Lo que siento es Amor

di Joyt_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il rientro allo Studio ***
Capitolo 2: *** Nuove emozioni ***
Capitolo 3: *** La notizia ***
Capitolo 4: *** La sicurezza di Leon ***
Capitolo 5: *** Un Leon diverso ***
Capitolo 6: *** Incomprensioni ***
Capitolo 7: *** Il perdono ***
Capitolo 8: *** Sorprese e inviti ***
Capitolo 9: *** La festa ***
Capitolo 10: *** Un nuovo mistero ***



Capitolo 1
*** Il rientro allo Studio ***


Capitolo 1: Il rientro allo Studio

Violetta, stesa sul letto, ripensava a tutti i momenti passati durante l’estate insieme alle sue amiche e aspettava con pazienza il loro arrivo. Avevano organizzato un pigiama party l’ultimo giorno d’estate. Sarebbe stato un nuovo anno allo Studio e non vedeva l’ora di ricominciare. Venne risvegliata da tutti i suoi pensieri dal bussare della porta. Un sorriso si espanse sul suo viso già sapendo chi fosse. Si alzò dal letto velocemente e andò ad aprire la porta. Appena aprì la porta, la sua carissima amica Francesca le saltò addosso facendo cadere entrambe sul pavimento. “Francesca!!” Urlò Violetta massaggiandosi la testa per i dolore causato dalla caduta. “Vilu mi sei mancata tanto!” “Ma se ci siamo viste tre giorni fa!” rispose Violetta. Francesca era una ragazza solare e molto affettuosa. Violetta amava Francesca proprio per il suo modo di essere e per la sua capacità di capire l’amica in qualsiasi situazione anche non parlandone. “Ehm… volete continuare per molto con il vostro momento di dolcezza?” sulla soglia della porta c’era Camilla, un'altra sua carissima amica con il quale condivideva tutto esattamente come con Francesca. “Scusa Camilla ma la carissima Fran mi è saltata addosso” rispose Violetta che si massaggiava ancora la testa e si alzava lanciando occhiate omicide verso Francesca. “Scusate. ma sapete che sono cosi!” le tre ragazze scoppiarono in una grande risata mentre si avvicinavano al letto. “Allora avete saputo le novità?” chiese Francesca pronta per raccontare tutto alle amiche. “Quali novità?” domandò Camilla curiosa. “Arriveranno tre nuovi ragazzi allo studio!” “Oh cielo.” Rispose esasperata Violetta. “Dai Vilu! Non fare cosi! Smollati un po’” disse Francesca. “Sentiamo… da dove vengono questi nuovi ragazzi?” “Dovete sapere che hanno girato tutto il mondo vendendo il loro primo disco, ma visto che si vogliono far conoscere meglio vengono qui per migliorare le loro capacità e sanno che allo studio hanno un’ottima possibilità.” Disse Francesca elettrizzata. “Da quello che so... uno di loro viene dalla Spagna, uno dal Messico e uno dall’Italia.” “Saranno i soliti sbruffoni che si vanteranno per il loro successo.” “Oh andiamo Vilu! Possibile che non sei positiva neanche una volta?” “Vilu, Francesca ha ragione. In questo momento devi goderti la vita e non soffocarti di più.” Disse Camilla cercando di convincere la ragazza. “Avete ragione. Il problema è che domani è l’anniversario della morte di mio padre e per questo che sono cosi nervosa.” Rispose Violetta ormai con le lacrime agli occhi. Le due ragazze senza esitare abbracciarono l’amica per consolarla e si imposero che dovevano far passare una bella serata cosi da farla distrarre. “Grazie per esserci sempre.”

 

Dopo la bellissima e stressante serata passata, le tre ragazze si svegliarono euforiche al solo pensiero di ritornare allo studio e di rivedere il resto degli amici. “Ciao ragazzi!!” Francesca stava correndo verso Maxi, Andres e Lena per salutarli. “Come state?” “Bene e tu Fran?” chiese Maxi. “Tutto bene sono felice di rivedervi.” Dopo vari abbracci e saluti i ragazzi rientrarono dopo tanto tempo allo Studio per ricominciare la loro routine musicale. “Ragazze io alla prima ora ho Gregorio. Voi che avete?” chiese Violetta. “Inizi bene Vilu. Io e Fran abbiamo Angie.” Concluse Camilla. “Ragazze! Guardate!” esclamò Francesca euforica. Le ragazze si girarono e videro tre ragazzi entrare dalla porta principale. Uno aveva dei capelli ricciolini castani e indossava una giacca nera in pelle, dei pantaloni grigi e un paio di scarponcini. Agli occhi di Camilla quel ragazzo era così bello da togliere il fiato. Poi c’era un ragazzo con un ciuffo sparato all’insù color castano ed indossava una maglietta azzurra che risaltava il suo viso abbronzato, un paio di pinocchietti bianchi e un paio di Vans grigie. Francesca rimase completamente abbagliata alla vista del giovane e incominciò a fissarlo da capo a piedi. Infine il terzo ragazzo aveva un ciuffo color oro che gli copriva leggermente la fronte e dei bellissimi occhi verdi che faceva rimanere chiunque incantato dalla loro vivacità. Indossava una maglietta bianca con una grande scollatura che gli faceva intravedere di poco il petto, un paio di pantaloni blu da tuta che portava a vita bassa e delle sneakers alte. A Violetta le mancò il fiato solo a fissare quegli occhi color smeraldo. Scrutò ancora meglio il suo viso e rimase ancora più incantata al dolce movimento che usava per scostare il suo ciuffo. I tre ragazzi avanzarono ancora e proprio in quel momento Antonio li vide e li fece accomodare nell’aula teatro. La prima a riprendersi dallo stato di trance fu Camilla e poco dopo Francesca, mentre Violetta era rimasta a fissare il vuoto e sentì una strana e piacevole sensazione allo stomaco. “Quei ragazzi non sono poi così carini.” Disse Camilla. “Sono bellissimi.” Esclamarono all’unisono la rossa e la mora. “Io non ci trovo niente di speciale.” Disse la Castillo cercando di essere indifferente e di liberarsi da quella sensazione dallo stomaco. “Non sai mentire. Sei stata per più di cinque minuti a fissare il vuoto. Credo che il ragazzo dagli occhi verdi ti abbia stregata.” Disse ridendo Francesca che conosceva troppo bene la sua amica e sapeva che mentiva. “Francesca! Ma che diavolo dici!” esclamò la castana irritata. Il suono della campanella fece risvegliare le tre ragazze. “Dai Francesca andiamo. Riprenderemo dopo il discorso. Ciao Vilu.” Mentre le due ragazze si allontanavano, Violetta si incammino verso gli spogliatoi senza smettere di pensare al ragazzo dagli occhi di smeraldo.

 

Angolo autrice: Buonasera a tutti!!!! Eccomi qui con la mia prima storia! Partiamo dal presupposto che i due protagonisti sono senza dubbio Vilu e Leon *-* ma naturalmente ci saranno altre coppie :) . Riassumendo il primo capitolo Vilu aspetta le due amiche a casa per il loro pigiama party che si riterrà interessante sotto il punto di vista di Francesca che da la super notizia alle due ragazze. Come potete vedere questa volta la nostra cara Violetta ha perso il padre e non la madre e le due amiche le stanno vicino come sempre. Poi abbiamo l’attesissimo rientro allo studio. E infine *inizia a sclerare* le new entry allo studio che fanno completamente paralizzare le tre ragazze e soprattutto Violetta *___* che cerca di essere indifferente alla sua reazione ma invano xD. Aspetto recensioni e accetto molto volentieri consigli. Grazie :) e a presto ;) 

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Capitolo 2
*** Nuove emozioni ***


Capitolo 2: Nuove emozioni

Violetta si trovava negli spogliatoi dopo una stressante e lunga prima lezione con Gregorio. Si era seduta sulla panchina a pensare. Quel giorno era l’anniversario della morte del padre. Un dolore troppo forte le avvolse il corpo facendo si che iniziò a piangere. Le mancava il padre, tanto. Le mancava una figura maschile in casa dato che era figlia unica. Lacrime amare scendevano velocemente sul viso facendo diventare i suoi occhi rossi. Si riprese dai suoi pensieri sapendo che non si poteva far vedere cosi. Andò in bagno a sciacquarsi il viso cercando di togliere il dolore che provava.  Ogni giorno che passava il macigno che aveva allo stomaco diventava sempre più pesante sentendo ancora di più la mancanza del padre. Ritornò dentro agli spogliatoi per prepararsi alla lezione successiva. Il rumore della porta che si apriva la fece spaventare. “Vilu! Muoviti! Antonio ci ha convocati. Ha detto che ci deve parlare. Credo che si tratti dei tre ragazzi!” disse Francesca euforica. “Arrivo Fran, però piantala con questa storia dei ragazzi.” Disse stizzita Violetta. “Aspetta un momento.” Francesca in quel momento la fermò per un braccio e la fece voltare verso di lei scrutando il viso dell’amica. “Vilu… hai pianto.” Disse sicura Francesca. Ecco, ci mancava che se ne accorgesse, pensò tra se Violetta. Le due amiche continuarono a guardarsi intensamente negli occhi fino a che  Violetta scoppiò in un pianto liberatorio tra le braccia di Francesca. La mora non disse niente facendo cosi sfogare la sua amica. Capiva perché stava cosi. Ormai la conosceva da tanto e si era promessa che sarebbe stata sempre vicino a lei, in qualsiasi momento. “Scusa Fran.” Sussurrò Violetta appena finì di piangere. “Non devi scusarti. Hai fatto bene a sfogarti, ma devi andare avanti Vilu, altrimenti cosi ti distruggerai. Io lo dico per te.” Disse Francesca accarezzando affettuosamente la guancia di Violetta cercando di asciugarle le lacrime. “Hai ragione. Grazie.” Disse la castana sorridendo all’amica. Se non ci fossero state lei e Camilla non sapeva che fine faceva. “Adesso andiamo che Antonio ci aspetta.”

“Buongiorno ragazzi e ragazzi. Come alcuni di voi sanno, vi ho convocati qui perché avremo degli ospiti molto speciali.” “Si si. Proprio speciali.” Sussurrò Violetta che subito dopo ricevette una gomitata di richiamo da Camilla. “Forza. Entrate.” Gli incitò Antonio e pochi secondi dopo entrarono nel grande salone i tre ragazzi. “Loro sono Federico, Leon e Diego.” Disse Antonio. Violetta venne inondata da un’ondata di piacere solo nel rivedere il ragazzo dagli occhi verdi. Leon, cosi si chiamava. Un nome che sarebbe stato sicuro che non avrebbe mai scordato anche se volesse. Era completamente incantata e per la prima volta vide il suo sorriso che per lei fu qualcosa di assolutamente nuovo e… perfetto. Incominciò a sentire le gambe tremare e stava quasi per crollare, ma riuscì ad appoggiarsi sulla spalla di Francesca che, non capendo il motivo del suo quasi cedimento, seguì lo sguardo dell’amica per capire cosa stava fissando e divorando con gli occhi. Allora capì e sorrise soddisfatta. “Ho deciso che sceglierò uno di voi per approfondire l’esperienza per il ballo perché dovete sapere che Leon è un ottimo ballerino.” La voce di Antonio fece risvegliare Violetta dai suoi pensieri per poi rimettere a fuoco ciò che aveva appena comunicato. “Adesso avremo l’onore di vederlo e sentirlo cantare insieme ai suoi amici. Forza Leon, sali sul palco.” Mentre Federico preparava la base per il DJ, Diego e Leon si posizionarono al centro del ballo pronti per l’esibizione.


I’m feeling your thunder line                
The storm’s getting closer                                                         
This rain is like fire                              
And my-my world’s going under          
And I can’t remember                          
The reason that you got off the           

You’re moving on, you say                 
Here I stay                                         
I’ll take this pain                                  
Yeah, I can’t, I can’t                            


But what about love?                          
What about our promises?                  
What about love?                                 
You take it off and leave me nothing     
What about love?                                  
What about us ’til we end?                    
What about love?                                  
You cut my wings, now I am falling       
What about love?                                 



La canzone finì e con questo anche la voce di Leon si distolse insieme alla musica. Violetta stava per svenire. Se lo sentiva. Era impossessata da un sensazione troppo potente e piacevole. Quando senti la voce di Leon non potè che maledirlo perché lo rendeva ancora più meraviglioso di quello che era. Aveva paura. Troppa paura queste emozioni che mescolate fra loro formavano una sensazione invulnerabile. Dovette ammettere che Leon ballava da Dio. I suoi movimenti erano spettacolari da farti rimanere completamente affascinata. “Siete stati bravissimi ragazzi. Complimenti.” Disse Antonio soddisfatto per l’esibizione dei ragazzi. “Bene. Ora potete andare a lezione. Buona giornata.” Concluse Antonio. “Violetta!! Hai visto come sono qui tre? Fanno letteralmente impazzire! Soprattutto Federico, il ragazzo con il ciuffo.” Disse Francesca con gli occhi a cuoricino. “Sono assolutamente d’accordo con te Fran!” esclamò Camilla. “R-Ragazze io vado a lezione altrimenti faccio tardi. Ciao!” Violetta uscì velocemente per dirigersi nell’aula di musica dato che aveva la lezione con Angie. “Vilu! Eccoti qui!” “Ciao zia!” “cos’è quella faccia sembra che hai visto un fantasma! Sei pallida come un cadavere!” Esclamò Angie terribilmente preoccupata per sua nipote. “Niente zia. È tutto apposto. Tu invece mi sembri molto felice. Cos’è successo?” chiese Violetta curiosa. Angie era stata colta di sorpresa dalla domanda della ragazza. Era felice. Era contenta di ritornare a lavorare allo Studio, ma la cosa più importante è che poteva rivedere Pablo. Il suo amato Pablo. “Niente Vilu. Niente di importante. Ma ora pensiamo a noi. Sei pronta per questo nuovo anno?” “Certo zia non vedo l’ora.” Rispose felice la Castillo. Sapeva che sarebbe stato un anno duro, ma si convinse che doveva continuare a seguire il suo sogno. Lo stesso sogno che seguiva ancora adesso la madre. Voleva diventare come lei. E ci sarebbe riuscita.

 

Angolo Autrice: Buonaseraaaa !!! eccomi qui con un nuovo capitolo ricco di nuove emozioni !! Ricapitoliamo: Vilu si sfoga con Francesca proprio perché è il giorno dell’anniversario della morte del padre e lei riesce a consolarla. Poi abbiamo l’esebizione dei ragazzi e la quasi morte di Violetta… xD la nostra cara Castillo inizia ad avere le sue prime emozioni e ha paura (eh vilu non sai cosa ti aspetta) naturalmente le sue due amiche sono più euforiche che mai e al contrario di Violetta si lasciano trasportare dalla bellezza di Federico e di Diego. Infine abbiamo la nostra cara Angie che ritorna felice allo studio soprattutto per il nostro carissimo Pablo :D Probabilmente nel prossimo capitolo ci sarà l’incontro tra Vilu e Leon ajskjdbaccjshbc. Comunque grazie per le recensioni e a presto!!!!


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Capitolo 3
*** La notizia ***


Capitolo 3: La notizia

“Buona giornata ragazzi!” Esclamò Angie a fine lezione mentre tutti i ragazzi uscivano fuori dall’aula. Violetta si precipitò subito agli armadietti per posare tutti gli appunti presi durante la lezione. Finalmente pausa, pensò Violetta esausta mentre si dirigeva alla macchinetta per prendere una bottiglietta d’acqua, ma venne subito fermata da Pablo che sembrava molto felice. “Buongiorno Pablo.” Disse Violetta sorridente. “Buongiorno Violetta. Ho una bellissima notizia da darti.” Disse il professore emozionato. “Di cosa si tratta?” Chiese curiosa. “Vorrei parlartene in privato. Vieni con me in direzione.” “Certo.” Disse Violetta che non vedeva l’ora di sapere cosa il professore le volesse dire. Ogni notizia buona per lei significava che si apriva una nuova porta per  il suo sogno. Adorava quando le dovevano dare notizie nuove. “Buongiorno Antonio!” esclamò Violetta sorpresa di vedere anche Antonio  nell’aula. “Buongiorno cara.” Rispose Antonio. “Allora, io e Antonio volevamo proporti una cosa.” Disse Pablo. “Come sai prima ho parlato con voi delle lezioni di ballo che uno di voi praticherà con Leon.” Continuò Antonio. Violetta perse un battito solo a sentire quel nome e aveva paura di ciò che le volessero dire. “Quindi abbiamo pensato che tu saresti perfetta per questa splendida occasione. Cosi potresti consolidare il ballo e ti potrebbe servire in futuro. Leon è davvero un ottimo ballerino.” Concluse Pablo. La ragazza si appoggiò alla cattedra per non cadere. Sperava fino alla fine che non le venisse assegnato quel compito, ma fu inutile. “P-potrei sapere quante lezioni sono precisamente?” Balbettò la castana ancora scossa dalla notizia ricevuta. “Esattamente non lo sappiamo ma possiamo assicurarti che saranno di più di dieci lezioni. Non sei contenta? Questa è un’ottima opportunità per il tuo futuro.” “C-certo, sono contenta che avete scelto me.” Esordì cercando di essere il più convincente. “Inizierai subito dopo la pausa per non perdere tempo. Cosi almeno potrai fare conoscenza con il tuo partner.” Disse Antonio e Violetta annuì debolmente e ringraziò i due uomini per poi uscire dalla direzione. Aveva ancora dieci minuti prima di iniziare la lezione ed era troppo agitata. Cavolo ma dovevano scegliere proprio me? Pensò la Castillo e si pentì che all’inizio era tanto euforica di sapere quell’inaspettata notizia. Corse di nuovo verso gli armadietti sperando di trovare le sue amiche per raccontarle ciò che era accaduto. “Ragazze!!” Esclamò Violetta affannata. “Ciao Vilu!” Esclamarono le due amiche. “Ehi Vilu, che ti prende? Sembri molto sconvolta.” Disse Francesca. “E lo sono Fran. Antonio e Pablo mi hanno appena comunicato che sarò io a praticare io corso di danza con… Leon.” Disse Violetta tutto d’un fiato e le ragazze spalancarono la bocca sconcertate dalla notizia che l’amica gli aveva dato. “Sono contenta per te Vilu!” Esclamò Camilla abbracciando forte la castana. “Io non sono contenta!” “Ma perché?” “Perché dovrò fare almeno dieci lezioni con… quello.” “Vilu ne stai facendo una tragedia per niente! E poi è un’occasione per il tuo futuro e la tua carriera.” Disse Francesca cercando di calmare la ragazza che sembrava molto agitata. “E poi sai quante ragazze pagherebbero per fare almeno una lezione con quel figo!” Esclamò Camilla. “A me non interessa! Preferivo che scegliessero qualcun altro.” “Vilu, ammetti che tu non vuoi fare quelle lezioni solo perché c’è Leon.” Violetta rimase basita da ciò che le aveva appena detto Francesca. Aveva ragione. Si stava agitando solo perché sapeva che era Leon a praticarle le lezioni. Si, era per quello. Lo squillo della campanella fece ritornare Violetta sulla terra dai suoi pensieri. “Noi andiamo Vilu. Ci vediamo dopo.” Disse Camilla. Violetta andò ancora titubante agli spogliatoi per cambiarsi visto che aveva la lezione.

Si trovava davanti alla porta dell’aula di danza ancora titubante se entrare o no. Sapeva che Leon era dentro. Lo aveva visto prima passare per poi varcare la soglia della porta. Avanti Vilu, andrà tutto bene pensò la ragazza cercando di tranquillizzarsi. Si fece coraggio e aprì la porta. Violetta vide il ragazzo girato di spalle che appena sentì la porta aprirsi si girò di scatto. Leon indossava una canotta bianca molto aderente e dei pantaloni da tuta neri a vita bassa. “C-ciao.” Balbettò Violetta mentre scrutava il ragazzo da capo a piedi e rimase ancora incantata dal ciuffo che gli copriva la fronte e dagli occhi verdi che aveva il ragazzo e le parvero ancora più belli e luminosi da vicino. La gola le divenne improvvisamente secca e le mani iniziarono a sudare. “Buongiorno! Tu devi essere la mia nuova partner. Piacere, io sono Leon.” Disse il ragazzo che allungò la mano. “P-piacere, io sono Violetta.” “Sei molto fortunata, cara Violetta.” Disse Leon con aria da sbruffone. La ragazza si riprese subito sentendo il ragazzo sicuro di sé. “E perché sarei fortunata?” Chiese la castana a tono. “Lo chiedi anche. Guarda chi hai davanti a te. Sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto?” disse Leon con lo stesso tono usato prima. Violetta rimase infastidita dal comportamento di Leon e sperò con tutta se stessa che quella lezione finisse il prima possibile. “Io sono l’unica, allora, che non vuole avere lezioni da uno sbruffone come te.” Rispose Violetta irritata. Leon rimase sorpreso dal comportamento della ragazza. Nessuna gli aveva mai risposto così. Era stata l’unica. Sorrise divertito e cercò di rimanere impassibile. “Allora vogliamo iniziare, zuccherino?” Chiese Leon cercando di andare avanti. Zuccherino? ZUCCHERINO?! Adesso devo avere anche un soprannome? Pensò Violetta infastidita dal ragazzo. “Preferirei essere chiamata con il mio nome, grazie.” “Come vuoi, zuccherino.” Rispose Leon con il suo sorriso da strafottente. La castana cercò di rimanere calma e pensò che peggio di così non potesse andare. “Cosa hai intenzione di ballare?” Chiese Violetta cambiando discorso. “Avevo in mente un mix fra baciata e hip-hop. Che ne pensi?” “Bella idea. Almeno sei buono in qualcosa.” Disse Violetta stuzzicandolo. “Cambierai idea, zuccherino.” Disse Leon avvicinandosi pericolosamente a Violetta che fece subito qualche passo indietro anche se la vicinanza del ragazzo non le dava fastidio. “I-iniziamo?” Chiese Violetta rossa in viso. Il ragazzo sorrise soddisfatto e annui pensando che si sarebbe divertito parecchio con la bella ragazza che si ritrovava davanti.

 

Angolo autrice: Buonasera a tutti!! Mi scuso per il terribile ritardo ma la scuola mi sta mozzando i tempi. Ma, ritorniamo a noi con questo nuovo capitolo. Violetta riceve la “bellissima” notizia da Pablo e Antonio e rimane spaventata al solo pensiero di stare da sola con Leon, cosi va dalle sue amiche per confidargli la notizia appena ricevuta e le ragazze, contente per lei, cercano di rassicurarla. Poi abbiamo l’incontro dei due. Violetta rimane molto infastidita e attratta dal comportamento del ragazzo, che rimane anch’esso abbastanza scosso dal comportamento della ragazza. Ammetto che il capitolo non è il massimo, ma in questo periodo sono molto giù di morale. Spero che il capitolo vi piaccia e cercherò di aggiornare presto. Alla prossima!! :)

 

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Capitolo 4
*** La sicurezza di Leon ***


Capitolo 4: La sicurezza di Leon

“Uno, due, tre e quattro.” L’ultimo passo fece avvicinare di molto i corpi dei due ragazzi. “C-credo che vada bene.” Disse Violetta ormai rossa come un pomodoro. “Per oggi va bene cosi, zuccherino.” Ancora quel soprannome, pensò esasperata Violetta. “Per tutta la lezione mi hai chiamata cosi! Quando mi chiamerai con il mio nome?” esclamò la castana. “Ci penserò, zuccherino.” Disse Leon con aria da strafottenza che usava per far innervosire la ragazza. A Violetta le era bastata una lezione per capire di che pasta era fatto il ragazzo, ma in cuor suo le piaceva quando la chiamava cosi anche se non voleva ammetterlo. “Con te impazzirò di sicuro.” Sbuffò esasperata la Castillo. “Su questo non c’è dubbio zuccherino.” “Io me ne vado.” “Aspetta!” “Che vuoi ancora.” “Non mi ringrazi neanche?” chiese Leon con un sorrisetto divertito. “Forse sei tu quello che deve ringraziare me, altrimenti non so che fine avresti fatto.” Rispose irritata Violetta mentre Leon si avvicinò lentamente alla ragazza. “E stai lontano da me.” Leon alzò le mani in segno di arresa e la ragazza uscì velocemente dall’aula. Violetta si sedette su una panchina dello spogliatoio mentre beveva avidamente la sua bottiglietta d’acqua e ripensava alla lezione. Leon era davvero un ottimo ballerino, ma,come dice il detto, l’apparenza inganna e poteva essere bello quanto gli pare, ma era un strafottente insopportabile. Violetta era altamente infastidita dal comportamento del ragazzo nei suoi confronti. Si era anche permesso di darle un soprannome. Non lo sopportava e si scoraggiò al solo pensiero che dovesse fare ancora molte altre lezioni con lui. La cosa che più la spaventava e che per tutta la lezione era rimasta incatenata con lo sguardo nei suoi occhi verdi. Poteva scorgere  qualcosa di spento e doloroso anche se all’apparenza potessero sembrare accesi e pieni di luce, sentì subito che c’era qualcosa che non andava. Leon era rimasto ancora nell’aula e sorrideva al pensiero dell’interessante lezione che aveva avuto con la ragazza. Anche lui era rimasto incantato dagli occhioni color nocciola della ragazza ed era abbagliato soprattutto dal suo corpo,piccolo e fragile. Non si era mai comportato in questo modo con una ragazza, ma gli era venuto spontaneo. Molte ragazze cercavano di farsi notare da lui, anche se invano, ma quella ragazza gli teneva testa e si sentì terribilmente attratto. Strano da un tipo come lui che non dava molto peso a queste cose, ma con Violetta era diverso. Uscì dall’aula per poi dirigersi nei corridoi alla ricerca dell’amico Federico. Violetta uscì di corsa dallo spogliatoio e la scena che le si parò davanti la fece leggermente sconvolgere: Francesca che scherzava e rideva con Federico?! Vicino a lei arrivò anche Leon che rimase anche lui abbastanza scioccato dalla scena. Si avvicinò velocemente verso i due ragazzi. “Ciao Vilu!” “Ciao Fran.” “Lui è Federico, l’amico di Leon.” Il ragazzo allungò la mano e Violetta la strinse in segno di rispetto. “Fran, avrei bisogno di parlarti.” “Certo. Allora ci vediamo dopo?” Chiese Francesca rivolta a Federico. “Certamente. A dopo,allora.” Violetta prese per un braccio la mora e la allontanò dal ragazzo. “Mi spieghi che stavi facendo?” “Con Federico?” “Si, con quello.” “Stavamo solo parlando. E poi è cosi carino e dolce.” Rispose Francesca con aria sognante. “Almeno lui lo è.” Disse Violetta facendo riferimento a Leon. “A te com’è andata la lezione? Sarà stata uno sballo!” Disse Francesca tutta emozionata. Sperava di tirare su di morale l’amica nonostante i suoi pensieri su suo padre. Aveva bisogno d’affetto e promise a se stessa di donargliene il più possibile. “Tutto il contrario Fran. È uno sbruffone quello li! Pensa che mi ha dato anche un soprannome, zuccherino! Già non lo sopporto. Non so se continuerò.” “Certo che continuerai. Ti costringerò io a continuare a prendere le lezioni con lui. E poi ci farai l’abitudine.” “Vorrei vedere a te fare lezione con lui, poi cambieresti idea.” Le due ragazze si girarono verso Leon che intanto si era avvicinato all’italiano. “Allora, com’è andata la lezione?” “E’ stata interessante. Credo mi divertirò un bel po’ con quella ragazza.” “Ci credo! Hai visto che fisico!” Leon al sentire l’affermazione dall’amico rimase molto infastidito. Non voleva che considerasse Violetta in quel modo. Sentiva che era diversa. “Ed ha anche un bel caratterino.” Disse il messicano mentre guardava la ragazza. Era davvero bellissima e rimase completamente incantato dal suo sorriso. La rendeva ancora più bella. “Tu invece hai già fatto conoscenza con qualcuna.” Disse Leon mentre dava una pacca sulla spalla a Federico. “Francesca? Si anche lei è una bella ragazza, però possiamo trovare di meglio, no?” Federico stava mentendo a se stesso. La mora le aveva completamente stregato gli occhi. Le era sembrata una principessa. Ma cercò, esattamente come l’amico, di rimanere composto. “Aspettami qui Fede.” Leon si avvicinò alle ragazze. “Ciao ragazze. Ciao ancora zuccherino.” “Che vuoi ancora tu?” Chiese irritata Violetta. “Sempre con questo caratterino, zuccherino.” “Quando la smetterai? Io stavo parlando in tranquillità con la mia amica poi arrivi tu e rovini tutto. Se ti saresti comportato in un altro modo a lezione ora non ti tratterei cosi.” Rispose Violetta che si stava innervosendo ancora di più per la vicinanza del ragazzo. “Sono venuto perché pensavo che avrei fatto bene a darti il mio numero di telefono in modo tale che se ci sono degli imprevisti ti posso sempre contattare.” “Non voglio il tuo numero di telefono.” Disse Violetta stizzita. “Avanti zuccherino! Cerca di essere più educata.” Rispose Leon stuzzicandola. “Sei tu quello che adesso non è educato, caro sbruffone.” Rispose a tono Violetta che involontariamente si era avvicinata molto di più al ragazzo che stava divorando la ragazza con gli occhi. Leon con una mossa veloce prese Violetta per i fianchi e fece combaciare completamente i loro corpi. “Se fai cosi, zuccherino, sei tu quella dalla parte del torto.” Disse Leon sussurrando all’orecchio della ragazza. Violetta stava impazzendo. La troppa vicinanza del ragazzo la stava mandando completamente in tilt e risentire le mani caldi e forti sui suoi fianchi le fece perdere la testa. Ma odiava il modo di fare del messicano, e non doveva cedere come tutte le altre. “Toglimi le mani di dosso prima che ti faccio male.” Sussurrò Violetta a Leon che però fece tutto il contrario e strinse ancora di più la ragazza. “Ti lascio solo se mi chiedi scusa e se ci scambiamo i numeri di telefono.” “Mai.” “Allora non ti lascio.” “Invece ti conviene se non vuoi sentire dolore.” “Ragazze!!” L’arrivo di Camilla fece staccare immediatamente i due ragazzi. “S-scusate non volevo interrompere niente, non era mia intenzione.” Disse Camilla traumatizzata. “Stai tranquilla Camilla. Hai fatto bene ad arrivare ora.” Disse mentre lanciava delle occhiatacce a Leon. “Zuccherino, questo è il mio numero.” Detto questo il ragazzo infilò dentro la borsa della ragazza un foglietto e andò via. “Cami che succede?” “Dov’è Fran?” “E’ lì.” Le due ragazze si diressero verso la mora che si preoccupò molto dell’espressione di Camilla. “Cosa succede?” Chiese preoccupata l’italiana. “Ecco cosa succede.” Camilla indicò una persona che stava appena varcando la porta d’ingresso dello Studio e Francesca sbiancò solo a rivederlo. “Marco.”

Angolo autrice: Buon pomeriggio a tutti!! Per fortuna ho aggiornato molto presto e non so neanche come abbia fatto xD. Comunquee. Capitolo interessante: Leon e Vilu hanno la loro prima lezione, fastidiosa sotto il punto di vista di Violetta mentre molto interessante sotto il punto di vista di Leon. Poi inaspettatamente vediamo Francesca e Federico parlare e scherzare insieme. Vedremo nel prossimo capitolo come i due ragazzi si sono conosciuti. Violetta poi racconta della lezione con Leon e il ragazzo fa lo stesso con Federico che ha dei pensieri su Violetta poco piacevoli per il messicano. Successivamente Leon continua a provocare Violetta con la scusa del numero di telefono. Ho amato troppo quella scena :3 che poi viene interrotta dalla nostra cara Camilla. E poi un arrivo inaspettato per la nostra cara Francesca: Marco. Vedremo anche lui nel prossimo capitolo che ruolo avrà. Grazie a chi segue, legge e recensisce la storia! :) Un bacio e alla prossima!! :) 

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Capitolo 5
*** Un Leon diverso ***


Capitolo 5 : Un Leon diverso

Violetta camminava avanti e indietro per la stanza. Era tesa e in pensiero per Francesca. La ragazza stava parlando con Marco che le aveva chiesto se potevano parlare. Aveva paura che la sua amica ricadesse nei suoi sentimenti, ma non poteva permettere che soffrisse ancora. Lo bussare della porta la fece risvegliare dai suoi pensieri e, dopo aver consentito di entrare, Roberto entrò tutto euforico. “C’è una sorpresa per te, Vilu. Tua madre al telefono.” Violetta afferrò l’aggeggio spontaneamente. Era troppo felice in quel momento di sentire la madre. -Mamma! Come va?- -Piccolina mia! Tutto bene. A te come va?- -Tutto bene mamma.- -Ho una bella notizia da darti- -Dimmi sono curiosa- rispose la ragazza euforica. –Tra una settimana ritorno.- -Che bello mamma! Non vedo l’ora, e poi mi manchi tanto.- - Anche tu mi manchi, piccola mia, ma ci vedremo presto.- Detto ciò restituì il telefono a Roberto e incominciò a esultare e ad urlare per tutta la casa. “Vilu, ma che ti prende?” La voce squillante di Francesca la fece spaventare. “Fran! Ma che ci fai qui?” “Olga mi ha fatto entrare. E poi mi hai detto tu che dovevo venire appena avrei finito di parlare con Marco” Rispose l’italiana divertita e scioccata allo stesso tempo. “Hai ragione. Andiamo in camera.” Rispose Violetta avviandosi in camera. “Allora… com’è andata?” “Diciamo bene.” Rispose Francesca sospirando. “Cosa vuol dire ‘diciamo’?” “Marco si è lasciato con Ana e mi ha chiesto se aveva ancora una possibilità con me.” Tu hai risposto di no, vero Fran?” Francesca non rispose e abbassò il capo. “Francesca rispondimi!” Esclamò Violetta altamente spaventata dalla possibile risposta dell’amica. “Violetta, non gli ho risposto di si e non gli ho risposto neanche di no. Gli ho detto che ci avrei pensato.” Rispose Francesca con voce tremante. “Francesca, sai più di me quanto hai sofferto e non voglio che ricadi negli stessi errori. Tu lo amavi, lui no.” Rispose secca Violetta. Infondo la stava aiutando e le stava dicendo la verità. Marco la aveva usata, solo usata. Non la amava e lei era riuscita anche a dimenticarsi di lui, ma rivederlo è stato un colpo al cuore. “Hai ragione Vilu. Gli dirò di no appena lo rivedrò.” Rispose sicura Francesca, ma allo stesso tempo con un po’ di rammarico. “Rimani a dormire con me?” Chiese Violetta con una punta di speranza. “Va bene. Anche perché abbiamo molto da parlare io e te.” “Francesca, non dirmi che è quello che pensò io.” Rispose la Castillo già sapendo a cosa si stesse riferendo. “E’ quello che pensi tu, mia cara Vilu. Ho visto gli sguardi che vi lanciate tu e il messicano.” Il cuore di Violetta iniziò a battere ad un ritmo forsennato al solo pensiero di Leon. “Fran, mettiti bene in testa che io con quello li non ci voglio avere niente a che fare.” “Davvero? Se non ci vuoi avere niente a che fare allora oggi avresti potuto benissimo allontanarlo e tirargli uno schiaffo, ma non lo hai fatto.” Rispose la mora con un sorriso soddisfatto mentre Violetta era stata colta di sorpresa dall’affermazione dell’amica. Aveva ragione. Poteva allontanarlo ma non lo ha fatto. “Francesca, ti scongiuro cambiamo discorso non ho voglia di parlare di quello sbruffone. Piuttosto, mi spieghi perché oggi parlavi così vivacemente con Federico?” Francesca era diventata rossa come un pomodoro al ricordo dell’italiano e un sorriso gli spuntò sul volto. “Non è stato niente di che Vilu. Lui mi è venuto incontro e mi ha voluto conoscere. Quando ha scoperto che anche io ero italiana è stato tutto più facile. E poi abbiamo molte cose in comune.” “Ti piace.” “Non è vero! Lo conosco da così poco non posso dire che mi piace! Si, è molto carino ma non mi piace.” “Invece si.” Rispose divertita Violetta. “Invece no.” E tra un’affermazione e una negazione, le due ragazze si ritrovarono a fare a cuscinate e sfinite crollarono in un sonno profondo.

Violetta si stava avviando allo Studio da sola perché Francesca era dovuta passare a casa per prendere l’occorrente. Oggi avrebbe avuto un altra lezione con Leon. Da una parte era contenta perché il ragazzo sapeva ballare molto bene e le avrebbe potuto insegnare molto, mentre dall’altra era contraria a queste lezioni per il semplice fatto che il messicano era molto sicuro di se e questo non piaceva molto alla ragazza, ma si sentiva terribilmente attratta dagli occhi verde scuro del ragazzo. Fin dal primo momento poteva scorgere qualcosa di triste e cupo e voleva scoprire meglio cos’era. “Buongiorno Vilu.” La ragazza troppo assorta nei suoi pensieri non si accorse che era arrivata allo studio e ricambiò subito il saluto del suo amico Maxi. “Sai, ho saputo che stai prendendo lezioni con Leon, il bravo ballerino.” “Ti prego Maxi, non ricordarmelo.” “Finalmente ce l’ho fatta!” Esclamò Francesca mentre entrava con il fiatone dovuto alla corsa. “Fran! Calma! Sei con dieci minuti in anticipo, non c’era bisogno di tutta questa corsa.” “Violetta sai come sono fatta e non voglio arrivare in ritardo neanche di un secondo.” Violetta rise divertita mentre l’amica stava ancora riprendendo fiato. “Senti Vilu, ieri ti avevo chiesto se mi potevi portare lo spartito, ce l’hai con te, vero?” “Certo un secondo solo che controllo dentro la borsa.” Mentre la ragazza rovistava dentro la borsa, un bigliettino cadde a terra. “Questo è il numero di telefono di Leon, giusto?” Chiese divertita Francesca mentre mostrava il bigliettino appena raccolto alla Castillo che alzò di colpo il viso. “Si, e se vuoi lo puoi tenere tu.” Rispose Violetta con noncuranza, ma Francesca senza ascoltarla lo rimise dentro la borsa e appena alzò il viso la sua espressione era alquanto sconvolta. “Violetta guarda.” La ragazza rispose hai comandi e appena vide ciò che le si parò davanti la gola le divenne terribilmente secca e lo stomaco diventò pesante. Leon che entrava abbracciato insieme a Ludmilla, la ragazza più popolare e insopportabile di tutto lo Studio. “Io ho Pablo alla prima ora, tu che hai?” Chiese Francesca cercando di cambiare discorso vedendo che la sua amica era diventata bianca cadavere. “Io ho lezione con Leon. E sono contenta, almeno me lo tolgo subito dai piedi.” Rispose la castana visibilmente irritata e non lasciò neanche il tempo di rispondere all’amica che si diresse immediatamente dentro gli spogliatoi per cambiarsi.

“Buongiorno zuccherino.” Leon entrò pimpante dentro l’aula senza ricevere alcuna risposta dalla ragazza. “Cos’è, ti hanno tagliato la lingua?” “Perché dovrei salutarti? Decido io chi salutare o no.” Rispose freddamente Violetta mentre iniziava a riscaldarsi. “Uh. Sei più acida di ieri. Allora dobbiamo cambiare anche il soprannome… Miss Acidità!” Ecco che ricomincia pensò Violetta già sapendo come sarebbe andata a finire. “Iniziamo?” Chiese impaziente. “Va bene, miss acidità.” Rispose divertito il messicano con la solita aria da sbruffone. Dopo una decina di prove, il ragazzo mise in pausa la musica, sorpreso dal fatto che la ragazza non riusciva ad andare per niente a tempo. “Mi spieghi che ti prende? Non sei riuscita ad andare a tempo per niente?” chiese il ragazzo preoccupato e serio. “Riproviamo?” “No finche non mi dici che ti prende.” “Perché eri abbracciato a Ludmilla prima?” Il ragazzo sorrise soddisfatto e divertito. La ragazza era gelosa ed era contento. “Sei gelosa?” chiese con strafottenza. “Assolutamente no, ero solo curiosa.” “E’ stata lei a chiedermi se poteva entrare con me e io gli ho risposto che non c’erano problemi, infondo è una ragazza molto carina.” Violetta arricciò il naso irritata per il bel complimento fatto sulla bionda. “Se inizi a farci conoscenza credo che cambierai idea su di lei.” Leon scosse il capo divertito e fece ripartire la musica e questa volta la ragazza riuscì ad andare a tempo e finirono la coreografia esattamente come il giorno prima, con i corpi incollati l’uno contro l’altro. Si incastravano perfettamente come due pezzi di puzzle. Rimasero a guardarsi incantati. Leon stringeva con un braccio la vita di Violetta e con l’altro si avvicinò ad accarezzare la guancia. La pelle della ragazza era delicata e morbida e i polpastrelli del messicano erano lisci e caldi. “Perché i tuoi occhi sono cosi spenti Violetta?” Chiese sussurrando il ragazzo. “E perché i tuoi sono tristi Leon? Perché non riesco a vedere i tuoi bellissimi occhi verdi accesi?” Chiese anche lei sussurrando senza interrompere il contatto visivo. “Non capiresti.” “E chi l’ha detto che non potrei capire?” “E’ complicato, Violetta, e poi non sono qui per raccontarti i miei problemi.” “E’ per questo che ti comporti così?” “Cosi come?” Chiese confuso Leon. “Insomma sei così… sicuro di te. Cerchi di nascondere il vero te cosi, vero Leon?” Il messicano sospirò profondamente. “Come fai a capire?” Chiese mentre avvicinava il viso a quello delicato della ragazza che iniziò a sentire caldo per la vicinanza. “Anche tu soffri, vero?” “E’ molto difficile, Leon.” “Parla.” “Leon, neanche io sono qui per raccontarti i miei problemi.” Affermò Violetta. “Allora andiamo avanti, voltiamo pagina.” “Io non posso voltare pagina.” “Neanche io, ma possiamo farlo insieme.” Leon si avvicinò ancora di più al viso della ragazza, ma il suono della campanella che annunciava la fine della lezione li fece staccare bruscamente. “I-io vado.” Balbettò Violetta. Leon si avvicinò alla ragazza e le depose un bacio sulla guancia. “A domani.” Rispose Leon con un sorriso vero mentre Violetta usciva dall’aula. Quella ragazza lo rendeva strano, ma stava molto bene in sua presenza e decise che voleva starle vicino in qualsiasi modo senza rompere il loro rapporto.

Angolo autrice: Buonasera ragazzi!!! Mi scuso per il terribile e lunghissimo ritardo, ma ora che è finita la scuola spero di avere più tempo xD Ricapitoliamo: Vilu parla con la madre che le annuncia il ritorno e poi abbiamo Francesca e la storia di Marco. Violetta è contraria all’idea di Fran e le fa cambiare idea. Dopo c’è il discorso delle due ragazze con i ragazzi. Il mattino allo studio abbiamo la scena dell’entrata di Leon con Ludmilla che da molto fastidio a Violetta (Lo sappiamo che sei pazza di Vargas vai tranquilla xD) e infine abbiamo la lezione dei nostri due piccioncini dove troviamo la nostra cara Vilu molto gelosa di Ludmilla e iniziamo a scoprire un Leon “nuovo”. Ringrazio chi segue la storia e mi scuso ancora per il grandissimo ritardo. Alla prossima e grazieeee !!! xD :P

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Capitolo 6
*** Incomprensioni ***


Capitolo 6: Incomprensioni

Federico camminava lungo i marciapiedi di Buenos Aires assorto nei suoi pensieri. Ripensava continuamente alla conversazione avuta con Francesca e non riusciva a togliersi dalla testa il suo sorriso. All’apparenza poteva sembrare una ragazza insicura di sé, ma era tutto il contrario. Vivace, solare e anche carina. Aveva bisogno di distrarsi e l’unico modo era andare in un bar per prendere un bicchiere di birra e non di più. Non amava bere fino ad ubriacarsi come faceva sempre Diego. Aveva di certo le sue valide ragione ma lo spagnolo andava in continuazione da un locale all’altro e né lui né Leon erano riusciti a far calmare questa sua abitudine. Afferrò la maniglia e spinse la porta verso di sé per poi varcarla. Come parli del diavolo spuntano le corna. Diego seduto su uno sgabello beveva velocemente un bicchiere di birra. Federico scosse la testa per poi avvicinarsi e sedersi vicino all’amico. “Ciao Diego.” Lo salutò sorridente l’italiano. “Ehi Fede! Vuoi un bicchiere?” “Volentieri, ma solo uno.” Lo spagnolo sorrise e chiamò il barista. “Allora… hai conosciuto qualcuno di nuovo?” Chiese Federico mentre sorseggiava la bevanda. “Ancora no. Passo passo farò conoscenza con qualcuno. Comunque mi ha chiamato Marco, il ragazzo con quel locale strepitoso, e mi ha chiesto se volevamo andare questo fine settimana ad una festa che sta organizzando, a patto che portiamo una ragazza per ognuno di noi. Chiederò anche a Leon più tardi. Allora, ci stai?” Federico pensò alla proposta appena fatta dall’amico e non c’era niente da perdere, l’unico problema era che non sapeva chi portare. “Per me va bene, ma non so chi portare.” Sussurrò il ragazzo abbassando il capo. “Avanti amico! Ti ho visto questa mattina e parlavi molto vivacemente con la ragazza mora. Invita lei, no? Sembra che andavate tanto d’accordo.” Lo incitò lo spagnolo e Federico perse un battito al ricordo di stamattina. Era venuto proprio perché voleva liberarsi di questo pensiero, ma a quanto pare è successo il contrario e visto che era l’unico modo per andare alla festa annui lentamente. “E tu chi porterai invece?” lo spagnolo era stato colto di sorpresa e sussultò. “Sarà una sorpresa.” Rispose sicuro di se Diego cercando di convincere l’amico, ma lui non aveva conosciuto proprio nessuno quindi si decise che doveva trovare una soluzione. I due compagni bevvero il loro ultimo bicchiere di birre insieme e poi Federico si diresse verso casa.

Violetta seduta su una panchina del parco, si stava gustando il suo sorbetto al limone. Essendo ancora agli inizi dell’anno scolastico faceva ancora molto caldo. Era scossa, confusa e un po’ felice allo stesso tempo per la conversazione avuta con Leon. Erano ormai due giorni che non lo vedeva ed era stata avvisata che il ragazzo avrebbe avuto delle interviste. Certo, lui poteva già gustarsi il sapore della fama nonostante fosse così giovane. L’ultima lezione avuta con lui è stata particolarmente interessante. Una cosa non riusciva a togliersi dalla testa in particolar modo: gli occhi verdi del messicano. Erano bellissimi… accidenti, Violetta! Smettila di pensare a queste cose! Si riprese la ragazza. Fini di gustarsi il sorbetto per poi buttarlo. Rimase a guardare il vuoto per parecchi minuti senza sapere che qualcuno si era seduto vicino a lei. Solo quando sentì una calda e morbida mano poggiare delicatamente sulla sua si girò di scatto rincontrando gli occhi verdi. “Leon! Mi ha fatto prendere uno spavento!” esclamò la ragazza portandosi la mano libera al petto respirando velocemente. “Buon pomeriggio, zuccherino.” Rispose il ragazzo con un sorrisino fastidioso. “Ma non eri a fare le interviste, tu?” “E tu devi essere sempre così acida con me, tu?” rispose a tono il messicano. La ragazza roteò gli occhi verso l’alto, sbuffando per poi voltarsi dall’altra parte. Leon si avvicinò cautamente alla ragazza per poi avvolgere da dietro la sua vita con un braccio. Al suo tocco la giovane sussultò e le sue guance si tinsero di rosso mentre un piccolo sorriso gli spuntò in viso. “Allora la mia vicinanza ti fa essere felice a quanto vedo.” La ragazza si alzò di scatto dalla panchina e prese a camminare velocemente verso una meta non definita, ma sicuramente lontana dal ragazzo. Leon rimase qualche secondo ancora seduto indeciso se lasciarla andare o raggiungerla e con uno scatto prese a correre verso di lei. Con un salda presa agganciò la sua mano al polso della ragazza facendola girare per poi ritrovarsi i corpi incollati e i loro visi vicinissimi. “Visto che ora non stiamo allo studio, puoi dirmi perché i tuoi occhi sono così spenti?” chiese Leon. Violetta sentì il suo caldo e delicato fiato accarezzare il suo viso. “Non è il momento, Leon.” “Allora non ci sarà mai un volta in cui potremo parlare.” Rispose dolce ma allo stesso tempo serio il messicano. La Castillo abbassò lentamente la testa ritrovandosi davanti il petto scolpito del ragazzo coperto da una semplicissima maglietta azzurra. Leon alzò il viso della ragazza per poi avvicinarsi ancora di più. Ecco sta per riaccadere pensò Violetta mentre il suo cuore iniziò ad accelerare il battito e le sue guance divennero di colpo rosse. Leon accorgendosi del colore del viso della ragazza sorrise divertito, ma un sorriso dolce e non uno di quelli strafottenti. Un soffio e si sarebbero baciati. Mancava pochissimo e le loro labbra si sarebbero toccate. Il ragazzo teneva con una sola mano il viso della ragazza ben saldo mentre l’altro braccio stringeva con sicurezza il suo corpo mentre Violetta aveva un braccio intorno al collo e il destro poggiato delicatamente sul petto Le labbra di Leon bruciavano dalla voglia di poter assaggiare quelle di Violetta e la ragazza, anche se un po’ intimorita, voleva anche lei poter assaporare le labbra del suo partner. Iniziava a sentire un' attrazione crescere dentro di lei mai accaduta fino ad ora. Lo squillo del telefono del ragazzo i fece sobbalzare immediatamente i due ragazzi. Leon sbuffò sonoramente mentre tirava fuori dalla sua tasca il telefono e il display mostrò il nome dell’interlocutore: Diego. –Ciao Diego.- -Ehi amico! Ti ho interrotto per caso?- -No, no tranquillo dimmi.- rispose il messicano mentre fissava la ragazza che, imbarazzata, incomincio a giocare con una ciocca di capelli. –Avrei bisogno di parlarti. Puoi passare da me?- -Va bene. Adesso arrivo.- detto ciò chiuse la chiamata e infilò il telefono in tasca. Si riavvicinò alla ragazza, le prese il viso tra le mani in modo che potesse vederlo negli occhi e le disse “Ci vediamo domani, okay?” “V-va bene” rispose balbettando la Castillo e il ragazzo le depose un bacio delicato e veloce all’angolo della bocca facendo sì che la ragazza avesse delle scosse di brividi lungo tutto il corpo. Le sorrise e poi si avviò a passo svelto a casa dell’amico.

Leon si stava dirigendo passo svelto allo studio. Dopo la conversazione avuta con Diego, doveva portare qualcuna alla festa di Marco e lui già sapeva chi portare. Con un sorriso furbo e dolce ripensò al giorno prima con Violetta. Era stato davvero bene e gli piaceva stuzzicarla. Lo adorava. Aveva deciso che voleva portare la Castillo alla festa. All’inizio era indeciso se portare lei o la biondina, ma non ci sono paragoni tra le due e poi Violetta lo intrigava e lo attraeva di più. Ieri era stato quasi sul punto di baciarla. Non sapeva neanche lui perché stava per farlo, ma aveva un voglia matta di toccare le sue rosee e carnose labbra. Se non fosse stato per Diego un secondo dopo l’avrebbe baciata. E dopo cosa sarebbe successo dopo? Bella domanda Leon pensò tra sé. Improvvisamente qualcuno gli prese il braccio facendo si che si girasse verso la persona. Era Ludmilla. Non si era accorto che era arrivato nel cortile dello Studio. La ragazza gli sorrise maliziosamente per poi prendergli il viso tra le mani e baciarlo con passione. Il messicano, sorpreso, si ritrovò a baciarla con passione mentre una ragazza appena giunta lì, assisteva alla scena, in silenzio mentre il suo cuore e il suo corpo combattevano per non soffrire invano dopo essersi diretta dentro l’edificio con un groppo alla gola.

“Buongiorno.” La salutò il ragazzo avvicinandosi alla ragazza che al suo avvicinamento si scostò immediatamente. “Anche oggi sei acida?” “E’ meglio che taci.” Lo disse con tale freddezza che il ragazzo si fece serio facendo partire la base in silenzio. Prove dopo prove e i due ragazzi rimasero in silenzio per tutta la lezione. Strano visto che di solito Leon tendeva sempre a prendere in giro la ragazza, ma quella mattina Violetta era davvero furiosa e con una sola frase era riuscita a farlo tacere. “A domani.” Disse freddamente Violetta. “No! Tu non vai da nessuna parte.” Rispose sicuro di sé Leon che afferrò immediatamente il polso per farla girare verso di se. La ragazza chiuse gli occhi e sospirò. “Leon, lasciami.” Rispose la ragazza acidamente. “No!” Leon si diresse verso la porta dell’aula per poi chiuderla. Non gli importava se gli altri avevano lezione, doveva capire perché la ragazza si stava comportando in questo modo e nessuno glielo avrebbe impedito. “Mi spieghi cosa ti ho fatto ora?” chiese serio il ragazzo. “Leon, fammi immediatamente uscire di qui.” “Rispondimi Violetta!” la ragazza alzò lo sguardo verso il messicano in modo tale che i loro occhi potessero incatenarsi. “Violetta, rispondimi, altrimenti non uscirai da questa stanza.” “LEON! Sono stufa del tuo comportamento! Sono stufa del fatto che vuoi sapere sempre tutto! Mi stai facendo impazzire e non ne posso più, lo capisci?! Ieri mi stavi quasi per baciare e poi? Ti trovo ‘sta mattina baciarti con Ludmilla! Se vuoi giocare così con me io non ci sto! Anche io ho dei sentimenti, Leon!” la ragazza scoppiò ad urlare e qualche lacrima le scese dal viso e Leon sbiancò e spalancò gli occhi. Ecco perché era così tormentata pensò Leon serio. “Violetta, posso spiegare…” “Leon a me non devi spiegare niente perché non sono la tua ragazza, ma non devi permetterti di giocare con i sentimenti degli altri! Ormai sono passate due settimane dall’inizio delle lezioni. Manca poco e poi non ci rivedremo più, così almeno non avrò altri problemi con te.” Quest’ultima frase la disse quasi con un sussurro e si sentiva l’evidente voce strozzata. Uscì dall’aula dopo essersi liberata dentro di se lasciando un Leon confuso e maledettamente pentito. Cosa mi è saltato in mente? Pensò il messicano tirando un calcio alla porta provocando un forte rumore assordante. Pensò ad un modo per recuperare la sua fiducia. Un sorriso si dipinse sul suo viso ricordandosi che c’era solo un modo per salvarsi. Uscì velocemente dalla stanza per poi dirigersi nell’ ufficio di Antonio.

 

Ciao a tutti ragazziiiii!!! Come state? Io abbastanza bene ;) allora parliamo subito di questo nuovo capitolo: Federico pensa involontariamente e continuamente a Francesca (Chissà perché :P) io devo ammettere che amo da morire questa coppia :3 ma andiamo avanti. C’è la proposta di Diego per la festa e a quanto pare bisogna per forza portare una compagna xD Diego incita l’amico per portarsi Francesca e ora spettiamo solo che glielo chieda ;) poi abbiamo i nostri amatissimi LEONETTA kjahsanbchdjahdbcah Quanto sclero per quella scena *________* il quasi bacio awwwwww, ma naturalmente c’è sempre qualcosa o qualcuno che lo inetrrompe (Non ammazzate Diego xD anche perché grazie alla festa dove andranno in nostri cari Leonetta avranno… ehm non posso andare avanti P) comunqueee poi c’è il bacio tra Ludmilla e Leon… No Comment. Infine c’è la nostra cara Violetta che soffre per il bacio tra i due e poi si sfoga contro Leon che però sembra avere già una soluzione per riparare il guaio appena commesso ;) quale sarà? Federico riuscirà a chiedere a Francesca di andare con lui alla festa? E Diego troverà la sua compagna? Grazie per seguire questa storia. (: mi farebbe ancora più piacere sapere i vostri pareri quindiii non siate vergognosi e recensite. Mi fa piacere cosa pensate della mia storia (: Grazie ancora e alla prossima ragazzi!!!! (:

 

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Capitolo 7
*** Il perdono ***


Capitolo 7 : Il perdono

Camilla stava riordinando gli spartiti nell'aula di musica in modo alquanto goffo per quanti erano e nel mentre canticchiava una delle canzoni che avevano composto lei e le sue due più care amiche. Non aveva mai conosciuto delle persone cosi gentili e solari in tutta la sua vita. Erano sempre disposte a qualsiasi cosa per lei. Si aiutavano a vicenda. Erano come delle sorelle. l'una appoggiava sempre l'altra e non c'era cosa migliore. Anche nei momenti più difficili riuscivano sempre ad aiutarla ed a farle ritornare il sorriso. Scrivere e comporre una canzone con loro è stato tanto facile quanto bello. Erano riuscite a comporre solo la melodia in meno di un giorno. Andavano quasi sempre d'accordo ed erano in perfetta sintonia. Ma in quei giorni i suoi pensieri erano altrove. Si ritrovava a pensare e ripensare sempre a quel ragazzo con i ricciolini e gli occhi color nocciola. Il suo nome: Diego. dopo che aveva fatto la performance insieme agli altri due ragazzi non aveva occhi per lui. ogni giorno lo vedeva che parlava con molte ragazze e si dava molte arie. All'inizio era rimasta male dal suo comportamento da presuntuoso, ma si sentiva terribilmente attratta dal ragazzo. Comunque si era imposta che si doveva togliere dalla testa una ragazzo come lui che voleva tante ragazze intorno. Non voleva neanche immaginare cosa faceva con loro. Una smorfia di disgusto uscì dalla sua bocca e subito dopo riprese a cantare con più calore e vivacità. Diego si dirigeva velocemente dentro lo studio sperando di non essere in ritardo per la riunione con Antonio. Diede un veloce sguardo all'orologio al polso e sorrise soddisfatto. Era arrivato con dieci minuti in anticipo quindi riprese a camminare tranquillamente quando una soave e dolce voce gli arrivò alle orecchie. Rimase immobilizzato da quel suono così armonioso e allo stesso tempo energico. Senza accorgersene i suoi piedi si mossero da soli verso quella squillante voce che portava dritta alla stanza di musica. Aprì la porta così velocemente da far spaventare la ragazza che appena incontrò lo sguardo del moro fece cadere tutti gli spartiti. Per un tempo interminabili i due ragazzi si scrutarono con gli occhi. Camilla era molto sorpresa alla vista del ragazzo che dopo alcuni minuti si avvicinò alla ragazza chinandosi per riprendere gli spartiti. Alla rossa non sfuggi nessun movimento eseguito dallo spagnolo. "Tieni." Sussurrò il ragazzo porgendole la pila di fogli. "G-grazie." Balbettò imbarazzata Camilla. "Posso sapere il tuo nome?" Diego era diventato di colpo gentile e rimase fortemente sorpreso da se stesso. "M-mi chiamo Camilla. Tu devi essere Diego, giusto?" "Si, sono io." Rispose il ragazzo sorridendo. La ragazza sorrise di risposta e abbassò il capo. "Ho sentito parlare molto di te sai? Mi hanno detto che sei una ragazza piena di idee ed allegria." "G-grazie. Di te ho sentito parlare davvero tanto, ma è normale visto che sei già abbastanza conosciuto." "Si, lo so. Sono molto conosciuto." Rispose Diego gonfiandosi il petto orgoglioso di se stesso. "E sei anche molto presuntuoso." continuò la ragazza ricordandosi di tutte le scenate che faceva davanti alle sue spasimanti. Lo spagnolo si grattò imbarazzato la nuca. Si sentiva impotente davanti a quella ragazza e non capiva minimamente perché. "Ehm.. ecco,io..." "Stai tranquillo." lo interruppe la rossa. gli tocco affettuosamente la spalla "Tutti siamo fatti in modo diverso. se questo è il tuo carattere non possiamo di certo cambiarlo." Camilla fece un sorriso sforzato per poi allontanarsi da lui e dirigersi fuori dall'aula. Quelle parole fecero venire un colpo al petto del moro. Era rimasto male per la risposta della ragazza. ma non ne sapeva il motivo. Gli era stato detto anche di peggio, ma quella ragazza, con quegli occhioni lo aveva stregato. "Aspetta!" Camilla si girò di scatto. "Non voglio che mi vedi in questo modo. Per giudicare una persona bisogna conoscerla,no?" La ragazza rimase abbagliata dalle parole dello spagnolo. "Hai ragione." Rispose sorridendo. "Allora... se ti va puoi venire a prendere un gelato con me oggi pomeriggio se vuoi." Nei suoi occhi si poteva leggere speranza ed imbarazzo. Non si era mai comportato cosi con nessuna ragazza la mondo. "Con molto piacere." detto ciò la ragazza uscì dalla stanza con un sorriso sul volto ed era anche leggermente rossa per l'emozione. non si sarebbe mai aspettata una proposta da Diego. Ma come ha detto lui stesso: non dobbiamo giudicare le persone se non si conoscono. il ragazzo rimase ancora qualche minuto fermo in mezzo agli strumenti ripensando a ciò che aveva appena fatto. Aveva appena invitato una ragazza ad uscire ed era terribilmente felice. Corse subito fuori per poi dirigersi verso l'ufficio di Antonio. Dopo avrebbe raccontato tutto a Leon e Federico. Non sapeva davvero il motivo, ma era felice.

Federico si trovava nell'auditorium e camminava velocemente avanti e dietro. Doveva parlare con Francesca. Voleva invitarla alla festa, ma non riusciva a trovare le parole giuste. Era nel panico. Non sapeva proprio come comportarsi con una ragazza. Leon e Diego erano sempre stati apprezzati di più dalle fan, non che lui non lo fosse. Era reputato il più dolce e timido anche se davanti agli amici si comportava in modo palesemente diverso. Ci vado? No, non ci vado, anzi ci vado. No, non ci vado. il ragazzo continuava a ripetere la stessa scena in continuazione. alla fine si decise e si diresse verso gli armadietti dove la ragazza stava riponendo le sue cose. L'italiano rimase incantato ad ogni suo movimento. Si aggiustò un po' il ciuffo e la maglietta e si avvicinò lentamente alla mora. Francesca si voltò di scatto ritrovandosi molto vicina a Federico. "C-ciao." Balbettò la ragazza. "Ciao. Come va?" "Bene e tu? Tutto bene?" "Tutto bene." Rispose sorridendole. Respira Federico. Respira profondamente. Non sarà così difficile, no? Pensò tra sé e sé il moro. "Senti... volevo chiederti se..." "Se...?" Lo incitò Francesca. "Volevo chiederti se... oggi volevi venire con me a prendere un frullato, sempre se ti va." Continuò il ragazzo imbarazzato. Francesca non sapeva se stava sognando o era tutto vero. Sto sognando? No è qui davanti a me. Calma Fran, stai calma e rispondi normalmente, si riprese l'italiana. Il ragazzo rimase sconvolto d a sé stesso. Perché le aveva chiesto di uscire con lui oggi pomeriggio? Doveva chiederle se voleva andare con lui alla festa. Ci pensò un po' e poi capì che alla fine non era una brutta idea. Così poteva conoscere un po' di più la sua nuova compagna e magari sarebbe stato anche più facile chiederle della festa. "C-certo mi farebbe molto piacere." La ragazza era visibilmente emozionata dalla proposta del moro. Lo si poteva leggere nei suoi occhi che brillavano dall'emozione e dalla gioia. "Allora ci vediamo dopo." Le sorrise per poi avvicinarsi cautamente al viso della ragazza lasciandole un bacio leggero e delicato. Francesca sussultò leggermente mentre delle forti scosse invasero il suo corpo. Federico, dal suo canto, sentì bruciare le labbra. Non sapeva per quale motivo ma voleva continuare a baciare la pelle di Francesca. "A dopo." Le sussurrò con voce roca il ragazzo per poi uscire dal corridoio in velocità. Francesca era rimasta ancora lì mentre cercava di realizzare ciò che era appena successo. si toccò con le morbide dita il punto dove Federico le aveva lasciato quel tenero bacio. Un sorriso da ebete le spuntò sul viso mentre usciva dallo studio per recarsi a casa, felice.

"Grazie ancora, Antonio." Leon stringeva felice la mano dell'uomo. "Leon, è da ieri che mi ringrazi. sai che quando vuoi puoi sempre chiedere, soprattutto se si tratta di queste cose." "Ha ragione, mi scusi. Non volevo essere ripetitivo." "Non ti preoccupare, figliolo. ma dimmi un po'... ho sentito il pezzo che vuoi presentare e scommetto che è dedicato a qualche ragazza, non è così?" Il messicano avvampò di colpo e sussurrò debolmente un 'si' con il capo chino. Dopo pochi minuti l'auditorium si riempì di ragazzi in attesa di sentire il giovane cantare. Quando la vide entrare capì che era il momento: aveva una coda che però le lasciava libera una ciocca di capelli che le accarezzava il viso. Gli diede una veloce occhiata per poi girarsi e parlare con le amiche. Riprenderai a parlare anche con me, pensò Leon. Il ragazzo salì sul palco, prese la sua chitarra e si sedette nello sgabello per poi sistemarsi il microfono. Era pronto.

If I could take away the pain and put a smile on your face

Baby I would, baby I would

If I could make a better way, so you could see a better day

Baby I would, baby I would, I would

Se potessi portarti via il dolore e mettere

un sorriso sul tuo viso

Piccola lo farei, lo farei

Se potessi trovare un modo migliore, così

che tu possa vedere un giorno migliore

Piccola lo farei, piccola lo farei, lo farei

Leon cercò subito di incrociare lo sguardo di violetta che non tardò a trovare. Le sorrise, e lei ricambiò il sorriso per qualche istante per poi ritornare seria. Era arrabbiata con il messicano. Non era gelosa, semplicemente non voleva che frequentasse delle tipe come Ludmilla.

Baby do it to the sky and lend you the keys,

Let you know that you’re always welcomed so that you never leave

Why you owe those fancy things that you only see on tv, yeah

Run away, to a hut away, we be living the american dream

And i, know it’s never gonna be that easy

But I know that he want us to try

Piccola lo farei dal cielo e ti presterei

le chiavi

Ti farei sapere che sei sempre la benvenuta

così da non poteretene andare

Perchè hai quelle cose stravaganti che si vedi solo in tv? yeah

Scappa, in una capanna lontana, vivremo il sogno americano

E, so che non sarà mai così semplice

Ma so che lui vuole che ci provassimo

Il ragazzo continuò a guardare la ragazza. Infondo era per lei quella canzone. Era riuscito a scrivere e comporre in una sola notte. Non ci era mai riuscito in tutta la sua carriera, ma pensando alla ragazza venne tutto da sé.

If I could take away the pain and put a smile on your face

Baby I would, baby I would

If I could make a better way, so you could see a better day

Baby I would, baby I would, I would

Se potessi portarti via il dolore e mettere

un sorriso sulla tua faccia

Piccola lo farei, lo farei

Se potessi trovare un modo migliore, così

che tu possa vedere un giorno migliore

Piccola lo farei, piccola lo farei, lo farei

Il ritornello era la parte più importante, e fu proprio quella che colpì a Violetta perché la rappresentava. Diceva esattamente ciò che stava vivendo. Il ragazzo la stava continuando a fissare, come se in quel momento volesse leggere nella sua mente, sapere cosa stava pensando. Involontariamente si portò l'indice verso la bocca, stringendolo tra i denti e sorrise imbarazzata. Le sue amiche, intanto, erano proprio al suo fianco e si lanciavano delle occhiatine compiaciute. Avevano capito che la loro amica era proprio cotta.

Yeah it’s not about what I want

It’s all about what you need

I know that it hurt you, but that wasnt me

And I know, and I know sometimes it’s hard to see

That all we need to be

If I could take away the pain and put a smile on your face

Baby I would, baby I would

If I could make a better way, so you could see a better day

Baby I would, baby I would, I would

Wo-oh, wo-oh, wo-oh baby I would

Yeah, non si tratta di quello che vuoi

ma di quello di cui hai bisogno

So che ti ha ferito, ma non ero io

E so che a volte, a volte è difficile da vedere

Questo è tutto ciò che abbiamo bisogno di essere

Se potessi portarti via il dolore e mettere

un sorriso sulla tua faccia

Piccola lo farei, lo farei

Se potessi trovare un modo migliore, così

che tu possa vedere un giorno migliore

Piccola lo farei, piccola lo farei, lo farei

Wo-oh, wo-oh, wo-oh piccola lo farei

Leon finì di cantare suonando l'ultimo accordo e continuando a guardare Violetta. La ragazza rimase completamente incantata e un sorriso di compiacimento le uscì sul volto rimanendo incatenata con lo sguardo del messicano. Ci sono riuscito. pensò Leon soddisfatto. Mentre tutti applaudivano per l'esibizione, il ragazzo posò velocemente la chitarra e si tolse il microfono, saltò dal palco avvicinandosi a Violetta prendendole dolcemente entrambe le mani. "Ti è piaciuta?" Sussurrò Leon con uno sguardo dolce e felice. "S-si. La canzone era... meravigliosa." Le guance della Castillo si tinsero di un leggero rosso al contatto con le mani calde e morbide di Leon.Il ragazzo si avvicinò di più al viso della ragazza facendo toccare le fronti senza perdere il collegamento con gli occhi e tenendo ancora saldamente le fragili e piccole mani della ragazza. "Allora mi perdoni?" Glielo chiese così dolcemente che anche un ghiacciolo in pieno inverno si sarebbe sciolto. Come poteva non perdonarlo? Le aveva dedicato una canzone, solo a lei. Quel gesto lo trovò estremamente dolce e sorrise perdendosi completamente negli occhi verdi del giovane. "Si, ti perdono." Gli rispose sussurrando per la troppa vicinanza. Non le dava fastidio, anzi, non sapeva per quale motivo ma stare vicino a lui la faceva sentire felice e protetta. "Grazie e scusami, mi sono comportato male zuccherino." La ragazza sorrise divertita. Quel ragazzo non cambiava mai. "Non preoccuparti. Accetto le tue scuse sbruffone." Anche il ragazzo rise e si avvicinò alle labbra di Violetta. Voleva assaggiarle e gustarle. prima che le potesse toccare si sentì staccare bruscamente dalla castana che confusa aprì gli occhi che aveva chiuso qualche istante prima e poi sorrise. "Amico! Sei stato sensazionale!" I suoi amici Diego e Federico gli stavano facendo i complimenti e di certo non era un brutto gesto, ma Leon era abbastanza infastidito dall'interruzione. Si riavvicinò alla ragazza e le riprese le mani "Ci vediamo domani?" "Si, ci vediamo domani." Violetta gli accarezzò la guancia in modo delicato e lento, gli sorrise e uscì dall'auditorium. "Leon! Hai fatto colpo!" Federico gli diede una pacca sulla spalla mentre lui era ancora incantato ad ammirare la ragazza uscire. Era troppo contento in questo momento che non riusciva ad ascoltare nessuna parola di ciò che stavano dicendo i suoi amici. Dopo la lezione le avrebbe chiesto di andare alla festa con lui. Era lei la ragazza che voleva portare.

Angolo Autrice: Buonasera a tutti!!! Sono riuscita a postare un bel capitolo ricco di nuove emozioni :) Finalmente abbiamo il primo incontro tra Camilla e Diego. Il ragazzo, non sa per quale motivo, e imbarazzato davanti alla rossa che però sembra già essersi fatta un'idea su di lui. Ma lo spagnolo cerca di rimediare invitandola ad uscire con lui. Poi abbiamo i nostri cari italiani :3 Federico è nel panico e deve chiedere a Francesca di andare con lui alla festa, ma la invita ad uscire con lui ed il ragazzo, anche se sorpreso, la trova come un'occasione per conoscere meglio l'italiana. Infine cari ragazzi *partono i rulli di tamburi* CI SONO I NOSTRI CARI LEONETTA olsaocnklacbnajam Leon le dedica una canzone per chiederle perdono e la ragazza non esita. Anche questa volta alla nostra amata coppia viene strappata l'occasione del bacio dagli amici di Leon, ma non temete.. arriverà presto :3 Grazie a chi segue questa storia e ringrazio infinitamente chi ha recensito allo scorso capitolo. Mi piacerebbe continuare a ricevere pareri sulla storia, quindi non esitate e recensite xD Grazie ancora :) Alla prossima e un bacio a tutti ;) :*

 

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Capitolo 8
*** Sorprese e inviti ***


Capitolo 8: Soprese e inviti

 

Violetta ed Angie camminavano lungo il marciapiede silenziosamente per tornare a casa. Entrambe erano assorte nei loro pensieri. Violetta stava ripensando ancora alla bellissima canzone che Leon le aveva dedicato. Era stato davvero un gesto carino per farsi perdonare dopo la pesante discussione avuta il giorno prima. Cercò di scacciare quel brutto pensiero fastidioso mentre ormai la melodia della canzone aveva preso possesso della sua mente. Era qualcosa di magico che la faceva distrarre da tutti i ricordi del padre che le facevano tirare giù di morale. Era la canzone per lei. E poi non aveva nessun difetto. La melodia era perfetta, il testo non era da meno, ma il tocco magico di quel bellissimo pezzo era la voce soave e dolce del ragazzo. L’aveva completamente incantata ed era diventata una droga per le sue orecchie. Il desiderio di risentire la canzone cantata da lui davanti a lei la stava tormentando. Magari glielo avrebbe chiesto il giorno dopo se alla fine della lezione poteva risuonargliela. Non poteva di certo dimenticarsi gli occhi smeraldo che per tutta la durata della canzone non smettevano di fissarla. Solo in quel momento era riuscita a scorgere negli occhi del messicano qualcosa brillare. Era riuscita a capire che l’unica cosa che lo animava e lo faceva stare bene era la musica. E forse anche la sua presenza gli faceva bene. Aveva un sorriso stampato sul viso come un bambino che ha appena ricevuto una caramella. In quel momento era estremamente felice perché nonostante tutti i pensieri che fino a poco tempo erano sul padre adesso era concentrata esclusivamente sul bel messicano. Angie, invece, sembrava esser tutt’altro che felice. Il suo viso era visibilmente pallido e gli occhi erano spenti. Camminava a testa bassa mentre nella sua mente riavvolgeva il nastro di tutta la mattinata passata. Pablo, il suo Pablo, aveva un’altra. Fin da sempre i due erano migliori amici, ma chiunque li vedeva poteva accorgersi che c’era qualcosa di più che di una bell’amicizia. La Saramego era pronta a dichiarare a Pablo il suo infinito ed immenso amore. Ma le sue sicurezze crollarono appena entrò nell’aula professori mentre Pablo era accoccolato ad una donna con i capelli a caschetto color castani. Una donna sui trent’anni. Jade. Così si chiamava. Le era sembrata tutto fuorché la donna giusta per Galindo. Però lui sembrava così preso che le si spezzò il cuore quando vide gli sguardi innamorati che le lanciava. Una parte di sé era morta. Si sentiva inutile e di troppo. Era estremamente a pezzi. Però poi vedeva la sua piccola nipotina stare bene e non poteva essere più felice. Lei e Violetta avevano un rapporto strano come due sorelle. Strano a dirsi visto la differenza di età, ma era proprio cosi. Non sapeva cosa le aveva fatto come sorpresa alla piccolina. Ormai erano arrivate girò la chiave lentamente e la prima a varcare la porta fu la piccola Castillo che appena incrociò gli occhi color nocciola della donna che aveva davanti un sorriso splendente le spuntò sul viso. “Mamma” sussurrò la ragazza prima di correre tra le braccia della diretta interessata. “Ma non dovevi tornare tra qualche giorno??” “Sorpresa!” Maria strinse di più Violetta facendola volteggiare. Era così felice di rivedere la sua bambina. Stringerla tra le sue braccia le era sembrato quasi un sogno troppo lontano da realizzarsi ma ora che era li con lei non riuscì a trattenere qualche lacrima che le scorreva lentamente sul viso fino a bagnare i capelli della ragazza. “Ehi mamma… non piangere altrimenti piango anch’io.” Una breve ma sonora risata uscì dalla bocca della madre che si stacco leggermente per poter ammirare bene il viso di sua figlia. Erano state per più di cinque mesi lontane e le era mancata tanto la sua voce dal vivo. “Come sta la mia bambina?” “Ora che ti vedo molto meglio, mamma.” Le sembrava così surreale abbracciare e stringere forte la sua adorata madre. Le era mancato tutto di lei. Le loro chiacchierate notturne, le mele caramellate mangiate davanti ad un film horror, le loro cantate. Finalmente ora che era ritornata potevano ritornare a fare quello che facevano un tempo. Olga, Roberto ed Angie guardavano la scena inteneriti e commossi. “Forza, adesso andiamoci a preparare che la cena è pronta.” Dopo una cena tranquilla e abbondante, Violetta e la madre si diressero in camera. Ho così tante cose da raccontarle, pensò la piccola Castillo. “Allora…raccontami un po’… come va a scuola? Ci sono novità?” “Si mamma. Ho iniziato delle lezioni extra di ballo con un ragazzo molto bravo…” le si illuminarono gli occhi al solo pensiero e alla madre questo non sfuggì. “Qualcosa mi dice che questo ragazzo ti interessa.” Disse con sguardo furbo Maria. Violetta si riprese dai suoi magici pensieri per poi lanciare un’occhiataccia alla madre. “Mamma, non cominciare anche tu.” Disse freddamente. “Raccontami un po’ com’è questo ragazzo, come si chiama, dai. Sono curiosa.” La ragazza sbuffò rumorosamente “Si chiama Leon ed è un cantante che si sta facendo conoscere a poco a poco. E’ messicano e… basta.” “Come basta?! Andiamo Vilu! Dimmi almeno se è carino.” “Eccome se lo è.” Sussurrò piano per non farsi sentire dalla madre, ma il suo tentativo era stato inutile. Maria abbracciò la figlia per poi accoccolarsi con lei nel letto ed addormentarsi con il sorriso sulle labbra.

Federico uscì di corsa da casa. Voleva fare una sorpresa a Francesca. La sarebbe andata a prendere a casa per poi portarla in un bar a fare colazione. Cosa che per lui era molto romantica, anche troppo, ma non gli importava. Aveva pensato tutta la sera su come comportarsi ed un misero appuntamento di pomeriggio gli sembrava troppo poco se dopo la voleva invitare alla festa. Girato l’angolo si ritrovò davanti casa dell’italiana. Aveva saputo il suo indirizzo grazie al suo caro amico Diego. Sapeva sempre tutto lui. Riprese un po’ di fiato per poi piantarsi davanti alla porta aspettando che uscisse. Francesca, intanto, scese di corsa le scale. Come sempre odiava fare tardi anche se arrivava sempre in anticipo. Pur di non rischiare non mangiava neanche un biscotto per colazione. Salutò di fretta suo fratello per poi uscire di casa. Si prese un colpo appena vide Federico che l’aspettava lì. “E tu che ci fai qui?” “Sono venuto a prenderti, non sei contenta?” Le stava chiedendo se era contenta? Eccome se lo era! Non si aspettava una visita del genere. “Andiamo?” le porse la mano e la ragazza senza esitare la strinse subito. Un’altra scossa. Non è possibile! Questo ragazzo mi farà andare in tilt, pensò Francesca. “Dove mi porti?” domandò curiosa e sorridente allo stesso tempo. “Andiamo a fare colazione in un posto speciale.” Le strinse ancora di più la mano ed iniziò a correre come un bambino. Ora non le importava se faceva ritardo. Si sentiva così bene che non le importava niente. Era felice e questo era l’importante.

Violetta entrò tutta elettrizzata dentro lo Studio e corse direttamente negli spogliatoi per cambiarsi. Aveva passato una bellissima serata e il ritorno della madre le aveva messo ancora di più il buon umore. Non se lo aspettava proprio, ma era felice. Alla prima ora aveva Leon e questo la rendeva ancora più felice. Una strana sensazione allo stomaco iniziò a pervaderla per poi espandersi su tutto il corpo al solo pensiero della lezione di ballo col bel messicano. Quella mattina aveva cambiato anche la tuta. Un paio di pantaloncini corti e aderenti ed una canotta slim nera. Entrò nell’aula aspettando il partner e colse l’occasione per raccogliersi i capelli. Si vide allo specchio. Era così diversa, cosi… sexy, ma le piaceva e poi voleva provocare un po’ il bel ragazzo. Leon entrò di corsa sapendo che era in ritardo. Indossava una canotta rossa che risaltava i muscoli del petto ed anche gli occhi verdi e un paio di pantaloncini da basket neri. Quando vide Violetta perse un battito. La scrutò da capo ai piedi e pensò che non aveva mai visto fisico più bello. i pensieri di Violetta non erano così diversi da quelli del ragazzo. Si fermò con lo sguardo all’altezza del petto. Le guance si colorarono di rosso sapendo che mancava davvero poco e le sarebbe di nuovo stata attaccata e vide che anche lui era rimasto incantato dal suo corpo e sorrise contenta e imbarazzata allo stesso tempo. Era riuscita nel suo intento. “Buongiorno zuccherino.” In quel momento sposto lo sguardo sugli occhi della ragazza e quando capì cosa fissava con gusto, sorrise soddisfatto e orgoglioso. Si avvicinò alla Castillo e le depositò un leggerissimo bacio sulla guancia. “Forza, iniziamo.” Si posizionarono entrambi al centro della stanza e iniziarono a ballare. I due giovani quel giorno sembrava avessero più connessione. Erano in perfetta sintonia. Conclusero come sempre corpo schiacciato con l’altro. Gli sguardi fusi l’uno con l’altro, ma questa volta avevano una cosa in più: tutti e due sorridevano. “Oggi abbiamo finito prima.” Sussurrò il messicano. La ragazza annuì per poi abbassare il capo leggermente imbarazzata. Si staccò dal ragazzo, prese le sue cose e si diresse verso l’uscita, ma venne bloccata e Leon la girò, la prese per i fianchi stringendola forte a sé mentre lei teneva le mani sul suo petto scolpito. Tenne sempre il viso chino finché la voce del ragazzo non lo fece alzare di botto. “Vorrei chiederti una cosa.” “Dimmi” era in difficoltà e lei se ne accorse subito. “Chiedimi quello che vuoi, non ti mangio mica.” Il ragazzo rise di gusto per la piccola battuta, prese un bel respiro e si tranquillizzò. “Domani sera sono stato invitato ad una festa, però mi hanno detto che ci posso entrare solo se sarò in compagnia di una ragazza…quindi ti volevo chiedere se volevi venire con me.” Il cuore della ragazza iniziò a battere fortissimo mentre il respiro diventò sempre più irregolare. Leon le aveva chiesto di andare ad una festa. Lo aveva chiesto a lei e non ad un’altra ragazza. A lei e non a Ludmilla. “Si, Leon. Mi farebbe molto piacere accompagnarti e grazie mille per l’invito. Non me lo sarei mai aspettata.” “Hai pensato che avrei invitato un’altra ragazza?” “Beh… in effetti” balbettò. “Quando me lo hanno chiesto la prima persona che mi è venuta in mente sei stata tu e non ho mai cambiato idea. Sei diversa dalle altre, Vilu. Anche se all’inizio avevi un bel caratterino non ho mai pensato di invitare qualcun’altra che non fossi tu.” La ragazza divenne terribilmente rossa. Non l’aveva mai chiamata ‘Vilu’ e uscito dalle sue labbra sembra qualcosa di così armonioso e bello che il cuore iniziò a battere più velocemente.”G-grazie davvero.” Si avvicinò al viso del ragazzo e gli lasciò un bacio intenso all’angolo della bocca. Il ragazzo venne percorso da una scossa per tutta la schiena e strinse ancora più forte la ragazza fino a far combaciare i loro petti e lei allacciò le braccia intorno al suo collo per poi appoggiare la testa sull’incavo ispirando a pieni polmoni il profumo naturale del ragazzo. Era così buono e dolce che la fece andare fuori di testa e anche lei si strinse ancora di più. Non c’era sensazione più bella che restare così vicino ad un persona a cui tieni tanto, pensò Leon e per Violetta restare così attaccata al corpo del messicano la faceva sentire sicura e protetta ed era una delle sensazioni più belle che potesse provare. Dopo la morte del padre non aveva mai provato niente di simile ed era così contenta di aver trovato qualcuno che potesse prendere il suo posto. Il calore del corpo ben scolpito di Leon a contatto con il suo la faceva entrare in pieno stato di trance. Gli sussurrò ancora un ‘grazie’ per poi depositargli un bacio sulla guancia veloce e si staccò lentamente dal ragazzo ed un brivido di freddo pervase in modo violento e veloce il suo corpo. Aveva ancora lo sguardo incatenato con quello del messicano. Gli sorrise e lui le fece l’occhiolino e poi uscì dall’aula ancora sorridendo. Leon non si era mai sentito cosi completo in tutta la sua vita. Era lei la ragazza che colmava il suo vuoto infinito.

 

Angolo Autrice: Buonaseraaaaaaa!!! Sono tornata e mi scuso per il terribile ritardo ma sono in vacanza e sono riuscita a sfruttare solo poco tempo fa un computer da un mio amico. Comunqueeeee parliamo del nuovissimo capitolo :P ci sono Violetta e Angie che stanno tornando a casa. Violetta è estremamente felice per la canzone che Leon le aveva dedicato mentre Angie è di pessimo umore ): e scopriamo anche il perché: il nostro amato Pablo si è fidanzato con Jade. Stranissima coppia questa xD e lei naturalmente soffre visto che ne è innamorata. La grandissima sorpresa èer la nostra amata Castillo è il ritorno della madre. È stato un momento troppo tenero e commovente e poi lei che vuole sapere chi è questo Leon e già sa che piace alla figlia *Batte il cinque* il top ragazzi xD. Poi abbiamo un piccolo blocco Fedencesca kajbclascmksa Federico la va a prendere a casa per fare colazione insieme perché pensa che l’appuntamento è troppo banale awwwww la ragazza naturalmente è sorpresa ma allo stesso tempo felice (: e poi abbiamo la coppia tanto amata *iniziano gli urli da scleri* i nostri cari LEONETTA lkjanlkcjsnbadckjasuj ho amato troppo la scena che ho scritto. Davvero troppo. L’abbigliamento sexy di Violetta akjscbliduejbealkjc il petto i Leon kajcsbiueska andiamo chi è che non li ama !!! il nostro Leon finalmente chiede a Vilu di andare alla festa insieme e lei è più che felice. Entrambi scoprono nuove emozioni awwwwww sono troppo teneri :3 grazi a tutti quelli che leggono e recensiscono la storia. E’ grazie ai vostri commenti che continuo a scrivere e sono davvero tanto felice che piaccia. Un bacione e un abbraccio grandissimoooooo :3 alla prossima (:

 

Joyt

 

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Capitolo 9
*** La festa ***


Capitolo 9: La festa

 

Camilla era rientrata a casa tutta euforica. Aveva passato un pomeriggio mozzafiato insieme a Diego. Con lo spagnolo stava bene si sentiva felice e spensierata come se tutti i suoi problemi svanissero. Era diventato il suo punto per la felicità. Avevano parlato moltissimo e si erano conosciuti molto di più. Il moro non era come pensava lei. Era gentile, simpatico e a volte anche timido. Aveva capito che usava la sua fama come scudo per il suo carattere chiuso. Lo si poteva scorgere nei suoi occhi marrone scuro. Le urla che provenivano dalla cucina la fecero risvegliare dai suoi bei pensieri ritornando alla triste realtà. I suoi genitori ormai erano mesi che litigavano e non riuscivano più ad andare d’accordo e naturalmente era lei l’unica che ci rimetteva. Soffriva troppo per questa situazione ormai diventata pesante e continuava ad essere difficile conviverci ogni giorno di più. Aveva cercato in tanti modi di farli ragionar per ritrovare la pace, ma la obbligavano a non immischiarsi nei loro problemi. E non aveva altra scelta. Rimaneva pomeriggi interi in camera ad ascoltare o comporre musica. Era la sua unica salvezza. Non ne aveva mai parlato con le sue amiche. Era l’unica cosa che non sapevano di lei. Aveva paura di caricarle di un peso perché nonostante tutto Violetta aveva sofferto e soffriva di più di lei dopo la mancanza del padre. Cercava molto spesso di uscire di casa per non restare nell’inferno. Non ne poteva più. Calde e amare lacrime iniziarono a scivolare lungo il viso ormai pallido della ragazza che si era accovacciata nel suo letto. Aveva passato davvero una bellissima giornata ma il rientro a casa l’aveva completamente stravolta. Cercò di distrarsi da quelli orribili pensieri e si ricordò solo in quel momento che Diego l’aveva invitata ad una festa. Un piccolo sorriso le spuntò lentamente sul viso. Voleva raccontare tutto alle sue amiche, ma in quel momento non riusciva ad alzarsi dal letto. Quel pianto l’aveva sfinita. il display del telefonino si illuminò mostrando sullo schermo un nuovo messaggio da Violetta

 Vieni a casa mia. Ho una notizia da darti. Un bacio -Vilu

 Sbuffò sonoramente al pensiero di alzarsi e con tutte le forze che le rimasero si avviò verso il bagno per cambiarsi. Pronta, uscì da casa senza farsi notare dai genitori dirigendosi verso casa della Castillo.

  “Siete pronte?” chiese euforica Violetta. “Non stiamo più nella pelle!” risposero all’unisono le due amiche. “Leon…” iniziò la ragazza. “Leon..?” la incitarono Francesca e Camilla. Aveva avvisato entrambe le sue amiche per annunciarle la bellissima notizia. “… mi ha invitato ad una festa” concluse mentre le guance si colorarono di rosso. Le tre ragazze rimasero qualche secondo in silenzio prima di assalire la Castillo in un calorosissimo abbraccio facendo si che finissero nel letto di Violetta. “Io lo sapevo!! Sapevo che c’era qualcosa tra voi due!” esclamò l’italiana che ricevette uno sguardo di appoggio dalla rossa mentre Violetta abbassò la testa visibilmente imbarazzata. L’amica aveva ragione. C’è sempre stato uno strano feeling tra di loro. Anche se all’inizio il comportamento non le era piaciuto, alla fine si è dimostrato carino e dolce nei suoi confronti. “Di che festa si tratta?” chiese curiosa l’italiana. “Un suo amico ha organizzato una festa al suo locale ed ha imposto che ogni ragazzo che veniva invitato doveva portare una ragazza e Leon ha scelto me!” calò il silenzio per tutta la stanza mentre Francesca e Camilla riflettevano su ciò che aveva appena detto l’amica. Anche loro erano state invitate ad una festa e per lo stesso. “Anche io sono stata invitata a quella festa!” escalamarono all’unisono le due giovani per poi guardarsi. “Non ci credo…” sussurrò la Castillo particolarmente sorpresa. Dopo un manciata di secondi di silenzio e scambio di sguardi le tre ragazze iniziarono ad urlare contente e correre per tutta la stanza come delle bambine che avevano appena comprato un nuovo gioco. “ragazze, ho un’idea!” disse di botto la mora. “Spara!” esclamarono le due. “che ne dite di fare un pigiama party e di decidere insieme cosa mettere domani sera?” Camilla e Violetta si guardarono per un attimo per poi saltare di nuovo sopra la ragazza. “Sei un genio Fran!”

 Le tre ragazze entrarono allo Studio tenendosi per mano affiatate per la corsa che avevano fatto. “A dopo ragazze!” Violetta salutò di fretta le due amiche mentre si stava già dirigendo verso gli armadietti per riporre gli spartiti. Fu un attimo e due mani caldi, grandi e forti la strinsero velocemente. Le sfiorò lentamente sorridendo dolcemente al pensiero di chi fosse. “Buongiorno zuccherino” le sussurrò con voce roca. Fu un attimo e la girò verso di sé e le fece poggiare la schiena sugli armadietti mentre teneva ancora avidamente e saldamente la vita della ragazza. “Buongiorno Vargas” sussurrò Violetta con ancora il sorriso stampato in viso il quale contagiò anche il messicano. Era la prima volta che lo chiamava per cognome, ma era comunque una cosa dolce e provocante allo stesso tempo. Alzò la mano fino all’altezza del collo per poi accarezzarlo delicatamente così da sentire la pelle liscia e morbida del ragazzo. “Pronta per stasera?” appoggiò delicatamente la fronte su quella della ragazza scrutando attentamente e profondamente gli occhi nocciola scuri di Violetta che ritornò seria compiendo lo stesso gesto del ragazzo mentre accarezzava con il pollice il collo di Leon facendo si che si rilassasse a quelle piccole ma intensi attenzioni. “Si… e tu sei pronto?” “Non aspetto altro” sorrise avvolgendo con entrambe le braccia la vita della Castillo da far si che i loro petti combaciassero perfettamente. Se qualcun altro gli avrebbe visti avrebbe dato per scontato che fossero fidanzati. Velocemente un brivido percorse i corpi di entrambi i ragazzi lasciandoli senza fiato. Amavano quelle emozioni. Anche se all’inizio erano strane ma intense, non si erano mai ritrassi a ciò. Era qualcosa di troppo travolgente ed automaticamente provavano un’attrazione fortissima. La ragazza iniziò a sentire una strana ma bellissima sensazione proprio all’altezza dello stomaco facendola sorridere mentre si stringeva ancora di più a Leon. “Allora ti passo a prendere stasera?” “Ma non sai dove abito” rise di gusto la castana facendo sorridere il ragazzo che si era completamente incantato a sentire la sua risata. Le era sembrato qualcosa di così meraviglioso e cristallino che a chi non sarebbe piaciuto. “Ho un motivo per accompagnarti oggi a casa” Violetta arrossì di botto. Voleva contestare, ma non aveva altra scelta. Annui per poi rispondere con un ‘ d’accordo ‘. “A dopo, allora.” “A dopo.” Sussurrarono e il ragazzo si avvicino cautamente al viso della ragazza depositandole un intenso bacio all’angolo della bocca mentre Violetta allacciò le braccia al collo e con una accarezzò i capelli soffici del giovane. Si staccò lentamente per poi salutarla con un occhiolino mentre la ragazza lo salutò con un gesto di mano visibilmente in imbarazzo.

 Angie cercava disperatamente uno spartito nella sala professori ormai da troppo tempo. Stava perdendo la pazienza. La porta si spalancò improvvisamente. Gli occhi verdi della donna incontrarono quelli scuri del professore Galindo. Un lampo di tristezza pervase il corpo di Angie ricordandosi di ciò che era successo il giorno prima. “Buongiorno” disse freddamente la Saramego senza neanche guardarlo negli occhi. Riprese a cercare quel maledetto spartito. Voleva uscire il prima possibile da quella stanza. “Angie, possiamo parlare?” il tono di Pablo era calmo e dolce. “Di cosa vuoi parlare?” il modo in cui la donna rispose fece venire un dolore al petto a Galindo. Non voleva che le cose andassero così. Sapeva perché la sua migliore amica stava così male. “Senti… so che non ti va a genio che io stia con Jade però…” Angie lo bloccò con un gesto di mano. Sapeva dove voleva andare a parare ma non aveva voglia di toccare quell’argomento. “Pablo, tu puoi fare quello che vuoi. Non sono quella gestisce la tua vita e non sono nessuno per dirti con chi devi stare e chi no quindi stai tranquillo che io sto benissimo. Adesso, se permetti, devo lavorare.” Dopo aver finalmente trovato il foglio che le serviva uscì dall’aula lasciando Pablo a bocca aperta. Sapeva che questa situazione li avrebbe portati ad un distacco, ma non si aspettava un comportamento così freddo. Si passò una mano accarezzando la poca barba che aveva. Voleva chiarire con l’amica, ma avrebbe dovuto aspettare che si calmasse e che sbollentasse un po’. Sospirò ed uscì anche lui per poi avviarsi verso l’uscita. Aveva bisogno di riflettere e non c’era cosa migliore di una bella boccata d’aria.

 Violetta guardò velocemente l’orologio in attesa che arrivasse Leon. Era emozionata all’idea della festa, di Leon. Era una nuova esperienza andare ad una festa con un ragazzo tra l’altro carino. Esattamente come era successo poche ore prima, il ragazzo la sorprese prendendola dalla vita e la girò lentamente verso di sé. “Andiamo?” le chiese porgendole la mano. Annuì abbassando lo sguardo e lentamente prese la mano del ragazzo che fece intrecciare le loro dita. Le erano mancate queste emozioni. Da quanto tempo è che non le sentiva? Troppo tempo ormai e in quel momento se le stava godendo e vivendo tutte. Ogni minimo gesto, ogni piccolo dettaglio, non le sfuggiva niente. Sentiva la mano del giovane avvolgere completamente con il suo calore la sua piccola e fragile. Leon era rimasto quasi tutto il tempo girato verso la ragazza. Di profilo è ancora più bella, pensò. La cosa più tenera che lo colpì fu il suo piccolo nasino. Era bellissimo. Tutto di lei era bello. Sentiva come la sua mano grande e calda avvolgeva quella della ragazza. Era un gesto di pura protezione. Non sapeva perché, ma le cose tra loro stavano cambiando. C’era qualcosa che non riusciva a capire che li accomunava troppo. Lo aveva capito perchè i suoi occhi erano cupi esattamente come i suoi. Per ora non voleva andare fino in fondo a capire cos’era esattamente. Voleva godersi questi momenti e queste emozioni così nuove gli facevano paura, ma ne era tremendamente attratto. Vide Violetta fermarsi. Erano arrivati. Davanti a lui c’era un’enorme villa. Rimase stupito dalla tanta bellezza di quella casa. “Wow… è bellissima! Non mi aspettavo che vivessi in una casa così grande.” Una piccola risata uscì dalle labbra della ragazza. Si riconcentrò sugli occhi della ragazza incantandosi ancora per la tanta bellezza.”A stasera, allora.” “A stasera.” Si avvicinò di più e velocemente abbracciò la ragazza avvolgendo la schiena con le sue possenti braccia poggiando la testa sull’incavo del collo. Non si era mai soffermato sul suo profumo, ma ora che lo aveva fatto lo respirò a pieni polmoni e il cuore iniziò a battere più veloce del solito. Era davvero buonissimo. Un profumo dolce e raffinato che la rappresentava. Con una mano passò ad accarezzare i capelli che alle punte erano tendenti al biondo. Erano anch’essi profumati e di una morbidezza assoluta. La Castillo si stava vivendo pienamente quelle carezze così dolci e anche lei prese ad accarezzare i capelli color oro del ragazzo. Avvicinò la bocca al collo, chiuse gli occhi e gli depositò un lungo bacio. Era un gesto di ringraziamento. Assaporò la pelle del ragazzo. Era così buona che non voleva più staccarsi, anzi, voleva continuare a baciare la pelle morbida del messicano, ma sapeva che non era possibile. Lentamente si staccarono e il ragazzo le prese entrambe le mani. Ricollegarono i loro sguardi per qualche minuto perdendosi entrambi negli occhi dell’altro. Leon lasciò le mani e la ragazza entrò dentro casa.

“Mamma! Sono a casa!” da dentro la cucina sbucò la donna in attesa del ritorno della figlia. “Tesoro! Com’è andata oggi?” “Benissimo mamma.” Sorrise. Uno di quei sorrisi che ormai erano anni che non le spuntava. “Mmm… Qui c’è qualcosa di più” un sorriso furbo si espanse nel viso di Maria. La ragazza abbassò lo sguardo in difficoltà e in imbarazzo. “Senti mamma... stasera sono stata invitata ad una festa. Posso andarci?” “Oh, certo tesoro!” la donna abbracciò di slancio la sua piccolina “Grazie mamma.” Maria strinse ancora di più la figlia. Stavano passando un periodo particolarmente pesante. Sentivano la mancanza di German in modo soffocante. Ma la Saramego aveva visto che la figlia era presa da tutt’altro e ne era felice. Era contenta che riusciva a distrarsi mentre lei ogni mattina, quando si svegliava non c’era nessuno affianco a lei, nessuno che le dava il buongiorno con un bel bacio. Cercava di non farsi vedere dalla figlia in quello stato. Voleva il meglio per lei, la sua serenità e sapeva che almeno lei poteva rimediare per tutto il dolore che si era creato.

 Violetta si specchiava davanti allo specchio. Era pronta e stava solo aspettando l’arrivo di Leon. Si era vestita in modo elegante ma allo stesso tempo non troppo. Indossava un gonna bianca, corta davanti e lunga dietro ed una maglietta senza spalline sempre bianca, ma con dei brillantini color oro ed un paio di ballerine. Aveva sistemato per bene i capelli tirandoli tutti da un lato. Si era truccata non troppo pesantemente ed aveva messo un piccolo ciondolo che le aveva regalato il padre. Scese le scale e salutò la madre che l’aveva avvisata che Leon la stava aspettando fuori. Prima di varcare la porta fece un bel respiro e si tranquillizzò. Era tesa perché aveva paura che non sarebbe piaciuta al messicano. Prese a camminare e appena aprì il cancello si ritrovo davanti il giovane più bello che mai. Perse per qualche secondo il respiro squadrandolo per tutto il corpo. Indossava una camicia bianca sbottonata ai primi due bottoni e aveva le maniche arrotolate fino ai gomiti. Un paio di pinocchietti color blu scuro, le Vans grigie ed una catena color oro che gli circondava il collo. Era bellissimo. Incontrò lo sguardo del ragazzo che era molto sorpreso e abbagliato da ciò che gli si presentava di fronte. Si avvicinò alla ragazza prendendole una mano. La fece girare su se stessa mentre la sua mente cercava di contemplare tanta bellezza. E’ davvero bellissima pensò emozionato. “Sei bellissima.” Sussurrò per poi prenderle le mani e poggiare la fronte sulla sua. Sorrisero felici. Incatenarono come sempre i loro sguardi che si fecero lentamente seri. “Anche tu stai davvero bene.” Violetta ruppe il silenzio che si era creato. “Lo so.” Rispose con strafottenza e dolcezza allo stesso tempo. “Sei sempre il solito” rispose ridendo. “Ho una cosa per te.” Lasciò la mano della ragazza tenendo sempre stretta l’altra. La portò dietro la schiena e poi porse una rosa bianca alla ragazza. Con stupore e timore la prese tra le mani e sorrise dolcemente. Le rose bianche erano il suo fiore preferito. “Amo le rose bianche” disse per poi annusarne il dolce profumo. “Sono i miei fiori preferiti.” “Sono anche i miei fiori preferiti.” Alzò velocemente lo sguardo e poi lo abbracciò. Leon avvolse, come ormai amava fare, le braccia intorno alla schiena facendo attaccare i loro corpi completamente. “Grazie mille.” Gli sussurrò all’orecchio. “Immortaliamo questo bel momento?” “Vuoi fare una foto con me?” “No guarda con il muro.” Rispose ovvio il messicano e la ragazza scoppiò a ridere. Cacciò dalla tasca del pantalone un telefono di ultimo modello e accese la foto-camera. “Vieni qui.” Strinse con un braccio la ragazza che con una mano teneva la rosa e l’altra l’aveva appoggiata al petto di Leon. Schiaccio il pulsante e dopo videro la foto. Era una bellissima foto. “Poi la mandi anche a me. “ “Senza dubbio, ma ora andiamo che è tardi.” Le prese la mano e, come aveva fatto la mattina stessa, fece intrecciare le dita.

 “Ragazze!” Violetta riuscì ad intravedere fra tutte quelle persone le sue due amiche. “Vilu! Sei bellissima!” Esclamarono all’unisono “Anche voi ragazze siete meravigliose. Ma i vostri ‘cavalieri’ dove sono?” “Sono andati a prenderci da bere. E invece Leon dov’è?” “Non lo so è da un po’ che lo cerco. Ero andata un attimo in bagno e poi non l’ho più visto.” Disse cercando con lo sguardo il ragazzo. Si bloccò di colpo vedendo la figura del messicano muoversi in direzione opposta a quella sua e parlava allegramente con una ragazza dai capelli castani. Una fitta allo stomaco la fece quasi accasciare. Prima mi invita e poi se ne va con altre ragazze pensò la ragazza delusa. Le due amiche seguirono con lo sguardo la direzione dove Violetta era rimasta imbambolata e guardarono stupefatte la scena per poi girarsi l’una di fronte all’altra. Si lasciarono un sguardo come per dire ‘ora sono guai ’ e poi si girarono verso la Castillo infuriata. “Se lui fa così, anche io lo farò” e senza dare il tempo alle due ragazze di parlare, si diresse verso la pista da ballo. Iniziò a ballare in modo attraente e non si accorse che due ragazzi si erano avvicinati a lei ballandoci intorno. Leon, intanto, aveva concluso la sua ‘chiacchierata’ con l’amica e cercava ormai da troppo tempo Violetta che appena vide in pista ballare con quei due contrasse violentemente la mascella e serrò i pugni. Iniziò a spintonare tutti così da poter raggiungere la pista da ballo e prese la ragazza per un polso e la portò fuori. Fuori dal locale la spinse fino a farla appoggiare al muro tenendole saldamente le spalle “MI spieghi che diavolo stavi facendo?!” “Spiegami tu cosa stavi facendo” gli disse puntandoli il dito contro. “Io non ho fatto niente! Sei tu che ti lascio per qualche minuto e ti stavi strusciando su due ragazzi!” urlò Leon. “Io non mi stavo strusciando su nessuno! Sei tu quello che ti lascio per andare in bagno e poi ti vedo ridere e scherzare con un’altra ragazza!” sbraitò Violetta ancora più infuriata. “Stavo solo parlando con un’amica di vecchia data! Sei tu che vai a pensare sempre male!” rimasero per qualche minuto a scambiarsi sguardi e calmandosi. La castana sospirò e abbassò lo sguardo “Scusa, non volevo e solo che ho pensato subito che avresti potuto invitare un’altra ragazza quando ti ho visto con quella lì. Non ho ragionato ed ho pensato di farlo per ripicca.” Si scusò Violetta “Anche io ho sbagliato a non avvisarti pero poi quando ti ho visto che ballavi con quei due non ci ho visto più.” Prese un minuto di pausa per poi continuare “Non dobbiamo litigare per queste stupidaggini. Stai diventando giorno per giorno una persona troppo importante per me, Vilu e non posso perderti per queste sciocchezze.” Le accarezzò una guancia e un sorriso si fece spazio nel suo viso. “Hai ragione, Leon. E poi neanche io posso perderti.” Sussurrò sorridendo e appoggiando la mano su quella del messicano. Si fecero di nuovo seri e il ragazzo fece scendere il braccio che teneva all’altezza della spalla fino alla vita avvolgendola facendola avvicinare di più a sé. Violetta alzò il braccio circondando il collo del messicano e presero ad avvicinarsi con i visi fino a far sfiorare i nasi. Lo sguardo del messicano si alternava tra gli occhi della Castllo e le sue labbra. La ragazza attirò il viso del ragazzo con il braccio. Le labbra ormai erano ad un soffio. Fu un attimo e le fecero combaciare tra di loro. Un vortice di emozioni avvolse entrambi i giovani. Iniziarono a far muovere in simbiosi le bocche finché il ragazzo non si fece spazio con la lingua. Iniziò ad esplorare tutta la bocca della ragazza. Lei stava accarezzando freneticamente e dolcemente i capelli del messicano mentre prese a baciare il ragazzo con più passione. Il ragazzo iniziò ad accarezzare lentamente la schiena della ragazza senza mai arrivare fino in fondo. Erano avvinghiati tra di loro e continuavano a baciarsi nonostante il bisogno di prendere aria. Provarono delle emozioni che mai e poi mai avevano provato in vita loro. Non riuscivano più a staccarsi come se l’uno aveva bisogno dell’altro. Lentamente fu Violetta a staccarsi dalle labbra del messicano. Avevano un sapore dolce e selvaggio allo stesso tempo e poi erano di una morbidezza assoluta. Teneva ancora gli occhi chiuse per la troppa emozione. Leon stava ancora metabolizzando cosa era appena successo. Il cuore non riusciva ad avere un ritmo regolare come quello della ragazza d'altronde. Le labbra della ragazza avevano un sapore buonissimo che gli dispiacque da morire doversi staccare. Anche lui teneva ancora gli occhi chiusi recuperando aria. Aprirono nello stesso momento gli occhi per poi incrociarsi. Ognuno vide negli occhi dell’latro un luccichio diverso dal solito. I loro occhi brillavano. Leon accennò un piccolo sorriso che contagiò immediatamente la ragazza in un sorriso di pura felicità. Da quanto tempo è che voleva baciarlo? Tanto, tanto tempo e ora le sembrava un sogno. Si riavvicinarono velocemente facendo combaciare ancora le bocche ormai impazienti di giocare ancora tra loro. Con quel bacio avevano capito che l’uno faceva bene all’altro e difficilmente si sarebbero divisi.

 

 

 

Angolo autrice: Hooolaaaaa a todooos! Come state?? Spero bene :) mi scuso per il lunghissimo ritardo, ma di questi tempi non ho avuto tanto tempo per scrivere. Alloraaaa … Camilla passato un pomeriggio da favola con Diego ma scopriamo che anche lei ha dei problemi in casa. Poi c’è il ritrovo tra le ragazze e scoprono che sono state invitate alla stessa festa xD dopo ci sono i nostri amati Leonettaaa jiaocijusbpiuewfujd *-* io li amo troppo :3 successivamente abbiamo un incontro Pangie che non sembra andare molto bene :( ma anche loro avranno il momento di riappacificazione ;) poi ci sono di nuovo i carissimi Leonetta e Leon riporta a casa Violetta. Poi c’è anche un momento mamma e figlia tenerissimo!!! :3 ed infine come sempre i nostri amatissimi Leonetta con il loro momento di gelosia e in conclusione *fa partire i fuochi di artificio* il bacioooo!!! Jakhvcoueylkahshbco mi dispiace se non mi sono potuta soffermare troppo a commentare il capitolo, ma aspetto con ansia commenti e spero di essermi fatta perdonare con questo capitolone pieno di emozioni e momenti di dolcezza :3 *-* alla prossimaaaa!! (Spero non stroppo tardi xD)

 

Joyt

 

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Capitolo 10
*** Un nuovo mistero ***


Capitolo 10 : Un nuovo mistero

 

Labbra su labbra, corpo contro corpo, emozioni su emozioni. I due ragazzi erano ancora intenti a baciarsi con dolcezza e passione. Entrambi avevano baciato molte altre persone, ma in quel momento sentivano che non c’era cosa più bella di toccare l’uno le labbra dell’altro. Violetta aveva sentito le gambe cedere, ma grazie alla stretta del messicano riusciva a stare ancora in piedi. Mentre baciava Leon sentiva delle sensazioni pervaderle tutto il corpo, ogni minuscola cellula. Il cuore ormai batteva all’impazzata. Si sentiva protetta dal corpo del giovane. Stare tra le sue braccia era come se stesse a casa. Aveva capito, nel preciso istante in cui le loro labbra si sono toccate, che provava qualcosa di forte e profondo per Leon. Non era solo una semplice cotta. Era qualcosa di ancora più forte, forse anche troppo. L’idea di stare con lui la rendeva felice e serena. Leon continuava ad accarezzare con dolcezza e tenerezza quelle morbide e carnose labbra. Teneva stretto il corpo della ragazza. Sentiva che ne era il protettore. Quel corpicino così fragile apparteneva ad una ragazza timida e forte allo stesso tempo. Iniziarono a sentire la mancanza di aria, ma continuarono a baciarsi bisognosi l’uno dell’altro. Il ragazzo morse affettuosamente il labbro carnoso di Violetta. Poggiò la fronte su quella della ragazza rimanendo con gli occhi ancora chiusi mentre prendevano avidamente aria. Aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il sorriso della ragazza che teneva gli occhi ancora chiusi. Sorrise anche lui mentre continuava ad osservare quel sorriso che l’aveva stregato. Alzò lo sguardo e incrociò gli occhi color nocciola. Si accorse che erano diventati più chiari, color caramello. Li trovò estremamente dolci. Rimasero incatenati tra gli sguardi per qualche minuto prima che il messicano la avvolse in un caloroso abbraccio. “Leon!” la voce di Diego li fece immediatamente staccare. “Oh, scusate ragazzi. Non volevo interrompere il vostro momento.” Si scusò sorridendo furbamente. “Non preoccuparti Diego. Come mai mi cercavi?” “Non ti trovavo più allora mi sono preoccupato, ma a quanto pare avevi da fare.” Lanciò uno sguardo malizioso alla Castillo che divenne di colpo rossa per l’imbarazzo. “Allora rientrate?” “Si, adesso veniamo.” Cinse con un braccio la vita della ragazza e si diressero dentro il locale. “Andiamo a ballare? Sai, vorrei riprendermi il ballo che mi hanno rubato quei due ragazzi.” Sussurrò all’orecchio sorridendo facendo si che la ragazza divenne di nuovo rossa in viso. Gli accarezzò la guancia e gli rispose “Con molto piacere” lo sussurrò allo stesso modo in cui lo aveva fatto il giovane. Leon sorrise di gusto e le prese la mano conducendola in pista. Le prese la vita con entrambe le mani e la fece avvicinare velocemente verso di lui ed i loro visi erano di nuovo vicini. Diede uno sguardo veloce ai suoi occhi prima di fiondarsi di nuovo sulle labbra di Violetta che ricambiò volentieri il bacio con trasporto. Allacciò le braccia dietro al collo del ragazzo avvicinandolo di più a sé. Assaporarono quel bacio più di prima facendoli andare fuori di testa. Schiusero nello stesso momento le labbra incontrando le loro lingue che iniziarono ad accarezzarsi e giocare tra di loro. Leon, preso da tante emozioni accarezzò la schiena della ragazza mentre Violetta con una mano accarezzava i capelli tirandone ti tanto in tanto le punte mentre con l’altra sfiorava con le unghie il collo del messicano. Una musica abbastanza ritmata partì facendo staccare i due giovani dal loro sensazionale bacio. Si guardarono, sorrisero ed iniziarono a ballare incatenati tra di loro. Violetta aveva ancora il sorriso stampato in faccia e teneva il capo poggiato sull’incavo del collo di Leon cosi da poter inebriarsi del profumo del ragazzo. Iniziò a ballare sensualmente muovendo il bacino a ritmo di musica accompagnata dal corpo di Leon. Si stava godendo il momento e il profumo del ragazzo l’aveva completamente stregata così portò le sue labbra a contatto con la pelle del ragazzo iniziando a baciarne ogni piccola particella assaggiandone bacio dopo bacio. Leon iniziò a perdere la testa e sentì dei brividi lungo la schiena che non sembravano volevano finire. Sentì le vene pulsare per tutto il corpo e d’istinto strinse Violetta più forte a sé. “Mi stai facendo impazzire.” Le sussurrò all’orecchio con voce sensuale e roca. Alzò il capo così da poter incontrare gli occhi verdi brillanti del ragazzo. Sorrise soddisfatta e maliziosa, prese con entrambe le mani il viso di Leon conducendolo verso il suo. “il mio intento è questo.” Lo disse con voce bassa e tagliente mentre non perdeva il contatto visivo con il castano. “Allora farò anche io la stessa cosa.” Rispose Leon e la Castilo non perse un secondo e fece ricombaciare le labbra in un nuovo ed appassionato bacio. “Camilla… sbaglio o quelli sono Leon e Violetta che si baciano?” la rossa si girò verso la direzione dei due giovani, assemblò ciò che vide e spalancò la bocca in segno di stupore. Si girò verso l’amica e si scambiarono un entusiasmante battito di mani. “Io lo sapevo” disse Francesca vantandosi. 

Mano nella mano Leon stava riaccompagnando Violetta a casa. Un silenzio di tomba regnava tra di loro presi dalle troppe emozioni vissute. Violetta di tanto in tanto lanciava uno sguardo verso Leon, ma appena vedeva che il ragazzo si girava tornava a guardare nella sua direzione. Si fermarono insieme giunti davanti casa della ragazza. “E’ stata una bellissima serata” iniziò il ragazzo. Violetta sorrise annuendo leggermente. Leon le prese le mani come faceva sempre e si avvicinò sfiorandole il viso con il naso e sorrisero. “Ora posso baciarti in tranquillità senza che nessuno ci interrompa” lo disse quasi in sottovoce e Violetta non potè non rimanere incantata dalle labbra mentre parlava. Si leccò le labbra impaziente di poter baciare di nuovo quelle del messicano. Erano dolci e morbide ed allo stesso tempo aggressive. Le adorava da morire nonostante aveva avuto quelle poche occasioni. “Hai il telefono spento?” gli chiese ridendo “Si, se non esce nessuno da casa tua non credo avrai scampo.” “E se io non volessi?” lo stuzzicò la ragazza “Lo sai più di me che stai morendo dalla voglia di baciarmi.” “Allora baciami e basta parole” Leon sorrise soddisfatto e tornò in un attimo serio avvicinando lentamente la sua bocca per poi sporgere le labbra verso quelle di Violetta. Un tocco di labbra. Un dolce tocco. Lasciò le mani della ragazza che fino a quel momento aveva tenuto saldamente e le prese la vita facendo toccare i loro bacini. La intrappolò in un nuovo bacio passionale. Di nuovo un’ondata di emozioni pervase i due giovani. Violetta incorniciò il viso di Leon con le mani in modo tale che non avesse via di uscita. Un formicolio sempre più frequente si fece spazio nello stomaco. Emozioni troppo belle per essere vere. Gli baciò dolcemente il labbro superiore dopo essersi staccati affannati. Leon avvicinò la bocca all’orecchio. “Questa sera mi hai proprio stregato e spero che questo incantesimo non finisca.” Scese fino al collo ed iniziò a baciarlo teneramente. Violetta rimase incantata dalle parole del ragazzo e, senza volerlo, iniziò a ridere a voce bassa per i baci infuocati sul collo. Strinse più forte il viso del messicano e poi fece scendere le braccia al busto avvolgendolo in un dolce abbraccio. “Lo spero anche io che non finisca.” Gli baciò il naso e sciolse lentamente l’abbraccio fino a lasciare completamente anche le mani. “Ci vediamo allo Studio?” chiese speranzoso Leon. Violetta sorrise e rispose con un ‘Certo’ per poi entrare in casa.   

Lunedì mattina. Tutti odiavano il lunedì. Violetta quella mattina, invece, era felice dopo tanto tempo, finalmente. Non vedeva l’ora di entrare allo Studio per vedere Leon. La notte prima aveva chiuso occhio per poco tempo, riassaporando le emozioni provate la sera della festa. Ma un dubbio gli era sorto. Una domanda che ormai l’assillava. Che cosa erano ora lei ed il messicano? Stavano insieme oppure no? E quel bacio? Era troppo tesa perché pensava il peggio. Pensava che Leon l’avesse presa come una ragazza ‘botta e via’. Varcò il portone principale e l’atmosfera dello Studio la fece ritornare sulla Terra. Cercò con lo sguardo la figura del ragazzo, ma invano. Sicuramente starà nell’aula di ballo pensò la ragazza. Entrò velocemente non trovando nessuno. Iniziò a sentire il cuore battere sempre più forte, preso mano a mano dalla paura. Forse l’aveva solo illusa con il suo modo di fare. L’aveva usata come un giocattolo. Mille pensieri e troppa paura. Leon non era allo Studio e Violetta si sentì persa in un labirinto di emozioni. Doveva andare via. Doveva trovare un posto di tranquillità e pace. Sapeva dove andare. Prese a camminare velocemente stringendosi il cardigan lungo grigio per il vento che tirava. Arrivò davanti al grande cancello di ferro già aperto forse per la presenza di altre persone. Fece un passo in avanti e lo attraverso ed un’altra folata di vento la fece rabbrividire. Da quanto tempo non ci ritornava? Tanto, troppo. Camminò lungo il percorso dirigendosi verso il nome interessato. Quanti nomi c’erano in quel posto. Nomi di persone giovani e anziani. Non era un posto che trasmetteva felicità. Sentì sotto i piedi le pietre scricchiolare. C’era già qualcuno che era andato a trovare il suo caro. Qualcuno piangeva, qualcuno parlava. Continuò per la sua strada giungendo, finalmente, nel posto desiderato. Lì, davanti a lei giaceva la persona più importante della sua vita. Un nome. German Castillo. Una foto rappresentava il volto dell’uomo. Le dita della ragazza sfiorarono delicatamente la figura intrappolata tra il vetro. Una lacrima scese molto delicatamente rigando il volto liscio della giovane. Sorrise ricordandosi dei bei momenti, anche se pochi, passati insieme. “Quante cose vorrei raccontarti” disse con voce strozzata. Avvicinò le labbra alla foto lasciandone un delicatissimo bacio. “Ciao papà” sussurrò per poi girarsi dirigendosi verso l’uscita. Era consapevole che in quel posto era l’unica ragazza giovane. C’erano tanti corridoi ognuno pieni di nomi. Si girava per scrutare le persone che portavano fiori e si soffiavano in continuazione il naso. Ogni volta che ci andava usciva con gli occhi rossi e gonfi. Sapere che il corpo del padre era riposto in una tomba la faceva andare fuori di sé. Lui non meritava quel posto. Ma non era di certo per colpa sua che era andata così. Si girò per vedere l’ultimo corridoio prima di uscire e le si bloccò il respiro quando vide quella figura. Leon. Cosa ci faceva lì? Piangeva disperato mentre accarezzava la tomba di qualcuno. Violetta sbiancò. Pensava di trovare Leon dappertutto ma non lì. Non era possibile. Chi poteva giacere in quel letto? Chi era quella persona che faceva tanto star male Leon?  

 

 

Angolo Autrice: Buonaseraaaa!! naturalmente spunto di sorpresa ed in ritardo :( comunque non ho il tempo necessario per commentare questo capitolo, allora lo lascio fare a voi sperando che sia stato di vostro gradimento. grazie per chi continua a seguire la storia :) un bacio a tuttiiiii!!  Aspetto le vostre recensioni con molto piacere ;) 

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