Le ali della libertà di Neferikare (/viewuser.php?uid=731613)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte tormentata ***
Capitolo 2: *** A volte il passato ritorna ***
Capitolo 3: *** Non è tutta antimateria quella che luccica ***
Capitolo 1 *** Una notte tormentata ***
Era ormai da un’intera notte che camminavano su quella distesa di ghiaccio e neve che sembrava interminabile; sebbene fossero entrambi provati da anni di battaglie il freddo pungente stava iniziando a fare il suo effetto e ogni passo sembrava un’impresa titanica; all’orizzonte il nulla, solo quel bianco che sembrava inghiottire tutto ciò che avanzava verso quella direzione.
L’evasione era stata un’idea di Bone: un mercenario come lui non sarebbe riuscito a sopportare altri anni chiuso fra quelle quattro mura così, dopo settimane di pianificazione, aveva scelto una gelida serata invernale per evadere; quando si era trovato davanti quel deserto di ghiaccio se n’era subito pentito ma d’altronde tornare indietro significava abbandonare per sempre la possibilità di tornare libero come lo era anni prima.
Nonostante fosse abituato alla solitudine, l’idea di affrontare da solo quel viaggio gli metteva addosso un brivido che non riusciva a scrollarsi per nulla al mondo e per questo aveva deciso di rischiare ancora di più: trovare Hanzo era già di per sé un’impresa, riuscire a convincerlo di quel progetto era anche peggio; dopo ore di trattative iniziò a perdere la pazienza, così dopo avergli puntato un pugnale alla gola era riuscito ad avere anche la sua approvazione.
Lo aveva visto alzarsi a fatica ma nonostante ciò era rimasto zitto ad osservare: aveva tenuto conto che per chi come Hanzo era nato su Iga, abituato a temperature che l’inverno scendevano al massimo a venti gradi, non sarebbe sopravvissuto a climi così ostili per un tempo così lungo.
Fu così che avevano iniziato ad attraversare la distesa quattordici ore prima e da allora la temperatura era passata dai due ai quattordici gradi sotto lo zero; sapeva che il rischio di morire durante la traversata era maggiore della possibilità di riuscirci ma il pensiero di poter riavere il posto che gli era stato sottratto da quando era stato catturato era più forte anche di quello di continuare a vivere.
La notizia dell’evasione era arrivata dopo una sola ora e l’unico vantaggio sul quale potevano contare era la tormenta che stava ormai oscurando il cielo lasciando intravedere solo il luccichio delle vette del ghiacciaio all’orizzonte; Sergent aveva reclutato tutte le truppe che aveva a disposizione per ritrovarli, era arrivato a chiedere alla Muscle League di mobilitare i reparti delle forze d’assalto per riuscire ad arrivare al confine prima di loro.
Passarono altre tre ore prima che decisero di fermarsi in un antro probabilmente scavato nella roccia dai venti che spiravano su quel pianeta; quando Bone toccò il pavimento per sedersi sentì le ossa in frantumi per lo sforzo di dover camminare in una distesa gelata per quasi venti ore di fila, Hanzo al contrario se ne restava in un angolo a contemplare lo squarcio sul torace che si era riaperto e che non gli dava un attimo di tregua; il sangue che usciva era poco, ma la regolarità con cui lo faceva aveva già formato una chiazza rossa sul fondo della grotta: se non fosse stato per la neve che stava coprendo le tracce, Sergent avrebbe potuto seguire la scia di sangue fino a quel punto e allora il seguito nessuno lo avrebbe potuto immaginare.
Dal fronte della grotta fu Bone il primo a cercare di attaccare una conversazione perlomeno decente: -Ci fermeremo qui per qualche ora.- sentenziò guardando fuori -Uscire con questa tormenta è troppo pericoloso.-
Hanzo lo guardò con un’espressione a metà fra l’odio e il divertito: -Mi prendi in giro? Mi hai fatto camminare per venti ore sotto la neve ed ora te ne esci dicendo che è troppo pericoloso?- si lamentò distogliendo lo sguardo –Ce ne andremo il più presto possibile e basta.- concluse tornando a contemplarsi le ferite.
Bone si alzò e si mise a sedere vicino, mantenendo una certa distanza per evitare il linciaggio nel caso gli venisse in mente di farlo fuori: -Come pensi di camminare? Non vedi che ti reggi a malapena in piedi?- lo rimproverò indicandogli i tagli -Non ti lascerò morire in mezzo al nulla.- ammise con aria preoccupata.
-Fai un po’ quello che vuoi- rispose secco –Alla fine non credo di avere molta scelta, non è vero?- terminò Hanzo lasciando che il compagno continuasse ad imprecare contro quella testardaggine che sembrava avergli dato di volta il cervello.
Nonostante gli stesse dando i nervi e la voglia di strangolarlo fosse sempre più forte, sapeva bene che l’unica cosa che lo spingeva a comportarsi come un bambino era il dolore che gli provocava quella ferita profonda alcuni centimetri: era tutta colpa sua se si era riaperta, di quello ne era convinto.
***
(Qualche ora prima di partire...)
Era dovuto uscire di fretta e furia dalla cella per raggiungere gli appartamenti di Eevee, la donna che si prendeva cura di loro quando tornava ridotti a carne da macello dopo un incontro; quando spalancò la porta se la trovò davanti come se sapesse già cosa aveva in mente.
Eevee richiuse la porta e si mise con le braccia incrociate davanti a lui: -Evasione notturna eh?- chiese ridendo –Ci sono dieci gradi sotto lo zero e intendi evadere? Hai scelto il giorno perfetto per tentare Bone.-
Lui rimase impassibile e venne al dunque: -Non faccia tanto l’ironica e mi dica dov’è Hanzo-; Eevee cambiò espressione e tenne testa al suo sguardo: -Scordatelo.- rispose secca –Non permetterò che tu lo conduca ad una morte peggiore di quella che già lo attende.- rispose senza accennare un cedimento.
Lui si msie a sospirare annoiato -Cosa vuol dire questo? E' sopravvissuto a cose peggiori, non saranno dei graffi ad ucciderlo.- disse secco
Eevee si sedette: -Le ferite erano troppo profonde ma ho fatto il possibile; non credo sia servito a molto, non reggerà nemmeno un paio di giorni ora come ora- spiegò tutto d’un fiato –Ti rendi conto che se lo porti con te la fuori lo avrai condannato a morte certa? Hai preso, nella tua convinzione egocentrica, almeno in considerazione la possibilità che non ci arriverà nemmeno al confine?- gli chiese trattenendo la rabbia.
Ci pensò su qualche minuto ma non era andato lì per permettere a qualcuno di fargli cambiare idea: -Sa meglio di me che tra qualche giorno, se sarà ancora vivo, lo sbatteranno a Ikenawa fino alla fine dei suoi giorni. E’ questo che voglio impedire lo sa benissimo anche lei, se avessi pensato solo a me stesso non sarei qui a parlare.- ribattè -Per favore.- concluse mentre un filo di dubbio di insinuava nella sua mente.
***
-Cerco di aiutarti se non lo hai notato.- controbattè Bone –Se vuoi morire fai pure, per quel che mi riguarda non sarà una grande perdita per l’umanità.- rispose cercando di sembrare il più calmo possibile; se fosse stato zitto e non avesse preteso la ragione come sempre, se fosse stato lontano qualche centimetro in più, avrebbe potuto anche schivare la spada che gli si conficcò fra le costole qualche secondo dopo:
-Ricordati che fra noi sono io quello che decide quando e dove morire: potrei far esplodere questo inutile pianeta prima che qualcuno possa accorgersene e senza far muovere un solo filo d’erba, sono nato per farlo Bone.- gli ricordò Hanzo guardandolo dritto negli occhi –Tu stai al tuo posto e vedrai che forse resterai in vita ancora qualche ora.- concluse togliendo la spada con un colpo netto dallo sterno del compagno.
Bone si rialzò dopo qualche minuto: -Che diavolo ti salta in mente?- gli sbraitò contro –Ci siamo dentro entrambi cosa credi? Non sono felice nemmeno io di come si sono messe le cose eppure sono qui a cercare di farle funzionare se non lo hai ancora notato!- continuò cercando di recuperare tutte le forze che gli erano rimaste per fargli capire che, prima o poi, sarebbero usciti da quella situazione.
In realtà nemmeno lo stava ascoltando poichè si era ormai appoggiato alla parete più esterna che dava sull’entrata della grotta e cercava di riprendere fiato: -Tu parli troppo.- sentenziò severo.
-Se io parlo troppo allora tu parli troppo poco non ti pare?- cercò di sdrammatizzare Bone girandosi –Dovresti cercare di sembrare più umano, sai tanto per non dire a tutti “Ehi guardami sono un dio che potrebbe radere al suolo la galassia e distruggere l’Universo, ti va di essere mio amico finchè non mi viene voglia di ammazzarti?”- continuò ridendo.
-Tu sei uno psicopatico- controbattè Hanzo guardandolo come se fosse realmente impazzito –E comunque cosa ti fa pensare che sappia ancora come si fa a distruggere l’Universo? Potrei anche aver dimenticato come si fa.-
-Non si dimentica così facilmente qualcosa che si ha nel sangue- replicò l’altro, poi si mise a pensare qualche minuto –Ah no scusa, tu il sangue non ce l’hai nemmeno!- continuò cadendo a terra ridendo, così Hanzo gli si avvicinò e stette a guardarlo:
-Tu hai grossi problemi con l’alcool- sentenziò –Ti conviene alzarti se non vuoi morire congelato, a meno che tu non abbia nulla da dire.- gli domandò.
-Scordati le mie scuse, non ho proprio nulla da farmi perdonare io.- replicò Bone cercando di rimettersi in piedi; -Quindi posso anche andarmene e lasciarti qui fino a quando di te rimarranno solo le ossa mentre io sarò già dall’altra parte dell’Universo a far esplodere pianeti? A me va bene, ci rivedremo all’inferno quando tu sarai morto e io dovrò decidere cosa fare di ciò che è rimasto della tua piccola e insignificante anima da mortale.- concluse il compagno facendo per uscire dalla grotta dove si trovavano e continuare da solo verso il confine di Ikenawa.
Bone lo guardò e si mise a ridere: -Pensi di poter sopravvivere senza il sottoscritto?- disse con aria di sfida.
-Ti conviene alzare il tuo fondoschiena da questo posto se vuoi andartene da questo pianeta- gli initmò Hanzo -Prima di entrare ad Ikenawa ho lasciato un'astronave da guerra da queste parti, dovrebbe esserci ancora.-
-Chi è lo psicopatico che va in giro con una nave da guerra? Nemmeno io faccio queste cose- rispose ridendo ed avvicinandosi a lui -Altri segreti da rivelare prima di lanciarsi in un'impresa suicida? Ultimi desideri?-
-Che tu chiuda la bocca.-
-Ah grazie- disse con tono offeso -E sentiamo, piccolo genio del male, come pensi di arrivare all'astronave a piedi eh? Hai notato la tormenta? Sergent ci raggiungerà e ci sbatterà di nuovo là dentro.-
-Lui non sa che faremo qualche piccola modifica al programma.-
-Ok, ora ho paura.- insistette Bone guardandolo in modo dubbioso.
-Quanto resisti a qualche decina di gradi sotto zero?- chiese Hanzo come se si stesse preoccupando del compagno.
-Abbastanza da riuscire a respirare, almeno spero. Cosa diavolo hai in mente?-
-Tu non preoccuparti.-
-No, io mi preoccupo che tu mi possa portare a morire prima del previsto. Ho 33 anni e vorrei vivere abbastanza da poter vedere cosa sarai in grado di fare quando te ne tornerai allegramente su Iga a sterminare gente a caso. Che dici, una rivolta popolare quando sarai imperatore ci starebbe bene no?-
-Che dici Bone, se ti lascio qui a morire ti andrebbe bene no?-
-Tu hai dei problemi.-
-Esatto, ne ho a volontà scegli pure quale approfondire.-
-Perchè non parliamo del fatto che ti rifiuti di far sapere a questa dannata galassia chi sei eh? Perchè continui a fare la persona normale? Sei un dannato dio, fa vedere a Sergent che puoi distruggerlo se lo vuoi!- gli sbraitò contro furioso.
-Ho rinunciato a quel ruolo dieci anni fa, non continuare a chiedermelo Bone.-
-E invece continuo, e sai perchè? Perchè non hai reagito quando ti hanno sbattuto in carcere ecco perchè! Potevi ammazzarli tutti, potevi sconfiggere quell'insolente di Kid Muscle se solo lo avessi voluto.
Devi iniziare a darti una svegliata Hanzo, sembri un bambino di cinque anni che aspetta la mamma per uscire a giocare ecco cosa sembri!-
-Ti conviene smetterla.-
-Altrimenti? Che fai eh? Me ne frego altamente delle tue minacce, sai cosa? Potresti ammazzarmi anche ora, potevi farlo prima ma non lo hai fatto.
Sei un vigliacco, ecco cosa sei, uno di quelli che vengono al mondo solo per rubare ossigeno agli altri.-
-Smettila- gli disse cercando di cotnenere l'istinto omicida.
-No. Apri un buco nero, fai esplodere una supernova, fai qualcosa- continuò afferrandolo per le spalle -Reagisci per una volta nella tua vita, dimostrami che mi sbaglio anzichè startene lì a fare quello di cui dovrei avere compassione! E non provare a dire che non vuoi, perchè si vede lontano chilometri che non vedi l'ora di aprirmi in due come se fossi un animale, ammettilo almeno!- gli intimò bloccandolo al muro senza aspettarsi una risposta, ed effettivamente passarono una decina di minuti a guardarsi senza dire una parola -Ti prego, smettila di fingere che vada tutto bene, smettila di pensare che le cose stiano andando come dovrebbero.
Non puoi più nasconderti, lo sappiamo entrambi: sto cercando in tutti i modi di rimediare a questa situazione, ci sto provando fino in fondo quindi dammi almeno una possibilità e fidati di me.- terminò liberandolo dalla presa.
Nessuno dei due prese la parola per primo, così Bone prese ancora una volta l'iniziativa: -Adesso sarà meglio andarcene e continuare verso il confine, abbiamo passato fin troppo tempo qui a fare niente.- disse con tono severo e l'altro annuì poco convinto.
Come sempre le sue manie di protagonismo ebbero la meglio e decise di uscire per primo per "controllare che non ci fosse nessuno nei paraggi".
Pessima scelta.
Hanzo non era nemmeno riuscito a muovere un passo che vide il torace del suo compagno trapassato da quello che era certo essere un laser: Sergent era là fuori, ed aveva portato i suoi migliori cecchini pur di trovarli; l'istinto gli diceva di prendere la spada che portava sul fianco e combattere, ma significava rischiare che Bone venisse ammazzato pur di poterlo ricattare.
Nonostante gli avessero appena perforato un polmone con una scarica di fotoni a qualche migliaio di chilometri orari era abbastanza lucido per valutare la situazione: -Se hai un piano per scappare è meglio se ti muovi.- gli disse incurante del fatto che non avrebbe nemmeno potuto rialzarsi per fuggire -E non azzardarti a pensare a me chiaro?- specificò anticipando la sua domanda; Sergent sembrava molto sicuro di sè: -Mi avete fatto scomodare nel bel mezzo della notte con le vostre fughe da falsi professionisti, a questo punto non mi interessa più di tanto riportarvi vivi ad Ikenwa: due cadaveri andranno più che bene signori miei.- disse con il tono di chi pensa di avere tutto sotto controllo, poichè non poteva immaginare cosa sarebbe successo da lì a poco.
Il vero problema era che Ahiru si era sentita chiamata in causa: come un vento gelido si era fatta strada tra le file di soldati e si era accucciata su un cumulo di neve sopra una roccia lì accanto; era una figura eterea impalpabile, coperta solo da un velo quasi trasparente, con la pelle bianca come la stessa neve ed i capelli biondi che ricadevano sulle spalle snelle che incorniciavano perfettamente quegli occhi rosso sangue che ricordavano già una morte preannunciata.
-Posso intromettermi signori?- domandò sorprendendo di spalle Sergent che la guardò stranito -Se volete potete combattere, ma devo ammettere che ho fame: chi vuole perdere la faccia per primo?- chiese sorridendo in modo maligno per poi rivolgersi ad Hanzo -Lascia fare a me, non ce ne andremo da questo misero pianeta con le buone maniere.- disse mentre si leccava le labbra assaporando il sangue che avrebbe fatto spargere -Non farti pregare come tuo solito, vogliamo la stessa cosa tesoruccio mio.- continuò con quello che doveva essere una specie di avance improvvisata che Bone non accettò troppo volentieri.-Se la tua amica ha finito di invitarti in modo subliminale ad andare a letto con lei potresti cercare un modo per sopravvivere?- domandò irritato ma lui non sembrava nemmeno ascoltarlo da quanto era impegnato a reprimere l'istinto omicida anche verso Ahiru, che intanto si era tolta anche quel poco che la copriva: sembrava che effettivament non le importasse molto di essere nuda davanti ad un intero esercito pronto a perforargli il cranio dall'alto di astronavi da guerra di qualche decina di metri.
Hanzo sospirò rassegnato, poi si girò verso Bone Cold: -Qualunque cosa vedrai, qualunque cosa tu senta, sappi che se non ti ho detto nulla è stato solo per evitare che cercassero anche te.- disse secco senza far caso alla sua espressione confusa -Non provare a fare l'eroe, non puoi permettertelo oggi.- gli intimò ricevendo un sì poco convinto.
Ahiru appoggiò la testa sulla sua spalla: -Diamo inizio a questa guerra e vediamo di finirla presto, mi rovinerò la pelle con questo gelo infernale.- gli consigliò ridacchiando.
Stavano per scatenare l'inferno, e lo sapevano perfettamente.
______________
Angolino dell'autrice
Non sono bravissima nelle storie ve lo avevo accennato xD
Ci provo con questa, senza capitoli troppo lunghi (altrimenti vi annoiate) o troppo corti, chiedo scusa per eventuali errori grammaticali.
Spero vi piaccia almeno un pochino :3
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Capitolo 2 *** A volte il passato ritorna ***
Nonostante il consiglio di Ahiru ed i suoi continui
sospiri di
incitamento Hanzo non muoveva un muscolo: i suoi pensieri erano fissi
su quello
che poteva fare per permettere a Bone Cold di uscirne, se non proprio
illeso,
almeno vivo, così scambiò un'occhiata con lei, il
cui sguardo sembrava solo
dire "Cosa aspetti? Che ti invitino per iscritto ad
ucciderli?", per
cui non riuscì a ricavarne alcun consiglio diverso dalla
morte certa per
diverse centinaia di persone.
Cercò di liberare la mente da ogni altra preoccupazione che
non fosse
la guerra spietata e crudele come l'aveva vissuta per anni ed anni
prima di
quel momento, facendo riaffiorare l'istinto che aveva represso per
dieci anni a
quella parte: combattere era l'unica cosa da fare, doveva distruggere
chiunque
si fosse messo fra loro e la libertà che c'era su Iga,
doveva tornarci e con
lui Bone Cold.
Quando si tolse la maschera e la gettò a terra quella si
dissolse come
sabbia al vento ed il volto di Ahiru parve illuminarsi: -Ti sei deciso,
finalmente.- gli disse sorridendo ed ottenne solo un sospiro rassegnato
come
risposta -Stai zitta e fai la tua parte- gli intimò severo e
lei si fece di
nuovo seria, come se lo temesse più dell'intero esercito di
Sergent.
L'occhio sinistro era attraversato da una cicatrice obliqua che
sembrava abbastanza profonda, ma non era quella che lasciava confuso il
compagno: non poteva fare a meno che chiedersi il motivo per cui,
mentre
l'occhio destro era azzurro intenso, il sinistro fosse rosso come
quelli della
ragazza; non voleva farlo, ma la curiosità lo spinse a
chiedere spiegazioni; Hanzo
non rispose subito, e a dire la verità non avrebbe proprio
voluto dovergli
rispondere -Ti spiegherò tutto quando avremo finito, te lo
prometto- lo liquidò
velocemente -Ahiru- la chiamò e lei alzò la testa
-Torna dentro la grotta e
tieni con te Bone: combatti se è necessario, uccidi, fai
quello che vuoi, ma
proteggilo.- gli disse senza girarsi -Se gli succede qualcosa ti
rispedisco
nelle viscere del Monte Fuji senza preavviso, contaci pure.- concluse
con tono
severo –Ora andate e non uscite fino a quando la battaglia
non si sarà spostata
almeno di qualche centinaio di metri.- raccomandò prima di
muovere i primi
passi direttamente verso Sergent, che intanto aveva richiamato
l’astronave
madre ed aveva lasciato almeno duecento dei suoi uomini a gestire la
situazione: -Non lasciategli scampo, non oggi.- gli ordinò
prima di salire
sulla nave.
Mentre l’altro se n’era andato Ahiru era ormai sul
punto di preparasi
a combattere, ma prima prese il velo che prima le copriva,
più o meno, il corpo
e lo strinse intorno al torace di Bone per evitare che perdesse troppo
sangue -A
questa ci pensiamo dopo, prima ti faccio vedere una cosa.- gli disse
sorridendo
e lui parve solo più confuso di prima, così
decise di aspettare pazientemente.
Lei chiuse gli occhi per un attimo e tirò un profondo
respiro, poi
venne avvolta da delle sottili fiammelle azzurre ed argentee che poco a
poco la
ricoprirono completamente come un bozzolo di fiamme; quando, proprio
come una
farfalla ne uscì, era completamente diversa dal momento in
cui ne era stata
avvolta qualche secondo prima: la parte superiore del corpo aveva
ancora la pelle
bianco latte che faceva da sfondo a due intensi occhi rosso-dorati,
mentre i
capelli biondi erano intervallati da delle piccole ciocche bianche e
dorate raccolti
da un piccolo anello e coronati da una tiara argentata sulla quale era
incastonata una gemma turchese in contrasto con due grossa corna da
cervo.
Nella parte inferiore non aveva le gambe come una qualsiasi ragazza,
ma il corpo di un cavallo bianco con gli zoccoli argentei e la coda che
ondeggiava raccolta con una serie di anelli dorati, il che gli dava
un’altezza
di circa tre metri, mezzo metro più mezzo metro meno.
Ahiru lo fissò divertita e cercò di avvicinarsi,
ma ad ogni passo che
muoveva l’altro retrocedeva fino a quando si trovò
con le spalle al muro: -Stai
fermo santo cielo!- gli urlò contro irritata –Non
ti voglio certo uccidere
brutto idiota!- continuò mentre il suo volto si trovava a
giusto un paio di
centimetri da quello di Bone –Ehm- cercò di
trovare le parole prendendo tempo
-Non che non mi fidi eh, ma se mi lasciassi spazio per respirare
sarebbe
un’idea fantastica non credi anche tu?- si limitò
ad osservare cauto; lei
sbuffò rassegnata ed indietreggiò -E
va bene, ma non scappare chiaro?- gli ordinò incrociando le
braccia
ed attendendo una risposta, lui allora la guardò storto
–Oh certo, con un
polmone collassato la mia prima preoccupazione è di
andarmene beatamente mentre
là fuori uno psicopatico sta per radere al suolo il pianeta
e mentre qua dentro
una sottospecie di cavallo mutante mi fa la predica come se fosse mia
madre.-
sospirò sedendosi in un angolo per riprendere fiato
–Se proprio devi uccidermi
fallo subito, non vorrei che passassi alla storia come
“quello che mentre
evadeva è morto soffocato come un principiante” ti
pare? – le disse appoggiando
la testa alle pareti ghiacciate della grotta arrendendosi a qualsiasi
cosa
sarebbe dovuta accadere.
Ahiru dondolò la testa da una parte all’altra in
segno di dissenso,
poi si chinò accucciandosi al suo fianco e lasciando che il
freddo pungente gli
attraversasse ogni parte del suo corpo, dagli zoccoli fino ai capelli: -Sei
proprio un idiota- sentenziò sorridendo –Mi
sorprendo che non ti
sia fatto ammazzare da Hanzo per tutto questo tempo: non è
che sia la persona
più paziente di questo mondo per intenderci, quelli come te
di solito li fa
fuori ancora prima che possano rendersene conto.- continuò
ridacchiando; lui la
guardò stranito -Oh non temere, ci ha provato giusto prima
mentre mi ricordava
le sue generalità- rispose mostrandogli il taglio che la
lama aveva lasciato;
Ahiru stette a studiare la ferita per un po’ e sorrise
–Devi averlo proprio
fatto arrabbiare, ma a quanto pare lo ha fatto senza volerti uccidere,
dovresti
sentirti onorato di essere vivo.- gli disse; -Certamente, sono onorato
di
essere quasi morto due volte oggi, si vede che sono improvvisamente
diventato
immortale.- sentenziò tornando serio.
La ragazza lo squadrò per qualche altro secondo
–Posso fare qualcosa
per te, ridotto così non potresti reggere più che
qualche ora. E poi se muori
tu…- continuò severa -Hanzo ammazza me, non so se
capisci: quindi, ti prego,
non muovere un muscolo e lascia che sia io a fare il resto.- gli
ordinò anche
se Bone sembrava tutt’altro che entusiasta, tuttavia sapeva
che aveva ragione,
così la lasciò fare: gli poggiò la
mano dove il laser aveva trapassato costole
e polmone di netto e poi chiuse gli occhi cercando di trovare la giusta
concentrazione –Farà male,
ti avviso prima che ti prenda un infarto- gli disse
provando a sembrare calma –Non voglio mentirti: la
rigenerazione è riservata a
demoni e dei, non a mortali; è la prima volta che lo faccio
su qualcuno che
potrebbe morire da un momento all’altro, non posso
assicurarti che funzionerà.-
terminò secca.
Bone non si sentiva più il torace da quando Ahiru lo aveva
toccato:
riusciva solo a sentire un bruciore insopportabile al polmone destro
che andava
peggiorando mano a mano che la ragazza insisteva; durò poco
più di una trentina
di secondi ,poi svanì come era arrivato senza lasciare
traccia se non una
piccola cicatrice rosata all’altezza della ferita.
Le sembrò sorpresa che fosse ancora vivo –Tutto
bene?- chiese
preoccupata, lui ci mise un po’ a rispondere -Sono
ancora vivo a quanto pare, Sergent ha ancora bisogno di qualcuno
che gli rovini i piani.- le disse rialzandosi in piedi e notando che il
dolore
ormai era sparito; anche l’altra si alzò anche se
sembrava confusa
-Tu hai qualcosa di diverso dagli umani, eppure non sei nemmeno
immortale: si può sapere cosa diavolo sei eh?- gli
domandò curiosa; Bone le
sorrise –Non credevo che un giorno avrei davvero dovuto
ringraziare quel vecchio
pazzo di mio padre- disse riflettendo ad alta voce –Eh? Ah
sì: da quel che so
sono una sorta di demone solo per una quarto, forse qualcosa di
più, quel che
basta per non morire proprio facilmente.- spiegò alla meglio
che potè.
Ahiru allora annuì –Capisco, sembra divertente da
come lo dici.- disse
togliendo il ghiaccio che le si era cristallizzato sugli zoccoli; lui
le si
avvicinò e guardò dal basso tutta la sua
maestosità –Ora che sai chi sono io,
dovrei sapere io chi sei tu: sbuchi dal nulla e ti comporti come se
conoscessi
Hanzo da una vita, minacci di mangiarti la gente ed ora ti trasformi in
un…
qualcosa.- rispose lui seccato da tutto quel mistero, poi la
guardò negli occhi
–Chi sei tu, davvero?- domandò lasciando la
ragazza basita.
Lei stette a riflettere qualche secondo che parve eterno
–Spiegartelo
non serve a nulla, è meglio che tu veda direttamente: non
permetto a nessuno di
guardare i miei ricordi e di vivere il passato, ma se tu sei qui
significa che hanzo si fida di te e devo fare lo stesso anche io, che lo voglia o no.- terminò
posandogli una mano
sulla fronte.
Non vide più nulla, solo una serie infinita di immagini che
a poco a
poco diventarono sempre più nitide.
***
(Flashback)
Nella foresta non
risuonava di altro rumore se non quello proveniente
da una giovane ragazza che correva a perdifiato fra gli alberi: il
respiro
irregolare la affaticava sempre di più mentre il cuore
batteva all’impazzata,
le gambe le tremavano ad ogni passo ed il sangue le colava sugli occhi
e sulle
labbra facendole salire un conato di vomito ad ogni metro; intanto
sopra di lei
un regolare ma non frequente battere d’ali sferzava
l’aria e diradava i rami
più alti impedendole di nascondersi nel fitto della distesa.
Ad un tratto il suo corpo si arrese alla fatica, così quando
cadde
inciampando su una radice sporgente non riuscì
più nemmeno a muovere un solo
muscolo come se fosse paralizzata: non voleva arrendersi, non poteva,
così si
sforzò di strisciare ancora per qualche metro almeno per
ripararsi sotto una
delle cavità del grande albero per salvarsi, ma non fece in
tempo.
Una possente zampa le si parò davanti conficcandosi nel
terreno umido,
mentre sentì che un’altra le si posò
sopra bloccandola in una gabbia di artigli
lucenti ed affilati; poco dopo un corpo sinuoso serpentiforme scese
sulla
radura radendo al suolo decine e decina di grandi e massicci alberi
dalla
corteccia bianco latte e spostando enormi quantità di terra
sotto di esso: due
enormi ali coperte di piume oscurarono l’orizzonte ed altre
due spazzarono
altra terra fresca.
Alzò di poco lo sguardo e si trovò faccia a
faccia con un essere che
mai avrebbe pensato di incontrare: un drago gigantesco lungo decine, se
non
centinaia, di metri, con il corpo coperto da una spessa e morbida
pelliccia
bianca ed azzurra dalla quale spuntavano delle coriacee squame dorsali
dorate e
quattro imponenti ali coperte di piume dello stesso colore del corpo
che
sembravano potersi diramare in ogni direzione immaginabile, mentre la
testa,
perfettamente proporzionata rispetto al resto del corpo, la guardava
fiera dall’alto
verso il basso con due occhi azzurro zaffiro sormontati da due lunghe
corna
anch’esse color oro.
Era a pochi centimetri dal suo volto quando aprì le mascelle
ruggendo
prepotentemente e lasciando intravedere delle file di denti bianchi
affilati
come lame: lei non si lasciò impressionare e
cercò di mantenere la calma fino a
quando non richiuse la bocca e tornò a fissarla
insistentemente.
La ragazza si agitava cercando di far leva sugli artigli, ma quelli
non accennavano a spostarsi anche di un solo millimetro
così, ormai stremata e
stanca di continuare a lottare per vivere, si abbandonò
lentamente ai sensi che
svanivano nell’oscurità dell’incoscienza.
Si risvegliò il giorno dopo, proprio mentre il sole faceva
capolino
fra le nuvole rosee dell’alba ed il blu intenso della notte:
era ancora confusa
e debole, ma era viva.
Viva.
Si guardò intorno e capì di trovarsi in una
sontuosa stanza che
realizzò appartenere al tempio che si trovava nel folto
della foresta,
circondato solo dalla natura selvaggia e dai torrenti impetuosi; non
vide
nessuno ma sentì degli intensi respiri provenire dal tetto
del tempio, così
raccolse le forze per mettersi in piedi e salire le lunghe fila di
scale che
portavano al luogo più alto di tutta la valle.
Si bloccò alla fine dell’ultima rampa con
un’espressione di sorpresa e
paura: lo stesso dragone che l’aveva bloccata il giorno prima
era davanti a lei
intento a consumare un grifone, probabilmente catturato nei paraggi;
appena la
vide fece segno con il muso di avvicinarsi e la giovane, anche se
tremante,
obbedì: immaginando che quell’essere potesse
utilizzare la telepatia per
comunicare cercò di liberare la mente da tutto
ciò che non era necessario e
fece un breve inchino, lui ricambio inchinando la testa a sua volta
-Prego,
siediti pure- le disse indicando con la coda un cuscino poggiato a
terra, poi
si poggiò sulle zampe anteriori –Tu devi essere un
demone, o dovrei dire il
demone, che è sfuggito all’eterna prigionia nelle
fauci del Fujiyama e che ora
vuole chiedere la mia pietà. Perché dovrei
concederti di vivere? Non vivevi
forse anche prima?- domandò avvicinandosi.
Rimase in silenzio per un paio di minuti: -Non è vita quella
che si passa
incatenati in mezzo alla lava incandescente, non puoi dire che vivevo-
si
lamentò senza guardarlo –So di essere un demone,
lo accetto senza lamentarmi,
ma solo per questo devo essere buttata dentro un vulcano e passare
lì
l’eternità senza vedere altro? Non ho mai ucciso
nessuno a differenza degli
umani, loro si uccidono ogni giorno e sono
“normali”!- gli urlò contro
pentendosene subito, tuttavia il drago annuì e si
allontanò per scomparire in
un bagliore di luce che la accecò per un istante.
Si guardò intorno per diverso tempo per capire dove fosse
finito, ma
si trovò davanti solo un ragazzo poco più alto di
lei: aveva i capelli lunghi e
bianchi che ricadevano sulle spalle, con alcune striature azzurro-verdi
e
dorate che scendevano ai lati del viso e lungo la fronte, addosso aveva
un’armatura argentea che lasciava intravedere il petto,
mentre ai fianchi
portava una spada traslucida con alcune gemme incastonate
sull’impugnatura -Le
tue ragioni mi sembrano più che valide, ma nessuno lascia
andare in giro un
demone senza provare a catturarlo- spiegò calmo per poi
tendergli la mano
–Accetta di stare al mio fianco e di concedermi i tuoi poteri
quando sarà
necessario, ed io ti offrirò la protezione ed il rispetto
che meriti.- le
propose senza troppi giri di parole.
-Sai anche tu come andrà a finire se non accetterai.-
terminò con un
sorriso tutt’altro che rincuorante.
***
Le immagini si dissolsero in meno di un secondo
quando Ahiru tolse la
mano dalla sua fronte: nessuno dei due sapeva bene cosa fosse opportuno
dire in
quella circostanza, né quali fossero le parole
più adatte a descrivere
l’accaduto, così restarono in silenzio per un
po’.
-Quindi… quella saresti tu se non ho capito male.-
asserì Bone Cold
per rompere il ghiaccio e lei annuì -Per mia sfortuna
sì- rispose guardando
fuori dalla grotta -Hai visto solo una piccola parte del mio passato,
ma almeno
ora sai chi ti trovi davanti; spero di averti dato alcune delle
risposte che
cercavi.- disse come se glielo stesse chiedendo in modo implicito;
l’altro la
guardò divertito -Oh sì, mi hai detto che sei un
demone, cosa che avevo già
intuito da un pezzo per giunta, nient’altro.- rispose
evidentemente deluso da
ciò che aveva appena finito di vedere –Mi
aspettavo che mi spiegassi il modo in
cui hai conosciuto Hanzo, mi sembrava evidente che volessi saperlo dato
che ci
stavi provando con lui no?- continuò infastidito e lei si
mise a ridere –Non
posso credere che tu stia facendo il geloso!- ridacchiò per
poi tornare, almeno
minimamente, seria -Non ci stavo provando per tua informazione, o forse
dovrei
metterla su un altro piano: puoi anche portartelo a letto che a me non
cambierebbe la vita, anzi te lo lascerei volentieri per quello che devo
farci
io.- terminò mettendo le braccia sui fianchi;
-“Per quello che devo farci io”?
Mi prendi in giro per caso?- domandò irritato
–Perché a me sembra che sia lui a
fare “quello che deve farci” con te, o forse mi
sbaglio?- rigirò la domanda
all’altra.
Lei non sapeva cosa dire, ma abbassò lo sguardo
distogliendolo da
Bone, che capì di aver toccato il punto debole della
giovane: –Hai ragione,
alla fine è lui che comanda: me lo dimentico sempre se
qualcuno non me lo
ricorda.- rispose cercando di nascondere l’evidente disagio
con un falso
sorriso –Comunque- continuò apparentemente calma
–Se non hai altre domande
troviamo qualcosa da fare per passare il tempo.- disse velocemente
sperando di
non incorrere in un'altra interruzione; -Veramente una domanda ce
l’ho-
intervenne –Chi era quel ragazzo?- domandò
schietto e lei parve impallidire:
non sapeva cosa rispondere, non poteva rispondere
–Ehm… senti ci sono alcune
cos…- cercò di rispondere prima che due dei
soldati di Sergent entrassero nella
caverna.
Subito Ahiru si impennò sulle zampe posteriori per tenerli a
debita
distanza prima di sguainare la spada che teneva sul fianco sinistro:
-Non
provare ad intervenire o giuro che taglio la testa anche a te, chiaro?-
ordinò
all’altro che annuì poco convinto; la spada era
particolarmente affilata, di un
colore argento-bianco, con un’impugnatura dorata sulla quale
era erano fissate
delle gemme di vario colore, dal rosso fino al verde smeraldo.
Tuttavia non ci volle molto per capire che anche i due erano armati
per niente male: il primo aveva anch’esso una spada, anche se
sembrava più
pensante e più difficile da maneggiare, il secondo aveva con
sé una sorta di
fucile che Bone ricordò di avere già visto
durante le sue scorribande da
mercenario –E’ un cannone ad inversione fotonica,
pensi di poter sopravvivere?-
gli domandò Ahiru sperando in una risposta positiva –Avanti
dolcezza, potrei anche disattivarti quell’arnese preistorico
cosa credi? Non sono certo un principiante.- si vantò
annuendo e lei sorrise –Limitati
a non morire.- gli disse ridendo per poi partire alla carica.
Si fiondò al galoppo verso il soldato, che intanto aveva
fatto lo
stesso con la spada tesa alla sua sinistra: la stava per affondare
nell’incavo
del petto fra le due zampe anteriori quando la ragazza, con una frenata
improvvisa, si girò sul fianco sinistro facendo leva solo su
una delle due
zampe e tagliò di netto il braccio del soldato che teneva
l’arma; si alzò
ancora una volta sulle zampe posteriori e quando scese violentemente
puntò
direttamente al petto: un urlo soffocato si levò quando lo
zoccolo mandò in
frantumi l’intera cassa toracica e, a giudicare dalla
quantità di sangue, anche
gli organi sotto di essa avevano fatto la stessa fine.
Sorrise soddisfatta del proprio lavoro, ma non ebbe il tempo per
godere della vittoria che un colpo partì dal fucile
dell’altro: per quanto
potesse essere agile i laser erano veloci e la sua stazza imponente la
rendeva
un facile bersaglio.
Decise così di non usare la forza bruta ma di mostrare
finalmente cosa
poteva fare con i suoi poteri: incrociò le braccia sopra la
testa e disse
alcune parole indecifrabili per poi raccogliere le forze nel braccio
destro,
che si ricoprì parzialmente di una sorta di patina
traslucida bianco-azzurra
con alcune strisce nere; quando il soldato si era avvicinato abbastanza
per
infliggerle un colpo mortale lei posò la mano al centro del
volto facendolo
consumare come se fosse sciolto dall’acido e lasciando che
l’effetto si estendesse
al resto del corpo, ma non all’arma.
Quando terminò il lavoro prese il fucile e
controllò che non fosse
rimasta nemmeno una goccia di quella sostanza attaccata, poi la
lanciò a Bone
Cold che a stento riuscì a prenderla –Volevi
rompermi il cranio?- le chiese
sbuffando ma lei si limitò a ridere, poi fece un breve
inchino divertita dagli
applausi del nuovo compagno.
Non ebbero tempo di festeggiare che sentirono un forte tremore
espandersi
dal pavimento fino alle pareti della grotta, seguito da un boato
assordante ed
un tonfo sordo: Ahiru trottò fuori per vedere cosa stesse
accadendo e rimase
paralizzata e Bone decise di raggiungerla, ma ebbe la stessa reazione:
-A-Ahiru… tu…- cercò di dirle
mantenendo la calma –Tu mi devi una
spiegazione, Hanzo mi deve una spiegazione: tutti mi dovete una dannata
spiegazione!- gli urlò contro.
Era stato preoccupato per Hanzo durante tutto il tempo in cui era
stato da solo in quella cavità fredda e inospitale, ed ora
se lo trovava ad una
ventina di metri coperto di sangue che sapeva bene non essere suo; una
distesa di
cadaveri si apriva davanti a lui, ognuno ucciso nei modi più
disparati: chi non
aveva la testa, chi era stato mutilato, chi aveva il torace aperto in
due, così
sembrava di essere in una macelleria non in un campo di battaglia
gestito da
una sola persona.
Lui sembrava indifferente, tuttavia Bone capì che
c’era qualcosa di diverso,
troppo diverso: sotto il sangue dei soldati si intravedeva una sostanza
nera
piuttosto densa colare da alcune ferite aperte, ed anche se cadeva a
terra si
raccoglieva in minutissime sfere come se fosse mercurio.
Non stava capendo più nulla, nulla.
__________________________
Angolino dell'autrice
Sono proprio soddisfatta di come sia uscito questo capitolo :3
Spero sia piaciuto anche a voi XD
Mi dispiace se non ho ancora sparso troppo sangue ma volevo approfondire la conoscenza fra Ahiru e Bone Cold: Ahiru è un personaggio di mia invenzione che, come avrete capito, è una ragazza che in realtà è un demone misterioso e spietato (ma solo quado deve U_U )
Non dico più nulla, vi lascio ai commenti :)
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Capitolo 3 *** Non è tutta antimateria quella che luccica ***
Ahiru
impiegò qualche minuto per abituarsi alla vista di
così tanto sangue, poi si decise a farsi strada tra i
cadaveri: a causa della sua mole ogni tanto finiva per schiacciare
sotto gli zoccoli un torace o un cranio o qualsiasi cosa capitasse
sulla sua strada, così quando arrivò al fianco di
Hanzo ormai la parte inferiore delle zampe era stata sporcata dal
sangue dei soldati.
Le si accucciò di fianco e stettero in silenzio qualche
minuto prima di essere raggiunta da Bone, che a dire la
verità non si sentiva a proprio agio a fare lo slalom tra i
morti: -Quindi abbiamo finito e possiamo andarcene giusto? Abbiamo
vinto no?- chiese schietto senza farsi troppi problemi prima di essere
fulminato da un’occhiata della ragazza, che non era
evidentemente riuscita a farlo stare zitto.
Hanzo prese parola senza degnarlo di uno sguardo: -Vinto?-
ripetè –Questo era solo un assaggio di quello che
sta per succedere, la vera guerra non è nemmeno iniziata.-
asserì prima di girarsi verso Ahiru –Ormai si sta
facendo notte, combattere ora darebbe solo un ulteriore vantaggio a
Sergent ed ai suoi uomini, è meglio se troviamo un posto
dove stare fino all’alba.- disse guardando il sole che stava
scendendo sotto l’orizzonte, tuttavia Bone non sembrava
troppo convinto –E se ci attaccassero di notte?- chiese
dubbioso ed evidentemente preoccupato; -Non lo faranno, Sergent vuole
essere certo di ciò che sta facendo, non si può
permettere il lusso di sbagliare perché non ha visto i
propri obbiettivi.- spiegò al compagno, poi si
guardò intorno ed indicò una cavità
poco più grande della prima nascosta dal ghiaccio ad un
centinaio di metri di distanza –Andremo in quella grotta,
sembra abbastanza profonda da non farci morire congelati.-
terminò mentre insieme ad Ahiru iniziava ad incamminarsi
verso il nuovo rifugio.
Bone Cold non era ancora riuscito a capire cosa fosse realmente
accaduto, ma decise che sarebbe stato meglio evitare domande inutili,
almeno per un po’: c'era sotto qualcosa, e lo avrebbe
scoperto.
"...I want to hide the truth
("...Voglio nascondere la
verità
I want to shelter you
Voglio proteggerti
But with the beast
inside
Ma con la bestia che c'è in me
There’s
nowhere we can hide..."
Non c'è posto per nascondersi..."
Lei tornò nella sua forma umana poco dopo essersi seduta
nella caverna e non sembrava troppo disturbata dal fatto di andarsene
in giro nuda con una decina di gradi sotto lo zero, mentre Hanzo era
fin troppo seccato da quel comportamento, motivo per cui era riuscito a
convincerla a mettersi qualcosa nonostante le sue continue lamentele,
di cui in realtà se ne fregava altamente.
Nessuno dei tre aveva più parlato di quello che era successo
prima, né Bone aveva fatto domande al riguardo per sapere il
motivo di tanto silenzio da parte del compagno, tuttavia era
particolarmente inquieto al pensiero di quella, come la chiamava lui, “roba nera”
che continuava a colare dagli squarci che si erano aperti dal collo
alla spalla e nella parte destra del torace: -Non che mi stia
preoccupando per te, cerchiamo di intenderci, ma cosa sarebbe
quella… ehm, roba?- domandò indicandola; Hanzo
non aveva nessuna intenzione di dare una spiegazione, ma aveva capito
che se non l’avesse data in quel momento le sue domande
sarebbero continuate ancora per un bel po’ –Se te
lo dico la smetti con le domande?- rigirò la domanda e
l’altro fece un cenno di assenso.
Dopo un paio di sospiri di alzò e, dopo essersi guardato in
torno, staccò con la mano un pezzo di roccia dalle pareti e
lasciò che un paio di gocce che scendevano dalla spalla
cadessero su di esso: fu una questione di pochi decimi di secondo e la
superficie della pietra iniziò letteralmente a scomparire
dissolvendosi in una sottile polvere nera; era rimasto abbastanza
sorpreso, per non dire terrorizzato, all’idea che quello
sarebbe potuto essere un pezzo del corpo di qualcuno.
Vedendo la reazione Hanzo si affrettò a dargli una
spiegazione: -Antimateria, niente di così spettacolare come
ti aspettavi.- disse come se fosse la cosa più naturale del
mondo; lui continuava a guardarlo male mentre Ahiru ridacchiava tra
sé e sé –Nulla di spettacolare?-
ripetè allora –La gente normale perde sangue,
s-a-n-g-u-e-!- continuò sbracciandosi come un isterico, ma
l’altro non era affatto sorpreso –Ti sei risposto
da solo, la gente normale perde sangue, io no a quanto pare. Fila
liscio il discorso non trovi?- domandò con aria saccente.
Bone non lo sopportava davvero più, sembrava un bambino che
vuole farsi vedere dalla maestra perchè lui sa tutto,
perchè lui sa fare tutto, perchè lui ha tutto; l'istinto
gli suggeriva di strangolarlo, il poco buon senso che era rimasto in
quel suo cervello, se così si poteva definire quello di
qualcuno che evade di notte pensando di ribaltare il mondo, gli
suggeriva di starsene in un angolo e cercare di prendere sonno
recuperando le forze per l'imminente scontro.
Alla fine aveva scelto un angolo lontano da entrambi per non sentirli
parlare di come avrebbero aperto in due i prossimi soldati: aveva
già visto abbastanza sangue e non aveva intenzione di
vederne ancora, tuttavia una voce nella sua mente gli ripeteva che non
era il caso di fare tanto lo schizzinoso.
Santo cielo sei un
dannato mercenario, un mercenario!
Hai ammazzato
più gente tu di quei due dilettanti, un po' di sangue non ti
ucciderà di certo.
-Dannata coscienza.- pensò prima di chiudere gli occhi.
Ahiru intanto si era seduta per terra e fissava Hanzo di spalle: -Va
tutto bene?- gli chiese cercando di non fare rumore; lui si
girò e ricambiò lo sguardo
-No, non va per niente bene- disse con un lieve tono di preoccupazione
-Sta andando tutto come non sarebbe dovuto andare e Bone Cold sta
vedendo troppe cose che non avrebbe dovuto vedere: stiamo rischiando
troppo, e per cosa poi?
Per vincere una stupida guerra.- terminò sedendosi di fianco
alla ragazza che intanto si era appoggiata alla sua spalla -Non avevi
scelta, solo che la tua ultima mossa mi è sembrata giusto un
po' azzardata: potevi inventarti qualcosa, non dire apertamente "Ehi guarda un po'! Sanguino
antimateria non è meraviglioso?".- lo
rimproverò senza essere severa.
Per quanto Ahiru potesse sembrare arrogante e vanitosa alla fine era la
compagna che tutti avrebbero voluto: sapeva stare al suo posto quando
doveva e prendere il comando quando era necessario, e poi era
dannatamente affascinante santo cielo.
Lei si girò per controllare che l'altro dormisse, cosa che
effettivamente sembrava veritiera se non fosse stato che stesse
origliando tutto: -Dimmi un po', cosa ha visto?- chiese Hanzo dubbioso
mentre Ahiru lo guardava stranita, sapendo bene di aver capito la
domanda -Lui mi ha chiesto... chi fossi.- rispose abbassando lo sguardo
-Gli ho solo mostrato delle... cose.- cercò di liquidare il
discorso facendo per alzarsi.
Hanzo l'afferrò prontamente per un polso e la fece risedere
-Lui ha visto ciò che non
doveva vedere Ahiru, ha
visto.- intervenne cambiando tono di voce
-Ed ora che ha visto i miei piani sono saltati, andati in fumo,
spariti.- la rimproverò senza guardarla per poi cercare il
suo sguardo; lei era smarrita e confusa
-Mi... dispiace...- disse rammaricata per poi cercare un po' di
conforto in un abbraccio.
Non era uno da abbracci, non lo era mai stato, ma si
abbandonò comunque a quella "crisi affettiva
improvviso-compulsiva" tipica di Ahiru.
-E ora cosa facciamo?- le chiese sperando che avesse pensato a come
gestire la situazione ma nemmeno lei aveva pensato a come poter gestire
contemporaneamente la crescente curiosità di Bone Cold e
l'attacco da parte di un intero esercito di almeno una decina di
migliaia di uomini, se non di più.
-Immaginavo, devo sempre risolvere i problemi io vero?- chiese
andandosene anche lui in un angolo -Non possiamo fare niente di niente,
se non sperare che Sergent sia più stupido di noi e che ci
attacchi domani mattina anzichè adesso.- terminò
lasciando che Ahiru sospirasse dandogli la buona notte.
Dopo una decina di minuti andò ad assicurarsi che Hanzo
stesse dormendo e, confermata la cosa, si avvicinò a Bone e
gli si sedette vicino -Pensi che non sappia che hai sentito tutto
vero?- gli fece notare -Temo di doverti dare delle spiegazioni, ho
ragione?- chiese;
Lui si mise a sedere rassegnato -Vorrei più di qualche
spiegazione, vorrei sapere cosa nascondete tu e il tuo fidanzato.-
continuò irritato mentre lei ridacchiava sottovoce
-Non è il mio fidanzato, brutto idiota che non sei altro!-
lo rimproverò sorridendo -E non posso dirti nulla senza il
suo permesso.- lo liquidò velocemente..
Non riusciva a sopportare quella situazione, non poteva più
starsene buono buono nella sua ignoranza: c'era anche lui in mezzo,
l'evasione era stata una sua idea, aveva il pieno diritto di sapere la
verità.
Si alzò frettolosamente dimenticandosi che le ossa erano
ancora congelate dal freddo, ma non fece caso al dolore e
bloccò Ahiru alla parete cogliendola di sorpresa: -Stammi a
sentire, se volete tenere per voi questa storia a me non interessa
proprio nulla, ma se volete tenere per voi la vostra storia a discapito
del sottoscritto allora beh, ti posso assicurare che non ti
mollerò fino a quando non avrai svuotato il sacco tesoro.-
le disse freddo ,
Lei non sembrava troppo preoccupata della situazione: -Non sono io
quella a cui devi fare le domande: non faccio altro che eseguire gli
ordini Bone, se mi dicono di stare zitta io ho le mani legate, non
posso fare altro.- si giustificò riuscendo a convincerlo a
lasciarla andare; Bone era mentalmente distrutto: non aveva ancora
capito chi fosse cosa, nè aveva ottenuto l'effetto sperato
con le minacce, che di solito funzionavano perfettamente.
Non aveva nemmeno fatto in tempo a scusarsi per l'accaduto con Ahiru
che Hanzo lo paralizzò letteralmente al muro senza
possibilità di fuga: era furioso, di quello ne era
assolutamente certo, ma aveva capito subito che il suo sguardo era
diverso dal solito, troppo carico di rabbia e rancore per essere il suo.
Gli mise una mano intorno al collo togliendogli il respiro per qualche
secondo:
-Che diavolo ti salta in mente?- gli sbraitò contro
-Spiegami una cosa: chi ti credi di essere? Cosa pensi ti sia dovuto?-
continuò -Ma soprattutto, con che coraggio chiedi
spiegazioni a chi non ne sa più di te? Rispondi e vedi di
dare un senso a questa buffonata.- terminò togliendo la
mano; Bone prese a massaggiarsi il collo sperando di non morire
soffocato:
-Chi mi credo di essere?- ripetè -Quello che ti ha fatto
evadere ecco chi dovrei essere!- rispose di tutto punto -Sparisci per
ore e mi lasci con una sottospecie di centauro mal riuscito, fai
l'entrata in scena trionfale di quello che ammazza la gente senza
spiegarmi nulla e poi ti metti a tessere piani alle mie spalle: chi sei
tu per mentirmi dall'inizio alla fine?- rigirò la domanda.
Ormai entrambi erano sull'orlo di una crisi di nervi in piena regola,
così Ahiru per evitare un massacro si mise in mezzo fra i
due: -Tu- disse rivolta a Bone -Smettila di fare la vittima e stai
zitto! E tu- disse rivolta verso Hanzo -Digli ciò che vuole
sapere, tanto vale combattere senza rimorsi se proprio dobbiamo: non ha
più senso nascondere la verità, la
verrà comunque a sapere in un modo o nell'altro.-
terminò lasciando un silenzio di tomba.
Hanzo prese parola per primo: -Davvero pensi che se gli spiegassi tutto
capirebbe? Forse se fosse una lucertola potrebbe anche riuscirci, ma
con il poco di materia cerebrale che ha dubito che possa capire
più di una frase alla volta.- sentenziò per
provocarlo, e in effetti ottenne ciò che voleva: Bone gli fu
addosso in qualche secondo e riuscì a bloccarlo a terra
senza possibilità di muovere anche un solo muscolo.
Più li guardava più Ahiru rideva come una matta:
-Queste cose dovrebbero vietarle ad un pubblico di minori, santo cielo
potevate dirmelo e vi lasciavo da soli ragazzi miei.- disse cercando di
sembrare minimamente seria -Se il vostro obbiettivo era quello di farvi
fuori a vicenda temo che siate usciti un po' fuori tema.-
continuò cadendo a terra continuando a ridere.
Bastarono quei secondi di distrazione perchè l'altro
afferrasse il braccio a Bone e riuscì a capovolgere la
situazione bloccandolo a sua volta -Azzardati a commentare e non vivrai
ancora per molto.- avvisò la ragazza che intanto era ancora
troppo occupata con le sue fantasie perverse
-Eh? Oh sì certo, certo fate pure, come se non ci fossi mi
raccomando.- rispose lei indifferente guardando la scena piuttosto
interessata.
Bone invece sembrava più serio di quanto fosse stato fino a
quel giorno: in quattordici anni di conoscenza non si era mai trovato
in una situazione del genere, né era mai stato
così vicino ad Hanzo in vita sua, e probabilmente mai
avrebbe voluto che ciò accadesse conoscendo la sua nota
sanità mentale.
In tutti i casi non aveva comunque scelta se non quella di starsene al
suo posto e provare a convincerlo con le buone a lasciar perdere la
discussione: -Te ne vuoi stare lì ancora per molto?-
domandò curioso, ma di risposta ottenne solo un sospiro
seccato -Oh sì, puoi contarci: ho tutto il tempo di questo
mondo per aspettare;
non trovi questa situazione piuttosto divertente?- rispose come se si
stesse prendendo gioco di lui.
Ahiru intanto si era data una calmata e si era seduta vicino ad
entrambi. –Volete fare qualcosa o ve ne starete fermi a
fissarvi come due idioti fino a domani?- intervenì tanto per
vedere la loro reazione;
Bone si mise a ridere –Chiedi gentilmente al tuo fidanzato se
può levarsi dal sottoscritto- continuò
visibilmente irritato dal suo intervento prima che la ragazza
rispondesse scuotendo la testa rassegnata:
–Per tutti i dannati pianeti che orbitano intorno al Sole,
quante volte dovrò ripeterti che non è il mio
fidanzato?- disse ormai stanca di dire sempre la stessa cosa
–Diglielo anche tu, almeno si convince e la smette di fare il
geloso.- terminò sapendo che il discorso non era ancora
chiuso;
-Non sono geloso!- cercò di spiegare l’altro
–A me non interessa proprio nulla, niente di niente sia
chiaro.- ci tenne a puntualizzare;
La ragazza sembrava divertita dalla situazione: -Ovviamente: avanti
Bone, si vede che vorresti portartelo a letto cosa credi? Sono un
demone non certo un’idiota!- continuò mentre
avevano iniziato a litigare come due bambini di due anni: Hanzo aveva
capito, suo malgrado, di trovarsi con due neonati anziché
con due persone adulte che sapessero risolvere i loro battibecchi in
maniera civile senza litigare su chi avesse ragione e chi avesse torto.
Ahiru infatti si era trasformata da un pezzo e minacciava di tagliargli
la gola, Bone rispondeva che le avrebbe fatto saltare il cervello,
allora lei continuava affermando che lo avrebbe sciolto
nell’acido, e lui andava vantandosi del fatto che
l’avrebbe aperta in due come un tacchino durante le feste
natalizie, così entrambi tiravano fuori discorsi improbabili
facendo a gara di esperienza: erano andati avanti per
mezz’ora ad insultarsi e minacciarsi a vicenda su chi fosse
fidanzato o no con chi, ed alla fine ne avevano ricavato solo una nuova
rassegna di insulti freschi freschi di litigio.
Il terzo in comodo, perché alla fine era quello
ciò che sembrava, aveva deciso di dare una dimostrazione a
Bone di quanto si sbagliasse, che nel frattempo stava per liberare la
sua adorabile vena omicida da bravo mercenario, così gli
prese il mento e lo costrinse a guardarlo.
Ecco, sono ufficialmente morto pensò rassegnato.
E invece successe quello l’ultima cosa che si sarebbe
aspettato.
Aveva atteso di sentire il calore delle sue labbra sulle proprie per
troppi anni, e finalmente lo aveva ottenuto, per giunta senza
minacciarlo: era durato una manciata di secondi, ma
d’altronde erano stati i cinque secondi migliori della sua
vita, e nessuno aveva osato mettersi in mezzo.
Si erano scambiati un’occhiata di intesa ed aveva dovuto
ammetterlo: si sarebbe perso volentieri in quell’azzurro
zaffiro, volendo avrebbe anche potuto farlo mandando a quel paese la
carriera che aveva fuori da Ikenawa e rifarsi una vita solo con Hanzo e
magari anche Ahiru, non era poi così male quella ragazza.
Ecco, volendo: ma non voleva, era questo il problema.
Dopo una quarantina di minuti abbondante finalmente era libero di
muovere giusto qualche muscolo per sgranchirsi, tuttavia la prima cosa
che fece fu ricambiare il favore al compagno: poteva definirsi miracolo
il fatto che gli avesse concesso un'altra manciata di secondi di
gloria, se così si poteva definire, ma si accontentava
eccome, su quello non c’erano certo dubbi; non aveva chiesto
altro per cinque anni, cinque dannati anni passati a chiedersi se
avesse dovuto fare lui il primo passo o lasciar perdere con la
consapevolezza di poterlo perdere una volta per tutte.
In effetti nemmeno Ahiru avrebbe scommesso in quello che era accaduto:
lei lo sapeva, le parole che aveva sentito ripetere per decine e decine
di anni ora rimbombavano nella sua mente riempiendola di dubbi.
L’immortalità è un dono fino a quando
hai qualcuno con cui condividerla, ma quando le persone care intorno a
te muoiono e resti da solo diventa una maledizione Ahiru, ricordalo
bene.
E se lo ricordava eccome, non sarebbe mai riuscita a dimenticare quella
frase anche se avesse voluto.
A lei non interessava che ora fossero una coppia a tutti gli effetti, a
lei interessava quello che sarebbe venuto dopo: aveva paura di restare
da sola, ne aveva sempre avuta, ed ora che Bone Cold era il preferito
di Hanzo, ora che era diventato la sua priorità, sarebbe
passata in secondo piano, ne era certa; d’altronde
dall’inizio non aveva fatto altro che preoccuparsi per la sua
salute, non per quella di lei: ok ok, era un demone
immortale, sarebbe vissuta per sempre, Bone no, su quello forse aveva
ragione.
Ma faceva male lo stesso, per quello non riuscì a trattenere
una lacrima che scese sulla guancia.
Hanzo le se avvicinò e le prese il volto fra le mani:
-Gelosa?- domandò sdrammatizzando ma non ottenendo risposta,
vedeva solo due occhi rosso cremisi che lo fissavano insistentemente
chiedendogli di non andarsene, non un’altra volta.
Ahiru era fatta così, si sentiva al sicuro, a casa, solo
quando si trovava fra le sue braccia,:
-Non cambierà nulla, te lo prometto, niente sarà
diverso da prima.
Non potrei mai metterti in secondo piano, e sai bene che mantengo
sempre le promesse,- le disse asciugandole gli occhi, così
lei annuì convinta cercando di sorridere dato che non voleva
certo deluderlo.
Aveva ragione, era sempre stato fedele ai giuramenti, e non avrebbe
potuto mai considerarla meno importante di altri: si sentiva una
stupida ad aver messo in dubbio una cosa simile, così si
mise a ridere da sola come faceva sempre.
Andrà tutto
per il verso giusto continuava a ripetersi nella testa, ma
più lo diceva più si convinceva che non sarebbe
stato così
facile.
Alle quattro di notte notarono che era rimasto ben poco tempo per
riposare, così avevano deciso di darsi alle strategie di
guerra; Ahiru sembrava piuttosto preoccupata all'idea di combattere, ma
cercò di non farsi capire -Se attaccano possiamo essere
sicuri che lo faranno dalle corazzate da guerra, non sprecheranno altri
uomini inutilmente visto ciò che è successo-
asserì calma notando l'espressione confusa di Bone -Non
abbiamo un'astronave da guerra, non ancora almeno, cosa pensate di fare
geni del male?- domandò lui sperando che avessero un
piano.
Lei ed Hanzo si scambiarono un'occhiata d'intesa, poi lui si
alzò e fece per andarsene con la scusa di "controllare la
situazione", ma l'altro lo afferrò prontamente per il
braccio: -Cosa pensi di fare? Se vogliono tenderti un agguato non
tornerai indietro vivo, ed io non ci sto con quella mezza psicotica a
vita chiaro?- disse facendosi serio; l'altro lo guardò con
altrettanta serietà: -Io mi preoccuperei più dei
soldati che sono là fuori, non di me.- disse ridendo -E poi
sono abbastanza grande da cavarmela da solo, non mi serve aiuto, non
per ora almeno.- terminò uscendo e scomparendo letteralmente
nella tormenta che ormai imperversava da quasi due giorni.
Lo aveva fatto ancora, non gli aveva spiegato praticamente nulla su
quello che avrebbe dovuto fare se fossero stati attaccati, anche se
probabilmente confidava abbastanza nel fatto che Ahiru da sola avrebbe
saputo cavarsela piuttosto bene: d'altronde bastava sciogliere la gente
senza un motivo valido per mettere fuori gioco i nemici no?
Che problemi si stava facendo?
-Tanto la gente muore ogni giorno, così è la
vita!- riflettè ad alta voce.
Non era nemmeno passata mezz'ora di calma piatta che un altro tonfo
sordo li aveva messi in allerta: come di consuetudine Ahiru era stata
la prima ad uscire, questa volta evitando di trasformarsi per
scongiurare l'intromissione di sguardi indiscreti, ed era stata seguita
a ruota dall'altro che non riusciva a vedere nulla di così
particolare: era bastato ad entrambi alzare lo sguardo e, su una rupe
poco lontana, c'era una sorta di cervo poco più grande della
ragazza quando cambiava forma e, davanti a lui, almeno una quindicina
degli uomini di
Sergent.
Era una creatura davvero magnifica: il bianco latte del corpo era
solcato qua e là da delle strisce color oro, dello
stesso colore erano i piccoli zoccoli e le grandi corna ricurve in
avanti, all'altezza delle scapole c'erano delle sorta di piume ordinate
per grandezza che, aperte, sembravano vere e proprie
ali.
Quando il gruppo di soldati stava per attaccare successe qualcosa che
aveva dell'impensabile: il cervo curvò la testa in avanti e
descrisse un cerchio nell'aria con le corna prima che apparisse dal
nulla una sfera completamente nera sopra di lui che, quando l'animale
decise di fendere il cerchio immaginario con un colpo netto in avanti,
ricadde a terra inghiottendo tutto quello che si trovava sotto il suo
campo
d'azione.
Soldati, terra, neve, ghiaccio e polvere erano scomparsi: al loro posto
un vero e proprio cratere largo alcune decine di metri, incredibile se
paragonato alla sfera delle dimensioni di massimo un
metro.
Senza il permesso di Ahiru per uscire e controllare Bone aveva mosso
alcuni passi, percorrendo sì e no una decina di metri; il
cervo lo guardò fulmineo e, dopo aver emesso un lungo
bramito assordante, alzò la testa al cielo allargando le
zampe lasciando che gli zoccoli si conficcassero nel terreno: nemmeno
un secondo e si era sentito letteralmente schiacciato a terra, come se
una forza esterna stesse facendo di tutto per non farlo
avvicinare.
Lei era scoppiata a ridere e sembrava totalmente indifferente, poi gli
si era avvicinata ed aveva incrociato le braccia sopra la testa come
per spezzare quella sorta di cupola di energia che ormai stava andando
per le lunghe, riuscendoci al secondo tentativo: -Inversione
gravitazionale: dolorosa, distruttiva e probabilmente un buon modo per
passare il tempo quando si è annoiati.- esordì
ridacchiando e tendendogli una mano per farlo rialzare -Sei
ufficialmente membro del gruppo degli onnipotenti guardiani di questa
fetta di Universo, non fare complimenti e goditi l'esperienza.-
terminò come se niente
fosse.
Era sorpreso, terrorizzato e tremante, praticamente come nessuno se lo
sarebbe mai immaginato: era finito in qualcosa più grande di
lui, qualcosa che non poteva controllare come aveva sempre fatto, come
lo avevano
abituato.
Ahiru che sbucava dal nulla in silenzio, Hanzo che faceva il misterioso
sparendo e ricomparendo all'improvviso, cervi che lo volevano uccidere:
aveva iniziato a pensare di essere
impazzito.
Poi si era ricordato che lo era da un pezzo.
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Angolino dell'autrice
Premessa 1: i frammenti di canzone sono stati presi da "Demons" degli
Imagine Dragons: erano troppo simili a quello che dice questo capitolo
e non ho resistito (quella di fianco è ovviamente la
traduzione in italiano, così nessuno si farà
dubbi) :3
Premessa 2: mi scuso se è tutto attaccato ma il computer non
funziona proprio bene e mi devo arrangiare come posso, mi dispiace se
perdete il segno, davvero D:
Altro avvertimento: se mettete recensioni negative solo
perchè c'è una minima scena yaoi non ve la lascio
passare liscia, se non condividete lo yaoi potete anche smettere di
leggere che non mi interessa proprio nulla, peggio per
voi.
Scusate lo sfogo, ma mi sono già presa diversi insulti per
questo, quindi basta.
Passando al capitolo: è stato difficile, non sapevo cosa
scrivere nè come mettere insieme le varie cose;
però va beh, spero gradiate comunque: penso che ormai sia
evidente che Hanzo è tutto fuorchè quello che
dovrebbe essere, ma d'altronde devo metterci un po' di colpi dis cena
no?
Non ho ancora messo combattimenti sanguinolenti (mi dispiace) anche
perchè volevo approfondire i dubbi di Bone Cold in questo
capitolo e riservare il resto al prossimo.
Spero vi piaccia, dite pure ciò che volete :D
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