A Dark Knight.

di My new moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1: Situazione imbarazzante. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Uno strano invito, ***



Capitolo 1
*** Cap1: Situazione imbarazzante. ***


True love

Ciao a tuttiiiiii !!! Questa è una delle ff che volevo scrivere da tempo perchè è un sogno  a ciu ho voluto dare forma. Se la leggete fatemi sapere e commentate! Siate per piacere indulgenti, è la prima che pubblico sono un po' timida.


Capitolo 1: Situazione imbarazzante!

Era notte inoltrata, le lancette dell' orologio ticchettavano secondo dopo secondo fino allo scoccare delle tre di notte; una ragazza era tranquillamente seduta sulla scrivania che giocherellava su internet con il proprio personal computer

Uffa che noia non succede niente di interessante nemmeno su internet , questa città è un disastro “.

Aveva ragione, tutto era diverso da come se l' era immaginato, pensava che andare a vivere in America sarebbe stato emozionante , tutte cose nuove; avrebbe potuto ma il destino vuole che si fermasse proprio a Gotham, lì era situata la miglior università in campo linguistico.

Quasi, Quasi vado a prepararmi un calzone”, quindi fece per prendere la via delle scale che portavano alla cucina, la casa che aveva affittato per quei pochi mesi era in un quartiere abbastanza sicuro situata su due piani aveva un locale unico con cucina e salotto assieme, e poi saliva cono una scala a chiocciola , a destra il bagno e a sinistra una camera singola . Non era il castello di Biancaneve , ma andava bene lo stesso. -Tin!- , il forno a microonde aveva finito di cuocere l' involucro e c' iò che c' era dentro esso, quindi non restava che afferrarlo e mangiarlo ; “Un buon modo per combattere la noia! - il suo sguardo si spostò sul giornale ormai del giorno prima, spiccava un articolo in prima pagina del miliardario Bruce Wayne che ne aveva combinata un' altra delle sue- Beato te...- sospirò- almeno non hai niente di cui preoccuparti, devi solo spendere più che puoi e divertirti... un po' ti invidio”; si mise a ridacchiare “ Parlo da sola, per giunta con una foto di giornale... questa città fa diventare matti chiunque”.

Si apprestò a mangiare il calzone fumante ma qualcosa la trattenne, - Troppo calorico per me...almeno da sola- pensò – Avessi qualcuno con cui dividerlo..-. Nemmeno il tempo di finire la frese che /BOM, GLING ,GLANG, SHHHH,BOM/ un boato echeggiò fuori casa, proprio nel vicolo dietro, vicino ai cassonetti .

Che spavento, miseria!!! Cosa è successo?! “,niente e nessuno, in giro nn c' era un' anima che andasse a controllare; da un lato era comprensibile ormai erano quasi le quattro, ma possibile che la gente non avesse sentito nulla ?

Decise allora che era ora di darsi una mossa, così si alzò e si mise dei pantaloncini corti, per non scendere in strada in mutande, e si precipitò fuori. Al suo arrivo vide un disastro su tutti i fronti, una moto molto bella e dalle apparenze molto costosa, di quelle che in giro non se ne vedono si era schiantata nel mezzo di cinque cassonetti di latta pieni di immondizia; pochi metri più avanti c' era il conducente probabilmente svenuto, ma fu ad altro ad attirare l' attenzione della giovane, perchè la vittima aveva un insolita tendenza a vestirsi tutto di nero.

Non è possibile- sbottò portandosi le mani alla bocca piena di stupore e preoccupazione- è lui...” era il motivo principale dopo lo studio per cui si era trasferita in quella città così caotica e disordinata, voleva vedere ciò che era diventato un simbolo e una leggenda, in europa nessuno ci credeva eppure ecco la prova della sua esistenza, era davanti ai suoi occhi .

Ci vollero un paio di istanti per riprendersi, poi ripreso il controllo di se corse verso la persona stesa a terra e avvicinò le dita al naso “Respira ancora regolarmente- emise un sospiro di sollievo, successivamente cercò di vedere se riusciva a renderlo cosciente- ..come faccio...- si chiese in preda al panico- c' è nessuno? Ehilà? Puoi sentirmi? Ah!” Il braccio del' uomo in nero si alzò cercando di aggrapparsi a quello della ragazza bruna, che sussultò ed ebbe la tentazione di scappare; me che male poteva fargli se era ridotto così male?

L' uomo si guardava attorno come se volesse orientarsi ma gli girava troppo la testa e avvertiva un dolore lancinante al fianco; le uniche parole prima di svenire furono: “Dove diavolo mi trovo?!”, poi di nuovo buio. Cosa fare? Ormai era quasi l' alba e se lo avessero trovato, visto la recente reputazione e l' incidente accaduto proprio la notte stessa sarebbero finiti tutti e due in carcere di conseguenza doveva scegliere tra: uno scappare, 2 aiutare quello che ora era considerato un criminale.

Coraggio vediamo di far sparire tutto!” con uno sforzo enorme riuscì a trascinare l' uomo in nero in casa e a sdraiarlo sul divano letto, poi venne la parte più difficile; il mezzo di trasporto, la casuccia era piccolina ma aveva un garage affianco con lo spazio per una sola moto...quindi dovette mettere la sua parcheggiata davanti alla porta e posteggiare l' altra nel garage, il problema era: doveva farlo a mano oppure la moto funzionava ancora? “Vediamo cosa sai fare- disse tra sé mentre ci montava sopra- caspita!E' molto comoda la sella- quindi si apprestò a metterla in moto, ed ecco che si accese-.. bene ora ti prego n sparare, non impazzire e vedrai che andremo d' accordo, ci vogliono solo pochi metri – riniziò a pensare di essere pazza, parlava con una moto! E che moto!- “.

L' operazione andò a buon fine, la bruna riuscì a posteggiare il mezzo e a rientrare in casa, erano le quattro e un quarto, tutto taceva, quello che scosse la calma fu il lamento dell' ospite inatteso. La ragazza accorse subito e iniziò a parlarlgi in modo da tranquillizzarlo e capire cosa lo facesse stare così male: “Ciao, io sono Alice, Alice Torin, sei a casa mia e hai ancora la maschera addosso quindi non so che sei... per piacere smettila di agitarti o peggiori la situazione e vediamo di capire il tuo principale problema, dove di fa male? Non parlare indica solo “, ecco che la mano si spostò debolmente sul fianco sinistro ed emise un altro gemito, poi non curante delle parole della ragazza iniziò a parlare. “Devo avere una costola incrinata sulla destra.- prese un respiro profondo-... un proiettile mi ha colpito dive ti ho indicato devi aiutarmi a togliermi l' imbracatura....”, riprese fiato e contorse il viso dal dolore. La povera ragazza non sapeva che fare non si era mai trovata in una situazione del genere... e se poi sotto non avesse addosso altro che mutande?! Che situazione imbarazzante!

Scusa ?!– chiese quasi viola in volto ma fu subito interrotta- ,“non ti preoccupare ho una maglietta e d-d-ei pantal-oncini sotto....-respiro- stai tranquilla”. Allora gli tolse la muta pano piano, attenta a non fargli male, iniziando dagli stivaletti metà gamba e poi i guanti, i copri avambraccio; infine la parte più difficile: la muta in kedlar.

Fu un sollievo una volta finita, il paziente non si lamentava ma comunque si vedeva che non provava molto sollievo quando doveva muovere il busto. Alla fine la diagnosi iniziale era esatta; a parte per un piccolo e insignificante dettaglio; c' era una pallottola che era conficcata mezza fuori e mezza dentro; la maglietta era quasi tutta macchiata di sangue.

La bruna prese un respiro profondo e cercò di non farsi tanto impressionare, solo dopo un minuto circa riuscì a dire qualcosa: “hai una pallottola che forse riesco a tirare fuori ma mi sa che farà male... probabilmente oltre al tuo speciale giubbotto la costola ha impedito la lesione di organi interni..”; ora che riusciva a respirare meglio, ma non troppo quello che prima sembrava un mega fusto possente in realtà era solo un ragazzo sulla ventina forse più vecchio ma aveva sicuramente meno di venticinque anni. “La devi estrarre tu... non so come ma lo devi fare, poi ti prometto che sparirò dalla tua vista per sempre...”. Questo ad Alice non stava affatto bene ! Voleva assolutamente conoscere meglio l' alone di mistero che aleggiava su questo ragazzo e soprattutto sapeva benissimo che non poteva muoversi in quelle condizioni era troppo provato per potersi alzare e fare qualsiasi movimento. Dunque Alice prese delle pinze, le sterilizzò con il fuoco, un piattino del cotone sterile e tutto quello che aveva per disinfettare in casa, il bottino fu magro però per un primo soccorso poteva andare.

Allora... ehm vediamo....devi prima rilassarti- allora il respiro dell' interlocutore di fece più regolare e tranquillo-... allora adesso ci metterò pochi secondi... o miseriacca! Sono in piena crisi isterica.... rimpiango di non aver seguito fino in fondo le lezioni di pronto intervento al primo anno di medicina in europa...” le lacrime le salivano agli occhi, ma la mano del ragazzo le raggiunse una spalla :” qui ci sei solo tu, quindi per piacere non farti prendere dal panico anche perchè se mi trova la polizia, tu sei finita quanto me... allora tu fai io intanto parlerò, così almeno spero di renderti meno nervosa”.

Prese un respiro ed iniziò una conversazione sul corso di medicina che Alice aveva effettuato in Europa, ma non fino alla fine perchè poi si è iscritta a lingue ed è venuta a Gotham lasciandosi tutto alle spalle. “Complimenti sei una ragazza piena di risorse; ma non ti mancano gli amici?”, “un po'- rispose mentre con le pinze aveva preso il piccolo pezzetto di ferro e lo stava per tirare fuori – ma ci parlo tutti i giorni in chat “. Tre, due, uno e via! La pallottola fu estratta ma il poveretto non potè trattenere un urlo di dolore, che spaventò la povera ragazza la quale iniziò a scusarsi e delle lacrime rigarono il viso; “Grazie, -le sussurrò- dammi cinque minuti e poi tolgo il disturbo, a proposito; non mi sono presentato”.

La tua fama ti precede signor Batman”, sorrise divertita e poi aggiunse :“non sei in grado di muoverti in queste condizioni, ti ho estratto una pallottola, ebbene vorrei essere ricambiata con un po' di fiducia e vorrei che rimanessi qui per farti una dormita, adesso vorrei disinfettare il tutto, mettere del cicatrizzante e una fasciatura imbastita... vedrai che dopo starai meglio”, l' eroe ci pensò su e alla fine dopo le insistenze della ragazza accettò di buon grado avendo cura di chiedere della moto e di avvisare Alfred che sarebbe tornato il giorno dopo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Uno strano invito, ***


True love 2


Capitolo 2:Uno strano invito.


Era ormai pomeriggio inoltrato e il pendolo ticchettò le cinque del pomeriggio, Alice era stesa per terra con un sacco a pelo, dormiente, beata nel mondo dei sogni; mentre il nostro eroe era ormai sveglio da mezz' ora e si era anche tolto la maschera; in quell' occasione stranamente gli dava un senso di soffocamento. Appena la ragazza aveva preso sonno lui si era tolto la maschera e aveva dormito tutta la notte incurante del fatto che Alice avrebbe potuto svegliarsi.

Comunque Bruce Wayne si sentiva decisamente meglio, la fasciatura era stata fatta stretta in modo che la costola non potesse subire movimenti bruschi e la ferita aveva smesso di sanguinare, e mentre osservava il viso angelico di quella fanciulla lei aprì gli occhi di scatto...sorpresa! L' identità di Batman fu svelata, e la sorpresa di entrambi li lasciò a bocca aperta per una manciata di secondi.

Sei proprio..tu! Ma siamo sicuri!? Non sei il miliardario che spende e spande per tutta la città incurante di quello che succede a un palmo dal tuo naso?!- poi abbassò lo sguardo e riflettè per qualche secondo, mentre Bruce si preparava a replicare " .... mi spiace, penso... di averti giudicato male....intendo in tutte e due le forme...”; questo lo lasciò di stucco, talmente tanto che non seppe come controbattere, in qualche modo gli faceva piacere pensare che qualcuno si fosse accorto di averlo giudicato in modo errato.

Qualche istante di silenzio gelido, poi una risata soffocata da un gemito “ Bhe sono felice che almeno qualcuno lo abbia capito, ma ora che lo sai non potrò più lasciarti vivere “ fece con aria minacciosa; ma questo non assortì nessun effetto su Alice che scoppiò in una sonora e melodiosa risata . “Allora ho un' idea, ti farò uscire di qua senza il tuo costume da pipistrello, ma dovrai lasciarmi la moto.... ti prego- occhi languidi- la laverò e la terrò benissimo, di sicuro non la userò ma mi piace davvero tanto!” Bruce fece una smorfia in tono grave come se non volesse e fosse già abbastanza turbato per ciò che gli era successo ma alla fine decise di ascoltar per l' ennesima volta la nuova “amica” .

La moto la manderò a prendere appena ne avrò bisogno e mi sarò rimesso in sesto del tutto, poi per il piano...mmm -pensieroso-... spara”; gli occhi della bruna si riempirono di gioia e gli spiegò che avrebbe messo tutti i suoi effetti in un borsone che gli abrebbe prestato e poi sarebbero saliti tutti e due sulla sua moto; in questo modo avrebbe potuto arrivare a casa sano e salvo senza la polizia alle costole e poi non avrebbe rischiato altri incidenti perchè non sarebbe stato lui il conducente.

Pochi minuti dopo erano già in viaggio verso villa Wayne, ci volle un po' prima che Burce scendesse dalla moto ma alla fine ci riuscì con qualche piccolo intoppo.

All' ingresso c' era Alfred ad aspettare inizialmente un Batman mal ridotto ma la vista della ragazza e del suo “figlioccio” quasi tutto intero lo sollevarono. “Ben tornato signor Bruce.. soppongo che la signorina sia? “ , “La sngorina si chiama Alice Torin, e conosce il mio segreto.... per puro caso mi ha scoperto e mi ha anche salvato la vita...”, si diresse a testa bassa in casa al più vicino divano o poltrona che avesse trovato sulla propria strada .

Piacere- disse timida- scusi il disturbo ecco il costume, - porse al maggiordomo un borsone – e per la moto ha detto che la avrebbe mandata a prendere.. devo andare tolgo il disturbo, è stata una bella esperienza....- pensò un attimo e poi sorrise- Solo alla fine però” ; Alfred ricambiò “Arrivederci, spero spero che possiamo fidarci di lei..”; queste parole furono colte da Alice come oro colato, così lo rassicurò: “Arrivederci Bruce è stato un piacere conoscere il più grande milionario spendaccione di tutti i tempi!” , se ne andò impennando con la moto e sfrecciando verso casa.

Sembra che ci sia stato qualche piccolo intoppo nel suo piano per la salvezza di Gotham, signore “, disse compiaciuto avviandosi con il borsone verso la batcaverna ; ma fu stoppato prima di aprire il passaggio “Alfred !” ;”signore?”, Bruce fece un respiro profondo e ammise “devo sdebitarmi con quella ragazza.... e devo riprendermi la moto....” detto questo congedò l' amico e andò a mettersi comodo nel letto .

I giorni successivi di convalescenza furono massacranti sia per Bruce, che per il suo alter-ego; ogni singolo minuto non riusciva a smettere di pensare a quella ragazzina , che ormai sapeva chi era e da un momento all' altro avrebbe potuto rivelare al mondo intero chi era. Il suo pensiero cruciale era – sarà questa la fine di Batman?-, difatti non staccava mai gli occhi da tutte le trasmissioni ed i telegiornali esistenti; e passata una settimana la sua identità segreta non era ancora venuta a galla.

Una settimana era più che sufficiente per potersi riprendere, intanto aveva già pensato e cosa fare quella notte, di recente si erano registrati dei furti vicino al teatro dell' opera straniera, quindi pensò di iniziare a rimettersi in moto facendo pratica con semplici ladri. Ecco che si stava infilando la muta quando Alfred arrivò giù dall' ascensore e gli porse una busta che aveva l' aria di essere una notizia spiacevole; difatti si trattava dell' invito al funerale di Reachel Dewes.

“Intende andarci signor Bruce?” ; non ne aveva la minima idea, anche se sapeva che la colpa non era sua, non aveva nemmeno versato una lacrima quella sera... la sera della sua morte.

“Alfred, penso di essere obbligato...” , quindi prese il suo mantello e si si diresse svolazando verso l' uscita per poi sparire dietro alla cascata, lasicando il maggiordomo ai suoi pensieri sul fatto che Bruce credeva ancora che Reachel lo avrebbe aspettato.

Da poco ormai il -Gong- rintoccava la mezza notte, lo spettacolo era finito, “Che sollievo, stavo cominciando a preoccuparmi sul fatto di uscirne vivo!”disse un ragazzo vestito elegante dopo essere uscito dal teatro , una piccola risata soffocata uscì dalla bocca di Alice ,”Avanti, almeno adesso abbiamo abbastanza materiale per il saggio sui balletti russi, adesso ci manca solo la parte più impegnativa? O deduco che per te è questa?”; intanto si stavano inoltrando in un vicolo poco alla mano e dietro l' angolo c' era il solito gruppetto di ladruncoli pronti a colpire.

Scherzando e ridendo i due amici procedevano per una scorciatoia al fine di ritornare alle proprie case, ma subito furono accerchiati da sei uomini armati di catene e manganelli: “Deteci soldi e tutto quello che avete!”, intimidò uno; “ Non ci penso nemmeno!”

“Stai calma ti prego Alice, non vorrai che ci uccidano a colpi di manganello vero?”, il ragazzo era spaventato e tremava come una foglia; “Non ti preoccupare Luk ce la cavere-”, nemmeno il tempo di dirlo che aveva lanciato il portafogli e il cellulare e si era messo a correre. “Codarado.. “ Alice era rimasta sola e non aveva la minima intenzione di dare niente a quei poco di buono, così si mise in posizione. Appena si mosse uno le saltò addosso ma riuscì a farlo capitolare un metro più avanti, e allora un altro e un altro ancora, purtroppo il vestito non era proprio quello adatto per un combattimento e quindi mise un piede in fallo scivolando su una pozzanghera, cadendo sul fondo schiena. Nel momento in cui il capo stava per farsi avanti e tirare la sua catena enorme sopra il piccolo e aggraziato viso della ragazza, lei prese un mattone che si stava staccando da una casa abbandonata nel vicolo e glielo tirò con tutta la forza possibile, colpendolo nelle parti basse, il colpo andò a segno e l' uomo svenne, così gli altri disorientati scapparono.

Rimase sola sotto la pioggia e i suoi appunti si erano pure rovinati,   - Uffaaaa!!! adesso dovrò ricominciare da capo....nooooo di nuovo tre ore di balletto ç_ç!- furono i suoi unici pensieri, poi si alzò, fradicia che sembrava un topolino e si mise a borbottare ad alta voce,e fu sentita... sentì un fruscio alle sue spalle, si girò ma non vide nulla anche se un' idea se l' era fatta, e ci rimase un po' delusa, quindi fece un sospiro e si girò per tornare a raccogliere i fogli sparsi “AH!!!!”.

Non rispose e le porse gli appunti, lei si riprese e fece del sarcasmo “ Complimenti! Però la prossima volta che arrivi metti un campanellino così magari lo sento! Era proprio ora che ti facessi vivo, i miei compagni di università cominciano a sospettare visto che è da una settimana che in casa mia non entra e non esce nessuno...”; lui non aveva ancora capito con chi aveva a che fare, era proprio lei, la ragazza che lo aveva riportato a casa , salvato e aveva mantenuto il suo segreto, almeno da quanto lui ne sapeva.” Sei tu...scusa se ti ho spaventata... ti chiami Alice vero?”; Alice si fermò un attimo ad osservare ,le piaceva un sacco quel costume, poi sovrappensiero gli chiese un po' dispiaciuta “Devo proprio ridartela la moto?” ,lui seccato rispose: “Bat-pod, poi, si dovresti proprio ridarmela sai la polizia mi sta addosso e se prendessi la metropolitana, la mia teatralità perderebbe un sacco di punti ... anzi li ha già persi”

Batman che prende la metro? AHAHAH! Buona questa.... comunque pensavo di andare a casa a piedi .. non ho la moto con me..”, il cavaliere oscuro emise uno sbuffo e poi prese la ragazza alla vita e si tirò su in volo.

Cosa faii!? Potevi almeno prima chiedermi il permesso!?”, “Taci! Se ci scoprono ti dovrai preoccupare di ben altro...”, su questo non c' era dubbio aveva la sua moto nel garage.

L' uomo pipistrello aveva qualche difficoltà a trovare l' indirizzo così si fece guidare, una volta arrivati entrarono dalla finestra in modo che nessuno li vedesse. “Grazie mille per il passaggio ora se mi vuoi seguire ti porto al tuo mezzo, ma prima ti spiace attendere un attimo? Perchè sono tutta bagnata e vorrei mettermi addosso qualcosa di più comodo”, senza dire una parola si precipitò fuori dalla stanza della ragazza lasciandola sola; pochi minuti dopo uscì completamente cambiata: al posto del suo abito lungo blu notte indossava semplici pantaloni di tuta neri e una maglietta con un cagnolino disegnato sopra.

Sono pronta, non ci ho messo molto vero? Sei spazientito?” , niente non rispondeva , “Finiamola e restituiscimi il Bat-pod” , povera Alice, ogni volta che lui apriva la bocca era una freddura bella e buona, “se sei preoccupato per la tua identità, ti capisco ma non è un problema tenerla in segreto dato che non ti conosco nemmeno... la tua moto è per di qua..”.

Scesero le scale e presero una porta laterale che portava direttamente sul garage, il Bat-pod era stato lavato e lucidato, in verità nemmeno il suo padrone si prendeva così cura del mezzo. Il cavaliere oscuro salì sopra e mise in moto , ma prima di andarsene riuscì a mettere insieme delle parole che non costituissero una freddura per la ragazza: “Grazie... scusa se non ti ho aiutata ma è raro vedere gente esperta di arti marziali, e poi sarei arrivato un po' in ritardo... dovrei trovare un modo per sdebitarmi... intendo che non mi fido del tutto di te ma ti sarei grato in eterno se mantenessi la mia identità segreta....” ; “Per me non fa alcun problema signor Bat- Bru.... non so proprio come chiamarti, posso darti del tu ? E comunque io me la cavo benissimo da sola non ho bisogno del tuo aiuto” fece un po' la sostenuta.

Allora se sai badare a te stessa penso che non ti dispiacerà se domani vieni a casa mia, ho visto che i tuoi appunti per il saggio sono andati in fumo e penso che aiutarti a fare la stesura sia un buon modo per arrivare alla pari “ , Alice era un po' confusa però una man forte per il suo saggio le serviva eccome! “D'accordo accetto posso venire per le tre del pomeriggio?”, “Preferirei venissi verso le cinque se non ti dispiace, prima ....ho... un impegno....ah e quando sono così puoi chiamarmi semplicemente Dark... non commettere l' errore di chiamarmi Dark quando non sono con la maschera, se mi sono spiegato”.

Alice sempre più confusa, non sapeva che dire, magari il tizio aveva deciso di darle fiducia, e per cominciare lei avrebbe accettato il suo invito: “ D' accordo Drak allora alle cinque e mezza sarò da te...Villa Wayne vero?” , L'uomo abbozzo un sorriso e sfrecciò con la moto verso il suo nascondiglio.

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