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Disclaimer:
i personaggi citati appartengono agli aventi diritto. Così
come la fiaba in questione. Di mia proprietà c'è
la trama, e qualche personaggio originale di contorno.
Note:
ebbene, eccoci qui. Lo avevo preannunciato, e alla fine il seguito di
Once Upon a Time è veramente arrivato. Ci lavoro da mesi, e
credo che l'unico risultato ottenuto sia stato quello di incasinare la
trama ancora di più. E poi i seguiti sono sempre peggio
degli originali. E allora perchè l'ho scritto?!
Perchè quella è la fic di cui vado più
fiera (quella che mi ha portata al successo, direi, se fossi un'attrice
e avessi fatto un film XD), perchè mi sono divertita a
scriverla e perchè ho adorato muovere i miei due testoni
preferiti in ambienti non proprio consoni ^^
Quindi vi
annuncio che ci saranno personaggi nuovi e personaggi vecchi
da me inventati... ^__- E questo per il semplice fatto che non ho
più indossato sciarpe bianche dopo aver scritto Once Upon a
Time, perchè mi facevano troppo ridere. Consiglio quindi di
leggere prima l'altra, e poi questa, perchè alcune scene
sono correlate. Non che sia impossibile leggere solo questa, ma forse
alcune cose sfuggono, dato che ci sono dei richiami ^^
Parlando di Roy e Riza, li noterete diversi, per il fatto
che questa
è la continuazione dell'altra, quindi il loro rapporto
è cambiato. Forse (di sicuro) ho esagerato, e credo che
alcune volte saranno OOC, ma spero che capiate il mio punto di vista
(no, non quello della fangirl scatenata, ma quella del continuo tra la
prima e questa fic). Spero di non aver fatto un disastro.
Il titolo che ho scelto vuol dire "E alla fine vissero
felici e
contenti", perchè volevo che fosse in parallelo all'altro
(C'era una volta), e perché questa sarà un po' la
conclusione.
La longfic non è
conclusa, è solo
abbozzata,
quindi mi prenderò un po' di tempo prima di aggiornare i
prossimi capitoli, anche perché pure per me è
arrivato il momento di ricominciare ad avere una vita
sociale XD
(ç______ç).
Ultima cosa, voglio dedicare questa storia alle ragazze del
RoyAi
Forum, la mia famigghia. Tra l'altro, ci siamo conosciute con la mia
prima long, quindi questa dedica è d'obbligo, se ho scritto
il seguito è anche merito vostro ^^
Buona lettura!
- O
NCE U
PON A
T
IME -
P rologo...
"C'era una volta, in un regno lontano, una principessa
bellissima. Era
talmente bella che aveva moltissimi pretendenti, ma lei aveva scelto di
sposare un semplice cavaliere. Avevano lottato insieme contro mostri
orrendi e pericoli di ogni tipo, e alla fine erano riusciti a
sconfiggere il ciclope cattivissimo e bruttissimo che ostacolava il
loro grande amore."
"Il cavaliere lo ha sconfitto con le Fiamme dell'Amore,
vero?"
"Certo, piccola, te lo ricordi, allora!"
"Ricordo tutto quello che mi hai raccontato finora, zio
Roy."
"Brava! E adesso cosa vuoi ascoltare?"
"Uhm, il matrimonio!"
"Ma te l'ho già raccontato la settimana
scorsa"
si
lagnò Roy, abbandonandosi sulla sedia vicino al lettino
della piccola Elycia.
"Ma è bello, io lo voglio sentire di nuovo..."
"E va bene, va bene, non piangere però, eh?"
Elycia tirò su col nasino, prima di rimettersi
in
religioso
silenzio ad ascoltare il suo zietto preferito.
"Dunque, com'era? ah, sì. Era finalmente
arrivato
il giorno
che il cavaliere e la principessa aspettavano da tutta la loro vita, il
coronamento dei loro sogni. Se ben ti ricordi, il cavaliere aveva
superato tantissimi ostacoli per poter essere amato dalla principessa."
"Aveva superato le Tre Prove dell'Amore!" rispose la
piccola,
allargando le braccia.
"Sì. Aveva nuotato per mari sconfinati,
scalato
montagne
altissime e attraversato le profondità della terra. E solo
per lei!"
"E poi si sono sposati!"
"Certo, e quel giorno c'erano proprio tutti, anche gli
amati
genitori
della principessa, che piangevano per la felicità. Poi,
dunque, la principessa aveva un bellissimo abito bianco, con una lunga
gonna piena di brillanti. Aveva i lunghi capelli biondi raccolti, e
sembrava ancora più bella del solito, perchè il
suo sorriso era radioso."
"E gli occhi erano felici!"
"Ah, sì, c'era tanta felicità negli
occhi...
verdi."
"E poi anche il cavaliere era bello."
"Lui era sempre bellissimo!"
"E le giura amore eterno davanti a tutto il regno."
"A tuuuutti quanti" mimò lui, allargando le
braccia.
"E si amarono per sempre."
"Eh, sì. Ma lo vedi che la sai la storia?"
"Ma è bella! E io voglio sentire la tua voce"
arrossì.
"Elycia, che ne dici se adesso lo zio Roy ti racconta
cosa
è
successo dopo?" si intromise Riza, seduta dall'inizio vicino a Roy.
"Il dopo?"
"Sì, cosa è successo dopo il
matrimonio."
"Secondo me non sono cose da raccontare ad una
bambina..."
maliziò Roy, ottenendo solo una gomitata nel fianco dalla
sua sottoposta.
"Ma io voglio saperlo!" s'incuriosì la
piccola.
"Bene, allora racconta tutto, zio Roy..." il
Tenente cedette
la parola,
forse come piccola vendetta.
"Ehm" Roy si ritrovò senza parole, lui che doveva
inventare
come era la vita matrimoniale? Guardò prima gli
occhietti
pieni di aspettative di Elycia, poi si voltò verso Riza, che
gli sorrideva gentile. Fece un profondo respiro e prese la parola.
"Sì, allora. La bella principessa e il cavaliere andarono a
vivere nel castello di lei, insieme ai suoi genitori, perchè
bisogna sempre stare con la mamma, vero?"
"Sì, sempre" rispose Elycia.
"Bene. Allora, vivevano insieme e... e si amavano, e... e
stavano
sempre insieme, e..." incespicò nelle parole, non sapendo
come continuare.
"E avevano avuto dei bambini" lo aiutò Riza.
"Ma sì, certo, dei bambini!" esultò
lui. "Dei
bellissimi e coraggiosissimi bambini! Perchè quando nascono
dei bambini vuol dire che il papà e la mamma si amano
davvero, lo sai?"
"Davvero?" chiese la piccola.
"Certo, altrimenti non nascono."
Riza lo guardò, lanciandogli un'occhiata che
significava un
non mettere in testa
alla bambina idee sbagliate.
"Ma comunque" si riprese Roy, alzando la voce di
un'ottava,
in seguito
alla tacita minaccia di Riza. "I nostri due beniamini avevano avuto
dieci figli e-"
"Dieci?!" si stupirono Riza ed Elycia.
"Sì, perchè?" chiese ingenuamente
Roy.
"Comunque,
dicevo, avevano creato una bella famigliola felice, fino a quando la
figlia maggiore non incontrò un principe di un altro regno,
e allora il cavaliere suo padre diventò triste e solitario
perchè la sua bella figlia, che aveva preso tutto dalla
madre, voleva sposarsi e andare via da casa, e lo avrebbe lasciato da
solo, e lo avrebbe dimenticato, e avrebbe avuto una famiglia lontano da
lui, e-"
"E il cavaliere decise di lasciarla andare per il suo
bene,
tanto
più che aveva ancora altri nove figli a cui badare, senza
contare che la moglie lo amava tantissimo e non lo avrebbe mai
lasciato" concluse Riza, guardando Roy malissimo, che nel frattempo si
era accasciato su se stesso.
"Ma perchè il cavaliere era triste? non
dovrebbe
essere
felice se sua figlia è innamorata?" chiese titubante Elycia.
"Certo che era felice, era solo un po' triste
perchè la
bella figlia avrebbe avuto un altro uomo nella sua vita, e non
più lui."
"Ma il papà rimarrà sempre l'unico
uomo della sua
vita, io lo so" spiegò Elycia, sorridendo.
Roy e Riza si sorrisero semplicemente.
"E poi?" li distrasse Elycia.
"Eh? Ah, dunque..." pensò Roy, "il cavaliere
decise di
lasciar andare la figlia innamorata, dopo un discorsetto con il suo
fidanzato, dopodiché si concentrò sugli altri
figli."
"E quindi?"
"Ehm, stavano sempre insieme a giocare e a ridere..."
"Ma come erano gli altri figli? Non li hai descritti."
"Allora. Il più grande era... ehm,
sì,
basso. Il
più basso di tutti."
"Basso?"
"Sì, capita" ridacchiò lui, mentre
Riza alzava
gli occhi al cielo.
"E gli altri?" incalzò la bambina.
"Un altro era più alto, ed era sempre buono e
gentile, tutto
il contrario del fratello maggiore..."
"E poi?"
"Un altro era... biondo, con gli occhi azzurri, e aveva
sempre un
leccalecca in bocca. Un quarto aveva i capelli rossi e mangiava sempre
caramelle. Poi... Un altro ancora sapeva sempre tutto, aveva imparato
tutti i libri di fiabe a memoria. Poi c'era il più piccolo,
il più ingenuo, piangeva sempre per tutto e aveva paura di
ogni cosa" concluse, con una descrizione che ricordava vagamente altre
persone...
"Ma così non sono dieci!" si
ricordò
Elycia.
"E tu da quando sai contare?" si stupì Roy,
colto
in
flagrante. "Allora, ce ne era un altro che... beh, era enorme, una vera
montagna di muscoli, ed era un cavaliere come il padre, sempre pronto
ad aiutare gli altri in difficoltà. Poi ce n'era un altro,
uno dai tratti orientali, sempre allegro e sorridente, e anche un po'
buffo..."
"Ma erano tutti maschi?"
"No no, c'era la principessa iniziale, quella che
è andata
via dal castello per sposarsi, che aveva una sorella, con i capelli
biondi lunghissimi e gli occhi azzurri, che non faceva altro che
litigare con il fratello basso, ma in realtà si volevano
molto bene."
"Davvero?"
"Davvero."
"E alla fine?"
"Credo che sia ora di dormire, che ne dici, Elycia?"
intervenne Riza.
"Ma io..."
"Lo zio Roy ed io siamo stanchi, vogliamo dormire anche
noi."
"Mh, va bene..." concesse.
"Bellezza, ora chiudi gli occhietti e sogna le storie del
cavaliere e
della principessa" la salutò Roy, dandole un bacio sulla
fronte.
"Tornerai la prossima volta a raccontarmi di nuovo la
favola?"
domandò Elycia, sbadigliando.
"Ma certo, e ci sarà anche la zia Riza con me,
va
bene?"
"Mi piace la zia Riza" annuì la bambina,
rigirandosi nel
lettino.
Roy si fermò ad osservare Riza mentre le
rimboccava le
coperte, dopodiché uscirono dalla stanza chiudendo piano la
porta.
§
"Grazie per essere qui anche stasera" li
ringraziò Glacier,
mentre apriva la porta per far uscire entrambi.
"Ma figurati, lo sai che lo faccio con piacere" sorrise
Roy.
"Sono io a doverla ringraziare, per aver permesso anche a
me
di stare
con Elycia" spiegò Riza, inchinandosi leggermente.
Glacier sorrise. Da quando, sei mesi prima, c'era stata
quella recita,
i due migliori amici di suo marito erano diventati molto più
uniti, adesso era proprio impossibile dividerli, per quanto anche prima
fosse stato difficile. Di sicuro Maes dall'alto ci aveva messo il suo
zampino, pensò.
"Allora noi andiamo" la salutò Roy.
"Buonanotte."
"Buonanotte, Glacier" risposero all'unisono i due.
La donna richiuse la porta dietro di sè con un
enorme
sorriso sulle labbra, dopo aver visto Roy che sistemava meglio il
cappotto a Riza. Qualcosa andava finalmente nel verso giusto!
In strada i due si avviarono in silenzio verso le loro case.
Come ogni
sera da ormai sei mesi, Roy accompagnava personalmente Riza a casa, con
la scusa o che un malintenzionato potesse darle fastidio o che potesse
scivolare e farsi male o che potesse improvvisamente perdere la memoria
e non ritrovare più la strada di casa.
Riza lo lasciava fare, averlo vicino anche dopo il lavoro
era molto
tenero.
Camminarono in un caldo silenzio, fino a che Riza non
decise
di
romperlo.
"Dieci figli, eh?"
"Eh?"
"Non vorrà davvero dieci figli..."
"Perchè no? Mi piacciono le famiglie numerose"
si
difese.
"Sì, ma la principessa diventerà
una
balena!"
"Al cavaliere piacerà sempre."
"Il cavaliere la lascerà subito!"
"No, ti dico, il cavaliere la ama!" e mise il broncio.
Continuarono in silenzio ancora per un po', sorridendo.
"Non sarà davvero geloso, il giorno in cui
avrà
una figlia, spero..."
"No."
"Bene."
"Anche perchè ucciderò con le mie
stesse mani
chiunque voglia avvicinarsi, quindi non ci saranno problemi."
"Colonnello..."
"Che c'è? se sarà bella anche solo
un
centesimo
della madre, avrà uno stuolo infinito di pretendenti, e io
devo proteggerla!"
Riza sorrise della fermezza del suo Colonnello.
"Davvero dieci sono troppi?" chiese lui dopo un po',
riprendendo la
domanda iniziale di Riza.
"Beh, dipende da quanti ne vuole sua-"
"Tu quanti ne vorresti?" si informò.
"Beh" ci pensò su, "uno o due..."
"Cosa? Ma sono pochi!"
"E dieci sono troppi" lo contraddi'.
Ripresero il cammino in silenzio, sentendo il calore
dell'altro.
"Che ne dici di sei? è la giusta media..."
riprese lui.
"Sei sono lo stesso tanti... ma è accettabile"
finì, notando lo sguardo leggermente triste di lui.
"E allora sei, è deciso!" esultò
lui.
Rise, lei, mentre lo prendeva sottobraccio e se lo
stringeva
contro.
Varcarono la soglia del palazzo di lei, lentamente, per
non
separarsi
subito. Arrivati davanti la porta di casa, Riza prese le chiavi e
aprì, salutata da un festoso Black Hayate.
"Ehi, giovanotto, come va?" lo salutò Roy,
abbassandosi ad
accarezzarlo dietro le orecchie.
"Ci vediamo domani, Colonnello." lo interruppe.
Roy si alzò lentamente, per poterla guardare
negli occhi.
"A domani, Tenente."
E rimasero lì, immobili come ogni sera,
perdendosi nei loro
occhi.
"E' stata una bella serata" iniziò lei.
"Sì."
"Grazie per avermi permesso di accompagnarla."
"Grazie a te per essere rimasta con me."
Pausa. Occhi fissi e cuori tremanti.
"Buonanotte..."
"Buonanotte, Riza."
E si chinò, come ogni sera, per ricevere il
bacio
di lei,
sulla guancia. Un saluto che significava più di qualunque
altra cosa per loro.
Lei chiuse la porta, scomparendo dietro di essa, mentre
gli
regalava un
ultimo sorriso radioso.
Roy, dopo aver atteso qualche secondo davanti l'uscio
chiuso, si
passò una mano tra i capelli, sorridendo, e scese
velocemente le scale del palazzo, con una strana euforia addosso.
Andava tutto perfettamente bene, e avrebbe fatto
qualunque
cosa per
mantenere le cose così. Niente avrebbe turbato la loro pace,
ne era certo.
To
Be Continued...
Note:
le ultime parole famose... Ovvio che i problemi arriveranno,
l'ultima frase è catastrofica XD
Bene, ditemi se la cosa vi interessa, e se qualcuno si ricorda della mia fic ^^" lasciatemi qualche
commentino,
altrimenti ci metto mezzo secondo a fare spazio sul sito a fanfic
più interessanti ^^ Non mi riferisco alla famigghia, che mi
supporta sempre, ovviamente... Anche se mi sembra che
ultimamente il fandom stia morendo ç____ç
Tra l'altro, oggi festeggio il mio primo anno da autrice su EFP ^^ Auguri a me!
Note: nonostante il terrore che voi abbiate troppe aspettative da questa
fic *me che si sente un tantino gli occhi puntati contro* vi ringrazio per il
caloroso bentornato ^^
Note:
nonostante il terrore che voi abbiate troppe aspettative da questa fic *me che si sente un tantino
gli occhi puntati contro* vi ringrazio per il caloroso bentornato ^^
E ora immergiamoci nella storia (ma se è un capitolo
di passaggio? XD).
Questo capitolo è dedicato a Diana, che oggi compie gli anni ^^ Mi dispiace poterti regalare
solo un capitolo di passaggio, davvero, ma ho un trasloco da portare a termine
e mi sta distruggendo fisicamente e moralmente ^^” Oh insomma, l’importante è
farti tantissimi auguri di buon compleanno, il mezzo non conta XD
A tto I – Telefonate sospette e pedinamenti
La giornata era calda e soleggiata, nonostante
l'avvicinarsi dell'inverno, il venticello era delicato, gli uccellini
cinguettavano allegramente... il tipico clima che il Maggiore Armstrong vedeva
ogni giorno della sua vita, solo che stavolta era vero.
Roy firmava di malavoglia qualche documento,
reggendosi il mento con una mano, mentre gli altri subordinati lavoravano
alacremente. Beh, chi più chi meno.
Lo squillo del telefono ridestò tutti dal torpore
come una secchiata di acqua gelida in pieno volto. Riza si alzò elegantemente
dalla sua sedia e si diresse verso la scrivania del suo superiore, alzando la
cornetta. Essere l'assistente del Colonnello Mustang prevedeva anche compiti
del genere...
"Sì?"
A mano a mano che l'interlocutore parlava, sul volto
di Riza si distendeva un sorriso.
"Ah, sì, capisco" rispose lei, dopo un po'.
Roy attendeva con impazienza di ricevere la cornetta,
la curiosità gli stava rodendo le viscere: chi cavolo si permetteva di far
sorridere la sua Riza? quella era una priorità sua!
"Ma sì, certo" continuò Riza, non
degnandolo di un'occhiata e impilando precisamente qualche foglio sulla
scrivania del Colonnello.
Roy protese la mano, chiaro segno di terminare lì la
chiacchierata e dargli il telefono velocemente. Ma ottenne come risposta solo
che Riza si girò di spalle, appoggiandosi al bordo della scrivania.
"Va bene, conta pure su di me, figurati, mi fa
molto piacere poterti aiutare..." e la telefonata
continuò tra un risolino e un altro.
Mancava poco che la gamba di Roy provocasse una
scossa sismica, tanto la stava muovendo per l'impazienza. Quella cos'era?
Possibile che fosse... gelosia?
"Sì, ci sentiamo dopo, a stasera" finì
Riza, chiudendo la telefonata.
"E io? chi era?" domandò Roy come se dovesse liberarsi di
quelle due frasi senza senso, appena lei aveva riposto il telefono.
"Mh?
Non era per lei, Colonnello, ma per me" spiegò Riza,
sedendosi di nuovo al suo posto.
"Ma chi era?" insistette Roy. "Le
telefonate personali sono vietate in ufficio, dovresti saperlo" provò a
riprenderla, guadagnandosi solo una risata malamente celata da parte degli
altri quattro uomini, che ricordavano quanto il loro superiore fosse un genio
nel nascondere le telefonate private in ufficio...
"Era Glacier, mi ha chiesto se potevo darle una
mano per una cosa."
"Ah" s'imbarazzò. "Tutto qua...?"
"Tutto qua."
"Tornate al lavoro voialtri!" sgridò i
quattro, che lo guardavano ridendo.
Eppure quella telefonata era strana...
§
Quel pomeriggio Riza chiese un permesso per uscire
prima, tra lo stupore generale. Un evento del genere non accadeva da almeno tre
anni, e l'ultima volta Roy aveva dovuto praticamente costringerla a tornare a
casa, per via di un febbrone da cavallo.
Roy glielo concesse senza chiederle niente. La
fiducia era fondamentale, si ripeteva.
Il giorno dopo però Riza continuò ad essere strana,
nervosa, per la precisione. Sbagliò per ben due volte a scrivere una parola,
dimenticò di andare a prendere altri documenti da controllare, scattava ogni
volta che il telefono suonasse, e lanciava sguardi tra il preoccupato e
l'impaurito a Roy di tanto in tanto.
Erano rimasti soli, ormai era sera, e Roy era
convinto di andare fino in fondo a questa storia. Decise di agire quando lei si
avvicinò alla sua scrivania, per sistemare qualcosa.
"Tenente, come è andata poi
ieri sera? Qualunque fosse il motivo per cui sei uscita prima..." provò.
"Bene, la ringrazio."
"Ma... non sarà qualche problema di salute,
vero?"
"No, non si preoccupi. Impegni personali."
Impegni personali. Roy sentì una pugnalata nel petto.
E' vero che non stavano tecnicamente insieme, ma si era creato un bel
legame tra di loro, possibile che Riza si fosse già stancata di lui? che non si fidasse più per confidarsi dei suoi problemi? che avesse trovato un altro uomo?
L'ultimo pensiero lo raggelò.
"Riza" riprese, "se c'è qualcosa che
posso fare..."
"No, davvero, non è niente" lo bloccò lei,
voltandogli le spalle.
Roy si lasciò andare sulla sua sedia, forse era
meglio cambiare tattica e cercare di metterla a suo agio.
"La prossima settimana sarà davvero
impegnativa" il cambio del discorso era un ottimo espediente per creare un
clima più intimo e rilassato.
"Davvero?" s’interessò lei.
"Sì, ci sono tantissime riunioni a cui dovrò
partecipare, senza contare la mole di documenti, come al solito" lanciò
uno sguardo carico di odio alla pila di fogli alla sua destra. "E poi devo
controllare gli esami dei nuovi alchimisti, e preparare le prove... Tutte
scocciature."
"Allora non avrà tempo per dedicarsi ad
altro" concluse per lui Riza.
"Uhm, no. A meno che non si tratti di te, per quello c'è sempre tempo"
sì, forse era il momento buono per fare il romantico, non sia mai che...
"Dice davvero?
Grazie!" gli sorrise una Riza radiosa, prima di
prendere le sue cose, biascicare un "buona serata" e uscire di corsa
dall'ufficio.
Il suo intento era farla stare bene, e a quanto pare
c'era riuscito. Ma che cavolo aveva combinato?
§
Il resto della settimana passò come i primi due
giorni, solo che oltre alle frequenti telefonate di Riza, e le sue uscite
anticipate, Roy era anche stracarico di impegni. Erano sette giorni che non
riusciva ad accompagnarla a casa, la sera - e sette giorni che aveva dovuto
rinunciare al suo bacio della buonanotte - ma stavolta sarebbe andato fino in
fondo. Se Riza aveva un altro, lui aveva tutto il diritto di arrostir- saperlo!
"Tenente, avrei bisogno di te, stasera"
esordì.
"Signore, le ho chiesto il permesso di uscire
prima, stamattina, non ricorda?"
"Ah, già. E non puoi proprio cancellare il tuo
appuntamento?"
"Temo di no, Colonnello."
Roy si rabbuiò, non solo Riza non aveva fatto un
minimo cenno alla parola appuntamento - il che significava senza dubbio che
c'era un altro uomo -, ma preferiva anche quel pivello da quattro soldi,
chiunque fosse, a lui! Peggio di così non poteva andare, ma non demorse, anzi,
colse la palla al balzo.
"Va bene, non importa, sarà
per la prossima. Divertiti" le sorrise
falsamente, raccogliendo il suo cappotto e uscendo dall'ufficio.
Se con le buone non otteneva risultati, l'unica
soluzione era passare alle maniere forti: il pedinamento.
E infatti, dopo poco meno di
un'ora che se ne stava appollaiato sopra una panchina, appena dietro un angolo,
vide il suo Tenente uscire dal Quartier Generale e dirigersi nella direzione
opposta alla sua casa. Trovato il suo obiettivo, Roy non le staccò gli occhi di
dosso neanche per un secondo, continuando a seguirla di nascosto.
Dopo un po' si ritrovò il fiato corto, non pensava
che il luogo dell'appuntamento fosse così lontano, avrebbe potuto prendere una
macchina! Però si accorse che Riza stava percorrendo una strada strana, sembrava
di esser tornati nello stesso luogo più volte...
Ad un certo punto la ragazza si fermò davanti ad un
edificio, entrò dentro un cancello, e poi dentro una porticina, Roy la seguì
prima con lo sguardo, poi, per non perderla proprio adesso che aveva raggiunto
la meta, anche fisicamente. Entrò nella porticina, sparendo nel buio del luogo,
seguì il corridoio, cercando di ascoltare i rumori dei passi di Riza.
Niente.
Svoltò un angolo e vide una luce, in fondo, dietro
una porta. Si avvicinò di corsa, ormai certo di essere arrivato a destinazione,
era ormai a pochi passi quando si sentì afferrare per un braccio e sbattere
contro il muro, mentre qualcosa di freddo era contro il suo cuore.
"Perché mi stai seguend-?"
attimo di indecisione nella voce del presunto rapitore. "Colonnello?
Che ci fa qui?" strillò Riza, abbassando l'arma dal suo
petto.
"Riza? Che ci fai tu qui?" gli urlò contro Roy, un po' per lo
stupore, un po' per lo spavento.
"Io... ecco... non sono affari suoi! Mi sta pedinando da quasi un'ora!"
"Ah, te n'eri
accorta..." si asciugò il sudore dalla fronte.
"Certo! Credo di dover avere delle spiegazioni" precisò, incrociando
le braccia, e ricordando tanto una moglie che trova il marito rincasare tardi.
"Ecco, io..." Roy
non sapeva proprio come uscirne, non pensava di essere scoperto così
facilmente, avrebbe dovuto essere lui a scoprire lei! "Beh, la verità è
che volevo sapere che ti sta succedendo", si spiegò, "è una settimana
che sei strana, prendi permessi, ricevi strane telefonate, e... e non ti fai
più riaccompagnare a casa da me" abbassò gli occhi. "Se
c'è qualcuno io dovrei saperlo. Forse."
Dire la verità forse era l'unico modo per uscire dai
guai.
E sembrò funzionare, tanto che Riza si ritrovò a
sorridere, posandogli una mano sul braccio.
"Non c'è nessun altro, come può pensarlo?"
gli chiese dolcemente. "Ho soltanto preso un impegno, mi dispiace di non averle detto niente, ma non è importante, si fidi" gli
sorrise.
Roy si sentì rincuorato, tanto che tirò un sospiro di
sollievo.
"Non voglio entrare nei tuoi spazi, vorrei solo
che mi dicessi che hai altri interessi, almeno non mi preoccuperò più."
"Va bene. Ora torni indietro, però. Ci vediamo domani, Colonnello."
Roy fece per andarsene quando la porta davanti a loro
si aprì di scatto, accecandoli con una luce improvvisa.
"Riza, sei qui?!Ti stiamo aspettando da tempo, vieni."
Quella voce aveva qualcosa di stranamente
familiare...
Roy tolse lentamente le mani dagli occhi, ma gli ci
volle qualche secondo per abituarsi alla luce.
"George?"
"Roy?"
"Che ci fai qui?" chiesero all'unisono,
mentre Riza si sbatteva una mano in faccia, sconfitta.
E mentre i due uomini si abbracciavano e ridevano, in
onore della loro amicizia ritrovata, Riza li oltrepassava, entrando nella sala
illuminata.
Come sempre, c'erano scatoloni semiaperti, drappi di
vari colori buttati su qualche sedia, luci accese, e gente su di un palco a
montare qualcosa. La solita confusione, nella sala del teatro della scuola di Elycia.
"Ma... questa è...?"
provò a chiedere Roy, spaesato, dopo essere entrato nella sala.
"Ma certo, amico mio, è il teatro dell'altra
volta, ti ricordi?"
E come dimenticare, avrebbe risposto Roy se non fosse
stato sconvolto da una serie di cose. Dal disordine, per cominciare. E poi dal
fatto che non aveva riconosciuto la strada per arrivare al teatro, tutto preso
com'era dal pedinare il suo Tenente, e anche da Riza, che aveva cominciato a
frequentare la compagnia Smith, di nuovo, senza dirgli nulla. E questo gli
bruciava.
Però c'era una cosa che lo aveva sconvolto più di
ogni altra. Una cosa che lo aveva tormentato sei mesi fa, e che aveva anche
invaso i suoi incubi più segreti, dopo, riducendolo ad uno straccio di uomo.
Ed era la figura al centro del palco, sciarpa di seta
bianca al collo e copione a cono in mano, che impartiva ordini anche al
sipario.
"Roy caro! L'ultima volta che ci siamo visti eri
meno addormentato."
To be continued…
Note: no comment. Ho detto che questa fic è ambientata 6 mesi dopo “Once upon
a time”?
Risposte ai commenti: oh che gioia, c’è ancora chi si ricorda di me
e di questa fic XD E c’è anche chi mi ha minacciato
di morte per non aver avvertito ^^” chiedo scusa. Ma passiamo alle
risposte! *cambia discorso*
Dianatabo: il mela-Roy XD come dimenticarlo XD Chissà, magari in questo
seguito gli tocca davvero conciarsi così, chi lo sa ^^ (o magari peggio…). Eh,
sì, questa sarà un’altra favola, non assicuro che sia come la prima fic, Once upon a Time è la fic di cui vado più
fiera. Ma vedremo, per ora so soltanto che ho incasinato le cose in un modo
indecente XD Chissà che esce fuori. Tanto per la cronaca, penso che solo il
prologo sarà dolce come il miele XD Grazie del supporto, a presto ^^
The_Dark_Side: non morire di commozione, ti prego ^^” aspetta di
vedere che esce fuori da questa mia testolina bacata, poi mi dirai XD Eh,
l’inciucio… Io non dico nulla (anche perché il finale è un foglio bianco
ancora, non lo so nemmeno io XD). I figli del cavaliere sembrano la
truppa? Ma noooo, cosa te lo fa pensare? XD Diciamo
che Roy non ha molta fantasia, si è un tantino ispirato XD Grazie del commento,
cara ^^ E ricordati di msn qualche volta XD
Vale-sensei: oh,
ho sbagliato fandom, lo so, ma mi piace troppo come
suona il tuo nome con il sensei dopo XD Eh, sì, alla
fine ho pubblicato… Non sai che paura che ho! XD Comicità e allegria non guastano
mai, vero ^^ E poi io adoro le commedie romantiche, mi sono divertita talmente
tanto a scrivere OUAT che ho deciso di continuarla XD L’ultima frase si sa, è
messa lì apposta, sarà un disastro, ho dato il peggio di me in questa fic XD Povero Roy (io può, e io sa XD). Valy,
grazie come sempre dei complimenti! Ti saluto prima che mi sciolgo del tutto XD
Un bacione!
Lely1441: sei
la mia figlioletta primogenita, dai, posso accontentarti XD Cercherò di mettere
la favola nella favola XD con un po’ di LingFan, che
male non fa. E poi ti dirò, la cosa mi stuzzica, non ho mai scritto nulla su di
loro, ma mi piacciono parecchio, più di Ed e Win,
quindi forse un piccolo tributo posso concederglielo, no? ^^ (poi se non riesco
a inserirlo nella storia cancellerò il commento e fuggirò lontano da te e dalla
tua ira XD). Ce la metterò tutta, la mami te lo
promette, a te e alla folla di lettori con gli occhi assetati di sangue che
attendevano(?) il mio seguito XD Ti dirò, la parte in
cui Roy sistema il cappotto a Riza ha fatto sciogliere anche me, ero ridotta
più o meno come la faccina di msn che affoga nella
sua bava XD Il bacio sulla guancia significava che qualcosa nel loro rapporto
va meglio, tanto erano soli, altrimenti Riza col cavolo che glielo avrebbe dato
XD Mi prendo tutto il tempo che voglio, ok XD Bacione.
Sisya: sì, avevo
detto a settembre e a settembre è stato XD altrimenti poi chi la sentiva la tua
gemy? XD Eh, visto che quadretto gelatinoso che sono
Roy, Riza e la piccola Elycia? Imparo
da te *O* 10 figli sono troppi, e anche 6 ^^” concordo, ma se uno è scemo, è
scemo sempre XD (povero Roy). Sì, sarà un’immane
catastrofe ^^” Ma almeno ci siamo gelatinizzate un po’ subito subito XD Chissà quando ricapiterà, ho dato il peggio di me.
Ma lo sai che alla fine sistemerò tutto (spero), devo ascoltare la mia fede RoyAiosa XD Spero di fare un buon lavoro con questa fic, e spero che sia abbastanza RoyAiosa
(questo sicuro XD). A presto, un bacione. E grazie per gli auguri XD
Rinalamisteriosa:
ciao! ^^ oddio, ti sei andata a rileggere la prima fic!
>///< non pensavo qualcuno avrebbe avuto il coraggio, grazie! ^^ sono
contenta che ti piaccia anche questo primo capitolo, speriamo bene ^^ Anche se devo ammettere che Once Upon a Time è la fic di cui vado più
fiera, forse, spero solo che il seguito sia decente XD Per me l’importante è
aver trovato un’altra royai fan in te! Olé! Grazie mille dei complimenti! ^^ E
prego, per il commento che ti ho lasciato XD Di solito le RoyAi
le leggo tutte, a meno che non mi accorga del postaggio
o me ne dimentichi proprio ^^” La tua era una fic
molto carina. Ciao ^^
Infine, ringrazio chi ha avuto il coraggio di mettere
nei preferiti la storia dopo solo un prologo, ho ritrovato anche vecchie
conoscenze, e questo mi fa credere che qualcuno aspettava davvero la mia fic *occhioni lucidi*
Note:rieccomi qui. Questo è il capitolo
in cui si scopre che tipo di recita è, che favola sarà stavolta? ^^ E’ la mia seconda preferita XD Ed è anche uno dei capitoli in
cui per me Riza è OOC ^^” rimando alla fine le spiegazioni, saprete dirmi voi
il vostro parere.
Ps. Mi
rendo conto che in questi ultimi tempi sono poco assidua nel fandom, cercherò di rimediare appena possibile,
compatibilmente con i miei impegni universitari e in altri fandom.
Chi fosse interessato può controllare il mio account. Ma sì, sono senza ritegno
e mi faccio pubblicità da sola. Anzi, facciamo una pubblicità generale:
Dove gelatinizzarsi è all’ordine
del giorno! Visitaci anche tu e prova l’effetto gelatina, non potrai più farne
a meno! Provare per credere.
A tto II – I nodi vengono al pettine
Tutto intorno era colorato e
festoso, mentre il cuore di Roy era appena diventato un macigno. Vedeva solo
grigio intorno a sé, era come se non potesse più essere felice. Mai più.
“Allora, Roy caro, che ci fai da
queste parti?” chiese Julia, scendendo dal palco e dirigendosi verso di lui.
“…”
“Roy? Ti hanno mangiato la
lingua? Non ti sarai dimenticato di me, spero.”
Sembrava tanto una minaccia,
quell’ultima parola…
“N-no, ma c-cosa dici? Non
potrei mai, Julia…”
“E allora cos’è quella faccia?!Un po’ di vita, su!” e ridendo gli
sbatté una mano sulla schiena, facendolo sbilanciare e quasi cadere a terra.
E Roy ricordò. Ricordò le
angherie che aveva subito solo sei mesi prima, le prese in giro, le umiliazioni
di un ruolo ridicolo in una recita ancor più assurda.
“Ehm, Julia” si intromise Riza,
rimasta in disparte fino ad allora, “mi dispiace per
questa interruzione, io…”
“Cosa?
Ma no, ma no, Riza cara. Mi fa piacere vedere di nuovo il nostro Roy” sorrise
in modoterrificante.
Roy rabbrividì. Quegli occhi
diabolici non presagivano nulla di buono.
“Allora, che ci dici di nuovo,
Roy caro?”
“Ecco, io” ritrovò la parola. In
fondo lui era Roy Mustang! “Sono qui perché volevo… ecco…” si bloccò, guardando
Riza. Non poteva certo dire che era lì dopo un pedinamento dovuto alla gelosia!
“E’ qui per me, mi ha seguito”
concluse Riza per lui.
“Ah, ecco.
Perché non rimani allora?” chiese Julia, sistemandosi la sciarpetta.
“NO” gridò Riza, facendo voltare tutti i presenti verso di lei. “Ecco, volevo dire che…” s’imbarazzò,
sotto lo sguardo incuriosito degli altri, “il Colonnello ha altri impegni, non
può certo perdere tempo con noi… vero?” cercò conferma da lui, che in risposta
sorrise.
“Ma no, non
sono così impegnato, dopotutto. Posso anche rimanere qui per un po’.”
Disse, accomodandosi su una poltrona.
“Ma Colonnello!” sudò freddo
Riza.
“Che fate di
bello, stavolta? Di che recita si tratta?” Roy si
rivolse direttamente alla regista, ignorando la sua subordinata.
“Oh, bene!
Sei interessato anche tu al sacro fuoco della
recitazione, vero? Ebbene, ti mostrerò la mia ultima
creazione” esordì Julia, tutta felice.
“Ma Julia, non sarebbe un
segreto?” provò Riza.
“Non con lui… potrebbe esserci
utile” lo squadrò, provocandogli un brivido gelido lungo la colonna vertebrale.
L’ultima volta che lo aveva guardato così si era ritrovato a fare il
bell’addormentato di fronte ad una platea di mocciosi!
“Ho deciso di mettere in scena
un’altra recita. Per l’inverno, intendo. Ci sarà un festival scolastico, qui
all’asilo, così voglio partecipare anche io.”
“Un’altra
recita? Di che si tratta?” si incuriosì Roy.
Tanto non lo riguardava…
“E’ la fiaba di Cenerentola.”
“Riveduta e corretta, immagino” ghignò. Stavolta non sarebbe stato
lui a fare la figura dell’idiota. Già pregustava la scena di qualcun altro che
veniva maltrattato da tutti…
“No, come ti viene in mente
un’idea simile?”
“Cosa?” Roy quasi cadde dalla
poltrona, sorpreso.
“E’ la fiaba originale. Perché
dovrei averla cambiata? I bambini si sarebbero trovati spaesati, non è
divertente cambiare i personaggi, no? Ma in fondo cosa ne vuoi capire, tu, di
arte…”
Roy grugnì qualcosa di
indefinito, incrociando le braccia sul petto. Eppure l’ultima volta Julia non
ci aveva pensato due volte a stravolgere tutto! Dov’era finito il sacro fuoco
dell’ispirazione?
“Allora vi riunite qui per la
recita…” disse lui dopo un po’.
“Ma certo, caro, Riza non te lo
ha detto?”
“No.”
“Ehm, se posso spiegare” s’intromise
Riza, “il Colonnello mi ha detto di essere molto impegnato in questo periodo,
così ho deciso di non disturbarlo per cose del genere. Il
lavoro ha la precedenza e-”
“Uhm, sì, hai fatto bene, cara”
annuì la regista.
“No, aspetta!
Tu non mi hai mai detto che c’era questa recita!” iniziò Roy,
leggermente sopra le righe.
“No, è vero, Colonnello, ma ho
pensato che-”
“Tu dovevi
dirmelo e basta, soprattutto se l’invito era rivolto anche a me! Non ho bisogno di una balia, so prendere da solo le mie decisioni”
le rinfacciò più duro di quanto volesse.
“Lo so benissimo” rispose timida,
“ma era molto impegnato, e visto l’ultima volta-”
“L’ultima volta cosa??”
“Ha fatto così tante storie, non
pensavo che fosse interessato di nuovo.” Sputò fuori lei. “Le chiedo scusa.”
Roy era infuriato, e molto. Non
poteva credere che Riza non gli avesse detto una cosa del genere! Va bene
essere impegnati con il lavoro, e lui sapeva quanto il suo Tenente tenesse a
queste cose, e va bene che l’ultima volta non era stata proprio idilliaca. Ma
si erano divertiti tanto, e si erano avvicinati ancora di più. Per lui era
stato un momento importante, era legato a tutta la compagnia Smith, anche a
quella pazza di Julia, proprio perché grazie a loro aveva potuto creare questo
legame speciale con Riza.
Eppure lei non sembrava
ricambiare. Gli aveva tenuto nascosto una cosa del genere. E gli faceva male.
Però vederla così, che chiedeva
scusa, con le braccia intorno al corpo e gli occhi bassi, gli stringeva il
cuore.
La rabbia passò in un secondo,
esattamente come era arrivata.
“Non fa niente,
Tenente. Non importa, davvero.”
“Davvero?”
“Davvero.”
“Benissimo!” s’intromise
Julia, rovinando il momento, “allora iniziamo con le prova, forza. Riza
cara, sul palco, dai.” Disse, spingendola con forza verso le scalette, mentre
già qualcun altro stava provando. Dopodiché si sedette vicino a Roy, buttandogli
la sciarpa in faccia mentre cercava di riportarla dietro la schiena.
“Azione!” urlò, e venne fatto il
silenzio.
§
“Uffa, non ce la faccio più”
chiarì Roy, allontanando da sé la pila di scartoffie e stendendosi sulla
scrivania.
“Colonnello, ha controllato la
circolare di questa mattina?”
“No…”
“E allora si sbrighi, va
consegnata prima di pranzo.” Un’inflessibile Riza gli si avvicinò, mettendogli
la penna in mano.
Roy si rimise al lavoro, pur se
controvoglia. In ufficio era sempre la stessa, e per fortuna sembrava che la
freddezza dei precedenti giorni si fosse sciolta. Però non poteva non pensare
che lei non fosse la rigida persona che spaventava almeno i tre quarti del
personale del Quartier Generale. Lei aveva un animo gentile, Roy lo aveva sempre
saputo, e la conferma gli era arrivata la sera prima,
vedendola recitare il ruolo di Cenerentola in uno spettacolo per bambini.
Cercò quindi di rientrare nel
discorso recita. C’erano ancora
alcune cose da discutere.
“Ehm, Tenente, non sei stanca
dopo ieri sera?”
“No, perché?”
“Beh, perché Julia ti ha fatto
provare un sacco di scene… e siamo tornati a casa tardi.”
“Non bisogna coinvolgere la vita
privata con il lavoro.”
Che fosse un accenno a loro due?
Roy preferì ignorarlo.
“Julia è sempre la solita strana,
eh? Il matrimonio non l’ha cambiata di una virgola…”
“Signore, non dovrebbe parlare
male delle altre persone.”
“Ma dai,
era per ridere.”
“…”
“E stavolta la fiaba non è
neanche rivisitata e corretta, sei stata fortunata.”
“Sì.”
“Ecco… penso che il ruolo di
Cenerentola ti si addica bene…”
“Perché? Nel
lavoro sono oppressa da qualcuno?”
Di nuovo, non sarà stato un altro
accenno a loro due, vero?
E poi cos’era tutta quella
freddezza?
“N-no, no, non mi pare. O almeno
credo, ti senti oppressa da me?” azzardò a chiedere.
“Non ho mai detto questo.”
“…”
“…”
“E George è sempre il solito
simpatico, abbiamo ritrovato la nostra amicizia. Abbiamo deciso di vederci,
qualche volta, la sera…”
“Julia ne sarà contenta.”
Quello era sarcasmo?
“Ehm, Riza… qualcosa non va?”
“No, signore, e la pregherei,
finché siamo al lavoro, di rispettare i nostri ruoli.”
“Scusa. Senti, mi dispiace di
averti seguito, ieri. Ma ero preoccupato.”
“Le ho già detto che non importa,
non me la sono presa.”
Eppure sembrava tutto il
contrario…
“Senti, volevi mantenere il
segreto per sempre? Perché non mi hai detto niente della recita?!”
“Allora è
questo il problema? Che non le ho detto nulla?” si
voltò di scatto, tralasciando la sistemazione dei documenti.
“Beh, anche. Ma
non credo di essere io il problema.”
“Ah, e allora sarei io?” domandò
scettica, mantenendo una finta calma.
“Sei tu che sei strana da una
settimana!” si difese lui, alzando la voce.
“Magari si sta solo immaginando
tutto” rispose lei, con noncuranza.
“Ma se oggi non mi hai nemmeno
guardato negli occhi!”
“Sarà che avevo altro da fare,
non ci ha pensato?”
“Tu non volevi che io sapessi
della recita!” s’impuntò lui.
“Non dica scemenze!” Gli rispose, un po’ sopra le righe.
“Non vuoi fare le cose con me,
dimmelo chiaramente!”
“Mi ha detto che era impegnato e non l’ho
voluta disturbare, non mi sembra tanto difficile da capire!”
“Dovevi chiedermelo!”
“E tu dovresti smettere di
comportarti come un bambino!” urlò.
“Vedo che non abbiamo altro da
dirci!”
“Bene!”
“Bene!”
“Vado a pranzo!”
“Anche io!”
Dopodiché Riza uscì dalla porta,
travolgendo i poveri quattro subordinati che avevano educatamente aspettato
fuori. Roy rimase in ufficio, buttando i fogli per terra per la rabbia, e dando
un calcio alla scrivania.
La situazione faceva proprio
schifo…
§
Quella sera Riza era
particolarmente di cattivo umore. Per cominciare era arrivata alle prove in
teatro con cinque minuti di ritardo, ma neanche Julia aveva avuto il coraggio
di dirle niente. Poi, il suo passo elegante era stranamente pesante, e aveva
fulminato con lo sguardo un attore che si era seduto vicino a lei – facendolo
correre via in preda ad una crisi isterica.
Era ancora arrabbiata, e sembrava
non riuscire a concentrarsi su nessuna battuta.
Beh, in fondo non è che fosse
proprio arrabbiata… Sapeva che la colpa della litigata con Roy era stata anche
sua. O forse solamente sua. C’erano dei motivi per cui non lo aveva avvertito
della recita, Julia – al telefono – le aveva espressamente chiesto di chiamare
anche Roy, solo che lei aveva usato la scusa degli impegni del Colonnello. Ci
aveva riflettuto, e per quanto sperasse che Roy non si potesse mai accorgere di
questa recita, sapeva che alla fine la verità sarebbe venuta a galla, e che
qualcosa avrebbe dovuto inventarsi per uscire dall’impiccio. Lei pensava sempre
a tutto, non è che le fosse sfuggito questo particolare, è solo che aveva
proprio evitato di pensarci. Tutto qui.
Sospirò.
Il problema era che adesso il
guaio era fatto, e non aveva mai visto Roy così infuriato. Non con lei almeno.
Avrebbe dovuto parlarci, e forse
spiegargli le cose. Ma lui avrebbe accettato le sue scuse? E lei avrebbe
trovato la forza di chiederle? Poteva anche essere che Roy si fosse stancato di
lei, in fondo lui poteva avere qualunque donna sull’intero pianeta, perché
avrebbe dovuto perdere tempo proprio con una come lei?
Non ne valeva la pena.
“Riza cara,
qualcosa non va, stasera? Siamo a pagina 25, e tu sei
ancora alla 24”
provò Julia, con tono gentilissimo. Erano amiche, sì, ma meglio non
rischiare…
“Oh. Scusate, non me ne ero accorta” si scusò lei, voltando velocemente
pagina.
In fondo quella era la prova
della lettura del copione, e ora doveva concentrarsi solo su questo.
Però, sei mesi prima, c’era anche
Roy vicino a lei. Ricordava le storie che aveva fatto alla scoperta del suo
ridicolo ruolo, e quanto si fossero divertiti, alla fine…
“Riza, tocca a te…” la svegliò
Julia.
“Ah, sì. Dunque… Ho già pulito la
cucina, ora mi rimangono solo le tende, ma non ha importanza, posso lavorare
per sempre qui, posso stancarmi e stare male, ma i miei sogni rimarranno tali…”
Non parlava di lei, vero?
“Vorrei essere libera, entrare in
quel castello lontano, conoscere il principe, e invece…”
“Bene, qui c’è l’entrata in scena
della matrigna, forza!” ordinò Julia.
In quel preciso momento, la porta
del teatro si spalancò di colpo, facendo voltare tutti i presenti. Apparve un
Roy Mustang fulgido nella sua bellezza, sguardo fiero e passo sicuro, che si
avvicinava agli attori riuniti.
“Colonnello?!”
si alzò Riza, colpita.
“Oh, Roy caro, qual buon vento…”
Roy si fermò al centro del
circolo, esattamente davanti a Julia.
“Io voglio una parte” annunciò.
“Cosa?” si sbalordì Riza.
Julia rimase seduta, con le
braccia incrociate e un sorriso malizioso di chi la sa lunga addosso.
“Avete capito? Voglio
partecipare a questa recita!”
Tobecontinued…
Note: dunque, ecco svelata la recita ^^ è puramente un caso che sia
in Cenerentola che ne La bella addormentata, la
protagonista sia bionda. Me ne sono accorta dopo, ma la cosa calza a pennello
(l’ho presa come un segno del dio del royai XD). E
stavolta niente ruoli invertiti, sono stata brava ^^
Riza è un po’ diversa da come
siamo abituati a vederla, provo a spiegare le mie motivazioni. Questo è il
seguito dell’altra fic, in cui c’era stato un forte
avvicinamento tra i due (il bacio ne è testimone), tanto che il prologo era
all’insegna del dolciastro. Io penso che Riza sia una persona molto rigida, e
che si sia però abituata alla sua piccola routine con Roy (le sere da Elycia, le volte che lui la riaccompagna a casa, il bacio
della buonanotte), la telefonata di Julia ha sconvolto il suo ordine, e lei non
essendo molto abile nel gestire i rapporti con le altre persone si è sentita
spaesata. Come si dice in questo capitolo, Riza ha paura che le cose potessero
cambiare, neanche lei sa bene perché, ha preferito non pensarci. Solo che Roy è
un essere umano, e ha reagito come era prevedibile, ovvero prendendosela con
lei (per poche righe però, non ha retto più di tanto XD).
Ora, questa è la mia versione ed
è opinabile, ma se deve esserci un avvicinamento, allora i loro caratteri
devono modificarsi un pochino e mostrare lati diversi.
Poi credo che il punto
fondamentale di questo capitolo sia la conclusione. Roy prima si infuria con
lei, poi prova a fare pace in ufficio, e ciò che ne risulta è un’altra
litigata, ma alla fine prende in mano la situazione da uomo deciso ed esperto
qual è, e sceglie di sua volontà di partecipare alla recita. Dopo la scena
dell’ufficio c’erano due possibilità, o questa o una rottura. Per una volta
tanto ho deciso di far fare a Roy l’uomo della situazione, la persona seria. Quello
che volevo intendere, era che Roy a lei ci tiene, e tanto, infatti
non ci pensa un secondo a buttarsi a capofitto in una recita che 6 mesi prima
ha odiato, pur di stare con lei e ricucire quel legame che ha tanto
faticosamente conquistato. Diciamo che Roy sa bene quello che vuole, Riza un
po’ di meno, e sarà lei a causare danni in futuro ^^”
Ma chi non è mai stato insicuro e
impacciato la prima volta che ha amato? ^^
Ps.
Commentino?
Risposte ai commenti:
Rinalamisteriosa: ciao ^^ Ora hai scoperto che recita
sarà stavolta XD Ti piace come fiaba? Anche la mia preferita è La bella
addormentata, non a caso ho scelto quella l’altra volta ^^ In Once upon i ruoli erano invertiti, perché è Riza quella che mi
sa più di “principe”, coraggiosa, forte e che protegge la sua “principessa” XD
Diciamo che è lei che ha i pantaloni nella coppia XD (povero Roy, l’altra volta
l’ho proprio distrutto…). Eh eh, il pedinamento… Riza
mica è una sprovveduta! E dato che Roy è in ufficio o fuori dalle missioni (un
Colonnello non sarà in prima linea come un cecchino, penso) non lo vedo esperto
in cose del genere XD Ok, fammi sapere se anche questo capitolo ti è piaciuto!
Grazie ^^
Vale:sensei, ma che domande fai??? A questo punto penso che tu non mi ascolti quando parlo! (o in questo caso, non vedi quando scrivo). Ti avevo detto
mesi fa quale era la recita!!! Dicendoti anche che
tanto questo progetto non sarebbe mai andato in porto, quindi potevo rivelarti
la sorpresa XD *scuote la testa rassegnata* l’ing ti
fa lavorare troppo (no, non è una battuta XD). Comunque, Roy non è stupido XD è
solo geloso. E imbranato. E tante altre cose XD E anche tu rispondi al telefono
come Riza, lo so ^^ Peccato che l’ing non sia Roy XD
Anzi… O_o Eh, sì, c’è bisogno di sano RoyAi e di altro non proponibile in questa sede XD E non
posso abbandonare il primo per il secondo, lo so. Mi rimbocco le maniche, ma ce
la farò. Insomma, sto sorvolando sui complimenti, ormai sono diventata viola
dall’imbarazzo XD Ciau.
The Dark Side: eh… Roy è un Colonnello, non starà in prima linea,
per questo facciamo finta che sia giustificato a non saper pedinare Riza XD A
parte il fatto che secondo me lei ha gli occhi pure sulla
nuca XD Roy è solo tanto geloso, e ho visto fare molto di peggio, te
l’assicuro XD E ovviamente Riza non aveva l’amante ^^ Non è cosa nemmeno
concepibile, sarebbe un’eresia se scrivessi una cosa del genere. O forse… No,
lasciamo stare ^^ La regista piace tanto anche a me XD Anche per lei ho deciso
di proseguire con questo seguito, mi diverto troppo a farle maltrattare Roy. E
sono contenta che non ti sei dimenticata del tutto la
prima fic, anche se è passato un anno (^^”). Grazie
mille del commento e per esserci sempre ^^
Lely: ora hai scoperto di che recita si tratta ^^ Un altro classico.
Julia la adoro, a parte il fatto che l’ho creata io, come maltratta lei Roy non
lo maltratta nessuno XD Spero di darle lo spessore voluto, anche se rimane
sempre un personaggio di sfondo. Eh, già, ci sono tanti pesci nel mare, Roy
deve darsi una svegliata, chissà… ^__^ *si cuce la bocca perché vorrebbe
spiattellare tutto XD* Sono contenta che alcuni punti ti abbiano divertito XD
In fondo è una commedia. E con questo nuovo capitolo entriamo
un po’ nel vivo, qualcosa tra di loro si è rotto, ma sono sicura che alla fine
si sistemerà (non lo so ancora, non ho idea del finale ^^” questo magari potevo
evitare di dirlo XD). Bon, ti lascio, un bacione!
Sisya: tra i nostri due
piccioncini preferiti non è andata proprio in modo idilliaco in questo nuovo
capitolo ^^” sono stata cattivella. Cercherò di rimediare *nasconde il
fatto che i prossimi capitoli saranno anche peggio XD* Ah-ehm.
Prima o poi rimedierò, ecco XD Insomma, Roy è geloso marcio, e non è tipo da
fare una scenata, quindi c’è il pedinamento XD Nei suoi calcoli non doveva
farsi scoprire però ^^” Ma ti dirò, se capitasse a me che la persona a cui
voglio bene mi nasconde chiaramente qualcosa, sarei
capace di fare anche peggio XD E poi c’è Julia… che combinerà? XD Un bacione
anche a te cara ^^
dianatabo: mi spiace di non averti scritto
qualcosa a parte, purtroppo l’ispirazione non c’è da tempo (e non so come
finirà XD), ma ci tenevo a dedicarti qualcosa, e un capitolo è l’unica cosa che
mi è concessa XD Roy geloso ci piace sempre ^^ E poi noi due amiamo
distruggerlo nelle nostre commedie XD Ora hai scoperto la nuova recita, che te
ne pare? XD Niente mela-Roy, mi spiace L Ti assicuro che ci ho pensato davvero, ma poi ho
ricordato il mio astio per Biancaneve, e non ce l’ho fatta XD Chissà se anche
stavolta ci parte un disegnino ^^ Grazie a te del commento ^^
Ma aveva davvero fatto una cosa
così? Si era spontaneamente messo in una situazione del genere?
Era rimasto sveglio tutta la notte
a riflettere su cosa avesse combinato con le sue stesse mani, e l’unico
risultato erano un bel paio di occhiaie sul suo viso.
E ora doveva anche lavorare,
prima che rimediasse anche qualche sgridata dal suo Tenente, o qualche insulto
dai piani alti.
Oltre al danno anche la beffa.
“Colonnello, sta squillando il
telefono, non risponde?” domandò Riza, più fredda del solito, seduta alla sua
scrivania.
Roy alzò la cornetta di
malavoglia, ascoltando l’interlocutore. Questo era un altro degli effetti che
aveva conquistato, con la sua geniale trovata: non solo Riza era fredda con lui
nel privato, ma anche in ufficio, tanto che neanche rispondeva più alle
chiamate del telefono…
E pensare che aveva
fatto tutto per lei. Dopo la litigata dell’ora di pranzo, il giorno
prima, Roy aveva capito che, nonostante fosse veramente infuriato, doveva fare
qualcosa. E doveva agire subito. Non voleva perderla, soprattutto non ora che
avevano instaurato questo rapporto più intimo. Pensava che se fosse riuscito ad
entrare nella recita, avrebbe avuto più tempo da passare con lei, non l’avrebbe
vista allontanarsi ancora, e forse sarebbero potuti tornare come prima, alle
passeggiate per tornare a casa, agli sguardi dolci, al suo bacio della
buonanotte…
Peccato che lei non l’avesse
presa esattamente bene!
Dopo la sua entrata da far west,
e la sua battuta da primadonna, nella saletta del teatro era calato un lungo
silenzio, scandito solo dai cuori accelerati di tutti i componenti della
compagnia, che sapevano quanto il Colonnello odiasse quel posto. George si era
avvicinato alla moglie Julia, tutto preoccupato, Riza era impallidita, e
rischiava un collasso. La regista era l’unica calma, e per risolvere la
situazione gli aveva detto di tornare la sera dopo, “perché qualcosa troveremo,
vedrai, Roy caro…”.
Solo che Riza forse si era
offesa, perché non lo aveva ancora guardato negli occhi. Forse voleva davvero
qualcosa tutta per sé, senza che lui ci entrasse, e così facendo Roy aveva
violato i suoi spazi.
Sospirò.
E pensare che lo
aveva fatto per lei…
Riattaccò la cornetta, mettendo
fine alla telefonata.
“Chi era, capo?” chiese Havoc, scostandosi dal lavoro.
“Nessuno… una telefonata
privata.”
“Una telefonata privata? Qualche bella ragazza, eh?” s’interessò Breda.
“M-ma
n-no, c-come vi viene in mente?” balbettò Roy, spaventato
a morte dal fatto che nella stanza fosse presente anche Riza, che tuttavia non
sembrava interessata.
“Quando ha quell’espressione
significa un altro appuntamento” precisò Falman.
“Vi ho detto di no, io…” eppure
Roy rimase colpito dalla noncuranza di Riza, tanto che decise di divertirsi. “Ebbene sì, avete ragione. Era una donna. E
una donna molto bella” si vantò.
“Cosa?” domandarono i quattro
subordinati, all’unisono.
“Eh, sì… beh, ma quando si ha
fascino… è naturale che le donne siano attratte da me, non pensate?” si lodò
ancora, passandosi una mano sotto al mento.
“E quindi anche questa nuova ragazza
si è innamorata di lei?” s’incuriosì Fury.
“Beh, giudicate voi: ho un
appuntamento!”
Quattro paia di occhi sgranati si
chiesero come avesse fatto il loro superiore a conquistare un
donna rispondendo a monosillabi al telefono. Da quel poco che sapevano
bisognava lavorare molto per uscire con una ragazza!
“Non vedo l’ora… è sempre così
gentile, e dolce, e bella, e disponibile…”
A Riza si ruppe casualmente la
punta della matita.
“E noi che pensavamo che lei
stesse con il T-” Havoc fu prontamente bloccato da
Breda, che gli conficcò il gomito nel costato.
“Che cosa?” chiese Roy
incuriosito.
“Niente!” si difese Breda,
alzando la voce di un’ottava, mentre gli altri tre annuivano.
Era ancora troppo profonda la
ferita inferta sei mesi prima, quando avevano trovato i loro superiori chiusi
in ufficio a… ehm, cioè, loro avevano sentito
i loro superiori dirsi qualcosa, solo che quelle frasi così dirette e semplici
non avevano certo altra spiegazione. C’erano ancora alcuni punti della faccenda
che non erano chiari, ma non si erano posti il problema. Tanto più che il
Colonnello e il Tenente avevano preso l’abitudine di tornare a casa insieme, la
sera, e a lavoro erano molto più uniti. Tutto quadrava, no?
“Poi ci racconti come è andata,
se capisce cosa intendo…” maliziòHavoc.
“Ora basta! Tornate al lavoro! Questo non è un centro ricreativo, forza!” li riprese Riza.
“Ma Tenente, era solo una paus-”
“Niente scuse!”
“Ma noi stavamo sol-”
“AL LAVORO!”
Dopodichè nessuno fiatò, si sentì
solo un velocissimo scribacchiare di penne sui fogli.
Riza era davvero spaventosa
quando urlava, anche perché non lo faceva mai. E questo non fece che confermare
a Roy che il suo piano era andato a buon fine: era ancora interessata a lui.
§
Riza era particolarmente nervosa
quella sera. Erano arrivati al teatro con ben dieci minuti di anticipo, sotto
richiesta di Roy, e dopo essere entrati lui si era messo a salutare tuttii componenti della
compagnia molto allegramente, e quando Julia li aveva richiamati per iniziare
la lettura del copione era stato il primo a mettersi seduto nel circolo di
sedie.
“Allora” presenziò Julia,
“stasera siamo qui per-”
“Decidere la mia parte!” finì per
lei Roy, sorridente.
Julia alzò un sopracciglio.
Odiava essere interrotta…
“Anche…”
“Non credo ci siano problemi, io
sarò il principe, no?” disse lui tutto convinto.
“No.”
“No?”
“No…”
“No?!”
“NO!”
“E perché no?!”
“Semplice, perché il principe lo
abbiamo già” sentenziò Julia.
“M-ma c-chi sarebbe? I-io
p-pensavo di…” non poteva crederci, era straconvinto di quella parte, per
qualche strana ragione pensava gli spettasse di diritto!
“Quel ruolo è già stato preso, e non ci sono
ripensamenti!”
“M-ma
Julia! Io ho più esperienza! L’ho già fatto una volta e-”
“Non ci vuole un grande talento
per interpretare un principe addormentato…”
“Non la pensavi così! Che fine ha
fatto il talento innato che hai visto in me?!”
“Era solo un modo per
convincerti, non ci avrai creduto sul serio…”
Roy impallidì. Doveva trovare una
scappatoia.
“E va bene. Se quel ruolo è già
stato preso allora ne avrò un altro!”
“Se proprio insisti…”
“Certo! Voglio
far parte del progetto!” si lagnò.
“Va bene, va bene…”
“Uhm, che ne dici del re?”
“Già preso.”
“Di un potente mago al posto
della fatina?”
“Abbiamo già i costumi della
fatina.”
“Il fratello di Cenerentola?”
“Ma la conosci la storia?!”
“E allora cosa è rimasto??”
“Se proprio ci tieni puoi fare la
zucca.”
“…”
“…”
“La zucca?”
“Esatto.”
“Ma che ruolo sarebbe? E come può
una persona fare il ruolo di un oggetto?”
“Vuoi scoprirlo?”
“…”
“…”
“No…”
“Bene.”
“Ma allora che posso fare?” disse
sconfortato, guardando Riza di sottecchi. Voleva passare questa esperienza con
lei, non era disposto a perderla alla prima difficoltà. Avrebbe fatto qualunque
cosa…
“Se proprio vuoi un ruolo c’è…”
“Cosa?”
“Sì, ancora non abbiamo trovato
l’interprete.”
“Ehm, Julia…” s’intromise George.
“Allora, che fai?” chiese lei a
Roy, ignorando il marito.
“Accetto! Che
domande!”
“Davvero?”
“Ma certo!”
“Benissimo!” strillò lei,
applaudendosi da sola per la geniale trovata.
“Allora, che devo-”
“Dategli un copione, forza!”
ordinò lei ai suoi assistenti, e in meno di un secondo Roy aveva tra le mani la
sua salvezza.
“Da pagina 7.
Inizia a leggere, Roy caro” impartì la regista.
“Ma da dove?”
“Ma che sciocchino che sei”
ridacchiò, portandosi una mano davanti alla bocca. “Ma da dove c’è scritto il
tuo ruolo, no? C’è scritto Matrigna.”
§
“Non posso crederci…”
“Colonnello, sapeva che non
avrebbe portato a nulla di buono.”
“Sì, ma non pensavo arrivasse a
tanto! E per la seconda volta!”
“Lo sa come è fatta… abbia
pazienza.”
“Mi odia, ne sono sicuro…”
Era buio, ed erano appena usciti
dalle prove, così Roy ne aveva approfittato per accompagnare a casa Riza.
“Le conviene girare qui, così può
tornare a casa sua, signore.”
“Sì, ma il tuo appartamento
continua per questa via.”
“Non c’è bisogno che mi
accompagni fino a casa, so difendermi da sola.”
“Lo so benissimo.”
“E allora vada.”
“No, voglio accompagnarti.”
“Le ho detto che-”
“Se ti dà fastidio devi solo
dirmelo.”
Riza rimase interdetta. Sembrava
così sicuro di sé…
“Non è questo… E va bene, ma
domani non si lamenti se è stanco, d’accordo?”
“D’accordo!” sorrise lui,
soddisfatto.
Continuarono a camminare così,
vicini, finché tutta la tensione tra loro non si sciolse via. Lei sorrideva,
Roy lo aveva notato. Sembravano tornati ai vecchi tempi, e sentì una morsa allo
stomaco quando varcarono la soglia del palazzo di Riza.
“Io sarei arrivata…”
“Sì…”
“Senta, Colonnello, per tutto
quello che sta succedendo, io-”
“La telefonata di oggi.” Roy si
sbatté una mano sulla fronte.
“Eh?”
“Me ne sono dimenticato…”
“Ah, il suo appuntamento” rispose
inacidita.
“Eh? Ma di che-
Ah…”
“Beh, forse se corre fa ancora in
tempo a raggiungere la sua ragazza, signore.”
“Uhm, forse sì…” pensò.
“Io vado!” precisò a denti
stretti, aprendo con forza la porta di casa.
“Aspetta! Il mio appuntamento non
era per oggi!”
“Questo non cambia le cose!”
s’impuntò.
“Ehi, non mi sembra il caso di
ricominciare a litigare…” Roy cercò di calmarla.
“Infatti.
Si vede che a lei non importa niente!” mantenne la voce allo
stesso livello, ma ne trasudava veleno.
“Non mi importa niente di cosa?”
fece il finto tonto.
“Beh… di quello che è successo…
di noi…” arrossì, riducendo la voce ad un sussurro.
“C’è un noi?” s’interessò lui.
“Non nel senso che crede lei…”
“Guarda che sei stata tu ad
iniziare tutto.”
“Cosa? E
sentiamo, che avrei fatto?” chiese imbronciata.
“Non mi hai chiesto di
partecipare alla recita.” Rispose semplicemente.
“Ancora con questa storia?”
“E sei gelosa dei miei
appuntamenti.” Concluse.
“Cos- Io non sono affatto
gelosa!” urlò a tutto il palazzo.
“E non ne avresti nemmeno
motivo.”
“Non sono gelos-”
“Era Glacier. Al telefono. Ha
chiesto se fra un paio di giorni potevamo andare da lei, per Elycia…”
“…”
“Se ti va possiamo andarci
insieme, ma non devi sentirti obbligata.”
“Ma no… ci vengo volentieri…”
arrossì.
“Allora ci conto.” Chiese
speranzoso.
“Sì…” abbassò lo sguardo. “E mi
scusi se-” Roy la zittì passandole un dito sulle labbra.
“Non devi scusarti di niente. Non
avrei dovuto entrare nella tua privacy.”
“Ma no…” Riza abbassò lo sguardo
di nuovo, arrossendo leggermente.
“Mi dispiace di averti dato
fastidio, dovevo rispettare i tuoi spazi.”
“Colonnello, credo che sia già
stato punito abbastanza, non crede?”
“Direi di sì” si lamentò,
regalandole un sorriso.
“E’ uno Scambio Equivalente, no?”
propose Riza.
“Uhm, a me sembra che la mia
parte non sia tanto equa… Dovrò vestirmi da donna!”
“E di che si lamenta? Non
indosserà neanche una minigonna…”
“Riza, non dirlo neanche per
scherzo!” rabbrividì lui. “E non proporlo a Julia, o quella matta ci pensa sul
serio…”
“No, lo giuro” rise lei.
Roy sorrise nel vederla così rilassata.
Forse non era ancora tutto perduto.
“A domani, Riza.”
“Sì, a domani…”
Roy le riportò una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, e con la scusa si soffermò più del dovuto ad
accarezzarle la guancia.
“A domani…”
Lei gli regalò un ultimo sorriso,
prima di richiudere la porta di casa dietro di sé.
Roy rimase fermo per un istante,
prima di correre giù per le scale e fuori, in strada.
Aveva ancora una piccola
speranza, e non l’avrebbe buttata via, Riza era troppo importante per lui. In
fondo non importava il motivo per cui lei non lo aveva avvertito della recita,
ormai era acqua passata. L’importante era che adesso anche lui fosse dentro al
progetto, con un ruolo assurdo, sì, ma sarebbe stato con lei tutto il tempo. E
avrebbero avuto modo di risolvere i loro problemi una volta per sempre.
Riza lo ricambiava, ne era certo.
Magari era solo un po’ timida….
Ci avrebbe pensato lui, senza
dubbio!
Anche perché pur sforzandosi non
riusciva proprio a vedere nubi all’orizzonte…
§
“Uffa…”
“Colonnello, per favore, almeno
qui cerchi di essere di buonumore.”
“Ma Riza, io sono stanco! Ho
dovuto lavorare tutto il giorno!”
“Come sempre, signore.”
“Uffa…”
“Ha preso un impegno e adesso
deve mantenerlo.”
“Lo so, lo so, entriamo, dai.”
Varcarono la soglia del teatro,
come ogni sera, per le prove quotidiane della recita.
“Oh, Riza cara, Roy caro, siete
arrivati!” li salutò una più del solito festosa Julia, arrotolata come sempre
nella sua sciarpetta.
“Buonasera, Julia!” esordì Riza.
“Mh.”
Salutò Roy.
“Che ha stasera il nostro bel
tenebroso?” domandò la regista scherzosa.
“Niente” rispose per lui Riza, “è
che piove da tutto il giorno…”
“Ieri c’era il sole!” s’intromise
Roy, come se la sua frase fosse una spiegazione logica.
“Lasciamolo
stare, va’. Vieni, cara” riprese Julia, conducendo Riza attraverso il
solito labirinto di sedie.
Roy le seguì, mentre un George
compassionevole gli dava una pacca sulla spalla.
“Oh, mia carissima Riza, sono due
giorni che non ti vedo e per me è come se fosse sparito il sole!” gridò una
voce maschile, dal palco.
Roy si riprese subito dal suo
stato di pseudodepressione.
Quel tipo, chiunque fosse, non si
riferiva alla sua Riza, vero?
“Hai rubato la mia luce, la mia
vita, la mia ispirazione, oh mia adorabile Musa.” Continuò il tipo.
Roy doveva accertarsi della
questione. Alzò lo sguardo verso il palco, e ciò che vide non gli piacque
affatto.
C’era un uomo lassù,
inginocchiato e rivolto verso la sua
Riza, ancora in platea.
“Mia adorata, ti ho portato un
piccolo pensiero, indegno della mia stima e della tua bellezza.” Continuò
imperterrito, urlando tutto ciò che dicesse, pur se con voce impostata – da
bravo attore.
Scese di corsa dal palco,
raccogliendo qualcosa da una poltrona là vicino e arrivando davanti a Riza.
“Questo è il mio omaggio, mia
Musa.” E detto ciò, le porse un meraviglioso mazzo di rose rosse.
Roy sentì qualcosa che gli
stringeva il cuore. Qualcosa che gli aveva fatto venire un tic ad un occhio,
che gli faceva mordere il labbro e che a momenti gli faceva fumare le orecchie.
Riza intanto era perfettamente a
suo agio. Aveva accettato le rose, aveva sorriso quando lui le aveva baciato la
mano – con tanto di labbra spiaccicate sopra -, e adesso stava addirittura
ridendo di qualche sicuramente ridicola battuta con quell’attore da strapazzo.
Il qualcosa dentro di sé gli aveva
appena detto che doveva uccidere quel tipo.
“Roy caro, qualcosa non va?”
domandò Julia, fintamente ingenua.
“Chi è quello?” sibilò lui,
incollando gli occhi alla scena di fronte a sé.
“Si chiama Richard” spiegò lei,
con una punta di malizia della voce.
“E quando… e quando…?”
“Quando si sono
conosciuti? Più o meno da quando Riza ha intrapreso questo nuovo lavoro
nella compagnia. La settimana scorsa, quindi.” Disse lei con tono serio.
“E chi diavolo sarebbe quello?”
s’infuriò.
“Ma come chi sarebbe?” domandò
retorica, ritrovando il suo buonumore quotidiano, nonostante lo sprazzo di
serietà che aveva dato al discorso precedente.
“Dimmi chi-”
“E’ il nostro principe!”
E Roy Mustang capì.
Quella non sarebbe stata una
semplice recita. Quella era appena diventata una sfida.
To Be Continued…
Note: in questo capitolo ci sono due avvenimenti importanti. Uno è
il secondo rischio di OOC di Riza, quando parla con Roy fuori il suo
appartamento XD E l’altro è l’ulteriore complicazione della storia, ovvero il
principe. L’ho detto all’inizio, ho dato il peggio di me ^^
Risposte ai commenti:
Rinalamisteriosa: e Cenerentola prosegue XD sono
contenta che hai trovato il cap
chiaro, è una cosa a cui faccio sempre molta attenzione ^^ Mi spiace se ti sei
beccata l’influenza, io quest’anno ne sono terrorizzata, dicono duri tanto
ç____ç Grazie del commento.
Vale: se ti piacciono i miei dialoghi
allora questo capitolo lo hai amato, sono solo dialoghi ^^” Quando l’ho riletto
ero più o meno così: O_o con l’idea fissa di “ma che
ho scritto?” XD è tutto un dialogo. Sensei,
sono contenta che la fic ti piaccia e i comportamenti
siano plausibili ^^ Grazie di tutto (_ _)
Tiziano mi
perseguita, bastaaaaa XDDD
Lely: chi è Ludwig Kakumei? Vabbe’, potevo ricordarmi prima di fare le domande XD
Passando alla storia, è proprio una favola originale, eh? ^^ Nessun ruolo
assurdo, eh? ^^ Ma in fondo che ti aspettavi da me? XD Il “tu” di Riza non è
passato inosservato? ^____^ era proprio quello l’intento XD Sono
contenta che il “litigio” non ti sia sembrato forzato, è sempre
difficile quando Riza deve mostrare una qualche emozione XD Ma qui ho la scusa
del finale della prima fic che posso usare come
voglio XD Grazie del commento.
Sisya: la sciarpa che colpisce Roy è uno di quei particolari che ogni
tanto inserisco, ma nessuno come questo era mai riuscito a farmi ridere tanto
da sola XD Cmq sì, Riza è confusa, ma Roy non si darà per vinto ^^ Lui sì che è
un uomo (e ogni tanto lo dimostra pure XD). Visto che ri-comparsa nel finale?? Che entrata in scena… e che casino che ha combinato XD
Cenerentola ti ha fatto piangere ç____ç spero che questa fic
abbia un effetto più piacevole XD farò del mio meglio ^^ E mi spiace se stai
male, se vuoi sfogarti con me fai pure, mi raccomando! Non voglio essere una mami solo di nome, ma anche di fatto
^^ Un bacione, e grazie.
“Tenente, dove sono finiti i
moduli da compilare per il Generale Hakuro?”
“Nel terzo cassetto, signore.”
“Puoi per favore sistemare
questi? Sono i documenti arrivati questa mattina, appena firmati.”
“S-sì,
certo, li lasci puri a me.”
“Ho sistemato le schede dei nuovi
Alchimisti di Stato lì sulla tua scrivania, sono ordinate in ordine
alfabetico.”
“Ah, bene, le porto subito in
Segreteria…”
“E… Hawkeye? Ci sono solo questi
di documenti da controllare? Sono già finiti?”
Riza a questo punto sentì un
malore coglierla.
Ok, decisamente da quella mattina
il suo Colonnello era parecchio strano. E a dir la verità lo era sempre stato,
ma non così strano.
Aveva lavorato instancabilmente
tutto il giorno, sistemando le scartoffie accumulate da settimane. Era appena
diventato una macchina da lavoro…
Non c’erano molte spiegazioni.
O era impazzito del tutto. O
quello di fronte a sé era un Homunculus.
E Riza non sapeva proprio cosa
fosse peggio…
“Ah, Riza, stasera andiamo insieme
a teatro, vero?” le sorrise, alzando lo sguardo dai fogli davanti a sé.
“S-sì,
come vuole, signore.”
“Bene. Stanotte ho imparato tutte
le battute a memoria, non vedo l’ora di provarle.”
“Cosa? La notte dovrebbe dormire!
E poi non era necessario, alla recita mancano ancora-”
“Due settimane. E non voglio
essere impreparato come l’ultima volta.”
“Va bene, ma…”
“E poi” ricominciò lui, sparendo
sotto la scrivania, “ho pensato di fare dei piccoli pensierini a tuttigli attori. Ecco qui” e tutto trionfante le mostrò delle cartelline di
plastica, per proteggere il copione.
“Ah… è stata un’idea carina, ma
non ce n’era bisogno…”
“Perché no?
Voglio mettere anima e corpo in questa impresa!” chiarì, e
Riza poté giurare di aver visto le fiamme brillare nei suoi occhi. Che
fosse anche lui vittima della sacra ispirazione?
“Ma certo… ma è sicuro di stare
bene?”
“Mai stato meglio, perché?”
“Niente…”
“Ah, puoi portare anche questo,
dal Generale?” chiese, porgendole un foglio.
Riza era contenta che finalmente
il suo superiore avesse deciso di prendere il lavoro seriamente, ma a volte non
riusciva neanche a stargli dietro! Lui aveva troppa foga.
“A dopo, Tenente” sorrise lui.
“A dopo” rispose lei,
sorridendogli sinceramente prima di richiudersi la porta alle spalle.
Non aveva idea di che cosa
passasse nella testa di Roy, ma le piaceva che lui fosse così tanto impegnato.
Perché potevano essere solo loro
due, e lavorare a qualcosa insieme. Che si trattasse di documenti di lavoro o
di una recita scolastica.
§
“Buonasera Julia” salutò Riza,
appena entrata in teatro.
“Buonasera, miei cari.”
“Per il ritardo abbiamo un
motivo: avevamo una riunione.” Disse Roy.
“Lo so,
Riza mi ha telefonato prima…”
“Ah, non losapev-”
“Ok, basta con i convenevoli, sul
palco, tutti e due.” Ordinò.
I due vennero come al solito
spinti sul palcoscenico. Ma Roy era fiducioso, il suo diabolico piano era
praticamente perfetto. Aveva passato l’intera notte ad imparare il copione a
memoria, avrebbe fatto una figura strepitosa di fronte a tutti quanti, nella Compagnia.
E poi c’erano le cartelline di plastica, chiaro segno che a lui interessava la
recita. Aveva buttato giù dal letto il venditore, la mattina, perché non poteva
permettersi di fare tardi in ufficio. E infatti qui
iniziava la seconda parte del piano. Doveva convincere Riza che lui era un uomo
diverso, un uomo migliore. Per questo aveva lavorato come un mulo per tutto il
giorno, invocando dentro di sé il Principio dello Scambio Equivalente. E poi
c’era la chicca finale. Nascosta sotto la sua giacca, a contatto con il suo
cuore, c’era una piccola margherita, un fiore semplice e bello come la sua
Riza. L’avrebbe regalata a lei, dopo le prove, durante il tragitto verso casa.
Lei lo avrebbe perdonato, gli
avrebbe sorriso, e tutto sarebbe tornato come prima, e forse anche meglio.
Era tutto perfetto. Non poteva
andare male.
“Allora, la vostra scena è la numero sei, leggete.” Impartì Julia, seduta in platea.
“Io non ho bisogno di leggere, ho
già imparato tutto a memoria!” si vantò Roy.
“Buon per te, l’ultima volta è
stato un disastro…”
“Ora sono cambiato!” si ostinò.
“Va bene, va bene, su.”
“Ah-ehm”
si schiarì la voce, e si passò una mano tra i capelli, con fare seducente.
“Cenerentola, hai pulito la cucina?”
“Certo, signora.
E’ tutto lucido e splendente.” Rispose Riza, dando un’occhiata al copione.
“Ma io ti avevo detto di
sistemare anche la sala, e invece ancora non è pronta!”
“Ma altrimenti neanche la cucina
sarebbe stata pronta, signora.”
“Tu devi fare ciò che ti ordino,
è chiaro?”
“Certo…”
“E adesso vai di sopra, pulisci
il camino, lava le tende, lucida l’argenteria, sistema i piatti del servizio
nuovo e prepara la sala da pranzo per la cena di questa sera. E voglio che sia
tutto perfetto, è chiaro?”
“Sì, signora.”
Ma che razza di dialogo era? Solo
adesso ci faceva caso… Stranamente gli ricordava qualcosa, era una sensazione
strana. Era su un palco, davanti ad altra gente, ad ordinare a Riza di fare un
po’ troppe cose. La situazione aveva qualcosa di familiare, qualcosa di
terribilmente familiare! Era quello che faceva ogni giorno in ufficio!
“E già che ci sei…” continuò lui,
sentendo un groppo in gola.
“Sì?”
Cos’era quello sguardo? Riza era
affranta, e debole, e fragile. Possibile che si sentisse davvero così quando
lui le ordinava qualcosa? Era così terribile e despota?
“Roy caro, non ti addormentare,
vai avanti con la frase” lo richiamò Julia.
“Eh? Ah. E già che ci sei
occupati di preparare anche i vestiti delle tue sorellastre, almeno loro…
almeno loro mi fanno fare bella figura in pubblico. E ricorda… stasera non
voglio vederti in giro, abbiamo ospiti, tu devi stare nascosta, basto io a
risplendere nella luce della popolarità.”
Oh caspita, Julia aveva scritto
quel copione apposta, se lo sentiva. Era tutto un piano calcolato e lui ci era
cascato con tutte le scarpe. E per la seconda volta.
“Agli ordini, signora.”
“E per me prepara il vestito
rosso, quello con i ricami di pizzo.”
“STOP!”
Roy e Riza si voltarono verso la
regista, che si era addirittura alzata in piedi.
“Non ci siamo proprio, no no.”
“Che succede?” provò a chiedere
Roy.
“Riza cara, la tua
interpretazione è perfetta, sei afflitta, stanca di
vivere in questo modo, ti viene proprio naturale.”
Riza arrossì un pochino.
“Ma Roy” ricominciò lei, con tono
serio, “non ci siamo proprio…”
“No?!”
“No.”
“E perché?”
“Perché hai sbagliato una
battuta.”
“COSA? Non è possibile!”
“Invece sì.
Il vestito della matrigna non è rosso, ma verde. Un errore del genere…” lo sgridò con fare saccente.
“Che cosa?
Non ci credo!” Roy strappò letteralmente il copione dalle
mani di Riza. Cercò tra i pezzi di pagine strappati il punto della sua
battuta e… era verde davvero.
“Allora?” chiese Julia, godendo
del silenzio di Roy.
“Ehm, ma è stato un piccolo
errore, capita anche ai migliori…” si scusò lui.
“A Richard non è successo. Ha
provato la sua scena prima che voi arrivaste, ed è stato praticamente perfetto.”
Roy sentì che il cuore aveva
appena deciso di abbandonarlo.
“Richard è qui?” domandò Riza.
Fa’ che non ci sia, fa’ che non ci sia, era la preghiera di Roy.
“Riza! Mi
adorata Musa!” Richard spuntò da una porta nascosta, con addosso mezzo vestito
da principe, e un metro da sarto. “Stavo provando il mio costume di scena, ma
non potevo aspettare oltre per rivedere il tuo splendido sorriso.”
“Ciao Richard, è un piacere anche
per me rivederti” salutò cortese lei.
“Mia dolce Riza” continuò lui,
salendo sul palco e baciandole la mano, inginocchiato ai suoi piedi.
Roy provava un fastidioso
fastidio nel sentire quel damerino da quattro soldi pronunciare con tanta
nonchalance il nome della sua Riza. E toccarla, con tanta nonchalance. E dirle
tutte quelle cose sdolcinate.
Forse avrebbe davvero dovuto
ucciderlo.
Ma non davanti a Riza.
“Ehi, tu. Non ci siamo
presentati, mi sembra. Io mi chiamo Roy Mustang, e sono il
Colonnello Roy Mustang, il famoso Alchimista di Fuoco” si presentò lui,
cercando di catturare l’attenzione del tipo.
“E chi è?
Io non l’ho mai sentito” rispose tranquillamente Richard,
prima di rivolgere la sua attenzione di nuovo a Riza, che ridacchiava sotto i
baffi.
“SONO IO!” gridò Roy, fuori di sé
dalla collera.
“Sì, l’ho capito, non hai un bel
senso dell’umorismo…” alzò un sopracciglio l’altro. “Comunque io mi chiamo
Richard Williams.”
“Il famoso Richard Williams, è l’attore
numero uno di Central, e forse di tutta Amestris”
spiegò Riza.
“Io non l’ho mai sentito…”
“Si vede che
non sei un appassionato di arte. Ma in fondo, è solo
per pochi eletti…” disse Richard, squadrando Roy dall’alto in basso, come se
fosse spazzatura.
Roy inconsciamente andò ad
avvicinare il pollice e l’indice, in un istinto omicida.
“Comunque, mia cara Riza, dove
eravamo rimasti?” continuò lui, ignorando la presenza di Roy.
“Richard, lui è il mio superiore,
lavoriamo insieme” provò Riza, cercando di far fare amicizia ai due, e notando
la rabbia di Roy.
“Ah, ho capito, adesso…” sorrise
un sorriso che a Roy non piacque affatto. “Non deve esserti difficile il ruolo
di matrigna, allora, eh?” malignò, alludendo al comportamento dittatoriale che
Roy adottava probabilmente anche in ufficio.
Gli scoppiò qualcosa, nel
cervello, forse la vena della tolleranza, o quella del sacrificio. O magari era
solo quella della pazienza.
Scattò rapido, lo avrebbe
strozzato, e doveva anche essergli grato che non aveva i guanti con sé!
“SENTI, TU, COME TI PERMETT-”
“Colonnello!”
Riza si parò in mezzo ai due, capendo le intenzioni del suo superiore, che era
decisamente scoppiato, “Si calmi, la prego, è tutto a posto. Richard voleva solo scherzare, vero?” chiese rivolta all’attore,
cercando il suo appoggio.
“Ma ceeerto,
si calmi,Colonnello.
Stavo solo scherzando” la assecondò lui.
“Visto? si
calmi, per favore…”
“E va bene, Tenente, come vuoi
tu” sibilò Roy, guardando torvo Richard, che ghignò ancora di più.
“Dunque, Riza, dicevamo?” calcò il suo nome, scoprendo subito un altro punto
debole di Roy.
I militari avevano rigide regole
da seguire, no?
“Ehm, niente, ci stavamo solo
salutando…” precisò lei.
“Mia adorata, ho un regalo per
te, che non è niente in confronto alla tua bellezza, e alla mia stima per te,
ma accettalo, ti prego” recitò lui, con aria teatrale. Dopodiché tirò fuori da
non si sa bene dove una rosa rossa lunga almeno mezzo metro, e la porse a Riza.
Roy sbiancò. Non poteva essere.
Non era possibile.
Eppure lei tutta sorridente aveva
accettato quel regalo, e ora gli stava parlando gentilmente, la sentiva, si
congratulava con lui per non aver sbagliato alcuna battuta, per aver lavorato
sodo, per dare il buon esempio a tutta la compagnia, per essere sempre così
carino con lei…
E intanto anche gli altri attori
si erano avvicinati, e battevano pacche sulle spalle di Richard, che
ringraziava tutti come se avesse appena vinto un Oscar.
Quello era un sogno, ne era
certo. Roy era in disparte, in ombra, mentre così vicino a lui Richard e Riza
rilucevano di luce propria.
Quell’attoruncolo
aveva appena vissuto la scena che lui aveva progettato nel dettaglio da tutto
il giorno!
Gliel’avrebbe fatta pagare. Oh,
se gliel’avrebbe fatta pagare!
Nel frattempo non si era accorto
che la sua bella margheritina gli era caduta dalla tasca interna, e adesso
veniva pesantemente calpestata – proprio come il suo cuore - dalla folla di
gente intorno a Richard.
Il piano A era fallito
miseramente.
Era ora di passare al piano B.
§
Un paio di giorni erano passati,
dopo quell’incontro infernale di mercoledì. La giornata era silenziosa, una
calda mattinata invernale. Nell’ufficio del Colonnello Mustang regnava
l’attenzione più totale, era come se anche l’aria si fosse fermata per
assistere alla scena che si presentava. L’attesa era palpabile, come
l’agitazione, del resto.
“Ho vinto io!” esclamò
soddisfatto Havoc.
“Cosa? No, non ci credo” lo contraddisse Breda.
“E invece sì, mio caro, sono il
vincitore, ora dovete pagare!”
I tre, dopo aver appurato la
vittoria del compagno, iniziarono di malavoglia a lasciare sulla scrivania del
vincitore i cenz relativi alla scommessa dell’ultima
ora.
“Ah, mi mancava così poco…” si
lamentò Falman.
“Non dirlo a me, ho perso per
solo due fogli!” piagnucolò Breda.
“Ragazzi, non vi sembra sciocco
scommettere anche su cose del genere?” s’intromise Roy, lasciando per un
momento la lettura del giornale.
“Cosa? E perché mai!” strillò Havoc.
“E’ ridicolo scommettere su chi
ha più documenti da firmare!” precisò Roy.
“A me non sembra…” rispose Breda.
“Neanche a me…” gli diede ragione
Falman.
“Perché dice questo, Colonnello?”concluse Fuery.
“Comincio a preoccuparmi… Non
sarà una malattia, la vostra?” li guardò perplesso.
“Se lei scommettesse con noi non
direbbe così” lo riprese Havoc.
“E’ vero” concesse Breda. “Si
divertirebbe.”
“Ah!” iniziò Roy, colto
nell’orgoglio, “se scommettessi contro di voi vincerei di sicuro, non c’è
storia con il grande, mitico, unico Alchimista di Fuo-”
“Ne è sicuro?!”
maliziò Breda, interrompendo lo sproloquio del
superiore.
“Certo!” rispose serio l’altro.
“Bene allora! E’ fatta!” sorrise
il rosso, non lasciando presagire nulla di buono.
“Eh? Ma che stai dicendo? Io non ho detto proprio niente” si difese Roy.
“E invece sì, caro il mio
Colonnello. Ho una scommessa per lei… Se dovesse vincere noi
lavoreremo al suo posto per una settimana, ma se dovesse perdere…” sorriso
diabolico “ci regalerà la sua agenda piena di numeri di telefono di ragazze
carine!”
Gli altri tre guardarono il compagno pieni di ammirazione, mentre Roy rimase scosso
per un attimo. Certo che il lavoro era pesante, e se avesse avuto qualcun altro
a svolgerlo al suo posto avrebbe avuto più tempo per stare con la sua Riza.
Però…
“O ha forse paura…” malignò
Breda, sapendo di andare a colpire un punto debolissimo.
“Certo che no! Accetto!”
capitolò, infatti.
“Bene, ha tempo due settimane!”
“Ehm, per cosa…?” chiese,
leggermente impaurito.
E qui Breda sorrise in modo ancor
più diabolico.
“Per farsi baciare davanti a dei
testimoni dal Tenente Hawkeye.”
In quel preciso momento Riza
entrò nella stanza, portando con sé un plico di fogli. Sentì un’aria strana tra
i suoi subordinati, stranamente felici, mentre, rivolgendo lo sguardo verso il
suo superiore, si accorse del pallore che si era impossessato di lui, del
sudore freddo e delle mani che tremavano.
“Signore, si sente male?” domandò
preoccupata.
“P-peggio…”
To Be Continued…
Note: non ce ne sono. A parte che adoro incasinare ancora di più le
cose e non sapere come uscirne XD
Chi mi segue se ne sarà accorto,
mi sto spostando su un altro fandom. La voglia di
proseguire questa storia è poca, ma proverò in tutti i modi a concluderla, non
mi piace lasciare le cose a metà. Oppure la cancello e risolvo lo stesso il
problema XD
Evitate i commenti sulle mie
scelte personali, per favore.
Risposte ai commenti:
Valy: troppi complimenti anche stavolta, sensei
XD possibile che ti piace sempre tutto? XD Uhm, mi rendo conto che dopo oltre
un anno che scrivo su questi due testoni, li muovo in modo più semplice, nel
senso che mi è più facile scriverci sopra. Il punto è che dopo più di un anno è
difficile cambiare l’idea che mi sono fatta su di loro, e quindi, se è OOC, non
cambia XD (riferimenti a cose o persone estranee puramente
casuale ^^). Io Julia la adoro, e beh, dirai, l’ho creata io XD Ma mi
piace per quel pizzico di follia che l’Arakawa non
metterebbe mai nei suoi personaggi, ma che è proprio della mia personalità.
Insomma, prima o poi mi cadrai dal letto per il troppo rotolamento, stai
attenta! XD Un bacione!
Rinalamisteriosa: innanzitutto, non l’ho mai fatto come
si deve, ma volevo ringraziarti per i commenti che mi lasci sempre. Ho letto
anche quello a “Changestep!”,
grazie di cuore. Sei davvero molto gentile, io non so che dire (mi hai anche
messo tra gli autori preferiti >///<). Poi, passando al commento, “ho
dato il peggio di me” nel capitolo, lo dico quando il genere diventa
comico-demenziale XD io sono votata al demenziale, lo adoro se ben fatto, per
cui quando scrivo così dico che esce la mia vena comica, appunto, la parte
peggiore perché di solito sono una personcina seria
XD non mi riferivo a come è scritto il capitolo, questa fic
mi piace come sta uscendo (anche se non ha ancora una fine nella mia testolina XD)
e ci sono parecchio legata. Julia piace molto anche a me, vabbe’
che l’ho creata io, ma ha quel pizzico di follia che non guasta. E poi tiene
testa a Roy (proprio come Maes ^^). Mi spiace farti
aspettare tanto con gli aggiornamenti, purtroppo le cose non vanno bene a
livello di ispirazione. Ma sappi che ti sono veramente grata per i commenti.
Grazie di tutto, ciao ^^
Diana: ah! Lo sapevo, lo sapevo!! Quando
ho scritto il capitolo ho pensato subito a te, lo ammetto, e a un possibile disegno
di Zucca-Roy XD Purtroppo non ho scelto Biancaneve
(la odio XD), altrimenti andava davvero in scena il Mela-Roy
XD Ti ringrazio per i complimenti sul mio stile (_ _) e per aver apprezzato i
caratteri dei due testoni, che non ti sono risultati OOC. Ci penso sempre
parecchio prima di scrivere delle scene, per cui i comportamenti di solito sono
il risultato di una mia riflessione, non sono a caso, ma è sempre meglio
avvertire che possono risultare non idonei. Beh, un bacione anche a te e grazie
del commento! Mi raccomando, non studiare troppo XD
Nota: voglio ringraziare tutti coloro che hanno commentato la mia storia
lo scorso capitolo, non me lo aspettavo
Nota: voglio ringraziare tutti coloro che hanno commentato la mia
storia lo scorso capitolo, non me lo aspettavo. Grazie.
A Maria, buon compleanno ^^
Mi spiace poterti dedicare solo
un inutile capitolo di passaggio… Ma i miei auguri rimangono lo stesso, e sono
quelli l’importante ^^ *fugge*
A Lely, per la parte finale (una
promessa va mantenuta sempre).
A tto V –Vittorie lontane e favole della buonanotte
Roy era al sicuro, in ufficio,
lontano da registe pazze e da attori da quattro soldi che amavano essere al
centro della scena… anche di quella che non gli spettava.
Era una mattinata come tante, al
Quartier Generale, il lavoro procedeva svogliatamente.
Breda e Falman
giocavano a scacchi, Havoc leggeva il giornale,
masticando la sua sigaretta preferita, e Fuery era
intento a riparare l’orologio d’argento del suo Colonnello, al
quale era caduto nel lavandino di casa, quella mattina. E Roy in tutto
ciò stava pulendo i vetri delle finestre, dopo aver tolto la giacca della
divisa e arrotolato le maniche della camicia.
Ovviamente il Tenente Hawkeye non
c’era…
“Colonnello, come procede la
nostra scommessa?” chiese sicuro Breda, non distraendosi dagli scacchi.
“Bene” mentì Roy.
“Davvero?” s’interessò Falman.
“Certo!” s’impuntò l’altro.
“Come no…” sussurrò Breda.
Roy sapeva che i suoi subordinati
si erano accorti del clima di tensione tra lui e il Tenente, in quei giorni, e
sapeva anche che avevano giocato su questa cosa, immischiandolo in una
scommessa da cui, ne era certo, non ne sarebbe uscito vincitore. Ma per quel
giorno avrebbe inventato qualcosa.
“Colonnello, il Tenente dovrebbe
tornare tra cinque minuti, secondo i miei calcoli…” cominciò Falman.
“Sì, credo anche io, calcolando
il tempo che impiega per fare un passo e moltiplicandolo per il numero di passi
da qui all’ufficio del Generale Raven e tornare
indietro, ci rimangono solo cinque minuti…” confermò Roy.
“Allora è meglio mettere via
tutto, no?” chiese Fuery, ingenuo.
“Certo che no!” rispose Havoc.
“Ovvio, cinque minuti sono ancora
tanti, c’è tempo…” concesse Roy, sedendosi alla sua
scrivania e alzando le gambe su di essa.
Gli altri si rilassarono, dopo
aver visto come il loro superiore fosse tranquillo.
In quel momento entrò Riza,
pacata come non mai - se uno fosse stato distratto non si sarebbe neanche
accorto dell’apertura quieta della porta. Solo che quel piccolo rumore provocò
un infarto simultaneo ai cinque ufficiali, che guardarono impauriti verso di
lei.
“Uhm, che c’è?” chiese Riza,
incuriosita.
“N-niente…”
risposero in coro i cinque, sudando freddo.
“Bene.”
Gli uomini presenti si
ritrovarono ammutoliti per lo strano comportamento del Tenente, che di sicuro
aveva notato che non stavano lavorando.
Forse era paura, quella che stava
loro attorcigliando lo stomaco?
Continuarono a fissarla
interdetti, creando uno strano silenzio attonito nella stanza.
“Tutto bene?!”
chiese di nuovo Riza, accomodatasi alla sua sedia.
“Noi sì…” rispose Havoc.
“E’ solo che…” continuò Falman.
“Ci chiedevamo se…” fu il turno
di Breda.
“… Se lei stesse bene, perché
nonostante noi non stessimo lavorando da quando è uscita di qui, non si è
infuriata per niente!” concluse un ammirato Fuery.
Gli altri tre si buttarono sul
più giovane, cercando di tappargli la bocca, ormai invano.
“Ma no…” ricominciò Havoc, impaurito a morte.
“Intendevamo altro” precisò Falman.
“Ci chiedevamo se… avesse portato
tutti i documenti dal Generale Raven!” inventò Breda,
mentre continuava nella sua opera di soffocamento del povero Sergente Maggiore.
E quel sorriso era un’arma a
doppio taglio, lo sapevano.
“E quando deciderete di lasciar
respirare il Sergente, fatemelo sapere, perché ho qualcosa per voi.”
“Eh?” risposero i quattro
all’unisono – beh, Fuery un po’ meno forte degli
altri.
“Un regalo.” Precisò lei.
“Davvero?” domandò Havoc avido.
“Di che si tratta?” fu più
scettico Breda.
“Ecco qui.” Riza aprì un
armadietto alle loro spalle, tirandovi fuori una pila di fogli alta almeno un
metro.
I quattro impallidirono.
“Cos-cos’è?”
“E’ il vostro lavoro arretrato. E
questa” continuò lei, prendendo un foglio dalla sua tasca e strappandolo in
due, “era la richiesta approvata dal
Comandante Supremo di posticipare la consegna di una settimana. Bene, avete tutta la notte per finire questi” concluse senza alcuna
espressione nella voce, posizionando la pila davanti alla faccia sconvolta di Havoc.
“Tutti?”
“Tutti.”
Non osarono fiatare, ma presero
la loro parte di lavoro e cominciarono a controllare i fogli senza una parola.
Riza sorrise. La richiesta di
proroga era ancora al sicuro nella sua tasca sinistra, ma un po’ di disciplina
era necessaria, no?
“Ah, e questo” disse lei,
strappando dalle mani di Fuery l’orologio, “credo sia
suo, Colonnello.” Sorrise, porgendogli l’oggetto.
“Ehm, sì…”
“Bene.” e si diresse di nuovo
verso la sua scrivania, voltando le spalle al superiore.
“Ehm, Hawkeye? Per me… per me non
hai niente?”
Riza si girò, fissandolo con una
faccia da angioletto.
“Certo che no, signore. Lei è un mio superiore, non posso imporle proprio nulla, se non
vuole lavorare faccia come vuole” e sorrise di nuovo.
Eppure Roy, e gli altri quattro
subordinati, sapevano che quel sorriso non avrebbe portato a nulla di buono. E
che il Tenente si sarebbe vendicata, prima o poi…
§
“Signore, è pronto?”
“Sì, arrivo.”
Roy infilò la giacca nera, pronto per lasciare l’ufficio con il suo Tenente preferito.
Quella era la serata in cui
dovevano passare da Elycia, per la favola. Impegno
settimanale sempre rispettato, finora.
Uscirono insieme dall’ufficio, ancora pieno di lavoro da concludere e rispettivi
proprietari a cercare di finirlo.
Salutarono i quattro subordinati,
che di sicuro avrebbero passato la notte in bianco, e si avviarono verso la
macchina, pronti per una nuova serata all’insegna dell’intimità familiare.
Roy era gongolante di felicità.
Erano due settimane che non passava una bella serata con Riza, e ora finalmente
ne avrebbe approfittato. Avrebbe ristabilito i loro ruoli, tutto sarebbe
tornato come prima.
Finché erano in teatro non c’era
molto tempo per parlarle, c’era sempre troppa confusione, e quel damerino da
strapazzo…
“Colonnello, non stringa troppo
forte il suo cappotto, o lo rovinerà.”
“Oh, scusa.”
Come pensava a quel tizio, a quel
Richard, Roy sentiva una morsa stringergli lo stomaco, e un desiderio
irrefrenabile di prendere a calci qualcosa, qualunque cosa.
Ma stasera sarebbe stato diverso.
Certo, dopo la favola della buonanotte di Elycia
sarebbero dovuti andare alle prove, ma Roy era
fiducioso, e sperava di risolvere qualcosa in quel frangente.
“Andiamo?” chiese lei, dopo esser
scesi dalla vettura.
“Andiamo” rispose lui, mentre
passava un braccio attorno alla vita di Riza.
Si sorrisero, prima di
incamminarsi verso la casa.
§
“Allora, dolcezza, qualche
richiesta particolare, stasera?” chiese Roy, sistemando meglio le coperte del
lettino.
“Sì!” asserì Elycia
sorridendogli.
“Ma non il matrimonio tra il
cavaliere e la principessa, spero!” si lamentò Roy.
Allora la piccola arrossì un poco,
prima di montare un’espressione pensierosa, cercando un altro argomento.
“Elycia-chan,
non sei curiosa di sapere qualcosa sui figli del cavaliere?” propose Riza,
venendole incontro.
“Ah! Sì!”
“Bene, allora, zio Roy, cosa ci racconta stasera?”
“Eh?” Roy si stupì, ma guardando
gli occhioni della bambina e quelli della sua
sottoposta, non poté fare a meno di sorridere e riprendere il controllo. “Sì,
dunque…” ci pensò su. “Trovato! Posso raccontarti la splendida storia d’amore
segreta tra il principino e la sua guardia del corpo!”
“Storia d’amore?” s’interessò la
piccola.
“Sì. Dunque, l’altra volta
avevamo detto come il principino Edo-kun aveva infine
dichiarato alla principessina Win-chan il suo
affetto.”
“Dopo che lei aveva minacciato di
non parlargli più!”
“Esatto. E Aru-kun aveva aiutato suo fratello…”
“Aru-kun
ha tanti gattini a cui vuole bene!” precisò Elycia
assestandosi meglio sotto le coperte.
“Te lo ricordi,
eh? Dunque, stasera però è del principino Ling che ti voglio parlare…” ammise Roy, con un tono di
voce di chi la sapeva lunga.
“Ling?
Il principino sempre allegro che faceva tanto ridere?”
“Proprio lui, dolcezza. Aveva un
carattere molto aperto, faceva amicizia facilmente con tutti, si faceva amare
subito ed era simpatico e divertente.”
“Come te?”
“Io sono anche molto bello,
piccola” si vantò Roy, indirizzando un occhiolino ad Elycia,
che annuì arrossendo, mentre Riza alzava gli occhi al cielo.
“E che faceva il principe?”
“Oh, beh… Ecco, lui… Correva.”
“Eh?”
“Era un animo libero, quindi non
amava stare dentro le mura del castello. Alla prima occasione fuggiva sempre.”
“Fuggiva? Ma
non è pericoloso?”
“Non è pericoloso…” la rassicurò
Riza, lanciando un’occhiataccia al suo superiore.
“Ma no, infatti” si corresse
quest’ultimo, sudando freddo. “A Ling non piaceva…
fare i compiti, ecco. Quindi cercava di sfuggirne uscendo dal castello.”
I compiti, sì. Eppure a Riza
ricordava tanto un certo Colonnello che se le inventava tutte per procrastinare
il suo lavoro d’ufficio. Ricordava ancora quella volta in cui lo aveva trovato
a fare scommesse con gli altri subordinati su quanti panini Breda sarebbe
riuscito a ingurgitare, “perché è necessario creare del cameratismo per avere
un buon lavoro di squadra”, aveva detto. Come se non andasse già perfettamente
d’accordo con quei quattro… O quell’altra volta che lo aveva trovato sul
cornicione fuori la finestra del primo piano, pronto a scappare, anche se aveva
detto soltanto che voleva prendere una boccata d’aria fresca.
E in tutto ciò i documenti si
moltiplicavano sulla sua scrivania, neanche fossero in grado di procreare da
soli…E a chi
toccava fare gli straordinari per aiutarlo a finire?
Riza sospirò, spostando
l’attenzione su di sé.
“Ehm, be’,
il principino era un po’ curioso del mondo che lo circondava” si riprese Roy,
“e anche un pochino svogliato, lo ammetto…”
Riza inarcò un sopracciglio. Un pochino…
“Zio Roy, ma i compiti vanno
fatti, vero?” chiese la piccola con serietà.
“Certo che sì, non c’è scusa che
tenga, il proprio dovere va portato a termine sempre!” assicurò lui, ma Riza
non riuscì a nascondere una risatina soffocata. “Ehm, sì, sempre” ripeté
vacillando un po’. Eppure la sua risata era così bella…
“Ma dove andava?”
“Chi?”
“Il principino Ling!”
“Ah… giusto.
Mah, faceva una passeggiata nel villaggio, aiutava le vecchie
signore, comprava un regalino per la sua mamma… Le solite cose che fa un
principe, insomma!” tagliò corto non avendo altre idee, mentre il suo Tenente
continuava a ridacchiare. Di lui,
certo, ma non importava poi tanto.
“Ma sei sicuro?” domandò la
piccola.
“Certo!”
“Ma i principi non stanno sempre
dentro i castelli?”
“Beh, credo di sì.”
“E lui andava in giro da solo per
il villaggio?”
“S-sì.”
“E non si è mai perso?”
“No, Elycia,
e lo sai perché?” chiese dolcemente Riza, mentre la bambina faceva segno di no
con la testolina. “Perché c’era la sua guardia del corpo a controllarlo sempre,
non lo lasciava mai un attimo da solo.”
Lo sguardo ammirato di Elycia bastò a farle capire di aver toccato un punto
favorevole per la sua attenzione, che il suo Colonnello stava invece perdendo
alla grande con i suoi sproloqui. Certo non si accorse anche dello sguardo di
Roy, vagamente curioso e molto profondo. Uno sguardo di chi sapeva leggere
oltre le righe.
“La guardia del corpo?”
“Sì, il principino sapeva
benissimo che ovunque andasse lei vegliava su di lui, quindi si sentiva al
sicuro e libero, anche se seguito.”
“Era una donna?”
“Certo, Elycia,
le donne sono più forti degli uomini, non credi?”
La bambina ci pensò su. Poi
ricordò i suoi amici dell’asilo, e come li avesse tirati fuori dai pasticci più
volte prima che la maestra Julia se ne uscisse con un’altra delle sue sfuriate.
“Hai ragione, zia Riza…” commentò.
“E quindi Ling non correva alcun rischio. Mai. Lan Fan, la sua guardia personale, lo riportava a casa ogni volta
che lui usciva, lo aiutava nei suoi compiti, lo ascoltava quando parlava, senza
lamentarsi mai” proseguì.
“No? E perché?”
“Perché la
ragazza amava vedere il suo principe allegro, con il sorriso sulle labbra,
senza preoccupazioni. E quindi accettava di dividere i suoi pesi. Essere un principe è faticoso, sai?” spiegò, mentre Elycia annuiva contenta.
“Beh, ma anche il principino era
ben felice di stare con la sua guardia del corpo!” s’intromise Roy, serio. “Ling cercava sempre di attirare l’attenzione di Lan Fan,
inventando nuove battute divertenti o assumendo un comportamento comico. Perché
amava vedere il sorriso della ragazza, che era così raro da pensare che quelle
poche volte in cui ne era stato partecipe fossero state un sogno.”
“E perché fuggiva?”
“Per vedere fino a quando la sua
guardia del corpo lo avrebbe seguito.”
“E se lei si fosse stancata?”
“Lan Fan non poteva stancarsi, Elycia” rispose Riza.
“Perché?” domandò curiosa, mentre
anche gli occhi di Roy ponevano la stessa domanda, implicita.
“Perché era il suo dovere. E
perché amava il suo dovere.”
“Quindi Ling
cercava di attirare la sua attenzione non sapendo che Lan Fan non se ne sarebbe
mai andata via?” cercò di capirci qualcosa, in quel discorso più grande di lei.
“Esatto. E così
fuggiva dal palazzo e dai suoi compiti, faceva finta di non prendere mai le
cose sul serio, scherzava in continuazione, parlava con le altre principesse
che volevano sposarlo e lasciava Lan Fan sempre a un passo dietro di lui”
concluse Roy.
“Ma non era più semplice dirle
tutto?” domandò ingenuamente.
“Eh, Elycia, a volte non è facile, ci si vergogna, no? Inoltre c’era la differenza di stato sociale, sai come sono queste
cose… E comunque è ora di andare a dormire” dichiarò, perdendo la serietà nella
voce e regalandole un bel sorriso.
“Uffa” brontolò la piccola.
“La prossima volta ti racconto di
come il principino Jean ha trovato un fidanzata, ok? È
stato considerato un miracolo in tutto il regno! Quel giorno
è diventato festa nazionale!” ridacchiò, mentre Riza scuoteva la testa.
“Sì!” si accordò Elycia, mentre lui le sistemava meglio le coperte.
“Ora dormi, piccola, e domani
pomeriggio mi aspetto il tuo bel disegno del principe Ling, ci conto!” le augurò la buonanotte, dirigendosi poi
verso la porta, seguito da Riza.
“Zio Roy?” lo richiamò. “Come è
andata a finire tra Ling e Lan Fan?”
Roy si fermò, incrociando lo
sguardo del suo Tenente, imperscrutabile. “Come è finita, eh…” sorrise. “E’
semplice, hanno capito di amarsi e si sono sposati.”
“Davvero?”
“Il vero amore ha sempre un lieto
fine” evidenziò, continuando a sostenere lo sguardo in quello di Riza.
Elycia
nel frattempo era tornata sotto le coperte, soddisfatta.
Roy la guardò per un secondo,
facendosi pensieroso. “A meno che…”
“Cosa?” domandò la piccola,
alzandosi di nuovo dal lettino, mentre anche Riza lo guardava perplessa.
“Ti ho mai detto di quella volta
in cui…?”
To Be Continued…
Note: sì, fa schifo, lo so XD Mi farò
perdonare con il prossimo (spero ^^”). Il LingFan
non lo so scrivere, ma mi piace di più dell’EdWin
(*schiva ciabatta di chi sa lei*) e poi lo avevo promesso. Devo smetterla di
fare promesse più grandi di me… @___@
Comunque, se Maria non mi tira il
libro di fondamenti di fisica dietro, io lo dedicherei a lei, questo capitolo.
Non è un granché, lo so benissimo ç___ç Magari mi rifaccio in qualche altro
modo, promesso ^^ (*si è di nuovo messa in una promessa più grande di lei. E’
scema*).
Ehm, altro da dire? Boh. Non
succede niente in questo capitolo XD
Non so se ci risentiamo, in caso
Buon Natale a tutti!
Ok, grazie a tutti per aver letto
fino qui ^_____^
*fugge*
Risposte ai commenti: ma quanti! *O*
Anthy: uhm, non ti assicuro che
Roy non soffrirà, mi piace vederlo in difficoltà XD Anche io lo adoro geloso, è
divertente, e se lo merita per come tratta Riza! Non posso credere che ancora
non siano sposati con prole, è sicuramente tutta colpa sua XD ok, cercherò di
continuare così, grazie mille del commento.
Valy88: ma sai che sei stata l’unica che non mi ha detto niente del
mio cambiamento? Forse perché a te va bene anche così, dato che sei stata tu
l’artefice di tutto XD no, tranquilla, nessuno ti picchierà XDcomunque, passando
al commento, la scommessa su chi ha documenti da firmare è una di quelle frasi
geniali che a un autore escono una volta su un milione, tipo “ora la soffoca”
XD Rido anche io. Poi, ehm, l’altra scommessa… vorrei anche io che Roy la
vincesse, ma, ehm, quel pezzo è ancora in alto mare nella mia testolina XD non
so sinceramente come andrà *la rincorrono con i forconi* scherzavo ^____^
*riposano i forconi e lei fugge via*. Ma perché sono
così cretina? La risposta non c’entra niente in questa sede, quindi vado oltre.
Grazie per i complimenti *blocca i mille complimenti partiti, cercando di
rimandarli al mittente, ma non avendo forza viene sommersa e annega* ci si
sente presto, tanto ormai… XD Ciau.
Rinalamisteriosa: quando ho letto che tu
mi seguivi anche su Naruto ero così: *-* (XD) Poi hai
fatto anche molto di più, grazie ancora! Dunque, Richard è soltanto un
cretino, ignoralo XD poverino, è scemo, non ci si può far nulla, ormai lo sanno
anche i sassi che Roy e Riza sono destinati a stare insieme, e lui ci prova.
Ignoriamolo. La scommessa di Breda… Eh, chissà chi vincerà *non lo sa neanche
lei, non ha ancora deciso* vedremo anche lì come andrà a finire XD Intanto ti
ringrazio del commento, come sempre ^^ A presto!
Lely1441: eh, già, Roy lavora sul serio ^^ Ma deve pur fare bella
figura con Riza, deve colpirla ^^ vabbe’, poi non è
andata a buon fine, ma almeno ci ha provato. Che uomo, che uomo! XD E no, non
puoi odiare Richard XD a me piace, è totalmente scemo XD secondo me, Riza gli
dà credito solo per non ferirlo, stupido com’è ignorarlo sarebbe troppo cattivo
XD a me le margheritine piacciono ^^ e forse un fiore così semplice a Riza va
bene, più di una rosa, troppo vistosa. Amo i fiori, l’ho mai detto? Ma questa è
un’altra storia, e prima o poi Vale ti racconterà della mia metamorfosi in
atto. Ma comunque, tornando a noi, Roy ogni tanto sbrocca
in questa fic, ma povero, è sotto pressione XD Il
Piano B… Roy non si arrenderà, non ancora almeno! E Breda ^^ è il mio
preferito, si sa, lo inserisco sempre, doveva fare qualcosa di eclatante, non a
caso è il più intelligente. Vedremo come andrà ^^ Grazie mille del commento,
figurati di quello scorso, non fa niente. Ti voglio bene anche io ^____^
evelyn_cla: ciao! Grazie mille del commento,
davvero. Sono contenta che la mia fic ti piaccia,
adoro mettere Roy in difficoltà, ma almeno vediamo un po’ di sano RoyAi, è l’unico modo dato che nell’anime
e nel manga ce ne è pochissimo ç__ç Cercherò di portarla a termine, promesso!
Grazie a te, e prego XD
HarleyQuinn: ciao ^^ mi ha fatto molto piacere il tuo commento, davvero. Innanzitutto
ti ringrazio per tutti i bei complimenti che mi fai, cerco sempre di avere uno
stile piuttosto chiaro, proprio per cercare di far visualizzare le immagini, se
mi dici che ci riesco mi fai felice XD Comunque, passando al commento, penso
che Once upon sia un po’ meglio rispetto a questa,
quantomeno era già conclusa quando l’ho pubblicata, quindi è più organica XD
spero che non ti deluda questo seguito, ma ti prometto che ce la metterò tutta
per finirla, odio lasciare le storie incompiute, non è giusto per i lettori che
seguono. E se ho deciso di pubblicare comunque questa fic
nonostante mi stia spostando su altri lidi, è perché me l’avevano richiesta in
molti e perché molte scene sono già scritte, per cui l’ho presa come una sfida
personale, da concludere. Poi, cosa importante, mi hai detto che scrivi anche
tu, ma il tuo account è vuoto… Scrivi anche tu una bella royai!
*____* Intanto ti ringrazio del commento, grazie graziegrazie.
Sisya: no, nemmeno tu puoi odiare Richard XD è troppo scemo per odiarlo,
ignoriamolo. Un parente di Julia, eh? E chi lo sa ^^ Comunque, Sisya, metterò le cose apposto! Non ti farò cadere in
depressione, tranqui ^^ Roy riconquisterà Riza (ma
l’ha mai persa? XD) e tutto si sistemerà, o almeno questo è quello che c’è
nella mia testolina, devo solo farla uscire XD Breda lo adoro, è il mio
preferito nella squadra, quindi devo piazzarlo sempre da qualche parte, e poi è
quello più intelligente, tra i 4 solo lui poteva uscirsene
con una scommessa del genere XD La vincerà o la perderà, nessuno lo sa XD Per
il resto, Sisyetta, grazie mille per il supporto
ç___ç stavo per piangere dopo il tuo commento. Lo so che non è giusto lasciare
la storia incompleta o con aggiornamenti mensili per dedicarmi ad altro, ce la
sto mettendo tutta. E hai ragione tu, il RoyAi è per
sempre, me lo ripeto ogni mattina quando mi alzo e ogni sera quando vado a
dormire, guardando il mega poster che ho del bacio di Roy e Riza che ho in
account XD Grazie, davvero, sapere che sai cosa sto provando mi aiuta ^^ Un bacione
enorme!
Swwtcicia: ciao Vegeta! ^^ sono contentissima che la mia storia ti sia
piaciuta, continua a leggerla se ti va, a presto, ciao.
A chi ama questa coppia da
sempre, a chi si è appassionato da poco, a chi la supporta con intensità, a chi
“non dispiace”, a chi legge per passare il tempo, a chi mi ha lasciato anche
solo un commento. E a chi legge e basta.
A Valentina, che considero ormai una sorella. Grazie per le risate,
per i “discorsi seri”, per la rara simpatia (nel senso più letterale del
termine) di cui sei dotata. Per credere sempre in tutto quello che dico (che
sia che i verbi finiscono in “re” o che c’è un pig
volante fuori la tua finestra), e per avermi fatto provare il brivido della
Formula 1 XD Ciccia, davvero, don’t worryXD
A Elisa, per l’allegria che riesci a trasmettermi sempre, anche con
una faccina X3 e anche indirettamente con una lettera di auguri. Se sono felice
ci sei di mezzo tu XD
A Sisya, perché come farei senza il
mio dolcissimo genietto dell’inglese? XD Se la tua gemy mi mette allegria, tu mi metti tranquillità, con la
tua mite pacatezza. Prima o poi metteremo da parte la timidezza e ci
conosceremo meglio, sì sì XD
A Diana, mia degna e stimata collega del genere comico, perché
ammirerò sempre la tua capacità di dare nomi a tutto (che sia un titolo di fanfic o un pc XD).
A Maria, per la lista di cose in comune, per la misera lista delle
cose non in comune, e per le idee malate che ci appoggiamo a vicenda
(colleghe!). E perché sei una estimatrice del Village Bar *-*
A Valeria, perché si può non considerare l’unico e vero talento del RoyAi? Che fine hai fatto? ç.ç
And least but not last. A tutte le
ragazze del RoyAi Forum, e a Katia, ultima new entry ^^
BUON ANNO NUOVO!
Note: ringrazio tutte per i commenti al precedente capitolo. Il
riferimento al LingFan era d’obbligo, questa coppia
mi sta piacendo sempre di più. Sapete che nel fandom
inglese il LingFan viene considerato il RoyAi di Xing? ^^ Un motivo ci
sarà…
Avviso: il seguente capitolo prevede una caratterizzazione OOC.
A ttoVI –Litigi e
vendette
“Colonnello, come mai è così
pensieroso?”
“Mh? Non è niente, non preoccuparti.”
Entrarono nel vialetto della
scuola, pronti per una nuova serata in quel putiferio che era il teatro.
Dopo che Elycia
si era addormentata, avevano lasciato la casa di Glacier, e silenziosamente
erano ripartiti per la loro seconda destinazione.
Non si erano detti una parola, in
auto, ma il silenzio che li avvolgeva era tranquillo, come ai vecchi tempi.
Riza non aveva avuto il coraggio
di romperlo neanche una volta scesi dalla vettura. Era così rilassante stare
vicino al suo Colonnello, in pace… Era un momento tutto per loro, e lei si
sentiva appagata di questo loro strano rapporto, del loro semplice scambio di
sguardi per dialogare.
E allo stesso modo, Roy non
voleva perdere questo momento sereno con lei, ma doveva agire, lo sapeva. Era
il suo momento, chissà quando ne sarebbe capitato un altro così perfetto!
“Riza…” la chiamò, facendola
girare verso di lui, incuriosita dal tono informale.
“Mi dica,
signore.”
“Possiamo aspettare un attimo,
prima di entrare?”
Riza era già con la mano sul
pomello della porta, ma si fermò, dopo le parole del superiore.
“Ma signore, Julia si arrabbierà
di nuovo, e gli altri ci aspettano” cercò di farlo ragionare.
“Nonmi importa, adesso c’è altro che
voglio sistemare” chiarì deciso, muovendo un passo verso di lei.
“Colonnello, io…” abbassò lo
sguardo, e nel farlo sbatté la fronte contro la spalla di Roy, avvicinatosi
pericolosamente.
“Riza, voglio parlare con te.”
Lei rabbrividì. Non era proprio
il momento, ancora non se la sentiva di affrontare il discorso noi con lui, perché aveva capito che era
di questo che Roy voleva discutere.
Non che non volesse creare un
legame più profondo con il Colonnello, ma c’erano così tanti ostacoli che
faticava a vedere una via d’uscita. E poi non sapeva neanche se la cosa sarebbe potuta funzionare, e quanto avrebbe durato. Magari
lui si sarebbe stancato dopo un mese e l’avrebbe lasciata da sola, in fondo un
conto era un rapporto di amicizia e fiducia reciproca, un altro era una
relazione amorosa.
A dire il vero lei avrebbe
volentieri rischiato tutto, ma aveva questa paura, dentro di sé, che le
impediva di avvicinarsi a lui più del dovuto necessario.
“Riza, guardami per favore”
sussurrò piano, alzandole il mento con due dita.
“Secondo me è meglio and-”
“Siamo stati bene, stasera,
vero?”
“Eh? Sì, certo” fu colta di sorpresa.
“Elycia
è davvero una bambina adorabile.”
“E’ vero, e sono sicura che
crescerà bene, è sempre così piena di vitalità, nonostante le storie che le
racconta…” sorrise divertita.
“Cosa? E che storie le racconterei?” chiese lui fintamente indignato,
allontanandosi di un passo.
“Non le ricorda niente una certa
principessa e un certo cavaliere?” lo prese in giro.
“Mh,
vagamente…”
“Vorrei proprio sapere come le è
venuto in mente di complicare la storia ulteriormente.”
“Perché, che avrei fatto?” chiese ingenuo.
“Adesso è uscito fuori anche un
giullare di corte, che vuole rapire la principessa!”
“Ehm…”
“Sarei proprio curiosa di sapere
cosa la ispira tanto…”
“Se vuoi proprio saperlo…”
acconsentì, abbracciandola alla vita e attirandola verso di sé.
Riza non si ritrasse, continuò a
fissarlo negli occhi, ormai così vicino ai suoi, in quella posizione.
Erano soli, erano vicini, erano
felici.
“E questo che dovrebbe
dimostrare, se è lecito chiedere?” domandò lei, con una punta di sorriso.
“Che la mia bella principessa è
davanti a me ogni giorno della mia vita.” Rispose lui, sfiorando il naso di
lei.
“Davvero?” sorrise.
“Davvero.”
“E allora cerchi di non farsela
sfuggire, se ci tiene tanto.”
“Ci tengo tantissimo” ammise,
stringendo di più.
“Forse non riesce a dimostrarlo
bene” sorrise, parlando con il solito tono serio.
“Uhm, sì. Ma
che posso fare?”
“Beh, tanto per cominciare, il
cavaliere ha scalato montagne, ha attraversato le profondità della terra, ha
nuotato per chilometri, per vincere il suo amore.”
“La vedo difficile…”
“E poi ha sconfitto il ciclope
cattivo. E infine ha offerto il suo cuore alla principessa.”
“Questo magari si può fare, ma
non sono sicuro che lei accetterà.”
“Perché dice questo?” domandò
lei, avvicinandosi inconsciamente a pochi centimetri dalle labbra di Roy, come
se ne fosse stata attratta.
“Ho paura che mi lasci per
qualche giullare di corte.”
Riza si ritrasse di scatto,
sciogliendo la sua presa. Si voltò, incrociando le braccia sul petto.
“E’ davvero uno stupido.” Gli
sussurrò, sorvolando sul tono informale che gli aveva rivolto.
“Cosa? E che avrei fatto stavolta, sentiamo…” domandò incredulo lui.
“Deve sempre rovinare tutto” gli
spiegò calma, con quel velo di freddezza che le era proprio.
“Io?!Sei tu che te ne sei andata!” rispose lui, un po’ alterato.
Era il momento di farla finita con quella storia, si stavano comportando come
due ragazzini.
“Che c’è di difficile da capire?!”
Ma che stava succedendo? Un
attimo prima era lì, tra le sue braccia, ed era la donna più dolce del mondo. E
adesso era completamente un’altra persona, e gli stava urlando in faccia tutta
la sua rabbia.
Forse era un Homunculus…
“Lei è davvero un uomo poco
sensibile” continuò lei.
…No, non era il momento per
pensieri idioti.
“E per quale motivo?”
“Perché… perché sei
insopportabile!”
“Si dà il caso
che sei l’unica donna che si sia mai lamentata di me! Forse
un motivo ci sarà!” Roy non sapeva neanche più cosa stava dicendo, era sicuro
di essere arrabbiato, per qualche motivo, forse, ed era stanco di tutta quella
situazione.
Riza, dal canto suo, dopo quell’affermazione
non ci vide più. Sentì la rabbia impossessarsi di lei, e qualcosa che le
sbloccava tutti i freni inibitori.
“Ah, è così…?” sibilò, lanciando
fulmini dagli occhi.
Roy rabbrividì.
“Allora perché non se ne va da
qualche sua amichetta, a me non importa proprio niente” sussurrò, con il viso
arrossato.
“Non mi sembra che non te ne
importi niente” rispose, un po’ sopra le righe.
“Che vorrebbe dire?!Che la mia è gelosia?”
“Da come ti comporti sì!”
“Sei tu che mi hai seguito fin
qui perché eri geloso, o te lo sei scordato?” gli ricordò.
“Ti ho seguito perché non sapevo
che ti stava succedendo, perché, ci tengo a farti notare, mi hai tenuto fuori
dalla tua vita, e sei stata tu da sola a deciderlo!”
“Non tiri in mezzo questo
discorso vecchio!”
“Sei tu che vuoi controllarmi!”
“Per me puoi fare quello che ti
pare, Roy Mustang” sussurrò appena, colpita dalle sue parole.
“Bene.
Finiamola qua.” Tagliò corto, mentre la oltrepassava e posava una mano sul
pomello della porta del teatro.
Riza ebbe un sussulto. Come finiamola qua?!
“Aspetta!” lo fermò, prendendogli
la mano libera. “Aspetti un attimo…” abbassò lo sguardo.
Roy si voltò verso di lei,
notando che era visibilmente scossa.
Riza aveva ancora la sua mano in
quella del superiore. Era un contatto così bello, e si sarebbe sentita sola,
come se le avessero strappato l’anima, se lui avesse ritratto le sue dita.
Eppure lui non lo fece.
“Mi scusi, forse ho esagerato…”
si scusò Riza, mantenendo lo sguardo sulle loro dita intrecciate.
“Forse anche io…” le rispose Roy,
debole e calmo.
“E’ solo che…” riprese lei,
alzando lo sguardo un attimo, per posarlo negli occhi del Colonnello. “E’ che è
tutto così dannatamente difficile…” concluse, abbassando la testa.
“Che cosa c’è di difficile?” la
interrogò.
Lei espirò profondamente, prima
di prendere un nuovo respiro.
“Non lo so…” ammise, “forse è… è
questa cosa, che c’è tra noi…”
“Allora c’è un noi?!”
“Beh, no che non c’è” precisò,
ritrovando la sua freddezza.
“Va bene, allora ne riparliamo in
un altro momento, ora bisogna andare” le disse rigido, scostando la mano dalla
sua.
“No, aspetta!” gli riprese la
mano, fermandolo. “Roy, sono molto confusa, non so che fare…”
“Non c’è molto da fare, devi solo
lasciare andare il tuo cuore, la direzione te la indica lui.”
“Se io… se io lasciassi libero il
mio cuore…” Riza si avvicinò a lui, che aveva ancora un braccio sulla porta.
“Se lo lasciassi libero non so cosa succederebbe…” ammise, intrecciando le dita
delle loro mani unite, mentre con l’altra mano andò ad accarezzargli una
guancia.
“Di che hai
paura? Ci sono io con te, no?” la rassicurò.
“Sì…” confermò, alzandosi
leggermente sulle punte.
“Stai tranquilla...”
Chiusero gli occhi, sperando in
quel tocco dolce.
Che non arrivò mai.
Roy era sostenuto dalla porta,
che ad un certo punto però si aprì improvvisamente, facendogli perdere
l’equilibrio e scaraventandolo per terra, mentre si portava dietro anche Riza,
ancora legata a lui.
Sbatté violentemente la schiena,
mentre lei cadde più sul morbido, finendogli praticamente sopra.
“MA CHE CA-“
“Oh, ma allora eravate davvero voi a fare
tutto quel baccano!”
Quella voce. Il suo incubo.
“Julia!” strillò Riza, alzandosi
velocemente dalla posizione imbarazzante in cui era finita. Maggiormente
aggravata dal fatto che tutta la compagnia li stava osservando con curiosità.
“Riza, cara, è ora di iniziare le
prove, no?” le ordinò amabile.
“Cer-certo”
arrossì l’altra, abbassando il capo.
Intanto Roy si era rialzato,
massaggiandosi il fondoschiena.
“Roy caro, hai fatto proprio una
bella figura, credo che dopo questo non ti potrò mai
più guardare con serietà” rise, portandosi il copione a cono davanti la bocca,
per darsi un finto contegno.
“Sono solo scivolato!”
“Sì, ma resta
il fatto che la tua caduta passerà alla storia. Sei
stato ridicolo!” e si allontanò, continuando con le grasse risate, tanto che le
vennero le lacrime agli occhi.
“Se tu non avessi aperto la porta
in modo così violento non sarebbe accaduto!”
“Se voi non aveste perso tempo a
tubare come due piccioncini qui fuori, non sarebbe accaduto!”
I due in questione arrossirono
violentemente, evitando di guardarsi anche solo per sbaglio.
“Che fate lì
impalati? Sul palco, forza!”
§
Il giorno successivo, in ufficio,
Riza aveva evitato accuratamente di guardare Roy per tutto il tempo. Solo nella
pausa pranzo lui aveva avuto la possibilità di bloccarla, spingendola verso uno
sgabuzzino nel corridoio.
“Colonnello!
Ma che fa?!” si lamentò Riza, mentre il superiore
accendeva la fioca luce e le si stringeva contro, a causa del poco spazio.
“Devo parlarti.”
“E non può parlarmi in ufficio?” chiese accigliata.
“No, devo parlarti ora.”
Riza alzò gli occhi al cielo, prima
di mettersi in ascolto.
“Ecco, io…” iniziò Roy, perdendo
un po’ di coraggio, “non vorrei che quello che è successo ieri sera possa
minare il nostro rapporto…” abbassò gli occhi.
Lei sorrise leggermente. “No,
signore, non è successo niente di compromettente. Invece se qualcuno ci vedesse
uscire insieme da qui, allora sì che sarebbe compromettente…”
“Ah!” arrossì lui, “hai ragione,
forse è meglio uscire.”
Riza gli
sorrise, appoggiando una mano alla porta.
“Ehi” la
richiamò Roy, raccogliendo tutto il suo coraggio, “ti va se stasera ti
riaccompagno a casa? Potremmo fermarci in quella
piccola gelateria vicino al parco, prima di cena, e parlare un po’, se vuoi”
non ricordava di essere così patetico dalla sua prima fidanzatina, alle
elementari.
Riza lo guardò dolcemente.
“Mi piacerebbe…”
Roy alzò di scatto gli occhi,
colmi di speranza.
“Ma non posso. Abbiamo le prove
stasera, e non posso proprio mancare, Julia ha bisogno di me.”
“Cosa?” anche io ho bisogno di te!
“E poi Rick non potrebbe provare
da solo.”
“Rick?!Sarebbe quell’attore da strapazzo?”
“Abbiamo una
scena insieme, stasera. Quindi, Colonnello, la mia risposta è no.” Spiegò tranquilla, uscendo dallo sgabuzzino.
Roy rimase incerto sul da farsi,
sgomento e irritato allo stesso tempo.
Quella non era la vendetta di
Riza per la sera precedente e la conseguente figuraccia che le aveva fatto
fare, vero? E tanto meno non era la sua vendetta per la mattinata prima, in
ufficio, e i suoi compiti non svolti, no?
Ma una cosa continuava a
volteggiare come un tarlo ostinato nella mente di Roy.
Da quando erano passati ai
soprannomi?
To Be Continued…
Note: no comment. Riza è OOC,
senza alcunissimo dubbio. Quando ho avuto l’idea per
questo seguito, sapevo che saremmo giunti qui. Ma ci
sono dei precedenti, ovvero tutta “Once Upon a Time”, e i casini di questo seguito. Mi pare che questa
fosse l’ultima litigata, quindi spero di non cadere di nuovo nell’OOC. Chiedo
scusa ai miei lettori (_ _)
Risposte ai commenti: chiedo scusa a tutte, ma sarò breve stavolta,
sono distrutta per via delle feste e mi ritrovo a pubblicare alle 23:30, voglio
correre a nanna XD La prossima volta mi rifarò.
Syra44: ciao! Nuova lettrice? Non ti ho mai visto su questi lidi,
ma in altri ^^ Beh, mi fa piacere, soprattutto se hai avuto il coraggio di
leggerti prima Once Upon e poi questa, onore al
merito, davvero XD Once Upon piace anche a me, spero
che questo seguito sia vagamente sullo stesso livello (ma ci sono troppe
differenze, la prima era già conclusa quando l’ho postata, quindi avevo un
quadro più completo della situation XD). E’ molto bello quello che dici, che
riesco a far visualizzare le immagini come nel manga… Magari! Grazie di cuore,
ciao!
Valy: son contenta che il cap di passaggio ti
sia piaciuto ^^ Il L’ing/Fan è la mia terza coppia
preferita, al primo posto c’è il RoyAi, al secondo Il
LingFan, e al terzo loro! Fan è per caso la marca del
plotter? XD Beh, questo capitolo nuovo è più intenso, dimmi che ne pensi, ti ho
stressato un po’ perché era OOC XD Grazie ancora per tutto, compresi palloncini
da *O* e gomme a terra. Ciau
HarleyQuinn: anche io adoro i momenti con Elycia,
lei è troppo tenera, e si merita un po’ di affetto familiare (e Roy e Riza sono
proprio una bella famiglia ^^). Bah, speriamo bene in questo seguito, io
intanto mi nascondo XD Ormai conto sulla tua royai,
sappilo XD Ci sono cose che non dimentico mai, ti perseguiterò XD Ciao!
Rue Meridian: ma sai che mi sono sciolta
anche io quando Roy abbraccia Riza per la vita? Io adoro questi piccoli gesti
di affetto, mi mettono addosso un calore enorme.
Certo, l’ho scritto io ed è un altro conto, ma veramente ci tengo tanto, e mi
fa piacere quando qualcuno li nota *-* allora non sono pazza XD Grazie del
commento, non me lo aspettavo XD ho saltellato di gioia ^^ A presto, collega!
Rinalamisteriosa:Elycia la
adoro, povera piccola, merita tutta la felicità del mondo, e Roy e Riza insieme
possono farlo ^^ (magari anche regalandole un “cuginetto” con cui giocare ^^).
Sono contenta che il cap di passaggio ti sia piaciuto,
olé! ^^ Ciau!
Swwtcicia: sono felicissima che la storia ti piaccia ^^ e il LingFan mi piace da morire come coppia, stanno prendendo
sempre più spazio nel manga! Grazie del commento ^^
Lely: ero terrorizzata che la parte LingFan
non ti piacesse ç.ç Ho fatto una fatica assurda per
scriverla, chiedi a Vale, le ho chiesto aiuto più di un mese fa XD Però loro
due mi piacciono, uno sforzo dovevo farlo, così mi sono giocata la carta del
doubleface XD Una storia, due coppie XD Meglio di niente… Saprai scrivere
meglio tu, ti lascio il posto ^^ *se ne va fischiettando* Uhm, il potere… Le
mie figlie ce l’hanno, ovvio, le mami vengono
rigirate come un calzino dalle figlie XD Io direi una threesome
per Vale, una Zac/Vale/Tiziano, che ne dici? *apre
word* Grazie del commento, e ancora auguriiiiiiii! XD
evelyn_cla: il LingFan
della favoletta serviva proprio per definire meglio
il rapporto tra Roy e Riza, magari un po’ banale come storia, ma ho fatto una
faticaccia assurda per scrivere su un’altra coppia XD Dicono che i bambini
rendono semplici anche i problemi più difficili, nel loro modo di vedere le
cose, spero che a Roy e Riza servirà la piccola Elycia
^^ Grazie mille del commento, ciao!
“Cenerentola, hai finito di rammendare le tovaglie
Note: capitolo in cui incasino ancora di più le cose, tanto per
cambiare (ma dove vorrò andare a parare? Chi lo sa me lo dica XD).
A Valentina.
Buon compleanno ^^
A tto VII –Perché non c’è mai limite al peggio?
“Cenerentola, hai finito di rammendare
le tovaglie?”
“Sì, signora, ho concluso poco
fa.”
“Bene, stasera c’è il Gran Ballo,
al castello, e voglio che tu aiuti le mie figlie a prepararsi, dovranno essere
bellissime, così il principe si accorgerà di loro.”
“Sì, ma… perdonatemi, ma nel caso
in cui riuscissi a finire tutti i preparativi in tempo, sarebbe possibile anche
per me venire al Ballo?”
“Come osi? Una richiesta così
indecente, e senza vergogna!”
“Ma io volevo solo…”
“Non ci provare mai più.”
“Bene, ma,
Roy caro, più enfasi, più enfasi!” gridò Julia, dalla platea.
“Ma io ce la sto mettendo tutta!”
piagnucolò Roy.
“Non mi sembra… Quando guardi
Riza voglio vedere il disprezzo nei tuoi occhi, lei non conta nulla per te, è
più insignificante di qualunque cosa!”
“Ma…” tentennò lui, lanciando
un’occhiata al suo Tenente.
“Colonnello, Julia ha ragione, si
concentri di più sulla parte” lo salvò Riza.
“Ma…”
“Niente ma, avanti Roy caro,
riprova!” ordinò la regista.
“Mh…
Come osi? Una richiesta così indecente, e senza vergogna!”
“Ma io volevo solo…”
“Non ci provare mai più!”
concluse lui, sicuro di sé.
“Uhm, va meglio, ma ancora non ci
siamo” precisò Julia.
“E che altro
dovrei fare? Sentiamo…” domandò Roy, alquanto stanco.
“Sei tu l’attore, prova ad
inventare, no?” gli rispose, come se avesse detto una banalità.
“Io non sono un attore!” evidenziò, colto nell’orgoglio.
“E va bene, come sei puntiglioso…
prova a dire la battuta come se odiassi Riza, e ti avesse offeso nell’animo.”
“Allora… Non ci provare mai più!!” disse, furioso.
“Uhm, non devi solo essere
arrabbiato, devi proprio essere colpito, come se ti avesse fatto un’onta
imperdonabile.”
“NON CI
PROVARE MAI PIU’”
“Ma chi cavolo ti ha detto di
urlare?” si spazientì la regista, massaggiandosi un orecchio. “Qui non ci siamo
proprio… allora, io la farei così, la guardi con astio, poi ti rivolgi a lei
con quella frase, a questo punto dilla come vuoi, e poi ci serve qualcosa che
possa far capire il tuo stato d’animo, visto che sei un incapace con la voce…”
“Ehi!” si sentì offeso Roy, tra
le risate generali della Compagnia, Rick compreso.
“Dunque, come si può fare…”
continuò il suo pensiero Julia, “ah, sì, trovato!”
“Cosa?” chiesero Roy e Riza
all’unisono.
“Dalle uno schiaffo.” Dichiarò
tranquilla.
“EH?” si stupirono i due,
guardandosi a vicenda, spaventati.
“Uno schiaffo, lo sapete cos’è?”
Julia alzò un sopracciglio.
“S-sì,
ma… forse può provare meglio, con la voce, sono sicura che arriveremo ad una
soluzione…” provò Riza, non particolarmente entusiasta nel venire
schiaffeggiata dal suo superiore, davanti ad un pubblico per giunta.
“No, è un disastro. Io lo so, sono la regista, no?”
“Ma…”
“No.”
“Colonnello, lei che ne dice?”
domandò cauta a Roy.
“A…h…” rispose lui, ritrovandosi
la gola improvvisamente secca.
“Roy caro? Parlava con te.”
“Ah… ehm… ecco…” si riprese,
allentandosi il colletto. “Io non posso farlo.”
“E perché?” chiese
ingenua Julia.
“Perché non ho
mai alzato nemmeno un dito contro una donna, è contro i miei principi! E non inizierò ora, non con lei…” spiegò deciso.
“Dici davvero?” chiese la
regista, mentre Riza sorrideva piano.
“Certo!” giurò lui, battendosi
una mano sul petto.
“Ma non c’entra
niente! Roy, nel caso non l’avessi capito, questa è una recita, è
finzione, non è realtà! Che sciocchino che sei” rise, insieme
a George, seduto vicino a lei, come sempre.
Roy rimase impietrito.
“E che vorrebbe
dire? Sarebbe uno schiaffo comunque, e io non voglio!”
continuò imperterrito a far valere i suoi diritti.
“Ma, caro, non sarà uno schiaffo
vero…”
“No, ho capito, non è la realtà,
ma non voglio toccarla lo stesso, non posso pensare di essere io la causa del
suo dolore!” gridò, rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva affermato, e
arrossendo di conseguenza, seguito a ruota da Riza.
“Mi sa che ho fatto bene ad
affidarti la parte del bell’addormentato, la scorsa volta…” pensò a voce non
tanto bassa Julia. “Intendevo dire che non dovrai darle davvero uno schiaffo,
sarà una finta!”
“Eh?” Roy rimase basito.
“Sì, mentre tu fai il movimento,
lei si muove indietro, così sembrerà
uno schiaffo, ma tu non l’avrai neanche toccata!”
“Ah…”Roy si ritrovò a corto di parole, era
assurdo come riuscisse a fare sempre la figura del cretino, quando si trovava
in una stanza con Julia. Ma la cosa che più gli bruciava era che anche Riza
assisteva a tutto ciò. E nonostante tutto volesse ancora rimanere al suo
fianco… Come era possibile che non fosse già scappata via da tempo? Eppure era
lì, così vicina, la stava fissando di sottecchi, ed era così carina con il
copione in mano…
“Amestris
chiama Roy, ripeto, Amestris chiama Roy… ci sei
ancora, caro, o ormai ti abbiamo perso per sempre?” chiese Julia, usando il suo
copione a cono come un megafono.
“Eh? S-sì, ci sono…” rispose,
imbarazzandosi ancora.
“Vuoi provare questa scena, sì o
no?”
“Devo rispondere sinceramente?”
domandò scettico.
“Avanti. Atto II, scena quarta.
Azione!” impartì, e le luci divennero soffuse.
§
“Colonnello, tenga questi” e Riza
gli passò un paio di documenti.
“Grazie, Tenente” le sorrise, e
senza troppo entusiasmo si mise a leggere quei fogli.
“Ah” Riza si fermò a metà strada
tra la sua scrivania e quella del suo superiore. “Le ho messo
nel secondo cassetto i risultati del test attitudinale dell’esame da Alchimista
di Stato. Li ho ritirati stamattina apposta per lei”
lo informò, pacata come al solito.
“Oh, ben-”
“Ho parlato con il Generale, e
sono riuscita ad evitare che lei si occupasse della questione.”
“Ah… Beh, graz-”
“Il caffè che le ho portato è di
suo gradimento?” domandò pacata.
“S-sì,
grazie” balbettò, mostrandole la tazza fumante che ancora teneva in mano.
Lei gli
sorrise, prima di sedersi di nuovo al suo posto.
“Colonnello, come procede la sua
vita privata?” chiese ad un certo punto Breda, dato che il clima sereno tra i
suoi due superiori lo disturbava non poco, per via di una possibile perdita
della scommessa.
“Eh? Ah, tutto bene…”
“Davvero? Ha più risposto alla
lettera d’amore che la brunetta del primo piano le ha dato ieri? Doveva vederla
stamattina com’era agitata…” lo sfidò, mentre i suoi tre colleghi lo guardavano
ammirati.
“Ehm…” sudò freddo, guardando di
sottecchi Riza. “Pensavo di parlarle prima di andare via, non voglio alimentare
in lei false speranze” si difese.
“Oh, ma non è lei che ci ha
sempre insegnato che non si deve far soffrire una donna?” s’interessò Havoc.
“S-sì,
infatti… Ma è meglio mettere le cose in chiaro da subito, dato che non ho
alcuna intenzione di uscire con lei” contrattaccò.
“Ma…”
“Volete tornare a lavoro,
signori?” Riza li minacciò velatamente.
I cinque ripresero a concentrarsi
sui loro documenti, ma le loro menti erano molto più lontane.
“E la biondina
del bar? La vede ancora?” riprese dopo un po’ Havoc.
“Cosa? No, perché dovrei?” si difese.
“Eravate così amici…” Breda caricò.
“Infatti, solo amici” precisò il superiore.
“Ma certo, le
bionde non le sono mai piaciute in quel
senso, vero? Ce lo ha detto quella volta al bar,
se lo ricorda?” Havoc lo prese in giro, ridendo dello
sguardo di pura agonia del suo capo.
“Ma no, ecco… Cioè, quello che
intendevo era che mi piace il tipo di carattere che hanno le bionde, e-”
“Tecnicamente, il colore dei
capelli non influenza il carattere. E lei ci ha detto che è
proprio il colore biondo che non le piace” esordì Falman.
“Tecnicamente, se non chiudi
quella bocca puoi anche dire addio al tuo lavoro!” minacciò.
Rimasero in silenzio ancora per
qualche minuto, prima che Roy lo rompesse.
“Accidenti, possibile che in
questo ufficio non ci sia mai una penna che scriva?” si lamentò, graffiando il
foglio davanti a sé con la penna che teneva in mano.
“Colonnello, ho
parlato poco fa con il reparto Cancelleria. Le penne
nuove sono nel suo cassetto a sinistra, il terzo” precisò Riza, più fredda del
dovuto.
Roy prese ciò che gli serviva,
leggermente in imbarazzo.
Possibile che non potesse abbassare
la guardia nemmeno per un secondo?
“Colonnello, che ne dice se
stasera andiamo a bere qualcosa tutti insieme?”
propose Havoc, di nuovo. “Così possiamo fare quattro
chiacchiere tra uomini… Se capisce cosa intendo” ammiccò, seguito dagli altri.
“Stasera sono impegnato” mugugnò
lui.
“Oh, beh, allora non ci sono
problemi se le chiedo aiuto ora, vero?” continuò l’altro. “C’è una ragazza che
mi interessa, ma non so cosa fare…”
“Chiedile di uscire, idiota” gli
rispose Roy, a denti stretti.
“Intendevo… Lei
è tanto carina, ma è sempre così chiusa in se stessa… E ammetto che a volte ho
paura a parlare con lei per via del suo carattere, temo un rifiuto e lei non fa
niente per rassicurarmi. È frustrante!” concluse,
melodrammatico.
Roy intanto sudò freddo, guardando
di sfuggita il suo Tenente, che sfortunatamente rispose allo sguardo.
Errore da principiante, lo
dovette ammettere, e ora sì che erano guai seri… Riza avrà pensato sicuramente che l’allusione di Havoc
mi ha ricordato lei, pensò.
“Sottotenente” lo richiamò,
tentando di autocontrollarsi. “Se la ragazza in
questione ti piace, devi essere disposto ad aspettare del tempo pur di stare
con lei, finché non si sentirà pronta.”
“Sì, ma temo che si comporti così
perché non le piaccio nemmeno un po’, e mi sto illudendo” ghignò.
Colpito e affondato. Roy sentì il
cuore smettere di battere per un secondo.
“Allora metti in chiaro i tuoi
sentimenti…”
“Ma io mi sto stancando… Vede,
quale uomo aspetterebbe così tanto per stare con una ragazza? Oh, insomma, lei
mi piace, ma non è l’unica al mondo, di certo ne posso trovare altre, e
migliori. È fastidioso, no?”
Roy deglutì. “Si vede che non ne
sei innamorato.”
“Oh, Colonnello, vuol dire che
lei è innamorato?” chiese un ammiratissimo Fuery, con
occhi pieni di curiosità.
“Io?” rispose, con un tono di
voce stranamente acuto. “Ecco… beh, è una questione difficile, e…” guardò i
suoi subordinati, tutti e cinque, che lo fissavano seri in attesa. “Amare una
persona vuol dire tante cose e…” si allentò il colletto della giacca.
“Ma lo è?” rincarò Breda, notando
lo sguardo gelido di Riza.
“Ecco…” Roy guardò il suo
Tenente, e anche se lei aveva un’espressione indecifrabile, poteva ben leggere
il luccichio dei suoi occhi. In attesa, forse. In attesa di sparargli? Preferì
non rispondersi. “Non sono affari vostri, tornate al lavoro!” ordinò, con fare
davvero poco autoritario.
“Va bene, dirò alla mia ragazza
che non è il caso di aspettarla ancora, perché non ne sono proprio innamorato”
dichiarò Havoc, scrollando le spalle.
“No, ma…” provò Roy.
“Ah, Colonnello!
Ma ci ha fatto caso?” s’intromise di nuovo Fuery, illuminato da qualcosa. “Il rapporto che il
Sottotenente Havoc ha con la sua fidanzata è molto
simile al suo con il Tenente Haw-” ma non riuscì a
finire la frase che lo sguardo assassino di Roy lo gelò sul posto.
“Havoc,
se te ne sei innamorato te ne accorgerai da solo, perché saresti disposto a
fare tutto per lei” si riprese.
“Tutto tutto?”
chiese l’altro.
“Tutto tutto”
confermò sospirando, pensando alla stupida scena che avrebbero dovuto provare,
lui e Riza, su cui Julia era irremovibile.
“Se lo dice lei…”
“Lo dico io!
E ora devo lavorare, basta con questi discorsi!”
evidenziò, con tono serio.
I quattro tornarono al lavoro,
torvi, mentre i loro cervelli macchinavano altro per vincere la famosa sfida e
far passare i giorni veloci senza che i loro superiori si avvicinassero
ulteriormente.
Ormai mancava davvero poco…
Figuriamoci se una come il Tenente Hawkeye
accetterà mai di baciare uno come il Colonnello! Ho pensato a tutto, non ce la
farà mai, un’altra vittoria da aggiungere alla mia lunga lista, si disse
Breda, nel suo ragionamento, continuando a tenere tra le mani un documento ed
evitando di guardarlo.
Tecnicamente, la scommessa è persa in partenza, il Colonnello non ha la
percentuale giusta per vincere!,
rifletté Falman, non facendo caso ai suoi documenti
posti al contrario, sotto al suo naso.
Tzé, innamorato… Questa sì che è bella, figuriamoci! È sicuramente
un’altra tecnica per conquistare il Tenente… Ehi, ma forse funziona! Questa me
la scrivo: far credere alla ragazza di essere disposto a tutto per lei… Sì,
suona bene! Eh, ma se poi non è così e lei lo scopre?,Havoc
mordicchiava la matita tra i denti, pensando a come conquistare la biondina del
bar scartata dal Colonnello.
Il Colonnello e il Tenente sembrano due bambini, che c’è di difficile
ad ammettere ciò che provano?, si chiese Fuery, ingenuo, con lo sguardo perso nel vuoto.
Ah, questa me la pagano, ma che razza di amici
sono? Ero a tanto così dal dire davanti a tutti cosa
provo per Riza… Lei si sarebbe chiusa ancora di più, e addio bacio della
buonanotte! E addio tutto, veramente… Però forse ha colto qualcosa? Capiva che
mi riferivo a lei?,
Roy continuò a domandarselo, sospirando ogni tanto e chiedendosi quando fosse
tornato a pensare come un adolescente.
Riza si schiarì la voce,
attirando su di sé l’attenzione. “Signori, è l’ultimo
avvertimento. Al lavoro, prego” disse con quel suo
tono autoritario che non ammetteva repliche. E tutti si misero al lavoro,
quello vero, dimenticandosi almeno per un po’ dei propri pensieri.
Roy la guardò ancora, di
nascosto, e lei gli restituì l’occhiata, come prima. Solo che stavolta i suoi
occhi ridevano, e il Colonnello dovette ammettere che non c’era davvero cosa
più rilassante.
Per lei avrebbe scalato montagne,
nuotato lungo gli oceani e attraversato le profondità della terra.
E sì, anche finire per una volta
il lavoro d’ufficio nel tempo stabilito.
To Be Continued…
Note: uhm, niente da dichiarare XD Se non, ancora, auguri Valeeeeeee!! X3
Il prossimo
aggiornamento, bah… C’è una sessione di esami in mezzo… E mi sono ripromessa di
non scrivere niente finché non è finita, altrimenti addio studio ^^” Più di un
mese non lo faccio passare comunque, io vi ringrazio tutte, perché aspettate i
miei tempi da era geologica. Prometto che finito gli esami termino la fanfic come prima cosa. Penso manchino ancora 4 o 5
capitoli ^^
Grazie di cuore a chi mi segue
ancora.
Risposte ai commenti:
Syra44: dunque, sì, non ti sei sognata
niente, Riza dà del “tu” a Roy inconsciamente, proprio perché il loro rapporto
sta cambiando ^^ Anche io la trovo una cosa dolce *-* Forse Riza non dovrebbe
andare più OOC di così, spero ^^” E la ventata di gelosia Mustang è sempre cosa
graditissima XD Lo adoro quando fa il gelosone XD
Chissà che ci aspetta in seguito ^^ Ah, sì, per altri lidi intendevo quelli Shikatemosi XD ho visto il tuo account, sai che abbiamo
tutte le coppie di FMA, Nana e Naruto in comune?
(sì, lo sai, visto il mio messaggio sclerante di ieri sera sul forum XD). Grazie mille del commentone, l’ho adorato *-*
Vale:alur, Riza non è IC per il semplice
fatto che sta attraversando un momento di stress, come
dici tu. Ma Riza ha passato una guerra ^^” e se permetti, è
peggio XD non ne è uscita bene, ma l’ha tenuto dentro di sé. Ora, ho
scelto cmq di descriverla così, in questa fic, perché
a volte è più facile tenersi tutto dentro, piuttosto che affrontare gli altri,
io faccio così da sempre. E quindi volevo provare a vederla mentre lottava con
se stessa per scegliere come comportarsi, lasciarsi andare o no? Ancora non lo
sa. Roy… Dici che è sempre IC? XD sarà che è più semplice, o che mi somiglia
XDDD boh. Il quasi bacio, ehm, sai che mi piace il comico ^^”
scusa se ti ho illuso XD ma almeno ti sei gelatinizzata XD Ok, fuggo, ciao!
XD AUGURI!!!
Lely: ma come hai pianto?? ç__ç così fai
piangere anche me ç__ç Acc…
se lo sapevo cambiavo qualcosa. Però da una parte son contenta (non perché sono
sadica XD), perché finalmente ho capito quale fosse il tuo problema (e la
prossima volta che fai la “scazzosa” inizierò a
scrivere 300 fic finché non becco il problema giusto
che ti fa aprire XD), olé! ^^ E anche perché vuol
dire che non ho scritto boiate!!!Alleluja!
Ero incerta XD Riza la vedo come una che sa affrontare meglio
una guerra che un problema amoroso ^^” ma a volte è più difficile se si è in
due, stranamente, perché si fanno i conti con tante altre cose. E la
scena dello sgabuzzino l’ho adorata, sembra così tanto un’altra cosa XD A presto
Lely, un bacione X3
HarleyQuinn: ciao! Sono contenta che hai apprezzato
il capitolo nonostante il comportamento non proprio consono di Riza *-* non
dovrebbe comportarsi in modo strano altre volte, credo… forse una alla fine fine XD e in effetti sì, la fic
ha una comicità di base, sono le scene serie quelle rare XD Ah! Ho visto che hai postato una fanfic, nel fandom di naruto ^^ sono contenta
per te, ma purtroppo il pair, ehm, come dire, lui mi
inquieta parecchio ^^” scusa. Ma se ti piacciono altri pair di quel fandom e ci scrivi
sopra tienimi aggiornata! ^^ Ce ne è solo uno che non riesco a leggere, e se
becchi proprio quello, ehm, mi leggerò Anko e Orociok XD E il 2009 ti porterà taaanta
ispirazione royai, ne sono sicura XD
evelyn_cla: uh, speravo anche io che succedesse
qualcosa in più tra ‘sti due! Ma poi mi sono
ricordata che sono una frana nelle scene romantiche e l’ho buttata sul comico
XD *schiva tastiera di evelyn* son
felicissima se hai letto il cap tutto d’un
fiato *-* ma non so se Elycia la faccio ricomparire,
devo ancora decidere XD intanto, ha già fatto abbastanza ^^ A presto, ciao!
Swwtcicia: ah, Julia piace da
morire anche a me, deve avere la vena della pazzia, come l’autrice ^^” E Roy
geloso lo adoro *-* è così adorabile tutto preoccupato per Riza ^^ fa ridere
anche me. Ciao e grazie mille del commento!
Rinalamisteriosa: uhm, spero che Katia sia tornata nel
mondo dei solidi XD una sana gelatinizzazione fa sempre bene ^^ Davvero, grazie
per aver apprezzato il capitolo, non so che dirti >///< Il momento royaioso l’ho un po’ distrutto nel finale, lo ammetto,
magari ce ne saranno altri ^^ E la scena dello sgabuzzino è il classico momento
comico che devo inserire, altrimenti non sono contenta
XD Grazie ancora, ciao ^^
AlejandraWammettara: prima cosa, non fa nulla se
sbagli capitolo per la recensione ^^ Poi, ti ho fatto appassionare al RoyAi? *__* sai che non potevi dirmi cosa più bella? È
veramente stupendo, non pensavo di riuscire a fare tanto con le mie fic *__* grazie davvero! Passiamo al commento, va, o
ricomincio a svolazzare per casa XD Beh, hai ragione, nessuno ha visto Riza in
situazioni amorose XD magari è davvero così, aspettiamo che la
Arakawa-sensei ci sveli il mistero XD Eh, la
scommessa… chi vincerà? XD Come sono andati i radicali poi? XD io sono una
delle poche pazze al mondo che adorano la chimica XD In bocca al lupo per la
scuola, e grazie un milione di volte per il commento fantastico, la mia
autostima ne è stata contentissima XD Ciao!
Sisya: se tutte ti diciamo che sei un genietto,
forse un motivo ci sarà ^^ o è vero (e in tal caso ti tieni il soprannome) o
siamo tutte pazze (e quindi devi assecondarci) ^________^ (<- e sta attenta,
c’è chi è terrorizzata da questa faccina sorridente XD). Ma passiamo al
commento XD Ti ho gelatinizzata? Davvero? *O* (mi sciolgo anche io XD), per le
scene romantiche mi ispiro a te, e mi dico che qualcosa dopo tutte queste fic mi avrai pur insegnato, no? (no,
sono lenta di comprendonio XD). E Julia, ehm, quella è la mia vena comica che è
uscita quando non doveva, altrimenti a quest’ora si erano chiariti e si erano
già sposati ^^ ma dovranno soffrire ancora un po’ (me
sadica). La scena dello sgabuzzino fa ridacchiare anche me
XD pensa se qualcuno li vedeva uscire da lì… Roy sa essere proprio un tontolone
quando è preoccupato per Riza. E il giullare, boh, non so da dove sia uscito ^^
Roy è molto fantasioso quando inventa le favole per Elycia,
chissà da dove ha preso spunto ^^ Ok, è tutto, grazie mille Sisyetta,
e non ti stressare troppo con la scuola! Se non ti va di studiare, non lo fare
^^ (e sono pure la mami, bah XD), ciao!
Note: sessione finita ^^ Non lo credevo più possibile
Note: sessione finita ^^ Non lo credevo più possibile. Quindi per
festeggiare (?) vi beccate il mio aggiornamento ^^ Sì, sto abilmente sorvolando
sul fatto che avevo detto che più di un mese non avreste aspettato, e ho
sforato di 3 giorni ^^”
A tto VIII –Scambi Equivalenti imprevisti
“Colonnello, abbiamo ancora dieci
minuti, che ne dice, è ora?”
“Uhm, dici che facciamo in
tempo?”
“Non ci vorrà molto, dipende da
lei, veda di sbrigarsi questa volta!”
“E va bene, credo che sia ora…”
“Si sbrighi e venga qui, prima che tornino gli altri!”
“Arrivo.”
Un pomeriggio come tanti, al
Quartier Generale di Central City. Eppure in un ufficio particolare, il lavoro
non era proprio al primo posto, in questo preciso momento. E lo stesso,
inflessibile Tenente Hawkeye sembrava essere d’accordo… Ma in fondo, ci sono
cose più importanti del lavoro, no?
“Allora, abbiamo provato ieri sera almeno cinquanta volte, veda di non sbagliarsi, la
prego.”
“Lo so, lo so, sono già sotto
pressione, non ti ci mettere anche tu!”
“Se Julia non è soddisfatta
stasera…”
“Non me lo ricordare…”
Un brivido attraversò la schiena
di entrambi.
“Secondo me dobbiamo trovare un
nostro ritmo” pensò Riza.
“E come?”
“Lei faccia il movimento, così
magari si abitua.”
Ogni momento era buono per provare
la recita, esattamente come l’ultima volta, e così anche in ufficio il copione
era segretamente nascosto nelle scrivanie di entrambi, pronto per ogni
evenienza.
C’era una scena, in particolare,
che Roy si rifiutava di provare, nonostante le urla di Julia.
Non voleva alzare le mani su
Riza, neanche per scherzo, e così la scena dello schiaffo ancora non era
riuscita neanche una volta.
“Avanti, Colonnello, lei provi il
movimento del braccio, lo faccia più volte, sempre con la stessa velocità.”
Roy eseguì gli ordini impartiti
dal suo subordinato, schiaffeggiando l’aria più volte. Riza lo osservava con
occhi vigili, scrutando ogni singolo movimento, e imparando dentro di sé a
calibrare i tempi e la velocità.
“Va bene così? Io
mi sono stancato” si lamentò Roy.
“Sì, credo basti. Proviamo, lei
fa il movimento, e io sposto il viso di lato, così sembrerà che mi avrà
toccato. Pronto?”
“…”
“Colonnello?”
“No, non sono pronto, va bene? E
non credo che lo sarò mai” sbuffò, sistemandosi di peso su una
sedia lì vicino.
Riza rimase perplessa, poi si
avvicinò a lui, capendo il problema.
“Signore, non deve preoccuparsi,
lei non mi toccherà neanche” lo rassicurò.
Roy la guardò un momento. Certo
che quel dolce sorriso era proprio bello… No, non era il momento per certe
cose!
“Riza, non voglio toccarti,
soltanto il pensiero di farti una cosa del genere mi fa venire i brividi!”
spiegò, “Mi sento male al solo nominare quella scena… Ti prego, aiutami a
convincere Julia a desistere.”
“No, credo che lei debba farlo.
Questa recita ha bisogno della sua matrigna, non può tradire le aspettative di
Julia in questo modo…”
“Julia si diverte a darmi
fastidio” precisò, incrociando le braccia sul petto e sbuffando come un
bambino.
“Le vuole bene, è il suo modo di
dimostrarle affetto.”
“Bel modo…”
“Se non vuole
farlo per lei, almeno pensi ai bambini. Loro vogliono
con tutto il cuore vedere questa recita, e deve essere perfetta!” riprovò lei.
“I bambini possono anche evitare
di vedere uno schiaffo, c’è già tanta violenza nel mondo…”
“E va bene” capitolò. “E se ti
chiedessi di farlo per me?” sussurrò piano, incerta.
Roy la guardò con occhi sgranati.
Non poteva credere alle sue orecchie. Gli stava davvero chiedendo una cosa del
genere?
“Ma… Riza, perché dovrei…?”
“Ha detto che il cavaliere
avrebbe fatto di tutto per la sua principessa, o no?”
“S-sì,
ma… ma questa è un’altra cosa, e…”
“Le chiedo di
provare questa scena. Con me. E’ una delle poche che abbiamo in comune,
vorrei che fosse d’impatto, che la gente ci ricordasse insieme. Per uno dei
pochi momenti che possiamo farci vedere in pubblico…” gli
sorrise, anche se un po’ amaramente.
Roy ponderò un attimo la
questione. Odiava doverle fare una cosa del genere, anche se per finta. Ma se
Riza lo voleva, e per il fatto che così sarebbero stati più tempo insieme, a
provare…
Sì, lui avrebbe fatto di tutto
per la sua bella principessa. Anche tradire i suoi ideali, nel solo caso in cui
fosse stata lei stessa a chiederlo.
“E va bene” accettò.
“Facciamolo!” sorrise.
“Sì.”
Oh, se solo quel sì fosse stato pronunciato per altro…
Erano in piedi, uno di fronte
all’altra, pronti per l’evento.
“Allora, sei pronta?”
“Sì.”
Una prima prova. Lenta.
“Colonnello, deve velocizzare il
movimento, altrimenti si vede che è tutto finto.”
“E va bene…” sbuffò. Che vuoi che ne capiscano i bambini di
queste cose?
Seconda prova. Quasi puasi p erfetta.
“Colonnello, metta pure tutta la
sua forza, almeno risulta più vero.”
“Va bene, ma stai attenta!”
Terza prova. Perfetta.
“Ah, Colonnello, è stato
perfetto!” esultò Riza, mentre Roy si aspettava un abbraccio di felicità, che
non arrivò mai.
“E’ vero! Non è
così male poi, come scena” si vantò lui. “In fondo sono perfetto in
tutto.”
“E’ vero…”
“Eh?” chiese incredulo.
“Scherzavo, non ci avrà creduto?!” lo prese in giro.
“N-no,
figurati…” cercò di darsi un tono. “Ne facciamo un’altra?” propose, per
cambiare argomento.
“Certo!”
Roy preparò il braccio,
alzandolo.
Riza era pronta, lo fissava negli
occhi. Era veloce e precisa, come solo un cecchino poteva essere.
Il colpo partì.
Ma in quel preciso momento, la
porta dell’ufficio si aprì, rivelando i quattro subordinati, allegri nel loro
chiacchiericcio.
Fu un attimo.
Roy non si accorse di nulla.
Riza si girò verso la porta.
La quarta prova non andò a buon
fine, ma fece riecheggiare nella stanza il rumore di carne contro carne.
I quattro rimasero impietriti
dalla scena che gli si presentò davanti. L’avevano vista tutta, e non c’erano
spiegazioni plausibili che spiegassero il comportamento del loro capo.
Roy sentì il sangue gelarsi nelle
vene.
Riza si appoggiò contro la
scrivania, reggendosi la guancia con una mano, incapace di emettere altri
suoni.
Ad Havoc
cadde la sigaretta di bocca.
A Breda i fogli che teneva in
mano.
A Fuery
caddero gli occhiali.
A Falman
la mascella.
Dopo un momento di panico
iniziale in tutti e sei i presenti, la vita sembrò riprendere il suo corso, e
la sua naturale velocità.
I subordinati si precipitarono sul
luogo incriminato, schierandosi tra i loro due superiori, come a voler erigere
una barriera umana – seppur di quattro elementi – tra il Colonnello e il
Tenente.
Erano decisi, avevano sguardi tra
la sicurezza e la delusione. E la paura, un pochino.
“Ah… ragazzi, non è come-” provò
a spiegare Roy, rimandando la catalessi a più tardi.
Fu la miccia che accese la bomba.
Breda lo spinse contro il muro,
prendendolo per la camicia e facendogli urtare la parete. Falman
si avvicinò a Riza, che ancora non si era rialzata, cingendole le spalle con un
braccio.
“Aspettate, non è come sembra,
io-” riprovò Roy, poco sicuro dell’effetto che avrebbe ottenuto.
E infatti,
il pugno di Havoc arrivò veloce e preciso sulla
mascella, mandandolo al tappeto.
“L-lei
ha p-perso tutta la mia fiducia, Colonnello!” ribadì infine Fuery,
con sguardo sicuro.
Roy venne lasciato lì, per terra,
mentre i suoi subordinati – Riza compresa, ancora intontita - uscivano dalla
stanza senza degnarlo di uno sguardo.
Non poteva crederci. Come avevano
potuto pensare che avesse davvero fatto una cosa del genere? A Riza, per
giunta! Però la scena era talmente chiara, in fondo nessuno, oltre loro due,
era a conoscenza della recita, e, a dirla tutta, poteva sembrare anche una
scusa veramente patetica…
Gli faceva male da morire il
labbro, e la testa in generale.
Havoc
l’avrebbe pagata, a qualunque costo. E anche gli altri! Dov’era finito il loro
cameratismo? La loro fiducia reciproca? Per
Riza avrebbe fatto anche lui lo stesso, però…
Si fissò il palmo della mano
destra. Era dolorante. Doveva averle fatto davvero male, Riza non aveva avuto
la forza neanche di riprendersi un momento. A volte dimenticava che era una
donna anche lei. Cioè, ricordava ogni secondo della sua vita, che fosse una
donna – come non pensarci? – però era abituato a vederla sempre forte, sui campi
di battaglia e in ufficio, e spesso tralasciava il fatto che fosse un fragile
essere umano, bisognoso di protezione, e amore.
Ora che la loro situazione si
stava risolvendo, che il loro rapporto stava ricominciando a rinsaldarsi, era
accaduto questo errore. Lei non lo aveva neanche guardato di sfuggita. Niente.
Non sapeva se era solo per il dolore, o anche per altro.
Possibile che come una cosa
andasse nel verso giusto, subito un’altra distruggeva quel po’ di felicità
raggiunta?
La testa gli faceva male, la mano
gli faceva male.
Ma il suo cuore non voleva
smettere di sanguinare.
§
La serata era fredda, ormai
l’inverno era arrivato. Eppure, Roy stava prendendo tempo, camminando sempre
più lentamente in vista della sua meta.
“Colonnello, se facciamo tardi
Julia la sgriderà, le conviene aumentare il passo.” Constatò Riza, al suo
fianco.
Roy non la guardò, ma si limitò a
precederla di nuovo, nel cortile del teatro. Arrivato davanti alla porta, però,
si bloccò improvvisamente, abbassando le spalle dopo un lungo sospiro.
“Non ci riesco…”
“Deve solo abbassare la maniglia,
non è difficile, lo ha fatto altre volte” ironizzò lei.
“Non intendevo questo” la fissò
stringendo gli occhi, colpito nell’orgoglio.
“Lo so, ma almeno mi ha
guardato.”
“Certo che la sera il cortile
della scuola è un posto davvero lugubre” sviò il discorso.
“E’ tutto il giorno che evita il
mio sguardo…” Riza chiarì di nuovo il punto.
“Sarà un caso, io non me ne sono
accorto” mentì lui, infilando le mani in tasca e guardando per terra.
“Forse dipende da ciò che è
successo oggi in ufficio?”
“E’ ora di
andare, adesso. Se facciamo tardi Julia mi sgriderà”
cambiò discorso, aprendo la porta.
“Colonnello!”
Ma Riza non poté fare altro che
seguirlo all’interno. In fondo non era successo nulla di grave, quello schiaffo
era stato solo un incidente di percorso. Lei non sembrava averci fatto caso per
niente, ma Roy ne era rimasto alquanto turbato, a quanto pareva. E per quanto
si sforzasse, Riza non era riuscita a farlo parlare, a rompere il ghiaccio.
Era assurdo. Tutta la loro
situazione era assurda! Ogni volta che le cose tra loro stavano andando bene,
accadeva qualcosa che le rovinava. E Riza era stanca di questa situazione,
voleva solo un po’ di pace, voleva solo stare accanto a lui, come prima, come
sempre. Forse doveva sacrificare qualcosa in cambio, per ottenere un po’ di
pace. Forse il loro Scambio Equivalente prevedeva qualcosa a cui rinunciare,
come un legame più forte, più intimo, come quello che si era creato tra loro da
sei mesi a questa parte.
Eppure Riza non era affatto
sicura di riuscire a farne a meno…
“Oh, siete arrivati! Finalmente!”
andò loro incontro Julia, sorridente come non mai. “Manca meno di una settimana
alla prima dello spettacolo e-” si bloccò, notando qualcosa che le fece gelare
il sangue. “Ahhhhhhh!” urlò, in preda alla
disperazione. “Riza, ma che ti è successo?”
Il Tenente si portò una mano alla
guancia, nel punto esatto in cui il braccio tremante di Julia stava indicando.
“Ah… Non è niente… solo un
incidente sul lavoro” spiegò, evitando di guardare Roy negli occhi.
“Nooo!!! Sventura! Disgrazia! Maledizione!” recitò la regista,
portandosi una mano sul cuore e l’altra alla fronte. “Il tuo perfettissimo
viso, rovinato… E tu sei la stella della nostra Compagnia, non puoi avere
quell’orrendo segno rosso su una guancia!” e si posizionò in un’altra posizione
melodrammatica, mentre un faretto andava ad illuminarla.
“M-ma
sparirà entro domani, non c’è niente da temere” Riza cercò di tranquillizzarla,
anche perché con la coda dell’occhio aveva notato che Roy era visibilmente
sbiancato.
“Come è potuto accadere, COME?”
continuò a gridare l’altra, stavolta con le lacrime agli occhi, e piroettando
su se stessa.
“Ehm…”
“No. Non fa niente, cara.” Si
ricompose la regista, ritrovando all’improvviso la sua proverbiale calma. “Ci
metteremo sopra un bel po’ di trucco e vedrai che non si noterà nemmeno”
decise. “Ma cerca di stare più attenta, mia cara Riza, se dovesse succederti
qualcosa ne saremmo tutti amareggiati, io per prima ne morirei.” Concluse,
portandole un braccio attorno alle spalle e accompagnandola verso il
palco.
“Ehm, scusate se mi intrometto,
ma…” s’introdusse Roy, cauto.
“Che c’è?” Julia si fermò,
girandosi verso di lui.
“Ecco, anche io, in verità…”
“Cosa?”
Roy si limitò a girare il volto,
mostrando con un dito il piccolo taglio che aveva sul labbro, decisamente più
vistoso della guancia leggermente arrossata di Riza.
“Se vuoi un cerotto la farmacia è
ancora aperta” dichiarò serafica l’altra.
“Cosa?
Io ho una ferita, qui, vedi? Anche il mio viso è contaminato da un segno!” cercò la parità.
“E allora?”
“Come, allora?!Per Riza hai fatto tutta quella scenata isterica e di me non
ti importa niente?” chiese, punto nel vivo.
“No. Anche perché Riza è molto
più importante di te.”
“Beh, s-sì,
questo non lo nego…” abbassò il tono di voce, facendo arrossire il suo Tenente.
“Però forse merito anche io un po’ di trucco, no?”
“No.”
“E perché?”
“Perché dovresti averlo?”
“Il mio viso! Il mio splendido
viso è segnato e a te non importa niente?”
“Puoi solo migliorare, dammi
retta, non è un gran danno.” Lo prese in giro, seria.
“COSA?” strillò come una
donnetta. “Io-”
“Bene. In scena, tutti e due.
Subito!” ordinò, interrompendo la discussione.
To Be Continued…
Note:ah ahah,
ma che carina Julia ^^ Bel capitolo, vero? *scappa*
Ovviamente a Riza non gliene
importa un piffero dello schiaffo, ma Roy si fa più
problemi di una donna indisposta. Sono indecisa su Havoc,
lui stima il Colonnello, ma lo vedo molto impulsivo, e per Riza, che è amata da
tutta la truppa ^^, forse potrebbe anche colpirlo (e poi mi serviva che fosse
sfigurato anche lui XD sono sicura che sorvolerete su questa mia piccola
licenza dopo il prossimo capitolo).
Ah-ehm,
devo finire la fic per un contest che scade tra un
paio di settimane, ma intanto tento di finire anche questa. Grazie ancora a
tutte.
Risposte ai commenti: ah-ehm *si schiarisce la voce* ci tenevo a
ringraziare chi mi ha commentato, e chi ha messo la storia nei preferiti, ho
notato che ultimamente sono aumentati anche se non ci
sono stati aggiornamenti. Thanks.
E un ringraziamento speciale a
tipetta94 e Yellow_B per i loro recenti commenti,
grazie *____*
Swwtcicia: *leva costume da mucca* no, non sono l’Arakawa
travestita XDDD altrimenti a quest’ora Roy e Riza avevano una schiera di
mocciosi al seguito XD Fuery lo adoro! È troppo
carino e puccioso, ho un debole per lui, ma amo tutta
la squadra, sono geniali XD E Roy sa come essere dolce e gentile, che uomo, eh?
XD Grazie mille per il commento, e per i complimenti *arrossisce* alla prossima
cara ^^
Rinalamisteriosa: eh, mi sa che hanno buttato lo stampo
con cui hanno fatto uno come Roy XD E noi dovremo accontentarci di, uhm, nulla
XD Comunque sì, è stato tanto dolce e gentile all’inizio, non vuole proprio
darle lo schiaffo (e si è visto come è terminato ‘sto capitolo invece XD), lui
è un gentiluomo nell’animo ^^ altrimenti non lo ameremmo tutte così. E la scena
dell’ufficio, beh, io amo la truppa Mustang XD la devo inserire ogni tanto o mi
sento male XD Lieta che il capitolo ti sia piaciuto, grazie mille!! ^O^
Syra44: “incenerisco-chiunque-osa-anche-solo-pensare-di-guardare-il-mio-tenente" me piace ‘sta frase *O* scrivi la nuova fic, così la inserisci ^^ Ok, dunque. 1- Julia è un mito
pure per me XD. 2- La truppa la amo *-* e ovvio che faranno avvicinare Roy e
Riza, sono RoyAi pure loro 4, proprio come Julia XD
(sì, dalla mia malattia non si guarisce). Roy è un gentiluomo sempre e
comunque, e a Riza ci tiene proprio tanto, io ho scelto di trattarlo un po’ da
scemo in questa fic-commedia, ma ogni tanto ci tengo a farlo rinsavire XD E diciamo che
il confronto con Havoc termina in questo ultimo
capitolo XD e chissà che non si risolva poi, uhm, ci devo pensare a qualche
altra scenetta tra loro due XD Grazie mille del commento cara, a presto (tanto
ormai ci incrociamo tra due fandom)! ^^
Valy88: uhm *accarezza la barba* la scena finale da gelatina per
sempre… Ehm, masìììì, ceeeeerto, sicuramente è così, per questo incasino la
storia a ogni capitolo che passa ^^” *prende appunti: non postare mai più una
storia non finita* Dicevamo ^^” sì, Julia è matta del tutto, ma l’ho creata io,
che ti aspettavi? E Roy è un gran gentiluomo, mi piace ogni tanto dargli il
valore che ha (visto come l’ho trattato in questo ultimo capitolo…). E la
truppa lo sai che la amo, dal primo all’ultimo senza preferenze (solo un po’ di
puccioseria da parte di Fuery,
ma il mio lato materno lo conosci, visto Gaara… XD).
Ciccia, grazie dei complimenti *piange* Ce la farò e finirò questa fanfic!
Damned_Roar: ciao! Innanzitutto grazie del commento, mi ha fatto davvero
piacere, soprattutto perché non te la sei presa per la mia “critica” alla tua
storia, grazie davvero. Poi, sono contenta che ti sia piaciuta, e che trovi le
scene realistiche *-* E Roy-Matrigna in effetti è proprio sfigato XD Tutte a lui, poveretto, ma
speriamo che alla fine Cenerentola rimanga con lui ^^ Grazie ancora! ^^
HarleyQuinn: per prima cosa, scusa ç_ç Volevo contattarti per rispondere alle tue domande
senza farti aspettare un mese, ma, ecco, me ne sono scordata ^^” sono stata
presa dagli esami e non ci ho capito più nulla. Ma andiamo con ordine.
La truppa Mustang la amo XD Tutti e 4, ugualmente. Fuery
poi è teneroso per davvero! Sono contenta che quella
scena ti sia piaciuta, perché ci tengo a far sorridere ogni tanto ^^ E loro si
prestano proprio bene. Per la prima scena, Roy è un gentiluomo, ogni tanto lo
ricordo ^^ Per il resto, ma figurati, è stato un piacere leggere la tua fic su Greed e Martel, è bellissima e merita un milione di recensioni *-*
anche io adoro il tuo modo di scrivere! Ehm, sì, Oro non è proprio il mio
preferito, non è che lo odio, ma mi fa paura XD e mi hanno insegnato a vedere Anko con Kakashi (che tra l’altro
manco sopporto XD), però la tua coppia ha quel qualcosa di intrigante che
attira *-* chissà… XD Ehm… la coppia su cui non posso leggere… su cui non
riesco a leggere… ShikaIno. Ho letto anche RoyEdlemon, ma quella proprio
no, non ci riesco. Io scrivo ShikaTema e amo quel pair come il royai, quindi, ehm,
capisci bene ^^” (se poi tu sei mosca bianca non fa niente, amiche come prima
XD salto le tue shikaino e leggerò la
OroAnko XD). Alla prossima, grazie mille!
Lely1441: oggi mi andava di rimettere i numeretti,
che poi so che ci sei affezionata, quindi non so perché li tolgo
arbitrariamente, bah, chi mi capisce è bravo. Donc, mi
hai fatto ridere con “Roy lo scemo del villaggio” XD se vai su nonciclopedia alla voce ‘personaggi di naruto’,
indovina chi chiamano così? *Vale le tira il pc
fisso* Donc (ancora, sì, ma oggi ci ha fatto lezione
un tizio francese, sono ispirata XD), Fuery lo stai
rivalutando?? Ma che significa? Fuery
ti deve piacere da sempre! È dolcioso, teneroso, puccioso e qualche
altra cosa che finisca in “oso”, fai tu. E sì, hai azzeccato la conclusione
della fanfic, Roy verrà brutalmente buttato già dal
palcoscenico da Riza XD altro che bacio XD ok ok, scherzavo, farò il possibile *scappa in Messico*
Spero che questo capitolo ti sia piaciuto più del precedente ç_ç Alla prossima, kissoni! (faccio la mami che imita la
figlia per sentirsi giovane XD). Meno male che sei l’ultimo commento, le mie
facoltà mentali mi stanno abbandonando. Ciau.
Note: questo è il capitolo della serie: “il ritorno dei momenti OOC”
Note: questo è il capitolo della serie: “il
ritorno dei momenti OOC”!
A tto IX –Save
the last dance for me
Il palco del teatro era
illuminato da luci violacee, mentre si stava svolgendo una scena. Non era male,
le posizioni erano scelte bene, le voci si sentivano fino all’ultima fila della
platea, insomma, una scena d’effetto, sicuramente. Che Julia fosse davvero una
brava regista?
Roy sprofondò nella poltroncina
rossa, allungando le gambe e abbassando lo sguardo. Riza era seduta vicino a
lui, e leggeva un atto del copione che conosceva poco, l’ultima volta aveva
dimenticato ben tre parole.
Erano passati due giorni, dal
famoso schiaffo in ufficio, e mentre Riza continuava a comportarsi come se
nulla fosse successo, Roy ancora non riusciva ad ammettere ciò che era
accaduto. Si sentiva così stupido per rammaricarsi di un semplice incidente…
“Colonnello, perché non mi aiuta
a ripetere?” propose Riza, continuando a leggere sui suoi fogli.
“Mh. Sai già tutto, non ti preoccupare” rispose noncurante lui.
“Ma lei potrebbe darmi una
maggior sicurezza” continuò imperterrita.
“Non credo che tu abbia bisogno
di me.”
“Questo sta a me deciderlo” lo
guardò, abbassando i fogli. Ed era uno sguardo sicuro, fermo, così penetrante
da leggere oltre il significato di quelle parole.
Roy la fissò serio.
“Non penso che ci sia molto da
decidere. Non ti sono d’aiuto. Punto.”
“Perché dice
questo? Io…” arrossì impercettibilmente, pensando a
quanto Roy contasse per lei, a quanto lo sognasse ogni notte, e a quando
volesse stare con lui ogni giorno.
“Almeno in ufficio l’hanno
capito…” Roy lasciò cadere il discorso, riferendosi agli ultimi eventi che
avevano sconvolto i suoi uomini.
“Questo non è vero! Ho parlato
con Havoc e gli altri e ho spiegato loro la
situazione, e gliel’ho detto: hanno capito e non hanno nessun risentimento nei
suoi confronti.” Spiegò lei con decisione, dato che
era un argomento che aveva cambiato molto le cose tra loro.
“Uhm, forse avrebbero fatto bene
a lasciare da solo un uomo patetico come me.”
“Non dica così” Riza addolcì il
tono, “lei non è affatto patetico, non lo pensi neanche” lo rassicurò con un
sorriso.
Roy abbassò il capo, sentendo più
caldo del solito. All’improvviso si accorse che Riza aveva alzato un braccio, e
le sue dita erano andate a sfiorare la sua guancia. Quel tocco, così leggero,
così sicuro… Sentiva come se qualcosa stesse guarendo, dentro di lui.
“Ti fa male?” chiese piano Riza,
mentre gli accarezzava la guancia dove era ancora in bella vista il taglio sul
labbro.
“No…”bisbigliò lui, voltando il
capo verso di lei. “Sono un uomo forte, io!” si vantò.
Riza sorrise, e avvicinò il suo
viso a quello di lui, continuando a guardarlo negli occhi.
“Non dire più cose del genere…”
riprese lei.
“Cosa?”
“Che non sei importante. Per me
lo sei molto.”
“Davvero?” chiese
speranzoso.
“Sì…”
“Beh, mi dispiace tanto, ti
chiedo scusa.”
“Per cosa?”
“Per lo schiaffo. Non era
voluto.”
“Lo so, non devi scusarti di
niente.”
“Ma io-”
“No. Ascoltami.”
E Roy rimase in silenzio. Era
strano come nel rumore della sala del teatro, lui riuscisse ad ascoltare
perfettamente le parole sussurrate di Riza. Forse era la loro vicinanza, o
forse la vicinanza dei loro cuori.
“Non voglio che tu ti senta in
colpa per cose del genere. Non devi farlo mai più.”
“No…”
“Promettimelo.”
“Te lo prometto… Riza.”
Lei sorrise di nuovo, portando
anche l’altra mano sul viso di lui. Roy in compenso scese su di lei ancora un
po’, passando un braccio dietro la poltrona di Riza, alle sue spalle, e
cingendola alla vita con l’altro.
“Non voglio che tu stia male per
colpa mia” ricominciò lei.
“Ma se è per colpa mia se tu stai male!” si difese Roy.
“Mi sa tanto che siamo due
sciocchi testardi.” Rise.
“Concordo in pieno, Tenente. Però
ora che ci penso abbiamo un problema…”
“E quale sarebbe, Colonnello?”
“Adesso in ufficio sanno tutto
della recita!” disse sconsolato.
“Dovevi vedere come sono rimasti
sconvolti quando ho detto loro la verità! E poi hanno bofonchiato qualcosa su
una scommessa, e sul fatto che non avevano più la vittoria in tasca…”
Roy sorrise piano, guardando il
suo soldato preferito mentre rideva di gusto. Riza tornò seria
solo quando si accorse della vicinanza stretta tra loro. Fu tutto molto
naturale, chiusero gli occhi e si sfiorarono appena con le labbra…
“Ahi!”
“Mh?”
Riza si allontanò leggermente, preoccupata dall’interruzione di Roy, che nel
frattempo si stava tenendo la guancia con una mano.
“Ehm, tutto bene?” chiese lei
perplessa.
“S-sì,
sì. Scusa. Non è niente, è solo che…” come poteva dirle che
soltanto averla sfiorata gli aveva procurato un dolore forte sul labbro
tagliato?
La guardò, tra l’agitazione e la
paura, e Riza sospirò in modo teatrale.
“Se le faceva male il taglio,
perché non lo ha detto?” domandò accigliata.
“Non mi fa male!” rispose
seccato. “Posso benissimo baciarti anche con questo taglietto da quattro
soldi!”
Riza arrossì di colpo. Di solito
le loro effusioni avvenivano senza una vera e propria premeditazione, e mai
avevano ammesso così ad alta voce che tra di loro c’era qualcosa. Abbassò lo
sguardo, imbarazzata, giocando con le proprie mani raccolte in grembo. Quindi
Roy sapeva ciò che stava facendo? Aveva davvero intenzione di baciarla? Proprio
lei?
Era emozionata, non sapeva bene
come reagire, non si aspettava tanto. Era abituata a considerare il suo
rapporto con Roy qualcosa di nascosto, di spontaneo, e sentire le parole del
Colonnello, così chiare e senza possibilità di errori, fu per lei una causa di
agitazione. Non era pronta, se lo ripeteva da giorni, non voleva rovinare tutto
quanto, aveva paura di cambiare le cose.
Ma possibile che in fondo in
fondo, Roy volesse davvero stare con lei?
“Ehi, che hai?” chiese gentile lui, vedendo che la ragazza non accennava a
proferir parola.
“Ah… niente” rispose con garbo,
ritraendosi un pochino da lui.
“Riza… tutto bene? Se ti ho dato fastidio, io-”
“No. E’ solo che…”
“Ehi, ascoltami” le disse,
alzandole il mento con una mano e costringendola a guardarlo. “Se non sei
pronta possiamo aspettare tutto il tempo che vuoi. Non ho fretta, io.”
Lei gli
sorrise. Quando era così vicino a lui, sentiva che era la cosa migliore, la
scelta giusta. Su questo non aveva mai avuto dubbi. Forse doveva solo provare a
buttarsi…
“Ecco, io… penso che, forse…” gli
si avvicinò di nuovo, lentamente, “ecco, credo che non ci sia bisogno di
aspettare, adesso.”
Roy le sorrise, e mentre le
carezzava una guancia con una mano, si avvicinò alle sue labbra per assaporare
quel prezioso bacio. Riza era così dolce, e così vicina, bastava così poco, una
manciata di centimetri…
“RIZA! Mia splendida Musa!”
Le parole urlate arrivarono
velocemente alle orecchie dei due, che si staccarono subito, giusto in tempo
per essere abbagliati da un faretto di luce che si era posizionato proprio su
di loro, all’ultima fila della platea.
Si guardarono imbarazzati, prima
di distogliere lo sguardo e concentrarsi sul pavimento.
“Mia cara, ti ho portato questo
piccolo pensiero, niente in confronto a quelli che faccio per te ogni secondo
della mia vita!” continuò Rick, in mezzo al palco, mostrando un bel mazzo di
rose.
Riza arrossì ancora di più,
mentre Roy sentì un impulso irrefrenabile di strozzare qualcuno.
“Mia dolcissima e bellissima
Riza, accetta questo mio dono come segno del mio inconfutabile amor-” non finì
la frase che, nel tentativo di avvicinarsi a lei, inciampò nel tappeto sul
palco, si aggrappò al drappo rosso presente nella scenografia appena montata,
strappandolo, quindi ondeggiò per qualche passo, finendo con un piede dentro un
secchio di vernice, perse l’equilibrio, e nel tentativo di riprenderlo fece
oscillare le braccia, ottenendo come risultato di schiaffeggiare almeno mezza
dozzina di attori che si erano avvicinati a lui per aiutarlo. Non contento,
urtò una scala con un tizio sopra che rammendava la tenda di una finta finestra,
il quale cadde addosso all’uomo barbuto vestito da sorellastra. Infine, Rick
cadde rovinosamente a terra, sbattendo pericolosamente il viso.
“Aiuto! Il mio palco!” gracchiò
Julia, in preda ad una crisi isterica.
“Mio Dio, RICK!” urlò Riza,
correndo velocemente verso il palco, dove si stavano dirigendo tutti i membri
illesi della Compagnia.
Julia continuava a sbraitare,
chiedendo di chiamare un dottore per l’attore caduto. Erano tutti preoccupati,
seguendo i movimenti della loro adorata regista. E Riza era lì con loro, con
un’espressione molto preoccupata, che cercava di far riprendere il povero
Richard tra le sue braccia.
Roy rimase seduto in fondo alla
platea, vivendo la scena dal di fuori. Rick si era
ormai ripreso del tutto, ma non accennava a lasciare l’abbraccio di Riza. Julia
addirittura si era inginocchiata al suo fianco, e gli accarezzava il viso,
urlando al mondo intero quanto lui fosse importante ai fini della recita. Gli
altri membri erano lì intorno, che si adoperavano per far stare meglio l’attore:
chi portava un cerotto, chi una bottiglia d’acqua, chi un cuscino…
Solo Roy non partecipò a quella
che considerava una caduta in grande stile. Era sicuro che Richard non si fosse
fatto assolutamente niente, al contrario del palco che appariva terremotato.
E si maledì internamente, perché
di sicuro c’era qualcuno da qualche parte che si divertiva a farsi beffe di
lui.
Incrociò gambe e braccia, e
sbuffò a lungo.
Quella sì che era stata una
caduta ridicola, eppure nessuno si era permesso di aprire bocca, al contrario
di quando era stato lui a cadere davanti a tutti.
Sapeva che quella Compagnia di
teatro era tutta matta, e dentro di sé ricercò il motivo per cui ora si trovava
lì. Ah, sì, giusto. Il suo motivo era sul palco, e teneva tra le braccia un altro
uomo.
Aveva avuto davvero un’ottima
idea, nel rientrare nella Compagnia Smith…
Ma non era la stupidità del suo
ruolo nella recita, o le angherie continue che doveva subire da Julia, che gli
davano fastidio.
Era il fatto che le cose tra lui
e Riza non accennavano a cambiare.
Non aveva le forze per passare al
Piano C. Forse doveva solo lasciar perdere tutto.
§
Roy entrò nella saletta del
teatro in ritardo, a causa di una riunione improvvisa di lavoro. Aveva lasciato
andare Riza alle prove, senza aspettarlo, nonostante le proteste della ragazza.
Sul palco stavano provando una
scena, come sempre. C’era Julia in platea, che si massaggiava le tempie con
un’aria sconsolata, e aveva addirittura tolto la sua sciarpetta
preferita. E c’era Richard, che si stava mangiando le unghie, con
un’espressione afflitta. E poi c’era la sua Riza, di sicuro sarebbe stata
un’ottima attrice, perché come lei saliva sul palco, Roy non riusciva a
staccarle gli occhi di dosso. Ed era là, al centro, seduta su una sedia con del
ghiaccio sul ginocchio….
Roy sgranò gli occhi, iniziando a
correre verso di lei. Ma che le era successo?
Il suo cuore iniziò a pulsare
freneticamente, e non trovò la forza di far uscire neanche mezza parola.
“Oh, Roy caro, sei arrivato” lo
salutò Julia, con aria stanca.
Lui si fermò a guardarla, prima
di spostare di nuovo lo sguardo sulla scena del palco.
“S-sì.
Chiedo scusa per il ritardo.”
“Non fa niente. Riza ci ha detto che eri impegnato.”
Roy si stupì nel sentire le
parole accomodanti di Julia. Di solito si infuriava anche per dieci secondi di
ritardo, e anche se erano spiegati con un motivo serio!
“Ma… che succede?” trovò il
coraggio di chiedere, indicando il suo Tenente.
“Ah. Stiamo provando una scena
molto difficile.”
“Sì, ma… Riza si è fatta male?”
“Non si preoccupi Colonnello, sto
bene” lo rincuorò Riza, alzandosi velocemente. “Possiamo provare di nuovo.”
Julia diede il suo assenso con un
cenno sconsolato del capo, sembrava che non avesse molte speranze. Rick si
avvicinò alla sua Musa, prendendole una mano e cingendole con un braccio la
vita.
Roi sentì bollire il sangue, ed
era già sul piede di battaglia quando Julia lo invitò a sedersi vicino a lei.
“E’ la scena del ballo” spiegò la
regista. “E’ molto importante, Cenerentola e il principe devono ballare
insieme. Ma purtroppo temo che dovremo rinunciare alla scena…”
“E perché?” chiese curioso lui.
Julia si limitò a sbuffare,
mentre Roy voltò di scatto la testa, rivolto al palco, in seguito a un rumore
di qualcosa che si rompeva.
“E NO!
Adesso anche questo! Mi vuoi distruggere la scenografia?!”
urlò la regista in preda al panico.
Rick si scusò tenendo in mano il
vaso che aveva appena rotto. “Possiamo riprovare?”
“Fate come vi pare, tanto…”
Riza e Richard si avvicinarono di
nuovo, iniziando a muovere i primi passi di danza. Ma dopo pochi secondi, lui
barcollò, perdendo l’equilibrio, e spinse Riza contro il sipario.
“Ehi!” Roy si
alzò in piedi, con sguardo furioso, “perché non stai più attento a quello che
fai? Così le fai male!” balzò in un secondo sul palco, aiutando Riza a
rialzarsi.
“Oh, non si preoccupi Colonnello,
sto benissimo” lo ringraziò lei, sorridendogli.
“Davvero?”
“Davvero” si intromise Julia, “è
abituata a molto peggio. George, fai il riepilogo della serata.”
Il silenzioso assistente, nonché
marito della regista, iniziò ad elencare le vicissitudini del Tenente.
“Allora, otto pestate di piedi,
due incontri con una sedia, un colpo alla schiena contro un tavolino, tre
ginocchiate contro il vaso, e… sì, un volo contro il sipario.”
“Perfetto, tesoro.” Si
complimentò Julia, guardando con un amorevole sguardo il marito.
Roy però rimase sconcertato.
Riza, la sua Riza, si stava distruggendo, e tutto per colpa di quel cretino
patentato di Richard!
“Davvero ti è successo tutto
questo?” le si rivolse serio.
“Non è niente, davvero.” Riza
abbassò lo sguardo.
“Ma come? Domani sarai piena di
lividi, e tutto per una scena!”
“Non importa. E
poi adesso ci stiamo abituando.”
“Non mi sembra! Quell’idiota ti sta facendo del male!” urlò, indicando Richard, il
quale si era nascosto in un angolo.
“Non è niente, si calmi, per
favore” lo implorò non volendo un’altra scenata.
“Ma si può sapere qual è il
problema?” chiese finalmente, non riuscendo più a capire la situazione.
Julia arrivò in suo soccorso. “Il
nostro primo attore non sa ballare” dichiarò.
Roy sgranò gli occhi per
l’ennesima volta, quella serata, passando con lo sguardo da Riza a Richard, e
poi di nuovo a lei.
“Cosa?” sbraitò, nascondendo un
desiderio irrefrenabile di ridere.
“L’arte è qualcosa di superiore!
Il ballo non serve a-”
“Tu stai zitto, Rick. Nessuno ti ha interpellato!” lo sgridò la regista.
Roy sorrise, sentendo per una
volta di poter fare qualcosa di utile.
“Non è difficile, Rick.”
L’attore lo guardò con dei lacrimoni agli occhi, tirando un fazzoletto tra i denti.
“Ma io non ci riesco…” si
lamentò.
“Allora lascia che ti insegni.
Vedrai che imparerai presto.”
Nella Compagnia calò il silenzio.
Roy prese Riza per mano e la
condusse al centro del palcoscenico. Le prese la mano destra, mentre il suo
braccio destro le cingeva la vita, stringendola a sé.
“Dunque, sono
tre passi di base. Il primo passo è in avanti, mentre lei indietreggia,
poi il secondo è di lato, e il terzo chiude. Poi si ricomincia, però con il
piede opposto. Così.” Spiegò, mentre
si muoveva nel modo appena descritto.
Richard lo guardava con occhi
pieni di speranza.
“E poi ricominci. E’ facile. Nel
contempo devi fare un giro su te stesso, e un altro su una circonferenza
immaginaria lungo la pista. Vedi?”
Roy e Riza continuavano a
ballare, senza musica, muovendosi elegantemente sul palco. Rick li guardava con
uno sguardo pieno di ammirazione, mentre Julia sorrideva al marito, seduto
vicino a lei.
“Uno, due,
tre. E poi di nuovo. Chiaro?”
Roy aveva smesso di guardare il
povero Rick. Ormai per lui c’era soltanto Riza, di fronte a sé. E continuavano
a danzare, fissandosi intensamente e stringendosi appena più del dovuto. Lei
sorrideva, lasciandosi trasportare dalle sue forti braccia. Potevano stare
spesso insieme, ma era raro condividere momenti così intimi.
Roy le sorrise di rimando,
facendole fare una piroetta e riprendendola veloce tra le sue braccia,
sentendosi impoverito dalla sua presenza, anche se solo per un secondo.
Avrebbero voluto continuare a volteggiare
per sempre, lontano da tutti, dalle regole militari, dai loro problemi, dalle
cose non dette. Era successo solo un’altra volta che si sentissero così isolati
dal mondo, seppur davanti ad altre persone. Ed era successo lì, sei mesi fa, su
quello stesso palco. Quel bacio lontano nel tempo e vicino nei ricordi li aveva
legati profondamente, e adesso stavano riprovando le stesse emozioni. In fondo,
il loro forte legame era palese da sempre, aveva solo bisogno di una scossa che
facesse loro prendere coscienza del significato dell’uno per l’altra.
E dal modo in cui si guardavano,
in cui si sorridevano, in cui intrecciavano i loro corpi, sembrava che ci
fossero già riusciti.
Quando la musica finì fu come se
si risvegliassero da un sogno, i contorni riacquistarono spessore, le luci e i
suoni tornarono a farsi percepire.
Si ritrovarono entrambi
imbarazzati, e a malincuore, sotto lo sguardo incuriosito di tutti quanti, si
allontanarono l’uno dall’altra.
“Davvero una splendida scena”
Julia ruppe il silenzio. “Eravate così presi che non vi siete neanche accorti
che abbiamo inserito la musica.”
I due fissarono il pavimento del
palco, trovandolo particolarmente interessante.
“Una dimostrazione meravigliosa!”
esordì Rick, battendo le mani, “mai vista tanta intimità e precisione.” Li
lodò. “Ma dove avete imparato?”
Roy a questo punto alzò la testa,
sorridendo.
“Siamo militari, e come ufficiali
dobbiamo partecipare spesso ai balli organizzati dal Quartier Generale” spiegò.
“E di solito il Colonnello invita
sempre me, perché altrimenti sarebbe costretto a scegliere una ragazza sola,
tra le tante che ha a disposizione” aggiunse Riza, a metà tra la contentezza e
la gelosia pura.
“E dato che se parlo troppo con i
piani alti dell’esercito, va a finire che mi prudono le mani, ci mettiamo a
ballare di continuo, almeno sono impegnato in altro.”
“E’ vero, quindi siamo esperti.
Il Colonnello ha un’abilità naturale.”
“Dipende dal
fatto che mi tocca ballare anche con le mogli di alcuni Generali, e devo essere
perfetto per fare una buona impressione su di loro. Non
che sia difficile…” ammiccò a qualcuno di indefinito.
“E anche io spesso ballo con
altri ufficiali, quando il Colonnello è impegnato. Così ho affinato la
tecnica.”
“COSA?” strillarono Roy e
Richard, all’unisono.
“Non dire così, dolce Riza, sono
sicuro che la tua leggiadria è innata. Perché una donna della
tua bellezza, del tuo carattere, della tua eleganza…” l’attore era di nuovo
partito per la tangente con i complimenti gratuiti.
“Che vuol dire
che balli con altri uomini? Io non me ne sono mai
accorto!” le si rivolse Roy.
“Sì, signore. Capita, a volte.”
“E chi sarebbero questi? E come
si permettono di mettere le loro manacce sulla mia dama?”
“Beh, uno è il Generale Hakuro, e un paio di volte ho ballato anche con il
Comandante Supremo.” Rispose a bassa voce.
Roy si morse un labbro. Di certo
non avrebbe potuto scatenare la sua ira su questi
pretendenti!
“Che non capiti più!” si ritrovò
ad ordinare, senza alcun diritto.
“La piantate di dire scemenze?”
li interruppe Julia. “Roy, sembri una moglie gelosa, non vedo perché Riza
dovrebbe starsene da sola se tu ti metti a ballare con qualche allegra
vecchietta, che magari non tiene neanche le mani a posto…”
Roy annuì a quest’ultima
affermazione, scrollando le spalle, mentre Riza gli lanciava un’occhiata carica
di gelosia.
“Ma non è
questo il punto. Purtroppo i ruoli non si possono
cambiare, quindi per favore, Roy caro, insegna al nostro primo attore come si
balla!” ordinò cortesemente.
Roy si sentì rassicurato dal
sorriso di Riza, così accettò di buon grado il compito affidatogli.
Certo, vedere che quell’attore da
strapazzo metteva le mani addosso alla sua Riza, non era proprio piacevole, ma
almeno, per una volta, aveva fatto una bella figura davanti a tutta la Compagnia,
tanto che Julia lo aveva lodato.
Ma niente di tutto questo valeva
il dolce sorriso che tra una piroetta e l’altra Riza gli regalava.
To Be Continued…
Note: ah, ma quanto adoro il valzer? Tanto *-* purtroppo non ho
nessuno con cui ballarlo.
Alla scena finale sono molto
affezionata, mi piace immaginarli mentre ballano, si prestano molto bene a
queste cose.
La prima scena invece, beh, mi
rendo conto che è un po’ strana, mi spiace se sia risultata un po’ OOC, questi
due mi stanno sfuggendo di mano. Ma non ce ne saranno altre.
E così la truppa alla fine ha
scoperto della recita… Beh, glielo dovevo, è dai tempi di Once upon a time che volevo che lo
sapessero, e quando ho concluso quella fanfic ci sono
rimasta male per loro. Non che cambi poi molte cose ai fini della trama.
Il capitolo lo voglio dedicare a
chi mi sostiene sempre, al RoyAiFanForum,
alle mie adorabili recensitrici, a chi mette la fanfic nei preferiti (vedrò mai un vostro commento sulla
storia? Mi farebbe piacere ^^), a Vale che sopporta i miei sfoghi quotidiani,
alle mie due figghieLely e
Sisya (che ho scoperto essere tornata on-line *_*), e
ad Agnese che è una settimana che mi chiede di aggiornare, scusa se mi sono
degnata solo ora.
Risposte ai commenti:
Swwtcicia:ah, ma Riza non ha risposto subito allo
schiaffo, spiegando la situazione alla truppa, perché le ha fatto male ^^” è
rimasta un po’ intontita diciamo, e lì sul momento non gliene importava niente
di quello che stava succedendo. Capita, se prendi una brutta botta. Ma poi come
vedi ha spiegato tutta la situazione alla truppa, e si è tutto risolto. Roy si
è sentito male per lo schiaffo perché è un cretino XD Ma io lo adoro, e adoro
questa vena comica che si ritrova nel manga (vedi l’ultimo cap
uscito). Spero tu sia sopravvissuta alla lettura delle mie fanfic
XD e sì, dovrei ricordarmi che il venerdì c’è la chat sul forum, me lo scordo
sempre ç_ç Ciao!
Lely: se sono single alla mia veneranda età, un motivo c’è. E il modo
in cui descrivo Roy credo sia la causa (o la conseguenza? uhm…)
di ciò. Lo devo distruggere *___* è il mio obiettivo, e il motivo è che… è
divertente ^O^ Il giorno in cui dichiarerà amore
imperituro a Riza potrò seppellire l’ascia di guerra, e vedrai tante fanfic in cui lui è l’eroe della situation. Per ora no. Eh,
lo schiaffo… Dai, non è andata così male, visto che scenetta carina? ^^
*scappa* è parecchio sfigato in questa fanfic, ma le
deve patire tutte, una per una! E non ho mica finito qui *faccia diabolica*
manca una mini scena nel prossimo capitolo, e poi
potrà morire in pac- ehm, vivere felice e contento
(credo, se solo scrivessi il finale…). E no, Riza non se l’è presa, va bene che
sono sadica, perfida, amante dei Roy bistrattati, ma…
uhm, che idea che mi hai dato per la prossima volta *__* (XD). Hai trovato
qualche altro incitamento giovanile per me? Hai chiesto a quel mito che è Gai?
XD Io dico kissoni, intanto ^^ Ciao X3
Vale: certo che so cosa è il coso del letto… è il coso del letto ù_ù Ah, che sorpresona che vi ho
fatto, eh? E chi se lo aspettava? Certo, se solo mi fossi ricordata che DUE
giorni dopo l’aggiornamento era il mio anniversario… ^_^ mannaggia alla
deficienza inside -_-Allur,
io mi chiedo tu cosa leggi invece dei miei capitoli XD Primo: la scena dello
schiaffo era seria, abbiamo Roy che schiaffeggia Riza, perché dovrebbe far
ridere? Perché l’ho scritta io? (è una scusa
plausibile in effetti, ok ok XD). Secondo: Havoc che dà un pugno a Roy non doveva essere una scena da sbav, ma una di piena drammaticità! *faccina oscena con la
bocca spalancata* Ci manca solo che ci vedi Kankuro
mezzo nudo e mezzo morto che spunta tra le righe e siamo a cavallo XD Julia
ovviamente è matta perché è la mia proiezione all’interno della fanfic (uhm, storia già sentita, di autrice che viene
inserita nella storia, e mi sono pure sposata, toh! XD).
E gli equivoci sono finiti!!! *sventola striscione con
la scritta: ho ancora un cervello* sì, perché mancano solo 2 capitoli alla
fine, se Dio vuole. Ok la pianto, grazie del commento, ciau.
AlejandraWammettara: ma no, ma no, Riza era
troppo scioccata per sparargli XD Se Roy le avesse
fatto meno male con quello schiaffo, forse il colpo della calibro 9 non glielo
avrebbe tolto nessuno. Ma sai che anche io non riesco più a mettere una sciarpa
bianca? Considera che era la mia preferita, e ora è
nell’armadio, abbandonata! Ma altrimenti rido XD. Grazie mille del commento, e
della comprensione per aver aggiornato dopo ere geologiche XD
ilaria8: oddio, ma grazie ^///^
Che bel complimento. Non ti preoccupare se non hai mai recensito, io sono più
che contenta quando qualche lettore anonimo prima o poi si fa vedere ^^ è
questo l’importante. Grazie mille davvero! Mi ha fatto proprio piacere il tuo
commento, spero di non deludere le tue aspettative. Ps.
Ho visto che hai una RoyAi anche tu… devo ancora
leggerla, ma ultimamente sto un po’ trascurando questo pair.
Cercherò di mettermi in pari appena possibile, promesso!
evelyn_cla: ok, la finirò *posa eroica* ormai
manca poco, solo altri due capitoli oltre questo qui. Devo farcela XD Grazie
mille del commento, dei complimenti e di tutto ^^ Ciao! E se ti ricapita passa
sul forum XD
Rinalamisteriosa:sì sì, lo schiaffo era vero! Sono sadica. Ma in fondo
tutto si è risolto per il meglio ^^ (forse). Julia è un po’ scema come l’autrice
XD ma mi fa ridere. E la truppa Mustang… lo sai che la amo! E mi piace
immaginarli un po’ come i fratelloni di Riza, quelli che si preoccupano per lei
(in fondo è l’unico elemento femminile del gruppo, ci sarà enorme rispetto
anche perché è la maggiore in grado, e mi sono scordata la frase perché mi sono
gelatinizzata al pensiero XD). Stavolta ti ho stupita? XD Tanto gli
aggiornamenti sono praticamente mensili ç_ç E lascia
perdere quella statua *rotola via* alla prossima!
Syra44: *_* sei l’unica che ha notato la scena del faretto! Io ti
adoro! Quel pezzo lo amo, non so perché, forse perché è scemo, ma lo amo XD
Julia è praticamente me stessa dentro la fanfic,
quindi è normale che sia menefreghista verso Roy! Visto che dolciosità
la scena RoyAi iniziale? E questa di quest’ultimo
capitolo? Il loro rapporto si sta proprio evolvendo bene ^^ Sono brava dai, un
po’ sadica, ma brava XD Havoc
ha sfigurato Roy, ma nulla di grave, non temere! E ormai la storia è al
termine, quindi (forse) Roy è salvo. Alla prossima cara ^^
piccolatammy: ^///^ non so veramente che dire
del tuo commento, se non grazie. Sì, lo so che è riduttivo, ma mi sono
imbarazzata davvero tanto. Sono contenta che le mie storie ti piacciano, per me
significa tanto. È quando leggo commenti come i tuoi che entro in crisi XD il RoyAi non posso lasciarlo, lo so, farò il possibile te lo
prometto XD Grazie ancora!
HarleyQuinn: ciao! L’ammoreroyaioso
ci sarà (credo), abbi fede! (le ultime parole famose XD). Io adoro complicare
le situazioni, e poi mi ci ingarbuglio pure io e non so come risolvere il
tutto, olé! Ma questa storia prima o poi vedrà la
fine… Spero!! Non la sopporto più. La truppa Mustang è
adorabile, tutti e 4 sono così teneri e comici allo stesso tempo, quando poi
sono tutti insieme le scenette divertenti e sceme sono d’obbligo. Ti ringrazio
davvero tanto per i tuoi commenti sempre così gentili, mi fanno tanto piacere
da un’autrice del tuo calibro, grazie! ^//^ Io spero di mantenere la storia a
un buon livello fino alla fine, tu che ne dici di scrivere qualcosina
su Naruto
anche se è un fandom che ormai non segui più?
Ti dico un pair a caso, inizia per “S” e finisce per
“hikaTema” XD Io ormai mi ci
son fissata. Scemenze a parte, su che altri lidi ti sei spostata? Se conosco i fandom ti pedino! (anche se io
sono ignorante ^^”). Alla prossima, ciao! *Flavia*
Note: capitolo dedicato a me stessa XD perché oggi è una giornata
speciale ^^
Note: capitolo dedicato a me stessa XD perché oggi è una giornata
speciale ^^
A tto X –Le Tre Prove dell’Amore e Baci della
buonanotte
“Va bene allora, iniziamo questa
prova, tutti pronti?”
Julia, sedendosi affianco al
marito, in platea, impartì le ultime direttive.
Riza era sul palco, pronta per
provare la sua scena insieme a Richard, mentre Roy era dietro le quinte che la
guardava.
Il suo Tenente aveva da poco
iniziato a recitare, che qualcuno fermò la scena, dicendo che il sipario si era
bloccato e che quindi non si poteva provare. Julia iniziò a sbraitare qualcosa
di indecifrabile, mentre Riza aveva assunto un’espressione preoccupata. Fu
allora che Roy prese in mano la situazione.
“Non c’è problema, ci penso io!”
E si fiondò su una scaletta malmessa,
arrampicandosi sul sipario per disincastrare la tenda dal suo binario.
“Colonnello, stia
attento, la prego” si preoccupò Riza, notando l’altezza notevole alla
quale si trovava il superiore.
Roy si sentì gratificato da tutti
gli occhi che erano puntati su di lui, in particolare quelli accorati di Riza.
Sistemò il sipario con un veloce strappo, e tra gli applausi generali scese le
scalette diroccate, non rendendosi conto però di aver messo un piede in fallo
per guardare meglio il suo Tenente, tanto che cadde rovinosamente a terra,
sbattendo il naso.
“Colonnello!” gli corse incontro
Riza.
“Non è niente, non è niente, per
così poco…” la rassicurò lui, rialzandosi velocemente e sorridendo, seppur in
modo malconcio.
La scena riprese la sua normale prosecuzione,
fino a quando Riza non si accorse di aver dimenticato dietro le quinte le
scarpette con cui recitare e Julia le chiese di andare a prenderle.
“Non c’è problema, ci penso io!”
E di nuovo Roy si propose come cavalier servente, e prima che qualcun altro potesse
fermarlo, tra sguardi curiosi e una Riza piuttosto stupita, prese a correre
lungo il palco. Aveva quasi raggiunto la meta che si accorse a malapena di un “attenzione!” che veniva urlato da qualche parte, tanto
che si ritrovò in un secondo completamente bagnato con acqua gelida. Un secchio
era appena caduto dall’alto, mentre i tecnici della manutenzione stavano
sistemando chissà cosa sulle impalcature del teatro. Per poco il secchio non
gli colpì anche la testa. Oltre il danno, anche la beffa…
Roy rimase impietrito per un
secondo, almeno fino a quando Riza non gli si avvicinò di corsa.
“Colonnello! Tutto bene?”
“Non è niente, non è niente, per
così poco…” ripeté, poco convinto, stiracchiando un sorriso.
La scena riprese per l’ennesima
volta il proprio corso, mentre Roy cercava di asciugarsi alla bell’e meglio con
un fazzolettino di pizzo prestatogli dall’uomo barbuto ex-fatina che
interpretava una sorellastra.
“Qualcuno vada a prendere una
sedia per Riza!” ordinò Julia.
“Non c’è problema, ci penso io!”
E senza neanche poterlo fermare,
Roy si era già catapultato a prenderle la sedia, non sia mai che la sua Riza
facesse qualche sforzo più del dovuto!
Solo che mentre correva
dirigendosi verso la prima sedia che aveva avvistato dietro le quinte, non si
accorse della botola del suggeritore aperta, sul palco, cadendovi dentro come
un salame, ricavando anche le imprecazione del
suggeritore, all’interno della suddetta botola.
“Colonnello!”
Ormai Riza non sapeva più se
ridere o piangere, ma corse di nuovo incontro al suo superiore, che riemergeva
a stento dalle profondità del palco, spettinato e sporco.
“Non è niente, non è niente, per
così poco…” disse, neanche lui tanto convinto.
“Ehi, è divertente!” sussurrò
Julia a George, che annuiva, seduti comodamente in platea a godersi lo
spettacolo, sgranocchiando qualche nocciolina. “Ora gli chiedo qualcosa di
assurdo da fare per Riza, magari spicca davvero il volo!”
Sul palco, intanto, regnava la
confusione totale, mentre Riza aveva aiutato Roy a rimettersi in sesto, c’era
chi aiutava il povero suggeritore ad uscire dalla botola, chi cercava di
mettere ordine, e chi semplicemente rideva fino al soffocamento.
Riza, dal canto suo, prese per
mano Roy e lo condusse dietro le quinte, assicurandosi di farlo sedere comodo e
di asciugargli bene i capelli, ancora bagnati per l’incontro ravvicinato, e
inaspettato, con l’acqua. Sembrava un piccolo gattino con il pelo arruffato,
pensò dolcemente.
Roy ne approfittò per appoggiare
la testa contro il ventre di lei che, in piedi contro di lui, continuava a
passare un asciugamano sui suoi capelli. Chiuse gli occhi, pensando che quella
serata non era stata un disastro completo, se poteva trascorrere un po’ di
tempo, solo, con Riza.
Stava bene così, con gli occhi
chiusi e la guancia contro di lei, lontano dai rumori del palco, dagli impegni
di lavoro, dalle formalità e da tutto il resto. E mentre Riza gli accarezzava
piano i capelli, con dolcezza, non poté fare a meno di pensare che era così che doveva essere.
Loro due, insieme.
Forse non era ancora tutto
perduto, forse doveva solo mettere in chiaro i suoi sentimenti, in modo che non
fossero fraintendibili… Era arrivato il momento di giocare a carte scoperte,
più di quanto avesse fatto finora.
Quello che era scontato, era che
non si sarebbe mai tirato indietro.
Riza si soffermò a lungo sui
capelli del superiore, accarezzandoli piano.
In fondo, quello che le aveva
appena dimostrato Roy non erano forse le Tre Prove d’Amore del cavaliere per la
sua bella principessa? Forse non aveva proprio scalato montagne, nuotato lungo
oceani e attraversato le profondità della terra, ma ci era andato vicino, no?
§
La serata era fredda, ma il vento
era calmo. La prova generale era andata a buon fine, secondo le aspettative di
Julia, che aveva salutato tutti i suoi attori e aveva dato loro appuntamento
per il giorno successivo, nel pomeriggio, per il gran finale di quella recita.
Roy era riuscito a strappare il
suo Tenente dalle grinfie di Richard, che già era partito per la tangente con
uno dei suoi discorsi su quanto lei fosse perfetta, e adesso stavano
percorrendo silenziosamente la strada verso l’appartamento di Riza.
Si sentiva strana, erano giorni
che ci rifletteva, settimane!, ma non era sicura di
essere arrivata ad una soluzione. E il giorno dopo sarebbe finito tutto. Roy
meritava una spiegazione, lo sapeva, però trovava particolarmente difficile
raccontargli i suoi sentimenti più intimi, le sue difficoltà.
“Hai freddo?” chiese piano lui,
notando che Riza si stava stringendo nel cappotto, e che si tormentava per
qualcosa.
“Un po’” rispose sincera.
Si stupì quando si ritrovò
improvvisamente accanto al suo Colonnello, che le aveva passato un braccio
attorno alle spalle. Era così vicino al suo cuore, adesso, e non sapeva quanto
in realtà lo fosse in senso metaforico per lui.
“G-grazie”
balbettò confusa, e i due camminarono in silenzio per il rimanente tragitto.
Arrivati davanti alla porta
dell’appartamento, controvoglia Roy tolse il braccio dalla comoda posizione che
aveva conquistato, facendo sentire entrambi privati di quel caldo contatto.
“Allora, a domani” la salutò, con
voce bassa.
Riza teneva gli occhi rivolti al
pavimento, giocherellando con le chiavi in mano.
“A domani” rispose flebile.
Lui le sorrise dolcemente, prima
di allontanarsi da lei.
“Roy” lo richiamò, rendendosi
improvvisamente conto di non poterlo lasciare andare così, di non poter far
passare un’altra notte senza chiarimenti.
Il Colonnello si fermò, stupito
dal tono serio di Riza, che lo aveva addirittura chiamato per nome.
Le rivolse un sorriso, per
incoraggiarla ad andare avanti.
“Può… puoi rimanere ancora un
po’?”
Roy le si avvicinò di nuovo,
sussurrandole piano. “Posso rimanere tutto il tempo che vuoi.”
Lei sorrise, trovando un po’ di
coraggio. “Non… non sono abituata a questo genere di cose…”
“Mh? Di che ti preoccupi?” domandò lui, gentile come non mai.
“Sono cresciuta con un’educazione
rigida, non ho avuto la possibilità di parlare con una madre, e il mio
carattere solitario non ha contribuito ad aumentare il numero delle mie
amicizie.”
Roy la ascoltava confuso.
“Così, dopo essermi arruolata
nell’Esercito, e aver intrapreso il compito di guardia del corpo personale, ho
capito che per me non ci sarebbero state le stesse esperienze delle altre
ragazze, che io ero diversa. E per quanto questa situazione mi facesse
soffrire, ho imparato a nascondere dentro di me, sempre più in fondo, questo
lato femminile che mi portavo dietro, considerandolo soltanto un peso. Sono
perfettamente convinta delle mie scelte, adesso il mio lavoro è più importante di qualsiasi altra cosa. Certo, è stato difficile, qualsiasi
donna vorrebbe qualcuno che la ami al suo fianco, una carezza di conforto, un
abbraccio consolatorio, ma almeno così potevo evitare di comportarmi da essere
umano, con tutte le sofferenze che ne comporta, ed essere il soldato perfetto
che tutti conoscono.”
“Riza…” provò lui,
interrompendola. “Non capisco quale sia il problema.”
“Il problema è che ho paura”
ammise, fissandolo seria. “Non mi sono mai trovata in una situazione del
genere, e ho paura di rovinare tutto…”
“Ma ci sono io con te” provò a
rassicurarla.
“E’ proprio questo il punto!” si
agitò, “da sei mesi a questa parte è cambiato tutto, e poi è arrivata questa
recita, di nuovo, e le cose sarebbero potute cambiare ancora, e peggiorare, e
allora io…” ma la frase le morì in gola.
“Ti ha dato fastidio che le cose
tra noi siano diventate più intime, in questi sei mesi?” domandò cauto.
Lei negò con un cenno del capo,
arrossendo lievemente.
“Però non volevi neanche che la
situazione cambiasse ulteriormente, in qualunque verso” dichiarò.
“No… Quando Julia mi ha chiamato
chiedendomi di partecipare alla sua nuova recita, non ho saputo cosa fare.
Sapevo che prima o poi lo avresti scoperto, però non sono stata capace di
passarti l’invito. Non avevo bisogno di privacy, o di un altro uomo” sorrise,
ripensando al pedinamento subito, “ma la recita di sei mesi fa ha cambiato
tanto, e io non mi sono mai sentita più completa, ma se questa novità si fosse rivelata
come l’altra, e il nostro rapporto si fosse rovinato…”
“Poteva anche migliorare” le
propose.
“E come?!
Ci sono troppi ostacoli, troppe differenze tra di noi, non è possibile che-”
“Perché no?!
A me non importa che sia vietato, troveremo una soluzione! E non vedo tutte
queste differenze tra di noi, l’importante è che stiamo bene insieme, e io
voglio starci, Riza, io ti voglio bene.”
Riza lo fissò sbalordita, mentre
lo vedeva avvicinarsi e poggiare la fronte sulla sua.
“A-avevo
paura che ti stancassi di me…” confessò lei, ritrovando l’uso della parola.
“Di questo non devi preoccuparti”
la rassicurò, “anche se non posso giurarti che sarà sempre tutto perfetto…”
“Non sapevo cosa fare, come
comportarmi… Per me è tutto nuovo. Mi dispiace.”
“Dispiace a me di non averti
capito prima” le sussurrò all’orecchio, accarezzandole la guancia con la mano,
“adesso non devi più preoccuparti di nulla, ci sono io vicino a te.”
Le baciò dolcemente la guancia,
ma sentì Riza irrigidirsi leggermente, e scostarsi da lui.
“Adesso è meglio che vada a
casa…” si scusò arrossendo, “Buraha avrà fame.”
Roy rimase un attimo perplesso,
ma prima che lei potesse richiudersi la porta alle spalle, le afferrò un polso,
voltandola verso di lui.
“Riza… ecco”
arrossì e abbassò lo sguardo, “sappi che io sono disposto ad aspettarti per tutto
il tempo che vorrai. Non c’è fretta. Tanto non riuscirei neanche a
pensare a qualche altra donna… Non che io pensi alle altre donne! Cioè, volevo dire che non riesco a distrarmi con niente, per via di
quello che c’è tra noi… Beh, tecnicamente non c’è nessun noi, e non voglio
metterti fretta, è proprio quello che dicevo prima, e, insomma, mi sento un
cretino, ma tu sei importante, e, se vorrai, io sono qui” concluse imbarazzato.
Alzò leggermente lo sguardo per
scoprire come lei avesse preso la sua dichiarazione maldestra, e se stesse già
ridendo. Eppure vide il suo sorriso, dolcissimo, e tutto per lui.
Riza si avvicinò piano, e
alzandosi sulle punte gli sfiorò le labbra con le proprie, prendendolo in contropiede.
Mormorò un “grazie” prima di chiudersi la porta dietro di sé, lasciando un Roy
piuttosto imbambolato sul pianerottolo di casa, con un enorme sorriso di
incredulità ad impossessarsi di quasi tutto il suo volto.
Il suo bacio della buonanotte.
E in versione decisamente
migliorata!
To Be Continued…
Note: per prima cosa, credo sia inutile che mi scusi per il
ritardo, tanto ormai sono un caso senza speranza. Purtroppo i miei prof hanno
deciso che vogliono ucciderci, si sono messi d’accordo, non c’è altra
spiegazione. E la sessione si avvicina inesorabile. (Per non parlare della mia
vita privata su cui è meglio stendere un velo pietoso sopra). Chi mi conosce avrà notato che sono sparita da un po’, e che sono indietrissimo con la lettura di varie fanfic
^^” non so quando mi metterò in pari, purtroppo sono parecchio impegnata, ma
sono ancora viva. Abbiate pietà.
Dico solo che il prossimo è
l’ultimo capitolo, se Dio vuole. Più un epilogo che non so se vedrà mai la luce
XD
Grazie mille a tutte le mie
adorate recensitrici, anche se meriterei solo
pomodori contro per il ritardo mostruoso.
Risposte ai commenti: mi odiate tutte Rick,
ma in fondo lui la sua funzione scenica ce l’ha XD almeno credo (sì, creo
personaggi per il solo gusto di distruggere Roy, lo ammetto).
Valy: Julia E’ una brava regista, in fondo, un po’ come me, che
nonostante le varie scemenze che scrivo sono una persona seria. E Roy geloso ci
piace assai *-* E poi è colpa sua che balla con le vecchiette invece che con
Riza, che vuole? *pfui* E il loro ballo insieme… aaaaw! Li amo! E la truppa ora sa (ok, questa me la potevo
risparmiare XD). E sì, hai ragione, il prossimo
capitolo è la conclusione ^^ Grazie mille del commento! E controlla, mi sa che Kankuro è ancora in giro.
Syra44: Roy geloso lo adoro! È come ogni uomo dovrebbe essere ù_ù quel capitolo era il mio preferito, mi è uscito
stranamente bene XD e ti ringrazio davvero tanto, perché ogni volta cogli
esattamente quello che voglio trasmettere, anche nei più piccoli particolari (come
la scena, unica, in cui Julia tratta Roy da persona normale, perché stavolta la
cosa è seria), sei una lettrice molto molto attenta.
E ti ringrazio anche per aver detto che sono un mito nelle scene demenziali XD
non sai che gioia! È bello far ridere qualcuno ^^ grazie mille, avrei mille
altre cose da dire, ma al massimo ci sentiremo in privato, prima o poi ç_çme occupata. Grazie.
Piccola tammy: ciao! Eh, Roy si dovrà
fare il giro di tutte noi royai fan, un ballo a
testa! E l’ultimo con Riza, glielo concedo XD grazie mille dei complimenti e
del commento ^^ spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto.
Lely1441: cioè, non so da dove ti sia uscita quella frase giovanile
che mi hai scritto, ma è geniale *O* detto ciò, ma perché odi tanto Rick? Fa un
po’ di casini, ma è uno scemo totale ^^ (non dirò MAI a chi mi sono ispirata XD
perché sì, Rick è reale, purtroppo). Lieta di averti insegnato il valzer ^^
ricordo il pomeriggio intero passato a provare i passi in camera mia, dopo
averli letti su un sito internet XD ah, ma quanti
ricordi… prima o poi rispolvero pure l’altra fic. Grazie
mille per i commenti sempre troppo rotolosi XD Sai
sempre come farmi ridere, ora che ne ho bisogno ^^ Che figlia adorabile che ho ç_ç (senza togliere nulla a quell’altro zuccherino morbidoso della tua gemy). It’s just RoyAi sarà un motto,
d’ora in poi XD
Evelyn_cla: io sono ben felice se faccio ridere qualcuno ^^ quindi grazie
mille. E grazie mille pure per tutti quei complimenti ^//^ E hai visto? Alla
fine tutti quei baci non dati sono diventati un bacetto dato per davvero ^^
Grazie *_*
Muccina89: ciao Domi!! ^^ allora, mettiamo
le cose in chiaro: Rick E’ il giullare di corte XD senza dubbio, quel ruolo è
suo di diritto, sì sì. Ma
sono proprio contenta che il cap ti sia piaciuto
tutto *_* era anche il mio preferito, e ci tenevo parecchio (anche se il bacio
tra i due piccioncini era mancato). Grazie per averli trovati IC. E sì, ormai
siamo tutte gelatine ambulanti XD e il merito è tutto della sensei
^^ Grazie mille del commento cara *_* a presto.
Rinalamisteriosa: ciao ^^ il valzer lo amo, e amo il
Lago dei cigni di Chaikovskij *_* Roy geloso è un
classico intramontabile XD ci piace sempre! Ma anche Riza gelosa mi piace ^^ in
fondo nell’anime in qualche scena lo è (tipo dell’infermiera,
nelle ultime puntate XD. E poi la gelosia è una cosa così bella, se non è
eccessiva ^^ Grazie mille dei complimenti, davvero, ci tenevo tantissimo a quel
capitolo perché è il mio preferito della fic. Grazie graziegrazie ^^
Swwtcicia: ehm, non ho aggiornato proprio presto, eh! ^^” cmq
sono davvero contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto! Piaceva
anche a me, stranamente. E i momenti non mancheranno, in fondo ci siamo
avvicinati alla fine! Grazie mille del commento.
AlejandraWammettara: ciao XD in
effetti la Arakawa-sensei non ci ha illuminato
sul comportamento di Riza in “certi ambiti”, io ce la vedo un po’
intraprendente e matura se ha una relazione stabile e seria con Roy (lui,
ovvio, mica uno qualsiasi XD). Ma aspetteremo il verdetto finale della sensei, tanto ci sarà XD Per il resto, spero che ti vada
meglio, mi sa che ho beccato un periodo di stress XD ciao!
HarleyQuinn: ciao ^^ come al solito, grazie per il commento, io li adoro i
tuoi, così lunghi *_* e così belli, interessanti, approfonditi… il meglio del
meglio che possa volere un’autrice ^//^ La tua analisi del capitolo è perfetta,
non ho veramente altro da aggiungere. Sono contenta che non
hai trovato i due OOC, in fondo è vero, nessuno (per ora!) sa come si
comporterebbero in privato (ah, una domanda, ma tu le segui le scan dei capitoli inediti?), e magari Riza è un po’
intraprendente, o una molto timida… uhm, attendiamo che la sensei
ci illumini ^^ Intanto quello che io tento di fare è dare a tutti i miei
personaggi dei sentimenti simili a quelli umani XD Dicono che sono brava nei quasi-baci, anche se mi odiano perché illudo la gente XD
c’è da dire che io sono tanto buona e royaiosa e alla
fine i baci veri arrivano, come in questo capitolo ^^ e Rick… beh, la sua
funzione la sta svolgendo bene, no? Me lo odiate tutte… (io sono la prima a
definirlo un demente, eh XD). E il valzer poi… Sì, il loro rapporto è proprio
come un valzer, così complicato, ma così elegante e perfetto poi. Io li adoro,
e adoro te perché mi scrivi sempre questi commenti bellissimi che mi riducono a
uno stato pietoso di commozione XD Passando all’angolino delle chiacchiere,
Saint Seya e Death Note sono due fandom
che conosco di nome, non ho seguito nulla dei rispettivi anime/manga ç_ç mi spiace. Ma se scriverai mai la ShikaTema
sarò la prima a leggere, commentare e fare pubblicità *ammicca* sì, lo so che
hai detto che non lo farai, sto tentando di farti credere il contrario XD Ok,
finito! Grazie mille ancora, e ricorda: amo alla follia le tue recensioni che
si espandono così tanto nello spazio e nel tempo XD Un bacione!