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di abhainnjees
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Parole ***
Capitolo 3: *** Sussurri ***
Capitolo 4: *** Labbra ***
Capitolo 5: *** Carezze ***
Capitolo 6: *** Timori ***
Capitolo 7: *** Rivelazione ***
Capitolo 8: *** Più in la ***
Capitolo 9: *** Davvero ***
Capitolo 10: *** Pg ***
Capitolo 11: *** Incomprensioni ***
Capitolo 12: *** Doveri ***
Capitolo 13: *** Protagonisti ***
Capitolo 14: *** Tuo ***
Capitolo 15: *** Sonno ***
Capitolo 16: *** Epigolo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Rientrarono nella loro stanza distrutti.

A rotazione fecero entrambi una doccia fredda, per congelare le fatiche della giornata, e poi –come due bravi bambini- si misero ognuno nel proprio letto. Ma i due ebbero la sfortuna di essere sistemanti in una camera con dei letti stretti e corti, oltre che non le tubature che un po’ perdono.

Ben presto capirono di essere troppo stanchi e spossati per poter anche solo provare a dormire. Quindi si girarono nei propri letti-ini, si rannicchiarono alla bella e buona per restare coperti dalle lenzuola e potersi trovare faccia a faccia, aspettando che uno dei due dicesse qualcosa.

-Allora oggi..
-Insomma oggi..
Incerti sul da farsi iniziarono a parlare esattamente nello stesso istante, e presi dall’imbarazzo, nessuno dei due continuò. Guardarono basso, e si scambiarono le solite battute troppo formali per sembrare naturali.
-Ma inizia prima tu.
-No, no! Dimmi che stavi dicendo. -Posso? Sicuro!? Se vuoi parti tu!
-Jensen sono le quattro e un quarto del mattino e noi stiamo a letto stanchi morti dopo il primo giorno di Comin Con. Fidati che non mi soffermerò sui convenevoli.- Jared aveva un tono di voce rassicurante e assonnato, ma parlò troppo bruscamente e Jensen continuò a tenere la testa bassa e pareva persino offeso.
-Va bene , va bene.. volevo solo essere gentile.
-Non te la prendere, dai Jensen! Inizio io, va bene? – ed eccolo che adesso stava cercando di strappare un sorriso al compagno, riuscendoci. – Hai visto quelle ragazze che ci hanno stampato le loro FanFic? Esilarante no? Dio che imbarazzo! Menomale che non mi sono portato apresso i ragazzi, altrimenti quello era il momento buono che me li nascondevo nel taschino per la vergogna!
Un sorriso stanco deformò la serena faccia di Jensen, e di lì a poco l’uomo si ritrovò a ridere sommessamente, aiutato dal sonno e da Jared, che non faceva altro che ripetere che si sarebbe fatto la pipì addosso come i bebè se Gen avesse saputo che quelle storie le aveva pure lette!
-Il samifer sta tornando di moda, te ne sei accorto?
-E come no! Approposito, come pensi che reagiranno ai Real Gag?
Jensen rise più forte, immaginandosi schiere di gente in estasi di fronte a un comune video – altro che Sam e Dean che cadono da un capannone- e sistemandosi supino rispose:
-Intendi per il J2? Scriveranno, disegneranno e avranno tutti la bava alla bocca! Sei proprio un cazzone!
-Io? E perché mai?
-E’ merito tuo e delle tue manacce!
-Smettila di ridere- chiese Jared ridendo – era pura curiosità!

Le risate cessarono, il loro eco si sentiva ancora nei crani svuotati degli attori, che pian piano si riempirono di interrogativi e risposte a metà.
Jensen si rigirò per poter guardare Jared negli occhi.
Era stanco per pensare e così domandò secco se l’altro volesse provarci, lì, in quel momento, una volta per tutte.

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Capitolo 2
*** Parole ***


-Dovremmo provarci, no?

La voce di Jensen era calma, ma tremante. La mente di Jared era in tumulto, ma muta.

-C.. come nella fan fiction?

Mentre aspettava una risposta, la sua mente scannerizzò tutte le immagini che aveva elaborato durante le solitarie letture delle peggiori – si fa per dire- tra quelle. E si sentì incapace, di eguagliare tali pretese, di fare certe cose mentre era stanco morto, rannicchiato in un letto piccolo e stretto, e di accontentare il suo amico.

-Perché no?

Aveva paura di non esserne in grado.

-Che ce ne frega no? Facciamolo tanto per curiosità.

Jensen sembrava convinto, ma un leggero rossore sul volto lo tradiva.

Jared pensò, ad alta voce.

-Tanto siamo praticamente già sposati da un pezzo!

Jensen sorrise, guardandolo degli occhi che da tempo cercavano i suoi.

-Però diciamoci il perché!

Entrambi si sentivano un po’ come dei bambini che non riuscivano a trovare le parole più giuste ed efficaci per esprimere quello che pensavano. Smarrirti guardavano in tutte le direzioni, in cerca di aiuto. Ma quella stanza era troppo spartana per aiutarli. Allora cercarono dentro di loro, e in silenzio, trovarono la risposta.

-Perché voglio sapere come sei fatto.

-Perché ne ho voglia.

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Capitolo 3
*** Sussurri ***


-Ma almeno sappiamo come si fa?

Non era per pudicizia che Jared parlava così, si sentiva piccolo piccolo di fronte alle richieste del compagno e terribilmente smarrito davanti ai propri desideri.

Jensen non rispose, si alzò e posizionandosi dall’altra parte del letto, lo avvicinò a quello di Jared e ci si risedette sopra.

Si misero entrambi in ginocchio, ognuno ai margini del proprio letto, uno di fronte all’altro.

Jared prese i lembi della maglia del pigiama –a cuoricini- e li fece scorrere lungo il torace, per poi sfilarsela. Respirò, e l’eco di quel respiro risuonò in tutta la stanza più forte del dovuto.

Jensen fece aderire il fondoschiena ai talloni, mentre l’altro era ancora eretto sulle ginocchia, e si curvò leggermente verso il compagno, avvicinandosi sempre di più allo stomaco.

Analizzò il lembo di pelle che aveva davanti, curvo sotto un muscolo teso dell’addome e ricoperto di una peluria molto chiara, che gli ricordò la sua.

Respirò, sentendo il diaframma ingrossarsi dallo sforzo che quella posizione scomoda richiedeva e soffiò delicatamente sulla pelle di Jared, divertendosi nel vedere l’immediato rigonfiamento dei pori e nel sentire il respiro dell’altro spezzarsi tragicamente.

Arrossì orgoglioso e poi, con calma, lo baciò a pochi centimetri dall’ombelico. Più di una volta.



NdA : piccolo avviso, pubblicherò questa storia ogni due giorni, perchè, infondo anche io ho un cuore e mi rendo conto che c'è questi capitoli-pillole devono essere somministrati frequentemente per una buona riuscita della terapia :)

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Capitolo 4
*** Labbra ***


Le dita di Jensen accarezzavano la peluria inguinale subito sotto l’ombelico, mentre continuava a baciare più pelle che poteva.

Baciava in silenzio, senza lasciare che il tipico schiocchio dei baci sporcasse i gemiti dell’altro. Lo immaginava mentre sorrideva, aggrottava le sopracciglia quando aggiungeva i denti e rasserenava i tratti del voto quando gli sfiorava la schiena con la mano libera.

Poi scese verso il basso e accarezzò con le labbra l’ombelico, ne morse i contorni e lo ispezionò con la lingua. Sentiva l’odore di Jared entrargli nelle vene e il suo sapore riempirgli la mente. Il sangue scorreva più velocemente, la mano che sorreggeva Jared iniziò a tremare e adorante; alzò il volto, in cerca di una carezza.

La mano di Jared arrivò rapida a consolarlo e a spingerlo verso l’alto, verso le proprie labbra.

Per azzerare lo spazio tra di loro, Jared scese dal letto e si sistemò nel pochissimo spazio tra i due letti, mentre Jensen era ancora in ginocchio.

-Posso?

-Non me lo chiedere, non si chiede mai il premesso Jared.

E così di lì a poco Jensen sentì una leggera pressione sulle labbra, poi uno sfregamento e in fine un umido tepore. Chiuse gli occhi e gemette.

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Capitolo 5
*** Carezze ***


Le mani di Jared corsero subito sul volto di Jensen, e lo esplorarlo piano.

L’indice della mano sinistra torturava il lobo dell’orecchio, assaggiandone la morbidezza e godendone la freschezza, il mignolo vagava sugli zigomi fino ad arrivare al dorso del naso e accarezzava tutto con delicatezza, mentre il pollice sosteneva la mandibola e ne testava la durezza.

La destra invece scese sul collo, massaggiandolo con cautela col dorso della mano e sfiorando il pomo d’Adamo con i polpastrelli.

Jensen continuava a bearsi di quel bacio tutto labbra e schiocchi e sussulti, e non sapendo che diamine farsene di due mani in un momento come quello, le unì a quelle del compagno.

Subito Jared smise di interessarsi al volto dell’altro e intrecciò le proprie dita con le sue .

Entrambi furono sorpresi da un grosso brivido che li congelò le tempie e si propagò per tutto il corpo, sempre più in basso.

Qualcuno dei due schiuse finalmente le labbra e entrambi scoprirono che gusto avesse l’altro.

La presa delle mani di Jared su quelle di Jensen si fece più stretta e bisognosa, la barba graffiava e le teste si muovevano a ritmo.

Jensen però ritrasse il capo.

-Che c’è?

-Avevano ragione.

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Capitolo 6
*** Timori ***


Jared si siede di scatto, accompagnato dal suono della voce di Jensen che termina la frase. E lo porta con se.

Lo spinge a seguirlo, sorreggendolo con le mani. Fu tutto abbastanza facile.

Jensen spinge all’infuori le ginocchia e si lascia trasportare a peso da Jared, poi si posiziona alla magno sulle gambe dell’altro, si avvicina ancora di più, - è a cavalcioni su di lui- e lo riprende a baciare.

Jared si stende, accarezzando la schiena del compagno per strascinarselo addosso.

Beatamente si adagiano entrambi sul letto, ancora l’uno sull’altro, stanchi e incredibilmente felici.

Un pensiero però passa a disturbare Jensen “ E adesso?” Quale copione doveva seguire? Come doveva comportarsi? A quale autore doveva attenersi?

Baciò la fronte di Jared e gli accarezzo il petto spoglio.

Condusse, incerto, le mani dell’altro sugli ultimi bottoni del suo golfino. Continuò a sbottonarsi da solo dove le mani di Jared non arrivarono e si spogliò.

Cercò di immaginarsi la scena, e con un po’ di paura, si ritrasse di qualche centimetro, all’altezza delle ginocchia di Jared. Non avrebbe saputo come muoversi in un bacino-contro-bacino.

Si abbassò e tocco delicatamente un capezzolo –la tettina per intenderci- e raggiunse l’altra con la bocca.

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Capitolo 7
*** Rivelazione ***


-Posso toccarti anche io?

-Ancora a chiedere permessi?

-E che sei così bello Jensen, non mi sembri neanche vero.

-Senti chi parla.

-Stai arrossendo!

-Ma che dici.

-No, hey Jensen non te la prendere, dico solo che stai arrossendo!!

-Oh ma non la puoi smettere e cercare di goderti il momento?

-Come potrei quando ti vedo arrossire non appena ti dico che sei bello.

-Concentrati e vedrai che ci riuscirai.

Jensen strinse improvvisamente il pugno attorno all’altro e Jared si ritrovò senza più fiato in gola per ribattere.

-Però potrei anche ricambiare..

-Oh, ma che diavolo vuoi stare zitto!

-E è che è così piacevole che vorrei ricambiare.

-Scusa me se ci fosse una donna al posto mio diresti lo stesso?

-Ma tu non sei una donna, Jen.

-Fai finta che lo sia.

-No, - improvvisamente Jared si era fatto più serio, quasi cupo, aveva raddrizzato la testa e aveva afferrato il polso di Jensen, quello della mano che tanto lo stava facendo impazzire, aveva aspettato che il compagno registrasse quel cambiamento improvviso e ora lo stava guardando fisso - tu non sei una donna, tu sei Jensen. E non è nemmeno perché sei un uomo come me che voglio ricambiare, è perché sei tu.

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Capitolo 8
*** Più in la ***


Jensen continuava a torturargli i capezzoli mentre la mano libera scendeva.

Scendeva.

La infilò sotto la stoffa dei pantaloni accarezzando al suo passaggio più pelle poteva.

Ebbe paura. Esitò. E i suoi timori furono evidentemente ben visibile, poiché Jared lo richiamò un po’ preoccupato.

Si allontanò dal petto di Jared e tutto concentrato lo afferrò ,– si afferrare è il verbo giusto- lo strinse con entrambe le mani, intervallando la pressione ora sul palmo ora sui polpastrelli, e guardò l’espressione sul volto di Jared cambiare. Passare da incredula a curiosa, da dolorante a estasiata.

-Va bene?

-Non lo so.. sei bravo, forse..

Jensen fu travolto da un lampo di insana motivazione che lo avrebbe spinto ben oltre se non fosse stato per lo sguardo di Jared. Se lo sentiva addosso, nella testa, sulla pelle. In un certo senso aveva un po’ paura; che diavolo doveva fare sul serio? Insomma dove avrebbe dovuto puntare lo sguardo, cosa avrebbe dovuto accarezzare con la mano libera per riempire Jared di attenzioni, per fargli capire che ci avrebbe messo il cuore, oltre che la mano?

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Capitolo 9
*** Davvero ***


Per degli interminabili secondi tutte le emozioni che Jensen potesse provare lo inghiottirono in una bolla. Vide tutto in modo nuovo, attraverso spesso velo di rosee sensazioni che lo circondava. Jared non era mai sembrato così spaventoso.

Un pericolo imminente, un concreto ostacolo che sarebbe stato in grado di scombussolare la sua quotidianità.

In questi interminabili secondi Jensen rivide, come se il suo subconscio gli mostrasse una registrazione, l’espressione di Jared quando lo toccava, e il suo cuore si riempì d’affetto quando si rese conto di avercelo messo lui quel sorrisino compiaciuto sul volto del compagno. Quando questo pensiero lo sfiorò si accorse che ormai una decisione era già stata presa, che non provava vergogna, e al diavolo la sua quotidianità. Quello che stava facendo era semplice. Era tutto quello che voleva.

-Sai che ti dico?

Jared tremò. No, non lo sapeva, e aveva un po’ di paura.

-Dimmi.

-Anche per me è lo stesso. Intendo, se fossi chiunque altro non lo farei. Ma tu, tu sei il…

-No.

-No cosa?

-Non devi dire niente.. non per forza.

-Jared, io non ho mai detto o fatto niente per forza. Sappi che se fossi completamente cosciente e lucido, ti bacerei lo stesso.

-Davvero?

-Davvero davvero!

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Capitolo 10
*** Pg ***


Si ma adesso che si fa?

-Già, che si fa?

-Come? Neanche tu ne hai idea?

-No. Sono un lettore accanito del PG, effettivamente non so niente che vada oltre qualche sguardo equivoco e qualche dirty call . Tu?

-Mi sono fermato a leggere sempre a quando uno dei due sbottona i pantaloni all’altro.

-Mi sa che abbiamo superato quel pezzo da un bel po’.

-E mi sa che tu te la cavi davvero bene con sguardi equivochi.

-A ognuno il proprio talento!!

-Si si, certo.

-Jensen?

-Si..

-Cos’hai?

-Nienete.. e solo che.. e solo che non ho mai continuato a leggere perché.. perché mi sembrava …

-Quasi un incesto?

-Si, quasi un incesto. Andiamo Jared, io ti ho pulito il vomito dalle camice quando tornavi a casa ubriaco…

-E qual è il problema?

-Non mi sarei mai aspettato che arrivassimo a tanto.

-Ti ripeto che nessuno ti obbliga. Se non vuoi..

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Capitolo 11
*** Incomprensioni ***


-Che intendi?

-Oh, lascia perdere Jensen.

Jared si mosse rapido, troppo per la stanca testa di Jensen che si sarebbe trovata molto meglio a gestire un paio di mani che veloci lo accarezzavano, e non movimenti scattanti di vestiti che ricoprivano ciò che lui stesso, con tanta cura, aveva liberato.

-Aspetta, aspetta che fai Jared?

-Che faccio? Mi metto a dormire.

-Che cosa?

Jensen aveva assunto improvvisamente un atteggiamento ansiogeno e non riusciva a controllarsi.

Dove aveva sbagliato? Che aveva detto di tanto inappropriato? Cosa diavolo era successo nel mentre in cui cercava di “dichiararsi”’?

Conosceva le parole che erano uscite dalla sua bocca, ma cosa era effettivamente arrivato alle orecchie del compagno?

-Jader, che ho fatto? Non volevo.. io.. te lo giuro che non volevo..

-Oh, cos’è che non volevi? Trattarmi male? Fare il saccente? Sei meglio come amico sappilo.

-Cosa.. mi dispiace, scusa se vuoi puoi toccarmi, se è quello che vuoi, fammi quello che ti pare però per favore non essere così scontroso. E togliti quella maglia per carità!

-No, io la maglia la tengo, così posso proteggere il mio amato fratellone.

-Te la sei presa per quello? Jared andiamo pensavo di essermi spiegato, e che abbiamo sempre trascorso così tanto tempo insieme che sembriamo due..

-Amanti! Non ti è mai passato per la mente che il rapporto di fratellanza non è mai centrato un tubo?

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Capitolo 12
*** Doveri ***


Nella mente di Jensen si ammucchiarono mille pensieri diversi. Ogni nuovo tassello del puzzle, ogni ricordo che andava a pescare nella sua memoria per confrontarlo con le parole di Jared portava con se cento dubbi, mille cause e mille effetti.

Jared assisteva tacito alla corsa nel passato del compagno. Si sedette, si calmò, lo guardò.

Rivide in quegli occhi smarriti e nella fronte sudata tutto ciò che lo aveva sempre legato a Jensen.

C’era poco da fare, era una mamma chioccia.

E poco c’era da pensare, non poteva davvero arrabbiarsi con lui. Poteva provare fastidio, poteva sentirsi trascurato, ma non poteva arrabbiarsi.

Jensen alzò il volto, guardò negli occhi Jared, sorrise.

-Sai credo che tu abbia ragione. Siamo sempre stati amanti, solo che non lo abbiamo mai saputo.

-Sei tu che non l’hai mai capito.

-Già. Non potrei rimediare?

-Potresti.

-Dovrei.

-Dovresti.

Inesorabilmente, i loro corpi si avvicinarono, imitando ciò che i loro cuori avevano già fatto da tempo.

-Solo sii un po’ più.. collaborativo. Siamo in due Jensen, siamo entrambi protagonisti.

-Come sul set?

-Meglio che sul set.

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Capitolo 13
*** Protagonisti ***


Mentre le mani di Jared vagavano sul suo corpo come mai avevano fatto prima, Jensen si rese conto di quanto era stato sgarbato col compagno.

Le mani di Jared pian piano diventavano più calde e più abili, che stimolavano, come aveva fatto prima lui col corpo dell’altro, corde e filamenti del suo essere che lo mandavano in estasi. E la cosa più bella era vedere lo sguardo di Jared mentre lo accontentata. Uno sguardo felice, furbo, fiammeggiante. Lo stesso che aveva lui quando i ruoli erano invertiti. Uno sguardo che racchiudeva in se la soddisfazione di dare piacere alla cosa più importante al mondo.

Dio quanto si sentiva in colpa Jensen per non aver condiviso prima quella sensazione col compagno. Avere l'oggetto del desiderio sotto di te, inerme, mentre geme, è qualcosa che ti dona da un lato un "ruolo" dominante, e dall'altro è il modo più bello per poter dire a qualcuno "hey, io ci tengo a te, e mi prenderò cura di te, sempre, come sto facendo adesso, con la stessa passione..."

Nessun subordinato, nessun capo.

C’è chi si prende cura dell'altro, e chi permette che queste “coccole” gli vengano fatte.

E Jensen era stato davvero cattivo a non condividere tutto questo con Jared dal principio.

Ma come si dice, meglio tardi che mai.

Adesso c'era chi si sentiva le budella in fiamme, la carne solleticare, il cervello impazzire, e chi si sentiva capace di dare quelle determinate emozioni.

L’unica cosa che mancava era un bacio. Piccolo e semplice. Grande e appassionato. Sulla guancia, sulla fronte, sul collo, sulla bocca. Mancava un bacio. Mancava quella dolcissima unione di pelle morbida che unisce le sensazioni di ogni coppia di amante.

Ma mancò per poco. Perché Jared –o forse è stato Jensen- attrasse a se l’altro nel bacio più disperato che avesse mai dato.

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Capitolo 14
*** Tuo ***


-Caspiterina Jensen toccami.

Jared non riuscì a capacitarsi della reazione dell’amico, lo stava ancora accarezzando, baciando e stringendo quando, dopo aver mosso la sua richiesta, Jensen scoppiò a ridere.

-Non sentivo il termine “caspiterina” dalla seconda media! Ahahahhahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahahahhahahahahhahhahahahhahaha

-Jensen smettila di ridere, per bacco!

-HAHAHAHAH, da dove sei uscito Jared, dal fantabosco? “Per bacco” ahhaha

-Miseriaccia Jensen! Vuoi smetterla di interrompere quello che stiamo facendo?

-HAHAHhaha, ma non sai bestemmiare come una persona normale?

-No.

-E dai non te la prendere.

-Mi stai sfottendo Jensen?

-Si, sto prendendo in giro il mio grande e grosso orsacchiotto che dice ancora caspiterina!

Jensen si avvicinò a Jared il più possibile e gli si buttò al collo. Lo abbracciò con tutta la forza che aveva e lo baciò tra una risata e l’altra.

-Ho sentito bene? Hai detto che sono il tuo grande e grosso orsacchiotto ?

-Tutto mio!

-E allora tu sei il mio scoiattolino che non la smette un secondo di ridere!

-Tutto tuo.

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Capitolo 15
*** Sonno ***


-Ti va di fare altro?

-Altro tipo?

-Quello che succede nelle fan fiction dopo che ci si slaccia i pantaloni a vicenda.

-Ma quelli li sanno già fare tutto, sanno come muoversi, dove mettere le mani, cosa toccare..

-Jared mi sa anche tu sappia dove mettere le mani..

-Non ridere idiota, sai cosa intendo!

-Si lo so.

-Ah davvero? Lo sai?

-Si, intendi dire il sesso, quello vero e proprio, quello che adesso come adesso mi spaventa. Sai com'è non l'ho mai fatto così.

-Però lo faresti?

-Cosa?

-Se sapessi come si fa, e se non fossero le sette di mattina e... cazzo noi dobbiamo assolutamente dormire o Misha ci sbranerà vivi domani, insomma lo faresti con me?

-Anche se significasse non potermi sedere per due settimane, sì, credo di si.

Il bacio che seguì fu lento e quasi ipnotico, il ritmo lento delle loro bocche che si univano era velocizzato dalle loro mani che adesso vagavano più sicure e più pigre sul corpo dell'altro, ma la lentezza di quel bacio era scandita anche dai loro respiri profondi e dalla stanchezza.

-Che poi chi te lo ha detto che ti farà male il culo?

-Jared è una cosa scientificamente provata...

-E se fosse un complotto? E se non facesse male? E se noi abbiamo pensato così per tutta la nostra esistenza e ci siamo sbagliati?

-Jared, stai delirando.

-No, no, pensaci.

-Zitto e prova a dormire che domani si lavora.

-Ma come posso dormire sapendo che tutta la mia vita è una bugia?

-Se questo ti può confortare avremo tempo per confermare o smentire tutte le tue teorie complottistiche. Ma adesso dormi, eh.

-E se dormissimo insieme?

-Allora vieni qui cucciolotto.

E Jared tra le braccia di Jensen, sembrava davvero un piccolo e indifeso cucciolo.

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Capitolo 16
*** Epigolo ***


Quando, la mattina dopo, Jared e Jensen si risvegliarono l'uno accanto all'altro, mortificati in quel lettino così stretto, sudati e nudi, si presero entrambi una decina di minuti per analizzare la cosa.

-Senti Jensen io ho questi ricordi..

-Si..

-E sono dei gran bei ricordi, non fraintendermi, insomma ci sei tu..

-Si..

-E ci sono io..

- E poi?

-E poi ci sono le fanfiction.. abbiamo iniziato parlando di fanfiction giusto? Poi ci siamo baciati...

-Si..

-Ci siamo baciati tanto..

-Si..

-E abbiamo parlato, mi hai dato dell orsacchiotto e del mentecatto per piu' di una volta..

-Ma ti ho anche detto che sei mio Jared...

-Si..

-E poi tu hai fatto l-isterico..

-Si..

-E poi ci siamo baciati ancora e ancora e ancora..

-E poi?

-E poi davvero non mi ricordo che cosa e' successo.

-Mi hai mandato in bianco.

-Ma se non avevi neanche la forza di muovere un muscolo.. ti ho salvato dall'umiliazione di passare per impotente.

-Jensen!

-Okey scusa.. orsacchiotto! Ma io e te abbiamo dato vita a una fanfiction fluff ieri sera...

-Non mi stavo lamentando di quello che mi hai dato ieri sera.

-Fai bene.

-Ma..

-Ma cosa?

-Ma spero che presto ci sara' anche la versione "Rossa" di ieri sera, se sai cosa intendo..

-Mi piacerebbe che diventasse un-abitudine, intendo serate rosse e serate fluff.

-Sai Jensen, piacerebbe anche a me.

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