Mine

di Matrona
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Patience ***
Capitolo 2: *** Cieli Neri ***
Capitolo 3: *** What's up in my life ***
Capitolo 4: *** Teo Toriatte ***
Capitolo 5: *** Mine ***
Capitolo 6: *** Without you ***
Capitolo 7: *** Piccola Stella senza Cielo ***
Capitolo 8: *** Too much love will kill you ***
Capitolo 9: *** The wind beneath my wings ***
Capitolo 10: *** Ti sposerò perchè ***



Capitolo 1
*** Patience ***


Shed a tear 'cause I'm missing you

I'm still alright to smile

Girl, I think about you every day now

Was a time when I wasn't sure

But you set my mind at ease

There is no doubt you're in my heart now

Said woman take it slow

It'll work itself out fine

All we need is just a little patience

Said sugar make it slow

And we'll come together fine

All we need is just a little patience

(inhale) Patience...

Ooh, oh, yeah                                         (Patience - Guns'n' Roses)







Era una fresca sera di marzo; il cielo di una sfumatura porpora, tipica di una sera di inizio primavera faceva da cornice ad uno dei quartieri più a nord di Tokyo.
Nerima era un posto anonimo e tranquillo, dove ancora si poteva assaporare il lento scorrere del tempo e la genuinità del popolo del sol levante, non troppo lontano dalle luci della metropoli caotica ma abbastanza isolato da sembrare una cittadina a se .
Tra le viuzze strette e il fiume che costeggiava l’intero isolato residenziale si ergeva fiero e antico il Dojo della famiglia Tendo.
Quel pomeriggio l’edificio per l’ennesima volta se l’era vista veramente brutta. Il muro di cinta era sopravvissuto per miracolo ad un invasione di gente,
che solo poche ore prima, aveva lottato, gridato e ostacolato l’avvenimento del secolo.
Il matrimonio dei due giovani più violenti e chiassosi del vicinato.
La figlia  più giovane del maestro Tendo e il ragazzo col codino che abitava da ormai tre anni con loro.
Con la prima stella della sera, la casa venne avvolta  in un silenzio irreale dove gli unici rumori erano quelli degli abitanti che tentavano di rimettere a posto le poche cose rimaste in piedi nel dojo. Tavoli distrutti, cibo sparso ovunque, festoni, fiori ammassati in un angolo e la torta nuziale ormai ridotta in briciole. Era questo lo scenario di triste desolazione che riempiva gli occhi di Nabiki e Kasumi, le sorelle maggiori della sposa. O meglio della quasi sposa.
Che peccato… tutto questo cibo sprecato.  - Sospirò la maggiore.
Beh se non altro abbiamo fatto un mucchio di soldi con i regali! - Replicò la mezzana, beccandosi un’occhiata di rimprovero.
In un angolo il signor Tendo e un panda gigante fumavano malinconici e rassegnati. Ma i promessi sposi? Dove si erano cacciati loro?

Sul tetto semi distrutto, steso a godersi la brezza della sera c’era lui. Ranma Saotome.
L’elegante smoking bianco ridotto malconcio e strappato, le braccia e il viso pieno di graffi e lividi.
Steso sulle tegole, assaporava la pace che gli era mancata per tutto il giorno, chiudendo lievemente le palpebre sospirò. Era stata una giornata impegnativa.
Fortunatamente era riuscito ad uscirne vivo anche questa volta.
Non bastava la battaglia vissuta in Cina anche il matrimonio improvvisato, con lotta annessa, doveva essere annoverato tra gli scontri vinti dal giovane. In realtà l’idea di vittoria, ora come ora, era ben lontana dalla sua mente. Possibile che la sua vita dovesse essere sempre una grande baraonda? Che tutti lo costringessero a fare qualcosa senza chiedergli il parere? Eppure quel pomeriggio vedere Akane avvolta in quel meraviglioso abito bianco l’aveva lasciato stupito, emozionato e per qualche minuto era stato addirittura felice che lei avesse deciso di convolare a giuste nozze.
Giuste? Beh ormai era tre anni che tra un battibecco e l’altro i loro sentimenti si erano evoluti. Lui salvava lei, lui diceva qualcosa si sbagliato… lei si arrabbiava, lui cercava di chiederle scusa, lei ci passava su… lui si metteva nei guai… lei salvava lui.  Infondo erano giuste, magari un tantino affrettate ma sicuramente Ranma non avrebbe immaginato altra donna al suo fianco.
Come una lieve brezza primaverile il profumo di Akane si era insinuato nel suo cuore, così come il suo sguardo e la sua forza, lo avevano catturato senza nemmeno sapere il perché,
erano così diversi e così simili. Lei era testarda, suscettibile, violenta ma era anche l’unica che non lo aveva mai forzato in nulla, niente trucchi, intrugli, ne stupide leggi.
 I loro sentimenti erano cresciuti da soli, nonostante il fidanzamento forzato, nonostante le lotte che avrebbero potuto spezzare quel filo che li univa.
In quel ultimo pensiero il ragazzo fu scosso da un violento brivido. Per quanto aveva rischiato di perderla? Nel  momento in cui lei era evaporata, poteva giurare di aver sentito un “crack” nel suo petto, il solo pensiero di non poter più rivederla, stringerla o semplicemente parlarle, lo aveva devastato in un battito di ciglia. Gli era rimasto solo un pezzo di stoffa tra le mani e le sue ultime parole, un incitamento a non mollare… il suo ultimo pensiero per lui. Dolore, follia… una disperazione  ben maggiore rispetto al suo trasformarsi in ragazza o alla sua triste infanzia da girovago, una sensazione di apnea eterna dalla quale un sorriso, solo il suo avrebbe potuto salvarlo.
Ed anche quella volta Akane lo aveva protetto, rischiando la vita, facendogli da scudo, mostrandogli di esserci sempre e comunque per lui. Questo Ranma lo sapeva. Lei era molto più coraggiosa di lui sui sentimenti. Dietro ogni  vai via,  c’era un resta con me, dietro ogni litigio un chiariamoci, dietro ogni baka un ti voglio bene… era il loro modo di comunicare, per quanto arrabbiati e ostinati nel momento del pericolo c’erano sempre l’uno per l’altra. Anche oggi nella battaglia, vederla combattere e rovinare il suo bel vestito gli aveva fatto male al cuore, si era aggiunta una crepa al dolore provato sul monte Hoo.
Si sollevò in piedi, il cuore batteva furiosamente in petto. Voleva vederla, voleva sapere come stava, magari chiederle scusa…ancora una volta.
L’aveva vista allontanarsi di fretta racimolando pezzi del suo abito e dei fiori che portava tra i capelli.
Ranma cercò di sporgersi verso la finestra della sua stanza sperando di trovarla li.


Raggomitolata sul pavimento come previsto c’era lei. Seduta con le ginocchia in grembo osservava torva, appeso ad una gruccia i resti del suo abito da sposa.
L’orlo scucito, i fiori strappati, la manica sinistra pendeva sgraziata su un lato. Aveva gli occhi gonfi, non aveva pianto ma sembrava sul punto di esplodere.
Più piccola che mai, con gli occhi fissi su quel cumulo di stoffa la vide scattare in avanti e aggrapparsi alla gonna con forza, scoppiando in un pianto disperato.
Altro crack. Ranma smise di respirare, il cuore si fece microscopico e sentì inondare anche i suoi occhi di lacrime. 
Voleva correre da lei, abbracciarla, sussurarle che potevano sistemare tutto…ma era anche colpa sua.
Solo colpa sua e degli avvenimenti che non gli permettevano di ragionare a mente fredda.
Non ci aveva pensato neppure un attimo a lanciarsi all’inseguimento del padre per tentare di riprendersi il piccolo barile, che conteneva la preziosa acqua della sorgente,
distruggendo come al solito il Dojo, lottando con Mousse,Ryoga, Happosai e cercando si sfuggire alle moine delle sue “altre fidanzate”.
Non l’aveva minimamente sfiorato il fatto che quello fosse un giorno speciale per lei, per qualsiasi donna a dire il vero, che magari ci avessero messo tempo ad organizzare tutto in maniera così tempestiva e perfetta… E l’acqua della sorgente come regalo di nozze, Soun doveva aver fatto carte false per potersela far spedire in Giappone.
E lui come al solito era passato su tutto come un carro armato.

*Akane mi voleva davvero sposare…* - Più volte lei gli aveva ripetuto che lo accettava così com’era, che non cambiava assolutamente nulla essere un uomo completo o restare così. Era sincera ed era l’unica che non mostrava mai pena per lui e la sua condizione. Distratto dai suoi pensieri non si accorse che ora nel suo campo visivo era entrata un’altra figura.
Con stupore si accorse che sua madre ora la stringeva dolcemente tra le braccia, sussurrandole tra i capelli cose che non riusciva a comprendere.
Il ragazzo fu sollevato che adesso poteva contare anche sul suo aiuto, forse in quel momento c’era bisogno di una madre e lui era ben contento che la sua potesse rincuorarla, sostenerla e fargli sentire un po' di quell’amore che era stato strappato dalle braccia di Akane così presto. Provò ad avvicinarsi ancora di più per poter ascoltare meglio, cercando di non farsi scoprire.

Su piccola, non piangere più… non è tutto rovinato.
No..Nodoka, io…il vestito… Ranma… - Singhiozzò piano.
Shhh… non importa, tutto si sistema. Siete così giovani, dovete solo appianare alcune divergenze e tutto volgerà per il meglio. - Sorrise incoraggiante carezzandole i capelli.
Che stupida… io mi sono esposta, ho acconsentito perché credevo che lui… insomma l’aveva detto, potevo sentirlo… - Interrogativa Nodoka si scostò per guardare negli occhi la sua futura nuora.
Cara, non devi pensarla così… sono sicura che Ranma ti vuole bene, è solo inguaribilmente timido. Non ho potuto educarlo e mi scuso se adesso è causa di tutto il tuo dolore. - Disse chinandosi rispettosamente davanti la ragazza. Il codinato stesso, che sbirciava ancora dalla finestra era shoccato. Perché sua madre si stava scusando? Akane dal canto suo, imbarazzatissima si inchinò, se è possibile, ancora più.
Signora… ehm zietta*. Non c’è nulla da scusarsi, anche io sono cresciuta senza una madre e come dice suo figlio sono un maschiaccio. Non è colpa sua. La verità e che io e Ranma non andiamo molto forte sul piano della comunicazione. Evidentemente mi sono solo sbagliata. Pensavo che dopo la nostra avventura in Cina, l’ averci rimesso quasi la pelle entrambi significasse che eravamo pronti a qualcosa di più importante. Evidentemente no.  - Sforzò un sorriso tirato e si alzò.
Beh… meglio dimenticare tutto e far finta che non sia successo nulla, giusto? - Le faceva quasi male vedere gli occhi tristi di Nodoka guardarla nella maniera identica in cui la guardava lui quando si sentiva in colpa.
Ak…Akane… di qualsiasi cosa avrai bisogno io ci sono. - Disse dolcemente.
Lo so, grazie…davvero. Credo che andrò a fare un bagno caldo.- Con questo si congedò, lasciando la stanza.


L’aveva delusa ancora una volta. Voleva gridarle che quello che aveva detto sulla montagna era vero, che non doveva dubitare dei suoi sentimenti anche se non era un tipo prettamente romantico.
Come tutte le donne, lei aveva bisogno di un gesto, di quelle paroline inequivocabili o più semplicemente di sicurezza. Come farla felice adesso che era tutto perduto?
Era ferita nel profondo e  più ci pensava e più aveva la netta sensazione che la stessa crepa che aveva nel suo cuore, Akane l’aveva, se possibile, più profonda.


Non poteva allenarsi per scacciare il dolore, non poteva restare sotto lo stesso tetto di lei consapevole del fatto che sicuramente aveva ricominciato a piangere,
così decise di fare due passi non prima di intrufolarsi furtivamente nella sua camera per portarsi via un ricordo di quella giornata.
Scelse un piccolo fiore ornato di perle, che apparteneva all’acconciatura dei capelli. Lo strinse forte tra le mani prima di riporlo con cura in tasca.
Con un balzo agile fu fuori dalla casa. Vagò un po' in giro per il quartiere, arrivando al parco. Era tutto così dannatamente tranquillo, identico al giorno prima.
Cosa ne poteva sapere quello stupido parco della guerra che c’era dentro di lui in quel momento?  Si guardò intorno, accarezzando con lo sguardo le chiome degli alberi… quel parco conosceva bene Ranma, quel parco era stato testimone di molti momenti con lei. In verità, ogni luogo di quel piccolo quartiere gli ricordava qualcosa, quel posto era casa oramai.
Le liti per qualche sua spasimante, le lotte con Ryoga, le passeggiate tranquille dopo scuola. D’un tratto s’incupì ancor di più pensando a tutte le parole non dette, i sorrisi nascosti, la voglia di prendersi per mano, il coraggio di fermare Akane e semplicemente baciarla… come tutti i fidanzati del mondo facevano da sempre.
Purtroppo tra loro non c’era mai stato questo, un po' per orgoglio o imbarazzo, un po' perché erano continuamente disturbati da qualcuno.
Il ragazzo col codino si rese conto che il problema principale era quello, anzi proprio il problema della sua vita. C’era sempre qualcuno che pretendeva qualcosa da lui, chi voleva sposarlo,
chi voleva ammazzarlo… i motivi principali erano tutti li quel pomeriggio a osteggiare una cosa così bella come un matrimonio.
Sentì montargli la rabbia dentro e d’istinto cominciò ad allenarsi da solo nei suoi kata. Doveva liberare l’energia repressa.

Un rumore in un cespuglio, Ranma aguzzo subito la vista e lanciò un sasso verso l’aiuola.
Uno strano verso ne venne fuori, un verso familiare. Con aria piatta intimò alla presenza di venir fuori.
P-chan come vedo il tuo lungo viaggio ad Hokkaido è stato più breve del previsto. - Il porcellino si mise in posizione di difesa grugnendo nervoso.
Se pensi di andare da Akane e dormire con lei ti sbagli di grosso! - Gridò furioso, mentre il suino lo attaccava alla gola.
Smettila! Non ti sembra che questo gioco sia durato abbastanza? Non dormirai mai più con lei, non dopo oggi! - Il maialino lo morse ad un braccio cercando di
divincolarsi dalla presa e fuggire a casa Tendo.
Argh! Maledetto, falla finita adesso sono proprio nero! Avrei dovuto esserci io con lei stanotte e se ci provi sei un uomo morto, anzi un prosciutto morto! - Formulare quella frase ad alta voce gli fece salire il sangue alla testa, sia per l’imbarazzo che per la rabbia. Con un gesto secco lanciò l’animaletto contro un albero e dopo qualche rumore assordante, dal cespuglio adiacente, venne fuori Ryoga tornato normale.
Tsk! Che diavolo ti prende idiota? - Sorrise diabolico.
Cosa c’è Ranma, qualcuno ha mandato a puttane il suo matrimonio per una bottiglia d’acqua? - Il ragazzo strinse i pugni, guardando l’amico/nemico con aria assassina.
Aveva bisogno di spaccare la faccia a qualcuno e Ryoga era un degno avversario.
Sai cosa si prova adesso vero? I tuoi piani non sono andati come volevi? Ma che peccato… ed ora, vorresti impedirmi di consolare Akane? E chi saresti tu, suo marito? - Rise come un ossesso, preparandosi a combattere fino allo stremo delle forze. Ranma dal canto suo si era già lanciato in un folle attacco.
I due combattevano senza colpo ferire, stavano praticamente distruggendo il parco a suon di sfere di energia.
Cosa credi che io non abbia provato nulla? Ho vissuto la tua stessa disperazione! Come te c’ero anche io ricordi? Non respirava più, era praticamente morta e oggi vederla in abito bianco, raggiante, per il vostro matrimonio mi ha spezzato definitivamente il cuore… e tu che consapevolmente hai mandato tutto all’aria, vorresti la mia comprensione? Ma io ti rompo tutto!

Altri colpi micidiali, rumore di pugni, odore di sangue e sudore. Una nuova consapevolezza cominciava a farsi strada in lui.
Le parole di Hibiki lo avevano pugnalato in pieno petto per la loro sconvolgente verità.
Bruciavano eccome se bruciavano, il suo cuore, la sua mente gli intimarono di liberarsi finalmente da quel peso che l’opprimeva da anni.
Niente verità nascoste, niente sotterfugi o imbarazzi. Era un uomo e da oggi avrebbe agito da tale.
Adesso basta! Comincerò proprio da te a mettere in chiaro le cose. Akane è mia! Sarà sempre e solo mia e nessuno potrà mettersi tra di noi da ora in poi! Ne un porco come te, ne uomo, donna o demone. Arrenditi o non avrò riguardi nei tuoi confronti di nessun genere! - Gridò colpendo Ryoga al centro dell’addome.
Per un lungo attimo si guardarono negli occhi, al limite delle forze collassarono entrambi a terra stremati.
Dopo infiniti minuti passati a tentare di recuperare le energie. Riuscirono a strisciare verso un albero che stranamente era ancora in piedi.
Silenzio, attesa intervallata da profondi respiri.
Fai sul serio stavolta? - Esordì il ragazzo dai canini appuntiti.
…Sì. Era morta tra le mie braccia, ho rischiato troppo in Cina e oggi ho rovinato il giorno più bello della sua… nostra vita. Non posso perdere più questa battaglia. -Sussurrò lentamente guardandolo fisso negli occhi.
Già… Ranma non perde una battaglia vero? - Fece un mezzo sorriso, subito sostituito da un’espressione torva.
Sai che questa sarà una guerra vero? Dovrai avere le palle di dirlo a tutte le tue presunte fidanzate. Dovrai renderlo pubblico una volta e per sempre. Niente più scuse. Ed ora come ora lei potrebbe anche mandarti all’inferno e non volerti vedere mai più. - Ranma tremò. Le parole di Ryoga erano maledettamente vere.
Sarebbe stata dura, durissima. Chiarire con tutte, gridare ai quattro venti i suoi sentimenti per Akane, mostrarsi un uomo e non più un ragazzino, una volta per tutte.
Lei meritava questo ed altro, non era più il tempo di tirarsi indietro.
Ti concedo di provare… ma se fallirai sappi che io mi farò avanti con lei e te la porterò via anche a costo della vita. Parola d’onore. Promettilo Ranma! - I due ragazzi si fissarono a lungo stringendo la mano in un patto tra uomini.


Note dell'Autrice: Eccomi qui con una nuova storia sui due impiastri di Nerima. Come sapete adoro il genere romantico un pò introspettivo. Mi piace rendere i personaggi un pò più reali e consistenti della versione manga. Spero che anche in questo caso vi piacciano. Come avrete notato mi ossessiona il post matrimonio ahahahah XD Però ho deciso di fare una ff a più capitoli ma non troppo lunghi. Mi sono sempre interrogata su come ci si sente dopo una battagli quali risvolti psicologici/fisici ci sono dietro un momento così turbolento in più alla veneranda età di 21 anni i nostri personaggi riusciranno a mettere le carte in tavola e passare ad uno step successivo nel loro rapporto? E tutti gli amci/nemici? Spero che mi seguirete anche in questa piccola avventura. Attendo consigli e critiche per migliorare. Grazie mille!

* zietta: nel manga akane chiama così Nodoka per una questione di affetto e per non chiamarla Signora Saotome o Suocera ahahahah XD

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Capitolo 2
*** Cieli Neri ***


Scegli me fra i tuoi re
un vortice ci avvolgera'
ti prendero', se mi vuoi
danzammo in due, lei se ne ando' ed io ora

ho i ricordi chiusi in te
la tristezza dentro me
tra due mani, le mie

di lacrime, poi si bagno'
il regno che ho chiesto a te, ed ora

ho i ricordi chiusi in te
la tristezza dentro me
tra due mani, le mie
sono i cieli neri che, io so
non si scioglieranno piu'    
(cieli neri - Bluvertigo)




L’alba di un nuovo giorno rischiarava i tetti del piccolo quartiere di Nerima.
Il giovane col codino rincasò giusto qualche ora prima, lanciando un ultimo sguardo alla stanza di Akane.

Ranma! Caro… Sveglia Ranma! E’ ora di andare a scuola. -  Non era la solita voce familiare che lo svegliava, o meglio era familiare ma non era lei.
Mmh…ancora 5 minuti Akane. -
Ranma, tesoro farai tardi… dai che la colazione è pronta. - “Tesoro?” - Il moro spalancò definitivamente gli occhi trovandosene due davanti molto simili ai suoi.
Mamma!
Buongiorno caro, dormito bene? - Nodoka sorrise calorosamente al figlio, invitandolo a scendere giù per mangiare.
Mamma ma…Ak..
Oh… so che di solito ti sveglia Akane ma stamattina è uscita prima, dicendo che aveva delle cose da sbrigare.
- Lo sguardo da stupito divenne subito corrucciato.
Che diavolo aveva da fare quel maschiaccio di prima mattina da impedirle di svegliarlo.
Poi si ricordò di tutta la faccenda e ancora più incognite si fecero strada nella sua mente. Lo odiava?
Lo stava semplicemente evitando? Decise di non pensarci e mantenere la calma, il nuovo Ranma non doveva agire d’istinto ma
ponderare ogni mossa con calma se voleva ottenere il risultato sperato.
Ingurgitato la colazione al volo e preso l’ obento  per il pranzo, inforcò la strada verso il liceo Furinkan.

Certo che andare a scuola da solo era davvero strano, si sentiva a disagio come se mancasse qualcosa.
Correndo sulla ringhiera pensava a lei, chissà se l’avrebbe vista a scuola, magari aveva preso delle ore di permesso per fare le sue cose e sarebbe arrivata tardi.
La curiosità lo corrodeva dentro.
Akane era sempre così semplice, lineare, addirittura prevedibile. Non conosceva persona più limpida di lei.
Allora qual era l’impegno vitale che le aveva impedito di dargli il “buongiorno” quella mattina?
Rimuginando su quei pensieri non si accorse che la protagonista era a pochi metri da lui, si stava congedando di fretta dallo studio del dottor Tofu.

Akane! - La mora si voltò sorpresa e arrossì di colpo. Praticamente non si erano parlati dal matrimonio.
Il ragazzo balzò giù dal muretto avvicinandosi.
…Ranma! - Per alcuni minuti si fissarono in silenzio, arrossendo consapevoli.
Co..come va? Sei uscita presto stamattina. - Arrossì ancora di più.
Sì, avevo degli… delle commissioni da sbrigare, passare in lavanderia e portare delle cose al dottor Tofu… -
Disse indugiando nella direzione dello studio. La osservò più attentamente.
Aveva il volto pallido e l’aria un pò sbattuta. Doveva aver passato una nottataccia.
E tu…? Hai una faccia… sei rientrato tardi stanotte…- Possibile che lo avesse aspettato? Non era arrabbiata, piuttosto gli sembrava che volesse  evitare un qualche argomento.
Emh…si ecco, avevo bisogno di pensare. - *Wow sono riuscito ad essere onesto*.
…già.
- La ragazza scrollò il capo come a voler scacciare un brutto pensiero e scattò in un attimo.
Oh kami… è tardissimo!! Corri, altrimenti arriveremo in ritardo! -


Ranma la seguì a ruota contento di quella normalità ma preoccupato perché lei non aveva urlato, sbraitato ne niente di akanesco,
anzi sembrava quasi che non volesse parlare affatto di quello che era successo. Come da copione arrivarono in ritardo.
Fuori dall’aula in punizione, con i secchi in mano, era sceso un silenzio scomodo. Il codinato la guardava sottecchi, sperando in una qualche sua reazione.
Doveva chiarire con lei. Akane dal canto suo cercava di trovare il coraggio per intavolare nel modo giusto una conversazione ed informarlo delle sue decisioni.
Era da circa quarantotto ore che si preparava il discorso e vederlo stamattina all’improvviso gli aveva scosso i pensieri mandando in confusione i suoi piani. 
Ci aveva provato la notte prima, aspettandolo per parlargli ma vedendo che non tornava si era rassegnata a rimandare.
Che lui fosse arrabbiato ancora?
Cosa provava il suo Ranma su tutte le cose accadute in poche ore?
Ecco io… - Cominciarono all’unisono.
dimmi… - Idem.
Comincia tu Akane - Disse in maniera pacata. La ragazza prese un enorme sospiro prima di cominciare.
Senti Ranma, devo chiederti scusa… -
Ma… - Stupore nelle sue iridi.
Zitto, fammi finire altrimenti non credo che riuscirò ad avere il coraggio. - Ora era davvero preoccupato.
Le parole di Ryoga si fecero prepotentemente strada nella sua testa.
Scusami Ranma… non avrei dovuto accettare il ricatto di mio padre. Avrei dovuto parlartene, del matrimonio e dell’acqua della sorgente.
Mi sono comportata peggio delle tue “altre fidanzate” sono una persona orribile… -
Disse d’un fiato. Le mani di lei tremarono impercettibilmente e le guance persero colore.
Siamo così giovani per sposarci… infondo è stato un fidanzamento combinato.
Tuo padre ha sempre deciso per te e io non avrei dovuto fare lo stesso… anche se credevo che…
-
Deglutì questa volta puntando dritto nei suoi occhi dura, spavalda.
Il dojo è una mia responsabilità. Sei stato trascinato in questa cosa per troppo tempo e ti ringrazio per tutte le volte che hai difeso la palestra e tenuto alto l’onore delle nostre arti marziali. -
Ranma la guardò incredulo. Akane era profondamente sincera e lui si sentiva ancora più un verme per tutte le volte che aveva procurato casini ai Tendo.
Solo per quello avrebbe dovuto sposarla almeno mille volte. Forse lei non voleva sposarlo, lo aveva fatto per potergli dare l’acqua della sorgente?
L’ennesimo sacrificio?
Ma… non è mai stato un problema per me difendere il dojo o la tua famiglia… infondo voi mi avete dato una casa… nel senso completo del termine. - La mora era stupita.
Un pensiero  onesto e limpido. Come sospettava lo faceva solo per sdebitarsi con suo padre.
Questo è il nostro ultimo anno di scuola, devo impegnarmi al massimo sia nelle arti marziali che negli studi.
Devo diventare una degna erede della tradizione di famiglia. Non voglio più coinvolgerti o costringerti a nulla.
Ho capito che ora ho…anzi abbiamo bisogno di serenità e stabilità. Ritieniti libero di agire come vuoi, in qualunque ambito.
- Butto fuori in maniera eloquente.
Al ragazzo, un cazzotto in pieno viso avrebbe fatto meno male.
Lo stava cacciando dalla sua vita?
Akane, mi stai mollando? - Disse serio e senza filtri.
Co..cosa? Voglio solo darti la possibilità di scegliere… dopo tutto il casino che è successo.
Tsk…dillo che ti vuoi liberare di me.
Ma cosa dici baka!

Non sei per niente carina! Sempre pronta ad offendermi e sbraitarmi contro!
Se tu non avessi ceduto a quei pazzi dei nostri genitori non sarebbe successo nulla sei sempre la solita impulsiva e testarda!
-
Un’aura blu si impossessò della giovane, i propositi del ragazzo erano andati a farsi benedire in un nano secondo.
Nulla, hai detto bene! Non sarebbe successo mai nulla…e sai cosa ti dico? Sono stanca! Davvero stanca del solito teatrino.
Non sono carina, non ho sex appeal. Sai una cosa? Non me ne frega un accidenti di essere carina.
- Sospiro.
Sono stanca che la mia casa venga distrutta da orde di matti, che invadono la nostra privacy a tutte le ore del giorno e della notte,
sono stanca di rischiare la vita ogni volta per non vedere mai cambiare le cose.
Sono stanca di scuse, di parole dette e poi rimangiate… sono stanca di tutto, di tutti. Si Ranma, sono stanca anche di te!
-
Gli vomitò addosso tutto il rancore ponderato nella notte insonne.
Un secchio di acqua gelida arrivò in pieno viso. Il moro o meglio la ragazza col codino la fissava shoccata ma consapevolmente triste. Era tutto vero.
Il suo incubo era diventato realtà. Akane si era stufata di lui, il giorno era arrivato. Non ebbe il coraggio di fermarla, si afflosciò lungo il pavimento inerme e sconfitto.



Il tramonto colorava di tenui sfumature pesca e oro i tetti del quartire di Nerima. L’aria tiepida e il cielo terso erano il preludio di una bella serata di stelle.
A Ranma importava poco del cielo mentre si trascinava depresso verso casa. Ora che Akane gli aveva detto la verità, doveva lasciare di corsa i Tendo.
Il suo sguardo era furente ma limpido, frustrazione e rabbia danzavano nelle sue iridi nocciola. Ranma rabbrividì al ricordo.
Aveva voglia di sparire magari su un impervia montagna e cercare di morire in qualche allenamento suicida.
Sospirò, svoltando le ultime stradine fermandosi come richiamato da una strana forza, di fronte allo studio del dottor Tofu.
“ Ho finito le mie compresse energizzanti, magari il dottore ne ha qualcuna. Ne avrò proprio bisogno in questo periodo” . Educatamente aprì la porta annunciandosi.
Silenzio completo.
Dottore, la disturbo? Sono Ranma… - Nulla.
Salì la prima rampa di scale che portava all’ ambulatorio.
La porta era leggermente socchiusa e il ragazzo non poté fare a meno di sbirciare.


Immersi nel tramonto, circondati da pile di scartoffie due figure erano sempre più vicine.
Akane stringeva il dottore, piangendo senza ritegno e lui ricambiava cullandola dolcemente.
Un déjàvu; anni prima aveva visto la stessa scena per il brutto taglio di capelli che Ryoga le aveva inflitto. Allora perché sentiva il cuore oscurarsi di gelosia?
Il dottore non poteva avere interesse per il suo maschiaccio, nonostante ciò era li immobile come incollato al pavimento, ad assistere totalmente shoccato.
Piccola Akane, riusciremo a venirne fuori. Te lo prometto.
Dottore… Ono…
  - Da quando lei lo chiamava per nome?
Shhh… - La strinse ancora di più alzandole il mento con un dito.
Non posso dirlo alla mia famiglia, spezzerei loro il cuore! Non dopo tutto quello che è successo… è ancora troppo presto. -
Non hai nessuno con cui confidarti? Al di fuori della tua famiglia intendo.
N..no, non saprei… forse…. oh è tutto così complicato.
In un gesto che il moro non aveva avuto mai il coraggio di fare,
si sedette sulla sedia trascinandosi la ragazza sulle ginocchia, massaggiandole la piccola schiena scossa dai singulti.

Non ti preoccupare, in realtà era prevedibile… dopo tutto quello che hai passato con Ranma. Sei un’eccellente combattente ma infondo sei anche una donna adesso. -
Soffiò gentilmente all’orecchio. Che significavano quelle parole?
Ma… il dojo, l’eredità della palestra…?
Sono sciocchezze davanti a situazioni come questa. Credimi ti capiranno e io ti starò vicino. Lui già lo sa? -
No… non sono affari suoi!
Ma io credevo che insomma…voi…
Perché dirlo ad un essere insensibile come lui? Cosa gli importerebbe?
- Sbuffò con gli occhi carichi di delusione e rabbia.
 L’ho lasciato libero. Non voglio che si intrometta in questa cosa. - Il dottore annuì in silenzio, le carezzò dolcemente il viso asciugandole le lacrime con i polpastrelli.


Ranma bolliva di rabbia. Era questa la considerazione che aveva di lui? Poteva tradire il suo fidanzato ufficiale con chiunque perché tanto a lui non importava?
Ma che ne sapeva quella stupida? Ci aveva messo un attimo a dimenticarsi di lui, correndo tra le braccia del bel dottorino, il suo amore adolescenziale.
Sì bloccò. Infondo lei non aveva mai mentito sui sentimenti che provava per Tofu.
In realtà aveva creduto che Akane non potendo competere con Kasumi si fosse semplicemente arresa.
Il maschiaccio che si arrende? La gelosia di lei per le sue presunte fidanzate allora?
Forse confidandosi sempre con il dottore non è riuscita ad eliminare del tutto i suoi sentimenti e adesso che non è più una bambina
anche lui si è accorto di lei e della sua bellezza. Pensò machiavellicamente, immaginandosi una scena da romanzetto rosa.
Il cuore nel suo petto doleva in maniera lancinante, come aveva potuto mentirgli così per anni. E lui non si vergognava di circuire una ragazza più giovane?
Lo stimava davvero così tanto da non rendersi conto della verità? “Eh no dottorino, non la passerai liscia.”


Se voleva avere Akane  per se, doveva battersi lealmente, con il suo reale fidanzato, niente giochetti e storie clandestine.
Ranma si nascose in bilico sul soffitto, annullando il suo Chii. Avrebbe messo in chiaro le cose una volta per tutte. 
Passarono dieci minuti. La piccola Tendo era andata via un pochino più sollevata.
Il ragazzo allora scese dal soffitto pronto ad affrontare quell’ inaspettato nemico. Il dottore captò dietro la porta una terribile aura combattiva.
Non ne aveva mai sentite di così potenti ma sapeva senza ombra di dubbio a chi appartenesse.
Ranma entra pure. - Si finse tranquillo. Il codinato spalancò la porta con un calcio, guardandolo in cagnesco.
C…cosa posso fare per te? - Era spiazzato. Per lui era un ragazzo in gamba e un ottimo combattente, perché adesso gli faceva quasi paura?
Buona sera dottore, in effetti c’è qualcosa che può fare per me… togliere le sue manacce dalla mia fidanzata!! - Detto questo gli si scagliò contro con violenza inaudita.
Fortunatamente il dottore riuscì a schivare alcuni colpi e a fermare con una scrivania, la potente scarica di pugni derivata dalla tecnica delle castagne.
Che cosa dici, cosa avrei fatto ad Ak… - Non gli diede il tempo di finire che lo prese per la manica scaraventandolo giù dalla finestra.
Fortunatamente Ono era perfettamente allenato ai combattimenti e sapeva come cadere. Il codinato lo seguì atterrando sul morbido prato verde.
Ora entrambi si guardavano in posizione di difesa.


Cre…credo che tu abbia frainteso. - Disse il dottore seriamente, aggiustandosi le lenti.
Oh… non attacca. I Saotome ci cadono solo una volta in questi giochetti. Se vuoi Akane devi batterti con me! Non ti farò sconti solo perché sei un amico di famiglia. -
Tofu annullò la sua aura combattiva e lo guardò seriamente.
Benedetto ragazzo, credi che il mondo giri intorno a te?
Akane è ancora una bimba per me non potrei mai provare qualcosa di più di un sincero affetto. La amo ma come una sorellina credevo lo sapessi*
.
Era sincero, il codinato lo leggeva nei suoi occhi. Allora tutto quel dialogo tra loro cosa significava?
Dottore mi dica la verità, cosa sta succedendo? - La sua espressione mutò diventando drammaticamente seria.
Non dovrei parlartene…
Sono il fidanzato di Akane, ho diritto di sapere!
Tecnicamente avresti il diritto di sapere solo se fossi suo marito e ancora non lo sei purtroppo.
- Puntualizzò.
Anni a proteggerla e sulla carta contava meno di zero.
Mille domande si formularono nella testa del ragazzo. Akane stava male? Doveva saperlo ad ogni costo.
La prego dottore, terrò tutto per me lo giuro! - Una supplica.
Visto che le vuoi bene e che stavi per distruggermi lo studio al solo immaginare una relazione tra noi, te lo dirò…ma sappi che mi costa molto tradire la sua fiducia. -
Sono pronto.  Ranma deglutì rumorosamente.


Beh… c’è poco da dire. Lo sai meglio di me. Akane sul monte Hoo è stata praticamente vaporizzata. Giusto?
G… giusto.
- Non riusciva a respirare regolarmente.
Ecco… sei stato molto bravo a salvarla ad un passo dalla morte ma non credere che non ci siano state conseguenze. Ha passato molto, troppo tempo disidratata.
Ha affrontato le fiamme più roventi e i ghiacci più gelidi in un solo combattimento.   
  
                                           
All’improvviso gli torno in mente la faccia sbattuta di lei che a stento gli sorrideva, il tremolio di quel pomeriggio quando manteneva il secchio.
Tutti i giorni passati in cui lei aveva accusato di essere stanca. Non ci aveva fatto caso.
Anche lui non era tornato propriamente come un bocciolo di rosa ma aveva la scorza dura oramai.
Qualche settimana di terapie e i rimedi giusti l’avevano fatto tornare quasi come nuovo. Ancora una volta si rese conto della sua insensibilità.
Non si era mai chiesto se lei si fosse completamente ripresa. Era forte e violenta ma pur sempre una ragazza.
Ricordava vividamente quanto fosse minuta li tra le sue braccia e quanto
la sua casacca la coprisse fino alle ginocchia avvolgendola tutta.

Oh… - Tremava di agitazione.
E’ fisicamente e psicologicamente provata. Di ferite gravi non è ha. E’ ancora debole. Sta prendendo molte medicine ma il problema è un altro. - Dal sollievo Ranma passò all’angoscia.
Vedi… internamente gli organi si sono ripresi in maniera abbastanza accettabile, il corpo sta riacquistando vigore…tranne una parte delicata. L’utero.
Co…cosa vuole dire dottore? - Le iridi del codinato saettarono terrorizzate.
Akane ha cominciato ad accusare irregolarità, dolori pelvici. Abbiamo fatto alcuni esami e ho notato che il suo utero non si è ripreso bene dal congelamento.
Le sto facendo fare una terapia  e nel frattempo sto effettuando delle ricerche. Al momento non posso escludere che in un futuro sarà difficile se non impossibile per lei avere bambini.


Adesso si che il suo cuore aveva ricevuto il colpo definitivo. Da quando era arrivato a Nerima non aveva fatto altro che creare problemi.
Era solo colpa sua se adesso la felicità della sua amata era compromessa. Rabbia e disperazione danzavano apertamente sul suo viso.
Ora capiva appieno la sua agitazione, la paura di dirlo alla famiglia, il futuro del dojo.
Il fatto che lo avesse praticamente mollato era tipico di lei.
“Come sempre quella stupida mette avanti gli altri invece di pensare a se stessa. Se solo non fosse mai arrivata su quel monte, adesso sarei morto ma almeno lei sarebbe sana e felice”.
Non angustiarti, troverò una soluzione. Fosse l’ultima cosa che faccio. Esistono fonti in Giappone dove le persone s’immergono e guariscono, sto facendo una ricerca approfondita fidati di me.
I due uomini si guardarono intensamente. Uno commosso, l’altro fiducioso.


Gr…grazie dottore. Io non so… cosa farei per poter tornare indietro… non c’è momento che non immagini quello che è successo su quel dannato monte…
Lo so caro Ranma. So cosa provi per lei. Ti do solo un consiglio. Lasciale i suoi spazi, cerca di non farla arrabbiare.
Dovete guarire anche dalle ferite dell’anima. Ha bisogno di pace e anche tu
.  -  Tofu gli sorrise incoraggiante e gli porse tra le braccia un pacchetto.
Le compresse energizzanti. Credo che ti serviranno parecchio. Lo conosceva troppo bene.
Grazie… e mi scusi io non…
Oh non c’è problema. Come darti torto infondo Akane è stata sempre graziosa ma adesso è davvero splendida. Abbine cura… te lo dico come un fratello maggiore.
-

Ranma sorrise grato e si avviò verso casa cercando di assimilare tutte le notizie della giornata, non riuscendo a smettere di pensare alla triste situazione della sua ragazza.
Un bambino…
Probabilmente Akane ne voleva, forse più di uno. Era sempre stata brava con i bambini che venivano al dojo; attenta, dolce e per niente goffa.
Chissà se immaginava dei figli con lui. Arrossì fino alla punta dei capelli. Non ci aveva mai pensato, ma sì anche lui ne voleva.
Certamente non si sarebbe comportato come quell’idiota di suo padre.
Avrebbe protetto i figli suoi e di Akane con la vita se necessario, nessuno stupido allenamento in Cina, nessuna sorgente maledetta.
Era sicuro, sarebbero cresciuti in una famiglia un po' stramba ma piena di amore e arti marziali, un posto da chiamare casa.
Strizzò leggermente le palpebre fissando l’orizzonte e figurandosi un ipotetico futuro.
Nella sua mente si realizzò l’immagine di una Akane più grande con il pancione e la mano stretta ad un ragazzino di circa due anni.
Il piccolo era la sua fotocopia ma aveva i suoi stessi identici occhi nocciola.
Gli correvano  incontro felici, chiamandolo a gran voce. Rabbrividì destandosi. “cosa diavolo vado ad immaginare” era violaceo dall’imbarazzo.
Saltò sulla ringhiera pronto a fare del suo meglio per aiutarla.

* Citazione del mio adorato Harry Potter 7 - Il momento in cui Harry rassicura Ron che tra lui ed Hermione non c'è mai stato nulla.

Angolo dell Autrice: Ma salveeee!! Eccoci al secondo capitolo, dopo un primo un pò in sordina che spiegava gli eventi. Ho sempre adorato il clichè Akane/Tofu perchè lui è davvero fantastico. Figo, dottore, amante delle arti marziali e con un carattere dolcissimo. Ed è proprio il musetto geloso di Ranma nel manga che mi ha fatto pensare a questo paring. Infondo sarebbe un temibile avversario... ah il fascino degli uomini più grandi ahahah. Per quanto riguarda la scottante rivelazione... che ne pensate? Nel manga pensavo (dopo la storia del monte hoo) ma questi subiscono tutte ste cose e manco un mal di testa gli viene? eheheh così volevo far vivere ai personaggi un dramma maturo e silenzioso... la paura di non riprendersi da un sconto e affacciarsi a problematiche future. Che ne dite riuscirà Ranma nel suo intento?
Come sempre critiche e consigli sono ben accetti.

Vi auguro una bella giornata. Karmy.

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Capitolo 3
*** What's up in my life ***


Twenty - five years and my life is still 

Trying to get up that great big hill of hope

For a destination...

And I realized quickly when I knew I should

That the world was made up of this brotherhood of man

For whatever that means

And so I cry sometimes

When I'm lying in bed

Just to get it all out

What's in my head

And I am feeling a little peculiar

And so I wake in the morning

And I step outside

And I take a deep breath and I get real high

And I scream at the top of my lungs

What's going on?                                 (What's up - 4 no blondes

 


Entrato a casa Ranma non aveva notato nulla di anormale. Il chiacchiericcio proveniente dalla sala da pranzo indicava che era l’ora di cena.
Chissà se lei era li a fingere in una parvenza di serenità o si era già barricata in camera.
Oh Ranma bentornato, lavati le mani che è pronto. - Cinguettò dolcemente Kasumi.
Certo, grazie. - Salì le scale di corsa e si diresse verso il bagno pensieroso.

Doveva trovare un modo per comunicare con lei. Chiederle scusa. - All’improvviso si ricordo le parole del dottore… “lasciale i suoi spazi… cerca di non farla arrabbiare…
Doveva aspettare e cercare il momento giusto per avvicinarla senza farle sospettare nulla. Nel frattempo gentilezza e calma sarebbero state le parole d’ordine.
Invocò mentalmente i kami di tenere a bada il suo caratteraccio impulsivo, avviandosi di sotto con passo pesante.
A tavola erano tutti presenti, compresa lei. Chiacchieravano del più e del meno cercando di non intavolare discussioni su matrimonio , eredi e amenità simili.
Ranma si sedette al solito posto vicino la fidanzata, che era presa in una discussione con Nodoka a proposito di non so quale ricetta di dolci.
La cena passò abbastanza tranquillamente e con una media di tensione accettabile. I ragazzi si erano più o meno ignorati.   



Mentre Kasumi sparecchiava e gli altri si ritiravano nelle loro camere, Soun  e Genma fermarono i due ragazzi.
Ranma, Akane avete un momento? - I due si guardarono interrogativi ma già pronti ad un ennesima discussione sul loro futuro.
Certo… - Con aria seria i due si sedettero fissando alternativamente i due ragazzi.
Come avrete notato il matrimonio che avevo organizzato non è andato a buon fine… - Cominciò Soun non dimenticando di scoccare un occhiata di rimprovero al suo amico Genma.
Ce ne siamo accorti...- Sussurrò Akane.
Beh… ecco io, cioè noi volevamo chiedervi scusa. - I due ragazzi fissavano il signor Tendo sconvolti. Cos’ era la settimana nazionale delle scuse?
Papà…
Signor Tendo…
Fatemi finire ragazzi. Io sono , anzi noi compresa Nodoka siamo convinti che voi siete una coppia perfetta.
Il nostro più grande desiderio è di vedervi sposati e sereni a condurre il dojo, magari mentre noi ci prendiamo cura dei nostri otto o dieci nipotini.
- Sorrise sornione.
Ma papà! Soun! - Gridarono all’unisono imbarazzati.
Ma… abbiamo sbagliato. Pensavamo che dopo la faccenda cinese sareste stati pronti a convolare a nozze...
purtroppo avete ancora da chiarire molte divergenze con i vostri spasimanti e o nemici.
- Lo sguardo passò su Akane e finì eloquentemente su Ranma, che deglutì piccato.
Fino a quando non avrete fatto chiarezza nelle vostre vite il matrimonio con mio sommo dispiacere  è rimandato.
Silenzio imbarazzato. La piccola Tendo si chiese come mai Ranma non era partito con la solita solfa che lui non avrebbe mai sposato una senza un briciolo di sex appeal eccetera.
Lo guardò sottecchi e notò la sua espressione seria e vagamente dispiaciuta.

Devo dirvi anche un’altra cosa. - Tossì Soun.
Io non riesco a gestire più il dojo da solo, l’età si sta facendo sentire in più...
tra il matrimonio e le riparazioni della la palestra siamo quasi al verde… fortunatamente gli allievi non mancano, quindi dobbiamo cominciare ad aumentare i corsi.
Per questo Ranma, Akane è arrivato il momento di cominciare a prendervi cura del dojo seriamente.
Un giorno voi due sarete gli eredi, tra un anno vi diplomerete ed è arrivato il momento di prepararvi al vostro futuro.
  - Un tono che non ammetteva repliche.

Ranma ci pensò su seriamente, amava le arti marziali più di qualunque altra cosa, praticamente era la sua unica qualità.
A scuola non era propriamente brillante e non aveva mai pensato ad altro lavoro all’infuori dell’artista marziale.
Akane dal canto suo dopo un attimo di perplessità si sentì felice e onorata. Il padre la considerava degna di portare avanti la tradizione,
doveva solo rimettersi in salute e dare il massimo tra scuola e lezioni.

Io accetto.  - Esordì il codinato lasciando di stucco i presenti.
Infondo te lo devo, per tutti i casini che ho combinato in questi anni e per tutte le preoccupazioni… e poi perché è quello per cui sono stato addestrato da questo imbecille. -
Disse indicando il padre ormai trasformatosi in panda.
Accetto anche io. Potrei occuparmi dei corsi serali, senza lasciare gli studi ovviamente. - I due genitori piansero abbracciandosi.
Ad una condizione però. - Intimò la mora.
Non dovete mai più propinarci la storia del matrimonio. Saremo noi da oggi in poi a decidere delle nostre vite sul piano sentimentale ok? -
Gettò un occhiata eloquente al codinato che annuì confuso dalle sue parole.
Ma bambina mia…
Niente ma, o così o non se ne fa nulla. Non voglio più rivivere un giorno come quello passato… non voglio ricatti ne sotterfugi.
Un matrimonio è per la vita e non ci deve essere niente e nessuno ad ostacolarlo. 
-

Da quando Akane aveva il coraggio di disobbedire a suo padre in maniera così sincera e metterlo alle strette?
Ranma la osservò ammirato. Gli occhi velati di lacrime ma fieri. Avrebbe voluto rassicurarla e giurarle che da ora in poi le cose sarebbero state diverse.
Però aveva ancora tante cose di cui occuparsi, chiarire con tutte le altre per dirne una. 
Parlare di matrimonio non era appropriato nelle sue condizioni ma Akane ostentava una sicurezza non da lei. Il codinato strinse i pugni deciso.
Avrebbe trovato una soluzione al più presto e avrebbe sistemato ogni cosa.

Ranma e tu cosa ne pensi? - Chiese Genma ridestandolo dai sui pensieri.
Beh.. ecco io, credo che Akane abbia ragione. Siamo artisti marziali e non ci tireremo indietro dal nostro dovere…
per quanto riguarda matrimonio e affini dobbiamo decidere da soli e quando lo faremo sarete i primi a saperlo.
Siamo giovani, finiamo la scuola e vediamo come va con noi il dojo. Trarrete da soli le vostre conclusioni. -
Disse più sicuro.
I due amici si guardarono sconsolati ma sereni.
D’accordo, per questo anno faremo come dite voi. Però per cortesia non distruggete più casa e cercate di andare d’accordo, solo questo. - Sospirò un rassegnato Soun.
Te lo prometto.
Anche io.
-Era la prima volta che parlavano in maniera civile e costruttiva.


Avevano strappato un altro anno ai loro genitori e infondo erano curiosi anche loro di sapere se avevano fatto bene a puntare su di loro per governare la palestra.
A cena finita ognuno si ritirò nelle proprie stanze. Ranma saliva ancora le scale tergiversando sulla questione chiarire con Akane.
Solo oggi pomeriggio l’aveva praticamente mollato e adesso erano i maestri della palestra Tendo. Deglutì sonoramente cercando di farsi coraggio.
Voleva parlarle, anche solo per sentire la sua voce inveire contro di lui.
Stava rileggendo per la cinquecentesima volta il nome sulla paperella di legno, tamburellandosi il mento con un dito. *al mio tre busserò e o la va o la spacca*


Toc Toc - Alcuni secondi.
Avanti. - La voce ovattata della mora era atonale. Ranma a mani tremanti abbasso la maniglia.
Posso? - La ragazza sobbalzò dal fondo dell’armadio dalla quale era emersa. Aveva l’aria di una che non voleva essere disturbata o almeno non da lui.
Dimmi Ranma, sono molto impegnata. - Selezionava abiti e lanciava quelli da scartare in un cumulo ai piedi del letto.
Ecco.. volevo sapere come stai? - Si morse la lingua
Come va? Ci hanno sganciato una bella bomba stasera eh eh eh… - Proferì imbarazzatissimo.
Se non te la senti puoi rifiutare.  Come ho già detto sei libero di agire come meglio credi. - Osservò in tono piatto. Il codinato si irritò non poco ma cercò di imporsi calma e sangue freddo.
Se te ne fossi accorta, ho spiegato perché ho accettato la richiesta di tuo padre.
Certo per sdebitarti dei casini combinati. Ottimo modo di prendersi cura della palestra della mia famiglia. Col senso di colpa si va lontano.-
Sottolineò con esasperazione. *Respira Ranma respira* s’impose come un mantra; lo stava volutamente provocando ma lui non avrebbe ceduto, non dopo tutto quello che sapeva.
Un’ ondata di tristezza lo avvolse; Akane preferiva scontrarsi con lui pur di non pensare a cosa le stava accadendo.

Sono il migliore artista marziale di Tokyo se non del Giappone intero e lo sai.
Lo faccio per sdebitarmi ma non solo, in questi anni voi siete diventati la mia famiglia e
mi avete dato la possibilità di allenarmi e imparare cose nuove mentre io ho difeso l’onore del dojo. Direi che è uno scambio equo.
-
Disse secco senza trasparire emozioni. La mora grugnì piccata. Non sarebbe mai stata all’altezza di condurre il dojo da sola e comunque lui era infinitamente più forte e abile nei combattimenti.
Con la mia forza e la tua organizzazione ben presto estingueremo il debito di tuo padre. - Suonava quasi come un complimento e la ragazza arrossì leggermente.
Ah e un’altra cosa Akane, io sono stato sempre libero di scegliere come agire e non credere che io abbia bisogno della tua benedizione quindi trai da sola le tue conclusioni…
e…ecco se vuoi mollarmi dillo e basta ma non accampare scuse come se mi facessi un favore.

Proferì con un sorriso. Non era riuscito a trattenersi. Le iridi nocciola di lei lo guardarono prima arrabbiate poi confuse e infine imbarazzate.
Io non… ecco. Baka non hai capito nulla. Io insomma non voglio la pietà di nessuno. Le responsabilità della palestra Tendo è mia, purtroppo per mio padre non sono nata maschio…
così a quest’ora tu saresti libero da qualsiasi legame.
  Un altro crack al suo cuore. Akane credeva che lui provasse pena e senso di colpa… quanto poteva essere lontana dalla realtà?
Beh non c’è andato lontano dal fare un maschio… - Sdrammatizzò beccandosi un libro in testa.
Baka… — Borbottò risentita ma Ranma sorrise al suo imbarazzo.
Nelle condizioni in cui siamo, i nostri padri ci avrebbero promesso lo stesso. Infondo dimentichi la mia parte femminile. - Sghignazzò.
La mora immaginò una sua versione maschile a braccetto con Ranko. Rise anche lei.
Secondo me quei pazzi avrebbero trovato comunque un modo per imparentarsi…quindi…
Ti stai rassegnando al nostro finanziamento?
- Tagliò serio Ranma.
io… voglio bene a mio padre e tengo alla palestra… conduciamo insieme e vediamo come va.
Ho messo le cose in chiaro appunto per questo. Tutto quello che accadrà nelle nostre vite da ora in poi deve essere frutto delle nostre scelte, qualunque esse siano.
-
Stretta nelle spalle, le sembrava ancora più piccola, nonostante ciò riusciva chiaramente a percepire il suo spirito combattivo.
Stava assistendo quasi inconsapevolmente al mutamento di una ragazzina violenta in una donna combattiva. Sorrise alla sua fidanzata.
Ci sto! Mi ha stupito il tuo discorso. Anni sui libri di studi hanno dato i loro frutti eh…
Invece per te non c’è speranza… sei sempre il solito baka
- Sorrise.
A proposito… piccolo genio, ovviamente mi darai una mano a scuola visto che dovrò occuparmi dei corsi.
Hei! Non che prima ti ammazzassi di lavoro e poi li conduco anche io i corsi!
Beh a me basta che mi fai copiare!
- Non sarebbe mai cambiato mai.
Sei irrecuperabile Saotome. -

Per alcuni istanti i loro sguardi si incatenarono in un attimo eterno. Erano stranamente eccitati e spaventati per questa nuova avventura.
Avrebbero voluto dirsi tante cose, infondersi fiducia e stringersi in quel banco di prova che finalmente era li davanti a loro.
Ranma lo sapeva ma per il momento andava bene così non voleva forzare la mano e caricarla di emozioni e aspettative.
Ci sarebbe stato tempo per tutto, ora era il momento di cercare di vivere serenamente e trovare una soluzione al problema. Il codinato le allungò la mano.
Collaborazione allora?
S…sì.
- Akane la strinse serena. Sarebbe stato l’inizio di una nuova fase di vita che l’avrebbe distratta dai suoi problemi.
D’improvviso un mancamento. La ragazza si sentì girare la stanza attorno mentre la voce del suo fidanzato giungeva ovattata.
Akane! Akane! Rispondimi! - Mise a fuoco dove si trovava ancora ebbra della sensazione di apnea e vuoto avute.
Ra…ranma. - Il codinato la guardava preoccupatissimo.
Era stesa sulle gambe di lui, che la teneva stretta in un abbraccio, con il viso a pochi centimetri dal suo. Arrossì violentemente ma non era in grado di muoversi.
Accidenti Akane, mi hai fatto prendere un colpo, come ti senti?
Bene…credo
. - La osservò funereo.
Sto bene… davvero, sono solo un po' stanca. - Fece per staccarsi ma lui la strinse saldamente, alzandosi e mettendola a letto.
Devi riguardarti. Sei pur sempre una donna. - Le sopracciglia di Akane sparirono dietro la frangia in un espressione di puro stupore.
E da quando sarei una donna e non un maschiaccio? - Chiese lei.
Coff… coff… sei proprio una bambinetta! Possibile che credi a tutto quello che dico?
Se…se uno lo dice sempre poi finisce per crederci… non ti pare? - Il moro non aveva mai riflettuto sulla questione effettivamente.
Aveva sempre pensato che lei fosse superiore ai suoi insulti, che non li considerasse veri a prescindere, provenendo da un’attaccabrighe come lui.
Beh… se dici ogni giorno che sei una sirena mica ti spunta la coda di pesce. - Rispose serio come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Akane non poté fare a meno di scoppiare in una risata cristallina seguita a ruota dal fidanzato. La tensione era stata smorzata e una specie di armistizio era stato tacitamente siglato.
Ora a nanna, non farmi preoccupare… socia. - Era un tono che non ammetteva repliche però era stranamente dolce.
Buona notte allora….
N…notte Akane
. La ragazza si staccò a malincuore restando interdetta quando le scoccò un leggerissimo bacio sulla fronte, scappando poi a gambe levate dalla stanza.
*sei proprio un baka* Sorrise e si addormentò serena.




Si rigirava nel letto in preda agli incubi. Sudata e pallida si contorceva di dolore. Flash del monte Hoo, improvviso gelo, tremendo calore la facevano sentire più spaventata e atterrita che mai.
Ranma, doveva salvarlo ma come faceva in un corpo così piccolo? Le forze la stavano abbandonando.
Non avrebbe più potuto abbracciarlo, non gli era stata d’aiuto e adesso moriva li, in Cina lontano dalla sua famiglia. No doveva reagire!
Ad un certo punto le palpebre fino ad allora forzatamente chiuse riuscirono a spalancarsi permettendole di visualizzare il soffitto della sua camera.
Boccheggiando si tirò su a sedere. Si era dimenticata di prendere le medicine prescritte dal dottore. Scese in cucina per prendere un bicchiere d’acqua e trovò stranamente la luce accesa.
Non riusciva ad essere intimorita dopo quello che aveva sognato e quindi si affacciò con naturalezza convinta di trovarci Kasumi.
Una figura femminile c’era ma non era quella di sua sorella. Nodoka avvolta in una vestaglia da camera color malva era intenta ad armeggiare con un bollitore.


Zietta… Sussurrò la ragazza cercando di non spaventarla.
Oh Akane chan, anche tu sveglia? Non riesci a dormire? - Il sorriso della donna le scaldò il cuore. Era così dolce con lei e le sue sorelle.
Averla in casa era per assurdo come riavere un pezzettino della sua mamma. Sorrise di rimando appollaiandosi ad uno sgabello vicino.
Eh sì, ho dimenticato di prendere la compressa della sera. - Lo sguardo di Nodoka si scurì leggermente preoccupato.
Come va con le cure? Ti va un pò di tea? -
Bene, mi sento molto meglio…sì grazie.
Mi fa molto piacere, adesso dovrete affrontare la nuova sfida della palestra, dovete essere in gran forma.
- Trillò orgogliosa.
Già…
 C’è qualcosa che ti preoccupa piccola?
No..no è tutto ok.
- La donna percepì i suoi pensieri.
Akane chan non ti preoccupare. Ranma è un tale combina guai ma ama davvero le arti marziali. Sarà l’orgoglio della vostra palestra!
Non lo metto in dubbio.
- Sorrise sghemba.
Ah e sono sicura che anche tu farai del tuo meglio. Sono così orgogliosa di te. Sei diligente e organizzata non può che andare tutto bene. -
Quella donna era un crogiolo di positività ed energia nonostante tutto quello che aveva passato.
La mora le sorrise grata non riuscendo a celare però le sue vere preoccupazioni e senza volerlo cominciò a non riuscire a trattenere le lacrime, che gocciolarono nel profumato tea davanti a lei.
Ma… Akane… ho detto qualcosa che non va? - Era uguale a suo figlio.
N..no è solo che… -
Con fare materno Nodoka l’abbracciò esortandola a sfogarsi e lei come un fiume in piena non se lo lasciò ripetere due volte.
Le raccontò tutto lasciandola di stucco. Il dolore che permeava dalle sue parole era vivo e difficile da digerire.
Era senza parole, quale orrore stava vivendo quella povera piccola. Akane per lei era la figlia che non aveva mai avuto.
Bella, gentile e forte vederla soffrire così le aveva spezzato il cuore. Dopo interminabili minuti passati a cullarla e ad asciugargli le lacrime, la guardò con dolcezza.
Piccola mia, mi spiace non aver capito prima il tuo dolore…ma sei giovane e forte. I
l dottore presto troverà una cura adeguata e sono sicura che un giorno avrai degli splendidi bambini e io dei dolcissimi nipotini da crescere.
-
Akane arrossì leggendo il sincero augurio negli occhi della donna.
Ranma lo sa? -
N…no ho preferito non dirglielo, sono cose emh… intime.
Oh ma pensavo che tu e mio figlio…insomma dopo che eravate chiusi in camera al buio insieme*
…La ragazza divenne color pulce.
Come mai tutti davano per scontato che lei e Ranma avessero un rapporto più che intimo.
Emh… non ancora.. oh insomma no! Con quel baka poi… - Nodoka non riuscì a trattenere una risatina. La ragazza di suo figlio era più simile a lui di quanto pensasse.
Zietta…vorrei che nessuno lo sapesse, non voglio che gli altri si preoccupino per me. - In effetti immaginarsi la reazione di Soun Tendo non fu difficile.
Ok va bene. Sarà il nostro piccolo segreto. Adesso beviamoci questo tea, che si raffredda. -

Una promessa importante in una notte come tante. Nodoka inaspettatamente si era rivelata una fantastica confidente. Sicncera, discreta come un elegante ciliegio.
Avere una persona con cui confidarsi era importante. Akane quella sera pensò vividamente che quella donna fosse un dono da parte di sua madre.
Sorrise con il cuore più leggero pronta ad affrontare un nuovo giorno.






Note dell'autrice: *Nodoka si riferisce al capitolo del manga in cui Akane per salvarlo dalla sua furia (convinta che ci fosse un molestatore) si chiude con lui al buio e Ranma che ne approfitta per fare pace tentando di baciarla.

Eccoci qua! Grazie ancora a chi sta seguendo e recensendo la storia, siamo arrivati al terzo capitolo. Spero che nonostante i capitoli corti si capiscano i sentimenti e l'evolversi della vicenda.
Mi scuso se non ci sono ancora combattimenti all'ultimo sangue ma ho preferito una visione più quotidiana e introspettiva. Spero di fare cosa grandita.
La canzone scelta oltre ad essere un bellissimo classico del pop rock descrive perfettamente i sentimenti di Akane..ho deciso appunto di dare il nome al capitolo in base ad una canzone, lo trovavo carino.  
I nostri piccoli si stanno avvicinando ma purtroppo per loro non hanno nemmeno idea di quanto sia in salita la strada mauahahaha *ghigno sadico*  e cosa pensate la palestra sopravviverà a questi due pazzi?
E a tutti gli altri? Spero di avervi incuriosita...  Un grazie speciale a tutte le persone che mi sostengono con le loro bellissime e dettagliatissime recensioni *me commossa*  davvero sono contentissima!
Alla prossima e buona giornata!

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Capitolo 4
*** Teo Toriatte ***




 

Teo Torriatte konomama iko

Aisuruhito yo

Shizukana yoi ni

Hikario tomoshi

Itoshiki oshieo idaki

When I'm gone

They'd say we're all fools and we don't understand

Oh be strong

Don't turn your heart

You're all

We're all

For all

For always...

Let us cling together as the years go by

Oh my love, my love

In the quiet of the night

Let our candle always burn

Let us never lose the lessons we have learned     (teo toriatte - Queen)








Le settimane a venire furono molto tranquille. Ranma e Akane la mattina andavano a scuola e il pomeriggio tenevano i corsi.
Ogni tanto organizzavano qualche evento di quartiere, in poco tempo la voce che si poteva prendere lezione dal fortissimo ragazzo col codino fece il giro dell’intera prefettura.
I bambini iscritti al corso di Kempo erano raddoppiati. Akane era un’ottima insegnante e i piccoli imparavano in fretta.
I due fidanzati andavano d’accordo tranne per qualche piccolo screzio dovuto a qualche allievo di Ranma particolarmente intraprendente nei confronti della sua futura sposa.
Mazzi di fiori, biglietti anonimi e pensierini erano all’ordine del giorno ma nessuno di loro confessava per timore che il maestro li punisse severamente.
Ryoga qualche volta era passato a trovarli, tra un presunto viaggio ad Okinawa e uno a Kyoto ma di p-chan nemmeno l’ombra, era stato di parola.
Le cure cominciavano a fare effetto. Il dottor Tofu era entusiasta della reazione fisica di Akane.
Non aveva avuto più un malessere da allora e la forza era tornata a scorrere in lei.
Il suo utero pareva soffrire di meno e i dolori addominali erano sotto controllo grazie alle medicine. La mora si sentiva sempre più vigorosa e forte.
Studiava e preparava le lezioni al dojo e spesso sulla bocca del vicinato loro erano già additati come il maestro Saotome e sua moglie con somma gioia di Soun e Genma.
La cosa, come da copione arrivò in un batter d’occhio alle orecchie degli spasimanti di lei e fidanzate di lui. Dopo qualche scena isterica di Kuno e Gosunkugi con conseguenti sfide contro Ranma puntualmente perse.
Kodachi aveva provato a rapirlo qualche volta e ad avvelenare il cibo di Akane, cose che erano state facilmente evitate date le esperienze pregresse.
Insomma la notizia stava scemando di popolarità e di questo Ranma non poteva che esserne felice.


Fu proprio in una mattinata di fine giugno che il ragazzo dovette ricredersi sulla quiete di Nerima e affrontare la prima di una serie interminabile di prove.
All’istituto Furinkan la voce che i due testardi eredi adesso collaboravano amorevolmente era ben nota ma a conti fatti poco era cambiato o se non altro era percepibile da pochi.
Gli screzi erano all’ordine del giorno ma in maniera più blanda quasi svogliata. Non volavano tavoli, non c’erano bamboline woodo, ne spade da kendo. Sembrava quasi un normalissimo liceo giapponese.
Seduti sotto il grande albero del cortile i due fidanzati stavano godendosi l’ombra in quella torrida ora di pranzo.
Akane scribacchiava su un’agenda di cuoio blu, elencando gli allenamenti e le lezioni della settimana e il suo ragazzo mangiava avidamente l’obento, preparato amorevolmente da Kasumi.
Ranma mi stai ascoltando?
mhf… scferto akan…gnam… akane.- La mora sbuffò guardandolo rassegnata.
Non ti ingozzare come un maiale, oggi hai lezione con i più grandi. Non vorrei ti sentissi male durante i combattimenti. - Proferì stizzita.
Che c’è ti preoccupi per me?
Tsk…mi preoccupo per il pavimento del dojo e per gli allievi che hanno grandi aspettative nei tuoi confronti Saotome sensei.
- Il moro la guardò serio.
Non mi pare di aver deluso mai le aspettative tue o degli allievi. No? - Akane tossicchiò divertita.
Degli allievi no ma…aspetta fammi vedere… non trovo l’interminabile lista che cominciai a compilare anni fa. - Ora rideva apertamente e il ragazzo non sapeva se sentirsi offeso o stare allo scherzo.
Quello di cui era certo che vederla così serena e felice gli riempiva l’animo di speranza. Optò per la seconda opzione.
Scusami… sto cercando di migliorare anche in quello. - Sussurrò osservandosi le mani con non calanche. La ragazza smise di ridere e poggiò la sua mano sul suo pugno chiuso.
Lo so… e stai facendo un ottimo lavoro. -
D…davvero? -
Il  suo sorriso lo illuminò e si chiese che cosa diavolo lo fermasse dal baciarla.        
Si avvicinò lentamente e le loro espressioni si fecero più serie. Un caldo refolo di vento scompigliava i loro capelli e tutto il mondo sembrava essersi accorto di cosa stava accadendo.
Akane socchiuse gli occhi in sincrono con Ranma, che era sicuro di poter sentire i battiti dei loro cuori forti come cannonate. Stava accadendo finalmente.  
Il rumore di una lama che fende il vento e il momento magico fu spezzato da un attrezzo che i due conoscevano bene.
La spatola da okonomiyaki di Ukyo si era conficcata con precisione chirurgica sull’albero alle loro spalle.

Che succede Ranchan? - Un’aura blu circondava la giovane cuoca che vedendoli così affiatati in questi giorni aveva cominciato ad insospettirsi sempre più. Era arrivata appena in tempo.                   
Cosa diavolo aveva fatto quella arpia di Akane al suo adorato. I due si voltarono verso di lei imprecando mentalmente. Il codinato era davvero infastidito.
Voleva lasciarla per ultima ma il fato aveva deciso. Doveva parlare prima con la sua cara amica d’infanzia e farle capire una volta per tutte che non sarebbe stata lei la sua compagna di vita.
La piccola Tendo era davvero stufa di questa situazione. Si alzò in piedi, sbattendo le mani sulla gonna e guardò Ukyo con aria di sfida.
Si sentiva forte, se Ranma non aveva il coraggio di farlo lo avrebbe fatto lei. Adesso le cose stavano andando bene, nonostante non fosse cambiato nulla tra loro almeno fino a quel momento.
Voleva farle capire che lui aveva scelto la palestra e la sua casa. Ma il suo cuore, aveva scelto lei? Stavano quasi per baciarsi pochi secondi prima ma cosa voleva dire infondo.
La sua sicurezza vacillò ma non ebbe il tempo di realizzarlo perché una voce squarciò quel silenzio scomodo.
Succede che ti devo parlare Ucchan. - Lo sguardo fisso e fiero. Le due donne deglutirono all’unisono. Sembrava così sicuro e determinato. La cuoca arretrò di qualche passo incapace di reagire.
Akane puoi lasciarci soli per qualche minuto?
Non fare tardi a lezione!
- Lo rimbeccò lei improvvisamente rinsavita. Di cosa doveva parlare con lei?
Il codinato le rivolse un sorriso rassicurante e si avviò verso il retro della scuola con Ukyo che si fissava nervosamente i piedi.   



Arrivati al campo di calcio si accomodarono sugli spalti vuoti. L’aria era carica di tensione e il sole stava lentamente scendendo a ovest. Il ragazzo prese un respiro profondo e chiuse gli occhi.
Ucchan…
Di… dimmi
… -Era nervosissima, temeva di ascoltare le parole.
Ti ho portata qui perché è arrivato il momento che tu sappia una cosa importante. Non posso più trattenermi.
Ranma.. -

Vedi Ucchan tu sei una persona speciale… - Lacrime affiorarono negli occhi della graziosa cuoca, forse voleva solo farla ingelosire con quell’arpia di Akane?
Sei la mia più cara amica dai tempi dell’infanzia. So anche cosa provi per me… e… ecco è un sentimento meraviglioso e ne sono davvero lusingato. - Tremava impercettibilmente mentre stringeva a se una delle sue spatole.
In un impeto lei gli strinse le mani avvicinandosi.

Ma io…non posso ricambiare quello che provi Ucchan… vedi io amo un’altra. - Crack.
Ranma poté giurare di aver sentito quel suono provenire dal cuore della sua amica. Il bel viso perse repentinamente colore.
Ran… cosa? Ranma tu… chi è? E’ Akane.
Sussurrò impercettibilmente. Il codinato annui senza smettere di fissarla. Era sereno, anche se si vedeva il dispiacere sincero che provava nel dirle così crudamente la verità.
Ma… ma io sono la tua fidanzata carina… -
 Lo so Ucchan. Mi dispiace per quello che è successo tra i nostri genitori e se potessi risarcirti…
Dovresti sposare me non lei! Sono la tua fidanzata da molto prima! Me lo devi!
- Gridò furiosa. Solo adesso si rendeva conto di quanto fosse stupida quell’affermazione.
Si era attaccata disperatamente a quella sciocca promessa fatta da suo padre quando loro erano appena capaci di camminare sulle gambe.

Ucchan… io… non so dirti come sia successo. Ho cominciato a volerle bene e mi sono trovato così… innamorato perso di lei. Farti del male è l’ultima cosa che vorrei.
Saresti felice di sposare un uomo che ama un altra? Meriti sicuramente una vita diversa…

Ti avrei aiutato a dimenticarla… ti avrei aspettato. - Pigolò piano.
Credimi… non sai quante volte ho tentato di soffocarli questi sentimenti… ma non ce la faccio più… vedi non cerco nemmeno più di nasconderlo. -
Ranma allargò le braccia in un gesto sconfitto, sembrava quasi più disperato di lei in quel momento. La ragazza con il viso inondato di lacrime si rese consapevole della realtà.
Aveva perso. Lui l’aveva ammesso. Amava Akane di un amore feroce e totalizzante. L’ aveva sempre saputo in un cantuccio del suo cuore ma sentir pronunciare quelle parole dal suo amato, fu come fuoco sulla pelle.
Possiamo rimanere amici Ucchan… ?- Ancora fuoco.
Non lo so.. io… devo incassare il colpo immagino. - Boccheggiava nel pronunciare quelle parole. Stava rinunciando a lui in ogni sua forma?
Il moro tentennò per qualche momento, non voleva perderla come amica. Le voleva un bene sincero e fraterno.
Ti aspetterò… - Ripeté le sue parole e furono stilettate nel cuore della cuoca.
Devo andare. - Un sorriso tremolante tra le lacrime che oramai le avevano offuscato la sua vista. Si sentiva ferita e umiliata per l’ennesima volta.
Perché non andava mai niente bene nella sua vita? Perché il ragazzo che illuminava i suoi giorni voleva un’altra? Mille domande dolorose danzavano nella sua testa.
Doveva fuggire da li, doveva ritornare al ristorante, nella sua tana. Ranma voleva abbracciarla, calmarla ma lei non gliene diede il tempo.
Con qualche colpo di spatola fermò il suo tentativo non lasciandogli nemmeno il tempo di dirle addio.
Il ragazzo rimase li immobile a fissare il punto dove era sparita. Si sentiva malissimo ma così leggero. Se ne vergognò.
Sulla strada di casa ripercorreva mentalmente il discorso fatto a Ukyo e mano a mano si rendeva conto che ce l’aveva fatta, aveva finalmente chiarito i suoi sentimenti da uomo.





Entrato in casa si accorse di un silenzio strano. Sentiva solo il rumore delle cicale e del piccolo fuurin* attaccato alla veranda.
In un angolo del soggiorno suo padre dormiva sguaiatamente a pancia in su nella sua versione panda. Guardò l’orologio. Quasi le cinque.
Corse subito a cambiarsi per la lezione. Era arrivato appena in tempo. Si precipitò al dojo correndo.
Affacciandosi alla porta non poté fare a meno di sorridere alla visione di Akane che batteva un allievo ben più grosso di lei. I
n pochi istanti gli venne in mente l’immagine di lei che ogni mattina sconfiggeva i suoi pretendenti, praticamente tutti i maschi del Furinkan.
Ricordava il suo sguardo fiero e i capelli lunghi ondulare aggraziati tra un colpo e l’altro.
Lo sguardo era lo stesso ma adesso i capelli corti e scarmigliati, il viso più maturo e la casacca del ji che conteneva a stento le sue squisite forme, la rendevano atrocemente sexy.
Nessuno avrebbe immaginato che stesse combattendo una battaglia che andava ben al di la delle arti marziali. Non era il solo a pensarla a quel modo.
Metà della sua classe era ammirata e eccitata. Di solito la vedevano dolce e gentile mentre era intenta ad insegnare ai più piccoli, certamente non si aspettavano di vedere la loro maestra così selvaggia e donna.


Tetsuo! Sei così grosso e ti fai battere da una ragazza? - Provocò il codinato, attirando l’attenzione. Era orgoglioso di lei ma furente con i suoi allievi. Erano dei rammolliti oltre ad essere adolescenti pervertiti.
Ma…ma…Ranma sensei. Akane san è fortissima! - Rispose il ragazzone alto mentre si rimetteva in piedi imbarazzato. Le gote rosse, segretamente eccitato dallo scontro con la sua maestra.
Akane sensei vorrai dire…
Eh sì… certo… mi perdoni Akane Sensei
- Disse inchinandosi rispettosamente. La mora sorrise benevola.
Certo che è fortissima è un maschiaccio viol… -
Baka come ti permetti!
- Gli arrivò un blocco di cemento dritto sulla testa.
Dicevo… - Scansandolo abilmente.
Non sarebbe la maestra di questo dojo se non sapesse come atterrare uno scimmione come te. Akane è un osso duro e fareste meglio a tenervi alla larga da lei. In tutti i sensi. -
Tuonò scoccandogli un’occhiata severa; quante confidenze si prendevano i ragazzini di oggi. La ragazza lo guardava interrogativa, cosa voleva dire?
Forse offenderla ancora o era un velato complimento? Gli allievi deglutirono sonoramente. Era una minaccia.
Troppo spesso si erano lasciati andare in commentini e apprezzamenti sulla bella insegnante e spesso proprio a pochi passi dal codinato.
Sapevano che loro  erano fidanzati ma non sembravano particolarmente affettuosi o sdolcinati, anzi ogni occasione era buona per scontrarsi rallentando avvolte anche i corsi stessi.
Bah… comunque quell impiastro del vostro maestro ce l’ha fatta a venire, quindi forza, concentrazione e buona lezione! - Sorrise ai ragazzi riservando un’ occhiata gelida al fidanzato.
Sicuramente quella sciocca aveva frainteso tutto. Sospirò. Toccava scusarsi e lo avrebbe fatto. Dopo oggi si sentiva un leone in grado di affrontare tutto.



La sera aveva portato con se una leggera brezza fresca. Nell’aria si sentiva odore di mare nonostante Nerima fosse lontanissima dalla costa.
Stava proprio arrivando l’estate. Penso Akane, immersa nella profumata acqua del bagno. Kasumi adorava mettere delle essenze nella vasca comune,
diceva che rasserenare lo spirito con una coccola profumata era il miglior modo per concludere una faticosa giornata.
Fu segretamente grata alla sorella, immergendo il viso a metà. Era stata una giornata strana… il quasi bacio con Ranma, l’interruzione di Ukyo. Lo strano sguardo di lui a lezione.
Doveva vederci chiaro. Poche stanze più in la, il soggetto dei suoi pensieri, stava raccogliendo degli indumenti puliti per poi andare a lavarsi.
Era stata proprio tosta oggi. *Combattimenti dello spirito e del corpo*. Con delicatezza sua madre aprì la porta di carta di riso della sua stanza, sorridendogli dolcemente.
Ranma caro, ti disturbo? - Sorrise di rimando. Era così contento che i suoi vivessero finalmente insieme e per giunta sotto lo stesso tetto con i Tendo che considerava la sua vera famiglia.
Mamma, no non disturbi affatto.
Com’è andata la lezione? Ti sei fatto onore?
Bene, bene… i ragazzi imparano in fretta e io non potrei essere più contento. Mi piace molto insegnare, mi riesce naturale… non credevo sai?
- Nodoka si commosse.
Il suo bambino adesso era un uomo virile e responsabile. Un bravo maestro di arti marziali.
Le tue parole mi riempiono di gioia. Se ami quello che fai, ti riesce naturale condividerlo non trovi? - Il ragazzo la guardò adorante come quando faceva da bambino e lei non poté
fare a meno di ringraziare i kami per averlo ritrovato. Erano momenti come questo in cui si chiedeva come aveva fatto a crescere senza di lei e il suo amore.
E Akane-chan? Come sta andando lei?
Ah..bene. I piccoli iscritti aumentano di giorno in giorno. E’ una brava insegnante, sarà perché è goffa e bambinetta come loro.
- Scherzò bonariamente.
Veramente l’ho vista atterrare più di un giovanotto oggi in palestra. Non pensavo fosse così forte. E’ davvero femminile. - Il codinato non immaginava quale concetto di femminilità intendesse
sua madre ma non poté fare a meno di concordare. Stava ritornando l’Akane di prima ma con forza e grinta in più.
Si sentì accaldato a ripensarla avvolta nel ji. Ma cosa diavolo gli prendeva? Gil ormoni era sempre riusciti a tenerli sotto controllo.
Adesso il suo corpo non riusciva a trattenere il tumulto del suo cuore. Ogni giorno era come se la vedesse per la prima volta.
Notava questa o quella curva, il suo profumo, la particolare sfumatura di blu scuro che riflettevano i suoi capelli al sole eppure erano tre anni e passa che vivevano sotto lo stesso tetto.
Forse prima aveva paura del suo cuore, di guardarla troppo e perdersi per sempre in quel sentimento debole, da donnicciole come ripeteva il suo vecchio.
Adesso sapeva che non c’era speranza, non c’era mai stata, dalla prima volta che il suo sguardo si è posato su di lei e il suo sorriso.
Desiderava avvicinarsi a lei in maniera più intima, voleva sapere se dietro a quei sguardi imbarazzati, quelle parole a metà c’era lo stesso sentimento che agitava il suo animo.
Ranma, mi ascolti? - Sua madre interruppe il filo dei suoi pensieri impuri, con uno sguardo consapevole.
S..sì scusami. - Ridacchiò.
Non è certo poco virile pensare alla propria fidanzata figliolo. Infondo è tanto tempo che vivete sotto lo stesso tetto… è naturale che… - Divenne istantaneamente color cremisi.
Non è come pensi… io con Akane, non potrei mai… -
Non ti piace Akane? Non provi piacere nel vedere un corpo femminile?
Strinse seria la katana a se fulminandolo.
Sì cioè non…è imbarazzante mamma! - L’aura di Nodoka si calmò e tornò tutto alla normalità.
Oh beh se vuoi conquistarla e insomma avvicinarti perché non la corteggi? Però evita i fiori, questa casa è diventata una serra oramai. -
Il codinato si rabbuiò, avrebbe punito severamente chiunque avesse beccato a lasciare altri fiori per Akane. Possibile che dei ragazzini di quattordici anni avessero più fegato di lui con le donne?
Io non lo so, con lei è tutto così complicato… quando mi sembra di fare un passo avanti ne faccio due indietro. E’ un mistero per me! -
Questo accade perché tu non hai mai fatto nulla di concreto nei suoi confronti. -
Rispose saggia.
Cosa? L’ho salvata un mucchio di volte. Ho protetto lei e la sua famiglia, sto cercando di non farla arrabbiare…
Sono cose molto onorevoli figliolo ma anche molto sicure.
- Ranma si bloccò fissando la donna con tanto d’occhi.
Credeva che dalle sue azioni trasparisse l’affetto che aveva per lei ma s’impose il silenzio, nelle questioni sentimentali aveva ancora troppo da imparare.
Le hai mai detto quello che provi? L’hai mai portata fuori romanticamente, tenendola per mano e tutto il resto? Hai mai provato a baciarla? Infilarti nel suo letto? -
Sua mamma aveva una concezione di corteggiamento al limite dell’ hentai. Deglutì colpevole. In questi anni tra equivoci, imbarazzi e situazioni paradossali non erano mai riusciti a fare nulla da fidanzati normali.
Loro non erano normali. Ogni volta che provavano ad avvicinarsi c’era sempre questo o quel personaggio che attentava alla loro unione se non peggio alla vita e quando non c’era nessuno erano talmente incapaci di lasciarsi andare che restavano ore a guardarsi con la salivazione azzerata e le mani tremanti per poi insultarsi senza motivo.
Effettivamente…
Qua ci vuole qualcosa di drastico… sii un vero uomo. - Ranma la guardò stralunato, doveva saltarle addosso? Prenderla e baciarla con impeto? *se solo avessi il coraggio…* pensò confusamente.
Ma la donna tirò fuori dalla manica dello yukata una piccola scatolina di velluto blu.
Mamma, Akane già prende le compresse, davvero non ha bisogno di tranquil… - Le parole gli morirono in gola. Davanti a se un grazioso anellino con un piccolo brillante troneggiava nel suo splendore.
Semplice, luminoso proprio come il sorriso della sua Akane. Non sapeva cosa dire o fare, un’ansia terribile lo assalì annaspando nello sguardo sicuro di Nodoka.
Questo è un anello caro… non una scatolina porta compresse* . E’ un’eredità che ci tramandiamo da secoli noi donne della famiglia. Se avessi avuto una figlia femmina l’avrei donato a lei.
L’ho tenuto per tutti questi anni lontano da tuo padre. E’ l’unico ricordo che ho di mia madre prima del matrimonio.
Ma…mamma…
Akane-chan è la figlia che non ho mai avuto. Sarà una brava moglie un domani e voglio che abbia questo.
Ovviamente quando tu ti sentirai pronto per fare il grande passo… tienilo al sicuro come monito per darti coraggio. Ti aiuterà a fare la cosa giusta, se tieni a lei come credo
. -
Ranma era commosso. Sua madre gli stava facendo dono di un ricordo importante e lo stava aiutando ad affrontare la più grande delle battaglie.
Quella di diventare un uomo e prendersi ciò che la vita aveva da offrirgli.
Accettò il dono e lo ripose al sicuro nel suo cassetto,accanto all’ornamento del vestito da sposa.
Non sarebbe rimasto a lungo li, ne era certo.
    




Si avviò con passo pesante verso l’ ofuro, non potendo smettere di pensare agi avvenimenti della giornata.
Spesso il matrimonio era visto come un obbligo e certamente nei primi anni della sua permanenza in casa Tendo, lui l’aveva percepita proprio come una spada di damocle.
A sedici anni chi pensa a sposarsi? Fortunatamente la sua compagna di sventura era ostinata e ritrosa come lui a quell’idea.
Giorno dopo giorno e avventura dopo avventura si accorse che Akane era molto più simile a lui di quanto credesse. Amava le arti marziali, era onesta e schietta al limite della violenza proprio come lui.
Non voleva che gli altri decidessero per lei ed era sempre pronta a difendere chi voleva bene senza remore. Con il passare del tempo si erano ammorbiditi, cercati, guardati di nascosto, si erano difesi l’un l’altro e uniti in un legame indissolubile che bruciava sulla pelle. Arrivato al bagno si accorse che la porta era socchiusa e il suo sguardo non poté fare a meno di cadere sulla figura intenta a rimirarsi allo specchio.


Akane avvolta in un pigiamino di seta giallo chiaro era corrucciata davanti allo specchio. I capelli ancora umidi, le labbra imbronciate.
Si girava di profilo e poi in avanti imbarazzata. Con un gesto al rallentatore si sollevò leggermente la canotta, scoprendo la sua pancia piatta e nivea. Il codinato la osservava in religioso silenzio quasi ipnotizzato.
Si accarezzò il ventre con delicatezza e provò a gonfiarlo un po’ nell’imitazione di un piccolo pancino  gravido. Un gesto infantile e disperato che spezzò il cuore di Ranma.
Cercando di non fare rumore si portò una mano davanti alla bocca shoccato. Si allontanò lentamente dalla porta, incapace di sopportare quel momento, aveva bisogno di aria.
Se con Akane fossero stati un po' più intimi gli sarebbe bastato entrare, abbracciarla e farle sentire tutto il suo amore.
Si schiaffeggiò mentalmente. Non era più il tempo della timidezza e dell’orgoglio doveva agire, ora. *Dannazione sii uomo!*



Tornò sui suoi passi proprio nel momento in cui una triste Akane si avviava verso la sua camera. Si guardarono sorpresi.
Akane…
Ranma…
- La mora ebbe il coraggio di parlare per prima, non voleva farlo preoccupare ne dargli l’impressione di essere in pena per qualcosa.
Co…come è andata la lezione allora?
Bene…
- Ringraziò mentalmente i kami, non sapeva proprio da dove cominciare.
La tua classe è proprio indisciplinata ma ha del potenziale…
Tra poco saranno capaci di battere anche te.
- Canzonò dolcemente.
Ne devono ancora mangiare di ciotole di riso. - Rispose sorridente mostrando i bicipiti molto più tonici del solito.
Che muscoli! Stai diventando uno scaricatore di porto, sicura che nelle compresse del dottor Tofu non ci sia del testosterone? - Akane colse la provocazione e ghignò.
Magari dovresti fartele prescrivere allora…ahahah - Il tono malizioso che aveva usato fece scattare il ragazzo che cominciò a inseguirla nel corridoio.
Spesso punzecchiarsi per scacciare via la tristezza era la medicina migliore e loro erano professionisti in questo.
Te lo faccio vedere io il testosterone maschiaccio… - La mora riuscì al volo ad entrare in camera sua ma Ranma in un guizzo riuscì ad entrare e bloccarla tra lui e la porta, mantenendole i polsi.
Affannati e scarmigliarti si resero conto di essere l’uno ad un palmo di naso dall’altra. I loro occhi si erano incatenati come quella mattina.
Lo sguardo di Ranma si posò sulle sue labbra, sembrava quasi affamato. “Affamato di me…no non può essere” pensò confusamente Akane, arrossendo accaldata.
Desiderava più di ogni altra cosa che lui trovasse finalmente il coraggio di baciarla. Non c’era nessuna spatola a fermarli stavolta. Il codinato era ipnotizzato.
Sentiva il suo dolce profumo insinuarsi nelle radici e le sue labbra schiuse erano una provocazione troppo grande. Con estrema lentezza si chinò verso di lei, ad un passo dalla sua bocca.
Mi sembra che avevamo un discorso da concludere… *oddio sono stato io a parlare?*
già… *oh kami se è un sogno non svegliatemi*.
 P…posso?
- Lei annuì tremando.
 Era una vita che desideravo farlo… - Soffiò a un millimetro da lei. Con dolcezza infinita Ranma posò le sue labbra su quelle di Akane. Non se le aspettava così calde e morbide.
Come diavolo aveva fatto a non baciarla mai in tre anni. *sono fottuto non riuscirò più a smettere…dannazione* In un attimo furono nell’oblio. Due calamite. I
l ragazzo sciolse i polsi dalla presa e la strinse a se, mentre lei si aggrappava alle sue spalle con tutta la forza.
Il bacio in maniera fluida divenne più urgente come in una danza antica di millenni, come se fossero nati per quello, le bocche si schiusero per far posto ad un bacio molto più profondo, da adulti.
Eccitazione, paura, libertà, amore li investivano ad ondate. Non riuscivano a pensare a nulla tranne che quella fosse la cosa più giusta in quel momento. Dopo alcuni minuti si staccarono ansimanti.
Erano davvero loro quelli? Si erano davvero baciati senza ritegno sotto lo stesso tetto con i genitori in casa? Ai due importò relativamente poco.
Si guardavano ancora avvinghiati come se fosse la prima volta che si vedevano. Ranma era incredulo, Akane al settimo cielo.
Dopo anni di attesa il suo fidanzato era riuscito a fare il primo passo. Un bacio e che bacio.
Certo non si sarebbe mai aspettata una dichiarazione d’amore da lui, aveva sempre pensato che semmai fosse successo, avrebbe fatto qualche gesto istintivo del genere ma vederlo realizzato era tutt’altra cosa.
Si staccarono senza smettere di guardarsi. La mora si tastava le labbra mentre lui avvertiva già i brividi dati dalla lontananza del suo corpo.

Un discorso convincente. - La sua faccia era viola, ma il sorriso che sfoggiò era sicuramente il più bello che avesse mai fatto.
Ranma fu preso dall’istinto di ricoprirla di baci ma cercò di trattenersi, doveva raccontarle di oggi e rassicurarla sul fatto che ci sarebbe sempre stato per lei…per scelta sua.
Devo dirti anche un’altra cosa. Ti va di andare un pò sul tetto? - La mora annuì leggermente preoccupata. Con lui era come stare sulle montagne russe.
Un minuto prima in paradiso e dopo qualche secondo giù all’inferno. In un gesto di galanteria, prese la vestaglia lasciata sulla sedia e la mise sulle spalle di Akane per poi prenderla in braccio e saltare verso il tetto.
Atterrati dalla parte in cui si vedeva bene la luna, si accomodarono sulle fredde tegole .
Ho parlato con Ukyo. - La mora deglutì sonoramente.
Sì…
Ho chiarito con lei…
Chiarito cosa? - *dimmi che è quello che spero*  
Le ho detto che non potrò mai essere il suo fidanzato… che non posso renderla felice come meriterebbe.
- La ragazza provò un pò di pena per l’amica.
Ucchan infondo le stava simpatica, quando non cercava di farla fuori. L’osservò; non sembrava pentito piuttosto dispiaciuto.
Oh…
Ho riflettuto su quello che mi hai detto qualche settimana fa… cioè agire in libertà senza nessuna costrizione.
Allora ti sentivi costretto in…in tutto…
- Non riuscì a nascondere una punta di delusione che lui puntualmente colse. Si riferiva al loro rapporto.
All’inizio sì e lo eri anche tu… credevo di agire secondo il mio volere ma non era così…
ho rimandato delle questioni per troppo a lungo e adesso è arrivato il momento di prendermi i miei spazi e di fare quello che desidero realmente.

Akane lo guardava con gli occhi spalancati. *chi sei tu e che ne hai fatto di Ranma?* . Lui guardò la sua espressione sconvolta e ridacchiò.
Ciò non toglie che sei sempre un maschiaccio violento. - Aggrottò le sopracciglia mentre lui intrecciava le mani con le sue
Intanto… mr agisco come voglio… il maschiaccio lo hai baciato. - Bastava un bacio a renderla così sfacciata? Ranma arrossì fino alla punta dei capelli.
Eh sì, sono un tipo strano… io il bellissimo e fortissimo Ranma Saotome innamorato di una ragazzina viole… - Si rese conto troppo tardi di aver pronunciato quella parola.
Con infinito coraggio cercò di guardarla in viso per coglierne una reazione. Incredibilmente stupita e con gli occhi velati di lacrime non sembrava contrariata, anzi sollevata era il termine giusto.
Che non avesse capito che dietro a quel bacio c’erano tutti i suoi sentimenti? Ranma si ricordò che con lei non era tutto così scontato.
Le ragazze hanno bisogno di sentire certe parole e soprattutto dirlo era qualcosa di rischioso… da uomo… come gli aveva suggerito sua madre.
Mentre pensava queste cose non si accorse di lei con le mani sul suo viso, ad un passo dalle sue labbra.
Ce ne hai messo di tempo… ti amo da una vita…baka. - Sigillò quelle parole in un bacio dolcissimo. 
Ranma, piacevolmente stupito, si rese conto che certe parole facevano bene anche all’animo di un uomo.
Sapere di aver interpretato i sentimenti di Akane nella maniera giusta gli facevano galoppare il cuore come non mai.
Lo amava da una vita e lui non aveva mai voluto vedere o sentire quel sentimento così pulito e chiaro. *che codardo… ha ragione sono un baka*.
Senza scudi, senza paranoie quella notte rimasero li… stretti sotto i pallidi raggi della luna, liberi di essere semplicemente due fidanzati come tanti.







*fuurin : campanellino scaccia spririti/ tempo cattivo che si attacca sulle porte/finestre/verande.
*ofuro: la vasca da bagno comune, per rilassarsi dopo essersi lavati.
*scatolina di compresse... : inerente all'episodio del manga in cui Nodoka vuole che Ranma consegni un regalo ad akane da parte sua. Una scatolina contenente un anello che in realtà era un porta pillole a forma di anello di ifdanzamento.

Angolo dell'autrice: Eccoci qua carissime/i. Un altro capitolo è stato snocciolato. Più corposo di eventi questa volta. Adesso i nostri piccoli baka si sono dichiarati ma cosa accadrà? Ho sempre immaginato il loro bacio, semplice magari scaturito da qualche battibecco e ovviamente in casa Tendo. *_* Spero vi siano piaciuti i dialoghi e anche come il nostro codinato ha scaricato Ucchan (che personalmente adoro come personaggio) . Volevo rendere ancora più introspettivo l'indecisione di Ranma e metterci qualche pensiero di Akane che dai prossimi capitoli sarà più attiva a livello celebrale (ahahaha sembra un'offesa ma non lo è). Che dire spero che vi sia piaciuto e che continuate a seguirmi in questa avventura. Grazie a tutte/i coloro che hanno lasciato un segno del loro passaggio, mi rende felice leggere le vostre opinoni. Grazie di cuore e buona domenica.

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Capitolo 5
*** Mine ***


On my mind up pass my bed time, no rest in the kingdom,
Alone in my place, my heart is away, all that I can think of is,
We should get married, we should get married,
Let's stop holding back on this and let's get carried away,
Stop making a big deal out of the little things,
Cause I got big deals and I got little things,
Got everything I'm asking for but you,
Stop making a big deal out of the little things,
Let's get carried away,
Come right now you know where I stay...


I just wanna say you're mine, you're mine
I just wanna say you're mine, you're mine
F*ck whatchu heard, you're mine, you're mine
All I'm really asking for is you,
You're mine, you're mine
I just wanna say you're mine, you're mine,
F*ck whatchu heard, you're mine, you're mine,
Long as you know who you belong to,

From 8 until late I think 'bout you,
You own my nights I don't know what to do (do),
I can't get no rest, can't get no sleep,
This whole thing got way too deep and we should...


Passo le mie notti fra i miei pensieri, non c’è riposo al regno
Sono sola a casa mia, il mio cuore è lontano
Tutto quello a cui posso pensare è che dovremmo sposarci
Dovremmo sposarci
Smettiamola di indugiare e lasciamoci portare via

Smettila di considerare piccole cose delle cose importanti
Perché io ho cose importanti, e piccole cose
Ho tutto quello che desidero, tranne te
Smettila di considerare piccole cose delle cose importanti, lasciamoci portare via
Vieni ora, sai dove sono


Voglio solo dire che sei mio, sei mio
Voglio solo dire che sei mio, sei mio
Fanculo cosa hai sentito, sei mio, sei mio
Tutto quello che sto chiedendo sei tu
Voglio solo dire che sei mio, sei mio
Voglio solo dire che sei mio, sei mio
Fanculo cosa hai sentito, sei mio, sei mio
Fin quando sai a chi appartieni...

Dalle 8 del mattino fino a tardi, penso a te
Sei tutte le mie notti quando non so cosa fare
Non posso riposarmi, non posso dormire
Tutto questo è diventato troppo profondo e noi dovremmo...
        "Mine" Beyonce- Feat Drake


Alcune mattine dopo Akane era intenta ad allenarsi nel dojo. Cominciate le vacanze estive lei e Ranma avevano intensificato gli allenamenti e con grande sorpresa di tutti, l a ragazza stava diventando davvero forte e veloce. Quando nessuno li osservava, il codinato si complimentava con lei o semplicemente l’accarezzava con lo sguardo, cosa che la mandava su di giri.
Avevano deciso di comune accordo di non rivelare in famiglia il loro avvicinamento e ci stavano riuscendo piuttosto bene.
Qualche bacio rubato in camera sua, un abbraccio sul tetto, sguardi complici erano i loro modi per gridare al vento il loro amore.
Al momento della sveglia lei andava cinque minuti prima del solito in camera sua, svegliandolo con un casto bacio sulla fronte o semplicemente scuotendolo piano,
poi quando Ranma apriva gli occhi la trascinava sul futon a farle il solletico mentre fingeva la solita scenata tra grida e baka a profusione.
L’allenamento era il momento in cui lei pensava a lui. Stentava a credere che si fosse dichiarato. Le sue labbra morbide, il suo profumo. Adorava finire una litigata tra le sue braccia.
Adesso i pezzi erano tutti al loro posto. Arrossì come una bambinetta. Era felice dopo tanto tempo non aveva paura di ammetterlo.
Purtroppo quella mattinata apparentemente tranquilla fu il preludio di un periodo più che tempestoso nella vita dei due giovani fidanzati di Nerima.
Il cielo terso e il caldo torrido non aiutavano il povero Ranma a svegliarsi. Non aveva voglia di andare in palestra così decise di fare alcune commissioni da parte di Kasumi.
Passeggiò fino allo studio del dottor Tofu per portargli alcuni dolci da parte della cognata.
I Tendo erano molto grati al dottore per tutte le volte in cui aveva letteralmente rimesso a nuovo sia Ranma che Akane e per i vari acciacchi miracolosamente guariti di Happosai, Genma e Soun.
Con passo spedito salì le scale dell’ambulatorio, trovandoci Ono intento a prescrivere alcuni farmaci alle vecchine del quartiere.
- E’ permesso?
- Oh Ranma! Entra pure! Qual buon vento… 
- Sorrise benevolo.
- Salve signora Kawamura… scusate il disturbo - La nonnina gli sorrise a sua volta.
- Buongiorno giovanotto, non disturba affatto… prendo le ricette e vado via. Sa l’artrite reumatoide è davvero fastidiosa.
- Alla tua età spaccavo il mondo ed ero anche una vera bellezza… avreste fatto follie per uscire con me!
- Ridacchiò tra la tosse lasciando allibiti i due uomini.
- Emh… non lo mettiamo in dubbio.  
- Signora Kawamura ecco a lei le ricette e mi saluti Yusuke kun!
- Arrivederci dottore, non mancherò. E tu giovanotto salutami il signor Tendo e le sue figlie!
- Disse l’anziana signora congedandosi con un profondo inchino. Rimasti soli, il dottore preparò subito due freschi bicchieri di tea freddo.
- Ecco… sono venuto per portarle dei dolci da parte di Kasumi. -  Gli occhiali del dottore si appannarono al solo sentire quel nome.
- Ka…Kasumi… ha fatto dei dolci per me?
- Sì… per ringraziarla per tutto quello che sta facendo per Akane… per noi.
- Era uno spasso vederlo versare il tea sul bancone al solo pensiero della maggiore delle sorelle tendo.
- Emh dottore… sta allagando lo studio…- Scosso dalle parole si riprese e cominciò a ripulire.
- Oh kami, lo faccio sempre… che distratto.
- Se le piace Kasumi perché non glielo dice?
- Sì morse la lingua, non erano certo affari suoi.  
Ono volse al codinato uno sguardo stralunato e arrossì come un adolescente.
- Ma Ranma… io .. non… - Il ragazzo stavolta lo guardò seriamente in attesa di una risposta da uomo a uomo.
Da quando stava con Akane non riusciva a non colpevolizzarsi per averci messo così tanto ed essersi perso i tanti istanti piacevoli che stava vivendo.
Voleva bene al dottore e si chiedeva perché non facesse il primo passo. L’uomo intuì la serietà delle sue parole e decise di confidarsi con quel ragazzino combina guai.
- Vedi non è facile… io non so nemmeno se lei mi vede come un uomo… sono solo il suo medico infondo. -
Ranma per quanto fosse tardo in amore, era sicuro che Kasumi un pò di affetto per il dottore lo provasse,
dopotutto si conoscevano da una vita e lei spesso si recava da lui senza motivo o gli faceva trovare i suoi manicaretti per pranzo o cena.
- Se non fa nemmeno un passo verso di lei credo che rimarrà col dubbio, no? - Il dottore sorrise alla genuinità del ragazzo.
-Caro Ranma non è così facile… tu sei stato costretto in un fidanzamento e abitando sotto lo stesso tetto, piano piano è cresciuto l’amore per Akane, quindi diciamo che avete fatto il percorso inverso…
- mettiamo caso che lei provasse qualcosa per me… con che coraggio la chiederei in moglie facendole lasciare suo padre e le sue sorelle. Chi baderebbe alla famiglia Tendo?
- Non ci aveva mai pensato effettivamente.
Un moto di tristezza lo invase. Kasumi aveva addirittura qualche anno in meno di lui, quando con spirito di sacrificio si era accollata la conduzione di una famiglia intera.
Aveva rinunciato alla sua adolescenza, ai suoi sogni e anche agli amori per badare a due sorelle più piccole e al padre.
Era sempre sorridente e dolce, aveva una parola buona per tutti. Ma cosa sognava Kasumi? Cosa voleva dalla sua vita? Con questi interrogativi, il codinato rimase perplesso, senza sapere cosa rispondere.
- Pri…prima o poi Kasumi si vorrà sposare suppongo. Tra un anno io e Akane erediteremo il dojo e baderemo noi alla famiglia. Poi c’è mia mamma a cucinare quindi suppongo che non moriremo avvelenati. -
Le sopracciglia di Ono sparirono dietro la frangia e gli occhi si spalancarono sorpresi.
- Ranma ragazzo mio! Quindi hai deciso di prenderti cura della palestra e sposare Akane! Che gioia! Ti sei dichiarato eh? Furbacchione! - Gridò d’un fiato stringendolo in una presa ferrea.
Dott..dottore mi stritola così. - Rispose il ragazzo ormai color pulce dalla testa ai piedi.


Dietro la porta una figura minuta si era fermata ad ascoltare. Incollata al pavimento dallo shock. Shan pu ascoltava avida la conversazione.
Non poteva allontanarsi un mese in Cina che quella ragazza violenta tentava di portarsi via il suo Ailen… ma non sapeva con chi aveva a che fare quella smorfiosa.
- Sì… tra me e Akane le cose vanno bene ma non ne faccia parola con nessuno la prego. Vogliamo goderci questo anno e poi penseremo al da farsi. -
- Saggia decisione - Proferì il dottore.
- Per quanto riguarda l’altra questione… non sa che io sono a conoscenza della sua condizione. - Shan pu si appiattì contro la porta per origliare meglio.
- Ranma… credo che dovresti dirglielo. Altrimenti potrebbe pensare che le stai accanto per pena.
- Lo so… ma non so come cominciare. Vanno così bene le cose che non voglio rovinare tutto… e poi sta migliorando giusto? Potrebbe averli comunque dei bambini… insomma…quando proveremo… emh… -

Finì bofonchiando le ultime parole. La cinesina si portò una mano alla bocca. Akane non poteva avere bambini?
Che rivelazione… era il momento di entrare in azione, darle finalmente il colpo di grazia e togliersela dai piedi una volta per tutte.
Ranma sarebbe stato solo suo, non poteva essere amore… quella insulsa ragazza poteva solo suscitare la pena del suo fortissimo futuro marito.
Che donna era una che non poteva dare eredi al suo sposo? Ci avrebbe pensato lei a dargli un mucchio di bambini, dei veri guerrieri.
- Sta migliorando ma non è fuori pericolo. Ci sono un paio di posti dove potreste andare. Sono sorgenti con acque speciali. Telefonerò ad Akane in questi giorni così potrete organizzarvi…
Un rumore e i due scattarono verso la porta.
- Chi è la ? - Non volendo Shan pu aveva urtato un porta ombrelli ma con una mossa felina era scappata prima che i due potessero vederla.
Il dottor Tofu e Ranma si guardarono intorno con circospezione. Era palese, qualcuno stava origliando.
Lo sguardo del codinato cadde sul pavimento. Un campanellino. Con sommo orrore si rese conto a chi appartenesse quel piccolo monile.
- Dannazione! Shan pu ha ascoltato tutto! - Ono sbiancò. Conosceva la giovane amazzone. Una ragazzina piena di forza e determinazione ma anche una gran piantagrane.
I due uomini si guardarono negli occhi e il codinato scattò l’inseguimento della cinese.




In pochi minuti, Shan pu arrivò al ristorante per raccontare tutto alla nonna ed escogitare un piano infallibile.
- E così la piccola Akane non può dare a Ranma degli eredi… suppongo che sia successo dopo la questione del monte Hoo. Se venisse alla luce, il fidanzamento sarebbe annullato sicuramente.  -
Nuvolette di fumo circolari si addensavano nell’aria. La vecchia osserva la nipote crogiolare contenta. Effettivamente era un’occasione d’oro.
- Cosa impolta cosa le è accaduto… è un occasione da non peldere! Lanma salà mio!
- Dovrai sfidare Akane secondo la legge delle amazzoni, adesso che il futuro marito si è dichiarato a lei.
- Proferì lapidaria.
Un fremito di rabbia attraversò lo sguardo della cinese. Il suo amato non poteva essersi dichiarato a quella sciocca ragazza violenta.
Non facevano altro che litigare, non erano riusciti nemmeno a sposarsi… se si amavano avrebbero trovato un modo, no?
- Questo non è mai stato un ploblema, quella stupida la batto quando voglio! - Obaba rifletteva.
Tornata nel quartiere dopo un mese in Cina, aveva sentito alcune signore parlare entusiasticamente del dojo e dei due ragazzi.
Pareva davvero che i due insieme stessero facendo grandi cose. Se non fosse stato per il bene della nipote anche lei sarebbe stata felice per loro. Una voce dura la distrasse da quello scomodo pensiero.
- Non vi vergognate, usare una debolezza così intima per i vostri scopi! Si sono dichiarati lasciateli in pace! - Mousse non era riuscito a stare zitto.
Non aveva nulla a che vedere con Akane Tendo ma non riusciva a sopportare quel modo di pensare tutto amazzone di sfruttare ogni minima debolezza dell’avversario nella maniera più gretta e disonorevole.
- Tu fatti gli affali tuoi papelo! - Gridò Shan pu versandogli un secchio d’acqua addosso.
- Vado a sfidale quella mocciosa! - Si diresse fuori di gran carriera, sotto lo sguardo pensieroso della nonna e lo starnazzare di Mousse.




Nell’uscire urtò contro qualcosa di duro. Ranma la teneva per le braccia, guardandola furente.
- Lanma! - Cercò di divincolarsi dalla presa per abbracciarlo ma lo sguardo di lui la fece desistere.
- Dove stai andando Shan pu? - Aveva capito che lui sapeva.
- Vado a sfidale lagazza violenta! Nessuno può falla a Shan pu!
- No! Non vai da nessuna parte… io e te adesso parliamo.

- Dopo che l’avrlò uccisa palleremo quanto vuoi. Fece per andarsene ma Ranma se la caricò di peso sottobraccio e la portò via.
Occorreva trovare un posto tranquillo, possibilmente lontano da fonti d’acqua. Dopo qualche minuto in cui la cinesina imprecava, atterrò in un piccolo spiazzale, dove qualche volta aveva lottato con Ryoga.
- Adesso tu mi ascolti…capito?
- Ailen ma…
- Tu non andrai da Akane a sfidarla. Te lo proibisco
. - La ragazza s’incupì, stringendo i pugni.
- Hai paula che io possa battella?
- No..non è questo.
- Bofonchiò piccato. La sua fidanzata era molto migliorata ma sarebbe stata all’altezza di quella pazza?
- Ami davvelo quella stupida? Pelché non vuoi Shan pu!? - Ranma si freddò nel vedere i suoi occhi colmi di lacrime e dolore.
Tra le sue presunte fidanzate lei era quella che gli aveva dato più filo da torcere. Era testarda, instancabile ma troppo scaltra e senza scrupoli per lui.
- Shan pu ascoltami, tu sei molto carina. Sei un’incredibile guerriera e un’ottima cuoca…ma..
- Allola cosa mi manca? Cosa mi manca pel essele degna del glande Lanma Saotome!
- Sbottò iraconda. Non l’aveva mai vista così. Cominciò ad attaccarlo con agili mosse.
- Vedi tu mi hai sempre costretto a legarmi a te con qualunque mezzo…
- L’ho fatto pel amole. Lo sai che ti ho semple amato. - Altri calci volanti che il ragazzo neutralizzò con facilità, non voleva combattere con lei.

- No! Tu non mi ami! E’ questa la realtà. Tu ami il fatto di poter tornare al tuo villaggio vittoriosa con un marito guerriero. - Incassò il colpo assottigliando lo sguardo.
- Cledi allola che il mio non essele velo amole? Io mi sono innamolata di te giolno per giolno, pelché non vedi?
- Anche se fosse, tra un imbroglio e una pozione come farei a fidarmi di te? - Schivò alcuni pugni dandole un colpetto alla spalla. Si stava alterando anche lui.
- Pelché di lei ti fidi? Goffa e violenta com’è?
- Mi ha salvato la vita! C’è stata sempre per me… non mi ha mai costretto a fare nulla contro la mia volontà!

- Io sono cento volte più forlte, bella e capace di lei…potlei dalti tutti i bambini che vuoi!! - In un passo inconsulto scivolò sul terriccio. Ranma la prese al volo trovandosi a un palmo dal suo viso.  
- Hai ragione hai tutte le qualità che un uomo potrebbe desiderare…tranne una… - Shan pu si bloccò sorpresa, incapace di muoversi.
Poteva vedere la sua aura determinata scintillare come fuoco nei suoi occhi.
- Non sei lei… io la amo, l’ho sempre amata e nessun trucchetto, nemmeno la nannichuan potrebbe allontanarmi da lei. -
Il suo bel viso mutò in un espressione sgomenta e incredula. Avrebbe desiderato morire in quell’istante. Le aveva sussurrato una realtà troppo dura da accettare.
L’amore della sua vita amava la sua rivale. Era sincero e questo fece male, era felice come non lo aveva mai visto con lei e questo le dilaniò il cuore.
La grande amazzone era stata sconfitta. Aveva perso la più grande delle battaglie… la conquista del cuore di un uomo. Il suo Ranma.
Aveva lasciato il suo paese, disonorato il villaggio, era finita a fare la cameriera quando doveva essere la reggente della tribù delle amazzoni. 
Accasciata su se stessa, i bei capelli scomposti davanti al viso, singhiozzava copiosamente. Ranma si rese conto di essere stato davvero diretto.
Purtroppo con lei non c’erano altri mezzi ne era consapevole. Un brivido gli attraversò la schiena… *non può essere tutto così facile* appena quel pensiero si concretizzò nella sua mente si accorse che era troppo tardi.
Shan pu era sparita e il codinato sapeva bene dove. Doveva fermarla non poteva permetterle di attuare la sua vendetta.


- E così ti ha mollata eh. - Ryoga passeggiava per strada con Ukyo. Si erano incontrati per caso fuori al negozio di Okonomiyaki e la conversazione era subito finita sulla situazione Ranma e Akane.
- Grazie per il tatto, tu si che sai come consolare una donna. - Rispose sarcastica la cuoca.
- Sono nella stessa situazione bella, non mi piace affatto e non hai idea di come vorrei spaccargli il muso…
- ma ho fatto una promessa e io sono un uomo d’onore. Non importa con chi decide di passare la sua vita. Amerò per sempre Akane*.
-  Ukyo lo guardò ammirata e triste al tempo stesso.
- Beh è una magra consolazione ma suppongo ci sia ben poco da fare a questo punto. - Sospirarono coscienti.
In pochi attimi una baraonda li travolse. Shan pu atterrò sulla testa di Ryoga e dopo pochi minuti Ranma balzò facendosi perno sul muretto adiacente.
Che diavolo stava succedendo? Ebbero una brutta sensazione e in un battito di ciglia si unirono a quella strana corsa.


- Grazie per la lezione Akane Sensei! - Le giocose voci dei bimbi del corso di Kempo allietavano il dojo.
I piccoli erano delle spugne, imparavano così velocemente. Era davvero soddisfacente il suo lavoro. D’un tratto si sentì tirare la manica del jii.
- Maestra Akane… - Un bimbetto dai capelli scuri come la pece e gli occhi grandi e luminosi la chiamava imbarazzato. Il visetto era rosso e dietro la schiena nascondeva qualcosa.
- Akito chan! Dimmi… hai dimenticato qualcosa? Il bambino negò col capo e in un gesto goffo porse un garofano rosso alla ragazza.
- Per…per te maestra e scusami se ti faccio arrabbiare durante le lezioni… - Gli occhi di Akane si allargarono di stupore. Era un gesto dolcissimo e sorrise al piccolo sciogliendosi. Akito Chan le ricordava molto Ranma. Vivace, distratto e un po' zuccone ma con un altissimo potenziale. Sarebbe diventato un ottimo artista marziale un giorno. Vedendo che la maestra non rispondeva, cominciò a guardarsi intorno allarmato.
- Non…non ti piacciono i fiori?
- Oh… sì questo fiore è bellissimo e tu sei stato davvero un tesoro.
- Sei ancora arrabbiata con me?

- Come potrei, sei stato così gentile ed è una grande qualità per un combattente sai? - Il bimbo s’illuminò felice.
- Allora ci vediamo doma… - Non ebbe il tempo di concludere la frase che un oggetto tentò di colpirli.
Con uno scatto rapidissimo Akane portò in salvo Akito terrorizzato e si girò rabbiosa verso la direzione del lancio.
Un bombori si era conficcato tra le rocce del giardino. Akane fece entrare in casa il piccolo e si preparò in difesa. L’aura di Shan pu era fortissima.


- Fatti vedere! So che sei qui!
- Sei diventata veloce lagazza violenta.
- Dal tetto la sagoma elegante della ragazza si stagliava in tutto il suo orgoglio femminile. Akane dal canto suo si era immaginata quella scena più volte.
Sapeva del viaggio della gattina, ed era ben cosciente che se la voce di lei e Ranma fosse giunta alle sue orecchie non sarebbe stato facile farla mettere da parte.
- Ti aspettavo. - Un sorriso sinistro e la gatta atterrò a pochi centimetri dal suo viso.
- Vediamo cosa sai fale. Ti sfido.- Le baciò la guancia. Il bacio della morte. Akane tremò impercettibilmente, era una sfida mortale.
- Vieni nel dojo. - Soun,le figlie,Genma e Nodoka si affacciarono per capire cosa stesse succedendo.
Quando le videro capirono. Kasumi e Nabiki sospettarono subito che fosse a causa del nuovo rapporto tra la sorella e il codinato.
Erano donne, nonostante non sapessero i particolari avevano notato l’aria di pace che aleggiava tra loro.


- Bambina mia, sei sicura che la vuoi affrontare? - Il signor Tendo era molto preoccupato per la figlia.
- Certo papà, è l’ultima volta che entra in questa casa spadroneggiando. - Akane ripensò a tutte le volte che quella pazze era entrata senza permesso,
infilandosi nel letto di Ranma, avvelenando il cibo, distruggendo il dojo più volte, senza la minima educazione o considerazione.
- Sto aspettando. - In quel momento Ranma fece la sua apparizione davanti all’entrata, affannato e provato.
- Akane non l’affrontare! - La mora si sentì profondamente offesa. Sapeva che lui lo diceva per difenderla ma da qui a ordinargli di non combattere era davvero troppo.
- Fatti da parte, è troppo tempo che aspetto questo momento!
- Stupida! Shan pu è senza scrupoli ti farai male!
- Akane lo fulminò con lo sguardo.
- Se non vuoi vedere puoi anche andartene e comunque grazie tante per la fiducia che hai in me, baka che non sei altro. - Come sempre che aveva frainteso.


L’aura di Shan pu faceva quasi paura e se la conosceva un po' ci sarebbe stato da correre all’ospedale.
- Fatti sotto! - In un fulmine Akane attaccò la cinese con abili calci. La stessa si stupì della sua velocità, riusciva a stento a schivarli.
Con un colpo di reni si fece perno sulla gamba di Akane arrivandole alle spalle. La mora se ne accorse e si abbassò dandole una gomitata in pieno addome. Shan pù barcollo di qualche passo stordita.
Quel maschiaccio era davvero forte, ma da quando?  Il codinato da parte sua era a bocca aperta. La sua ragazza era un’altra nella lotta. Furba, determinata era quasi speranzoso nel vederla vittoriosa.
- Vuoi giocale pesante eh? - Sussurrò la gattina. Con un paio di capriole, colpì la spalla della Tendo con due mosse rapidissime.
Due punti di pressione che le fecero contrarre il muscolo dal dolore. Il braccio destro era quasi fuori uso.
- Maledetta! - Era lancinante il dolore, ma non si sarebbe data per vinta così facilmente.  Altri due spettatori si erano uniti alla visione. Ryoga e Ukyo assistevano allibiti alla scena, appena dietro il codinato. Uno spaventato a morte l’altra curiosa di sapere chi delle due fosse effettivamente la più forte.


- Akane ti prego rinuncia! Non sei in grado… - Fu come uno schiaffo per la ragazza.
Le parole del suo fidanzato erano cariche di preoccupazione ma anche così sicure che non ce l’avrebbe fatta. Un moto di pura rabbia l’attraversò da capo a piedi.
- Ti faccio vedere io chi è il maschiaccio di casa Tendo! - Con la foga di un fiume in piena si lanciò contro la gattina e cominciò a prenderla a pugni, mentre lei si parava con le braccia.
Ignorava il dolore alla spalla, la rabbia era un ottimo anestetico. Un calcio nel fianco e con il braccio buono arrotolò i suoi lunghi capelli, stringendoli in una mossa letale. Non poteva muoversi.
- Dimmi che ti arrendi e ti risparmierò un umiliazione più grande. Viso a viso, odio puro nelle iridi di entrambe. Gli spettatori erano ammirati dall’abilità di Akane.
- Tsk! Sono una guerriera amazzone non mi lascerò sconfiggere da un essere indegno come te! - In un fulmineo gesto, le morse il braccio e si divincolò dalla presa.


Per la prima volta nella sua vita era davvero in difficoltà, stanca e provata. I colpi della Tendo somigliavano davvero a quelli di un uomo, potenti e precisi.
Doveva trovare un modo per metterla ko e sarebbe arrivata anche a mezzucci scorretti. Era il momento di usare il colpo di grazia.
Ogni buon combattente per quanto forte sia ha un punto debole e questo l’amazzone lo sapeva bene. Akane aveva il suo stesso punto debole. Ranma.
Doveva procurarle un trauma che non le desse la forza di reagire.
- Lagazza violenta, anche se vinci cosa impolta… conosco tuo piccolo segleto. Lanma me lo ha confessato.  - La mora si girò interrogativa verso il ragazzo, che sbiancò di colpo. Stava giocando davvero sporco.
- Akane non l’ascoltare! - Ma la cinesina rincarò la dose.
- Sta con te solo pelché è costletto dalle cilcostanze, gli fai pena, sei una palla al piede… chi vollebbe una donna così poco femminile e addirlittula incapace di dale figli?
- Lascialo a me, noi amazzoni siamo famose pel nostla feltilità. Gli dalò tutti i bambini che vuole. 
- Tutta la famiglia si congelò all’istante.
Cos’era quella storia? Sapevano  che era stata poco bene, certo non si aspettavano un orrore del genere. Ryoga e Ukyo si portarono una mano alla bocca sconvolti.


Come in un film a rallentatore Akane si voltò verso Ranma con gli occhi colmi di lacrime e lo sguardo distrutto dal dolore.
Il ragazzo sentì il suo cuore spezzarsi definitivamente in due. Poche parole sussurrate.
- Tu lo sapevi…? - Ogni sua fibra era in attesa di una risposta. Non sentiva più la voce disperata di suo padre o il pianto sommesso di Kasumi.
Il codinato non riusciva a proferire parola. Se avesse ammesso la sua colpa sicuramente avrebbe dato man forte a Shan pu, se avesse negato si sarebbe sentito l’essere peggiore del pianeta.
Ma lei aveva capito. Oramai le parole non servivano più. Il bel viso della piccola Tendo mutò in una smorfia di disprezzo profondo e Ranma desiderò solo che il pavimento si aprisse inghiottendolo per sempre.
Era finita. Lei lo stava odiando senza proferire parola.


- Che c’è? Ti aspettavi d’un tlatto che Lanma ti amasse? Povela illusa…- La gattina aveva passato il segno. Il Chii di Akane si stava espandendo in maniera rapidissima e minacciosa.
La testa china in avanti, le mani all’ altezza del petto e le gambe leggermente divaricate. Ryoga al volo capì cosa voleva fare.
- Non lo fare! Per i kami … ti prego Akane fermati! - La testa del corvino schioccò pesantemente voltandosi verso Ryoga e poi di nuovo verso la mora.
Possibile che avesse intenzione di fare quello? Chi diavolo glielo aveva insegnato? Una sfera di energia blu, potentissima si creò dalle mani della ragazza.
Per la prima volta nella sua vita Shan pu tremò di terrore. Un vento inarrestabile vorticava intorno alle combattenti.
- Shishihokodan!!!!* - Gridò la ragazza lanciando la sfera contro la cinese. Un ondata terribile la travolse. Sarebbe sicuramente morta se un ombra nera non l’avesse messa in salvo appena in tempo.
Obaba era arrivata sul filo del rasoio. Aveva deciso di non presenziare all’incontro ma non aveva fatto a meno di restare nei paraggi.
Si era stupita della potenza di quel colpo soprattutto perché sprigionato da una persona inaspettata. La sua adorata nipote era stata sconfitta e beffa del destino proprio da una tecnica cinese antichissima.


Nessuno poteva crederci, un colpo di una tale portata… doveva essere davvero disperata. Ryoga lo sapeva bene. Il colpo funzionava solo se la persona era totalmente nel baratro dell’agonia pura.
Calde lacrime rigarono il suo viso. Akane dondolava leggermente sul posto con lo sguardo vacuo. Il colpo stesso le aveva procurato tagli ed escoriazioni. Poteva capire come si sentiva.
Tradita dal suo uomo, istigata da quella strega e la disperazione del suo problema trattenuta per mesi e spiattellata così ai quattro venti. Per forza il suo Shishihokodan era così letale.
Ranma era un crogiolo di emozioni. Spaventato dal colpo, inorridito dalla disperazione di lei e felice che avesse vinto la sfida.
Doveva farle capire che era tutto un equivoco, che quella pazza aveva mentito, che lui sapeva del suo problema ma non era certo per quello che si era dichiarato.
Angoscia pura lo attanagliava. Provò ad avvicinarsi alla ragazza lentamente ma lei si voltò di spalle.
- Fuori dal mio dojo… fuori dalla mia vita. - Smozzicò sulle labbra incapace di guardarlo. Un fulmine squarciò l’aria e il cuore del ragazzo.
Lo stava cacciando per sempre. Era accaduto, in un attimo, senza dargli il tempo di spiegarsi. Perché lei avrebbe dovuto ascoltarlo per l’ennesima volta? Perché perdeva ancora tempo con un piantagrane come lui?
Perché aveva dato il suo cuore ad uomo così irresponsabile e meschino? Nemmeno il tempo di formulare questi pensieri che Akane cadde a terra svenuta.
Un rivolo di sangue colava dalla bocca, mentre forti spasmi agitavano il suo corpo.
- Akane!
- Oh kami, chiamiamo il dottore!
Tutti si avvicinarono ma Ryoga fu più veloce. La prese in braccio e seguito a ruota da Kasumi l’accompagnarono in camera sua, non prima di scoccare a Ranma uno sguardo disgustato.


 

* Citazione dall' OAV "Ricordi sopiti"
* Shishiihokodan è il "colpo del leone" imparato da Ryoga, che convoglia la disperazione in una sfera di energia potentissima.


Angolo dell'autrice: Ma salveee!! Innanzitutto grazie mille per le recensioni. Mi rende felice sapere che la storia vi appassiona e che è scorrevole. Come va?
Eccoci qua all'ennesimo capitolo. Cosa ne pensate? Vi è piaciuto lo scontro tra Akane e Shan pu?
Ho sempre sperato nel manga di vedere Akane suonargliele di santa ragione.
Shan pu è fortissima anche perchè è senza scrupoli e volevo che si notasse.
Ho sempre pensato che a suo modo amasse davvero Ranma ma è un amore insano il suo.
Ranma dal canto suo, nonostante Shan pu sia davvero bella la prima cosa che pensa è "perchè akane non è carina e zuccherosa come lei" ,
quindi dall'inizio la Rumiko ci fa capire che non c'è trippa per gatti. :D
Ricordiamo che per le amazzoni l'uomo è secondario, quindi giustificabile il fatto di prenderlo per i fondelli o irretirlo con pozioni/trucchetti, cosa che la nostra gattina fa molto bene.
Secondo voi ocsa succederà adesso? Akane si riprenderà? Soun Allagherà il dojo? Spero di avervi appassionato a questa storia e vorrei che ascoltasse/ vedesse il video della la canzone tema del capitolo.
Che da anche il titolo alla storia, credo che sia molto attinente con i nostri Baka di Nerima.
Alla prossima.
Hugs
Karmy






 

 

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Capitolo 6
*** Without you ***



Once in a lonely lifetime
I've found a love that's true
How could I go (in) a new day without you?

You take away my sorrow
Without everything you do
How could I face tomorrow without you?

Without you in my life
Who'd be there to hold me tight?
Without you in my life
Who'd be there to kiss goodnight?

I would cry if you say goodbye
Can't live my life without you
I'd be blue if you say we're through
What would I do without you?

You give my life a meaning
A reason to believe
Now what would I believe in without you?

You are the sun each morning
You are the air I breathe
How could my world can turn in without you?

Without you in my life
I would never be the same
Without you in my life
I would never dream again...       City Hunter "Without you"








In pochi minuti il dottore arrivò a casa dei Tendo. Un’allarmata Nabiki lo accolse alla porta. Non aveva la minima idea di cosa fosse successo.
Una caduta in palestra da parte di un allievo? Ranma con un qualche potente contusione? Non riusciva a capacitarsi dell’urgenza di quella visita.
Trafelato salì le scale trovando il corridoio stranamente affollato. Tutti erano fuori la stanza di Akane.
Soun piangeva disperato, Ukyo, Nodoka e Genma ostruivano il passaggio parlottando tra loro.

- Lasciate passare il dottore! -

Un silenzio improvviso avvolse l’aria. Con passo incerto si affacciò nella stanza della piccola Tendo. Stesa tra le lenzuola, Akane era bianca come un cencio e più piccola che mai.
Piena di graffi e lividi, tremava in uno stato d’incoscienza. Kasumi in ginocchio le tamponava costantemente la pezza sulla fronte pregando che si calmasse.
Ranma e Ryoga ai piedi del letto tesi come due corde di violino non sapevano cosa fare. Nonostante la presenza della maggiore delle sorelle il dottore cercò di non scomporsi.

- Co..cortesemente Kasumi, Ranma e Ryoga potreste lasciare la stanza? - Non sarebbe stato in grado di essere professionale con lei accanto.
Si guardò intorno cercando una persona abbastanza lucida che potesse assisterlo. - Vide in un angolo, schiacciata dalla pelliccia di Genma panda, Nodoka.
- Signora Saotome potrebbe darmi una mano? - Tutti si voltarono a guardarla e Ranma le lanciò uno sguardo di puro dolore, pregandola mutamente di aiutare la sua fidanzata.
- Certamente.
- Bene. Cortesemente accomodatevi fuori.
- Dottore! Salvi la mia bambinaaaa, la pregoooo…
- Singhiozzò un disperato Soun.
- Non è in pericolo di vita, stia tranquillo, farò quanto in mio potere. -

Kasumi spostò dolcemente il padre dalla maniglia della porta e lanciò a Tofu uno occhiata indecifrabile.
Anche lei come tutti poneva infinite speranze nell' operato del giovane medico. Con un sorriso teso li congedò. Riluttanti gli abitanti della casa lo lasciarono al suo lavoro.

- Forse è il caso di calmarci tutti.. - Esordì Nabiki.
- Preparo del tea. Lasciamo lavorare il dottore. -  Disse Kasumi.

Tutti scesero al piano di sotto tranne Ranma e Ryoga. Accasciati alla parete di fronte la stanza di Akane non riuscivano a proferire parola.
L’eterno disperso lo guardava con astio e aveva una gran voglia di provocarlo, mentre il codinato tremava di rabbia nei confronti di quella assurda situazione.
*maledetta shan pu, maledetto mio padre, maledetti tutti…* sospirò triste.
*maledetto me… se fossi stato più sincero… anzi se avessi avuto le palle fin dall’inizio, avrei chiarito subito con le altre, avrei evitato tante volte di metterti in pericolo…
ti avrei dichiarato prima i miei sentimenti… se stai così male è solo per colpa mia. Non avrei dovuto far parte della tua vita…hai ragione, sarebbe stato meglio se non ci fossi mai venuto qui a Nerima.*
 

Con la testa tra le mani, più inerme che mai, Ryoga perse tutti i suoi intenti battaglieri. Era quasi messo peggio di Akane. Gli ricordò terribilmente alcuni momenti sul monte Hoo.
Rabbrividì. Poteva leggere il dolore profondo del suo nemico di sempre. Se lei avesse detto a lui quelle parole probabilmente il suo cuore non avrebbe retto il colpo.
La voce di Nabiki in un attimo riportò entrambi alla realtà.

- Ranma… mio padre ti vuole parlare. Ryoga se vuoi il tea è pronto. -

Il ragazzo e la cognata si osservarono in silenzio. Quante volte lei lo aveva ricattato, quante volte lui le aveva fatto guadagnare un bel gruzzoletto…
dopo tutto questo tempo si capivano al volo. Mai come ora gli sembrò che Nabiki lo accarezzasse gentilmente con lo sguardo.
Cosa doveva dirgli Soun? Doveva preoccuparsi? A detta di Akane lui avrebbe dovuto essere già sparito da quelle mura.

- Arrivo… - Smozzicò alzandosi lentamente. Ryoga era stranamente teso. Immaginava non fosse facile parlare con il futuro suocero, dopo aver fatto del male alla sua adorata figlia.




Nel frattempo nella stanza di Akane…

- Ecco piccola… con questo la febbre dovrebbe scendere e gli spasmi calmarsi.

Le somministrò un potente antidolorifico e antinfiammatorio. Le ferite non erano gravi…almeno quelle del corpo.
Lo shishihodokan l’aveva svuotata dall’energia negativa, lasciandola priva di forze. Non era facile padroneggiare in un colpo solo una tecnica tanto complessa.
Nodoka eseguiva ogni indicazione del dottore come un infermiera provetta. Si sentiva così in colpa per quello che era successo.
Suo figlio era cresciuto senza di lei e sicuramente suo padre non si era sperticato in lezioni sul come trattare le donne o su come gestire situazioni sentimentali delicate.
Ma come faceva Ranma a sapere del problema di Akane?

 - Non si turbi signora Saotome. La piccola Akane è forte e si riprenderà subito. - Sorrise gentilmente mentre passava dell’unguento di aloe sulle escoriazioni.
- Oh… ne sono sicura anche se stato uno scontro tremendo…
- Le va di raccontarmi cosa è successo? -


Con voce tremante Nodoka raccontò tutta la vicenda al dottore che allibito spalancava gli occhi dietro le spesse lenti.
Immaginava che la giovane amazzone avesse portato scompiglio ma non in maniera così subdola. Si fermò a riflettere sull’animo femminile osservando il volto provato della ragazza.
Ricordava la sua nascita, le prime ginocchia sbucciate, le ferite nelle risse, i sorrisi, le gentilezze e tutti i momenti vissuti con Akane.
Le voleva un gran bene e ne voleva anche a Ranma, l’unico capace di rubare il cuore di quella indomita ragazzina orgogliosa. Sorrise triste. *povero ragazzo è proprio sfortunato…*

- Signora Saotome devo confessarle che è anche colpa mia se siete in questa situazione. La donna si portò una mano alla bocca.
- Cosa vuole dire?
- Ho detto io a Ranma del problema di Akane… era venuto nel mio studio convinto che avessi una storia clandestina con lei e sono stato costretto a rivelargli la verità. Nel mio cuore speravo potesse aiutarli ad avvicinarli.
- Il suo intento è stato nobile ma…
- Avrei dovuto immaginare che Ranma non se la sarebbe sentita di confessarglielo e che ovviamente la nostra piccola testarda avrebbe frainteso…
- Nodoka annuì triste.
- Su coraggio… se la caveranno come sempre. Qui ho finito. Per le prossime ore riposerà come una bambina, possiamo anche andare di sotto.
- Grazie infinite dottore… Akane è come una figlia per me.
- Commossa Nodoka gli fece strada nel corridoio. Arrivati alle scale si poteva sentire distintamente la voce alterata di Genma inveire contro Ranma.





- Figlio degenere! Cosa ti ho insegnato eh?
- Papà taci! Non sai come stanno le cose.
- Il rumore di un pugno sul tavolo, tazze cadute.

- Dammi un solo motivo per cui dovrei lasciarti spiegare il perché mia figlia è ridotta così. -

La voce fredda di Soun ghiacciò la stanza. Quell’uomo di solito mite e gentile era un scultura di rabbia pura. Il codinato deglutì sonoramente.
- Ranma. Da quando sei qui non hai fatto altro che attirare disastri. Nemici vari, fidanzate indesiderate, combattimenti e attacchi a tutte le ore del giorno e della notte. -
Ryoga e Ukyo immersero la faccia nelle loro tazze di tea, Genma si trasformò in panda e il codinato si rabbuiò.

- Hei! Su quello non ne ho colpa! Chiedilo al tuo migliore amico perché mezzo mondo vuole farmi la pelle!

- Non interrompermi ragazzino! Vi ho offerto un tetto sotto il quale riposarvi dal lungo viaggio… un posto da chiamare casa. Ti ho offerto una delle mie tre figlie…le sole cose preziose della mia vita.
Ti ho offerto un futuro, la conduzione del mio dojo... tirato su con anni di sacrificio… ti ho trattato come un figlio!
- Genma osservava l’amico colpevole, non l’aveva mai visto così.

- E sai perché ho vissuto tutto questo con gioia? Perché dopo un inizio titubante ho capito che tu e Akane eravate destinati a stare insieme. Per qualche arcano motivo rendevi felice la mia bambina. Litigare con te l’ha tenuta impegnata ad abbandonare tutte quelle idee sugli uomini e le arti marziali, ha addirittura cominciato a tentare di imparare a cucinare per te.  -

Soun sotto la luce del neon sembrava più vecchio e stanco che mai. Parlava con lo sguardo perso nei ricordi. Infondo non conosceva nulla dei Tendo prima della sua venuta.
Doveva esser stato un vero inferno per lui crescere tre bambine da solo e mandare avanti un’attività. Il ragazzo lo notò sentendosi quasi estraneo a quella che considerava casa sua ormai.
- Lo ammetto. Akane non ha mai avuto un buon carattere. E’ ribelle, orgogliosa e impulsiva… il figlio maschio che avrei dovuto avere… ma per me non ha importanza.
- Il fidanzamento tra voi era deciso comunque…maschi o femmine la famiglia Tendo e quella dei Saotome si uniranno in un unica scuola di arti marziali indiscriminate.
- Nonostante ciò a vostro modo vi siete presi cura l’uno dell’altra ed è proprio per il sentimento che prova per te che ora è in queste condizioni.


- Lo so… - Sussurrò il ragazzo, incapace di reagire a parole dure come rocce.
- Non sai nulla! Almeno tu che eri il suo fidanzato avresti dovuto dirmelo! Non voglio segreti sotto il mio tetto! - Aveva usato il passato. *eri?* Ranma tremò impercettibilmente.
In quel momento Nodoka e il dottore fecero il loro ingresso nella sala. L’uomo si voltò verso loro.

- Come sta? - Tutti erano in trepidante attesa.
- Starà meglio. La febbre è scesa e ora dorme tranquilla. E’ solo molto provata. - L’aria sembrava meno pesante adesso. Kasumi fece posto e servì il tea.

- Permette una parola signor Tendo?  - Esordì Ono. L’uomo annuì.
- Non ho il diritto di dare opinioni in merito alla gestione della sua casa… ma devo dire che è anche colpa mia se vi trovate in questa situazione. - Tutti lo guardarono come fosse impazzito.

- Ma cosa dice dottore…
- Sono stato io a dire a Ranma della situazione di Akane. Speravo che l’aiutasse a venirne fuori e far avvicinare i due ragazzi.
- Lei si era rivolta a me per le cure come ben sa e dopo poco abbiamo scoperto il suo problema.


-Dottore! Come ha osato non dirmi nulla… - Soun era furente. Il dottore stringeva i pugni sulle ginocchia impassibile. Avrebbe avuto la medesima reazione a ruoli invertiti.
- Aveva la mia completa fiducia! La mia bambina! Sarei dovuto essere il primo ad essere avvisato!! - Si alzò in tutta la sua statura pronto a battagliare.

- Basta papà! - Un incredibile voce dura ammutolì l’uomo. Straordinariamente Kasumi aveva gridato. Una mano poggiata sul pugno di Ono e lo sguardo fiero così simile a quello di Akane.
- Ka…kasumi…

- Il dottor Tofu non ha alcuna colpa. Capisco il tuo dissenso ma ha rispettato semplicemente il codice deontologico.
- Akane ha diciannove anni ormai e può decidere di non rivelare il suo stato di salute. Il dottore ha fatto con onore il suo lavoro.
-
Tutti erano allibiti mentre il Tofu era diventato color pulce, incapace di esprimere parole di senso compiuto. Soun si afflosciò seduto e cominciò a piangere.

- Buaaaahhh le mie bambine sono diventate donne e non dicono più le cose al loro papà…buahhhhh - Ranma e Ryoga si guardarono sconsolati il signor Tendo era davvero troppo emotivo.

- Su papà, non piangere… Akane è stata sempre un libro aperto. Sono cose intime, magari aveva paura… - Suggerì Nabiki.

- Esatto! - Il dottore si era ripreso dallo shock appena Kasumi si era alzata per andare a preparare altro tea.

- Akane aveva paura per il futuro della palestra. Non voleva essere un peso per nessuno, soprattutto per lei e per Ranma. -
Nella testa del ragazzo le parole acide di Shan pu e quelle del dottore si sovrapposero e comprese ancora di più il dolore della sua fidanzata.
Soun scoppiò ancora in lacrime, che peso terribile doveva aver portato la sua piccola fino ad ora e lui non si era accorto di nulla.
Ryoga e Ucchan erano senza parole, solo adesso si accorgevano di essere praticamente estranei a tutto quel mondo che si svolgeva tra le pareti di carta di riso della famiglia Tendo.

- E’ colpa mia. Non ho saputo proteggerla come si conviene. Sono un disastro come artista marziale e come uomo. Me ne vado. Akane vuole così. Starete tutti molto meglio senza di me. -
Fece per alzarsi ma Soun lo fermò.
- Ranma… dimmi solo una cosa. Ciò che ha detto Shan pu ha un fondo di verità? Voglio sapere una volta per tutte cosa provi per mia figlia.
- Non organizzerò alcun matrimonio o ti caccerò di casa , sarà lei a decidere se e quando fare una delle due cose.
- Mi interessa come uomo… padre di figlie, che sta affidando i suoi tesori più grandi nelle mani di un ragazzino.


Il moro deglutì sonoramente. Non si aspettava certo di dover parlare dei suoi sentimenti per Akane così di fronte a tutti.
Lo sguardo dell’uomo era serio e non ammetteva repliche. Con un sospiro si sedette. Aveva il cuore in gola, la salivazione a zero e non aveva la minima idea di come cominciare.
Prontamente la mano di Nodoka si posò sulla sua tremante. Il sorriso di incoraggiamento da parte sua era davvero rinfrancante. Si ricordò del discorso fatto poche settimane prima.


- Signor Tendo… Soun… io per Akane, nel corso di questi anni ho provato un pò di tutto. Come ben sa non siamo mai stati entusiasti all’idea del nostro fidanzamento/ matrimonio.
- Io e lei eravamo e siamo due ragazzi interessati alle arti marziali e alle cose normali della nostra età. Era solo un’assurda costrizione per noi. Una seccatura.
- Per me, che dovevo badare ad un’altra persona, quando non riuscivo a prendermi cura nemmeno di me stesso e per lei fidanzata con un mezzo ragazzo, sconosciuto, che ha odiato dal primo momento.
-
L’uomo annuì esortandolo a continuare.

- Devo ammettere che non ho mai avuto una vita facile, come ha detto lei… cresciuto senza fissa dimora, senza una madre…
- nemici, aspiranti fidanzate e vari personaggi si sono susseguiti in questi anni… aggiungiamoci poi la maledizione di Jusenkyo, sa non era certamente la mia priorità sposarmi.
- Sono stato sciocco, infantile e arrogante. Akane altrettanto…
- Strinse forte le mani a pugno abbassando lo sguardo.


- Nonostante questo…Akane è sempre stata al mio fianco. Anche quando non volevo. Non mi ha mai costretto a fare nulla contro la mia volontà.
- Oltre ad avvelenarmi con il cibo… ma suppongo che volesse la mia approvazione perché non si sentiva all’altezza delle altre. Che sciocca... come se fosse rilevante.
- Lei era sempre li, sorridente e con una cieca fiducia in me. Non riuscivo a capacitarmi del perché mi stesse accanto e ciò mi mandava in bestia.
- Non volevo legarla ad un mezzo uomo… non meritava di stare con uno scherzo umano come me. Avrebbe potuto avere il meglio
. -
Ukyo osservò il suo amico d’infanzia con attenzione. Era diventato adulto, ma quando era successo?
Era una persona di cui non conosceva che pochi frammenti… le sembrava semplicemente un uomo innamorato e disperato.

- La verità è che con il tempo ci siamo scoperti più simili di quanto pensassimo. Ci siamo scontrati ed ogni colpo smussava le nostre corazze fino a levigarle.
- E allora ho capito… lei era li per me perché io non potevo fare a meno di esserci per lei, di proteggerla. Saperla al sicuro era ed è l’unica cosa che mi rende felice.
- Litigare è la nostra forma di comunicazione, a sedici anni era troppo grande per noi ammettere di aver trovato l’amore della vita, quando avremmo dovuto solo andare a scuola e divertirci.
- Non lo ammettevamo nemmeno a noi stessi.
-


Tutti ascoltavano incantati quella storia che nel fondo dei loro cuori conoscevano già. Kasumi e Nabiki avevano gli occhi imperlati di lacrime e Nodoka stringeva convulsamente la mano del figlio.
Ranma non riusciva a smettere di parlare, si stava sfogando e per una volta nella sua vita non gli interessava minimamente chi stesse di fronte a lui.
Era così stufo di quel livore che covava dentro da anni, di quella facciata di menefreghismo che si era insinuata nei suoi bei lineamenti e che lo soffocava sempre più.
Prese un grosso respiro e aprì il cuore a quella famiglia che lo aveva accolto come un figlio e lo aveva accettato in tutto e per tutto.

- Adesso non ho nulla da perdere. Non riesco a trattenere più questo sentimento. Ukyo  e Ryoga potranno confermare. Ho parlato chiaro sia con lei che con Shan pu e Kodachi.
- Credo di parlare anche per Akane, dicendo che volevamo soltanto che le cose accadessero naturalmente tra noi, con i nostri tempi...
- e se lo sta chiedendo non ho problemi a dirle che sposerei Akane mille volte anche se non potesse avere bambini…
- Perché è tutto per me, perché la amo e mi creda se potessi fare qualcosa per toglierle questa maledizione lo farei a costo della mia stessa vita.  



Aveva alzato il capo e con sguardo sicuro osservava l’uomo davanti a lui. Soun lo guardava con occhi diversi.
Una luce nuova brillava in lui e in un attimo il peso che opprimeva il cuore dell' anziano padre si sciolse come neve al sole.
*cara saresti felice anche tu vero? La nostra bambina è davvero amata…* un pensiero alla sua adorata moglie. Nonostante la sua terribile assenza non aveva fatto poi un pessimo lavoro. Si schiarì la voce.
- Grazie Ranma, per avermi parlato da uomo e in maniera sincera. Hai confermato i miei pensieri. - Il ragazzo arrossì.
Pensava di aver sorpreso tutti quanti, ma alla loro reazione consapevole e serena, aveva capito che oramai i loro sentimenti erano troppo evidenti per passare inosservati.
Sorrise sghembo, ora restava la parte più dura. Parlare con Akane. Stavolta sarebbe riuscito a far pace?



La sera scese lentamente e avvolse con la sua trapunta di stelle il cielo sopra il dojo dei Tendo.
La casa era silenziosa eccetto che per il rumore di sottofondo della tv e il tintinnio delle tazze spostate da Kasumi.
Il dottore era passato in camera di Akane per un ultimo controllo mentre Ranma attendeva fuori, accucciato alla parete opposta.
Akane, aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco il soffitto della stanza. Il sorriso genuino del dottor Tofu l’accolse con calore.

- Ben svegliata piccola Akane. - Arrossì piano. Che ci faceva lui in camera sua? Cosa era successo? Piccoli flash del pomeriggio le balzarono alla mente.
Shan pu che attaccava un suo allievo, Ranma che le intimava di arrendersi, le parole fredde e spietate di quella gatta… Ancora un flash  *fuori dalla mia vita…fuori dal mio dojo…*
Lo aveva fatto, lo aveva cacciato via. Dolore insostenibile al petto, disperazione… più nulla. Aveva un vuoto temporale e un mal di testa lancinante.
Tentò di alzarsi sui gomiti con l’aiuto del dottore. Si sentiva svuotata ed esausta.
- Mi hanno detto che il tuo Shishihodokan è stato leggendario. - La ragazza lo guardò con tanto d’occhi. Come diavolo aveva fatto a ricreare la tecnica combattiva di Ryoga?
Possibile che la sua disperazione fosse ad un tale livello? Ono le sorrise comprensivo.
- Lo immaginavo… non hai idea di come sei riuscita ad eseguire un colpo del genere, giusto? - Annuì imbarazzata.

- Suppongo che negli anni in cui hai visto costantemente i combattimenti di Ranma, Ryoga e vari avversari, una parte di te inconsapevolmente ha acquisito e memorizzato la tecnica,
che come questo caso si è rivelata utile al momento opportuno. Non è un caso raro. Sei un’ ottima artista marziale e una ragazza intelligente…
- Arrossì ancora una volta.

- Credo che allora non sia un caso che mi senta così a pezzi. - Gracchiò incapace di alzare il tono. Il solo pensiero che nonostante la tecnica di Ryoga lei fosse stata sconfitta per l’ennesima volta,
le faceva ribollire il sangue nelle vene. Le venne in mente il viso del suo fidanzato che le ordinava di lasciar perdere. Strinse forte le lenzuola con i pugni. * Baka..*

- Ti senti così perché il colpo si è propagato anche su di te… data la potenza. Se Obaba non avesse salvato Shan pu appena in tempo, probabilmente sarei all’ospedale a cercare di riattaccarle i pezzi.
L’umorismo dei medici era davvero macabro constatò Akane. Una strana consapevolezza le aprì la mente. *ho sconfitto Shanpu…*
- Quindi io…
- Sì Akane. Hai vinto. Hai sconfitto Shan pu.
- Sentimenti contrastanti la investivano ad ondate. Gioia selvaggia, sostituita in un attimo da una disperazione infinita.
Calde lacrime bagnarono il suo viso non riusciva a trattenersi.

Odiava Ranma, non poteva credere che lui sapesse del suo problema e che le avesse mentito. Erano bugie tutti quei baci, quei momenti insieme?
Si prendeva cura del dojo solo per dovere? Suo padre e le sue sorelle sapevano tutto. Con che coraggio li avrebbe guardati in faccia senza suscitare la loro pena?
E se davvero non fosse stata capace di dare eredi, che fine avrebbe fatto? Non poteva ereditare la palestra… non poteva sperare che un uomo l’amasse…   

Il dottore la cullò tra le braccia incapace di proferire parola. Poteva solo immaginare quale inferno il suo cuore stesse provando. Akane si stringeva a lui disperata con tutta la poca forza rimasta.
Aveva solo una gran voglia di  scappare lontano da tutto e tutti. Odiava questo destino ed odiava ancora di più il fatto di non poter fare nulla. Dopo infiniti minuti, il dottore si staccò da lei.

- Piccola Akane, smettila di piangere… ti ho promesso che troverò una soluzione e così farò. Ho fatto delle ricerche ed ecco un posto dove potresti trovare una soluzione al problema. - Estrasse dalla tasca un bigliettino spiegazzato. Un indirizzo e una mappa e lo porse alla ragazza. Con gli occhi annebbiati dalle lacrime lesse distrattamente il biglietto.
Si stupì, conosceva quel posto. Non c’aveva pensato, l’aveva completamente rimosso.
Grazie… dottore.
- Di nulla… ti chiedo solo di non andarci da sola. Potresti…
- Non finì di formulare la frase che Akane con una voce inaspettata lo freddò.
- No. Ranma non fa parte più della mia vita! Lo odio.
- Ma Akane…
- Non ha più nessun dovere nei miei confronti… e non gli permetterò mai più di farmi del male! Lo giuro sul mio onore! -


Fuori dalla porta, accasciato contro il freddo legno c’era Ranma. Non aveva voluto origliare per rispetto ma il suo pianto disperato e quell’ultima frase urlata l’aveva sentiti chiari e tondi.
Una lacrima solcò il suo viso, mentre una piccola scatolina di velluto blu ruzzolava sul pavimento, rivelando alla luce lunare il suo prezioso contenuto.
Poche settimane prima, la luna aveva accolto i loro primi baci e adesso accarezzava il cuore spezzato dei due giovani testardi di Nerima. Era un incubo. L’aveva persa per sempre. Lo odiava.

Dopo qualche minuto Ono uscì dalla camera e guardò il ragazzo, con la testa sulle ginocchia. Perché erano così dannatamente orgogliosi? Si chinò su di lui.
- Dai Ranma… è solo arrabbiata. Devo sbollire un po’… - Non era molto convinto e lo sguardo vacuo e disperato che il codinato gli rivolse,
gli fece deglutire sonoramente tutte quelle inutili parole di consolazione che stava per dirgli. Andò via, sentendosi completamente inutile e limitato.
Riusciva a ricucire un braccio, sistemare ossa ma non riusciva a lenire le ferite dell’anima. Aveva ancora tanto da imparare nella vita.    




Un’aurora fresca e limpida si rifletteva attraverso la finestra di Akane. Il mattino era arrivato come il più splendido dei doni.
Ranma aprì gli occhi, disturbato da un caldo raggio di sole. Aveva dormito sul pavimento, stringendo convulsamente la scatolina blu.
Kasumi si era premurata di coprirlo con un piccolo lenzuolo. Il cuore gli balzò in gola. Akane non avrebbe voluto parlare con lui.
Con tutto il coraggio che aveva in corpo si alzò e provò a bussare, dopo un paio di minuti di incertezza. Nessuna risposta, cattivo segno. Provò a bussare più forte.

- Ak..akane sono io… ho bisogno di parlarti… per favore… - Sussurrò convinto che lei stesse li dietro ad ascoltarlo. Ancora nulla.
Il panico l’avvolse. Non c’era nulla da fare. Bussò ancora e come colto da uno strano presentimento aprì la porta.

- Scusami… se entro senza per… - Le parole gli morirono in gola. La camera di Akane era vuota.

Il letto sfatto, gli scaffali e l’armadio svuotati. Lo zaino non c’era più e lui come uno stupido si inginocchiò inerme.
Se ne era andata. Lui non aveva sentito nulla. Lei non c’era più… per colpa sua. La scatolina che stringeva in mano ruzzolò sul pavimento ancora una volta.
La lieve brezza del mattino, accarezzava dolcemente la frangia di Ranma che senza parole osservava quella stanza in cui era stato milioni di volte.

La stanza della sua Akane. Si erano scambiati il loro primo bacio tra quelle mura, l’aveva abbracciata, fatta arrabbiare, spiata, presa in giro e ora era solo un cumulo di mobili vuoti.
Fece per recuperare la scatola e trovò vicino al letto una pallina di carta. La raccolse e l’aprì in maniera casuale, non era da
Akane lasciare la stanza in subbuglio e quel particolare l’aveva colpito ancora di più. Una mappa e un indirizzo.
Le belle iridi del ragazzo si spalancarono dalla sorpresa. *non è possibile… non li… non da lui* Uscì trafelato dalla camera.
Non c’era un minuto da perdere.  Il bigliettino abbandonato sulla scrivania prese il volo fuori dalla finestra danzando allegro sulle ali del vento.
Poche parole scritte in una grafia ordinata e lineare. "Sorgenti della vita. Riugenzawa, Tokyo".





 


Angolo dell'autrice: Ma salveeee!! Dopo le ferie,oggi si torna a lavoro e per non deprimermi eccoci qua. Che ne pensate del capitolo 6 ? E della colonna sonora? 
*e volarono ortaggi sull'autrice... *  Beh che dire  forse può risultare un pò ooc ma è stato tutto voluto.
Dottor tofu protagonista, sapete che lo adoro, mi piaceva dargli peso nella famiglia Tendo.
In questo capitolo Volevo che si capisse la disperazione di tutti (soun in primis) e di Ranma che cede al suo orgoglio e parla chiaro con piccoli spot sui personaggi secondari.
So che Ranma non dichiarerebbe mai i suoi sentimenti di fronte a tutti ne con quelle parole (sarebbe morto di infarto prima) però erano necessarie per la sua maturità
e per renderlo ancora più introspettivo, spero che qulcuno gradirà. Voglio feedbackkk!!!!
Per il finale del cap. Che ne dite? Vi è piaciuto o troppo scontato? Che farà il nostro baka per riportare Akane a casa? Ma soprattutto sarà così facile guarire dal problema sterilità?
Grazie infinite a tutti voi che leggete, seguite, commentate e tifate per i nostri baka. Siete preziosi e mi fa sempre tanto piacere leggere i vostri suggerimenti.

Have a Great day.
karmy

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Capitolo 7
*** Piccola Stella senza Cielo ***


Ti brucerai
Piccola stella senza cielo.
Ti mostrerai
Ci incanteremo mentre scoppi in volo
Ti scioglierai
Dietro a una scia un soffio, un velo
Ti staccherai
Perche' ti tiene su soltanto un filo, sai
Tieniti su le altre stelle son disposte
Solo che tu a volte credi non ti basti
Forse capitera' che ti si chiuderanno gli occhi ancora
O soltanto sara' una parentesi di una mezz'ora        (piccola stella senza cielo - Ligabue)





 
Il lento convoglio sferragliava rumoroso sulla vecchia rotaia. Tornare a Ryugenzawa era come fare un tuffo nel passato di un Giappone ormai quasi scomparso.
Il cielo denso di nuvole, come quel giorno, offuscarono il cuore della giovane Akane, che batteva ancora tumultuoso e selvaggio.
Alle prime luci dell’alba, come una ladra era uscita di casa, approntando uno zaino e qualche provvista, senza dire niente a nessuno.
Perché il destino la stava riconducendo li? Solo l’anno prima quella desolata prefettura era stata lo scenario di una lotta impari.
Meri uomini contro un leggendario drago. Le sorgenti della vita… come aveva fatto a non pensarci.

Da quando Akane aveva scoperto il suo problema, la mente non riposava alla ricerca di una soluzione.
Confidava ciecamente nel dottor Tofu e nel suo operato e lui come sempre le aveva proposto una soluzione più che valida.
Ma come tornare li senza affrontare i fantasmi del passato? *non posso presentarmi a casa di Shinnosuke e suo nonno così… come se nulla fosse*
Le tornarono alla mente le parole della guardia forestale * Ti amo Akane… potrai mai amarmi?* . Arrossì di botto.
Quel ragazzo era così limpido che perfino lei era stata colta impreparata ad una dichiarazione del genere, non che non ne avesse mai ricevute.
I suoi occhi erano così profondi e sinceri che la mettevano a disagio senza un motivo preciso. Un altro paio di occhi le vennero in mente.

*Ranma…* Scosse la testa più volte. Non era il momento di pensarci. Per una volta avrebbe pensato solo a se stessa. Doveva risolvere un problema, ci sarebbe riuscita e da sola come una vera guerriera.
*Non posso essere una maestra di arti marziali se non riesco ad affrontare nemmeno i miei problemi personali*.


Il treno fischiò rumorosamente, cominciando a frenare. *Stazione di Ryugenzawa* .
Deglutì sonoramente, prese i bagagli e scese. Stranamente piena di persone la stazione brulicava di turisti e comitati di accoglienza. Non se la ricordava così mondana.
Un imponente cartello pubblicitario troneggiava affianco la recinzione d’uscita.
Terme di Ryugenzawa - Riprendi la giovinezza con un colpo di spugna” , una nonnina rugosa si trasformava in una graziosa signorina ammiccante non appena il cartello dinamico si muoveva.
Questa era nuova, non si era di certo accorta che li ci fosse uno stabilimento termale.
Al dire il vero cominciando a girare per la cittadina, aveva notato qua e la piccoli istituti termali, centri benessere e vari locali di estetica, tutti che promettevano forza e giovinezza.
Cercò di fare mente locale e ricordarsi la strada che portava alla foresta. *Se seguo il fiume verso l’alto dovrebbe portarmi li* Come previsto dopo venti minuti di cammino, ritrovo la fitta boscaglia famigliare.

 La nebbia spessa come zucchero filato ricopriva tutto il paesaggio. Una strana ansia si impossessò della ragazza.
*Devo stare attenta a quelle bestie giganti e trovare in fretta il passaggio sotterraneo per la fonte principale
* Con passo spedito si inoltrò, sperando di trovare ciò che cercava.
Più si guardava intorno più il paesaggio le sembrava strano. La foresta era come se fosse stata ripulita. Somigliava più ad uno stravagante parco che a un posto selvaggio.

Dopo poche centinaia di metri un piccolo cartello dipinto a mano indicava “ Ryokan* del ricordo - Venite ad immergervi in un oasi avventurosa e rilassante.*
*bene…* pensò tra se, non avrebbe dormito in tenda all’addiaccio, poteva rifugiarsi in un comodo albergo a conduzione famigliare.
Il pensiero di cucinarsi da sola e dormire in una foresta piena di bestie non l’allettava di certo.
D’improvviso si vide passare avanti un gruppetto di lucertole giganti che correvano trafelate senza minimamente accorgersi di lei.
Con un agilissimo saltò atterrò su una roccia ma purtroppo per lei, scivolò in un attimo data l’umidità. Era la fine, quelle lucertole l’avrebbero travolta se due braccia forti e muscolose non l’avessero tratta in salvo.
Dapprima l’immagine di Ranma si formulò nella sua mente ma dopo poco, un odore di muschio e fragranza di pino le invase le narici.
Conosceva quel profumo. Alzò intimorita il capo tremando impercettibilmente. Un bel ragazzo moro con gli occhi intensi, la fissava.

- Shin..shinnosuke. -

 Il ragazzo rimase interdetto. in meno di tre secondi i suoi occhi si spalancarono, le sue gote arrossirono e la presa delle sue braccia venne a mancare.

- Ak…akane. Sei proprio tu? -
Con delicatezza la fece scendere senza riuscire a staccare le mani dalle sue spalle.

- Sì… sono Akane Tendo, ti ricordi? -
Il ragazzo non aveva un ottima memoria ma come faceva a dimenticare il suo primo amore e tutta la vicenda di Orochi Yamatano.

- Che ci fai qui? Come stai? - Disse quasi borbottando.

- Emh… è una lunga storia… piuttosto tu come stai?

 Si grattò distrattamente la testa. Di nuovo quella stretta allo stomaco, sperava di averla sconfitta e adesso si ritrovava davanti la causa del suo disagio.

- Sto bene… comunque non dovresti camminare per la foresta da sola è piena di tra… -

Non finì di pronunciare la frase che una delle sue solite buche con sassi lo mise ko, lasciando Akane basita.

- Oh Shinnosuke… -

Come la volta precedente se lo caricò sulle spalle e cercò di ricordare dove fosse la casa del nonno.
Dopo alcuni minuti si accorse di non avere il benché minimo senso dell’orientamento. *ma non era da queste parti?*
Una lieve pioggerella fastidiosa aveva cominciato a cadere e ormai era ora di pranzo. Doveva trovare un riparo prima di sera. Si guardò attorno sconfitta.

Nuovamente quel cartello del ryokan spuntò come un fungo sulla sua strada. *Beh…a questo punto…*
Con risolutezza si caricò meglio il ragazzo sulle spalle e si avviò per lo stretto sentiero che conduceva al complesso termale.
Dopo circa trenta minuti di cammino si trovò davanti ad una graziosa struttura in stile orientale. Somigliava un po' a casa sua, in dimensioni ridotte.
Un piccolo ponticello divideva l’albergo dal piccolo giardino che fungeva da spiazzale. Tutt’intorno alberi di camelie mischiate a palme tropicali erano un connubio bizzarro ma stranamente armonico.
Arrivata all’entrata sentì spalancarsi la porta di legno. Un trafelato anziano gli venne incontro.

- Ah…nipote mioooo!! Sei ritornatooooo!! - Piagnucolò strappando dalle spalle di Akane il povero Shinnosuke svenuto.

- Nonno! - Il vecchio la guardò e con un sorriso enorme le strinse le mani.

- Ah ragazza mia!!!! Come stai? Come mai da queste parti!? Vieni entra pure.

- Anche lei è in vacanza qui nonno? -

Con modi gentili e impazienti si sentì spingere verso la sala da pranzo. Shinnosuke era stato sistemato sul tatami e prontamente coperto da un futon, ronfava alla grande.

- Akane cara, che gioia vederti. Vedo che come sempre il mio caro nipote è capace di pescare le belle ragazze in giro per la foresta. Ahahahaha. - La mora sorrise cordialmente, non era cambiato di una virgola.

- Bene, bene. Per quanto ti fermi? Avrai bisogno di una camera e di un bagno caldo… abbiamo delle bellissime terme all’ aperto…

- Ma nonno! Da quando avete aperto un Ryokan?… e il vostro ruolo di guardiani della foresta? - Era un pochino scombussolata, infondo era passato solo un anno.

- Ah giusto… beh vedi mia cara, da quando tu e i tuoi amici avete sconfitto Orochi molte cose sono cambiate. Ah lo sapevi che Orochi era una draghessa in realtà?
 Mangiava le donne per invidia suppongo. Ero uno splendore in abito bianco ahahahah! -


Un gocciolone si formò sulla testa di Akane cercando di capire il perché un drago a otto teste dovesse essere geloso di semplici ragazze umane e per giunta di un vecchio travestito da sposa.

- Fatto sta che la primavera scorsa la draghessa è sparita dopo una grande scossa di terremoto e per i kami ho visto un tornado formarsi nel cielo, sono sicuro fosse lei.
Da quel giorno l’acqua della vita è diventata calda e dal terreno sono spuntate falde acquifere termali un pò ovunque.
Non sappiamo cosa le alimenti ma visto che la leggenda vuole che ogni duemila anni un drago deponga delle uova, suppongo che siano loro a far si che la temperatura rimanga alta… -


Il cuore di Akane perse un battito. Se Orochi non c’era più anche il muschio della vita era andato. Non poteva certo ovviare al suo problema con della semplice acqua.

- No…nonno, quindi l’acqua non ha più i suoi poteri curativi ? - Tremò. Non era convinta di voler sapere la risposta.

- Beh non sono certo potenti come prima. Infatti il numero delle bestie giganti è diminuito sensibilmente ma per i reumatismi e il vigore dei muscoli fanno miracoli.
Io stesso mi sento giovane come un ventenne da quando mi bagno regolarmente nelle sorgenti. -
Disse d’un fiato mostrando un rachitico bicipite.

- Emh… lo vedo. Quindi prima o poi l’effetto finirà? - Il vecchio sfoggiò un sorriso semi sdentato ma brillante.

- No, se riesco a trovare le uova di Orochi. Le uova di drago hanno poteri leggendari. Possono guarire persone ad un passo dalla morte e possono dare poteri inimmaginabili a chi ne possiede uno. -
Non si ricordava quell’uomo così assetato di potere e quasi le venne la voglia di rimproverarlo.

- Ma nonno…

- Oh Akane posso leggere disapprovazione nel tuo sguardo…ma non lo faccio certo per me ma per Shinnosuke.

- Ma come, sta ancora male? -
Le tremarono le mani. Non era servito a nulla il muschio della vita?

- No fisicamente sta bene è solo che mi restano ancora pochi anni di vita e voglio lasciargli in eredità il mio ryokan,
che non potrà continuare a essere tale se non trovo almeno un uovo e mischio il contenuto con l’acqua della vita. -


- E a cosa serve per fare ciò? - Si chiese interdetta.

- Vedi. La placenta di drago è il vero potere di Orochi. Sciogliendola nell’acqua questa acquisirebbe i poteri del drago e resterebbe naturalmente calda.
Quindi benefici e terme, un futuro assicurato per il mio smemorato nipote. -


Akane spalancò gli occhi. Le uova di drago potevano fare al caso suo. Non aveva detto che guarivano persone ad un passo dalla morte?

- Se vuole l’aiuterò! - Il nonno piagnucolò di nuovo ma di gioia, stringendo le mani della ragazza. Nel frattempo un confuso Shinnosuke si destava dal sonno.

- Ah per tutti i kami sei stata provvidenziale! Quando questa storia sarà finita perché non resti con noi e sposi il mio ragazzo. Ho proprio voglia di diventare nonno… ahahah.- 

- Hei chi sei vecchio!? Non importunare Akane mi hai capito?


- Ma come non ti ricordi del tuo povero nonno, che tenta di accasarti con la ragazza dei tuoi sogni? Che ingratitudine… Buaahhh - Akane si rabbuiò.  

- Oh non volevo metterti in imbarazzo. A proposito dove sono i tuoi amici? Il ragazzo che si trasformava in donna e l’amico infermiera?- Disse, mentre Shinnosuke lo colpiva in testa con la teiera del tea.

- Oh.. non si preoccupi… loro stanno bene. Devo chiederle un favore però…

- Dimmi pure.

- Se vi aiuto a trovare le uova di drago, posso avere un pò del loro contenuto?
-
Il nonno e il ragazzo la guardarono con tanto d’occhi. Cosa doveva farsene lei della placenta di drago. Sembrava così in ottima salute.

- E cosa te ne faresti? -

- Hei… non farle domande imbarazzanti. -

- Oh certo, scusami. Potrai avere un uovo tutto per te. Di solito i draghi depongono sette o otto uova alla volta.. per cui suppongo che non ci sia problema.
-

- Grazie. - Lo sguardo di Akane era diventato pensieroso e Shinnosuke se n’era accorto.
Come mai era tornata li da sola? Un barlume di speranza si agitò nel suo petto. Ora che era li con lui e sola poteva avere l’occasione di spiegarle i suoi veri sentimenti.

- Bene. Shin, accompagna la nostra ospite nella sua stanza e mostragli la struttura.-

Ordinò ammiccando con occhio da triglia. Il ragazzo arrossì e fece strada verso uno stretto corridoio che portava alle camere.
Con un leggero inchino Akane lo ringraziò. Si sentiva sollevata, forse c’era una soluzione.

- Emh… Akane, nella stanza troverai tutto ciò che ti occorre. Le terme sono sul lato est della casa e sono miste.
Nello spogliatoio troverai asciugamani e tutto il necessario. Quando vorrai, sarò lieto di mostrarti il giardino… -


- Grazie Shinnosuke.

- Se..se ti va chiamami Shin.. -

- Ok. Shin. -


Il sorriso che sfoggiò fu dolce e triste al tempo stesso. La stanchezza del viaggio cominciava a farsi sentire. Era dura affrontare tutto da sola.
Ancora una volta il volto del codinato si affacciò nella sua mente sovrapponendo l’immagine di Shinnosuke con Ranma.

- Tu..tutto bene? - Notò la sua tristezza.

- Si.. si.

- Ti faccio portare in camera qualcosa da mangiare, ok?
Grazie per avermi portato a spalla per la foresta… avrei dovuto salvarti io.-


- Non ti preoccupare, mi stai più che ripagando adesso…e poi sono un’artista marziale non è problema portare un uomo sulle spalle. - Disse gesticolando la posa di un culturista.

Il ragazzo sorrise di rimando. Quanto poco conosceva Akane e la sua storia. Finalmente aveva l’occasione di passare un pò di tempo con lei. Non si sarebbe fatto sfuggire questo evento più unico che raro.

- Allora a dopo, grande artista marziale..mi piacerebbe conoscere un pò più di te… - La mora arrossì e si ritirò nella sua camera.
Perché quel ragazzo la metteva così in ansia ma soprattutto perché diavolo pensava ancora a quell’idiota di Ranma.
Decise di stendersi un pò e riposare, d’altronde con la testa piena di pensieri non poteva certo escogitare un piano per recuperare le uova di orochi.



Nel frattempo a casa Tendo…

- Buahhhhhhhh la mia bambina è scappata!! -

Soun in lacrime girava come uno spettro per la sala da pranzo, Genma gli faceva vento come una cortigiana,seguendolo passo per passo.
Ranma era di sopra a preparare i bagagli. Con foga metteva le provviste e i cambi d’abito nello zaino. La scatolina blu, rotolò impertinente davanti a lui ancora una volta. La strinse forte.
*Quella pazza non c’ha pensato un attimo a correre da lui. Perché? Credevo che fosse una faccenda superata…*

 Nessuno era a conoscenza della storia di Orochi Yamatano ne di quello che era successo a Ryugenzawa. I due erano stati sempre molto vaghi con la famiglia, era troppo imbarazzante.

*Non solo ho salvato quell’idiota dalla sua maledizione, adesso devo anche fargli capire a suon di botte che Akane è solo mia!*

Un lampo di genio attraversò la mente del ragazzo. *le sorgenti della vita…* perché non ci era arrivato?
Akane era li da sola in quella foresta per cercare di risolvere il suo problema non certo per rifugiarsi tra le braccia di Shinnosuke.
Il cuore si alleggerì per un momento troppo breve. Ripensò alle bestie, ai pericoli corsi e alla sua fidanzata che non era certo nella forma più adatta per battagliare con draghi a otto teste.
Rabbrividì. Doveva fare in fretta, il pensiero di saperla sola lo divorava più della gelosia per lo smemorato.


- Soun. Sono pronto. Porterò Akane a casa sana e salva.  - Proferì un Ranma più che sicuro di se.
- Oh… Ranma riportamela al più presto…ti prego… Buahhhh - Non riusciva proprio a trattenersi.

- Bravo figliolo! sono orgoglioso di te. - Disse Genma con una poderosa pacca sulla spalla.

- Non combinare casini come al tuo solito. E’ la tua ultima chance. -

Proferì con uno sguardo eloquente Nabiki. il codinato deglutì. Era vero. L’unica possibilità di tornare a casa come fidanzati.
Akane lo odiava, non poteva semplicemente andare la e spaccare tutto come king kong e portarsela via in spalla. Doveva ponderare bene ogni sua azione. Deglutì nervoso ma deciso.





La calda sera di Ryugenzawa aveva aumentato l’umidità e infittito la nebbia che densa e lattiginosa circondava tutto il ryokan.
La cena con Shinnosuke e il nonno era stata particolarmente divertente, anche qualche ospite dell’albergo si era unito alla combriccola.
Due coppie di novelli sposi, un viaggiatore piuttosto anziano e la giovane ragazza che si occupava delle pulizie, Noriko.
Tra shabu shabu accompagnato da birre e sake le ore erano passate allegre e spensierate. Era da tanto tempo che non si lasciava un pò andare.
Scuola, lezioni e ogni giorno la pantomima con i suoi per non far capire che lei e Ranma si erano avvicinati. Come sempre il pensiero finiva inevitabilmente a lui e a tutta quella faccenda.
Si rigirò nelle mani il bicchiere quasi vuoto. *non ha senso far finta che non sia successo nulla…* Il ragazzo smemorato la guardò sottecchi e si intristì.
C’era qualcosa che no riusciva a farle godere la serata. Con non poco coraggio richiamò la sua attenzione invitandola a prendere una boccata d’aria nel giardino.


- Che aria afosa! Anche qui fuori non si può stare. -

Si lamentò Akane, sventolandosi con la mano. Aveva indossato per la serata uno yukata bianco con delle graziose camelie rosse che ornavano tutta la superficie.
I capelli erano adornati da un piccolo nastro rosso. La pelle leggermente imperlata di sudore e le gote rosse per l’alcol, la rendevano agli occhi del ragazzo una immensa tentazione.
Dannazione era pur sempre un uomo nel pieno della crescita e ragazze carine come lei poche volte si erano addentrate per quei sentieri impervi.

- In questo periodo è sempre così. Meno male abbiamo ancora una sorgente fredda accanto alle terme.  

Akane barcollò sugli zori e non volendo urtò con il braccio la spalla di Shin facendolo diventare paonazzo. *mi ci dovrò buttare nell’acqua fredda tra un pò*  inghiottì il vuoto. Arrivati nei pressi di un piccolo giardino.
La ragazza rimase estasiata dalla varietà di fiori e di lucciole che popolavano le aiuole a quell’ora. Era uno spettacolo incantevole.

- Dimmi un pò Akane, ti va di raccontarmi qualcosa di te? - Sorrise gentile. Era un uomo sì, ma l’ultima cosa che voleva era metterla a disagio o farsi dare del maniaco.

 - Che cosa vuoi sapere Shin? - Gli occhi lucidi di lei lo guardavano confusa ma serena, era bellissima. Si sedettero su una panchina vicino una piccola fontana.

- Tutto quello che vuoi che io sappia… cercherò di imprimerlo nella mia mente. Sai quanto sono smemorato...-
Aveva sempre la frase giusta al momento giusto. Perché dannazione Ranma non era come lui. Spontaneo e limpido.

- Beh allora. Io sono l’ultima di tre sorelle. Kasumi è la più grande e bada alla casa, Nabiki ha 21 anni e ha finito da poco il liceo e poi c’è il mio papà Soun Tendo che è un maestro di arti marziali.
Io quando sarò pronta, erediterò il dojo di famiglia e continuerò la tradizione
. - *Allora non aveva mentito…conosce davvero le arti marziali* pensò Shinnosuke.

- E tua madre?

- Beh mia mamma è venuta a mancare quando ero molto piccola. Però da qualche anno con noi vivono.
Genma, il migliore amico di papà, Nodoka sua moglie e Ranma, loro figlio. -
Disse con una punta di durezza sull’ultimo nome.

- Mi spiace per tua mamma. Anche io non ho mai conosciuto la mia. Però hai un papà e delle sorelle e… quel ragazzo col codino giusto? Il tuo fidanzato… -
Sentirla raccontare della sua famiglia, aveva dato luogo a spot di memoria che pensava di aver cancellato.
Gli vennero in mente i momenti in cui Akane con indomito coraggio si era lanciata contro Orochi per salvare il suo fidanzato dalle fauci del mostro. Sì sentì a disagio e notò che lo era anche lei.  

- Non mi va di parlarne. - Un ventaglio di possibilità si aprirono nella mente dello smemorato. Aveva litigato con il fidanzato?
Forse lui aveva un’altra o lei si era stufata. Quale era il motivo della sua visita? Perchè voleva le uova del drago?

- Scusami non avrei dovuto essere indelicato. Non volevo metterti a disagio. -

- Non ti preoccupare. Sono io che vi sto disturbando. Appena troveremo le uova di drago, ti parlerò di tutto e toglierò il disturbo. - Shin colto da un’ impeto di coraggio, le prese una mano tra le sue.

- Tu non disturbi affatto. Sarai sempre la benvenuta a Ryugenzawa come nel mio cuore. - Sussurrò le ultime parole in un soffio che Akane fece fatica a cogliere.

- Gr…grazie.

- Se ti va puoi rimanere anche per sempre… insomma… conosci quello che provo…-
La piccola tendo arrossì fino alla punta dei capelli. Com’era possibile che quel ragazzo provasse ancora dei sentimenti così forti per lei.

- Scusami Shin, sono un pò stanca…forse è meglio che vada. -

Si alzò barcollando e fuggì verso l’albergo. Non poteva restare li un minuto di più, poteva fare qualcosa di cui si sarebbe certamente pentita.
Era brilla, triste e lui era troppo perfetto per essere reale. Aveva una gran voglia di litigare con Ranma e piangere fino ad esaurire le lacrime.
Era così doloroso essere desiderata, quando lei odiava il suo corpo mutilato della sua femminilità e fertilità.
Il ragazzo era rimasto immobile e guardava nella direzione dove era sparito l’oggetto dei suoi desideri.
*oh Akane… perchè sei così sfuggente… cosa lacera il tuo cuore?*  pensò debolmente, lasciandosi cullare da un’improvvisa brezza serale.





 


*ryokan : Albergo o pensione a conduzione famigliare, spesso abbinata a uno stabilimento termale (onsen).
*Shabu Shabu: Fettine di carne di vitello e maiale molto sottili lessate direttamente al tavolo in un brodo leggero. Generalmente vengono accompagnate da diverse varietà di salse speciali.

Angolo Autrice:
Buona seraaaaa! Anzi meglio buonanotte... sono le 00:51 e ho appena finito di editare il capitolo. Mi scuso per il ritardo. Di solito posto un capitolo a settimana ma per varie cose è slittato di qualche giorno.
Gomen ne!!
Che dire... la nostra Akane è arrivata a Ryugenzawa ma l'ha trovata un pò diversa. Cosa ne pensate? Vi è piaicuto l'incontro con Shin?
Lo so che lo state odiando in questo momento... su su, fate le brave, ne vedrete delle belle :D
Questo come potete vedere è un capitolo di transizione, che spiega un pò di cose su quello che potrebbe accadere in futuro. Spero vi piaccia. 
Ancora un grazie infinite a tutte le persoone che hanno letto e recnesito la storia e chi con pazienza mi da tanti feedaback per migliorare.

Per farmi perdonare del ritardo vi lascio un linkino ad un fan video su youtube ovviamente Ranma/Akane  che è diventato mio tormentone da una settimana.
Adoro la canzone e le animazioni.  ---->  https://www.youtube.com/watch?v=wnPcjBFPpe4

A presto vostra Karmy

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Capitolo 8
*** Too much love will kill you ***


I'm just the pieces of the man I used to be
Too many bitter tears are raining down on me
I'm far away from home
And I've been facing this alone
For much too long
Oh, I feel like no-one ever told the truth to me
About growing up and what a struggle it would be
In my tangled state of mind
I've been looking back to find
Where I went wrong


Sono solo i frammenti dell'uomo che avrei dovuto essere
Troppe lacrime amare si stanno
riversando su di me
Sono molto lontano da casa
E sto affrontando tutto questo da solo
da troppo tempo
Mi sento come se nessuno mi avesse mai
detto la verità
Su come crescere e sullo sforzo che avrebbe comportato
Nella mia mente piena di confusione
Sto guardando indietro per scoprire dove
ho sbaglia
to                                                       (Queen - Too much love will kill you)







Era la terza volta che faceva il giro della foresta. Era tutto così ben curato ed esotico.
Qualche animale gigante ancora si aggirava tra gli alberi, ma non tanti quanti ne ricordava.
Era stanco, affamato e preoccupato da morire, gli sembrava ancora surreale essere dinuovo li un anno dopo.
Solo il giorno prima Akane era svenuta, provata dalla battaglia e adesso era li in quel postaccio pieno di brutti ricordi a girovagare come Indiana Jones.
* dove diavolo si sarà cacciata a quest’ora? *


Immerso nei suoi pensieri notò delle luci soffuse provenire da alcuni cespugli e lo scrosciare di acqua.
*Da quando ci sono sorgenti termali qui?*
Si avvicinò guardingo. Dietro un piccolo steccato, un ampia vasca, circondata da rocce e suggestivi alberi fioriti, faceva mostra di se in tutto il suo splendore.
Era un posto paradisiaco. *un ryokan in mezzo alla foresta?*
Un rumore scosse i suoi pensieri. Una figura minuta si stava immergendo in quelle acque.

*Akane…*

Eterea e avvolta solo da un piccolo asciugamano, la ragazza si posizionò sotto una piccola cascata di acqua calda, sembrava così assorta nei suoi pensieri.
Ranma inghiottì il vuoto, mescolando nello stomaco il sollievo per averla ritrovata sana e salva e l’eccitazione di vederla nuda e pura davanti a lui.
L’acqua scrosciava sulle sue spalle in rivoli voluttuosi che scendevano sui seni e i fianchi, tracciando sentieri intricati sulla sua candida pelle.
La testa reclinata all’indietro e le labbra rosse e gonfie era un immagine di rara bellezza.
Al codinato passò il sonno e la stanchezza. Il suo cuore e la sua testa gli dicevano di andare la e baciarla con impeto.
Voleva fare pace con lei, stringerla a se e portarla al sicuro a casa. Impuri pensieri che furono fermati  dal lieve singhiozzare di lei.
Piangeva piano e il viso contratto in una smorfia di dolore la rendeva piccola e fragile come un cristallo.
Ranma l’osservò attonito. Voleva starle accanto, aiutarla…

-Akane? - Una voce maschile proveniente dall’interno della vasca fece sobbalzare entrambi.

-Shin…shinnosuke? - Disse lei tirando su col naso e avvolgendosi rapidamente nel piccolo telo.

- Che… che ci fai qui?-

- Potrei chiederti lo stesso…
-  Sussurrò avvicinandosi cautamente.

- Avevi dimenticato che sono terme miste? -

Ranma da dietro al cespuglio era tentato di tirargli l’enorme masso che aveva affianco ma si impose calma e sangue freddo.
Che diavolo ci faceva li lo smemorato? O meglio loro due nudi insieme in una sorgente termale. Inaccettabile.
Akane indietreggiò di un passo, immergendosi nell’acqua fino alle spalle; era una situazione  davvero imbarazzante.
Solo poche ore prima si era congedata per togliersi dall’impaccio e ora ci era invischiata ancor più di prima.

- Non credevo che a quest’ora ci fosse ancora qualcuno… infatti si è fatto tardi… ehm… credo che sia meglio tornare in camera. -

- Hai paura di me? -
La guardò dritto negli occhi lasciandosi sfuggire un sospiro preoccupato. Ranma dal suo nascondiglio era pronto ad atterrarlo non appena avesse fatto un ulteriore passo verso lei.

- Dovrei averne? Sfrontatezza e orgoglio. Non era una fragile principessa indifesa e entrambi i ragazzi ne furono colpiti.
Non c’era astio nelle sue parole ma semplice curiosità. Era sicura che Shinnosuke non fosse li per caso e che non riusciva a riposare senza avere delle risposte da lei.

- Ovviamente no. Non farei nulla che non volessi anche tu. -
Le parole rimbombarono nella testa di Ranma. Cosa voleva dire? Fino a dove si erano spinti? Perché lui sembrava così in confidenza con lei?

- Shinnosuke… ti ringrazio. Per quello che provi per me, per la tua gentilezza e ospitalità… ma nel mio cuore al momento non c’è posto per questo tipo di sentimenti. -
Il volto di lui era contratto nell' atto di incassare il colpo, mentre quello di lei era duro e splendido.

- Deve esserti successo qualcosa di veramente brutto per permettere al tuo sguardo di indurirsi così… mi ricordo un’ Akane dal sorriso dolce e gli occhi intensi. -
Non doveva cedere. Non avrebbe permesso a Shin di innamorarsi ancor più di lei, non sarebbe stato giusto e vederlo soffrire, sarebbe stato un carico da mille sul suo già fragile cuore.

- Le persone cambiano e forse per questo che esistono i ricordi.

- La mia memoria è stata sempre molto labile ma non riuscirei mai a dimenticarti. Non mi accontento di un ricordo, dopo tanto tempo vorrei un po' di realtà.-

 Akane tremò impercettibilmente insieme a Ranma ancora abilmente nascosto.
Cosa avrebbe dovuto dire adesso? Come fargli capire le cose senza ferirlo? 
Il corvino inghiottì il vuoto pregando i kami che lei non pronunciasse un sì o qualsiasi altra parola che desse via libera al suo nemico.
Invidiava la spontaneità di Shinnosuke e il suo essere limpido ma non riusciva proprio a digerire che lui le stesse così vicino.

- Non posso renderti felice, non sono più l’Akane che hai conosciuto…e poi sono fidanzata… -

- Non mi sembra che quel ragazzo sia qui con te ora o sbaglio? Deve volerti un gran bene per lasciarti sola in una foresta a caccia di draghi.

- Non è affar tuo. Essere fidanzati non vuol dire stare incollati sempre. So cavarmela e se sono qui da sola è perché voglio esserlo. Non ho bisogno di nessuno. -
I due ragazzi la fissarono stupiti era piena di risentimento e dolore. Ranma deglutì sonoramente, era felice di essere ancora nelle sue parole ma consapevolmente triste di essere anche lui parte del problema.

- Non…non volevo dire questo… io… -
La mora sospirò, non aveva senso prendersela proprio con lui ma dannazione perché dava l’impressione di una che va protetta anche da l’aria che la circonda, non era una bambolina di porcellana.

- Scusami Shinnosuke, non avrei dovuto aggredirti… -
Gli passò di lato a debita distanza, diretta all’uscita, lui si allungò e la fermò delicatamente per un polso. Il codinato era pronto a scattare rabbioso come non mai.

- Domani mattina perlustreremo la zona delle grotte ad ovest, partiamo alle sette. -
Il suo sguardo avrebbe voluto dirgli mille cose e le mani avrebbero voluto intrecciarsi con le sue per non lasciarla andare mai più ma si fermò, non era il momento ne il luogo.

- Ti auguro la buona notte. -
Disse lasciandole il polso.

- Notte Shin. - La ragazza sparì oltre il vapore e le bizzarre piante. Aveva bisogno di riposarsi e concentrarsi per domani, la priorità erano quelle uova.


Il cuore di Ranma era in tumulto. Aveva assistito ad una scena surreale e dolorosa. Di nuovo lei e quel ragazzo con lo spazzolone.
Perché? Sentiva la sua sicurezza vacillare mentre approntava la tenda da campeggio tra i cespugli. Che connessione c’era tra i due?
Che cosa avrebbero dovuto fare l’indomani? Il pensiero di loro insieme gli faceva ribollire il sangue nelle vene; si chiese il perché non era saltato fuori dal nascondiglio e riempito di botte quel tipo.
Sospirò rassegnato, non poteva farsi prendere dall’impulsività era la sua ultima chance. Le parole di Nabiki si ripetevano nella sua testa come una cantilena e si impose di ascoltarle.
Ci avrebbe pensato domani. Sarebbe stato l’ombra di Akane. Se lei non lo voleva vedere, l’avrebbe protetta in silenzio a costo della vita.




L’alba rosata e tenue, rischiarava la foresta di Ryugenzawa già da una buona mezz' ora. Nonno, nipote e Akane erano già in marcia verso ovest.
La premurosa Noriko gli aveva preparato il pranzo e riempito gli zaini attrezzi utili. Poche centinaia di metri più in la, Ranma si destò dal sonno madido di sudore dopo una notte di incubi e ansie.
Sentì il lieve vociare di persone a pochi metri da lui. Erano loro.

- Dovremmo arrivare li per le dieci e trenta. Le caverne ad ovest dovrebbero essere un buon nascondiglio per delle uova e poi da li parte una delle diramazioni principali dell’acqua. -

Il nonno era arzillo e chiacchierone già di primo mattino, mentre Akane e Shinnosuke si erano  a malapena salutati ancora troppo imbarazzati.  
La foresta ad ovest cominciava ad infittirsi sempre più. Gli alberi giganti con gli altrettanti giganti ospiti riuscivano a celare abilmente il giovane Saotome che di albero in albero li seguiva come un ninja.
All’improvviso alcune piccole scosse di terremoto, terrorizzarono gli esploratori e tutti gli abitanti della foresta, provocando un po' di agitazione ed ansia.
Più andavano avanti e più il cielo diventava plumbeo. I sensi di tutti erano all’ erta e Akane aveva la nettissima sensazione di essere seguita da qualcuno.
Non era un’aura negativa ma famigliare, più volte si guardò intorno alla ricerca di qualcosa.

* non è possibile... che sia...*

- Tutto bene Akane? - Shin per la prima volta in quella mattina le aveva rivolto la parola.

- S…sì. -
Si voltò verso il ragazzo seriamente preoccupato. Il codinato cercò di annullare il suo Chii in maniera definitiva.
La sua fidanzata era diventata davvero abile nel cogliere lo spirito combattivo di una persona o più semplicemente il suo cuore non riusciva a non sentire il suo battere a pochi metri di distanza.
*sto diventando davvero melenso… potrei far concorrenza a Kuno*.

- Manca davvero poco se non te la senti…non vorrei ti facessi male. -
Akane si fermò scoccandogli un occhiataccia. La sua aura combattiva si espanse per alcuni metri.
Ranma la guardò attendendo un suo sfogo. Se la conosceva almeno un po' sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
Potevano dire tutto su di lei, tranne che non fosse forte e impavida ed anche un tantino incosciente a dire il vero. Lo sapeva bene.
La sua lei era una tipa tosta, lo aveva aiutato un mucchio di volte e anche se la sua abilità non era paragonabile a quella di uno esperto come lui, era sempre risultata utile e tempestiva.
Shinnosuke non la conosceva affatto. Akane non aveva bisogno di un principe azzurro che la salvasse o la tenesse sotto una campana di vetro
ma di un compagno guerriero come lei, capace di agitare il suo cuore nel bene e nel male.

- Ti ho già detto che so cavarmela da sola e non voglio ripetermi. - La voce era gelida e composta. Nonno e nipote rimasero interdetti era proprio cambiata.

- Scusami. Non lo dirò più. -

L’aura era ritornata normale e Akane si era voltata verso lui con un sorriso tirato ma cortese. In quel momento Ranma realizzò il vero dolore della piccola Tendo.
Nessuno, compreso lui aveva avuto fiducia nelle sue capacità eppure era cresciuta a riso e arti marziali come ogni buon combattente. Lui e suo padre l’avevano pregata di non sfidarsi con Shan pu.
Shinnosuke non voleva che corresse pericoli e tutte le altre mille volte nel corso degli anni in cui lui, Ryoga, Kuno e perfino Happosai l’avevano trattata come una ragazzina indifesa.
Si sentì dispiaciuto. Sapeva bene quanto era fastidioso essere compatiti, lo ricordava dopo la vicenda della moxibustione*, con conseguente perdita della forza,
ed era proprio così che si sentiva Akane, in più il suo problema la rendeva ancor più aggressiva . Doveva essere proprio arrivata al limite.

- Cominciamo da li. Fate attenzione. -

Il nonno si immerse nel buio antro di una caverna che proteggeva un piccolo ruscello. Con i piedi nell’acqua gelida procedevano in fila indiana con le torce ben accese.
Dagli alberi si passò ai soffitti rocciosi e i pipistrelli. Ranma li seguiva attento e guardingo. Avevano parlato di uova. Perché cercarle in una grotta?
Akane si sentiva atterrita, non le erano mai piaciuti i luoghi chiusi e minacciosi e quel posto le ricordava tremendamente il tunnel del perduto amore*.
Si sistemò meglio lo zaino in spalla, non era il momento di avere dubbi. Shinnosuke si fermò all’improvviso.

- Non la sentite anche voi? -

- Cosa? - Replicò il nonno.

- L’acqua, adesso è calda. - Istintivamente i tre si guardarono i piedi. Effettivamente un piacevole calore, riscaldava i loro piedi intorpiditi.

- Siamo vicini allora. Il flusso porta a sinistra. -     

- Secondo me è a destra. -

- Dividiamoci. - Propose risoluta Akane. Il primo che trova qualcosa avvisa gli altri.

- Io vengo con te. -

- Vuoi lasciare da solo un povero vecchio indifeso? -
Replicò il nonno lanciandogli una pietra.

- Va con tuo nonno Shin me la cavo, stai tranquillo. -
Il ragazzo era combattuto. Non voleva lasciarla sola ma effettivamente l’anziano nonno avrebbe potuto trovare difficoltà.

- St…stai attenta e mi raccomando appena vedi qualcosa  di strano torna indietro. -
Akane non riuscì a replicare. Gli sorrise dolcemente, infondo era solo preoccupato.

I due guardiani presero il sentiero di sinistra, mentre Akane quello di destra. Ranma ovviamente la seguì.
Lui non avrebbe mai permesso che lei si addentrasse in un posto del genere da sola.
Dopo alcuni minuti di cammino, la mora si sentì affaticata. L’acqua diventava sempre più calda e adesso era arrivata quasi al ginocchio,
riempendo la stretta caverna di un vapore acqueo quasi insopportabile da respirare. *le medicine…* .
Con un enorme sforzo poggiò lo zaino su una roccia e cominciò a prendere le compresse prescrittegli da Tofu.
Era madida di sudore e respirava piano. Si era tolta la felpa e annodato la maglietta come fosse un top. Fortunatamente aveva messo dei comodi pantaloncini per l’escursione.
Il codinato la osservava silenzioso. La maglietta praticamente appiccicata addosso, il ventre scoperto e i capelli scarmigliati.
Avrebbe trovato quella scena quasi erotica se il livello dell’acqua non avesse cominciato a salire pericolosamente. Sapeva che Akane ben presto avrebbe trovato difficoltà, data la sua incapacità nel nuotare.
Doveva rivelarsi, non poteva continuare quello stupido gioco. Nemmeno il tempo di formulare la frase che la Tendo si era già allontanata di parecchi metri.
Una scossa di terremoto più forte fece crollare mezza parete. Il volume dell’acqua si alzò in uno tsunami anomalo.
La faccia della ragazza era una smorfia di autentico terrore * dannazione non so nuotare* Il fragore dell’onda riempì la caverna e Akane credette di essere morta.
Calore, asciutto e un profumo famigliare era forse quello che si chiama paradiso? Con lentezza esasperante aprì gli occhi. Rosso era il colore che riempiva la sua visuale.
Alzò lo sguardo e vide finalmente gli occhi di Ranma guardarla con dolcezza mentre la stringeva a se. Non era un sogno, Ranma l’aveva salvata.

Con leggerezza la posò accanto a lui tenendole saldamente le braccia. Il suo sguardo voleva dirle mille parole ma non riusciva a proferirne nemmeno una troppo spaventato da una sua reazione negativa.
Akane dal canto suo non riusciva a formare un pensiero razionale. L’aveva pensato così tanto in questi giorni che vederlo li in carne e ossa le aveva fatto galoppare il cuore selvaggiamente.
Più bello di come lo ricordava. Sudato e con il viso accaldato, l’avrebbe voluto baciare all’istante ma si trattenne, non voleva cedere così facilmente.

- Allora eri tu… - Borbottò in un modo tenero. Non riusciva a rialzare la sua barriera di astio così in fretta, quando lui faceva quel genere di gesti.

- Sì… non volevo intralciarti, ero solo preoccupato, avresti potuto annegare… -
Le ultime parole famose. La barriera si rialzò e la mora lo guardò severamente.

- Eh… certo la stupida e incapace Akane Tendo potrebbe farsi male. Di la verità sei stato mandato qui da mio padre… con te non ho più niente a che fare ricordi? -
Cercava di schiaffeggiarlo con le parole ed il codinato si senti montare dentro la rabbia. Possibile che quella stupida avesse frainteso tutto come al solito?

- Non sono nel tuo dojo mi pare, sono un uomo libero e vado dove dove più mi aggrada…

- Bene! Non intralciarmi più!

- Bene! Miss nuoto olimpionico! Se non era per me saresti annegata a quest ora!

- Tsk! Ha  parlato il re della modestia. Non sono da sola, mi sarebbero venuti a dare una mano!

- Certo il tuo principe scopettone e il vecchio travestito!  

- Non chiamarli così! Se non altro non sono dei bugiardi doppiogiochisti e soprattutto non hanno pena di me!

- Akane come al solito fraintendi tutto… preferisci credere agli altri che a me! Sei solo una bambinata infantile!

 
Akane smise per un secondo di respirare. Le parole di Ranma furono stilettate nel cuore. Come poteva insultarla dopo quello che le aveva fatto?

- Certo hai ragione...  giocare al bravo fidanzato premuroso solo perché ti senti in colpa è  più da uomo onorevole e maturo giusto?

- Non l’ho certo fatto perché mi sentivo in colpa stupida! Io…

- Meglio così, adesso so cosa pensi. Quello che ho fatto per te sul monte Hoo è una mia responsabilità e adesso se permetti vado a riprendermi la mia fertilità.
Se ho anche solo una minima speranza di ritornare come prima la sfrutterò fino alla fine e non permetterò a nessuno di mettermi i bastoni tra le ruote... quindi addio.   -


- Se hai voglia di morire fai come ti pare! Stupida! - Si voltò dall'altra parte inferocito. Non aveva visto la ragazza sparire nel buio di gran carriera, abbandonandolo li come un'idiota.

La mora si incamminò verso una piccola breccia libera tra le rocce, li l’acqua era ancora a livelli accettabili, non aveva tempo per litigare con quel baka.
Ranma rimase allibito dal suo discorso. Come poteva essere così ottusa e non capire che lui era li per esserle vicino e non per un senso di colpa.
Capiva la sua voglia di liberarsi dalla maledizione ma non poteva far tutto da sola, non contro un drago o le sue uova.
Decise che comunque l'avrebbe seguita e aiutata ad ogni costo. *anche se non se lo merita, quel maschiaccio rozzo e testardo!*


Per alcuni minuti la ragazza camminò con l’acqua alla vita nella stretta feritoia della parete.
Con suo enorme stupore cominciò ad intravedere una luce dorata che emanava un calore incredibile.
Arrivata più vicino possibile alla fonte si accorse di trovarsi in un enorme antro.
Dall’altra parte vide Shinnosuke e il nonno che erano spuntati da una strettoia simile alla sua.
Tutto era circondato da un lago di acqua bollente e al centro di esso su una piccola zolla rocciosa vi erano cinque uova dal guscio squamoso e dorato.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Le aveva trovate, sarebbe tornata quella di prima. Dall’altra parte i due guardiani esultarono felici, non era stato poi così difficile.
Purtroppo la terra cominciò a tremare ancora e questa volta non dava il minimo segno di voler smettere. La volta della caverna cominciava a cedere, sganciando enormi massi dentro il lago.

- Akane attenta! Mettiti in salvo! - Gridò il nonno, mentre Shin cercava un modo per arrivare da lei.

- Le uova! Prendiamo le uova! -

Rispose la mora che istintivamente si lanciò verso il centro del lago, usando i massi caduti come percorso alternativo al nuoto.
Nel frattempo alcune uova cominciarono a creparsi, si stavano schiudendo nel momento meno opportuno.
La volta era quasi del tutto crollata e come nel peggiore degli incubi alcune teste di drago cominciarono a insinuarsi nelle crepe.

Orochi era tornata. Il nonno sbarrò gli occhi impietrito. La mamma era tornata dai suoi cuccioli per vederli nascere. Era la fine, sarebbero stati sicuramente divorati.
Akane in alcuni agili balzi era riuscita a salire sulla zolla rocciosa dove c’erano le uova. Il calore era ai massimi livelli non sapeva quanto tempo avrebbe resistito.
Prese un uovo tra le braccia ma in maniera involontaria le si schiuse davanti, mostrando un piccolo cucciolo di drago grosso quanto un cane di media taglia.
La ragazza era sconcertata mentre la bestiola la guardava amorevolmente.
*Imprinting* Deglutì sonoramente non poteva diventare la mamma di una banda di draghi e certamente Orochi non l'avrebbe presa bene.
Ranma era arrivato da qualche minuto e alla visione di Akane in mezzo a dei piccoli esseri squamosi si agitò incredibilmente.
Se Orochi si fosse accorta della sua presenza l’avrebbe divorata in un attimo.
Detto fatto, in pochi secondi la draghessa si avventò su Akane che impaurita stringeva a se il piccolo cucciolo.
Con un forte calcio volante Ranma riuscì a deviare una delle teste, mentre le altre cercavano di addentarlo.

- Attento Ranma alla tua sinistra! -

Gridò la ragazza terrorizzata. Doveva allontanarsi da li. I piccoli draghetti le stavano tutti intorno e la guardavano adorante.
Il nonno e Shinnosuke erano intenti a fronteggiare altre due teste del mostro a colpi di pietre e piccone.

- Akane! Prendi una di quelle bestie e portala al sicuro. Ne basta una, possiamo usare il suo sangue! -

La ragazza automaticamente strinse a se il piccolo e cercò di fare il percorso a ritroso, mentre gli altri cuccioli si agitavano chiamandola con versi acuti e piccoli sbuffi di fuoco.
Ranma nel frattempo combatteva a suon di calci e pugni con la testa principale di Orochi. Non se la ricordava così forte. Era troppo anche per lui, sentiva le sue energie venire meno.
Non poteva competere con la furia di una mamma che vedeva i suoi figli in pericolo.
Il corvino in un attimo di distrazione si fece cogliere impreparato e il drago l’azzannò di striscio al torace, provocandogli un grosso solco sanguinolento.
Akane corse subito in suo aiuto dopo aver messo al sicuro il cucciolo. Con un poderoso calcio allontanò la bocca di Orochi dal suo fidanzato.
Facendosi perno sul muso della bestia, riuscì per un soffio a caricarselo sulle spalle e portarlo al sicuro dallo sguardo nemico.

- Ak..akane. -
Il ragazzo stava perdendo sangue e non riusciva a combattere.  *Baka perchè ti sei messo in mezzo... era la mia battaglia*

- Ranma! Ti prego rispondimi! -

- Ak…akane io non volevo, scus....

- Shh, shh va tutto bene, non parlare , ci penso io… - 
Calde lacrime solcavano il viso della piccola Tendo. Per il suo stupido orgoglio aveva messo in pericolo il suo fidanzato,
accorso fin li solo per aiutarla a riacquistare la sua salute. Che sciocca era stata, aveva ragione era proprio una stupida bambinetta.
Il ragazzo la guardò per un ultima volta e con una mano le carezzò una guancia, sfiorandole le labbra con il pollice.

- Io mi fido di te… -
E chiuse gli occhi lasciandola senza parole.


 


* moxibustione: Tecnica di Happosai per la quale Ranma perde la propria forza e viene compiatito/sfidato da tutti. Episodio presente sia nel manga che nell'anime.
* Tunnel del perduto amore: Episodio del manga e di uno degli OAV dove Ranma e Akane affrontano un tunnel pieno di spettri, famoso per separare le coppie affiatate.


Angolo dell'autrice:  Eccomi qua mie/i adorae/i lettrici/lettori. Un altro capitolo è stato sfornato. Cosa ne pensate? Vi piace come sta procedendo la storia? E la colonna sonora vi aggrada? Ho scelto dinuovo i Queen. Li adoro troppo.
La vicenda delle uova e del drago vi sembra abbastanza avventurosa?
Spero di si. Come spero che i personaggi siano rimasti IC senza allontanarsi troppo dallo svolgersi della vicenda. Cosa accadrà adesso? Ranma sopravviverà e Akane riuscirà a
battere la draghessa Orochi? Come sempre chi vivrà vedrà e come sempre grazie infinite dei vostri feedback e suggerimenti alla mia storia.
Mi rende felice leggervi e appassionarvi con me a questo mondo fantastico (quello di Ranma) che ancora dopo anni ci fa battere il cuore e galoppare la fantasia.
Vi lascio una buona serata a attendo i vostri consigli, preziosi come sempre.

Abbracci
Karmy

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Capitolo 9
*** The wind beneath my wings ***



It might have appeared to go unnoticed
but I've got it all here in my heart
I want you to know, I know the truth, yes i do
I would be nothing without you.

Did you ever know that you're my hero
And everything I would like to be
I can fly higher than an eagle
Cause you are the wind beneath my wings. 

(Sonata Artica - The wind Beneath my Wings)





Pezzi di roccia che crollavano come gocce in una tempesta invernale, scosse di terremoto senza sosta,
erano lo scenario apocalittico di quel momento che smuoveva la tranquilla Ryugenzawa fino nelle sue viscere.
Con attenzione Akane si guardava intorno agitata e nervosa. Doveva stare calma per il bene di tutti e soprattutto del ragazzo che giaceva ai suoi piedi.
*Ranma… resisti*
 La mora guardò la ferita. Fortunatamente non era profonda. Rovistò nello zaino alla ricerca di qualcosa con cui tamponare il taglio,
prese anche alcune foglie mediche che Genma spesso aveva usato in Cina durante gli allenamenti, meno male che era un tipo previdente lei.
Quel testardo si era lanciato in suo soccorso senza nemmeno pensare un momento.
* perché mi salvi sempre…anche quando non me lo merito, baka…*
Tra calde lacrime e mani tremanti la giovane riuscì a sbottonarlo e a pulirgli il torace.

- Con queste andrà meglio… -

Premette delicatamente la ferita di un ormai inerme Ranma che gemeva lentamente respirando a fatica. Quanto avrebbe potuto resistere così?
La situazione si stava facendo complicata. Shinnosuke e il nonno si battevano come potevano ma si vedeva che erano in netta minoranza.
Orochi si dimenava violentemente cercando di sbarazzarsi dei nemici.
*Devo combattere… per tutti noi.*  

Guardò il volto pallido del fidanzato e si fece coraggio. Lo trascinò in un piccolo anfratto.
Lo stesso dove aveva nascosto il cucciolo di drago, che con un gridolino felice accolse il ritorno della pseudo mamma.
Guardò incuriosito l’ospite che trascinava pensando che fosse il cibo procacciatole dalla donna. Akane intuito il suo pensiero  lo ammonì.

- No piccolo. Ranma non si mangia ok? -

Con un espressione delusa il draghetto parve capire e si accucciò in un angolo.
Sistemò il fidanzato con la schiena poggiata ad un masso liscio e gli mise addosso la felpa che aveva nello zaino,
pregando mentalmente i kami che lo mantenesse caldo e al sicuro.
Un ultima carezza al cucciolo che emise un grazioso sbuffo di fuoco e la guardò scomparire dietro le rocce.


Correva a perdifiato saltando tra una roccia e l’altra, da più di mezz’ora era scomparsa dal suo campo visivo. I
l cuore gli martellava in petto al solo pensiero di averla persa e non essersene nemmeno accorto.
Shinnosuke con poderosi colpi di scopa aveva già mandato nel mondo dei sogni due delle teste di Orochi,
mentre il nonno nonostante la veneranda età, combatteva ancora con grinta una delle teste più piccole.

* Dove si sarà cacciata, ti prego Akane dimmi che stai bene…*   .


Come in una muta preghiera la mora uscì all’improvviso da una caverna scavata della roccia pronta a darle di santa ragione al mostro.
Con un potente calcio distolse l’attenzione dal nonno per portarla su di lei.
Le teste squamose con grande velocità cercavano di acchiapparla e finalmente punirla per aver attentato alla sua prole
ma lei con abili salti fece si che i corpi s’intrecciassero in maniera indistricabile.
Il mostro scatenò la sua ira, impossibilitato a muoversi passò all’artiglieria pesante, sputando fuoco in ogni direzione.
In uno di questi lanci il nonno fu colpito di striscio, accasciandosi a terra dolorante. In un attimo Shinnosuke gli fu accanto.

-  Nonno ti prego resisti!!

- Fi..figliolo, non pensare a me, combatti… -
. La mora accortasi della scena non ci pensò su un attimo a correre da loro.

- Nonno!

- Piccola Akane… combattete… dobbiamo portar via almeno un cucciolo, altrimenti tutto è perduto… -

Con il respiro affannoso l’anziano signore svenne tra le braccia del nipote.

- Portalo al sicuro Shin! Ci penso io qua!

- No Akane io non vado da nessuna parte!
- La strinse per le spalle.
Non aveva la minima intenzione di lasciarla li.

- Ho detto vai! Salva il nonno! -

Strinse le nocche fino a farle sanguinare. Il vecchio era ridotto davvero male. Ustioni sul viso e metà braccia. Non c’era scelta.
Avvolse Akane in un abbraccio disperato e le baciò la fronte senza darle l’opportunità di proferire parola.

- Torno subito! Non mollare! -

Con grande rammarico si caricò il nonno in spalla e con gli occhi lucidi rivolse alla mora un ultimo sguardo, carico di speranza e d’amore.

*Ti prego non morire…*


Adesso era completamente sola. Non c’era nessuno con lei, era la sua grande occasione ma anche il suo più grande incubo.

* Per Ranma…per me stessa…*  

Con coraggio deglutì e cercò di affrontare la testa principale di Orochi, che indemoniata sputava fuoco in ogni angolo.
I draghetti raggruppati ancora sulla zolla al centro del lago, strepitavano cercando di affrontare per la prima volta l’acqua.
Volevano scappare verso Akane che consideravano come la loro mamma. La mora era impegnata a schivare le lingue di fuoco tra una scossa e l’altra.
Con un occhio guardava loro con l’altra il mostro.
Orochi era furibonda, i piccoli sembravano attirati da quell’insulsa umana, di questo passo non sarebbe stata capace di portarli al sicuro via da quella grotta.
Uno dei piccoli si lasciò cadere in acqua e con uno stridulo suono attirò l’attenzione della mora e del drago.

- Attento!-

Senza pensarci due volte, schivando un’ultima lingua di fuoco, Akane si lanciò in acqua per soccorrerlo.

 * che idiota non so nuotare*

La draghessa spaventata  riuscì a districare una testa e a recuperare il cucciolo, lasciando che la mora riuscisse ad avvinghiarsi ad un masso.
L’acqua era tornata ad essere fredda, i poteri dei draghi stavano svanendo.

*dannazione è tutto perduto.*

Nel frattempo Ranma cominciava a respirare regolarmente e la ferita a sanguinare meno.
Il draghetto accanto a lui l’osservava curiosamente.
Con gli occhi socchiusi il ragazzo riuscì a captare una presenza squamosa accanto al suo braccio e in un moto istintivo cercò di allontanarsi.
Il grazioso esserino parve offeso e tentò di sputare fuoco nella sua direzione con scarso successo.
Quando il codinato focalizzò che accanto a lui c’era solo un’inerme bestiola si rilassò e sorrise debolmente, accarezzandogli il capo.
Dapprima diffidente il piccolo si allontanò ma poi si lasciò coccolare, lanciando gridolini di apprezzamento.

Una scossa di terremoto più forte fece tremare la caverna in maniera sussultoria, spaventando perfino Orochi.
La parete accanto a Ranma franò e il giovane d’istinto si lanciò sul drago facendogli scudo con il corpo.
Riverso bocconi sulla nuda pietra, il ragazzo aveva ricominciato copiosamente a sanguinare.

*Accidenti… non resisterò a lungo…*

Il cucciolo tremava spaventato tra le sue braccia. Era la fine.Di quel passo Ranma sarebbe morto dissanguato.  
Con disperazione il piccolino cominciò a piangere, ricoprendo di calde lacrime la ferita del ragazzo.
Il contatto delle stille salate con la carne fece sanare il taglio all’istante, facendo ritornare il colorito di Ranma roseo e sano.
Con fatica riprese i sensi e osservò l’esserino guardarlo felice e con gli occhi tremolanti.

- Non ci posso credere… mi hai salvato…  sei forte sai? -
Il cucciolo emise uno strillino felice e saltò in braccio al codinato, entusiasta di avere ancora un compagno di giochi.  
Un’altra scossa di terremoto squarciò la terra e il primo pensiero del ragazzo fu quello di soccorrere la sua fidanzata.

In quel preciso istante Shinnosuke incrociò Ranma sulla strada del ritorno.
- Hei tu! Dov’è Akane?- Gli gridò il codinato. Lo smemorato si fermò e lo guardò incuriosito.

- E tu chi sei? Come conosci Akane? - Un enorme gocciolone si formò dietro la testa del ragazzo, aveva dimenticato che il suo rivale aveva una pessima memoria.

*certo che però Akane mica se la scorda…*

- Sono Ranma! Non ti ricordi?

- Oh piacere il mio nome è Shinnosuke.
- Si chinò rispettoso.

- Aaarhg! Idiota sono il fidanzato di Akane ci siamo già incontrati l’altra volta! -
Lo sguardo del ragazzo si fece subito consapevole.

- Sei il tizio che l’ha lasciata venire qui da sola, bel fidanzato davvero…

- Taci! Tu non sai nulla di me e lei.
- Si mise in posizione d’attacco.

- So quanto basta per dirti che Akane è cambiata… cosa le hai fatto per renderla così…così…disillusa? -
Ranma riflette sulle sue parole. Sarà stato anche uno smemorato senza rimedio ma Shinnosuke aveva capito tutto.

- E’ una lunga storia e non c’è tempo… ti dico solo una cosa… Sta lontano da lei. E’ la mia fidanzata e presto sarà mia moglie quindi gira a largo. -

-Sarà lei a scegliere con chi stare e credimi farò il possibile per tenerla qui con me. -

I loro sguardi saettarono puro astio, erano prontissimi a darsele di santa ragione ma un ulteriore fragore li distolse da quel proposito.
Come se fossero in sincrono, scattarono insieme verso il centro del lago, correndo a perdifiato e pregando mentalmente i kami che non fosse successo nulla di irreparabile.



Uno scenario agghiacciante si mostrò ai volti sconvolti dei due ragazzi. Metà del mostro era aggrovigliato su un lato, mentre le altre quattro teste lottavano furibonde con una agile e bruciacchiata Akane.
Si era difesa con tutte le sue forze e aveva portato in salvo già tre piccoli oltre quello nascosto precedentemente.
I vestiti laceri, il corpo e il viso annerito dal fumo e dai tagli la rendevano ancora più piccola.
A Ranma si strinse il cuore in un moto alternato di paura e orgoglio. Anche ridotta così la sua Akane era bellissima.
Ostinata, forte e pronta a dare tutto, dannazione se l’amava. Il medesimo pensiero lo ebbe Shinnosuke, che era così ammaliato dalla sua bellezza e  forza vitale.
Con un attacco congiunto due delle mostruose teste attaccarono contemporaneamente la ragazza, che riuscì a schivarle per un soffio ma non si accorse della terza proveniente da dietro.
In pochi secondi Akane ripercorse la sua vita in attesa di una morte sicura, era troppo stanca per parare il colpo.
Vista la scena i due si fiondarono disperatamente in suo soccorso. Ranma si lanciò direttamente sulla fidanzata mentre Shinnosuke con un poderoso colpo di scopa spaccò i denti ad una delle teste.
La visione di un preoccupatissimo Ranma, che l’avvolgeva in uno stretto abbraccio, le fece perdere per qualche secondo i sensi.
Invasa dal suo profumo si chiese se fosse così dolce la morte e perché avesse il suo viso.

- Ranma…

- Sono qui. - Con gli occhi lucidi atterrò in un posto sicuro stringendola ancora più forte.
- Scusami sono stata una stupida… stai bene? Come… ? -
Le mani tremavano mentre gli accarezzava in viso quasi terrorizzata di vederlo sparire per sempre.

- Shhh… sono stato io lo stupido, come sempre.
Non avrei dovuto sottovalutare la tua forza, non avrei dovuto nasconderti il fatto che sapevo tutto… ma credimi Akane non è come pensi. -


- Non c’è tempo, noi… dobbiamo… - Con una mano sulle sue labbra cercò di farla calmare un momento.

- No ti prego lasciami spiegare. I sentimenti che provo per te sono veri, aldilà di tutto.  - Si azzittì in un attimo smettendo di protestare.

- Dopo il matrimonio, dopo aver scoperto tutto mi si sono aperti gli occhi.
 Ti stavo perdendo… per pigrizia, per codardia.
 Preferivo non affrontare i problemi, sperando che svanissero da soli.
 Mi sono reso conto di essere un perfetto baka, come hai sempre sostenuto d’altronde. -


Akane rise un poco tra le lacrime che scendevano copiose, non riusciva a trattenere tutto il tumulto di emozioni che il suo cuore provava.

- Ho cercato di parlare con le altre ragazze, ho chiarito tutto ma non mi aspettavo che quella pazza si Shan pu facesse tutto questo. Io… avrei dovuto prevederlo.
 Poi… poi ti ho vista combattere… ero spaventato a morte non perché non credessi in te ma perché quella è senza scrupoli… e si è visto.
 Tu non sei così. Sei leale, coraggiosa e accidenti se sei forte… sei davvero migliorata.
 Io non le ho mai detto nulla, è lei che ha spiato una conversazione tra me e il dottor Tofu.
-  Proferì d’un fiato cercando di farsi capire senza fraintendimenti.

Akane spalancò gli occhi e rimise apposto anche l’ultimo tassello era tutto chiaro.

- Allora lo hai saputo dal dottore…

- Non interpretare male però… l’ho costretto a confessarmelo perché vi ho visto abbracciati e avevo pensato… che si insomma… -  

La mora scoppiò in una risata cristallina, era proprio un baka.

- Accidenti! Perché non mi hai detto come stavano le cose… tutto questo non sarebbe successo. - Sbuffò lamentandosi come un bambino a cui è stato chiesto di fare dei compiti in anticipo.

- Dirti cosa? Dopo il monte hooh, il matrimonio fallito… rivelarti che oltre a non saper cucinare, non essere carina, non avere sex appeal,
non sono nemmeno capace di darti dei figli e prendermi cura di una palestra di arti marziali era l’apice non trovi?
-

Il cuore di Ranma si sgretolò in un momento. Quelle parole erano dardi infuocati.
Come non biasimarla. Per anni non aveva fatto altro che elencarle i suoi difetti amplificati al trecento per cento, senza curarsi minimamente dei suoi sentimenti.  
Avrebbe voluto sdoppiarsi per prendersi a cazzotti fino a ridursi in un ammasso informe.
Calde lacrime scesero lente dai suoi profondi occhi, quanto dolore, quanti errori.

 - Sono un’idiota, avresti dovuto lasciarmi morire prima… Perdonami… io dicevo tutte quelle stupidaggini per convincermi di non amarti,
per non far capire agli altri e a te quanto amore avevo nel mio cuore. -

- P…perchè?  -


- Avevo paura. Sono stato cresciuto come un ramingo. Le uniche donne che ho conosciuto erano l’anziana donna che mi curava dal nekonnen e
mia madre di cui fino a poco tempo fa non avevo che un vago ricordo. Non conoscevo l’amore di una famiglia, degli amici… non conoscevo l’amore che si può provare per una donna. -


- Hai un sacco di spasimanti…

- Non le ho chieste io…

- Nemmeno io sono stata richiesta…
- Certo che era abile a rigirare la frittata.

- E’ vero ma tu non sei come le altre Akane.
 Non mi hai mai costretto a nulla, mi hai accettato così come sono.
 Eri l’unica che mi teneva testa, mi stavi vicina senza chiedermi niente ed eri contraria al fidanzamento quanto me.
 Volevi essere libera e lo volevo anche io… e questo mi faceva sentire meno solo. -

La mora annuì consapevole.

- Così senza nemmeno sapere come, mi sono accorto, dopo poco il mio arrivo a Nerima, di provare qualcosa per te.
 Non sapevo cos’era ma mi faceva venire la voglia di venirti a cercare solo per vederti e magari farti arrabbiare.
Le botte erano un contatto fisico sicuro, senza fraintendimenti. Potevamo starci vicino senza che nessuno ci costringesse a convolare a nozze non trovi? -


Akane si stupì di come quelle parole e quei sentimenti fossero identici ai suoi.
Che stupidi si erano sempre celati dietro a spesse maschere di cera pur nutrendo i medesimi sentimenti.

- Questo contatto però ultimamente non mi basta più. Non voglio lottare con te, scappare, mentire… sono stanco.
 Voglio solo stare tranquillo con te fra le mie braccia, senza vergognarmi.
 Ho solo una fidanzata e quella se tu. -


- E se non dovessi tornare come prima…? - Tutta la sua preoccupazione in una domanda.

- Non ho scelto un maschiaccio violento ma me ne sono innamorato e qualsiasi cosa faccia parte di te, farà parte di me. 
Ti amo e voglio stare con te Akane. Niente e nessuno potrà cambiare questo.
-

In un impeto istintivo la ragazza lo abbracciò di slancio baciandolo passionalmente. Niente per lui era meglio di un suo bacio. Gli era mancato come l’aria.

 *oh kami quanto mi è mancato tutto questo*
Fu il pensiero di entrambi. Il macigno che albergava nei loro cuori si era sgretolato, lasciando fluire in quel bacio tutta la passione, il dolore e la preoccupazione accumulata in quei giorni.
Erano di nuovo insieme e nulla li avrebbe divisi d’ora in poi.   

- Dobbiamo salvare i piccoli e far capire ad Orochi che non abbiamo cattive intenzioni. -

I due si avviarono sulla riva del lago dove avevano lasciato Shinnosuke a combattere. Anche lui in difficoltà  come prima Akane riusciva a stento a parare i colpi.

- Shin! Siamo qui! -

 Sollevato ma triste li vide arrivare stringendosi saldamente la mano.
Aveva perso ancora, ma non era il momento di pensare ai sentimenti. Doveva far si che le sorgenti termali tornassero in vita.
Mentre i due ragazzi tenevano a bada il drago, Akane riuscì a portare anche l’ultimo cucciolo in salvo proprio nel preciso istante in cui la zolla al centro del lago cedette sotto il peso delle scosse.
La ragazza circondata dai cuccioli adoranti attirò l’attenzione di Orochi che in un baleno si avventò su di lei. Ranma e Shinnosuke non furono capaci di ostacolarla in nessuna maniera.
Con il terrore dipinto in viso videro Akane riuscire a schivare il colpo come poteva e aggrapparsi alla testa principale del mostro, che cercava di disarcionarla.
Nella baruffa però i draghetti erano stati sbalzati fuori da un’apertura del costone roccioso a strapiombo nella giungla.
Orochi seguì i piccoli insieme ad Akane che per il loro bene si lanciò nel vuoto, sconvolgendo i due ragazzi, che appena in tempo erano riusciti ad uscire fuori prima che la montagna crollasse definitivamente.

- Akaneeeeee!!! -

Gridarono disperati lanciandosi all’inseguimento del gruppo.
Con una rapidità impressionante Akane precipitava nel vuoto tenendo i due draghetti che era riuscita a recuperare stretti tra le braccia.
Altri due erano stati salvati da Orochi mentre un ultimo stava per sfracellarsi al suolo. Con un guizzo fulmineo Ranma riuscì a evitargli lo scontro con un possente albero.
Durante la caduta il drago non riusciva a capacitarsi del perché quell’umana cercava di salvare i suoi piccoli, non sembrava volesse mangiarli, allora perché la combatteva così ardentemente?
Vederla stringere con amore i draghetti le fece capire che non costituiva un pericolo.
Mancava poco e si sarebbero schiantate entrambe. Sotto di loro un affluente del fiume scorreva impetuoso.
Con un gesto secco Orochi prese a cavalcioni Akane, i ragazzi e i cuccioli planando sull’acqua in maniera violenta.
Ranma riuscì a recuperare subito Akane e il cucciolo che aveva con se.Trovandosi faccia a faccia con Orochi ferita gemere impotente nell’acqua.
La ragazza provò un immensa pena per il mostro.Una madre che combatte fino allo stremo per i suoi figli. L’ammirava.
Gli atri piccoli si riunirono davanti a quella scena insieme a Shinnosuke che li aveva recuperati. L’acqua velocemente diventava colora porpora, lasciando poche speranze al mostro.

- Ranma dobbiamo fare qualcosa per salvarla. -
Singhiozzava piano, mentre lui nelle sue vesti femminili le stringeva le spalle.

- C’è poco da fare, sta morendo. - Proferì Shinnosuke.

I cuccioli si erano avvicinati ad Akane che disperata piangeva accasciandosi nell’acqua.

- Non è giusto… - Accarezzò le loro testoline.

- Non sono io la vostra mamma… è lei. -

I piccoli guardarono in direzione del mostro stupiti e in un attimo capirono.
Lei li ricambiava con uno sguardo dolcissimo e tutti loro poterono riconoscevi lo sguardo di una madre che guarda i suoi figli con tutto l’amore del mondo.
I draghetti cominciarono a strepitare e a piangere all’unisono, non volevano che la loro mamma morisse. 
Copiose lacrime si mescolarono con l’acqua purpurea, la disperazione permeava l’attimo fermando in un muto e sconvolgente istante la fine di quell’avventura.
D’improvviso però ogni singola stilla che cadeva dai loro occhi diventava come oro luminoso, ben presto l’acqua s’illuminò ricoprendo la superficie di una patina scintillante.
Il corpo di Orochi emise un bagliore perlescente e le sue ferite cominciarono a sanarsi.
Ranma capì che i draghi stavano facendo ciò che era successo a lui con la ferita al torace. Akane guardava stupita quello spettacolo incantevole. Il nonno aveva ragione,
i draghi erano esseri miracolosi e in cuor suo pregava che Orchi potesse crescere i suoi figli per molto tempo.
L’acqua cominciò a scaldarsi e mentre Shinnosuke gioiva per la sorte delle terme, Ranma guardò la sua fidanzata scintillare come Orochi.

- Ak…akane guarda. - Un lieve bagliore ricopriva il suo ventre, scaldandolo. Si sentiva strana ma piena di energie.

- Stai guarendo… i draghi l’ hanno fatto anche con la mia ferita. -

La mora cominciò a piangere sommessamente ma non solo perché era guarita.
Anche Ranma scintillava dalla testa ai piedi e con sommo stupore aveva sembianze maschili nonostante l’acqua non fosse così calda da trasformalo.

- Ranma… tu… tu… - Il ragazzo non riusciva a capire.

- Akane stai guarendo ti rendi conto? -
 Gli sorrise speranzoso, forse era solo sotto shock.

- Sei un uomo Ranma… completamente uomo. -

Disse indicando incredula il suo petto scolpito.
Sconvolto il giovane si guardò dalla testa ai piedi come fosse la prima volta che si vedeva.
Era nella sua veste maschile effettivamente. Tremò impercettibilmente.

*La maledizione è davvero sparita? *

Il suo sguardo smarrito si fuse in quello commosso di Akane.
Erano guariti entrambi ma allora perché prima le lacrime di drago avevano guarito solo il taglio? Capì al volo.
Le lacrime di un singolo per giunta così piccolo non potevano avere certo il potere di guarirlo dalla sua maledizione.
Ma un gruppo di draghi diluendo le lacrime nel fiume potevano certo riuscirci.
Con impeto Ranma l’abbracciò, stringendola forte a se.

- Sono un uomo e tu sei guarita! -

Akane ricambiò l’abbraccio se possibile ancora più forte.
Da lontano Shinnosuke li guardava tristemente rassegnato, anche lui era guarito.
Adesso ricordava tutto. Dai suoi ricordi d’infanzia, alla prima volta che aveva salvato Akane. Tutto scolpito graniticamente nella sua mente.

*Che beffa del destino, ricordare quando vorresti solo cancellare tutto… addio Akane, sii felice.*     


Il cielo plumbeo festeggiò con loro, bagnandoli con una pioggia intensa. Orochi completamente ristabilita prese i piccoli e se li caricò in spalla.
Era il momento di andare. Akane e Ranma si stavano baciando stretti sotto la pioggia. Finalmente i loro desideri erano stati esauditi nel più inaspettato dei modi.
Dopo alcuni minuti si staccarono, sentendo che i piccoli strepitavano nella loro direzione.
Con il capo il drago gli fece senno di saluto ed entrambi i ragazzi si attardarono a coccolare per un ultima volta quella dolcissima nidiata di piccoli.
- Fate i bravi e seguite la mamma, mi raccomando… -  La ragazza li guardò con affetto come fossero stati davvero figli suoi.

- Sempre in gamba eh? - Ranma strinse a se il draghetto che l’aveva salvato per primo, che ricambiò con versetti felici. Era dura doverli lasciare si era davvero affezionato.

Con un grido di saluto Orochi formò un grande tornado, sparendo in breve tempo tra le nubi del temporale, lasciando la coppia a salutarli con tristezza.

Bagnati di pioggia, stanchi e spossati erano gli esseri più felici del pianeta.
Ranma si godeva la sensazione del suo corpo maschile sotto la pioggia e Akane si accarezzava il ventre sorridendo piano, senza smettere di tenersi per mano.
In silenzio si avviarono nella foresta, arrivando dopo circa un paio di ore alla tenda di Ranma.
La pioggia nel frattempo aveva smesso di cadere, lasciando il posto ad una tenue notte stellata. Arrivati alla tenda il loro sguardo cadde sul bollitore del tea.
Entrambi scoppiarono a ridere. Niente più bollitori di acqua calda ne secchi di acqua fredda. Era incredibile anche solo pensarlo.
Erano vivi, si amavano e soprattutto erano due ragazzi come tanti, sani e nel pieno dei loro vent’anni.

- Etciù! - Ranma non era così pieno di giovinezza in quel momento.

- Non credi sia meglio andare al Ryokan? -
Proferì Akane tornata seria. Erano zuppi d’acqua e ricoperti di ferite. Avevano bisogno di un buon bagno caldo.

- Aspetta un momento, adesso andiamo devo solo prendere una cosa.
S’infilò nella tenda, rovistando rumorosamente e uscendone poco dopo più scarmigliato di prima.

- Che c’era di tanto vitale da non poter aspettare domani. Ho freddo! - Protestò la ragazza saltellando sul posto.
Ranma le strinse la mano e l’avvicinò a se.
Non posso aspettare un minuto di più. Le porse una scatolina di velluto blu che Akane sembrava conoscere.

- Ehi! Sono un po' provata ma non ho mica bisogno di psicofarmaci! -
Ranma trattenne una risata, aveva avuto la stessa sua reazione quando Nodoka gliela aveva data.

- Aprila! -
Intuendo la serietà nel suo sguardo, inghiotti il vuoto aprendo tremolante il cofanetto.
Alla luce delle stelle il piccolo anello con il brillante sembrava scintillare ancor più delle stille magiche dei draghi.

- E’… è davvero…

- E’ un anello Akane e vuole essere quello che pensi…
-
Sbuffò divertito. Akane passava ad intermittenza lo sguardo da lui alla scatola. Era sorpresa, confusa e altri mille sentimenti insieme.

- Ehi! E’ la dichiarazione meno romantica del secolo lo sai? -

- Il romanticismo è per donnicciole. -

- E tu sei un grand uomo giusto? -

- E che uomo…
- Sorrise ancora incredulo e lei sorrise di riflesso.

- Sì… sono un uomo ma sono sempre a metà senza di te. Sposami Akane e rendi completa anche la mia anima. -
S’inginocchiò e infilò l’anello al suo piccolo anulare. Le calzava a pennello, aveva ragione Nodoka era fatto apposta per il suo maschiaccio.
Trepidante attese una risposta nervoso come non mai.

- Sì, mille volte sì baka! -

Si baciarono con un desiderio mai provato, consapevoli di questo ulteriore passo nelle loro vite. Non riuscivano a staccarsi e ben presto la stanchezza e il freddo furono solo un lontano ricordo.
Gli acquitrinosi vestiti caddero in silenzio sul fogliame del bosco e con lentezza esasperante si esplorarono dolcemente, bramosi di appartenersi.
Amore, paura e ignoto si mescolarono a quella notte stellata, che fu la cornice della passione di due giovani amanti alle prese con un’altra nuova avventura. La vita.




 


Angolo dell'autrice:  Volemose beeeeneeeeee! Stanno sgorgando le lacrimucce?
Oddio non sapete che faticaccia che mi è costata questo capitolo con tanto di finale romanticoso.
Inventare e descrivere l'intera lotta con Orochi è stato difficile, di solito sono troppo prolissa e avevo timore di annoiare nonostante la dinamicità dell'avventura.
Ho deciso di non fare capitoli lunghi proprio per questo motivo e quindi riassumere il tutto in poche battute è stata un'agonia.
Per quanto riguarda dichiaraizoni e dialoghi, spero davvero che siano di vostro gradimento.
Volevo farli dichiarare in una maniera semplice ed emozionante come loro senza smielate eccessive o versi alla Kuno Tatewaki. Vi è piaciuto allora?
E secondo voi i personaggi sono riusciti a mantenersi veritieri? Ma soprattutto vi è piaciuta la mia soluzione per sanare i problemi di Akane e inaspettatamente quelli di Ranma?
Voglio pareri sinceri... ero indecisa se far guarire pure il nostro eroe ma ad un certo punto mi è sembrata una conseguenza naturale dell'evolversi delle loro vite e mi allettava il fatto che non fosse con il classico viaggio in Cina a Jusenkyo. Manca ancora un capitoletto alla degna conclusione di questa storia. Spero come sempre di avervi emozionato o più semplicemente intrattenuto per qualche minuto.
Grazie di cuore a chi leggerà e a chi lascerà un segno del proprio passaggio.

Ps. Se ci sono eventuali errori mi scuso. Provvederò a correggere. :)
Con Affetto.
Karmy

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Capitolo 10
*** Ti sposerò perchè ***



Ti sposerò perché mi sai comprendere e nessuno lo sa fare come te
Ti sposerò perchéhai del carattere quando parli della vita insieme a me ...

Tii sposerò perchè ti piace ridere e sei mezza matta proprio come me
C'è in comune fra di noi c'è più di una cosa...

Ti sposerò perché  non mi chiedi mai il giorno che sarai mia sposa
E poi e poi perché io so già che se litighiamo io e te
non stiamo mai più di un minuto col cuore arrabbiato... 

Sono straconvinto che sarà una cosa giusta
Ti sposerò perché sei un po' testarda si, ma quel che conta onesta
Ti sposerò perché per un tipo come tu sembri fatta apposta

E poi e poi perché se chiedo a te fiducia e un po' di libertà
non dici no anche per questo vorrei sposarti presto
Ti sposerò perciò ci puoi scommettere...quando un giorno quando io ti troverò.


Eros Ramazzotti - Ti sposerò perchè.









L’aurora di un tenue color indaco, illuminò lo stretto abbraccio di due giovani ragazzi immersi nella plumbea vegetazione.
La provincia di Ryugenzawa sembrava meno ostile a quell’ora del mattino.
L’odore di rugiada e il canto lontano di qualche uccello, destarono per prima la giovane donna che stava dormendo, poggiata sul petto scolpito del fidanzato.

Le belle iridi nocciola misero a fuoco l’ambiente. Una tenda, della pelle, un profumo famigliare.
Spalancò gli occhi quando si rese conto di essere bellamente spalmata sul corpo di Ranma, che dormiva della grossa. Non era stato un sogno.
Si guardò le mani e come previsto trovò il piccolo anello brillare al suo anulare.
Arrossì vistosamente quando i fotogrammi di quella notte fecero capolino nella sua mente,
inconsapevole del fatto che il bell’addormentato stesse sognando lo stesso.


Calore, pelle madida di sudore, parole incomprensibili biascicate e dal suono dolce.
Lui sembrava così deciso, spontaneo ma soprattutto felice come mai lo aveva visto.
Quella dichiarazione e poi quel fuoco improvviso.
Quando con mani tremanti le aveva alzato la maglietta si era fatta prendere da una strana euforia.
Come se qualcosa dentro di lei si fosse finalmente liberato. Lo aveva lasciato fare senza smettere di guardarlo negli occhi.
Nonostante l’imbarazzo iniziale, il cuore che galoppava selvaggiamente, anche lei cominciò a sfilare gli alamari della sua casacca.
Lui non si stupì del gesto e le accarezzò con dolcezza un fianco, rabbrividendo quando poggiò le mani sul suo petto.

Ripresero a baciarsi voracemente, il calore dell’altro li inebriava sul filo di una tensione che teneva lo stomaco stretto in una dolcissima morsa.
Ranma le sbottonò gli shorts e dopo pochi secondi anche i suoi pantaloni furono lanciati in un posto imprecisato della foresta.
Senza smettere di baciarla la fece stendere sullo scomodo sacco a pelo.
Improvvisavano, tremavano ed entrambi pregavano i kami che nessuno dei due smettesse quel nuovo gioco tanto pericoloso quanto eccitante.

Il codinato si fermò ad osservarla. La pelle candida e quel corpo armonioso che spesso aveva denigrato, emanava il profumo del paradiso.
Sentì le palpebre appesantirsi in uno sguardo lussurioso che solo nei suoi più segreti sogni si era concesso.
In biancheria intima davanti a lui, indifesa e più donna che mai, l’aveva trascinato su di lei senza pensare alle conseguenze.
Lo volevano da una vita era un modo giusto di coronare un’avventura lunga anni. Immagini dei loro momenti quotidiani si susseguirono rapide come flash.
Era il momento di scoprire le carte e di mettere a nudo i cuori.

D’improvviso Ranma si freddò, in un attimo di lucidità comprese quello che stavano irrimediabilmente per fare.
Erano un uomo e una donna che si amavano e che desideravano possedersi carnalmente.
Però era anche la loro prima volta e lui sapeva, nonostante non si interessasse a questo genere di cose,
che le ragazze si aspettavano una prima volta romantica, magari in un bel letto, circondati da petali di fiori e candele,
non certo sullo stuoino umido di una tenda nel bel mezzo di una pericolosa foresta.
Si sentì in colpa, come se le stesse rubando la sua prima volta. Non voleva fare qualcosa di sbagliato proprio adesso.

- Ak..Akane se vuoi posso fermarmi, io non… - Come ridestata da un sogno, cercò di captare i borbottii del fidanzato.
Ancora inebetita dal suo calore, lasciò che si mettesse in bilico sulle braccia per osservarla meglio.

- C…Cosa?

- Sì…insomma se tu volessi fermarti io… magari vuoi un letto, dei petali e delle candele… -

Il bel viso di Akane si corrucciò in una smorfia scettica.

- Che dovrei farmene delle candele e dei petali scusa? - Il bel moro guardò la sua ragazza inarcando le sopracciglia in un’espressione buffissima.
Possibile che a lei non interessasse minimamente l’aspetto logistico della faccenda?

- Se non avessi voluto non saremmo arrivati a questo punto non trovi? -
Lanciando un occhiata eloquente a lui disteso tra le sue cosce, coperte solo da sottili slip. Il ragazzo divenne color pulce.

- Credi che mi sia fatta prendere dall’entusiasmo? O magari tu ti sei lasciato prendere per caso? - Fu il suo turno di corrucciarsi.

- Ma cosa dici? Credi che voglia farlo con te per festeggiare il fatto di essere tornato uomo? Come se fossi una torta da mangiare? - Akane sbuffò soffocando una risatina sul paragone.

- Bene! Nemmeno io. Perciò Ranma, per i kami voglio sentirmi tua, voglio essere finalmente completa. Non ho bisogno di lenzuola di seta o petali di rosa, ho bisogno di te…di noi. -
Gli occhi del ragazzo si spalancarono emozionati. Quelle parole avevano fatto fluire il sangue in tutto il corpo.

- Oh…Akane e se poi ti penti? Ecco è la mia prima… -

- Non mi sono mai pentita di nulla con te… dal primo giorno, anche se ce la mettevo tutta per dimostrarti il contrario e poi è la prima volta anche per me baka ma
non ho paura perché so che andrà bene finché staremo insieme. -



Si rilassò un pochino e sciolse la tensione con un lungo bacio su quelle piccole labbra rosse di passione. 
Le parole di Akane gli avevano dato nuova sicurezza ed era esattamente ciò di cui aveva bisogno.
D’improvviso si rese conto che l’unica cosa che voleva e di cui gli importava realmente era essere amato da lei e avere un posto nel suo cuore.
Con movimenti impacciati la sfilò e accarezzò dolcemente, meravigliandosi di quanto reattivo fosse il corpo della sua Akane.
Ad ogni bacio, tocco o sguardo si diede mentalmente dell’idiota per tutte le volte che aveva detto che non era affatto carina o sexy.
Nei suoi sogni più segreti quelle carezze lascive l’avevano mandato nell’oblio ma provarle adesso nel mondo reale era qualcosa di sublime e terreno,
che gli mescolavano il sangue nelle viscere e lo portavano in zone sensibili che nemmeno lui sapeva di avere.

*Dannazzione Ranma calmati, che qua finisce tutto ancor prima di cominciare…*

La vedeva gemere imbarazzata ai suoi audaci tocchi, conosceva bene il corpo femminile ma quello di lei lo emozionava a tal punto da metterlo in seria difficoltà respiratoria.
Akane nello stesso momento gli sfiorava le spalle e lasciava una scia di piccoli baci nei pressi della clavicola.
Tremava impercettibilmente sotto il tocco delle sue dita e si stupì osservando la direzione che avevano preso i suoi begli occhi nocciola.

 * Oh kami non è possibile che lei…*

Stava guardando con non poco imbarazzo l’elastico dei suoi boxer.
Aveva un espressione seria ma con uno strano scintillio caldo che non riusciva a non tradurre in lussuria.
Con coraggio e avventatezza il codinato condusse la sua piccola mano proprio li,
godendosi la reazione sconvolta di lei. Non voleva che avesse paura di lui, voleva lasciarsi conoscere e scoprire con naturalezza e semplicità.
Dopo pochi secondi fu il suo turno di strabuzzare gli occhi. Akane stava sfiorando lievemente la sua durezza, cercando con l’altra mano di togliere dall’impaccio quell’indumento.
Non l’aveva mai vista così audace e maliziosa e ciò lo invitò ancor più a gemere soddisfatto, le sue inesperte carezze lo disarmavano sempre più facendogli perdere il controllo.
I loro gesti urgenti erano dettati dal cuore e quello di entrambi batteva furioso nell’attesa di placarsi nel corpo dell’altro.
 
Completamente nudi si accarezzarono con lo sguardo pronti a fare questo ulteriore passo nella loro vita.
La notte di Ryugenzawa il proteggeva silenziosa e benevola nella muta attesa di quell’unione magica che si ripete dalla notte dei tempi.
Non c’era nulla intorno a loro, solo i loro respiri che danzavano tremolanti sull’orlo di una nuova avventura da scrivere.
Ranma la rassicurò con lunghi baci, mentre si posizionava incerto.
Le calde cosce di lei lo intrappolavano in una dolcissima morsa che gli impediva di ragionare lucidamente.
Per la mora, sentire il corpo del suo amato così solido su di lei, la rendeva sicura e spaventata al tempo stesso.
Stava per capire cosa significa amare completamente, cosa significa unirsi ad un uomo con il corpo e con l’anima.
Nelle descrizioni di Yuka e Sayuri sembrava tutto così bello e romanzato ma quel momento per Akane sembrava semplicemente la normalità.
La paura del dolore era sopraffatta dal desiderio e dalla voglia di essere finalmente completa.
Il cuore che le martellava forte nel petto, il calore di Ranma e la sua durezza che lentamente chiedeva di entrare, era tutto così giusto, così dannatamente pieno di vita.
Cercarono di trovarsi a pochi centimetri dai loro visi, non volevano perdersi nemmeno una sfumatura di espressione.
Quel momento sarebbe stato indelebile nella loro mente e nel loro cuore per tutta la vita.

Una lieve spinta e fu l’oblio. Sensazioni fortissime, sussulti e movimenti scoordinati diedero il via ad una danza primordiale.
Dopo pochi istanti di incertezza e assestamento si abbandonarono entrambi a quel piacere sconosciuto e tanto anelato.
Un abbraccio profondo  che tocca l’anima fino nel punto più lontano.
In un incastro perfetto, si erano vestiti l’uno dell’anima dell’altro, completando e riempendo ogni singolo vuoto delle loro vite.
I loro corpi si assecondavano con maggiore foga e precisione.
Irruenti e passionali anche in un quel nuovo scenario delle loro vite con la consapevolezza di riuscire a comprendersi e a soddisfarsi senza dire una parola.
L’imbarazzo era scivolato via come un velo, mentre le mani si cercavano piene di bramosia e desiderio;
non un singolo lembo di pelle era stato tralasciato dal tocco delle loro dita o dalla scia di umidi baci.
Un energia potentissima fluiva tra loro, intrecciati in un groviglio di morbide gambe e muscoli tesi.
Il selvaggio battito del loro cuore, unito ai gemiti e ai ti amo sussurrati,
crearono una dolcissima melodia di sottofondo nella foresta di Ryugenzawa e questa durò per tutta la notte,
fino a quando Ranma avvolse in protettivo abbraccio la sua amata trascinandola con se in un dolce sonno.




I pensieri di Akane furono interrotti dallo stiracchiarsi del suo fidanzato, anche lui consapevole da pochi minuti di avere la sua fidanzata nuda tra le braccia.

- Buongiorno. - Disse lei con le gote deliziosamente imporporate.

- N’giorno. -
Improvvisamente la strinse a se posandole un bacio tra i capelli. Akane si accoccolò meglio tra le sue braccia e questo fece sorridere Ranma.

- Se sapevo che saresti diventata così dolce nello svegliarmi l’avrei fatto prima.
Sai quante secchiate d’acqua gelida mi sarei risparmiato. -
Come previsto gli arrivò un lieve pugno tra le costole.

- Ouch!

- Baka!

- Non sei affatto carina!

- Non mi sembrava stanotte…
- Arrossì alle sue stesse parole, lasciando basito e purpureo il codinato.

- Stiamo diventando anche sfacciate oltre che dolci… ed estremamente sexy… - Si buttò su di lei facendole il solletico e rubandole qualche bacio sul collo.
La voglia di appartenersi salì rapidamente e quando si soffermò ad osservare il suo corpo nudo e pronto, dolci parole stupirono la piccola Tendo.

- Non ti ho chiesto come stai… si insomma va tutto bene? - Akane sfoggiò uno sei suoi stupendi sorrisi.

- Stiamo diventando dolci e premurosi oltre che estremamente… - Ribaltò le posizioni facendolo stendere sullo stuoino.

- Irresistibile. - Si chinò rubandogli un bacio mozzafiato.

- Non sono mai stata meglio in vita mia… ma credo che possiamo sempre migliorare. -
Ranma sollevato e leggermente imbarazzato da quelle parole, non se lo fece ripetere due volte.
La prese per i fianchi e si unì di nuovo a lei come se non fosse nato per fare altro.




Nella tarda mattinata si ricomposero per cominciare a tornare a casa. Passare al Ryokan era d’obbligo.
Sarebbe stato triste e imbarazzante dover chiarire con Shinnosuke.
Sulla salita del sentiero Ranma osservava sottecchi la sua fidanzata, che aveva un espressione seria e pensierosa.
Il suo cuore mancò di un battito quando realizzò che mancava sempre un soffio al perderla per sempre. Aveva rischiato grosso anche stavolta.
Shinnosuke era un degno rivale e soprattutto aveva quei lati dolci e pacati che a lui spesso mancavano.
Non sempre meritava la vittoria, soprattutto in questioni sentimentali ma lui e Akane erano legati oramai.
Lo erano stati da sempre, dal primo giorno. Quel nodo fatto per costrizione era diventato un’ancora alla quale aggrapparsi.
Era davvero convinto che per quanto la vita cercasse di separarli loro trovavano sempre un modo per restare uniti nonostante tutto.
Si sentì stringere la mano e il suo sorriso lo inondò di calore.

- Sei quasi più pensieroso di me…

- Mmm… già.

- Ti va di parlarne?

- Di cosa dovrei parlare… -

 Lo sguardo di Akane sorrise sereno.
Dopo l’audacia della notte era tornato il solito timido baka che amava tanto.

- Beh… anche questa volta si torna a casa. Insieme. E con un pò di novità. Non dovresti essere così mogio. -
Genuinamente semplice e spontanea era questo che amava di più in lei.

- Tu piuttosto, pronta a lasciare Ryugenzawa? -
Una domanda che implicava un ventaglio di molteplici scenari e Ranma non era sicuro di volerli conoscere.

- Sì. Sono arrivata qui per risolvere un problema, l’ho fatto e in più ho aiutato degli amici e avuto delle sorprese meravigliose. Sono pronta a tornare a casa. -

- Non si direbbe dalla tua espressione.
- Akane sospirò.

- Come avrai intuito dovrò parlare con Shinnosuke e come ben sai non è bello dover dire certe cose alle persone. -

Piccato. Ranma arrossì come un bambino colto con le mani nella marmellata.

- Sgrunt. - Non poté non manifestare il suo fastidio.

- Sarà una cosa rapida non vedo l’ora di tornare a Nerima.
Sai che faccia faranno tutti nel vedere che non ti trasformi più?
- Ranma si era quasi dimenticato di questo piccolo particolare.

- Già… e saranno felici di sapere anche che sei guarita e che presto ci spo… - Akane lo zittì con un bacio.

- Vedi? Non potremmo essere più felici e tu ancora ti ingelosisci per Shinnosuke.

- Io non sono geloso! - La mora inarcò un sopracciglio.

- O..ok. E’ solo che non sopporto che si sia avvicinato a te così tanto.

- Come hai visto sono capace di difendermi da sola. Shinnosuke è un bravo ragazzo e sa come trattare una donna.
- Il codinato si rabbuiò.

- Ma la teoria è una cosa, la pratica un’altra e poi io ho bisogno di una persona che combatta al mio fianco non di un principe che mi tenga chiusa in una campana di vetro.
Sono la figlia di un maestro di arti marziali, sgraziata e maschiaccio il ruolo di principessa non mi si addice affatto non trovi?-
Aveva il potere di lasciarlo senza parole.
 
- Sei una donna forte Akane, l’ho sempre pensato e che avvolte quando hai paura di perdere qualcuno faresti qualsiasi cosa pur ti tenerla al sicuro… -


- Il posto più sicuro per me è combattere al tuo fianco. Ricordalo Ranma.-

 - Sei fatta apposta per questo Akane.
- Si scambiarono un sorriso e si avviarono al Ryokan più sereni che mai.


Li accolse come sempre la gentilissima Noriko, che l’invitò a prendere il tea.
Il nonno zoppicando lievemente li aveva raggiunti al tavolo.

- Cari ragazzi non so proprio come ringraziarvi. L’attività e salva e a Ryugenzawa è tornata la pace.
Non so davvero come avremmo fatto senza di voi. -

- Ma figurati nonno! Abbiamo combattuto insieme e ce l’abbiamo fatta.

- Già… è il momento di tornare alla tranquillità. Siete già in partenza?

- Emh… sì, contiamo di tornare a Nerima in serata.

- Oh così presto! Speravo che restasse un paio di giorni a godervi le terme.

- Grazie davvero… è che siamo stati via molto, i nostri genitori saranno sicuramente preoccupati.

- Capisco…

- Nonno ma… Shinnosuke…?
- Un atmosfera tesa calò nella stanza.  Il nonno sospirò pesantemente estraendo una piccola busta dalla manica dello yukata.

- Mio nipote ha preferito partire per un po'. Un piccolo viaggio d’allenamento per schiarirsi le idee. Ti prego di scusarlo.  -
Lo sguardo di Akane era ferito e sinceramente dispiaciuto.
Ranma lo notò e le sfiorò leggermente la spalla, invitandola a prendere la busta.

- Mi dispiace avrei voluto almeno dargli una spiegazione… - Rivolse all’anziano signore i suoi occhi lucidi prostrandosi in un piccolo inchino.

- Bambina mia, non dispiacerti… l’amore non è mai uno sbaglio anche se non si è ricambiati.
Shinnosuke starà bene e tornerà ad essere sereno. Ci avete salvato non potrebbe mai portare rancore. -

- Nonno… -

- Questo vuol dire che siete sempre i benvenuti qui. Spero che tornerete presto, magari con le vostre famiglie.
-
Ranma sorrise. Shinnosuke e suo nonno erano davvero delle brave persone.

Il tramonto rosso e oro dipingeva delle sue meravigliose sfumature, le due piccole sagome che scendevano la collina della foresta di Ryugenzawa.
Ranma e Akane stavano tornando a casa ancora una volta mano nella mano. Sul treno la mora ebbe il coraggio di aprire la busta e leggerne il contenuto.

“ Cara Akane,
Innanzitutto ti ringrazio per quello che hai fatto per noi, ancora una volta ci hai salvato.
Ti sarò sempre debitore per questo e perdonami se puoi… se stai leggendo vuol dire che non ci siamo incontrati ma forse è meglio così.
Non sarei riuscito a sostenere una conversazione senza stringerti a me. Sono partito per un piccolo viaggio che spero possa aiutarmi a dimenticarti.
Sii felice Akane, voglio ricordarti con il sorriso spontaneo e dolce con cui ti ho conosciuta… quel sorriso che si accende quando vedi lui.
Purtroppo non sono Ranma ma sappi che ti ho amata davvero dal profondo della mia anima.
Spero di trovare un giorno qualcuno che mi sorrida allo stesso modo anche se il tuo ricordò resterà indelebile nel mio cuore.

Con amore.
Shinnosuke. “


Akane sorrise serena, mentre il paesaggio selvatico di Ryugenzawa scivolava via veloce attraverso i finestrini del vecchio convoglio.
Ranma dormiva con la testa sulle sue gambe e lei non poté fare a meno di sentirsi profondamente felice.

*Arrivederci Shinnosuke… grazie per avermi amata…*





Un anno dopo…

L’estate era arrivata con un netto ritardo e la temperatura di agosto era stranamente più fresca del previsto.
Il cielo di Nerima quella mattina era limpido e terso come poche volte.
Tutto intorno trasudava serenità e tranquillità, tranne che dalle parti del dojo dei Tendo.
All’entrata della magione mucchi di ghirlande e fiori ricoprivano il grande portone addobbato a festa.
Eleganti lanterne e fiori erano stati piazzati ovunque nel giardino e in ogni angolo della casa.
Gli ospiti alla spicciolata si stavano presentando già dal primo mattino per partecipare all’evento del secolo, parte seconda.
L’aria era tesa e un vigilissimo Soun Tendo perlustrava ogni angolo della casa sperando che fosse tutto perfetto.
Al piano di sopra un altra persona non riusciva a rilassarsi un momento.

- Uff..questo affare non ne vuole sapere di stare apposto. -
Per l’ennesima volta Ranma tentava di sistemarsi il vestito, guardandosi con aria corrucciata allo specchio.

- Ranma caro sei pronto? -
Nodoka in un elegante kimono scuro di affacciò nella stanza del ragazzo.

- Sì mamma… e che questo affare…

- Lascia che ti aiuti. -

- E’ pronta lei? Com’è’ ?
-
Nodoka ridacchiò alle domande del figlio. Era dolce vederlo così teso ed emozionato.

- Quasi pronta… ed è bellissima come sempre. -
Organizzare un matrimonio in casa e gestire un dojo non era semplice e gli effetti cominciavano a farsi sentire.

- Speriamo non si addormenti alla cerimonia.

- Ranma! -
Il ragazzo ridacchiò seguito a ruota dalla madre. Si rassicurò un pochino.
Akane in quegli ultimi giorni si addormentava ovunque ed era davvero stanchissima tanto da farlo preoccupare.


Due stanze più avanti, un’indaffarata Kasumi sistemava gli ultimi dettagli.
Akane era stupenda nel suo abito di seta color champagne. Lo scollo a cuore liscio scivolava luminoso nel suo tessuto espandendosi in una gonna lunga e leggermente svasata.
Sulle spalle e le maniche un piccolo bolerino di pizzo francese si abbottonava all’altezza delle clavicole ricordando nella forma il collo alla coreana che il suo fidanzato era solito usare.
Piccoli punti luce e graziose perline erano trapuntate qua e la impreziosendo ancora di più il tessuto.
La piccola Tendo si osservò lentamente allo specchio.

Era il suo gran giorno, questa volta desiderato da entrambi.  

- Su Akane datti una mossa, aspettano solo te… o ci stai ripensando? -
La squillante voce di Nabiki la riportò alla realtà.

- Sì sono quasi pronta!

Kasumi l’osservò con fare indagatorio.

- Mmm…qualcosa di blu. -
Indicando la giarrettiera sotto la gonna. Akane arrossì vistosamente.

- Qualcosa di nuovo. -
E indicò i fiori gioiello tra i capelli, un gentile regalo di Obaba per scusarsi del comportamento della nipote.

- Qualcosa di prestato. -
Aggiunse Nabiki indicando le piccole perle bianche che le aveva appuntato ai lobi solo mezz’ora prima.

- Qualcosa di vecchio! Giusto! -
Le due sorelle videro la maggiore correre via trafelata e ritornare pochi minuti dopo con un vecchio astuccio di legno.   

- Ecco prendi Akane- chan. -
La mora aprì l’astuccio e ci trovò una piccola spilla a forma di fiore con sotto una piccola perla a goccia.
Aveva l’aria di essere molto vecchio e prezioso. Guardò interrogativamente sua sorella.

- Era della mamma… e ancora prima della nonna. Papà me lo diede qualche anno fa convinto che sarei stata la prima a sposarmi.
Ma è giusto che lo indossi tu. Sarebbe stata così orgogliosa di te. -


- Ka..kasumi… io… -
Lei e Nabiki non riuscirono a trattenere le lacrime e raramente prima di allora si erano strette in un abbraccio tanto forte.
In quel momento si aprì la porta e un basito Soun osservò la scena pieno di emozione.

*le nostre bambine si vogliono bene… ah mia cara sono sicuro che stai vedendo anche tu questa scena… proteggile da lassù e tienile sempre unite…*

- Papà! -
Nabiki fu la prima ad accorgersi della presenza del padre.

- Oh figlie mie siete bellissime e tu piccola Akane sei davvero incantevole! Sono un uomo davvero fortunato. Buuuuaaaahhh  la mia bambina si sposa!!!-
Come previsto cominciò a inondare la stanza di lacrime senza riuscire a fermarsi.

- Ehi è tardi! Ranma non ha tanta pazienza per cui diamoci una mossa.-



La tensione di Ranma nel dojo era alle stelle.
Che ci avesse ripensato?
Nervosamente batteva un piede sul lucido pavimento della palestra.
Suo padre e sua madre lo guardavano apprensivi.
Gli invitati erano arrivati e c’erano davvero tutti.
Il codinato rivolse lo sguardo ai suoi amici di sempre, pregando i kami che non succedesse nulla stavolta.
Ryoga e Akari erano in prima fila, insieme a Ukyo e Kotatsu. Entrambi avevano in volto un espressione rassegnata ma serena.
Poche file più dietro Obaba, Shanpu e Mousse erano seduti verso il lato destro.
La bella cinesina aveva l’aria di chi avrebbe voluto essere ovunque tranne li.
Mousse le stringeva delicatamente il braccio, come a convincerla che assistere al matrimonio,
le avrebbe fatto mettere definitivamente una pietra sopra a quel capitolo della sua vita.
Kasumi e Nabiki entrarono per ultime e si posizionarono una accanto a Ono Tofu,
l’altra accanto a Kuno Tatewaki che insieme a sua sorella era stato preventivamente legato alla sedia.

Dopo pochi istanti una lieve musica riempì l’aria.
Akane fece capolino insieme a suo padre sulla soglia del dojo. Ranma rimase di sasso nel vederla.
L’aveva già vista in abito da sposa ben due volte ma in quel momento le sembrò davvero una creatura divina.
Arrossì come un ragazzino senza smettere di sorriderle.
Arrivata davanti al suo sposo, Akane si staccò dal padre e unì la sua mano a quella di Ranma.
La cerimonia si svolse senza intoppi, in assoluto silenzio, intervallato da qualche lacrima e sorriso… fino al momento dei voti finali.
Dopo che Akane ebbe pronunciato il suo sì.
Un’improvviso malessere la colpì facendola svenire tra le braccia di suo marito.

- Akane! Rispondi Akane! -
In pochi secondi tutti le furono attorno tanto che il dottor Tofu dovette dare qualche spintone per passare.

- Lasciatela respirare! -
Tuonò il medico e in un attimo prese la sposa tra le braccia e la portò di sopra seguito a ruota da un terrorizzato Ranma e una lacrimante Kasumi.

- Ono che cosa succede? Ti prego aiuta mia sorella!

- Stiamo calmi è solo svenuta. Sarà stato il caldo o l’emozione.
-
Ranma non riusciva a proferire parola, non smetteva di stringere la piccola manina bianca e fredda di sua moglie.
Dopo che ebbe armeggiato con qualche medicina e acqua fresca, la piccola Tendo si risvegliò lentamente.

- Finalmente Akane!

- Come ti senti?
-
Il viso di Ranma bianco come un cencio la scrutava preoccupato.

- Sto.. sto bene, ho avuto un mancamento non mangio da stamattina... ho davvero tanta fame! -

- Sei sempre la solita! Hai esagerato con i preparativi e hai tenuto i corsi al dojo fino a ieri non sei mica Rambo! E’ normale che adesso ti senti così! -
Con un tono di finto rimprovero il codinato si era rassicurato, il dottore invece osservata la ragazza pensieroso.

- Kasumi potrei rimanere solo un attimo con i ragazzi? -

- Eh? C..certo Ono. -
Con perplessità si chiuse la porta alle spalle, lasciando i due sposini insieme al dottore.

- Ragazzi ecco forse è il caso di fare due chiacchiere. -

- Cos’ ha Akane, me lo dica dottore! Non mi tenga sulle spine! -

- Ehi! Ci sono anche io e credo che dovrebbe dirlo a me non a te. -

- Ma sono tuo marito adesso!
-  Inveì un contrariato Ranma.

- La mia salute riguarda solo me! -
Sbottò Akane. Il dottore nel frattempo si sentiva bellamente ignorato.

- Emh… ragazzi credo che voi stiate giocando a marito e moglie da un bel po’ giusto?
I due sposini si freddarono all’istante, diventando color cremisi appena capirono il significato di quelle parole.

- Dott.. dottore… -

- Oh non c’è nulla di cui essere in imbarazzo. Siete adulti e adesso siete anche sposati. -

- Ma cosa sta dicendo?
-
Borbottò Ranma cercando di riprendere le funzionalità respiratorie.
Akane invece guardava Ono imbambolata come se avesse scoperto l’acqua calda.

- Lei crede…non è possibile. - Disse la mora portandosi una mano alla bocca.

- Da quando non…? - Chiese con uno sguardo eloquente.

- Oh kami! Da due mesi…c..credo. -

- Cosa? Ma Akane di che state parlando, io non c’ho capito nulla. -
Protestava il codinato totalmente ignorato dai due.

- L’ho notato dal tuo sguardo, sei leggermente più florida e il fatto che hai sempre sonno e fame è un ulteriore prova. -
Akane si guardò il corpetto del vestito effettivamente aveva il seno più grande ma l’aveva attribuito al fatto che mangiasse davvero tanto in quelle ultime settimane.

- Capisco…

- Domani potresti passare in ambulatorio per delle analisi…

- Non vorrei disturbare la vostra conversazione…ma mi dite cosa diamine sta succedendo!!!??? -

Sbottò adirato Ranma. Akane ripresasi dalla trance, strinse forte la sua mano.

- Oh beh… il dottore cercava di dire che probabilmente sono incinta, Ranma. -
 
- Ah ok. Bene… Cosa? -
Il ragazzo strabuzzò gli occhi guardando Akane come se stesse per esplodere da un momento all’altro.
La ragazza gli accarezzò il viso stentando a trattenere le lacrime.

- Aspettiamo un bambino…  -

- Sei incinta… un bambino… il nostro bambino…
-
Ranma aveva realizzato e totalmente impazzito di gioia l’aveva presa in braccio stringendola forte e cominciando a saltellare in una strana danza della gioia.

- E’ per questo che eri sempre stanca e affamata! Ouch e sei anche ingrassata un bel po’! -

- Baka! -
Akane gli diede un pugno in testa senza smettere di ridere. Era davvero tutto perfetto, lei e Ranma si erano sposati e presto sarebbero diventati genitori.
Si poteva essere più felici di così?

- Bene ragazzi. Direi che è il caso di andare a festeggiare! -
I ragazzi si guardarono raggianti negli occhi e corsero giù pronti ad affrontare un nuovo fantastico capitolo delle loro vite.


Akane e Ranma  erano felici… lo meritavano e avrebbero continuato a lottare fianco a fianco quotidianamente, affrontando tutto con coraggio e amore.
Per loro stessi, per la famiglia… e per quella piccola esistenza che stava cominciando a crescere nel caldo ventre di Akane,
inconsapevole di illuminare la rocambolesca vita dei due giovani più testardi, orgogliosi e innamorati dell’intero Giappone.

Fine.



 

Angolo Dell' Autrice: 
Wow finalmente è finita! Non credevo sarei riuscita a buttar giù anche l'ultimo capitolo.
Innanzitutto vorrei scusarmi del ritardo madornale nel postare la fine di questa fan fiction.
Non riuscivo a mettere su carta le idee che volevo esprimere e poi le vacanze in Sardegna hanno preso il sopravvento.
Non me ne vogliate. Rilassarmi mi ha fatto bene e mi ha dato spunti per nuove
fanfiction sui nostri baka, anche se non credo che mi cimenterò tanto presto in un'altra long-fic. Beh che dire... spero che anche il finale sia stato gradito.
Ho voluto approfondire la loro prima volta per dare un contestomolto più reale senza però scendere nel dettaglio.
Adoro le nc17 e spero davvero di non dover cambiare il rating per questo ultimo capitolo (opinioni in merito sono sempre ben accette).
Che cosa ne pensate della descrizione della prima volta, troppo ooc? troppo erotica o troppo romanzata? Non sapete quante volte l'ho cancellata e riscritta.
Per quanto riguarda il matrimonio spero di non essere caduta in troppi clichè (so che quello del regalo da parte della defunta signora Tendo è un evergreen ma che volete fare sono romantica infondo).
Non volevo descrivere la solita solfa dei personaggi vari che cercano di ostacolare le nozze ma volevo creare un prequel per il dopo.
Qualcuna di voi aveva già previsto una gravidanza e non ho voluto deluderla dato che il tema dentrale della storia era proprio quello di un'Akane che aveva un problema di fertilità.
Però come avete visto ho fatto passare un anno, non sono molto per le gravidanze...come dire, lasciatemi passare il francesismo "a prima botta" ahahaha.
Volevo si stabilizzassero e facessero le cose con calma.
In quel famoso anno non ci è dato sapere cosa è successo così come non sapremo mai se Shinnosuke ha trovato o meno una ragazza che gli sorridesse come Akane...spero che questo non vi turbi eccessivamente.
Detto questo vi lascio con un piccolo regalo. Una mia fan art sui nostri due baka.
Probabilmente non sapete che sono un'illustratrice e che ho cominciato a disegnare manga proprio guardando Ranma/ Lamù e Maison Ikkoku...
era da una vita che non mi cimentavo in questo stile e così ho buttato giù un piccolo sketch... spero vi piaccia.
Ah e se volete aggiungermi su facebook mandatemi un msg privato con il vostro nome e sarò lieta di aggiungervi.

Con Affetto.
Violet Lumos

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