I stayed in the darkness with you di ivi87 (/viewuser.php?uid=119692)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - And in the dark, I can hear your heartbeat ***
Capitolo 2: *** 2 – I tried to find the sound ***
Capitolo 3: *** 3 - But then it stopped and I was in the darkness ***
Capitolo 4: *** 4 - So darkness I became ***
Capitolo 5: *** 5 - The stars, the moon ***
Capitolo 6: *** 6 - They have all been blown out ***
Capitolo 7: *** 7 - You left me in the dark ***
Capitolo 8: *** 8 – No dawn, no day ***
Capitolo 9: *** 9 - I'm always in this twilight ***
Capitolo 10: *** 10 - In the shadow of your heart ***
Capitolo 11: *** 11 - I took the stars from my eyes and then I made a map ***
Capitolo 12: *** 12 - And knew that somehow I could find my way back ***
Capitolo 13: *** 13 - Then I heard your heartbeating ***
Capitolo 14: *** 14 - You were in the darkness too ***
Capitolo 15: *** 15 - So I stayed in the darkness with you ***
Capitolo 1 *** 1 - And in the dark, I can hear your heartbeat ***
I
stayed in the darkness with you
#
1 -
And in the dark, I can hear your heartbeat
Lui
te l’aveva detto.
Eri stata
avvisata.
Entrambi avete
sentito quelle
parole. Ascoltato quella melodia.
Ti ritorna alla
mente con
violenza mentre abbassi lo sguardo sull’auto in fiamme.
“We’ll
meet again, don’t know where, don’t know when,
But I know we’ll meet again, some
sunny day”
Vi siete detti
di non perdere
la testa.
Non avreste
vissuto agli
arresti domiciliari per la follia di un serial killer.
Non vi sareste
lasciati
intimorire, avreste continuato la vostra vita di sempre.
E
così avete fatto.
Vi sembrava la
cosa migliore.
Eppure
perché mentre le lacrime
ti rigano il volto e l’odore acre di bruciato ti entra nei
polmoni pensi che
avreste potuto fare qualcosa per evitarlo?
Chi diavolo si
sposa con un
serial killer a piede libero che ce l’ha con gli sposi?
Probabilmente tu
stessa gli hai
dato l’idea, pubblicando l’annuncio del vostro
fidanzamento sul New
York Ledger.
Quanto sei stata
stupida?
Ti sei lasciata
andare. L’amore
ti ha annebbiato il cervello.
La tua mente
analitica e
razionale è stata messa all’angolo dai tuoi
sentimenti ed ora ne paghi le
conseguenze.
Senti le urla di
dolore di
Martha ed Alexis, dietro di te.
Ryan ed Esposito
stanno
telefonando ad ogni autorità del luogo.
Continui a
piangere in silenzio
senza riuscire a voltarti verso di loro.
Il fuoco ti
ipnotizza. È come
se ti parlasse. Ti sussurra che è finita.
Stringi i pugni
e con decisione
li sollevi per asciugarti le guance.
No, non
è finita.
Non se il
cervello torna ad
avere la meglio sul cuore.
Non è
finita se riesci a
mettere da parte tutto il dolore e l’amore per Castle e torni
ad essere il
detective Beckett di 5 anni fa.
Ti concedi un
ultimo minuto per
dirgli mentalmente addio, a lui, e alla parte di te a cui hai appena
rinunciato.
Riapri gli occhi
ed è come se
fossi un’altra persona.
Ascolti le voci
alle tue
spalle.
Esposito sta
sussurrando a Ryan
di controllare le visite che Bracken ha ricevuto in cella da quando
è stato
arrestato sino ad ora.
Ryan gli
risponde che sarebbe
bene controllare anche le telefonate partite dal carcere e i movimenti
del suo
avvocato.
Sono convinti
inoltre che ci
sia la possibilità che l’ex senatore abbia
corrotto qualche secondino come fece
in passato per liberare Lockwood.
Immagazzini ogni
loro parola.
Lo credono un atto di vendetta di Bracken nei tuoi confronti.
Ma il tuo
istinto non ne è
convinto.
Senti nel
profondo che quel
capitolo è completamente chiuso.
Finalmente ti
volti e cerchi di
ignorare tutti quegli sguardi atterriti e devastati.
“Non
è stato Bracken”, esclami
asciutta “È stato Jerry Tyson”.
Li vedi
sussultare mentre ti
chiedono come puoi esserne così certa.
Non rispondi ma
sai che Tyson
non aspettava altro.
Sai che ne
sarebbe capace.
Dovresti credere
che sia solamente
uscito di strada?
L’unico
uomo che sia mai
riuscito a tenere testa al famigerato 3xk muore per un fatale incidente
stradale?
Tyson
l’ha spinto fuori strada
di proposito per eliminare il suo avversario e rovinare la tua vita
togliendoti
l’unico uomo che tu abbia veramente amato.
Purtroppo non lo
puoi provare.
L’addestramento
da detective ti
sta dicendo che non hai una pista valida da seguire.
È
solo una tua supposizione.
Il tuo primo
pensiero è volato
verso quella canzone sentita tempo fa ma la ragione ti sta frenando.
Hai bisogno di
prove. Dati.
Testimoni. Analisi della scientifica.
Devi andartene
da lì e
cominciare le indagini.
Eppure, per
lunghi
interminabili minuti, non riesci a far altro che guardare
quell’auto in fiamme
sperando che i vigili del fuoco non trovino nessuno al suo interno.
Ivi’s
corner:
E rieccomi con
una long, non
troppo long :)
Se vi va mi
piacerebbe
intraprendere questo viaggio con voi!
Critiche e
consigli sono sempre
bene accetti ;)
Inizialmente,
volevo scrivere
una shot post season finale, ma Ari mi ha convinto *cough* costretto!!!
*cough* a proseguirla, quindi se sono qui a
tediarvi è anche per colpa sua dato che mi ha aiutata a
gettare le basi di
questa storia u.u Lovviuuuuu
Reb e Zia Moni
mi hanno
spiegato come usare paint perciò se il banner non mi
è venuto proprio una schifess
è merito loro :) thaaanks (ma chiedo scusa per le dimensioni enormi, nei prossimi capitoli lo rimpicciolisco :-// )
La mia beta,
è sempre lei, la
nocciolina super più, multitasking che non dorme mai!
Altri
ringraziamenti nei
prossimi capitoli ahahah altrimenti l’angolo diventa
chilometricoooo.
See you soon,
Ivi87
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Capitolo 2 *** 2 – I tried to find the sound ***
#
2 – I
tried to find the sound
Rientri a grandi
passi nella
stanza in cui ti sei preparata per il giorno che doveva essere il
più
importante della tua vita.
Adesso non vedi
l’ora di
levarti quel vestito e tutto quello che rappresenta.
Hai portato con
te Martha e
Alexis che, disperate, ti aspettano nella stanza accanto.
Lei hai dovute
portare via di
peso mentre i vigili del fuoco cercavano di domare le fiamme e gli
uomini della
Scientifica si occupavano di raccogliere i pezzi
dell’automobile e di fare i
dovuti rilievi sull’asfalto.
Ti senti
meschina ma non vuoi
stare con le due donne.
Non senza unirti
a loro nella
disperazione. Non senza almeno avere delle risposte, delle certezze.
Siete ancora in
attesa di
sapere se l’uomo che tutte e tre amate sia davvero in
quell’auto.
Te lo sei
ripromessa. Non ti
saresti lasciata coinvolgere dalle emozioni.
Non ti puoi
permettere di
pensare alla morte di Castle nemmeno per un secondo o non riusciresti
mai a
trovare il responsabile.
Non riusciresti
nemmeno ad
alzarti dal letto. A mangiare. A dormire. A respirare.
Un leggero
bussare ti impedisce
di iniziare a spogliarti.
Alexis si
avvicina con gli
occhi gonfi pieni di lacrime e quando ti vede con ancora
l’abito bianco addosso
scoppia di nuovo a piangere.
Senti il tuo
cuore contrarsi e
gli occhi inumidirsi.
No,
nessun cedimento, Kate!
“Alexis...”,
le dici tornando
lucida.
“È
morto... è morto, Kate...
papà è morto...”, biascica la ragazza
tra i singhiozzi.
Respiri a fatica
cercando di
non perdere il controllo anche tu.
La abbracci,
almeno questo non
puoi evitarlo e dolcemente la conduci fuori, nell’altra
stanza con Martha
“Datemi solo un paio di minuti per cambiarmi”, dici
ad entrambe.
Richiudi la
porta alle tue
spalle e ti ci appoggi.
Non
piangere.
Continui a
ripetertelo. Devi
restare concentrata.
Hai
un
serial killer da prendere.
Annuisci davanti
allo specchio
in accordo con i tuoi pensieri.
Non
piangere.
Scorri con forza
la cerniera
sul fianco dell’abito.
Ti chini in
avanti per
accompagnare il vestito a terra e una lacrima sfugge al tuo controllo.
Non
piangere. Non ti serve a niente!
Scalci il
vestito lontano da
te, assieme a quella piccola goccia impudente che non ti ha voluto
ascoltare.
Allontani anche
le scarpe
bianche restando in biancheria intima.
Ti avvicini allo
specchio e ti
togli gli orecchini di Martha.
Non
pensare al momento in cui te li ha dati!
Troppo tardi.
Altre due lacrime
ignorano il tuo volere.
Ti pulisci il
volto ma solo per
dar spazio ad altre goccioline.
“No”,
ti rimproveri, già con la
voce strozzata.
Decidi di
ignorare le lacrime,
ma mentre sciogli l’acconciatura e liberi i capelli sulle
spalle ti accorgi di
stare singhiozzando.
No,
no,no...
Ma è
inutile. Sei riversa sul
lavandino del bagno che ti ha prontamente sorretto e poi piano ti
accasci a
terra.
Piangendo.
Gridando. Invocando
un Dio che con te non ha mai avuto pietà.
Speravi di non
provare più
nulla del genere dopo la morte di tua madre ed invece sei punto e a
capo.
Ci hai provato a
tornare la
Beckett di una volta ma non hai tenuto conto del fatto che
l’uomo che ora hai
perso ti ha cambiata per sempre.
Non sarai mai
più la stessa
persona di prima.
Non sei
più in grado di
accantonare i tuoi sentimenti in un angolino.
Senti solo male.
Male proprio
lì. Al cuore.
Forse
è anche per questo che
non ti accorgi di non essere sola in quel momento; che qualcuno
è entrato e si
è inginocchiato accanto a te.
Il dolore che
provi pensando a
Rick è così grande che quel piccolo pizzicore al
collo non è nemmeno degno di
nota.
Ti immagini una
vita vuota e
buia senza di lui. Ed è proprio il buio quello che poco alla
volta ti circonda
nella sua morsa, fino a farti perdere i sensi.
Ivi’s
corner:
Non avrete
davvero creduto che
sarebbe stato così facile per Kate rialzare il muro e
ignorare i suoi
sentimenti, vero?
Più
li rinchiudi e più quelli riaffiorano,
mia cara.
E adesso?
Stay tuned,
guys! Questa pazza
pubblica a tradimento, quando meno ve l’aspettate :-D
Buon ferragosto
e buon weekend
lungo a tutti :-*
Ivi87
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Capitolo 3 *** 3 - But then it stopped and I was in the darkness ***
#
3 - But
then it stopped and I was in the darkness
Con molta fatica apri gli occhi,
colpiti immediatamente da una forte luce.
Li richiudi
subito, aprendoli
appena in modo da lasciarli abituare al forte chiarore.
Il costante bip di un monitor
ti costringe a
guardare alla tua sinistra.
Sembra uno di
quegli strumenti
che controllano le pulsazioni in ospedale.
Ospedale?
Cerchi di
riacquistare lucidità
e sì, sei in un letto d’ospedale con dei piccoli
tubicini che ti escono da
entrambe le braccia.
Sono
svenuta?
Ricordi di
essere stata invasa
dal dolore nel bagno della vostra camera da letto nella casa degli
Hamptons.
Gli occhi ti si
inumidiscono al
solo pensiero ma quando cerchi di portarti le mani al volto ti accorgi
di non
riuscire.
Ti fanno male.
Hai dolori
ovunque a dire il
vero.
Come se ogni tuo
muscolo del
corpo fosse stato preso a pugni.
Senti il bip
aumentare di velocità.
Sei agitata e
spaventata.
Perche
mi fa male tutto?
Un mugugno alla
tua destra ti
fa voltare di scatto.
C’è
un altro letto accanto e
te.
Il suo occupante
pare in
procinto di svegliarsi.
Quando il suo
viso si volta verso
il tuo vorresti urlare.
Urlare il suo
nome. Urlare di
gioia. Urlare e basta.
Ma persino le
corde vocali ti
bruciano.
La
velocità delle tue
pulsazioni cardiache rischia di mandare in tilt
l’elettrocardiografo e ti
sembra che il cuore ti stia per scoppiare dal petto.
Un’infermiera
compare allarmata
davanti a te.
“Signorina,
la prego... deve
restare calma”.
Si è
messa proprio davanti a te
e l’altro letto.
Non riesci
più a vederlo e il
monitor segna che sei vicina all’arresto cardiaco.
“Ci
vuole un tranquillante”,
esclama l’infermiera ma un’altra voce le impedisce
di somministrarti alcunché.
Una voce che ben conosci.
“Kate,
guardami... Kate, tesoro
ti devi calmare, ok?”, Lanie ti accarezza il viso, fissandoti
con fermezza
negli occhi.
E nel suo
sguardo trovi
qualcosa di inaspettatamente rassicurante.
O forse non poi
così
inaspettato. È la tua migliore amica, ti fidi di lei.
“Guardami.
Respira con me”, ti
dice ancora.
La vedi prendere
dei lenti e
lunghi respiri e, come ipnotizzata, le dai retta.
Una, due, tre
volte, fino a che
il tuo battito torna regolare.
Poi
però ti ricordi del letto
accanto al tuo e ti volti verso di lui cercando di scendere e
raggiungerlo.
Ovviamente il
resto del tuo
corpo non ti segue.
“Tesoro,
ascoltami. Sei troppo
debilitata per muoverti”.
Ti senti inerme
e non ne
conosci il motivo.
Guardi di nuovo
verso l’unica
cosa certa.
Castle
è vivo, nel letto
accanto al tuo.
“Sta
bene”, ti rassicura Lanie
“Beh... diciamo che sta nelle tue stesse
condizioni...”.
Non capisci.
L’incidente...l’auto
in fiamme...
“Continua
a respirare”, ti
ammonisce intuendo la tua confusione “Riesci a dirmi qual
è l’ultima cosa che
ti ricordi?”.
Provi a parlare
ma ti brucia la
gola e nessun suono esce dalla tua bocca.
“Va
bene così, non ti sforzare,
ti sei appena ripresa...fammi solo un cenno con la testa”
annuisci e lei
prosegue “Ti ricordi che ti ho portato il vestito di tua
madre e ti ho lasciata
sola con Martha?”.
Fai segno di
sì con la testa.
“Bene”,
Lanie ti accarezza una
guancia e continua “Ti ricordi dell’incidente di
Castle con l’auto?”.
Annuisci ancora,
con le lacrime
di nuovo pronte ad uscire.
“Ricordi
di essere tornata alla
villa a cambiarti?”.
Resti ad occhi
chiusi mentre le
dai un altro sì.
“E
dopo? Ricordi qualcosa
dopo?”.
No.
L’ultima cosa che ricordi è
che sei crollata mentre ti stavi cambiando.
Scuoti la testa
mentre inizi a
piangere silenziosamente.
“Nient’altro?”,
domanda ancora,
asciugandoti le guance.
Scuoti di nuovo
la testa.
Lanie invece
annuisce a sguardo
basso, come se la sua domanda fosse solo una formalità e la
tua risposta le
avesse confermato quanto lei già sapesse.
Un altro mugolio
annuncia
l’imminente risveglio di Castle.
Lanie lo guarda
per un attimo e
poi torna a rivolgersi a te “Tesoro, abbiamo molte cose di
cui parlare non
appena si sarà svegliato anche Castle. Ma ora ti lascio
riposare ancora un
po’”.
La tua amica
cerca di
allontanarsi ma riesci a prenderle la mano, fermandola.
“Lanie”,
sussurri il suo nome
con appena un filo di voce, provocandoti una dolorosa fitta alla gola.
Sono gli occhi
della dottoressa,
ora, ad inumidirsi “Tesoro...non so proprio come
dirtelo”.
Insisti, con gli
occhi fissi
nei suoi, supplicandola di darti una risposta e di placare la tua
confusione.
Lanie si siede
con attenzione
vicino a te “Kate, da quel
giorno...dall’incidente...”, si asciuga veloce le
lacrime e con un sospiro si fa forza e quello che dice ti lascia senza
fiato
“...è passato un anno”.
Ivi’s
corner:
*tatatataaaaaan* musichetta
tipica dei colpi di scena, ahahahahahah :)
Ora, non mi
cacciate subito nel
bunker >.< non c’è nessuna hostess
incinta quindi non vedo perché vi
dovreste arrabbiare con me u.u
Alla prossimaaaaa :-**
Ivi87
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Capitolo 4 *** 4 - So darkness I became ***
#
4 - So
darkness I became
Ti hanno dovuta sedare dopo le
parole di Lanie.
Continuano a
ripeterti che devi
restare calma e che non sei nelle condizioni di sopportare forti stress
ma
nessuno ti spiega perché.
Ti guardano
tutti come se
potessi crollare da un momento all’altro.
Appena riesci ad
aprire gli
occhi controlli che Castle sia ancora accanto a te.
È
sveglio. Fissa il soffitto.
Cerchi di
attirare la sua
attenzione e quando ci riesci ti regala un meraviglioso sorriso mentre
tenta di
allungare un braccio verso di te.
Fai lo stesso,
nonostante
l’indolenzimento dei muscoli, ma siete troppo distanti.
Riuscite solamente a
sfiorarvi le punte delle dita.
Solo quel minimo
contatto
riesce in qualche modo a darvi serenità almeno per un attimo.
Poi il suo
sguardo si
incupisce.
È
passato un anno.
Realizzi che
probabilmente ne è
venuto a conoscenza mente dormivi.
Come
è possibile? Sono
impazziti tutti?
A te sembra
passato solamente
un giorno.
“Come
stai?”, la sua voce è a
malapena udibile.
Lanie ha
ragione, siete nelle
stesse condizioni.
“Confusa”
ti brucia la gola ma
vuoi rispondergli “E stanca”.
Castle annuisce
“Idem”, sussurra,
cercando di rassicurarti con un sorriso anche se vedi che gli costa
molta
fatica.
“Ehi,
siete svegli”, la voce di
Jim vi distoglie dal vostro momento.
Lanie
è con lui.
Si posizionano
in mezzo ai
vostri due letti. Jim accanto a te e Lanie vicina a Castle.
“Tua
madre e tua figlia stanno
arrivando”, dice Lanie a Rick.
Lo vedi annuire
mentre tuo
padre si china a darti un bacio in fronte “La mia
bambina”, lo senti mormorare.
“Papà...”,
cerchi di chiamarlo
ma lui ti ferma “Shh, non parlare”, ti ammonisce e
poi guarda anche Castle
“Dovete solo ascoltare”.
“Non sarà
piacevole”, ammette Lanie “Ma dovete
sapere come sono andate le cose”.
“Un
anno?”, le domanda con voce
rauca, lo scrittore.
Tuo padre
annuisce tristemente
mentre Lanie gli risponde “Sì, Castle, dal tuo
ultimo ricordo”, si gira verso
di te per spiegarti quello che lei ha già sentito mentre tu
eri sedata “Un SUV
nero lo ha spinto fuori strada e ha sbattuto la testa contro il volante
della
macchina...”, assimili quelle parole con un crampo allo
stomaco “...da quel momento
è passato quasi un anno”, conferma.
Siete
visibilmente scossi e
disorientati.
“Questo
è solo l’inizio,
ragazzi”, tuo padre ti stringe la mano “Abbiamo
molto da raccontarvi”.
Tu e Castle vi
guardate per un
istante e poi assieme annuite.
Se questo
è l’unico modo per
sapere la verità sul perché non ricordate nulla
sull’anno appena trascorso e
come mai siete entrambi in quello stato, allora ascolterete.
“Partiamo
dal giorno del vostro
matrimonio. Kate ha ricevuto una telefonata dalla polizia stradale e ci
siamo
precipitati sul luogo dell’incidente”, Lanie
racconta rivolgendo a turno lo
sguardo su entrambi “Abbiamo trovato la tua auto in fiamme in
una piccola
scarpata. Ovviamente i vigili del fuoco e la polizia si sono messi
subito all’opera”.
Lo vedi sgranare
gli occhi come
se stesse ascoltando il racconto del suo stesso funerale, poi annuisci
quando
Lanie spiega che hai portato via Martha e Alexis in lacrime e che ti
sei
sentita male nel bagno della vostra camera.
“Qui
è dove arrivano i vostri
ricordi”, prosegue Jim “Ora vi racconteremo i
nostri”.
“I
vigili del fuoco non
trovarono nessun corpo all’interno dell’auto
carbonizzata e questo ci sollevò
molto il morale, soprattutto il tuo Kate. Eri a pezzi, senza
più stimoli.
Così
diversa da come eravamo
abituati a conoscerti. Eravamo convinti che ti saresti chiusa in te
stessa
bandendo le emozioni o che al contrario avresti dato loro sfogo radendo
al
suolo mezzo mondo dalla disperazione. Invece ti sei spenta.
Completamente
svuotata”, spiega lentamente Lanie.
“Nessuno
di noi riusciva a
farti reagire. Non era da te, ma al contempo ti capivamo e
comprendevamo il tuo
dolore. Soprattutto Martha e Alexis”, aggiunge tuo padre.
Quelle parole ti
colpiscono.
Non ti ci riconosci.
Ricordi
perfettamente che avevi
cercato di bloccare ogni sentimento ma, al contrario, questi erano
riemersi
immediatamente e con violenza.
“Sei
stata a letto nella nostra
vecchia casa in stato di apatia per due giorni, sino alla grande
notizia”.
Lanie si rivolge
a Castle “Un pescatore
di un piccolo villaggio ai confini con gli Hamptons ti ha trovato a
girovagare
vicino a casa sua. Ti ha soccorso e ha chiamato la polizia. Eri in
stato
confusionale i primi giorni ma poi ti sei ricordato di aver sbattuto la
testa
sul volante a causa dell’impatto ma di non aver perso del
tutto i sensi. Sei
riuscito ad uscire dall’auto e hai cominciato a camminare
senza sosta,
sorreggendoti come potevi. Eravamo tutti così felici di
averti ritrovato sano e
salvo. E tu, Kate, sembravi rinata”.
Ascolti tutto
attentamente ma
ti sembra la storia di un’altra persona.
Ti volti verso
Castle per
vedere se anche lui prova lo stesso.
Scuote la testa
con vigore
mentre il suo monito suona più velocemente.
“Castle,
resta calmo”, gli dice
Lanie.
Strizza gli
occhi come se gli
facesse male la testa e intuisci che sta ricordando qualcosa.
“Un
uomo... c’era... un
uomo...”, biascica deglutendo con forza e ti sembra di
avvertire tu stessa il
bruciore delle sue corde vocali.
“Sì,
sappiamo come sono andate
realmente le cose solo da pochi giorni. Ci arriveremo un po’
alla volta,
Castle. Ma per spiegarvi cosa è successo vi dobbiamo
raccontare i fatti così
come li abbiamo vissuti noi. Dal nostro punto di vista”.
“Se vi
dicessimo ora la verità
trovereste il modo di filarvela da qui persino in queste condizioni e
non
possiamo permettervelo”, insiste Jim “Non dopo
tutto quello che avete e abbiamo
passato”.
“Dovete
fidarvi, ok? Non
crediate che per noi sarà semplice ripercorrere questo anno.
Ancora non capisco
come sia potuto accadere”, solo ora ti accorgi che Lanie e
tuo padre siano
evidentemente provati dalla situazione, forse più di voi che
non ricordate
nulla mentre loro l’hanno vissuta sulla loro pelle.
“Forse
è meglio se riposate
ancora un po’, Martha e Alexis saranno qui tra
poco”.
Ivi’s
corner:
Non credevate di
avere già
tutte le risposte vero??? Ahahahha
Ehhhhh ce
n’è ancora da leggere
:p
Un grazie enorme
a tutti per i
bei commenti che mi lasciate, mi fate felicissima *-*-*-*
Quando meno ve
l’aspettate
arriverà il capitolo 5 ihihihihhi
Buona serata,
Ivi87 :-*
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Capitolo 5 *** 5 - The stars, the moon ***
#
5 - The
stars, the moon
Odi questo
continuo
addormentarti e svegliarti ma devi ammettere che ti senti ogni volta un
po’
meglio.
Quando
l’infermiera finisce di controllare
i tuoi valori sul monitor, vedi Martha seduta accanto a te.
“Darling, come ti
senti?”.
L’espressione
sul suo volto è
simile a quella di Lanie.
Chissà
da quanto non dormono.
Da certi loro
sguardi diresti
quasi che si sentono in colpa, ma probabilmente ti sbagli. Non sei
ancora molto
lucida.
“Sotto
un treno”, le rispondi
scherzando e ti accorgi che la gola inizia ad andare meglio.
“Riesci
a parlare!”, solo ora
ti volti e vedi Alexis accanto a suo padre, anche lui appena sveglio
“Ci
avevano detto che avreste fatto fatica”.
Annuisci e
cerchi di sorriderle
“Brucia un po’ ma va meglio di
stamattina”.
Martha sorride
felice “I
dottori hanno detto che siete in perfetta salute! È solo che
i vostri corpi
devono riprendersi pian piano”.
“Riprenderci
da cosa,
esattamente?”, la voce di Castle è ancora roca e
bassa, invece.
Le due donne si
guardano come
se fossero state colte in fallo “Una cosa per volta, miei
cari”.
“Lanie
ci ha spiegato che vi ha
parlato di cosa è successo quando ti abbiamo ritrovato,
papà”.
“Ora
vi diremo dei giorni
successivi”, esclama Martha con un gran sospiro.
Alexis si siede
sul letto di
suo padre e inizia a raccontare “Vedervi assieme era
bellissimo. Sembravate
ancora più innamorati”, sorride guardandoci
“Eravate pieni di attenzioni l’uno
per l’altra molto più di prima. Si vedeva
tantissimo ed era del tutto normale
dopo quello che avevate passato. Non vi si riusciva più a
scollare! Prima non
vi sareste mai lasciati andare a baci ed effusioni in pubblico, siete
sempre
stati molto riservati anche davanti a noi o ai vostri amici”.
Lo guardi e vedi
che anche lui
è perplesso.
Così
come non ti riconoscevi
nelle parole di tuo padre quella mattina ora ti senti strana a sentire
che tu e
Castle non vi facevate problemi a baciarvi davanti a tutti.
Vi era
già capitato di
scambiarvi gesti romantici davanti ai vostri amici o parenti
ovviamente, ma non
siete il tipo di coppia che passa ogni minuto a baciarsi, specialmente
se non
siete soli.
“Lo so
che vi sembra strano ma
eravate così intensi e ogni volta che ve lo si faceva notare
rispondevate che
la paura di perdervi aveva rafforzato il vostro amore”,
spiega immediatamente
Martha.
Alexis annuisce
concorde e
prosegue “Ma non era l’unico aspetto di voi che era
cambiato. Ad esempio, papà,
non ti interessavi molto ai miei studi e
all’università, ma cercavo di non
darci peso. Avevi un nuovo libro da scrivere e ammetto che un
po’ di
indipendenza in più non mi è dispiaciuta. Ad ogni
modo nessuno di noi ha mai
pensato che superaste l’accaduto in un paio di settimane
quindi giudicavamo
‘normali’ ogni vostra stranezza”.
Castle che non
tempesta Alexis
di domande sulla scuola, i ragazzi e i professori?
Come hanno
potuto giudicarlo
normale?
Sai che anche
lui sta pensando la
stessa cosa in questo momento, ma comunque ancora non capisci come
avete potuto
dimenticarvi un anno di vita, soprattutto dopo esservi comportati
così.
“Ti
chiedo scusa”, mormora
Castle.
A quelle parole,
Alexis sembra
sull’orlo di scoppiare a piangere “No,
papà! Assolutamente non devi sentirti in
colpa!” .
Padre e figlia
si guardano
negli occhi come se cercassero di comunicare telepaticamente e decidi
di spezzare
almeno un po’ quella tensione “Io, invece? Cosa ho
combinato?”.
Martha si
stringe nelle spalle
“Inizialmente ho creduto che fossi ancora scossa per aver
creduto Richard morto
ma con il passare dei mesi insistevi nel non volere più
riorganizzare la
cerimonia”.
Alexis aiuta sua
nonna “E tu
papà eri d’accordo. Dicevate che dopo tutto quello
che avevate passato in
questi anni volevate solo starvene in pace”.
Ti sembra tutto
così assurdo.
Proprio per tutto quello che avete passato non vedi l’ora di
sposare Castle.
“Vi
posso assicurare che niente
mi impedirà di sposarmi non appena riuscirò ad
uscire di qui!” esclami
sforzando la voce.
Castle allunga
la mano verso di
lei sino a quando le loro dita non riescono a sfiorarsi di nuovo
“Non avrei
saputo dirlo meglio”.
In quel momento
un giovane
infermiere entra nella loro stanza “Scusate, devo cambiare la
flebo ad
entrambi”, annuncia lanciando un’occhiata velata di
malizia ad Alexis, la quale
arrossisce all’istante.
Martha lo lascia
lavorare ma
prima che possa uscire si schiarisce la voce attirando
l’attenzione di tutti i
presenti “Giovanotto, crede sia possibile avvicinare un
po’ di più i loro
letti?”, domanda l’attrice, dispiaciuta che suo
figlio e Kate non riescano
nemmeno a tenersi per mano.
Castle e Beckett
guardano
speranzosi l’infermiere “Oh, no signora mi
dispiace. Il primario ha già chiuso
un occhio nel lasciarli in stanza assieme”.
Alexis
interviene sperando di
avere sul serio un certo ascendente su di lui “Intendi dire
che la dottoressa
Parish non gli ha dato un attimo di respiro finchè non ha
acconsentito”, la
ragazza addolcisce lo sguardo e si arriccia una ciocca di capelli tra
le dita.
L’infermiere
sembra estasiato
“Già...”, biascica alla sua affermazione.
“Davvero
non possiamo
avvicinare un po’ i letti? Solo qualche
centimetro”, Alexis corruccia le labbra
in un piccolo broncio “Le prese dei monitor sono vicine e i
cavi sono lunghi...e
tu sembri molto forte...,” dondola un po’ le spalle
come se fosse una bambina
piccola.
“Oh...beh...io...”
il ragazzo è
visibilmente combattuto tra il fare il suo dovere e compiacere la bella
rossa,
fissa prima lei e poi i due ricoverati “... credo...
sì, penso si possa
fare...”.
Castle rotea gli
occhi mentre
l’infermiere sblocca le rotelle del suo letto e lo avvicina
di almeno due
spanne a quello di Kate.
“Mi
sento male”, esclama alla
figlia, una volta uscito il giovane.
Martha invece si
inchina “I
miei complimenti tesoro, buon sangue non mente. Ha solo saltato una
generazione!”.
“Mi
sento molto male”, ribatte
lo scrittore.
Alexis sorride
un po’ in
imbarazzo “Grazie, ma è stata Kate a consigliarmi
di fare la svenevole”.
“Cosa?”,
esclami esterrefatta.
Mai e poi mai le avresti dato un consiglio del genere.
Castle chiude
gli occhi
inspirando ed espirando per calmarsi “Ora mi sento
malissimo!”.
“Beh...non
proprio... mi
serviva un consiglio su come conquistare un ragazzo e tu... beh,
lasciamo stare
non è importante adesso...”.
La voce di
un’infermiera
risuona dall’altoparlante nei corridoi per annunciare la fine
dell’orario di
visite.
“Riposate
ora, torneremo
domattina”, Martha si avvicina e bacia entrambi sulla fronte.
Una volta soli
vi prendete
istintivamente per mano.
Sorridete nel
vedere come
adesso le vostre mani si incastrino perfettamente l’una
dentro l’altra.
Vi scordate per
qualche minuto
dell’assurda situazione che state vivendo.
Ci siete solo
voi due e il
vostro bacio
segreto con le mani.
Ivi’s
corner:
Awww ma che amorottolini
sono???? *-*-*-*-*
Tutti
disinibiti questi Caskett
smemorini eh! Mah! E manco se lo ricordano!
Chissà
se al prossimo giro ne
saprete di più... :-p ihihihihihi
Buon inizio settimana a tutti
:-**
Ivi87
|
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Capitolo 6 *** 6 - They have all been blown out ***
#
6 - They
have all been blown out
L’infermiera
a cui è toccato il
turno di notte doveva avere altri programmi quella sera a giudicare
dalla
quantità di sbuffi che senti mentre fingi di dormire.
La percepisci
accanto a te,
vicino al monitor che mostra le tue funzioni vitali e poi si allontana
verso
quello di Castle.
Immobile,
aspetti che faccia il
suo dovere e solo quando lei esce dalla vostra stanza osi aprire gli
occhi.
È
quasi una settimana che sei
costretta a stare sdraiata e cominci a sentirti in trappola.
Non sei tipo che
ozia a letto o
che resta inattiva per troppo tempo e quella degenza forzata ti sta
facendo
impazzire più dei racconti assurdi dei vostri famigliari e
amici.
Un paio di
infermieri vi
aiutano a riattivare i muscoli atrofizzati massaggiandoli e piegandoli
varie
volte ma di camminare o muoversi liberamente ancora non se ne parla.
In definitiva
l’unico movimento
che fate è portare la forchetta dal piatto alla bocca.
Sospiri
afflitta. Almeno ora
riuscite a parlare quasi normalmente e le corde vocali non vi bruciano
più.
La cosa peggiore
di quella
situazione è il non sapere.
Siete ricoverati
in ospedale e
non sapete il perché.
Non vi ricordate
niente
dell’ultimo anno e nessuno vi dice nulla.
La scusa
più gettonata è quella
di non stressarvi ulteriormente e di non turbarvi.
Così
sì
che stiamo calmi e rilassati.
Meno i vostri
amici vi vogliono
dire, più capite che deve essere grave.
E allora come
stare calmi?
Il bip
dell’elettrocardiografo
aumenta di velocità, sottolineando la tua agitazione.
Riprendi il
controllo e cerchi
di calmarti o nessuno vi racconterà più nulla se
ogni volta vieni sedata.
Concentrati
sulle cose
importanti.
Sono
viva.
Castle
è vivo.
Siamo
insieme.
Le pulsazioni
tornano
immediatamente regolari anche se nulla ti impedisce di domandarti come
ha avuto
inizio tutto questo e perché non te lo ricordi.
“Vuoi
sentire la mia teoria?”.
Ti volti verso
la sua voce e
grazie alla poca luce che filtra dalla finestra scorgi il suo profilo,
anche
lui insonne, perso a fissare il soffitto.
“Sì”,
gli rispondi.
“Gli
alieni ci hanno fatto il
lavaggio del cervello”.
Sorridi grata di
averlo come
compagno.
Compagno di vita
e, mai come
ora, compagno di stanza.
Basta una
stupida battuta per
sentirti in pace.
Per farti
battere il cuore.
Perché
lui deve farti ridere,
deve alleggerire i tuoi pensieri a costo di fare lo stupido.
Ci sono momenti
nella vita in
cui è giusto essere incoscienti e fregarsene delle regole,
dei medici, dei
parametri vitali.
È
questo che pensi mentre
scosti le coperte e ti togli i sensori da petto.
Scendi piano dal
letto e ti
accorgi di quanto il tuo corpo ti sembri pesante da sorreggere.
“Kate,
sei impazzita? Torna a
letto!”, la preoccupazione nella voce di Castle non ti frena.
Ti appoggi al
muro e hai la
fortissima sensazione che siano trascorsi secoli dall’ultima
volta che hai
camminato.
Ti gira un
po’ la testa quando
finalmente arrivi al suo letto.
“Ecco
fatto”, gli dici
sorridendo per nascondere il dolore che hai in tutti i muscoli.
“Dovresti
essere a letto a
dormire” ti rimprovera ma ha già le braccia aperte
per accoglierti.
Ti sdrai accanto
a lui ed è
come se all’improvviso tutto fosse tornato al proprio posto.
“Non ho sonno”,
confessi sul suo petto “Mi sembra di dormire da una
vita”.
Castle ti da un
bacio sulla
testa “Fra cinque minuti esatti si accorgeranno che qualcosa
non va con il tuo
monitor e verremo rimproverati a dovere”.
“L’ultimo
ricordo che ho è il
dolore di saperti morto, per mano di Jerry Tyson, o così
credevo in quel
momento... Posso sopportare di essere sgridata dalle infermiere. Lascia
che mi
goda questi miseri cinque minuti”, lo dici stringendoti
ancora di più a lui.
“Non
sarebbe nello stile del
3xk, dati i nostri trascorsi sarei già morto a
quest’ora...”, dice pensieroso
“Però
ricordo di essere stato tirato fuori dall’auto, Kate... o
almeno credo... ma
tutti sostengono che io sia uscito da solo barcollando fino al primo
paese
vicino... forse me lo sto sognando... qualunque cosa ci sia successa,
mi sta
scombinando il cervello. Stento a credere a quello che ci raccontano, ai nostri comportamenti. Ma
sono i nostri amici
e i nostri parenti, non ha senso pensare che stiano mentendo
giusto?”
“Mi
sento come te”, nemmeno tu
hai risposte “Odio non sapere”.
“Quindi
dobbiamo capire perché
ci siamo comportati così”
prosegue Castle “Perché
in un anno
non abbiamo riorganizzato il matrimonio, perché
sembra che pomiciamo davanti a tutti senza il minimo pudore, perché io non mi interesso della vita
scolastica di mia figlia e perché
mai
tu dovresti consigliarle di civettare e fare la smorfiosa con i
ragazzi!”,
l’ultimo punto viene enunciato come se fosse molto, molto
più importante degli
altri, facendoti sorridere nuovamente.
Stai per
rispondergli quando
l’infermiera del turno di notte irrompe trafelata nella
stanza.
Si precipita al
tuo letto,
trovandolo vuoto “Ma che...?”.
Poi ti vede:
“Signorina
Beckett!”.
“Beccati”,
sussurra Castle al
tuo orecchio.
“Com’è
riuscita ad alzarsi?”,
ti domanda mentre ti aiuta a scendere dal letto per ritornare nel tuo.
“Forza
di volontà?”, le
rispondi prontamente.
“Mi
voleva troppo”, dice invece
Castle.
Gli getti
un’occhiataccia
mentre lo scopri intento a sbirciare nell’apertura del camice
sulla tua
schiena.
“Non
si sarebbe dovuta staccare
gli elettrodi ed è stato estremamente rischioso alzarsi
così!”, ti ammonisce la
ragazza.
“Se
sapessi con esattezza la
mia condizione fisica potrei valutare meglio cosa è o non
è rischioso”, ribatti
con fermezza.
“Voi
dovete solo fare quello
che vi dicono i dottori, sono qui apposta per farvi stare
meglio”.
Non rispondi
altro perché sai
che ha ragione, lasci che ricolleghi il monitor e che ti rimbocchi le
coperte.
“Ha le
rotelle questo
aggeggio?”, le domandi colta da un’improvvisa idea.
“Sì,
perché?”.
“Perché
le posso assicurare che
quello che è successo stanotte
accadrà
ancora e ancora solo che stavolta porterò con me il
monitor”.
“Ma...
no, lei.. non può...”,
cerca di replicare la povera infermiera a cui siete capitati.
“Avvisi
pure le altre
infermiere, il primario o chi vuole lei!”.
“Adoro
quando è così
ostinata!!”, dice Castle rivolto alla ragazza.
La vedi scuotere
la testa. Un
po’ ti dispiace, sta solo facendo il suo lavoro.
Si avvia verso
la porta della
vostra stanza ma sulla soglia si volta con un sorriso comprensivo in
volto “Voi
due mi metterete nei guai”.
Ivi’s
corner:
Un po’ di romanticismo in
questo sabato nuvoloso, almeno qui da me :)
spero che da voi
ci sia il sole
*-*
Nessuna risposta in questo
capitolo ma su che i Caskett pucci pucci vi vanno bene lo stesso, no?
Scusate l’attesa, avrei voluto
pubblicare giovedì sera x festeggiare i pugni indomiti di
Nathan e la foto
spoiler di Arrow (ujdhvbfuefuioeouifb) ma poi sono andata al cinema e
non ce l’ho
fatta >.<
Anyway, buon weekend!
Ivi87
|
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Capitolo 7 *** 7 - You left me in the dark ***
#
7 - You
left me in the dark
Sei da poco
tornata nel tuo
letto perché non riuscivi a dormire.
Più
passano i giorni e più
avverti questa strana sensazione alla bocca dello stomaco.
Inquietudine.
Ti volti a
controllare che
Castle stia ancora dormendo e poi ti allunghi verso il mobiletto che ti
fa da
comodino.
Giorni fa hai
chiesto a Martha
se ti poteva portare un beauty con dentro il minimo indispensabile per
curarti
almeno un pò. Ovviamente ti ha portato mezzo bagno asserendo
che essere
ricoverate in ospedale non è una buona scusa per trascurarsi.
Così
ti spalmi un po’ di crema
idratante sul viso con gesti lenti e circolari.
Poi prendi lo
specchio da
viaggio e cerchi di tenerlo in equilibrio tra la pancia e le ginocchia
e con la
spazzola inizi a pettinarti.
Quasi non
riconosci il volto che
lo specchio riflette.
Tu concentri sui
capelli.
Spazzolate
lente. Lunghi
respiri.
Ma come sempre,
da quando eri
ragazza, più cerchi di restare calma più
l’inquietudine prende il sopravvento.
Ryan ed Esposito
hanno promesso
che oggi vi avrebbero raccontato un altro importante pezzetto della
vicenda.
La cosa ti ha
sollevata
inizialmente, poi dai loro volti e dalle loro voci hai capito che non
sarà
niente di buono.
Cambi ciocca di
capelli e
riprendi a spazzolare.
Quello che ti
raccontano ha
senso e allo stesso tempo non ne ha.
Quella che
descrivono sei tu ma
non ti ci ritrovi.
Le teorie aliene
di Castle non
sono totalmente da escludere, a questo punto.
Quando non senti
altri nodi,
posi la spazzola e cerchi di farti una semplice treccia che ricade
sulla spalla
destra.
Almeno
così staranno a posto
per un po’, nonostante abbiano bisogno di essere lavati.
“Sei
bellissima”, lo senti
mormorare mentre sbadiglia.
“Non
è divertente, Castle! Ho
seriamente bisogno di farmi un bagno. Sono stanca di lavarmi sempre a
pezzi!” .
“Di
buonumore vedo!”, commenta
con sarcasmo allungando la mano verso di te.
La afferri
immediatamente
“Scusa... non ho dormito molto... sono preoccupata”.
“Per
quello che ci devono dire
i ragazzi?”, Castle ti vede annuire e con il pollice ti
accarezza il dorso
della mano “Magari questa volta sono belle notizie”.
Scuoti la testa
“Come fai ad
essere così positivo?”.
“Siamo
vivi, già questo di per
sé mi fa andare avanti”, ti dice con quello
sguardo amorevole che riserva solo
per te.
“Lo
so, davvero... ma continuo
a sentirmi come un burattino... una pedina...”, cerchi di
spiegargli “Non mi
sento padrona della mia vita in questo momento”.
Lui ti sorride
“Non fa piacere
a nessuno credimi, ma capisco che per te sia peggio. Sei la persona
più
indipendente che io conosca” poi si illumina “Anche
se da un paio di anni hai
sviluppato una seria dipendenza dai Castle”.
Ridi. Gli regali
quella risata
che sai che adora “Ah, sì. Ho una deleteria
dipendenza dai Castle”.
La cosa che
più tormenta il tuo
scrittore invece è la noia.
Quando siete in
camera da soli
senza famigliari o dottori non avete niente da fare.
Parlate, certo.
Ma gli
argomenti tendono ad esaurirsi velocemente quando hai così
tanto tempo a
disposizione.
“Non
posso credere che ci
abbiano nascosto il telecomando della televisione e requisito i
cellulari”,
sbuffa annoiato, cercando di lisciare per bene le coperte giusto per
avere
qualcosa da fare.
“Lo
sai, niente contatti con il
2015 finchè non finiscono di raccontarci del
2014”, gli ricordi, seccata quanto
lui.
“Cosa
mai potremmo apprendere
dalla tv? I Brangelina
si sono
lasciati? J.K. Rowling ha deciso di scrivere l’ottavo libro
di Harry Potter?”
comincia ad elencare svogliato. “Oddio!”, si
riprende immediatamente “Speriamo
che le azioni della Apple non siano precipitate!!”.
“Non
hai visto medici e
infermiere sempre con l’i-Pad in mano? Non credo esista
più una cartella
clinica cartacea... direi che puoi stare tranquillo, Castle”.
“Speriamo...”.
Sentite un lieve
bussare alla
porta della vostra stanza e vedete sbucare la testa di Ryan.
“Oh,
bene, siete svegli”, dice
aprendo completamente la porta.
Dietro di lui
entrano Esposito
e, con vostra grande sorpresa, Gina.
“Come
vi sentite?”, domanda
Ryan.
“Annoiati”
rispondete
contemporaneamente, facendoli sorridere.
“A tal
proposito vi ho portato
le ultime uscite della Black Pawn”,
Gina
appoggia su un tavolino qualche libro “Così, per
ammazzare il tempo...”.
“Oh,
finalmente qualcosa da
fare, rischiavamo seriamente di metterci a parlare e a
comunicare”, esclama lo
scrittore fingendo di rabbrividire al sol pensiero.
“Ti
ringrazio, sei molto
gentile”, le dici ignorando il commento del tuo compagno di
stanza.
Tu e Gina non vi
frequentate
spesso ma con te non si è mai comportata male.
“Troppo gentile!
Cosa c’è sotto?”, domanda invece Castle.
“Non
avere fretta”, si
intromette Espo “Ora io e Ryan ti spieghiamo una cosa e poi
Gina ti dirà la sua
parte”.
“Ecco,
lo sapevo...”, sussurri
allarmata.
“Circa
sei mesi fa hai invitato
me e Ryan all’Old Haunt”, Espo si mette accanto al
letto di Castle e si siede
sul bordo continuando a parlargli “Hai detto che era una cosa
importante e
volevi parlarcene”.
Ryan annuisce
“Inizialmente
abbiamo creduto che rivolessi indietro la tua Ferrari”.
Castle apre la
bocca ma non
riesce ad emettere alcun suono.
Ok, gli alieni
gli devono
davvero aver fatto il lavaggio del cervello se ha regalato la sua
adorata
Ferrari.
“F-F-...
io... no... cioè... vi
ho r-regalato la mia F-Ferrari?”, farfuglia sconvolto.
Storci la bocca
per un paio di
secondi.
L’idea
di aver perso i ricordi
un anno di vita non l’hanno sconvolto quanto l’idea
di non avere più la sua
auto preferita.
Gina incrocia il
tuo sguardo
intuendo il tuo pensiero ed inaspettatamente vi sorridete complici.
“Sì,
amico, dopo l’incidente
non hai più voluto guidare!”, gli spiega Javi.
“Da
allora hai sempre usato
l’autista perciò la Ferrari era sprecata, chiusa
in garage...”, aggiunge Kevin
“Sei pallido ti senti bene?”.
“La
mia piccola...”, bisbiglia
affranto.
“Tranquillo
è tutto in regola,
passaggio di proprietà e scartoffie varie”,
sorride Espo, facendo l’occhiolino
a Beckett, mentre Castle fissa la sua coperta sconsolato.
“Non
è possibile”, scuote la
testa incredulo “Non lo farei mai”.
Ridi insieme ai
tuoi amici e
Gina.
Così
intelligente e perspicace
eppure così credulone.
“Castle,
non lo vedi che ti
stanno prendendo in giro?!”, vorresti usare un tono
consolatorio ma non riesci
a trattenerti dal ridere.
“N-non
vi ho dato la Ferrari?”,
domanda quasi rinato.
I due bros stanno ancora
ridendo “Scusaci Castle, sono giorni che
cerchiamo di capire come sfruttare la tua amnesia a nostro
vantaggio”, gli dice
Esposito.
“Siete
dei veri amici,
ragazzi”, risponde con una smorfia.
“Andiamo
Castle, al nostro
posto tu avresti fatto lo stesso!”, lo ammonisce Ryan.
Sì,
decisamente. Infatti
dall’espressione sul suo volto capisci che li ha
già perdonati.
“Inoltre”,
prosegue Kevin
“Volevamo alleggerire un po’
l’atmosfera... è vero che ci hai voluti vedere
all’Old Haunt ma non c’entrava nulla la
Ferrari”.
Cala il silenzio
nella stanza
per permettere ai due detectives di parlare.
Espo si gratta
il mento,
cercando di trovare le parole “Sembravi parecchio stanco,
sotto pressione... ci
hai detto che sentivi il bisogno di una pausa”.
Castle aggrotta
la fronte “Una
pausa?”.
Prendersi una
pausa da cosa?
Tu e lui vi
guardate allarmati.
“No,
non dalla vostra
relazione”, si affretta a dire Ryan agitando le braccia in
avanti “Ma da tutto
il resto”.
“Non
capisco...”, Castle li
guarda come un bambino spaesato.
Tu invece non
apri bocca. Resti
in silenzio. Tesa.
“La
città cominciava a starti
stretta. Il trambusto, il caos... in questi anni ne hai viste di tutti
i colori
e ne hai passate anche di peggio. New York non faceva più
per te. Gli omicidi,
la disperazione delle famiglie delle vittime... avevi bisogno di
trovare un
posto tranquillo per ricaricarti...”, racconta Espo.
“È
questo che vi ho detto?”,
domandi perplesso.
Ryan annuisce
“Sì. Certo,
questo è un riassunto veloce, ma ti assicuro che avevi un
aria così infelice e
depressa che un periodo di relax non ci è sembrata una
cattiva idea. Solo
che...”.
Castle sembra
guardare una
partita di ping-pong. Sposta continuamente lo sguardo da Ryan ad
Esposito.
“Cosa?
Sole che... cosa?”,
domanda esasperato dal loro silenzio.
“Non
era una vacanza quella che
ti volevi prendere. O un anno sabbatico. Hai detto che, tempo qualche
mese per
organizzarti e ti saresti trasferito completamente da
un’altra parte”, conclude
Ryan.
Fortunatamente
stanno guardando
tutti Castle o si accorgerebbero che stai trattenendo il respiro.
“Io...
io... no. Io non lo
farei mai! Sono nato e cresciuto a New York, non andrei mai a vivere in
un'altra città!”, obietta alzando la voce.
“Sì?
E Washington? Non eri
forse pronto a trasferirti?”, ti ricorda Espo cercando di
calmarti.
“Si...ma...”.
Lo vedi
completamente
disorientato.
È vero. L’avrebbe fatto.
Stava per farlo
in effetti, per
stare con te, poco prima di essere licenziata dall’FBI.
Ed è
anche vero che tutti hanno
un limite di sopportazione e in questi anni Castle ha vissuto sulla
propria
pelle cose che la maggior parte delle persone vedono solo nei film.
Chi lo
biasimerebbe per aver
deciso di cambiare aria.
Tu no di certo.
Anche se ti stai
chiedendo se
tu eri contemplata nella fuga
oppure
no.
Dal racconto di
Javi e Kevin
non si direbbe.
“È
vero. Avevo intenzione di
vivere a Washington con Kate ma quello che mi dite ora mi sembra
così...sbagliato... non posso credere di aver gettato la
spugna così...”.
“Nemmeno
a noi sembrava
possibile, ma non c’è stato verso di convincerti a
restare, anche senza venire
più al distretto”, spiega Ryan.
“E New
York e il distretto non
sono le uniche cose che volevi lasciarti alle spalle...”,
Esposito prende la
parola “Hai indetto una conferenza stampa
all’insaputa di tutti e...”.
I due si voltano
piano verso
Gina.
“Rick,
hai annunciato in
diretta televisiva che lasciavi la scrittura per sempre”.
Ivi’s
corner:
Zan zan!
Gli alieni gli
hanno davvero
fatto il lavaggio del cervello, allora!!!
Come le lumache
succhia
cervello di Futurama ahahahaha ;p
Ci si rivede
domenica sera o
lunedì, guys!
Buon
venerdì e buon fine
settimana :-*
Ivi87
|
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Capitolo 8 *** 8 – No dawn, no day ***
#
8 – No
dawn, no day
No.
Puoi credere a tutto ma a questo no.
Richard
Castle scriverebbe anche con una mano sola, se fosse necessario.
Legato
e appeso a testa in giù.
“Posso
anche aver deciso di lasciare per sempre New York ma non
c’è una singola valida
ragione al mondo che mi farebbe smettere di scrivere. Scriverei anche i
bugiardini dei medicinali!”, protesta infatti, Castle.
“Castle...”,
tenta di calmarlo Ryan.
“No,
niente Castle! Non esiste che abbia fatto una cosa del
genere!”, le guance gli
si arrossano velocemente per il fervore “Posso aver avuto dei
momenti in cui
trovavo difficile riportare i miei pensieri su carta, posso aver avuto
un
esaurimento... tutto quello che volete, ma questo no!”.
Gina si
avvicina al suo letto con la mano nella borsetta, in cerca di qualcosa.
“Sapevo
che l’avresti detto”, l’ex moglie estrae
il suo cellulare “Aspetta... ecco qua.
Questo è il video della conferenza. È stato tra i
più visualizzati per
settimane”.
Preme
play e lo porge a Castle.
Da dove
sei non puoi vedere, ma riesci a sentire bene. La sua voce ti arriva
nitida.
“Vi
ringrazio tutti per essere accorsi qui con così poco
preavviso. Non è una cosa
facile per me da dire e sentivo di doverlo fare subito senza troppi
giri di
parole.
Non
posso dire di avere l’appoggio tutti i miei cari e questo mi
dispiace molto, ma
nella vita di ognuno di noi, prima o poi, giunge il momento in cui si
deve dare
retta alle proprie esigenze. Le priorità cambiano;
ciò che prima mi sembrava
importante ora non lo è più e viceversa
ciò che credevo non facesse per me ora
mi sembra la cosa più giusta da fare”, la voce si
blocca e senti
chiaramente il brusio dei giornalisti che si domandano tra di loro di
cosa stia
parlando Castle.
“Non
sono mai stato un tipo vacanziero. Dopo una settimana sono
già annoiato e
scalpito per trovare qualcosa da fare”, Castle
guarda il video ad occhi spalancati. Non lo hai ancora visto sbattere
le
palpebre “Ma
dopo quanto sapete essermi accaduto mesi fa io ho seriamente
bisogno di staccare la spina. Di ritrovare la pace lontano da omicidi e
tragedie”.
“Che
cosa sta cercando di dire, Signor Castle”, domanda un
giornalista.
“Quello
che sto cercando di dirvi è che...lascio per sempre la
città e la scrittura”.
Dopo
quella rivelazione il brusio sovrasta qualunque sua altra parola.
Le voci
dei giornalisti si accavallano l’una sull’altra e
senti spiccare solo quella di
Gina che chiede ai presenti di ricomporsi.
Una
volta ristabilito il silenzio torna la sua voce “Se ve lo steste
chiedendo,
non ho intenzione di cambiare genere. Non scriverò romanzi
rosa o altro, lascio
ogni tipo di scrittura. Vado in pensione, se preferite” lo
senti
ridacchiare appena “Capisco che vi possa sembrare una
decisione improvvisa
ma vi assicuro che è stata ponderata a lungo. Non sono
più in grado di
sostenere questi ritmi e soprattutto questa vita sempre al limite. Il
brivido e
l’adrenalina non fanno più per me. Ho rischiato
troppo in questi anni e non me
lo posso più permettere. Ho bisogno di ritrovare la mia
serenità. Spero
possiate capire, così come mi ha capito la donna che
amo”.
Gina
interrompe il video “Qui entro in scena io che dico di aver
tentato di
dissuaderti in ogni modo ma la determinazione tua e di Kate
alla fine
l’hanno avuta vinta”.
“Ero
d’accordo” sussurri a malapena, totalmente
incredula.
“Oh,
sì”, conferma Gina “Tutti noi eravamo
convinti che saresti stata dalla nostra
parte, che ci avresti aiutati a farlo ragionare. Paula ti ha supplicata
più e
più volte”.
Ryan si
avvicina a te “Eri la sua più grande
sostenitrice”, ti dice con un sorriso
“Molto romantico in effetti, anche se non riuscivamo a
capirvi”.
“Non
posso credere che voi me l’abbiate
lasciato fare”, Rick attira di nuovo
l’attenzione su di sé “Non posso credere
che io l’abbia fatto!”.
“Castle...”,
questa volta è Esposito che tenta di parlare.
“Per
favore”, sentenzia invece Castle “Lasciateci
soli”.
A testa
bassa, dispiaciuti, uno alla volta Gina, Ryan ed Esposito escono dalla
stanza,
assecondando la sua richiesta.
State per
litigare. Sta per chiederti come hai potuto lasciargli fare uno sbaglio
tremendo come quello.
E tu
stai per dirgli che non ne hai la minima idea.
Lo vedi
allungarsi verso l’elettrocardiografo e per la prima volta
è lui a scendere dal
letto e a raggiungerti al tuo.
Ma non
si sdraia come hai fatto tu in quelle notti.
Si
siede sul lato destro e ti guarda fisso negli occhi.
Se non
ti calmi manderai in tilt quel dannato monitor.
“Scusa”,
pronunci con voce leggermente tremante.
Alza il
sopracciglio con ovvia sorpresa “Di cosa?”.
Tu ti
stringi nelle spalle “Di non averti impedito di lasciare il
lavoro che ami”.
Poggia
una mano sulla tua e ti sorride “Semmai io dovrei
ringraziarti”, vede che non
capisci e allora prosegue “Hai sentito cosa ho detto nel
video? Sei l’unica che
mi abbia sostenuto. Per quanto sia assurdo per me credere di aver
spontaneamente deciso di mollare tutto in quel modo, sono contento di
sapere
che eri al mio fianco”.
Tu
scuoti la testa “Ti avrei fatto cambiare idea a testate,
invece”, gli dici con
convinzione ed entrambi ne ridete “Davvero. Suona bellissimo
sentire che ti ho
sostenuto nella tua decisione. Ma non credo che l’avrei
fatto. Forse avrei
potuto accettarlo col tempo ma sono certa che non sarei stata
‘la tua
più grande sostenitrice’ come ha
detto Ryan”, virgoletti con le mani quella definizione che
proprio non ti
piace.
Castle
finge di guardarti con sospetto “Quindi ti piaccio solo
perché sono uno
scrittore famoso. Disoccupato non mi vuoi?”.
“Non
essere sciocco”, gli dai un leggero colpetto con il
ginocchio, da sotto le
coperte “Puoi fare il lavoro che vuoi, ma so quanto ami
scrivere e so che non
lo lasceresti per niente al mondo. Quindi no, non posso credere di aver
accettato la tua decisione senza nemmeno aver tentato di farti cambiare
idea.
Tra l’altro qui nessuno ha menzionato se te ne saresti andato
con me o meno e
sinceramente questo mi agita”.
Si
avvicina immediatamente per darti un bacio sulla fronte
“È categoricamente
escluso che io vada in un qualunque posto senza di te”.
Ti senti
sollevata.
Sai che
non se ne sarebbe mai andato senza di te, ma sentirglielo dire ti fa
stare
subito meglio.
“Ma
come pensavamo di fare se io sono al distretto e tu chissà
dove?”.
Lui
alza le spalle cercando di pensare “Probabilmente come
abbiamo fatto a suo
tempo con Washington”.
“È
assurdo”, tu scuoti la testa “Non ha funzionato una
volta perché avremmo dovuto
rifarlo?”.
“Tutto
quello che ci stanno dicendo da giorni è assurdo,
Kate”.
Prendi
la sua mano e te la appoggi sulla guancia. Poi chiudi gli occhi.
“Forse
è un sogno. Forse stiamo ancora dormendo. Quando riapriremo
gli occhi ci
sveglieremo il giorno del nostro matrimonio”.
“Scommetto
che eri bellissima”, ti dice e tu riapri gli occhi solo per
vedere i suoi un
poco più lucidi.
“Indossavo
il vestito di mia madre”, confessi con un nodo alla gola
mentre lui ti guarda
con dolcezza “E gli orecchini di Martha”.
Castle
spalanca la bocca “Quelli blu di sua madre?”, tu
annuisci e lui sorride “Lo sai
che Gina e Meredith avrebbero ucciso per averli?!”.
Tu
sorridi lusingata “Credo di piacerle”.
“Tu
credi, eh?”, ti prende in giro.
Adori
Martha tanto quanto lei adora te.
“Che
cosa facciamo?”, domandi, tornando alla realtà dei
fatti.
Lui ti
bacia con passione.
“No,
questo
temo che non lo possiamo fare”, ridi cercando di tenere a
bada i brividi che
senti lungo la pelle per esservi appena scambiati il vostro primo bacio
decente
da giorni.
“Siano
dannati i nostri corpi stanchi”, impreca teatralmente
“A proposito ti è forse
parso che qualcuno ci abbia detto perché siamo in
ospedale?”.
“No,
continuano ad ometterlo”.
“Abbiamo
degli amici reticenti”.
“Molto!”.
“Forse
mi hai davvero preso a testate per farmi cambiare idea e siamo stati
entrambi
ricoverati per traumi cranici multipli”.
Scherza.
Sta
ovviamente scherzando.
Eppure
per un attimo state meditando di cominciare a tastarvi la testa per
controllare
se sentite dolore in qualche punto.
Capite
di aver avuto lo stesso pensiero quando entrambi scuotete la testa
ridendo.
Nonostante
tutto, quando siete insieme, riuscite ancora a ridere.
“Ti
amo”, adori il modo in cui te lo dice.
E adori
ancora di più quello sguardo innamorato e quel sorriso dolce
che gli spunta sul
viso quando tu lo dici a lui “Ti amo”, rispondi
quindi, immediatamente.
“Che
ne
dici se alziamo la voce?”, Castle si rimette in
piedi “Adesso vado ad
aprire quella porta e chiunque ci sia là fuori
subirà la nostra ira!”,
lentamente, un passo dolorante alla volta, si dirige verso
l’ingresso della
loro stanza.
“Basta
racconti e storielle su cosa abbiamo fatto e perché! Ora ci
dicono tutto e
subito, soprattutto come diavolo siamo finiti in ospedale!”,
continui tu,
sull’onda del suo entusiasmo.
“Concordo!”,
ti dice mentre appoggia una mano sulla maniglia
“Pronta?”.
“Pronta!”.
Apre la
porta con decisione e fa qualche passo fuori dalla stanza.
Lo senti
salutare l’agente di guardia.
Resti
in attesa di vederlo riapparire con tuo padre o magari con Alexis.
“Signor
Castle, lei non dovrebbe essere a letto?!!”, tuona una voce
per te
inconfondibile.
Velocemente,
per quanto gli sia possibile, Rick rientra in stanza con la coda fra le
gambe
seguito dal capitano Gates.
“Magari
ci sfoghiamo sul prossimo che viene a trovarci”, ti sussurra
mentre si
precipita a letto.
Ivi’s
corner:
Non so
cosa dire, portate ancora un po’ di pazieza.
I caskett
ci hanno provato ad alzare la voce per sapere la verità ma
la Gates li ha
rimessi a loro posto ^_^
Forse
la prossima volta...
E ricordate
che #TrillionIsTheWay
ahahah :p (non c’entra nulla con la ff ahahah ma va
ripetuto almeno una decina di volte al giorno minimo xD )
Ivi87
|
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Capitolo 9 *** 9 - I'm always in this twilight ***
#
9 - I'm
always in this twilight
Il Capitano
Victoria Gates
passeggia avanti e indietro nella vostra piccola stanza.
È
ovviamente tesa, come lo sono
tutti quelli che vengono da voi per portare brutte notizie.
E se, come
credi, hai capito il
loro schema,
sai che lei è lì per te.
“Non
si preoccupi Capitano, mi
dica cosa ho fatto e togliamoci il pensiero”, esclami volendo
prendere in mano
la situazione.
“Come
sai che riguarda te?
Magari ho dato fuoco al distretto!”, si intromette Castle.
Sai che sta
cercando di
smorzare la tensione, ma non ce la fai proprio a sorridere.
“Hanno
chiesto a Gina, che è un
po’ come se fosse il tuo capo, di parlarti della tua
carriera, quindi il
Capitano deve essere qui per la mia”, spieghi pacata,
cercando di nascondere la
tua preoccupazione “Giusto, signore?”.
“Cerco
di andare in ordine”,
esordisce la Gates dopo un attimo di silenzio “Dopo qualche
giorno dal
ritrovamento del Signor Castle lei è venuta nel mio ufficio.
Voleva parlarmi di
Ryan ed Esposito”.
Ti si
attorciglia lo stomaco.
Speri in cuor tuo di non aver combinato nulla di male ai tuoi due
colleghi e
amici.
“Quello
che vi era successo al
matrimonio ed in generale negli ultimi anni l’aveva fatta
riflettere. Mi ha
chiesto di dare maggiori responsabilità ai due detectives.
Lei è sempre stata
la caposquadra ma se le fosse successo qualcosa sia Ryan che Esposito
avrebbero
dovuto saper prendere il suo posto al meglio delle loro
capacità”, spiega con
fermezza, il Capitano.
Ascolti avida.
In un certo
senso, non puoi che concordare, ma non hai ancora ben chiaro
l’intero quadro.
“Inizialmente
mi sono opposta.
Lei aveva di fronte a sé una brillante carriera e non aveva
il minimo senso
retrocedere in quel modo. Per una settimana non ho fatto altro che
documentarmi
sui suoi vecchi casi e ho dovuto ammettere che il numero di volte in
cui ha
rischiato la vita era spaventosamente alto. Più di qualunque
altro poliziotto.
Tutto ad un tratto la sua richiesta non mi è sembrata poi
così irragionevole.
Anche nel caso di una sua promozione avrei dovuto poi scegliere il
nuovo
caposquadra tra i detectives Ryan o Esposito. Abbiamo concordato
assieme che, a
casi alterni, avrebbero fatto loro i caposquadra. Inoltre in quella
settimana
mi era parsa molto stanca e distratta. Non era brillante come suo
solito”.
Aggrotti la
fronte “Cosa
intende?”, per carità, hai anche tu delle giornate
no, ma fai sempre del tuo
meglio perché hai vissuto in prima persona cosa si prova a
perdere qualcuno di
caro.
“Niente
di effettivamente
grave, ma spesso non aveva nessuna teoria o pista da proporre...era
distratta...per
certi versi sembrava appena uscita dall’accademia...si
è persino ferita ad un
braccio... insomma era ovviamente rientrata in servizio troppo presto.
Il
matrimonio rovinato, il pensiero del Signor Castle morto... avrei
dovuto darle
più tempo per riprendersi...”, il Capitano pare
mortificato, come se fosse colpa
sua “Ma lei di solito è così forte,
è la donna più integerrima e tutta d’un
pezzo che io abbia mai conosciuto. Molto più di me! Avrei
dovuto capire che...”
lascia la frase a metà, immediatamente pentita di aver
pronunciato quelle
parole.
“Che
cosa, Capitano?”, domandi,
con quella brutta sensazione sempre nello stomaco.
“Che
non era in sé, che non era
pronta a rientrare in servizio...”, mente, si capisce
benissimo.
“Signore...”,
ti volti verso
Castle, per sentire cosa ha da dire “Con tutto il rispetto,
è palese che c’è
qualcosa che continuate ad omettere. Capiamo che credete di farlo per
il nostro
bene, ma l’unico risultato è che stiamo
impazzendo”, sei totalmente d’accodo
con lui.
“Non
spetta a me farlo”, vi
risponde risoluta “Sono qui per dirvi quello che è
successo dal mio punto di
vista in modo che pian piano possiate rimettere assieme tutti i
pezzi”.
Scuoti piano la
testa.
Quante volte
l’hai sentita
questa frase?
“E va
bene”, le dai corda “Non
ero in me e Ryan ed Esposito hanno portato avanti la squadra.
Altro?”.
“Io e
lei abbiamo avuto uno
scontro verbale molto acceso, due settimane dopo l’annuncio
in diretta
televisiva del Signor Castle”, si avvicina lenta al tuo letto
con le mani
posate sui fianchi.
Ti fissa
intensamente negli
occhi.
Riconosci quello
sguardo.
Lo ricordi bene,
come se fosse
successo ieri.
Castle vi scruta
entrambe senza
capire “Cosa sta succedendo... di che cosa parla,
Capitano?”.
Victoria Gates
non risponde. Si
limita a guardarti.
Sorridi
amaramente e ti volti
verso di lui “Volevamo sapere come avremmo fatto a stare
insieme se tu te ne
fossi andato chissà dove e io fossi rimasta al
distretto?”, lui annuisce
senza capire “Non era poi così
difficile
trovare la risposta. Mi sono licenziata, vero?” domandi
infine, rivolta verso
la Gates per averne conferma.
“Esatto.
Ero così arrabbiata.
Nessuno sotto il mio comando aveva mai osato licenziarsi due volte!
Soprattutto
dopo che avevo chiuso un occhio la prima volta!”.
Ti prendi il
volto tra le mani.
La testa è così pesante che temi che da un
momento all’altro si stacchi dal
collo e rotoli sul letto.
“Mi
faccia indovinare”, esclami
stanca, davvero esausta di tutta quella situazione
“L’idea di stare separata da
Castle era impensabile. Dopo tutto quello che avevamo passato volevo
solo trascorrere
del tempo con lui senza dover correre al distretto a seguire un caso.
Avevo
bisogno di un periodo per ritrovare me stessa e ricaricare le
batterie...”,
elenchi ogni punto in maniera meccanica.
“Si,
praticamente sì. Abbiamo
cercato di dissuaderla in ogni modo. La dottoressa Parish, suo
padre...”.
Vorresti urlare,
tirare il
cuscino dall’altra parte della stanza, spaccare qualcosa ma
l’arrivo di
un’infermiera di impedisce di fare qualsiasi cosa.
Osserva
allarmata i vostri due
monitor “Ok, qui c’è qualcuno che ha
bisogno di riposare” poi vi osserva bene
in volto “E di un tranquillante”.
Il Capitano
Gates sta per
lasciarvi soli quando la tua voce la ferma “Noi ora
riposiamo” affermi con
estrema durezza “Ma al nostro risveglio vi voglio tutti qui
pronti a dirci la
verità!”.
Ivi’s
corner:
E se lo dice
Beckett... mo so
Ca...voli! xD
Lasciateli
riposare un’ultima
volta, su... al prossimo giro avrete qualche risposta.. :p
Buon inizio
settimana (e
scuola) a tutti :-*
Ivi87
|
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Capitolo 10 *** 10 - In the shadow of your heart ***
#
10 - In
the shadow of your heart
Quando
ti svegli sono tutti lì
davanti a te.
Uno accanto
all’altro, ti si
presenta davanti una parata di volti tesi e preoccupati.
“Wow,
sembrate un plotone
d’esecuzione”, esclama Castle mentre si mette a
sedere e si massaggia il viso
ancora un po’ addormentato.
Passi in
rassegna ogni persona
presente.
Ci sono davvero
tutti.
Espo, Ryan, il
capitano Gates,
Lanie, Jim, Martha e Alexis.
Ti metti a
sedere anche tu e
solo in quel momento ti accorgi che non sei più collegata a
nessun macchinario.
“Vi
dimetteranno questa sera”,
la voce di Lanie anticipa la tua domanda “I vostri corpi si
stanno riprendendo
in fretta, riuscite a camminare e se non vi stressate troppo anche la
vostra
pressione sanguigna è sotto controllo perciò
potrete continuare la
convalescenza a casa”.
“Finalmente
una buona notizia”,
esclama Castle con una punta di ironia.
“Spero
siate pronti a vuotare
il sacco”, aggiungi senza tante cerimonie.
Non sei
arrabbiata con loro, ma
questa situazione non può proseguire oltre.
“C’è
un’ultima parte importante
della storia che dovete sapere. Quella fondamentale. Prometto che poi
saprete
tutta la verità”, li rassicura Lanie.
Alexis prende la
parola,
torturandosi le mani “Durante gli ultimi preparativi per la
vostra partenza
l’atmosfera in casa è cambiata. Eravate davvero
molto impazienti di partire e
quasi non vi importava delle persone che avreste lasciato indietro. Non
era da
voi un atteggiamento del genere. Inoltre continuavate a restare vaghi
sulla
vostra meta mentre io e la nonna insistevamo per sapere dove e come
rintracciarvi. Insomma non è stata una conversazione
piacevole”, gli occhi
della giovane si arrossano e capisci che quasi sicuramente si
è sentita
abbandonata. Chissà cosa vi siete detti? In cuor tuo speri
di non averla
ferita.
“Per
riassumere, ci avete
praticamente detto che siamo asfissianti e di farci gli affari
nostri”,
conclude Martha.
Non avresti mai
detto loro una
cosa del genere e di sicuro non lo avrebbe mai fatto Castle.
Lanie vi fa
segno di pazientare
perciò, seppur increduli, continuate ad ascoltare le parole
di Alexis.
“Ero
sconvolta. Me ne sono
andata sbattendo la porta. Ma più mi allontanavo
più tutto aveva sempre meno
senso. Sapete, come quei quadri che se visti da vicino vedi
un’immagine ma se
ti allontani e cambi prospettiva ne vedi un’altra. Mi sono
detta che dovevo
condividere i miei pensieri con qualcun altro e così ho
chiamato Lanie, Jim e i
ragazzi e ho chiesto loro di incontrarci all’Old Haunt per
parlare”.
Esposito fa un
passo avanti
“Dalla riunione straordinaria ‘Save The
Caskett’
è emerso che ognuno di noi aveva riscontrato atteggiamenti
anomali
nel vostro comportamento dal mancato matrimonio in poi... ma nulla di
davvero
sconvolgente...almeno fino alla litigata raccontata da
Alexis”.
“C’era
sempre una scusa
plausibile per tutto”, esclama Jim.
“Non
avevamo capito nulla”,
Ryan scuote leggermente la testa e sorride “Eravamo arrivati
a pensare che il
vostro fosse un brutto esaurimento nervoso. Anni di stress accumulati
che il
mancato matrimonio e l’incidente stradale di Castle, avevano
fatto traboccare
la proverbiale goccia dal vaso”.
“Tredici
giorni fa”, Alexis
riprende la parola “Lanie mi stava dicendo al telefono che
pensava di proporvi
di fare almeno una seduta da un suo amico psicologo prima di partire.
Sapevo
che non sarebbe mai riuscita a convincervi ma ero d’accordo
almeno nel tentare,
così mi sono messa a cercare le chiavi della Vespa per
poterla raggiungere e
discuterne meglio. Quando non le ho trovate ho pensato potessi averle
tu in
camera...ma non le ho trovate. Ho trovato però i vostri
biglietti aerei”.
Sia tu che Rick
pendete
completamente dalle sue labbra.
Soprattutto
perché è
esattamente da dieci giorni che siete in ospedale, quindi pochi giorni
dopo
quello che vi sta spiegando Alexis.
“Ci
avevate detto che non
avreste voluto addii strappalacrime ma così era praticamente
una fuga! Il volo
era per quella stessa notte, destinazione Bangkok”.
“Alexis
mi ha richiamata
immediatamente e di comune accordo vi abbiamo aspettati
all’uscita dell’Old
Haunt. Ci dovevate delle spiegazioni e belle grosse per
giunta!”, continua
Lanie “Eravate visibilmente spiazzati e per quanto il voler
evitare adii commoventi
fosse stato da voi ribadito più volte, non era una
spiegazione accettabile. Non
era giusto nei confronti di nessuno di noi che voi partiste in quel
modo nel
cuore della notte. Se Alexis non avesse trovato i biglietti noi ci
saremmo
svegliati l’indomani senza una vostra minima traccia. In
attesa di una qualche
telefonata da chissà quale località aveste
scelto”.
Castle si alza e
si infila
velocemente la sua vestaglia.
Guarda per
qualche secondo
fuori dalla finestra prima di parlare “Ditemi che sta
arrivando una spiegazione
razionale e inattaccabile sotto ogni punto di vista, perché
tutto quello che
esce dalla vostra bocca mi induce a pensare che una qualche possessione
aliena
non sia nulla in confronto alla verità”.
“Magari
foste stati solo
posseduti. Un esorcismo e via!” esclama Ryan con mal celata
ironia.
Ti rendi conto
che stanno divagando,
perciò domandi “Cos’è
accaduto dopo che ci avete affrontati sulla nostra
imminente partenza?”.
“È
successo tutto così in
fretta... voi due camminavate imperterriti verso la vostra auto mentre
io e
Alexis cercavamo di tenere il passo continuando a tempestarvi di
domande a
chiedervi per favore di fermarvi e di provare a ragionare... quando in
un
secondo... un ragazzo, un fattorino in bicicletta, per non investire un
cane ha
sterzato violentemente verso di voi. La più vicina eri tu
Kate e per schivarlo
ti sei spostata in strada proprio mentre passava un taxi
e...”, la voce di
Lanie si fa sempre più lieve, mentre i tuoi occhi sgranano.
“È
per questo che sono qui?
Sono stata investita?”, guardi ad intermittenza loro e poi il
tuo corpo. Non
hai il minimo segno di graffi o lividi. Solo quei piccoli puntini
rossi, segno
degli aghi che ti hanno bucato la pelle.
“No
tesoro, non sei stata
investita”, ti smentisce però, Lanie.
Castle si
allontana dalla
finestra “Ma...hai appena detto che...”.
“Lo
so...lasciateci finire”, vi
risponde solamente.
“Kate...
è stato orribile...
c’era sangue ovunque... e io e Lanie ci siamo subito
avvicinate e abbiamo
chiamato i soccorsi... non eri cosciente e respiravi a malapena...
quando mi
sono voltata per cercare te, papà...non potevo crederci...
stavi
correndo...scappando via...”, Alexis si asciuga le lacrime
mentre guarda suo
padre.
“Di
tutte le assurdità che
avete detto in questi giorni questa è... questa
...”, è fuori di sé.
Si volta verso
di te, cerca il
tuo sguardo “Non lo farei mai, lo sai vero?”.
Sì,
lo sai.
Non ne hai il
minimo dubbio.
“Lo
so, Rick”, sorridi, cerchi
di tranquillizzarlo.
“Lo
sappiamo anche noi Castle,
credici...ma in quel momento... dovevamo pensare a Kate”,
Lanie tenta di
proseguire “Quando siamo arrivate in ospedale sei
è stata subito portata in
sala operatoria. Ho spiegato la situazione ai medici e dato le tue
generalità
alle infermiere. Quattro anni fa, quando ti hanno sparato sei stata
portata
nello stesso ospedale perciò eri già registrata,
sapevano il tuo gruppo
sanguigno e tutta la tua storia clinica”.
Non dici nulla
mentre la
ascolti, ma sei sicura che ti abbiano vista trasalire quando hai
sentito Lanie
dire che ti hanno sparato quattro anni fa quando per te ne sono passati
solo
tre.
“Io e
Alexis eravamo in sala
d’attesa a chiamare tuo padre e i ragazzi e a cercare di
rintracciare Castle
quando il medico che ti ha portata in sala operatoria ci raggiunge per
informarci che qualcosa era andato storto. Il tuo corpo stava rigettato
il
sangue che ti stavano dando perché a quanto pare il gruppo
sanguigno segnato
sulla cartella clinica era sbagliato. Cosa del tutto impossibile. Io
stessa
gliel’ho confermato. Nessun corpo rifiuta il sangue del suo
stesso tipo, Kate”,
sottolinea la frase guardandoti intensamente.
Non capisci cosa
stia tentando
di dirti.
“Stavano
cercando di tenerti in
vita come potevano mentre identificavano il gruppo sanguigno giusto. Il
chirurgo ha inoltre notato delle cicatrici sotto pelle, invisibili ad
occhio
nudo ed erano quasi un centinaio. Mi ha domandato come fosse possibile
che tu
avessi subito tutti quegli interventi senza che la cartella clinica ne
facesse
menzione.”
Sei
completamente sotto shock,
per te sta parlando arabo “Non so di cosa tu stia parlando
Lanie. A parte
l’operazione al cuore non ho mai subito altri
interventi”.
“Io
stessa stentavo a crederci
ma poi... il gruppo sanguigno che non corrispondeva, tutte quelle
operazioni,
le tue stranezze... il dottore mi ha detto una frase che... ti giuro
è stata
come una doccia gelata!”.
Né
io, né Castle apriamo bocca.
Nessuno fiata, in effetti.
Siamo tutti in
attesa di
sentire quello che il chirurgo disse a Lanie.
“Dottoressa
Parish, la persona sul mio tavolo operatorio non è la stessa
di questa cartella
clinica”.
“Dal
suo volto ho capito che
diceva così per dire, era scocciato dalla scarna
documentazione e
dall’inesattezza delle informazioni contenute... ma
è stato come se mi avesse
aperto gli occhi... e non solo su di te Kate, ma anche su
Castle”.
Sta dicendo
quello che credi?
Come
può essere possibile?
Continua a non
avere senso.
Guardi Castle.
Ti serve il suo
appoggio.
È in
piedi. Immobile. La bocca
aperta e gli occhi sbarrati.
Solo dopo un
lunghissimo
respiro riesce a parlare, dando così voce anche ai tuoi
pensieri “No, un
momento. Cosa stai cercando di dirci, Lanie? Che per quasi un anno
avete
vissuto con due persone totalmente uguali a noi ma che non erano
realmente
noi?”.
Ivi’s
corner:
zan zan! :)
Qualcuna di voi
si è avvicinata molto... ma
non è finita qui gente... ;)
A domani, se
riesco pubblico il cap. 11!
Buon sabato sera e buona domenica :-*
Ivi87
|
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Capitolo 11 *** 11 - I took the stars from my eyes and then I made a map ***
#
11 - I
took the stars from my eyes and then
I made a map
Dev’essere
una candid camera.
Da un momento
all’altro
sbucheranno tre o quattro telecamere e il presentatore vi
dirà di sorridere.
“Siete
seri?”, domandi invece.
Lanie si
avvicina “Tesoro, so
che ti sembra assurdo... noi ancora stentiamo a credere di esserci
cascati
così... siamo mortificati, ve
l’assicuro!”.
“Erano
totalmente uguali a
noi?”, chiede Castle.
I suoi occhi
sembrano di
ghiaccio. Lo sguardo freddo e risoluto di chi sta cercando di rimanere
lucido.
Martha annuisce
“La vostra
copia esatta”, risponde con la voce spezzata.
Probabilmente
lei, Alexis e tuo
padre sono quelli che più si sentono in colpa per non aver
capito che stavano
interagendo con dei doppelganger.
E devi
ammetterlo con te
stessa, un po’ sei delusa.
“Anche
la voce?”, insiste
Castle.
Li vedi tutti
annuire, con lo
sguardo basso.
Capisci che ci
stanno male.
Capisci che era praticamente impossibile realizzare di non avere
davanti la
solita persona di sempre ma un sosia che ha preso il suo posto.
Davvero, lo
capisci.
Alexis vive al
campus e torna a
casa molto poco, Martha è occupata con la scuola di
recitazione e tuo padre normalmente
lo vedi solo una volta alla settimana.
Ognuno ha la
propria vita da
vivere e presta meno attenzione a quella altrui.
Eppure fa male
pensare che
nemmeno il sangue del tuo sangue riesce a riconoscerti da un impostore.
“Avevi
ragione”, esclama Castle
guardandoti “L’avevi capito subito, tu stessa hai
sospettato immediatamente di
lui”.
Corrucci la
fronte cercando di
concentrarti sulle sue parole.
“Pensaci,
abbiamo già avuto
modo di incontrare due sosia l’anno scorso. Stesso aspetto di
Esposito e Lanie.
Stessa voce”, ti spiega.
Ti si accappona
la pelle.
Ricordi
perfettamente la copia
di Lanie stesa sul tavolo dell’obitorio e quella di Esposito
trovata impiccata
su una barca.
E soprattutto
ricordi
perfettamente come, arrivata sul luogo dell’incidente di
Castle, il tuo istinto
ti aveva portata ad un solo possibile responsabile.
“Jerry
Tyson”, sussurri a
malapena “Lui ci ha fatto tutto questo”.
“C’era
lui al mio posto, vero?”
domanda ancora Castle, rivolto a Ryan ed Esposito “Solo lui
mi conosce così
bene da potermi impersonare”.
“Sì.
Non ha coinvolto nessun
altro questa volta”, gli risponde Kevin “Solo lui
e...”, si volta verso di me
“...la dottoressa Kelly Nieman”.
Impallidisci.
Il 3xk e la sua
compagna
chirurgo plastico hanno avuto tutto il tempo di studiarvi e prendere il
vostro
posto.
Certo non
potevano impersonarvi
in tutto e per tutto “Ecco perché ha voluto che
seguiste voi i casi...perchè
per quanto mi avesse osservata non poteva certo avere alle spalle anni
di accademia
e di esperienza alla Omicidi...”, ragioni con te stessa a
bassa voce.
“Ed
ecco perché Tyson mi ha
fatto lasciare la scrittura... non sarò Shakespeare ma non
è una passeggiata
scrivere un libro dal nulla...”, si unisce Castle.
Esposito prende
la parola “Il
loro piano era isolarsi poco alla volta da noi e dalle vostre vecchie
vite e
sparire per qualche tempo per poi riprendere con gli omicidi. E se mai
qualcuno
li avesse trovati su una scena del crimine non avrebbe avuto nulla da
dire
perché avrebbe semplicemente visto una ex detective della
omicidi e un ex
scrittore di romanzi gialli”.
Scuoti la testa
portandoti le
mani al volto “Dimmi che lo sai perché avete preso
quel bastardo e siete
riusciti a farlo confessare!”.
“Purtroppo
no, Beckett”, ti
risponde la Gates “Quando Kelly Nieman è stata
investita il piano è
automaticamente saltato. Tyson sapeva che in ospedale si sarebbero
accorti
delle cicatrici degli interventi e di certo non sarebbe mai riuscito a
recuperare il tuo sangue in tempo per rimpiazzarlo con quello della
Nieman”,
spiega seria.
“Cosa
intende con ‘recuperare
il mio sangue’?”, le domandi perplessa.
Victoria Gates
si sistema gli
occhiali e incrocia le braccia sotto il seno “Si ricorda che
le ho detto che
durante un’indagine si è ferita?”.
Le fai cenno di
sì con la testa
e per tutta risposta il capitano sposta il suo sguardo su Lanie.
“Era
un taglio superficiale,
nulla di grave ma poteva comunque esserci il rischio di un infezione.
Ti ho
chiesto... beh... le
ho chiesto di
venire da me per medicare la ferita e per fare delle banali analisi del
sangue”,
ti spiega Lanie “Inizialmente non ha voluto, asserendo che
fosse solo un graffio
e conoscendoti non
mi aspettavo niente
di meno”, accenna ad un piccolo sorriso, poi prosegue
“Ma io so essere testarda
quanto te e non ho lasciato cadere la cosa, così dopo un
paio di giorni è
venuta da me in laboratorio e le ho fatto un prelievo di sangue. In
quel
momento è suonato il telefono ed ho lasciato la provetta sul
tavolo davanti a
lei... quando sono tornata l’ho etichettata e poi esaminata.
Era il tuo sangue
ed era assolutamente tutto regolare”.
Tu e Castle vi
guardate,
arrivando alla stessa conclusione.
“Ha
scambiato la provetta del
suo sangue con una contenente
quello di
Kate mentre Lanie era al telefono” esclama Rick.
“Ma
come se l’è procurato?”
domandi, cercando spiegazioni più esaustive.
Lanie ti prende
la mano
“Tesoro, per tutto questo tempo, mentre portavano avanti la
loro messa in
scena, vi hanno tenuti in una casa abbandonata, fuori città,
costantemente
sedati in modo da potervi tenere sotto controllo e prelevare sangue o
impronte
digitali ogni qualvolta fosse stato necessario dimostrare la loro
identità”.
Sedati.
Per un anno.
In coma,
addormentati alla loro
mercé.
Ti si accappona
di nuovo la
pelle.
Ecco
perché siete in ospedale
con i muscoli intorpiditi e indolenziti.
Martha si
avvicina a suo figlio
“Inoltre il tuo conto in banca prevede come norma di
sicurezza non solo una
doppia chiave, tua e del direttore della banca, ma anche una scansione
delle
impronte digitali”, gli ricorda.
“La
riproduzione di un’impronta
digitale è estremamente delicata e soprattutto non
riutilizzabile, perciò gli
serviva poter andare a prenderla direttamente dalla fonte ogni volta
che
voleva”, Lanie riprende la parola.
“Senza
contare che se un giorno
li avessero mai scoperti potevano usarvi per patteggiare. Rivelare la
vostra
ubicazione in cambio di uno sconto della pena”.
Castle scuote la
testa con
forza, sopraffatto da tutte quelle informazioni “Non solo non
gli saremmo stati
più d’intralcio, ma avrebbero vissuto per sempre a
nostre spese”, esclama “Se
volevano dimostrare la loro superiorità nei nostri confronti
devo ammettere che
ci sono riusciti! L’avrebbero fatta franca”.
“Ma
così non è stato”, lo
rassicura Ryan “Quello che conta è che siamo
riusciti a smascherarli e che voi
due siate sani e salvi”.
Le parole di
Ryan ti suscitano
una domanda più che ragionevole “Come avete fatto
a trovarci?”.
Ivi’s corner:
Piano piano
scopriamo tutta la verità, visto?
Questa volta
il 3xk ha giocato in prima linea, piano brillante ma...
Alla
prossima!
Ivi87
|
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Capitolo 12 *** 12 - And knew that somehow I could find my way back ***
#
12 - And
knew that somehow I could find my way back
È
passata solo mezz’ora
dall’inizio di quella giornata ma già ti senti
esausta.
E il colorito
pallido di Castle
ti fa pensare che lui non stia molto meglio di te.
Siete stati
derubati di un anno
della vostra esistenza.
Hanno assunto le
vostre
identità stravolgendole completamente.
Ma un Dio
lassù deve esistere
se anche stavolta l’avete scampata.
Non sai ancora
come potrete
rimettere ogni pezzo al proprio posto dopo tutte queste rivelazioni ma
sei
certa che insieme troverete un modo.
Ryan sta
cercando le parole
giuste per rispondere alla tua domanda.
Il piano di
Tyson è saltato a
causa dell’incidente della dottoressa Nieman, il tutto mentre
tu e Castle eravate
sedati e tenuti sotto chiave da qualche parte, quindi... Come vi hanno
trovati?
“Dopo
aver scoperto il vero
gruppo sanguigno della Nieman i medici sono riusciti a stabilizzarla.
Io e Javi
l’abbiamo interrogata quello stesso giorno, nonostante i
medici ce lo volessero
impedire per via delle sue condizioni ancora precarie”,
spiega Ryan finalmente.
Espo si avvicina
a lui e prende
la parola “Purtroppo non riuscivamo a scucirle nessuna
informazione così
abbiamo cominciato a farle un po’ di pressioni
psicologiche”.
“Cosa
intendi?”, domanda
Castle.
“Le
abbiamo detto che Tyson
l’aveva abbandonata morente per strada, che non sarebbe
tornato a salvarla
dalla prigione”, risponde Esposito.
“Già”,
annuisce Ryan “Le ho
ricordato che se Tyson l’avesse veramente amata sarebbe
restato al suo fianco
anche a costo di farsi arrestare e che lei gli serviva solo per il suo
piano”.
“Sembrava
non aver funzionato”,
continua il Capitano Gates “Ma dopo tre giorni è
crollata vedendo che Tyson non
si faceva vivo. Aspettava un segno da parte sua che prima o poi sarebbe
andato
a salvarla ma quando ha realizzato che per lui non era altro che una
pedina
ormai inutilizzabile ci ha raccontato tutto: come vi hanno rapiti, dove
vi
tenevano... il loro piano di utilizzare Bangkok come meta iniziale e da
lì poi
far perdere le loro tracce...”.
Nella stanza
cala il silenzio.
Ora sapete tutto.
L’angoscia
e l’attesa di questi
giorni vi hanno accompagnati fino a questo momento.
Sapere tutto
subito sarebbe
stato meglio?
Forse.
Forse no.
Sarebbe stata
una botta
tremenda da assorbire tutta in un colpo.
“Io e
Alexis andiamo a
prendervi dei vestiti per quando uscirete”, le due rosse vi
abbracciano e poi
escono dalla stanza.
“Vado
anche io, tesoro”, tuo
padre ti bacia la fronte “Staremo insieme stasera, a
casa”.
Restate da soli
con Ryan,
Esposito e il capitano Gates.
Come Castle poco
prima, anche
tu indossi la tua vestaglia.
C’è
solo una cosa che vuoi fare
in quel momento e sai che lui sarà d’accordo.
“Ragazzi...”,
Kevin tiene lo
sguardo basso e sembra essere molto in difficoltà.
Capisci che per
il momento devi
rimandare il tuo piano.
“Noi
stiamo malissimo... vi
dobbiamo delle scuse... non so nemmeno come potrete perdonarci
ma...”,
incespica ogni due parole in evidente imbarazzo.
“Non
è colpa vostra”, esclami
con lo stomaco sottosopra.
Ora capisci
perché in tutti
questi giorni avevano indossato quello sguardo colpevole nonostante le
assurdità che raccontavano riguardassero solo voi due.
E una parte di
te lo pensa
davvero. Non è colpa loro.
È
colpa del 3xk e di Kelly
Nieman.
Eppure...
Probabilmente
è l’orgoglio a
parlare, ma l’altra parte di te ti sta dicendo che li
avrebbero dovuti
riconoscere immediatamente.
Che le stranezze
erano troppe e
le scuse usate per giustificarle invece troppo deboli.
Ma non glielo
dici.
Sono i vostri
migliori amici.
Sono i primi ad
essere stati
presi in giro.
E come se non
bastasse, si
sentono già abbastanza in colpa senza bisogno di infierire.
Lanci uno
sguardo veloce a
Castle, sperando che capisca che ti serve il suo appoggio.
“Era
un piano brillante e ben
pensato, ragazzi. Non dovete sentirvi in colpa”, aggiunge
lui, cogliendo il tuo
messaggio.
Sai benissimo
che anche Castle
deve sentirsi molto combattuto.
Di sicuro li
perdonerete presto,
ma ora la ferita è ancora fresca e il vuoto di un anno perso
è difficile da
colmare in pochi giorni.
Esposito scuote
la testa “Non è
vero, ma grazie per averlo detto”.
“Avremmo
dovuto capire”,
mormora Victoria Gates.
“Siamo
davvero mortificati”,
aggiunge nuovamente Ryan.
Tutte queste
scuse ti stanno
innervosendo “Basta così”, esclami
sforzandoti di sorridere.
Ora ti vuoi
concentrare su
altro.
Qualcosa di
più importante.
“Dov’è
ora?”, domandi tornando
seria “Kelly Nieman. Dov’è?”.
Sono passate
quasi due
settimane dal suo incidente ma non può essersi di certo
ripresa.
Deve essere
ancora lì in
ospedale.
“Al
secondo piano, ammanettata
al letto e sotto custodia”, ti risponde il Capitano.
Guardi ancora
una volta il tuo
compagno, cercando sostegno nei suoi occhi.
Lui ti capisce
immediatamente
“Vogliamo vederla”.
I tre sembrano
sorpresi.
“Credete
sia una buona idea?”,
domanda Ryan corrucciando la fronte.
Probabilmente
no. Non lo è per
niente.
“Dobbiamo
vederla con i nostri
occhi”, ancora una volta Castle da voce hai tuoi pensieri.
Sì,
la devi vedere tu stessa.
La finta te.
La tua copia
esatta, capace di
ingannare persino tuo padre.
“Non
credo sia il caso, state
per essere dimessi ragazzi, dovreste pensare solo a tornarvene a casa e
a
riposare”, insiste Esposito.
Non vuoi
infierire, ma un
commento secco esce dalla tua bocca prima che tu riesca a fermarlo
“Abbiamo
riposato un anno. Ora vogliamo vederla!”.
Abbassano di
nuovo la testa,
dispiaciuti.
Sarà
stato un colpo basso ma
ora vi stanno conducendo da lei.
Castle ti prende
per mano in
corridoio, finalmente liberi da elettrodi e monitor.
La stringi forte
per auto
infonderti sicurezza e senti che lui fa lo stesso.
Vi scansate per
fare spazio a
dei medici che corrono all’interno di una stanza.
“Un
momento...”, Ryan rallenta
il passo e mette una mano sulla fondina “Quella è
la stanza della Nieman!”.
Sposti gli occhi
verso la porta
in cui sono entrati i dottori “Dov’è la
guardia? Avete detto che era sotto
custodia?”, domandi mentre state già tutti
correndo verso quella direzione.
Un infermiere
è chinato a
terra, intento a prestare soccorso alla guardia stesa sul pavimento.
“Era... sotto custodia”,
sussurra Esposito.
La Gates entra
per prima nella
stanza “Come sta?”, domanda
all’infermiere.
“È
solo svenuto”, risponde
premendogli due dita sulla carotide.
Sollevati,
fissate tutti quanti
il letto.
I medici la
sovrastano e per
alcuni minuti non vedete altro che camici bianchi.
Poi uno di loro
si separa dal
gruppo e vi raggiunge sulla soglia “Mi dispiace”,
dice solamente.
“Dannazione!”
esclama Esposito.
I dottori
sollevano la guardia
su una barella e uno ad uno escono dalla stanza.
“Alla
fine è venuto per
lei...”, mormora Castle.
Tyson non poteva
fare altro che
eliminare l’unico collegamento che vi avrebbe condotti a lui.
“Detectives”,
esordisce la
Gates “Andiamo a parlare con i dottori per scoprire come
l’ha eliminata , poi
interrogheremo la guardia”.
“Sì,
signore”, risponde
Esposito incamminandosi dietro di lei.
Ryan accenna un
paio di passi,
poi si volta verso di voi “Dovreste tornare nella vostra
stanza a riposare”.
Castle lo
rassicura “Dacci solo
un paio di minuti”.
Kevin annuisce
con poca
convinzione ma si allontana senza aggiungere altro.
Da quando i
medici se ne sono
andati non sei ancora riuscita a guardare la donna in quel letto.
Non ne sei
sicura ma ti sembra
che nemmeno Castle l’abbia fatto.
Improvvisamente
ti rendi conto
che praticamente stai per vederti morta.
Chiunque altro
scapperebbe
nella direzione opposta.
Tu invece ti
senti come
attratta.
Un passo alla
volta entri nella
stanza tenendo gli occhi bassi.
Solo una volta
arrivata accanto
al letto ti permetti di guardarla.
I capelli
castani sono sparsi
sul cuscino.
Qualche taglio
in via di
guarigione le segna il volto. Il tuo volto.
Un livido
verdognolo sotto lo
zigomo destro. Il tuo zigomo.
Il tuo naso.
Il tuo profilo.
Le tue braccia
riverse sul
piccolo materasso.
È la
tua copia perfetta la
donna morta in quel letto.
Senti la rabbia
montarti
dentro.
Vorresti
prenderla a pugni e
scuoterla.
Vorresti
gridarle contro tutto
il tuo dolore.
Ma sei come
paralizzata.
Non riesci a
smettere di
fissarla.
Sei tu. E sei
morta.
Stai guardando
il tuo corpo
senza vita come in un’assurda esperienza extracorporea.
In quel momento
tutto quello
che stai cercando di reprimere esplode e come una furia ti scagli su di
lei.
Ivi’s corner:
Tyson ha
colpito ancora, prima di darsi alla macchia! Meno male che non
è riuscito ad
agire prima che la Nieman vuotasse il sacco!
Siamo quasi
alla fine, gente!
Io finisco e
Castle inizia ahahah babba biada non vedo l’ora! *-*-*-*-*
Un bacione a
tutte! (giurin giurello che nel weekend rispondo alle recensioni
arretrate ;) )
Ivi87
|
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Capitolo 13 *** 13 - Then I heard your heartbeating ***
#
13 -
Then
I heard your heartbeating
“Kate, fermati!”.
Castle sta
cercando di farti
ragionare ma non riesci a fermarti.
Sai che non
è nemmeno tutta
colpa di Kelly Nieman. È Tyson il vero artefice di tutto.
Ma ora, tutto
quello che hai
provato quando credevi che Rick fosse morto, tutto quello che avete
passato in
quegli anni per colpa del 3xk e della sua complice e tutta
l’ansia di quei
giorni in ospedale si sta riversando su quel corpo morto,
diabolicamente uguale
a te.
“Kate,
basta... guardami”,
continua a dirti Castle.
Lo senti
abbracciarti da dietro
bloccandoti così le braccia tra le sue.
“Basta...
va tutto bene...
guardami”, continua a ripetere come una litania.
Quando
finalmente ti calmi lui
ti volta “Guardami, Kate. Non guardare lei”.
Sei di fronte a
lui ma ancora
non hai la forza di incrociare il suo sguardo.
Ti prende il
viso tra le mano e
con i pollici ti asciuga le lacrime “Guardami”.
E poi obbedisci.
E nei suoi occhi
vedi anche più
dolore.
Perché
lui ti ha già vista
morta. Ma non era una tua sosia.
Eri proprio tu,
quella esanime
tra le sue braccia.
Deve essere
stato terribile.
Ne avete parlato
qualche volta,
certo. Ma solo ora capisci quanto deve essere stato devastante.
Come se stessi
scalando una
parete, ti arrampichi su di lui per abbracciarlo e stringerlo forte.
In punta di
piedi con le tue
braccia strette al sul collo mentre lui affonda il viso nel tuo per non
guardare la finta Kate.
Restate
lì così per dei
lunghissimi minuti fino a quando delle infermiere non vi chiedono di
uscire.
Tornate in
camera e vi sedete
sulla sponda dello stesso letto.
Appoggi la testa
sulla sua
spalla e lui ti avvolge la schiena con il braccio.
“È
tutta colpa mia”, sussurri
senza alzare la testa da quel comodo appoggio.
Castle si volta
e ti lascia un
amorevole bacio sulla fronte “Non dire
così”.
“Ma
è vero”, ora ti sposti e lo
guardi negli occhi “Non avresti mai dovuto seguire il mio
lavoro. Avrei dovuto
tener testa a Montgomery!”, ribatti seria.
“E io
non avrei dovuto sfidare
Jerry Tyson, allora. È me che vuole”, risponde
prontamente Castle “Non avrei
dovuto inventare un personaggio su di te che attira psicopatici che ti fanno esplodere la
casa”.
Riappoggi la
testa sulla sua
spalla, sbuffando.
Con i
‘se’ e con i ‘ma’ non
andrete da nessuna parte.
“L’unico
responsabile è Jerry
Tyson e noi non dobbiamo vivere nella paura e nell’angoscia a
causa sua”,
prosegue Castle.
“Ma
è ancora là fuori, pronto a
vendicarsi!”, esclami con la voce strozzata.
Ti accarezza la
schiena per
confortarti “Farà un passo falso”,
risponde sicuro “E noi saremo pronti.
Staremo più in guardia”.
“Nessun
annuncio sul NY
Ledger?” domandi con un piccolo sorriso.
Sorriso che
viene subito
ricambiato “Nessun annuncio, niente Hamptons e di sicuro mai
più trecento
invitati. Solo amici e parenti stretti la prossima volta”.
Quelle parole ti
illuminano
dentro “Ci sposiamo?”, domandi come se non fosse
poi così scontato, dopo tutto
quello che avete appena affrontato.
“Ci
puoi scommettere!” ti
risponde prima di baciarti.
“Sai
di ospedale...mmm
buono...”, mormora sulle tue labbra “Vedi le cose
che riesci a fare? Trovami
qualcun’altro a cui piaccia il sapore di ospedale!”.
Sorridi ancora.
Lo baci ancora.
Lo ami. Lo ami e
basta.
E
perché lo ami non vuoi che
soffra.
“Che
succede qui dentro?”, ti
lascia un altro bacio sulla fronte quando si accorge del tuo repentino
cambiamento d’umore “A cosa pensi?”.
“Penso
che ti amo”.
“Interessante”
scherza lui.
“Penso
che ti amo e che stare
con me è pericoloso” aggiungi ignorando il suo
commento “Penso che tu sei la
luce e io l’oscurità e che rischio di trascinarti
con me nel buio”.
Capisce che stai
parlando
seriamente e si irrigidisce.
“Perché
stavamo parlando di
matrimonio e ora sembra che mi vuoi lasciare?” ti domanda
allarmato.
“Non
ti voglio lasciare”, gli
rispondi lasciando andare una lacrima “Non ne sono
capace”.
Castle ti
solleva il volto
posandoti l’indice sotto il mento “Non
c’è oscurità senza luce, Kate, e
viceversa. Si completano a vicenda”, ti dice ora
accarezzandoti la guancia “E
sai cosa? Se anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei
di portarti dalla
mia parte, ma verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda
e starei
nell’oscurità con te”.
Sei
completamente, totalmente
persa nel suo sguardo. Ubriaca di quelle parole.
Se foste in un
qualsiasi altro
luogo ora faresti l’amore con lui.
Ma siete in
ospedale e stanno
bussando alla vostra porta.
Alexis e Martha
entrano nella
stanza lasciando l’uscio aperto.
“Vi
abbiamo portato dei vestiti
puliti”, esclama Alexis “Trevor sarà qui
tra un attimo con il vostro borsone”.
“Trevor?”,
l’attenzione di
Castle è subito catalizzata dal nome maschile appena
pronunciato dalla figlia “Chi
è Trevor?”.
L’infermiere
che i primi giorni
di degenza aveva avvicinato i vostri letti entra con un borsone nero a
tracolla.
“Oh,
certo... Trevor...”,
sussurra stringendo gli
occhi.
Alexis lo
ringrazia con una
risatina svenevole e lui arrossisce, prima di andarsene.
“Sei
consapevole che stai
mettendo a frutto i consigli di una psicopatica innamorata di un altro
psicopatico e per di più assassino seriale?”, le
domanda quando lei lo
abbraccia.
“Però
funzionano...”, risponde
lei, baciandolo sulla guancia.
Martha appoggia
il borsone sul
letto accanto a te e tu cominci a cercare qualcosa di tuo.
Frughi un
po’ ma non riconosci
nulla.
Sollevi una
maglia color verde
bottiglia che sei certa non ti appartenga.
“Vestiti
puliti? Questi sono
nuovi di zecca!”, esclami passando una camicia a Rick.
“Questa
non è mia”, conferma
infatti.
Nonna e nipote
si guardano
negli occhi.
“Ecco...noi
non sapevamo se
avreste voluto... vedete...”,
Martha
vorrebbe cercare le parole giuste ma al momento non riesce a trovarle
“Oh,
cari... hanno indossato quasi tutti i vostri abiti... noi non sapevamo
se li
avreste voluti ancora quindi ne abbiamo presi di nuovi”.
Restate tutti e
due a bocca
aperta.
Sembra una
sciocchezza il fatto
che abbiano indossato i vostri vestiti, mangiato alla vostra tavola e,
come entrambi
immaginate, dormito nel vostro letto.
Inorridite al
pensiero.
Non è
affatto una sciocchezza.
Hanno violato
casa vostra.
“Grazie,
avete fatto bene”,
rispondi sinceramente grata.
“Credo...”,
Castle attira la vostra attenzione “Credo che dovremmo
considerare l’idea di
cambiare casa”.
Ivi’s
corner:
Ma i Caskett riusciranno mai ad
avere un momento di intimità senza che qualcuno bussi alla
porta o li chiami al
telefono?
I misteri dei
telefilm... mai
un attimo di pace! :p
Quanto amo
Castle quando dice
frasi del genere??? Gliene dovevo far dire una anche io, oh! Per
restare nel
personaggio u.u
E va bene sono
una
romanticooona lo sapete, su! *-*-*-*-*
Vi aspetto
sabato per discutere
assieme a proposito del trasloco! :-*
Ivi87
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Capitolo 14 *** 14 - You were in the darkness too ***
#
14 - You
were in the darkness too
Ti volti stupita verso di lui.
Cambiare casa?
Dei vestiti
nuovi sono una
conseguenza più che naturale dopo che sono stati usati per
un anno dai vostri
rapitori, ma cambiare addirittura casa?
“Noi...
alloggiamo in albergo
da quando è uscita fuori la verità”,
confessa Alexis, quasi vergognandosene
“Non riuscivamo più a stare là
dentro”.
Castle abbraccia
sua figlia e
prende la mano della madre “Avete fatto la cosa giusta, non
siete costrette a
vivere ancora là. Nessuno di noi lo è”,
finisce la frase guardandoti.
Apri la bocca ma
non emetti
suono.
Alexis
è cresciuta in quel
loft.
I ricordi
più belli di Castle e
Martha sono legati a quell’appartamento e, lo devi ammettere,
anche i tuoi.
“No”,
esclami infine.
Ti fissano
stupiti.
Non vuoi
rinunciare a quel
posto anche se sai benissimo che con quelle tre persone andresti
ovunque.
Non puoi
lasciare che Tyson vi
sottragga anche casa vostra.
“No”,
ripeti “Vincerebbe lui
così”.
Guardi Castle
sperando che capisca
“Si è già preso abbastanza delle nostre
vite, non gli daremo anche casa nostra.
Alexis è cresciuta lì, ha mosso i suoi primi
passi su quel pavimento... non
lascerò che si prenda queste anche questi ricordi”.
Ti guardano
tutti e tre con le
lacrime agli occhi.
Castle sorride
“Hai ragione.
Dobbiamo riprenderci casa nostra”.
Alexis si
stringe nelle spalle
“Ma... che mi dite dei ricordi di quest’ultimo
anno, allora?”.
Voi non ne avete
alcuno, ma lei
e Martha sì.
E anche tutti
gli altri.
“I
ricordi belli batteranno
quelli brutti”, le risponde dolcemente suo padre.
“Posso
suggerire una cosa?”,
domanda Martha che fino ad ora era stata in silenzio ascoltando
attentamente
“Riarrediamo!”, esclama battendo le mani.
Ora siete voi a
fissarla
stupiti.
“Pensateci,
manterremmo la
nostra casa ma sarà come se fosse del tutto
nuova!” spiega già del tutto
assorbita dal nuovo progetto “Inoltre voi due avreste
l’occasione di scegliere
i mobili assieme, come fanno tutte le coppie che si devono
sposare”.
Adori il loft
così com’è ma
devi ammettere che l’idea di scegliere assieme i mobili di
casa vostra ti fa
battere il cuore.
“Mi
sembra un’ottima idea”, ne
conviene Castle guardando annuire sia te che Alexis “Strano
madre, non è da
te!”, aggiunge poi, come suo solito fare per infastidire
Martha.
La donna agita
teatralmente una
mano davanti a sé “Fingerò di non
averti sentito”, commenta indignata andando
verso la porta “Su tesoro, lasciamoli soli mentre si
vestono”.
Alexis segue sua
nonna fuori
dalla stanza, non prima di averci abbracciato entrambi.
Entri per prima
in bagno, come
fai sempre ogni mattina da quando state insieme e in dieci minuti sei
pronta.
Gli lasci il
bagno libero e
aspetti pazientemente che si prepari.
Lui di solito ce
ne mette
venti.
Colpa del ciuffo
ribelle, ovviamente.
Ma questa volta
è il bottone
del polsino della camicia ad avere la meglio su di lui.
“Mi
aiuti?”, domanda uscendo
sconsolato dal bagno.
Sorridi
facendogli segno di
sedersi sul letto accanto a te.
Infili il
piccolo bottone
nell’asola della camicia ma invece di restituirgli il braccio
ti ci aggrappi
“Staremo bene, vero?”.
Lui posa la mano
sulla tua
gamba e inarca le sopracciglia “Se per bene
intendi assistere inermi mentre mia madre acquista le cose
più orrende che il
mercato immobiliare abbia mai sfornato, allora sì, staremo
bene”.
Tu sorridi
“Sì, intendevo più o
meno questo”.
L’ennesimo
bacio viene
nuovamente interrotto da qualcuno alla porta.
“Ci
chiudiamo a chiave in
albergo finchè non finiamo con il loft, vero?”, ti
domanda seccato dall’ennesima
interruzione.
“Assolutamente
sì!”, rispondi
ridendo, prima di andare ad aprire la porta.
Lanie, Esposito
e Ryan fanno il
loro ingresso.
“Finalmente
vestiti di tutto
punto!”, scherza Ryan.
“Sì,
non offenderti Castle, ma
non hai delle belle gambe”, si unisce Espo.
“Ah.
Ah. Ah”, a turno Rick li
abbraccia mentre Lanie si getta su di te.
“Mi
sei mancata tanto”, ti dice
commossa “Perdonami”.
“Non
c’è niente da perdonare,
ok? Gettiamoci questa storia alle spalle”, le rispondi
tenendola stretta.
“Non
sarà facile”, esclama
Esposito “La guardia non ha visto chi l’ha
tramortito e molto facilmente Tyson
aveva camice e mascherina da dottore”.
“Appena
Lanie farà l’autopsia a
Kelly Nieman ci saprà dire la causa della morte”,
aggiunge Ryan.
“Vi
posso già dire che non mostra
sintomi di soffocamento. Probabilmente le ha iniettato una bolla
d’aria che ha
raggiunto il cuore causandole un infarto”, precisa la
dottoressa.
“E
ovviamente non troveremo
nessuna impronta”, conclude Castle.
“Non
essere pessimista, Castle.
Abbiamo diramato un comunicato a tutte le agenzie federali. Tutto il
paese sta
cercando un uomo uguale allo scrittore di gialli Richard
Castle”, spiega Espo
“E nel caso decidesse di cambiare nuovamente volto stiamo
tenendo sotto
controllo tutti i chirurghi plastici sia quelli abilitati che quelli
radiati”.
Castle annuisce
lieto di
sentire che Jerry Tyson sia braccato su ogni fronte possibile.
“Ex
scrittore di gialli, per la
precisione”, aggiunge correggendo la frase
dell’amico.
Ryan gli da
un’amichevole pacca
sulla spalla “Ora puoi riprendere il tuo lavoro”,
suggerisce “E anche tu”, dice
guardando poi Kate.
“Ci
sentiamo più tardi,
ragazzi”, si congedano Ryan ed Esposito.
Lanie ti avvolge
in un ultimo
abbraccio “Ti chiamo”, ti dice
all’orecchio.
Di nuovo soli,
vi prendete un
attimo prima di uscire.
Avete ascoltato
un racconto
terribile in quella stanza e sono giorni che non vedete l’ora
di uscire da lì.
Ora
però sentite il bisogno di
prendervi un minuto solo per voi.
Per riordinare
le idee e i sentimenti.
Vi avvicinate al
letto che
occupava Castle e vi sdraiate un’ultima volta, abbracciati
come nelle notti
precedenti.
Ivi’s
corner:
L’idea
iniziale era quella di cambiare casa. Ma mentre scrivevo non ero
più certa e
parlando con le mie fantastiche consulenti sono giunta alla conclusione
che
così avrebbe vinto Tyson u.u
So...Riarrediamo!
Martha è una donna molto saggia, non trovate?
Ci
vediamo lunedì sera per i saluti finali e per iniziare al
meglio con la 7x01
*-*
Buon
finesettimana,
Ivi87
|
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Capitolo 15 *** 15 - So I stayed in the darkness with you ***
#
15 - So
I stayed in the darkness with you
Avete riempito
nuovamente il
borsone con le vestaglie e i vostri effetti personali utilizzati in
quei giorni
di degenza.
Vi siete
già messi in contatto
con Gina e il Cap. Gates per parlare delle vostre rispettive carriere
lavorative.
Siete finalmente
pronti ad
andarvene quando un’infermiera entra con un bel vaso di fiori.
“L’hanno
lasciato in
accettazione per voi”, vi dice prima di sparire fuori dalla
porta.
“Sarà
la simpatica zia
Therese?”, scherza Castle lasciando il borsone sul letto ed
avvicinandosi al
mobiletto su cui Kate ha posato il vaso.
“Zia
Therese mi ha chiamata già
un paio di volte, quindi non credo che siano suoi”, gli
rispondi “Saranno di
una tua qualche ammiratrice”, aggiungi poi con una smorfia
mentre vedi se c’è
un bigliettino.
“Le
mie ammiratrici hanno più
gusto”, ti risponde risentito.
Sorridi quando
finalmente in
mezzo al bouquet trovi il bigliettino “Eccolo!”.
Leggi ad alta
voce:
Mi
pareva di essere
vicino a capire, senza riuscire però a capire, come capita
di essere vicini a
ricordare e non riuscire a ricordare.
3xk
Le lettere
rosse spiccano sulla carta quasi come se fossero scritte con il sangue
fresco.
Entrambi
fissate quel biglietto con gli occhi sgranati.
“Si
può dire che questa frase sia l’emblema della
nostra lotta contro Jerry Tyson.
Lui è sempre un passo davanti a noi. Quando crediamo di
averlo stanato, lui
anticipa le nostre mosse e ci sfugge”, dai voce ai tuoi
pensieri sapendo che
sono uguali a quelli di Castle.
Rigiri
tra le mani quel piccolo cartoncino e leggi quelle righe ancora una
volta
“Descrivono pienamente questi giorni in ospedale”,
aggiungi infine.
Castle
non dice ancora niente. Fissa con insistenza il biglietto tra le tue
mani.
Preoccupata,
glielo porgi pensando che forse lui possa vederci qualcosa in
più.
Passa
lentamente i pollici sulle lettere, poi alza lo sguardo e cerca di
sorriderti
ma capisci che lo fa solo per tranquillizzarti.
“Cosa?”,
domandi stringendo le mani attorno ai suoi polsi.
“Questa
è una frase di Edgar Allan Poe”, ti risponde senza
aggiungere altro.
Non
ce n’è bisogno.
Edgar
Allan Poe è lo scrittore preferito di Castle.
Per
l’ennesima volta Rick è il bersaglio.
Il
3xk sa come colpirlo, anche solo con le parole o con un semplice
mazzo
di fiori che dice: Questa battaglia l’avete vinta
voi ma la guerra è ancora
in corso.
Lui
è ancora là fuori, carico di informazioni su
Castle.
Su
di te.
Sulle
vostre famiglie e sui vostri amici.
Ha
risorse e abilità che nemmeno immaginate.
E una
mente folle pronta a tutto.
Ma
entrambi sapete che per adesso non farà la sua mossa.
È uno
dei maggiori ricercati degli Stati Uniti e tutte le Agenzie delle forze
armate
sanno che ha il volto di Richard Castle, anche se probabilmente
starà cercando
un qualche chirurgo per rifarsi nuovamente i connotati.
Per
un momento ripensi che se non fosse per te e il tuo lavoro tutto questo
non
sarebbe successo.
Ma
le parole di Rick ti tornano alla mente, dissipando ogni dubbio.
Se
anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei di portarti
dalla mia parte, ma
verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda e starei
nell’oscurità
con te.
Gli
prendi il biglietto dalle mani e lo metti in tasca.
Sai
già che le vostre saranno le uniche impronte che la
scientifica troverà e che
sarà un altro dei vicoli ciechi a cui Tyson vi ha abituati.
Prendi
il borsone in mano e da galantuomo Castle te lo sottrae per metterselo
a
tracolla.
“Usciamo
da qui”, esclami “Abbiamo un loft da
riarredare”.
Per
adesso potete solo tornare alle vostre vite.
Rick
ti sorride. Ti prende la mano ed insieme lasciate l’ospedale.
Fine.
♫
Then
I heard your heart beating, you were in the darkness too
So
I stayed in the darkness with you
♫
Cosmic
Love – Florence and
The Machine
Ivi’s
corner:
Finale
aperto? Certo che sì! Chi sono io per acciuffare il 3xk? Ci
pensino gli
sceneggiatori di Castle xD
Io
l’ho
solo preso in prestito per un pochino...
Spero
che vi sia piaciuta questa mia piccola avventura, ringrazio di cuore
tutti quelli
che mi hanno seguita fin qui!
Un grazie
speciale alla mia beta che mi odia (sotto sotto non mi sopporta
più, lo so),
alla mia consulente criminale che chiede alla madre cosa succede quando
si
inietta una bolla d’aria ad una persona solo per farmi un
favore u.u
E grazie
anche a chi ha letto in anteprima e mi ha dato il suo parere.
Insomma,
grazie a tuttiiiiii :-****
BUONA
7X01 (ancora nn ci credooooo)
Ivi87
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