And they lived happily ever after

di Shatzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Atto I ***
Capitolo 3: *** Atto II ***
Capitolo 4: *** Atto III ***
Capitolo 5: *** Atto IV ***
Capitolo 6: *** Atto V ***
Capitolo 7: *** Atto VI ***
Capitolo 8: *** Atto VII ***
Capitolo 9: *** Atto VIII ***
Capitolo 10: *** Atto IX ***
Capitolo 11: *** Atto X ***



Capitolo 1
*** Prologo ***



Disclaimer: i personaggi citati appartengono agli aventi diritto. Così come la fiaba in questione. Di mia proprietà c'è la trama, e qualche personaggio originale di contorno.

Note: ebbene, eccoci qui. Lo avevo preannunciato, e alla fine il seguito di Once Upon a Time è veramente arrivato. Ci lavoro da mesi, e credo che l'unico risultato ottenuto sia stato quello di incasinare la trama ancora di più. E poi i seguiti sono sempre peggio degli originali. E allora perchè l'ho scritto?! Perchè quella è la fic di cui vado più fiera (quella che mi ha portata al successo, direi, se fossi un'attrice e avessi fatto un film XD), perchè mi sono divertita a scriverla e perchè ho adorato muovere i miei due testoni preferiti in ambienti non proprio consoni ^^
Quindi vi annuncio che ci saranno personaggi nuovi e personaggi vecchi da me inventati... ^__- E questo per il semplice fatto che non ho più indossato sciarpe bianche dopo aver scritto Once Upon a Time, perchè mi facevano troppo ridere. Consiglio quindi di leggere prima l'altra, e poi questa, perchè alcune scene sono correlate. Non che sia impossibile leggere solo questa, ma forse alcune cose sfuggono, dato che ci sono dei richiami ^^
Parlando di Roy e Riza, li noterete diversi, per il fatto che questa è la continuazione dell'altra, quindi il loro rapporto è cambiato. Forse (di sicuro) ho esagerato, e credo che alcune volte saranno OOC, ma spero che capiate il mio punto di vista (no, non quello della fangirl scatenata, ma quella del continuo tra la prima e questa fic). Spero di non aver fatto un disastro.
Il titolo che ho scelto vuol dire "E alla fine vissero felici e contenti", perchè volevo che fosse in parallelo all'altro (C'era una volta), e perché questa sarà un po' la conclusione.
La longfic non è conclusa, è solo abbozzata, quindi mi prenderò un po' di tempo prima di aggiornare i prossimi capitoli, anche perché pure per me è arrivato il momento di ricominciare ad avere una vita sociale XD (ç______ç).

Ultima cosa, voglio dedicare questa storia alle ragazze del RoyAi Forum, la mia famigghia. Tra l'altro, ci siamo conosciute con la mia prima long, quindi questa dedica è d'obbligo, se ho scritto il seguito è anche merito vostro ^^
Buona lettura!


- O NCE U PON A T IME -



P rologo...


"C'era una volta, in un regno lontano, una principessa bellissima. Era talmente bella che aveva moltissimi pretendenti, ma lei aveva scelto di sposare un semplice cavaliere. Avevano lottato insieme contro mostri orrendi e pericoli di ogni tipo, e alla fine erano riusciti a sconfiggere il ciclope cattivissimo e bruttissimo che ostacolava il loro grande amore."
"Il cavaliere lo ha sconfitto con le Fiamme dell'Amore, vero?"
"Certo, piccola, te lo ricordi, allora!"
"Ricordo tutto quello che mi hai raccontato finora, zio Roy."
"Brava! E adesso cosa vuoi ascoltare?"
"Uhm, il matrimonio!"
"Ma te l'ho già raccontato la settimana scorsa" si lagnò Roy, abbandonandosi sulla sedia vicino al lettino della piccola Elycia.
"Ma è bello, io lo voglio sentire di nuovo..."
"E va bene, va bene, non piangere però, eh?"
Elycia tirò su col nasino, prima di rimettersi in religioso silenzio ad ascoltare il suo zietto preferito.
"Dunque, com'era? ah, sì. Era finalmente arrivato il giorno che il cavaliere e la principessa aspettavano da tutta la loro vita, il coronamento dei loro sogni. Se ben ti ricordi, il cavaliere aveva superato tantissimi ostacoli per poter essere amato dalla principessa."
"Aveva superato le Tre Prove dell'Amore!" rispose la piccola, allargando le braccia.
"Sì. Aveva nuotato per mari sconfinati, scalato montagne altissime e attraversato le profondità della terra. E solo per lei!"
"E poi si sono sposati!"
"Certo, e quel giorno c'erano proprio tutti, anche gli amati genitori della principessa, che piangevano per la felicità. Poi, dunque, la principessa aveva un bellissimo abito bianco, con una lunga gonna piena di brillanti. Aveva i lunghi capelli biondi raccolti, e sembrava ancora più bella del solito, perchè il suo sorriso era radioso."
"E gli occhi erano felici!"
"Ah, sì, c'era tanta felicità negli occhi... verdi."
"E poi anche il cavaliere era bello."
"Lui era sempre bellissimo!"
"E le giura amore eterno davanti a tutto il regno."
"A tuuuutti quanti" mimò lui, allargando le braccia.
"E si amarono per sempre."
"Eh, sì. Ma lo vedi che la sai la storia?"
"Ma è bella! E io voglio sentire la tua voce" arrossì.
"Elycia, che ne dici se adesso lo zio Roy ti racconta cosa è successo dopo?" si intromise Riza, seduta dall'inizio vicino a Roy.
"Il dopo?"
"Sì, cosa è successo dopo il matrimonio."
"Secondo me non sono cose da raccontare ad una bambina..." maliziò Roy, ottenendo solo una gomitata nel fianco dalla sua sottoposta.
"Ma io voglio saperlo!" s'incuriosì la piccola.
"Bene, allora racconta tutto, zio Roy..." il Tenente cedette la parola, forse come piccola vendetta.
"Ehm" Roy si ritrovò senza parole, lui che doveva inventare come era la vita matrimoniale? Guardò prima gli occhietti pieni di aspettative di Elycia, poi si voltò verso Riza, che gli sorrideva gentile. Fece un profondo respiro e prese la parola. "Sì, allora. La bella principessa e il cavaliere andarono a vivere nel castello di lei, insieme ai suoi genitori, perchè bisogna sempre stare con la mamma, vero?"
"Sì, sempre" rispose Elycia.
"Bene. Allora, vivevano insieme e... e si amavano, e... e stavano sempre insieme, e..." incespicò nelle parole, non sapendo come continuare.
"E avevano avuto dei bambini" lo aiutò Riza.
"Ma sì, certo, dei bambini!" esultò lui. "Dei bellissimi e coraggiosissimi bambini! Perchè quando nascono dei bambini vuol dire che il papà e la mamma si amano davvero, lo sai?"
"Davvero?" chiese la piccola.
"Certo, altrimenti non nascono."
Riza lo guardò, lanciandogli un'occhiata che significava un non mettere in testa alla bambina idee sbagliate.
"Ma comunque" si riprese Roy, alzando la voce di un'ottava, in seguito alla tacita minaccia di Riza. "I nostri due beniamini avevano avuto dieci figli e-"
"Dieci?!" si stupirono Riza ed Elycia.
"Sì, perchè?" chiese ingenuamente Roy. "Comunque, dicevo, avevano creato una bella famigliola felice, fino a quando la figlia maggiore non incontrò un principe di un altro regno, e allora il cavaliere suo padre diventò triste e solitario perchè la sua bella figlia, che aveva preso tutto dalla madre, voleva sposarsi e andare via da casa, e lo avrebbe lasciato da solo, e lo avrebbe dimenticato, e avrebbe avuto una famiglia lontano da lui, e-"
"E il cavaliere decise di lasciarla andare per il suo bene, tanto più che aveva ancora altri nove figli a cui badare, senza contare che la moglie lo amava tantissimo e non lo avrebbe mai lasciato" concluse Riza, guardando Roy malissimo, che nel frattempo si era accasciato su se stesso.
"Ma perchè il cavaliere era triste? non dovrebbe essere felice se sua figlia è innamorata?" chiese titubante Elycia.
"Certo che era felice, era solo un po' triste perchè la bella figlia avrebbe avuto un altro uomo nella sua vita, e non più lui."
"Ma il papà rimarrà sempre l'unico uomo della sua vita, io lo so" spiegò Elycia, sorridendo.
Roy e Riza si sorrisero semplicemente.
"E poi?" li distrasse Elycia.
"Eh? Ah, dunque..." pensò Roy, "il cavaliere decise di lasciar andare la figlia innamorata, dopo un discorsetto con il suo fidanzato, dopodiché si concentrò sugli altri figli."
"E quindi?"
"Ehm, stavano sempre insieme a giocare e a ridere..."
"Ma come erano gli altri figli? Non li hai descritti."
"Allora. Il più grande era... ehm, sì, basso. Il più basso di tutti."
"Basso?"
"Sì, capita" ridacchiò lui, mentre Riza alzava gli occhi al cielo.
"E gli altri?" incalzò la bambina.
"Un altro era più alto, ed era sempre buono e gentile, tutto il contrario del fratello maggiore..."
"E poi?"
"Un altro era... biondo, con gli occhi azzurri, e aveva sempre un leccalecca in bocca. Un quarto aveva i capelli rossi e mangiava sempre caramelle. Poi... Un altro ancora sapeva sempre tutto, aveva imparato tutti i libri di fiabe a memoria. Poi c'era il più piccolo, il più ingenuo, piangeva sempre per tutto e aveva paura di ogni cosa" concluse, con una descrizione che ricordava vagamente altre persone...
"Ma così non sono dieci!" si ricordò Elycia.
"E tu da quando sai contare?" si stupì Roy, colto in flagrante. "Allora, ce ne era un altro che... beh, era enorme, una vera montagna di muscoli, ed era un cavaliere come il padre, sempre pronto ad aiutare gli altri in difficoltà. Poi ce n'era un altro, uno dai tratti orientali, sempre allegro e sorridente, e anche un po' buffo..."
"Ma erano tutti maschi?"
"No no, c'era la principessa iniziale, quella che è andata via dal castello per sposarsi, che aveva una sorella, con i capelli biondi lunghissimi e gli occhi azzurri, che non faceva altro che litigare con il fratello basso, ma in realtà si volevano molto bene."
"Davvero?"
"Davvero."
"E alla fine?"
"Credo che sia ora di dormire, che ne dici, Elycia?" intervenne Riza.
"Ma io..."
"Lo zio Roy ed io siamo stanchi, vogliamo dormire anche noi."
"Mh, va bene..." concesse.
"Bellezza, ora chiudi gli occhietti e sogna le storie del cavaliere e della principessa" la salutò Roy, dandole un bacio sulla fronte.
"Tornerai la prossima volta a raccontarmi di nuovo la favola?" domandò Elycia, sbadigliando.
"Ma certo, e ci sarà anche la zia Riza con me, va bene?"
"Mi piace la zia Riza" annuì la bambina, rigirandosi nel lettino.
Roy si fermò ad osservare Riza mentre le rimboccava le coperte, dopodiché uscirono dalla stanza chiudendo piano la porta.

 

§



"Grazie per essere qui anche stasera" li ringraziò Glacier, mentre apriva la porta per far uscire entrambi.
"Ma figurati, lo sai che lo faccio con piacere" sorrise Roy.
"Sono io a doverla ringraziare, per aver permesso anche a me di stare con Elycia" spiegò Riza, inchinandosi leggermente.
Glacier sorrise. Da quando, sei mesi prima, c'era stata quella recita, i due migliori amici di suo marito erano diventati molto più uniti, adesso era proprio impossibile dividerli, per quanto anche prima fosse stato difficile. Di sicuro Maes dall'alto ci aveva messo il suo zampino, pensò.
"Allora noi andiamo" la salutò Roy.
"Buonanotte."
"Buonanotte, Glacier" risposero all'unisono i due.
La donna richiuse la porta dietro di sè con un enorme sorriso sulle labbra, dopo aver visto Roy che sistemava meglio il cappotto a Riza. Qualcosa andava finalmente nel verso giusto!

In strada i due si avviarono in silenzio verso le loro case. Come ogni sera da ormai sei mesi, Roy accompagnava personalmente Riza a casa, con la scusa o che un malintenzionato potesse darle fastidio o che potesse scivolare e farsi male o che potesse improvvisamente perdere la memoria e non ritrovare più la strada di casa.
Riza lo lasciava fare, averlo vicino anche dopo il lavoro era molto tenero.
Camminarono in un caldo silenzio, fino a che Riza non decise di romperlo.
"Dieci figli, eh?"
"Eh?"
"Non vorrà davvero dieci figli..."
"Perchè no? Mi piacciono le famiglie numerose" si difese.
"Sì, ma la principessa diventerà una balena!"
"Al cavaliere piacerà sempre."
"Il cavaliere la lascerà subito!"
"No, ti dico, il cavaliere la ama!" e mise il broncio.
Continuarono in silenzio ancora per un po', sorridendo.
"Non sarà davvero geloso, il giorno in cui avrà una figlia, spero..."
"No."
"Bene."
"Anche perchè ucciderò con le mie stesse mani chiunque voglia avvicinarsi, quindi non ci saranno problemi."
"Colonnello..."
"Che c'è? se sarà bella anche solo un centesimo della madre, avrà uno stuolo infinito di pretendenti, e io devo proteggerla!"
Riza sorrise della fermezza del suo Colonnello.

"Davvero dieci sono troppi?" chiese lui dopo un po', riprendendo la domanda iniziale di Riza.
"Beh, dipende da quanti ne vuole sua-"
"Tu quanti ne vorresti?" si informò.
"Beh" ci pensò su, "uno o due..."
"Cosa? Ma sono pochi!"
"E dieci sono troppi" lo contraddi'.
Ripresero il cammino in silenzio, sentendo il calore dell'altro.
"Che ne dici di sei? è la giusta media..." riprese lui.
"Sei sono lo stesso tanti... ma è accettabile" finì, notando lo sguardo leggermente triste di lui.
"E allora sei, è deciso!" esultò lui.
Rise, lei, mentre lo prendeva sottobraccio e se lo stringeva contro.
Varcarono la soglia del palazzo di lei, lentamente, per non separarsi subito. Arrivati davanti la porta di casa, Riza prese le chiavi e aprì, salutata da un festoso Black Hayate.
"Ehi, giovanotto, come va?" lo salutò Roy, abbassandosi ad accarezzarlo dietro le orecchie.
"Ci vediamo domani, Colonnello." lo interruppe.
Roy si alzò lentamente, per poterla guardare negli occhi.
"A domani, Tenente."
E rimasero lì, immobili come ogni sera, perdendosi nei loro occhi.
"E' stata una bella serata" iniziò lei.
"Sì."
"Grazie per avermi permesso di accompagnarla."
"Grazie a te per essere rimasta con me."
Pausa. Occhi fissi e cuori tremanti.
"Buonanotte..."
"Buonanotte, Riza."
E si chinò, come ogni sera, per ricevere il bacio di lei, sulla guancia. Un saluto che significava più di qualunque altra cosa per loro.
Lei chiuse la porta, scomparendo dietro di essa, mentre gli regalava un ultimo sorriso radioso.
Roy, dopo aver atteso qualche secondo davanti l'uscio chiuso, si passò una mano tra i capelli, sorridendo, e scese velocemente le scale del palazzo, con una strana euforia addosso.
Andava tutto perfettamente bene, e avrebbe fatto qualunque cosa per mantenere le cose così. Niente avrebbe turbato la loro pace, ne era certo.

 

To Be Continued...


 

Note: le ultime parole famose... Ovvio che i problemi arriveranno, l'ultima frase è catastrofica XD

Bene, ditemi se la cosa vi interessa, e se qualcuno si ricorda della mia fic ^^" lasciatemi qualche commentino, altrimenti ci metto mezzo secondo a fare spazio sul sito a fanfic più interessanti ^^ Non mi riferisco alla famigghia, che mi supporta sempre, ovviamente... Anche se mi sembra che ultimamente il fandom stia morendo ç____ç
Tra l'altro, oggi festeggio il mio primo anno da autrice su EFP ^^ Auguri a me!



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Capitolo 2
*** Atto I ***


Note: nonostante il terrore che voi abbiate troppe aspettative da questa fic *me che si sente un tantino gli occhi puntati contro* vi ringrazio per il caloroso bentornato ^^

Note: nonostante il terrore che voi abbiate troppe aspettative da questa fic *me che si sente un tantino gli occhi puntati contro* vi ringrazio per il caloroso bentornato ^^

E ora immergiamoci nella storia (ma se è un capitolo di passaggio? XD).

 

Questo capitolo è dedicato a Diana, che oggi compie gli anni ^^ Mi dispiace poterti regalare solo un capitolo di passaggio, davvero, ma ho un trasloco da portare a termine e mi sta distruggendo fisicamente e moralmente ^^” Oh insomma, l’importante è farti tantissimi auguri di buon compleanno, il mezzo non conta XD

 

 

A tto I – Telefonate sospette e pedinamenti

 

 

La giornata era calda e soleggiata, nonostante l'avvicinarsi dell'inverno, il venticello era delicato, gli uccellini cinguettavano allegramente... il tipico clima che il Maggiore Armstrong vedeva ogni giorno della sua vita, solo che stavolta era vero.

Roy firmava di malavoglia qualche documento, reggendosi il mento con una mano, mentre gli altri subordinati lavoravano alacremente. Beh, chi più chi meno.

Lo squillo del telefono ridestò tutti dal torpore come una secchiata di acqua gelida in pieno volto. Riza si alzò elegantemente dalla sua sedia e si diresse verso la scrivania del suo superiore, alzando la cornetta. Essere l'assistente del Colonnello Mustang prevedeva anche compiti del genere...

"Sì?"

A mano a mano che l'interlocutore parlava, sul volto di Riza si distendeva un sorriso.

"Ah, sì, capisco" rispose lei, dopo un po'.

Roy attendeva con impazienza di ricevere la cornetta, la curiosità gli stava rodendo le viscere: chi cavolo si permetteva di far sorridere la sua Riza? quella era una priorità sua!

"Ma sì, certo" continuò Riza, non degnandolo di un'occhiata e impilando precisamente qualche foglio sulla scrivania del Colonnello.

Roy protese la mano, chiaro segno di terminare lì la chiacchierata e dargli il telefono velocemente. Ma ottenne come risposta solo che Riza si girò di spalle, appoggiandosi al bordo della scrivania.

"Va bene, conta pure su di me, figurati, mi fa molto piacere poterti aiutare..." e la telefonata continuò tra un risolino e un altro.

Mancava poco che la gamba di Roy provocasse una scossa sismica, tanto la stava muovendo per l'impazienza. Quella cos'era? Possibile che fosse... gelosia?

"Sì, ci sentiamo dopo, a stasera" finì Riza, chiudendo la telefonata.

"E io? chi era?" domandò Roy come se dovesse liberarsi di quelle due frasi senza senso, appena lei aveva riposto il telefono.

"Mh? Non era per lei, Colonnello, ma per me" spiegò Riza, sedendosi di nuovo al suo posto.

"Ma chi era?" insistette Roy. "Le telefonate personali sono vietate in ufficio, dovresti saperlo" provò a riprenderla, guadagnandosi solo una risata malamente celata da parte degli altri quattro uomini, che ricordavano quanto il loro superiore fosse un genio nel nascondere le telefonate private in ufficio...

"Era Glacier, mi ha chiesto se potevo darle una mano per una cosa."

"Ah" s'imbarazzò. "Tutto qua...?"

"Tutto qua."

"Tornate al lavoro voialtri!" sgridò i quattro, che lo guardavano ridendo.

Eppure quella telefonata era strana...

 

§

 

Quel pomeriggio Riza chiese un permesso per uscire prima, tra lo stupore generale. Un evento del genere non accadeva da almeno tre anni, e l'ultima volta Roy aveva dovuto praticamente costringerla a tornare a casa, per via di un febbrone da cavallo.

Roy glielo concesse senza chiederle niente. La fiducia era fondamentale, si ripeteva.

Il giorno dopo però Riza continuò ad essere strana, nervosa, per la precisione. Sbagliò per ben due volte a scrivere una parola, dimenticò di andare a prendere altri documenti da controllare, scattava ogni volta che il telefono suonasse, e lanciava sguardi tra il preoccupato e l'impaurito a Roy di tanto in tanto.

 

Erano rimasti soli, ormai era sera, e Roy era convinto di andare fino in fondo a questa storia. Decise di agire quando lei si avvicinò alla sua scrivania, per sistemare qualcosa.

"Tenente, come è andata poi ieri sera? Qualunque fosse il motivo per cui sei uscita prima..." provò.

"Bene, la ringrazio."

"Ma... non sarà qualche problema di salute, vero?"

"No, non si preoccupi. Impegni personali."

 

Impegni personali. Roy sentì una pugnalata nel petto. E' vero che non stavano tecnicamente insieme, ma si era creato un bel legame tra di loro, possibile che Riza si fosse già stancata di lui? che non si fidasse più per confidarsi dei suoi problemi? che avesse trovato un altro uomo?

L'ultimo pensiero lo raggelò.

"Riza" riprese, "se c'è qualcosa che posso fare..."

"No, davvero, non è niente" lo bloccò lei, voltandogli le spalle.

Roy si lasciò andare sulla sua sedia, forse era meglio cambiare tattica e cercare di metterla a suo agio.

"La prossima settimana sarà davvero impegnativa" il cambio del discorso era un ottimo espediente per creare un clima più intimo e rilassato.

"Davvero?" s’interessò lei.

"Sì, ci sono tantissime riunioni a cui dovrò partecipare, senza contare la mole di documenti, come al solito" lanciò uno sguardo carico di odio alla pila di fogli alla sua destra. "E poi devo controllare gli esami dei nuovi alchimisti, e preparare le prove... Tutte scocciature."

"Allora non avrà tempo per dedicarsi ad altro" concluse per lui Riza.

"Uhm, no. A meno che non si tratti di te, per quello c'è sempre tempo" sì, forse era il momento buono per fare il romantico, non sia mai che...

"Dice davvero? Grazie!" gli sorrise una Riza radiosa, prima di prendere le sue cose, biascicare un "buona serata" e uscire di corsa dall'ufficio.

Il suo intento era farla stare bene, e a quanto pare c'era riuscito. Ma che cavolo aveva combinato?

 

§

 

Il resto della settimana passò come i primi due giorni, solo che oltre alle frequenti telefonate di Riza, e le sue uscite anticipate, Roy era anche stracarico di impegni. Erano sette giorni che non riusciva ad accompagnarla a casa, la sera - e sette giorni che aveva dovuto rinunciare al suo bacio della buonanotte - ma stavolta sarebbe andato fino in fondo. Se Riza aveva un altro, lui aveva tutto il diritto di arrostir- saperlo!

"Tenente, avrei bisogno di te, stasera" esordì.

"Signore, le ho chiesto il permesso di uscire prima, stamattina, non ricorda?"

"Ah, già. E non puoi proprio cancellare il tuo appuntamento?"

"Temo di no, Colonnello."

Roy si rabbuiò, non solo Riza non aveva fatto un minimo cenno alla parola appuntamento - il che significava senza dubbio che c'era un altro uomo -, ma preferiva anche quel pivello da quattro soldi, chiunque fosse, a lui! Peggio di così non poteva andare, ma non demorse, anzi, colse la palla al balzo.

"Va bene, non importa, sarà per la prossima. Divertiti" le sorrise falsamente, raccogliendo il suo cappotto e uscendo dall'ufficio.

Se con le buone non otteneva risultati, l'unica soluzione era passare alle maniere forti: il pedinamento.

E infatti, dopo poco meno di un'ora che se ne stava appollaiato sopra una panchina, appena dietro un angolo, vide il suo Tenente uscire dal Quartier Generale e dirigersi nella direzione opposta alla sua casa. Trovato il suo obiettivo, Roy non le staccò gli occhi di dosso neanche per un secondo, continuando a seguirla di nascosto.

Dopo un po' si ritrovò il fiato corto, non pensava che il luogo dell'appuntamento fosse così lontano, avrebbe potuto prendere una macchina! Però si accorse che Riza stava percorrendo una strada strana, sembrava di esser tornati nello stesso luogo più volte...

Ad un certo punto la ragazza si fermò davanti ad un edificio, entrò dentro un cancello, e poi dentro una porticina, Roy la seguì prima con lo sguardo, poi, per non perderla proprio adesso che aveva raggiunto la meta, anche fisicamente. Entrò nella porticina, sparendo nel buio del luogo, seguì il corridoio, cercando di ascoltare i rumori dei passi di Riza.

Niente.

Svoltò un angolo e vide una luce, in fondo, dietro una porta. Si avvicinò di corsa, ormai certo di essere arrivato a destinazione, era ormai a pochi passi quando si sentì afferrare per un braccio e sbattere contro il muro, mentre qualcosa di freddo era contro il suo cuore.

"Perché mi stai seguend-?" attimo di indecisione nella voce del presunto rapitore. "Colonnello? Che ci fa qui?" strillò Riza, abbassando l'arma dal suo petto.

"Riza? Che ci fai tu qui?" gli urlò contro Roy, un po' per lo stupore, un po' per lo spavento.

"Io... ecco... non sono affari suoi! Mi sta pedinando da quasi un'ora!"

"Ah, te n'eri accorta..." si asciugò il sudore dalla fronte.

"Certo! Credo di dover avere delle spiegazioni" precisò, incrociando le braccia, e ricordando tanto una moglie che trova il marito rincasare tardi.

"Ecco, io..." Roy non sapeva proprio come uscirne, non pensava di essere scoperto così facilmente, avrebbe dovuto essere lui a scoprire lei! "Beh, la verità è che volevo sapere che ti sta succedendo", si spiegò, "è una settimana che sei strana, prendi permessi, ricevi strane telefonate, e... e non ti fai più riaccompagnare a casa da me" abbassò gli occhi. "Se c'è qualcuno io dovrei saperlo. Forse."

Dire la verità forse era l'unico modo per uscire dai guai.

E sembrò funzionare, tanto che Riza si ritrovò a sorridere, posandogli una mano sul braccio.

"Non c'è nessun altro, come può pensarlo?" gli chiese dolcemente. "Ho soltanto preso un impegno, mi dispiace di non averle detto niente, ma non è importante, si fidi" gli sorrise.

Roy si sentì rincuorato, tanto che tirò un sospiro di sollievo.

"Non voglio entrare nei tuoi spazi, vorrei solo che mi dicessi che hai altri interessi, almeno non mi preoccuperò più."

"Va bene. Ora torni indietro, però. Ci vediamo domani, Colonnello."

Roy fece per andarsene quando la porta davanti a loro si aprì di scatto, accecandoli con una luce improvvisa.

 

"Riza, sei qui?! Ti stiamo aspettando da tempo, vieni."

 

Quella voce aveva qualcosa di stranamente familiare...

Roy tolse lentamente le mani dagli occhi, ma gli ci volle qualche secondo per abituarsi alla luce.

"George?"

"Roy?"

"Che ci fai qui?" chiesero all'unisono, mentre Riza si sbatteva una mano in faccia, sconfitta.

E mentre i due uomini si abbracciavano e ridevano, in onore della loro amicizia ritrovata, Riza li oltrepassava, entrando nella sala illuminata.

Come sempre, c'erano scatoloni semiaperti, drappi di vari colori buttati su qualche sedia, luci accese, e gente su di un palco a montare qualcosa. La solita confusione, nella sala del teatro della scuola di Elycia.

"Ma... questa è...?" provò a chiedere Roy, spaesato, dopo essere entrato nella sala.

"Ma certo, amico mio, è il teatro dell'altra volta, ti ricordi?"

E come dimenticare, avrebbe risposto Roy se non fosse stato sconvolto da una serie di cose. Dal disordine, per cominciare. E poi dal fatto che non aveva riconosciuto la strada per arrivare al teatro, tutto preso com'era dal pedinare il suo Tenente, e anche da Riza, che aveva cominciato a frequentare la compagnia Smith, di nuovo, senza dirgli nulla. E questo gli bruciava.

Però c'era una cosa che lo aveva sconvolto più di ogni altra. Una cosa che lo aveva tormentato sei mesi fa, e che aveva anche invaso i suoi incubi più segreti, dopo, riducendolo ad uno straccio di uomo.

Ed era la figura al centro del palco, sciarpa di seta bianca al collo e copione a cono in mano, che impartiva ordini anche al sipario.

 

"Roy caro! L'ultima volta che ci siamo visti eri meno addormentato."

 

 

 

To be continued…

 

 

 

 

Note: no comment. Ho detto che questa fic è ambientata 6 mesi dopo “Once upon a time”?

 

 

Risposte ai commenti: oh che gioia, c’è ancora chi si ricorda di me e di questa fic XD E c’è anche chi mi ha minacciato di morte per non aver avvertito ^^” chiedo scusa. Ma passiamo alle risposte! *cambia discorso*

 

Dianatabo: il mela-Roy XD come dimenticarlo XD Chissà, magari in questo seguito gli tocca davvero conciarsi così, chi lo sa ^^ (o magari peggio…). Eh, sì, questa sarà un’altra favola, non assicuro che sia come la prima fic, Once upon a Time è la fic di cui vado più fiera. Ma vedremo, per ora so soltanto che ho incasinato le cose in un modo indecente XD Chissà che esce fuori. Tanto per la cronaca, penso che solo il prologo sarà dolce come il miele XD Grazie del supporto, a presto ^^

 

The_Dark_Side: non morire di commozione, ti prego ^^” aspetta di vedere che esce fuori da questa mia testolina bacata, poi mi dirai XD Eh, l’inciucio… Io non dico nulla (anche perché il finale è un foglio bianco ancora, non lo so nemmeno io XD). I figli del cavaliere sembrano la truppa? Ma noooo, cosa te lo fa pensare? XD Diciamo che Roy non ha molta fantasia, si è un tantino ispirato XD Grazie del commento, cara ^^ E ricordati di msn qualche volta XD

 

Vale-sensei: oh, ho sbagliato fandom, lo so, ma mi piace troppo come suona il tuo nome con il sensei dopo XD Eh, sì, alla fine ho pubblicato… Non sai che paura che ho! XD Comicità e allegria non guastano mai, vero ^^ E poi io adoro le commedie romantiche, mi sono divertita talmente tanto a scrivere OUAT che ho deciso di continuarla XD L’ultima frase si sa, è messa lì apposta, sarà un disastro, ho dato il peggio di me in questa fic XD Povero Roy (io può, e io sa XD). Valy, grazie come sempre dei complimenti! Ti saluto prima che mi sciolgo del tutto XD Un bacione!

 

Lely1441: sei la mia figlioletta primogenita, dai, posso accontentarti XD Cercherò di mettere la favola nella favola XD con un po’ di LingFan, che male non fa. E poi ti dirò, la cosa mi stuzzica, non ho mai scritto nulla su di loro, ma mi piacciono parecchio, più di Ed e Win, quindi forse un piccolo tributo posso concederglielo, no? ^^ (poi se non riesco a inserirlo nella storia cancellerò il commento e fuggirò lontano da te e dalla tua ira XD). Ce la metterò tutta, la mami te lo promette, a te e alla folla di lettori con gli occhi assetati di sangue che attendevano(?) il mio seguito XD Ti dirò, la parte in cui Roy sistema il cappotto a Riza ha fatto sciogliere anche me, ero ridotta più o meno come la faccina di msn che affoga nella sua bava XD Il bacio sulla guancia significava che qualcosa nel loro rapporto va meglio, tanto erano soli, altrimenti Riza col cavolo che glielo avrebbe dato XD Mi prendo tutto il tempo che voglio, ok XD Bacione.

 

Sisya: sì, avevo detto a settembre e a settembre è stato XD altrimenti poi chi la sentiva la tua gemy? XD Eh, visto che quadretto gelatinoso che sono Roy, Riza e la piccola Elycia? Imparo da te *O* 10 figli sono troppi, e anche 6 ^^” concordo, ma se uno è scemo, è scemo sempre XD (povero Roy). Sì, sarà un’immane catastrofe ^^” Ma almeno ci siamo gelatinizzate un po’ subito subito XD Chissà quando ricapiterà, ho dato il peggio di me. Ma lo sai che alla fine sistemerò tutto (spero), devo ascoltare la mia fede RoyAiosa XD Spero di fare un buon lavoro con questa fic, e spero che sia abbastanza RoyAiosa (questo sicuro XD). A presto, un bacione. E grazie per gli auguri XD

 

Rinalamisteriosa: ciao! ^^ oddio, ti sei andata a rileggere la prima fic! >///< non pensavo qualcuno avrebbe avuto il coraggio, grazie! ^^ sono contenta che ti piaccia anche questo primo capitolo, speriamo bene ^^ Anche se devo ammettere che Once Upon a Time è la fic di cui vado più fiera, forse, spero solo che il seguito sia decente XD Per me l’importante è aver trovato un’altra royai fan in te! Olé! Grazie mille dei complimenti! ^^ E prego, per il commento che ti ho lasciato XD Di solito le RoyAi le leggo tutte, a meno che non mi accorga del postaggio o me ne dimentichi proprio ^^” La tua era una fic molto carina. Ciao ^^

 

Infine, ringrazio chi ha avuto il coraggio di mettere nei preferiti la storia dopo solo un prologo, ho ritrovato anche vecchie conoscenze, e questo mi fa credere che qualcuno aspettava davvero la mia fic *occhioni lucidi*

Grazie davvero, spero di continuare così ^^

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Capitolo 3
*** Atto II ***


Note: rieccomi qui

Note: rieccomi qui. Questo è il capitolo in cui si scopre che tipo di recita è, che favola sarà stavolta? ^^ E’ la mia seconda preferita XD Ed è anche uno dei capitoli in cui per me Riza è OOC ^^” rimando alla fine le spiegazioni, saprete dirmi voi il vostro parere.

Ps. Mi rendo conto che in questi ultimi tempi sono poco assidua nel fandom, cercherò di rimediare appena possibile, compatibilmente con i miei impegni universitari e in altri fandom. Chi fosse interessato può controllare il mio account. Ma sì, sono senza ritegno e mi faccio pubblicità da sola. Anzi, facciamo una pubblicità generale:

RoyAi Forum!

Dove gelatinizzarsi è all’ordine del giorno! Visitaci anche tu e prova l’effetto gelatina, non potrai più farne a meno! Provare per credere.

 

 

 

 

 

A tto II – I nodi vengono al pettine

 

Tutto intorno era colorato e festoso, mentre il cuore di Roy era appena diventato un macigno. Vedeva solo grigio intorno a sé, era come se non potesse più essere felice. Mai più.

 

“Allora, Roy caro, che ci fai da queste parti?” chiese Julia, scendendo dal palco e dirigendosi verso di lui.

“…”

“Roy? Ti hanno mangiato la lingua? Non ti sarai dimenticato di me, spero.”

Sembrava tanto una minaccia, quell’ultima parola…

N-no, ma c-cosa dici? Non potrei mai, Julia…”

“E allora cos’è quella faccia?! Un po’ di vita, su!” e ridendo gli sbatté una mano sulla schiena, facendolo sbilanciare e quasi cadere a terra.

E Roy ricordò. Ricordò le angherie che aveva subito solo sei mesi prima, le prese in giro, le umiliazioni di un ruolo ridicolo in una recita ancor più assurda.

“Ehm, Julia” si intromise Riza, rimasta in disparte fino ad allora, “mi dispiace per questa interruzione, io…”

“Cosa? Ma no, ma no, Riza cara. Mi fa piacere vedere di nuovo il nostro Roy” sorrise in modo terrificante.

Roy rabbrividì. Quegli occhi diabolici non presagivano nulla di buono.

“Allora, che ci dici di nuovo, Roy caro?”

“Ecco, io” ritrovò la parola. In fondo lui era Roy Mustang! “Sono qui perché volevo… ecco…” si bloccò, guardando Riza. Non poteva certo dire che era lì dopo un pedinamento dovuto alla gelosia!

“E’ qui per me, mi ha seguito” concluse Riza per lui.

“Ah, ecco. Perché non rimani allora?” chiese Julia, sistemandosi la sciarpetta.

“NO” gridò Riza, facendo voltare tutti i presenti verso di lei. “Ecco, volevo dire che…” s’imbarazzò, sotto lo sguardo incuriosito degli altri, “il Colonnello ha altri impegni, non può certo perdere tempo con noi… vero?” cercò conferma da lui, che in risposta sorrise.

“Ma no, non sono così impegnato, dopotutto. Posso anche rimanere qui per un po’.” Disse, accomodandosi su una poltrona.

“Ma Colonnello!” sudò freddo Riza.

“Che fate di bello, stavolta? Di che recita si tratta?” Roy si rivolse direttamente alla regista, ignorando la sua subordinata.

“Oh, bene! Sei interessato anche tu al sacro fuoco della recitazione, vero? Ebbene, ti mostrerò la mia ultima creazione” esordì Julia, tutta felice.

“Ma Julia, non sarebbe un segreto?” provò Riza.

“Non con lui… potrebbe esserci utile” lo squadrò, provocandogli un brivido gelido lungo la colonna vertebrale. L’ultima volta che lo aveva guardato così si era ritrovato a fare il bell’addormentato di fronte ad una platea di mocciosi!

“Ho deciso di mettere in scena un’altra recita. Per l’inverno, intendo. Ci sarà un festival scolastico, qui all’asilo, così voglio partecipare anche io.

“Un’altra recita? Di che si tratta?” si incuriosì Roy. Tanto non lo riguardava…

“E’ la fiaba di Cenerentola.”

Riveduta e corretta, immagino” ghignò. Stavolta non sarebbe stato lui a fare la figura dell’idiota. Già pregustava la scena di qualcun altro che veniva maltrattato da tutti…

“No, come ti viene in mente un’idea simile?”

“Cosa?” Roy quasi cadde dalla poltrona, sorpreso.

“E’ la fiaba originale. Perché dovrei averla cambiata? I bambini si sarebbero trovati spaesati, non è divertente cambiare i personaggi, no? Ma in fondo cosa ne vuoi capire, tu, di arte…

Roy grugnì qualcosa di indefinito, incrociando le braccia sul petto. Eppure l’ultima volta Julia non ci aveva pensato due volte a stravolgere tutto! Dov’era finito il sacro fuoco dell’ispirazione?

 

“Allora vi riunite qui per la recita…” disse lui dopo un po’.

“Ma certo, caro, Riza non te lo ha detto?”

“No.”

“Ehm, se posso spiegare” s’intromise Riza, “il Colonnello mi ha detto di essere molto impegnato in questo periodo, così ho deciso di non disturbarlo per cose del genere. Il lavoro ha la precedenza e-”

“Uhm, sì, hai fatto bene, cara” annuì la regista.

“No, aspetta! Tu non mi hai mai detto che c’era questa recita!” iniziò Roy, leggermente sopra le righe.

“No, è vero, Colonnello, ma ho pensato che-

“Tu dovevi dirmelo e basta, soprattutto se l’invito era rivolto anche a me! Non ho bisogno di una balia, so prendere da solo le mie decisioni” le rinfacciò più duro di quanto volesse.

“Lo so benissimo” rispose timida, “ma era molto impegnato, e visto l’ultima volta-

“L’ultima volta cosa??

“Ha fatto così tante storie, non pensavo che fosse interessato di nuovo.” Sputò fuori lei. “Le chiedo scusa.”

 

Roy era infuriato, e molto. Non poteva credere che Riza non gli avesse detto una cosa del genere! Va bene essere impegnati con il lavoro, e lui sapeva quanto il suo Tenente tenesse a queste cose, e va bene che l’ultima volta non era stata proprio idilliaca. Ma si erano divertiti tanto, e si erano avvicinati ancora di più. Per lui era stato un momento importante, era legato a tutta la compagnia Smith, anche a quella pazza di Julia, proprio perché grazie a loro aveva potuto creare questo legame speciale con Riza.

Eppure lei non sembrava ricambiare. Gli aveva tenuto nascosto una cosa del genere. E gli faceva male.

Però vederla così, che chiedeva scusa, con le braccia intorno al corpo e gli occhi bassi, gli stringeva il cuore.

La rabbia passò in un secondo, esattamente come era arrivata.

 

“Non fa niente, Tenente. Non importa, davvero.”

“Davvero?”

“Davvero.”

“Benissimo!” s’intromise Julia, rovinando il momento, “allora iniziamo con le prova, forza. Riza cara, sul palco, dai.” Disse, spingendola con forza verso le scalette, mentre già qualcun altro stava provando. Dopodiché si sedette vicino a Roy, buttandogli la sciarpa in faccia mentre cercava di riportarla dietro la schiena.

“Azione!” urlò, e venne fatto il silenzio.

 

§

 

 

 

“Uffa, non ce la faccio più” chiarì Roy, allontanando da sé la pila di scartoffie e stendendosi sulla scrivania.

“Colonnello, ha controllato la circolare di questa mattina?”

“No…”

“E allora si sbrighi, va consegnata prima di pranzo.” Un’inflessibile Riza gli si avvicinò, mettendogli la penna in mano.

Roy si rimise al lavoro, pur se controvoglia. In ufficio era sempre la stessa, e per fortuna sembrava che la freddezza dei precedenti giorni si fosse sciolta. Però non poteva non pensare che lei non fosse la rigida persona che spaventava almeno i tre quarti del personale del Quartier Generale. Lei aveva un animo gentile, Roy lo aveva sempre saputo, e la conferma gli era arrivata la sera prima, vedendola recitare il ruolo di Cenerentola in uno spettacolo per bambini.

Cercò quindi di rientrare nel discorso recita. C’erano ancora alcune cose da discutere.

“Ehm, Tenente, non sei stanca dopo ieri sera?”

“No, perché?”

“Beh, perché Julia ti ha fatto provare un sacco di scene… e siamo tornati a casa tardi.”

“Non bisogna coinvolgere la vita privata con il lavoro.”

Che fosse un accenno a loro due?

Roy preferì ignorarlo.

“Julia è sempre la solita strana, eh? Il matrimonio non l’ha cambiata di una virgola…

“Signore, non dovrebbe parlare male delle altre persone.”

“Ma dai, era per ridere.”

“…”

“E stavolta la fiaba non è neanche rivisitata e corretta, sei stata fortunata.”

“Sì.”

“Ecco… penso che il ruolo di Cenerentola ti si addica bene…

“Perché? Nel lavoro sono oppressa da qualcuno?”

Di nuovo, non sarà stato un altro accenno a loro due, vero?

E poi cos’era tutta quella freddezza?

N-no, no, non mi pare. O almeno credo, ti senti oppressa da me?” azzardò a chiedere.

“Non ho mai detto questo.”

“…”

“…”

“E George è sempre il solito simpatico, abbiamo ritrovato la nostra amicizia. Abbiamo deciso di vederci, qualche volta, la sera…

“Julia ne sarà contenta.”

Quello era sarcasmo?

“Ehm, Riza… qualcosa non va?”

“No, signore, e la pregherei, finché siamo al lavoro, di rispettare i nostri ruoli.”

“Scusa. Senti, mi dispiace di averti seguito, ieri. Ma ero preoccupato.”

“Le ho già detto che non importa, non me la sono presa.”

Eppure sembrava tutto il contrario…

“Senti, volevi mantenere il segreto per sempre? Perché non mi hai detto niente della recita?!

“Allora è questo il problema? Che non le ho detto nulla?” si voltò di scatto, tralasciando la sistemazione dei documenti.

“Beh, anche. Ma non credo di essere io il problema.”

“Ah, e allora sarei io?” domandò scettica, mantenendo una finta calma.

“Sei tu che sei strana da una settimana!” si difese lui, alzando la voce.

“Magari si sta solo immaginando tutto” rispose lei, con noncuranza. 

“Ma se oggi non mi hai nemmeno guardato negli occhi!”

“Sarà che avevo altro da fare, non ci ha pensato?”

“Tu non volevi che io sapessi della recita!” s’impuntò lui.

“Non dica scemenze!” Gli rispose, un po’ sopra le righe.

“Non vuoi fare le cose con me, dimmelo chiaramente!”

 “Mi ha detto che era impegnato e non l’ho voluta disturbare, non mi sembra tanto difficile da capire!”

“Dovevi chiedermelo!”

“E tu dovresti smettere di comportarti come un bambino!” urlò.

“Vedo che non abbiamo altro da dirci!”

“Bene!”

“Bene!”

“Vado a pranzo!”

“Anche io!”

 

Dopodiché Riza uscì dalla porta, travolgendo i poveri quattro subordinati che avevano educatamente aspettato fuori. Roy rimase in ufficio, buttando i fogli per terra per la rabbia, e dando un calcio alla scrivania.

La situazione faceva proprio schifo…

 

 

§

 

 

Quella sera Riza era particolarmente di cattivo umore. Per cominciare era arrivata alle prove in teatro con cinque minuti di ritardo, ma neanche Julia aveva avuto il coraggio di dirle niente. Poi, il suo passo elegante era stranamente pesante, e aveva fulminato con lo sguardo un attore che si era seduto vicino a lei – facendolo correre via in preda ad una crisi isterica.

Era ancora arrabbiata, e sembrava non riuscire a concentrarsi su nessuna battuta.

Beh, in fondo non è che fosse proprio arrabbiata… Sapeva che la colpa della litigata con Roy era stata anche sua. O forse solamente sua. C’erano dei motivi per cui non lo aveva avvertito della recita, Julia – al telefono – le aveva espressamente chiesto di chiamare anche Roy, solo che lei aveva usato la scusa degli impegni del Colonnello. Ci aveva riflettuto, e per quanto sperasse che Roy non si potesse mai accorgere di questa recita, sapeva che alla fine la verità sarebbe venuta a galla, e che qualcosa avrebbe dovuto inventarsi per uscire dall’impiccio. Lei pensava sempre a tutto, non è che le fosse sfuggito questo particolare, è solo che aveva proprio evitato di pensarci. Tutto qui.

Sospirò.

Il problema era che adesso il guaio era fatto, e non aveva mai visto Roy così infuriato. Non con lei almeno.

Avrebbe dovuto parlarci, e forse spiegargli le cose. Ma lui avrebbe accettato le sue scuse? E lei avrebbe trovato la forza di chiederle? Poteva anche essere che Roy si fosse stancato di lei, in fondo lui poteva avere qualunque donna sull’intero pianeta, perché avrebbe dovuto perdere tempo proprio con una come lei? Non ne valeva la pena.

 

“Riza cara, qualcosa non va, stasera? Siamo a pagina 25, e tu sei ancora alla 24” provò Julia, con tono gentilissimo. Erano amiche, sì, ma meglio non rischiare…

“Oh. Scusate, non me ne ero accorta” si scusò lei, voltando velocemente pagina.

In fondo quella era la prova della lettura del copione, e ora doveva concentrarsi solo su questo.

Però, sei mesi prima, c’era anche Roy vicino a lei. Ricordava le storie che aveva fatto alla scoperta del suo ridicolo ruolo, e quanto si fossero divertiti, alla fine…

 

“Riza, tocca a te…” la svegliò Julia.

“Ah, sì. Dunque… Ho già pulito la cucina, ora mi rimangono solo le tende, ma non ha importanza, posso lavorare per sempre qui, posso stancarmi e stare male, ma i miei sogni rimarranno tali…

Non parlava di lei, vero?

“Vorrei essere libera, entrare in quel castello lontano, conoscere il principe, e invece…

“Bene, qui c’è l’entrata in scena della matrigna, forza!” ordinò Julia.

 

In quel preciso momento, la porta del teatro si spalancò di colpo, facendo voltare tutti i presenti. Apparve un Roy Mustang fulgido nella sua bellezza, sguardo fiero e passo sicuro, che si avvicinava agli attori riuniti.

 

“Colonnello?!” si alzò Riza, colpita.

“Oh, Roy caro, qual buon vento…”

 

Roy si fermò al centro del circolo, esattamente davanti a Julia.

 

“Io voglio una parte” annunciò.

 

“Cosa?” si sbalordì Riza.

Julia rimase seduta, con le braccia incrociate e un sorriso malizioso di chi la sa lunga addosso.

 

“Avete capito? Voglio partecipare a questa recita!”

 

 

To be continued

 

 

 

 

Note: dunque, ecco svelata la recita ^^ è puramente un caso che sia in Cenerentola che ne La bella addormentata, la protagonista sia bionda. Me ne sono accorta dopo, ma la cosa calza a pennello (l’ho presa come un segno del dio del royai XD). E stavolta niente ruoli invertiti, sono stata brava ^^

Riza è un po’ diversa da come siamo abituati a vederla, provo a spiegare le mie motivazioni. Questo è il seguito dell’altra fic, in cui c’era stato un forte avvicinamento tra i due (il bacio ne è testimone), tanto che il prologo era all’insegna del dolciastro. Io penso che Riza sia una persona molto rigida, e che si sia però abituata alla sua piccola routine con Roy (le sere da Elycia, le volte che lui la riaccompagna a casa, il bacio della buonanotte), la telefonata di Julia ha sconvolto il suo ordine, e lei non essendo molto abile nel gestire i rapporti con le altre persone si è sentita spaesata. Come si dice in questo capitolo, Riza ha paura che le cose potessero cambiare, neanche lei sa bene perché, ha preferito non pensarci. Solo che Roy è un essere umano, e ha reagito come era prevedibile, ovvero prendendosela con lei (per poche righe però, non ha retto più di tanto XD).

Ora, questa è la mia versione ed è opinabile, ma se deve esserci un avvicinamento, allora i loro caratteri devono modificarsi un pochino e mostrare lati diversi.

Poi credo che il punto fondamentale di questo capitolo sia la conclusione. Roy prima si infuria con lei, poi prova a fare pace in ufficio, e ciò che ne risulta è un’altra litigata, ma alla fine prende in mano la situazione da uomo deciso ed esperto qual è, e sceglie di sua volontà di partecipare alla recita. Dopo la scena dell’ufficio c’erano due possibilità, o questa o una rottura. Per una volta tanto ho deciso di far fare a Roy l’uomo della situazione, la persona seria. Quello che volevo intendere, era che Roy a lei ci tiene, e tanto, infatti non ci pensa un secondo a buttarsi a capofitto in una recita che 6 mesi prima ha odiato, pur di stare con lei e ricucire quel legame che ha tanto faticosamente conquistato. Diciamo che Roy sa bene quello che vuole, Riza un po’ di meno, e sarà lei a causare danni in futuro ^^

Ma chi non è mai stato insicuro e impacciato la prima volta che ha amato? ^^

 

Ps. Commentino?

 

 

Risposte ai commenti:

Rinalamisteriosa: ciao ^^ Ora hai scoperto che recita sarà stavolta XD Ti piace come fiaba? Anche la mia preferita è La bella addormentata, non a caso ho scelto quella l’altra volta ^^ In Once upon i ruoli erano invertiti, perché è Riza quella che mi sa più di “principe”, coraggiosa, forte e che protegge la sua “principessa” XD Diciamo che è lei che ha i pantaloni nella coppia XD (povero Roy, l’altra volta l’ho proprio distrutto…). Eh eh, il pedinamento… Riza mica è una sprovveduta! E dato che Roy è in ufficio o fuori dalle missioni (un Colonnello non sarà in prima linea come un cecchino, penso) non lo vedo esperto in cose del genere XD Ok, fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto! Grazie ^^

Vale: sensei, ma che domande fai??? A questo punto penso che tu non mi ascolti quando parlo! (o in questo caso, non vedi quando scrivo). Ti avevo detto mesi fa quale era la recita!!! Dicendoti anche che tanto questo progetto non sarebbe mai andato in porto, quindi potevo rivelarti la sorpresa XD *scuote la testa rassegnata* l’ing ti fa lavorare troppo (no, non è una battuta XD). Comunque, Roy non è stupido XD è solo geloso. E imbranato. E tante altre cose XD E anche tu rispondi al telefono come Riza, lo so ^^ Peccato che l’ing non sia Roy XD Anzi… O_o Eh, sì, c’è bisogno di sano RoyAi e di altro non proponibile in questa sede XD E non posso abbandonare il primo per il secondo, lo so. Mi rimbocco le maniche, ma ce la farò. Insomma, sto sorvolando sui complimenti, ormai sono diventata viola dall’imbarazzo XD Ciau.

The Dark Side: eh… Roy è un Colonnello, non starà in prima linea, per questo facciamo finta che sia giustificato a non saper pedinare Riza XD A parte il fatto che secondo me lei ha gli occhi pure sulla nuca XD Roy è solo tanto geloso, e ho visto fare molto di peggio, te l’assicuro XD E ovviamente Riza non aveva l’amante ^^ Non è cosa nemmeno concepibile, sarebbe un’eresia se scrivessi una cosa del genere. O forse… No, lasciamo stare ^^ La regista piace tanto anche a me XD Anche per lei ho deciso di proseguire con questo seguito, mi diverto troppo a farle maltrattare Roy. E sono contenta che non ti sei dimenticata del tutto la prima fic, anche se è passato un anno (^^”). Grazie mille del commento e per esserci sempre ^^

Lely: ora hai scoperto di che recita si tratta ^^ Un altro classico. Julia la adoro, a parte il fatto che l’ho creata io, come maltratta lei Roy non lo maltratta nessuno XD Spero di darle lo spessore voluto, anche se rimane sempre un personaggio di sfondo. Eh, già, ci sono tanti pesci nel mare, Roy deve darsi una svegliata, chissà… ^__^ *si cuce la bocca perché vorrebbe spiattellare tutto XD* Sono contenta che alcuni punti ti abbiano divertito XD In fondo è una commedia. E con questo nuovo capitolo entriamo un po’ nel vivo, qualcosa tra di loro si è rotto, ma sono sicura che alla fine si sistemerà (non lo so ancora, non ho idea del finale ^^” questo magari potevo evitare di dirlo XD). Bon, ti lascio, un bacione!

Sisya: tra i nostri due piccioncini preferiti non è andata proprio in modo idilliaco in questo nuovo capitolo ^^” sono stata cattivella. Cercherò di rimediare *nasconde il fatto che i prossimi capitoli saranno anche peggio XD* Ah-ehm. Prima o poi rimedierò, ecco XD Insomma, Roy è geloso marcio, e non è tipo da fare una scenata, quindi c’è il pedinamento XD Nei suoi calcoli non doveva farsi scoprire però ^^” Ma ti dirò, se capitasse a me che la persona a cui voglio bene mi nasconde chiaramente qualcosa, sarei capace di fare anche peggio XD E poi c’è Julia… che combinerà? XD Un bacione anche a te cara ^^

dianatabo: mi spiace di non averti scritto qualcosa a parte, purtroppo l’ispirazione non c’è da tempo (e non so come finirà XD), ma ci tenevo a dedicarti qualcosa, e un capitolo è l’unica cosa che mi è concessa XD Roy geloso ci piace sempre ^^ E poi noi due amiamo distruggerlo nelle nostre commedie XD Ora hai scoperto la nuova recita, che te ne pare? XD Niente mela-Roy, mi spiace L Ti assicuro che ci ho pensato davvero, ma poi ho ricordato il mio astio per Biancaneve, e non ce l’ho fatta XD Chissà se anche stavolta ci parte un disegnino ^^ Grazie a te del commento ^^

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Capitolo 4
*** Atto III ***


La miccia era stata accesa

 

 

A tto III –  Piccole svolte e grandi complicazioni

 

 

La miccia era stata accesa.

Ma aveva davvero fatto una cosa così? Si era spontaneamente messo in una situazione del genere?

Era rimasto sveglio tutta la notte a riflettere su cosa avesse combinato con le sue stesse mani, e l’unico risultato erano un bel paio di occhiaie sul suo viso.

E ora doveva anche lavorare, prima che rimediasse anche qualche sgridata dal suo Tenente, o qualche insulto dai piani alti.

Oltre al danno anche la beffa.

 

“Colonnello, sta squillando il telefono, non risponde?” domandò Riza, più fredda del solito, seduta alla sua scrivania.

Roy alzò la cornetta di malavoglia, ascoltando l’interlocutore. Questo era un altro degli effetti che aveva conquistato, con la sua geniale trovata: non solo Riza era fredda con lui nel privato, ma anche in ufficio, tanto che neanche rispondeva più alle chiamate del telefono…

 

E pensare che aveva fatto tutto per lei. Dopo la litigata dell’ora di pranzo, il giorno prima, Roy aveva capito che, nonostante fosse veramente infuriato, doveva fare qualcosa. E doveva agire subito. Non voleva perderla, soprattutto non ora che avevano instaurato questo rapporto più intimo. Pensava che se fosse riuscito ad entrare nella recita, avrebbe avuto più tempo da passare con lei, non l’avrebbe vista allontanarsi ancora, e forse sarebbero potuti tornare come prima, alle passeggiate per tornare a casa, agli sguardi dolci, al suo bacio della buonanotte…

Peccato che lei non l’avesse presa esattamente bene!

 

Dopo la sua entrata da far west, e la sua battuta da primadonna, nella saletta del teatro era calato un lungo silenzio, scandito solo dai cuori accelerati di tutti i componenti della compagnia, che sapevano quanto il Colonnello odiasse quel posto. George si era avvicinato alla moglie Julia, tutto preoccupato, Riza era impallidita, e rischiava un collasso. La regista era l’unica calma, e per risolvere la situazione gli aveva detto di tornare la sera dopo, “perché qualcosa troveremo, vedrai, Roy caro…”.

Solo che Riza forse si era offesa, perché non lo aveva ancora guardato negli occhi. Forse voleva davvero qualcosa tutta per sé, senza che lui ci entrasse, e così facendo Roy aveva violato i suoi spazi.

Sospirò.

E pensare che lo aveva fatto per lei…

 

Riattaccò la cornetta, mettendo fine alla telefonata.

 

“Chi era, capo?” chiese Havoc, scostandosi dal lavoro.

“Nessuno… una telefonata privata.”

“Una telefonata privata? Qualche bella ragazza, eh?” s’interessò Breda.

M-ma n-no, c-come vi viene in mente?” balbettò Roy, spaventato a morte dal fatto che nella stanza fosse presente anche Riza, che tuttavia non sembrava interessata.

“Quando ha quell’espressione significa un altro appuntamento” precisò Falman.

“Vi ho detto di no, io…” eppure Roy rimase colpito dalla noncuranza di Riza, tanto che decise di divertirsi. “Ebbene sì, avete ragione. Era una donna. E una donna molto bella” si vantò.

“Cosa?” domandarono i quattro subordinati, all’unisono.

“Eh, sì… beh, ma quando si ha fascino… è naturale che le donne siano attratte da me, non pensate?” si lodò ancora, passandosi una mano sotto al mento.

“E quindi anche questa nuova ragazza si è innamorata di lei?” s’incuriosì Fury.

“Beh, giudicate voi: ho un appuntamento!”

Quattro paia di occhi sgranati si chiesero come avesse fatto il loro superiore a conquistare un donna rispondendo a monosillabi al telefono. Da quel poco che sapevano bisognava lavorare molto per uscire con una ragazza!

“Non vedo l’ora… è sempre così gentile, e dolce, e bella, e disponibile

A Riza si ruppe casualmente la punta della matita.

“E noi che pensavamo che lei stesse con il T-” Havoc fu prontamente bloccato da Breda, che gli conficcò il gomito nel costato.

“Che cosa?” chiese Roy incuriosito.

“Niente!” si difese Breda, alzando la voce di un’ottava, mentre gli altri tre annuivano.

Era ancora troppo profonda la ferita inferta sei mesi prima, quando avevano trovato i loro superiori chiusi in ufficio a… ehm, cioè, loro avevano sentito i loro superiori dirsi qualcosa, solo che quelle frasi così dirette e semplici non avevano certo altra spiegazione. C’erano ancora alcuni punti della faccenda che non erano chiari, ma non si erano posti il problema. Tanto più che il Colonnello e il Tenente avevano preso l’abitudine di tornare a casa insieme, la sera, e a lavoro erano molto più uniti. Tutto quadrava, no?

 

“Poi ci racconti come è andata, se capisce cosa intendo…” maliziò Havoc.

“Ora basta! Tornate al lavoro! Questo non è un centro ricreativo, forza!” li riprese Riza.

“Ma Tenente, era solo una paus-

“Niente scuse!”

“Ma noi stavamo sol-”

“AL LAVORO!”

 

Dopodichè nessuno fiatò, si sentì solo un velocissimo scribacchiare di penne sui fogli.

Riza era davvero spaventosa quando urlava, anche perché non lo faceva mai. E questo non fece che confermare a Roy che il suo piano era andato a buon fine: era ancora interessata a lui.

 

§

 

Riza era particolarmente nervosa quella sera. Erano arrivati al teatro con ben dieci minuti di anticipo, sotto richiesta di Roy, e dopo essere entrati lui si era messo a salutare tutti  i componenti della compagnia molto allegramente, e quando Julia li aveva richiamati per iniziare la lettura del copione era stato il primo a mettersi seduto nel circolo di sedie.

“Allora” presenziò Julia, “stasera siamo qui per-

“Decidere la mia parte!” finì per lei Roy, sorridente.

Julia alzò un sopracciglio. Odiava essere interrotta…

“Anche…”

“Non credo ci siano problemi, io sarò il principe, no?” disse lui tutto convinto.

“No.”

“No?”

“No…”

“No?!”

“NO!”

“E perché no?!

“Semplice, perché il principe lo abbiamo già” sentenziò Julia.

M-ma c-chi sarebbe? I-io p-pensavo di…” non poteva crederci, era straconvinto di quella parte, per qualche strana ragione pensava gli spettasse di diritto!

 “Quel ruolo è già stato preso, e non ci sono ripensamenti!”

M-ma Julia! Io ho più esperienza! L’ho già fatto una volta e-”

“Non ci vuole un grande talento per interpretare un principe addormentato…

“Non la pensavi così! Che fine ha fatto il talento innato che hai visto in me?!

“Era solo un modo per convincerti, non ci avrai creduto sul serio…

Roy impallidì. Doveva trovare una scappatoia.

“E va bene. Se quel ruolo è già stato preso allora ne avrò un altro!

“Se proprio insisti…”

“Certo! Voglio far parte del progetto!” si lagnò.

“Va bene, va bene…”

“Uhm, che ne dici del re?”

“Già preso.”

“Di un potente mago al posto della fatina?”

“Abbiamo già i costumi della fatina.”

“Il fratello di Cenerentola?”

“Ma la conosci la storia?!

“E allora cosa è rimasto??

“Se proprio ci tieni puoi fare la zucca.”

“…”

“…”

“La zucca?”

“Esatto.”

“Ma che ruolo sarebbe? E come può una persona fare il ruolo di un oggetto?

“Vuoi scoprirlo?”

“…”

“…”

“No…”

“Bene.”

“Ma allora che posso fare?” disse sconfortato, guardando Riza di sottecchi. Voleva passare questa esperienza con lei, non era disposto a perderla alla prima difficoltà. Avrebbe fatto qualunque cosa…

“Se proprio vuoi un ruolo c’è…”

“Cosa?”

“Sì, ancora non abbiamo trovato l’interprete.”

“Ehm, Julia…” s’intromise George.

“Allora, che fai?” chiese lei a Roy, ignorando il marito.

“Accetto! Che domande!”

“Davvero?”

“Ma certo!”

“Benissimo!” strillò lei, applaudendosi da sola per la geniale trovata.

“Allora, che devo-”

“Dategli un copione, forza!” ordinò lei ai suoi assistenti, e in meno di un secondo Roy aveva tra le mani la sua salvezza.

“Da pagina 7. Inizia a leggere, Roy caro” impartì la regista.

“Ma da dove?”

“Ma che sciocchino che sei” ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca. “Ma da dove c’è scritto il tuo ruolo, no? C’è scritto Matrigna.

 

§

 

 

“Non posso crederci…”

“Colonnello, sapeva che non avrebbe portato a nulla di buono.”

“Sì, ma non pensavo arrivasse a tanto! E per la seconda volta!”

“Lo sa come è fatta… abbia pazienza.”

“Mi odia, ne sono sicuro…”

 

Era buio, ed erano appena usciti dalle prove, così Roy ne aveva approfittato per accompagnare a casa Riza.

 

“Le conviene girare qui, così può tornare a casa sua, signore.”

“Sì, ma il tuo appartamento continua per questa via.”

“Non c’è bisogno che mi accompagni fino a casa, so difendermi da sola.”

“Lo so benissimo.”

“E allora vada.”

“No, voglio accompagnarti.”

“Le ho detto che-”

“Se ti dà fastidio devi solo dirmelo.”

Riza rimase interdetta. Sembrava così sicuro di sé…

“Non è questo… E va bene, ma domani non si lamenti se è stanco, d’accordo?”

“D’accordo!” sorrise lui, soddisfatto.

Continuarono a camminare così, vicini, finché tutta la tensione tra loro non si sciolse via. Lei sorrideva, Roy lo aveva notato. Sembravano tornati ai vecchi tempi, e sentì una morsa allo stomaco quando varcarono la soglia del palazzo di Riza.

 

“Io sarei arrivata…”

“Sì…”

“Senta, Colonnello, per tutto quello che sta succedendo, io-”

“La telefonata di oggi.” Roy si sbatté una mano sulla fronte.

“Eh?”

“Me ne sono dimenticato…” 

“Ah, il suo appuntamento” rispose inacidita.

“Eh? Ma di che- Ah…”

“Beh, forse se corre fa ancora in tempo a raggiungere la sua ragazza, signore.”

“Uhm, forse sì…” pensò.

“Io vado!” precisò a denti stretti, aprendo con forza la porta di casa.

“Aspetta! Il mio appuntamento non era per oggi!”

“Questo non cambia le cose!” s’impuntò.

“Ehi, non mi sembra il caso di ricominciare a litigare…” Roy cercò di calmarla.

“Infatti. Si vede che a lei non importa niente!” mantenne la voce allo stesso livello, ma ne trasudava veleno.

“Non mi importa niente di cosa?” fece il finto tonto.

“Beh… di quello che è successo… di noi…” arrossì, riducendo la voce ad un sussurro.

“C’è un noi?” s’interessò lui.

 “Non nel senso che crede lei…”

“Guarda che sei stata tu ad iniziare tutto.”

“Cosa? E sentiamo, che avrei fatto?” chiese imbronciata.

“Non mi hai chiesto di partecipare alla recita.” Rispose semplicemente.

“Ancora con questa storia?”

“E sei gelosa dei miei appuntamenti.” Concluse.

“Cos- Io non sono affatto gelosa!” urlò a tutto il palazzo.

“E non ne avresti nemmeno motivo.”

“Non sono gelos-

“Era Glacier. Al telefono. Ha chiesto se fra un paio di giorni potevamo andare da lei, per Elycia

“…”

“Se ti va possiamo andarci insieme, ma non devi sentirti obbligata.”

“Ma no… ci vengo volentieri…” arrossì.

“Allora ci conto.” Chiese speranzoso.

“Sì…” abbassò lo sguardo. “E mi scusi se-” Roy la zittì passandole un dito sulle labbra.

“Non devi scusarti di niente. Non avrei dovuto entrare nella tua privacy.”

“Ma no…” Riza abbassò lo sguardo di nuovo, arrossendo leggermente.

“Mi dispiace di averti dato fastidio, dovevo rispettare i tuoi spazi.”

“Colonnello, credo che sia già stato punito abbastanza, non crede?”

“Direi di sì” si lamentò, regalandole un sorriso.

“E’ uno Scambio Equivalente, no?” propose Riza.

“Uhm, a me sembra che la mia parte non sia tanto equa… Dovrò vestirmi da donna!”

“E di che si lamenta? Non indosserà neanche una minigonna…”

“Riza, non dirlo neanche per scherzo!” rabbrividì lui. “E non proporlo a Julia, o quella matta ci pensa sul serio…

“No, lo giuro” rise lei.

Roy sorrise nel vederla così rilassata. Forse non era ancora tutto perduto.

“A domani, Riza.”

“Sì, a domani…”

Roy le riportò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e con la scusa si soffermò più del dovuto ad accarezzarle la guancia.

“A domani…”

Lei gli regalò un ultimo sorriso, prima di richiudere la porta di casa dietro di sé.

 

Roy rimase fermo per un istante, prima di correre giù per le scale e fuori, in strada.

Aveva ancora una piccola speranza, e non l’avrebbe buttata via, Riza era troppo importante per lui. In fondo non importava il motivo per cui lei non lo aveva avvertito della recita, ormai era acqua passata. L’importante era che adesso anche lui fosse dentro al progetto, con un ruolo assurdo, sì, ma sarebbe stato con lei tutto il tempo. E avrebbero avuto modo di risolvere i loro problemi una volta per sempre.

Riza lo ricambiava, ne era certo. Magari era solo un po’ timida….

Ci avrebbe pensato lui, senza dubbio!

Anche perché pur sforzandosi non riusciva proprio a vedere nubi all’orizzonte…

 

 

§

 

 

“Uffa…”

“Colonnello, per favore, almeno qui cerchi di essere di buonumore.”

“Ma Riza, io sono stanco! Ho dovuto lavorare tutto il giorno!”

“Come sempre, signore.”

“Uffa…”

“Ha preso un impegno e adesso deve mantenerlo.”

“Lo so, lo so, entriamo, dai.”

Varcarono la soglia del teatro, come ogni sera, per le prove quotidiane della recita.

“Oh, Riza cara, Roy caro, siete arrivati!” li salutò una più del solito festosa Julia, arrotolata come sempre nella sua sciarpetta.

“Buonasera, Julia!” esordì Riza.

Mh.” Salutò Roy.

“Che ha stasera il nostro bel tenebroso?” domandò la regista scherzosa.

“Niente” rispose per lui Riza, “è che piove da tutto il giorno…

“Ieri c’era il sole!” s’intromise Roy, come se la sua frase fosse una spiegazione logica.

“Lasciamolo stare, va’. Vieni, cara” riprese Julia, conducendo Riza attraverso il solito labirinto di sedie.

Roy le seguì, mentre un George compassionevole gli dava una pacca sulla spalla.

 

“Oh, mia carissima Riza, sono due giorni che non ti vedo e per me è come se fosse sparito il sole!” gridò una voce maschile, dal palco.

 

Roy si riprese subito dal suo stato di pseudodepressione.

Quel tipo, chiunque fosse, non si riferiva alla sua Riza, vero?

 

“Hai rubato la mia luce, la mia vita, la mia ispirazione, oh mia adorabile Musa.” Continuò il tipo.

 

Roy doveva accertarsi della questione. Alzò lo sguardo verso il palco, e ciò che vide non gli piacque affatto.

C’era un uomo lassù, inginocchiato e rivolto verso la sua Riza, ancora in platea.

 

“Mia adorata, ti ho portato un piccolo pensiero, indegno della mia stima e della tua bellezza.” Continuò imperterrito, urlando tutto ciò che dicesse, pur se con voce impostata – da bravo attore.

Scese di corsa dal palco, raccogliendo qualcosa da una poltrona là vicino e arrivando davanti a Riza.

“Questo è il mio omaggio, mia Musa.” E detto ciò, le porse un meraviglioso mazzo di rose rosse.

Roy sentì qualcosa che gli stringeva il cuore. Qualcosa che gli aveva fatto venire un tic ad un occhio, che gli faceva mordere il labbro e che a momenti gli faceva fumare le orecchie.

 

Riza intanto era perfettamente a suo agio. Aveva accettato le rose, aveva sorriso quando lui le aveva baciato la mano – con tanto di labbra spiaccicate sopra -, e adesso stava addirittura ridendo di qualche sicuramente ridicola battuta con quell’attore da strapazzo.

 

Il qualcosa dentro di sé gli aveva appena detto che doveva uccidere quel tipo.

 

“Roy caro, qualcosa non va?” domandò Julia, fintamente ingenua.

“Chi è quello?” sibilò lui, incollando gli occhi alla scena di fronte a sé.

“Si chiama Richard” spiegò lei, con una punta di malizia della voce.

“E quando… e quando…?”

“Quando si sono conosciuti? Più o meno da quando Riza ha intrapreso questo nuovo lavoro nella compagnia. La settimana scorsa, quindi.” Disse lei con tono serio.

“E chi diavolo sarebbe quello?” s’infuriò.

“Ma come chi sarebbe?” domandò retorica, ritrovando il suo buonumore quotidiano, nonostante lo sprazzo di serietà che aveva dato al discorso precedente.

“Dimmi chi-”

 

“E’ il nostro principe!”

 

E Roy Mustang capì.

Quella non sarebbe stata una semplice recita. Quella era appena diventata una sfida.

 

 

 

To Be Continued

 

 

Note: in questo capitolo ci sono due avvenimenti importanti. Uno è il secondo rischio di OOC di Riza, quando parla con Roy fuori il suo appartamento XD E l’altro è l’ulteriore complicazione della storia, ovvero il principe. L’ho detto all’inizio, ho dato il peggio di me ^^

 

 

 

Risposte ai commenti:

Rinalamisteriosa: e Cenerentola prosegue XD sono contenta che hai trovato il cap chiaro, è una cosa a cui faccio sempre molta attenzione ^^ Mi spiace se ti sei beccata l’influenza, io quest’anno ne sono terrorizzata, dicono duri tanto ç____ç Grazie del commento.

 

Vale: se ti piacciono i miei dialoghi allora questo capitolo lo hai amato, sono solo dialoghi ^^” Quando l’ho riletto ero più o meno così: O_o con l’idea fissa di “ma che ho scritto?” XD è tutto un dialogo. Sensei, sono contenta che la fic ti piaccia e i comportamenti siano plausibili ^^ Grazie di tutto (_ _)

Tiziano mi perseguita, bastaaaaa XDDD

 

Lely: chi è Ludwig Kakumei? Vabbe’, potevo ricordarmi prima di fare le domande XD Passando alla storia, è proprio una favola originale, eh? ^^ Nessun ruolo assurdo, eh? ^^ Ma in fondo che ti aspettavi da me? XD Il “tu” di Riza non è passato inosservato? ^____^ era proprio quello l’intento XD Sono contenta che il “litigio” non ti sia sembrato forzato, è sempre difficile quando Riza deve mostrare una qualche emozione XD Ma qui ho la scusa del finale della prima fic che posso usare come voglio XD Grazie del commento.

 

Sisya: la sciarpa che colpisce Roy è uno di quei particolari che ogni tanto inserisco, ma nessuno come questo era mai riuscito a farmi ridere tanto da sola XD Cmq sì, Riza è confusa, ma Roy non si darà per vinto ^^ Lui sì che è un uomo (e ogni tanto lo dimostra pure XD). Visto che ri-comparsa nel finale?? Che entrata in scena… e che casino che ha combinato XD Cenerentola ti ha fatto piangere ç____ç spero che questa fic abbia un effetto più piacevole XD farò del mio meglio ^^ E mi spiace se stai male, se vuoi sfogarti con me fai pure, mi raccomando! Non voglio essere una mami solo di nome, ma anche di fatto ^^ Un bacione, e grazie.

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Capitolo 5
*** Atto IV ***


A tto IV – Piano A e ulteriori problemi

 

 

A tto IV –  Piano A e ulteriori problemi

 

“Tenente, dove sono finiti i moduli da compilare per il Generale Hakuro?”

“Nel terzo cassetto, signore.”

“Puoi per favore sistemare questi? Sono i documenti arrivati questa mattina, appena firmati.

S-sì, certo, li lasci puri a me.”

“Ho sistemato le schede dei nuovi Alchimisti di Stato lì sulla tua scrivania, sono ordinate in ordine alfabetico.”

“Ah, bene, le porto subito in Segreteria…”

“E… Hawkeye? Ci sono solo questi di documenti da controllare? Sono già finiti?”

Riza a questo punto sentì un malore coglierla.

Ok, decisamente da quella mattina il suo Colonnello era parecchio strano. E a dir la verità lo era sempre stato, ma non così strano.

Aveva lavorato instancabilmente tutto il giorno, sistemando le scartoffie accumulate da settimane. Era appena diventato una macchina da lavoro…

Non c’erano molte spiegazioni.

O era impazzito del tutto. O quello di fronte a sé era un Homunculus.

E Riza non sapeva proprio cosa fosse peggio…

“Ah, Riza, stasera andiamo insieme a teatro, vero?” le sorrise, alzando lo sguardo dai fogli davanti a sé.

S-sì, come vuole, signore.”

“Bene. Stanotte ho imparato tutte le battute a memoria, non vedo l’ora di provarle.

“Cosa? La notte dovrebbe dormire! E poi non era necessario, alla recita mancano ancora-

“Due settimane. E non voglio essere impreparato come l’ultima volta.

“Va bene, ma…”

“E poi” ricominciò lui, sparendo sotto la scrivania, “ho pensato di fare dei piccoli pensierini a tutti gli attori. Ecco qui” e tutto trionfante le mostrò delle cartelline di plastica, per proteggere il copione.

“Ah… è stata un’idea carina, ma non ce n’era bisogno…

“Perché no? Voglio mettere anima e corpo in questa impresa!” chiarì, e Riza poté giurare di aver visto le fiamme brillare nei suoi occhi. Che fosse anche lui vittima della sacra ispirazione?

“Ma certo… ma è sicuro di stare bene?”

“Mai stato meglio, perché?”

“Niente…”

“Ah, puoi portare anche questo, dal Generale?” chiese, porgendole un foglio.

Riza era contenta che finalmente il suo superiore avesse deciso di prendere il lavoro seriamente, ma a volte non riusciva neanche a stargli dietro! Lui aveva troppa foga.

“A dopo, Tenente” sorrise lui.

“A dopo” rispose lei, sorridendogli sinceramente prima di richiudersi la porta alle spalle.

 

Non aveva idea di che cosa passasse nella testa di Roy, ma le piaceva che lui fosse così tanto impegnato.

Perché potevano essere solo loro due, e lavorare a qualcosa insieme. Che si trattasse di documenti di lavoro o di una recita scolastica.

 

 

§

 

 

“Buonasera Julia” salutò Riza, appena entrata in teatro.

“Buonasera, miei cari.”

“Per il ritardo abbiamo un motivo: avevamo una riunione.” Disse Roy.

“Lo so, Riza mi ha telefonato prima…”

“Ah, non lo sapev-

“Ok, basta con i convenevoli, sul palco, tutti e due.” Ordinò.

I due vennero come al solito spinti sul palcoscenico. Ma Roy era fiducioso, il suo diabolico piano era praticamente perfetto. Aveva passato l’intera notte ad imparare il copione a memoria, avrebbe fatto una figura strepitosa di fronte a tutti quanti, nella Compagnia. E poi c’erano le cartelline di plastica, chiaro segno che a lui interessava la recita. Aveva buttato giù dal letto il venditore, la mattina, perché non poteva permettersi di fare tardi in ufficio. E infatti qui iniziava la seconda parte del piano. Doveva convincere Riza che lui era un uomo diverso, un uomo migliore. Per questo aveva lavorato come un mulo per tutto il giorno, invocando dentro di sé il Principio dello Scambio Equivalente. E poi c’era la chicca finale. Nascosta sotto la sua giacca, a contatto con il suo cuore, c’era una piccola margherita, un fiore semplice e bello come la sua Riza. L’avrebbe regalata a lei, dopo le prove, durante il tragitto verso casa.

Lei lo avrebbe perdonato, gli avrebbe sorriso, e tutto sarebbe tornato come prima, e forse anche meglio.

Era tutto perfetto. Non poteva andare male.

 

“Allora, la vostra scena è la numero sei, leggete.” Impartì Julia, seduta in platea.

“Io non ho bisogno di leggere, ho già imparato tutto a memoria!” si vantò Roy.

“Buon per te, l’ultima volta è stato un disastro…”

“Ora sono cambiato!” si ostinò.

“Va bene, va bene, su.”

Ah-ehm” si schiarì la voce, e si passò una mano tra i capelli, con fare seducente. “Cenerentola, hai pulito la cucina?”

“Certo, signora. E’ tutto lucido e splendente.” Rispose Riza, dando un’occhiata al copione.

“Ma io ti avevo detto di sistemare anche la sala, e invece ancora non è pronta!”

“Ma altrimenti neanche la cucina sarebbe stata pronta, signora.”

“Tu devi fare ciò che ti ordino, è chiaro?”

“Certo…”

“E adesso vai di sopra, pulisci il camino, lava le tende, lucida l’argenteria, sistema i piatti del servizio nuovo e prepara la sala da pranzo per la cena di questa sera. E voglio che sia tutto perfetto, è chiaro?

“Sì, signora.”

 

Ma che razza di dialogo era? Solo adesso ci faceva caso… Stranamente gli ricordava qualcosa, era una sensazione strana. Era su un palco, davanti ad altra gente, ad ordinare a Riza di fare un po’ troppe cose. La situazione aveva qualcosa di familiare, qualcosa di terribilmente familiare! Era quello che faceva ogni giorno in ufficio!

 

“E già che ci sei…” continuò lui, sentendo un groppo in gola.

“Sì?”

Cos’era quello sguardo? Riza era affranta, e debole, e fragile. Possibile che si sentisse davvero così quando lui le ordinava qualcosa? Era così terribile e despota?

 

“Roy caro, non ti addormentare, vai avanti con la frase” lo richiamò Julia.

 

“Eh? Ah. E già che ci sei occupati di preparare anche i vestiti delle tue sorellastre, almeno loro… almeno loro mi fanno fare bella figura in pubblico. E ricorda… stasera non voglio vederti in giro, abbiamo ospiti, tu devi stare nascosta, basto io a risplendere nella luce della popolarità.

Oh caspita, Julia aveva scritto quel copione apposta, se lo sentiva. Era tutto un piano calcolato e lui ci era cascato con tutte le scarpe. E per la seconda volta.

“Agli ordini, signora.”

“E per me prepara il vestito rosso, quello con i ricami di pizzo.”

 

“STOP!”

 

Roy e Riza si voltarono verso la regista, che si era addirittura alzata in piedi.

 

“Non ci siamo proprio, no no.”

“Che succede?” provò a chiedere Roy.

“Riza cara, la tua interpretazione è perfetta, sei afflitta, stanca di vivere in questo modo, ti viene proprio naturale.”

Riza arrossì un pochino.

“Ma Roy” ricominciò lei, con tono serio, “non ci siamo proprio…

“No?!”

“No.”

“E perché?”

“Perché hai sbagliato una battuta.”

“COSA? Non è possibile!”

“Invece sì. Il vestito della matrigna non è rosso, ma verde. Un errore del genere…” lo sgridò con fare saccente.

“Che cosa? Non ci credo!” Roy strappò letteralmente il copione dalle mani di Riza. Cercò tra i pezzi di pagine strappati il punto della sua battuta e… era verde davvero.

“Allora?” chiese Julia, godendo del silenzio di Roy.

“Ehm, ma è stato un piccolo errore, capita anche ai migliori…” si scusò lui.

“A Richard non è successo. Ha provato la sua scena prima che voi arrivaste, ed è stato praticamente perfetto.

Roy sentì che il cuore aveva appena deciso di abbandonarlo.

“Richard è qui?” domandò Riza.

 

Fa’ che non ci sia, fa’ che non ci sia, era la preghiera di Roy.

 

“Riza! Mi adorata Musa!” Richard spuntò da una porta nascosta, con addosso mezzo vestito da principe, e un metro da sarto. “Stavo provando il mio costume di scena, ma non potevo aspettare oltre per rivedere il tuo splendido sorriso.”

“Ciao Richard, è un piacere anche per me rivederti” salutò cortese lei.

“Mia dolce Riza” continuò lui, salendo sul palco e baciandole la mano, inginocchiato ai suoi piedi.

 

Roy provava un fastidioso fastidio nel sentire quel damerino da quattro soldi pronunciare con tanta nonchalance il nome della sua Riza. E toccarla, con tanta nonchalance. E dirle tutte quelle cose sdolcinate.

Forse avrebbe davvero dovuto ucciderlo.

Ma non davanti a Riza.

 

“Ehi, tu. Non ci siamo presentati, mi sembra. Io mi chiamo Roy Mustang, e sono il Colonnello Roy Mustang, il famoso Alchimista di Fuoco” si presentò lui, cercando di catturare l’attenzione del tipo.

“E chi è? Io non l’ho mai sentito” rispose tranquillamente Richard, prima di rivolgere la sua attenzione di nuovo a Riza, che ridacchiava sotto i baffi. 

“SONO IO!” gridò Roy, fuori di sé dalla collera.

“Sì, l’ho capito, non hai un bel senso dell’umorismo…” alzò un sopracciglio l’altro. “Comunque io mi chiamo Richard Williams.”

“Il famoso Richard Williams, è l’attore numero uno di Central, e forse di tutta Amestris” spiegò Riza.

“Io non l’ho mai sentito…”

“Si vede che non sei un appassionato di arte. Ma in fondo, è solo per pochi eletti…” disse Richard, squadrando Roy dall’alto in basso, come se fosse spazzatura.

Roy inconsciamente andò ad avvicinare il pollice e l’indice, in un istinto omicida.

“Comunque, mia cara Riza, dove eravamo rimasti?” continuò lui, ignorando la presenza di Roy.

“Richard, lui è il mio superiore, lavoriamo insieme” provò Riza, cercando di far fare amicizia ai due, e notando la rabbia di Roy.

“Ah, ho capito, adesso…” sorrise un sorriso che a Roy non piacque affatto. “Non deve esserti difficile il ruolo di matrigna, allora, eh?” malignò, alludendo al comportamento dittatoriale che Roy adottava probabilmente anche in ufficio.

Gli scoppiò qualcosa, nel cervello, forse la vena della tolleranza, o quella del sacrificio. O magari era solo quella della pazienza.

Scattò rapido, lo avrebbe strozzato, e doveva anche essergli grato che non aveva i guanti con sé!

“SENTI, TU, COME TI PERMETT-”

“Colonnello!” Riza si parò in mezzo ai due, capendo le intenzioni del suo superiore, che era decisamente scoppiato, “Si calmi, la prego, è tutto a posto. Richard voleva solo scherzare, vero?” chiese rivolta all’attore, cercando il suo appoggio.

“Ma ceeerto, si calmi, Colonnello. Stavo solo scherzando” la assecondò lui.

“Visto? si calmi, per favore…”

“E va bene, Tenente, come vuoi tu” sibilò Roy, guardando torvo Richard, che ghignò ancora di più.

“Dunque, Riza, dicevamo?” calcò il suo nome, scoprendo subito un altro punto debole di Roy. 

I militari avevano rigide regole da seguire, no?

“Ehm, niente, ci stavamo solo salutando…” precisò lei.

“Mia adorata, ho un regalo per te, che non è niente in confronto alla tua bellezza, e alla mia stima per te, ma accettalo, ti prego” recitò lui, con aria teatrale. Dopodiché tirò fuori da non si sa bene dove una rosa rossa lunga almeno mezzo metro, e la porse a Riza.

Roy sbiancò. Non poteva essere. Non era possibile.

Eppure lei tutta sorridente aveva accettato quel regalo, e ora gli stava parlando gentilmente, la sentiva, si congratulava con lui per non aver sbagliato alcuna battuta, per aver lavorato sodo, per dare il buon esempio a tutta la compagnia, per essere sempre così carino con lei…

E intanto anche gli altri attori si erano avvicinati, e battevano pacche sulle spalle di Richard, che ringraziava tutti come se avesse appena vinto un Oscar.

 

Quello era un sogno, ne era certo. Roy era in disparte, in ombra, mentre così vicino a lui Richard e Riza rilucevano di luce propria.

Quell’attoruncolo aveva appena vissuto la scena che lui aveva progettato nel dettaglio da tutto il giorno!

Gliel’avrebbe fatta pagare. Oh, se gliel’avrebbe fatta pagare!

 

Nel frattempo non si era accorto che la sua bella margheritina gli era caduta dalla tasca interna, e adesso veniva pesantemente calpestata – proprio come il suo cuore - dalla folla di gente intorno a Richard. 

 

Il piano A era fallito miseramente.

Era ora di passare al piano B.

 

 

§

 

 

Un paio di giorni erano passati, dopo quell’incontro infernale di mercoledì. La giornata era silenziosa, una calda mattinata invernale. Nell’ufficio del Colonnello Mustang regnava l’attenzione più totale, era come se anche l’aria si fosse fermata per assistere alla scena che si presentava. L’attesa era palpabile, come l’agitazione, del resto.

 

“Ho vinto io!” esclamò soddisfatto Havoc.

“Cosa? No, non ci credo” lo contraddisse Breda.

“E invece sì, mio caro, sono il vincitore, ora dovete pagare!”  

I tre, dopo aver appurato la vittoria del compagno, iniziarono di malavoglia a lasciare sulla scrivania del vincitore i cenz relativi alla scommessa dell’ultima ora.

“Ah, mi mancava così poco…” si lamentò Falman.

“Non dirlo a me, ho perso per solo due fogli!” piagnucolò Breda.

“Ragazzi, non vi sembra sciocco scommettere anche su cose del genere?” s’intromise Roy, lasciando per un momento la lettura del giornale.

“Cosa? E perché mai!” strillò Havoc.

“E’ ridicolo scommettere su chi ha più documenti da firmare!” precisò Roy.

“A me non sembra…” rispose Breda.

“Neanche a me…” gli diede ragione Falman.

“Perché dice questo, Colonnello?”  concluse Fuery.

“Comincio a preoccuparmi… Non sarà una malattia, la vostra?” li guardò perplesso.

“Se lei scommettesse con noi non direbbe così” lo riprese Havoc.

“E’ vero” concesse Breda. “Si divertirebbe.”

“Ah!” iniziò Roy, colto nell’orgoglio, “se scommettessi contro di voi vincerei di sicuro, non c’è storia con il grande, mitico, unico Alchimista di Fuo-

“Ne è sicuro?!maliziò Breda, interrompendo lo sproloquio del superiore.

“Certo!” rispose serio l’altro.

“Bene allora! E’ fatta!” sorrise il rosso, non lasciando presagire nulla di buono.

“Eh? Ma che stai dicendo? Io non ho detto proprio niente” si difese Roy.

“E invece sì, caro il mio Colonnello. Ho una scommessa per lei… Se dovesse vincere noi lavoreremo al suo posto per una settimana, ma se dovesse perdere…” sorriso diabolico “ci regalerà la sua agenda piena di numeri di telefono di ragazze carine!”

Gli altri tre guardarono il compagno pieni di ammirazione, mentre Roy rimase scosso per un attimo. Certo che il lavoro era pesante, e se avesse avuto qualcun altro a svolgerlo al suo posto avrebbe avuto più tempo per stare con la sua Riza. Però…

“O ha forse paura…” malignò Breda, sapendo di andare a colpire un punto debolissimo.

“Certo che no! Accetto!” capitolò, infatti.

“Bene, ha tempo due settimane!”

“Ehm, per cosa…?” chiese, leggermente impaurito.

E qui Breda sorrise in modo ancor più diabolico.

“Per farsi baciare davanti a dei testimoni dal Tenente Hawkeye.”

In quel preciso momento Riza entrò nella stanza, portando con sé un plico di fogli. Sentì un’aria strana tra i suoi subordinati, stranamente felici, mentre, rivolgendo lo sguardo verso il suo superiore, si accorse del pallore che si era impossessato di lui, del sudore freddo e delle mani che tremavano.

“Signore, si sente male?” domandò preoccupata.

P-peggio…”

 

 

To Be Continued

 

 

 

Note: non ce ne sono. A parte che adoro incasinare ancora di più le cose e non sapere come uscirne XD

Chi mi segue se ne sarà accorto, mi sto spostando su un altro fandom. La voglia di proseguire questa storia è poca, ma proverò in tutti i modi a concluderla, non mi piace lasciare le cose a metà. Oppure la cancello e risolvo lo stesso il problema XD

Evitate i commenti sulle mie scelte personali, per favore.

 

Risposte ai commenti:

Valy: troppi complimenti anche stavolta, sensei XD possibile che ti piace sempre tutto? XD Uhm, mi rendo conto che dopo oltre un anno che scrivo su questi due testoni, li muovo in modo più semplice, nel senso che mi è più facile scriverci sopra. Il punto è che dopo più di un anno è difficile cambiare l’idea che mi sono fatta su di loro, e quindi, se è OOC, non cambia XD (riferimenti a cose o persone estranee puramente casuale ^^). Io Julia la adoro, e beh, dirai, l’ho creata io XD Ma mi piace per quel pizzico di follia che l’Arakawa non metterebbe mai nei suoi personaggi, ma che è proprio della mia personalità. Insomma, prima o poi mi cadrai dal letto per il troppo rotolamento, stai attenta! XD Un bacione!

 

Rinalamisteriosa: innanzitutto, non l’ho mai fatto come si deve, ma volevo ringraziarti per i commenti che mi lasci sempre. Ho letto anche quello a “Change step!”, grazie di cuore. Sei davvero molto gentile, io non so che dire (mi hai anche messo tra gli autori preferiti >///<). Poi, passando al commento, “ho dato il peggio di me” nel capitolo, lo dico quando il genere diventa comico-demenziale XD io sono votata al demenziale, lo adoro se ben fatto, per cui quando scrivo così dico che esce la mia vena comica, appunto, la parte peggiore perché di solito sono una personcina seria XD non mi riferivo a come è scritto il capitolo, questa fic mi piace come sta uscendo (anche se non ha ancora una fine nella mia testolina XD) e ci sono parecchio legata. Julia piace molto anche a me, vabbe’ che l’ho creata io, ma ha quel pizzico di follia che non guasta. E poi tiene testa a Roy (proprio come Maes ^^). Mi spiace farti aspettare tanto con gli aggiornamenti, purtroppo le cose non vanno bene a livello di ispirazione. Ma sappi che ti sono veramente grata per i commenti. Grazie di tutto, ciao ^^

 

Diana: ah! Lo sapevo, lo sapevo!! Quando ho scritto il capitolo ho pensato subito a te, lo ammetto, e a un possibile disegno di Zucca-Roy XD Purtroppo non ho scelto Biancaneve (la odio XD), altrimenti andava davvero in scena il Mela-Roy XD Ti ringrazio per i complimenti sul mio stile (_ _) e per aver apprezzato i caratteri dei due testoni, che non ti sono risultati OOC. Ci penso sempre parecchio prima di scrivere delle scene, per cui i comportamenti di solito sono il risultato di una mia riflessione, non sono a caso, ma è sempre meglio avvertire che possono risultare non idonei. Beh, un bacione anche a te e grazie del commento! Mi raccomando, non studiare troppo XD

 

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Capitolo 6
*** Atto V ***


Nota: voglio ringraziare tutti coloro che hanno commentato la mia storia lo scorso capitolo, non me lo aspettavo

 

Nota: voglio ringraziare tutti coloro che hanno commentato la mia storia lo scorso capitolo, non me lo aspettavo. Grazie.

 

A Maria, buon compleanno ^^

Mi spiace poterti dedicare solo un inutile capitolo di passaggio… Ma i miei auguri rimangono lo stesso, e sono quelli l’importante ^^ *fugge*

A Lely, per la parte finale (una promessa va mantenuta sempre).

 

 

 

A tto V –  Vittorie lontane e favole della buonanotte

 

 

Roy era al sicuro, in ufficio, lontano da registe pazze e da attori da quattro soldi che amavano essere al centro della scena… anche di quella che non gli spettava.

Era una mattinata come tante, al Quartier Generale, il lavoro procedeva svogliatamente.

Breda e Falman giocavano a scacchi, Havoc leggeva il giornale, masticando la sua sigaretta preferita, e Fuery era intento a riparare l’orologio d’argento del suo Colonnello, al quale era caduto nel lavandino di casa, quella mattina. E Roy in tutto ciò stava pulendo i vetri delle finestre, dopo aver tolto la giacca della divisa e arrotolato le maniche della camicia.

Ovviamente il Tenente Hawkeye non c’era…

 

“Colonnello, come procede la nostra scommessa?” chiese sicuro Breda, non distraendosi dagli scacchi.

“Bene” mentì Roy.

“Davvero?” s’interessò Falman.

“Certo!” s’impuntò l’altro.

“Come no…” sussurrò Breda.

Roy sapeva che i suoi subordinati si erano accorti del clima di tensione tra lui e il Tenente, in quei giorni, e sapeva anche che avevano giocato su questa cosa, immischiandolo in una scommessa da cui, ne era certo, non ne sarebbe uscito vincitore. Ma per quel giorno avrebbe inventato qualcosa.

“Colonnello, il Tenente dovrebbe tornare tra cinque minuti, secondo i miei calcoli…” cominciò Falman.

“Sì, credo anche io, calcolando il tempo che impiega per fare un passo e moltiplicandolo per il numero di passi da qui all’ufficio del Generale Raven e tornare indietro, ci rimangono solo cinque minuti…” confermò Roy.

“Allora è meglio mettere via tutto, no?” chiese Fuery, ingenuo.

“Certo che no!” rispose Havoc.

“Ovvio, cinque minuti sono ancora tanti, c’è tempo…” concesse Roy, sedendosi alla sua scrivania e alzando le gambe su di essa.

Gli altri si rilassarono, dopo aver visto come il loro superiore fosse tranquillo.

 

In quel momento entrò Riza, pacata come non mai - se uno fosse stato distratto non si sarebbe neanche accorto dell’apertura quieta della porta. Solo che quel piccolo rumore provocò un infarto simultaneo ai cinque ufficiali, che guardarono impauriti verso di lei.

“Uhm, che c’è?” chiese Riza, incuriosita.

N-niente…” risposero in coro i cinque, sudando freddo.

“Bene.”

Gli uomini presenti si ritrovarono ammutoliti per lo strano comportamento del Tenente, che di sicuro aveva notato che non stavano lavorando.

Forse era paura, quella che stava loro attorcigliando lo stomaco?

Continuarono a fissarla interdetti, creando uno strano silenzio attonito nella stanza.

 

“Tutto bene?!” chiese di nuovo Riza, accomodatasi alla sua sedia.

“Noi sì…” rispose Havoc.

“E’ solo che…” continuò Falman.

“Ci chiedevamo se…” fu il turno di Breda.

“… Se lei stesse bene, perché nonostante noi non stessimo lavorando da quando è uscita di qui, non si è infuriata per niente!” concluse un ammirato Fuery.

Gli altri tre si buttarono sul più giovane, cercando di tappargli la bocca, ormai invano.

“Ma no…” ricominciò Havoc, impaurito a morte.

“Intendevamo altro” precisò Falman.

“Ci chiedevamo se… avesse portato tutti i documenti dal Generale Raven!” inventò Breda, mentre continuava nella sua opera di soffocamento del povero Sergente Maggiore.

“Oh. Sì, certo” rispose pacata Riza, addirittura sorridendo.

E quel sorriso era un’arma a doppio taglio, lo sapevano.

“E quando deciderete di lasciar respirare il Sergente, fatemelo sapere, perché ho qualcosa per voi.”

“Eh?” risposero i quattro all’unisono – beh, Fuery un po’ meno forte degli altri.

“Un regalo.” Precisò lei.

“Davvero?” domandò Havoc avido.

“Di che si tratta?” fu più scettico Breda.

“Ecco qui.” Riza aprì un armadietto alle loro spalle, tirandovi fuori una pila di fogli alta almeno un metro.

I quattro impallidirono.

Cos-cos’è?”

“E’ il vostro lavoro arretrato. E questa” continuò lei, prendendo un foglio dalla sua tasca e strappandolo in due, “era la richiesta approvata dal Comandante Supremo di posticipare la consegna di una settimana. Bene, avete tutta la notte per finire questi” concluse senza alcuna espressione nella voce, posizionando la pila davanti alla faccia sconvolta di Havoc.

“Tutti?”

“Tutti.”

Non osarono fiatare, ma presero la loro parte di lavoro e cominciarono a controllare i fogli senza una parola.

Riza sorrise. La richiesta di proroga era ancora al sicuro nella sua tasca sinistra, ma un po’ di disciplina era necessaria, no?

 

“Ah, e questo” disse lei, strappando dalle mani di Fuery l’orologio, “credo sia suo, Colonnello.” Sorrise, porgendogli l’oggetto.

“Ehm, sì…”

“Bene.” e si diresse di nuovo verso la sua scrivania, voltando le spalle al superiore.

“Ehm, Hawkeye? Per me… per me non hai niente?”

Riza si girò, fissandolo con una faccia da angioletto.

“Certo che no, signore. Lei è un mio superiore, non posso imporle proprio nulla, se non vuole lavorare faccia come vuole” e sorrise di nuovo.

 

Eppure Roy, e gli altri quattro subordinati, sapevano che quel sorriso non avrebbe portato a nulla di buono. E che il Tenente si sarebbe vendicata, prima o poi…

 

 

§

 

 

“Signore, è pronto?”

“Sì, arrivo.”

Roy infilò la giacca nera, pronto per lasciare l’ufficio con il suo Tenente preferito.

Quella era la serata in cui dovevano passare da Elycia, per la favola. Impegno settimanale sempre rispettato, finora. 

Uscirono insieme dall’ufficio, ancora pieno di lavoro da concludere e rispettivi proprietari a cercare di finirlo.

Salutarono i quattro subordinati, che di sicuro avrebbero passato la notte in bianco, e si avviarono verso la macchina, pronti per una nuova serata all’insegna dell’intimità familiare.

Roy era gongolante di felicità. Erano due settimane che non passava una bella serata con Riza, e ora finalmente ne avrebbe approfittato. Avrebbe ristabilito i loro ruoli, tutto sarebbe tornato come prima.

Finché erano in teatro non c’era molto tempo per parlarle, c’era sempre troppa confusione, e quel damerino da strapazzo…

“Colonnello, non stringa troppo forte il suo cappotto, o lo rovinerà.”

“Oh, scusa.”

Come pensava a quel tizio, a quel Richard, Roy sentiva una morsa stringergli lo stomaco, e un desiderio irrefrenabile di prendere a calci qualcosa, qualunque cosa.

Ma stasera sarebbe stato diverso. Certo, dopo la favola della buonanotte di Elycia sarebbero dovuti andare alle prove, ma Roy era fiducioso, e sperava di risolvere qualcosa in quel frangente.

 

“Andiamo?” chiese lei, dopo esser scesi dalla vettura.

“Andiamo” rispose lui, mentre passava un braccio attorno alla vita di Riza.

Si sorrisero, prima di incamminarsi verso la casa.

 

 

§

 

 

“Allora, dolcezza, qualche richiesta particolare, stasera?” chiese Roy, sistemando meglio le coperte del lettino.

“Sì!” asserì Elycia sorridendogli.

“Ma non il matrimonio tra il cavaliere e la principessa, spero!” si lamentò Roy.

Allora la piccola arrossì un poco, prima di montare un’espressione pensierosa, cercando un altro argomento.

Elycia-chan, non sei curiosa di sapere qualcosa sui figli del cavaliere?” propose Riza, venendole incontro.

“Ah! Sì!”

“Bene, allora, zio Roy, cosa ci racconta stasera?”

“Eh?” Roy si stupì, ma guardando gli occhioni della bambina e quelli della sua sottoposta, non poté fare a meno di sorridere e riprendere il controllo. “Sì, dunque…” ci pensò su. “Trovato! Posso raccontarti la splendida storia d’amore segreta tra il principino e la sua guardia del corpo! 

“Storia d’amore?” s’interessò la piccola.

“Sì. Dunque, l’altra volta avevamo detto come il principino Edo-kun aveva infine dichiarato alla principessina Win-chan il suo affetto.

“Dopo che lei aveva minacciato di non parlargli più!”

“Esatto. E Aru-kun aveva aiutato suo fratello…”

Aru-kun ha tanti gattini a cui vuole bene!” precisò Elycia assestandosi meglio sotto le coperte.

“Te lo ricordi, eh? Dunque, stasera però è del principino Ling che ti voglio parlare…” ammise Roy, con un tono di voce di chi la sapeva lunga.

Ling? Il principino sempre allegro che faceva tanto ridere?

“Proprio lui, dolcezza. Aveva un carattere molto aperto, faceva amicizia facilmente con tutti, si faceva amare subito ed era simpatico e divertente.

“Come te?”

“Io sono anche molto bello, piccola” si vantò Roy, indirizzando un occhiolino ad Elycia, che annuì arrossendo, mentre Riza alzava gli occhi al cielo.

“E che faceva il principe?”

“Oh, beh… Ecco, lui… Correva.”

“Eh?”

“Era un animo libero, quindi non amava stare dentro le mura del castello. Alla prima occasione fuggiva sempre.”

“Fuggiva? Ma non è pericoloso?”

“Non è pericoloso…” la rassicurò Riza, lanciando un’occhiataccia al suo superiore.

“Ma no, infatti” si corresse quest’ultimo, sudando freddo. “A Ling non piaceva… fare i compiti, ecco. Quindi cercava di sfuggirne uscendo dal castello.

I compiti, sì. Eppure a Riza ricordava tanto un certo Colonnello che se le inventava tutte per procrastinare il suo lavoro d’ufficio. Ricordava ancora quella volta in cui lo aveva trovato a fare scommesse con gli altri subordinati su quanti panini Breda sarebbe riuscito a ingurgitare, “perché è necessario creare del cameratismo per avere un buon lavoro di squadra”, aveva detto. Come se non andasse già perfettamente d’accordo con quei quattro… O quell’altra volta che lo aveva trovato sul cornicione fuori la finestra del primo piano, pronto a scappare, anche se aveva detto soltanto che voleva prendere una boccata d’aria fresca.

E in tutto ciò i documenti si moltiplicavano sulla sua scrivania, neanche fossero in grado di procreare da soli…  E a chi toccava fare gli straordinari per aiutarlo a finire?

Riza sospirò, spostando l’attenzione su di sé.

“Ehm, be’, il principino era un po’ curioso del mondo che lo circondava” si riprese Roy, “e anche un pochino svogliato, lo ammetto…

Riza inarcò un sopracciglio. Un pochino

“Zio Roy, ma i compiti vanno fatti, vero?” chiese la piccola con serietà.

“Certo che sì, non c’è scusa che tenga, il proprio dovere va portato a termine sempre!” assicurò lui, ma Riza non riuscì a nascondere una risatina soffocata. “Ehm, sì, sempre” ripeté vacillando un po’. Eppure la sua risata era così bella…

“Ma dove andava?”

“Chi?”

“Il principino Ling!”

“Ah… giusto. Mah, faceva una passeggiata nel villaggio, aiutava le vecchie signore, comprava un regalino per la sua mamma… Le solite cose che fa un principe, insomma!” tagliò corto non avendo altre idee, mentre il suo Tenente continuava a ridacchiare. Di lui, certo, ma non importava poi tanto.

“Ma sei sicuro?” domandò la piccola.

“Certo!”

“Ma i principi non stanno sempre dentro i castelli?”

“Beh, credo di sì.”

“E lui andava in giro da solo per il villaggio?”

S-sì.”

“E non si è mai perso?” 

“No, Elycia, e lo sai perché?” chiese dolcemente Riza, mentre la bambina faceva segno di no con la testolina. “Perché c’era la sua guardia del corpo a controllarlo sempre, non lo lasciava mai un attimo da solo.”

Lo sguardo ammirato di Elycia bastò a farle capire di aver toccato un punto favorevole per la sua attenzione, che il suo Colonnello stava invece perdendo alla grande con i suoi sproloqui. Certo non si accorse anche dello sguardo di Roy, vagamente curioso e molto profondo. Uno sguardo di chi sapeva leggere oltre le righe.

“La guardia del corpo?”

“Sì, il principino sapeva benissimo che ovunque andasse lei vegliava su di lui, quindi si sentiva al sicuro e libero, anche se seguito.”

“Era una donna?”

“Certo, Elycia, le donne sono più forti degli uomini, non credi?”

La bambina ci pensò su. Poi ricordò i suoi amici dell’asilo, e come li avesse tirati fuori dai pasticci più volte prima che la maestra Julia se ne uscisse con un’altra delle sue sfuriate. “Hai ragione, zia Riza…” commentò.

“E quindi Ling non correva alcun rischio. Mai. Lan Fan, la sua guardia personale, lo riportava a casa ogni volta che lui usciva, lo aiutava nei suoi compiti, lo ascoltava quando parlava, senza lamentarsi mai” proseguì.

“No? E perché?”

“Perché la ragazza amava vedere il suo principe allegro, con il sorriso sulle labbra, senza preoccupazioni. E quindi accettava di dividere i suoi pesi. Essere un principe è faticoso, sai?” spiegò, mentre Elycia annuiva contenta.

“Beh, ma anche il principino era ben felice di stare con la sua guardia del corpo!” s’intromise Roy, serio. “Ling cercava sempre di attirare l’attenzione di Lan Fan, inventando nuove battute divertenti o assumendo un comportamento comico. Perché amava vedere il sorriso della ragazza, che era così raro da pensare che quelle poche volte in cui ne era stato partecipe fossero state un sogno.

“E perché fuggiva?”

“Per vedere fino a quando la sua guardia del corpo lo avrebbe seguito.”

“E se lei si fosse stancata?”

“Lan Fan non poteva stancarsi, Elycia” rispose Riza.

“Perché?” domandò curiosa, mentre anche gli occhi di Roy ponevano la stessa domanda, implicita.

“Perché era il suo dovere. E perché amava il suo dovere.”

“Quindi Ling cercava di attirare la sua attenzione non sapendo che Lan Fan non se ne sarebbe mai andata via?” cercò di capirci qualcosa, in quel discorso più grande di lei.

“Esatto. E così fuggiva dal palazzo e dai suoi compiti, faceva finta di non prendere mai le cose sul serio, scherzava in continuazione, parlava con le altre principesse che volevano sposarlo e lasciava Lan Fan sempre a un passo dietro di lui” concluse Roy.

“Ma non era più semplice dirle tutto?” domandò ingenuamente.

“Eh, Elycia, a volte non è facile, ci si vergogna, no? Inoltre c’era la differenza di stato sociale, sai come sono queste cose… E comunque è ora di andare a dormire” dichiarò, perdendo la serietà nella voce e regalandole un bel sorriso.

“Uffa” brontolò la piccola. 

“La prossima volta ti racconto di come il principino Jean ha trovato un fidanzata, ok? È stato considerato un miracolo in tutto il regno! Quel giorno è diventato festa nazionale!” ridacchiò, mentre Riza scuoteva la testa.

“Sì!” si accordò Elycia, mentre lui le sistemava meglio le coperte.

“Ora dormi, piccola, e domani pomeriggio mi aspetto il tuo bel disegno del principe Ling, ci conto!” le augurò la buonanotte, dirigendosi poi verso la porta, seguito da Riza.

“Zio Roy?” lo richiamò. “Come è andata a finire tra Ling e Lan Fan?”

Roy si fermò, incrociando lo sguardo del suo Tenente, imperscrutabile. “Come è finita, eh…” sorrise. “E’ semplice, hanno capito di amarsi e si sono sposati.”

“Davvero?”

“Il vero amore ha sempre un lieto fine” evidenziò, continuando a sostenere lo sguardo in quello di Riza.

Elycia nel frattempo era tornata sotto le coperte, soddisfatta.

Roy la guardò per un secondo, facendosi pensieroso. “A meno che…”

“Cosa?” domandò la piccola, alzandosi di nuovo dal lettino, mentre anche Riza lo guardava perplessa.

“Ti ho mai detto di quella volta in cui…?”   

 

 

 

 To Be Continued

 

 

 

 

Note: sì, fa schifo, lo so XD Mi farò perdonare con il prossimo (spero ^^”). Il LingFan non lo so scrivere, ma mi piace di più dell’EdWin (*schiva ciabatta di chi sa lei*) e poi lo avevo promesso. Devo smetterla di fare promesse più grandi di me… @___@

Comunque, se Maria non mi tira il libro di fondamenti di fisica dietro, io lo dedicherei a lei, questo capitolo. Non è un granché, lo so benissimo ç___ç Magari mi rifaccio in qualche altro modo, promesso ^^ (*si è di nuovo messa in una promessa più grande di lei. E’ scema*).

Ehm, altro da dire? Boh. Non succede niente in questo capitolo XD

Non so se ci risentiamo, in caso Buon Natale a tutti!

Ok, grazie a tutti per aver letto fino qui ^_____^

*fugge*

 

 

Risposte ai commenti: ma quanti! *O*

 

Anthy: uhm, non ti assicuro che Roy non soffrirà, mi piace vederlo in difficoltà XD Anche io lo adoro geloso, è divertente, e se lo merita per come tratta Riza! Non posso credere che ancora non siano sposati con prole, è sicuramente tutta colpa sua XD ok, cercherò di continuare così, grazie mille del commento.

Valy88: ma sai che sei stata l’unica che non mi ha detto niente del mio cambiamento? Forse perché a te va bene anche così, dato che sei stata tu l’artefice di tutto XD no, tranquilla, nessuno ti picchierà XD  comunque, passando al commento, la scommessa su chi ha documenti da firmare è una di quelle frasi geniali che a un autore escono una volta su un milione, tipo “ora la soffoca” XD Rido anche io. Poi, ehm, l’altra scommessa… vorrei anche io che Roy la vincesse, ma, ehm, quel pezzo è ancora in alto mare nella mia testolina XD non so sinceramente come andrà *la rincorrono con i forconi* scherzavo ^____^ *riposano i forconi e lei fugge via*. Ma perché sono così cretina? La risposta non c’entra niente in questa sede, quindi vado oltre. Grazie per i complimenti *blocca i mille complimenti partiti, cercando di rimandarli al mittente, ma non avendo forza viene sommersa e annega* ci si sente presto, tanto ormai… XD Ciau.

Rinalamisteriosa: quando ho letto che tu mi seguivi anche su Naruto ero così: *-* (XD) Poi hai fatto anche molto di più, grazie ancora! Dunque, Richard è soltanto un cretino, ignoralo XD poverino, è scemo, non ci si può far nulla, ormai lo sanno anche i sassi che Roy e Riza sono destinati a stare insieme, e lui ci prova. Ignoriamolo. La scommessa di Breda… Eh, chissà chi vincerà *non lo sa neanche lei, non ha ancora deciso* vedremo anche lì come andrà a finire XD Intanto ti ringrazio del commento, come sempre ^^ A presto!

Lely1441: eh, già, Roy lavora sul serio ^^ Ma deve pur fare bella figura con Riza, deve colpirla ^^ vabbe’, poi non è andata a buon fine, ma almeno ci ha provato. Che uomo, che uomo! XD E no, non puoi odiare Richard XD a me piace, è totalmente scemo XD secondo me, Riza gli dà credito solo per non ferirlo, stupido com’è ignorarlo sarebbe troppo cattivo XD a me le margheritine piacciono ^^ e forse un fiore così semplice a Riza va bene, più di una rosa, troppo vistosa. Amo i fiori, l’ho mai detto? Ma questa è un’altra storia, e prima o poi Vale ti racconterà della mia metamorfosi in atto. Ma comunque, tornando a noi, Roy ogni tanto sbrocca in questa fic, ma povero, è sotto pressione XD Il Piano B… Roy non si arrenderà, non ancora almeno! E Breda ^^ è il mio preferito, si sa, lo inserisco sempre, doveva fare qualcosa di eclatante, non a caso è il più intelligente. Vedremo come andrà ^^ Grazie mille del commento, figurati di quello scorso, non fa niente. Ti voglio bene anche io ^____^

evelyn_cla: ciao! Grazie mille del commento, davvero. Sono contenta che la mia fic ti piaccia, adoro mettere Roy in difficoltà, ma almeno vediamo un po’ di sano RoyAi, è l’unico modo dato che nell’anime e nel manga ce ne è pochissimo ç__ç Cercherò di portarla a termine, promesso! Grazie a te, e prego XD

HarleyQuinn: ciao ^^ mi ha fatto molto piacere il tuo commento, davvero. Innanzitutto ti ringrazio per tutti i bei complimenti che mi fai, cerco sempre di avere uno stile piuttosto chiaro, proprio per cercare di far visualizzare le immagini, se mi dici che ci riesco mi fai felice XD Comunque, passando al commento, penso che Once upon sia un po’ meglio rispetto a questa, quantomeno era già conclusa quando l’ho pubblicata, quindi è più organica XD spero che non ti deluda questo seguito, ma ti prometto che ce la metterò tutta per finirla, odio lasciare le storie incompiute, non è giusto per i lettori che seguono. E se ho deciso di pubblicare comunque questa fic nonostante mi stia spostando su altri lidi, è perché me l’avevano richiesta in molti e perché molte scene sono già scritte, per cui l’ho presa come una sfida personale, da concludere. Poi, cosa importante, mi hai detto che scrivi anche tu, ma il tuo account è vuoto… Scrivi anche tu una bella royai! *____* Intanto ti ringrazio del commento, grazie grazie grazie.

Sisya: no, nemmeno tu puoi odiare Richard XD è troppo scemo per odiarlo, ignoriamolo. Un parente di Julia, eh? E chi lo sa ^^ Comunque, Sisya, metterò le cose apposto! Non ti farò cadere in depressione, tranqui ^^ Roy riconquisterà Riza (ma l’ha mai persa? XD) e tutto si sistemerà, o almeno questo è quello che c’è nella mia testolina, devo solo farla uscire XD Breda lo adoro, è il mio preferito nella squadra, quindi devo piazzarlo sempre da qualche parte, e poi è quello più intelligente, tra i 4 solo lui poteva uscirsene con una scommessa del genere XD La vincerà o la perderà, nessuno lo sa XD Per il resto, Sisyetta, grazie mille per il supporto ç___ç stavo per piangere dopo il tuo commento. Lo so che non è giusto lasciare la storia incompleta o con aggiornamenti mensili per dedicarmi ad altro, ce la sto mettendo tutta. E hai ragione tu, il RoyAi è per sempre, me lo ripeto ogni mattina quando mi alzo e ogni sera quando vado a dormire, guardando il mega poster che ho del bacio di Roy e Riza che ho in account XD Grazie, davvero, sapere che sai cosa sto provando mi aiuta ^^ Un bacione enorme!

Swwtcicia: ciao Vegeta! ^^ sono contentissima che la mia storia ti sia piaciuta, continua a leggerla se ti va, a presto, ciao.

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Capitolo 7
*** Atto VI ***


Dedicato a tutte le RoyAi Fans

 

Dedicato a tutte le RoyAi Fans.

A chi ama questa coppia da sempre, a chi si è appassionato da poco, a chi la supporta con intensità, a chi “non dispiace”, a chi legge per passare il tempo, a chi mi ha lasciato anche solo un commento. E a chi legge e basta.

A Valentina, che considero ormai una sorella. Grazie per le risate, per i “discorsi seri”, per la rara simpatia (nel senso più letterale del termine) di cui sei dotata. Per credere sempre in tutto quello che dico (che sia che i verbi finiscono in “re” o che c’è un pig volante fuori la tua finestra), e per avermi fatto provare il brivido della Formula 1 XD Ciccia, davvero, don’t worry XD

A Elisa, per l’allegria che riesci a trasmettermi sempre, anche con una faccina X3 e anche indirettamente con una lettera di auguri. Se sono felice ci sei di mezzo tu XD

A Sisya, perché come farei senza il mio dolcissimo genietto dell’inglese? XD Se la tua gemy mi mette allegria, tu mi metti tranquillità, con la tua mite pacatezza. Prima o poi metteremo da parte la timidezza e ci conosceremo meglio, XD

A Diana, mia degna e stimata collega del genere comico, perché ammirerò sempre la tua capacità di dare nomi a tutto (che sia un titolo di fanfic o un pc XD).

A Maria, per la lista di cose in comune, per la misera lista delle cose non in comune, e per le idee malate che ci appoggiamo a vicenda (colleghe!). E perché sei una estimatrice del Village Bar *-*

A Valeria, perché si può non considerare l’unico e vero talento del RoyAi? Che fine hai fatto? ç.ç

And least but not last. A tutte le ragazze del RoyAi Forum, e a Katia, ultima new entry ^^

 

BUON ANNO NUOVO!

 

 

 

 

 

Note: ringrazio tutte per i commenti al precedente capitolo. Il riferimento al LingFan era d’obbligo, questa coppia mi sta piacendo sempre di più. Sapete che nel fandom inglese il LingFan viene considerato il RoyAi di Xing? ^^ Un motivo ci sarà…

 

Avviso: il seguente capitolo prevede una caratterizzazione OOC.

 

 

A tto VI  Litigi e vendette

 

 

 

“Colonnello, come mai è così pensieroso?”

Mh? Non è niente, non preoccuparti.”

Entrarono nel vialetto della scuola, pronti per una nuova serata in quel putiferio che era il teatro.

Dopo che Elycia si era addormentata, avevano lasciato la casa di Glacier, e silenziosamente erano ripartiti per la loro seconda destinazione.

Non si erano detti una parola, in auto, ma il silenzio che li avvolgeva era tranquillo, come ai vecchi tempi.

Riza non aveva avuto il coraggio di romperlo neanche una volta scesi dalla vettura. Era così rilassante stare vicino al suo Colonnello, in pace… Era un momento tutto per loro, e lei si sentiva appagata di questo loro strano rapporto, del loro semplice scambio di sguardi per dialogare.

E allo stesso modo, Roy non voleva perdere questo momento sereno con lei, ma doveva agire, lo sapeva. Era il suo momento, chissà quando ne sarebbe capitato un altro così perfetto!

 

“Riza…” la chiamò, facendola girare verso di lui, incuriosita dal tono informale.

“Mi dica, signore.”

“Possiamo aspettare un attimo, prima di entrare?”

Riza era già con la mano sul pomello della porta, ma si fermò, dopo le parole del superiore.

“Ma signore, Julia si arrabbierà di nuovo, e gli altri ci aspettano” cercò di farlo ragionare.

“Non  mi importa, adesso c’è altro che voglio sistemare” chiarì deciso, muovendo un passo verso di lei.

“Colonnello, io…” abbassò lo sguardo, e nel farlo sbatté la fronte contro la spalla di Roy, avvicinatosi pericolosamente.

“Riza, voglio parlare con te.”

Lei rabbrividì. Non era proprio il momento, ancora non se la sentiva di affrontare il discorso noi con lui, perché aveva capito che era di questo che Roy voleva discutere.

Non che non volesse creare un legame più profondo con il Colonnello, ma c’erano così tanti ostacoli che faticava a vedere una via d’uscita. E poi non sapeva neanche se la cosa sarebbe potuta funzionare, e quanto avrebbe durato. Magari lui si sarebbe stancato dopo un mese e l’avrebbe lasciata da sola, in fondo un conto era un rapporto di amicizia e fiducia reciproca, un altro era una relazione amorosa.

A dire il vero lei avrebbe volentieri rischiato tutto, ma aveva questa paura, dentro di sé, che le impediva di avvicinarsi a lui più del dovuto necessario.

 

“Riza, guardami per favore” sussurrò piano, alzandole il mento con due dita.

“Secondo me è meglio and-”

“Siamo stati bene, stasera, vero?”

“Eh? Sì, certo” fu colta di sorpresa.

Elycia è davvero una bambina adorabile.”

“E’ vero, e sono sicura che crescerà bene, è sempre così piena di vitalità, nonostante le storie che le racconta…” sorrise divertita.

“Cosa? E che storie le racconterei?” chiese lui fintamente indignato, allontanandosi di un passo.

“Non le ricorda niente una certa principessa e un certo cavaliere?” lo prese in giro.

Mh, vagamente…”

“Vorrei proprio sapere come le è venuto in mente di complicare la storia ulteriormente.”

“Perché, che avrei fatto?” chiese ingenuo.

“Adesso è uscito fuori anche un giullare di corte, che vuole rapire la principessa!”

“Ehm…”

“Sarei proprio curiosa di sapere cosa la ispira tanto…

“Se vuoi proprio saperlo…” acconsentì, abbracciandola alla vita e attirandola verso di sé.

Riza non si ritrasse, continuò a fissarlo negli occhi, ormai così vicino ai suoi, in quella posizione.

Erano soli, erano vicini, erano felici.

“E questo che dovrebbe dimostrare, se è lecito chiedere?” domandò lei, con una punta di sorriso.

“Che la mia bella principessa è davanti a me ogni giorno della mia vita.” Rispose lui, sfiorando il naso di lei.

“Davvero?” sorrise.

“Davvero.”

“E allora cerchi di non farsela sfuggire, se ci tiene tanto.”

“Ci tengo tantissimo” ammise, stringendo di più.

“Forse non riesce a dimostrarlo bene” sorrise, parlando con il solito tono serio.

“Uhm, sì. Ma che posso fare?”

“Beh, tanto per cominciare, il cavaliere ha scalato montagne, ha attraversato le profondità della terra, ha nuotato per chilometri, per vincere il suo amore.”

“La vedo difficile…”

“E poi ha sconfitto il ciclope cattivo. E infine ha offerto il suo cuore alla principessa.

“Questo magari si può fare, ma non sono sicuro che lei accetterà.”

“Perché dice questo?” domandò lei, avvicinandosi inconsciamente a pochi centimetri dalle labbra di Roy, come se ne fosse stata attratta.

“Ho paura che mi lasci per qualche giullare di corte.”

Riza si ritrasse di scatto, sciogliendo la sua presa. Si voltò, incrociando le braccia sul petto.

“E’ davvero uno stupido.” Gli sussurrò, sorvolando sul tono informale che gli aveva rivolto.

“Cosa? E che avrei fatto stavolta, sentiamo…” domandò incredulo lui.

“Deve sempre rovinare tutto” gli spiegò calma, con quel velo di freddezza che le era proprio.

“Io?! Sei tu che te ne sei andata!” rispose lui, un po’ alterato. Era il momento di farla finita con quella storia, si stavano comportando come due ragazzini.

“Che c’è di difficile da capire?!

Ma che stava succedendo? Un attimo prima era lì, tra le sue braccia, ed era la donna più dolce del mondo. E adesso era completamente un’altra persona, e gli stava urlando in faccia tutta la sua rabbia.

Forse era un Homunculus…

“Lei è davvero un uomo poco sensibile” continuò lei.

…No, non era il momento per pensieri idioti.

“E per quale motivo?”

“Perché… perché sei insopportabile!”

“Si dà il caso che sei l’unica donna che si sia mai lamentata di me! Forse un motivo ci sarà!” Roy non sapeva neanche più cosa stava dicendo, era sicuro di essere arrabbiato, per qualche motivo, forse, ed era stanco di tutta quella situazione.

Riza, dal canto suo, dopo quell’affermazione non ci vide più. Sentì la rabbia impossessarsi di lei, e qualcosa che le sbloccava tutti i freni inibitori.

“Ah, è così…?” sibilò, lanciando fulmini dagli occhi.

Roy rabbrividì.

“Allora perché non se ne va da qualche sua amichetta, a me non importa proprio niente” sussurrò, con il viso arrossato.

“Non mi sembra che non te ne importi niente” rispose, un po’ sopra le righe.

“Che vorrebbe dire?! Che la mia è gelosia?”

“Da come ti comporti sì!”

“Sei tu che mi hai seguito fin qui perché eri geloso, o te lo sei scordato?” gli ricordò.

“Ti ho seguito perché non sapevo che ti stava succedendo, perché, ci tengo a farti notare, mi hai tenuto fuori dalla tua vita, e sei stata tu da sola a deciderlo!”

“Non tiri in mezzo questo discorso vecchio!”

“Sei tu che vuoi controllarmi!”

“Per me puoi fare quello che ti pare, Roy Mustang” sussurrò appena, colpita dalle sue parole.

“Bene. Finiamola qua.” Tagliò corto, mentre la oltrepassava e posava una mano sul pomello della porta del teatro.

Riza ebbe un sussulto. Come finiamola qua?!

“Aspetta!” lo fermò, prendendogli la mano libera. “Aspetti un attimo…” abbassò lo sguardo.

Roy si voltò verso di lei, notando che era visibilmente scossa.

Riza aveva ancora la sua mano in quella del superiore. Era un contatto così bello, e si sarebbe sentita sola, come se le avessero strappato l’anima, se lui avesse ritratto le sue dita.

Eppure lui non lo fece.

“Mi scusi, forse ho esagerato…” si scusò Riza, mantenendo lo sguardo sulle loro dita intrecciate.

“Forse anche io…” le rispose Roy, debole e calmo.

“E’ solo che…” riprese lei, alzando lo sguardo un attimo, per posarlo negli occhi del Colonnello. “E’ che è tutto così dannatamente difficile…” concluse, abbassando la testa.

“Che cosa c’è di difficile?” la interrogò.

Lei espirò profondamente, prima di prendere un nuovo respiro.

“Non lo so…” ammise, “forse è… è questa cosa, che c’è tra noi…

“Allora c’è un noi?!

“Beh, no che non c’è” precisò, ritrovando la sua freddezza.

“Va bene, allora ne riparliamo in un altro momento, ora bisogna andare” le disse rigido, scostando la mano dalla sua.

“No, aspetta!” gli riprese la mano, fermandolo. “Roy, sono molto confusa, non so che fare…

“Non c’è molto da fare, devi solo lasciare andare il tuo cuore, la direzione te la indica lui.”

“Se io… se io lasciassi libero il mio cuore…” Riza si avvicinò a lui, che aveva ancora un braccio sulla porta. “Se lo lasciassi libero non so cosa succederebbe…” ammise, intrecciando le dita delle loro mani unite, mentre con l’altra mano andò ad accarezzargli una guancia.

“Di che hai paura? Ci sono io con te, no?” la rassicurò.

“Sì…” confermò, alzandosi leggermente sulle punte.

“Stai tranquilla...

Chiusero gli occhi, sperando in quel tocco dolce.

Che non arrivò mai.

 

Roy era sostenuto dalla porta, che ad un certo punto però si aprì improvvisamente, facendogli perdere l’equilibrio e scaraventandolo per terra, mentre si portava dietro anche Riza, ancora legata a lui.

Sbatté violentemente la schiena, mentre lei cadde più sul morbido, finendogli praticamente sopra.

 

“MA CHE CA-“

 “Oh, ma allora eravate davvero voi a fare tutto quel baccano!”

 

Quella voce. Il suo incubo.

 

“Julia!” strillò Riza, alzandosi velocemente dalla posizione imbarazzante in cui era finita. Maggiormente aggravata dal fatto che tutta la compagnia li stava osservando con curiosità.

“Riza, cara, è ora di iniziare le prove, no?” le ordinò amabile.

Cer-certo” arrossì l’altra, abbassando il capo.

Intanto Roy si era rialzato, massaggiandosi il fondoschiena.

“Roy caro, hai fatto proprio una bella figura, credo che dopo questo non ti potrò mai più guardare con serietà” rise, portandosi il copione a cono davanti la bocca, per darsi un finto contegno.

“Sono solo scivolato!”

“Sì, ma resta il fatto che la tua caduta passerà alla storia. Sei stato ridicolo!” e si allontanò, continuando con le grasse risate, tanto che le vennero le lacrime agli occhi.

 

“Se tu non avessi aperto la porta in modo così violento non sarebbe accaduto!”

“Se voi non aveste perso tempo a tubare come due piccioncini qui fuori, non sarebbe accaduto!”

I due in questione arrossirono violentemente, evitando di guardarsi anche solo per sbaglio.

 

“Che fate lì impalati? Sul palco, forza!”

 

§

 

 

Il giorno successivo, in ufficio, Riza aveva evitato accuratamente di guardare Roy per tutto il tempo. Solo nella pausa pranzo lui aveva avuto la possibilità di bloccarla, spingendola verso uno sgabuzzino nel corridoio.

“Colonnello! Ma che fa?!” si lamentò Riza, mentre il superiore accendeva la fioca luce e le si stringeva contro, a causa del poco spazio.

“Devo parlarti.”

“E non può parlarmi in ufficio?” chiese accigliata.

“No, devo parlarti ora.”

Riza alzò gli occhi al cielo, prima di mettersi in ascolto.

“Ecco, io…” iniziò Roy, perdendo un po’ di coraggio, “non vorrei che quello che è successo ieri sera possa minare il nostro rapporto…” abbassò gli occhi.

Lei sorrise leggermente. “No, signore, non è successo niente di compromettente. Invece se qualcuno ci vedesse uscire insieme da qui, allora sì che sarebbe compromettente…

“Ah!” arrossì lui, “hai ragione, forse è meglio uscire.”

Riza gli sorrise, appoggiando una mano alla porta.

“Ehi” la richiamò Roy, raccogliendo tutto il suo coraggio, “ti va se stasera ti riaccompagno a casa? Potremmo fermarci in quella piccola gelateria vicino al parco, prima di cena, e parlare un po’, se vuoi” non ricordava di essere così patetico dalla sua prima fidanzatina, alle elementari.

Riza lo guardò dolcemente.

“Mi piacerebbe…”

Roy alzò di scatto gli occhi, colmi di speranza.

“Ma non posso. Abbiamo le prove stasera, e non posso proprio mancare, Julia ha bisogno di me.

“Cosa?” anche io ho bisogno di te!

“E poi Rick non potrebbe provare da solo.”

“Rick?! Sarebbe quell’attore da strapazzo?”

“Abbiamo una scena insieme, stasera. Quindi, Colonnello, la mia risposta è no. Spiegò tranquilla, uscendo dallo sgabuzzino.

Roy rimase incerto sul da farsi, sgomento e irritato allo stesso tempo.

Quella non era la vendetta di Riza per la sera precedente e la conseguente figuraccia che le aveva fatto fare, vero? E tanto meno non era la sua vendetta per la mattinata prima, in ufficio, e i suoi compiti non svolti, no? 

Ma una cosa continuava a volteggiare come un tarlo ostinato nella mente di Roy.

Da quando erano passati ai soprannomi?

 

 

To Be Continued…

 

 

 

Note: no comment. Riza è OOC, senza alcunissimo dubbio. Quando ho avuto l’idea per questo seguito, sapevo che saremmo giunti qui. Ma ci sono dei precedenti, ovvero tutta “Once Upon a Time”, e i casini di questo seguito. Mi pare che questa fosse l’ultima litigata, quindi spero di non cadere di nuovo nell’OOC. Chiedo scusa ai miei lettori (_ _)

 

 

Risposte ai commenti: chiedo scusa a tutte, ma sarò breve stavolta, sono distrutta per via delle feste e mi ritrovo a pubblicare alle 23:30, voglio correre a nanna XD La prossima volta mi rifarò.

 

Syra44: ciao! Nuova lettrice? Non ti ho mai visto su questi lidi, ma in altri ^^ Beh, mi fa piacere, soprattutto se hai avuto il coraggio di leggerti prima Once Upon e poi questa, onore al merito, davvero XD Once Upon piace anche a me, spero che questo seguito sia vagamente sullo stesso livello (ma ci sono troppe differenze, la prima era già conclusa quando l’ho postata, quindi avevo un quadro più completo della situation XD). E’ molto bello quello che dici, che riesco a far visualizzare le immagini come nel manga… Magari! Grazie di cuore, ciao!

Valy: son contenta che il cap di passaggio ti sia piaciuto ^^ Il L’ing/Fan è la mia terza coppia preferita, al primo posto c’è il RoyAi, al secondo Il LingFan, e al terzo loro! Fan è per caso la marca del plotter? XD Beh, questo capitolo nuovo è più intenso, dimmi che ne pensi, ti ho stressato un po’ perché era OOC XD Grazie ancora per tutto, compresi palloncini da *O* e gomme a terra. Ciau

HarleyQuinn: anche io adoro i momenti con Elycia, lei è troppo tenera, e si merita un po’ di affetto familiare (e Roy e Riza sono proprio una bella famiglia ^^). Bah, speriamo bene in questo seguito, io intanto mi nascondo XD Ormai conto sulla tua royai, sappilo XD Ci sono cose che non dimentico mai, ti perseguiterò XD Ciao!

Rue Meridian: ma sai che mi sono sciolta anche io quando Roy abbraccia Riza per la vita? Io adoro questi piccoli gesti di affetto, mi mettono addosso un calore enorme. Certo, l’ho scritto io ed è un altro conto, ma veramente ci tengo tanto, e mi fa piacere quando qualcuno li nota *-* allora non sono pazza XD Grazie del commento, non me lo aspettavo XD ho saltellato di gioia ^^ A presto, collega!

Rinalamisteriosa: Elycia la adoro, povera piccola, merita tutta la felicità del mondo, e Roy e Riza insieme possono farlo ^^ (magari anche regalandole un “cuginetto” con cui giocare ^^). Sono contenta che il cap di passaggio ti sia piaciuto, olé! ^^ Ciau!

Swwtcicia: sono felicissima che la storia ti piaccia ^^ e il LingFan mi piace da morire come coppia, stanno prendendo sempre più spazio nel manga! Grazie del commento ^^

Lely: ero terrorizzata che la parte LingFan non ti piacesse ç.ç Ho fatto una fatica assurda per scriverla, chiedi a Vale, le ho chiesto aiuto più di un mese fa XD Però loro due mi piacciono, uno sforzo dovevo farlo, così mi sono giocata la carta del doubleface XD Una storia, due coppie XD Meglio di niente… Saprai scrivere meglio tu, ti lascio il posto ^^ *se ne va fischiettando* Uhm, il potere… Le mie figlie ce l’hanno, ovvio, le mami vengono rigirate come un calzino dalle figlie XD Io direi una threesome per Vale, una Zac/Vale/Tiziano, che ne dici? *apre word* Grazie del commento, e ancora auguriiiiiiii! XD

evelyn_cla: il LingFan della favoletta serviva proprio per definire meglio il rapporto tra Roy e Riza, magari un po’ banale come storia, ma ho fatto una faticaccia assurda per scrivere su un’altra coppia XD Dicono che i bambini rendono semplici anche i problemi più difficili, nel loro modo di vedere le cose, spero che a Roy e Riza servirà la piccola Elycia ^^ Grazie mille del commento, ciao!

 

 

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Capitolo 8
*** Atto VII ***


“Cenerentola, hai finito di rammendare le tovaglie

 

 

Note: capitolo in cui incasino ancora di più le cose, tanto per cambiare (ma dove vorrò andare a parare? Chi lo sa me lo dica XD).

 

A Valentina.

Buon compleanno ^^

 

 

 

A tto VII –  Perché non c’è mai limite al peggio?

 

 

“Cenerentola, hai finito di rammendare le tovaglie?”

“Sì, signora, ho concluso poco fa.”

“Bene, stasera c’è il Gran Ballo, al castello, e voglio che tu aiuti le mie figlie a prepararsi, dovranno essere bellissime, così il principe si accorgerà di loro.”

“Sì, ma… perdonatemi, ma nel caso in cui riuscissi a finire tutti i preparativi in tempo, sarebbe possibile anche per me venire al Ballo?”

“Come osi? Una richiesta così indecente, e senza vergogna!”

“Ma io volevo solo…”

“Non ci provare mai più.”

 

Bene, ma, Roy caro, più enfasi, più enfasi!” gridò Julia, dalla platea.

“Ma io ce la sto mettendo tutta!” piagnucolò Roy.

“Non mi sembra… Quando guardi Riza voglio vedere il disprezzo nei tuoi occhi, lei non conta nulla per te, è più insignificante di qualunque cosa!”

“Ma…” tentennò lui, lanciando un’occhiata al suo Tenente.

“Colonnello, Julia ha ragione, si concentri di più sulla parte” lo salvò Riza.

“Ma…”

“Niente ma, avanti Roy caro, riprova!” ordinò la regista.

 

Mh… Come osi? Una richiesta così indecente, e senza vergogna!”

“Ma io volevo solo…”

“Non ci provare mai più!” concluse lui, sicuro di sé.

 

“Uhm, va meglio, ma ancora non ci siamo” precisò Julia.

“E che altro dovrei fare? Sentiamo…” domandò Roy, alquanto stanco.

“Sei tu l’attore, prova ad inventare, no?” gli rispose, come se avesse detto una banalità.

“Io non sono un attore!” evidenziò, colto nell’orgoglio.

“E va bene, come sei puntiglioso… prova a dire la battuta come se odiassi Riza, e ti avesse offeso nell’animo.”

 

“Allora… Non ci provare mai più!!” disse, furioso.

 

“Uhm, non devi solo essere arrabbiato, devi proprio essere colpito, come se ti avesse fatto un’onta imperdonabile.”

 

“NON CI PROVARE MAI PIU’”

 

“Ma chi cavolo ti ha detto di urlare?” si spazientì la regista, massaggiandosi un orecchio. “Qui non ci siamo proprio… allora, io la farei così, la guardi con astio, poi ti rivolgi a lei con quella frase, a questo punto dilla come vuoi, e poi ci serve qualcosa che possa far capire il tuo stato d’animo, visto che sei un incapace con la voce…

“Ehi!” si sentì offeso Roy, tra le risate generali della Compagnia, Rick compreso.

“Dunque, come si può fare…” continuò il suo pensiero Julia, “ah, sì, trovato!”

“Cosa?” chiesero Roy e Riza all’unisono.

“Dalle uno schiaffo.” Dichiarò tranquilla.

“EH?” si stupirono i due, guardandosi a vicenda, spaventati.

“Uno schiaffo, lo sapete cos’è?” Julia alzò un sopracciglio.

S-sì, ma… forse può provare meglio, con la voce, sono sicura che arriveremo ad una soluzione…” provò Riza, non particolarmente entusiasta nel venire schiaffeggiata dal suo superiore, davanti ad un pubblico per giunta.

“No, è un disastro. Io lo so, sono la regista, no?”

“Ma…”

“No.”

“Colonnello, lei che ne dice?” domandò cauta a Roy.

“A…h…” rispose lui, ritrovandosi la gola improvvisamente secca.

“Roy caro? Parlava con te.”

“Ah… ehm… ecco…” si riprese, allentandosi il colletto. “Io non posso farlo.”

“E perché?” chiese ingenua Julia.

“Perché non ho mai alzato nemmeno un dito contro una donna, è contro i miei principi! E non inizierò ora, non con lei…” spiegò deciso.

“Dici davvero?” chiese la regista, mentre Riza sorrideva piano.

“Certo!” giurò lui, battendosi una mano sul petto.

“Ma non c’entra niente! Roy, nel caso non l’avessi capito, questa è una recita, è finzione, non è realtà! Che sciocchino che sei” rise, insieme a George, seduto vicino a lei, come sempre.

Roy rimase impietrito.

“E che vorrebbe dire? Sarebbe uno schiaffo comunque, e io non voglio!” continuò imperterrito a far valere i suoi diritti.

“Ma, caro, non sarà uno schiaffo vero…”

“No, ho capito, non è la realtà, ma non voglio toccarla lo stesso, non posso pensare di essere io la causa del suo dolore!” gridò, rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva affermato, e arrossendo di conseguenza, seguito a ruota da Riza.

“Mi sa che ho fatto bene ad affidarti la parte del bell’addormentato, la scorsa volta…” pensò a voce non tanto bassa Julia. “Intendevo dire che non dovrai darle davvero uno schiaffo, sarà una finta!”

“Eh?” Roy rimase basito.

“Sì, mentre tu fai il movimento, lei si muove indietro, così sembrerà uno schiaffo, ma tu non l’avrai neanche toccata!”

“Ah…”  Roy si ritrovò a corto di parole, era assurdo come riuscisse a fare sempre la figura del cretino, quando si trovava in una stanza con Julia. Ma la cosa che più gli bruciava era che anche Riza assisteva a tutto ciò. E nonostante tutto volesse ancora rimanere al suo fianco… Come era possibile che non fosse già scappata via da tempo? Eppure era lì, così vicina, la stava fissando di sottecchi, ed era così carina con il copione in mano…

Amestris chiama Roy, ripeto, Amestris chiama Roy… ci sei ancora, caro, o ormai ti abbiamo perso per sempre?” chiese Julia, usando il suo copione a cono come un megafono.

“Eh? S-sì, ci sono…” rispose, imbarazzandosi ancora.

“Vuoi provare questa scena, sì o no?”

“Devo rispondere sinceramente?” domandò scettico.

“Avanti. Atto II, scena quarta. Azione!” impartì, e le luci divennero soffuse.

 

 

§

 

 

“Colonnello, tenga questi” e Riza gli passò un paio di documenti.

“Grazie, Tenente” le sorrise, e senza troppo entusiasmo si mise a leggere quei fogli.

“Ah” Riza si fermò a metà strada tra la sua scrivania e quella del suo superiore. “Le ho messo nel secondo cassetto i risultati del test attitudinale dell’esame da Alchimista di Stato. Li ho ritirati stamattina apposta per lei” lo informò, pacata come al solito.

“Oh, ben-”

“Ho parlato con il Generale, e sono riuscita ad evitare che lei si occupasse della questione.”

“Ah… Beh, graz-

“Il caffè che le ho portato è di suo gradimento?” domandò pacata.

S-sì, grazie” balbettò, mostrandole la tazza fumante che ancora teneva in mano.

Lei gli sorrise, prima di sedersi di nuovo al suo posto.

“Colonnello, come procede la sua vita privata?” chiese ad un certo punto Breda, dato che il clima sereno tra i suoi due superiori lo disturbava non poco, per via di una possibile perdita della scommessa.

“Eh? Ah, tutto bene…”

“Davvero? Ha più risposto alla lettera d’amore che la brunetta del primo piano le ha dato ieri? Doveva vederla stamattina com’era agitata…” lo sfidò, mentre i suoi tre colleghi lo guardavano ammirati.

“Ehm…” sudò freddo, guardando di sottecchi Riza. “Pensavo di parlarle prima di andare via, non voglio alimentare in lei false speranze” si difese.

“Oh, ma non è lei che ci ha sempre insegnato che non si deve far soffrire una donna?” s’interessò Havoc.

S-sì, infatti… Ma è meglio mettere le cose in chiaro da subito, dato che non ho alcuna intenzione di uscire con lei” contrattaccò.

“Ma…”

“Volete tornare a lavoro, signori?” Riza li minacciò velatamente.

I cinque ripresero a concentrarsi sui loro documenti, ma le loro menti erano molto più lontane.

“E la biondina del bar? La vede ancora?” riprese dopo un po’ Havoc.

“Cosa? No, perché dovrei?” si difese.

“Eravate così amici…” Breda caricò.

“Infatti, solo amici” precisò il superiore.  

“Ma certo, le bionde non le sono mai piaciute in quel senso, vero? Ce lo ha detto quella volta al bar, se lo ricorda?” Havoc lo prese in giro, ridendo dello sguardo di pura agonia del suo capo.

“Ma no, ecco… Cioè, quello che intendevo era che mi piace il tipo di carattere che hanno le bionde, e-

“Tecnicamente, il colore dei capelli non influenza il carattere. E lei ci ha detto che è proprio il colore biondo che non le piace” esordì Falman.

“Tecnicamente, se non chiudi quella bocca puoi anche dire addio al tuo lavoro!” minacciò.

Rimasero in silenzio ancora per qualche minuto, prima che Roy lo rompesse.

“Accidenti, possibile che in questo ufficio non ci sia mai una penna che scriva?” si lamentò, graffiando il foglio davanti a sé con la penna che teneva in mano.

“Colonnello, ho parlato poco fa con il reparto Cancelleria. Le penne nuove sono nel suo cassetto a sinistra, il terzo” precisò Riza, più fredda del dovuto.

Roy prese ciò che gli serviva, leggermente in imbarazzo.

Possibile che non potesse abbassare la guardia nemmeno per un secondo?

“Colonnello, che ne dice se stasera andiamo a bere qualcosa tutti insieme?” propose Havoc, di nuovo. “Così possiamo fare quattro chiacchiere tra uomini… Se capisce cosa intendo” ammiccò, seguito dagli altri.

“Stasera sono impegnato” mugugnò lui.

“Oh, beh, allora non ci sono problemi se le chiedo aiuto ora, vero?” continuò l’altro. “C’è una ragazza che mi interessa, ma non so cosa fare…

“Chiedile di uscire, idiota” gli rispose Roy, a denti stretti.

“Intendevo… Lei è tanto carina, ma è sempre così chiusa in se stessa… E ammetto che a volte ho paura a parlare con lei per via del suo carattere, temo un rifiuto e lei non fa niente per rassicurarmi. È frustrante!” concluse, melodrammatico.

Roy intanto sudò freddo, guardando di sfuggita il suo Tenente, che sfortunatamente rispose allo sguardo.

Errore da principiante, lo dovette ammettere, e ora sì che erano guai seri… Riza avrà pensato sicuramente che l’allusione di Havoc mi ha ricordato lei, pensò.

“Sottotenente” lo richiamò, tentando di autocontrollarsi. “Se la ragazza in questione ti piace, devi essere disposto ad aspettare del tempo pur di stare con lei, finché non si sentirà pronta.”

“Sì, ma temo che si comporti così perché non le piaccio nemmeno un po’, e mi sto illudendo” ghignò.

Colpito e affondato. Roy sentì il cuore smettere di battere per un secondo.

“Allora metti in chiaro i tuoi sentimenti…

“Ma io mi sto stancando… Vede, quale uomo aspetterebbe così tanto per stare con una ragazza? Oh, insomma, lei mi piace, ma non è l’unica al mondo, di certo ne posso trovare altre, e migliori. È fastidioso, no?”

Roy deglutì. “Si vede che non ne sei innamorato.”

“Oh, Colonnello, vuol dire che lei è innamorato?” chiese un ammiratissimo Fuery, con occhi pieni di curiosità.

“Io?” rispose, con un tono di voce stranamente acuto. “Ecco… beh, è una questione difficile, e…” guardò i suoi subordinati, tutti e cinque, che lo fissavano seri in attesa. “Amare una persona vuol dire tante cose e…” si allentò il colletto della giacca.

“Ma lo è?” rincarò Breda, notando lo sguardo gelido di Riza.

“Ecco…” Roy guardò il suo Tenente, e anche se lei aveva un’espressione indecifrabile, poteva ben leggere il luccichio dei suoi occhi. In attesa, forse. In attesa di sparargli? Preferì non rispondersi. “Non sono affari vostri, tornate al lavoro!” ordinò, con fare davvero poco autoritario.

“Va bene, dirò alla mia ragazza che non è il caso di aspettarla ancora, perché non ne sono proprio innamorato” dichiarò Havoc, scrollando le spalle.

“No, ma…” provò Roy.

“Ah, Colonnello! Ma ci ha fatto caso?” s’intromise di nuovo Fuery, illuminato da qualcosa. “Il rapporto che il Sottotenente Havoc ha con la sua fidanzata è molto simile al suo con il Tenente Haw-” ma non riuscì a finire la frase che lo sguardo assassino di Roy lo gelò sul posto.

Havoc, se te ne sei innamorato te ne accorgerai da solo, perché saresti disposto a fare tutto per lei” si riprese.

“Tutto tutto?” chiese l’altro.

“Tutto tutto” confermò sospirando, pensando alla stupida scena che avrebbero dovuto provare, lui e Riza, su cui Julia era irremovibile.

“Se lo dice lei…”

“Lo dico io! E ora devo lavorare, basta con questi discorsi!” evidenziò, con tono serio.

I quattro tornarono al lavoro, torvi, mentre i loro cervelli macchinavano altro per vincere la famosa sfida e far passare i giorni veloci senza che i loro superiori si avvicinassero ulteriormente.

Ormai mancava davvero poco…

 

Figuriamoci se una come il Tenente Hawkeye accetterà mai di baciare uno come il Colonnello! Ho pensato a tutto, non ce la farà mai, un’altra vittoria da aggiungere alla mia lunga lista, si disse Breda, nel suo ragionamento, continuando a tenere tra le mani un documento ed evitando di guardarlo.

 

Tecnicamente, la scommessa è persa in partenza, il Colonnello non ha la percentuale giusta per vincere!, rifletté Falman, non facendo caso ai suoi documenti posti al contrario, sotto al suo naso.

 

Tzé, innamorato… Questa sì che è bella, figuriamoci! È sicuramente un’altra tecnica per conquistare il Tenente… Ehi, ma forse funziona! Questa me la scrivo: far credere alla ragazza di essere disposto a tutto per lei… Sì, suona bene! Eh, ma se poi non è così e lei lo scopre?, Havoc mordicchiava la matita tra i denti, pensando a come conquistare la biondina del bar scartata dal Colonnello.

 

Il Colonnello e il Tenente sembrano due bambini, che c’è di difficile ad ammettere ciò che provano?, si chiese Fuery, ingenuo, con lo sguardo perso nel vuoto.

 

Ah, questa me la pagano, ma che razza di amici sono? Ero a tanto così dal dire davanti a tutti cosa provo per Riza… Lei si sarebbe chiusa ancora di più, e addio bacio della buonanotte! E addio tutto, veramente… Però forse ha colto qualcosa? Capiva che mi riferivo a lei?, Roy continuò a domandarselo, sospirando ogni tanto e chiedendosi quando fosse tornato a pensare come un adolescente.

 

Riza si schiarì la voce, attirando su di sé l’attenzione. “Signori, è l’ultimo avvertimento. Al lavoro, prego” disse con quel suo tono autoritario che non ammetteva repliche. E tutti si misero al lavoro, quello vero, dimenticandosi almeno per un po’ dei propri pensieri.

Roy la guardò ancora, di nascosto, e lei gli restituì l’occhiata, come prima. Solo che stavolta i suoi occhi ridevano, e il Colonnello dovette ammettere che non c’era davvero cosa più rilassante.

Per lei avrebbe scalato montagne, nuotato lungo gli oceani e attraversato le profondità della terra.

E sì, anche finire per una volta il lavoro d’ufficio nel tempo stabilito.

 

 

To Be Continued

 

 

 

Note: uhm, niente da dichiarare XD Se non, ancora, auguri Valeeeeeee!! X3

Il prossimo aggiornamento, bah… C’è una sessione di esami in mezzo… E mi sono ripromessa di non scrivere niente finché non è finita, altrimenti addio studio ^^” Più di un mese non lo faccio passare comunque, io vi ringrazio tutte, perché aspettate i miei tempi da era geologica. Prometto che finito gli esami termino la fanfic come prima cosa. Penso manchino ancora 4 o 5 capitoli ^^

Grazie di cuore a chi mi segue ancora.

 

 

Risposte ai commenti:

Syra44: dunque, sì, non ti sei sognata niente, Riza dà del “tu” a Roy inconsciamente, proprio perché il loro rapporto sta cambiando ^^ Anche io la trovo una cosa dolce *-* Forse Riza non dovrebbe andare più OOC di così, spero ^^” E la ventata di gelosia Mustang è sempre cosa graditissima XD Lo adoro quando fa il gelosone XD Chissà che ci aspetta in seguito ^^ Ah, sì, per altri lidi intendevo quelli Shikatemosi XD ho visto il tuo account, sai che abbiamo tutte le coppie di FMA, Nana e Naruto in comune? (sì, lo sai, visto il mio messaggio sclerante di ieri sera sul forum XD). Grazie mille del commentone, l’ho adorato *-*

Vale: alur, Riza non è IC per il semplice fatto che sta attraversando un momento di stress, come dici tu. Ma Riza ha passato una guerra ^^” e se permetti, è peggio XD non ne è uscita bene, ma l’ha tenuto dentro di sé. Ora, ho scelto cmq di descriverla così, in questa fic, perché a volte è più facile tenersi tutto dentro, piuttosto che affrontare gli altri, io faccio così da sempre. E quindi volevo provare a vederla mentre lottava con se stessa per scegliere come comportarsi, lasciarsi andare o no? Ancora non lo sa. Roy… Dici che è sempre IC? XD sarà che è più semplice, o che mi somiglia XDDD boh. Il quasi bacio, ehm, sai che mi piace il comico ^^” scusa se ti ho illuso XD ma almeno ti sei gelatinizzata XD Ok, fuggo, ciao! XD AUGURI!!!

Lely: ma come hai pianto?? ç__ç così fai piangere anche me ç__ç Acc… se lo sapevo cambiavo qualcosa. Però da una parte son contenta (non perché sono sadica XD), perché finalmente ho capito quale fosse il tuo problema (e la prossima volta che fai la “scazzosa” inizierò a scrivere 300 fic finché non becco il problema giusto che ti fa aprire XD), olé! ^^ E anche perché vuol dire che non ho scritto boiate!!! Alleluja! Ero incerta XD Riza la vedo come una che sa affrontare meglio una guerra che un problema amoroso ^^” ma a volte è più difficile se si è in due, stranamente, perché si fanno i conti con tante altre cose. E la scena dello sgabuzzino l’ho adorata, sembra così tanto un’altra cosa XD A presto Lely, un bacione X3

HarleyQuinn: ciao! Sono contenta che hai apprezzato il capitolo nonostante il comportamento non proprio consono di Riza *-* non dovrebbe comportarsi in modo strano altre volte, credo… forse una alla fine fine XD e in effetti sì, la fic ha una comicità di base, sono le scene serie quelle rare XD Ah! Ho visto che hai postato una fanfic, nel fandom di naruto ^^ sono contenta per te, ma purtroppo il pair, ehm, come dire, lui mi inquieta parecchio ^^” scusa. Ma se ti piacciono altri pair di quel fandom e ci scrivi sopra tienimi aggiornata! ^^ Ce ne è solo uno che non riesco a leggere, e se becchi proprio quello, ehm, mi leggerò Anko e Orociok XD E il 2009 ti porterà taaanta ispirazione royai, ne sono sicura XD

evelyn_cla: uh, speravo anche io che succedesse qualcosa in più tra ‘sti due! Ma poi mi sono ricordata che sono una frana nelle scene romantiche e l’ho buttata sul comico XD *schiva tastiera di evelyn* son felicissima se hai letto il cap tutto d’un fiato *-* ma non so se Elycia la faccio ricomparire, devo ancora decidere XD intanto, ha già fatto abbastanza ^^ A presto, ciao!

Swwtcicia: ah, Julia piace da morire anche a me, deve avere la vena della pazzia, come l’autrice ^^” E Roy geloso lo adoro *-* è così adorabile tutto preoccupato per Riza ^^ fa ridere anche me. Ciao e grazie mille del commento!

Rinalamisteriosa: uhm, spero che Katia sia tornata nel mondo dei solidi XD una sana gelatinizzazione fa sempre bene ^^ Davvero, grazie per aver apprezzato il capitolo, non so che dirti >///< Il momento royaioso l’ho un po’ distrutto nel finale, lo ammetto, magari ce ne saranno altri ^^ E la scena dello sgabuzzino è il classico momento comico che devo inserire, altrimenti non sono contenta XD Grazie ancora, ciao ^^

Alejandra Wammettara: prima cosa, non fa nulla se sbagli capitolo per la recensione ^^ Poi, ti ho fatto appassionare al RoyAi? *__* sai che non potevi dirmi cosa più bella? È veramente stupendo, non pensavo di riuscire a fare tanto con le mie fic *__* grazie davvero! Passiamo al commento, va, o ricomincio a svolazzare per casa XD Beh, hai ragione, nessuno ha visto Riza in situazioni amorose XD magari è davvero così, aspettiamo che la Arakawa-sensei ci sveli il mistero XD Eh, la scommessa… chi vincerà? XD Come sono andati i radicali poi? XD io sono una delle poche pazze al mondo che adorano la chimica XD In bocca al lupo per la scuola, e grazie un milione di volte per il commento fantastico, la mia autostima ne è stata contentissima XD Ciao!

Sisya: se tutte ti diciamo che sei un genietto, forse un motivo ci sarà ^^ o è vero (e in tal caso ti tieni il soprannome) o siamo tutte pazze (e quindi devi assecondarci) ^________^ (<- e sta attenta, c’è chi è terrorizzata da questa faccina sorridente XD). Ma passiamo al commento XD Ti ho gelatinizzata? Davvero? *O* (mi sciolgo anche io XD), per le scene romantiche mi ispiro a te, e mi dico che qualcosa dopo tutte queste fic mi avrai pur insegnato, no? (no, sono lenta di comprendonio XD). E Julia, ehm, quella è la mia vena comica che è uscita quando non doveva, altrimenti a quest’ora si erano chiariti e si erano già sposati ^^ ma dovranno soffrire ancora un po’ (me sadica). La scena dello sgabuzzino fa ridacchiare anche me XD pensa se qualcuno li vedeva uscire da lì… Roy sa essere proprio un tontolone quando è preoccupato per Riza. E il giullare, boh, non so da dove sia uscito ^^ Roy è molto fantasioso quando inventa le favole per Elycia, chissà da dove ha preso spunto ^^ Ok, è tutto, grazie mille Sisyetta, e non ti stressare troppo con la scuola! Se non ti va di studiare, non lo fare ^^ (e sono pure la mami, bah XD), ciao!

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Capitolo 9
*** Atto VIII ***


Note: sessione finita ^^ Non lo credevo più possibile

Note: sessione finita ^^ Non lo credevo più possibile. Quindi per festeggiare (?) vi beccate il mio aggiornamento ^^ Sì, sto abilmente sorvolando sul fatto che avevo detto che più di un mese non avreste aspettato, e ho sforato di 3 giorni ^^

 

 

 

A tto VIII –  Scambi Equivalenti imprevisti

 

 

“Colonnello, abbiamo ancora dieci minuti, che ne dice, è ora?”

“Uhm, dici che facciamo in tempo?”

“Non ci vorrà molto, dipende da lei, veda di sbrigarsi questa volta!”

“E va bene, credo che sia ora…”

“Si sbrighi e venga qui, prima che tornino gli altri!”

“Arrivo.”

 

Un pomeriggio come tanti, al Quartier Generale di Central City. Eppure in un ufficio particolare, il lavoro non era proprio al primo posto, in questo preciso momento. E lo stesso, inflessibile Tenente Hawkeye sembrava essere d’accordo… Ma in fondo, ci sono cose più importanti del lavoro, no?

 

“Allora, abbiamo provato ieri sera almeno cinquanta volte, veda di non sbagliarsi, la prego.”

“Lo so, lo so, sono già sotto pressione, non ti ci mettere anche tu!”

“Se Julia non è soddisfatta stasera…”

“Non me lo ricordare…”

Un brivido attraversò la schiena di entrambi.

“Secondo me dobbiamo trovare un nostro ritmo” pensò Riza.

“E come?”

“Lei faccia il movimento, così magari si abitua.”

 

Ogni momento era buono per provare la recita, esattamente come l’ultima volta, e così anche in ufficio il copione era segretamente nascosto nelle scrivanie di entrambi, pronto per ogni evenienza.

C’era una scena, in particolare, che Roy si rifiutava di provare, nonostante le urla di Julia.

Non voleva alzare le mani su Riza, neanche per scherzo, e così la scena dello schiaffo ancora non era riuscita neanche una volta.

 

“Avanti, Colonnello, lei provi il movimento del braccio, lo faccia più volte, sempre con la stessa velocità.”

Roy eseguì gli ordini impartiti dal suo subordinato, schiaffeggiando l’aria più volte. Riza lo osservava con occhi vigili, scrutando ogni singolo movimento, e imparando dentro di sé a calibrare i tempi e la velocità.

“Va bene così? Io mi sono stancato” si lamentò Roy.

“Sì, credo basti. Proviamo, lei fa il movimento, e io sposto il viso di lato, così sembrerà che mi avrà toccato. Pronto?”

“…”

“Colonnello?”

“No, non sono pronto, va bene? E non credo che lo sarò mai” sbuffò, sistemandosi di peso su una sedia lì vicino.

Riza rimase perplessa, poi si avvicinò a lui, capendo il problema.

“Signore, non deve preoccuparsi, lei non mi toccherà neanche” lo rassicurò.

Roy la guardò un momento. Certo che quel dolce sorriso era proprio bello… No, non era il momento per certe cose!

“Riza, non voglio toccarti, soltanto il pensiero di farti una cosa del genere mi fa venire i brividi!” spiegò, “Mi sento male al solo nominare quella scena… Ti prego, aiutami a convincere Julia a desistere.”

“No, credo che lei debba farlo. Questa recita ha bisogno della sua matrigna, non può tradire le aspettative di Julia in questo modo…

“Julia si diverte a darmi fastidio” precisò, incrociando le braccia sul petto e sbuffando come un bambino.

“Le vuole bene, è il suo modo di dimostrarle affetto.”

“Bel modo…”

“Se non vuole farlo per lei, almeno pensi ai bambini. Loro vogliono con tutto il cuore vedere questa recita, e deve essere perfetta!” riprovò lei.

“I bambini possono anche evitare di vedere uno schiaffo, c’è già tanta violenza nel mondo…”

“E va bene” capitolò. “E se ti chiedessi di farlo per me?” sussurrò piano, incerta.

Roy la guardò con occhi sgranati. Non poteva credere alle sue orecchie. Gli stava davvero chiedendo una cosa del genere?

“Ma… Riza, perché dovrei…?”

“Ha detto che il cavaliere avrebbe fatto di tutto per la sua principessa, o no?”

S-sì, ma… ma questa è un’altra cosa, e…”

“Le chiedo di provare questa scena. Con me. E’ una delle poche che abbiamo in comune, vorrei che fosse d’impatto, che la gente ci ricordasse insieme. Per uno dei pochi momenti che possiamo farci vedere in pubblico…” gli sorrise, anche se un po’ amaramente.

Roy ponderò un attimo la questione. Odiava doverle fare una cosa del genere, anche se per finta. Ma se Riza lo voleva, e per il fatto che così sarebbero stati più tempo insieme, a provare…

Sì, lui avrebbe fatto di tutto per la sua bella principessa. Anche tradire i suoi ideali, nel solo caso in cui fosse stata lei stessa a chiederlo.

“E va bene” accettò. “Facciamolo!” sorrise.  

“Sì.”

Oh, se solo quel fosse stato pronunciato per altro…

 

Erano in piedi, uno di fronte all’altra, pronti per l’evento.

“Allora, sei pronta?”

“Sì.”

 

Una prima prova. Lenta.

 

“Colonnello, deve velocizzare il movimento, altrimenti si vede che è tutto finto.”

“E va bene…” sbuffò. Che vuoi che ne capiscano i bambini di queste cose?

 

Seconda prova. Quasi puasi p erfetta.

 

“Colonnello, metta pure tutta la sua forza, almeno risulta più vero.”

“Va bene, ma stai attenta!”

 

Terza prova. Perfetta.

 

“Ah, Colonnello, è stato perfetto!” esultò Riza, mentre Roy si aspettava un abbraccio di felicità, che non arrivò mai.

“E’ vero! Non è così male poi, come scena” si vantò lui. “In fondo sono perfetto in tutto.”

“E’ vero…”

“Eh?” chiese incredulo.

“Scherzavo, non ci avrà creduto?!” lo prese in giro.

N-no, figurati…” cercò di darsi un tono. “Ne facciamo un’altra?” propose, per cambiare argomento.

“Certo!”

 

Roy preparò il braccio, alzandolo.

Riza era pronta, lo fissava negli occhi. Era veloce e precisa, come solo un cecchino poteva essere.

Il colpo partì.

Ma in quel preciso momento, la porta dell’ufficio si aprì, rivelando i quattro subordinati, allegri nel loro chiacchiericcio.

 

Fu un attimo.

 

Roy non si accorse di nulla.

Riza si girò verso la porta.

 

La quarta prova non andò a buon fine, ma fece riecheggiare nella stanza il rumore di carne contro carne.

I quattro rimasero impietriti dalla scena che gli si presentò davanti. L’avevano vista tutta, e non c’erano spiegazioni plausibili che spiegassero il comportamento del loro capo.

 

Roy sentì il sangue gelarsi nelle vene.

Riza si appoggiò contro la scrivania, reggendosi la guancia con una mano, incapace di emettere altri suoni.

Ad Havoc cadde la sigaretta di bocca.

A Breda i fogli che teneva in mano.

A Fuery caddero gli occhiali.

A Falman la mascella.

 

Dopo un momento di panico iniziale in tutti e sei i presenti, la vita sembrò riprendere il suo corso, e la sua naturale velocità.

I subordinati si precipitarono sul luogo incriminato, schierandosi tra i loro due superiori, come a voler erigere una barriera umana – seppur di quattro elementi – tra il Colonnello e il Tenente.

Erano decisi, avevano sguardi tra la sicurezza e la delusione. E la paura, un pochino.

 

“Ah… ragazzi, non è come-” provò a spiegare Roy, rimandando la catalessi a più tardi.

 

Fu la miccia che accese la bomba.

Breda lo spinse contro il muro, prendendolo per la camicia e facendogli urtare la parete. Falman si avvicinò a Riza, che ancora non si era rialzata, cingendole le spalle con un braccio.

 

“Aspettate, non è come sembra, io-” riprovò Roy, poco sicuro dell’effetto che avrebbe ottenuto.

E infatti, il pugno di Havoc arrivò veloce e preciso sulla mascella, mandandolo al tappeto.

L-lei ha p-perso tutta la mia fiducia, Colonnello!” ribadì infine Fuery, con sguardo sicuro.

 

Roy venne lasciato lì, per terra, mentre i suoi subordinati – Riza compresa, ancora intontita - uscivano dalla stanza senza degnarlo di uno sguardo.

 

Non poteva crederci. Come avevano potuto pensare che avesse davvero fatto una cosa del genere? A Riza, per giunta! Però la scena era talmente chiara, in fondo nessuno, oltre loro due, era a conoscenza della recita, e, a dirla tutta, poteva sembrare anche una scusa veramente patetica…

Gli faceva male da morire il labbro, e la testa in generale.

Havoc l’avrebbe pagata, a qualunque costo. E anche gli altri! Dov’era finito il loro cameratismo? La loro fiducia reciproca? Per Riza avrebbe fatto anche lui lo stesso, però…

Si fissò il palmo della mano destra. Era dolorante. Doveva averle fatto davvero male, Riza non aveva avuto la forza neanche di riprendersi un momento. A volte dimenticava che era una donna anche lei. Cioè, ricordava ogni secondo della sua vita, che fosse una donna – come non pensarci? – però era abituato a vederla sempre forte, sui campi di battaglia e in ufficio, e spesso tralasciava il fatto che fosse un fragile essere umano, bisognoso di protezione, e amore.

Ora che la loro situazione si stava risolvendo, che il loro rapporto stava ricominciando a rinsaldarsi, era accaduto questo errore. Lei non lo aveva neanche guardato di sfuggita. Niente. Non sapeva se era solo per il dolore, o anche per altro.

Possibile che come una cosa andasse nel verso giusto, subito un’altra distruggeva quel po’ di felicità raggiunta?

La testa gli faceva male, la mano gli faceva male.

Ma il suo cuore non voleva smettere di sanguinare.

 

 

§

 

 

La serata era fredda, ormai l’inverno era arrivato. Eppure, Roy stava prendendo tempo, camminando sempre più lentamente in vista della sua meta.

“Colonnello, se facciamo tardi Julia la sgriderà, le conviene aumentare il passo.” Constatò Riza, al suo fianco.

Roy non la guardò, ma si limitò a precederla di nuovo, nel cortile del teatro. Arrivato davanti alla porta, però, si bloccò improvvisamente, abbassando le spalle dopo un lungo sospiro.

“Non ci riesco…”

“Deve solo abbassare la maniglia, non è difficile, lo ha fatto altre volte” ironizzò lei.

“Non intendevo questo” la fissò stringendo gli occhi, colpito nell’orgoglio.

“Lo so, ma almeno mi ha guardato.”

“Certo che la sera il cortile della scuola è un posto davvero lugubre” sviò il discorso.

“E’ tutto il giorno che evita il mio sguardo…” Riza chiarì di nuovo il punto.

“Sarà un caso, io non me ne sono accorto” mentì lui, infilando le mani in tasca e guardando per terra.

“Forse dipende da ciò che è successo oggi in ufficio?”

“E’ ora di andare, adesso. Se facciamo tardi Julia mi sgriderà” cambiò discorso, aprendo la porta.

“Colonnello!”

Ma Riza non poté fare altro che seguirlo all’interno. In fondo non era successo nulla di grave, quello schiaffo era stato solo un incidente di percorso. Lei non sembrava averci fatto caso per niente, ma Roy ne era rimasto alquanto turbato, a quanto pareva. E per quanto si sforzasse, Riza non era riuscita a farlo parlare, a rompere il ghiaccio.

Era assurdo. Tutta la loro situazione era assurda! Ogni volta che le cose tra loro stavano andando bene, accadeva qualcosa che le rovinava. E Riza era stanca di questa situazione, voleva solo un po’ di pace, voleva solo stare accanto a lui, come prima, come sempre. Forse doveva sacrificare qualcosa in cambio, per ottenere un po’ di pace. Forse il loro Scambio Equivalente prevedeva qualcosa a cui rinunciare, come un legame più forte, più intimo, come quello che si era creato tra loro da sei mesi a questa parte.

Eppure Riza non era affatto sicura di riuscire a farne a meno…

 

“Oh, siete arrivati! Finalmente!” andò loro incontro Julia, sorridente come non mai. “Manca meno di una settimana alla prima dello spettacolo e-” si bloccò, notando qualcosa che le fece gelare il sangue. “Ahhhhhhh!” urlò, in preda alla disperazione. “Riza, ma che ti è successo?”

Il Tenente si portò una mano alla guancia, nel punto esatto in cui il braccio tremante di Julia stava indicando.

“Ah… Non è niente… solo un incidente sul lavoro” spiegò, evitando di guardare Roy negli occhi.

Nooo!!! Sventura! Disgrazia! Maledizione!” recitò la regista, portandosi una mano sul cuore e l’altra alla fronte. “Il tuo perfettissimo viso, rovinato… E tu sei la stella della nostra Compagnia, non puoi avere quell’orrendo segno rosso su una guancia!” e si posizionò in un’altra posizione melodrammatica, mentre un faretto andava ad illuminarla.

M-ma sparirà entro domani, non c’è niente da temere” Riza cercò di tranquillizzarla, anche perché con la coda dell’occhio aveva notato che Roy era visibilmente sbiancato.

“Come è potuto accadere, COME?” continuò a gridare l’altra, stavolta con le lacrime agli occhi, e piroettando su se stessa.

“Ehm…”

“No. Non fa niente, cara.” Si ricompose la regista, ritrovando all’improvviso la sua proverbiale calma. “Ci metteremo sopra un bel po’ di trucco e vedrai che non si noterà nemmeno” decise. “Ma cerca di stare più attenta, mia cara Riza, se dovesse succederti qualcosa ne saremmo tutti amareggiati, io per prima ne morirei.” Concluse, portandole un braccio attorno alle spalle e accompagnandola verso il palco. 

“Ehm, scusate se mi intrometto, ma…” s’introdusse Roy, cauto.

“Che c’è?” Julia si fermò, girandosi verso di lui.

“Ecco, anche io, in verità…”

“Cosa?”

Roy si limitò a girare il volto, mostrando con un dito il piccolo taglio che aveva sul labbro, decisamente più vistoso della guancia leggermente arrossata di Riza.

“Se vuoi un cerotto la farmacia è ancora aperta” dichiarò serafica l’altra.

“Cosa? Io ho una ferita, qui, vedi? Anche il mio viso è contaminato da un segno!” cercò la parità.

“E allora?”

“Come, allora?! Per Riza hai fatto tutta quella scenata isterica e di me non ti importa niente?” chiese, punto nel vivo.

“No. Anche perché Riza è molto più importante di te.”

“Beh, s-sì, questo non lo nego…” abbassò il tono di voce, facendo arrossire il suo Tenente. “Però forse merito anche io un po’ di trucco, no?”

“No.”

“E perché?”

“Perché dovresti averlo?”

“Il mio viso! Il mio splendido viso è segnato e a te non importa niente?”

“Puoi solo migliorare, dammi retta, non è un gran danno.” Lo prese in giro, seria.

 

“COSA?” strillò come una donnetta. “Io-”

“Bene. In scena, tutti e due. Subito!” ordinò, interrompendo la discussione.

 

 

To Be Continued

 

 

Note: ah ah ah, ma che carina Julia ^^ Bel capitolo, vero? *scappa*

Ovviamente a Riza non gliene importa un piffero dello schiaffo, ma Roy si fa più problemi di una donna indisposta. Sono indecisa su Havoc, lui stima il Colonnello, ma lo vedo molto impulsivo, e per Riza, che è amata da tutta la truppa ^^, forse potrebbe anche colpirlo (e poi mi serviva che fosse sfigurato anche lui XD sono sicura che sorvolerete su questa mia piccola licenza dopo il prossimo capitolo).

 

Ah-ehm, devo finire la fic per un contest che scade tra un paio di settimane, ma intanto tento di finire anche questa. Grazie ancora a tutte.

 

 

Risposte ai commenti: ah-ehm *si schiarisce la voce* ci tenevo a ringraziare chi mi ha commentato, e chi ha messo la storia nei preferiti, ho notato che ultimamente sono aumentati anche se non ci sono stati aggiornamenti. Thanks.

E un ringraziamento speciale a tipetta94 e Yellow_B per i loro recenti commenti, grazie *____*

 

Swwtcicia: *leva costume da mucca* no, non sono l’Arakawa travestita XDDD altrimenti a quest’ora Roy e Riza avevano una schiera di mocciosi al seguito XD Fuery lo adoro! È troppo carino e puccioso, ho un debole per lui, ma amo tutta la squadra, sono geniali XD E Roy sa come essere dolce e gentile, che uomo, eh? XD Grazie mille per il commento, e per i complimenti *arrossisce* alla prossima cara ^^

Rinalamisteriosa: eh, mi sa che hanno buttato lo stampo con cui hanno fatto uno come Roy XD E noi dovremo accontentarci di, uhm, nulla XD Comunque sì, è stato tanto dolce e gentile all’inizio, non vuole proprio darle lo schiaffo (e si è visto come è terminato ‘sto capitolo invece XD), lui è un gentiluomo nell’animo ^^ altrimenti non lo ameremmo tutte così. E la scena dell’ufficio, beh, io amo la truppa Mustang XD la devo inserire ogni tanto o mi sento male XD Lieta che il capitolo ti sia piaciuto, grazie mille!! ^O^

Syra44: “incenerisco-chiunque-osa-anche-solo-pensare-di-guardare-il-mio-tenente" me piace ‘sta frase *O* scrivi la nuova fic, così la inserisci ^^ Ok, dunque. 1- Julia è un mito pure per me XD. 2- La truppa la amo *-* e ovvio che faranno avvicinare Roy e Riza, sono RoyAi pure loro 4, proprio come Julia XD (sì, dalla mia malattia non si guarisce). Roy è un gentiluomo sempre e comunque, e a Riza ci tiene proprio tanto, io ho scelto di trattarlo un po’ da scemo in questa fic-commedia, ma ogni tanto ci tengo a farlo rinsavire XD E diciamo che il confronto con Havoc termina in questo ultimo capitolo XD e chissà che non si risolva poi, uhm, ci devo pensare a qualche altra scenetta tra loro due XD Grazie mille del commento cara, a presto (tanto ormai ci incrociamo tra due fandom)! ^^

Valy88: uhm *accarezza la barba* la scena finale da gelatina per sempre… Ehm, ma sìììì, ceeeeerto, sicuramente è così, per questo incasino la storia a ogni capitolo che passa ^^” *prende appunti: non postare mai più una storia non finita* Dicevamo ^^” sì, Julia è matta del tutto, ma l’ho creata io, che ti aspettavi? E Roy è un gran gentiluomo, mi piace ogni tanto dargli il valore che ha (visto come l’ho trattato in questo ultimo capitolo…). E la truppa lo sai che la amo, dal primo all’ultimo senza preferenze (solo un po’ di puccioseria da parte di Fuery, ma il mio lato materno lo conosci, visto Gaara… XD). Ciccia, grazie dei complimenti *piange* Ce la farò e finirò questa fanfic!

Damned_Roar: ciao! Innanzitutto grazie del commento, mi ha fatto davvero piacere, soprattutto perché non te la sei presa per la mia “critica” alla tua storia, grazie davvero. Poi, sono contenta che ti sia piaciuta, e che trovi le scene realistiche *-* E Roy-Matrigna in effetti è proprio sfigato XD Tutte a lui, poveretto, ma speriamo che alla fine Cenerentola rimanga con lui ^^ Grazie ancora! ^^

HarleyQuinn: per prima cosa, scusa ç_ç Volevo contattarti per rispondere alle tue domande senza farti aspettare un mese, ma, ecco, me ne sono scordata ^^” sono stata presa dagli esami e non ci ho capito più nulla. Ma andiamo con ordine. La truppa Mustang la amo XD Tutti e 4, ugualmente. Fuery poi è teneroso per davvero! Sono contenta che quella scena ti sia piaciuta, perché ci tengo a far sorridere ogni tanto ^^ E loro si prestano proprio bene. Per la prima scena, Roy è un gentiluomo, ogni tanto lo ricordo ^^ Per il resto, ma figurati, è stato un piacere leggere la tua fic su Greed e Martel, è bellissima e merita un milione di recensioni *-* anche io adoro il tuo modo di scrivere! Ehm, sì, Oro non è proprio il mio preferito, non è che lo odio, ma mi fa paura XD e mi hanno insegnato a vedere Anko con Kakashi (che tra l’altro manco sopporto XD), però la tua coppia ha quel qualcosa di intrigante che attira *-* chissà… XD Ehm… la coppia su cui non posso leggere… su cui non riesco a leggere… ShikaIno. Ho letto anche RoyEd lemon, ma quella proprio no, non ci riesco. Io scrivo ShikaTema e amo quel pair come il royai, quindi, ehm, capisci bene ^^” (se poi tu sei mosca bianca non fa niente, amiche come prima XD salto le tue shikaino e leggerò la OroAnko XD). Alla prossima, grazie mille!

Lely1441: oggi mi andava di rimettere i numeretti, che poi so che ci sei affezionata, quindi non so perché li tolgo arbitrariamente, bah, chi mi capisce è bravo. Donc, mi hai fatto ridere con “Roy lo scemo del villaggio” XD se vai su nonciclopedia alla voce ‘personaggi di naruto’, indovina chi chiamano così? *Vale le tira il pc fisso* Donc (ancora, sì, ma oggi ci ha fatto lezione un tizio francese, sono ispirata XD), Fuery lo stai rivalutando?? Ma che significa? Fuery ti deve piacere da sempre! È dolcioso, teneroso, puccioso e qualche altra cosa che finisca in “oso”, fai tu. E sì, hai azzeccato la conclusione della fanfic, Roy verrà brutalmente buttato già dal palcoscenico da Riza XD altro che bacio XD ok ok, scherzavo, farò il possibile *scappa in Messico* Spero che questo capitolo ti sia piaciuto più del precedente ç_ç Alla prossima, kissoni! (faccio la mami che imita la figlia per sentirsi giovane XD). Meno male che sei l’ultimo commento, le mie facoltà mentali mi stanno abbandonando. Ciau.

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Capitolo 10
*** Atto IX ***


Note: questo è il capitolo della serie: “il ritorno dei momenti OOC”

Note: questo è il capitolo della serie: “il ritorno dei momenti OOC”!

 

A tto IX  Save the last dance for me

 

Il palco del teatro era illuminato da luci violacee, mentre si stava svolgendo una scena. Non era male, le posizioni erano scelte bene, le voci si sentivano fino all’ultima fila della platea, insomma, una scena d’effetto, sicuramente. Che Julia fosse davvero una brava regista?

Roy sprofondò nella poltroncina rossa, allungando le gambe e abbassando lo sguardo. Riza era seduta vicino a lui, e leggeva un atto del copione che conosceva poco, l’ultima volta aveva dimenticato ben tre parole.

Erano passati due giorni, dal famoso schiaffo in ufficio, e mentre Riza continuava a comportarsi come se nulla fosse successo, Roy ancora non riusciva ad ammettere ciò che era accaduto. Si sentiva così stupido per rammaricarsi di un semplice incidente…

“Colonnello, perché non mi aiuta a ripetere?” propose Riza, continuando a leggere sui suoi fogli.

Mh. Sai già tutto, non ti preoccupare” rispose noncurante lui.

“Ma lei potrebbe darmi una maggior sicurezza” continuò imperterrita.

“Non credo che tu abbia bisogno di me.”

“Questo sta a me deciderlo” lo guardò, abbassando i fogli. Ed era uno sguardo sicuro, fermo, così penetrante da leggere oltre il significato di quelle parole.

Roy la fissò serio.

“Non penso che ci sia molto da decidere. Non ti sono d’aiuto. Punto.”

“Perché dice questo? Io…” arrossì impercettibilmente, pensando a quanto Roy contasse per lei, a quanto lo sognasse ogni notte, e a quando volesse stare con lui ogni giorno.

“Almeno in ufficio l’hanno capito…” Roy lasciò cadere il discorso, riferendosi agli ultimi eventi che avevano sconvolto i suoi uomini.

“Questo non è vero! Ho parlato con Havoc e gli altri e ho spiegato loro la situazione, e gliel’ho detto: hanno capito e non hanno nessun risentimento nei suoi confronti. Spiegò lei con decisione, dato che era un argomento che aveva cambiato molto le cose tra loro. 

“Uhm, forse avrebbero fatto bene a lasciare da solo un uomo patetico come me.”

“Non dica così” Riza addolcì il tono, “lei non è affatto patetico, non lo pensi neanche” lo rassicurò con un sorriso.

Roy abbassò il capo, sentendo più caldo del solito. All’improvviso si accorse che Riza aveva alzato un braccio, e le sue dita erano andate a sfiorare la sua guancia. Quel tocco, così leggero, così sicuro… Sentiva come se qualcosa stesse guarendo, dentro di lui.

“Ti fa male?” chiese piano Riza, mentre gli accarezzava la guancia dove era ancora in bella vista il taglio sul labbro.

“No…”bisbigliò lui, voltando il capo verso di lei. “Sono un uomo forte, io!” si vantò.

Riza sorrise, e avvicinò il suo viso a quello di lui, continuando a guardarlo negli occhi.

“Non dire più cose del genere…” riprese lei.

“Cosa?”

“Che non sei importante. Per me lo sei molto.”

“Davvero?” chiese speranzoso.

“Sì…”

“Beh, mi dispiace tanto, ti chiedo scusa.”

“Per cosa?”

“Per lo schiaffo. Non era voluto.”

“Lo so, non devi scusarti di niente.”

“Ma io-”

“No. Ascoltami.”

E Roy rimase in silenzio. Era strano come nel rumore della sala del teatro, lui riuscisse ad ascoltare perfettamente le parole sussurrate di Riza. Forse era la loro vicinanza, o forse la vicinanza dei loro cuori.

“Non voglio che tu ti senta in colpa per cose del genere. Non devi farlo mai più.”

“No…”

“Promettimelo.”

“Te lo prometto… Riza.”

Lei sorrise di nuovo, portando anche l’altra mano sul viso di lui. Roy in compenso scese su di lei ancora un po’, passando un braccio dietro la poltrona di Riza, alle sue spalle, e cingendola alla vita con l’altro.

“Non voglio che tu stia male per colpa mia” ricominciò lei.

“Ma se è per colpa mia se tu stai male!” si difese Roy.

“Mi sa tanto che siamo due sciocchi testardi.” Rise.

“Concordo in pieno, Tenente. Però ora che ci penso abbiamo un problema…

“E quale sarebbe, Colonnello?”

“Adesso in ufficio sanno tutto della recita!” disse sconsolato.

“Dovevi vedere come sono rimasti sconvolti quando ho detto loro la verità! E poi hanno bofonchiato qualcosa su una scommessa, e sul fatto che non avevano più la vittoria in tasca… 

Roy sorrise piano, guardando il suo soldato preferito mentre rideva di gusto. Riza tornò seria solo quando si accorse della vicinanza stretta tra loro. Fu tutto molto naturale, chiusero gli occhi e si sfiorarono appena con le labbra…

“Ahi!”

Mh?” Riza si allontanò leggermente, preoccupata dall’interruzione di Roy, che nel frattempo si stava tenendo la guancia con una mano.

“Ehm, tutto bene?” chiese lei perplessa.

S-sì, sì. Scusa. Non è niente, è solo che…” come poteva dirle che soltanto averla sfiorata gli aveva procurato un dolore forte sul labbro tagliato?

La guardò, tra l’agitazione e la paura, e Riza sospirò in modo teatrale.

“Se le faceva male il taglio, perché non lo ha detto?” domandò accigliata.

“Non mi fa male!” rispose seccato. “Posso benissimo baciarti anche con questo taglietto da quattro soldi!”

Riza arrossì di colpo. Di solito le loro effusioni avvenivano senza una vera e propria premeditazione, e mai avevano ammesso così ad alta voce che tra di loro c’era qualcosa. Abbassò lo sguardo, imbarazzata, giocando con le proprie mani raccolte in grembo. Quindi Roy sapeva ciò che stava facendo? Aveva davvero intenzione di baciarla? Proprio lei?

Era emozionata, non sapeva bene come reagire, non si aspettava tanto. Era abituata a considerare il suo rapporto con Roy qualcosa di nascosto, di spontaneo, e sentire le parole del Colonnello, così chiare e senza possibilità di errori, fu per lei una causa di agitazione. Non era pronta, se lo ripeteva da giorni, non voleva rovinare tutto quanto, aveva paura di cambiare le cose.

Ma possibile che in fondo in fondo, Roy volesse davvero stare con lei?

“Ehi, che hai?” chiese gentile lui, vedendo che la ragazza non accennava a proferir parola.

“Ah… niente” rispose con garbo, ritraendosi un pochino da lui.

“Riza… tutto bene? Se ti ho dato fastidio, io-”

“No. E’ solo che…”

“Ehi, ascoltami” le disse, alzandole il mento con una mano e costringendola a guardarlo. “Se non sei pronta possiamo aspettare tutto il tempo che vuoi. Non ho fretta, io.”

Lei gli sorrise. Quando era così vicino a lui, sentiva che era la cosa migliore, la scelta giusta. Su questo non aveva mai avuto dubbi. Forse doveva solo provare a buttarsi…

“Ecco, io… penso che, forse…” gli si avvicinò di nuovo, lentamente, “ecco, credo che non ci sia bisogno di aspettare, adesso.”

Roy le sorrise, e mentre le carezzava una guancia con una mano, si avvicinò alle sue labbra per assaporare quel prezioso bacio. Riza era così dolce, e così vicina, bastava così poco, una manciata di centimetri…

 

“RIZA! Mia splendida Musa!”

 

Le parole urlate arrivarono velocemente alle orecchie dei due, che si staccarono subito, giusto in tempo per essere abbagliati da un faretto di luce che si era posizionato proprio su di loro, all’ultima fila della platea.

Si guardarono imbarazzati, prima di distogliere lo sguardo e concentrarsi sul pavimento.

 

“Mia cara, ti ho portato questo piccolo pensiero, niente in confronto a quelli che faccio per te ogni secondo della mia vita!” continuò Rick, in mezzo al palco, mostrando un bel mazzo di rose.

 

Riza arrossì ancora di più, mentre Roy sentì un impulso irrefrenabile di strozzare qualcuno.

“Mia dolcissima e bellissima Riza, accetta questo mio dono come segno del mio inconfutabile amor-” non finì la frase che, nel tentativo di avvicinarsi a lei, inciampò nel tappeto sul palco, si aggrappò al drappo rosso presente nella scenografia appena montata, strappandolo, quindi ondeggiò per qualche passo, finendo con un piede dentro un secchio di vernice, perse l’equilibrio, e nel tentativo di riprenderlo fece oscillare le braccia, ottenendo come risultato di schiaffeggiare almeno mezza dozzina di attori che si erano avvicinati a lui per aiutarlo. Non contento, urtò una scala con un tizio sopra che rammendava la tenda di una finta finestra, il quale cadde addosso all’uomo barbuto vestito da sorellastra. Infine, Rick cadde rovinosamente a terra, sbattendo pericolosamente il viso.

 

“Aiuto! Il mio palco!” gracchiò Julia, in preda ad una crisi isterica.

“Mio Dio, RICK!” urlò Riza, correndo velocemente verso il palco, dove si stavano dirigendo tutti i membri illesi della Compagnia.

Julia continuava a sbraitare, chiedendo di chiamare un dottore per l’attore caduto. Erano tutti preoccupati, seguendo i movimenti della loro adorata regista. E Riza era lì con loro, con un’espressione molto preoccupata, che cercava di far riprendere il povero Richard tra le sue braccia.

 

Roy rimase seduto in fondo alla platea, vivendo la scena dal di fuori. Rick si era ormai ripreso del tutto, ma non accennava a lasciare l’abbraccio di Riza. Julia addirittura si era inginocchiata al suo fianco, e gli accarezzava il viso, urlando al mondo intero quanto lui fosse importante ai fini della recita. Gli altri membri erano lì intorno, che si adoperavano per far stare meglio l’attore: chi portava un cerotto, chi una bottiglia d’acqua, chi un cuscino…

Solo Roy non partecipò a quella che considerava una caduta in grande stile. Era sicuro che Richard non si fosse fatto assolutamente niente, al contrario del palco che appariva terremotato.

E si maledì internamente, perché di sicuro c’era qualcuno da qualche parte che si divertiva a farsi beffe di lui.

Incrociò gambe e braccia, e sbuffò a lungo.

Quella sì che era stata una caduta ridicola, eppure nessuno si era permesso di aprire bocca, al contrario di quando era stato lui a cadere davanti a tutti.

Sapeva che quella Compagnia di teatro era tutta matta, e dentro di sé ricercò il motivo per cui ora si trovava lì. Ah, sì, giusto. Il suo motivo era sul palco, e teneva tra le braccia un altro uomo.

Aveva avuto davvero un’ottima idea, nel rientrare nella Compagnia Smith…

Ma non era la stupidità del suo ruolo nella recita, o le angherie continue che doveva subire da Julia, che gli davano fastidio.

Era il fatto che le cose tra lui e Riza non accennavano a cambiare.

Non aveva le forze per passare al Piano C. Forse doveva solo lasciar perdere tutto.

 

 

§

 

 

Roy entrò nella saletta del teatro in ritardo, a causa di una riunione improvvisa di lavoro. Aveva lasciato andare Riza alle prove, senza aspettarlo, nonostante le proteste della ragazza.

Sul palco stavano provando una scena, come sempre. C’era Julia in platea, che si massaggiava le tempie con un’aria sconsolata, e aveva addirittura tolto la sua sciarpetta preferita. E c’era Richard, che si stava mangiando le unghie, con un’espressione afflitta. E poi c’era la sua Riza, di sicuro sarebbe stata un’ottima attrice, perché come lei saliva sul palco, Roy non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Ed era là, al centro, seduta su una sedia con del ghiaccio sul ginocchio….

Roy sgranò gli occhi, iniziando a correre verso di lei. Ma che le era successo?

Il suo cuore iniziò a pulsare freneticamente, e non trovò la forza di far uscire neanche mezza parola.

 

“Oh, Roy caro, sei arrivato” lo salutò Julia, con aria stanca.

Lui si fermò a guardarla, prima di spostare di nuovo lo sguardo sulla scena del palco.

S-sì. Chiedo scusa per il ritardo.”

“Non fa niente. Riza ci ha detto che eri impegnato.”

Roy si stupì nel sentire le parole accomodanti di Julia. Di solito si infuriava anche per dieci secondi di ritardo, e anche se erano spiegati con un motivo serio!

“Ma… che succede?” trovò il coraggio di chiedere, indicando il suo Tenente.

“Ah. Stiamo provando una scena molto difficile.

“Sì, ma… Riza si è fatta male?”

“Non si preoccupi Colonnello, sto bene” lo rincuorò Riza, alzandosi velocemente. “Possiamo provare di nuovo.”

Julia diede il suo assenso con un cenno sconsolato del capo, sembrava che non avesse molte speranze. Rick si avvicinò alla sua Musa, prendendole una mano e cingendole con un braccio la vita.

Roi sentì bollire il sangue, ed era già sul piede di battaglia quando Julia lo invitò a sedersi vicino a lei.

“E’ la scena del ballo” spiegò la regista. “E’ molto importante, Cenerentola e il principe devono ballare insieme. Ma purtroppo temo che dovremo rinunciare alla scena…

“E perché?” chiese curioso lui.

Julia si limitò a sbuffare, mentre Roy voltò di scatto la testa, rivolto al palco, in seguito a un rumore di qualcosa che si rompeva.

“E NO! Adesso anche questo! Mi vuoi distruggere la scenografia?!” urlò la regista in preda al panico.

Rick si scusò tenendo in mano il vaso che aveva appena rotto. “Possiamo riprovare?”

“Fate come vi pare, tanto…”

Riza e Richard si avvicinarono di nuovo, iniziando a muovere i primi passi di danza. Ma dopo pochi secondi, lui barcollò, perdendo l’equilibrio, e spinse Riza contro il sipario.

“Ehi!” Roy si alzò in piedi, con sguardo furioso, “perché non stai più attento a quello che fai? Così le fai male!” balzò in un secondo sul palco, aiutando Riza a rialzarsi.

“Oh, non si preoccupi Colonnello, sto benissimo” lo ringraziò lei, sorridendogli.

“Davvero?”

“Davvero” si intromise Julia, “è abituata a molto peggio. George, fai il riepilogo della serata.”

Il silenzioso assistente, nonché marito della regista, iniziò ad elencare le vicissitudini del Tenente.

“Allora, otto pestate di piedi, due incontri con una sedia, un colpo alla schiena contro un tavolino, tre ginocchiate contro il vaso, e… sì, un volo contro il sipario.”

“Perfetto, tesoro.” Si complimentò Julia, guardando con un amorevole sguardo il marito.

Roy però rimase sconcertato. Riza, la sua Riza, si stava distruggendo, e tutto per colpa di quel cretino patentato di Richard!

“Davvero ti è successo tutto questo?” le si rivolse serio.

“Non è niente, davvero.” Riza abbassò lo sguardo.

“Ma come? Domani sarai piena di lividi, e tutto per una scena!”

“Non importa. E poi adesso ci stiamo abituando.”

“Non mi sembra! Quell’idiota ti sta facendo del male!” urlò, indicando Richard, il quale si era nascosto in un angolo.

“Non è niente, si calmi, per favore” lo implorò non volendo un’altra scenata. 

“Ma si può sapere qual è il problema?” chiese finalmente, non riuscendo più a capire la situazione.

Julia arrivò in suo soccorso. “Il nostro primo attore non sa ballare” dichiarò.

Roy sgranò gli occhi per l’ennesima volta, quella serata, passando con lo sguardo da Riza a Richard, e poi di nuovo a lei.

“Cosa?” sbraitò, nascondendo un desiderio irrefrenabile di ridere.

“L’arte è qualcosa di superiore! Il ballo non serve a-”

“Tu stai zitto, Rick. Nessuno ti ha interpellato!” lo sgridò la regista.

Roy sorrise, sentendo per una volta di poter fare qualcosa di utile.

“Non è difficile, Rick.”

L’attore lo guardò con dei lacrimoni agli occhi, tirando un fazzoletto tra i denti.

“Ma io non ci riesco…” si lamentò.

“Allora lascia che ti insegni. Vedrai che imparerai presto.”

 

Nella Compagnia calò il silenzio.

Roy prese Riza per mano e la condusse al centro del palcoscenico. Le prese la mano destra, mentre il suo braccio destro le cingeva la vita, stringendola a sé.

“Dunque, sono tre passi di base. Il primo passo è in avanti, mentre lei indietreggia, poi il secondo è di lato, e il terzo chiude. Poi si ricomincia, però con il piede opposto. Così.” Spiegò, mentre si muoveva nel modo appena descritto.

Richard lo guardava con occhi pieni di speranza.

“E poi ricominci. E’ facile. Nel contempo devi fare un giro su te stesso, e un altro su una circonferenza immaginaria lungo la pista. Vedi?”

Roy e Riza continuavano a ballare, senza musica, muovendosi elegantemente sul palco. Rick li guardava con uno sguardo pieno di ammirazione, mentre Julia sorrideva al marito, seduto vicino a lei.

“Uno, due, tre. E poi di nuovo. Chiaro?”

Roy aveva smesso di guardare il povero Rick. Ormai per lui c’era soltanto Riza, di fronte a sé. E continuavano a danzare, fissandosi intensamente e stringendosi appena più del dovuto. Lei sorrideva, lasciandosi trasportare dalle sue forti braccia. Potevano stare spesso insieme, ma era raro condividere momenti così intimi.

Roy le sorrise di rimando, facendole fare una piroetta e riprendendola veloce tra le sue braccia, sentendosi impoverito dalla sua presenza, anche se solo per un secondo.

Avrebbero voluto continuare a volteggiare per sempre, lontano da tutti, dalle regole militari, dai loro problemi, dalle cose non dette. Era successo solo un’altra volta che si sentissero così isolati dal mondo, seppur davanti ad altre persone. Ed era successo lì, sei mesi fa, su quello stesso palco. Quel bacio lontano nel tempo e vicino nei ricordi li aveva legati profondamente, e adesso stavano riprovando le stesse emozioni. In fondo, il loro forte legame era palese da sempre, aveva solo bisogno di una scossa che facesse loro prendere coscienza del significato dell’uno per l’altra.

E dal modo in cui si guardavano, in cui si sorridevano, in cui intrecciavano i loro corpi, sembrava che ci fossero già riusciti.

 

Quando la musica finì fu come se si risvegliassero da un sogno, i contorni riacquistarono spessore, le luci e i suoni tornarono a farsi percepire.

Si ritrovarono entrambi imbarazzati, e a malincuore, sotto lo sguardo incuriosito di tutti quanti, si allontanarono l’uno dall’altra.

“Davvero una splendida scena” Julia ruppe il silenzio. “Eravate così presi che non vi siete neanche accorti che abbiamo inserito la musica.”

I due fissarono il pavimento del palco, trovandolo particolarmente interessante.

“Una dimostrazione meravigliosa!” esordì Rick, battendo le mani, “mai vista tanta intimità e precisione.” Li lodò. “Ma dove avete imparato?”

Roy a questo punto alzò la testa, sorridendo.

“Siamo militari, e come ufficiali dobbiamo partecipare spesso ai balli organizzati dal Quartier Generale” spiegò.

“E di solito il Colonnello invita sempre me, perché altrimenti sarebbe costretto a scegliere una ragazza sola, tra le tante che ha a disposizione” aggiunse Riza, a metà tra la contentezza e la gelosia pura.

“E dato che se parlo troppo con i piani alti dell’esercito, va a finire che mi prudono le mani, ci mettiamo a ballare di continuo, almeno sono impegnato in altro.”

“E’ vero, quindi siamo esperti. Il Colonnello ha un’abilità naturale.”

“Dipende dal fatto che mi tocca ballare anche con le mogli di alcuni Generali, e devo essere perfetto per fare una buona impressione su di loro. Non che sia difficile…” ammiccò a qualcuno di indefinito.

“E anche io spesso ballo con altri ufficiali, quando il Colonnello è impegnato. Così ho affinato la tecnica.”

“COSA?” strillarono Roy e Richard, all’unisono.

“Non dire così, dolce Riza, sono sicuro che la tua leggiadria è innata. Perché una donna della tua bellezza, del tuo carattere, della tua eleganza…” l’attore era di nuovo partito per la tangente con i complimenti gratuiti.

“Che vuol dire che balli con altri uomini? Io non me ne sono mai accorto!” le si rivolse Roy.

“Sì, signore. Capita, a volte.”

“E chi sarebbero questi? E come si permettono di mettere le loro manacce sulla mia dama?

“Beh, uno è il Generale Hakuro, e un paio di volte ho ballato anche con il Comandante Supremo.” Rispose a bassa voce.

Roy si morse un labbro. Di certo non avrebbe potuto scatenare la sua ira su questi pretendenti!

“Che non capiti più!” si ritrovò ad ordinare, senza alcun diritto.

“La piantate di dire scemenze?” li interruppe Julia. “Roy, sembri una moglie gelosa, non vedo perché Riza dovrebbe starsene da sola se tu ti metti a ballare con qualche allegra vecchietta, che magari non tiene neanche le mani a posto…”

Roy annuì a quest’ultima affermazione, scrollando le spalle, mentre Riza gli lanciava un’occhiata carica di gelosia.

“Ma non è questo il punto. Purtroppo i ruoli non si possono cambiare, quindi per favore, Roy caro, insegna al nostro primo attore come si balla!” ordinò cortesemente.

Roy si sentì rassicurato dal sorriso di Riza, così accettò di buon grado il compito affidatogli.

Certo, vedere che quell’attore da strapazzo metteva le mani addosso alla sua Riza, non era proprio piacevole, ma almeno, per una volta, aveva fatto una bella figura davanti a tutta la Compagnia, tanto che Julia lo aveva lodato.

Ma niente di tutto questo valeva il dolce sorriso che tra una piroetta e l’altra Riza gli regalava.

 

 

To Be Continued

 

 

 

 

Note: ah, ma quanto adoro il valzer? Tanto *-* purtroppo non ho nessuno con cui ballarlo.

Alla scena finale sono molto affezionata, mi piace immaginarli mentre ballano, si prestano molto bene a queste cose.

La prima scena invece, beh, mi rendo conto che è un po’ strana, mi spiace se sia risultata un po’ OOC, questi due mi stanno sfuggendo di mano. Ma non ce ne saranno altre.

E così la truppa alla fine ha scoperto della recita… Beh, glielo dovevo, è dai tempi di Once upon a time che volevo che lo sapessero, e quando ho concluso quella fanfic ci sono rimasta male per loro. Non che cambi poi molte cose ai fini della trama.

 

Il capitolo lo voglio dedicare a chi mi sostiene sempre, al RoyAi FanForum, alle mie adorabili recensitrici, a chi mette la fanfic nei preferiti (vedrò mai un vostro commento sulla storia? Mi farebbe piacere ^^), a Vale che sopporta i miei sfoghi quotidiani, alle mie due figghie Lely e Sisya (che ho scoperto essere tornata on-line *_*), e ad Agnese che è una settimana che mi chiede di aggiornare, scusa se mi sono degnata solo ora.

 

 

Risposte ai commenti:

Swwtcicia: ah, ma Riza non ha risposto subito allo schiaffo, spiegando la situazione alla truppa, perché le ha fatto male ^^” è rimasta un po’ intontita diciamo, e lì sul momento non gliene importava niente di quello che stava succedendo. Capita, se prendi una brutta botta. Ma poi come vedi ha spiegato tutta la situazione alla truppa, e si è tutto risolto. Roy si è sentito male per lo schiaffo perché è un cretino XD Ma io lo adoro, e adoro questa vena comica che si ritrova nel manga (vedi l’ultimo cap uscito). Spero tu sia sopravvissuta alla lettura delle mie fanfic XD e sì, dovrei ricordarmi che il venerdì c’è la chat sul forum, me lo scordo sempre ç_ç Ciao!

 

Lely: se sono single alla mia veneranda età, un motivo c’è. E il modo in cui descrivo Roy credo sia la causa (o la conseguenza? uhm…) di ciò. Lo devo distruggere *___* è il mio obiettivo, e il motivo è che… è divertente ^O^ Il giorno in cui dichiarerà amore imperituro a Riza potrò seppellire l’ascia di guerra, e vedrai tante fanfic in cui lui è l’eroe della situation. Per ora no. Eh, lo schiaffo… Dai, non è andata così male, visto che scenetta carina? ^^ *scappa* è parecchio sfigato in questa fanfic, ma le deve patire tutte, una per una! E non ho mica finito qui *faccia diabolica* manca una mini scena nel prossimo capitolo, e poi potrà morire in pac- ehm, vivere felice e contento (credo, se solo scrivessi il finale…). E no, Riza non se l’è presa, va bene che sono sadica, perfida, amante dei Roy bistrattati, ma… uhm, che idea che mi hai dato per la prossima volta *__* (XD). Hai trovato qualche altro incitamento giovanile per me? Hai chiesto a quel mito che è Gai? XD Io dico kissoni, intanto ^^ Ciao X3

 

Vale: certo che so cosa è il coso del letto… è il coso del letto ù_ù Ah, che sorpresona che vi ho fatto, eh? E chi se lo aspettava? Certo, se solo mi fossi ricordata che DUE giorni dopo l’aggiornamento era il mio anniversario… ^_^ mannaggia alla deficienza inside -_- Allur, io mi chiedo tu cosa leggi invece dei miei capitoli XD Primo: la scena dello schiaffo era seria, abbiamo Roy che schiaffeggia Riza, perché dovrebbe far ridere? Perché l’ho scritta io? una scusa plausibile in effetti, ok ok XD). Secondo: Havoc che dà un pugno a Roy non doveva essere una scena da sbav, ma una di piena drammaticità! *faccina oscena con la bocca spalancata* Ci manca solo che ci vedi Kankuro mezzo nudo e mezzo morto che spunta tra le righe e siamo a cavallo XD Julia ovviamente è matta perché è la mia proiezione all’interno della fanfic (uhm, storia già sentita, di autrice che viene inserita nella storia, e mi sono pure sposata, toh! XD). E gli equivoci sono finiti!!! *sventola striscione con la scritta: ho ancora un cervello* sì, perché mancano solo 2 capitoli alla fine, se Dio vuole. Ok la pianto, grazie del commento, ciau.

 

Alejandra Wammettara: ma no, ma no, Riza era troppo scioccata per sparargli XD Se Roy le avesse fatto meno male con quello schiaffo, forse il colpo della calibro 9 non glielo avrebbe tolto nessuno. Ma sai che anche io non riesco più a mettere una sciarpa bianca? Considera che era la mia preferita, e ora è nell’armadio, abbandonata! Ma altrimenti rido XD. Grazie mille del commento, e della comprensione per aver aggiornato dopo ere geologiche XD

 

ilaria8: oddio, ma grazie ^///^ Che bel complimento. Non ti preoccupare se non hai mai recensito, io sono più che contenta quando qualche lettore anonimo prima o poi si fa vedere ^^ è questo l’importante. Grazie mille davvero! Mi ha fatto proprio piacere il tuo commento, spero di non deludere le tue aspettative. Ps. Ho visto che hai una RoyAi anche tu… devo ancora leggerla, ma ultimamente sto un po’ trascurando questo pair. Cercherò di mettermi in pari appena possibile, promesso!

 

evelyn_cla: ok, la finirò *posa eroica* ormai manca poco, solo altri due capitoli oltre questo qui. Devo farcela XD Grazie mille del commento, dei complimenti e di tutto ^^ Ciao! E se ti ricapita passa sul forum XD

 

Rinalamisteriosa: , lo schiaffo era vero! Sono sadica. Ma in fondo tutto si è risolto per il meglio ^^ (forse). Julia è un po’ scema come l’autrice XD ma mi fa ridere. E la truppa Mustang… lo sai che la amo! E mi piace immaginarli un po’ come i fratelloni di Riza, quelli che si preoccupano per lei (in fondo è l’unico elemento femminile del gruppo, ci sarà enorme rispetto anche perché è la maggiore in grado, e mi sono scordata la frase perché mi sono gelatinizzata al pensiero XD). Stavolta ti ho stupita? XD Tanto gli aggiornamenti sono praticamente mensili ç_ç E lascia perdere quella statua *rotola via* alla prossima!

 

Syra44: *_* sei l’unica che ha notato la scena del faretto! Io ti adoro! Quel pezzo lo amo, non so perché, forse perché è scemo, ma lo amo XD Julia è praticamente me stessa dentro la fanfic, quindi è normale che sia menefreghista verso Roy! Visto che dolciosità la scena RoyAi iniziale? E questa di quest’ultimo capitolo? Il loro rapporto si sta proprio evolvendo bene ^^ Sono brava dai, un po’ sadica, ma brava XD Havoc ha sfigurato Roy, ma nulla di grave, non temere! E ormai la storia è al termine, quindi (forse) Roy è salvo. Alla prossima cara ^^

 

piccola tammy: ^///^ non so veramente che dire del tuo commento, se non grazie. Sì, lo so che è riduttivo, ma mi sono imbarazzata davvero tanto. Sono contenta che le mie storie ti piacciano, per me significa tanto. È quando leggo commenti come i tuoi che entro in crisi XD il RoyAi non posso lasciarlo, lo so, farò il possibile te lo prometto XD Grazie ancora!

 

HarleyQuinn: ciao! L’ammore royaioso ci sarà (credo), abbi fede! (le ultime parole famose XD). Io adoro complicare le situazioni, e poi mi ci ingarbuglio pure io e non so come risolvere il tutto, olé! Ma questa storia prima o poi vedrà la fine… Spero!! Non la sopporto più. La truppa Mustang è adorabile, tutti e 4 sono così teneri e comici allo stesso tempo, quando poi sono tutti insieme le scenette divertenti e sceme sono d’obbligo. Ti ringrazio davvero tanto per i tuoi commenti sempre così gentili, mi fanno tanto piacere da un’autrice del tuo calibro, grazie! ^//^ Io spero di mantenere la storia a un buon livello fino alla fine, tu che ne dici di scrivere qualcosina su Naruto anche se è un fandom che ormai non segui più? Ti dico un pair a caso, inizia per “S” e finisce per “hikaTema” XD Io ormai mi ci son fissata. Scemenze a parte, su che altri lidi ti sei spostata? Se conosco i fandom ti pedino! (anche se io sono ignorante ^^”). Alla prossima, ciao! *Flavia*

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Capitolo 11
*** Atto X ***


Note: capitolo dedicato a me stessa XD perché oggi è una giornata speciale ^^

Note: capitolo dedicato a me stessa XD perché oggi è una giornata speciale ^^

 

 

 

A tto X –  Le Tre Prove dell’Amore e Baci della buonanotte

 

 

“Va bene allora, iniziamo questa prova, tutti pronti?”

Julia, sedendosi affianco al marito, in platea, impartì le ultime direttive.

Riza era sul palco, pronta per provare la sua scena insieme a Richard, mentre Roy era dietro le quinte che la guardava.

Il suo Tenente aveva da poco iniziato a recitare, che qualcuno fermò la scena, dicendo che il sipario si era bloccato e che quindi non si poteva provare. Julia iniziò a sbraitare qualcosa di indecifrabile, mentre Riza aveva assunto un’espressione preoccupata. Fu allora che Roy prese in mano la situazione.

“Non c’è problema, ci penso io!”

E si fiondò su una scaletta malmessa, arrampicandosi sul sipario per disincastrare la tenda dal suo binario.

“Colonnello, stia attento, la prego” si preoccupò Riza, notando l’altezza notevole alla quale si trovava il superiore.

Roy si sentì gratificato da tutti gli occhi che erano puntati su di lui, in particolare quelli accorati di Riza. Sistemò il sipario con un veloce strappo, e tra gli applausi generali scese le scalette diroccate, non rendendosi conto però di aver messo un piede in fallo per guardare meglio il suo Tenente, tanto che cadde rovinosamente a terra, sbattendo il naso.

“Colonnello!” gli corse incontro Riza.

“Non è niente, non è niente, per così poco…” la rassicurò lui, rialzandosi velocemente e sorridendo, seppur in modo malconcio.

 

La scena riprese la sua normale prosecuzione, fino a quando Riza non si accorse di aver dimenticato dietro le quinte le scarpette con cui recitare e Julia le chiese di andare a prenderle.

“Non c’è problema, ci penso io!”

E di nuovo Roy si propose come cavalier servente, e prima che qualcun altro potesse fermarlo, tra sguardi curiosi e una Riza piuttosto stupita, prese a correre lungo il palco. Aveva quasi raggiunto la meta che si accorse a malapena di un “attenzione!” che veniva urlato da qualche parte, tanto che si ritrovò in un secondo completamente bagnato con acqua gelida. Un secchio era appena caduto dall’alto, mentre i tecnici della manutenzione stavano sistemando chissà cosa sulle impalcature del teatro. Per poco il secchio non gli colpì anche la testa. Oltre il danno, anche la beffa…

Roy rimase impietrito per un secondo, almeno fino a quando Riza non gli si avvicinò di corsa.

“Colonnello! Tutto bene?”

“Non è niente, non è niente, per così poco…” ripeté, poco convinto, stiracchiando un sorriso.

 

La scena riprese per l’ennesima volta il proprio corso, mentre Roy cercava di asciugarsi alla bell’e meglio con un fazzolettino di pizzo prestatogli dall’uomo barbuto ex-fatina che interpretava una sorellastra.

“Qualcuno vada a prendere una sedia per Riza!” ordinò Julia.

“Non c’è problema, ci penso io!”

E senza neanche poterlo fermare, Roy si era già catapultato a prenderle la sedia, non sia mai che la sua Riza facesse qualche sforzo più del dovuto!

Solo che mentre correva dirigendosi verso la prima sedia che aveva avvistato dietro le quinte, non si accorse della botola del suggeritore aperta, sul palco, cadendovi dentro come un salame, ricavando anche le imprecazione del suggeritore, all’interno della suddetta botola.

“Colonnello!”

Ormai Riza non sapeva più se ridere o piangere, ma corse di nuovo incontro al suo superiore, che riemergeva a stento dalle profondità del palco, spettinato e sporco.

“Non è niente, non è niente, per così poco…” disse, neanche lui tanto convinto.

 

“Ehi, è divertente!” sussurrò Julia a George, che annuiva, seduti comodamente in platea a godersi lo spettacolo, sgranocchiando qualche nocciolina. “Ora gli chiedo qualcosa di assurdo da fare per Riza, magari spicca davvero il volo!”

 

Sul palco, intanto, regnava la confusione totale, mentre Riza aveva aiutato Roy a rimettersi in sesto, c’era chi aiutava il povero suggeritore ad uscire dalla botola, chi cercava di mettere ordine, e chi semplicemente rideva fino al soffocamento.

Riza, dal canto suo, prese per mano Roy e lo condusse dietro le quinte, assicurandosi di farlo sedere comodo e di asciugargli bene i capelli, ancora bagnati per l’incontro ravvicinato, e inaspettato, con l’acqua. Sembrava un piccolo gattino con il pelo arruffato, pensò dolcemente.

Roy ne approfittò per appoggiare la testa contro il ventre di lei che, in piedi contro di lui, continuava a passare un asciugamano sui suoi capelli. Chiuse gli occhi, pensando che quella serata non era stata un disastro completo, se poteva trascorrere un po’ di tempo, solo, con Riza.

Stava bene così, con gli occhi chiusi e la guancia contro di lei, lontano dai rumori del palco, dagli impegni di lavoro, dalle formalità e da tutto il resto. E mentre Riza gli accarezzava piano i capelli, con dolcezza, non poté fare a meno di pensare che era così che doveva essere.

Loro due, insieme.

Forse non era ancora tutto perduto, forse doveva solo mettere in chiaro i suoi sentimenti, in modo che non fossero fraintendibili… Era arrivato il momento di giocare a carte scoperte, più di quanto avesse fatto finora.

Quello che era scontato, era che non si sarebbe mai tirato indietro.

 

Riza si soffermò a lungo sui capelli del superiore, accarezzandoli piano.

In fondo, quello che le aveva appena dimostrato Roy non erano forse le Tre Prove d’Amore del cavaliere per la sua bella principessa? Forse non aveva proprio scalato montagne, nuotato lungo oceani e attraversato le profondità della terra, ma ci era andato vicino, no?

 

 

§

 

 

La serata era fredda, ma il vento era calmo. La prova generale era andata a buon fine, secondo le aspettative di Julia, che aveva salutato tutti i suoi attori e aveva dato loro appuntamento per il giorno successivo, nel pomeriggio, per il gran finale di quella recita.

Roy era riuscito a strappare il suo Tenente dalle grinfie di Richard, che già era partito per la tangente con uno dei suoi discorsi su quanto lei fosse perfetta, e adesso stavano percorrendo silenziosamente la strada verso l’appartamento di Riza.

Si sentiva strana, erano giorni che ci rifletteva, settimane!, ma non era sicura di essere arrivata ad una soluzione. E il giorno dopo sarebbe finito tutto. Roy meritava una spiegazione, lo sapeva, però trovava particolarmente difficile raccontargli i suoi sentimenti più intimi, le sue difficoltà.

“Hai freddo?” chiese piano lui, notando che Riza si stava stringendo nel cappotto, e che si tormentava per qualcosa.

“Un po’” rispose sincera.

Si stupì quando si ritrovò improvvisamente accanto al suo Colonnello, che le aveva passato un braccio attorno alle spalle. Era così vicino al suo cuore, adesso, e non sapeva quanto in realtà lo fosse in senso metaforico per lui.

G-grazie” balbettò confusa, e i due camminarono in silenzio per il rimanente tragitto.

Arrivati davanti alla porta dell’appartamento, controvoglia Roy tolse il braccio dalla comoda posizione che aveva conquistato, facendo sentire entrambi privati di quel caldo contatto.

“Allora, a domani” la salutò, con voce bassa.

Riza teneva gli occhi rivolti al pavimento, giocherellando con le chiavi in mano.

“A domani” rispose flebile.

Lui le sorrise dolcemente, prima di allontanarsi da lei.

“Roy” lo richiamò, rendendosi improvvisamente conto di non poterlo lasciare andare così, di non poter far passare un’altra notte senza chiarimenti.

Il Colonnello si fermò, stupito dal tono serio di Riza, che lo aveva addirittura chiamato per nome.

Le rivolse un sorriso, per incoraggiarla ad andare avanti.

“Può… puoi rimanere ancora un po’?”

Roy le si avvicinò di nuovo, sussurrandole piano. “Posso rimanere tutto il tempo che vuoi.”

Lei sorrise, trovando un po’ di coraggio. “Non… non sono abituata a questo genere di cose…”

Mh? Di che ti preoccupi?” domandò lui, gentile come non mai.

“Sono cresciuta con un’educazione rigida, non ho avuto la possibilità di parlare con una madre, e il mio carattere solitario non ha contribuito ad aumentare il numero delle mie amicizie.”

Roy la ascoltava confuso.

“Così, dopo essermi arruolata nell’Esercito, e aver intrapreso il compito di guardia del corpo personale, ho capito che per me non ci sarebbero state le stesse esperienze delle altre ragazze, che io ero diversa. E per quanto questa situazione mi facesse soffrire, ho imparato a nascondere dentro di me, sempre più in fondo, questo lato femminile che mi portavo dietro, considerandolo soltanto un peso. Sono perfettamente convinta delle mie scelte, adesso il mio lavoro è più importante di qualsiasi altra cosa. Certo, è stato difficile, qualsiasi donna vorrebbe qualcuno che la ami al suo fianco, una carezza di conforto, un abbraccio consolatorio, ma almeno così potevo evitare di comportarmi da essere umano, con tutte le sofferenze che ne comporta, ed essere il soldato perfetto che tutti conoscono.

“Riza…” provò lui, interrompendola. “Non capisco quale sia il problema.”

“Il problema è che ho paura” ammise, fissandolo seria. “Non mi sono mai trovata in una situazione del genere, e ho paura di rovinare tutto…”

“Ma ci sono io con te” provò a rassicurarla.

“E’ proprio questo il punto!” si agitò, “da sei mesi a questa parte è cambiato tutto, e poi è arrivata questa recita, di nuovo, e le cose sarebbero potute cambiare ancora, e peggiorare, e allora io…” ma la frase le morì in gola.

“Ti ha dato fastidio che le cose tra noi siano diventate più intime, in questi sei mesi?” domandò cauto.

Lei negò con un cenno del capo, arrossendo lievemente.

“Però non volevi neanche che la situazione cambiasse ulteriormente, in qualunque verso” dichiarò.

“No… Quando Julia mi ha chiamato chiedendomi di partecipare alla sua nuova recita, non ho saputo cosa fare. Sapevo che prima o poi lo avresti scoperto, però non sono stata capace di passarti l’invito. Non avevo bisogno di privacy, o di un altro uomo” sorrise, ripensando al pedinamento subito, “ma la recita di sei mesi fa ha cambiato tanto, e io non mi sono mai sentita più completa, ma se questa novità si fosse rivelata come l’altra, e il nostro rapporto si fosse rovinato…

“Poteva anche migliorare” le propose.

“E come?! Ci sono troppi ostacoli, troppe differenze tra di noi, non è possibile che-

“Perché no?! A me non importa che sia vietato, troveremo una soluzione! E non vedo tutte queste differenze tra di noi, l’importante è che stiamo bene insieme, e io voglio starci, Riza, io ti voglio bene.

Riza lo fissò sbalordita, mentre lo vedeva avvicinarsi e poggiare la fronte sulla sua.

A-avevo paura che ti stancassi di me…” confessò lei, ritrovando l’uso della parola.

“Di questo non devi preoccuparti” la rassicurò, “anche se non posso giurarti che sarà sempre tutto perfetto…”

“Non sapevo cosa fare, come comportarmi… Per me è tutto nuovo. Mi dispiace.”

“Dispiace a me di non averti capito prima” le sussurrò all’orecchio, accarezzandole la guancia con la mano, “adesso non devi più preoccuparti di nulla, ci sono io vicino a te.”

Le baciò dolcemente la guancia, ma sentì Riza irrigidirsi leggermente, e scostarsi da lui.

“Adesso è meglio che vada a casa…” si scusò arrossendo, “Buraha avrà fame.”

Roy rimase un attimo perplesso, ma prima che lei potesse richiudersi la porta alle spalle, le afferrò un polso, voltandola verso di lui.

“Riza… ecco” arrossì e abbassò lo sguardo, “sappi che io sono disposto ad aspettarti per tutto il tempo che vorrai. Non c’è fretta. Tanto non riuscirei neanche a pensare a qualche altra donna… Non che io pensi alle altre donne! Cioè, volevo dire che non riesco a distrarmi con niente, per via di quello che c’è tra noi… Beh, tecnicamente non c’è nessun noi, e non voglio metterti fretta, è proprio quello che dicevo prima, e, insomma, mi sento un cretino, ma tu sei importante, e, se vorrai, io sono qui” concluse imbarazzato.

Alzò leggermente lo sguardo per scoprire come lei avesse preso la sua dichiarazione maldestra, e se stesse già ridendo. Eppure vide il suo sorriso, dolcissimo, e tutto per lui.

Riza si avvicinò piano, e alzandosi sulle punte gli sfiorò le labbra con le proprie, prendendolo in contropiede. Mormorò un “grazie” prima di chiudersi la porta dietro di sé, lasciando un Roy piuttosto imbambolato sul pianerottolo di casa, con un enorme sorriso di incredulità ad impossessarsi di quasi tutto il suo volto.

Il suo bacio della buonanotte.

E in versione decisamente migliorata!

 

 

To Be Continued

 

 

 

Note: per prima cosa, credo sia inutile che mi scusi per il ritardo, tanto ormai sono un caso senza speranza. Purtroppo i miei prof hanno deciso che vogliono ucciderci, si sono messi d’accordo, non c’è altra spiegazione. E la sessione si avvicina inesorabile. (Per non parlare della mia vita privata su cui è meglio stendere un velo pietoso sopra). Chi mi conosce avrà notato che sono sparita da un po’, e che sono indietrissimo con la lettura di varie fanfic ^^” non so quando mi metterò in pari, purtroppo sono parecchio impegnata, ma sono ancora viva. Abbiate pietà.

Dico solo che il prossimo è l’ultimo capitolo, se Dio vuole. Più un epilogo che non so se vedrà mai la luce XD

 

Grazie mille a tutte le mie adorate recensitrici, anche se meriterei solo pomodori contro per il ritardo mostruoso.

 

Risposte ai commenti: mi odiate tutte Rick, ma in fondo lui la sua funzione scenica ce l’ha XD almeno credo (sì, creo personaggi per il solo gusto di distruggere Roy, lo ammetto).

Valy: Julia E’ una brava regista, in fondo, un po’ come me, che nonostante le varie scemenze che scrivo sono una persona seria. E Roy geloso ci piace assai *-* E poi è colpa sua che balla con le vecchiette invece che con Riza, che vuole? *pfui* E il loro ballo insieme… aaaaw! Li amo! E la truppa ora sa (ok, questa me la potevo risparmiare XD). E sì, hai ragione, il prossimo capitolo è la conclusione ^^ Grazie mille del commento! E controlla, mi sa che Kankuro è ancora in giro.

Syra44: Roy geloso lo adoro! È come ogni uomo dovrebbe essere ù_ù quel capitolo era il mio preferito, mi è uscito stranamente bene XD e ti ringrazio davvero tanto, perché ogni volta cogli esattamente quello che voglio trasmettere, anche nei più piccoli particolari (come la scena, unica, in cui Julia tratta Roy da persona normale, perché stavolta la cosa è seria), sei una lettrice molto molto attenta. E ti ringrazio anche per aver detto che sono un mito nelle scene demenziali XD non sai che gioia! È bello far ridere qualcuno ^^ grazie mille, avrei mille altre cose da dire, ma al massimo ci sentiremo in privato, prima o poi ç_ç me occupata. Grazie.

Piccola tammy: ciao! Eh, Roy si dovrà fare il giro di tutte noi royai fan, un ballo a testa! E l’ultimo con Riza, glielo concedo XD grazie mille dei complimenti e del commento ^^ spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.

Lely1441: cioè, non so da dove ti sia uscita quella frase giovanile che mi hai scritto, ma è geniale *O* detto ciò, ma perché odi tanto Rick? Fa un po’ di casini, ma è uno scemo totale ^^ (non dirò MAI a chi mi sono ispirata XD perché sì, Rick è reale, purtroppo). Lieta di averti insegnato il valzer ^^ ricordo il pomeriggio intero passato a provare i passi in camera mia, dopo averli letti su un sito internet XD ah, ma quanti ricordi… prima o poi rispolvero pure l’altra fic. Grazie mille per i commenti sempre troppo rotolosi XD Sai sempre come farmi ridere, ora che ne ho bisogno ^^ Che figlia adorabile che ho ç_ç (senza togliere nulla a quell’altro zuccherino morbidoso della tua gemy). It’s just RoyAi sarà un motto, d’ora in poi XD

Evelyn_cla: io sono ben felice se faccio ridere qualcuno ^^ quindi grazie mille. E grazie mille pure per tutti quei complimenti ^//^ E hai visto? Alla fine tutti quei baci non dati sono diventati un bacetto dato per davvero ^^ Grazie *_*

Muccina89: ciao Domi!! ^^ allora, mettiamo le cose in chiaro: Rick E’ il giullare di corte XD senza dubbio, quel ruolo è suo di diritto, . Ma sono proprio contenta che il cap ti sia piaciuto tutto *_* era anche il mio preferito, e ci tenevo parecchio (anche se il bacio tra i due piccioncini era mancato). Grazie per averli trovati IC. E sì, ormai siamo tutte gelatine ambulanti XD e il merito è tutto della sensei ^^ Grazie mille del commento cara *_* a presto.

Rinalamisteriosa: ciao ^^ il valzer lo amo, e amo il Lago dei cigni di Chaikovskij *_* Roy geloso è un classico intramontabile XD ci piace sempre! Ma anche Riza gelosa mi piace ^^ in fondo nell’anime in qualche scena lo è (tipo dell’infermiera, nelle ultime puntate XD. E poi la gelosia è una cosa così bella, se non è eccessiva ^^ Grazie mille dei complimenti, davvero, ci tenevo tantissimo a quel capitolo perché è il mio preferito della fic. Grazie grazie grazie ^^

Swwtcicia: ehm, non ho aggiornato proprio presto, eh! ^^” cmq sono davvero contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Piaceva anche a me, stranamente. E i momenti non mancheranno, in fondo ci siamo avvicinati alla fine! Grazie mille del commento.

Alejandra Wammettara: ciao XD in effetti la Arakawa-sensei non ci ha illuminato sul comportamento di Riza in “certi ambiti”, io ce la vedo un po’ intraprendente e matura se ha una relazione stabile e seria con Roy (lui, ovvio, mica uno qualsiasi XD). Ma aspetteremo il verdetto finale della sensei, tanto ci sarà XD Per il resto, spero che ti vada meglio, mi sa che ho beccato un periodo di stress XD ciao!

HarleyQuinn: ciao ^^ come al solito, grazie per il commento, io li adoro i tuoi, così lunghi *_* e così belli, interessanti, approfonditi… il meglio del meglio che possa volere un’autrice ^//^ La tua analisi del capitolo è perfetta, non ho veramente altro da aggiungere. Sono contenta che non hai trovato i due OOC, in fondo è vero, nessuno (per ora!) sa come si comporterebbero in privato (ah, una domanda, ma tu le segui le scan dei capitoli inediti?), e magari Riza è un po’ intraprendente, o una molto timida… uhm, attendiamo che la sensei ci illumini ^^ Intanto quello che io tento di fare è dare a tutti i miei personaggi dei sentimenti simili a quelli umani XD Dicono che sono brava nei quasi-baci, anche se mi odiano perché illudo la gente XD c’è da dire che io sono tanto buona e royaiosa e alla fine i baci veri arrivano, come in questo capitolo ^^ e Rick… beh, la sua funzione la sta svolgendo bene, no? Me lo odiate tutte… (io sono la prima a definirlo un demente, eh XD). E il valzer poi… Sì, il loro rapporto è proprio come un valzer, così complicato, ma così elegante e perfetto poi. Io li adoro, e adoro te perché mi scrivi sempre questi commenti bellissimi che mi riducono a uno stato pietoso di commozione XD Passando all’angolino delle chiacchiere, Saint Seya e Death Note sono due fandom che conosco di nome, non ho seguito nulla dei rispettivi anime/manga ç_ç mi spiace. Ma se scriverai mai la ShikaTema sarò la prima a leggere, commentare e fare pubblicità *ammicca* sì, lo so che hai detto che non lo farai, sto tentando di farti credere il contrario XD Ok, finito! Grazie mille ancora, e ricorda: amo alla follia le tue recensioni che si espandono così tanto nello spazio e nel tempo XD Un bacione!

 

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