sarò sempre al tuo fianco

di shihoshinichi99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** il primo giorno di vacanza ***
Capitolo 2: *** al cento commerciale ***
Capitolo 3: *** una ***
Capitolo 4: *** chiacchierata con Ran e la verità svelata ***
Capitolo 5: *** partenza ***
Capitolo 6: *** 4 Anni Dopo ***
Capitolo 7: *** Pranzo a Pasqua ***
Capitolo 8: *** Cosa?! Uno tsunami?!? ***
Capitolo 9: *** piccoli desideri e un grande amore ***



Capitolo 1
*** il primo giorno di vacanza ***


Hi!! :) vi presento una nuova storia!! :)
leggete e ci vediamo sotto ;)
Shihoshinichi99

 

1° capitolo: il primo giorno di vacanza

La scuola è finita ... finalmente! È stato un anno lungo e pieno di sorprese che non mi sarei mai aspettata.
Ora sono qui, seduta sul mio letto e rifletto su cosa fare quest'estate. Il sole è ormai alto e dagli alberi si nota che sta soffiando un leggero venticello. Mi alzo, mi vedo nello specchio e noto come i miei capelli siano completamente spettinati. Erano leggermente cresciuti da settembre.
Li pettinai ma, mentre aspettavo che il professore mi chiamasse per la colazione, un ragazzino, abbastanza basso, con occhiali rotondi e capelli scuri entra nella mia camera. In mano aveva il suo skate, che ormai ne aveva vissute di avventure.
Le mie prime parole furono prorpio queste:
- che ci fai qui? Fuori!!! -
Conan mi guardava perplesso ma ormai, quando stava per chiedermi qualcosa, lo stavo già spingendo fuori dalla mia camera. Mi vestii così in fretta che non sono nemmeno sicura di aver messo i vestiti al posto giusto. Ma comunque uscii dalla stanza e mi diressi verso il salotto. Correvo per le scale saltando gradini. Arrivai infondo e quasi travolgevo il professore Agasa che come al solito si metteva alla fine delle scale per chiamarmi:
-mi scusi ... -
- niente ... sto bene, ho rischiato l'infarto, ma sto bene -
Risi un po e poi insieme andammo verso il salotto dove trovai Conan che aspettava mentre continuava a controllare l'ora sul cellulare.
- finalmente!- disse quando mi vide - dobbiamo andare ... - e mi prese per il polso ma mi bloccai :
- one moment! Devo ancora fare colazione!-
Ma mi fissò dall'alto in basso e allora sospirai leggermente e successivamente accosentii la partenza per chissà dove, senza aver fatto colazione, il pasto più importante della giornata.

Mi fece strada fino al cancello dell'abitazione del professore e a quel punto posò lo skate a terra e mi invitò a salire. Sospirai nel vedere il modo in cui mi guardava frettoloso.
- sai che odio questo a aggeggio!- gli dissi quando eravamo appena partiti.
- non fare la preziosa Haibara e tieniti forte ... - e senza aggiungere altro schiacció quel maledetto pulsante sullo skate che aumenta la velocità.

- prima di andare, viato che non hai fatto colazione, te la offro ma facciamo vlocemente -
Comunemente gli avrei detto di essere un po tirchio, ma ora mi resi conto che mi sono sempre sbagliata.
Il bar era piccolo ma illuminato e trasmetteva la canzone che efinivano il tormentone estivo.
Ci sedemmo e lui ordinò, anche per ovviamente,  due thè e due croissant alla crema. Anche se odio la crema, la mangia di gusto perché era davvero deliziosa.
Poi pagò e uscimmo per risalire su quell'arnese e ripartire.

Dopo circa venti minuti ,e svariate stradine a senso unico, arrivammo e quando fummo davanti mi ricordai tutto e compresi la fretta di Shinichi:
-Il compleanno di Ayumi! Mi ero completamente dimentacata!-
- bhe ma ora ti sei ricordata e vediamo se ti ricordi cosa devi fare te??-
-lo so! Devo distrarre Ayumi ... - gli risposi guardandolo leggermente male. Per farci intendere con la faccia che vorrebbe colpirti a mazzate per averlo fatto passare per stupido ma non lo fai e lo guardi con quell'aria.

Suonammo il campanello e una bambina con una canottierin e dei pantaloncini ci aprì:
- ciao! Allora dove andiamo oggi Ai??-
-  bhe... al centro commeciale! - risposi mentre Shinichi mi fissava di filo.
- BELLO!-
- andiamo allora! Ciao Conan!-
- ciao...- e ci dirigemmo verso la fermata dell'autobus mentre Conan ci fissava.
Secondo me pensava "sei la solita Haibara!"


********** angolo **********
Ecco qui, è la seconda long fic che iniziò e spero vi piaccia quanto l'altra.
Mi scuso per eventuali errori e buona serata a tutti.
Ringrazio anche chi non recencisce ma legge solamente ;)
shihoshinichi99

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Capitolo 2
*** al cento commerciale ***


Sarò per sempre al tuo fianco
capitolo 2: Al centro commerciale

Suonammo il campanello e una bambina con una canottiera e dei pantaloncini ci aprì:
- ciao! Allora dove andiamo oggi Ai??-
-  bhe... al centro commerciale! - risposi mentre Shinichi mi fissava di filo.
- BELLO!-
- andiamo allora! Ciao Conan!-
- ciao...- e ci dirigemmo verso la fermata dell'autobus mentre Conan ci fissava.
Secondo me pensava "sei la solita Haibara!"

-lo so, non serve che continui a ripetermelo … si Kudo-kun ho capito …. Adesso basta … si smettila, non sono stupida-
-Ma Haibara-san stai parlando con Kudo-Kun, quel Kudo-Kun?-
-Ehm … no, che vai a pensare … (e bisbigliando al telefono aggiunsi) adesso devo andare e smettila di chiamarmi Conan-kun -
-AH … ho capito, chiami Conan Kudo perché è bravo come lui e gli assomiglia pure??-
-No, non è così … oh guarda la nostra fermata!- e scendemmo dall’autobus. Il cielo era così limpido e visto che era giugno, faceva anche abbastanza caldo.
-Cosa facciamo di bello Ai-chan?-
-Quello che vuoi … ma prima devo andare un secondo in un negozio, se vuoi ci vediamo tra un ora o un paio giù al bar-
-Ok, Ai-chan, per me va benissimo-
-A dopo allora-
Mi incamminai verso una pasticceria, la quale aveva più punti a favore per la qualità.
Entrai, presi il telefono e chiamai Kudo-kun:
-Sono qui … quale devo prendere-
-Se aspetti un secondo, arrivo-
-M-ma sei qua? Attento Ayumi-chan sta girando da sola e non ho idea di dove sia ora …-
-Sembri mia mamma, Haibara-
-Cosa hai detto? Vieni subito qua, muoviti-
-Certo Haibara, ci sono quasi-
Nella pasticceria entrò Conan con il suo cappello in testa e mi fissò sorpreso che non avessi scelto da sola la torta.
-Eccomi Haibara-
-Ce ne hai messo di tempo, eh? Comunque quale prendiamo?-
-Ehm … sembrano tutte buonissime, tu quale sceglieresti?-
-Hai insistito così tanto a venire che ora vuoi che la scelga io?-
Lo guardai negli occhi di quel splendido color cobalto che mi affascinano sempre. Mi feci fuggire un lieve sorriso. Anche lui sorrise.
-Ok, io direi questa qua-
 
Comprammo la torta per la festa a sorpresa, ma a un certo punto vidi Ayumi venire verso di noi. Dallo sguardo capii che anche Conan-kun se ne era accorto.
All’improvviso sentii un braccio appoggiarsi sulle mie spalle e un cappello sulla testa. Conan mi aveva dato il suo cappello perché Ayumi-chan non mi riconoscesse e in più il braccio libero sulle spalle per coprirmi. Ero imbarazzata e stavo per esplodere a causa di una strana sensazione dentro di me.
 
Kudo-kun mi guidò fino all’uscita del centro commerciale. Gli porsi la torta, ma non la prese perché se mi avesse  tolto il cappello Ayumi si sarebbe accorta di me e allora mi afferrò la mano e mi strascinò fuori.
Poi prese la torta, io mi tolsi il cappello e glielo porsi. Era strana quella situazione. Anche per lui. Mi sorrise guardandomi negli occhi. Poi salì in macchina con Agasa e sparirono dopo la prima curva.
Ora ne ero certa ero innamorata di Kudo-kun.
Sorrisi.
Tornai dentro e raggiunsi Ayumi-chan al bar dove ci eravamo date appuntamento. Sorrisi contenta senza nemmeno sapere il motivo.
Ayumi mi guardava sorpresa durante il viaggio di ritorno in autobus, finché non mi chiese:
-Come mai sei così contenta?-
-Eh, cosa?-
-Ti ho chiesto come mai sei così contenta-
-Ah, non saprei, sono contenta e basta-
DRIIIIN DRIIIIIIIIIN
-Ai! Non rispondi?-
-Cosa?-
-Il cellulare sta squillando-
Presi il cellulare e risposi:
-Pronto?-
-Sono io Haibara, ma che hai? Sei strana …-
-Perché tutti mi dite che sono strana? Sto bene, che vuoi?-
-Niente, dirti che era tutto pronto e far finta di niente quando arrivate, ma credo che non ci sarà nessun problema, ho indovinato?-
-Certo so cosa devo fare, mamma- e risi – scusami, non volevo- risi ancora.
-Vabbé … e io credevo che fossi cambiata …-
-Cosa?- ero perplessa –Parla!-
-No niente, tranquilla …-
-Dimmi tutto, sputa il rospo, subito!-
-ti dico dopo, ok?-
-No- ci fu una pausa nella quale credetti che Conan-kun avesse attaccato, ma poi.
-Haibara, è una cosa strana, credo di non esserne sicuro nemmeno io-
-Kudo-kun, a me puoi dire tutto e so che io posso confidarmi con te, anche se non ti dico mai niente, è così vero?-
-Ti dico dopo-
-Siamo qui, pronti?-
-Certo, mamma- e ridemmo ancora.
Scesi dall’autobus con Ayumi-chan al seguito, suonammo il campanello e ci aprì sua mamma e poi all’improvviso:
-AUGURI AYUMI-CHAN!-
Ayumi-chan rimase sbalordita e appena si rese conto che era fissata, scoppiarono i grazie. Quello più inatteso fu quello che mi rivolse:
-Grazie Ai-chan, sei una vera amica!- e mi abbracciò.
Sorrisi soltanto e la abbracciai anch’io, mi sentivo una specie di sorella maggiore anche se avevo la sua stessa età, per modo di dire.
Ayumi-chan ringraziò tutti, persino Conan-kun che sorrideva guardando la torta. Poi mi infilò il cappello e Ayumi-chan capì che eravamo noi al centro commerciale …
-L’abbiamo fatto per non farci riconoscere… ecco tutto- spiegò Conan-kun.
In un secondo sentii come una morsa al cuore.
“Cos’è questa sensazione … sembra di svenire, di morire, meglio uscire a prendere un po’ d’aria …”
Andai verso la porta e sedetti sulle scalette di fronte alla porta principale, poi sentii qualcuno che stava per aprire la porta e allora mi diressi verso l’altalene nel cortile dietro casa.
Con la testa bassa e gli occhi stanchi di quella sensazione terribile dentro di me. Il vento mi muoveva la frangia che usciva dal cappello.
Poi all’improvviso qualcosa sbatte sulla mia guancia, era freddo, anzi gelido. Mi voltai …
-Conan-kun!? Cosa c’è?-
-Ti ho portato una bibita … e poi volevo parlarti- mi rispose con due toni differenti, uno dolce e l’altro da grande.
-Grazie, ma non mi sento bene, bevila pure te …- gli risposi con tono dolce, a con viso serissimo.
Mi sedetti sull’altalena e con la punta dei piedi mi spingevo avanti e indietro. Ma una mano bloccò la sella. Non alzai nemmeno il viso, non volevo vedesse quanto stavo male.
-È una cosa seria- mi disse poi guardandomi ma senza ricevere un contatto visivo da parte mia.
-Ok,parla pure … ti ascolto- risposi ancora più seria di lui.
Si sedette sull’altalena di fianco a quella dove ero io, che dondolavo leggermente.
-Prima di tutto mi scuso per non avertelo detto al telefono, ma preferisco dirtelo a quattrocchi, mi capisci?-
-Dipende- risposi secca.
-Ok, e una è fatta, ora viene la parte difficile. Devi sapere che, insomma, oggi pomeriggio …-
-Cosa?- chiesi ancora con il viso basso, ancora non so se più triste o arrabbiata, per avermelo ricordato.
Ma so che Conan-kun si era alzato dall’altalena e si era accucciato di fronte a me.
Improvvisamente mi ritrovai il suo viso a fissarmi, smisi di dondolarmi e presi ad osservare i suoi occhi. Mi feci scappare un piccolo sorriso che lui lo vide.
-Forse devo prima verificare prima di dirti tutto quanto. Sei d’accordo?-
-Se non so di cosa si tratta, non saprei che dirti …  Kudo-kun -
-Hai ragione, ma non te lo dirò mai, almeno finché non ne sarò certo e un modo è la settimana che faremo col professore vicino a quel lago …-
-Come vuoi-
-Torniamo dentro?-
-Ho un po’ di nausea e meglio se rimango all’aria aperta per un po’, ti dispiace?-
-Certo, se non stai bene, hai sete? Fame?-
-Un po’ di fame sì …-
-Vado e torno!-
Mi girai e lo vidi correre dentro. Ripresi a dondolarmi.
Sorridevo.

°°°°°°°°°°°°angolo°°°°°°°°°°°°
Ciao, rieccomi dopo un po' di tempo con un nuovo capitolo :)
tra qualche minuto inserirò anche il terzo capitolo ...
a tra poco =)
Shihoshinichi99

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Capitolo 3
*** una ***


Sarò per sempre al tuo fianco
capitolo 3: una "tranquilla" passeggiata

Intanto in casa.
-Conan-kun, dov’è Ai-chan?-
-È fuori, sai che non sta bene tra la confusione- Ayumi-chan rise due secondi e poi disse:
-Dove di preciso?-
-Nel cortile dietro, seduta sull’altalena, almeno se non si è spostata … -
-Le porti qualcosa?-
-Sì, mi ha detto che ha un po’ di fame, dopo minuti che glielo chiedevo, me lo ha confessato-
-Vado a vedere come sta …-
-Ok, tra poco vi raggiungo con un piatto pieno di pietanze-
Ayumi-chan si girò verso la porta, ridendo silenziosamente e si diresse verso il cortile.
 
Io lì ancora a dondolarmi, tornata bambina sul serio, la scambiai per Conan-kun, ma per fortuna mi girai e la vidi prima di aprire bocca.
-Ciao, ti piace la festa?-
-Certo, grazie Ai-chan!-
-L’abbiamo preparata tutti assieme ovviamente e sono felice che ti piaccia-
-Vi sono grata, credevo che tutti si fossero dimenticati del mio compleanno …- mi confessò un po’ triste. Ma poi alzò il viso e sorrideva con un sorriso enorme.
-Ai-chan, posso farti una domanda?-
-Dipende- la guardai seria, aveva una faccia sbalordita, ma poi sorrisi e capì che stavo scherzando.
-Allora, mi spiace chiedertelo, perché mi sembra ovvio, ma …
a te …
PIACE CONAN-KUN???-
Dovreste aver visto la mia faccia in quel momento, occhi grandissimi e leggermente lucidi, la bocca socchiusa e l’altalena ferma dopo che avevo piantato i piede per la sorpresa.
-Me lo hai già chiesto anni fa …-
-Lo so, ma le cose cambiano …-
-Ecco, non so nemmeno io, … ed è la verità Ayumi-chan, come mai me lo hai chiesto?-
-Vedi, sei strana quando Conan-kun ti chiama, poi in autobus eri strana pure, sorridi di più, non che sia una cosa negativa, ma più del solito, insomma, e di conseguenza tutto il resto …-
-Davvero?-
-Heilà ragazze! Di cosa stavate parlando?-
Io e Ayumi-chan cademmo dall’altalena per lo spavento.
Ayumi mi si avvicinò e mi domandò con un fil di voce:
-Non ha sentito vero?-
-Speriamo …- rimasi sorpresa pure io della mia risposta, forse ero davvero strana negli ultimi giorni.
 
Passarono tre ore e qualche minuto prima che la festa finisse, dentro la musica faceva scoppiare la testa, l’unica cosa positiva era il cibo e la torta che sono riuscita ad assaggiare grazie ad Ayumi-chan che mi riservò una fetta. Ballai persino nelle ultime canzoni, con Ayumi ovviamente, ma Mitsuhiko, Genta e Conan erano vicino a noi.
Ero felice e sorridevo un sacco.
Quasi mi sembrò che anche Conan-kun si fosse integrato quasi completamente nella festa, non faceva caso che era Conan Edogawa, non Shinichi Kudo.
Nell’ultima canzone ballammo tutti insieme, noi cinque, ed io ero felice per la prima volta, mi sentivo davvero libera e una bambina normale. Ayumi-chan mi teneva una mano, mentre ballava, e con l’altra teneva quella di Mitsuhiko, poi c’era Genta e infine Conan-kun.
Finita la festa, quando tutti se ne furono andati, Ayumi-chan mi abbracciò e mi ringraziò di nuovo. Quando non poteva vedermi nessuno, sfilai dalla tasca una scatolina che conteneva una catenella con una farfallina come ciondolo.
Era mia quando ero piccola ed era la mia preferita.
Ma questo non glielo dissi.
Se la mise immediatamente e anche quando la vedevo per la strada la portava.
Uscii e vidi Conan-kun che mi stava aspettando, mi toccai la testa e mi ricordai del cappello. Scesi le scale e mi diressi verso di lui togliendomi il cappello. Glielo porsi dicendo:
-Scusa mi sono completamente dimenticata che ce lo avevo ancora su … scusami-
-Grazie, ora andiamo-
-Come? Non vai all’agenzia? Ran sarà in pensiero …-
-Da quando pensi a Ran? Sei strana in questi giorni! Comunque ti accompagno a casa …-
-Grazie, ma me la so cavare-
Mi afferrò la mano anche se mi ero già incamminata.
-Non ti lascio fare la strada da sola a quest’ora, scherziamo-
Mi tirò vicino a lui e mi rinfilò il cappello.
-Te lo regalo-
-Cosa?-
-Ti sta bene e quindi te lo regalo, tanto ne ho altri di quando ero piccolo e in più un mio amico mi ha detto che mi stanno male-
-Indovino … mmmh … Heiji, mi sembra ovvio-
-Brava!- e fece una smorfia –e chi altro poteva essere per dire una cosa del genere-
-Esatto!- sorrisi –Andiamo dai-
E ci incamminammo per la strada. Mi sentivo al sicuro.
Erano le 23:34 quando arrivammo a casa del professore Agasa.
-Grazie, anche se ora mi dispiace che tu vada a casa a quest’ora …-
-Bhe, se corro, non correrò rischi!-
-Lo so, ma comunque-
-Vabbé, ciao e notte!-
Riflettei due secondi, Agasa non c’era e mi dispiaceva per Kudo-kun.
Sospirai.
-Aspetta! Conan-kun se vuoi puoi fermati a dormire qui!-
Tornò indietro e disse:
-Ok!-
“Quanta gioia ciò” pensai.
 
Lo feci entrare e mentre telefonava a Ran per avvisarla che sarebbe rimasto da me, gli preparavo il letto del professore.
-Io ho fatto, puoi pure dormire nella stanza del professore …-
-Grazie Haibara-
-Allora notte-
-Notte, Ai-
Mi bloccai a riflettere, mi aveva chiamata Ai? Non ci feci caso, infondo era il mio nuovo nome, no?
 
La notte passò tranquilla, mi svegliai all’incirca alle 11:20 e mi accorsi che Conan-kun dormiva ancora.
Scesi senza fare rumore, preparai la colazione e dopo mi pettinai facendomi una coda. Mi vestii e uscii a fare la spesa. Quando rientrai Conan-kun era sul divano a fare colazione, non ci feci caso e andai in cucina.
-Sei uscita a fare la spesa?-
-Me lo aveva chiesto l’altro ieri il professore, ma non ho avuto tempo-
-Buona la colazione …-
-Grazie, da quanto tempo sei sveglio?-
-Da poco, te?-
“che domande!?”
-Dalle 11 circa …- risposi riponendo i barattoli nel mobile in cucina e il resto in frigo.
-Ti va di andare a fare un giro?-
-Che?! Ma hai telefonato Ran? Se sì, allora va bene, se non niente- sorrisi e andai a prendere il telefono.
Quando tornai glielo porsi sorridendo ancora. Lui annuì e chiamò Ran.
Come mai era così lontano da lei? Prima ogni volta che si allontanava la chiamava ogni cinque minuti per chiederle come stava e cose del genere. Ora niente, gli dava leggermente fastidio chiamarla.
-Fatto … andiamo?-
-Ok- risposi  un po’ sorpresa da quanto era tranquillo.
 
Eravamo al parco. Io con pantaloncini corti e una canottiera, lui con maglietta e jeans.
Era serio, più del solito almeno.
-Cos’ hai? Sembri triste … è successo qualcosa?-
-Eh? No, …-
-Invece sì, è successo qualcosa, si capisce Kudo-kun -
-Tranquilla (“tranquilla?!?”) … non è niente-
-Non vuoi dirmelo allora, capisco …- sospirai -è la cosa di ieri sera?-
-Più o meno, ne fa parte …-
“come ne fa parte, è a più parti?!” pensai sarcastica.
-Come vuoi, sai che puoi dirmi tutto …-
-Tu sei solo quella che mi fatto tornare un bambino o sei anche mia amica?-
Mi sorpresi di quella domanda e all’improvviso, senza volerlo, mi rattristai.
-Dipende da come la vedi tu … se quando mi vedi sei felice o triste di vedermi o se pensi solo se ho completato un antidoto-
-Ma che dici! Non è quello che penso!- arrossì all’improvviso ed io lo guardavo perplessa –Non è quello che penso, insomma …-
-Non dire altro, sarei sempre lo stesso, tu mi vedi solo come una di loro anche se sai tutto quello che mi hanno fatto e tutto quello che faccio per creare quel maledetto antidoto!-
-Haib-Haibara?-
-Lo faccio solo per te … io non voglio tornare come ero, mai lo ritornerò … ieri sera, quando stavamo ballando tutti insieme, ho capito quanto sono fortunata ad aver ritrovato questa nuova vita, questi veri amici, Agasa e …- mi bloccai –Fa niente non capiresti.
Mi infilai le mani in tasca e indossai il cappello che la sera prima Conan-kun mi aveva regalato. Lui se ne accorse e abbassò lo sguardo.
-Ho paura Kudo-kun … ho paura ogni volta che leggo quella formula al computer, ogni volta che vedo quei due colori, rosso e bianco, la morte e la vita, l’amore e la solitudine, il dolore e la speranza, … non ce la faccio, eppure ci lavoro e tutto torna. Ora capisci? Se io per te sono solo quella dell’antidoto, spero che ti sbagli e ci ripensi su un po’ .. perché tu non sei la mia cavia! Non lo sei!-
Era sbalordito. La bocca aperta e le mani lunghi i fianchi, immobili e fredde.
Ma poi mi giro e …
-Ciao, vado a casa, scusami Kudo-kun, ma non sto bene … ci sentiamo per l’avanzamento dell’antidoto -
Abbassai lo sguardo e mi avviai, ma una mano mi afferrò il polso. Mi voltai e lo vidi con la testa bassa.
Non mi lasciava il polso.
Tirai per andarmene sperando che lasciasse la presa.
Ma mi strinse di più.
Mi fermai senza voltarmi, per non fargli vedere gli occhi lucidi.
Poi lentamente lasciò la presa.
Accarezzandomi, passò a tenermi la mano.
Non ci credevo, cosa stava succedendo?
Poi un passo verso di me e mi ritrovai con le sue braccia attorno al collo, appoggiate sulle mie spalle.
Ero paralizzata dall’emozione.
Mi stava abbracciando davvero? Non era mai successo …
Avevo le mani paralizzate, ma poi le alzai e gliele mise attorno, ero felice ancora per la seconda volta.
Chiusi gli occhi.
Una lacrima mi rigò il viso.
-Scusami Ai … non intendevo quello e se vuoi puoi lasciare stare l’antidoto perché anch’io ieri ho capito quanto tengo a questa mia nuova vita- fece una pausa e io non riuscivo a credevo che me lo stesse chiedendo sul serio. -quanto tengo a te …-
Spalancai gli occhi e lo strinsi ancora di più.
-È questo che stavo cercando di capire … da giorni ormai-
 
Poi mi accorsi che delle persone ci fissavano e gli dissi:
-Conan-kun, la gente ci fissa … parliamo a casa, ti prego!-
-Davvero?- alzò il viso e se ne accorse pure lui.
-Andiamo?- chiesi veloce.
-Certo!- mi prese la mano con dolcezza e ci dirigemmo verso casa.

°°°°°°°°°°°°°angolo°°°°°°°°°°°°°
Ciao come promesso ecco un altro capitolo ...
e tra poco avanti uno nuovo.
alla prossima
Shihoshinichi99

 

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Capitolo 4
*** chiacchierata con Ran e la verità svelata ***


Sarò per sempre al tuo fianco
capitolo 4: chiacchierata con Ran e la verità svelata


Dieci minuti dopo eravamo sull’uscio e stavamo per entrare quando …
-Conan-kun!  Ti ho trovato!-
-Ran-neechan?!-
-Andiamo a casa dai! Ah, ciao Ai-chan-
“Come AH??”
-Perché scusa? Non hai impegni con qualcuno che sappiamo chi?-
-Ma che dici! Non ho niente …-
-Bhe io non vengo!- rispose come offeso.
Ran si avvicinò per prenderlo, ma mi misi in mezzo.
-Ran, come mai tanta fretta? Conan-kun doveva aiutarmi a preparare le cose per il campeggio, visto che Agasa tornerà giusto il giorno prima della partenza che è tra due giorni tra l’altro …-
-Ai-chan, Conan-kun non può! Andiamo su!-
-No! Devo aiutare Ai-chan!-
Mi afferrò la mano e mi strascinò in casa. Chiusi la porta e dopo un po’ Ran se ne andò, allora chiesi:
-Cosa è successo?-
-Niente …-
“Niente?! Mi stai prendendo in giro, non sono mica scema!”
-In realtà … Ran-neechan sta uscendo con uno ed il problema non è che mi interessi, ma l’ha tenuto nascosto a me e a Goro- poi aggiunse vedendomi incrociare le braccia -Non mi interessa, dovessi vedere che tipo? All’inizio non mi interessava, ma ora non voglio che ci esca perché è uno …-
-Dell’organizzazione!- terminai. -Ho riconosciuto un certo profumo, quello di Dolon-
-Esatto è il nome con cui Ran-neechan lo conosce, senza sapere che è uno di loro. Non voglio farmi vedere con lei per non farmi catturare o peggio, quindi esco poco e non vado spesso a casa di notte- concluse          -saltando ieri sera, ovviamente-
Risi e gli dissi –Comunque ho davvero bisogno di te per preparare le cose per il campeggio-
Mi guardò all’allarmato e poi annuì divertito.
 
Passarono i due giorni, Agasa tornò e ringraziò per aver preparato il tutto per il campeggio, Conan-kun rimase a casa del professore e i DB non si fecero sentire, che strano.
 
-Professore Agasa, buongiorno …-
-Buongiorno Ai-chan –
-A che ora si parte?-
-Gli altri saranno qui alle undici e mezza circa … è tutto pronto?-
-Certo! Abbiamo preparato tutto quanto … vado a preparare il mio zaino con il necessario …-
-Va bene, abbiamo tempo …-
Salii in camera mia per fare lo zaino, indossai un paio di shorts di jeans, una maglietta bianca con vari disegni azzurri e blu, il cappello di Kudo-kun, che ci stava perfetto, e le all-stars blu. Mi pettinai e scesi di sotto per poi ritrovarmi Kudo-kun davanti.
-Buongiorno Kudo-kun -
-Ciao, quando si parte?-
-Alle 11:30, almeno questo è il programma, poi sappiamo qual è la routine del professore-
Scoppiammo a ridere, poi il campanello ci interruppe nuovamente.
-Ran? Cosa ti serve?-
-Posso parlare due secondi con Conan-kun?-
-Chiedo …- entrai e lo chiesi a Kudo-kun, ma lui, da terribile cocciuto, mi disse che non gli interessa cosa aveva da dirgli. -Mi dispiace Ran, non può, cioè non vuole …-
-Tutte scuse, fammi entrare!-
-Ma Ran, non vuole! Non puoi obbligarlo!-
-Io e mio papà lo stiamo ospitando e quindi …-
Mi arrabbiai e le dissi interrompendola: -Non mi interessa! Tu non puoi obbligare nessuno! Mi dispiace ma ora dobbiamo preparare le ultime cose per il campeggio …-
Ci fu una pausa, mi girai e dietro di me c’era Kudo-kun sbalordito che fossi dalla sua parte. Non aggiunsi altro e mantenni lo sguardo serio su Ran. Kudo-kun si avvicinò e appoggiò un braccio sulle mie spalle.
-Ran non voglio e basta! Ora lasciami stare per un po’, ti prometto che terminato il campeggio tornerò a casa …-
Ero immobile e seria, ma dentro imbarazzata da quella situazione e sbalordita dalla reazione di Kudo-kun e di Ran.
Poi dissi:
-E Kudo-kun …-
-Cosa? Cosa c’entra Ai-chan?- mi rispose subito Ran e Conan-kun di fianco a me ritrasse il braccio per afferrarmi la mano.
-E Kudo-kun era solamente un tuo giocattolo con cui giocare quando ti annoiavi? Ti sei già dimenticata di lui? Ma che amica sei? Dicevi di amarlo, ma non lo stai dimostrando!-
Silenzio.
-Non ci si comporta così …- Conan-kun mi strinse ancora la mano, ma poi me la tenne con tenerezza come quel giorno -Che amica sei?-
-Tu Ai-chan non puoi capire! Sei solo una bambina!-
-Io capisco benissimo invece e lascia che ti dica che io aspetterei qualcuno per sempre se davvero lo amassi, non lo dimenticherei così facilmente-
Mantenevo lo sguardo fisso e serio, ma avevo gli occhi lucidi. Se Kudo-kun non era completamente stupido avrebbe capito che provavo qualcosa per lui e che io non mentivo.
-MAI!- urlai per poi stringere la mano di Conan-kun.
 
Ci fu un momento di pausa, nel quale sembrava che il tempo si fosse spezzato.
Il vento soffiava e mi muoveva la frangia.
Mi tolsi il cappello con l’altra mano e si sciolsero i capelli ramati lunghi come quelli di Ran.
Conan-kun era serio, meno di me, comunque. Avevo paura che quell’uomo ci stesse osservando e che capisse che Shiho Miyano era ancora viva. Ma non cambiai la mia espressione.
 
-Hai ragione Ai-chan … se è andata così allora significava che non lo amavo come credevo … scusa per averti detto che tu non sapevi cosa provavo, invece lo sai alla perfezione … soffri più di me …-
“Cosa? Come sta dicendo?”
-Cosa stai dicendo Ran-neechan?-
-Solo, che si capisce che la persona che ami, non lo sa ed è innamorata di qualcun’altra … ma tu faresti qualsiasi cosa per stargli vicina … lo ami così tanto da lasciarlo andare con un’altra … ti ammiro Ai-chan e spero che un giorno lui capisca quanto lo ami … quanto lo ami davvero-
“Come ha fatto a capirlo? Non mi lamento … comunque, … perché è la verità!”
 
Una lacrima mi rigò veloce la guancia, ma un sorriso risplendeva sulle mia labbra.
Sentivo Conan-kun di fianco stupefatto dalla verità, non lo avrebbe mai detto che io fossi così, che in fondo nascondevo una verità così dolorosa, triste, ma allo stesso tempo bella, dolce, e molto altro.
 
-Grazie Ran – fu tutto quello che riuscii a dire, mentre altre lacrime scendevano lente e piene di tristezza e amore.
-Ci vediamo Ai-chan, ci vediamo tra una settimana Conan-kun!- e si allontanò di corsa verso l’agenzia del padre.
Sospirai.
Poi mi accorsi che stavo piangendo e mi coprì il viso con le mani, lasciando quindi la presa di Conan-kun ancora imbambolato.
A terra il cappello regalatomi.
Sentii una mano accarezzarmi i capelli, poi niente.
Qualche secondo e qualcuno mi mise il cappello.
Tolsi le mani dal volto e alzai il viso … Conan-kun mi sorrideva.
Sorrisi felice ancora una volta.
Mi ritrovai circondata dalle sue braccia in pochi secondi, anche se credo non avesse ancora capito che è lui il ragazzo che amo più della mia stessa vita, ma sicura che lo avrebbe capito.
Vidi Ran in lontananza sorridere, forse lei invece aveva capito chi era.
Chiusi gli occhi e un’altra lacrima scese da sola, ma non per tristezza, ma per gioia.
Lo abbracciai anch’io e appoggiai il viso sul suo petto.
Ero felice, qualcuno sapeva finalmente come mi sentivo, anche se era Ran, e inoltre avevo detto come la pensavo sul fatto di quella situazione.
Erano le 11 e me ne stavo seduta sul divano con appoggiato sulle gambe il computer. Lavoravo all’antidoto anche se Kudo-kun mi aveva detto che non gli importava più.
-Che fai Ai-chan?-
-Niente- risposi secca.
-Non è vero, stai scrivendo qualcosa … cos’è?- sbirciò, ma chiudo il computer per fargli sapere che ci stavo ancora lavorando.

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Ciao tra poco inserisco un altro capitolo ....
Shihoshinichi99

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Capitolo 5
*** partenza ***


Sarò per sempre al tuo fianco
capitolo 5: partenza


Suonò il campanello.
-Ciao Ai-chan!-
-Ciao Ayumi-chan- risposi ancora scossa da quello successo prima con Ran e Conan-kun.
Era un po’ triste che lo avevo salutata con molta gioia, ma non mi sentivo bene. Avevo per la testa troppe cose, paure, formule, immagini, ricordi, tristezze e oltre. Non sapevo cosa fare, non ce la facevo ad essere felice. Non capivo perché Kudo-kun non fosse scosso dall’aver saputo che Ran non lo amava più. Perchè? Era l’unica cosa che prevaleva sul resto.
Ayumi-chan si avvicinò a Conan-kun e gli chiese a bassa voce:
-Cos’ha Haibara-san?-
-Non lo so, ma vedrai che le passa …- disse e poi aggiunse ancora più a bassa voce -speriamo almeno-.
 
Agasa scese le scale e si ritrovò di fronte quattro ragazzini pronti a partire.
Perché quattro?
Io ero già in macchina con il computer. Con quell’antidoto che mi assillava.
Respinsi il computer.
Le mani a pugno.
Gli occhi chiusi.
Scesi dalla macchina, calciai un sassolino e rimasi lì ferma.
 
Dalla finestra tutti guardavano fuori nella mia direzione e si dicevano qualcosa che non posso sapere, che non voglio sapere.
 
Dopo ore di viaggio arrivammo in uno spiazzo verde circondato da un boschetto, vicino c’era un fiumicello e un laghetto. Montammo le tende, ci dividemmo in tre coppie: io e Ayumi, Genta e Mitsuhiko e infine Conan con il professore.
-Andiamo a vedere il fiumicello?- chiese Genta.
-Siiii! - risposero all’unisono Ayumi e Mitsuhiko.
Io e Conan-kun li seguimmo.
Avevo lo sguardo basso e triste e Kudo-kun se ne era accorto.
Tutti si misero il costume, tutti tranne me che dissi fredda:
-Vi seguo, ma non faccio il bagno, ve lo scordate …-
-Su dai Haibara-san, non farti pregare!- dissero e Ayumi mi prese la mano mi tirò in tenda, mi obbligò a mettermi in costume, ma prima di uscire mi rimisi sopra gli shorts e la maglietta.
Stavo per uscire, ma mi bloccai, tornai indietro e uscii con il cappello per non scottarmi la cute.
Avevo i capelli completamente sotto, ne usciva solo la frangia e qualche ciuffo qua e là.
Conan mi guardò come per dire “la solita …”.
 
Raggiungemmo il fiumicello, Ayumi, Genta e Mitsuhiko si buttarono in acqua anche se era gelida, Conan si sedette a guardarli e io mi misi a leggere un libro.
-Haibara …- mi voltai per ascoltare anche se lui non stava guardando nella mia direzione –Stamattina stavi lavorando all’antidoto, vero?-
“Beccata! ...” pensai, ma negai comunque.
-No, stavo svolgendo un esercizio di italiano per le vacanze, capisco che sono appena iniziate, ma non bisogna prendersi indietro. Ecco tutto- gli dissi con tono freddo, ma rilassato allo stesso tempo.
-Non ti credo! C’erano delle formule e mi dici che era italiano? Non sono stupido!-
-Ragazzi venite l’acqua è fantastica!- urlò Ayumi.
-Ora!- rispose Conan-kun.
-Dai andiamo anche noi … non hai niente da perdere infondo, no?-
-Non ho voglia … torno da Agasa … a dopo- alzai la mano in segno di saluto, ma Conan-kun mi afferrò, mi prese in braccio, con un braccio dietro la schiena e l’altro sotto le ginocchia, e mi portò verso il fiume.
Mi strinsi a lui, sapendo già cosa voleva fare.
-Conan-kun che vuoi fare?-
-Pronta?- e mi lanciò in acqua, solo che io non avevo lasciato la presa e anche lui finì in acqua con me.
-Contento?-
Ayumi e gli si avvicinò e presero a spruzzarci contro. Eravamo io e Kudo-kun contro loro tre.
Ci stavamo divertendo molto.
Sorridevo.
 
Era quasi sera e noi cinque eravamo in una delle tende ha chiacchierare.
DRIIIN DRIIIIIIIIIN
-Il mio cellulare?- dissi curiosa di vedere chi mi cercava.
-Chi è?- chiesero incuriositi gli altri, tutti tranne Kudo-kun ovviamente, che sembrava avere un’idea di chi fosse.
-Esco a rispondere …- uscii dalla tenda e risposi: -Pronto?-
-Ah, ciao Ai-chan! Come stai?-
-Ran? Bene, te?-
“Perché ero così gentile con lei?”
-Bene, ti ho chiamato perché dovevo farti una domanda …-
-Ehm … ok, dimmi pure- risposi da una parte incuriosita e dall’altra spaventata.
-Vedi, prima di tutto mi scuso ancora per stamattina, non volevo trattarti in quel modo, …-
-Ma non hai fatto niente, sono io che mi sono messa in mezzo a te e Conan-kun -
-Volevi difenderlo, ti capisco-
“Mi capisce? Cos’è tutta questa gentilezza c’è qualcosa sotto …”
-Ma ecco io volevo dirti che …-
Ma non sentii più niente …
-Pronto? Ran? Sarà caduta la linea …-
Rientrai nella tenda e quando mi chiesero chi fosse, risposi che non sentivo nulla e che alla fine è caduta la linea. Kudo-kun aveva capito che mentivo, ma gli altri ci credevano.
 
Cenammo e, non so se per dispiacere o per fortuna, Ran non riprovò a telefonarmi.
-Vado a fare un giro …- e mi avviai verso il fiumicello.
-Ran ha ragione … io proteggo, aiuto, lascio libero e non mi lamento … come avrà fatto a capirlo? Che avrà capito anche chi è? Forse è questo che voleva chiedermi … spero che non richiami, ho paura che capisca e tutto ciò che ho passato voli via come un aquilone al vento- sospirai -Un aquilone al vento, questa è la mia vita … non posso scegliere, è già tutto scritto e niente cambierà, … ma che razza di carattere che ho Akemi! Me lo avevi detto te: trovati qualcuno … ora chi mi aiuterà?- strinsi le mani a pugno -Akemi …- aggiunsi con un filo di voce e gli occhi lucidi.
-Perché non ti ha salvata?-
-Chi?-
Capii subito chi era e perciò non mi voltai. Raccolsi le gambe e appoggiai il mento sulle ginocchia.
-Lascia stare, lasciami sola …-
-Cosa è successo, chi doveva salvare chi?-
-Ti ho detto di lasciarmi SOLA!- urlai con le lacrime che uscivano da sole.
-Ma se non ti parlo e mi siedo qui, di fa fastidio?-
-Fai come vuoi, non mi interessa …- risposi tra le ginocchia.
Passarono minuti. Un silenzio assordante. Io e lui da soli e in silenzio.
“Akemi, aiutami …” pensai tristemente.
-Posso farti una domanda?-
-Avevi detto che saresti stato zitto …- risposi secca come sempre, inespressiva.
-Bhe io te la faccio comunque …- mi guardava e io avevo lo sguardo fisso sull’acqua. Mi alzai e mi diressi verso la sponda.
Non gli risposi.
-Allora?- dissi in un secondo momento.
-Volevo vedere se ti interessava … ma ora ho cambiato idea, ciao …- si stava allontanando.
-Ti faccio io una domanda …-
-eh?- rispose con la sua faccia da stupido detective.
-Ti piace ancora Ran?- non so perché glielo chiesi, stavo rischiando di fargli capire tutto, ma volevo sentire da lui, prima di continuare a illudermi.
Il silenzio ricopriva lo spazio tra noi. Nessuna risposta.
Una lacrima scese, forse la prima di tante.
-Ho capito … me ne vado, letteralmente. Torno negli Stati Uniti. Lunedì quando torniamo dal campeggio. Salutami Ran e spero che tu … sia (la lacrima scendeva) … felice- sospirai senza farmi vedere -Scusami se ti ho fatto questo, dammi pure la colpa-
Altro silenzio.
-Addio Shinichi - e mi allontanai con le mani in tasca.
Mi intrufolai nella sua tenda e appoggiai sul suo sacco a pelo un fazzoletto e una lettera.
“Ti amo Shinichi! Stupidooo!” pensai mentre le lacrime scendevano incontrollate.
 
Dopo qualche minuto tornò alla tenda Conan-kun. Io sedevo nella tenda. Una lacrima dopo l’altra.
Tutto spariva dalle mie mani.
Come sempre infondo.
Tutto torna, ma niente si cancella.
Presi il mio zaino, andai dal professore e gli chiesi di riportarmi a casa.
Lui annuì.
 
Il silenzio e la sofferenza mi riempivano. Guardai dal finestrino i tre bambini che salutavano, senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta che mi avrebbero vista.
La macchina accesa.
Un bambino uscì dalla tenda con in mano il fazzoletto e la lettera e mi guardava stupito e triste.
Arrabbiato per non aver risposto alla mia domanda.
Con le lacrime agli occhi.
Abbassai il viso e la macchina sparì ad una curva.
 
Arrivammo a casa, preparai i bagagli ed Agasa mi accompagnò all’aeroporto. 
Piangeva.
-Addio professore, mi dispiace e la ringraziò per essere stato il padre che non ho avuto-
-Non deve essere una addio, Ai-chan … ti prego-
-Mi dispiace, addio- sorrisi tristemente e salii sull’aereo. Lo salutai alzando solamente la mano e lo vidi sparire diventando sempre più minuscolo sotto di me.
Accesi il cellulare e vidi tre chiamate: Ayumi, Ran e Kudo.
Dopo che ero andata via in macchina dal campo dove eravamo. Spensi il cellulare dopo aver inviato a Ran un addio e un grazie, ad Ayumi un lungo messaggio del quale non ricordo molto e a Kudo un messaggio in bianco sperando che ne capisse il significato.
 

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Capitolo 6
*** 4 Anni Dopo ***


4 anni dopo
Alle 13:40, davanti la villa del professor Agasa.
-Buongiorno professore, come sta oggi?-
-Ciao Conan-kun, meglio di ieri sicuramente-
-Sempre spiritoso-
Era diventato più alto e a parte gli occhiali era identico a Shinichi Kudo. Era diventato molto famoso come detective.
-Niente da risolvere oggi?-
-Professore non porti sfortuna …-
-Non è per quello, aspetto una visita … e voglio che tu ci sia-
-Una visita? Chi?-
-Sei curioso eh? Aspetta e vedrai!-
 
Qualche minuto dopo …
DRIIIN DRIIIIIIIIN
-È arrivata!-
-Arrivata? È una signora?-
-Signora? Non esagerare, ha la tua età …- e rise mentre si dirigeva ad aprire.
Kudo-kun sospirava non capendo chi fosse, era curiosissimo.
-La mia età? Davvero? Lei è amico di una ragazza della mia età? Che strano …-
-Amico? Certo, cosa credi che ho solo amici vecchi?-
-Bhe, ecco, io …- rispose un po’ imbarazzato.
Suonò nuovamente il campanello.
-Oh, non sono andato ad aprirle …- corse verso la porta, sembrava come nuovo, non sentiva più nessun dolore.
-CIAO!- urlò aprendo la porta.
-Buongiorno professore- si sentì.
-Entra pure, porto io le tue valigie-
-Stia tranquillo, faccio io- risposi tranquilla, ma con tono dolce, come una figlia.
-Entra su!- mi ridisse felicissimo che fossi tornata. -Indovina chi c’è?-
-Chi?- chiesi un po’ curiosa.
-Buongiorno- si aggiunse una seconda voce maschile. Alzai lo sguardo e incontrai il suo.
Mi ero dimenticata di quanto fossero belli i suoi occhi blu.
-Buongiorno Kudo-kun - risposi pensando che non mi avesse riconosciuta.
-Ai?- chiese rimanendo con la bocca aperta.
-Sì, Kudo-kun -
-Sei diversa … non sembravi te, stai benissimo-
-Ai-chan ti sei mantenuta in forma eh?- si aggiunse il professore.
-Più o meno, studiando sempre, non ho tempo per prepararmi una pasta o altro, così mangio quello che trovo-
-Cosa studi?- mi chiese Kudo-kun.
-Che domanda stupida, Shinichi!-
-Come?- mi guardava pensando che ero e resterò sempre la solita.
Ero alta come Shinichi, capelli lunghi e ramati come al solito, occhi tra il verde e l’azzurro, jeans lunghi e un giacca bianca, a causa del freddo rigido.
-Medicina- dissi dopo sorridendo.
-Ah ok, tutto bene in America?-
-Sì-
Mi avvicinai a Kudo-kun e al professore che mi guardavano stupiti.
Lo guardavo negli occhi.
Poi chiesi: -E Ran?-
-Bhe, ecco, tutto bene-
-Sono felice-
Il professore ci fissava non capendo, ma noi ci eravamo capiti immediatamente.
-Ora devo andare … mi dispiace-
-Come mi avevi detto che restavi?-
-Mi dispiace professore, ho cambiato idea, meglio se me ne sto da sola-
-E dove vai?-
-Non ti interessa- ero seccata all’improvviso, mi faceva male sapere che andava bene con Ran.
-Ma Ai-chan?-
-Sì professore …-
-Me lo dirai? Io voglio rivederti, non voglio vederti andare via di nuovo-
-Le scriverò l’indirizzo, l’unico che deve sapere è lei- ancora più seccata.
-Quindi a me non vuoi dirmelo?-
-No-
-Bene vedo che non sono desiderato qui, arrivederci Ai, professore Agasa -
-No tranquillo, me ne vado io, sono io che non voglio vederti, pensaci Shinichi, pensa a quanto mi hai fatto male quella sera al campeggio, non mi hai risposto, mi hai ferita, mi dicevi che stava cambiando, ma non era vero! Mi sono sentita ferita e profondamente presa in giro!-
Kudo-kun era a bocca aperta, non credeva che non fossi nemmeno un po’ cambiata.
Ero sempre io.
Gli si spalancarono gli occhi.
Poi lentamente abbassò lo sguardo.
-Arrivederci professore- tagliai corto, senza minimamente guardare Kudo-kun.
-Ciao Ai-chan …- sentii un tono triste e solo. Abbassai la testa.
-Ciao Kudo-kun – si sorpresero entrambi di quel saluto.
-Ciao Haibara- rispose contento del saluto rivoltagli.
Uscii da quella casa, mi sentivo felice e triste allo stesso tempo. Felice perché lo avevo rivisto e triste per un motivo ancora ignoto. Mi incamminai sovrappensiero verso un hotel.
Passarono giorni dal mio ritorno a Beika. Passeggiavo per le strade, sembrava che il tempo non fosse mai passato, era tutto come lo ricordavo. Decisi di rivedere tutti i luoghi a me cari. La scuola elementare, la scuola media, il parco e il resto.
Erano le 11.23 quando mi sedetti su una panchina al parco. Sentivo l’aria tra i capelli. La dolcezza con cui me li accarezzava. Mi ricordai di tutto. Tutto quello che da anni cercavo di dimenticare, ma che ora volevo, sentivo di dover ricordare. Guardai i bambini che salivano sullo scivolo e scendevano, un altro che si dondolava sull’altalena.
Ayumi-chan.
L’unica amica che mi avesse chiamato, oltre ad Agasa ovviamente, mentre ero in America. Mi alzai.
Una voce alle mie spalle però mi chiamava.
-Ai-chan!!- mi voltai e con grande sorpresa mi ritrovai di fronte Ayumi.
- Ayumi-chan … sei te?-
-Sì … sono io … come sono felice di rivederti. Cosa ci fai? Com’è l’America? Hai visto anche gli altri? …- continuava a farmi domande, ma guardavo quella bambina ormai cresciuta che avevo davanti. Non era cambiata, era sempre la stessa.
-Calma Ayumi-chan … ho tempo per raccontarti tutto-
Sorrise con tutti i denti che aveva.
-Che bello!-
 
Al bar lì vicino trovammo un posticino e appena sedute Ayumi cominciò a rifarmi domande.
Sorridevo mentre l’ascoltavo.
Poi tutto finì quando:
-Hai visto Conan-kun?-
-Conan-kun? Sì, ieri …- mi intristii improvvisamente.
-Ho detto qualcosa che non dovevo? Ai-chan, cos’ hai?-
-Niente … continua pure a raccontarmi Ayumi-chan-
-Bhe volevo solo dirti che Conan-kun non si è fatto vedere per mesi, forse un anno, dopo che te ne sei andata. Diceva che la colpa era sua. Noi dicevamo che non era vero. Non ha più parlato con noi. Solo con Agasa. Poi da una settimana circa abbiamo iniziato a rivederci, lui c’era, triste, non sembrava lui. Era felice di rivederti?-
-Non so, era come al solito-
-Ma è davvero stata colpa sua? Cioè il motivo per cui te ne sei andata …-
Il silenzio si stringeva. Non respiravo.
Sì era lui il motivo. Lo amavo troppo, per vederlo con un’altra. Ma forse perché lo amavo molto, troppo, che lo avrei lasciato stare con un’altra, solamente per vederlo felice.  Per sentirlo vicino mi basta ricordare il suo sorriso. I suoi occhi che mi avevano promesso che mi avrebbero protetto. Tutto per lui. Sarei persino morta, per sapere che lui era salvo, vivo.
TUTTO.
-Può essere- le risposi.
-Tu lo ami?-
-Cosa?-
-Lo ami vero?-
-Non saprei …-
-Non è vero! Stai mentendo. Moriresti per lui! Lo ami più della tua stessa vita-
-Ayumi-chan!? Che stai dicendo …?-
-Non dirmi che non è vero!-
-È vero …-
-Non mentire so che è … hai detto che è così? Mi dici cosa ti ha fatto partire di esatto?-
“Se glielo dico, dovrei spiegarle anche che Conan è Shinichi Kudo e io sono Shiho Miyano. Non posso dirglielo, mi dispiace …”
-Niente, una sciocchezza ora che ci penso …- dissi sorridendo. Era una scusa per non dirle la verità. Per fortuna non chiese nient’altro.
Dopo averla salutata, il cellulare suonò.
-Un messaggio, di chi?- guardai e rimasi a bocca aperta -Conan-kun?-
 
Ciao, possiamo parlare? Ho bisogno di un favore … se ti va ci vediamo all’entrata solita del parco stasera verso le 19.
Non serve che rispondi, capirò se non ci sarai.
Conan
-Stasera? Boh, vedo dopo se riesco … se mi va-
 
19:00, Parco di Beika.
Un ragazzo continuava a guardare l’orologio nero e grigio.
-Non verrà … ne sono sicuro- continuava a dire sospirando.
-Ciao … Kudo-kun – alzò lo sguardo e mi vide lì di fronte a lui. Non ci credeva.
-Sei venuta! Cioè,… ciao-
-Cosa volevi chiedermi?-
-Dritta al punto eh?-
-Bhe, sì, perché volevi anche invitarmi a cena per caso?-
-Bhe se hai fame?!-
-Sei incredibile!- risposi scuotendo la testa sorridendo.
-Allora? Hai fame?-
-Un po’ …-
-Andiamo allora-
-Come vuoi …-
Camminavamo uno di fianco all’altro, in silenzio.
Poi dissi: -Perché andare in un ristorante?-
-Cosa intendi?-
-Ti preparo io qualcosa se vuoi-
-Ma avevo detto che non potevo venire a casa tua-
-Se non vuoi vabbè e comunque è un albergo, è aperto a tutti-
-Albergo?-
-Sì- guardai dall’altra parte.
-Bhe se vuoi, per me va bene-
-Ok, allora andiamo di qua-
-Di qua?-
-È una scorciatoia …- sorrisi.
Arrivammo all’hotel senza aver più aperto bocca dopo quel momento.
-Questo è il tuo appartamento? Piccolo …-
-Kudo-kun, sono da sola, non mi serve un appartamento enorme, questo è perfetto-
-Va bene, allora cosa prepari?-
-Aspetta e vedrai-
-Ok- si guardò intorno -Bhe, tornando al motivo per cui ti ho chiesto di vederci …-
-Dimmi ti ascolto-
-Io volevo scusarmi prima di tutto con te, mi sembra di averti rovinato la vita, ti ho fatta andare via, ma mi dici perché quella reazione?-
-La stessa domanda posta due volte in un giorno, strana coincidenza …- cambiai discorso, ma lui se ne accorse.
-Non cambiare discorso, per favore. Ci sono stato male … devi dirmi tutto-
-Tu sei stato male? Sono felice. Non ti dirò niente-
-Sei felice? Perché?-
-Perché?!? Non hai risposto alla mia domanda quella sera … bastava un sì o un no. Niente di più-
-Volevi un sì o un no, te ne sei andata perché non ti ho risposto? Non è un motivo valido …!-
-Sì invece, mi hai ferita. Ma non posso dirti di più.- gli portai un piatto di pasta e un bicchiere di succo, il suo preferito, e tornai in cucina.
-Tu non mangi?-
-Mi è passata la voglia- gli risposi andando verso la camera per appendere il cappotto.
-Scusa, era meglio se non ti chiedevo di vederci … scusami per tutto-
-No, non devi scusarti, perché non serve, niente può tornare indietro, soprattutto il tempo passato da sola a studiare, senza amici, sentendomi sola, in una scuola americana, a parlare inglese, coi compagni che ti prendono in giro per il colore dei tuoi capelli, non è bello, te lo dico io-
-Non è vero, tutto torna. Un attimo! Hai sentito?-
-Un rumore assordante-
-Cos’è stato ora?-
-Non saprei … sembrava …-
- Un’esplosione ai piani di sotto!-
-Kudo-kun! Un poche nera! E un incendio al piano sotto di noi, al terzo piano!-
-Una poche? Stai scherzando?-
Un’altra esplosione, ma sta volta al piano sopra di noi.
Qualcuno mi tirò indietro.
-Stai attenta!-
-L’altoparlante della polizia!-
-EVACUARE TUTTI I PIANI, TRANNE IL QUARTO PIANO E SUPERIORI!- sentimmo fortissimo.
-Sono matti! Così moriremo tutti!-
-DAL SESTO IN SU SALITE FINO AL TETTO, ARRIVERÀ UN ELICOTTERO A PRELEVARVI!-
-Sono fuori di testa! E quelli del quinto piano dovrebbero rimanere qui?- Conan-kun era furioso, era una procedura sbagliatissima.
-Tranquillo, …- un'altra esplosione, andai a vedere.
-Il secondo piano- dissi a Kudo-kun.
Sentii qualcuno che mi stringeva la mano. Era Conan-kun.
-Stanno cercando di intrappolarci!-
-Sento che la colpa è nostra, Kudo-kun!-
-No, tranquilla-
Un quarta esplosione prese largo nei sotterranei. Il palazzo era in fiamme.
-Che caldo e c’è sempre meno ossigeno-
-Respira meno che puoi- gli dissi -E andiamo, non voglio dargliela vinta-
Uscimmo dalla stanza, controllammo quelle vicine, erano vuote.
-Dove sono tutti?-
DRIIIIN DRIIIIIIIIN
-Il mio cellulare!-
-Rispondi!-
-Sconosciuto … pronto?-
-Ciao Sherry. Non riuscirai a scappare. Le scale sono tutte fuori uso. Morirai e io avrò la mia vendetta Sherry-
-Lascia parlare anche me Gin! Tu non vincerai mai, capito?- e attaccai.
-Usciremo di qui Ai-chan, te lo prometto!-
-Credi davvero che ci riusciremo …? Le scale sono fuori uso, l’ascensore, hanno pensato a tutto!-
-Le scale di servizio!- mi disse sorpreso di non averci pensato.
-Ma non so dove siano …-
-Bhe cerchiamo un estintore in questo piano, di fianco dovrebbe esserci la mappa di tutto, esatto?-
-Esatto-
-Andiamo- mi prese la mano, mi diede il suo cappello per coprirmi la faccia dal fumo, e mi tirò alla ricerca dell’estintore.
Mi fermai più volte.
Non sentivo più le gambe.
La vista appannata.
Sentivo solo la mano di Shinichi stringere la mia.
Dovevo salvarlo.
Corsi ancora. Ci fermammo e in fondo a un corridoio intravidi qualcosa di rosso.
-Kudo-kun l’estintore!-
-Resta qua, vado io-
Riuscì a prenderlo e a staccare la pianta del piano.
L’altoparlante risuonò nuovamente.
-SE C’è QUALCUNO AL QUARTO PIANO SI FACCIA VEDERE!-
Sembrava strano, lasciare che ci salvassimo, non era da loro e poi Gin sembrava deciso a farci morire.
-No Shinichi!- lui si bloccò, davanti alla porta di una stanza, guardò bene la finestra e vide qualcosa lampeggiare.
-SI ALLONTANI! UNA BOMBA!-
Corse indietro e vedendo che non avevo forze mi prese in tra le sue braccia e mi portò al sicuro.
Sapendo delle bombe alle finestre, era rimasta solo l’opzione delle scale di servizio.
Ne trovammo una dalla quale proveniva del fumo.
-Vado a vedere, tieni l’estintore ok?-
-Aspetta, non voglio lasciarti andare da solo, vengo anch’io-
Scendemmo le scalette strette, entrambi senza fiato, le fiamme ci stavano per raggiungere, dal piano superiore, dal terzo, scendemmo ancora, al secondo, ancora più giù, al primo. Un’altra esplosione al primo piano, ma noi eravamo quasi alla fine.
Senza fiato, sentii le fiamme del primo piano raggiungerci, faceva troppo caldo, senza ossigeno, Shinichi crollò.
-Kudo-kun?-
Mi misi di fianco a lui. Lo presi e lo tirai su. Dovevo salvarlo.
Arrivammo alla porta, lo appoggiai contro il muro, ancora senza sensi, e cercai di aprire la porta.
Era bloccata.
Presi l’estintore e cercai di aprirla sbattendolo contro la maniglia della porta.
-No … no! Apriti!- piangevo, le fiamme dietro di me.
-Se mi senti Kudo-kun vorrei dirti che sono partita perché mi sono sentita sola, fallita, quando non hai risposto alla mia domanda. Triste che non sapessi rispondere. Una semplice domanda. Un sì bastava. Però volevo sentirlo dalla tua bocca. E ora… sono qui e sento che è colpa mia. Sento che questo non sarebbe successo se io non avessi mai creato l’APTX4869. Ora capisco. Ayumi e Ran avevano ragione. Io preferirei saperti al sicuro che con me. Morirei per te -
-Cosa Ai-chan?-
-Kudo-kun …- continuai appoggiando la mano destra sulla porta e anche la fronte, la guancia rigata dalle lacrime -Ti amo Kudo-kun -
Sentivo il silenzio.
Le fiamme dietro di me.
-Ai-chan, dici davvero?-
-Scusa Shinichi! È colpa mia! È tutta colpa mia, lo è sempre stata!- piansi ancora.
Sentii delle braccia circondarmi le spalle. Piansi ancora di più afferrandole con le mani tremati.
-Scusami Ai … avevo paura di risponderti quella sera, ma ora se vuoi posso risponderti-
-Non importa se sì o no, dovevo pensare che la tua felicità per me è tutto-
-NO …-
-Cosa?-
-Volevo risponderti di no, ma poi avrei dovuto anche dirti che anch’io ti amo più della mia stessa vita-
-Shinichi, non riesco … a … resp …- svenni tra le sue braccia.
Poi ricordo poco, le sirene delle ambulanze, la polizia, la poche nera, il telegiornale, Shinichi di fianco a me.
Era un continuo riprendere e perdere coscienza.
 
Passarono un paio di giorni, i telegiornali, mi dissero in seguito, non facevano che parlare di quello, che tutti le persone al suo interno durante l’incendio, sono tutte sopravvissute, solo qualche ferito.
Io, per esempio, avevo una storta alla caviglia, presa mentre scendevamo le scale, e il polso rotto, quando avevo provato ad aprire la porta alla fine delle scale di servizio con un estintore.
Kudo-kun stava bene.
Stava bene.
Quando mi risvegliai, ero ancora all’ospedale, intorno a me c’erano Agasa, Ayumi, Genta, Mitsuhiko, Conan, Ran e Goro.
-Ai-chan! Sei sveglia!- urlò subito Ayumi abbracciandomi.
-Ai! Come stai?- mi chiese subito Agasa.
-Credo bene, anche se mi fa male il polso …-
-Bhe si è rotto mentre cercavi di aprire la porta con l’estintore- si aggiunse Kudo-kun sorridendomi.
Ricordai tutto.
Gli avevo detto quello che provavo.
All’improvviso arrossii perché anche lui provava lo stesso per me.
-Ai-chan? Cosa ti succede? Sei rossa come un pomodoro maturo!-
-Ah … niente- risposi mettendo la testa sotto le coperte.
 

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torna anche l'organizzazione! evvai!
bhe, che dire, alla prossima :)
Shihoshinichi99

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Capitolo 7
*** Pranzo a Pasqua ***


Sarò sempre al tuo fianco
capitolo 7: Pranzo a Pasqua


Era aprile.
Arrivò Pasqua.
Ero uscita da qualche giorno dall’ospedale e i giornalisti non facevano che cercare di intervistarmi.
-Scusate, ma ho da fare, non posso ora, davvero- dissi sorridendo. Sul giornale c’era sempre un articolo sulla questione dell’hotel andato a fuoco. Le indagini si fermarono per Pasqua.
La mattina mi alzai dal letto.
La casa era piena di scale, ma per fortuna Conan-kun veniva ad aiutarmi. Infondo era casa sua.
Le mattine le passavo nella biblioteca che aveva. Leggevo ogni libro mi capitasse per le mani, a parte i gialli, quindi quasi tutti.
Quella mattina, dopo essermi alzata, mi vestii come sempre, pantaloni bianchi, una camicia azzurrina e una felpa panna. La caviglia bloccata e il polso ancora dolorante.
Ogni volta che ricordavo quel che era successo ricordavo anche che ero riuscita a salvare Kudo-kun, cioè lui ne era uscito illeso.
Andai in bagno, sciolsi i capelli lunghi fino alla vita, li pettinai e indossai un cappello blu, che ci stava a pennello.
Conan-kun venne a prendermi.
Quell’anno avremmo festeggiato a casa di Ran e Goro. Erano invitati tutti.
I DB, ormai grandi per usare ancora quel nome, Ran e Goro, ovviamente, Agasa, Sonoko e il suo fidanzato, di cui non ricordo il nome, Kazuha e Heiji e infine Kaito e la sua fidanzata.
Diciamo che riempivamo la stanza.
Quando Kudo-kun arrivò a prendermi, mi aiutò a scendere le scale e mi portò fino alla macchina del professore.
-Buongiorno professore- dissi.
-Ciao Ai-chan- non so come mai ma io non riuscivo a salutarlo con un “ciao”, solo “buongiorno”.
-Tutto bene oggi?-
-Certo professore, come al solito-
-Stai benissimo così, Haibara- si aggiunse Kudo-kun.
-Grazie, sei contento di rivedere Heiji?-
-Non so nemmeno io, se sono contento o spaventato-
Ridemmo un po’ e poi salimmo in macchina per poi partire verso il luogo previsto per il pranzo di Pasqua.
-Benvenuti!- disse subito Ran.
-Grazie- dissi secca io, forse ancora non la mandavo giù, ma cercai di sorridere comunque.
-Buona Pasqua- disse subito Kudo-kun per rimediare alla mia leggera maleducazione.
-Grazie Conan-kun, anche a voi!- disse facendo finta di niente.
Conan-kun mi prese facendo passare il suo braccio sulla mia vita e mi aiutò ad entrare.
-Ai-chan! Ciao!-
-Ciao Ayumi-chan-
-Ciao a tutti!- disse ancora Kudo-kun per rimediare nuovamente alla mia dimenticanza.
Sorrisi.
Poi andai verso Ayumi, Genta e Mitsuhiko. Quando arrivò il momento del pranzo, mi diressi verso la cucina, dovevo parlare con Ran.
-Disturbo?- chiesi entrando, sembrando così gentile che non mi riconoscevo.
Poi Ran mi fece una domanda che non aspettavo.
-Vedo che hai guadagnato il tuo amore proibito?-
“Amore proibito? Ma che dice …”
-Cosa intendi?-
-Non si risponde a una domanda, con una domanda,… ma intendevo che sei riuscita a dimostrare quanto lo amavi, lo hai salvato rimettendoci te, ti sei storta la caviglia mentre lo portavi giù per le scale e per il polso quando cercavi di aprire quella porta … ci hai rimesso per lui … ora hai capito la mia domanda?-
-L’avevo capita, ma non credevo potesse essere una domanda da Ran Mori … comunque credo di sì, se lui mi ama, se no, lo fa solo per non ferirmi nuovamente-
-No, lui ti ama davvero, te lo posso giurare, non fa che parlare di te, di come hai resistito, di come gli hai detto che lo amavi. Ti ammiro Ai-chan, davvero …-
-Grazie, Ran … sei una delle mie uniche amiche, anche se non te lo dimostro, so che io rischierei anche per salvare te, e te hai già rischiato per me, ricordi?-
-Certo, ricordo-
-Sono felice che te lo ricordi-
-Io mi ricordo anche come Conan-kun, ha cercato di salvarti da quella donna, ma poi tu sei arrivata, io ho reagito d’impulso-
-Sì, sono stata una sciocca, ma lei voleva me, non Conan-kun, purtroppo-
-Anche allora tu ti sei posta davanti per salvarlo, poi lei lo addormentato e te ti sei bloccata, avevi paura, credo almeno-
-Sì, ma ti ringrazio, Ran -
-Prego, Ai-chan -
Poi Conan-kun entrò nella cucina e disse che gli ospiti aspettavano il pranzo.
-E hanno delegato te di venire a dircelo?-
-Più o meno, mi hanno obbligato, perché io sono scaltro ha detto Heiji, primo o poi lo strozzo-
Ran spalancò gli occhi, aveva riconosciuto quella frase, quell’intesa, l’intesa tra Heiji e Shinichi. Anche Kudo-kun se ne accorse.
-Che strano! Mi è sembrato di riconoscere un feeling tra te e Heiji simile a quello che ha con Shinichi, a proposito, non è qui? Non è venuto vero?-
Io stessa avrei voluto dirle che Shinichi c’era, ma mi ritrassi per lasciare la scelta a Conan-kun.
-Bhe, strano, credo che anche Kazuha, che lo conosce bene, abbia lo stesso impulso omicida nei suoi confronti-
-Hai ragione, è una sciocchezza! Avanti portiamo il pranzo, dammi una mano Conan-kun, di certo Ai-chan non può …-
Presero i piatti con tutto quello che avevano preparato il giorno prima e lo portarono nella stanza accanto.
Rimasi lì, sospira di sollievo, Kudo-kun ha sempre la risposta pronta.
Sorrisi.
Poi lo vidi tornare, mentre mi stavo alzando per andare a tavola.
-Lascia ti aiuto …-
-Quando non lo fai?- chiesi spiritosa, ma al settimo cielo.
-Scherzi sempre, eh Ai?-
-Con te certo, mi diverte!-
Mi prese con dolcezza in braccio e mentre arrossivo, mi portò nella stanza accanto. Poi mi mise sulla sedia accanto alla sua.
Mangiammo tutto, non rimase nulla.
Tutti fecero complimenti tranne me, non perché non mi fosse piaciuto, ma perché io sono così, da un mio sorriso, o qualsiasi altro, si capisce tutto. Allora io sorrisi e Ran mi ringraziò con un cenno del capo.
Mentre tutti chiacchieravano o si alzavano per andare verso il parchetto di fronte, io rimasi lì seduta non potendo alzarmi. Poi sentii qualcuno appoggiarsi allo schienale della mia sedia. Alzai la testa e incontrai i suoi occhi che mi guardavano pieni d’amore.
Ran aveva ragione lui mi amava davvero, lo sentivo.     
Si piegò e mi diede un baciò sulla fronte. Poi iniziò ad accarezzarmi i capelli sciolti. Si sedette al suo posto, mantenendo la mano sulla mia guancia. Mi spostava i ciuffi di capelli dal viso e mi accarezzava. Gli presi la mano e gli diedi un bacio sulla guancia. Ma lui mantenne il contatto ravvicinato e mi baciò delicatamente. Le sue labbra sulle mie, dolci come la sua mano dietro al mio collo. Io invece gli tenevo la mano. Poi però qualcuno entro:
-Oooohh, la scienzatina con il detective!- e prese a ridere.
-Smettila Heiji, sei pesante!-
-Io? Dai continua a baciare la tua fidanzatina!-
-Heiji smettila! Vai via!-
-Ma no dai, mi stavo divertendo, infondo chi non amerebbe abbracciare ogni secondo una ragazza così!-
-Cosa Heiji?- era arrivata Kazuha.
-Esatto cosa Heiji?- lo stuzzicò Kudo-kun sorridendo.
-Heiji?!?!!- insistette Kazuha.
-Ecco, io … intendevo che è dolce accarezzare così la propria fidanzata, a te non piace?-
-Smettila, sei uno sbruffone!- disse offesa e rossa come un pomodoro Kazuha.
-Ma Kazuha! Lo sai, io sono così, stavo solo stuzzicando il mio caro amico Ku … Conan-kun -
-Che scemo!- insistette lei.
-Scusate, noi vi lasciamo soli, andiamo al parco, Ran ha detto che le chiavi sono sopra a quel mobiletto, chiudete quando uscite!- disse Kudo-kun prendendomi per il fianco e aiutandomi a scendere le scalette fuori casa.
La giornata era fantastica, leggermente calda, soleggiata e piena di calore.
Erano le 17:28 quando ce ne andammo. Conan-kun mi aveva detto che avrebbe preparato lui la cena, visto che non potevo sforzare molto la caviglia.
-Ecco, non niente di speciale, ma non sono neppure un cuoco- ridemmo, non era così male la cena.
Lo salutai, mi baciò la fronte, dopo avermi accompagnata in camera, e se ne andò sorridente.

°°°°°°°°°°°°°°°°angolo°°°°°°°°°°°°°°°°
ciao il prossimo capitolo arriverà appena posso :)
scrivete cosa ne pensate =)
by Shihoshinichi99

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Capitolo 8
*** Cosa?! Uno tsunami?!? ***


Eccomi di nuovo :))
Scusatemi il ritardo, ma sono stata via e ora mi ritrovo a dover terminare i compiti di scuola :(
Appena posso aggiorno, intanto spero vi piaccia questo capitolo che è, secondo me, la svolta che porta alla conclusione ... infondo  ne sono successe di cose ;)
A sotto "-"



Sarò per sempre al tuo fianco

capitolo 8: Cosa?! Uno tsunami?!?

Passarono mesi, la scuola era finita, avevamo terminato la terza superiore e il giorno dopo, per festeggiare l’anno terminato, saremmo andati con il professore Agasa a fare un specie di campeggio, era da quando me ne ero andata che non andavano via insieme. Mi sentivo, quindi, leggermente, la responsabilmente di quella mancanza.
 
La sveglia squillò più volte, poi sentii qualcuno che mi scrollava per svegliarmi:
-Haibara! Svegliati! Siamo in ritardo …-
Aprii gli occhi e vidi davanti a me Kudo-kun senza gli occhiali e che però li portava nella tasca della giacca.
-Che ore sono?-
-Le 7.30 quasi, ti alzi?-
-Scordatelo è presto!-
-Ma dobbiamo partire con gli altri, ti sei dimenticata?-
-Chi gli altri? Dove dobbiamo andare? Credo solo di essere ancora addormentata …- risposi sbadigliando.
-Con Ayumi, Genta, Mitsuhiko e Agasa, in campeggio e credo anch’io che tu sia un po’ addormentata- mi rispose in ordine ridendo di nascosto di qualcosa.
Mi tastai la testa e sentii che i capelli erano spettinati come non mai.
-O mio dio! Il campeggio!-
-Sei sveglia!-
-Sì, ora sparisci!-
-Come? Non vuoi una mano?-
-Smettila sto bene da mesi, la caviglia guarita e pure il polso, anche se fa ancora un po’ male, ma va tutto bene, ora fuori!-
-Ma come!- gli chiusi la porta in faccia. Poi caddi all’indietro. Avevo perso l’equilibrio.
-Ah! Che male!-
-Cos’è successo? Ai!-
-Niente sono scivolata!-
-Scivolata?!- rispose secondo me con faccia da sapientone e da quello che non cade mai e non è mai caduto in vita sua.
-Ora arrivo! Lo zaino sono giù, vicino la cucina!- urlai da dentro.
-Ok! Ti aspetto giù!- urlò anche lui da dietro la porta.
 
Dopo qualche minuto scesi con indosso un paio di shorts bianchi, una canottiera blu, le mie tipiche
all-stars e un cappellino in testa.
-Buongiorno Ai-chan!- mi gridò qualcuno correndomi incontro.
-Ciao Ayumi …-
Mi abbracciò e poi comparve alle mie spalle Conan-kun con lo zaino verde chiaro. Mi passò quello più piccolo e mi chiese:
-Che cavolo ci hai messo dentro?-
-Le solite cose- poi cambiai espressione, strinsi un occhio e feci un sorrisetto divertito -Perché è pesante?-
-No! Era per chiedere …- lo guardai dall’alto in basso e lui aggiunse:
-Un po’ …-
Incominciammo a ridere e lui mi guardava non se divertito o leggermente arrabbiato.
-Salite in macchina ragazzi!- ci incitò il professore.
Stavo per salire, ma una voce mi bloccò.
-Aiiii!!-
Era lontana, tanto che credevo di immaginarla. Ma poi vidi una ragazza coi capelli castani lunghissimi che teneva le mani alle ginocchia da quanto aveva corso.
-Ai … per fortuna non sei già partita! Ho bisogno di te! Mio padre … sta molto male … e … scusa, ma non sapevo … cosa fare, scusami- iniziò a piangere e io, senza nemmeno accorgemene, portai la sua testa sulla mia spalla.
Quel momento mi ricordava una volta nella quale avevo consolato mia sorella, non ricordo per cosa però.
-Tranquilla, ora vengo io. Professore voi andate, io rimango-
-Rimango anch’io professore, vada tranquillo, la raggiungeremo dopo- aggiunse svelto Conan-kun.
-No tu vai tranquillo …- gli appoggiai la mano sulla sua e continua dicendo -io vado da Ran-
Presi nella mia camera il necessario e senza indugi mi diressi verso l’agenzia.
Visitai il detective ormai vecchio e alla fine dissi soltanto: -Tranquilla, sta bene … ma consiglierei comunque una visita specialista. Se avessi ancora bisogno, chiamami e arriverò immediatamente, ok?-
-Grazie davvero Ai-chan. Non so come avrei fatto senza un’amica come te-
A quelle ultime parole, il mio cuore si raggelò e la tristezza mi colmò definitivamente.
-Ora devo andare- e mi staccai da quell’abbraccio troppo vero.
Io non meritavo tanto amore da parte sua.
Sono una persona spregevole.
Sono l’artefice della sua tristezza.
Forse non dovevo tornare.
Dovevo rimanermene in America.
In quello Stato dove potevo essere me stessa e dimenticare.
Ma sono stata debole.
Troppo debole.
Sono tornata e lui è stato il mio primo pensiero.
Mi vergogno di me stessa.
Io non sono debole, sono forte e sono in grado di affrontare qualsiasi situazione.
La mia vita è segnata e nulla andrà ma bene per me. Arriverà il momento in cui soffrirò e perderò ciò a cui mi sono stretta anche con la stessa anima.
Camminavo e una goccia dopo l’altra, iniziò a piovere.
-Cavolo non ho nemmeno l’ombrello!-
Correvo sotto la pioggia che si faceva sempre più forte.
Poi la mia salvezza.
Due braccia mi strinsero all’altezza delle spalle. Piansi, tanto le mie lacrime si sarebbero mischiate alle gocce di pioggia.
Mi voltai e quello che notai furono soltanto i tuoi occhi, il mio rifugio, la motivazione, la mia sicurezza, la mia vita.
Chiusi gli occhi e rimasi stretta nel suo caldo abbraccio.
Mi baciò la guancia e poi mi asciugo gli occhi con le sue grandi mani che mi facevano sentire così piccola e sola di fronte al mondo intero.
-Sai che io non ti lascio sola, vero?-
Non risposi.
Sorrisi e lui lo percepii.
Chiuse anche lui gli occhi e questo era tutto ciò di cui aveva bisogno.
La Mia Felicità.
E io della Sua.



**************angolo***************
Eccomi :))
Spero vi sia piaciuta ... colgo l'occasione per avvertirvi che per il racconto "Tuffo nel passato" ho un piccolo problema, perchè il computer non mi fa più aprire il file ... spero di risolvere =)
Comunque alla prossima ;)
Baci
 By Shihoshinichi99
Questa è un'immagine che ho trovato, spero vi piaccia

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Capitolo 9
*** piccoli desideri e un grande amore ***


SARO' SEMPRE AL TUO FIANCO
capitolo 9: Piccoli desideri e un grande amore

Si vedeva che era preoccupato per il pericolo imminente, non voleva farlo notare, ma il continuare a cercare piccole cose da fare faceva capire quanto fosse spaventato. “Persino lavare i piatti?” pensai ironica “Non lo fai mai, Kudo-kun …”.
Mi spostai verso la finestre e accostando leggermente le tende notai che il cielo era nero come la pece. Poi abbassai lo sguardo verso la strada e vidi che erano ancora lì.
-Kudo-kun … perché non si riparano?- domandai a me stessa anche se lo avevo chiamato.
-Probabilmente non sanno …- mi rispose da dietro. Si era avvicinato a me e stava guardando fuori da sopra la mia testa. Era la prima volta che notavo quanto fossi bassa in confronto a lui. Mi sentivo minuscola a vedere il suo volto che scrutava il cielo sopra il mio.
-Kudo-kun … da quando sei così alto?-
-Cosa?!-
-E’ una domanda semplice sai?- gli dissi un po’ stupita.
-Non saprei dirti, Ai-
-Come? Quando ti ho visto l’ultima volta al campeggio eravamo alti uguali- mi girai e portai la mano alla mia fronte e la spostavo su e giù -Ora sei altissimo!-
Sorrisi, facendogli vedere la differenza con la mano. Sembravo una bambina che voleva diventare a tutti i costi alta come il proprio papà. “Papà …” mi rattristai.
Shinichi si abbassò e si mise in ginocchio davanti a me, e mi guardavo con degli occhi dolcissimi, occhi che rivolgeva solo a me.
-L’altezza non è importante, perché te sai cose che io non saprò mai, anche se me le spieghi …-
-Non sono una bambina!- gli risposi incrociando le braccia e facendo una smorfia.
-Lo so, solo che per un momento l’ho immaginato …-
-Cosa?-
-Come avrei dovuto comportarmi davanti a mia figlia …- lo guardai con stupore, ma anche con grande amore.
Poi spalancai gli occhi “Una figlia?” pensai.
-Ai?- mi ero imbambolata a fissarlo.
-Eh Eh- dissi portando la mano alla testa -Scusa stavo pensando …-
-A cosa?- mi chiese spiritoso e facendo un sorrisetto antipatico.
-Niente … cioè non ti interessa …- mi corressi e mi inginocchiai davanti a lui con la testa bassa per l’imbarazzo.
Ma mi aveva abbracciata e mi teneva la vita e la sua testa era sulla mia spalla destra.
-Shinichi …- sussurrai e gli accarezzai i capelli con dolcezza.
-Shiho … dimmi a cosa stavi pensando!- e mi fissava di nuovo divertito di quel momento. Era passato dal tono dolce nel pronunciare il mio nome a quello di sempre, da bambino.
-Mai!- e mi alzai e me andai verso le scale, ma mi afferrò da dietro -Lasciami Shinichi!-.
Non mi lasciava, muovevo le braccia velocemente cercando di scrollarmelo di dosso, ma non funzionava.
-Shiho non vincerai …- mi disse scherzando e ridendo. Risi anch’io. Era così divertente.
Mi sollevò e in quel momento mi sentii davvero come se fossi sua figlia.
-Shinichi mettimi giù! SU-BI-TO!- urlai divertita.
-No, non ti lascie …- era inciampato sul tappeto e mi stringeva a sé lo stesso.
Una lacrima mi rigò la guancia perché in quel momento capii che quel ragazzo mi amava davvero.
Cercai di alzarmi, ma lui mi strinse ancora di più. Tremava.
-Hai paura, Kudo-kun?-
-No …- mi rispose da sotto i miei capelli.
-Allora lasciami alzare …- gli dissi con tono freddo.
-Okay …- mollò la presa e alzai il busto, ma rimasi seduta al suo fianco. Aveva portato le mani agli occhi. Lo guardavo chiedendogli scusa nella mia testa.
“Scusami”
Strinse le mani.
“Scusami”
Incrociò le braccia sulla fronte.
“Ti amo”
-Anch’io … Ti amo- disse.
“Ora mi legge anche nel pensiero?” pensai ironica.
Sorrisi e mi piegai su di lui e lo baciai.
Non si mosse per qualche secondo, poi tolse le braccia e mi mise le mani sul collo.
-Shinichi?- aveva gli occhi lucidi.
-Tranquilla … è solo che ho esagerato e per un secondo ho avuto l’impressione di perderti di nuovo-
Era come mi aveva detto Ayumi, lui aveva sofferto così tanto la mia partenza? Davvero non aveva parlato con nessuno per tutti quegli anni?
Mi guardava tristemente. Si mise seduto e si alzò per andarsene.
Mi alzai e gli corsi dietro. Gli saltai addosso da dietro.
-Proteggimi, Shinichi …-
Sentivo che aveva capito il motivo di quella richiesta così improvvisa.
Si voltò ancora una volta verso di me e mi afferrò i polsi e mi portò al muro. Mi baciò. Vidi una lacrima scendere. Era la prima volta che lo vedevo piangere.
Era scesa la notte, il nuovo inizio con Shinichi. La mia vita.

******************angolo*******************
Ciao :) Finalmente sono riuscita a completare anche questo capitolo, scusatemi il ritardo, ma essendo l'ultimo mese di scuola prima delle vacanze, sono piena di verifiche :(
Comunque spero vi sia piaciuto ... scusate se è corto rispetto gli altri, possiamo considerarla una piccola pausa della storia...
Alla prossima e aspetto i vostri pareri sul capitolo ...
Grazie a chi segue ancora le mie storie :)
Bye Bye
Shihoshinichi99 ;)

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