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di IrishPower
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** For a second ***
Capitolo 2: *** Because is a worst love ***
Capitolo 3: *** Is the moment? ***
Capitolo 4: *** I'm part of you ***
Capitolo 5: *** Looking for our half ***



Capitolo 1
*** For a second ***





" Ricorda che ci penso
ad ogni volta che ci siamo
baciati, ma sento il cuore
che, per una ragione o
per l'altra, perde battiti al
sol rammentar. "


Chapter I
For a second
Jessie

Le nuove audizioni di The Voice erano iniziate oramai da un mese e quella era la penultima puntata. La accompagnò Adam Levine, il suo ragazzo, e con un bacio la salutò, scendendo successivamente dall'auto.
Per questa puntata, Jessie, preparò un vestito - quasi - da festa, ma molto intrigante e moderato; non voleva sembrare troppo vanitosa.
Salutò i produttori e coloro che si occupavano delle luci, musica e quant'altro ed infine arrivò nel suo camerino ove incontro Daniel, Tom e Will.
Rivolse loro un sorriso ampio, un piccolo e semplice cenno di saluto, entrando poco dopo nella stanza per sistemarsi al meglio.
Alla porta, bussò un produttore, dicendole che mancavano cinque minuti all'inizio dello spettacolo; cinque minuti buoni per sistemarsi ancora, come se tutto quello che aveva fatto in quel lasso di tempo non fosse bastato.
Ma voleva essere perfetta per l'occasione, non tanto per se stessa, ma per gli altri; voleva far sembrare bella ed elegante la puntata e per lei, forse, era il modo migliore per dimostrarlo.
Incontrò Danny nel corridoio, una volta uscita, e così iniziò a chiacchierare insieme a lui.
«Allora, sei pronto per la tua sconfitta?», gli chiese scherzosamente, facendo seguire una lieve risata divertita ma cercando comunque di non offenderlo.
Lei e Daniel erano molto amici nonostante non avessero un rapporto frequente.. Si incontravano nei bar dopo alcuni spettacoli che davano insieme, o quando li invitavano, oppure, come in quel caso, prima o dopo lo show.
Simpatizzò facilmente con lui; la sua prima impressione fu proprio quella di un tipo simpatico e socievole, ed il suo istinti femminile non sbagliò.
Infatti così si rivelò.
La aiutava nei momento difficili o quando aveva dei dubbi: se succedeva qualcosa con Adam cercava di consolarla e così anche in altre situazioni. E lei si comportava nel medesimo modo.
In poche parole, ebbe un bellissimo rapporto con Danny.
«Io sono agitatissima.», ammise dopo qualche attimo di silenzio, seguito però da intensi sguardi.
Come al solito, lui riuscì a dirle di stare tranquilla, di non preoccuparsi e di essere sorridente e splendente come al solito.
Come poteva non sorridere a tale dolcezza?
Oltre ad essere un ragazzo fantastico, aveva una sensibilità davvero unica, che pochi uomini dimostrano di possedere.
Lui era diverso e lo sapeva. La attirava, sì, ma come amico.
Bell'aspetto, socievole, simpatico, sensibile... Tutto ciò che piaceva a lei in un uomo, ma non ci trovò mai quel qualcosa in più che poteva costringerla a dire mi piace sotto ogni singolo aspetto.
Aveva Adam e lui le bastava; lo amava, forse troppo, ma la sua mente non era mai occupata da un altro uomo se non lui.
Notò che ci fu un calo di luci e due presentatori salirono sul palco dove si effettuavano le prove.
Lo show era iniziato.

Danny

Penultima puntata di The Voice. Era una dei quattro giudici insieme a Jessie, Tom e Will. Era una serata importante, difatti, per scaramanzia, indossai il mio solito gilet grigio-perla, emblema dei suoi concerti con la band.
Stava parlando con Will e Tom quando la vide arrivare: Jessie salutò tutti, agitando elegantemente la mano sinistra, accompagnando quel gesto, come suo solito, da un ampio sorriso. Entrò nel suo camerino e l'aspettarono fuori.
Un produttore gli passò davanti, annunciando che lo show sarebbe iniziato di lì a breve.
«Cinque minuti!», disse, e Danny ebbe il tempo di prendersi un caffè alla macchinetta elettronica, l'unica in quel corridoio, utile ad animare l'ambiente.
Jessie uscì dopo qualche attimo ed aveva indosso un vestito lungo, non troppo elegante, che le lasciava la schiena nuda, scoperta, quasi chiedesse di essere guardata. E i suoi occhi non poterono non seguire la linea del suo corpo, dal retro del collo, sin giù il fondo schiena. Gli rivolse un sorriso e lui contraccambiò, continuando a sorseggiare il caffè appena erogato.
«Sconfitta? Cosa ti fa credere che perderò, stasera?» Ridacchiò, vedendola sorridere scherzosamente per le sue parole. Conosceva Jessie da un po', quanto bastava per descriverla, almeno. Bella, senza dubbio simpatica, scherzosa, certo. Ciò che lo colpì di lei furono i suoi occhi: grandi, profondi. A Danny piacquero fin da quando, per la prima volta che la incontrò, i suoi fissarono quelli del ragazzo e, a dispetto di quel che può sembrare, non notò altro, o meglio, la sinuosità del suo corpo lo colpì in un secondo momento.
Gli piaceva parlare con lei, ascoltarla, darle consigli. Conosceva Adam, ma non ci scambiò più di una parola o due, quando, venendo a prendere Jessie dopo lo show, aspettava con lui che uscisse dal camerino per salutarla.
«Non dovresti esser agitata.», le ripeté come suo solito.
Voleva essere un buon amico per Jessie; voleva essere qualcuno su cui potesse contare quando ne aveva più bisogno così, l'abbracciò forte, dandole poi una pacca sulla spalla.
Era la prima volta che si sentì bene con una donna. Con lei era se stesso e non doveva fingere di essere un bastardo come per tanto tempo lo aveva dipinto Irma, la sua ex.
Indugiò un attimo, dopo l'abbraccio, per poi essere sorpreso da un cambio improvviso delle luci che segnalavano l'inizio dello show. Era tutto pronto per iniziare.
Si allontanò, facendole cenno di seguirlo in studio, prendendo velocemente posto sulla sua poltrona.
«Tre, due, uno... Siamo in onda!», mugugnò alle spalle di Danny un produttore e fu in quel momento che partì la base ed i presentatori avanzarono sul palco.



Angolo delle autrici:
Questa Fanfiction sarà scritta insieme ad una ragazza, perciò, saremo in due! Patrice Walsh e Irishpoweryeya! I capitoli sono stati rivisitati e scritti in terza persona, non cambiando le battute. Ricordate, che tutto questo è una Roleplay - se non sapete cosa sia, cercare su Google -. Vedrete che ci saranno sempre due modi completamente diversi nello scrivere, proprio perchè le parti sono divise.
Vi vogliamo consigliare un paio di storie, una è di Patrice Walsh, ossia Request Accepted e le altre die di Irishpoweryeya, ossia Wild girl, wild world e In the Mind, nobody.
Alla prossima!
-IrishPower

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Capitolo 2
*** Because is a worst love ***





" Possiamo avere tutti
i mezzi di comunicazione
del mondo, ma niente,
assolutamente niente,
sostituisce lo sguardo
dell'essere umano.
Anche quando un
amico fa qualcosa che
non ti piace egli continua
ad essere tuo amico.
Qualunque azione motivata
dal furore è un'azione
condannata al fallimento. "
- Paulo Coehlo



Chapter II

Because is a worst love

JESSIE

Le luci si abbassarono e riuscì a vedere solamente gli altri giudici nella penombra; si sporse appena verso Danny e gli sorrise con dolcezza: un sorriso che non pensò mai di fare, ma che le venne talmente naturale da non crederci. Era un modo per augurargli "buona fortuna".
Chiuse gli occhi per godersi meglio le sensazioni, i brividi di quella voce che iniziò a cantare. E destino volle che fosse "I will always love you" di Whitney Houston.
Si sporse automaticamente verso Danny, con gli occhi appena sbarrati e lucidi dall'emozione. Quando si incontrarono nel bar, ricordò, fu quella la canzone alla radio, alta, piena di sentimenti. E quel ragazzo le stava trasmettendo nuovamente le stesse emozioni.
"Questo è mio!", affermò la ragazza con convinzione, premendo il pulsante ed alzandosi in piedi per applaudirlo, come sotto fondo, cercando di non distrarlo e sorridendogli ampiamente. Fu strano come una canzone come quella si presentasse proprio in quel momento, a inizio puntata. Era allucinante quanto il destino cercasse di dirle qualcosa, ma non riuscì mai a capire che cosa.
"E' meravigliosa...", sussurrò non appena il ragazzo terminò di cantare, vedendo che anche gli altri giudici si erano girati. Guardò nuovamente Danny, come se da un momento all'altro dovesse contendere quel ragazzo, come una sfida, una lotta.
"Jessie, non fare l'accattona! Si sa che sceglierà me!", disse Will con il solito sarcasmo, ridacchiando e facendo ridere non solo Jessie, ma anche il pubblico. Scosse la testa e alzò gli occhi verso il soffitto, stringendo poi le labbra e tornando per qualche secondo seria.
Lasciò parlare anche Tom, che espresse qualche parola di complimento e lusinga: si vedeva che ci teneva ad avere quel ragazzo.
E così seguirono le parole di Danny e rise debolmente per quanto fosse deciso a prenderlo, anche con quell'atteggiamento da bambino che sfidava continuamente Will.
E fu così che il destino, anche questa volta, volle lasciare il ragazzo a lei. Si alzò dalla sua postazione e corse ad abbracciarlo, soddisfatta della scelta.
Una voce così non era da tutti i giorni e voleva approfittarne finchè era possibile.
Appena si girò per tornare sulla poltrona; lanciò un'occhiata scherzosa a Danny, facendogli la linguaccia e ridacchiando.
Il motivo, le era ancora oscuro, ma da quel momento l'avrebbe guardato con occhi diversi.


DANNY


Non appena iniziò lo show, la vide girarsi verso di lui, con quel solito sorrisetto scherzoso che avrebbe fatto impazzire qualsiasi uomo e, dovette ammettere, gli fece venire la pelle d’oca.
Conosceva Jessie da un anno oramai e, non poté far a meno di constatare giorno dopo giorno, quanto meravigliosa fosse e, quanto dovesse - presumibilmente - essere piacevole uscire con una come lei.
E non uscire come amici, ma essere il suo ragazzo.
La fissò quasi incantato per qualche istante, soprattutto quando il ragazzo si presentò sul palco con quella canzone.
Ricordò che quella sera, al bar, non appena la sentì, iniziò a cantarla e, inspiegabilmente e senza nessun apparente motivo, pensò a lei.
“I will always love you…”, le cantò, ridacchiando poco dopo per quanto sembrasse buffo. Ricordò che lei rise, lo prese per mano e ballarono per il resto della serata, senza malizia, senza dir nulla che potesse rovinare quel momento così prezioso.
Si guardarono semplicemente e, in quel preciso istante, sentì un peso al petto, lo stesso che avvertì non appena sbarrò gli occhi nell’udire quella melodia.
“Questo è mio, invece!”, la sfidò, premendo il pulsante subito dopo di lei, ascoltando il ragazzo e chiudendo gli occhi per concentrarsi sulla sua meravigliosa voce.
Ma il risultato fu che si ritrovò ad aprire gli occhi e a cercare lo sguardo di Jessie per il resto dell’esibizione.
Sorrise imbarazzato non appena quel suo desiderio si avverò, ma la magia non durò per molto.
“Grande voce, delicata...”, constatò Tom, applaudendo al ragazzo.
Jessie non mollava la presa, così iniziò uno dei suoi monologhi per convincere il ragazzo a sceglierlo.
Ma la sua opera di convincimento fu vana.
Il ragazzo scelse Jessie e si sentì sollevato; se non poteva averlo lui, poteva averlo lei.
La serata finì dopo altre quattordici esibizioni e tre dei concorrenti presi, i quali decisero di voler far parte nel suo team.
Si alzò e sgranchì le gambe e le braccia, ridacchiando nel vedere Jessie fissarlo con aria curiosa. Le rivolse un flebile sorriso, chinando appena il capo nel superarla, quasi si sentisse in imbarazzo, ora, da solo con lei nello studio.
“Ci vediamo per le prove di domani..”, mugugnò a labbra strette, stringendo una mano in un pugno per quanto fosse risultato freddo e distaccato quel suo tentativo d’approccio.
Fece per andarsene, ma fu più forte di lui: si girò e la vide lì, a sorridergli e non poté far altro che chiederglielo. Lei era diversa e voleva passarci del tempo, ancora ed ancora.
“Vuoi un passaggio..?”


Angolo delle autrici: Salve ragazzi! Finalmente abbiamo aggiornato col secondo capitolo della storia. Speriamo possa piacervi in quanto ci teniamo molto al giudizio del pubblico che ci segue. La storia è ancora agli inizi, per cui ci vorrà del tempo per scoprire cosa accadrà tra Danny e Jessie.
Il capitolo è stato modificato in terza persona.
Nel mentre, se volete seguirci, ci trovate su Facebook!

Abbiamo una pagina dedicata ai The Script, dove troverete tante nuovissime immagini e contest per vincere fantastici premi relativi alla band.
Che altro dire?! Continuate a leggerci e a recensire se vi va.
Vi vogliamo consigliare un paio di storie, una è di Patrice Walsh, ossia Request Accepted e le altre di Patrice Walsh e di Irishpoweryeya, ossia Wild girl, wild world e In the Mind, nobody.
Un abbraccio a tutti voi, a presto!
Patrice Walsh e Irishpoweryeya.



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Capitolo 3
*** Is the moment? ***






Parlami, scambiamoci parole,
ma non ignoriamoci. Siamo
come l'acqua e l'oceano:
un mare di differenza ma
sempre affini.

Chapter III
Is the moment?

POV JESSIE

Stavo per incamminarmi verso casa, dopo essermi abbottonata la giacca, che sentii la voce di Danny dietro di me.
Alzai le sopracciglia a quella domanda, non aspettandomela. Il suo volto era così dolce che non potevo di certo offrirgli una risposta negativa, ma nemmeno positiva; se Adam mi avesse vista insieme a lui non si sarebbe di certo risparmiato una scenata.
L'unica cosa che riuscii a fare, fu sorridere; sorridere per quel suo viso così innocente, sorridere per quanto ci mettesse dell'impegno nel dimostrare il proprio affetto. Quell'attimo di pausa, rivolto a pensieri su pensieri, si ruppe con un cenno lieve del capo, che annuì, dandogli quindi una risposta affermativa.
"Accetto volentieri.", dissi.
Non mi preoccupai per Adam, infondo avrebbe fatto ugualmente la stessa cosa che mi sarei immaginata, una volta arrivata a casa. Salii in auto e quel tragitto fu così silenzioso da mettermi i brividi: io e Danny avevamo moltissimo da dirci, o almeno, io avevo tanto da raccontargli, ma avevo una paura tremenda di annoiarlo. Era un ragazzo pronto ad ascoltare qualsiasi cosa, noiosa o meno, ma purtroppo quel limite non mi fece aprire bocca per tutta la strada che facemmo.
Di tanto in tanto mi fermai a guardarlo e sulle mie labbra si dipinse un lieve sorriso dolce; pensai a quanto fosse fragile in questo momento, dato che Irma l'aveva lasciato da veramente poco. Come si può lasciare un ragazzo così sensibile e buono? Non riuscivo a spiegarmelo. Quelle domande erano grandi quanto il punto interrogativo che mi portavo nella mente. Che ci fosse stata un'altra relazione dietro? Che volesse cambiare invece di stare sempre con lo stesso? Scossi la testa tra me e me; non volevo credere ad un'opzione del genere, sarebbe stata troppo meschina anche da parte di un uomo.
Solamente dopo mi accorsi che da qualche secondo eravamo arrivati davanti a casa mia e il mio cuore prese a martellare, forse per l'agitazione, forse per il nervoso. Se fino ad ora non avevo detto niente, ora che avrei dovuto dirgli se non "grazie"?
Come potevo essere così in imbarazzo, e soprattutto, come potevo provare vergogna dinanzi a lui?
"Grazie", mormorai, abbozzando un sorriso nervoso. Aprì lo sportello dell'auto, ma prima di uscire mi fermai qualche secondo a ragionare. Ma ragionare non fu abbastanza, dato che mi voltai e gli diedi un lieve bacio sulle labbra.
"Non fare domande...", ridacchiai, per smorzare la tensione che provavo. 
Probabilmente il mio viso divenne rosso, me lo sentii caldo, imbarazzato e impacciato. Scesi dall'auto, prendendo un respiro profondo come per tranquillizzarmi e chiusi la portiera, salutandolo.
Non appena arrivai davanti alla porta, mi vidi comparire improvvisamente Adam, che teneva lo stipite stretto tra le mani, quasi non mi volesse fare entrare.
"Devo chiedertelo o mi spieghi senza che io ti interrompa?", mi domandò.
Il suo viso era cupo, le sopracciglia corrucciate in una smorfia non troppo contenta, anzi, severo. Ed io, avevo paura di quello sguardo; Adam, da molto tempo non era più lo stesso. Non era lo stesso che avevo conosciuto per la prima volta.
"Non pensare male, Adam...", dissi, cercando di non farlo alterare troppo.
Abbassai il capo, come pentita. Odiavo fare sempre quello che diceva e ad ogni cosa rimproverarmi. Non ero una bambina e la sua gelosia l'avrebbe dovuta domare, in un modo o nell'altro.
"Fidati di me, io... Ti amo."
Fui talmente sincera che il mio cuore perse un battito e un sorriso triste comparve sulle mie labbra. Il respiro quasi mi mancava e lo stomaco era in subbuglio.
Lo guardai negli occhi e ancora gli sorrisi.
"Per favore..."
 

POV DANNY

Strinsi le labbra non appena le posi quella domanda, sospirando rassegnato, pensando di ottenere una risposta negativa.
Tirai però un sospiro di sollievo non appena la vidi girarsi verso di me ed annuire  dopo qualche attimo di titubanza.
Le aprii la portiera dell'auto e sorrisi con nervosismo non appena entrò. Tirai un forte sospiro, salendo poco dopo e mettendomi alla guida. Restammo in silenzio per tutto il tragitto e non potei far altro che maledirmi mentalmente per tutto ciò che stava accadendo.
Schiusi le labbra per dir qualcosa ma finii con il mordermi l'interno della guancia, volendo evitare altri guai dettati dall'impulsività.
Parcheggiai infine dinanzi casa sua, sentendola agitata più del solito. Mi ringraziò e l'unica cosa che seppi fare fu sorridere goffamente come a voler ricambiare.
"Hai così paura di me?", stavo per domandarle, ma non ve ne fu l'occasione che mi ritrovai le sue labbra sulle mie, schiuse quanto bastava a pregustare il sapore della sua bocca.
Sorrisi in quel punto, stringendole la mano, ma la presa fu tanto debole che poté sfuggirmi. Mi ringraziò e si dileguò, salutandomi con un cenno della mano.
Stavo per mettere in moto quando vidi Adam comparire sulla porta, cosciente di quel che era successo. Lessi il labiale, cercando di decifrare cosa si stessero dicendo e decisi di scendere non appena lo vidi perdere la pazienza per la situazione.
"Lasciala stare... È... È colpa mia. Lei ha accettato un passaggio per gentilezza..." Strinsi le labbra, deglutendo a fatica ed avanzando contro di loro, sentendo il cuore battere sempre più forte.
"Daniel...", ridacchiò in uno sbuffo, pronunciando il mio nome come fosse spazzatura.
"...la mia ragazza... Jessica. La conosci per caso?", domandò facendo dell'ironia sulla situazione.
Adam le sorrise, lei ricambiò e quasi mi sentii svenire, perdendo un colpo non appena la udì sussurrargli che l'amava. Chinai il capo e lo scossi tra me, sentendomi uno stupido per quel che involontariamente avevo provato.
Era stato solo uno stupido bacio e mi ritrovai, stupito di me stesso, seduto in auto un attimo più tardi, premendo con decisione il piede sull'acceleratore.
"Coglione... Ecco cosa sono!", mugolai tra me e me, battendo un colpo contro lo stereo dell'auto, facendo saltare la copertura sul sedile accanto al mio.
"Dannazione!", sbottai, aumentando la velocità, deciso a guidare verso casa, con la speranza di dimenticare al più presto quel che un semplice bacio mi aveva trasmesso: dolcezza, passione, amore.
 


Angolo delle autrici: Ciao ragazzi! Abbiamo provato ad allungare la storia come ci avete chiesto e speriamo di aver esaudito la vostra richiesta (anche se molto di più non si può fare). Vi ringraziamo per ogni commento, li appreziamo tantissimo! Ci potete trovare su Facebook se volete!
Vi vogliamo consigliare un paio di storie, una è di Patrice Walsh, ossia Request Accepted e le altre die di Irishpoweryeya, ossia Wild girl, wild worldIn the Mind, nobody.
Irishpoweryeya e Patrice Walsh!

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Capitolo 4
*** I'm part of you ***






Soffochiamo i nostri gemiti
nella notte e continua
a darmi piacere; non faccio
altro che pensare a te, a
quanto tu sia meravigliosamente
fantastico in ogni minima
cosa che fai.
Non abbandonarmi, non ora
che ho un fondamentale
bisogno di te.
Chapter IV
I'm part of you

Sapeva di aver sbagliato con Danny; quel bacio era stato un errore e se ne rese conto solo quando incontrò gli occhi di colui che la stava aspettando a casa.
Capì solo in quell'istante di aver commesso l'errore della sua vita e, incosciente, aveva baciato un uomo che era stato solo un amico da anni.
Avrebbe dovuto scusarsi con lui quando ne avrebbe avuta l'occasione, ma aveva una tremenda paura che potesse odiarla e così, seduta sul suo divano, guardò ripetutamente il display del cellulare, aspettando una sua chiamata o un suo tanto atteso messaggio.
Danny, per lei, era importante quasi quanto l'ossigeno: fu la prima persona che conobbe a Londra e, insieme, cantarono nei pub e nei bar locali della città; perderlo per una sciocchezza le sembrava davvero così irreale.

Adam uscì presto per andare allo studio di registrazione, e dopo averle dato un bacio sulle labbra, che prolungò quanto possibile per poterlo ricambiare, disse che sarebbe ritornato nella tarda sera.
Ancora non capì tutti quei misteri: quando incontrò Adam, per la prima volta, si rivelò un ragazzo dolce e sensibile, almeno quanto Jessie, e le piacque proprio per quello. Con il tempo, però, qualcosa accadde: forse la lavorazione del disco, forse problemi allo studio, ma Adam fece un cambio immediato di comportamento.
Tutta quella situazione le stava provocando pensieri che non avrebbe mai dovuto fare, ma che fece.
Così, munita di quel poco di coraggio che le bastava per scrivere un messaggio, aprì la rubrica del cellulare e cercò il nome "Danny".
"Mi dispiace per quello che è successo ieri sera, non volevo illuderti o darti false speranze, era un bacio che mi è scappato ma che ero consapevole di darti. Qualsiasi cosa tu abbia pensato, ti chiedo perdono."
Strinse le labbra e alzò lo sguardo verso lo schermo del televisore spento, riflettendosi nel nero. Continuò a comporre il messaggio dopo aver pensato bene alle parole che avrebbe potuto scrivere; non avrebbe mai voluto ferirlo, non più di quanto non abbia fatto il giorno prima.
"Ti va se ci vediamo al bar del centro? Ho tanta voglia di chiacchierare con te."
Dopo un intensa lettura, titubò ad inviarglielo. Le avrebbe risposto? Sicuramente sarebbe dovuta rimanere nel dubbio e aspettare di leggere una sua risposta, ma la paura si stava colmando nel cuore tanto che le fece accelerare il battito.

A quel messaggio non ebbe mai risposta.
Passarono ore da quando glielo inviò e dovette ammettere che in tutto quel tempo stette male, era ferita e delusa.
Sicuramente anche lui, il giorno prima, aveva provato le sue stesse sensazioni e poté capire, solo in quel preciso istante, quali fossero le emozioni di Danny.
Riprese il cellulare, guardando nella cartella dei messaggi se l'avesse degnata di una risposta, ma niente. C'era ancora il suo testo, scritto nero su bianco, ma di lui, niente, nemmeno una piccola lettera.
La sua paura era quella di poter interrompere i rapporti con lui, nonostante la loro amicizia fino in quel momento fosse stata ben solida. Era l'unica persona che, in tutto quel tempo, era stata in grado di accettarla sotto ogni forma e, nonostante tentasse in ogni modo di negarlo al proprio cuore, le piaceva.
Caratterialmente e fisicamente.
"Incontrarci è così sbagliato?"
La sua insistenza avrebbe provocato una reazione, probabilmente negativa, ma voleva che rispondesse a quel che gli stava scrivendo. Così digitò quel nuovo messaggio e glielo inviò, aspettando una nuova risposta.
Probabilmente la tanta attesa risposta sarebbe stata sì, è sbagliato. Ma voleva provarci, voleva provare a sentire il suo punto di vista, a parlargli faccia a faccia e non a nascondere quello che provava.
Danny aveva sofferto e ancora ora soffre per la mancanza di Irma; il suo amore era stato futile e innocuo, nonostante i quattro anni passati assieme. Jessica conosceva quella donna, ma fortunatamente non aveva mai avuto a che fare con lei come amica o come conoscente: è sempre stata dell'idea che fosse una ragazza molto altezzosa e così si rivelò.
A volte non capiva come Danny potesse stare con una donna così, erano oceano e cielo: lui troppo buono, lei troppo acida.
Ma il buono tace e il cattivo è un rapace. E si sa che i rapaci hanno l'abilità di rubare qualsiasi cosa e Irma lo fece con il cuore di Danny; lo usò, si voleva far notare, voleva farsi notare come la modella che stava con un cantante, per poi buttarlo in mezzo alla strada quando si sarebbe stancata.
E lui sta solamente cercando qualcuno di cui fidarsi, non illudersi. Ma Jessie non sapeva quali fossero i suoi sentimenti nei confronti di quell'uomo, non sapeva più che cosa pensare e mano a mano che i secondi passavano, i dubbi facevano spazio nel cervello e soprattutto nel cuore. Non riusciva a convincere sé stessa di essere innamorata di Adam, quel ragazzo che le aveva rubato il cuore per poi farne un uso libero. Probabilmente, pensò, non era più innamorata di Adam; ma perchè?
Perchè c'è un altro.
Perchè ora stava pensando ad un altro uomo.
Ad un uomo probabilmente migliore. 



Danny arrivò stremato a casa, quella sera.
Aveva bevuto più del solito e soltanto Dio poteva capire quanto potesse star male.
Si risvegliò con un peso allo stomaco, cominciando a passare in rassegna tutte le azioni della sera precedente.
Lo show, la fine della puntata, il passaggio a Jessie, il bacio... Di Jessie. 
Il bacio. Pensò quanto potesse esser stupido a credere che per lei fosse più di un semplice amico. 
La verità, si mise a riflettere, era che voleva vendicarsi di Adam e lui era l'unico che avrebbe acconsentito ed il perché era chiaro come il sole: provava qualcosa per lei. Al solo pensiero ne rimase nauseato; come poteva provare qualcosa per una sua amica, sapendo che era fidanzata da più di due anni?
Adam l'amava e l'aveva dimostrato quella stessa sera, quando era stata rimproverata di esser stata vista con lui. 
Sentì impercettibilmente il suono del telefono che annunciava un nuovo messaggio. 
Leggere il suo nome sul display lo fece rabbrividire, motivo per cui si alzò pesantemente dal divano, sul quale era steso in scomodamente, si sgranchì il corpo e salì le scale. 
Si chiuse in bagno per fare una doccia, uscendone dopo due ore per il tempo perso a ripetere a sé stesso, riflesso nello specchio, che amare Jessie era come amare una donna sposata. E, se fossero stati negli anni cinquanta, si sa come sarebbe andata: lo avrebbero deriso. 
Quando finalmente scese, si rintanò in cucina. Riprese il cellulare solo in quel momento, leggendo il suo messaggio. Ne trovò due in casella, uno in cui si scusava e l'altro, in cui gli chiedeva cosa ci fosse di sbagliato nel vedersi. 
"Nulla", rispose semplicemente, addentando un biscotto. 
"Non mi hai illuso. So che sei fidanzata e ho ricambiato perché tu ne avevi bisogno; bisogno di sapere che Adam è l'uomo della tua vita e, da come se l'è presa, direi che ti ama, così come deve essere."
Deglutì ad ogni singola riga, alzando per un momento lo sguardo al soffitto per prendere un respiro più lungo.
"Nessun rancore, ci vediamo a lavoro. Ora scusami, ho delle cose da fare.". Fare, nel suo caso, equivaleva a vegetare passivamente sul divano, cambiando canale di continuo quasi fosse una povera donna depressa in preda ad uno dei suoi giorni no. 
Si maledisse mentalmente più e più volte, rimpiangendo d'averla baciata e provato quel che non gli era mai successo con nessun'altra donna. 
Sentiva che aveva paura: paura di esser lasciata sola e, quella sensazione, si propagò attraverso le sue labbra che impregnarono le quelle di lui con quel flebile contatto. 
Amava davvero Jessie..?
Si ripeté la medesima domanda molte volte, bevendo sempre di più con l'unico scopo di dimenticare. E, per qualche ora lo fece, crollando in preda del sonno.

***
Amava davvero Jessie...?
Si ripetè la medesima domanda svariate volte, bevendo sempre di più con l'unico scopo di dimenticare. Ma ogni tentativo fu vano.
Si ritrovò in auto poco dopo, guidando verso l'appartamento della ragazza, sperando di trovarla lì, da sola. Pensò di voler saper tutto di lei, di metterle a nudo l'anima e farle capire che al mondo, talvolta, chi abbiamo accanto non deve necessariamente essere l'amore della propria vita.
Per quel tipo di amore c'è bisogno d'altro e lui si sentiva pronto a donare sé stesso a qualcuno di migliore, qualcuno come lei.
Dopo Irma, pensò, non aveva avuto più nessuna donna. Jessie era stata la prima, dopo tanto, troppo, tempo, a prendersi il suo cuore a tenerlo per sé. Voleva di certo di qualcosa e quel qualcosa l'avrebbe saputo in quel momento quando, affannato e in preda ad una crisi di nervi, deglutì e fece quello che non credeva avesse mai potuto fare in vita sua: se la ritrovò davanti e, con uno slancio repentino, ricongiunse le proprie labbra con le sue in un bacio.


Angolo della autrici: Eccoci qui con un nuovo capitolo che, come promesso, sarà in terza persona! E' complicato anche in questo modo, poichè rimane sempre una Roleplay condivisa, ma dobbiamo per forza programmare ogni cosa: quello che faremo, quello che diremo e quant'altro. Speriamo sia di vostro gradimento e le critiche, come i consigli, sono ben graditi! Se volete seguirci, siamo su Facebook!
Vi vogliamo consigliare un paio di storie, una è di Patrice Walsh, ossia Request Accepted e le altre die di Irishpoweryeya, ossia Wild girl, wild worldIn the Mind, nobody.
Patrice Walsh e Irishpoweryeya.

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Capitolo 5
*** Looking for our half ***






" Credere che il pensiero,
non imputabile civilmente,
sia non imputabile moralmente,
è grand'inganno; quasichè
le stesse passioni che, secondate,
tengono l'azione, non torgano
l'opinione."
- Angusto Conte






Chapter V
Looking for our half

Ci furono avvenimenti che la fecero riflettere, coincidenze che non riusciva a spiegarsi; aveva amato lo stesso uomo da più di due anni e con lui ebbe il desiderio di formare una famiglia, sposarlo, ma in quel preciso istante tutte le sue certezze si frantumarono.
Si ritrovò immobile, come paralizzata, coinvolta in un bacio che probabilmente avrebbe potuto evitare, ma non lo fece. Era come se qualcosa, o qualcuno, l'avesse legata in una morsa tanto stretta da non potersi liberare.
Non respinse né il bacio né Danny, anzi, lo attirò di più a sé, stringendogli convulsamente la giacca; entrambi i corpi si toccarono, si sfiorarono, si bramarono; le mani di lei sull'addome del ragazzo , accarezzavano e stringevano la sua maglietta bianca.
Il viso di entrambi era contratto da una smorfia felice e risero quando, aperti gli occhi, si accorsero di guardarsi. Bastavano solamente i loro occhi per potersi dire tutto, e bastò guardarsi per capire l' intesa che c'era tra loro da molti anni. Un momento intenso, che durò pochi minuti, ma che fu sufficiente.
«Danny...», il silenzio fu rotto da un sussurro proveniente dalle labbra di Jessie, costringendo il ragazzo a guardarla negli occhi.
Le loro bocche erano schiuse, pronte per darsi un altro bacio più appassionato; ne voleva altri. Voleva continuare a catturare le sue labbra ma per un breve attimo si scostò, fissando gli occhi in quelli di Danny.
Un'altra serie di emozioni e sensazioni scombussolarono il loro stomaco ed il cuore di entrambi accelerò i battiti.
Insieme a quei piacevoli pensieri e agli stimoli che non davano modo di placarsi, c'era anche il pentimento: si riteneva una traditrice per il semplice fatto di aver ricambiato quel bacio, perchè sapeva di essere innamorata di Danny. E quell'amore era durato per anni, troppo a lungo e inconsapevolmente.
Un bisogno incolmabile colpì nuovamente i due, ancora con le labbra schiuse e con gli occhi puntati su di esse. Ansimarono; il respiro affannoso, le mani strette sulle magliette, i corpi che pregavano di continuare, di approfondire ogni singolo tocco.
«Continuiamo... Andiamo fino in fondo...». Furono momenti interminabili di silenzio, interrotti dalle parole strozzate della ragazza.
La pioggia cadde incessante sulle loro teste, bagnandoli; ma non fu questo a fermarli. Jessie voleva trovare una spiegazione per quei sentimenti e quelle emozioni tanto forti da farle impazzire il cuore. Quel momento lo stava vivendo appieno e nella sua mente era tutto più chiaro e fluido: non era Adam che amava.
Dentro di sé era cosciente del fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbe avvicinata così tanto a Danny: si sarebbe pentito e l'avrebbe allontanata, colpito dai rimorsi e dalla delusione. Ma non era quello che voleva, non era ciò che serviva a Jessie. Le mancava qualsiasi premura derivante da un uomo. Adam non le dava più nessuna soddisfazione, se non a letto, e questo la spaventava. 
Aveva bisogno di Danny, colui che per tanto tempo era stato solo un amico, colui che stava stringendo al proprio corpo per permettergli di non andarsene.
«E se te ne pentissi...?», domandò il ragazzo, guardandola con innocenza e deglutendo a fatica per quelle stesse parole.
Le parole di Danny le fecero perdere per un breve attimo il respiro. Non si sarebbe dovuta stupire, infondo lo sapeva che tra loro non ci sarebbe stato nient'altro se non amicizia e ora, dopo ciò che era successo, sarebbe stato anche qualcos'altro. Forse odio o peggio, indifferenza. 
Si sarebbe pentita, ne era sicura. Ma c'era qualcosa in lui che le faceva desiderare di non tornare indietro. 
Sotto quella pioggia incessante rimembrò il momento in cui, per la prima volta, si erano incontrati in un bar e si erano guardati negli occhi; quegli occhi che l'avevano catturata fin dal primo istante; era entrata in contatto col suo corpo, ed avevano bevuto insieme quel bicchiere di birra, ballando al ritmo di una canzone d'amore: la loro canzone d'amore.
Il cuore le batteva disperatamente, in cerca di una risposta. La sua mente era colma di pensieri preoccupanti.
Stava cercando la sua libertà; voleva volare via da quella gabbia in cui era stata imprigionata e spiccare il volto insieme ad una persona che l'avrebbe resa felice. E Danny, pensò, l'avrebbe fatto.

Quando si ritrovò con le labbra sospese su quelle di Jessie, Danny non poteva immaginare che ne avrebbe desiderato ancora. 
Insaziabile, fece quel che aveva desiderato da tempo, baciandola. 
Voleva lei, ne era sicuro; eppure, non seppe come comportarsi quando, finito di cibarsene, guardò le sue labbra e pensò che fosse un errore. 
Amarla, era un errore. 
Si chiese cosa sarebbe successo con Adam, il ragazzo di Jessie, e la risposta non sarebbe tardata ad arrivare. L'avrebbe trovato e preso a pugni per aver anche solo sfiorato quella donna di sua proprietà. 
Sorrise di sbieco, pensando che se fosse stato lui, il suo uomo, non l'avrebbe certo trattata in quel modo. Le avrebbe dato amore ed avrebbe costruito qualcosa di reale e concreto: una famiglia. 
Guardarla, anche solo da lontano, gli faceva battere il cuore ogni volta, costringendolo a rifiutarsi di pensare per non scendere in pensieri tutt'altro che casti. 
Voleva il corpo di Jessie. Voleva le sue labbra, il suo seno ed il suo ventre, per farla godere e goderne egli stesso. 
Conosceva il suo corpo quasi fosse un libro. Sapeva persino del neo sul fianco destro della ragazza. 
Lo scoprì quella mattina, di qualche tempo addietro, quando si recò a Los Angeles per la promozione dello show. E la vide lì, distesa al sole, più sexy che mai.
Anche allora, si costrinse a pensarla in maniera diversa.  Fu in quel preciso istante che capì di esserne ciecamente innamorato. Adam era con lei e bastò un bacio del ragazzo a far scattare in lui la molla della gelosia. 
Ma seppe che non sarebbe mai stata sua. 
«Devo andare.» Sussurrò. «Domani abbiamo lo show e... Ci vediamo per la finale.»
Abbozzò un sorriso, facendo un passo indietro. Temporeggiò, incontrando nuovamente i suoi occhi. 
Ansimò, ancora preso dal bacio e le lasciò piano la mano, mordendosi l'interno della guancia come per trattenersi dal dirle altro. 
«Scusa non... Non so cosa mi sia preso.» Aggiunse, deglutendo e tirando appena su col naso. 
Boccheggiò, incapace di instaurare una conversazione e scappò via, come fosse un ragazzino in preda ad una crisi adolescenziale. 
Arrivò sul vialetto di casa e si voltò a guardarla, impassibile a qualsiasi movimento o espressione. 
Si nascose dietro un cespuglio non appena Adam parcheggiò dinanzi al garage. Scese, il ragazzo, e si diresse verso casa, chiudendo dietro di sé la porta e l'ultimo spiraglio di luce, creando il buio fuori e dentro l'anima di Daniel. 
Solo, tornò a casa, sotto la pioggia. 

Il corpo richiedeva ancora quello di Daniel, supplicava che la potesse baciare ancora, che le sue labbra potessero prendere le proprie e farla sentire amata, posseduta, desiderata... Ma così non fu. Lo vide allontanarsi ed il suo sguardo rimase perso sulla schiena del ragazzo che intanto si incamminava a passo svelto verso casa.
Bastò quella scusa per scaricarla e si sentì nuovamente il mondo crollarle addosso, il peso della propria coscienza e la mente che le diceva che aveva sbagliato tutto; illusa, si era solamente illusa che lui potesse rimanere insieme a lei, che potesse portarla via di lì, a casa sua, sotto le coperte, a fare l'amore...
Ma tutto quello, fu solamente frutto della sua speranzosa mente; ma ora, i suoi occhi supplicavano di rivederlo, pregavano di poter vedere apparire la figura atletica del ragazzo tornare da lei, ma ciò non accadde.
Jessie, rimase ferma, sul pianerottolo di casa e lo sguardo perso in un punto indefinito della strada, mentre la pioggia cadeva incessante come una cascata. In quel momento, si chiedeva se Danny avesse fatto la scelta giusta, se quell'azione non fosse stata solamente frutto di un'impulsività dovuta al nervosismo o alla gelosia nei riguardi di Adam.
Ma quelle risposte non arrivarono mai, doveva, probabilmente, rimanere nel dubbio e in balia dei propri interrogativi. 
Si distolse da quei pensieri, quando due fari blu illuminarono il suo volto e tutta la casa dietro di sé; Adam era tornato e non doveva vederla con gli occhi rossi e lucidi. Avrebbe fatto mille domande a cui lei non sarebbe mai stata abbastanza pronta per rispondere.
«Piccola, non sai quanto mi sei mancata...» Un forte odore le invase le narici e per un attimo si scostò per quanto fetore emanasse; puzzava di alcol e di... sesso.
Ormai da mesi, Adam, usava la scusa del lavoro e dello studio per liquidarla a casa, da sola, mentre lui se ne andava in un qualche pub a scolarsi infiniti boccali di birra e a sbattersi donne nel bagno. Troppe volte litigavano per via di quel motivo e troppe volte si ritrovavano a far l'amore nel loro letto, nella stanza che si sono costruiti insieme quella volta che decisero di andare a vivere come una coppia.
E tutta la rabbia si frantumava, tutta l'irritazione passava, e il motivo del litigio nessuno dei due se lo ricordava; ma lei sì, lei non avrebbe mai dimenticato le notti passate tra il freddo e le lacrime, da sola, sul divano a guardare qualche film drammatico con una sola coperta. 
Se lui le fosse entrato dentro, nel proprio cuore, sarebbe stato sorpreso di quanto rancore e delusione provasse, probabilmente avrebbe cambiato il suo atteggiamento strafottente e troppo indipendente, ma fin'ora, tutto quello che Jessie riceveva, non era amore, ma sesso.
«Anche tu...» Riuscì a trattenere tutto quel dolore, ritirò le lacrime indietro e un nodo strinse talmente forte la gola da farle male. 
Un dolore che non aveva niente a che vedere con quello che provava internamente, con le continue lacerazioni che il cuore doveva continuare a subire e non avrebbe mai spesso, con il continuo pensiero che nessuno l'avrebbe accettata per quella che era, ma solamente per quello che faceva.
Rientrarono e si sedette sul divano mentre lui si spogliò della giacca e della maglietta, sedendosi pesantemente di fianco alla ragazza; le cinse la vita e la strinse a sé, regalandole un bacio sul capo.
Sentì un sospiro stanco arrivare dalle labbra di lui, ma non ci fece troppo caso; i suoi occhi erano persi nel vuoto, sembrava completamente incosciente. Prese un respiro e tornò alla realtà, spostando gli occhi verso l'uomo al suo fianco che la stringeva donandole quel calore che le mancava da fin troppo tempo.
«Devi aver lavorato tanto...» Adam notò il tono sarcastico, ma era troppo spossato per poter rispondere vivamente a quella battuta. 
Si limitò ad annuire con un semplice cenno del capo e un sorriso - seppur debole - animò il suo volto accennato appena dalla barba che stava ricrescendo; ma Jessie non ebbe reazioni, tornò a guardare lo schermo nero della televisione: c'erano loro due, abbracciati. Ci si poteva specchiare. E ancora una volta, capì che non era Adam colui che voleva al proprio fianco.

Lasciarla lì, sulla soglia del pianerottolo di casa, fu per Daniel uno sforzo immane.
E, proprio quando capì che nella sua vita ciò che si lascia è destinato a perdersi, fu spinto impetuosamente a cambiare rotta e a correre verso di lei, la sua unica certezza. passo dopo passo, perdeva un battito e si costringeva ad ansimare per non perdere il ritmo.
Arrivò in meno di dieci minuti, bloccandosi con il fiato corto sul ciglio della strada, spaesato e spossato.
Adam era rientrato e quella sua unica certezza si era chiusa la porta alle spalle, lasciandolo solo, preda del freddo e della pioggia che gli rianimava il volto e disinfettava le ferite. Deglutì nervosamente ed annuì tra sé, lasciando che l'acqua spazzasse via qualsiasi ricordo o contatto legato a Jessie.
Era una follia credere di poter ottenere così facilmente la donna che amava da anni, eppure non riusciva a far altro che a ripetersi, forse erratamente, che era la scelta giusta per lei, per lui, per loro.
Fece dietrofront e, con le mani chiuse in pugni dentro le sacche del jeans fradicio, si incamminò senza alcuna meta verso il centro di Londra. Qualcuno lo riconobbe, qualcuno lo evitò, ma Daniel non vi vece neppure caso, vittima di quello stato passivo in cui amava crogiolarsi.
Non era un tipo impetuoso e non amava le grandi dimostrazioni in pubblico, ma per Jessie, pensò, avrebbe fatto un eccezione.
Capitò in un bar all'angolo di Oxford Street e barcollò, seppur sobrio, verso il bancone. La barista lo riconobbe, ma non disse nient'altro se non «Qualcosa di forte, vero?», e lui si limitò ad annuire.
Un cicchetto di whisky seguito da due birre lo sconvolsero a tal punto da fargli rimettere ciò che precedentemente aveva ingerito, fuori dal locale.
Una mano l'adagiò sulla pancia, pulendosi le labbra con la manica della giacca, che quasi impercettibilmente odorava ancora di lei, come fosse impregnata del suo profumo. Quest'ultimo particolare non fece che spaventarlo, tanto da iniziare a correre verso Hyde Park, scavalcare l'inferriata e stendersi a pancia in su, con il capo chino di lato.
Contò le stelle, sbattendo le palpebre per la stanchezza a cui era andato inevitalmente in contro nell'ultima ora. Bastò qualche battito di ciglia a fargli perdere i sensi a lasciare che, piano piano, si abbandonasse al sonno, troppo stanco anche solo per sognare.




Angolo autrici: finalmente siamo riuscite ad aggiornare e la cosa è stata molto più lunga del previso e dovremmo farlo al più preso anche con People on a wire.
Questo capitolo è stato più lungo del previso e sinceramente ne siamo più che soddisfatte. Bene... Se siete arrivati fino qui, meritate un biscottino.
Con questo, fateci sapere con una recensione e se abbiamo sbagliato qualcosa, magari la distrazione, oppure errori vistosi!

-irishpower


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