La scuola di Mayu

di vinoeacqua
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO I - La pagella del I Quadrimestre ***
Capitolo 2: *** Lei mi spoglia con quegli occhi… spogliatoio*!!! ***



Capitolo 1
*** CAPITOLO I - La pagella del I Quadrimestre ***


Fan fic redatta a scopo amatoriale e non di lucro, nel pieno rispetto della proprietà intellettuale e dei diritti di autore.

§§§§§ Capitolo I – La pagella del I Quadrimestre


Una piccola folla di tenere mamme stava fuori dalla scuola, aspettando che si aprissero i cancelli: quello era il giorno della consegna delle pagelle del I quadrimestre scolastico.

Era un continuo parlottare fitto fitto tra loro: “Sissì, la mia Ketty è portata con i componimenti, prende seeeeeeeeeempre 9. L’unica volta che ha preso 8 ha strillato per tutta la sera…sarà la nuova Virginia Woolf” “Gigetto invece è troppo bravo con l’aritmetica: da grande farà l’ingegnere, come suo padre, eh già” e via dicendo…

Improvvisamente, ecco che si verificò uno strano fenomeno: tutte le boccucce delle sciure si arrestarono in contemporanea e nei loro organismi si produssero i seguenti bizzarri sintomi:

• Ipersalivazione, meglio nota come sbavatio maxima
• sudorazione
• rilassamento maxillare ergo caduta di mascella
• ehmm… lubrificazione spontanea delle ehmm…parti basse

Che meen@@ia aveva preso, a tutte quante? Eccollà la spiegazione. In quel mentre si erano avvicinati, a passo cadenzato e con suono metallico di speroni, 201 centimetri di costui:


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Tale “banale ometto”, di quelli che si incontrano tutte le mattine al bar mentre ci si sgargarozza il cappuccino bollente giù per il velopendulo, dopo un fugace sguardo del suo profondo occhio ambrato, si rivolse educatamente al consesso di sciure salutandole con un garbato inchino, per poi proseguire tranquillamente, varcando la soglia dell’edificio scolastico dopo un abile sventolamento di mantello, dato che un bidello era venuto ad aprirgli per far passare solo illo.

In effetti, il Bambolone di nero vestito aveva un incontro a porte chiuse con le insegnanti della scuola di Mayu, quale suo tutore, in totale riservatezza, per ricevere la pagella della sua beneamata figlioccia.

Le mamme si accatastarono una sull’altra, peggio delle fascine di legna dei caminetti di Ponte di Legno (BS), per poter sbirciare dentro l’istituto scolastico, sperando di intercettare ancora una volta uno scampolo di quella visione ultraterrena.

Niente, del figone spaziale nessuna traccia. Le lingue ripresero il loro moto perpetuo: “Ma chi è …ma chi non è … quel bel tenebroso, quel figo della Maronna, quel bonazzo allucinante, quel bel omm?” “Che bocca, che naso, che capelli, che cosce, che spalle, che gambe, che culoooooooooooooooo! Che biiiip…(censura)!!!” “Io gli farei questo, io gli farei quest’altro, ARF ARF ARFFFF SBAVVVVV” e via dicendo.

Ormai il fiume Lambro lambiva, delicatissimo, le estremità delle disgraziate, dato che stavano annegando in un torrente di bava. Parlavano tutte insieme, eccitatissime peggio del primo giorno dei saldi nel Quadrilatero della Moda di Milano, non capivano più una mazza, i loro neuroni erano ormai andati in stand-by totale.

Alla fine una tizia, forse la più intraprendente o semplicemente la più sveglia, ebbe un’idea brillantissima: “DOVRA’ PUR USCIRE: APPENA ESCE LO MARCHIAMO STRETTO PEGGIO DI DAVID LUIZ, NON POTRA’ SFUGGIRCIIIIIIIIII !!!!!!” costei sembrava assatanata, con la bava alla bocca e gli occhi spiritati peggio di una certa Carrie (sic!!!) “E PROPONIAMOLO COME RAPPRESENTANTE DI CLASSEEEEEEEEEEEEEEEEE!”

“Brava, sìììììììì, ottima idea! Il bambolone non ci sfuggirààààà!” dissero in coro le tizie, tutte allupate.

Ma ‘nzomma, possibile che ovunque arrivi il sogno proibito pixellato succeda, tutte le volte, ‘sto burdell? Terrestri, aliene, tutte quante rimbambite?

Le tapine attesero per ore ed ore fuori dalla scuola: non si schiodarono neppure dopo aver ricevuto le pagelle, cui dettero solo un’occhiata fugace e neppure risposero agli squilli dei cellulari di mariti e compagni, sempre più incazzati: il loro cuore ed il loro ehmmmmmmmm luogo-ove-non-batte-il-sole ormai erano concentrati solo sulla speranza di poter riammirare da vicino il Tenebbono (neologismo: tenebroso+bono).

Macché.

Mica era scemo e mica non aveva capito l’antifona. Accortosi della quantità ipergalattica di ferormoni che si stava sviluppando fuori dai cancelli dell’istituto, il Nostro contattò Yattaran perché lo venisse a prendere dopo esser sgattaiolato da una finestra sul retro: il suo ufficiale venne a prelevarlo poco più lontano, giusto nel parco della scuola, con una navetta.

“E te pareva: non solo devo sbarcare sulla Terra, rischiando di essere arrestato da quel nanerottolo del Primo Ministro col suo seguito da circo. Non solo mi devo sorbire le tiritere della direttrice della scuola, simpatica come un brufolo sul culo. Moh devo pure beccarmi l’attacco delle madri ingrifate… troppa fatica, l’esser me stesso… devo preparare reclamo contro Matsumoto, non doveva disegnarmi così… “

(“Non sono cattiva, è che mi disegnano così…” cit. by Jessica Rabbit)

Queste le profonde meditazioni del Bonazzo Spaziale, atteggiato, plasticamente, a braccia conserte (tanto per cambiare… ogni tanto che ne diresti di mutar posa, eh ciccio? Magari orizzontalizzati senza veli, che così ci fai felici…): vi chiedevate quali profondi pensieri fossero partoriti dal suo animo? Eccoveli serviti.

Ad un certo punto le tipe si riscossero: e vabbè, per stavolta era andata loro male. Ma fra quattro mesi ci sarebbe stata la consegna delle pagelle di fine anno, ed il bambolone sarebbe ritornato! Avevano davanti a loro ben 4 mesi di tempo per elaborare un piano per placcare il bonazzo spaziale!!!!!! La prossima volta illo non sarebbe loro sfuggito tanto facilmente! La pervicacia delle mamme è giustamente nota…*

O tempora, o mores.

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*Nota Le Mamme del fandom non ce ne vogliano, le abbiamo prese un po’ in giro ma con sommo affetto e con assoluto rispetto!

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Capitolo 2
*** Lei mi spoglia con quegli occhi… spogliatoio*!!! ***


CAPITOLO II
Lei mi spoglia con quegli occhi… spogliatoio*!!!


Il Bambolone tracannava a più non posso il suo bordeaux preferito, quello gentilmente elargitogli da una delle autrici di ff più suonate: ergo, una che FA in nome altrui, magari il tuo, veh. Ve lo dico che è suonata, povera scema… (e magari fatti ringraziare in natura, no? Seeeeee, figurati)
Gala gala gala…** il nettare gianfransuà gli scendeva, delicatissimo, giù per il gargarozzo, solleticandogli il velopendulo… scolatasi l’ennesima bottiglia, illo non sapeva più come rasserenarsi. Ohibò no, non doveva dirlo…
“Haaaarlock, ti ho dedicato la vita… dato che non mi dai i contributi, intendo suonarti l’arpa sino allo sfinimento” disse, soavissima, l’algida aliena dagli occhi dorati, comparsa al suo cospetto, rilucente come una madonnina infilzata. Deleng deleng deleeeeeenggggggggg
Moh, che strazio, pover’omo…:
• non solo si appropinquava la dannatissima data della consegna delle pagelle del secondo Quadrimestre…
• non solo la piccina a lui tanto cara gli aveva detto al telefono con la vocina rotta dalle lacrime “…Ma verrai a scuola, veroooooo? Mi manchi tanto tantooooooooooooo…”…
• non solo un esercito di donne ALLUPATE ed agguerrite, come se in astinenza sessuale provocata da mariti pantofolai e calciocentrici, minacciavano di attentare alla sua virtù… MOH PURE QUELLO STRAZIO STRAZIANTE DELL’ARPA STRAMALEDETTA DI MEEMEEEEEEEEE!!!
“Perché l’ho salvata, perché?”
“Haaarlock, ti dimentichi che sono un’empate e che ti leggo nel pensierooooooo?”
“Ehrr, ehrr, non mi riferivo a te, carissima, ma, ma, ma… alla Terra!! Sissì, ecco: alla Terra. Era meglio lasciarla alla mercé delle Mazoniane”
“Cosa ti turba, Haaaaarlock?” continuò a perorare la soave creatura, sempre più rilucente, manco fosse la luminaria di Natale.
“Femmine vogliose, svergognate e scostumate attentano alla mia castità verginale… temo di non poter andare alla scuola di Mayu per il ritiro della pagella. Povera piccina: soffrirà, ma non posso proprio andarci… Come posso fare?” declamò il Bonazzo, con fare teatrale, alzatosi in piedi e sventolando il mantellone di pelle (toh, pigliati in mano il cranio e comincia, cicciobello: “Essere… o non essere… questo è il dilemma”. Tanto di teschi ne hai un fottìo, no?)
Meeme lo contempla, estatica (MALEDETTA, come vorremmo esserci NOI al tuo posto! E sottolineiamo NOI!!!), pensando LEI come fare per attentare alla sua virtù, prima che ci possa pensare Yuki Kei (in certi frangenti chi prima arriva meglio alloggia… anche nel caso di quell’ecatombe paleocristiana della cabina del Capiten, con i teschietti che ti fanno ciao ciao con gli ossicini… altro che le caprette di Heidi).
“Forse un modo c’è, Haaaaaarlock”
“Dimmi, Meeme: come posso fare?” le ingiunge El Bambolon afferrandola per le spalle e guardandola con il suo profondo profondissimo occhio ambrato dolce come una caramella mou. Sic et simpliciter, la bella aliena stava per suggerirgli di farsi inviare la pagella via mail e di rabbonire Mayu invitandola a stare sull’Arcadia per qualche giorno, in modo da salvare capra (ndr.: pudenda del Capiten) e cavoli (ndr.: sentimenti della marmocchia). Com’è, come non è, ecco piombare nell’ecatom… ehm nella cabina, la biondona geniale dell’Arcadia (al che Meeme le invia in cuor suo un bel po’ di maledizioni in jurano antico).
“Fermi tutti! Io, quale ufficiale in seconda, sono l’unica addetta alla soluzione delle seghe mentali del suo diretto superiore! Se hai paura di esser violentato da femmine allupate (e qui mi ci metto pure io e tutte le scrittrici di FF, soprattutto quelle che hanno pensato e scritto sta’ roba) c’è solo una cosa che puoi fare. Chiamare Oronzo detto Priscilla di Amsterdam”
“E chi è costui?” chiede il Nostro, con la boccuccia imbronciata e le braccia conserte Image and video hosting by TinyPic (continua così, ciccio, e vedrai cosa ti fanno le due autrici di questa ficcetta!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!)
“Colui che risolverà il tuo problema: è un mago del travestimento. Del resto, è un famosissimo TRAVONE”
“Ohibò, cosa mi tocca fare… ma per Mayu mi sacrifico volentieri”
Giunto sul ponte di comando, il sogno proibito pixellato afferra le caviglie del timone e ci fa sbavare indefesse, come da 30 anni a questa parte:“180° a dritta. Direzione: Terra”

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“Macina macinante, la sposa tua costante, con strazio aspetterà…” Ecco il ritornello della famosissima canzone “Macina, macinante” vincitrice del Festival di San Scemo dell’anno 1972 che il sentimentalissimo Oronzo detto Priscilla stava ascoltando mentre si pittava i labbroni.
Mentre stava spennellandosi abbondantemente il rossetto Mac “Friggimi tutta” (che ci possiamo fare se i rossetti Mac c’hanno nomi scemi? Io ne tengo io che si chiama “Carnal Instinct”. Giuro, esiste) di un rosso pompeiano con sfumatura cinerea (le bloggers di bellezza non ci uccidano), ecco che gli compare davanti il maschio più maschione che mai abbia popolato i suoi sogni zozzi.
“Fammi fare la donna” gli ingiunge Harlock, duro durissimo, anzichenò.
Al che Oronzo detto Priscilla si inginocchia a terra e, sollevando le braccia, dice “Troppa grazia!”

Bimbi: se avete ancora capacità di sopportazione, il resto lo avrete alla prossima puntata.

Auf wiedersehen da Amsterdam!!!
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Notine idiote (ditelo: ne avevate bisogno, eh):
*cit. dal film “Totòtruffa ‘62” di Camillo Mastrocinque (Italia, 1961)
**: dicasi suono onomatopeico per indicare il ciucciare vino a canna. Ma che signore…

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