Obliviate anno VI

di willow11
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** un nuovo anno ***
Capitolo 2: *** un nuovo anno pt.2 ***
Capitolo 3: *** lezioni di volo ***
Capitolo 4: *** protego animus ***
Capitolo 5: *** Serpeverde contro Grifondoro ***
Capitolo 6: *** Il party di Lumacorno ***
Capitolo 7: *** il primo torneo di natale ***
Capitolo 8: *** non c'è cosa più divina ***
Capitolo 9: *** Obscuro ***
Capitolo 10: *** Puff ***
Capitolo 11: *** la notte più lunga pt.1 ***
Capitolo 12: *** la notte più lunga pt.2 ***
Capitolo 13: *** il giorno del funerale di Silente ***



Capitolo 1
*** un nuovo anno ***


obliviate.2.1
Premesse
Eccoci qua, è sabato e, dopo una hiatus di poco più di due mesi, sono tornata!
Questa fanfic è il seguito Obliviate, chiamandosi Obliviate anno VI,
e segue passo passo gli avvenimenti del sesto capitolo di harry potter.
Se non avete letto Obliviate, vi consiglio di leggerla prima,
perché essendo un seguito rischiate di perdevi dei passaggi o non goderveli fino in fondo…
(come si dice, lettore avvisato)

 
Due avvisi.
Il mood della storia sarà molto diverso dalla precedente, devo dire che mi sono un pò ispirata al film,
lo stesso David Yates(il regista) ha definito il sesto film “sesso droga e rock and roll”
perché i protagonisti vivono i loro amori e turbamenti adolescenti.
Altro avviso SPOILER… ma necessario
….

non aspettatevi un triangolo amoroso con Ron Weasley,
perché per permettere la storia tra le due e non trafiggere il mio cuore Potteriano
ho scelto di tagliare l’innamoramento di Hermione per Ron.
Scusate ma sarebbe stato troppo…
Comunque ne vedranno delle belle.
 
Adesso basta,
vi lascio alla lettura

 
 

Obliviate
 
 

-E all’ufficio misteri?-
 
-Semplicemente prima di far esplodere la profezia hai stabilito una connessione con essa… Vorrei che fosse chiaro però, che la tua posizione è molto diversa da quella della professoressa Cooman… Lei è una veggente… Tu, invece, hai ereditato il dono di una famiglia di sensitivi… E questi cambiano da persona a persona- Precisò Silente
 
-Ma io… Non me ne sono accorta… voglio dire, tutto quello che faccio… lo faccio e basta… Un po’ come faceva Britt- rispose Santana confusa
 
-Ed è per questo che dobbiamo lavorarci su…-
 

--

 
-E tu?- Chiese la Grifondoro non tradendo nessuna emozione.


Dopo un estenuante e imbarazzante silenzio, Santana guardò negli occhi la ragazza che le aveva salvato la vita durante tutto l’anno.
Non era per riconoscenza, semplicemente si sentiva pronta, pronta a conoscerla, ad aprirsi a lei.

Così si avvicinò di più alle sue labbra e vi poggiò un bacio.

Un piccolo e casto bacio.

Hermione, con il cuore a mille, e ancora confusa per quel gesto improvviso riaprì gli occhi e vide Santana allontanarsi di pochi centimetri da lei.
-Non ho idea di cosa sia giusto fare... ma ho un sacco di paura Hermione-
Hermione continuò a guardarla cercando di capire a cosa si riferisse.

-Voglio dire... Non so nemmeno se sono più in grado di amare qualcuno… Ma ci voglio provare…- disse con sincerità.

Hermione allora allungò una mano e le accarezzò la guancia.

Santana chiuse gli occhi e si cullò di quel tocco.

La Grifondoro allora si fece coraggio e annullò nuovamente le distanze.

-Non avevo mai baciato una donna- disse poi staccandosi.
-Non ti spaventa che sia un po’ troppo anticonvenzionale?- chiese Santana sorridendo.
-E’ anche poco convenzionale un rapporto tra alunno e insegnante...- rispose piano Hermione.

Santana sorrise e si specchiò nei suoi occhi percependo per la prima volta l’euforia e l’eccitazione nella mente di Hermione.

Sbattè le palpebre in un misto di confusione ed eccitazione.

Hermione sembrò accorgersene –tutto bene?-

L’ispanica sorrise con la piena consapevolezza che tutta le parole di Silente erano vere e, per la barba di Merlino, era pazzesco.

-Sei sicura che è tutto ok San?-
-Mai stata meglio Granger!- Disse la Serpeverde prima di tuffarsi nuovamente in quelle labbra per  farle sue in un bacio molto meno casto del precedente.
 



anno VI


 
 
 
Santana, ferma fuori dalla bottega tiri vispi dei gemelli Weasley, guardò oltre le vetrate per vedere chi ci fosse dentro.
 
In realtà sapeva benissimo che Hermione era li, la sentiva.
 
Nonostante non si fossero viste parecchio durante l’estate, e si perché i genitori babbani di Hermione avevano organizzato un viaggio in una specie di campeggio, l’ispanica aveva imparato a percepire la sua presenza e a capire quando questa era vicina e quando no.
 
Doveva ammettere che in quel momento era emozionata, era passato quasi un mese dall’ultima volta che si erano riuscite a vedere, e adesso, che la scuola stava per riprendere, non vedeva l’ora di rivedere il suo sorriso.
 
Dopo averla cercata ai piani superiori, inclinò di poco la testa e finalmente la vide, Hermione era lì, stranamente senza divisa, intenta a guardare dentro una specie di piccola fontana da cui fuoriusciva del fumo rosa.
 
-Filtri d’amore?-
Hermione perse un battito sentendo quella voce provenire dietro di lei.
-Dovrebbe stare attenta con quella robaccia o qualcuno potrebbe rimanerci fregato!- continuò Santana.
 
Hermione, consapevole che da li a poco Santana sarebbe diventata una sua insegnante a tutti gli effetti, si trattenne dal girarsi e saltarle addosso.
Miseriaccia, non la vedeva da un mese!
Così fece un respiro profondo e con molta, molta, calma si girò verso di lei e finalmente la vide.
Santana Lopez era li, per lei.
Era più bella di come se la ricordava in più gli abiti “normali” la rendevano decisamente più sexy. Avrebbe dovuto farci l’abitudine.
 

 
--
 
 

Un treno rosso e nero attraversò le montagne inglesi.
Il cielo era limpido e a breve sarebbe tramontato il sole.
All’interno di uno dei vagoni finali un via vai di ragazzi chi in divisa e chi no, si spostavano da una cabina all’altra in cerca del carrello dei dolciumi.
 
Le tende di uno scompartimento si abbassarono di botto.
 
Dentro lo scompartimento completamente sigillato e isolato dal resto del treno –e del mondo- Santana ed Hermione in piedi davanti alla porta, si stavano baciando con passione.
La Grifondoro le stringeva il viso mentre l’ispanica la baciava con urgenza.
Sebbene fosse costretta nella sua rigida divisa, Hermione, riusciva a seguire senza problemi l’impeto della più grande. L’ex Serpeverde dal canto suo, poteva percepire tutta l’emozione e l’eccitazione della ragazza che aveva desiderato per tutta l’estate.
Era la prima volta che si perdevano così tanto l’una nell’altra.
 
Il treno entrò in una galleria e tutto si fece buio.
Santana fece un paio di passi indietro e si sedette.
Appena lo scompartimento si rilluminò Santana si ritrovò Hermione a cavalcioni sopra di lei.
La più piccola si staccò dalle labbra della latina e cominciò a riprendere fiato.
Santana invece, completamente in balìa delle emozioni di Hermione, faticava pure a metterla a fuoco.
 
-Ciao…- disse infine Hermione.
 
-Ciao…- rispose Santana dopo essersi ripresa, poi squadrò la ragazzina sopra di lei con la camicia che si era magicamente sbottonata, e alzò un sopracciglio malizioso.
Hermione arrossì violentemente e fece per scendere, l’ispanica allora la fermò afferrandole il bacino per poi guardarla intensamente negli occhi.
Non si vedevano da troppo tempo e il desiderio del contatto fisico era davvero troppo.
 
-Mi fai impazzire…- disse sincera Hermione.
Santana sorrise –lo so…- rispose con un ghigno.
 
Hermione arrossì ancora e abbassò lo sguardo, poi scese da Santana e si distese poggiando la testa sulle sue gambe.
Santana si sentì sollevata, perché anche se da una parte la desiderava intensamente, dall’altra, quando le cose cominciavano a riscaldarsi troppo, le sensazioni di Hermione diventavano così forti da farle perdere completamente la lucidità.
 
E non voleva, la loro prima volta doveva essere perfetta.
 
Senza contare che il treno per Hogwarts non era per niente un luogo adatto.
Avevano aspettato due mesi, un paio di giorni in più non avrebbe turbato nessuna delle due.
 
-Sai già dove dormirai?- Chiese la Grifondoro mentre intrecciava la mano con quella della Serpeverde.
-No… Silente mi ha solo scritto di presentarmi alla cerimonia dello smistamento… Ma immagino nell’ufficio di madama Bump…-
Hermione sembrò pensarci su –che strano che Silente abbia pensato proprio a te…-
 
Santana la guardò accigliata.
-Non fraintendermi San… Sono felicissima… E’ solo che non capisco il perché…-
-E’ perché sottovaluti le mie capacità nel volo…- la beffeggiò la latina piegandosi in avanti per strapparle un bacio a fior di labbra.
Hermione sorrise al bacio –incredibile…-
-Addirittura?- Chiese divertita l’ispanica riferendosi al bacio.
 
-Scema… Pensavo che è incredibile il fatto che Tu sia insegnante ad Hogwarts… Non succedeva da…-
-102 anni…- la interruppe Santana guardandola con aria di sfida.
Hermione sbuffò, come era possibile che ne sapeva sempre di più di lei, forse era proprio per questo che le piaceva da impazzire.
Santana ridacchiò e si abbassò di poco per lasciarle un bacio a fior di labbra.
 
 

-Come pensi che sarà quest’anno?-
-In che senso?- rispose Hermione.
-Non saprei, da quello che ne so, tu e il tuo amico sfregiato ogni anno rischiate la vita…-
-Hey!-
-Ah giusto… C’è pure lo sfigato dei Weasley…-
-Ma la smetti! A volte dimentico che sei pur sempre una Serpeverde!- disse alzando il tono di voce.
Santana alzò le mani in segno di resa con un sorriso divertito.
-Non è proprio così…- Continuò Hermione -Semplicemente ci troviamo sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato… E poi calcolando che Harry non è riuscito a sentire la profezia, non sappiamo neanche se è il prescelto…-
Santana sorrise non tradendo nessuna emozione; lei sapeva benissimo che Harry era il prescelto.
 
 
-San…- disse Hermione sempre accoccolata con la testa sopra di lei.
-Dimmi…-
-Pensi che ce la faremo?-
L’ispanica fece un respiro profondo –Credo di si… la battaglia con tu-sai-chi non mi sembra…-
-No San, non parlavo di Voldemort…- disse tranquilla Hermione.
Santana la guardò torva, non amava che Hermione pronunciasse quel nome.
 
-Intendevo io e te…- disse poi leggermente in imbarazzo.
Santana la guardò confusa, evidentemente anche Hermione lo era in quel momento.
Aprì la bocca per rispondere ma proprio in quel momento la carrozza si fermò.
 
-Già arrivati?-
Hermione si alzò di scatto e cominciò a ricomporsi.
Santana allora prese la bacchetta e, agitandola leggermente fece richiudere tutti bottoni della camicetta di Hermione e strinse il nodo della sua cravatta.
La Grifondoro si guardò soddisfatta e sorrise -chi va per prima?-
Santana si specchiò nel riflesso notando i capelli tutti scombinati, poi guardò Hermione praticamente perfetta.
-Ovviamente tu- disse sorridendo.
Hermione sorrise e si avvicinò a lei –allora… In bocca al drago professoressa Lopez!- disse prima di stamparle un bacio sulle labbra.
Santana sorrise e rispose al bacio –speriamo che non rutti- rispose leggermente imbarazzata prima di vedere Hermione uscire dal loro scompartimento.
 
L’ispanica si lasciò cadere sul sedile e chiuse gli occhi.
Se qualcuno un anno prima le avesse prospettato quella situazione, sicuramente si sarebbe beccato una maledizione senza perdono.
Eppure era successo, si era lasciata andare con una Grifondoro e non poteva dire di stare male.
Anzi.
 
Quinn le aveva consigliato bene.
 
Quinn, chissà quando l’avrebbe rivista.
 
Una ventata di euforia le invase la mente interrompendo i suoi ragionamenti, evidentemente i ragazzini del primo anno stavano correndo verso l’esterno passando proprio davanti al suo scompartimento.
Si sentì euforica anche lei.  
 

Dopo essersi sistemata i capelli e il mantello uscì dallo scompartimento.
Guardò prima a destra e poi a sinistra costatando che era rimasta sola.
Prima di avviarsi verso destra, dove c’era l’uscita più vicina, qualcosa attirò la sua attenzione.
Santana roteò la testa verso sinistra cercando di capire cosa stesse sentendo.
Senza pensarci troppo si avviò verso l’ultimo vagone del treno, dove solitamente sedevano i Serpeverde.
Entrata nel vagone senza scompartimenti, si guardò intorno non vedendo nulla.
Intanto nella sua mente si accavallavano suoni con emozioni fino a quando non riuscì a distinguere nettamente “Santana a terra”.
Santana sbarrò gli occhi e abbassò lo sguardo verso terra, poi allungò la mano cercando qualcosa.
Nonostante fosse invisibile riuscì ad afferrare qualcosa, un tessuto probabilmente.
Sotto quello che doveva per forza essere il mantello dell’invisibilità, c’era  Harry Potter.
Santana notò il sangue sul viso pietrificato e scosse la testa.
-Lo dicevo io che frequentare il Signor Potter sarebbe stato pericoloso- disse prima di agitare la bacchetta e sciogliere il Pietrificus Totalus.
 
-Come hai fatto a sapere che ero li?- Chiese Harry scendendo dal treno.
-Sono superdotata, pensavo che le sapessi- lo beffeggiò Santana.
 
Harry si bloccò imbarazzato, aveva detto superdotata?
-Potter! Ma cosa ti viene in mente? Intendevo come strega- Lo rimproverò la latina.
-No… Io non… L’ho detto ad alta voce?-
Santana rise –come siete puritani voi Grifondoro- Poi ci pensò su –anzi no…-
-Basta Santana ti prego, è già strano così- disse il ragazzo sempre più imbarazzato.
-Stai facendo tutto da solo Potter…-
-No cioè… Voglio dire tu ed Hermione… devo farci l’abitudine…- disse ancora confuso.
Santana alzò gli occhi al cielo in un misto tra il divertito e lo scocciato, anche se effettivamente era buffo vedere il prescelto Harry Potter in panico per via della relazione saffica della sua migliore amica.
-Piuttosto dimmi di te… con chi ti sei picchiato?- Chiese la latina riferendosi al naso sporco di sangue.
Harry non rispose.
Santana poteva percepire la rabbia del ragazzo, così decise di non indagare.
-Vabbe vediamo di sistemarlo… Sembri uno di quegli elfi che lavorano alla Gringott- disse la latina fermandosi davanti a lui e prendendo dal mantello la bacchetta.
-Santana sei sicura che… Ahi!-
-Ecco a te… E se ti capita di fare un salto in infermeria, dì a madama Berry che te l’ho sistemato io… Magari è la volta buona che si fa rimpicciolire quella proboscide!-
Il Grifondoro ancora confuso, annuì agli sproloqui della latina.
 
I due ragazzi arrivarono davanti il grosso cancello dove il professor Vitius li stava aspettando.
 
-Scusi Professore- disse Harry dispiaciuto per il ritardo.
-Potter, Lopez… Lopez?- Chiese il professore confuso guardando la ragazza.
-La nuova insegnante di volo giusto?-
Santana annuì.
-Silente mi aveva parlato di tre nuovi insegnanti, ma non sapevo fossi tu…- disse il nano contento.
-Tre?- Chiese Santana curiosa.
Il professor Vitius fece di si con la testa e chiuse il grosso cancello.
A pochi metri davanti a loro Draco Malfoy stava discutendo con Gazza.
Non era una semplice discussione su che bagagli portare ad Hogwarts.
Harry fissò il ragazzo con astio.
Draco dal canto suo ricambiò l’occhiataccia con aria di sfida.
 
Santana che aveva visto e sentito tutte le energie negative che si erano scambiati i due non aveva più dubbi su chi fosse l’artefice dello scherzetto ad Harry.
Tuttavia non sapeva ancora il perché.




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Ed è cominciato un altro anno,
cosa succederà?

Grazie a chi seguirà questa storia!
Se vi va fatemi sapere che ne pensate

Ci si vede sabato prossimo

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ask(raramentissimo ma c'è)

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Capitolo 2
*** un nuovo anno pt.2 ***


hp6 2



-Stai tranquilla saranno qui a momenti…-
disse Ron continuando a strafogarsi senza prestare troppa attenzione alle parole della sua amica.
-Vuoi smetterla di mangiare, il tuo migliore amico è scomparso!- Lo rimproverò Hermione.
-Lo so che sei preoccupata per Santana- disse il ragazzo –vedrai che saranno insieme… e infatti-

Il ragazzo indicò alla Grifondoro di guardare dietro di lei, ed effettivamente c’erano Santana ed Harry che avanzavano velocemente.
-E’ di nuovo coperto di sangue, perché è sempre coperto di sangue- Chiese Ginny riferendosi al volto e al colletto della camicia di Harry.

Hermione perse un battito preoccupata che anche a Santana fosse successo qualcosa.
L’ispanica senza fermarsi passò di fronte a loro e guardò Hermione lanciandole uno sguardo rassicurante.
La Grifondoro fece un sospiro di sollievo per poi concentrarsi sui racconti dell’amico e sul perché fossero arrivati così tardi.

Santana intanto, tremendamente in imbarazzo per il ritardo, continuava ad avanzare verso il tavolo insegnanti, che la scrutavano con curiosità.
L’agitazione era tanta, così senza guardarsi troppo attorno fece il giro del tavolo e raggiunse l’unico posto vuoto rimasto.

-Di buon'ora Lopez!-
L’ispanica sobbalzò e si girò lentamente verso la persona seduta accanto a lei.
-Fabray!?-


-Un’ottima serata a tutti voi!- disse Silente alla platea di studenti azzittendo così le due ex alunne di Hogwarts -Prima di tutto voglio presentarvi il nuovissimo membro del corpo insegnanti Horace Lumacorno-

Quinn indicò all’amica l’uomo col viso leggermente paffuto posto dall’altra parte del tavolo.

-Il professor Lumacorno, sono lieto di annunciarvi, che prende il suo vecchio posto di insegnante di pozioni… Mentre la cattedra di difesa contro le arti oscure verrà assegnata al professor Piton…-
Santana e Quinn si guardarono sorprese mentre con le mani continuavano ad applaudire.


-Inoltre, dopo l’interessante esperimento fatto lo scorso anno con la Signorina Lopez, la Signorina Fabray ex prefetto della casa di Corvonero e studentessa uscente con i voti più alti del suo anno-
Santana lanciò un’occhiataccia all’amica –stronza mi hai fregato solo perché sono stata svenuta tre giorni…-
Quinn agitò la mano come per dire che quelle era tutte stupidaggini.
 
-Sarà l’assistente della professoressa McGranitt per trasfigurazione…- continuò il professor Silente.
La McGranitt si girò verso Quinn con un grosso sorriso mentre applaudiva verso di lei.
Quinn sorrise all’insegnante e poi si girò verso Santana che la guardava sbalordita.

-Mentre la Signorina Lopez, prenderà per quest’anno il posto di Madama Bump e si occuperà delle lezioni di volo e del Quidditch-

Un grosso applauso partì dal tavolo Serpeverde e, stranamente da quello dei Grifondoro, dove Hermione stava applaudendo con forza assieme ad Harry, Ron, Ginny e Neville Paciock. L’ispanica sorrise appena lanciando uno sguardo a Hermione, tuttavia qualcos’altro attirò la sua attenzione.
In mezzo a tutta quell’euforia c’era una nota stonata provenire dallo sguardo apparentemente assente di Draco Malfoy.
Santana non riuscì a capirne il perché, troppa confusione, troppe emozioni.
Decise di lasciar perdere e di concentrarsi sulla notizia appena appresa: Quinn Fabray era tornata ad Hogwarts.



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-Mi spieghi?- Chiese Santana ancora senza parole per aver appreso che la sua migliore amica avrebbe passato l’anno con lei.

-Che ti devo spiegare? Un paio di settimane fa ho ricevuto la visita di Silente e adesso sono qui!- Spiegò la bionda ferma con Santana davanti all’ingresso della sala grande.
-Una visita da Silente? Ma perché…?-
-Che credi? Di essere l’unica in grado di fare l’assistente ad Hogwarts?- Chiese con aria di sfida.

L’ispanica sbuffò -beh… Potevi mandarmi un gufo!-
-E perdere l’occasione di vedere la tua faccia appena scoperto?- Chiese divertita Quinn.
-Che stronza…-
Quinn sorrise.
-E scusa i tuoi piani per il viaggio in Europa? Puck?-
Quinn s’incupì appena –con Noah siamo abituati… Mentre per l’Europa… Beh aspetto te…-
Santana sorrise, ancora non le sembrava vero che la sua migliore amica era li.

-Oh Signorina Fabray proprio lei cercavo- disse la professoressa di Trasfigurazione.
-Professoressa McGranitt-

-Oh chiamami Minerva…- disse l’insegnante lasciando di sasso le due ragazze.
-Ok Minerva…- balbettò la bionda.

-Il professor Silente mi ha detto d’informarti che non è riuscito a trovare una stanza per te nell’area docenti… Quindi puoi scegliere di tornare al dormitorio dei Corvonero… Oppure… possiamo mettere un letto nell’ufficio della Signorina Lopez che in quanto sostituta di Madama Bump ha la camera al terzo piano, ovviamente è una sistemazione provvisoria- Specificò con un sorriso la donna.
-Sta scherzando vero?- Chiesero le due ragazze in coro.



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-Lopez c’è un problema, tu russi…-
-Io non russo…- replicò acida Santana mentre sistemava i propri vestiti nell’armadio.

-Oh si che russi, russavi già quando a cinque anni i nostri genitori ci portarono alla coppa del mondo di Quiddich e ci misero in tenda insieme!-
-Sei una lagna Fabray, non solo ti concedo un angolo della mio e dico MIO ufficio-

Quinn si fermò un attimo dal suo disfare la valigia e guardò l’amica alzando un sopracciglio.

-E comunque non è colpa mia… Sono le adenoidi…- Disse ovvia l’ispanica.
-Adenoidi, è la scusa più vecchia di Merlino… Non capisco come Brittany non si sia mai…- La bionda si bloccò di colpo rendendosi conto di quello che aveva appena detto.

Santana si morse un labbro e poi guardò l’amica evidentemente in imbarazzo.
Poteva sentirla, ma con Quinn erano solo delle conferme, avrebbe riconosciuto quello sguardo di colpevolezza anche ad un chilometro di distanza.

-Brittany si lamentava e come…- disse poi Santana –per questo cercavo di sfiancarla prima di addormentarci… Almeno poi crollava e non mi sentiva-
-Santana sei pessima…- replicò la bionda piacevolmente colpita dalla reazione dell’amica.

A quel punto, percependo che c’era bisogno di mettere in chiaro la questione Brittany, l’ispanica si sedette sul letto e fissò la Corvonero.

-Possiamo nominarla ok, anzi forse dobbiamo nominarla…-
-Dici sul serio?-
Santana annuì con un sorriso –magari evita di farlo davanti ad Hermione… Ha dei complessi d’inferiorità quella ragazzina!-

-Chiunque avrebbe dei complessi di inferiorità con Brittany…- Rispose ovvia la bionda –era perfetta…- aggiunse dopo qualche secondo di pausa.

Santana sorrise appena e guardò l’amica con un filo di orgoglio.
Sapeva bene quanto tenesse a Brittany e quanto avesse sofferto dopo il torneo Tre Maghi.
Ci aveva messo un anno a realizzare che il suo dolore aveva messo in ombra quello di tutti i suoi amici.
Prima o poi l'avrebbero perdonata.

 -Ma- continuò Quinn interrompendo il filo dei suoi pensieri -calcolando quel succhiotto che hai sul collo e gli infiniti gufi di questa estate dove la parola “Herm” susseguita da “ione” spuntava una riga si e una no, probabilmente non dovrebbe  temere il confronto…-

Santana le diede uno spintone per poi lasciarsi cadere sul letto, Quinn si avvicinò a lei.

-Brittany è Brittany lo sai…-
-lo so…-
-Non voglio che Hermione me la faccia dimenticare… Voglio solo starci bene… Essere felice…-
-Ti rende felice?-
Santana fissò il soffitto per poi riguardare l’amica distesa accanto a lei.
-Credo di si… -
-Ottimo...-
-Sicuramente mi confonde… Quella ragazzina si fa prendere dalle emozioni e non ci capisco una mazza- Disse poi alzandosi.

-Sannie- la rimproverò Quinn.
-Che c’è?-
-Non puoi entrare nella mente di Hermione, non è giusto!-
-Non entro nella mente di Hermione!!! E’ lei che presa da me si lascia andare alle più svariate fantasie!- replicò con un pizzico di malizia.

-Devi imparare a controllarti!- L’ammonì ancora Quinn.
-Sono qui per questo…-

Si sentì bussare.
Santana guardò Quinn, nessuna delle due aveva idea di chi fosse.

Quinn guardò l’amica e andò ad aprire.
-Quinn!- Disse Hermione sorridendo –che ci fai qui?- Chiese, ma il sorriso le morì sul volto appena vide il secondo lettino nella stanza.

-Tranquilla… E’ provvisorio!- disse.
-Evviva l’amicizia!- Disse sarcastica Quinn mentre finiva di svuotare la valigia.
-In realtà sono passata solo per salutarti e darti la buonanotte… Hanno organizzato una specie di festa di inizio anno in sala comune e…- Disse un po’ dispiaciuta la Grifondoro.
-Sono permesse le feste in sala comune? In quanto docente potrei farle bandire- disse seria l’ispanica.

Hermione inclinò la testa e la guardò storta.
Santana allora addolcì lo sguardo e si avvicinò per stamparle un piccolo bacio sulle labbra.

-Ci vediamo domani?- Chiese la Grifondoro prima di andare via.
-Certo…- rispose serena la mora.
-Bene!-
-Bene…-
-Allora vado?-
-Vai…-
-Buonanotte-
-Buonanotte a te-

La Grifondoro salutò Quinn e uscì dalla stanza, Santana chiuse la porta e si girò verso la sua amica che la stava osservando con un’espressione esterrefatta.
-Che c’è?- Sbottò la latina.
Quinn per tutta risposta scoppiò a ridere.
-Per la barba di Merlino, Sannie sei cotta!-



Hermione uscì dalla stanza di Santana -e Quinn- e si appoggiò al muro di pietra sospirando.
Si guardò intorno e poi senza ulteriori indugi allungò la mano dentro la manica destra del suo mantello ed estrasse una bacchetta di Vite.

La Grifondoro osservò la bacchetta di Brittany prima di lasciar scivolare il proprio capo verso la pietra.

Avrebbe voluto ridargliela quella sera, avrebbe dovuto ridargliela da tempo ormai, ma chissà perché non era mai il momento adatto.





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Capitolo corto,
in realtà è la seconda parte dello scorso capitolo, ma mi piace tenervi sulle spine!
E' tornata Quinn!!! Non siete contenti??? io da morire, adoro Quinn Fabray!!!!
Dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia, ripassatevi HP e il principe mezzosangue, perchè seguirò parecchio la trama(se ci riesco *_*)
Intanto volevo ringraziarvi, perchè siete tornati numerosi a leggere, seguire e commentare, quindi grazie di cuore! Spero che la storia si all'altezza delle aspettative.

vi ricordo sempre che questa storia è il seguito di Obliviate, quindi se non ci capite una  mazza o vi sfuggono delle cose è per questo!

Al prossimo capitolo
A presto
Chiara




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Capitolo 3
*** lezioni di volo ***


obliviate 2.3





-Storia della magia signorine è di sopra, non di sotto- Disse la professoressa McGranitt a delle ragazze, mentre si destreggiava a dare indicazioni alle matricole che non sapevano dove andare.
Accanto a lei una apparentemente spavalda Quinn Fabray, con in mano una pila di libri di trasfigurazione, cercava di starle al passo.

Messi in piedi su una panca, Harry Potter e Ron Weasley ridacchiavano per quella situazione esilarante.

-Potter!- Lo richiamò la McGranitt
Il ragazzo alzò come un fulmine, smise di ridere, scese dalla panca e si fece spazio tra gli studenti.
-Ci divertiamo vero?- Chiese la donna dall’aria inquisitoria.
-Avevo un’ora libera professoressa-
-A si l’ho notato, penserei che tu voglia riempirla con pozioni, o non hai più l’ambizione di diventare un’auror?-
Il ragazzo guardò prima l’insegnante e poi la sua assistente e sospirò.



-Non voglio studiare pozioni, ci sono le selezioni per il quidditch- disse Ron evidentemente seccato del fatto che Harry l’avesse costretto a seguire pozioni con lui.
Harry ridacchiò e fece a meno di rispondere.
-A proposito di quidditch… Guarda la!- Disse Ron affacciandosi da una delle grandi finestre che davano al cortile interno.

Harry si avvicinò a lui e vide Santana appoggiare le scope a terra mentre una ventina di ragazzi si stavano avvicinando a lei.




-Buongiorno a tutti… Io sono Sant… Madama Lopez- Si corresse l’ex Serpeverde.
-Buongiorno Madama Lopez- risposero in coro i ragazzi del primo anno delle casate dei Serpeverde e Grifondoro.

Se non fosse stato per i suoi super poteri avrebbe detto che quei ragazzini la stavano prendendo per il culo, e invece no, poteva percepire il loro timore e la loro riverenza nei suoi confronti.
Ispirò profondamente e sorrise ai ragazzini che pendevano dalle sue labbra.

-Bene, qualcuno di voi ha mai volato?- Chiese sicura.

Un paio di mano si alzarono, una era di un ragazzino biondo dei Grifondoro, mentre l’altra di una ragazzina molto carina dei Serpeverde.
Ovviamente Santana diede parola alla Serpeverde.
-Prego signorina?- Chiese l’ispanica non sapendo il nome.

-Rose… Marley Rose professoressa-
Santana sorrise compiaciuta da quell’appellativo.

-Prego…-
-Mio padre mi ha fatto fare qualche lezione quest’estate- disse timidamente.
-Continui signorina non sia timida- la incitò l’ispanica.

La ragazzina deglutì a fatica, era ovvio che si vergognava, era la sua prima lezione ad Hogwarts e stava parlando davanti a tutti.
Marley si avvicinò ad una scopa, la prese e ci montò su.
Poi chiuse gli occhi, fece un respiro profondo e si alzò in volo.

Santana sbalordita guardò la ragazzina destreggiarsi per aria.
Poteva percepire lo stupore di tutti i suoi allievi.
Istintivamente prese la bacchetta e l’agitò facendo avvicinare il baule delle palle quidditch.
Lo aprì al volo e prese una pluffa.

-Signorina Rose?- La richiamò facendo voltare tutti i ragazzi.

Senza aspettare un secondo lanciò con forza la pluffa nella direzione della ragazza che l’afferrò al volo.

Santana sorrise soddisfatta.
Quella ragazzina era un talento.
Ed era Serpeverde.

Sugli applausi dei compagni di casa, Marley scese a terra e riconsegnò la pluffa a Santana che la guardava con un filo d’orgoglio.

-Signorina Rose, ha mai pensato al quidditch?-



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Hermione allontanò il naso dal calderone e guardò il professor Lumacorno.
-Questa qui è pozione polisucco, difficilissima da preparare…- disse sicura di sé.
Il professore la guardò sorridendo e le fece segno di continuare mentre gli altri ragazzi guardavano incuriositi.

Hermione si avvicinò al terzo calderone e abbassò di poco la testa e un aroma di caffè la travolse.
Conosceva quel sapore.
Ispirò a fondo con gli occhi chiusi illudendosi di averla vicina.
Poi riaprì gli occhi e guardò il professore.

-Questa è Amortenthia- spiegò Hermione -il filtro d’amore più potente del mondo, dovrebbe avere un odore per ognuno di noi secondo ciò che ci attrae, per esempio io sento erba appena tagliata, pergamena nuova e aroma di caffè appena fatto-

-Grazie signorina Granger, ora L’Amortenthia non crea veramente l’amore, questo sarebbe impossibile, ma provoca una potente infatuazione o ossessione…- Disse l’uomo mentre tutte le Grifondoro e Kurt, Grifondoro anche lui, venivano attirate verso il calderone.

Lumacorno chiuse con un coperchio la pozione e guardò i ragazzi -Per tale motivo è probabilmente la pozione più pericolosa in questa stanza…-




-...Quando stare con Victor tu pensare a odore di legno tagliato e ferro battuto-

Hermione si girò incredula verso il suo interlocutore con lo strano accento.
-Finn Hudson?-

Il ragazzone sorrise alla Grifondoro che era appena uscita dalla lezione di pozione e si avvicinò per abbracciarla.
Hermione ricambiò l’abbraccio e poi si staccò da lui costatando che aveva addosso la divisa da Grifondoro.

-Da quando sei un Grifondoro?- Chiese lei sorpresa.
-Mio padre è trasferito al ministero della magia di Londra… Quindi io essere qua… ad Hogwarts-

Hermione era ancora incredula -a che anno ti hanno messo?-

-Al sette, anche se non parlare bene, tanto non servire per magia-

Hermione sorrise, doveva ammettere che le era mancato quell’accento.
-Ma prima essere perso e guardare la tua lezione per un po’… Buffo Lumacorno…-

-Io lo definirei strambo…- disse Ron uscendo dall’aula insieme ad Harry che ovviamente non riconobbero subito il ragazzo.

-Ragazzi lui è Finn Hudson… Era a Durmstrang…-

-Ecco perché parli come un...- Ron si fermò prima di guadanarsi un pugno da parte della sua amica.

-Sei l’amico di Victor Krum….- Disse Harry ricordandosi di lui.
-A proposito Viktor come sta?- Chiese curiosa Hermione.
-Bene bene, dire che forse venire a Natale a salutare…-

La ragazza sorrise contenta, nonostante Viktor fosse un suo ex gli avrebbe fatto veramente tanto piacere vederlo.

-Ragazzi non vorrei interrompervi ma la prossima lezione è difesa contro le arti oscure… con Piton!!! E poi dobbiamo parlare delle selezioni del quidditch!-
-Quidditch?- Chiese Finn interessato –Io giocare in Durmstrang!!!-

Harry guardò Finn e poi un accigliato Ron senza sapere cosa rispondere.



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-E mi raccomando se vi becco su una scopa fuori dagli orari delle mie lezioni vi tolgo i punti- Disse intimidatoria l’ispanica alla matricole dei Corvonero una volta finita la lezione.
I ragazzini annuirono terrorizzati e si allontanarono dal campo dove avevano appena fatto lezione.

Una leggera risata attirò la sua attenzione.
L’ispanica si voltò e all’ombra di una grande quercia c’era Hermione che sorrideva divertita e ammaliata.
-Sento del sarcasmo Signorina Granger- disse l’ex Serpeverde mentre raccoglieva le scope usate dai propri allievi.

La Grifondoro si avvicinò a lei –Li hai terrorizzati!-
-Ma nahhh…-
-Si invece… Ma eri comunque perfetta…- disse ispirando profondamente lo stesso aroma che aveva sentito prima a pozioni.

Santana arrossì e si fermò a guardarla con in mano le scope –ma tu non avevi lezione?-
-Sì, ero solo passata a vedere come stava andando… Ah più tardi passerà Harry, ha bisogno del campo di quidditch per le selezione di un paio di giocatori del Grifondoro-
-Mi sta chiedendo dei favoreggiamenti signorina Granger?- La beffeggiò seria l’ispanica.

Hermione trasalì –no, lo sai che non…-

Allora Santana le passò accanto avvicinandosi di più a lei –dì allo sfregiato di non preoccuparsi…-

-Grazie…- Le sussurrò la più piccola –noi ci vediamo dopo?-
Santana annuì con un sorriso.

Quinn aveva ragione era proprio cotta.



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Qualche ora più tardi Santana era ferma davanti il gargoyle dell’ufficio di Silente.
Nella mano destra stringeva il messaggio che il preside le aveva fatto recapitare.
A dire il vero era un po’ terrorizzata da quell’incontro, anche perché non se lo aspettava durante il primo giorno.
Ma evidentemente Silente non la pensava così.

Apri la bocca per pronunciare la parola segreta ma qualcosa la distrasse.
 
Paura, ansia e rassegnazione, tre emozioni che aveva già percepito insieme ma non si ricordava bene dove, si erano mosse non troppo lontano da lei.
Santana si guardò intorno e non vedendo nessuno, decise di lasciar perdere.



-Santana entra pure, con Harry abbiamo appena finito- disse l’uomo appena la latina varcò la soglia dell’ufficio.
Harry leggermente frastornato, s’incuriosì vedendo entrare l’ex Serpeverde.

-Mi sembra che ci siamo detti tutto, giusto Harry?-
-Oh certo…- Disse il ragazzo muovendosi in direzione della porta – Ah Santana mi serve saper-
-Puoi fare i provini giovedì…- lo interruppe lei con un sorriso.

Il ragazzo la guardò sorpresa –ook…-balbettò, sicuramente non si aspettava quella risposta così celere –grazie… Professore…- disse infine prima di lasciare l’ufficio.


Uscito Harry la porta si chiuse alle spalle di Santana.

-Non so se essere colpito della tua capacità di padroneggiare la lettura del pensiero o adirato per il modo sconsiderato con cui l’hai utilizzata- disse sorpreso il preside.

-Nessuno dei due professor Silente, Hermione… Voglio dire la signorina Granger- si corresse la ragazza –mi aveva avvisato che ai Grifondoro serviva il campo per i provini del quidditch-
-Oh…- disse il preside accennando un sorriso –tuttavia devi stare attenta, fino a quando non maneggerai con cura questo “dono”, meno persone lo sanno, meglio è-

La ragazza annuì.

Il preside la scrutò da dietro i suoi occhialetti a mezza luna per accertarsi che stesse dicendo la verità. Santana dal canto suo avrebbe voluto fargli tremila domande, ma decise di cominciare con quella che le frullava in testa da un po’.

-Preside io sento tutto e tutti… è giusto che sia così? Voglio dire, se Brittany mi ha trasmesso questo dono, non dovevo da prima sentire e percepire tutto?-
-Cosa senti esattamente? Se posso chiedertelo-

-Le emozioni- disse prontamente -non distinguo i singoli pensieri, ma solo le emozioni, quelle intense… è come se chi mi sta intorno avesse un amplificatore di emozioni al collo-
-Vedo che ci hai ragionato parecchio!- Sorrise il preside.

Santana s’imbarazzò appena.

-Sicuramente non è strano il fatto che tu abbia cominciato a “sentire” da questa estate, semplicemente perché adesso sei cosciente e ci fai caso…-

La ragazza guardò l’uomo confusa, non era sicura di aver capito bene.

-Se ci pensi l’essere umano ha sempre funzionato così… Siamo abituati a vedere solo quello che conosciamo e a non accorgerci di quello che abbiamo sotto il naso… Per esempio se io adesso ti mostrassi la mia mano destra tu rimarresti sorpresa di non averla notata prima… Eppure ce l’avevi sotto i tuoi occhi-

La ragazza spostò lo sguardo sulla mano dell’uomo e trasalì, era completamente annerita e quasi ridotta all’osso. Com’è era possibile che non se ne fosse accorta prima?
Il preside osservò la propria mano e poi fissò Santana.
-E’ magia nera…- Costatò la latina con un filo di paura.
-Continua…-

La latina continuò a guardare la mano percependo qualcosa di molto oscuro e molto potente, poi guardò il preside e non sentì nulla.
-Mi sta tagliando fuori?-
-Da cosa lo deduci?-
-La mano è viva, la sento sibilare- costatò Santana senza rendersi bene conto delle sue parole.

Il preside a quelle parole rimase impassibile.
-Oltre a questo non sento niente… ed è strano perché sicuramente c’è una storia dietro a quello che le è successo… Ma lei non vuole dirmelo-
-Sei più avanti di quanto mi aspettassi…-

-Come ha fatto? Come ha fatto a tagliarmi fuori?-

Silente sorrise ancora –Credo che abbiamo tanto lavoro da fare… Bacchetta in mano Signorina Lopez-



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-Mi scoppia la testa… Fa qualcosa!- Disse l’ispanica lamentandosi e portandosi un cuscino in testa.
-Quindi è un semplice incanto “protego”?- Chiese incuriosita Quinn dopo aver sentito i racconti dell’amica.
-Q. è Silente, non credo che sia un buon metro di paragone… Ti prego trovami qualcosa per questa emicrania- Replicò lamentandosi la mora.

Qualcuno bussò alla porta.

-Oh cazzo!-

-Indovina chi sarà mai?- Chiese con sarcasmo la bionda!

-Buonasera Hermione che sorpresa…- disse facendola entrare.
-Lasciala perdere, Silente le sta continuando a cercare una stanza…!- disse l’ispanica togliendosi il cuscino da sopra la testa.
-Oh ma non c’è nessun problema… Sono contenta che dividete la stanza-
-E ci mancherebbe!- Rispose acida Quinn mentre con la bacchetta trasformava delle auricolari in delle grandi cuffie.

-E’ per questo che sei passata da lui oggi pomeriggio, per chiedergli della stanza di Quinn?- Chiese Hermione sedendosi sul letto dov’era distesa la latina.

Santana trasalì.

-Harry mi ha detto che ti ha incrociato da lui…- aggiunse la Grifondoro.
-E’ il suo primo giorno da insegnante- rispose Quinn parlando ad alta voce, evidentemente aveva la musica ad alto volume –è normale che si voglia confrontare con lei, domani devo passarci pure io-
Santana ringraziò mentalmente la sua miglior amica, in quel momento l’ultima cosa che voleva fare era inventare una scusa per la sua ragazza.

-Certo che stupida-  costatò Hermione, poi si girò verso Santana e le accarezzò prima il braccio e poi la mano.

-Sei stanca?-
-E’ stata una giornata lunga- imbastì Santana cercando di non pensare che le stava scoppiando la testa.
-Sono curiosa…-
-Vieni qui…- disse Santana facendole spazio nel lettino.

Hermione si tolse le scarpe e si distese accanto a lei senza mai smettere di guardarla.
Santana le passò il braccio sulle spalle, e con la punta delle dita cominciò ad accarezzarla.
Sapeva bene che quel genere di attenzioni la facevano impazzire.
Seguì con lo sguardo le sue dita sbottonarle le maniche della camicia e scorrere delicatamente sotto di essa.
Poi ripoggiò gli occhi sui suoi e sentì il respiro di Hermione farsi sempre più pesante.

-San…- sussurrò piano la più piccola.
Santana deglutì a vuoto senza smettere di toccarla.

Era assurdo.
Santana sapeva, aveva sempre saputo l’effetto che aveva sulle donne -e sugli uomini- era sexy e consapevole di esserlo, il che la rendeva ancora più attraente, tuttavia non aveva idea di quali fossero effettivamente questi effetti.

E in quel momento sentiva tutto.

Poteva sentire ribollirle al basso ventre, e sentiva la sua eccitazione crescere e contenersi allo stesso tempo.

Sentiva il desiderio ma anche la paura della prima volta, e sapeva che per lei era lo stesso.

Sbattè le palpebre un paio di volte, perché tutte quelle emozioni le davano il capogiro e cominciava a non vederla più.

-Lopez se allunghi quella mano più del dovuto giuro che te la amputo!- L’ammonì Quinn senza neanche guardarla.

Hermione avvampò.

-Fabray scusa quando hai detto che vai a trovare Puck?-
-Non l’ho detto- rispose la bionda continuando a non guardarle.

L’ispanica fece per ribattere -dai smettila che mi imbarazzo!- L’interruppe la più piccola col sorriso sulle labbra –Va bene così davvero… Mi basta questo… Per ora…- disse dolcemente.
Santana sorrise, era impossibile non sorriderle, e senza pensarci troppo la baciò con passione.
Hermione rispose al bacio ma si staccò subito dopo tirandosi indietro.

-San se mi baci così però la vedo un po’ difficile!-

Senza scomporsi troppo l’ispanica fece un respiro profondo –ok, allora da dove comincio? Dai 5 punti tolti ad un Grifondoro perché soffriva di vertigini o…-

Hermione la guardò male.
-Scherzavo…-





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Sorpresa sorpresa,
un giorno di anticipo per ringraziarvi delle 10 recensioni che mi sono arrivate sullo scorso capitolo, e delle tantissime persone che hanno letto e aggiunto nei preferiti e nei seguiti.
grazie *_*

Abbiamo introdotto un pò di vita Hogwartiana,
ed è arrivato anche un nuovo personaggio e vi assicuro che mi sono disperata per farlo parlare in quel modo (spero vi sia piaciuto)
Come vedete la saga di Harry Potter è sempre presente, ci sono riferimenti al passato sia di HP che di Obliviate

L'idillio con Hermione sembra continuare a meraviglia, dite che durerà?
E Silente? Commenti a riguardo?

Sono proprio curiosa di sapere cosa ne pensate, godetevi la pacchia, perchè a breve ne vedrete delle belle...
Al prossimo weekend!
Grazie ancora
Chiara

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Capitolo 4
*** protego animus ***


obliviate. 2.4
E' sabato, c'è il sole e c'è anche il nuovo capitolo...
Più di una persona, me compresa, l'ha definito "strano"
 e sinceramente non so dirvi il perchè...
aspetto di sapere che ne pensate!!!
Detto ciò, spero che vi piaccia!
Un grazie a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono.
Buona lettura,
Chiara





-Io amico tuo lo stesso… Come è tuo nome?-
-Ron… Mi chiamo Ron- disse serio il ragazzo non capendo cosa volesse da lui quel bulgaro.
-Fare tu provino portiere come me …- disse divertito Finn.
A quel punto Ron sobbalzò –portiere tu? Un armadione come te? Hai un fisico da battitore non credi?-

Finn allungò prontamente il braccio fermando con un gesto fulmineo una zanzara, poi guardò Ron –Ho belli come si dice? Rifl…-
Il ragazzo dai capelli rossi deglutì a vuoto –riflessi-
-Si, ho belli riflessi- sorrise soddisfatto il ragazzo per aver imparato una parola nuova.
Ron, terrorizzato, cominciò a sudare freddo.

-Ron…- disse poi il bulgaro guardando Hermione seduta sugli spalti -Hermione sta con maschio? Mi piace pure a torneo tre maghi ma stare con Viktor…-
-Maschio?- rispose Ron divertito per il termine usato -Nessun maschio!- specificò trattenendosi dal ridere.

Finn sorrise e salì sulla scopa.
Ron guardò il ragazzo alzarsi in volo e scosse la testa, poi sentendosi osservato si girò verso la parte opposta del campo.
Santana rossa di rabbia, aveva gli occhi fissi sul bulgaro.
Ron aspettò che l’ispanica tornasse a guardarlo per scrollare le spalle.
Santana annuì appena al gesto di Ron e prese il volo.



-Potter mi raccomando, arbitra bene, oggi non ho proprio voglia di andare a trovare la Berry-
Il ragazzo con la cicatrice annuì, e si preparò a dare il via alle selezioni dei nuovi giocatori di quidditch del Grifondoro.

Santana invece volò fino agli spalti dove era seduta Hermione.

-Hey…-
-Hey…- Rispose la Grifondoro con voce tesa.
-Agitata eh?-
-Un pò… Ron ci tiene tanto… E’ dal primo anno che sogna di entrare in squadra-

Santana sorrise sentendo che quelle parole erano sincere.
Harry Ron ed Hermione avevano un legame troppo forte, se ne era accorta dal prima momento che li aveva visti insieme.

-Vedrai che andrà alla grande…-
-Dici? Finn si allenava con Viktor Krum durante il torneo Tre Maghi… Sembra tonto ma ha dei riflessi incredibili-
-Finn eh? Com’è che lo conosci così bene?- Chiese senza lasciar trapelare la gelosia.

-Era amico di Viktor Krum…- rispose ovvia Hermione.
Santana alzò un sopracciglio dubbioso.

-Il campione di Durmstrang del torneo Tre Maghi!!!-
-So chi è Krum! Fino a prova contraria pure Brittany era in quel torneo!- rispose seccata.

Hermione abbassò lo sguardo dispiaciuta, inoltre non capiva perché Santana stesse usando quel tono inquisitorio con lei.
Santana percependola cambiò tono -Scusami…-

-Non scusarti, non hai fatto niente…- rispose un leggermente sulle sue -solo non capisco perché ti arrabbi… Io e Viktor siamo stati insieme è normale che conosca il suo miglior amico…-
-Tu e Viktor cosa?- Chiese strabuzzando gli occhi ed alzando un po’ troppo il tono di voce, facendo girare più di una persona in tribuna.
-Per la barba di Merlino San, ma come fai a non saperlo!- replicò Hermione abbassando il tono di voce -siamo pure andati al ballo del ceppo insieme…-

Santana s’incupì ancora di più -Io non c’ero al ballo del ceppo-

Poi senza aggiungere una parola si alzò e si allontanò lasciando Hermione senza parole.

Sarebbe impazzita se fosse rimasta un minuto di più con lei.
Non voleva assolutamente sentire cosa pensasse a riguardo.

Inoltre, percepire le sue emozioni così serene su una questione per lei così delicata la faceva andare di matto.

Hermione era stata con Viktor Krum? La sua Hermione era stata con Viktor Krum?
Ok, il passato è passato, ma Krum? Avrà avuto si e no 5 anni più di lei...
E adesso quel Hudson cosa voleva? Fare il bis?
 
Girò lo sguardo verso la partita di allenamento che Potter stava arbitrando e guardò Finn Hudson.
Quel ragazzo qualche minuto prima aveva osato pensare a Hermione.

Non avrebbe avuto vita facile.

Santana sorrise beffarda appena colta da un lampo di genio.



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La latina si stava sciacquando la faccia al bagno delle ragazze del terzo piano.
Doveva ringraziare Mirtilla malcontenta perché, grazie a lei, quel posto era deserto, e visto che adoperare la magia con la mente era sempre motivo di forti mal di testa, quel silenzio era quello che ci voleva per riprendersi.

-L’hai confuso!!!-
-Non so di cosa tu stia parlando…- replicò la mora riconoscendo la voce della Grifondoro.

Hermione si avvicinò al lavabo dove era appoggiata Santana.
-Ti ho vista…- replicò a sua volta la più piccola.

-Esattamente mi hai vista fare cosa?- Chiese la latina con fare beffardo.
Hermione fece per rispondere senza sapere esattamente cosa dire.
Santana sorrise vittoriosa.

-Il fatto che tu faccia gli incantesimi senza pronunciarli e addirittura senza bacchetta, e ancora mi devi spiegare come fai, non ti autorizza a…-
Hermione non riuscì a terminare la frase che si ritrovò le labbra della ragazza premute sulle proprie.
-Anche questo non è corretto…- disse la Grifondoro con voce debole per poi annullare di nuovo le distanze, poi si staccò con forza ricordandosi improvvisamente del loro piccolo litigio.

-Ok, scusa per prima… Ho sentito di Krum e sono uscita fuori di testa- disse remissiva Santana dopo aver percepito il suo disappunto.

-Non ne hai motivo… E’ passato…- rispose sincera.
-Lo so…- disse abbracciandola.
Santana sentiva la mente di Hermione continuare a macerare domande.

-Perché non sei andata al ballo del ceppo?-
L’ispanica si staccò dall’abbraccio e guardò allungo la sua ragazza.
Si aspettava quella domanda, anche se avrebbe preferito che non arrivasse.

-Perché sono andata con Dave a bere burrobirra ai Tre manici di scopa- rispose ovvia.
Hermione la fissò intensamente, sapeva che quella non era la vera motivazione.

Santana sentendosi la pelle bruciare da quello sguardo fece un respiro profondo e cominciò a raccontare.

-Brittany mi chiese di andarci insieme… intendo come una vera coppia-
Hermione la guardava senza tradire nessuna emozione. Tuttavia Santana era così intenta a raccontare che, concentrarsi su quello che la Grifondoro stesse realmente provando, era l'ultima delle sue preoccupazioni.
-... io non ero pronta… Insomma voleva aprire le danze con me, davanti a tutti, ad Hogwarts…- disse, alzando il tono di voce come se si dovesse giustificare.
-Alla fine andò con bocca di trota-

Hermione a quel nome storse il naso.

-Il cercatore dei Tassorosso che stava al suo stesso anno…- spiegò ovvia Santana.

La Grifondoro annuì senza aprire bocca, segno che voleva sentire il resto della storia.

-Non litigammo quella sera…- aggiunse Santana dopo una breve pausa.
-Brittany accettava il fatto che non mi sentissi pronta… Ma prima di andare al ballo, mi fece promettere che entro la fine dell’anno sarei uscita allo scoperto- disse con gli occhi leggermente lucidi -ovviamente accettai... Anche se in cuor mio sapevo che l'avrei delusa ancora... E invece...-

Hermione sorrise appena e prima che Santana potesse dire altro annullò le distanze con un bacio.

L’ispanica doppiamente confusa dai ricordi e dalle emozioni contrastanti di Hermione, rispose al bacio stringendola con forza.
Come se volesse marcare il territorio, la Grifondoro approfondì il bacio cominciando a duellare con la lingua della latina, mentre le mani vagano audaci ad accarezzarle la schiena.

Nessuna delle due riuscì a resistere all’altra, anche perché, nonostante fossero in un luogo pubblico, sapevano bene che quel bagno non lo frequentava nessuno.

-San…-
L’ispanica mugugnò mentre con la bocca scendeva a baciarle il mento.
-Non possiamo… Siamo in bagno…-
-Certo che non possiamo- disse la più grande continuando a baciarla.
-Hai pensato alla stanza delle necessità?-

Santana sbarrò gli occhi.

-Potremmo chiedergli un posto tutto per noi…-
La latina si staccò da lei ricominciando a respirare –non credo che sia una buona idea… Non è poi così sicura, l’hai visto tu stessa cosa è successo con l’esercito di Silente…-

-Perché pomiciare in pieno giorno nel bagno delle ragazze è sicuro?-
-Ehy hai cominciato tu!- L’ammonì la più grande.
-Mica ti sei tirata indietro…-

Santana sembrò pensarci su.
Poteva percepire il desiderio di Hermione, che dopo il suo racconto, sembrava magicamente essersi moltiplicato.

Ma davvero le aveva proposto la stanza delle necessità?
Non era decisamente pronta per quello.
Non con Hermione, non per la loro prima volta.

-Scusa come facevi con Brittany? Insomma eravate in due case diverse e…-
-Useremo camera mia…- tagliò corto Santana –sono sicura che Quinn andrà a trovare Puck molto presto, non si vedono da tanto- disse poi con un sorriso.

Hermione annuì serena, non voleva forzarla né sull’argomento Brittany né su tutto il resto, anche perché il racconto sul ballo del ceppo era già stato parecchio esaustivo.

Non era gelosa di Brittany, non lo sarebbe mai stata, tuttavia a volte si sentiva inadeguata, come se non fosse abbastanza “Brittany”.
Avrebbe voluto saperne molto di più, sentiva che la Serpeverde aveva bisogno di parlarne, ma era sempre sul filo del rasoio tra la paura di farla soffrire riaprendo vecchie ferite e il terrore di non reggere il confronto.

L’ispanica tentò con fatica di seguire il filo dei ragionamenti di Hermione ma un’emozione molto più forte, proveniente da qualcuno che era appena passato di lì la colse all’improvviso.
Era un miscuglio di energie negative miste a frustrazione, paura e rassegnazione, qualcosa che aveva già sentito la prima sera che era tornata ad Hogwarts e che aveva risentito davanti al gargoyle dell’ufficio di Silente.

-Herm… Mi sono ricordata che devo aiutare Quinn a preparare una lezione… Ti dispiace se…-
-Tanto devo andare a studiare…-
Santana annuì e dopo averle poggiato un bacio sulla guancia si allontanò velocemente.




Salì le scale lasciandosi guidare come se fosse un segugio.
Arrivata al quinto piano rallentò il passo e si nascose dietro una statua per capire chi stesse provando tutte quelle emozioni.
Spostò di poco la testa e lo vide: Draco Malfoy stava entrando dentro la stanza delle necessità.

Il ragazzo aprì la porta e si chiuse nella stanza.
Appena la porta svanì la paura e la rassegnazione si trasformarono svanirono per lasciare spazio alla curiosità. Nascosto dietro ad un'altra statua c’era Harry Potter, anche lui deluso per non aver scoperto nulla di più interessante.

Santana si schiacciò contro il muro per non farsi vedere, voleva saperne di più prima di confrontarsi con Harry.



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-concentrati Santana concentrati- disse il preside con gli occhi fissi su Santana che era seduta al centro dell’ufficio, circondata da una serie di quadri di presidi di Hogwarts che la fissavano.

-devi imparare a sgomberare la mente-

-Professore sarebbe più semplice se tutti questi quadri non pensassero… E poi da quando i quadri pensano?- Rispose con una punta d’acidità la latina, facendo adirare un paio di presidi con abiti settecenteschi.

Silente fece una leggera smorfia di approvazione.
-Santana, devi essere in grado Tu di controllare l’emozioni, non permettere a loro di sovrastarti-

Santana senza aprire gli occhi fece un respiro profondo e continuò il suo esercizio.

-Protego animus, protego animus, protego animus-



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-Qualcosa da bere?-
-Tre burrobirre con lo zenzero nella mia!- Disse Hermione mentre con Harry e Ron si sedeva ad uno dei tavoli ai tre manici di scopa.
Harry si sedette in direzione di Lumacorno che stava seduto a pochi tavoli davanti a lui.
-Perché siamo qui?- Chiese Ron, studiando la traiettoria di Harry.
Harry guardò il professor Lumacorno –Silente mi ha chiesto di conoscerlo meglio- disse mentre il cameriere portava le tre burrobirre.
-Conoscerlo meglio?-

-Non so, deve essere importante, se no Silente non me l’avrebbe chiesto- rispose accigliato il ragazzo.
Hermione guardo Harry confusa e cominciò a bere, proprio in quel momento la porta si aprì ed entrarono Santana e Quinn.
Gli occhi di Santana si poggiarono subito curiosi sulla burrobirra di Hermione.
Hermione alzò gli occhi al cielo divertita, quando l'avrebbe smesso di comportarsi da donna vissuta?Alla fine aveva giusto un paio d'anni più di lei.

Santana, come se avesse percepito quel ragionamento sorrise beffarda e si sedette ad un tavolo non troppo distante da lei.


-Perché non viene a salutarti?- Chiese Ron dopo aver notato il gioco di sguardi.
-Ci sono un sacco di studenti e insegnanti… E’ meglio non dare troppo nell’occhio- rispose tranquilla Hermione continuando a mandare occhiatine alla propria fidanzata che non aveva smesso un attimo di fissarla.
-Se continui a guardarla così dubito che non darete nell’occhio, giusto Harry? Harry?-

-Cosa?- disse il ragazzo che si era distratto a guardare un troppo silenzioso Draco Malfoy che si agirava per la locanda.



-Smettila di mangiartela con gli occhi!- L’ammonì Quinn, costatando che la sua migliore amica non aveva fatto altro che fissare Hermione da quando erano entrate.

-Non me la sto mangiando con gli occhi, sto provando a comunicare con lei…- disse la mora.
-Ok… E cosa le staresti comunicando esattamente?-
Santana sorrise maliziosa.

-E’ un dono Santana, no un passepartout per rimorchiare!-
-L’ho già rimorchiata…- Replicò con aria beffarda.
Quinn alzò gli occhi al cielo.

-E comunque non ci sto riuscendo… Ma Silente ha detto che è solo questione di tempo!- Disse entusiasta senza smettere di fissare la fidanzata.
-Hai proprio bisogno di fare sesso…- Scrollò le spalle la bionda.
-Infatti, perché non vai da Puck… e non ti togli dalle scope per un po’-

Quinn s’incupì –Sannie… tra me e Puck…- provò a dire la bionda.
-Ma che caz…-la mora senza neanche ascoltarla l’interruppe all’istante.
Poi si girò verso le scale della locanda, aveva percepito qualcosa di strano e oscuro provenire dal piano di sopra. Qualcosa di molto simile al sibilo della mano di Silente.
-Tieni la bacchetta a portata di mano… Io torno subito- Disse alzandosi.
Quinn non fece in tempo a rispondere che Santana era già al piano di sopra.


Santana estrasse la bacchetta e cominciò a guardarsi intorno, il piano superiore era isolato tuttavia qualcosa aveva attirato la sua attenzione. Fece ancora un paio di passi fino ad avvicinarsi ad una stanza chiusa.
Chiuse gli occhi e si concentrò come se si stesse ripetendo mentalmente delle formule.
Silente le aveva infatti spiegato che l’unico modo per leggere nella mente era sgomberare la propria.
Santana chiuse gli occhi, anche se non sapeva bene chi ci fosse dentro quella stanza poteva percepire una presenza conosciuta. La stessa che aveva percepito qualche giorno prima dal bagno del terzo piano.
Malfoy.
 


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-La tua ragazza è ubriaca!- Ridacchiò Quinn pochi passi dietro una buffa Hermione camminare sorretta da Ron ed Harry.

Santana sorrise ancora pensierosa per via di quello che era successo qualche minuto prima ai tre manici di scopa.

Il filo dei suoi pensieri fu spezzato dall’urlo di una ragazza che indicava una Grifondoro sollevarsi per aria.
Santana sbarrò gli occhi e senza perdere la lucidità corse verso la ragazza in aria superando Harry, Ron ed Hermione, ovviamente si assicurò che Hermione fosse al sicuro.
Anche Quinn si era unita a lei e aveva tirato fuori la bacchetta.
La Grifondoro per aria aveva cominciato a muoversi in orizzontale come posseduta da qualcosa.
Né Santana né Quinn sapevano che incantesimo fare.
E per Santana c’era troppa confusione per usare la mente.

Dopo pochi secondi l’incantesimo terminò e la Grifondoro cadde a terra.
Quinn mosse prontamente la bacchetta –Aresto momentum- e la Grifondoro, invece di schiantarsi al suolo, si adagio con grazia sulla neve.

Quinn lanciò un’occhiata a Santana come per accertarsi che fosse tutto a posto.
Santana annuì e le due si avvicinarono al corpo della ragazza.
Accanto a lei c’era un pacchettino aperto con una collana.

Santana riconobbe lo stesso sibilo dei Tre manici di scopa.

-E’stato Draco Malfoy-
Santana si voltò di scatto verso Harry che non aveva aperto bocca e risentì –E’stato Draco Malfoy-

Sorpresa per aver distinto nitidamente il pensiero guardò il ragazzo che l’osservava con sguardo risoluto.
Non sapeva bene cosa stesse succedendo, ma una cosa era certa, voleva vederci più chiaro.



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Santana era ferma davanti al grande quadro di Salazar che custodiva l’ingresso alla sala comune dei Serpeverde.
Ovviamente non aveva idea di quale fosse la parole d’ordine.
Ormai lei non era più una studentessa.

Una serie di emozioni tra cui imbarazzo e interesse si accumularono dietro di lei.
Confusa l’ispanica si girò e vide una ragazzina bionda con la divisa dei Serpeverde che la guardava sorridente.

-Madama Lopez!-
-Ci conosciamo?- Chiese l’ispanica con interesse.
-Kitty Wilde- disse la ragazza allungando la mano –quinto anno e… nuovo cercatore dei Serpeverde-
Santana si stupì, com’era possibile che Malfoy aveva lasciato la squadra?
-Cosa ci fa qui, Madama Lopez?- Chiese la ragazzina cercando di risultare sfrontata.
Santana sorrise beffarda, percependo che tutta quella faccia tosta era solo un modo per nascondere l’imbarazzo.

Era ovvio che quella ragazzina avesse una cotta per lei.

-Ti prego Kitty chiamami Santana, ero una Serpeverde fino a qualche mese fa- rispose la ragazza consapevole di aver appena trovato il mondo per entrare.
-Ok… Santana…- Si affrettò a rispondere Kitty piacevolmente sorpresa.
-E sei qui per… Nostalgia?-
-No macchè…- si affrettò a rispondere Santana parecchio divertita dalle emozioni della ragazzina –vuoi la verità?- Disse diventando improvvisamente seria e quindi, suscitando curiosità nell’altra.
Kitty sorrise incredula che la latina le stesse dedicando tutte quelle attenzioni.
-Mi manca da morire la nostra sala comune…-


Una volta dentro Santana cominciò a guardarsi attorno, effettivamente quel posto così tetro ma maledettamente affascinante, le era mancato parecchio.

-Io non oso immaginare come starò quando andrò via da Hogwarts…- Costatò Kitty guardandosi intorno.

Santana annuì appena, adesso aveva bisogno di trovare Draco.
-Per caso sai dove posso trovare Malfoy?-

La ragazza scosse la testa –non si vede più ultimamente…- poi si girò verso il dormitorio dei ragazzi –deve essere il tuo giorno fortunato!-
Santana seguì lo sguardo della ragazza e lo vide.

Draco Malfoy era fermo davanti alle scale che portavano ai seminterrati con un aria distrutta.
Avrebbe faticato a riconoscerlo: gli occhi stanchi, il viso scavato e l’aria trasandata erano solo l’ennesima conferma che qualcosa non andava.

Santana smise di ascoltare Kitty che intanto aveva ripreso a parlare e fissò il ragazzo che sentendosi osservato si girò verso di lei.

L’ex Serpeverde poteva sentire un groviglio di emozioni: disagio, inadeguatezza, paura di sbagliare e di essere scoperto, fino a quando non distinse un nome ben preciso che la fece rabbrividire: Voldemort.

Il ragazzo sgranò gli occhi come se improvvisamente fosse vulnerabile agli occhi di Santana, e sparì rifugiandosi nel dormitorio.



-------------------



-Voldemort ha ordinato a Draco Malfoy di assassinarla- disse Santana tutto d’un fiato.
Non sapeva neanche lei come fosse arrivata a quella conclusione, ma tutte le emozioni e di Draco e il collegamento con Voldemort e Silente portavano a quell’agghiacciante verità.

-Sei entrata nella mente di Draco?- chiese il preside senza battere ciglio.

La ragazza annuì appena.

-Non devi farlo!- L’ammonì l’uomo spiazzandola.

-Se è vero che Voldemort sta usando Draco vuol dire che ha il pieno controllo su di lui-
-Ma preside…-

-Santana no! Non capisci? Se Voldemort scoprisse del tuo dono saresti in grave pericolo… I genitori di Brittany sono morti per questo, rammenti?-

-Si, professore…- disse la ragazza un po’ abbattuta.

Silente si appoggiò allo schienale della sua poltrona e cominciò a pensare.
Santana non poté fare a meno di concentrarsi per capire cosa l’uomo stesse pensando, ma come succedeva sempre, il preside la tagliava fuori.

-Tuttavia, deduco che dovrei ringraziarti per questa informazione-

-So che anche Harry Potter lo sta pedinando, se parlassi con lui…-

-No- l’interruppe bruscamente il preside –Harry è l’ultima persona che lo deve sapere… E a questo punto, deduco anche tu! Scusa Santana ma non sei ancora pronta-

Il preside alzò la bacchetta e la puntò verso la ragazza completamente inerme -Obliviate-






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Capitolo 5
*** Serpeverde contro Grifondoro ***


obliviate 2.5




L’ispanica aprì gli occhi infastidita dalla luce accecante che penetrava dalla finestra.

-Dovresti smetterla con la burrobirra alla tua età!-
Santana sbatté le palpebre un paio di volte e si toccò la testa che le stava scoppiando.
Si guardò intorno,
era nella propria stanza.

Davanti a lei Quinn la guardava con una tazza di caffè tra le mani.
Santana si sollevò appena per prendere il caffè.
-Mi sono ubriacata?-
-E di brutto direi- ridacchiò la bionda.
-Ricordo che eravamo ai Tre manici di scopa e...- disse cercando di ricordare.
-...e hai preso una burrobirra di troppo- completò Quinn ridacchiando.

-Hermione?-
-Tranquilla, anche lei era brilla, non hai fatto nessuna figuraccia…-
La latina si continuò a toccare la testa, come era possibile che non si ricordasse nulla?


Quinn le raccontò di come erano tornate al castello e della Grifondoro Katie Bell che era stata colpita da una strana maledizione, ma Santana non ricordava praticamente niente.

-Ah è passato Silente prima, ha detto che purtroppo non ci sarà alla lezione di oggi, e che puoi comunque esercitarti con l’auto-incanto-protego…- Quinn si fermò a pensare –cosa sarebbe?-

-Protego animus… è una semplice formula che mi serve per evitare di sentire sempre tutti… Silente dice che col passare del tempo verrà naturale… E’ l’unico modo che ho per sentire solo quello che voglio- spiegò la latina ancora scombussolata -per Salazar è come se mi avessero dato una botta in testa...- disse continuando a lamentarsi.

-Comincia ad esercitarti allora, devi arbitrare la prima di campionato! Non vorrai farti confondere da tutti quei ragazzini che urlano svociati- Disse la ragazza mentre chiudeva la propria valigia.

-Il quidditch! E’oggi?- Chiese Santana leggermente nel panico.

Quinn si fermò dalle sue faccende e guardò preoccupata la latina.
-No Q. ce la faccio benissimo- rispose prontamente dopo aver percepito lo stato d’animo della sua amica.
-Sicura? Se preferisci posso pure non andare e stare con te-
-No Fabray davvero, sono pronta… E’ solo che con questo mal di testa mi ero dimenticata che fosse oggi…- rispose serenamente.
Quinn annuì e prese la valigia dal letto.

-Dove stai andando?-
-Da Noah…- rispose secca.
Santana al suono di quelle parole sorrise maliziosa -e quanto starai via?-

-Vedo che hai recuperato le forze…- rispose la bionda senza rispondere effettivamente alla domanda –ah dimenticavo, guarda qua!- disse tirandogli addosso l’ultima edizione della gazzetta del profeta.

Santana prese il giornale –dove devo guardare?-
-Pagina due…-
La latina aprì il giornale e un sorriso le spuntò in volto: “ex battitore dei Serpeverde porta i Chudley Cannons alla loro quinta vittoria consecutiva”. Sotto il titolo una foto di Dave Kurofsky con addosso una divisa da Quidditch volava sul campo da gioco.

-L’ex battitore di Hogwarts dopo aver portato i Serpeverde a vincere tre campionati scolastici consecutivi- Santana si fermò un attimo guardando l’amica –non me ne voglia Kurofsky ma il nostro era un dream team di tutto rispetto- disse con falsa modestia, poi continuò a leggere –sembra essere l’acquisto più centrato dei Chudley Cannons di quest’anno…-

-L’articolo è lunghissimo e io devo andare!- Disse Quinn sull’uscio della porta.
La mora smise di leggere ad alta voce e fece un segno di assenso all’amica che uscì velocemente dalla stanza.
Santana continuò a leggere l’articolo incredula che il suo amico ce l’avesse fatta.
Era proprio orgogliosa di lui e la sua assenza si sentiva. Chissà quando l’avrebbe rivisto.



-----------------



Grifondoro contro Serpeverde, il modo migliore di inaugurare l’inizio del campionato.
Santana si affacciò da sotto la tribuna dei Serpeverde, dove c’erano gli spogliatoi e si sentì mancare.
Il sole splendeva e le tribune erano tutte stracolme di gente. I drappi verde argento da una parte e rosso e oro dall’altra distinguevano nettamente la tifoseria.

Doveva ammettere di sentirsi emozionata, era la prima volta che arbitrava una partita ad Hogwarts, anche se in cuor suo sapeva che l’emozione non derivava solo da quello.
Quel posto era custode dei primi sguardi, delle prime frecciatine, e delle prime dichiarazioni d’amore tra lei e Brittany.

Quel campo, era il loro posto e di nessun altro.

Dopo la morte di Brittany si era promessa di non metterci più piede in sella ad una scopa.
C’era voluto Silente per farle cambiare idea, ma nonostante l’avesse frequentato più volte per gli allenamenti e i provini delle varie squadre, non aveva ancora provato l’emozione di una vera partita da dentro il campo.
Adesso avrebbe dovuto arbitrare, era l’insegnante di volo, era compito suo, e si sentiva decisamente pronta, anche se se la stava facendo sotto.
Sarebbe stato come disputare una partita con se stessa. E Santana Lopez odiava perdere.


-In bocca al drago madama Lopez!-
Santana sorrise riconoscendo la voce -che ci fai qua? Ci sono gli spogliatoi… Non puoi stare qua…- l’ammonì giocosa la latina.
-Ero solo venuta a controllare che Ron ed Harry non… Forse tu non dovresti saperlo!- Si corresse subito per non rivelare a San della Felix Felicis.

Santana, combattendo contro la sua impellente curiosità, cercò di non entrare nella sua mente imponendosi l’incantesimo di protezione.

-Spera che lo sfregiato non trovi il boccino prima di Malfoy!- Disse solo con un sorriso in volto.
-La smetti di chiamarlo così? A volte dimentico da che casata vieni…- la beffeggiò la Grifondoro.
-Ah è così?- La punzecchiò la latina –Peccato che questa Serpeverde voleva proprio invitarla in camera stasera per una chiacchiera post-partita… Ma visto che siamo di due case diverse... forse...- le disse sussurrato all’orecchio.

-Quinn è da Puck?- Chiese la Grifondoro quasi incredula.
Santana annuì appena cercando di rimanere seria.

Nonostante l’incantesimo di protezione della mente, poteva sentire l’emozione della Grifondoro crescere quasi da esploderle dal petto.

-Santana eccoti la lista dei Serpeverde- disse una ragazza biondina con addosso la divisa da quidditch verde e argento.

Santana afferrò la pergamena e guardò la ragazza, non si ricordava di averla mai vista in squadra.

-Grazie… Signorina?-
-Wilde… Kitty Wilde…- disse in un modo così suadente che per fece diventare rossa Hermione.
Santana invece non sembrava essersi accorta di niente, troppo impegnata a leggere la lista.

-Che fine ha fatto Malfoy?-
La ragazza a quel punto la guardò storta –Santana te l’ho detto ieri sera che gioco io al posto di Malfoy…-

Hermione le sarebbe saltata addosso e strangolata.

-A si?- Chiese Santana che non ricordava minimamente il loro incontro.

-Quando vuoi rifarti un giro in sala comune fammi un fischio!- Disse la ragazza prima farle l’occhiolino e tornare negli spogliatoi.

Santana guardò la ragazza allontanarsi, sicura di non averla mai vista.
-Bah- disse prima di girarsi verso un’accigliata Hermione.
-Che c’è?-

-Chi diavolo è quella?- Chiese nervosa la più piccola.
-E io perché dovrei saperlo?- Rispose a tono.
-Non la conosci?-
-No!-
-Sembrava proprio di si…- Replicò Hermione -Intanto ti ha dato del tu…-
-Molti studenti sopra il secondo anno mi danno del tu…- Si difese la mora non capendo il motivo della gelosia di Hermione.

-Si ma, era un tu tu… Sembravate intime, e poi che cos’è questa storia di rifarti un giro in sala comune?-

Santana non sapeva cosa rispondere, non riusciva proprio a ricordare dove l'avesse vista quella Kitty.

-Madama Lopèz…-
Santana storse il naso, chi poteva averla chiamato in quel modo.

-Harry Potter mandare questa, la lista giocatori de Grifondoro-

Ecco ci mancava solo Finn Hudson.

Santana strappò la pergamena dalle mani del ragazzo.

-E chi saresti tu? Il loro procuratore sportivo?-

Il ragazzo non capendo la parola usata dalla latina si girò verso Hermione.
-Io vedo su partita, vieni tu?- Chiese alla Grifondoro ponendole il braccio.

-Con molto piacere- disse la ragazza afferrando il braccio del Durmstrang, lasciando così Santana di pietra.



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I Grifondoro erano in vantaggio, Santana era nervosissima.
La squadra di Potter, nonostante avesse perso i gemelli Weasley e Oliver Baston, risultva troppo compatta in confronto ai Neo Serpeverde che avevano cambiato quasi tutti i giocatori.
Gli anni d’oro in cui lei, Dave e Puck dominavano il campo erano ormai troppo lontani.

Santana virò a destra permettendo all’azione d’attacco dei Grifondoro di svilupparsi sulla sinistra.

-E un altro punto per i Grifondoro!- Disse il ragazzo che stava commentando al microfono la partita.

Marley ribattè la pluffa lontana.
Santana guardò Marley e la rassicurò con lo sguardo, era la sua prima partita ed era al primo anno, era normale prendere tanti punti.
Anche se in cuor suo sperava che la piccoletta cominciasse a parare, anche perchè Weasley non se la stava cavando affatto male!

Senza perdere di vista la partita lanciò un’occhiata alla tribuna di Grifondoro dove Hermione stava seguendo la partita con il bulgaro.
Erano molto concentrati.

Di tanto in tanto il bulgaro allungava il braccio per abbracciare la ragazza che essendo molto impegnata a seguire la partita non si opponeva particolarmente.

-Ed ecco Harry Potter cominciare a inseguire il boccino-

Santana girò lo sguardo verso il ragazzo che alla velocità della luce stava inseguendo la piccola sfera dorata.
Kitty lo tampinava.

Chissà perché Draco aveva lasciato la squadra, non che fosse mai stato un talento per quel ruolo, anzi era totalmente negato, tuttavia Santana non capiva.
Tutti i tasselli, che aveva raccolto in quelle settimane, legati a Draco Malfoy, messi insieme, dipingevano un quadro curioso, decisamente curioso, ma tuttavia ancora fuori dalla sua portata.


Santana smise di pensare appena Harry afferrò il boccino!



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Erano passate almeno due ore dalla fine della partita e di Hermione nessuna traccia. Non che fosse stupita, avevano litigato per via di quella biondina che neanche conosceva.
Seccata, si accertò che il campo fosse sgombero e si avviò verso il castello.


Arrivata davanti la propria stanza, trovò la porta accostata.
Per un attimo pensò che in camera ci fosse Hermione, ma i singhiozzi e un lieve pianto la fecero ricredere.

Aprì la porta con lentezza e, rannicchiata con le ginocchia al petto, c’era Quinn in lacrime.

Santana chiuse la porta e si avvicinò all’amica, poi agitò la bacchetta e fece apparire un fazzoletto di stoffa con una Q ricamata sopra.
-Grazie…- disse Quinn soffiandosi il naso con il fazzoletto.

Santana per tutto il giorno aveva faticato con l’incantesimo di protezione tenendo lontane le emozioni di tutti, adesso era esausta, inoltre conosceva fin troppo bene Quinn, ci sarebbero volute ore per cavarle fuori il motivo del suo pianto.

Così senza pensarci troppo, decise di bloccare l’incanto di protezione e cominciare a sentire Quinn.

C’era delusione e rammarico, c’era rabbia tanta rabbia, anche se in un angolino nascosto Santana, vedeva ancora luce.
Istintivamente allungò il bracciò affinché la sua amica si accucciasse a lei.

Non ci volle molto che quel contatto amplificò la connessione tra le due.
Improvvisamente ebbe tutto cristallino.

Puck, si erano lasciati ufficialmente, da un po’ di mesi le cose non andavano bene, Quinn non gliene aveva parlato per non darle altri pensieri o forse perché non voleva ammettere a se stessa che era finita.

Dando per scontato che Santana stesse sentendo le sue emozioni, la bionda cominciò a raccontare.

-Noah è un bambinone, non riesce ad assumersi le sue responsabilità, quest’estate l’ho beccato fare il cascamorto con un paio di ragazzine di Beauxbatons-
-Ma quelle sono francesi, e poi lo sai com’è fatto Puck… Non ti tradirebbe mai!-
-Questo lo so… solo che poi mi ha chiesto di cercare lavoro in Romania… E io non ci voglio andare li, nemmeno tra un milione di anni…-

Santana poteva sentire tutta la sua rabbia.
-Poi le cose sono degenerate…- tagliò corto -forse siamo troppo giovani per una storia a distanza- concluse cercando di riconquistare la lucidità.

-Potevi dirmelo, ti sarei stata vicina- disse seria Santana guardando avanti.
Quinn non rispose.

-Ma non è vero che avevo altre cose per la mente, e poi scusa quando avresti provato a dirmelo?-
Quinn alzò di poco lo sguardo e fissò l’amica –Io non l’ho detto…-
-Che cosa?-
-Non ho detto di aver provato a dirtelo, l’ho solo pensato…-
Santana sbatté le palpebre un paio di volte –davvero?-

Quinn sorrise per la prima volta -mi hai letto nel pensiero Sannie!!!-
La latina era ancora confusa, come era possibile? Non se ne era neanche accorta.

Un sonoro schiaffo interruppe l’idillio

-Ahi!!!- disse Santana toccandosi la guancia arrossata –ma sei uscita fuori di testa-
-Non farlo mai più!- disse Quinn guardandola seriamente.

Poi, senza che Santana potesse replicare si riaccucciò a lei.

-Wow… le lezioni con Silente stanno servendo-
-Così pare…- disse la ragazza continuandosi a toccare la guancia, poi sentendo che la bionda si stava rifacendo prendere dallo sconforto si staccò da lei.

-Vado a prendere due burrobirre ghiacciate dalla cucina!-
-Potrei sempre trasfigurare l’acqua…- rispose Quinn.
-Ma non sarebbero ghiacciate!- Rispose l’ispanica con un sorriso.

La latina si staccò dall’abbraccio e le poggiò un bacio in fronte.
-Vuoi pure qualche schifezza dalla dispensa?-

La bionda annuì facendosi sempre più piccola.
-Torno tra poco!-




Due burrobirra ghiacciate ed un pacco di caramelle gommose tutti gusti più uno, penzolavano dalle mani di Santana che avanzava veloce nel corridoio del terzo piano.

Un groviglio di emozioni la fece fermare.

Illuminata solo dalla luce della luna che entrava prepotente dalla finestra, seduta su uno degli ultimi gradini della scala a chiocciola che portava alla torre di astronomia, c’era Hermione.

Senza divisa e con in mano un libro di pozioni, Hermione alzò gli occhi sentendo che qualcuno la stesse osservando.

Come se nulla fosse, Hermione riabbassò gli occhi sul proprio libro.

Santana si sentì mancare, perché doveva fare così?
Guardò le birre e decise di comportarsi da persona matura, fece un respiro profondo e si avvicinò alla più piccola.

-Che ci fai in giro a quest’ora? C’è un coprifuoco o sbaglio?-
-E immagino che mi toglierai dei punti per questo?-
Santana sbuffò e spostando la lunga mantella che era solita portare si sedette accanto a lei.

Hermione seguì i movimenti della fidanzata senza battere ciglio.
-Fammi indovinare? I grifoni facevano troppo chiasso per la vittoria e tu dovevi studiare?-
La ragazza non rispose.
-Potevi prenderti una pausa e approfittarne… Sai quanto tempo pass-

-Non la conosci?- Chiese Hermione interrompendola bruscamente.
-No… Non che io ricordi…- rispose sincera.
La più piccola abbassò lo sguardo.
-Herm che motivo avrei di mentirti? Su una cosa così stupida poi…-

-Finn ha provato a baciarmi…-
-Che cosa?-Urlò Santana strabuzzando gli occhi.

-San ti prego non arrabbiarti… Non è successo niente…- la tranquillizzò lei.
-Quel bulgaro, ti giuro che appena lo vedo io…-

-Tu cosa?- La interruppe nuovamente la Grifondoro –chi diamine sei tu? Sei un'insegnante e nient’altro… Almeno per lui… E per quella Serpe… E per quasi tutti gli studenti di Hogwarts…- incalzò.
Ecco era successo di nuovo, per un motivo o per un altro riusciva sempre a deludere chi le stava accanto.
Anche se questa volta non poteva dire di essere responsabile.
Santana fece un respiro profondo e allungò la mano verso quella di Hermione.
Era un concetto semplice, ma Silente aveva dovuto spiegarglielo svariate volte, il tatto aiutava il suo dono a fluire meglio, forse è per questo che prima era riuscita a leggere nella mente di Quinn.

-Lo sapevamo entrambe…- disse con un filo di voce.
-Lo so- rispose Hermione che sembrava essersi improvvisamente calmata –ma oggi mi ha pesato più del solito… A quella Serpe l’avrei…-

Santana non la fece finire di parlare che le tappò la bocca con un bacio.

-Sei molto carina in modalità gelosa- disse seria.
Hermione la guardò e, come se improvvisamente si fosse lasciata tutto alle spalle, scoppiò in una risata liberatoria.

-Ci divertiamo signorina Granger?-
A quel punto Santana sobbalzò, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille.
-Signorina Lopez? Ma che interessante coincidenza-

Le due ragazze si alzarono studiando l’uomo dall’aspetto elegante, con i capelli lunghi fino alle spalle ed il naso adunco.

-Professor Piton! Stavo appunto intimando la signorina Granger di tornare in sala comune!-
L’uomo dallo sguardo di ghiaccio sembrava non crederle.

Poi spostò gli occhi sulle burrobirre –E quelle?-

Ci vollero un paio di secondi a Santana per capire a cosa si riferisse.
-Me le ha sequestrate- la coprì Hermione –le stavo portando in sala comune per festeggiare la vittoria del Grifondoro-
-Vedo che nonostante tutto sa fare il suo dovere…-

Santana guardò l’uomo percependo tutto il suo scetticismo nei confronti della sua cattedra ad Hogwarts.
Ed era strano, Piton era il responsabile dei Serpeverde, avrebbe dovuto essere felice del fatto che una giovane alunna tornasse come insegnante.

-Le dia a me, le porterò io al sicuro-
Santana a malincuore diede le birre all’uomo.
-Signorina Granger, cosa sta aspettando?-
-Niente…- disse la ragazza, che dopo aver gettato uno sguardo a Santana sparì nell’oscurità.

Santana si girò verso Piton da cui non traspariva nessuna emozione e gli fece un cenno prima di congedarsi.

Mise le mani in tasca e afferrò un pacchettino. Almeno le rimanevano le caramelle gommose tutti i gusti più una.




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Pure Piton ci voleva...
Devo dire che adoro molto Hermione in modalità gelosa ossessiva, qualcuno può biasimarla?
Servivano giusto Kitty e Finn per far ingelosire le nostre ragazze,
mi piace molto questo tira e molla che fanno, mi sembra che in qualche modo il rapporto si stia evolvendo, voi che ne pensate?
stiamo arrivando a Natale, dite che le nostre ragazze riusciranno a trovare del tempo per loro?

Altro rapporto che adoro è quello con Quinn, e so che piace anche a voi...
finalmente abbiamo scoperto cosa è successo con Puck, ma vi assicuro che avremo modo di sentire anche la sua campana, e presto lo ritroveremo insieme a tantissimi personaggi di glee, tra cui anche Dave *_*
Giusto per rimanere sulla biondina... Che ne pensate della sua reazione al risveglio di Santana? Torna tutto o no?


Vi ringrazio ancora per seguirmi e per trovare il tempo per recensire!
Scusate per l'ora tarda, ma mi era impossibile pubblicare prima... da domani sarò a Giffoni, e non so come sarò messa con il wifi, se non vedete il capitolo sabato, arriverà domenica... ma arriverà puntuale promesso!!!
e vi ricordo sempre che questa storia è il seguito di obliviate

Se mi cercate mi trovate su twitter e su ask

A prestissimo
Chiara














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Capitolo 6
*** Il party di Lumacorno ***


obliviate 2.6



-Uno, due, tre, Evanesca!-

Pronunciata la formula Quinn agitò la bacchetta e la pallina di fronte a lei scomparve.

-Su, provate voi!- La ragazza incitò i suoi allievi a fare l’incantesimo sulle proprie palline.

I ragazzini del secondo anno cominciarono ad agitare le proprie bacchette e  ripetere la formula.
Un paio di ragazze di Corvonero ci riuscirono al primo tentativo.
-Molto bene- si congratulò Quinn.

-Cosa sono questi favoritismi!- Disse un’allegra Santana Lopez entrando in aula.
Appena i ragazzi la videro si alzarono in piedi in segno di rispetto.
-State seduti, state seduti- li rassicurò la bionda.

-Perché li hai fatti sedere? Stavo pensando di entrare e uscire a ripetizione!- Le sussurrò l’ispanica una volta arrivata alla cattedra.
Quinn le lanciò un’occhiataccia e si allontanò da lei per controllare i ragazzini impegnati con l’incantesimo.

-Evanesca!- Disse un Tassorosso in prima fila, ottenendo però un leggero cambiamento di colore della pallina.
-No Ryder… non devi agitare la bacchetta in quel modo!- Spiegò Quinn con voce ferma ma allo stesso tempo materna.

Santana guardò la sua amica posizionarsi dietro il ragazzo afferrargli la mano e agitare con lui la bacchetta.
Al secondo tentativo la pallina era sparita.
Un leggero sorriso curvò le labbra della latina, non poteva esserne più fiera.



-E mi raccomando voglio che vi esercitiate su tutto il programma svolto fino adesso con la professoressa McGranitt!- Disse Quinn ai ragazzini che stavano lasciando l’aula.
Santana le diede uno spintone.

-E passate un Buon Natale!- Aggiunse.

-Devo proprio insegnarti tutto io Fabray!-
Quinn, vedendo l’ultimo alunno uscire, sospirò sollevata.
-E anche questa è andata!-

-Non mi dire che era la prima volta che facevi lezione da sola?-
-Come sono stata?- Chiese con un filo di preoccupazione.

-Beh, io avrei fatto meglio, io già faccio di meglio... Diciamo discreta- La schernì con un sorriso.
-Idiota!- La beffeggiò Quinn andando alla cattedra per prepararsi l’altra lezione.

-Com’è che sei da sola?-
-Oh, Silente è partito… Quell’uomo parte in continuazione quest’anno, e Minerva doveva sbrigare delle cose per lui in presidenza…-
-Minerva…- la prese in giro con un sorriso.
-Sei un po’ troppo di buon umore oggi? Com’è che non stai facendo lezione?-
Santana si girò verso la finestra picchiettata dalla grandine.
-Non vorrai farli ammalare proprio l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze?-
-Che animo sensibile!-
Santana a quelle parole sbatté le palpebre svariate volte.

Quinn la guardo dubbiosa.

-Per caso hai fatto sesso?-
-No…- si affrettò a rispondere -ma… Stasera c’è il party di Lumacorno…-
-Ah il party…- Rammentò Quinn.
-E’ aperto a tutti gli insegnanti e a pochissimi studenti-
-Ovviamente ci sarà Hermione…-
-Ovviamente…- Rimarcò Santana.

-Non mi dire… Farete coming out!- Disse euforica la bionda.
-Che brutta parola… Ma no Q. figurati…-
-Mi stai chiedendo ufficialmente di lasciarti la stanza per il “dopo party”?-
-Beh sai, è un evento speciale… E poi…-
-Ok!-
-Ok?- Chiese stupita la latina.
-Certo che è ok, Santana… Mi stupisce che tu non me l’abbia chiesto prima…-

Santana era esterrefatta.

-E poi fattelo dire, sei diventata insopportabile! Una bella scopata è proprio quello che ti ci vuole- disse la bionda sorridente mentre i primi studenti del sesto anno cominciavano ad entrare in aula.
Santana riconobbe i compagni di corso di Hermione e cercò di ricomporsi.
-Ma tu vieni?-
-Dove?- Chiese Quinn.
-Al party…-
-No, penso passerò la serata in biblioteca, non sono ancora in vena di eventi mondani…-
-E poi sono io quella insopportabile- la schernì Santana prima di allontanarsi.

L’ispanica salutò un paio di studenti di Serpeverde e anche di Grifondoro e poi fece per uscire.
Sull’uscio della porta si incrociò con Hermione che la guardò stupita.

-Ciao!- Disse Santana senza dilungarsi troppo.
-Ciao…- Rispose Hermione confusa sul perché lei fosse la.

Santana uscì dall’aula ed Hermione la seguì con lo sguardo.

Sentendosi gli occhi e i pensieri puntati addosso l’ispanica si girò senza smettere di camminare e le fece l’occhiolino.

Hermione sospirò ed entrò in aula con un sorriso stampato sulle labbra che scomparve appena si accorse che Draco Malfoy la stava fissando.



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Santana era seduta sulla sedia della sua scrivania.
Gli occhi erano aperti e lo sguardo concentrato sul letto che si stava rifacendo da solo.

Silente le aveva consigliato che per iniziare a fare incantesimi con la mente doveva partire da cose semplici e, visto che doveva sistemare la stanza, quale miglior modo di unire l’utile al dilettevole.

Un rumore di porta la fece sobbalzare.

-Q. questa volta che ti sei dimenticata?- Chiese acida mentre apriva la porta, odiava essere interrotta.

Le parole le morirono in gola.

Hermione era li, davanti a lei, con un abito rosa, leggermente scollato ma elegante, che le cadeva addosso come se fosse stato fatto su misura.
Qualche boccolo cascava dalla leggera acconciatura da sera, e il trucco lieve ma presente valorizzava ancora di più la sua bellezza.
La Grifondoro non era mai stata una ragazza dalle forme particolarmente pronunciate, ma quell’abito le metteva in mostra praticamente tutte.

-Wow- disse semplicemente Santana.

Se ci fosse stata Quinn le avrebbe detto: chiudi la bocca che stai sbavando.

-Pensi possa andare bene?- Chiese Hermione titubante.
-Assolutamente…- rispose Santana ancora in ecstasy.

Hermione sorrise arrossendo.

-Cioè no… Dove credi di andare vestita in quel modo?- Disse Santana facendo la voce grossa.
La Grifondoro arrossì ancora di più –sei da sola…- constatò poi sbirciando in camera.

Santana sospirò profondamente, se non fosse stato che entrambe dovevano presenziare a quello stupido party, l'avrebbe presa in quel momento.
Poteva sentire il respiro di Hermione farsi sempre più pesante.
L'avevano tirata troppo per le lunghe, e ogni volta che si incrociavano la tensione sessuale era sempre più alta.
Hermione fece un passo verso l'interno della stanza, ma Santana con uno scatto le si parò davanti.

-E' meglio che non entri… Se ci tieni ad andare al party…- precisò con un tono decisamente più frustrato.

-Ma… Sarai sola pure dopo?- Chiese con un tono leggermente più malizioso avvicinandosi pericolosamente a lei.
-Può darsi…- rispose vaga ma con gli occhi furbi.

Le due ragazze si guardarono a lungo faticando a rimanere composte.
Santana non faceva altro che passare lo sguardo da quegli occhi nocciola alle labbra sottili.

-Bene… Madama Lopez…- disse Hermione facendo uno scatto indietro -Ci vediamo al party-
Santana cercò di ricomporsi, doveva ammettere che quella ragazzina ne aveva di forza di volontà.

-Volentieri Signorina Granger...- disse semplicemente.
Hermione le sorrise e fece per andarsene.

-E mi raccomando, dica al suo accompagnatore il Signor Potter di non allungare troppo le mani sempre che non vuole cominciare a usare la bacchetta con la bocca!-
Hermione scosse la testa divertita e si congedò.



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Quinn era ferma davanti una grossa libreria con ogni scaffale diviso per materie.
-Alfabeticum- La bionda mosse la bacchetta e tutti i libri si spostarono in ordine alfabetico.

Si spostò davanti la sezione di Trasfigurazione, ed estrasse il primo libro.

-Animagus?-

Quinn sobbalzò.

-Rachel!-
-Scusa non volevo spaventarti…-
-No è che non ci viene mai nessuno qua…-
L’infermiera guardò la libreria –immagino sia la famosa biblioteca privata che condividi con quella sciagurata di mia cugina!-
-E con la sua nuova fidanzata…-

Rachel aggrottò le sopracciglia –Santana ha una nuova fidanzata?-

L’ex Corvonero annuì –vediamo se indovini… ti do un indizio… Grifondoro-

-mmm…- Rachel ci pensò su –se è la stessa Grifondoro che era fissa in infermeria l’anno scorso quando Santana era in convalescenza, penso di aver capito chi è… Miseriaccia è così diversa da Brittany!-

Quinn sorrise –e non è un bene?-

-Probabile…- rispose riflettendoci su -Che diamine… Poteva dirmelo!- Aggiunse leggermente seccata.
-In sua difesa posso dire che ha avuto un periodo un pò movimentato…-
-Si si… vabbe… E’sempre la solita solfa… Dimmi tu piuttosto, ho visto che stai facendo da assistente alla McGranitt?-
-Si, devo dire che sta andando bene…-

Rachel sorrise entusiasta.

-E Puck come sta?-

Quinn s’incupì suscitando la curiosità in Rachel.

-Mi dispiace non lo sapevo…-

Quinn a quel punto ripose il libro e guardò l’amica.

-Che programmi hai per la serata?-



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Il rumore dei tacchi rimbombava per tutto il corridoio.
Santana, col suo tubino nero, i capelli sciolti e un filo di trucco, avanzava sicura verso il party di Lumacorno.

Avrebbe voluto osare di più, ma era pur sempre un’insegnante e non poteva esagerare, tuttavia poteva ritenersi soddisfatta ed era sicura che Hermione avrebbe apprezzato.
Salì le scale che l’avrebbero portata dritta dritta alla piccola sala cerimonia del quinto piano.

Il corridoio era praticamente deserto, evidentemente erano già tutti al party.

-Harmonia nectere passus-

Santana si fermò di botto davanti un muro di pietra.

Non era sicura di aver sentito bene, ormai le capitava spesso di confondere l’udito con il pensiero, in più non conosceva quella formula.

Dopo neanche una manciata di minuti la udì nuovamente.

-Harmonia nectere passus-

Santana si guardò intorno, ovviamente non c’era nessuno.
Poi, come colta da un lampo di genio, si girò verso il muro di pietra che stava cominciando a prendere vita.

Stupita, fece un paio di passi indietro e guardò il muro trasformarsi in porta.

La stanza delle necessità.


Indietreggiò ancora qualche passo ed estrasse la bacchetta dalla piccola pochette che si era portata.

La porta si aprì lentamente rivelando un esausto Draco Malfoy.
Santana abbassò la bacchetta.

Il ragazzo, colto in flagrante guardò l’ex compagna di casa senza muovere un muscolo.
La latina fissò il ragazzo cercando di capire cosa avesse appena fatto.

Ma i pensieri cupi di Malfoy risultavano molto confusi e difficili da interpretare.
Non era la prima volta che non riusciva a leggere il pensiero, le succedeva spesso con Silente, anche se quest'ultimo le aveva spiegato che per tagliarla fuori l'unico modo era l'incantesimo di protezione.

L’unica cosa di cui era certa è che nascondeva qualcosa di molto grosso, e quel qualcosa era all’interno della stanza delle necessità.

-Cosa facevi?-
-Che ti importa? Non dovresti essere a quello stupido con i tuoi nuovi amichetti? Per Salazar come sei caduta in basso-

Santana fece un paio di passi avanti e, come aveva già fatto l’anno prima, gli puntò la bacchetta sulla giugulare.
Ma questa volta il ragazzo rimase impassibile.

-Occhio a come parli Malfoy-

Il ragazzo abbassò gli occhi verso la bacchetta di Santana.

-Vedo che sei tornata ad usare la tua bacchetta-

Santana corrucciò lo sguardo e Draco cambiò immediatamente espressione.

-Lo sapevo, la mezzosangue non te l’ha ridata? Eppure quando è venuta a chiedermela era così sicura…-

-Di che… Che stai dicendo?-
-Ti ho rubato io la bacchetta di quella stupida Tassorosso che usavi l’anno scorso –
La latina completamente inerme abbassò la bacchetta.

-Volevo capire cosa avesse di speciale, perché la usavi al posto della tua… Alla fine è servita la Granger a farmi capire tutto… E’ venuta da me e mi ha minacciato per riaverla… Ah ma adesso è tutto chiaro…-
-E’ cosa sarebbe tanto chiaro Malfoy?-

-Vi ho viste l’anno scorso e vi ho viste quest’anno… Chissà cosa succederebbe se qualcuno sapesse della vostra… Come si può definire?-

Santana non rispose.

-Adesso non parli più eh? Bene, continua a farti gli affaracci tuoi se vuoi che io mi faccia i miei…- Disse prima di allontanarsi a passo svelto.

L’ispanica abbassò lo sguardo e si appoggiò al muro di pietra lasciandosi cadere a terra.

Malfoy aveva capito tutto, sapeva di lei, di Brittany, sapeva di Hermione.

Hermione.
In tutto quel tempo non le aveva ridato la bacchetta.

La bacchetta di Brittany, la sua bacchetta!



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-Dove pensi che sia finita?-
-Chi?- Chiese Harry Potter mentre masticava
-Santana- disse ansiosa Hermione guardandosi intorno –oddio c’è Finn… Ti prego coprimi…- disse la ragazza sgattaiolando via.

-E’ difficile catturare Hermione…- esordì il bulgaro non trovando la ragazza.
-E’ andata ad incipriarsi il naso…- spiegò Harry.
-Io non capire, lei no stare con maschio, io bel Durmstrang, a Hermione piacere bulgaro…-
-Effettivamente non fa una piega- ridacchiò Harry davanti un confuso Finn.



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Santana distesa sul suo letto con la testa rivolta sul soffitto giocava a far fluttuare la sua bacchetta.

Un brusco bussare alla porta interruppe l’incanto.

L’ispanica guardò la porta e questa si aprì da sola.

-Ti ho aspettato tutta la sera…- Disse Hermione entrando in camera.
Santana si girò verso di lei e si sedette sul letto. Aveva pianto a dirotto, le si leggeva dagli occhi, tuttavia la penombra l’aiutava a nascondere quella verità.

Hermione avanzò piano cercando di capire perché ci fosse quel buio.

-San tutto bene?- Chiese titubante.

Santana a quel punto fece un respiro profondo –perché non me l’hai detto?-
-Detto cosa?-
-Perché sono venuta a sapere da Draco Malfoy che hai tu la bacchetta di Brittany?- Chiese con voce ferma.

Hermione sbarrò gli occhi.
-Io, San ti giuro che…-
-Che cosa Hermione?-
-Volevo dartela ma..-
-Ma? Tu sapevi cosa significava quella bacchetta per me… E me l’hai tenuta nascosta per tutto questo tempo?- Chiese incalzante.
-Avevo paura…-
-Di cosa?-
-Di questo- rispose a tono Hermione che a quel punto si alzò –tu non sai che significa stare con te... Col fantasma di Brittany che potrebbe spuntare da un momento all’altro-

-Ma che cazzo dici?-

-Santana ci hai messo un anno a capire che ero interessata a te-
-E quindi?-

-Ti giuro che volevo ridartela alla fine dell’anno… Ma poi mi hai baciata e ho avuto paura di perderti…-

L’ispanica intanto scuoteva la testa con le lacrime che avevano ripreso copiose a bagnarle il viso.

Hermione si inginocchiò davanti a lei che stava ancora seduta nel letto e le afferrò le mani.

-San ti prego, ti prego… per una volta fidati di me-
-Come faccio? Perchè dovrei fidarmi di te...-

-Perché ti amo…- disse Hermione con voce rotta.

La latina strinse forte la mano della Grifondoro e poi si staccò. Non poteva averglielo detto veramente, non in quel momento.

-Rivoglio la sua bacchetta, e per quanto sia difficile non incrociarti, non voglio vederti più-




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potrei nascondermi
o semplicemente sparire...(e sono pure in ritardo) a voi l'ardua sentenza...
Lo sapevamo che la bacchetta avrebbe fatto danni,
secondo voi Santana si è arrabbiata troppo?
Io ho una teoria ma voglio sentire la vostra...

Vi ringrazio ancora per seguirmi e per trovare il tempo per recensire!

e vi ricordo sempre che questa storia è il seguito di obliviate

Se mi cercate mi trovate su twitter e su ask

A prestissimo
Chiara

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Capitolo 7
*** il primo torneo di natale ***


obliviate 2.7Hermione si inginocchiò davanti a Santana che stava ancora seduta nel letto e le afferrò le mani.
-ti amo…-
La latina strinse forte la mano della Grifondoro e poi si staccò.
-Rivoglio la sua bacchetta, e per quanto sia difficile non incrociarci, non voglio vederti più-


Santana guardò la bacchetta di Brittany posta accanto al suo borsone e si morse un labbro.
Hermione si era preoccupata di fargliela recapitare via gufo.
Più ripensava a quella litigata più le sembrava assurdo che la Grifondoro si fosse tenuta la bacchetta per se tutto questo tempo.
La mora prese la bacchetta e la ripose nel borsone, poi infilò gli ultimi vestiti e chiuse la zip.
Mise il borsone in spalla e afferrò una pergamena che stava srotolata sul suo comodino:
“Invito per Santana Lopez. Oggetto: la Signorina Lopez è invitata al primo torneo di Natale degli ex giocari di quidditch di Hogwarts. L’invitata dovrà venire munita di manico di scopa e burro birra, pena esclusione dal torneo.”



La latina con la scopa da una parte e il borsone dall’altra, superò il grosso cancello e si girò a guardare il castello, oltre le grandi sbarre il piccolo professor Vitius agitava la bacchetta per ricomporre la barriera che proteggeva il castello.
Santana si guardò attorno, l’aria era molto fredda e tetra, cosa che ovviamente non dipendeva solo dalla stagione.
Senza aspettare un minuto di più si smaterializzò.



La soffice neve che avvolgeva il campo di quidditch prescelto per la partita attutì il colpo.
Doveva ancora esercitarsi con la materializzazione.
Santana si scrollò di dosso la neve e si guardò intorno, il paesaggio scozzese non era poi così diverso da quello che era abituata a vedere ad Hogwarts, lunghe praterie e tanto verde, se non fosse che era tutto coperto di neve.

-Santana il bolide!-

Santana alzò gli occhi e vide un bolide volare nella sua direzione, senza farsi prendere dal panico, afferrò la scopa e aspettò che il bolide la raggiungesse per colpirlo con forza e lanciarlo via lontano.

-Neanche sono arrivata e volevate uccidermi! Chi l’ha lanciato?- Chiese la Serpeverde con tono di sfida.

-Lopez! Non sei cambiata per niente…- disse un ragazzo dal fisico asciutto e lo sguardo strafottente avvicinandosi a lei su un manico di scopa.
-Smythe… Per fortuna che non eri un battitore!- Rispose a tono la latina.

Il ragazzo sorrise alla latina che ricambiò contenta.
Sebastian Smythe ex Serpeverde, ex cercatore, e buon amico ai tempi di Hogwarts nonostante fosse di qualche anno più grande.

-Sannie! Te l’avevo detto che sarebbe venuta!- Disse Dave correndo ad abbracciarla.
La ragazza si lasciò stringere dal suo migliore amico, gli era mancato davvero tanto, dietro di lui una inconfondibile cresta spuntava sulla testa di Noah Puckerman che la guardava con sguardo colpevole.
Santana gli sorrise senza troppo rancore per come si erano evolute le cose con Quinn, in quel momento era troppo felice di vederli.



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-Bene, ringraziamo il signor Puckerman per aver organizzato questo torneo!- Disse madama Bump guardando i trentotto ex giocatori di Hogwarts.

Santana si girò verso Puck sorpresa, non si aspettava che il ragazzo fosse così pieno di spirito di iniziativa, ma calcolando la clausola della burrobirra, avrebbe dovuto sospettarlo.

Poi si guardò intorno c’era davvero un sacco di gente, non sapeva come ma Noah era riuscito a contattare pure dei ragazzi che erano usciti circa 10 anni prima dalla scuola di magia.
Primo fra tutti il “leggendario” Jesse St. James, cercatore storico dei Grifondoro che aveva portato i grifoni a vincere sei campionati consecutivi. Da quello che ne sapeva, aveva abbandonato la carriera d’atleta per diventare un Auror, ambizione molto comune ai Grifondoro, e a giudicare dalla brutta cicatrice che sfoggiava sulla parte destra del volto, probabilmente c’era riuscito.
Sempre della squadra rossa e oro erano presenti i gemelli Weasley, battitori entrambi, attualmente impegnati a gestire un emporio di invenzioni magiche per ragazzi.
Santana li conosceva bene, anche loro erano stati tra le fila dell’esercito di Silente, una volta era pure riuscita a vincere venti galeoni su una scommessa su Hermione.
Un sorriso amaro le  si dipinse in viso, ma decise di non pensarci.

Effettivamente quella dei Grifondoro era la squadra che conosceva meglio, si ricordava molto bene pure il portiere Oliver Baston e la cacciatrice Angelina Johnson, anche lei militante nell’esercito di Silente.
Notò con piacere la presenza di un altro portiere Mike Chang che, con la fidanzata e cercatrice Tina Coen Chang, avevano fatto vincere il campionato ai Corvonero 5 anni prima.

Si ricordava bene di loro, Mike era stato uno dei migliori amici di Puck quando entrambi erano ad Hogwarts e per questo, i due orientali sapevano di lei e Brittany.
Ai tempi ci rimase male per l’outing forzato ma in quel momento, la presenza di quei due ragazzi la rincuorava.

Quante cose erano cambiate da allora.

Santana evitò accuratamente di girare lo sguardo verso i Tassorosso, gli ex compagni di Brittany, che avevano condiviso con lei tutto il tempo che la cercatrice non passava con Santana.
I tassi non sapevano della loro relazione, almeno non ufficialmente, tuttavia per come gli sguardi le si posavano addosso, troppo dolci per essere rivolti ad una Serpeverde, poteva immaginare che i ragazzi sospettassero qualcosa. Avrebbe potuto scoprirlo in un decimo di secondo, ma si era ripromessa di esercitarsi con l’incanto protego e non leggere il pensiero.

Madama Bump mise la mano nel sacchetto che conteneva gli stemmi delle casate.

-Bene vediamo con chi iniziamo- disse prima di estrarre due stemmi.

La donna aprì il pugno e fece una smorfia –Noah hai truccato l’estrazione?-

Il ragazzo alzò le mani in segno di resa e guardò la donna con aria beffarda.
Madama Bump scosse la testa –sei sempre il solito!- poi fece vedere a tutti gli stemmi estrassi -Grifondoro contro Serpeverde!-

Sia i Grifondoro che i Serpeverde esultarono.

-Il desiderio di una vita, fregare il boccino al leggendario Jasse St. James- disse Sebastian Smythe salendo in sella alla scopa.
-Se sono leggendario ci sarà un motivo- lo schernì Jasse prendendo il volo.

-Occhio a non farti male Kurofsky!- Ridacchiarono in coro i gemelli Weasley raggiungendo in volo Dave –un giocatore da 20.000 galeoni all’anno non dovrebbe giocare queste stupide partitelle tra amici- disse poi George.
-E perdere l’occasione di ricomporre il diabolico dream team?- Chiese Puck raggiungendoli in volo.
-Ben detto amico- Aggiunse Dave per poi battergli il cinque.


-Signorina Lopez, che piacere rivederti in sella ad una scopa… Anche se da quanto ne so quest’anno Silente non ti ha lasciato molta scelta…- disse la donna avvicinandosi in volo all’ispanica che era già pronta in difesa dei tre anelli.
Santana si strinse la cinghia dei guanti e poi guardò l’insegnante.
-E’ da quando è iniziato l’anno scolastico che mi chiedo come diavolo faceva lei… Certi ragazzini sono veramente impediti-
-Ci vuole pazienza Santana… Pazienza e polso saldo…-

Santana sorrise a quelle parole, era paradossale, era stata proprio madama Bump a insegnarle a volare quando lei aveva undici anni, ed era stata lei a proporla al professor Piton come portiere dei Serpeverde quando ne aveva solo tredici.

Senza saperlo quella donna aveva avuto un ruolo fondamentale nella sua vita, e adesso stavano parlando del più e del meno su come insegnare a volare a dei bambini.

-Bene ci siamo tutti?- Chiese la professoressa Bump che adesso era volata perfettamente al centro del campo.

Oliver Baston e Santana, rispettivamente alle parti opposte del campo portarono il pollice in su, segno che erano pronti.
Santana non poteva crederci.
Aveva ricevuto l’invito di Puck il giorno dopo la rottura con Hermione, e quel mini torneo era proprio quello che le serviva per scaricare la rabbia e lasciarsi tutto alle spalle.

Inoltre, non saliva su una scopa in difesa dei tre anelli da quasi due anni, cosa che la spaventava a morte ma allo stesso tempo l'elettrizzava.
Se fosse successo un anno prima non ci sarebbe mai riuscita.
Erano cambiate davvero troppe cose nell'ultimo anno.

Odiava ammetterlo, ma con Hermione, aveva ricominciato a vivere.

E che vita sarebbe stata senza il quidditch.



Madama Bump portò il fischietto alla bocca, ma un attimo prima che questa soffiasse successe qualcosa.

Il cielo divenne grigio all’improvviso cosa che fece voltare tutte le teste verso l’alto.

Percependo qualcosa di inusuale, Santana interruppe l’incantesimo di auto protezione e guardò in alto.
Freddo, rabbia, cattiveria e frustrazione.
Sensazioni già percepite in passato, ma mai così potenti e tutte insieme.
O forse si? Che fosse...

Una figura incappucciata si materializzò sul campo.
Smettendo per un attimo di respirare, l'ispanica realizzò chi ci aveva davanti.

Mangiamorte.


L’uomo dal lungo mantello mise i piedi a terra del campo e si guardò attorno.

I Grifondoro e i Serpeverde scesero giù anche loro.

-Potter…- disse il Mangiamorte guardando in direzione dei ragazzi con la divisa rossa e oro.

-Non è qui!- Rispose Noah spalleggiato da Dave e Jasse St.James che aveva già estratto la bacchetta.

Il Mangiamorte sorrise beffardo ed estrasse la bacchetta.
-St.James… bella cicatrice…-

-Greyback- digrignò fra i denti il ragazzo che era stato sfregiato proprio da lui.

Sebastian guardò il Mangiamorte con insistenza, particolare che non sfuggì a Santana.

L’uomo, senza aspettare un minuto di più, si smaterializzò.



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I ragazzi erano seduti attorno ad un fuoco e con alle spalle delle tende montate.
Puck arrivò con in mano delle burrobirre e si sedette accanto a Dave che a sua volta era accanto a Santana.

-Quindi per ora siamo secondi- finì di raccontare il ragazzo.
-Mi piacerebbe vederti giocare…-
-Sannie devi solo dirmi quando!- Rispose prontamente lui.
-Dice a tutti così, poi ti presenti davanti allo stadio e non ti fanno entrare- lo canzonò Noah.
-E grazie, non avevi avvisato!- lo ammonì Dave, poi si girò verso Santana –si è presentato all’entrata dicendo: “Sono amico di Kurofsky” e pretendeva pure di entrare-
Puck guardò l’ispanica con una faccia ovvia.
Santana scosse la testa divertita, gli erano mancati da morire quei due.

-Tipico da Puckerman…- ridacchiò Tina seduta a fianco di Mike.
-Noi siamo andati a vederlo San, è uno spettacolo!- Disse Mike sorseggiando la sua birra.
-Hai mai pensato di fare il provino anche tu?- Chiese poi la ragazza dai tratti orientali.
Santana buttò giù la burrobirra e scosse la testa –No… Io ho smesso con l'agonistica- disse sorridendo creando però il gelo attorno a lei.

Noah, Dave, Mike e Tina sapevano benissimo il motivo di quella scelta.

Santana non ebbe bisogno del suo dono per interpretare quelle facce.

-Ho altre ambizioni!- Aggiunse poi cercando di allentare la pressione.
-Secondo me vuoi fregare la presidenza a Silente…- ridacchiò Noah facendole da spalla.
-Idiota!- Replicò lei facendo scoppiare a ridere tutti.

-Dimmi delle lezioni di volo… Immagino che tu e Quinn vi starete divertendo da morire… Puck mi ha detto che dividete la stanza!- Chiese poi Dave spostando volutamente l'attenzione su altro.

La latina spostò lo sguardo verso Puck che adesso la guardava serio, evidentemente il ragazzo non aveva ancora avuto modo di dirgli della separazione.
O semplicemente non voleva.

-Con Quinn ce la spassiamo…- disse la mora per rispondere al suo amico -e anche lei se la sta cavando benissimo- aggiunse lanciando un’occhiataccia a Puck.

-E degli altri?- Chiese Dave malizioso e abbassando il tono di voce.
-Vuoi sapere di Kurt?- Chiese piano lei leggendogli la mente.

Dave avvampò, Kurt Hummel era sempre stato il suo punto debole, nonostante si fossero ufficialmente lasciati.
-No, non voglio sapere di lui… Piuttosto mi sembra di ricordare un certo flirt estivo…-

Santana s’incupì appena, poi percepì gli occhi di Sebastian, che stava dall’altra parte del fuoco, fissi su di lei.

-L’hai detto tu… Flirt estivo!- rispose semplicemente.
Santana percepì il dispiacere di Dave che evidentemente voleva sapere di più.

-Ne riparliamo- rispose semplicemente.



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Santana camminava verso il lago ghiacciato.
La sua mente vagava da Hermione ai Mangiamorte.
Era molto preoccupata, sperava con tutto il cuore che la ragazza non stesse passando le vacanze di Natale con Harry.
Allo stesso tempo si chiedeva com’era possibile che i Mangiamorte si fossero materializzati proprio li.


Un tumulto di cattiveria e frustrazione si avvicinò a lei, la stessa identica sfumatura di frustrazione che avvolgeva da mesi Draco Malfoy.

Santana estrasse la bacchetta e si girò di scatto.

Dall’ombra comparve Sebastian che sorridente alzò le mani in segno di resa.
-A cuccia Lopez-

La ragazza abbassò la bacchetta –mi hai spaventata!- Disse guardandosi intorno, come a volersi assicurare che non ci fosse nessun altro.
Sebastian rispose con un ghigno.

-Da buon insegnante di Hogwarts devi stare sempre sull’attenti… Come mai Silente ha richiamato proprio due ex alunne ad insegnare?- Chiese il ragazzo avvicinandosi a lei.


L’ispanica percepì che c’era dell’altro dietro quelle domande apparentemente innocenti.
Inoltre non capiva se quelle sensazioni che aveva percepito fossere effettivamente di Sebastian.

Decise di giocare d'astuzia e di portare il discorso sull’unica debolezza di Sebastian: Lei

-Forse perché siamo due fighe stratosferiche…-
-E' una ipotesi!-

Santana sorrise -mi sembra che anche tu sei caduto nella trappola Lopez anni fa-

Il ragazzo si leccò le labbra e le girò attorno per avvicinarsi dalle spalle.

-Mi sembra di ricordare che non disdegnasti-

Santana deglutì a vuoto, i pensieri così nitidi e tetri di quel ragazzo la stavano terrorizzando.
Conosceva bene Sebastian, ma in quel momento gli sembrava di aver accanto un perfetto sconosciuto.
Voleva, doveva, saperne di più.

-Gli errori si fanno Smythe…Soprattutto da ragazzini- disse con aria di sfida.
Il ragazzo allora si avvicinò di più a lei.

-Errori li chiami? C’è chi pagherebbe 1.000 galeoni per una notte con me!-
Santana non rispose si limitò a fissarlo.

Il ragazzo la squadrò e si leccò le labbra nuovamente –eri già uno schianto allora… Ma adesso…-
-Adesso?- Chiese Santana con voce suadente, cosa che fece totalmente impazzire il ragazzo.

Sebastian completamente inebriato dalla bellezza della latina aveva abbassato tutte le difese e si avvicinò ancora di più a lei.

Santana non aspettò un secondo di più e con uno scattò gli afferrò il braccio e tirò su la manica e vide quello che non avrebbe mai voluto vedere sul braccio di un amico: Il marchio nero.

Spostò lo sguardo verso gli occhi del ragazzo che adesso era incredulo.

-Come hai osato?- Sputò lui cercando di liberarsi.

Santana mollò la presa e gli puntò contro la bacchetta.

-Sei un Mangiamorte… Perché?- Chiese con voce tremante.

Il ragazzo si rigirò la manica della camicia per coprire il marchio.

-Perché? Chiedimi più tosto come? Chiedimi cosa sono capace di fare?- Disse Sebastian con gli occhi che gli brillavano.
Santana terrorizzata fece un paio di passi indietro senza abbassare la bacchetta.

-Il Signore Oscure mi ha dato un potere che tu non immagini- Continuò lui.

-Eri già un mago potente…- replicò lei con la voce che gli tremava.

-Proprio non lo capisci?  Certo, quell’omuncolo di Silente vi tiene all’oscuro di tutto-
-Sebastian…- disse lei addolcendo la voce, sentendo che del suo amico non era rimasto praticamente niente.

-Siamo in guerra Santana… Presto o tardi tutti saremo chiamati a fare una scelta… Sono certo che il Signore Oscuro sarebbe più che felice di accoglierti tra o suoi ranghi… In fondo sei una Serpeverde pure tu…-


-San, ti cercava Madama Bump- disse Puck spuntando dall’ombra con un calice di burrobirra.

Sebastian guardò Puck e poi Santana –pensaci- disse solo prima di smaterializzarsi, proprio come aveva fatto l’altro Mangiamorte qualche ora prima.

-Dove va?-
Santana ancora scossa per l’incontro ravvicinato si avvicinò all’amico e l’abbracciò con forza.
-Ehy piano… capisco che è impossibile resistere al fascino di Puckzilla però…-
La latina si staccò piano asciugandosi una lacrima.
-Sannie che è successo?-

-E’ un Mangiamorte… Sebastian è diventato un Mangiamorte…-

Puck respiro a fondo e si sedette sulla neve.

-Era prevedibile- disse poi con voce ferma –Seb è sempre stato attratto dalle arti oscure… In classe faceva sempre tutte quelle domande… E poi sua madre era una Mangiamorte-
-Che significa Noah?-
-Che spesso non abbiamo scelta…- rispose lui con tono rassegnato.

-Sembri così consapevole… Che fine ha fatto il Puck cazzone che nascondeva la sfera magica alla professoressa Coman?- Chiese la ragazza nostalgica.
L’ex Serpeverde si accarezzò la cresta –è cresciuto…-
-La tua ex fidanzata direbbe il contrario…- disse a brucia pelo.

Puck guardò l’amica serio, gli occhi verdi illuminati solo dalla luce della luna raccontavano tutto il suo dispiacere.

-Quinn non capisce… Siamo in guerra San! Perché credi che le abbia proposto di cercarsi un lavoro in Romania?-
-Quinn è perfettamente in grado di difendersi da sola… E lo sai…-
-Bisogna restare uniti Santana… Non sparsi per il mondo-
-Hogwarts è un posto sicuro…- replicò l’ispanica.

-Solo fino a quando ad Hogwarts ci sarà Silente…- disse serio Puck.

Santana si bloccò e improvvisamente ricordò la notte nell’ufficio di Silente.

Come se le parole di Puck fossero la formula magica per ricordare.
Silente, Draco Malfoy, Voldemort.
Voldemort voleva uccidere Silente.
Voldemort aveva chiesto a Draco Malfoy di assassinare il preside di Hogwarts.

Non sapeva ancora perché l’avesse dimenticato ma improvvisamente si rese di tutto quello che le stava accadendo attorno.


-Sannie tutto bene?- Chiese l’amico non capendo perché la ragazza si fosse bloccata a fissare il vuoto.
Santana con gli occhi spalancati si girò verso di lui.
-Se Silente dovesse morire che succederebbe?-
-Hogwarts e tutti i suoi studenti sarebbero in pericolo…-

A quelle parole perse un battito e il suo pensiero andò ad Hermione, a Quinn e a tutti i suoi amici.

-Ho bisogno di stare da sola…- Disse poi la ragazza.
Senza fare domande Puck si alzò e fece per andarsene.

-Noah…- lo richiamò lei che raramente usava il suo nome -Perché non hai detto a Dave che tu e Quinn vi siete lasciati?-

-Perché non farei in tempo, visto che voglio riprendermela- disse il ragazzo facendole l’occhiolino.




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Ditemi la verità...
non ve lo aspettavate questo capitolo così vero?

A questo punto della storia serviva una pausa da Hogwarts, e dalla bolla di vetro che rappresenta.
Questo aspetto mi ha sempre affascinato dei libri di Harry Potter, fuori c'è il delirio, ma Hogwarts rimane sempre un posto sicuro.
Volevo che ad un certo punto Santana si rendesse conto di quello che veramente sta succedendo fuori.
E poi vi ho inserito un sacco di personaggi di glee tutti insieme, che sicuramente rivedremo nel corso della storia(più probabile della prossima che è anche l'ultima)
Fatemi sapere che ne pensate...
Grazie ancora per seguirmi nonostante il caldo!!!
A prestissimo
Chiara



ps. il prossimo capitolo è uno dei capitoli più divertenti di obliviate.
se indovinate cosa potrebbe succedere, cercando di essere un minimo precisi... ve lo pubblico in anticipo! Promesso!


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Capitolo 8
*** non c'è cosa più divina ***


obliviate 2.8



Le lezioni erano ricominciate da circa due settimane, e la routine sembrava essere tornata più o meno la stessa, con la piccola differenza che Santana evitava Hermione.
Evitava tutti i posti dove potesse incontrarla.
Il suo timore, primo fra tutti, era non riuscire a resistere e tornare da lei, e non voleva.
Le mancava, le mancava da morire.
Ma non poteva fare dietro front, non adesso.
Il suo super segreto cominciava a diventare sempre più potente, dopo mesi e mesi di esercizio, riusciva a spostare gli oggetti e a fare piccoli incantesimi usando solo la mente, sapeva schernirsi dai pensieri altrui e, anche se non sempre, riusciva a leggere nitidamente i pensieri, andando oltre alle singole emozioni.
Tutto meraviglioso, se non fosse che questo dono, a detta di Silente, avrebbe messo lei e chiunque ne sapesse in grave pericolo.
Hermione non aveva scoperto il suo segreto, ma Santana sapeva bene che se fossero tornate insieme non glielo avrebbe potuto tenere nascosto.

La decisione di tenerla lontana, era decisamente la migliore.


Santana guardò oltre le mura di Hogwarts distinguendo nettamente la trasparente barriera protettiva che avvolgeva il castello.

Puck aveva ragione, eravamo entrati in guerra, ma fino a quando ad Hogwarts ci sarebbe stato Silente, saremmo stati tutti al sicuro.
Tuttavia, da quando aveva ricordato quella sera nell’ufficio di Silente, non si dava pace.

Aveva scoperto che Draco era stato ingaggiato per ucciderlo, ma perché l’aveva ricordato solo la sera con Puck?
Fortunatamente, si ricordava benissimo di averlo riferito al professor Silente, tuttavia durante i loro incontri aveva evitato di menzionarle quell’accaduto.
Il suo sesto senso le diceva di non fidarsi ciecamente di Silente.

Un altro aspetto della faccenda che non le tornava era Quinn, per quale motivo la bionda aveva detto di essersi ubriacata?

Circondata da mille pensieri e da un forte buco allo stomaco, e si perché una volta entrata in sala grande aveva visto Hermione e quindi aveva fatto dietro front saltando la cena, entrò nella propria stanza e si buttò sul letto.

Lo sguardo le si spostò su una scatola a forma di cuore posta sul letto di Quinn.



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-E’ bellissima non è vero… La luna…-

Quinn, che era appena entrata in camera, guardò l’amica seduta a gambe incrociate davanti la finestra e alzò un sopracciglio confusa.

-Meravigliosa…- Poi notò una scatola di cioccolatini aperta sul proprio letto.
-Adesso capisco perché hai saltato la cena… Avevi il dessert nascosto-

A quel punto Santana si alzò e prese la scatola –li ho trovati sul tuo letto ed erano buonissimi- disse cantilenando l’ultima parola.
-Sul mio letto?- Chiese dubbia Quinn.
Santana annuì con uno sguardo perso ed un sorriso da ebete, poi si avvicinò a Quinn con fare melenso –non faccio che pensare a lei, Quinn-
-Oh finalmente l’hai ammesso…-
-Perché, c’era pure da ammetterlo?- Chiese Santana sempre con la stessa faccia da pesce lesso.
Quinn si tolse il mantello e scrollò le spalle –fai un po’ tu, l’hai lasciata per un motivo idiota-
-Lasciata?- Chiese Santana preoccupata.
-Sannie ma che ti prende?-
-Non sono pazza!!!- Le urlò contro.
-Io non ho detto che sei pazza!- Rispose a tono Quinn.
-Detto no, pensato si!- rispose lei ridacchiando.
Quinn la guardò in cagnesco.
-E poi non potrei mai lasciarla…- disse addolcendo il tono di voce -credo di amarla…-
-Davvero?- Chiese Quinn sorpresa.
La latina annuì con un sorriso.
-Non pensavo saresti riuscita ad ammetterlo ad alta voce…-
-Perché non dovrei, Rachel è perfetta…-

A quel punto Quinn strabuzzò gli occhi –Cosa hai detto scusa?-

-Che Rachel è perfetta…-
-Ma stiamo parlando della stessa Rachel? La stessa Rachel Berry che lavora in infermeria?-
-Berry… Senti come suona bene…- Disse la ragazza guardando il soffitto –B…e…rry…-
-San ma Rachel è tua cugina!-
-E allora?- Chiese la mora –non c’è cosa più divina…- cominciò poi guardandosi intorno con aria sognante.
Quinn a quel punto si avvicinò al suo letto e prese il bigliettino che stava sopra la scatola.
Era ancora sigillato, Santana almeno aveva avuto il buon senso di non leggerlo.

Il bussare ripetuto sulla porta attirò la loro attenzione.

Santana si alzò di scatto –deve essere lei-
Quinn non fece in tempo ad alzarsi che l’ispanica aveva aperto la porta.

-Ciao Santana- disse Harry Potter facendo scomparire il sorrise ebete dal suo viso.
Senza neanche rispondere al saluto, Santana si andò a ributtare sul letto.

-Ciao Harry- intervenne Quinn –scusa ma non è proprio il momento- disse lei facendo il gesto di chiudere la porta –che ti serviva?- Chiese lasciando fuori solo la testa.
-Volevo parlare con Santana di Hermione sai è molto giù di morale e…-

-Oh Rachel Rachel perché sei tu Rachel, rinnega tuo padre rifiuta il tuo nome, ed io non sarò più tua cugina…- Declamò l’ispanica guardando fuori dalla finestra.

Quinn riaprì la porta e si girò a guardare l’amica con la mascella a terra.
Anche Harry sembrava particolarmente sorpreso.



-Stiamo andando da lei non è vero? Vi prego non posso più vivere senza di lei…!- Disse Santana sorretta da una parte da Quinn e dall’altra da Harry.

-Certo Sannie stiamo andando da lei…- la tranquillizzò Quinn –sinceramente non mi sarebbe mai venuto in mente Lumacorno- aggiunse guardando Harry.
Il ragazzo abbozzò un sorriso.

-Ehy che cos’è quel tono con la mia amica sfregiato?- Replicò Santana.
-Quale tono?- Chiesero Harry e Quinn in coro.
-Hai detto… “E’ il professore di pozioni”… con un tono un po’ troppo acido- disse facendo il verso al ragazzo.

Harry guardò la ragazza stupefatto, quella frase l’aveva pensata, mica l’aveva detta.

-Mica sei l’unico prescelto sai… Anche io ho i super poteri che credi! Rachel dov’è Rachel?-
Harry sconvolto faticava a capire.

Quinn chiuse gli occhi cercando di mantenere il sangue freddo.

-Hai detto prescelto?- Chiese dubbioso il ragazzo.
-Sta delirando, non starla a sentire!- Intervenne Quinn.

-Io non deliro affatto!!- Replicò acida Santana –nessuno può vivere se l’altro sopravvive, che concetto idiota…-disse fra sé e sé lasciando ancora più sconvolto Harry.

A quel punto Quinn le mollò uno schiaffo -Lopez chiudi quella fogna o giuro su Merlino che non vedrai mai più una vagina in vita tua!-

-Ok!- disse Santana con un sorriso.

Quinn sbuffò esausta.
-Ti prego Potter dimmi che siamo arrivati...-

Harry terrorizzato e sconvolto fece di si con la testa e andò a bussare all’ufficio del professore.



-Un filtro d’amore?- Chiese il professore guardando la ragazza che frugava per la stanza.
-Dov’è Rachel? Rachel, Rachel…- Disse Santana in preda ad un attacco d’ansia.
Lumacorno la guardò storta.

-Era per me, per sbaglio ha ingerito dei cioccolatini che erano rivolti a me- rispose prontamente Harry.

Ci mancava solo di rivelare a Lumacorno i gusti sessuali di Santana.

-Ora capisco perché non hai preparato tu la pozione, ma tranquillo ragazzo mio, in questi casi non c’è da fare nessuna aggiunta all’antidoto… La Signorina Lopez tornerà perfettamente normale com’era prima- disse tranquillo il professore mentre armeggiava con le fiale.

Harry e Quinn si guardarono impietriti.

-Ecco qui- disse il professore mentre versava il liquido della fiala in un bicchiere.
-Lo dia a me- disse prontamente Quinn afferrando il bicchiere ed avvicinandosi a Santana.

Non poteva rischiare che Santana leggesse nella mente di Harry o di Lumacorno e si accorgesse che quello era l’antidoto.

-Che cos’è?- Chiese la latina scettica.
-Una pozione…- Spiegò Quinn, poi si avvicinò al suo orecchio –aumenta le prestazioni sessuali- le sussurrò piano.
Santana non se lo fece ripetere due volte e buttò giù tutto il bicchiere.

-Molto strane queste ragazze… E’ curioso che facciano parte del corpo insegnanti… Non trovi Harry?-
Il Grifondoro guardò il professore e poi guardò le ragazze, effettivamente anche lui era stato titubante sul perché entrambe le ragazze fossero tornate ad Hogwarts.
Titubante fino a quella sera.


Santana sbatté le palpebre un paio di volte e si guardò intorno non riconoscendo il posto.

-Sannie stai bene?- Chiese Quinn guardandola negli occhi.

-Che ci facciamo qui? Professor Lumacorno? Potter?- Chiese la latina respirando a fondo.

-Cioccolatini con dentro un filtro d’amore… mandati al nostro Casanova da una certa Rachel…- spiegò il professore dando una pacca sulle spalle al ragazzo.

Santana guardò Quinn distinguendo nitidamente il suo pensiero rivolto a lei “poi ti spiego”.
“ma stiamo parlando della Berry?” chiese Santana col pensiero.
Quinn sbarrò gli occhi, davvero era riuscita a sentire il pensiero di Santana?
“E’ solo una formula Fabray, non hai nessun stramaledetto dono… Figa però, vero? Allora stiamo parlando della Berry?”
“si…” balbettò mentalmente Quinn sorpresa di quanto la sua amica fosse diventata brava.

-Ecco a voi…- disse il professore passando loro dei bicchierini di idromiele barricato.
-Era destinato a qualcun altro ma insomma… se ne farà una ragione…- disse il professore portando in alto il bicchierino –brindiamo alla…-

-Devo dimenticare!- Disse Santana e senza aspettare il brindisi buttò giù tutto l’idromiele.

Dopo una manciata di secondi la latina lasciò cadere il bicchiere e si afflosciò a terra.
Aveva la schiuma alla bocca e gli occhi fuori dalle orbite.

Quinn terrorizzata si piegò sopra di lei.

-Santana!!! Santana- Urlò senza ottenere risposta, poi si girò verso gli altri due.

-Professore la prego faccia qualcosa!!- Urlò mentre la sua amica era in preda agli spasmi.

Lumacorno era come pietrificato.
Harry ricordandosi di un antidoto che aveva letto sul manuale di pozioni si avvicinò alla scrivania del professore e cominciò a frugare tra i cassetti.

-Per la barba di Merlino!!! Harry!!!!- Urlò ancora Quinn con le lacrime agli occhi.

Harry trovò la pietra che stava cercando e con uno scatto si avvicinò a Santana e gliela infilò in bocca.

-Che cos’è? Un bezoar?- Chiese Quinn riconoscendo la pietra.
Harry annuì mentre Santana sembrava essersi calmata.

Quinn avvicinò l’orecchio al petto dell’amica sentendo che il battito si era regolarizzato, poi guardò Harry ancora sconvolta –sei uno stramaledetto genio Potter!-



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Davanti al lettino dell’infermeria, dove stava riposando Santana, si erano riuniti il professor Silente, la professoressa McGranitt, il professor Piton, Madama Berry e ovviamente, Harry, Quinn e il professor Lumacorno che sembrava ancora non essersi ripreso dall’accaduto.

Harry e Quinn avevano raccontato l’accaduto, ovviamente tralasciando la questione del filtro d’amore mandato da Madama Berry.
Tuttavia nessuno dei professori riuscivano a capire il perché quei fatti si fossero verificati.

-Non ricordo chi mi ha dato quella bottiglia, ma volevo regalarla a te Albus- spiegò Lumacorno.

Gli altri professori guardarono Silente senza sapere cosa dire.
Proprio in quel momento Hermione entrò in infermeria.

-Signorina Granger? Cosa ci fa fuori a quest’ora?- Chiese la professoressa McGranitt.

Hermione guardò prima Quinn accanto a Santana e poi la professoressa.
-Hermione sto bene…- disse Harry facendo credere a tutti che la ragazza fosse li per lui.
-Anche Santana sta bene- precisò Quinn guardando la ragazzina.

Hermione tirò su un respiro di sollievo attirando l’attenzione dei professori.

-Bene, credo che la signorina Lopez sia in ottime mani, vi do il permesso di rimanere qui per stanotte- precisò il professor Silente –Professori se volete seguirmi nel mio ufficio…-

Hermione aspettò che i professori uscissero per scaraventarsi su Harry e abbracciarlo con forza –grazie- poi senza aspettare la risposta del suo amico si avvicinò a Santana.

La latina era completamente bianca ma sembrava che stesse riuscendo a riposare.
Hermione allungò la mano e le accarezzò la fronte.
Quinn sorrise a quel gesto, era contenta che quella Grifondoro si prendesse cura di lei, se non fosse che Santana riusciva scientificamente a rovinare tutto.

-Ragazzi mi spiegate cos’è successo?-

A quella domanda la bionda spostò lo sguardo su Rachel che non aveva detto una parola fino a quel momento.



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-Non so se essere lusingata o sconvolta… Un filtro d’amore Rachel? Mi hai mandato un filtro d’amore?- cominciò Quinn dopo aver assicurato Santana tra le mani di Hermione e congedato Harry con la promessa che appena Santana si sarebbe ripresa, le avrebbero raccontato tutto.

-Non pensavo sarebbe successo tutto questo! Santana non è un’amante del cioccolato… E’ più una tipa da burrobirra e nachos- si giustificò Rachel.

-Mi hai mandato un filtro d’amore?- Ripetè sconvolta Quinn.
-E’ uno di quegli intrugli dei gemelli Weasley… Non pensavo che…- cercò di argomentare Rachel non sapendo come giustificarsi.

Quinn guardò oltre la finestra posta accanto al lettino della piccola stanza dove dormiva l’infermiera e cominciò a ridere di gusto.

Rachel inarcò le sopracciglia –beh sono contenta che tu la stia prendendo così…-

-No Rachel, guarda che sono molto incazzata- spiegò Quinn con la voce soffocata dalle risate –solo che non riesco a dimenticare Santana che urla Rachel Rachel…- continuò lei facendo il verso alla latina –per Merlino avessi dovuto sentirla!-

-Penso che mi odierà per tutta la vita…- disse Rachel.

Quinn continuò a ridere –certo, se ci fossi stata io al suo posto non te lo avrei mai perdonato…- disse poi diventando improvvisamente seria cosa che fece cominciare a sudare freddo Rachel.

-Ma non è successo…- concluse Quinn sorridendole.
A quel punto Rachel si fece coraggio e si avvicinò a lei.

-Mi dispiace Quinn non avrei dovuto… E’ solo che quello che è successo tra noi…-
-Parli della notte prima delle vacanze di natale?- Chiese Quinn evitando di guardarla.
-E di cosa altrimenti?- Rispose Rachel anche lei senza guardarla.
-Eravamo ubriache, e io pensavo a Noah… Non durante…- si corresse Quinn -cioè voglio dire che ero triste per Noah e tu eri li…-
-Quindi non ha significato niente per te?- Chiese l’infermiera con voce tenue.
-Non sto dicendo questo…- replicò la bionda –è solo che non ho mai pensato all'ipotesi di poterti interessare… non in quel senso…-
-Lo so... Nel senso... non mi era mai successo di provare delle… cose… per un’amica… Quella notte è iniziata… e poi è diventata… ti giuro che non sono mai stata così bene con qualcuno in quel senso… E’ per questo che sono uscita fuori di testa e ti ho mandato il filtro, per capire…-

-E’ uno strano modo per capire se l’altra persona è interessata a te, non ti pare?- La provocò la più piccola con un lieve sorriso sulle labbra.

Rachel si guardò intorno non sapendo più cosa rispondere –devo andare a vedere come sta Santana…- disse tagliando corto.
Quinn scosse la testa con un sorriso sulle labbra, proprio non ci riusciva ad essere arrabbiata con lei.

-Rach, la prossima volta potresti semplicemente chiedermelo…-
Rachel sorrise, questo significa che ci sarebbe stata una prossima volta?



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Un forte odore di caffè misto ad un pungente odore di zenzero le solleticarono il naso.
-Herm…- disse piano Santana mentre faticava ad aprire gli occhi.
-Era qui fino ad un minuto fa, anche se non voleva che te lo dicessi- rispose Rachel avvicinandosi a lei.

Santana storse il naso dispiaciuta, doveva aspettarsela quella risposta, poi fece uno scatto e si tirò su con i gomiti cercando di ricordarsi come fosse finita li.

-Fai piano San… Sei ancora convalescente!- L’ammonì Rachel aiutandola a tirarsi su.

-Quanto ho dormito?- Chiese la latina sentendosi i muscoli intorpiditi.
-Cinque giorni, devi ringraziare Potter se sei ancora viva…- rispose brusca Rachel

Santana la guardò affondo e improvvisamente si ricordò del filtro d’amore.
-Ricordami di mandargli dei cioccolatini…- la punzecchiò sarcastica.

Rachel fece finta di non sentire e le passò il caffè ancora caldo.
-Bevi, ti farà bene- disse sperando che la latina non tirasse ancora in ballo il perché era finita in infermeria.

Peccato che Santana leggesse nella mente.
La mora prese la tazza e guardò sua cugina, poi di nuovo la tazza.
Alla fine avvicinò il naso alla tazza e l’annusò per bene.

-Su avanti Santana bevilo è solo del caffè…- sbottò Rachel irritata, sapeva benissimo dove la ragazza volesse andare a parare.

-Se lo dici tu!- Disse Santana con un sorriso malizioso.

-Ecco lo sapevo!- Disse Rachel alzandosi –avanti comincia a ricoprirmi di insulti… Tanto non ti dovresti sforzare più di tanto!-

La mora aveva ancora le idee confuse, ma si ricordava perfettamente la faccenda legata al filtro d’amore, tuttavia le emozioni di Rachel erano fin troppo remissive, come se la ragazza per un motivo che Santana ancora ignorava, stesse soffrendo molto per tutta quella faccenda.

-Non mi va di ricoprirti di insulti Berry, richiede troppa energia...- disse lasciando di stucco l’altra –raccontami piuttosto perché ho dormito cinque giorni…-






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Ho adorato scrivere questo capitolo,
era una scena troppo bella per non inserirla.
A voi è piaciuta?
Finalmente abbiamo scoperto qualcosina in più su Quinn... Come faceva la canzone? Il triangolo no?...
Ve l'avevo detto che Quinn avrebbe avuto una bella, lunga e intensa storyline...
e adesso?

Santana continua ad essere una povera martire e alla fine si ritrova sempre in infermeria,
e adesso deve fare i conti pure con Harry...

Come avrete notato ho pubblicato in anticipo.
Volevo ringraziare di cuore chi legge e chi sta trovando il tempo di fermarsi e recensire perchè ci tengo tantissimo ai feedback per questa storia!
Al prossimo capitolo
A presto
Chiara





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Capitolo 9
*** Obscuro ***


obliviate 2.9
 
La sala grande era gremita di studenti, come tutte le mattine del resto.
C’era chi faceva colazione, chi leggeva il giornale, ma c’era anche chi ripassava e si preparava agli esami di fine trimestre.

Santana con accanto Quinn avanzava verso il tavolo docenti sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso.

-Perché mi stanno fissando tutti?-
-Perché me lo chiedi? Non dovresti già saperlo!- Rispose Quinn a bassa voce alzando le sopracciglia.
-Ho ricominciato con l’incantesimo di protezione… In questo momento non sento un tubo…- Rispose ovvia Santana.
-Non ci vuole il super potere per capirlo… Sei un insegnante e sei stata in infermeria per una settimana…- rispose a tono Quinn.
-Fai meno la simpatica Fabray o mi riattivo subito per scoprire cosa tu e la Berry mi state nascondendo…- la punzecchiò con un ghigno.


-Buongiorno Madama Lopez, come sta?-
Santana sobbalzò -molto meglio Marley… Grazie!- Rispose balbettando alla piccola Serpeverde che le si era messa davanti.
Marley sorrise e tornò a fare colazione.

-Visto? Sono tutti preoccupati per te!- La punzecchiò la bionda.
-Questa cosa mi sta irritando perché tutti mi devono guardare!!!-
La bionda non rispose e guardò oltre la latina.
Santana seguì il suo sguardo.
A pochi metri da lei con in mano un paio di libri c’era Hermione che la fissava, stranamente con lei c’era solo Ron, Ginny e nessuna traccia di Harry Potter.

Perse un battito e subito dopo il suo cuore cominciò a battere come un treno impazzito.

Si guardarono per un tempo indefinito come se non ci fosse nessuno nella sala grande.
Santana era agitata, anche perché a conti fatti non la vedeva da prima dell’incidente.
Hermione sembrava molto più serena.

Non appena Santana si fece coraggio per colmare quella misera distanza per andarla a ringraziare di essersi presa cura di lei, Finn Hudson si avvicinò alla Grifondoro.
Santana avvampò.
Hermione per tutta risposta, sorrise al ragazzo e lo seguì fuori dalla sala comune, evitando per bene di guardare Santana.

-Però…- disse Quinn cercando di attirare nuovamente la sua attenzione –la ragazzina sa come si gioca… San… San mi stai ascoltando?-
Santana si girò per guardare la sua amica, aveva un’espressione confusa -sta succedendo qualcosa-

Quinn si guardò intorno non notando nulla di strano.

-Viene dal piano di sopra…- continuò Santana dirigendosi a passi svelti verso l’ingresso della sala.
-Scusa ma non hai detto che stavi facendo l’esercizio di Silente?-
-L’ho interrotto per Hermione- le urlò correndo via dalla sala grande.

Quinn fece per seguirla ma la McGranitt le si parò davanti.
-Oh, finalmente ti ho trovata, pensavo fossi con la Signorina Lopez ma l’ho vista correre via come un fulmine… - disse la donna abbastanza provata dal fatto che Santana stesse correndo.
-E’ iperattiva…- spiegò Quinn a denti stretti -dopo una settimana di infermeria ha bisogno di sgranchirsi un po’ le gambe…- continuò a farfugliare Quinn con un sorriso d’occasione.




Santana salì velocemente le scale e si diresse verso il corridoio da cui proveniva tutta quella paura e rabbia che l’aveva fatta sobbalzare.

Arrivata al corridoio del quinto piano si guardò intorno cercando di farsi guidare dal suo sesto senso.

Improvvisamente si fermò.
Con la coda dell’occhio aveva appena visto il professor Piton entrare nel bagno dei ragazzi.
Adesso la rabbia e la paura avevano fatto spazio allo sgomento, che probabilmente proveniva dallo stesso professore.

Santana si avvicinò lentamente al bagno senza capire ancora cosa fosse successo.

Fermo davanti alla porta, c’era Harry Potter che guardava con occhi piatti la scena davanti a se.

Santana si avvicinò ad Harry e vide il professor Piton, chino sopra Draco Malfoy, tutto sporco di sangue e completamente inerme, medicargli le ferite che lo stesso Harry gli aveva inflitto con un incantesimo.

L’ispanica allora fissò il Grifondoro con l’intento di leggergli la mente per capire cosa fosse successo, ma tutto appariva frammentato, e oscuro, troppo oscuro.
Si concentrò ancora sul ragazzo sconvolto, e ancora, e ancora, fino a quando un fischio assordante non le trapanò la testa.
Improvvisamente la vista le si annebbiò di un verde accecante.
Corpi senza vita giacevano a terra sulle proprie pozze di sangue.
Non aveva mai visto così tanti morti in vita sua.
Voltò lo sguardo dall’altra parte e vide strisciarle accanto un orrendo serpentone.

A quel puntò Santana si ridestò.

Chiuse gli occhi facendo dei respiri profondi per allontanarsi da quello che aveva visto nella mente di Harry.
Quando li riaprì, si sentì lo sguardo del professor Piton addosso, come se l’uomo avesse percepito quello che le stava succedendo nella mente.
Senza aspettare un minuto di più, afferrò Harry per un braccio e lo trascinò via.

Quando furono lontani dal bagno, Santana scaraventò il ragazzo spalle al muro e lo guardò scioccata.
In quel momento non sentiva nulla, si stava proteggendo da lui, dalla sua mente, da quel fischio assordante e da quelle immagini raccapriccianti.
Le era capitato altre volte di sentire la mente di Harry e non era mai successa una cosa del genere.

Così allungò la mano sulla fronte del ragazzo, che continuava a non capire, e spostò una ciocca di capelli che gli copriva la cicatrice e la sfiorò appena.
La cicatrice era leggermente rialzata, come una ferita mai rimarginata.

Improvvisamente si ricordò delle parole di Silente, l’unico tassello mancante per ricostruire a pieno quella sera che aveva dimenticato.

-Harry è l’ultima persona che lo deve sapere… E a questo punto, deduco anche tu!-

Silente le aveva cancellato la memoria.
E adesso capiva perfettamente il perché.

-Io e Voldemort siamo connessi… Non so bene il perché… Ma è così- disse infine Harry.

Santana smise di sfiorare la cicatrice e allontanò la mano.
Le parole di Harry erano state fin troppo esaustive.

-Non volevo fargli del male…- aggiunse poi riferendosi a Malfoy –ma lui ha tentato di…-
-Assassinare Silente…- Completò Santana con fermezza.

Harry sembrò illuminarsi –hai sentito la sua mente?-
Santana annuì appena.

-E che altro hai scoperto?-
-Solo questo…-
-Bisogna dirlo al professor Silente, sono sicuro che a te ti crederà!- disse eccitato Harry -tanto lui sa che leggi nella mente…- poi si fermò a ragionarci su -a proposito perché leggi nella mente?- Chiese cambiando espressione – aspetta… Hai detto anche che io sono il prescelto?-

Santana guardò a lungo il ragazzo, doveva dargli delle risposte, e doveva dargliele adesso.
Poi si ricordò delle parole dei suoi amici.
-siamo in guerra-
Dopo essere entrata nella mente del Signore Oscuro per pochissimi istanti, poteva affermare che era vero, era decisamente vero.

-Dobbiamo parlare con Silente!- rispose risoluta.



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-Mi chiedevo quando sarebbe successo- disse sorridente il professor Silente da dietro la sua scrivania.

Di fronte a lui, Santana ed Harry lo guardavano un misto di confusione e rabbia.

-Lei sapeva che io ero il prescelto- disse Harry guardando Santana.
-Ma mi aveva detto di non dirtelo- spiegò la latina -e poi lei professore mi ha cancellato la memoria!- aggiunse seccata.

L’uomo sorrise ancora.

-E spero che tu mi scuserai Santana, sono pur sempre un povero vecchio che si preoccupa troppo dei suoi studenti ed ex studenti- disse l’uomo sorridendo –tuttavia sei riuscita a ricordare, il potere della tua mente è decisamente sorprendente-
-Credo di aver capito perché volesse proteggermi- disse la ragazza guardando Harry.

-Ed è lo stesso motivo per cui non ti abbiamo detto della profezia… Il tuo legame con la mente di Voldemort rimane un mistero anche per me… E’ troppo pericoloso- aggiune Silente guardando Harry.

-Quindi è vero? Sono io il prescelto?- Chiese Harry guardando prima l’uomo e poi la ragazza.
Entrambi annuirono.

Poi Silente aprì un cassetto della sua scrivania ed estrasse un libro.

-Ho cercato a lungo questa formula- disse aprendo e sfogliando il libro.

-Professore, lei crede che Santana potrebbe aiutarci con Lumacorno?- Chiese Harry attirando l’attenzione dell’ispanica.

-Certamente- rispose l’uomo –ma prima- aggiunse girando il libro verso la ragazza –dobbiamo essere sicuri che non si verifichino più episodi come quelli dell’altro giorno-

Santana guardò l’uomo e poi afferrò il libro.

-Incanto obscuro- lesse semplicemente.

-A differenza del protego animus, può essere invocato solo da chi legge il pensiero. Questo incantesimo annulla il tuo potere su chiunque tu decida di farlo, è un incantesimo molto complesso Santana, ma credo che con i dovuti accorgimenti sarai in grado di maneggiarlo senza problemi-

-Professore, qui c’è scritto che va fatto solo una volta, come si fa a scioglierlo?-

-Non si scioglie…- rispose il professore –è irreversibile!-



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-Dovresti provarlo su di me…-

Santana alzò la testa e la guardò alzando le sopracciglia, poi, senza aggiungere altro, tornò sul libro che Silente le aveva dato.

Quinn dall’altra parte del tavolo posto accanto alla loro libreria privata cominciò a pensare ad una soluzione.

-Ti ho sentito… E non mi sembra carino pensare di colpirmi con la maledizione imperio!-

-Hai visto? Non ho più privacy!- sbottò la bionda.
-Privacy?- Chiese l’ispanica guardandola negli occhi -Fabray questo dono è l’unico mezzo che abbiamo per comunicare e salvarci il culo! Pensi che sia bello vederti scopare con mia cugina?-

Quinn avvampò, possibile che le avesse visto pure i suoi ricordi con Rachel?

-Scusami Q, ti giuro che era l’ultima cosa che avrei voluto vedere-
-E allora perché l’hai fatto?- Chiese lei seccata.
-Perché ci pensi in continuazione!! In ogni momento c’hai Rachel che ti gironzola per quella tua capoccia bionda, e non fai altro a che pensare a quella notte! Anzi, quando siamo in camera, evita di concentrarti troppo sui dettagli… sono pur sempre in astinenza!-

Quinn fece una faccia schifata e si lasciò cadere sulla sedia.
Santana addolcì lo sguardo, doveva ammettere che quella situazione la divertiva parecchio.

-L’avevo rimosso, sono stata tutte le vacanze di Natale a pensarci, e alla fine ho pensato: “ma si è successo, ridiamoci su”, solo che poi ha fatto quel casino del filtro d’amore e mi ha sorpreso e confuso-

-Pensa quanto ha sorpreso me!- Replicò Santana.

-Pensi davvero che il tuo dono potrebbe salvarci il culo?- Chiese poi a bruciapelo.
Santana ci pensò su, rabbuiandosi appena.
Tutta quella responsabilità cominciava a metterle tensione.

-Alla fine ti prendi sempre tutto il merito!- Disse Quinn per smorzare la tensione.
-Non è vero!-
-Si che lo è! E lo sai di chi è tipico questo?- La schernì la bionda ridacchiando.
-Non osare…- l’avvertì la mora.
-Grifondoro- scandì ridacchiando l’ex Corvonero.
-Smettila!-
-Sei proprio una Grifondoro mancata- ridacchiò la bionda.

Santana fece per replicare ma l’improvvisa presenza di Hermione la fece sobbalzare.
-Scusate… Mi serviva un libro… Posso…?- Disse tranquilla Hermione avvicinandosi alla libreria.
Quinn si girò verso di lei –fa pure…-
Hermione senza degnare di uno sguardo Santana, annuì a Quinn e cominciò a cercare tra i libri.
La bionda si girò verso l’ispanica e la guardò.

“Non ti azzardare a leggerle la mente! Non è corretto” la intimò col pensiero.

Santana intanto non aveva smesso un attimo di fissare Hermione.
“Santana Lopez guarda che mi metto a pensare a tua cugina, e ti assicuro che ci penserò così intensamente che riuscirò a ricordare anche quanti centimetri dividevano il suo clitoride dalla sua…”
“Ok ok ok basta, ti prego risparmiami i centimetri… Quanto sei etero!” pensò Santana “hai vinto, mi rimetto a studiare” aggiunse spalancando gli occhi seccata.
Santana scosse la testa seccata e si riconcentrò sulla formula.

Quinn sorrise soddisfatta.

Hermione estrasse il libro che stava cercando, stando ben attenta a non guardare Santana.

-Grazie Quinn- disse una volta messo il libro nella borsa –buona continuazione- disse semplicemente prima di allontanarsi.
Santana la seguì uscire con la coda dell’occhio e sospirò.
Le mancava davvero tanto.



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Un ragazzo dai capelli corvini e lo sguardo sveglio, toccò con il dito una clessidra, facendola suonare.
Il professor Lumacorno, con pochissime rughe e lo sguardo spaesato si girò verso il ragazzo.
Nonostante fossero passati tantissimi anni da quel ricordo, Santana non ci mise molto a riconoscere l’ufficio del professore. Era lo stesso di adesso, solo con molti più oggetti e meno foto.

-Su vattene Tom, non vorrai farti beccare alzato fuori orario… Qualcosa ti turba Tom?- Chiese l’uomo.
-Si signore…- rispose educatamente il ragazzo -Vede non sapevo a chi altro rivolgermi, gli altri professori… Beh non sono come lei… Potrebbero fraintendere…-
-Va avanti-
-Ero in biblioteca l’altra sera, nel reparto proibito e ho letto una cosa abbastanza strada riguardo una rara magia… E ho pensato che magari, lei poteva illuminarmi… Si chiama, se ho ben capito…-
L’uomo guardò esterrefatto il ragazzo -Io non so niente di queste cose e anche se le sapessi non le direi a te…-


Santana tirò fuori la testa dal pensatoio e guardò sconvolta il professor Silente.

-L’ha manomesso… Ha modificato il suo ricordo! Per la barba di Merlino non credevo che si potesse manomettere un ricordo-
Silente, sempre più sbalordito dalle capacità intuitive e dalle conoscenze della ragazza, sorrise soddisfatto.
-Sto solo leggendo molti libri sul controllo della mente, la fruizione dei ricordi, dei pensieri e…- disse come se stesse rispondendo ad una domanda.

Il preside la fissò corrucciato.

-Ops… Mi scusi… non volevo leggerle la mente…-
-Tranquilla Santana-
L’ispanica s’imbarazzò appena.
-Harry è da mesi che prova a recuperare il vero ricordo… E’ un tassello fondamentale nella lotta contro Voldemort…-
-Crede che con il mio dono…-
L’uomo annuì.
Santana abbassò lo sguardo e cominciò a pensarci su.
-Prima però dobbiamo essere sicuri che non entrerai più nella mente di Harry…-
-Ci sto lavorando su... Ma professore lei crede che davvero che un uomo che ha manomesso il proprio ricordo fossa fornirmi la risposta?-
-No, è ovvio che il professor Lumacorno si stia proteggendo da qualsiasi tentativo di invadergli la mente… Tuttavia conoscendo Horace credo sia molto incline alla persuasione…-
-Persuasione?-

Silente sorrise.
-Quindi oltre a leggere la mente... Crede che possa anche riuscire a controllarla?-

-I genitori di Brittany sono morti, rammenti?-

Santana guardò l’uomo senza trovare le parole.
Tutto quel potere cominciava davvero a terrorizzarla.






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Oggi è il mio onomastico,
un tempo(non so se si faccia ancora adesso) era usanza che chi faceva l'onomastico doveva regalare qualcosa...
quale scusa migliore per pubblicarvi un capitolo in anteprima...
fatemi sapere che ne pensate :D
Ci si vede sabato!
Auguri a tutte le Chiare...

Chiara :)




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Capitolo 10
*** Puff ***


obliviate 2.10


-Pronto?-
-Si… E tu?-

Santana annuì e prese in mano la propria bacchetta -credo di si…-
Harry allora chiuse gli occhi.

Santana fece un respiro profondo e si guardò attorno. Si era esercitata per settimane e anche se non l’aveva ancora effettivamente testato su nessuno poteva dire di sentirsi pronta.

Si erano dati appuntamento sotto la grande quercia, lontano da occhi e orecchie indiscrete.

-Ok Harry concentrati su qualcosa… e perfavore tieni lontano tu-sai-chi-
Il ragazzo annuì e pensò alla prima cosa che gli venne in mente: Ginny Weasley.

Santana interruppe l’incanto protego, che ormai padroneggiava senza problemi, e si concentrò su Harry. Infatti, affinchè l’incanto obscuro funzionasse, doveva prima visualizzare un qualsiasi pensiero nitidamente per poterlo oscurare.
Alla latina venne da sorridere vedendo a cosa stava pensando il ragazzo.
-Davvero Potter? Te la fai con Ginny Weasley?-
Il ragazzo arrossì.
-Ok, ok scusa… Rimani concentrato però…- si scusò la latina cercando di visualizzare sempre meglio la mente di Harry.

Dopo qualche minuto la latina agitò la propria bacchetta -obscuro…-
Del fumo scuro fuoriuscì dalla bacchetta andando ad avvolgere la testa di Harry.
Improvvisamente tutti i pensieri e le emozioni di Harry si fecero sfocate e pesanti.
Santana mise giù la bacchetta.

Il ragazzo aprì gli occhi e guardò Santana -allora?-

La mora temporeggiò a dare la risposta ma appena il fumo scomparve le emozioni tornarono nitide.
Santana sbuffò.

-Non ci sei riuscita?- Chiese sorpreso lui.
Santana scosse la testa –è un incantesimo molto difficile Potter…-

Il ragazzo annuì paziente e si alzò da terra –ok, tranquilla ci riuscirai… Adesso vado, ho l’allenamento di quidditch-
Santana delusa guardò il ragazzo e suoi pensieri allontanarsi da lei.

Quando posò la bacchetta nella manica della mantella si accorse di essersi portata anche quella di Brittany.
Così la prese e la guardò.
Vite, 13 pollici e mezzo con crine di unicorno, particolarmente flessibile
-forse se…- disse fra sé e sé.
Così senza rifletterci a lungo si alzò da terra e si concentrò sui pensieri ormai lontani di Harry e vi puntò contro la bacchetta di Brittany.
-Obscuro-

Una nube di un nero scuro raggiunse Harry e lo colpì in pieno.

Il ragazzo, ancora stordito, si girò verso Santana toccandosi la testa.

L’ispanica sorrise.
C’era riuscita.



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-Sei sicuro che questo sia un buon piano?- Disse Santana guardando l’ampolla di Felix Felicis.
-Ne hai uno migliore?- Replicò Harry.
Santana scrollò le spalle e gli passò l’ampolla –non berla tutta, potrebbe tornarci utile-
Il ragazzo afferrò la Felix e senza ulteriori indugi ne bevve un paio di sorsi.
Santana lo guardò curiosa –come ti senti?-
Harry tentò invano di trovare le parole per quello strano stato di euforia che gli stava invadendo il corpo.

Santana lo fissò a lungo, in quel momento avrebbe voluto mettere in moto il suo dono e capire cosa il Grifondoro stesse provando.
Ma ovviamente non era più possibile.

-Arriva qualcuno!- disse il ragazzo passandole il mantello dell’invisibilità.
Santana si mise il mantello e scomparve.
Non era saggio farsi trovare nella casa comune dei Grifondoro, e inoltre né Hermione né Ron sapevano che anche lei era stata coinvolta nel piano.

-L’hai già bevuta?- Chiese Hermione avvicinandosi a lui.
Harry sorrise con gli occhi spalancati.
-E come ti senti?- Chiese curioso Ron.
-Straordinario…-



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-Avremmo dovuto seguire il piano- disse la testa di Santana che fluttuava sul nulla.
-Non so spiegarti ma sento che devo andare dal mio amico Hagrid, lo sento e basta, ha senso eh? Che ne pensi eh? Ha senso?- rispose velocemente Harry con il sorriso sulle labbra.

I due ormai avevano superato le mura del castello e si stavano dirigendo verso la capanna di Hagrid passando dalla serra.

-Amico fattelo dire, sembri proprio fatto…- replicò Santana.
-Fatto? Fatto in che senso? Fatto come dopo una burrobirra? O fatto come eccitato? A questo proposito tu ed Hermione quando stavate insieme che facevate? Cose tipo…-
Harry non riuscì a finire la frase che Santana gli tappò la bocca con le mani portandolo dietro un pilastro.
Il ragazzo guardò Santana senza capire ma questa, senza aprire bocca, gli fece cenno di guardare dritto davanti a loro.
Harry si sporse leggermente e vide il professor Lumacorno intento a rovistare all’interno della serra di erbologia.
Senza aggiunse altro Santana gli fece un cenno con la testa e indossò il cappuccio per poi scomparire nel nulla.

Harry annuì e si avvicinò al professore.



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Ormai erano passate almeno tre ore dall’incontro con Lumacorno, il professore infatti, non riuscendo a dissuadere Harry dall’allontanarsi dal castello, si era offerto di accompagnarlo da Hagrid. Era quasi il crepuscolo e non poteva di certo permettere che un alunno minorenne girovagasse da solo fuori da Hogwarts.
Santana, dal canto suo, aveva seguito tutto da sotto il mantello dell’invisibilità.
L’idea di Harry di usare il mantello era stata semplicemente geniale.
Tuttavia, pur percependo tutti gli stati emotivi dell’uomo, non era ancora arrivata a nessun risultato soddisfacente.
Silente le aveva spiegato che per persuadere qualcuno non esisteva alcun tipo di formula, e che l’unico modo, era entrare in stretto contatto mentale con la persona, e cercare di fargli cambiare idea.

Come sempre a detta di Silente era tutto semplicissimo.

 
-Puff…- disse Lumacorno finendo di raccontare la storia del proprio pesciolino.

-E’ molto strano no?- Commentò Hagrid evidentemente alticcio.

-Lo è vero… ma questa è la vita, suppongo… Tu vai avanti e poi puff…- aggiunse Lumacorno.

-Puff- disse Hagrid prima di addormentarsi.

-Puff- aggiunse Harry a bassa voce.

“Puff” pensò Santana che aveva assistito a quella conversazione al limite del normale.



-Fu una studentessa a regalarmi Frances- disse il professore come se volesse aggiungere dell’altro.
A quel punto Santana si ridestò concentrandosi sull’uomo, poteva sentire dispiacere e rimorso quasi da sentirsi in colpa.

-...un pomeriggio di primavera scoprì una boccia sulla mia scrivania con pochi centimetri di acqua cristallina dentro, sulla superficie galleggiava un petalo di fiori, mentre lo guardavo affondò, poco prima di toccare il fondo si trasformò… in un pesciolino… una magia stupefacente, meravigliosa da contemplare- disse ancora Lumacorno, adesso indeciso se continuare con il racconto o no.

Santana si concentrò su di lui, doveva continuare, sentiva che era necessario per il loro scopo.
Così chiuse gli occhi provando a fargli cambiare idea.

-Il petalo proveniva da un giglio, tua madre- aggiunse l’insegnante.

Santana riprese a respirare e sorrise.
Intanto Harry non aveva smesso un attimo di fissare l’uomo.

-Il giorno in cui scesi di sotto in cui la boccia era vuota, fu il giorno in cui tua madre… Io lo so perché sei qui, ma non posso aiutarti, mi rovinerebbe-

Santana deglutì a vuoto cercando di non farsi sentire. Lumacorno era sincero, poteva percepire il suo dolore nel raccontare quella storia, ma non era abbastanza. Così chiuse nuovamente gli occhi e si concentrò ancora su di lui.

-Sa perché sono sopravvissuto professore?- Disse Harry sorprendendo anche la latina -la notte in cui ebbi questa? Grazie a mia madre… Perché lei ha sacrificato se stessa, perché si è rifiutata di farsi da parte, perché il suo amore era più potente di Voldemort-

Alle parole di Harry a Santana sfuggì una lacrima. Non poteva leggere più nella sua mente, ma senza dubbio quel racconto gli stava costando tanto, non lo conosceva bene, ma sapeva che Harry non era il tipo da sbandierare il suo passato. In quel momento realizzò che aveva davanti la persona più coraggiosa che avesse mai conosciuto; doveva aiutarlo, insieme ce l’avrebbero fatta.

Così, mentre Harry continuava a persuadere l’uomo, lei si concentrò ancora di più.

Piano piano sentì i pensieri da prima contratti del professore, ammorbidirsi e diventare più fluidi.


-Ti prego Harry non giudicarmi per questo… Tu non hai idea di lui com’era persino allora- disse infine l'uomo cedendogli il ricordo.



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-Ero in biblioteca l’altra sera, nel reparto proibito e… ho letto una cosa alquanto strana riguardo una rara magia… Si chiama, se ho ben capito… un Horcrux-
-Come hai detto scusa?- Chiese il professor Lumacorno completamente esterrefatto.
-Horcrux… Mi sono imbattuto nel termine leggendo e non l’ho capito a pieno- ripetè tranquillo il ragazzo dai capelli corvini.

-Non so cosa tu abbia letto Tom ma questa è una magia molto oscura, molto oscura-

-Perciò adesso sono da lei- incalzò il ragazzo.
L'uomo sospirò come se non avesse scelta -un Horcrux è un oggetto in cui qualcuno ha nascosto parte della sua anima-
-Ma non capisco come funziona, Signore?-
-Uno divide la sua anima e ne nasconde parte in un oggetto, così facendo sei protetto se venissi aggredito e il tuo corpo distrutto.

-protetto!- Ripetè interessato Tom.
-Si, la parte della tua anima continua a vivere, in poche parole non puoi morire-
-E come si divide la tua anima, Signore?-
-Credo che tu conosca già la risposta Tom-
-Omicidio- rispose il ragazzo con un aria inquietantemente interessata.
-Già, uccidere fa a brandelli l’anima, è una violazione della natura-
-Si può dividere l’anima una sola volta? Per esempio sette?-
-Sette? Per la barba di Merlino Tom, non è abbastanza orrendo pensare di uccidere una sola persona… Strappare l’anima in sette pezzi… Sono tutte ipotesi Tom, tutta accademia…-
-Certo, Signore… Sarà il nostro segreto- disse alla fine il ragazzo con aria soddisfatta.


Le tre teste fuoriuscirono dal pensatoio.
Santana ancora scombussolata per il viaggio appena fatto nei ricordi di Lumacorno, guardò Silente cercando delle risposte immediate.

-Professore vuol dire che c’è riuscito a creare un Horcrux?- Chiese subito Harry.
-O si certo che c’è riuscito… e non una volta- disse l’uomo ancora scosso.
-Che sono esattamente?- Chiese l’ispanica volendo vederci più chiaro.

Silente si avvicinò alla propria scrivania –potrebbero essere qualsiasi cosa… Un oggetto di uso comune…- disse mentre apriva il cassetto –un anello per esempio… O un libro-
Harry riconobbe subito l’oggetto che l’uomo aveva tra le mani –il diario di Tom Riddle-
-E’ un Horcrux… Quattro anni fa quando salvasti la vita di Ginny Weasley mi riportasti questo… Capì che era un diverso tipo di magia, molto oscura, molto potente…-

Santana ascoltò il racconto di Silente con attenzione, era sorpresa di scoprire quante informazioni avesse accumulato su colui-che-non-deve-essere-nominato grazie ad Harry Potter, il bambino sopravvissuto.
Si ricordava perfettamente cosa era successo quattro anni prima: la camera dei segreti era stata aperta.
Lei era al quarto anno e insieme a Quinn avevano fatto degli approfondimenti sulla camera dei segreti. Forse era proprio in biblioteca che aveva notato Hermione per la prima, quella ragazzina di dodici anni prendeva sempre i libri che avevano appena consultato loro.
Ai tempi lo trovò curioso, adesso capiva il perché.

-E l’anello?- Chiese ancora Harry interrompendo il filo dei pensieri di Santana.
Usando il libro, Silente spostò verso di loro un piccolo anello nero facendolo strisciare sulla scrivania –era della madre di Voldemort…-
Santana smise di ascoltare e guardò il piccolo oggetto sulla scrivania di Silente e sentì ancora quel sibilo.

-Ma se si riuscissero a trovare tutti, se si distruggessero tutti gli Horcrux?- Chiese il ragazzo.
-Si distruggerebbe Voldemort- rispose con enfasi il preside.
-Si ma come trovarli? Potrebbero essere dovunque…- replicò Harry.
-E’ vero ma la magia molto oscura…-

Harry allora allungò la mano per prendere l’anello.
Santana seguì con attenzione il movimento.
Appena il dito di Harry sfiorò l’anello il sibilo aumentò per un attimo.

Santana sbarrò gli occhi e guardò Silente.
Cosa era successo?
Perché quel rumore era aumentato?

Il preside guardò prima il ragazzo e poi Santana come se le volesse dare delle risposte di cui neanche lui ne era certo.

-lascia tracce…- concluse l’ispanica non smettendo per un attimo di fissare il professor Silente.



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-Vengo con voi-
-Non esiste!- Replicò Santana mentre si sistemava le bacchette nelle maniche della larga felpa che si era appena infilata.
Aveva deciso che voleva stare comoda.

-E pensi che ti lascerei andare da sola? A cercare un pezzo dell’anima di tu-sai-chi?-
-shhh!- L’ammonì Santana.
-E poi Silente me lo deve…- replicò ancora realizzando solo alla fine di averlo detto realmente.

Santana si girò verso di lei e la fissò interrogativa.

Quinn sbuffò consapevole di non poterle più mentire –Silente mi ha chiesto di tornare ad Hogwarts per te, per starti vicina, perché non aveva idea di quanto potente saresti diventata... Ha detto che gli servivo qui per tenerti ancorata a terra…-

La latina incredula si sedette sul letto.

-Mi dispiace di non avertelo detto prima, ma ti saresti arrabbiata- disse Quinn sedendosi accanto a lei -in realtà sono molto contenta di essere tornata, tutti i piani che avevo fatto l’anno scorso comprendevano la mia migliore amica, quindi non potevo sperare di meglio…- aggiunse tranquilla.

A quel punto Santana si girò verso di lei.
Quinn non riusciva a capire la sua tranquillità, era convinta che l’avrebbe picchiata o trasformata in un piccolo insetto da schiacciare con la punta di una scarpa.

Alla fine Santana sorrise–sei la migliore delle migliori amiche che si possa mai desiderare- disse, prima di abbracciarla.

Quinn ricambiò la stretta lasciandosi cullare dalla sua migliore amica.

-Vengo con te-
-No Quinn-
-San potrei esservi d’aiuto-
-Lo so, ma mi servi qui!-

La bionda alzò un sopracciglio senza capire.

-Malfoy sta architettando qualcosa, tu-sai-chi gli ha ordinato di uccidere Silente, ma non so come… Devi tenerlo sott’occhio-
-Ma Silente verrà con voi…-
-Si ma quando torneremo potremmo essere feriti o…-
-Smettila, starete benissimo- Disse seria Quinn interrompendola.
-E poi c’è Hermione…- aggiunse Santana –non mi va che rimanga nel castello da sola, senza alcun tipo di protezione-

-D’accordo Santana, come vuoi tu…-

L’ispanica sorrise soddisfatta -grazie-

-Solo, cerca di stare attenta ok…- Aggiunse Quinn con tono materno.

L’ispanica annuì.
Stava decisamente più serena al pensiero che Quinn fosse rimasta ad Hogwarts.

Adesso le mancava solo una cosa da fare, e sarebbe potuta partire tranquilla.



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-Devi stare tranquillo, vedrai che la professoressa… chiuderà un occhio- disse Hermione scendendo dalla torre dei Grifondoro.
-Tu crede? Babbanologia è tutta scritta- Chiese Finn un po’ preoccupato.
-Tu credi…- Lo corresse Hermione –e comunque abbiamo ancora una settimana prima dei tuoi MAGO… Una settimana di studio intenso della lingua inglese…-
-Grazie Hermione, il tuo aiutare me è veramente buono-

Hermione alzò gli occhi e fece per rispondere al ragazzo, ma le parole le morirono in gola appena vide Santana a pochi metri da lei.

La ragazzina avvampò.
Forse era per via del look casual e dei capelli legati, o per quel profumo di caffè, o semplicemente i suoi occhi scuri e infinitamente intensi, ma ogni volta che vedeva Santana smetteva di respirare.

L’ispanica dal canto suo non sembrava così indifferente.
Hermione non fece in tempo a notare che un leggero rossore stava dipingendo le gote scure di Santana, quando notò, con dispiacere, lo sguardo indurirsi e saettare da lei a Finn.
Era ovvio che era gelosa.

-Salve Madama Lopèz- disse lui ignaro di tutto.

Senza rispondere al saluto, Santana superò i due e continuando per la sua strada.
Hermione rimase di sasso.
Non pensava sarebbe arrivata fino a questo punto.

-Scusa, torno subito- disse tempestivamente al bulgaro.
Così si voltò e raggiunse Santana.


-Non ti hanno insegnato che è maleducazione non salutare- le intimò parandosi davanti.
La mora la guardò sorpresa e non rispose.

-Sei un’insegnante, dovresti almeno provarci a comportarti civilmente- disse seria anche se in cuor suo voleva semplicemente provocarla.

Santana la fissò ancora e, decisamente senza preavviso, le afferrò il volto tra le mani e la baciò.

Un bacio dolce ma al tempo stesso impetuoso, proprio come lei.    

Hermione non ebbe il tempo di rendersi conto di quel contatto che la latina si era già allontanata.

Così si guardò attorno rimanendo immobile per qualche secondo.

L’aveva baciata.
Santana Lopez, la sua Santana l’aveva baciata.
Di nuovo.



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-Come tua madre, immancabilmente gentile, una caratteristica che non si smette mai sottovalutare… O Santana eccoti- disse l’uomo notando che la latina era appena arrivata nella torre di astronomia.

Santana fece un cenno ad Harry ed avanzò verso il professor Silente.
-Noto con piacere che ti sei cambiata- disse l’uomo costatando che la mora era in felpa e jeans -Devo ammettere che stai molto meglio, quella mantella ti fa sembrare molto più grande di quanto tu non lo sia già…-
-E’ per risultare più credibile con i miei studenti professori- rispose lei provocando un sorriso anche nel volto di Harry.
-Ma certamente- rispose l’uomo.
Poi dopo qualche istante di silenzio, riprese a parlare.
-Il posto in cui andremo stasera è estremamente pericoloso…-

I due ragazzi guardarono il preside farsi sempre più serio mentre dava loro indicazioni.
Entrambi erano carichi e pronti all’azione.

Ma una cosa era certa, da quella missione sarebbe cambiato tutto.






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capitolo 10 andato, ne mancano altri 3...
mamma mia quante cose sono successe...
devo dire che non vedevo l'ora di arrivare a questa parte della storia, e spero davvero di tenervi con il fiato sospeso fino alla fine.
Allora che ne pensate?
Vi sta piacendo questa storia o qualcuno è rimasto deluso?
A quanto pare Santana non è solo in grado di leggere nel pensiero...
E che ne pensate dell'incanto obscuro? Secondo me non è neanche tanto strano che riesca a farlo con la bacchetta di Brittany e non con la sua...
E Quinn? Qualcuno l'aveva capito che non era li per soli scopi accademici?
E ancora... Hermione? vi è piaciuta la scena finale? :D

Ah, penso che l'abbiate notato, ma per sicurezza, i pensieri li sto mettendo tutti tra "virgolette" mi serve per distinguere dai dialoghi, anche se spesso sono anch'essi dei veri e propri dialoghi e, in corsivo, sono i ricordi, vari tipi di ricordi o flashback.

Detto ciò vi lascio la parola a voi, ringraziandovi come sempre per seguirmi in questa storia che al solito (per chi la trovasse per puro caso) vi ricordo essere il seguito di obliviate

Ci sentiamo al prossimo aggiornamento!
Buona continuazione di vacanza o buon rientro a lavoro!
A presto
Chiara





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Capitolo 11
*** la notte più lunga pt.1 ***


obliviate 2.11
Il sole era tramontato da circa quaranta minuti, e il fresco crepuscolo primaverile stava facendo spazio alla notte.
Hermione aveva aspettato che il sole sparisse all’orizzonte per decidersi ad andare a parlare con Santana.

Era arrabbiata con lei.
Sapeva di aver sbagliato con la questione della bacchetta, ma la reazione di Santana era stata decisamente esagerata.

Per questo era arrabbiata.

Tuttavia, per tutto questo tempo aveva rispettato la sua opinabile scelta.
Anche se, in qualche modo, doveva fargliela pagare.

Ron le avevano consigliato di farla ingelosire e, considerando la reazione che aveva avuto vedendola parlare con Finn, al quale stava semplicemente dando delle lezioni di inglese, forse, aveva fatto bene.

-Santana quello che è successo prima…- disse a se stessa una volta arrivata davanti camera di Santana -ma chi ti credi di essere? Che mi puoi prendere e lasciare quando ti pare?... I tuoi baci San… sono…- continuò fra sé e sé addolcendo decisamente il tono di voce –No! Non può passarla liscia… Su Hermione concentrati- disse infine risoluta.

La Grifondoro fece un respiro profondo e bussò alla porta della camera di Santana.
Niente.
Bussò ancora.
E ancora niente.
Possibile che né lei né Quinn fossero in camera?

Convinta che quella fosse la scelta giusta, Hermione estrasse la bacchetta e la puntò sulla serratura – Alohomora-

Non appena girò la maniglia questa si spalancò.

La leggera brezza estiva soffiava dalla finestra spalancata, ma a parte qualche foglio sparso e un paio di libri aperti sul letto di Quinn, sembrava tutto al proprio posto.

Un rumore di sbattere d’ali attirò la sua attenzione.
La ragazza fece un paio di passi verso la finestra, da cui proveniva in rumore e provò a sporgersi.
-Ahhh!!!- Urlò appena un enorme falco bianco non le venne addosso.
L’uccello dalle grandi e lucenti piume, planò dritto dentro la stanza.

-Vai via… via!- urlò la Grifondoro, più che altro spaventata che l’uccello si facesse male.
Ma l’animale sembrava non ascoltarla e continuò a svolazzare dentro la stanza facendo volare tutti i fogli della scrivania di Santana.

Alla fine il falco si fermò poggiandosi sulla spalliera della sedia della scrivania.

Hermione guardò l’animale respirare e si avvicinò per osservarlo meglio.
Non ne aveva mai visto uno da così vicino.
Era bianco e bellissimo.

Poi accadde l’incredibile.

Le ali si trasformarono in braccia, le zampe crebbero diventando dei piedi, e la testa si allungò sempre di più rivelando una chioma bionda.

-Quinn?- Chiese Hermione stupita.

La bionda strabuzzò gli occhi sputando piume bianche dalla bocca, poi si guardò il corpo umano e sorrise sorpresa.

Subito dopo però si girò verso la mora che la fissava esterrefatta.
-Hermione?-
La Grifondoro annuì come un robot.

-Per Salazar, girati! Sono nuda!-



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-Crede che l’Horcrux sia qui dentro, signore?- Chiese Harry una volta arrivati all’interno della caverna.

-O si…- rispose l’uomo –tu senti niente Santana?-

La ragazza si avvicinò al cono di cristallo posto al centro della roccia circondata da uno spaventoso lago nero.
Guardò dentro il cono dove uno strano liquido nero faceva intravedere un oggetto sul fondo, e chiuse gli occhi sperando di sentire qualcosa.
Ma niente.

-No ne sono sicura -

Silente avvicinò la mano al liquido nero, e poi alzò lo sguardo verso i ragazzi.

-Deve essere bevuta- disse il preside.

-Vuole essere bevuta- aggiunse Santana come se leggesse nel pensiero di quello strano liquido.

L'uomo annuì –ricordate a quale condizione vi ho portato fino a qui? Questa pozione potrebbe paralizzarmi, farmi dimenticare il motivo per cui sono qui, farmi provare tanto dolore da implorare un sollievo, voi non dovete ascoltarmi, dovete solo assicurarmi che io continui a berla, siamo intesi?-

Entrambi i ragazzi annuirono.



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-Era da un po’ che stavo studiando la formula, ci ho provato a Natale ma mi sono trasformata a metà… Ho sputato piume per una settimana- Spiegò Quinn una volta vestita.
-Quindi era la prima volta?-
-Diciamo di si- rispose la più grande con fierezza.

A quel punto Hermione abbassò lo sguardo –immagino che anche Santana sia un animagus…-

-Le mancherebbe solo questo!- Rispose la bionda trattenendo una risata.

Hermione la guardò senza capire.

-Non lo sa ancora- disse poi notando lo sguardo perplesso della ragazza -ho studiato questa formula da sola…-
-Pensavo che voi due facevate questo genere di cose sempre insieme…- chiese con ingenuità.

Quinn fece un respiro profondo -non sempre…-

Hermione annuì anche se quella risposta non l’aveva soddisfatta a pieno.

-A proposito dov’è?-
Quinn temporeggiò -perché?-
-Devo parlarle…- rispose semplicemente.
-Interessante… Non vi parlate da mesi e tu vuoi parlare proprio stasera…- disse con sarcasmo.
-Beh se mi avesse baciata prima probabilmente…- cercò di argomentare Hermione.
-Vi siete baciate?- La interruppe la bionda con entusiasmo.
-Tecnicamente lei mi ha baciata… E no, non può fare quello che le pare…-
-Ovviamente…- rispose cercando di trattenere una risata -e quando sarebbe successo?-
-Prima, nel corridoio, non so bene dove stesse andando era vestita in modo diverso…-
-Che totale idiota!- si lasciò scappare la più grande -ascolta Hermione, mi piacerebbe tanto aiutarti ma non so quando tornerà Santana…-
-Dimmi almeno dove posso trovarla…?- Chiese la Grifondoro sempre più incalzante.

Quinn si morse un labbro, possibile che la sua amica non ne combinava una giusta?
Così guardò Hermione indecisa sul da farsi.

Un tuono attirò la loro attenzione.

Le due ragazze si guardarono dubbiose, il cielo era stato tutto il giorno limpido era impossibile che stesse per incominciare a piovere.
Come se entrambe fossero consapevoli di cosa ci fosse fuori dalla finestra, si avvicinarono ad essa con la bacchetta in mano.

E poi lo videro.
Così grande come solo nei più profondi incubi aveva osato essere.

Il marchio nero.

-Lo sapevo! Lo sapevo che avrebbe aspettato che Silente fosse in missione…- disse Hermione.

-Bisogna trovare Malfoy!- Disse secca Quinn.

-Certo- rispose automaticamente Hermione prima ancora di rendersi conto -aspetta tu come sai di…-

Quinn guardò seria la ragazza.

-Quinn, dov’è Santana?- Chiese con un tono di voce risoluto e preoccupato allo stesso tempo.



--------------------



-Harry sbrigati questo posto non mi piace per niente!- Urlò Santana guardandosi intorno, mentre con le braccia sorreggeva il busto di Silente onde evitare che si accasciasse a terra.

-No no no… Ti prego basta…- Disse l’uomo non appena Harry arrivò correndo con l’ennesima conchiglia ricolma di posizione.
-E’ l’ultima?- Chiese Santana.

Harry annuì.
Allora Santana si rivolse all’uomo che aveva tra le braccia -professore la prego l’ultimo sforzo, e le prometto che dopo andrà tutto bene, lo prometto-
Harry avvicinò la conchiglia alla bocca di Silente mentre Santana era occupata a tenergli ferma la testa.

Il preside finì di bere l’ultima goccia e guardò i ragazzi mentre regolarizzava il respiro.

-Harry… Acqua…- disse l’uomo con difficoltà –Acqua…-

Harry si avvicinò il cono e afferrò il medaglione.
-C’è riuscito professore-

Santana si avvicinò a lui e afferrò l’Horcrux, era sicura che una volta preso in mano avrebbe risentito il sibilo della sera prima nell’ufficio di Silente.
Ma niente.

-Acqua- implorò l’uomo attirando la loro attenzione.

Harry riprese l’Horcrux e se lo infilò in tasca.

-Aguamenti- disse il ragazzo puntando la bacchetta verso il cono.
Santana intanto aveva ricominciato a guardarsi attorno, c’era qualcosa in quella caverna che non la convinceva da quando erano entrati.

-Santana non funziona- disse il ragazzo mentre inzuppava la conchiglia nel cono senza riuscir a prendere l’acqua.
La latina puntò la propria bacchetta sul cono provando lei a fare l’incantesimo, ma senza nessun risultato.

Istintivamente i due si girarono verso il lago che avvolgeva la roccia su cui erano ubicati.

-Da qua…- Disse la ragazza prendendo la conchiglia dalle mani di Harry.
-Sta attenta…- le urlò lui mentre l’ispanica si accingeva ad avvicinarsi al lago per prendere da bere a Silente.

Con molta lentezza, la mora si abbassò verso il lago nero.

C’era qualcosa che non andava.

Non aveva sentito nulla provenire dall’Horcrux eppure quel luogo era ricco di pensieri e sensazioni.

Se ne era accorta appena erano entrati nella grotta, ma essendo tutte sensazioni negative pensava che provenissero dall’Horcrux.

Terrorizzata, allungò il braccio destro con in mano la conchiglia verso il lago.
Appena questa toccò il liquido nero, dall’abisso, fuoriuscì una scivolosa mano bianca e le afferrò il braccio.

-Harry, non siamo soli!- Urlò mentre dal lago uscivano dalle strane creature molto simili a degli uomini morti.

Santana guardò la mano e pensò allo Stupeficium e la mano saltò in aria.

Velocemente si alzò e afferrò le sue due bacchette.

-Perché ne hai due?- Chiese Harry che intanto l’aveva raggiunta al centro della piccola isola e si era messo a coprirle le spalle.
-Storia lunga- rispose Santana mentre con le bacchette faceva incantesimi cercando di allontanare, schiantare e far saltare in aria gli inferi che piano piano, uscendo dall’acqua, li stavano accerchiando.

-Expeliarmus… Sectumsempra…-

Dietro di lei, Harry, stava invocando ogni tipo di incantesimo per tenere lontani altri inferi.

-Gli incantesimi non funzionano!!- Urlò Harry.
-Forse perché sono già morti! Non devi ferirli devi farli saltare in aria Potter!- le disse lei che a mano a mano provocava esplosioni luminose con i propri incantesimi.

-Sono troppi- Urlò senza fiato Harry mentre delle braccia bianche e gelide cominciavano a stringerlo –Santana!!!!-
L’ispanica si girò e vide che il ragazzo era appena stato trascinato in acqua.

-No Harry, il lago di zombie no!!!- disse seccata.

L’ispanica rendendosi conto che non poteva nuotare con due bacchette, agganciò velocemente la bacchetta di Brittany nella cinta, poi chiuse gli occhi e si tuffò.

L’acqua era gelida e melmosa.
Santana spalancò gli occhi e vide il ragazzo tenuto da una decina di inferi che lo portavano sempre più giù per farlo annegare con loro.
Quelle creature erano davvero uno spettacolo raccapricciante.
Così puntò la propria bacchetta verso il ragazzo, ma prima ancora di riuscire a lanciare l’incantesimo, quattro braccia l’afferrarono da dietro immobilizzandola.

Santana tentò di liberarsi senza successo mentre il piccolo pezzo di legno affondava nell’oblio.

Harry sempre più giù sembrava aver perso i sensi.

Non sapeva davvero come fare.
Avrebbe potuto cercarsi di liberare con la mente ma le mancava l’ossigeno, e senza ossigeno non riusciva a pensare agli incantesimi.

Non poteva essere, non stava succedendo realmente.

Così chiuse gli occhi pensando all’unica cosa che l’avrebbe tenuta in vita.



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Quinn ed Hermione erano appena arrivate davanti alla sala comune dei Grifondoro per chiamare rinforzi.

-Che succede?- Chiese Quinn vedendo che la ragazza temporeggiava a dire la parola d’ordine.

Hermione si girò verso Quinn con uno sguardo spaventato e sorpreso -Santana…-

-Santana cosa?- Chiese la bionda non capendo.
-Sono in pericolo- disse Hermione non capendo come facesse a sentire quella sensazione.

Quinn rimase senza parole, non aveva idea di dove fosse Santana in quel momento, ma sicuramente era lontana, molto lontana da loro, tuttavia stava riuscendo a comunicare con Hermione.
Era incredibile.

-Stai tranquilla se la caveranno… - rispose la bionda cercando di calmarla.
Ma lei per prima cominciava ad essere molto preoccupata per l’amica.

-Ci sono i mangiamorte!!!-
Un urlò provenire dal piano di sopra le fece sobbalzare.

-Sbrighiamoci!!!-



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Harry aveva perso i sensi, e gli occhi di Santana si facevano sempre più pesanti, ma quando tutto sembrava perduto, nel buio esplose il fuoco.
Un anello di fuoco circondò la roccia e gli inferi che tenevano i due ragazzi, si staccarono.

Santana cercò di mettere a fuoco cosa stesse accadendo fuori dall’acqua, e finalmente lo vide.
Silente si era alzato.



Doloranti e zoppicanti i tre, si smaterializzarono sulla torre di astronomia.
Silente ancora debole per la pozione e per lo sforzo fatto era in mezzo sorretto da una parte da Harry e dall’altra Santana completamente fracidi ma, decisamente più in forma del preside.

-Dobbiamo portarlo dalla Berry- disse velocemente Santana.

-No! Severus, ho bisogno di Severus…- replicò l’uomo.

I due ragazzi si guardano poco convinti della richiesta del preside.

-Fate come vi dico…- Chiese supplicante lui.

Santana guardò ancora Harry -ok vado io-

-Sveglialo, digli cos’è accaduto, non parlare con altri…- aggiunse il professore guardando Santana che annuì.
-Io rimango con lei professore- aggiunse Harry.
-va bene, ma mettiti il mantello dell’invisibilità- rispose lui sentendo dei rumori provenire da sotto.

Santana intanto aveva raggiunto le scale.

“Santana” la richiamò il preside usando la mente.
“Professore” rispose lei fermandosi.
“ho bisogno che tu pietrifichi Harry e che ti nascondi e non faccia niente, è fondamentale che tu veda quello che sta per succedere... Santana, mi raccomando, non lasciarlo solo quando sarà il momento”.

Senza farselo ripetere due volte l’ispanica risalì le scale e si nascose dietro un pilastro, poi, complice del buio, puntò la bacchetta verso la testa di Harry che stava per scomparire sotto il cappuccio e fece l’incantesimo.

Non lasciarlo solo quando sarà il momento
Non aveva idea di cosa significasse quella frase.

Santana non fece in tempo a capire se l’incantesimo era andato a buon fine, che percepì la vicinanza di Draco Malfoy.
Così si schiacciò ancora di più dietro il pilastro per non farsi vedere.

Dopo una manciata di secondi, Draco Malfoy era li, di fronte a Silente e l’aveva appena disarmato.
Santana faticava a sentire le parole, ma poteva percepire tutta la rabbia e la frustrazione di Draco.

La stessa rabbia mista a cattiveria pura, la fece voltare verso il fondo delle scale.
Evidentemente Malfoy non era da solo.

Dal buio, quattro mangiamorte tra cui Bellatrix Lestrange e Grayback si avvicinarono.
Santana poteva sentire nitidamente tutti i loro pensieri esultanti per la buona riuscita del piano.

Tuttavia non riusciva a capire perché Silente continuava a non reagire.

Non passò molto tempo che al gruppo di mangiamorte si unì Piton.

A quel punto Santana cercò di avvicinarsi di più per sentire meglio.

-Fallo… Coraggio Draco ora…- Urlò Bellatrix

Ma Draco, nonostante avesse la bacchetta pronta a colpire Silente, temporeggiava.

-No…- disse Piton arrivando alle spalle di Draco.

Santana guardò il professore complice del suo sguardo di ghiaccio che diceva tutto e non diceva niente.
Sentiva tanta frustrazione ma decisamente diversa da quella che percepiva dai mangiamorte.

“Albus non posso” disse lui comunicando con la mente con Silente.
“Hai promesso” rispose il professore.
“non posso” replico Piton.

Santana sbarrò gli occhi completamente incredula.

Mai avrebbe pensato di assistere ad uno scambio di pensieri tra Silente e Piton.

-Severus ti prego…- Chiese a quel punto il preside facendosi sentire da tutti.

Severus smise di pensare e puntò la bacchetta verso l'uomo.
-Avada Kedavra-

Un lampo verde colpì a pieno il professor Silente facendolo cadere dalla torre.

Non poteva essere.
No Silente.



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Non credo di essere particolarmente brava con le scene d'azione (e neanche con quelle di sesso... lettore avvisato...)
detto ciò, ho deciso di pubblicare oggi perchè sono troppo buona e non volevo lasciarvi troppo sulle spine (ma non vi ci abituate...)
Beh? Che ne pensate?
Doppio punto di vista... e nella seconda parte che succederà?
Devo dire che mi sono divertita molto a scrivere di Quinn e dell'animagus... non so se qualcuno ha capito il sottotesto... vi dico solo che tutto quello che sta succedendo serve ad aprire delle cose che verranno chiuse nella prossima storia.
Mentre della caverna che ne dite? Ho evitato di allungare troppo la scena, perchè in parte la conoscete(vabbe ormai l'avete capito come scrivo) la cosa bella di scrivere su scene esistenti è che chi legge ha già un'idea delle ambientazioni(cosa che non amo particolarmente scrivere) ma spero comunque di avervi in qualche modo impressionato...

Detto ciò vi saluto,
e vi ringrazio per tutto il vostro supporto e i vostri feedback!
Tenetevi forte per il prossimo capitolo... che è decisamente il mio preferito ;)
A prestissimo
C

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Capitolo 12
*** la notte più lunga pt.2 ***


obliviate 2.12
Appena i mangiamorte lasciarono la torre, Santana uscì dal nascondiglio e si affacciò.
Ai piedi di questa giaceva il corpo senza vita di Silente.
La mora si trattenne dallo scoppiare a piangere e urlare.
Non era possibile.
Non poteva essere successo realmente.

Poi improvvisamente si ricordò di Harry e del petrificus totalus.

Una volta liberato dal mantello e dall’incantesimo il ragazzo era ancora paralizzato.

-Io ero qui e non ho fatto niente, qualcuno sapeva che ero qui e mi ha pietrificato- disse sconvolto.
-Harry…- cercò di calmarlo lei.
-E’ morto, Silente è morto…-
-Harry calmati- disse con fermezza Santana.

Harry si calmò per un attimo e guardò la ragazza –i mangiamorte, sono ancora nel castello!- disse lei indicando il marchio nero che sventolava nel cielo come una grossa vela corsara.



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-Impedimenta!- urlò Hermione.
-Pietrificus Totalus- urlò Ginny.
-Reductor- urlò Quinn.

-Crucio- rispose Bellatrix Lastrange mentre scappava via dal castello insieme agli altri mangiamorte.

Hermione scansò l’incantesimo e continuò l’inseguimento.
Accanto a lei Ginny, Quinn, Ron, Finn, Neville e Luna continuavano a scagliare incantesimi.

Quinn ed Hermione sapevano bene che una volta arrivata in sala comune avrebbero ripristinato il vecchio esercito di Silente.

Finn Hudson, che si trovava li per caso, aveva deciso di unirsi a loro, e conoscendo la sua bravura nel quidditch sicuramente non sarebbe stato da meno con gli incantesimi.

Inoltre gli Auror tardavano ad arrivare.
Avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile.
Era successo qualcosa, qualcosa di molto grosso per mettere in fuga i mangiamorte più Malfoy e Piton da Hogwarts.


-Stupeficium!- Urlò Hermione colpendo in pieno uno dei mangiamorte.
La maledizione sollevò il mangiamorte e lo scagliò contro un albero.

Bellatrix allora si fermò e si girò verso Hermione.

-Come osi, lurida mezzosangue?- Chiese con voce stridula mentre Piton e Malfoy erano già lontani.
Hermione deglutì leggermente terrorizzata dall’ira di quella donna.
Si guardò intorno, Finn, Luna e Neville erano impegnati a combattere un paio di mangiamorte.
Dall’altra parte Quinn e Ginny erano impegnate a scansare i lampi verdi di altri due mangiamorte.
Ron invece era corso ad inseguire Malfoy e Piton.

Bellatrix sorrise beffarda costatando che Hermione fosse rimasta da sola.

Hermione si mise in posizione di difesa con la bacchetta pronta a contrattaccare.

-Avada-
La mangiamorte non riuscì a completare la frase che la bacchetta gli volò via.

Dall’oscurità apparve Santana interponendosi tra Hermione e Bellatrix, puntando l’unica bacchetta che le era rimasta, quella di Brittany, contro la mangiamorte.
 
-Santana!- Disse con un sospiro Hermione non credendo ai suoi occhi.
L’ispanica non poteva crederci, era arrivata appena in tempo.
Un secondo di più e sarebbe stato fatale.

-Lopez non è vero? La nuova insegnante di volo… Mi sembra di averti già vista- Chiese Bellatrix muovendosi lentamente verso di loro.
Santana senza scomporsi continuò a tenere puntata la bacchetta contro di lei.

Un attimo dopo Harry Potter superò Bellatrix, Herimone e Santana correndo verso Piton e Malfoy.

-Ahahah Potter!- Urlò ancora la mangiamorte guardando il ragazzo allontanarsi.
-Ferma!- Le urlò Santana.

Bellatrix si girò verso di lei -su avanti… che aspetti?- Le chiese divertita –fallo!- Urlò con voce stridula.
Santana deglutì a vuoto, di certo non voleva ucciderla.

La Mangiamorte cominciò a ridere di gusto, poi il suo sguardo si posò sulla bacchetta che Santana stringeva in mano e i suoi occhi s’incupirono.

L’ispanica, notando che qualcosa in lei stava cambiando si concentrò su i suoi pensieri.

Tutta la rabbia era sparita, e aveva lasciato spazio alla nostalgia dei banchi di scuola, e a due bambine, una bionda e una mora con i capelli ricci, che giocavano e fare incantesimi.
Nei ricordi della Bellatrix le due piccole Serpeverdi, crescevano e cresceva il loro potere, tuttavia la bionda sembrava decisamente più brava, addirittura da fare gli incantesimi senza bacchetta.

Ad un tratto fiamme e morte invasero i ricordi della mangiamorte.


S
antana vide Bellatrix adulta con la bacchetta puntata contro la bionda ormai adulta anche lei.
Dovevano avere massimo trenta anni, Bellatrix era sempre la stessa, solo con meno rughe, i denti lucenti e lo stesso ammasso di capelli ricci che le incorniciava il viso, la bionda invece portava i capelli corti ed era alta e slanciata.

A Santana ricordava tremendamente Brittany.

-Potevamo avere tutto Sue…-
-Questo è quello che lui ti fa credere…- rispose la donna disarmata e dall’aria molto stanca.
-Saremo al suo fianco, tu con il tuo potere della mente, io con i miei incantesimi…- cercò di convincerla la mangiamorte, mentre la stanza in cui erano stava andando in fiamme.
-Sei così ossessionata da lui che pensi davvero che ti farà dividere il potere? Quando non avrà più bisogno di te, ti ucciderà… Ti prego Bella, ripensaci… Scappa… Scappa con me, sei ancora in tempo!- Disse la bionda addolcendo lo sguardo e senza mai interrompere il contatto visivo.

La mangiamorte sembrò pensarci su, poi sbatte le palpebre un paio di volte come se fosse stata per un attimo vittima di un incantesimo.
-Mi stavi provando a controllare?- Urlò la Lestrange.
-No!-
-Bugiarda…- ridacchiò sadica la mangiamorte.

-Perché non mi uccidi e basta? Non è per questo che sei qui?-


Santana vide la mangiamorte temporeggiare, mai avrebbe pensato di leggere il dispiacere in quegli occhi da pazza.

-Sei sempre stata così testarda! Hai anche una figlia!
-Brittany capirà- disse la bionda guardandola negli occhi.

A quel punto Santana capì, e un lampo verde colpì in pieno la donna che cadde a terra con gli occhi spalancati.
Bellatrix guardò la donna che aveva appena ucciso e respirò affondo per trattenere le lacrime.
Poi spostò gli occhi sulla bacchetta di Vite della donna che era volata dall’altra parte della stanza.


Nell’ultimo ricordo Santana vide una bambina di tre anni bionda e con gli occhi chiari, giocare nel cortile di casa sua.
Per poco non si commosse nel vedere la piccola Brittany correre e giocare, era già bellissima pure da bambina.
Alla fine la bimba si avvicinò a dei cespugli e trovò incastrata la bacchetta di Vite.


-Lastrange!!-
L’urlo di Piton risuonò per tutta la foresta proibita.
La donna si ridestò dai suoi pensieri e guardò la latina che era decisamente senza parole -ci rivedremo carine…- disse solo prima di allontanarsi insieme agli altri mangiamorte che piano piano stavano lasciando il campo di battaglia.

Santana guardò la donna allontanarsi e il marchio nero scomparire dal cielo.
Finalmente erano arrivati gli Auror.

A quel punto si girò verso Hermione.

Avevano il respiro affannato e lo sguardo incredulo.

Ma erano vive, entrambe.

Senza aspettare un minuto di più, la Grifondoro le si buttò al collo e l’abbracciò con forza.
Santana a quel contatto ricominciò a respirare.
Da quando aveva visto il marchio nero non aveva fatto altro che pensare a lei.

-Lopez, finalmente sei arrivata, non ci speravamo più- disse Quinn con il respiro affannato.
-Fabray il tuo tempismo è sempre perfetto- la punzecchiò l’ispanica, anche se era decisamente sollevata di vederla sana e salva.

-Harry!- disse Hermione staccandosi da Santana e correndo incontro all’amico.

Il ragazzo si fece stringere, senza però cambiare espressione.
Aveva lo sguardo perso nel vuoto.

Hermione, sentendo che c’era qualcosa che non andava si staccò da lui.

-Che è successo? Harry dov’è Silente?-



Alle porte di Hogwarts sotto la grande torre di astronomia, giaceva il corpo senza vita di Albus Silente.

Tutti gli studenti e i professori erano usciti dai propri dormitori e si erano riversati nel grande cortile per capire cosa fosse successo quella notte.
Anche gli Auror, tra cui il professor Lupin, Tonks e Jesse St.James faticavano a capire.

La verità era che non c’era molto da capire.

Albus Silente era morto. Ad ucciderlo, il suo più fedele servitore e amico: Severus Piton.

Non era possibile, Santana aveva sentito i pensieri di Piton implorare pietà.
Piton non voleva ucciderlo, eppure l’aveva fatto, ma perché?
L’ispanica guardò Harry stringere con forza il corpo del preside, e decise che non era quello il momento di darsi delle risposte.

Ci sarebbe stato tempo.

Poi guardò Hermione, era distrutta dal dolore, con gli occhi gonfi di lacrime e la paura in corpo.
Mentre la professoressa McGranitt alzava la propria bacchetta verso il cielo, invitando tutti gli altri a farlo, Santana si mosse verso la Grifondoro.

Senza chiederle il permesso intrecciò la propria mano con la sua.

Hermione, riconoscendo il tocco, strinse più forte la presa.




Mentre il cortile si riempiva di luce nuova, le due ragazze non avevano schiodato l’una gli occhi dall’altra.

Senza proferire parola e con le mani ancora intrecciate, lasciarono il cortile dirigendosi verso il castello.

Superarono l’atrio, la sala grande e salirono le scale fino a raggiungere il terzo piano.
C’era silenzio, ma nessuno dormiva.

Nessuno sarebbe riuscito a dormire quella notte.

Una volta entrate nella stanza di Santana, questa, si girò a guardarla.

Erano imbarazzate e sconvolte, ma Santana sentiva che Hermione lo voleva quanto lei.
Sentiva che era il momento.

La morte sconvolge i vivi. E il tempo vivo passato a non parlarsi era del tempo perso.
E finalmente l’avevano capito.
Entrambe.

Hermione staccò la presa e portò una mano sul viso della latina cominciando ad accarezzarlo.
Passò le dita affusolate prima sulle labbra e poi sul mento, facendola arrossire.
La Grifondoro sorrise a quel riflesso incondizionato, era di quello che si era follemente innamorata.

Santana sentì il suo pensiero e sorrise.
Lei leggeva la mente.
Lei stava leggendo la mente di Hermione.

Ed Hermione non lo sapeva, ancora.
Doveva dirglielo.

Proprio in quel momento, la più giovane, spostò lo sguardo sulla sua fronte e vi passò le dita.
Santana, con stupore, seguì quel lieve movimento.
Poi, senza preavviso, Hermione fece un piccolo scatto e le baciò la fronte.

-Lo sai già?- Chiese piano Santana.
Hermione annuì -lo so già…-
Santana sgranò gli occhi incredula.
-E come?-
-Quinn… Tu non c’eri e io volevo delle risposte…- rispose sottovoce.

Santana abbassò lo sguardo –mi dispiace Hermione… Non volevo mentirti è solo che…-

Hermione la bloccò poggiando delicatamente la propria mano sulla sua bocca –shh… è tutto apposto San…-

L’ispanica allora le spostò la mano -mi dispiace per tutto, mi sono comportata da stronza… Ero spaventata e arrabbiata e…-
-Santana…- la richiamò la più piccola attirando completamente la sua attenzione -stai parlando troppo, e io voglio fare l’amore… dovresti saperlo, no?- disse a bassa voce mordendosi un labbro.

Santana avvampò sentendosi quel movimento al basso ventre che fino ad allora aveva tenuto lontano.
Così guardò Hermione e, senza esitare, colmò quel vuoto che per troppo tempo le aveva divise.
Hermione approfondì il bacio e la strinse forte, infilando le mani sotto la felpa di Santana che si sentì bruciare al solo tocco.

Era tutto molto confuso ma intenso.

Santana, per correttezza stava provando a non leggere le emozioni di Hermione, ma era stanca e aveva combattuto, e questo richiedeva troppo energia.

Così aveva interrotto l’incantesimo di protezione e si era lasciata andare.
Ogni tocco, ogni bacio, ogni carezza veniva amplificato dalle loro emozioni.
Sentiva il desiderio della Grifondoro mischiarsi con il proprio, ed era incredibilmente intenso.
Così intenso da farle paura.
E se qualcosa fosse andata male?
Aveva già perso Brittany e non avrebbe sopportato di perdere anche lei.



Santana aprì gli occhi staccandosi dal bacio, e la vide.

Era bellissima, distesa sul letto sotto di lei, illuminata per metà solo dalla luce della luna.
I boccoli castani le cascavano disordinati sulle spalle nude, coperte solo dal laccetto del reggiseno che divideva le braccia dal decolté.  

Hermione la vide aprire gli occhi e osservò la sua espressione cambiare.
Santana sentendosi studiata deglutì a vuoto e si portò accanto a lei.

-Scusa…- disse poi -sono solo un po’ confusa…-
-E’ per via del tuo dono?- Chiese la Grifondoro.
-Anche…-

Hermione s’incupì appena.

-No… non ho dubbi su di noi…- precisò la latina dopo aver sentito il suo pensiero.

La Grifondoro rise –per la barba di Merlino San, sei straordinaria… mi ci dovrò abituare-

Santana abbassò lo sguardo imbarazzata.
Era straordinaria, ma l’ultima cosa che voleva era leggerle nel pensiero.
Non voleva violarla.
Non più.
Tuttavia, in quel momento, erano ben altre le sue preoccupazioni.

-Siamo in guerra Herm-
-In questo momento non mi pare…- Rispose la più piccola leggermente ammiccante.

Santana rise -scema, lo sai a cosa mi riferisco…-
Hermione si fece seria –No San, non ti permetterò di distruggere tutto di nuovo solo perché hai paura… Come se tutto questo non fosse già abbastanza…-
-E’ pericoloso, se tu-sai-chi scoprisse del mio dono, tu saresti in grave pericolo-
-Sono la migliore amica di Harry Potter, sono già in grave pericolo… da sei anni, Santana- rispose a tono la Grifondoro.

Santana abbassò lo sguardo.
Di nuovo.

Hermione respirò a fondo e cercò i suoi occhi.
Erano profondi e luminosi come mai lo erano stati fino allora.


-Senti…- disse infine –se… V… oldemort…- pronunciò con difficoltà provocando stupore nell’altra –dovesse uccidermi adesso, avrei solo un rimpianto… Tu…-
Hermione abbassò leggermente lo sguardo e poi lo rialzò risoluto.

-Ti amo Santana Lopez… e non voglio rimpianti con te… e so che non li vuoi neanche tu…-
Alla mora scappò una lacrima, non credeva sarebbe riuscita a piangere dall’emozione.
Di nuovo.

Sentiva che Hermione si aspettava una risposta, una risposta grande quanto una dichiarazione d’amore.
Così aprì la bocca, e si fece coraggio… ma come era già successo qualche minuto prima, Hermione le poggiò le dita su questa per impedirle di parlare.

-Non sei ancora pronta per questo…- le disse sorridendo.

Santana si sentì sollevata, non aveva dubbi su quello che provava per Hermione, ma l'idea di dirlo ad alta voce la terrorizzava.
Ed Hermione l'aveva capito.
Hermione capiva sempre tutto.
E l'avrebbe aspettata, anche questa volta.

-adesso sei tu quella che legge nel pensiero!- sorrise Santana.
-Ho avuto una buona insegnante- rispose scherzando ammiccante mentre con maestria le saliva sopra.

Come se fosse possibile, Santana s’imbarazzò ancora di più.

Tutta quella iniziativa la stava facendo impazzire dal desiderio.

Così allungò la mano destra e la portò sulla spalla di Hermione abbassando prima la spallina destra e poi quella sinistra.

Poi la guardò negli occhi e la baciò, suggellando il loro amore nella notte più lunga della loro vita.






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E siamo veramente alla fine,
manca solo un capitolo(l'epilogo)

Ho pensato di scrivere il seguito di obliviate fondamentalmente perchè non vedevo l'ora di scrivere due scene. Una è nella prossima storia, l'atra l'avete appena letta.
Non so se ci sono riuscita a pieno, spero comunque di avervi emozionato almeno un pochino.

Mi piacerebbe dilungarmi ma sono molto curiosa di sapere che ne pensate, e se vi aspettavate tutto questo...

Intanto vi ringrazio di cuore
ci vediamo per l'epilogo

Chiara







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Capitolo 13
*** il giorno del funerale di Silente ***


obliviate 2.13



Santana aprì gli occhi leggermente infastidita dalla forte luce del giorno che entrava prepotente nella sua stanza.
Aveva ancora la schiena dolorante per via del combattimento con gli inferi

Assonnata si stropicciò gli occhi e si girò dall’altra parte.
E la vide.

Hermione era li che dormiva rilassata e completamente indifesa.

Santana si era dimenticata cosa si provasse a vedere dormire la persona con cui si era appena fatto l’amore.

Semplicemente non lo credeva possibile.

La guardò dormire per almeno un’ora, perdendosi nei pensieri più nascosti, fantasticando sul futuro e desiderando di passarci altre mille notti insieme.

Poi Hermione aprì gli occhi.

Dopo qualche secondo di spaesamento addolcì lo sguardo e sorrise arricciando la bocca.
Santana amava come arricciava la bocca.

-Buongiorno…- disse piano Hermione.
Santana sorrise e si avvicinò per poggiarle un leggero bacio.
-Buongiorno…- 
Hermione sorrise al suono di quella voce così profonda, che le aveva fatto perdere la testa durante la notte appena trascorsa.

-sei sexy in modalità romantica…-
-Io sono sempre sexy!- La schernì la latina.
La Grifondoro alzò un sopracciglio di disappunto.
-Ah è così?- La punzecchiò ancora Santana.
Hermione annuì divertita.
-Mi sta forse sfidando signorina Granger…?-
La ragazza si morse un labbro e Santana non se lo fece DIRE due volte.
La baciò con passione facendo scorrere le mani sul quel corpo di cui adesso era consapevole.

Hermione sospirò a quel tocco e si lasciò travolgere da quella Serpeverde che l’aveva completamente sconvolto l’esistenza.



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Santana camminava con il sorriso stampato sulle labbra.
Era da poco passato mezzogiorno, e anche se avrebbe preferito di gran lunga passare tutta la giornata a letto con Hermione, doveva capire cosa sarebbe successo adesso che Silente era morto.

L’aria che si respirare in corridoio era davvero strana.

C’era tensione e preoccupazione e, nonostante la scuola non fosse ufficialmente finita, aveva già incrociato diversi allievi con la valigia pronti a lasciare Hogwarts.


-Ma mamma non ho ancora salutato i compagni di squadra!!!-
Santana riconoscendo quella voce si affacciò alla finestra che dava al cortile interno.
La sua piccola e prodigiosa allieva Marley Rose stava con tutte le forze provando a resistere alla madre che la stava letteralmente trascinando fuori dal castello.
Si sentì impotente, talmente impotente che le venne da urlare.
-Marley!!!!-
-Madama Lopez!!!- rispose la ragazzina vedendo la sua insegnante preferita affacciarsi dalla finestra del secondo piano.
-Ricordati di esercitarti con le palle ad effetto, così l’anno prossimo lo vinciamo sicuro il campionato!!- Le urlò sorridendo.
La piccola Serpeverde si sentì rinascere.
-Va bene!!!- rispose lei urlando.
-Passa delle buone vacanze!- rispose ancora la latina.
Marley annuì felice e se ne andò seguendo la madre.
Santana sospirò con un sorriso tirato, aveva letto la mente della madre di Marley, ed era certa di una cosa, Marley Rose non sarebbe tornata ad Hogwarts.
Come biasimare la donna, dopo quello che era successo?


Doveva assolutamente trovare Quinn e farsi aggiornare.
Doveva parlarle e raccontarle quello che aveva visto la notte precedente, poi avrebbe deciso cosa fare.
Inoltre aveva lividi ovunque dovuti alla colluttazione.
Decise di andare in infermeria, probabilmente avrebbe beccato due piccioni con una fava.

E infatti.

Il sorriso le morì dalla labbra appena mise piede in infermeria.
Quinn e Rachel, senza nessun tipo di pudore si stavano sbaciucchiando su uno dei lettini vicino alla finestra. In più la bionda era decisamente poco vestita.

La latina si concentrò con tutte le sue forze per proteggersi dai loro pensieri sessualmente attivi.
-Faberryyyyyyy!!!!- Urlò ad alta voce visto che entrambe non l’avevano sentita entrare.

Quinn e Rachel si staccarono di botto imbarazzate.

-Mi era mancata la tua soave voce cuginetta... E poi che hai detto?- rispose a tono Rachel finendo la fasciatura alla spalla a Quinn che stava seduta sul lettino con i pantaloni e il reggiseno.
-Troppo complicato- rispose l'ispanica con un ghigno, poi si soffermò sulla grossa fasciatura di Quinn -non ti devi battere se non ti sai difendere- disse sarcastica.
-E’ stato un attimo mi hanno preso alle spalle…- rispose seccata Quinn mentre Rachel l’aiutava a rimettersi la camicetta -è solo un graffio comunque-
-Si certo… Un graffio profondo dieci centimetri…- ridacchiò l’infermiera.

Santana a quel punto la guardò storta, sentendosi colpevole di non essere stata li a combattere con loro.

-Ma l’ho fatto apposta, per farmi medicare da te…- rispose Quinn con voce roca.
Rachel le chiuse l’ultimo bottone e la guardò maliziosa.
Quinn si morse il labbro.

Santana tossì rumorosamente per attirare la loro attenzione.

-Ma parliamo di te…- disse Quinn cambiando decisamente tono -lo sfregiato è passato prima, aveva il torace pieno di lividi e graffi… Ci ha detto che avete combattuto con una specie di zombie…-
-In effetti…- rispose Santana togliendosi la mantella.
Poi guardò Rachel –non è che se mi spoglio poi mi salti addosso come hai fatto con Q vero?-
Rachel le fece una smorfia.




-Ahia… lo stai facendo apposta!!- Disse Santana che adesso se ne stava distesa sul letto con la pancia in giù e con la schiena scoperta.
-Non ti ho nemmeno sfiorata!- Replicò Rachel con in mano una boccetta di acqua ossigenata e del cotone intenta a medicargli tutti i graffi che aveva sulla schiena –miseriaccia Santana ma dove siete stati?-
-E’ una storia lunga… Ahi!!!...- Urlò.
Rachel spostò lo sguardo su un livido sul collo e scosse la testa divertita -però ci hanno dato dentro questi zombie…-
Santana chiuse gli occhi e sorrise ricordando il momento in cui Hermione le aveva lasciato quel segno.

-Ehi… non ti starai mica eccitando??- La canzonò la cugina notando il sorriso rilassato sul suo volto.
Santana sbuffò divertita -sono proprio curiosa di sapere se sei in grado di farli uguali… Anzi no, non lo voglio sapere… Piuttosto… Che intenzioni hai con la mia amica?-
-nessuna- si affrettò a rispondere Rachel –Quinn ha messo le mani avanti sul fatto che non vuole nessun tipo di legame… Ci stiamo… Conoscendo…- spiegò con enfasi come se si volesse convincere delle sue stesse parole.
La latina annuì rumorosamente –e da quando sei diventata lesbica?... Ahi!!!-

Rachel fece per rispondere ma si bloccò vedendo la porta dell’infermeria spalancarsi.

-Salve…-
-Ciao…- Rispose Rachel al ragazzo che non aveva mai visto.
-Tu essere la infermiera?-
La ragazza annuì leggermente sorpresa, di certo non si aspettava un bel pezzo da novanta in infermeria.
-Ho combattuto con i mangiamorte ieri e mi servire pomata- disse il ragazzo con difficoltà.

-Hudson stai imparando a parlare- lo schernì Santana.
-Tutto merito di Hermione…- rispose lui sorridendo.
-Occhio a non starle troppo vicino, in quel caso dubito che ti basterà una pomata- rispose Santana a bassa voce.
Finn guardò la mora senza afferrare bene il concetto.
-Sempre simpatica… Non starla a sentire- replicò l’infermiera avvicinandosi a lui -dove ti sei fatto male?-
Il ragazzo senza rispondere si sfilò la maglietta e rimase a petto nudo, rivelando un brutto ematoma sul petto.
Rachel arrossì senza farsi troppi problemi, se Quinn non voleva relazioni, perché avrebbe dovuto controllarsi?

-Mi avere schiantato un sasso…- spiegò lui un po’ impacciato.

Santana guardò la scena e scosse la testa -hai capito la Berry, basta togliersi una maglietta e il gioco è fatto… e io che pensavo fosse lesbica…- disse fra sé e sé.
Poi girò la testa dall'altra parte e chiuse gli occhi.
Quella giornata stava diventando decisamente infinita.



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-Minerva ha detto che i funerali saranno oggi pomeriggio… Vuole mandare via i ragazzi il prima possibile…- disse Quinn mentre riordinava i libri nell’aula di trasfigurazione.
-Dov’è adesso?-
-E’ in riunione con il primo ministro…-

Santana appoggiata ai banchi in prima fila sospirò -dici che chiuderanno Hogwarts?-

-Chi può saperlo… In questo momento sono tutti sconvolti… Tranne te ed Hermione naturalmente- si corresse la bionda facendole l’occhiolino.

Santana s’imbarazzò appena -dici che è stato fuori luogo?-

A quel punto Quinn si fermò dal sistemare i libri e guardò la sua amica –no Sannie, assolutamente no…-
Santana sorrise sentendosi leggermente sollevata.
-Meriti di essere felice, Silente ti ha voluto qua anche per questo... Non gli hai mancato di rispetto- concluse seria.

La latina annuì piano, anche se non aveva capito a pieno le parole della bionda.

Quinn a quel punto sorrise e tornò a riordinare i propri libri.

-Comunque anche tu e la Berry non mi sembravate particolarmente sconvolte-la punzecchiò Santana per smorzare la tensione.

-Idiota… Ma devo ammettere che mi piace passare del tempo con lei… E’ divertente, simpatica, e ti sconvolgerebbe sapere quanto è brava a letto-
-Ti prego non dirmelo…- la implorò Santana.
-Anche se…-
-Anche se?- Chiese Santana immaginando già la risposta.
-Senza dubbio le manca la cresta…- rispose alzando entrambi i sopraccigli.



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-Dici che Bellatrix si è accorta che le stavi leggendo la mente?- Chiese Hermione mentre accarezzava con dolcezza i capelli fluenti della propria fidanzata che se ne stava sdraiata con la testa sulle sue gambe. Entrambe erano nude e con addosso solo il lenzuolo.

-Non credo, era così sconvolta di ricordare la madre di Britt… Penso che una parte di lei l’avesse rimosso… E’ stato un pensiero improvviso, ma molto nitido… Come quando riapri un cassetto e trovi tutto come l’avevi lasciato…- cercò di spiegare Santana -comunque prima o poi tornerà da me per saperne di più…-
-E questo lo sai… perché?-
-Perché l’ha pensato!- Rispose ovvia l’ispanica.

Hermione scosse la testa pensando ancora alla Lestrange -però… è arrivata a uccidere la sua migliore amica…-
-O forse qualcosa di più…- aggiunse maliziosa Santana.
Hermione la guardò storta –smettila di vederle ovunque!-
Santana sorrise e alzò le mani in segno di resa.
-E smettila di sorridermi in quel modo…- la ammonì giocosa.
La latina sorrise ancora e si portò all’altezza del suo viso –perché se no cosa mi fai?- La provocò mordendosi un labbro.
Hermione completamente in balia dei suoi occhi e di tutte quelle emozioni che le scaturivano dal basso ventre si avvicinò per baciarla –San… è tardi…-
-Ma i funerali saranno tra un’ora… Abbiamo tempo…- disse la latina cominciando a baciarle il collo.

A quel punto Hermione spalancò gli occhi –un’ora hai detto?- Chiese catapultandosi fuori dal letto.
Santana sbuffò e si alzò anche lei dirigendosi verso la finestra.

-Si stanno materializzando praticamente tutti- disse poi vedendo spuntare dal nulla maghi e streghe davanti il grande cancello di Hogwarts.

-Silente è stato l’insegnante e il preside di mezzo mondo magico…-
Santana tirò la tenda della propria finestra e si girò verso il letto –come hai fatto ad abbottonare tutti quei bottoni in così poco tempo?-
Hermione intenta ad abbottonarsi i polsini della camicia alzò gli occhi alla latina e arricciò le labbra.
Santana, che era rimasta con addosso solo il lenzuolo, guardò con attenzione la camicia di Hermione e col pensiero le sbottonò tutti i bottoni.

-Ops…-aggiunse sorridendo Santana.



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-Abbiamo esagerato…- disse ansiosa Hermione –con Harry ci siamo dati appuntamento alle 17.00 e adesso sono le 17.15… Merlino! Lo sapevo che non dovevo fare sesso tutto il giorno- aggiunse sempre più agitata.
-Non dirai sul serio?-
-Silente è morto… E noi…-
Santana allora le si parò davanti e le poggiò entrambe le mani sulle spalle –Hermione… Hermione calmati… - disse guardandola negli occhi.
-Ma no lui e mi staranno aspettando, e poi è triste… e io non sono stata con lui-
-Hermione Hermione… Ti fai facendo prendere dal panico… Calmati!-

La Grifondoro fece un respiro profondo cercando di calmarsi.

-Brava…- disse Santana respirando con lei.
Poi, fregandosene che fossero in un luogo pubblico, si avvicinò e la strinse a se.

-Andrà tutto bene Herm, Harry supererà questa cosa... e anche noi-
Hermione la strinse con forza inebriandosi dell’odore dei suoi capelli.
-Anche senza Silente?- Chiese infine staccandosi.
Santana annuì.
-Come fai ad essere così tranquilla?-



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A pochi passi dalle mura del castello, tutti gli studenti e i professori si erano radunati per onorare il preside di Hogwarts.
La Mcgranitt aveva diviso gli studenti e gli ex studenti attorno alla tomba, in quattro blocchi divisi per casate.
Tutti i ragazzi portavano addosso la propria divisa.
Anche gli ex studenti avevano indossavano le vecchie divise di Hogwarts.

Santana con addosso la mantella che aveva usato per tutto l’anno e la cravatta dei Serpeverde, era in piedi davanti il blocco dei Serpeverde.
Guardò dritto di fronte a lei: oltre la tomba c’era il blocco dei Grifondoro.
In prima fila c’era Harry con accanto Ron ed Hermione che si tenevano per mano.
Harry aveva lo sguardo pensoso e gli occhi tristi. Senza dubbio il ragazzo non aveva ancora realizzato. Santana l’aveva evitato tutto il giorno, perché era confusa e non sapeva cosa dirgli. Lei l’aveva pietrificato, probabilmente se non l’avesse fatto, Silente non sarebbe morto.
Tuttavia Silente le aveva chiesto espressamente di farlo e di rimanere li. Ma perché?

Santana sentì una leggera brezza accarezzarle il viso e si girò per capire da dove provenisse.
Si sporse verso le ultime file dei Serpeverde ed intravide una cresta e dei capelli a spazzola.
Sorrise ai ragazzi che si erano appena materializzati.
Adesso c’erano proprio tutti.

Improvvisamente l’aria si fece rovente.
Santana girò lo sguardo verso la tomba del preside e le vide.
Bianche fiamme splendenti si erano levate attorno a Silente e alla tavola sulla quale giaceva. Le fiamme diventarono sempre più alte, nascondendo il corpo.
Fumo bianco salì a spirale disegnando strane forme nel cielo.
Santana vide gli occhi di Harry guizzare in alto.
In quel momento le sarebbe piaciuto sapere cosa stesse provando il ragazzo a cui il preside aveva volutamente celato la verità.
Una verità che anche lei faticava a comprendere a pieno.

Un attimo dopo il fuoco era sparito, al suo posto c'era una tomba di marmo bianco, che racchiudeva il corpo senza vita di Silente.
Alla vista di quella tomba così fredda e asettica, si sentì mancare.


-Dovrebbe essere più riconoscente con la natura signorina Lopez- disse il preside Silente facendo ricrescere i fili d’erba che la ragazza aveva appena strappato.
L’uomo agitò la bacchetta facendo spuntare uno sgabellino e si sedette davanti alla ragazza; poi, guardò con attenzione la bacchetta con cui aveva appena fatto la magia.
Santana riconobbe la bacchetta di Brittany e guardò il preside con stupore.
-Vite, 13 pollici e mezzo con crine di unicorno, particolarmente flessibile… Si dice che la vite sia tra le più sensibili…-
-a riconoscere anche senza contatto diretto i loro padroni- completò l’ispanica come se conoscesse a memoria quella formula.
L’uomo sorrise passò la bacchetta a Santana che si premurò di afferrarla con cura.
-Si dice anche che i loro padroni siano particolarmente intuitivi-
Santana sorrise per la prima volta -è buffo, Brittany non era famosa per essere una persona intuitiva…- fece un respiro profondo, come se pronunciare quelle parole significasse rivelare un grandissimo segreto -ovviamente non era così…- concluse, prima di agitare la bacchetta e far comparire da terrà un girasole.
-Doveva avere un rapporto molto speciale con la Signorina Pierce, di solito le bacchette rispondono solo ai loro padroni-
Con fatica l’ispanica trattenne una lacrima e poggiò per terra la bacchetta, non voleva rispondere a quella domanda così poco velata.
-Professor Silente… Lei crede davvero a Potter… insomma alla faccenda di…-
-Di Voldemort?- Si affrettò a precisare il preside.
Santana annuì.
Silente sembrò pensarci su.
-Il signor Potter si è trovato ad affrontare qualcosa più grande di lui e sicuramente questo può averlo confuso, tuttavia, credo che tempi duri attendono Hogwarts -
-Non sono sicura di voler tornare…-
-Beh sarebbe un peccato Signorina Lopez, perderebbe l’occasione di fare d’assistente al prossimo insegnante di difesa contro le arti oscure…-
-Come scusi?-
-So che vuole diventare un Auror… Sicuramente questo impiego gioverebbe al suo curriculum- disse il preside Alzandosi dal piccolo sgabello che sparì improvvisamente.
Santana guardò l’uomo alzarsi non sapendo cosa rispondere.
-Non mi deve rispondere adesso, ha tutta l’estate per pensarci…- aggiunse il preside.
Santana guardò Silente allontanarsi e poi abbasso gli occhi sulla bacchetta di Brittany.


Ripensando a quell’incontro con Silente, si ricordò come fosse stato difficile ritornare ad Hogwarts. Se non fosse tornata tutto sarebbe stato diverso.
E Silente lo sapeva.
Quell’uomo sapeva sempre tutto.
E adesso se ne era andato.
E li aveva lasciati soli a combattere una guerra di cui pochi sapevano le regole.


Una ventata di emozioni la dissolse dai suoi pensieri.
Hermione.
La cercò con lo sguardo e, una volta incontrati i suoi occhi, si sentì bruciare.
Era in prima fila con i Grifondoro e teneva la mano stretta al suo migliore amico.
Era triste, decisamente a pezzi, ma nel totale buio, Santana poteva percepire un puntino luminoso: lei.
Hermione era innamorata di lei.
E l’amore, a detta di Silente, è il collante più potente che esiste nel mondo magico.

Forse questo poteva bastare per vincere la guerra.

Forse era per questo che Silente l'aveva convinta a tornare.



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I funerali erano appena terminati e le fila si erano sciolte lasciando spazio ai saluti e agli abbracci di fine anno.
Hermione, Harry e Ron si erano volatilizzati.
Probabilmente per far compagnia all’amico che voleva evitare assolutamente di parlare con il primo ministro e con il resto del mondo.
Decise di lasciarli un po’ di tempo da soli e dedicarsi ai suoi amici.

-Adesso la scuola chiuderà vero professoressa?- Chiese Mike Chang guardando la professoressa McGranitt.
-Non lo so…- rispose la donna con uno sguardo teso.

Santana si avvicinò al gruppo percependo quanto quella donna stesse faticando per non scoppiare. Era una donna straordinaria.
-Ma la scuola non può riaprire, non dopo quello che è successo!!-Aggiunse Jesse St.James.
-Silente l’avrebbe voluta aperta, anche per uno studente solo…- replicò la donna.

Quinn sorrise alla sua insegnante, era veramente fiera di averle fatto da assistente, e sentire che tutto stava per finire le metteva tanta tristezza, poi, sentendosi stringere la mano si girò.
Aveva già riconosciuto il tocco, ma alla vista di quegli occhi verdi e quello sguardo da bambino si sentì mancare. Sapeva che sarebbe stato li, sapeva che l’avrebbe inevitabilmente incontrato, forse era per questo che la mattina era corsa da Rachel a farsi confondere ancora di più le idee.
Non che con l’infermiera ci fosse una vera e propria storia, però l’idea di farsi “consolare” da lei non le dispiaceva, anzi. Il rapporto con Rachel le dava quella leggerezza che le era mancata durante l’ultimo anno con Puck, che così preso dal lavoro e dalla guerra imminente non faceva altro che metterle pressione su tutto.

Avrebbe voluto di gran lunga mollare la presa, ma non lo fece.
Così, senza sapere esattamente il perché, strinse più forte la presa e appoggiò la testa sul suo petto.


Santana seguì i pensieri di Quinn e sorrise.
Certo che anche lei ne aveva passate quell’anno.
L’era stata vicina per proteggerla, perché Silente le aveva chiesto di farlo.
Aveva rinunciato a tanto per questo, probabilmente anche a Puck.
E adesso vederli così vicini ma mentalmente così lontani la faceva stare male.

Puck e Quinn erano nati per stare insieme.


-Professoressa!- disse Dave facendo irruzione nel gruppo.
-Karofsky non ho avuto ancora modo di complimentarti con te…- disse la McGranitt dopo aver abbracciato il ragazzo.
-Grazie…- rispose lui –pensa che l’anno prossimo vi servirà ancora Santana, in squadra avremmo bisogno proprio di un portiere come lei!- disse il ragazzo facendo avvampare l’ispanica.
-Non esiste Karofsky, Santana deve iniziare subito l’internato per diventare Auror… Ci serve… E anche Quinn!- disse con presunzione Jesse.
-Scordatelo St James… Non ho nessuna intenzione di internarmi con dei palloni gonfiati come te!- rispose a tono Quinn facendo ridere tutti compresa la McGranitt –ma grazie per il complimento…-
Il ragazzo allora posò lo sguardo su Santana. Anche Dave la stava guardando. E anche se la McGranitt non aveva detto niente aveva lo sguardo fisso su di lei.

Santana sentendosi leggermente a disagio abbozzò un sorriso.
Perchè in fondo sapeva bene cosa avrebbe fatto….



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-Quindi non vi siete parlati?-
-Gli ho chiesto io di non farlo… Non mi andava, non oggi…- rispose Quinn mentre seguiva la latina sulla torre di astronomia.
-Quindi una scopata con l’infermierina si, ma una chiacchierata con l’amore della tua vita no?-
-Sono due cose diverse!-
-Oh certo… A una puoi dire che non vuoi relazioni… Mentre all’altro non ti ci relazioni e basta… Molto maturo Fabray…!- la beffeggiò Santana.
Quinn sbuffò -ehi da che parte stai tu?-
La latina sorrise beffarda e lasciò cadere il discorso.

Arrivate all’ultimo gradino, l’ispanica si sentì mancare.
Quel posto era ancora carico di odio, paura, ansia, frustrazione. Come i mangiamorte, Piton e Malfoy fossero ancora li. Pronti ad uccidere Silente.

-Hermione…- la richiamò Ron notando che l’ispanica li aveva appena raggiunti.
Hermione ed Harry si girarono verso le due insegnanti.
Hermione sorrise dolcemente all’ispanica e poi guardò Quinn –come va la spalla?-
-molto meglio grazie- rispose la bionda guadagnandosi un occhiataccia da Santana.

-Come stai?- Chiese poi la latina avvicinandosi al prescelto.
Il ragazzo le passò il medaglione che avevano recuperato la notte precedente.
Santana guardò l’oggetto e l’aprì, trovandoci dentro un bigliettino:
So che avrò trovato la morte molto prima che tu legga queste parole ma voglio che tu sappia che sono stato io ad aver scoperto il tuo segreto.
Affronto la morte nella speranza che,quando incontrerai il tuo degno rivale,sarai di nuovo mortale.

R.A.B.

-Lo sapevo… Mi è venuto il dubbio appena l’abbiamo visto… Era così vuoto…- le disse ripassando il medaglione al ragazzo.

-Ancora non capisco come sia potuto succedere… Io ero li, l’avrei potuto salvare e qualcuno mi ha pietrificato-

Santana a quelle parole si sentì morire, ma rimase impassibile -forse doveva succedere…- rispose semplicemente.
Hermione guardò Santana, sapeva che c’era qualcosa che non gli stava dicendo.

-Che pensi di fare adesso?- Chiese Quinn.
-Di sicuro non tornerò ad Hogwarts… Devo finire quello che ha cominciato Silente- disse lui guardando verso il tramonto –e non so questo dove mi porterà ma vi terrò informati…-
A quel punto Hermione si fece avanti avvicinandosi a lui –ho sempre ammirato il tuo coraggio Harry ma a volte sai essere davvero ottuso… Credi sul serio di poter recuperare tutti quegli Horcrux da solo, non è così?-

Santana sentendo quelle parole guardò Quinn e Ron –è la mia ragazza…- sussurrò facendo ridere entrambi, poi si avvinò di più ad Hermione e la strinse da dietro appoggiando il mento sulla sua spalla.
Hermione respirò affondo quel profumo di caffè inclinando di poco la testa su quella di Santana.
-Hai decisamente bisogno di noi- aggiunse la latina guardando il ragazzo.

Quinn e Ron si fecero avanti facendo capire che anche loro ci sarebbero stati.

Harry guardò i suoi amici e sorrise appena.

-Sapete, non mi ero mai reso conto di quanto fosse bello questo posto- disse Harry guardando il sole sparire all’orizzonte.
Santana guardò Quinn con la coda dell’occhio e le sorrise guadagnandosi un occhiolino complice da parte della migliore amica. Era contenta che, un giorno, avrebbero vinto quella battaglia insieme.
Poi si strinse più forte alla sua ragazza che come Harry e Ron stava guardando l’orizzonte convinta che quello, sarebbe stato l’ultimo tramonto che avrebbero visto insieme ad Hogwarts.




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Eccoci qua,
appena in tempo per la pubblicazione del sabato.
Purtroppo sono stata senza connessione e fuori casa... ma sono ancora in orario :D

Che dire,
in questo finale della storia,
volevo raccontare l'infinita giornata di Santana e volevo metterci un pò tutti i personaggi.
Io credo che lei ancora non abbia realizzato la morte di Silente,
forse è anche per questo che si è tenuta impegnata... Non ve lo so dire, ma vi giuro che ho lasciato che il personaggio mi guidasse.

Tutti gli avvenimenti si svolgono in una giornata (anche se nella versione originale di harry potter non è proprio così), e sono tanti e forse pure un pò scollegati tra di loro, volevo dare questa sensazione di confusione...
Ci sono stati dei grandi ritorni, e tante cose rimangono volutamente in sospeso per l'ultima storia(ho tante belle idee in mente)

Devo dire che in questo capitolo ho amato tutti i personaggi perchè con quello che fanno e dicono raccontano molto di loro e di come sono veramente.
Voi che ne pensate?
Santana ed Hermione? pensavate che sarebbero tornate insieme?
Cosa succederà nella prossima storia?

Quinn?Rachel?Puck?
questo triangolo lo rivedremo ancora?

E Brittany? La sentiremo più nominare?

E Harry Potter? Santana riuscirà veramente ad aiutarlo nella sua missione?

Aspetto con ansia i vostri pareri su questo capitolo, sulla storia, e le vostre previsioni sulla prossima!
Tanto io lo già quello che succedera >.<

I ringraziamenti sono tanti,
grazie per tutti i fedelissimi che ad ogni capitolo mi hanno scritto anche due parole,
è vero che ho scritto questa storia fondamentalmente perchè mi andava, ma avere dei feedback è sempre molto piacevole, quindi grazie, e grazie a chi si fermerà per questo ultimo capitolo!

Basta, ho scritto troppo!
Ci aggiorniamo alla prossima e ultima storia, che seguirà il capitolo finale della saga.
Spero di riuscire a pubblicare da novembre/dicembre

Se mi cercate,
mi trovate su
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A presto
Chiara

ps. dimenticavo, un paio di righe del capitolo le ho copiate dal libro, perchè mi piaceva molto :D

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