Things will go my way

di Marymansi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wish you were here. ***
Capitolo 2: *** She needs you. ***
Capitolo 3: *** Don't let me surrender. ***



Capitolo 1
*** Wish you were here. ***


"I came to tell you
How it all began
Nothing seems to work out right
I'm broken down again
"

Sono tornata al 12 da poche settimane ma a me sembra che sia passato già un secolo.

Ogni giorno lo passo in modo piuttosto noioso: mi sveglio, mi costringo ad alzarmi, mi faccio una doccia veloce, mi vesto e scendo in salotto dove c’è Sae ad aspettarmi e a servirmi la colazione dopodiché mi siedo sul divano e aspetto.

Non so nemmeno io cosa aspetto, forse che Prim entri da quella porta con il suo solito sorriso smagliante, che entri Gale che mi dica che è ora di andare a caccia, o che entri Peeta.

Già Peeta, è ancora a Capitol stando a quanto quel vecchio ubriacone del mio mentore mi ha detto. Dice che ha dovuto fare delle sedute extra dal dottor Aurelius prima di tornare qui al 12.Io avrei voluto che fosse tornato con me qui, perché mi sento spezzata senza di lui, senza le sue braccia che mi stringono durante un incubo,senza le sue parole rassicuranti.

Sono innamorata di lui? Non lo so nemmeno io, tutti continuano a dirmi che a modo mio si lo amo e,visto il mio stato di questo periodo creato dalla sua assenza, sto iniziando a crederlo anche io.

È un altro giorno, un altro giorno senza Prim,Gale … e Peeta.

Quanto vorrei che tornasse,almeno lui, deve tornare da me.

Perché io sono spezzata senza di lui, Snow è riuscito nel suo intento. L’ha trasformato in un pazzo depistato, una macchina da guerra il cui unico scopo è quello di uccidere me.

Vorrei tornare indietro nella seconda arena, fare in modo di non separarci e proteggerlo come mi ero prefissata, ma la fortuna non è mai stata a mio favore.

Mentre penso compio tutte le mie azioni quotidiane, e senza nemmeno rendermene conto sono sul divano, in attesa. Non mi accorgo nemmeno di Haymitch che entra come al solito senza nemmeno bussare, viene ogni giorno ad assicurarmi che io sia viva e poi se ne va. Entra nel salotto, non mi giro nemmeno per guardarlo in faccia, a che mi servirebbe?

"Ciao Katniss."

È solo quando sento questa voce che mi giro, e lo vedo. Peeta è tornato.



NOTE D'AUTORE: Salve a tutti! Inanzittutto grazie a impiegherà qualche minuto del suo tempo a leggere questa mia storia. Sarà divisa in 3 massimo 4 capitoli che cercherò di pubblicare in questi giorni,visto che non essendo una long-fic è meno impegnativa. Niente, spero davvero che mi piaccia e cercherò di pubblicare entro domani pomeriggio il prossimo capitolo. E, a proposito, critiche e suggerimenti sia negativi che positivi sono sempre ben accetti! :)

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Capitolo 2
*** She needs you. ***


“I've pushed to get through
The crowds in twisted souls
Just to find I'm right back here       
Doing what I'm told
So take my hands
Don't let me surrender
'Cuz maybe someday
Yeah, in time
Things will go my way”

 
Sono tornato al 12 qualche giorno fa. Nessuno ne era a conoscenza solo Haymitch, che è venuto a prendermi alla stazione il giorno del mio arrivo.

Quando ero in treno per un attimo ho avuto una specie di visione, io e Katniss in un treno e lei che dormiva stretta a me. Non so esattamente se questo ricordo è vero o è solo frutto della mia mente danneggiata,so soltanto che mi capita spesso di non essere certo dei miei ricordi.

Katniss, non sapeva del mio arrivo ed ancora adesso sono certo che Haymitch non le abbia detto nulla.

In realtà sono stato io a chiedere al mio ex mentore di non dirle niente. Da un lato perché non so più quello che provo per lei con esattezza, anche se Snow non è riuscito a cancellare definitivamente l’amore che provavo per lei, e dall’altro perché ho ancora una paura matta di farle male,come successe al mio arrivo nel distretto 13.

Tornato nella mia casa nel Villaggio dei Vincitori del 12 mi sono dedicato subito alla pittura, il dottor Aurelius mi ha consigliato di coltivare questo mio talento e di cercare di esorcizzare,tramite esso, le mie paure e i miei incubi. Come direbbe il dottore

Proprio mentre sto per recarmi nel mio “studio” a dipingere sento bussare alla porta.

Sarà Haymitch che ha ormai preso l’abitudine di venire a trovarmi tutti i giorni, e spesso si ferma anche o a pranzo o a cena qui.

Scendo ad  aprire e come avevo previsto è lui.

dico io in modo gentile.

< Ciao ragazzo>blatera lui accomodandosi e andando direttamente nel mio salotto e sedendosi sul mio divano.

Io lo seguo ed una volta arrivati in salotto gli dico . Lui mi guarda e mi risponde
Non so perché ma ho l’impressione di aver già capito di cosa, o meglio di chi , sta per parlarmi.

Mi siedo sulla poltrona accanto al divano, e mi ritrovo i suoi occhi da Giacimento, cosi simili a quelli di Katniss, puntati nei miei.

Già ad udire queste parole inizio a preoccuparmi. continua lui.

ribatto io.

Lui mi guarda stralunato < Ragazzo, hai sentito quello che ti ho appena detto?>

< Si Haymitch, ho sentito ma ti ripeto io non … posso starle vicino>

Ed è vero, non posso perché le farei del male, perché stare con me significa solo dolore, e non solo dolore fisico ma anche emotivo. E  con tutto quello che ha passato l’ultima cosa di cui ha bisogno Katniss è un pazzo depistato che potrebbe ucciderla in qualsiasi momento.



Ascolto le parole del mio mentore, e capisco che ha ragione.

Devo vedere Katniss,perché non posso continuare a nascondermi da lei, non posso continuare a vivere nella paura di farle del male. Io devo andare avanti e so che posso farlo con lei.

annuncio al mio mentore.

dice lui con aria furba < devo andare a trovarla proprio ora. Su vieni!>

Il solito vecchio e furbo Haymitch. Decido di andare con lui, prendo la giacca dall’appendiabiti, visto che inizia a far freddo essendo quasi ottobre e seguo il mio ex mentore a casa di Katniss.

Una volta arrivati bussiamo e viene aprirci Sae, che a quanto pare si prende cura di lei. L’anziana signora ci fa accomodare, Haymitch si avvia nel salotto dove sa per certo di trovare Katniss ed io lo seguo come un’ombra.

Entrati nel salotto la vedo, esattamente come l’aveva descritta Haymitch.

Se ne sta seduta sul divano, con una coperta logora a riscaldarla. Il viso perennemente rivolto alla finestra, con la testa da tutt’altra parte, tanto da non accorgersi nemmeno della nostra presenza nella sua stessa stanza. L’unica cosa che mi consola è che non è in condizioni tanto pessime, anche se mi sembra molto dimagrita dall’ultima volta che l’ho vista.

Chissà se i suo occhi sono sempre come li ricordavo, quegli occhi che ho tanto amato e che, sono quasi certo di amare ancora.

la chiamo. Lei si volta e i suoi occhi s’illuminano.

È lei. È la mia Katniss.


NOTE D'AUTORE:Salve a tutti, eccomi qui con un'altro capitolo. Scusatemi se non ho pubblicato nel pomeriggio come avevo promesso, ma sono sorti alcuni imprevisti e non ho avuto nemmeno il tempo di aprire Word e mettermi a scrivere.
Lasciando da parte le mie lamentele, che non interessano a nessuno, vi lascio al capitolo che come vedrete è molto più lungo del precedente.
Come sempre critiche ,positive e negative, e suggerimenti sono sempre graditissimi!
Buona lettura, alla prossima! :)

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Capitolo 3
*** Don't let me surrender. ***


"So take my hands
Don't let me surrender
'Cuz maybe someday
Yeah, in time
Things will go my way"


Quando sento la sua voce chiamarmi, quasi non credo alle mie orecchie.

Non posso credere che lui sia qui. Che sia tornato qui da me soprattutto. Lo trovo molto dimagrito dall’ultima volta che l’ho visto,ma i suoi occhi non sono cambiati. I suoi occhi rappresentano sempre la speranza e la fiducia di cui ho sempre avuto bisogno.

mormoro io, con una voce che stento a riconoscere alla mia.
ci dice il nostro mentore congedandosi da noi.

Peeta intanto si accomoda accanto a me sul divano, inizia a scrutarmi ed io cerco, a mia volta, di guardarlo negli occhi per assicurarmi che non  sia vittima di qualche suo flashback in cui sono la macchina assassina progettata per ucciderlo.
mi chiede il ragazzo del pane.

dice lui con un sorrisino.

Ricordo il suo arrivo al 13, ricordo la mia gioia nel vederlo e il dolore nell’apprendere la notizia del depistaggio che aveva subito. Ma più di tutto ricordo il mio cuore spezzato al sentire lui definirmi un’ibrido.


Dio ero così presa dai miei pensieri che non ho nemmeno ascoltato cosa mi ha detto.

< Dicevo che l’altro giorno, passeggiando per il Distretto ho visto delle primule. Pensavo di sradicarne qualcuna e piantarla nel tuo giardino, per lei, per Prim. Così avrai qualcosa che te la possa far ricordare>

A solo sentir pronunciare il nome Prim vado nel panico più totale.
È stata colpa mia, non sono riuscita a proteggerla ed è per questo che è morta.
È colpa mia solo colpa mia.

Mi metto le mani sulle orecchie e inizio a dondolare su me stessa, come se fossi una pazza. E forse è quello che sono, da quando lei non c’è più. E Peeta anche lui mi abbandonerà perché mi odia, non posso tenerlo legato a me, non posso fargli questo.


Sento la sua voce, devo allontanarmi da lui. Non deve incasinarsi con me, io non vado bene per lui.
Se lo amo, come credo, devo lasciarlo andare.

Mi alzo di scatto dal divano e corro in camera mia, inciampando anche sulle scale.
Arrivata su, sbatto la porta e mi lascio cadere sul pavimento in posizione fetale.
Dove sei ora Paperella? Starai bene? Perdonami se ti ho lasciata andare.


Peeta è qui accanto a me, preoccupato come non mai. Ma perché non mi lascia stare? Così può iniziare la sua vita senza di me.

dico io singhiozzando.
dice lui con un tono dolce 

A sentirlo udire quelle parole alzo la testa di scatto, trovo i suoi occhi color azzurro cielo e mi ci perdo dentro.
pronuncio io.

Peeta mi abbraccia e mi da dolci e lievissimi baci sulla testa. Queste sue attenzioni mi sorprendono non poco, ma sono felice che siano destinate a me. Ci sediamo sul letto e lui continua a tenermi la mano, io lo guardo e penso che non poteva capitarmi qualcuno di meglio di Peeta Mellark nella mia vita. Perché è bastato che venisse a trovarmi, che mi parlasse per farmi provare quel senso di felicità e sicurezza che non provavo più dalla morte di mio padre.

gli dico in sussurro
< Sempre> mi dice lui sorridendo.

E mi basta questo, mi basta questo per sporgermi leggermente e far toccare le nostre labbra in un bacio pieno d’amore.
Lui ricambia subito, ed io mi lascio andare completamente.
< Non lasciare che io mi arrenda Peeta, non lasciare che i fantasmi nei nostri ricordi ci trasformino in ciò che non siamo. Promettimelo.> gli dico io accarezzandogli la guancia, contornata da una leggera barba.

dice lui sulle mie labbra.
Con questo bacio suggelliamo la nostra promessa, e diamo inizio ad una nuova vita. Una vita degna di essere vissuta, priva di paura e dolore e , si spera, piena di gioia e serenità.


Dovrei dirgli che lo amo anche io, che senza di lui ero il fantasma di me stessa. Ma purtroppo io e l’esprimere i  miei sentimenti non siamo mai andati d’accordo. Gli accarezzo la guancia e gli sorrido, lasciandogli un bacio sulla guancia. Spero che abbia capito che per me è lo stesso.
Forse un giorno, riuscirò a dirgli che lo amo anche io.

Forse un giorno, le cose andranno a modo mio.



note d'autore: eccomi qui con il nuovo capitolo.Chiedo scusa per l'enorme ritardo nella pubblicazione, ma la preparazione ai test universitari mi sta portando via moltissimo tempo, ed inolte ho avuto anche io il famoso "blocco dello scrittore"
Questo forse è l'ultimo capitolo ma non ne sono ancora certa al 100%, spero comunque che vi piaccia e come al solito commenti sia negativi che positivi sono sempre ben accetti.
Buona lettura. :)
Maria

 

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