Sparisce il mondo ormai davanti agli occhi suoi

di Dalia_Storie31
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro/scontro in metro ***
Capitolo 2: *** Piccole grandi verità ***
Capitolo 3: *** Una Giulietta sconosciuta ***
Capitolo 4: *** Un gioco del destino ***
Capitolo 5: *** Je t'aime ***
Capitolo 6: *** Ostriche e champagne ***
Capitolo 7: *** Solo amici ***
Capitolo 8: *** Questione di maturità ***
Capitolo 9: *** Festa E sorpresa ***
Capitolo 10: *** Alba sul mare ***
Capitolo 11: *** Nascondere e nascondersi ***
Capitolo 12: *** Venezia al tramonto ***
Capitolo 13: *** Sotto quel cielo stellato ***
Capitolo 14: *** Una bugia tira l'altra ***
Capitolo 15: *** Ritardi ***
Capitolo 16: *** Inaspettato ***
Capitolo 17: *** Cuori spezzati ***
Capitolo 18: *** Meraviglioso ***
Capitolo 19: *** Papà ***
Capitolo 20: *** Sorpresa di Natale ***
Capitolo 21: *** Capodanno ***
Capitolo 22: *** Sotto la neve ***
Capitolo 23: *** Festeggiamenti ***
Capitolo 24: *** DodiciMaggioDuemilaquattordici ***
Capitolo 25: *** Viola ***
Capitolo 26: *** Principe Azzurro ***
Capitolo 27: *** Chi la fa l'aspetti ***
Capitolo 28: *** Ancora una volta ***
Capitolo 29: *** Riavvicinarsi ***



Capitolo 1
*** Incontro/scontro in metro ***


CAPITOLO 1-Incontro/scontro in metro (Giulia)
Il silenzio della metro di prima mattina, trasmette uno strano senso di desolazione. L'odore del tabacco mi pizzica il naso e le persone attorno a me, hanno tutte la stessa aria assonnata e assente.
Prendo l'Ipod dallo zaino e metto le cuffie.
La canzone comincia e ho già dimenticato la lezione di latino.
Passano un paio di minuti e sento il vagone rallentare. Piazza Ettore Viola. Sono arrivata. Mi alzò senza togliere gli auricolari e al mio posto si siede una donna anziana col viso solcato dall'età. Scendo prima che le porte si richiudano. 
Controllo l'orario. Cazzo...sono già in ritardo! Cammino velocemente e giro l'angolo, quando vado a sbattere contro qualcosa...o meglio qualcuno. 
Camicia abbottonata fino al collo, pantaloni neri formali e Blazer color ghiaccio. Ho già capito il tipo...
"Hei ragazzina! Guarda dove metti i piedi..." brontola passandosi una mano tra i capelli scuri 
Ragazzina? Potrà avere sì e no qualche anno più di me...il solito fighettino che fa impazzire le ragazze...ma io non sono certo una di quelle...
"Oh mi scusi 'signore'..." dico io sarcastica, raccogliendo i miei libri caduti per terra. Sento una mano calda sfiorare la mia sul libro di letteratura inglese. L'allontano di scatto e mi rimetto in piedi. Lui fa lo stesso e mi porge il libro.
"Scusami...in ritardo a scuola?" chiede inarcando un sopracciglio e sfoderando un luminoso sorriso.
"Da cosa lo ha intuito? Dai libri di scuola o dallo zaino?" domando mantenendo lo stesso tono di prima.
"Veramente, dai tuoi bellissimi occhi stanchi...tipici di una studentessa..." risponde rivolgendomi un dolce sorriso. Sospiro irritata e lo supero riprendendo il mio percorso. Sento dei passi dietro di me e degli occhi che mi fissano. È ancora lui. O ci sta provando o è uno stalker...bocciato in entrambi i casi!
"Non ti hanno insegnato che si risponde ai complimenti?" dice, lo sento più vicino.
"Mi hanno anche insegnato a non parlare agli sconosciuti!" rispondo di fretta. 
Accelero il passo, ma lui continua a starmi dietro.
"Giusto...ma non saremmo sconosciuti se ci presentassimo..." osserva con una ristata nella voce.
Con questo odioso accento nordico mi da proprio sui nervi! 
"Non ho mai detto di volerti parlare, tanto meno di conoscerti..." taglio corto dirigendomi all'uscita della metro.
"Che caratterino! Peccato...perché io sono di un altro avviso...piacere Davide!" esclama porgendomi la mano. 
"Piacere tuo!" ribatto secca salendo le scale per l'uscita...ma non sento più i suoi passi dietro di me.
"Ma non so neanche il tuo nome!" lo sento gridare in fondo alla rampa.
"Pazienza..." concludo io uscendo definitivamente dalla metro.
Sbatto le palpebre per abituarmi alla luce del sole e mi ci vuole un po' per riconoscere Federica che mi aspetta dall'altro lato della strada. Attraverso le strisce di corsa sapendo di essere già in ritardo al nostro giornaliero appuntamento. Vado talmente di fretta e sono così sbadata che non mi accorgo dell'auto che  sta per mettermi sotto. Fortunatamente lei frena all'ultimo e io ho i riflessi abbastanza pronti da saltare sul marciapiede in tempo. Le conseguenze? Dei ripetuti suoni del clacson e qualche insulto dal conducente.
"Giulia! Ma che hai oggi? Arrivi in ritardo e tenti il suicidio? Non ti sarai mica innamorata di nuovo?" è il saluto di Federica.
"Ma che dici? Piuttosto muoviti che siamo in ritardo!" la sprono io aggirando l'argomento.
"Chissà per colpa di chi!" esclama lei ironica prima di iniziare a camminare verso scuola.
"Andiamo..." dico stancamente seguendola.

                                                         ===============

"Allora mi vuoi dire che hai oggi?" mi chiede in un sussurro per l'ennesima volta lei.
"Ti ho già detto niente! Non insistere, Fede!" ripeto io sottovoce, continuando a fingere di prendere appunti sulla vita di Pirandello.
"Non ci credo neanche se viene Tom Cruise qui adesso a giurarmelo!" 
La guardo con le sopracciglia incarnate e lei aggiunge sogghignando "Vabbè che se venisse Tom Cruise ci sarebbe altro da fare..."
"Fede!" la rimprovero alzando un po' il tono.
"Signorina Luzi! Cosa ha di tanto importante da dire alla sua amica?" mi richiama la professoressa.
"Beh...io...insomma...niente..." balbetto io.
"Perché non lo condivide con il resto della classe? Non è carino tenere all'oscuro i compagni..." dice con aria sfottente.
A quanto pare oggi sono tutti in vena di consigli sull'educazione!
*driiiiin*
Uff...salvata dalla campanella dell'intervallo. Tutti si fiondano in corridoio e in classe restiamo solo io, Fede e altri quattro ragazzi. Anche la prof è scappata da questa gabbia di matti!
"Adesso mi dici la verità!" mi minaccia Federica sedendosi sul banco.
"Ma non è niente di speciale..." mi difendo io.
"Allora vedi che qualcosa è successo?!" esulta.
Giulia, stai attenta a quello che dici...
"Niente di quello che pensi...ho solo incontrato un ragazzo..."
"Lo sapevo!" mi interrompe battendo le mani.
"...antipaticissimo e con la puzza sotto il naso...stavo uscendo dalla metro e questo cretino mi è venuto addosso, non contento di ciò mi ha seguita fino all'uscita cercando continuamente di attaccare bottone..."
"E tu ci sei stata?" 
"Ma no!" 
"Ma almeno era carino?" 
"Il solito fighetto playboy...niente di che..." concludo.
Magari potrò anche sembrare una ragazzina viziata che si fa desiderare e piena di pregiudizi...ma la realtà è che ne ho piene le scatole di ragazzi come lui...ci sono già passata...tante volte.
"E sai come si chiama?" mi chiede curiosa.
"Davide...se non ricordo male..." 
"Eppure...'Davide e Giulia' non suona male..." mi stuzzica dandomi una gomitata. Scocco un'occhiata alla porta e lo vedo.
"Sta zitta...c'è Edoardo..." mi affretto a dirle chiudendo il discorso.
Lo vedo avvicinarsi e forzo un sorrido.
"Amore!" esclama baciandomi sulle labbra.
"Edo!" dico io di rimando. 
Edoardo. Il mio fidanzato.
"Io vi lascio ragazzi...vado da Federico..." comunica Fede facendomi l'occhiolino e uscendo dall'aula.
"Andiamo a fare un giro amore?" propone Edo cingendomi con un braccio. Annuisco sorridendo. 
Edoardo. Figlio di vecchi amici di famiglia.
Amato dai miei genitori.
Perfetto agli occhi di tutti.
Ma non ai miei.

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Capitolo 2
*** Piccole grandi verità ***


CAPITOLO 2-Piccole grandi verità (Giulia)
"Voglio sapere tutto su questo ragazzo!!"
Siamo sedute sul letto di Federica e lei non fa altro che fare domande sul mio incontro di stamattina...neanche ci fosse stata lei al posto mio!
"La vuoi finire!! Ti ho già detto che non è stato niente di troppo speciale!!" ribatto.
"Troppo speciale no..ma un po' si!" insiste.
"Fede..." mormoro con voce stanca.
"Andiamo...se il problema è Edoardo..."
"Non tirare fuori questo argomento!!" la interrompo. Sono piuttosto irritabile oggi..
"Siete la coppia più brutta che abbia mai visto...aspetta..perché 'non tirare fuori questo argomento'?" mi chiede con un espressione, stranamente, seria.
"Oh..no..niente..." dico sperando di chiudere la conversazione. Ma quando parlo con Federica..è impossibile nascondere qualcosa...è uno dei difetti/pregi dei migliori amici...
Devo imparare a tenere la bocca chiusa!!
"Su Giulia! Non tenermi sulle spine!! Che succede?" chiede ancora.
"Che succede? Che succede?! Succede che non posso più scegliere niente sola!" sbotto "...pensi che ami davvero Edoardo? O che possa anche lontanamente piacermi? È dolce...sì...ma stare con lui è più noioso di lavorare ai ferri con la nonna! Perfino la prof di storia è più allegra di lui! Insomma non è il mio tipo..."
"E...quale sarebbe allora il tuo tipo?" mi chiede lei sogghignando.
"Simpatico, divertente, ironico, dolce...insomma bello e dannato!" dico pensandomi al fianco di questo ragazzo immaginario.
"Un po' come...il fighetto di stamattina.." risponde. Vorrei picchiarla. Parla sempre di lui...non ha ancora capito che per me non ha significato niente! Anche se...
Ora che ci penso...non riesco a togliermi dalla mente quel sorriso...
Ma che dici Giulia!? Non vorrai ricascarci ancora!
"Ma scusa...allora perché stai con Edo se non lo sopporti?" mi chiede ancora lei.
"Perché...non lo so...penso che sia l'unico con cui io stia bene...insomma...ci tiene ed è fedele...e non credo che lui sia così..." dico alludendo al ragazzo della metro.
"Non giudicare senza conoscerlo..." esclama Federica alzandosi dal letto e avvicinandosi alla porta.
"Dove vai?" chiedo alzandomi.
"A prendere un The freddo..vieni?" mi dice facendomi segno di seguirla. Annuisco e le vado dietro.
"Devi smetterla di mentire a te stessa.." continua a ripetere una voce nella mia testa. Edoardo non è e non sarà mai il ragazzo per me...devo solo resistere ancora un po'...iniziata l'università andrò via da tutto e da tutti...nessuno potrà dirmi cosa fare o con chi stare...avrò la mia vita..il mio ragazzo bello e impossibile...
Questi pensieri volano nella mia testa mentre bevo il mio The freddo.
"A che pensi?" mi chiede Fede riportandomi alla realtà.
"A lui..." dico con voce arrendevole "...e mi odio per questo.."
"Ma..lui lui?"
"Si Fede! Lui lui!! È strano...mi ha trattata da ragazzina...ma è stato anche dolce...forse sono troppo prevenuta nei suoi confronti...potrebbe anche non essere uno di quelli..." ammetto.
"Se solo lo avessi capito prima..."
"...non sarei scappata dalla metro...ma ormai quel che è fatto è fatto..." Premettendo che io non credo all'amore a prima vista...credo di più nel destino...e se è destino lo rivedrò...

==================

Di nuovo mattina, quest'ultimo anno sembra non finire mai...
Di nuovo in metro, questo viaggio sembra non finire mai! Ma oggi la solita aria del vagone non riuscirà a rallentarmi tantomeno a mettermi tristezza.
Oggi sfiderò il destino.
Aspetto impaziente la fermata e il tragitto sembra più lungo del solito. Poi finalmente vedo il cartello. Piazza Ettore Viola. Corro fuori dalla metro spintonando la gente che trovo sulla mia strada.
Mi fermo allo stesso angolo dove ieri l'ho incontrato...ma sono in anticipo. Ieri erano le otto circa quando è successo...ora sono le sette e mezza. Non mi resta che aspettare.
Mi siedo per terra spalle al muro e ascolto la musica assumendo un'aria disinvolta.
Aspetto.
7:45.
E aspetto.
8:00.
Non dovrei più aspettare.
8:10.
Dovrei già essere fuori dalla metro.
E invece sono ancora qui, con quelle maledette cuffie nelle orecchie a sperare di rivedere il mio sconosciuto...che poi tanto sconosciuto non è.
Stupida.
Ecco cosa sono.
Una stupida ragazzina...aveva proprio ragione.
Due lacrime calde hanno il tempo di rigarmi le guance che sto già correndo su per le scale.
Stupido.
Vedo Federica al solito posto ad aspettarmi. Non potrò evitare l'argomento...ma non sono neanche sicura di volerlo. Mi asciugo le guance prima di raggiungerla. Mi aspetto uno dei suoi strambi saluti e invece appena mi vede il suo sorriso si spegne.
"Non è venuto.." dice con voce afflitta. Ma non è una domanda. Lei lo sa. Lo ha capito.
Non riesco a trattenermi e le lacrime scendono ancora.
Silenziose.
Lente.
Non dico altro e a lei non serve altro. Mi abbraccia velocemente e mi mette un braccio intorno al collo.
"Andiamo.." sussurra iniziando a camminare. Annuisco tirando su con il naso e la seguo.
Stupida stupida stupida!
Non rifarò lo stesso errore.
Non voglio altre delusioni.

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Capitolo 3
*** Una Giulietta sconosciuta ***


CAPITOLO 3-Una Giulietta sconosciuta (Davide)
Sono a Roma già da tre giorni. Sono arrivato in metro dall'aeroporto.
La metro.
Dove ho fatto l'incontro più assurdo della mia vita.
Che ragazza strana. In genere le ragazze non si offendono per i complimenti. Però c'è qualcosa che mi eccita nel suo modo di fare. Come muove i suoi grandi occhi castani. Il suo sorriso irritato. Il suo corpo perfetto...
Smettila di pensarci Davide! L'hai vista una volta e non la rivedrai mai più. Hai altro a cui pensare ora...la chiamata di Simona...
A proposito! Avevamo appuntamento oggi...quasi lo dimenticavo!
Circa due settimane fa, Simona Ventura mi ha telefonato dicendomi che mi aveva organizzato un provino per "qualcosa di grande" ha detto. Pensavo che dopo X-Factor, sarei tornato alla mia solita vita...e invece c'è la possibilità che io torni sul palco...anche se da un lato, spero sia un casting per qualche film.
Esco dal mio hotel ed salgo in macchina, impostando sul TomTom l'indirizzo mandatomi da Simona.
Raggiungo la via e scendo dall'auto.
No...avrò sicuramente sbagliato...qua c'è una scuola! Non posso non pensare alla ragazza della metro...e se questa fosse la Sua scuola?
No...non può essere...oggi è giovedì e mi sembra non esserci nessuno.
Sento il rumore di una frenata dietro di me. Mi volto. È l'auto di Simona. Scende e mi viene in contro.
"Davide!" esclama abbracciandomi velocemente.
"Simona! Ascolta...mi sa che abbiamo sbagliato entrambi indirizzo...insomma...questa è una scuola!" rispondo.
"Lo so cos'è Davide..."
"E...perché siamo in una scuola?"
"Per il tuo provino.." risponde con un tono di ovvietà.
Inarco le sopracciglia e lei mi mette una mano sulla spalla "Andiamo..." dice accompagnandomi al portone di ingresso.
Quello che da fuori sembrava un edificio desolato e silenzioso, si rivela affollato di ragazzi e ragazze con dei copioni in mano. Alcuni ripetono passeggiando per l'androne. Altri stanno seduti battendo agitati i piedi sul pavimento. Altri ancora guardano fuori dalla finestra con aria d'attesa. Individuo un gruppo di ragazzi appoggiato alla parete accanto ad una porta chiusa.
Simona mi spinge verso di loro.
"Aspetta qui..." mi dice prima di superare tutti ad entrare nella stanza dalla porta chiusa. Una ragazza del gruppo mi guarda e mi sorride. Non so che fare. In teoria...avrei già una fidanzata...ma possiamo dire che l'ho già tradita pensando alla mia Sconosciuta. Sorrido anch'io e muovo la mano in segno di saluto. Lei sorride ancora abbassando lo sguardo. Vedo Simona affacciarsi dalla porta.
"Davide..." mi chiama facendomi segno di entrare. Mi avvicino alla porta superando il gruppo della ragazza. Noto lo sguardo storto di un ragazzo biondo e riccio, lo ignoro ed entro.
Al centro della stanza c'è un microfono, nella parete parallela alla porta un lungo tavolo a cui siedono tre uomini e tre donne tra cui Simona. Mi avvicino al microfono incerto sul da farsi.
"Bene..Davide..." dice uno degli uomini senza alzare lo sguardo da un foglio che sembra stia compilando "...ti ho già sentito cantare, e Simona mi ha parlato bene di te. Ma voglio vederti con i miei occhi..."
Annuisco.
"100000 Parole d'amore!" mi dice Simona annuendo. Penso debba cantarla...sento partire la base e attacco con la prima strofa.

"...l'amore non è uno schema,
che memorizzi e poi sai giocare,
e non è come pedalare
che quando impari non ti puoi più sbagliare..."

Vedo l'uomo che ha parlato prima alzare lo sguardo. È un uomo sulla trentina,penso. Ha i capelli rasati e il viso magro. Mi guarda con un sorriso storto.

"...Solo per te ho centomila parole d'amore
così non potrai mai dimenticare
continuo ero a sussurrartelo
amore siamo un miracolo..."

Finisco di cantare e a differenza di prima mi stanno tutti osservando attentamente...è imbarazzante...spero la smettano presto...
Simona annuisce e uno dei tre uomini, il più anziano, batte le mani.
"Ottimo Davide...Simona non mentiva quando parlava della tua bravura.." dice con voce profonda "..certo...c'è un po' di lavoro da fare..con la dizione e il resto ma...tu sei il nostro Romeo!"
Aspetta...Romeo?! Cosa?! Simona non mi aveva accennato nulla!
"Conosci Romeo e Giulietta vero?" mi chiede una delle donne vedendo il mio sguardo sorpreso. È di media statura e ha il volto rotondo incorniciato da corti capelli biondi. Sembra molto amichevole.
"Oh...si...si certo! Solo...non mi aveva detto nessuno che avrei dovuto recitare in Romeo e Giulietta.." mi affretto a rispondere.
Guardano tutti Simona che fa un timido sorriso: "Colpa mia...volevo fosse una sorpresa!"
"Bene..." dice l'uomo anziano alzandosi e vendendomi incontro "...piacere! Io sono David Zard! Il produttore del musical, Romeo e Giulietta-Ama e Cambia il Mondo! Lui è Giuliano Peparini!..." esclama indicando l'uomo che ha parlato per primo "...lui è mio figlio Clemente! Co-produttore!..." e indica il terzo ragazzo.
"Davide, io sono Paola Neri, la vostra vocal-coach..." dice la donna più anziana stringendomi la mano"...e lei è Veronica Peparini, la nostra coreografa!" esclama presentandomi la ragazza più giovane.
Peparini...lei e l'altro ragazzo devono essere parenti...hanno lo stesso cognome...
"Bene!..." esclama Simona rivolta agli altri "...vi ho trovato Romeo! Ora vi manca la sua Giulietta!"
"Ce l'hai la ragazza?" mi chiede Veronica Peparini.
"Certo! Sara!" esclama Simona. Sara. La mia fidanzata.
"Ma Sara non sa cantare! E poi non può lasciare il lavoro a Bassano, l'hanno appena assunta in un negozietto in città!" rispondo. Il sorriso di Simona si spegne.
"Dev'essere per forza la mia ragazza?" chiedo. Mi sembra di avergli distrutto i piani.
"Beh...se aveste avuto già un rapporto intimo...sarebbe stato più semplice che con una sconosciuta.." mi spiega Peparini.
Una sconosciuta...la mia sconosciuta!
"C'è l'ho!" esclamo senza contenermi. Simona mi guarda male: " Davide?"
"Intendo...ho Giulietta!" mi correggo.
"E chi è?" chiede Paola Neri.
"Non lo so.." mormoro e lei inarca le sopracciglia.
"Cioè..." spiego io "...è complicato...Ma sono sicuro di avere la Giulietta perfetta! Quanto tempo ho?"
"I provini per Giulietta sono domani pomeriggio alle cinque e mezza..." inizia Zard.
"Perfetto! Domani lei ci sarà!" esclamo prendendo la felpa e uscendo dalla stanza. Non faccio caso agli sguardi insospettiti degli altri ragazzi. Ho solo una cosa in mente.
Prima di uscire dalla scuola prendo uno dei volantini del musical. Mi servirà. Mi servirà per Lei.

==================

Sette e mezza del mattino. Sono di nuovo qui. E io che pensavo di non dover tornare più in questa metropolitana. Eccola! Scende dal vagone e viene nella mia direzione a testa bassa. Penso stia ascoltando la musica. Indossa dei jeans scuri e una canotta in pizzo bianca, con un cardigan arancione. Corre verso di me sui suoi stivaletti marroni. È stupenda. Non vedo l'ora di rivederla...e voglio vedere la sua reazione quando ci rincontreremo. È a pochi metri da me quando alza lo sguardo. Mi aspetto un sorriso, anche infastidito...ma pur sempre un sorriso...e invece..
"Che ci fai qui?" esclama sgranando gli occhi. Non si muove. Ha tolto le cuffiette e mi guarda con aria di diffidenza.
"Per quanto ne so...la metro è un luogo pubblico...o lei, principessa ha comprato anche questa?" chiedo sorridendo e avvicinandomi a lei. Fa un passo indietro e poi sorride. Il suo sorriso...
"Non comprerei mai niente sapendo di poterti incontrare.." mi risponde sorridendo vittoriosa.
"Ti ostini ad odiarmi, allora..." rispondo e lei fa una mezza risata.
"Peccato...perché io portavo buone notizie, mia cara...ragazza di cui non conosco il nome!" dico alla fine chinandomi su di lei.
Esita qualche secondo e infine risponde: "Giulia..."
"Sai...non hai una faccia da Giulia..." le dico "...hai più una faccia da Giulietta!" esclamo porgendole il volantino. I suoi occhi vagano dai miei al foglio.
"Prendilo! Non morde mica!" la intimo con una mezza risata. Lei mi guarda storto e lo prende. Legge e mi guarda inarcando le sopracciglia.
"Romeo e Giulietta?" chiede. Annuisco.
"E...posso sapere perché me lo hai dato?" chiede ancora.
"Non è ovvio?"
"No..."
"Ti sto proponendo una parte in uno spettacolo!" esclamo.
"E tu chi saresti? Il produttore?" domanda sorridendo.
"Certo.." rispondo. Meglio non dirle che sarò Romeo. O non accetterà mai...
"Mi dispiace, ma conosco David Zard...e non sei certo tu!" dice indicando la firma di Zard sul volantino. Che coglione...
Scuote la testa e fa per allontanarsi.
"Aspetta..." la fermo io prendendola per un braccio "...oggi alle cinque e mezza ci sono i provini. L'indirizzo è scritto sul volantino. So che c'è la puoi fare.."
"Chi ti dice che io sappia cantare?" chiede liberandosi dalla mia presa. Sorrido e mi chino su di lei...ma stavolta lei non si allontana.
"Forse non te ne sei accorta..." sussurro a pochi centimetri dalle sue labbra "...ma quando ascolti la musica canticchi la canzone...poco fa stavi cantando "Come mai"...se Max ti avesse sentito avrebbe già abbandonato la carriera.."
Non si è mossa di un millimetro. Ha le guance rosse. Mi guarda dritto negli occhi e ha la bocca schiusa. Sorrido e mi volto.
"Promettimi che ci verrai!" le dico allontanandomi verso l'uscita della metro.
Non sento la sua risposta...non sono neanche sicuro che me l'abbia data...
Ma sicuramente...ci rivedremo oggi...

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Capitolo 4
*** Un gioco del destino ***


CAPITOLO 4-Un gioco del destino (Giulia)
"Te lo prometto." ho risposto alla fine salendo le scale. E me ne sono già pentita.
Corro fuori dalla metro, ma non c'è traccia di Federica. Questa volta è lei la ritardataria. Mi siedo su una panchina ad aspettarla. Neanche cinque minuti dopo mi arriva un suo sms.
"Scusa Giulia, oggi non posso venire a scuola, sono con Federico😉"
Cazzo! Non poteva dirmelo prima!? Oggi abbiamo anche l'ultimo compito in classe di inglese! Se lo avessi saputo non sarei venuta direttamente...
Inizio a camminare velocemente verso la scuola...che Dio mi guidi...

"Compito!" esclama la professoressa entrando in aula. Se questa vecchia gallina rinsecchita lo dice un'altra volta...scappo!
"Tirate fuori i fogli! Tema su Romeo and Juliet di Shakespeare!" esclama.
Romeo e Giulietta? Ma mi prende in giro? Lancio un occhiata al volantino del musical che ho posato sotto il banco. Segno del destino o enorme fregatura?
A finire il compito ci metto tutta l'ora. Avrei finito anche prima, se il pensiero di quel provino non mi avesse distratto la maggior parte del tempo...

Oggi scuola è finita più tardi. Siamo rimasti fino alle quattro. Abbiamo fatto una sorta di corso di preparazione agli esami...che tra parentesi sono tra due settimane...come spera Lui che possa trovare anche il tempo per un musical? Se mi distraggo anche solo per un secondo dallo studio mi posso dimenticare la grande festa dei miei vent'anni..
Mi incammino verso la fermata dell'autobus. Non voglio prendere sempre la metro.
Il primo bus che arriva è il 56. Quello che di solito mi porta a casa...almeno qualcosa è andata per il verso giusto...
Salgo e prendo posto in fondo. Prima di partire una donna anziana seduta due posti davanti a me chiede al conducente: " Scusi, per Via di Villa Madama a quale fermata devo scendere?"
"La terza signora. Dopo Via Aurelia!" le risponde l'uomo.
Via Aurelia? Questo nome mi è familiare...il volantino! Lo prendo dallo zaino e lo leggo. È la via dove si terranno i provini...e quest'autobus porta lì! Altro che fortuna...questo musical mi perseguita!!
È solo una coincidenza, Giulia...ho smesso di credere al destino...
Meglio distrarmi con il mio telefono. Apro Facebook. Notizie inutili, foto di innamorati da voltastomaco e stati depressi che mi innervosiscono e basta. Vado avanti senza leggere e arrivo alle "pagine consigliate".
Cupcake design, Tu Sei Il Mio Tutto, Vivo Per Te...che nomi di merda...e poi...eccola. La pagina ufficiale di Romeo e Giulietta-Ama e Cambia il Mondo! Non ci posso credere...quel musical è davvero ovunque!!
Sto seriamente pensando alla proposta di Davide...
Sento la notifica di Whatsapp. È Fede. Scommetto tutto che sarà qualche foto di lei e Federico.
Apro la chat. Meno male che non ho scommesso...non credo ai miei occhi!
"Guarda dove mi ha portato Fede😍!" ha scritto in allegato ad una foto di uno schermo del cinema con il titolo di un film: Romeo e Giulietta.
"Ancora no!" esclamo alzando troppo il tono di voce. Tutti si voltano a guardarmi e io abbasso lo sguardo imbarazzata. Non può essere tutto una coincidenza a questo punto...inizio ad avere veramente paura. Il bus si ferma. La prima fermata. Piazza Navona. Ho cinque minuti per decidere.
La prossima fermata è quella che il destino ha scelto per me...
Ma quale destino...l'ultima volta che l'ho ascoltato sono finita in lacrime sul pavimento della metro...ma poi lui è ritornato...e il destino con lui...
Lui, lui, sempre Lui!! Ormai è in ogni mio pensiero...
L'ho odiato dal primo momento...e ho le mie buone ragioni, ma una parte di me ne è affascinata; quel modo di tirarsi indietro i capelli; tutto ciò che mi ha detto; la fiducia che ha riposto in me pur non conoscendomi neanche...non può essere tutto un caso...non può...
L'autobus si ferma ancora. Ecco. Ci siamo. Mi alzo e mi avvicino alla fila di persone che devono scendere. Uno dopo l'altro...e alla fine resto solo io. Ferma, in piedi davanti alle porte aperte.
Deciditi.
"Ragazzina? Deciditi! Qui dobbiamo ripartire!" mi dice il conducente.
Deciditi Giulia. Deciditi adesso.

Il rombo del motore è già lontano, quasi non lo sento più.
Sono scesa, alla fine.
Sono davanti ad una scuola. Ma l'indirizzo è questo e se ho sbagliato sarà sempre colpa del destino.
Mi incammino verso il portone ed entro. È pieno di ragazze...alcune fanno proprio ridere...e pensare che vorrebbero interpretare Giulietta! A questo punto capisco perché Davide ha pensato a me...Davide...speravo di trovarlo ad aspettarmi come ha fatto stamattina.
Non so dove andare o cosa fare. Vedo una donna bionda di media statura che parla con alcune ragazze.
Le vado incontro "Scusi, sono qui per il provino di Giulietta..." dico. Mi fa un certo effetto dirlo.
"Dammi il tuo nominativo e aspetta qui. Ti chiameremo." mi risponde.
"Giulia. Giulia Luzi." comunico e lei lo scrive su un foglio prima di allontanarsi.
Mi guardo intorno. Se mi chiameranno...succederà l'anno prossimo, siamo un migliaio qua dentro.
"Ehi ragazzina!"
Mi volto. È lui. Mi sorride e gli vado incontro.
"Alla fine sei venuta!" mi dice appena siamo vicini. Troppo vicini.
"Ogni promessa è un debito. O no?" rispondo.
"Giusto...ma non ricordo che tu me lo abbia promesso!"
"Probabilmente sei un po' troppo distratto...sono tante le cose che non ricordi..."
"Veramente per quanto riguarda te...ricordo tutto..." sussurra.
"Ah sì? Ad esempio?" chiedo con aria di sfida, avvicinandomi di più al suo viso.
"Vai ancora a scuola."
Si avvicina. Mi allontano.
"Ascolti sempre la musica."
Un altro passo verso di me, lui. Un altro passo indietro, io.
"I complimenti ti irritano."
Il suo fiato si mescola al mio. Ancora indietro.
"Prendi sempre la metro."
I suoi occhi nei miei. Faccio per indietreggiare, ma dietro di me incontro il muro.
Lui non si allontana. Anzi, poggia le mani al muro ai lati della mia testa. Mi si chiude la gola.
"E sei maledettamente bella!" sussurra sfiorandomi l'orecchio con le labbra. Sto impazzendo. O la smette o al diavolo il mio autocontrollo. Si allontana e mi guarda sorridendo. Sembra si stia godendo lo spettacolo di una povera ragazza innamorata che muore per lui...
Si passa una mano tra i capelli e si incammina per il corridoio, come se non fosse successo nulla.
"Dai...andiamo a fare questo provino..." dice senza guardarmi ma continuando per la sua strada.
Ci vuole un secondo prima che il mio battito torni regolare. Prendo lo zaino che avevo lasciato scivolare per terra e lo seguo a testa bassa.
Ma sì...andiamo a fare questo provino...


NOTA DELLE AUTRICI
GRAZIE IN ANTICIPO PER LE RECENSIONI♥

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Capitolo 5
*** Je t'aime ***


CAPITOLO 5-Je t'aime (Davide)
Forse sono stato troppo duro e troppo stronzo...se continuo così non potrò biasimarla se continuerà ad odiarmi.
Ma non posso farci niente...è lei che mi fa uscire fuori di testa!
Probabilmente dovrei farmi perdonare in qualche modo. Mi volto e la vedo camminare a testa bassa. Mi sento un verme. Non dovrei mai permettere che quei meravigliosi occhi non brillino più per colpa mia. Rallento il passo e lascio che lei mi raggiunga. Non ha ancora alzato lo sguardo. Le nostre mani si sfiorano mentre camminiamo, gliel'afferro e la stringo nella mia continuando a guardare dritto davanti a me. Sento i suoi occhi posarsi su di me. Ma non ricambio lo sguardo. Invece sorrido e mi limito a dire "Se aspettavamo che ti chiamassero avremmo finito l'anno prossimo..." lei fa una risatina e io continuo "...ma tranquilla, ci pensa Davide a te!"
Sono sorpreso che ancora non mi abbia detto niente dopo il mio gesto. Mi aspettavo come minimo una delle sue battute sarcastiche. E invece è tranquilla e la sua mano si è lasciata andare alla mia stretta. "Tu devi solo essere te stessa e fare del tuo meglio...c'è così tanta bellezza nella tua semplicità che li incanterai tutti non appena entrerai lì dentro." sussurro in modo che solo lei possa sentirlo "A proposito...hai preparato la canzone?" le chiedo. Ed ecco che mi lascia la mano di scatto.
"Cosa? Una canzone? Se me lo hai detto qualche minuto prima che io entrassi a scuola, quando avrei dovuto preparare una canzone? Ho scelto circa tre minuti fa di seguire le tue follie! Ora lo spieghi tu ai tuoi amichetti!" quasi grida in preda all'agitazione. Forse mi sono dimenticato di dirglielo...
La porta davanti alla quale ci siamo fermati si apre.
"Oh Davide!" esclama Zard "È questa la ragazza di cui ci hai tanto parlato oggi, ma della quale non sapevi neanche il nome?"
"Sì è lei...il suo nome è Giulia..." rispondo guardandola.
"Allora lo hai scoperto finalmente il nome della famosa 'Giulietta perfetta'?"
"E già...è stata più dura di quanto si possa immaginare!" esclamo voltandomi verso di lei. Ma ha occhi solo per Zard. Lo guarda con ammirazione. Non so se essere geloso o disgustato.
No. Decisamente disgustato.
Giulia prende la mano di Zard e la stringe forte.
"È un piacere conoscerla! La seguo da tanto tempo! Notre Dame de Paris è il mio musical preferito...ho passato la mia adolescenza ascoltando e cantando tutte le canzoni!" inizia a parlare a ruota libera e io la fermo.
"Okay ragazzina...hai già detto abbastanza!" le dico dolcemente sciogliendo la loro stretta. Lei mi rivolge un timido sorriso. Zard non ha smesso di guardarci per tutto il tempo.
Effettivamente...anche un ceco si accorgerebbe che stiamo flirtando spudoratamente.
"Dai Giulia...andiamo a sentirti cantare...cosa hai portato?" le chiede Zard.
Lei mi lancia un'occhiata di rimprovero e io rispondo al posto suo "È una sorpresa...lei entra tra poco..." lui annuisce ed entra nella sala provini.
"E ora Mister SoTuttoIo mi risolve il problema!" mi ringhia contro.
"Andiamo...non dirmi che non hai mai scritto una canzone...o almeno non ne hai una che sai cantare bene..." cerco di giustificarmi.
"Ma certo! Je t'aime!" esclama prendendomi per la camicia e stampandomi un veloce bacio sulle labbra.
"Non sono molto bravo in francese...ma je t'aime, non significa ti amo?" le chiedo ancora confuso dal bacio.
"Sì sì! Ti amo!" esclama superandomi e scomparendo dietro la porta della sala provini.
Un momento...
Mi ha appena detto ti amo?
E mi ha anche baciato?
Ma che le prende?
Sono ancora confuso...è riuscita a stordirmi con un semplice bacetto dato per caso.
Ma quel "ti amo"...l'avrà detto così...non potrebbe pensarlo veramente...eppure prima, in fondo al corridoio, quando le ho sussurrato quelle cose, non mi ha respinto...smettila Davide! Non farti film mentali! Lei ti odia ancora!
Ma una parte di me non lo accetta. Non vuole credere a questa verità. Una parte di me vuole ancora lottare per conquistare il cuore di Giulia.
La stessa parte di me che non ho voluto ascoltare per molto tempo.
Troppo tempo.

Mi appoggio allo stipite della porta socchiusa per sentirla cantare. Chissà quale canzone avrà tirato fuori.

"So che non ci puoi credere ho scoperto che
Sono completamente impazzita perché
Chiudo gli occhi ti penso vedo solo te,
Ma purtroppo tu no, non ti sei accorto di me
Comme ci comme ça
È tutto qua
Cupido chiama chi gli va
E tu puoi solo dire si
E se non t'ama
C'est la vie"

Lo sapevo...ha una voce bellissima...la sceglieranno sicuramente...fa venire i brividi.

"Je t'aime mon amour
Je t'aime tout le jour
Je t'aime chi lo sa
Com'è che andrà
Je t'aime mon ami
Je t'aime chiamami
Je t'aime se non m'ama
C'est la vie."

Un momento...je t'aime? Ma allora era il titolo della canzone...non si stava riferendo a me! Che stupido!

"Je t'aime se non m'ama
C'est la vie."

Finisce di cantare e tutti scoppiano in un fragoroso applauso.
Quando ho cantato io, solo Zard ha applaudito per qualche secondo...
Lei è riuscita a stregarli...
Sta stringendo la mano a Paola, Veronica, Clemente e David Zard e a Giuliano, che la guardano con sorrisi radiosi.
L'hanno presa. Ne sono sicuro.
Credo di poter entrare a questo punto.
"Posso dire alle altre di andare?" esordisco aprendo la porta. Lei si volta verso di me, mi sorride e mi viene incontro correndo. Mi getta le braccia al collo e mi stringe forte. Fortissimo. L'abbraccio per i fianchi e in poco tempo non tocca più terra.
È così bello stringerla tra le mie braccia. È incredibile come un incontro accaduto per caso possa sfociare in tutto questo...come una sconosciuta possa diventare così importante.
"Mi hanno presa! Mi hanno presa!" esulta tornando con i piedi per terra.
"E tu che neanche volevi provarci!" le dico allentando la presa. Ma è lei che non mi lascia.
Fuori dall'aula si sono radunate tutte le ragazze, e anche il gruppo del ragazzo biondo. Quello che ieri mi aveva guardato male. Non ha l'aria simpatica...vorrei gridargli in faccia "La vedi questa ragazza? Quest'angelo è diventato la mia Giulietta! Hai capito? Mia!".
Giuliano ci raggiunge e Giulia si allontana definitivamente da me.
"Bene ragazze..." dice Peparini rivolto alle aspiranti Giulietta "...potete andare. Abbiamo la nostra protagonista!".
Tutte le ragazze guardano di traverso Giulia prima di allontanarsi tra mormorii e frasi sommesse. Tutta invidia...ochette!
"Ragazzi venite!" dice rivolgendosi al gruppo di ieri "...loro sono Mercuzio, Luca Giacomelli Ferrarini; Benvolio, Riccardo Maccaferri; e il nostro Principe Escalus, Leonardo Di Minno!" esclama indicando prima il ragazzo biondo e riccio, poi un'altro riccio e moro e in fine un uomo alto e muscoloso, sicuramente molto più grande degli altri due.
Io e Giulia stringiamo la mano a ciascuno di loro e lei sembra molto imbarazzata...e ci credo! Quel Giacomelli la sta squadrando dalla testa ai piedi!
"E loro ragazzi.." dice ancora Giuliano mettendo una mano sulla spalla di Giulia "..Giulietta, Giulia Luzi!" si avvicina a me "..e Davide Merlini, Romeo!!"
"Romeo!?" esclama Giulia allontanandosi di scatto da me.
Ops..
"Romeo..." ripeto io con un mezzo sorriso.
Mi sa che stanno iniziando i guai...







SPAZIO AUTRICI
SPERIAMO VI PIACCIA...E SPERIAMO ANCHE IN QUANLCHE RECENSIONE 😉

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Capitolo 6
*** Ostriche e champagne ***


CAPITOLO 6-Ostriche e champagne (Giulia)
Come Romeo? Non è possibile! Questo mi prende in giro! Io ero così felice...alla fine si era rivelata una cosa buona...una vera opportunità. E adesso dovrei recitare con lui? Essere la sua Giulietta? Conosco la storia...e c'è una scena in particolare che non avrei mai potuto immaginare di dover interpretare con lui! Gli sembro stupida? L'avrà fatto sicuramente apposta...alla fine il suo scopo principale era quello...
Che delusione...stava cominciando a farmi simpatia, anche più che semplice simpatia...
Pensavo fosse diverso...quando mi ha sussurrato quelle cose...quando mi ha preso la mano...
Beh forse io mi lasciata andare un po' troppo quando l'ho baciato...ma era solo un bacio insignificante, ero solo contenta di essermi ricordata della canzone...o no...
"Forse è il caso che noi parlassimo due minuti..." gli dico mettendogli una mano sulla spalla per allontanarci dal gruppo.
"Prima che tu possa dire qualcosa...so di averti mentito e mi dispiace. Ma non saresti venuta se ti avessi detto la verità..." dice prendendomi per le spalle. Allontano le sue mani.
"Certo! Certo che non sarei venuta! Tu lo hai fatto apposta! Dal nostro primo incontro hai sempre voluto quello e mi hai presa in giro per tutto questo tempo!" rispondo. Ho le lacrime agli occhi.
"Quello cosa? Portarti a letto? Pensi che io sia quel tipo di ragazzo?" quasi mi ringhia contro "Non mi sembra di essere stato troppo invadente nei tuoi confronti! Al contrario sei tu che mi hai baciato!"
"E tu non saresti stato invadente? Poco fa in corridoio, mancava poco e mi avresti anche spogliato!"
Forse sto alzando un po' troppo la voce. Ci stanno guardando tutti. Ma chi se ne frega!
"Ma smettila di fare la vittima! Sei tu che mi hai provocato! Lo fai da quando ci siamo conosciuti!" grida.
"È inutile..." dico scuotendo la testa e correndo fuori. Lo sento gridare il mio nome. Non mi fermerò. Non voglio e non devo. Gli occhi mi bruciano e la mia vista si appanna.
Non piangerai per quello stronzo. Non di nuovo.
Non arrivo ad uscire dal cortile che mi sento tirare per un braccio. Mi volto è l'unica cosa che vedo è la camicia di Davide. Mi stringe forte con una mano tra i miei capelli e l'altra ad avvolgermi la vita.
"Scusa scusa scusa scusa scusa..." sussurra al mio orecchio accarezzandomi la testa.
"Lasciami!" ripeto più volte contro il suo petto senza muovermi e in lacrime.
"Shhh...ti prego non piangere...per favore..." dice stringendomi più forte con voce colpevole. Non rispondo ma continuo a singhiozzare, aggrappandomi alla sua camicia.
Restiamo in silenzio. A romperlo è il frastuono lontano di un tuono e il rumore della pioggia che inizia a scendere prima lentamente poi sempre più veloce. Non mi ha ancora lasciato...e non penso che lo farà...
Le mie lacrime si mescolano alle gocce di pioggia che mi rigano il viso.
Non ci allontaniamo. Neanche adesso che siamo bagnati fradici e sotto la tempesta...
Continua ad accarezzarmi i capelli e io stringo ancora la sua camicia tra le mani.
Passano un paio di minuti e le sue mani si spostano dalla mia testa alle mie guance. Mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi.
"Scusa..." sussurra un ultima volta sfiorandomi le labbra con le sue. Chiudo gli occhi e lui appoggia la sua fronte sulla mia.
Le mie mani liberano la sua camicia e scendono fermandosi alla sua vita. Ci allontaniamo quanto basta perché lui mi possa alzare il cappuccio della felpa. Mi sorride e mi prende la mano.
"Andiamo a casa Giulietta..." mi dice. Lo guardo storto.
"Ma che hai capito? Ti riaccompagno a casa..." si corregge con voce dolce. Camminiamo fino ad una Fiat 500 blu, che presto scopro essere la sua.
Entriamo e Davide mette in moto.
La prima cosa che faccio istintivamente è accendere la radio. Sento le note di "Dolore e forza" di Antonacci.
"Ti sei già impossessata della mia radio!" esclama lui sorridendomi.
"È questo il tuo modo di rivolgerti ad una ragazza che hai appena fatto piangere?" scherzo.
"Se quella ragazza sei tu, posso permettermi tutto..." dice svoltando l'angolo. Gli sorrido.
Ha ragione...non permetterei mai a nessuno di stringermi come ha fatto lui...di accarezzarmi così...di parlarmi avvicinando così tanto le labbra alle mie...di farmi sentire così...
Non l'ho mai permesso a nessuno...neanche ad Edoardo...
Arriviamo sotto casa mia e io scendo dall'auto.
"Sei ancora la mia Giulietta?" mi chiede prima che possa salire a casa.
"Sarò ancora quella stupida ragazzina innamorata..." rispondo aprendo il portone. Gli lancio un'ultima occhiata prima di chiudere fuori quella pioggia...quel ragazzo...quel musical...quelle emozioni...no...le emozioni resteranno con me...per sempre.

=======================

Lavoriamo al musical da una settimana. I miei hanno preso bene la notizia, anche se sono un po' preoccupati per lo studio.
Ancora alcuni membri del cast devono essere scelti e lavoriamo ben poco come gruppo. Giuliano, il regista, punta soprattutto ad un buon rapporto tra me e Davide.
Il ragazzo biondo, che se non ricordo male si chiama Luca, continua ad avere un comportamento freddo e diffidente nei nostri confronti. Non mi piace il modo in cui mi guarda. Soprattutto non piace a Davide. Ieri lo ha definito " Stalker egocentrico".

Sabato. Giorno di riposo per il cast...ma solo per chi del cast non ha gli esami di maturità alle porte.
Sono seduta sul divano del salotto a studiare con Federica. I miei stanno fuori tre giorni. Sono partiti stamattina per lavoro. Hostess e pilota...che fantasia!
"Il nonno materno del Manzoni era Cesare Beccaria, noto illuminista, autore del trattato Dei delitti e delle pene posto nell'Indice dei libri proibiti..." ripete lei per l'ennesima volta.
*din din* È il mio telefono. Lo prendo...un messaggio....è Davide:
"Cinese o messicano?"
"Mi fanno schifo entrambi..." rispondo al messaggio.
"Come non detto..."
Mi aspetto che continui...non è da lui mollare così...e invece mi sbaglio. Silenzio.
Passano un paio di minuti e quel maledetto ultimo accesso di whatsapp non cambia.
"Mi stai ascoltando? Scendi dalla tua maledetta nuvola rosa e pensa agli esami! Te lo brucio questo telefono!" grida Federica. Gli imminenti esami la rendono fin troppo nervosa.
"Sì sì scusa..." rispondo bloccando l'IPhone e concentrandomi sulla mia tesi.

Abbiamo studiato per tutto il pomeriggio. Sono le otto. Fede è andata via qualche ora fa...aveva impegni con Federico. Che noia...tornassi indietro non avrei risposto in quel modo a Davide...almeno avrei passato una bella serata...
Mi sdraio sul divano e accendo la televisione su un canale a caso. Titanic. Wow...che allegria! Penso che se la stiano passando meglio i miei, volando su Parigi, che io a poltrire a casa.
Sento suonare il citofono. Mi alzo pigramente e vado a rispondere.
"Chi è?" chiedo con voce stanca.
"Hai dieci minuti per farti bella...se possibile esserlo più di quanto sei già!" risponde una voce.
"Davide?!" domando sorpresa. Non è possibile...
"Presente..." risponde "...allora? Che fai ancora al citofono? Vai a prepararti!" non rispondo, faccio una risatina e chiudo il citofono.
Dieci minuti? Sta delirando? In dieci minuti non arrivo a fare neanche una doccia!
Corro in bagno e mi lavo velocemente. Fortunatamente ho lavato i capelli stamattina e basta un po' di schiuma per ordinarli.
Corro in camera mia per scegliere un vestito adatto, mentre lavo i denti. Alla fine opto per un abito viola scuro, stretto fino alla vita e scampanato sotto. È aperto sulla schiena e con una scollatura davanti.
Abbino borsa e décolleté con il braccialetto, arancioni lucide.
Trucco, profumo e smalto.
Sono pronta.
Certo...sono un po' in ritardo ma va bene...
Prendo l'ascensore.
Esco dal portone e lo vedo che mi aspetta appoggiato alla sua auto. Indossa dei pantaloni blu come le scarpe e una camicia azzurra.
"Beh...ci hai messo diciotto minuti e mezzo...ma se questo è il risultato...avrei aspettato anche tutta la notte..." dice venendomi incontro.
Mi fa il baciamano e sussurra "Buona sera Principessa..." arrossisco sotto il fondotinta e lascio che mi prenda la mano per farmi entrare in macchina.
Arriviamo al ristorante dopo circa cinque minuti di strada. È davvero un posto elegante. Davide ha prenotato per noi una cena a lume di candela nella verandina del ristorante.
"È stupendo..." mormoro sedendomi a tavola.
"Lo è..." risponde Davide "...anche se niente può eguagliare la tua bellezza stasera..."
Sorrido sostenendo il suo sguardo.
Veniamo interrotti dal cameriere che ci propone il piatto della serata.
Ostriche e champagne.
Lui è pazzo.
Durante la cena, beviamo un po'...troppo... Arrivo addirittura a raccontargli esperienze imbarazzanti sulla mia adolescenza...e lui non è da meno...
"Non ha voluto baciarti??" esclamò stupita.
"Nooo! Ti rendi conto?" risponde lui scoppiando a ridere "Dopo tutto quello che ho fatto per lei! I fiori, i cioccolatini, le lettere..."
"Ma dai...aveva quindici anni! Non potevi pretendere chissà che!"
"Allora con una ventenne posso..." dice alludendo alla mia età...ha anche sbagliato!
"Peccato che io non veda nessuna ventenne qua..." rispondo.
"Ah...perché? Tu quanti anni hai?"
"Diciannove carissimo...quindi non puoi..."
"Maledizione! Devo aspettare ancora un anno e poi non avrai più scuse! Ordiniamo altro champagne?"
"Ma sei pazzo? Ci siamo scolati due bottiglie e questa è la terza! E poi chi lo paga tutto questo champagne?"
"Okay...hai vinto...meglio andare allora..."
Acconsento. Ho una voglia matta di ridere senza motivo...decisamente troppo champagne...
Non è nelle condizioni di guidare, così mi riaccompagna a casa a piedi e ci mettiamo il doppio del tempo...considerando anche, che ci fermiamo ogni minuto per riprenderci dalle risate incontrollate.
Arrivo al portone di casa che devo reggermi al braccio di Davide per non barcollare.
"Eccoci qua..." dice lui con voce stranamente seria guardando il portone dietro di me.
"E già...bella serata..." rispondo io.
"Già...allora a domani..."
"A domani..."
Sento i freni inibitori che mi abbandonano...ora sarei capace di fare qualsiasi cosa...ne sono capace.
Non mi trattengo e in pochi secondi le mie labbra sono sulle sue e le mie braccia attorno al suo collo.
All'inizio è un bacio piatto. Come quello che gli ho dato ai provini. Lui è ancora rigido. Poi sento le sue labbra schiudersi e il bacio diventa sempre più dolce e passionale. Sa di champagne.
Sento le sua mani sul mio bacino che mi spingono contro il portone. Muovo la mano in cerca della maniglia e quando la trovo l'abbasso aprendo. Le nostre bocche si separano solo quei pochi secondi che bastano per entrare in ascensore, dove le mani di Davide diventano sempre più pretenziose. Le porte si aprono e spingo fuori Davide. Approfitto della lontananza per mettere le chiavi nella serratura, quando sto per girare sento le sue labbra risalire per il mio collo e le sue mani abbracciarmi per la pancia. Apro la porta ed entriamo. Lui la chiude con un calcio e io torno sulle sue labbra. Mi prende in braccio portandomi a sedere sull'isola in cucina. Lo libero della sua camicia e le mie mani accarezzano il suo petto e la sua schiena bramose di più...semplicemente di più...
Le sue dita accarezzano piano le mie cosce cercando la pelle sotto il vestito.
Gli schiocco un'ultimo bacio umido sulle labbra prima di scoppiare a ridere.
"Ma che stiamo facendo?" esclamo tra le risate.
"Ma dai...non l'hai mai fatto ragazzina?" mi chiede con lo stesso tono di voce.
"Simpatico..."
"Ma quanto mi piaci?" esclama e senza aspettare risposta, si riprende le mie labbra. Mi prende di nuovo in braccio e ci avviciniamo al divano appoggiandoci alla spalliera.
"Camera da letto?" mi chiede sfilandomi il vestito.
"Camera da letto." confermo ridendo e lui mi spinge verso la porta del corridoio.
"Sempre dritto..." sussurro aprendo la porta.
Entriamo in camera mia e io mi sono già liberata dei suoi pantaloni. Le sue labbra si fermano sull'incavo del mio collo. Sospiro accarezzandogli i capelli..
"Davide..." sospiro.
Continua a baciarmi con dolcezza...
"Davide..." ripeto e le sue labbra sfiorano le mie prima che si allontani di poco. "Sei sicura?" mi chiede guardandomi negli occhi.
"Zitto e baciami." concludo ridendo.
Mi sdraia lentamente sul letto e torna sulle mie labbra.
"Ti amo." sussurra dolcemente al mio orecchio.
"Ti amo." ripeto io. Mi morde un labbro e io sorrido.
Troppe emozioni in una volta.
Lo odio...e sono pazza di lui...
È stronzo...e maledettamente dolce...
Lo amo...e a questo non ci sono controindicazioni...né cure.

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Capitolo 7
*** Solo amici ***


CAPITOLO 7-Solo amici (Giulia)
La prima cosa che vedo appena apro gli occhi è il reggiseno sulla poltroncina. Cosa?
Il mio reggiseno? Che ci fa lì? Sbatto più volte le palpebre per abituarmi alla luce del giorno. Allargo le braccia per stiracchiarmi e sento un braccio scivolare lungo la mia pancia.
Ma che...
Mi giro e lo vedo. Oh no...
Davide è sdraiato accanto a me...e se la vista non mi inganna...addosso ha solo i boxer! E io gli slip! E siamo nel mio letto!
Oddio...che ho fatto!?
Cerco di ricordare ma non ci riesco.
Mi metto seduta tirandomi il lenzuolo fino al collo. Mi imbarazza stare così accanto a lui...
Gli lascio cadere un po' di lenzuolo addosso.
Così va meglio...
Neanche un minuto dopo lui si sveglia e appena mi vede mi bacia sulle labbra. Il mio primo istinto e quello di schiaffeggiarlo e così faccio.
"Ma che ti prende!?" esclama lui mettendosi una mano sulla guancia.
"Cosa prende a te piuttosto! Cosa ti fa pensare che tu possa baciarmi!?" sbotto incrociando le braccia.
"Forse il fatto che ieri sera tu mi sei praticamente saltata addosso!"
"Davvero!? Ho fatto questo?"
"Già...forse non te lo ricordi perché prima ci siamo ubriacati...troppo champagne!"
"E...poi?"
"Beh....poi...puoi vederlo da sola.." dice con un sorriso vittorioso, sdraiandosi e mettendo le mani dietro la testa.
"Smettila!!" esclamo tirandogli un cuscino.
Champagne....forse ricordo qualcosa...
Il portone.
L'ascensore.
L'isola della cucina.
Le mani esigenti di Davide.
Le sue labbra.
Ora ricordo.
Mi alzo trascinando con me il lenzuolo ed evito il più possibile di guardare Davide.
"Io avevo in mente una semplice cena tra amici..." inizia alzandosi anche lui.
"Amici?!..." lo interrompo voltandomi, non mi interessa se non ha niente addosso "...e tu chiami cena tra amici, una cena a lume di candela a base di ostriche e champagne? Tu fai tutti quegli stupidi complimenti alle tue amiche? Tu lasci che le tue amiche si ubriachino per portarle a letto? Tu...ad una semplice amica...dici ti amo?" esclamo con le lacrime agli occhi.
So cosa risponderà...
Le solite cazzate che si dicono ad una ragazza che sta per scoppiare in lacrime. Ma non voglio sentirle... "Eravamo ubriachi...quel ti amo..." cerca di giustificarsi lui.
"Quel ti amo non ha significato niente vero? Tutto questo non ha significato niente! Era solo frutto di tre bottiglie di champagne! Sei come loro! Lo sapevo...dovevo dare ascolto al mio istinto quando ti ho conosciuto..." grido. Nel frattempo lui si è messo i pantaloni.
"Loro chi?" chiede diventando serio e avvicinandosi a me. Indietreggio istintivamente.
"Nessuno..." dico rimanendo sul vago.
"Giulia...dimmi di chi stai parlando..." insiste lui.
"Chi ti da il diritto di insistere sui miei fatti personali?"
"Non mi serve un permesso per preoccuparmi di una mia cara amica..."
"Vedi? Una cara amica! È questo che sono per te! E mi sta bene...ma poi non possiamo ritrovarci abbracciati nello stesso letto! Non puoi dire parole tanto importanti quando vuoi solo divertirti! Hai sempre giocato con i miei sentimenti...non sono una bambola che spogli e rivesti a tuo piacimento! Non puoi farmi credere di provare quello che provo io..."
Ha rovinato tutto.
"Finiscila! Tu non provi niente per me...so bene che anche per te è stato solo divertimento...eri ubriaca e io ero stato carino con te...può capitare...siamo entrambi colpevoli. Tu di esserti lasciata andare e io di aver ceduto alla tua bellezza. Dobbiamo farcene una ragione...per quanto possa fare male...noi possiamo essere solo amici..."
"Con quante altre ragazze hai tirato fuori questo bel discorso..." dico abbassando lo sguardo.
"Solo con te...tu sei diversa..." alzo gli occhi al cielo "...dico sul serio...magari stanotte abbiamo solo giocato...ma ho capito dal primo giorno che tu sei speciale...che tu sei qualcosa di più e non potrai mai essere mia amica...E poi sai che sotto l'effetto dell'alcool si dice la verità? E io ti ho detto ti amo..."
"Scommetto che ti amo lo hai detto a tutte...e mai una volta sinceramente..." gli dico con aria di rimprovero.
"C'è sempre una prima volta..." sussurra avvicinandosi.
"Cioè?" chiedo.
"Ti amo." dice avvicinandosi ancora.
"No." ribatto. Mi fa male sentirlo mentire ancora.
"Ti amo." ripete. Un passo verso di me.
"Basta."
"Ti amo!" un altro passo.
"Smettila."
"Ti amo!" grida raggiungendomi. Mi prende per i fianchi e mi bacia.
Rimango rigida. Non rispondo al suo bacio. Mi aspetto che si allontani, invece le sue mani risalgono sulla mia schiena stringendomi a lui.
La sua lingua incontra la barriera dei miei denti serrati. Non devo cedere.
Ma lui non si arrende...e alla fine mi arrendo io.
Lascio che mi baci.
Con dolcezza.
Con trasporto.
E le mie labbra tornano ad essere sue.
E le sue mie.
È incredibile come un bacio possa convincermi del nostro amore impossibile.
Al diavolo l'amicizia.
Gli passo le mani tra i capelli e lui tira via il mio lenzuolo avvicinando il mio bacino al suo.
Gli mordo un labbro e le sue mani mi accarezzano lentamente.
Sto per perdere il controllo quando...
"Buongiorno Giulia!!!"
Davide si allontana di scatto riprendendo il lenzuolo e buttandomelo addosso.
"Federica, che ci fai qui! Esci subito per favore!" esclamo imbarazzata coprendomi il più possibile con il lenzuolo. Federica ha appena fatto irruzione in camera mia. In effetti le avevo detto io di venire a svegliarmi stamattina. Le avevo anche lasciato le chiavi. Ma questo...prima della cena...
"Scusate non volevo int..." si giustifica lei.
"Fuori!!" la interrompo gridando e lei esce di corsa chiudendo la porta.
Davide scoppia a ridere e io lo fulmino con lo sguardo.
"Che c'è?..." chiede lui "...Facevi ridere..."
"Facevo ridere!? Una ragazza entra in camera e noi due siamo praticamente nudi! E tu...pensi a me che facevo ridere!!" esclamo prendendo un paio di pantaloncini da indossare.
"Vieni qui..." sussurra prendendomi per un braccio e sedendomi a gambe aperte sulle sue gambe. Le sue labbra sono ancora sulle mie. Si libera di nuovo del lenzuolo con cui cercavo di coprirmi e mi schiocca un umido bacio sul collo. Mi mordo un labbro e gli bacio la fronte.
"Dovrei chiarire le cose con Federica..." sussurro e lui annuisce sulla mia spalla.
Mi allontano lentamente e mi vesto.
Passo una mano tra i capelli per ordinarli prima di raggiungere Fede in soggiorno.

"Posso guardare o siete ancora nudi?" mi chiede appena mi avvicino. È seduta sul divano e si copre il viso con le mani.
"Smettila! Puoi guardare!" rispondo sedendomi accanto lei.
"Okay...Allora...devo proprio chiedertelo...o mi spieghi perché sei andata a letto con un ragazzo che non è Edoar..."
"Shhh!! Vuoi che chiamo Davide così facciamo una riunione generale sulla mia vita!?!" la interrompo.
"Vuoi dire che lui non sa di Edoardo?" chiede a voce più bassa.
"Certo che no! Ed evita di farglielo capire!!" mi raccomando.
"Ehm...Giulia...io...io vado.." mi volto e vedo Davide. Si è rivestito. Indossa gli abiti di ieri sera.
"Okay...ehm...allora..ci vediamo alle prove.." lo saluto. L'imbarazzo che c'è nell'aria è quasi tangibile.
"Arrivederci..." dice rivolto a Federica prima di scappare letteralmente fuori di casa.
"Mi..ha detto...arrivederci?" mi chiede Federica appena lui chiude la porta.
"A quanto pare..." rispondo ridendo.
Quando Davide è in difficoltà dice queste cazzate...
"Posso sapere adesso cos'è successo?" chiede sorridendo. Solo lei si sta divertendo...
Le racconto della cena di ieri e della piega che ha preso la serata. Mi risparmio però, di raccontarle della nostra discussione di stamattina.
"Quindi hai fatto l'amore con lui...e dici di amarlo...Ma Edo?" mi chiede appena finisco di parlare.
"Edo...Sai che non l'ho mai amato...Con Davide è...stato amore fin dal primo momento...io..non so che fare..." rispondo.
Amo Davide...ho passato una notte stupenda ed è riuscito a farmi innamorare di lui in una sola frase...
Ma Edoardo è il preferito dei miei...e sinceramente non ho il coraggio di lasciarlo...mi sentirei troppo in colpa...
"Devi prendere una decisione..." dice Federica.
"Lo so..." rispondo. E sono sincera..
Non ho intenzione di scaricare Edoardo...
Ma il mio amore è solo per Davide...è con lui che ho passato la notte più bella della mia vita...ed è con lui che ne passerò altre altre ancora...

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Capitolo 8
*** Questione di maturità ***


CAPITOLO 8-Questione di maturità (Giulia)
È mezzanotte. Sto ancora ripassando.
Su cosa poteva essere la mia tesi se non su Romeo e Giulietta?
Non ne posso più. Domani mattina finalmente sarà tutto finito. Niente più compiti nel pomeriggio o sveglie alle sei del mattino...anzi forse di quelle ne sentirò ancora le mattine delle prove. Ma di certo sarà un risveglio più piacevole di quelli scolastici...sapendo a cosa andrò incontro.
Ora sono a letto e sto rileggendo un' ultima volta il brano di Francese prima di addormentarmi. Maledetta pronuncia...non mi è mai venuta benissimo. Spero che la prof mi risparmi. Sono la settima del secondo gruppo, quello di domani. Una delle ultime. Speriamo bene...
*din din*
Whatsapp. Davide.
"Chiudi i libri e dormi, ragazzina...domani andrai alla grande!" mi ha scritto.
Come fa a sapere che sto ancora studiando...
"Chi ti dice che io stia studiando?" rispondo.
"È mezzanotte...e non stai ancora dormendo...E dato che io non sono con te..non puoi far altro che studiare...😉" scrive lui dopo qualche secondo.
"Potrei anche essere nel letto di qualcun altro...non ti appartengo mica...e poi non ricordi che siamo solo amici?" scrivo.
"Già..."
Esito a rispondere e vedo che sta scrivendo ancora.
Aspetto.
"Hai qualche altra cazzata da aggiungere o abbiamo finito?" scrive alla fine.
Faccio una mezza risata. Direi che abbiamo finito..
Gli mando uno smile e spengo il telefono.
E anche questa notte mi ha fatto addormentare con il sorriso.

La mattina la sveglia suona alle 9:00. Non ho fretta. Non sono tra primi. L'unico esame che mi interessa è quello di Fede...che comunque è subito dopo di me. L'esame di Edoardo è di pomeriggio...e non sono ancora sicura di volerci andare...non so come reagirei nel vederlo dopo la notte con Davide.
Mi alzo pigramente dal letto.
"È l'ultimo giorno, Giulia...resisti solo un'ultima mattina.." continuo a ripetermi e mi trascino fino in cucina.
"Buongiorno Giulietta mia! Oggi è un grande giorno!!" esclama mia madre versandomi il latte nella tazza. Lei e papà sono tornati ieri, proprio per i miei esami. Non so come faccia ad essere così attiva già di prima mattina...sarà che dopo aver viaggiato così tanto di notte non le dia disturbo fare le ore piccole.
Mi siedo all'isola e fisso la tazza senza risponderle.
Hanno fatto le cose in grande. Latte, biscotti, fette biscottate, marmellata e i pancake che mi piacciono tanto. Peccato che non abbia per niente fame. Al solo pensiero della commissione d'esami mi si chiude lo stomaco. Però mi sentirei in colpa a dirlo dopo tutto quello che mamma mi ha preparato.
"Buongiorno..." dice mio padre entrando in cucina. Abbraccia mia madre da dietro e lei si volta per dargli un bacio sulle labbra.
"Giorno amore..." risponde mia mamma dolcemente posando le mani sulle sue braccia ancora strette attorno alla sua vita.
Stanno animatamente flirtando davanti a me. Loro figlia. Io non lo farei mai per il rispetto di quella povera figlia che dovrebbe subire questa scena...ma se mi sposerò vorrei vivere la mia relazione proprio come loro...stanno praticamente tutti i giorni e tutte le notti insieme...in effetti fare lo stesso lavoro ha i suoi pregi da questo punto di vista...
Hanno avuto un matrimonio da favola...quello che da piccola ho sempre sognato...e sono stati loro a trasmettermi la passione per la musica e loro mi hanno insegnato ad amare la vita in ogni sua sfaccettatura.
Mamma mi ha sempre raccontato che quando ha incontrato papà aveva quindici anni e lui diciotto. È stato subito amore e appena entrambi hanno finito il liceo si sono sposati. E dopo tre anni sono nata io.
Precoci si potrebbe pensare...e invece secondo me hanno fatto bene, è inutile aspettare.
Adesso che io ho vent'anni loro ancora se la spassano come due ragazzini.
Grande Mami! Si è fatta bene i programmi!
"Allora maturanda come va? La mia piccola è pronta per gli esami?" mi chiede papà sedendosi accanto a me e dandomi un bacio sulla guancia.
"Massimo...non è più così piccola! Tra qualche mese farà vent'anni!" gli fa notare mia mamma.
"Ma lei resterà sempre la nostra bambina! Vero amore?" mi guarda sorridendo e io ricambio il sorriso. Non ho voglia nemmeno di parlare.
"Cosa c'è tesoro? Qualcuno ti ha mangiato la lingua?" scherza mia madre. La guardo un attimo e scuoto la testa.
Provo a mettere in bocca un pezzo di pancake, ma non riesco a mandarlo giù.
L'ansia mi sta facendo venire la nausea.
"Vado a cambiarmi..." comunico alzandomi dalla sedia e dirigendomi in camera mia.
Mamma protesta un po'. Ma prima di entrare in camera sento mio padre che le dice "Tranquilla...è solo agitata, è normale!" e lei acconsente mandandogli un rumoroso bacio.

Davide.
Non so se scrivergli o no...
Vorrei chiedergli di venire a vedere i miei esami, a sostenermi...ma non ne ho il coraggio...
Ci penso e ci ripenso mentre indosso i miei jeans preferiti, di fronte allo specchio della mia camera.
Gli scrivo?
Metto la maglia e il cardigan abbinato.
Non gli scrivo?
Spazzolo i capelli che restano ricci naturali sulle mie spalle.
Non so che fare...
Mi siedo sul letto e fisso il telefono.
No! Dev'essere lui a venire di sua volontà...non sarò certo io a costringerlo...
*din din*
Whatsapp. E se fosse lui? Ho paura a controllare...se non fosse lui il mio morale non potrebbe essere più basso.
Dev'essere lui per forza!
Lo prendo e controllo.
È Edoardo:
"Buon giorno amore! Buona fortuna per oggi...io sarò li a sostenerti♥"
Messaggio perfetto...ma dalla persona sbagliata...
Queste parole mi fanno sentire un verme ripensando alla notte dello Champagne...
Esco dalla chat di Edo. Non rispondo. Non saprei davvero cosa dire.
Entro in quella di Davide.
È online.
Scrivi maledizione!
Anche un semplice "Buongiorno" o "Ehy".
Ma scrivimi!
Rimango ferma a fissare lo schermo in attesa di un "sta scrivendo"...ma ciò non accade...

"Giulia! Sbrigati dobbiamo andare!" esclama mia madre da fuori la camera. Ci ho messo un quarto d'ora a prepararmi. Ho fatto più in fretta che ho potuto!
Metto le scarpe e prendo la borsa. Tesi. Libri. Telefono. Ho preso tutto..
E adesso basta pensare a lui...ho solo una cosa in mente.
La mia maturità.

Mi siedo su una delle sedie in prima fila davanti alla cattedra della commissione accanto a Federica e ascolto una delle mie compagne...ma il mio pensiero è lui...
Basta Giulia! Non verrà mai!
Quanto sono stupida...lo conosco da meno di un mese e in testa ho sempre lui...che mi ha fatto?
Altre due ragazze e poi ci sono io...
Non posso farcela...
"Amore!" mi sento chiamare e una mano poggiarsi sulla mia. Per un attimo spero sia Davide...
"Edo..." rispondo accorgendomi che è lui. Mi bacia e mi dice parole incoraggianti.
Manca solo una ragazza...
Probabilmente sverrò o vomiterò per l'ansia...è l'esame più importante della mia vita...
E se dimentico qualcosa? O se non so rispondere?
Lui non c'è...
Accanto a me Edoardo continua a cercare di farmi rilassare accarezzandomi le braccia o dandomi baci.
In realtà mi irrita. Odio che non siano le mani o le labbra di Davide...odio il fatto che non sia lui il ragazzo da presentare a tutti e che mi stia accanto sempre.
"Giulia Luzi!" la presidentessa d'esami chiama il mio nome.
Faccio un respiro profondo.
Forza Giulia...puoi farcela!
Mi alzo lasciando la mano di Edoardo che mi dice "Dai amore! Sarai bravissima!" gli faccio un sorriso più finto che vero e guardo Fede.
"Spacca tutto sorella!" esclama dandomi una pacca sul braccio. A lei sorrido veramente...lei è la mia migliore amica...è come se fosse mia sorella...c'è sempre e sa tutto di me.
Rivolgo lo sguardo ai miei che sorridono incoraggianti, qualche fila più indietro.
Lo vedo.
È seduto tre o quattro sedie, più lontano dai miei genitori. Nella stessa fila.
Se prima il cuore mi batteva forte ora c'è la possibilità che scoppi.
Ha un gran sorriso stampato sul volto e i pollici rivolti all'insù.
"Dai Giulietta!" leggo il suo labiale da lontano e sorrido pure io.
Posso sembrare strana...ma sono molto più rilassata sapendo che c'è lui qui...con me...che mi sta guardando...
Mi incammino verso la sedia di fronte alla commissione.
"Si sieda signorina..." mi esorta uno dei professori "...iniziamo a parlare della sua tesina...Romeo e Giulietta..."
Prendo un respiro e lascio che le parole escano dalla mia bocca automaticamente.
La so.
Li ho conquistati...mi fanno parlare senza interrompermi...è una cosa buona.
"Benissimo signorina Luzi...può bastare così..." dice la presidentessa mettendomi davanti il foglio da firmare, prendo la penna e ho quasi scritto il mio nome quando lei stessa mi interrompe "Ma prima che lei vada...voglio sapere una cosa..."
Stronza!
"Mi dica..." poso la penna e mi preparo alla domanda...terrorizzata.
"Ha portato Romeo e Giulietta...beh loro fanno vere pazzie per amore...lei che ne pensa?" chiede.
Questa è la domanda?
Davvero?
"Le dico una cosa...sicuramente non mi ucciderei come ha fatto Giulietta...ma per amore si fanno tante cose...più o meno folli...però spesso le nostre azioni, siamo noi a pagarle e rischiamo di ferire chi ci ama e noi stessi...ma non smettiamo mai di commettere un errore, anche se ci fa star male, se quell'errore è fatto per amore..." rispondo pensando a me e a Davide.
"Già...ora può davvero andare..." comunica lei stringendomi la mano e sorridendo.
Sorrido a mia volta e lascio la firma accanto al mio nome.
È finita!
Ho finito il liceo! Sono libera!

Mi volto e torno al mio posto. Non vedo Edoardo...strano...aveva detto che sarebbe rimasto a "sostenermi"...e invece...
Bhe...poco importa...mi avvicino a Federica e ho il tempo di batterle il cinque che chiamano il suo nome.
Mi risiedo al mio posto mentre lei stringe la mano ai membri della commissione.
"Dai Fede..." sussurro. Federica è un'ottima studentessa ed ha anche un buon metodo espositivo...ma se sbaglia anche solo una virgola...rischia di entrare nel pallone...
Mi volto e vedo i miei genitori alzare i pollici verso di me.
"Perfetto amore!" sento sussurrare a mamma e ciò riesce a sollevarmi più di qualunque altra cosa.
Davide si sta alzando e cammina fino alla porta dell'aula. Mi guarda un attimo e sorride. Fa un cenno con la testa prima di uscire.
Mi sta aspettando fuori.
Mi dispiace Davide...l'esame di Federica non si salta!
Lei comincia bene, come al solito. Parla velocemente e con sicurezza. Il che è ottimo. Spero non le facciano domande trabocchetto...o sono guai...
Vedo Federico entrare e raggiungermi.
"Ehi Giuli...sono in ritardo?" chiede in un sussurro.
"Fede! No no...ha appena iniziato! " rispondo.
Federico è il suo fidanzato.
Era da tanto tempo che non lo vedevo. È un ragazzo alto, biondo, dagli occhi azzurri...decisamente un bel ragazzo!
Ma è di Fede...quindi off limits!

Federica si ferma finalmente. Il suo esame sarà durato si e no dieci minuti. Le hanno fatto un paio di domande a cui ha saputo rispondere benissimo.
Firma e ci viene incontro. Abbraccia forte Federico che le sussurra qualcosa come "Ottimo amore mio" all'orecchio.
Sono dolcissimi! Li adoro!
"Bene! Piccola pausa e poi terminiamo con Russo, Gentile e Mertoli!" esclama un membro della commissione.
Federica si allontana da Federico e abbraccia me e insieme usciamo dall'aula.
"Sei stata grande!" le dico appena chiudiamo la porta.
"Anche tu! Abbiamo spaccato!" mi risponde.
"Amore mio!.." sento la voce di mia madre. Mi volto e lei mi stringe forte "..Bravissima eccezionale stupenda!"
"Grazie mamma.." rispondo ricambiando l'abbraccio.
"Dov'è Federica? Devo farle i complimenti! " esclama appena ci separiamo. Gliela indico e lei le va incontro.
Mio padre mi abbraccia forte e la raggiunge.
Non potrei essere più orgogliosa di me stessa!
"Ragazzina! E a me? Niente abbraccio? "
Mi giro. Davide era appoggiato al muro della segreteria e adesso mi aspetta a braccia aperte.
Non ci penso due volte e mi getto al suo collo sorridendo.
Forse sono stata troppo violenta... mi ha sollevato da terra per i fianchi facendomi giarare.
"Meravigliosa..in tutto ..." mi sussurra prima di rimettermi giù.
Lo adoro...questo suo modo di fare...la dolcezza nascosta dietro la semplicità delle sue frasi; quelle labbra perfette che hanno già acceso le mie di passione...e che adesso rivoglio per me; il suo sorriso...
Lui...
"Chi è questo ragazzo, Giulia?"
Mia madre e mio padre ci hanno appena raggiunto e lei ha appena iniziato il suo interrogatorio.
"Oh..lui è Davide Merlini...un mio collega nello spettacolo..." rispondo.
"Sono Romeo!" esclama lui porgendole la mano. Lei la stringe sorridendo.
"E lei deve essere...la sorella di Giulia..." continua lui.
"Davide ti prego...risparmia queste battute da film.." lo interrompo ridendo "..Lei è mia madre, Serena..." dico e loro si stringono le mani "..e lui è mio padre, Massimo.."
Davide porge la mano a mio padre che la stringe fissandolo negli occhi.
"È un piacere Signor Luzi!" esclama Davide.
"Massimo! Solo Massimo..." risponde lui sorridendo.
Sta simpatico a mio padre? Wow...neanche con Edoardo era così amichevole all'inizio...ed Edoardo è il preferito dalla famiglia!!
"Bene ragazzi...vi lasciamo.." dice mia mamma "...Giulia noi ci vediamo a casa...Casomai torni con Fede...Abbiamo un volo alle sei di oggi pomeriggio..."
"Ma come? Ripartite già?" esclamo. Sono tornati appena ieri...
"Ma torneremo domani mattina...e possiamo stare insieme per tutto il prossimo mese!" esclama papà abbracciandomi. Faccio un mezzo sorriso.
Mi dispiace che vadano via di nuovo...ma non voglio farli partire con il senso di colpa.
"Poi tu sei in ottima compagnia..." dice mamma indicando Davide con un cenno del capo. Sorrido e loro salutano e vanno via.
È vero...
Sono in ottima compagnia...

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Capitolo 9
*** Festa E sorpresa ***


CAPITOLO 9-Festa E sorpresa (Davide)
Giulia continua a guardarmi con un gran sorriso.
Quel sorriso meraviglioso. Sembra quasi una bambina quando sorride in questo modo.
"Vieni qua! Quanto sei stata brava!" esclamo attirandola tra le mie braccia.
Appoggia la guancia al mio petto e io la stringo dandole un bacio sulla testa. Vedo che il ragazzo di Federica ci guarda confuso...anche Giulia se ne accorge e si separa da me dicendo: "Fede, lui è Davide il mio collega e amico...Davide, lui è il fidanzato di Federica..." stringo la mano al ragazzo.
"Ah sì...quel Davide?" chiede rivolto alla sua fidanzata. Lei gli lancia un'occhiataccia.
Giulia fa un sorriso imbarazzato e guarda di traverso la sua amica, che risponde con allo sguardo mormorando "Scusa..." Wow...tutti sanno di me e Giulia...che bello...
Per qualche istante nessuno parla...ci limitiamo tutti a guardarci tra di noi...
"Allora...i miei non ci sono...possiamo salire da me...e facciamo due spaghetti?" propone Giulia in tono allegro.
"Sì certo! Io vengo con Federico...tu..." risponde l'altra.
"Lei viene con me non c'è problema!" la interrompo. Mi guarda un attimo sgranando gli occhi, poi sorride e annuisce.
"Va bene allora...andiamo..." dice il ragazzo della sua amica.
Appena usciti dalla scuola saliamo in auto e ci dirigiamo a casa di Giulia. Durante il tragitto lei non fa che parlare ininterrottamente dei suoi esami e di come si sentisse.
Non mi ero accorto di quanto fosse logorroica...
Per fortuna casa sua non è molto lontana...non capisco perché prenda la metro? Beh...alla fine tanto male non è...ci ha fatto incontrare...
"Davide!! Ma era quella casa mia!!" esclama Giulia interrompendo il suo discorso.
Ero talmente tanto immerso nei miei pensieri che non ci ho neanche fatto caso.
Freno di colpo e indietreggio fino al suo portone.
"Tu non sei normale..." dice ridendo appena accosto.
"Già..." rispondo in un sorriso e le stampo un bacio veloce sulle labbra prima di scendere dall'auto.
Spero che quel Federico non ci abbia visto...non mi piace proprio...se è come la sua fidanzata...in pochi giorni tutta Roma saprà di noi...il che non è molto conveniente...
"Davide di' alla tua ragazza di scendere dall'auto e aprire questo portone che abbiamo fame!" esclama Federica.
Giulia mi ha appena raggiunto e la guarda di traverso.
"Se non abbassi il tono non mangerai mai!" risponde poi avvicinandosi a lei con le chiavi.
Saliamo a casa sua. È strano ritornare in quell'ascensore...l'ultima volta che ci sono salito avevo il corpo di Giulia tra le mie braccia e lei era solo mia...
E adesso tra di noi ci sono questi due ragazzi...beati loro che possono tenersi la mano...
Entriamo in casa ed ogni ricordo della nostra notte mi torna in mente.
"Venite ragazzi..." dice Giulia e la seguiamo fino in cucina. I suoi amici si siedono all'isola. Io esito un attimo...ricordo bene quest'isola...
Giulia si volta verso di me.
"Davide sied.." inizia ma si ferma quando nota il mio sorriso. Ha capito a cosa sto pensando...
Sorride un attimo e poi si volta verso i fornelli. Sorrido anch'io prima di sedermi, anche se non puoi vedermi e se Federica e Federico ci stanno fissano.
Giulia inizia a cucinare i suoi spaghetti. Io sono seduto tra i due fidanzati. Lei è difronte a me...di schiena...diciamo che ho un'ottima visuale...
Giulia finisce di preparare, e dopo aver messo gli spaghetti nei piatti di ognuno, viene a sedersi alla mia destra. Guardo i ragazzi. Sembra che abbiano tutti paura di assaggiare...solo Giulia è arrivata già alla seconda forchettata. Si ferma e ci guarda.
"Perché non iniziate a mangiare anche voi?" chiede fulminandomi con lo sguardo.
Faccio un mezzo sorriso e mi sacrifico per primo.
Guardo Federica e Federico e metto in bocca una forchettata di spaghetti al pomodoro.
Mastico un po'...
Non è affatto male...
Prendo un'altra forchettata. E un altra ancora. E come me fanno i ragazzi una volta accertati che il cibo di Giulia non è mortale.
Durante il pranzo non parliamo molto...Federica mi fa tre o quattro domande, per il resto è solo un continuo flirt con il suo fidanzato, mentre io e Giulia li guardiamo divertiti.
Non so che pensa lei...ma a me non dispiacerebbe che fossimo noi al loro posto. Finisco di mangiare e approfitto della distrazione dei ragazzi per sussurrare a Giulia: "È strano tornare in questa casa..."
Lei sorride e abbassa lo sguardo.
"È strano riaverti qui con me..." risponde prima di alzarsi per posare i piatti sporchi nel lavello.
Si appoggia al piano di lavoro e chiede "Vi va un caffè?"

=======================

Io e Federico siamo seduti sul divano del salone, mentre aspettiamo che le ragazze si cambino per la serata...ho organizzato una sorpresa a Giulia e così le abbiamo detto che volevamo andare a fare una passeggiata per il centro di Roma. Sono più o meno le sei e mezza, Giulia e Federica sono in bagno da mezz'ora circa...la cosa sarà lunga...le ragazze ci stanno un'eternità a prepararsi.
"Allora tu e Giulia..." dice Federico alludendo a quello che è successo tra me e Giulia il sabato sera della settimana scorsa.
Che domande fa? Io non lo farei mai!
"Insomma...Federica mi ha raccontato che..." continua lui.
"...che domenica scorsa è entrata in camera di Giulia e ci ha trovati a letto insieme..." lo anticipo io.
"Già...ma lei dice che sei solo un amico..." dice. È visibilmente confuso. Non posso biasimarlo...tutti sarebbero confusi se sapessero del mio rapporto con Giulia. Mia madre in primis credo che potrebbe svenire!
La nostra relazione è parecchio strana...ma sicuramente non siamo "solo amici" come si ostina a credere lei...
Io sono fidanzato e Giulia non lo sa, ma amo lei che è una mia collega di lavoro, per di più la conosco da meno di un mese, ma siamo già stati a cena a lume di candela, ci siamo ubriacati e siamo finiti a letto insieme tra l'altro a casa sua...sono andato a vedere i suoi esami e lei ha abbracciato più forte me che i suoi genitori...l'ho stretta tra le mie braccia...sembravamo più che fidanzati...a momenti sposati!
Lei con la testa appoggiata al mio petto e io che le accarezzavo i capelli facendole i miei complimenti. La riaccompagno a casa, pranzo a casa sua con i suoi amici...
Se crede al fatto che siamo solo amici è proprio stupido!
"Sì...è così...siamo buoni amici..." rispondo abbassando lo sguardo. Non sono così bravo a mentire...soprattutto su Giulia...
"Ah...beh ma sembrate molto più che amici..." ammette lui. Non è così stupido allora!
Mi da sui nervi! Non voglio che nessuno tocchi la nostra relazione.
"Già..." mormoro guardando la porta del corridoio...mi riaffiora in mente il ricordo di lei in braccio a me...
"Giulia è molto strana nell'ultimo periodo...da quella giornata che ti ha incontrato in metro..." mi racconta Federico riportandomi alla realtà.
"Federica ti ha raccontato anche quello? Dimmi cosa non sai così te la racconto...dato che a quanto pare io e Giulia siamo lo scoop più interessante della settimana!" sbotto.
"Scusa...forse sono stato un po' troppo invadente...ma Federica è molto preoccupata per questa situazione...non vuole che Giulia soffra..." mi dice indicando l'altra camera con un cenno della testa.
"Preoccupata? Non ne ha motivo...non farei mai del male a Giulia...le voglio un bene immenso...anche di più...e se lei dovesse soffrire per causa mia sarei il primo a risentirne...quindi puoi dire alla tua ragazza di stare tranquilla..." non capisco perché devono pensare tutti negativamente.
Non ne hanno motivo!
"Io e Giulia ci amiamo...ma non possiamo essere due normali fidanzati...quindi se qualche volta abbiamo voglia di stare insieme non ci vedo niente di male...ma se questa situazione dovrebbe infastidirla o in qualche modo lei ne dovrebbe stare male io farò il possibile perché lei sia felice...anche a costo di non vederla più...sono disposto a qualsiasi cosa." concludo.
Non so nemmeno perché sto dicendo queste cose così importanti ad un ragazzo quasi sconosciuto...ma se questo può significare niente più preoccupazioni di amiche apprensive e domande pressanti mi va più che bene. Non ho problemi ad esprimere i miei sentimenti.
"Wow...okay...credo che possiamo stare più rilassati..." dice lui sorridendo e aggiunge con un'espressione di nuovo preoccupata"...ma Giulia è..."
"Fede! Federica vuole che tu vada un attimo da lei..." lo interrompe Giulia entrando nel salone con l'accappatoio e un telo in testa.
"Cosa ha? Che mi deve dire?" chiede lui con voce stanca.
"Federico vieni e basta!" urla la ragazza dal bagno. Lui si alza dal divano e la raggiunge.
"Ti ha fatto l'interrogatorio eh?" domanda Giulia. Si avvicina e mi si siede sulle gambe.
Non riesco ad abbracciarla...in accappatoio...appena uscita dalla doccia...
Annuisco rimanendo rigido. Penso solo a due cose.
Cosa voleva dirmi Federico e a mantenere l'autocontrollo per non spogliare Giulia.
La seconda è un po' più difficile dato che lei sta facendo di tutto per farmi cedere...
Mi accarezza il petto dandomi leggeri baci sul collo...il suo fiato mi fa impazzire.
"Che hai?" chiede staccandosi da me di colpo.
"Eh? No niente...niente..." rispondo scuotendo la testa.
"Abbracciami...ti prego...o baciami...mi sei mancato..." mi dice mettendo il broncio.
La stringo e avvicino le mie labbra alle sue.
"Loro lo sanno...per quanto vogliono far credere di no..." sussurra "...possiamo far finta di essere una coppia no? Sarebbe divertente!" La bacio. Le sue labbra mi erano mancate così tanto...morbide e calde...
L'avvicino a me sempre di più fin quando non siamo praticamente attaccati...mi stringe la mano e la porta alla sua guancia...
Le accarezzo il viso e lei si separa da me.
"Dimmelo..." mormora.
"Cosa?" le chiedo. Cosa vuole che le dica?
"Dimmi che mi ami..." a momenti mi implora.
"Certo che ti amo...ti amo tanto..." lei fa un sorrisetto compiaciuto e mi stampa un bacio veloce prima di alzarsi e tornare in camera sua.
È la ragazza più strana che io conosca! L'ho sempre detto! Dal giorno in metro ho capito che lei non è la solita ragazza diciannovenne...
Forse Federico voleva dirmi questo: "Giulia è strana."
Potrebbe essere...
Ma ho i miei seri dubbi!
Che mi voleva dire?
"Giulia è..." cosa?
Pazza.
Bella.
Simpatica.
Innamorata di me.
Cosa? Odio quando qualcuno non completa le frasi.
Cosa è Giulia?
Poteva voler dire un miliardo di cose...ma è perché me lo stava dicendo?
Suppongo che la cosa mi interessi...
Considerando la faccia preoccupata di Federico...
Potrebbe essere una cosa grave...
Ma cosa?
Oddio...
Una cosa che mi interessa...
Giulia è...
No...no...
Giulia è...incinta?
"Federica è molto preoccupata per questa situazione...non vuole che Giulia soffra..." mi ritornano in mente le parole di Federico.
Il comportamento di Giulia...quando mi ha chiesto di abbracciarla o di dirle che la amo...
Che ho fatto?
Giulia ha diciannove anni...è una ragazzina...
Metto la testa tra le mani.
Che dovrei fare?
Sento delle mani sulle mie. È Giulia.
"Davide...tutto bene?" mi chiede con dolcezza.
"Tutto bene tu? Come ti senti?" le chiedo allontanando le mie mani dalle sue.
"Bene...perché?" risponde lei confusa.
"Davvero bene? Insomma...non sei stanca o hai fame o ti viene da vomitare...dico sei così tranquilla?" le domando passandole una mano sulla testa. Non voglio essere antipatico con lei.
"Certo che sono tranquilla Davide...perché non dovrei esserlo?" si mette a ridere.
"Sei pazza? Dici sul serio? Io...noi...insomma...tu...tu..." non riesco a trovare le parole e balbetto come uno stupido "...tu sei incinta, non mi dici niente e stai bene?"
"Cosa? Io non sono incita! Qua l'unico che non sta bene sei tu! Chi o cosa ti ha fatto pensare che io potessi aspettare un bambino?" scoppia a ridere alzandosi dal divano.
"Non lo so...Federico stava dicendo una cosa poi tu lo hai interrotto e non me lo ha detto più...così ho pensato che..." ammetto.
Sono molto più sollevato. Non sarei mai riuscito a prendermi la responsabilità di un figlio.
Adoro stare con Giulia...ma sono fidanzato e non potrei mai avere un bambino con un'altra ragazza. Soprattutto con lei...
"Hai capito male! Puoi dormire sonni tranquilli Romeo!" esclama prima di sparire dietro la porta del corridoio ridendo.

Ci vuole un'altra mezz'oretta prima che le ragazze escano dal bagno e noi possiamo finalmente uscire.
Giulia indossa un abito corto monospalla, velato color cipria con delle pailettes che formano dei delicati decori sulla parte superiore del vestito e della lunga e larga manica. Ha abbinato décolleté e porchette dello stesso colore. I capelli mossi le ricadono sulle spalle e tra le ciocche scure spiccano due orecchini brillanti come i suoi bracciali.
È a dir poco stupenda...un angelo...
"Allora andiamo? " mi chiede Federica aggrappandosi al braccio del suo fidanzato. È stata lei ad aiutarmi con la mia sorpresa...Non che non me la cavi già bene da solo...ma diciamo che lei la conosce meglio...
"Si...voi scendete io..devo chiudere casa..." risponde Giulia al mio posto. Loro fanno come gli viene detto e sento l'ascensore scendere. Mi volto e vedo lo sguardo di Giulia puntato su di me. Sorride e allarga le braccia.
"Allora?..." chiede facendo una piroetta "...come sto?"
"Come stai? E me lo chiedi anche?"
Faccio un mezzo sorriso e mi avvicino a lei.
"Diciamo..." sussurro "...che per quanto io ne abbia voglia, mi sembra un peccato anche spogliarti...visto quanto sei stupenda.."
Lei sorride e avvicina le sue labbra alle mie. Le voglio. Ma lei mi regala solo un bacio sulla guancia. Mi prende una mano e mi lascia le chiavi.
"Chiudi tu.." dice allontandosi.
"E...ripulisciti...hai una macchia di rossetto...proprio qui..." aggiunge sorridente indicandosi la guancia prima di scendere per le scale.
Mi passo una mano sul viso e la seguo.
Chiudo la porta e scendo di corsa le scale. Sono già tutti nella mia macchina.
Federica e Federico dietro. Giulia accanto al posto del conducente.
Un momento...nella mia macchina?
Poggio una mano sulla tasca della giacca e non sento lo spessore delle chiavi dell'auto.
Come leggendomi nel pensiero Giulia esce la mano dal finestrino. Tiene qualcosa....le mie chiavi!
Sorride soddisfatta e io la raggiungo.

Una volta partiti...ho il tempo di arrivare a metà strada che Giulia si accorge che non siamo diretti al centro.
"Scusa...Davide...ma dove stai andando?" mi chiede ad un certo punto. Io non le rispondo. Mi limito a sorridere guardando la strada. Con la coda dell'occhio la vedo sgranare gli occhi. Guarda nello specchietto retrovisore e io faccio lo stesso. "Fede..." dice.
Federica ha il mio stesso sorriso e non le risponde; mentre Federico ha un espressione spaesata...penso ne stia capendo meno di Giulia.
Durante il resto del tragitto Giulia non fa che domandare la destinazione o chiedere perché non nessuno parlasse.
E finalmente...accosto...
Scendiamo dall'auto, Giulia per prima.
Siamo davanti al mio hotel.
Giulia si volta a guardarmi inarcando le sopracciglia. Io sorrido e le offro il braccio.
"Signorina..." dico sorridendo. Lei risponde al mio sorriso e si aggrappa al mio braccio.
Entriamo in albergo seguiti da Federico e Federica.
Apriamo le danze...

Superiamo la reception, dove mi riconoscono e ci lasciano passare, per entrare nella sala delle feste dell'albergo dove già la maggior parte degli amici di Giulia è riunita per festeggiare.
Aprendo la porta quella che sembrava una stanza silenziosa si trasforma in una piccola rumorosa discoteca piena di adolescenti che saltano, ballano, flirtano e bevono.
Ricordo la mia festa dei diciott'anni...più o meno lo stesso spettacolo...bei tempi...
"La sua festa di fine esami madame..." dico all'orecchio di Giulia cercando di farmi sentire sopra il suono della musica.
Da quando siamo entrati la sua espressione non è mutata: sopracciglia inarcate, occhi sgranati e bocca aperta. Si volta a guardarmi con gli occhi che le luccicano. Sorride e mi stampa un bacio sulle labbra. La sua mano stringe la mia e mi trascina nella mischia.

I primi minuti Giulia rimane con me, dato che conosco solo lei e i due fidanzatini onnipresenti che adesso si stanno baciando appassionatamente sul divano accanto a quello dove mi ha mollato Giulia per andare dalle sue compagne di scuola.
Ottimo...sono il più grande di tutti...in teoria dovrei essere il più attivo di tutti...con tutte le ragazzine dietro...ma la realtà e la mia fantasia sono molto diverse...

Sono le dieci e mezza...la festa va avanti da tre ore minimo e io sono ancora su questo maledetto divanetto. Giulia è venuta un paio di volte e mi ha portato con se a ballare ma...con una sala piena di persone venute solo per lei...ovviamente non può pensare solo al ragazzo che le ho organizzato tutto questo!
La vedo saltellare verso di me e sedersi sule mie gambe. Mi da un lungo bacio sulle labbra tenendomi il viso tra le mani.
"Grazie grazie grazie grazie! Non finirò mai di ringraziarti!" esclama poi.
"Bhe...puoi sempre ringraziarmi a modo tuo..." dico malizioso e lei mi rivolge un sorriso di rimprovero.
"Su vieni a ballare..." esclama alzandosi e trascinandomi per mano.
Passiamo tra le persone spintonando e venendo spinti. Giulia si ferma difronte a me dando le spalle alla porta da cui siamo entrati. La vedo aprirsi e un ragazzo entrare lentamente. Lo guardo strizzando gli occhi. Ma cosa si è messo...
Giulia si accorge della mia espressione e si volta verso la porta.
Mi lascia la mano di scatto e la sento sussurrare un nome, così piano che solo io posso averla sentita...
"Edoardo"

"Giulia! Giulia amore!" esclama il ragazzo venendoci in contro.
Amore?
Ci raggiunge e prende tra le braccia Giulia baciandola sulle labbra. Sto per sferrargli un pugno quando vedo che Giulia non lo allontana.
Ma che cosa sta succedendo...
Quando si separano lui la abbraccia per i fianchi e si rivolge a me:
"Ehi! Tu saresti..?"
"Davide...lui è..Davide...un mio collega..." risponde lei guardandomi. Ha l'espressione addolorata di chi ha appena commesso un terribile crimine..
"Lui è..Edoardo..." continua Giulia con voce tremante. "Sono il suo fidanzato!" esclama lui porgendomi la mano.
Alla parola fidanzato tutto è crollato attorno a me.
Ecco cosa è Giulia...
Giulia è fidanzata.
Non mi muovo, non dico niente...guardo fisso Giulia. Lei ha le labbra strette e gli occhi lucidi.
Non me lo sarei mai aspettato...non da lei...
Vedendo che io non ricambio la stretta Edoardo abbassa la mano.
"Bhe...ehm...vado a salutare gli altri...la festa è quasi finita lo so ma...mi hanno avvertito tardi...a dopo Tesoro.." dice dando un bacio sulla guancia a Giulia e sparendo nella folla.
Io e lei ci guardiamo fissi negli occhi. Mi si avvicina ma io mi allontano e allora lei si lascia scappare una lacrima.
Non dico niente. La sorpasso dirigendomi alla porta. Sento il rumore dei suoi tacchi venirmi dietro.
"Davide...Davide ti prego..." grida lei tra i singhiozzi ma io non mi fermo.
Esco dalla sala con lei ancora dietro di me che ripete cose come "Aspetta" o "Ascoltami".
Mi dirigo all'ascensore ma Giulia mi supera entrando per prima.
"Davide ti prego!" dice determinata. Non piange più ma le guancie sono ancora umide e gli occhi rossi. Non posso vederla così...
Mi allontano scegliendo le scale. Lei continua a starmi dietro.
Si farà quattro piani a piedi con quei tacchi? Lo scoprirò.
"Davide.." dice mentre saliamo "..io...volevo dirtelo ma...non era importante...lui...lui non è più niente per me...non lo amo...forse non l'ho mai amato.."
Terzo piano.
"Davide ti prego! Io...l'avrei lasciato anche il primo giorno che ci siamo incontrati noi due ma...non ne avevo il coraggio...e non ce l'ho neanche adesso..." continua.
Quarto piano. Mi avvicino alla porta della stanza uscendo la chiave mentre Giulia dietro di me si toglie le scarpe per corrermi in contro. Apro la porta sbattendola ed entro lasciandola aperta. Mi fermo al centro della stanza con una mano sul viso.
Non ha il coraggio...
Giulia entra in camera fermandosi davanti alla porta a pochi metri da me. "Davide..." sussurra "...io amo te non lui e non l'ho mai amato io..."
La interrompo.
Le mie labbra interompono le sue regalandole un dolce bacio. Anche dopo quello che è successo...le mie labbra sono sulle sue...
Le prendo il viso tra le mani asciugandole le guancie e le mie labbra diventano più esigenti. Bruciano a contatto con le sue...
"Ti amo..." sussurra tra un bacio e l'altro. Io continuo a non rispondere. Non lascerò che le mie stupide parole rovinino la nostra magia.
La spingo verso la porta chiudendola a chiave. Le mie mani accarezzano le sue braccia raggiungendo la spallina del vestito...che presto scivola via insieme al resto dei nostri vestiti...
Lei è mia...di nuovo...per sempre...
Io la amo.
E lei ama me.
Al diavolo Edoardo.
Al diavolo Sara.
Ci amiamo.
Il resto non conta.

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Capitolo 10
*** Alba sul mare ***


CAPITOLO 10- Alba sul mare (Giulia)
Questa volta risvegliarmi tra le sue braccia non è scioccante...è rassicurante. Mi sento protetta, sicura del nostro amore impossibile.
Ho la testa appoggiata sul suo petto e lui mi stringe a se con entrambe le braccia. Una mano sul mio fianco e l'altra tra i miei capelli. Non mi muovo. Rimango a guardarlo mentre dorme. Sorride. Nonostante tutto lui sorride. Sorride perché siamo insieme...Mi accorgo che sto sorridendo anche io.
Stare con lui mi rende serena...felice...
Sento la sua mano muoversi sul mio bacino...
Non so se sia notte o giorno.
"Buongiorno..." mormora ancora assonnato. Suppongo sia mattina.
"Giorno..." rispondo io in un sussurro. Mi guarda negli occhi e fa un sorriso.
"Ti posso baciare o mi schiaffeggi come la volta scorsa?" mi chiede ridendo. Rido anche io.
"Stupido! Vieni qui..." prendo il suo volto tra le mani e lo avvicino al mio. Le nostre labbra combaciano alla perfezione. Sono un perfetto puzzle a due pezzi.
È un bacio lungo. Dolce.
Lui mi stringe per entrambi i fianchi avvicinandomi sempre di più a sé...
"Scusa..." dico. Lo avrò detto sì e no dieci volte ieri sera...ma non riesco a perdonarmelo...non so cosa possa pensare lui...
"Shhh...basta...è okay...siamo insieme..." sussurra lui contro le mie labbra. Gli rivolgo un sorriso e appoggio la testa sull'incavo del suo collo.
Il suo profumo mi riempie le narici.
"Che ore sono?" chiedo sottovoce respirando il suo odore.
"Le quattro e mezza..." risponde. Poggia la sua testa sulla mia e mi bacia la fronte.
Davvero sono le quattro e mezza? Quanto tempo siamo stati qua su? Tutti saranno andati via...chissà quante domande avranno fatto!
Ma non mi importa più di tanto...Davide è la mia priorità.
"Andiamo a mare..." propone. Mi metto seduta e lo guardo interrogativa.
"Dai...ti porto a vedere l'alba a mare!" esclama.
"Davide...non lo so..."
"Non era una domanda! Dai alzati che sennò non arriviamo in tempo!" si alza dal letto e si dirige in bagno. Mi sdraio di nuovo.
Sono stata proprio una stronza...dovevo immaginarmi che sarebbe stato doloroso per lui scoprire che io sono fidanzata...e anche sapere che non ho intenzione di lasciarlo non sarà stato piacevole...
Cosa siamo io e Davide?
Effettivamente niente...
Non siamo fidanzati.
Non siamo amici.
Non siamo nemmeno amanti...o forse sì...
Allora cosa siamo?
"Davide!" urlo per farmi sentire.
"Dimmi." mi risponde lui dal bagno.
"Cosa siamo io e te?" domando.
Non risponde.
Bene...non lo sa nemmeno lui.
Questo perché non siamo niente.
Esce dal bagno due minuti dopo.
Mi si avvicina e si siede sul letto accanto a me.
"Dobbiamo per forza essere qualcosa? Non c'è una definizione per noi." risponde.
"E per te io cosa sono?" insisto.
"Una ragazza meravigliosa che amo...Ma non posso stare con te..." mi passa una mano sulla guancia e mi da un leggero bacio sulle labbra.
Non può stare con me...nemmeno io posso stare con lui...ma sentirglielo dire mi ha ferita.
Più di quanto mi potessi aspettare.
"Per Edoardo?" domando ancora. Non so in che risposta sperare.
Mi guarda con l'aria di chi si aspetta una sfuriata o un gran ceffone.
"No...non solo per lui..." dice "...ascolta Giulia...io ti amo e ne sono sicuro...ma anche io sono fidanzato..." ammette alla fine con aria colpevole.
Lui...è fidanzato...
E mi sentivo io la stronza...ma anche lui non scherza...
Chiudo un secondo gli occhi per metabolizzare la cosa.
Non posso essere arrabbiata con lui però...sarebbe da ipocrita...io non gli avrei detto di Edo se lui non lo avesse scoperto solo, quindi lui ha pensato la stessa cosa.
Ma fa male. Tanto male.
Sapere di non essere io la sua donna. Quella che conosce la famiglia, che porta a cena senza alcun problema, quella da presentare agli amici...la sua vera donna ufficiale.
Sento il cuore sprofondare. È questo provare dolore per amore.
Amare la persona sbagliata...questo provoca tanto dolore.
"Scusa..." sussurra passandomi le mani sulle braccia.
Ora capisco cosa ha provato lui ieri sera. Ma mi ha perdonato.
Io farò lo stesso.
"Tranquillo..." la mia voce trema per soffocare il pianto "...va tutto bene..."
"No...non va niente bene...assolutamente..." dice. Si alza da letto di scatto e si gira dandomi le spalle.
"Allora tra noi non va...dopo questa notte è finita?" chiedo nonostante io sappia già la risposta.
Un sonoro "sì".
"No!" esclama lui invece "Io non voglio rinunciare a te! Non potrei sopportare di non averti con me..."
"Ma come si fa? Siamo entrambi fidanzati...e..." due lacrime silenziose hanno il tempo di rigarmi le guance prima che lui me le asciughi con il pollice tornando a sedere di fronte a me.
"Perché piangi?" mi chiede.
"Davide...è tutto così sbagliato..." mormoro. Mi abbraccia dandomi dolci baci sulla testa.
"Lo so...ma si può risolvere tutto...La lascio..." sussurra al mio orecchio.
"Ma io non posso lasciarlo...lui è il fidanzato perfetto agli occhi dei miei genitori...non potrei mai mettermi con un altro ragazzo..." gli spiego allontanandomi quanto basta per guardarlo negli occhi. Meravigliosi occhi scuri che nel giro di qualche secondo si riempiono di rabbia.
"Non mi importa...sono io che tu ami e questo lo so...Mi basta...mi basta sapere questo...Sara non sarà più un problema...una volta tornato a Bassano le parlerò...ma a te non rinuncerò..." dice convinto.
Sara...è così che si chiama la ragazza che è venuta prima di me...colei che non sarà più nulla per lui d'ora in poi...
Faccio un sorriso e mi perdo nel suo abbraccio rassicurante.
"Amore mio..." per la prima volta sento un brivido nel sentirlo pronunciare a qualcuno. I miei ex mi hanno chiamata così tantissime volte, ma solo detto da lui mi provoca quest'effetto.
Felicità...
So di essere sua...e lui è mio...noi ci apparteniamo.
"Amore mio..." ripeto prima di riprendermi le sue labbra e farmi stringere più forte dalle sue braccia.
Restiamo abbracciati per qualche minuto. Poi mi alzo per andarmi a vestire.
Chiudo la porta del bagno a chiave ed entro nella doccia.
Senza che me ne accorga piango.
È una situazione così strana...
Ma è inutile che io pianga. Davide mi ama. Io amo lui.
Basta lacrime.
Mi sistemo velocemente e rimetto il vestito di ieri sera.
"No no! Tu non esci con questo vestito!" esclama Davide appena mi vede uscire dal bagno.
"E cosa metto? Non ho niente!" mi giustifico "E poi non ti piace questo vestito?" lo provoco dandogli un bacio sul collo.
"Infatti! Mi piace troppo e non vorrei che piacesse a qualcun altro!" si lamenta.
"Oh non cominciare a fare il geloso, eh! Ho solo questo vestito e metto questo!"
"Non sto facendo il geloso! Ma non puoi uscire di mattina con questo vestito...insomma ti guarderebbero tutti...facciamo così...vediamo cosa ti ha lasciato Federica..."
"Eh? Fede ti ha lasciato i miei vestiti?" chiedo sorpresa.
"Beh...si era immaginata che piega avrebbe preso la serata e allora mi ha detto 'Cosa fai lasci la mia amica senza vestiti? Se proprio volete fare queste cose da ragazzini almeno organizzatevi!' e poi ha deciso lei cosa darmi...ora sono in macchina..." mi spiega facendo una perfetta imitazione di Federica quando deve organizzare la vita degli altri.
Non posso trattenermi dal ridere "Va bene...vai a prendere i miei vestiti!" acconsento sedendomi sul letto. Appena esce, prendo il telefono. Vedo la foto mia e di Federica coperta da tantissime notifiche.
Sono quasi tutti messaggi di Edoardo che mi chiede che fine abbia fatto ieri sera...risponderò quando avrò delle idee per delle scuse convincenti.
Compongo il numero di Fede e aspetto che mi rispondi. Ci sta quasi due minuti.
"Giulia...sei pazza? Sono le cinque di mattina..." è il suo saluto. Ha la voce assonnata...mi ero dimenticata che fosse così presto e a quest'ora le persone normali dormono...
"No! Sei pazza tu? Dai i miei vestiti a Davide?" le chiedo invece io.
"Che ti cambia? Mica si mette a frugare tra le tue cose...e se lo fa non trova chissà che!" esclama ridendo.
"Ehi! Lascia stare questo...comunque...lui ieri sera ha scoperto di Edo..." le dico.
"Lo so e quell'insopportabile perfettino ha fatto tantissime domande..." la sento sbadigliare dall'altro capo del telefono.
"Sì immaginavo...ma non fa niente...comunque anche lui è fidanzato..." le racconto tutto quello che è successo stamattina.
"Voi siete parecchio strani...insomma siete amanti no?" è questa l'unica cosa che riesce a dire dopo quello che le ho appena detto?
Non mi piace questa definizione...
"Non proprio...noi...siamo..." cerco di trovare un altro termine.
"Amanti! Giulia è così...ma se vi amate va bene...ma state attenti a quello che fate!" esclama lei.
Non rispondo...
"Giulia..." dice con voce improvvisamente seria "...non ci sono problemi se avete voglia di stare insieme a divertirvi...ma insomma queste cose le sai..."
"Sì sì lo so...è che non ci ho pensato...una volta eravamo ubriachi...ieri io piangevo e lui era arrabbiato...su non può succedere niente!" la tranquillizzo alzandomi e camminando per la stanza.
"Io ti ho avvisata sorella! La prossima volta pensateci!" mi ripete.
Sento la serratura scattare e dico "Va bene...ci sentiamo...sta tranquilla!" chiudo la telefonata e sorrido a Davide.
"Federica?" chiede porgendomi un borsone.
"Già...vado a cambiarmi..." mi chiudo di nuovo in bagno e indosso i pantaloncini in pizzo bianchi a vita alta e un top bianco senza spalline. Fede è stata previdente...ha preso anche un cardigan beige come i sandali bassi.
Appena sono pronta esco dal bagno e Davide questa volta è molto più convinto del mio outfit e possiamo andare.

Il fresco dell'aria condizionata della macchina è niente in confronto all'aria di mare di primo mattino.
Davide mi ha portato a Ostia, al Castello...quando ero piccola venivo qui a mare per estati intere insieme ai miei genitori...e spesso venivo qua con i miei cugini e gli amici di qui...
Mi stringo nel cardigan e afferro la mano che Davide mi tende.
Tolgo le scarpe e lascio che la sabbia fredda stia a contatto con i miei piedi nudi.
Saranno più o meno le cinque e mezza...o le sei...il sole sembra stia uscendo dall'acqua dopo un lungo bagno notturno...
"Bello eh?" mi chiede Davide sottovoce.
"Molto..." sussurro io. Lui si sdraia e io faccio lo stesso.
Poggio la testa sulla sua pancia e lascio che mi accarezzi i capelli.
Chiudo gli occhi cullata dal rumore del mare e dalle sue mani tra i miei riccioli.
Non ero mai stata a mare così presto...è rilassante questa quiete...
Rimaniamo in silenzio per un paio di minuti. Granelli di sabbia tra i nostri capelli e le scarpe abbandonate chissà dove sulla spiaggia.
Quando è Davide a rompere il silenzio.
"Stavo pensando..." dice accarezzandomi la guancia "...quella mattina a casa tua...mi hai detto una cosa..."
Apro gli occhi e guardo il cielo azzurro scuro sopra di me.
"Hai detto...hai detto che ero come tutti gli altri...che ero come loro..." continua. Fa una pausa e aggiunge: "...chi sono 'loro'...?"
Non voglio rispondere.
Non voglio più pensarci...
Mi ero ripromessa che sarebbe rimasto solo un ricordo...
Non vedendomi rispondere Davide smette di sfiorarmi il viso e ripete la domanda.
Glielo dirò...
D'altronde non c'è motivo per cui non dovrebbe saperlo...
Mi volto verso il mare. Il sole non è ancora del tutto uscito e il cielo attorno sembra un dipinto di Claude Monet.
"Sono i miei ex fidanzati...bhe...chiamali fidanzati..." rispondo dopo un pò ancora guardano l'alba.
Lui non dice niente. Si aspetta un continuo.
"Avevo sedici anni e stavo con un tizio..era un pò più grande di me...e..i miei non ne sapevano niente...
Come stai già pensando...ero ancora vergine...
Mi diceva che ero la ragazza che voleva..che mi amava..che non mi avrebbe mai lasciato...e io stupida ci credevo...
Poi...un giorno...eravamo in un locale..aveva organizzato le cose in grande...e alla fine ha insistito per riaccompagnarmi a casa.
I miei non c'erano...
E salito e...bhe...è successo. Io ne ero felice...la prima volta doveva essere con una persona che amavo...e io lo amavo...
Ma non era lo stesso per lui...
Il mattino dopo è andato via e...non si è fatto più vedere...
Ricordo che prima di sparire mi ha detto:'Non ho più niente da fare con te...' .
Da allora ho sempre avuto paura di tutti...paura di innamormi di nuovo...
Ma sono una ragazzina stupida e..ci sono ricascata...tante volte...sono stata con altri ragazzi e loro...come lui...volevano solo quello..."
Smetto di parlare. Mi aspetto che dica qualcosa e invece non dice niente.
Mi volto a guardarlo. È sdraiato e guarda il cielo.
Chiudo gli occhi e allora lui risponde.
"Per questo eri così ostile quando mi hai incontrato...Mi dispiace Giulia.." dice con voce colpevole.
"Non fa niente...col tempo non mi ha più pesato...ho imparato a non innamorarmi e...a lasciarli fare...vogliono trattarmi come una bambola? Bene...sarò la loro bambola...niente sentimenti....assolutamente niente..." rispondo.
Lui scuote la testa.
" È per questo che sto con Edoardo...con lui i ruoli sono invertiti...lui mi ama...io no...non posso essere ferita ancora.." concludo. Non gli servono altre spiegazioni.
"Non sarai ferita...mai più.." dice mettendosi seduto e costringendomi a fare lo stesso "...il tuo cuore adesso è mio..ed è il tesoro più prezioso che ho...non lascerò che qualcuno lo rubi...che possa essere ferito..."
Sorride e mi sposta i capelli dietro le spalle.
"E tu hai rubato il mio...e..non avrei potuto desiderare di essere derubato da una persona migliore di te..." aggiunge e la sua mano si ferma sulla mia guancia.
"Ti amo..ti amo veramente.." dico con voce supplichevole. Quasi lo stessi pregando di credermi.
Lui sorride e mi bacia sulle labbra. Un bacio lungo, lento e sensuale. Quando si allontana si sdraia di nuovo sulla sabbia e io faccio lo stesso appoggiando la fronte alla sua spalla. Chiudo gli occhi. Il suo profumo è forte e inebriante.
Respiro a fondo.
Passano un altro paio fi minuti in silenzio...poi una domanda mi viene dal nulla.
"Ora che si fa?" chiedo.
Lui si allontana da me quanto basta per guardarmi negli occhi.
I nostri volti sono a pochi centimetri.
"Insomma dico...noi staremo... continueremo a stare insieme...ma gli altri? Cosa diremo a tutti quelli che ci vedranno ogni giorno...i ragazzi del cast...Si accorgeranno che tra di noi c'è qualcosa..." mi spiego meglio vedendo il suo sguardo confuso.
"Siamo o non siamo attori? Tranquilla! Andrà tutto bene! Saremo bravi e nessuno si accorgerà della nostra relazione!" mi tranquillizza lui.
"Wow che sei fiducioso Merlini...voglio vedere se la penserai ancora così quando ci sarà da provare le scene di baci o quelle romantiche...chissà che farai? Mi salterai addosso o mi spoglierai?" esclamo mettendomi a ridere. Riesce a farmi tornare sempre il buon umore.
"Cosa? Cosa è questa una provocazione?" chiede con aria di sfida.
"Beh...in un certo senso..." rivolgo lo sguardo alla spiaggia intorno a noi e richiudo gli occhi per sentire il rumore delle onde.
D'un tratto non sono più sdraiata, ma in braccio a Davide. Entra in acqua, bagnandosi fino alle caviglie.
Non ha buone intenzioni...
Mi dimeno tra le sue braccia cercando di liberarmi dalla presa, in preda alle risate.
"Chi è che provochi?" chiede ridendo a sua volta.
"Nessuno nessuno! Dai fammi scendere!" lo imploro con una risata nella voce.
"Va bene come vuoi..." dice con calma. Le sue braccia allentano la presa e io cado in acqua.
Mi rialzo e sono bagnata fradicia dalla testa ai piedi. Il cardigan sebra più pesante ora che è inzuppato di acqua.
"Davide Merlini!!" esclamo con una voce che è un mix di risate e rabbia.
"Giulia Luzi!" mi fa il verso lui.
Non esito a schizzargli più acqua che posso e quando lo vedo impietrito per il freddo lo prendo per un braccio per buttarlo in acqua.
Pessima idea...mi prende per una mano trascinandomi con se e finiamo una sopra l'altro in acqua a pochi metri dalla battigia.
È un sollievo che la spiaggia sia deserta...
La sabbia ha scurito i miei pantaloncini chiari e la camicia bianca di Davide è diventata trasparente...mettendo in risalto il risultato di quasi un mese di esercizio fisico per il musical.
Non riesco a smettere di ridere e lui mi guarda come si guarda una bambina che gioca.
"Sei bellissima..." dice serio e allora le mie risate si placano. Sorrido e torno sulle sue labbra.
Sono seduta a gambe aperte su di lui a sua volta sdraiato a mollo sui gomiti.
Non voglio allontanarmi. Ho paura che se mi separerò ancora da queste labbra non potrò più ritrovarle veramente.
Ma devo...
"I miei tornano stamattina...gli dirò che ho dormito da Federica..." non so perché l'ho detto. Volevo solo che lo sapesse.
Lui annuisce e mi da un bacio sulla punta del naso.
Mi alzo lentamente e lui fa lo stesso.
"Bhe certo non puoi tornare a casa tutta bagnata...ne a quest'ora..." dice mentre usciamo dall'acqua.
Poco lontano da dove eravamo sdraiati c'è una barca da pescatore capovolta sulla spiaggia. Mi avvicino e mi ci siedo per evitare di sporcarmi ulteriormente i vestiti di sabbia.
Davide mi raggiunge.
È senza camicia...
Stai calma Giulia...
Esce l'iphone dalla giacca che aveva lasciato a riva e fa una foto al mare. Il sole è ormai alto nel cielo. Saranno circa le sette e mezza.
Sette e un quarto leggo nel suo telefono.
Finisce il suo servizio fotografico al mare e si volta verso di me.
*clik clik*
Neanche un secondo e mi ha già scattato due foto senza che potessi fermarlo.
"Davide! Avvertimi almeno! Che mi metto in posa!" lo rimprovero. Solo dopo mi accorgo della frase ridicola che ho appena detto.
"Mi scusi milady...Ma sentila! Se sei bella sempre!" esclama.
Scuoto la testa ridendo.
Sembra la scena di un film...una di quelle commedie romantiche che vedo volentieri con una bella tazza di cioccolata calda.

Ridendo e scherzando, tra baci e fotografie si fanno le nove e mezza. Siamo stati più di quattro ore in spiaggia e il mio stomaco inizia lamentarsi...
È ora di tornare a casa. Quando lo comunico a Davide lui è un pò restio ad andare, ma alla fine riesco a convincerlo.
I miei vestiti e i miei capelli si sono asciugati. Non c'è niente che possa far capire che sono stata al mare...forse solo i pantaloncini sporchi di sabbia...ma non è un particolare che salta subito all'occhio.
Davide mi accompagna a casa.
"Fermati qui..." dico appena arriviamo all'inizio della traversa di casa mia "...potremmo incrociare i miei che arrivano..." aggiungo vedendo la sua faccia confusa.
Lui annuisce e mi bacia dolcemente prima che possa scendere. Lo saluto con la mano e mi incammino verso il mio portone.
Solo quando infilo la chiave nella serratura lui fa retromarcia e torna al suo hotel.
Ci vediamo lunedì amore mio...

"Giulia! Tesoro che fine avevi fatto!" è quello che mi sento dire appena entro in casa.
"Ho dormito da Federica...voi piuttosto...era ora che tornaste!" dico abbracciando i miei. Spero servi ad evitare troppe domande.
"Tesoro noi siamo qui da tre ore almeno..." dice mio padre avvicinandosi alla caffettiera.
"Abbiamo provato a chiamarti ma non rispondevi...ci hai fatto preoccupare..." aggiunge mia madre prendendo la tazzina di caffè che mio padre le porge.
"Bhe il telefono..era..silenzioso.." mi giustifico prendendo anch'io una tazza di caffè.
"Vado a fare una doccia..." annuncio appena finisco di bere ripensando ai miei pantaloncini. È un miracolo che non se ne siano accorti...
Mi alzo e mi dirigo alla mia camera.
"Avete fatto tardi ieri alla festa?" chiede mio padre.
Mi fermo di colpo.
Come lo ha saputo...
Mi volto e lo guardo storto.
"Abbiamo parlato con Sabrina..." è la mamma di Federica "...non capisco perché non ce lo vuoi dire?" risponde.
"Io...non lo trovo necessario..." mi difendo. Spero che Federica non abbia detto troppo...
"Lo è invece! Anche se sei maggiorenne abbiamo ancora il diritto di sapere cosa combina nostra figlia!" esclama mia madre.
"Serena..." la richiama dolcemente mio padre.
"Ma era solo una festa!" ribatto. Non mi piace litigare con i miei...ma non posso dire loro la verità...
"Se hai dormito da Edo basta dirlo!" risponde lei.
"Non sono andata a letto con Edoardo se è questo che vuoi sapere! E se anche fosse successo non sono tenuta dirtelo!" quasi le ringhio contro.
"Giulia!" esclama mio padre. Entrambi mi guardano con gli occhi sgranati. Mia madre scuote la testa.
Ma che mi prende...
Mi allontano e corro in camera mia sedendomi sul letto.
Pochi minuti dopo entra mia madre e si siede accanto a me.
"Scusa.." mi dice abbracciandomi "..è che...ho paura che tu non sia più la mia bambina...la piccola Giulietta a cui cantavo la canzone della buonanotte ogni sera...Ma stai crescendo..."
Mi sento un mostro...riesce a farmi senire sempre in colpa...
"Scusa tu..." dico ricambiando l'abbraccio.
"Ora vado...tu..bhe...buona doccia!" dice sorridendo. Tira su con il naso ed esce chiudendo la porta.
Grazie mamma...

Sto per entrare in doccia quando sento la notifica di Whatsapp. È Davide.
Mi ha mandato una nostra foto. L'abbiamo fatta oggi a mare. È bellissima. Come lui del resto...
"Grazie..." mi ha scritto.
Grazie a te amore mio...

Ora capisco come si è sentita Giulietta...so cosa vuol dire rischiare tutto per amore...








Spazio autrici:
Speriamo che questo capitolo vi piaccia e ci scusiamo se non siamo molto veloci a pubblicarli...ma ci impegniamo e ci mettiamo il cuore! Se volete lasciare qualche recensione ci farebbe tanto piacere, anche per sapere se stiamo andando bene e se c'è qualcosa da migliorare!

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Capitolo 11
*** Nascondere e nascondersi ***


CAPITOLO 11- Nascondere e nascondersi (Giulia)
Mi sdraio sul divano lanciando le scarpe dove capita senza farci troppo caso.
Sono esausta. Il lunedì è sempre stancante...poi se è il 15 di luglio, il caldo è soffocante e si è appena conosciuto l'intero cast di un musical di cui sono protagonista e che andrà in scena tra poco più di due mesi...direi che è un lunedì stremante.
Sono le cinque del pomeriggio, fuori il cielo è ancora chiaro e i miei genitori sono al centro commerciale a fare compere.
Ho qualche momento di relax.
Il resto del cast sembra tutto simpatico. Ma ho sentito tanti nomi e ho stretto tante mani che non sono stata in grado di farmi un'idea precisa di tutti.
Roberta Faccani, Silvia Querci e Barbara Cola, che saranno rispettivamente Lady Montecchi, la Nutrice e Lady Capuleti, hanno un'aria materna e rassicurante...credo che andremo d'accordo!
Tutti gli atri sono uomini: Vittorio Matteucci, che già conoscevo dato che ho visto parecchi suoi spettacoli, interpreterà Conte Capuleti; un certo Gianluca Merolli, invece sarà Tebaldo Capuleti; Giò Tortorelli è Frate Lorenzo.
Sembrano molto cordiali...e anche Luca ora sembra più simpatico!
Almeno a me...
Davide continua a dire che mi fissa e che cerca di attaccare bottone!
Adoro quando fa il geloso...Il modo in cui mi fissa quando scherzo con i ballerini e le occhiate che mi lancia se a volte cedo a Giacomelli...
Fino alla settimana scorsa io e Davide avevamo più tempo per noi, lontano da sguardi indiscreti...mentre adesso, con quasi cinquanta persone intorno anche una semplice occhiata di intesa può essere interpretata in quel senso...E non voglio rovinare tutto per delle smanie da ragazzina...
È vero...a volte mi verrebbe voglia di prenderlo per la camicia e baciarlo, anche lì! Davanti a tutti! E invece non posso...non posso prendermi ciò che è mio, ciò che mi appartiene!
Ho voglia di thè. Mi alzo e vado in cucina. Apro il frigo e prendo la bottiglia di thè freddo alla pesca, lo verso in un bicchiere e mi siedo all'isola.
I miei dovrebbero tornare a momenti, spero che mamma non prepari il suo tremendo gâteau...non lo reggerei dopo una giornata così faticosa.
Sono tentata di tornare sul divano, ma il letto mi attira di più...così lascio il bicchiere sul tavolo e mi dirigo in camera mia.
*drin drin drin*
Non ho il tempo di entrare nel corridoio che quel maledetto IPhone squilla forte. Lo lascerei tra i cuscini del divano per poi inventarmi qualche scusa con chi mi sta chiamando.
Ma se fosse Lui?
Mi precipito a prendere il telefono e rispondo senza nemmeno guardare il contatto.
"Pronto?" esclamò eccitata convinta di sentire la sua voce.
"Giulia..." non è lui. Non è il mio Davide.
"Edo..." rispondo. Il tono della mia voce è notevolmente più basso e molto meno allegro. È l'ultimo ragazzo con cui ho voglia di parlare.
"Come stai?" chiede lui.
"Tutto bene..." mento "...tu?" mi lascio cadere sul divano sapendo già quello che mi sentirò dire.
"Ti senti meglio?" domanda con voce strana. Federica deve avergli detto che sono andata via prima venerdì perché stavo male... Reggiamo il gioco. "Oh sì grazie...va meglio..l'altra sera ho preso un'analgesico e ora sto molto meglio..." continuo a mentire. Odio le bugie...ma stavolta è necessario... "Mh...bene mi fa piacere...perché Fede mi ha detto che dovevi prendere una cosa dal tuo...collega..." spiega con voce diffidente "...non sapevo fossi anche malata..."
"Sì Davide mi doveva dare le copie delle canzoni per lo spettacolo e mentre ero su sono stata male...e Davide mi ha riaccompagnata a casa e..." non so che altra scusa inventare. Torno al mio thè freddo bevendo quello che era rimasto nel bicchiere.
Edoardo non parla.
"Ti ha riaccompagnata a casa?" sussurra lui come se non dovesse sentirlo nessun altro tranne me.
"Sì...ero senza auto e lui si è offerto di acc..."
"E non potevi chiederlo a me?! Il tuo fidanzato!" ringhia senza darmi il tempo di finire la frase.
"Edoardo..." è l'unica cosa che riesco a dire. Non l'ho mai sentito così...praticamente non si arrabbia mai con me! Cala il silenzio, il che non mi piace...non so che sta pensando potrebbe anche aver capito tutto e...non voglio che soffra...
"Edo..." ripeto con voce più calma. Lo sento sospirare e continuo "...non hai motivo di essere geloso...io e Davide siamo solo amici...anzi! Solo colleghi! Non c'è niente tra noi...figurati che lui è anche fidanzato!" Mi fermo ma lui non risponde.
Non basta ancora...
So cosa dovrei dire in questi casi...ma non voglio..non posso! Sono la prima a pretendere la sincerità in casi come questi...
Ma è proprio in casi come questi che, se non voglio rovinare tutto...una piccola bugia è necessaria...
"Ti amo Edoardo...ti amo davvero..." dico in fine dopo un silenzio che mi sembra interminabile.
"Scusa..." risponde lui prima del previsto, senza darmi il tempo di pensare ad un continuo.
"Scusa tu...se non ti ho avvertito che stavo male..." dico alla fine. Che risposta idiota...
In genere odio affrontare queste conversazioni al telefono...ma in questo momento sono contenta che Edoardo non possa vedere la mia faccia... "Devo andare a scuola...hanno pubblicato i voti degli esami..." dice. Vero! Oggi uscivano i risultati! Me n'ero dimenticata!
"Tu vieni?" chiede poi non sentendomi rispondere.
"Oh mi piacerebbe...ma sono davvero stanchissima...oggi le prove sono state devastanti...Chiederò a Fede di controllare anche per me..." rispondo.
Non ho alcuna voglia di uscire con lui...non so come reagirei dopo la scenata di poco fa...
"Va bene...allora...ci vediamo in giro...A presto Giulia..." mi saluta e io faccio lo stesso.
"Ti amo anch'io." aggiunge prima di riattaccare.
Io no. Io amo Davide. Amo quello sconosciuto della metro. Amo colui che mi ha regalato un infinito in una sola notte. Amo quel tipo romantico di cui però non mi appartiene il cuore...
Sento suonare il citofono e vado a rispondere...
"Chi è?" chiedo.
"Chi potrebbe essere secondo te? Il giovane Romeo è venuto a cercare la sua principessa..." sento rispondere dall'altro lato.
Amo il ragazzo che ha appena suonato alla mia porta...

"È bello tornare in questa casa..." dice Davide una volta entrato facendo un respiro profondo.
"Che ci fai qui, a proposito?" chiedo sorpresa avvicinandomi alla cucina. Lui si volta a guardarmi e riesco a vedere un breve sorriso prima che le sue labbra si impossessino delle mie.
Mi ha colto alla sprovvista. Mi spinge contro il muro per i fianchi e le sue mani accarezzano con fare esperto la mia schiena. Le mie braccia. Le mie coscie.
Ho le mani tra i suoi capelli e le nostre labbra continuano la loro danza senza riuscire a separarsi.
Ma devono separarsi.
"Davide...stanno tornando i miei.." dico in un momento di libertà. Lui mi regala un ultimo umido bacio sulle labbra prima di sorridere e allontanarsi. Io rimango spalle al muro ancora persa nel suo vortice di passione.
"Ci voleva, eh ragazzina?" esclama dandomi le spalle. È parecchio seducente quando fa così...
Sorrido anche se non può vedermi e mi avvicino ai fornelli della cucina. "Caffè?" chiedo.
"Oh, si grazie! Dopo una giornata del genere un caffè è l'ideale..." risponde sedendosi alla penisola. Prendo la caffettiera e lui mi guarda storto.
"Che c'è?" chiedo con una risata nella voce.
"La caffettiera? Davvero? Giulia cara sai che hanno inventato le macchinette del caffè? Sono delle cose grandi, molto più veloci, che vendono ovunque..." dice e con le mani mima la grandezza di una macchina del caffè.
"So cosa sono Davide! Grazie mille per la spiegazione...E ne ho una anche io..." rispondo indicando con un cenno del capo la macchinetta sul piano di lavoro accanto ai fornelli "...ma mi trovo meglio con questa!"
La metto sul fuoco e aspetto che sia pronto. Prendo due tazzine dal pensile sopra di me e in una aggiungo un cucchiaino di zucchero.
"Quanto zucchero vuoi?" chiedo.
"Uhm..cinque cucchiaini bastano!"
Cinque cucchiaini? Questo ragazzo si farà venire il diabete! Non obietto e una volta messo lo zucchero mi giro per posare la tazzina sulla penisola, ma nel girarmi urto con la mano la caffettiera che cade a terra spargendo caffè ancora in polvere sul pavimento. Al contatto con il metallo caldo ho allontanato la mano di scatto e la tazzina ha seguito la caffettiera frantumandosi sul pavimento.
"Ma andiamo! Che succede oggi!" esclamo spazientita.
"Dai...faccio io..." si offre Davide senza trattenere le risate. Si inginocchia ai miei piedi e mi porge la caffettiera che io quasi lancio nel lavello, poi continua a raccogliere i cocci della tazzina. Per fortuna non ci sono pezzi troppo piccoli...
Prendo dei tovaglioli e mi abbasso con lui per togliere il caffè dal pavimento. "Scusa..." dico.
"Ma di che..." risponde.
Torno a raccogliere caffè e cocci e sento il suo sguardo su di me. Alzo la testa e lui mi fissa sorridendo.
"Che succede? So..sono sporca in viso?" chiedo passandomi una mano sulla guancia. Lui scuote la testa e mi mette un pollice sotto il mento alzandomi il viso.
"No...sei stupenda..." sussurra alle mie labbra prima di posarle delicatamente sulle sue. È diverso dagli altri nostri baci..mi piace...
"Sono tornata amore!!"
Davide si alza di scatto e torna a sedersi alla penisola.
Mia madre è appena entrata gridando con una busta di Louis Vuitton. Non ha visto nulla..o sarebbe già in preda ad una crisi isterica.
Vede Davide e si ferma a guardarmi.
"Sera signora!" esclama lui salutandola con la mano. Mi madre ricambia il saluto poi guarda da me a lui sorridendo. È un silenzio imbarazzante.
"Mamma dov'è papa?" chiedo.
"Oh sta salendo con le altre buste.." dice posando la sua sul divano.
Mio padre ci raggiunge neanche un minuto dopo e fa la stessa espressione di mamma nel vedere Davide.
Porta una decine di buste. Miu-Miu, Gucci, Guess, Fendi, Prada...
Non mi sembrano marche che interessino mio padre...
"Salve Signor Luzi!" esclama Davide alzandosi.
"Ragazzo avevamo detto di chiamarmi solo Massimo!" dice mio padre sorridendo e posando le altre buste sul divano. Davide sorride a sua volta ma mia mamma sembra ancora sospettosa.
"Che ci fai qui?" gli chiede.
"Già...che ci fai qui?" chiedo anche io. Non penso sia venuto solo per sbattermi contro un muro e scroccare un caffè.
"Accompagno Giulia a vedere i risultati dei suoi esami!" risponde.
Eh!?
"Ottimo!..." esclama mio padre "...Anche perché io non potevo accompagnarti tesoro..."
"Perfetto!"
"Dai Giulia allora vai a cambiarti! Ti ho preso una cosa!" dice mia madre porgendomi una busta Gucci. La prendo ed esito prima di andare in camera mia. Non mi fido a lasciare solo Davide con i miei.
Lui mi guarda annuendo e io mi convinco a lasciarlo.
Mamma mi ha comprato un vestito turchese stretto copra e scampanato sotto.
Torno nel salone e trovo mio padre e Davide che chiacchierano amichevolmente seduti sul divano e mia madre che li guarda seduta sulla poltrona accanto sorridendo.
"Andiamo?" chiedo. Lui, che sembrava non essersi accorto della mia presenza, alza lo sguardo verso di me e dopo avermi rivolto un gran sorriso ed essersi complimentato con mia madre per la scelta del vestito, si alza venendomi incontro.
"Certo!" esclama alla fine.
"Noi andiamo!" dico.
"Tranquilli, ve la riporto tra mezz'ora!" Davide mi abbraccia per i fianchi per dirigermi alla porta. I miei genitori ci guardano sorridendo come se stessero guardando due bambini. Hanno lo stesso sguardo che avevano quando ero piccola.
Scuoto la testa sorridendo ed esco dalla porta.
Appena entriamo nell'ascensore, Davide mi prende il volto tra le mani e mi accarezza le guance.
"Sai...credo di far simpatia ai tuoi..." dice sottovoce.
"A chi non potresti non fare simpatia?" chiedo dandogli un leggero bacio.
"Mh...non saprei...a te?" scherza alludendo al nostro primo incontro.
Faccio spallucce e rido prima di uscire dall'ascensore.
Durante il tragitto verso la scuola, non parliamo molto. Lui mi tiene la mano e io guardo fuori dal finestrino ascoltando distrattamente la musica della radio. Arriviamo a scuola in poco tempo. Parcheggia a una decina di metri dal portone d'ingresso dove sono affissi i quadri. Sto per scendere quando lo vedo.
Edoardo.
"Oh no! No no no no no!" esclamo richiudendo subito la portiera e abbassandomi in modo da non essere vista.
"Che succede!?" chiede Davide guardando il portone. Penso si sia accorto di Edoardo. È diventato stranamente serio.
"Aspettiamo che vada via...se ci vede mando tutto all'aria..." dico senza alzare la testa e cercando di non farmi notare.
Edoardo si ferma a parlare un po' con i suoi amici e va via dopo circa cinque minuti.
Cinque minuti in cui Davide non fa altro che fissarlo.
"Possiamo andare adesso..." dico io scendendo dall'auto.
"Sicura? O hai paura che il tuo fidanzato abbia lasciato qualche spia per controllare?" chiede con tono fin troppo sgarbati per i miei gusti.
È inutile che fa così. Conosce bene la situazione.
Lo guardo storto e lo precedo per raggiungere i quadri.
5A.
Giulia Luzi.
96.
Mi copro la bocca con le mani e mi lascio scappare un urlo di gioia.
Mi volto per cercare Davide, ma lui è già dietro di me e istintivamente gli salto al collo. Lui mi abbraccia per i fianchi e mi solleva da terra.
"Novantasei! Non ci posso credere!" esclamo e quasi piango per l'emozione. Mi da un bacio sulla guancia e mi fa scendere.
"Bravissima amore!" dice dolcemente.
"Sì amore sei stata bravissima!" Federica è appena arrivata alle spalle di Davide e gli passa un braccio attorno al collo facendogli il verso.
Davide la guarda male e lei si rivolge a me gridando "Novantasei!"
"Novantasei anch'io!" rispondo. Ci abbracciamo saltando sotto gli occhi sconvolti di Davide.
"Hai visto che brava? Te la sei scelta proprio bene!" dice Fede ancora abbracciata a me.
"Sì lo so..." risponde guardandomi con dolcezza.
"Ma voi siete ancora...?" chiede poi maliziosa.
Vedo Davide arrossire per la prima volta e io per l'ennesima mi vergogno di Federica.
"Ehm...noi...siamo...ehm..." balbetta lui.
"Grazie per l'interessamento, Federica, è stato davvero gradito...ma ora perché non vai a fare qualcosa con Fede?..." dico io con aria di rimprovero spingendo la lontana da noi "...grazie, arrivederci, ciao Davide lei sta andando via...a presto..."
"Capisco perché è amica tua..." dice Davide dolcemente "...ho promesso a tuo padre di riportarti a casa entro mezz'ora, meglio rispettare le prime promesse.." mi fa l'occhiolino e mi porge il braccio. Entriamo in auto e mi riaccompagna che sono quasi le sei.
Prime promesse?
Ce ne saranno altre...?

=================

"Andiamo a Venezia!!!" esclama Peparini.
Siamo nella palestra del liceo che ci ospiterà per il prossimo mese di prove. É già il 24 luglio. C'è un caldo soffocante. Davide è seduto accanto a me tra la folla di gente che adesso sta gioendo per la notizia appena ricevuta. Giuliano ci aveva già annunciato che l'ultima settimana di Agosto l'avremmo passata a Verona per le ultime prove prima della prima. E adesso ha aggiunto che tre di quei giorni li passeremo in un'altra città, una sorta di piccola vacanza prima di un anno di lavoro.
E quella città sarà Venezia!
Io e Davide in una delle città più romantiche del mondo...
Incrocio il suo sguardo e lui ha sicuramente pensato lo stesso...
Mi fa un cenno verso la porta d'uscita della palestra prima di cercala.
Lo seguo superando la folla che festeggia la notizia e mi ritrovo in un corridoio lungo pieno di classi occupato solo da me e Davide.
Lui mi sorride e cammina davanti a me. Superiamo un paio di classi quando lui mi prende per un braccio ed entriamo nella quarta porta a sinistra. È un laboratorio di scienze. Grande più o meno la metà di quello che avevo io a scuola. So che intenzioni ha...e l'ho precederò!
Ha il tempo di chiudere la porta che stavolta sono io a prendere l'iniziativa... Lo avvicino a me tirandolo per la maglietta e mi prendo le sue labbra. Lui risponde al bacio ma le sue mani restano lungo i fianchi. Non mi accarezza. Niente. Vuole di più. Lo so.
Le mie mani scendono alla fibbia della sua cintura e li lui posa le sue sulle mie.
Si allontana dalle mie labbra.
"È molto allettante signorina Luzi...ma non è per questo che siamo qui..." sussurra sorridendo.
Idiota. Mi sento una vera idiota. Allontano subito le mani e prego che le mie guance non si trasformano in due pomodori.
"Dimmi.." dico dopo essermi schiarita la voce.
"Hai sentito la notizia...Andremo a Venezia..." inizia accarezzandomi le braccia "..Quindi insomma..credo sarebbe meglio se evitassimo..fughe come queste...sai...per non destare sospettati..."
Annuisco. Ci avevo pensato anche io...anche...se speravo che il mio Romeo trovasse il modo di aggirare questo problema...
Come leggendomi nel pensiero lui mi da un bacio sulla guancia.
"Tranquilla...saranno tre giorni indimenticabili..." sussurra.
Lo spero amore mio...lo spero davvero...

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Capitolo 12
*** Venezia al tramonto ***


CAPITOLO 12-Venezia al tramonto (Davide)
"Ti manco tanto vero amore? Ma quando torni?" squittisce Sara dall'altro capo del telefono.
Parla con la sua voce acuta già da un po', mentre io guardo le notizie di Facebook sul computer della mia camera d'albergo e il sole del tardo pomeriggio estivo filtra dalla finestra.
Sono passate quasi tre settimane da quando abbiamo scoperto che andremo a Venezia...ed è da un po' che non passo del tempo con Giulia e Sara mi tormenta con messaggi e telefonate.
"Sì...mi manchi...non lo so...credo tra poco..." rispondo distrattamente.
"Oh davvero? Che bello!" esulta.
Fantastico! Non vedo l'ora...il pensiero di vederla mi da i brividi...
"Ma comunque, come ti trovi con le prove dello spettacolo? Hai già baciato quella?" chiede pronunciando con amarezza l'ultima parola.
Cerco di non risponderle male per il fatto che ha chiamato Giulia "quella".
Se poi l'avessi solo baciata...sarebbe più facile rispondere.
"Ehm...sì...ma...è lavoro..." dico soffermandomi su una foto mia e di Giulia messa dalla pagina ufficiale del musical. Stiamo davvero bene insieme...
"L'hai baciata?! E come è stato? Un bacio a stampo vero?" la sento agitarsi e la sua voce diventa più stridula del solito.
Certo! Un bacio a stampo!
Soprattutto senza sentimento! Un lavoro insopportabile proprio!
"Naturalmente..." la tranquillizzo mentendo.
"Meglio così! Ho visto qualche foto di quella ragazza e non mi piace assolutamente!" si lamenta.
Eh?!
Chi non le piace?
Giulia? La mia Giulia?
Quell'amore di ragazza è perfetta! Sicuramente meglio di lei!
Faccio un respiro profondo.
Non riesco a rispondere.
Sono sicuro che dalla mia bocca uscirebbe qualche insulto, allora sto zitto.
"Davide! Perché non parli? Mi hai sentito?" insiste.
"Sì..." è l'unica cosa che dico.
"Sì cosa? Dicevo quella Giorgia non mi sta simpatica! Secondo me è solo una bambina viziata!"
Giorgia? Ma che dice? Viziata e antipatica? Ma sarà antipatica lei!
"Si chiama Giulia...e non è come pensi tu, ma..." dico a denti stretti.
"Non è importante come si chiama! L'importante è che non ti si avvicini troppo!..." mi interrompe con un gridolino "...tu sei già impegnato con me!"
Sento bussare alla porta. Giulia! Le avevo detto di venire dopo le prove. Ha avuto il tempo di fare una doccia ed è venuta. Ha fatto in fretta!
"Hanno bussato?" mi chiede Sara.
Come ha fatto a sentire?
"Sì è il servizio in camera..." invento. Vado ad aprire e Giulia di fronte a me indossa un vestitino in pizzo bianco corto a metà coscia con delle scarpe alte e i capelli ricci naturali. È bellissima.
Le faccio segno di non dire nulla mentre Sara dice cose inutili che nemmeno ascolto.
Do un bacio sulle labbra a Giulia e le faccio segno di seguirmi nel salottino della suite.
Mi siedo e lei sulle mie gambe.
"Dadino mi ascolti?" mi richiama al telefono l'altra.
"Sì sì..." mento. È difficile mantenere la
concentrazione e ascoltare lei con Giulia che mi bacia sul collo sbottonandomi i primi bottoni della camicia.
Le sue labbra mi sfiorano dietro l'orecchio e mi sussurra qualcosa che non capisco.
Quando la mia camicia è ormai aperta, la sua mano scende ai pantaloni e in quel momento sono costretto ad allontanarla bruscamente e a dire sottovoce "Basta..." lei mette il broncio e si alza andando nella camera da letto.
Perfetto! Ora si è anche offesa!
"Basta cosa?" domanda curiosa Sara.
"Eh? No niente...è che...c'è un mio collega...che...stava mettendo l'acqua nel bicchiere e ne ha messa troppa..." che scusa idiota! Quando sto con Giulia la mia ragione scivola via!
"Ma tesorino non sapevo avessi ospiti! Allora chiudo. Ciao orsacchiotto ci sentiamo domani!"
finalmente si decide a chiudere la telefonata. Poso il telefono sul divano e raggiungo Giulia.
È seduta sul letto che guarda fisso nel vuoto...almeno io non riesco a capire cosa stia guardando.
"Giulia...scusa era..." inizio a dire.
"La tua ragazza. Ho immaginato." mi risponde senza darmi il tempo di spiegare.
"Sì...mi dispiace se sono stato antipatico...ma..."
"Ma lei lo avrebbe capito..." nemmeno stavolta mi fa completare una frase "...scusa tu...io vado." si alza dal letto e mi da un bacio sulla guancia uscendo dalla stanza.
Ma che le prende?
La fermo bloccandola per un braccio.
"Dai...non fare così..." sono le parole più banali che potessi dire!
"Richiamala...quando avrai voglia di stare con me e basta me lo fai sapere." mette una mano sulla maniglia della porta e io non riesco a dire nulla.
Dai Davide! Fai qualcosa stupido ragazzo!
La prendo per il fianchi accarezzandole con dolcezza il bacino e la sento sospirare.
"Ho sempre voglia di stare con te..." le sussurro all'orecchio.
Non risponde.
Le mie mani scendono seguendo le linee perfette del suo corpo fin quando non incontrano la pelle scoperta e calda.
"Dico sul serio...queste settimane sono state bruttissime...mi è mancato...stare con te..." aggiungo.
"No! Ti è mancato fare l'amore con me! Siamo stati insieme! È diverso..." mi corregge lei.
Detto così sembra molto brutto però...
"Mi è mancato sentire di averti...mi è mancato sentirti..." rettifico.
Lascia cadere la borsa per terra e finalmente si volta verso di me.
"Mi ami?" chiede all'improvviso.
"Più di quanto tu possa soltanto immaginare."
"Va bene." mi prende il volto tra le mani e mi bacia senza troppa delicatezza. Mette le mani sul mio petto e mi spinge verso la camera da letto.
In poco tempo si libera della camicia che avevo riabbottonato e dei pantaloni.
Con quanti ragazzi ha fatto la stessa cosa?
È un pensiero che mi passa per la mente improvvisamente.
"Giulia..." chiedo con il fiato corto sfilandole di dosso l'abito "...con quanti ragazzi sei stata?"
"Ti ho già raccontato la storia...ma questo non vuol dire che io sia una..."
"No! Assolutamente! Non lo sei...amore mio..." la interrompo prima che dica qualcosa che mi farebbe andare su tutte le furie. Non potrei sopportare di sentire che qualcuno o anche lei stessa pensi una cosa del genere.
Fa un sorriso e io la prendo in braccio per sdraiarla delicatamente sul letto.
La bacio e lei ricambia.
Dopo poco si separa dalle mie labbra.
"Ma tu sei speciale e io ti amo più di qualsiasi cosa a questo strano, stranissimo mondo..." mormora passandomi una mano trai capelli.
Sorrido contro il suo collo ed elimino ogni distanza tra di noi.

Siamo sdraiati l'uno accanto all'altra. La sua testa appoggiata tra il mio petto e la mia spalla. Il suo respiro non è ancora regolare così come il mio. Le accarezzo con dolcezza i capelli e la fronte resa lucida da poco sudore. Fuori il cielo è già buio e l'unica fonte di luce è la lampada sul mio comodino. Saranno circa le nove si sera ormai.
È bello tenerla tra le mie braccia sorridente e sentirla ancora percossa dai brividi dell'emozione. Non era mai capitato finora...era sempre stata notte fonda e il sonno aveva sempre la meglio su di noi. Invece ora mi sto gustando ogni istante accanto a lei...accanto alla mia meravigliosa Giulia.
"Tu invece con quante ragazze sei stato?" mi chiede mentre mi accarezza il petto.
"Qualcuna..." rispondo rimanendo sul vago. Lei sembra accontentarsi.
"E io?" domanda però dopo qualche secondo.
"Lo sai già...sei la donna più importante della mia vita! Sai cosa dicevano i Pooh?" "Che l'altra donna è quella importante?" sento il sorriso nella sua voce.
"Già...e non è una stupidaggine...tu sei davvero quella importante...quella che scelgo e sceglierei sempre..." le dico dandole un bacio sulla testa.
"A volta mi piacerebbe essere anche l'unica..." ammette a bassa voce. Quasi volesse che nemmeno lo sentissi.
Mi sento in colpa...si meriterebbe di essere l'unica, ma alla fine anche lei è fidanzata, quindi...
"Lo sarai." la rassicuro stringendola più forte.
Non capitano spesso questi momenti di dolcezza tra di noi...ma quando succedono sono sempre sinceri e delicati.
"Rimani stanotte?" le chiedo. Sarebbe magnifico se rimanessimo tutta la notte insieme.
Annuisce sorridendo e si stringe più forte a me.
Neanche qualche minuto dopo sta già dormendo. Bellissima. Le ciglia lunghe, le labbra perfette piegate in un sorriso addormentato e il riccioli le ricadono sulle guancia rosse.
Non esistono parole per descriverla.
Sento il suo cuore battere vicino al mio.
Anche se non abbiamo cenato, mi addormento cullato dalla musica sincrona creata dai nostri cuori che battono all'unisono legati dal più antico e bel legame. Amore.

========================

Queste settimane sono volate...è già il giorno della partenza per Venezia. Non posso credere che tra solo un mese sarò sul palco dell'Arena di Verona...io che fino a un anno fa aggiustavo caldaie...
Io e Giulia ci siamo visti un paio di volte fuori dalle prove e non posso che essere continuamente attratto da lei...non solo fisicamente; è intelligente, simpatica, dolce...Perfetta. Sto facendo le valigie. Non sono il tipo che le prepara giorni prima di partire...come invece è la mia Giulietta.
La settimana scorsa mi avrà chiamato una decina di volte dicendo cose tipo: "Davide non so cosa portare!" o "E se facesse freddo? Io ho solo abiti estivi! Vieni ti prego!". E io, come uno stupido innamorato lasciavo quello che stavo facendo e andavo ad aiutarla. E a volte, se i suoi genitori non c'erano, venivo anche ben ripagato... Oggi ancora nessuna chiamata.
Devo finire la valigia!
Magliette...quattro basteranno; jeans...di questi anche due; caricabatterie; ipod... okay, ora c'è tutto! Sono le tre del pomeriggio e abbiamo appuntamento ad un Autogrill appena fuori Roma, alle quattro meno un quarto.
Potrei anche partire adesso...meglio essere in anticipo che in ritardo...
Prendo la mia valigia e scendo alla hall dell'albergo.
Lascio le chiavi, per l'ultima volta.
"Grazie, arrivederci Signor Merlini! " risponde gentilmente la receptionist. Sorrido in segno di saluto e metto gli occhiali da sole prima di salire sulla mia 500 blu.
Appena arrivo all'appuntamento trovo Silvia, Giò e Riccardo seduti al bar.
Non sono il primo...ma neanche l'ultimo...
"Ehi!" li saluto avvicinandomi. Loro ricambiano il saluto e mi indicano una sedia. Mi siedo.
"Ma..ho visto la macchina di Giulia...lei dov'è?" chiedo dopo un pò. Era parcheggiata di fronte la pompa della benzina.
Pensavo che lei fosse dentro a fare il pieno. Ma non c'è. "Non le parte l'auto..." spiega Silvia "...pensava fosse la benzina, ma non parte lo stesso. Ora è di la con Luca che parla con un meccanico..."
"Luca?" chiedo. Lei annuisce.
Ancora lui...
Dopo neanche un minuto Giulia e Luca ci raggiungono. Lei ha un espressione innervosita mentre lui sembra abbastanza soddisfatto. Per un momento temo che possa averle fatto qualcosa...
Temo o spero?
Ho così tanta voglia di avercela con lui per un motivo concreto da desiderare che le faccia del male? Alla mia principessa? No, Davide...assolutamente no!
"Che succede?" chiedo.
"La mia auto non parte! Si è rotto non si sa cosa, non si sa dove e per sistemarla deve stare qui un paio di giorni...E adesso io come ci vado a Venezia!" esclama Giulia incrociando le braccia.
Approfittane idiota!
"Posso darti io un passaggio!" esclamo forse con troppo entusiasmo.
Gli occhi di Giulia si intristiscono. Bhe mi aspettavo un sorriso come minimo...
"Oh...verrei volentieri Davide...ma..." inizia lei mettendomi una mano sul braccio.
"Ma dovevi arrivare prima Romeo! Gliel'ho già offerto io...senza rancore!" continua Luca mettendole un braccio intorno alle spalle.
Cerco di non far avvertire a Giulia i miei muscoli che si contraggono.
Sono circa tre ora di viaggio...e lei dovrebbe passarle SOLA con Luca?!
Non ci siamo proprio!
Sorrido.
"Ottimo, almeno sarà in buona compagnia..." dico quasi costringendo le parole ad uscire dalla mia bocca.
Giulia mi guarda ancora come si guarda un cucciolo ferito. Le sorrido e lei ricambia.
Non voglio che pensi che non mi fido di lei o che mi offenda per un semplice passaggio. D'altronde sono in una macchina, che corre in autostrada, che potrebbe succedere?
Nella mia mente si formano centinaia e centinaia di risposte indesiderate a questa domanda. Ma non crederó a nessuna di esse... Passano circa dieci minuti e arrivano tutti, il resto del cast, i ballerini, Veronica, Giuliano, Paola e i Zard. Possiamo partire.

Durante il tragitto non perdo di vista l'auto Luca. Gli sto davanti e controllo costantemente lo specchietto retrovisore. Chiacchierano, ridono...fin ora tutto bene...tutto accettato...
Sento il telefono squillare.
È Sara. Non voglio rispondere e avrei anche la scusa di essere in auto se dovesse lamentarsi...ma è meglio evitare lamentele...soprattutto se sto andando a lasciarla...
Apro la chiamata.
"Pronto..." mormoro cercando di non staccare gli occhi dallo specchietto.
"Orsacchiotto!" esclama lei dall'altro lato.
"Saretta..." rispondo cercando di sembrare il più normale possibile. Prima che incontrassi Giulia usavo sempre anch'io questi nomignoli...solo adesso mi rendo conto di quanto fossero stupidi... di quanto lo ero io!
"Quando arrivi ciccio?" chiede ancora lei.
"Sono per strada...ma...non passo da casa...Devo andare subito a Venezia...non possiamo vederci subito...tesorino..." esito a pronunciare l'ultima parola ma devo, o potrebbe anche capire...che c'è qualcosa sotto...Ho già rischiato troppo quando mi ha chiamato mentre Giulia dava libero sfogo al lato che preferisco di lei...
Continua a blaterare cose come "non vedo l'ora" o "mi manchi" per un paio di minuti in cui cerco di tenere gli occhi aperti...incredibile come riesce ad annoiarmi...
"Va bene Dadino allora ti lascio alla tua guida...ci vediamo tra un paio di giorni cucciolone!" esclama finalmente. La saluto anche io con un nomignolo di cui mi vergogno estremamente e che spero di non dover ripetere mai più..
Chiudo il telefono e torno a guardare lo specchietto retrovisore ma...niente! La macchina di Luca non c'è più!
Guardo la segnaletica stradale davanti a me: "Venezia 800 km"
La mia strada è giusta...inoltre davanti a me ci sono ancora Leonardo, Giò e Barbara.
Quindi...Luca avrà sbagliato strada...o ha preso una scorciatoia...o lui e Giulia...no! Non voglio neanche pensarci!
Devo continuare a guidare...arrivato all'hotel si vedrà!
E così faccio.
Dopo circa un altro quarto d'ora arriviamo di fronte a quello che sarà il nostro albergo per i prossimi tre giorni. Pochi ma buoni.
È un enorme edificio bianco affacciato sul mare con una veranda esterna luminosa e anch'essa affacciata sull'acqua cristallina.
Ha un nome molto lungo. Solo gli alberghi importanti hanno questi nomi...
"The Westin Europa & Regina, Venice" è scritto sopra il grande portone di ingresso. Cinque stelle...wow...
"Siamo tutti?" chiede Giuliano distogliendo la mia attenzione dai miei sogni milionari.
"Manca Giulia!" rispondo subito.
"E Luca, e Gianluca e Veronica..." continua Roberta.
Per me manca solo Giulia...
Dopo due minuti sono arrivati tutti. La macchina nera sportiva di Luca arriva per ultima parcheggiando bruscamente proprio di fronte l'ingresso di quel gioiellino di hotel.
"Eccoci!" esclama Luca scendendo dall'auto.
Indossa gli occhiali da sole scuri anche se non ce n'è assolutamente bisogno dato che sono le quasi le sette di sera.
Fa il giro passando una mano sul cofano anteriore perfettamente lucido della sua auto e apre la portiera a Giulia.
Lei scende ridendo. Come se le avessero appena raccontato una barzelletta.
Quelle gambe perfette spuntando da una gonna corta fucsia e si muovono agili correndo verso di noi, poveri ragazzi ammaliati dalla sua bellezza. Sarebbe una perfetta scena da film se al suo fianco non ci fosse quel Giacomelli che non le toglie il braccio dalla vita. Gli urlerei che non è di sua proprietà...ma non lo faccio...
"Scusate il ritardo...ma la signorina qui...aveva un urgenza..." esclama ridacchiando Luca mentre la stringe di più a sé.
"Ehi!" risponde lei ridendo.
Sto per vomitare...
"Su andiamo! Dobbiamo prendere le camere!" esclama Clemente Zard ed entriamo nella hall.
Immensa...elegantissima!
La mia camera è divisa da quella di Giulia da altre due stanze. Quella di Roberta e quella di Vittorio.
Bhe...sono ostacoli superabili.
Saliamo tutti, ognuno nelle proprie camere e una volta sistemati i bagagli...non mi manca altro che lei...la mia principessa...e la voglio adesso.
Il corridoio è vuoto e corro nella sua camera. Ha lasciato la porta aperta.
È affacciata ad una grande finestra e guarda fuori con aria sognante. Il panorama è stupendo. Venezia al tramonto è qualcosa di inimmaginabile...come la ragazza che se la sta godendo...
Mi avvicino a lei e la prendo per i fianchi. Ha il tempo di girarsi e accorgersi di me che le mie labbra schiudono le sue. La stringo al mio petto e lei prova a spingermi via.
Cerca di dire il mio nome ma la mia bocca non glielo permette e alla fine anche lei si arrende alla tentazione, alla bellezza di un bacio rubato al tramonto della magica Venezia...

"Davide! Amico dove sei!"
Ci separiamo di scatto lei torna alla finestra e io fingo di guardare attentamente il quadro accanto al suo armadio. Avevamo tralasciato solo un particolare...la porta aperta...
Sento dei passi sempre più vicini e Luca entra in camera di Giulia con un balzo.
"Giulia hai visto Dav...oh..eccoti!..." esclama vedendomi "...ti cercavo...Volevo chiederti in prestito l'ipod..."
"Oh sì...te lo prendo subito...ero...venuto a..." spiego cercando con gli occhi qualcosa"...prendere un libro..." esclamo poi prendendo un libro accanto alla valigia di Giulia "...volevo leggere qualcosa, sai non posso sempre sentire la musica...a volte è meglio cambiare...e questo libro è molto carino...e..."
"Sai...chi tende a dare troppe spiegazioni...vuol dire che sta mentendo..." dice lui appoggiandosi allo stipite della porta.
Giulia sta ancora guardano fuori dalla finestra.
Esito a rispondere e inarco un sopracciglio.
"Ehi...scherzavo..." mi tranquillizza lui avvicinandosi "...fa vedere...Ah...non sapevo ti piacesse questo genere..." dice prendendo il libro. Fa una mezza risata, me lo riporge, io gli do l'Ipod che avevo in tasca e lui esce dalla stanza.
Leggo il titolo: "L'adolescenza di Clara: primi amori e grandi cambiamenti"
Ma che razza di libro è?
Giulia non si trattiene dalle risate e vedendo la mia espressione sconvolta spiega:" Che c'è? È un bel libro! Me lo hanno dato da leggere l'anno scorso a scuola e...è carino quando non hai nessun libro nuovo e vuoi...fermarti a riflettere...Comunque! Non sono problemi tuoi quello che leggo io!" conclude riprendendosi il libro.
"Scusa..." rispondo ridendo "...comunque...che avete fatto tu e Luca oggi...sai..il ritardo all'appuntamento...quelle smancerie nella hall..."
"Perché ti interessa?" chiede appendendo i suoi vestiti. "Sai...siamo amici...è carino raccontarsi certe cose..." mi difendo.
"Si, e poi ci facciamo anche le unghie e le treccine! Ahahah ma su Davide...Lo ha detto Luca...dovevo andare al bagno...e siamo andati ad un Autogrill.."
"Mi sembri un pò troppo disponibile verso di lui..." ammetto alla fine. Lei si ferma. Smette di appendere i vestiti e si volta verso di me. Sorride.
"Tu..sei geloso!" esclama vittoriosa.
"Eh? No! No no no no no..." rispondo io evidentemente in difficoltà.
"Si che lo sei!"
Sbuffo e mi giro dall'altro lato per andarmene. Lei mi raggiunge abbracciandomi da dietro. Le sue unghie mi pizzicano il petto mentre lei mi bacia il collo.
Mi trattengo a stento dal saltarle addosso di nuovo...
"Ti amo Davide Merlini...soprattutto quando sei geloso..." sussurra vicino al mio orecchio.
Rido e le do un bacio sulla guancia.
"A dopo ragazzina...buona lettura..." dico uscendo dalla camera.
A stasera tesoro mio...

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Capitolo 13
*** Sotto quel cielo stellato ***


CAPITOLO 13-Sotto quel cielo stellato (Giulia)
Questa è una delle città più belle del mondo. Ho sempre sognato di venire qui...
Venezia è quasi d'obbligo in tutti i romanzi rosa italiani e non.
La gente fuori cammina tranquilla, anche se sono già le undici. Le luci dei lampioni si accendono una dopo l'altra per le vie della città riflettendo la loro luce biancastra sull'acqua dei canali.
Nonostante le tante luci si vedono ancora tante stelle in cielo e il bagliore della luna piena illumina il mare lì dove non arriva la vita notturna cittadina.
Che spettacolo...
Quand'ero bambina desideravo che il mio principe azzurro mi portasse qui...
E finalmente è successo...
Bhe...non è stato proprio lui a portarmici ma...siamo qua e...siamo insieme...
Vedo una gondola navigare lenta nel canale su cui affaccia la mia camera. Un uomo, in abiti tradizionali, è all'impiedi e rema muovendo il remo in senso circolare. Continuamente. Come se non facesse altro ogni giorno...e sono quasi sicura che sia così..
Due ragazzi si stanno abbracciando ai suoi piedi e lui le sussurra qualcosa che la fa sorridere.
Sorride come sorrido io.
Come sorrido io quando mi fa sorridere Davide...
Mi allontano dalla finestra e mi siedo sul letto. Dovrei essere a letto da un pezzo...ma non potevo perdermi Venezia di notte...
Indosso un abito corto bianco di raso con l'orlo in pizzo. Ho dimenticato il pigiama...ma posso dormire con questo.
Tiro via le scarpe e sciolgo i capelli.
Sono sotto le coperte ma i miei occhi non vogliono chiudersi. Continuano a scrutare la grande suite dell'albergo. Questa stanza è così grande e questo letto così vuoto senza di Lui...
Stringo il morbido cuscino bianco al petto sperando che possa trasformarsi in lui, che mi abbraccia e mi scompiglia i capelli. Ma non accade.
Le undici e mezza.
Sto finalmente prendendo sonno cullata dai miei pensieri quando sento bussare ripetutamente alla porta. Il mio cuore fa un balzo per la paura e accelera quando nessuno risponde al mio "Chi è?" e un foglio scivola da sotto la porta.
Mi alzo e mi avvicino. È un biglietto. Sono restia a prenderla.
Ma alla fine la curiosità vince la paura e mi siedo sul mio morbido letto per leggerla.
È una grafia che conosco, familiare...è la sua...
"Vediamoci tra cinque minuti al palazzo difronte l'albergo. Non dico altro.
R."
R...
Dev'essere Romeo...
E quindi Davide...
Metto gli stivaletti e prendo il mio trench bianco prima di correre fuori.
Sono proprio curiosa di vedere cosa si è inventato questa volta...
Scendo in strada. C'è freddo. Metto il trench e corro dall'altro lato della strada stranamente deserta.
Davide è appoggiato ad uno dei portoni del grande palazzo, sotto il porticato.
Mi avvicino a lui e gli sorrido. Lui sorride a sua volta e si allontana dal muro. Mi prende la mano senza dire niente.
Continuiamo a camminare sotto il porticato per un paio di minuti. Mano nella mano. Senza dire niente.
A volte lo guardo ma lui non ricambia il mio sguardo; fissa il cielo stellato sorridendo.
È bellissimo...lo amo in tutto e per tutto...
Continuiamo a camminare finché raggiungiamo un arco che porta dall'altro lato del palazzo.
Lo attraversiamo arrivando nella strada parallela a quella dell'albergo. Si affaccia su un canale. Alla mia destra c'è un ponte molto grande.
Mi sembra di averlo visto in qualche rivista...dovrebbe chiamarsi..Ponte dell'Accademia...
"Bello eh?" dice finalmente Davide. Sto per ironizzare sul suo silenzio...ma rovinerei questa magia...quindi annuisco e basta.
"Vieni..." sussurra poi. E ci avviviniamo al ponte.
Noto una gondola ancorata ai suoi piedi. Davide mi lascia la mano e ci sale. Ma che...
"Vieni." ripete porgendomi la mano.
È pazzo!
Sorrido e la stringo raggiungendolo sulla gondola.
Sono pazza!
Una volta saliti lui prende un remo e allontana la barca dal marciapiede.
È all'impiedi e guida la gondola lungo il canale.
Io sono seduta che lo guardo meravigliata.
"Da quando sai guidare le gondole?" chiedo a voce bassa con una mezza risata.
"Non è difficile...me lo ha spiegato il ragazzo che me l'ha affittata.." risponde.
Si è alzato il vento. Fa freddo e mi stringo nel mio trench.
Davide posa il remo e viene a sedersi accanto a me.
La gondola continua a navigare spinta dalla corrente tra i palazzi apparentemente vuoti e bui di Venezia.
Davide mi passa un braccio intorno alle spalle e io mi accoccolo al suo petto.
"È strano..." sussurro.
Sembra un crimine rompere questo silenzio "...fino ad un ora fa...le strade erano strapiene..."
"Alcune lo sono ancora..." risponde lui "...ma non qui. Questo quartiere non è un..quartiere notturno...È qui che la gente viene di giorno...ma la notte...sembra quasi disabitato..."
Mi chiedo come faccia a sapere tutte queste cose...
"Come...fai a..." chiedo.
"Conoscere questi dettagli? Mia nonna era di Venezia...ogni estate venivo con i miei qui e...ho imparato a conoscerla...
Abitava all'ultimo piano..in un palazzo come questi...e ogni sera salivo sul tetto a vedere le stelle...me ne sono innamorato...e...mi sono ripromesso di tornare qui...con la persona che amo per farle vedere tutto questo..."
Per un momento penso a lui che porta qui la sua fidanzata...quella Sara...che le dice le stesse cose...che la stringe nello stesso modo....
Mi allontano un po' da lui mettendomi seduta.
Quell'ultimo pensiero mi ha fatto rabbrividire...in fondo so che solo la mia immaginazione...o forse è quello che mi impongono di credere...
Mi sento sfiorare un braccio e Davide mi avvicina lentamente a se. Si sdraia appoggiando la schiena al sedile della gondola e io sopra di lui, con la testa sul suo petto. E il viso rivolto al cielo.
Mi accarezza dolcemente le braccia cercando la pelle sotto le maniche del trench. Chiudo gli occhi per un momento.
Lui mi ama...non farebbe mai lo stesso con un'altra donna...
Li riapro.
"È bellissimo..." sussurro.
"Cosa?"
"Il cielo...tutte quelle stelle..." rispondo alzando una mano verso il cielo. Come se cercassi di prenderne una.
La sua mano percorre il mio braccio raggiungendo la mano alta e stringendola nella sua. Sospiro. Non mi aspettavo questo gesto.
Davide non sembra una persona romantica ma...ho imparato a ricredermi...
Le nostre mani intrecciate ricadono lentamente sul mio ventre.
"Ti dici che il cielo è bellissimo..." sussurra. Poi sento il suo fiato sul mio collo nudo "...ma non sai che tutto l'universo è invidioso di te...la sua stella più bella..."
Mi volto a guardarlo e in un baleno le nostre labbra sono di nuovo una cosa sola.
Mi stringe di più a lui e la sua mano che prima stringeva la mia adesso mi sfiora il ventre attraverso il sottile strato di raso del mio vestito.
Le mie labbra sono sempre più bramose e meno intenzionate a lasciare le sue.
La sua altra mano scende sotto l'orlo di pizzo accarezzando le mie cosce nude e rigide. Rabbrividisco al suo tocco. Mi è mancato sentire le sue mani su di me...il calore dei nostri corpi vicini...
Davide si separa dalle mie labbra per riprendere fiato.
"Voglio fare l'amore con te..." sussurra "...adesso..."
Sorrido accarezzandogli la guancia.
"Non possiamo..." rispondo con una risata nella voce.
La gondola continua a muoversi lungo il canale.
"Adesso..." ripete lui passandomi una mano tra i capelli ancora lisci.
Sorrido e mi allontano da lui.
La barca si avvicina al marciapede e io vi salto sopra con un agilità che non mi appartiene.
Tendo una mano a Davide e stavolta è lui che segue le mie follie.
Mi raggiunge sul marciapiede e mi spinge contro il muro del palazzo alle nostre spalle. Le sue labbra dinuovo sulle mie. Le sue mani sul mio corpo.
"Torniamo in albergo adesso...ti prego..." sussurra al mio orecchio "...non resisto più..."
Ha una voce quasi supplichevole.
Rido e costringo le mie labbra ad allontanare le sue per tornare in albergo...dove saranno ben ripagate per questa mancanza...

"I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte.." diceva Prevert...e solo ora capisco il vero significato di queste parole...
Solo ora che le sto vivendo...

Bussano alla porta due, tre, quattro volte...
Apro gli occhi e cerco il telefono con la mano sul comodino. Non lo trovo.
Mi volto dall'altra parte e vedo Davide che dorme beato con un sorriso sulle labbra.
Mi metto seduta e mi guardo intorno. È la sua camera.
"Davide sono le dieci e mezza! Siamo tutti giù! Veloce! Ti aspettiamo in hall!" grida Luca da dietro la porta. Avevamo appuntamento alle dieci con il cast...ops.
Sento i passi di Luca che si allontana.
Do un bacio leggero sulle labbra a Davide.
"Amore...devi svegliarti...io vado...ci vediamo giù in hall..." gli do un bacio e mi alzo dal letto mettendo il trench.
Lui ha il tempo di svegliarsi e di sorridermi che io esco dalla camera per andare a cambiarmi nella mia.

"Sì mamma...no...tutto bene...certo..." Davide parla al telefono con sua madre da qualche minuto, mentre tutti mangiamo qualcosa di veloce in una piazza vicino alla palestra dove stiamo provando per questi giorni.
Lo guardo dando un morso al mio panino. Lui mi guarda pure e mi sorride.
"Domani torno...non credo...ti va se porto una mia amica?...Ma no, che c'entra!...bene...allora a domani...un bacio..." chiude la telefonata e si siede sulla panchina accanto a me con aria soddisfatta.
"Ti porto a Bassano con me!" esclama prendendo il suo panino dalla busta.
È impazzito?
"Cosa?" chiedo inarcando un sopracciglio.
"A mamma fa piacere...e poi ti presento la mia famiglia...dovresti essere onorata!"
"E cosa dici ai tuoi? 'Lei è la ragazza con cui tradisco la mia fidanzata, come vanno le cose?' e cretinate varie? Scusa ma non mi sembra una buona idea..." ammetto.
"Dai...non ti fare pregare...dirò loro che sei la mia migliore amica e che avevo voglia di farti conoscere! Non vedo il problema!" mi rassicura guardando l'acqua del canale scorrere tranquilla.
"Lo vedo io il problema! La tua ragazza?"
"Giulia mi stai mettendo ansia! Smettila! Andrà tutto bene...fidati!" mi da un bacio sulla guancia e si alza raggiungendo il resto del cast. Spero solo non lo abbiano visto...anche un semplice bacio sulla guancia può essere inteso nel modo sbagliato...

===========================

Metto le ultime cose nella valigia ed esco dalla meravigliosa suite dando un'ultima occhiata dalla finsestra per ammirare il panorama magico. Sono più o meno le sei e mezza di pomeriggio e il cielo non è ancora scuro...è splendido.
Scendo nella hall dove tutti sono pronti per la partenza.
"Allora ragazzi...visto che è già il 31 agosto..." annuncia Peparini "...dal 3 settembre cominceremo a provare all'Arena di Verona e in una palestra che ci è stata messa a disposizione...sarà un mese di prove molto duro e voglio la massima collaborazione da tutti voi...perché manca poco alla prima. Va bene?" tutti acconsentiamo e usciamo dall'hotel.
"Ehi Giulia! Ti serve il passaggio per il ritorno?" mi chiede Luca stringendomi con un braccio.
"Oh...no grazie..." inizio a dire io.
"Lei viene con me non ti preoccupare! Ciao Luca!" esclama Davide raggiungendoci e tirandomi per un polso verso la sua auto.
Saliamo in macchina e ci mettiamo in viaggio verso Bassano.
"Deve smetterla o la prossima volta gli do un pugno..." mormora Davide mentre guida. Rido.
"Che ridi? Dico sul serio...mi da...fastidio..." ammette svoltando per la tangenziale.
"Sta tranquillo...sai che ti amo..." gli sorrido e gli prendo la mano addormentandomi durante il tragitto.
Davide mi sveglia dopo circa tre quarti d'ora. Ha parcheggiato vicino ad una serie di villette a schiera con dei grandi giardini e delle belle verande. Sembra quasi un quartiere americano.
Scende dalla macchina e apre uno dei cancelletti in ferro battuto. Dopo qualche minuto una donna bassina, con i capelli ricci, corti e rossi e gli occhi scuri esce fuori dal portone che da sulla verandina.
Non appena vede Davide corre verso di lui attraversando il prato in poco tempo. Abbraccia il figlio e dopo avergli detto qualche parola guarda dentro la macchina...ringrazio che i vetri siano oscurati!
Davide ride e viene verso di me aprendo la portiera.
"Giulia hai intenzione di restare qui tutta la sera? Dai scendi!" esclama.
"Ho bisogno dei miei tempi..." mi guardo allo specchietto e do una sistemata ai capelli e al trucco mentre Davide aspetta in piedi con il braccio appoggiato allo sportello dell'auto.
Dopo qualche minuto dice "Basta! Sei perfetta così! Andiamo che ti vogliono conoscere!" mi prende per un braccio e mi fa scendere di forza accompagnandomi all'entrata della casa.
Davanti a noi ci sono le scale e un muretto basso divide l'ingresso da salottino con il tavolo da pranzo già apparecchiato per la cena nonostante sia ancora presto. Sul divano sono seduti un uomo sulla cinquantina e un ragazzo quasi uguale a Davide, mentre sua madre mi viene subito incontro.
"Ciao cara! Tu sei Giulia giusto?" esclama allegramente stringendomi la mano.
"Sì...buonasera..." non ci so proprio fare in queste cose!
"Io sono Emma, la mamma di Davide! È un piacere conoscerti tesoro!" aggiunge sorridendo. Ricambio il sorriso, Davide mi prende per mano e mi porta nel salone presentandomi "Lei è Giulia...la mia migliore amica in assoluto! Loro sono mio padre Carlo e mio fratello Alessandro..."
"Buonasera..." ripeto continuando a sorridere come una povera ebete.
Loro mi guardano per qualche minuto, poi il fratello di Davide rompe il silenzio imbarazzante: "Amica?! Quindi posso provarci io? È così carina!"
Sento le mie guance arrossarsi e i muscoli di Davide contrarsi.
"È più grande di te...ed è fidanzata...quindi la tua distanza di sicurezza è di almeno cinque metri." risponde brusco.
"Va bene...rilassati fratello! Comunque è un piacere conoscerti Giulia!" il ragazzo mi fa il baciamano e scompare dietro la porta della cucina seguendo sua madre.
Davide lo guarda quasi disgustato...non ci posso credere...è geloso di suo fratello?!
Mi presento come si deve anche al padre di Davide e ci parlo per qualche minuto finché Davide non propone: "Giulia ti va se ti faccio vedere la casa e posi la valigia nella tua camera?"
"Certo!" rispondo con un po' troppo di entusiasmo forse.
Lui inizia a salire le scale e mi fa strada fino ad una camera azzurra con un letto matrimoniale, una grande porta-finestra e un bagno con la vasca.
Entro e lui con me. Chiude la porta a vetri scorrevole.
"Allora che ne pensi della mia famiglia?" chiede accarezzandomi le braccia.
"Wow...sono così simpatici!" affermo allegramente guardando la mia bella camera degli ospiti.
"La mia 'migliore amica' allora è contenta?" mi passa una mano tra i capelli e mi avvicina a lui baciandomi con dolcezza senza darmi la possibilità di rispondere.
Mi stringe i fianchi avvicinando il mio bacino al suo. Si separa dalle mie labbra e mi bacia sul collo facendomi scivolare il cardigan dalle spalle. Le sue mani scendono sulle mie cosce e mi sento sollevare da terra.
"Davide..." dico cercando di allontanare la sua bocca dalla mia.
"Giulia..." mi fa il verso e sedendomi sul comò fa cadere qualche foto.
"Questo tuo insistere è una ricerca di conferma della tua virilità? Mi dispiace che tu sia così insicuro..." mi libero dalla sua presa e salto giù dal mobile rimettendomi il cardigan e sistemando i capelli.
"Sei...sei...bugiarda e...tu...sei..." si lamenta.
"Sono fantastica! Sì Davide ti amo anche io!" esclamo senza dargli il tempo di finire la frase. Lo bacio velocemente sulle labbra e suonano alla porta. Dopo qualche secondo la madre di Davide urla "Davide scendi! Veloce!"
Lui fa quello che gli viene detto e mi fa segno di seguirlo.
Ha il tempo di arrivare al terzultimo gradino prima che una ragazza mora, liscia e con il viso scarno gridi "Dadinooo! Orsacchiotto da quanto tempo! Come sta il mio patatino?" abbraccia Davide e lo bacia con violenza punzecchiandolo con un dito mentre parla.
Wow...potrei vomitare...qual è il suo problema? Non può parlare come il resto delle persone normali?
"Ma hai portato la tua amica? Presentamela no? Dai tesorino non far fare tutto a me!" esclama la ragazza con una risata che fa paura.
Scendo gli ultimi scalini e le stringo la mano.
"Questa è Sara la mia...fidanzata..." mi guarda con aria afflitta mentre lo dice "...e lei è Giulia, una mia collega..." io e Sara ci stringiamo le mani.
Le rivolgo un sorriso più finto di una Barbie e lei ricambia.
"Ragazzi venite a mangiare! È pronto!" ci richiama la signora Merlini e tutti ci dirigiamo in cucina.

Mi siedo sul letto della mia camera degli ospiti e mi passo una mano tra i capelli.
Che serata...
Quella ragazza attaccata a Davide come una cozza per l'intera cena e io messa tra lei e il fratello di Davide. Sul bilico di un esaurimento nervoso ho mangiato il primo e metà del secondo prima di essere assalita dal senso di nausea che mi da sentire parlare Sara in quel modo e Davide che la imita come uno stupido.
Ma la ciliegina sulla torta è che lei resta qui stanotte...bellissimo...
Mi alzo e sistemo le foto che Davide aveva fatto cadere prima dell'arrivo dell'ochetta. Ne prendo una e la guardo. Davide da piccolo mentre corre nel giardino della villetta. Riccio, con gli occhi grandi e scuri e un gran sorriso sul volto.
Se mai un giorno dovessi avere un figlio, e spero tra molto molto tempo, dato che il progetto "figli" è compreso dopo un matrimonio e dopo essermi goduta la mia vita a pieno, lo vorrei bello come lui. È sempre stato bello. Un'altra sua, a qualche giorno dalla nascita...una meraviglia...
La prendo e la metto sul comodino vicino al mio letto, così se mi dovessi svegliare durante la notte posso guardarlo.
Mi spoglio e indosso l'abito di raso bianco di Venezia, prima di sdraiarmi sotto il lenzuolo.
"Dai amorino! Smettila! Fammi cambiare!" sento la voce di Sara dalla camera di Davide attaccata alla mia. Se prima c'era una possibilità che non riuscissi a dormire, ora è sicuro.
Mi metto di fianco cercando di pensare ad altro.
"Che fai cucciolo? No no il solletico no!"
Non riesco ad immaginare cosa stia succedendo...non voglio.
Mi alzo di nuovo e prendo le cuffie con il telefono. La musica in questi casi è la soluzione migliore.
Ho trenta secondi di pace prima che la mia porta si apra e Sara entri nella camera. Spengo la musica e tolgo gli auricolari "Dimmi..."
"Scusa Giorgia..." inizia lei.
"Mi chiamo Giulia..." la correggo irritata. È la quinta volta che mi chiama così.
"Sì va bene...comunque hai un elastico?" chiede tirandosi su i capelli e tenendoli con la mano.
Grazie per la dimostrazione...non avrei capito che cosa ti serviva se non mi avessi fatto questo spettacolino!
"Sì...te lo prendo..." scendo giù dal letto e mi dirigo in bagno per prenderlo nel mio beauty.
Torno nella camera da letto e vedo lei e Davide che si baciano appoggiati allo stipite della porta. Sbatto il braccio contro la porta semiaperta del bagno e l'elastico mi cade per terra.
Quanto fa male vedere queste scene...quanto vorrei essere io quella ragazza in questo momento...
Lui la allontana subito e io mi abbasso per riprendere l'elastico. Sento lo sguardo di Davide fisso su di me e...
"Davide!" strilla Sara dandogli una gomitata.
"Eh?" chiede lui continuando a fissarmi. Il pizzo mi copre fino a metà delle cosce e ho solo delle bretelle sottili che mi coprono. So bene come farlo impazzire. Cosa che lei sicuramente non sa fare...con quel pigiama e quel modo di fare.
"Che cosa stai facendo?" lo rimprovera lei.
"Niente...andiamo...notte Giulia..." risponde. Escono dalla camera e lui mi lancia un ultimo sguardo prima che io richiuda la porta.
Mi rimetto a letto e alzo il volume della musica per evitare di sentire qualsiasi rumore. Ma purtroppo la mente va per i fatti suoi...
Cosa sta facendo Davide?
Con lei...perché non con me? Perché deve esserci un'altra ragazza? E perché io devo avere un altro ragazzo?
Mi sono illusa di essere unica in questi giorni a Venezia...ma mi sbagliavo e continuo a sbagliarmi ogni volta che penso che noi siamo una coppia.
C'è poco da fare arrivati a questo punto...io e Davide siamo due stupidi amanti che non si lascerebbero mai, ma sono costretti a farlo...
Il telefono vibra e vedo la notifica di whatsapp. Tolgo gli auricolari e li poggio sul cuscino accanto a me.
"Buonanotte tesoro, mi manchi..." è Edoardo. Ci voleva proprio un suo messaggio in questo momento...come se non fossi già abbastanza confusa per i fatti miei.
"Notte anche a te...mi manchi." è più facile dire le bugie con un messaggio.
Non mi manca nemmeno un po'...l'unico che mi manca è Davide pur essendo nella camera attaccata alla mia. Ma non è con me. È con la sua fidanzata.
Blocco il telefono e lo poso sul comodino prima di appoggiare la testa al cuscino cercando di prendere sonno.
Passano due minuti e l'IPhone si illumina di nuovo. Lo riprendo. È Davide.
"È un'inguaribile follia saperti solo mia..." gli piace scrivermi frasi di canzoni.
Subito dopo scrive "Notte, dormi bene...a domani!"
Quanto meno non sta facendo niente...e sicuramente Sara non sarà attaccata a lui. Magari starà già dormendo...stupida ragazza...come si fa ad essere così? Non fa niente per lui...si veste che sembra mia mamma ed è tutto a parte provocante!
Non mi stupirei al posto di Sara se lui la tradisse. Cosa che fa tra l'altro.
Non rispondo al messaggio e rimango ancora un po' su whatsapp...lui è online sa che lo sono anche io...per uno strano motivo voglio che soffra un po'...
"Notte anche a te!" rispondo alla fine. Non riesco ad essere arrabbiata con lui, soprattutto se non ne ho motivo.
"Vorrei essere lì da te in questo momento..." scrive lui.
Non so cosa rispondere, Il suo "online" diventa un "ultimo accesso" e dopo meno di un minuto la mia porta si apre.
"Non ti ho dato il bacio della buonanotte..." dice subito dopo aver richiuso. Sorrido e mi metto seduta allargando le braccia.
Viene verso di me e mi bacia con dolcezza facendomi sdraiare un'altra volta. Mi accarezza lentamente e quando ci separiamo, mi guarda qualche secondo prima di stamparmi un altro bacio e uscire.
Sorrido e poggio la testa al cuscino.
Chiudo gli occhi e dopo qualche minuto sto già dormendo. Solo lui riesce a farmi quest'effetto. Riesce a calmarmi e a rassicurarmi. Sempre. Anche con un semplice bacio.

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Capitolo 14
*** Una bugia tira l'altra ***


CAPITOLO 14-Una bugia tira l'altra (Davide)
Mattina. I miei occhi faticano ad aprirsi ma quando lo fanno la luce del sole non è d'aiuto. Mi alzo e barcollando mi avvicino alla finestra. Voglio chiudere le tende e tornare a dormire ma ciò che vedo non fa che svegliarmi ulteriormente.
Bassano al mattino è incantevole. È un piccolo paese e...solo i paesi sanno essere così speciali in così piccole cose. Casa mia si affaccia su un parco giochi dove andavo spesso da piccolo. C'è una vecchia altalena ormai arrugginita proprio al centro. È lì che stavo la maggior parte del tempo. A dondolare avanti e indietro. Volevo volare! E una volta ci sono anche riuscito...ma le conseguenze non sono state piacevoli...non auguro a nessuno di cadere da cinque metri di altezza a sette anni...
Alla destra dell'altalena c'è un grande scivolo giallo. Quand'ero bambino le ragazzine si riunivano lì e commentavano ognuno di noi. E io stavo lì a dondolare sperando che qualcuna mi giudicasse positivamente. È anche il luogo dove io e Sara ci siamo dati il nostro primo bacio. Avevo diciassette anni. Le avevo promesso di amarla per sempre. Le avevo detto che era unica. La mia Lei. E l'avevo baciata.
Mi volto e la vedo sdraiata sul mio letto avvolta nelle lenzuola. Penso subito a Giulia. A lei avvolta nelle mie lenzuola...a lei con me su quello scivolo giallo...
Ma che sto facendo...?
Così non farò altro che farle soffrire...entrambe...
Chiudo le tende e do un bacio sulla guancia a Sara. Esco e chiudo la porta. Mi appoggio spalle al muro e ripenso a ciò che ho appena fatto.
Non era amore quel bacio.
Non era pietà.
Era affetto.
Stiamo insieme da sei anni.
Per quanto adesso possa essermi indifferente, ho molti ricordi legati a lei. Bei ricordi. Resterà comunque un capitolo della mia vita. Non posso farle soffrire...
Devo chiudere questa faccenda!

Sento l'odore di krapfen appena sfornati venire da sotto. Scendo le scale e mi fiondo in cucina.
"Buongiorno!"
Giulia è seduta al tavolo. Indossa una piumino leggero blu e si intravede il collo di una maglia grigia.
Fuori fa abbastanza freddo di mattina anche in estate...ma perché tenerlo in casa?
"Davide!.." esclama mia madre raggiungendoci dall'angolo cucina "...Buongiorno tesoro! Vieni su...la tua amica stamattina si è alzata presto ed è andata a comprare questi!..." esclama avvicinandomi un vassoio con una decina di krapfen alla crema "...Sono i tuoi preferiti vero? Chissà come faceva a saperlo!"
Mi siedo vicino a Giulia e lei mi sorride.
"Ho avuto fortuna..." dice poi e io le sorrido a mia volta prendendo una brioches.
Una volta le ho detto che era il mio dolce preferito e scherzando che quando l'avrei sposata li avremmo comprati tutte le mattine.
Se n'è ricordata...
"Che ragazza d'oro! " esclama un'ultima volta mia madre sedendosi accanto a me con la sua tazza di tè caldo.
"Già...fantastica..."
Alzo lo sguardo. Sara è in piedi all'entrata della cucina con le braccia incrociate e un espressione innervosita. Gli occhi ridotti a due fessure. Indossa ancora il pigiama.
"Oh, buongiorno cara!.." esclama mia madre "...perché non ti siedi con noi?" aggiunge indicando la sedia proprio difronte Giulia.
Lei si siede lentamente mantenendo la stessa espressione e fissando me e Giulia con aria assassina. "Sara...ho preso i krapfen.." inizia Giulia "..sono qui se vuo.."
"No grazie!" la interrompe Sara. Si versa del latte nella tazza e aggiunge non so quanti cucchiaini di zucchero. Anche a me piacciono le cose dolci...ma così è troppo!
"Fanno ingrassare..." aggiunge poi "...preferisco questi..." dice prendendo un pacco di biscotti al burro e cioccolato.
"Veramente...questi sono integrali...non pesano niente..." risponde Giulia guardando mia madre, anche se è chiaro che è rivolta a Sara "..quei biscotti invece...contengono più burro di un supermercato...io mi asterrei da quelli se fossi in te...Quelli sì che ingrassano..."
"Grazie.." sbotta Sara "..tesoro...Ma a questo punto credo sia meglio che ognuno mangi quello vuole...Io ho i miei biscotti e tu...i tuoi krapfen..."
"Oh ma non sono per me!.." risponde Giulia "..li ho presi per Davide, li adora! In albergo non prendeva altro a colazione..." dice mettendomi una mano sul ginocchio. Rabbrividisco. Ringrazio che Sara non ci veda o saremmo entrambi già morti. Mia madre è troppo occupata a seguire la conversione da accorgersi della perdita di autocontrollo di Giulia.
Non dico niente. Non so che voce potrebbe venirmi fuori in questo momento...
"Io prendo solo una tazza di tè verde come Emma...è dietetico..." dice Giulia con un sorriso vittorioso. La sua mano continua ad accarezzarmi il ginocchio. Poi la coscia. E sono costretto ad allontanarla prima che perda del tutto il controllo.
Quando la mia mano incontra la sua, le sue dita si stringono con le mie in una stretta sotto il tavolo.
Lontano da occhi indiscreti. Dove il nostro amore può amare ed essere amato.

Finiamo di fare colazione e Sara si alza senza dire niente, né a me né agli altri e risale in camera. Mio fratello non ha fatto colazione con noi. Si è alzato presto e adesso è fuori con degli amici e mio padre a lavoro.
"Vado a buttare la spazzatura ragazzi..." dice mia madre chiudendo un grande sacco nero.
"Oh lascia mamma...faccio io..." dico alzandomi e prendendo il sacco "...Giulia vieni con me?"
Lei annuisce e mi segue fuori casa.
Non mi sono cambiato. Per fortuna il mio pigiama sembra una tuta e comunque indosso il giubottino estivo. L'unica cosa strana potrebbero essere le pantofole ma...non ci farebbe caso nessuno...
Fa davvero freddo...penso alle giornate estive di qualche anno fa passate con addosso le felpe...
Una cosa che non mi manca di questo paese è il freddo. A Roma fa sempre caldo, quindi bermuda, canottiere, occhiali da sole...qui solo sciarpe, cappelli e cappotti! Anche i primi giorni di Settembre!
Il cassonetto della spazzatura è dall'altro lato della strada, sotto un grande albero dalle foglie verdi, di cui alcune sono sparse sull'asfalto.
Giulia accanto a me si sfrega le mani una con l'altra per riscaldarle.
"Simpatica la tua ragazza..." dice mentre attraversiamo.
"Lo so...non è il massimo...è gelosa!" rispondo gettando il sacco nero nel cassonetto. "Gelosa? È pazza! Le avevo semplicemente offerto una brioches che mi ha dato della grassona!" esclama sgranando gli occhi.
"Non è vero! Ha detto che i krapfen fanno ingrassare..." rispondo.
"Sai Davide...devi imparare a capire i messaggi nascosti lanciati dalle donne..."
"Mi insegni tu?" chiedo sorridendo chinandomi su di lei.
"Davide...i tuoi sono nella casa difronte! Non ci vuole niente ad affacciarsi e scoprirci!" protesta guardando la finestra della mia camera.
"Ehi..." sussurro posandole un dito sotto il mento e voltandola verso di me "...non staremo per sempre nell'ombra..."
Lei sorride e poggia le labbra sulle mie. È un bacio veloce ma intenso, leggero e delicato.
È un bacio di Giulia.
"Sai Merlini..." dice mentre torniamo a casa "...potrei non riconoscerti più se mi sorprendi con altre frasi del genere..."
"Ah sì?" chiedo ridendo.
"Sì sì."

"Sara...dobbiamo parlare.." Ho promesso a Giulia che avrei sistemato tutto. E così farò.
"Dimmi cucciolino.." mi risponde prendendomi le mani e abbracciandomi.
"È...importante...che tu mi ascolti..." dico. Sto divagando...la verità è che sono un vigliacco! Critico Giulia per Edoardo...quando neanche io ho il coraggio di lasciare Sara...
"Dimmi tutto!" esclama sedendosi sul letto.
Giulia è nella stanza accanto a fare le valigie. Non voglio che ci senta. Voglio essere solo a sbrigare questa cosa. Solo io e Sara.
"Ascolta..." dico sedendomi accanto a lei. Le prendo le mani "...è importante...che tu sappia che io.."
La guardo.
Sembra una bambina. Una bambina che aspetta ansiosa il voto di un insegnante.
E io sono quell'insegnante cattivo che sta per darle un insufficienza.
Non voglio essere quel mostro che rovinerá la bambina...
Non ancora...
"Io...ti amo..ti amo da morire..." dico alla fine. Lei sorride, mi da un bacio veloce e mi abbraccia. La bambina è contenta del suo buon voto non meritato...
E invece la mia bambina? La piccola Giulia cosa avrà? Solo un'altra bugia... Perdonami amore mio...sono un vigliacco...un vigliacco innamorato di te...

Sono le sei di pomeriggio e dobbiamo già ripartire. Sono stato solo due pochi giorni con i miei ma sono meglio di niente...
"Tesoro ma non potete partire domani? Vi accompagna papà! " esclama mia mamma abbracciandomi.
"No mamma...vorrei ma...domani alle nove dobbiamo essere a teatro ed è meglio partire adesso...una bella dormita...e poi prove prove prove..." rispondo sorridendo e ricambiando l'abbraccio.
Lei mi da un bacio sulla testa e si allontana da me rivolgendosi a Giulia.
"Arrivederci Signora! È stato un vero piacere!" esclama Giulia porgendole la mano.
"Piacere mio, cara...ma quanto è dolce questa ragazza!" esclama lei abbracciandola. A volte mamma è molto...espansiva.
Salutiamo mio padre e mio fratello che fa ancora il don Giovanni con Giulia.
Patetico!
"Ciao Sara!" dico allargando le braccia e lei mi stringe forte sussurrandomi:"Ci vediamo presto patatino mio..." in modo che nessuno ci senta. Sa che odio questi nomignoli...perché li usa!?
"È stato un piacere Sara!" esclama Giulia porgendole la mano.
La tensione che c'è tra loro è percepibile a distanza.
"Anche per me...Giorgia.." risponde Sara. Lo ha fatto apposta! Si capisce!
Giulia non si scompone ma sorride semplicemente. Ha un sorisso maligno dipinto su quelle labbra perfette. "Sempre Giulia..." dice dopo un pò sciogliendo la presa. Mi si avvicina ed entra in macchina accanto a me.
Alzo i finestrini e accendo la radio. Un ultimo saluto e l'auto parte.
È tutto passato ormai...Sara, la mia bugia...
Destinazione Verona.
Quel che è fatto è fatto...

"Allora...le hai parlato?" mi chiede Giulia quando entriamo in autostrada.
"Sì.." rispondo senza guardarla.
"Quindi le hai detto di noi..?" Annuisco. La vedo sorridere con la coda dell'occhio.
"L'hai lasciata!" più che domandarmelo lo esclama.
"Sì.." mento continuando a guardare la strada.
"Bhe...non l'ha presa male..." dice con voce più rilassata "...ottimo!"
Già...ottimo...
La sua mano scivola sulla mia stringendola tra le dita.
La stringo anch'io accarezzandole il palmo.
La sua pelle morbida.
Il suo tocco delicato.
La sensualità che mi trasmette in ogni movimento.
Amo tutto di lei...ma lei non lo sa davvero...e neanche Sara...

Dopo un'ora e mezza circa, vedo la segnaletica indicare l'entrata a Verona. Imposto sul navigatore la via che mi è stata data da David Zard..
"Via Corticella Leoni" e vedo che le strade alternative sono troppe. Meglio prendere la principale.
Non immaginavo che arrivare in hotel fosse così complicato...svolto tantissime traverse e mi ritrovo sempre al punto di partenza.
"Davide mi sta venendo l'esaurimento nervoso!" esclama Giulia dopo un po'.
"Non è colpa mia...mi sto confondendo tra tutte queste strade..." mi lamento.
"Ti dispiace se guido io?" la guardo confuso...non l'ho mai vista guidare e non amo che qualcuno si metta al volante della mia macchina.
Guardo di nuovo la strada e poi l'orologio.
Sono le otto meno dieci...è parecchio tardi...
"E va bene...vediamo se riesci a non perderti!" acconsento alla fine accostando vicino ad un marciapiede. Lei batte le mani con un gran sorriso e scende dalla macchina per fare cambio di posto con me.
Si siede dal lato del conducente iniziando a spostare avanti il sedile e a cambiare l'altezza. Dovrò rimettere tutto apposto dopo...
"Bene...ora arriveremo all'hotel senza problemi!" esclama soddisfatta. Mette in moto e parte.
Ho sempre odiato vedere Sara guidare la mia auto...ma vedere Giulia è diverso.
È sicura di sé e rilassata, al contrario di lei che è sempre stata spaventata e insicura.
La guardo sorridendo.
"Che c'è?" mi chiede senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"Sei meravigliosa...anche quando guidi!"
"Smettila!" esclama ridendo.
Svolta l'angolo a destra e continua ad andare dritto, fin quando non vedo il grande palazzo dell'hotel davanti a noi.
Non ci posso credere...nel giro di dieci minuti e riuscita ad arrivarci!
"Hotel Antica Porta Leona? Giusto?" mi guarda in attesa di una risposta.
"Già..." rispondo incredulo.
"Benissimo! Siamo arrivati!" mi rivolge un sorriso vittorioso, parcheggia lì accanto e scende dall'auto per prendere le sue valige.
Faccio lo stesso seguendola dentro l'albergo. La reception è già accogliente con i suoi colori bianchi e neri e un caminetto naturalmente spento.
Due archi e tre scalini in marmo bianco la separano dalla hall con dei bellissimi divanetti in pelle.
Non c'è da stupirsi che sia a quattro stelle.
"Siete la signorina Luzi?"
sento una voce maschile rivolgersi a Giulia e mi volto verso di lei che sta già prendendo la chiave della camera.
"Sì sono io..." risponde lei.
"Con lei c'è il anche il signor Merlini?" chiede ancora.
"Sono io..." esclamo avvicinandomi a loro.
"Il signor Zard mi ha raccomandato di dirvi che si sono già diretti al ristorante e di raggiungerli, questo è l'indirizzo..." mi porge un biglietto da visita e continua "...mi ha anche chiesto di darvi le camere migliori ed è stato ovviamente accontentato...per la signorina Luzi la 'Juniorsuite Otello' al secondo piano..." porge delle chiavi con una targa lilla a Giulia "...per il signor Merlini la 'Juniorsuite Aida' stesso piano della signorina..." a me da delle chiavi azzurre.
"Grazie, gentilissimo..." ringrazia Giulia. Faccio lo stesso e ci dirigiamo all'ascensore.
Arriviamo al secondo piano e cerchiamo le rispettive camere.
Sono una difronte all'altra...ottimo!
Entro nella mia. È bellissima.
Le pareti sono color carta da zucchero e le decorazioni dorate. Su una parete della camera da letto, in alto in caratteri corsivi c'è scritto "Celeste Aida, forma divina, mistico serto di luce fior, del mio pensiero tu sei regina, tu di mia vita sei lo splendor."
Mi viene subito da pensare a Giulia.
Distolgo lo sguardo e poso la valigia prima di andare a fare una doccia e cambiarmi.

Indosso una camicia bianca e dei pantaloni blu. Sistemo i capelli e vado a bussare alla camera di Giulia.
Apre dopo circa un minuto.
Ha addosso il telo della doccia e i capelli bagnati le ricadono mossi sulle spalle nude.
"Che ci fai qui?" chiede sgranando gli occhi.
"Giulia sono quasi le nove! Secondo te cosa ci faccio qui?!" esclamo senza trattenermi dal ridere.
"Ah...ma io non so cosa mettermi e poi devo ancora asciugarmi i capelli...facciamo così...tu siediti sul mio divano e aspetta che mi preparo più velocemente possibile!" si chiude in bagno e sento il rumore insopportabile del phon.
Vado nella sua camera da letto.
È lussuosissima. Il letto è nero con delle lenzuola viola come le tende e il divano. Le pareti lilla e come nella mia camera anche sulla sua c'è una frase.
"...ma una volta spenta la tua luce, o modello perfetto della perfetta natura, io non so dove posso trovare la prometeica scintilla che riaccenderebbe la tua luce."
Carina...sembrano fatte per noi queste frasi!
Mi siedo sul divano e aspetto.
"Davide!..." mi sento chiamare dal bagno "...potresti portarmi la spazzola per favore? È nella mia valigia!"
"Certo." rispondo. Mi alzo e apro la valigia poggiata sulla panca.
La prima cosa che vedo sono tutti i suoi completi intimi in pizzo e raso di tutti i colori.
Nella mia mente si formano tantissimi pensieri che sono costretto a ricacciare via.
Inizio a cercare la spazzola tra i suoi vestiti e mi accorgo di quanto usi il pizzo...e di quanto siano provocanti le cose che indossa.
"Qualche problema?" mi volto di scatto e la vedo in piedi davanti a me. I capelli sono quasi asciutti e indossa ancora il telo.
"No..." rispondo sorridendo.
"Meglio così..." sorride anche lei. Si avvicina e mi da un bacio sulle labbra.
"Stavo pensando..." inizia a dire accarezzandomi il petto "...ormai è tardi..." mi da un altro bacio "...che ci andiamo a fare a quella cena?"
Non ci vuole molto per capire le sue intenzioni e io non sono contrario...
"Mmh...sai che stavo pensando la stessa cosa..." sussurro io contro il suo collo.
"Io pensavo di...festeggiare...sai...tu hai lasciato Sara..."
Il sangue nelle mie vene si gela e in un attimo mi sento la persona peggiore del mondo...non posso lasciare che accada...non posso farla soffrire così tanto...e soprattutto non posso mentirle in questo modo...
Inizia a sbottonarmi la camicia e mi bacia lentamente.
Per quanto possa provarci...non riesco a resistere a lei...
Si libera della mia camicia e dei miei pantaloni continuando a baciarmi con dolcezza.
"Sai che ti amo tanto?" mi dice separandosi da me.
"Anche io...tanto..." lo penso davvero. Non ho mai amato nessuno quanto amo lei, ma purtroppo le sto mentendo. Affondo una mano tra i suoi riccioli umidi e rispondo al suo bacio.
È inutile logorarmi dentro ormai...tanto vale amarla e renderla felice per quanto mi è possibile...senza sensi di colpa...solo amore.
La spingo con delicatezza verso il letto e faccio cadere il suo telo per terra.
Si allontana da me e mi sorride.
Si sdraia e io con lei. Mi accarezza il viso con delicatezza. La guardo negli occhi. I suoi meravigliosi occhi castani. È felice. È serena. E io ne sono la causa.
Le do un bacio intenso sulle labbra per poi ritornare a guardarla. Le passo una mano sulla guancia...la sua pelle morbida a contatto con la mia...
Mi sorride una volta ancora e sbatte le palpebre prima di fissare di nuovo i suoi occhi nei miei.
Quanto è bella...
Perfetta...
Spegne l'abat jour e l'unica fonte di luce è quella della strada che entra dalla finestra.
Nonostante ci sia quasi buio non faccio fatica a vedere il suo volto e la sua ombra.
È un susseguirsi di baci e carezze. Di sguardi e sorrisi. Mentre lei fa scorrere le sue dita sulle mie braccia e io la bacio, con delicatezza elimino tutte le distanze tra noi. Lei chiude gli occhi e li riapre rivolgendomi un dolce sorriso.
Non avevo mai fatto caso a quanto sia bello vederla così felice mentre sta con me...a quanto sia bello accarezzare le sue guance morbide...sfiorare le sue labbra con le mie...
È la prima volta in tutta la mia vita che provo qualcosa del genere...
La nostra storia è iniziata in una metropolitana, mentre lei andava a scuola e io ero appena arrivato a Roma per fare il provino che mi ha portato ad essere il suo Romeo...chi avrebbe mai detto che saremmo finiti così?
La sera in cui l'ho portata a cena non avevo immaginato che la serata avrebbe preso quella piega...e la mattina quando mi sono ritrovato nel suo letto ho pensato che non sarebbe successo mai più e che quella notte era stata solo un piccolo errore nato da una semplice sbornia.
Ma quando lei mi ha detto quelle cose ho capito subito che quella ragazzina era destinata ad entrare nella mia vita e a farne parte...anche solo come distrazione...come "passatempo"...non mi potevo innamorare di lei...e invece é successo e ora sono qui che la guardo sorridere su un letto dalle lenzuola viola, al buio. Il mio corpo contro il suo e il suo contro il mio.
È qui che mi sta regalando le emozioni più belle della mia vita...che mi fa provare sentimenti prima sconosciuti...che mi regala la notte più bella della mia vita e per la prima volta capisco davvero l'espressione "fare l'amore"...l'amore non viene fuori da nulla, non capita, non lo scegli...l'amore lo costruisci nonostante le difficoltà...l'amore lo fai tu. Tu e la persona che, pur avendola considerata un'affidabile distrazione, ami.
L'amore io, l'ho fatto solo con Giulia.

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Capitolo 15
*** Ritardi ***


CAPITOLO 15-Ritardi (Giulia )
"Giulia Giulia!"
Apro gli occhi. Sono in un morbido letto dalle lenzuola bianche. Sola. La stanza attorno a me è buia. Solo un punto della stanza è illuminato dalla luce che entra dalla finestra. Un cerchio concentrico proprio ai piedi del letto.
Indosso il mio vestito di raso bianco. Strano.
Non sembra la mia camera...
Mi metto seduta facendo per scendere dal letto quando una figura esce dall'ombra occupando il cerchio di luce.
"Davide!" esclamo. Sorrido. Lui anche.
È un sorriso diverso.
Non gli appartiene.
Un altra figura lo affianca e non mi da il tempo di raggiungerlo che il mio cuore fa un balzo per la paura.
È Edoardo.
Che ci fa qui? Nella mia camera? Con Davide!
Sorride anche lui.
Lo stesso sorriso di Davide.
È un sorriso finto.
Cerco di chiedere che ci fa qui, ma la mia voce non vuole uscire.
Si avvicinano entrambi e mi porgono la mano.
Hanno movimenti meccanici. Fanno le stesse indentiche cose.
Provo ad alzarmi ma non ci riesco. Sento un peso sul petto che mi tiene incollata al materasso.
"Giulia..." dicono insieme.
Sgrano gli occhi. Ho paura.
"Scegli." dicono ancora.
Scegliere?
"Scegli."
Dovrei scegliere tra loro due?
"Scegli."
Guardo Davide. I suoi occhi brillano alla luce del sole. Mi tende la mano.
Quelle mani che mi hanno sfiorato così tante volte.
Che mi conoscono benissimo ormai.
"Scegli."
Guardo Edoardo. I suoi riccioli castani gli ricadono sul viso. Ha gli occhi lucidi. Non so come faccio a odiarlo...
"Scegli."
Non posso segliere.
Non ce la faccio.
Scuoto la testa.
"Scegli." ripetono ancora alzando la voce.
"No!" dico. Volevo gridarlo ma dalla mia bocca è uscito solo un sussurro.
"No!!" mi sento solo io.
"Scegli!"
"Noo!!"

"Giulia!!"
Apro gli occhi. Sono nella mia camera. Completamente illuminata. Era un incubo.
Respiro pesantemente. Mi volto. Accanto a me Davide mi guarda con occhi spaventati.
"Giulia..." ripete "...amore stai bene?"
"S..sì.." rispondo spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Mi trema la voce.
"Hai urlato...brutto sogno?" mi chiede accarezzandomi la guancia.
Annuisco.
"Ma...ora sto bene tranquillo..." aggiungo.
Sorride.
Questo è il suo vero sorriso.
Ripenso al mio incubo. A lui che non mi ascolta. Che mi costringe a scegliere.
Che lo pensi davvero?
"Davide..." sussurro. Sono nuda sotto le coperte lilla. Le mie gambe incastrate alle sue. La sua mano mi accarezza ancora la guancia. Ho la testa sprofondata nel morbido cuscino.
"...io ti amo..lo sai, vero?"
"Certo..." risponde sorridendo. Si china su di me e mi bacia. Si allontana quanto basta per guardarmi negli occhi un secondo per poi tornare sulle mie labbra.
Il bacio si fa sempre più passionale. Le sue mani scendono dal mio viso seguendo le curve del mio corpo sotto le lenzuola.
È difficile resistergli...
Gli accarezzo il petto scolpito segnando con le dita ogni solco dei suoi addominali.
Sento le sue labbra allontanarsi dalle mie e mi morde un labbro prima di lasciarle del tutto.
"Sei invitante ragazzina..." sussurra "...ma proprio non si può..."
Detto questo si alza e fa per indossare i pantaloni.

"Giulia! Giulia!" mi sento chiamare da fuori la porta. È una voce femminile. È Silvia.
"Sì?" rispondo alzandomi e trascinando le lenzuola con me.
"Giulia tesoro, posso?" chiede.
"No!" rispondo con troppa fretta "...cioè no...sono...appena uscita dalla doccia...Dimmi. Che c'è?"
"Ti aspettiamo giù per la colazione. Sono già le dieci!..." risponde "...A te e a Davide. Lo hai visto?"
"No..." rispondo. Certo...non l'ho visto...
"Perché in camera sua non c'è...Comunque lo sta cercando Luca...Allora io scendo...Ti aspettiamo giù!" esclama e sento i suoi passi farsi sempre più lontani.
Guardo Davide. Si è solo infilato i pantaloni!
"Davide!! Ma ti muovi!!" esclamo cercando di non farmi sentire.
"Devo prendere la camicia..." dice mentre lo spingo letteralmente fuori dalla stanza. Sbuffo e lui prende la camicia spiegazzata sulla poltrona prima di essere chiuso fuori dalla camera.
Sospiro. Per un pelo. Non ho il tempo di indossare qualcosa che bussano ripetutamente alla mia camera.
"Sì?" chiedo con voce irritata.
"Giulia! Giulia apri ti prego!" sussurra una voce dall'altro lato della porta. È Davide.
"Davide?" chiedo appoggiando l'orecchio alla porta.
"Sì sì! Adesso apri per favore! Ho preso la tua camicia!Ce l'ho addosso!"
Non riesco a non ridere! L'immagine di Davide con la mia camicia addosso è esilarante.
"Davide!" un altra voce si aggiunge alle nostre. Una voce calma e roca.
È...la voce di...David! David Zard!
"Davide...finalmente ti ho trovato!" esclama.
"Si..." risponde Davide.
"Che fai qui ragazzo?"
"Ero venuto a chiamare Giulia..."
"Oh tranquillo ci ha già pensando Silvia! Su andiamo....Che camicia...particolare! " dice e sento i loro passi allontanarsi.
Pagherei per vedere questa scena
. Quando riesco a smettere di ridere mi avvicino alla valigia per scegliere i vestiti. La camicia di Davide è per terra accanto ad essa. Lui deve aver preso la camicia bianca che indossavo ieri e avevo lasciato sulla sedia.
Non riesco a smettere di sorridere mentre mi vesto pensando alla faccia di Davide e a lui con la mia camicia.
Non vedo l'ora di vederlo!

Arrivo in sala da pranzo e trovo tutti seduti con le tazze di latte o caffè già vuote.
Quando mi vedono parte un coro di "finalmente" e "era ora" accompagnato da varie risate. Prendo posto accanto a Gianluca e vedo Davide avvicinarsi con una tazza in mano.
Non posso non ridere.
La mia camicia gli sta aderentissima e le maniche sono molto più corte di quanto dovrebbero. Inoltre gli mancano i primi quattro bottoni. Sto per morire.
"Davide..." è l'unica cosa che riesco a dire.
Lui mi guarda storto e si siede difronte a me, accanto a Luca. Quest'ultimo lo squarda sgranando gli occhi.
"Amico...hai sbagliato con la lavatrice...o devo preoccuparmi riguardo la tua identità sessuale..." chiede.
Chiunque lo abbia sentito non può fare a meno di ridere. Tranne Davide che cerca inutilmente di abbassare le maniche.
"È...la camicia della mia fidanzata...Devo averla messa per sbaglio nella mia valigia quand'ero a Bassano e...stamattina ho sbagliato a indossarla...ero di fretta..." mente.
Sorrido. Sorrido perché so la verità.
Finiamo il nostro cappuccino e ci alziamo lasciando l'albergo per andare a provare in palestra.
"Bella scusa..." sussurro a Davide sorridendo mentre usciamo dalla sala da pranzo.
"Ah ah! Non sopporto più questa camicia...è...troppo...aderente..." risponde tirando le maniche.
"Ehi! Trattala bene! È Gucci!" ribatto.
"Andiamo a provare vah..." risponde sospirando.
E io lo seguo.


"Se ti vedono ti uccidono!"
"C'è più pericolo nei tuoi occhi, che in venti delle loro spade!"
Davide corre verso di me prendendomi le mani. E sempre strano essere così intimi quando non siamo soli.
"Guardami con dolcezza...e io sarò al sicuro da ogni nemico..."
Non ho il tempo di arrivare alle sue labbra che...
"STOOP!"
Peparini ci si avvicina: "Ottimo ragazzi! Va sempre meglio! Bene...per oggi basta così...tutti a dormire!" esclama.
Piano piano tutti escono dal teatro. Finché restiamo solo io, Davide, Giuliano e Veronica.
Proviamo tutto il giorno da due settimane ormai. Non ci vuole tanto a convincerci ad andare a riposare...

"Giuliano...io resto ancora un pò...voglio provare un'altra volta qualche scena..." dico.

...ma nonostante questo se non sono sicura di una cosa...io non me ne vado!
"Okay...allora Davide resta con te per darti una mano...e poi non voglio che torni sola..." risponde "...io e Veronica andiamo!"
Lo saluto con la mano mentre si allontana.
Adesso siamo solo io e Davide.
"Bene!.." esclamo leggendo il copione. Sento gli occhi di Davide puntati su di me "..allora cominciamo con...il ballo...vorrei migliorare sul nostro incontro.." mi sembra di parlare sola "..okay allora...cominciamo!"
Non ho il tempo di schiarirmi la voce che Davide mi si avvicina prendendomi per i fianchi. Stringe il mio bacino contro il suo.
Sorride. Ha gli occhi socchiusi.
"E se...andassimo direttamente...al Canto dell'Allodola...lo preferirei.." sussurra al mio orecchio sfiorandomi il collo con le labbra.
"Davide..." lo richiamo cercando di allontanarmi. Ma lui mi toglie il copione dalle mani e lo lascia cadere sul pavimento.
Le sue mani scendono sempre di più lungo il mio corpo e io gliele prendo nelle mie per allontarlo.
Mi volto avvicinandomi al bordo del palco quando lui mi abbraccia da dietro. Le sue mani stringono il mio ventre accarezzandone esperte ogni centimetro. Porto la testa indietro lasciando spazio alle sue labbra sul mio collo.
Mi lascia baci umidi e delicati sulla pelle stringendomi a se. Mi mordo un labbro trattenendo un sospiro.
La sua mano destra scende sul mio fianco e mi gira facendomi ritrovare faccia a faccia con lui. I nostri corpi di nuovo attaccati.
"Davide..." lo rimprovero, ma non riesco a dire altro che le mie labbra sono già sue.
Gli poggio le mani sul petto spingendolo lontano. Ma con lui mi allontano anche io, bloccata dalla sua presa.
Sorrido tra un bacio e l'altro. Certo che una scena del genere farebbe furore.
Sento le sue mani sulle mie cosce e in un baleno mi solleva da terra. Gli tengo il viso tra le mani e rido.
Rido perché siamo davvero due ragazzini cotti l'uno dell'altro.
Rido perché non ho mai fatto con nessun'altro queste follie così indispensabili nella vita.
Rido perché mi fa impazzire con una semplice carezza.
Rido perché lo amo.
Non ho il tempo di baciarlo che sono costretta a scendere e correre via, nei camerini...
In preda alla nausea.
Mi chiudo in bagno e sento Davide bussare alla porta.
"Giulia...tutto bene?" mi chiede con voce preoccupata.
"Ehm...insom..." non ho il tempo di completare la frase che un altro conato di vomito mi costringe a chiudere la bocca e ad abbassarmi verso il water.
"Vuoi che chiamo qualcuno?" domanda ancora lui.
"No no...sarà stato tutto quello che ho mangiato in questi giorni..." lo tranquillizzo.
"Posso entrare?" bussa di nuovo.
"Va bene..." sussurro. Potrebbe anche non avermi sentito per quanto la mia voce è debole.
Apre la porta mi si avvicina dandomi un bacio sulla testa.
"Come va?"
"Meglio..." mento. Sento la testa che scoppia e il senso di nausea non se ne va.
Mi porge una mano e mi alzo.
Pessima mossa. La stanza attorno a me inizia a girare e se non fosse per Davide che mi tiene stretta, sarei già per terra.
"Credo sia il caso di tornare in albergo." dice facendomi uscire dal bagno e accompagnandomi alla macchina.

================================
La sveglia dell'IPhone suona ininterrottamente da qualche minuto, svegliandomi dal mio sonno tranquillo.
Prendo il telefono e vedo la grande scritta "Due giorni al debutto" impostata come sveglia.
È già il primo ottobre?
Siamo a Verona da quasi un mese?
Un mese...?
Mi alzo dal letto di scatto senza fare caso al capogiro e cerco nella valigia la mia agenda.
Mi siedo sul letto e la apro nella pagina segnata da una graffetta gialla.
Segna il 16 settembre.
C'è solo una cosa da fare...chiamare Federica.
Compongo il suo numero e aspetto impaziente che risponda.
"Giulia?!" risponde con voce sorpresa.
"Fede...forse sono in un casino...devi venire qua a Verona..." dico in preda all'agitazione.
"Che c'è? Che significa forse? Calmati...spiegami con calma..." cerca di tranquillizzarmi.
"Calma? Quale calma?..." mi alzo un'altra volta dal letto e inizio a camminare frenetica avanti e indietro per la stanza "...ho un ritardo di due settimane...Federica devi venire per forza...inventati qualcosa ma vieni qui!" grido.
Sento lei che dice qualcosa come "Parto subito...tra poco sono da te." prima di chiudere.
Guardo l'ora. Sono ancora le nove, arriverà tra un bel po'.
Prendo di nuovo l'agenda e riconto i giorni. Sono due settimane esatte...per una persona puntuale come me sono tante...
Bussano alla porta e dopo qualche secondo entrano. È Davide. Solo lui entra quando vuole.
"Giulia! Che stavi facendo?" mi chiede guardando la mia agenda.
"Eh? Niente..." la poggio sul mio comodino e prendo un vestito dalla valigia.
"Ti sei svegliata ora?" mi prende per i fianchi e mi da un bacio leggero sulle labbra. Ricambio il bacio.
"Già..."
"Mh...ti ho mai detto che sei stupenda al mattino..." dice malizioso accorciando le distanze tra noi.
So dove vuole andare a parare...
"Davide...per favore..." lo richiamo allontanandomi. Le sue mani scivolano sulle mie braccia e si intrecciano con le mie si gira dall'altro lato e io con lui ritovandomi con le spalle rivolte alla finestra.
Indietreggia e si siede sul letto. Le sue mani ancora stretta alle mie.
Sorride.
Scuoto la testa sorridendogli a mia volta.
Vedo la mia agenda sul comodino.
Deve saperlo.
"Davide...devo dirti una cos..." inizo ma lui non mi da il tempo di parlare che mi tira a se costringendomi a sedermi sulle sue gambe.
Le mie parole svaniscono nel suo bacio che brucia di passione e desiderio.
Non so se riuscirò a fermarlo.
Non so neanche se voglio.
Mi accarezza le braccia facendomi venire la pelle d'oca.
Non mi abituerò mai al suo tocco.
"C'è tempo per parlare..." sussurra quando mi stacco dalle sue labbra per riprendere fiato.
Le sue mani si stanno liberando del mio vestito e io sono inerme sotto le sue dita, quando mi sfiora le cosce così delicatamente che quasi non lo sento eppure basta a farmi cedere al suo desiderio...

Davide mi accarezza i capelli che mi coprono il viso. Fisso le mie mani sul suo petto anche se in realtà la mia testa è altrove.
"Che c'hai?" mi chiede. A volte la dizione e la perfetta grammatica da teatro preferisce tenerle da parte.
Scuoto la testa appoggiata alla sua spalla.
La sua mano mi lascia i capelli accarezzandomi la schiena nuda finché non trova le lenzuola che mi coprono.
Mi volto allontanandomi da lui prima che possa violare quel sottile strato di stoffa.
Guardo il soffitto. Sento i suoi occhi su di me.
"Giulia..." mi richiama dolcemente.
Lo guardo.
Devo dirglielo.
Mi mette una mano sulla guancia e si china su di me. Sta per baciarmi lo so...
Non può sempre risolvere tutto con un bacio.
Abbasso lo sguardo.
"Davide.." dico. E finalmente so di avere la sua attenzione.
"Ho un ritardo..." dico tutto d'un fiato chiudendo gli occhi.
La sua mano si allontana subito da me. Lentamente.
Apro gli occhi. È seduto accanto a me e fissa il vuoto.
Le sue labbra si muovono impercettibilmente. Come se stesse facendo un grosso calcolo a mente.
Come se ci fosse qualcosa da calcolare...
"No...non è possibile..." dice alla fine.
"Come fai ad esserne sicuro..." dico in un sussurro. Come se andare contro le sue parole significhi già un distacco tra noi "...Davide non lo so nemmeno io se...bhe...se sono incinta..."
A quella parola ogni muscolo del suo corpo si tende.
Non mi guarda ancora.
Sento una breve suoneria e lo schermo del suo telefono si illumina sul mio pavimento.
Lo prende.
Lo guarda.
Si alza e si riveste senza rivolgermi la parola.
Non voglio che se ne vada così.
Non voglio rovinare tutto per una supposizione.
Mi alzo e mi avvicino a lui abbracciandolo da dietro.
"Non lasciarmi..." sussurro.
Non mi interessa se non ho niente addosso. Non mi interessa se mi respingerá, se se ne andrà lo stesso.
Ho bisogno di sentirlo ancora sulla mia pelle.
Lui si volta verso di me e mi prende il viso tra le mani. Ha gli occhi lucidi.
"Guardami...io ti amo, ti amo da morire...Non...pensiamoci per adesso...sono solo supposizioni, giusto? Io ti amo! Ricordati questo!" mi dice e mi bacia sulla fronte.
Annuisco chiudendo gli occhi.
Un ultimo bacio ed esce dalla camera.
E io torno a sedermi sul mio letto sfatto. Che ancora profuma di lui...
Mi resta solo da aspettare che arrivi Federica.
Ne approfitto così per dormire un po', dopo due ore vengo svegliata da un messaggio.
"Via del tuo hotel?" è Fede.
"Via Corticella Leona." rispondo e rimetto la testa sul cuscino.
"Giulia devi fare un test." ripete Federica per la quarta volta da quando è arrivata, più o meno mezz'ora fa.
Scuoto la testa.
"E allora cosa hai intenzione di fare?" mi chiede seria. Siamo nella mia camera e lei è seduta sul divano della camera da letto mentre io cammino per la stanza.
"Non lo so..." ammetto.
"Te lo dico io allora. Tu devi essere sicura e hai bisogno di un test."
"Forse hai..." porto una mano alla bocca. No. Di nuovo no.
Corro in bagno e Federica mi segue.
Mi guarda due minuti e mentre mi sciacquo la bocca scuote la testa, prima di uscire dal bagno. Torna qualche minuto dopo.
"Prendi questo." mi ordina porgendomi una scatolina bianca e lunga. Un test di gravidanza.
"Dove lo hai preso?" chiedo passandomi una mano sulla fronte.
"In farmacia prima di venire da te...sapevo che avresti fatto storie...quindi ora fai questo maledetto test e non dici una parola." avere un'amica é una vera fortuna. Non potrei affrontare questa situazione da sola. Prendo, riluttante, la scatolina.
"Sai come si usa no?..." annuisco "...bene allora ti aspetto di là..."
Seguo tutte le indicazioni e quando ho fatto, raggiungo Federica nella camera da letto.
"Vedi tu..." le dico porgendole il test. Lei lo prende in mano e controlla. Io chiudo gli occhi.

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Capitolo 16
*** Inaspettato ***


CAPITOLO 16-Inaspettato (Giulia)
"Due lineette..."
"Che significa due lineette?" grido nervosa.
"Positivo."
Nel giro di tre secondi il mondo mi crolla addosso. Mi avvicino al letto e mi siedo. Non reggo in piedi.
Non capisco più niente di quello che succede. Non so se Federica è accanto a me o ancora seduta sul divano. Non so dove sono. Non so perché ci sono.
Che casino.
"Di quanto?" chiedo con un fil di voce. Le parole fanno fatica ad uscire e faccio di tutto per soffocare il pianto. Ma due lacrime mi rigano le guance.
"Quattro settimane." risponde lei riguardando il test che ha in mano.
Non ho bisogno di fare calcoli. 3 settembre. La prima sera a Verona.
É di Davide.
Ringrazio mille volte il cielo che lui abbia già lasciato la sua fidanzata. Almeno questo...
"Giulia..." Fede si avvicina a me e mi abbraccia. Affondo la testa tra i suoi capelli e lei mi stringe come solo le amiche sanno fare.
"Tu me lo avevi detto..." dico tra le lacrime.
"È normale che le prime volte uno non ci faccia caso...ma poi?"
"Poi siamo sempre stati attenti...te lo giuro Fede...sempre..." non riesco a parlare. Ho la voce strozzata dal pianto.
"Quando è successo?" si separa da me per guardarmi in faccia.
"La prima sera a Verona...ma non potevo immaginarlo...non ci ho nemmeno fatto caso..." mi tornano alla mente le immagini di quella sera. Di quella notte. La notte più bella della mia vita che ha portato a questo.
"Ora come faccio? Con Edo, con lo spettacolo, con mamma e papà...cosa faccio?" mi alzo dal letto e apro la finestra per cercare di prendere un po' d'aria.
"Dipende da cosa vuoi fare tu Giulia...nessuno può decidere per te..." mi volto verso di lei e ci vuole qualche minuto perché io comprenda il significato delle sue parole.
Cosa voglio fare io...
Non lo so...non ho mai pensato alla possibilità di rimanere incinta...mai. Non ho mai pensato ad avere dei figli, non a questa età almeno.
Cosa voglio fare allora? Quanto mi costerebbe rinunciarci?
Sarebbe tutto più facile se abortissi. Tornerei alla mia vecchia vita. Potrei tornare a uscire tutte le sere. Come se non fosse successo niente.
Davide non saprebbe mai di questa storia. Non sarei costretta a dirlo ai miei genitori, non diventerei la più grande delusione della loro vita...
Ma mi porterei dietro un peso enorme...il peso di un omicidio...perché in fin dei conti è questo che farei...
Non so se riuscirei mai a vivere con questo peso sulla coscienza...
Certo non è come scoprire di essere incinta dopo che lo si spera ma...tutto accade per un motivo e...se io adesso aspetto questo bambino...non può che essere qualcosa di meraviglioso...il MIO bambino...
Mi sfioro il ventre con una mano.
Dopo un mese...lo scopro solo ora che non sono stata sola nemmeno un attimo...scopro solo ora che tutto quello che ho fatto, l'ho fatto insieme a un esserino piccolo piccolo che non conosco nemmeno. Ed è mio. La sua vita dipende da me...è nelle mie mani.
Guardo Federica e scuoto la testa.
"Allora?" mi chiede lei che fino ad ora è stata in silenzio.
"Non posso..." è l'unica cosa che mi esce dalla bocca.
"Cosa?" domanda lei confusa. Effettivamente quello che ho detto non significa niente.
"Io...devo tenerlo...non sopporterei mai di aver fatto una cosa brutta come uccidere il mio bambino...io...credo di...amarlo..." Federica mi guarda come si guarda una pazza. Nessuno può capire quello che provo.
"Tu sei sicura? Insomma...non lo conosci mica!"
"Sì Fede sono sicura. Non ti posso spiegare come si ci sente...hai ragione, non lo conosco...ma è dentro di me...è mio...e di Davide...e non posso non amarlo...è una sensazione che non ha spiegazioni..."
"Certo...ma come farai con Edoardo...sei sicura che Davide voglia questo bambino?"
"Non mi interessa! Se Davide non lo vorrà, non significa che non lo vorrò nemmeno io...con Edoardo si vedrà...ora...l'unica cosa importante è con me." mi siedo sul divano continuando a tenere la mia mano poggiata sul punto in cui so che c'è mio figlio.
"Fino a poco fa sembravi così sconcertata...come fai ad essere così decisa ora?" mi chiede inarcando un sopracciglio.
"Ci ho pensato bene...prova a metterti nei miei panni...pensa di essere tu ad avere il tuo bambino dentro di te e a dover scegliere tra la sua vita e la sua morte...cosa faresti?" lei ci pensa qualche secondo.
"Va bene...forse hai ragione...ma l'importante ora è che tu ne sia convinta."
"Certo che sono convinta. Domani ne parlerò a Davide..." affermo decisa "...alla fine dello spettacolo glielo dirò...come andrà andrà."
Lei mi rivolge un sorriso rassicurante. Ho fatto la scelta giusta ne sono sicura.

=====================
Solo poche ore al debutto.
Mentre mi truccano e mi fanno i capelli, Federica è seduta accanto a me. Per fortuna ho lei che mi da tanta forza e coraggio.
"Come stai?" mi chiede sottovoce.
"Insomma..." non sono mai stata brava a gestire l'ansia. Ho sempre paura di sbagliare o dimenticare qualcosa. Il senso di nausea non migliora affatto la situazione.
Ma la cosa che più mi preoccupa è se mi dovessi sentire male in scena...o se dovessi fare male al mio bambino. Non me lo perdonerei mai...la scelta che ho preso è una responsabilità importante...devo stare attenta.
La nausea si fa sempre più intensa. "Scusa Bianca...devo andare un attimo al bagno..." lei ha il tempo di smettere di mettermi l'ombretto prima che io scappi letteralmente via.
Rimango per circa cinque minuti chinata sul water, mi alzo solo per fare respiri profondi e far passare i conati di vomito.
Mi appoggio al muro e aspetto di stare bene.
Prendo un ultimo profondo respiro ed esco tornando nel mio camerino per farmi truccare.
Manca sempre meno e quando sono pronta ripasso il copione.

"Merda, merda, merda!" gridiamo tutti in coro prima che le luci si spengano e i ballerini si posizionino sul palco.
Lo spettacolo sta per cominciare.
La mia scena arriva prima di quanto ricordassi dalle prove. Sto per avere un attacco di tachicardia...credo che potrei svenire da un momento a l'altro.
"Dai..." Fede mi da una spintarella verso il sipario mostrandomi i pollici all'insù.
Entro in scena e quando la canzone finisce, non voglio più andare via. È l'emozione più bella della mia vita.
Il resto dello spettacolo sembra volare e gli applausi degli spettatori sono qualcosa di eccezionale. Non avrei mai immaginato di poter provare emozioni così grandi.
E durante tutto lo spettacolo ho avuto Davide accanto a me e recitare con lui è sempre qualcosa di meraviglioso.
Dopo i saluti finali, torno nel mio camerino e Fede ha le braccia aperte pronta per abbracciarmi.
Corro verso di lei.
"Sono orgogliosa di avere un'amica come te! Sei la migliore in assoluto!" esclama stringendomi.
Non riesco a parlare...sono ancora troppo emozionata, ma credo che la mia espressione parli da sé!
Restiamo abbracciate per un po' e quando finalmente riesco a dire qualcosa, le racconto della mia bellissima esperienza mentre io mi cambio e lei mi guarda seduta.
"Ora devo andare a fare una cosa altrettanto importante..." dico dopo aver finito il mio racconto.
"Andrà bene vedrai! Ti voglio bene Giulia!" mi da un altro abbraccio veloce prima che io mi alzi.
Devo parlare con Davide...ma non ho paura...sono felice!
Esco dal mio camerino, cerco Davide con gli occhi. Non lo vedo.
"Scusa hai visto Davide?" chiedo a Silvia che sta parlando con Giò vicino a me.
"No cara mi dispiace..." mi risponde per poi continuare la sua conversazione.
Mi avvicino a Gianluca "Scusa Gianlu, sai dov'è Davide?"
"No, perché?" domanda lui sorridendomi.
"Volevo fargli i complimenti...mi sembra una cosa giusta!" rispondo continuando a cercarlo attorno a me.
"A me niente complimenti però!" si lamenta Gianluca.
"Lo sai già che sei stato grande!" esclamo e finalmente lo vedo nel suo camerino. Faccio un gran sorriso e vado via senza dare troppo conto a Gianluca.
Mi avvicino al camerino con un sorriso a trentadue denti.
"Davide devo dirti una cosa importanan..." le parole mi muoiono in gola così come la mia felicità...
...lui è con Sara e si stanno baciando. Lui si volta subito verso la porta, mi vede e l'allontana.
Non ci posso credere. Non ci voglio credere. Gli avevo anche detto del mio ritardo...ma a lui non è importato niente a quanto vedo...
Mi allontano di poco e mi appoggio al muro lì accanto. Mi ha mentito facendomi credere di essere l'unica ormai...
Che bastardo...a questo punto non mi sono mai sbagliata su di lui.
"Sara, non credo tu possa stare ancora qui...dobbiamo parlare dello spettacolo..." sento che dice dal camerino. Continua a mentire come se non ci fosse un domani!
"Va bene orsetto ci vediamo dopo!" squittisce lei prima di uscire seguita da Davide.
"Ciao Giorgia..." mi saluta prima di andare via. Non ricambio il saluto.
La rabbia prende il posto della delusione, Sara ormai è fuori dalle quinte.
Davide mi si avvicina e cerca di prendermi le mani con delicatezza "Cosa dovevi dirmi?"
Allontano le mani di scatto da lui e faccio un passo all'indietro verso il mio camerino. Sta ancora facendo finta di niente...scuoto la testa.
"Ascolta Giulia..." cerca di parlare raggiungendomi.
"Ascolta cosa?..." gli grido contro noncurante che tutto il cast ci sta già guardando "...sei uno stronzo e ho sempre avuto ragione sul tuo conto!"
"No...per favore...se tu mi facessi spiegare..." la sua voce è afflitta. Ma non funziona.
"Io non ti faccio spiegare niente! Mi avevi detto che l'avevi lasciata e poi vedo che vi baciate! Io almeno non ti ho mai detto una bugia!" tutti ci guardano confusi.
"Io...era difficile..." che scusa del cavolo.
"Era difficile? Sai cos'è difficile? Stare tre giorni in casa con i tuoi e la tua ragazza che ti sta attaccata e per di più sbaglia il mio nome solo per farmi arrabbiare! Questo è difficile!"
"Lo so...io volevo dirtelo ma..." cerca di giustificarsi lui.
"Ma non ci sei riuscito perché sei un vigliacco! Ti piaceva avere due donne vero?" lui chiude gli occhi un secondo.
"Beh ora ne hai di nuovo una!" grido prima di girare i tacchi e andare via.
Lui mi blocca per un braccio "Aspetta Giulia..."
"Non mi devi toccare! Tu non mi devi nemmeno più parlare Davide...con me hai finito." il mio grido si trasforma in una voce spezzata dal pianto di delusione.
"Per favore Giulia...lo sai che non posso..."
Non lo ascolto...mi libero dalla sua presa e continuo a camminare.
Mi fermo di colpo. Gliela farò pagare fino in fondo. Deve sapere tutto.
Mi volto di nuovo verso di lui che è ancora fermo in piedi.
"Ah quasi dimenticavo...auguri, diventerai papà."
Sgrana gli occhi e vedo che ha la solita espressione di quanto pensa a qualcosa.
"Quindi tu davvero...?" non riesce nemmeno a parlare.
"Sì io sono davvero incinta! Che padre stronzo!..." urlo e non riesco a trattenere altre lacrime "...ma comunque tranquillo...ti auguro soltanto il meglio."
Non risponde. Che codardo. Scuoto la testa e mi allontano.
Entro nel mio camerino in lacrime. Prendo il giubottino di pelle e la borsa.
"Giulia..." inizia a dire Federica appena mi vede in questo stato.
"Non voglio sentire niente! Voglio solo andare a dormire! Non ha mai lasciato la sua ragazza e lo vengo a sapere ora!" grido anche contro di lei che non mi ha fatto nulla. Mi conosce bene e sa che quando sto male voglio stare sola senza parlare con nessuno.
Esco e mi accorgo che Davide è ancora fermo dove era prima e gli altri cercano di assumere un'aria disinvolta.
Non appena mi vede, Davide, viene verso di me.
Cerco di camminare più velocemente possibile quando un conato di vomito mi blocca. Cerco di fare finta di niente, ma non ci riesco. Mi gira la testa e quasi mi mancano le forze.
Federica mi viene subito incontro e con lei Silvia e Roberta.
"Giulia..." sento la voce di Davide. Non so cosa non gli sia chiaro del fatto che non mi deve rivolgere la parola.
"Per favore Davide lasciala in pace! Se sta male è solo colpa tua e io al posto tuo non peggiorerei la mia situazione!" gli ringhia contro Federica mentre mi aiuta a sedermi su una sedia che hanno appena avvicinato a noi.
"Ma voglio solo parlarle..." ribatte lui. È stupido.
"Davide, amico, ascolta la ragazza...vieni via..." è Luca. Non riesco a vederli, ma riconosco le voci.
"Io..." continua a lamentarsi Davide.
"Basta! Non ce la faccio più!..." mi alzo dalla sedia gridando "...perché per una buona volta non fai quello che ti viene detto e mi lasci in pace? Non te lo voglio più dire...non voglio più parlare con te...già sarà dura lavorare insieme a te...non peggiorare le cose."
Luca gli mette una mano sulla spalla e cerca di allontanarlo, ma lui resta fermo. Con gli occhi fissi nei miei. Non ha capito proprio niente...
Mi volto verso Federica e dico "Io sto andando via..." lei annuisce e mi segue.

Piango. Faccio solo questo da quando sono arrivata in camera.
Ho chiesto a Federica di lasciarmi sola. Lei naturalmente mi ha assecondato solo dopo avermi riempito la testa di frasi come "Chiama per qualsiasi cosa." o "Se hai bisogno dimmelo."
Mi alzo dal divano su cui sono seduta da circa mezz'ora.
Vado in bagno e poggio le mani al lavandino prima di sciacquarmi il viso stravolto dal pianto. Mi cambio e metto dei leggings con una maglia comoda. Inizia a fare freddo qua a Verona.
Mi metto a letto cercando inutilmente di chiudere gli occhi. Come posso dormire dopo tutto quello che è successo?
Squilla il telefono e allungo la mano verso il comodino pensando che sia Fede.
È Davide. Chiudo la telefonata e dopo qualche minuto mi arriva un messaggio.
"Voglio solo sapere come stai..."
Non rispondo.
"Almeno dimmi cosa hai intenzione di fare..." scrive ancora.
Se spera che io abortisca può continuare a sperare.
"Per favore...solo questo."
Insiste. Non ha capito che non risponderò.
"Sembra tutto così strano..."
Davvero? A te sembra strano?
"È successo tutto in un attimo..."
Basta! Blocco e silenzio il telefono. Non posso sopportare oltre.
Ricomincio a piangere bagnando il cuscino lilla e i miei riccioli.
Bussano alla porta, mi alzo contro voglia e chiedo sia.
"Giulia per favore possiamo parlare?" sento la voce disperata di Davide. Ma lui ormai ha rovinato tutto.
"No." rispondo categoricamente cercando di non far sentire il pianto.
"Ti prego...almeno dimmi come stai..."
"Come posso stare? Devi andare via!" appoggio la testa alla porta e piano scivolo per terra ritrovandomi seduta con la testa tra le ginocchia.
"Ma...io non ci posso credere che stia finendo così..." non completa la frase che la sua voce si spezza.
"L'unica che non ci può credere sono io...te lo avevo anche detto, ma tu hai continuato la tua storia con lei senza problemi, ora evita di crearne altri a me! Vai via e lasciami in pace. Tu sei uscito dal mio cuore." grido ricominciando a piangere.
"Scusa Giulia..." sono le ultime cose che dice prima che i suoi passi si allontanino.
Rimango seduta in lacrime. Le sue scuse non mi servono a niente. È solo un ragazzino che non riesce a prendersi le sue responsabilità. Non ha fatto nemmeno un accenno al fatto che io aspetti suo figlio.
"Mi dispiace così tanto tesoro mio...avrai la mamma più incasinata del mondo..." sussurro poggiando una mano sulla mia pancia.
Per un attimo penso a me con un bambino. Piccolo e indifeso tra le mie braccia. Magari mentre gli do il latte. Eppure sorrido a questo pensiero.
Farò vent'anni tra qualche mese...forse per me non è l'età giusta per diventare madre...tantomeno le condizioni giuste...ma nonostante questo non posso non volere bene al mio bimbo. Frutto di una breve, intensa e bellissima relazione. Anche se non so chi sia, io gli voglio bene.
"Per non parlare di tuo padre...sai, non sono la sua vera ragazza io...lui è fidanzato con un'altra, si chiama Sara...la tua mamma è stata solo una cosa passeggera, ma c'è stato un piccolo cambio di programma..."
Chiunque potrebbe prendermi per pazza. Parlo sola con mio figlio che ancora non è che un puntino piccolissimo dentro di me.
"...un piccolo errore nei nostri calcoli...ma non mi pento sai...perché sono sicura che noi due insieme staremo bene...secondo me andremo d'accordo...ma comunque aspettiamo altri otto mesi e poi ci vediamo..." sorrido tra le lacrime. Mi fa star bene parlare senza poter essere interrotta e senza facce con aria compassionevole. Parlo liberamente.
"...e chissà poi se sei maschio o femmina? Quanto ci vuole per saperlo? Sai per me è tutto nuovo...sono sicura che le cose importanti sono le cose per cui vale la pena far tutto...anche affrontare grandi sfide. E tu sei una grandissima sfida. Ma non sei solo...non siamo soli...abbiamo Fede, mamma e papà...lo so manca il tuo di papà...ma con lui non credo avremo tanto a che fare...lo vedremo perché lui e mamma lavorano insieme...ma non so come affronteremo la cosa...non so nemmeno se lui ti vuole. Non so niente tesoro. Sono solo tanto confusa e l'unica cosa che mi sembra certa è che tra poco arriverai tu e stravolgerai la mia vita, quella di chi mi sta intorno...dovremo parlare ai nonni e a Edo. Edoardo è il fidanzato della tua mamma...ma credo ancora per poco vista la situazione. Ma avrò comunque te. Devi abituarti alle mie giornate. E anche trovare i momenti giusti per farmi star male...credo che ci vorrà qualche settimana ma dopo andrà tutto meglio."
Io...che non avrei mai immaginato me con un bambino...ora parlo con mio figlio come se fosse quanto di più importante ho. Forse è così...devo ancora chiarirmi le idee.
Non so dove trovo la forza di alzarmi da terra e raggiungere il letto. Mi metto sotto le coperte asciugandomi le guance e sorridendo.
"Va bene, ricorda una cosa...io parlo tanto quindi cerca di non annoiarti troppo! Buonanotte a noi due allora..." accarezzo con dolcezza il mio ventre e mi sento più tranquilla anche se singhiozzo ancora un po'.
Mi sto per addormentare quando bussano di nuovo alla porta. Controllo l'orario, solo le due di notte, sarà sicuramente Davide che non ha capito che deve mettersi l'anima in pace.
Mi alzo dal letto di scatto e vengo sopraffatta da un terribile capogiro.
"Basta! Torna in camera tua e lasciami in pace!" dico con voce bassa, ma abbastanza tesa avvicinandomi alla porta.
"Giulia..." una voce che conosco bene dice il mio nome confuso. È Edoardo.
Apro la porta e lo vedo davanti a me. Riccioli castani, occhi scuri profondi e sempre lucidi, le labbra piegate in un sorriso che mi rivolge ogni volta che ci vediamo.
È un ragazzo fatto di sola dolcezza e io l'ho tradito con un doppiogiochista.
"Edo..." vederlo mi fa sentire in colpa e le lacrime che ero riuscita a trattenere prendono a scorrere veloci sulle mie guance. Abbasso lo sguardo.
"Hei tesoro...che succede?" mi alza il mento e mi asciuga le lacrime.
"Mi abbracci?" è l'unica cosa che dico.
"Ma certo...vieni qua...ma tu dimmi perché a momenti mi cacciavi via!" mi stringe tra le sue braccia e mi da un bacio sulla testa. Comunque stiano le cose, gli voglio un gran bene.
Ci separiamo ed entriamo in camera.
Quando arriviamo in camera da letto mi costringo a guardarlo negli occhi.
"Edoardo...io devo parlarti e tu mi devi ascoltare...dopo potrai fare tutto quello che vuoi e io non ti darò torto..." inizio a raccontargli tutto. Dalla sera della mia uscita con Davide fino a stasera.
Il suo sguardo è pieno di dolore. Non posso vederlo così. In piedi davanti a me con questa espressione.
"Se non mi perdonerai ti capirò...ma ti prego non guardarmi in quel modo...fa più male di quanto tu possa pensare..." sussurro piangendo.
"Giulia...tu...tu aspetti un bambino da un altro...anche se io decidessi di perdonarti...tu saresti unita a lui per sempre..." la verità delle sue parole mi piomba addosso come una doccia ghiacciata. Davide è pur sempre il padre di questo bimbo. Ma io non voglio. Posso cambiare le cose.
"No. Non per forza...o almeno non come dici tu...io non voglio che mio figlio abbia un padre del genere...ma solo qualcuno che lo ami e non gli faccia del male..."
"Saresti disposta a togliere un figlio ad un padre?" mi chiede serio.
"Sì se quel padre non si merita di far parte della vita di un bambino..." ammetto "...ma se potesse avere un altro papà..." guardo Edoardo fisso negli occhi.
"Mi stai chiedendo di far da padre ad un figlio non mio?"
"Non ti sto chiedendo nulla...sarebbe troppo...ma non posso nascondere che te ne sarei immensamente grata..."
"Sai qual'è il problema? Che nonostante tutto io ti amo Giulia...o comunque ti ho amata troppo e non posso lasciarti sola ad affrontare una cosa che è più grande di te..." mi prende le mani e io gliele stringo tra le mie come se potesse lasciarmi da un momento all'altro "...ma non riuscirò mai più ad essere il tuo fidanzato...ma posso essere tutto quello di cui hai bisogno." lo abbraccio e mi aggrappo alla sua maglia senza volerlo lasciare andare.
"Grazie. Mi stai salvando...anzi ci stai salvando..." poggio una mano sulla mia pancia.
"Da quanto?" mi chiede come se stesse parlando con un'amica e in piena tranquillità.
"Quattro settimane..." lui mi guarda un attimo e poi allunga una mano verso di me poggiandola sulla mia. È la cosa più bella che potesse fare per me. Sta facendo quello che in questo momento dovrebbe fare Davide se non si fosse comportato così male.
"È strano vero?" chiedo guardando le nostre mani.
"Già..." conferma. Chiudo gli occhi e per quanto io cerchi di non pensarci ora vorrei che quelle che stavo guardando fino a poco fa fossero le mani mie e di Davide...su nostro figlio.
Lascio scivolare la mia mano e lui sposta subito la sua.
"Buonanotte Edo...grazie di tutto." gli do un bacio sulla guancia e mi rimetto a letto. Lui mi copre con il lenzuolo e mi accarezza le guance umide sedendosi accanto a me. Mi sto per addormentare quando lo sento alzarsi e andare verso la porta.
"Dove vai?" chiede in un sussurro.
"Al mio hotel..." risponde a voce bassa.
"No...resta qui...per favore..." lui mi sorride e torna a mettersi accanto a me.
Non potevo stare sola...non dopo quello che ci siamo detti.

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Capitolo 17
*** Cuori spezzati ***


CAPITOLO 17-Cuori spezzati (Davide)
"Ah quasi dimenticavo...auguri, diventerai papà."

Quella frase mi rimbomba nel cervello mentre Giulia entra nel suo camerino.
So che dirò solo cazzate se apro bocca ma non posso lasciare che se ne vada così.
Balbetto frasi a caso che non fanno che peggiorare la situazione.
"Diventerai papà..."
Allora aveva ragione quando parlava del ritardo...e io non le volevo credere...pensavo fosse normale...non mi aveva neanche sfiorato l'idea che potesse restare incinta..
Mi divertivo e basta. Sono un irresponsabile. E quella storia di Sara ha distrutto tutto!
E mentre io sono qui a piangermi addosso la mia Giulia è già corsa via dell'Arena.
Sono un idiota. Dovevo fermarla...dovevo ignorare le sue proteste e i corpi di Luca e Federica che mi separavano da lei...da loro...

"Davide..." è la voce di Luca che mi salva da quel mare di angoscia dove stavo affogando.
Lo guardo. Mi tiene una mano sulla spalla. Mi stringe. Ha paura che possa fare qualche pazzia.
Ma non sono un ragazzino...
Non dico e non faccio niente. Lo guardo con la stessa impressione stupida e stupita che avevo alla notizia di Giulia. E lui allenta la presa.
Chiudo gli occhi e abbasso lo sguardo. Vorrei solo piangere adesso. Prendere a pungi tutti, che ci fissano solamente...come fossimo animali in uno zoo.
Ma non piango. Non sono io a dover piangere.
Io devo essere quello forte, quello che deve stare vicino a Giulia e al nostro bambino.
"Davide...devi parlare con Sara..." dice Luca. Non mi ha ancora lasciato la spalla.
Sara!
Maledetta è colpa sua!
I miei occhi si accendono di rabbia. Allontano Luca con uno strattone e corro nel mio camerino. Tutti si spostano al mio passaggio. Quasi fossi una bestia.
Entro e non la trovo.
Ma la pagherà. È colpa sua!
Non penso ad altro.
Faccio per uscire quando Luca mi sbarra la strada.
"Fammi passare! Dov'è Sara!? È colpa sua!" esclamo. Non so neanche quello che dico.
Luca non risponde. Mi spinge dentro con una forza che non conoscevo e quasi cado per terra.
Mi inchioda alla parete.
"Vedi di calmarti Merlini! Quella ragazza non c'entra nulla! Hai fatto da solo tutto questo casino e la colpa, se c'è, è solo tua! Quindi esci di qui e ripensa bene a cosa ti ho detto...e a cosa ti ha detto Giulia!" ringhia. La rabbia che avevo svanisce sostituita da un tremendo senso di colpa.
"Non pensare di essere la vittima Davide! In questa storia sei il colpevole!..." esclama ancora Luca "...come si può giocare in questo modo con due ragazze...due persone! Almeno prenditi le tue responsabilità!!"
Nella sua voce c'è disprezzo. E fa male.
Sento di aver perso il mio amico...
Mi da uno spintone e si allontana.
"Muoviti...le hai detto di aspettarti alla macchina..." aggiunge con voce più calma appoggiandosi alla parete della porta.
Ripenso alle parole di Giulia; fanno più male degli spintoni di Luca...
Esco dal camerino ignorando gli sguardi della gente sconvolta e raggiungo il parcheggio quasi deserto. Vedo la mia auto blu che spicca nel buio. E Sara appoggiata ad essa.
Mi avvicino. Alza gli occhi dal telefono. Non mi sorride come fa di solito. Ha più un' espressione impaurita.
"Dado ma che aveva la tua amica? È pazza per caso?" chiede.
Beata ignoranza...
"Ascolta Sara..." dico prendendole le mani. Vedo una panchina ad un paio di metri da noi e la raggiungo.
Ci sediamo e Sara continua a fissarmi spaventata.
"Ascolta..." continuo "...c'è una cosa che avrei dovuto dirti...già da un pò ormai...ma non ne ho avuto il coraggio..."
Socchiude gli occhi.
"Io...non...non ti amo più...Forse...forse non ti ho mai amata davvero...Tu sei una ragazza fantastica! Hai un sacco di qualità, sei bella, sei.."
"C'è un altra?" chiede allontanado le mani dalle mie.
Apro la bocca ma poi la richiudo subito. Basta bugie.
Annuisce con un ghigno.
"È Giulia, vero?"
Sgrano gli occhi.
"Giulia...?" ripeto.
"Non sono stupida...ho visto come la guardi...e come ti guarda lei...Poi da quando porti le tue migliori amiche a casa!" esclama. Non sta urlando. Mi aspettavo peggio. Ma è furiosa. Si capisce.
"Mi dispiace..." dico. È inutile aggiungere dettagli che potrebbero solo irritarla.
Fa un respiro profondo e appoggia la schiena allo schienale della panchina. Fissa il cielo.
"Sono nei casini..." sussurro più a me stesso che a lei.
"È incinta vero?"
Ma come lo ha capito. La guardo sconvolto.
"Noi donne abbiamo un certo...sesto senso in questo..." risponde sorridendo. È il sorriso più finto del mondo.
"La amo..." rispondo. Come se non dirlo significherebbe indicare nostro figlio come un errore.
Lei non risponde. Tira su con il naso e si alza.
"Davide...riaccompagnarmi in albergo, per favore..." dice dandomi le spalle.
So che non è felice di sentire che amo un'altra...ma avevo bisogno di dirglielo. Chiaramente.
Mi alzo ed entrambi entriamo in macchina diretti al suo hotel.

Arrivo al suo albergo e lei scende. Scendo anche io.
Non ha detto niente durante il viaggio. A volte ha abbassato lo sguardo...e quando lo rialzava gli occhi erano lucidi.
Mi sento un mostro.
"Sara.." la fermo prima che entri nell'hotel "...ti prego...non so che vuole fare Giulia ma...non dire a nessuno del bambino...per favore..."
Annuisce.
"Non preoccuparti...Buona notte Davide..." dice "...sappi solo che ti ho amato davvero..."
Il mio cuore fa un balzo. Non avevo mai visto Sara in questo stato. Era sempre stata l'allegra diciassettenne con i soprannomi assurdi. Era una bambina giocherellona...e adesso...Adesso è una donna..
"Ci vediamo a Bassano..." dico avvicinandomi alla macchina. E lei alza un pollice dandomi la schiena prima di sparire nella hall dell'albergo.
Entro in auto. Ma non parto.
Ripenso a Sara. Almeno l'ho aiutata a crescere un po'...
Prendo l'iphone.
Giulia.
Amore mio dove sei?
Ora che ho bisogno di te più che mai dove sei!?
La chiamo. Uno squillo. Due squilli. E si attacca la segreteria telefonica.
Non può chiudermi fuori dalla sua vita!
Apro la sua chat.
"Voglio solo sapere come stai..." scrivo.
Non risponde.
"Almeno dimmi cosa hai intenzione di fare..." scrivo ancora.
Spero non pensi di abortire...non nostro figlio!!
"Per favore...solo questo."
Non dovrei insistere...ma per una volta al diavolo la correttezza!
"Sembra tutto così strano..."
Non mi risponde ancora.
"È successo tutto in un attimo..." è l'ultima frase che scrivo prima che il suo "Online" sparisca.
Non ti ho mai sentita così lontana come adesso Giulietta mia...mai!
Non resta che una cosa da fare.
Metto in moto e in un baleno sono al nostro hotel.

Naturalmente un grandissimo fallimento...non ha voluto parlarmi.
"Tu sei uscito dal mio cuore."
Sono le parole più brutte che io avessi potuto sentire in tutta la serata. Do un pugno contro il muro e le nocche della mia mano diventano rosse. Continuo a sfogarmi contro la parete ignorando il dolore ad entrambe le mani che iniziano a sanguinare un po'.
Ho perso la donna che amo e con lei anche nostro figlio.
Probabilmente per lei sarà solo un errore dovuto ad una notte meravigliosa, forse la più bella della nostra vita...la vita di Giulia cambierebbe completamente e per i prossimi otto mesi potrà fare la metà delle cose che ha fatto fino ad ora.
Ma questo bambino è tutto tranne un errore. È un segno d'amore immenso.
Se solo io non avessi rovinato tutto con il mio stupido atteggiamento infantile...

=====================
Finisco di fare colazione e mi alzo lasciando al mio tavolo quasi tutto il cast. Manca Giulia.
"Ragazzi io vado..." annuncio andando verso le scale per tornare alla mia camera.
Dagli scalini in pietra bianca, scendono Giulia ed Edoardo e dietro di loro c'è Federica.
Giulia indossa un bel vestito dai colori autunnali e degli stivaletti marroni. I suoi capelli ricci che mi fanno impazzire. Mi sembra più bella che mai.
Se non fosse per gli occhi gonfi, dovuti ai pianti di ieri sera, sarebbe ancora più splendida.
Quando mi vede, abbassa subito lo sguardo e il ragazzo l'avvicina a sé.
Non ha perso molto tempo a chiamarlo e a sostituirmi...certo io non dovrei parlare, ma fa male vederla con lui.
"Giulia, ti chiedo solo tre minuti, poi ti lascio in pace te lo prometto, ma ho bisogno di parlare con te." non riesco a mantenere il controllo di me stesso e mi avvicino a loro prendendo la mano di lei che la ritrae subito, guarda Edoardo sorridendogli rassicurante e si scambiano uno sguardo d'intesa. Ma che sta succedendo?
"Non sei obbligata..." le sussurra abbracciandola ancora con fare protettivo "...guarda le sue mani.." le guardo pure io. Sono fasciate per i pugni al muro di ieri sera. Chissà che starà pensando.
"Tranquillo...non mi farebbe mai del male..." risponde lei. Discutono di me come se fossi uno strano animale pericoloso, pur sapendo che io sento tutto e sono davanti a loro. Lui allenta la presa e le da un bacio sulla guancia prima di scendere ai tavoli con Federica. Uno strano senso di soddisfazione mi pervade. Giulia si fida ancora di me e sa che non la toccherei mai neanche con un dito se lei non volesse.
"Ti dispiace se andiamo fuori?" le domando guardando le scale.
"Andiamo...non credo sia il caso di dare ancora spettacolo sulle scale del ristorante di un hotel." mette le mani nelle tasche del giubbotto di pelle e sale le scale. Io accanto a lei. In silenzio.
Non siamo mai stati così freddi. Non da quando abbiamo cominciato a conoscerci. È come se si fosse rotto qualcosa.
Arriviamo nel giardino posteriore dell'albergo. Lei si ferma in piedi guardandomi. Devo iniziare io naturalmente.
"So che mi odi. Non ti posso biasimare per questo e so anche che è inutile dirti che ieri sera ho raccontato tutto a Sara e che ora davvero non stiamo più insieme. Ma sento il bisogno di dirti tutto..." inizio a dire guardando i suoi meravigliosi occhi grandi.
"Sì infatti è così...perché l'hai lasciata? Non c'era bisogno...almeno non ora." mi dice glaciale.
"L'ho lasciata perché amo te Giulia. Ti amo al punto che potrei impazzire, tengo a te più di quanto tengo alla mia vita e l'idea di averti fatto tanto male mi sta straziando dentro..."
"Bene..." che significa? Abbassa di nuovo lo sguardo, fissa le mie mani, quando mi guarda di nuovo i suoi occhi sono offuscati dalle lacrime.
"Non sai quanto sta facendo male a me, sapere che mi ha mentito così tranquillamente...la prima notte qui, tu mi hai detto che mi amavi e la mattina avevi detto lo stesso a lei, non l'avevi lasciata. È così o no?" non urla come ha fatto ieri sera, anzi la sua voce è un sussurro.
"Sì..." è inutile mentire a questo punto. Farei solo più casino.
"È stata tutta una bugia quella notte. Giusto?" mi chiede ancora.
"No! Ho detto la verità, è stato meraviglioso...non...avevo mai passato una notte così..." alzo la voce senza motivo e appena colgo il suo sguardo di rimprovero l'abbasso.
"Come facevi a essere così tranquillo sapendo quello che avevi fatto? Io non lo capisco te lo giuro..." le sue guance si bagnano e io scuoto la testa "...io quella notte ti ho amato come non ho mai amato nessuno...io quella notte avevo deciso di lasciare Edoardo...mi ero convinta che le cose tra noi si stavano sistemando e saremmo potuti diventare una vera coppia..." si asciuga le lacrime con una mano e fa per andare via. La tengo per un braccio e la faccio tornare dove era prima.
"No, non puoi sempre evitare quell'argomento." dico per riavere la sua attenzione.
"Quale? Il bambino? Ormai non credo sia più qualcosa che ti interessi...e comunque..." tira su con il naso.
Che dice? Mio figlio non mi interessa? Nostro figlio?
"Cosa? Non dirmi che vuoi..." non riesco nemmeno a dirlo. Non posso pensare a Giulia che fa una cosa brutta come abortire quello che comunque è il nostro bambino.
"Sì Davide, io ho deciso ormai..." dice sottovoce, come se nessuno dovesse sentirlo. Non può essere vero. "...lo tengo. Anche se tu non vorrai prenderti una grande responsabilità come questa...lo capirò...tanto per come si sono messe le cose ormai..."
Tiro un sospiro di sollievo. Non potevo crederci, lei non avrebbe mai fatto questo. Sento che sulle mie labbra si forma un sorriso. Penso a me, a lei, al nostro bambino...bello come Giulia, piccolo e meraviglioso, a cui dare il latte, a cui cambiare il pannolino, da fare addormentare...
"Grazie Giulia! Stai facendo una cosa bellissima! Sapevo avresti fatto la scelta giusta!" esclamo e senza riuscire a contenermi l'abbraccio. Lei resta immobile qualche secondo e poi mi respinge guardandomi storto.
"Per tua informazione esistono modi più delicati per dire che non vuoi un figlio..." mi sputa le parole addosso come se fosse disgustata da me.
Non sono stato chiaro!
"Oh no Giulia hai frainteso tutto! Io ero terrorizzato all'idea che tu potessi decidere di...non riesco nemmeno a dirlo!" rettifico subito sorridendo.
"Cosa?" mi guarda sorpresa e nei suoi occhi vedo un lampo di gioia che mi rende ancora più felice.
Lei pensava che io non lo volessi...
"Dico davvero! Questo bambino è qualcosa di meraviglioso...deve esserci un motivo per cui è arrivato a noi...perché tra tante coppie che desiderano dei figli, questo bambino sarà nostro, perché noi due dobbiamo diventare la mamma e il papà di qualcuno...è un segno del destino!" ammetto guardando le sue labbra piegarsi un leggero sorriso.
"Meglio così...ma davvero non sei obbligato a nulla." non si è ammorbidita nemmeno un po' ma so che è più felice ora, glielo leggo negli occhi.
"Voglio far parte della vita mio figlio." dico con determinazione.
"Aspetta fino a maggio." è la sua risposta. Se ne va e torna al ristorante.
Non mi ha dato il tempo di chiederle di Edoardo.
Maggio. A maggio nascerà mio figlio.
Ma...? Lei ha già previsto che io lo vedrò solo quando nascerà? Non mi vuole accanto a lei.
Al posto mio ci sarà Edoardo e non posso lasciare che accada. È mio figlio non di Edoardo, Giulia è sua madre e io sono suo padre. Non posso permettere che lui prenda il mio posto in questa situazione e Giulia deve capire che sono davvero disposto a tutto. Da oggi cambieranno molte cose.

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Capitolo 18
*** Meraviglioso ***


CAPITOLO 18-Meraviglioso (Giulia)
"Se pensa che con le sue belle parole mi convincerà a tornare con lui ha sbagliato persona!" dico a Federica mentre indosso il mio abito di scena per il ballo...non so come dovrò comportarmi sul palco con lui durante il bacio...ma non voglio rovinare la diretta televisiva.
Edoardo non c'è, è partito per Roma oggi pomeriggio...doveva sistemare alcune cose per l'università. Lui ha già iniziato...lui può farlo.
"Beh può anche averti detto la verità..." mi risponde lei alzando le spalle.
"Ma tu da che parte stai?" esclamo facendomi chiudere la zip del vestito.
"Dalla tua naturalmente...sto solo dicendo che dovresti pensare al fatto che è anche suo figlio..."
"No! Io non voglio che cresca con un padre del genere! Credi davvero che potrebbe amarlo o volerlo così tanto? Sta facendo tutto questo perché pensa che io mi ammorbidisca e lo perdonerò...ma non succederà!"
"Giulia non puoi farlo...non puoi negargli di vedere vostro figlio...è un suo diritto anche se lo fa per vedere te, tu non puoi dirgli di no...in questa situazione ha il coltello dalla parte del manico..." ripete sistemandomi i capelli.
"Oh non mi ci fare pensare!" mi lamento. Lei sorride e annuisce.
"Io vado..." esco dal camerino ed entro in scena.

"Ferma, ferma non muoverti intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera..." le mani di Davide scorrono sulle mie braccia e mi afferrano le mani. Sono rigida...rigidissima, ma nonostante ciò cerco di ricordare tutto quello che mi è stato consigliato da Peparini...sguardo sorpreso, sognante...ma in realtà vorrei solo andare via...
Mi allontano, lui mi prende e mi avvicina per un braccio e mi bacia come da copione. L'unica cosa che è fuori copione è il suo bacio troppo intenso...lui bacia le mie labbra mentre io non reagisco e tengo la bocca serrata. Eppure le mie labbra fremono al contatto e devo lottare contro me stessa per non cedere al bacio. Forse non smetterò mai provare qualcosa per lui...per lui che per è me è stato tutto...un amico, un amante, un finto fidanzato, il mio Romeo in scena e nella realtà e soprattutto il padre del bambino che ora è dentro di me.
"Ecco le tue labbra hanno purgato le mie del loro peccato..." mi volto e mi libero dalla sua presa. La sua mano mi accarezza il braccio e scivola piano sul mio corpetto accarezzandomi la pancia.
Mi contengo dal dargli uno schiaffo e continuo la scena come se niente fosse.
Il primo atto va avanti e faccio finta di niente quando lui mi bacia...anche se è difficile, molto difficile, non posso cedere alla tentazione...lui mi ha fatto del male e non posso perdonarlo.
La metà del secondo atto non procede poi così male e ogni volta che ho l'istinto di urlargli contro o di andare via penso alla grande opportunità che sto vivendo...siamo in diretta televisiva.
Ma la scena che temo di più sta per arrivare...
Il canto dell'allodola.
Ieri sera è stato dolce e tenero...non ho avuto nessun problema...ma stasera...
Siamo sdraiati l'uno accanto all'altra e aspettiamo che i ballerini finiscano la loro coreografia e Silvia dica la sua battuta.
"Come stai?" mi sussurra lui all'orecchio. Il suo fiato caldo sul mio collo mi fa rabbrividire.
"Tutto bene." rispondo secca a voce bassa.
"Mmh...allora..." sta per dire qualcos'altro quando la voce di Silvia lo interrompe.
Quanto te ne sono grata!
La base musicale inizia e Davide attacca con la sua strofa. Viene verso di me e io lo abbraccio per poi continuare la canzone. Questa vicinanza mi fa stare troppo male...non posso...
Mi accarezza il viso e mi sposta la treccia, le sue mani si muovono delicate sul mio corpo e pur essendo solo una scena dello spettacolo io ripenso alla notte del 3 settembre...
Il nostro bacio è passionale, le nostre labbra sono una sola cosa...tutto quello che ci aveva chiesto Giuliano e che per noi è sempre stato molto naturale, ora mi sta facendo soffrire...mi piacerebbe tornare indietro nel tempo...cambiare le cose.
Magari se avessi saputo come sarebbe andata a finire, non mi sarei mai innamorata di lui, avrei continuato ad essere fidanzata con Edoardo, la mia vita sarebbe rimasta tranquilla e stasera magari sarei andata in qualche discoteca per festeggiare o anche solo per divertimento...ma ora non posso farlo...ora è tutto diverso...purtroppo non possiamo prevedere cosa il futuro ci riserva e se questo è quello il destino ha scelto per me e io stessa ho acconsentito, non mi posso lamentare. Mi sono innamorata come una stupida ragazzina adolescente ed è successo tutto...
Sentire le note di chiusura è un sollievo e non appena lui esce di scena sento un peso in meno e il resto dello spettacolo per me è molto più tranquillo.

Dopo i saluti finali, vado subito in camerino per cambiarmi e i miei genitori sono lì in piedi ad aspettarmi con un gran sorriso. Solo ora penso al fatto che ieri non c'erano...ma perché?
"Mamma! Papà!" esclamo abbracciandoli. Loro mi stringono e mi riempiono di complimenti.
"Scusaci tesoro ma ieri pomeriggio ci hanno chiamati per un emergenza dall'aeroporto, abbiamo fatto di tutto per cercare di essere presenti ma non ci siamo riusciti...Federica te lo ha detto vero?" dice mamma appena ci separiamo.
"Certo..." mento. Ieri sera sono successe talmente tante cose che non ho fatto caso a nient'altro "...tranquilli l'importante è che siete qui ora!" li abbraccio di nuovo e do un bacio ad entrambi.
"Dov'è Davide che facciamo i complimenti anche a lui...siete stati meravigliosi!" esclama mio padre.
No...
"Emh...non lo so..." è un casino se si vedono. Mentre parlo con loro indosso dei jeans e una maglia.
"Tranquilla tesoro, andiamo fuori e lo troveremo sicuro!" i miei escono e io li seguo controvoglia sistemando ancora i capelli.
Si guardano intorno per un po' e appena lo vedono mia mamma esclama "Davide!"
Lui si volta di scatto e la sua espressione cambia di colpo. Sembra quasi preoccupato e so perché.
Ha paura che abbia detto ai miei genitori di noi e di tutto quello che è successo. Ma non vede il sorriso di mia madre...
"Vieni ragazzo! Sei stato bravissimo!" aggiunge mio papà ridendo. Il viso di Davide si rilassa e ci raggiunge guardandomi addolorato.
"Grazie sign...Massimo! E grazie Serena!" ringrazia e con mia grande sorpresa mamma e papà lo abbracciano. Lui continua a guardarmi con quel l'espressione afflitta.
"Finalmente mi chiami solo Massimo! Comunque siete stati perfetti...ho visto come sei stato delicato e dolce con la mia bambina!" mio papà gli da una pacca sulla spalla e lui forza un sorriso.
Questa situazione è la più strana della mia vita...
Qualcuno del cast che passa ci guarda incuriosito...Davide che parla allegramente con i miei genitori dopo quello che è successo ieri sera non sembra normale a me, figuriamoci agli altri!
"Già...ci avete fatto emozionare! Davide sei un ragazzo speciale!" mia mamma gli si è affezionata molto nel periodo in cui siamo stati a Roma.
"Grazie davvero ma il merito non è mio..." lui mi guarda e i miei fanno lo stesso sorridendo.
Ricambio il sorriso cercando di non fare caso al capogiro improvviso.
"Scusate...io devo...and.." non riesco a completare la frase che scivolo accanto a mio padre. Lui mi prende subito, ma poi non sento più niente.

Quando riprendo conoscenza sono sdraiata per terra sul pavimento dell'Arena. Mia mamma mi stringe la mano da un lato e Fede dall'altro, mio padre mi tiene la testa e Davide è inginocchiato accanto a me mentre mi bagna la fronte con un fazzoletto.
"Tranquilla Serena...sarà stata la stanchezza per lo spettacolo..." sento la voce di Federica tranquillizzare mia madre che mi guarda preoccupata. Mi salva sempre.
"Oddio amore di mamma! Come stai?" mi chiede subito dandomi un bacio sulla fronte umida.
Apro la bocca ma non riesco a parlare.
"Forse è meglio farla riposare un po'..." al posto mio parla Davide che ha smesso di bagnarmi i polsi e adesso mi accarezza una guancia. Odio che lo faccia, ma ancora amo il suo tocco. E ora mi sento talmente scombussolata che mi tranquillizza.
"Sì Sere...ha ragione lui..." dice mio padre "...Davide la potresti riaccompagnare in albergo? Noi alle tre di stanotte abbiamo un volo..." aggiunge dopo.
Mio papà ha una fiducia immensa in Davide...non è mai stato così con Edoardo nonostante sia stato il ragazzo perfetto che ogni padre sogna per una figlia.
"Certo non si preoccupi!" lui coglie la palla al balzo e sento la felicità nella sua voce.
"Fede ci stai tu con lei stanotte? Non voglio che resti sola in hotel..."
"Naturalmente Serena...sta tranquilla."
Richiudo gli occhi e mi sento sollevare da terra. È papà.
Odio essere "quella che sta male". Mi sento indifesa e non lo sopporto. Vorrei camminare sola e andare al mio hotel senza bisogno di nessuno ma riconosco che le mie forze mi hanno abbandonata.
"Dove hai la macchina?" chiede mio padre. Intuisco parli con Davide.
"Nel parcheggio riservato..." risponde lui.
"Va bene...mi sto fidando di te..." dice papà. Passo dalle sue braccia a quelle calde di Davide.
Insomma non sono una bambina di tre anni!
"Posso camminare..." è l'unica cosa che riesco a dire.
"No assolutamente no! Ora ti riposi e basta...ci sentiamo domani amore..." mia madre mi da un bacio sulla guancia e mio papà fa lo stesso. Richiudo gli occhi e mi rassegno a stare tra le braccia di Davide.
Aspettiamo che si allontanino e ci dirigiamo alla sua auto.
"Prima hai approfittato della dolcezza e della sensibilità di Giulia, ora della fiducia di Massimo e Serena...a quante altre persone vuoi far male?" sibila Federica mentre camminiamo.
"Non ho approfittato di nessuno e tantomeno volevo fare del male a Giulia...figurati..." risponde lui. Sento il suo sguardo su di me.
"Beh ma lo hai fatto! Mi avevi promesso che non l'avresti mai fatta soffrire." cosa? Davide aveva promesso qualcosa a Federica?
"Non alzare la voce...sta dormendo..." la rimprovera lui. Pensano io stia dormendo...è il momento della verità!
"Non ho alzato la voce...ti ho solo detto che non hai mantenuto la tua promessa." ribatte lei.
"Io la prima notte qua non volevo...perché non volevo mentirle...ma lei era così felice...e non potevo immaginare..."
"Non mi importa quello che hai pensato prima! Il fatto è che ora lei ci sta male...ha diciannove anni e aspetta un bambino da un ragazzo che le ha mentito senza il minimo di delicatezza."
Davide mi sdraia sul sedile abbassato della sua macchina.
"Lo so...mi dispiace così tanto..." mi accarezza il viso e mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio "...e la amo così tanto...le avevo detto che non l'avrei fatta soffrire mai più...ma voglio fare il possibile per rimediare..."
"Davide...lei è una ragazza fragile anche se pensa di essere forte...e se esci dal suo cuore le possibilità di rientrarci sono davvero scarse..."
"Dovevo custodire il suo cuore e non ci sono riuscito...almeno quello di nostro figlio...non voglio che mi odi anche lui...è pur sempre 'noi due' ed è nostro..." mi da un bacio su una guancia e chiude la portiera.
Trattengo le lacrime. Non riesco a pensare a quello che ha appena detto Davide.
È nostro. È "noi due".
Lo vuole davvero...al contrario di quello che pensavo io ma...ma non posso lasciare che rientri nella mia vita...non posso lasciare che ne faccia parte...
La sua portiera si chiude e Federica ricomincia a parlare.
"Lo so...oggi ne abbiamo parlato e lei non vuole...che..." è in difficoltà. Parla così solo quando sa che quello che sta per dire ferirà qualcuno.
"Non vuole che io lo veda?" nella voce di Davide ci sono sorpresa e delusione.
"Mi dispiace tanto...ho provato a farla ragionare...ma pensa che tu faccia tutto questo solo per riavvicinarla..." non so se esserle grata per evitarmi di dovergliene parlare o no dato che lo sta distruggendo.
"Non posso crederci...le ho mentito, è vero...ma non ricorrerei mai a cose così meschine...questo bambino lo amo...è parte di Giulia...non posso non amare lui se amo lei...cosa posso fare Federica?"
"Intanto non la tormentare, si infastidisce e basta...quando parli con lei sii più rilassato e non farle pensare che il tuo obiettivo è quello di riconquistarla, anche questo la innervosirebbe...parlale solo per cose che ti interessano davvero...e qualche volta stupiscila...ma non fare gesti eclatanti, in questo momento ti darebbe uno schiaffo e tu ci rimarresti solo più male."
Rifletto un attimo sulle sue parole e mi accorgo di quanto mi conosca bene...ha previsto il mio atteggiamento in ogni occasione.
Lui non risponde, di solito annuisce in queste situazioni.
Parcheggia e dopo poco mi riprende in braccio portandomi dentro l'hotel.
"Signor Merlini cosa è successo? Ha bisogno di qualcosa?" chiede il receptionist appena entriamo.
"No, non si preoccupi ha avuto un calo di pressione e ora sta dormendo...per domani mattina potreste farle avere la colazione in camera? Con fragole al cioccolato." dice Davide sottovoce.
"Certo...buonanotte..." risponde il ragazzo. Fede e Davide salutano ed entrano in ascensore.
"È esagerata la colazione? Si arrabbierà?" domanda lui ansioso quando arriviamo.
"No tranquillo...va bene...in caso le fragole le mangio io!" esclama lei mettendo le chiavi nella serratura.
Apre e Davide mi sdraia sul letto. Si siede accanto a me e mi accarezza le guance delicatamente.
"Hai bisogno d'aiuto?"
"No, Davide, vai a dormire sarai stanco anche tu." lo tranquillizza Federica. Non pensavo fossero amici...
Questa "finta dormita" però mi sta facendo capire molto...di Davide...di quanto ancora lo amo, ma di quanto male mi farebbe perdonarlo.
"Grazie Fede...scusa se non ho mantenuto la promessa..." sussurra lui.
"Vi siete feriti da soli...eravate così belli...così perfetti...sareste stati anche dei bellissimi genitori..." risponde invece Federica.
"A questo punto...lei sarà una bellissima mamma e io cercherò di essere solo un bravo papà.." rimane a guardarmi per un po'. Sento il suo sguardo su di me.
"Buonanotte..." mi da un bacio sulla guancia e si alza senza lasciarmi la mano che mi ha tenuta stretta.
Sento la porta aprirsi e richiudersi. Senza pensare troppo al fatto che abbia ancora i jeans, Fede mi tira sul il lenzuolo e io mi abbandono al sonno davvero.

=====================
"Sei sicura di quello che stai facendo?"
La voce di Edoardo arriva ovattata alle mie orecchie.
Ho altri pensieri per la testa...
Siamo seduti al tavolo della sala da pranzo di casa.
I miei non sanno che sono tornata a Roma.
In effetti non era proprio in programma...ma ne avevo bisogno; dovevo allontanarmi da tutto e da tutti...soprattutto da Lui...
Dopo aver sentito le sue parole, quella notte in auto, ho pensato di perdonarlo per un momento. Poi il sorriso che io credevo finto, che lui regalava a Sara quand'eravamo a Bassano si è figurato nella mia mente...e la parola perdono ha perso importanza, è uscita dai miei pensieri...
Posso accettare tutto...ma non che l'uomo che amo mi menta...
Forse quei sorrisi erano davvero finti...ma chi può assicurarmelo? Non Davide. Di lui non mi fido più...
"Giulia..." mi richiama Edo. Ha una voce dolce...Non mi sta costringendo ad ascoltarlo...solo, vuole che io mi fidi di lui, che noi ci fidiamo di lui...
La sua voce...mi ricorda quella di Davide...
"Sono sicura.." rispondo senza guardarlo. È più spaventato di me. Non penso che avere un figlio, tra l'altro illegittimo, fosse tra i suoi piani...ma del resto non lo era neanche nei miei...
"È mio figlio Edoardo...non lo ucciderò! Per quanto possa...essere dura questa storia...Se tutto ciò è successo...sarà per un motivo..." rispondo. Ed è quello che penso veramente. Niente accade per caso. Questo non è stato solo un errore di percorso...è di più...molto di più...anche se ancora non so bene cosa sia questo "di più"...
Guardo Edoardo.
Ha gli occhi bassi e si rigira le mani sopra il tavolo.
Che sto facendo...gli sto rovinando la vita...
Lui alza lo sguardo.
"Non sei obbligato..." dico fissando il centro tavola lilla.
"...a fingere di essere suo padre...solo per me..." continuo.
È decorato con dei fiori dalle sfumature del viola.
"...Edoardo sai bene...che non saremo mai una vera famiglia..."
Il viola è un bel colore. Mi calma. Mi trasmette tranquillità.
"..io non ti amo..."
"Io sì!" esclama interrompendomi "Io sì, Giulia! E so che non dovrei...che...soffrirò e basta...ma io ti amo...e per amarti...mi basta vederti felice...E senza un padre per tuo figlio..." mi prende la mano "...non sarai mai felice..."
Lo guardo a bocca schiusa. Una cosa che ho sempre amato in Edoardo erano le sue parole. Anche un estraneo si innamorerebbe di lui al solo sentirlo parlare così...è successo anche a me...
Poi però...un altro sorriso si è sostituito alle sue parole...e ha portato a questo...
Accenno un sorriso e allontano la mano tornando a fissare il tavolo.
Il suo sorriso.
"Tu lo ami ancora..." esordisce dopo un paio di minuti di silenzio. Sgrano gli occhi. Scuoto la testa senza guardarlo.
"Sì invece...Giulia si legge nei tuoi occhi!..." risponde "...anche quando ne parli male ti brillano di una luce che non ho mai visto prima d'ora...Quando ti sfiora fremi al suo tocco perché hai paura di poterti innamorare di lui di nuovo...ma non hai mai smesso di esserlo.."
"No..." sussurro. Non voglio che dica altro.
Mi bruciano gli occhi e li sento riempirsi di lacrime.
Non voglio più che mi faccia pensare a Davide...
...ai suoi occhi...
"...io non posso essere il finto ragazzo di una donna innamorata di un altro...non più!" continua.
alle sue mani...
"No.." ripeto.
...alle sue labbra...
"Tu lo ami!!"
" No!!" esclamo alla fine e lui smette di parlare. Mi alzo di scatto dalla sedia ma non appena lo faccio mi sento debole e sento le mie forze venirmi meno.
Barcollo ed Edoardo si alza raggiungendomi e aiutandomi a sedermi prima che possa crollare sul pavimento.
Mi tiene per le spalle e non appena riacquisto stabilità sento un rumore proveniente dalla porta di ingresso.
La serratura che scatta.
Oh no...
Sono arrivati i miei.
"Giulia! Edoardo!" esclama mia madre appena ci vede con una voce a metà tra l'essere sorpresa o stranita.
Quando la vedo sorridere penso che sia l'ultima volta che mi sorriderá...l'ultima volta che mia madre mi regalerà un vero sorriso...adesso che deve sapere tutto.
Quando non sorrido a mia volta il suo volto si incupisce.
"Giulia...che succede..." chiede. Ha un espressione preoccupata. La stessa di mio padre.
La mia vista si appanna e sento le guance umide. Mi alzo lentamente e le mani di Edoardo si stringono sulle mie spalle.
Ho la bocca schiusa ma le parole non escono. Poggio istintivamente una mano sulla mia pancia, come a proteggere il mio bambino da tutto questo.
Mia madre nota il mio gesto e sgrana gli occhi.
"Giulia ma che..."
"Sono incinta!"
Non le lascio terminare la frase che le parole escono sole dalla mia bocca e lo stesso fanno le lacrime dai miei occhi.
Per un momento mi sembra che mia madre non respiri più, che il suo fiato si sia spezzato.
Vedo la delusione nei suoi occhi come negli occhi di mio padre e fa più male che negli occhi di chiunque altro. Poi d'un tratto fa un respiro profondo e deve appoggiarsi al divano per non svenire sul momento.
Mio padre le si avvicina abbracciandola per i fianchi per tenerla in piedi.
Faccio per avvicinarmi quando vedo l'espressione di mio padre.
È deluso.
È arrabbiato.
È triste.
"È tuo?" chiede ad Edoardo. Ha una voce preoccupata. Non arrabbiata.
Per un momento temo che possa rispondere di no, dopo ciò che ci siamo detti. Lo guardo. Nei miei occhi si legge la supplica di aiutarmi.
"Sì..." risponde alla fine.
Mio padre sembra più tranquillo. Mia madre ancora ci guarda confusa e addolorata.
Di qualcosa mamma...ti prego...
"Devo sedermi..." dice poi.

"Incinta..." ripete mamma. Siamo seduti tutti sul divano tranne lei che è sulla poltrona.
Non riesco a dire niente. Mio padre ci raggiunge porgendo una tazza di tè caldo a mia madre prima di sedersi sul divano...a chilometri da me...
"Ti rendi conto Giulia? Hai diciannove anni!!" esclama dopo aver bevuto un sorso.
"Lo so..." dico. Non so dove trovo la forza di parlare.
"Non possiamo costringerti ad abortire..sei maggiorenne e.." continua.
"Non ho intenzione di uccidere mio figlio!" la interrompo. Non mi aspettavo che mia madre dicesse una cosa del genere. Anche lei era giovane quando sono nata io...certo lei era anche sposata ma...
"Per ora è solo un insieme di cellule..se lo fai adesso..."
"Non...ucciderò...mio figlio!" ripeto scandendo ogni parola. Lei abbassa lo sguardo per un momento e chiude gli occhi.
Ha paura per me.
Lo so.
Ma ne ho anch'io.
Li riapre dopo qualche minuto.
"Sei sicura...?" mi chiede in un sussurro.
Annuisco.
Poi volge lo sguardo ad Edoardo.
Lui fa lo stesso.
"Se è così.." dice alzandosi "..non posso che sperare che il mio nipotino sia bello come la sua mamma..." accenna un sorriso e apre le braccia. Vedo una lascrima scenderle lungo il viso e prima che ne possano scendere altre la sto già stringendo tra le mie braccia.
"Ti voglio bene mamma..." sussurro al suo orecchio quando sento che anche le mie guance sono bagnate di lacrime.
"Anche io amore...vi voglio bene.." risponde guardandomi sorridendo con una mano sulla mia pancia. Ci allontaniamo e lei si rivolge ad Edoardo abbracciandolo.
Mi volto e non vedo mio padre.
Lo vedo appoggiarsi sui gomiti all'isola in cucina.
Mi avvicino e mi appoggio di spalle accanto a lui.
"Scusa..." è l'unica cosa che mi viene in mente. E la dico.
Lui mi guarda.
"Non devi scusarti tu..." risponde "...devo scusarmi io...Che non accetto la mia bambina che cresce..."
Mi guarda con un mezzo sorriso ma non si muove.
"Me ne ricorderò quando sarà il mio bambino a dover crescere..." dico sorridendo e posando una mano sulla pancia. Lui si allontana dall'isola e mi abbraccia.
Mi stringe e io mi aggrappo alla sua camicia.
"Ho bisogno di te papà...abbiamo bisogno di te..." dico ancora abbracciandolo.
"Ci sarò sempre per voi amore mio..." mi risponde dandomi un bacio sulla testa.
Si allontana da me e mi sorride prima di andare verso mia madre ed Edoardo.
Mi siedo sull'isola e sorrido.
La mia famiglia non mi farebbe mai del male...
Abbasso lo sguardo.
Quest'isola...
Quella sera...
Immagini di me e Davide che ci baciamo qui scorrono nella mia mente. Delle sue mani che scoprono il mio corpo per la prima volta. Delle sue labbra che mi regalano i nostri primi baci. Baci inesperti. Baci impauriti. Baci veri.
Chiudo gli occhi e li riapro subito dopo per allontanare quei pensieri.
Forse Edoardo ha ragione...forse mi sto ancora facendo del male, lo sto ancora amando...
Ma fa male.
E se fa male...
...è sbagliato.

"Mamma.." dico e lei corre da me in meno di un secondo.
"Che succede?" chiede ansiosa.
"Niente niente..." rispondo sorridendo "...sono solo un po' stanca...sai..il viaggio...vado a dormire..."
"Certo tesoro..." dice prendendomi una mano.
"Allora io vado Giulia...a domani..." dice Edoardo baciandomi sulla guancia. Anzi...più all'angolo della bocca.
Del resto dobbiamo essere credibili...
Sono un'attrice...fingo baci ogni giorno...
Quando Edoardo va via io entro in camera mia e indosso velocemente il pigiama mettendomi a letto.
Sto per spegnere la abat jour quando sento bussare alla mia porta.
Senza aspettare risposta mia madre entra e viene a sedersi sulla poltrona accanto al mio letto.
"Com'è?" mi chiede.
"Cosa? Sapere di avere un bambino dentro di me? Strano.." rispondo ridendo.
Lei sorride. Quel sorriso vero che temevo di non rivedere più.
"Davide lo sa?" mi chiede dopo un po'.
Che c'entra Davide!?
"Perché dovrei dirglielo?" rispondo forse troppo bruscamente.
"Bhe...siete molto amici...Sono certa che Federica lo sa...ed è la tua migliore amica...perché non lui?"
"Non c'è motivo di informarlo della mia vita personale..."
"Sai..per un momento pensavo che tu...e Davide...potreste..sai.." dice sorridendo.
"No! No...no.." rispondo forzando un sorriso.
Non serve che sappia di noi...le ho già dato troppe delusioni oggi...
"Va bene amore...Buonanotte...ad entrambi..." dice sorridendo e dandomi un bacio sulla fronte.
"Com'è invece..." chiedo prima che possa uscire dalla camera "...quando nasce?"
Lei sorride.
"Meraviglioso..." risponde e resto sola in camera.
Spengo la luce e mi addormento con la mano destra a sfiorarmi il ventre.
Meraviglioso.

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Capitolo 19
*** Papà ***


CAPITOLO 19-Papà (Davide)
Guardo la chat di Giulia da un pezzo ormai.
Non ci parliamo dalla sera del tre ottobre e ormai sono passate quasi due settimane.
Ripenso alle parole di Federica. Non devo farla innervosire e un mio messaggio in questo momento farebbe solo questo.
Ma se scrivessi a Federica...lei non potrebbe arrabbiarsi...
"Come sta Giulia?" scrivo al suo contatto. È l'unica che in questo momento può tenermi informato.
Risponde dopo qualche minuto "È un po' giù..."
"E il bambino? È stata male altre volte?" domando ancora.
"Solo nausea. Tra un ora ha la prima visita." scrive.
Cosa? La prima ecografia? Tra così poco tempo?
Chiedo altre informazioni a Federica e lei pazientemente risponde a tutte.
Io voglio esserci. È una delle cose più importanti...per la prima volta vedremo nostro figlio.
Mi cambiò velocemente ed esco dall'hotel. Sono ancora le quattro e un quarto...arriverò lì per le cinque. Per fortuna io e il resto del cast siamo già a Roma. Seguo le indicazioni che mi ha dato Federica e arrivo allo studio medico in perfetto orario. Salgo le scale di corsa.
Suono alla porta e mi apre una ragazza con un camice bianco della mia età più o meno.
Nella sala d'aspetto sono seduti Massimo e Serena, che si tengono per mano. Non appena mi vedono la loro espressione cambia.
Sono...sorpresi.
Perché? Sanno che Giulia è incinta.
"Davide che ci fai qui?" chiede Serena visibilmente confusa.
"Cerco Giulia..." rispondo. Non è ovvio?
"E...perché?" domanda invece lui.
"Giulia è già dentro con Edoardo..." aggiunge sua madre sorridendomi.
"Cosa?..." non riesco a tenere la voce bassa "...perché c'è lui? Sono io il padre! Non è lui! Io!"
Vedo i loro volti sbiancare. Non ci posso credere...Giulia ha detto che è di Edoardo...
"C...cos...cosa?" balbetta Serena.
Forse non l'hanno scoperto nel migliore dei modi. Ma non mi interessa. Non lascerò che sia lui a prendere il mio posto.
Massimo mi guarda con un espressione che non riesco a decifrare...non so se sia deluso o solo sorpreso.
Poco importa in questo momento. Apro la porta dello studio senza bussare.
Giulia è distesa su un lettino che guarda uno schermo lì accanto ed Edoardo è in piedi accanto a lei. Gli occhi di Giulia brillano e le guance sono visibilmente bagnate da lacrime di gioia.
Si volta di scatto verso di me, ma i miei occhi, per una volta, non sono per lei. Ho occhi solo per il piccolo schermo che fino a qualche secondo fa guardava anche lei.
Non si vede benissimo, ma si distingue chiaramente un punto più chiaro.
Mi avvicino allo schermo. Il mondo è solo una cornice ora. Quello che sto vedendo è una cosa unica al mondo. È il frutto di uno splendido amore...di quella notte bellissima...chi avrebbe mai immaginato che ci avrebbe regalato questo. Non posso non pensare all'emozione che proverò quando nascerà...
Dal nulla sento un rumore leggero, simile ad un piccolo martello lontano. Ci sto qualche minuto a capire che non è nessun martello, ma semplicemente il cuore del nostro bambino.
Giulia mi guarda e piange regalandomi dopo tanto tempo un timido sorriso. Sa anche lei, che in fondo siamo legati da qualcosa di più forte di tutto il resto. Mantiene lo sguardo per un po' e io mi perdo nei suoi occhi con il sottofondo del cuoricino di nostro figlio che batte quasi all'unisono con il mio.
Sposto lo sguardo su Edoardo. Anche lui è confuso...di certo non si aspettava che io sarei arrivato. Fa qualche passo indietro, come se si sentisse di troppo, come se avesse capito che non può provare le emozioni che stiamo provando noi.
È come se in un attimo le barriere che Giulia si è costruita intorno in queste settimane crollassero e mi permettesse di entrare nel suo piccolo mondo che è riservato a lei e al bambino.
La guardo ancora, prima di tornare a fissare il punto chiaro del display.
La dottoressa non parla. È un momento magico e lei non spezza la magia.
"È..." le parole di Giulia fanno fatica ad uscire dalla sua bocca.
"...così piccolo." completo io.
Edoardo ci guarda con lo sguardo di chi non sta capendo nulla attorno a sé. Non può capire. Quello che noi stiamo guardando è il miracolo che abbiamo fatto insieme. Lui in tutto ciò è estraneo.
Le ciglia lunghe di Giulia sono ancora bagnate, ma lei non piange più.
"Scusi signorina...chi è il padre?" chiede alla fine la dottoressa spostando lo sguardo da me a Edoardo.
Il dito di Giulia mi indica ma lei non mi guarda e la donna annuisce.
"Va tutto benissimo...solo stia più tranquilla...siete alla sesta settimana e secondo i calcoli lascerà il tempo entro il nove maggio massimo..." comunica guardando un po' me e un po' lei. "...ci vediamo il mese prossimo, potete andare."
Giulia si mette seduta sul lettino e si abbassa la maglia, Edoardo le tende la mano e lei si mette in piedi.
Lo schermo diventa di nuovo nero e la dottoressa stampa l'ecografia porgendola a me.
"Grazie...arrivederci..." dico ed esco seguendo Giulia ed Edoardo.
Serena sta abbracciando la figlia, mentre Massimo ha ancora la stessa espressione di prima.
"Tesoro...che ne dici, andiamo tutti a casa e parliamo un po'?" propone sua madre guardandomi.
"Non c'è nulla da dire." risponde Giulia. Serena scuote la testa e le sussurra qualcosa che non capisco.
"Dammi la MIA ecografia intanto." il momento emozionante di poco fa non ha cambiato nulla. È diventata di nuovo fredda e scostante. Mi toglie la busta bianca dalle mani e inizia a scendere le scale.
"Vieni a casa Davide..." mi dice Massimo prima di seguire la moglie e la figlia insieme ad Edoardo.

Siamo seduti sul divano del salone di casa di Giulia. Io e lei sul divano, Edoardo ha preferito andare via dicendo che è una questione che dobbiamo sbrigare noi due...secondo me è solo un vigliacco! Massimo invece è sulla poltrona difronte a noi e Serena sul bracciolo accanto a lui.
"Allora...volete...spiegarci qualcosa?" a spezzare il silenzio è proprio la madre di Giulia.
"Beh lui ha già detto tutto...in modo molto delicato." afferma Giulia guardandomi di traverso.
"Non pensavo non avessi detto che è mio..." ammetto sostenendo lo sguardo.
"Scusa se ho preferito non scioccare i miei genitori con tutta quella storia!" esclama lei.
"Cosa pensavi di fare? Far credere a tutti che era suo..." dico alludendo ad Edoardo e alzando un po' la voce "...cosa avresti detto poi...?"
La sua espressione diventa pensierosa e si guarda le mani per qualche istante. Non risponde. Cala di nuovo il silenzio. Massimo e Serena ci guardano con aria quasi triste.
"Infatti..." è l'unica cosa che dico.
"Cosa? Infatti cosa?" chiede lei tornando a guardarmi.
"Avresti detto a nostro figlio che suo padre era lui vero?" se davvero è così non potrei sentirmi più deluso.
"Io...io non lo so..." vedo le lacrime bagnarle le guance. Serena si alza subito e l'abbraccia.
"Giulia...avresti fatto questo?" per la prima volta da quando la discussione è iniziata, Massimo apre bocca. Nella sua voce c'è stupore...come se non potesse credere che sua figlia avrebbe fatto una cosa del genere.
"Non voglio...non voglio che mio figlio soffra..." si difende lei.
"E allora la tua idea è quella di togliergli il vero padre, riempendolo di bugie? Tesoro...non sarebbe giusto né nei confronti suoi né in quelli di Davide..." risponde suo papà.
"Ma...io non so cosa fare..." odio vederla così indifesa. Penso a quanta forza ci sia in lei alcune volta...e come ora sta scomparendo in un solo attimo. Il suo sorriso radioso che si spegne.
"Te lo diciamo noi cosa fare, amore di mamma, lascia che Davide faccia il suo ruolo di padre...è un suo diritto e un suo dovere..." la tranquillizza Serena accarezzandole la testa.
"Per favore Giulia...non ti sto chiedendo niente...non ti sto chiedendo di perdonarmi, o di stare con me, solo di farmi essere presente...non ti darò fastidio, ma non farmi perdere nessuna parte della vita di mio figlio..." quasi la supplico. Capisco che tutto quello che sta succedendo sta sconvolgendo i suoi genitori e forse mi odieranno...ma ho bisogno di parlarle ed ogni occasione è giusta.
Ormai c'è talmente tanta confusione nelle nostre vite, che uno sbaglio in più non farà la differenza.
"Ascoltalo..." le sussurra suo padre.
"Sono stanca! Tutti mi dite cosa fare! Non lo so nemmeno io quello che devo fare...questa situazione mi ha stravolto la vita e ho...sono confusa, se voi continuate così io credo che impazzirò!" esclama lei alzandosi dal divano di scatto.
"Pensi che io invece sia tranquillo quando rifletto che tra otto mesi nascerà mio figlio? Sarà tutto nuovo per entrambi...perché non stiamo vicini in questa situazione?" mi alzo raggiungendola e prendendole le mani tra le mie.
"Perché quello che mi hai fatto è troppo grave e non ti posso perdonare...ti concedo solo di essere presente, ma non aspettarti nulla di più. Ognuno di noi vivrà la sua confusione e la sua nuova esperienza da genitore separatamente. Ora vai via...ci vedremo per lo spettacolo." allontana le mani lentamente e mi guarda con quegli occhi grandi. Sento un bisogno immenso di abbracciarla, ma devo controllarmi.
Amore mio...sei così vicina, ma così distante...
Ho voglia di tenerla tra le braccia, baciarla, vederla sorridere...qualsiasi cosa.
"Va bene...messaggio ricevuto..." le rivolgo un sorriso finto, triste, inutile.
Mi avvicino al muretto della porta e la guardo ancora un po'. Lacrime silenziose le rigano le guance.
"Giulia..." mormora suo padre scuotendo la testa.
"È l'unica soluzione..." risponde lei. Si volta ed entra nel corridoio, io esco e richiudo la porta con calma. La porta dalla quale, la prima volta, sono entrato con Giulia tra le mie braccia e ora l'unica cosa che ho è un tremendo senso di colpa. Nei suoi confronti, in quelli di Massimo e Serena che avevano tanta fiducia in me, nei confronti del mio bambino che per colpa mia non avrà una famiglia stabile...nei confronti di tutte quelle persone che sto facendo soffrire.

==============================
Sono passate due settimane da quando i genitori di Giulia hanno scoperto che io sono il padre del loro futuro nipotino. Ancora non riesco a credere che non gli abbia detto la verità...non può odiarmi a tal punto...
Comunque...adesso ha deciso che potrò vedere mio figlio...è già un passo avanti...
Sono alle prove. Faccio poco e niente dato che Giulia non si è ancora presentata e la maggior parte delle mie scene sono con lei...
"Davide sai qualcosa di Giulia?" mi chiede Giuliano sottovoce mentre guardiamo Roberta e Barbara intonare "L'odio".
Scuoto la testa.
Giuliano annuisce e torna a seguire la scena.
Non so se ha assistito alla scenata dell'Arena. Ma sicuramente è venuto a sapere del bambino...
Non si può tenere niente nascosto all'interno di questo cast...per fortuna però nessuno racconta nulla al di fuori...

Passano un paio di minuti e quando finiscono di cantare vedo una ragazza uscire dalla porta di ingresso ai camerini. È Giulia!
"Giulia!" non mi trattengo dal gridare il suo nome.
Si ferma e mi guarda sorpresa.
Le ballerine che stavano sedute sul palco si voltano a guardarla come se fosse qualcosa di brutto, da evitare...
"Hai saputo che è rimasta incinta di Davide...ed è fidanzata con un altro!" sento dire a due delle ragazze abbastanza forte che anche Giulia lo senta.
La sua espressione cambia...non so se definirla vergogna o tristezza...
Scuote la testa e corre verso l'uscita del teatro.
"Basta ragazze!.." esclama Giuliano "..su a cambiarci che si ricomincia!"
Loro fanno come gli viene detto e corrono verso i camerini. Giuliano mi da una pacca sulla spalla e si allontana dietro le quinte. Ci sono solo io tra le poltroncine rosse della platea.
Giulia.
Dov'è!?
Corro verso l'uscita alla sinistra alla sala e mi affaccio dalla porta.
Grido il suo nome ma nessuno risponde. Aspetto un paio di minuti...un attesa inutile. Giulia è andata via...
Mi volto e faccio per tornare al mio posto sotto il palco quando la vedo.
È seduta all'ultima fila, sulla prima poltroncina del suo settore. Guarda il palco, senza muoversi.
Mi avvicino senza dire niente sedendomi accanto a lei.
Non parla.
Non si muove.
È come se neanche ci fossi.
Vorrei chiederle come stanno lei e il nostro bambino ma potrebbe solo innervosirsi e non rispondermi nemmeno.

"Come...come va con i tuoi?" chiedo alla fine. Non mi aspetto che mi risponda ma non sopporto più questo silenzio.
"Bene..." risponde invece "...non possono essere arrabbiati con me...mi amano...loro."
So a cosa allude. E mi fa male sapere che pensa che io non la ami...quando in realtà la amo più della mia stessa vita..
"Sai bene, anche se non lo vuoi ammettere...che i tuoi non sono gli unici ad amarti..." dico.
Ha capito a cosa mi riferisco.
Non ci siamo ancora rivolti uno sguardo. Guardiamo entrambi fisso verso il palco. È appoggiata sulle ginocchia con i gomiti, come me.
Le sue mani così vicine alle mie e darei qualunque cosa per stringerle.
Sento il suo profumo.
Dolce profumo di fragole.
Profumo di lei.
Faccio un respiro profondo e mi appoggio alla spalliera della poltroncina.
"Sai...Giuliano mi ha fatto provare qualche scena con la tua sostituta..." dico.
Un momento di silenzio e poi lei risponde:
"E... Com'è andata?"
Ha una voce distaccata. Come se stesse parlando con un estraneo...ma allo stesso tempo...sembra sapere esattamente cosa dire...come se parlasse con un amico...con me...
"Bhe...sai com'è..non è te.." rispondo guardandola. Non so se la irriti di più la mia risposta o il fatto che io la guardi costantemente...o se queste due cose la rattristino o...la rendano felice...
Non so più che cosa fare ormai...
"Dovrai abituarti..." risponde.
Si sforza di non rivolgermi lo sguardo. Fissa il palco vuoto e distante.
Scuoto la testa.
"Non mi abituerò mai alla tua mancanza...non posso e non voglio..." ammetto.
Al diavolo l'orgoglio. Al diavolo gli avvertimenti di Federica.
Devo dirle quello che penso.
Deve sapere quello che provo.
"Giulia..." le prendo le mani e lei si volta di scatto verso di me "...non so in che altro modo spiegarti che mi dispiace da morire! Sono stato...sono stato una persona orribile...E...non merito di essere amato da te...ma..senza di te io morirei!..." non si allontana, mi guarda a bocca schiusa "...Hai detto di non voler uccidere il nostro bambino...ma così stai uccidendo suo padre!"
Mi fissa un momento. Muove le labbra come per dire qualcosa...ma deve essersene pentita perché le richiude subito dopo. Allontana le sue mani dalle mie che tentano inutilmente di aggrapparsi alla sua manica.
"Tu non sei più suo padre... hai smesso di esserlo quella stessa sera in cui avevi iniziato ad esserlo..." dice alzandosi.
La sua voce si è assottigliata sempre più.
Gli occhi le brillano...ma non di quella luce che amo io; sono lucidi di lacrime.
Non dico niente e abbaso lo sguardo quando lei si volta e si allontana lungo la fila di poltroncine rosse.
"Pensi di essere l'unica a soffrire?" chiedo poi prima che possa essere troppo lontana.
Ho ancora gli occhi bassi.
La mia voce è rabbiosa ma lei non ha paura di me.
Non sento più i suoi passi, quindi si è fermata.
Ora o mai più.
"Pensi di essere l'unica..ad avere paura?" esclamo alzandomi.
Lei si volta.
Siamo una difronte all'altro.
Tra di noi una serie di poltroncine rosse.
"Io...non ho paura..." risponde con voce spezzata.
"Sì invece...e lo so perché ne ho anche io...e io e te siamo nella stessa situazione!" rispondo.
Scuote la testa.
Non sto più gridando.
Avanzo di qualche passo e lei non indietreggia.
È bellissima.
I capelli sono ancora lisci e le ricadono delicati sulle spalle.
La bocca schiusa; quelle labbra perfette piegate in una smorfia di stupore.
I suoi occhi...che brillano nonostante la scarsa luce della sala.
Meravigliosa.
Mi manca.
"Amo mio figlio...anche se non lo conosco ancora...e so che non vuoi crederci, ma è così!" continuo.
Ogni frase un passo verso di lei.
E lei...immobile.
"Quando ho visto quello schermo...e quel punto così piccolo ma così importante...ho capito che miracolo era...tutto il resto è scomparso...c'eravamo solo io...e il mio bambino..."
Continuo ad avanzare lentamente e lei continua a scuotere la testa ad ogni mia affermazione, senza muoversi.
"Perché non vuoi credermi..." la mia voce è calma, quasi la supplico "...io voglio questa famiglia..." siamo vicinissimi; una poltroncina mi separa dal più bell'errore della mia vita "...rivolglio una vita con te, con voi! Voglio essere lì quando nascerà, quando imparerà a camminare..." il ritmo delle mie parole aumenta sempre di più "...voglio essere la sua prima parola..." non dice niente e io non avanzo più di quanto abbia già fatto "...Io rivoglio i tuoi sorrisi appena mi sveglio...io rivoglio le tue foto nella mia galleria, rivoglio il tuo nome all'inizio della mia rubrica! Io ti amo, Giulia!!" esclamo alla fine.
È un lampo.
Mi avvicino velocemente a lei e le prendo il viso tra le mani. Le mie labbra sono sulle sue affamate di lei.
Ma possono goderne solo per un secondo quando lei si stacca violentemente da me lasciandomi l'impronta del suo schiaffo sulla guancia destra.
Si allontana di qualche metro.
"Sei impazzito!?" esclama.
Ma che ho fatto...
Non rispondo.
La situazione è capovolta.
Adesso sono io in difficoltà...
Mi guarda a denti stretti. Le lacrime ormai scese sulle guance.
Ma non credo ne scenderanno altre.
Poggio le dita a sfiorarmi le labbra.
"Mi mancava il tuo sapore..." dico sorridendo.
Lei non dice niente.
Si morde un labbro.
"Ho fatto una cazzata con Sara...ma per il resto...non ti ho mai mentito...e non l'ho fatto neanche adesso..." sussurro abbastanza forte da farmi sentire.
Lei scuote la testa.
"Non ti credo Davide!" ringhia contro di me.
Noto altre lacrime formarsi agli angoli dei suoi occhi.
"Non ti credo più..." aggiunge prima di correre verso l'uscita.
E stavolta è uscita davvero...

Poggio una mano sulla guancia.
Ancora pulsa per lo schiaffo.
Come il mio cuore.
Che nonostante le continue percosse subite...continua a battere.
A battere per lei.
Per loro.
Per la mia famiglia.

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Capitolo 20
*** Sorpresa di Natale ***


CAPITOLO 20-Sorpresa di Natale (Giulia)
La base del "Balcone" è appena iniziata.
Una voce intona le prime parole.
Ma non è la mia.
È di Valentina.
La mia sostituta.
È strano vedere qualcun'altra che prova le mie battute, che canta le mie canzoni...dovrei esserci io lì e invece...
Non sopporto di essere rimpiazzata solo a causa della mia gravidanza. Come se il mio bambino fosse un problema per lo spettacolo.
Vedo Davide salire di corsa e raggiungere Valentina. Le prende le mani e le sorride.
Sento stringersi lo stomaco.
Non è il bambino.
È qualcosa con cui ho già avuto a che fare.
Una rabbia che già conosco.
È gelosia.
Ma...di chi dovrei essere gelosa? Di Davide?
No...sono gelosa del mio ruolo, del mio personaggio...eppure...
Vedo Valentina sfiorare il volto di Davide e lui sorriderle. Quel sorriso che illuminava il suo volto, quel sorriso che mi regalava quando andavamo in scena.
Adesso è di quella ragazza...
Lo stomaco mi si stringe di nuovo e non posso fare a meno di scattare in piedi non appena li vedo baciarsi.
So che è un bacio di scena, finto...ma mi fa quasi rabbia vederlo accarezzare, baciare, dire queste parole dolci ad un altra...sotto i miei occhi...
"Scusa Giuliano, io dovrei andare...ho una visita tra un'ora..." dico.
"Oh certo...buona fortuna!" esclama Giuliano abbracciandomi.
Davide si allontana subito da Valentina per prestarmi tutta la sua attenzione.
Lei resta a bocca aperta mentre io...sorrido tra me e me.
"Vai via?" mi chiede con il fiatone.
"Come puoi vedere..."
"Ma aspetta...è il 15 di dicembre? Lo avevo dimenticato! Aspetta vengo con te!" esclama sorridendomi.
"Non c'è bisogno...ci saranno mamma e Edoardo...tu puoi continuare a provare." rispondo alzando gli occhi al cielo. "No! Non ne ho persa una e non mi perderò nemmeno una visita! Fammi prendere il giubbotto..."
E anche stavolta le mie proteste non servono a nulla.
"Molto bene Giulia...cresciamo benissimo!" mi dice la dottoressa mentre fa la sua visita. Mia madre mi stringe la mano e Davide guarda lo schermo sorridendo, Edoardo ha preferito restare fuori...mi dispiace che si senta escluso dopo quello a cui si è prestato. Ha accettato di essere il padre di un bambino che non é suo, il figlio della ragazza che ama e di un irresponsabile sconosciuto, frutto dei miei divertimenti...ma la mia famiglia è qui...e lui non ne fa parte...
"Sei già al quarto mese...volete sapere il sesso del bambino?" chiede la dottoressa riportandomi alla realtà. Guarda un po' me e un po' Davide.
Lui mi guarda. Vuole saperlo...ma io la penso in modo diverso.
"No...voglio aspettare fino al giorno di Natale...!" esclamo.
Non so se io abbia contraddetto Davide perché voglio davvero aspettare o solo per il gusto di farlo. Forse decidere diversamente da lui mi fa sentire più lontana, più distaccata, come se serva a dimenticarmi di lui...
Tutti mi guardano con aria sorpresa e io sorrido in risposta reggendo i loro sguardi. Mia madre muore dalla voglia di sapere se sarà una nipotina o un nipotino...ma non cambierò idea.
"Va bene, allora abbiamo finito!" ci congeda la dottoressa. Io mi rivesto e lei stampa la mia ecografia.
Me la porge e mi dice: "Dentro è tutto scritto...buon Natale allora!"
La tentazione di aprirla è forte ma non lo faccio; dentro è scritto sicuramente il sesso di mio figlio. In realtà non so bene cosa ci sia dentro ma non voglio rischiare.
Sorrido e la metto in borsa.
Ringraziamo ed usciamo.
Appena fuori Edoardo mi viene incontro abbracciandomi e io inizio a raccontare della visita. Non so se dirgli della notizia. Sarebbe capace di farmi cambiare idea se intuisse che ho detto no solo per Davide...e non voglio che lo faccia. Quindi ometto il momento in cui la dottoressa mi ha detto che potrei sapere un dettaglio importantissimo sul mio bambino e dico che le cose vanno bene. Mia madre se ne accorge ma non dice niente. Rispetta la mia decisione, anche se forse per altri motivi...
"Scusate...ho dimenticato la giacca...torno subito!" dice Davide quando stiamo per uscire prima di entrare nello studio, per uscirne qualche minuto dopo con il suo giubbotto in mano. Lo tiene stretto al petto e ha un gran sorriso in volto. Mi ragala un secondo di quello splendore prima di salutarci velocemente e avviarsi alla sua auto.

=================================
"Tesoro potresti prendermi le lasagne per favore?" chiede mia madre mentre mescola in una grande pentola il ragù.
"Non credi di star esagerando con tutte queste cose?" esclamo dandole il pacco di lasagne in mano.
"Oh no...la nostra famiglia è numerosa!" risponde lei iniziando a preparare un'altra teglia.
"O è un tentativo di far prendere meglio la notizia della mia gravidanza!" scherzo aiutandola. Penso da tutta la mattina a come sarò costretta ad essere guardata da tutti i miei parenti...quegli sguardi compassionevoli che odio...a tutte le mani che vorranno toccare la mia pancia appena sporgente.
"Smettila! Non ti deve importare quello che diranno..." mi rassicura mia madre.
"Non è tanto quello che mi preoccupa...ma la domanda 'chi è il papà?'...quella mi preoccupa sul serio..." ammetto.
"Tesoro...se solo tu parlassi un po' più con me della storia di Davide...io forse potrei aiutarti..." mi ripete per l'ennesima volta. Ho preferito rimanere sul vago su quanto è successo tra di noi...non voglio darle altri dispiaceri...
"Non c'è molto da raccontare..." inizio ad impastare la focaccia.
"Amore di mamma...se aspettate un figlio insieme...io credo ci sia tanto da raccontare invece..."
"Mamma..." sospiro e mi decido a raccontare "... è stato amore a prima vista credo...senza di lui oggi il mio sogno non si sarebbe realizzato, è stato lui che mi ha convinta a fare quel provino. Mi ha voluta bene dal primo momento e ha creduto in me sempre..." sento un bisogno fortissimo di liberarmi di tutto quello che ho dentro e a mia mamma posso dire tutto "...poi una sera, mentre voi stavate lavorando, mi ha invitata a cena ed è stata una serata meravigliosa...ma abbiamo bevuto un po' troppo e alla fine la verità è uscita fuori...non potevamo essere semplici amici. Mamma...mi faceva stare bene, ero felice...so che ho fatto una cosa brutta nei confronti di Edo e anche nei vostri...ma...lo amavo e sbagliavo." la mano di mia mamma mi asciuga una lacrima prima che ne possano scendere altre e mi abbraccia.
"Giulia...l'amore non è sbagliato, può esserlo solo il modo in cui noi ci poniamo difronte a esso...perché non hai lasciato Edoardo?" mi chiede continuando il suo lavoro. "Perché...non ne avevo il coraggio...e avrei deluso te e papà...ma ora l'ho fatto ancora di più..." ammetto.
Scuote la testa in cerca di una risposta. Non c'è nulla da rispondere in realtà.
"Sono una pessima figlia...pensa che mamma sarò..." sussurro mettendomi seduta.
"Oh no...non sei una pessima figlia! Sei una ragazza fantastica e sarai una mamma altrettanto meravigliosa...già il fatto che hai deciso di tenerlo nonostante la tua età è stato un bel gesto...e poi ci saremo sempre io e papà, Federica, Edo..." mi rassicura "...Davide..." aggiunge guardandomi negli occhi.
"No..." è l'unica cosa che dico.
Sta per dire qualcosa, quando suonano alla porta.
"Vai tu per favore?" mi chiede facendo un cenno alla porta.
Sono le sei...chi è a quest'ora?
Mi alzo dalla sedia e cammino fino alla porta dando una sistemata ai miei capelli e alla tuta che indosso.
"Buona Vigilia...Giulia..."
Davide.
A casa mia.
La sera della Vigilia con tanto di pacchetti regalo in mano.
"Che ci fai qui?" chiedo invece io.
"L'ho invitato io! Buona Vigilia caro!" esclama mia madre che ci ha appena raggiunti.
"Anche a te Serena!" risponde lui facendosi abbracciare.
Guardo mia madre e lei mi sorride in risposta.
"Entra...Massimo è nel salone..." Davide entra e si dirige in salone per salutare mio papà. Io tornò in cucina e mamma mi segue.
"Perché lo hai invitato?" chiedo appena è difronte a me.
"È suo figlio Giulia e tu devi accettarlo...magari potrebbe anche fargli piacere passare il Natale con voi no?" spiega mamma mentre inforna l'ultima teglia di lasagne.
"Magari a me no."
"Sarete sempre legati."
"Mi ha mentito."
"Sta cercando di rimediare." ribatte lei sedendosi accanto a me.
"Non mi importa." dico.
"Vedi di fartelo importare allora, perché per il resto della vostra vita condividerete quanto di più prezioso avrete al mondo e se davvero ami questo bambino ami un po' anche suo padre." mia mamma non mi ha mai parlato in questo modo. Non urla, ma la sua voce è tesa e seria. Mi sta mettendo davanti alle mie responsabilità.
"Io..." non so cosa dire. Ha ragione ma non è quello che immaginavo io per la mia vita.
"Giulia hai deciso di mettere al mondo una vita. Un figlio è per sempre e soprattutto ha bisogno di amore, di serenità...pensi che potrà mai essere felice se sua madre sarà sempre contro il suo papà? Se vi vedrà sempre e solo litigare, urlare e lanciarvi frecciatine? Davide ci sta provando...perché non ci provi anche tu? Non ti sto dicendo di metterti con lui, ma solo di essere più...pacifica nei suoi confronti." mi prende una mano e me la stringe tra le sue. I suoi occhi profondi sono fissi nei miei, come quando ero piccola e avevo paura di qualcosa, lei mi faceva sentire di esserci sempre e io mi perdevo nei suoi occhi mentre mi parlava.
Ripenso al senso di felicità che provavo quando vedevo mamma e papà abbracciati sul divano, quando mio padre le portava la colazione a letto e poi metteva me tra di loro...ricordi che mi hanno resa la persona che sono oggi.
"Va bene...non gli urlerò contro allora." dico prima di alzarmi e andare nel salone.
"È già qualcosa..." sento mormorare mia madre.

Papà e Davide parlano tranquillamente seduti sul divano. Una cosa certa è che i miei non sono così sconvolti dalla notizia che il padre di loro nipote è Davide...anzi sembrano quasi sereni.
"Tesoro! Davide mi raccontava che la nuova sostituta non è brava come te..." esclama mio padre appena mi vede.
Davide mi guarda sorridendo. Lo stesso sorriso che mi ha fatto innamorare di lui.
"Provare con lei non è assolutamente...piacevole..." dice guardarmi negli occhi.
"Strano, sembra simpatica." mi siedo sul divano accanto a mio padre.
"Non è...te..." ammette e il suo sorriso si spegne.
Provare con lui. Era meraviglioso...poter stare accanto senza fingere nulla. Era naturale guardarci in quel modo...abbracciarci...baciarci...i nostri sorrisi e non vedere l'ora di essere soli per un altro bacio.
Non riesco a far uscire le parole dalla bocca. Bloccata dai ricordi di quanto era bello stare insieme.
"Vado a cambiarmi..." dico in un sussurro prima di sparire dietro la porta del corridoio.

"Allora Davide, tu e mia nipote state insieme? Sarete davvero dei bei genitori!" chiede mia zia guardando me e Davide. Siamo tutti seduti al grande tavolo della sala da pranzo e mia mamma ha strategicamente fatto in modo che io e lui ci sedessimo vicini.
"Emh..." mormoriamo insieme.
"Qualcuno vuole fare il bis?" domanda mia madre sviando il discorso. Tutti acconsentono e l'attenzione si sposta sul cibo.
Grazie mamma!
Per il resto della cena tutti evitano di fare domande e parlano di cose tipiche delle famiglie.
La solita noia...
Vedere la tavola sparecchiata e mio nonno che distribuisce le carte per iniziare a giocare è il mio via libera.
"Scusate io sono un po' stanca...mi metto sul divano..." comunico alzandomi.
"Ma come? La più fortunata della famiglia non aspetta la tombola?" chiede mio cugino ridendo.
"Quest'anno non credo..." dico sorridendo prima di raggiungere il salone dove c'è un minimo di tranquillità.
"Cosa ha questa ragazza?" domanda mia nonna quasi urlando.
"Mamma...te l'ho detto, Giulia è incinta..." ripete mia madre per l'ennesima volta.
"In tinta? Con cosa?"
"Non in tinta! Mamma, cerca di sentirci un po' meglio..." mamma le rispiega tutto a voce alta mentre qualcuno ride.
"Io...la raggiungo..." sento dire a Davide. Non lo biasimo se è terrorizzato dalla cena e soprattutto dalla mia famiglia!
"Sì vai caro, falle compagnia!" acconsente mia madre con voce allegra.
Chiudo gli occhi accarezzandomi la pancia con delicatezza. Sento Davide sedersi accanto a me e apro gli occhi.
Mi guarda con un'espressione a metà tra il felice e malinconico. Le luci dell'albero accanto a noi, riflettono la luce sulla vetrata alle sue spalle.
"Posso...darti il mio regalo di Natale anche se non è mezzanotte?" mi chiede dopo un po' porgendomi una scatolina incartata per bene.
"Ma...io non ti ho fatto nessun regalo...e..." inizio a dire. Non mi aspettavo nemmeno che venisse a cena.
"Shhh...tu guarda e basta..." mi ferma sorridendo. Gli sorrido a mia volta e inizio a scartare il pacchetto.
Tengo una scatolina bianca della Pandora tra le mani.
La apro e trovo un bracciale che ha già due ciondoli.
Una bambina e un cuoricino con un brillantino rosa al centro e tra di loro due charm viola e rosa.
"Avevi detto che volevi scoprirlo a Natale..." è l'unica cosa che dice con un gran sorriso mentre mi mette il bracciale al polso.
"È...è femmina? Davvero?" porto una mano alla bocca e due lacrime di gioia mi rigano le guance.
Una bambina...è qualcosa di meraviglioso!
"Sì!" esclama e i suoi occhi brillano. Brillano di una luce spettacolare.
"Oh Dio..." sussurro e non riesco a trattenermi dall'abbracciarlo. Affondo la testa nell'incavo del suo collo e respiro il suo odore.
Piano mi stringe anche lui ed è una sensazione splendida essere tra le sue braccia. Non dovrebbe esserlo, ma in questo momento mi importa poco.
Voglio che sia un ricordo che mi rimanga per sempre impresso e nel migliore dei modi. Odiarlo ora è inutile.
"Io...è...wow..." balbetto ancora legata a lui.
"Già..." sento il sorriso nella sua voce e lentamente ci separiamo.
Forse è la prima volta che lo vedo tanto felice. È felice per nostra figlia. Per quanto io non voglia accettarlo. Lui la ama e questo è importante per quando nascerà.
"Voglio che questa bambina abbia una vita serena...e voglio che appena nasca sappia che la sua mamma e il suo papà la amano anche se loro...non si amano più..." è difficile dire che noi non ci amiamo. Non è la verità...ma dire di non amarlo mi fa stare meglio "...ma tu devi smetterla di provarci ancora con me."
"Sarò tuo amico e suo padre." dice sorridendo.
"Non ti aspettare che io ti perdoni." gli ricordo.
"Non riesco a perdonarmi nemmeno io..." sussurra prima di poggiare la schiena alla spalliera del divano. Io mi alzo con un gran sorriso e vado da mia madre.
"Tesoro! Cosa succede?" mi chiede non appena le salto al collo abbracciandola.
Mi separo da lei e in risposta le mostro il bracciale che ho al polso.
"È una bimba sul serio?..." il suo sorriso si allarga e mi abbraccia di nuovo "...È una cosa bellissima amore di mamma! Auguri!"
"Grazie mammina!" papà ci raggiunge e mi stringe anche lui.
"Oh piccola mia...sarà una principessa come la sua mamma!" esclama dandomi un bacio in testa.
Rimango abbracciata a lui ancora un po', fin quando tutti i miei parenti non vengono a farmi gli auguri e a congratularsi per la notizia.
Mi allontano di nuovo e mando un messaggio a Fede, lei è sempre stata convinta che sarebbe stata una femmina...
"Mi sa che il rosa sarà il colore dei nostri prossimi acquisti...🎀"
Risponde dopo qualche minuto "Dici sul serio!? Non potrei essere più felice, il regalo di Natale più bello! Mille volte auguri per la Principessa! Vi voglio bene!"
"Anche noi!" mando il messaggio, blocco il telefono e mi risiedo sul divano accanto a Davide.
Richiudo gli occhi cercando di non fare caso alla confusione.
Quasi ci riesco, quando sento qualcosa...alla pancia.
Non è nausea.
Non credo sia per quanto ho mangiato. Anche se dopo due piatti di lasagne è probabile.
Lo sento di nuovo e capisco.
"Oddio...oddio io credo...io credo che lei si sia mossa...poco...ma si è mossa..." sussurro portandomi una mano sulla pancia.
Davide si tira subito su e mi guarda sgranando gli occhi.
"Sicura? Non potrebbe essere solo una tua impressione?" chiede guardando la mia mano che accarezza il ventre.
"No..." la mia voce è bassa quasi come se non volessi disturbare la mia bambina.
"Oh...quindi è..." non so cosa voglia dire perché si ferma e non continua la frase. Continua solo a fissare lo stesso punto di poco fa.
"Vuoi...sentire?" gli domando sorridendo.
"Io...non lo so...insomma..." la sua espressione cambia. Sembra quasi preoccupato.
Poggio la testa sulle sue gambe e mi sdraio. Come faccio di solito con mio papà. Gli prendo una mano e piano la poggio sulla piccola sporgenza della mia pancia.
Lui è rigido. Non si aspettava nulla di tutto ciò. Ma non so bene nemmeno io cosa mi abbia spinta a farlo.
Metto una mano sulla sua e per la prima volta in quattro mesi lui conosce nostra figlia. E lei per la prima volta sente la mano di suo padre.
"Questa bambina è l'unica cosa buona che abbiamo fatto io e te..." sussurro lasciando la sua mano sola ad accarezzare la mia pancia.
"Cosa penserà di noi secondo te quando ci conoscerà?" mi chiede invece lui.
"Che siamo davvero incasinati...a volte penso che soffrirà e basta, non avrà una vera famiglia..." dico guardando il bracciale che mi ha regalato.
"Se solo non fossi stato così stupido..."
"Quel che è fatto è fatto...tu mi hai mentito e io non voglio tornare indietro."
"Lo so...ora l'unica cosa che desidero è che almeno lei mi ami...voglio che sappia che il suo papà ci sarà sempre e anche se sono spaventato da questa situazione, cercherò in tutti i modi di renderla felice...mi resta solo lei..." dice.
"Tranquillo, non le parlerò troppo male di te!" esclamo cercando di sdrammatizzare. Lo sento ridere e rido anche io.
"Non vedo l'ora di conoscerla!" la sua voce è di nuovo allegra e preferisco che sia così. Non voglio tristezza in tutta questa storia, non voglio che questa bambina cresca in un'ambiente triste...voglio che sia sempre solare!
"Chissà a chi somiglierà!" rispondo pensando a una piccola me.
"Si sa che le bimbe assomigliano sempre al papà!"
"Lei sarà uguale alla sua mamma invece...ne sono sicura!"
"Una Mini-Giulia che mi ama mi va bene!" esclama sorridendomi timidamente. Gli sorrido, anche se non vorrei farlo. Non dovrei.

Le stelle brillano sopra di me.
Sono tante.
Un manto bianco di diamanti luminosi. Una di quelle stelle è la mia bambina. Lassù in cielo che aspetta di poter scendere tra le mie braccia.
"Mi dispiace che tu debba vedere tutto questo piccola mia..." dico guardando la stella più luminosa di tutte e la mano mi scivola automaticamente sulla pancia "...ma ti prometto che quando arriverai sarà tutto diverso...tutto perfetto.."
"Può essere perfetto anche adesso..."
"Davide!" mi volto e lui è all'impiedi difronte la porta della veranda dove fino a poco fa io guardavo le stelle.
Sorride e mi si avvicina. Si siede alla mia destra, dall'altra parte del tavolo che ora occupiamo entrambi.
Chiude gli occhi un momento, li riapre e fissa le stelle.
Non dice niente. Sorride al cielo.
Faccio lo stesso.
Non sopporto il silenzio.
Scuoto la testa anche se non può vedermi.
Poco fa ho sbagliato. Non dovevo dire quelle cose. Io non voglio che la mia bimba abbia a che fare con chi mi ha fatto soffrire fin troppo. Sono stata una stupida e l'ho solo illuso. Ma dentro di me ora è tutto una tempesta di emozioni contrarie.
"Non lo sarà mai...mai più..." dico poi "...mia figlia merita di meglio di questo...e lo avrà...anche se dovrò recitare per non farla soffrire...Non vivrà sapendo che ci hai rovinato la vita..."
"Nostra..." risponde.
Lo guardo.
Non capisco.
"Nostra figlia..." ripete marcando la prima parola.
Non ha fatto caso alle mie ultime parole. Alle mie accuse.
L'unica cosa che vuole è possedere la mia bambina.
"Non è più tua figlia..." rispondo fredda.
Per un momento il suo respiro sembra essersi fermato. Non muove più un muscolo. I pugni stretti e le labbra serrate in un sorriso sottile appena accennato.
Sbatte le palpebre e si volta verso di me. Ha gli occhi lucidi e arrossati.
"Non smetterà mai di esserlo invece..." dice con voce spezzata "...lo è da quella sera del tre settembre, quando era ancora solo una cellula insignificante...e lo sarà fino a che vivrò questa vita e anche dopo..."
Scuoto la testa.
Sbatte i pugni sul tavolo e si alza di scatto. Non mi aspettavo questa reazione. Davide non è violento. Non mi farebbe mai del male.
Ho imparato a non avere paura di lui...anche se a volte sarebbe stato meglio averne...
Si avvicina alla ringhiera del balcone e si appoggia sui gomiti coprendosi il viso con una mano.
"Scusa..." gli sento mormorare.
"Ormai è qui con noi...non hai motivo di scusartene..." rispondo irritata.
"No..." dice e allontana la mano così che lo possa sentire con più chiarezza "...parlavo di quel bacio...scusa..."
Mi si stringe lo stomaco.
Il suo bacio...qualche mese fa a teatro.
Per la prima volta dopo mesi le sue labbra sulle mie fuori dal musical.
Quando mi ha sfiorato ero sicura che mi avrebbe stregato di nuovo con i suoi baci di seta...ma qualcosa mi ha spinto ad allontanarlo....qualcosa che adesso mi da la forza di dirgli queste cose...un motore di rabbia che brucia dentro di me e parla al mio posto e decide le mie azioni...
"Non avresti dovuto..." è l'unica cosa che riesco a dire "...Davide davvero...peggiori solo le cose...è già abbastanza complicato..."
"Lo so.." risponde voltandosi. Lacrime incastrate tra le sue ciglia aspettano un brutto ricordo per rigargli le guance.
"Mi ricordo di te la prima volta..." inizia tornando a sedersi sulla sedia "...Eravamo alla metro e tu...correvi con i capelli tutti arruffati e i libri in mano. Una studentessa in ritardo...abbastanza banale...ma..allo stesso tempo eri assolutamente straordinaria!"
Mi ricordo anche io quel giorno....come me ne ricordo molti altri che però...piano piano...vanno sbiadendo...
"Non c'è un momento..." continua "...in cui io non immagini il tuo sguardo addormentato al mattino...Non c'è notte in cui non ti voglia al sicuro tra le mie braccia...E non c'è attimo in cui io non mi penta delle cazzate che ho fatto..." mi guarda e io guardo lui. Occhi freddi come il ghiaccio i nostri. Freddi di rabbia e paura, di delusioni e pentimento. Lacrime che ormai non controllano il loro flusso. Lento. Silenzioso.
"Eri la mia principessa Giulia...lo eri davvero..." conclude e la sua frase si spezza prima che possa tornare a guardare il cielo.
Una principessa...
"Magari lo sono ancora Davide...sono una principessa..." rispondo fissando le rose rampicanti sul mio balcone "...solo che stavolta..." una lacrima mi bagna il labbro e scompare all'angolo della mia bocca "...il principe che deve salvarmi, non sei tu..."
Dico con voce strozzata prima di abbandonarmi ai singhiozzi. La mia volontà di non essere triste è battuta da tutta questa situazione.
Davide mi guarda e la sua espressione mi rimprovera di tutto. E so che anche lui vorrebbe rimproverarmi.
Ma per cosa poi? Per aver creduto nell'amore? Per essere rimasta incinta?
Non accetterò una sua critica...
Si alza, tira su con il naso e rientra in casa.
Lo sento salutare mamma e gli altri.
Vorrei andargli incontro e gridare che non pensavo le cose che dicevo, che ho bisogno di lui...che è l'unico principe che questa principessa sfigata possa desiderare...
Ma non lo faccio.
No. Ho preso le mie decisioni.

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Capitolo 21
*** Capodanno ***


CAPITOLO 21-Capodanno (Giulia)
La valigia sta scoppiando.
Devo stare solo due giorni da Luca ma non si sa mai, bisogna essere pronti ad ogni evenienza.
Passeremo il Capodanno tutti a casa sua e con me verrà anche Fede.
"Buon ultimo dell'anno alla Principessa. Ci vediamo tra poco."
Davide.
Dopo la sera della vigilia non ci siamo più visti ma lui continua a mandarmi messaggi e a rendere dolce ogni cosa che mi scrive nonostante quello che gli ho detto e come l'ho trattato.
Andremo a Verona insieme. Ha insistito tanto e io ho ceduto.
Metto l'ultimo cardigan in valigia e suonano alla porta.
"Buon 31 dicembre!" esclama Federica appena apro, porgendomi una bustina con un gran fiocco rosa.
"Non avevo ancora fatto il regalo alla piccola..." dice vedendo il mio sguardo sorpreso.
"Fede...non starai iniziando a viziarla?" scherzo dirigendomi al salotto seguita da lei.
Ci sediamo e inizio a scartare il regalo.
È una tutina rosa in ciniglia con un'orsetto al centro.
"Beh appena l'ho vista ho pensato a te con una bimba in braccio e...non ho resistito!" esclama.
È carinissima. La tengo tra le mani e continuo a fissarla. Penso a me alla mia bambina quando nascerà. Certo avevo un idea un pò diversa della mia famiglia...nella quale era incluso anche un padre presente nella vita di mio figlio... E anche se sono io ad evitarglielo, non posso non considerarlo colpevole di tutto ciò...vorrei solo che non avesse mai incontrato quella Sara...o che non avesse mai incontrato me...
"Che c'è, non ti piace?" chiede Federica con tono preoccupato riportandomi alla realtà.
"Eh? No no...cioè si..è..." balbetto confusa ancora presa dai miei pensieri.
"Oh andiamo! Non ho mai avuto una migliore amica incinta, devo ancora imparare...è la mia prima volta!!" esclama ridendo.
Rido anche io.
Se non ci fosse lei qui...
Allargo le braccia e lei capisce che ho bisogno di un abbraccio.
Mi stringe forte a se e le dico ricambiandola:"Grazie è bellissima...Ti voglio bene!"
"Anche io..." risponde sciogliendo l'abbraccio e tornando al suo posto accanto a me "...voglio bene a tutte e due!"
Sorrido.
"Dai! Ora sarà meglio preparare le valigie! Quando passa Davide?" chiede alzandosi.
"Tra...un' oretta più o meno..." rispondo distratta rigirando il regalo tra le mani.
"Smettila di fingere che non ti interessi!! So bene che non è così!" esclama. Non so neanche io se fingo...o se non mi interessa davvero.
Mi alzo e la raggiungo facendo strada verso la mia camera. Spero di evitare così l'argomento...ma so che non accadrà...
"Giulia davvero!..." continua lei vedendomi dietro "...So bene che non ti è indifferente e sai che ho ragione!"
Sospiro e apro l'armadio.
"La smetti di fare quella a cui non importa nulla di nessuno! Sei insopportabile! Se hai intenzione di fare così per altri nove mesi, dovranno ricoverare me al posto tuo...per esaurimento nervoso!" esclama sedendosi sulla poltrona.
"Sono cinque..." rispondo voltandomi.
"Eh?" chiede confusa.
"Cinque mesi...la piccolina qua è un pò cresciuta..." rispondo e lei sorride. So che a volte la mando in bestia...ma so anche che mi vuole bene...e non potrebbe mai avercela davvero con me.
Si alza e mi si avvicina.
"Sai..." inizia con tono calmo prendendomi per le spalle "...che ho sempre avuto ragione su queste cose...anche quando eravamo bambine... Non puoi chiudere Davide fuori dalla tua vita..."
Abbasso lo sguardo e mi siedo sul letto accanto alla valigia strapiena.
"Al di là della bambina..." dice sedendomisi accanto "...anche tu hai tradito Edoardo e lui ti ha perdonato perché ti ama! E so che tu ami Davide, qualsiasi cosa tu possa dire...sai anche tu di amarlo... Non voglio tormentarti ancora con questo discorso...sai come la penso..."
Annuisco.
"A proposito della bambina..." esclama dopo un pò "...hai già pensato a un nome?"
"No..non ancora..." rispondo. In effetti potrei già iniziare a pensarci...
"Mh...Alessia?" propone.
"No.." rispondo. Alessia Merlini non è il massimo...
"Carla?"
"Assolutamente no!"
"Gaia? Greta?"
"Mh...no..non mi convincono..."
"Micaela? Manuela?"
"No no..."
"Vabbè dai ho capito non ti piace niente!! Dai facciamo questa valigia che Davide sta arrivando..." dice alzandosi.
"Ma hai già fatto la valigia?" esclama con voce offesa come se si fosse accorta solo adesso della mia valigia piena.
"Ma non l'avevi vista?" chiedo senza trattenere le risate.
"No..." dice con voce innocente. Non riesco a smettere di ridere "...è colpa tua che mi distrai!"
"Io?" chiedo ancora ridendo.
Sento suonare il citofono.
È sicuramente Davide.
"Andiamo vah.." dico prendendo la valigia.
Forse Fede...ha anche ragione...
"Davide ma la strada la sai?" chiede Federica per l'ennesima volta ridendo.
"Sì Fede ti ho già detto di sì!" risponde lui ridendo a sua volta.
Fede?! Da quant'è che sono così amici loro due...
Sento di nuovo quella strana sensazione allo stomaco. Non posso essere gelosa di Federica...è la mia migliore amica...non mi tradirebbe mai...
Davide però è sembrato strano quando ci siamo salutati. Quasi distante...non aveva il solito sorriso che ha sempre avuto per accogliermi...
Come se si fosse arreso a combattere, a combattere per me...
Forse è proprio vero che ci si accorge di cosa si ha solo quando la si perde...
Rivoglio il Davide che vedeva solo me! Quel Davide che fino a poco tempo fa mi seguiva e mi amava nonostante tutto...
"Davide devi accompagnarmi da Luca...non dormo in albergo..." dico all'improvviso interrompendo le loro risate.
"E dove dormi?" chiede lui con ancora una risata nella voce.
"Da Luca ovviamente, che domande..." rispondo con un sorriso maligno.
Frena di colpo e per poco non sbatto contro il sedile davanti. Siamo ad un semaforo rosso...anche se sono sicura che la frenata sia dovuta alla notizia che gli ho appena dato...
"Da Luca?" chiede voltandosi verso di me.
Sorrido. Mi guarda a bocca schiusa. Un brivido di piacere mi sale lungo la schiena. Questo è il Davide che conosco io.
"Davide dai è verde!" esclama Federica poggiandogli una mano sul ginocchio. Mi si stringe di nuovo lo stomaco.
Ma che sta facendo...?
Davide parte senza prestarmi più attenzione. Restiamo in silenzio per il resto del viaggio. Due intere ore a guardare le mani di Fede, che..si sono allungate fin troppo per i miei gusti...
Non dovrebbe fregarmene niente di cosa combina Davide, né con chi...ma non riesco a non pensare a come ridevano, a come lei l'ha sfiorato con così tanta naturalezza...
C'è qualcosa sotto, ne sono sicura...

Siamo sotto casa di Luca. È un alto palazzo classico proprio difronte l'Arena, di cui non si vede bene l'ultimo piano. Sembra esserci una terrazza.
Scendo e mi avvicino al cofano per prendere le valigie, quando Davide mi si avvicina correndo dall'altra parte dell'auto e impedendomi di aprirlo.
"Giulia..." inizia prendendomi le mani "...sei sicura di voler restare qui? Insomma...se hai bisogno, in albergo ti basta bussare alla porta accanto e..."
"Davide..." lo interrompo sorridendo. Nonostante tutto...è dolce il suo modo di comportarsi con me..
"Non devi preoccuparti...starò benissimo...sono solo tre giorni...Il due riparto con voi..." dico e allontano le mani dalle sue "...A stasera!" Lo saluto baciandogli entrambe le guance.
"A stasera..." risponde con un mezzo sorriso.
"Oh aspetta..." aggiunge quando mi avvicino al cofano "...Faccio io!" esclama sorridendo. Sorrido anch'io e mi avvicino a Federica che è ancora seduta al suo posto accanto al conducente e mi guarda dal finestrino abbassato. Mi piego un po' per sentirla.
"Siete dolcissimi..." dice appena siamo abbastanza vicine.
E incredibile il modo di comportarsi di questa ragazza. Prima dice che dobbiamo tornare insieme e poi flirta con lui davanti ai miei occhi! E poi di nuovo che siamo dolcissimi!
"Certo..." rispondo distaccata. Meglio limitarsi a poche parole se non voglio creare tensione. Non posso litigare con lei proprio adesso...
"Che hai Giù?" chiede.
"Niente...perché? Dovrei avere qualcosa?" chiedo io in risposta.
"Ma te la sei presa perché ho detto che siete dolci?.." dice ridendo. La guardo "..Dai sai bene che è così...E avresti dovuto vedere la tua faccia mentre io e Davide ridevamo in macchina...E quando l'ho toccato! Sembrava stessi per urlare! Ahahah...cerco solo di farti capire che tu lo ami ancora!"
Un momento...quindi lo ha fatto apposta?! Non ci credo...
Non smette di ridere e alla fine anche io rido con lei.
"E sono certa che tu pensavi ci stessi provando davvero!" esclama appena le sue risate terminano.
Sgrano gli occhi. È inutile...non le posso nascondere niente...
Mi alzo di scatto e mi volto.
"A stasera Federica!" esclamo raggiungendo Davide e i miei bagagli.
"Ehi e un abbraccio? Sono pur sempre la tua migliore amica!" le sento gridare. Mi volto. È uscita dalla macchina e mi aspetta all'impiedi con un gran sorriso. Scuoto la testa e le corro incontro stringendola forte. È una delle poche persone che mi sono vicine in questo momento...e le sono grata.
"Che amica stronza..." sussurro.
"Ti voglio bene anch'io..." dice ridendo mentre io torno da Davide che ha già citofonato.
"Vuoi che salga con te?" chiede.
"No tranquillo...c'è l'ascensore e ci sarà Luca ad aspettarmi.." rispondo sorridendo.
"Come vuoi..." dice e io prendo le valigie "...ma Giulia aspetta..." continua prendendomi una mano prima che possa chiudere il portone "...attenta." conclude e la porta si chiude.
Sembrava davvero preoccupato...
Bhe non ne ha motivo...
Entro in ascensore e premo il pulsante dell'ultimo piano. È l'ottavo. L'interno del palazzo è molto diverso dall'esterno.
È più moderno e lineare rispetto alle forme morbide che sono visibili da fuori. Mi piace.
Finalmente l'ascensore si ferma aprendosi su un largo corridoio elegantemente decorato. Alla fine del corridoio davanti l'unica porta mi aspetta Luca. Camicia blu e pantaloni neri. I capelli legati in un codino...già pronto per stasera!
"Giulia!" esclama appena mi vede. Allarga le braccia e mi stringe a sé appena mi avvicino.
"Luca!" esclamo io ridendo.
"E la piccolina qua? Sta crescendo vero?" dice poi con voce stridula più rivolto alla mia pancia che a me.
"Cresce cresce..." rispondo ridendo.
"Su entra..." dice nuovamente serio sorridendo. Prende le mie valigie e io lo seguo in quello che scopro essere un attico a dir poco stupendo!
Entriamo in un grande open space. Alla mia sinistra una grande cucina, con un isola molto simile alla mia. Difronte a me due divani e un televisore danno sulla bellissima veranda attraverso una grande vetrata. È meravigliosa. Alla sinistra dei divani una scala porta al piano di sopra. Accanto alla porta c'è una piccola stanza che scopro essere l'armadio per i cappotto e accanto un altra porta che Luca mi indica come quella del bagno principale.
"Allora? Ti ho stupita?" chiede con un sorriso di trionfo sulle labbra.
"È...bellissima!" esclamo.
"Lo so...e devo ancora creare l'atmosfera per stasera...Vieni ti faccio vedere su e poi puoi iniziare a prepararti, mentre io do una sistemata qua giù!" esclama e lo seguo su per le scale. Mi ritrovo in un ampio corridoio.
"Sulla destra il tuo bagno, questa è la mia camera..." dice indicando la prima porta a sinistra "...e questa è dove dormirai tu!" esclama infine indicando una porta difronte alla sua.
Annuisco e sorrido.
"Va bene allora...ci vediamo tra un pò...i ragazzi dovrebbero arrivare tra un oretta circa..." dice guardando l'orologio prima di scendere al piano di sotto. Vado verso quella che sarà la mia camera, curiosa di vederla. Apro la porta.
Mh...non è affatto male!
C'è un grande letto al centro della stanza. Le pareti sono giallo chiaro in tinta con il resto dei mobili e delle decorazioni. Alla destra della porta c'è una scrivania e difronte ad essa un grande armadio mentre difronte a me...una vetrata assolutamente spettacolare!
"Credo che mi troverò bene qui..." dico a me stessa.
Luca ha detto che arriveranno tutti tra un'ora...meglio fare con una bella doccia e poi iniziare a prepararmi.
Devo essere impeccabile...
Stupire tutti...
Stupire lui...

Sono già le otto e mezza e ho sentito qualcuno entrare pochi minuti fa. Mi vesto velocemente. Dovevo già essere giù. Non voglio far pensare a nessuno niente di male...Ho scelto un vestitino bordeaux corto abbinato a dei tronchetti neri come la giacca. Ho indossato pochi gioielli; un anello e un bracciale di diamantini. Ho fermato i capelli sulla testa e ricadono mossi su una spalla.
Ho appena finito di truccarmi. Posso scendere.
Ho il tempo di scendere due scalini che sento chi è arrivato e mi fermo di scatto. È Davide.
"È strana..." gli sento dire.
"È la gravidanza amico..." risponde scherzoso Luca.
O Davide ha messo incinta qualcun'altra...o stanno parlando di me...
Mi siedo sui gradini più alti della scala accovaciandomi per vedere e non essere vista
. Sono in cucina.
Davide indossa una camicia bordeaux sotto un completo scuro. È molto elegante.
"No...non so più che fare..." dice Davide.
"Davide basta! Non puoi continuare a pressarla...peggiori solo le cose..." risponde Luca.
Sante parole!
"Non la sto pressando!...Ma che parlo a fare con te...non puoi capire...forse non ti sei mai innamorato..." risponde lui e la sua voce si assottiglia sempre più.
"La ami Davide?"
"Più della mia stessa vita..."
Mi si stringe lo stomaco. Sentirlo dire ad un altro è diverso di quando lo dice a me...È più bello...cosí sento di potergli credere...
"E allora vaglielo a dire! Sarà ancora nella stanza degli ospiti..." esclama il biondo e Davide segue il suo consiglio. So che dovrei andare via, per non farmi trovare qui...e invece no...resto seduta, appoggiata alla ringhiera di queste belle scale in mogano...e penso...penso e ripenso alle parole di Davide...
"Più della mia stessa vita..."
Che vuol dire? Che morirebbe per me?
Sono così assorta dai miei pensieri che quasi non vedo Davide arrivare. Si ferma ai piedi della rampa di scale. Mi guarda e io guardo lui.
Mi alzo e scendo le scale finché non siamo a pochi centimetri di distanza.
Sorride.
"Sei...assolutamente...incredibilmente meravigliosa..." sussurra sorridendo.
Non so cosa rispondere. Ho paura di cosa potrebbe uscire dalla mia bocca.
Sorrido anch'io.
Sento il campanello suonare ma non ci faccio caso. Abbasso lo sguardo e la mia mano scivola sulla sua, non la stringo e lui nemmeno.
Ci guardiamo negli occhi per un momento. C'è tensione tra di noi...ma è piacevole.
"Ragazzi venite! Voglio presentarvi un mio vecchio amico!" esclama Luca interrompendo il nostro momento. Allontano la mano dalla sua aggrappandomi al suo braccio.
"Una mano?" chiede lui dolcemente. Annuisco e insieme scendiamo gli ultimi gradini raggiungendo Luca.
"Ragazzi lui è Mattia!..." dice Luca appena arriviamo"...Loro sono Davide e.."
"Giulia..." lo interrompe il ragazzo al suo fianco "...chi non conosce la splendida Giulia Luzi!" mi prende la mano e la stringe delicatamente nella sua.
È un ragazzo alto, moro dai luminosissimi occhi azzurri. Indossa un completo blu scuro. I capelli tirati indietro e una leggera barba sul viso.
Sorrido.
Sento la mano di Davide stringersi sul mio braccio.
Mattia...
È proprio carino...

Aspettiamo che arrivano tutti gli invitati prima di iniziare a cenare. Fede arriva tra gli ultimi, mentre io parlo in cucina con Mattia.
"Ciao Luca, grazie dell'invito! Ciao a tutti!" sento dire in maniera plateale quando entra nell'appartamento. Classico di Federica.
"Dov'è Giulia?" chiede poi a voce più bassa non so a chi.
"Lì...da quando è arrivato quel tizio parlano fra di loro..." è Davide.
"Sta tranquillo, le vado a parlare, tu pensa...ai buoni propositi dell'anno nuovo!" dice in tono scherzoso.
Io continuo la mia conversazione con il ragazzo, prima di sentirmi tirare per un polso.
"Ciao...qualunque sia il tuo nome, ti dispiace se ti rubo un attimo Giulia? Devo parlarle." esclama trascinandomi in bagno.
"Che ti prende?" chiedo liberandomi dalla sua presa.
"È una vendetta?" domanda seria.
"Ma di cosa stai parlando?"
"Con quel ragazzo, Davide ha detto che stai con lui da quando è arrivato."
"Davide è esagerato. Stavamo solo chiacchierando...poi figurati se qualcuno si interessa a me in questo momento!" esclamo cercando di sdrammatizzare.
"Oh smettila Giulia! La gravidanza ti ha resa anche più bella! Comunque non fare cazzate." mi rimprovera aprendo la porta.
Non le rispondo ed esco prendendo posto al tavolo che Luca ha aggiunto nel salone.

La cena va bene, nessuno tira fuori argomenti che riguardano me e Davide...credo siano ancora spaventati dalla scenata all'Arena.
Quando finiamo di mangiare, c'è chi aspetta la mezzanotte chiacchierando o chi bevendo o giocando a carte.
Io mi siedo sul divano e dopo qualche minuto mi raggiunge Mattia.
"Allora...sogno per l'anno nuovo?" chiede sedendosi accanto a me sorridendo.
Davide e mia figlia. Credo siano loro il mio sogno.
"Famiglia." è la cosa più stupida che avessi potuto rispondere. Ma è stata la prima che mi è passata per la testa.
"Famiglia?" domanda confuso.
"Già...famiglia, vorrei che tutto si mettesse al proprio posto ed essere felice." non so perché lo sto dicendo a lui. Forse ho solo bisogno di dirlo.
"Magari potresti essere felice anche con qualcun altro no?" mi sorride e il suo viso si avvicina al mio.
Siamo troppo vicini di quanto dovremmo essere.
La sua mano sulla mia guancia mi avvicina di più a sé e le sue labbra si poggiano sulle mie.
"Sei impazzito?" mi alzo di scatto allontanandomi da lui.
"Togliele le mani di dosso subito." Davide lo tira via per un braccio.
Lo guarda con aria di sfida.
"Non provare mai più a toccarla. Mai più." la sua mano si stringe in un pugno e l'altra tiene per il colletto della camicia Mattia.
"Davide!" esclamo. I suoi occhi si spostano su di me. Sono lucidi di rabbia e brillando di una luce che non avevo mai visto...forse per la prima volta ho paura di lui...sul serio.
Ripeto il suo nome e la sua espressione cambia. Sbatte più volte le ciglia e lo lascia. Mattia si allontana scuotendo la testa. Mi guarda sprezzante prima di uscire in veranda...dove per fortuna si trovano già quasi tutti..
Davide mi guarda. Nei suoi occhi c'è pentimento...ma anche orgoglio. Sapeva quello che faceva. Una parte di me sa che voleva solo proteggermi...ma un altra parte non ha ancora dimenticato quei suoi occhi rabbiosi.
"Giulia..." dice avvicinandosi. Mi allontano di scatto. La sua espressione si fa ancora più pietosa.
Luca, che ha assistito alla scena, mi si avvicina mettendomi una mano sulla spalla.
"Allora..." inizia con voce entusiasta rivolto agli altri rimasti dentro "...tutti in terrazza tra poco iniziano il conto alla rovescia e i fuochi d'artificio!" detto questo tutti lo seguono fuori.
Tutti tranne me e Davide.
Sono certa che vuole farmi la solita ramanzina su quello che è successo e che, ovviamente, me lo aveva detto...
Devo evitarlo.
Lo vedo aprire bocca per parlare e lo precedo allontanandomi verso il bagno difronte la cucina.
"Devo andare in bagno..." farfuglio cercando la maniglia. Non arrivo ad abbassarla che Davide mi tira per un braccio allontanandomi.
Lo guardo negli occhi e lui sostiene il mio sguardo.
Stavolta non posso contraddirlo...mi ha solo aiutato...è solo che...
"Te lo avevo detto!" esclama poi.
"So cavarmela benissimo da sola!" rispondo. Non è affatto vero.
"Infatti poco fa ne abbiamo avuto la prova..." dice sarcastico.
Socchiudo gli occhi e mi libero dalla sua presa.
"E chi ti dice che io non abbia voluto baciarlo?" chiedo poi con aria di sfida.
"Il semplice fatto che tu lo abbia appena respinto.." risponde.
Apro la bocca per contraddirlo ma non trovo risposte valide. Sorride vittoriso al mio silenzio.
"Possono esserci vari motivi per averlo respinto!" esclamo. Mi sto arrampicando sugli specchi.
Sbuffa divertito.
"Magari non volevo...continuare..davanti a tutti! Magari stavamo per andare via!" esclamo sgranando gli occhi. Lui inarca le sopracciglia e non trattiene un sorriso divertito. Mi sta prendendo in giro!
"Cosa puoi saperne tu!.." continuo "..Mattia è un bel ragazzo! Davvero carino!.." il suo sorriso svanisce "...abbiamo molte cose in comune e...suona la chitarra! Ed è il mio strumento preferito e..." mi accorgo dopo delle scemenze che sto dicendo "...comunque non sono affari tuoi!..." mi fissa con le labbra serrate in una linea dritta "...Può farmi solo bene fare nuove conoscenze! Poteva anche essere quello giusto e..." stavolta è lui a interrompere le mie parole. Mi ha preso per i polsi impedendomi di muovermi e le sue labbra sono sulle mie. Avevo già la bocca schiusa e Davide non si lascia fermare.
Mi libera lentamente i polsi prendendomi il volto tra le mani e le mia braccia ricadono lungo i fianchi. Sembro inerme a contatto con lui. Si allontana lentamente quando le sue labbra iniziano a diventare calde...troppo calde...
Solo allora mi accorgo di aver chiuso gli occhi. Li riapro lentamente e lui è a pochi millimetri da me. Le sue mani ancora sulle mie guance.
Sento le voci dei ragazzi in lontananza. È iniziato il conto alla rovescia.
"E allora dimmi una cosa.." sussurra appoggiando la fronte alla mia "..perché invece...non hai respinto me..." le nostre labbra si avvicinano di nuovo e per un momento sono io a volerle sentire nuovamente sulle mie. Socchiudo gli occhi ma lui si allontana mordendosi un labbro.
"Dobbiamo andare dai miei...devono sapere..." dice serio. Annuisco meccanicamente e le sue mani scivolano lentamente dalle mie guance e si allontana raggiungendo gli altri in veranda.
Rimango ferma un momento. Le mie labbra sanno ancora di lui...
Sbatto le palpebre e lo seguo. Ho il tempo di uscire dalla porta che il cielo si illumina della luce dei fuochi d'artificio. Guardo il mio orologio. È scoccata la mezzanotte. Tutti si abbracciano e si fanno gli auguri. Vedo Federica versare champagne nei bicchieri di tutti e abbracciare Luca.
Sorrido a quella scena.
È questo il bello della compagnia...
Sento il telefono vibrare.
È Edoardo.
"Auguri Giulia, a te e alla piccolina❤" leggo. Sorrido. Sto per rispondere quando mi si avvicina Davide con due bicchieri di Champagne in mano. Me ne porge uno.
"Buon 2014!" dice sorridendo
. Sorrido anch'io e brindiamo.
Poso il telefono senza rispondere e seguo Davide verso gli altri.
È strano l'effetto che fa su di me a volte...ma mi piace...
Faccio gli auguri a tutti e mi avvicino alla ringhiera della terrazza.
Ho sempre adorato i fuochi d'artificio...ma stasera è come rivederli per la prima volta.
Sono stupendi con l'Arena sullo sfondo.
Sembra un film..
Mi sento sfiorare il fianco.
Mi volto. È Davide. Sorride e si ferma accanto a me abbracciandomi. La sua mano si ferma sulla mia pancia e non mi sposto.
Sorrido invece, più a me stessa che a lui.
Non poteva esserci fine anno migliore...

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Capitolo 22
*** Sotto la neve ***


CAPITOLO 22-Sotto la neve (Giulia)
Bussano alla porta più volte.
Apro gli occhi e guardo il telefono. Sono le dodici di mattina del due gennaio...
"Giulia! Giulia! Posso entrare?" è Davide. Che ci fa qui?
"Sì certo..." rispondo sbadigliando.
La serratura scatta e la porta si apre.
"Buongiorno..." mi dice dolcemente chiudendo la porta, prima di sedersi accanto a me e darmi un bacio sulla guancia "...come sta la piccola?"
"Buongiorno, sta bene..." mi sento felice ora.
"Brava la mia bambina...comunque tra un po' dobbiamo andare via, che ne dici di vestirti e di preparare la valigia?" propone sorridendo.
"La valigia? La preparo di pomeriggio..."
"Hai dimenticato? Dobbiamo andare a Bassano dopo pranzo..."
Bassano? Lo avevo dimenticato del tutto. Ora ricordo che Fede mi aveva detto che se noi saremmo andati dai genitori di Davide, lei sarebbe rimasta qualche giorno a Verona e Federico l'avrebbe raggiunta.
"Eh? No no...va bene tra poco scendo."
"Okay, ti aspettiamo giù. Solo un piacere...metti qualcosa di..."
"Largo! Tranquillo non salterà all'occhio!" rido e lui esce ridendo a sua volta.
Ne avevamo parlato anche ieri durante il pranzo di Capodanno, non vogliamo che i suoi genitori restino sconvolti.
Mi cambio velocemente, metto le ultime cose in valigia e scendo.
"Grazie di tutto Luca davvero!" lui mi abbraccia e io faccio lo stesso.
"È stato un gran piacere...la prossima volta ti aspetto con la piccolina però eh!" esclama.
"Credo le piacerà! Ciao!" Davide prende le mie valige e scende. Io lo seguo, salgo in macchina e mi sento tornata un po' alla normalità.
Un pranzo con lui, una passeggiata per Verona e viaggiare con la sua macchina.
Sembra quasi perfetto, ma qualcosa non è più uguale. Non siamo più spontanei come prima, tutto quello che facciamo e diciamo sembra meccanico, programmato. Non è più naturale.


"Giulia! Da quanto tempo non ti vedevo!" non appena mi vede, Emma mi abbraccia, dopo aver salutato sul figlio.
"Ciao Emma!" esclamo sorridendo. Ma è un sorriso forzato. Ho paura che si dispiaccia troppo per tutta questa situazione.
"Entrate ragazzi, c'è freddo qua fuori." mi ricorda spesso Davide, hanno la stessa dolcezza.
Non è la stessa cosa entrare in questa casa. Ora il motivo per cui sono qui è del tutto diverso.
Tolgo il giubbotto per darlo ad Emma e sto attenta a sistemare la maglia per far sì che la mia pancia non si veda.
"Davide, tuo fratello è con degli amici e papà arriverà tra poco...io devo finire di preparare la cena, voi potete fare tutto quello che volete!" chiede lei rimettendo il grembiule e tornando in cucina. "Giulia hai voglia di fare qualcosa?" mi domanda Davide.
"Veramente...sono un po' stanca e ho un po' di mal di testa..." rispondo toccandomi la fronte con una mano.
"Oh sì certo...vuoi andare a dormire o preferisci riposare sul divano o..." inizia a dire lui con il suo modo di fare apprensivo.
"Tranquillo...mi siedo sul divano qualche minuto!" lo blocco, sedendomi sul divanetto accanto a noi. Fuori dalla finestra è già buio anche se il cielo sembra quasi biancastro.
"Sai quando il cielo è di questo colore significa che nevicherà..." dice Davide come se mi avesse letto nel pensiero.
"Da noi non nevica quasi mai..." ho visto la neve in viaggio, ma non mi ricordo bene Roma innevata.
"Quando vuoi vedere la neve ti porto qui allora." mi da un bacio in testa e mi appoggio alla sua spalla.
"Vorrei che non fosse successo nulla...nulla di tutto questo..." sussurro all'improvviso.
"Cosa esattamente?" chiede.
"Tutto. Pensa se non ci fossimo incontrati...nessuno di noi due sarebbe nei casini ora, ognuno con la sua vita..."
"Io invece non posso pensare cosa sarebbe stata la mia vita se non ti avessi incontrata. Sei stata la cosa più bella che mi sia mai capitata Giulia. Se potessi cambiare le cose però, tornerei indietro e non farei tutte quelle cazzate..." ammette.
"La cosa più bella? Ma se insieme non abbiamo combinato niente di buono se non lei forse." poggio una mano sulla mia pancia.
"Avevo immaginato una vita diversa per noi."
"Già anche io...ma ormai è andata così..." inspiro il suo profumo.
Sento la serratura del portone scattare e dopo poco il padre di Davide arriva nel salone.
"Oh è bello vedervi così amici!" esclama avvicinandosi per salutarci.
"Ciao papà!" lo saluta Davide. Si abbracciano e lo saluto anche io.
"Ciao cara! Tutto bene?" chiede allegramente.
"Sì grazie..." rispondo a voce bassa. Come se mi vergognassi.
"Mi fa piacere! Vado a salutare mia moglie se non vi dispiace!" ride un po' e poi scompare dietro la porta della cucina.
Ci risediamo sul divano e stiamo a guardare il camino accanto a noi per un po', fin quando non sentiamo la voce squillante di Emma chiamarci.
"Ragazzi venite! La cena è pronta!"
Mi accorgo solo ora che son già le otto di sera.
Mi alzo e seguo Davide in sala da pranzo.

"Sai tesoro...l'altro giorno mentre facevo la spesa ho incontrato Sara, ma è stata un po' strana...distaccata, fredda, è successo qualcosa?" chiede Emma mentre finiamo di mangiare il secondo.
"Eh? Vero? Cioè che ti ha detto?" ecco Davide che non sa gestire le situazioni.
"Niente in realtà...mi ha salutato 'Buongiorno signora Merlini' senza un sorriso e quando mai mi ha chiamata così!?" esclama.
"Già è vero...c'ero anche io con tua madre. Sicuro che non sia successo nulla?" domanda anche suo padre.
"Boh..insomma..." inizia a balbettare lui senza sapere cosa dire.
Un senso di nausea che ormai conosco bene mi obbliga ad alzarmi per quanto vorrei continuare ad assistere alla discussione per sapere cosa dirà Davide.
"Scusate...io devo andare un attimo...al..." non riesco a completare la frase che devo scappare via tenendo una mano davanti la bocca.
Maledetta nausea. Se non fosse per questa e per la stanchezza non sentirei nemmeno il peso di una gravidanza.
Mi sciacquo la bocca e torno in sala da pranzo prendendo di nuovo posto accanto a Davide che mi rivolge un'occhiata preoccupata.
"Tutto bene." sussurro muovendo solo le labbra.
Emma mi sorride in modo strano. Quasi intenerita.
"Io...credo che tutte queste cose da mangiare in questi giorni mi abbiano fatto male..." dico sorridendo.
Nessuno mi risponde. Ma Emma continua a fissarmi un quel modo.
"Giulia tesoro..." esordisce dopo un po' "...a che mese sei?" chiede con un gran sorriso simile a quello di prima. "Cosa?" inarco le sopracciglia con espressione confusa. Davide le ha detto qualcosa?
"Oh insomma ti sembra non me ne sia accorta?! All'inizio pensavo fosse una mia impressione ma tu hai confermato tutti i miei sospetti! Maglia larga che sistemi di continuo, mal di testa, stanchezza, nausea, inoltre forse non te ne accorgi ma ti tocchi sempre la pancia e poi tesoro...hai gli occhi che ti brillano di una luce unica. E tutte le future mamme hanno il tuo stesso sguardo!" dice con dolcezza.
Cosa? Mi brillano gli occhi? Da quando ho lo sguardo da futura mamma?
Poi non mi tocco sempre la pancia...
Guardo la mia mano e mi accorgo che sto accarezzando il punto in cui so che c'è la mia bambina. Oddio! Ormai mi viene naturale...
"Sono tanto felice per te e il tuo ragazzo! Ma come mai non è qui? Poteva venire se volevi!" esclama continuando a sorridere.
"Ehm...io sì insomma...ma il mio ragazzo, cioè il padre è...ecco...è complicato..." rispondo guardando Davide.
"Beh lei vuole dire..." inizia lui mordendosi un labbro.
"Lo sapevi vero? Certo! Sono sicuro che vi dite tutto...amici come siete!" lo interrompe suo padre ridendo.
"È ovvio che lo sapevo! È mia figlia!" dice Davide tutto d'un fiato.
Il sorriso dei volti dei suoi genitori si spegne.
Le loro espressioni diventano serie e confuse.
Il loro sguardo si sposta da me a lui, da lui a me.
Non era questo il modo in cui dovevano scoprirlo...
"Quindi...Davide vorresti spiegarci?" dice lentamente Emma, sembra che non abbia nemmeno il fiato per parlare.
"Che ne dite se ci sediamo di là nel salone e ne parliamo tranquillamente?" propone lui sorridendomi.
Si alza e tutti lo seguiamo nel salottino.
Io e lui seduti sul divano, i suoi sulle poltrone una di fronte all'altro, accanto a noi.
"Bene, spiega." suo padre ha un'espressione che non riesco a decifrare.
"Beh sì...io e lei...siamo stati insieme e quindi...cioè..." comincia torcendosi le mani.
"Che significa siete stati insieme?" chiede Emma.
"Che noi stavamo anche insieme...però non proprio insieme...comunque un po' insieme..."
"Lui vuole dire che noi siamo stati insieme per un po' nonostante fossimo fidanzati." taglio corto io. Inutile confonderli di più con questi giri di parole.
"Sì ecco. Poi però è successo questo, ma io stavo con Sara e quindi...è complicato." se c'è una cosa che mette in crisi Davide è spiegare qualcosa. Mi guarda e so che vuole aiuto.
"Io l'ho scoperto solo la sera della prima a Verona, non avrei avuto il coraggio di abortire. Comunque siamo in ottimi rapporti e ci...vogliamo bene e comunque voi sarete i nonni della bambina e avrà il suo cognome quindi è quasi tutto giusto." concluso sorridendo e appoggiando la testa alla spalla di Davide.
Loro ancora non parlano.
"Quasi tutto giusto..." a spezzare il silenzio è come al solito Emma "...non ho capito se voi state insieme o no."
"In un certo senso...prima no ora un po' sì..." risponde Davide.
Sua madre guarda me.
"Non è la cosa principale...per adesso la questione fondamentale è la serenità di nostra figlia e stando insieme non so fino a che punto possa essere possibile rendere tranquillo il clima attorno a lei." completo io cercando di rivolgere un sorriso rassicurante a entrambi.
"Quindi sarà una nipotina..." dice il signor Merlini con entusiasmo.
"Certo non mi aspettavo di scoprire di diventare nonna ma sarà una cosa bellissima credo...quindi auguri!" esclama anche Emma abbracciando me e suo figlio.
"Una bimba! Beh avete già scelto un nome?" chiede Carlo.
"Veramente ancora no..." risponde Davide.
"Se sapete già il sesso allora avrai già passato il quarto mese no?" domanda lei mettendomi una mano sulla pancia.
"Domani entro nel quinto..." non ci avevo fatto caso. Il giorno del mio compleanno.
"Oh ma allora manca pochissimo! Dovete scegliere un nome al più presto!" esclama con un gran sorriso.
Dall'ingresso si sente un rumore di chiavi e Alessandro entra nel salone chiedendo sorpreso: "Scegliere un nome? Cosa mi sono perso?"
"Tesoro, finalmente sei arrivato! Tuo fratello ci ha dato una bellissima notizia!" sua madre lo abbraccia e lo conduce verso di noi.
"Beh...a maggio diventerai zio di una bambina!" comunica Davide stringendomi per un fianco.
"Cosa? E lei?" Alessandro mi guarda confuso.
"È una storia lunga..." dice Davide.
"Ho tempo...raccontami di questa nipotina e della sua mamma..." si siede accanto al fratello e Davide ricomincia a spiegare.

Mi rigiro sotto le coperte del grande letto della stanza degli ospiti in cui ho dormito a settembre, la prima volta che sono venuta qua a casa di Davide. L'ambiente è caldo grazie al termosifoni difronte al letto. Mi metto seduta e con mia sorpresa, mia figlia decide di non darmi il suo buongiorno con forti nausee mattutine, ma semplicemente con qualche piccolo movimento. Mi accarezzo la pancia e lego i capelli prima di fare una doccia e cambiarmi.
Quando sono pronta, sento le voci familiari di Davide e suo padre che parlano provenire dal piano di sotto. Così prendo il telefono e scendo, trovandoli seduti al tavolo più piccolo della cucina.
Ormai la famiglia di Davide è al corrente della mia situazione...mi aspettavo reagissero diversamente...invece sono molto contenti! Entusiasti di diventare nonni!
Forse solo Alessandro è ancora sotto shock...
Appena entro Davide si alza e viene ad abbracciarmi esclamando "Buon compleanno Giuli!"
Vero..avevo dimenticato di nuovo che oggi è il 3 gennaio. Il mio compleanno.
Non ho il tempo di ringraziare, che il resto della famiglia mi fa gli auguri abbracciandomi affettuosamente.
Davide si allontana, per ritornare dopo poco con un pacchetto regalo in mano e me lo porge.
"Davide...devi smetterla con tutti questi regali..." dico sorridendogli.
"Fai il compleanno...non potevo non farti il regalo! Dai aprilo!" esclama ridendo a sua volta.
Sciolgo il fiocco rosa che chiude la busta e trovo dentro qualcosa che somiglia ad un foglio. Lo tiro fuori e scopro invece che è un biglietto. Biglietto?
"È un biglietto aereo senza data e senza destinazione, da utilizzare quando vuoi e per dove vuoi...
" spiega lui vedendo il mio sguardo perplesso.
"Wow...grazie...non so cosa dire davvero!!" esclamo abbracciandolo. Lui mi stringe a sé.
Apprezzo che il biglietto sia uno solo, che non ne abbia presi due come se volesse essere coinvolto in un mio viaggio. È un dettaglio, ma lui è stato attento.
Ci rimettiamo a tavola e io mi siedo accanto a Davide che ricomincia a chiacchierare con il padre mentre Emma è appena arrivata con i caffè. Sorrido distratta e prendo la mia tazzina. Difronte a me è seduto Alessandro. Abbassa lo sguardo velocemente ogni volta che i nostri occhi si incontrano. Non so se è per imbarazzo o...se si è fatto quell'idea di me...
Non me ne preoccupo troppo e guardo la finestra. Fuori il cielo è bianco, proprio come ieri pomeriggio.
È spettacolare.
Difronte casa c'è un piccolo parco giochi. Immagino me e mia figlia che giochiamo in un parco come questo. Lei che si siede sulle mie gambe e io che le indico suo padre che ci viene in contro...Davide che ci viene in contro.
"Allora Davide non pensi che sia il caso di scegliere un nome per la mia nipotina?" esclama entusiasta suo padre. Ieri sera con l'arrivo di Alessandro non abbiamo più continuato il discorso. Anche se ormai odio queste domande...mi chiedono tutti se ho già scelto il nome. Non credo che sia la cosa più importante, penso che sia più fondamentale se io sia pronta o meno.
"Ci stiamo pensando..." risponde lui.
Stiamo?
"Che ne dici di Francesca?" propone Carlo. Sembra che per lui sia davvero fondamentale scegliere ora un nome...
Davide scuote la testa.
Ecco! Non chiamerò mia figlia Francesca...
"Allora...Chiara?"
Stavolta sono io a scuotere la testa.
"Giorgia?" propone Davide. Giorgia è un nome che non sopporto più...
"Beatrice? Ginevra?" chiede Emma. Sembra uno dei soliti discorsi che faccio con Fede. Il nome della bambina a quanto pare è l'argomento più gettonato.
"Sara?" esclama Alessandro.
Non so se cerca di essere simpato o ironico...oppure non capisce che non servono le sue battute...
Davide gli rivolge uno sguardo di rimprovero.
Io torno a guardare fuori dalla finestra difronte a me.
Ma cosa...
"Neve!" esclamo scattando dalla sedia.
"Giulia...non mi sembra un nome adeguato..." dice Davide guardandomi stranito.
"Ma no! " esclamo ridendo " Nevica! Fuori nevica!"
Tutti mi guardano con un tenero sorriso.
Come se avessi appena detto qualcosa di ovvio.
Mi sento terribilmente stupida...
Davide si alza e mi abbraccia per i fianchi.
"Da Giulia non nevica spesso..." spiega ai suoi genitori.
Sembra un papà che difende sua figlia.
Sorrido.
È dolce...
Lo sguardo di Emma si illumina.
"Oh tesoro! Perché non andate a fare un giro? La città innevata è meravigliosa! Poi hanno aperto una pista da pattinaggio sul ghiaccio al parco qua vicino!" esclama.
Davide mi guarda e io annuisco. Sorride e cinque minuti dopo siamo già in auto.
"Sai Davide..." dico mentre attraversiamo il viale circondato da casette simili a quella della sua famiglia "...non devi avere il mio permesso per ogni cosa...Prima...se volevi uscire bastava dire subito di sì...non serve che aspetti la mia approvazione..."
Spero di essermi spiegata. Quello che ho detto suona molto antipatico...
Ride.
"Non ho chiesto il tuo permesso..." dice sorridendo mentre parcheggia l'auto vicino l'entrata di un grande parco "...Volevo solo sapere se tu volevi uscire..."
"Uh.." mormoro. Che stupida!
"E comunque..." continua scendendo dall'auto "...non sarei andato da nessuna parte senza di te.."
Sorrido tra me e me.
Entriamo nel parco.
È enorme. Camminiamo lungo un viale di mattoni e ai nostri lati ci sono grandi giardini innevati, così come gli alberi che fungono da cornice alla nostra passeggiata.
Sotto le alte querce decine di panchine sono occupate da bambini e genitori che giocano con la neve. "È stupendo..." sussurro quasi involontariamente. Così come è quasi involontario il mio gesto successivo; mi aggrappo al braccio di Davide e mi stringo al suo cappotto caldo.
Mi aspetto qualche battuttaccia o un mugolio vittorioso invece niente...continua a camminare con il suo solito sorriso e gli occhi socchiusi.
"Freddo?" chiede dopo un pò.
"Sì..un pò..." rispondo distratta.
Sento la sua mano leggera sul mio fianco stringermi di più a sé.
Sento le gote arrossarsi. Spero non se ne accorga...
Camminiamo per pochi minuti ancora finché il vialetto non si apre in una grande piazza rettangolare con una bellissima fontana in pietra al centro attorno alla quale è stata allestita una pista da pattinaggio sul ghiaccio che occupa quasi tutta l'area.
Il volto di Davide si illumina così come il mio. Guardiamo entrambi i cappellini colorati dei bambini che sfrecciano sulla pista e le coppie che si tengono per mano e pattinano lente e sorridenti.
Mi sembra tutto sbagliato...
Mi allontano da lui. Il suo sorriso si spegne ma non dice nulla.
Avanza verso la pista.
"Vado a prendere i pattini..." dice mentre si allontana.
Io resto in piedi difronte la pista. È incredibile quanta gente attiri. Anche in un paese abituato a questo clima è come se tutti vedessero nevicare ora per la prima volta. Come è per me del resto...
Davide torna pochi minuti dopo con in mano due paia di pattini. Uno bianco e uno nero.
"Vieni sediamoci..." dice e mi prende la mano guidandomi verso una panchina vuota a pochi metri da noi. Ci sediamo. Lui accanto a me inizia ad allacciarsi i pattini. I suoi sono quelli neri.
Dopo che ha finito si inginocchia ai miei piedi. Sento dei mormorii attorno a noi e vedo qualche ragazza sorridere teneramente, come se stesse vedendo un film d'amore in diretta.
No miei cari...non sta facendo quello che pensate! Niente richieste sotto la neve da film di San Valentino. A quanto pare queste cose romantiche non fanno più parte della mia vita.
Mi toglie le scarpe e mi infila i pattini. Sono comodi. Sembrano imbottiti all'interno. Inizia ad allacciarli velocemente. Hanno una chiusura complicata e le sue dite si muovono agili tra le stringhe. Lo guardo incantata. Mi manca questo Davide...mi manca il lato di lui che mi ha fatto innamorare.
Buono, dolce e sicuro di sé...
Finisce il suo lavoro e mi porge la mano. Mi alzo e mi stringo forte a lui per non cadere. Non trattiene una breve risata. Lui è in perfetto equilibrio...io rischio di cadere da un momento all'altro. Mi avvolge i fianchi con un braccio e ci avviciniamo lentamente alla pista.
"Sicura?" mi chiede sorridendo subito prima di entrare. Annuisco anche se l'unica cosa di cui sono sicura è che cadrò non appena metterò piede sul ghiaccio...
Entriamo insieme. Io ancora stretta al suo petto. È caldo...è una bellissima sensazione...
Inizia a muoversi spostando i piedi verso l'esterno. Avanziamo lentamente.
"Seguimi..." dice "...prima il destro poi il sinistro.."
Faccio come mi dice e acquistiamo velocità.
Incredible! Sto pattinando!
"Bravissima!" esclama. E queste parole uscite dalla sua bocca sono più gratificanti che dette da chiunque altro.
"Vuoi provare da sola?" chiede mentre percorriamo il perimetro della pista.
"No no!" esclamo stringendomi di più a lui.
È bellissimo stargli così vicino...senza nessuno che ci critica, che ci dice come comportarci...
Persa nei miei pensieri inciampo e sarei finita stesta a terra se la presa di Davide sul mio fianco con mi avesse fermato in tempo.
Si ferma e io sono difronte a lui. La sua mano sulla mia schiena mi stringe a lui. I suoi occhi impenetrabili fissano i miei con un desiderio che conosco fin troppo bene. Le sue labbra sempre più vicine. Sono come un bicchiere d'acqua per una persona assetata.
Ed io ho tanta sete...
Sbatto le palpebre.
No!
Mi allontano tornando al suo fianco.
"Grazie..." dico distrattamente.
Lui mi guarda e accenna un sorriso.
"Voglio provarci da sola..." annuncio. Devo allontanarmi un pò da lui...
Annuisce e non oppone resistenza al mio spostamento.
Inizio a muovere i piedi come mi ha detto Davide e con mia grande sorpresa riesco a non cadere al primo passo.
Cosa mi sta succedendo...cosa mi sta facendo! Fino a pochi mesi fa non volevo più nemmeno vederlo e adesso...sono a casa dei suoi genitori e per poco non ci baciamo...
Forse Federica ha ragione...Che mi stia innamorando di nuovo del ragazzo della metro?
Non arrivo a darmi una risposta che mi scontro con una ragazza di spalle ed entrambe finiamo a terra.
"Scusa scusa non volev..." dico. Non riesco a terminare la frase che alzo gli occhi e riconosco la ragazza.
Capelli neri, magra, viso scarno.
È lei.
È...
"Sara!" esclama Davide. È alle mie spalle e mi ha aiuto ad alzarmi prendendomi per i fianchi. Io faccio scivolare automaticamente una mano sulla mia pancia, preoccupata per la mia bambina.
Lei accenna un sorriso: "Ciao Davide..."
Lui le porge una mano e lei la prende alzandosi a sua volta.
"Ciao Giulia..." dice poi rivolgendosi a me. Sgrano gli occhi. Si è ricordata il mio nome!?
"Ciao.." rispondo e sento un forte desiderio di sentire la mano di Davide più forte sul mio fianco.
"Che ci...fate da queste parti? Pensavo che il tour fosse a Roma adesso..." dice. La tensione nell'aria è percepibile. Io e Davide da un lato. Lei dall'altro. Sono felice di non trovarmi al suo posto questa volta...
"Il tour ricomincia domani...noi partiamo stasera per andare a Roma." risponde Davide. Sembra il più tranquillo dei tre.
Annuisco e lei accenna un sorriso.
"Bhe...come sta il piccolino?" chiede poi. Come fa a saperlo? La mia pancia non è poi così evidente e non credo abbia notato il mio gesto di prima...era troppo concentrata su Davide. Glielo avrà detto lui sicuramente...
Non so perché ma questo pensiero mi fa imbestialire...
"La piccolina sta benissimo grazie.." rispondo fredda marcando le prime due parole.
Si porta le mani alla bocca realmente sorpresa.
"È una femminuccia?" esclama sorridendo. Annuisco e accenno un sorriso. Lei sfodera un sorriso raggiante che a me sembra più finto delle sue ciglia...
Si avvicina e stringe il braccio di Davide sorridendogli. Lui ricambia.
Sento la familiare morsa allo stomaco. Non reggo più tutte queste moine!
"Davide...non mi sento tanto bene...possiamo tornare a casa?" chiedo stringendomi al suo petto.
"Cos'hai?" chiede preoccupato lasciando il braccio di Sara per stringere me. Dentro di me sorrido vittoriosa.
"Solo un pò di mal di testa...sai sono molto stanca..." risponde.
Non se lo fa ripetere due volte.
"Allora andiamo...Bhe Sara..è stato bello incontrarti..." dice poco convinto. Porgendole la mano. Lei non la stringe. Invece si avvicina baciandolo sulle guance.
"Anche per me..." risponde.
Incredible! Non smette mai di provarci!! La mano di Davide si stringe più forte sul mio braccio. Non so come interpretare questo gesto...
"Allora a presto Giulia e..." dice allontanandosi "...devo ammettere mio malgrado...che state bene di nuovo insieme..." aggiunge con un sorriso maligno prima di girare i tacchi e allontanarsi pattinando.
Caspita! Pattina anche meglio di me!
Lo ha detto apposta! Non lo pensa davvero...vuole solo fare colpo su Davide.
Davide scuote impercettibilmente la testa mentre la guarda. Le labbra serrate in una linea dura.
Che succede? Che ci stia ripensando?
Un moto di rabbia accresce la mia gelosia.
Abbassa lo sguardo su di me.
"Andiamo..." dice dolcemente e usciamo dalla pista.

Siamo in macchina. Di nuovo tra le casette pittoresche del paese.
Guardo fuori dal finestrino. Una di queste potrebbe benissimo essere di Sara...
Ripenso alla naturalezza con cui Davide le parlava.
A come gli ha sfiorato il braccio.
Al nostro mancato bacio...
"Davide..." inizio "...vorrei...che quello che stava per succedere tra noi...non accadesse più..."
Frena di colpo. Per fortuna la strada è deserta. Non mi guarda ma i suoi muscoli si fanno più rigidi. Lo sento.
Sa a cosa mi riferisco.
Continuo.
"Non voglio questo...per ora...non voglio dimenticare tutto così! Non posso farlo..."
Continua a fissare la strada.
"Devi ricordarti che facciamo tutto solo per lei..." dico posando una mano sulla pancia "..per adesso...Voglio che restiamo solo amici..."
Le sue labbra si stringono.
Vedo una lacrima formarsi sulle sue ciglia ma lui sbatte le palpebre prima che possa scendere sulla guancia.
Annuisce velocemente e riparte.
"Grazie..." sussurro e torno a guardare fuori.
Chissà se avrei detto lo stesso queste cose se non avessimo incontrato Sara.
Forse no...o forse sì...
Ma ormai le ho dette...
Non si torna indietro.
Dopo tutto...sono sempre quella studentessa che crede nel destino.

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Capitolo 23
*** Festeggiamenti ***


CAPITOLO 23-Festeggiamenti (Davide)
Guardo fuori dalla finestra della mia camera di Milano. Il sole freddo di metà febbraio che ancora sta sorgendo filtra dalle tende leggere e illumina tutta la stanza.
Mi allontano dalla vetrata e mi dirigo in bagno per cambiarmi.
È il 14 febbraio. San Valentino.
Ho già tutto in mente.
Non appena sono pronto scendo giù al ristorante e trovo la maggior parte del cast che si sta già servendo, portando le loro tazze al tavolo.
Faccio lo stesso e mi avvicino al buffet dove ci sono cereali, biscotti, marmellate e cornetti.
Prendo una tazza di cappuccino quando mi sento toccare una spalla.
"Buongiorno!" è la voce di Giulia. Mi volto e lei mi sorride.
"Buongiorno a te!" rispondo sorridendo a mia volta e tornando a servirmi la colazione.
"Allora...oggi reciterai?" chiede prendendo del latte.
"Perché? Non devo?" le domando invece io ridendo.
"No no! Era solo una semplice domanda!" si affretta a rispondere.
"Comunque certo che recito! È il giorno di San Valentino e tutte le coppie saranno a teatro per vedere Romeo e Giulietta...non posso mancare!"
"Ah certo...San Valentino..." mormora allontanandosi, mentre io rido tra me e me.
Lei si siede tra Luca e Riccardo, io proprio difronte.
"Giulietta, stasera ci vieni a vedere?" domanda allegramente Luca.
"Non credo ci saranno troppe persone...forse andrò a cena fuori o farò una passeggiata sola così da potermi rilassare." risponde guardando più me che lui.
"Hai intenzione di stare sola la sera di San Valentino? Non sarà solo nessuno! Poi voi ragazze amate questa festa!" esclama Riccardo.
"San Valentino è una festa stupida e a me non piace. Tutti quei cioccolatini fanno solo ingrassare!" è brava a mentire però...mi aveva già detto una volta che San Valentino le è sempre piaciuto e inoltre ama il cioccolato!
"Esattamente!" le rispondo io continuando a mangiare il mio cornetto.
Lei mi guarda irritata.
"Che c'è?" le chiedo inarcando le sopracciglia.
"Avete finito di mangiare tutte queste cose?" guardo la sua tazza di The accompagnata da due biscotti.
"Perché non inizi a mangiare tu invece?" propone Luca ridendo.
"Perché non ci tengo a diventare enorme! Non mi stanno più i miei vestiti!" dice nervosa alzandosi dal tavolo e uscendo dal ristorante.
"Wow...sei sicuro che non ti tirerà in faccia niente stasera?" Luca non smette più di ridere.
"Smettila! Sono solo gli ormoni!" rispondo ridendo sempre più forte.
"Buona fortuna amico!" esclama lui prima di seguire il resto dei ragazzi verso il teatro.

Dopo una matinée e una pomeridiana andate benissimo e dopo aver capito il motivo, Giuliano si è convinto a lasciarmi libero per la serale.
Subito dopo il secondo spettacolo, sono tornato al mio hotel.
Sono seduto alla scrivania in attesa che qualche fonte di ispirazione mi aiuti a scrivere qualcosa a Giulia.
Una decina di fogli di carta, fanno quasi tutti la stessa fine: accartocciati nella spazzatura.
Passa più di mezz'ora, ma alla fine il risultato mi convince e posso andare a fare una doccia:
"Non voglio iniziare con 'Cara Giulia' perché è scontato e a te le cose scontate non piacciono. Non piacciono nemmeno a me. Ho scritto e cancellato tante volte, per poi capire che tutto quello che vorrei dirti non posso dirlo in una lettera. Ma ci provo. Provo a dirti solo qualcosa.
Inizio col dirti che non ho perso la speranza e non la perderò mai. Proverò sempre a combattere per te.
Ti ho fatto male. E mi sono ferito solo. Se stai male tu, io sto peggio. Senza te la mia vita non potrebbe mai essere degna di essere chiamata vita. Sapere che tu ci sei, anche se non sei mia, anche se magari mi ami di meno o non mi ami per niente, ma sapere che mi permetti di starti accanto, mi fa stare meglio.
Delle volte affogo in un mare profondo e l'unica cosa di cui ho bisogno per ritornare a galla non è affatto una cosa. Sei tu.
Sei sempre tu.
In ogni cosa ci sei tu.
Nei miei pensieri, nelle mie foto, nelle mie parole, nei miei sogni, anche nelle mie battute a teatro ci sei tu. Tu sei in tutto quello che mi appartiene. Perché hai reso tutto più unico.
Capisco che tu non voglia perdonarmi. Del resto non riesco a perdonarmi neanche io.
Per questo voglio dirti solo grazie.
Grazie davvero per tutto. Anche per la cosa più stupida. Ma sopra qualsiasi cosa, grazie per questa bambina, grazie perché mi stai rendendo padre, mettendomi difronte alle mie responsabilità e dandomi l'occasione di crescere e di scoprire l'amore. Il mio amore per lei è immenso. Perché è nostra.
Perché lei è il ricordo, è la testimonianza, è la prova di una storia meravigliosa. Una storia che può sembrare simile a molte altre, ma che in realtà è speciale.
Non mi pentirò mai di noi, di voi. Non potrei mai farlo.
Non ti voglio commuovere o cose del genere per avvicinarti o farti cascare ai miei piedi, anche perché è con te è impossibile, voglio solo che tu sappia questo.
Che io ci sarò quando tu vorrai. Non chiedo perdono, solo fiducia.
Buon San Valentino a te e a lei.
Davide."

Metto dei pantaloni blu abbinati alla camicia azzurra.
Prendo la scatola di cioccolatini, la lettera e mi dirigo alla sua camera.
Davanti la sua porta lascio entrambe le cose e busso una volta prima di allontanarmi per non farmi vedere.
Apre poco dopo, sento i suoi passi entrare nella stanza e mi avvicino.
Ha lasciato la porta socchiusa.
È di spalle.
Dopo pochi secondi si siede lentamente sulla poltroncina rossa vicino la parete difronte la porta. La vedo leggere velocemente. Muove impercettibilmente le labbra che spesso si piegano in veloci sorrisi. Mi allontano scendendo le scale prima che finisca di leggere. Sorrido tra me e me...mi sento in uno di quei film romantici in cui il protagonista conquista il cuore di lei con gesti del genere...anche so che non accadrà...Ma comunque...
Buon San Valentino Giulietta...

============================
Il palco senza Giulia non è lo stesso. Pensavo ci avrei fatto l'abitudine, ma non è stato così.
Ma del resto la maggior parte delle cose che pensavo non si sono rivelate giuste.
Qualche mese fa, a gennaio, avevo creduto che Giulia si fosse convinta a ritornare insieme.
Vuole che le sia amico, è difficile, ma se le posso stare accanto va bene anche così. Soprattutto se davvero secondo lei sarà meglio per la bambina.
Il telefono che squilla mi riporta alla realtà.
"Finalmente rispondi!" esclama Giulia dall'altro capo del telefono. "Ciao Giulia..." rispondo distratto.
"Ascolta dopodomani, che è il 18 marzo prima che tu lo chieda, Fede fa il compleanno e festeggiamo tutti a Roma...ci sei?" chiede.
"Sì certo mi farò sostituire, sto qualche giorno a Roma" per adesso siamo a Napoli con il tour "...potresti prendere la visita per questi giorni così ci sono anche io?" è l'idea perfetta. Sto un po' con lei e non perdo nessuna visita.
"Ovviamente! Chiamo oggi stesso...allora ti aspettiamo, a domani!" mi saluta prima di chiudere la telefonata.
È semplicemente lei. È riuscita ad affrontare tutta questa situazione con una positività unica. Ed è anche per questo che l'amo così tanto.

"Benvenuto Davide! Grazie di essere venuto!" esclama Federica appena arrivo al grande locale dove sta festeggiando. Sono arrivato a Roma solo qualche ora fa e ho avuto il tempo solo di cambiarmi per venire qua. Non ho ancora visto Giulia.
"Grazie a te per l'invito e tanti auguri!" l'abbraccio, cercando Giulia con lo sguardo.
"È seduta al primo tavolo...tu sei accanto a lei!" Fede mi indica uno dei tavoli sorridendomi. Sorrido anche io e saluto Federico, prima di raggiungere il tavolo.
Lei è seduta in braccio ad Edoardo di spalle mentre ride insieme ad alcune ragazze che le toccano la pancia che cresce sempre più. Anche per questo motivo ha deciso di non volere uscire troppo spesso ed evitare ogni evento pubblico; non si è ancor decisa a comunicare la sua gravidanza.
Mi avvicino e le sue amiche mi guardano sorridendo e muovendo la mano in segno di saluto. Giulia se ne accorge e si volta verso di me.
"Davide!" mi saluta e si alza dalle gambe di Edoardo per venirmi incontro. Mi abbraccia velocemente e io la stringo per poco.
Non parlo ma le sorrido e ci sediamo. Lei tra me ed Edoardo.
"Piacere, non ci siamo ancora presentati...io sono Valentina!..." mi dice la ragazza bionda seduta accanto a me tendendomi la mano.
"Piacere..." rispondo guardando Giulia, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato nei suoi confronti.
La ragazza sorride radiosa.
Giulia fa un mezzo sorriso verso di noi.
Sembra gelosa...ed è una cosa che adoro..
Cerco di stare il più vicino a Giulia durante la serata, ma lei sembra ignorarmi. È sempre sporta verso l'alto lato...verso Edoardo...
Mi risponde a volte e annuisce a ciò che dico prima di tornare a parlare con i suoi amici...
Se non fosse per la biondina accanto a me, di cui non ricordo il nome, avrei detto due parole esatte per tutta la serata. È simpatica. Si vede che è amica di Federica...pensano allo stesso pazzo modo!
"Vado a prendere una boccata d'aria...vieni con me Davide?" mi chiede alzandosi. Giulia la sente e alza le sopracciglia quando accetto la sua proposta.
Mi alzo a la seguo. Lancio un occhiata a Giulia prima di uscire in veranda; mi guarda di traverso. Provo uno strano senso di vittoria nel pensarla gelosa...dopo tutto le sta bene, dopo quello che ho passato io! La verandina del locale è occupata da una coppia che non sembra essersi accorta di noi...considerando il loro particolare atteggiamento...intimo...avranno appena diciott'anni ciascuno.
"Ragazzi avete finito di togliervi il fiato a vicenda? Fede vi sta cercando..." dice la ragazza bionda ridendo.
I due ragazzi si allontanano di scatto e si avvicinano verso di noi tenendosi la mano. Mi si stringe lo stomaco...anche io e Giulia ci tenavamo la mano...prima che succedesse tutto.
"Grazie Vale..." dice il ragazzo prima di uscire.
Valentina! Ecco come si chiama!
Valentina ride e si siede all'unico tavolino della veranda accavallando le gambe. Indossa un corto vestito blu scuro senza spalline nonostante sia solo marzo, molto aderente. È davvero una bella ragazza...
Immagino cosa direbbe adesso Giulia se sapesse cosa penso...
Sorrido all'idea e lei mi guarda confuso.
"Faccio ridere?" mi chiede sorridendo.
"Oh..no no!" mi affretto a rispondere. Sorride ancora e apre la borsa. Ne esce un paccetto di sigarette e un accendino.
Questo scricciolo fuma?
Ne esce una e la mette tra i denti. Mi guarda.
"Vuoi?" mi chiede. Faccio segno di no con la testa.
"Non fumo.." rispondo.
Lei annuisce e accende la sua.
La situazione è imbarazzante...
Sono ancora all'impiedi...e non ho davvero idea di cosa dire o fare!
"Siediti..." mi dice Valentina gentilmente spostando una sedia accanto a lei.
Faccio come mi viene chiesto.
"Allora..." mentre parla il fumo si disperde nell'aria "...tu e Giulia non state insieme quindi?"
"No..." rispondo. Spero non voglia arrivare a quel punto...
"E lei è incinta..." continua.
Annuisco.
"Posso chiedere perché allora sei qui fuori con me invece di essere dentro con lei?" dice guardandomi confusa.
La guardo un attimo.
"Spero di non essere stata troppo invasiva..." aggiunge.
"No no..." mi affretto a dire "...è solo che...a dire la verità...me lo chiedo anch'io.."
Alza le sopracciglia.
"Conosco Giulia dall'asilo..." inizia, la sigaretta tra le dita "...non è il tipo di ragazza capace di tagliare completamente qualcuno fuori dalla sua vita...soprattutto se così importante..." si volta a guardarmi "...devi averle fatto molto male..."
"L'ho fatto..." rispondo guardando il cielo. Mi sono già trovato in una situazione simile con Giulia...nella veranda dei suoi...non è andata proprio bene alla fine..
"Edoardo è un bravo ragazzo..." dice Valentina dopo un po' e spegne la sigaretta nel posacenere sul tavolino "...e sarebbe un ottimo padre...ma ho visto come Giulia ti guarda..."
La guardo.
"Sono io il padre di mia figlia...Edoardo sarà anche bravo...ma non gli lascerò essere quello che sono io!" dico serio. La mia voce fa paura...ho un tono molto autoritario...ma lei non sembra spaventata...anzi...
"Queste cose devi dirle a lei...non a me..." dice tranquilla con un sorriso.
Devo avere uno sguardo più che confuso perché lei ride e mi offre di nuovo una sigaretta.
"Prova! Scarica la tensione..." dice trattenendo una risata. La guardo di traverso.
Scaricare la tensione?
Ne prendo una riluttante.
La metto fra i denti e non ho il tempo di accenderla che inizio a tossire di continuo. Valentina non trattiene una fragorosa risata e prende la sigaretta che adesso ho in mano.
"Bhe...questa meglio buttarla..." dice ancora ridendo.
"Già..." rispondo tossendo.
Mi alzo. Ha ragione...queste cose devo dirle a Giulia...
"Bhe...io vado...e...Grazie..." dico rientrando in sala.
Lei sorride salutandomi con la mano.
Vedo Giulia accanto a Federica che scarta i regali. Ha appena ricevuto una splendida macchina fotografica.
Appena Giulia mi vede mi corre incontro abbracciandomi.
"Davide possiamo andare...vorrei tornare a casa...sono stanchissima..." dice guardandomi negli occhi. Con i suoi grandi e meravigliosi occhi color nocciola.
Sembra un gatto che fa le fusa...
Alzo le sopracciglia.
"Certo...sì andiamo.." rispondo.
Capirò mai le donne?
"Perfetto! Vado a salutare Fede.." esclama e dopo pochi minuti e tanti saluti siamo già in auto.
Nessuno dice niente.
"Come mai non hai chiesto ad Edoardo di riaccompagnarti?" chiedo con una nota di sarcasmo nella voce. "E come mai tu non ti sei offerto di accompagnare Valentina?" risponde veloce stupendomi. Restiamo in silenzio un paio di secondi prima di scoppiare a ridere insieme, nello stesso momento.
Adoro la mia Giulietta...
La riaccompagno a casa e la guardo finché posso prima che sparisca nel portone.
Non le ho detto quello che dovevo dirle...
Ma in fondo...lei lo sa già...

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Capitolo 24
*** DodiciMaggioDuemilaquattordici ***


CAPITOLO 24- DodiciMaggioDuemilaquattordici (Davide)
Sei maggio...mancano solo pochi giorni alla nascita di mia figlia, prevista per il nove di maggio.
Giulia mi chiama per chiedermi se voglio aiutarla a sistemare la sua camera.
Ho preso una casa qua a Roma, per evitare di non esserci quando nascerà la bambina, quindi ora è molto più semplice vedere Giulia.
Arrivo a casa sua che sono solo le cinque del pomeriggio. Mi trascina subito in camera sua mostrandomi i pezzi da montare.
"Tu e papà avete tutto il pomeriggio per montare la culla, il fasciatoio e il resto! Io vi dirò come metterli!" esclama Giulia battendo le mani e dandomi un bacio sulla guancia.
Finiamo di fare tutto che ormai sono le nove di sera. Giulia ci ha fatto rimodernare tutta la camera.
Accanto al suo letto al centro della stanza, in orizzontale c'è la culla in ciliegio bianco, come il resto dei mobili, con le coperte dello stesso colore e i peluches ai piedi. Sopra pende un carillon con delle stelline.
Vicino alla scrivania di Giulia, abbiamo montato il fasciato e sopra di esso, sulle pareti lilla, ci sono delle mensole e una sacca con tutte le cose per la bambina.
Mentre noi montavamo la culla, lei e sua madre hanno piegato e sistemato nel fasciatoio i vestiti della piccola.
È tutto così perfetto...così vicino...
"Noi andiamo a preparare qualcosa da magiare..." dice Serena andando verso la cucina insieme a Massimo.
Vedo Giulia davanti alla culla con una mano poggiata sulla sua pancia. Mi avvicino a lei e l'abbraccio da dietro. Sussulta e quando vede che sono io mi sorride.
"Manca pochissimo..." sussurra rigirando tra le mani un pupazzetto rosa.
"Sarai una bravissima mamma..." rispondo dandole un bacio in testa.
"Tu dici?" chiede voltandosi verso di me.
"Certo! Stai tranquilla...andrà tutto bene." la rassicuro.
"Eppure io ho paura che non sarà così..."
Non so cosa risponderle, non so nemmeno cosa possa provare lei in questo momento. Le accarezzo il viso e per un attimo le mie labbra sono tentate di unirsi alle sue.
L'abbraccio qualche secondo. Poi lei si allontana con un sorriso.
"Ho voglia di baciarti." sussurro. Non so perché lo dico, forse ne avevo solo bisogno.
Lei scuote la testa, una lacrima le resta incastrata tra ciglia lunghe. Mi accarezza la guancia delicatamente e si allontanata da me chiudendosi nel bagno della sua stanza.
Ancora non ho imparato a controllarmi. Ed è meglio che io vada via, non voglio rovinare ulteriormente le cose...soprattutto qualche giorno prima della nascita di nostra figlia.
Vado nel salone, prendo il mio giubbotto e saluto Serena e Massimo.
"Ma come? Non resti a cena?" chiede subito lei.
"Oh no...grazie mille, ma devo andare." rivolgo un sorriso ad entrambi ed esco.


"Oh mi dispiace Giulia dorme..." mi risponde Serena. È già l'undici di maggio e ancora la mia bambina non è nata.
Chiamo tutte le mattine e tutte le sere Giulia, ma mi risponde sempre sua madre. Per questo ho pensato di chiamare subito dopo pranzo...forse mi risponde lei.
"Va bene Serena...ma come sta?" chiedo ancora, mentre metto tutto nella lavastoviglie della cucina. Ho pranzato a casa dopo una matinée romana.
"È un po' stanca...ascolta ti va di venire a cena da noi questa sera alle otto? Le farà piacere!" propone lei. Non vedo Giulia da qualche giorno ormai.
"Va bene, allora a stasera! Salutami Giulia." dico, Serena mi saluta e io chiudo la telefonata.
Sistemo le ultime cose in cucina e faccio una doccia prima di uscire.
Vado in un grande negozio per bambini al centro di Roma...devo prendere qualcosa assolutamente.
Avevamo già comprato la sua carrozzina tutta bianca e con dei brillantini che disegnano un piccolo orsetto, ovviamente l'ha scelta Giulia.
La mia bambina ha già tutto quello che le servirà, quindi mi accontento di prendere due tutine rosa, delle scarpette dello stesso colore, un ciuccio viola e un coniglietto bianco.
Arrivo a casa di Giulia alle otto esatte.
Mi viene ad aprire proprio lei.
"Le otto spaccate eh!" esclama abbracciandomi. Le do un bacio sulla guancia. Fortunatamente l'episodio della settimana scorsa è stato messo da parte.
"Naturalmente...questi sono per lei..." le porgo la busta e lei mi sorride prima di entrare in casa seguita da me.
Saluto i suoi genitori che preparano la cena in cucina, poi raggiungo Giulia seduta sul divano già impegnata a scartare i regali.
"Ma è tutto bellissimo! Non vedo l'ora di vederle queste cosine addosso!" dice con un gran sorriso, quello che mi fa sciogliere il cuore. Quello che amo.
Parliamo per un po' prima che Serena ci chiami per andare a mangiare.
Adoro stare a casa di Giulia. Tutto in questa casa mi rende tranquillo. Forse è semplicemente la sua presenza, ma qualunque cosa sia è unica.
Massimo e Serena come sempre sono gentili con me, ormai sono come parenti. E sono i primi a credere che un giorno io e loro figlia torneremo insieme, sono quelli che hanno convinto Giulia ad essere mia amica.
Quando finiamo di mangiare stiamo un po' a tavola per chiacchierare.
"Secondo me questa bambina non nascerà fin quando non sceglierete un nome!" scherza Massimo.
"Allora non nascerà mai, deciderò un nome solo quando la vedrò!" ripete Giulia per l'ennesima volta.
Alla fine, la decisione è stata questa: sceglieremo il nome appena sarà nata.
"Non c'è modo di farle cambiare idea, rassegnati!" esclama sua moglie prendendogli la mano e sorridendogli.
"Infatti..." afferma Giulia "...comunque Davide, ti va di vedere un film?"
Dopo cinque minuti siamo già seduti sul divano a guardare una delle solite commedie romantiche che Giulia ama, mentre i suoi genitori guardano la televisione nella loro camera.
Non faccio molto caso al film e mentre accarezzo la pancia di Giulia, chiudo gli occhi.
"Davide...sei stanco vero?" la voce di Giulia mi risveglia.
"Eh? No no stavo...riposando gli occhi..." mi giustifico sbattendo le palpebre.
"Stamattina sei stato a teatro, ti sei alzato presto...vai a casa tranquillo." dice lei con dolcezza, sistemandomi i capelli con il suo fare materno. Nell'ultimo periodo è stata molto più comprensiva nei miei confronti.
"Ma finiamo di vedere il film..."
"Il film è finito da un po'! È mezzanotte ormai, vai a dormire, ci sentiamo domani." mi da un bacio sulla guancia e io mi convinco a tornare a casa.
Prendo il giubbotto, l'abbraccio velocemente e mi dirigo alla porta.
Sto per uscire quando mi sento richiamare da Giulia: "Davide...aspetta..."
"Sì dimmi..." mi volto verso di lei e la vedo appoggiata al muretto davanti la porta. "... Giulia stai male?"
La raggiungo subito prendendole il viso tra le mani.
"Io credo...che sia il momento di far nascere mia figlia..." ansima legandosi i capelli in una coda.
Il panico.
Cosa faccio? Non sono pronto.
"Va bene...allora siediti..." l'accompagno al divano "...io chiamo i tuoi genitori..."
Vado verso la camera da letto di Massimo e Serena, in un altro momento sarei più che imbarazzato ma ora come ora non ci faccio troppo caso.
"Davide che succede?" mi chiede Serena aprendo la porta.
"Giulia..." è l'unica cosa che riesco a dire in un sussurro. Lei però mi capisce al volo.
"Massimo tu pensa a Giulia e anche a Davide che mi sembra un po' sconvolto, io prendo il borsone e tutto il resto." ha lo stesso spirito organizzativo di sua figlia.
Serena si dirige alla camera di Giulia, mentre Massimo viene verso di me.
"Ascolta...fai un respiro profondo che andrà tutto bene...ora Giulia ha bisogno di te più che mai, quindi falle capire che ci sei e non hai paura." mi da una pacca sulla spalla e mi sorride incoraggiante.
Va bene...lei ha bisogno di me.
Vado da Giulia che non appena vede me e suo padre inizia a piangere.
"Tesoro stai tranquilla...sta arrivando mamma, ora andiamo..." Massimo si siede accanto a lei e l'abbraccia.
Serena ci raggiunge con un gran borsone.
"Possiamo andare." dice e dopo più o meno mezz'ora siamo già in ospedale.
Ci conducono subito in una stanza spaziosa con le pareti colorate di rosa chiaro.
"Va bene Giulia...tra poco possiamo far nascere la tua bambina...ora però devi rilassarti, vedrai che sarà più facile di quanto credi se stai calma." le dice l'infermiera mentre Serena le stringe la mano accarezzandole la fronte.
Mi avvicino e lei mi sorride. Le do un bacio sulla guancia bagnata di lacrime e le prendo la mano.
Restiamo in silenzio per un bel po', a tranquillizzarla.
La dottoressa che ha sempre visitato Giulia entra nella camera e ci sorride allegramente.
"Allora si sta decidendo la piccolina! Dai Giulia vuoi conoscere tua figlia?" chiede completando l'ecografia iniziata dall'infermiera.
"Certo..." sussurra lei.
"Benissimo allora tra mezz'oretta possiamo andare di là...può entrare solo una persona." comunica prima di uscire e fare cenno all'altra ragazza di seguirla.
"Davide vai tu, è giusto che sia il primo a vedere vostra figlia." mi dice Serena.
"No, io invece preferisco che Giulia abbia accanto sua madre, tu le puoi stare vicina meglio di chiunque altro..." è meglio così, anche perché ho i miei dubbi che riuscirei a stare in sala senza svenire.
"Se è così allora...vi lasciamo soli per un po'." Serena le da un bacio, Massimo fa lo stesso e io e lei restiamo soli.
I nostri sguardi si incrociano un attimo, poi lei abbassa lo sguardo.
"Ehi guardarmi...sta per succedere la cosa più bella del mondo...vedrai nostra figlia! Ricordi quando dopo i tuoi esami abbiamo mangiato da te?" chiedo sorridendole.
"Sì..." risponde con lo sguardo di chi ricorda qualcosa accaduto molto tempo fa.
"E ricordi che avevo creduto che tu fossi incinta?..." lei annuisce "...Beh ero terrorizzato, non sapevo cosa avrei dovuto fare. Ma quando invece a Verona mi hai detto che avevi un ritardo...ho avuto una paura assurda ma in un attimo mi sono passate per la testa tante di quelle scene di un figlio nostro...ed erano così splendide. Sia io che tu abbiamo amato questa bambina dal primo instante, ognuno a modo suo, con i nostri problemi, ma l'abbiamo amata...ora la conoscerai e potrai finalmente tenerla tra le braccia...quindi non c'è nulla di cui aver paura. Io sono qua e non me ne vado, non andrei da nessuna parte senza voi, va bene?"
Due infermiere vengono per portare Giulia in sala parto. Io le tengo la mano durante il tragitto.
"Va bene..." mi risponde a bassa voce prima che la mia mano lasci la sua e venga sostituita da quella di sua madre.
Scompaiono dietro la grande porta che si chiude sbattendo e provocando un rumore sordo e spaventoso, almeno per me. Rimango a fissare la porta per un po' prima di andare in sala d'aspetto.
Chiamo i miei genitori per avvertirli, ma non risponde nessuno.
Massimo è seduto e ha un'aria molto più tranquilla della mia.
"Mi ricordi me quando è nata Giulia...la stessa ansia." dice dopo un po' mentre io cammino avanti e indietro davanti a lui.
"Ah sì?" chiedo.
"Già...ma ho capito dopo che non ce n'è bisogno, tra poco sia lei che la vostra bambina usciranno da quella stanza e per te inizierà il più grande sogno."
"Non credo sarà come è stato per voi...tra me e Giulia è tutto diverso, non sono sicuro che sarà un sogno." ammetto.
"Sai che mia figlia ti ama ancora vero? Non dimenticherò mai il giorno dei suoi esami, appena ti ha visto le si sono illuminati gli occhi. Io e Serena avevamo immaginato per Giulia un futuro perfetto a fianco di Edoardo e pensavamo che lei ne fosse felice, ma mi sono reso conto che era felice solo quando stava con te, quando tornava dalle prove, quando tu venivi a casa...ce ne siamo resi conto subito che per te provava più che semplice amicizia, ma ovviamente abbiamo fatto finta di niente..."
"Lei non mi ama più...non può farlo, ora siamo davvero solo amici."
"Le hai fatto molto male Davide, non ho mai visto mia figlia come è stata negli ultimi mesi. A volte capitava che si mettesse a piangere, così all'improvviso. Eppure nessuno di noi è riuscito ad odiarti...hai reso Giulia più sicura di sé e più felice. Tu sarai sempre il papà della sua bambina, le stai regalando quanto di più bello esiste al mondo e lei sta facendo lo stesso regalo a te." Massimo come sua figlia ci sa fare con le parole. Giulia parla tantissimo senza mai dire qualcosa di stupido.
E così come mi succede con lei, non riesco a rispondere. Non so mai cosa dire difronte a grandi discorsi come questi.
"Grazie Massimo." è l'unica cosa che dico prima di sedermi e rigirare il mio cellulare tra le mani.
Guardo l'orario. Sono ancora le tre di notte.
Restiamo così, seduti, a non fare nulla. Solo aspettare.
Il mio telefono squilla e quando rispondo la voce di mia madre mi tranquillizza un po'.
"Stiamo partendo, ci vediamo tra poco." mi saluta lei prima di chiudere la telefonata.
All'improvviso ricordo del regalo di Giulia che avevo lasciato in macchina nel caso in cui la piccola ci avrebbe voluto fare qualche sorpresa...come effettivamente è stato.
Esco, corro verso la mia auto e prendo la scatolina mettendola in tasca.
Quando rientro, Massimo è seduto esattamente allo stesso posto di prima e sembrano non esserci stati cambiamenti. Mi risiedo poggiando i gomiti sulle ginocchia.
Da lontano sentiamo il rumore della porta che si apre, entrambi ci alziamo subito in piedi. Serna ci viene incontro dall'altro corridoio con un gran sorriso.
"Stanno bene? Giulia? La bambina?" chiedo preoccupato.
"È andato tutto benissimo! Tra poco, Davide, potrai vederle!" esclama lei dandomi una pacca sulla spalla.
Suo marito l'abbraccia e lei sorride ancora di più.
"È bellissima, ve ne innamorerete! Venite, andiamo nel corridoio della camera di Giulia." dice dopo un po'.
Torniamo di là e un'infermiera è davanti alla sua stanza.
"Il papà può entrare se vuole..." mi guarda sorridendo, io a mia volta guardo Massimo e Serena che mi fanno cenno di entrare.
Abbasso la maniglia e ho davanti a me quanto di più bello possa esistere al mondo.
Giulia è seduta sul suo letto, ha il viso stanco e bagnato dalle lacrime, ma estremamente felice al tempo stesso. Tra le braccia tiene la nostra bambina avvolta in una copertina rosa dalla quale escono fuori le manine piccolissime che si agitano per aria. È così tenero vederle...mi sembra un po' un film.
La mia ragazzina, quella meravigliosa ragazzina che andava a scuola con la metro, la ragazzina più intrigante che io abbia mai conosciuto. Sarcastica, bella e intelligente.
Richiudo la porta senza avvicinarmi, ma sentendo sempre più forte la bramosia di conoscere mia figlia.
"Posso entrare?" chiedo a bassa voce.
"Certo...vieni." risponde lei con il mio stesso tono.
Mi avvicino e finalmente la vedo. Le guance rosse risaltano sulla carnagione chiara. Ha gli occhi ancora chiusi. E le labbra rosee sono piegate in quello che, credo solo a me, sembra un sorrisetto.
È piccolissima...ma straordinariamente bella. Addosso ha una delle tutine rosa che le ho comprato io.
Le accarezzo una manina, piccola e liscia.
"Sei bellissima piccola del papà..." sussurro.
"Vuoi prenderla?" mi chiede Giulia sorridendo.
"Beh se tu vuoi...certo."
"È anche tua figlia...dai prendila."
E se non sono capace di tenerla? La prendo con calma tra le braccia.
È una sensazione unica. Non ho mai capito perché i papà perdessero la testa per i figli, ma ora lo capisco.
È mia. Questa bambina bellissima dipende da noi, è qui per noi.
La guardo incantato.
"Sai ti somiglia Giulia!" dico dopo un po'.
"Secondo me ha le tue stesse labbra..." ci guarda con dolcezza e mi sorride. Mi siedo sul letto accanto a lei con nostra figlia ancora in braccio.
Giulia le prende la manina, che si chiude subito attorno al suo dito indice. Sorridiamo entrambi. Ora, in questo momento, ogni litigio, ogni incomprensione e ogni rancore tra di noi scompare, portato via dalla bellezza del momento, dall'emozione di conoscere la bambina che abbiamo creato noi.
"Chi l'avrebbe mai detto che avremmo avuto una figlia?" chiede guardandola.
"Credo nessuno...nemmeno noi." le rispondo cullando con delicatezza la piccola.
"Non avevo mai pensato ad avere figli...ma ora che è nata lei sono sicura che sia la cosa più bella del mondo...insomma la vedi? Guardala...è così piccolina e bella...e non posso ancora credere che è mia...cioè dico l'abbiamo fatta noi! Fino a qualche ora fa era nella mia pancia!" esclama sottovoce.
"E ora finalmente è con noi!" concludo io.
"Finalmente!" ripete Giulia. Le devo dare il suo regalo. Le rimetto la bambina tra le braccia e tiro fuori dalla tasca la scatolina bianca Pandora.
"Hai scoperto che era femmina così...ora che sei diventata mamma..." apro la scatola e le mostro il ciondolo a forma di fiocco e il charm viola intenso.
"Se non sbaglio il viola é il tuo colore preferito..." dico poggiando la scatolina sul suo comodino.
"Già è un colore meraviglioso!" guarda la nostra bambina e le sorride. Ha amato questa bambina più di tutti fin da subito. Inarca le sopracciglia e ha la solita espressione di quando pensa a qualcosa.
"Viola..." sussurra dopo un po' continuando a guardarla.
"Cosa?" le chiedo. Non capisco a cosa si stia riferendo.
"Chiamiamola Viola! Lei è legata a questo nome! L'unione del rosso e del blu. Di Romeo e Giulietta.
Viola di Verona. È stata concepita lì. Il 3 settembre. Il 3 maggio è il giorno di Santa Viola.
Viola di "La dodicesima notte" di Shakespeare. È nata il dodicesimo giorno di maggio!
Inoltre, forse non lo ricordi, ma noi ci siamo conosciuti in Piazza Ettore Viola!
E poi Viola Merlini suona benissimo!" elenca tutto d'un fiato presa da una strana euforia che le fa brillare gli occhi più di prima.
Viola. È un bel nome e lei è riuscita a collegarlo a nostra figlia. È unica.
Poi amo come sta accanto al mio cognome e sentirlo dire da Giulia lo rende ancora più musicale.
"Viola...è magnifico! Comunque ricordo dove ti ho conosciuta ragazzina!" esclamo sorridendo a Giulia e a mia figlia.
"Benvenuta al mondo Viola..." dice dolcemente verso la piccola. Lei si muove un po' e apre finalmente gli occhi. È impressionante quanto siano simili a quelli di Giulia. Grandi, castani e brillanti. Ha le ciglia lunghe come quelle della madre e ora le somiglia ancora di più. Sarebbe il viso di Giulia in miniatura, se non fosse per le labbra.
"Sarai una bambina immensamente amata...e sei troppo bella!" le prendo una manina e le do un bacio.
"Proprio così! Davide ti dispiacerebbe passarmi il telefono?" mi chiede indicando il suo cellulare sul comodino.
Lo prendo e glielo do in mano.
"Con Viola siediti qua accanto a me." mi dice. Faccio come dice lei.
Scatta una foto a Viola in braccio a me ed esclama "Così lei sarà sempre qui e possiamo avvisare Fede!"
La vedo scrivere: "12 maggio 2014, Viola (abbiamo deciso il nome finalmente!) mi ha reso la persona più felice del mondo e tenerla in braccio è stata l'emozione più grande della mia vita! Non vedo l'ora che vi conosciate...ti aspettiamo zia Fede!🎀💕" è un tipico messaggio di Giulia.
"Vuoi che faccia entrare i tuoi?" le chiedo.
"Oh sì certo!" posa il telefono e allunga le braccia verso di me per prendere in braccio nostra figlia.
La piccola sta tranquilla tra le braccia della sua mamma e io affacciandomi dalla porta chiamo Massimo e Serena.
"Volete vedere la vostra nipotina Viola?" loro sorridono ed entrano. Ci riempiono di complimenti, entrambi mi abbracciano prima che io esca per lasciarli soli con la figlia e con la nostra bambina.
La nostra meravigliosa bambina.
Se c'è una data che sono sicuro non dimenticherò mai sarà il 12 maggio 2014.

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Capitolo 25
*** Viola ***


CAPITOLO 25-Viola (Giulia)
Nella vita basta veramente poco delle volte.
Ne sono sicura.
Per adesso mi basta la mia bambina tra le mie braccia dopo averla attesa tanto. Ma lei non è poco. Lei è tutto.
Dopo mesi di attesa l'ho vista ed è bella, bella come il sole, come la primavera, come qualsiasi cosa di più meraviglioso ci sia nel mondo.
Le guance sono arrossate e le labbra come quelle del padre piegate in quello che sembra un sorrisetto. Gli occhi più belli che abbia mai visto mi guardano in modo dolcissimo. Ogni tanto sbatte le palpebre e le sue ciglia sembrano ancora più lunghe.
Piccola, piccolissima, più o meno quanto metà del mio braccio. È calda e sento il suo cuoricino battere piano. È il miracolo più bello di una vita.
Non ha nemmeno due ora di vita ed è già quanto di più prezioso ho.
Sto sdraiata sul letto della mia camera dell'ospedale. E lei, splendida, sta in braccio a me muovendo qualche volta le manine e poggiandole sul mio petto.
Quando me l'hanno data piangeva così forte che credo l'abbiano sentita tutti. Non appena l'ho presa io si è calmata e per la prima volta ho capito cosa significa amare. Amare talmente tanto che ti fa male il cuore, forse potrebbe esplodere per quanto amore e felicità contiene in questo momento.
Siamo solo noi due e la luce dell'alba illumina poco la stanza.
Mamma e papà sono usciti proprio ora per farmi riposare, Davide invece è andato a casa sua per fare una doccia.
Viola.
Il mio futuro è lei. Non so se ci saranno altri uomini, se riuscirò a perdonare davvero Davide o se mi innamorerò di nuovo di qualcuno. Ma non mi importa, avrò sempre lei.
Avrò sempre la mia bimba meravigliosa.
Mi sono chiesta mille volte cosa avrei voluto fare "da grande".
Ma oltre la televisione e lo spettacolo non avevo niente in mente.
Edoardo non è mai stato la mia idea di futuro, per un periodo lo è stato Davide.
Ora guardo lei e sono sicura. Tutto quello di cui ho bisogno lo tengo tra le braccia.
Sono ancora piccola è vero, ho solo vent'anni ma imparerò insieme alla mia bambina. È ovvio che non sarà facile cambiare la mia vita, prendermi tutte le responsabilità di crescere una figlia, essere una brava mamma, non poter far tutto quello che fanno le mie amiche. Ma se a ripagarmi ci saranno sempre i suoi occhi luminosi, le sue manine calde e questi sorrisetti, credo sarà anche la cosa più bella del mondo.
La porta si apre e una delle infermiere viene verso noi.
"Tutto bene? La bimba ha già mangiato?" mi chiede prendendo e controllando mia figlia.
"Ehm...in realtà..." mormoro guardando Viola agitarsi tra le sue braccia.
"Tranquilla..." mi rimette la bambina in braccio "...abbassa la maglia e guarda che lei capisce subito!" sorride. Faccio come mi dice lei ed effettivamente si rilassa iniziando a bere il latte.
Mi sento così fondamentale per lei...
"Va bene io esco, torno tra un'oretta per vedere come va." annuisco e la ragazza esce lasciandoci di nuovo sole.
"Ha ragione il tuo papà...sarai tanto amata piccolina!" le sussurro giocando con la sua manina.
Lei mi guarda, smettendo di mangiare.
"Certo magari non saremo una famiglia come tutte le altre, però fidati che attorno a te ci sono persone meravigliose!" lei continua a guardarmi e mi stringe l'indice. Risistemo la maglia e continuo a guardarla come se non fosse mai abbastanza.
Non potrei mai riuscire a spiegare quello che sto provando ora.
Così come non so cosa avrei provato se avessi scelto l'aborto. Cosa sarebbero stati questi nove mesi?
Nove mesi di dolore, di sensi di colpa, di rimpianti. Non avrei scelto le sue tutine, la sua culla, non avrei potuto immaginare la mia bambina. O avrei potuto farlo, piangendo però. Mai con un sorriso e con la felicità dell'attesa. Non avrei mai saputo che era femmina, non avrei sentito il suo cuore battere, vederla e sentirla crescere dentro di me. Non avrei mai sentito i suoi primi calci e non avrei avuto il mio pancione da accarezzare e a cui raccontare le mie giornate. Non avrei mai potuto vedere una madre con un figlio. Una mamma con una carrozzina a cui sorridere. Non avrei mai avuto nulla di bello.
La mia bambina, che ho scoperto avere con me dopo un mese, non avrebbe mai spento le sue candeline. E ora non avrei avuto il sorrisetto che mi sta rivolgendo, non avrei avuto le sue manine legate alle mie.
Lei, che ho chiamato errore, casino, sbaglio, problema...ora per me ha solo il nome di amore. Amore vero.
Se avessi dato ascolto a mia madre, ora non sarei qui a cullare mia figlia.
E Davide, Davide che la ama tanto, non avrebbe mai voluto che io la uccidessi. Nonostante il nostro rapporto, lei è la nostra bambina.
Non è solo mia o solo sua, è nostra. Nata da un grande amore, ma purtroppo nessun amore è sicuro. Niente ci poteva garantire niente. È stata una bella storia e non mi pento di nulla.
Non c'è stato certo un lieto fine come nelle favole, ma comunque ora siamo felici e condividiamo un figlia.
Viola si muove piano e io continuo a sorriderle.
"Mamma è molto fortunata ad avere te..." le sussurro accarezzando la sua guancia rosa.
Mi piace chiamarmi "mamma".
La porta che si apre nuovamente mi distrae dai miei pensieri.
"Giulia! Sono venuto appena ho trovato il messaggio!" Edoardo entra nella stanza precipitandosi verso noi con un gran mazzo di fiori e un pacchetto regalo.
"Edo!" esclamo con un gran sorriso.
"Questi sono per te e questo per la piccola!..." posa i fiori sul comodino e mi porge la bustina prima di sedersi accanto a me "...Giulia, è meravigliosa non ho parole! Hai deciso un nome?" guarda mia figlia incantato. Io apro il regalo, è un carillon da appendere alla carrozzina a forma di cuore.
"Grazie è fantastico!..." gli do un bacio sulla guancia "...Comunque si chiama Viola..." rispondo accorgendomi con sorpresa che ha gli occhi lucidi di emozione.
"È un bellissimo nome...e le sta davvero bene, sembra perfetto per lei!"
"La vuoi prendere?" chiedo capendo subito che non vede l'ora di prenderla in braccio.
"Certo!" la stringe delicatamente tra le braccia con tanta dolcezza che anche se Viola si sta lamentando non dico nulla, fin quando lui non spezza il silenzio.
"Sai, ho sognato tante volte di avere un figlio con te. Sarei impazzito d'amore se questa bambina fosse stata mia...vi avrei sapute amare meglio di lui. Non vi merita nemmeno un po'..." non mi guarda, tiene lo sguardo fisso su mia figlia. Tra le ciglia vedo le lacrime incastrate.
Non so cosa rispondere.
Mi sento solo in colpa. Ma in cuor mio so bene che non lo amo.
Sarebbe stato un bravissimo padre ed un ottimo compagno, ma non è mai riuscito a farmi sentire viva e felice come ci è riuscito Davide.
So bene anche che non ho mai pensato molto a dei figli, l'unica volta che l'ho fatto l'ho immaginato uguale a Davide, mentre giocava con me e lui. Ed eravamo felici.
"Buongiorno Edoardo." riconosco la voce di Davide e quando alzo lo sguardo lo vedo in piedi davanti alla porta. Non l'avevo sentito entrare.
Edoardo non risponde al saluto. Non si volta neppure.
Davide si avvicina, lascia sul tavolo un vassoio con la mia colazione, una rosa bianca e una viola di un meraviglioso colore intenso.
"Visto che sei già in compagnia io torno tra poco." mi guarda a malapena mentre da una carezza alla mano di Viola e gioca un po' con la sua manina.
"Va bene...se vuoi puoi anche restare..." gli dico vedendo che non vuole lasciare sua figlia.
"Non ti preoccupare, io non me lo merito..." risponde rivolto più a Edoardo che me ed esce dalla camera.
Fantastico...l'unica cosa che non volevo era sentire "simpatiche" frecciatine il giorno della nascita di mia figlia, ma a quanto pare con loro due è impossibile.
"L'importante è che lo sa." dice Edoardo non appena lui esce.
"Per favore Edo..." lo richiamo gentilmente.
"Cosa? Sto solo dicendo la verità. Non pensavo che tu lo difendessi..."
"Non lo sto difendendo...sto solo chiedendo che non ci siano liti oggi. Cosa pensavi? Che non ci saremmo rivolti la parola il giorno in cui è nata nostra figlia? Per quanto certe volte possa odiarlo, è pur sempre suo padre." è incredibile come sia cambiata l'atmosfera in questa stanza nel giro di qualche minuto.
"Hai ragione...scusami.." mi dice rimettendomi Viola tra le braccia "..è meravigliosa! Io vado...torno oggi pomeriggio..." mi da un bacio sulla guancia e mi accarezza i capelli.
Sorrido e lui apre la porta.
"Edo..." lui si volta "...grazie!" fa un risata ed esce.
"Lui era zio Edo...peccato che non vada mai d'accordo con il tuo papà, ma la colpa è mia tesoro...sono stata una brutta persona con lui..." spiego a mia figlia come se lei dovesse sapere sin da ora la verità. Lei sorride e mugola prima di cercare la mia mano con la sua. La stringo forte.
Questa volta bussano alla porta. So già chi è.
"Entra Davide..." dico con una risata nella voce.
"Poco fa non volevo...essere antipatico..." si giustifica richiudendo piano la porta.
"Tranquillo, ti capisco..." sorrido gli faccio cenno di avvicinarsi.
"Ah sì?" chiede guardando nostra figlia.
"Cioè...non mi piacerebbe che qualcuno dicesse che Viola starebbe meglio con un'altra mamma e io non la merito..."
"Edoardo non ha tutti i torti comunque..." lei chiude gli occhi mentre suo padre l'accarezza sulle guance.
"Davide...smettila! Fidati che questa bambina la meriti eccome...e credo anche che sarai un bravo papà per lei..." non voglio che si rovini i momenti più belli della vita. Comunque sia tengo molto a lui. Gli metto Viola tra le braccia e lei apre gli occhi poggiando una manina sul suo petto come fa con me.
"Peccato che abbia rovinato la vita della sua mamma." è perso negli occhi della nostra bimba.
"Basta...non c'è più bisogno di sentirsi in colpa, non si può tornare indietro. Mi hai fatto stare male è vero, ma mi hai anche regalato lei. Ti giuro che da quella notte a Verona a oggi non cambierei nulla, magari avrei preferito arrivare nel tuo camerino e trovarti solo, per dirti che cosa meravigliosa ci stava succedendo, ma ora non si può più cambiare niente. È andata così e basta, pensa che stai tenendo tra le braccia tua figlia..." gli accarezzo una guancia, non voglio che soffra proprio ora. Questo deve essere il giorno più felice per entrambi.
"Come fai a trovare sempre le parole giuste?"
"È quello che penso! Ora fammi il piacere di evitare le frasi da film strappalacrime e goditi il momento!" esclamo poggiando la testa al cuscino.
Lui ride e rimane seduto accanto a me mentre entrambi giochiamo con le manine di Viola e le sorridiamo come se fossimo stupidi.
Davide canticchia qualcosa e ne approfitto per rilassarmi un po'. Li guardo e nel mio essere incasinata mia sento fortunatissima.
Ho una figlia meravigliosa che ha un padre che la ama da morire.
La scena di Davide con la nostra bimba appena nata in braccio e una di quelle che voglio salvare per sempre nei ricordi. Non avrei pensato fosse stato così tenero, così premuroso.
È emozionante come sta attento ad ogni movimento di Viola, come la guarda, come la culla, come le sorride.
Mamma. Ora sono questo. Non sono più una ragazza, un'attrice, una cantante.
Sono una mamma. Ho tutto l'amore di cui ho bisogno e ogni parte migliore di me, sembra prendere il posto di quelle peggiori.
Lui che sembra un ragazzino spensierato è un padre e sembra nato per esserlo.
Continuo a fissare loro due e so che da oggi sarà tutto migliore.
"Dov'è? Dov'è la Principessa? Zia Fede è arrivata!" i miei pochi momenti di tranquillità vengono interrotti dall'uragano che è la mia migliore amica.
Si butta letteralmente addosso a Davide per vedere mia figlia.
"Ohhhh ma tu sei una meraviglia! Come hanno fatto i tuoi genitori a farti così bella?" lascia tutte le buste che ha per terra e prende Viola in braccio senza curarsi del fatto che la stesse tenendo suo padre.
"Finalmente ti sei decisa eh amore di zia! Ti abbiamo aspettata tanto! Ero tutti i giorni a casa tua, l'unica sera che viene tuo papà e non io, decidi di nascere?! Ma visto che sei splendida ti perdono! Che poi hai un nome altrettanto stupendo! Viola e zia Fede! Saremo una coppia fantastica io e te!" Federica parla senza sosta come se fosse impazzita senza accorgersi della faccia sconvolta di Davide e della mia risata.
Ma la cosa impressionante è che Viola è tranquillissima, è stata più agitata con i miei genitori che con lei.
"Sì Fede sto bene, grazie per avermelo chiesto! Cosa? Come mi sento ora? Meglio grazie, ho solo appena partorito la bambina che stai stritolando!" esclamo io sarcastica continuando a ridere.
"Lo so, lo so...non mi sono dimenticata di te, ma è colpa della tua stellina! Mi ha incantata!" lascia Viola di nuovo in braccio a Davide che si è alzato e viene ad abbracciarmi.
Adoro i suoi abbracci, sono quelli più veri.
"Hai fatto un ottimo lavoro! Non ci posso credere...la mia migliore amica è appena diventata mamma!" non riesce a controllare la felicità.
"Eh già...mamma Giulia suona bene?" chiedo ridendo.
"Suona benissimo! Ma ora devi aprire tutti i regali!" si alza e recupera le buste enormi da terra.
Regali? Tanti? Così grandi?
"Allora...iniziamo con questo!" mi porge la prima busta che ha dimensioni più o meno normali.
La apro e trovo dentro dei piccolissimi pantaloni di tuta e una felpa altrettanto piccola abbinati con dei disegni che sembrano rose sulle tonalità del fucsia.
"La mia nipotina deve essere super chic sin da piccola!" gli occhi le brillano come non ho mai visto. È incredibile...sembra che sia un po' anche sua figlia.
"È fantastica...cioè non ho parole!" ed è vero. Non so cosa dire!
Sposta la prima busta e mi porge l'altra. Molto più grande.
Una scatola è sopra un'altra busta ancora.
Apro prima la scatola. Le lettere in legno rosa creano il nome di mia figlia, un cordoncino dello stesso colore dalla lettera "O" fa pendere una cornice con la foto che le ho mandato.
"Ma come...?" come ha fatto in così poco tempo?
"Secondo te perché non sono venuta subito? Ho chiamato una mia conoscenza pur essendo l'alba e quando voglio sono molto persuasiva...così ho fatto scrivere il nome e mettere la foto!" mi spiega capendomi subito.
"Sei maledettamente unica Fede!" esclamo sorridendole.
"Dai ora l'ultimo..." mi indica l'ultima busta.
Lo scarto.
"Non ci credo..." è la copertina che avevo visto una volta insieme a lei, ma alla quale avevo rinunciato per un'altra che stava meglio con il corredino.
È bianca con i bordi lilla e dei gufetti dello stesso colore al centro.
"Sei completamente pazza...del tutto! E ti adoro per questo!" l'abbraccio fortissimo. È come una sorella, anche di più.
"Vi adoro anche io!" mi sorride emozionata e si siede sul letto accanto a me.
Il telefono di Davide squilla più volte.
"Sono arrivati i miei genitori...Fede ti lascio Viola così puoi abbracciarla quanto vuoi!" esclama mettendo mia figlia in braccio a Federica.
"Sì vieni da zia!..." Davide esce e lei subito dice "...Giulia non mi uccidere, ma devo dirtelo...tu e Davide con lei siete la scena più bella!"
Sorrido ma non rispondo, guardo Viola.
"Ti giuro che entrare e vedervi tutti e tre insieme è unico! Siete troppo perfetti e dolci...poi come guardavi Davide...Giulia ti conosco troppo bene! Ti mancavano solo gli occhi a cuoricino!"
"Ma dai! Siamo solo amici!" dico cercando di essere indifferente.
"Certo...questa frase l'ho già sentita e dopo poco avete avuto una figlia quindi..." mi fa l'occhiolino e mi mette Viola tra le braccia.
"Comunque...sono di là dai tuoi, così vi lascio soli con i suoi genitori!" esce e come se lo avesse già saputo, entrano Carlo ed Emma con Davide e Alessandro.
Emma non trattiene le lacrime mentre si avvicina.
"Oh Giulia...posso prenderla?" mi chiede emozionata.
"Ma certo..." allungo le braccia e lei prende mia figlia.
La guarda per un po'.
"Ciao piccola della nonna...ma chi si aspettava te? Sei la cosa più bella degli ultimi anni!" le dice cullandola. Emma come Davide, non trattiene mai le sue emozioni.
Carlo si avvicina per guardarla. Davide invece si siede accanto a me sorridendomi.
"Ragazzi ma come avete fatto? È la bambina più bella che abbia mai visto!" esclama suo padre.
"Già fratello! Ma se vuoi la verità...è la fotocopia di Giulia!" dice Alessandro ridendo.
"Lo so..." risponde Davide dandomi un bacio sulla fronte e stringendomi "...per questo è bellissima!"
Mi mancavano i suoi complimenti. Mi mancava essere così coccolata. Ma non posso permetterlo e mi allontano un po' con un mezzo sorriso.

Sono passati pochi giorni dalle ultime visite. Sono venuti i miei, Federica e Federico, i genitori di Federica che sono un po' anche i miei, Edo con i suoi e i genitori di Davide che sono rimasti qua qualche giorno...e ovviamente lui...
Davide è venuto ogni giorno e di tanto in tanto è restato anche la notte dalla nascita della nostra piccola...ogni mattina con la mia colazione sul vassoio, ogni sera con le sue dolci parole di buonanotte per me e per Viola...
Forse mi mancheranno tutte queste attenzioni ora che sto tornando a casa, mi sono abituata in questi giorni...anche se non devo dimenticarmi..che sono stata la prima a rifiutarle...
"Giulia tesoro su dobbiamo andare..." mi chiama mia madre affacciandosi dalla porta della mia stanza.
Annuisco distratta e chiudo la zip del mio borsone. Poggio le mani sulla carrozzina con la mia bambina e la spingo fuori.
È una strana sensazione camminare senza la mia bambina dentro di me. Da un lato è piacevole ma dall'altro è come se sentissi la sua mancanza, come se mi sentissi vuota dentro...ma lei è qui con me. La sto portando fuori dalle porte dell'ospedale.
Sto per mostrare il mondo alla mia bambina...e so di dover essere io a insegnarle a vivere in questo mondo.
"Mamma dov'è la macchina?" chiedo. Mi aspettavo che mio padre ci aspettasse qui fuori, invece no.
"La nostra...o la tua?" esclama lei sorridendo.
Non ho il tempo di riflettere sulle sue parole che il suono di un clacson mi fa voltare di scatto. Una Mini Cooper nera con un gran fiocco rosa sul tetto bianco si è fermata alle mie spalle...e a guidarla è..mio padre!!
"Papá!" esclamo. Lui scende e mi viene incontro.
"Bella vero? Ti si addice!" dice lui.
"Già!" esclama mamma interrompendolo.
Quasi non ci credo...mi hanno comprato una macchina?!
"Sai..." continua mia madre "...con la bambina dovrai essere più autonoma adesso e poi a vent'anni penso sia il momento di avere una macchina propria, no?"
"E la tua patente iniziava ad essere inutile! Giusto?" scherza mio padre ridendo.
Annuisco ancora a bocca aperta.
Istintivamente poggio una mano sulla pancia...come facevo fino a pochi giorni fa quando volevo che la mia bambina vedesse cosa stava accadendo.
Ma lei non è più dentro di me...e può vedere davvero la nuova macchina della sua mamma.
Prendo il posto di mio padre alla guida della mia macchina e vedo il seggiolino per Viola sul sedile alla mia destra.
Mia mamma vi posa la mia bambina e sento mio padre posare la carrozzina e il mio borsone nel cofano. "Amore, io e papà dobbiamo sbrigare delle cose, tu intanto vai a casa e riposati..noi veniamo tra un pò!" mi dice mia madre sorridendomi.
Annuisco e sorrido a mia volta.
Vedo i miei allontanarsi e metto in moto. È una bellissima sensazione sapere che è la mia macchina!
La prima cosa che farei sarebbe accendere la radio, ma la mia bambina dorme e non voglio svegliarla. La guardo per qualche minuto, le do una carezza e le sistemo i pochi capelli ancora chiari. Sembra una bambolina; le sorrido e parto.
Stare in auto senza la musica di sottofondo non è da me. Delle volte, per abitudine, mi è capitato di accendere la radio anche nelle macchine di altre persone, come è successo la prima volta che sono salita in macchina con Davide.
"Tu sei nella mia storia e lì ci starai da qui all'eterno..."
Conoscevo benissimo quella canzone e mi piaceva. Ma ora ha assunto un significato del tutto diverso per me.
"Della forza ricorderò il giorno che mi ha fatto incontrare te, invece del dolore mi resterà questo non 'per sempre'..."
E sono sicura che sia perfetta per descrivere tutto quello che è successo a me, a noi. Perché del resto è vero che per me lui sarà sempre importante e non potrò mai dimenticare il giorno in cui l'ho incontrato, il giorno in cui è iniziato tutto e mi ha portato a questo, mi ha resa forte...molto più di quanto potessi immaginare. Ma tra noi non è stato "per sempre" come avevo sperato.
Arrivo a casa dopo mezz'ora senza nemmeno accorgermene.
Parcheggio, scendo e prendo la carrozzina di Viola dal cofano.
La guardo qualche minuto. Come si fa a rimetterla a posto?
Premo qualsiasi pulsante vedo e cerco di farla aprire in tutti i modi che mi passano per la testa, ma nessuno funziona.
Sento mia figlia piangere da dentro la macchina e lascio la carrozzina per andare da lei.
"Vieni da mamma...non piangere ti prego, dammi solo due minuti..." la cullo un po' ma non posso lasciarla che piange di nuovo.
"Giulia?" mi sento chiamare da una voce maschile e mi volto subito sperando in mio padre o in Davide.
"Andrea!" ma non è nessuno di loro. È un mio vecchio compagno di scuola.
"Lei è...?" guarda Viola in braccio a me.
"Oh...è mia figlia!" rispondo sorridendo.
"Auguri! Sapevo che tu ed Edo non stavate più insieme...non sapevo fossi diventata mamma..." ecco la faccia compassionevole da "Così piccola e già mamma senza compagno?"
"Sì lei è nata cinque giorni fa e non sto con Edo..." faccio un mezzo sorriso.
"Ti serve una mano?" chiede cambiando argomento imbarazzato, vedendo la carrozzina appoggiata all'auto.
"Beh...diciamo che ancora non sono molto pratica..."
"Tranquilla!" la prende e in un attimo è aperta.
"Wow grazie mille! Mi hai fatto un piacere enorme!"
"Figurati, ci vediamo in giro Giulia!" mi da un bacio sulla guancia, io ricambio e si allontana.
Metto Viola sotto la sua copertina bianca e prendo il borsone per salire finalmente a casa.
Non appena esco dall'ascensore vedo appeso alla nostra porta un bellissimo fiocco rosa con scritto il nome di mia figlia. Sorrido e apro.
Tornare a casa è una magnifica sensazione. Ho sempre odiato gli ospedali, mi hanno sempre messo ansia.
Invece l'aria di casa mia mi rilassa ed è tutto familiare, ho le mie cose. Il bianco di casa mia non è come quello dell'ospedale, questo mette serenità e rende tutto luminoso.
"Benvenuta a casa amore mio!" dico rivolta a Viola che mi guarda con i suoi occhi incantevoli.
Spingo la sua carrozzina fino al salone e trovo i palloncini rosa che mi ha portato Davide qualche giorno fa e tutti i fiori che mi sono stati regalati. Sul tavolino trovo un biglietto rosa.
"Benvenuta a casa Viola! Non vediamo l'ora di stare con te tutto il giorno! I nonni ti amano un mondo! Ps. Bentornata amore, ci sei mancata!"
Grazie al cielo ci sono i miei genitori!
Vado in camera mia e vedo che il nome di Viola che mi ha regalato Fede è già appeso al muro e la sua copertina già sistemata sulla culla.
Prendo Viola e la alzo fino alla mia fronte per poi darle un bacio.
La metto sul mio letto e io mi sdraio accanto a lei.
"Vedrai che staremo benissimo! Adesso sei tu la mia priorità e ti prometto che non permetterò a nessuno di farti del male." le bacio una manina che si stringe attorno al mio dito e la stringo a me.
Quante cose sono cambiate da quando mi sono disperata per quel test positivo ad ora. Quanto sono cambiata io.
Ho imparato quanto la vita sia imprevedibile, quanto amore può dare in soli cinque giorni una bambina piccolissima e quanto amo essere sua madre.
Se sono stata scelta per essere la sua mamma ci sarà un motivo ne sono sicura da sempre, non mi stancherò mai di dirlo e non smetterò mai di crederci, significa che sono capace di amarla e crescerla.
La guardo mentre si riaddormenta, la sua mano stretta alla mia quasi come se avesse paura che io potessi lasciarla, ma lo sguardo sereno di chi sa che avrà sempre qualcuno e io non potrò mai abbandonarla.
Guardare lei mi fa sentire davvero fiera di me stessa, del mio coraggio, delle mie scelte.
Avere lei mi fa sentire sicura, sarà sempre mia.
Stringere lei mi fa sentire serena, amata.
Lei è il mio cuore fuori dal mio corpo, il mio ossigeno. La mia Viola.

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Capitolo 26
*** Principe Azzurro ***


CAPITOLO 26-Principe azzurro (Davide)
Sto seduto davanti al mio computer già da un pezzo aspettando che faccia pomeriggio per andare a casa di Giulia, mentre scorro disinteressato le notizie su Facebook.
Solite cose, zero novità. Continuo a far andare la pagina e la foto di una bambina appena nata vestita di rosa compare accompagnata da un lungo post. Non ho voglia di leggerlo e passo avanti.
Eppure...
Ritorno subito indietro e mi accorgo che quella è la MIA bambina e il post l'ha pubblicato Giulia.
"Lei è la mia meravigliosa bambina di solo due settimane, Viola. Lei è il motivo per cui non ho recitato negli ultimi mesi.
Ho amato mia figlia sin da quando ho realizzato il significato di due linee rosa chiaro. E l'ho amata ancora di più quando ho sentito il suo cuore battere e dopo averla vista che era ancora un semplice puntino. L'ho amata e la amo nonostante la mia età e nonostante la storia incredibile da cui è nata. Avrei potuto rinunciare a lei per questo: perché io e il suo papà non siamo una coppia.
Il nostro è stato un amore impossibile, immenso e troppo surreale. Che è diventato vero solo quando lei arrivata nelle nostre vite, ma che si è spezzato nello stesso momento.
All'inizio allora pensai che rinunciare sarebbe stato più facile...niente delusioni per i miei genitori, niente sguardi compassionevoli e niente legami con suo padre. Io avrei continuato la mia vita e lui la sua.
Ma solo qualche minuto dopo capii che non sarei mai riuscita a continuare la mia vita felicemente, sarei stata per sempre piena di rimpianti e rimorsi, con il peso di aver portato via la vita alla mia bambina, perché in fondo avrei fatto questo. Non avrei reso la mia vita più facile, solo più triste.
Rinunciare a lei avrebbe distrutto me, non i miei genitori, no le persone pronte a giudicare, no suo papà.
Sarei stata io a pagarne le conseguenze.
È vero, i primi tempi sono stati duri...far accettare ai miei genitori una scelta del genere non è stato facile come non lo è stato condividere questa grande sfida con il papà di mia figlia. Poi con il tempo ho scoperto la bellezza dell'amore paterno...vedevo suo padre attendere con ansia di conoscere la nostra bambina, emozionarsi ad ogni ecografia e la prima volta che ha poggiato la mano sul mio pancione.
A modo nostro, abbiamo condiviso l'attesa del tesoro più grande della nostra vita.
Come ho già detto la nostra è una storia incredibile, molti faticheranno anche solo a crederci. Altri criticheranno, o chissà altri magari saranno felici.
Alla nostra età l'amore è così inaspettato e incontrollabile, non sai mai quale sorpresa ti possa fare...un attimo prima lo odi per accorgerti di amarlo solo dopo qualche secondo.
Le cose impossibili sembrano sempre le più belle, l'alba a mare sembra surreale, un bacio rubato sembra quello di un fiaba...ma magari il principe azzurro non è quello giusto, magari ha già una principessa...ma alla fine cosa ti interessa? Sei così perdutamente innamorata che ti va bene, ti perdi nei suoi occhi e ti convinci che alla fine tutto va sempre per il meglio.
L'anno scorso mentre correvo per arrivare scuola mi sono scontrata per sbaglio con un ragazzo, quel ragazzo mi ha portato a fare un provino, quel ragazzo è poi diventato il mio collega più stretto, un amico, un principe azzurro e il papà della mia bambina.
Davide mi ha dato tutto l'amore che una ragazza, almeno una volta nella vita, anche se sa di star sbagliando, dovrebbe ricevere. Noi donne siamo speciali, ma sono pochi gli uomini in grado di farci sentire davvero indispensabili. Poi quando trovi qualcuno che ci riesce, non puoi fare a meno di innamorarti e a me è successo.
Non mi sono mai mancati un abbraccio, un bacio, una carezza, una parola rassicurante o un complimento. Mi ha fatta sentire davvero una principessa e mi ha fatto credere che l'amore non è poi così male anche se non è proprio l'amore giusto. E se qualche ragazza sta leggendo, voglio dirvi di crederci; l'amore, se è vero, sano, puro, non è sbagliato...mia madre una volta mi ha detto "L'amore non è sbagliato, può esserlo solo il modo in cui noi ci poniamo difronte a esso." ed è vero.
Io non ero sua, e lui non era mio...ma andava bene così, fin quando non è arrivata Viola, ma lei non ha fatto nulla, sono state altre circostanze ad allontanarci.
Oggi non stiamo insieme, ma insieme abbiamo gioito della nascita di nostra figlia. Lui non è più il mio di principe azzurro, ma sarà per sempre quello della nostra bambina.
Davide resterà sempre una delle persone più importanti della mia vita, perché mi ha donato lei...abbiamo avuto tanti problemi e abbiamo litigato tanto da non parlarci per giorni o settimane, ma noi due sappiamo bene qual'è il nostro posto...è accanto alla nostra bambina, per sostenerla e crescerla con amore. Ed ogni genitore sa che non esiste posto migliore. Non esiste posto migliore di quello accanto alla carrozzina del proprio bambino che dorme e vedere il suo sguardo sereno. Non esiste nulla di più bello di stringere il proprio figlio tra le braccia. È il miracolo più bello della vita.
I bambini fanno questo, rendono tutto meraviglioso e luminoso.
Noi ora ci godiamo la luce della nostra bambina e ogni incomprensione diventa un sorriso.
Giulia."
Finisco di leggere e mi accorgo di avere gli occhi...bagnati. Leggere della nostra bambina, della nostra storia mi ha emozionato.
Sono stupito, poteva quantomeno avvisarmi che voleva dire a tutti che abbiamo appena avuto una figlia insieme.
Beh...ne parleremo tra poco, sono già le quattro e dovrò essere a casa sua alle quattro e mezza.
Spengo il computer e mi alzo. Prendo il telefono, il portafoglio e le chiavi.
Mezz'ora sola e potrò finalmente riempire di baci la mia piccola.


Non esiste nulla di più bello al mondo. Nulla di più bello di vedere la propria bambina addormentata e di sentire il suo cuore che batte accanto al tuo, con il viso da angelo. Il mio angelo.
Sto seduto già da un po' con mia figlia tra le braccia sul divano di casa di Giulia. Dormono entrambe. Viola in braccio a me e sua madre sdraiata accanto a noi.
Avere una figlia è più impegnativo di quanto pensassi, ma anche molto più emozionante.
Tutte le fatiche sono ricompensate da un sorrisetto, le manine calde strette attorno alla mia e la bellezza di tenerla tra le braccia.
È così piccola e fragile...a volte quando la prendo sembra che si possa rompere, allo stesso tempo vorrei stringerla più forte possibile per proteggerla da tutto e farle sapere che il suo papà la ama tanto.
Inizia a muoversi un po' e apre gli occhi fissandomi.
Hanno sempre avuto ragione quelli che dicono "Per i figli si perde la tesa!".
È vero...altroché se si perde la testa! Quando la vedo mi emoziono, la mia piccola bambina meravigliosa per me e per sempre.
Viola comincia a lamentarsi e io mi alzo per farla riaddormentare. Cammino per il salone e mi sposto in sala da pranzo.
Guardo fuori dalla grande porta finestra mentre cullo mia figlia e canto sottovoce "Come mai" di Max Pezzali.
"E poi all'improvviso sei arrivata tu, non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più...la quotidiana guerra con la razionalità, vada bene purché serva, per farmi uscire...
Come mai, ma chi sarai per fare questo a me? Notti intere ad aspettarti..."
"..ad aspettare te..." le mani delicate di Giulia sfiorano il mio braccio e poggia la testa sulla mia spalla mentre lei completa la frase sorridendo a Viola che la ricambia con un sorrisetto.
Mi volto verso Giulia e si stringe a me. Riuscirò mai a capire questa ragazza?
Respiro il suo odore, godendomi quei pochi momenti accanto a lei.
"L'hai letto vero?" mi chiede all'improvviso dopo qualche minuto di silenzio allontanandosi quanto basta per guardarmi.
La guardo e mi viene da ridere. Mi capisce al volo.
"Già...potevi dirmelo..." rispondo.
"Devo chiederti il permesso per scrivere un post?" domanda in tono di sfida.
"Non ho detto questo...solo che hai appena detto a mezza Italia che io e te abbiamo una figlia, magari se lo avessi saputo..."
"Non sarebbe cambiato nulla...la settimana prossima abbiamo un'intervista, mi ha chiamato ieri David Zard per avvisarmi, l'avremmo dovuto dire comunque..." inarco un sopracciglio e lei continua "...oggi te ne avrei parlato, è inutile nascondere la verità. Noi abbiamo una bambina e ora lo sanno tutti, niente problemi. Se ti preoccupi del giudizio o hai paura..."
"Non ho paura!" la interrompo subito. Lei alza gli occhi al cielo.
"Va bene va bene, come vuoi..."

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Giulia arriva con qualche minuto di ritardo all'hotel di Roma in cui si svolgerà l'intervista.
Spinge la carrozzina bianca mentre saluta me, David Zard e la giornalista con un mano.
Io sorrido come uno stupido alla loro vista.
"Buongiorno!" esclama non appena è vicina.
"Buongiorno anche a te cara..." dice Zard sorridendo "...posso vedere la piccolina?" chiede poi.
"Ma certo!" Giulia abbassa il parasole che teneva alzato mentre era fuori e lascia avvicinare David alla nostra bambina.
La guardo anche io e come sempre mi fissa con i suoi occhi meravigliosi. Indossa una tutina bianca in ciniglia...tre orsetti disegnati in alto, pizzo sulla vita e due fiocchetti sulle caviglie: ci scommetterei tutto che l'ha scelta Giulia.
"È splendida ragazzi davvero complimenti!" esclama Zard prendendo una manina di Viola.
Noi ringraziamo e la giornalista ci fa cenno di avvicinarci per cominciare.
È una ragazza giovane, avrà più o meno la nostra età, mora e con gli occhi chiari. Indossa un vestito bianco in pizzo e una giacca e delle décolleté gialle. È molto carina...ma non penso faccia lo stesso effetto a Giulia. La guarda storto da quando ci siamo presentati, penso sia perché crede sarà troppo invadente e a Giulia le persone invadenti non piacciono molto...
"Allora ragazzi..." comincia lei appena ci sediamo ai divanetti della lussuosa hall "..è un piacere conoscervi finalmente!"
Rispondo al suo sorriso radioso e Giulia con me.
"Devo dire che è un onore essere tra le prime ad intervistarvi dopo...bhe la notiziona!" esclama con voce entusiasta.
Io sorrido "In realtà lei è proprio la prima..." rispondo. Non è una di quelle che ci ha criticato...ne sono sicuro.
"Lei? Davide ti prego...diamoci del tu! Non voglio assolutamente mettervi sotto pressione...immaginate che io sia una vostra vecchia amica! Sono solo Alice!" risponde.
Annuisco e Giulia accenna un sorriso.
Decisamente troppo confidenziale per lei...
"Allora cominciamo..." prende un registratore dalla borsa e lo accende "...come va?" chiede.
Giulia sgrana gli occhi.
"Come scusa?" chiede poi.
"Come va! Come state? Come va la vostra vita in generale! È tanto che i giornali non vi sentono...ci saranno state tante novità! Bhe...una è proprio lì..." dice sorridendo indicando con la penna la carrozzina di Viola.
Giulia non batte ciglio. Ho seriamente paura di quello che possa dire...
"Ed è l'unica novità...mi dispiace. Quindi so che vuoi che ti parli di lei..." risponde poi sorridendo. Sembra quasi...divertita!
Menomale...temevo il peggio...
"È una bambina stupenda..." dice Alice sorridendo.
"Lo è..." risponde Giulia "...su chiedimi quello che vuoi sapere..." sorride.
Alice inizia a fare domande su come Viola le abbia cambiato la vita, come ha decorato la sua stanza, cosa si prova ad averla tra le braccia, il perché di questo nome...e Giulia risponde sorridendo con gli occhi che le brillano...parlare della sua bambina la rilassa...ed è...bellissima...
"Davide..." chiede poi a me "...cosa hai provato quando hai saputo che Giulia era rimasta incinta?"
No...
Non può avermi chiesto quello...
Giulia abbassa lo sguardo e stringe i pugni. So che le fa male ricordare quel giorno...e anche a me...
Non so come rispondere...potrei semplicemente mentire e dire che le corsi in contro abbracciandola, dicendole che non poteva darmi notizia migliore, dicendole che l'amavo e amavo già nostro figlio...potrei dire quello che avrei voluto fare...ma non lo dirò...
Dirò la verità...dirò la mia verità.
"Ero la persona più felice del mondo...non...ero proprio in me quando l'ho saputo e...neanche lei...ma...è stato forse il momento più bello e allo stesso tempo più brutto della mia vita perché...stavo per avere una bambina...una piccola bambina tutta mia da...coccolare, a cui insegnare ciò che so...ma allo stesso tempo...stavo perdendo l'amore della mia vita..." termino guardando Giulia che mi guarda a sua volta con quei suoi occhi color nocciola lucidi e brillanti. Le mie stelle.
"Perché la stavi perdendo?" chiede ancora Alice.
"Questi sono fatti personali, non vogliamo parlarne..." stavolta è Giulia a rispondere al mio posto. Di nuovo fredda come il ghiaccio.
Alice ha toccato un nervo scoperto...
"Forse Davide vuole parlarmene invece...d'altronde sappiamo tutti la tua versione...ai fan interessa quello che accadde davvero dal suo punto di vista..." risponde guardando me. Allude al post di Giulia...a cui io non ho risposto.
"Abbiamo già detto tutto ciò che è successo, non ti serve sapere altro..." dice ancora Giulia.
La situazione si sta capovolgendo ancora.
"Alice..." le interrompo io "...sai bene, come tutti del resto, la nostra situazione sentimentali di dieci mesi fa...e non vogliamo riesumare vecchi cadaveri che non hanno più nessuna importanza...Adesso l'importante qui è nostra figlia. Vuoi sapere se stiamo insieme? No. Vuoi sapere se tornaremo mai insieme? Bhe io lo spero con tutto il cuore! Ma non lo so. Siamo...due genitori che amano la propria figlia...per adesso non siamo nient'altro..."
Loro mi guardano a bocca schiusa.
Giulia sorride e fa per stringermi la mano ma improvvisamente si blocca e si alza prendendo Viola in braccio.
"Bene.." dice "..credo che tu abbia tutto ciò che ti serve...noi andiamo..."
Alice non fa più domande e stringe la mano di Giulia che esce velocemente dall'albergo dirigendosi all'auto.
Mi alzo anch'io e stringo la mano di Alice "Grazie..." dice e io ricambio. Noto un anello al suo anulare sinistro mentre mi stringe la mano...non sarà mica...
"Scusa...se te lo chiedo...ma è una..." inizio.
"Una fede, si!" risponde lei sorridendo.
"Sei sposata?"
"Eh già...da due anni..."
"Due anni?" chiedo sorpreso. Sembra così giovane..
"Sì...mio marito me l'ha chiesto per il mio ventiduesimo compleanno...me ne ricordo ancora...è stato indimenticabile..." dice guardando l'anello con gli occhi che le brillano.
Sorrido all'idea di Giulia con una fede al dito...una fede uguale ad una mia...
"Arrivederci Alice..." dico prima di raggiungere Giulia.
"Arrivederci Davide..." risponde e spegne il registratore.


È ufficiale. Ora tutti sanno della nostra Viola. Per fortuna la maggior parte dei fans era entusiasta all'idea...forse anche perché Giulia ha omesso dettagli della nostra storia che non avrebbero mandato giù facilmente...
Personalmente non cambierei neanche una virgola di ciò che è stato...o adesso non sarei qui con la mia bambina tra le braccia che dorme beatamente.
È incredibile quanto i bambini crescano in un mese...sembra così diversa...più grande...ed è sempre più simile a sua madre...
Il suo stesso nasino...I suoi stessi occhi grandi color nocciola che adesso sono chiusi in un dolce sonno.
Riconosco in lei le mie labbra, ora piegate in una smorfia e così morbide...
Pensavo di non poter vivere senza Giulia...ma come potrei invece vivere senza di lei...la nostra perfetta unione.
Bella...
Non ci sono parole più esaurienti per descriverla.
Mi siedo sul divano e lei aprw gli occhi lentamente. Mi guarda e inizia a muovere la bocca.
"Hai fame amore?" le chiedo dolcemente. Lei continua a fissarmi muovendo le manine.
So che cerca Giulia...ma per adesso dovrà accontentarsi del suo papà.
Sono solo in casa Luzi.
"Andiamo a fare il latte allora..." le sussurro andando verso la cucina.
Non ho il tempo di prendere il pentolino per il latte che sento una chiave nella serratura. Giulia entra poco dopo e, chiusa la porta, sorride nella nostra direzione.
Sorrido anche io.
"Aveva fame..." dico mostrando il pentolino che tengo in una mano.
"Vieni dalla mamma amore..." dice lei prendendola in braccio. Poso la pentola al suo posto. Non serve più.
Giulia si siede sul divano e inizia ad allattarla. Sono così belle...
Sono così fortunato ad averle...
A volte penso a quanta fortuna ho lasciato andare con le mie azioni.
Sembriamo proprio una bella famiglia adesso...solo noi in una bella casa...e invece...la mia Giulia è appena tornata dalla casa di un altro uomo.
"Dove sei stata?" chiedo come se già non lo sapessi sedendomi difronte a lei.
"Te lo avevo detto...Edo doveva dirmi una cosa importante e abbiamo preso un caffè..." risponde vaga senza staccare gli occhi da Viola.
"Mh.." mormoro aspettando che continui.
"E...mi ha detto che..." inizia ma tace finché Viola non si riaddormenta di nuovo tra le sue braccia, pochi minuti dopo.
Solo allora alza lo sguardo verso di me.
"Ha detto che deve partire...per una decina di mesi...va in America..." dice poi.
"In America?! Per un anno? E a far che?" chiedo confuso. Se è un modo per fuggire da tutto questo giuro che...
"Non è un anno! Sono dieci mesi...dovrebbe tornare...verso Aprile del 2015...e comunque ha vinto una borsa di studio con l'università e...non può rifiutare..." mi risponde.
"E comunque non sembrava neanche tanto triste di non poter rifiutare..." aggiunge alzandosi per portare Viola nella sua culla.
La seguo. Posa la nostra bambina tra le lenzuola bianche e si dirige al suo letto.
"Ti dispiace, vero?" le chiedo appoggiandomi al muro.
"Davide sono molto stanca...vorrei riposare..." risponde vaga dandomi le spalle.
Mi avvicino e le prendo la mano. Lei si volta automaticamente. Ha gli occhi spenti e stanchi.
Questa non è la mia Giulia.
La abbraccio stringendola a me.
"È normale che ti manchi..." dico.
"Parte domani.." risponde lei impassibile.
"È uno dei tuoi più grandi amici..." continuo"...Domani lo accompagneremo insieme all'aeroporto...dieci mesi non sono tanti..."
Anche se quello che dico non mi piace nemmeno in po'...so che la farà sentire meglio...
Lei annuisce e si aggrappa alla mia maglietta ricambiando il mio abbraccio.
Posso pensare quello che voglio...ma Edoardo è una parte della vita di Giulia che non posso cancellare...
Può diventare un bel ricordo in carne ed ossa....ma non può essere cancellato...
Dopo qualche minuto lei si allontana da me e sfoggia un gran sorriso. Gli occhi le brillano di nuovo ma sono ancora stanchi.
"Riposati..." le dico accarezzandole una guancia. Lei sorride e si siede sul letto.
Esco dalla stanza che si è appena sdraiata e pochi secondi dopo già dorme.
Le mie principesse sono oltre quella porta...che aspettano il bacio del principe azzurro per essere svegliate...
Spero di meritare quell'onore...un giorno...
Bhe...dipende tutto da Lei...
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"Giulia! Giulia sbrigati oer favore!" esclamo mettendo Viola nella carrozzina.
"Sì...sì eccomi!" risponde lei spuntando in salotto con il borsone della bambina in spalla.
"Possiamo andare." annuncia sospirando e finalmente, dopo ore di preparazione, usciamo di casa.
In aeroporto ci aspettano Edoardo e una donna anziana dai capelli argentei.
"Giù!" esclama Edoardo vedendo Giulia. Lei sorride e gli va incontro baciandolo sulle guance. Poi si rivolge alla donna e fa lo stesso.
Mi avvicino portando la carrozzina di Viola.
Mi domando chi sia questa donna...
"Davide!" esclama lui vedendomi.
Forzo un sorriso: "Edoardo!"
Lui si avvicina guardando nella carrozzina. Viola è sveglia e lo guarda muovendo le mani. Lui mi guarda: "Posso?"
"Certo..." rispondo freddo. Forse troppo freddo...D'altronde se ci si riflette bene...lui non ha nessuna colpa in tutto questo...
Prende Viola in braccio iniziando a parlarle con una vocina acuta e avvicinandosi all'anziana donna che la guarda meravigliata.
Giulia viene al mio fianco.
"Chi è lei?" chiedo.
"È sua nonna...si chiama Anna..." sussurra in risposta.
"Non vengono nemmeno i suoi genitori alla partenza..." dico con una voce che non mi appartiene.
Giulia mi guarda con aria di rimprovero e poi sussurra a denti stretti:
"I suoi sono morti...quando aveva solo otto anni!"
Mi gira le spalle e si dirige da Edoardo per riprendere Viola.
Hanno chiamato il suo volo.
Mi sento terribilmente cattivo e...diverso dopo aver detto quelle cose.
Penso che non vedrò più Edoardo come prima...
Lui saluta tutti e poi si avvicina a me stringendomi la mano.
"Allora adesso...ti toccherà proteggerle da solo..." dice sorridendo.
Sorrido...e stavolta per davvero.
"Eh già..." rispondo e gli do una pacca sulla spalla "...buon viaggio..."
Ci sorridiamo e lui si allontana verso i check-in.
Dopo tutto...potrei anche abituarmi...a Zio Edo...

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Capitolo 27
*** Chi la fa l'aspetti ***


CAPITOLO 27-Chi la fa l'aspetti (Giulia)
"Beh certo dire che è cambiato tutto nel giro di qualche mese è un eufemismo!" esclama Fede giocando con le manine di Viola sdraiata sul mio letto mentre io sistemo i suoi vestitini nel fasciatoio.
"Grazie Federica...senza te questo non lo avrei mai capito!..." sbuffo mettendo nel cassetto la tutina bianca che le ha comprato Davide. "...La prossima volta che mi servirà una mano per capire quello che mi sta succedendo intorno chiederò alla vicina di casa...forse saprà darmi più informazioni!"
"Come è suscettibile mammina oggi, eh Violi!?" scherza dando un bacetto sulla mano di mia figlia.
"Non sono suscettibile!" mi difendo "E non chiamarla Violi! Lo sai che non lo sopporto, il suo nome è Viola!" ripeto per la quinta volta in mezz'ora, da quando è qui.
Ho chiamato Fede sapendo che è l'unica capace di mettere un poco di ordine nel cataclisma che ora ho in testa.
Edo in America per dieci mesi, Davide che fa il papà premuroso e non considera la sottoscritta, Viola con le sue notti in bianco, i miei genitori perennemente preoccupati e ora fuori città, la mia vita cambiata e stravolta...insomma la sua presenza era fondamentale per evitarmi l'esaurimento nervoso.
"Giulia smetti di urlarmi contro...stai anche spaventando tua figlia!" mi rimprovera rivolgendo una faccia buffa alla bambina.
"Non credo le mie urla la sconvolgano più di tanto...da prima di nascere mi sente urlare contro quell'idiota di suo padre!" poso l'ultima minuscola maglia e mi siedo nel letto accanto a loro.
Viola mi guarda attenta mugolando. Io le sorrido come una stupida innamorata.
Effettivamente sono irrecuperabilmente innamorata di mia figlia.
"Oh e adesso che ha fatto? Perché è un'idiota?" domanda dedicandomi la sua attenzione.
"Ma non hai visto come fa? Fa tutto il papà dolce e premuroso..."Viola piccolina del papà, sei la mia Principessa, che bella sei bambina mia" ti rendi conto?!" sbotto spostandomi una ciocca di capelli dagli occhi.
"O forse sta solo facendo il padre..."
"O forse sta solo cercando di innervosirmi! Dopo la partenza di Edoardo, per lui è come se non esistessi...c'è solo Viola, arriva a casa e mi fa un cenno di saluto per poi rivolgersi a lei con sorrisi enormi! La prende in braccio e poi inizia il gioco "Ignoriamo Giulia" che sta seduta sul divano senza fare nulla e senza che nessuno le rivolga la parola!" incrocio le braccia sul petto indispettita. Odio essere ignorata e il fatto che sia Davide a farlo mi da ancora più fastidio.
"Tralasciando che sei davvero inquietante quando parli di te stessa in terza persona...non è che sei un po' gelosa?" chiede trattenendo una risata.
Non c'è nulla da ridere in realtà.
"Gelosa? Io? Gelosa di mia figlia? Ma smettila!" cerco di dare un tono di sufficienza alla mia voce che invece mi esce stridula ed isterica.
"Su Giulia non dirmi bugie...è anche normale prima tutte le sue attenzioni erano per te e ora invece per Viola..."
"Non mi manda più messaggi per sapere cosa faccio o se ho voglia di compagnia, vuole solo sapere di lei, niente frasi ad effetto, nessuna frecciatina...nulla. Ho paura di aver tirato troppo la corda e che lui non ci voglia più nemmeno provare..." ammetto sottovoce. Sto ammettendo la mia debolezza e non mi piace affatto farlo.
"Giulia, Davide non si arrende così facilmente...può essere che stia solo cercando di lasciarti un po' in pace, forse pensa di pressarti troppo..." mi rassicura dandomi una carezza sul braccio.
"Sono stata abbastanza stronza con lui due settimane fa...quando Edo mi ha detto che doveva partire, avevo lasciato lui con Viola e quando sono tornata non l'ho calcolato, anzi lui ha cercato di consolarmi ma io sono stata fredda e la stessa cosa ho fatto durante l'intervista. Poi gli ho chiesto di non starmi sempre così addosso e smetterla con quelle frasi che alludevano a tornare insieme. E ora lui si è stancato di perdere tempo con me...troverà una ragazza più bella, che non ha appena partorito, senza una bambina che le toglie le forze e il sonno, che sarà sempre perfetta e con i tacchi 14, truccata e piega fatta. Pronta a dargli quello che vuole. E io resterò la ragazzina che ha messo incinta per sbaglio."
Mi odio per quello che penso. Odio me, odio lui e odio la ragazza immaginaria che lo farà innamorare.
Non me ne dovrebbe fregar nulla di lui, stupido e vigliacco ragazzo che mi ha mentito.
Ma io stupida più di lui, sto qua a lamentarmi di quanto sia ingiusto tutto. Dovrei crescere un po'.
Federica mi guarda con un'espressione indecifrabile stampata in faccia. Non mi risponde.
"Anzi sai che ti dico? Vuole la guerra? E che guerra sia! Io non ho bisogno delle sue attenzioni e vedremo chi vincerà...verrà a chiedermi scusa come un cagnolino. Capirà chi ha il coltello dalla parte del manico e che ha perdutamente bisogno di me." sorrido malignamente e batto le mani alzandomi dal letto.
Giulia vince sempre.
Sì sono gelosa, mi piaceva essere al centro della sua attenzione. Stava cercando di riconquistarmi e io lo adoravo. Ha mollato la presa? Chi la fa l'aspetti.
"Giulia stai dando di matto! Perché non ti calmi e ne parliamo? Magari troviamo un modo meno..." cerca un termine adatto per qualche secondo "...sadico?"
Sadico...esattamente deve essere un piano sadico. Io non vengo messa da parte.
"No direi che il metodo che ho in mente sia perfetto. Inoltre deve ancora scontare qualche pena il signorino..."
"I tuoi cambi d'umore fanno paura!" esclama ridendo Federica.
Si alza pure lei tendendo mia figlia in braccio.
Eh sì bambina mia, papino pagherà un po' per come sta trattando mamma e tu mi aiuterai tanto.
La guardo sorridendo e lei ricambia il sorriso.
Fede scuote la testa continuando a ridere mentre io prendo il telefono e inizio a comporre un numero.

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I capelli mi ricadono in boccoli perfetti sulle spalle, i miei occhi castani sono messi in risalto dalla matita blu come l'ombretto, ho le labbra lucide e il fard sulle guance.
Infilo il vestito in seta bianco e blu.
È morbido e blusato senza maniche. Una fascia più stretta a inizio coscia lo stringe per farlo cadere di nuovo morbido fino a metà delle cosce.
Abbino delle décolleté blu e una borsa dello stesso colore.
Metto il profumo e mi controllo un'ultima volta allo specchio.
Non sono esattamente come prima, ma mi piaccio lo stesso. Sono bella, solo un po' diversa dall'anno scorso.
Entro nel salone dove Davide gioca con Viola seduto sul divano.
Lei lo guarda incantata sorridendo e tendendo le sue braccia verso il padre che è felice di prenderla in braccio e riempirla di baci per poi farla risedere e fare la stessa cosa da capo.
Sembra molto noioso, ma quando si ha a che fare con i propri bambini è tutto bellissimo.
Ho chiesto a Davide di tenere per la serata Viola mentre io sarò a cena con il mio vecchio compagno di classe Andrea. Mi aveva scritto un po' di tempo fa dopo l'incontro sotto casa mia e siamo rimasti in contatto. Era proprio lui che mi serviva!
Passerò un po' di tempo con qualcuno di simpatico e nel frattempo avrò la vendetta perfetta per il comportamento di Davide.
Non appena si accorge che sono entrata si volta per guardarmi.
Mi studia qualche secondo e poi rivolge la sua attenzione a Viola che si lamenta per essere ripresa in braccio e continuare il loro gioco. La prende e la siede sulle sue gambe.
Mi guarda di nuovo, mi fissa.
"Stai benissimo...davvero benissimo!" esclama sorridendo.
"Grazie!" ricambio il sorriso e suonano al citofono. "Oh è arrivato..."
Metto il tranche blu e prendo la borsa. Do un bacio a Viola e saluto con un gesto Davide.
"Non tornerò tardi, ti ho già lasciato tutto pronto, per ogni evenienza chiamami." gli dico aprendo la porta.
Non ci saranno nemmeno i miei genitori che staranno tre giorni a Mosca.
"Tranquilla Giulia, so gestire mia figlia. Buona serata." risponde lui scocciato da tutte le mie raccomandazioni. Sorriso di nuovo e scendo.
Trovo Andrea ad aspettarmi fuori dal portone appoggiato all'auto nera.
Mi ricorda un po' la mia prima serata con Davide.
"Buonasera splendore!" mi saluta sorridendo.
È un bel ragazzo, i capelli neri spettinati e due occhi color mare, alto e con un bel fisico.
"Ciao Andrea!" mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia.
"Andiamo?" mi apre la portiera e mi fa cenno di salire in macchina.
"Certo!"
Mette in moto e ci dirigiamo non so dove.
Dopo circa un quarto d'ora di strada trascorsi a parlare del più e del meno arriviamo in un ristorante molto carino ed accogliente.
Una cameriera ci accompagna al tavolo, ordiniamo e chiacchieriamo piacevolmente per la maggior parte del tempo.
"Non hai pensato di iscriverti all'università? Mi ricordo che ci tenevi molto..." mi dice mentre aspettiamo la seconda portata.
"Beh sì mi vorrei iscrivere...magari tra qualche anno quando Viola sarà più grande, adesso ha bisogno di me e io di lei. Poi non posso lasciarla sempre ai miei e a suo padre." spiego.
"Ovviamente..." sorride "...ma scusa al padre non dovrebbe far piacere stare con la figlia?"
"Certo ma non voglio lasciarla sempre a lui."
"È...è difficile non stare insieme quando c'è una figlia di mezzo?" mi chiede aggrottando la fronte.
Non mi aspettavo una domanda del genere.
"Oddio scusa sono stato invadente..." si affretta a dire distogliendo lo sguardo da me.
"No, non ti preoccupare. E comunque non lo so...credo di sì, mi dispiace soprattutto per lei, noi non andiamo sempre d'accordo, io vorrei lasciarmi alle spalle lui e la nostra storia, guardare avanti, ma è difficile e tutti sono sempre pronti a giudicare." ammetto. Mi piace parlare con Andrea, mi ascolta e lo fa davvero, si interessa a ciò che dico.
"Io non lo farei mai. Non posso giudicare cosa non conosco, non so cosa c'è stato tra di voi...ma so che è stato molto profondo come legame."
"Sì lo è stato...profondo quanto debole. Gli amori che nascono in modi così irruenti sono estremamente pericolosi. Pieni di passione e attrazione è vero, ma instabili e precari."
"E ora non vuoi che succeda più vero?"
"Cosa?" chiedo non capendo a cosa si stia riferendo.
"Non vuoi più amare..." risponde alzando le spalle.
"Oh no...voglio amare, ho solo vent'anni e tutta la vita davanti, ho anche una figlia ma crescerà e troverò qualcuno che ci ami entrambe. Lo devo alla mia bambina e a me stessa."
"Sei una persona fantastica Giulia, dico sul serio. Hai un coraggio e una forza eccezionali, tua figlia è molto fortunata ad avere te."
"No, io sono fortunata ad avere lei!" sorrido e continuo a mangiare le nuove portate.
Il resto della serata è tranquillo e non facciamo altro che parlare. È così bello parlare con chi ti capisce, non ti giudica e ti ascolta.
A scuola non avevo mai considerato Andrea, ma devo dire che sono stata sempre una stupida.
È un ragazzo pieno di qualità che vanno oltre l'aspetto estetico.
Dopo cena mi riaccompagna a casa alle undici e mezza.
"Ti va di salire?" chiedo senza rendermene conto prima di scendere dall'auto.
"Non vorrei disturbare, magari la bambina dorme..." dice sorridendo timido. Che dolce si preoccupa di Viola!
"Stai tranquillo, tanto tra mezz'ora si sveglierebbe comunque!" esclamo ridendo.
"Dai allora ti dico di sì!" mi sorride e parcheggia davanti al palazzo.
Saliamo e quando apro la porta di casa la luce del salone è ancora accesa.
Entro e faccio cenno di seguirmi ad Andrea.
C'è il solito odore di latte e di borotalco che caratterizza la mia casa da quando è nata Viola.
Mi avvicino al divano e vedo Davide che dorme con nostra figlia. Si tengono stretti, Viola con una manina poggiata alla sua guancia e l'altra sul suo petto che si alza e abbassa regolarmente, lui con entrambe le braccia la stringe a sé.
Forse una delle scene più tenere che vedrò in vita mia.
"Vuoi che vada via?" mi chiede Andrea che si è avvicinato con me.
"No! Li lascio dormire...tra poco si sveglieranno da soli." dico mentre li copro con una copertina attenta a non pestare nessuno dei tanti giocattoli abbandonati sul tappeto.
"Andiamo..." mi dirigo in cucina seguita da lui che si guarda attorno e mi sorride.
"Vuoi qualcosa?" domando.
"Solo un bicchiere d'acqua grazie."
Apro il frigo e prendo due bicchieri, li riempio, ne metto uno davanti a lui seduto all'isola e l'altro lo bevo io.
Siamo seduti di fronte.
"Deve amarla molto, non è vero?" chiede all'improvviso dopo aver preso un sorso d'acqua.
Inizialmente non capisco a cosa si riferisce ma quando fa un cenno verso il salone capisco.
"Lo spero..." dico in un sospiro.
"Sono sicuro che sia così, essere genitori credo sia un delle più grandi meraviglie del mondo...solo una persona con il cuore di ghiaccio non potrebbe amare il figlio che ha creato. E quello che ho visto poco fa ne è la dimostrazione!"
Non lo facevo un tipo dal cuore di ghiaccio sia chiaro, ma nemmeno da cuore di panna. Quale ragazzo della nostra età fa discorsi del genere sui figli.
Di solito se li fanno le frasi più frequenti sono: "La gioventù rovinata!" o "Troppo impegnativo!" o peggio ancora "Ma nemmeno lo conosco, non posso volergli bene se mi rovina i piani.".
Non mi aspettavo che Andrea fosse un ragazzo così sensibile.
È vero che io non gli ho mai dato l'occasione di farsi conoscere, ma con i suoi amici sembra diverso.
Invece quando l'ho incontrato ed ero in difficoltà non ha esitato ad aiutarmi.
Gli sorrido spostando i capelli di lato.
"Già...per Davide è molto importante, ma non ho voglia di parlare di lui scusa..." non sono uscita con Andrea per parlare del mio ex.
"Scusa hai ragione..." cambiamo subito discorso e passiamo mezz'oretta o forse di più a chiacchierare.
Sono sempre più convinta che passerò altro tempo con lui. Sto bene.
Va via augurandomi la buonanotte con un bacio sulla guancia e facendosi promettere di rivederci nei prossimi giorni, io dico di sì e quando esce vado nel salone.
Dormono ancora beatamente entrambi.
"Davide, svegliati...la prendo io Viola." mi chino verso lui e gli sposto i capelli dagli occhi.
Sbatte più volte le palpebre e mi lascia prendere mia figlia.
"Ciao Giulia...com'è andata la serata?" biascica mettendosi a sedere meglio.
"Tutto bene grazie, voi vi siete divertiti?" chiedo ridendo piano.
"Sì abbiamo giocato con tutti i pupazzi e con tutti i giochi che ci sono...quindi è stata una serata molto divertente!" esclama mettendosi a ridere insieme a me. "Le ho già cambiato il pannolino e messo il pigiama, ha mangiato e come vedi dorme...vuoi che stia con lei mentre ti cambi?"
"Sì grazie...faccio subito." lui riprende Viola tra le braccia e io vado in bagno.
Come promesso faccio il prima possibile, e quando sono in pigiama e struccata vado in camera mia dove Davide passeggia avanti e indietro cullando nostra figlia.
"Oh eccoti...la metto nella culla e vado." si affretta a dire poggiando Viola tra le sue coperte e dandole un bacio leggero.
"Buonanotte amore mio..." le sussurra.
"Grazie Davide...buonanotte." gli sorrido. Lui fa lo stesso andando verso la porta della mia stanza.
"Anche a te." dice prima di uscire.
Lo sento aprire e chiudere la porta d'ingresso e chiamare l'ascensore.
Corro fuori senza curarmi del fatto che io sia in pigiama.
"Davide..." lo chiamo riaprendo la porta.
"Giulia tutto bene?" chiede inarcando le sopracciglia sorpreso di vedermi di nuovo.
"Sì sì...però mi mandi un messaggio quando arrivi a casa?"
"Ti preoccupi?" mi fa un sorrisetto vittorioso.
Che simpatico...si sente anche importante. Lo odio quando fa così.
"Del fatto che mia figlia resti senza padre? Sì." replico ricambiandolo con lo stesso sorriso.
"Come sei tragica! Tranquilla, sto attento e sveglio."
"Bene. Ci vediamo domani." lui mi saluta di nuovo e io chiudo la porta andando in camera mia.
Nonostante i miei genitori partano spesso e ormai io ci sia abituata, stasera mi sento sola.
Sono stata fino a poco fa con Andrea e poi c'è stato Davide tutto il giorno a casa.
Adesso c'è troppo silenzio e la casa mi sembra troppo grande solo per me e Viola che dorme tranquilla.
Mi rigiro nel letto per qualche minuto.
Mi devo alzare, non riuscirò mai a prendere sonno.
Vado in cucina e mi preparo una tisana rilassante.
Mentre aspetto che l'acqua si riscaldi il telefono vibra e corro a vedere chi è.
Davide non può essere già arrivato.
"È stato un piacere passare la serata con te! Ti andrebbe di prendere un gelato uno di questi pomeriggi?"
Infatti è Andrea.
"Certo, magari quando non ci sono spettacoli e posso lasciare Viola al padre." rispondo.
"Assolutamente, la piccola questa volta la porti con te! Mi fa piacere." questo ragazzo mi sorprende sempre.
"Va bene, io sono libera sempre."
"Dopodomani va bene?"
"Benissimo!"
Mi manda uno smile e la buonanotte, rispondo prima di bloccare lo schermo e dedicarmi alla mia tisana. Andrea mi sta simpatico. Soprattutto non vede mia figlia come un problema e al contrario di quanto avevo immaginato non mi riserva nessuno sguardo compassionevole.
Mi tratta normalmente. Non come una bambina immatura e nemmeno come una madre di famiglia.
Come una ragazza giovane che ha una bambina. Come sono io.
Mi fa sentire a mio agio, non mi mette in imbarazzo ed è un bravissimo ragazzo.
Ma allora perché il mio cuore non batte per lui? Perché non sento le tanto famose farfalle nello stomaco?
Perché quelle ci sono solo quando Davide mi sorride?
Stupido cuore. Dovrebbe scegliere il cervello, sarebbe tutto molto più semplice.
Forse devo solo dare tempo al tempo e riuscirò davvero a vedere Davide semplicemente come amico.
E proverò qualcosa per un altro ragazzo, anche per Andrea stesso.
Il cellulare mi distrae dai miei pensieri.
"Sono a casa, Viola avrà ancora un papà! Grazie perché mi pensi e ti preoccupi di me. Ricorda sempre che persona fantastica sei, io lo faccio sempre e mi pento di averti lasciata andare così...dormi bene Giulia. Se hai bisogno di qualcosa chiama subito."
Il ragazzo più contraddittorio del secolo. Se ci fosse un premio, lo vincerebbe di sicuro lui.
O forse il mio piano sta funzionando meglio di quanto pensassi.
Sorrido davanti al telefono ma non rispondo.
Non sono sola come penso
. Metto la tazza nel lavandino e torno in camera mia.
Viola si lamenta un po' così la prendo per metterla nel mio letto, dove strette l'una all'altra, ci addormentiamo dopo qualche minuto.

======================

Mi era mancata l'aria che si respira in teatro.
Dopo la nascita di Viola non ho avuto il tempo di venire. Tutto il cast è venuto a farmi visita, chi in ospedale e chi a casa, ma poi non li ho più visti.
Sto seduta in prima fila, alla mia sinistra nel corridoio c'è carrozzina con mia figlia che dorme tranquilla mentre seduto accanto a me sta Andrea.
Dopo aver preso un gelato ed essere stati al parco per un po', è stato lui stesso a propormi di venire a teatro a vedere le prove del musical.
Guardiamo la scena dell'esilio di Romeo. Non siamo riusciti a venire prima per vederlo dall'inizio. Infatti quando siamo arrivati era appena iniziato il secondo atto.
Dopo poco Viola si sveglia e io la prendo in braccio.
Nel sentire la voce di suo padre durante "Il canto dell'allodola" sta tranquilla, io un po' di meno. Lei guarda il palco seduta sulle mie gambe senza piangere e senza lamentarsi.
Non potrebbero mai esserci dubbi sul fatto che sia nostra figlia.
Andrea sta attento allo spettacolo, distogliendo lo sguardo solo qualche volta per rivolgermi un sorriso.
Non stacca lo sguardo dalla scena fin quando Viola non gli poggia una manina sul braccio lasciato scoperto dalla maglia a maniche corte.
"Ehi piccolina!" esclama a bassa voce subito lui.
Mia figlia gli fa un sorrisino e Andrea ricambia. È stato dolce tutto il tempo con Viola e lei è stata benissimo. Tende le braccia verso di lui che la prende dopo avermi chiesto il permesso.
La siede sulla sue gambe con il viso rivolto al suo e lo spettacolo passa in secondo piano.
Andrea è un ragazzo d'oro. E la mia bambina se n'è accorta. Ride per qualsiasi lui le faccia.
Nonostante Viola sia ancora piccola, è già molto intelligente. Capisce subito con chi è meglio stare.
Alla fine dello spettacolo loro due continuano a giocare e a ridere. Non saprei dire chi dei due si stia divertendo di più.
I ragazzi si vanno a cambiare nei camerini e dopo qualche minuto vengono in platea da noi. Compresa Valentina, la mia sostituta.
"Ciao Giulia, è la tua bambina?" mi chiede sorridendo nella direzione di Andrea che si è appena alzato con Viola tra le braccia.
No, è la figlia di una sconosciuta che ho preso e portato qui perché non avevo nulla da fare.
"Sì..." le rivolgo un sorriso finto simile a quello suo.
Non ci stiamo simpatiche da quando ci siamo conosciute. Non c'è un motivo ben preciso, è così e basta.
"Oh Davide ma è uguale a te!" esclama saltellando in direzione di Davide quasi accanto a me.
Beh sì forse un motivo per cui non ci sopportiamo c'è. Il suo nome è Davide.
"Veramente è identica a Giulia..." dice lui con lo stesso tono che si usa con i bambini quando si deve spiegare qualcosa.
Lei inclina la testa di lato e inizia a ridere.
"Ma sembra più bella!" mi guarda spostando di lato i suoi lunghi capelli lisci e andando via indispettita.
Davide non la guarda nemmeno mentre parla, il suo sguardo è fisso. Puntato su Andrea.
"Vieni da papà piccola!" dice alla fine, dopo qualche minuto di silenzio.
"È in braccio ad Andrea ed è anche molto tranquilla, quindi lasciarla con lui." rispondo io.
"No."
"Che significa no?"
"Significa no. Che è MIA figlia, quindi verrà in braccio a me." ha un tono glaciale.
"Smettila di fare il bambino." lo rimprovero.
"Allora Giulia, mettiamo in chiaro una cosa...non voglio che tu porti fuori Viola con i tuoi flirt. Prima di fare qualcosa con lei me lo devi dire, poi si decide se la prende in braccio uno sconosciuto." mi guarda con uno sguardo pieno di rammarico. Si avvicina al ragazzo e gli toglie mia figlia dalle braccia.
"Basta Davide! Viola non è il tuo giocattolo, è una bambina, una semplice bambina che ha bisogno di tranquillità! Andrea non è uno sconosciuto, è un ragazzo gentile e dolce. Soprattutto gentile, dovresti provare ad esserlo tu qualche volta. Ha giocato con lei e ha rispettato sua madre, altra cosa che dovresti provare a fare." le mie mani iniziano a tremare, cosa negativa.
Gli occhi di Davide brillano di rabbia, quelli di mia figlia di lacrime. Inizia a piangere come una matta.
"Andrea, prendi Viola gentilmente?" gli chiedo. Lui mi fa un cenno e cerca di prendere mia figlia.
"Non ci siamo capiti...io non gli lascio mia figlia." replica Davide.
"Va bene, va bene...Viola viene con zio Luca e lui porta la carrozzina!"
Grazie al cielo! Luca interviene portando la mia bambina più lontano per calmarla un po' e allontanando Andrea per evitargli l'imbarazzo del momento.
"Io ti ho sempre rispettata Giulia!"
"Certo...da quando è partito Edoardo a momenti mi saluti quando vieni a casa, non mi consideri...questo è rispettarmi? Wow...hai una particolare idea di rispetto."
La mia voce che doveva essere dura e convincente, è uscita più simile alla lagna di un bambino a cui non comprano il gioco nuovo.
"Io l'ho fatto solo perché tu continuavi a dire che avevi bisogno del tuo tempo e non volevi che io ti stessi troppo addosso...così ho pensato che farmi da parte sarebbe stata la cosa migliore. Poi ho visto che hai iniziato ad uscire con lui e me ne sono convinto; senza me stavi meglio." spiega guardandomi negli occhi.
Era questo? Io sono stata male per questo? Perché lui pensava di farmi stare meglio?
Gli uomini non capiscono mai nulla...tocca fare tutto sempre a noi.
"Idiota! Volevo il mio tempo e lo voglio tutt'ora, ma non ti ho chiesto di far finta che io non esistessi! Ti rendi conto? Sono stata ignorata per quasi un mese!" lo rimprovero con un urlo che viene spezzato dai miei singhiozzi.
Davide mi si avvicina e poggia le mani sui miei fianchi stringendomi a sé.
È sempre bello essere stretta dalle sue braccia, sentire il suo odore, il suo fiato sulla mia pelle.
Inizio a piangere. Ma non piango per quello che è successo, piango perché mi rendi conto di quanto per me sia importante essere considerata da lui.
Potrei avere gli occhi di mille persone puntati addosso, ma se tra quelle mille persone ci fosse anche lui, ma non mi guardasse, per me sarebbe come essere sola in una stanza vuota.
Mi era mancato così tanto poterlo abbracciare...stringo le braccia attorno al suo collo accarezzandogli i capelli.
Lui fa lo stesso con me e le sue dita rigirano i miei ricci. Sento il suo profumo forte nel mio naso e le sue mani morbide e calde che stringendomi a sé hanno già riempito settimane di indifferenza.
Mi allontano lentamente da lui lasciando che il mio naso ispiri per l'ultima volta il suo dolce odore.
Mi prende il viso tra le mani e sorride.
"Sai che amo la nostra bambina...tanto quanto amo sua madre..." dice poi.
So di avere le gote rosse, tutti ci guardano e lui sembra farsi sempre più vicino.
La tentazione è forte.
Molto forte.
Ma...no.
Poggio le mie mani sulle sue allontanandole lentamente dal mio viso.
Chiudo gli occhi ancora pieni di lacrime.
"Se solo...non fosse mai accaduto nulla...non doveva accadere nulla..." rispondo mugolando prima di riaprire gli occhi.
Davide ha un aria sconfitta.
Ha gli occhi rossi e gonfi di lacrime e la bocca schiusa.
"Hai ragione..." dice con voce distaccata facendosi ancora più lontano "...è solo colpa mia..." lascia le mie mani ed entra nei camerini.
Vorrei seguirlo.
Vorrei stringerlo di nuovo a me.
Risentire quelle sue bellissime labbra sulle mie.
Dirgli che non è solo colpa sua.
Ma qualcosa mi tiene ferma al mio posto.
Una parte di me non si è ancora convinta dei suoi sentimenti...
Potrei ignorarla...ma lui è già troppo lontano e il suo profumo è già svanito.


Viola dorme tra le mie braccia. La sua mano stretta intorno al mio dito. È così cresciuta..ma allo stesso tempo così piccola! Ha i miei occhi...e le labbra di suo padre. Ogni volta che la guardo penso a lui.
Le sfioro la bocca ed è quasi come se fossimo tutti e tre insieme.
"Beata te piccola mia...che non puoi ancora capire la sofferenza..." le sussurro alzandomi per portarla nella culla in camera mia "...spero che tutto questo sia finito prima che tu possa capirlo..."
Guardo l'orologio uscendo dalla mia stanza.
Le undici.
I miei non ci sono...hanno cercato di starmi il più vicino possibile, ma il loro lavoro è permissivo solo fino ad un certo punto.
Non riesco a prendere sonno.
Continuo a pensare a quello che è successo oggi a teatro.
Il profumo di Davide non lascia le mie narici per quanto lui sia così lontano.
Se voglio dormire questo profumo deve sparire...
Riempio un pentolino di acqua e lo metto sul fuoco. Mi siedo all'isola e aspetto con la mia bustina di camomilla tra le mani.
Passano un paio di minuti e sento suonare ripetutamente alla porta.
Chi può essere a quest'ora?
Forse i miei?
Sono così eccitata all'idea di non essere più sola che apro senza chiedere.
"Davide!" esclamo.
Mi guarda appoggiato alla porta con un sorriso storto.
Non risponde ed entra sfiorandomi la spalla.
Non sento più quel suo profumo...sento solo...puzza di alcool!
Sgrano gli occhi e gli vado dietro.
"Davide." lo chiamo ancora. Lui si gira e mi fissa con gli occhi rossi.
"Giulia..." ripete con voce forzata.
Non serve che dica nient'altro.
"Hai bevuto." dico.
"Forse..." risponde, ma la mia non era una domanda.
"Ma non è importante giusto...non è colpa tua!" esclama ringhiando le ultime parole.
Non capisco di cosa parla.
"Giusto? È colpa mia! È sempre stata colpa mia!" esclama rispondendo al mio silenzio. Allude a ciò che gli ho detto oggi.
"È colpa mia se sono ridotto così, è colpa mia se non stiamo più insieme, è colpa mia se Edoardo è diventato la vittima di questa storia, è colpa mia se quella bambina adesso dorme nella sua culla!" grida indicando la porta del corridoio e facendosi sempre più vicino.
"Smettila Davide! Non sai quello che dici!" ora sto gridando anche io.
I suoi occhi diventano due fessure. Non sono gli occhi di cui ero innamorata.
Indietreggio poggiando le spalle al muro.
"Ah...ed è colpa mia..." ringhia poggiando le mani sul muro ai lati della mia testa. Abbaso lo sguardo. Forse non ho mai avuto così paura di lui. "...se ti amo!" sussurra contro la parete stringendomi al muro con il suo corpo.
Apro gli occhi. Le sue mani si chiudono in due pugni lui appoggia la fronte sulla mia spalla. Lo sento singhiozzare. Gli passo una mano tra i capelli e non appena le sue mani mi sfiorano le braccia lo stringo al mio petto con il naso tra i suoi capelli.
Painge contro di me mentre le mie mani sono ancora aggrappate a lui.
"È l'alcool che ti fa dire queste cose. Non ricorderai nulla domani..." dico come se dovesse dispiacere più a me che a lui.
Scuote la testa e la alza guardandomi negli occhi.
I suoi occhi.
"No...mi sembra di averti già detto che invece da ubriachi si dice la verità..." sussurra.
Me lo ricordo.
Immagini di quella notte tornano davanti ai miei occhi come se stessero accadendo di nuovo.
Le sue mani sui miei fianchi.
Come adesso.
Le mie attorno alla sua schiena.
Come adesso.
Le nostre labbra a poca distanza tra loro.
Come adesso.
Tutto sembra accadere di nuovo.
Non dovrei lasciare che accada ma la mia volontà è nulla contro la sua presenza.
Ho il tempo di chiudere gli occhi che le sue labbra che sfioravano le mie si richiudono.
"No..."sussurra "...non così di nuovo..."
Si allontana ed esce dell'appartamento senza aggiungere altro.
Io rimango spalle al muro accanto alla porta gli occhi ancora socchiusi e le labbra schiuse.
Mi lascia di nuovo stordita da lui, nel bel mezzo della notte.
Quasi non sento la mia bambina piangere prima di correre da lei...da lei.

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Capitolo 28
*** Ancora una volta ***


CAPITOLO 28-Ancora una volta (Davide)
Il suono del campanello arriva ovattato alle mie orecchie e non appena apro gli occhi sento la testa scoppiare.
Tiro il lenzuolo sulla testa per proteggermi dalla luce che entra dalla finestra.
Dovrebbero mettere una mia foto con un divieto in tutti i bar quando ho intenzione di bere.
Continuano a suonare ripetutamente. Ma chi è che mi cerca?
Mi alzo e mi trascino in condizioni pietose fino alla porta.
Quando la apro, trovo ad aspettarmi l'unica persona che non avrei mai immaginato.
"Idiota perché non mi rispondi al telefono? Cosa ti passa per la testa? Pensi di avere sedici anni? Ti odio Davide Merlini!" urla Giulia buttandosi letteralmente addosso a me e stringendomi con una forza che non conoscevo.
La stringo anche io e le do un bacio sulla testa.
"Il buongiorno più passionale che abbia mai sognato..." biascico appena mi lascia prendere aria.
"Non pensare di scherzare! Ieri notte eri ubriaco da far schifo, sei andato non so dove e stamattina non rispondevi al telefono, ho chiamato chiunque per sapere dove fossi e soprattutto se stessi bene ma nessuno sapeva dirmi nulla!" grida separandosi definitivamente da me e gettando la borsa sul divano dell'ingresso.
"Sei incazzata?" chiedo stupidamente, avvicinandomi.
Se gli sguardi avessero il potere di fulminare, sarei già carbonizzato.
"Oh no Davide...io non sono incazzata, io sono furiosa!" non strilla più ma la sua voce ora è talmente calma da far paura.
Va in cucina e io continuo a seguirla. Prende un bicchiere e beve dell'acqua prima di sedersi su uno sgabello.
"Ascoltami bene perché non lo ripeterò più: io ancora tengo a te e se ti dovesse succedere qualcosa starei malissimo, sia per me che per nostra figlia. Quindi stai attento a quello che fai e la prossima volta pensaci non dieci ma cento volte. Se hai qualche problema vieni da me e ne parliamo, dimmi quello che vuoi, mettiti a piangere, urla, rompi qualcosa ma non provare mai più a fare una cazzata del genere. Sei scappato via che a stento ti tenevi in piedi e non so come hai fatto a guidare fino a qua, non sono riuscita a dormire tutta la notte. Mi hai fatta stare in pensiero." ha gli occhi lucidi e le guance rosse.
Mi sta rimproverando come si fa con un bambino ma in realtà quello che mi dice mi fa piacere. Si preoccupa per me, mi vuole bene, ha bisogno di me come io ho bisogno di lei.
"Lo so scusa. Non riuscivo a sopportare tutta quella situazione, avevo bisogno di staccare, di non pensare...non erano quelle le mie intenzioni, volevo solo rilassarmi." mi siedo di fronte a lei che scuote la testa in segno di dissenso.
"Davide non mi interessano le tue intenzioni, di quelle non mi fido più, mi interessa quello che fai, hai capito? Sai che per quanto mi costi ammetterlo io..." si ferma come se si fosse pentita di cosa stava per dire "...insomma sei il padre della mia bambina e non voglio che tu scompaia dalla sua vita per qualsiasi motivo. Soprattutto solo perché abbiamo litigato io e te, lei non c'entra nulla con il nostro rapporto, lei ha bisogno di una mamma e di un papà. Basta."
Mi passo una mano sul viso e mi appoggio al gomito sul tavolo. Le sue urla comunque non aiutano il mio mal di testa.
"E prendi qualcosa per l'amor del cielo!" si alza, cerca per qualche secondo in un cassetto e poi mi lancia una scatolina di compresse.
Ne prendo una bevendo dal suo bicchiere.
Restiamo per un po' di tempo in silenzio.
"Vai a fare una doccia e dopo parliamo." mi ordina spezzando il silenzio.
"Giulia non sei mia madre, non mi devi dire tutto quello che devo fare." va bene che tiene a me e tutto il resto ma non deve fare da mammina anche a me.
"E ringrazia per questo! Emma ti avrebbe già disintegrato."
"Lei è mia mamma, tu no."
"Questo lo so bene. Ma scusa se vorrei parlare con qualcuno che mi ascolta e mi capisce, invece tu sei ancora nella tua bolla fatta di alcool e cazzate."
Sbuffo e mi alzo per dirigermi in bagno.
Quando fa così non la sopporto. Capirla sarebbe un miracolo. Prima mi dice che di me non le importa nulla, due minuti dopo che tiene a me e che si preoccupa.
All'inizio mi abbraccia, dopo è furiosa.
Prima urla, un attimo dopo piange, poi di nuovo calma.
Dovrebbero fare un libro per capire le donne. Soprattutto dovrebbero scrivere un libro per capire la donna di cui mi sono innamorato. Un libro infinito su come è fatta Giulia.
Certe volte penso di conoscerla meglio di tutti gli altri, invece altre mi rendo conto che non è così.
In alcuni momenti la odio, per amarla ancora di più subito dopo.
Per colpa sua dovrei essere dallo psicologo per una vita intera. Mi manda fuori di testa.
Finisco di fare la doccia, lego un telo ai fianchi e torno in cucina dove Giulia mi aspetta con il telefono tra le mani.
Alza lo sguardo e mi sorride. Quanto lo amo quel sorriso!
"Non devi fare colpo su di me restando a torso nudo!" scoppia a ridere portando i capelli indietro.
"Chi ti ha detto che io voglio fare colpo su di te? Sento caldo..." rispondo ridendo a mia volta.
"Certo...meno male che sei un attore!" blocca il telefono e lo poggia sul tavolo rivolgendomi la sua attenzione.
Mi sa che tocca a me dire qualcosa. Quindi mi siedo di nuovo al mio posto mentre lei continua a fissarmi con quegli occhi che variano dal nocciola al verde, che brillano sempre, nei quali mi potrei perdere senza mai trovare un uscita. Occhi per i quali sarei pronto a fare qualsiasi cosa.
Ci guardiamo per un tempo che vorrei non finisse mai.
"Hai visto un fantasma Merlini?" chiede ironica distogliendo lo sguardo.
No...ho visto te, veramente, dopo mesi.
Scuoto la testa e rido.
"Sei irrimediabilmente simpatica la mattina eh?" dico invece.
"Già, non lo sapevi?" ride anche lei per tornare seria dopo due secondi.
Prendo un respiro profondo, bevo di un altro sorso di acqua e la guardo.
"Senti mi dispiace per ieri sera, non sarò stato un esempio di padre perfetto e di ragazzo che vuole riconquistare la donna che ama, ma vederti con quello, vedere come sorridevi, vedere Viola in braccio a lui...mi ha mandato in bestia. Tu sei mia, lei è mia. Fidati che nessuno sarebbe capace di amarvi come vi amo io." il clima nella stanza è cambiato improvvisamente.
"Non voglio sapere delle tue manie di possessione, né delle tue capacità di amare. Non mi servono. Voglio che tu mi prometta che non farai mai più una cosa del genere."
"Non hai capito niente allora, Giulia."
"No infatti non ho mai capito nulla, da quando ti ho conosciuto ad ora, io non ho mai capito. Hai ragione Davide." si alza ed esce dalla cucina dirigendosi all'ingresso.
La raggiungo e la fermo per un braccio.
"Perché fai sempre così? Perché per una volta non mi affronti? Scappi sempre, lo fai da quella sera all'Arena. Dimmelo, dimmi che tu non provi nulla per me, che ogni volta che ti dico "Ti amo" non senti niente, dimmi che la mia vicinanza non ti fa nessun effetto. Dimmi che tieni a me come un amico e perché sono padre di Viola. Dimmelo, voglio sentirmelo dire. Non voglio vederti andare via sbattendo la porta e facendomi sentire in colpa. Io ci provo, io metto da parte il mio orgoglio per te, ma tu non lo fai mai. Mi fai tanti discorsi sulla mia infantilità, ma sei tu quella che non ha il coraggio di dirmi in faccia ciò che pensa." ora urlo anche io e come ogni volta me ne pento subito. Vedo i suoi occhi diventare sempre più lucidi e la sua mano legata alla mia inizia a tremare.
Si allontana e io la lascio andare.
"Davide tu mi hai stravolto la vita..." dice cercando la maniglia della porta.
"Non è questa la risposta." sono duro lo so ma non voglio essere sicuro dei suoi sentimenti e ho bisogno che me lo dica lei.
"Sì, io non provo nulla per te." è come una coltellata dritta nello stomaco. Un camion che mi passa sopra avanti e indietro farebbe meno male.
"Non è vero..." la mia voce trema quasi quanto le sue mani che ho bloccato per non farla scappare.
"Sì...basta ti prego, fammi andare via." mi supplica ma questa volta voglio vincere io.
"Perché? Perché dobbiamo continuare a farci del male? Ti prego Giulia torna da me, tornate da me."
Lei mi rivolge un sorriso intenerito, libera una mano e mi da una carezza sulla guancia.
"Non fare così...rendi le cose più difficili. Vuoi sentirmelo dire? Bene...sì ti amo ancora, ma non riesco a dimenticare quello che è successo. Non immagini nemmeno cosa ho provato...ti avevo detto che avevo un ritardo, non ti ho nascosto nulla, ma tu non mi hai detto niente. Ero delusa, umiliata, ferita, spaventata. Ora non posso fare finta che tutto questo non sia successo. Lo devo a me stessa perché non sono una bambola usa e getta, lo devo a mia figlia perché non deve vivere in una bugia. Quindi per favore non mi incasinare di più. Sappi che il mio amore per te rimarrà per sempre, anche se un giorno avrò un altro uomo, tu sarai sempre quello più importante." mi lascia un leggero bacio a fior di labbra. Più che altro le accarezza con le sue.
È come se ci fossero scintille, elettricità.
Prende la borsa ed esce. E questa volta è lei che mi lascia davanti alla porta, solo, stordito.
Come ho fatto io con lei. Mi ha detto la verità, mi ha fatto male ma incredibilmente bene allo stesso tempo.
Ora la luce del giorno è troppo buia.
Questo caldo è troppo freddo.
Questo silenzio che la lasciato troppo rumoroso.
La sua è stata una rassicurazione che mette ansia.
Tutto quando c'è di mezzo lei diventa una contraddizione.
Il nostro rapporto è una contraddizione, ogni cosa che ci diciamo lo è.
Ci amiamo tanto quanto ci odiamo. È passione mischiata a rancore.
Fisso ancora la porta come se lei potesse comparire da un momento all'altro.
"Sappi che il mio amore per te rimarrà per sempre, anche se un giorno avrò un altro uomo, tu sarai sempre quello più importante."
Queste parole mi rimbombano in testa stordendomi più dell'alcool di ieri sera. Più di qualsiasi altra cosa potrebbe mai fare.

========================

Mi alzo stranamente tardi questa mattina. Sono passati tre giorni dal mio ultimo incontro con Giulia e da allora ci siamo sentiti solo per faccende riguardanti Viola. Non una parola su quello che ci siamo detti, né su quello che è successo. Non una parola su di Noi.
Il mio caffè è pronto e spengo la macchinetta. Penso a Giulia che prepara il caffè con la sua vecchia caffettiera.
Metto lo zucchero e aspetto che si raffreddi.
Fuori dalla finestra il tempo non è dei migliori...speriamo non rovini tutto. Ho organizzato una sorpresa per Giulia...nonostante sia lei quella con l'umore diciamo...mutevole,devo farmi perdonare delle mie scenate. E poi non posso più andare avanti così, come se fossimo due sconosciuti che hanno in comune solo una figlia.
Guardo l'orologio. Sono le dodici e mezza. Queste vacanze mi fanno perdere il senso del tempo.
Devo chiamare Luca.
"Davide! Che sorpresa sentirti! Dimmi tutto!" mi risponde la sua voce squillante dopo pochi secondi.
"Mi servirebbe un favore enorme, amico mio! E solo tu puoi aiutarmi adesso." rispondo. Se conosco bene Luca, non si farà pregare troppo.
"Serve una mano con la nostra Giulietta?" mi chiede con voce maliziosa.
"Luca!" lo richiamo "Comunque sì. Devi portarmela in un posto stasera...inventa una scusa, non lo so...dille che volete prendere un gelato o che so io!"
"Okay..e dove la dovrei portare? E soprattutto cos'hai in mente?"
"Ti spiego tutto...allora..."

Chiudo la telefonata. Luca era più entusiasta di me alla notizia e mi ha detto che avrebbe subito chiamato Giulia.
Inizio a prepararmi un'insalata per pranzo che il mio telefono squilla. È Luca.
"Tutto fatto👍" mi ha scritto "...ci vediamo lì alle sette e mezza🕢!"
Sorrido leggendo il messaggio.
Sarà tutto perfetto!

Sono le sei e mezza e sono appena uscito dalla doccia. Sono in ritardo! Corro al mio armadio e tiro fuori i vestiti, che fortunatamente avevo già scelto, per indossarli: pantaloni e giacca blu e una camicia bianca di lino. Lascio i capelli ricci così come piacciono a lei. Spruzzo un po' di profumo ed esco di casa.
Arrivo al luogo dell'appuntamento che sono le sette in punto.
Tiro un sospiro di sollievo. Giulia non c'è. Temevo fosse già arrivata..
Parcheggio l'auto e mi avvicino al pilota che mi aspetta difronte il suo bellissimo elicottero.

Sono le otto meno un quarto e vedo la macchina di Luca parcheggiare a qualche metro dalla mia. Sono stranamente in ritardo...non me lo aspettavo da Giulia.
Luca scende e sorride facendo l'occhiolino indicandomi Giulia con un cenno della testa. Va ad aprire la portiera a lei che scende e si guarda intorno stranita.
Luca le sorride e la accompagna verso di me.
È stupenda. Indossa un vestito blu scuro corto scampanato con un colletto di brillantini dorati. I capelli sono raccolti in una coda spettinata e il suo viso illuminato da poco trucco. Cammina verso di me su delle décolleté dorate come il colletto del vestito.
Incrocia il mio sguardo e sgrana gli occhi. Sorrido ma la sua espressione di stupore non cambia. Per un momento temo che possa prendermi a schiaffi.
Siamo ormai vicinissimi e Luca si allontana augurandoci una buona serata.
Restiamo soli a pochi centimetri di distanza. Ci guardiamo negli occhi e nessuno dice nulla. Provo a sorridere ancora e lo sguardo di Giulia si sposta sull'elicottero alle mie spalle. Sorride. Il mio cuore fa un tonfo nel petto.
"Tu sei pazzo." dice poi. Le porgo la mia mano e lei la prende. Saliamo dietro il conducente che ci rivolge un sorriso rassicurante. Giulia non mi lascia la mano e noto un velo di preoccupazione sul suo volto.
"Stai tranquilla..." le sussurro sorridendo. Lei chiude la portiera e allaccia le cinture e lo stesso faccio io.
Pochi secondi dopo sento il rumore delle eliche e il pilota ci invita a indossare le cuffie.
"Tranquilli non sentirò quello che vi dite!" aggiunge poi in tono malizioso facendo aggrottare la fronte a Giulia.
Decolliamo lentamente e la sua mano stringe di nuovo la mia con forza.

Saranno passati due minuti dal nostro decollo. Sotto di noi le luci di Roma al tramonto. È spettacolare. Vedo che Giulia non ha nemmeno avvicinato lo sguardo al finestrino.
"Guarda, è stupendo..." le dico "...non ti capiterà tanto spesso di vedere la città così."
Lei mi guarda e si avvicina lentamente al finestrino mentre la presa sulla mia mano si fa più forte.
Sento un mugolio di stupore nelle cuffie e Giulia mi lascia lentamente la mano per appoggiarla al vetro.
"È bellissimo!" esclama "Guarda Davide!!"
Mi avvicino a lei e guardo dal suo finestrino. È davvero stupendo. Dal suo lato c'è il mare ed è il tramonto. È uno spettacolo di colori mozzafiato. L'azzurro del cielo che si mescola con il rosso del sole a contrasto con il blu intenso del mare.
"Grazie..." mi dice Giulia appoggiandosi alla mia spalla mentre entrambi continuiamo a guardare quella meraviglia della natura.

Quando il pilota ci avverte che stiamo tornando alla pista di atterraggio è già buio.
Ho gustato lo spettacolo del tramonto mano nella mano con la mia principessa e adesso siamo sotto un manto di stelle, che nonostante le luci della città sotto di noi, brillano come diamanti del cielo scuro.
Giulia si volta verso di me e non distoglie lo sguardo. Vorrei non ricambiarlo per vedere che fa...ma cedo ai suoi occhi. Si avvicina alle mie labbra come se volesse dire qualcosa o...fare qualcosa, ma sembra pentirsene perché si allontana e torna a guardare giù la città.
Il pilota ci comunica che stiamo iniziando l'atterraggio e la mano di Giulia si stringe di nuovo alla mia con forza.
Sorrido.
È tornata la mia Giulia.

Scendo dall'auto e corro ad aprirle la portiera prima che possa farlo lei.
"Ma che gentiluomo!" dice quasi ironica con un sorriso scendendo dell'automobile.
L'ho riaccompagnata a casa e adesso siamo difronte al suo portone.
Sta per girare la chiave nella serratura quando si ferma e si gira a guardarmi.
"Grazie Davide..." dice sorridendo "...non mi sarei aspettata mai una sorpresa del genere. Mi hai reso veramente felice stasera! Grazie..."
Sono le parole più belle che avessi potuto sentirmi dire. Semplici e vere parole dette da lei.
"Grazie per esserti lasciata rendere felice da me..." rispondo sorridendo.
Mi guarda un secondo negli occhi prima di avvicinarsi velocemente posandomi una mano sulla guancia. Quasi istintivamente la prendo per la vita avvicinando i nostri corpi fino a sentirla contro di me.
Ci guardiamo fisso negli occhi le nostre labbra vicinissime. Voglio baciarla, adesso.
Lei sbatte le palpebre e mi da un leggerissimo bacio a fior di labbra prima di allontanarsi di nuovo.
Un bacio innocente che non avrei potuto ricambiare, un bacio di ringraziamento, quasi finto, irreale che però mi ha lasciato con un sorriso sul volto.
Mi rivolge un ultimo sguardo prima di sparire dietro il portone. Resto pochi secondi a fissarlo sperando che il suo sapore non sparisca dalle mie labbra. Ma niente resta per sempre. Non se non si lotta per averlo.
E io devo lottare. Ancora una volta.

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Capitolo 29
*** Riavvicinarsi ***


CAPITOLO 29-Riavvicinarsi (Giulia)
Preparo la borsa per andare in piscina mentre Federica sta scattando foto a Viola da circa mezz'ora ormai dopo aver dichiarato che "Con il costume che le ha regalato zia Fede sembra davvero una star"
. "Sei bellissima pupetta mia, oggi farai innamorare tutti!" la prende in braccio dal fasciatoio prima di rivolgere l'attenzione a me che ancora sono in pantaloncini e canottiera da notte.
"Ma tu stai ancora così? Dobbiamo scegliere un costume...mmh fammi dare un'occhiata all'armadio..." si posiziona davanti al mio armadio. Il suo sguardo si fa pensieroso. Poi ne prende uno e lo esamina con la mano libera.
"Che dici stellina, questo costume farà impazzire il papà? Dai mammina mettilo..." mi lancia il mio Victoria's Secret che mi ha regalato lei stessa per la maturità dicendomi di metterlo per andare a mare con "quel Figo del mio nuovo amico", ma non avevo mai seguito il suo consiglio e avevo messo quel bellissimo costume solo una volta per andare a prendere il sole con lei.
Esce fuori dall'armadio anche un copricostume lilla corto e anche questo mi viene lanciato addosso perché per Fede porgere le cose con eleganza è un optional.
"Dai tesoro! Non vorrai mica deludere le aspettative del Principino il salotto...gli ho detto di aspettarsi grandi sorprese e ho lasciato intendere qualcosa..." mi fa l'occhiolino prima di continuare "...siamo di là, veloce sta arrivando Federico!" esce dalla mia stanza e mi lascia sola.
Ha insistito per organizzare questa giornata di fine agosto in uno dei resort più in di Roma sia per stare tutti insieme, per stare tutti insieme intende cercare di farmi stare con Davide il più tempo possibile, e anche per rilassarci un po' prima di ricominciare con i ritmi invernali.
Vado a fare una doccia, metto il costume e il copricostume, lego i capelli in una coda e sono pronta. Passo di nuovo dalla mia camera per prendere il borsone prima di raggiungere il salone Davide, Fede e Viola.
"Giù le scarpe dal divano!" esclamo appena entro nel salone dove Davide sta tranquillamente sdraiato sul divano.
"Buongiorno anche a te raggio di sole!" risponde invece lui con un sorrisino soddisfatto. Scoppio a ridere e lo raggiungo.
Lo bacio sulle guance, entrambe, lentamente. Lui mi prende per i fianchi e mi fa sedere sulle sue ginocchia posandomi un bacio sulla guancia sinistra.
"Buongiorno idiota." dico con la risata ancora nella voce.
Durante l'estate si è creato il tacito accordo di far andare le cose così come vanno. Niente gesti eclatanti, niente freddezza, ognuno con la propria vita ma senza mai dimenticarci l'uno dell'altra.
È un po' come se stessimo ricominciando a conoscerci, da amici e persone mature. Sembriamo più due migliori amici che altro, ma la cosa mi piace.
"Sai che potrei iniziare ad offendermi per questo soprannome? Insomma non è carino..." protesta mettendo un finto broncio.
"Su dai non fare il permaloso e prendi la carrozzina di tua figlia." gli scompiglio i capelli e mi alzo prendendo Viola dalle braccia di Federica che ancora non si è abituata a queste scene e ci guarda con un sorriso malizioso.
"Smettila Fede!" la rimprovero sorridendole.
"Di fare che? Scendiamo, Federico è arrivato..." prende la sua borsa del mare e continuando a sorridere apre la porta di casa mia per chiamare l'ascensore.

In macchina hanno parlato per lo più Davide e Federico, mentre io allattavo Viola, e Fede cantava come una delirante uscita dal manicomio il CD di Tiziano Ferro. Lo adoro...ma sentirlo cantare da Federica alle 9 di mattina con tua figlia attaccata al seno che si lamenta non è il massimo.
Non appena arriviamo, lasciamo il "facchinaggio", come lo definisce la mia migliore amica, e il parcheggio ai ragazzi e noi ci dirigiamo alla reception per prendere le nostre postazioni.
"Allora ho visto che tra te e Mr SeNonTiStupiscoNonSonoContento le cose vanno sempre meglio eh..." mi da un colpetto sul gomito ammiccando verso i due rimasti indietro.
Cerco di tralasciare il soprannome ma non riesco a trattenere una risata.
"Direi che abbiamo trovato un equilibrio...sai meglio di chiunque altro che senza lui non sto bene, mi fa sentire completa in un certo senso..." ammetto sistemando il parasole della carrozzina.
"Scusa tesoro, ma non ho mai visto una persona più incasinata di voi...sembrate una fiction! Innamoramenti, colpi di scena, tradimenti, figli, amiche fantastiche!" scoppia a ridere rendendosi conto di essere completamente fuori di testa.
Ma è la mia migliore amica proprio per questo. Il mondo è pieno di gente noiosa e io ho bisogno di chi faccia sempre tornare il sole, non le nuvole.
"Concordo in parte..." rido anche io e mia figlia sembra contagiata dalle nostre risate. "Comunque tu con Fede?"
Ci fermiamo davanti all'ingresso aspettando il nostro turno.
"Oh tutto alla grande! Credo che sposerò quel ragazzo...lui è fantastico, in tutti i sensi fidati, mi sento perfettamente al mio posto insieme a lui! Certo i nomi uguali non sono il massimo ma del resto chi si somiglia si piglia!" le brillano gli occhi mentre parla di Federico e io non posso che essere felice per lei.
Rido e lei con me, mentre prendo Viola, che ha iniziato a lamentarsi, dalla carrozzina.
Dopo dieci minuti, insieme ai ragazzi che ci hanno raggiunto, prendiamo due postazioni alla piscina e ci avviamo verso quel paradiso.

Sto messa sulla sdraio sotto l'ombrellone con Viola che gioca con una ciocca dei miei capelli, più che giocarci me la tira ma non mi importa. La guardo sempre come se fosse la cosa più bella del mondo.
È così cresciuta ormai...mi sembra ieri che la portavo a casa per la prima volta e invece ha già quattro mesi.
Fede e Federico stanno letteralmente spalmati l'uno contro l'altra su una sola sdraio parlando tra di loro e scoppiando a ridere di tanto in tanto per poi baciarsi.
Davide invece guarda me e Viola attraverso gli occhiali da sole sorridendoci.
"Vi va di fare un bagno?" propone dopo un po'.
Guardo la piscina ed è libera, essendo l'una molte persone sono a pranzo, cosa che dovremmo fare anche noi quando i piccioncini smetteranno di togliersi il fiato a vicenda.
Li guardo un attimo e accetto la proposta.
L'acqua è piacevole e rinfrescante, in questi giorni c'è un caldo pazzesco.
Viola ovviamente sta in braccio a Davide, durante tutta l'estate non ha fatto un bagno in braccio a nessun altro...se qualcuno prova a toglierla dalle braccia di suo padre mentre è in acqua gli strilli li sentono anche in Germania. La cosa non mi dispiace del tutto, non sono una grande nuotatrice e tenere anche lei mi metteva già in ansia.
Fissa suo papà con quegli occhi grandi e gli sorride schizzando acqua con le manine per cercare di tirare i capelli anche a lui.
Quando guarda Davide non esiste nient'altro e la cosa è reciproca, lui vive praticamente di sua figlia. In queste vacanze estive dal tour, essendo stato libero, ha passato tutti i giorni con lei.
Veniva a casa la mattina presto, la svegliava e dopo che io la facevo mangiare, lui le faceva il bagnetto, la cambiava, la portava al parco o andavamo a mare tutti e tre insieme.
L'ha portata con sé tre giorni a Bassano, con grande disappunto di Emma per la mia assenza, e lei è stata tranquillissima da quello che mi ha raccontato. È un papà perfetto direi. Non gli manca nulla.
"Ci sei Giulia?" la sua voce mi scuote dai miei pensieri.
"Eh? Sì, cioè no...ero soprappensiero."
"Dicevo che Viola ha fame, non è meglio se usciamo?"
"Sì certo, vado al bagno per darmi una sistemata e poi andiamo a pranzo..." esco dalla piscina lasciando mia figlia con lui, e dopo aver comunicato alla mia migliore amica che volevamo pranzare siamo andate in bagno insieme per mettere i copricostume e pettinare i capelli.
Mi metto davanti allo specchio del bagno grande quasi quanto casa mia e cerco di dare un po' di ordine ai miei ricci impossibili da spazzolare.
"Sai penso che dovremmo fare una luuuunga vacanza qui l'estate prossima...è un paradiso!" dice Fede mentre fa una treccia ai suoi meravigliosi, lunghi capelli lisci.
"Approvo, magari con Viola più grande sarebbe anche più rilassante..." infilo il vestito e lo sistemo.
"Scherzi vero?" scoppia a ridere la mia migliore amica "Si sta occupando di lei solo quel santissimo ragazzo che sopporta i tuoi tira e molla!"
"La tua sincerità colpisce sempre con eleganza e delicatezza devo dire!" doveva essere un insulto ma la mia risata non lo rende credibile.
Usciamo dal bagno e ci avviamo alle nostre sdraio per prendere le borse prima di andare al ristorante.
All'improvviso Federica di ferma "Sì...la mia sincerità mi fa dire anche che è proprio vero che i papà giovani e premurosi piacciono molto alle ragazze..." mi da una gomitata e mi fa un cenno con la testa verso il bordo piscina dove Davide, che tiene in braccio Viola, parla con delle..."simpatiche" ragazze con dei costumi che forse coprono solo tre centimetri quadrati dei loro corpi magri e perfetti.
Ricominciamo a camminare facendo finta di nulla.
Un'idea...mi serve un'idea per all'allontanare le oche... Ho il tempo di formulare questo pensiero e sedermi sulla mia sdraio che mi sento chiamare da...
"Andrea!" mi alzo subito per abbracciarlo. Lui mi stringe e mi prende la mani per farmi fare una giravolta.
"Sei bellissima come sempre! Dov'è la piccolina? Non mi dire che l'hai lasciata a casa!" ho appurato nell'ultimo periodo che Andrea è completamente innamorato di mia figlia! Siamo usciti insieme qualche volta e voleva sempre che portassi anche lei, mi ha raccontato di avere due fratellini gemelli di due anni e che adora i bambini. Viola sta benissimo con lui e spesso la fa addormentare senza problemi.
"Oh no! Lei è qua, con suo padre...piuttosto tu che ci fai qui?" chiedo per evitare l'argomento ma senza trattenermi dal lanciare un'occhiata veloce verso Davide che ancora parla con le galline senza piume.
"Tutto questo che vedi è di mia madre! Ristorante, albergo, spiaggia, piscina..." mi spiega e si guarda attorno.
Chi l'avrebbe mai detto?
"Ah...non lo sapevo..." che originalità Giulia! Davvero complimenti.
"Beh ora lo sai! Se qualche volta sei libera e hai voglia di rilassarti fammi uno squillo e ti prenoto una giornata alla SPA!" mi sorride gentilmente e mi rendo conto che ci teniamo ancora le mani.
Continuiamo a parlare del più e del meno fino a quando non sento un braccio cingermi la vita.
"Giulia, Viola stava piangendo e ho pensato volesse la mamma." Davide guarda Andrea che sorride amichevolmente in segno di saluto.
Io guardo Viola che sta tranquilla un braccio a suo padre.
Mi trattengo dallo scoppiare a ridere e sposto lo sguardo su Davide.
"A me sembra calma a dire il vero..." riesco a dire.
"Emh...ora sì...insomma si è tranquillizzata, ma prima...piangeva!"
"Violi!" esclama Andrea, che contagiato da Federica ha iniziato a chiamarla così.
Viola lo guarda prima di rivolgergli un sorrisetto e stendere le braccine verso di lui che guarda me e Davide come per chiederci il permesso.
Con mia sorpresa Davide gli da nostra figlia in braccio. Subito lei ride, felice di stare con Andrea.
Restiamo ancora un po' a chiacchierare fin quando anche Fede e Federico ci raggiungono per andare a pranzare.
Davide saluta Andrea e riprende Viola per andare a metterle una maglia.
"Ciao Giuli, ci vediamo allora!" mi da un bacio sulla guancia e io faccio lo stesso.
"Certo, ciao Andrea!"
Mi allontano e raggiungo gli altri che mi stanno aspettando.
I due piccioncini vanno avanti mentre io resto indietro con Davide che spinge il passeggino.
"Simpatiche le ragazze di prima..." buttò lì sapendo già di ricevere una risposta allusiva.
"Erano stupite dal fatto che mia moglie mi avesse lasciato solo con la bambina...sai molti uomini non sanno gestire i figli."
L'unica risposta che non mi sarei mai aspettata. Ma è scemo forse?
"Sei impazzito? Hai detto che sono tua moglie?" sbotto fulminandolo con lo sguardo.
"Che ti faccia pensare che ho detto che tu sei mia moglie? Ci sono altre cento ragazze qui dentro!"
Lo uccido. Ora.
Credo si accorga della mia espressione perché scoppia a ridere.
"Pensi davvero che io possa spacciare qualche altra ragazza per mia moglie?" mi sorride con dolcezza "L'unica che vorrei lo fosse è accanto a me e non potrei mai sostituirla con nessuna al mondo, soprattutto ora che cerco di conquistarla!"
È incredibile come riesca sempre a dire qualcosa che io non mi aspetto e spiazzarmi completamente. Fino a stamattina eravamo solo amici.
Non so cosa rispondere e così sorrido imbarazzata.
"Giulia, tranquilla, non ti sto mica chiedendo di sposarci! Piuttosto stai attenta al gradino."
Ha il tempo di dirlo che io inciampo contro un piccolo, bianco, lucido, odioso scalino della veranda del ristorante.
"Ti avevo avvertita!" lo sento ridere.
E io rido con lui.

=========================

Il tempo passa velocemente dal mio ritorno sul palcoscenico. Ora che ho ricominciato la mia vecchia routine mi sembra quasi di ritornare indietro nel tempo. Un anno fa io ero ancora incinta della mia bambina che adesso invece dorme tra le mie braccia. Sono al computer e sto cercando le decorazioni per il mio albero di Natale. È già il 19 Dicembre e non l'ho ancora addobbato.
Avrei potuto...ma ho deciso di cambiare tutto. Con Viola sono arrivate tante novità..e perché non rinnovare anche questo?
Ho deciso di farlo sui colori del bianco e del blu, anche se mia mamma all'inizio non era tanto d'accordo. Ma alla fine l'ho spuntata io.
Cosa darei per avere una casa tutta mia da arredare come voglio...ma dopo tutto quello che i miei hanno fatto-e fanno- per me non posso chiedergli anche una casa. Me la guadagnerò da sola...magari quando Viola sarà più grande.
Sento squillare il telefono. È Davide.
"Davide dimmi." rispondo.
"Giulia ciao, sono a Bassano e i miei insistono per averti con noi alla cena di Natale. Tu e i tuoi genitori ovviamente. Ma se siete già organizzati nessun problema..." mi dice.
Un Natale in famiglia con Davide? Quindi evitare domande imbarazzanti e che le guance della mia bambina siano l'oggetto preferito tra le mani delle mie zie...
La risposta è quasi automatica.
"Conta su di noi!" esclamo.
"Perfetto! Allora vengo a prendervi io il 24 pomeriggio!" risponde e mi sembra quasi di sentire il sorriso nella sua voce.
Passerò il Natale dai suoi.
Non so se sia propriamente adeguato, ma mi fa piacere quindi...
E poi così Viola potrà passare il suo primo Natale con la sua intera famiglia.
Porto la mia bambina nella culla per poi tornare alla ricerca delle decorazioni.

"Mamma!! Davide ci sta aspettando da un quarto d'ora ormai!" esclamo dal divano del soggiorno.
Federica è seduta accanto a me e gioca con Viola sulle sue gambe. Mi viene da ridere a guardarle, quando Fede é con mia figlia...diciamo che quasi non si coglie la differenza di età!
"Arrivo tesoro! Papà non trovava la cravatta!" mi risponde mia mamma raggiungendoci insieme a mio padre che ancora sta chiudendo la valigia.
"Possiamo andare?" chiedo alzandomi e incrociando le braccia al petto.
"Sì signora!" esclama mio padre sarcastico prendendo la carrozzina di Viola e precedendomi nell'uscire di casa.
Federica si alza e mi porge Viola. Tutte e tre seguiamo mia mamma che una volta fuori chiude la porta a chiave e raggiunge mio padre in ascensore.
Faccio per raggiungerli anch'io ma Federica mi ferma.
"Giuli posso chiederti un favore?" mi dice con quella sua tipica faccia da falsa innocente.
"Fede ho davvero paura a risponderti..."
"Perché?"
"Perché quella faccia non mi piace per niente!"
"E dai Giulii!" mi prega.
"Cosa ti servirebbe?" sospiro.
"Le tue chiavi...insomma le chiavi di casa tua..."
"Cosa?!"
"Ti prego Giulii io e Fede facciamo l'anniversario tra due giorni e tu hai casa libera..."
"Ma stai impazzendo?" esclamo.
"Giuli! Davide non ci stava aspettando già da un quarto d'ora?" mi richiama mia mamma dall'ascensore.
"Arrivo!" rispondo e torno a guardare Federica che mi guarda con occhi supplicanti. Sbuffo. Ricordo bene cos'è successo l'ultima volta che le ho lasciato le mie chiavi.
Ma comunque se lo avessi chiesto io lei non avrebbe avuto problemi. Questo lo so.
Metto una mano in tasca ed esco le mie chiavi.
"Quando torniamo la casa deve essere assolutamente perfetta! Nessun cuscino fuori posto, nessuna macchia, nessuna porta aperta né finestra spalancata, voglio il bagno perfettamente pulito e NIENTE in giro!" le raccomando prima di lasciarle cadere le chiavi in mano.
"Siii, graziee!!" esclama abbracciandomi prima di correre giù per le scale. Saluta velocemente i miei e mi augura buon divertimento.
Finalmente raggiungo i miei in ascensore e tutti scendiamo da Davide.
Lui ci aspetta davanti alla sua nuova macchina che ha comprato qualche mese fa dato che la 500 non era più adatta con Viola.
Appena mio padre si avvicina, lui da bravo papino premuroso monta il seggiolino dietro e mette la carrozzina nel cofano insieme alle nostre valigie. Saluta i miei e viene verso di me.
"Possiamo andare?" mi chiede raggiante. Annuisco ed entro in auto. Davide è al settimo cielo. Penso non veda l'ora di stare con la sua bambina il giorno di Natale.
Il viaggio dura più del previsto; più ci avviciniamo a Bassano più troviamo deviazioni a causa delle strade bloccate per la neve.
Arrivati a casa però troviamo Carlo ed Emma ad aspettarci difronte il cancello. Scendo dall'auto con Viola seguita da mia madre. Emma ci viene in contro e mi stringe in un caldo abbraccio prima di prendere la sua nipotina in braccio e sparire in casa con mia mamma. Mi avvicino a Carlo che mi abbraccia velocemente e corre da Davide che con mio padre sta scaricando i bagagli. Toglie tutte le borse dalle mani di Davide ed entra in casa. Mio padre prende le ultime valige restanti e lo segue. Davide chiude il cofano e mi si avvicina.
"Andiamo." dice sorridendo e mi poggia una mano sulla schiena guidandomi verso la porta di ingresso.
Mi aspettavo di trovare tutti i suoi più remoti parenti e invece non c'è nessuno.
Come leggendomi nel pensiero Davide mi dice "Per stasera siamo solo noi...il resto della ciurma ci raggiungerà domani a pranzo!"
Sorrido in risposta e mi avvicino ad Emma che è seduta in salotto con la mia bimba sulle gambe. La prima cosa che vedo è il loro grande albero di Natale. È diverso rispetto all'anno scorso, infatti quando eravamo venuti per dare la notizia della gravidanza, l'anno scorso, era appena il 2 gennaio e l'abete era decorato sui toni dell'argento. Ora invece fiocchi e palline rosse e dorate lo fanno brillare di una luce accesa che rende l'atmosfera ancora più calda di quanto sia grazie al loro bellissimo camino di mattoni. A quanto pare non sono stata l'unica a voler cambiare!
Adoro questa casa, anche se...ci sono tanti ricordi.
"Davide!" esclama Carlo che stava parlando con mio padre "Fai vedere a Giulia le loro stanze!"
"Vado." risponde Davide e inizia a salire le scale facendomi segno di seguirlo.
Ricordo bene questo posto.
Davide mi indica la stanza degli ospiti: "Qui dormiranno i tuoi."
Annuisco alle sue spalle.
Poi apre la porta della sua camera: "E qui starete tu e Viola."
"Ottimo grazie...ma..." rispondo indicandolo. Se io prendo la sua stanza e i miei quella degli ospiti...dove dormirá lui?
"Oh tranquilla! Il mio divano è comodissimo!" esclama sorridendo.
"Sul divano? Ma Davide non c'è bisogno! Puoi dormire in camera tua! Siamo capaci di dormire insieme senza litigare o ucciderci ormai!" dico ridendo.
"Davvero Giulia...non c'è bisogno..."
"Insisto! Non voglio portare scompiglio qui." termino la conversazione. Non aspetto la sua risposta e scendo le scale. Non so se gli ho proposto di dormire con me per evitare davvero di portare scompiglio o se in fondo...mi alletta l'idea di dormire con lui di nuovo.

"Che ne dite di andare a fare una passeggiata prima di cena? In piazza c'è una festa per aspettare la mezzanotte, Alessandro è li con i suoi amici." esclama Emma.
Non ci avevo fatto caso che Alessandro non ci fosse!
I miei sono entusiasti all'idea e acconsento pure io, anche se avrei preferito stare al calduccio del camino piuttosto che rischiare di incontrare Sara in una tormenta di neve.
Ma sono un ospite qui.

"Davide posso sapere dove andiamo? Stiamo camminando da un quarto d'ora ormai!" chiedo sottovoce a Davide che accanto a me spinge la carrozzina di Viola.
"Stiamo arrivando, dopo quell'angolo c'è la piazza." dice indicandomi la fine del marciapiede a metri di distanza da noi. Sgrano gli occhi e sospiro.
Decisamente meglio il caminetto.
Più ci avviciniamo alla piazza più sento forte la musica di sottofondo.
Finalmente arriviamo alla piazza stracolma di gente attorno ad un palco. Avranno tutti più o meno la nostra età ma a giudicare dal loro comportamento loro non avranno una figlia di otto mesi a cui badare...
"Ecco Alessandro!" esclama Davide indicando un gruppo di ragazzi che beve birre seduti ad un tavolo.
Gli si avvicina e io lo seguo.
"Ale! Eccoti! Come va la serata?" dice Davide dandogli una pacca sulla spalla. Alessandro si alza e mi saluta velocemente prima di iniziare a parlare col fratello. Prendo la carrozzina di Viola e mi allontano.
"C'è troppo rumore per lei..." mi giustifico con Davide. In realtà mi sentivo fin troppo osservata...
Quando Emma si accorge del figlio mi ritrovo ad assistere in lontanaza ad una discussione sui vari motivi per il quale lui debba lasciare i suoi amici e la festa per unirsi a noi per la cena di Natale.
Andava tutto relativamente bene finché...non la vedo.
Sara. (Inizio a credere di essere veggente!)
Sta ballando con alcuni ragazzi non lontana da me. Indossa un mini-mini abito nero aderente con un'ampia scollatura a cuore e delle maniche di pizzo.
I nostri sguardi si incrociano e sono costretta a salutarla. Mi fa cenno di avicinarmi e io lo faccio...il perché mi è ignoto...
"Giulia!" esclama baciandomi su entrambe le guance.
Falsa...
"Sara!" rispondo io imitando il suo tono. Si avventa sulla mia bambina e inizia a parlarle con una vocina stridula e insopportabile.
In confronto a lei sembro davvero una...mamma!
Indosso un cappotto beige come gli stivaletti e ho la faccia di chi ha passato la notte tra pappa e pannolini...mentre lei è perfettamente truccata e indossa quell'abitino cortissimo seppur ci siano meno due gradi qua fuori!
Inizia a chiedermi come va la mia vita, se sono a cena da Davide stasera, come va tra noi.
Non sopporto più che ficchi il naso nella mia vita e con una scusa mi allontano.
"Sara...devo raggiungere gli altri dobbbimo tornare...mi dispiace..." dico e lei mi saluta con una (fintissima) faccia triste.
Mi allontano e raggiungo Davide.
"Possiamo andare?" mi chiede passandomi un braccio intorno alle spalle.
E me lo chiedi?
Annuisco e tutti, compreso Alessandro, ricominciamo a camminare verso casa.

"Allora Giulia...com'è andato il ritorno in scena?" mi chiede Emma durante la cena.
Le racconto tutto.
Mi trovo molto bene con lei, è come se fosse per me una seconda mamma.
Alessandro ha tenuto il broncio praticamente per tutta la sera mentre Davide, mio padre e Carlo parlavano di sport.
Finito di cenare Emma esce le carte da gioco e le poggia sul tavolo sparecchiato.
"Pokerino?"
Tutti rispondono entusiasti, tranne Ale naturalmente.
Io e Davide riusciamo ad evitare la giocata con la scusa di dover addormentare Viola e ci allontaniamo nel soggiorno
. Ci sediamo sul soggiorno e Davide culla Viola nella sua carrozzina mormorando una canzone mentre mangia i biscotti natalizi di Emma.
"Ho incontrato Sara." dico da un momento all'altro. Non so perché ma dovevo dirlo.
La sua reazione è inaspettata. Pensavo mi facesse qualche faccia sconvolta o che come minimo il biscotto che sta mangiando ora gli andasse di traverso e invece...
"E allora?" dice invece indifferente.
"Oh beh allora niente...ci siamo salutate..." rispondo. Coglie la sorpresa nella mia voce e distoglie gli occhi da sua figlia per guardarmi con un sorriso storto sul volto.
"Giulia..." inizia come se stesse spiegando qualcosa ad una bambina "...Sara non vale più nulla per me...è acqua passata. Tutto ciò di cui ho bisogno è qui nella carrozzina che spingo...e al mio fianco."
Sento le gote arrossarsi. Deglutisco a fatica. Davide è vicinissimo e adesso i suoi occhi sono puntati nei miei.
Non so perché mi fa quest'effetto.
So solo che adesso...vorrei baciarlo...vorrei...
"Buon Natale!!" la voce squillante di mio padre mi riporta alla realtà.
Guardo l'orologio. È mezzanotte. Tutti ci raggiungono in salotto e iniziano a scambiarsi gli auguri gridando.
Mia mamma prende Viola in braccio e inizia a cantarle un'allegra canzoncina di Natale a cui si uniscono anche gli altri. E addio al piano di addormentarla.
Davide guarda prima loro e poi me e scoppia a ridere.
Li starò guardando davvero sconvolta...
"Ah Giulia!" esclama poi "Il tuo regalo!"
Esce dalla tasca un pacchettino Pandora. Ormai credo abbia una specie di contratto con quel negozio!
Sgrano gli occhi.
Lo prendo e lo apro.
Mi aspettavo un ciondolo...e invece è un bellissimo anello d'argento.
"Davide...è...è stupendo! Grazie!!" esclamo prima di gettargli le braccia al collo.
"Ma di che!" risponde ridendo "Su provalo!"
Lo metto e i suoi occhi s'illuminano.
"È perfetto..." dice.
Poi mi guarda.
Non capisco perché mi fissa...ma...
Il suo regalo!
Il...suo...regalo....
No.
Non l'ho comprato!!
Non è possibile!
"Davide...io..." sto per ammettere il mio essere una persona tremenda quando mia mamma piomba su di noi con un pacco in mano.
"Davide! Il nostro regalo! Giulia voleva farti un regalo tutto suo ma l'ho costretta a includerci!" esclama facendomi l'occhiolino.
Grazie mamma!
Anche se ho paura di cosa possa esserci nel pacchetto.
Davide apre la busta e mi guarda divertito.
Ho già paura...
Esce un paio di boxer neri e scozzesi con un fiocco rosso.
Voglio morire. Adesso.
Le mie guance stanno per prendere fuoco sotto i suoi occhi divertiti.
Non posso che accennare un sorriso e gustarmi la sua risata.
"Grazie Giulia..." dice dandomi un bacio sulla guancia.
Sorrido desiderando di non aver mai coinvolto mia madre nella nostra relazione.
Finito lo scambio dei regali Viola finalmente dorme tra le braccia di suo padre, Alessandro è di nuovo uscito e i nostri genitori stanno sfogliando album di vecchie foto.
È ora di andare a dormire.
"Io vado." annuncio alzandomi.
"Buonanotte tesoro!" mi salutano tutti e io salgo le scale dirigendomi in camera di Davide. Prendo la mia camicia da notte e il mio beauty-case e mi chiudo in bagno. Quando sono pronta per dormire ed esco trovo Davide.
Sta mettendo Viola nella culla davanti al letto e indossa già il pigiama. Istintivamente chiudo la mia vestaglia. Nella stanza fa caldo con i termosifoni accessi e quindi invece di mettere il mio pigiamone natalizio ho indossato la mia camicia da notte di raso bordata in pizzo..abbastanza corta...
Mi avvicino a lui ed entrambi guardiamo nostra figlia dormire.
"Era la mia culla questa..." dice "...è bello vederla qui, dove stavo io."
Sorrido e gli poggio una mano sulla schiena.
Lui mi guarda e la sua espressione cambia.
"Sbaglio..." dice allontanandosi quanto basta per guardarmi "...o indossavi la stessa cosa l'ultima volta che...bhe sei stata qui..."
Annuisco sorridendo.
"Già..." aggiunge con una risata avvicinandosi al letto.
Mi ricordo l'ultima volta che ho dormito qui,c'era anche Sara quella notte.
Sara...con i suoi mini abiti e i suoi tacchi dodici...
Impossibile che non l'abbia vista.
So essere sensuale anche io, cosa crede?
"Davide!" esclamo slacciandomi la vestaglia "Ti sembro una mamma?" chiedo. Mi accorgo solo dopo di quello che è uscito dalla mia bocca.
Mi guarda stranito.
"Bhe...dato che tua figlia è proprio dietro di te...direi che SEI una mamma!" risponde.
"Non fare l'idiota...hai capito cosa intendo." ripeto.
Mi sorride e si avvicina.
"Giulia...sappi che sei la mamma più bella e più sexy che io conosca." dice sorridendo e prendendomi per i fianchi.
Accenno un sorriso.
"Lo hai detto solo per farmi piacere..." borbotto.
"Assolutamente no!" risponde "Piuttosto fammi allontanare prima che io confermi ulteriormente la mia affermazione..."
Rido e mi tolgo la vestaglia prima di sdraiarmi a letto.
"Io dormo da questo lato." annuncio cercando di sembrare più autoritaria possibile.
"Lo so." risponde con un sorriso e si sdraia accanto a me.
L'imbarazzo della situazione è palese.
Davide è al lato opposto del letto, potrebbero dormire altre due persone nello spazio tra di noi.
"Guarda che puoi anche avvicinarti...non ti mordo!" dico con lo stesso tono di prima.
"Non serve..." risponde con una naturalezza spiazzante e ringrazio il buio della stanza che nasconde il rossore del mio viso.
Sono le ultime cose che ci diciamo per questa notte.

Il mattino seguente quando apro gli occhi il mio anello riflette la luce dei raggi del sole. La mia mano stretta ad un altra. Stretta alla sua.
Ci metto un attimo a capire la situazione. Davide è sdraiato di fianco accanto a me. Il suo petto attaccato alla mia schiena. Le nostre gambe si sfiorano come i nostri bacini. Il suo braccio sinistro avvogle il mio corpo fino a stringermi la mano.
Uno strano calore si estende nel mio corpo...un calore che mi mancava.
Mi sembra quasi un peccato sciogliere questo bellissimo abbraccio svegliandolo, quindi resto ferma a guardare le nostre mani intrecciate e a godermi il suo profumo così forte, così vicino.
Davide si sveglia dopo pochi minuti e si allontana lentamente una volta capita la situazione.
"G..Giulia io..." inzia a farfugliare.
"Buongiorno anche a te..." lo interrompo prima che possa scusarsi per colpe che non ha.
Mi alzo e vado in bagno.
È la mattina di Natale.
Sto per conoscere l'intera famiglia di Davide...aiuto.
Mi lavo e mi trucco. Esco dal bagno in accappatoio e vedo che Davide è già pronto.
"Ho usato il bagno di sotto..." dice. Inizio a pensare che riesca a leggermi le pensiero.
"Io vado a dare una mano a mio padre...ci vediamo giù..." annuncia. Annuisco.
Fa per uscire e intravedo una striscia scozzese uscire dai suoi pantaloni prima che chiuda la porta. Sorrido sotto i baffi.
Indosso i miei vestiti. Un vestito rosso a tubino con delle larghe maniche. Metto le scarpe e vesto la mia bambina che si è svegliata da qualche minuto.
Siamo entrambe pronte e bellissime.
E adesso, si va a festeggiare.

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