Creepypasta Quello strano mondo.

di EleonoraBonny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Solo ***
Capitolo 2: *** 2. Non più solo ormai. ***



Capitolo 1
*** 1. Solo ***


L’arrivo
 
All’improvviso si ritrovò lì. In quello strano bosco. Non era il bosco in qui era scappato per nascondersi, era diverso. Completamente diverso. Aveva deciso di cercare qualcuno, o almeno un qualche cartello  che gli avrebbe fatto capire dove si trovava. Così cominciò a camminare per questo bosco, che sembrava immenso. Trovò un lago. Un grande lago nebbioso. Non si riusciva a vedere l’acqua.
‘Per fortuna…’ pensò.
Camminò, camminò e continuò a camminare. Non trovò niente. Nessun cartello, persona, casa, baracca abbandonata…nulla. Si ritrovò di nuovo davanti a quel lago, ora la nebbia non c’era più. Quindi si mise a distanza dall’acqua. Che sembrava proprio come uno specchio. Non voleva più vedere quell’orrore. Quella COSA che era diventata il suo volto. Beh, se ancora si poteva chiamare volto.  Si sedette lì vicino al lago. Ci rimase per un po’ a pensare come era finito lì. Non riusciva a ricordarlo, era come se una parte dei suoi ricordi fosse stata cancellata. Gli apparivano nella mente solo immagini confuse. Non era nemmeno sicuro che quello che ricordava fosse il suo volto riflesso in una pozzanghera. L’aveva visto dopo aver fatto qualcosa…ma davvero non riusciva a ricordare cosa. Si alzò. Decise di guardare la sua immagine riflessa. Aveva paura, si sentiva solo. Si avvicinò piano all’acqua del lago. Si guardò… non poteva crederci.
 Dov’era la sua faccia?
Era diversa dalla immagine nella sua memoria. Quella che ricordava lui, era sformata ma con ancora dei tratti del viso. L’immagine che vedeva ora riflessa nel lago era una faccia molto più liscia e con meno lineamenti. Non aveva più gli occhi. Al loro posto c’erano delle cavità per niente profonde. Accennate appena. La sua pelle…la sua pelle era molto più bianca di quello che ricordasse.
Quello che lo faceva stare male, era che si ricordava solo quell’immagine e prima di quella un grande dolore e tanto, tanto caldo. Non si ricordava se erano collegate queste due cose. Rimase lì a pensare, accarezzando lentamente il punto dove dovevano esserci i suoi occhi. Si chiese anche come riusciva a vedere tutto non avendo più gli occhi, ma era come chiedere il perché dell’esistenza dell’uomo. Non sarebbe mai riuscito a capirlo, quindi non aveva nemmeno più senso chiederselo. Si sedette di nuovo sulla sponda del lago. Improvvisamente ricordo qualcosa…cosa aveva fatto?! No, non era possibile! Non poteva essere stato lui a uccidere quel povero bambino innocente. Eppure il ricordo era lì,  nella sua mente. Non capiva più nulla. Ma ora ricordava tutto. Nella sua mente passavano tutte quelle immagini, tutto quel dolore. Prima fiamme, troppe fiamme. Poi quel corpo freddo, che no…non era di  suo figlio…non poteva essere morto…non può essere morto!
…Dopo il bosco, aveva camminato poco. Si era ritrovato in un parco, c’erano tanti bambini. Ce n’era uno al confine del bosco, che appena lo aveva visto si era messo a piangere. Lui all’inizio non capiva perché, ma vide la sua immagine riflessa in una pozzanghera e tutto fu più chiaro. Il bambino continuava a piangere, urlare e chiamare i suoi genitori. Fu lì che lui provò a parlare, ma non ci riuscì proprio. Non trovava un modo per calmare quel bambino. Pensava solo:
‘Basta! Basta ti prego! Basta! Non sono un mostro! Smettila di piangere!’.
In quel momento qualcosa di strano uscì dalla sua schiena, diventò appuntito e trafisse in meno di un secondo il corpo minuscolo del bambino. Era una specie di tentacolo nero, ma si modellava e diventava più affilato di un coltello. Dopo quel gesto che non aveva fatto lui, ma che ovviamente nessuno avrebbe capito scappò nel bosco e si ritrovò lì.
Aveva ricordato tutto, stava molto peggio di prima ora. Lui aveva ucciso un bambino, in che modo non importa. Aveva ucciso una creatura così innocente. Non ci poteva credere.
L’unica sua certezza era che da qualche parte, in quello strano mondo, suo figlio c’era. Era ancora vivo. Doveva essere così.
Sentì uno scricchiolio, il suo corpo si alzo di scatto e si immobilizzò. Apparirono quegli strani tentacoli dalla sua schiena. Si allungarono e si impiantarono a terra, sollevando il corpo paralizzato. Non poteva fare niente, i tentacoli lo portarono da dove proveniva quello  scricchiolio. Stava per uccidere un’altra persona, non sapeva come ma l’aveva capito. Il suo secondo omicidio, che lo avvicinava ancora di più allo assomigliare ad un mostro.
Dopo quello ce ne furono molti altri, il suo corpo ad ogni vittima uccisa diventava meno umano. Ormai dopo un tempo indefinito che non riusciva a ricordare non aveva più un volto. Solo una testa liscia dalla pelle completamente bianca. Aveva anche capito come funzionava quel bosco. Appena una persona entrava in un bosco la notte, secondo qualche criterio di scelta il bosco si univa al posto dove stava lui. Quindi ogni volta il paesaggio cambiava, ogni volta si ritrovava a uccidere in una diversa città. Anche se l’unica cosa a cui pensava era che doveva trovare suo figlio, il resto non importava più. Ma si sentiva incredibilmente solo. Quando nessuno entrava nel bosco poteva andare al solito lago e riposarsi, anzi stava solo lì a non fare niente. Il lago era l’unica cosa che non si spostava mai, era sempre nello stesso posto. Ovviamente non ne sapeva il motivo ma ormai quel lago era l’unica cosa che gli era rimasta. Sperava sempre che arrivasse qualcuno come lui, in modo che non avesse paura. Ma per quel tempo infinito non arrivò mai nessuno.


“Forse un giorno arriverà qualcuno nella terra degli incubi e degli assassini,
caro Slenderman?
Oh, io dico che qualcuno arriverà molto presto…
e la storia cambierà completamente,
caro amico.”

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Capitolo 2
*** 2. Non più solo ormai. ***


L’arrivo di un amico
 
Quanti omicidi aveva commesso? Ormai il caro Slenderman non lo ricordava più e non gli importava. Avrebbe solo voluto qualcuno con cui parlare, ma purtroppo il primo “amico” che arrivò in quella foresta non parlava molto.
Era un giorno come gli altri, un ennesimo scricchiolio di rami e foglie si sentiva anche quel giorno. Chissà chi era ‘sta volta…un gruppo di ragazzi spericolati alla ricerca di avventure nelle foreste buie? Una coppia che cercava un po’ di intimità? Un uomo solo che cercava tranquillità? Un bambino disperso?
Slenderman stava aspettando che i tentacoli neri uscissero dalla sua schiena anche quella volta, ma invece non successe niente. Che quello scricchiolio se lo stesse immaginando? No, non era possibile. Decise di alzarsi e lasciare per un po’ il suo posto vicino al lago per andare a controllare.
Appena stava per addentrarsi nel bosco però, vide qualcosa sfrecciare verso il lago. Era quel qualcosa che faceva lo scricchiolio? Come aveva fatto ad arrivare al suo lago? Nessuna delle sue vittime ci era mai riuscita…
Camminò verso il lago e notò che vicino alla sponda opposta a dove di solito si sedeva lui c’era qualcosa di insolito. Era un albero di notevoli dimensioni e sopra sembrava esserci qualcosa…una casetta? Una tipica casetta sull’albero? Cosa stava succedendo?
Slenderman vide quel qualcosa correre proprio verso quell’albero e si decise ad andare più vicino.
Arrivato ai piedi dell’albero vide che quel qualcosa era una specie di uomo nudo rannicchiato nella casetta. Anche se a guardarlo meglio non aveva l’aspetto umano; di sicuro non era umano.
Aveva le mani che sembravano artigli sporchi di sangue, si potevano intravedere dei denti affilati dalla bocca semi-aperta e non sembrava avere labbra e nemmeno un naso definito. Quanto agli occhi...non si riusciva a capire bene se fossero delle cavità o se fossero degli occhi completamente neri.
Slenderman era sorpreso, ma non sapeva cosa fare. Provò a parlare e ci riuscì per qualche arcano motivo. La sua voce era rauca e rimbombava nella sua testa, tanto che non capiva se aveva davvero parlato o stava solo pensando.
“Tu chi sei?” provò a chiedere all’essere. Ci fu almeno un minuto di silenzio e poi la risposta fu: “Loro mi chiamano… the Rake
Slenderman rimase in silenzio per un po’, poi si decise a parlare ancora: “Sai come sei arrivato qui?” chiese cercando di avere un tono meno rauco ma senza riuscirci.
“No…tu chi sei?” rispose the Rake. La sua voce era rauca quasi quanto quella di Slenderman ma sembrava come modificata da una radio con un interferenza.
“Non so più chi sono, ma loro mi chiamano Slenderman” rispose lo smilzo.
The Rake si sistemò in un angolo della casetta e non sembrava aver intenzione di parlare ancora, così Slenderman decise di tornare all’altra sponda del lago. Da lì continuò a guardare la casetta sull’albero e dopo un tempo indefinito vide che the Rake stava scendendo. Appena a terra cominciò a correre verso il bosco. Che stesse andando anche lui da una vittima? Probabilmente era così. Slenderman pensò che almeno ora non era più solo. Anche se il suo nuovo “amico” non sembrava voler interagire molto con lui, ma con il tempo si sarebbero lo stesso tenuti compagnia.
The Rake ci mise molto a tornare, o forse era solo un’impressione sbagliata. Guardando bene the Rake Slenderman notò che si comportava più come una specie di primate che come un uomo, ma non avrebbe saputo descriverlo bene; l’unica cosa che poteva affermare era che the Rake non parla molto.
 
“Sei contento caro amico?
Non sei più solo ormai e avrai qualcuno con cui parlare tra non molto vedrai.
Dopo lui altri e altri ancora...mi dispiace che tu sia stato il primo Slendy. Arriveranno in così tanti che ti mancherà la solitudine vedrai!”




Spazio autrice!
Salve a tutti e grazie mille se avete letto anche questo capitolo! Direi che è moolto diverso dal primo ma spero vi possa piacere comunque. Tranquilli ora non mi metterò a fare un capitolo per ogni singolo personaggio che arriva in questo strano mondo, la storia dal prossimo capitolo diventerà molto più veloce. Arriverà il mio assassino preferito <3 e finalmente capirete cosa centra il romantico in questa storia. Non nel prossimo capitolo però :P
Non sono nemmeno sicura, ma la storia è nata per quella pazza idea e quindi voglio tenerla.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e recensite, recensite, recensite!
EleonoraBonny


(Se trovate qualche errore avvisatemi che cercherò di correggerlo subito!)


Questo è come io vedo più the Rake. Ho messo l'immagine visto che ne esistono molte versioni.

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