Anna

di Juicygoose95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La botte ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Parlami ***
Capitolo 4: *** Nemesis ***
Capitolo 5: *** Katheline ***
Capitolo 6: *** Ricordi rubati ***
Capitolo 7: *** La torre ***
Capitolo 8: *** Swan girl ***
Capitolo 9: *** La spada di Cristallo ***
Capitolo 10: *** I ricordi del buio ***
Capitolo 11: *** Pericolo ***
Capitolo 12: *** Confessioni ***
Capitolo 13: *** Baci e verità ***
Capitolo 14: *** L'angelo bianco ***
Capitolo 15: *** Una visita inattesa ***
Capitolo 16: *** Marquise ***
Capitolo 17: *** Charlotte ***
Capitolo 18: *** Le fate Cristallo ***
Capitolo 19: *** Crystal Sword ***
Capitolo 20: *** Verità rivelata! ***
Capitolo 21: *** Riuniti _ Conclusione! ***



Capitolo 1
*** La botte ***



La Sunny scivolava dolcemente fra le onde nella fresca brezza del mattino.
 
Il sole iniziava timidamente a fare capolino, tingendo il cielo di un soffuso rosa e arancio.
La ciurma, ancora mezza addormentata, stava facendo colazione sul ponte quando
improvvisamente la voce di Zoro li raggiunse..
"Ragazzi!A ore nove c'è qualcosa che ci viene incontro!"
 
 


 
...pochi giorni prima, su un'isola del nuovo mondo..
 
Le guardie pattugliavano i corridoi con assiduità quasi maniacale fermandosi di tanto in tanto
davanti alle celle. Le pareti con mattoni a vista erano ormai degradate, e la sporcizia aveva  
raggiunto anche il più piccolo angolino di Nemesis.
Quest'isola era praticamente attaccata a Punk Hazard :non era solamente affiliata con
quest'ultima ma ne faceva letteralmente parte.
Il vocìo delle guardie giungeva a noi prigioniere a tutte le ore, rimbombando per i corridoi.
Ma un improvviso rumore mi fece aprire gli occhi..

 
 
"Anna dobbiamo andare! Per l'amor del cielo sbrigati forza! avanti!"
 
 
 
Mia sorella mi slegò, liberandomi  dalle corde. Lei almeno poteva parlare, io no, perché mi avevano cucito
 
 
le labbra.
 
 
Iniziò a trascinarmi verso le cantine, il più velocemente possibile.. Quando svuotavano le botti dal vino ci mettevano dentro i cadaveri

 
 
 
per poi buttarli in mare.
 
 
 
"Forza dentro!"
 
 
Il mio sguardo interrogativo la fece innervosire ancora di più
 
 
"Anna non c'è tempo sbrigati! nella botte!"
 
 
 
Appena entrai mia sorella chiuse il coperchio su cui erano stati  praticati dei fori microscopici.
 
 
 
 Per fortuna si era messa d'accordo con Paolo, il fabbro, che aveva acconsentito anche di
rinforzare la botte con un nuovo tipo di acciaio ,  praticamente indistruttibile. 
 
 
 
Fissò l'ultimo cerchione della botte e poi si allontanò in fretta.
 
 
 
Dopo qualche minuto la botte in cui mi trovavo venne gettata  dalla scogliera, ma riuscii a
cavarmela con poco. 
 
I giorni passarono e dopo non so quanto tempo sentii delle  voci.. la botte era stata finalmente
vista.
R: "Ma è una botte! La apriamo?"
N:"Razza di babbeo!-mandando Rufy gambe all'aria- Ti sei già dimenticato cosa ci è successo
l'ultima volta che abbiamo aperto
una botte pescata in mezzo al mare?! e se fosse un'altra trappola?!"
R: "Però la apriamo?"
N:"uff..sei una cosa incredibile.."
Con non poca fatica dopo parecchio tempo riuscirono a rimuoverne il
coperchio.
Per qualche secondo rimasi abbagliata dalla gran quantità di luce che filtrava dall'apertura.
 
R: "Ma c'è una ragazza dentro!"
C: "E' ferita?"
R:"Ti senti male?"
?: "......"
R:"Ehi..?" 
 
aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto aiuto...
Con orrore notò le numerose ferite e le labbra cucite..bruciavano terribilmente..
R: "Ehi Chopper! Vieni qui ha bisogno di aiuto!"
Il ragazzo mi tirò fuori delicatamente dalla botte e mi portò in infermeria, dove mi adagiò sul
letto.
 
Appena toccai il soffice materasso sprofondai in un sonno profondo.
 
All'età di 6 anni mi avevano rapita e portata a Nemesis..quella sera ero in giardino con mio
padre a fare uno dei nostri "campeggi", e osservare le stelle col telescopio..
Ma poi mi ricordo che mio padre era rientrato un attimo in casa ed io ero stata portata via..
Quanto avrei voluto poterli rivedere..ma erano passati 11 anni..probabilmente non mi
avrebbero neppure riconosciuta..
Sospirai piano aprendo gli occhi, mentre la fioca luce del sole penetrava nella stanza..
Dopo qualche ora la porta si aprì, ed entrò nella stanza un ragazzo biondo con in mano un
vassoio.
Sulla piccola sedia girevole accanto a me si trovava un piccolo animaletto molto carino..non ne
avevo mai visti..
S:"Ciao. Io sono Sanji. Ti sei svegliata finalmente. Sono parecchie settimane che dormi, ti
senti meglio?"
Mi ritrassi spaventata..proprio quando la strana creaturina apriva gli occhi e, con un grande
sbadiglio, mi salutava allegramente
C:"Oh ciao! ti sei svegliata finalmente, eravamo tutti molto preoccupati.. Io sono Chopper"
?: "C-cosa sei?"
C: "Sono una renna. Lui invece è Sanji, ed è il cuoco più bravo che esista. Tu invece, come ti
chiami?"
?: "A-anna.."
S: "Ciao Anna, ti ho portato della cioccolata e.."
A: "NON AVVICINARTI! non avvicinarti non avvicinarti non avvicinarti non avvicinarti non
avvicinarti..anf..anf..Sta' lontano.."
S: "Va bene non mi avvicino, tranquilla. Te lo appoggio qui.."
E appoggiò il vassoio su un piccolo tavolino accanto a me..
S: "Bene.. allora vado. Bevila fintanto che è ancora calda"
Detto ciò uscì dalla porta, lasciandomi sola con Chopper.
C: "Bevi la cioccolata Anna"
Presi in mano la tazza, tremante.. e se fosse stata avvelenata..?
A: "E' avvelenata.."
C: "Ma cosa dici? Sanji non farebbe mai una cosa del genere, tantomeno ad una donna!"
Dopo tre quarti d'ora abbondanti Chopper riuscì a convincermi.
Le labbra per fortuna erano guarite..avvicinai con esitazione la bevanda ad esse e ingoiai un
sorso del caldo liquido: era squisita.
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***



Sebbene  avessi ancora attaccate alle braccia le flebo, Chopper aveva acconsentito a
farmi ingerire qualcosa che non provenisse dalle miriadi di tubicini che mi
circondavano.
Dal ponte sentivo provenire diverse voci concitate: talvolta ridevano, altre volte
litigavano, altre volte ancora borbottavano qualcosa sui pesci che non c'erano..
Osservai il legno decorato del soffitto: le venature di caldo marrone formavano 
strane figure e io, dentro quella stanzina da non so quanto tempo, non avevo altro
da fare se non osservarle..
Talvolta invece parlavo un po' con Chopper, che mi stava pazientemente ad
ascoltare e cercava di tranquillizzarmi come meglio poteva.
Improvvisamente la porta dell'infermeria si aprì e sulla soglia apparve la figura di un
ragazzo magro, con scarmigliati capelli neri, una vistosa cicatrice sul petto e sotto
l'occhio sinistro.
Dopo di lui entrarono anche Sanji ,seguito da un ragazzo molto alto con i capelli
verdi e delle spade al fianco, una ragazza molto graziosa con lunghi capelli rossi,
un uomo alto con i capelli azzurri..che però sembrava un robot, un altro ragazzo  con
un naso lunghissimo, una bellissima ragazza con lunghi capelli neri e infine.. gridai
talmente forte che probabilmente venni sentita fin dall'altro lato del nuovo mondo.
E la sinistra figura che mi si stagliò davanti si spaventò ancora di più..
A:"KIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!"
B: "WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH! "
Le orbite nere e vuote mi osserono  sbigottite e spaventate, e lo strano
personaggio provvide subito a coprirle con il suo stravagante paio di occhiali a forma
di cuore..
B: "Mamma mia che paura..anf..anf.. per poco non mi viene un colpo al cuore..
anche se io essendo uno scheletro il cuore non ce l'ho! YOHOHOHOH  YOHOHOH!"
R: "Ciao! Io sono Rufy e tu ti chiami Anna giusto?"
Annui lentamente, cercando di tenere sotto controllo i movimenti di tutti.
R: "Non devi avere paura, guarda che mica ti mangiamo!"
B:"Graziosa signorina, non è che mi faresti vedere le tue mutandine?"
Basta. Quella fu la goccia che fece traboccare il mio ormai stracolmo vaso..
La vista iniziò ad offuscarsi e calde lacrime si riversarono fuori senza che riuscissi a
controllarmi..
S: "Razza di idiota l'hai fatta piangere!"
E un sonoro gancio destro piombò sulla testa dello sfortunato scheletro
scaraventandolo sul pavimento.
A: "State lontani da me! Non mi toccate!"
R: "Ma non abbiamo cattive intenzioni!"
A: "Non mi toccate ho detto!"  
dissi, osservando il mucchietto d'ossa mezzo spatasciato sul parchè.
N: "Hai visto razza di cretino cos'hai combinato?!"
B: "Scusa Nami, non volevo.."
N: "Non è a me che devi  chiedere scusa!"
U: "Anna..?"
La voce di Usop mi fece sobbalzare, e per un nanosecondo rischiai di cadere dal
letto.
U: "Anna cosa ti è successo?"
Ingoiai a vuoto..
S: "Lasciala stare Usop. E' troppo spaventata..quando si sarà calmata ci dirà tutto."
R: "Anna? Tutto bene?"
Appena lo vidi avvicinare mi ritrassi immediatamente.
C: "Adesso basta.. Non vedete che è terrorizzata? Uscite per piacere..forza."
R: "Ma non le faccio niente!"
Brook, che ormai si era rialzato da terra, si scusò in mille modi per il suo
comportamento , facendo poi un grazioso inchino.
L'unico che rimase fu Rufy, che si sedette sulla piccola sedia girevole.
 

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Capitolo 3
*** Parlami ***



Il dolce ticchettio dell'orologio riempiva il silenzio, mentre cercavo in ogni modo di
non incontrare il suo sguardo.
R: "Anna cosa c'è?"
Scossi il capo..
A:"Chopper mi ha detto che siete pirati..."
R:"Si... Ed è per questo che hai paura?"
A:"Uff..si..anche per questo.."
R: "E poi?"
Feci segno di no..
R: "Non è vero. Anna cos'hai?"
A:"Dannazione è complicato!"
R: "Abbiamo tutto il tempo che vuoi. Vedrai che poi starai meglio.."
A: "Non puoi capire.."
R: "Però posso provarci se me lo spieghi.."
Sospirai, cercando di calmarmi...
A: "Va bene..però non mi toccare.
Sono nata su una piccola Isola del mare meridionale, talmente piccola che non esiste
nemmeno sulle cartine geografiche. Fin da piccola soffro di chiraptofobia.."
R: "Chiracosa?"
A: "Ho  paura ad essere toccata. Ogni volta vivo un contatto fisico come un'invasione..mi viene la nausea..
Prima di cominciare a soffrirne vivevo con la mia famiglia in una piccola casetta di
campagna, e con mio padre talvolta ci divertivamo ad organizzare piccoli campeggi
in giardino.
Era divertente: preparavamo i biscotti, montavamo la tenda ed osservavamo le
stelle con il telescopio.
Una sera mio padre però rientro un momento in casa ed io rimasi in giardino..
Poi sentii un rumore e vidi un uomo venire verso di me.. non l'avevo mai visto prima.
Mi portò via , e per quanto mi sforzassi e cercassi di divincolarmi ,per me, così
piccola, fu impossibile scappare. Avevo sei anni.
Mi svegliai qualche giorno dopo  in una cella..era buio, faceva freddo , era sporco.
Mi violentarono.. E per quanto gridassi e piangessi disperatamente con tutta me
stessa non c'era un cane che mi potesse venire ad aiutare.
Da quel momento ho iniziato ad avere questa fobia.
Mi hanno trattata come un pupazzo per undici anni..Ed ho paura che tutto questo possa accadermi di nuovo, e non potrei sopportarlo..Vorrei solo tornare a casa mia
con mia sorella.."
R: "Anna..mi dispiace tanto. Però ti aiuteremo. "
A: "Davvero mi aiuterete a tornare a casa?"
R:"Certo! E poi ti aiuteremo anche a superare questa tua paura, vedrai. Adesso
riposa, ne hai bisogno."
 
                                                                      *
S: "Stai dicendo che quei bastardi l'anno trattata in questo modo per undici anni?!"
F: "Non mi stupisce che abbia paura"
U: "Ma come possiamo aiutarla a superare  la sua chiraptofobia?"
N: "Dobbiamo essere pazienti e comprensivi. Se la spaventiamo andrà a finire che
avrà paura anche di noi e questo non deve accadere."
R: "Le ho promesso che l'avremmo aiutata ed è proprio quello che faremo."
C: "Ma l'unico modo per farle passare questa sua paura è rivolgersi ad uno specialista e farle ottenere una terapia.."
R: "Non puoi farlo tu?"
C: "Io sono un medico, non uno psicologo!"
S: "Va bene, quindi che facciamo?"
C: "Per ora deve riposare. E' già un miracolo se riesca a sollevarsi dal cuscino. Quando le sue condizioni saranno nella norma vedremo cosa fare."
 
                                                                  *
Qualche giorno dopo Chopper mi diede il permesso di alzarmi.
Barcollando riuscii a raggiungere la porta dell'infermeria e ad aprirla.
Con fatica scesi le scale e raggiunsi con difficoltà le persone che mi stavano
aspettando sul  ponte: un soffice prato di erba verde formava una sorta di piccolo
giardino, in cui  era presente un piccola altalena.
R: "Ciao Anna! Vieni a mangiare con noi !"
Mi avvicinai piano al tavolino e mi sedetti.
 
 

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Capitolo 4
*** Nemesis ***



La tavola era stracolma di pietanze. Non avevo mai visto così tanto cibo tutto
insieme: pollo arrosto,pollo al curry, pollo con verdure, pollo con  funghi e bambù,
pollo alla diavola,roast beef, pesce alla griglia, in umido, al vapore , pizza, polpette di riso..
Ma non  feci nemmeno in tempo a sedermi a tavola ed iniziare a mangiare , perché
ciò che c'era nel mio piatto scomparve in un battito di ciglia : colpa di Rufy , che
allungandosi da una parte all'altra della tavolata sgraffignava quanto più poteva dai
piatti altrui.
Fu impossibile avvertire Rufy dell'incombente minaccia alle sue spalle, perché
neanche il tempo di pensarlo  che il capitano era a terra, con Sanji che gli urlava
contro in turco.
N: "Anna , Rufy ci ha detto che vorresti tornare a casa. Ma dove si trova? "
A: "L'isola da cui provengo si chiama Lain"
Ro: "Quella in cui si dice vivano le streghe?"
A: "Quella credo sia soltanto una leggenda per bambini. Comunque si. Però
ecco..prima di andare a casa vorrei liberare mia sorella.  Lei ha rischiato moltissimo
per farmi scappare.."
R: "Allora torniamo indietro, liberiamo tua sorella e andiamo a Lain"
Punk Hazard era per metà di ghiaccio e per metà di fuoco; Nemesis era invece
un'isola  divisa anch'essa a metà , con la differenza che da un lato era pieno giorno e
dall'altro lato piena notte.
Al centro dell'isola era presente un  castello diroccato, al cui interno erano 
segregate molte persone, fra cui mia sorella.
Dopo diversi giorni riuscimmo finalmente a raggiungere Nemesis. Mi ero scusata in mille
modi per questo intoppo, ma Rufy mi aveva detto che non c'era nessun problema.
Nami era preoccupata che il Log pose avrebbe subito variazioni , ma le dissi che
Nemesis a differenza di Punk Hazard non aveva energia magnetica, perciò non
c'erano problemi.
Il maniero si stagliava imponente e sinistro contro il tetro e spoglio paesaggio che lo
circondava.
Rufy sfondò il portone d'ingresso con nonchalance, facendo un baccano indecente.
Fortuna che non dovevamo farci sentire..
E infatti in attimo ci furono tutti addosso.
Zoro si mise davanti a me. Rimasi sbalordita da quanto fossero forti. Dopo parecchi
minuti riuscirono con fatica a sbarazzarsi delle guardie che spuntavano come funghi
in ogni dove.
Iniziammo ad incamminarci verso l'interno, perché eravamo ancora fermi
all'ingresso.
Il pavimento sbeccato era ancora più sporco e il tanfo che invadeva il luogo era se
possibile peggiorato.
Ci dividemmo: Rufy ed io da una parte; Usop e Zoro; Chopper e Brook; Franky e
Sanji; Nami e Robin.
Mia sorella Katheline l'avevo descritta ai ragzzi nei minimi dettagli; inoltre avevo
suggerito loro di cercare la sala di controllo: mia sorella era registrata con il numero 8820, perciò sarebbe bastato trovare il registro e cercarla sull'elenco per individuare la sua cella.
Non tutti i prigionieri erano registrati con un numero: io ad esempio avevo una sorta
di sequenza di lettere sul braccio, cosa che aveva inizialmente incuriosito non poco
Chopper e gli altri.
Comunque, chi avesse trovato per primo Katheline avrebbe avvisato gli altri con la
mini radio snail.
Dopo parecchio tempo di ricerche finalmente trovammo ciò che stavamo cercando: non c'era nessuno..strano. Ma non avevamo tempo da perdere.
Trovammo con fatica il famigerato registro,e  individuammo la cella di mia sorella nei sotterranei.
Avvisammo immediatamente gli altri e ci apprestammo a raggiungerla.
Ma proprio mentre ci stavamo dirigendo di sotto un urlo agghiacciante rimbombò per i corridoi.
Iniziammo a correre e quel corridoio sembrava non voler finire mai.
Arrivammo infine davanti ad un pesante portone di legno scuro, divorato fino all'osso dalle tarme, che venne spalancato senza troppe cerimonie.
Una ragazza dai capelli corvini era appesa per le braccia al soffitto di pietra.
La lunga chioma le ricadeva davanti al viso, coprendole parte del corpo nudo.
Le ossa sembravano volerle rompere la pelle, e numerose ferite e cicatrici spiccavano vistose.
Sotto di lei un pesante pentolone di olio ribolliva minaccioso.
E le catene che la tenevano ferma iniziarono ad essere calate lentamente.
 
 
 

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Capitolo 5
*** Katheline ***



Non c'erano dubbi..era Katheline.
Era un miracolo che fossimo riusciti ad arrivare in tempo.
Lungo il corridoio, all'interno delle celle, avevamo visto numerose persone appese
come lei ma erano già morte.
Mi apprestai a raggiungerla ma il capitano mi bloccò; era arrabbiato. Molto arrabbiato.
Faceva paura.
Vidi Zoro spiccare un salto, seguito da Sanji e poi da Rufy che, lasciatami nelle mani
di Franky, si apprestava insieme agli altri a liberare mia sorella.
Zoro tagliò le catene e prese Katheline al volo, mentre Sanji e Rufy si occupavano
delle guardie rimaste.
A dar loro manforte si aggiunse presto anche il resto della ciurma: Nami, con il suo
Clima-tact ne faceva fuori a decine, e anche Robin e gli altri non le erano da meno.
Rufy e Sanji erano però i più arrabbiati e gliene stavano dando  talmente tante che la
stanza  tremava come se ci fosse il terremoto.
Quando non ci fu più nessuno in piedi uscimmo. A quanto pare Katheline era l'unica superstite rimasta.
La portammo alla Sunny e la sistemammo nel letto dell'infermeria , e Chopper si apprestò a visitarla.
Era ridotta  uno straccio.
 
                                                                        *
Erano passate diverse settimane da quando avevamo portato via Katheline da Nemesis.
Aveva ripreso conoscenza ma non parlava,limitandosi ad osservare il soffitto come
un vegetale.
Eravamo tutti preoccupati; non so cosa le avessero fatto ma di sicuro non era niente
di buono.
Rufy mi aveva chiesto se fossi riuscita a parlarle, ma Katheline si rifiutava di rivolgere la parola persino a me.
Chopper faceva il possibile per farla stare tranquilla ma non c'era verso; non faceva altro che tremare in continuazione come impazzita.
Anche io i primi tempi avevo avuto paura di parlare, ma poi piano piano mi ero calmata, e speravo che lo stesso valesse per lei.
R:"Ma perché non parla?"
A:"Credo sia per lo shock subito; a Nemesis ci era proibito parlare, persino tra di noi. Avranno scoperto che mi aveva fatta scappare..non lo so.
In ogni caso per ogni infrazione al regolamento le punizioni erano terribili..."
N: "E' meglio se la lasciamo calmare da sola. Anna starà con lei. Se continuiamo a forzarla peggioreremo soltanto le cose."
E così avevo iniziato a passare tutto il giorno in infermeria, senza mai allontanarmi.
Sanji superava se stesso per farla mangiare e finalmente io e Chopper eravamo riusciti a farle assaggiare la minestra.
Un grande passo avanti, visto e considerato che si rifiutava categoricamente di mangiare.
Aveva paura che nel cibo ci fosse del veleno, perciò impiegammo molto tempo a convincerla del contrario. Consumammo il pranzo davanti ai suoi occhi per farle capire che non aveva nulla da temere.
Qualche settimana più tardi finalmente iniziò ad essere un po' più serena e ne fummo tutti felici.
Il viaggio verso casa era ancora lungo e avevamo molto tempo a disposizione.
Una sera riuscii finalmente a convincere Katheline a scendere a cena con gli altri e anche Rufy mi diede una mano a persuaderla.
Con fatica la accompagnammo sottocoperta, cercando di non farla cadere.
Le gambe le cedevano in continuazione, e per quanto lei cercasse di stare in piedi erano più le volte che perdeva l'equilibrio che le volte in cui restava dritta.
La accolsero tutti con allegria, anche se Brook la spaventò a morte e per poco non rischiò di farle centrare il pavimento.
Finalmente eravamo di nuovo insieme.
 
 

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Capitolo 6
*** Ricordi rubati ***




Lasciamo per un momento i nostri protagonisti, e rivolgiamo la nostra attenzione altrove.......
........................................................................................................................................
La voce di Kabuto mi rimbombava insistentemente nella testa mentre camminavo insieme a Nagato.
N: "Che nostalgia."
Un ragazzo biondo atterrò a pochi passi da noi insieme ad un uomo molto alto e muscoloso.
Inizialmente non lo riconobbi, ma poi gridò il mio nome.
Rimasi colpito, soprattutto dal fatto che aveva imparato a controllare il chakra della volpe.
Avevamo appena iniziato a discutere quando i nostri corpi si mossero da soli..
E li attaccammo.
Seppi di mio fratello..che si ara unito all' Akatsuki e mirava a distruggere il villaggio.
                                                                 * * *
Correvo il più in fretta possibile.
Fortunatamente mi ero riuscito a liberare dal controllo dell'Edo Tensei e a scoprire
grazie a Nagato il nascondiglio di Kabuto.
Ma mentre correvo..
Attivai  immediatamente Susanoo mentre mio fratello spuntava dietro di me da chissà dove e cercava di scaraventarmi di sotto con un pugno.
S: "SEI ITACHI VERO??"
Non gli risposi subito. Arrogante come al solito.
Cercai di spiegargli il mio punto di vista ma sembrò non capire..
 
                                                                       *
Itachi dopo molta fatica riesce a costringere Kabuto a sciogliere l'Edo Tensei.
Nello stesso istante lo Tsukuyomi infinito viene messo in atto.
Ma invece di dare vita ad una potentissima arte illusoria, crea un varco spazio temporale .
                                                                 
                                                                       *
Appena  la tecnica fu sciolta mi sentii risucchiato da una forza gigantesca insieme a Sasuke e poi..
Il buio.
........................................................................................................................................
La Sunny continuava imperterrita il suo viaggio verso Lain.
Avevo bisogno di una doccia..
Mi spogliai ed entrai nel vano.
Avevo appena aperto l'acqua ..
con un tonfo due persone atterrarono sul pavimento del bagno..
Due ragazzi..O - MIO- DIO..NON-HO-NIENTE-ADDOSSO-
Uno dei due aprì gli occhi..
Per l'imbarazzo non riuscii a trattenermi e il mio urlo spacca timpani  abbracciò tutta la nave..
Afferrai l'accappatoio immediatamente, proprio mentre la porta del bagno si spalancava, rivelando una Nami preoccupata.
Appena si accorse dei due ragazzi sul pavimento rimase per un attimo interdetta..
I due si alzarono un pò doloranti..uno di loro era pallido da far spavento..
N:"Cosa diavolo..?"
Incrociai lo sguardo del ragazzo con i capelli lunghi, che rimase impassibile.
                                                                     *
Appena ebbi finito,  tornai sul ponte.
C'erano tutti, anche Kathleen..
A quanto pare Rufy era a dir poco su di giri.. mi disse che Itachi (il ragazzo con i capelli lunghi) era uno zombie e che erano dei ninja.
N:"Almeno tu sei ancora un bel ragazzo per essere morto..dovevi vedere gli Zombie di Thriller Bark.."
Intanto stavo rimuginando..Che diavolo è un ninja..?
Intanto ascoltavano alquanto perplessi la storia dei frutti del mare , con Rufy che si allungava da una parte all'altra divertendosi come un pazzo, e Robin che li salutava con sei braccia.
R: "Ciao Anna! Sono  troppo forti! Devi vedere che cosa sanno fare!"
A: "Scusate la mia domanda idiota ma..cos'è un Ninja..?"
R: "E' vero..cos'è un ninja??"
I:"Beh..vediamo..Nel nostro mondo, diciamo così, ci sono diversi villaggi: il villaggio della foglia, ad esempio, del quale facevo parte è uno di questi; Questo ed altri villaggi sono detti "Ninja", perché fin da piccoli si viene iniziati alle varie arti ninja.
Si frequenta l'accademia, dove si impara l'uso di varie tecniche e dopo aver conseguito il diploma si viene considerati Genin.
Il grado Genin è quello più basso. Poi ci sono degli esami di selezione per passare al livello Chunin e successivamente a quello Jonin."
A: "Capito. Grazie.."
Z: "Hey ragazzi ! terra in vista!"
Guardai all'orizzonte..Ero a casa..finalmente..non riuscivo a crederci!
A: "Grazie ragazzi!!!"
R: "Figurati!"
Aprendosi in un sorriso a trentadue denti..
L'isola era cambiata molto negli ultimi anni..però eravamo a casa..
Zoro rimase sulla nave e noi altri scendemmo a terra.
Camminammo parecchio e poco dopo un piccolo villaggio fece capolino sopra la collina.
La riconobbi immediatamente..
A: "MAMMA! MAMMA SIAMO TORNATE ! MAMMA!"
La donna si voltò verso di noi e ci sorrise.
?:"Hai bisogno di aiuto cara?"
A: "Mamma siamo tornate! Sono io, Anna, e lei è Kathleen!Non ci riconosci?"
?: "Avete davvero dei bellissimi nomi. Anche io e mio marito volevamo chiamare le nostre figlie così, se le avessimo avute! Ma purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di fare figli perciò.."
Fu come se mi avessero gettato addosso una secchiata di acqua fredda..
A: "Mamma..?Mamma sono io ti prego..sono passati tanti anni, siamo cresciute..ti supplico.."
?:"Mi dispiace..mi avrai confusa con qualcun'altra..comunque in questo villaggio nessuno ha figli.."
Mi sentii mancare l'aria..mentre le lacrime iniziarono a cadere senza permesso..
Rufy insistette..ma la sua voce mi arrivava indistinta..
Decidemmo di tornare alla nave.
Ma il sentiero era sparito..
 
 
 
 

 

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Capitolo 7
*** La torre ***



I rami degli alberi si intrecciavano fra loro come lunghe dita nodose, e dove un attimo prima si trovava la piccola stradina, ora la vegetazione aveva invaso quel poco spazio di cui era stata privata.
Con fatica riuscimmo a crearci un varco e dopo  molte ore di cammino, a causa dell'intricata foresta, ritornammo alla Sunny.
                                                                  *
Era ormai notte inoltrata quando andammo a letto, dopo aver raccontato a Zoro l'accaduto.
Itachi e Sasuke avrebbero occupato una stanza accanto alla nostra.
                                                                .  .  .
Un rumore estraneo mi fece svegliare.
Una figura sinistra si stagliava contro la fioca luce proveniente dalla finestra.
Il corpo translucido e semitrasparente,nero come l'ebano, fluttuava a pochi centimetri dal pavimento.
Le orbite erano vuote e il corpo scheletrico sembrava essere coperto da una sorta di sudario.
Il viso era magro ed emaciato ed i capelli disordinati.
Avanzò lentamente verso di me, per poi fermarsi a pochi centimetri dal letto.
La sua voce, poco più che un sussurro, mi fece accapponare la pelle ma non riuscii a capire le sue parole.
                                                               *
La mattina seguente non ne feci menzione con gli altri: non volevo che mi prendessero per pazza.
Tornammo nuovamente al villaggio, percorrendo stavolta una strada diversa.
Giungemmo in una piccola radura.
Al centro di quest'ultima si stagliava imponente una torre dall'aria antica e consunta, coperta di edera.
La cosa strana di quella struttura è che era completamente priva di porte.
L'unico accesso era una finestrella a 300 metri d'altezza.
Rufy decise di dare un'occhiata e con uno slancio s'introdusse all'interno.
                                                                    *
Accidenti che forza!
R: "CIAO RAGAZZIIII!!" , gridai affacciandomi dalla piccola finestra.
Iniziai a guardarmi intorno.
Degli strumenti alquanto bizzarri erano appoggiati sui numerosi tavolini, ed un'imponente calderone troneggiava al centro della piccola stanza.
Ma sul letto in fondo c'era qualcuno..
Mi avvicinai..
Una sorta di mummia era appoggiata sull'enorme letto a baldacchino: i suoi abiti erano sfarzosi ed un prezioso diadema luccicava sulla sua testa.
Improvvisamente avvertii una presenza alle mie spalle e mi voltai.
Una ragazza era in piedi a pochi passi da me.
I suoi abiti erano antichi e molto particolari.
R:"Ciao! Io sono Rufy. Chi sei?"
Mi sorrise, e con voce setosa mi rispose:
?: "So benissimo chi sei. Tu sei Monkey D. Rufy.
Sei un ragazzo davvero affascinante.."
R: "Tu invece non lo sei per niente."
?: "ha-ah..Di qui non passi, tesoro..Sai..avevo proprio bisogno di un ragazzo giovane e bello come te nella mia preziosa collezione..ultimamente i bambini e i ragazzi sono diventati..mhh..diciamo scarsi.."
Mi disse, appena cercai di dirigermi verso la finestra.
R: "Cosa intendi dire?"
?:"Che la mia pelle si é un po' sciupata..sai com'è..l'età.."
R:"Ma se avrai si e no vent'anni!"
?:"No no..ne ho molti, molti di più. Se non opporrai resistenza sarà tutto più semplice..E dopo averti mangiato sarò più bella di prima..ahahahah!!"
R: "Togliti di mezzo."
?: "Spiacente amore..di qui non passi"
R: "Gear Second"
Sentii il vapore fuoriuscire dai pori della pelle. In un batter d'occhio riuscii a togliermela di dosso e fui di nuovo giù.
                                                                    *
Vidi Rufy buttarsi letteralmente di sotto.
Dietro di lui una donna dall'aspetto sinistro si affacciò dalla finestra.
Il mio cuore perse un battito, mentre il terrore  prendeva possesso del mio corpo.
 
  
 
 
 

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Capitolo 8
*** Swan girl ***



Non era possibile che fosse lei. Non era assolutamente possibile.
R: "Anna cosa c'è?"
Eravamo seduti intorno al tavolo della cucina, e stavamo discutendo su quanto accaduto poco prima.
A: "Io avevo sentito parlare di lei..però credevo fossero solo delle voci.
Voglio dire, la torre che abbiamo trovato ..nessuno era mai riuscito ad entrare perché come avete visto è troppo alta, e l'unica entrata è una finestra a centinaia di metri di altezza.."
N:"Chi è allora?"
A: "Beh..si dice che secoli fa quest'isola fosse un piccolo regno.
La regina morì dopo aver dato alla luce una bambina, e così il re decise di risposarsi.
La nuova regina era bellissima,ma estremamente orgogliosa e vanitosa; non tollerava la vista della figliastra, Eveline, perché quest'ultima era talmente bella che si dice non esistessero aggettivi adeguati per descriverla, perché nessuno le rendeva giustizia; Inoltre Eveline era gentile e  intelligente.
Quando compì diciassette anni era talmente bella che la regina non riuscì più a soffrirla, e la annegò nel lago sotto al castello.
Si dice che fosse una strega, e che poco prima di morire abbia preso del sangue dalla ragazza.
Si dice che da quel momento abbia smesso di invecchiare.
La donna che si é affacciata dalla torre é identica alle descrizioni che si hanno di lei."
Tutti mi fissavano a bocca aperta.
A: "Si dice però che la ragazza non sia morta, ma che tutte le notti di luna riemerga dalle acque."
R:"Dove si trova il lago?"
A:"Proprio sotto al castello in cima alla collina"
R:"Allora andiamo subito"
                                                                  *
La luna iniziava a illuminare il cielo quando arrivammo al laghetto.
Un cigno sfiorava placido la superficie dell'acqua col suo candido piumaggio; ma improvvisamente una luce dorata lo avvolse e una ragazza dalla bellezza stupefacente emerse dall'animale, che si dissolse.
Era bellissima, ma il suo sguardo era infinitamente triste e l'espressione sconsolata sul suo viso avrebbe fatto piangere le pietre.
Si avvicinò a noi lentamente, fino a toccare riva.
R:"Ciao! Io sono Rufy. Tu sei Eveline?"
Due lacrimoni le sforarono il viso.
E:"Si. Sono io."
R:"E' stata la tua matrigna a ridurti così?"
La ragazza annuì lentamente.
R:"Come facciamo a liberarti?"
E:"Uccidendo la matrigna; oppure giurandomi amore eterno"
S:"Perché dopo essere morta la matrigna ti ha riportata in vita?"
E:"Per vedermi soffrire tutti i giorni della mia vita; fu chiara quel giorno, dicendomi che dovevo pagare per averla umiliata. Ma io non le ho mai mancato di rispetto, e non le ho mai fatto nulla di male.
Vi supplico aiutatemi! Però state attenti, perché Marquise talvolta viene a trovarmi.
Se vi trova vi farà del male."
R:"Chi é Marquise?"
E:"La mia matrigna."
N:"Abita per caso nella torre diroccata che si trova dietro al villaggio?"
E:"Si abita lì."
R:"Oggi l'ho incontrata e ha detto che voleva mangiarmi!"
E:"E  se non stai attento la prossima volta lo farà.
Marquise ha rapito tutti i bambini e i ragazzi dal villaggio. Non so cosa abbia in mente.."
Ma il sole ormai iniziava a tingere il cielo di rosa.
Ed Eveline ritornò un cigno, che chinò leggermente il capo verso di noi.
                                                            *
Ma com'era possibile che nessuno si ricordasse dei propri figli o dei propri nipoti?
E se tutto questo serviva solo per rimanere giovani in eterno mi sembrava un'assurdità.
Osservai per un momento Sanji, circondato da cuoricini , che continuava a crogiolarsi nella bellezza di Eveline.
 Rufy le aveva promesso che l'avremmo liberata; così magari io e Kathleen avremmo potuto riabbracciare i nostri genitori.
Cammina cammina, arrivammo in un punto del bosco in cui la vegetazione era così fitta che la luce del sole non riusciva a penetrare.
I fruscii degli alberi mi sembravano voci e un'atmosfera alquanto sinistra avvolgeva il tutto.
Da  uno stagno proveniva il dolce gracidio delle rane.
Ma una figura pallida era immersa nell'acqua stagnante.
Il suo viso pallido circondato da lunghi capelli bianchi come la neve sembrava risplendere.
E i suoi occhi grigi si posarono su di noi.
  
 
 

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Capitolo 9
*** La spada di Cristallo ***


Nell'avvicinarmi notai però che non era sola, ma circondata da altre ragazze tutte simili a lei.
I loro corpi erano circondati da un bagliore argenteo e sembravano risplendere.
Ma fu lei ad accorgersi per prima della nostra presenza.
?: "Cosa volete?"
A quel punto iniziai ad essere guardinga, perché il suo tono di voce era tutto fuorché amichevole.
A:"Ci dispiace..non volevamo disturbarvi.."
?:"Cosa volete?"
K:"Ragazzi andiamocene."
R:"Perché scusa?"
A:"Andiamocene e basta. Subito."
                                                                 *
R:"Delle vele??"
A:"Non 'Vele' , ma 'Veele' "
R:"Cioé?"
Ro:"Le Veele sono delle creature che vivono in luoghi incontaminati, come stagni,laghi o alberi. E sono l'equivalente delle sirene."
S:"Oh le sirene..*cuoricini*"
A:"Si , ma quelle a differenza delle sirene che conoscete voi si mangiano i viaggiatori. Se avessimo risposto alla domanda che ci hanno rivolto, e se la risposta non fosse stata di loro gradimento, saremmo finiti tutti male."
Z:"Ma che razza di isola è questa?"
K:"Undici anni fa vi posso garantire che non c'erano tutte queste creature, e che i sentieri non sparivano nel nulla.."
N:"Adesso comunque dobbiamo capire come uccidere la strega"
R:"E che problema c'é? La uccido io!"
N:"Ma sei scemo?! E se ti facesse qualche sorta di incantesimo?"
R:"E allora?"
Il resto della conversazione non lo sentii, perché Itachi volle parlare con me in privato.
 
                                                                                                                                   *

Con fatica, e con un certo imbarazzo, gli avevo raccontato cosa mi era successo;
Gli avevo parlato anche della mia chiraptofobia.
Mi sentivo a disagio con lui.
Non era come gli altri.
Mi aspettavo che si arrabbiasse; invece si limitò a sospirare e a cercare di tranquillizzarmi.
Era estremamente attraente, e non riuscii a non pensare che avesse un certo fascino.
Finalmente era riuscito a capire pienamente la situazione, e stava ragionando su come fermare Marquise.
                                                                                                                         *
"Ma certo! Perché non ci ho pensato prima!"
La voce di Kathleen per poco non mi fece andare di traverso la brioches.
Era mattina, e stavamo facendo colazione.
K:"Perché non andiamo a cercare Nimue?"
N:"Chi é?"
K:"E' anche conosciuta come 'la dama del lago'. Lei conosce tutto.
Mi ricordo che da piccola i miei le avevano chiesto consiglio. Anna non era ancora nata."
                                                                         *
Arrivammo sulla sponda del lago verso mezzogiorno.
Sull'isola vi erano infatti due piccoli laghetti;questo in particolare era meraviglioso, circondato da una miriade di fiori profumati.
Una donna era immersa sotto la superficie dell'acqua.
I suoi lunghi capelli color miele circondavano un viso perfetto.
Appena la vidi dovetti ricordarmi di respirare.
K:"Ehm..Salve Nimue. Vorremmo sapere cosa dobbiamo fare per uccidere Marquise, la strega che vive nella torre.."
N:"Marquise non é più un essere umano. Per ucciderla dovrete recuperare la spada di cristallo, che si trova nella necropoli sotto al castello.
Dovete farla a pezzi con quella spada, l'unica in grado di ucciderla; Quando l'avrete fatta a pezzi dovrete bruciarne il corpo.
Una volta che l'avrete uccisa inoltre, potrò far tornare a casa Itachi e Sasuke.
Ma finché ci sarà Marquise  non posso farlo."
La sua voce sembrava velluto e miele; ma il timbro era strano, e non fui l'unica a pensarlo.
Tornammo alla Sunny e ci preparammo: dovevamo recuperare quella spada a tutti i costi.
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** I ricordi del buio ***


 
I cunicoli sono stretti, c'è poca luce, manca ossigeno.
Siamo qui dentro da ore  e credo proprio che ci siamo persi.
I passaggi sono tutti uguali e gli scheletri, comodi nelle loro aperture nella pietra, ci sorridono, macabri e inquietanti.
Non avremmo dovuto dividerci.
Rufy accanto a me sembra un bambino di cinque anni al Luna Park. Sospiro sconsolata, continuando a camminare. Non si vede niente, anche se la torcia fa buona luce; il buio è talmente pesto che potrei sbattere contro un muro e rendermene conto solo all'ultimo.
Le mini radio snail però funzionano; speriamo che riusciremo ad uscire. Non voglio morire in un posto come questo.
Un tonfo mi fa voltare di soprassalto. Rufy ha urtato uno dei corpi lungo le pareti, e la testa è rotolata via, finendo ai miei piedi.
Indietreggio istintivamente.
Ma intanto sta accadendo qualcosa di strano: gli altri cadaveri stanno voltando il loro viso mangiato verso di noi. Non hanno gli occhi, e la pelle ormai marcia ricopre a brandelli anche le orbite.
Si muovono. SI MUOVONO.
Le loro grida raccapriccianti riempiono l'aria, facendomi vibrare le ossa, mentre si contorcono orribilmente. Uno di loro mi afferra.
 
Le loro mani fanno male.
Le loro risate sguaiate riecheggiano nella cella mentre mi  umiliano.
Le lacrime le ho finite, e la voce anche.
Mi vogliono.
Mi toccano.
Non voglio.
NON VOGLIO!
 
 
Rufy lo spinge via con forza, e mi prende al volo mentre crollo.
Un suono strano sta riecheggiando per i corridoi. Mi rendo conto che proviene da me solo dopo qualche secondo.
Mi rannicchio contro di lui. Sto gridando. Sto piangendo. Non lo so.
I corpi sono a terra. Tutti. Divorati da fiamme nere.
Mi rendo conto che sono arrivati anche gli altri.
Mi sto graffiando il viso , le braccia, le gambe. 
Mi ritrovo premuta contro il petto di Itachi senza neanche rendermene conto.
La testa mi esplode. Ero riuscita a metterli da parte,quei ricordi, ma eccoli di nuovo.
Perchè? PERCHE'?!
Le sue dita ruvide e affusolate mi accarezzano piano e la sua voce cerca di calmarmi.
Ho la nausea. La pelle brucia.
Mi dice che sono al sicuro. Che non succederà più. Che è tutto finito. Che non devo avere paura. Che mi proteggeranno.
Mi sento stupida, inutile, patetica.
Sento che è colpa mia. Tutta colpa mia. Irrimediabilmente colpa mia.
Cosa ci faccio qui?
Sto tremando. Non riesco ad alzarmi.
R:"Anna era solo uno scheletro!"
Scuoto la testa in preda ai singulti.
Quando quella cosa mi aveva toccata era come se avesse premuto un interruttore.
Acceso-Spento.
Ed io ero di nuovo lì. A Nemesis. Nella mia cella. Con...
R:"Anna non sei più in quel posto. Sei qui. Con noi. Tranquilla. Ti proteggo io!"
Mi sorride a trentadue denti, e mio malgrado gli sorrido debolmente anch'io.
 
I cunicoli sono stretti, non c'è luce, manca ossigeno.
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Pericolo ***




Il fuoco scoppiettava allegramente, proiettando ombre sinistre sulle pareti;le salme deposte nei loro giacigli non aiutavano a migliorare l'atmosfera.
Ero ancora fra le braccia di Itachi.
Sasuke,anche se di poche parole, mi aveva confidato di come Itachi si stesse comportando in maniera diversa dal solito.
Era premuroso e gentile con me e sasuke, mentre era distaccato con gli altri.
Mi strinse un po' più forte,mentre mangiavamo in silenzio la zuppa, a eccezione di Rufy.
Neanche un minimo di rispetto per i morti dico io. Era proprio il caso di usare una mummia come marionetta e, reggendole un braccio, salutarmi?
Già prima avevano preso vita.
Il solo essere toccata mi dava fastidio. Stavo male. La pelle mi bruciava, avevo le vertigini e senso di vomito.
Ma notavo di come adesso con Itachi fosse diverso, di come mi sentissi protetta e non nauseata quando lui mi toccava.
Era morto. E il fatto di esserne consapevole mi faceva stare male.
Io invece ero viva.
Potevo essere più sfortunata?
Mi ero resa conto di amarlo.
E lui?
Lui poteva amare una come me?
Non ero bella, brillante e non mi consideravo interessante.
I miei capelli forse erano carini.
Ma Robin e Nami erano mille volte più belle e affascinanti di quanto io non fossi mai stata.
E un genio come lui non si meritava una donna mediocre e patetica come me.
Sebbene mi rendessi conto di quanto fosse carino,dolce e premuroso nei miei confronti.
Ma era morto.
Quando sarebbe tornato nel suo mondo mi avrebbe lasciata definitivamente.
E forse non lo avrei rivisto mai più,anche se speravo esistesse un paradiso solo per poterlo riabbracciare.
Faceva freddo. Itachi si era offerto di fare la guardia per tutta la notte;a quanto pare non aveva bisogno di cibo e di riposo..
La mattina dopo proseguimmo,senza però sapere con esattezza dove andare.
Io avevo l'impressione di girare in tondo.
I cunicoli,  le viuzze e tutto quello attorno a noi era uguale ed era pressoché impossibile orientarsi.
Mi chiedevo se saremmo mai riusciti ad uscire da lì.
Ad un certo punto arrivammo in una parte molto strana di quella complessa struttura: Alle pareti erano addossate tante statue di terracotta dalle forme insolite e deformi,con incisi sopra simboli complicati.
Appena percorremmo una buona parte di quel tracciato un rumore sinistro ci fece voltare,  e notammo che le statue si stavano rompendo.
Dall'interno provenivano dei colpi.
E come i pulcini escono dalle uova, dalle statue uscirono degli uomini.
Erano altissimi e massicci, e dal loro abbigliamento mi ricordarono dei soldati.
Rufy ne colpì subito uno;l'uomo appena toccò terra si ruppe in mille pezzi.
Statue di terracotta...
Itachi accanto a me evocò due copie e le lasciò a proteggermi.
Sebbene stesse combattendo era forte ed elegante allo stesso tempo, e volteggiava con grazia da una parte all'altra.
Mi ricordava un ghepardo o un leone.
Rufy era formidabile, e in pochi minuti le distrussero tutte.
Continuammo a camminare.
Ci eravamo divisi nuovamente.
L'altra volta eravamo riusciti a ritrovarci; ma io restavo dell'idea che saremmo dovuti restare uniti.
Proseguendo arrivammo in una sorta di cortile interno. Al centro c'era una capanna fatta di ossa umane,e sull'uscio una vecchietta stava filando.
Notai come ci fossero anche lì delle statue.
Ma avvicinandomi notai con orrore che erano ragazze.
Erano pallidissime e rigide come stoccafissi. E bellissime.
E la paura nei loro occhi mi fece venire i brividi.
Dalla loro bocca usciva una sostanza grigiastra solidificata.
Improvvisamente mi sentii tirare verso la casetta. Mi aggrappai a Rufy con tutte le mie forze e lui cercò di tenermi ma fu inutile.
Prima che me ne rendessi conto ero dentro.
La porta si chiuse con un cigolio e la vecchia mi si avvicinò.
Mi esaminò come se fossi stata un cavallo da corsa invece che una donna.
E ghignando si avvicinò al grande specchio appeso alla parete.
Dall'esterno sentivo provenire dei colpi. Cercai di urlare ma mi accorsi di essere muta.
Le labbra non mi rispondevano;Il mio corpo non mi rispondeva.
La vecchia stava ancora armeggiando con lo specchio.
La figura che fece capolino sulla superficie mi fece rizzare i capelli.
Marquise. Pallida. Stanca. E vecchissima.
M:"Baba Yaga perché mi disturbi?"
B:"Mia signora ho una sorpresa per voi.."
E mi indicò con un dito scheletrico.
M:"Le altre bambole sono pronte spero. Questa ragazza è davvero bellissima..sono sicura che dopo sarà ancora più bella.."
B:"Ma certo mia signora"
M:"mandamele tutte, dopo"
Baba Yaga si inchinò e Marquise scomparve dallo specchio.
B:"Sarete molto utili alla mia signora"
Iniziò a frugare in giro per la stanza.
La voce di Rufy mi arrivava forte e chiara ma ero completamente immobile.
B:"Non preoccuparti. L'esofago ti si solidificherà. Sentirai un po' di dolore ma passerà presto"
Accese il fuoco,e il grande calderone sibilò minaccioso.
Rufy, Itachi vi supplico fate presto.
La donna mi aprì a forza la bocca e mi ci infilò una specie di imbuto.
Iniziò  a versare la sostanza al suo interno.
Ma improvvisamente l'imbuto voló via e vidi Itachi trafiggere la vecchia.
R:"Anna? stai bene? Anna?!"
L'oscurità mi avvolse, spessa e pesante.
 
****
 
Ero nel letto dell'infermeria, sulla nave.
Come avessimo fatto a uscire da lì non lo sapevo e non lo volevo sapere.
Avevo avuto paura di non farcela.
Marquise mi aveva definita "bellissima" ma a me non piacevo.
Cosa c'era nel mio aspetto di bellissimo?
Avevo lunghi capelli castano cioccolato con riflessi rossi e occhi grandi e castani. Le labbra piene e il viso ovale, con gli zigomi alti.
Carina al massimo. Ma di sicuro non bellissima.
La porta si aprì e Itachi entrò nella stanza.
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Confessioni ***



Itachi mi si avvicinò lentamente, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi chiese se stessi bene, se le ferite andassero meglio.
Non mi ero accorta di essere ferita, ma lui mi fece notare le bende che  mi avvolgevano il petto e il busto.
Mi disse che era accaduto tutto quando stavamo cercando di uscire dalle catacombe.
Delle creature mostruose a quanto pare ci avevano attaccati e mi avevano ferita nel tentativo di rapirmi.
E mi abbracciò forte, da mozzarmi il respiro.
Il suo profumo mi invase; dolce ma allo stesso tempo amarognolo.
Un pensiero mi attraversò la mente ma lo scacciai.
Se mi fossi illusa che lui provava qualcosa per me avrei sofferto atrocemente.
Io lo amavo alla follia, ma restavo dell'idea che uno come lui non si meritasse una come me.
Sospirò.
I."Anna. Devo raccontarti una cosa.."
 
***
La spada riluceva di una strana luce tra l'azzurro e il violetto.
Era bella, riccamente lavorata e cesellata, decorata di pietre preziose e lapislazzuli; sembrava essere d'oro zecchino.
E i Mugiwara avevano il sospetto che lo fosse per davvero, considerato anche il peso.
Ma di cristallo non aveva proprio niente.
Che senso aveva chiamare una spada "di cristallo" se poi era d'oro puro?
Forse però era magica, aveva supposto qualcuno..
E Rufy alla fine aveva deciso di tornare da Nimue.
Era riuscito a recuperare quell'oggetto per miracolo, nascosto per com'era sotto scartoffie, libroni e cianfrusaglie varie, che nel trambusto erano cadute dappertutto.
Ma ora voleva vederci chiaro: era tutto lì o dovevano recuperare ancora qualcos'altro?
Come diamine si utilizzava quella spada, che non si riusciva neanche a sollevare da terra?
Ora come ora era praticamente inutilizzabile, e col cavolo che ci avrebbero ucciso Marquise.
Splendida era splendida, ma doveva funzionare indipendentemente dal fatto che fosse bella o brutta.
 
***
Lo guardai in lacrime.
Non volevo credere che avesse sofferto così tanto.
Desiderai in maniera fulminea di unire la mia sofferenza con la sua, di farmene carico.
La vita era stata crudele con entrambi.
Gli dissi che mi dispiaceva tanto, ma lui mi sorrise amaramente dicendomi che non era colpa mia.
E mi disse che dispiaceva anche a lui quello che mi era successo.
Io non gli avevo raccontato tutto, ma i ragazzi lo avevano informato e forse era stato meglio così.
Avevo passato ore a piangere sulla spalla di Nami raccontandole tutto, rimanendo senza lacrime e senza voce.
Mi abbracciò ancora, più forte di prima.
I: "Ti lascio riposare adesso"
A: "Non puoi restare ancora un pò?"
Nel girarmi urtai il cuscino, che cadde a terra.
Ci abbassammo entrambi per raccoglierlo, e mi ritrovai le sue labbra a pochi centimetri dalle mie.
Si avvicinò dolcemente.
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Baci e verità ***



Fu un bacio dolce, serio, di quelli che crescono lentamente.
Lo sentii abbracciarmi ancora, mentre si allontanava sorridendomi.
L'orologio ticchettava dolcemente.
***
Anno del Signore 1323; 12 gennaio.
 
Non lo sopporto.
Mi ha picchiata. Di nuovo.
Mi ha presa a cinghiate sulla schiena perché ho starnutito durante l'omelia.
L'altro giorno mi ha legata al letto perché ho dormito troppo.
Mi ha slegata solo stamattina, per poi  prendermi a cinghiate appena tornati dalla messa.
Settimana scorsa mi ha chiuso nelle cantine per tre giorni perché ho rimesso la cena.
Non lo sopporto più.
Picchia me e picchia anche mia madre.
Marquise non fare questo, Marquise sei un'idiota, Marquise, Marquise, Marquise..
Me la pagherà cara, e con lui tutti i membri della corte che trattano me e mia madre come delle pezzenti.
Pochi giorni fa..

Scaraventai il diario a terra.
Me la pagherai padre..Me la pagherete tutti!
***
Mi strinse a sé baciandomi ancora.
Mi accarezzò i fianchi e proseguì delicatamente verso l'alto.
La mente si era spenta.
Eppure avevo paura che qualcuno entrasse..sarebbe stato terribilmente imbarazzante..
Continuò a baciarmi ancora per poi staccarsi.
I:"E' ancora valido l'invito?"
Annuii, facendogli spazio nel letto.
Si sdraiò accanto a me e appoggiai la testa sul suo petto.
Mi accarezzò dolcemente i capelli.
Forse avevo qualche speranza..
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** L'angelo bianco ***


La finestrella ricoperta di muschio mi osservava, giorno e notte.
E lei mi sorvegliava come un mastino.
Ma io lo sapevo il perché... a differenza di quanto credeva non ero certo stupida.
Ed era lì, che camminava avanti e indietro per la piccola stanzetta.
Aveva buttato un diario per terra; sgualcito e con le pagine sciupate dall'umidità.
 
? : "La situazione deve esserti sfuggita di mano..."
M: "Sta zitta. "
? : "Posso ricordarti che senza di me non saresti nulla? Anche se mi tieni qui in catene so perfettamente che ti servo! Altrimenti perché avresti costretto mia madre a darmi a una come te?"
M:" Perché Baba Yaga è stata una povera ingenua, ecco perché! Mi aveva supplicato di riportare in vita il suo amato ma io non avevo tempo da perdere con una come lei! Ma lei era così innamorata che è stata disposta a dare via te, la sua unica figlia. Io ti presi, perché sapevo che se anche eri ancora in fasce avevi grandi poteri. Ma non rispettai il patto ;  non m'interessava aiutare quella pazza di tua madre. Che infatti fallì miseramente nell'incantesimo e invecchiò di cento anni . Poi lo sai, l'ho ricattata e l'ho costretta a servirmi altrimenti ti avrei uccisa. Contenta Emilia? Grazie ai tuoi capelli posso vivere in eterno, ma per la pelle devo trovare un'altra soluzione. I giovani del villaggio sono miei prigionieri, e saranno utili al mio scopo. Mio padre morirà. Lo ucciderò con le mie stesse mani. E tu smettila di sperare che qualcuno ti venga a salvare. Quel bifolco non si è neanche accorto di te.. e non lo farà nessuno a parte me; sei invisibile e inudibile mia cara, ed è inutile che ti dimeni."
Dovevo fare qualcosa. Immediatamente.
Luce .. raduna le altre e vai dal pirata che è entrato l'altro giorno e raccontagli tutto. Fai presto ti prego.
Certo mia signora.
 

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Capitolo 15
*** Una visita inattesa ***






R: "SAAAAAAAAAAAANJIIIIIIIIIIII!!!! HOOOOO FAAAAAAAAAAMEEEEEEEEEEE!!!!"
Apro lentamente gli occhi. Sono così intontita dal sonno che inizialmente non mi rendo conto di quello che sta succedendo.
Poi ad un tratto...
Aaaaaah. Rufy.
Mi giro verso la piccola sveglia-snail.
Sono le due passate di notte, ed è sul ponte che corre e grida come un matto, andando avanti e indietro per la nave.
Un tonfo fa spostare il letto.
Dopo qualche minuto..
SBAM!
N: "Razza di babbeo! se ti sento ancora ti butto in mare! MA LO SAI CHE RAZZA DI ORE SONOOO??!!"
R: "Ma Nami AHIA!! Non è mica colpa mia se ho fame! Sanji ha messo lucchetto , catene e una Password con riconoscimento vocale al frigorifero! " , piagnucola lui, a mo' di spiegazione.
Accanto a me, sento Robin ridere di gusto.
*
N:  " Perché non vieni a stare da noi?"
Alla fine avevo quindi deciso di trasferirmi nella stanza delle ragazze.
Nami mi aveva trascinata a fare Shopping sfrenato; nel mio armadio ora come ora non sarebbe entrata neanche una capocchia di spillo.
*
Siamo tutti in cucina.
Sanji sospirando ci ha proposto uno spuntino di mezzanotte, dato che Rufy ci ha svegliato tutti.
Zoro si è addormentato con la testa nel piatto, e Chopper si stropiccia gli occhi assonnato , con i suoi piccoli zoccoli.
Stiamo mangiucchiando , quando all'improvviso una forte luce invade la stanza, abbagliante.
A prima vista mi sembra una ragazza, ma poi guardando meglio in tutto quello sfavillio riconosco grandi ali , che sembrano di vetro.
Lei è bellissima.
Lunghi capelli blu e occhi chiarissimi.
Aguzzando la vista in tutta quella luce, la figura minuta mi ricorda vagamente un angelo, come quelli disegnati nei libri antichi che mia madre mi leggeva da bambina; solo più bello.
L: " Sto cercando il pirata che è entrato nella torre delle ossa."
R: " Torre di cosa?"
L:" Sei tu che sei entrato nella torre e hai affrontato Marquise?"
R: " Chi sei? Stai forse con quella?"
L : " No mi ha mandata la mia signora ,una sua prigioniera.
Io sono Luce. La mia signora si chiama Emilia; è la figlia di Baba Yaga. La madre l'ha venduta a Marquise in cambio di un grande potere, e ora lei ne sfrutta i poteri che sono racchiusi nei suoi capelli.
Se tagliaste i capelli alla mia signora  con la spada di cristallo e poi trafiggeste Marquise , la strega morirebbe."
R:" Questo la dama del lago non ce l'ha detto. Non ha parlato di capelli ma solo della spada. E quando sono entrato non c'era nessuno."
L:" Perché la mia signora è invisibile e inudibile. Solo Marquise può vederla e sentirla. Non vuole rischiare che qualcuno gliela porti via."
R: "Perchè la dama del lago non ce ne ha parlato?"
L: "Non lo so. Ma la spada che avete preso nella capanna di Baba Yaga è incompleta.
Dovete andare dallo gnomo Tremotino . Lungo la strada dovrete catturare una fata Cristallo. State attenti alle Nereidi. Portate allo gnomo la fata e lui con le ali ne temprerà la spada.
La mia signora vi supplica di fare presto. Ci rivedremo presto".
Scomparve , con un bagliore argenteo.
R: "Ehi aspetta! Dove si trova Tramezzino?!"
N: "E' Tremotino.. Domani mattina possiamo andare dalla dama del Lago."
Iniziarono a discutere.
Forse tutto questo stava per finire.
 

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Capitolo 16
*** Marquise ***


.

Mia madre entrò trafelata dalla porta, e si appoggiò allo stipite ansimando per la lunga corsa; poi mi guardò , e sorrise.
“Ho conosciuto un uomo”, mi disse.
Lei era andata a raccogliere delle erbe medicinali; lui era andato a caccia.
Mi disse come fosse stato amore a prima vista.
Rimasi perplessa; neanche lo conosceva, ne sapeva come si chiamasse.
Ma diceva di amarlo; e io in fondo, così piccola, cosa ne potevo sapere dell’amore?
Poco tempo dopo lo incontrò di nuovo.
E non capivo.
Perché eravamo andate  a vivere a corte? Cosa ci facevamo noi  , due poveracce vestite di stracci, in un palazzo raffinato con pavimenti di marmo?
Ma lei mi diceva che lui la amava.
Ma in fondo al mio cuoricino di bambina sentivo che qualcosa non andava.
L’uomo che lei diceva di amare era sposato.
Mia madre lo sapeva, ma diceva che era stato costretto, che in realtà non amava quella donna.
Bugiardo.
Lucian, così si chiamava. Il principe. Il figlio del re.
Alto, bello, maestoso e fiero come un leone; crudele, violento ,maschilista e insensibile.
Freddo più del ghiaccio.
Ma con mia madre era più dolce del miele.
La moglie di Lucian si chiamava Calisper.
Mio padre era morto in guerra poco dopo la mia nascita, e Lucian voleva che io chiamassi lui “padre”.
Avevo 15 anni quando la moglie di Lucian , gravemente malata, spirò.
Lui si risposò con mia madre.
Ma tutti sapevano che non eravamo nobili; tutti sapevano che eravamo povere, anche se ricoperte d’oro e d’argento.
Venivo umiliata di continuo, da tutti.
Ricordo i capelli biondi di mia madre il giorno del suo matrimonio; ricordo il suo sorriso.
E ricordo la schiena di mio “padre” , e i suoi capelli neri come ali di corvo, lisci come granturco, raccolti in una coda bassa.
I suoi occhi azzurri mi facevano paura.
E la paura crebbe dopo le nozze.
Mia madre non capiva; lui aveva detto di amarla.
Ma se l’amava allora perché la picchiava? Perché picchiava entrambe?
Io sapevo che era fatto così; lo sapevo.
Ma prima di sposarsi con mia madre mi minacciava; diceva che se le avessi detto qualcosa l’avrebbe uccisa. E io non volevo che mia madre morisse perché ero stata incapace di tenere la bocca chiusa.
Una notte mia madre si impiccò.
Ricordo il suo corpo penzolare fuori dalla finestra della mia camera, mentre Lucian gridava a squarciagola quanto fosse inutile, quanto fosse stupida.
Per lui le donne erano tutte oggetti; secondo lui se eri donna eri una stupida, una minorata mentale, un rifiuto.
La debolezza fisica equivaleva alla debolezza mentale.
Mi fece restare a palazzo, e si risposò.
La sua nuova fiamma si chiamava Charlotte, ed era una sgualdrina dei bassifondi.
Bella e sensuale.
Ma diventò presto la mia migliore amica in quell’inferno.
Mio padre non mi teneva rinchiusa nelle segrete solo perché altrimenti non mi avrebbe potuta umiliare fisicamente e psicologicamente tutti i giorni.
Tentai di scappare.
Ci provai innumerevoli volte ma mi ripresero sempre.
E continuava a picchiarmi ; sempre.
E le violenze le subiva anche Charlotte.
Una mattina avevo dormito più del solito; mi incatenò al letto per due giorni.
Una volta poi, starnutii  durante l’omelia; mi legò al letto e mi diede mille frustate.
Una notte Charlotte entrò nella mia stanza e mi disse che dovevamo stare attente.
Lei mi confessò di essere una strega, ma che non era potente quanto Lucian.
Io inizialmente non volli crederle, ma con il passare dei giorni i miei dubbi si dissiparono e iniziai ad osservare entrambi con occhi nuovi.
Divenni la sua apprendista, e un giorno finalmente riuscimmo a scappare.
Le grida di rabbia di Lucian le sentimmo per giorni.
Era colpa sua se era morta . Colpa sua!
Io non avevo detto nulla a mia madre per proteggerla, e avevo fatto bene a non parlare; lui non avrebbe avuto alcuno scrupolo ad ucciderla.
In fondo forse ,impiccandosi, non aveva sofferto più di tanto.
Charlotte mi istruì bene .
Divenni potente.
*
Il paiolo borbottava piano sul fuoco.
Con il pestello stavo sminuzzando alcune erbe.
Mi ero sposata anch’io, alla fine.
E avevo avuto una bellissima bambina: Nimue.
La luce dei miei occhi.
Anche mio marito aveva una figlia; si chiamava Eveline.
Troppo bella e intelligente per i miei gusti.
Oscurava la mia bellezza e quella di mia figlia.
Ma avevo trovato la soluzione e lei per noi non sarebbe stata mai più un problema.
Eppure mi continuavo a chiedere: come ero potuta essere così stupida?
Quell’uomo diceva di amarmi, e invece lo avevo trovato a letto con un’altra.
Dalla rabbia li avevo uccisi entrambi.
Non so cosa mi fosse preso. Non lo so.
Un attimo prima erano vivi, e un attimo dopo erano a terra, in un mare di sangue.
Charlotte era morta da tempo, e studiando i suoi innumerevoli libri di stregoneria, avevo capito che il sangue umano avrebbe potuto garantirmi l’immortalità.
Erano passati ormai settant’anni da quando avevo lasciato il castello di Lucian, eppure sapevo, grazie agli insetti e agli animali, che lui era ancora vivo.
Non sapevo dove fosse, ma era ancora vivo.
E non potevo permettergli che la passasse liscia in questo modo, ancora nel fiore degli anni, mentre io appassivo come una rosa marcia.
L’occasione però arrivò presto, e si chiamava Emilia.
Io promisi a sua madre, una strega di nome Baba Yaga, di conferirle il potere necessario per riportare in vita suo marito, morto di polmonite.
Ma l’incantesimo fallì, e lei invecchiò diventando completamente succube di me.
Lei in cambio mi aveva promesso sua figlia, Emilia.
I suoi capelli racchiudevano un potere enorme, e mi accorsi che recitando una formula io tornavo giovane.
100 anni e non sentirli.
Ed ero di nuovo bellissima: lunghi capelli mossi , neri come la pece, e grandi occhi verde smeraldo.
Gli occhi di mia madre.
Ero felicissima, e mi sentivo forte come non mai.
Ma non bastava.
Implorai quindi la strega Callisto di aiutarmi , e lei in cambio mi chiese la testa del drago Squamaverde.
Con difficoltà uccisi quel drago , le riportai la testa.
Lei acconsentì.
Lo sguardo di mio padre mi riempiva di odio e di rabbia.  
E volevo diventare sempre più forte, anche per mia madre .
Ma Callisto ad un certo punto decise di fermarsi; uccisi anche lei.
Anche senza il suo aiuto mi sarei vendicata di Lucian, per tutto il male che ci aveva fatto!
 
 
 
 

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Capitolo 17
*** Charlotte ***



Il cielo era plumbeo, quella mattina.

Una tavola liscia, perfettamente grigia, dalla quale cadevano minuscole goccioline di pioggia.
Sembrava il mio cuore, la mia anima; lacerata, fatta a pezzi.
E l’immagine del suo corpo fuori dalla finestra mi tormentava.
Al funerale LUI non venne.
E diceva di amarla.
La morte di mia madre non la definirei una fortuna, forse fato o destino, chi lo sa?
Grazie a essa conobbi Charlotte.
*
Era bellissima; alta e magra, con lunghissimi capelli color cannella e occhi viola.
Sembrava una bambola di porcellana.
 Le uniche persone ad essere gentile con me erano lei e la servitù.
Sebbene sapessi da dove venisse, non m’importava.
*
Mi rigirai tra le lenzuola , dolorante per i colpi ricevuti.
A un tratto sentii la porta aprirsi e il respiro mi si fermò istintivamente, mentre il cuore sembrava volermi rompere la gabbia toracica.
Ma le carezze che ricevetti sui capelli erano troppo gentili per appartenere alle mani di mio padre.
C:”Marquise…? Ti senti bene tesoro? Stai tremando come una foglia..”, mi sussurrò piano .
M:” S-s-i…s-to  bene.. mi avete spaventata..credevo fosse Lucian…”
C:”Ti ha picchiata ancora, vero? Mpf..ha picchiato anche me…sembra essere il suo passatempo preferito, oltre al talamo nuziale..ops, scusa..questo non te l’avrei dovuto dire…”
M:”Non ha importanza.. avete bisogno di qualcosa?”
C: “Volevo chiederti una cosa : tu non vorresti vendicarti di Lucian?”
M:”Vendicarmi?”
C:”In fondo è colpa sua se tua madre è morta; non sei arrabbiata con lui?”
M:” Mia madre non è morta per colpa sua ma per colpa mia. Avrei dovuto avvertirla, e invece non l’ho fatto. Sono stata codarda.”
C:”Marquise non è colpa tua, non sei stata tu a ucciderla!”
M:”No infatti, l’ha scelto lei; ma ciò non toglie che avrei potuto dirglielo..anche se ero pietrificata dalla paura..”
Scosse la testa, mentre i boccoli restavano al loro posto.
C:” Cintia non si è suicidata…è stato Lucian a ucciderla; a impiccarla..”
Rimasi per un attimo paralizzata dallo stupore.
CHAAAAARLOOOOOOOOTTEEEE!!!
La voce di Lucian ci fece sobbalzare entrambe.
C: “Adesso devo andare; ti dico solo che sono una strega e che se accetterai di diventare mia apprendista potrai uccidere Lucian!”
M:” Davvero siete una strega?”
CHAAAAAAAARLOOOOOOOOOOOOTTEEEEEEEEEEE!!!!!!!!
Ci voltammo entrambe verso la porta.
C:” Si !”
M:” E allora uccidetelo no?”
C:” Non posso! Non ho il mio libro, è rimasto nella foresta!”
M:”Senza offendere, ma non facevate un altro tipo di lavoro?”
C:” Si ma era un diversivo. In ogni caso se io e te riuscissimo a scappare e a tornare nella foresta potremmo finalmente recuperare il libro e iniziare le nostre lezioni.
 Qui è troppo rischioso; se mi scoprissero finirei sul rogo. Adesso devo andare. Buonanotte.”
M: “Buonanotte…”
E corse fuori.
Mi rintanai sotto le coperte, e cercai di ignorare le grida di dolore e i pianti di Charlotte.
*
Il risveglio non fu piacevole; mi sentii afferrare con forza per i capelli e strattonare fino a scendere dal letto.
Venni trascinata per la chioma fino alle segrete e venni incatenata lì per due settimane, dopo aver ricevuto un centinaio di frustate.
Non so perché mi avessero segregata.
*
Finii di leggere la pagina e sorrisi.
Non potevo ancora credere di essere stata così brava a ingannarla!
Lei si era fidata di me, e io per non destare sospetti le avevo insegnato molte cose; non tutte ovviamente.
Dopo aver finto la mia morte lei si era impegnata  tanto, e ora era diventata molto potente, anche se non era ancora al mio livello.
Lucian non è malvagio, ma lei è convinta che lo sia.
Sono stata un vero genio a modificarle la memoria, sostituendo i suoi ricordi con i miei , cosicché lei ora creda che io sia morta! Ahahaahahahahahahahah!!!!
Povera sciocca!
Marquise è completamente in mio potere, e una volta che lei avrà eliminato Lucian e quei cialtroni l’avranno uccisa , assorbirò i loro poteri e finalmente  diventerò immortale!
Ho sfruttato il suo dolore e non me ne pento, ma lui deve pagare! Mi ha tradita con quella Jane.
Lui, l’amore della mia vita, l’unico uomo che io abbia mai amato.
Che invece si è preso gioco dei miei sentimenti e questo non glielo perdonerò mai!
Mio padre l’ho già ucciso e se lo meritava dopo tutto quello che mi aveva fatto passare, dopo avermi trattata come uno straccio vecchio e aver portato mia madre a impiccarsi!
Dopo aver visto il suo corpo penzolare fuori dalla finestra della mia stanza ricordo la rabbia cieca che mi aveva invasa, l’odio per mio padre.
Io non ho intenzione di sporcarmi le mani con questa faccenda; Lucian non sa neanche chi sia Marquise; Lui si nasconde da me.
Sa che lo voglio uccidere; Lo sa!
Ma adesso so dove si trova e gliela farò pagare cara!
Quei piratucoli uccideranno Marquise e  lascerò che prendano Emilia ..
Poi ucciderò quella ragazzina … com’è che si chiama?
Anna  ..? Beh non ha importanza.
Me la pagherà anche lei!
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** Le fate Cristallo ***



La mattina dopo, sebbene fossimo tutti intontiti per la levataccia nel cuore della notte, decidemmo di metterci in marcia per trovare quella fata e portarla a Tremotino.
Sanji preparò del pranzo al sacco per tutti, e a parte Usop che restò di guardia sulla nave, scendemmo a terra per deciderci sul da farsi.
Improvvisamente venimmo investiti da una gran luce, e una figura minuta e graziosa si materializzò dinnanzi ai nostri occhi.
I capelli biondissimi sembravano bianchi e il capo era coperto in buona parte da un cappuccio, che non nascondeva la tiara che ornava la fronte della giovane né la sua frastornante bellezza.
Le sue ali di soffici piume erano bianche e dorate, e risplendevano alla luce del sole .
?: “Ciao. Io sono Irina. Luce mi manda ad aiutarvi.”
R:”Perché dovremmo fidarci di voi? Potreste stare anche dalla stessa parte di Marquise!”
La rabbia luccicò metallica nei suoi occhi.
I: “NOI ANGELI BIANCHI NON SERVIAMO QUELLI COME LEI! CHI NON SA NEANCHE QUELLO CHE FA NON E’ DEGNO DI COMANDARCI! SIAMO NOI A DECIDERE CHI SERVIRE E A CHI VOTARCI! METTEVELO IN TESTA!  LA NOSTRA SIGNORA E’ STATA FIN TROPPO BUONA A PORTARE PAZIENZA ! VI HO DETTO CHE MI MANDA LUCE E QUESTO DOVREBBE BASTARVI!”
R: “Va bene non ti scaldare!”
I:”Vi ho detto che sono qui per aiutarvi; per trovare le fate necessarie a temprare la spada. Come vi ha detto Luce una sola è sufficiente. Noi angeli bianchi abbiamo già avvisato Tremotino e lui ha acconsentito.”
N:”E dove si troverebbero queste fate? La tua amica ci ha parlato anche delle Nereidi..cosa sono?”
I:”Le fate vivono all’interno dei fiori goccia-acqua, che crescono solo vicino al lago Acquachiara. Le Nereidi , le sirene d’acqua dolce ,proteggono le fate e faranno di tutto per evitare che ne prendiate anche una sola, impresa pressoché impossibile visto che sono imprendibili. “
S:”Che belle le Sirene!” * cuoricini *
I:”Le Nereidi sono molto aggressive e straordinariamente forti. Se vi prenderanno vi trascineranno sott’acqua e al novantanove per cento dei casi morirete annegati se non userete cautela!”
R:”Perché queste fate sarebbero imprendibili scusa?”
I:”Perché hanno denti affilatissimi , e se cerchi di afferrarle ti possono staccare anche pezzi di carne dalle mani..non è un bello spettacolo..
Io vi farò strada fino al lago e per tornare alla nave. Siete pregati di seguirmi.”
S:”Zoro vedi di non perderti come al tuo solito!”
Z: “Sta’ zitto cuocastro ! “
Continuarono a battibeccare per tutta la strada , finché Nami non li fece tacere .
Arrivammo al lago che era pomeriggio inoltrato.
Sebbene il lago avesse il nome di Acquachara, le sue acque erano torbide e il fondale completamente invisibile.
Ricordando quello che ci aveva detto Irina, immaginando qualcosa che nuotasse silenzioso nell’acqua, mi vennero i brividi.
Il lago era circondato da bellissimi fiori, che sembravano tulipani di vetro.
All’interno di ogni fiore, avvicinandoci, notammo delle piccole creature.
Osservando meglio, riconobbi dei capelli; aguzzando la vista riconobbi una donna, che però aveva grandi ali.
Sembravano di cristallo, e rilucevano di mille sfaccettature arcobaleno mentre ne avvolgevano il corpo, che sembrava vetro.
Ma come prenderle?
Provai a cogliere il fiore ma non c’era verso di staccarlo dal terreno, e per quanto mi sforzassi avrei avuto più successo con una statua.
Tentai quindi di aprirne i petali ma sembravano fusi assieme, e non si riusciva a spostarli di mezzo millimetro.
Vidi la fatina all’interno del mio fiore aprire gli occhi, fino a poco prima chiusi da ciglia di pizzo, e guardarmi.
Poi fu come se mi ringhiasse contro, mostrandomi una fila di dentini da fare invidia al pesce vipera.
Il fiorellino iniziò a schiudersi e la fatina mi fu addosso, graffiando potente la mia pelle.
La sua voce era il suono delle unghie su una lavagna, acuto, fastidioso e penetrante.
Le altre uscirono anch’esse dai loro rifugi e mi furono addosso.
Rufy per fortuna dopo pochi minuti ne prese una, con mille imprecazioni.
Ma le altre non gli badavano.
Improvvisamente sentii qualcosa afferrarmi per la caviglia.
Vidi l’acqua chiudersi sopra la mia testa e mille bollicine circondarmi.
Il fiato già mi mancava, perché non ero riuscita a prendere ossigeno.
 
Mi mancava l’aria; non respiravo più.
Stavo forse per morire?
*
Tossii forte, mentre sentivo l’acqua uscire dai polmoni.
Accanto  me, Zoro , Sanji e Itachi erano fradici.
Non potevo fare a meno di tossire ; non riuscivo proprio a respirare.
Itachi mi stava facendo delle manovre di rianimazione e sentivo le sue mani premere forte. Non riuscivo a pensare, perché non riuscivo a respirare mentre vomitavo acqua e cercavo di regolare il respiro.
It:”Anna mi senti?”
Tossii ancora.
Sentii Sanji imprecare.
S:”Io quelle le ammazzo! Anche se sono delle sirene! Hanno quasi ucciso Anna e la mia Nami!”
Mi tirai piano a sedere, mentre tossivo ancora e annuivo.
Nami si era appena ripresa, e seduta sull’erba respirava affannata come me.
*
La fatina l’avevamo messa dentro una bottiglia di vetro vuota ed eravamo tornati alla nave, guidati da Irina, che era notte fonda.
Rufy si lamentava che aveva fame; come se noi invece non ne avessimo, sebbene il pranzo al sacco preparato da Sanji fosse stato abbondante.
Cenammo che erano le 2 passate, e andammo a dormire.
Irina disse che doveva rientrare da Emilia , ma ci assicurò che sarebbe tornata l’indomani.
Ci aspettava un’altra pesante giornata.
 
 
 
 
 

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Capitolo 19
*** Crystal Sword ***




Irina tornò da noi l’indomani mattina, proprio come ci aveva detto la notte appena passata  prima di rientrare.
Erano le 9:00 del mattino, e Sanji aveva preparato nuovamente gli zaini per tutti.
Poiché Nami sosteneva che ci fosse il pericolo di venire attaccati, Brook restò di vedetta sulla nave e noi iniziammo a incamminarci dietro Irina .
La giornata era nuvolosa, ma Nami mi disse che non sarebbe piovuto; nessuno di noi aveva voglia di camminare nella foresta sotto il diluvio universale.
Itachi mi era sempre accanto, mentre Sasuke aveva stranamente legato con mia sorella, cosa alquanto insolita a sentire il parere del fratello.
La figura esile di Irina volteggiava graziosa dinnanzi a noi, guidandoci lungo sentieri scoscesi e ripide  discese fra sassi e vegetazione dalla forma strana.
Sebbene fossimo in piena estate, nel punto in cui stavamo camminando vi erano solo intricati alberi, storti  e rinsecchiti.
Irina ci disse di non toccarne i rami, perché “questi alberi sono coscienti, e non gli piace essere disturbati”.
Camminammo e camminammo, finché  non arrivammo in una piccola radura  nella foresta.
Era ormai pomeriggio, e sebbene vi fosse un caldo soffocante, al centro dello spiazzo erboso un focherello scoppiettava allegramente.
Accanto al piccolo falò,una sorta di nano.
Le orecchie appuntite e il corpo gracile, con un nasino all’insù e gli occhi vispi.
Aveva una barba lunghissima, bianca come la neve, e il corpo era coperto da una strana casacca che però non nascondeva i numerosi tatuaggi che gli ricoprivano il corpo.
Sembrava molto molto vecchio.
Appena si accorse della nostra presenza puntò gli occhi su di noi, mentre una strana luce gli attraversava lo sguardo .
T:”Oh ma che splendida sorpresa, mia cara! Luce mi aveva avvisato che saresti venuta con degli amici ma non mi aspettavo così presto! Si vede che sono ragazzi in gamba..”
I:”Anche per me è un piacere rivederti.  Hanno faticato molto per  prendere la fata Cristallo, anche se sono stati molto abili..”
T:”E immagino che l’abbiate portata , vero?”
N:”Si , eccola.”
E Nami tirò fuori la bottiglia di vetro con dentro la fatina, che si dibatteva come una forsennata nel tentativo di uscire.
Il nano si fece consegnare anche la pesantissima spada, che veniva trasportata da Rufy.
Tremotino sorrise, e si voltò verso una piccola caverna alle sue spalle.
T:” Dotum, Merkhr! Venite qui!”
Dall’apertura dopo qualche secondo uscirono delle strane creature: il corpo magrissimo verde oliva, orecchie lunghissime appuntite e grandi occhi neri.
Camminavano appoggiandosi sui palmi delle mani e sulla pianta dei piedi, senza assumere una postura eretta.
T:”Prendete la spada e alla fata staccatele le ali. Il resto potete mangiarlo. Mi raccomando però di fare attenzione alle ali, che non si rovinino! Tra qualche minuto arrivo.”
I due si avvicinarono a Nami , che con una certa diffidenza consegnò loro la fata in bottiglia e la spada.
Rientrarono poi nella grotta e dopo qualche secondo si sentì un rumore agghiacciante, fortissimo.
Impossibile che fosse stato provocato dalla bottiglia.
Fu come se un’intera cristalleria cadesse in frantumi, mentre tante  unghie graffiavano una lavagna invisibile.
Poi silenzio.
Tremotino ci disse di aspettarlo lì, che ci sarebbe voluto un po’.
*
Finalmente lo vedemmo uscire, trasportando la spada.
Ora non sembrava più fatta di oro puro ma di cristallo, e sebbene fosse ormai sera inoltrata e non vi fosse luna, brillava di riflessi arcobaleno.
Ora era leggerissima, ci disse, e la lama era indistruttibile.
Prima di andarcene consegnò a ognuno di noi una collana, dicendoci di indossarla e di non toglierla mai, neanche per dormire.
E poi ci salutò, dicendoci che “Le cose non sono mai come appaiono”.
*
Irina ci accompagnò nuovamente alla nave e ci salutò.
Rufy voleva andare a sistemare Marquise ma Irina gli disse che il giorno seguente Luce li avrebbe portati nuovamente dalla Strega in modo tale da riuscire a uccidere marquise e a liberare Emilia.
Prima che le chiedessimo altre spiegazioni era già sparita, lasciando dietro di sé solo una gran luce.
 
 

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Capitolo 20
*** Verità rivelata! ***




Luce si presentò a noi il giorno seguente di buon mattino, proprio come ci aveva detto Irina.

L:”Vi porto da Marquise. Io e le mie guerriere combatteremo con voi.”

Detto ciò spiccò il volo, e ci condusse fino all’antica e altissima torre in cui viveva Marquise.

Una volta arrivati ai piedi dell’imponente struttura, vidi Luce risplendere intensamente, e dopo pochi secondi attorno a lei  apparvero una decina di angeli dalle

ali bianche , con le sembianze di donna ,tra i quali riconobbi Irina.

Dopo che li ebbe radunati tutti si voltò verso di noi, e ci disse che ogni angelo avrebbe trasportato una persona all’interno della torre.

Noi eravamo in tredici, quindi un angelo avrebbe fatto due turni.

Ma Rufy disse che per lui non c’era problema , e che sarebbe entrato come l’altra volta.

N:”Un attimo! Come facciamo a sapere dove si trova Emilia? Noi non possiamo vederla e nemmeno sentirla!”

L:”Vi guideremo noi. Sulla parete in fondo alla stanza c’è uno specchio ovale , riccamente decorato. Dobbiamo romperlo. Ma Marquise ci ostacolerà in tutti i

modi. Se rompiamo lo specchio Emilia ritornerà visibile. Noi comunque possiamo vederla e sentirla.”

Detto ciò sentii uno degli angeli mettermi un braccio attorno alla vita e spiccare un salto.

In pochi istanti vidi il terreno sotto i miei piedi allontanarsi sempre di più, mentre Rufy si fiondava letteralmente all’interno della torre.

La stanza in cui entrammo era enorme, e metteva i brividi.

Ricchi e pesanti tendaggi ricoprivano un letto a baldacchino, sul quale era adagiata una mummia elegantemente vestita.

Ampolle e ampolline piene di strani liquidi colorati e animali bizzarri erano appoggiati ovunque, così come i libri , e un calderone borbottava pigramente al
centro della stanza.

C’erano inoltre scheletri umani e di animali, appoggiati malamente alle pareti.

M:”Bene. Bene. Bene. Cosa abbiamo qui?”

Una figura minuta uscì dall’ombra , e si avvicinò a noi.

Era bellissima: lunghi capelli mossi nerissimi e occhi color smeraldo che ci scrutavano maligni e alteri.

M:”Beh .. ho già parecchia gente da parte ma penso proprio che vi metterò insieme a loro.”

R:”Devi liberarli! E lo devi fare subito brutta strega!”

M:”Cosa? Brutta strega a chi bamboccio?!”

R:”Quante altre streghe vedi in giro?”

N:”Rufy smettila! Così non fai altro che farla arrabbiare!”

R:”Io la distraggo. Voi pensate allo specchio.”
M:”Quello specchio non si tocca!”

R:”Vedremo!”

Lo vidi prepararsi allo scontro, mentre la sua pelle diventava rossastra e uno strano vapore usciva dal suo corpo, e le sue mani , le sue braccia , le sue

gambe e i suoi piedi assumevano un’insolita colorazione grigiastra.

Marquise dal canto suo fece apparire dal nulla un lungo bastone di legno, sulla cui cima splendeva una pietra biancastra, ricca di riflessi arcobaleno.

Un fiotto di luce venne scagliato in direzione di Rufy, che venne preso in pieno .

Ma non si fece niente, e si rialzò come se non fosse successo nulla , mentre la collana che aveva al collo brillava intensamente.

M:”Quel maledetto di un Tremotino!”

Scagliò contro Rufy altre folgori ma vennero tutte respinte.

Mentre Rufy teneva impegnata Marquise noi ci dirigemmo verso lo specchio, ma poco prima di raggiungerlo fummo costretti a fermarci: delle creature
mostruose ci sbarravano la strada. Il loro viso era umano ma il loro corpo di leone , e la coda di serpente. I loro occhi erano completamente bianchi, e
mancanti di pupilla.

I loro denti erano affilatissimi e il pelo sembrava coperto di squame.

Avanzarono verso di noi con aria minacciosa, e Sanji e Franky si misero subito davanti a me, mentre Itachi e Nami proteggevano Kathleen.

 
Sasuke, Itachi, Brook e Robin, insieme a Chopper e Zoro, erano in prima fila.

Fu uno scontro duro, perché la loro pelle era resistentissima.

Ma Nami ebbe un’idea: La spada di Cristallo ce l’aveva Zoro, e Nami gli disse di usarla.

Io non riuscii a credere ai miei occhi: in pochi secondi le distrusse e di loro non rimase altro che una sottilissima polverina dorata.
E la stessa cosa accadde a tutte le altre creature mostruose  che ci sbarrarono la strada.

Quella spada era portentosa.

Rufy intanto teneva egregiamente a bada Marquise e gli angeli si occupavano di tutte le mostruosità che uscivano dagli angoli.

Con fatica raggiungemmo lo specchio e lo mandammo in frantumi, mentre le schegge volavano per tutta la stanza e il grido spacca timpani di Marquise ci

avvolgeva penetrante.

Nell’istante in cui lo specchio si ruppe, alla destra dell’oggetto, in un angolino appoggiata a una parete apparve una ragazza .

Avrà avuto presso a poco la mia età, e capelli assurdamente lunghi. Talmente lunghi che l’aggettivo lunghissimi non bastava.

Notai che quei capelli sembravano oro puro.

Zoro si avvicinò a lei con la spada in mano.

M:”NO FERMO!”

Con un colpo la lunga chioma ricadde sul pavimento, e vidi Marquise invecchiare improvvisamente e tramutarsi in cenere.

R:”E’ finita”

Cha:”Non credo proprio!”

Avvertii un leggero fastidio, come se qualcosa avesse cercato di incenerirmi..

R:”Chi sei ?! Cosa vuoi?!”

Cha:”Charlotte. Ma non ha importanza.”

La vidi avvicinarsi al corpo di Marquise e inalarne le polveri, finché non ne rimase niente.

Gli occhi della sconosciuta divennero gialli.

Cha:”TI UCCIDERO’ ANNA!”

Prima che chiunque di noi potesse reagire, accanto a me vidi la ragazza di poco prima, con lampade azzurre al posto degli occhi.

A:”Perché mi vuoi morta?!”

Cha:”Come credi di esserci finita a Nemesis? Con la forza del pensiero? Sono stata IO a far mandare lì te e tua sorella! Volevo che moriste entrambe! Ho

pagato quelli del Governo perché vi rapissero e vi portassero lì. Prima hanno preso te ,Anna, e poi qualche giorno dopo hanno portato via anche tua sorella! ”

Mi sentii invadere dalla rabbia verso quella donna.

A:”COME HAI OSATO FARCI QUESTO?! ABBIAMO SOFFERTO SOLO ED ESCLUSIVAMENTE PER CAUSA TUA!”

Sentii Rufy afferrarmi e trattenermi.

Cha:”Semplicemente perché se tu fossi morta, se entrambe foste morte, Lucian ne avrebbe sofferto intensamente e sarebbe morto di dolore sapendo che le

sue figlie erano andate entrambe all’altro mondo!”

A:”Chi è Lucian?”

Cha:”Lucian è tuo padre! “

Scossi la testa sconvolta.

A:”Non è vero! Mio padre si chiama Marcus!”

Cha:”No! Tua madre Jane si risposò con Marcus per non lasciare te e tua sorella senza una figura paterna!”

Em:”Tu stai mentendo! Lucian era il padre di Marquise!”

Cha:”Certo che era suo padre, perché io ho voluto che lei pensasse che fosse così ma erano tutte bugie. Io ho mischiato i miei ricordi con quelli di Marquise e

le ho modificato la memoria, facendole credere che Lucian fosse malvagio quando in realtà non lo é! Lucian era mio marito ma mi ha tradita con Jane! Io lo

amavo e lui mi ha solo presa in giro! Facendo soffrire Anna e Kathleen anche Lucian è straziato dal dolore e questo è un punto a mio favore! Tu Emilia sei

servita al mio scopo, perché grazie a te i poteri di questa servetta sono aumentati e di conseguenza sono diventata più potente anch’io! Lucian è soltanto mio

e di nessun’altra! ”

R:”E dove sono gli abitanti del villaggio ?!”

Cha:”Ma in mano mia sciocco! E Marquise è servita al mio scopo! è rarissimo che mi sporca le mani. Faccio agire altri per mio conto, è molto più comodo! Ma

adesso è ora di finirla. Addio ragazze!”

Vidi qualcosa frapporsi fra noi e la folgore lanciataci contro, che rimbalzò e tornò al mittente.

Un uomo alto , dai capelli neri come ali di corvo era di fronte a me e a mia sorella, che si era avvicinata a Emilia nel tentativo di spostarci.

Era giovane, e avrà avuto al massimo trent’anni, forse meno.

Il corpo di Charlotte era a terra carbonizzato, eppure era ancora viva.

L:”Sei stata una sciocca Charlotte! Come potevi sperare di battermi? COME HAI OSATO FARE DEL MALE ALLE MIE FIGLIE E A JANE?!”

C:”Io sono molto più potente di te! Credi che perché mi hai colpita sei in diritto di considerarti superiore? Visto che sei uscito allo scoperto Lucian vorrà dire

che ti ucciderò una volta per tutte con le mie mani! E’ comodo tirare i fili dietro le quinte ma adesso mi sono stancata che mi vengano messi i bastoni tra le

ruote. Ho cercato di uccidere tua figlia Anna in tutti i modi, tra arpie, nereidi, mummie, statue di terracotta, e Baba Yaga aveva tentato di trasformarla in una

Bambola di Carne credendo di agire per conto di Marquise ma ho sempre fallito. Quindi ora, dopo che avrò ucciso sia lei che la sua cara sorellina sotto i tuoi

occhi mi sbarazzerò anche di te!”

L:” Sono stato costretto a nascondermi per proteggere ciò che avevo a cuore e non ti permetterò più di torcere loro nemmeno un capello!”

Ch:” Tu eri sposato con me! CON ME! IO TI AMAVO E TU INVECE MI HAI TRADITA! SEI STATA L’UNICA PERSONA AD AVERMI TRATTATA CON UN

MINIMO DI RISPETTO E GUARDA!”

L:”IL RISPETTO BISOGNA GUADAGNARSELO! TU SAPEVI BENISSIMO CHE IO NON TI AMAVO QUANDO CI SIAMO SPOSATI! IL NOSTRO ERA UN

MATRIMONIO D’INTERESSE, RICORDATELO! I NOSTRI GENITORI CI HANNO COSTRETTO A FIRMARE QUEL CONTRATTO MA IL NOSTRO ERA UN

MATRIMONIO SENZA AMORE!”

Ch:”Ma io ti amavo e ti amo ancora adesso!”

L:”Tu non sai che cosa sia l’amore! Sei pazza! Sei ossessionata da me e mi vuoi tenere in catene e farmi soffrire per averti abbandonata! Ma tu lo sai che io

non ti amavo allora e non ti amo neanche adesso! Avevo conosciuto Jane due mesi prima del nostro matrimonio e sono stato costretto a sposarmi con te! Ti

ho sempre rispettata ma non ti ho mai amata mettitelo in testa!”

Ch:”TE LA FARO’ PAGARE !”

L’uomo si posizionò di fronte a noi, e un bagliore accecante invase la stanza mentre Charlotte veniva trapassata dalla spada di Cristallo che si era mossa

autonomamente verso di lei.

Rimanemmo un momento immobili.


Ma la donna non era ancora morta.

Sentii che mormorava strane parole sottovoce, e dopo alcuni istanti attorno a lei apparvero delle bizzarre creature:

Il loro corpo sembrava quello di grosse aquile ma la testa era di donna, e avevano lunghissimi denti aguzzi.

Quando Charlotte ordinò loro di attaccarci le vidi arrabbiarsi.

Una di loro parlò a nome di tutte:

? :” Noi arpie non siamo tenute ad obbedirti! Tu ci devi ancora dare quanto ci spetta! Dove sono le uova di Fata rubino che ci hai promesso? Dove sono i
nostri serpenti arcobaleno? “

Ch: “Non vi darò proprio un bel niente se prima non li  avrete eliminati tutti!”              

?:”NOI NON ELIMINIAMO NESSUNO SE PRIMA NON CI DARAI QUANTO PATTUITO!!!


Ti abbiamo già servita e non hai mai mantenuto la tua parola. Noi vogliamo quanto ci spetta.”

Charlotte iniziò a controbattere, e le vedemmo arrabbiarsi ancora di più; prima che chiunque di noi potesse muovere un dito la divorarono, per poi scomparire

in uno sbuffo di fumo.

Rufy, che stava per utilizzare il Gear Second si rilassò, sebbene fosse molto arrabbiato, e anche Sanji sembrava alquanto alterato.

 L’uomo di fronte a noi si voltò verso me e mia sorella.

L:”Avrei dovuto esserle fedele ma non l’ho fatto e non me ne pento. Era così possessiva. Mi dispiace che solo che per colpa dei miei sentimenti nei confronti

di vostra madre abbiate sofferto tanto, e mi spiace che Jane  abbia dovuto mentirvi ma era l’unico modo per proteggervi. Charlotte era troppo sicura di se… e

questo è stato il suo punto debole.

Come siete diventate grandi..Se avessi potuto l’avrei sconfitta prima , ma vi avrei messe in pericolo..”

I suoi occhi azzurri guardarono i miei e mi sorrisero.

Io e mia sorella lo osservammo entrambe, diffidenti e per nulla convinte da quella faccenda.

L:”Puoi avere tutto il tempo che vuoi, così come tua sorella. Con la morte di Charlotte è tornato tutto al proprio posto, non preoccuparti..”

*

Era una gelida mattina d’inverno quando mio padre mia mandò a chiamare.

Non sapevo cosa volesse ma preferii non chiedere nulla alla mia dama di compagnia, Marquise.

Tremando, entrai nello studio indossando il più bel vestito del mio armadio, perché così mi era stato ordinato da mio padre.

Non sapevo davvero cosa sarebbe successo ma avevo paura.

Lo odiavo con tutta me stessa , e un giorno l’avrei fatto pentire per tutto  il male che mi faceva.

Mio padre Stefan era seduto alla scrivania, austero.

Con voce piatta che non ammetteva alcun tipo di replica mi spiegò che mi sarei sposata a breve .

Una parte di me esultò per potermi finalmente allontanare da  lui, e un’altra parte iniziò inesorabilmente a disperarsi.

Com’era? Vecchio o giovane? Bello o brutto? Gentile o crudele? E se fosse stato un uomo violento?

Per giorni e giorni mia arrovellai disperatamente credendo di soffocare, pur scoppiando dalla felicità per potermene finalmente andare via da
quella casa, le cui mura erano state mute testimoni di orrori , da mia sorella e soprattutto da mio padre.



Ero sola.

Mi odiavano tutti.

Credevano che a uccidere mia madre fossi stata io.

Mia madre era morta nel darmi alla luce, e mio padre mi considerava come unica responsabile dell’accaduto, e non me l’aveva mai perdonata.


Credo mi odiasse per avergli portato via l’amore della sua vita.

Mentre mia sorella Morgause era la sua prediletta, ma anche lei mi disprezzava considerandomi responsabile della morte di nostra madre.

Li odiavo entrambi.

Un giorno mi presentarono il mio futuro sposo e me ne innamorai all’istante .

Il suo nome era Lucian ed era l’uomo più bello che io avessi mai visto.

Io avevo 16 anni e lui 20..

Io e il mio futuro marito avremmo firmato il contratto matrimoniale, finalmente; io ne avevo abbastanza di venire maltrattata in continuazione da

mio padre, che se non mi frustava mi incatenava al letto, e se non mi incatenava al letto mi prendeva a cinghiate e mi insultava, e se non mi

insultava, non mi incatenava e non mi frustava , mi violentava.


Passarono gli anni e dopo molta fatica riuscii ad avere un bambino: nacque una femmina e la chiamammo Nimue. Ma morì dopo pochi mesi.

Poi venni a sapere che mio marito aveva un’altra , e mi sentii tradita e umiliata.

Mi sentii invadere dalla rabbia. Io lo amavo e credevo che anche lui provasse lo stesso… però forse mi vedeva solo come una bambina.

Lei si chiamava Jane, una ragazza dai capelli e dagli occhi color cioccolato.

Che aveva avuto due figlie da mio marito.

Sua moglie ero io. Si rifiutava di avere rapporti con me ma non con un’altra.

Mio padre cercò di intromettersi nella mia vita coniugale senza un minimo di rispetto ed esasperata dalle sue continue minacce lo avvelenai con

l’arsenico in una calda serata d’agosto.


Mi aveva violentata ed umiliata quando non ero ancora una bambina e mia aveva seviziata in continuazione. Aveva avuto quello che si meritava.

Mia sorella purtroppo riuscii a scappare, non prima di avermi giurato vendetta.

Mio marito invece me l’avrebbe pagata .

Io e mia sorella eravamo nate con dei poteri: lei percepiva il pensiero altrui come se fosse una pista. Io invece riuscivo a manipolare la mente e a

cancellare i ricordi. Non so per quale motivo, ma sui miei famigliari, mio padre e mia sorella compresi, questo mio potere non funzionava. E cosa

strana non funzionava neanche su Lucian.


Sua moglie ero io.

E di conseguenza doveva essere fedele solo a me.

E io sapevo come farlo tornare da me.

Bastava eliminare quella sua sgualdrina con le sue figlie e lui sarebbe tornato da me.

Sarebbe stato tutto quanto meraviglioso se non fosse stato per quella donna e le sue mocciose.

Quando lui, non so come, venne a conoscenza dei miei piani, scappò e fece in modo che io non riuscissi a trovare ne lui ne le sue figlie, ne quella

Jane.


Decisi di servirmi di Marquise.

Feci in modo che venissero messe in giro storie false su Rhea, sua madre, che venne accusata di stregoneria e bruciata sul rogo.

E le feci credere che fosse stato proprio Lucian il colpevole.

Marquise si disperò e io mi servii di lei.

Le manipolai la mente, le feci credere di aver vissuto una parte della sua e una parte della mia vita.

Iniziò a odiare Lucian.

Io non avevo intenzione di spezzarmi le unghie con questa faccenda, quindi decisi di lasciare fare ad altri.

Lasciai che tirasse lei i fili dietro le quinte, agendo inconsapevolmente sotto la mia guida.

Studiai a fondo , e divenni potente.

Poi seppi che Lucian, sebbene non sapessi ancora dove si trovasse, era diventato uno stregone.

Non si sapeva come, ma aveva ottenuto dei poteri.

Ma sapevamo entrambi che non sarebbe mai uscito allo scoperto. Un passo falso da parte sua e le sue amate creature sarebbero morte.

Per stanare Lucian invocai creature di ogni tipo, dalle nereidi, alle arpie, alle manticore, ai draghi.

Ma niente. Non riuscivo a stanarlo, e mi sentivo così arrabbiata, tradita ed umiliata da lui che mi andava il sangue alla testa sapendo che era
ancora vivo.


Lui doveva essere solo mio!

Lui, che come un codardo invece di affrontarmi si era nascosto.

Il suo punto debole erano quelle tre, e così decisi di rivolgermi al Governo Mondiale.

Jane non venne presa , ma fui soddisfatta lo stesso.

Feci rapire le sue figlie e condurre a Nemesis, sperando in questo modo di sbarazzarmi di loro.

L’isola un tempo faceva parte dei possedimenti della mia famiglia e in seguito venne acquistata dal Governo.

Quindi, con alcune ricerche, venni a conoscenza dell’uso che faceva adesso il Governo e sorrisi soddisfatta, al pensiero che quelle due sarebbero
finalmente morte una volta per tutte.


Nel frattempo venni in possesso del diario di Marquise e lo modificai.

Le feci credere di essere nata secoli prima, che Lucian fosse ultracentenario ma sempre giovane e nel fiore degli anni.

E così le cancellai quasi del tutto la memoria.

Le feci dimenticare di me, così che lei non si ricordasse di avermi servito; anzi no: la convinsi che avessi inscenato la mia morte, cosa del tutto falsa.

E in questo modo riuscii ad avanzare verso la mia meta: vendicarmi di Lucian.

Invocai dalle tenebre due lamie: ad una diedi il nome di Eveline e all’altra Nimue.

Feci in modo che la gente del villaggio si fidasse di loro.

Dissi loro per filo e per segno come si dovevano comportare, per non destare sospetti.

Dissi a Eveline di dire, a chi glielo avesse chiesto, di essere stata annegata nel lago da Marquise. Nimue invece la usai per raccogliere
informazioni, facendola passare per una specie di veggente.


Io volevo vendicarmi della morte di Lucian tramite Marquise, ma allo stesso tempo volevo anche ucciderla, per assorbirne i poteri e diventare
ancora più forte.


Furono le mie Lamie a portare fino a me gli abitanti del villaggio, tutti quanti.

Speravo che fra loro ci fosse anche Jane.

E così fu.

Poi però mi accorsi che c’era un problema.

Mia sorella Morgause mi stava cercando, e mi resi conto che riusciva a percepire i miei pensieri.

Un giorno in particolare, mentre rileggevo alcune delle pagine del falso diario di Marquise, dovetti mentire.

Pensai a qualcosa di non vero per depistarla , e lei ci cadde.

E la feci uccidere dalle mie lamie. Le risucchiarono l’anima e se la mangiarono.

Le streghe oscure erano state dei veri geni a creare quelle creature, unendo sangue di donna con quello di un serpente.

Credevo che fosse tutto sotto controllo, ma poi apparve quella ciurma, e con sgomento mi resi conto che le sue odiose figlie erano ancora vive, e
mi sentii furiosa come non mai.

***
S: “Chloe no! No non morire ti prego! Vedrai che si sistemerà tutto … si sistemerà tutto ….”
*
Gli occhi di mio padre mi guardano con disprezzo.
S: “Ti dovresti soltanto vergognare. Non ti è bastato uccidere tua madre? Adesso vuoi uccidere anche tua sorella?!”

Il vaso di fiori appoggiato sulla sua scrivania va in terra.

Si avvicina austero e mi colpisce forte.

Quel giorno mia sorella era caduta dalle scale e aveva dato la colpa a me, dicendo a mio padre che l’avevo spinta.

Ma non avevo fatto niente.

Lei non era caduta.

Ma ogni scusa era buona per farmi picchiare.

La odiavo .

Anche se avevo solo sei anni.

La odiavo con tutto il cuore e tutta l’anima.

Ma lei aveva sedici anni, e mio padre ovviamente dava ragione a lei, non a una bambina che secondo lui era una ritardata .

In realtà mio padre considerava tutte le donne delle ritardate mentali, me evidentemente mia madre e mia sorella erano diverse.

Io no.

Quel giorno non si limitò a uno schiaffo, ma dopo che mi ebbe picchiata a sangue si avventò su di me.

Io non sapevo cosa stesse succedendo.

Volevo scappare ma non  riuscivo a muovermi, le orecchie mi fischiavano e la bocca era diventata secca.

Fece male. Ma non sapevo cosa stesse succedendo. Sentivo solo tanto tanto male.


Sarei morta? Sebbene fossi piccola questo pensiero mi attraversò la mente numerose volte.

E ogni volta mia sorella sorrideva soddisfatta, come se fosse felice dei trattamenti che grazie a lei mio padre mi riservava.

Lei ovviamente non veniva toccata con un dito.

Passarono gli anni, e tutte le volte che mio padre si accorgeva che potevo essere rimasta incinta mi colpiva a calci sulla pancia.

Una volta arrivò a spaccarmi fegato e milza.

Un oggetto.

Io per lui non ero una figlia ma un oggetto.

Non che lo considerassi mio padre, s’intende.

Il sangue che mi scorreva nelle vene, al solo pensiero che fosse suo, mi faceva venire voglia di farmelo succhiare via dalle sanguisughe, a costo di morire.

Piuttosto che quell’inferno, avrei preferito mille volte morire.

Se mi fossi mai innamorata di qualcuno, e se questo qualcuno mi avesse come minimo rispettata, non avrei mai permesso che si allontanasse da me.

Piuttosto lo avrei ucciso.

Meglio morto che di un’altra.

Meglio morto che non mio!

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 21
*** Riuniti _ Conclusione! ***


R:”Ma la dama del lago ci aveva detto che avrebbe fatto tornare a casa Itachi e Sasuke! “


Lucian guardò un attimo Rufy.


L:” A questo posso rimediare io.”


Sentii Itachi abbracciarmi forte , per poi scomparire  nel nulla seguito da Sasuke.


Mi sentii lacerare.


Era andato via.


Non c’era più.


Non c’era più…


Kathlenn mi mise un braccio intorno alla vita, cercando di consolarmi.


Intorno a noi i Mugiwara , Emilia , gli angeli , e il mio presunto padre ci guardavano.

*


Tornammo al villaggio nel tardo pomeriggio.


Corremmo a casa da mia madre, e lei quando ci vide per poco non svenne .


Accanto a lei comparve Marcus, e fu felice di vederci sane e salve.


Sebbene Charlotte avesse sostenuto che io e Kathleen eravamo figlie di Lucian, Marcus ci aveva sempre amate come se fossimo state sue.


Era lui mio padre, anche se non era di sangue.


Mia madre appena vide Lucian gli corse in contro, per poi fermarsi  e colpirlo con un potente schiaffo.


J:”SEI UN GRANDISSIMO IDIOTA!! TRADITORE! COS’E’ QUESTA STORIA?! CHI E’ QUESTA CHARLOTTE!!!!????? IO TI UCCIDO!!!”


Fu Marcus a fermarla, trattenendola per la vita, ma dovette intervenire Rufy per bloccarla.


J:” DIMMI :CHI E’ QUEL GENIO INCOMPRESO CHE HA PERMESSO TUTTO QUESTO?! SEI STATO TU! E’ PER COLPA TUA CHE CE LE HANNO


PORTATE VIA! NON VOGLIO PIU’ VEDERTI IN VITA MIA!!”


L:”Aspetta la…”


J:”SPARISCII!!!”


Io lo guardai.



 Indirettamente, la colpa per essere finite a Nemesis ricadeva anche su di lui.


Sebbene mi dispiacesse doverlo ammettere, mi risultava difficile perdonarlo.


Sicuramente Charlotte doveva essersi sfogata con nostra madre per portarla a una reazione simile.


Me la sono sempre ricordata come tranquilla e pacifica, mai un attacco d’ira o arrabbiature.


Evidentemente Lucian si  aspettava di sentire come la pensassi io, ma non me la sentii di tradire mia madre ed eventualmente metterci tutte in pericolo, di

nuovo.


Quello che avevamo passato a Nemesis mi avrebbe seguito finché la morte non  mi avrebbe avvolta fra le sue braccia.


Sebbene non lo conoscessimo, io e mia sorella  avevamo deciso di mantenerci a distanza, per non correre altri rischi.


Quindi lo guardai, e gli diedi a malincuore la mia risposta.


A:”Ci ho pensato . Mi dispiace ma io resto qui. Il fatto che io sappia che tu sia mio padre non cambia le cose. La mia famiglia è questa.”


K:”La penso come lei. “


Ci osservò triste, e  cercò di parlare ancora con mia madre, ma fu inutile.


Noi non volevamo stare con lui.


Chiese di dargli una seconda possibilità, ma mia madre decise per tutti.


E la risposta fu NO.


Avevamo sofferto tutti, troppo.


Gli orrori che io e mia sorella avevamo vissuto erano troppo atroci per essere risolti con un “mi dispiace”.


I Mugiwara furono felici che mi fossi ricongiunta con la mia famiglia, e sapendo che Emilia non sapeva dove andare, chiesi a mia madre se poteva restare con

noi e lei ne fu felice, accettando di buon grado, sebbene poi, quando si rese conto della decina di angeli al seguito della ragazza, le vennero i capelli bianchi

dallo spavento.


Emilia, lungo il tragitto fino al villaggio, mi aveva spiegato che gli angeli erano sempre stati con lei, per mantenere la parola fatta a sua zia.


Non mi disse altro, né di che patto si trattasse.


I Mugiwara organizzarono una festa in grande stile e Sanji si superò nel cucinare.


Fu la serata più bella della mia vita.


Finalmente eravamo a casa, e NIENTE ci avrebbe mai più separato.


Rufy e la sua ciurma partirono l’indomani all’alba.


Abbracciammo tutti.


Ci sarebbero mancati tanto, e senza di loro non saremmo tornate a casa e non saremmo neanche vive.


Mia madre decise di contattare lo psicologo di una città vicina alla nostra isola e noi ne fummo felici, ancora di più nel sapere che era donna.


Forse la mia Chiraptofobia stava per avere fine.


Lucian non si vide più.


Mi dispiacque essere stata così dura, ma avrei preferito di gran lunga morire piuttosto che essere stata rapita e portata a Nemesis.


Lui avrebbe dovuto rischiare, almeno per evitare che ci succedesse quanto accaduto.
*
(ANNI DOPO)


?: “Mamma mamma ! “


Mi voltai, reggendo un vaso pieno di fiori.


A: “Cosa c’è amore?”


Mio figlio Jacque  si avvicinò saltellando felice, tenendo qualcosa fra le manine.


J: “Guarda che bello mamma?”


E aprendo le manine , mi mostrò un pulcino tutto pigolante, che con i suoi “pio pio” cercava di liberarsi .


A:”Ma è bellissimo tesoro. Dov’è papà?”


Gli occhioni di Jacque mi guardarono.


J: “Mi ha detto che non posso dirtelo. E’ una sorpresa!”


E detto questo, ridacchiando, corse via.


Lo osservai per un attimo, mentre usciva dalla porta.


Avevo conosciuto Claude alcuni mesi dopo essere tornata a casa.


Era il figlio della psicologa che mia aveva curata.


Lui mi aveva fatto dimenticare Itachi, e tutte le sofferenze  che avevo patito.


Grazie a lui ero guarita completamente.


Mi amava, e io amavo lui.


Qualcosa mi coprì gli occhi, e mi fece voltare.


Poi mi lasciò andare.


Sulla porta di casa c’era un magnifico cavallo nero.


C: “Buon Compleanno, Anna .”


 
FINE
 
Note dell’Autrice:
 

Ciao ragazzi! Che dire? Premesso che ho fatto una fatica pazzesca per riuscire a terminare questa mia fan fiction in maniera quantomeno decente,


sono felice che a molti di voi sia piaciuta .



Do un abbraccio fortissimo a tutte le persone che hanno seguito Anna fino a qui, e un grazie speciale a AceDPortogas, Akari198, Angel 69, Cure_Luffy ,Monkey D Vortex , nanni 222 , TheLadyVampire97 e valepassion95, che hanno aggiunto la mia storia alle seguite.
Un enorme abbraccio anche a alessiaminerva02 ,Ilariakpop94 e Yuak, che hanno aggiunto la mia storia alle preferite. Grazie ragazzi! *vi abbraccio forte forte*.



Mi scuso infinitamente per i miei ritardi , ma come credo abbiate notato dall’introduzione alla mia storia, sono stata alquanto impegnata.

Inoltre fra un mese ho gli esami universitari, e di conseguenza non mi farò vedere per un po’.


Mi farebbe piacere ricevere vostre opinioni sulla storia, anche critiche, pertanto vi sarei molto grata se chiunque di voi lasciasse una piccola recensione.





Un caloroso abbraccio a tutti,
Juicygoose95
 
 
 
 

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