Feelings

di lavs684
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


feelings Salve a tutti! Eccomi qui con questa piccola fanfiction a capitoli, niente di particolarmente lungo! Ne conta in totale cinque, per cui non dovrete sopportarmi per molto!
L’ho buttata giù qualche tempo fa e non sono del tutto convinta del risultato, ma mi son detta : perché non pubblicarla comunque? Perdonate il titolo penoso, ma sono sempre stata una frana da questo punto di vista! Spero di trovarne presto uno più adatto…
Naturalmente è una Ryan/Strawberry, che lo dico a fare!



Feelings


1.



Il caffè, generalmente sempre gremito, era praticamente vuoto quella sera. Le nubi temporalesche che si addensavano in cielo e minacciavano pioggia torrenziale spingevano i clienti ad andar via molto in fretta. Non che a Strawberry dispiacesse.

-Grazie, arrivederci!

Quando anche gli ultimi avventori avevano lasciato il locale, Strawberry si abbandonò stancamente su una sedia, sospirando e massaggiandosi le caviglie doloranti, spossata dall’intensa giornata lavorativa. Le sembrava di essere in piedi da una vita…

-Cosa stai facendo?

Sobbalzò.
Non che non se lo fosse aspettato.
Era impossibile sperare di poter riposare, in quel dannato caffè! Poi se c’era lui in giro, era inutile anche solo provarci.

-Come cosa sto facendo? Mi riposo!
-Piantala di fare la scansafatiche e dai una mano a mettere in ordine!
-Soltanto cinque minuti, per favore!
-Nemmeno per sogno. Non vedi che le altre sono a lavoro?

Per la verità, Mina era seduta ad un tavolo a bere una tazza di tè, Lory aveva appena mandato in frantumi l’ennesimo piatto e Paddy si esibiva in uno dei suoi numeri da circo. Beata Pam che era fuori città per lavoro…
Ribattere era comunque inutile, con lui non la spuntava mai, chissà per quale motivo!
Sbuffando sonoramente, Strawberry si alzò a malincuore non senza lanciare al biondo un’occhiata carica di puro veleno.
Una volta entrata in cucina, non riuscì a trattenere un gemito di orrore di fronte all’infinita catasta di stoviglie che, sospettava, avrebbe richiesto ore ed ore di lavoro per essere smaltita. Sbuffando ancora più forte si rimboccò le maniche e si mise all’opera. Non aveva intenzione di dare a Ryan motivo di lamentarsi ancora, né tantomeno di riprenderla!
Il compito si rivelò molto più gravoso di quanto si aspettasse. Aveva la netta sensazione che fosse già passata più di un’ora da quando aveva iniziato, ma non aveva intenzione di lamentarsi. Avrebbe ultimato le faccende e se ne sarebbe andata senza una parola e quell’antipatico non avrebbe potuto muoverle alcuna critica.
Confortata da quel pensiero, proseguì instancabilmente e dopo aver messo a posto fino all’ultima tazzina, si asciugò le mani su uno strofinaccio e si sedette ad un tavolo, poggiando la testa sulle braccia. Chiuse gli occhi.
Appena qualche minuto, giusto il tempo di risposarsi un po’…

*

Una tazza di cioccolata prima di andare a letto era esattamente quello che gli ci voleva per conciliare il sonno.
Si diresse a passi pesanti verso la cucina e varcò la soglia, puntando dritto verso lo stipetto in cui Strawberry aveva riposto le tazze appena lavate poco prima. Poggiata la mano sul pomello, notò con la coda dell’occhio di non essere solo. Si voltò di scatto e la trovò lì.
Bellissima.
Non riuscì a fare a meno di fermarsi ad osservarla, facendo vagare lo sguardo dai capelli che le incorniciavano il viso, raccolti in quei due buffi codini, così infantili ed inadatti ad una ragazza di quell’età, alle ciglia lunghe e scure che le sfioravano le guance rosate, alle labbra schiuse, così belle…
Si fermò, incerto sul da farsi. Avrebbe dovuto svegliarla e farle notare che era piuttosto tardi? Dirle che era ora di tornare a casa? Il rumore del temporale che imperversava fuori fu una risposta sufficiente. Non poteva certo permetterle di uscire con quel tempo! Si sarebbe di sicuro presa un raffreddore e lui non poteva permetterlo, no? Era proprio un ragazzo premuroso.
Avrebbe dovuto almeno svegliarla?
Continuò ad osservarla per qualche altro secondo. Sembrava così tenera ed indifesa… non avrebbe trovato il coraggio di farlo neppure volendo.
Si fece forza e le si avvicinò. Prestando attenzione a muoverla il meno possibile, riuscì a prenderla in braccio. La sentì mormorare qualcosa di indistinto e non riuscì a reprimere un sorriso mentre lei inconsciamente gli si stringeva al petto, prendendo la sua maglia tra le mani. Quel sorriso però si spense subito quando pensò che probabilmente sognava Aoyama e credeva di essere tra le sue braccia, in quel momento.
Si riscosse da quei pensieri e si incamminò su per le scale con Strawberry ancora tra le braccia. Riuscì, seppur con una certa difficoltà, ad aprire la porta della sua stanza e ad entrare. La depose sul suo letto e si accorse che tremava leggermente. La coprì con un lenzuolo, avvolgendola con cura e rimase ad osservarla ancora per qualche secondo, prima di sospirare e prepararsi ad una bella dormita sul pavimento.

*

I primi, pallidi raggi di sole che le accarezzavano il viso la svegliarono dolcemente. Rimase qualche secondo a godere del tepore di quel letto comodo, ancora sospesa tra il sonno e la veglia. Quando aprì gli occhi e si guardò intorno, registrò solo vagamente che il letto su cui aveva dormito non era il suo e che non solo non si trovava nella sua camera, ma nemmeno nella sua casa.
Afferrando di colpo la situazione si mise di scatto a sedere, procurandosi un forte giramento di testa. Le ci vollero alcuni istanti per capire dove si trovava: era la stanza di Ryan, quella. Aggrottò le sopracciglia, facendo mente locale e cercando di capire per quale assurda ragione avesse passato la notte lì. Ricordava di aver lavato i piatti, essersi seduta al tavolo di cucina e poi… più nulla. Doveva essersi addormentata. Era stato Ryan a trovarla e a portarla lì? E lui dov’era adesso?
Si guardò intorno e finalmente lo individuò, disteso sul pavimento, addormentato. Le aveva ceduto il suo letto e lui aveva preferito passare la notte lì? Ryan? Lo stesso Ryan che non faceva altro che punzecchiarla e prenderla in giro? Possibile che possedesse anche lui un lato dolce e sensibile? Bè, doveva ammettere che se davvero in lui c’era un briciolo di gentilezza ed istinto cavalleresco – e a quanto pareva era così – era in grado di nasconderlo molto bene. Fin troppo.
Scese dal letto in punta di piedi, ben attenta a non svegliarlo, ma quando ormai era quasi arrivata alla porta, inciampò nei propri piedi e cadde con un tonfo spaventosamente sonoro.
Ryan si alzò a sedere di scatto, gli occhi spalancati.

-Cos’è successo?
-Ahi ahi…

Quando il biondo registrò l’accaduto e vide lei massaggiarsi il naso, scoppiò a ridere fragorosamente, tenendosi lo stomaco.
Strawberry si voltò inviperita verso di lui, ma quando i suoi occhi si posarono sul suo viso, la rabbia si dileguò. Non l’aveva mai visto ridere così di gusto. La cosa le fece uno strano effetto, come una capriola allo stomaco che non riusciva a spiegarsi e fu quasi tentata di sorridere a sua volta. Quasi.

-Strawberry, sei il solito impiastro!
-Smettila di ridere!

Naturalmente le sue furono parole al vento. Continuando a sghignazzare, Ryan si mise in piedi, si stiracchiò e prese a massaggiarsi la schiena e le braccia. Strawberry continuava a tenere il broncio, anche se non riusciva a trattenersi dal lanciargli sguardi di sottecchi, di tanto in tanto.

-Accidenti, sono pieno di dolori!
-Sfido io, hai dormito sul pavimento!
-Per la cronaca, non è stata una mia scelta.

Strawberry arrossì e si pentì subito delle sue parole. Si stava comportando da vera ingrata. Del resto, Ryan era stato così carino con lei.
Abbassò il capo e si strinse le mani in grembo.

-Scusa, hai ragione. Volevo… ringraziarti, ecco.
-Ringraziarmi?
-Si, insomma, per avermi ospitata qui.
-Figurati, non c’è problema. Non potevo certo svegliarti e farti andare a casa con quel temporale.
-Bè… si… sei stato…
-Non importa, davvero. Hai dormito bene?

Il sorriso di Strawberry si allargò, mentre il suo consueto buon umore tornava a far mostra di sé.

-Da favola!
-Mi fa piacere.

Il biondo sorrise e il cuore di Strawberry perse inspiegabilmente un battito, mentre sentiva uno sgradevole rossore imporporarle le guance, senza riuscire a capirne la ragione.

-Se ne hai voglia puoi fare una doccia.
-Si, mi ci vorrebbe proprio.
-Bene, ci vediamo di sotto allora.

Strawberry annuì, mentre il biondo usciva dalla stanza. Continuò a seguirlo con lo sguardo finché non scomparve alla vista, chiudendosi la porta alle spalle.
Aveva dormito con Ryan. O meglio, nella stessa stanza. Il pensiero le mandò il cuore a mille. Si mise una mano sul petto nel tentativo di calmare i battiti impazziti, con scarsi risultati. Perché la cosa le faceva tanto effetto?
Proprio in quel momento, il suo cellulare prese a squillare. Lo estrasse dalla tasca e rispose.

-Pronto?
-Pronto Strawberry, sono Mark.
-Oh, buongiorno.
-Ma dov’eri finita ieri sera? Ti ho cercata a casa tua e chiamata sul cellulare, ma non hai mai risposto.
-Io, bè…

E adesso come lo spiegava a lui? Come gli diceva che aveva passato la notte con un altro ragazzo?
Sgranò gli occhi, sconvolta. Ma che le passava per la testa? Stava un po’esagerando.
Non era successo nulla con Ryan, per la verità non si era nemmeno resa conto di dove si trovasse!
Cercò comunque di elaborare in fretta una scusa, ma la voce di Mark tornò a farsi sentire.

-Strawberry, ci sei ancora?
-Cos… si.
-Allora, che fine avevi fatto? Mi hai fatto preoccupare.

Il cuore di Strawberry batteva in fretta. Si chiese per quale motivo dovesse essere tanto preoccupata. In fin dei conti non aveva fatto nulla di male, no? Aveva solo condiviso la stanza con Ryan, nient’altro.
Eppure quel pensiero la fece arrossire ancora una volta e si sentì ancora più in colpa. Si stava comportando proprio da sciocca.

-Io… mi sono addormentata al caffè.
-Al caffè?
-Già.
-Dove, per l’esattezza?

Strawberry si morse un labbro con espressione corrucciata. Come mai quella strana domanda? Non era da lui.
Che sospettasse? Ma cosa, poi? Non c’era nulla di strano in tutta quella faccenda.
E per dar prova del fatto che l’aver passato la notte con Ryan fosse per lei trascurabile e di scarsa importanza, decise di optare per la pura verità.

-Bè, dopo aver lavato i piatti ero sfinita, così mi sono seduta per un po’ al tavolo della cucina e ho finito per addormentarmi lì. E poi…

E poi? Non poteva dirglielo! E se non avesse creduto che non c’era stato nulla? E se si fosse infuriato?
Piantala, Strawberry, stai esagerando.
E nel frattempo Mark la esortava a continuare.
La rossa fece un bel respiro profondo e lo disse.

-Poi Ryan mi ha trovata e mi ha portata nella sua stanza.

Lo disse tutto d’un fiato, come sperando che così il peggio passasse in fretta. Seguì un istante di silenzio durante il quale Strawberry trattenne il respiro ad occhi chiusi, prima che Mark riprendesse a parlare con tono glaciale.

-E avete dormito insieme?
-No! Certo che no! Lui mi ha ceduto il suo letto! Ha dormito sul pavimento!
-Capisco.

Ma dal suo tono, era evidente che non capiva affatto. E lei si affannò a cercare giustificazioni, facendo leva sul fatto che era sfinita, che non si era accorta che Ryan l’aveva trovata, né che si trovava nella sua stanza finché non si era svegliata pochi minuti prima, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, Mark parlò di nuovo.

-Devo andare, ci vediamo più tardi.
-Ma…

Troppo tardi. Aveva riattaccato.
Rimase a guardare il suo cellulare, riflettendo sulla reazione di Mark. Perché quando si trattava di Ryan diventava sempre così irritabile?
Ripensò al biondo disteso accanto al letto in cui aveva dormito lei, al gesto così carino che aveva compiuto, al modo in cui l’aveva visto ridere poi e sentì le guance ardere.
Cercando di non interrogarsi sul motivo per il quale ormai le capitasse sempre più spesso di arrossire pensando a Ryan o trovandosi con lui, Strawberry si diresse difilato in bagno.
Una bella doccia fredda e tutti i pensieri sarebbero scomparsi.

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Capitolo 2
*** 2. ***


cap.2 feelings Salve a tutti! Eccomi qui con il secondo capitolo! Ho fatto abbastanza presto? Ci tenevo moltissimo a ringraziare clow4093, pinkgirl, jera, Ichigo­_91, Strawberry91, ryanforever, ECA90 e hachi92 per aver letto e recensito. Sono felicissima che abbiate apprezzato tanto da commentare! Spero che tornerete a darmi il vostro parere anche questa volta.
Buona lettura!
Lavs

2.


La giornata al caffè procedeva nella più completa normalità: il solito andirivieni di clienti, il solito caos di ordinazioni, i soliti battibecchi tra Ryan e Strawberry, cosa che a lei andava benissimo. Gli avvenimenti di quella mattina, per quanto si sforzasse di ignorarli, continuavano a turbarla, ma non voleva che qualcuno, men che meno Ryan, se ne accorgesse. Per cui accoglieva con gioia le sue punzecchiature e gli rispondeva per le rime, come sempre.
A metà pomeriggio, Mark fece il suo ingresso, annunciato dal solito scampanellio della porta del locale e si fermò proprio sulla soglia. Strawberry si voltò e lo vide. Rimase immobile per qualche secondo, mentre Mark lanciava un’occhiata malevola all’indirizzo di Ryan, occhiata ricambiata con altrettanto odio dal biondo.
La cosa durò una frazione di secondo per cui nessuno se ne accorse.
Poi il volto del bruno si aprì al suo solito sorriso, cosa che diede a Strawberry il coraggio di avvicinarsi a lui.
A quel punto, Ryan si era misteriosamente dileguato, ma Strawberry era troppo presa dall’arrivo di Mark per rendersene conto. Giunta di fronte a lui, a capo chino, gli lanciò un’occhiata in tralice, prima di riuscire a rivolgergli la parola.

-Sei arrabbiato?

Mark impiegò qualche secondo a rispondere e intanto Strawberry tenne ostinatamente il capo basso, senza osare guardarlo negli occhi, il cuore che martellava furioso in attesa dell’inesorabile sentenza.

-No. Non ne ho motivo, giusto?

Incredula, Strawberry alzò di scatto la testa e guardò Mark ad occhi sgranati. Stentava davvero a crederci. Fino a poche ore prima era furioso! Gli sorrise con calore, sinceramente sollevata. Mark era così meraviglioso! Non riusciva a capacitarsi di tanta fortuna.

-Certo!

Ignorando i sensi di colpa che non riusciva a spiegarsi, annunciò che si prendeva una pausa ed uscì dal locale con il moro, per quella che sperava si sarebbe trasformata in una passeggiata romantica.

*

A metà strada verso casa, quando ormai l’ora di chiusura del caffè era passata da un pezzo, Strawberry si rese conto di aver dimenticato il cellulare nel suo armadietto degli spogliatoi.
Maledicendosi per la sua sbadataggine, fece dietrofront, tornando sui suoi passi.
Era una serata tranquilla, la luna splendeva alta nel cielo, tonda e bellissima, rischiarando il cielo trapunto di stelle. Era piacevole passeggiare per quelle vie silenziose con la sola compagnia di se stessa. Ogni tanto faceva bene. Era uno dei rari momenti in cui la sua mente era libera di galoppare… o quasi.
Più e più volte dovette sforzarsi, come ormai spesso le accadeva, di evitare che la sua mente deviasse in zona Ryan. Ogni volta che il viso del biondo faceva capolino, compiva una fatica sempre maggiore a scacciarlo.
Giunse al caffè e lo superò senza nemmeno rendersene conto. Batté un paio di volte le palpebre prima di accorgersi di quello che aveva fatto e proprio quando si era voltata per tornare indietro, una voce la chiamò.

-Strawberry, che ci fai qui?

La sua solita sfortuna nera.
Era Ryan.

-Ciao. Io, ehm…

Ryan era immobile davanti all’entrata del caffè, le mani affondate nelle tasche, e la osservava con vaga curiosità. Sentendosi una perfetta idiota, Strawberry arrossì senza alcun motivo apparente.
Ryan distolse lo sguardo da lei e tornò ad osservare il cielo. Impossibile stabilire se se ne fosse accorto o meno.

-È una bella serata, vero?
-Già.

Mormorò Strawberry in risposta, con grande loquacità. Di bene in meglio.
Si avvicinò lentamente all’entrata del caffè, con la precisa intenzione di recuperare il suo cellulare dall’armadietto e scappare via da lì il più velocemente possibile, ma Ryan la sorprese, facendole perfino dimenticare per quale motivo fosse tornata lì.

-Ti va una passeggiata?
-Una passeggiata?
-Si. Che ne dici?
-D’accordo.

Sebbene un milione di campanelli d’allarme si fossero accesi nella mente di Strawberry, la ragazza li ignorò. Del resto stavano solo facendo una passeggiata, non c’era nulla di male, no?
A smentire i suoi pensieri, il suo cuore non smetteva di battere forte, ma lei ignorò anche quel segnale.
Camminava al fianco di Ryan senza dire una parola, cosa che il biondo non mancò di notare.

-Sei silenziosa stasera, non è da te.
-Cosa? No, è solo che…
-Che?
-Nulla, davvero! Nulla di importante.
-Hai litigato con Mark per la storia di questa notte?

Strawberry sussultò e si voltò di scatto, facendosi quasi male al collo. Il tono di Ryan era noncurante e la sua espressione indifferente, eppure a Strawberry pareva che la risposta per lui fosse importante. O forse era lei a sperare che a lui importasse?

-Si.
-Davvero?
-Già. Non era molto contento.
-Ma tu non hai fatto nulla.
-Io…
-È stata colpa mia.
-Come?
-Forse sarebbe stato meglio svegliarti e accompagnarti a casa, così non avreste litigato.

Un pensiero spontaneo si affacciò nella mente di Strawberry, mandandola totalmente in confusione.
No, è stato molto meglio così.
Prima che lei potesse dire qualsiasi cosa, Ryan sedette su una delle panchine del parco, facendole cenno di prender posto vicino a lui. Strawberry obbedì senza riflettere e continuò a guardare il biondo senza osare proferir parola.
Ryan intanto continuava a guardare in alto.

-Vi siete chiariti, comunque?
-Bè…

Si erano davvero chiariti, in fin dei conti?
Mark le aveva chiesto se aveva motivo di essere arrabbiato e lei aveva risposto di no, ma era vero?
Le bastarono appena due secondi ed una rapida occhiata a Ryan per rispondere a quella domanda.
No, non lo era.
Adesso che era con lui se ne rendeva conto.
Mark avrebbe dovuto essere furioso con lei.

-In un certo senso.

Ryan si voltò a guardarla. Avrebbe preferito che non lo facesse. Di certo il suo sguardo addosso la innervosiva più di quanto fosse lecito e non era di grande aiuto alla sua lucidità.

-Come in un certo senso?
-Bè, lui non è più arrabbiato, ma…
-Ma?
-Forse dovrebbe.
-Cosa vuoi dire?

Il cuore di Ryan batteva forte, anche se dalla sua espressione nessuno avrebbe mai immaginato quanto fosse nervoso o quanto quella conversazione fosse importante per lui.
Dal canto suo, Strawberry evitava accuratamente di guardarlo e teneva il capo chino, nel tentativo di nascondergli quanto le sue guance fossero rosse. Quando parlò, cercò di controllare il fremito della sua voce, inutilmente.

-Abbiamo dormito insieme, Ryan.
-Non insieme, nella stessa stanza.
-Fa lo stesso.
-No, non mi pare.
-A me si.
-Che significa?

Strawberry esitò.
Non sapeva più cosa fare. Le parole sembravano abbandonare le sue labbra senza che lei riuscisse ad impedirlo. Non riusciva a ragionare lucidamente, i battiti incessanti del suo cuore e l’eccessiva quanto insolita vicinanza di Ryan glielo impedivano.

-Che è stato bello passare la notte lì, vicino a te.

Si maledisse un milione di volte.
Che diavolo aveva detto?
Senza che nemmeno se ne rendesse conto, Ryan si era sporto verso di lei. Si voltò esitante e sussultò nel vederlo così vicino. Da quella distanza il blu dei suoi occhi era ancora più stupefacente. E il suo profumo… non ne aveva mai sentito uno così buono in tutta la sua vita.
Vide la mano di Ryan muoversi con lentezza verso il suo viso e sfiorarle la guancia delicatamente col dorso della mano. Non si ritrasse, era come pietrificata.

-È stato bello anche per me.

Strawberry rimase immobile, trattenendo il respiro, mentre con le dita Ryan le accarezzava il collo, la guancia, la fronte, con tanta delicatezza che quasi lei non ne avrebbe avvertito il tocco, se non fosse stato per la scia incandescente che quelle dita lasciavano sulla sua pelle. Non riusciva a ritrarsi. Non voleva ritrarsi. E quando sentì scivolare via anche l’ultimo briciolo di autocontrollo chiuse gli occhi, mentre avvertiva Ryan avvicinarsi sempre di più.
Aveva davvero un profumo buonissimo.
E la sua mano era così calda…
Le sue labbra incontrarono quelle di lui in un bacio timido ed esitante. E lei tenne gli occhi chiusi, mentre sentiva Ryan affondare la mano tra i suoi capelli e approfondire quel bacio.
Avrebbe dovuto scansarsi, avrebbe dovuto fermarlo, avrebbe dovuto andar via.
Ma non fece nulla di tutto questo.
Non era mai stata baciata così da nessuno. Credeva che con Mark fosse il paradiso… ma allora cos’era la sensazione che stava provando in quel momento?
Rimase lì a baciarlo con altrettanta passione e desiderio, a stringerlo a sé, ad imprimersi nella mente il suo sapore dolce, la sensazione delle sue labbra morbide sulla pelle, il suo profumo intenso.
E poi si accorse di quello che stava facendo.
Si separò da lui come folgorata, guardandolo ad occhi sgranati. Ryan le restituiva uno sguardo sorpreso, che divenne più triste mentre lui si voltava, abbassandolo.

-Mi dispiace.

Mormorò.

Dispiacerti?
È a me che dispiace, Ryan.

-Non avrei dovuto. Sono stato un’idiota.

Strawberry si alzò di scatto e fuggì via, lasciando il biondo seduto su quella dannata panchina da solo, a maledirsi per la sua stupidità. Come aveva potuto pensare di farlo? Come aveva potuto pensare che a lei importasse qualcosa di lui e che desiderasse quel bacio almeno la metà di quanto lui lo voleva?
Rimase seduto lì, immobile per minuti interi, o forse ore, prima di trovare la forza di alzarsi e tornare al caffè.
Sarebbe stata una lunga notte, quella.

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Capitolo 3
*** 3. ***


cap. 2! Rieccomi di nuovo, spero abbastanza presto! Siamo già al capitolo 3…
Ringrazio naturalmente tutti coloro che hanno lasciato un commento o semplicemente hanno messo la storia tra i preferiti! Siete davvero in parecchi, non l’avrei mai detto!
Grazie a tutti!

Lavs

3.


Distesa sul suo letto, Strawberry continuava a versare lacrime su lacrime.
Sono una persona mostruosa, continuava a ripetersi. Possedeva il cuore di uno dei ragazzi più meravigliosi del mondo e cosa faceva? Lo calpestava senza alcun riguardo.
Aveva baciato Ryan.
Le sembrava così incredibile, così assurdo… e allo stesso tempo così meraviglioso.
Perché Ryan l’aveva fatto? Davvero sentiva qualcosa per lei? O era stato solo un momento di follia passeggera?
E lei? Lei perché aveva risposto al bacio? Perché lo aveva fatto, inutile negarlo.
Era forse arrivato il momento di sondare quei sentimenti che per troppo tempo aveva ignorato e represso? Ormai era ovvio: provava qualcosa per Ryan, un sentimento così forte e dirompente da farle perdere il controllo di sé.
Era innamorata di lui?
Quella domanda faceva paura. Non se la sentiva di dare una risposta, non ancora, non fin quando non avesse chiarito le cose con Mark. E questo portava alla domanda più pressante: come avrebbe dovuto comportarsi con Mark?

*

Strawberry percorse la strada da casa a scuola senza nemmeno rendersi conto di dove stesse mettendo i piedi. Aveva gli occhi gonfi e arrossati e un gran mal di testa. In ogni volto vedeva Ryan, in ogni sguardo i suoi occhi. Ed ogni volta il suo cuore batteva a mille solo per poi placarsi quando si rendeva conto che nessuno era davvero lui. Ryan era più bello, il suo sorriso poteva rischiarare le sue giornate, il suo sguardo farle battere forte il cuore.
Si rese conto di quello stava pensando e rimase di sasso. Questo peggiorava le cose.
Cosa avrebbe dato per non vedere né lui né Mark quel giorno!
Ma naturalmente…

-Strawberry!

Sebbene la rossa avesse riconosciuto subito quella voce con un tuffo al cuore, impiegò molto tempo a voltarsi e a stamparsi in faccia il suo solito sorriso che non avrebbe potuto sembrare più forzato. Ma per quanto avrebbe retto?

-Mark! Buongiorno!

Vide il moro correre per affiancarsi a lei e la sua espressione mutare di colpo. Divenne serio e preoccupato e la scrutò con sguardo indagatore. Evidentemente dall’aspetto di Strawberry era evidente che qualcosa non andava. Quel sorriso posticcio non incantava nessuno. E come se non bastasse con ogni probabilità aveva delle occhiaie mostruose.

-Ti senti bene?
-Si, sono solo un po’ stanca, non ho dormito molto.
-Come mai?

Il volto di Ryan esplose nella mente di Strawberry, così come le sue mani, le sue labbra, il suo sapore…
La rossa deglutì sonoramente e rispose con un filo di voce.

-Non lo so.

Bugiarda.

Mark si limitò ad annuire e sorrise. Allungò la mano verso quella di Strawberry e fece per prenderla, ma lei scattò in avanti.

-Scusami, devo andare! Ci sono le mie amiche, lì! Devo parlare con loro!

Scomparve tra la folla senza dare modo a Mark di dire una parola. Il moro sospirò sconsolato, arrestandosi. C’era decisamente qualcosa che non andava. E Ryan era coinvolto, sarebbe stato pronto a metterci la mano sul fuoco.

*

Seduto al bancone, Ryan era perso nelle sue fantasticherie. All’apparenza era molto preso dal libro che reggeva tra le mani. In realtà il suo sguardo era fermo sempre sullo stesso punto e stranamente vitreo.
Aveva passato l’intera nottata a ripetersi la stessa parola: idiota, idiota, idiota…
Continuava a chiedersi cosa avesse avuto nel cervello e per quale oscura ragione aveva dovuto farlo per forza. D’accordo, era stato fantastico (se proprio voleva essere riduttivo), e quando lei aveva ricambiato aveva creduto di morire. Ma questo non voleva dire che era stata una cosa giusta. Tutt’altro.
Strawberry è proibita. È innamorata di un altro, accidenti!
Non voleva rischiare di allontanarla del tutto da sé. Non l’avrebbe sopportato. Eppure era stato tanto sconsiderato da fare l’unica cosa che avrebbe potuto distruggere per sempre il loro rapporto.
Decise che era il caso di parlarle, di chiederle perdono, di addurre scuse su scuse, di appellarsi alla temporanea infermità mentale se serviva. Qualunque cosa, pur di non farla fuggire lontano da lui.
E proprio in quel momento, il solito tintinnio del campanello all’ingresso annunciò l’arrivo di qualcuno. Quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse, Strawberry arrossì e abbassò il suo.
Borbottando un “Ciao a tutti” si diresse immediatamente allo spogliatoio delle ragazze senza degnarlo di uno sguardo. Non che lui si fosse aspettato altro, ma la cosa non contribuì affatto a migliorare il suo umore, anzi sentì il morale scendere in picchiata fin sotto le suole.
Distolse con rabbia lo sguardo dal punto in cui era sparita e tornò a concentrarsi sul suo libro, sperando di riuscire a comprendere più delle prime tre parole, quella volta. Impresa che si rivelò inutile.
Quando Strawberry rientrò nella sala, qualche minuto dopo, non era riuscito ad afferrare nemmeno il senso del primo rigo. Rendendosi conto di combattere una battaglia persa, chiuse il volume con un tonfo e decise di prendere il toro per le corna. L’attacco è la migliore delle difese, a volte, no?
Aspettò l’orario di chiusura, si alzò e si avvicinò a Strawberry.

-Vorrei parlarti un attimo, se non ti dispiace.

Vedere Strawberry guardarsi intorno disperata, come in cerca di una via di fuga, lo fece sentire ancora peggio. Quando lei capì che non c’era alcuna scappatoia, annuì e lo seguì. Entrambi si sforzarono di ignorare gli sguardi curiosi di Mina, Lory, Kyle, Pam e Paddy.
Ryan condusse Strawberry nella sua stanza. Quando entrambi furono dentro, chiuse la porta alle loro spalle e si diede nuovamente dell’idiota.
Strawberry si guardava nervosamente intorno.
Che grande idea portarla nella sua camera da letto! Proprio l’ideale per metterla a sua agio.
E adesso cosa le diceva? Si sforzò di restare impassibile e di non tenere in conto che fossero chiusi in una stanza, soli. L’importante era mostrarsi freddi e sicuri di sé, come sempre.

-Volevo parlare di ieri.

Strawberry non disse niente, ma divenne bianca come un lenzuolo. Evidentemente era proprio quello che più temeva in assoluto. A quel punto la tentazione di aprire la porta e andarsene divenne quasi insopportabile per Ryan. Dovette fare uno sforzo notevole per rimanere impassibile e riprendere a parlare.
Fece un bel respiro e tentò di spiegarsi.

-Vedi… il fatto è che…

Tacque.
Ottimo inizio. Un bel balbettio confuso era proprio quello che ci voleva per migliorare la situazione. Che stupido.
Ma inaspettatamente, fu Strawberry a salvarlo dall’imbarazzo.

-Non occorre che ti scusi. Non hai fatto nulla. Non sono arrabbiata.

Un’ondata di sollievo si abbatté su di lui, facendogli perdere per un istante lucidità. Improvvisamente la giornata sembrò molto più bella e quella stanza in cui era chiuso con Strawberry non gli ricordava più una prigione.

-Davvero?
-Si. Davvero. È stata colpa mia.

Ryan rimase immobile a fissarla, sinceramente sorpreso. Okay, doveva ammetterlo: la faccenda stava prendendo una piega che non aveva previsto. O meglio, che non avrebbe mai potuto prevedere o immaginare o anche solo sperare nemmeno nelle sue più sfrenate fantasie. Non riuscì ad impedirsi di assumere un’espressione stupita.

-Colpa tua? Ma cosa dici?
-Non avrei dovuto accettare di fare una passeggiata con te.
-Perché no?

Che stava succedendo? Perché Strawberry diceva tutte quelle assurdità?

-Perché dovevo evitarti il più possibile. E lo sapevo. Ma non me ne è importato e quando ti ho visto lì… quando mi hai chiesto di passeggiare con te… insomma…
-Cosa?

Strawberry esitò. Non era sicura che fosse il caso di proseguire. Del resto con Mark non aveva risolto un bel nulla, anzi. Si era limitata ad evitarlo per tutto il giorno, cosa che aveva sicuramente acuito i sospetti di lui.
Guardando Ryan, però, non riuscì a trattenersi. Voleva che lo sapesse, che sapesse cosa sentiva. A qualunque costo.

-Mi sembrava così incredibile, capisci? Ero… felice. E ho accettato.

Significava forse quello che lui credeva? Non era possibile. La sua mente lavorava con lentezza, come se quelle parole fossero troppo difficili da comprendere, eppure il suo cuore batteva forte, molto più forte del normale.

-Felice? Perché?
-Perché per un po’… ho creduto di piacerti. Quando mi hai baciata… ma è assurdo, è stato un pensiero così sciocco, no? Poi ci ho riflettuto un po’ su e ho capito che non era possibile. Sono stata una stupida. E, come se non bastasse, con quel bacio ho tradito Mark. Si può essere più idioti?

A Ryan girava la testa. Strawberry provava qualcosa per lui, allora?
Sembrava proprio di si. Ma era impensabile!
E Mark?

-Gliel’hai detto?

Strawberry chiuse gli occhi per un istante e scosse la testa.

-Non me la sono sentita.
-Sei ancora innamorata di lui, vero?

Il silenzio parve dilatarsi in orride spirali. Ryan sentiva che il suo cuore non avrebbe retto ancora a lungo. Strawberry dal canto suo si prese tutto il tempo che osava per rispondere alla domanda.
Intanto la sua mente vagava. La domanda di Ryan la faceva riflettere per la prima volta da molto tempo. Non aveva mai messo in dubbio i suoi sentimenti per Mark, era così sciocco pensare che potesse smettere di amarlo… eppure, adesso si chiedeva se invece fosse successo. O si sentiva così soltanto per via di quello che era accaduto la sera prima?
Quando infine rispose, ciò che disse non poteva essere più inaspettato per Ryan.

-Io… non lo so. Sono un po’ confusa.

Questo accendeva in lui un piccolo, minuscolo barlume di speranza. Non era una risposta chiara, ma di certo costituiva un netto miglioramento rispetto ad appena ventiquattro ore prima. Era incredibile come poche parole potessero aprire un intero orizzonte di nuove, favolose possibilità.
Decise che era il momento di porre quella domanda che l’aveva angosciato tutta la notte, sebbene fosse terrorizzato.
Dalla risposta dipendeva la sua felicità e sentiva di non essere più in grado di aspettare di conoscere la verità.

-E di me?

Vide Strawberry abbassare lo sguardo e seppe di essersi spinto troppo in là. Il solito idiota.
Il cuore di lei batteva a mille. Era proprio quello che aveva temuto. Cosa avrebbe dovuto rispondere a quella domanda così semplice eppure così insidiosa?

-Che importa?
-Importa eccome.

Strawberry sospirò e lo disse senza guardarlo negli occhi, per paura di ciò che vi avrebbe scorto.

-Credo… di si.

Ryan si prese un paio di secondi per assorbire l’impatto di quelle straordinarie parole che davano un senso a mesi e mesi di sofferenza.
Si. Era innamorata di lui.
Le si avvicinò lentamente, dandole modo di scostarsi, se solo avesse voluto. Ma lei rimase immobile. Prendendolo come un tacito assenso la prese per i fianchi e la spinse verso il muro con dolcezza. Strawberry arrossì e Ryan si rese conto in pieno di quello che stava succedendo: Strawberry si era dichiarata a lui e adesso stava per baciarla.
Avvicinò il proprio viso a quello d lei con esasperante lentezza.

-Ryan, io non posso.
-Perché?

Strawberry cercava di protestare debolmente, ma Ryan era vicino, troppo vicino. Sentire ogni centimetro del proprio corpo aderire a quello di lui non aiutava.     Avvertire il suo respiro sulle labbra le faceva perdere la ragione. E sentire quanto fosse caldo il tono con cui le parlava le faceva scorrere mille brividi di piacere su per la schiena.

-Perché sto… con…

Inutile. Fu proprio lei ad annullare la distanza tra le loro labbra. E quel bacio fu anche meglio del precedente. Strawberry sentì il suo corpo liquefarsi e bruciare come lava. Si accorse di desiderare Ryan con un’intensità quasi dolorosa.
Ed i loro gesti, dapprima esitanti, divennero frenetici ed impazienti, mentre i loro corpi si cercavano, si bramavano, si trovavano e la passione li consumava, travolgendoli.
E fu inferno e paradiso.

*

La luce del sole del primo mattino che si irradiava dalle tendine appena scostate svegliò Ryan molto presto, quella mattina. Ancora ad occhi chiusi ed intontito dal sonno, allungò il braccio verso l’altra metà del letto, solo per scoprire che era fredda e vuota. Spalancò gli occhi, improvvisamente sveglissimo, e scoprì di essere solo.
Laddove fino alla sera prima aveva visto Strawberry addormentarsi, giaceva solo un bigliettino piegato a metà. Lo prese con mani esitanti e lo fissò, senza osare aprirlo e scoprire cosa diceva. Gli ci vollero alcuni secondi e un consistente dose di coraggio per riuscire a leggerlo. E il suo cuore ebbe un tuffo.

Ti prego di dimenticare quanto è successo.
Non credo sia stata una buona idea.

                     Strawberry


Ryan rimase qualche istante a fissare quelle frasi così assurde e prive di senso totalmente inebetito.
La rabbia arrivò improvvisa. Strappò il bigliettino riducendolo in mille pezzi, accompagnando ogni strappo con un’imprecazione. Le parole tracciate dalla mano di Strawberry continuavano a ripetersi nella sua mente, ininterrottamente.
Non credo sia stata una buona idea.
Come poteva dire una cosa del genere? Non era stata una buona idea? Avevano fatto l’amore! Come si poteva ridurre una cosa tanto meravigliosa a questo? Una cattiva idea!
Ti prego di dimenticare…
Come poteva soltanto sperare che dimenticasse? L’aveva amata con tutto se stesso sin dal primo istante, aveva sognato ed immaginato quel momento per tanto di quel tempo che aveva creduto di impazzire e quando finalmente era successo, lei gli diceva di dimenticare. Accidenti!
Rimase seduto su quel letto per ore senza muoversi e rimuginando su quanto accaduto, prima di prendere una decisione.
Si alzò, si vestì in fretta e uscì.

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Capitolo 4
*** 4. ***


feelings cap4 Rieccomi qui! Vi ho fatto aspettare un po’ troppo, vero? Vi chiedo scusa, ma tra un impegno e l’altro non sono proprio riuscita ad aggiornare prima!
Siamo in dirittura d’arrivo, ormai. Capitolo 4! Ad un passo dalla meta.
Ringrazio come sempre tutti per gli splendidi complimenti e gli apprezzamenti per questa piccola ff. Mi sembra sempre incredibile ricevere tanti consensi, non avete idea di quanto mi faccia piacere.
Prometto che alla fine ringrazierò tutti uno ad uno.
Naturalmente grazie anche a chi ha messo la ff tra i preferiti senza lasciare commenti o mi ha addirittura aggiunta agli autori preferiti. ^///^ è un onore!
Ok, basta ciance e avanti tutta col capitolo.
Buona lettura!

Lavs


4.


Per tutto il giorno a scuola Strawberry era stata distratta. Non aveva ascoltato una parola delle lezioni, né dei compagni. Era rimasta per tutto il tempo zitta e non era uscita dalla classe nemmeno per il pranzo. Quando Mark aveva fatto capolino dalla porta chiedendole di mangiare insieme fuori aveva rifiutato e, con suo sommo orrore, lui aveva deciso di prendere posto accanto a lei e rimanere lì.
Sapeva già che la aspettava un interrogatorio dettagliato su cosa avesse fatto il giorno prima. Probabilmente l’indagine avrebbe anche incluso il suo strano comportamento di quei giorni, e lei non aveva voglia di rispondere ad alcuna domanda, soprattutto perché i ricordi della notte appena trascorsa erano marchiati a fuoco nella sua mente e nel suo cuore.
Eppure Mark meritava una spiegazione. Meritava la verità. Doveva dirgli tutto e subito.
Ma quando incontrò gli occhi di lui la sua determinazione parve vacillare. Come poteva confessargli la sua terribile colpa? Mark aveva fatto tanto per lei. Aveva rischiato la vita in più di un’occasione per proteggerla. L’aveva amata sempre e incondizionatamente. E adesso… adesso lei stava dimostrando di essere un’ingrata.

-Stai bene, Strawberry? Ultimamente sei davvero strana.

Era il momento di dirgli tutto. Ora o mai più.
Il cuore di Strawberry batteva forte.
Lo sguardo di Mark era così dolce e preoccupato…
Schiuse le labbra ma non ne uscì alcun suono. Dovette riprovare una seconda volta per ottenere qualche risultato.

-Sono un po’ stressata. Tutto qui. Ti chiedo scusa, so che sono stata un po’ distante.

Non ce la faceva. Non poteva.
Forse giorno dopo giorno, avrebbe smesso di sentirsi una persona così orrenda, forse il senso di colpa avrebbe finito per svanire, insieme ai suoi sentimenti per Ryan. Forse, se avesse taciuto, le cose sarebbero andate a posto. Tutto sarebbe tornato come prima e lei non avrebbe dovuto dare a Mark quel gran dolore.
Si, si disse, andrà tutto bene.

-Non importa. Spero solo che ora tu stia meglio.
-Si, sto benone!
-Mi fa piacere. Cos’hai fatto ieri?
-Nulla di particolare. Ho lavorato al caffè come sempre e poi sono andata a casa e mi sono addormentata quasi subito. Ero sfinita!
-Per questo non hai risposto al cellulare?
-Già.
-Eppure ho chiamato a casa tua ieri sera e non ha risposto nessuno.

Strawberry iniziava ad agitarsi. Mark appariva tranquillo, ma lei era sicura che non lo fosse affatto. Doveva sospettare qualcosa. Sarebbe stato assurdo il contrario.

-Bè, sai, dormivo profondamente.

Come scusa era davvero piuttosto debole.
Guardò Mark nervosa e in attesa di giudizio. Finalmente il moro sorrise e lei potè rilassarsi, almeno in parte.
Il moro avvicinò il proprio viso a quello della rossa e la baciò. Fu solo costringendosi a farlo che lei rispose senza alcun calore. Sperò che lui non se ne accorgesse. Era incredibile, ma dopo aver baciato Ryan sentiva che non aveva più senso farlo con nessun altro. Non c’era passione né ardore in quel bacio. Era… freddo.
Ma lei era la ragazza di Mark. Doveva smettere di pensare a quanto successo con Ryan, altrimenti le cose non si sarebbero mai aggiustate.
Il moro si separò da lei e la guardò negli occhi, sorridendo.

-Mi è mancato, sai?

Strawberry si costrinse a sorridere a sua volta. Almeno lui non si era accorto di nulla… era già un fatto positivo.

-Già. È mancato anche a me.

Si sentiva morire. Avvertiva le lacrime premere per affiorare ai suoi occhi e le fu difficilissimo non scoppiare in un pianto a dirotto. Non voleva continuare a mentirgli, ma non vedeva altra scelta.
E il ricordo di Ryan che la notte prima era stato così dolce, così perfetto, le faceva male al cuore. Tutto ciò che desiderava in quel momento era correre da lui e dirgli quanto le dispiacesse essersene andata così. Chissà come aveva reagito, leggendo il biglietto che gli aveva lasciato.
Chissà se gli importava.
Forse si era semplicemente fatto una risata e le aveva dato della sciocca. Del resto non le aveva mai detto di provare qualcosa per lei. Magari aveva solo assecondato un capriccio momentaneo, nulla di più. Forse per lui non c’era nulla di cui parlare o da dimenticare. Forse già non ci pensava più.
Si era divertito per una notte. Nient’altro.
Quel pensiero la spinse ancora di più sull’orlo delle lacrime.
Possibile che Ryan fosse capace di una cosa simile? Quel Ryan che aveva imparato a conoscere e ad amare poteva davvero comportarsi in un modo tanto vile?
Era stata così sciocca a concedersi a lui in quel modo… a donarglisi interamente, anima e corpo, come non aveva mai fatto nemmeno con Mark, senza prima parlargli, chiedergli se lui provasse qualcosa per lei.
Chissà cosa stava pensando Ryan, in quel momento.
Mark intanto si stava alzando.

-Adesso devo andare. Ci vediamo all’uscita, d’accordo?
-Certo! A dopo!

Un bacio a fior di labbra e Mark uscì dalla classe.
Strawberry chiuse gli occhi e abbandonò la testa sulle braccia, mentre le lacrime avevano preso a scorrere sul suo viso, inarrestabili.
Una cosa era certa: non poteva assolutamente andare avanti così.

*

L’orario di uscita arrivò fin troppo presto.
Per una vota Strawberry avrebbe preferito che la campanella che segnalava la fine delle lezioni non suonasse mai. Si alzò dal banco e prese la cartella, iniziando ad incamminarsi verso l’uscita, mentre le sue amiche le si affiancavano.

-Torniamo a casa insieme? Che ne dici? È tanto che non lo facciamo!
-Non posso.
-Ti vedi con Mark anche oggi?
-Già.
-Davvero? Non mi sembri molto contenta.

Strawberry alzò lo sguardo verso di loro, sorpresa.
Si costrinse poi a ridere.

-Ma cosa dite? Certo che sono contenta!

Le due ragazze si fermarono e Strawberry fece lo stesso, rivolgendo loro uno sguardo interrogativo. Non le aveva mai viste guardarla in quel modo. Possibile che si fossero accorte anche loro che qualcosa decisamente non andava?

-Strawberry, che cos’hai?
-È da qualche giorno che sei strana.
-Strana? Affatto! Sto bene, sul serio!
-Non prenderci in giro, ti conosciamo.
-Lo sappiamo che c’è qualcosa che ti preoccupa. A noi puoi dirlo.

Strawberry rimase per un attimo senza parole.
Sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno. Se si fosse tenuta dentro ancora per molto tutto quello che sentiva, sapeva che sarebbe esplosa.
Perché non parlarne con loro?
Magari avrebbero saputo darle un consiglio, dirle cosa fare. O magari si sarebbero solo limitate ad ascoltarla e a farla sfogare, cosa che a lei andava più che bene. Era proprio di questo che aveva bisogno in quel momento, nient’altro.
Proprio quando stava per iniziare a parlare, una voce la fece tacere immediatamente.

-Strawberry, eccoti qui!

Mark si avvicinava velocemente a loro.
Strawberry rivolse uno sguardo allarmato alle sue amiche e si voltò verso Mark, che le salutò per poi tornare a rivolgersi alla rossa.

-Che ne dici, andiamo a fare una passeggiata e poi torniamo a casa insieme?
-Certo! Ci vediamo all’ingresso, d’accordo?

Il volto di Mark si illuminò e il moro si allontanò, sventolando la mano in segno di saluto.
Strawberry sospirò.
Decisamente era meglio così. Magari se nessuno fosse venuto a conoscenza di quanto le era accaduto la notte prima, lei avrebbe potuto dimenticare più facilmente.
Le due amiche si voltarono verso Strawberry.

-Credevamo che ci fosse qualche problema con Mark.
-Con Mark? No, che dite?
-Allora ci eravamo sbagliate? Con lui va tutto bene?

Strawberry soppesò per un attimo la domanda.
Sorrise.

-Benissimo. Ora scusate ragazze, ma devo andare. A domani!

E se ne andò anche lei di corsa sventolando la mano.
Raggiunse velocemente l’ingresso, dove Mark l’aspettava sorridendo. Gli si affiancò e sorrise di rimando.
Si, le cose si sarebbero aggiustate. Tutto sarebbe andato per il meglio, alla fine.
Usciti da scuola, il sole li abbagliò. Ci volle qualche secondo prima che Strawberry notasse la figura ad appena un metro da lei.
Impallidì.
Ryan era lì e a giudicare dalla sua espressione sembrava furioso. Spostò lo sguardo da lei a Mark come se non credesse ai suoi occhi. Il moro, intanto, gli rivolse uno sguardo gelido, per poi tornare a rivolgersi alla rossa.

-Andiamo, Strawberry?

La prese per mano e fece per trascinarla, ma lei non si mosse.
Continuava a tenere lo sguardo puntato su Ryan, in attesa che lui dicesse qualcosa.

-Dobbiamo parlare, Strawberry.

Lei, disperata, rimase immobile senza sapere cosa fare.

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Capitolo 5
*** 5. ***


feelings ultimo cap!! Ta-daaan!
Eccomi qua! Ultimo capitolo di questa mini long-fic!
Generalmente i finali non sono esattamente il mio forte, per cui sono un po’ terrorizzata.
Spero mi farete sapere che ne pensate anche questa volta… sono aperta ad ogni critica!
Ci vediamo alla fine del capitolo per i ringraziamenti, l’avevo promesso!

Lavs

5.


-Scusa Ryan, ma Strawberry non ha proprio nulla da dirti. Se non ti spiace adesso dovremmo andare, devo accompagnarla a casa. Buona giornata.

Mark strinse la mano della rossa con più forza. Lei abbassò il capo e senza più osare guardare Ryan, lo seguì docile e voltò le spalle al biondo.
Ryan rimase senza parole per un istante, guardandola allontanarsi. Non riusciva a capacitarsene. Non poteva credere che Strawberry potesse comportarsi in quel modo.
La rabbia con cui pronunciò le parole che seguirono sorprese anche lui.

-Cosa significa questo, Strawberry?

La rossa sussultò per poi voltarsi lentamente con gli occhi colmi di lacrime, ma la rabbia di Ryan non si attenuò, anzi ribolliva in lui ancora più travolgente.
Con che coraggio piangeva? Era lui che era stato usato e gettato via senza tanti complimenti. Lui che aveva sofferto da matti per tutto quel tempo. Lui che aveva amato in silenzio e non aveva mai detto una parola.
Lui che adesso era di fronte a lei pronto a tutto, anche ad umiliarsi, pur di averla.
L’espressione di Strawberry si indurì di botto. La rossa distolse lo sguardo da Ryan, deglutendo con forza per tentare di mandar giù il groppo che le serrava le gola, impedendolo di parlare chiaramente.

-Scusa Ryan, dobbiamo andare.

Scusa.

Dietro quella parola si celava molto più di quanto sembrasse.

Scusa per come mi sono comportata.
Scusa per quello che ti sto facendo.
Scusa perché vado via così, senza dire altro.
Scusa perché ho deciso di continuare ad essere la ragazza di Mark.
Scusa perché scelgo la via più facile.

E Ryan continuava a guardarla allontanarsi ad occhi sgranati, senza sapere cosa fare.
Perché si stava comportando in quel modo? Gli aveva detto di amarlo, no? O era stato soltanto un sogno? Avevano fatto l’amore, non l’aveva immaginato!
Si sentiva morire. Era furioso e disperato allo stesso tempo.

-STRAWBERRY!

L’ultimo, disperato tentativo di fermarla.
La rossa si voltò un’ultima volta, rivolgendogli uno sguardo supplichevole. Poi riprese a camminare, la mano ancora intrecciata a quella di Mark.
Ryan continuò a seguirla con lo sguardo finché non scomparve alla vista. Si sentiva svuotato.
Passarono parecchi secondi prima che riuscisse a riscuotersi. Si guardò intorno per la prima volta e si accorse che molte persone lo fissavano, additandolo e mormorando alle sue spalle. Si voltò stizzito, le mani affondate nelle tasche, e si allontanò a passi pesanti, cercando di reprimere la voglia di prendere a pugni i muri.
Maledizione.
Si sforzò di non pensare a Strawberry e Aoyama, sicuramente impegnati in un qualche progetto sul loro prossimo, imminente appuntamento o intenti a sbaciucchiarsi in qualche angolo. Che rabbia.
Eppure Strawberry era stata sua per una notte. Gli aveva detto che lo amava, che lo voleva. E allora perché adesso gli stava facendo questo?
Giunse al caffè e, senza salutare o rivolgere la parola a nessuno, salì in camera sua e vi si chiuse dentro.

*

I suoi sogni erano popolati da immagini fastidiose.
Strawberry parlava con voce glaciale e gli diceva che era uno stupido, che si era presa gioco di lui, poi si trasformava in Aoyama e rideva, una risata lunga e penetrante, da mettere i brividi. Assolutamente diversa dalla vera risata di Mark. E poi Strawberry tornava, di fianco ad Aoyama quella volta.
La vedeva sorridere al moro e avvicinare il proprio viso a quello di lui…
No!
Si svegliò di soprassalto, col cuore in gola e rimase disteso, ansante e coperto di sudore gelido, passandosi un braccio sugli occhi mentre cercava di riprendere il controllo di sé e tentando di tornare a respirare in maniere normale, seppur con qualche difficoltà. Rimase per alcuni istanti ad ascoltare lo scrosciare della pioggia che batteva sui vetri della finestra, totalmente immobile, mentre il cuore tornava a riprendere il suo ritmo consueto.
Poi si alzò a sedere e non riuscì a fare a meno di sussultare. Lei era lì, seduta su una poltrona.

-Ti sei svegliato.

Ryan non disse nulla.
Si limitò a fissarla, sinceramente sorpreso, forse ancora un po’ intontito dal sonno.
Poi gli avvenimenti di alcune ore prima riesplosero nella sua mente e la rabbia tornò a schiumare e ribollire.

-Cosa ci fai qui?

Il suo tono così carico di disprezzo la fece sussultare e per un attimo la portò a tenere seriamente in considerazione la possibilità di alzarsi e lasciare quella stanza seduta stante.
Era così diverso dal solito Ryan… di certo non l’aveva mai sentito così furioso. E detestava pensare che fosse lei la causa di quel comportamento.
Gli occhi di Strawberry si riempirono subito di lacrime e si odiò per questo. Non voleva piangere, per nulla. Era una cosa così stupida da fare in un momento come quello…
Eppure non riuscì a trattenersi.

-Volevo solo… parlarti.
-Parlarmi?

La voce di Ryan tremava di rabbia.
Il biondo si alzò di scatto e la fronteggiò. Il suo tono crebbe di volume senza che nemmeno se ne rendesse conto, sebbene stesse provando in tutti i modi a trattenersi, sebbene volesse semplicemente farla finita ed essere lasciato in pace. Senza più umiliarsi, senza più soffrire per lei.

-ADESSO VUOI PARLARE, EH? ADESSO VUOI CHE TI STIA A SENTIRE! SAI CHE C’È? NON MI IMPORTA COSA HAI DA DIRE!
-Ryan…
-ERO VENUTO DA TE PER PARLARTI OGGI E TU COS’HAI FATTO? TE NE SEI ANDATA CON MARK, STRAWBERRY! MI HAI LASCIATO LÌ COME UN’IDIOTA!
-Ma io…
-TU COSA? MI HAI LASCIATO UN BIGLIETTO E TE NE SEI ANDATA! ABBIAMO FATTO L’AMORE! NON HA SIGNIFICATO NIENTE PER TE?
-Certo che si, Ryan! Ti prego, fammi parlare!

Smettere di urlare richiese tutto l’autocontrollo di cui Ryan disponeva. Fece due bei respiri profondi e si impose di ascoltarla, le mani affondate nelle tasche e la rabbia ancora incisa in ogni linea del suo volto.
Le avrebbe dato modo di parlare. Poi avrebbe potuto ricominciare ad urlare, naturalmente. Era l’unica cosa che lo faceva sentire un po’ meglio.

-Ti ascolto.

Il tono di Ryan era ancora duro, e le fece male, ma Strawberry fu incoraggiata dal fatto che avesse almeno smesso di gridare. Lo guardò dritto in viso ed iniziò.

-Mi spiace. Lo so che mi sono comportata malissimo.

Ryan si trattenne per un pelo dallo sbuffare.
Malissimo era un eufemismo.

-Ero confusa, Ryan. Confusa e spaventata. Sono innamorata di Mark da anni. Questi nuovi sentimenti per te mi hanno fatto più paura di qualsiasi altra cosa io abbia mai dovuto affrontare. L’idea di lasciare lui e tuffarmi in qualcosa di completamente nuovo mi terrorizzava. E come se non bastasse tu… non mi avevi mai detto chiaramente di nutrire un qualunque sentimento nei miei confronti. Quando mi hai baciata ho pensato che forse ti era lasciato trasportare dal momento. Mi ero ripromessa che nulla del genere sarebbe più dovuto accadere. Avevo deciso di reprimere i miei sentimenti per te. Ma poi… ieri… non l’avevo previsto. Non sono riuscita a trattenermi! Abbiamo fatto l’amore, e per me quella è stata la prima volta in assoluto.

Ryan rimase senza parole e per un attimo dimenticò perfino di essere furioso con lei. Strawberry… non aveva mai…?
Lui era stato il primo. Lui. Non Mark.
E mentre lui si perdeva in quei pensieri, Strawberry continuava a parlare. Ryan si costrinse a continuare ad ascoltare, anche se l’informazione l’aveva scosso parecchio.

-Sono scappata. Non ero preparata a nulla del genere. E il pensiero di svegliarmi e scoprire che tu… che per te era stato il gioco in una notte… non l’avrei sopportato, capisci? Poi oggi sei venuto a scuola e ho capito che forse…

Ma Ryan non seppe mai cosa Strawberry avesse capito. Finalmente il suo cervello, udendo la nota di supplica nella voce di Strawberry, sembrò mettersi in moto in modo corretto. La prese per un polso e la attirò a sé, stringendola in un abbraccio mozzafiato.
Strawberry, superata la sorpresa iniziale, scoppiò in singhiozzi.

-Il gioco di una notte? Come hai fatto a non capire?
-Capire cosa?

Sussurrava senza rendersene conto, mentre il suo cuore sembrava sul punto di esploderle in petto. E Ryan la guardava con un’intensità che non aveva mai visto nei suoi occhi
Sentì le gambe tremare e un brivido caldo correrle lungo la schiena, mentre lui schiudeva le labbra.

-Che ti amo, Strawberry.

E lei rimase immobile per qualche secondo col cuore gonfio di gioia, prima di sollevare il viso e cercare le labbra di Ryan.
Tra le lacrime, sentì di nuovo il sapore di lui, si inebriò del suo profumo, affondò le dita nelle sua pelle calda con forza, come a cercare una prova tangibile che stesse accadendo davvero, che quelle parole non era solo frutto della sua immaginazione, che quanto stava accadendo non era soltanto un sogno favoloso.
Ma nemmeno un sogno poteva apparire tento reale. Nemmeno un sogno poteva rendere giustizia a ciò che stava provando, alla sensazione di vertigine, ai brividi di piacere, al calore che l’avvolgeva.
Forse, almeno per una volta, la realtà era addirittura migliore.
E poi, seppur a malincuore, Strawberry si separò da lui. Voleva spiegargli tutto, fino in fondo.
Le lacrime, intanto, continuavano a bagnarle le guance. Ma erano lacrime di gioia.

-Ho lasciato Mark. Gli ho spiegato quello che è successo. Mi ha detto che l’aveva capito da molto tempo, probabilmente anche prima di me. Sono stata così stupida! Avrei dovuto accorgermene. Potrai mai perdonarmi?
-Non dire sciocchezze… certo che ti perdono.
-Davvero?
-Certo.

Lo baciò di nuovo, gettandogli le braccia al collo, sorridendo sulle labbra di lui, dicendogli quanto fosse felice in quel momento, quanto lo amasse.

-Ti amo anch’io.

Fu la perfetta, dolcissima risposta di lui.
Ryan sorrise e col pollice sfiorò il labbro inferiore di Strawberry, per poi chinarsi a baciarla ancora e ancora.
Non era mai stato tanto felice di aver aspettato così a lungo come in quel momento.


Ok, è finita sul serio. Giuro che non avevo alcuna intenzione di pubblicarla quando l’ho scritta, ma adesso sono felice di averlo fatto, perché la valanga di commenti e apprezzamenti mi ha resa immensamente felice. ^///^
Ed è per questo motivo che ringrazio hachi92 (i tuoi commenti mi strappavano sempre un sorriso, grazie ^^), ECA90 (oh si, Mark è un rompiballe, eppure non mi sento di detestarlo così tanto… più che altro mi fa pena! Grazie anche a te, davvero), ryanforever (mi fa un sacco di piacere vedere che non hai perso un aggiornamento! Grazie per i complimenti, non li merito!), strawberry91 (grazie anche a te, felicissima ti sia piaciuta. So che ci ho messo un po’ ad aggiornare, ma almeno ora è finita! Spero di non averti delusa…), Ichigo_91 (ehm, credo dovrai metterti in fila per Ryan. Diciamo che combatterò con calci e pugni pur di averlo! Grazie mille per i commenti!), jera (con tutti i dieci che mi hai dato mi stupisco di essere riuscita a tornare con i piedi per terra. Mi hai fatto toccare il cielo con un dito! Davvero grazie grazie grazie. Eppure non sento proprio di meritare la vostra bontà!), pinkgirl (finalmente la tua curiosità è stata soddisfatta! Spero solo di non averti deluso… magari fammi sapere!), clow4093 (oh no, sono io che devo ringraziare te per lasciare dei commenti così belli e per tutti i complimenti., credimi!), kittymew (bè, grazie… non ho aggiornato proprio velocissimo, ma ce l’ho fatta a finire! Spero la ff sia di tuo gradimento), stezietta w (si, hai ragione: Strawberry è un’idiota. Credo di aver capito che Ryan non ti piace molto… certo potrei sbagliarmi! ^__^ Il tuo ultimo commento mi ha fatto morire dalle risate! Grazie!), micina92 (non merito tanta bontà, n tanti complimenti… ^///^ grazie!), Guenhwyvar (che Strawberry abbia scelto Mark e non Ryan nell’anime è un peccato davvero… secondo me è un po’ idiota. Grazie per aver letto e aver speso un poco di tempo a commentare!), anna96 (era ora che la cara Straw si desse una svegliata, no? Come hai detto tu avendo di fronte un tipo come Ryan, he cavolo perde tempo con Mark? Misteri della vita… grazie anche a te!), lucia lair (il pugno a Mark non è arrivato, ma spero sarai soddisfatta lo stesso! Grazie per i commenti…), Hatori (che bei complimenti… ma grazie!! Se ti va fammi sapere che ne pensi anche di questo capitolo, ne sarei felice!), totoby (grazie, anche se non mi sento affatto bravissima. Contenta che la storia ti abbia intrigato! Spero avrò l’onore di leggere anche stavolta cosa ne pensi), Himi87 (detto, fatto! Mark si è levato allegramente dalle scatole e i due piccioncini se la spassano spensierati. Naturalmente se mi lasci un commentino non posso che esserne contenta…^^).
Ok, credo di aver finito! Se mi sono dimenticata di qualcuno fatemelo sapere, che provvedo a rimediare.
Ops, dimenticavo! Grazie anche a chi ha messo la storia tra i preferiti, senza per questo commentare:

akane_val
alexiell
alexis_92
andrea83_2007
angykss
ayra79
Gaia
hina
ka chan
Kikyo90
ladybird0490
Miyu
ramoso
Sea89

Non potrei essere più felice se mi faceste l’onore di commentare l’ultimo capitolo!
Ok, detto questo credo di aver finito davvero.
Grazie per avermi accompagnato durante queste settimane.
Se avete voglia di leggere qualcos’altro di mio, la mia pagina personale è lì a disposizione e potete trovarmi qui o sui fandom di Naruto e di Ranma. Se poi lasciaste anche un piccolo, piccolissimo commento… ok basta, troppe richieste! E soprattutto mi sto dilungando troppo!
A presto,

Lavs!

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