The Life After The Death

di leli sister
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1 ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2 ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO 1 ***


Dopo qualche giorno dall’incidente vennero ritrovati e soccorsi. Tornarono a Seattle. Jo stava giorno e notte a vegliare il marito che però non dava segni di miglioramento.
Jo: Cristina.
Cristina: Ciao. Sono venuta per lui. Il quadro?
Jo: Battiti irregolari, pressione alta, privo di conoscenza. Non sanno più che fare. Io...
Cristina: Tieni duro Jo. – l’abbracciò.
Jo: Ci provo.
Cristina: Devi farlo per il bambino.
Jo: Non so come farò se... – scoppiò a piangere.
Meredith: La situazione è grave ma c’è una piccola speranza.
Jo: Lo spero. – dopo qualche giorno si svegliò e restò stabile per due giorni, poi iniziò una decadenza.
Alex: Jo... Dobbiamo parlare...
Jo: Non puoi lasciarci.
Alex: E’ l’ultima cosa che vorrei. – accarezzò il pancione.
Meredith: Non devi sforzarti.
Alex: Devo... Sei un dottore... Sai cosa succederà e voglio un dnr...
Jo: Ti prego no, devi combattere.
Alex: Dnr intensivo... Voglio stare ancora con voi ma quando cederanno gli organi non voglio che insisti...
Jo: Alex.
Alex: Ti prego Meredith vai. – uscì.  – Vieni. – lei lo abbracciò.
Jo: Ti amo così tanto.
Alex: Anche io vi amo. – entrò Meredith con i fogli. – Meredith l’aiuterai anche tu vero? Jackson mi ha...
Meredith: Certo Alex non preoccuparti.
Alex: Fammi firmare.
Meredith: Autorizzi ad essere intubato e defibrillato, ma non a trattamenti a lungo termine? – annuì. – Nel caso di perdita di conoscenza...
Alex: Una settimana. – firmò.
Meredith: Vi lascio soli, ma sono qui fuori.
Alex: Non voglio sedativi. – annuì. – Amore mio.
Jo: Ti prego amore non parlare, risparmia le forze. – dopo qualche minuti si sdraiò al suo fianco, poi parlò.
Alex: Dobbiamo... Li ci sono due lettere. Una a testa, ma quella del piccolo devi dargliela quando sarà pronto, l’altra è il mio testamento.
Jo: Si. Come lo chiamiamo?
Alex: Potresti chiamarlo...
Jo: Alex. – lo strinse e lui la baciò sul capo.
Alex: Vi amo tantissimo.
Jo: Anche noi. – gli amici entrarono a salutarlo.
Alex: Devi... Devi promettermi che lo amerai anche per me.
Jo: Certo, non devi dubitarne.
Alex: Se puoi non fargli mancare niente.
Jo: Non avrà la vita che abbiamo avuto noi. Te lo prometto.
Alex: Ci sono un... Sacco... Di... Cose che... Vorrei dirti ma... Non riesco... Più... A... Respirare.
Jo: Meredith! – lei gli mise la mascherina. – Respira.
Meredith: Ci sono. – si preparò ad intubare.
Alex: Ti amo.
Jo: Anche io.
Meredith: Ok. – lei si sedette e gli mise una mano sul pancione. Dopo un’ora si aggravò, usarono il defibrillatore e perse i sensi.
Jackson: Jo devi decidere. – lui aprì gli occhi.
Jo: Ok. Ok lo lascio andare. – lui le strinse la mano. – Ti amerò per sempre Alex. – la strinse ancora e si portò la mano alla bocca. – Toglilo.
Jackson: Ma poi...
Jo: Lo so. – lo tolse e uscì.
Alex: Grazie. Voglio... Un... Ultimo... Bacio...
Jo: Io lo voglio. – lo baciò a lungo. Gli ansimi aumentarono. – Lasciati andare. – lo baciò.
Alex: Ciao amore mio. – morì. Lei si sdraiò al suo fianco e lo abbracciò tra i singhiozzi. Più tardi.
X: Dobbiamo portarlo via, mi dispiace.
Jackson: Vi prego...
Jo: E’ freddo. È già freddo. Devono prenderlo.
Jackson: Jo per 5 minuti.
Jo: Se aspetto non lo lascerò più. – si alzò. – Ti amo Alex. – lo baciò. Entrarono a prenderlo, poi uscirono e li seguirono.
X: Dovreste uscire.
Jo: Non ancora. – dopo qualche minuto. – Jackson non mi sento bene... Io non... – perse i sensi, la soccorsero e la portarono in sala operatoria per un cesareo d’urgenza. Dopo qualche ora si svegliò. – Oddio!
Jackson: Ehi, tranquilla.
Jo: Cosa...
Jackson: Hai avuto un distacco della placenta...
Jo: Il bambino. – si toccò il ventre.
Jackson: Sta benissimo. Chiamo Meredith così te lo porta.
Jo: Grazie al cielo. – chiamò e arrivò.
Meredith: Ecco la mamma. – glielo diede e lei scoppiò a piangere.
Jackson: Vuoi stare sola?
Jo: No... Io volevo...
Meredith: Non dire niente. – l'abbracciò.
Jo: E' benissimo come suo padre... Sta bene?
Meredith: Si, i 15 giorni di anticipo non si notano.
Jo: Per fortuna. Volevamo chiedervi di essere i suoi padrini.
Meredith e Jackson: Con piacere.
Jackson: Come lo chiami?
Jo: Alex ha deciso così. Alex Karev.
Meredith: Ha fatto bene.
Jo: Come farò ad occuparmi di tutto?
Meredith: Pensiamo noi a tutto.
Jackson: Devi solo pensare a lui. – dopo qualche giorno furono dimessi e si preparò per il funerale.
Jo: Non vorrei portarti però è tuo padre. – entrò Jackson.
Jackson: Sono pronti per chiederlo, aspettano solo te.
Jo: Ci sono.
Cristina: Lo guardo io.
Jo: Grazie. – gli affidò il figlio e andò a salutare il marito. – Addio amore mio. – si strinse a Jackson. Andarono al funerale e poi a casa così poté iniziare la sua vita senza Alex.
 

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2 ***


Passarono gli anni. Jo, seguendo le orme del marito, era diventata una strutturata grazie a mille sacrifici. Sei mesi dopo la morte di Alex, April era morta dando alla luce la piccola April, così Jackson e Jo avevano cresciuto insieme i figli compensando la mancanza dei genitori senza andare al di fuori dell'amicizia. Un pomeriggio era arrivata a casa con il figlio di 8 anni.
Alex: Mamma possiamo parlare?
Jo: Certo. Sediamoci.
Alex: Devi leggere una cosa.
Jo: Ok. – andò a tirare fuori una lettera dallo zaino.
Alex: Sono nati dei bimbi oggi?
Jo: Oggi no. Alex stai bene? – non rispose. – Karev?
Alex: Oggi è la festa del papà.
Jo: Alex. – si spostò per abbracciarlo.
Alex: Sto bene. La maestra ci ha fatto fare un tema per il papà. Visto che lui non può leggerlo posso farlo leggere a te?
Jo: E' un onore.
Alex: Tieni. “Io purtroppo non ho la fortuna di avere un papà. I miei non si sono lasciati o lui ci ha abbandonato ma è morto. Non l'ho mai visto se no nelle foto, non mi ha mai preso in braccio perchè è morto quando ero nella pancia della mamma. Si chiama Alex come me o meglio io mi chiamo come lui, lo ha chiesto a mamma prima di lasciarci. Lui se ne è andato e sono nato io. Mamma dice che assomiglio tanto al mio papà. Lui faceva guarire i bimbi malati, era il loro angioletto e poi è diventato il mio. Gli voglio tanto bene. Oggi è la festa del papà e io, quando torno a casa e se mamma ha voglia, le chiedo se possiamo portargli dei fiori al cimitero. Se fosse qui appena torno a casa gli correrei in braccio e lo abbraccerei forte forte ma non posso, posso solo dare un bacio alla foto come faccio tutte le sere prima di dormire. Ti voglio bene papà.”
Jo: Alex. – lo prese in braccio e lo strinse forte.
Alex: Non piangere mamma.
Jo: Piccolo mio. – lo strinse.
Alex: Stai bene? – annuì. – Possiamo andare da papà? Perchè lo so che andavamo domani, ma oggi è la sua festa e io vorrei tanto andare da lui.
Jo: Si andiamo subito.
Alex: Jackson e April vanno a mangiare la pizza stasera.
Jo: Vuoi andare anche tu? Andiamo da papà e ti porto...
Alex: No, voglio stare con te, me lo ha chiesto sta mattina, ma non voglio che sei sola.
Jo: Non sai quanto ti amo piccolo.
Alex: Ti amo mamma. – andarono al cimitero e posò il mazzo di fiori che avevano preso. – Ciao papà, buona festa del papà. – accarezzò la lapide e parlò un po'. – Papi noi andiamo perchè la mamma è stanca perchè è andata a lavorare presto questa mattina.
Jo: Restiamo tutto il tempo che vuoi. – lo cinse e lo baciò sul capo. – Sei il nostro ometto.
Alex: Vi voglio bene.
Jo: Anche noi tesoro.
Alex: Andiamo. Ciao papà, ci vediamo presto, ancora auguri. – tornarono a casa e cenarono. – Posso dormire con te stanotte?
Jo: Certo. Vai a cambiarti e ci troviamo in camera.
Alex: Si. – la raggiunse. – Cos'è?
Jo: E' per te, da parte di papà.
Alex: Ma come...
Jo: L'ha scritta per te prima di morire. – si asciugò gli occhi. – Mi ha detto di dartela quando saresti stato pronto e credo che ora lo sei. La leggi tu o vuoi che ci penso io?
Alex: Faccio io. – gliela diede. – Grazie. – la scartò. “Ciao bambino mio. Come stai? Spero bene. Se leggi questa lettera vuol dire che quella bellissima donna di tua mamma pensa che sei pronto a leggerla. Io purtroppo di te so poche cose, so che stai bene, stai crescendo bene, che probabilmente nascerai e peserai 4 kg e so che avrai il mio naso perchè lo abbiamo visto nell'ultima ecografia, so che sei tremendo perchè scalci tantissimo e quando massaggio il pancione di mamma ti calmi. Quando abbiamo scoperto che saresti arrivato non so dirti quanta emozione ho provato, ti ho desiderato così tanto che ora al pensiero di non poterti neanche stringere tra le mie braccia, il mio debole cuore perde dei battiti. È assurdo tutto questo, sto morendo per via del ritardo dei soccorsi e non potrò mai vederti, io... Ti voglio bene... Non abbiamo ancora deciso il tuo nome, ma chiederò a mamma di chiamarti Alex così oltre al naso avrai ancora un'altra cosa in comune con me. Non so quanti anni hai, ma avrei voluto insegnarti a camminare, ad andare in bici, a guidare, avrei voluto scegliere con te lo smoking per il tuo matrimonio, vederti con i tuoi bambini. Desideravo regalarti un fratellino o una sorellina, ma non sarà mai possibile. Bambino mio le forze mi stanno abbandonando e non riesco più a scrivere quello che vorrei e mi dispiace tantissimo. Ti mando un bacio e un abbraccio e per favore fai lo stesso alla mamma. Ti amo così tanto piccolo mio. Il tuo papà.”
Jo: Tesoro mio. – lo prese in braccio, lo lasciò piangere e lesse la lettera.
Alex: Mamma...
Jo: Piangi piccolo mio, non preoccuparti. – si accoccolò tra le sue braccia. Quando si calmò.
Alex: Perchè papà è morto?
Jo: Lui, zia Meredith, zia Cristina e zio Derek erano su un aereo che dovevano andare ad operare lontano. L'aereo è caduto nei boschi e sono rimasti li per un po'. Erano feriti, ma papà di più, gli è venuta un'infezione ed è stato tanto male. Poi sembrava migliorare, ma poi è tornata fino alla fine.
Alex: Eri con lui?
Jo: Eravamo con lui. – lo baciò sul capo. – Sono stata male e sei nato tu.
Alex: Ti voglio bene. – la baciò e l'abbracciò due volte. – Anche da papà.
Jo: Grazie.
 

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 ***


Alex aveva compiuto 17 anni, aveva preso la patente, aveva ottimi voti a scuola e lui ed April erano innamorati, ma nessuno lo sapeva. Un pomeriggio era andato al cimitero.
Alex: Ciao papà. Ieri avevo da studiare e mi dispiace non essere venuto. – si sedette e iniziò a scrivere il suo diario dedicato al padre, che la madre glielo aveva regalato per il decimo compleanno. “Ieri dopo averne parlato con mamma, lei ha chiesto a Jackson se poteva farmi un discorso padre-figlio. Non immagini quanto imbarazzo! Papà avrei voluto così tanto che fossi stato tu a parlarmi ma … purtroppo lo sappiamo. Ogni tanto rileggo la tua lettera e non mi vergogno a dire che piango e corro dalla mamma (che per la cronaca è bellissima e gli anni non la toccano). Comunque tornando al discorso iniziale, sono follemente innamorato della figlia di Jackson. Pensa te il destino: io senza padre, lei senza madre, siamo cresciuti insieme e ora ci amiamo. Mamma e Jackson non lo sanno, non lo diamo a vedere, ma quando sono tutti e due di turno passiamo la notte a parlare però ora vogliamo qualcosa di più e vogliamo dirlo a loro. Gli ho chiesto come comportarsi con le ragazze e mi ha spiegato. Mamma dice che è l'unica cosa che ci diversifica ma non ho chiesto troppi dettagli perchè non mi sembrava il caso. Adesso vedremo che fare, stasera lavorano e decideremo. Ti voglio bene papà”. – Vado a vedere cosa combiniamo. Ciao papà. – la sera dopo, dopo cena.
April: Papà possiamo parlare?
Jackson: Ma certo. – si alzò.
April: Stai seduto, dobbiamo parlarvi.
Jo: Alex?
Alex: Mamma e Jackson, io e April siamo innamorati.
Jackson: Che sollievo! – si alzò e li abbracciò.
April: Papà?
Jackson: Avevo il terrore che ti piacesse quello stronzetto gasato. – lo strinse.
April: Sono innamorata di questo testone. – sorrise ad Alex.
Alex: Mamma? – si avvicinò visto che piangeva e l'abbracciò. – Che c'è?
Jo: Non sei più il mio bambino.
Alex: Sarò sempre il tuo bambino. – lo strinse. – L'amo da morire.
Jo: Ti voglio bene.
Alex: Anche io. – la strinse. – Ti devo tutto.
Jo: Non è vero.
Alex: Si mamma.
Jo: Tuo padre sarebbe così orgoglioso di te.
Alex: Lo so. – la baciò sul capo.
Jo: April tesoro. – l'abbracciò.
April: Jo ti voglio bene, sei come una madre per me lo sai e amo tantissimo tuo figlio.
Jo: Non sai quanto ne sono felice. Ti voglio bene piccola.
Alex: Jackson io...
Jackson: Lo so Alex. – lo abbracciò.
Alex: Grazie.
Jackson: Sono io che devo ringraziare te per amare la mia piccola.
Jo: State attenti.
April: Non abbiamo fatto niente, dormiamo insieme quando siete a lavoro, pranziamo insieme a scuola, studiamo insieme, ma questo l’abbiamo sempre fatto.
Jo: Sono felice per voi.
Jackson: Molto felice. – April andò ad abbracciare Alex e lo baciò.
April: Ti amo.
Alex: Ti amo.
 
Passarono gli anni e i due sembravano sempre più innamorati. Non seguirono la carriera dei genitori, ma diventarono due veterinari e si sposarono al termine degli studi. Il giorno dopo al matrimonio andarono al cimitero dai genitori.
April: Ci troviamo alla macchina amore mio.
Alex: Certo mogliettina mia.
April: Ti amo. – lo baciò. – Vado da mamma.
Alex: Anche io. – la baciò e si allontanarono. – Ciao papà. – come sempre si sedette e iniziò a scrivere. “Mi sono sposato ieri, che giornata! Ora capisco perchè la mamma mi ha sempre detto che era meglio sposarsi alla veloce come voi. Vedere tutti i parenti, le foto, la cena e tutti questi casini mi hanno stressato. Mamma ci ha regalato la mansarda quindi vivremo li per sempre. Ieri era un incanto, era bellissima. Ero così orgoglioso di averla vicino a me e avrei desiderato averti li con me così come April per sua madre. Quando mia moglie, mi sembra strano che sia mia moglie dopo una vita che siamo insieme sono felicissimo, comunque quando è entrata, il mio cuore si è fermato. Era bellissima, cioè lei è sempre bellissima, ma con quel vestito bianco era favolosa. Ieri sera non riuscivo a toglierlo, ero emozionatissimo. Adesso andremo via qualche giorno, è la prima volta che lascio mamma e mi si spezza il cuore però ci hanno regalato la luna di miele e ci tocca. Appena torniamo vengo a trovarti. Ti voglio bene papà.” – andò alla macchina. – E' tanto che aspetti?
April: No, sono appena arrivata. – l'abbracciò. – Ti amo.
Alex: Ti amo.
 
Un anno dopo nacque il piccolo Ryan. Appena April fu in camera Jackson entrò.
Jackson: Ho avuto così tanta paura bambina mia.
April: Papà sto bene. Quello che è successo a mamma non è detto che...
Jackson: Shh non dirlo. – l'abbracciò. – Come va?
April: Sono indolenzita e lo voglio tenere in braccio.
Jo: Eccoci qui.
Alex: Ecco la mamma. – glielo diede.
April: Ciao piccolo Karev. Che bello che sei.
Alex: E' bello come sua madre.
April: No, come te.
Jo: E' metà di tutti e due.
Jackson: Esatto. Siamo diventati nonni. – l'abbracciò.
Jo: Si siamo vecchi. – lo strinse. – Usciamo ma siamo qui fuori. – uscirono. – Il destino è stato molto crudele con noi e i nostri figli.
Jackson: Si, non so come avrei fatto a crescere April da solo.
Jo: E lo stesso vale per me e Alex.
Jackson: Ci siamo fatti da ancora.
Jo: Si e ne sono felice.
Jackson: Anche io. Stiamo invecchiando.
Jo: Hai ragione. – lo strinse.
 
Dopo qualche giorno uscirono dall'ospedale e andarono al cimitero.
April: Ciao mamma ti presento tuo nipote Ryan. – disse in lacrime e Alex la cinse. – L'avrei voluta accanto a me più di ogni altra cosa nella vita.
Alex: Lo so. – la baciò sul capo.
April: Andiamo da tuo padre. Ciao mamma. – andarono da lui.
Alex: Ryan ti presento il nonno. Ciao papà. Ti giuro che cercherò di essere un buon padre, ti renderò orgoglioso di me. Ti voglio bene papà. – si asciugò gli occhi ed April lo abbracciò. Dopo alcuni minuti. – Vi porto a casa. Ciao, a presto.
April: Eccoci a casa piccolo mio, tra poco papà e Jo saranno qui.
Alex: Vi amo amori miei.
April: Ti amiamo anche noi. – due anni dopo regalarono una sorellina al piccolo Ryan che chiamò Rose.
 
 
 
 

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