Him

di atwood88
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Principio ***
Capitolo 2: *** Un Giorno ***
Capitolo 3: *** Un Fidanzamento Strano ***



Capitolo 1
*** Il Principio ***


Freddo. L’unica cosa che sentivo in quel momento. Aprii gli occhi. Mi trovavo in una sala di ospedale. Non ricordavo niente.
Accanto al mio letto c’erano mia madre e mia sorella. Dormivano.
“Scarlett, s-sei sveglia?” domandò mia sorella, che aveva appena riaperto gli occhi.
 Un gemito fu l’unica cosa che uscì dalla mia bocca.
“M-mamma, mamma svegliati!” disse Jenna con voce strozzata mentre scuoteva leggermente le spalle di nostra madre. “Scarlett ha ripreso conoscenza, mamma!”
Mia madre aprì lentamente gli occhi e dopo essersi svegliata del tutto mi fissò. Le sue mani raggiunsero il suo candido viso e cominciò a piangere.
“Cos’è successo?” sussurrai.
“Tesoro mio, hai fatto un incidente. Non ti ricordi nulla?” scossi la testa, inconsapevole di quello che, in seguito, mi avrebbe detto mia madre.
“E-eri in macchina con James, stavate andando al cinema..” si fermò di colpo. Jenna le strinse una mano.
Con un cenno del capo la incoraggiai a continuare.
“Stavate andando al cinema quando un camion vi tagliò la strada”
“Dov’è James?” sussurrai.
Mia madre sospirò guardando mia sorella, poi parlò. “Scarlett, James è in coma e molto probabilmente non si sveglierà più” disse.
Mi sentii crollare il mondo addosso. Non potevo immaginare una vita senza di lui.
 
Non scorderò mai quel momento, ed è per questo che ora sono qui. Voglio raccontarvi come ho conosciuto la ragione del mio sorriso, James.
 
Mi ricordo il giorno in cui ci siamo incontrati come se fosse ieri.
Era il 28 giugno 2011, quindici giorni prima avevo sostenuto un esame per ottenere la patente. Ero in preda al panico. I miei genitori cercavano di tranquillizzarmi ripetendomi “Vedrai che andrà tutto bene, tesoro” ma qualcosa mi diceva che sarebbe andato tutto storto.
Avevo ragione. Non passai l’esame a causa di quattro stupide domande, che, a quanto pare, erano alcune delle più importanti. Perciò, non presi la patente. Ma, per un certo verso, fu meglio così.
 
Distrutta dalla notizia appena ricevuta, andai a bere qualcosa in un bar, cercando di alleviare il dispiacere.
“Cosa posso portarle, signorina?” alzai lo sguardo guardando l’affascinate barista che sorrideva.
Aveva i capelli corti castani, due grandi occhi marroni e un sorriso mozzafiato.
“Rum e coca” risposi, ricambiando il sorriso.
“Ecco a lei”.
“Grazie..”.
“Non vorrei essere ficcanaso, ma perché è così triste?”.
“Non ho preso la patente e ora mi trovo qui a bere rum e coca in un bar sconosciuto dal mondo!” dissi alzando il tono di voce.
“Dev’essere una cosa davvero orribile passare il tempo qui dentro, con i baristi che non si fanno gli affari loro”.
“Mi dispiace, non volevo offenderla. Sono solo un po’ arrabbiata”.
 “Non si preoccupi” rise.
“Comunque io sono James. James Patterson”.
“Scarlett Stewart”.
Restai ore in quel bar a parlare con quell’affascinante barista, fin quando una ragazza bionda con le labbra che parevano due canotti interruppe la nostra conversazione.
“James, muoviti, dobbiamo andare”.
“Si, Donna, arrivo subito.. Nel frattempo vorrei presentarti Scarlett” disse indicandomi.
“Piacere, mi chiamo Scarlett”.
“Questo lo avevo capito, non sono sorda. James muoviti, ti aspetto in macchina” raccolse la sua borsa e uscì dal bar facendo più rumore di un carro armato a causa delle sue costosissime scarpe Prada alte 2 metri.

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Capitolo 2
*** Un Giorno ***


Non conoscevo quella ragazza, ma non la sopportavo. Non solo intimava quello che presumevo fosse il suo ragazzo ad uscire dal bar con sfacciataggine e acidità, ma si è rivolta alla mia persona con superficialità e maleducazione. Insomma, chi crede di essere? Manco fosse la Regina Elisabetta.
“Mi dispiace davvero, Scarlett. Donna può essere un po’ arrogante”.
“Solo un po’?”.
James rise.
“È la tua fidanzata?” dissi picchiettando le dita sul bicchiere ormai vuoto.
“Si” affermò con un accenno di tristezza.
In quel momento un dubbio mi assalì: come fa un ragazzo così dolce e simpatico a stare con una ragazza superficiale, acida e maleducata? Io sono stata in compagnia di Donna solo per un minuto e avrei voluto tirarle un pugno in mezzo a quel muso rifatto che si ritrova, non riesco ad immaginare come una persona possa passarci una vita intera.
 
Uscii dal bar dopo aver dato il mio numero di cellulare a James. Tornai a casa filando subito in camera mia cercando di non incrociare i miei genitori e mia sorella, dato che mi avrebbero sicuramente fatto una lunga ramanzina sul mio futuro.
Buttai la borsa sul pavimento, accesi lo stereo e mi sdraiai sul letto.
 
Your heart’s against my chest,
Your lips pressed to my neck,
I’ve fallen for your eyes,
But they don’t know me yet.
 
Le dolci parole di Kiss Me di Ed Sheeran facevano da sottofondo ai miei pensieri.
Pensavo alla mia laurea, alla mia storia da poco terminata con Brad, a James e a quella arpia della sua fidanzata.
Io e James parlammo per molto tempo, ma durante la nostra conversazione non nominò Donna nemmeno una volta. Quando poi gli chiesi se fosse la sua fidanzata mi diede una risposta affermativa con una faccia e un tono tutt’altro che felici. James mi sembrava un ragazzo alquanto intelligente, ed è per questo che mi chiesi per quale motivo stesse con una ragazza che non era per niente il suo tipo.
 
Dopo le varie lamentele di mia madre, scesi al piano di sotto per cenare. Come previsto, mi dovetti sorbire una stupida raccomandazione sul mio futuro. “Non puoi dipendere da noi” “Devi trovarti un buon lavoro per poterti mantenere da sola” e bla bla bla.
Mia madre mi ordinò di lavare i piatti e dopo che, per sbaglio, ne ruppi uno, dovetti ascoltare l’ennesima ramanzina.
Al fine di questa giornata straziante, mi misi sotto le coperte.
“Devo tornare in quel bar”, fu l’ultima cosa che pensai prima di cadere in un sonno profondo.
 
“Scarlett, alzati da quel fottutissimo letto!” imprecò mia sorella.
La mia risposta fu un gemito. Ficcai la testa sotto il cuscino e ricominciai a dormire.
“Se non ti alzi da quel letto giuro che ti lancio dell’acqua gelida addosso”.
“Cristo Jenna, vattene e lasciami dormire in santa pace”.
“Okay, l’hai voluto tu” detto questo tolse i fiori dal vaso accanto al comodino e mi bagnò la schiena con il suo contenuto.
“Jenna ma sei scema?”.
“Io te lo avevo detto”, questa fu la sua giustificazione, prima di uscire dalla mia stanza e chiudere la porta.
Nei film le figlie vengono svegliate dai genitori con la colazione a letto e un “Buongiorno, tesoro mio”. Io invece vengo svegliata con dell’acqua gelida buttatami addosso da quella stronza di mia sorella.
Mi alzai dal letto bagnato e scelsi i vestiti da mettermi per andare a fare la mia solita passeggiata mattutina. Anche se è mattino inoltrato, ormai.
 
“Finalmente Scarlett ci degna della sua presenza!” disse mia sorella gesticolando.
“Se non stai zitta ti ficco il bacon nel culo” urlai.

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Capitolo 3
*** Un Fidanzamento Strano ***


“Smettetela voi due. Ora” mia madre calmò le acque, anche se in quel momento avrei voluto davvero ficcare del bacon nel culo di mia sorella.
“Io esco, mamma”.                                                                   
“Dove vai?”.
“A fare una passeggiata” presi la mia borsa e uscii di corsa da quella stupida casa. Vivere li dentro mi faceva diventare matta ogni giorno di più.
Tornai al bar dove lavorava James, entrai e lo trovai dietro al bancone.
“Ehi forestiera, ancora qui?”
“Se non ti fa piacere la mia compagnia me ne vado!” dissi con un tono giocoso.
Rise.
“Come va?”.
“Come al solito.. Tu?”.
“Bene, solo un po’ stanco”.
“A chi lo dici.. Stamattina mia sorella mi ha svegliata buttandomi dell’acqua gelida sulla schiena”
“Uuh”.
“Già”.
Parlammo ancora per molto tempo. Ad ogni discorso che intraprendevamo lo trovavo sempre più interessante. Pensavo “Scarlett, vai piano, è fidanzato. Non vorrai fare di certo quello che è stato fatto a te, vero?”
Si, sono stata tradita, più di una volta. Brad, il mio ex fidanzato, mi ha tradito e io l’ho perdonato, ma poi ho scoperto di un suo secondo tradimento e ho chiuso la storia. “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio!” mi ripeteva sempre mia nonna. Aveva altamente ragione.
 
James mi chiese di fare una passeggiata con lui dopo che ebbe finito il suo turno di lavoro. Io, naturalmente, accettai. James mi piaceva, so che era una cosa sbagliata perché era fidanzato, ma che ci potevo fare io? Decisi che ci sarei uscita volentieri, ma solo come amica. “Tra me e lui non c’è e non ci sarà mai niente” pensai. Ma poi, come voi già sapete, non fu affatto così.
 
“Allora…”.
“Allora…”.
“Tu e Donna da quanto… si, insomma…”.
“Da quanto tempo stiamo insieme?”.
“Esatto”.
“Tre mesi”.
“Oh”.
La nostra conversazione fu imbarazzante per i primi minuti. Quando parlavamo al bar c’era sempre il bancone che ci divideva. Io ero la cliente e lui era il barista, ed era tutto molto più facile. Può sembrare strano, ma è così.
 
“Oh, guarda lì, c’è il banchetto degli hot dogs!”.
“Io amo gli hot dogs”.
“A chi lo dici!”.
Ci avvicinammo al banchetto e James ordinò due hot dogs con ketchup e maionese. Da gentiluomo, pagò lui.
Ci conoscevamo solo da due giorni e forse non avrei dovuto azzardarmi a fargli quella domanda così presto, avrebbe benissimo potuto mandarmi affanculo, Ma io avevo un peso dentro di me, dovevo saperlo. Dovevo sapere perché quando mi disse che lui e Donna stavano insieme aveva quella faccia da cane bastonato.
“Forse posso sembrarti una ficcanaso se ti faccio questa domanda, ma perché quando ieri mi hai detto che tu e Donna state insieme avevi quell’espressione così triste?”.
“Beh, di solito non racconto i fatti miei alle persone che ho appena conosciuto, ma…” lo interruppi prima che potesse finire la frase, “Lo so, mi dispiace, non sei obbligato a rispondere. Anzi, non farlo. Sono una stupida, scusa, scusa, mi dispiace tanto. Scusa”.
James scoppiò a ridere e io lo guardai interrogativa. Avevo appena fatto una figura di merda colossale e lui invece che dirmi di non preoccuparmi mi ride in faccia?
“Perché ridi?” dissi abbozzando un sorrisetto e abbassando lo sguardo.
“Rido perché non mi hai lasciato finire la frase!”.
“SONO UNA VERA IDIOTA” pensai.
“Oh… come finiva la frase?”
“Stavo per dire che non racconto gli affari miei a persone quasi sconosciute, ma tu mi ispiri fiducia e so che non racconterai questa cosa a nessuno, anche perché non conosci nessuno a cui questa cosa potrebbe interessare”.
Sorrisi.
“E…”
“La verità è che io non amo Donna. Non l’ho mai amata e penso che non l’amerò mai. Anche perché, se devo essere sincero, non mi sta neanche tanto simpatica. Mi comanda a bacchetta come se fossi un suo schiavo. Il suo burattino, che può utilizzare a suo piacimento. È una ragazza superficiale e anche stupida. Non lo dico perché sono uno stronzo, ma non sa neanche dove si trovi l’Italia!”.
In quel momento mi venne da ridere, ma mi trattenni.
“Allora perché stai con lei?”.
“È qui che ti devo confessare il segreto più importante… il nostro è un fidanzamento combinato”.
“Che intendi?”.
“I miei genitori sono un po’ all’antica. Vogliono avere sempre tutto sotto controllo, anche la mia vita sentimentale. Per questo, tre mesi fa, hanno deciso che la ragazza perfetta per me era Donna. Io ho cercato di oppormi a queste stronzate del 1800, ma mio padre ha minacciato di diseredarmi. Da allora sto con una ragazza che non amo e non sopporto. Una storia alquanto complicata”.
“Già…”. Rimasi scioccata.
“So cosa stai pensando” affermò abbassando lo sguardo.
“Vale a dire?”.
“Stai pensando che ieri avresti fatto meglio a startene a casa tua invece che venire in quel bar. Almeno non avresti incontrato un pazzo che oggi ti ha offerto un hot dog”.
Risi d’istinto. Non stavo affatto pensando a quello, pensavo invece a come potessero essere così crudeli dei genitori per imporre al proprio figlio di stare con una ragazza che non ama, minacciandolo.
Cercai di cambiare discorso, per tirargli un po’ su il morale.
“Sai, domani è il mio compleanno”.
“Sul serio?” disse lui più entusiasmato di me.
“Già”.
“E… quanti anni fai? Se mi posso permettere”.
“Diciannove”.
“Wow, sei piccola!”
“Perché, tu quanti anni hai?”
“Venti”.
“Ehi, hai solo un anno in più di me!”. Gli tirai un leggero pugno sulla spalla ed entrambi ridemmo.
“In teoria due”.
“Come due? Perché?”.
“Perché il 2 luglio è il mio compleanno, e faccio ventun’anni”.
“Quindi il tuo compleanno è due giorni dopo il mio. Oh, che coincidenza!” dissi ironica, ma anche sorpresa.
James rise.
All’inizio mi sentii un po’ a disagio, ma poi le conversazioni diventarono sempre più interessanti e con loro anche James. Esattamente come ad un primo appuntamento, con la differenza che lui era fidanzato con un’altra ragazza. Mi sentivo brutta vicino a lui che era così affascinante e sexy.
Era un ragazzo molto intelligente. Quando lo vidi per la prima volta pensai cosa ci facesse un ragazzo così bello dietro ad un bancone a fare il barista. Quando cominciai a parlare con lui pensai cosa ci facesse un ragazzo bello e colto dietro al bancone a fare il barista.


Bene, questo è il terzo capitolo della mia storia, spero che vi stia piacendo. Gradirei molto se scriveste delle recensioni, per capire cosa ne pensate di questa storia. Questa volta l'ho fatto anche più lungo ahah. Buona lettura :)

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