Night

di Dinde
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** omegle ***
Capitolo 3: *** si va in scena ***
Capitolo 4: *** Winter ***



Capitolo 1
*** prologo ***


-prologo
(questa è la parte noiosa scritta un po’ alla cazzo lal ma se volete sapere i personaggi leggete, quello maschile per adesso non c’è perché… perché sì! Scoprirete poi J Andate leggere la parte noiosa. Auguri!)

Lei parlava, lei parlava e nessuno l’ascoltava, così si era nascosta dietro a una falsa identità, dietro ai social network, troppo legata, troppo dipendente che non aveva più una vita. Non sapeva cosa fosse uscire con gli amici non sapeva cosa voleva dire divertirsi. Summer non sapeva niente di tutto questo, lei non era l’estate come diceva il suo nome, lei era l’inverno, aveva l’inverno dentro. Era fredda, distaccata, grigia come l’inverno e non solare, calda, amichevole come l’estate. Non lo era più. Non ricorda quando era stata l’ultima volta che aveva riso di gusto e non facendo finta di essere divertita dalle battute squallide del padre.
Era una ragazza sola, fino  a quando non lo incontrò, incontrò i suoi occhi marroni, non erano di un marrone qualsiasi erano diversi, erano dolci e amichevoli erano unici come lui. Lui che la salvò, da tutto e da tutti, soprattutto da quell’uomo che la usò per mesi. Lui era la sua salvezza, la sua ancora, la sua estate e lei era l’inverno.
Lui troppo crudele,troppo caldo, troppo forte.
Lei troppo dolce, troppo fredda, troppo debole.
Erano uno l’opposto dell’altro
L’estate e l’inverno
Ma insieme formano la primavera, la stagione migliore di tutte, dove tutto sembra nuovo, dove tutto sboccia e dove tutto rinasce e forse loro erano la primavera, dovevano solo rinascere, solo sbocciare solo rivivere, provare nuove emozioni al mondo sconosciute, dovevano amare come non avevano mai fatto prima, e dovevano essere capaci di farlo.
Ma come sempre la primavera è anche la stagione delle piogge degli acquazzoni cioè dei litigi ma dopo la pioggia c’è l’arcobaleno e dove c’è l’arcobaleno tutto ritorna alla normalità tutto ritorna alla pace, forse è così che deve andare forse è così che si ameranno o forse sparirà, come la primavera perché ormai non esistono più le mezze stagioni, si passa dal gelo dell’inverno al caldo atroce dell’estate, dalle nevicate, dolci e morbide ai temporali, crudeli e feroci. e forse si passa dall’essere come Summer ad essere come Calum il suo salvatore.
 

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Capitolo 2
*** omegle ***


“Sum, sisi, secondo me non è una buona idea ma se ti vuoi divertire fa come vuoi, poi non venire a piangere da me”disse lei in tono duro, non potevo vedere la sua faccia ma sapevo che aveva girato gli occhi al cielo.
“har no, ecco, è solo per divertimento, non mi affezionerò a nessuno prometto!” dissi io rassicurandola, non volevo seriamente affezionarmi a nessuno e per nessun motivo.
“okok, io ti devo lasciare che devo aiutare mia mamma” mi salutò lei, chiudendo subito senza nemmeno ricevere una mia risposta, sono arrabbiata con lei , non mi sono mai affezionata a nessuno tranne a lei e ora che voglio divertirmi no, deve sempre fare rogne. Conoscerò una o due persone la chat e finita lì. Su omegle ci sono andata un casino di volte ma parlavo solo con ragazze e volevo provare a parlare anche con ragazzi così per provare ma lei è contraria , farò di testa mia.
Arrivo a casa, mia mamma sta preparando la cena è bello vedere quanto si impegna per darmi da mangiare, dopo quello che è successo a papà mi fa piacere vederla così attiva e così felice. Vado in cucina a salutarla vorrei mangiare qualcosa ma aspetterò.
Salgo in camera mia ancora troppo fredda per togliersi il maglione, tolgo le mie amate vans le lascio lì in camera per terra. Vado verso l’armadio e lo apro per prendere il computer, e trovo lì la mia figura riflessa nello specchio, provo disgusto, dovrei togliere un po di carne. Prendo il computer e lo accendo, ci vorranno cinque minuti, come sempre con questo computer dell’era dei dinosauri. Appena si accende vedo la nostra foto, mia e di papà è di qualche anni fa prima che morisse, mi manca tantissimo ,era il mio eroe, e lo è tutt’ora quello che ha fatto è stato così da supereroe ma mi manca preferivo non fosse un supereroe e fosse qua con me, amavo le sue battute orribili che alla fine erano le più belle.
Vado sulla pagina di google e cerco “omegle” uno dei tanti siti di chat possibili a questo mondo. Non digito nessuna parola per cercare persone che avessero lo stesso interesse cerco persone a caso. Arriva un messaggio
“ciao”
“heii”
“piacere Mark”
“piacere mio Summer”
“di dove sei e quanti anni hai?”
“beh sono di Londra e ho 19 anni te?”
“ londra anche io e ho 20 anni J”
“ aw ok “
“come sei fatta?”
“come mai lo vuoi sapere”
“così, per sapere con chi parlo”
“oh, ok. Allora, sono alta, capelli mori mossi e occhi scuri. Te?”
“ alto, capelli chiari e occhi chiari J”
“oh ok”
“hai facebook”
“uhm si perché”
“così ti posso aggiungere lì”
“non so… ok sono Summer Parks”
“io Mark Duncan”
“ok.”
“chiudo qua e ti cerco lì”
“ciao.”
Chiuso,non so se fidarmi o no, ma un amico in più su fb non fa male a nessuno, non ci parlerò molto poi lo elimino. Apro facebook “nuova richiesta d’amicizia da parte di Mark Duncan”
Accetto e subito arriva un messaggio
“hei bellissima”
“…no”
“ti chiamo per videochiamata”
“no io direi di no”
“si o ti vengo a cercare sotto casa”
“no…”
“dovresti aver paura”
“infatti ne ho ma voglio essere forte…”
“oh che bello la tipica ragazzina forte ye, viva la vita, no… adesso tu accendi quella fottuta cam e noi facciamo la video t e tu fai quello che ti dico se no vengo sotto casa tua e ti uccido ok? Bene”
“ok…”
*videochiamata da mark* accettai, avevo paura non sapevo cosa sarebbe successo, non sapevo come reagire, accettai, per un momento tenei la cam chiusa. Poi lui mi obbligò ad aprirla minacciandomi, aveva la voce modificata e il video chiuso, esitai un po ma dopo aprì la cam. Lui è stato in silenzio per dieci secondi, credevo che mi gruardasse e poi chiuse. Avevo paura non sapevo cosa sarebbe successo poi ripartì la chiamata, il suo video era sempre chiuso appena accesì senti la sua voce, diceva “ciao Machi , da questo hai capito che ti conosco e che ti sorveglio, quello nelle foto non sono io come avrai capito e non mi chiamo nemmeno Mark, credo che non ti scoprirai mai chi sono se farai tutto ciò che ti dico, non succederà nulla ne a te ne alla tua famiglia”
Machi, come faceva a conoscere il mio soprannome, poteva essere solo uno di recitazione.  Si,dello spettacolo che si svolgeva ogni anno nel teatro della mia città e mia mamma mi obbligava ad andarci perché così mi sarei fatta degli amici, ma mi stavano tutti altamente sulle palle, tranne Liz lei era ok, le piaceva la stessa musica che piaceva a me, ma negli altri aspetti era davvero una palla. C’erano solo quattro maschi, John (lo sfigato, quello che viveva nel mondo dei videogiochi anche se mi piaceva parlare con lui, trovato dolce il modo in cui si approcciava al mondo dei videogiochi), Ken (uno che se la tirava come se ce l’avesse solo perché era biondo e alto), Sam (lo trovavo carino e basta, era un emarginato, trovavo questo lato tanto bello quanto orribile) e infine Logan (uno di quei pazzi pervertiti che parlavano solo di sesso e di figa anche se nei confronti delle donne aveva molto rispetto). Il mio dubbio cadde su di lui, tutti gli indizi riportavano a lui, la sua ossessione per il sesso, beh questo era l’unico indizio e anche quello schiacciante.
Però poi si scoprì che non era lui, e questo “Mark” continuava a chiamarmi mi chiedeva di fargli vedere il reggiseno se no mi avrebbe aspettata fuori dal teatro dove provavamo e mi avrebbe uccisa, a me faceva paura. Continuò così per alcune settimane mancava poco alla prima forse qualche giorno non ricordo, il fatto è che Mark non mi aveva più chiamato per qualche giorno, pensavo si fosse stufato e invece mi inviò un messaggio, scriveva “Stella Mara si innamorò di Shakespeare al chiaro di luna, senza che nessuno la salvasse…”
Non sapevo cosa significasse quella frase, avevo paura troppo paura anche per respirare, scoppiai in lacrime, sperai solo che qualcuno mi avrebbe salvato. Il giorno seguente c’erano le prove generali per lo spettacolo, erano di sera, avevo ancora più paura, stavo andando a piedi perché la fottuta macchina di mia mamma era rotta, bene. Arrivai davanti al solito bar che non ricordo il nome anche se ci passavo ogni dannata volta. Sentii urlare il “Machii” e poi un fischio, non mi girai, accellerai il passo ma l’uomo mi prese e mi butto in un vicolo, era addosso a me, potevo vedere i suoi occhi da sfigato addosso, non era vestito come sempre, aveva dei jeans e una maglietta di una band che non conosco, era John.
“Hei Machi, sono Mark, piacere” mi sussurrò all’ orecchio queste parole, rimasi di ghiaccio, cercai di togliermi dalla mia presa ma lui stringeva più forte
“te ti muovi ancora giuro su iddio che ti uccido davvero” mi disse lui a denti stretti. Passò le sue labbra viscide lungo il mio collo, erano bavose e mi facevano schifo, poi salì fino alla bocca io piangevo le lacrime mi rigavano il viso arrivavano fino alla sua bocca ma lui sembrava non le notasse. Continuavo a ripetermi qualcuno mi salverà ma passò qualche minuto ma niente. Vidi un ombra, mi girai, incontrai il suo sguardo, capì subito che c’era qualcosa che non andava, si avvicinò a John con passo felpato, nemmeno io lo sentivo che sapevo stava camminando. Gli arrivò dietro le spalle,  lo tolse da dosso di me in così poco tempo che non si era nemmeno accorto di quello che stava succedendo, lo prendeva a calci e pugni, gli urlava di lasciarmi stare di non toccarmi più e di fuggire perché se l’avesse beccato l’avrebbe ucciso John era troppo spaventato e fuggì via, il ragazzo si avvicinò e mi aiutò ad alzarmi aveva degli occhi bellissimi anche se non c’era molta luce ma quel poco che c’era bastava per illuminarglieli.
“piacere Calum” disse sorridendo amavo il suo sorriso, era famigliare.
“grazie per avermi salvata” volevo abbracciarlo, ma era uno sconosciuto e non mi sembrava opportuno, tremavo tutte, lui mi diede la sua giacca, era così dolce e premuroso.
“Di solito a Stella Mara non succedono queste cose” oddio stella mara, ricollegai tutto, la frase la via la notte…
“se vuoi ti posso accompagnare a casa” non so come mi lasciai convincere ed ero salita sulla sua moto, avevo una paura da cani ma almeno sapevo di poter tornare viva a casa. Arrivammo davanti alla porta di casa mia. “ beh ciao, non mi hai detto il tuo nome” “Summer” “oh allora devi essere calda come essa” queste parole mi avevano ferita perché io non ero assolutamente calda non era l’estate ma dissi semplicemente “eggià” “ beh se mi vuoi cercare mi trovi al bar” “ciao Sam” “ciao Cal”.
Il ragazzo si allontanò non lo vidi fino alla prima dello spettacolo.
 
Calum’s pov
Odiavo l’inverno, sì, lo odiavo, troppo freddo, troppo distaccato, troppo crudele. Odiavo anche questo bar “Stella Mara” non aveva senso come nome, lo trovavo insensato, ma ogni volta che lo ripetevo a mio padre lui non mi dava retta, odiavo anche lavorare lì, con tutti quei cazzo di leccaculo perché a mio papà quando girava l’embolo ne licenziava alcuni be tutti tranne me perché venivo pagato meno degli altri perché mio papà diceva “vivi sotto il mio tetto, una parte me la devi dare per l’affitto” non contestavo sapevo che se avevo qualcosa da dire mi avrebbe picchiato ma a sangue non come si picchia il fratello. L’unica cosa bella della mia famiglia è mio fratello Cody, ha solo 11 anni, capelli scuri e occhi chiari come mia mamma. Quanto mi manca però anche io avrei fatto come lei, scappare con uno più bello e più giovane, si l’avrei fatto più di sfuggire a questo uomo malato di soldi e di figa si perché ogni volta che chiudevamo lui andava a puttane soprattutto il sabato e la domenica mi diceva che doveva pulire e andare, mi ero insospettito, una volta lo seguì, non puliva nemmeno chiudeva subito e andava a farsi delle troie mentre io dovevo correre a casa per aiutare il mio fratellino e pagare la babysitter che lo curava praticamente sempre. E’ simpatica si chiama Tina veniva a scuola con me, vi viene dietro praticamente da quando ho la memoria e mi dispiace che a me lei non piaccia ma su cambia piccola ce.
Comunque era Venerdì e vedo qualcosa di bellissimo passarmi davanti, cammina veloce, sguardo basso, sembra che voglia scappare, voglio seguirla. Però vedo uno di quei ragazzi maniaci, ubriachi, malati di figa che non ne vedono una da quando sono nati in senso letterario. Segue quella splendida creatura, lei se ne accorge cerca di correre finisce in un vicolo e lui la segue, ho paura finisca male, come credo che succeda. Li vedo lì, lei si dimena lui la bacia, che scena orribile, anche se lei conosce il suo nome e lui il suo non vuol dire che siano amici anzi. Lei mi guardò, era bellissima, era un’estate bellissima, si, mi ricordava l’estate, stava piangendo, era orribile quella scena, odiavo vedere la gente piangere era una cosa che non sopportavo, allora decisi di agire, mi avvicinai lentamente dietro di lui lo scaraventai via da lei gli urlai di non farsi più vedere, per nessun motivo al mondo perché se lo avessi rivisto l’avrei ucciso e credevo a tutte le parole che dicevo perché nessuno poteva ferire quella povera ragazza quella povera estate, al sua bellezza sovrastava l’orrore di quel posto e il suo profumo la puzza di piscio che c’era dentro. Era la mia estate almeno credo.
 Lei intanto si era accasciata a terra, io l’aiutai a sollevarsi sembrava molto più calma, non so dove li ho visti ma quegli occhi mi erano famigliari,  non so come ma li conoscevo, le porsi la mia mano e mi presentai lei mi ringraziò, sembrava così fredda, le diedi la mia giacca tanto non era una grande perdita. La riaccompagnai a casa appena saliti sulla moto avrei voluto dirle qualche frase da effetto
“non so come e quando ma io ti ho già visto” nono troppo banale
“ti amo” si va beh
“sai, mi sembra di conoscerti, forse ti ho vista nei miei sogni” ok no forse troppo sdolcinata per i miei gusti troppo sdolcinata
“ sei una stella” si, e io una merda”
“dalla luna e ritorno” ma che cazzo e?
“alla mia anima piace la tua dovremmo farle conoscere” ok questa non è male però boh la tengo se non ne trovo altre migliori.
Appena riinizio a pensare lei mi dice che sono arrivato a casa sua, anche questa casa mi sembra famigliare, e comunque devo dirle la frase e, o cielo il suo nome glielo chiedo subito.
Si chiama Summer oddio l’estate lei è la mia estate quella che aspettavo da tempo, vorrei dirle la frase ma ormai e tardi e devo andare le dico che può trovarmi al bar se vuole la saluto con l’appellativo di Sam e non so nemmeno perché.
Durante il viaggio non faccio a che pensare a lei, che sarà la mia estate e tutto ciò che le riguarda sarà fottutamente perfetto come essa. Ho trovato un’ altra frase
“tu sei la mia estate, io il tuo inverno, ho io bisogno di te quanto tu ne hai di me”. Troppo banale ma mi piace e non so perché, forse perché  è proprio quello che è, lei l’estate io l’inverno. Appena arrivo a casa vedo la babysitter con mio fratello che dormono, la sveglio chiamandola Sam e non so nemmeno ora perché, è tutto cos’ strano, prendo in braccio mio fratello e lo porto su nella su camera è così dolce quando dorme.
E’ passata esattamente una settimana e io continuo a pensare a lei, oggi devo andare a vedere lo spettacolo del mio amico logan era un pazzo pervertito ma simpatico, odiavo quei cazzo di spettacoli ma lui mi ha detto che c’è una che si chiama Summer e spero proprio sia lei, allora mi vesto bene, tutto tirato a lucido.
Arrivo lì ed eccola in tutto il suo splendore, recita, balla, e canta è fottutamente perfetta come l’estate.
LEI è LA MIA ESTATE

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Capitolo 3
*** si va in scena ***


ro appena arrivata, dovevo ancora truccarmi e tutto, non ero nemmeno in ansia ormai lo facevo da molti anni ed erano sempre gli stessi attori, lo stesso luogo sudicio e gli stessi spettatori nocche parenti e amici degli attori, nel mio caso solo mia mamma e mia sorella, bello direi.
Era il mio turno, ero già vestita e truccata sembravo una bambola, c’era john con me nella scena, cercavo di stargli il più lontano possibile, cercai di non guardarlo, guardai verso il pubblico e lo vidi, vidi i suoi occhi puntati su John si stava trattenendo, cercai di non ridere, finii la mia parte, non ero una brava attrice, avevo sempre piccole parti e mi andava bene, mi struccai e mi svestii, odiavo quei vestiti, corsi verso il pubblico, salutai mia mamma e mia sorella che come sempre mi fecero i complimenti anche se sapevo che non lo pensavano.
Corsi verso quel ragazzo, Calum “che ci fai tu qua?” gli chiesi a bassa voce non volevo disturbare “sono venuto a vedere Logan, come tutti gli anni, sei te che non mi noti mai” mi disse lui quasi ridendo rimasi in silenzio non so per quanti secondi non sapevo che dire “non sono venuto per te tranquilla ma se vuoi che ti salvi da john chiedi pure eh”.
Che simpatico.
Non sapevo più che fare o che dire mi uscì un “vieni fuori un attimo?” in trenta secondi nemmeno stessi pensando a quello, stavo pensando ai suoi occhi, ricordavano il colore dell’albero davanti a casa mia, quello dove giocavo sempre con mio papà e la mia amica Jade, o quanto mi mancano, Jade be credo di aver passato quella fase, ora ho harriet, me lei non sarà mai come Jade, si è una buona amica ma non potrà mai capirmi come lei.
Mio papà.. la ferita è ancora fresca, mi ricordo quando siamo andati a pescare l’ultima volta, sei mesi fa. Non sapevo che dopo sei settimane se ne sarebbe andato. Colpa del suo fottuto voler essere un eroe così da essere accettato anche se per me era il papà migliore di tutti e lo pensavo davvero. Ma lui voleva essere superiore, forse un po come me che volevo essere superiore a Calum non so per quale motivo anche se adesso stavo pensando ai suoi bellissimi occhi e alle sue labbra oddio basta Summer.
Lui annuii leggermente e prese la giacca fece un cenno a Logan che era sul palco e lui gli rispose con una leggera alzata di mano, uscimmo in fretta e furia, correndo, non so bene il perché , forse sentivo gli ochhi di John bruciarmi sulla pelle, lo odiavo, se prima riuscivo vagamente a tollerarlo ora lo odiavo, si perché una persona come si deve non farebbe mai queste cose a un'altra persona.
Eravamo fuori, faceva freddo, devo ammetterlo ma non importava. Nessuno aprì bocca per interminabili secondi poi lui saltò fuori con uno squittio e diceva “alla mia anima piace la tua dovremmo farle conoscere” si mise subito una mano davanti alla bocca, quasi non lo volesse dire. Ero sbalordita e addolcita nello stesso tempo e non so come risposi con un semplice “domani dal Mc alle 4?” ero intontita anche io, forse sarà stato il luogo o anche il fatto che mi aveva salvato o anche tutto quello schifo e quel piscio che mi circondava e vedevo lui, appoggiato al muro del “teatro” che fumava e amavo la sigaretta nella sua bocca amavo come la teneva, salda tra due dita, lunghe e magre.
Oddio Summer che cosa stai pensando ritorna alla realtà.
Al che lui mi guardò sbalordito e disse “ se vuole lei, signorina estate, a me farebbe molto piacere”
“bene, al Mc sulla rotonda quella verde”
“ahahah capito tutti Sam ahahahha”
“si va beh” dissi io con un leggero brivido, in realtà avevo davvero freddo , ma non volevo darlo a vedere così incrociai le braccia al petto, anche se lui sfortunatamente se n’era accorto. Mi diede la sua giacca anche se così sapevo sarebbe morto dal freddo gliela volvevo ridare ma avevo troppo freddo e beh, viva me, l’accettai, il suo profumo di cannella misto a benzina si fece subito sentire, era stranamente familiare anche se l’odore di benzina era un po’ sconosciuto. Era strana tutta questa storia, non mi sentivo a mio agio ma andava bene. “E’ il secondo giubbino che ti do, po li rivoglio indietro” mi disse lui in tono ironico, sapevo che era serio. La sua giacca che mi aveva dato l’altro giorno non l’avevo più tolta, sapeva di lui, di buono, l’avevo messa anche per venire qua, solo che era dentro nei camerini.
Gli prendo la mano e lo porto dentro con me , sembriamo una coppia che ha appena litigato, corro giù negli spogliatoi prendo la mia borsa e ci frugo dentro. La trovo, riesco a sentire il suo odore che sta svanendo e non voglio che succeda, ma so che gliela devo ridare. La prendo e gliela porgo lentamente agitandola molto sentendo il suo odore che si sente ormai a malapena “Grazie bella” arrossii tutta non so nemmeno il perché era una sensazione piacevole però. Vedevo che stava giocherellando con il suo telefono, ah gli devo dare il mio numero par domani, io mi chiedo come mi sia venuto in mente manco lo conosco Va be. Quant’è bello però. Summer basta “hei scusa mi puoi dare il telefono così metto il mio numero?” “tieni” Scrissi il mio numero e mi salvai poi feci uno squillo al mio telefono e salvai il suo numero “ei sorridi” mi disse alzai lo sguardo confusa e lui mi fece una foto “vieni qua eliminala subitoo oddio no” l’aveva salvata come foto per le chiamate oddio “sorridi” gli dissi io, al posto di sorridere fece una smorfia, la salvai, era adorabile. “siamo pari ciccio” oh ok Si sentì la canzone finale e porca puttana dovevo andare su. “cazzo, dobbiamo muoverci è finito” “Sali su Sam” mi prese in spalletta “pesi eh” gli diedi un coppino Oddio Appena fummo dietro le quinte scesi con un salto e tutti mi guardarono in modo strano, Logan salutò Calum con una stretta di mano. “Cals dove sono Hemmo, mike e Ash?” “boh, saranno sempre seduti dov’erano prima” Evidentemente questi suoi amici erano quei ragazzi seduti vicino a lui prima, uno biondo con gli occhi azzurri, di un azzurro scuro, si, uno con i capelli neri e rossi e a vederli si capiva che aveva fatto molte tinte e l’altro aveva dei capelli adorabili anche se coperti da un cappello nero. Era iniziata la musica finale dovevamo entrare tutti, entrai, sentii gli occhi di Calum puntati addosso, era una sensazione strana ma mi piaceva. Ringraziarono tutti e “spero di vedervi più numerosi l’anno prossimo” quello che diceva sempre il regista e ogni anno c’erano sempre le stesse facce. Appena uscita salutai Calum sono con un cenno di testa, salii in macchina con mia mamma e mia sorella. Appena arrivata a casa mi arrivò un messaggio “hei Sam” “calum” Cominciammo a parlare, smettemmo verso le tre di notte, era ormai il giorno del nostro primo appuntamento, dal Mc Donald, direi perfetto.

Aprì per prima quello di Harriet, era quello meno importante credevo. Diceva “oggi alle 5 al centro commerciale ci stai?” “scusa Haz ma proprio non posso, devo uscire con un ragazzo scusami”
Aprii quello di Calum era delle sei del mattino
“hei, scusa se ti scrivo adesso è che non riesco mai a dormire e ora che ho un chiodo fisso ancor meno. Stavo pensando a te e a quanto tu ti fida di me be provo a raccontarti un po’ di me per farti vedere chi sono veramente.
Sono Calum un ragazzo diciannovenne australiano, mi sono trasferito qui circa tredici anni fa. All’ età di sedici anni mia mamma è scappata con un suo alunno, insegnava all’università, ed è una cosa che appoggio anche io sarei scappato da mio padre, uno che pensa solo ai soldi e alle puttane. Ho un fratello di undici anni, Cody, lo amo con tutto me stesso anche se non lo vedo mai visto che lavoro al bar di mio padre con tutti quei leccaculo e morti di figa. Sono molto introverso, non mi esprimo facilmente e il fatto che ti sto scrivendo di me alle sei di mattina mi stupisce molto. Comunque, a nove anni ho rotto il braccio a una bambina e me ne pento ancora. Sono bugiardo e non mi esprimo mai, davvero mai, come ho detto prima. Vado bene a scuola ma per lo stress ho iniziato a fumare. Il mio migliore amico è luke, quel ragazzo che era seduto vicino a me durante lo spettacolo ma non credo l’avrai visto. Mi sto chiedendo perché ti sto scrivendo di me a quest’ora. Sto leggendo “il giovane Holden” ma non mi prende molto, non so perché.
Buongiorno Sam”
Sorridevo come un’ebete per quello che mi aveva scritto, io non ero come lui, io ero estroversa, facevo schifo a scuola, odio il fumo e leggere e ho un sonno pesantissimo
“sei una cosa dolcissima ci vediamo dopo” gli risposi semplicemente così non sapevo cos’altro aggiungere era tutto bellissimo.
Scesi e vidi mia madre che stava preparando il pranzo, la salutai con un veloce bacio sulla guancia. Mi guardò male, sapeva sempre se c’era qualcosa che non andava o per la quale ero emozionata.
“butta fuori il rospo”
“mamma come sei moderna vedo”
“grazie, ora parla”
“ok, oggi devo uscire con quel ragazzo che avevo visto allo spettacolo, con cui mi ero fermata a parlare, e credo che mi piaccia, boh sembra salvarmi” dissi io ero diventata rossa di vergogna.
lei mi abbracciò urlando era così dolce “sono contenta per te Machi, come l’hai conosciuto?”
“ecco.. sai John quello del gruppo” rimasi un attimo zitta tutte quelle immagini mi stavano ritornando alla mente “mi ha picchiato e lui l’ha tolto di mezzo” non riuscivo a dirle la verità ma questa era una parte.
“oddio amore perché non me l’hai detto e che credevo fosse un bravo ragazzo” mi abbracciò
“ok ora basta mangiamo”
“VIENI HILEY” mia mamma chiamò  mia sorella e mangiammo
Erano le 3,30 e non avevo nemmeno iniziato a prepararmi, corsi in bagno, presi il primo paio di jeans e la maglia dell’università di mamma, non so nemmeno perché ma l’amavo. Sembravo una defunta anche con il fondotinta e tutte quelle cagate lì che sinceramente odiavo. Mi infilai le vans nere, erano le 3,57, buon tempo, pensai.
Tre minuti dopo perfettamente in orario Calum suonò a quel campanello era bellissimo, felpa dei nirvana jeans e vans. Salutai tutta la combriccola comprese le amiche di mia sorella e il gatto, era venuto con la moto, meno male.
Pov Calum’s
Ero nervoso, anzi molto di più ero arrivato davanti a casa sua con dieci minuti d’anticipo, dopo decisi di andare a suonare, quando aprì la porta era lì bellissima, maglietta più grande di lei, jeans e vans sembrava me anche se sapevo che non era così, mi chiedo ancora se il messaggio di sta mattina l’abbia letto davvero. Esce e saluta tutti. La prendo per mano e la conduco fino alla mia moto. Sale su come se fosse sua come se l’avesse fatto altre milioni di volte, quando salì mi cinse il tronco con le sue braccia
“dove dobbiamo andare?”
“al Mc, il primo che trovi”
“ok allora muoviamoci”
“aspetta prima una cosa” si gira e tira fuori dal suo gigantesco zaino un amplificatore per telefoni, cose da tamarri, ho paura per la musica che metterà
“che genere ti piace? Non dirmi qualcosa diverso da quello che sto pensando se no ti butto giù e al Mc ci vado da sola con gli all time low a palla” appena sentì all time low mi si illuminò il mondo. Li amavo erano la mia band preferita
“okok metti gli all time low tanto non mi piacciono pft” dissi io in tono sarcastico “però non mettere remembering Sunday eh, mi raccomando” e come non detto lei l’aveva messa, l’adoravo quella canzone.
Woke up from dreaming and put on his shoes  Starting making his way past 2 in the morning  He hasn't been sober for days
 (Si è svegliato dal suo sogno e si è messo le scarpe Si è avviato per la sua strada alle 2 di notte passate Non era sobrio da giorni)
Sembravo io, solo che io non bevevo. Di notte quando facevo gli incubi, cosa che accadeva spesso, andavo in giardino a camminare e a pensare, a volte andavo semplicemente in camera di mio fratello e guardare un po’
Leaning out into the breeze Remembering Sunday, he falls to his knees They had breakfast together But two eggs don’t last Like the feeling of what he needs
(Appoggiandosi alla brezza Ricordando Domenica, cade in ginocchio Hanno fatto colazione insieme Ma due uova non bastano Come il sentimento di ciò di cui ha bisogno)
Era domenica, la brezza, si quella che provavo quando la vedevo, quella sarebbe stata la mia colazione perché non avevo mangiato la mattina e nemmeno a pranzo e nulla avrebbe colmato il sentimento che provavo per lei, vederla muoversi anche persino respirare.
Now this place is familiar to him She pulls on his hand with a devilish grin She led him upstairs, she led him upstairs Left him dying to get in
(Ora, questo posto gli è familiare Lei tira la sua mano con un ghigno diabolico Lo ha condotto su per le scale, lo ha condotto su per le scale Lo ha lasciato morire per farlo entrare)
Quel posto era famigliare, quella casa, tutto. Lei mi ha portato su, fino a livelli che non immaginavo nemmeno di poter arrivare. Mi ha permesso di entrare nel suo cuore
Forgive me, I’m trying to find My calling, I’m calling at night I don’t mean to be a bother,  But have you seen this girl? She’s been running through my dreams And it’s driving me crazy, it seems I’m going to ask her to marry me
(Perdonami, sto cercando di scoprire La mia vocazione, sto chiamando la notte Non vuol dire essere un seccatore Ma hai visto questa ragazza? Sta correndo per i miei sogni  E mi sta facendo impazzire, pare che Le chiederò di sposarmi)
Forse questo lo devo dire a mio fratello che oggi non sono stato con lui… ma l’ha vista è troppo perfetta, forse per il matrimonio è un po’ presto
Even though she doesn’t believe in love, He’s determined to call her bluff Who could deny these butterflies? They’re filling his gut 
(Anche se lei non crede nell’amore Lui è determinato a vedere il suo bluff Chi potrebbe negare queste farfalle? Gli stanno riempiendo la pancia)
Forse questa frase è dedicata a me…
 Waking the neighbors, unfamiliar faces  He pleads though he tries  But he’s only denied  Now he’s dying to get inside
(Svegliando i vicini, facce non familiari Si dichiara, o almeno ci prova Ma viene respinto Adesso sta morendo pur di entrare)
Andrei a cantare sotto casa sua svegliando tutti i vicini ed essere respinto ma per lei lo farei
Forgive me, I’m trying to find My calling, I’m calling at night I don’t mean to be a bother,  But have you seen this girl? She’s been running through my dreams And it’s driving me crazy, it seems I’m going to ask her to marry me
(Perdonami, sto cercando di scoprire La mia vocazione, sto chiamando la notte Non vuol dire essere un seccatore Ma hai visto questa ragazza? Sta correndo per i miei sogni  E mi sta facendo impazzire, pare che Le chiederò di sposarmi)
Il matrimonio poi…
The neighbors said she moved away Funny how it rained all day I didn’t think much of it then But it’s starting to all make sense Oh, I can see now that all of these clouds Are following me in my desperate endeavor To find my whoever, wherever she may be
(I vicini hanno detto che lei se n’è andata E’ divertente quanto ha piovuto per tutto il giorno Non ci ho pensato molto allora Ma tutto sta cominciando ad assumere un senso Oh, riesco a capire ora, che tutte queste nuvole Mi stanno seguendo nella mia impresa disperata Per scoprire con chi mai, e dove mai lei possa essere)
Questa frase non mi è mai piaciuta, troppa tristezza, forse mi rappresenta troppo perché ho paura che tutti se ne possano andare via da me.
I’m not coming back, I’ve done something so terrible I’m terrified to speak, but you’d expect that from me I’m mixed up, I’ll be blunt; now the rain is Washing you out of my hair and out of my mind Keeping an eye on the world, So many thousands of feet off the ground I’m over you now I’m at home in the clouds Towering over your head
(Non tornerò, ho fatto qualcosa di troppo terribile Sono terrorizzata all’idea di parlarne, ma tu te lo aspetteresti da me Sono confusa, sarò diretta; adesso la pioggia Ti sta lavando via dai miei capelli e via dalla mia mente Tieni d’occhio il mondo A così tanti metri da terra Sono su di te ora, sono a casa tra nuvole Sta piovendo a capofitto sulla tua testa)
Questo verso l’ho sempre definito mio, forse perché avrei fatto qualche cagata e me ne sarei andato
I guess I’ll go home now I guess I’ll go home now I guess I’ll go home now I guess I’ll go home
(Credo che andrò a casa ora Credo che andrò a casa ora Credo che andrò a casa ora Credo che andrò a casa)
Non voglio andare a casa
Passarono altre 5 o sei canzoni poi lo trovammo, il Mc, la feci scendere dalla moto con un salto e ci incamminammo verso l’entrata. C’erano moltissime persone ma tra i tavoli lo vidi, la rabbia mi ribolliva ancora dentro, lo odiavo cazzo si che lo odiavo, meno male che Sam non se n’era accorta.

spazio autrice:
ragazze ciao
starò assente per un po, devo andare in gita

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Capitolo 4
*** Winter ***


premessa: questa storia da ora on poi sarà solo su wattpad, mgari mettero un insieme di più capitoli ma mesi di distanza uno dall'altro. Questi sono alcuni capitoli di WattpaD (pizzaustin) seguitemi lì <3

Calum's pov

Quel cazzone di John eccolo.. tra tutte le persone al mondo proprio lui cazzo
Ora anche sam l’ha notato e si sta stringendo sempre di più a me, non la lascerò andare per nessuna ragione al mondo, poi quel coglione che le ha fatto del male no, se non ci fosse lei lo picchierei davvero, cosa che non ho mai fatto.
John ci ha visti, io lo fulmino con lo sguardo e lei nasconde  la sua faccia nel mio braccio, John guarda e gira subito la faccia dall’altra parte, meno male se no l’avrei ucciso, nel vero senso della parola.
“ non ci guarda più?” mi chiese lei così piccola, uno scricciolo
“no ora alzati” dissi io con tono forse troppo duro.
Eravamo in fila “io voglio l’happy meal” disse lei, non ci credo diciannove anni e ancora quello.
“non sei un po’ troppo grande?”
“no a me piace così quindi ora lo prendo”
“buongiorno posso aiutarvi?” disse la solita cassiera, brutta, sicuramente solo con la terza media e con dei denti orribili devo dire.
“un happy meal e un bigMc e due coche, patatine incluse”
“il regalo da maschio o da femmina?” chiese lei
“da femmina, dato che io lo sono” disse Sam troppo convinta, sarei potuto morire dalle risate, era troppo dolce
“oh ok” disse la cassiera guardandola in modo strano
Andammo fuori perché non c’era nessuno e poi non c’era John.
Appena seduti litigammo per il vassoio
“hei tu dallo a me sono una ragazza”
“si ma hai la scatola quindi lo tengo io”
“e ma le patatine dopo cadonoo daiiii” piagucolò, e glielo cedi, cos’ per dispetto le presi il regalo, erano delle matite delle principesse
“adorabili”
“se ti servono per giocare te le regalo se no le do a mia sorella”
“nono dagliele”
Passammo tutto il tempo a ridere e a rubarci patatine, a sfottere la gente alta, quella bassa, quella cicciottella ,quella magra ,chiunque e ci stavano divertendo un mondo. Era tutto troppo perfetto quando arrivò quel cazzone di merda.
Merda. “posso parlarti Machi” “si” “no” l’avevamo detto insieme, lei si alzò prese la sua borsa la guardai tutti il tempo, si erano sposati ora erano vicino a un muro, cazzo.
Andai con john sapevo che calum mi avrebbe tenuta d’occhio e sarebbe intervenuto qualsiasi cosa sarebbe accaduta. Sentivo l’ansia salire dallo stomaco ed arrivare fino alla gola, mi stava uccidendo.
“machi” disse lui guardando per terra, era in imbarazzo e faceva bene. Non riuscivo a guardarlo negli occhi nemmeno io. Fissavo il vuoto davanti a lui.
“mi dispiace, non uno stupido lo so, ma tu sei così bella e io così stupido e non so come farmi perdonare, tipo anche adesso vorrei saltarti addosso ma non posso uno perché il tuo amico mi ucciderebbe e due per te”
“non si può perdonare una cosa così, lo sai? Passavo i giorni rinchiusa in casa per colpa tua, almeno ti rendi conto di quello che hai fatto? Io potrei denunciarti, ma non lo farò. E fai bene ad aver paura di Calum, potrebbe ucciderti da un momento all’altro” dissi cercando di liberarmi ”guardati le spalle” aggiunsi. Stavo per tornare da cal quando una mano fredda mi prese per il braccio in un nano secondo vidi calum alzarsi e correre verso di noi e poi le sue labbra viscide sulle mie, durò tutto pochissimo tempo. Cal intanto lo stava menando, tirando pugni, calci, sberle, sembrava esperto. Corsi a fermarlo, non doveva fargli male qua, poteva avere delle conseguenze. Fuori dal Mc andava benissimo, potevano uscire anche ora.
“cal ti prego lascialo, potrebbe succedere qualcosa a te”
“cazzo” disse ringhiando. Si staccò da John lo guardo e gli disse “te l’avevo detto di starle lontano e che se ti avrei trovato saresti morto, guarda ci siamo andati vicino, fortunato”
Gli presi la mano e lo portai fuori,ci guardavano tutti, mi nascosi dietro il suo braccio, non me n’ero accorta ma stavamo quasi correndo e trattenevo il fiato. Fuori feci un profondo respiro, salimmo in macchina.
Durante tutto il tragitto nessuno aveva aperto bocca anche se ero curiosa di sapere dove stavamo andando.
Arrivammo in un parco
“anche se abbiamo incontrato lui non vuol dire che non deve essere una bellissima giornata” mi prese la mano e mi condusse fino a un laghetto dove si fermò e si sedette.
“vedi lì, ecco mio fratello da bambino ci pisciava sempre” era una rana con la bocca aperta, un tempo doveva essere una fontana scoppiai a ridere come non avevo mai fatto, sembrava una cosa così romantica e poi esce fuori con questa affermazione.
“oppure io conosco quel signore” “SALVE COME STA?”
“oh Calum da quanto tempo e come sei cresciuto! E lei chi è la tua fidanzata?”
“non ancora signore ma ci sto lavorando, sa, lei è la mia estate, infatti si chiama summer” Disse Calum prendendomi la mano, io intanto ero diventata tutta rossa, come poteva dire che ero la sua estate se ero un inverno tutto mio?
“arrivederci”
 
“sai quel signore era amico di mio nonno, giocavano sempre a carte, quasi ogni giorno e vinceva sempre lui, ecco perché ho un odio represso verso di lui, amavo mio nonno e non volevo vederlo perdere” non lo ascoltai uscii fuori con questa frase e lo pensavo davvero, non lo potevo essere
“comunque io non sono la tua estate”
“certo che lo sei, ti chiami pure così”
“no, io sono inverno, un inverno gelido e distaccato, quelli che ti entrano persino nelle vene e te le congelano, orribili, quelli che vorresti andassero via subito”
Si avvicinò a me
“ma tu non sei così dolce estate” mi prese il viso tra le mani, non so perché e come ma lo spinsi subito via, non volevo tutto questo contatto con lui, non lo volevo con nessuno.
“scusa”
Calum’s pov
Sono un coglione, un fottuto coglione, non avrei dovuto farlo, non volevo baciarla giuro.
“scusami Sam”
“Fa niente davvero” disse lei prendendomi
“sai sento cento passi tra di noi, distanza, distanza da casa, si, sembra di conoscerti già, mi sei famigliare, troppo per essere vera e se devo cambiare lo, faccio, ricomincio da me, non serve che cambi, tu sei così perfetta e mi sento ancora più stupido di quando ti ho scritto. Io posso sembrare duro, forte ma è solo una corazza, sono debole triste e non so nemmeno perché. Tu mi rendi libero, sì, tu sei la mia estate ed è dalla prima volta che ti ho vista che lo penso, io sono inverno, freddo, forse troppo, insicuro come esso, sono una tempesta di neve che non ti lascia andare, che ti uccide e tu la odi, si tutti la odiano. Invece tu sei l’estate così calda e rassicurante, tutti l’amano così anche io davver..
Non feci in tempo a finire la frase che lei mi prese e mi baciò e non so come mai magari l’avevo colpita le mie parole, su un bacio lieve, veloce come quelli che si danno da bambini sotto i tavoli, ero contento e basta, non volevo nient’altro, lei era la mia estate e insieme eravamo la primavera eggià.
“grazie” mi sussurrò lei all’orecchio dopo essersi staccata dalle mie labbra, quanto mi manca già.
Le presi la mano e tornammo lungo la moto, saliti in sella lei mi scompigliò i capelli e non so perché ma era adorabile
“spulciami per bene mi raccomando” le dissi mentre le passai il casco. Mi misi il casco lei ritirò fuori quella sua amata tamarrata e mise “painting flowers” degli All Time Low, diciamo che non era ossessionata da quella band ma di più!
Strange maze, what is this place? I hear voices over my shoulder,
Nothing’s making sense at all. Wonder, why do we race?
When everyday we’re runnin’ in circles, Such a funny way to fall.
Tried to open up my eyes, I’m hopin’ for a chance to make it alright.
When I wake up, the dream isn’t done. I wanna see your face, and know I made it home.
If nothing is true,What more can I do?
I am still painting flowers for you.
Holdin’ my clutch,Even my heart, Wish we could start all over. Nothing’s makin’ sense at all.
Tried to open up my eyes,I’m hopin’ for a chance to make it alright.
When I wake up,the dream isn’t done.
I wanna see your face,and know I made it home.
If nothing is true, What more can I do?
I am still painting flowers for you, I am still painting flowers for you.
 
I heard everything you said, I don’t wanna lose my head,
When I wake up, the dream isn’t done.
I wanna see your face, and know I made it home.
If nothing is true, What more can I do?
I am still painting flowers for you, I am still painting flowers for you.
 
(Uno strano labirinto, cos’è questo posto? Sento delle voci sopra le mie spalle, Niente ha senso. Mi domando, dove corriamo Quando ogni giorno non facciamo che correre in circolo? E’ un modo così divertente di cadere. Ho tentato di aprire gli occhi, Spero in una possibilità di fare tutto bene. Quando mi sveglio, Il sogno non è finito. Voglio vedere il tuo viso, E so che l’ho reso la mia idea di casa. Se niente è vero, Che altro posso fare? Sto ancora dipingendo fiori per te. Mantenendo la presa, Persino il mio cuore, Vorrebbe che potessimo ricominciare tutto daccapo. Niente ha più senso. Ho tentato di aprire gli occhi, Spero in una possibilità di fare tutto bene. Quando mi sveglio, Il sogno non è finito. Voglio vedere il tuo viso, E so che l’ho reso la mia idea di casa. Se niente è vero, Che altro posso fare? Sto ancora dipingendo fiori per te. Sto ancora dipingendo fiori per te. Ho sentito tutto quello che hai detto, Non voglio perdere la testa Quando mi sveglio, Il sogno non è finito. Voglio vedere il tuo viso, E so che l’ho reso la mia idea di casa. Se niente è vero, Che altro posso fare? Sto ancora dipingendo fiori per te. Sto ancora dipingendo fiori per te.)
Cantai a squarciagola tutta la canzone, un paio di ,macchine ci suonarono ma sinceramente non mi importava, eravamo quasi arrivati a casa di Sam quando mi venne un idea. Potevo comprare dei fiori bianchi e dipingerli (painting flowers) e poi portarglieli. Andai dal prima fiorista che vidi. Presi un fiore bianco di ogni tipo che aveva, erano tutti bellissimi. Arrivai a casa e mi feci aiutare da mio fratello, lui era bravo con i colori e quella roba. Alcuni li immergemmo nella tempera ad altri avevamo fatto i pois altri ancora colorati con i pastelli a cera, altri con i pennarelli e immensi disegni, finita l’opera scrissi a Sam : painting flowers for you
“?”
“lo scoprirai o sta notte o domani, dipende quando ho voglia di vederti”
“muoviti e portameli”
E così feci, mio fratello venì con me, non mi fidavo a lascarlo solo con mio papà, caricammo i fiori sulla moto e ci dirigemmo verso casa di Sam.
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Eravamo arrivati sotto casa sua, lei era fuori, in pigiama, capelli arruffati e senza trucco.
Perché era così fottutamente bella anche se era un disastro?
Mio fratello aveva i fiori in mano li guardava fiero perché la maggior parte del lavoro l’aveva fatta lui, quanto gli volevo bene e non doveva capitargli nulla di male se no sarei morto.
Sam stava lì, in piedi guardandomi, ero agitato come un bambino il primo giorno di scuola. Presi i fiori e andai verso di lei, era troppo bella, a due centimetri da lei le diedi i fiori e le stampai un bacio lieve sulle labbra. Lei mi abbracciò e all’orecchio mi sussurrò:
I am still painting flowers for you.
Perchè la conoscevo solo da due settimane e già mi aveva preso così fottutamente tanto. Lei non conosce però il vero me. Quello insicuro, riservato, senza palle, introverso. Tutto tranne quello che mostro a Sam.
Eravamo seduti del giardino di casa sua, mio fratello era entrato con sua madre e sua sorella, devono essere due donne molto graziose.
“non so nemmeno perché hai fatto questo per me”
“sei speciale”
“no non lo sono, mi hai solo salvata l’avresti fatto a chiunque”
“no, appena sei passata ho visto che eri speciale, mi si è accesa una lampadina d’allarme”
“ mio dio quanto sei dolce”
“potrei volerti bene”
“forse anche io”
“due fottute settimane che ci conosciamo e perché riesco ad essere così aperto con te?”
“E’ quello che mi chiedo di me stessa”
Lei era appoggiata a me, sentivo il calore del suo corpo nel mio. L’ estate stava sciogliendo l’inverno e questa cosa mi piaceva, non era più chiuso ma anzi
“grazie estate per tutto”
“non sto facendo assolutamente nulla”
“per me sì”
Intanto mi arrivò una chiamata da mio padre, cazzo
“dove cazzo siete tu e quel rammollito di tuo fratello, sono appena rientrato a casa dopo aver messo a posto il locale e voi due non ci siete”
“vorresti dire dopo esserti scopato qualche bella troietta” gli dico io, non  so dove trovo tutta questa forza ma mi piace.
“come ti permetti stupido moccioso” dice lui infuriato davvero, troppo.
“scusa tu non ti devi permettere di chiamarmi così, sono più responsabile di te e oh diamine anche io avrei fatto come la mamma se fossi stato al suo posto” gli urlo al telefono, sono parole che avrei sempre voluto dirgli e meno male che ora ne trovo la forza.
“tu non ti devi permettere di dire queste cose, appena arrivi a casa vedete voi due. Ditemi dove cazzo siete!” sta urlando, sento il rumore di qualcosa rompersi, sarà qualche vaso. Magari uno della mamma, quelli sono i più belli.
“magari non torniamo, non torneremo mai più magari” questa cosa mi spaventava, lì c’erano tutti i nostri vestiti.
“ma come cazzo farete a vivere? Non farmi ridere stupido bambino ingenuo”
“ma meglio se non torniamo, viviamo meglio senza di te e tu ancora non lo capisci” ora non sarei davvero più potuto tornare.
Dopo questo mette giù il telefono.
Merda.
Io guardo Sam che ha l’aria perplessa
“non so che fare cazzo” mi tiro i capelli quasi strappandomeli
“eieieieieieiei calmo troveremo una soluzione, anzi io ce l’ho già. Forse solo per sta notte ma ce l’ho”
Entriamo in casa, ha un’adorabile arredamento, vediamo sua mamma sua sorella e mia fratello in cucina a parlare.
Mio fratello sembra così felice e calmo.
Sam irrompe nella stanza e va da sua mamma, io mi metto vicino a mio fratello, non so nemmeno cosa le dovrà dire.
“mamma… Calum e suo fratello non hanno un posto dove dormire sta notte” Cody mi guarda con la paura negli occhi, la sento, mi penetra fino alle budella, ha paura
“vorrei chiederti se possono dormire qua”
Intervengo io
“scusi signora è che mio padre ci ha sbattuti fuori di casa e non sappiamo dove andare”
Cody inizia a piangere e no cazzo.
Vado da lui e lo abbraccio, gli prendo il viso e gli dico “ ci sono io con te ce la caveremo in un modo”
“oddio poveri tesori certo che potete restare, forse ho dei pigiami per voi”
“signora grazie mille davvero” mi stacco da Cody e vado ad abbracciare la madre di summer.
“oh smettila e chiamami Lory” dice ridendo
Amo questa famiglia cazzo.

“le serve una mano?” chiedo alla mamma di… ehm a Lory
“ma va lascia stare. Se non fossi un amico di mia figlia ti chiederei di sposarmi” intanto guardo summer che è sul divano che parla con sua sorella e mio fratello.
“ahah grazie mille allora se non le serve una mano vado da loro in salotto” dico a lei indicando con una mano il salotto alla mia sinistra. Speravo che dicesse di si ma anche di no. Volevo aiutarla per fare una bella impressione ma volevo anche stare con summer e mio fratello in salotto.
“sisi vai pure se mi serve una mano chiamo Machi non te” disse, be credo che machi sia la sorella di Sam.
Stavo andando in salotto ma mi misi a guardare la casa, era bella, aveva un arredamento molto moderno, aveva i mobili bianchi e neri, le pareti della cucina erano tutte bianche. I ripiani della cucina erano o di legno o di vetro. Il frigorifero era di legno. Era molto spaziosa come cucina non come la nostra che era quattro metri per tre.
Il salotto aveva tutti i mobili bianchi tranne una libreria bianca con la porta di vetro e il tavolo del legno dello stesso colore della cucina, le pareti erano tutte bianche tranne una che era grigio chiaro. Entrambe le stanze avevano lo stesso pavimento, un parquet di legno antiquato.
Il divano era grigio, un colore simile a quello delle pareti. Sul divano c’erano Sam sua sorella  e mio fratello. Mi sedetti vicino a Cody che mi guardò con uno sguardo sereno non come quello che aveva qualche ora fa.
“dove dormiremo noi?” chiede Cody senza guardare nessuno, guardando le sue mani.
“ehm credo in camera nostra, ci sono due letti in più, uno sotto al mio e uno sotto quello di Callie”
Mentre Sam rispondeva a mio fratello mi squillò il cellulare ed era Luke che mi chiamava
“pronto lu…”
“dove cazzo ti sei cacciato?. Per primo oggi c’erano le prove della band e Michael si è ancora cambiato colore dei capelli ma va be, secondo io ho qua il libro delle tue canzoni” e si mette a ridere, hemmings era un bravo amico ma a volte faceva lo stronzo, soprattutto quando si trattava delle mie canzoni. “ e devo dire che L’ultima che hai scritto Bad Dreams” quella canzone l’ho scritta la sera dopo la recita e oddio non so nemmeno perché, avevo le parole in mente, mi uscivano una dopo l’altra, erano tutte lì tutte per lei. “comunque dopo ti porto il libro a casa tua così andiamo a farci un giro. Aspetta ma non è che eri con quella, aspetta come di chiama? Autimn?”
“coglione si chiama Summer e si diciamo, comunque non sono a casa mia e non so se ci ritornerò mai, comunque dovrò tornarci per prendere le mie cose, ti dico l’indirizzo di dove sto e vieni qua a portarmi il libro”
“oddio deve essere una cosa seria, appena finiamo veniamo. Però dalle prossime volte vieni a provare se no ti stacco le palle”
“sempre fine hemmings”
“non so dove trovo tutta questa finezza davvero”
Scoppiamo a ridere entrambi, con Luke è così, il secondo prima ci litighi e quello seguente state morendo dalle risate ecco perché è il mio migliore amico.
Ritorno in salotto da summer.
“ti dispiace se dopo un mio amico viene perché mi deve ridare il libr.. ehm mi deve ridare una maglietta che gli avevo prestato visto che oggi non sono potuto andare alle prove della Band, me n’ero scordato”
“ecco che rinizia con il gasarsi perché è in una band”
“sta zitto tu marmocchio” fulmino Cody con lo sguardo, lui alza le mani in segno di resa
“oh va benissimo ma aspetta sei in una band? Oddio racconta tutto voglio sapere tutto di voi”
“ci siamo formati circa da un anno. Luke il mio migliore amico è il ragazzo che deve portami le cose dopo, aveva questa idea in mente già da un po’ infatti aprì un canale youtube “hemmio1996”, e ha iniziato a postare cover, dopo un po’ ci siamo uniti io e michael e continuavamo a fare cover, solo che ci serviva un batterista e allora Ashton si è unito a noi verso dicembre dell’anno scorso.
Ora siamo qua e molte volte facciamo delle esibizioni in bar e robe simili, niente di che”
“wow, dopo voglio venire anche io quando arriva luke ahah, voglio vedere che gente frequenti” dice Sam entusiasta.
“uh Luke quello con il ferro alla bocca, poi c’è Michael il fanta genitore e Ashton… quello con la voce strana” tutto scoppiammo in una sonora risata, a mio fratello piacevano i miei amici e a loro piaceva lui ma Cody amava sfotterli.
Mentre stavamo ridendo suonò il campanello ed era Luke.
Io e Sam stavamo andando alla porta però poco prima la fermo e le dico
“ok io non devo prendere una maglietta, devo riprendere il mio libro delle canzoni. Non te l’ho detto perché sembra una cosa da rammolliti.”
“ma va, è una cosa bellissima, sta sera ne voglio leggere alcune.”
risposi solo con un ok, gliele avrei fatte leggere tutte tranne Bad Dreams parlava di lei e non doveva assolutamente leggerla.
 
Apro la porta e mi ritrovo davanti Luke, Ashton e Michael.
“ciao ragazzi”
“Cal mi hai fatto venire in culo al mondo ma ciao” dice luke dandomi una pacca sulla spalla.
“lei è Summer” dico indicandola, lei è lì sull’uscio della porta con un sorriso smagliante.
“ io sono luke e ti dovrei odiare perché mi stai rubando il mio migliore amico ma va be” dice luke porgendole la mano
“io sono Ashton”
“io michael” fanno lo stesso gli altri due ragazzi vicino a me
“bene, io sono venuto a ridarti il tuo libro e ricordati che bad dreams è una canzone spettacolare, mi piace un casino, quindi la useremo” disse Luke, vaffanculo non doveva dire quella canzone, era l’unica che non doveva leggere lei e ora che Luke l’ha nominata sicuramente la vorrà leggere e oddio io sono nei cazzi perché scrivo sempre la data delle canzone e lei capirà che è dedicata a lei e quindi io sono fottuto, che poi io sono uno psicopatico. Mi “innamoro” di ragazze che conosco da poco come con Maddie anche se era finita tragicamente per colpa della mia pressione e oddio non voglio che finisca così anche con lei perché aiuto no…
“uhm ok”
“ricordati che domani alle cinque a casa di Mike perché dopo dobbiamo suonare nel locale vicino casa sua”
“sis…”
“posso venire pure io?” mi chiede Sam venendo vicino a me e facendo gli occhi da cucciolo, e oddio perché, come facevo a dirle di no.
“cantiamo la scaletta numero 3 perché Freddie mi ha detto che quando ci siamo noi vengono soprattutto ragazze e quindi quella è la migliore” disse Michael, bene la scaletta tre era quella con le canzoni più depresse, più d’amore e oddio odiavo farla.
“Luke vieni un attimo che ti devo dire una cosa?” chiesi io lasciando Mike, Ash e Sam da soli e oddio.
“cosa c’è”
“ti devo dire perché sono qua….”
“spara mi sono preoccupato un casino amico.”
“allora praticamente mio papà ci ha sbattuti fuori di casa perché eravamo qua senza dirglielo e io gli ho risposto male..”
“bravo scemo, quando ve ne andate da questa casa chiederò a mia mamma se potete restare per qualche tempo, poi però non so cosa farete”
“mi troverò un lavoro, devo, quello che avevo prima con mio padre lo cancello definitivamente, è come se non l’avessi più. Adesso dammi il libro e ti dovrei picchiare perché hai detto di Bad dreams cazzo”
“calmo fratello non lo scoprirà mai dai rilassati”
Pov’s Summer
“così tu sei l’amica di calum?” mi chiese il ragazzo con i capelli viola pareva davvero un fantagenitore come aveva detto cody
“uhm credo di si”
“sai lui parla solo di te da praticamente due settimane e non è che ti conosce poi così bene, gli era successo solo un’altra volta di innamorarsi così e non è finita bene” proseguì il ragazzo con i capelli biondo scuro o castano chiaro?
“innamorarsi? Lui è innamorato di me? Oh non credo davvero” dissi osservando calum che parlava con Luke. Non poteva essere innamorato di me, ma dai. Cioè guardatemi, sono un disastro.
“oh si mia cara, non fa che parlare solo di te e davvero avresti dovuto sentire quello che ha detto ieri” il biondo si schiarì la voce e imitò cal “l’estate è una bella cosa, io amo l’estate, è così calda e così rassicurante” smise di imitare calum e ritornò serio “e ddai lui non ama l’estate lui ama te”
“come dici tu” dissi mentre calum stava ritornando verso di noi con il libro in mano
Pov’s calum
“bene ora potete andare ci vediamo domani ragazzi” dissi io facendoli cenno con la testa di andare via
“ciao calum e ciao summer” disse luke
“ciao summer e ricordati cosa ti ho detto” disse ash, che le aveva detto, oddio
“ciao ci vediamo domani” disse in fine Michael salutando con la mano.
Entrammo in casa io con  il mio libro e lei lo fissava
“cosa ti ha detto Ashton?” chiesi io quasi in tono autoritario
“nulla solo che sei innamorato di me” disse lei facendo un movimento di  capelli come se si stesse atteggiando da regina e scoppiò a ridere
“tutti mi amano” stava calmando il momento
“ma smettila va” le dissi io spingendola leggermente

Erano le 10 di sera e avevamo sistemato i letti, io ero a fianco di Sam e dall’altra parte della stanza, quasi attaccato c’era il letto di mio fratello e di Callie.
La mamma di Sam mi aveva dato una maglia e un paio di pantaloni, credo di suo padre, invece a mio fratello una vecchia maglia e un paio di pantaloni di Sam, sono da maschio presumo.
“Ragazzi di solito in questa casa alle 11 si spegne tutto, televisioni, cellulari tutto.” Disse Lory, intanto fissavo Sam che mi mimava un “se stai sveglio fino a tardi non se ne accorge”
E io risposi un “va bene” all’unisco con mio fratello.
“buonanotte”
“buonanotte “ dicemmo tutti e quattro insieme.
Passammo l’ora seguente a cazzeggiare, a guardare la televisione e a parlare.
Arrivarono le undici, Sam spegnse la televisione e mi disse di far finta di dormire per dieci minuti intanto che sua sorella e mio fratello si addormentano.
Mi ero girato sul lato dalla sua parte, la guardavo negli occhi, era bellissima. Sì, stava succedendo di nuovo, non doveva succedere.
Vaffanculo.
“Allora dove hai messo il libro? voglio leggere qualcosa” disse lei. Sedendosi sul letto
Merda.
“lo vado a prendere è sulla scrivania…”
Vado lo prendo e glielo porto.
“uhm iniziamo con la prima..Summer genio della lampada dicevano”
“ah ok credo sia gotta get out”
“si ma vieni vicino a me” e così feci, mi sedetti sul letto insieme a lei.
|| Even when the sky is falling down
Even when the earth is crumbling 'round my feet
Even when we try to say goodbye
And you can cut the tension with a knife in here
Cause I know what'll happen
If we get through this
If the earth ends up crumbling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
I feel so damn lost
And it comes with the cost of being alone
Everything is falling down
We're suffering, helpless thoughts and
Out we sing, prayers go to the sky
If the earth ends up crumbling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If we fall
It's not your fault
Shadows covering
Our selfish foes
As our love,
Can go out on a high note
Even when the sky is falling down
Even when the earth is crumbling 'round my feet
Around my feet
If the earth ends up crumbling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If these skyscrapers, tumble down and crash around baby
We just gotta get out
We just gotta get out
If the earth ends up crumbling down to it's knees baby
We just gotta get out
We just gotta get out ||
La stava leggendo tutta, non aveva nemmeno notato la data e meno male
“oddio ma è bellissima” disse lei buttando le braccia intorno a me abbracciandomi. Era una sensazione strana ma bella, non mi sentivo così da un po’ di tempo
“ora voglio leggere Bad Dreams visto che tutti dicono che è bellissima”
“lo dice solo luke e non credo che ti puoi fidare di lui sai” dico avvicinandomi al suo orecchio “racconta un sacco di balle”
“va be ma io la voglio leggere comunque”
“ok..” dissi arrendendomi, alzando le mani.
|| You look so beautiful
No one but me knows you're insane
I feel so damn pathetic
My friends just don't get it
Cause you've got me under oath
Before you I was in a fucking rut
One day you are in the past
That night I ask you back
It started out just harmless fun
Now you've got me thinking you are the one
Cause if you wanna take me home
You know I'm ready to leave
You've got me under your spell
Please don't set me free
Cause I've been having all these nightmares
Seeing you is my only way up
Feeling so defenseless
But I'm telling you
I wouldn't change a thing
You've got me feeling strange
Cause I love to hate you so damn much
But I can't think of leaving
Cause you're what keeps me breathing
It started out just harmless fun
Now you've got me thinking you are the one
Cause if you wanna take me home
You know I'm ready to leave
You've got me under your spell
Please don't set me free
Cause I've been having all these nightmares
Seeing you is my only way up
Feeling so defenseless
But I'm telling you
I wouldn't change a thing
Cause if you wanna take me home
You know I'm ready to leave
You've got me under your spell
Please don't set me free
Cause if you wanna take me home
You know I'm ready to leave
You've got me under your spell
Please don't set me free
Cause I've been having all these nightmares
Seeing you is my only way up
Feeling so defenseless
But I'm telling you
I wouldn't change a thing||
“oddio mio Calum è una cosa di spettacolare questa canzone, la amo” disse… non si era accorta della data..
“ehm si sono contento che ti piaccia…”
“ti deve piacere proprio la ragazza a cui l’hai dedicata”
“uhm credo, non lo so. Il problema è che non credo di piacerle”
“io so che piaci a una ragazza” disse lei avvicinando il suo viso sempre di più al mio
“uhm si e chi sarebbe?” dissi io in modo di sfiga guardandola negli occhi
 
“be presumo le ragazze che ti girano in torno al bar o solo per il semplice fatto che sei in una band e io trovo questo davvero sexy”
Arrossì di botto, non ero mai piaciuto alle ragazze della mia scuola, l’unica era maddie ma me la sono fatta sfuggire così, per la troppa pressione, successo tutto troppo in fretta, io ero innamorato per lei era solo un fottuto passatempo, si mi ha rotto e dire che ero solo un ragazzino di sedici anni. Ora sono qui ad arrossire per questa ragazza, così piccola, minuta ma anche così forte, è davvero un estate anche se nasconde troppo dolore dentro di se, lo noto dai suoi occhi persi, dal suo tocco leggero, dai segni sulle gambe che noto solo ora che indossa a calzoncini e se li tira sempre giù per non farmeli notare, ma io li noto eccome.
Sono solo lì, sulle gambe e non sui polsi come molte ragazza fanno ora, più che per moda che per dolore vero. Chissà perché lei lo faceva, ormai sono cicatrici quelle e non glielo chiederò finche sarà troppo visibile oppure me lo dirà lei quando sarà pronta, però faccio un errore madornale e continuo a fissarle le gambe, lei se ne accorge e comincia ad allontanarsi da me e si mette sotto le coperte.
Fanculo.
“Sam posso venire con te lì sotto per qualche minuto? Poi me ne vado”
Dovevo aggiustare le cose porca troia, lei non mi rispose, bene.
“So che hai sonno, davvero ma io voglio stare vicino a me” dovevo per forza far finta di non aver visto nulla se no cazzo sarebbe tutto finito
Lei non parlo ancora ma spostò le coperte ed io mi infilai sotto di esse.
“ei è più comodo più non vale, sei raccomandata” dissi io con un tono buffo. Le scappò un sorriso, si cazzo, era il mio intento.
“sei bellissima quando sorridi” le dissi sorridendo le si avvicinò a me mi stampò un leggerissimo bacio sulle labbra, senza foga, solo con una leggera pressione come se avesse bisogno di me ma non  voleva velocizzare i tempi. Poi si mise di fianco mi guardò negli occhi, fece un profondo respiro e iniziò a parlare “nel ultimi tempi ho sentito tutto il dolore svanire, ancorato al fondo del mio cuore e ora ci sono solo attimi di brividi con te e ogni volta che ti penso scende una lacrima di gioia” mi avvicinai sempre di più a lei, feci incrociare le nostre gambe, i miei occhi si stavano bagnando per poche parole dette da una ragazza che conosco appena “sono felice di averti trovato sei il mio immenso piacere, la mia gradita sorpresa quando credevo che la mia vita fosse finita, ma io sono una cosa da gestire con cautela e non vado bene” ora aveva gli occhi lucidi lei e le presi la mano nella mia, sfregandola sopra la sua, per tenerla a sicuro, io ci sarei stato sempre per lei, davvero. “le parole cambiano, oggi ci sono domani no, e tutto questo stato d’animo potrebbe svanire e davvero non voglio perché tu sei così disponibile con me” che stava dicendo? Era lei quella disponibile con me, lei aveva fatto tutto per me in quest’ultime ore ”io ti voglio bene calum ma ho paura, ho paura che tu tra qualche settimana ti possa stufare di me, io ti voglio con me perché porca puttana ci conosciamo da pochissime settimane quante saranno due? E dio mio sono così presa da te, ti voglio bene davvero, sei la mia sorpresa, sei quel qualcosa che mi tiene a galla che mi fa sembrare un’ estate, visto che questo concetto a te piace molto anche se non è così, cazzo. Tu sei l’esate tu sei la mia estate e mi riscaldi io sarò il tuo inverno e mi dispiace per tutte le sventure che ti porterò perché io non voglio questo per te e per noi, tu sei il mio fiore nel cemento e se vuoi rallentare ti capisco io ti aspetterò qua, non mi muovo, ti aspetterò per tutta la vita magari a novant’anni sarai pronto e troverai me ad aspettarti. Non posso chiedere di più e non posso più buttare il tempo e in tutti i luoghi io ti cerco, ho bisogno di te.
Non dissi nulla, mi avvicinai a lei e la baciai, le passai la lingua sulle labbra e lei le schiuse, era il nostro primo vero bacio ed era perfetto. Eravamo abbracciati, nulla poteva andare storto, parlammo tutta la notte del più del meno, dei colori, il suo preferito era il bianco il mio il nero. Abbiamo parlato della pioggia, lei l’amava, amava il rumore della pioggia e andare in giro sotto la pioggia senza ombrello solo con gli anfibi a proteggerle i piedi un paio di jeans e la prima maglia e felpa che trovava.
“che ore sono Sam?” le chiesi io assonnato. Credo siano state le tre massimo le quattro
Sam imprecò in silenzio “sono le sei, cazzo cal dobbiamo dormire”
“mi tolsi da lei e dal suo letto caldo e accogliente e ritornai nel mio.
“domani devo fare una cosa prima di andare da mike con te però mi devi aiutare e mi dispiace già in anticipo”
“ah ok…” disse lei titubante
“buonanotte estate” le dissi lasciandole un ultimo bacio sulla fronte
“notte estate” mi disse lei sorridendo
“no io sono l’inverno Sam”
 
 
 
 
 
“SVEGLIATEVI SAM E CALLLLLLLL” urlarono mio fratello e sua sorella all’unisco
“che ore sono?” chiesi io a mio fratello che rispose con un sorriso fresco e riposato
“le dieci” che però urlò, bene, era già abbastanza tardi per fare quella cosa, dovevo chiedere prima a mio fratello e aveva tenuto i vestiti a casa di papà nella bora che gli avevo chiesto, perché lo sapevo che un giorno o ci avrebbe sbattuto fuori o ce ne saremmo andati e tenevamo quasi tutti i vestiti tranne alcuni in un borsone.
“Cody vieni un secondo che ti devo chiedere una cosa..” dissi io con la mia voce roca, la solita che avevo appena sveglio, era orribile.
Mi alzai dal letto e lui mi seguì fuori in corridoio “Cody vero che hai ancora tutti i vestiti nel borsone?” “sisi non li ho tolti, dimmi come vuoi fare per entrare però” mi disse lui, era preoccupato. “be primo ho le chiavi e anche se papà fosse a casa ho un piano” “spiegamelo” disse in tono freddo “vado a chiamare Sam, mi serve pure lei” dissi aprendo la porta e vidi sam sul suo letto a leggere il mio libro delle canzoni e sua sorella sul suo letto ad ascoltare musica. Andai vicino a lei e le sussurrai “ti piacciono?” lei sobbalzò e mi colpì con il libro. “ma che sei scemo? Non mi ero accorta che eri entrato e stavo leggendo beatamente” risi “su dai principessa vieni fuori che ti devo parlare di una cosa con Cody” “o si certo” disse lei lasciando il mio libro sul letto, mi prese la mano e andammo verso la porta “ma siete fidanzati?” chiese la sorella di Sam “n-no non lo siamo” rispose lei titubante, dovevamo andare piano, lei lo faceva per me.
Uscimmo dalla porta.
“allora faccio un discorso tutto io poi voi mi dite cosa ne pensate ok?”
“va bene allora visto che io e Cody abbiamo i nostri vestiti a casa di nostro padre io stavo pensando che prima di andare da Michael io e te potevamo andare a prenderli, tanto io le chiavi di casa le ho e poi se lui c’è, cosa che credo improbabile, tu dovrai farmi da spalla. Praticamente se c’è tu dovrai finta di vendere cose, non so, perché poi io devo prendere pure il mio basso i miei soldi e tutto, cazzo.” L’ansia mi aveva pervaso il corpo. Ero lì che mi torturavo le mani “ei calmo Cal andrà tutto bene e se non riesci a prenderle subito possiamo fare due viaggi un altro giorno, tipo se c’è a casa oggi prendi il basso perché ti serve sta sera e domani ad esempio andiamo a prendere i vestiti, calmati, andrà tutto bene” mi disse lei tenendomi  le mani, mi riscaldava, mi teneva sicuro. “ma voi due siete fidanzati?” chiese Cody, e che cazzo tutti con sta domanda. Sam lasciò subito le mie mani e io arrossì e risposi con un flebile “no” “ah ok però se vi mettete insieme ditemelo che state bene come coppia” “grazie…” rispondemmo io e Sam all’unisco.
“cody adesso vai che sistemo le cose per dopo con Sam eh” gli dissi “si ok va bene ma non metteteci troppo, ah e io non vengo da Michael” mi rispose lui, e chi lo voleva da mike? “e chi ti ha chiesto di venire? ora va” “no ma era solo per precisare che io non ci sarei venuto comunque, magari ha tinte sparse per casa o che so io” “VATTENE” gli urlai io e lui se ne andò
“ok Sam torniamo a noi, io stavo pensando di andare verso le tre visto che il bar apre alle due e trenta e sicuramente non ci sarà, poi io ho le chiavi di casa mia e quindi posso entrare senza problemi, semmai entro in quella sul retro e tu stai davanti se vedi arrivare un uomo che non mi assomiglia per nulla, basso e abbastanza sovrappeso e con i capelli grigi che si avvicina verso casa nostra intrattienilo, tipo che il suo gatto, quanto odio per quel gatto, è venuto nel tuo giardino è l’ha rovinato tutto e quando vedi la mia moto passare di che sarà per un’altra volta e vai verso la fine dell’isolato e ti aspetterò lì” le dissi io, lei aveva una faccia perplessa “oppure possiamo prendere la mia macchina, così tuo papà non la riconoscerà e ti fermi proprio davanti a casa sua” “ok ottima idea tigre” “prima principessa ora tigre, dimmi dove te ne esci con questi soprannomi?” scoppiammo  in una fragorosa risata “be sono teneri, tu sei la mia principessa e la mia tigre” “sono una principessa tigre del mondo di tigrolandia? Vuoi essere il mio re gatto?” mi chiese lei porgendomi la mano “perché gatto scusa? È meno forte della tigre”  appunto io ero debole in confronto a lei “ma i gatti sono adorabili e tu lo sei” mi disse stringendomi le guance, le mie guanciotte odiavo quando la gente me le stringeva sembrava che volessero prendersi gioco di me, non so perché.
Erano le due e mezza, partimmo per andare da mio padre, chiavi di casa e della macchina di Sam.
Per tutto il tragitto stemmo in silenzio, avevamo deciso di passare davanti al bar per vedere se c’era, e come speravo era lì  a lavorare, urlando contro qualche dipendente e con il cartello “cercasi dipendente” sempre sulla finestra.
“cazzo Sam, si, cazzo, è al lavoro ora va a tutta velocità verso casa” le urlai nell’orecchio e partì verso casa sua o casa mia? Che dovevo dire?
Arrivati presi le chiavi e corsi su, presi il basso e lo portai in macchia da Sam poi presi il borsone e ci misi dentro tutti i vestiti rimasti nell’armadio e anche quelli che erano a lavare perché, cazzo lì avevamo tutti i nostri vestiti!
Erano le 4.00 e mio papà staccava alle sei e alle cinque e trenta dovevamo essere da Michael così decisi di portare il borsone per mio fratello a casa di Sam.
“CODY GUARDA COSA HO PER TEEEEEEEE” e poi lui corse giù prese il borsone e mi disse di scegliere un cambio allora io ne presi uno per stasera, skinny jeans neri, una maglia bianca con la scritta “never on my mind” e di scarpe tenni le mie mitiche vans nere. Dopo ciò scappò su con il borsone e urlò un “CI VEDIAMO STA SERA QUANDO TORNATE SE SONO ANCORA SVEGLIO”.
Dopo ciò io e Sam prendemmo ancora la sua macchina e ci dirigemmo verso casa Clifford.

N/A
okok è un' intera ff piuttosto che un capitolo ma la sto scrivendo praticamente solo su wattpad e qua era da mesi che non aggiornavo, quindi se avete wattpad e la storia vi piace vi scongiuro di seguirmi lì, "pizzaustin"

 

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