesa che mi desse risposta e lui, tirandosi il colletto da solo disse tra i denti:
- La lettura di immagini...-
- Che?- ribattei non avendo sentito.-
- La lettura ...Di immagini- disse poco più forte.
- Scusa non ti capisco, potresti alzare la voce?-
- Cosa non capisci di - disse ad alta voce , sbattendo una mano sul tavolo- lettura di immagini!- si strozzò poi, non facendomi capire per l'ennesima volta cosa volesse dire.
- Senti le vuoi queste ripetizioni si o no?- esclamai.
- Si , ma...Vedi...- disse lui a testa bassa ed io, spazientito, mi sedetti dopo essermi alzato freneticamente qualche domanda prima.
- Dimmi qual è il tuo problema altrimenti non posso aiutarti- dissi , poi calmo, poggiandogli una mano sulla spalla in segno di comprensione.
- Il problema è che non riesco a leggere le opere d'arte ed il mio professore non vuole spiegarmelo perché dice che è una cosa che devo capire da solo, ma io non riesco a comprendere cosa si provi…Insomma io...Io ...- lo vidi torturarsi le mani e far scendere qualche lacrima che prontamente raccolsi tra le dita per poi pronunciarmi al posto suo:
- Non riesci a leggere le emozioni che trasmettono i quadri- conclusi e
- Si- annuì tristemente ed io non riuscii a resistere dall’abbracciarlo forte.
- Su non piangere. Non c'è nulla di male in tutto questo.-
- Si invece!- si alzò di scatto dalla sedia, portandomi con se e non staccandosi quindi dalla mia debole stretta.
- Mio padre , morto tre anni fa, era un critico d'arte molto stimato. Forse lo conosci.:David Malik ed io, suo figlio, non riesco ad andare bene in arte; ma ti rendi conto del disonore che sono per la mia famiglia? Mia madre lo nega, ma intanto me lo fa pesare in una maniera assurda.- Disse colpendo forte i pugni sul mio torace, ma non me ne importava, ero solo dispiaciuto per quello che stava vivendo quel ragazzo e vi avrei messo sicuramente fine.
- Stai tranquillo. A tutto c'è rimedio- dissi bloccandogli i pugni e guardandolo dritto in quegli occhioni scuri, contornati da delle lunghe ciglia dai riflessi dorati, mentre con la bocca gli donavo un sorriso sincero, pieno di speranze e di voglia di aiutarlo.
- Ma come faccio a stare tranquillo...- Cercò di dimenarsi lui, ma io lo strinsi ancora più forte e lui a quel punto si arrestò e poggiò la testa sul mio torace.
- Shhhhh ...Va tutto bene
Ora ti farò capire io- incespicai tra le labbra- o almeno ci proverò.-
- Sei sicuro?- E si soffermò a fissarmi di sottecchi, quasi volesse avere da me qualche segno di assoluta certezza.
- Certo. Ora ti spiego- sorrisi di rimando.
Ci sedemmo e cominciai a cercare le parole adatte per fargli capire l'emozione che può trasmettere un quadro o un'opera d'arte in generale.
- Allora...Umm…Vediamo... Stavo pensando …Dunque… Hai presente le coccinelle?-
- Si, ma cosa c’entrano?- mi guardò perplesso, mentre le sopracciglia lunghe andarono a distendersi, facendo seguire il loro movimento anche agli occhi e alle ciglia, quasi si trattasse di uno stupore particolare che cominciava già a riecheggiare nell’aria.
- Centrano e come invece ! – feci io con aria bonaria, ma sicura, cercando di fargli sparire quell’espressione dal volto, invano.
L’unico risultato che ottenni fu quello di farlo spazientire, sentendomi poi dire, a tono calma, ma tra qualche sbuffo qua e là
- Va bene, vai avanti- ma non ci feci ugualmente caso e proseguii col mio discorso:
- Ecco, cosa provi quando guardi una coccinella?- secondo movimento di ciglia che si dilatano
- Ma perché proprio le coccinelle?- secondo movimento di sbattimento degli occhi
- Perché si, perché sono il primo animale che mi è venuto in mente! – prima apertura stranita della bocca, un quadro completo.
- Beh io amo le coccinelle, sono così rosse, piccole ed indifese, ma, allo stesso tempo, dotate di una corazza capace di difenderle e mantenere la loro debolezza all’interno di esse. Mi piacciono con quelle mille macchioline che si espandono, leggere, sul loro manto e con quel loro colore rosso che le rende vive e ben visibili. Poi, vogliamo parlare di quelle zampettine con cui tentano di avvinghiarsi a qualcosa? E poi? Quelle aluccie esili che riescono sempre e comunque a trasportarle? - Concluse sorridendo e facendomi pensare che forse lui era molto più coccinella delle coccinelle stesse.
Insomma aveva quei capelli neri e quelle labbra così rosee che quando le muoveva sembrava quasi compisse dei movimenti circolari che formavano macchioline rosse su un manto nero. Insomma una coccinella particolare tutto sommato, no?
- Ecco, hai capito cosa vuol dire descrivere un’opera d’arte. - Già me la stavo ridendo soddisfatto, eppure lui sembrava non essere ancora arrivato al punto.
- Ma io ho descritto solamente cos’è per me una coccinella, cosa c’entra?- Era così palese, perché proprio non voleva arrivarci? Ce lo aveva nel sangue, diamine e si vedeva! La madre aveva ragione, ma avrebbe dovuto creder di più in lui, forse.
Ancora non la conoscevo, in fondo, non potevo darne giudizi affrettati, eppure c’era quel “quid”* che mi faceva intuire non mi sbagliassi poi di molto.
- Ma sei scemo? Certo che c’entra!! Malik, ascolta, se l’uomo prende spunto dall’esterno e dal mondo in cui vive per creare qualcosa, qualsiasi cosa oltre un’opera d’arte, allora tutto ciò che è arte è anche mondo e, con esso, specialmente, la natura ispiratrice di molti pittori oppure gli animali e con essi anche l’uomo. Ecco perché il tuo descrivere una semplice coccinella, parlando di tutte le sensazioni che provi quando ne vedi una, oltre che della sua fisionomia esteriore, è o non è descrivere un’opera d’arte?Anzi, forse la più inestimabile: la vita.- E per un attimo, ne sono certo, sorridemmo insieme.
Sì, stavamo proprio sorridendo all’unisono, anche se poi mi guardò e mi rispose ancora titubante -- ma, ma tu pensi che adesso riuscirò ad assolvere al mio compito di bravo studente d’arte?-
Anche se qualcosa ancora non mi quadrava, anzi molte cose erano ancora da definire nel nostro rapporto futuro e presente, ero certo che quell’unico sorriso fosse qualcosa di assolutamente inestimabile e prezioso.
Lo avrei riportato per sempre tra le pagine del mio diario, oggi, domani, ogni giorno finché non mi sarei stancato di descriverne la scena, aggiungendo sempre un dettaglio differente, scena che si sarebbe ripetuta subito dopo la mia risposta, allungando ancor più la magia creatasi tra di noi- no, io non penso, ne sono certo, vuoi provare? Tanto ci sono io qui con te, non può giudicarti nessuno.-
Ci mettemmo poi col libro nel giardino di casa sua, gli sguardi ancora impercettibilmente incastrati gli uni tra gli altri e, anche se aveva appena piovuto, non importava più nulla ormai, almeno dal mio punto di vista; mi sarei accomodato volentieri sul bagnato se questo avrebbe significato continuare a sentire quella cosa che ancora oggi non saprei in che altro modo descrivere se non come “magia” e basta.
Seduti in veranda, così da essere meglio ispirati a ciò che era veramente l’arte e ,con l’aiuto mio e del libro, Zayn riuscì quindi a tirare fuori le emozioni e a parlarmi dei quadri come se mi stesse descrivendo una bella ragazza o la sua casa o comunque qualcosa o qualcuno che conosceva come le sue tasche.
- Hey Payne!- disse prima poi che me ne andassi. Le mie mani erano ferme per i fianchi quando lo sentii pronunciare il mio cognome. Il tramonto stava rischiarando l’atmosfera ormai tiepida della sera e i suoi occhi vi risplendevano all’interno quasi come due diamanti preziosi quasi erano. Erano così profondi, ma così profondi che le mie due nocciole, a confronto, sembravano fin troppo fuori stagione.
- E’ tardi, hai qualcuno che ti accompagni a casa?- semplicemente voleva chiedermi, ma io quasi non lo ascoltai e dovetti cercare di concentrarmi per rispondergli adeguatamente:
- No, ehm, non c’è nessuno a casa mia, perché i miei sono dovuti partire per due giorni e torneranno dopo domani sera, per cui no, non ho nessuno, ma non preoccuparti.- Avevo perso un battito.
I miei gesti erano convulsi e frenetici, quel ragazzo mi stava stregando e nemmeno se ne accorgeva.
Strani casi del destino vero? Persi un battito ancora quando si avvicinò e:
- E’ lontana casa tua?- domandò.
- Un po’- constatai io e la distanza tra di noi cominciò ad allentarsi ancor di più fino a farmi credere che si sarebbe annullata del tutto.
- Allora rimani qui- battito che ancor si perde lontano nell’atmosfera -tanto mia madre non rientra da lavoro prima delle dieci il mercoledì e il venerdì e sono già le otto e mezza – concluse con la sua parlata spicciola, come se mi conoscesse da sempre.
Eppure io non volevo cedere. In fondo non lo conoscevo, come avrei potuto dormire da lui? No. No. No…
- Ma, ma io non vorrei disturbare- i movimenti delle mie mani erano divenuti un vortice di nervosismo, eppure lui continuava e no…No…Dai no…Capiscimi su…
- No, tranquillo e poi ti devo ringraziare – eccola lì la fregatura.
“Ringraziare”, ma se ero io che lo avevo coinvolto in tutto questo, come faceva a volermi ringraziare? Mi scostai un secondo per poi trovarmi a mugolare un- e per cosa?- appena percettibile.
- Per avermi aiutato no? Che sciocchino che sei!- arrivò a scompigliarmi i capelli facendomi salire degli strani brividi per tutta la schiena.
Non sapevo bene come catalogarmi. Forse li avrei messi di lì a poco con gli sguardi, i sorrisi e, sicuramente, con qualche bacio malsano che, me lo sentivo, si sarebbe fatto presto presente come un ospite invitato ad una cena in cui si sente assolutamente fuori luogo.
- Perché ringrazi? Sono io che dovrei farlo no? In fondo ti ho… Ecco…Ti ho baciato – forse non avrei dovuto farlo presente. Per l’appunto.
“Ospite indesiderato” Payne, ricordatelo… Ricord…abbassai lo sguardo imbarazzato, ma lui mi alzò il mento con l’indice e mi costrinse a fissarlo negli occhi.
- E con questo? Era per una buona causa no? Ho capito il bene che provi per quella ragazza ed il fatto che non vorresti farla soffrire, per cui hai cercato un eversivo per “defilarti” dalla situazione. Non ti preoccupare è tutto ok, ti aiuterò dato che sembri un tipo a posto, e poi sei molto intelligente, mi saresti molto utile.- Come faceva ad aver inquadrato la situazione così chiaramente e in così poco tempo?
Ehm…”Ospite indesiderato”, me lo sentivo, di nuovo.
Deglutii.
-Ma, ma sicuro che per te va bene? E poi tua madre ….- cercai di parlare senza perdermi nei suoi occhi, così intensi ,da sembrare un pozzo senza alcun fondo, ma tanto non ce ne sarebbe stato nemmeno il tempo.
Più scaltro di una volpe e più veloce di uno struzzo. Fantastico!
- Sicurissimo! Dai entriamo!-
No. No. No. Non entriamo. No…
Perché mi lasciai convincere?
-Ok?- ah sì, non avrei avuto alternative. Dimenticavo.
Mentre parlava mi porse la mano che io presi titubante, per poi ritrovarmi accasciato contro il suo petto; i nostri respiri che andavano all’unisono e il battere incessante dei cuori che, a mio parere, sprizzavano gioia da tutti i pori. La dolce fragranza di Malik erano la ciliegina sulla torta per i miei ormoni che, tutto ad un tratto, sembravano essersi risvegliati ed avevano preso a galoppare per immense praterie, senza meta e punti di ristoro.
- Ok, ok, dai entriamo! Un pizza va bene!?- Mi fissò staccandosi e facendomi spazio per farmi entrare.
- O quello che vuoi, per me hai fatto già abbastanza e poi, forse, è meglio che vada, non ho nemmeno un cambio … - Cercai di non farlo proseguire, ma invano.
Malik, peggio di una sanguisuga so tutto io, se le sanguisughe possedessero un’intelligenza umana, si intende:
- Oh non preoccuparti per quello e se stai per replicare con :”non ho i libri”, mio caro ti dirò che domani è sabato!- per l’appunto.
Finì per tirarmi dentro dopo avermi dato un bacio sulla fronte, proprio su alcune ciocche di capelli che mi cadevano sul davanti, in modo tale da farmi venire una strana sensazione alla pancia, anzi, più che altro facendo risvegliare in me degli istinti che credevo non possedere, ma mi trattenni.
- Gra- grazie mille- soggiunsi timido e mi lasciai trascinare in quella folle pizzata che sarebbe iniziata di li a breve a cui seguì subito un grande sonno.
-Hey! –Zayn si era semi alzato sbadigliando e facendomi allontanare dal mio nido di ristoro, proprio mentre, semi sdraiati sul divano, io tra le sue braccia e le sue gambe e lui appoggiato con la schiena a mille cuscini morbidi e setosi, stavo per prendere sonno seriamente.
- Hey – replicai io, ma con poco entusiasmo.
-Non hai sonno?- fu un botta e risposta inutile. La domanda era già impressa nelle mie vene. Il sangue aveva preso a scorrere quasi a rallentatore, come se tutto dovesse seguire un flusso lento e regolare in modo da cullare la mente e il corpo e portarla in un mondo da cui difficilmente avrei voluto separarmi.
-Beh direi di si- mi limitai a rispondere semplicemente e
- Letto?- Annuii, ma poi mi soggiunsero subito dei dubbi più che leciti.
Ovviamente.
- Si, ma, una domanda … Io dove dormo?- e lui, con tutta la leggerezza possibile, tra uno sbadiglio ed un altro mi risposte:
- Con me, non era ovvio?-
Quasi mi soffocai.
- No. Beh, ecco, pensavo tipo al divano.-
Non diciamo sciocchezze Malik. Il divano va più che bene, non trovi?
- No, no, no, no, no. Poi mia madre si prende un infarto e chi la sente poi? – già, perché non ci avevo pensato?
La madre, sconosciuto, infarto. Collegamento plausibile… No. No, no…Ma lasciarle un bigliettino?
Sospirai rassegnato per poi limitarmi a proporre:
- Ah ok, guarda che se vuoi posso anche dormire per terra!-
Vane speranze Payne.
Vane speranze:
- Non se ne parla! Che ti vergogni? Insomma siamo due ragazzi! E poi dovremmo essere anche fidanzati in teoria … - Così ridendo ed alzandosi, mi fece segno di fare lo stesso e seguirlo.
Già era stato abbastanza stare seduti a quel modo sul divano.
“ E’ per fare esercitazione per il nostro show” aveva detto, ma a me sorgevano sempre più dubbi e desideri nascosti e ciò non faceva altro che farmeli aumentare.
Così, tra un mio sbuffo e l’altro mi ritrovai a cambiarmi davanti qualcuno che conoscevo appena, che mi lanciò una maglia bianca con un’ enorme scritta nera , che per inciso diceva:” I’m sexy and I know it” seguita subito da un paio di pantaloncini neri.
- Senti Zayn, non vorrei contraddirti, ma è autunno e tu ti vesti ancora come se fosse estate …-
- Hai freddo? Non preoccuparti ci sono i riscaldamenti accessi- come se fosse quello il problema, ma tanto non ci sarebbe arrivato da solo ed io non avevo la forza di dirglielo di certo.
- Non è questo , è…-
- La scritta?- annuii.
- Hahaha- rise – E’ un regalo, non potevo mica rifiutarlo e poi mi piace e soprattutto ti dona ed amo come ti sta!- Finì dandomi una pacca prima sulla schiena e poi sul sedere, attirandomi a se e donandomi un bacio sulla guancia che “della buona notte” lo aveva definito lui, prima di spingermi sul letto singolo e stretto, in cui dormimmo abbracciati, sotto le coperte bianche e profumate, odoranti di lui, della sua magnifica persona, come poi mi ritrovai a scoprire.
E, ancora una volta si potrebbe dire: Oh Payne, Payne, ma che cosa mi combini? Beh si sarebbe potuto esclamare “nulla”! Amavo solamente stare accanto ad un altro ragazzo e a lui sembrava non dispiacere affatto la mia compagnia e presenza. C’era qualcosa di male in tutto ciò?




*Quid – “Quel quid”, espressione idiomatica che designa un qualcosa di particolare.
Dire ad esempio “ti manca quel quid” equivale a dire “ti manca quel qualcosa in più”.
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Buona sera popolo di efp!
Non ho molto da spendere su questo capitolo.
Sinceramente aggiustare dei capitoli scritti come un bambino delle medie mi fa sentire un po' a disagio XD
La storia mi piace, ma la riscriverei da capo senza dialoghi ecc...
Ma il bello era che doveva proprio rappresentare i pensieri di Liam così come sono, per cui ho deciso di lasciare quegli odiosi dialoghi e tanta altra robaccia u-u
Non ho ricontrollato tutte e sette le pagine per la terza volta, ma spero non ci siano troppi strafalcioni.
Di sicuro se aggiornerò sarà la domenica sera o mattina, ora vedremo a seconda della mia pigrizia uscita fuori da qualche mese HHahahaaha
Anyway ringrazio la gentilissima ragazza che ha recensito e a cui risponderò non appena troverò le parole per farlo u-u
Spero che il capitolo possa attirare altri lettori anche se banale magari!
Ah io amo la metafora della coccinella, non so voi XXD
Beh dopo essermi auto elogiata, barra umiliata, me ne vado
Un beso,
vostra Cilyan :)

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Capitolo 4
*** "Incompatibilità di pensieri incompatibili" ***


Capitolo 3 “Incompatibilità di pensieri compatibili”.
 
 
Mi risvegliai accoccolato a Liam, anche non se ci eravamo messi a dormire in quella posizione, ma raggomitolati nelle coperte e l'uno attaccato all'altro. Così, provai a staccarmi sentendo mia madre gridare il mio nome. Dopo qualche tentativo riuscii a defilarmi senza però svegliarlo e ne approfittai per sgattaiolare di sotto e vedere cosa volesse mia madre.
- Zayn dove hai messo il basilico?- come immaginavo. Le solite grida isteriche.
- Nel frigo mamma- le risposi infatti, cercando di sembrare calmo, ma invano.
La tensione stava già cominciando a farsi pungente ed io cominciai a sudare freddo quando :
- Ah si?- disse ed io provando mantenere la calma, lo presi e glielo porsi dicendo:-  Eccolo. Ti serve altro?- Mi mostrai disponibile.
- Si sono le dieci e tu stavi a cora a letto- Ovviamente.
- Scusa mamma è che ho molto sonno. Non posso tornare a dormire?- Non dormivo molto la notte e, sicuramente, tutta quella tensione a casa non aiutava.
- Certo che puoi, ma  sicuro di stare bene?-  per fortuna la vidi mutar alla comprensione, così flebilmente provai ad introdurre il discorso “Liam” per cercare di tornare al più presto di sopra, al sicuro.
- Si mamma. A proposito; hai letto il mio messaggio?- azzardai allora.
- Certo. Hai fatto bene. Siete troppo giovani per uscire da soli a quell'ora; ma dove lo hai messo a dormire? – come volevasi dimostrare. Risposte come mi sarei aspettato, tuttavia non riuscii a stare calmo davanti all’ultima sua domanda e le mie ginocchia cominciarono a cedere di fronte alla mia stessa risposta:
- Su con me-
- Se vuoi puoi andare a dormire nel mio letto- esclamò puntandomi i suoi occhi colo smeraldo addosso  nei miei che, a sua detta, erano tutti quelli di mio padre. E come darle torto. Lui era morto da soli tre anni ed io mi ricordavo benissimo di tutte quelle persone che mi fissavano e mi paragonavano a lui. Insomma mia madre non era l'unica a farlo.
- No, non ti preoccupare. Liam potrebbe rimanere spaesato non trovandomi al suo risveglio. E’ un ragazzo molto sensibile e timido.- Le sorrisi.
- E resta pure a pranzo? Povero ragazzo, tutto solo; qua c'è sempre tanto cibo.- stavo salendo già le scale davanti a quella sua affermazione, ma lei preferì ugualmente esprimermi il suo consenso e - Su ora vai che io preparo.- rincorrendomi per un semplice bacio sulla fronte.
Mia madre era strana: prima gridava ed era anche capace di inveirti contro e poi riconvertiva alla dolcezza più assoluta, ma quel che era certo era che la colpa di ogniminima cosa che non le andasse bene, fosse la mia.
- Occhei mamma- sbiascicai, interrompendo i miei pensieri e ritornandomene in camera, di cui trovai la porta semi aperta. Così, poco prima di entrare mi persi a guardare Lì che si era spostato e si era messo a rotolarsi tra le coperte, quasi volesse saggiare ogni minimo angolo del mio letto, in cerca di chissà cosa.
Pensavo che dormisse, così entrai di soppiatto, ma quando tra le coperte vidi sbucare uno di quei suoi occhi dorati, mi resi conto che fosse sveglio, o, per lo meno, che stesse dormendo ad occhi aperti.
- Ma cosa stai facendo?- dissi io allora, visibilmente divertito.
Lui sussultò per poi srotolarsi e guardarmi timido e
- Scusa- sibilò.
- Oh di nulla- mi sedetti al suo fianco carezzandogli appena i ricci morbidi, cosa che lo fece visibilmente arrossire e farmi divertire ancor di più.
 - Sei buffo sai? Sembri un dolce batuffolo bianco e, se ti un po’ "batuffolino", per caso ti sei svegliato da molto?-
- Ehm… Solo qualche minuto.- rispose ancora imbarazzato e con lo sguardo ancora abbassato, proprio come la sua testa d'altronde.
- E perché ti stavi rotolando batuffolino mio adorato?- continuai a scherzare io ancora più divertito e lui, sinceramente, mi disse:
- Beh perché ho sentito un buon profumo e , come dire, ne sono rimasto ammaliato, ma non volevo fare nulla di male- continuò cercando di essere il meno timido possibile ed io risi a quelle parole, ma dentro di me avvampai e, speravo vivamente che le mie guance non fossero rosse tanto quanto il mio cuore pulsante forte ed il mio sangue scottante intensamente nelle vene.
Per fortuna parve non accorgersene ed io ne approfittai per raffreddare un poco l'atmosfera , arruffandogli i capelli e facendogli “pat pat” sulla testa .
- No, no, tranquillo. Vuoi fare colazione? Io avrei ancora sonno. Molto sonno.- sbadigliai stiracchiandomi e cercando di ignorare i cento cavalli che mi correvano nello stomaco ad ogni mio sguardo verso il ragazzo che avevo di fronte.
- Oh, come mai hai così sonno?- disse preoccupato ed io, ancora turbato dal mio stesso corpo, risposi timoroso:
- Beh perché la notte non riesco mai a dormire a causa della continua ansia dovuta al mio pensare di essere inferiore rispetto ai miei genitori e di deluderli-
Non avevo mai detto tutto questo a nessuno ed ora mi ritrovavo a parlarne con uno sconosciuto, sempre se ancora lo si poteva chiamare così.
- Tu non sarai mai inferiore a loro- disse serio, dopo un breve momento di riflessione.
- Loro ti hanno creato e plasmato e per questo, per quanto tu possa sbagliare, non li deluderai mai, anche se, magari, a volte te lo sei potuto sentir dire-
-Grazie- dissi soltanto a quelle poche parole che, almeno così mi sembrava, forse erano le più vere e sincere che mi ero mai sentito dire; e, inaspettatamente, mentre io ero a capo chino, mi si avvicinò e mi abbracciò rendendo bianco anche me, a causa del lenzuolo che lo avvolgeva.
- Batuffolino- scherzai, poi, riprendendomi- Resti a dormire con me? Mamma ha detto che ti avrei dovuto invitare a pranzo e a me non dispiacerebbe per nulla - conclusi più che sicuro, almeno in apparenza. Le nostre mani si erano inaspettatamente unite ed io, senza accorgermene veramente, cominciai a sperare che non si sarebbero più staccate.
Che provassi qualcosa per lui, davvero?
Lo avevo sempre visto a lezione, eppure lui non mi aveva mai notato.
Mi sentivo così solo…Eppure con lui era diverso. Con lui era magico e anche se
- grazie, ma non vorrei disturbare il tuo sonno...ehm...io....- mi aveva risposto, sapevo che anche lui sentiva la mia stessa magia, le sue guance non mentivano mai ed io lo avevo capito sin dal primo momento. Così
- resta- gli sussurrai all'orecchio, cercando di essere il più suadente possibile e
- Stai cercando di sedurmi Malik?- aveva azzardato poi lui timido e scherzoso. Ancora un sorriso.
- Oh sì, può darsi di sì, chi lo sa. É forse vietato pretendere un po’ di coccole dal proprio ragazzo?-mi pronunciai per smorzare un poco l'atmosfera creatasi in precedenza e, dall'altro lato, per distrarmi dalle tempie che stavano andando a fuoco tanta era la confusione che avevo dentro.
- Ecco. A proposito di questo...- Incominciò lui  ancora una volta con gli occhi e la testa abbassata.
- Ti aiuterò- asserii io.
- Come?- domandò schietto lui.
- Ho detto che ti aiuterò-
- Ma io ormai ti ho aiutato con arte. Non posso fare più nulla per ricambiare- lo vidi abbassare il capo triste ed io, non seppi il perché, ma lo strinsi forte al mio petto e mi beai della sua stretta timida e paurosa.
- Non ti preoccupare ti aiuterò “Bocciolo”.- Ma da dove mi uscivano tutti quei soprannomi?
Babe, Batuffolo, Bocciolo, ci mancava solo che lo chiamassi “ Amoruccio” ed eravamo a posto.
Oh Payne, Payne che cosa cavolo combini a Mister tenebroso Malik?
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someone help me :)
Buona sera carissimi!
Eccomi qui a pubblicare, quasi me ne stavo dimenticando XD
Allora non ho molto da spendere su questo capitolo.
Viene presentato il personaggio della madre di Zayn che sinceramente, fossi in voi, non prenderei sotto gamba.
Sto parlando da sola dato che la storia non se la fila praticamente quasi nessuno XD
Spero non deluda e se qualcuno voglia proporre migliorie, per favore faccia pure, non ditemi nulla sui dialoghi, però, che già so rendano il tutto molto bambinesco XD

Un beso
Cilyan

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Capitolo 5
*** "Scoperte ingiustificabili" ***


Capitolo 4- " Scoperte ingiustificabili"



Mi ero appena sentito dire che mi avrebbe aiutato, ma a che costo?
E perché mai mi stava abbracciando?
Oh che enorme casino!
Cosa avrei dovuto fare adesso io?
Come avrei potuto reagire?
Già.
 Non sapevo mentire e lui mi inibiva ancora prima di poter anche solo sperare di usare questa facoltà. Avevo provato poco prima a dirgli una bugia sul perché mi stessi rotolando nel suo letto, ma non ci ero riuscito. Lui mi spogliava come accade agli alberi in inverno e mi privava di ogni protezione che non venisse da lui, perché si, e non ne sapevo il perché, sentirmi stringere tra le sue braccia mi faceva percepire un calore che non era solo quello umano, ma anche di un rifugio sicuro e appartato.
- Allora visto che ti piace così tanto il mio profumo, resti a dormire con me piccolo?- Perché piccolo? Che necessità aveva di aggiungere quell'aggettivo? Certo mi faceva sentire bene e sicuramente non sarebbe stato negativo acquisire qualche altra ora di sonno, tuttavia cercai di oppormi:
- Ma...- provai, però nulla. Lui era Malik e non si smuoveva, cosa che avevo imparato abbondantemente in un solo pomeriggio.
- Ma nulla. Siamo fidanzati e i fidanzati dormono anche insieme no?- avvampai a quelle parole, ma non seppi come rispondere, se non staccarmi dalle sue braccia e guardarlo sbigottito.
- Ma...- riprovai, ma fui nuovamente interrotto.
- Ehi! Guarda che stavo scherzando!- disse lui facendomi l'occhiolino - anche se....-
- Anche se?- chiesi e lui scosse la testa.
- No, nulla- disse lui, allora, tirandomi giù con lui e mettendosi a ridere subito seguito a ruota da me.
- No adesso lo voglio sapere- sbuffai.
- Perché? Se no che mi fai?- ridacchiò piano, come se nessuno dovesse sentirlo a parte me.
- Come scusa?- feci quindi finta di non aver capito quando in realtà mi ero perso ad osservare il suono caldo e colorato della sua risata.
- Dicevo, se non te lo dico cosa mi fai- parlò più forte e chiaro stavolta, scandendo ogni minima sillaba-Ed io ci pensai un attimo, giungendo alla seguente decisione:
- Beh, ti faccio…Ehm...Questo?- asserii tentando di fargli il solletico sui fianchi, ottenendo, però ,un risultato al quanto strano.
- Questo cosa?
- Questo. Il solletico no?- Ovviamente.
Per un attimo mi sentii come un piccolo gnomo da giardino in confronto al gigante che avevo di fronte. Ecco, ma come cavolo me ne esco! Ehm...Dunque...
- E quello lo chiami solletico?- la scia dei miei pensieri fu prontamente interrotta, dal diretto interessato, ovviamente - io lo definirei più un brutto tentativo di sfilarmi la maglietta, ma se vuoi posso farlo benissimo da solo.-
Non sapevo da dove gli fosse uscita quella malizia, ma la mia risposta fu di certo stizzita e come se si trattasse del richiamo da parte di un insegnante, esclamai il suo nome a gran voce:
- Zayn!-
- Oh ma quanto siamo delicati Bocciolo- eccolo qua. Ancora uno dei suoi mille soprannomi.
- Scusa se sono così- dissi fissando il soffitto, sotto il suo sguardo divertito, che, dopo una breve occhiata, si girò verso di me, serio, tanto quanto il suo sorriso. Una mano corse ad accarezzarmi una guancia e questo mi fece arrossire vistosamente e, magari, salire anche la pressione, ma lui sembrò non farci caso e continuò imperterrito verso la sua strada.
- Scusami non volevo offenderti mister "Permalosino"- " Permalosino? L’atmosfera di dolcezza che si era appena creata e distrutta mi fece andare in escandescenza, come se mi aspettassi qualcos’altro, qualcosa che rasentava la più pura serenità e non “Permalosino”.
Lo guardai torvo e rigonfiai le guance che lui con un dito fece de-arieggiare.
- Oh ma quanto sei carino Amoruccio-
 Amoruccio? Ok dopo di questa eravamo davvero a posto.
- Amoruccio?- chiesi girandomi verso di lui arrabbiato, ma bloccandomi per non cadere nei pozzi che aveva al posto degli occhi.
- Si, amoruccio mio. Ora ti faccio vedere io cosa vuol dire fare il solletico-
La convinzione nel suo tono era agghiacciante. Quasi sobbalzai osservandolo e con le iridi perse e bavose, se fosse stato possibile, cercando di trattenere un sorriso da mezzo ebete, quando il mio dolce vagare fu improvvisamente distrutto e andò in frantumi, non appena mi accorsi di quel grosso peso che mi si era piazzato sul bacino: era Zayn.
- Ma cosa fai?-  sobbalzai nuovamente.
- Non è ovvio? Quello che ti ho detto. Mi metto in posizione per farti sentire il solletico-rispose facendo spallucce e, senza che io potessi ribattere con il mio ennesimo " ma perché", mi ritrovai senza quell'odiosa maglietta con quella odiosa scritta che, tutto ad un tratto, avevo cominciato ad amare.
Sentii le sue mani tenermi per i polsi mentre la sua lingua si muoveva su tutto il mio torace e , non riuscendo a trattenermi, scoppiai a ridere non appena arrivò all'ombelico, dove si aiutò con una mano che aveva preso punzecchiarmi per i fianchi.
- Allora?- il divertimento nei suoi occhi era palese già prima che si staccasse, ma ora era evidente e, devo dire alquanto eccitante.

Mi soffermai un attimo sulla sua figura ancora poggiata sul mio bacino e trattenni quegli strani i stinti che stavano ormai nascendo dentro di me per rispondere con un semplice ed ingenuo:

- Allora cosa?- chiesi asciugandomi una lacrima con una delle mani, ormai libere.
-Come cosa? Il mio solletico!- esclamò - allora ti piace?- Ma che domande ! Certo che mi piaceva, anzi mi faceva impazzire, ma non volevo si accorgesse di quello che mi aveva provocato quel piccolo ed ingenuo gesto così- ehm...non saprei- dissi vago e lui di contro si spalmò completamente su di me, facendo aderire il suo torace coperto con il mio nudo.
- Ma che delusione che sei Liam!- quasi urlò nel mio orecchio. - Certo che ti è piaciuto.- Fece una pausa, facendomi rabbrividire e poi, carezzandomi le braccia -non sono mica stupido!- continuò andando a sfiorarmi con una mano il cavallo dei pantaloni, cosa che provocò, ovviamente, un mio sussulto su quella parte in quel momento tanto sensibile.
- Fa caldo- aggiunse poi togliendosi la maglietta  e facendo aderire nuovamente i nostri corpi e- adesso va bene!- mi baciò all’eschimese - dormi piccolo e non fare il cucciolo cattivo. Contieni i tuoi istinti animali.- mi apostrofò alla fine.
Ehm…Istinti animali? Ma si rendeva conto di quello che stava dicendo? Anzi, si rendeva conto che era lui quello che stava facendo tutto?
Forse se ne rendeva conto, visto quello che disse poi, ma non mi capacitavo di quello che volesse davvero dire con quella frase, se mascherare imbarazzo, desiderio o altro o semplicemente se lui fosse un ragazzo senza senso, con qualche bullone fuori posto, un ingranaggio da aggiustare insomma, di cui io sarei dovuto essere meccanico e consigliere di oli di ricambio:
- Mmm...però ti prego- aggiunse infatti insinuando una gamba tra le mie cosce.
- Co- cosa- biascicai dolorante.
- Niente. Resta con me. Ti prego. – la sua espressione era diventa d’un tratto triste e sola quasi, ma questo non gli impedì di continuare, tenero, il suo lavoro, cominciando a succhiare piano la carne del mio collo, come un bambino fa con il seno della madre- e scusa per quello che ti ho provocato-  inserì un amano sul mio interno coscia, per poi muoverla lentamente verso il cavallo dei pantaloni ,finché non ci fece capolinea, provocandomi mille brividi che mi salirono fino alla schiena. Non seppi, tuttavia, dire nulla e al suo:
- Ti aiuto io- rimasi attonito e in attesa, mentre pensavo alla dolcezza estrema che si era  improvvisamente insinuata nella sua voce.
- Ma tu non te ne andare e resta con me. Ti prego- continuò supplichevole, sotto i miei gemiti strozzati tra i denti stretti. La sua mano aveva cominciato a fare su e giù da sopra i pantaloni, per poi spostarsi sui boxer e, infine, a diretto contatto con la mia pelle bollente ed ancora insoddisfatta.
Continuò così ancora per un tempo che mi sembrò interminabile, finché il suo tocco, prima leggero e sfuggevole, era divenuto forte, deciso e veloce.
- Puoi urlare se vuoi- mi aveva detto, poi, vedendomi ansimare in silenzio -  tanto mia madre a quest'ora è a lavoro- concluse dando una occhiata fugace all'orologio a pendolo appeso al muro di fronte al letto. Ma io, abbastanza giudizioso, provai ad autocontrollarmi, finché non raggiunsi il massimo di piacere tra i suoi baci dolci sulla mia spalla. E li non riuscii più a trattenermi, mentre lo osservavo estrarre la mano dai miei pantaloni e pulirsela con l'amuchina presente sul comodino accanto al letto. Poi, senza dire nulla, si ridistese su di me e, coprendoci entrambi disse:
- Ho freddo- mentre si stringeva forte a me ed io ridacchiavo per quanto potesse essere bambino.
- Sei proprio un moccioso- dissi infatti.
- Senti chi parla!- ribatté sbuffando lui , mentre, giocoso, si buttava nello spazio ridotto tra il mio collo ed il materasso e avrei dovuto, anzi voluto, rispondere a quella frase tanto spacciata e piena di controsensi, anche se l'unica cosa che riuscii a dire fu:
- Touché- ma lui non mi sentiva probabilmente, già più.
Il suo respiro era regolare e silenzioso e da quel che riuscii a capire si era già addormentato.
Così, stanco ed appagato da quella strana situazione, chiusi gli occhi e lasciai che i sogni mi catturassero nel loro mondo fatato.
Oh Payne, Payne, a volte anche le fiabe diventano realtà lo sai? E forse i sogni non si discostano poi molto da quel mondo fantastico dei libri.

 

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Buonaser---Buongiorno carissimi lettori ^^
Questo è il capitolo 4 come si può ben notare-
Spero non ci siano eccessivi errori tra correzzioni e aggiunte, dopo tuttto ho scritto questa storia molto, ma molto tempo fa xD
Si accettano sempre consigli.
Vi voglio bene
Cilyan :)

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Capitolo 6
*** "Nel risveglio si nota la dolcezza del cuore" ***


Capitolo 5- " Nel risveglio si nota la dolcezza del cuore"

 

Mi svegliai di malavoglia, pervaso dalla dolce fragranza della persona che mi stava sopra. Tentai di smuoverla al suono di " ehi bambinone", ma non ci riuscii se non quando mi mossi leggermente di più. Allora lui, stropicciandosi gli occhi, farfugliò qualcosa del tipo:
- Che c'è Puccioso Payne, hai bisogno del bagno?-
“ Puccioso”. Non mi avrebbe mai chiamato con il mio vero nome, questo era certo.
 - No tesoro - stetti al gioco chiamandolo come farebbe una madre premurosa e correndogi anche ad accarezzare i capelli della nuca. Cosa volere di più dalla vita?
- E allora cosa? Hai fame?-arricciò il naso.
- No amore della mamma- Forse qui quello dei due che vuole la " pappa" sei tu- lo feci ridacchiare - ti potresti semplicemente spostare?-
- Mi stai dicendo che il tuo bambinone pesa?- tono ingenuo.
- Si- testa scossa in modo convinto.
- Allora non mi sposto- ma quanto poteva essere bambino?
Il suo tono indispettito mi fece venir voglia di continuare la pantomima, così, recitai il mio ruolo fino in fondo - Ma amore della mamma, non puoi startene così tutto il tempo. Perché invece non facciamo qualcos'altro?-
- No!- sommerse la sua faccia sul mio petto.
- Ho paura- la sua voce da bambino mi stava facendo smarrire in tutto e per tutto e mi sentivo  così tanto preso da quel contatto umano che quasi mi ci persi senza neanche accorgermene.
- E di cosa?-lo sentivo tremare, le sua mani erano avvinghiate come due polipi al mio petto, il mio cuore accelerava di scatto per poi rallentare, i suoi capelli venivano scossi da qualche fremito provocato dai repentini movimenti di testa, cominciavo davvero a preoccuparmi di tutto questo, ma quando.- ho paura e basta- sbuffò lui, in qualche modo mi tranquillizzai del fatto che forse non si trattasse di qualcosa di grave, ma di uno dei suoi soliti scherzi.
- Si ma di cosa?- teneramente provai a stringerlo con le mie mani per farlo parlare, curioso di quello che quella bocca avrebbe potuto proferire.
- Ho paura che poi tu te ne vada- soffiò sul mio petto.
- E perché mai dovrei andarmene Zayn?-
- Perché non mi vuoi bene-
“Perché tu non mi vuoi bene”. Sembrava quasi che davvero lui avesse appena quattro anni, se non di meno e che io fossi l’adulto di scena, ma ora che ci riflettevo…
Si poteva dire che io gli volessi bene? Non saprei, ma il mio cuore mi diceva in qualche modo di si.
Delle lacrime cominciarono a pervadermi il petto ed io lo strinsi ancor più forse dimenticandomi di ogni pensiero.
- Imparerò a volertene- sospirai.
L’aria era rarefatta. Sapeva di noi, dei nostri respiri, delle sue mani arcuate ai lati della mia persona; dei suoi sospiri, delle mie occhiate, delle mie carezze, dei nostri guai.
Il cuscino ormai stramazzava sotto i continui cambi di posizione.
Le lenzuola erano sfatte, il materasso pungente, il respiro, beh, quello sempre più chiuso.
- Ma…Ma Liam...Io già ti voglio bene- ormai tutto era il delirio attorno a me.
Per sino il fatto che mi avesse appena chiamato per nome era un nuovo elemento di cui stupirsi, ma non più di tanto in fondo, ormai potevo aspettarmi di tutto da lui e forse avrei dovuto soltanto smetterla di pensarci e godermi l’avventura che io stesso avevo intrapreso.
- Mi hai chiamato per nome?- alzandosi di scatto, con due enormi lacrimoni agli occhi, che andai subitamente ad asciugare con un pollice, Zayn dischiuse le labbra e in un sibilo disse:
- No, non è vero. Non l'ho fatto-
La sua voce piagnucolante cominciava ad inibire i miei neuroni, se ce ne erano rimasti.
- Si invece- ribattei.
- No. Ho detto di no.- mani che cominciano a bisticciare frenetiche
- ed io dico di si- visi in pieno contatto- no- Zayn che alza un sopracciglio, quasi arrendevole- si- io che vado avanti soddisfatto e ancora- no-
-Si.-
- No- e poi l’ultimo suo “no” che cadde qualche secondo dopo nel baratro: aveva detto di si.
La mia rivincita.
 - Ok lo ammetto- lo sguardo basso, il suo viso a contatto col mio, quella situazione così pericolosa e quella voglia di concluderla a più presto prima che potessi pentirmene.
- É vero che mi vuoi bene?- sviai un po’ curioso, un po’ ricercando qualche spigolo che mi avrebbe portato ad angoli svuotati dell’imbarazzo accumulatosi gli istanti precedenti.
Poi, dopo un attimo di buio silenzio- certamente!- si sollevò appena.
- Da quando mi hai parlato delle coccinelle- sistemandosi meglio su di me, posò la testa di traverso, a destra, in corrispondenza del mio cuore.
- Sai Lí- soffiò ad un tratto
- Cosa?- chiesi accarezzandogli i capelli.
- Sento il tuo cuore-  Se voleva farmi ulteriormente impazzire, ci era riuscito con quel tono così tenero e fanciullesco.
- E allora? Non ti seguo-
- Batte- Oh, capitan ovvio.
- Certo. Se no sarei morto- finii comprensivo.
- No batte forte forte. Il che vuol dire che almeno un pochino mi vuoi bene
Vero? I cuori non mentono mai!- concluse in tono solenne come se stesse per partire per qualche missione in qualche paese lontano e rischiare la sua vita, insomma sembrava quasi ridicolamente patriottico.
- E secondo te il mio cuore batte in quel modo perché ti voglio bene?- Se il suo intento era quello di farmi strozzare con la saliva, ci era riuscito in pieno.
Lui mi voleva morto, era appurato.
- Certo. Me lo sta dicendo proprio in questo momento ed il mio lo stesso. Vuoi sentire vero?- prese deliicatamente la mia mano destra e la posò sul suo cuore. Ed io sentii. Sentii il ritmo incessante e silenzioso, accelerare a tratti per poi rallentare, ogni qual volta Zayn sospirasse. Sentivo il calore dei nostro corpi a contatto, ma, soprattutto, riuscivo a percepire quella strana sensazione e consapevolezza che aveva colpito entrambi. Tutto questo durò un attimo. Poi finalmente si ritrasse rotolandosi e andando a stendermisi di fianco.
A quel punto ci guardammo dritti negli occhi ed arrossimmo all'unisono e:
- Io non capisco- disse- ma quel che so è che voglio aiutarti perché tu puoi fare lo stesso con me. Insomma si può dire che non ti amo, ma che ti usi.- disse incerto.
- Tu mi usi?- chiesi stranito.
- Si. Può sembrare brutto, ma penso che l'essere l'oggetto di qualcuno renda bene l'idea di possessione che ho e per avere il tuo vero affetto ho bisogno prima che tu sia mio.- Quella spiegazione era ancora più ambigua dell'affermazione di prima, ma , ignorando la mia confusione, annuii e dissi un semplice:
- Va bene-
- Quindi tu mi vorrai bene davvero un giorno?-
- Forse- acconsentii - e tu?-
- Io già te ne voglio- e la mia autostima andò a nascondersi sotto le scarpe poggiate nella parte finale del letto, al sentire quella sua voce calda e non più da cucciolo “carino e coccoloso”.
- Grazie.- feci silenzio, perché solo il silenzio poteva descrivere la miriade di sensazioni che quel ragazzo riusciva a provocarmi, dalla rabbia più acuta, alla tenerezza più imbarazzante del mondo.
- Niente!- si girò ad osservarmi.
Mi squadrò dall’alto in basso, congiunse poi le sue mani con le mie come a volerle studiare, spostando lo sguardo su di esse e - facciamo colazione?- Mi chiese naturalmente, alzandosi e sorridendomi.
Io dal mio canto finii per annuire e cercare qualunque domanda che potesse togliermi da quella situazione.
Così alzandomi di scatto e infilando le pantofole- va bene. Ma che ore sono?- mi scostai.
- Le undici e mezza-
Mi chiesi come facesse ad essere così calmo, ma distolsi subito il pensiero da questi futili interrogativi. Un po’ di fame l’avevo, ma forse, pensai, mi stavo approfittando troppo di quel giovane meraviglioso e pieno di soprese che avevo di fianco.
- Wow. Abbiamo dormito un'altra ora e mezza.-
- Già. Andiamo?- porgendomi la mano andò a stringerla di nuovo, ma stavolta in forte e caloroso; mi condusse con se giù per le scale e assieme a noi era il mio controllo quello che scivolava per gli scaloni.
 Oh Payne, Payne. Quante volte ti devo ripetere che devi farti vedere forte?
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Sera carissimi!
Ma quanto sono infantili questi due?
Peggiorano di capitolo in capitolo -.-
Nel prossimo saranno tutti lovely lovely, (credo) e poi conosceremo nuovi personaggi a breve XD
Sarà abbastanza lungo il capitolo sei, beh una decina di pagine dii word :)
Ora vado e vi lascio alla vostra domenica <3
Un beso
Cilyan

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