La ragazza che non voleva amare.

di MiSentoUnDisastro
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “Perchè devono morire tutte le persone a cui voglio bene?” ***
Capitolo 2: *** “Dopo dieci anni...” ***
Capitolo 3: *** “Sarò anche stronza ma conosco la vita meglio di te.” ***
Capitolo 4: *** “Non capisco come le persone possano odiare la pioggia” ***
Capitolo 5: *** “Lui sa tutto.” ***
Capitolo 6: *** “Lui, sento che lui mi distruggerà.” ***
Capitolo 7: *** “Renderò la tua vita migliore.” ***
Capitolo 8: *** “Lui è la ragione del mio sorriso.” ***
Capitolo 9: *** “Non voglio amarti, Justin.” ***
Capitolo 10: *** “C'è qualcosa di inspiegabile tra loro.” ***
Capitolo 11: *** “Basta un secondo e tutto sembra crollare.” ***
Capitolo 12: *** “Sono una vigliacca.” ***
Capitolo 13: *** “Vivevo come sempre, ma non avevo più un motivo per farlo.” ***
Capitolo 14: *** “C'è qualcosa che mi blocca, probabilmente paura.” ***
Capitolo 15: *** “Quando lui scoppia a ridere, io scoppio a vivere.” ***
Capitolo 16: *** “Non sono abbastanza nemmeno per essere salvata.” ***
Capitolo 17: *** “Lui non sa contro chi si è messo.” ***
Capitolo 18: *** “Sapevo di non poterlo ignorare per sempre.” ***
Capitolo 19: *** “Non potrò mai dimenticare quello che provo.” ***
Capitolo 20: *** “Avrei preferito non averlo mai sentito.” ***
Capitolo 21: *** “Sono solo così delusa da lei.” ***
Capitolo 22: *** “Lui è la mia ossessione.” ***
Capitolo 23: *** “Tutti sapevano, a nessuno importava.” ***
Capitolo 24: *** “Sono solo tanto felice.” ***
Capitolo 25: *** “Perfino il destino si sta prendendo gioco di me.” ***
Capitolo 26: *** “E' un addio definitivo?” ***
Capitolo 27: *** “Ed arriverà la fine, ma non sarà la fine.” ***
Capitolo 28: *** The end. ***



Capitolo 1
*** “Perchè devono morire tutte le persone a cui voglio bene?” ***


Entrai in quella stanza con le lacrime che scivolavano sul il mio viso, lentamente andai verso quel letto e scossi leggermente mio padre
'Mer, che ci fai qui?' chiese con la voce ancora un po' impastata dal sonno
'Papà, cosa c'è dopo la morte?' chiesi con la dolcezza che solo una bambina di cinque anni è in grado di avere, ignorando completamente la sua domanda.
Mio padre strabuzzò gli occhi, certamente non si aspettava una domanda del genere alle tre e mezzo del mattino ma avevo bisogno di risposte, volevo sapere, odiavo i dubbi e tutto ciò che comportavano, rimasi a fissarlo per un po' aspettando da lui una risposta e quando non la ricevetti ripetei la domanda 'cosa c'è dopo la morte?' sempre con lo medesimo tono e gli stessi occhi dolci appannati ormai dalle lacrime, questa volta lui mi guardò dolcemente e facendomi sedere di fronte a lui mi chiese
'come mai questa domanda tesoro?' io, a differenza di mio padre, non esitai nemmeno un momento per la risposta
'tutti quelli a cui voglio bene prima o poi muoiono, le mie maestre dicono che è come se dormissero, che vanno in un posto migliore, tutto bianco e bello dove ci sono tanti angioletti a proteggerli ma io non ci credo molto'
'e perchè non ci credi?'
'perchè io quando dormo non vado in un posto bianco e bello, anzi è tutto nero e mi mette tristezza oppure sogno cose brutte che mi fanno piangere'
'e cosa sogni di preciso?' non capivo come mai tutto quell'interessamento ma risposi ugualmente
'sogno nonno che muore, davanti a me, poi nonna e poi tutti voi e io, io ho paura' riuscì infine a dire tra un singhiozzo e l'altro
'di cosa hai paura piccola?' mi fece l'ennesima domanda, questa volta però con un tono più pacato e basso, come se temesse la mia risposta
'che voi mi lascerete tutti e che io dovrò vivere per sempre da sola, io non ci riesco, ho ancora paura di tante cose, non riesco a fare tutto da sola, sono piccola e... e poi chi mi prenderà i biscotti nel piano alto della cucina? io non ci arrivo!'
A mio padre, che era rimasto serio per tutta la conversazione, scappò un sorriso che io all'epoca non capii, per me tutto ciò che dicevo aveva un senso ed ero estremamente seria, anche sull'ultima frase; mi aspettavo che mi consolasse dicendomi che ci sarebbe sempre stato, lui, mamma e tutti i miei parenti, che non mi avrebbero mai lasciato, invece l'unica cosa che fece fu dirmi:
'quando non ci sarò più io a prenderti i biscotti ci sarà qualcun altro, che ti vorrà bene, ti aiuterà in tutto ciò che non sai fare, lui prenderà posto nel tuo cuore e ti amerà come tutti noi facciamo oggi e anche tu lo amerai, come noi, forse anche di più.'
'non voglio nessun altro, voglio solo voi, ti giuro che se non sarai tu a prendermi i biscotti non sarà nessun altro.' affermai io con la massima serietà e convinzione che una bambina di cinque anni con le lacrime agli occhi, alle quattro del mattino possa avere.
L'unica cosa che fece lui fu annuire sapendo che sarebbe stato inutile continuare quella conversazione e stringendomi tra le sue possenti braccia mi sussurò un 'dormi adesso piccola mia' mentre io continuavo a ripetere 'non amerò nessuno se non voi' fino a crollare in un sonno profondo.

Nessuno si sarebbe mai aspettato che quelle parole sarebbero diventate la mia regola.



Ehii, ragazzi/e. Vi volevo informare che questa è la prima fan fiction che scrivo e confesso di aver pensato a lungo se fossi in grado o meno di farne una e la risposta è che non lo so, solo che avevo alcune idee in testa e mi faceva piacere condividerle con voi attraverso questa storia, vi avviso intanto che i personaggi sono inventati dalla sottoscritta e che anche il personaggio di Justin riporta solo il suo nome per il resto è tutto frutto della mia immaginazione, l'ho 'usato' come protagonista perchè in questo periodo mi sono avvicinata particolarmente a lui, tramite canzoni ed interviste, e mi sembrava 'giusto' inserirlo nella storia. Vi prometto che cercherò di aggiornare il più possibile, sopratutto adesso che stanno per iniziare le vacanze natalizie. So che questo capitolo è corto ma mi serviva come 'introduzione' per il resto della storia.
Detto questo mi farebbe piacere sapere cosa pensate di questo capitolo/trama/storia, e cosa vi aspettate da questa :)

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Capitolo 2
*** “Dopo dieci anni...” ***


Capitolo 2 Ed eccomi qui, sono passati esattamente dieci anni da quella notte, sono cambiate un po' di cose da quando avevo cinque anni. Da quella notte, da quella domanda, da quella promessa, perchè per me di questo si trattava, sono cambiate molte cose. I miei nonni e tutti i miei parenti non ci sono più, gli unici rimasti sono i miei genitori e mia sorella di nove anni che non sopporto, troppo allegra, troppo pimpante, troppo gioiosa, e vivace; so che solitamente questi sarebbero comportamenti carini da attribuire ad una bambina ma io non li sopporto, mi danno sui nervi, forse perchè io non sono mai stata una bambina normale, ero sempre pacata, tranquilla, pensierosa, mi interrogavo su molte cose ed ero sveglia su alcune, lei invece sembra quasi stupida delle volte. Comunque, parlando di me, non c'è molto da dire: ho i capelli castani, sono bassa e di certo non ho un corpo da modella, sono acida, stronza, gelida, nessuno mi si vuole avvicinare, solo la mia migliore amica Charlotte, conosce la vera me, nemmeno i miei genitori la conoscono.

Esco di casa prendendo lo zaino, senza fare colazione né salutare nessuno mentre sento le urla dei miei che mi rimproverano di qualcosa ma non li ascolto e vado avanti, ormai è una routine. Appena arrivo a scuola sento gli sguardi su di me; non perchè sono bella e popolare o perchè lo voglia, non mi fanno affatto piacere ma ormai ci sono abituata. Ad ogni modo mi guardo addosso per vedere se non stanno cercando di farmi dei segnali per farmi capire che ho qualcosa sui vestiti o altro ma niente, vedo solo la mia maglia perfettamente intatta con i leggings e i sandali rigorosamente neri. No, non sono una dark, semplicemente amo questo colore, come odio il sole, il gelato, il cioccolato e la nutella, strana eh? Beh, lo pensano tutti.
Mentre percorro il corridoio sento i soliti commenti sul mio abbigliamento, il mio aspetto, il mio carattere, sempre gli stessi, che rimbombano nella mia testa come se fossero un eco.

'stronza'

'acida'

'sbaglio'

'errore'

'schifo'

'delusione'

'grassa'

'stupida'

'cessa'

'depressa'

Li ignoro, vanno avanti da una vita e non ce n'è uno che non abbia già sentito, letto o pronunciato. Certo una vita potrebbero anche farsela senza guardare ogni cosa che faccio o dico ma non importa; ad ogni modo non c'è un aggettivo messo a casaccio per descrivermi, sono così veritieri che perfino i miei genitori li usano, buffo no?
Okay no, non lo è per niente.

Entro in classe al suono della campanella e prendo posto nel mio solito banco, accanto al quale c'è una ragazza di cui so a malapena il nome, Ilary mi pare; come avrete ben notato non parlo molto con i miei compagni, adoro la solitudine e la tranquillità. C'era troppo silenzio in quell'aula, strano dato che solitamente Ilary non faceva altro che riempirmi di domande che puntualmente ignoravo; mi giro e non la trovo, ecco perchè, mi sembrava strano, chiudo gli occhi gustandomi quel silenzio, silenzio che purtroppo durò poco dato che un ragazzo si 'scaraventò' al mio fianco occupando il posto accanto al mio senza nemmeno chiedermi se fosse libero o meno, non importa, lo ignoro, o almeno ci provo fino a che lui non mi porge la sua mano presentandosi.

'Piacere sono Bieber, Justin Bieber.'





Eccomi qua, sono tornata con un nuovo capitolo (?) okay a nessuno importa ma vabbe
Vi avviso che, penso lo avrete già notato o comunque lo noterete in futuro, ci sono delle espressioni o parole che ripeto più volte, in parte perchè è il linguaggio che voglio dare al personaggio e in parte perchè è il mio modo di parlare e di scrivere. Mi scuso inoltre se troverete degli errori di punteggiatura o grammaticali, cercherò di farne il meno possibili. Detto questo ho una domanda per voi, quale sarà, a parer vostro, la reazione di Meredith di fronte alla presentazione di Justin? :)

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Capitolo 3
*** “Sarò anche stronza ma conosco la vita meglio di te.” ***


3giusta 'Piacere sono Frega, Chissene Frega.' 

Rispondo facendo uno dei miei soliti sorrisini acidi e voltando lo sguardo verso l'insegnante che puntualmente sta spiegando a vuoto considerando che nessuno è interessato a ... storia? boh, non ricordo nemmeno la materia che stiamo facendo; mi metto le cuffiette nelle orecchie e mi rilasso, quando sto per addormentarmi sento qualcuno che mi tocca il braccio, disturbandomi, apro leggermente gli occhi e vedo il biondino accanto a me che mi fissa aspettando non so cosa
'cosa vuoi?' gli chiedo togliendomi le cuffie e con voce in parte scontrosa, in parte impastata dal sonno che avrei dovuto avere in quel momento
'parlare con te' risponde lui pacatamente
'e se io non volessi?'
'sarebbe uno sbaglio'
sposto lo sguardo per un momento poi lo fisso negli occhi nel modo più sincero possibile 
'sbaglio è il mio secondo nome'.
Dopo di che mi rimetto le cuffie e inizio a guardare fuori dalla finestra cercando qualcosa che possa distrarmi e non farmi pensare perchè quando lo faccio, è davvero la fine. 
Dopo pochi minuti mi arriva un biglietto, mi guardo intorno per capire chi può avermelo mandato quando leggo sul retro 'From Justin'
Justin, Justin, Justin, chi è Justin? Ci penso un attimo.. ah si è il tipetto accanto a me, okay capito; lo apro e vedo una frase che, giuro, non mi sarei mai aspettata:

'beh sappi che sei lo sbaglio più bello che io abbia mai visto'

Ora starete pensando 'awww che dolce' oppure 'com'è fortunata' e cose varie ma l'unica cosa che faccio io è accartocciarlo e tirarglielo in faccia con tutta la forza che ho in corpo, odio le cose dolci, odio le cose romantiche, odio i complimenti, odio quando qualcuno è gentile con me, odio tutte le cose che le ragazze normali amerebbero, ma beh, io non sono una ragazza normale.
Le ore passano in fretta, non c'è nessun altro imprevisto, nessuna conversazione o intoppo, si potrebbe quasi considerare un giorno perfetto, almeno fino a che non torno a casa; non c'è nessuno, la cosa più bella che mi potesse capitare, questo giorno va di bene in meglio. Corro in camera mia, butto la cartella da qualche parte e mi metto al computer; dopo un'oretta arriva mia madre con mia sorella, perfetto, la mia pace è andata a farsi fottere, potrebbe andare peggio di così?
Ovviamente.
Mia madre sale in camera mia e spalanca la porta senza bussare ne niente
'metti a posto la tua stanza che questa sera abbiamo gente a cena, togli la cartella dal salotto che qualcuno rischia di inciamparci e scendi giù che mi devi aiutare a cucinare'
'No.' è una risposta secca e decisa ma è meglio che tanti giri di parole per giustificare il fatto che non si voglia fare un cazzo, no?
'No a cosa?' stupida, ma secondo te?
'No a tutto, non metterò a posto la mia stanza solo perchè qualche coglione deve venire a cenare da noi, mica si cena in camera mia, non toglierò la mia cartella, se qualcuno è intelligente guarderà dove mette i suoi fottutissimi piedi e non verrò ad aiutarti a cucinare semplicemente perchè non ho voglia.' detto questo mi rigiro verso il mio portatile ignorandola completamente
'Guarda che il pranzo è anche tuo'
'Oh se è questo il problema non ti preoccupare, non mangio' frase accompagnata dal mio solito sorrisetto stronzo.
Sta per ribattere qualcosa quando viene fermata da un colpo seguito da un urlo, lei si spaventa subito mentre io so già cosa sta succedendo e sopratutto cosa succederà dopo così, mentre lei si precipita al piano di sotto a controllare, io spengo il pc e prendo la borsa con l'ipod a conoscenza che dopo nemmeno cinque minuti sarei voluta scappare da quella casa almeno per un paio d'ore. Come previsto sale mia madre più arrabbiata di prima urlandomi contro

'Sai cos'è successo? Tua sorella si è fatta male, è inciampata nel tuo zaino di merda, te l'avevo detto di toglierlo ma tu non mi dai mai ascolto, ora probabilmente tua sorella ha un piede rotto e tu dovresti darle l'esempio? Ma per favore, tutto ciò che sai fare è essere una stronza viziata che non sa nulla della vita'

A questo punto potrei spiegarle che mia sorella sta fingendo come al solito per attirare la sua attenzione e che non si è fatta un cazzo ma non servirebbe a nulla così mi alzo con tutta calma come se quelle parole non mi fossero mai state dette, come se non fosse successo nulla, mi avvicino a lei e con il tono più pacato e tranquillo possibile le dico

'Tu parli a me di essere stronza e di non sapere nulla della vita, invece che mi dici di te? Te che ti vesti come se avessi vent'anni quando mi dispiace farti sapere che li hai già passati da un pezzo, credi di sapere tutto ciò che vuoi e chi sei ma in te vedo solo una donna che non vuole accettare di essere ciò che è veramente, che non si vuole rendere conto di quanto i suoi "amici" le sparlino dietro e che è una vigliacca per non aver vissuto la vita che voleva e come la voleva, quindi si, io sono una stronza e sarò anche inesperta della vita ma non prendo certo ordini da una che ne sa meno di me.'

Vedo le lacrime scendere dai suoi occhi, il dolore nel suo sguardo, la rabbia per ciò che le ho detto, apre la bocca per dire qualcosa, tentativo invano dato che non ha nulla da dire, sa che ho ragione io, la guardo e non riesco a sentirmi in colpa, mi verrebbe solo da scoppiarle a ridere in faccia ma dato che un minimo di rispetto per la donna che mi ha messo al mondo ce l'ho evito e mi dirigo verso la porta dalla quale esco sbattendola dietro di me.

Sono stronza? Si.
Sono una bastarda? Si.
Sono apatica? No, non direi, non sono indifferente a tutto e tutti semplicemente possiedo molti degli aspetti negativi che si fanno fatica a vedere nelle altre persone. Tutti cercano di esternare il loro lato positivo ma se io voglio esternare quello negativo non ne potete certo farne un dramma.

Io sono così, non urlo, non mi offendo, non mi ferisco, mi isolo da tutti ma osservo, ogni minimo particolare dell'ambiente che mi circonda e delle persone al suo interno e, quando mi è più comodo o più semplicemente quando vengo provocata, colpisco i punti deboli di una persona ferendola sia psicologicamente che mentalmente, senza il minimo senso di colpa.

Potete non condividerla o odiarla ma questa è la mia vita, quella che voglio.




Ed eccomi qua con un nuovo capitolo, ho cercato di farlo più lungo dei precedenti due anche se alla fine non è che abbia scritto molto di più, mi dispiace ma la scuola mi sta impegnando abbastanza e per aggiornali con costanza (e questo non potete dire di no perchè sto cercando di metterne uno al giorno) non ho tempo di farli molto lunghi, spero comunque che vi piacciano perchè vi giuro, che in questa storia ci sto mettendo davvero l'anima.

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Capitolo 4
*** “Non capisco come le persone possano odiare la pioggia” ***


4 giusto Mentre sto ragionando su come sia diventata e, sopratutto, quanto sia cambiata la mia vita non mi accorgo di essere arrivata al parco, il mio luogo preferito. Lo so, per una che odia i rumori assordanti, le urla dei bambini ed il chiaccherare incessante dei vecchietti non è esattamente il posto più adatto ma a me piace da morire, forse perchè è l'unica cosa che ancora mi lega alla mia infanzia, l'unica che si "accomuna" con ciò che fanno anche gli altri bambini; mi siedo su una panchina un po' isolata, è la mia preferita, nessuno mi può vedere ma io posso osservare tutto e tutti, noto che oggi c'è un po' più vento del solito e che molto probabilmente tra poco inizierà a piovere ma non mi interessa. Chiudo gli occhi per qualche secondo chiedendomi come sia possibile che un posto così comune e monotono mi faccia stare così bene e così in pace con me stessa; dopo alcuni secondi, minuti o ore, non so bene quanto tempo sia passato, inizia a piovere, non qualche goccia d'acqua ma una tempesta in piena regola. 

Apro gli occhi lentamente e vedo tutte le persone correre come dannate in cerca di un qualche riparo, urlando e portando via i bambini da li; è incredibile credere che fino a pochi secondi prima era un posto di svago e divertimento mentre adesso è diventato quasi un incubo da cui dover scappare, ma come si fa a ritenerlo tale? Io così com'è adesso, tutto spoglio della sua gente, con l'acqua che s'inoltra ovunque e tutto completamente bagnato lo adoro ancora di più, mi sembra il luogo più bello del mondo. Tutti mi indicano, so che secondo loro sono matta, che non dovrei stare in una panchina sotto un albero perchè rischierei di morire... morire... non ci avevo mai pensato seriamente fino a questo momento, cioè ho sempre pensato alla morte come una questione seria e ci ho ragionato molto ma non ho mai pensato veramente a come IO sarei morta, probabilmente perchè non mi è mai interessato; ma se dovessi scegliere un modo per morire penso che farlo nel luogo in cui sto più in pace con me stessa e dove i problemi svaniscono mi sembra un ottimo modo per andarsene, quindi aspetto qui, ad occhi chiusi sotto un albero, non so sinceramente cosa sto aspettando, le persone se ne sono già andate da un pezzo mentre io sono sempre qui. Sento le goccioline scendermi lungo il volto, non c'è una sola parte del mio abbigliamento che non sia completamente fradicia ma non mi interessa, non mi interessa che mia madre molto probabilmente mi metterà in punizione a vita, non mi interessa che mio padre si preoccuperà, non mi interessa che magari qualcuno sia in pensiero per me, non mi interessa di ciò che dicono o pensano gli altri, non mi interessa di nulla, adesso non ci sono problemi, ci siamo solo io e il luogo dove da sempre vengo a rifugiarmi. Mi sento così bene che quasi mi sembra di sognare; sogno bruscamente interrotto da una figura che il mio sguardo non riesce bene a decifrare dato che è totalmente coperto dalla felpa, probabilmente per la pioggia. 

Io non capisco, come mai tutti si coprono quando piove? Infondo è solo acqua, quando ti scivola addosso ti dovresti sentire pulita, in sintonia con ciò che sta scendendo dal cielo, perchè invece tutti scappano come se sentirla addosso sembra che sporchi o che sia un acido? Tutto questo non lo capirò mai, come non capirò mai questo mondo e le persone al suo interno. Ad interrompere questi miei pensieri è proprio questa persona che mi trascina velocemente all'interno della sua auto, entro senza fiatare, non ho paura, strano ma vero, finalmente si scopre il volto e 'oh mio dio, ancora lui' penso roteando gli occhi

'mi spieghi che diavolo stavi facendo laggiù, da sola, al freddo mentre sta diluviando?'

Avrei tante cose da dirgli, spiegandogli che non ero effettivamente sola perchè la natura è come se fosse mia amica, che non avevo freddo perchè non lo soffro, che non mi importa della pioggia, che tutto questo serve a rimuovere, a dimenticare, avrei troppe cose che stanno cercando di uscire dalla mia testa arrivando alla bocca ma io non sono così, non dico al primo che passa ciò che sento e provo, solo Charlotte lo sa, e nemmeno lei sa proprio tutto, quindi perchè dirlo a lui? una persona conosciuta nemmeno un giorno fa, che odio profondamente perchè assolutamente troppo invadente e dolce? Eppure qualcosa mi dice che di lui posso fidarmi ma si sa, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio quindi mi limito ad alzare le spalle distogliendo lo sguardo da e concentrandomi su ciò che si vede da fuori il finestrino, le gocce che scendono lungo il vetro, mi affascinano, è quasi ridicolo come qualcosa di così insignificante e inutile come delle gocce d'acqua mi possa colpire così tanto, mi starete prendendo per pazza ma io sono solita concentrarmi sui dettagli, i particolari, le cose evidenti e importanti le vedono tutti, sono un qualcosa di dominio pubblico mentre le cose piccole e impercettibili sono ciò che solo le persone più attente e concentrate riescono a percepire e io mi ritengo onorata di far parte di quest'ultima categoria. Rimango a fissarle per molto tempo, troppo forse, dato che mi accorgo solo ora che la macchina si è fermata davanti ad una casa: è molto bella, elegante e raffinata al punto giusto, non c'è una cosa di troppo o qualcosa che stona ed è incredibilmente curata, si vede sia dalla pittura, sicuramente data da poco, sia dallo stato del giardino, che è circa il dieci volte più curato e preciso del mio, è una casa molto accogliente, almeno da quanto si vede dall'esterno. Vorrei chiedere dove siamo ma non mi interessa un gran che quindi mi limito a scendere dall'auto mentre Bieber risponde alla domanda posta nella mia testa come se sapesse già che avevo intenzione di chiederglielo, ma non mi stupii più di tanto, in fondo era una domanda abbastanza prevedibile.

'Siamo a casa mia.'




Ed eccomi come promesso con un nuovo capitolo!
Questo, come avrete notato, è incentrato in particolar modo sui pensieri della protagonista,
forse a molti potrà non piacere ma l'ho fatto perchè attraverso ciò che pensa si capisce meglio la sua personalità e perchè fa o dice delle determinate cose nel corso della storia. Chiarito questo punto, spero che questo capitolo non vi abbia deluso :)

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Capitolo 5
*** “Lui sa tutto.” ***


5 Ero stata portata via dal luogo che mi ha sempre 'salvato'.
Ero stata trascinata via dall'unica cosa che riusciva a rendermi veramente viva.
Ero stata portata a casa di una persona che a malapena conosco e con cui non ho alcuna intenzione di intensificare i rapporti,
Di bene in meglio insomma.
Mentre elaboro questi pensieri mi sento trascinare dentro casa.
Odio essere trascinata.
Odio che qualcuno mi tocchi.
Odio che qualcuno mi imponga le cose.
Non sono una bambina, posso decidere con la mia testa se fare o meno ciò che mi viene chiesto.
Mi libero dalla sua presa e cerco di andarmene ma è troppo tardi, ad accoglierci alla porta c'è una signora che avrà circa quarant'anni, molto bella, esteticamente parlando.
Bionda, di media altezza, indossa vestiti non giovanili ma che le risaltano le forme, ha un'aria gentile e simpatica che quasi ti 'impone' di rimanere lì e parlare con lei.

'Justin' dice abbracciando quello che suppongo sia suo figlio, 'oh che bella ragazza che mi hai portato' continua guardandomi quasi ammirata

Va bene che non sono brutta ma nemmeno bellissima, sono bassa di statura, ho i capelli castani che mi ricadono sulle spalle fino a poco sopra il sedere, gli occhi verdi e le lentiggini che risaltano ogni qual volta ci sia sole, sono un po' in carne, anche se non sono grassa, non è che sia una modella, ma lei mi guardava come se lo fossi.

'Salve signora...' mi interrompo rendendomi conto di non conoscere ancora il suo nome 'Patricia, Patricia Malette, o meglio Bieber' continua lei la mia frase sorridendomi; le sorrido di rimando anche se non sono abituata e sono più che sicura che ne esca poco più di una smorfia tanto che Justin si lascia scappare un risolino sotto i baffi anche se la donna di fronte a me sembra accontentarsi e continua con le sue domande:

'tu saresti la sua ragazza?'

'Oh no è solo... ehmm...' vedendo Justin in difficoltà decisi di aiutarlo

'Sono un'amica' le dissi imitando un sorriso

'Oh allora scusatemi, ma come mai siete tutti bagnati?' chiese rivolgendosi a Justin

Oh bene, adesso dirà che sono una messa matta che si voleva suicidare in mezzo al parco

'Stavamo camminando quando d'un tratto ha incominciato a piovere, la macchina era distante e per arrivarci abbiamo dovuto correre sotto la pioggia e ci siamo bagnati'

Mi stupii che non disse niente di compromettente su di me, la scusa era pietosa ma la donna ci credette subito, probabilmente aveva un bel rapporto di fiducia con il figlio, così, dopo qualche altra domande, ci lasciò andare al piano superiore, anche se non ne avevo la minima intenzione, fui costretta a seguirlo per evitare di fare una figuraccia di fronte a sua madre.
Appena entrata nella sua camera chiuse la porta a chiave, teoricamente adesso dovrei chiedere spiegazioni o almeno essere un minimo spaventata, dato che un ragazzo, che a malapena conosco, mi ha trascinato in camera sua chiudendo a chiave e, a quanto noto, la camera è pure insonorizzata, avrebbe potuto fare qualunque cosa, ma non avevo paura, tutto il contrario, mi sedetti sul suo letto e mi misi ad osservare la camera; una stanza molto bella, semplice, con molti oggetti ma che non la rendono troppo sfarzosa, una scrivania con sopra un computer e poco più, le pareti blu come del resto anche il letto, e appesa, insieme ad altre foto e poster, vedo una foto che mi ha colpito in particolare, mi alzo per andarla a vedere meglio e osservandola noto che raffigura un bambino, di poco più di otto anni, con in mano una chitarra e un sorriso stampato sulle labbra, era forse la foto più bella che avessi mai visto, ne rimasi completamente folgorata, non so perchè, non era nulla di 'speciale' ma era proprio la sua semplicità a renderla unica.

'Non mi chiedi nemmeno perchè ti ho portata qui?'

'Non mi interessa' era una risposta acida ma almeno era la verità

'Ah no? Questa camera è insonorizzata, potrei farti di tutto' no, ma dai? Non ci ero arrivata

'Lo so' risposi semplicemente

'Perchè non hai paura? Perchè ti sei rivolta in modo gentile a mia madre? Perchè stavi sotto la pioggia? Perchè...' lo fermai prima che potesse fare altre domande

'E' inutile che sprechi fiato, non risponderò a nessuna delle tue domande'

'Facciamo così' iniziò lui vedendo che ero ferma e decisa in ciò che dicevo 'io ti faccio cinque domande e tu dovrai rispondere a tutte, se lo farai ti lascerò andare'

'Okay' risposi semplicemente, avrei potuto chiedere cosa sarebbe successo se gli avessi detto di no, ma come tutto il resto, non mi importava, avrei risposto a tutte le domande, mentendo ovviamente, e sarei tornata a casa, semplice no?

'Prima domanda: Perchè non mi hai chiesto niente? Quando ti ho preso, portato in macchina, a casa mia, nella mia stanza... perchè non hai chiesto cosa stessi facendo?'

'Non sono una tipa che fa molte domande' scrollai le spalle rispondendo

Annuì col capo e continuò 'Perchè ti sei rivolta in modo gentile a mia madre?'

'Perchè so che agli adulti va portato rispetto' risposi con una convinzione di cui mi stupii perfino io, cazzo avrei potuto fare l'attrice

'Perchè non hai paura di me? Eppure non mi conosci...'

'C'è tua madre al piano di sotto, non mi faresti nulla'

'Come ti chiami?' mentre fece quella domanda, ricordai che non gli avevo detto ancora il mio nome, quando lui si era presentato gli avevo risposto acidamente, avrei potuto dirgli la verità ma era meglio mentire, come sempre, così non avrebbe potuto rintracciarmi

'Caroline, Caroline Source'

Annuì nuovamente e fece l'ultima domanda 'Come stai?' quella domanda mi colpì come un fulmine a ciel sereno, non ero abituata a riceverla... come stavo? Non lo sapevo nemmeno io, stavo bene? No. Stavo male? Nemmeno, e allora come stavo? Ad ogni modo avrei risposto nel modo più banale possibile, come fanno tutti del resto

'Tutto bene grazie, posso andare adesso?' chiesi con il tono più normale possibile

'Oh certo, hai risposto a tutto sinceramente no?' annuii con la testa 'bene, allora puoi andare' sorrise

Mi incamminai verso la porta soddisfatta, avevo mentito, ancora, mi ero nascosta dietro a mille bugie, ancora, non sapevo più chi ero e sono riuscita a non farlo capire, per l'ennesima volta, mi sentivo assolutamente fiera di me; aprii la porta e stavo per uscire quando una frase mi lasciò pietrificata

'Quando decidi di essere sincera, su almeno una di queste domande fammi un fischio, cara Meredith'

Oh merda, lui sa tutto.




Ed eccomi qua con un nuovissimo capitolo lol
Mi dispiace se in questi giorni non ho caricato ma sono stata fuori città e oggi finalmente sono riuscita a mettere il seguito
Spero che vi piaccia e, come sempre, mi piacerebbe ricevere i vostri pareri/critiche sulla storia :)

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Capitolo 6
*** “Lui, sento che lui mi distruggerà.” ***


6 Sto tornando a casa.
Corro per le strade, corro più veloce della luce, o forse, forse sto ferma o cammino, non lo so nemmeno io.
Tutto intorno a me sembra stia per rinchiudermi, le pareti delle case sembrano cascarmi addosso.
Adesso ne sono sicura, sto correndo, sto cercando di scappare via.
Non mi escono lacrime, non sono il tipo, o meglio non in mezzo alla strada, quando chiunque può vedermi.
Sono il tipo che piange da sola nel silenzio della mia camera con le cuffie nelle orecchie e non in una via ultra popolata.
Vi starete chiedendo, perchè sto scappando?
Quel ragazzo, quel Justin, la conversazione avvenuta a casa sua, le sue parole che continuano a rimbombarmi in testa come un eco.


'Quando decidi di essere sincera, su almeno una di queste domande fammi un fischio, cara Meredith
'

Lui sapeva tutto, capiva tutto, e io non potevo più averci niente a che fare.
Non volevo che riuscisse a capire chi sono veramente, ma probabilmente era troppo tardi.
Un ragazzo conosciuto da pochissimo tempo mi conosce meglio di quanto non lo faccia mia madre, bizzarro eh?
Non riesco a capire come abbia fatto, mi sento così fragile, esposta al pericolo come non mai, mi sento distrutta, completamente.
Non riesco più a camminare, mi accascio a terra con le ginocchia attaccate al petto fin quando non sento qualcuno scuotermi.
Volto lo sguardo e vedo due occhi castani intenti a fissarmi, li riconoscerei tra mille.

'Charlotte' dico in un sussurro
Lei per tutta risposta si butta su di me abbracciandomi mentre io ricambio stringendola forte.
Lei è la mia migliore amica.
Lei è la mia roccia.
Lei è il mio punto di riferimento.
Lei è la parte migliore di me.
Lei è la mia forza.
Lei è colei per cui combatto sempre.
Lei è colei per cui sacrificherei la mia vita.
Lei è semplicemente Charlotte.

'Che ti è successo?' mi chiede dopo qualche minuto che stavamo abbracciate, ignorando completamente che ci trovavamo sedute come due barbone in mezzo ad un marciapiede in una delle strade più popolate della città, ma noi eravamo così.

'Lui.. lui mi ha distrutto' le dissi sussurrando come se non lo volessi ammettere a me stessa

'Lui? Chi è lui?' chiese lei sempre più stranita dal mio comportamento.
In effetti non ero solita stare male per una persona, anzi di solito non mi toccava minimamente, ma quella volta, quel ragazzo, non so, c'era qualcosa di diverso in lui.

'Un, un mio nuovo compagno di classe, si chiama Justin, lui è molto gentile con me e sai che non ci sono per niente abituata, l'ho respinto in ogni modo possibile ma lui è molto dolce ed è così fottutamente irritante quando lo fa, mi ha trascinato via dal parco, mi ha portata a casa sua, mi ha fatto delle domande, io ho mentito su tutto ma lui, lui sapeva tutto, lui mi conosce, lui sa chi sono' dissi io alzando di poco il tono di voce nell'ultima parte

'E con questo? Ti conosce, insomma andate in classe insieme, dovrà pur sapere chi sei' ecco questo è uno dei difetti di Charlotte, non arriva mai alle conclusioni se non gliele dici in modo esplicito, i giri di parole non le sono mai andati a genio.

'No, non capisci, lui conosce la vera me, lui sa cosa provo, cosa sento, e sopratutto come mi sento, sa quanto mento, è così strano' risposi io facendo fuoriuscire qualche lacrima, avevo paura, per la prima volta in vita mia avevo paura.

'E come ti senti adesso?' rispose lei capendo, finalmente, la situazione

Con lei so di poter parlare sinceramente e non ho alcun timore a dirle ciò che penso e sento.

'Non sto male, sono solo... strana, mi sento come se avesse abbattuto tutte le mie difese, mi sento così fragile, inerme, come se lui potesse schiacciarmi quando vuole, per la prima volta in vita mia ho paura, lui mi ha nelle sue mani, nessuno era mai riuscito a capirmi veramente, oltre te ovvio, e a me andava benissimo così ma poi, poi è arrivato lui, così dal nulla, sembrava uno dei tanti, li per li ci ho persino creduto ma non è così, ha capito troppe cose troppo in fretta e io non sono preparata a questo, sento che lui mi distruggerà un giorno.' mi libero da tutti quei pensieri che da circa mezzora mi assillavano la mente

'Hai paura che distrugga la te che c'è all'esterno o la te che hai sempre cercato di nascondere?' mi chiese come se sapesse già la risposta

Non sapevo cosa rispondere a quella domanda, mi aveva completamente spiazzato, non ci avevo pensato e sinceramente non avevo la risposta in quel momento, ci pensai per un po' mentre lei non mi metteva fretta, mi guardava mentre cercava di leggermi, suppongo con scarsi risultati.

'Non lo so, entrambe penso.'

'E cosa hai intenzione di fare adesso?' dove voleva andare a parare?

'Penso che lo eviterò, prima o poi si dimenticherà di me, lo fanno tutti e accadrà prima di quanto entrambe possiamo aspettarci, si penso proprio che farò così.' risposi acquistando un po' di sicurezza dentro di me

'Non succederà, tu potrai anche ignorarlo ma, da come me lo hai descritto, lui non lo farà e quando ti verrà a parlare, quando cercherà in tutti i modi di fare qualcosa, qualunque cosa, tu che farai?' mi fece cadere la terra sotto i piedi in quel preciso istante

'Non lo so.' ammisi e vidi nel suo viso un'espressione soddisfatta 'e quindi cosa dovrei fare?' continuai io

'Ti dico solo che alcune volte ciò che ti ferisce può essere l'unica cosa in grado di salvarti.' in quel momento capii esattamente cosa voleva dire, adesso sapevo cosa fare.

Questa volta non corro, cammino e basta, adesso so cosa devo fare, non mi sembra più che le case vogliano intrappolarmi, non mi sembra più che tutto mi crolli addosso, so che me ne pentirò amaramente della decisione che ho preso ma è quella più giusta, so che quello che faccio in questo momento è ciò che mi serve.
Mi resi conto di essere arrivata a destinazione e suonai alla casa, maledicendomi mentalmente, ma fu troppo tardi per scappare dato che un ragazzo mi aprì dopo pochi secondi.
Lo guardai e feci per parlare quando mi incantai a guardarlo.
Era alto e aveva gli occhi color miele.
Aveva i capelli spettinati che gli davano un aria ancora più sexy.
Era in boxer il che mi fece apprezzare ancora di più il suo fisico ben scolpito.
Il suo petto, come del resto anche gran parte dei suoi bracci, erano coperti da tatuaggi il che non faceva che dargli un'aria ancora più da 'bad-boy'
Non lo avevo mai visto sotto questo punto di vista, considerando che il suo abbigliamento non me ne ha mai dato l'opportunità ma era veramente un bel ragazzo.
Mi guardava, non era affatto imbarazzato, sapeva che ero venuta qui per un motivo ben preciso, infatti mi guardò come per incitarmi a spiegare.
Finalmente riuscii a distogliere lo sguardo dal suo corpo e a parlare:

'Se mi fai entrare giuro che risponderò sinceramente a tutte le tue domande.'

Il biondo sorrise come se sapesse già cosa volevo dire e mi fece segno di entrare.

Bene, mi ero fottuta da sola.





Avevo promesso un nuovo capitolo ed eccolo qua.
Mi dispiace se ieri non ho pubblicato nulla ma sapete, con il natale sono stata piuttosto impegnata.
Spero comunque che con questo capitolo mi sia fatta perdonare e che vi piaccia :)

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Capitolo 7
*** “Renderò la tua vita migliore.” ***


733 Mi fa entrare in casa e, dopo aver salutato sua madre, mi precipito in camera sua continuando a guardarmi intorno.

'Scusa se indosso solo i boxer ma stavo per fare una doccia.'

Si scusava anche? Mi aveva dato una visuale praticamente perfetta del suo corpo, non aveva nulla da farsi scusare.

'Non fa niente, se vuoi andare io posso anche aspettare o tornare in un altro momento.' cercai di divincolarmi in modo da uscire dalla cazzata che ero appena venuta a fare

'No, mi vesto e arrivo, so che se ti dicessi di tornare in un altro momento tu scapperesti e non avresti più il coraggio di dirmi ciò a cui ti sei preparata quindi dammi cinque minuti e sono da te.' odio quando fa così, come cazzo fa a sapere esattamente cosa sto pensando? è irritante come cosa.

Ad ogni modo ignoro ciò che dice fingendo che mi fosse indifferente e mentre si va a cambiare mi siedo sul letto e inizio a pensare a cosa mi abbia spinto ad arrivare fino a qui.
Ah si, Charlotte. 
Beh lei è così, mi spinge a fare cose che non avrei mai pensato di fare per il semplice fatto che sa meglio di me stessa cosa sia giusto o meno per la mia vita.
Io non vedo questa distinzione, per me tutto è sbagliato, qualunque cosa io faccia è sbagliata, in qualunque persona io mi imbatta o con cui dica due parole di più è sbagliata, tutta la mia vita è sbagliata, forse perchè sono tutte cose che riguardano me, probabilmente la cosa più sbagliata di tutte.

Il mio rapporto con Charlotte è molto diverso da quello che ho con tutti gli altri, ci conosciamo da quando eravamo piccole, lei era una persona molto timida e riservata.
Io tutto il contrario, non facevo che fare amicizia con tutti, strano a dirsi eh? Lo so, ma tutti cambiano nel tempo e non per forza in meglio.
Fatto sta che lei è l'unica che mi ha sempre capito, consolato ed aiutato nei momenti di difficoltà, insomma è l'unica che ci sia sempre stata per me.
Non importa quante volte abbia provato a respingerla, lei è rimasta.
Non importa quante volte le abbia urlato contro, lei è rimasta.
Non importa quante volte ho ignorato le sue chiamate o i messaggi perchè non avevo voglia di parlare con nessuno, lei è rimasta.
Non importa quante volte non le rispondevo o mi perdevo nei miei pensieri perchè stavo male, lei è rimasta.

Lei è rimasta sempre e comunque ed è per questo che con lei sento di poter parlare di tutto, indipendentemente da ciò di cui si tratta.
Non ho vergogna a piangere di fronte a lei.
Perchè lei non è solo la mia migliore amica ma è come se fosse mia sorella, lei è la parte più bella di me e non smetterò mai di dirlo.

A distogliermi dai miei pensieri è la figura di Justin che vedo entrare prima di chiudere a chiave la porta, potrei chiedergli perchè l'ha fatto ma non mi interessa minimamente, ormai ci sono abituata.
Si siede accanto a me nell'enorme letto che possiede e ci guardiamo per molto tempo, aspettando che l'altro inizi a parlare, beh, io non lo farò; infatti inizia lui.

'Allora hai detto di essere venuta qui per rispondere sinceramente alle mie domande, posso sapere il motivo per cui hai cambiato idea?' ed eccolo li che già inizia a rompermi il cazzo con le sue domande personali che a confronto un "sei vergine?" sarebbe decisamente meno intimo; la voglia di rispondere "no non lo puoi sapere" è tanta ma sono venuta io di mia spontanea volontà perchè voglio almeno provare ad avvicinarmi a lui e sfogarmi, di conseguenza mi tocca rispondere anche a questo genere di domande.

'La mia migliore amica, lei mi ha fatto cambiare idea.' mi guarda incuriosito incitandomi a continuare nel mio discorso 'Lei è una persona, anzi direi l'unica persona, davvero importante per me, in grado di farmi cambiare idea su qualunque cosa; mi ha fatto capire che tu forse sei l'unico in grado di bendare le mie ferite.' dico concludendo.

Spero sinceramente non faccia altre domande su questo argomento, perchè non sono ancora pronta per rispondere, lui sembra notarlo così si limita ad annuire e proseguire.

'Perchè non chiedi mai nulla di quello che faccio? Cioè ti ho portato in molti posti, ho chiuso varie volte la porta a chiave, insomma nulla di particolare ma una persona normale ne avrebbe chiesto il motivo.' chiede calcando la parolanormale

'Il vero motivo non lo so nemmeno io, negli ultimi tempi sono diventata apatica su alcune cose, non mi tocca nulla, non mi interessa nulla per questo non ti faccio mai domande, semplicemente non mi interessa fartele, cioè probabilmente le penso ma le tue risposte non mi toccherebbero quindi sarebbe inutile fartele.' rispondo in tutta sincerità, lui annuisce e prosegue

'Perchè ti rivolgi sempre in modo gentile a mia madre?' E qui mi rendo conto che sta ripetendo le domande che mi ha fatto poco prima ma questa volta è diverso, non voglio mentire su nulla, ho bisogno che lui sappia

'Non volevo farti fare brutta figura, sarò anche una stronza e un'acida del cazzo ma l'educazione l'ho avuta e mi dispiaceva che tua madre pensasse che frequenti gente poco raccomandabile, sotto il punto di vista comportamentale intendo, poi lei è davvero molto gentile e mi vede come se fossi una santa, non volevo deluderla.'

Lui mi guarda sempre più interessato ma non insiste molto su questo argomento e continua con le sue domande

'Perchè non hai paura di me? Insomma sei a casa mia per la seconda volta, in una camera insonorizzata ma di me non sai assolutamente nulla.' In effetti non aveva tutti i torti

'So che non mi faresti mai del male.' fu l'unica cosa che riuscii a dire, quasi in un sussurro 

'Come lo sai?' domanda molto interessante caro Justin

'Lo vedo dai tuoi occhi.' risposi sinceramente 

'I miei occhi?' chiede lui sempre più confuso

'Si, i tuoi occhi esprimono solo fiducia, io mi fido così tanto di te che alcune volte mi sento perfino ridicola, i tuoi occhi mi danno la sicurezza che tutto ciò che dici è sincero.'

Lui spalanca gli occhi come credo di aver fatto anche io. 
Non posso credere di aver detto quelle cose.
Cioè si le pensavo ma da qui a dar voce ai miei pensieri è un grande passo.

'Ti prego continua con il tuo discorso e se puoi ignora quanto ho detto nell'ultima frase.' credevo di averlo solo pensato ma non è così considerando che lui si mette a ridacchiare

'Oh si, continuo ma di dimenticare quanto hai detto non ci penso proprio.' perfetto, sono fottuta, di nuovo.

'Come ti chiami?' ma come... cioè lui sa già il mio nome, perchè lo richiede?

'Meredith, Meredith Jones.' ancora non capisco perchè lo abbia chiesto ma vabbe

'Volevo solo vedere se dicevi la verità.' questa volta l'ho solo pensato ... o forse no?

'Tranquilla l'hai solo pensato, ma volevo dirtelo ugualmente.' oh merda

'Tu mi fai paura.' dico scherzando anche se un po' di verità sotto quelle parole c'è eccome

'Nah, tranquilla.' sorrise e dopo quello mi sentii più tranquilla

'Ultima domanda, forse la più importante, come stai?' la domanda cruciale, quella a cui ho una paura matta di rispondere ma ormai devo farlo.

'Non lo so, non sto male, insomma non c'è niente che mi spinge a stare male ma non sto neanche bene dato che non c'è nemmeno nulla che mi spinga a stare bene, quindi resto così, immobile tra il "bene" e il "male" nell'indifferenza più totale, non mi tocca nulla, non chiedo nulla, non mi interessa nulla.'

'Non deve essere bello.' riponde lui pensandoci

'Già, ma non è nemmeno brutto.' rispondo tranquillamente io

'Ti aiuterò.' dice d'un tratto lui più deciso che mai, io lo guardo non capendo, così lui continua

'Ti aiuterò a provare emozioni e sensazioni nuove, io ti starò accanto e renderò la tua vita migliore.' 

Renderò la tua vita migliore. Ha un non so che di spaventoso questa frase ma è anche la cosa più carina che qualcuno mi abbia mai detto.






Taaaadannnnn rieccomi con un altro capitolo. 
Mi sono ricordata che c'è una cosa che non vi ho detto.
Come vedete i capitoli sono scritti dal punto di vista della protagonista.
Bene, vi volevo informare che rimarranno così per tutta la storia, per far capire meglio le sue emozioni e sensazioni.
Ed inoltre mi volevo scusare per la calligrafia troppo piccola rispetto agli altri capitoli ma non ho potuto fare altrimenti.
Detto questo spero, come sempre, che il capitolo vi sia piaciuto e non abbia deluso le vostre aspettative.

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Capitolo 8
*** “Lui è la ragione del mio sorriso.” ***


8nuovo  Renderò la tua vita migliore.

Mi sveglio pensando a queste parole. 
Parole che vennero pronunciate esattamente due anni fa.
Beh si, ho fatto un piccolo salto temporale anche se ora vi spiegherò esattamente cosa è accaduto in questi due anni.

Justin ha mantenuto la sua promessa, e lo continua a fare giorno dopo giorno.
Nel momento in cui pronunciò quelle parole ero molto scettica a riguardo.
Adesso capisco che non avrei potuto fare scelta migliore.
Da quando l'ho conosciuto, da quando mi sono aperta con lui, sono cambiate tante cose.

Per cominciare il rapporto con i miei. Okay, non è ancora del tutto buono ma sta migliorando e ne sono felice.
Il rapporto con mia sorella è sempre disastroso ma anche su quello ci stiamo lavorando, adesso ha undici anni e sta iniziando a diventare meno insopportabile.
Il rapporto con Charlotte invece è rimasto invariato, se non migliore.
Lei è praticamente ogni giorno a casa mia, infatti mia madre la vede un po' come la sua 'terza figlia'.
Ho instaurato anche un bellissimo rapporto con Pattie, la madre di Justin. 
E' fantastica, mi ha da subito trasmesso una grande sicurezza e fiducia, so che con lei posso parlare di qualunque cosa.
La considero un po' come la mia seconda madre e so che anche io le sono molto simpatica.
Infatti non ha mai nascosto il suo desiderio che mi fidanzassi con suo figlio dato che, a suo parere, saremmo una coppia stupenda.
Ma non è ciò che vogliamo; o almeno non è ciò che voglio io. 
Justin può avermi cambiato e migliorato la vita ma nessuno sarà mai in grado di spezzare la promessa fatta a mio padre dodici anni fa, nemmeno lui.

Ora vi starete chiedendo come è il mio rapporto con Justin, oppure non ve lo state chiedendo ma io ve lo dirò ugualmente.
Il mio rapporto con lui è meraviglioso, non ci sono altri modi per descriverlo.
Anche se non è sempre stato così.
Inizialmente scappavo da lui, e sto parlando in senso letterale.
Lui cercava di avvicinarsi a me e di essermi amico ma io lo respingevo, come faccio con tutti.
Ma lui non si è mai arreso, continuava a seguirmi, parlarmi, perfino darmi fastidio pur di farmi spiccicare due parole e io, invece, scappavo.
Poi ho parlato con Charlotte e mi ha fatto capire che dopo tutto quello che lui stava facendo per me ero un'idiota a respingerlo ancora.
Ed aveva ragione.
Così ho smesso di respingerlo e mi sono avvicinata a lui.
Inizialmente era un mio amico ma diverso da come consideravo Charlotte, ero più fredda con lui.
Dopo circa un'annetto sono riuscita ad aprirmi completamente a lui e non ci sono più segreti tra noi, di nessun genere.
In un anno il nostro rapporto ha raggiunto il livello di quello con Charlotte.
Ma questo non è stato sempre un bene.
Molte volte Charlotte mi ha accusato di dare sempre ragione a lui, o di trascorrere tutto il mio tempo libero con lui.
E beh, aveva ragione. 
Per i primi periodi sono stata costantemente con lui, ovunque. Tanto che molti si chiedevano se non stessimo insieme.
Dopo varie litigate sono finalmente riuscita a capire che aveva ragione e adesso viviamo tutti in pace.
Alcune volte si esce tutti e tre insieme altre divido il mio tempo tra Justin e Charlotte.
Detto così sembra che il mio rapporto con Jus sia rose e fiori ma non è così.
Spesse volte ci troviamo a litigare per cose futili e senza importanza.
Molte volte 'smettiamo di parlarci' anche se dura più o meno dieci minuti.
Lui è tutto per me.
Lui è geloso, apprensivo, divertente, simpatico, idiota, è come e fosse mio padre, mio fratello e il mio migliore amico tutti insieme.
E' davvero fantastico.

Ora penserete che lui mi abbia cambiato, no?
Che adesso io sia dolce e gentile, no?
No.
Con gli altri ho mantenuto gli stessi rapporti di prima, sono fredda e stronza con tutti eccetto loro due.
L'unica con cui ho modificato un po' gli atteggiamenti è Ilary, la mia compagna di banco.
Ho pensato che, se tutto va bene, dovremmo passare ancora un altro paio d'anni vicine ed è inutile continuare a fare la sostenuta.
Ma non abbiamo un vero e proprio rapporto di amicizia, diciamo che abbiamo un rapporto civile fatto da quattro chiacchere durante la mattinata.
Ma meglio di niente, no?

A distogliermi da questi pensieri è il rumore di un auto che si ferma davanti casa mia.
So esattamente di chi si tratta così mi affaccio e regalo a quella persona un sorriso che va da un'orecchio all'altro.
Eh si, ho anche 'imparato' a sorridere.
Mi accorgo solo adesso di essere ancora in pigiama così mi vesto più veloce che posso e scendo al piano di sotto urlando un 'vado a scuola, ci vediamo dopo' subito prima di chiudere la porta.
Salgo velocemente sulla macchina dicendo uno 'Ciao Juss' e stampandogli un bacio sulla guancia.
Ebbene si, è lui che ogni mattina mi scarrozza fino a scuola.
Ha iniziato a farlo da quando ha ricevuto la macchina quindi non più di qualche mese fa.
Ormai è un'abitudine, senza che io gli dica niente lui arriva sotto casa mia e mi porta a scuola a cui sennò sarei dovuta arrivare a piedi e non ne avevo la minima intenzione.

'Hey piccola' mi risponde lui tenendo lo sguardo sulla strada.

Amo quel soprannome, me lo ha dato quando, circa un paio di mesi fa gli confessai che avevo paura che quando avrebbe trovato un ragazza si sarebbe allontanato da me.
Allora lui mi rispose che non sarebbe mai successo, perchè io ero la sua 'piccola' e che sarebbe sempre rimasto così.
E da quel momento iniziò a chiamarmi in questo modo.
E' una specie di 'parola chiave' per ricordarmi che lui non mi abbandonerà mai. 

Per tutto il tragitto parliamo di cazzate, come sempre.
Tipo la musica da mettere, oppure peppa pig, ebbene si, anche di quello.
Siamo ragazzi molto seri insomma.
Arrivati a scuola, in ritardo come sempre, invece di correre ognuno nella rispettiva aula ci abbracciamo, forte, per circa due minuti.
Lo facciamo ogni mattina, è rilassante, potrei stare nelle sue braccia per sempre.
Appena ci stacchiamo mi stampa un bacio sulla guancia e corriamo ognuno nella propria aula;
in cui, almeno io, entro con un sorriso stampato sulla faccia.
Ogni mattina sempre la stessa storia, arrivo sorridente ma appena attraverso la porta della mia classe è come se mi dimenticassi come si sorride.
Divento gelida, acida, stronza, spietata.

Ormai l'hanno capito tutti, Justin è la ragione del mio sorriso, quando lui non c'è è come se mi dimenticassi come si fa ad essere felici.














A tutti voi un nuovissimo capitolo.

Scusate per il salto temporale è solo che non potevo descrivere due anni nei minimi dettagli.
Ma spero di aver spiegato sufficientemente cosa sia cambiato e successo in questo periodo di tempo.
Spero, come sempre, che vi sia piaciuto.
E vi volevo inoltre ringraziare per le recensioni, vi amo e sono contenta che alcune si rispecchino in ciò che scrivo.
Per me questo è molto importante.

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Capitolo 9
*** “Non voglio amarti, Justin.” ***


9 Eccomi qua.
Sono a casa mia.
Nella mia camera, con le cuffiette nelle orecchie e la musica che mi pulsa attraverso queste.
Sono qui intenta a fare i compiti.
E' un'impresa ardua visto che mi deconcentro qualunque cosa vedo e poi con questa musica non capisco manco quello che penso, figurati quello che scrivo.
Okay basta mi arrendo, i compiti non mi riescono.
Scendo giù e prendo un succo, ovviamente sempre con la musica.
Non c'è nessuno in casa, perfetto.
Tornata in camera mia dovrei mettermi a fare i compiti...
Ma il letto ispira di più.
E se ci facessi un salto?
Oh andiamo tanto non lo saprà mai nessuno.
Mi 'catapulto' sul letto. Io+letto+musica nelle orecchie = me felice.
Guardo l'orario, le 4.30.
Vabbè ho tempo un'oretta per stare nel letto, poi giuro che mi metto a studiare.
Parlo troppo presto e i miei occhi si chiudono senza il mio volere.

<< 'Ho paura nonna.' sento questa voce, ma non sono io, cioè si, ma non la me di ora, ma quando avevo cinque anni. Sono piccola, indifesa, sola.
'Piccola mia non tenere, tu hai Justin.' Justin? Ma io non lo conoscevo a quell'età, voglio dirlo ma non ci riesco, è come se fossi una spettatrice di questo bizzarro sogno.
'Chi è Justin?'
'Justin è colui che salverà la tua vita, la renderà migliore, ti amerà come non ha mai fatto nessuno e anche tu l'amerai, certo sarà difficile, perchè tu non lo vorrai ma alla fine non ce la farai più a nasconderti dietro una bugia, ti renderai conto che i tuoi sentimenti sono molto più forti di quelli che avresti mai potuto immaginare.'
Oh mio dio, ma cosa sta dicendo? Io e Justin siamo solo migliori amici, niente di più
'Ma io ho promesso che non mi innamorerò.' ecco brava bimba, se potessi ti darei il cinque.
'Lo so tesoro ma vedi, non scegli tu se innamorarti o meno, tu riuscirai a non innamorarti, ma poi ci sarà quella persona che prenderà il tuo cuore e non potrai fare nulla per impedirlo, non ti posso dire se tutto ciò finirà bene o male ma ti posso dire che lui ti ama e anche tu presto lo farai.' ma che cazzo sta dicendo?
'Come si fa a sapere quando si è innamorati?'
'Beh, quando lui è la ragione del tuo sorriso, stai sempre con lui ma appena se ne va per dieci minuti ti manca, quando il tuo cuore batte forte forte quando sei con lui, quando senti come un uragano sul tuo stomaco, quello è essere innamorati.' ma io non provavo tutte queste sensazioni per Justin , cioè alcune si ma non tutte.
'So che non provi ancora tutto questo piccola mia, ma presto capirai di non poter fare a meno di lui.' adesso si stava riferendo a me, è come se mi leggesse nella mente, tutto ciò che sta dicendo è come uno "spettacolino" messo in scena per farmi capire qualcosa, io lo so.
'Io sono morta dentro.' risposi con un sussurro, che stavolta si sentì
'Oh lo so, ma non quando sei con lui, lui ti rende viva.' detto questo scomparve lasciandomi ancora più confusa.>>

Mi sveglio di soprassalto è come se avessi fatto il peggio degli incubi.
Mi sento accarezzare la guancia, sento qualcuno che mi stringe i fianchi con le mani.
So esattamente chi è.
Mi 'butto' tra le sue possenti braccia e mi lascio abbracciare, piangendogli nel petto.
'Non voglio amarti Justin, non voglio.' detto questo vidi un Justin confuso e una me che, se potesse, sarebbe ancora più confusa di lui.
Come ho potuto pronunciare quelle parole? Un conto è pensarle un altro è dirle, potrebbe non capire, fraintendere, lasciarmi.
Mentre mi faccio tutti questi problemi sento lui che mi abbraccia ancora più forte, baciandomi la testa e sussurrando un 'lo so, piccola, lo so, non succederà, fidati di me.'
Quelle parole che avrebbero dovuto rassicurarmi, da una parte lo fecero dall'altra mi fecero rimanere un po' delusa anche se non ne avrei avuto motivo, quindi decisi di scacciare dalla mente quel pensiero.
Adesso vi starete chiedendo come fa Justin ad essere in camera mia, sul mio stesso letto....
Ebbene, quattro mesi fa, fu il mio compleanno e quando lui mi chiese cosa volessi come regalo io gli dissi semplicemente che volevo lui sempre con me.
Lo so era un pensiero egoista ma non ci pensai quando lo dissi e così il giorno del mio compleanno mi ritrovai una scala che dal giardino andava direttamente alla finestra della mia camera che lui prontamente mi chiese di lasciare sempre aperta. Mi disse che così quando avevo un problema o semplicemente quando a lui faceva voglia poteva venire da me quando voleva, senza svegliare i miei.
Si perchè è capitato che venisse anche nel bel mezzo della notte, in effetti casa sua non è lontano dalla mia e ci si può arrivare benissimo a piedi ma comunque non è che sia il massimo dello spasso andare a giro alle 3 di notte solo per vedere una persona.
Era pazzo, lo so, ma io gli voglio così bene.

La sua voce mi fece tornare al presente
'Cosa hai sognato, me lo vuoi dire?' mi chiese gentilmente con uno sguardo che ti implorava di dirglielo
'Mia nonna' risposi con le lacrime agli occhi che nel frattempo si erano calmati 'mia nonna che mi diceva che tu saresti stata la persona che mi avrebbe amato di più e che anche io ti avrei amato, che tu mi avresti fatta innamorare anche se io non voglio e mi ha descritto cosa succede quando si è innamorati e mi ha detto che molte cose per te le provo già e che altre le avrei provate in seguito, mi ha detto che tu mi rendi viva, Justin' finii il discorso guardandolo negli occhi.
Non avevo problema a parlare di queste cose con lui, anche se lo riguardavano, ero sempre stata sincera, su tutto e non me ne ero mai pentita.
'Ed è vero? Ti rendo viva?'
'Si, io sono morta ma non quando sto con te, in quei momenti mi sento così viva.' confessai con una punta di vergogna nella voce
Lui sorrise 'sono contento di farti sentire così, è molto bello quello che hai detto e sappi che mi sento molto importante a sapere che sono io la ragione per cui stai bene, è rigenerante.' Io risi con lui
'Resti qui a dormire?'
'A dormire? Ma sono le 7 di sera, non dovresti mangiare?'
'No, non mi va, a meno che tu non abbia fame.'
'No, nemmeno a me va di mangiare'
'Perfetto' risposi io contenta
'Ma se tua madre ci vede?' uff, sempre lui con le sue solite preoccupazioni
'Ci ha già visto moltissime volte dormire insieme e dopo essersi assicurata che siamo vestiti ci lascerà stare.'
Lui spalancò gli occhi e io risi
'Daiiii per favoreeee' lo pregai come di mio solito
'E va bene, ma solo per stavolta' e lui cedette come di suo solito, anche se entrambi sapevamo non sarebbe stata l'ultima volta.
Si infilò sotto il letto con me e mi appoggiai al suo petto mentre le sue mani mi stringevano il fianco.
'Buona notte piccola mia' detto questo mi diede un bacio sulla guancia
'Buona notte Juss' gli baciai il petto sopra la maglietta ed entrambi cademmo in un sonno profondo.
Stavolta senza incubi, c'eravamo solo io e Justin.
Lui è la mia unica protezione.






Eccomi qua ragazzi, sono tornata :)

Scusate se non pubblico da qualche giorno ma sono stata molto impegnata.
Comunque tengo ad augurarvi buon anno a tutte/i, vi voglio bene e grazie di continuare a seguire la mia storia.
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia e scusate anche se non è molto lungo, ma non avevo grandi idee.
Auguri di nuovo a tutti.

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Capitolo 10
*** “C'è qualcosa di inspiegabile tra loro.” ***


10 I giorni passarono e si arrivò finalmente al weekend.
Tutti amano i fine settimana, me compresa ma non per il motivo degli altri.
Tutti li amano sia perchè, ovviamente, non si va a scuola sia perchè così possono andare ad ubriacarsi a qualche festa e limonare o, peggio, scopare con il primo/a che capita.
Bella merda.
Io lo amo, beh sia per il primo motivo sia perchè i miei non sono in casa e, quindi, nemmeno mia sorella. Vanno a trovare mio zio, fino a qualche anno fa ci andavo anche io ma adesso non ne ho la minima voglia quindi mi lasciano a casa. Adoro quando sono da sola perchè posso stare in camera mia a leggere, guardare un film, pensare.
Posso fare tutto ciò che voglio senza essere disturbata da loro che mi criticano, giudicano, mi chiedono di fare qualcosa che tanto sanno non farò mai. 
A pensare a ciò mi torna alla mente un ricordo che pensavo e speravo fosse ormai sepolto.

<< 'Dove sei stata?' la voce di mio padre risuona nella stanza
'Fuori, dove vuoi che sia stata.' rispondo io pronta per andare al piano di sopra
'Oh no signorina, adesso ti prepari da sola il pranzo che tua madre e tua sorella sono a mangiare fuori e io adesso devo andare a lavoro.'
'Va bene' rispondo semplicemente
Lui mi guarda male, nervosetto il ragazzo eh, ed esce.
Io scoppio a ridere senza motivo e mi metto in cucina.
Prendo una pentola ma immersa nei miei pensieri non mi accorgo che è di coccio e in poco tempo si frantuma in mille pezzi.
Sto per prendere una scopa intenta a pulire quando sento rientrare mio padre.
'Ho dimenticato... ma cosa è successo?' chiede, o meglio, urla appena vede il disastro
'Ho sbagliato pentola' lui mi guarda male 'ma adesso pulisco tutto' mi affretto ad aggiungere
'Non sei capace a fare niente da sola, nemmeno a cucinarti un semplice piatto di pasta, sei sempre con la testa altrove a pensare a chi sa cosa, a chissà quali sogni che tanto non realizzerai mai, scendi coi piedi per terra, cara mia, che la vita vera è un'altra cosa, sei solo uno sbaglio, una delusione per me e tua madre, e pensare che da piccola eri così dolce, che è successa a quella bambina eh? Guardati, ma come ti vesti eh? Poi il tono con cui parli e come ti comporti con tua madre, ma non ti vergogni nemmeno un po'? Tu non sei la mia bambina, non più.' detto questo usce di casa furioso.
Io mi lascio cadere a terra e inizio a piangere.
'Sbaglio.'
'Delusione.' 
Queste parole non si dimenticano facilmente, o meglio, non si dimenticano proprio.>>

Ritorno alla realtà e mi accorgo che mi stanno scendendo delle lacrime.
No. 
Mi ero promessa che non avrei più pianto per questo.
Mio padre era arrabbiato di suo e se l'è presa con me, dopo mi ha anche chiesto scusa.
Il punto è che, volesse o meno, mi ha ferito e ha creato dei lividi che non se ne andranno facilmente.
Vabbe, non pensiamoci.
Oggi si esce, si va al cinema.

In quel momento mi arriva un messaggio da Juss:

"Ehy piccola, ti dispiace se viene anche mio cugino con noi al cinema? Semmai chiama Charlotte così stiamo un po' tutti insieme."

Non esito nemmeno un attimo e mando due messaggi di seguito.

Per Juss:

"Non c'è alcun problema, mando subito un messaggio a Charl, a che ore ci si trova li davanti?"

Per Charl:

"Ehy zoccola, oggi cinema, non accetto un 'no' come risposta a dopo babe."

La differenza quando parlo con l'uno e l'altro è evidente, con lui la dolcezza con lei volgarità ma che ci posso fare? Sono fatta così.

Da Juss:

"Ti passo a prendere io, comunque il film inizia alle 17.30 quindi alle 17 fa in modo da essere pronta. A dopo piccola."

Per Juss:

"Va bene a dopo Juss"

Da Charl:

"Perfetto troia, mi ha già informato Justin che l'orario è le 17 (non avvertirmi eh) ci vediamo dopo li, Bye."

Chiudo il telefono e lo butto dove mi capiti.
Ho sonno.
Si lo so, ho sempre sonno, non è normale, eh vabbe, in casa non c'è nessuno e sono appena le 15, ho tempo per fare un riposino.
Chiudo gli occhi e mi addormento subito.

Suona il telefono, ma chi cazzo chiama alle 15 del pomeriggio?

'Pronto?' dico con voce ancora impastata dal so
nno

'Ehy piccola, sono Justin,
sono sotto casa tua, scendi?'


Sbarro gli occhi 'Justin?
Ma che ore sono?'


'Sono le 17 precise,
visto che puntualità?'


Oh merda
ho dormito troppo


'Sisi sono pronta, due minuti e scendo.'


Attacco e corro a vestirmi,
dopo circa dieci minuti sono pronta, yooo, anche troppo poco c'ho messo.


'Ehy Justin
eccomi'


'Wow c'hai messo poco
a prepararti, solo dieci minuti.'


Sbarro nuovamente gli occhi e divento subito nervosa


'Cosa?
Ma dai, ero pronta da un pezzo'


'Mer, ti conosco meglio che le mie tasche, non puoi mentirm
i.'


Sbuffai e mi girai verso il finestrino fingendomi offesa, ciò fece scatenare in lui una risata, e questa fece 'scatenare' il mio cuore, ogni volta che lui ride io perdo un battito, è così dannatamente bello quando ride ma in fondo, lo è sempre, sembra un dio greco.
Ma questo non vuol dire che mi piaccia.
No.
E' normale dire che il proprio migliore amico è bello giusto?
Scossi la testa. No non era normale affatto.
Cercai di scacciare questo pensiero dalla mia testa tanto bello era e bello rimaneva, che ci potevo fare io?

'Ehi tutto bene?' la voce di Justin arrivò calda e dolce alle mie orecchie

'Sisi perfetto, andiamo.'

Così facendo ci incamminammo verso il cinema e dopo pochi minuti vedemmo arrivare Charlotte con un ragazzo, io le corsi incontro e la tempestai di domande.

'Chi è? Come si chiama? Come l'hai conosciuto? State insieme? Perchè non mi hai detto niente? E perchè non rispondi alle mie domande? Eh?' lo so non era da me ma cazzo è la mia migliore amica, è ovvio che mi incuriosisce la sua vita privata

'Calmati, prendi fiato, è un ragazzo, si chiama Derek, mentre venivo qui mi sono scontrata con lui e siamo venuti insieme perchè lui deve uscire con suo cugino, non stiamo insieme e non te l'ho detto prima perchè è successo circa dieci minuti fa.' terminò lei soddisfatta di aver ricordato tutte le domande in ordine

'Oh, d'accordo.' risposi io semplicemente, mi aspettavo qualcosa di più

Lei stava per dire qualcosa ma fu interrotta dalla voce di Justin

'Ehi ragazze, lui è mio cugino.' entrambe ci girammo curiose, quando lo vedemmo io strabuzzai gli occhi mentre Charlotte e lui scoppiarono a ridere

'E così sei tu il "misterioso" cugino che dovevo conoscere.' iniziò Charl

'E tu la "misteriosa" migliore amica della migliore amica di mio cugino.' proseguì lui

'Mi sono persa ma non fa niente.' sorrise lei

'Mi sono perso qualcosa?' mi chiese Justin all'orecchio

Io lo guardai, poi guardai loro due 'no, assolutamente nulla.' dissi ridacchiando; lui pur sapendo che mentivo non fece altre domande
Continuai a guardarli mentre parlavano, erano così belli assieme.
Gli occhi di entrambi erano carichi di... amore?
Nahh non credo, troppo presto.
Ma comunque c'era un sentimento forte tra loro, davvero molto forte che andava oltre ciò che riuscivo a capire.
Era inspiegabile, si saranno conosciuti da mezz'ora ma è come se si fossero sempre aspettati l'un l'altro.
Lo so è folle ma è così.
Li guardai un altro po' poi decisi che era meglio lasciarli un po' soli così presi la mano di Justin intenzionata ad andare a vedere un film io e lui mentre i due piccioncini amoreggiano qua fuori.
La cosa strana fu che non appena toccai la mano di Justin, un brivido mi percorse la schiena.
Il freddo, sicuramente il freddo.
Non faceva freddo e non lo sentivo addosso ma mi convinsi che fu per quello così andammo a vedere un film e, nonostante vedessi Justin che mi parlava io non ascoltavo una sola parola di quello che stava dicendo, ero rimasta a quel momento, quel brivido, quella sensazione.
No. Non poteva essere.

Non poteva e non volevo che fosse un brivido di piacere.





Eccomi plebei (?)
Okay non so sinceramente che dire, questo capitolo è stato più complesso da scrivere degli altri.
Non mi chiedete il motivo perchè non lo so nemmeno io.
Probabilmente perchè qui si inizia ad entrare un po' più nel dettaglio della storia.
Qualcosa inizia a nascere, c'è un po' più di 'movimento' nella vicenda.
Vabbe spero che vi piaccia, mi piacerebbe ricevere delle recensioni per sapere cosa ne pensate, se vi va, ad ogni modo vi adoro e grazie per seguire questa storia. <3

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Capitolo 11
*** “Basta un secondo e tutto sembra crollare.” ***


11giusta Da quel sabato sono passati esattamente cinque giorni ed io mi ritrovo nella mia camera con la musica nelle orecchie.
Precisamente 'Who you are' di Jessie J.

'Va bene non stare bene.' 

Questa frase mi colpisce particolarmente, molte volte non ci rendiamo conto che stare male non è sbagliato, non c'è bisogno di nasconderlo dietro una menzogna, dietro un 'sto bene' accompagnato da un sorriso sforzato ma in fondo, nessuno si accorge che fingiamo quindi non è importante, o sbaglio? 
Questo è quello che pensiamo tutte e forse è così, forse se a qualcuno non interessa che senso ha essere sinceri?
Sinceramente non lo so, non ho la risposta.

Un dato di fatto è che coloro che mi stanno leggendo stanno male, almeno la maggior parte.
Stai bene?
E allora perchè stai leggendo i miei pensieri? Perchè stai leggendo una storia in cui viene raccontato ciò che penso? 
Esci, chiama i tuoi amici e divertiti.
Magari sei capitata qui per sbaglio, per pura noia; se è per questo non mi leggere più, non voglio questo. 
Voglio tutte le ragazze che stanno male qui, quelle che soffrono, che non si sentono abbastanza, che stanno affrontando un problema, una situazione difficile. 
Voglio farle capire che non sono sole.
Chiarito ciò, perchè state male? perchè STIAMO male?
Perchè non ci sentiamo abbastanza?
Perchè nessuno ci capisce?
Perchè non riusciamo ad esprimere ciò che proviamo?
Perchè non siamo chi vogliamo essere?
Perchè veniamo considerate 'grasse'? 'strane'? 'diverse'?
Perchè non ci sentiamo amate?
Perchè tutto sembra essere contro di noi? scuola, amici, famiglia...e l'unico rifugio è la musica?
Perchè ci sentiamo deboli? Demolite? Cadute a pezzi e calpestate?
Non lo siamo, non lo siete, mettetevelo bene in testa.
Voi siete delle eroine.
Salvate vite.
Non ci credete?
Sapete quante volte siete cadute? Quante volte vi hanno buttato a terra? Ferito? Squarciato dentro? Fatte sentire una nullità? 
Ma voi vi siete sempre rialzate, da sole.
Magari siete un po' ammaccate.
Magari avete dei tagli che non andranno via facilmente. E non intendo solo quelli fisici.
Ma siete riuscite a prendere in mano la vostra vita.
State salvando la vostra vita e non ve ne rendete nemmeno conto.
E per chi sta affrontando un periodo buio, non temete.
Ce la farete.
Vi rialzerete, siete più forti di qualunque cosa.
Forse non da sole, non sapete ancora gestire la vostra forza.
Siete troppo speciali, così tanto che non riuscite a capirlo.
Avete bisogno di qualcuno che ve lo mostri, che vi aiuti ad aiutarvi, a cicatrizzare le vostre ferite.
Qualcuno che riesca a vedere in voi quello che vedo io.
E' strano vero? 
Io sono solo la protagonista di una storia.
Voi siete solo delle ragazze o ragazzi che non sapendo cosa fare, hanno deciso di mettersi qui a leggere tutto questo.
Forse ciò che penso vi ha colpito, forse è anni luce lontano da voi. 
Chissà, non penso riuscirò mai a saperlo.
Ma spero di non essere stato un discorso letto e che poi verrà ignorato.
Spero di aver fatto la differenza.
Di aver occupato anche per un secondo la vostra mente e che tutto ciò vi faccia riflettere.
Riflettere su chi siete, chi volete essere e dove volete arrivare.


Mi allontano da questo argomento per entrare in un altro che in questo momento mi prende di più.
Io non mi sono mai voluta innamorare.
Sia Justin che Charl sanno l'episodio da cui è partito tutto ciò.
Ma nessuno sa cosa penso veramente dell'amore in se e per se.
L'amore è una droga.
Si perchè di questo si tratta.
Cosa c'è di diverso?
Entrambi in un primo momento ti fanno stare bene.
Sembra che tocchi il cielo con un dito.
Sembra che tutto sia dannatamente perfetto.
Poi perdi il controllo.
Non sai cosa stai facendo.
Ti lasci guidare dall'istinto, dal 'cuore'.
Alla fine non capisci più niente.
Ti chiedi come hai fatto ad arrivare a questo punto.
Ti distrugge, completamente.
Piano piano perdi parte di te.
Ti sottometti quasi completamente all'altra persona.
Diventi schiavo dell'amore.
Non voglio amare anche per questo.
Non voglio 'dipendere' costantemente da qualcuno.
Voglio mantenere i miei pensieri, le mie idee, i miei ragionamenti.
Non voglio altri pensieri in testa.
L'amore è per i deboli, e io devo imparare ad essere forte.
Forte, priva di sentimenti, fredda ed audace.

Un suono acuto mi distoglie dai miei pensieri, un messaggio.

Da Juss:

"Ti voglio un mondo di bene, sei bellissima, la cosa più preziosa che la vita mi abbia regalato, c'è una sorpresa per te, appena finisci di mangiare vieni a casa mia.
Ti aspetto, un bacio.
Tuo Juss."

Ed ecco che i muri crollano.
Un semplice messaggio e tutto attorno a me sembra crollare, ci vuole davvero così poco per buttarmi giù?
Ciò che avevo creato si disintegra in un secondo.
Le mie barriere non riescono più a sostenere questa pressione.
Come fai ad essere forte, fredda e spietata dopo questo? 



Se l'amore è una droga, lui è la mia qualità di eroina preferita.









Ehiii ragazzi. Sono tornata.
Scusate la mia assenza ma non ho toccato il computer per più di due giorni.
La scuola mi sta uccidendo e non ce la faccio davvero più.
Ad ogni modo come avrete visto questo capitolo è un po' diverso dagli altri.
In generale con la storia non c'entra nulla ma, come ormai saprete, il mio scopo è di creare un racconto diverso da tutti gli altri.
Che non serva solo per passare il tempo.
Ammetto che questo è uno dei miei capitoli preferiti. 
Ci ho messo davvero tanta passione per scriverlo e spero sia arrivata anche a voi.
Come vedete ci sono dei 'cambiamenti' nel carattere e nei pensieri della ragazza nel corso del racconto, questo verrà spiegato più avanti.
Detto ciò ci tengo davvero molto che mi facciate sapere cosa ne pensate, dato che è abbastanza particolare come capitolo. 
Grazie e alla prossima.

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Capitolo 12
*** “Sono una vigliacca.” ***


12 Appena terminata la cena esco subito di casa, senza nemmeno dare il tempo a mia madre di chiedermi dove andassi o cosa facessi.
Correvo per la strada come se arrivare da lui fosse la mia unica ragione di vita.
E forse lo era.
Quando non c'era mi sentivo soffocare, ero come un pesce tirato fuori dall'acqua.
Mi serviva l'acqua per vivere, e lui era l'oceano nel quale non avrei mai smesso di nuotare.
Avevo seriamente paura.
Io continuavo a classificarlo come 'migliore amico' ed in effetti lo era, ma tutto ciò che sta succedendo dentro di me in questo periodo, non è normale.
Avevo paura di innamorarmi di lui, non potevo permetterlo.
Ma non potevo nemmeno allontarmi da lui, non ce l'avrei fatta nemmeno volendo.
Quindi accantonai questi pensieri e mi concentrai nel correre il più velocemente possibile a casa sua.
Feci per suonare quando mi arrivò un messaggio.

Da Juss:

"So che in questo momento sei arrivata a casa mia...."

Interruppi un attimo per guardarmi intorno, ma non vidi nessuno quindi continuai a leggere

"è inutile che ti guardi intorno non ti sto guardando ma so bene i tuoi tempi..."

Sorrisi, era incredibile quanto mi conoscesse a fondo.

"e so anche che sei corsa fin qui dalla curiosità... e se ti dicessi che è stato inutile perchè non sono a casa mi ammazzeresti?"

Guardai il messaggio confusa e arrabbiata.

"dai, non essere arrabbiata, rilassati e con tutta calma raggiungi il parco, nella panchina dove ti ho 'recuperato' per portarti a casa mia il giorno in cui ci siamo conosciuti."

Questa storia mi confondeva parecchio ma era anche eccitante quindi mi recai al parco.
Questa volta feci come disse lui e me la presi con calma.
Ebbi tutto il tempo di appurare che a mia madre non importava nulla di me, dal momento che non mi aveva chiamato.
Guardai la luna.
Era davvero bella.
Adoro la notte e tutto quello ne comporta.
Tranquillità.
Silenzio.
Serenità.
Da un senso di pace assoluto.
Come si fa a preferire il giorno alla notte?
Perchè si esce?
Beh si potrebbe uscire anche di notte volendo.
Perchè c'è luce?
A che ti serve la luce esterna?
Questo mondo non lo capirò mai, ma del resto, nemmeno il mondo capirà mai me.

Arrivai al parco e mi diressi verso la panchina che mi era stata descritta.
Non trovai nessuno, solo un biglietto.

"Lo so, ti ho fatto camminare tanto, non mi odiare.
Quant'è bella la luna eh?
So che lo stai pensando anche tu.
Fatti guidare da questa fino al laghetto nel centro del parco.
Ti aspetto, Juss."

Si può sorridere come una cretina davanti ad un semplice messaggio?
Ho appena appurato che è assolutamente possibile.
Andai verso il laghetto guardando di tanto in tanto la luna.
Arrivai al luogo previsto ma non c'era nessuno, solo io ed il riflesso della luna nell'acqua.
Era qualcosa di indescrividibile.
La luce della luna si specchiava perfettamente in quello specchio d'acqua.
Come se fossero fatti per stare così da sempre.
Sembravano pezzi di un puzzle che finalmente si completavano.
Era l'immagine più bella che i miei occhi avessero mai visto.

Non so quanto tempo stessi a guardare quello spettacolo.
So solo che dopo un po' sentii due braccia abbracciarmi da dietro.
Non mi girai, sapevo di era e mi strinsi più forte a lui.

"E' davvero meraviglioso, grazie." sono le uniche parole che riuscirono ad uscire dalla mia bocca.
La luna era qui.
Io ero qui.
L'acqua era qui.
Lui era qui.
Non c'era nient'altro che potessi desiderare.

"So che non ti piacciono le cose in grande così ho agito di conseguenza." rispose lui stando nella medesima posizione.

"E non è finita qui" continuò guardandomi negli occhi.

Lo guardai confusa, più di quello? Cosa avrebbe dovuto fare?

Tirò fuori una rosa dal suo giaccone e io storsi il naso, non mi piacevano molto le rose, tranne un solo tipo ma era impossibile trovarle di questo periodo.

"So che non ti piacciono molto le rose e, anche se al buio non puoi vederlo, è una rosa bianca, con le spine accuratamente tolte." mi rispose sorridendo

Feci un sorriso che andava da un'orecchio all'altro.

"Oh mio dio, stai scherzando? E' impossibile trovarle in questo periodo!" esclamai con un luccichio negli occhi

"Beh, tanto impossibile non era dato che adesso è nelle tue mani" e me la porse.

Io la presi e la strinsi saldamente, non l'avrei lasciata per nulla al mondo.
Mandai un messaggio a mia madre con scritto: "Sono con Juss, torno tardi, sta tranquilla sono in buone mani." giusto per evitare casini.
Ci sedemmo sotto un albero e appoggiai la testa sul suo petto.
Iniziammo a parlare di tutto.
Da cose estremamente serie alle cazzate che ci caratterizzavano.
Restammo li non so quanto, ma non era noioso, sarei potuta stare così per sempre.
Quando, ad un certo punto, mi scappò una domanda che mi stava tormentando da tutta la sera.

"Perchè hai fatto tutto questo?"

Mi guardò un po' stranito, forse non si aspettava una domanda del genere?
Aveva avuto una reazione strana.
Iniziò a diventare nervoso.
Si toccava ripetutamente i capelli, cosa che fa sempre quando deve dire qualcosa ma non ci riesce.

"Mi vuoi dire che cos'hai? Cosa succede?" gli chiesi dolcemente sperando di calmarlo ma non mi riuscì molto bene.

Si alzò ed iniziò a camminare avanti e indietro ripetutamente.
Non mi sembrava di aver fatto una domanda così difficile.
Non pensavo di metterlo così in crisi.

"Ehy, pensi di aver intenzione di rispondermi o no?"

Non rispondeva, camminava e si toccava i capelli.
Da circa dieci minuti l'atmosfera di era trasformata completamente.
Lui non diceva nulla e si agitava.
E io cercavo di farlo parlare inutilmente.
Fino a che ad un certo punto non gridò ciò che volevo sentire, ma che in quel momento avrei preferito evitare.

"Mi sono innamorato di te"

Cinque parole.
Cinque pugnalate al cuore.
Justin, il ragazzo che mi è sempre stato accanto.
Il mio migliore amico.
Colui per cui, in quest'ultimo periodo, avevo capito di provare qualcosa di forte.
Mi stava confessando il suo amore.
E non per una ragazza qualunque.
Ma per me.

In quel momento, senza nemmeno rendermene conto, iniziai a correre via.
Scappavo via da tutta quella paura che mi aveva avvolto in quel momento.
Sentivo che lui mi chiamava da dietro.
Buttai la rosa a terra con tale violenza da farmi paura.
Corsi via e non vedevo più niente dalle lacrime.
Fu la cosa più stupida che potessi fare.
Sopratutto la cosa più vigliacca che potessi fare.
Mi aveva confessato il mio amore e io cosa ho fatto?
Sono scappata da lui.
Sono una stronza.
E beh, questa non era certo una novità.
Ma lo sono stata con lui, il mio Juss.
L'unico che non mi aveva mai fatta soffrire.
Arrivata a casa l'ultima cosa che feci prima di entrare è di inginocchirmi a terra.
Stavo piangendo, e di li a poco iniziò anche a piovere.
Perfino il cielo stava male per questa situazione.
Poi pronunciai una frase, in un sussurro, come se non volessi che nessuno ascoltasse.

"Ho paura di amarti anche io Justin."












Okay, eccomi qua, e vi ho portato un nuovo capitolo.

Justin ha confessato il suo amore per Meredith.
Anche se lei non sembra particolarmente felice.
Vi aspettavate che anche Juss amasse lei?
E vi aspettavate questa sua reazione?
Aspetto le vostre recensioni e, nel caso ce ne fossero, anche le critiche sono ben accette :)

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Capitolo 13
*** “Vivevo come sempre, ma non avevo più un motivo per farlo.” ***


13giusta Da quel momento non ho più visto Justin.
Sono passate due settimane da quella sera.
Come le ho passate?
Voi come ve le immaginate?
Io che sto a letto e mi deprimo, non vado più a scuola o se lo faccio sono sempre triste e evito tutti con le lacrime perennemente sul viso?
Beh, se pensate questo...
siete totalmente fuori strada.
Io vado a scuola, faccio la stronza come sempre, evito le persone che non mi interessano.
N
on ho versato più nemmeno una lacrima da quella sera.

Questo non vuol dire che io non ne soffra.
Sono abituata a sopportare tutto, quando qualcosa mi ferisce, quando sto male, quando non so cosa fare, tutto dentro di me, ogni volta è un macigno in più che entra nel mio stomaco, una fitta al cuore, non piango, o meglio lo faccio ma solo quando sono sicura di essere da sola e che nessuno possa vedermi, non chiedo aiuto, non mi serve, o almeno, io la penso così.
Effettivamente non so come stia lui.
Io ho continuato normalmente la mia vita.
Tranne per il fatto che è diventata vuota, priva di significato.
Ad esempio, io vado a scuola, ma non ho più alcun motivo per farlo, non che prima ne avessi uno valido, ma c'era lui.
E solo vederlo mi faceva stare bene.
Adesso tutto ciò che faccio è perchè sono abituata a farlo, non perchè lo voglia.
Non c'è più niente che mi spinga a vivere, strano eh?!
Non capivo la sua importanza, almeno non fino a questo momento.
Ho sempre considerato Justin come il mio 'salvatore' ma non ci ho mai creduto veramente.
Lui mi aiutava, mi consigliava, mi sosteneva e mi spingeva ad andare avanti.
Ma non credevo che contasse così tanto per me.
Insomma, come può una persona essere il tuo sorriso?
Come può una persona essere l'unico motivo per cui valga la pena vivere?
Come può il sentimento che prova questa persona nei tuoi confronti spaventarti a tal punto da finire per odiarla?
Perchè è esattamente questo che è successo.
Il fatto che io provassi un sentimento forte per lui non sta a significare che lo amo o che voglio stare con lui.
Quando me lo ha detto, ho capito che lui voleva qualcosa di più da me.
E io non posso darglielo.
Non posso, o forse non voglio, non lo so, so solo che qualcosa mi impedisce di dargli ciò che vuole.
Se stessi insieme a lui sicuramente prima o poi ci lasceremo e io soffrirò e lui anche.
Adesso, che il sentimento non è molto forte, siamo ancora in tempo per evitare altre inutili ferite.
Allontandolo da me evito che soffriamo più del dovuto.
Così sono finita per odiarlo, anche se in cuor mio so che non ci riuscirò mai veramente.

Un rumore fastidioso e acuto mi risveglia dai miei pensieri.
Un messaggio, di nuovo.
Lo cancello senza nemmeno guardarlo.
Ormai è da due settimane che Justin non fa altro che chiamarmi o mandarmi messaggi.
Ho la segreteria telefonica invasa da suoi messaggi.
Non ho mai risposto a nulla.
E non solo, quando arriva una chiamata, attacco, nemmeno la ignoro.
Voglio farlo allontanare da me.
Lui non doveva innamorarsi di me.
Sapeva tutte le mie paure, le promesse fatte su questo argomento.
Doveva far in modo che non accadesse.

Un altro rumore, questa volta riconosco essere di un messaggio vocale.
Non ho nulla da fare, perchè non farsi un po' del male? Tanto ormai...
Premo il tasto richiesto e lo ascolto.

"Hey Mer, sono io.."

Primo colpo al cuore, la sua voce, quanto è bella.

"... beh, sono Justin ma penso che questo tu lo sappia molto bene..."

Ovvio che lo so

"...sono ormai quattordici giorni che ti tartasso di telefonate e messaggi ma spero che questo lo ascolterai, forse per noia, non so ma ci spero e non so perchè ma sento che lo farai..."


Chissà come faceva a capire che lo avrei ascoltato?
Mah


"... sai? Sono stati i giorni più brutti della mia vita, non solo sono stato rifiutato dalla ragazza che amo, ma dalla mia migliore amica, ti rendi conto? Mi hai allontanato, disprezzato, sei corsa via da me e non mi hai più rivolto la parola, ne risposto alle mie telefonate o messaggi, per cosa? L'unica cosa che ho fatto è innamorarmi di te, non l'ho fatto di proposito, credimi; non volevo accadesse nulla del genere. So che hai fatto una promessa da bambina, quella che per te è ormai diventata una specie di legge che devi seguire, so che non vuoi essere ferita, so che hai sempre e solo giocato con i tuoi sentimenti e con quelli delle altre persone, conosco tutto di te, ma non potrai vivere così per sempre, probabilmente hai ragione, forse l'amore fa davvero soffrire, ed io in questo momento ne sono la prova, ma può essere anche bellissimo, ti può far provare emozioni uniche, inimitabili, che probabilmente non proverai mai se non ci provi, quindi che ti costa tentare? Se è per la 'promessa' nessuno vuole che tu la mantenga, tranne te stessa, 'le promesse sono fatte per essere rotte' ricordi questa frase? Ti colpì particolarmente quando la sentimmo, beh penso che d'ora in poi questa sarà la mia regola che dici? Poi magari questo messaggio sarà inutile perchè tu magari nemmeno senti nulla per me, se non l'affetto che si prova ad un migliore amico e quindi... beh, nulla, almeno dimmelo, o rispondimi, ho bisogno di sapere, di conoscere, ti prego, tuo Juss."


Il messaggio finisce e io sento le mie guance calde, come se ci fosse de
l fuoco sopra.
Vado allo specchio e vedo i miei occhi lucidi e appannati.
Le lacrime che rigano le mie guance come se fossero acido.
Fa male.

Sentire quelle parole fa davvero male.
Sentire la sua voce spezzata dal pianto.
Vedermi in questo stato.
E il solo pensare a come potrebbe stare lui mi mette i brividi.
Voglio davvero questo?
Stiamo affondando entrambi.
E tutto per un'ancora che io ho deciso di portare con me.
E' tutto sbagliato, io lo sono.



Non volevo amare per non essere ferita, ma non capivo che dentro stavo già morendo.











Scusatemi per il ritardo con cui ho postato il capitolo ma la scuola alcune volte sa essere davvero devastante.

Coooomunque, come vedete la storia si fa interessante.
Meredith adesso sta affrontando una grande lotta interiore.
Secondo voi, cosa farà adesso con Justin e, sopratutto, con se stessa?
Alla prossima ragazzi/e :) <3

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Capitolo 14
*** “C'è qualcosa che mi blocca, probabilmente paura.” ***


14 Sono passati diversi giorni.
Cinque, forse sei, non ci ho fatto molto caso.
Non sento Justin da tanto tempo.
Effettivamente sarà meno di un mese ma per me che ero abituata a vederlo ogni giorno è davvero devastante.
Vi starete chiedendo perchè non sono andata da lui subito dopo aver sentito il messaggio?
Perchè non mi sono precipitata da lui cheidendogli scusa e dicendo che lo amo anche io?
In realtà all'inizio volevo farlo, ma non posso.
Non ci riuscirei nemmeno volendo.
C'è come qualcosa che mi blocca.
Paura?
Probabilmente.

Adesso non c'entra nemmeno poi tanto la promessa.
E' tutto nella mia testa, e nel mio cuore.
Mi sono creata una certa mentalità e una certa muraglia al cuore per non essere ferita.
E' stato sempre e solo quello il mio obiettivo.
Ma fino a questo momento non mi è stato difficile seguirlo.
L'amore non fa bene.
L'amore non è buono e generoso.
L'amore è una trappola mortale.
In cui io non ho intenzione di cadere.
Ma fino a questo momento non è mai stato un problema.
Nessuno aveva cercato di 'rompere' la mia barriera.
O comunque nessuno ci era riuscito.
Senza accorgermene lui era entrato nel mio mondo.
L'ha fatto in modo silenzioso.
Non ha demolito i miei muri.
L'ha solo sorpassati, fino a che non è arrivato nella mia anima e nel mio cuore.
E io gliel'ho permesso.
Forse lo sapevo, forse l'ho sempre saputo ma non lo volevo accettare.
Dirmi che mi amava è stato come mettermi di fronte alla realtà.
Per la prima volta qualcuno aveva toccato una parte di me che io stessa ignoravo.
Mi sentivo fragile, esposta al 'pericolo' più che mai.
Lui era il mio pericolo.

Stavo male senza di lui, come nasconderlo?
Ma non riuscivo a fare altrimenti, a trovare un'altra soluzione.
Nemmeno Charlotte riusciva a capire il mio comportamento.
Ilary.
La mia compagna di banco, solo lei riusciva in qualche modo ad aiutarmi.
Non dico che li approvava ma almeno accettava i miei punti di vista.
Mi piaceva sempre di più passare del tempo con lei.
Capiva molte cose.
E sopratutto senza che io dovessi stare a spiegargliele due ore come facevo con Charlotte.
Non fraintendetemi.
Lei è e rimarrà sempre la mia migliore amica.
Solo che ora ho trovato una persona con cui è almeno piacevole parlare.

Dopo cinque estenuanti ore di lezioni, torno a casa.
Davanti alla porta, fermo ad aspettarmi indovinate chi trovo?
Justin.
Il mio cuore ebbe un sussulto.

'Ehy piccola, come va?'

Ogni parola era una pugnalata al mio cuore.
Piccola.
Non si era dimenticato di nulla.
Nella sua voce non c'era nemmeno una nota di rabbia.
Era solo... delusione?
Molto probabilme.
Cercai di ignoralo ed entrare in casa.
Lui non oppose resistenza e mi fece entrare.
Dopo pochi secondi notai che anche lui era entrato e aveva chiuso la porta dietro di se.

'Possiamo parlare?'

Non era una domanda, più che altro era un ordine.
Così annuii e mi sedetti.
Vide che non avevo alcuna intenzione di aprir bocca così lo fece lui.

'Senti Mer, so che quel che ho detto ti ha spaventato ma sono stato semplicemente sincero con te.'

'La sincerità alcune volte fa male.' dissi io con la massima freddezza

'Concordo, vorrei non avertelo mai detto.' disse lui sconfortato

Avevo la voglia di saperne il motivo ma si sa, non sono una di molte domande.
Ci pensò lui a parlarne.
Come se sapesse cosa stavo pensando.
E probabilmente lo sapeva davvero.

'Adesso tu mi eviti, fai finta che io non ci sia, non mi parli, non mi rispondi a chiamate e messaggi, vorrei tanto non aver pronunciato quelle parole, forse saremmo ancora uniti.'

'Facciamolo.' risposi io con la massima convinzione

Lui mi guardò confuso prima di chiedermi 'Che cosa?'

'Facciamo finta che quella sera non ci sia mai stata, facciamo come se nulla fosse accaduto, torniamo quelli di una volta, ci stai?'

Lui mi guardò titubante e ci pensò un attimo prima di dirmi 'va bene, accetto'

D'istinto lo abbracciai, così forte che avrei potuto strozzarlo.
Ma lui non disse nulla.
Anzi, mi strinse ancora più a se, come se avesse paura che io scappassi da un momento all'altro.
Come quella sera...
No, basta, non devo pensarci più.

'Prima di far finta che nulla sia successo posso fare una cosa?' mi chiese guardandomi negli occhi

Io lo guardai confusa, non capivo dove volesse arrivare.
Prima che potessi chiedergli nulla lui chiarii tutti i miei dubbi.
Le sue labbra si posarono sulle mie, con dolcezza, decisione, passione, amore.
Io non lo respinsi, anzi, schiusi leggermente le labbra per permettere alla sua lingua di entrare.
Le nostre lingue giocavano tra loro, era una sensazione unica.
Mi prese per i fianchi, avvicinandomi ancora più a lui.
Io agganciai le mie braccia attorno al suo collo.
Una volta staccati, lui si avvicinò di nuovo leccandomi leggermente l'angolo della bocca.
Poi si leccò le labbre e sorrise soddisfatto.
Sembrava che non volesse togliersi il mio sapore dalle labbra, e forse era così.
Nemmeno io lo volevo.
Iniziai a sorridere come un'idiota fino a che lui non iniziò a parlare.

'Okay, adesso possiamo dimenticare tutto quanto.'

Pronunciò quelle parole con un pizzico di amarezza e anch'io mi rattristai al solo pensiero.



Chissà perchè, la mia idea adesso non sembrava più così geniale.



















Mi scuso nuovamente per il ritardo con cui ho postato il capitolo.
Ma le idee scarseggiano e mi ci vuole tempo per mettere in atto capitoli di questo tipo.
Tempo che non ho a causa della scuola e impegni vari.
Comunque finalmente c'è la scena che penso fosse desiderata da tutti, o sbaglio?
Vi aspettavate una scena del genere? Come continuerà la storia? Meredith si pentirà di ciò che ha detto o fatto?

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Capitolo 15
*** “Quando lui scoppia a ridere, io scoppio a vivere.” ***


15 Il giorno dopo andai a scuola.
Cercando, inutilmente, di dimenticare quanto avvenuto il giorno precedente.
All'emozione provata in quel bacio.
Gioia.
Amore.
Passione.
Ogni traccia di insicurezza era svanita nel nulla.
Ero solo io e il ragazzo che da sempre salva la mia vita.
Com'è buffa la vita eh?
Passi interi anni a cercare l'amore e quando meno te lo aspetti scopri che in fondo non serviva andare tanto lontano.
Eppure non ero contenta.
Non lo ero perchè dopo di quello ci sono state le fatidiche parole.
Quelle che in teoria sono stata io a pronunciare per prima.
Lui le ha dette con la sicurezza e decisione che avrei voluto avere anch'io.
Eppure non ci riuscivo.
Quel bacio mi ha sconvolta, tutta.
Fremevo e fremo tutt'ora dalla voglia di averne un altro.

Vi è mai capitato?
Vi è mai capitato di voler baciare, toccare, abbracciare una persona così tanto?
Così tanto da stare male?
Vi è mai capitato di volerla a tutti i costi e di sentire di poter fare qualunque cosa per averla?
Vi è mai capitato che la persona amata diventasse una droga per voi?
Bene, a me si.
Sento di vivere solo per lui.
Lui è tutto per me, è incredibile.
Eppure non lo conosco da così tanto, ma è diventato fondamentale.
La mia vita ruota attorno a lui.
Se non lo vedo sono triste sennò sono al settimo cielo.
E si vede perfettamente dal mio umore.
L'unica che in questi momenti mi può dare una mano è Ilary.
Parlare con lei mi fa stare bene.
Non gli ho raccontato che cosa è successo.
Solo Charlotte lo sa.
Ma parlare con Ilary mi è molto d'aiuto, nonostante non sappia cosa sia successo.
Per questo motivo oggi l'ho invitata ad uscire con noi.

Questo pomeriggio andiamo al cinema.
Non so nemmeno chi verrà.
Arrivo li con la mia solita puntualità e mi tocca aspettare tutti gli altri.
Mi siedo e ascolto la musica.
<< Fix a heart - Demi Lovato >>
Chiudo gli occhi.
Quella canzone mi fa venire i brividi.
La adoro.
Dopo un po' sento qualcuno oscurare i pochi raggi di sole che mi battevano sul viso.
Justin, e chi sennò?
Si 'butta' letteralmente su di me e mi saluta con il solito bacio sulla guancia.
Come se per lui ieri non fosse successo nulla.
Idiota, nemmeno per te dovrebbe essere successo nulla.
Lo so, ma per me è successo qualcosa e non posso negarlo a lungo.

'Hey Juss com'è che oggi sei puntuale?' dico io per smorzare un po' la tensione.

'Boh, niente, stavo a casa e mi rompevo il cazzo così ho deciso di venirlo a rompere a te, tanto si sa, sei sempre puntuale tu' sbuffa divertito

'Hei! Se mettiamo un orario è quello punto e basta, non devi giudicarmi solo perchè lo rispetto' faccio il finto tono offeso.

'Ma smettila!' mi da una spinta amichevole e inizia a ridere

Cazzo, non può fare così.
Il suo sorriso è una cazzo di droga.
In questo momento mi viene in mente una frase che ho letto da poco:

'Ogni volta che lui scoppia a ridere, io scoppio a vivere.'

Giuro che nulla in questo momento sembra più azzeccato.
Penso di essermi incantata.

'Oh ehy, ci sei?' ah okay si mi ero incantata, noto che non era stato lui a parlare, anzi pure lui mi fissava, cazzo.

'Ehii Charl' mi butto letteralmente tra le sue braccia e subito dopo noto una cosa...

'Oh mio dio, ma che cazzo...?' mi giro verso Juss e dalla sua faccia stupefatta noto che nemmeno lui ne sapeva nulla

'Che cazzo ci siamo persi?' dico con mia grande finezza indicando le mani intrecciate di Charl e Derek

Sapevo che si sentivano da un po' ma non pensavo fossero già arrivati a quel punto.

'Oh ehmm, te lo avrei detto giuro' disse Charl pensando che fossi incazzata con lei in realtà non lo ero ma volevo farglielo credere almeno un po'

'Ah si? E quando? Quando vi sarete sposati? O magari non mi avresti nemmeno invitato?' dissi con finto tono arrabbiato

Justin notò la mia 'finzione' e cercò di trattenersi dallo scoppiare a ridere, odio il fatto che riesca a capire sempre tutto di me.

'Mer te lo giuro, è che è successo tutto così in fretta e beh, stiamo insieme da un paio di giorni' mi disse sinceramente dispiaciuta

'Idiota, scherzavo, Derek lo adoro e ancora di più amo il fatto che state insieme' dissi sinceramente a tutti e due con un sorriso sulle labbra

'Ehii, ciao a tutti' disse una voce dietro di noi, la riconobbi subito, Ilary.

'Ehiii, ciao Ilary' la abbracciai e appena mi staccai notai che tutti ci stavano fissando, o meglio, fissavano lei.

Notai Justin con gli occhi spalancati e la bava che quasi gli usciva dalla bocca.
Guardai meglio Ilary.
Cazzo se era bella.
Non era tanto alta, ma era magra, molto più di me e aveva un 'non so che' che attraeva.
Si era vestita senza essere volgare ma era assolutamente sexy.
Insomma a trovarle un difetto faticavi parecchio.

'Hey Ilary, sono Justin' si presentò subito lui, lei non esitò nemmeno un attimo a rispondere

'Ciao, sono Ilary' era nervosa e imbarazzata ma si vedeva che lui era ormai andato e a lei non sembrava dispiacerle affato.

Sentii qualcosa dentro il mio stomaco.
Gelosia?




In quel momento, giuro, per quanto l'adorassi avrei fatto qualunque cosa per tornare indietro e non invitarla.



















Ehiii ragazzi.
Scusate l'immenso ritardo ma la scuola mi tiene più occupata del solito.
Però finalmente ho pubblicato un nuovo capitolo e piano piano la storia procede.
Ilary sembra aver conquistato, almeno un poco, Justin.
Voi che ne pensate di questo?
Meredith farà qualcosa per impedirlo o no? Darà sfogo a tutta la sua gelosia?

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Capitolo 16
*** “Non sono abbastanza nemmeno per essere salvata.” ***


16 Il pomeriggio trascorse molto lento rispetto agli altri.
O almeno per me fu così.
Lo trascorremmo camminando un po' per il centro della città.
Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, era una città molto piccola e non c'era molto da fare, ma almeno era abbastanza tranquilla.
Suggerii di andare al parco che, come si sarà notato, è il mio luogo preferito in assoluto.

Ilary e Justin hanno passato quasi tutto il pomeriggio esclusivamente tra loro.
Come se noi non esistessimo.
Come se io non esistessi.
E' stata davvero molto dura.
Quello che fino a poco tempo fa e, più o meno, anche adesso era il mio migliore amico non mi ha praticamente più rivolto la parola.
Ilary che pensavo mi potesse aiutare più di tutti se ne frega completamente di me.
A questo punto mi sento assolutamente l'incomodo del gruppo.
Approfitto di quando sono tutti distratti per alzarmi da terra e andarmene.

'Tanto nessuno se ne accorgerà'
pensai

Ed effettivamente fu così.
A metà strada mi girai e li vidi.
Justin ci stava provando spudoratamente con lei.
E lei, a quanto pare, ci stava.
Lui le baciava la guancia e rideva con lei, la abbracciava.
Cercava in ogni modo di avere un contatto fisico con lei e lo notavo.
Lei non ricambiava ma nemmeno lo spingeva via.
Nessuno dei due ovviamente si era accorto della mia assenza.
Charl e Derek, nemmeno loro se n'erano accorti.
Troppo intenti a baciarsi e parlare tra loro.
Ma questi, a differenza dei primi due, mi fecero solo sorridere.
Felice di vedere Charl finalmente contenta.
Spostai per un attimo lo sguardo di nuovo su Juss.

Grande errore.

Lui mi notò e ci guardammo per un breve istante.
Il suo sorriso scomparì ben presto dal suo volto.
Come anche dal mio del resto.
Non mi piaceva vederlo così serio.
Sopratutto se la causa ero io.
Così gli riservai un sorriso, il più finto e convincente che riuscissi a fare.
Come per dirgli 'è tutto okay, non ti preoccupare'
Lui ricambiò e tornò a scherzare con Ilary come se nulla fosse.

Per la prima volta non riuscì a capire che mentivo, non riusciva a più a leggermi.

Mi sentii male.
Più di quanto non mi sia mai successo.
Un dolore lancinante mi perforò il petto.
Non credo di aver mai provato una sensazione simile.
Una lama conficcata nel cuore.

Lui mi diceva sempre 'chi non riesce a leggere le persone a loro amiche è perchè non ha tempo ne voglia di farlo, tutti ne sarebbero capaci altrimenti'

E' così allora.
Lui non ha più voglia di leggermi.
Non gli interessa più di me.
Beh non ci dovrei stare male.
Infondo lo immaginavo.
Ma averne la conferma è così doloroso.

Senza nemmeno accorgermene i miei occhi si riempiono di lacrime.
I miei piedi si paralizzano, come il resto del corpo.
Dopo pochi secondi sento una lacrima scavarmi il volto.
Brucia.
Brucia più di quanto non abbia mai fatto in tutta la mia vita.
Prima che qualcuno si accorga di ciò, scappo.
Corro più veloce che posso.
Come a scappare da quella realtà che mi fa così tanto male.

Appena arrivata a casa, mi chiudo in camera.
Non importa chi c'è o chi non c'è.
Voglio solo stare sul letto e piangere.
Sfogarmi, per una volta.
Ho bisogno di far uscire queste emozioni che tengo represse dentro.
E delle quali ho immensamente paura.
Continuo così per tanto, troppo tempo.

Non so che ore sono.
E nemmeno mi interessa in questo momento.
Sono stanca, tanto stanca.
Gli occhi mi bruciano.
Sento una voragine al petto.
Penso che forse se avessi accettato di essere la sua ragazza sarebbe qui con me.
Poi scaccio questo pensiero.

Io non lo amo perchè dovrei stare con lui?

Perchè io non lo amo giusto?

Se non lo amo perchè sto così male?

E' ovvio che non lo amo, io non amo nessuno.

Invece si, ho un cuore posso amare.

No, ho fatto una promessa.


Mi metto le mani sulle orecchie.
Come se in questo modo potessi evitare di sentire tutto questo.
I miei pensieri mi stanno lentamente uccidendo dentro.
Mi alzo di scatto.
Mi dirigo verso lo specchio e mi osservo.
Ho tutti gli occhi rossi e gonfi.
Controllo il telefono.
Sono le 23.37 di sera.
Ho 10 chiamate perse.
5 da Charlotte, 3 da Ilary, 1 da mamma e perfino 1 da Derek.

Lui non si è nemmeno degnato di chiamarmi per sapere come sto.

Controllo i messaggi. 2 messaggi.

1 da Charl:

"Come stai? Ti ho chiamato tantissime volte, se è successo qualcosa dimmelo, non tenerti tutto dentro, sappi che io ci sono sempre per te, ti voglio bene."

Sorrido, è fantastica.

1 da ... Justin:

"Che cazzo ti è preso? Sei andata via senza una valida spiegazione, Ilary c'è rimasta male."

Ilary.
Ilary.
Ilary.

L'ha conosciuta oggi, che cazzo vuole da me?
Ho davvero sprecato così tante lacrime per lui?
Per qualcuno per cui non conto nulla?
Ovvio, per lui non sono nulla.
Non sono abbastanza.
In confronto a lei non lo sarò mai.
Ormai è chiaro come l'acqua.
Se c'era una minima speranza che mi potesse "salvare" ormai è svanita.

Bene, lui si comporta come se io fossi una delle tante?
Io farò uguale.
D'ora in poi per me sarà uno dei tanti.
Nessuna dolcezza per lui.

Stronza, acida, meschina.
Ecco cosa vedrà d'ora in poi.
Con questa consapevolezza mi addormento abbandonando i miei pensieri almeno per qualche ora.







Grazie Justin, grazie a te ho capito che non sono abbastanza nemmeno per essere salvata.



















Scusate, scusate, scusate.
Non sono in ritardo, di più. Scusate ancora ma ho avuto moltissimi impegni in questo periodo, e scrivere mi risulta sempre più difficile.
Comunque da qui le cose si complicano. Sembriamo essere tornati al principio, quando lei si comportava da stronza con lui.
Questa volta lui sarà altrettanto dolce tanto da far tornare le cose come prima? E Ilary che ruolo avrà nella storia a parer vostro?
Inoltre vorrei ringraziare chi continua a seguire la mia storia e chi la recensisce, vi adoro.

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Capitolo 17
*** “Lui non sa contro chi si è messo.” ***


17 nuovo Il lunedì successivo mi alzai, consapevole che d'ora in poi tutto sarebbe cambiato.
Mi vestii in modo molto provocante, voleva giocare? Allora giochiamo.
Non sa contro chi si è messo.
Presi la cartella e sbattei la porta di casa, sentivo i miei urlare dietro.
Ma in questo momento sinceramente erano il mio ultimo pensiero.
Vidi Justin aspettarmi davanti casa, come tutte le mattine del resto.
'E' stato carino a venire comunque a prendermi' pensai
Nonostante il fatto che si fosse litigato è venuto comunque, è stato dolce.

A rovinare i miei pensieri fu una cosa che non avrei mai voluto
vedere.


Ilary seduta accanto
a Justin.

Sentii un dolore fortissimo al petto.
Ora capisco quando mi dicevano "cuore a pezzi".
Non c'è nessuna esagerazione, fa male, molto male.
Vidi entrambi intimarmi con lo sguardo di salire, come se non fosse successo nulla.
Li guardo, fingo un sorriso e vado avanti per la mia strada.
Metto le cuffie alle orecchie con la musica ad altissimo volume.

'Alcune volte è necessario che il volume della musica superi quello dei tuoi pensieri'

Ma i miei pensieri urlano, è come se non mi volessero lasciar stare.
Mi viene voglia di urlare e prendere a calci qualunque cosa.
In particolare sento gli occhi pizzicare, le lacrime minacciano di uscire.
No.
Non lo farò.
Non stavolta.

Ho pianto fin troppo per lui.... e per lei.

Se vogliono stare insieme va bene.
Ma che non vengano a rompere il cazzo a me.
Lui ha fatto una scelta e io intendo rispettarla.
Dopo dieci minuti mi rendo conto di essere già davanti scuola.
Cammino verso la mia aula, o almeno ci provo dato che qualcuno mi intralcia la strada.
Vedo la persona davanti a me muovere la bocca ma non sento nulla.
Oh già, ho ancora le cuffie.

'Eh?' dico sfilandomi lentamente le cuffie dalle orecchie

Lui, se possibile, si infuria ancora di più, 'che cazzo ti prende Mer, in questi giorni sei strana, non sei tu, che cazzo ti succede? perchè ti comporti così a merda con me e Il?'

'Il? Oh che carino gli hai trovato pure un soprannome' dissi con acidità non potendo fare a meno di frenare la gelosia che iniziava a scorrere nelle mie vene.

Lui mi guardò confuso, fino a che tutto gli sembrò magicamente chiaro 'tu sei gelosa!' sorrise, quasi urlando.

'No, affatto.' cercai di essere il più convincente possibile ma la mia voce mi tradì.

Lui assimilò il tutto fino a che non ritornò la rabbia che lo aveva abbandonato pochi secondi prima.

'Sai che c'è? Non puoi fare così, non puoi dirmi che tra noi non ci può essere niente e poi fare la gelosa quando passo del tempo con un'amica che TU mi hai presentato, stai male, fatti ricoverare, cazzo.'

Quelle parole fecero più male di uno schiaffo, ma mi risvegliarono anche dallo stato d'insonnia in cui avevo vissuto per tutti questi anni.
Justin non era il ragazzo perfetto che avevo sempre pensato fosse, e solo ora riuscivo a vederlo.
Questo mi rimise un po' di sicurezza in me e capii che dire la verità sarebbe stata la cosa migliore.
Tanto non gli avrei rivolto più la parola in ogni caso, quindi...

'Sai che ti dico? Hai ragione, sono l'incomprensione fatta persona, sono imperfetta più che mai, faccio un'errore dopo l'altro, sono sbagliata ed un sacco di altre cose, ma mi ero affidata a te e fidata di te, pensavo che tu fossi la persona in grado di salvarmi da tutti e tutto ma non è così. Credevo fossi perfetto, per me lo eri davvero; dolce, simpatico, gentile, fidato, il migliore amico migliore del mondo ma poi tutto è cambiato, i miei sentimenti per te sono andati mano a mano crescendo e non c'è stato niente che io potessi fare per impedirlo; io ti amo Justin, non è il modo ne il momento migliore per dirlo ma è così, lo è sempre stato e sempre lo sarà e stavo per infrangere la mia promessa per te, volevo dirtelo questo fine settimana ma a quanto pare eri troppo impegnato per far caso a me. Quando me ne sono andata e tu mi hai guardato per un secondo ho pensato "ora verrà da me e si assicurerà che sto bene" ma no, Ilary era più importante vero? Tu sei sempre riuscito a leggermi ma questa volta no, non hai capito un cazzo di quello che provavo in quel momento, o ancora peggio te ne sei fregato. All'inizio ero arrabbiata nera con te ma poi tutto mi è risultato così chiaro, lei è più bella di me, più magra, meno complicata, più solare, aperta, sexy, è tutto quello che da sempre io ho voluto essere, quindi ti capisco. Hai fatto una scelta, hai scelto lei e lo accetto ma sai che c'è? Non puoi averci entrambe, quindi d'ora in poi non ti aspettare più niente da me, non riuscirei ad avere gli stessi rapporti di prima con te quindi voglio troncarli definitivamente, quindi da questo momento vedimi come una semplice sconosciuta di cui hai, spero, bei ricordi, niente di più.'

Mi interruppi guardandolo, non se l'aspettava questo era certo.
Del resto, nemmeno io me lo aspettavo.
Era stato zitto per tutto il tempo e non mi aveva mai interrotto.
Stava ancora cercando di elaborare quanto gli ho appena detto.

Mi sono resa conto che tutti intorno a noi
ci guardavano stupiti.

Erano a conoscenza della nostra amicizia, eravamo come un modello.
Tutti avrebbero voluto un'amicizia come la nostra, e non lo dico per vantarmi.
Ma nessuno sapeva cosa c'era sotto a tutto questo.
Mi resi conto che una lacrima mi rigò il viso ma non volevo farmi vedere debole.
Così presi tutto il coraggio che avevo e, liberandomi dalla sua presa, mi recai in classe.
Prima di entrare mi girai e lo vidi nella stessa posizione di prima con gli occhi lucidi.
Questo mi diede la forza di continuare.
Era bello vederlo star male.
So che non dovrei dirlo ma è così.
Era giusto che soffrisse quanto avevo sofferto e soffro tutt'ora io.
Così lo richiamai e quando si girò verso di me gli dissi

'Ah, e adesso non ti aspettare che ti tratti diversamente eh, tu d'ora in poi, sei uno dei tanti.'

Accompagnai questa frase con un sorrisetto stronzo e chiusi la porta della classe alle spalle.


So che probabilmente sembrerà una reazione esagerata ma era quello che sentivo di dover fare in quel momento.
Adesso sono tornata me stessa.
La me stessa che non vedevo più da tanto, troppo tempo.
Basta essere debole, non lo avrei sopportato più.
Il dolore che provavo era troppo forte.
L'unico modo per placarlo era trasformalo.
Trasformare il dolore in rabbia e indifferenza.
Perchè si sa, nulla è peggio dell'indifferenza.
E lui deve ancora vedere il peggio di me.





E' questo il problema con te, quando mi fai bene me ne fai più di chiunque altro e quando mi fai male, pure.



















Okay scusate non aggiorno da una vita ma non lo faccio apposta.
Sono dei mesi piuttosto complicati per me.
So che questa non è una giustificazione valida ma spero mi possiate perdonare.
Sappiate comunque che, nonostante i ritardi con cui posto i capitoli, io terminerò la storia.
Non la lascierò incompleta, nemmeno se mi ci volessero due anni a finirla AHAHAH.
Vabbè parlando d'altro, avete visto nella storia no? Le cose si complicano, e adesso?
Come pensate reagirà Justin a tutto questo? E Meredith? Riuscirà davvero a fare la stronza con il suo, a quanto pare, ex migliore amico? 

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Capitolo 18
*** “Sapevo di non poterlo ignorare per sempre.” ***


18 Da quando ho parlato a Justin in quel modo è passato un po' di tempo.
Saranno passati circa un paio di mesi, e non l'ho mai perdonato.
Del resto nemmeno lui mi ha mai scritto o ha mai cercato di recuperare dei rapporti con me.
Ho sentito dire che è successo qualcosa tra lui e Ilary.
Non si sono messi insieme ma sembra che ci sia andato o cose simili.
Voci di corridoio, niente di più.
Ammetto che i primi giorni senza considerarlo sono stati duri, davvero molto.
Piangevo ogni notte e il giorno tornavo ad essere la solita 'cattiva ragazza' che poi tanto cattiva non era.
Era solo delusa, e sola.
In questi momenti gli unici che mi sono stati vicini sono Charlotte e Lucas.
Non vi ho parlato di Lucas?
E' il migliore amico di Justin e, sopratutto, di Derek.
Passo con loro grande parte del mio tempo e mi sono legata molto a loro.
Derek mi piace come ragazzo ma diciamo che l'unico 'legame' che abbiamo è la relazione tra lui e Charl che dura ormai da diversi mesi.
Mentre con Lucas è diverso, non lo avevo mai considerato più di tanto quando si usciva ma adesso è da un po' che lo sto vedendo come un grande amico.
Amico, nulla di più.
Perchè io, a differenza di Juss, non riesco a dimenticarlo tanto facilmente, ormai lui fa parte della mia vita.
Mi sono innamorata di lui come una cretina e adesso non so come uscirne.
E fa male.
Fa molto male non riuscire a frenare quello che provi.
A sentirti una stupida ogni volta che lo guardi e lo ignori quando l'unica cosa che vorresti è baciarlo.
E' davvero difficile alcune volte fare finta che niente sia mai accaduto.
Perchè per quanto possa fare finta di ignorarlo non ci riesco.
Perchè la sua mancanza la sento fino a dentro le vene.
E' qualcosa di assolutamente irreale.

Mi sveglio di scatto, col respiro affannato, possibile non riesco a smettere di pensarlo nemmeno quando dormo?
Basta. Devo dimenticarlo definitivamente.
Fortunatamente erano solo le 8 di sera.
Si faccio il sonnelino pomeridiano, problemi?
Chiamo Charl e in nemmeno due secondi mi risponde, sempre col telefono in mano sta figliola, bah, ma per una volta mi è utile.

"Io e te stasera, discoteca, porta anche Derek io avviso Lucas, ci vediamo tra due ore sotto casa mia."
"Oh okay, ti odio per avermi avvisato con così poco tempo ma va bene, a dopo sis."

Sis era il nome con cui ci chiamavamo sempre, sta per 'sistah', perchè infondo lei è come se fosse mia sorella.
Mando un messaggio a Lucas con scritto:

"Stasera discoteca, tra due ore sotto casa mia, mi raccomando non tardare <3"

E dopo la sua risposta, come sempre molto lunga, "okay a dopo" apro l'armadio per vedere cosa mettere.

Non posso vestirmi come al solito, serve qualcosa di diverso.
Solitamente non tengo molto al look, basta sia nero o comunque con colori non troppo accesi.
Infatti anche stasera opto per un abito corto e nero, scarpe alte e trucco non troppo marcato ma nemmeno inesistente.

Sento il suono della macchina di Lucas da fuori, scendo veloce liquidando mia madre con un:

"Mamma sto uscendo, stasera dormo da Charl, tranquilla."

Non sapevo se avrei davvero dormito da lei ma comunque non sarei tornata a casa quindi tanto valeva dirgli questo.

Appena messo piede in macchina sentii un fischio provenire dai sedili dietro, Charl, come al solito.

"Sei stupenda amica mia, vedrai che stasera ci divertiremo alla grande."

Sorrisi, era sempre così stupida

"Anche tu non sei niente male sis, ovvio che ce la spasseremo."

Appena arrivati mi catapultai dentro, non vedevo l'ora di dimenticarmi di tutto, in fretta.
Erano state delle giornate orribili e volevo solo divertirmi e non pensare a nulla.
Appena entro indovinate chi mi ritrovo davanti?
Ilary e Juss che stanno flertando come pochi.
Nulla di esagerato, stavano solo ridendo e abbracciandosi ma un senso di rabbia e di angoscia mi invade tutto il corpo.
In meno di mezzora mi ritrovo ad aver ordinato un drink dietro l'altro.
Non so nemmeno cosa abbia preso, so solo che la stanza inizia a girare.
Mi gira la testa e inizio a dire tutto ciò che penso, senza nemmeno rendermene conto.
O meglio, me ne rendevo conto ma non c'era nulla che potessi fare per impedirlo ed era così dannatamente frustrante.
Avevo perso tutti gli altri e mi ritrovavo sola, in mezzo alla pista.

Ad un certo punto mi sento prendere per un braccio

"Dobbiamo parlare" due parole, pronunciate dalla persona che per due fottuti mesi avevo cercato di evitare

Senza darmi il tempo di rispondere mi trascina dentro una stanza.

"Cosa vuoi fare eh? Mi vuoi scopare? Ma non lo sai che queste cose non si fanno?" dico io appena entrati, iniziando a ridere come una cretina.

"Mer ma tu sei tutta andata" mi risponde subito lui

"Ma chi? Io? Nooo, sono solo un po' brilla, ma sono più o meno sobria." rispondo cercando di essere il più convincente possibile

"Senti forse è meglio che ti riporto di la, Charl sarà preoccupata"

"Lo sai che sei bello?" non c'entrava nulla, lo so, ma non potevo frenarmi

"Oh beh, grazie anche tu lo sei" risponde un po' imbarazzato

"Si? Ma intanto scegliete tutti Ilary, ma non importa io lo so perchè lo fate!"

"Ah si? Dimmelo allora" adesso era tutto interessato eh?

"Lei è figa, ha il culo ed è simpatica ed è più bella, è ovvio che la scegliete ma anche io vorrei essere scelta a volte." misi il broncio

"Sono tutte cazzate" sembrava quasi sincero ma non diedi molto peso a quelle parole

"E' vero invece, ma tanto sei tu che ci rimetti, lei non ti amerà mai come ti amo io, perchè lo sai? Io amo i tuoi occhi, trovo che le tue labbre siano mooolto sexy, i tuoi capelli e il tuo corpo poi, trovo che ti rendano ancora più bello di quello che sei e il tuo profumo, dio, il tuo profumo unito all'odore di tabacco che di tanto in tanto esce dalla tua bocca è come una droga per me. Il tuo carattere, poi, lo adoro, e anche quando sei cattivo con me o mi tratti male e mi dai tante ragioni per odiarti allo stesso tempo me ne dai molte di più per continuare ad amarti."

Ma che cazzo stavo dicendo?! Cioè, lo pensavo davvero ma non c'era bisogno che lui lo sapesse

Ciò che lui ha risposto non me lo ricordo nemmeno, ero troppo presa a guardarlo per far caso che stava dicendo qualcosa.

Ricordo solo di essere scoppiata in un pianto liberatorio dopo pochi secondi.
Non riuscivo più a trattenermi.
L'alcool si faceva sentire e mi rendeva fottutamente sincera e fragile.
Continuavo a ripetere frasi del tipo "non è colpa mia"
oppure "non volevo innamorarmi di te, ho rovinato tutto"
Lui mi calmava o almeno ci provava e in poco tempo, non so come, ci siamo trovati l'uno abbracciato all'altro con i nostri nasi che si sfioravano e le fronti l'una contro l'altra.
Prima che potesse succedere qualunque cosa ci siamo messi a ridere entrambi, forse perchè eravamo un po' brilli entrambi o forse per via della vicinanza imbarazzante.

Non ricordo molto di quello che è successo dopo, ricordo solo di aver parlato con lui per un po', rimanendo comunque abbracciati come prima.
E quando mi ha detto che doveva andare via gli ho detto "portami con te, non voglio stare sola, ti voglio vicino a me"

Poi, il vuoto.
Mi sono svegliata in una camera da letto, nella SUA camera da letto.

Che cazzo è successo?









Infondo dovevo immaginarlo, non si può dimenticare una persona che non vuoi dimenticare, fottuto cuore.




















Scusate il ritardo. Lo so, lo dico sempre ma mi dispiace davvero.
Questo periodo non è stato dei migliori per me, ho avuto tanti problemi e pensieri per la mente.
Ma come ho già detto terminerò questa storia, fosse l'ultima cosa che faccio.
Ah, ad ogni modo volevo ringraziarvi per continuare a seguire la mia storia.
Siete fantastiche e non esagero quando dico che leggendo le vostre recensioni mi vengono le lacrime agli occhi.
Sapere che la mia storia sta piacendo o addirittura aiutando qualcuno è qualcosa che mi rende davvero molto felice.
Comunque davvero, non vi prometto nulla ma vi giuro che farò il possibile per non far passare così tanto tempo tra un capitolo e l'altro okay?
Ad ogni modo ricordatevi che vi adoro e che se avete bisogno di qualcosa, per quanto possa, io ci sono.

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Capitolo 19
*** “Non potrò mai dimenticare quello che provo.” ***


18 Oh cazzo.
Possibile che non mi ricordo nulla?
Eppure non mi sembrava di aver bevuto così tanto.
Provo a calmarmi.
Ho dormito in camera sua e lui è accanto a me.
Però è vestito... e lo sono anche io.
Questo mi rassicura un po'.
Non avrei davvero voluto perdere la verginità in questo modo, quando la mattina successiva non mi sarei ricordata nulla.
Piano piano iniziano a tornarmi in mente dei ricordi della sera precedente.
Ma, ironia della sorte, ricordo solo quello che ho detto io, anche se non tutto.
Quello che lui mi ha risposto rimane per me un mistero.
Ci sono davvero tante cose che gli vorrei chiedere e farmi spiegare.
Sperando che, almeno lui, fosse rimasto sobrio.
Cosa che immagino dato che mi ha portato fin qui, immagino, guidando.

Vorrei svegliarlo e togliermi ogni dubbio ma mi blocco guardandolo.
E' così dolce quando dorme.
Non trovo nemmeno il coraggio di farlo.
Anzi, lo guardo dormire, osservandolo e, di tanto in tanto, accarezzandolo.
Quasi come fosse di cristallo.
Un qualcosa di prezioso e raro, che non deve essere ferito da nessuno.
Mentre sono qui, guardandolo, accarezzandolo, amandolo.
Mi rendo conto che quello che provo è più forte di quello che avrei mai potuto immaginare.
Non so sia amore vero e proprio ma è troppo forte per essere una semplice cotta.
Anche a voler eliminare quello che provo sarebbe tempo perso.
Ogni volta che gli parlo o semplicemente parlo di lui, sento qualcosa dentro di me che cambia, cambia totalmente e irrimediabilmente.
E la cosa peggiore, è che non posso farci nulla.
Sento che ciò che provo, in qualche modo, è controllabile, riesco, quindi, a tenerlo sotto controllo facilmente.
Da l'altra parte invece sento che è troppo forte per essere cancellato e che è così grande che ho la sensazione di far fuoriuscire il mio cuore dal petto.
E' una sensazione assurda e... strana.
Incontrollabile sopratutto.
E' qualcosa che, molto probabilmente, porterò nel mio cuore per sempre.
E' come se già sapessi che questo sentimento non potrà essere eliminato.
Potrò trovare qualcuno che riempia il vuoto che porto dentro e si sovrapponga a questo.
Potrò dimenticarlo e 'gettarlo' in un angolo del mio cuore.
Ma dentro di me, so che ci sarà sempre.

Mentre gli sto riservando un'ultima carezza lo sento mugolare qualcosa di incomprensibile.
Sembrava un bambino la cui mamma veniva a svegliarlo.
Era così tenero.
Mi scappò un piccolo sorriso prima di sussurargli "ehy Juss, sono io"
Bastarono queste semplici parole a fargli aprire di scatto gli occhi.
Mi guardò così intensamente che credo di non aver più capito niente da quel momento per le prossime due o tre ore.
Lo potei finalmente contemplare in tutta la sua bellezza.

I capelli arruffati e scompigliati.
Le occhiaie profonde, simbolo che non aveva dormito molto quella notte e probabilmente nemmeno le precedenti.
Le sue labbra carnose che mi attiravano come una calamita.
La maglia leggermente rialzata nel sonno, abbastanza da farmi notare i suoi addominali scolpiti e il suo fisico da paura.
Possibile che fosse bellissimo anche di prima mattina?

In questo arco di tempo lo sentii stiracchiarsi un po' e fare degli strani versi con la bocca per i quali scoppiai in una sonora risata.
Lui mi guardò confuso e dopo pochi secondi si unì nella mia risata.
Si alzò piano piano dal letto e si diresse verso la cucina mimando un "vuoi qualcosa da mangiare?"
Annuii e lo seguii al piano di sotto buttandomi sul divano in attesa che lui mi portasse i miei soliti biscotti.
Tutte le volte che andavo a casa sua facevo così.

Io mi sedevo sul divano e lui mi andava a prendere i 'miei' biscotti, chiamati così perchè li comprava solo ed esclusivamente per me.
A lui non piacevano.
Eppure io li amavo, erano dei semplici biscotti con gocce di cioccolato ma lui, non so per quale assurdo motivo, non li voleva mai.
Facevamo così anche quando andavamo a casa mia, toccava sempre a lui alzarsi.
Si lo so, non sono affatto ospitale ma lui non si è mai lamentato e poi ormai era un'abitudine anche per lui.
Arrivò da me con tutto il pacchetto, sapeva che preferivo mangiarli da li, avevo più scelta di prendere il biscotto che volevo.
E' una cosa strana ma io amavo farlo.

Una volta seduto anche lui mi fermai a guardarlo, quasi in attesa dicesse qualcosa della scorsa notte.
Non ne aveva parlato da quando si era svegliato, il che era strano.
Non ci sentivamo da molto tempo, poi ti vengo a dire cose molto private riguardanti noi due, dormo da te e la mattina dopo ti comporti come se non fosse successo nulla?
Forse perchè per lui davvero non era successo nulla.
Insomma, lui adesso ha Ilary no?
Perchè dovrebbe perdere tempo per sciocchezze simili?
Avrei voluto avere quest'indifferenza anch'io ma non ci riuscivo.
Il dolore e la curiosità mi stavano logorando dentro.
Volevo sapere.
Dovevo sapere.
Così feci un bel respiro e prendendo tutto il coraggio che avevo chiesi con voce un po' tremolante: "cosa è successo ieri sera?"
Si bloccò di colpo e sembrò quasi che gli fosse mancato il respiro per qualche secondo.
A questo punto avevo paura di ciò che c'eravamo detti.
Rifeci la domanda con più decisione. "Ricordi cosa è successo ieri sera o eri andato pure tu?"

Questa volta non esitò a rispondere "Nono, ero sobrio, non ti avrei mai portato qui guidando se fossi stato in quello stato."
Almeno questo.

"Allora vuoi dirmi cosa è successo e sopratutto di cosa abbiamo parlato?"

"Non ricordi proprio nulla?" mi chiese frustrato
Sforzai la memoria ma ciò che avevo erano per lo più vuoti

"Non molto sinceramente" risposi. "Ricordo di averti detto qualcosa riguardo quello che provo ma non so quanto in la mi sia spinta nel racconto." riposi sinceramente

"Oh beh, diciamo sufficientemente in la e se devo essere sincero non penso ci sia più qualcosa che potresti avermi nascosto." accennò un sorriso
Mi misi le mani sul viso bestemmiando tra me e me.
Cosa cazzo gli avevo detto?

"Puoi essere più preciso?" chiesi timorosa

"Diciamo che ti sei confessata in modo un po' inusuale, dicendomi tutto quello che provi per me, e adesso so che anche quando fai l'indifferente di indifferente nei miei confronti non hai proprio nulla, stando almeno alle tue parole, inoltre mi hai detto che sono io la causa delle tue relazioni finite male e che non volevi innamorarti di me ma è solo successo, che non lo avevi previsto, che odi amarmi e che hai paura di perdermi, dio, tu hai una fottuta paura di perdermi, a questo punto mi chiedo come tu possa davvero nascondere tutto questo, considerando il fatto che tieni a me così fottutamente tanto."

"Solo questo?"
gli chiedo ignorando le sue ultime considerazioni

"Oh e adesso so anche che temi il confronto con Ilary e che ti credi fottutamente inferiore a lei, anche se sono solo cazzate." mi rispose così deciso, che sembrava quasi sincero

"Nient'altro?" aggiunsi, volevo sapere tutto, anche se questo mi sembrava già molto

"No, o almeno nulla di rilevante o nulla che tu ci tenga a sapere" concluse

"Perfetto, e un'ultima cosa, posso sapere perchè questa mattina facevi finta di niente?" domandai curiosa

"Beh, ieri sera mi hai detto che se non te lo fossi ricordata avrei dovuto fare come se non fosse successo nulla perchè altrimenti ti avrei recato del dolore inutile e così ho fatto. Non mi piace vederti stare male." Non potei evitare un sorriso, quanto poteva essere dolce?

"Okay allora grazie mille, adesso però è meglio che torni a casa, mia madre starà in pensiero altrimenti."
E nel momento in cui mi avviai verso la porta una voce mi fermò

"Aspetta, non vuoi sapere cosa invece ho detto io la scorsa notte?"

Mi bloccai di scatto.
E' vero, non mi aveva detto cosa pensava e io non lo ricordavo.
Avevo paura.
Volevo davvero saperlo?
Avevo davvero il coraggio di ascoltarlo?
Non credo di essere forte abbastanza.
Strinsi il pomello della porta e l'aprii, incerta sul da farsi.





Sono davvero pronta per affrontare le mie paure, o scapperò da queste ancora una volta?


















E' il tre giugno e le vacanze stanno per iniziare, yeeeee
No okay, ora ce l'avete a morte con me e vi giuro che vi capisco.
Ogni volta dico che aggiornerò presto e poi passa quasi un mese.
Ma non lo faccio apposta è solo che tra una cosa e l'altra non ho mai il tempo di aggiornare.
Adesso che l'ho avuto, però, vi giuro che ho messo anima e cuore a scrivere questo capitolo.
E penso che sinceramente sia uno di quelli venuti meglio fino ad ora.
Ma il giudizio finale spetta a voi quindi, che ne pensate?
Cosa pensate farà Meredith, uscirà da quella porta o no?
E Justin? Cosa le avrà risposto a tutto questo?

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Capitolo 20
*** “Avrei preferito non averlo mai sentito.” ***


20finito Volevo davvero ascoltarlo?
Mi girai e lo vidi, era disteso sul divano in attesa di una risposta.
Una mia risposta.
Lo guardai per qualche secondo poi decisi.
Lasciai il pomello di quella porta e corsi fuori il più velocemente possibile.
Non lo volevo ascoltare.
Non volevo sentire quelle parole che quasi sicuramente mi avrebbero demolita di nuovo.
Adesso che stavo iniziando a diventare forte.
Adesso che nessuno riusciva più a buttarmi giù facilmente.
Ma lui è sempre stato il mio punto debole.

Sento la vista appannata dalle lacrime che lentamente scendono sul mio viso.
Come può essere il motivo dei miei sorrisi e allo stesso tempo il motivo delle mie lacrime?
Arrivai al parco vicino casa mia, non volevo tornare nella mia stanza a piangere.
Non adesso almeno.
Avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
Charlotte no di sicuro, sicuramente era fuori con Derek e non posso interrompere la loro uscita per un mio capriccio.
Perchè è così che infondo consideravo i miei sentimenti.
Uno sciocco capriccio di una bambina viziata abituata ad ottenere sempre ciò che vuole.
Effettivamente nella vita non mi è mai mancato nulla.
Anche se ho sempre cercato di chiedere il meno possibile se non qualche sfizio di tanto in tanto.
Ma adesso mi sentivo persa e... vuota.

Sapevo che l'unica persona con cui potevo parlare era lei... Ilary.
Così la chiamai.
Infondo non ce l'avevo con lei, non aveva fatto nulla di male.
E poi io non sono abituata ad arrabbiarmi. 
Non ricordo nemmeno l'ultima volta che io mi sia incazzata di brutto con qualcuno.
Arrivavo sempre ad essere irritata e nervosa ma mai arrabbiata.

In quest'ultimo periodo ero abituata a trasformare la rabbia in dolore.

Non facevo male a nessuno in questo modo ma demolivo me stessa ogni singolo giorno.
Ma tanto, a chi interessa?
Se non sei bella non importa a nessuno.
Se non sei magra non importa a nessuno.
Se non sei alta, non hai un bel culo e non hai tette non importa a nessuno.
Se non hai un carattere fantastico da far invidia a tutti non importa a nessuno.
E io sicuramente non ero nulla di tutto questo.

Finalmente Ilary rispose al telefono e se ne uscì con un: "ehy Mer, so che sei tu, ho visto il numero, dimmi, cosa c'è?"
"Sono al parco, quello vicino casa mia, puoi venire per favore? Ho bisogno di parlare con te" risposi cercando di non balbettare o tentennare
"Certo, tranquilla sarò li tra poco" la ringraziai e terminai la chiamata.

Nel frattempo sentii delle voci provenire non molto distanti da me, così mi girai e lo vidi...

Justin.
Ma non era solo, era con un altro ragazzo.
Inizialmente pensai che fosse Derek, insomma era suo cugino.
Poi, però, mi ricordai dell'uscita con Charl e quindi lasciai perdere quell'idea.
Alla fine lo riconobbi, Lucas.
Mi aveva detto che avevano litigato e si erano allontanati molto, come mai adesso era con lui?
Si erano seduti su una panchina poco distante da me.
Così ne approfittai per nascondermi vicino a questa e ascoltare.
So che non si dovrebbe fare ma volevo davvero capire cosa stesse succedendo.

"so che in questo periodo il nostro rapporto non è più quello di prima ma sentivo il bisogno di sfogarmi con qualcuno." Furono queste le prime parole che uscirono dalla bocca di Justin, stava parlando di quello che è successo prima?
"Mi hai raccontato cos'è successo e quello che ti ha detto lei, ma tu cosa ne pensi? E sopratutto, tu cosa provi?" Distinsi facilmente la voce di Lucas
"Tu sai cosa provo per lei." E che cazzo, ma dare indicazioni un po' più precise? Così non capisco nulla.
"Ma qualcosa è cambiato giusto?" Qualcosa? Quale cosa?

"Si, ma non nei suoi confronti, io ero sicuro che mi piacesse e te lo giuro, solo che adesso non ne sono più così certo, qualcun altro ha preso posto nel mio cuore e io non ho potuto far nulla per impedirlo e tu lo sai." il mio cuore smise di battere per un secondo, ero io quella che aveva preso posto nel suo cuore? E chi era l'altra? Oh mio dio la gelosia e l'emozione si impossessarono di me che quasi quasi ebbi la voglia di uscire dal mio nascondiglio e corrergli incontro abbracciandolo e baciandolo.
Poi sentì ciò che le mie orecchie mai si sarebbero immaginate di sentire in quel momento
"Si lo so, Mer è una ragazza stupenda ma con Ilary in mezzo non ha speranze eh?" la voce di Lucas che mi ha rassicurato per tanto tempo su tante cose adesso mi stava dando la più grande delle ferite ma non tanto quanto ciò che venne dopo...
"ho paura che sia così." Ecco qua, la voce di Justin mi diede il colpo di grazia, riuscii quasi a sentire il mio cuore sfracellarsi in mille pezzi.

Come poteva essere così reale questa sensazione?
Come poteva fare così male?
Infondo già lo sapevo, solo che non volevo accettarlo.
Avevo fatto bene ad andarmene prima.
Non avrei assolutamente retto di sentirmelo dire in faccia.

Vidi Ilary dall'altra parte del parco e mi avviai per raggiungerla senza farmi vedere.
Fortunatamente ci riuscii e appena la vidi l'abbracciai.
Mi chiese subito cos'avessi appena vide i miei occhi velati di lacrime.
Odiavo quando qualcuno mi chiedeva cosa avessi in quei momenti.
Abbracciami e basta cazzo.
Invece no, doveva sapere per forza, come se le fosse dovuto.
Charlotte non l'avrebbe mai fatto.
Ma infondo è questa la differenza tra una migliore amica e una semplice amica no?

Però, del resto, l'ho chiamata io e merita spiegazioni.
La invitai a sederci su di una panchina per spiegarle la verità.

Le raccontai dei miei sentimenti per Justin e di quello che provavo.
Le raccontai cosa sentivo e provavo ogni qual volta lo vedevo.
Le raccontai cosa avevo fatto e le spiegai a grandi linee cosa fosse successo.
Non volevo entrare troppo nel dettaglio con lei.
Le spiegai anche ciò che avevo sentito al parco, tralasciando il momento in cui parlavano di lei.
Non tanto per gelosia quanto per il fatto che deve saperlo da lui e non di certo da me.

A differenza di quello che pensassi non domandò nulla.
Non mi interruppe e mi fece continuare fino alla fine.
Solo in fondo al racconto mi parlò.
"Senti Meredith, voglio essere sincera con te, mi dispiace molto per quello che è successo e per ciò che hai dovuto sentire da loro ma hai fatto bene a confessargli tutto, adesso almeno sai ciò che pensa e prova per te, ad ogni modo lui resterà accanto a te quindi non devi avere paura di perderlo, di questo ne sono convinta, ti vuole troppo bene per lasciarti, ho solo una domanda da farti..."
"Dimmi pure" risposi, ero davvero colpita dalle sue parole, erano sincere ma allo stesso tempo esprimevano una grande indifferenza
"A te ferisce quando io mi comporto in alcuni modi un po' 'spinti' anche se pur di amicizia con Justin?" ecco la domanda cruciale
"Un po' ma non voglio che cambiate il vostro rapporto, di amicizia o meno, non voglio questo, vorrei solo che se succedesse qualcosa con lui tu me lo dicessi, ci starei solo più male a sapere che mi hai mentito, in quel caso mi sentirei davvero ferita." risposi con tutta la sincerità possibile
"Okay" mi rispose in modo così freddo e indifferente da fare quasi paura
A questo punto mi sorse una domanda spontanea...





E se io non fossi l'unica a provare qualcosa per Justin?





















Oggi, per la prima volta in vita mia, non mi devo scusare per il ritardo yeeee!!!
Sono riuscita a pubblicare un nuovo capitolo il giorno dopo, amatemi :33
Forse questo non è il continuo che tutti si aspettavano e mi dispiace di questo.
Voi cosa ne pensate della domanda finale di Meredith? Un bel dubbio eh?
E ora come andrà avanti il tutto? Aspetto supposizioni da parte vostra! :*




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Capitolo 21
*** “Sono solo così delusa da lei.” ***


21 I giorni successivi trascorsero, bene o male, abbastanza in fretta.
Con Justin ci parlavo raramente.
Ogni fine settimana uscivo con gli altri.
Ormai il nostro 'gruppo' era formato da me, Derek, Charlotte, Justin, Ilary e, qualche volta, Lucas.
Ma tanto finiva sempre che stavo sempre con Lucas oppure, quando lui non c'era, con Derek e Charlotte.
Di solito si dice che le coppiette siano tutte appiccicose e, spesse volte, insopportabili.
Ed io sono la prima a dirlo.

Solo che loro non erano così.
Con loro mi trovavo bene e potevo parlare di tutto.
Effettivamente con loro finiva sempre che arrivavo ad avere le lacrime dal ridere.
Mi sentivo davvero a mio agio.
Fino a quando non mi rendevo conto di essere il così detto 'terzo incomodo' e cercavo di allontanarmi un po'.
Anche con Lucas mi trovavo benissimo.
Era simpatico, carino, divertente, allegro, sempre con la battuta pronta, una persona davvero gradevole.
Però lo consideravo solo come un amico, nulla di più.

Io ero troppo presa da quel coglione che faceva il filo a Ilary ogni santa volta.
E lui troppo preso da una sua compagna di classe.
No, non andavamo in classe insieme, se ve lo stavate chiedendo.
Solo Ilary veniva in classe con me.
Tornando a lei, beh, non so cosa dire, dato che non le parlavo quasi mai.
Non perchè fossi arrabbiata o altro.
Semplicemente perchè era costantemente appiccicata a Justin.
Così tanto che non potevi spiccicare con lei mezza parola.
E Justin non era da meno.
Alla fine se c'erano o no, non era così importante.

Quel pomeriggio mi ero organizzata per uscire con i ragazzi.
Solita ora, solito posto.
Stavo per uscire di casa quando sento il mio telefono vibrare nella borsa.
Nuovo messaggio.

"Sono sotto casa tua, andiamo insieme che ti devo parlare di una cosa."

Lucas non è mai stato così freddo nei miei confronti.
Ma non gli do molto peso e scendo di casa raggiungendolo.

"Ehy dimmi un po', di cosa volevi parlarmi?" chiesi molto diretta, odio i giri di parole che non portano mai a nulla.
"No nulla di importante, semplicemente una cosa che mi ha lasciato un po' di stucco."
Ed ecco che la mia curiosità inizia a prendere il controllo.
"Cioè? Dai non tenermi sulle spine!"
"Ieri sera Justin ha dormito da me..." oh cazzo

Magari gli ha parlato di me.
Magari ha detto qualcosa di importante su di me.

"Però non potrei dirlo a nessuno quindi silenzio okay? Sennò finisco nei casini" oh mamma quanto mistero!
"Sisi te lo giuro, ora dimmi."
"Bene, ieri è venuto a dormire da me e ho capito subito che voleva dirmi qualcosa, ce l'aveva stampato in faccia, mi ha parlato di una ragazza e di quando è andato con questa, di cosa ha provato e di come è avvenuto il tutto, era davvero felice anche se alla fine non è successo nulla, cioè non ci sta insieme, non ancora almeno."

Oh merda.
Gli ha raccontato di noi?
Quindi vuol dire che vuole ufficializzare la cosa?
Era felice?

Un sorriso fece spazio nel mio volto e mi uscì un: "allora te lo ha detto! Sono troppo felice davvero, anche perchè io non avrei saputo davvero come spiegare ciò che era successo." Risposi con assoluta sincerità
Lui mi guardò stranito per un po' e mi disse: "beh non è così difficile da dire, una settimana fa Justin ha baciato Ilary e lei ha ricambiato, mi stupisco però di come tu lo sapessi."

Il sorriso che mi aveva accompagnato per quegli ultimi secondi svanì di colpo.
Il mio cuore perse un battito.
E per un momento mi sentii quasi svenire.
Come poteva tradirmi in questo modo?
Justin, il mio Justin.
Anche se di mio non aveva nulla ma era così che lo sentivo per me.
E Ilary, dopo tutto quello che si era detto, come ha potuto?
No, no è impossibile che lei sia stata così stronza nei miei confronti.

"Aspetta Lucas, ma sicuro che lei abbia ricambiato?"
"Si Mer ti ho detto di si, sono abbastanza sicuro dato che lui aveva una faccia da ebete" rispose come se fosse la cosa più normale al mondo.

E fu li che il mio cuore si scheggiò.
Vabbé Meredith, magari è successo prima che faceste quella chiaccherata.
Effettivamente tu le avevi chiesto di farti sapere se sarebbe successo qualcosa.
Il passato non l'hai chiesto.
Sisi, deve essere per forza così, no?
Decisi di togliermi ogni dubbio.

"Ma questo quando è avvenuto precisamente?" domandai fermandomi di colpo.
Se fossimo andati ancora più avanti ci avrebbero visto.
E non voglio che qualcuno interrompa questa conversazione, non ora.
"Precisamente? Otto giorni fa. Lo ricordo perchè eravamo andati al bowling ed è l'unica volta in cui lei è rimasta fino a tardi. All'inizio non lo aveva detto nemmeno a me sai? Solo che poi ha pensato bene di dirmelo quell'idiota!" lo disse ridendo, quasi fosse contento per lui e forse lo era davvero.

Esattamente il giorno dopo della nostra 'conversazione' al parco.
Adesso il mio cuore era completamente frantumato.
Possibile che ci metta così poco a rompersi?
E come è possibile che Ilary mi abbia mentito così spudoratamente?
Non per uno, due o tre, ma per otto fottutissimi giorni.
Le avevo chiesto per favore di dirmi se fosse successo qualcosa ma non lo ha fatto.
Ma ciò che è peggio è che devo fingere che nulla sia accaduto.

Vedo gli altri che ci vengono incontro e ci salutano.
Ormai ci hanno visto e non posso andarmene.
Non posso nemmeno piangere o urlargli in faccia ad entrambi che sono degli stronzi.
Avrei messo nei casini Lucas e non lo meritava.
Lui non sapeva nulla di quello che provavo e pensava solo di fare un po' di 'gossip'.
Peccato che a me questo 'gossip' non piaceva affatto.
Ma del resto se non lo avessi saputo da lui non lo avrei mai saputo quindi è meglio così.

Sentii le voci dei miei amici salutarci ad entrambi e fui felice di ricambiare.
Fino a che non sentii quella voce che prima sentivo quasi rassicurante,
mentre ora la sento irritante e odiosa.
"Ehy Mer! Come stai?" Ilary...
Il suo corpo avvolto nelle braccia di Justin, come al solito del resto.

La guardai e non riuscii nemmeno a risponderle da quanto mi faceva schifo.
Non ero nemmeno arrabbiata con lei, provavo solo tanto disgusto e delusione.
Per nasconderlo mi girai e andai ad abbracciare Charl fingendo di non vederla da molto quando invece l'avevo vista il giorno prima.
Il mio atteggiamento non passò inosservato infatti tutti si girarono verso di me guardandomi confusi,
mentre io mettevo il più falso dei sorrisi come se tutto questo fosse normale.







Come facevo a far finta di nulla se non riuscivo nemmeno a guardarla negli occhi?























Come promesso ecco a voi il capitolo.
Tempo record di nuovo! Sto diventando brava, ammettetelo.
Beh, a quanto pare non aveva sentito male la nostra cara Meredith.
Ed inoltre Ilary le ha mentito e l'ha delusa davvero molto.
Però non lo può dire perchè c'è Lucas di mezzo.
Ed ovviamente Justin non lo considera colpevole perchè lo ama.
E' un po' un casino eh?! Come pensate procederà la situazione? Mer ce la farà a comportarsi normalmente con Ilary?
Ad ogni modo ci tenevo a dirvi che questo non è uno dei miei capitoli preferiti.
Non l'ho scritto molto bene e lo ammetto, potevo fare di meglio ma ci sono stati alcuni 'intoppi' in questi giorni e non ho potuto scrivere con molta calma.
Spero comunque che non vi faccia proprio schifo schifo e prometto che al prossimo farò meglio (:

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Capitolo 22
*** “Lui è la mia ossessione.” ***


21 I giorni seguenti furono un vero e proprio inferno.
Non sapevo come comportarmi.
Non potevo fare nulla per non mettere a rischio l'incolumità di Lucas.
E allo stesso tempo non potevo comportarmi come nulla fosse.
Non ci sarei riuscita nemmeno volendo.
Mi sentivo così delusa e ferita che la maggior parte delle volte non riuscivo nemmeno a spiccicare parola con lei.
So che lui ha pari colpe in questo, solo che non riesco ad incolparlo.
Non più di tanto almeno.
Io lo amo.
E questo non cambierà.
A prescindere da ciò che è successo.
A prescindere anche se non mi rivolgerà più la parola.
O si metterà con qualcun'altra.
Ormai io sono legata a lui.
Per sempre.
Sono legata all'inferno più sexy che io abbia mai visto.
In poche parole: sono fottuta.
Però quello che provavo non si avvicinava a cose come la gelosia o altro.
No, non provavo quello io.
Ero solo... ferita.
Tanto.
Troppo per farcela da sola.
Almeno, non questa volta.

Prendo il telefono in mano e mando un messaggio a Charl e Lucas.

"Venite a casa mia il prima possibile, è urgente."

Loro due erano gli unici di cui mi potessi veramente fidare.
Avevo bisogno di parlarne con qualcuno.
Qualcuno che non mi giudicasse.
Qualcuno che mi ascoltasse davvero e non che fingesse soltanto.
Avevo solo bisogno di non essere così fottutamente debole.
Almeno una volta nella vita.

Ero a casa da sola, come al solito del resto.
Non sapevo dove fossero gli altri.
E nemmeno mi interessava.
Avere la casa vuota in queste circostanze era un bene.
Ci mancavano solo loro ed una crisi di nervi non me la toglieva nessuno.
Avevo pensato più volte di andare da uno psicologo.
Avevo la testa talmente incasinata da fare schifo.
Ma poco dopo mi sono resa conto che non avevo bisogno di questo.
Avevo solo bisogno di piangere.
Un pianto lungo e rigenerante.
Qualcosa che in qualche modo mi "pulisse" da tutto quello pensavo.
Mi rannicchiai in un angolo della stanza con le ginocchia strette al petto.
Non ci volle molto affinchè una lacrima bagnasse il mio viso.
E poi un'altra e un'altra ancora.
Fino a riempirne il volto.

Eppure ho affrontato cose peggiori di un semplice cuore spezzato.
Sarà anche che non mi era mai successo di innamorarmi prima d'ora.
E sinceramente non credevo che fosse così.
Fa male.
Molto male.
E non so se riuscirò mai a convivere con questo dolore continuo e lancinante nel petto.
E' così forte che alcune volte riesco a stento a respirare.

Sento il campanello suonare.
Non ho la voglia, ne tantomeno la forza, di andare ad aprire.
Mando un semplice messaggio a Charl con scritto:

"so che sei sotto casa mia, le chiavi sono sotto il tappetino (posto losco eh), muovi il culo e vieni qui."

Non ero assolutamente dell'umore di scherzare.
Ma non volevo nemmeno farla preoccupare più del dovuto.
Ma a quanto pare non funzionò.
O almeno non quando mi vide accasciata a terra, piena di lacrime che mi rigavano il volto.
Mi riempì di domande che io nemmeno ascoltai.
Ero intenta a guardare Lucas che ci capiva sempre meno.
Lui non sapeva niente di niente.
Mentre a Charl qualcosa avevo già accennato lui era all'oscuro di tutto.
Lei venne subito accanto a me per abbracciarmi.
Lui, a differenza sua, stette in piedi aspettando che io iniziassi a parlare.
O meglio, a spiegare.

"Sedetevi e vi racconterò tutto."

Entrambi si sedettero nel letto di fronte a me.
Mentre io rimasi nella medesima posizione.

"Credete nell'amore?"

Entrambi mi guardarono confusi, nessuno dei due capiva.
Ma non parlarono.
Non chiesero nulla.
Gliene fui grata.
In questo momento dovevano solo ascoltare quello che avevo da dire.
Non penso che avrei avuto mai più il coraggio se mi avessero interrotto.

"Non parlo dell'amore superficiale, quello che tutti provano almeno una volta nella vita.
No, qualcosa di molto di più.
Uno di quegli amori che ti fanno svegliare al mattino fremendo dalla voglia di vederlo.
Quelli che ti fanno sognare e, talvolta, illudere.
Quelli che ti fanno credere, sperare, vivere.
Quelli che senti scorrerti nelle vene.
Quelli che ti entrano dentro e non ne escono più.
Uno di quegli amori considerati 'indimenticabili'.
Li avete presenti?"

Vedevo che adesso entrambi avevano la massima attenzione su di me.
Non capivano.
Ma volevano capire, lo volevano davvero.
E fui grata anche di questo.
Non mi avrebbero interrotto.
In quel momento ne fui più che certa.
Questo mi diede una spinta a continuare.

"Io non pensavo esistessero davvero.
Insomma, è quasi ridicolo, come si fa ad amare una persona così tanto?
Anche l'amore dopo un po' svanisce, no?
D'altronde l'amore non è per tutti.
O almeno questo è quello che pensavo io.
Io ero facevo parte di questo gruppo.
Non ero, e non sono tutt'ora, fatta per l'amore.
Ed invece questo mi ha colpito.
Nel modo più brutto e violento che io conosca.
Facendomi innamorare di una persona che non ricambia.
So che sarà successo a tantissime altre persone.
E adesso so come ci si sente.
So cosa si prova ad amare una persona con tutto il cuore e ricevere in cambio solo indifferenza.
Adesso so cosa si prova a cercare il suo sguardo in mezzo alla folla.
A cercarlo tra i libri, nei film, nelle canzoni.
Adesso so cosa di prova ad amare così tanto una persona da accontentarsi delle briciole.
Adesso so cosa si prova ad illudersi.
Ad illudersi di avere il suo profumo sul tuo corpo.
Ad illudersi di sentire il suo sguardo che brucia su di te.
Ad illudersi di sentire le sue mani toccarti.
Ad illudersi di sentirlo parlare e ridere per te...con te.
E tutto questo è sbagliato perchè ti fai solo tanto male.
Ma non ne puoi fare a meno.
Perchè arrivi ad un punto in cui non puoi più tornare indietro.
Un punto in cui lui ti ha 'catturato' nella sua rete.
E lo brami così tanto che tutto intorno a te diventa per lo più inesistente.
E tutto ciò fa così male che non hai più le energie nemmeno per arrabbiarti o essere gelosa.
E' qualcosa che ti distrugge pezzo dopo pezzo.
Fino a prendere tutto ciò che hai e tutto ciò che sei.
E demolirti lentamente e completamente.
Ho paura, ragazzi.
Ma non di lui.
E nemmeno di lei.
Ho paura di quello che provo.
Ho paura di me stessa."

Appena finii di parlare mi resi conto di avere il fiato corto.
E le lacrime agli occhi.
Che probabilmente non mi avevano mai abbandonato per tutto il 'racconto'.
Si alzarono contemporaneamente.
E mi abbracciarono.
Non era uno di quegli abbracci da "ti capisco, ci sono passato, è dura ma si supera."
No, loro non capivano.
E tantomento ci erano passati.
Ed era giusto che non capissero.
E speravo che non ci sarebbero mai dovuti passare.
Quello era un abbraccio da "ti starò vicino come posso."
Il che, forse, era ancora meglio.








Sono arrivata ad un punto in cui tutto dipende da lui, io stessa dipendo da lui; questa volta o mi salva, o mi uccide.























Ehii ragazzi belli (:
Scusate, come al solito, per il ritardo.
Sono stata in Sardegna in quest'ultimo periodo, a vedere per la prima volta una mia amica conosciuta su internet!!
Okay non vi interessa per niente ma vabbe AHAHAHAH
Si lo so, sembra che abbia sempre una "scusa pronta" per essere in ritardo e mi dispiace molto per questo.
Ma sono periodi delicati per me.
Però, come vi ho sempre detto, non abbandonerò mai questa storia.
La porterò a termine nonostante tutto.
Coooomunque, passiamo, appunto, al capitolo. So che è molto corto ma, almeno a parere mio, è di grande importanza.
Meredith si è finalmente confessata ed ha aperto il suo cuore. Cosa ne pensate della sua "dichiarazione"? Lucas e Charlotte si sono trovati un po' in difficoltà eh?!
Voi siete mai passati per un amore del genere? (ovviamente lo potete dire solo se volete). Come avreste o avete reagito, invece, voi?

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Capitolo 23
*** “Tutti sapevano, a nessuno importava.” ***


23 E così passò il giorno dopo.
E quello dopo ancora.
E quello successivo.
Trascorsero circa cinque o sei giorni.
Ormai si usciva sempre.
La scuola non ci dava più grandi problemi.
O anche se ce li dava io uscivo uguale.
Ilary invece era molto più precisa in questo campo.
La scuola era fondamentale per lei.
O meglio, per i suoi genitori.
E lei voleva essere eccellente, sempre.
Studiava molto.
Per questo con noi gira e rigira usciva solo il sabato.
Io invece, al contrario di lei, uscivo sempre.
Ma alla fine prendevo i suoi stessi voti.
O anche maggiori dei suoi.

"E' perchè sei più intelligente."

Ed ecco che le parole di Lucas mi tornano alla mente.
Me le ha dette quando ho confessato a lui queste cose.
Non ci credo molto ma vabbè.

Arrivo al parco.
Oggi esco sola con Ilary e Justin.
Si lo so, è da idioti ma non avevo nulla da fare.
Charlotte e Derek volevano uscire un po' da soli.
Non posso certo fare il terzo incomodo per sempre.
Nonostante anche qui mi ci sento un po' ma vabbé.
Appena arrivo sento le braccia di Justin che mi avvolgono.
Nahh, niente strane idee.
Ci salutiamo sempre così.
E quando si va via anche con un bacio sulla guancia.
La maggior parte delle volte.
Non ricordo da chi è partito tutto questo.
Solo ringrazio la persona che lo ha fatto.
Adoro fottutamente questo saluto.
Non solo perchè mi da la possibilità di sentirmi più vicina a Juss.
Ma anche perchè ti fa sentire, anche se per un solo secondo, amata.

Vedo anche Ilary.
La saluto con la mano.
Non ce la faccio proprio ad abbracciarla.
Non ancora almeno.
Lei non ne sembra dispiaciuta.
Anzi sembra quasi che non vada neanche a lei.

"Mi ha detto Justin che ad Ilary stai sul cazzo sai?"

Sempre la voce di Lucas mi ritorna alla mente.
Quando gli ho chiesto il motivo lui mi ha detto solo:

"non ne sono sicuro ma Juss mi ha detto qualcosa sul fatto che secondo lei non ti comporti da amica e che non ti considera molto più tale."

Oh beh, per questo nemmeno io.
Mi sforzo di pensare a cosa posso averle fatto.
Una volta non le ho suggerito ad un compito in classe.
E anche se era una cazzata lei se l'era presa molto.
Ma le ho anche chiesto scusa.
Mi dispiaceva davvero, un tempo.
Due giorni fa le avevo detto che l'avrei accompagnata io a casa.
Andavamo da Justin a mangiare una pizza.
Poi lui mi ha chiesto di rimanere anche dopo cena.
Io ho accettato.
Lei non poteva.
Ma me ne sono fregata.
Lei ha litigato con sua madre che poi l'è venuta a prendere e non mi ha parlato per tutto il giorno.
Le avevo detto che mi dispiaceva.
Ma la verità è che non ero stata convincente per nulla.
Non mi dispiaceva affatto.

"Fai bene a non dispiacerti, pensi che lei lo faccia per ciò che ti ha fatto?"

Lucas sa sempre come farmi stare meglio.
Sono gli unici due avvenimenti che mi vengono in mente.
Ma non mi importa un gran che in realtà.
Anche se in ogni caso non mi sta sul cazzo.
Il fatto che io sto antipatica a lei non vuol dire che deve essere per forza anche il contrario.
In fondo cosa ha fatto?
Ha baciato colui che le avevo confessato mi piacesse subito dopo che gliel'avevo detto.
Ci ha provato, e sta continuando a provarci con lui, dopo tutto.
E ovviamente non mi ha detto nulla di tutto questo.
Sarebbe stato carino e da 'brava amica' se lo avesse fatto.
Ma non era obbligata.
Quindi questo non la rende una persona cattiva.

"Si è comportata da falsa e da stronza, come puoi non avercela con lei?"

Ed è la verità.
Non ce l'avevo con lei.
Solo mi ha deluso e ferito.
Molto.
Come si fa ad essere così crudeli?
Io non ce la farei mai.
Nemmeno io che in fatto di essere stronza e acida sono in testa ad ogni classifica.

Li guardo.
Stanno sorridendo e scherzando amorevolmente.
Ci stanno provando spudoratamente l'uno con l'altro.
E' evidente.
A questo punto mi sento assolutamente di troppo.
E usata, inutile e invisibile.
Lei sa quello che provo.
Lui sa quello che provo.
Entrambi se ne fregano.

"A lui non importa quello che penso e dico, a lui non importa proprio di me."
"Non dire così, gli importa di te invece."
"Assolutamente no, se io morissi non penso gli importerebbe qualcosa."
"Non pensarlo nemmeno, ne soffrirebbe, sei la sua migliore amica."
"Siamo tutti così fottutamente sostituibili, io per prima, quanto pensi ci metterebbe a rimpiazzarmi con Ilary?"
Silenzio.
In fondo il silenzio vale più di mille parole no?

Quel flashback mi fa tornare al presente.
Sento scorrere una lacrima sul mio viso.
Sto piangendo troppo ultimamente.
Dovrei smetterla.
Ma è più forte di me.
Sono debole.
Come non lo sono mai stata in vita mia.
E' questo che fa l'amore no?
Ti demolisce e ti fa a pezzi.
Li vedo.
Sono su una panchina.
Lei è sdraiata su di lui.
Lui le bacia il collo.
Lei ride e lo abbraccia tenendolo più stretto.
Ad un certo punto si ricordano magicamente della mia presenza.

"Mer vieni con noi dai" dicono ridendo.
Non ci vedo nulla da ridere.
Mi giro e me ne vado.
Camminando, non voglio nemmeno correre.
Sprecherei solo energie.
Non mi correrebbero mai dietro.
Infatti così è stato.
Mi siedo nell'erba del parco e mi viene in mente una frase di un libro letto di recente:

"l'amore non esiste per renderci felici ma per dimostrarci quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore."

Ah questo sta funzionando fottutamente bene per me.
Mi sento una merda.
Ma non pensavo sinceramente di poter contenere così tanto dolore e ferite dentro di me.
In fondo sono più forte di quanto io pensi.

Mi squilla il telefono. Charlotte.

"Che c'è? Non dovresti essere in giro con il tuo amore?" Dico scherzando.
In fondo lei non ha fatto nulla, perchè dovrebbe sentire il mio dolore o la mia rabbia?

"Stappati le orecchie e ascolta."

"Sempre molto gentile eh, comunque sono tutta orecchi."

"Stavamo andando in giro quando abbiamo incontrato dei miei compagni di classe..." inizia interrompendosi.

"Mhm..." le dico per farla continuare.

"Uno di loro ti ha visto e mi ha detto che sei molto carina, vorrebbe il tuo numero e vorrebbe che io ti dessi il suo, che dici?"

"Che tipo è?" Chiedo senza un minimo di emozione.

"Carino di faccia e di fisico, non bellissimo ma abbastanza scopabile, ci prova con tutte, marina la scuola, fumatore, con poco cervello, insomma un'idiota." conclude lei, e potei riconoscere dalla voce che quel tipo non le piaceva un gran che.
Ma era esattamente quello che mi ci voleva.

"Perfetto dagli il numero. Ah e voglio il suo."

Me lo detta e lo segno.

Subito dopo aggancia e io non faccio nemmeno in tempo a chiedegli come si chiama.
Lo segno come: "Nuova preda."
Ho bisogno di qualcuno con cui levarmi Justin dalla testa.
Lui sembra un'ottima distrazione.
Mi alzo e me ne torno a casa.
Ignorando i messaggi lasciati da Juss.
In cui sicuramente mi insulta per non essere stata li con loro.
A Ilary 'sarà dispiaciuto', povera piccola.
Fanculo a quei due piccioncini.
La partita rinizia.
La guerra non è ancora giunta al termine.







Ma in fondo, puoi davvero combattere contro quello che provi?






















Tadaaaaaan.
Nuovo capitolo per voi babe. Come vi avevo promesso l'ho pubblicato abbastanza in fretta.
Ve lo siete proprio meritato. Ho ricevuto molte recensioni e tutte stupende.
Inoltre partirò per due settimane in una vacanza/studio in Irlanda quindi non potrò pubblicare per 15 giorni :(
Vabbe, pensiamo al capitolo. Vi volevo informare che le parti in corsivo sono i flashback di Meredith che parla con Lucas okay?
Penso si capisca, ma volevo precisarlo. Ad ogni modo in questo capitolo di ha una 'coppia' abbastanza stronza e un colpo di scena.
Un nuovo ragazzo per Meredith. Le servirà davvero per dimenticare Justin e l'amore che prova per lui?
L'ha chiamato "Nuova preda" ma sarà davvero così? O la preda diventerà lei?
E con questi dubbi (di cui spero mi esporrete il vostro parere nelle recensioni) vi lascio, alla prossima xx

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Capitolo 24
*** “Sono solo tanto felice.” ***


24 Passò un po' di tempo.
Qualche mese circa.
Io iniziai a sentirmi con la mia 'nuova preda' che poi scoprii si chiami Chris.
Non l'avevo ancora mai visto.
Se non di sfuggita qualche volta per strada.
L'ho salutato un paio di volte ma niente di che.
Ho appurato perfettamente di che tipo si tratti.
Anche solo dai messaggi che manda.
E' il classico coglione, morto di figa.
Ma è davvero simpatico.
Ed inoltre mi piace molto flirtare con lui.
Mi diverte.

Mi arriva un messaggio.
E' lui.

'sei la cosa più bella che abbia mai conosciuto, sei speciale, che ne dici se uno di questi giorni ci si vede?'

Mi scappa un sorriso.
Non mi stupisco più di questo genere di messaggi.
Me ne manda spesso.
Non so se è una specie di tattica che adotta con tutte oppure no.
Non mi faccio troppe illusioni comunque.
Non sono il tipo.
Non mi interessa se le dedica solo a me oppure no.
So solo che a me fanno piacere.
E quando parlo con lui mi dimentico del resto.
E sorrido ad ogni messaggio.
Infondo non è una storia seria che cerco.
Non necessariamente almeno.
Solo qualcuno con cui stare bene.
Che mi faccia dimenticare tutta la merda che ho attorno.

Non esito nemmeno un attimo a rispondere:

'quando vuoi, anche oggi se hai voglia.'

Non passò molto tempo prima che mi rispondesse.

'va benissimo, alle 17 al parco va bene?'

Digito guardando a malapena ciò che scrivo: 'perfetto'

Non vedo l'ora di uscire con lui.
Ne ho proprio bisogno.

Sono solo le 15.00 ma inizio già a prepararmi.
Non voglio mettermi niente di troppo sfacciato.
Ma nemmeno di troppo semplice.
Ho intenzione di fare colpo.
E l'apparenza in queste circostanze importa moltissimo.

Alla fine opto per dei semplici pantaloncini di jeans.
E una maglia nera abbastanza scollata ma non troppo attillata.
Una cosa importante quando vuoi far colpo su qualcuno è affievolire i difetti e mettere in risalto i pregi.
Ovviamente poi con il tempo si scopriranno anche i primi.
Ma al primo appuntamento è importante ciò che vedi.
Per questo non mi sono messa un vestito o cose varie.
Intanto perchè li odio fottutamente tanto.
E poi perchè non ho delle belle gambe.
Ne una pancia piatta.

Ecco, questo è sempre stato uno dei miei punti deboli.
Anche se lo è diventato di più nell'ultimo periodo.
La pancia.
Sul resto dei miei difetti ci riesco a convivere abbastanza bene.
Sia fisici che caratteriali.
Ma questo proprio no.
Sarà anche che ho una migliore amica che ha il fisico da modella.
E non sto esagerando.
Le avevano anche chiesto di fare un servizio fotografico, ma ha rifiutato.
Non le interessano queste cose, o almeno non adesso.
E poi c'è Ilary.
Lei è magrissima.
Non è alta ma è praticamente perfetta nel resto del fisico.
E spesse volte capita che mi metto a confronto con lei.
A volte mi capita di pensare se lui non l'abbia scelta proprio per questo.
Io ho provato molte volte a dimagrire.
Ho provato anche a non mangiare.
Ma dopo tre giorni che non avevo mangiato altro se non una mela, mia madre l'ha scoperto.
E' andata su tutte le furie.
C'è voluto molto prima che si fidasse nuovamente di me per quanto riguarda il cibo.

Mi guardo allo specchio.
Non voglio deprimermi.
Non oggi almeno.

'Almeno ho delle belle tette' penso sorridendo.

E' questo il mio specie di motto per tirarmi su.
Almeno quelle le ho, fatemici godere un po' no?

Guardo l'ora e vedo che sono già le 16.30.
Mi infilo le mie adoratissime scarpe con il tacco 8 e mi incammino.
Alcuni pensano che siano scomode.
In realtà non lo sono molto.
Non per me almeno.
Praticamente vivo sui tacchi da due o tre anni.
E per me sono più comode anche delle scarpe da ginnastica.

Arrivo all'appuntamento e lo vedo.
All'inizio avevo paura di fare una figura di merda e non riconoscerlo.
Ma ora che sono qui so esattamente chi è.
Gli vado incontro e lo saluto con un cenno con la mano.

'Ehilà Chris. Come va?' Dico sorridendo.

'Ehi, adesso che ci sei va tutto perfettamente.' Mi guarda e accenna un sorriso.

Mi viene da ridere per il modo di 'rimorchiare' e non posso evitarlo.
Lui mi guarda confuso così mi affretto a spiegare.

'Scusa è solo che è il modo più vecchio che conosco per rimorchiare.'

'Ah subito dopo quella di fingere uno sbadiglio per mettere il braccio sulla spalla' aggiungo subito dopo.

'Cazzo, allora non potrò più usarla dopo?' Dice coinvolgendomi in una risata.

'Ad ogni modo è vero quello che ho detto prima, e comunque mi sembrava un modo figo per iniziare la conversazione, sai, sei un tipo difficile da conquistare.' Aggiunge prima che io possa dire qualunque cosa.

Mi colpisce il fatto che l'abbia notato.
Nei messaggi con lui sono sempre stata molto frivola.
Non pensavo potesse davvero capirmi.
Forse dovrei riconsiderarlo.

Restiamo a parlare per ore.
Giriamo tutta la città.
A quanto pare camminare stimola la conversazione.
O almeno così sembra.
Ogni volta che ci fermavamo nessuno dei due aveva più niente da dire.
Così abbiamo iniziato a non fermarci più.
A nessuno dei due importava riposarsi.

Quando sono tornata a casa mi facevano male i piedi.
Ma non mi interessava.
Avevo un sorriso stampato sulla faccia.
Per una volta ero felice.
Non mi aveva baciata.
Cioè solo a stampo.
Non sono voluta andare oltre.
Non lo conosco ancora molto bene quindi è stato meglio così.
Ma sono stata bene.

Mi butto a letto e accendo la musica.
Non ceno neanche.
Non so nemmeno che ore siano.
Ma adesso, tutto questo sembra irrilevante.
Sono solo felice.






Magari sto facendo una cazzata, ma fino a che mi rende felice, non mi interessa pormi il dubbio.



















Ehilà genteeeee.
Sono tornata dalla mia 'vacanzina' di due settimane.
E ho scritto il capitolo come vi avevo promesso.
So che è un capitolo un po' più 'leggero' e in qualche modo meno 'profondo' degli altri.
Ma seriviva per il continuo della storia.
E così potete conoscere alcuni aspetti di Chris e del ruolo che avrà lui nella storia.
Bene, adesso.... via ai commenti! Voglio proprio sapere cosa ne pensate :)

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Capitolo 25
*** “Perfino il destino si sta prendendo gioco di me.” ***


25 I giorni a seguire sono stati davvero duri.
Chris non mi scriveva più e io come un'idiota continuavo a mandargli messaggi.
Lui rispondeva a questi.
Ma con conversazioni brevi che terminavano quasi subito.
E questo mi faceva stare male, molto.
Mi ero legata a lui.
Non mi ero fatta illusioni, è vero.
Ma comunque mi aveva detto cose bellissime che mi erano rimaste nella mente, e nel cuore.

'tu non guardare gli altri ragazzi che sei mia.'

'd'ora in poi ti chiamerò piccola, perchè sei piccolina, e sei mia.'

'ti adoro in tutti i modi, ti adoro in tutti i casi, ma soprattutto ti adoro quando sei così dolce.'

Alcuni messaggi, come questi, mi tornano spesso alla mente.
Anche solo perchè hanno significato davvero qualcosa per me.
Alcuni di questi potranno far pensare che abbia un atteggiamento troppo 'possessivo' nei miei confronti.
E, infatti, solitamente odio quando mi si dice che sono di qualcuno.
Ma con lui non è male, affatto.
Mi piace che lui mi senta sua.
L'ultimo messaggio era in risposta ad uno mio quando gli ho detto questo.
Ed io ho sorriso.
E' strano lo so.
E mi sentivo, e mi sento tutt'ora, davvero una stupida.

Lo odio.
Lo odio così tanto.
Lui è un coglione.
Lui ci prova con tutte.
Lui è un falso.
Lui è un bugiardo.
Lui ti usa come ruota di scorta.
Lui ti usa come seconda scelta.
Lui ti illude.
Lui ti fa sperare in qualcosa.

Doveva essere solo un gioco.
Era iniziato tutto come uno scherzo.
Da quando ha iniziato a cambiare?
Non lo so nemmeno io.
Ho paura di quello che sta succedendo.
L'ho conosciuto poco fa.
Doveva essere solo una preda.
Ma alla fine non lo è stata.
Sono diventata io la sua preda.

Non sono ancora debole.
Non sono ancora sotto le sue grinfie.
Ma ci manca poco ed ho paura.
Non voglio soffrire di nuovo.
Justin mi è bastato, penso per tutta la vita.
Ancora ci sto male.
E Chris era l'unica cosa che mi faceva stare bene.
Adesso non più.
E' solo un dolore sopra ad un altro dolore.
E lo odio.

Lo odio perchè è diventato così importante.
Lo odio perchè mi scrive cose dolcissime anche se false.
Lo odio perchè ha fatto si che mi piacesse sempre di più.

Ed ho provato ad uscire con altri ragazzi.
E per un po' ci sono anche riuscita.
Solo che poi sentivo come di 'tradirlo'.
So che non stiamo insieme.
Ci sentiamo e basta.
Ma avevo e ho tutt'ora questa assurda sensazione.
Anche se probabilmente a lui non frega niente.

Sto ascoltando canzoni tristi sopra il mio letto.
C'è cosa migliore?
Inoltre in questo periodo non sto andando molto d'accordo con Ilary.
Ma alla fine me ne importa il giusto.
Lei sta decisamente esagerando.
E giuro che ogni giorno la reggo sempre meno.
E mi maledico per averla presentata ai miei amici.
E' solo una falsa.
Non avrei mai dovuto portarla nel nostro gruppo.

In questo momento le uniche persone che vorrei davvero vedere sono solo Charlotte e Lucas.
Sono gli unici che mi capiscono davvero.
In particolare in questo ultimo periodo parlo molto con Lucas.
Di qualunque cosa.
Tanto che molti pensano che ci stia provando con me e che io ci stia.

'Tutti pensano che io ci stia provando con te, ma non è vero.'

'Sisi lo so.'

'Bene, l'importante è che lo sappiano noi due, non ho intenzione di comportarmi diversamente con te solo per quello che dicono loro.'

Questa è la conversazione con lui di un paio di giorni fa.
Gli voglio un bene dell'anima.
Giuro.

Appena parte 'Say something' per la quarta volta mi alzo velocemente.
Come se fosse scattato qualcosa in me.
Non posso più vivere così.
Non posso sempre stare male per qualcuno.
Non posso aspettare sempre che un ragazzo mi consideri.

Ho deciso, esco di qui, vado a fare un giro e il primo ragazzo che mi parla giuro che ci esco insieme.
Senza indecisioni.
Senza pensare a nessun altro.
Mi concentrerò solo su di lui.
E' una promessa che faccio a me stessa.
Ci devo uscire almeno una volta per poi vedere com'è.

Mi avvio alla porta, la apro di scatto e metto la musica nelle orecchie.
Mi guardo intorno ma non vedo nessuno di interessante.
Allora mi distraggo un po' nella traduzione mentale del testo della canzone.

Mentre ero totalmente concentrata mi accorgo che qualcuno mi è venuto addosso.
Sembra davvero un bel ragazzo ma non ci faccio caso, ancora stordita dalla caduta.
Mi porge una mano per alzarmi e la prendo volentieri.

'Scusami, andavo di fretta e non ti ho vista, tutto bene?'

Alzo gli occhi di colpo

'Justin?!'








Coincidenza o uno strano scherzo del destino?


























Ecco il nuovo, e ovviamente in ritardo, capitolo della storia.

Se non fosse in ritardo non sarebbe il mio in fin dei conti no?
Beh, che dire, qui vediamo una Meredith un po' confusa.
Che sta combinando tra Chris e Justin?
E sopratutto, voi quale preferite dei due?
Il momento finale poi, una vera coincidenza... o forse no.
Voi credete alle coincidenze? Questa secondo voi è una di quelle o uno 'scherzo del destino'?
Grazie a chiunque legga il capitolo e a chi lo recensirà :3

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Capitolo 26
*** “E' un addio definitivo?” ***


26 'Justin?'

'Meredith?'

Mi fa tornare in piedi.
Siamo così vicini.
Così vicini che se ci spostassimo anche solo di un millimetro ci baceremmo.
Ma non è questo che voglio.
O meglio, l'ho voluto per un arco di tempo inimmaginabile.
E' stato il mio solo pensiero fisso per anni.
Eppure adesso non voglio.
O meglio, non mi dispiacerebbe ovvio.
Ma non è quello che desidero.
Non è ciò di cui ho bisogno.

Sento di avere un vuoto dentro.
E non è questo che lo potrebbe colmare, non adesso almeno.
E' così strano.
Pensavo che lui fosse quello che ho sempre voluto.
Il sogno di una vita.
Eppure non è questo ciò che voglio.

Mi stacco velocemente dalla sua presa.

'Mi dispiace, ero sovrappensiero, non ti ho visto.' Rispondo io velocemente

'tranquilla, sono io alla fine che ti sono venuto addosso' dice accennando una risata.

'Oh beh, quello è ovvio, sei sempre tu a venire addosso alla povera gente.'

Dopo pochi secondi scoppiamo entrambi a ridere per il doppio-senso che ho creato.

'Senti....' inizia lui tentennando 'mi dispiace, per tutto, per essere stato un coglione, per averti trascurato, per non esserti stato vicino, solo che vedi, tu hai detto che dovevamo essere solo amici e io sono entrato nel panico, io volevo davvero stare con te, mi sono in un certo senso rifugiato in Ilary per trovare affetto e l'amore che tu hai rinnegato, e ci sono riuscito, in parte, ma mi dispiace comunque.'

Quelle parole.
Quelle parole che non avrei mai voluto sentire.
Quelle parole che adesso, però, non facevano più così male.
Quelle parole che, comunque mi facevano tremare le ginocchia e avere un vuoto allo stomaco.
Cosa dovevo dire adesso?
Forse la verità arrivati a questo punto è la cosa migliore.

'Ecco proprio di questo volevo parlarti...' dico io guardandolo negli occhi.

Eppure è così difficile essere sinceri.
Mi guarda con una tale semplicità e sincerità che io non posso sopportare.
E' tutto così tremendamente complesso.
Ma so che è la cosa giusta da fare.
Quindi dopo essermi fatta scappare un: 'cazzo quanto è dura.' 
A cui lui scoppia immediatamente a ridere,
mi decido a parlare.

'Io ti ho amato, e adesso ne sono sicura più che mai, ti ho amato in ogni modo in cui è possibile amare una persona, ho amato te e i tuoi difetti, te ed il tuo corpo, il tuo carattere e la tua anima, non è stato sempre semplice, anzi, non lo è stato quasi mai, ma (e cito personalmente una frase letta più e più volte) 'tra tutte le cose belle che potevo avere ho scelto te, l'unica in grado di distruggermi' ed è così, tu mi hai distrutto, completamente e irrimediabilmente, ti ho dato la parte più bella di me e non te n'è importato nulla, l'hai usata e poi buttata via come si fa con uno straccio vecchio, e adesso mi ritrovo con una me devastata che sta ancora cercando di ricomporre i pezzi di un amore mandato a puttane da un'idiota che ha preferito troncare un rapporto che essere sincero ed affrontare quello che prova; perchè, è vero, ti ho detto io di rimanere solo amici ma me ne sono pentita nell'istante successivo e se tu mi avessi detto anche solo una piccola frase per dimostrare che ciò che dicevi non erano solo cazzate io sarei tornata da te strisciando e avrei fatto qualunque cosa per rimanere al tuo fianco, ma a quanto pare non bastava.'

'Credo che adesso non abbia più importanza, dico bene?' Questa fu l'unica sua risposta.


Se devo essere sincera mi aspettavo qualcosa di più.
Insomma io gli ho aperto totalmente il mio cuore.
Ma in fondo lui è così.
Un totale menefreghista ed anche egoista quando vuole.
Ho imparato a non rimanerci più male come un tempo.
Questa nuova Meredith è cambiata.
E spero in un cambiamento radicale.
In meglio o peggio dipende dai punti di vista.
Quindi decido che se a lui non frega un cazzo di me nemmeno a me frega un cazzo di lui.

'Esatto, non ha più importanza.' Dico a testa alta.

Mi giro e me ne vado.
Non prima di aver guardato la sua faccia.
Non si aspettava sicuramente una risposta del genere.
Non ero il tipo da frasi così dirette.
Ci avrei sicuramente girato intorno e lo avrei pregato di restare.
Adesso non più.
Non lo prego più di starmi accanto.
E' evidente che non voglia farlo.
Ed è vero, è dura lasciar andare le persone a te care.
Ma è ancor più duro tenerle al tuo fianco quando sai che se ne vogliono andare.
Quindi lo lascerò andare.
E anche se tutto questo fa fottutamente male, so che è la scelta più giusta da fare.

Mi sento vuota.
Ma quasi in senso positivo.
Mi ha tolto qualcosa questa conversazione.
Ma in un certo senso mi ha fatto sentire più libera.
Mi sento diversa.
Una persona nuova.
E voglio davvero esserlo.


Non voglio più essere la ragazza che chiede sempre scusa, anche quando ha ragione, solo per non perdere le persone a cui tiene.
Non voglio più camminare per strada e sentirmi inferiore alle altre ragazze.
Non voglio più vedermi solo i difetti.
Non voglio più essere sempre la seconda scelta.
Non voglio più essere debole.

Era tutto così perfetto prima.
Io ero stronza, e a me stava bene.
Avevo solo Charlotte con me.
E a me stava bene.
Poi è arrivato lui ed è cambiato tutto.
Mi ha stravolto mezza vita, e ora non so più cosa fare senza di lui.


L'amore ti cambia.
O forse sei tu che decisi di cambiare per meglio accoglierlo.
Ad ogni modo non mi piace.
Lo odio.
Voglio tornare ad essere quella di prima.
Anche se adesso credo sia piuttosto impossibile.
Ho conosciuto molte persone, e sto bene con loro.
Ma è questo il problema.

Con loro, con questa città, con questo carattere che mi ritrovo...

io sto bene, ma non sono felice.

Effettivamente non ricordo l'ultima volta in cui sono stata veramente felice.

Non voglio più essere in questa situazione.

Ho bisogno di qualcuno che mi faccia sorridere veramente.

Con cui posso essere me stessa ed essere felice davvero.

Ne ho seriamente bisogno.

Beeep.

Un fastidioso suono mi risporta alla realtà.

Mi è arrivato un messaggio.

'Domani dovrei venire da quelle parti, ti va se ci vediamo?

-Chris.'



Un sorriso spontaneo mi si forma sul volto.

Dimenticando tutto quello per cui sono stata male.

Compreso lui.

E rispondo nel modo più sincero possibile.


'Non aspettavo altro.'










Tu sei il mio addio che metterò sempre in dubbio.






























Rieccomiii

Ho cercato di fare il prima possibile anche se so che non ci sono riuscita molto bene ahaha.

Questo capitolo ammetto che non è stato semplice da scrivere.

Sia perchè non sono stata quasi mai in casa, sia perchè non è un bel periodo per me.

Ad ogni modo qua c'è un piccolo colpo di scena.

Mer sembra che abbia detto addio a Justin, ma sarà davvero così?

Inoltre, se non vi scoccia, mi piacerebbe che rispondeste ad una mia domanda.

Un mio amico qualche giorno fa mi ha detto una frase che mi è rimasta particolarmente in mente.

"non so quante volte ci si possa innamorare ma so che non puoi farne a meno, l'amore conta troppo in questa vita."

Cosa ne pensate? Quanto conta secondo voi, e per voi, l'amore? Davvero non se ne può fare a meno?

ps: scusate per come è scritto, nel senso un po' piccolo e un po' grande, ma ho fatto casino col computer, scusate ancora

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Capitolo 27
*** “Ed arriverà la fine, ma non sarà la fine.” ***


29

Dopo dieci anni...



"Ehi amore sono a casa"


Entrò Cris e mi diede un veloce bacio a stampo.


"Ehilà, come è andata oggi a lavoro?" chiesi come faccio praticamente tutti i pomeriggi.


"Diciamo bene, non è stato un gran che, come sempre del resto, ma è andata."


Lo vidi guardarsi intorno e sapevo già cosa stava per chiedere.


"Richard è a giocare con Manuel e Chanel, sai quanto li adori.”


Manuel e Chanel sono i figli di Charlotte.

Ormai hanno già due anni.

Eh già, alla fine è rimasta incinta di Derek, anche se per ora non si sono sposati ne niente, stanno semplicemente insieme come ai tempi del liceo.


"Infatti mi sembrava strano che non fosse qui a scazzare come al solito."


Entrambi scoppiammo in una melodiosa risata.

E' tutto come lo avevo sempre sognato.

Ho venticinque anni.

Sono sposata da poco con un ragazzo fantastico.

Ho un figlio meraviglioso, di già 7 anni.

E Cristopher era tutto ciò che volevo dalla vita.

Oh, ho detto Cristopher?

Beh, mi sa che vi siete persi un po' di cose in questi ultimi anni.

Quel giorno, al momento della risposta al messaggio, uscii con Chris.

Ci frequentammo per qualche settimana.

Ma intanto riuscii a riappacificarmi con Justin.

Ero andata totalmente in crisi.

Stavo bene con Chris ma era...strano come rapporto.

Io non lo amavo e lui nemmeno.

Semplicemente stavamo insieme perchè nessuno dei due voleva stare da solo.

Ma questo l'ho capito solo dopo purtroppo.

Un giorno mi prese da parte e mi disse chiaramente che per continuare a stare con lui dovevo interrompere i rapporti con Justin, anche se solo di amicizia.


E ci provai, davvero.

Ma non ci riuscii.

Così decisi che era meglio lasciarlo e fargli vivere la sua vita al meglio.

Non l'ho più sentito da quel giorno.

Continuai a sentire per un po' Justin anche se solo come amici.

Poi ci fu un giorno, in cui io stetti veramente male, emotivamente intendo.

Avevo bisogno di qualcuno che mi capisse e mi ascoltasse.

E fu così che arrivò Cristopher.

No okay, non fu proprio così.

Lui lo conoscevo già.

C'ero stata insieme tempo prima.

Anche se per poco più di un mese.

Iniziammo però a risentirci.

Ufficialmente da amici.

E mi aiutò molto, anche se lui non credo che lo abbia mai saputo.

Il nostro rapporto crebbe giorno dopo giorno.

Ci iniziammo a vedere sempre più spesso.

Inizialmente per recuperare un rapporto di amicizia.

(in passato prima che fidanzati eravamo grandi amici, poi per forza di cose ho imparato a vivere senza di lui, ma in quel momento lo rivolevo nella mia vita e basta).

Poi divenne qualcosa di più grande.

E, per citare la frase di un libro che adoro:


'mi innamorai di lui proprio come ci si addormenta, piano piano e poi tutto in una volta.'


Da li fu tutto in salita.

Proseguii la mia vita con lui.

Uscimmo, ci baciammo e ci mettemmo insieme.

Dopo circa tre anni, appena compiuti i nostri diciotto, ci sposammo.

Con molta sopresa e disaccordo da parte delle famiglie e degli amici.

Ma a noi non importava.

Dopo pochi mesi rimasi incinta di Richard.

Non era previsto, ma successe.

Entrambe le nostre famiglie ci rimasero vicine.

E adesso lo stiamo crescendo nel miglior modo possibile.

Non sento Justin da quando ho preso la decisione di dire il fatidico 'si' a Cris.

Era davvero sconcertato da questa scelta.

Giurai che fosse quasi, geloso.

Ma probabilmente non saprò mai cosa gli passasse per la mente.

A volte vorrei essere in quei film o in quei libri in cui il narratore è per metà l'uomo e per metà la donna, ed il lettore o colui che lo guarda sa sempre cosa l'uno pensa dell'altro.

Ma la vita non è così.

E dovevo prenderne atto.

Ora come ora sono felice della mia decisione.

Amo la famiglia che ho creato.

Anche se alcune persone mi mancano veramente tanto.



"Ciao mamma" ecco che una vocina dolce irrompe in casa.


"Ti ha riaccompagnato zia Charl?" chiede Cris sempre premuroso.


"Certo, come sempre." sorride lui.


"Ehi, sentite ho un'idea, vi va se andiamo al parco tutti e tre insieme a fare una passeggiata?" chiedo io con un enorme sorriso.


Un abbraccio generale mi fa capire che la mia idea è bene accetta.


Vista in questo modo sembra che la mia famiglia sia tutta rose e fiori.

Ma non è assolutamente in questo modo.

Prima di tutto, per arrivare fino a questo punto ci abbiamo impiegato davvero molto.

Abbiamo affrontato tante crisi e tanti problemi.

Anche se arrivare qui è stato davvero il miglior obiettivo che io abbia mai raggiunto.

Amo tutto questo.

Ma il punto è che il mio compito ora come ora non è di raccontarvi la mia storia d'amore con Cris, ma la parte prima di questo della mia vita.

Questa è un'altra parte della storia, quindi perdonatemi se tralascio molti punti.



Arriviamo al parco in pochissimo tempo.

E' praticamente davanti casa.

Per questo andiamo sempre qui quando vogliamo stare insieme.

Cristopher torna sempre molto tardi da casa.

Ed è, quindi, il posto più 'raggiungibile' per noi.

Appena arrivo noto che siamo quasi gli unici nel parco.

'dovrà essere davvero tardi', penso tra me e me.

Ci siamo solo noi e un'altra coppia con una bambina.

Sorridono felici, e lo sembrano davvero.

Ed è appena lui alza gli occhi che mi si contorce lo stomaco.

Non potevo credere ai miei occhi. Justin.

Anche lui parve riconoscermi.

Ci guardammo per molto tempo.

E mi sentii paralizzare.

Era insieme ad una ragazza, non la conoscevo ma era davvero bellissima.

E la bambina era ugualmente meravigliosa.

Anche se era davvero piccola.

Avrà avuto non più di un anno, questo è certo.

Cris notò il mio sguardo e mi capì al volo chiedendomi:


"vuoi che ce ne andiamo?"


Lo guardai "no, va bene, qui è assolutamente perfetto" e gli sorrisi.

Lui ricambiò il mio sorriso e si mise a giocare con Richard.

Io riscambiai per un secondo il mio sguardo con quello di Justin.

Vidi come guardava me e come guardava lei e sua figlia.

I suoi movimenti, i suoi atteggiamenti in quei pochi minuti.

E lo capii.

Come lui riusciva sempre a fare con me in passato.

Riuscii a comprenderlo.

Era come se mi dicesse:


'mi dispiace, per tutto, siamo stati bene ma adesso sono felice con lei, con loro.'


E lo so, perchè era quello che pensavo anche io.

E non so se lui l'avrebbe fatto o meno,

ma io non l'avrei mai dimenticato.

Perchè se c'è una cosa che ho capito in questo istante è che l'amore per una persona può finire ma se questa ti è entrata dentro non smetterà mai di esserci.

Ed è quello che è oggi Justin per me.

Lui farà sempre parte del mio cuore.

E' uno di quei capitoli che non smetterò mai di rileggere.

Ma la vita va avanti.

E mentre di tanto in tanto risfogli le vecchie pagine, non devi dimenticare che c'è un intero libro da leggere.

E da amare.



The end.














Okay ragazzi questo è l'ultimo capitolo della mia storia.

Perchè non ve l'ho detto prima? Volevo che fosse una sorpresa.

Prima di tutto volevo ringraziare tutti quelli che hanno recensito e seguito la mia storia.

Ed inoltre volevo scusarmi per il ritardo in, beh, ogni capitolo.

Questa è la fine, è vero.

E questa volta non vi chiederò di recensire o altro, anche se amo leggere e rispondere alle vostre recensioni, ma vi chiedo se, per favore, potreste leggere una sorta di 'aggiunta' della storia, che pubblicherò a breve come capitolo-finale.

Non è un vero e proprio capitolo, ho solo delle cose da dirvi e mi piacerebbe che le leggeste.

Detto questo, vi adoro e mi mancherà davvero scrivere questa storia.

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Capitolo 28
*** The end. ***


ultimo

Ed eccoci finalmente qua.

Come avevo avvisato questo non è un vero e proprio capitolo.

E' semplicemente una sorta di "messaggio dell'autore".

Sarò breve e non voglio dilungarmi più di tanto anche se so che lo farò.

Voglio, prima di tutto, ringraziare tutti quelli che hanno letto la mia storia.

Per me significa veramente molto tutto questo.

Ho iniziato a scriverla per 'sfogarmi' in qualche modo e vedere se riuscivo a buttare giù qualcosa.

Non mi aspettavo che così tante persone l'avrebbero letta.

Solo pensare che il primo capitolo ha, ora come ora, 2736 visualizzazioni è un grandissimo traguardo.

Per molti magari non sarà un gran che ma per me significa davvero tanto.

Voglio poi ringraziare tutti coloro che hanno recensito la mia storia.

Davvero, siete stati molto dolci e ho apprezzato anche le critiche che mi sono state fatte.

In particolare voglio ringraziare:

justin_austin” che mi ha sempre seguito, almeno nei primi capitoli, e che è stata la prima a recensirmi e lo ha fatto anche per molti altri capitoli successivi

e assolutamente “wow 1D” che mi ha supportato moltissimo e la quale mi ha recensito spesse volte, scrivendo poemi che io ho adorato ed in cui mi sono addirittura commossa, troppo dolce.

Come ho già detto a lei nella 'risposta alla recensione', non sarà l'unica storia che scriverò ma sicuramente prima di scriverne un'altra passerà un po' soprattutto perchè adesso sono molto impegnata con la scuola e non ho tanto tempo da dedicare alla scrittura.

Adesso veniamo alle cose serie, cioè in realtà tutto quello che ho detto è serio ma questa è una precisazione che voglio fare.

Ho inziato a scrivere questa storia perchè ero in un momento molto complicato della mia vita, non intendo 'complicato' come 'difficile' ma solo, era un momento in cui ero veramente a pezzi, e ogni sera scoppiavo in lacrime sentendo il peso di tutto quello che provavo, ma non ne volevo parlare con nessuno, in parte perchè non volevo che mi sentissero come un 'peso' e dall'altra perchè erano cose così intime che non riuscivo a parlarne con nessuno, così ho inziato a scrivere questa fan fiction. Ho preso spunto dalla mia vita e da quello che mi stava succedendo in quel momento per creare per voi questa storia, in cui, tengo a dire, mi sono aperta quasi completamente e sono stata onesta in ogni riga. Adesso potete immaginare perchè sono così tanto legata a questa storia, fa parte di me, in ogni senso.

Inizialmente non volevo parlarvi di questo, ma visto il legame che ho con questa e con alcuni di voi mi è sembrato giusto darvi una spiegazione, anche se probabilmente non vi importerà gran che.

Detto questo, ho pensato ad una cosa, che ho già messo in atto e di cui, se volete, potete usufruirne.

Inizialmente avevo avuto l'idea di creare un profilo ask solo nostro, mio e di voi lettori che avete sempre seguito e/o recensito la mia storia, sia perchè è molto comodo sia perchè anche chi non ce l'ha poteva comunque scrivermi, poi però mi sono sentita una stupida egocentrica a pensare di fare un profilo nuovo per una storia che probabilmente non importa a molti, ad ogni modo ho comunque pensato di voler far qualcosa per rimanere in contatto o rispondere a delle domande che qualcuno di voi ha da farmi (se volete farmele o comunque continuare a parlare con me).

Quindi lascio qui sotto il mio profilo di ask, non è nuovo, ma comunque potete scrivermi ciò che volete che sia inerente o meno alla storia:



http://ask.fm/StayStrongAndLoveDemiLovato



E, come dice la mia amica (se così ti posso chiamare) wow 1D,

questo non è un addio, ma un arrivederci.

Grazie ancora a tutti.

Con grande affetto,

la vostra scrittrice.

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