I think about you.

di _Giulia_R5__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Back to school! ***
Capitolo 2: *** "I'm Ross Lynch!" ***
Capitolo 3: *** Ah, l'amour... ***
Capitolo 4: *** Miami. ***
Capitolo 5: *** Surprise! ***
Capitolo 6: *** Finally together? ***
Capitolo 7: *** Cosa potrebbe esserci di meglio? ***
Capitolo 8: *** E' ufficiale! ***
Capitolo 9: *** Mozzarella filante ***
Capitolo 10: *** Il regalo per Justin ***
Capitolo 11: *** Say you'll stay ***
Capitolo 12: *** New Life ***
Capitolo 13: *** Vuoto ***
Capitolo 14: *** Christmas in New York ***
Capitolo 15: *** Heart on fire ***
Capitolo 16: *** Mi lascerà mai in pace? ***
Capitolo 17: *** Magia a Central Park ***
Capitolo 18: *** Bugie e verità svelate ***
Capitolo 19: *** Paparazzi ***
Capitolo 20: *** Road Trip - Pt 1 ***
Capitolo 21: *** Road Trip - Pt 2 ***
Capitolo 22: *** Gossip. ***
Capitolo 23: *** First date ***
Capitolo 24: *** Blackout ***
Capitolo 25: *** I think about you ***



Capitolo 1
*** Back to school! ***


16 settembre 2011.
Finalmente il primo giorno di scuola! Sono anni che sogno l'inizio del liceo ed ora ci siamo. Ho preparato tutto: diario, astuccio, quaderni e un borsellino con soldi e l'abbonamento per l'autobus. 
Mando un SMS ad Abby e mi direggo verso la porta. Saluto la mamma ed esco con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. Vedo Abby infondo alla strada che corre verso di me e quando sono di fronte a lei le dico: "Buongiorno! Pronta per il primo giorno da liceale?". 
"Sono nata pronta!" mi dice entusiasta. Ha un sorrisone anche lei.
"Perfect! Andiamo?"
Abby mi sorride e cominciamo a camminare verso la fermata. Arrivate lì vediamo l'autobus e cominciamo a correre per non perderlo, quando all'improvviso un ragazzo biondo mi da una spinta e mi fa cadere il cellulare per terra.
"Ehi, stai attento!" dico senza guardarlo, mentre mi abbasso per prendere il cellulare.
"Scusami, è che vado di fretta" dice velocemente e scappa verso l'autobus. Provo a riaccendere il cellulare, per fortuna si era solo tolta la batteria. 
Mostro la tessera all'autista e prendo posto insieme ad Abby. Siamo emozionatissime e cerchiamo di calmarci, nel frattempo arriviamo davanti alla scuola, così ci sistemiamo e scendiamo.
Entriamo, cerchiamo la mappa degli armadietti e quando li troviamo, ci dividiamo e scappiamo a lezione. Dopo tipo 2 secoli (circa), riesco a trovare l'aula di inglese e trovo posto accanto ad una ragazza molto alta, con i capelli lunghissimi e gli occhi verdi.
"Ciao, mi chiamo Giulia" le dico timida.
"Piacere, Cassidy", mi sorride.
"Hai dei capelli bellissimi!"
"Grazie mille", mi sorride di nuovo e io ricambio subito.
Subito entra la prof, una signora sulla 50ina, bionda, bassina, molto elegante. Ci presentiamo e la professoressa Fisher ci illustra un po' il programma di quest'anno.
Il primo giorno di scuola finisce in fretta e sono davvero entusiasta, non vedo l'ora di cominciare il corso di teatro e arte! Chiamo Abby, è in cortile. La raggiungo.
"Ehii, com'è andata?" mi dice.
"Bene, ho parlato e conosciuto quasi tutti i miei compagni. I prof sono ok. A te com'è andata?"
"Idem. C'è un ragazzo che, io e le mie compagne di arte, abbiamo chiamato Ciuffo. Fissava tutte, sorrideva e si toccava il ciuffo. Poi lo faceva e lo rifaceva."
"Ma almeno è carino o si sente carino ma non lo è? Non so se mi spiego"
"Ti spieghi. Non è che sia così carino...in realtà ha una faccia da deficiente..."
"Ahahahah lo devo vedere."
"Nah, non ti perdi niente..."
"Ahahahahahah povero!"
"Ma quanto siamo cattive?" 
"Taaanto ahahahahah!"
"Dai andiamo che è tardi!"
"Dormi da me stasera, no?"
"Yep!"
Cominciamo a ridere e andiamo a casa di Abby. 
"Mamma ha preparato i tacos!" mi dice A, contenta.
"Tacos?! ...Vinco io!!" dico e comincio a correre come una cretina verso la porta: i tacos della signora Evans sono la cosa più buona di questo Universo!
Entriamo, posiamo le borse e le giacche, salutiamo la signora Evans e corriamo in camera di Abby. Chiudiamo la porta e ci buttiamo sul letto ridendo. Cantiamo "Teenage Dream" di Katy Perry, è la nostra canzone. Mi alzo, prendo il telecomando della TV e faccio finta che sia un microfono, lei mi segue e fa finta di suonare la chitarra. Finito il ritornello, prendo il cellulare e faccio una foto. Lo facciamo sempre, per ricordare i pomeriggi fuori di testa che passiamo insieme. Fatta la foto, la signora Evans ci dice che è pronto e ci fiondiamo in cucina.
Finito di cenare, (i tacos se v'interessa erano fantastici!) ci sistemiamo e facciamo un giro in centro. Entriamo al Blanco, prendiamo una Coca Cola e ci sediamo. In un tavolo poco più avanti a quello nostro c'è un ragazzo che fissa Abby, come se l'avesse già vista ma non sa dove.
"Abby?" le dico.
"Dimmi!"
"C'è uno che ti fissa..."
"Cosa? Dove?!", guarda intorno.
"Lì davanti, vedi?"
"Ah, si..un mio compagno" dice e lo saluta con la mano.
Lo guardo bene e sputo un "Ma non è Ciuffo..no?"
"No...cioè...".
La guardo e alzo il sopracciglio sinistro. "No, cioè si."
"Okay, si.."
"Ma non sembra un deficiente!" le mie pupille schizzano sulle sue per poi ritornare su quelle di Abby. Continuo. "Oddio sta venendo."


 

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Capitolo 2
*** "I'm Ross Lynch!" ***


Ciuffo viene verso di noi. Non è così male.
“Ciao Abby! Ciao…sono Ross…Lynch, piacere!”, adesso si rivolge a me.
“Ciao! Sono Giulia… Morris. Piacere mio!” rispondo.
Ross mi sorride con un sorriso che di solito hanno…i narcisisti, ecco. Non è che io vada molto d’accordo con questa categoria di ragazzi. Rispondo con un sorriso finto, ma credibile. Almeno credo.
“Che ci fai qui?” chiede ad Abby.
“Mah niente, volevamo fare una passeggiata.”
“Non venite qui spesso, vero?”
“No, in realtà no” rispondo io.
“Ah, sarà per questo che non vi ho mai viste. Io vengo spesso qui con i miei fratelli e mia sorella o con i miei amici”.
“E come mai tutto solo, stasera?” Chiede Abby.
“Sto aspettando i miei fratelli” risponde Lynch.
“Ti va di unirti a noi nel frattempo?”, sempre Abby. Mi giro verso di lei con un’occhiata di ghiaccio che dura per un nano secondo, le do’ una gomitata nel braccio, poi sorrido e guardo Ross con lo stesso sorriso di prima.
“Con piacere!”. Sorride.
E te pareva.
Si siede accanto ad Abby e cominciamo a parlare. Si apre la porta ed entrano 2 ragazzi biondi e 1 più scuro, Ross li saluta e con la mano dice loro di venire. Saranno i suoi fratelli.
“Ciao!” dicono i 3 in coro sorridendo. Io ed Abby rispondiamo e Ross ci presenta: “Ragazze, loro sono Rydel, Riker e Rocky. Ragazzi, loro invece sono Abby, una mia compagna di matematica e arte, e Giulia, una sua amica. Anche lei frequenta la nostra scuola”.
“Vi unite a noi?” chiede Ross. Noi accettiamo volentieri e andiamo un po’ in giro. Parliamo del più e del meno, sono simpatici i fratelli Lynch! Si fanno subito le 23:00 e dobbiamo andare: domani c’è scuola!
“Noi dovremmo andare ragazzi...ci ha fatto molto piacere stare con voi. Magari ci vediamo domani mattina a scuola” dice Abby.
“Già, dovremmo anche noi!” risponde Rydel.
“Nooo! Restiamo un altro po’!” esclama Ross.
“Cammina, tu!” dice Rocky mentre tira Ross per le orecchie.
Io ed Abby cominciamo a ridere. Ci salutiamo e c’incamminiamo verso casa di Abby.
Arrivate, indossiamo dei pantaloncini e una canottiera perché fa ancora caldo, laviamo denti e viso, pettiniamo i capelli e andiamo a letto. Chiudo gli occhi e cerco di addormentarmi, quando Abby mi chiede: “Che ne pensi dei Lynch?”
“Sono simpatici. Anche se Ross mi sembra un po’ troppo montatello. Mi spieghi perché hai detto che sembrava un deficiente?”
“Ti piace Ross..”
“No che non mi piace!” dico irritata “volevo sapere perché mi hai detto quello quando invece è carino…non vuol dire che mi piace, stupida!”
“…Okay, mi piace Ross. Contenta?”
“Lo sapevo. Sei una stronza!” dico ridendo. “Rooooss, I love you!”
“Smettila!” mi dice e mi da una cuscinata.
“Okay, okay, la smetto…Rooooss!! ….okay, ho finito”
“Eh. Brava!” mi dice seccata.
“Noiosa!”
“Buonanootte, Morris!” dice con un tono scherzoso.
“Notte, Evans”.

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Capitolo 3
*** Ah, l'amour... ***


E’ già mattina. Suona la sveglia ed Abby si alza dal letto per spegnerla.
“Giulia? Giù? Oh svegliati!” mi dice prima normalmente e poi con un tono seccato.
Riesco a fare un verso tipo “Mmmh…” e dopo essermi stiracchiata, scendo dal letto e dico: “Giorno, nervosetta”. Scendiamo in cucina a fare colazione e dopo esserci lavate, vestite, truccate e sistemate, usciamo.
“Che ore sono?” chiedo.
“Le…7:46” mi risponde.
“Guarda, sta arrivando l’autobus. Andiamo!” le dico e andiamo alla fermata infondo alla strada.  Entrate, mostriamo l’abbonamento all’autista e prendiamo posto.
“Ehi, hai presente Eveleen? La ragazza che abita di fronte casa mia?” mi chiede Abby.
“Si. Quella alta con il piercing al trago, no?”
“Esatto, proprio lei. Ieri, a scuola, mi ha detto che la signorina Allen s’è rotta il braccio. Probabilmente non avrai matematica oggi…”
“Poverina... evvai, niente matematica!” dico sorridendo.
“Ahahahahah che scema!”
“Evans, guarda un po’ chi c’è.”dico guardando dal finestrino Ross che va verso la fermata di fronte la profumeria.
“Oddio, ti prego dimmi che non prende questo!” dice Abby nervosa.
“Mi dispiace dirti di si, guarda, sta per salire” rispondo mentre il bus si ferma per far salire gli altri.
“Giù, girati verso sinistra e coprimi. Non DEVE vedermi!”
“Ehi come mai così nervosa? E’ Ross, al massimo ti dice ‘ci vediamo in classe’!”, cerco di tranquillizzarla.
“Tu fallo!”
“Agli ordini…”  dico seguendo con gli occhi Ross mentre sale sul bus.
“Ehii!” mi saluta Lynch. Con il suo solito sorrisetto. Certe volte è insopportabile!
“Ehi, Lynch!” rispondo sorridendo. Questa volta è un sorriso sincero: è un ragazzo simpatico, se lasciamo perdere il resto. Mi sorride di nuovo e prende posto dietro di noi. Dopo aver sistemato lo zaino, mette la faccia tra il mio sedile e quello di Abby e sorride.
“Abby!  Ciao…”. Ha un sorriso strano, probabilmente starà pensando al perché Abby non l’abbia salutato prima.
“Ehi, Ross…ciao.”.
Ommioddio Abby sta diventando rossa! Le sussurro un “ehi, tranquilla: non ti mangia mica!” e torno a guardare Ross. Ha un certo stile, mi piace. Il suo stile, NON lui.
“Giulia, posso chiederti una cosa?” mi chiede Lynch.
“Certo, spara!”.
Ross mi fa segno di sedermi accanto a lui. Io ed Abby ci guardiamo come per dire “ma cosa vorrà?”. Mi alzo e mi metto accanto a lui. Ha uno strano profumo, tipo di zucchero.
“Allora?” gli sorrido.
“Che ha Abby?”, alza un sopracciglio.
“Ci credi che certe volte non la capisco nemmeno io?”
“Mmmh…”.
Ross avvicina la mano al mio cellulare e preme il tasto centrale. Lo guardo e mi dice: “Volevo sapere che ore sono”.
Io sorrido a lui e lui ricambia. Silenzio imbarazzante, ma non ci faccio caso.
“Oh, siamo arrivati!” esclama all’improvviso.
“Scendiamo…che hai a prima ora?”
“Spagnolo, tu?”
“Anch’io!”
“Perfetto! Andiamo in classe insieme allora?” mi chiede.
“Allora prendo il libro e andiamo in classe!” Rispondo mentre mi alzo e prendo la borsa.
Abby mi guarda e dice a bassa voce “Che ti ha chiesto?”, io rispondo (sempre a bassa voce) “Niente, tranquilla!” e le faccio l’occhiolino.
Scendiamo dal bus e ci dirigiamo verso l’entrata. Io e Ross salutiamo Abby, andiamo a prendere i libri e poi in classe. Entrati, automaticamente ci sediamo insieme, sistemiamo i libri e aspettiamo il professore.


E’ ora di pranzo, cerco Abby nella folla e la vedo con Ross.  Cambio direzione e guardo se c’è un tavolo libero, non voglio disturbarli. Sento tra mille voci proprio le loro che chiamano me, mi giro e vedo che i fratelli Lynch (tutti tranne Riker) e un ragazzo dai capelli scuri si sono uniti a loro, così li raggiungo. Saluto tutti e mi siedo. Il ragazzo dai capelli scuri si chiama Ellington. Mangiamo e parliamo, poi suona la campanella ed usciamo dalla mensa. Camminiamo per il corridoio insieme, prima di dividerci. Abby cammina accanto a me e mi chiede: “Che ti ha detto?”
“Mamma mia, quanto sei noiosa! Mi ha chiesto che avevi, poi ha guardato l’ora e siamo rimasti in silenzio. Ma hai visto come ti ha guardata quando si è seduto dietro di noi e ti ha vista?”
“Si!! Che figura…” dice a voce alta, con un tono quasi disperato.
“Ehii, parla piano che ti sente! Comunque è colpa tua, te l’avevo detto!”
“Lo so…”.
Nel frattempo arrivo davanti all’aula di inglese.
“Va bene ragazzi, ci si vede dopo!” dico con un sorriso un po’…malinconico, ecco. E’ piacevole stare con loro! I ragazzi mi salutano, Ross mi fa l’occhiolino e Rydel mi da un bacio sulla guancia. Le sorrido e infine entro in classe.

E’ ora di tornare a casa. Chiamo Abby, ma non mi risponde. Dove cavolo s’è cacciata?! Vedo da lontano Kristen, una mia compagna di inglese. Se non erro, è insieme ad Abby in educazione fisica.
“Ehi, Kris! Dov’è Abby?” le urlo ad un paio di metri di distanza.
“Abby è andata a casa, sta male!”
Come sta male?
“Come sta male?”, automaticamente dico ciò che stavo pensando.
“Mal di pancia…”
“Ah, ok grazie.”
Ma fino all’ora di pranzo non stava bene? Che è successo? Ora mi tocca pure andare da sola a piedi. Pazienza. Prendo le cuffie, faccio partire la musica e vado a casa.

Chiamo Abby.
“Ehi, ma che è successo?”
“Niente, sono stata male…!”
“Ma come mai all’improvviso?” chiedo con un tono piuttosto preoccupato.
“Non lo so, credo sia stata la pizza che ho preso alla mensa…”
“Va bene, ti lascio riposare. Domani vieni a scuola, no?”
“Vediamo se mi passa okay?”
“Okay. Notte”. Stacco.
Prendo lo zaino e rileggo la lezione di spagnolo. Infondo alla pagina 22 trovo un disegno di Ross. E' una caricatura del professore. Guardando il disegno scoppio a ridere e ripenso alla faccia di Ross, a come rideva mentre disegnava.  Mi preparo per andare a dormire e penso ad Abby. Poverina, la cotta per Ross la sta facendo diventare cretina. Ma non sarà un po’ esagerata? Voglio dire, è un ragazzo, mica una bestia! Non la mangia mica se prova a parlargli. Forse oggi non è riuscita a parlargli perché ha paura di sbagliare qualcosa…booh!

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Capitolo 4
*** Miami. ***


TRE MESI DOPO…

Finalmente è venerdì! Aspetto Abby davanti all’entrata, mi ha detto “Devo dirti una cosa, ci vediamo a scuola!” ed è andata a prepararsi. Non ho pensato a Ross, però: forse si trasferisce a Miami. Ce l’ha detto insieme ai fratelli 2 giorni fa, Abby era un po’ giù. Sta piovendo, il cielo è grigissimo. Sono le 08:12, fra circa 10 minuti suona la campanella, ma dov’è? Ah, eccola!
Vedo Abby infondo alla strada che corre verso di me.
“Allora, che devi dirmi di così importante? Ti ho aspettata 20 minuti sotto la pioggia…!” le dico arrabbiata.
“Lynch!! Partono domenica!” dice Abby quasi piangendo.
“Come partono domenica?” dico sottovoce. Sono davvero giù.
“E Ross? Lui mi piace ancora!”
“Lo so…anche a me…Rocky.”
“Rocky?! E da quando?” dice Abby come se stesse rispondendo a un mio insulto.
“Non lo so, l’ho realizzato ieri sera. Forse è solo una cotta passeggera. Mi piace il modo in cui scherza con me, mi fa ridere” dico senza pensare.
Suona la campanella.
“Va bene, ne parliamo dopo..salutami Ross..”
“Si..”.
Vado in classe e trovo Ross nel nostro banco che mi saluta con la mano. Ovviamente mi sorride. Però stavolta noto un po’ di tristezza nei suoi occhi. Lo raggiungo, poso i libri e mi siedo.
“Giulia, devo dirti una cosa…”.
Faccio finta di non sapere niente del trasferimento e chiedo normalmente cosa volesse dirmi.
“Io…beh, noi…partiamo domenica…”. All’improvviso sento una fitta allo stomaco, come se qualcuno mi avesse dato un pugno. E in un certo senso, Ross l’ha fatto.
“Cosa?”, dico con la voce rotta: detto da lui fa ancora più male. Me ne sto accorgendo solo adesso.
“Mi dispiace, vorrei restare ma purtroppo dobbiamo andare…” mi dice triste.
“Non piangere, non piangere, non piangere. Per favore, non piangere. Provaci, ti prego!”, penso. I miei occhi diventano lucidi, ma cerco di ricacciare le lacrime. Senza successo, purtroppo. Un paio di gocce mi rigano il viso, Ross me le asciuga con le nocche, mi sorride e mi abbraccia. All’improvviso entrano gli altri e io e Ross ci stacchiamo. Stiamo in silenzio per tutta l’ora, i nostri sguardi non si sono nemmeno incrociati… Mi mancheranno davvero tantissimo!!

 

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Capitolo 5
*** Surprise! ***


E’ passato più un anno da quando i Lynch sono partiti, sento ancora molto la loro mancanza.
Ci siamo salutati con un abbraccio e qualche lacrima e ci siamo sentiti quasi ogni giorno nei mesi seguenti.
Si trovano bene a Miami: Rocky sta con una ragazza, Rydel , come i suoi fratelli, s’è fatta molti amici (e ci credo, sono le persone più simpatiche del mondo!) e Riker ha avuto una cotta per una più piccola di 3 anni.
L’ultima volta che ci siamo sentiti è stata ad aprile, ora siamo a giugno e oggi è l’ultimo giorno di scuola.
Aspetto Abby e Justin alla fermata. Stanno insieme dalla scorsa estate, a Ross sembra non gli sia importato più di tanto, probabilmente l’ha sempre vista solo come un’amica.
“Ehi, Morris!” urla Justin.
“Ehi, Thompson!” rispondo sorridendo.
Arriviamo a scuola e ci dividiamo per andare a lezione. La giornata passa in un lampo e dopo il suono della campanella, raggiungo Abby all’uscita e andiamo a casa. Oggi la mamma lavora fino a tardi, perciò abbiamo casa libera. Posiamo le borse e andiamo in cucina a preparare l’impasto per la pizza. Finiamo di impastare e lasciamo che la pasta lieviti, così per ammazzare il tempo, guardiamo un po' di TV.  Sento una suoneria dalla camera da letto, è il mio cellulare. Salgo in camera e guardo chi è. Ross!
“Ehi, Ciuffo!” rispondo felice.
“Ehi, Morris! Come va?” è felice anche lui.
“Bene, finalmente è finita la scuola! Voi come state?”
“Benissimo! C’è Abby con te?” dice mentre scendo le scale. La guardo, Abby ha uno sguardo interrogativo e un sopracciglio alzato.
“Si, è di sotto, perché?”
“Metti in vivavoce, dobbiamo dirvi una cosa!”
“Mmmh…fatto! Allora?”
“TORNIAMO A LOS ANGELEEEEES!!” urlano tutti.
Io ed Abby urliamo, abbiamo le lacrime agli occhi. Vabbè, lacrime…diciamo che un fiume ha cambiato residenza e si è trasferito sulle nostre guance.
“Oddio Abby dammi un pizzico!” dico guardando il vuoto, stupita… “Ahia! Era un modo di dire, cretina! Ahahahahahahah evvaiiiiiii!”. La cretina me lo aveva dato davvero il pizzicotto.
“Quando tornate?” chiede Abby curiosa.
“Domani sera siamo lì, atterreremo verso le 19:35!” Continuiamo il resto della conversazione su Skype, ci sono tutti! Scherziamo, parliamo di ciò che abbiamo fatto in questi 2 ultimi mesi e di ciò che faremo quest’estate.
“Ehi Giù, domani c’è la festa di compleanno di Cassidy!” mi dice Abby
“Oddio è vero! Ha detto che possiamo portare chi vogliamo…poi se sa che portiamo anche Ryland…” dico io contenta.
“Che vorresti dire?!” risponde Ryland.
“Ma dai, non dirmi che non ti sei accorto come ti fissava l’anno scorso. Più che anno scorso, due anni fa. Vabbè. Mi ha detto che ha ancora una cotta per te…”
“Uuuh, Ryland ha la ragazza!” lo prende in giro Rocky.
“Smettila, scemo!” risponde lui.
“Allora, a che ora è la festa?” chiede Rydel.
“Intorno alle 21:30-22:00!”
“Ce la facciamo?” chiede Rocky ai fratelli.
“Si che ce la facciamo! Ci organizziamo per bene e vedrete che ce la facciamo!” risponde sicuro Ross.
“Potete cambiarvi da me se volete!” dice Abby
“Si, vi veniamo a prendere all’aeroporto” continuo io.
“D’accordo!” dicono in coro i fratelli Lynch.

E’ già mattina. Vado a fare la doccia, mi vesto, faccio colazione e nel frattempo si sveglia anche Abby.
Oggi tornano i ragazzi, sono al settimo cielo. Guardiamo un paio di film e poi facciamo una passeggiata. Ci fermiamo a mangiare al McDonald’s e poi torniamo a casa e ci prepariamo per la festa di Cassidy. Faccio doccia e shampoo, faccio la piastra, mi trucco, indosso un vestitino azzurro con molte paillettes, metto un paio di tacchi neri e un cerchietto con delle pietre azzurre.  Metto un po’ di profumo, prendo la pochette nera e sono pronta. Passo con papà davanti casa di Abby, la prendiamo e andiamo in aeroporto: i ragazzi atterrano tra circa 5 minuti.

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Capitolo 6
*** Finally together? ***


Troviamo Ellington al bar dell’aeroporto, lo chiamiamo e andiamo. Davanti a noi c’è un cartello con su scritto “Arrivi”. Guardo il cellulare, nervosa, mentre picchietto il piede per terra.  Sono le 19:33. Mando un messaggio a Ross per avvisarlo, blocco il cellulare, lo metto nella pochette e torno a picchiettare col piede mentre cerco 4 teste bionde e una leggermente più scura. Più aumentano i minuti, più l’ansia cresce:  mi sembra impossibile che tra pochi minuti riabbracceremo i nostri migliori amici! I minuti passano, ma sembrano interminabili: sento come le farfalle nello stomaco. Anche Abby ed Ellington cercano i ragazzi, ma con tutta questa folla sembra impossibile, anche se sono alti. I miei occhi, invece, guardano il cellulare e il corridoio in continuazione.
19:35
19:36
19:37
19:38
19:39
19:40
19:41.
Mamma mia che casino! Ci sono tantissime persone e una confusione incredibile.
19:43.
Sento una ragazza urlare e delle mani che salutano noi. Sono 5 mani, solo le loro mani. Senza pensare, io, Ellington ed Abby corriamo verso di loro. Attraversiamo il corridoio e finalmente ce li troviamo davanti, tutti con i loro soliti sorrisi, solo ancora più gioiosi. Sorrido anch’io, tremo come una foglia e mi viene da piangere. Li guardo tutti per un nano secondo, poi mi tuffo (letteralmente) su di loro. Ci abbracciamo tutti. Io, Rydel ed Abby piangiamo, i ragazzi hanno gli occhi lucidi. Mi sento la persona più felice dell’Universo! Ci stacchiamo dall’abbraccio di gruppo (io e le ragazze con ancora le lacrime agli occhi) e all’improvviso mi ritrovo Ross davanti, con gli occhi lucidi, un sorriso sincero e le braccia aperte. Non mi da un attimo che si butta addosso a me e quasi mi fa cadere all’indietro. Cerco di rimanere in piedi e, mentre altre lacrime mi rigano il viso, comincio a ridere. Lo stringo fortissimo e nel frattempo gli altri ci guardano e ridono. Ci stringiamo ancora, io strizzo gli occhi e continuo a piangere. Non avevo mai pianto di felicità. Sento il suo profumo e la sua voce che dice “mi sei mancata, bellissima!”.
“Mi sei mancato anche tu, ciuffo” , rispondo con un sorriso mentre ci stacchiamo.
“Ehi, ancora piangi? Ti sta colando tutto il trucco, scema!”
Ross ha uno sguardo e un sorriso dolce e, come il giorno della partenza e come quella volta in classe, mi asciuga le lacrime. Lo guardo, sorrido e mi accorgo di quanto mi sia mancato. I miei occhi schizzano sui volti degli altri fratelli.
“Dio, quanto mi siete mancati!” dico sorridendo.
“Aaaw amore! Vieni qui!” mi dice Rydel e mi abbraccia fortissimo.
Nel frattempo Rocky ed Abby si guardano con un’espressione complice e all’improvviso, insieme agli altri, ci abbracciano. Solo adesso mi accorgo che i genitori dei Lynch e mio padre ci guardano sorridendo.
“Ok, direi che con gli abbracci siamo apposto” dice Riker.
“Si” diciamo tutti insieme.
“Allora, che facciamo? C’è una festa che ci aspetta!” dice Ellington.
“Andiamo!” urla Abby.
Insieme andiamo verso mio padre e i signori Lynch. Io, Abby ed Ellington li salutiamo, poi andiamo tutti in macchina. Destinazione: casa Evans!
Scendiamo dalla macchina, salutiamo papà e ci precipitiamo verso la porta, che nel frattempo la signora Evans aveva aperto.
“Ok, allora…Ross, Riker, Rocky e Ryland in camera mia. Rydel, vieni con noi!” dice eccitata Abby.
Insieme ad Abby, accompagniamo Rydel nella camera da letto dei signori Evans e aspettiamo che finisca di vestirsi.
“Ma ci credi?! Sono tornati!” mi dice contentissima Abby mentre chiude la porta della camera da letto.
“Dio, si! Non li vedevamo da un anno, sembra passata un’eternità!” rispondo altrettanto contenta.
“Ma…-Abby abbassa la voce per non farsi sentire- con Rocky?”
“Era solo una cotta, lo sai. Poi ora sta con Natalie e io sono contenta per lui!”
“Però potevate essere una bella coppia…”
“Abby!” la rimprovero io e lei smette di parlare. “E’ passata ormai, non era niente di importante. Stop”,continuo. Stiamo in silenzio e aspettiamo Rydel, nel frattempo sentiamo i ragazzi ridere nella camera di Abby.
“Ragazzi a che punto siete?” urlo dal corridoio.
“Quasi finito. Non riusciamo a chiudere la lampo della giacca di Rocky!” risponde Ryland.
Mi avvicino alla porta e busso.
“Sono arrivati i rinforzi!” dice Riker aprendo la porta.
Entro e vedo Ryland alle prese con la lampo di Rocky.
“Ci penso io!” dico sicura e mi avvicino a Rocky, che mi guarda con un sopracciglio alzato.
“Che c’è? Non ti mangio!”, rispondo allo sguardo.
Riesco a sbloccare e chiudere la lampo, ma per farlo, gli ho dovuto sfiorare il petto. All’inizio abbiamo avuto una strana sensazione: quando ho alzato la lampo, le mie dita scorrevano sul suo petto e mi sono soffermata un momento, poi ci siamo guardati dritti negli occhi e ci siamo allontanati con attorno un silenzio imbarazzante. I fratelli stavano in silenzio e guardavano, come se stessero guardando una scena importante di un film. Andiamo insieme in bagno a sistemarci.
“Ma come cavolo ho i capelli?! Sembro un cretino!” dice Ross aggiustandosi il ciuffo d’oro davanti allo specchio.
“Tu sei un cretino!” gli dico io sorridendo. Mi metto davanti a lui e gli sposto il ciuffo dall’altro lato, poi lo guardo bene e mi avvicino nuovamente per un’ultima sistemata.
“Allora?” chiedo.
“Fichi, mi piacciono. Grazie Giù!”
“Di niente, cretino” rispondo dandogli una pacca sulla spalla.
Siamo pronti. Usciamo e andiamo a casa di Cassidy. La festa è a bordo piscina, che meraviglia! C’è la pizza, un dj, la pista da ballo e tantissimi festoni colorati. Tutto intorno è buio per dare più un effetto discoteca: ci sono solo le luci colorate e la sfera a specchi che ruota. Io, Riker e Ryland ci buttiamo in pista e balliamo con il fumo che ci riempie il naso. Noto che Abby è sola con Rocky mentre guarda Justin che va a prendere da bere. Mi precipito da lei e la “invito” a ballare, per evitare che dica qualcosa a Rocky a proposito della mia vecchia cotta per lui.
“Ehi guarda un po’ laggiù! C’è Ryland che parla con Cassidy!” mi dice Abby.
“Guardala, è nervosissima! Le mando un messaggio…” rispondo e prendo il cellulare. “Ehi tranquilla, respira e parla normalmente!”, scrivo. Dopo qualche secondo noto che Cassidy guarda il cellulare: le è arrivato il mio messaggio.
“Ehi Morris, vieni!”. Riconosco la voce di Ross, ha un tono stranamente nervoso. Va verso il retro della casa di Cassidy, lo seguo e mi chiedo che abbia. Ad un certo punto si ferma e si appoggia al muro, ha uno strano sorriso.
“C’è qualcosa che devi dirmi?” mi chiede.
“In realtà no… perché?” cerco i suoi occhi, ma lui guarda il pavimento.
“Perché non mi hai detto della tua cotta per Rocky?”
“Perché l’ho capito 3 giorni prima della vostra partenza e ho cercato di non pensarci. Mi piaceva l’intesa che c’era tra noi, niente di più. Era solo una cosa passeggera.” Rispondo con tutta sincerità.
“Non ci sei rimasta male quando ti ha detto della storia con Natalie?”. Ross sembra preoccupato.
“No, mi era già passata.”
“Ah, bene. Mi ero preoccupato, tu sei la mia migliore amica…”
“Anche tu sei il mio migliore amico. Tranquillo: è acqua passata!”, gli sorrido.
Stiamo qualche secondo zitti, poi lui rompe il silenzio chiedendomi se volevo tornare alla festa. Mi cinge i fianchi e torniamo in pista.
Ci scateniamo tutta la sera con la musica a tutto volume.  All’improvviso, mentre balliamo “Wake me up” di Avicii, mi accorgo che ci stiamo allontanando dalla pista, ma Ross continua ad andare indietro fino a quando non finisce con la schiena contro un muro. Scoppio a ridere per la faccia che ha appena fatto e lui mi segue, ridendo ancora più forte di me. Quando smettiamo di ridere, ci guardiamo per un attimo. Mi scappa un risolino, i miei occhi guardano per un secondo il pavimento e poi schizzano in alto, incrociando i suoi. Ross ha un sorriso nervoso e dolce nello stesso tempo, io continuo a guardarlo negli occhi. Sto per parlare ma lui mi coglie di sorpresa e mi stampa un bacio sulle labbra. Si allontana subito, come se avesse pensato di aver appena fatto la cosa più sbagliata a questo mondo.  Guardo il vuoto, stupita, poi torno a lui e sorrido. Guardo il suo petto, alzo un sopracciglio, gli metto una mano sul collo e mi avvicino a lui: le nostre labbra si fondono per bene questa volta.  Il mio corpo si avvicina spontaneamente al suo; le sue mani mi sfiorano il viso, poi mi accarezzano la schiena,  scendono fino ai fianchi e li afferrano avvicinandoli ai suoi. Il cuore mi batte forte, quasi non capisco cosa mi sta succedendo. La musica e le voci scompaiono, rimane il nulla. E noi due. 

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Capitolo 7
*** Cosa potrebbe esserci di meglio? ***


Ross ribalta la situazione: ora sono io contro il muro. Si avvicina di più con il resto del corpo, mantenendo sempre le labbra sulle mie, e un brivido mi percorre la schiena. Ci stacchiamo e apriamo gli occhi. Vedo i ragazzi dietro Ross e sento la musica, ma è come se tutto questo non ci fosse. E’ davanti a me, ha una mano appoggiata al muro, l’altra sul mio viso. Mi guarda dritto negli occhi e lo stesso faccio io, perché sembra soddisfatto?
“Uhm…Ross?”
“Cosa?”
“A che stai pensando?”
“Ci siamo baciati, giusto?”
“Giusto…ti va di parlarne?” dico abbassando lo sguardo. Tempo fa successe più o meno la stessa cosa con un ragazzo, la sua risposta fu: “No, è stato spontaneo.” E stop.
“E’ una cosa che volevo fare da un po’…” mi dice imbarazzato.
“Davvero?”. I miei occhi tornano a guardare i suoi e non riesco a fare a meno di sorridere.
“Davvero.”
Ross ha uno sguardo dolce mentre studia il mio viso. Sta un po’ in silenzio, poi continua a parlare.
“Non sei cambiata di una virgola, a parte il fatto che sei più alta e più…bellissima…” dice incerto: non riusciva a trovare le parole giuste.
“Tu invece sei del tutto uguale al Ross di un anno fa: meraviglioso. Solo che un anno fa non riuscivo a vederlo… non so come tutto sia cambiato, so solo che quando ti ho visto mi sei sembrato un altro.”
“In che senso?” mi chiede Ross perplesso, forse ha paura che non mi piaccia più.
“Nel senso che quando mi hai detto della partenza, ci sono rimasta male, ma stavo male perché partiva un mio caro amico. Il giorno in cui ci siamo detti addio sono stata male perché avevo detto addio a qualcosa di più importante. Forse lì ho cominciato a capire, anche se ero ancora presa da Rocky… ma la cotta per lui è passata subito, come ho detto prima.”
“E’ passato un anno...sei contenta per il ritorno del tuo migliore amico o per il ritorno di qualcosa di più?”
“E’ tornata la mia vita, con te e i tuoi fratelli. Ma questa volta non voglio più dirti solo “ti voglio bene”!”
“Non voglio neanche io. Un anno senza voi, senza te, è stato anche pieno di malinconia. Ora che sono qui non ti lascerò andare, né me ne andrò io senza prima aver detto ciò che sento..”.
Ross sta zitto per un secondo, poi respira e sputa  un “sono pazzo di te, Morris, e voglio stare con te” mentre mi guarda negli occhi. E’ tornata la mia vecchia vita con i miei amici, ma alla vecchia mancava qualcosa e noi finalmente abbiamo capito.
Afferro Ross per la maglia e lo avvicino a me. Ci diamo un bacio lento, dolce e ci stacchiamo, poi Ross mi guarda sorpreso.
“Torniamo in pista, Lynch?” gli chiedo sorridendo.
“Andiamo, Morris!” risponde lui.

OH.MIO.DIO. Ci siamo baciati! No, non può essere. Io e Ross. Io e ROSS. Cioè…Ross…!
Sto accucciata nel letto, la luce è spenta e c’è un buio fittissimo, anche se entra una luce fioca dalla finestra.
Ho gli occhi aperti , penso a lui e a ciò che è successo oggi: in poche ore è cambiato tutto, in meglio ovviamente. Sblocco il cellulare e guardo un po’ di foto che ho fatto con Abby prima dell’incontro con i Lynch e dopo la loro partenza. Cavolo quanto siamo cambiate! In alcune foto ho un sorriso malinconico, in una in particolare: Rocky ci aveva appena raccontato della sua cotta per Natalie. Per fortuna Ross non ha mai parlato di ragazze quando stava a Miami!

“Giù…Giù?” mi sveglia qualcuno…sembra papà. Ma che vuole?!
“La scuola è finita! Fammi dormire” è tutto ciò che riesco a dire senza nemmeno aprire gli occhi.
“C’è Rydel!”
“Rydel?! –apro gli occhi e guardo papà- Che ore sono?”
“Mezzogiorno..”
“Mezzogiorno?! Oddio quanto ho dormito?! –scatto giù dal letto e corro in bagno- Dille di aspettare un attimo: mi vesto, mi do’ una sistemata e scendo.” Dico quasi urlando mentre mi guardo allo specchio.
“Agli ordini!” risponde papà.
Sciacquo il viso metto un filo di matita, lavo i denti e corro in camera per cercare i vestiti, nel frattempo canto “Call me maybe” anche se non so perché proprio questa canzone.
Hey, I just met you, 
and this is crazy, 
but here's my number, 
so call me, maybe? 
Na na na na na  na… che metto? Ci sono: shorts a vita alta e camicia dentro gli shorts…massì, mettiamo pure un bel paio di Vans a fiori! Pettino, modello un po’ i capelli e scendo giù. Dalle finestre entra la luce del sole e ciò mi rallegra. Ma perché oggi sono così felice? Scendo le scale saltellando e continuando a cantare e mi trovo Rydel con un super sorrisone in soggiorno. Ha un vestitino nero a fiori e un gilet, la chioma bionda raccolta in un semplice chignon. Corro ad abbracciarla e le stampo un bacione super rumoroso sulla guancia sinistra.
“Ehi, come siamo felici sta mattina! Ti sei per caso trovata Robert Pattinson in camera poco fa?”
“Meglio, cara, molto meglio!” rispondo felice.
“Meglio di Robert Pattinson?! - mi chiede Rydel sconvolta- Cosa potrebbe esserci di meglio di un bacio da Robert Pattinson?!”
“Un bacio da Ross Lynch!” rispondo senza pensare, mentre guardo sognante i fiori sul davanzale della finestra.
“Tu e Ross? Oddio che bella notizia, sono felicissima!” dice lei entusiasta, ha di nuovo quel sorrisone.
“Poi ti racconto! –dico ancora sognante, poi torno in me- Ti va di salire in camera mia?” le chiedo sperando in un “sì”.
“Ovvio! Andiamo.”
Io e Rydel saliamo le scale, poi lei si precipita in camera mia, afferra il pomello della porta e dice “Dai, sbrigati”.
“Arrivo, arrivo!”.
Rydel chiude la porta,si butta sulla poltrona sacco e per un pelo non finisce per terra. Scoppiamo a ridere per qualche secondo, poi lei si siede.
“Come mai sei venuta fino a qui?”
“Volevo proporti un’uscita al cinema…saremo noi, i miei fratelli, Ellington ed Abby !”
“Certo che vengo, stasera poi fanno quel nuovo film con Jennifer Aniston!”
“Già! Ovviamente sono venuta anche per vedere se quello che pensavo fosse vero! Dai, raccontami com’è andata!”
“Come sei curiosa…” dico sospettosa, lei sa qualcosa, ne sono certa.
“Hai idea di quanto mi abbia rotto le scatole quella scimmietta? Finalmente ti ha baciata!”
“E perché non ti ha detto niente?”
“Ma che ne so, con la scusa della stanchezza se n’è andato subito a dormire, non ha detto una parola a nessuno!”.
 Mentre racconto, le immagini scorrono nella mia mente e sento le farfalle nello stomaco, come se stessi tornando indietro di qualche ora. Ripensare a Ross che mi guarda con uno sguardo colpevole mi fa sorridere: si sbagliava e gliel’ho fatto capire subito, quel bacio non è stato uno sbaglio. Parlare con Rydel di ciò che è successo mi aiuta a liberarmi.
“Che carini!” sono le sole parole che escono fuori dalla bocca di Rydel, finito di ascoltarmi.
“Ehi, è quasi pronto! Rydel, resti con noi?”. Mia madre spunta all’improvviso dietro la porta.
Vado ad aprire la porta e guardo Rydel.
“Grazie signora, ma dovrei proprio tornare a casa! Non ho fatto caso all’orario.” Risponde Rydel molto cortesemente.
“Oh, allora sarà per un’altra volta!” dice la mamma, poi si gira e scende in cucina.
“Va bene, è ora di andare!” mi sorride Rydel.
“Ti accompagno, ho proprio bisogno di fare un giro!”.
Avviso la mamma ed usciamo. Mentre camminiamo verso casa Lynch, parliamo di com’è cambiata Los Angeles e dei nuovi professori a scuola.
“Ti mancano i tuoi amici di Miami?” chiedo io un po’ triste, ho paura della risposta.
“Un po’ si, ma sopravviverò. Sono contenta di essere di nuovo a casa!” mi sorride lei.
In pochi minuti arriviamo davanti casa Lynch.
“Non dirgli che te l’ho detto!”
“Tranquilla, lo costringerò ad ammetterlo. Tu non mi hai detto nulla!” Rydel mi fa l’occhiolino ed entra in casa.
Comincio a correre verso casa mia e in 3 minuti sono davanti alla porta.
"Ehi, gioia vieni a mangiare!" dice mamma dalla cucina.
Mentre cammino guardo il pavimento e penso ad una frase che mi disse Abby qualche settimana fa: "Spero tanto che ritornino! T'immagini che bello se fossero qui per l'estate?".
 

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Capitolo 8
*** E' ufficiale! ***


Sento il cellulare dalla camera da letto. Perché proprio ora?!
“Paaaaaaaa!! Il cellulare!” urlo da dentro la doccia sperando che mio padre mi senta.
“Arrivo…”
Dio ti ringrazio! Sento mio padre avvicinarsi.
“E’ Ryland! Ma sti ragazzi hanno tutti nomi uguali?!”
“Nessun commento! Cellulare”.
Metto la mano fuori dalla doccia, prendo il cellulare e con le dita bagnate riesco comunque a rispondere.
“Pronto, Ryland?”
“Ehi, a che punto sei?”
“Uhm…al momento sono sotto la doccia.”
“Noi siamo tutti pronti, aspettiamo che Abby e Rydel finiscano di truccarsi” dice Ryland con un tono seccato. Sento Elligton che urla qualcosa tipo “Ragazze, i capelli stanno diventando bianchi! Datevi una mossa!” e subito dopo Rocky che dice “Ehi, ragaaazziii, come mi sta questo rossetto?”. Come posso fare a meno di ridere?!
“Va bene, datti una mossa che aspettiamo te!” taglia corto Ryland.
“Datemi 10 minuti!”.
Indosso un bodysuit nero sotto una gonna aderente coloratissima, delle ballerine nere e raccolgo i capelli in uno chignon intrecciato con delle ciocche ondulate ai lati del viso. Mando un messaggio a Ryland: “Sono pronta, dove ci vediamo?”.
“Stiamo passando, scendi!”, risponde lui.
Scendo lentamente le scale, il cuore mi batte forte e ho una strana sensazione allo stomaco. Sono letteralmente terrorizzata all’idea di rivedere Ross! Ok Giulia, inspira ed espira… Sono diventata come Abby! Ero io che le dicevo “non ti mangia mica” l’anno scorso e avevo ragione. Stai tranquilla, è Ross! Solo che sta volta, se va male, rischio di prendermi un bel “ho capito che è meglio se restiamo amici” in piena faccia. No no no no no no, non succederà.
Sento la voce di Riker che mi chiama mentre suona il campanello. Perfetto, morirò tra 3…2…1…
“Ehi, andiamo?”. Mi ritrovo Ross davanti con un gomito appoggiato al muro che mi guarda dalla testa ai piedi, quasi stupito. Ha una maglietta grigia a V che gli mette in mostra il collo e i muscoli delle braccia, un paio di jean strappati al livello delle ginocchia, delle Converse e un paio di Ray Ban sulla testa che lasciano cadere delle ciocche d’oro sul viso. Lo guardo bene anch’io e rimango imbambolata per qualche secondo.
“Giulia?” mi chiama Rydel. Mi ricompongo e noto che gli altri ridono sotto i baffi, tranne Rydel (probabilmente perché sa cos’è successo) e Ross, che mi guarda in silenzio.
“Si, andiamo…” rispondo io rendendomi conto della brutta figura che ho appena fatto.
Cominciamo a camminare e noto che Rydel e Ross si lanciano occhiatacce, poi Rydel si avvicina, mi da’ una gomitata e mi dice a bassa voce “Che avevi poco fa? Hai visto come ti guardavano gli altri?”
“Hai visto come mi guardava Ross?!” rispondo con un tono forse troppo alto. Mi giro verso destra e incrocio il suo sguardo, gli rivolgo un sorriso come per dire “tranquillo, non stiamo parlando di te” ma Ross mi risponde alzando semplicemente un sopracciglio e guardandomi come per dire “ma davvero?”. E siamo a due figuracce.  Abbasso lo sguardo e torno a guardare Rydel.
“Perché, che ha fatto?” mi chiede lei curiosa.
“Non ha fatto proprio niente!” dico mordendomi le labbra.
“E allora perché ti sei bloccata?”
“L’hai visto?” cerco di farmi capire senza parlare direttamente.
“Si…che ha?”
“Rydel, è tuo fratello. Non mi aspetto che tu capisca…-Rydel mi guarda perplessa, così taglio corto- c’è che è meraviglioso, cavolo! Poi mi ha guardata dalla testa ai piedi, sembrava volesse mangiarmi!”
“E allora, non è un buon segno? Perché ti preoccupi tanto?”
“Non mi preoccupo, è che vorrei ammazzarlo. Non può presentarsi così dopo avermi baciata. Perché ci sto pensando, è come suicidarsi! Basta, devo distrarmi…almeno finché non arriviamo in sala, poi potrò guardarlo fino a sciogliermi!” mi sfogo.
“Uhm…” dice Rydel guardando dietro di me. Mi giro e vedo Ross leggermente imbarazzato, sembra voglia dirmi qualcosa. Rydel si allontana e raggiunge gli altri, Ross mi ferma e quando gli altri sono troppo lontani per sentirci, camminiamo lentamente e lui comincia a parlare.
“Ehi…sei bellissima!”
“E tu sei…togli il fiato”
“Uhm…sei la mia ragazza, giusto?”
“Beh, immagino di si. Ma se lo sappiamo solo noi non è ufficiale..”
“Hai ragione, dovremmo dirlo agli altri!”
“Non ci hai ripensato? Sei sicuro?” dentro di me si accende qualcosa.
“Perché dovrei?”
Rispondo alla sua domanda con un abbraccio che lui automaticamente ricambia.
“Ehi ragazzi! –esclama Ross- dobbiamo dirvi una cosa!”
“Spero per te che sia ‘Ho appena trovato dei pattini a reazione’ perché siamo in ritardo!” risponde Elligton sarcastico.
“Sorry, Ratliffe, ma non si tratta di questo.” dico io sorridendo, poi io e Ross ci guardiamo e parliamo contemporaneamente. “Io e Ross stiamo insieme!” “Io e Giulia stiamo insieme!”.
I ragazzi stanno in silenzio un attimo, poi i Lynch (+ Elligton) vanno verso Ross e gli danno delle pacche sulle spalle e dicono “Finalmente!” o “Vi siete decisi!”, mentre Rydel mi sorride ed Abby esclama “Che carini che siete! Auguri!”.
Ross mette un braccio intorno al mio collo e io, essendo troppo bassa per fare lo stesso senza sembrare una scimmietta, gli cingo i fianchi.

What's up? Direi che ci voleva un angolino in cui scrivere e parlare, sbaglio? Vorrei chiedere scusa per non aver caricato il capitolo prima e per aver scritto pochissimo sta volta: la febbre ha voluto prendersela proprio con me! Grazie a tutte le ragazze che recensiscono e in generale tutti/e quelli/e che stanno seguendo la mia storia. Al prossimo capitolo! ;)
PS. Se avete consigli o domande, scrivetemi! 

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Capitolo 9
*** Mozzarella filante ***


“Giù, vuoi Coca?”.
Rocky mi allontana dai miei pensieri e mi fa tornare alla realtà.
“Cosa? Ah, no grazie!” rispondo io. Torno a fissare lo schermo senza però prestare attenzione al film, stranamente lo trovo straordinariamente noioso. Eppure Ross ha riso tutto il tempo. Lascio perdere i pensieri e mi concentro su questa scena: un ragno ha morso il ragazzo…dove non batte il sole.  Sento un verso strano accanto a me, mi giro e vedo Ross che lotta per non morire soffocato. La sua risata è la cosa più dolce del mondo, ma quando Ross comincia a ridere in questo modo, non puoi fare altro che morire dal ridere insieme a lui.
“Ti. Prego. Smettila!” dico a Ross con quel poco fiato che mi resta.
“Non è colpa mia! Smettila tu!” sputa lui continuando a ridere.
“Io rido perché ridi tu!”
“Io perché vedo te ridere!”
“UCCIDETELI!” urla Rocky all’improvviso.

Usciamo dal cinema felici del pomeriggio trascorso e dopo aver deciso, ci incamminiamo verso il pub/pizzeria dove io ed Abby abbiamo conosciuto i Lynch.
“Ma ti ricordi?” mi chiede Abby con un sorriso malinconico stampato sul volto.
“Eh già…Ciuffo e i fratelli. Ma ti ricordi…-abbasso il tono di voce-…quanto era vanitoso Ross?”
“E certo che mi ricordo. Io ero praticamente cotta!”
“Io adesso sono cotta.”
“Com’è stato?”
“Cosa, il bacio?”
Guardo Abby annuire e continuo: “E’ stato…diverso. Come primo bacio sarebbe stato perfetto!  Ma comunque, primo bacio o no, è stato comunque meraviglioso e perfetto!”
“Come lui, eh?” dice Abby con un tono divertito.
“E smettila! Anche tu dici queste cose di Justin quindi niente battute!”
“E va bene, la smetto…che belli che siete!”
Abby corre verso Rydel e si siede accanto a lei, io raggiungo Ross e mi metto praticamente appiccicata a lui.
“Ehi, mi chiedevo…domani ti andrebbe di passare da me? Volevo farti vedere una cosa!” mi chiede Ross a bassa voce.
“Si, certo! E’ una sorpresa?”
“Oui!” mi sorride lui.
Una sorpresa?? Wooow, non vedo l’ora di sapere cos’è! Mentre provo a ipotizzare il possibile motivo della sua proposta, la cameriera si avvicina con le pizze in mano: si mangia! El e Riker fanno i cretini con la mozzarella filante, Ryland si rovescia la Pepsi addosso e io a momenti mi strozzo per le risate. Mi giro e vedo un bimbo che cerca di imitare “la danza della lingua” di Riker nel tentativo di non far cadere la mozzarella sul piatto, si sta proprio sforzando!
“Ragazzi, guardate che dolce quel bambino! Ti sta imitando, Rik!” dico io dopo aver ingoiato l’ultimo boccone della fetta di pizza.
“Oh che dolce, guardatelo!” dice Riker con la bocca piena.
“Ingoia prima, animale!” lo rimprovera Rydel
“ANIMALE!” gli urliamo tutti ridendo.
“Gne gne!”
Ross mi da un paio di baci sulla guancia e addenta la sesta fetta di pizza margherita, io gli sorrido e ricambio i baci, aggiungendone altri 3.
“Piccioncini, mi dispiace interrompervi, ma c’è gente che mangia qui!” dice El per stuzzicare Ross.
“Zitto tu!” rispondo io dandogli un colpo sulla spalla destra con la mia borsetta.
“Aggressiva la ragazza qui!” dice El massaggiandosi la spalla.
Gli faccio uno sguardo per dire “che ti aspettavi?!” e torno a mangiare sorridendo.

Ehi ragazzi/ragazze/padelle (?) ! Scusatemi tanto se non ho continuato, ma tra scuola e impegni sono riuscita a scrivere un pezzettino ogni volta che ho acceso il computer. Spero vi piaccia, a presto con il prossimo capitolo! <3 Ah, per la storia della risata di Ross...una volta ho riso 22 minuti sentendo la sua risata in un video. Mia madre quasi non mi ha portato al pronto soccorso, stavo letteralmente morendo. Non sto scherzando. AHAHAHAHAH vabbò, evaporo! Ciaooo

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Capitolo 10
*** Il regalo per Justin ***


E’ sera, aspetto Abby e gli altri davanti al cinema. Stranamente fa molto freddo e sono stata costretta a indossare una giacca e un foulard, ma l’estate non era appena iniziata? Mi metto all’entrata e mi riparo dalla pioggia, mentre guardo le macchine sfrecciare velocissime. Ross compare da dietro l’angolo, seguito da Abby.
“Ciao Abby, ciao amore! –mi avvicino a Ross per baciarlo ma noto che sono soltanto loro due- Dove sono gli altri?”
“Non sono voluti venire. Abbiamo una notizia!” annuncia Abby entusiasta.
“Che notizia?”
La mia voce all’improvviso rimbomba nella mia mente, la vista diventa sfocata e a fatica riesco a distinguere la figura di Ross che si avvicina a quella di Abby per baciarla.

Apro gli occhi. Era solo un incubo, o almeno credo. Mi bruciano gli occhi! Alzo la testa e noto che le lenzuola sono sul pavimento, a destra del letto, mentre il cuscino è sotto la mia spalla. Ma che ho combinato?!
Mi alzo, sposto i capelli dal viso e sistemo il letto.  Dalla finestra entra una luce talmente forte che m’infastidisce e mi costringe a chiudere. Ma che sono, Dracula? Perfetto, ora mi gira pure la testa.
Prendo il cellulare e trovo la bellezza di 6 chiamate da parte di Rydel ed Abby. Cominciamo con Rydel.
“Pronto?”
“Ehi, scusami: stavo dormendo. Perché mi hai cercata?”
“Io ed Abby siamo da Sephora per cercare un regalo per Justin ed Abby voleva un tuo consiglio. Ci puoi raggiungere?”
“Si, certo! Mi vesto e arrivo, aspettatemi lì!”
Indosso un paio di shorts e una camicia molto leggera, metto il profumo e vado. Durante il tragitto in macchina ascolto un paio di canzoni dei Muse e quando arrivo davanti al centro commerciale, saluto papà e raggiungo le ragazze.
“Ma quanto c’hai messo, 30 anni?!” mi dice Abby mentre mi avvicino.
“Ti ricordo che siamo a Los Angeles, tesoro…Allora, idee?” rispondo mente saluto Rydel con un bacio sulla guancia.
“Si, uhm…avevo pensato che questo potrebbe piacergli…”.
Abby prende un campioncino e me lo avvicina al naso per farmi sentire, ma riconosco subito la colonia.
“Ehi, ma è Gaultier!”
“Brava, come hai fatto a indovinare?”
“Non puoi prendergli la stessa colonia di Ross!” rispondo io quasi offesa. Abby sa che lui usa questa, Justin non può avere lo stesso odore del mio ragazzo! Rydel guarda altrove imbarazzata, secondo me ha capito qualcosa.
“Ehi, parla piano che ci sentono! Comunque, Abby, Giulia ha ragione, ce ne sono altri 3000 di profumi. Ne troverai sicuramente un altro!” aggiunge infine Rydel.
“Cosa? Sono qui?” chiedo io curiosa.
“Si! Ross, Ryland e Justin. Ci siamo messe d’accordo con loro per far allontanare Justin e prendergli il regalo. Sono qui dietro, guardano scarpe.” Mi spiega Rydel.
“Ho capito, scusate.” Dico io con il tono di chi ha appena fatto una figuraccia.
“Comunque hai ragione, scusa Giù…Oppure c’è questa, è Dior.”
Abby avvicina il campioncino a noi che studiamo il profumo.
“Questo è buono! –dice Rydel mentre Abby prende un altro Dior- Quello non te lo consiglio: è fortissimo e fa venire la nausea..”. Rydel fa una smorfia ed Abby automaticamente rimette a posto quella boccetta tanto attraente.
“Ragazze, non vorrei allarmarvi…ma Justin sta venendo qui..” dico io preoccupata. Segue un attimo di silenzio, poi io e le altre ci precipitiamo nel reparto “Women Fragrances” e ci fingiamo interessate a un Calvin Klein.
“Ehi ragazze che dite, and…Giulia! Ciao, da quanto sei qui?” dice Justin
“Justin, ehi. Ciao. Uhm…non da tanto in realtà. Ho visto da poco un messaggio di Rydel e ho pensato di raggiunger..vi.”
“Resti con noi per pranzo? Avevamo pensato di andare da Burger King!”
“Si, perché no?” gli sorrido io.
“Vado a chiamare gli altri…ah, stanno arrivando!”
Ross e Ryland vengono verso di noi, ma non ci hanno ancora visti. Finalmente Ryland riesce a trovarci e fa segno a Ross che, non appena mi vede, corre verso di me e mi stampa un bacio sulle labbra.
“Ehi!” mi dice lui felice.
“Ehi!” rispondo io abbassando la voce, ma con lo stesso tono del suo.
“Da quanto sei qui?” mi chiede lui abbracciandomi da dietro.
“In realtà da non più di 5 minuti. Ciao Ryland!”
“Hola!” mi risponde lui facendomi l’occhiolino.
“Voi avete finito?” chiede Ross con uno sguardo complice rivolto alla sorella.
“In realtà, no. Volete andare da Burger King intanto? Noi vi raggiungiamo in 2 secondi!” risponde lei.
“D’accordo, andiamo ragazzi? Le signore hanno da fare…A dopooo!” dice Ross, cantando la fine della frase.
I ragazzi escono dal negozio e si avviano verso l’area ristoro, nel frattempo Abby e Rydel decidono e vanno alla cassa. Io rimango imbambolata a guardare Ross che cammina.
“Giulia? Buongiorno tesoro, Abby ha scelto il Calvin Klein alla fine…Ma ci sei?” mi dice Rydel.
“Eh? Si, ci sono…” rispondo guardando lei.
“Ok che ha un bel culetto, ma te lo stavi letteralmente divorando con gli occhi!”
“Cosa, culetto? Io veramente gli stavo guardando le spalle…e comunque è il mio ragazzo, ho tutti i diritti per farlo! Oh.” Rispondo io sorridendo.
“Ragazze, ho fatto! Andiamo?” dice Abby dalla cassa.
Mi giro e vedo i ragazzi infondo al corridoio, così prendo la mano a Rydel (che a sua volta prende quella di Abby) e comincio a correre come una forsennata chiamando Ross per dirgli di aspettarci. Nessun risultato, c’è troppa confusione. Raggiungiamo senza fiato i ragazzi che non si erano accorti di noi fino a quando non abbiamo camminato accanto a loro e arriviamo in pochi secondi al BK.
“Io voglio una doppia porzione di patatine!” esclama convinto Justin.
“E poi non dovremmo chiamarti chubby bunny…” dice sarcastica Abby.
“Sei un grassone!” dice Ross ridendo.
“Ehi, parla per te!”
“Non prendertela, ma Ross è sicuramente molto più figo di te.” Rispondo io vantandomi.
“Ha ragione Ross, sei un grassone! …Ma dai scherzo, però se continui a mangiare lo diventerai!” dice Abby
“Oh, ho fame e mangio. Problemi?”
“Nessuno!” dice infine Ryland.
Prendiamo gli hamburger, le bibite e le patatine e prendiamo posto in un tavolo vicino ad una vetrata che mostra il giardino coloratissimo del centro commerciale.

 

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Capitolo 11
*** Say you'll stay ***


“Vacci piano o ti strozzi!”
El mangia come un animale e Ross lo avverte, ma lui rallenta un attimo e poi riprende a mangiare come prima. Ci ha raggiunti ai tavoli del Burger King insieme a Rocky e Riker. Ross alza gli occhi al cielo, poi il suo sguardo si sposta su un cagnolino che camminava con in bocca un bastoncino.
“Guardate che bel cucciolotto!” dice lui con uno strano sorriso e un tono particolare. Di solito ha questo tono quando parla ad una fetta di pizza Hawaii…e lo fa sembrare un perfetto idiota. Come al solito mi fa sorridere, ma poi rifletto sulla sua affermazione.
“Che dolce che è!”
“Già, me lo mangerei con sopra la nutella! Ma shei piccolino shei!” dice El prendendoci in giro.
“Lascia stare la Nutella, quella non si tocca!” rispondo io
“Perché? E’ italiana!”
“Io sono Italiana! Shh.”
“Sei Italiana?!” dicono tutti in coro.
“Si, sono venuta negli Stati Uniti a 8 anni.” Spiego io, poi addento un’altra patatina fritta.
“E com’è?” mi chiede Ryland curioso.
“Bellissima, nessun paese ha i paesaggi che abbiamo noi, è unica. Solo che ultimamente la situazione non è proprio bellissima, per questo siamo venuti. Siamo andati a stare un paio di mesi dai miei cugini di Palos Verdes, poi abbiamo trovato casa qui a Los Angeles. Ora ho la vita che sognavo da bambina!” e addento altre tre patatine.
“Che tenera!” dice Rydel
“Dove stavi quando abitavi in Italia? Roma, Milano..?” chiede Riker
“In Sicilia…già. Però l’ho visitata tutta l’Italia. Roma è meravigliosa, ragazzi. Ora basta parlare dell’Italia o mi viene la nostalgia. Io non ne voglio più, chi le vuole?”
Prendo il sacchetto con le patatine e le metto al centro del tavolo, subito Rocky allunga il braccio e le prende soddisfatto mentre Riker e Ryland lo guardano male.
“Ragazzi, tutti a casa nostra?” dice all’improvviso Ross.
“Le patatine, aspetta non ho finito!” implora Rocky.
Riker lo guarda fisso negli occhi, malissimo. Rocky prende le patatine e si alza, poi usciamo e prendiamo l’autobus per andare a casa dei Lynch.
“Ciao ragazzi! Ciao Abby, ciao Giulietta!” esclama la madre di Ross facendomi l’occhilino.
“Salve signora Lynch!” le sorrido io.
“Puoi chiamarmi Stormie, te lo sei dimenticato?”
“Si, scusi…Stormie. –Abby e gli altri vanno in soggiorno e quando sono abbastanza lontani parlo- Sai qualcosa, eh?”
“Non posso parlare, ma è davvero bella!”
“Ross mi ha fatto stare sulle spine per quasi un giorno!”
“Vai, ti stanno aspettando.  Vi porto i dolcetti intanto!”
“Grazie.”
“Ah, Ross è in camera sua.”
“Lo raggiungo subito!”
Stormie mi sorride e mi fa l’occhiolino, poi salgo le scale e busso.
“Eccoti, vieni: voglio farti sentire una cosa. L’ho scritta con i miei fratelli.”
Mi siedo sul letto, di fronte a lui, mentre Ross prende la sua chitarra acustica e comincia a suonare. Divento letteralmente di pietra sentendo la sua voce accompagnare il suono della chitarra.
“It's summertime, and you are all that's on my mind,
Everyday. 
It seems like we,
Could stay up and talk through the night. 
Oh what do you say? 

Say you'll stay, hey.
I just keep on wishing everyday, hey.
No More running around, running around 
Running around, 
When I'm Around, 
Just say you'll stay. 

And who-oo knows,
when we are together, 
We never wanna go, oh-oh. 
And you're not
For Any kind of weather. 
I just need to know, to know, 
That You, 
You'll be, there, 
Everytime I need you. 

Say you'll stay, hey.
I just keep on wishing everyday, hey.
No More running around,
Say you'll stay, hey.
I just keep on wishing everyday, hey.
No More running around, running around 
Running around, 
When I'm Around, 
Just say you'll stay.”

Le sue dita pizzicano l’ultima volta le corde della chitarra, lui mi sorride timido e i suoi occhi studiano il mio viso. Sto zitta un altro paio di secondi e non sapendo che dire, mi avvicino a lui e lo bacio con forza.
“Che ne dici?”
“Dico che è stupenda!”
“L’ho scritta pensando a te, quando eravamo a Miami.”
“E’ stato un pensiero dolcissimo, non so cosa dire, davvero.”
Ross pizzica di nuovo le corde e canta “Just say you’ll stay”.
Lo abbraccio e gli dico “Non vado da nessuna parte!”

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Capitolo 12
*** New Life ***


16 ottobre 2013.

Sfreccio veloce sulla strada bagnata, il vento freddo mi fa lacrimare gli occhi e mi sembra di respirare fiamme di ghiaccio. L’aria profuma di terra bagnata, le luci illuminano gli angoli bui della strada ed è forte il rumore delle ruote che corrono sull’acqua. Canticchio in mente “Castle of glass” dei Linkin Park e mi godo l’atmosfera invernale che rende tutto calmo e piacevolmente triste. Ciò mi fa sentire in armonia con il mio umore, ultimamente. Imbocco l’autostrada: vado via, torno a casa a riprendermi la vita.

In lontananza vedo una coda lunghissima e, messa in fila, tolgo il piede dall’acceleratore e chiudo un attimo gli occhi. Buio. Intorno a me l’inverno. Gli occhi non ne vogliono proprio sapere di smettere di lacrimare, ma non le asciugo quelle lacrime, stanno benissimo sulle mie guance. Ne fanno parte ormai da un bel po’, come le rughe sul viso di un anziano.  Una strana ansia invade il mio corpo, generando una fastidiosa nausea e una voglia tremenda e irrefrenabile di scomparire. Pouf. E Giulia Morris non esiste più.  Ma, sfortunatamente per me, non è stato ancora inventato il teletrasporto.

Lo schermo del cellulare s’illumina in continuazione. 5 chiamate perse. 6, 7…ho smesso di tenere il conto non appena ho trovato qualcosa di più “entusiasmante” da fare, se così si può dire.
Accendo seccata la radio, inserisco un cd a caso e parte “Undisclosed desires ” dei Muse. Respiro a pieni polmoni l’aria fredda che continua a bruciarmi le narici e mi rilasso approfittando del buio.
Il cellulare s’illumina per l’ennesima volta, adesso mi ha veramente stancata! Lo prendo tra le mani tremanti per l’ansia…3 chiamate. Di Ross, sta volta.  Spengo il cellulare e con rabbia lo getto da qualche parte sul sedile accanto al mio, credo.
La coda comincia a muoversi e quando la strada è finalmente mia, spingo l’acceleratore con tutta la rabbia possibile e sfreccio veloce, ancora, verso casa. La mia vera meta è la mia vecchia vita in realtà, ma tornare dai miei è un buon inizio. Spero: questa storia è durata anche troppo.

Mancano 20 minuti all’arrivo, meglio chiamare i miei per non farli preoccupare troppo. Mi fermo davanti ad un bar e cerco il cellulare sperando non sia rotto. Non lo è, per fortuna. Avviso mia madre e non appena chiudo la chiamata, il cellulare comincia a squillare: Ross. Non mi lascerà mai in pace!
“Cosa c’è?”
“Hai risposto finalmente! Dove diavolo sei?!”
“Ross…io…sto tornando a casa mia.”
Pronunciare il suo nome all’improvviso diventa una tortura.
“A casa tua?!”
“Si, a casa mia, a Los Angeles! Sono adulta e libera di fare ciò che voglio, proprio come hai fatto tu!!”
Stacco. Questa è stata l’ultima volta, non voglio più sentire la sua voce.

Il mal di testa mi rende difficile continuare verso casa, ma non mi arrendo. Le luci e i rumori della città mi fanno sentire a mio agio dopo tanto tempo, mi fanno sentire finalmente a casa. Imbocco l’ultima traversa, avanzo per una ventina di metri ed eccola lì, grande, illuminata e piena di ricordi. Eccola, casa mia.

Con un sospiro mi faccio avanti e trascino le valige verso la porta, mi fermo e suono il campanello.

“Sei arrivata! Bentornata, amore!”
“Ciao mamma!”
Con un finto sorriso abbraccio mia madre che, nonostante la preoccupazione, cerca di trasmettermi un po’ del suo entusiasmo. Mi aiuta a portare su le valige e mentre aspettiamo papà, trova un modo per distrarmi e non farmi pensare a ciò che è successo: cucina.
Inseriamo il nostro cd preferito e prepariamo una bella cenetta a tema messicano in compagnia delle canzoni di Mika e di vari artisti che, stranamente, riuscii a far piacere a mia madre qualche anno fa.
Solo una sua frase fece schizzare i miei pensieri su di lui: “Dovresti controllare il cellulare, sono 2 ore che si illumina e vibra.”
La mia mente non è l’unica a schizzare su qualcosa: il mio sguardo, subito dopo, schizza sul cellulare. Ross.
“Mamma, sul serio, sono stanca. Voglio dimenticarlo, fine del discorso.”
“Va bene…mi dispiace, piccola. Vedrai che passerà tutto!”
Mia madre è molto pensierosa, lo si legge dallo sguardo, ma mi sorride per darmi un po’ di coraggio.
“Ne sono sicura…”
Rispondo con lo stesso sorriso: non ne sono sicura, per niente. L’unica cosa che vorrei fare è gridare, piangere e far uscire le mie emozioni, ma farebbe solo del male a mia madre e di conseguenza sono costretta a trattenere tutto dentro.



Salve a tutti. Chiedo venia per essermi assentata per circa 3 secoli, tra problemi familiari, di salute e impegni a scuola non ho proprio avuto tempo di scrivere. Oggi sono riuscita a ritagliare un po' di tempo e dare una fine decente a questo capitolo. Giuro, l'ho scritto sempre io. Ho semplicemente provato a cambiare stile e, confesso, ho dato sfogo alle mie emozioni e questo è ciò che è venuto fuori. Ditemi che ne pensate, aspetto le vostre recensioni (sia positive che negative, ovviamente).
Al prossimo capitolo, baci! :-*

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Capitolo 13
*** Vuoto ***


Mi distendo distrutta sul letto.
Mia madre sussurra “Buonanotte”, poi spegne la luce, chiude la porta e torna in cucina con papà.
Sto un attimo in silenzio, aspetto che i passi di mia madre siano troppo deboli per sentirli e, quando lei arriva finalmente in cucina, scoppio a piangere.

Rivedo il suo sorriso al Blanco, quando Abby ammise di avere una cotta per lui che scherzosamente chiamava “Ciuffo”. Rivedo noi scherzare e camminare per le strade di Los Angeles, sento la sua risata irresistibile, rivedo i suoi occhi lucidi il giorno della partenza, il suo sorriso al ritorno. Sento il gusto delle sue labbra, i suoi “ti amo” e sento, di nuovo, fame dei suoi occhi.
Le immagini scorrono vive nella mia mente, come se stessi guardando un film, e arrivano all’inizio della fine.
Le labbra di Maya sulle sue davanti alle telecamere, il suo “ti amo” nei camerini.

Come ha potuto?! Dopo 4 anni, come ha potuto mentirmi e farmi questo?!

Mi manca il fiato, comincio ad ansimare, mi gira la testa e urlo. Mi sento persa, mi sento inutile. All’improvviso mi sento schiacciata dal mondo e dalla mia vita, mi sento piccola e impotente.

“Lei non è più niente per me, io amo te”
“Maya ti amo”
“Giulia aspetta! Non è come sembra!”

Chiudo gli occhi e vengo risucchiata da un buco nero. Tutto sparisce, la mia mente si svuota.
Rimango solo io con il mio dolore.
Addio, Ross.



 

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Capitolo 14
*** Christmas in New York ***


24 dicembre 2013. New York.

Ore 09:34. Aspetto Rebecca sui gradini del Met con un caffè di Starbucks in mano, dovrebbe arrivare tra circa 5 minuti. Si va a fare shopping in giro per la Quinta e la Madison, tanto per cambiare.
Sento la sua voce che mi chiama e automaticamente mi giro verso di essa.
Eccola lì, la mia pazza cuginetta newyorkese con una borsa di Prada in un braccio e l’iPhone nella mano destra.
“Mi sembri uscita da Gossip Girl!” le dico con un sorriso a 32 denti.
Ci diamo due baci sulle guance, mentre lei risponde.
“Questo perché per il personaggio della VDW si sono ispirati al mio stile!”
“Ti piacerebbe, eh! Allora, dove si va?”
“A fare shopping ovviamente e poi a casa mia!”
“Ti prego nien…”
“Verrà Monica per manicure, pedicure, maschera e massaggio! Sono ricca, perché non dovrei godermi tutto questo lusso?”
“Non ne ho idea…dai, Van Der Woodsen, andiamo che si fa tardi!”

Facciamo su e giù per la Quinta strada e all’ora di pranzo ci fermiamo nel nostro locale preferito, poi ripartiamo col nostro shopping.  Le giornate con Rebecca mi stancano davvero tanto, soprattutto se siamo a New York, ma fa piacere stare con lei. Non ci vedevamo da 2 anni, anche a causa della lontananza.
La Grande Mela è diversa da Los Angeles, è per questo che adoro venire qui a Natale: le luci, il freddo, l’aria natalizia, la città, pattinare a Central Park, andare da Starbucks e godersi una bella cioccolata calda o un cappuccino, l’enorme albero di Natale al Rockfeller Center…i Natali qui sono magici, come la città.

“Rebecca…sono le 15, non credi sia ora di andare? Non ce la faremo ad arrivare in tempo per la festa! In più questi tacchi mi stanno uccidendo e le buste sono troppe…”

Sblocco con il fiatone per le corse il cellulare per far vedere l’ora a Rebecca , ma mia cugina quando si parla di shopping natalizio è difficile da convincere.

“Dai, un’altra mezz’ora! Devo tornare solo un attimo da Sephora, ho dimenticato di prendere il blush!!”, mi implora lei.
“Rebecca, hai almeno 20 blush…che te ne devi fare di un ventunesimo?!”
“Mi manca quel colore! Ti prego, ti prego, ti prego!”
“…Ti aspetto qui, vedi di sbrigarti.”

Seccata cedo, ma già so che la cosa non finisce qua…

“No, tu vieni con me!”

Rebecca afferra il mio polso e mi trascina di nuovo da Sephora. Devo dire che anch’io adoro queste cose, ma con lei anche il mio amore per i cosmetici riesce a spegnersi.
Rientriamo in quel Paradiso al femminile, pieno di luci, colori e profumi tutti diversi. Ci fermiamo davanti ad un bancone pieno di blush e, dopo averlo trovato, Becca afferra quello che voleva e con un “Woohoo” si avvicina quasi incantata alle palettes limited edition.
Conoscendo mia cugina, è meglio che stia zitta e che le faccia scegliere, come sempre, la cosa più costosa.

All’improvviso la mia attenzione si sposta sul forte profumo della colonia maschile di Gaultier e la mia mente vola sull’unica persona che, putroppo, mi ha fatta stare male in questo periodo.
Mi giro e cerco chi potrebbe aver spruzzato il Gaultier e, con mia sorpresa, vedo IL biondino dagli occhi nocciola e i muscoli scolpiti.
Rebecca nota panico nei miei occhi e mi chiama preoccupata.
“Giulia? Che è successo? Tutto bene?”
Non rispondo. Penso, com’è possibile che io abbia incontrato lui proprio qui a New York, dall’altra parte degli Stati Uniti?! Trovo immediatamente una risposta: East Coast Tour.

Rebecca corre a pagare quel blush alla cassa e in pochi secondi mi tira fuori di lì.
“Mia madre ci aspetta alle 19 al Palace…”
“Ti prego, andiamo a casa adesso. Non voglio parlargli, non voglio parlargli!”
“Giulia…ti sta guardando”
A queste parole, mi tornano in mente i tentativi di Ross di farsi perdonare e volendo evitarlo, faccio la prima cosa che mi salta in mente.
“Taxi!!!”

Un ragazzo castano si ferma davanti a noi con un gran sorriso, io non esito e apro lo sportello ma qualcuno mi prende il polso con forza. Ecco, come immaginavo.
“Giulia aspettami, sono due mesi che cerco di parlarti. Non salire, per favore!”

Non lo guardo nemmeno negli occhi, con l’altra mano stacco quella che mi trattiene lì e velocemente mi siedo e chiudo lo sportello.

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Capitolo 15
*** Heart on fire ***


Ci muoviamo a bordo di un taxi per le strade di Manhattan, il mio cuore batte forte, la mia mente cerca di scacciare il pensiero di lui.
Tra le mille buste in grembo, Rebecca riesce a trovare la borsa e a sfoderare il suo iPhone nuovo di zecca per chiamare zia Rose.

Il ragazzo dai capelli color cioccolato guarda sconvolto le innumerevoli buste scintillanti dei negozi in cui abbiamo fatto acquisti; con uno sguardo lo fulmino e il suo torna sulla strada.

Arriviamo dopo 2 minuti interminabili davanti all’entrata del palazzo in cui abita Becca e, vedendola indaffarata a posare il cellulare, pago io il tassista che ci saluta con un sorriso e facendo l’occhiolino.
Infastidita chiudo lo sportello dietro di me e mi avvio verso l’ascensore della hall seguita da mia cugina.

“Monica ci aspetta al piano di sotto, sbrighiamoci: abbiamo molto da fare!” dice lei pavoneggiandosi.
“Agli ordini…”
“Ehi, tesoro, non pensarci! Vedrai: un bel pomeriggio di bellezza tra ragazze e passa tutto. Su, su che è tardi!”

L’ascensore si apre seguito dal suono di un campanello.
Entriamo e ad accoglierci ci sono Monica e Viola, la cameriera di Rebecca. E’ tutto proprio come mi ricordavo: una colonna al centro della stanza che divide il salone dalle scale, un tavolino di legno a destra dell’ascensore con l’ennesima composizione floreale in rosa, un camino nella parete destra e la sala da pranzo a sinistra del salone. 
Viola ha portato qui due lettini e, accanto al tavolino di vetro, un carrello con tutte le attrezzature per manicure, pedicure, pulizia del viso e massaggio.

Si comincia!
Sulle note di “Fly” di Rihanna e Nicky Minaj, ci godiamo un po’ di relax e un perfetto pomeriggio di bellezza, come quelli che piacciono a noi. Devo dire che il lusso non mi dispiace, certe volte invidio Rebecca e la zia Rose.

“E adesso mancano solo trucco e parrucco!” annuncia entusiasta Rebecca.
“Per il makeup ci pensiamo noi, giusto?”
“Ovviamente! Francois sta arrivando…”
“Il parrucchiere?”
“Certo, chi se no?!”

18:57. Siamo appena arrivate al Palace per l’evento di beneficenza organizzato dalla zia Rose, qui ci saranno tutte l’elite di Manhattan e gli uomini più ricchi e potenti. Aiuto!
Entriamo e troviamo un centinaio di uomini in giacca e papillon, chi più anziano chi più giovane, accompagnati quasi tutti da donne alte e magre, con abiti di ogni colore e modello.
“Mi sembra una sfilata!” sussurro a Rebecca, non sono per niente a mio agio.
“Benvenuta a Manhattan, tesoro! Stai tranquilla, ti farò conoscere i figli degli uomini più importanti della zona, ce ne sono alcuni davvero carini.”
“…Veramente, io…”
“Su, andiamo!”

Trascorriamo la serata parlando con uomini e donne dell’alta società, sorseggiando qualche bibita ogni tanto con la musica jazz in sottofondo. Ascoltiamo il discorso della zia Rose e andiamo al buffet, infine torniamo nell’appartamento, distrutte.

Rebecca indossa la sua camicia da notte di Victoria’s Secret, pettina i capelli davanti allo specchio e mentre parliamo di alcuni ragazzi conosciuti all’evento, Viola annuncia l’arrivo di un ospite.

“Signorina Morris, il signorino Lynch è qui per lei!”
“Lynch?! Viola, dica chela signorina Morris è impegnata adesso!”
“Troppo tardi!” risponde lui.

Viola e Rebecca ci lasciano soli, all’improvviso mi sento crollare.

“Sai, in camicia da notte e vestaglia sei molto bella!” comincia lui avvicinandosi.
“Che cosa ci fai qui?”
“Sono qui per spiegarti!”
“Beh non c’è niente da spiegare! Ami lei, fine della storia.”
“Ma non è così!”
“Ross, credi che sia stupida? Credi di parlare con una bambina?! Ho sentito cosa le hai detto, non provare a negarlo!”
“Ma non lo sentivo veramente. Non lo sentivo e non sento niente per lei!”

Ross si avvicina lentamente a me, mi accarezza i capelli. La sua mano scende fino alla mia coscia e comincia a giocare con il bordo della camicia da notte.

“Non mentire con me!” dico io fredda, con la voce rotta.

La sua presa molla il bordo della mia camicia da notte semitrasparente e mi tocca i fianchi, il suo sguardo cade sulle mie labbra.  Meccanicamente mi allontano da lui e lo guardo negli occhi, sconvolta.

“Non ti azzardare a toccarmi!”
“Io ti amo ancora!”
A queste parole non ci vedo più dalla rabbia e gli do uno schiaffo sulla guancia destra talmente forte da far arrossare anche la mia mano.
Mi guarda con l’aria da cane bastonato, ma non mi fa pena. Mi fa solo ribrezzo.

“Esci, vattene e non provare mai più a cercarmi!”

Di colpo si irrigidisce e decide di arrendersi. Si avvia verso la porta e si gira verso di me, ma chiudo la porta senza guardarlo in faccia e mi appoggio la schiena ad essa, scivolando giù e scoppiando in lacrime. 

"Ti amo, Giulia, e te lo dimostrerò!" dice lui da dietro la porta e se ne va, portandosi via il mio cuore.

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Oh, oh, oh! Eccomi qui. Volevo anzitutto farvi tanti auguri di Buon Natale e dirvi grazie per le recensioni. Spero che il capitolo vi piaccia e che passiate delle belle vacanze!
Detto questo, scappo! Buone feste a tutti.
Baci! :-*

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Capitolo 16
*** Mi lascerà mai in pace? ***


“Allora, che ti ha detto?”
“Non posso crederci…”
Guardo il vuoto sconvolta, parlo piano, evidentemente, perché Rebecca non afferra la mia risposta.

“Giù! Oii! Sei morta?!”
“Ho detto che non posso crederci! Ha detto che è stato un equivoco. Un equivoco sta m…mhh…meglio che sto zitta!”
“Scusami, cuginetta, eh, ma uno più intelligente potevi sceglierlo.”
“O magari meno bugiardo. Non è colpa mia, ok? Fino a qualche settimana prima di questa Apocalisse era come sempre.”
“Chissà che è successo nella sua testolina per fare una cosa del genere…”
“Non lo so e non m’interessa saperlo. Andiamo a dormire, domani ci aspetta una grande giornata e non possiamo dormire durante il pranzo di Natale!”

Nel frattempo, Fingo un sorriso, prendo le coperte e m’infilo nel letto. Rebecca mi segue e mi abbraccia e, appena finisco la frase, si mette seria e dice mimando uno zombie “Uuuh, sono il mostro delle occhiaieeeh!”
“Tu al massimo sei la fata della scemenza! Buonanotte eh!”
“Notte Giuly!”

Spengo l’abat-jour e chiudo gli occhi sorridendo. Cerco di non pensare a quello che è appena successo, ma non ci riesco proprio.

Ok, Giulia, non è successo niente. Calma. Ispira ed espira, ispira ed espira. Domani è Natale e non puoi passarlo a piangere o a stare con il muso lungo. Pensa ai regali e a tutto quello che hai fatto oggi. Non pensare ad altro.

Più volte provo a scacciare la sua voce dalla mia mente. Niente da fare. Mi lascerà mai in pace?

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Capitolo 17
*** Magia a Central Park ***


Sbarro gli occhi per la sesta volta. Come nelle precedenti cinque, controllo l'ora sul cellulare: le 04:32. Stanca di stare a letto, tolgo le coperte di dosso e sgattaiolo sotto la doccia.
L'acqua comincia a scorrere e scivolare sulla mia pelle. Le gocce sembrano fare a gara, sfrecciando lungo la mia schiena. Il mio corpo e il mio cuore urlano pietà. La mia mente,invece, è vuota. Non penso, sto solo in silenzio, non sperando nemmeno più. Con l'acqua che bagna ancora il mio corpo stanco, mi abbandono al vuoto che fa parte di me da poco più di due mesi.

Torno a letto.

Le 06:17. Mia cugina dorme ancora, tutto tace in casa. Faccio avanti e indietro per il corridoio per qualche minuto, poi torno in bagno.
All'improvviso sento la porta del bagno aprirsi e Rebecca si ferma davanti la vasca. I miei occhi schizzano sul suo volto per cercare di capire il motivo della sua visita, ma tornano di nuovo a guardare verso i piedi, non mettendo però a fuoco nulla di ciò che trovano davanti.
"Che stai facendo?"
Lo sguardo si concentra un'altra volta sul viso di lei, ma non cambiano espressione: sono ancora spenti. Rispondo con una voce debole: "Mi ero stancata di stare a letto e sono venuta a farmi un bagno". La voce è talmente debole che l'espressione di Rebecca da nervosa diventa preoccupata.
"Perché?"
"Perché mi andava."
"Sei stata sotto la doccia due ore fa!!"
"Non riuscivo a dormire."
"Giulia che ti succede? È per quell'idiota, vero?"
Lo sguardo torna nella direzione di prima, sospiro stanca e rispondo: "Non passerà mai, vero?"
Rebecca prende un accappatoio, mi fa alzare e mi avvolge con questo per asciugarmi. Mi porta in camera, mi fa sedere sul letto e chiama più volte Viola a gran voce. Rimane in silenzio qualche secondo, in cerca di una sua risposta. Niente. Si lamenta a bassa voce e seccata, mi dice di rimanere dove sono e scende a chiamare la cameriera. Eseguo gli ordini, tanto non ho voglia di muovermi. Respiro con calma, fisso la parete di fronte a me e l'accappatoio, troppo grande, scivola, lasciandomi quasi del tutto nuda, ma non me ne curo.
Buon Natale, Giulia.

Rebecca torna seguita da Viola, con in mano un vassoio con un croissant, un bicchiere di succo e un piatto pieno di frutta.
"Su, mangia. Sei pallida e se non mangi finisce che ti senti male"
Rebecca tenta di convincermi. Si siede accanto a me e mi fa indossare una felpa larga e pesante. A quel punto, la stanchezza viene meno e rispondo alle preghiere del mio corpo, che mi implora di mettere fine a questa situazione.
Ringrazio Rebecca e Viola. Ora mi sento meglio. L'arrivo dei miei genitori mi mette un po' di allegria, e finalmente reagisco, cercando di tenermi occupata tutto il giorno per non pensare alla scorsa notte.
Mi siedo davanti allo specchio con mia cugina e, con la musica a tutto volume, cominciamo a truccarci e farci belle per questa giornata. Indossiamo i vestiti comprati il giorno prima e dei tacchi, spruzziamo del profumo e, presi cappotti, guanti e cappellini, ci dirigiamo a Central Park, dove stiamo a pattinare per un paio d'ore in compagnia della nostra famiglia.
Si respira l'aria newyorkese che tanto adoro, l'aria di Natale, in cui tutto sembra una magia. E ciò che succede adesso si avvicina alla magia. Quella oscura, però.
Rydel passa davanti a me sui pattini in compagnia di Mark e Stormie.
"Ora ne ho abbastanza!", penso, ma mentre vado verso l'uscita della pista, qualcuno mi tocca la spalla.
"Vuoi vedere che è Rydel?" penso seccata. Mi giro e...
"Giulia! Anche tu qui?"
Si rivolge a me sorpresa, come se non sapesse nulla di ciò che è successo.
"Già, sono qui con la mia famiglia. Tu che ci fai qui?" rispondo un po' perplessa, non capisco ancora il suo tono nella domanda di prima. 
"Stessa cosa. I miei fratelli sono qui in giro. Ross non c'è, tranquilla, è andato a cercare un regalo per mio padre perché come sai lo scemo si riduce sempre alla fine..."
Ancora non capisco che intenzioni abbia.
"Va bene ehm...io dovrei andare. Ciao eh..."
"Aspetta! Riguardo a ieri...mi dispiace che mio fratello si sia comportato così, però, quando si ripresenterà l'occasione, fallo spiegare. Si sente davvero in colpa"
"Rydel ascolta è molto carino che tu cerchi di aiutarlo, ma sinceramente dopo quello che ha fatto non ho più intenzione di avere a che fare con lui! Scusami! Ciao!"

Mi allontano nervosa da lei, poso i pattini e rimetto i tacchi.
“Ehi, dove vai?” dice zia Rose dalla pista
“Vado…devo fare una cosa, torno subito!”
All’improvviso cambio idea. Chiamo Rocky, voglio risolvere questa storia, una volta per tutte!

“Ehi Rocky, sì sembra strano ma sono io. Sai dov’è tuo fratello?”
“Ross dici? Certo, è appena tornato in hotel, ti do l’indirizzo!”


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Salve a tutti ragazzi! Chiedo scusa per non aver aggiornato in questi mesi, ma sono successe un po' di cose spiacevoli purtroppo e non ho potuto scrivere. Adesso sembra che il peggio sia passato, quindi ho pensato di tornare a scrivere. Che dire...spero che il capitolo vi piaccia. Buona lettura! <3

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Capitolo 18
*** Bugie e verità svelate ***


Alloggia al Plaza. Prevedibile, come al solito, e incredibilmente ricco. Mi chiedo dove sia andato a finire il ragazzo normale che ho conosciuto al liceo.

Per qualche stupido motivo il tassista si diverte a torturare i clienti con le solite canzoni su New York, o forse si diverte a innervosire me ancora di più. Come se non l’avessi capito che sono a New York. Per fortuna, riesco a scendere prima che Alicia Keys cominci a cantare il ritornello.
Mi avvicino alla reception per chiedere informazioni. Camera 186.
Decido di prendere le scale, non ho intenzione di aspettare altri due secoli per l’ascensore. Non mi preoccupo per la stanchezza, saprò riacquistare forza e lucidità appena arrivata.

Mi muovo per i corridoi. Nello stomaco non sento farfalle, sento una tremenda nausea, e una voglia tremenda di mettere fine a tutto questo. In un modo o nell’altro.
178, 179,180…di fronte a me, il corridoio si divide, e nella parete davanti trovo due frecce. Da 181 a 190 a destra.

Ok,  fra pochi metri Ross sarà davanti a me. Fisso immobile le indicazioni, cerco di riordinare la confusione creata nella mia mente. Il cuore batte forte, ma il respiro torna regolare. Mi faccio forza e giro a destra: lo trovo a 10 passi da me, davanti alla porta.
I pugni sono chiusi, i muscoli delle braccia tesi, come quelli del collo. Evidentemente sta stringendo i denti. E’ pronto, e carico, come se stia per fare a pugni con qualcuno. Lo sguardo è fisso  su di me, indecifrabile. Cerco di reprimere la paura e, ancora una volta, cerco di mostrarmi illesa. Mi faccio avanti, ora sembra rassegnato. Esita un attimo, come se volesse parlare, ma le labbra tornano a rilassarsi in un’espressione impaurita, completata dallo sguardo.
4 passi.
A velocità incredibile cambia completamente espressione:  nei suoi occhi noto determinazione, ma anche un’inspiegabile velo di speranza. Mi è sembrato che avesse incrociato le dita, ma non siamo in un film, niente rallentatore: non voleva che lo vedessi. Mi sorride, io rimango fredda. Comincia a parlare lui.

  “Finalmente ti sei decisa! Vieni pure dentro!”, cerca di sembrare più educato possibile, ma il suo inutile tentativo –accompagnato da un gesto con la mano- mi irrita ancora di più. Sembra impaurito.
  “Risparmia i convenevoli. Non sono venuta qui per prendere un the: volevi che ti ascoltassi, parla pure. Non ho tempo da perdere.”
  “Non vuoi sederti e prendere qualcosa da bere? Sembri parecchio stanca..” cerca di spiegarsi lui. Che idiota. “…ma se preferisci stare qui…”.
  “Avanti! Sentiamo cos’hai da dire.”
Chiude gli occhi, stringe i pugni per poi aprirli e fa un respiro profondo. Sembra stia cercando le parole nella sua mente. Riapre gli occhi.
   “Giulia, so bene cos’hai sentito. Posso immaginare benissimo cos’hai provato, e mi dispiace. Davvero”. Sembra voglia stuzzicarmi, e mi irrita ancora di più.
   “Non sono venuta qui per la tua compassione! Vuoi pure farmi credere che ti dispiaccia?!”
   “Non voglio farti credere assolutamente nulla. Fammi continuare, per favore”. Il suo tono stranamente calmo mi stupisce. Con gli occhi gli dico di continuare, incuriosita, non tanto irritata.
“Quel che non sai è perché ho detto quelle cose”; nota in me la voglia di parlare, probabilmente dal mio sguardo nuovamente acceso, e riprende a parlare “aspetta, non è come pensi tu: per Maia non provo nulla, assolutamente nulla. Quel che hai sentito in camerino è stata tutta una messa in scena, per la stampa”.
Adesso milioni di domande inondano la mia mente, milioni di insulti mi riempiono la gola, e una parte di me si chiede se dovrei fidarmi, adesso.
“La mia agente ha detto che dovevo far finta di stare con lei, per la stampa, il gossip e tutto, altrimenti avrei detto addio a tutto ciò per cui ho lavorato una vita. Io e lei non abbiamo nulla in comune, siamo come cane e gatto. A parte gli eventi pubblici, non ci sentiamo nemmeno tanto, siamo colleghi, nemmeno amici! Io NON voglio lei, voglio te!”.
Il mio cuore adesso è diviso in due parti: la prima parte è sollevata, felice, che in tutto questo tempo la nostra storia non sia stata una bugia; ma la seconda, la più grande, è piena di tristezza e delusione, perché tutta la nostra storia è stata cancellata da una bugia. Cerco di mantenere la calma, respiro in modo lento e profondo. La cosa mi ha colpito il cuore, e mi sta facendo male più del lecito.
   “E’ tutto?”, cerco di dire, evitando di far sentire il meno possibile il dolore dentro.
“Voglio dire, hai spiegato. Adesso cosa ti aspetti, che torni da te in qualche modo o che stia al gioco, una cosa di nascosto?”, cerco di mantenere la calma. Ross sembra confuso e rassegnato, credo non abbia neanche pensato alle conclusioni da dare dopo tutto. Sta zitto, mi guarda serio, sembra darmi ragione.
   “Posso parlare con Stella, con la stampa. Posso sistemare le cose!”
   “No, Ross. E’ la tua vita, è la tua carriera e il tuo sogno fin da bambino. Se questo ti aiuta, vivi la tua finta vita quanto vuoi: io non voglio farne parte. Avrei preferito saperlo prima: non sarei rimasta comunque, ma non sarebbe successo tutto questo, almeno. Ho sofferto abbastanza, non sono un giocattolo. Perciò divertiti, vivi il tuo sogno. Tanti auguri per la tua carriera, Ross”.
Mi giro delusa e mi allontano, senza guardare indietro. Svolto l'angolo, e con la coda dell'occhio lo vedo ancora lì; il braccio in avanti, come se avesse rinunciato ad afferrare il mio e fermarmi, e il volto triste, buio.
Lascio il mio cuore ferito a lui, e guardo avanti, verso la nuova vita che mi aspetta.


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What up? Come sta andando la vostra estate? Spero bene! Finalmente sono riuscita a completare anche questo capitolo, spero vi piaccia. Devo scappare, a presto con il prossimo! ;-*


 

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Capitolo 19
*** Paparazzi ***


Faccio gli ultimi passi verso l'uscita: una volta fuori, sarà finita. Arrivo fuori. Paparazzi. Uno di loro con un cellulare in mano vicino alla bocca si avvicina e mi dice: "Giulia Morris, la vecchia fiamma di Ross Lynch, sei qui per lui? C'è di nuovo qualcosa tra voi due?"
Decido di ignorarlo. Lancio un'occhiata, e noto che non sono affatto pochi: sono uno stormo! In esso, ne riconosco alcuni armati di macchina fotografica che in passato avevano rincorso me e Ross a Los Angeles, e qualche volta quando eravamo in compagnia dei ragazzi. Tutto è cominciato quando Ross è stato preso per il ruolo di Austin Moon, e i ragazzi hanno firmato un contratto con la Hollywood Records. Da quel momento, i fan, o meglio, le fan, hanno cominciato a diventare sempre di più. E addio privacy. Anche se devo ammettere che era divertente scappare dai paparazzi o dalle fan, sembrava di essere in un film d'azione, quando facevamo di tutto per arrivare all'auto più in fretta possibile.
Ricaccio dentro le lacrime, insieme ai ricordi, e cammino veloce con lo stormo alle costole. Non appena svolto l'angolo, comincio a correre a più non posso e mi nascondo in un vicoletto a destra, aspettando di poter uscire.
Sento una mano stringermi il braccio sinistro, mi giro di scatto.
  "Tutto apposto?"
  "Che ci fai tu qui?! Da dove sei sbucato?!"
Ross adesso indossa una felpa blu col cappuccio. Non riesco a guardarlo in faccia, mi concentro sul plettro che porta al collo.
  "Porta sul retro. Ti hanno riempita di domande eh?"
  "Ci sono abituata! Tranquillo, non rischi la carriera: non ho parlato e appena ho potuto mi sono nascosta qui!"
Rispondo fredda e torno a guardare la strada. Sono ancora fermi qui sopra.
  "Se ne sono andati?"
  "Sono ancora lì, se non facciamo piano e ci sentono...sai cosa ci aspetta. E sinceramente, non ho intenzione di stare bloccata un minuto di più qui con te!"
  "Non dirmi che ti dispiace".
Il suo tono è ironico, sembra si stia sforzando di mantenere un'espressione seria.
  "Senti, non appena quel branco di iene se ne sarà andato, tu andrai in camera tua o dove cacchio ti pare e io tornerò alla mia vita! Ok? Dobbiamo sol...-Noto che Ross ha uno sguardo allarmato- che c'è?! Perché mi guardi così?!"
  "Giulia...hai...hai alzato un po' troppo la voce..."
  "Non dirmi che.."
Mi volto a guardare, tre paparazzi si stanno avvicinando a passo di carica, con il resto dietro di loro.
  "Stanno arrivando?", chiede Ross con un tono tra il nervoso e il divertito.
Chiudo gli occhi e prendo un bel respiro. Poi li riapro e con calma e a bassa voce dico: "corri."
Ci muoviamo per delle stradine strette intorno ai palazzi e in pochi minuti riusciamo a seminare i paparazzi. Quanto tempo dall'ultima corsa!
Ci fermiamo e riprendiamo fiato. Ross è sudato, ha il viso rosso e la fronte leggermente bagnata, come i fili d'oro che si posano su di essa. Respira affannosamente, è piegato su sé stesso, le mani appoggiate alle ginocchia. Gli scappa una lieve risata, poi si ricompone e, mentre respiro a pieni polmoni e a occhi chiusi, lo sento più vicino a me. Apro gli occhi. Mi sorride.
  "Stai bene?"
  "Benissimo! Li abbiamo seminati, giusto? Bene. Addio."
Faccio per andarmene ma mi afferra il braccio e mi tira verso di sé. Il suo viso è a un paio di centimetri dal mio e mi perdo nel suo sguardo: è sincero, tenero, sembra mi stia studiando. Non voglio che se ne accorga e, mio malgrado, stacco gli occhi da lui e guardo a terra.
"Cosa c'è ancora, Ross?"
Ora sembra rassegnato.
  "Volevo solo...", dice chiudendo gli occhi e avvicinandosi a me.
La mia mano si posa automaticamente sul suo petto e lo spinge per allontanarlo, poi si posa sulla sua mano, e la toglie dal mio braccio. Ma non riesce più a lasciarla. Torno a guardarlo, sconvolta.
I miei occhi si riempiono di lacrime mentre cercano i suoi. Cerco di cacciarle dentro e di moderare la voce. 
  "Addio, Ross".
Lascio la presa e cammino guardando avanti. Nessun successo: le lacrime cominciano a scorrere e a rigarmi il viso.
Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Quando sarò guarita tornerò a vivere.

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Capitolo 20
*** Road Trip - Pt 1 ***


Aaahh, Los Angeles, quanto ti amo! Una cosa che ho sempre amato di questa città, sono il caldo e il sole, anche se ci sto bene nel  freddo e con la pioggia.
Abby tornerà tra due giorni dalla vacanza con Justin. Già: stanno ancora insieme, nonostante i dolorosi tira e molla di due anni fa. 4 anni insieme. Wow. In un altro momento avrei gioito, ma ora non riesco proprio a dare alla luce un pensiero felice. Voglio dire, sì, sono felice per loro, ma questo mi fa pensare a… beh, almeno loro sono felici.
Scaccio dalla mente l’immagine di Ross alla festa di Cassidy, quando è iniziato tutto.

  “G, hai preso la Polaroid?”, mi chiede proprio Cassidy, e mette via i miei pensieri.
  “Uh? Oh, sì, presa!” rispondo mostrando la mia immancabile macchina fotografica.
  “Bene, è tutto pronto. Chiamo Kris” dice entusiasta, e si allontana per parlare.

Durante gli anni al liceo, la nostra amicizia s’è fatta sempre più forte, e piano piano abbiamo legato con altre ragazze: Kristen, Bethany, Savannah e Alex. Le mie estati si consumavano tra giornate shopping tra ragazze (alle quali prendevano parte anche Rydel e Laura (Marano)), falò in spiaggia, mare, concerti dei ragazzi e party vari. Fino all’estate scorsa.
Ed eccoci qui: a fine luglio, con una Mustang decappottabile del ‘64 rossa fiammante, in shorts, gonnelline e top corti per un Road Trip e una giornata di puro divertimento.

La guardo passeggiare intorno all’auto con il cellulare in mano, e non posso fare a meno di sorridere guardandola saltellare come una bambina mentre chiude la chiamata. Si avvicina a me.

  “Come mai tutto questo entusiasmo?”, le chiedo curiosa.
  “Vengono anche i ragazzi!”, risponde lei con un tono eccitato. Quando fa così sembra una undicenne in calore. Io credo di stare sembrando un fantasma, perché Cassidy mi guarda perplessa e leggermente preoccupata. Sfamo la sua curiosità: “Qu-quali ragazzi?”.
Capisce al volo.
  “Gli amici di Beth…quelli di cui ci aveva parlato al White Party di sua madre. Quando Sav e il ragazzo di nome Josh-“
   “Sì, ho capito.”, la interrompo io.
   “Da ciò che ha detto Beth, sono molto carini. E con ‘carini’ intendo…Comprendi?”, finisce la frase in stile Jack Sparrow [like this -> http://weheartit.com/entry/129616335/search?context_type=search&context_user=martweuczucia&query=jack+sparrow+gif ]
   “Hahahahah sempre la stessa tu! Comprendo, comprendo” e le faccio l’occhiolino. Lei mi sorride.
“Senti, tornando alla telefonata, a che punto è Kris?”
   “E’ quasi arrivata. Secondo te è meglio le ragazze nella tua auto e i ragazzi nell’auto di…qualcuno, o posti a random?”.
   “Sembro femminista se dico che preferirei stare con voi e conoscere i ragazzi una volta arrivati?”
   “Naaaah”
   “Bene…oh, ecco Kris e Alex! HI BITCHEEES!” dico, e vado a salutarle seguita da Cassidy.
   “Problema: siamo 6 e nella macchina i posti sono 5”, dice Alex.
   “Siamo tutte alte, snelle e bone, per fortuna. No panic: c’entriamo tutte. Al massimo mettiamo Cassidy nel cofano o la lasciamo qui” risponde Kris facendo la linguaccia alla povera Cassidy, che risponde spingendola per scherzo.
   “Stronza! E se lasciamo te qui?”
   “Le mie bimbe hanno bisogno di me, non è vero?” dice Kris
   “Poco modesta lei!” dico, indicandola con il pollice e piegando di lato le labbra creando una fossetta sul viso.
    “Abbiamo sentito Beth, verranno anche il suo cugino sexy e i suoi amici”, dice entusiasta Alex.
    “Kris, mi sa che dobbiamo portare un paio di strofinacci per queste due qua!” dico io ridendo.
    “Oooh, bella questa Giù! Hahahah ma Tyler è mio.” Risponde Kris.
    “Tyler? Chi è Tyler?” chiede Cassidy perplessa.
    “Il sexy cuginetto di Beth, ovvio. Gli altri non li conosco, ma ammetto che sono curiosa anch’io. Magari ci sistemiamo per bene!”, ora si rivolge a me.
    “Ok, 3 strofinacci.” Dico io.
    “E dai G, è quasi passato un anno da quando l’hai lasciato. E’ ora di tornare a caccia, non credi?” mi incoraggia Alex.
    “Avete ragione, ragazze. Vediamo come sono sti ragazzuoli!” dico facendo l’occhiolino.
    “Seeeeh, la nostra Bella Addormentata è tornata tra noi! Weee aaare the chaampiooons”, canticchia Cassidy.

All’improvviso sentiamo il rombo di un’auto. Ci giriamo: 5 bellissimi ragazzi sorridenti ci salutano; tra loro riconosco Josh, il nuovo flirt di Beth e accanto all’auto vediamo proprio lei, super contenta. Ora manca solo Sav, dove si sarà cacciata?


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Holaaaa chicos! Come va? Vi state divertendo? ARIECCHIME con un ennesimo stupidissimo capitolooooo (sì, adoro Leonardo Decarli!). La nostra G ora si ritrova a distanza di circa 6 mesi dall'ultimo incontro con Ross, e sta cercando di andare avanti. Lo so, è un po' diverso. Non picchiatemi, se continuate a seguire la storia ci saranno vari colpi di scena! STATE TUNED (Sì, adoro anche Claudio Di Biagio. E Guglielmo Scilla, i Nirkiop, i Fancazzisti ANOnimi e Michael Righini, già che ci siamo ahahah). Byeeee <3

 

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Capitolo 21
*** Road Trip - Pt 2 ***


    "Cinque minuti e sono lì! Mio padre non può accompagnarmi, prendo lo scooter e arrivo!", dice Sav al cellulare.
   "Ok, sbrigati, siamo tutti qui. A fra poco",chiudo la chiamata, “Sta arrivando: problemi con il passaggio, tra un po’ arriva!”, annuncio agli altri.
   “Va bene, allora passiamo alle presentazioni, –propone immediatamente Bethany- :Allora, ragazzi, loro sono Giulia, Cassidy, Kristen e Alexa detta Alex.” Lo sguardo di Beth ora è rivolto a noi “Ragazze, loro sono Tyler, lo conoscete, Josh, conoscete anche lui, Zac, Nick e Lucas –dice indicandoli, come aveva fatto con noi. Ok, presentazioni fatte!”. Beth ci sorride soddisfatta, chissà che le frulla per la testa.
Tyler e Josh sono fondamentalmente i tipi di ragazzi che incontri normalmente in giro, dalla bellezza nella media: né brutti, né belli, anche se gli occhi color ghiaccio di Josh gli danno quel tocco in più che Tyler non ha.

Osservo bene i ragazzi “nuovi”.
Il ragazzo di nome Nick è castano, dai capelli mossi e il taglio corto, con il ciuffo leggermente più lungo e vaporoso. E’ alto quanto me, 1.75m circa, la carnagione olivastra e le braccia possenti. Il naso è all’insù, gli occhi grandi e dal colore nero, se guardati con superficialità; il labbro inferiore è più sporgente rispetto a quello superiore: nel complesso è un ragazzo niente male.
Lucas è un ragazzone sul metro e 90, dalla carnagione chiara, i capelli biondo cenere, lisci, e l’aria del solito pallone gonfiato. Le sue mani grandi sono appoggiate ai fianchi, i suoi occhi verdi e all’ingiù sorridono a Cassidy.
I tratti del volto di Zac lo rendono incredibilmente simile a Logan Lerman: occhi a mandorla, profondi, con tante spruzzate di verde e grigio che si fondono insieme al colore che fa da protagonista in essi, l’azzurro, che ricordano a prima vista il mare in tempesta. Il naso corto, leggermente all’insù, conduce lo sguardo ad un paio di labbra rosee e non troppo carnose, che immediatamente rispondono al mio sguardo curioso mostrando i denti per un sorriso mozzafiato. I capelli sono mossi, castano scuro, corti e con il ciuffo leggermente più lungo, tirato indietro e verso l’altro da una piccola quantità di cera ( http://www.pinterest.com/pin/479633429036305577/ ). Il resto del corpo è armonioso, apparentemente senza difetti: le spalle larghe e possenti, come le braccia sufficientemente muscolose,  sono messe in risalto dalla canotta aderente di cotone che indossa, che lascia scoperti i muscoli del collo e parte di quelli del petto, tonici e lisci. Le gambe sono lunghe,  la carnagione dorata e le mani grandi e attraversate da vene evidenti, soprattutto all’altezza del polso. Il fisico non è quello di un fotomodello dai muscoli super pompati, ma muscoloso al punto giusto e dotato di spalle che gli danno una certa importanza .

“Oh, ecco Sav! C’ha messo meno del previsto.” Dice contenta Kris, e i miei occhi si staccano da quelli di Zac, che si gira per guardare la strada, per posarsi sulla strada e sulla figura di Sav sul motorino in lontananza.
Dopo qualche secondo Sav arriva e lascia lo scooter sul vialetto, scende, ripone il casco nel portaoggetti e si avvicina. Beth le presenta i ragazzi e, dopo pochi minuti, ci ritroviamo per le strade di Los Angeles a bordo delle nostre auto. Con Ty, alla guida, faccio a gara e per 10 minuti buoni, avendo la strada tutta per noi, scherziamo e ci sorpassiamo di poco per poi tornare accanto e scattare foto o cantare insieme.
Le ragazze urlano e alzano le mani quando spingo il piede sull’acceleratore, Cassie armeggia con la Polaroid e scatta qualche foto, Beth e Kris, invece, cantano “Good time”, “Troublemaker” e tante altre canzoni; io, ogni tanto, le aiuto con gli acuti e i ritornelli. E ogni tanto, cedono il microfono a me, facendomi cantare le mie canzoni preferite, quando è il loro turno sul CD.
   “Ultima volta, Morris. Pronta?”. Ty mi lancia un’ultima sfida non appena torniamo a bordo, dopo una piccola sosta.
   “Sono nata pronta!”, rispondo io, pronta .
   “Attento che la ragazza morde!” dice Alexa, che si lascia scappare una breve risata, seguita da Ty e il resto dei ragazzi.
Salgo per ultima sull’auto, chiudo lo sportello e abbasso gli occhiali da sole con un sorriso sghembo, come per dire “vincerò io”.
   “Questo lo vedremo!”, risponde lui facendo il giro dell’auto per tornare al posto di guida.
   “Ti abbiamo avvisato!”, dice infine Kristen facendo come me.
Siamo pronti. 3…2…1…VIA!
Schiaccio l’acceleratore e vado più veloce della luce. Il vento ci scompiglia i capelli, le ragazze urlano divertite e non posso trattenere una risata stile cattivo-dei-film quando Beth mi fa notare che stiamo circa 50m più avanti.
   “Dai, G!! 100 metri e abbiamo vinto! SPIIIIIIIIIIINGI!” mi incoraggia Kris.
Spingo di più e in pochi secondi tagliamo il  traguardo invisibile stabilito da me e Ty. Eccoci arrivate a destinazione! Scendiamo dall’auto ridendo e non appena arrivano i ragazzi cominciamo a prenderli in giro.
Ty fa un paio di manovre e posteggia, i ragazzi fischiano e ci guardano con un’espressione tipo “non è divertente”. Scoppio a ridere vedendo quella di Ty. I ragazzi scendono e vengono verso di noi.
   “Che ti avevo detto?” sorride entusiasta Alexa.
   “Vi abbiamo lasciate vincere apposta!” dice Tyler.
   “Non è vero, amico!” ,lo contraddice divertito Zac, “Sei brava!”. Ora parla con me e mi sorride. Non riesco a respirare. Di nuovo.
   “Ma stai al gioco! Traditore!”, dice lui fingendo di essere offeso e scoppia a ridere.
   “Allora, dove ci mettiamo?”, chiede Cassidy.

Prendiamo le borse frigo, gli zaini e ci sistemiamo con le tovaglie. E’ il momento di fare il bagno! Tutti cominciano a spogliarsi e a spalmarsi la crema, quando è il turno di Zac, e Savannah si avvicina a me.
   “Ehi, come va?” mi sussurra spuntando all’improvviso dietro di me. Sobbalzo e Sav ride.
   “Ma sei scema?! Mi hai fatto venire un infarto! …A chi ti riferisci? Conosco quello sguardo”. Savannah mi guarda con il suo solito sorriso ‘da pervertita’.
   “A Mr. Percy Jackson qua davanti! Ho visto come ti guarda, non è niente male!”
   “Mamma mia ma sempre a questo pensi! Pensa a Ty vah!”
   “Ma io penso a Ty, di Percy non me ne frega proprio niente!”
   “A parte che si chiama Zac, ma ammetti che è bono!” s’intromette Bethany quasi urlando.
   “BETH!!! Ripeti più forte, in Giappone non ti hanno sentita!” la rimprovero a bassa voce, seccata.
   “Scusate…”
   “Eh…ma hai visto come ti guarda? Secondo me gli piaci” continua Sav.
Da pochi metri più avanti, Zac si gira e dice “Sì?”
    “Eh? No niente…” rispondo io fingendo nonchalance, poi mi giro e fulmino Bethany con gli occhi.
    “Oh mio Dio! Mi sento come una gelatina” dice Kris.
 Vedo Nick arrivare. E’ tutto bagnato, sarà entrato mentre parlavamo.
    “Ecco, vai” le dico io e rido.
    “Ragazze venite, l’acqua è bellissima!”, ci invita Nick.
Guardo Kris divertita mentre corre dicendo quasi cantando “arrivooo”.
Bethany, Savannah e Cassidy vanno in acqua, Alex scatta una foto con la Polaroid e le raggiunge. Sperando che non sia così, mi giro e noto che mi hanno lasciata sola. Con Zac. Guarda verso Josh e Lucas che sembrano avere un’espressione divertita, poi si gira e mi guarda con il solito sorriso.
  “Che fai, non vieni?” mi chiede.
Sto zitta un paio di secondi, lo guardo incantata. Ha un sorriso e uno sguardo interrogativo ma divertito. Forse si sta chiedendo se io sia nel pieno delle mie facoltà mentali. Dai G, rispondi!!
   “Rispondo un attimo ad un’amica e arrivo!”. Cazzata.
   “Oh…ok, ci vediamo in acqua!”, e mi fa l’occhiolino. Ma lo fai apposta?!
Cerco di darmi una regolata. Inspiro ed espiro, mi sistemo i capelli e dico a me stessa: “stai calma, è molto bello, sì, ma stai calma. E smettila di comportarti da idiota!”. Sono pronta. Tolgo la gonna e un po’ imbarazzata entro in acqua.
 

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Capitolo 22
*** Gossip. ***


Lucas non vuole saperne di smettere di flirtare con Cassidy. Cassidy non vuole saperne di smetterla di mangiarlo con gli occhi. Fulmino Lucas con lo sguardo e mi avvicino a lei.
  “Beh, che fai? Guarda che il sasso là giù s’è accorto che stai sbavando..”
  “E’ così evidente?”
  “Direi di sì, contieniti” rispondo divertita.
  “Non mi sento così da quando ho conosciuto Ryland”
  “Sono passati circa tre anni, è tanto. Vai a parlargli, ci penso io qui”, le sorrido.
Cassie mi ringrazia con lo sguardo e dà la roba a me, che ci metto un po’ a capire come smontare la tenda. Ma non poteva sceglierne una meno complicata?
   “Lascia, faccio io”. Alzo gli occhi e mi ritrovo Zac sorridente, a bocca aperta, con gli occhi fissi sulle mie mani mentre allunga le sue per prendere l’immagine con le istruzioni. La rigira un paio di volte con un sopracciglio inarcato e lo sguardo confuso e divertito.
   “Ehm…Zac?”
   “Sì?”
   “E’ questo il verso”. Prendo il foglio da un lato e lo giro. Scoppiamo a ridere.
   “Oh, grazie. Allora…questo devi piegarlo e poi…-dà un’occhiata al foglio, si avvicina alla tenda e comincia a fare ciò che era scritto nelle istruzioni- …poi credo si debba fare così e…fatto!”, si rialza e mi sorride.
    “Grazie, Zac, io non sono riuscita a capire un tubo da quel foglio! La prossima volta metto stop al flirt e se la sbriga lei!”. Sorrido, lui invece aggrotta le sopracciglia, apre leggermente la bocca e mi guarda dalla testa ai piedi. Sembra…combattuto. Mi sorride.
   “Quindi…è finita”
   “Cosa?”
   “La ‘gita’”
   “Oh, sembra di sì…”
Sembra non sapere come continuare.
   “Se vuoi, possiamo scambiarci i numeri, così ci sentiamo”
   “Ah, sì, buona idea”, gli rivolgo un sorriso sforzato.



Telefono ad Abby.
   “A, ho dimenticato di dirti una cosa poco fa!”.
Sono appena tornata da casa sua, è tornata ieri, e con tutte le cose da raccontarle, ho dimenticato quella più importante.
   “Ti ha baciata??”
   “Non esageriamo, mi ha chiesto il numero. Ci sentiamo ogni giorno. Mi ha appena chiesto di uscire..”
   “Cosa?! Lui?! Adesso?! Quando?! Da soli?! Dove?!”
   “Ehi, frena! Mi ha solo chiesto se domani sera sono libera”
   “Ovviamente sarete voi due soli. Tu vai, vero?”
   “In realtà..”
   “No. In realtà nulla. Tu vai.”
   “Non sono ancora pronta. Cioè, c’ho f-flirtato ma se poi prova a baciarmi o cose così?”
   “Ti lasci baciare. Cos’hai da perdere?”,
Abby dà una certa enfasi all’ultima frase.
   “Hai ragione…”

Stacco la chiamata. 2 ore e mezza al telefono. Wow.
Mi spoglio con calma, lascio i vestiti sulla moquette, ed entro nella doccia. Chiudo gli occhi e mi godo l’acqua tiepida sulla pelle, mentre mi massaggio la testa e canticchio una canzone di Ed Sheeran.
Penso a domani sera, all’appuntamento con Zac, ai suoi occhi, al suo petto. All’improvviso, non so né come né perché, nella mia mente appare l’immagine di noi che ci baciamo, e non riesco a decidere se mi piaccia o no. Abby verrà da me nel pomeriggio, mi aiuterà a prepararmi e molto probabilmente sarò costretta e sopportare i suoi urletti da fan girl. Ma che posso farci?
Mi metto a letto e, con le cuffie nelle orecchie, chiudo gli occhi e aspetto che la canzone finisca. Dopodiché, poso l’ipod e mi addormento.

Guardo l’orario: 11:38. C’è una notifica, è Zac: “Buongiorno Giulia J”. Riposo il cellulare sul comodino, sbadiglio e scendo giù dal letto. Lavo il viso, metto un po’ di correttore sotto gli occhi e il mascara, pettino i capelli e scendo a fare colazione. Arrivo in cucina e trovo un biglietto della mamma: avrà una visita dopo aver finito il turno in clinica, perciò mi toccherà pranzare da sola. Decido di andare a fare un po’ di spesa. Indosso una gonna a ruota blu elettrico a vita alta e una camicia bianca dentro, faccio una treccia morbida di lato e prendo l’auto.
Faccio avanti e indietro tra le corsie del supermercato, mi sembra di stare in un labirinto. Cerco la Nutella e la pasta sfoglia, poi passerò a prendere le bibite e le cose che mancano a casa. Eccola! Metto il barattolo di Nutella nel carrello e sento dall’altoparlante in alto che la radio ha messo “Heart made up on you”. Degli R5. Scappo via da lì, ignoro la canzone e vado a prendere l’acqua e le bibite. Mi dirigo alla cassa, pago il tutto e mentre metto le borse in macchina rispondo all’ennesimo messaggio di Zac.
   “Sto tornando a casa, ho fatto un po’ di spesa e ora vado a mettere un po’ a posto e a cucinare qualcosa di buono per uno spuntino”.
Torno a casa, metto un vestitino leggero, lego i capelli, accendo la tv e comincio a girare scalza per la cucina mettendo le cose comprate al loro posto. Inforno le treccine di pasta sfoglia e nutella e corro verso la penisola a prendere il cellulare che suona. E’ Abby.
   “Hey, buong-“
   “Metti canale 102, subito!!”
, mi interrompe. Prendo il telecomando e cambio
   “Perché, cosa c’è a…-guardo shoccata lo schermo- ci sentiamo dopo..”.
Chiudo la chiamata e poso il cellulare senza staccare gli occhi dalla televisione. Mi avvicino e mi siedo sul divano con lo sguardo fisso. Scorrono delle immagini fatte dai paparazzi, mentre si sente la voce della giornalista di Clevver TV che parla.
“A quanto pare, i due sono stati visti per l’ultima volta proprio una settimana dopo l’incontro con la ex fiamma, quando il biondino è tornato nella sua LA alla fine dell’East Coast Tour con la sua band”. Nelle foto ci sono Ross e Maia. Lei ha un’espressione seria, innervosita. Ross la faccia di chi ha visto un fantasma. Continuo a fissare lo schermo in silenzio. Il cellulare suona, messaggio, ma lo ignoro.
“Ma cos’è successo esattamente a New York? La mora che ha rapito il cuore della nostra superstar, 3 anni fa, è stata vista mentre usciva proprio dal Plaza Hotel –dice più forte il nome dell’hotel- dove alloggiava Ross durante le vacanze di Natale –ora ci sono le mie foto di quel giorno, fuori dal Plaza. La Morris è riuscita a scappare, ma i paparazzi sono riusciti a trovarla e a fotografarla proprio in compagnia del ragazzo, che a quanto pare sembra non sia proprio riuscito a voltare pagina!”. Ora siamo io e Ross, nella stradina stretta e buia dove ci siamo fermati a prendere fiato. Ross è vicinissimo a me. Non posso credere che siano riusciti a trovarci e fotografarci proprio quando lui ha tentato di baciarmi!
“Ci sono moltissime foto di Ross da solo, con, guardate un po’, la fedina che aveva con Giulia! La ragazza, l’abbiamo trovata due settimane fa in giro con un paio di amiche con un gelato in mano, e la fedina nell’altra! Nessuna notizia o fotografia di Maia, invece. Che si sia riaccesa la passione tra i protagonisti del gossip tra le adolescenti di tutto il mondo? O c’è dell’altro?”.
Il servizio finisce così, con due foto: una mia e una sua, messe accanto. Entrambi abbiamo le nostre fedine. A quanto pare, sono ancora nel mirino dei paparazzi! Non posso crederci.

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Capitolo 23
*** First date ***


Sono tentata di chiamarlo, ma l'istinto viene frenato dalla ragione. Che risolverei? Che senso avrebbe?
Devo ignorare questa storia: è successo a dicembre, sono passati 8 mesi, non ha senso farsi tanti problemi. All'improvviso mi torna in mente l'immagine di lui che tenta di baciarmi, e non riesco a frenare un sorriso malinconico ma pieno di amarezza.
Spengo il televisore, chiudo gli occhi, sospiro e torno alle treccine nel forno. Ancora un po' e posso tirarle fuori. Il buonissimo odore di Nutella calda inonda la stanza, e cercando di sgombrare la mente dai brutti pensieri, leggo il messaggio arrivato durante il servizio: "Non vedo l'ora di vederti".
Sono sorpresa della mia stessa reazione: un misto di eccitazione e contentezza, macchiato da un fastidio che non riesco a spiegarmi.

   "Ti manca Ross...", mi dice Abby con un sorriso preoccupato.
Sono le 17:30 circa, Abby è qui da circa un'ora e da circa un'ora parliamo del servizio di stamattina.
   "Vedi perché non ero sicura ieri?!"
   "Non ci devi pensare! Giulia non lo vedi da 7 mesi, non state insieme da 9. Ha scelto la sua carriera, fattene una ragione. Ci tiene a te, ma non tanto da rinunciare a tutto ciò che ha, ecco il perché della fedina. Ora tu perché l'hai messa?! Non era ovvio che ti avrebbero cercata?!"
   "La regina del tatto, tu! Ma che potevo saperne io, sono passati mesi, e credevamo di averli seminati i paparazzi quando ha tentato di baciarmi!"
Le ultime 4 parole suonano meglio dette ad alta voce. Mi sembra di essermi liberata del ricordo e della brutta sensazione che mi suscitava fino a pochi secondi fa, ma è una liberazione dolorosa, perché le lacrime mi rigano il viso, adesso.
   "Perché continui a portarla?". Abby è seria, calma, e guarda il mio anulare con uno sguardo compassionevole. Sembra triste anche lei.
    "Abitudine..."
    "Andiamo! Sappiamo entrambe che non è così! O, almeno, non è questo il motivo principale. Devi lasciar perdere e andare avanti. L'appuntamento di oggi...quale inizio migliore? Butta quella fedina, bruciala, dalla via, lanciala in mare, non lo so, ma liberatene."
   "Hai ragione...domani me ne libero, giuro!"
   "Eh no, Morris -ride- ti conosco. Non lo farai, e che ci sto a fare io qui? Dai, andiamo insieme"
    "No, sul serio, ce la faccio"
    "Non me la bevo."
    "Va bene, vado..."
    "Sì furbacchiona, io vengo con te".
Mi avvicino al cestino della mia camera pieno di fogli e cartaccia. Guardo l'anellino nero con il suo nome inciso sopra, lo prendo tra il pollice e l'indice della mano destra e lo sfilo lentamente del dito. Lo guardo ancora, asciugo le lacrime, sospiro e lo lascio cadere. Mi sembra di star dicendo "addio" davvero al mio primo vero amore per la prima volta.
   "Oooh, ecco fatto. Ora basta, G, pensiamo a stasera"
Alzo la testa, la guardo e sorrido cercando di scacciare il senso di vuoto dentro.
   "Sì! Hai ragione"
Abby mi abbraccia, sospira e si avvicina alla cabina armadio sorridente.
    "Allora, io metterei...Mamma mia, G, hai un centro commerciale qui"
Fa avanti e indietro per il corridoio tra gli scaffali e le milioni di grucce.
    "Non è la prima volta che lo vedi..."
    "Lo so, ma è come se lo fosse ogni volta. Mi sembra l'armadio di Hannah Montana"
Ripenso a quando guardavo il programma con lei e dicevo di volere un armadio grande quanto il suo, e mi scappa una risata.
     "Il suo è un po' più grande, ma sì, lo ricorda", le sorrido.
     "Allora, ti ha detto dove andrete?"
     "Bowling e pizza"
     "Mmmh...ok, allora puoi mettere questo qui -indica un vestitino skater a fiori- con il gilet, quello di jeans chiaro che abbiamo preso il mese scorso al centro commerciale"
      "...E le ballerine beige come la cintura intrecciata del vestito"
      "Esatto! Adoro avere gli stessi gusti della mia migliore amica, rende lo shopping più divertente!"
      "Eh già" sorrido.
      "Dai, provali e vediamo come stanno meglio i capelli"
      "Ondulati, secondo me starebbero meglio. E poi non mi va di fare acconciature complicate"
      "In effetti non sarebbero male per niente!"
      "Prendo il ferro", le faccio L'occhiolino e faccio per andarmene.
      "Alt! Prima prova!"
      "E va beeene"
Mi avvicino a lei che mi dà i vestiti. Abby torna in camera e mi cambio. Tiro fuori i capelli da dentro il vestito, aggiusto la gonna e vado in camera a vedere che ne pensa Abby.
     "In realtà anche il completino turchese era carino, ma mi piace! Gira un attimo"
Giro lentamente su me stessa guardando in alto e la sento dire:" Oh, perfetto!"
     "Possiamo passare ai capelli?"
     "Prima make up! Se fai prima i capelli e li sporchi di mascara o li riempi di cipria? No, no. Prima make up"
Mentre mi trucco, Abby mi fa una testa così su quanto sia contenta che io abbia trovato Zac.
Lavo bene il viso, applico una crema, correttore sotto gli occhi, primer, una striscia sottilissima d'eye-liner e il mascara.
  "Solo questo? E il blush? Il rossetto?"
  "Non è un servizio fotografico..."
  "Appunto! È peggio. Faccio io"
  "Ehi, mi so truccare da sola!"
  "Eh ma così non metti niente. Lascia fare, poi lo sai che mi piace truccare"
  "Naturale! Non esagerare!"
Mi mette un po' di BB cream, blush color pesca e un rossetto nude.
   "Vedi? Naaaaaturale", mi sorride.
   "In effetti...ok, capelli".
Mi siedo davanti allo specchio e Abby comincia a fare come una bambina per farmeli lei. Acconsento e canticchio nell'attesa.
"Boom clap, the sound in my heart
The beat goes on and on and on and on and boom-"
   "Et voilà!", Abby mi interrompe.
Mi guardo bene, sistemo un paio di ciocche, spruzzo un po' di lacca e sono pronta.
   "Perfetto! Grazie Abby!"
   "A che ora passa Logan?"
   "Eh?"
   "Zac. Hai detto che assomiglia a Logan Lerman...posso conoscerlo?"
   "Oggi? No! Se ti conosce scappa a gambe levate e addio appuntamento"
    "Ahahah hai-hai ragione! Allora, quando passa?"
Guardo l'orologio. "Tra 15 minuti"
    "Ok, allora comincio ad andare, anche perché tra un'ora esco con Justin e devo prepararmi. Andiamo al cinema", dice sorridendo.
La accompagno alla porta e salgo in camera per un'ultima occhiata. Prendo la borsa, metto dentro borsellino, cellulare, chiavi e un pacchetto di Brooklyn. Mi avvicino allo specchio, mi guardo l'ultima volta, aggiusto la gonna, metto il profumo e scendo giù a prendere un bicchiere d'acqua.
Vado nel bagno degli ospiti e rimetto il rossetto: non mi va di salire in camera. Metto il rossetto nella borsa e sento suonare. Vado alla porta.
Zac è davanti a me, sorridente. Ha dei jeans, una maglietta blu che gli mette in risalto gli occhi e una collana lunga che scende sui pettorali.
   "Buonasera, signorina".
Si avvicina per darmi un bacio sulla guancia. Profuma di dopobarba. Si allontana e mi fa segno di andare. Chiudo la porta dietro di me, respiro profondamente e vedo Zac che apre lo sportello per farmi salire. Mi siedo, lui fa il giro e si mette al posto di guida. Ha una Nissan decappottabile nera, come quella di Savannah.

Arrivati al bowling, ci accomodiamo e prendiamo le scarpe. Comincia la partita!
   "Prima le signore!"
   "Oh, ma che gentiluomo!"
Gli sorrido, salgo e lancio sicura la palla. Spare. Mi giro verso di lui, con lo sguardo lo invito ad una sfida alla quale non si tira indietro. Mi fa un applauso e avanza sicuro. Battuto.
Per il resto della partita, io e Zac facciamo più o meno gli stessi punti. Arrivati alla fine, sorprendo sia me stessa che lui.
"STRIKE!!!! Prova a fare di meglio, tesoro!", lo prendo in giro ridendo. Tutti in sala mi applaudono, Zac mi guarda stupito.
Ovviamente, ho vinto io.
   "Mi inchino a te! Ma come fai?", mi chiede sorridente.
   "A fare che?"
   "Prima la gara con la macchina, ora questo...sai fare tutto!"
   "Sono una frana in educazione fisica. Se questo ti può consolare..."
   "Oh, ora va meglio. Pizza?"
   "Pizza!"
Per il resto della serata, mangiamo, parliamo e ridiamo molto. È molto simpatico e pieno di interessi. Una cosa che mi ha colpito, è la sua passione per l'Asia.
Unica nota dolente: ama gli aeroplani, proprio come Ross. E se ne accorge.
   "Tutto apposto?"
   "Sì, sì. Perché?"
   "All'improvviso hai fatto un faccino..."
   "No, apposto, stavo pensando a una cosa, ma non è importante. Tranquillo.". Gli sorrido.
    "Ti va un frozen yogurt?"
    "Perché no?"
    "C'è una gelateria qui vicino, andiamo a piedi? Così facciamo una passeggiata"
     "Perfetto!"

Camminiamo per una decina di minuti. Per le strade si alternano luce e buio, e quando ci muoviamo nell'oscurità, mi sembra di vederlo più vicino. Prendo lo yogurt con Nutella e tanti Smarties sopra, lui invece mette un po' di cannella. Usciamo fuori a gustarceli. La strada è illuminata dai lampioni da luci tendenti all'arancio da un lato, dall'altro la luce dei lampioni arriva poco, è debole, e tutte le case e i marciapiedi sono perlopiù bui.  Per terra, nel pezzo di strada di fronte il bar, si riflettono i colori dell'insegna a neon del locale. Mi appoggio ad un'auto posteggiata proprio lì davanti, Zac sta di fronte a me e gusta il suo yogurt mentre parliamo. Sorridiamo entrambi, e i momenti in cui stiamo in silenzio a guardarci mentre facciamo gli idioti con il cucchiaino sono più di quelli pieni di parole.
   "Ehi -rido- hai i baffi bianchi"
   "Cosa? Dove?", ride anche lui.
   "Quì, guarda".
Gli indico con il dito la parte sopra il labbro superiore.
    "Ma non è vero!"
    "Sì invece! Pulisciti -rido- sembri un vecchio!", continuo a ridere.
Zac si avvicina a me, mette le mani sui miei fianchi e mi spinge leggermente inchiodandomi all'auto. Porta avanti il bacino, mi guarda negli occhi, poi si avvicina e mi sussurra con una voce attraente: "E se mi pulisci tu?".
Rimane qualche secondo con le labbra vicine al mio orecchio, davanti agli occhi ho il suo collo, le spalle e parte dei muscoli del petto. Il mio povero cuore comincia a battere velocemente per il nervosismo. Ma non è una cosa bella, mi sembra di stare lottando contro me stessa. Come se non volessi fare ciò che in realtà voglio fare, come se ciò che dovrebbe essere giusto fosse sbagliato, come se non sapessi quale parte ha ragione.
Per me sembra voler decidere lui: si allontana con il busto, toglie le labbra vicine al mio orecchio, e fa per metterle sulle mie, molto lentamente. Poi, grazie al cielo o no, sento un rumore familiare, e allontano Zac.
Mi guarda in modo strano, non capisce che succede. Guardo a destra, e all'angolo della strada trovo la mia "salvezza": i paparazzi.
   "Che succede?"
   "Ci sono i paparazzi...", fingo di essere seccata.
   "Paparazzi? E perché ce l'hanno proprio con noi?"
   "Ce l'hanno con me! Dai, andiamo all'auto, ti spiego in viaggio!"
Gli prendo la mano, ci intrufoliamo in una stradina e attraverso una scorciatoia arriviamo correndo al parcheggio del bowling.
Saliamo velocemente in auto e Zac, con il fiatone, mette in moto.
    "Allora, cos'è sta storia dei paparazzi?"
    "Beh...si dà il caso che io sia l'ex di una persona molto conosciuta nel mondo degli adolescenti...ci siamo lasciati, o meglio, l'ho lasciato quasi un anno fa, ma non so perché continuano a seguirmi ancora"
    "Sul serio? E questa 'star' qui chi sarebbe?"
Zac sembra davvero interessato, non sento nessun velo di ironia o fastidio nella sua voce.
    "R-Ross Lynch..."
    "Ma dai! Quello di Disney Channel?"
    "Sì..."
    "La mia sorellina segue la sua serie, lo adora!"
    "Oh, bene..."
Il resto del viaggio in auto stiamo in silenzio, e quando siamo finalmente arrivati a casa mia, scende e mi accompagna alla porta.
"Mi sono divertita, Zac", gli sorrido.
    "Anch'io. Ma voglio la rivincita!"
    "L'avrai...se riuscirai mai a battermi!"
    "Si vedrà! Allora...buonanotte"
Si avvicina a me per baciarmi, ma riesco a fermarlo dandogli un bacio sulla guancia. Più sull'angolo della bocca, in realtà, ma riesco ad evitare il bacio che aveva in mente lui.
    "Buonanotte".
Gli sorrido ed entro a casa. Chiudo la porta dietro di me, mi appoggio ad essa con la schiena e chiudo gli occhi. Ma che sto facendo?

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Capitolo 24
*** Blackout ***


Improvvisamente, mi rendo conto di quanto io sia stata stupida con lui. Senza esitare, mi giro e apro la porta. Lui sta andando verso l'auto.
Mi avvicino a lui, gli tocco la spalla. Si gira verso di me, perplesso, e gli stampo un bacio veloce sulle labbra. Mi sorride.
   "Buonanotte...", dico io sorridendo, e torno dentro.
Lo guardo di nuovo prima di chiudere la porta: mi guarda, sorride, sembra gli sia piaciuta la sorpresa.

"Mi ha chiesto Zac di venire, poco fa", dico a Bethany, al cellulare.
   "Sul serio?! Awww! Quindi stasera verrete...come una coppia?"
   "Non so, non direi...è stato un bacio a stampo e siamo usciti solo una volta...conta?"
   "Credo di sì, se ti ha chiesto di venire prima di me".
Bethany sembra contenta che con Zac sia andata, ora sta ridacchiando   
   "Ma sai che gruppi ci saranno?"            
   "Uhm qualsiasi riferimento agli R5 puramente casuale, giusto?"
   "Veramente non ci stavo proprio pensando..."
   "Allora, da ciò che mi ha detto Evan, il proprietario amico di Ty, ci saranno alcune band esordienti di tutta la California, come ospiti speciali le Cimorelli e credo basta. Poi mettono un po' di canzoni da discoteca e si balla."
   "Non vedo l'ora! Ma -con la bocca piena- che ti metti tu?"
   "Ma stai mangiando?"
   "Ingoio- Ho preso l'ultimo biscotto, stavo facendo colazione"
   "A mezzogiorno?", dice lei divertita.
   "Problemi? -rido- allora...?"
   "Direi vestitino e tacchi non troppo alti"
    "Io non ci so nemmeno camminare con i trampoli che hai tu, almeno mi fai compagnia"
   "Ma se balliamo, vorrei evitare di cadere come un sacco di patate sul più bello"
   "Appunto! Dai vado ché devo andare con mia madre al centro commerciale, la aiuto a scegliere il vestito per il matrimonio di Cece"
   "La collega con i capelli rossi, giusto?"
   "Esatto. Ci vediamo al Blackout"
   "Vieni con Zac?"  
   "Sì. E ci saranno Cassie e Lucas, idea nostra"
   "Magari si decidono a spiccicare parola invece di stare a fissarsi tutto il tempo! -sbuffa"
   "Ahahahaha il motivo era proprio questo!"
   "Ok, buona doccia. A dopo Giulietta".
L'ha detto apposta, scema. Mi scappa una risatella mentre stacco la chiamata e poso il cellulare. Tolgo la confezione di biscotti da sopra le gambe, la metto nella dispensa e salgo a fare la doccia. È normale che senta le farfalle nello stomaco e l'eccitazione per stasera a 10 ore di distanza? Mi sento felice e non vedo l'ora che siano le otto per cominciare a prepararmi. Sento che succederà qualcosa di bello stasera, che sarà bello stare lì. Sento....la mamma che strilla.
    "Giù sbrigati! Non ho tutto il pomeriggio!"
    "Arrivo!!", urlo da dentro la doccia.
Mi asciugo e finisco di prepararmi velocemente, poi scendo e ci mettiamo in macchina.
   "Bella questa maglietta, dove l'hai presa?"
   "Tanto non te la presto", e faccio la linguaccia.
   "Antipatica."
Parliamo un po' di ciò che potrebbe indossare al matrimonio, arrivate, pranziamo con un'insalata leggera in un ristorante del centro commerciale e ci mettiamo alla ricerca del vestito perfetto. Per fortuna mamma è alta e snella!
...O per sfortuna? Avrà scartato almeno 7 vestiti per l'indecisione solo perché non potrebbe prenderseli tutti, e adesso non riesce a decidersi su un vestito lungo blu e uno leggermente sopra il ginocchio bianco con i fiori verde Tiffany.
   "Allora, che mi consigli? Giulia? Mi stai ascoltando?!"
Mi giro e vedo mia madre davanti al camerino con entrambi i vestiti in mano, ancora.
   "Eh sì scusa stavo guardando quel vestitino skater in vetrina...mh...te l'ho detto, a me piace più quello con i fiori!"
   "Ma anche questo blu..."
Non la faccio finire.
   "Eh vabbè ma' scusami, mi chiedi un parere e poi fai così. Prendi quale vuoi e non ne parliamo più. Entrambi costano un occhio, e anche se possiamo permetterceli non avrebbe senso prenderli entrambi. Che devo dirti? Fai la conta..."
   "Va bene...vada per quello blu"
   "Sempre tu sei! ...Mamma, non vorrei dire, ma sono le sei"
All'improvviso, sentendomi dire l'orario, si avvia alla casa e, pagato tutto, torna a lavoro, mentre io rimango un po' qui al centro commerciale. Prendo un altro rossetto da M•A•C, perfetto per il look di stasera, una collana carinissima da Forever 21 e il vestitino visto nella vetrina del negozio di prima. Guardo l'orario: 19:23. Perfetto. Con le borse in mano, vado in gelateria, per evitare di ingozzarmi come una dannata al Blackout. Finisco la coppetta, si fa per dire: era enorme, di gelato, e vado alla fermata del bus per tornare a casa.
19:56. Torno sotto la doccia. M'insapono per bene, metto lo shampoo e sciacquo. Ripeto tutto tre volte, la terza volta metto il balsamo al posto dello shampoo, e giù di nuovo, sotto l'acqua, per sciacquare tutto. Mi asciugo per bene, torno in camera  e mi vesto per la serata ( ). Mi trucco, asciugo i capelli, spruzzo un po' di sea-salt spray per dargli volume e mando un messaggio a Cassie.
   "Eccoci, scendi".
Afferro la clutch, dò un'ultima sistemata ai capelli e, quando esco, trovo l'auto di Zac nel vialetto.
   "Ehi, Morris, sbrigati! Sta per iniziare!", dice Cassidy ad alta voce.
Salgo in auto, saluto tutti e Zac mi stampa un bacio sulla guancia, un bacio dolcissimo.
Gli sorrido debolmente, le guance diventano rosse. Alle 22:00 spaccate siamo dentro il Blackout, in tempo per l'inizio del concerto. Ci sono tutti, e Bethany sembra abbia legato già molto con Josh. Prendiamo dei drink al bancone, quando iniziano a suonare ci mettiamo in mezzo alla folla a saltare e cantare. Il terzo gruppo suona "Ever fallen in love" in una versione un po' più rock dell'originale. Zac, al quale sembra piacere molto la canzone, mi prende le mani e cominciamo a ballare facendo anche un po' i cretini durante il ritornello. Finita la canzone, un grande applauso riempie la sala. Ci fermiamo, e mentre tolgo una ciocca di capelli dalla bocca e prendo fiato, sale sul palco il presentatore che annuncia il momento di un'altra band, di cui non riesco a cogliere il nome.
   "Ehi, Kris, mi accompagni in bagno?"
   "Certo, però sbrigati, sono curiosa di vedere come suonano"
Ci dirigiamo verso il bagno: si trova vicinissimo al palco, nel lato opposto all'entrata, a sinistra, dove salgono il presentatore e le band. La porta si trova proprio di fronte alla scaletta per salire sul palco. Entriamo, c'è la fila.
"Ehi io ti aspetto fuori!"
   "Ok, vai, quando finisco raggiungiamo gli altri!"
Kris esce e io mi metto in fila. Uscita dal bagno, vado verso il lavandino, lavo le mani per bene e sciacquo un po' il viso con dell'acqua fresca per il caldo. Strano che non si senta la musica, chissà perché hanno fatto la stanza insonorizzata. Asciugo il viso con un fazzoletto ed esco fuori. Nemmeno il tempo di superare l'uscio, che la vista di Ross sul palco mi toglie il fiato e mi blocca di colpo.
   "Un altro applauso per gli R5!!!", urla il presentatore, prendendo la mano del biondino e alzandola, come si fa con il vincitore di un match di wrestling. Si sentono urla, applausi, e la risata breve di Ross al microfono, accompagnata da un "grazie, grazie a tutti".
È lì, è veramente lì. La sua pelle è illuminata dalla luce bianca dei riflettori, i suoi capelli poco più lunghi di come li portava fino a dicembre. Ha una maglietta a V bianca sotto un giubbotto di pelle nera, un paio di jeans ovviamente strappati al livello delle ginocchia e un paio delle sue immancabili Converse. È rosso in viso, e leggermente sudato, probabilmente avrà fatto il pazzo mentre cantava, come al suo solito.
Di colpo, lo vedo guardare verso di me. Mi ricompongo e scappo in una direzione a caso, sperando che non mi abbia vista. Quanto sono stata in fila? Passo davanti Kristen, purtroppo troppo vicina al palco, non avendo altri modi per scomparire. Mi vede, mi chiama, le faccio segno, ma evidentemente non capisce. Mi nascondo, cerco di raggiungere l'uscita. Ci sono quasi, sono nel buio e ahimè lungo corridoio che porta all'uscita di sicurezza, di fronte al palco. Esco correndo, giro a sinistra e avanzo un po'. Poi rallento, riprendendo fiato, e sento una mano afferrare il fianco destro e subito dopo la mia mano, stringendola bene. Chiudo gli occhi, prego che sia Zac, anche se so che non è lui. Mi giro, e tutto il nervosismo in corpo si spezza, lasciandomi il nulla, se non una fitta allo stomaco.

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Capitolo 25
*** I think about you ***


Ha la stessa espressione che aveva a dicembre: preoccupata, scoraggiata. Molla la presa e si avvicina a me prima di aprire bocca.
  "Finalmente ti sei fermata"
  "Sai quanto me che non sono proprio bravissima in queste cose"
  "Già...come stai?"
  "Tutto apposto. Tu? Con i ragazzi e il lavoro come va?"
Non c'è finto interesse. Decido di parlare con il cuore, scoprendone un pezzo per volta, piano piano, per vedere se posso fidarmi sta volta.
   "La band va bene"
Sembra abbia qualcos'altro da dire, così gli dò una piccola spinta.
   "Ma...?"
Mi guarda incerto, so che c'è un "ma".  
   "Ma non posso dire lo stesso per me. Ho visto le foto con quel ragazzo. È qui a anche stasera, vero?"
Ecco. Lo sapevo. Quel poco di fiducia che gli stavo dando per una chiacchierata normale l'ha dovuta buttare nel cesso, come sempre! Ma perché ho la sensazione che non sia tutto qui?
   "Lo sapevo! Quand'è che la smetterai?"
   "Quando mi dirai che non provi più niente!", dice quasi urlando.
Ha paura in volto, le sue pupille si muovono ininterrottamente a destra e sinistra dentro le mie, e il suo corpo sembra improvvisamente più vicino al mio. Mi sembra di aver appena ricevuto un pugno allo stomaco, ma cerco di assumere un tono fermo e deciso.
   "E quando te l'avrò detto, cosa farai?"
   "Ti lascerò in pace...".
È in attesa di una risposta che non sono in grado di dargli. All'improvviso mi torna in mente il ritornello della loro nuova canzone. My mind says no, but my heart's made up on you.
  "Perché sei qua, Ross? -dico mantenendo la calma- Cosa vuoi?"
  "Voglio te!", dice serio ad alta voce.
C'è un attimo di silenzio in cui mi guarda dritto negli occhi, con forza, sembra quasi stia cercando di costringermi a credergli. Si avvicina a me, la sua fronte contro la mia, le nostre labbra a poco più di un centimetro di distanza. I suoi passi verso di me mi portano istintivamente a indietreggiare e, di conseguenza, mi ritrovo incollata al muro, con Ross davanti a me, troppo vicino per permettermi di pensare. I miei occhi corrono velocemente, sfiorano i suoi per poi fare lo stesso con le sue labbra. Poi tornano su e si ripete tutto, per pochi secondi che a me sembrano anni.
Continua: "...dimmi che non mi vuoi, che non t'importa, e ti lascerò in pace"
Cerco di riordinare le idee nella mia mente, per quanto possa essere difficile, e rispondo.
   "Ross, perché credi che sia uscita con lui?"
   "Non cambiare discorso! -si allontana un attimo, mi guarda irritato, poi torna nella posizione di prima- Dimmi che non t'importa! Dimmelo! Devo sentirlo da te!"
   "L'hai già fatto"
   "Ti ho sentito lasciarmi andare, non che non t'importa."
Guardo in alto, sperando con tutta me stessa di riuscirci almeno questa volta. Ma non è ciò che accade. Chiudo gli occhi, le lacrime mi bagnano e mi rigano il viso. Prendo un respiro profondo, riapro gli occhi e lo guardo nei suoi, implorandogli di smetterla e lasciarmi andare con lo sguardo. Riceve il messaggio, ne sono sicura, ma non mi lascia, anzi: si avvicina, mi uccide con gli occhi, e adesso le sue labbra e il suo petto stanno a un millimetro da me.
   "Non dirmi queste cose, Ross. Smettila! Io non mi sto divertendo! Non è un gioco! Lasciami perdere!"
   "Non sto giocando, sono serio."
   "E io sono stanca! Come faccio a farti togliere?"
   "Te l'ho già detto!"
   "Perfetto, ti amo, sei tutto ciò che voglio e che non ho! E mi manchi così tanto che mi uccide! Contento? Ora puoi and-"
Ross mi interrompe mettendo fine anche alla mia fame. E non parlo di cibo. Mi rendo conto adesso che, stavolta, chi ha vinto è stato lui: è riuscito a confondermi, sapeva che avrei ceduto, sa bene che mi manda in tilt.  Posa le sue labbra sulle mie in un bacio bello quanto doloroso. Le lacrime smettono di scendere, il cuore sembra voler sfondare il petto, i respiri si fanno affannosi, la voglia cresce. Non credevo di averne così bisogno.
Ross mette le mani sul mio collo, mi tiene ferma, e si avvicina con il resto del corpo, facendomi venire i brividi lungo la schiena. Le nostre lingue si fiondano l'una sull'altra, senza paura o esitazione, e la fitta nello stomaco svanisce Man mano che il bacio si fa più intenso. Ross posa la sua mano sul mio fianco, poi la fa scendere di poco e la sposta sul mio sedere, sfiorandolo per pochissimo, per poi farla salire e avvicinarmi a sé ancora di più. Lo sento, sento ciò che vuole, è ciò che voglio anch'io. Poso le mani sul suo petto mozzafiato, lo percorro e lo esploro di nuovo, dopo tanto tempo. Gli afferro i fianchi, mi faccio avanti, mi avvicino di più, mi stacco dal muro. Ross mi afferra da dietro la schiena, poi sembra cambiare idea e avanza velocemente sbattendomi al muro. Afferra il mio ginocchio destro e se lo porta sul fianco, poi si fa più vicino, portando avanti il bacino. Lo prendo da dietro la testa, metto le dita in mezzo ai suoi bellissimi capelli biondi, e premo con forza le mie labbra contro le sue. I respiri si mantengono affannosi, ogni tanto ci scappa qualche verso, che invita l'altro/a a fare di più. Qualcosa che, purtroppo, era proibito. Proibito dalla storia, dal luogo in cui ci trovavamo. Proibito perché era giusto, lo è sempre stato, e c'è stato portato via: l'amore. Mi è stato portato via Ross, gli sono stata portata via. Ma nessuno dei due sembra voler scappare adesso. 
Stacco le labbra dalle sue per riprendere fiato. Il bacio più lungo e bello di tutta la mia vita!
Lo stringo forte, gli dono il mio cuore un'altra volta. Mi scappa una piccola risata, una risata di contentezza, non felicità. I miei occhi s'inondano un'altra volta, l'ultima volta. Sciolgo l'abbraccio, lo guardo. Non sorride, è serio, ma so leggerli bene, quegli occhi nocciola, so cosa mi sta dicendo. Rispondo buttandomi tra le sue braccia di nuovo. Mi concentro bene sulla sua pelle calda, sul suo petto contro il mio, sulle sue braccia muscolose e forti che mi stringono e mi fanno sentire a casa dopo tanto tempo, sul profumo della sua pelle perfetta. Chiudo gli occhi e mi abbandono completamente tra le sue braccia. 
"Ho bisogno di te", gli dico a bassa voce. Ross mi stringe più forte.
   "Anch'io di te -scioglie l'abbraccio- non sai quanto! Mi dispiace di averti ferita, Giulia, farò tutto ciò che serve. Ti amo, non posso nasconderlo o, peggio, negarlo. Promettimi che mi aspetterai! Metterò fine a tutto questo."
   "Ross, è tutto ciò per cui hai lavorato! Non sono famosa, se questo può rovinare i tuoi sogni, no"
   "Stella capirà. Sono disposto a rischiare, sono stanco di starle dietro. Ho lasciato Maia, le ho detto chiaramente che non volevo continuare una falsa storia, una che ha rovinato tutto con te per di più. Se dovevo starti lontano, meglio farlo da solo, non vivendo una bugia"
   "Ho visto il servizio su Clevver TV...a quanto pare i paparazzi non ci hanno dimenticati..."
   "Come ci si può dimenticare di te? -mi sorride e io ricambio con le guance rosse- Sei bellissima, principessa". Mi bacia.
Apro gli occhi, lo guardo incantata.
    "Non abbastanza per te. Sei perfetto, Ross, e non hai idea di quanto mi manchi"
    "Sono qui..."
    "Non basta averti davanti."
Ci guardiamo, lui mi prende per i fianchi e mi stringe a sé. Io lo stringo e appoggio la testa sul suo petto, ascolto il suo cuore, respiro il suo profumo. Chiudo gli occhi, Ross mi stringe, mi bacia la testa e mi culla, cantando sotto voce.
   "I think about you, every morning when I open my eyes.
I think about you, every evening when I turn off the lights.
I think about you, every moment, every day of my life.
You're on my mind all the time, it's true.
I think about you, you, you, you, you. I think about you, you, you, you, you."

Sorrido riconoscendo la canzone, lo stringo forte e lo ascolto cantare. Quando finisce, alzo la testa e gli dò un bacio a stampo.
"Sei mia, tu. Ti amo"
  "E tu di chi sei?"
  "Tuo, solo tuo. Per sempre."
  "Oh, ora va meglio!"

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Beh, salve a tutti! E' da un po' che non scrivevo nell'angolo autrice...vorrei ringraziare chi ha seguito la mia storia, chi l'ha recensita e in generale tutti quanti per averla letta. Allora, che ne pensate?
xoxo

 

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