Beauty and the Beast

di GF2
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2- l'incontro ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- e quello cos'è? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Beauty and the Beast
 
-Jade smetti di chiacchierare con i clienti e vieni a darmi una mano- sento il mio capo, il signor Allan, chiamarmi dalla macelleria. Odio entrare in quel posto è inquietante, finché resto dietro al bancone a servire i clienti và tutto bene ma quanto entrò in quella stanza piena di uncini a cui sono attaccati pezzi di carne, rivoli di sangue che sbucano da tutte le parti e spesso e volentieri interi animali scuoiati sul bancone da lavoro mi prende il vomito.
-dimmi Allan- faccio capolino nella cella frigorifera, cercando di nascondere la mia faccia disgustata, mentre lui è intento a fare la "lotta" con un metà cinghiale.
-prendi quel grande straccio macchiato di sangue e puliscimi il viso, non vedo più nulla- dice indicandomi con il coltello una maglia attaccata a un gancio. Mi faccio strada dentro la cella con un braccio a coprirmi il naso cercando di attutire il puzzo del luogo, ma quando arrivo allo straccio non mi accorgo del barile pieno di frattaglie ai piedi del gancio e ci inciampo sopra rovesciando tutto.
-guarda cosa hai fatto brutta cretina, quella roba mi serviva, adesso ripulisci tutto e slavi il salvabile- 
A quelle parole guardo prima lui e poi il barile rovesciato, ma é diventato pazzo per caso se anche solo mi avvicino a quella roba vomito tutta la colazione. Mi giro per dargli una risposta a tono ma poi rifletto, ma cosa cavolo stó facendo? Questo lavoro mi serve, lo devo fare per mio padre. Così rimango a guardare Allan e poi abbasso lo sguardo - si scusami sistemo subito, non accadrà mai più lo giuro-

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Capitolo 2
*** Capitolo 2- l'incontro ***


Finalmente anche per oggi ho finito di lavorare in quel disgustoso posto, che di disgustoso non ha solo gli animali morti ma anche il figlio del macellaio. 
Comunque la giornata è solo agli inizi e devo ancora passare da casa a vedere come stà mio padre e poi andare al mio secondo lavoro. 
Cammino velocemente e a capo basso per le strade di Londra con la musica alle orecchie, ma proprio quando arrivo a girare l'angolo vado a sbattere contro qualcosa che mi fa cadere a terra alzo gli occhi e lo vedo è un giovane ragazzo piccoli occhi blù e i capelli castani sotto al cappuccio della felpa tutti scompigliati, ha una faccia stravolta come fosse appena corso via da un omicidio. Il ragazzo quando mi vede a terra sgrana gli occhi - oh cavolo scusa non ti avevo visto mi dispiace- mi allunga una mano per aiutarmi ad alzarmi, io lo guardo un pó incantata dai suoi occhi, poi quando mi accorgo che anche lui faceva lo stesso abbasso lo sguardo - oh fà nulla tranquillo è stata anche colpa mia, comunque mi chiamo...- faccio per rialzare lo sguardo ma mi accorgo che il ragazzo è già scomparso. C'erto che s'incontrano persone davvero strane per Londra. 
Finalmente arrivo a casa, getto la borsa sul divano e raggiungo mio padre nel suo studio - hey papà come và l'ispirazione?- mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulla guancia - è male Bell, non trovo inspirazione per nessun dipinto, mi sà che dovró tornare nel bosco- lo guardo un pó torba non mi garba che vada nel bosco da solo, è l'unico familiare che mi rimane, da quando mia madre è morta quattro anni fà per un tumore.
- ok papà ma stai attento e...- mi padre mi zittisce - signorina Jade Bell Smeet qui l'adulto sono io o sei te?- 
- te papá è solo che mi preoccupo per te- alzo lo sguardo in segno di esasperazione e mi cade l'occhio sull'orologio a parere che indica le tre, cavolo stó facendo tardi al mio secondo lavoro. Stampo un altro bacio sulla guancia a mio padre e mi fiondo fuori casa con la giacca su una spalla, mentre coro come una forsennata difronte a Trafalgar Square sento una voce chiamarmi. Mi giro e vedo il figlio del macellaio sporgersi fuori da una range rover nera.

 hey Bell ti serve un passaggio? Sembri un pó di fretta- ci rifletto un pó sù. Accettare un passaggio dal figlio del macellaio? Meglio noto come Zayn il bed boy di Londra? A cui tutte le ragazze cascano ai piedi con un solo sguardo e trall'altro anche il più rude cacciatore ti tutta Inghilterra? 
Non só cosa rispondergli ma se continuo così faccio anche tardi a lavoro quindi - ok arrivo- 
Appena salgo in macchina c'è lo stesso odore del macello, che schifo come fà a starci, io non resisto devo abbassare il finestrino. Mentre guardo fuori per vedere se riesco a respirare un pó di ossigeno puro senza dare troppo nell'occhio sento una mano appoggiarsi sopra la mia coscia. -hey piccola non mi hai ancora detto dove ti devo portare- giro il capo di scatto e sposto la sua mano dalla mia gamba -si scusa, mi potresti lasciare alla stazione di king's cross?-
-certo nessun problema Bell-
-per favore smettila di chiamarmi così, solo mio padre usa qual nome- mi rigiro verso il finestrino
-ma perché? questo nome ti rispecchia così tanto- stó iniziando ad arrossire, cavolo non só cosa rispondere, a me lui non piace anzi le uniche cose sono offese, per il D
Suo carattere naturalmente perchè l'aspetto non c'è da toccarlo. 
Meno male la macchina si stà fermando.
Alzo lo sguardo e vedo la stazione, faccio per scendere quando sento prendermi per il braccio.
-dove vai così di corsa, perché non vieni a cena fuori con me stasera!
?- dice avvicinandosi sempre di più al mio viso. Oh mio dio ha l'alito che gli puzza di animale morto, arriccio il naso e sposto la testa cercando di liberarmi dalla sua presa.
-nó scusa Zayn ma stasera devo cenare con mio padre ciao- a queste mie parole lo sento allenatore la presa e n'è approfitto per scendere dall'auto. Finalmente libera mentre corro verso la stazione mi giro per salutarlo -grazie per il passaggio- gli urlo mentre entro. 
******
Cavolo ma dove è finito quello sciagurato? Gli ho già mandato ventimila messaggi e lo avró chiamato altrettante volte. Inizio seriamente a preoccuparmi.
Le scene più disperate si iniziano a fare largo nella mia mente, lo vedo sdraiato a terra con una gamba rotta che geme dal dolore oppure che corre come un forsennato inseguito dai lupi. Non posso stare qui senza fare nulla, devo chiamare la polizia.
-pronto? Polizia?-
-si ci dica-
-mio padre questo pomeriggi è andato nel bosco e non è ancora tornato- dico con la voce che inizia a tremare
- ok si calmi, mi dica a che ore più o meno è partito?-
-non lo só saranno state le tre- dico facendo su e giù dagli scalini.
A questa mia risposta cala il silenzio dall'altra parte del telefono, che cavolo fanno è caduta la linea? -pronto, pronto- dico iniziando ad agitarmi ancora di più.
- si sono qui, mi scusi signorina ma non la possiamo aiutare...- non lo faccio nemmeno finire di parlare che urlo -come nó? Perchè?-
-per iniziare ricerche di persone scomparse bisogna aspettare almeno ventiquattr'ore- 
Attacco subito, lo avrei dovuto sapere che i poliziotti sarebbero stati inutili e meno male che non gli ho detto chi era mio padre altrimenti mi avrebbero mandato a fare in culo direttamente.

babbo's pov
Che pace che c'è in questo posto, sicuramente sarà molto utile alla mia ispirazione, niente urla o clacson che distraggono la mia attenzione. Qui gli unici rumori, se così si possono definire, sono i cinguetti degli uccellini. 
Decido di entrare ancora più nel folto per vedere se riesco a vedere qualche animale che aiuti la mia immaginazione, ma ormai saranno due ore che cammino senza intravedere una bestia, quegli stupidi cacciatori le avranno fatte scappare tutte. Non finisco i miei pensieri che sento un ramo spezzarsi alle mie spalle, mi volto di scatto, giusto il tempo per vedere un ombra nera. Meglio rigirarsi e fare finta di non aver visto nulla, ma quando mi volto un branco di occhi gialli mi fissano. Uno di questi "animali"esce dall'oscurità per scrutarmi meglio. Non ci posso credere é un lupo,cazzo, indietreggio molto lentamente senza voltarmi ma inciampo su qualcosa è casco col sedere a terra. Vedo uno dei lupi iniziare a corrermi incontro, cerco di alzarmi il più velocemente possibili e inizio a correre. 
Dove cavolo è la macchina? cazzo, mi sono perso. Mentre mi volto indietro per vedere se ho i lupi ancora alle costole sento cedermi il terreno sotto i piedi e inizio a rotolare giù. Quando mi rialzo i lupi si sono fermati nel punto da cui caduto, non mi seguono più, meno male. Guardo davanti a me e vedo un enorme prato circondato da una siepe alta almeno tre metri e che al centro ospita un castello in rovina, sui quali muri le erbacce hanno iniziato a mettere radici. 
Guardo il celo e mi accorgo solo ora che la luna ha preso il posto del sole. Non credo sia saggio tornare indietro adesso, soprattutto con quei lupi ancora in giro. Preferisco aspettare l'alba dentro il castello.
Arrivo all'enorme portone di legno, che a occhio è alto quanto la siepe e inizio a spingerlo da uno dei battenti. All'interno il castello è avvolto dall'oscurità -eilà c'è nessuno?- urlo cercando di avvertila la risposta anche solo di un cacciatore che come me ha cercato rifugio qui dentro per la notte, ma nulla. Mentre entro sempre più all'interno un enorme lampadario sopra la mia testa si accende, che strana cosa, continuo a camminare facendo finta di nulla su per un enorme scalinata illuminata dalla luce delle candele. Man mano che vado avanti ovunque io passi le luci si accendono. Mentre stó camminando per un lungo corridoio pieno di stanze vedo provenire da una porta socchiusa un pó di luce, faccio capolino ma...non c'è nessuno é vuota. Al suo interno c'è un enorme libreria con al centro un grande focolare e davanti ad esso una poltrona rossa ed oro. Il camino è acceso e rende più invitante il tutto, decido di accomodarmi sulla poltrona e aspettare. Quando mi stó per addormentare sento dei passi molto pesanti salire le scale. 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- e quello cos'è? ***


Mi volto di scatto e vedo una figura grande quanto un armadio posizionata difronte alla porta della libreria. Non riesco a vedere bene finché non viene minaccioso verso di me e la luce del camino lo illumina. Rimango pietrifico quando si appoggia ai braccioli della poltrona impedendo il passaggio e avvicina il suo muso alla mia faccia. Non riesco a dire o a fare nulla l'unica cosa a cui penso è Bell. 
Questo non è un uno ma una bestia ripugnante, i sui occhi enormi e freddi come il ghiaccio puntati su di me mi immobilizzano li dove sono, il muso da cui spuntano canini aguzzi e grondanti di sangue assomiglia all'incrocio tra quello di un lupo e quello di un cinghiale, le sue "mani" sono zampe da cui escono lunghi artigli affilati che penetrano nei braccioli della poltrona e le sue gambe sono simili a quelle di un canguro. Il tutto è ricoperto da un folto pelo nero e marrone. 
-chi sei tu? E cosa ci fai in casa mia?- la sue voce è possente e terrificante, sembra venire direttamente dall'inferno.
-mi-mi-miscusi, credevo fosse un castello abbandonato- non só cosa fare non só cosa dire, ho solo paura.

Pov's Bell
Non só che fare, devo pensare velocemente si è fatto bui e qualsiasi cosa sia successa a mio padre non posso stare qui con le mani in mano, lo devo andare a cercare. Ma da dove inizio? Mi guardo intorno nell'ufficio di mio padre per vedere se trovo qualcosa che mi indichi la sua posizione, quando sopra il computer spicca un biglietto. 
"Ciao piccola Bell, sono andato a cercare un pó di pace nel bosco vicino al laghetto amato tanto da tua madre ai margini di Londra, torneró verso l'ora di cena baci babbo"
Bè questo è meglio di un indizio è direttamente la risposta. 
Meglio partire subito, non c'è tempo da perdere, vado in camera mia e prendo uno dei giacchetti più pesanti dato che stà iniziando a nevicare. 
Preso tutto il necessario corro in strada e fermo un taxi dato che babbo a preso la macchina, gli dó le indicazioni e in meno di un'ora siamo lì. Vedo la macchina di mio padre e ordino all'autista di fermarsi, scendo di corsa e mi inizio a guardare in torno per vedere se trovo qualcosa che indichi la presenza di mi padre, ma nulla a parte l'auto. Ma dove cavolo di sarà cacciato perché mi deve far preoccupare così? 
A un certo punto un movimento all'interno della foresta attira la mia attenzione, mi avvicino e vedo un piccolo capriolo, che strano, non credevo ce ne fossero ancora in queste foreste.
Lo inizio a seguire incantata quando all'improvviso di fianco a una specie di dirupo vedo qualcosa riflettere la luce della luna, mi avvicino per capire meglio cosa sia e rimango senza fiato. Ma quelli sono gli occhiali di mio padre, oh dio non dirmi che è cascato da quì, mi affaccio piano piano pregando di non vedere nessuno e infatti, non c'è anima viva. Ma quando alzo lo sguardo tutto il paesaggio cambia, c'è un castello in fondo al "dirupo" in mezzo ad un enorme giardino, magari papà è la dentro.
Così mi faccio forza ed inizio a scendere giù, con molta calma finalmente tocco terra e mi avvio verso il castello. Quando arrivo al portone la sua immensità mi sovrasta, con difficoltà lo spingo quel tanto che basta per far passare la mia testa.
Dentro è tutto buio -papà- urlo -sei qui dentro?- la mia voce rimbomba in tutti gli angoli ma nessuna risposta. Decido ti entrare del tutto e appena metto piede dentro un enorme lampadario si accende sopra di me, faccio un salto indietro e mi scappa un urlo che strozzo subito, ma cosa succede qui? Faccio un pó di passi in avanti quando dietro di me sento degli scalpiccii, mi giro di scatto ma non vedo nessuno solo la porta che si stà chiudendo, le corro in contro ma non faccio in tempo che sbatte, mi attacco alla maniglia cercando di riaprirla, cazzi sono chiusa dentro e adesso? 
Mi guardo un pó in torno e vedo che della luce stà filtrando da una porta socchiusa al fianco dell'enorme scalinata che porta al piano di sopra.
La apro e sento dei singhiozzi -papà, sei tu?-
- Bell? Sei tu?- 
Appena sento quella voce inizio a correre giù per la scale che si trovano subito dietro la porta. Quando arrivo in fondo vedo tante cella all'interno di quella al centro una candela illumina la saga di mio padre seduto in un angolo, mi avvicino alla sbarre e lo inizio a chiamare -Babbo si sono io- a queste mie parole lo vedo uscire dalla gioca luce della candela e avvicinarsi alle sbarre.
-Bell è troppo rischioso non puoi stare qui devi andare subito via- dice bisbigliando, lo imito e mi avvicino il massimo che le sbarre mi permettono -no perchè? Cosa ci fai qui?- 
Mi prende le mani e a denti stretti dice -non c'è tempo per le spiegazioni, in questo luogo vive una...- non finisce la frase che sento qualcuno arrivarmi alle spalle
- e tu chi sei?- una grande voce possente e profonda che proviene dalle scale mi fà sobbalzare, mi volto e pianto un urlo che strozzo mettendomi una mano sulla bocca. Guardo la bestia, perché non si puó chiamare in altro modo, ai piedi delle scale e con tutto il coraggio che trovo parlo -perché hai chiuso mio padre lì dentro?- dico indicando la cella.
-perché è un lurido ficcanaso e quello che si merita non finisce qui- 
Quella sua voce mi fá venire i brividi su tutta la schiena -Non-non-non vorrai mangiarlo?-
- magari, almeno per un giorno non dovrei andare a caccia-
A quelle parole sento i miei occhi riempirsi di lacrime, mi butto ai piedi della bestia -ti prego nó, prendi me al posto suo per favore- 
Lo vedo riflettere un pó sulla mia risposta e poi annuire - và bene ci stó ti mi potresti essere anche più utile di lui- 
Mi prende per un braccio e mi trascina fino alla cella, la apre e mi scaraventa dentro, prende poi mio padre e la richiude.
- ora torno subito te non ti agitare- 
Trattengo le lacrime fino a che non sento la porta chiudersi e poi crollo in un pianto silenzioso che mi porta ad addormentarmi.
ANGOLO AUTRICE:
Scusate se questo capitolo è un pó più corto degli altri e scusatemi ancora se ci sono degli errori. 
Comunque vi informo che ho deciso di pubblicare due capitoli al giorno se mi riesce, uno la mattina e uno la sera. 
Grazie a chiunque legge, mette mi piace e commenta.
 

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