You + I = We... II°

di hinayuki
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Wherever You Will Go ***
Capitolo 2: *** Everytime ***
Capitolo 3: *** When you say nothing at all... ***



Capitolo 1
*** Wherever You Will Go ***


Stories

Wherever you will go

 

So lately, been wondering
Who will be there to take my place
When I'm gone you'll need love

to light the shadows on your face

Ultimamente sto immaginando

Chi ci sarà lì, a prendere il mio posto...

Quando me ne sarò andato avrai bisogno d’amore

Per dissipare le tenebre dal tuo viso

 

Sai, Silvia, che ultimamente ripenso a ciò che è accaduto a Celian e Apollonius?

Ho paura che quello sarà anche il nostro destino e lo temo. Anche se effettivamente il nostro rapporto è un po’ diverso dal loro.

Anche se ancora non sai ciò che provo per te, perché non lo so bene nemmeno io.

Anche se non sai che probabilmente ti amo.

 

E se accadesse anche a noi?

Se anche io dovessi scomparire lasciandoti da sola?

Chi ci sarebbe a prendere il mio posto accanto a te?

Perché ormai, anche se forse non te ne rendi bene conto, io sono sempre lì.

 

Sicuramente ci sarà tuo fratello Sirius.

Lui saprà darti tutto l’amore di cui hai bisogno per andare avanti, ne sono sicuro...

Ma allo stesso tempo lo odio per questo, perché lui si e io no!

Se prima lo detestavo perché mi disprezzava e mi denigrava, ora è perché sono geloso di te: Perché ti amo. Perché ti ama. Perché lo ami.

 

Ti osservo dal terrazzo mentre gli giri attorno ridendo e scherzando ed una morsa mi chiude lo stomaco, maledizione, non voglio lasciarti, ma soprattutto non voglio lasciarti in mano sua.

Eppure dentro di me c’è qualcosa che mi urla che ciò avverrà presto.

E più ci penso, più mi rendo conto che non voglio che ciò accada.

 

Distolgo lo sguardo e me ne vado prima di diventare del tutto patetico.

Andrò a caccia, magari pensare ad altro mi rilasserà.

Magari mettere qualcosa sotto i denti mi farà pensare con un po’ di razionalità.

Quando ho fame non riesco a ragionare con lucidità e la riprova sono questi pensieri assurdi.

 

If a great wave shall fall

And fall upon us all

Than between the sand and stone

Could you make on your own?

Se cadesse una grande onda

E cadesse sopra tutti noi

Allora tra sabbia e le rocce

Potrai farcela da sola?

 

Presto la resa dei conti sarà vicina, lo so perché ogni mio muscolo freme.

Sirius ci ha traditi e sei così triste e non sai quanto mi fa male.

Non avrei mai voluto vederti addosso quell’espressione, soprattutto non rivolta a lui.

E tanto meno rivolta a me. I tuoi occhi sono meravigliosi quando sorridono.

 

Ti vedo vagare per il roseto, che coltivava tuo fratello, con un’espressione assente.

Lo cerchi lì, disperatamente, ma non lo trovi.

Cercheresti anche me così spasmodicamente?

Ti stai avviando verso il boschetto che circonda il campo di addestramento.

 

Prendo un pacchetto e ti seguo, senza farmi vedere.

Se bastasse sciacquarsi il viso per cancellare quell’espressione...

Se bastasse un acquazzone torrenziale a scacciare via la tristezza...

Se bastasse un’onda a lavare via le ferite...

Farei l’impossibile per lenire la tua sofferenza e farti tornare il sorriso.

 

Eppure sono sicuro che non servirebbe a nulla.

Tra poco anche io me ne andrò, lo so, e la cosa mi distrugge, perché adesso so di amarti.

E so che mi ami. Mi darai forza.

Sono sicuro che riuscirai ad andare avanti da sola. Sei forte, Silvia e nulla potrà abbatterti.

 

If I could, than I would

I’ll go wherever you will go

Way up high and down low

I’ll go wherever you will go

Se potessi, allora lo farei

Andrei dovunque tu andrai

Su in alto e giù in fondo

Andrò dovunque tu andrai

 

Ti ho seguita d’istinto e ora ti ho persa di vista, però il tuo odore mi dice che sei vicina.

Trovo qualcosa per distrarmi e do da mangiare a dei passerotti ed eccoti.

Triste e spaesata, si vede che non hai una meta.

Mi noti e rimani interdetta.

 

Parliamo e finalmente sembri ritrovare un po’ di serenità.

E ritrovo serenità anche io, benché sappia che durerà poco.

Ma siccome sono ottimista di natura, scaccio via quei pensieri.

Devo essere sicuro e forte per entrambi.

 

Mi confessi che ti piacerebbe volare tra terra e cielo come gli uccelli.

Non ti accorgi che sei già in grado di farlo, Silvia?

E ci troviamo a parlare di un passato vecchio di 12.000 anni.

Un passato che terrorizza tanto me quanto te, e lo capisco solo ora.

 

Mi chiedi di giurarti che non ti lascerò più, ma è una promessa che non posso mantenere...

Però sappi che sarò con te ovunque tu andrai!

Ed ecco che sei tu che scompari lasciandomi da solo...

Con ancora il desiderio di un tuo bacio...

 

And maybe I’ll find out

A way to make it back someday

To watch you, to guide you

Through the darkest of your days

E forse troverò un modo

Per tornare in dietro un giorno

Per guardarti, per guidarti

Nei tuoi giorni più oscuri

 

Ed eccoci qua...

Quando sei sparita da davanti i miei occhi, ho temuto che saresti scomparsa tu per sempre...

Ed invece, a dare ragione alle mie più oscure sensazioni, sono io ad andarmene...

A lasciarti da sola.

 

Dio, come mi sento in colpa.

Non ti sono stato vicino.

Non ho mantenuto la promessa che inconsciamente ti avevo fatto.

Non potrò più rivederti.

 

Ma spero che presto potremo rivederci e che non ci tocchi aspettare davvero 12.000 anni.

Perché vorrei esserci io a guardarti, e non solo da lontano.

Perché vorrei essere io a guidarti quando ti troverai spaesata e non saprai dove andare...

Quando sarai triste.

 

Vorrei essere io ad illuminarti la via nei momenti più oscuri...

Infondo porto il nome del Dio del sole.

Vorrei prenderti per mano e condurti alla luce.

Anche se forse sono io quello che ha bisogno di una guida per arrivare da te!

 

If a great wave shall fall

And fall upon us all

Than I hope there someone out there

Who can bring me back to you

Se dovesse cadere una grande onda

E cadesse sopra di noi

Allora spero che ci sia qualcuno là fuori

Che possa portarmi di nuovo da te

 

 

Eppure non posso...

Ora sei irraggiungibile ed io sono rinchiuso in questa specie di limbo dal quale non so come uscire!

Mi manchi e mi sento come se fossi stato schiacciato da una pressa.

 

Mi sento soffocare...

Vorrei così tanto rivederti, sentire la tua voce, il tuo calore...

Te!

Vorrei che mi tirassero fuori da questo posto, dove non c’è nessuno, e mi portassero di nuovo da te!

 

Run away with my heart

Run away with my love

Run away with mi hope

Corri via con il mio cuore

Corri via con il mio amore

Corri via con le mie speranze

 

Ma tu, Silvia, scappa via, tanto io ti ritroverò e allora potremo stare assieme per sempre!

Con te hai tutto ciò di cui hai bisogno.

Il mio cuore, il mio amore...

E la speranza di rivederci presto.

 

I know now, just a quite how

My life and love may still go on

In your heart, in your mind

I’ll stay with you for all of time!

Adesso so, più o meno,

Come la mia vita ed il mio amore potranno andare avanti

Nel tuo cuore, nella tua mente

Starò con te per tutto il tempo!

 

Io starò con te per sempre!

Il mio cuore è nel tuo...

La mia mente è legata alla tua...

Sapendo ciò credo che potrò aspettare ancora un po’...

 

If I could than I would

I’ll go wherever you will go

Way up high, or down law

I’ll go wherever you will go!

Se potessi lo farei

Andrei ovunque tu andrai

Su in alto o giù nel profondo

Andrò ovunque tu andrai!

 

Se potessi ti starei vicino dal vivo,

Ma spero che, per adesso ti basti il pensiero

Che sarò con te per sempre e...

Che sarò con te dovunque andrai!

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

 

La luce artificiale dei neon gli oltrepassò le palpebre bruciandogli gli occhi, ormai non più abituati alla luce.

C’erano delle persone attorno a lui e gli sembrava che stessero parlando, ma non capiva cosa stessero dicendo. Era troppo stordito. Tanto da non ricordare nemmeno cosa fosse successo, chi fosse o come mai, fino a poco prima, si sentisse soffocare.

A ronzargli in testa solamente un nome: Silvia.

Le figure gli apparivano sfuocate.

Tutto attorno a sé vedeva un bianco confuso e sporco: quelle persone, probabilmente, indossavano dei camici.

Che fossero dottori?

Un’incomprensibile paura si impossessò di lui, ma appena provò a muovere un muscolo, una dolorosissima fitta gli tolse il fiato, facendolo desistere dal fare un secondo tentativo.

 

-Il ragazzo si sta riprendendo!- Affermò una voce femminile dietro la sua testa. Evidentemente era steso su un lettino o su una barella.

-E’ incredibile che sia ancora vivo, dopo quello che gli è successo...!- Commentò un’altra, questa volta maschile, al suo fianco.

-Già!- Un terzo gli diede ragione. -Ma pare che anche l’altro stia reagendo bene...- Concluse. Poi osservò il paziente e prese a fasciargli le ferite.

 

Chi era l’altro?

Cos’era successo?

Un’altra stilettata, seguita da una serie innumerevole di fitte.

Ormai non riusciva nemmeno a capire quali erano le parti del corpo che non gli facevano male.

Forse la testa.

No!

Gli avevano bendato anche quella.

Una sensazione di quiete lo pervase e prese nuovamente sonno.

I sedativi che gli erano stati iniettati avevano cominciato a fare effetto.

Si trovò nuovamente nell’oscurità.

Ma questa volta non era fredda e penetrante come quella in cui era stato fino a poco prima.

Era un’oscurità da cui si poteva fare ritorno.

 

Sbatté numerose volte le palpebre per cercare di rendersi conto di dov’era.

La stanza era bianca e disadorna.

Anonima.

Vuota, se non fosse stato per quel letto, sfatto privo di proprietario, che stava accanto al suo.

Quello era il primo giorno, dopo chissà quanto tempo, che non gli davano sonniferi e palliativi per i dolori dovuti alle innumerevoli fratture.

Di fianco al suo lettino c’era un comò. Sopra, assieme al contenitore delle medicine, un fiore, dentro un vasetto di vetro, attorno al quale era stato avvolto un drappo blu.

Aveva un qualcosa di familiare.

Il suo odore gli era noto.

Lo fissò con gli occhi leggermente vacui.

Non era l’odore che, inconsciamente, voleva sentire.

Poi eccolo avvicinarsi.

 

Una ragazza dai lunghi capelli biondi, sciolti, si affacciò alla porta della stanza.

Guardò verso la sua direzione e quando lo vide gli occhi le si riempirono di lacrime.

Si catapultò verso di lui, abbracciandolo con forza, non tenendo conto delle ferite che gli tappezzavano il corpo.

-Apollo, meno male, sei vivo!- Gridò tra le lacrime, quasi incredula. Quando avvertì un gemito di dolore provenire da dentro il suo abbraccio si staccò, allontanandosi.

Lui la fissò con gli occhi vuoti e un’espressione incomprensibile dipinta in volto.

La ragazza lo osservò interrogativa.

-Chi sei tu?- Domandò Apollo, spiazzandola completamente.

La bionda lo fissò attonita e poi, invece di iniziare a piangere e singhiozzare, gli rifilò un pugno che, per poco, non gli fece decollare tutti i denti e staccare la testa dal suo posto.

 

 

 

 

Hallo Leute!

Ed eccomi con l'ennesima song-fiction! Strano vero?!

Ma cosa volete farci? La musica, per me è fonte di vita! ^-^

Spero che piacci come sono piaciute quelle precedenti...

a tal proposito volevo ringraziare:

 

Roby the best: Sei stata la prima a commentare e sono contenta che la ficcy ti sia piaciuta! ^-^ Grazie!

                       Personalmente ho sempre immaginato e visto Apollo come una persona molto dolce e buona di cuore!

                      

Laicachan: Grazie mille dei commenti! Visto che ti ho accontentata scrivendone un'altra?

                 Spero veramente di non deluderti! ^-^

 

Dreamer21: Addirittura le lacrime agli occhi??? *.*

                  Scusa il sadidmo, ma sono davvero felicissima che la mia ficci ti abbia fatto questo effetto!!! ^-^

 

Grazie ancora e alla prossima!!!

 

Hina.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Everytime ***


Fanfic

Every time

 

Notice me, take my hand

Why are we strangers

When our love is strong

Why carry on without me?

Accorgiti di me, prendi la mia mano

Perché siamo estranei

 Quando il nostro amore è forte?

Perché andare avanti senza di me?

 

Com’è possibile, Apollo?

Come puoi esserti scordato di me?

Come puoi esserti dimenticati di una delle persone che ti ama di più al mondo?

Come puoi esserti dimenticato della persona che ami?

 

Ora ci siamo ridotti di nuovo a due estranei...

A cosa è servito tutto ciò che abbiamo passato se adesso siamo di nuovo al questo punto?

Il nostro amore era forte, lo so...

Lo sappiamo entrambi perché ha resistito 12.000 anni.

 

Non lasciare il tuo cuore fermo in quell’oblio senza di me.

Non andare avanti senza di me.

Non fare nulla senza di me.

Perché non è giusto che sia l’unica a non poter fare nulla senza di te.

 

Accorgiti che ci sono io, di nuovo al tuo fianco.

Chiamami con strani soprannomi, anche di pessimo gusto...

Ma chiamami, così che possa capire dov’è la parte di te che ancora si ricorda di me.

Cosicché possa prenderla per mano.

 

And every time I try to fly

I fall without my wings

I feel so small

I guess I need you baby

And every time I see you in my dreams

I see your face

It’s haunting me

I guess I need you baby

E ogni volta che provo a volare

Cado senza le mie ali

Mi sento così piccola

Credo di avere bisogno di te, tesoro

E ogni volta ti vedo nei miei sogni

Vedo il tuo volto

Mi perseguita

Credo di avere bisogno di te, tesoro

 

Ed adesso, ogni volta che volo mi sembra di precipitare.

Senza di te, senza le tue ali spendenti

Senza il tuo calore ed il tuo affetto...

Mi sento così piccola e misera.

Mi servi perché altrimenti non posso fare nulla.

 

Quando chiudo gli occhi ti vedo...

Ma non sei con me realmente.

Quando li riapro ti ritrovo vicino a me

Ma non serve a nulla se tu non ti ricordi di me.

 

Sei una costante per me.

Il tuo pensiero mi perseguita.

E se richiedo perché lo trovo così assurdo...

La risposta è lampante:

Ho bisogno di te!

 

I make believe, that you are here

It’s the only way I see clear

What have I done

You seams to move on easy

Sono convinta che, il fatto che tu sia qui,

E' l'unico modo perché io possa capire

Quello che ho fatto

Così che tu possa andare avanti facilmente

 

Sono sicura che questa è una punizione...

Ino punizione perché quasi fino alla fine non ho voluto credere...

Credere in te...

Credere chi tu fossi realmente...

 

Adesso posso vederlo chiaramente

Perché il cuore mi fa male...

Perché io così non posso andare avanti...

Ma forse, finalmente, tu si...

 

E so che lo farai senza difficoltà, com’è sempre stato...

Però vorrei che mi aspettassi...

In modo da andare avanti assieme...

Perché è ciò che vogliamo entrambi.

 

I may have made it end

Please forgive me…

My weakness caused your pain

And this song is my sorrow

Ho fatto in modo che finisse
Ti prego perdonami...

La mia debolezza è stata la causa del tuo dolore
E questa canzone è per scusarmi

 

Ho causato io la fine di tutto...

Ho capito come doveva andare...

Ho capito come doveva finire il gioco...

E l’avevo anche accettato...

 

Perdonami se sono egoista...

E se adesso piango, facendoti stare male...

Ma non sia quanto sto male io a vederti così...

Ti chiedo scusa...

 

Ma voglio che anche tu mi chieda perdono...

Perché a sbagliare si è sempre in due!

E se io ti chiedo perdono per come ti ho lasciato andare e come ti ho trattato...

Tu mi devi chiedere scusa per esserti dimenticato di me!

 

At night I pray

That soon your face

Will fade away…

Di notte prego

Che presto la tua faccia

Se ne vada...

 

E di notte non ci sono altro che lacrime...

Perché non è giusto!

Perché non voglio essere la sola a soffrire...

Perché il tuo volto è sempre nella mia mente, anche quando dormo.

 

E voglio che ti ricordi di me...

Per poter volare assieme...

Per poter restare assieme...

Perché io... ti amo...

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

-Probabilmente si tratta di amnesia...- Suppose un uomo sulla cinquantina andante. Era il primario dell’ospedale interno della Deva. Capelli brizzolati, barba folta e ben tenuta, più scura rispetto a quelli e sorriso bonario.

Silvia era corsa ad avvertirlo, preoccupatissima, non appena si era ripresa dallo shock di non essere stata riconosciuta dal ragazzo che amava. E soprattutto, non appena furono giunte le infermiere a controllare lo stato di Apollo.

-Può capitare dopo quello che ha passato. Anche suo fratello, signorina, è nella stesa situazione, benché la sua forma sia più lieve!- Le spiegò. Effettivamente anche Sirius ci aveva messo un po’ a riconoscerla, ma infondo, loro erano due parti di una stessa anima.

Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche.

Aveva una gran voglia di prendere a pugni qualcuno.

Ringraziò e lasciò lo studio del primario, prima di rompere qualcosa, per dirigersi verso la camera dell’amico.

 

Data l’ora tarda fu costretta a tornare a casa senza passare a salutare.

Stesa sul suo letto ripensò a quello che le aveva detto il medico: amnesia?!

Come poteva essere amnesia? Non si era dimenticato di lei in 12.000 anni, come aveva potuto farlo in poco più di una settimana?

Già, perché alle squadre speciali della DEVA c’erano voluti dieci giorni per trovare l’Aquarion ed estrarre i corpi che vi erano rimasti imprigionati all’interno.

Ne avevano trovati solamente due: Apollo e Sirius... di Toma nemmeno una traccia.

L’ipotesi più plausibile che era sorta era quella della distruzione completa del suo corpo, ormai ridotto ad una specie di guscio vuoto senza nemmeno una briciola di Prana al suo interno.

Gli altri, invece, erano stati protetti dall’Aquarion stesso che, per loro, aveva funto da “Grembo materno”, proteggendoli dalla pressione, e nutrendoli, non si sa in quale maniera.

Silvia si girò su se stessa, affondando la testa nel cuscino e sperando che l’ultima immagine che conservava di Apollo scomparisse, come lei era scomparsa dalla sua memoria.

 

Le pareti bianche e verdi dell’ospedale non le davano una bella sensazione.

E nemmeno l’odore di disinfettante che riempiva i corridoi le piaceva.

Quando giunse davanti alla porta della stanza udì delle risa.

La voce di suo fratello era tranquilla, coperta quasi completamente da quella di Pier e degli altri elements.

Tanto che anche lei si sentì un po’ più rincuorata.

C’erano proprio tutti.

In fondo erano tutti preoccupatissimi per la sorte dei loro compagni.

 

Entrò senza fare troppo rumore e si sedette su di una sedia libera, vicino al letto di Apollo, che stava partecipando ai discorsi degli altri con la solita spensieratezza.

Quando la vide l’accolse con un grande sorriso che lei non ricambiò, stizzita.

-Oh ooh... la principessa è di cattivo umore..!- La canzonò l’element Dongiovanni che si zittì dopo un’occhiata fulminante da parte della bionda.

Nella stanza calò il silenzio per un istante, poi tutti ricominciarono a parlare del più e del meno, aggiornando Sirius su ciò che era accaduto durante e dopo la loro battaglia ad Atlandia.

Il giovane si scusò innumerevoli volte per le sue azioni.

Dovette calpestare il suo orgoglio, a malincuore.

In fondo gli dispiaceva.

E gli altri lo confortarono dicendogli che era tutta acqua passata e che in quel momento doveva pensare solo a riprendersi.

Silvia, da quando era entrata nella stanza, aveva cominciato a martoriarsi le mani per il nervoso e tutti cercavano di evitare di rivolgerle la parla per paura di disturbarla.

Apollo, benché ancora non avesse riacquistato alcun ricordo di lei, era preoccupato dalla cosa e ad un certo puntò su stancò dell’indifferenza degli altri nei confronti della giovane.

-Ehi, Principessa Fessa...- Proruppe, tappandosi poi la bocca quando vide Silvia voltarsi a guardarlo con una faccia allibita, imitata dagli altri Elements.

-Dillo di nuovo..!- Gli ordinò la ragazza, con gli occhi che già si riempivano di lacrime. Sorpreso e sconcertato il ragazzo la fissò, esaudendo poi la sua richiesta.

-Principessa Fessa?- La ragazza scoppiò a piangere e si gettò tra le sue braccia.

 

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Capitolo 3
*** When you say nothing at all... ***


Fanfic

When you say nothing at all...

 

It's amazing how you can speak right to my heart
Without saying a word you can light up the dark
Try as I may I can never explain
What I hear when you don't say a thing

 

É incredibile come tu possa parlare dritta al mio cuore

Senza dire una parola puoi illuminare le tenebre

Anche provandoci con tutte le mie forza non riesco a spiegare

Cosa sentò quando non dici nulla

 

Silvia...

Un nome che ha qualcosa di nostalgico

Che al momento non riesco a ricordare...

Ho la sensazione che non sia la prima volta che capita qualcosa di simile...

 

È assurdo pensare a come le tue lacrime mi colpiscano come uno schiaffo

Benché non ti conosca...

Eppure qualcosa mi dice che non è vero che non ti conosco!

Ho l’impressione che ci conosciamo da molto più tempo di quanto, in realtà,

 abbiano durato le nostre giovani vite.

 

Mi chiami appena, dalla sedia sulla quale sei seduta

Quella sulla quale, da alcuni mesi, ti siedi quasi tutti i giorni

Quando vieni a farmi visita.

Stando qua in ospedale ho perso la cognizione del tempo.

 

Mi chiami nuovamente mentre sono smarrito

Negli oscuri meandri della mia memoria.

Ti osservo e sorridi appena,

leggermente intimidita.

 

Ti intimidisco io?

Perdonami!

 

Perdonami anche perché non riesco a capire cosa prende

Ai miei organi quando osservo i tuoi occhi color cielo.

Sembra quasi che una morsa me li stia attanagliando.

Sembra quasi che i tuoi occhi stiano cercando di parlare direttamente al mio cuore.

 

The smile on your face lets me know that you need me
There's a truth in your eyes saying you'll never leave me
The touch of your hand says you'll catch me wherever I fall
You say it best when you say nothing at all

 

Il sorriso sul tuo volto mi fa capire che hai bisogno di me

C’è una sincerità nei tuoi occhi che dice che non mi lascerai mai

Il tocco della tua mano dice che mi prenderai ogni qual volta io cada

Lo dici meglio quando non dici nulla di più

 

Un leggero sorriso increspa appena le tue labbra

Quando ti degno della mia attenzione.

Non vorrei essere freddo nei tuoi confronti...

Non te lo meriti...

 

Ti sorrido anche io

E sento che ho bisogno di te per farlo per davvero.

E capisco che anche tu hai bisogno di me...

Cioè...

 

Non è che lo capisco...

Lo so, me l’hanno detto gli altri...

Me lo dice il mio cuore.

Me lo dice qualche ricordo, non più disperso nella mia mente.

 

I tuoi occhi mi assicurano

Che non mi lascerai.

Posso leggere una promessa che qualcuno ti ha fatto

Che io ti ho fatto.

 

Avvicini appena la mano alla mia fronte per sentire come va la febbre.

E mi sento come un cucciolo

Coccolato dal proprio padrone

È un tocco così delicato... eppure so che posso fidarmi.

Che ci sarà sempre per sorreggermi.

 

Tutto ciò me lo dici semplicemente senza parlare...

E pensare che in qualche vago ricordo ce ho di te

Stai sempre ad urlare e

A rincorrermi per uccidermi...

 

All day long I can hear people talking out loud
but when you hold me near you drown out the crowd
try as they may they can never define
What’s been said between your heart and mine

Tutto il giorno posso sentire gente parlare ad alta voce

Ma quando mi stringi stretto soffochi la folla

Anche provandoci con tutte le loro forze non potrebbero definire

Cosa viene detto tra il tuo cuore ed il mio

 

Accidenti...

Oggi i ragazzi hanno fatto un caos assurdo...

Se avessi potuto me la sarei filata a cercarti.

Perché oggi non sei venuta a trovarmi?

 

E pensare che c’erano proprio tutti.

Pier e Cloe ormai sono inseparabili...

E finalmente anche tuo fratello e Reika hanno deciso di darsi una svegliata!

Così Sirius non mi starà più tra i piedi!

 

Forse è per questo che non sei venuta a trovarmi.

Mi dispiace Silvia...

Mi dispiace di non riuscire a capire quello che senti

Mi dispiace di non riuscire a capire quello che vuoi...

Mi dispiace di avere solo qualche sporadico ed insignificante ricordo di te...

 

So che eri importante per me, in un modo o nell’altro...

So che sei importate...

Perché ora sento la tua mancanza nonostante tutta questa gente attorno...

So che sarai importante...

Perché non riesco più a fare a meno di te!

 

Ho bisogno dei tuoi sorrisi,

Dei bronci che troppo spesso riesco a creare sul tuo viso,

Della tua presenza che mi abbraccia

 Senza che tu lo faccia fisicamente

E soffoca tutto ciò che è attorno a noi.

 

Assieme sembriamo rinchiusi in un mondo tutto nostro

Dove agli altri è proibito entrare.

E del quale gli altri non capiscono l’armonia

E i silenzi che solo noi, ed i nostri cuori, sappiamo leggere.

 

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

 

-E così domani vi dimettono, finalmente!- Proruppe Pier osservando prima il principe dei De Alicia e poi Apollo. I due annuirono. Il primo con vigore, stringendo la mano alla ragazza che era seduta accanto a lui, sul lettino dell’ospedale, mentre l’altro lo fece poco convinto, con lo sguardo leggermente vacuo. Gli mancava qualcosa in quella stanza, quel giorno. L’Element Dongiovanni sospirò mesto e sui rivolse a quest’ultimo.

-La principessina oggi aveva dei test alla DEVA!- Gli spiegò, portando le mani dietro la testa, incrociandole. Il rosso sussultò. Gli aveva forse letto nel pensiero? No, semplicemente doveva essere palese ciò a cui stava pensando. Cloe, la ragazza che stava accanto all’Element calciatore, una giovane dai capelli azzurri, sospirò, avvicinandosi al letto del ragazzo dagli occhi dorati, per mettere apposto quei pochi fiori che resistevano alla calura estiva.

-Anche mio fratello è con lei... visto che la guerra è finita vogliono fare ancora alcuni test attitudinali e psicologici!- Gli spiegò dolcemente. -Vogliono vedere quanto siamo rimasto shokati dall’evento, credo!- Continuò.

-Quei maledetti non ci mollano nemmeno adesso che gli Angeli delle Tenebre sono stati abbattuti!- Proruppe la voce di Jun, decisamente seccato, seguito da una Tsugumi abbastanza intimorita dal tono adottato dal ragazzo. Il giovane si accomodò su una sedia, invitandola, con un sorriso, a sedersi sulle sue gambe. Lei obbedì senza fare storie, nonostante il suo volto fosse color fiamma e le sue orecchie fossero dello stesso colore. Quando tutti furono là il rumore e le risa incrementarono in modo esponenziale, tanto che una piccola folla di persone si era accalcata per vedere cosa stesse succedendo.

 

Quando furono finalmente andati il silenziò calò nella stanza dei due Elements ricoverati. Sirius era andato ad accompagnare gli altri, mentre Apollo, decisamente depresso e svogliato, osservava un punto indefinito della stanza completamente buia.

Uno spiraglio di luce fendette le tenebre della stanza, ma subito dopo venne coperto da una figura che entrò timidamente. Ancor prima che comparisse davanti ai suoi occhi, il rosso aveva già capito che fosse. Silvia apparve ai suoi occhi, un po’ intimidita.

-Cosa ci fai completamente immerso nell’oscurità?- Si preoccupò. Gli aveva detto, una volta, che il suo nome gli era stato dato perché risplendeva come il sole. E lei aveva sempre creduto

che fosse davvero così. Perché per lei quel ragazzo rappresentava davvero il sole.

-Speravo che arrivassi! Oggi c’è stata una confusione immensa qua...- Spiegò il giovane, quasi atono, rivolgendole uno sguardo. Silvia ringraziò quell’oscurità che poco prima aveva criticato, perché nascose il rossore che poco a poco stava imporporando le sue guance. Quell’affermazione le fece arricciare le labbra in un sorriso divertito. Lui aveva appena detto che c’era stata troppa confusione? Proprio lui che per fare caos era in prima fila? Prese coraggio e si sedette sul suo letto, accanto a lui, anziché sulla solita sedia.

-E se non fossi arrivata cos’avresti fatto?- Chiese, probabilmente con un piccola nota di malizia, la bionda. Apollo rimase interdetto, senza sapere esattamente cosa rispondere. Poi sorrise.

-Non lo so, Silvia...- Calcò il nome. -Credo che sarei scappato di qua e sarei venuto a cercarti!- Affermò deciso, cercando a tastoni la sua mano e catturandola, una volta che l’ebbe trovata, lasciandola allibita. Dopo una breve esitazione (circa 0,0000000000005 sec.) la tirò a sé e la baciò.

-Apollo...?- Riuscì a dire lei, una volta che si furono separati. Le sue labbra erano piegate in un sorriso tanto dolce quanto piacevolmente stupito.

-Shhh...- Sussurrò piano. -Ti ho aspettato 12.000 anni... ti ho ritrovata... e ho rischiato di doverti aspettare per altrettanto tempo! Ma non creo che riuscirei a farlo!- Le disse, accarezzandole appena una guancia. Silvia rimase sorpresa e scossa. Aveva ricordato tutto, quindi! I loro volti si avvicinarono per una dolce tentazione, ma la luce della stanza si accese, rompendo l’incantesimo ed un Sirius abbastanza arrabbiato si materializzò alle spalle della sorella, con una piccola vena, pulsante di rabbia, sulla tempia.

-Silvia De Alicia, cosa ci fai tu qui?- Chiese minaccioso alla sorella. I due giovani si separarono, praticamente con un salto, trovandosi quasi ad i lati opposta della stanza.

-Così va meglio...- Constatò seccato. Si avvicinò alla ragazza e le indicò con un gesto brusco la porta della camera. Come poteva fargli una simile crudeltà adesso che Apollo si era ricordato di lei? Ma la mano non si abbassò, nonostante gli occhi supplichevoli della ragazza e fu costretta ad andarsene.

-Comunque ci dimettono domani!- Le disse prima che si chiudesse la porta alle spalle, costringendola a nascondere un sorriso e a trattenersi dal fare i salti di gioia. La lite che seguì tra il rosso ed il biondo fu indescrivibile, ma immaginabile (quindi lascio a voi l’arduo compito di immaginarla, cari/e lettori/trici).

 

La mattina dopo i medici effettuarono gli ultimi controlli sui due ragazzi, ai quali era sbucato qualche ematoma in più. Quelli non vollero sapere nulla: i rumori avvertiti (e dai i più fraintesi) la notte precedente, parlavano da soli ed aveva un chiaro riscontro in quei lividi. Tutto regolare, quindi, come da programma li dimisero. Ad accoglierli non vi fu la folla di Elements che si erano immaginati, ma solo i bimbi di cui si sarebbe occupato Apollo da allora in avanti, Silvia e Reika.

La principessina sorrise al gruppetto di bambini vocianti che la circondava.

-Ve l’avevo detto che sarebbe tornato..!- Disse la bionda a quelli che sorrisero allegri e corsero tra le braccia del giovane che ne venne travolto, ridendo con loro. Chibiko la prese per mano e la condusse dal ragazzo, assieme a lei.

-Grazie, sorellina Silvia!- Le sussurrò ad un orecchio, facendola sorridere dolcemente. La bionda la abbracciò.

-Non devi ringraziarmi! Devi ringraziare lui, e la sua forza!- Le spiegò rivolgendo un’occhiata intenerita al giovane che giocava con gli altri. La bimba sorrise e corse a sua volta verso il ragazzo.

 

-Silvia... da adesso è per sempre!- Le disse il rosso, in un momento di tranquillità, durante la loro prima notte d’amore.

-Sì!- Asserì lei baciandolo.

 

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