Il diavolo e l'acqua santa di I_S_Acquamarine (/viewuser.php?uid=131953)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Io ce l'ho una mamma? ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** capitolo 12 ***
Capitolo 15: *** Prima parola ***
Capitolo 16: *** capitolo 13 ***
Capitolo 17: *** capitolo 14 ***
Capitolo 18: *** capitolo 15 ***
Capitolo 19: *** capitolo 16 ***
Capitolo 20: *** capitolo 17 ***
Capitolo 21: *** primo incontro: Hinata ***
Capitolo 22: *** capitolo 18 ***
Capitolo 23: *** capitolo 19 ***
Capitolo 24: *** capitolo 20 ***
Capitolo 25: *** capitolo 21 ***
Capitolo 26: *** capitolo 22 ***
Capitolo 27: *** capitolo 23 ***
Capitolo 28: *** capitolo 24 ***
Capitolo 29: *** capitolo 25 ***
Capitolo 30: *** capitolo 26 ***
Capitolo 31: *** capitolo 27 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Ok, credo di essere del tutto impazzita ora. Impazzita per il caldo e per la sessione estiva degli esami universitari che per fortuna è quasi finita.
Ancora un esame e poi finalmente un po’ di vacanze!!!!
Alleluia!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Bene, ora, ecco qui l’ultimo parto della mia mente contorta: la storia di Naruto solo leggermente modificata. Facciamo Kakashi un po’ più vecchio al momento dell’attacco della Volpe al villaggio e facciamo che voglia prendersi cura di Naruto.
Ecco, questa è la mia idea.
Ci saranno altre modificazioni che però verranno spiegate nei capitoli successivi.
Spero che questo prologo possa piacere e che qualcuno lasci un commentino anche molto piccolo. Almeno per sapere se l’idea è decente.
Grazie infinite per l’attenzione e buona lettura a tutti! XD
Iaele
PROLOGO
L’attacco al Villaggio della Foglia ad opera della Volpe a Nove Code era stato sventato dal Quarto Hokage al prezzo della sua vita.
L’uomo, per proteggere il villaggio che amava, rinchiuse la bestia in un bambino con un sigillo che le impedisse di liberarsi.
Quel bambino era suo figlio Naruto.
L’uomo, prima di spegnersi, pregò perché vedessero in suo figlio un eroe invece che un mostro.
Non seppe mai quanto si fosse illuso.
Ora il bambino era in braccio al Terzo Hokage che stava cercando di trovare un posto al bambino all’interno del villaggio.
Sapeva che nessuno l’avrebbe voluto ma non poteva lasciarlo senza nessuno come non poteva lasciarlo a delle persone che lo avrebbero odiato.
Che poteva fare?
Tenerlo lui?
Lasciarlo ad un orfanotrofio?
Ucciderlo? Questo assolutamente no. Lo aveva escluso a priori nonostante l’opinione del consiglio.
Che quei vecchi bacucchi andassero a quel paese!
Quel bambino aveva già sofferto abbastanza: aveva perso entrambi i genitori, sarebbe stato odiato da tutti per qualcosa di cui non aveva colpa e sarebbe stato sempre da solo. Non erano già abbastanza ingiustizie queste? Bisognava aggiungerne altre alla lista?
Eppure il problema rimaneva.
Che fare del piccolo Naruto?
Cosa poteva fare per evitargli la totale solitudine?
Cosa poteva fare per dare uno spiraglio di felicità a quel piccolo bambino?
Cosa?
E mentre l’Hokage si perdeva in questi pensieri sentì qualcuno bussare alla porta del suo ufficio.
Depositò Naruto nella culla portata lì poco prima e fece accomodare il visitatore.
Era Kakashi Hatake.
Un Anbu tra i migliori ed ex-allievo del Quarto Hokage quando ancora non era tale.
Portava come sempre la maschera che gli copriva metà volto e il coprifronte con il simbolo della Foglia calato sull’occhio sinistro.
Kakashi si presentò dall’Hokage con abiti ninja ordinari, non in vesti Anbu, e la sua espressione diceva tutto sul dolore che provava in quel momento.
Il giovane uomo, giovane sì, aveva appena vent’anni, aveva perso quand’era bambino i genitori, poi, a distanza di pochi anni, i suoi compagni di team e ora il suo maestro.
Non gli restava più nulla dei suoi affetti più cari.
<< E’… vero? >> chiese il giovane.
<< Purtroppo sì >> disse l’Hokage.
<< Anche …? >> chiese alludendo alla situazione del piccolo Naruto.
L’anziano si limitò ad annuire.
Tra i due calò il silenzio.
L’Hokage non voleva interrompere le riflessioni del più giovane sperando, con tutto il cuore, che non considerasse il figlio del suo maestro un mostro.
Kakashi invece stava pensando a come fosse stata possibile una cosa del genere. Ancora una volta non era riuscito a proteggere le persone a cui teneva. Prima Obito, poi Rin e adesso anche il Quarto.
Perché non riusciva a proteggere le persone a lui care? Perché?
Che cosa aveva che non andava?
Forse non si meritava la felicità?
“Potrò non meritarmi la felicità, ma quel bambino non ha nessuna colpa. Nessuna.” pensò Kakashi.
Fu in quel momento che gli venne l’illuminazione: si sarebbe preso cura lui del piccolo.
Si sarebbe preso cura lui del figlio del suo maestro, glielo doveva.
Il Quarto l’aveva tirato fuori dal baratro quando era morto suo padre, quando era morto Obito e quando era morta Rin. Glielo doveva.
<< Mi occuperò io del piccolo. >> disse dopo quella che sembrò un’eternità.
L’Hokage rimase un attimo spiazzato, ma poi sul suo viso si allargò un sorriso.
Era contento che l’uomo davanti a lui non avesse rinnegato il fatto che il piccolo Naruto non aveva colpe di quello che era successo.
Naruto non era il Kyuubi tanto quanto il Kyuubi non era Naruto.
Erano due entità distinte che condividevano lo stesso corpo senza aver potuto aver voce in capitolo.
<< Ne sei sicuro? Dovrai smettere di essere un Anbu e per un periodo non potrai che svolgere solo missioni di scarso conto se non nessuna missione. Ne sei sicuro? >> volle conferma il Terzo.
Voleva essere sicuro della decisione di Kakashi.
<< Sì. Sono sicuro e consapevole di quello a cui vado incontro. Per quanto riguarda l’essere Anbu sarei venuto fra qualche giorno per chiederle se potevo uscirne. >> rispose il pi giovane.
<< Va bene allora. Kakashi ti affido il piccolo Naruto Uzumaki. Nessuno dovrà dirgli di essere il Jinchuriki della Volpe a Nove Code e non dovrà sapere chi sono i suoi veri genitori. Ne va della sua sicurezza. >>
Il più giovane annuì.
Capiva quelle decisioni però si rammaricò di non poter parlare al piccolo di suo padre. Beh, ne avrebbe parlato come Hokage e come suo maestro. Almeno avrebbe saputo qualcosa di lui.
<< Se vuoi prendere il piccolo Naruto, sta dormendo nella culla >> fece il Terzo indicando con il capo la culla affianco alla sua scrivania.
Kakashi si avvicinò a guardare il piccolo che stava beatamente dormendo ignaro di quello che lo aspettava negli anni a venire.
“Quanta sofferenza ti aspetta piccolino. Tanta nonostante tu non abbia fatto nulla per meritarla” pensò Kakashi guardandolo.
Fu un momento e poi sentì qualcosa tappargli la gola.
Fu inondato da un’onda di affetto che gli impedì di parlare.
Lo avrebbe protetto al posto del Quarto.
Lo avrebbe protetto come non era riuscito a fare con Obito, con Rin e con il suo maestro.
Lo avrebbe protetto.
A qualsiasi costo.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1 ***
Ok, ecco il primo capitolo.
Sono sorpresa dalle recensioni positive che ho ricevuto nello scorso capitolo.
Grazie mille a tutti quanti. A chi ha recensito, a chi ha messo la storia nelle preferite, nelle seguite e nelle ricordate.
Un grazie dal profondo del cuore J
XD
Passando a questo capitolo, vedremo in generale cos’è successo al villaggio prima che Naruto e Co. diventassero gennin.
Ci sarà anche un episodio particolare dell’infanzia di Naruto che spero mi sia uscito bene.
Non mi pare di aver altro da dire se non buona lettura!
Mi raccomando lasciate un commento!
Iaele
CAPITOLO 1
Sono passati 12 anni dalla notte dell’attacco della Volpe al villaggio e si può dire che tutto sia tornato alla normalità.
Naruto è cresciuto ed è diventato un ragazzino allegro e vivace, forse un po’ troppo per il carattere calmo di Kakashi, ma era un ragazzo di buon cuore.
Non capiva perché tutti lo allontanassero e lo odiassero, ma si ostinava a dimostrare che non era come loro pensavano che fosse.
Era cocciuto e testardo e se si metteva in testa qualcosa apriti cielo!
Nulla e nessuno riusciva a farlo desistere, tranne Kakashi.
Il ragazzo si era veramente affezionato all’uomo, infondo era l’unico insieme a Itachi Uchiha, all’Hokage e al maestro Iruka che non lo allontanasse.
Come Naruto ha conosciuto Itachi?
Quando Kakashi decise di riprendere il lavoro di ninja dovette trovare qualcuno a cui lasciare il bambino e, dopo aver girato tutta Konoha ottenendo solo no in risposta, alla fine riuscì a trovare aiuto nella famiglia Uchiha.
Mikoto, la madre di Itachi e Sasuke, era una vecchia amica di Kushina, la madre di Naruto, si era offerta di aiutarlo.
Così il piccolo passava i giorni in cui il genitore, perché era così che Naruto vedeva Kakashi, era in missione a casa Uchiha con Itachi, quand’era a casa e Sasuke.
Il rapporto tra Sasuke e Naruto non era proprio di amicizia e non per colpa del biondino. Se fosse stato per lui avrebbe fatto amicizia subito, ma il moro la vedeva in maniera diversa.
Lui voleva solo il suo fratellone e nessun altro.
Sopportava Naruto solo perché così volevano i genitori ma niente di più.
Non gli andava a genio. Era rumoroso, chiacchierone, ficcanaso, sorrideva sempre come un ebete, insomma, il suo completo opposto.
Itachi invece l’aveva preso subito in simpatia.
I sorrisi di Naruto erano così sinceri che era difficile non rimanerne incantati e così successe anche per il piccolo Itachi.
Vide una volta il sorriso splendente di Naruto e ne rimase catturato.
Perché in casa sua nessuno sorride così? Si chiedeva ogni tanto.
Come si fa a sorridere così nonostante tutti ti allontanino?
Come fai a non odiare nessuno di loro?
Quanto forte sei piccolino? Di sicuro hai più forza di volontà di tutti quelli che conosco. Anche più di me. Concludeva alla fine.
Sì, Itachi aveva visto bene com’era Naruto.
Forte e puro.
Un po’ stupido e imbranato, ma ognuno ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Poi, ad un certo punto, il divario tra Naruto e Sasuke aumentò.
Successe quando avevano 8 anni e Itachi 13.
Itachi era fuori in missione per gli Anbu e Sasuke era a casa di Naruto perché il bambino voleva fargli vedere una cosa.
Fatto sta che Kakashi riaccompagnò Sasuke a casa più tardi del solito e quando arrivò gli si presentò di fronte uno spettacolo orribile.
Ogni singolo membro del clan Uchiha era stato ucciso e lì, in piedi in mezzo alla strada, l’artefice di tutto ciò: un membro di quello stesso clan che era impazzito.
Il ninja, vedendoli, scoppiò in una risata folle prima di scappare non prima di aver dichiarato che sarebbe tornato a finire il lavoro.
Kakashi pensò seriamente di inseguirlo, ma aveva anche Sasuke di cui occuparsi.
Che fare?
Alla fine mandò una sua copia ad avvertire l’Hokage e portò Sasuke via da lì.
Il bambino sarebbe rimasto a casa sua fino al ritorno di Itachi.
Quando il ragazzo tornò fu subito intercettato da Kakashi che lo mise al corrente dell’accaduto.
<< Dov’è mio fratello? >> furono le uniche parole che disse il ragazzo.
<< E’ a casa mia con Naruto. >> l’Hatake non fece in tempo a finire la frase che Itachi si era già dileguato.
Lo trovò a casa sua a consolare il fratellino.
Da allora i due fratelli Uchiha furono spesso ospiti in casa Hatake, ma Naruto non riuscì mai a legare molto con Sasuke proprio a causa di quest’ultimo.
Il biondino però non demordeva. Prima o poi ci sarebbe riuscito.
L’avrebbe convinto ad essere suo amico.
Naruto sapeva che Kakashi non era veramente suo padre, perfino un cieco l’avrebbe capito, ma non gli importava.
Gli voleva bene e avrebbe fatto di tutto per proteggerlo e questo a Naruto bastava.
Tutti e due si ricordavano la discussione avuta poco dopo che Naruto era entrato in accademia.
Un bambino gli aveva detto che Kakashi non era suo padre e che lo teneva con lui solo perché gli faceva pena.
Naruto disse che non era vero, non poteva esserlo. Kakashi gli voleva bene.
Il bambino insistette e allora Naruto gli tirò un pugno per poi scappare via piangendo.
Kakashi, una volta che seppe l’accaduto da Iruka, partì alla ricerca del biondino preoccupato che si fosse messo nei guai.
Lo trovò solo dopo alcune ore sopra la montagna degli Hokage in corrispondenza del Quarto. Da sempre quello era il luogo preferito dal bambino.
Che in fondo al cuore sapesse la verità? Si chiedeva spesso Kakashi.
<< Naruto, finalmente ti ho trovato! >> annunciò l’uomo prima di avvicinarsi al bambino in lacrime.
<< Tu sei il mio papà vero? Mi vuoi bene vero? >> gli chiese il piccolo continuando a piangere.
A Kakashi gli si strinse il cuore al vedere quelle lacrime.
Gli si sedette accanto e lo abbracciò forte cercando di dargli tutto il conforto che poteva offrire.
<< Naruto, che ti ha detto quel bambino? >> chiese Kakashi una volta che Naruto si era calmato.
<< Ha detto che non sei il mio papà, che non mi vuoi bene. Ha detto che sono solo un peso per te. >> disse il piccolo tirando su con il naso.
L’uomo lo strinse ancora più forte al proprio petto.
E ora cosa gli avrebbe detto?
Doveva dirgli parte della verità o continuare con la bugia?
Doveva distruggere il suo piccolo mondo o proteggerlo mentendogli?
Cosa doveva fare?
<< Naruto ascoltami, vuoi? Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre, lo sai vero? Per me non sei un peso. Non lo sei mai stato. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre. Capito? >> disse Kakashi.
Voleva che prima di tutto si sentisse al sicuro e capisse che poteva contare su di lui, che non lo avrebbe mai abbandonato.
<< Ma tu sei il mio papà vero? >> insistette il piccolo.
“Come posso dargli questo dolore? Come posso ferirlo in questa maniera? Eppure non posso continuare a mentire. Se non gli dicessi la verità adesso in futuro potrebbe non perdonarmelo mai. Cosa devo fare?” pensava l’uomo cercando di mettere insieme una risposta il più indolore possibile.
Non voleva ferire quel piccolo angelo che aveva portato un raggio di sole nella sua vita, eppure sembrava che non avesse altra scelta.
<< Naruto, ti prego di ascoltarmi con attenzione perché è una cosa difficile quella che sto per dire, va bene? - il piccolo annuì così Kakashi continuò - Quel bambino ha ragione, non sono il tuo vero padre, ma mi considero tale. Tuo padre è morto per proteggerti così come la tua mamma e visto che il tuo papà era mio amico ho deciso di prenderti con me. Credimi se ti dico che ti considero come se fossi mio figlio a tutti gli effetti perché per me lo sei. Hai capito? Per me sei un figlio. >> concluse sperando che il bambino capisse cosa voleva dirgli.
<< Quindi per te sono un figlio? >> chiese dubbioso Naruto.
Il copy-ninja annuì.
Il bambino gli si strinse addosso tutto felice.
Quell’uomo era il suo papà!
Al diavolo chi diceva il contrario!
<< Ti voglio bene papà! >> disse contento.
Mai quella parola fu così preziosa per Kakashi come in quel momento.
Dopo questo episodio il piccolo Naruto imparò a non dare ascolto alle malelingue anche se provava ogni volta una fitta di dolore al petto quando sentiva la gente dire certe cose.
Iruka invece ci mise un po’ a capire che Naruto non era la Volpe che aveva ucciso i suoi genitori rendendolo orfano, ma quando lo capì ci si affezionò riconoscendo una solitudine simile alla sua. Meno accentuata visto che aveva Kakashi e Itachi che gli volevano bene, ma era pur sempre vero che a parte loro non aveva nessuno della sua età con cui stare.
Così, se Kakashi e Itachi erano in missione, Iruka diventava la persona con cui si sfogava Naruto davanti ad una bella ciotola di ramen.
Quando Kakashi aveva un po’ di tempo, tra una missione e l’altra, allenava Naruto.
Gli faceva provare le varie tecniche base di un ninja e insisteva particolarmente su quella che a Naruto veniva peggio: il kage bunshin.
Il copy-ninja sospettava che non ci riuscisse, non perché non ne fosse capace, ma perché non riusciva a comprenderne il meccanismo.
Così insisteva.
Alla fine l’insistenza venne premiata, forse anche un po’ troppo.
Capita la tecnica, Naruto riuscì a fare un numero spropositato di copie per un ragazzino di 11 anni.
La cosa lasciò a bocca aperta il povero Kakashi che, se fosse stato senza maschera, avrebbe fatto una faccia da prese in giro per una vita.
Volete sapere se Naruto sa cosa si nasconde sotto quella maschera?
La risposta è sì, lo sapeva. Quando era piccolo il copy-ninja, per farlo smettere di fare domande, si era tolto la maschera. Naruto sapeva anche che non doveva dire a nessuno cosa si nascondesse sotto quella maschera.
Si era sempre domandato perché l’uomo portasse una maschera ma Kakashi eludeva sempre le sue domande così alla fine rinunciò.
O meglio, smise momentaneamente di fare domande. Prima o poi sarebbe tornato alla carica.
Lo sapeva lui come lo sapeva Kakashi.
Per ora però se ne stava buono buono.
Vedendo l’enorme numero di copie che il figlio riusciva a fare, il ninja decise di provare a insegnargli la tecnica superiore della moltiplicazione del corpo.
Ci mise un po’ ad impararla, ma ce la fece e poteva creare un numero impressionante di copie se ben motivato.
Motivazione più frequente? Prova a creare più copie di Sasuke.
Inutile dire che con questa motivazione il biondino si impegnava ancora di più.
In breve questa tecnica divenne la sua preferita.
Soprattutto quando, grazie a questa, riuscì a passare l’esame per diventare gennin.
Lasciò tutti senza parole e, nonostante qualche obbiezione di qualche esaminatore, venne promosso con un voto decente.
Non prese il massimo, la prova scritta non si ancora come fece a superarla, ma non prese neanche il minimo.
Sasuke prese il massimo come c’era da aspettarsi. Era un piccolo genio.
Peccato che da quella notte si fosse chiuso in se stesso e né Itachi, né Naruto, né chiunque altro riuscissero a farlo uscire da quel guscio che si era costruito.
Kakashi pensava, e a ragione, che meditasse vendetta.
Sperava solo che lo si potesse salvare in tempo.
Ora Naruto stava aspettando, con i suoi compagni di team, il loro maestro in un’aula dell’accademia.
Era stato messo in team con Sasuke, che sia la volta buona che diventino amici? Chissà.
Poi c’era Hinata Hyuga. Una ragazzina timida, tranquilla, con occhi color lillà e capelli blu scuro.
Quando aveva sentito che era in team con il suo amato Naruto-kun era diventata rosso pomodoro e poco dopo era svenuta dell’emozione.
Eh sì, la nostra dolce Hinata ha una cotta colossale per il nostro Naruto.
E Naruto? È innamorato persa di Sakura Haruno, una ragazza con i capelli color confetto che andava dietro (come tutte le altre ragazze tranne Hinata) a Sasuke.
Quest’ultimo invece non guardava nessuna. Gli interessava solo la sua vendetta.
In ogni caso ora stavano aspettando il loro maestro che era palesemente in ritardo.
A Naruto era già venuto un dubbio dopo la prima mezz’ora di attesa su chi potesse essere il loro sensei, ma non osava sperare troppo.
Dubbio condiviso anche da Sasuke che, per quanto ne sapeva lui, c’era solo un ninja in tutta Konoha che faceva sempre tardi: Kakashi Hatake.
Se era lui poteva anche mettersi comodo, avrebbe ritardato parecchio.
<< Ma quando arriva il sensei? >> chiese Hinata senza guardare Naruto.
Se non lo fissava le usciva più facile non balbettare.
Dannazione alla sua timidezza!!!!
<< Tranquilla Hinata, se è chi penso arriverà tra un bel po’ >> rispose Naruto.
<< Ok Na-Naruto-kun >> balbettò la povera ragazza.
L’ipotesi di Naruto e Sasuke venne confermata un paio d’ore dopo quando alla porta si presentò Kakashi.
<< Mai una volta puntuale vero? >> gli chiese Naruto.
Kakashi non gli rispose neanche.
<< Venite con me. >> disse invece rivolgendosi a tutti e tre.
Li portò sul tetto dell’accademia dove chiese ad ognuno una piccola presentazione per conoscersi un po’ meglio.
<< Devo proprio? >> chiese Naruto. Infondo lui e Sasuke lo conoscevano da sempre.
<< Sì >> rispose secco Kakashi.
<< Uffa! Va bene. Mi chiamo Naruto Uzumaki e mi piace il ramen e mi piace ancora di più il ramen che mangio con mio padre! Ciò che odio sono le persone false e che si credono superiori agli altri. Il mio sogno per il futuro è superare in abilità tutti gli Hokage e far capire a tutta la gente del villaggio quanto sono forte! >> disse Naruto con entusiasmo.
<< La signorina ora. >> continuò Kakashi grato che Naruto avesse detto mio padre e non con Kakashi. Un neurone funzionante doveva ancora averlo.
<< Mi chiamo Hinata Hyuga e faccio parte della casata principale del clan Hyuga. Mi piace il giardinaggio e mi piacerebbe essere all’altezza delle aspettative di mio padre e vorrei … >> la ragazza non riuscì a continuare visto che era diventata color rosso peperone.
<< Ok, tocca a te >> disse Kakashi cedendo la parola a Sasuke.
“Questa ragazza sembra così fragile eppure per me nasconde una grande forza. Ed è pure innamorata di Naruto. Chissà se il ragazzo se ne è accorto - pensa il jonin scrutando la ragazza e poi il figlio - No, non se ne è accorto” conclude.
<< Mi chiamo Sasuke Uchiha. Odio un sacco di cose e non me ne piace nessuna in particolare. Non voglio parlare dei miei sogni... ma ho un'ambizione! Riportare agli antichi fasti il mio clan... e uccidere chi so io.* >> disse il moro.
“Allora è proprio deciso a seguire la vendetta” constatò Kakashi.
Prima o poi avrebbe dovuto fargli un discorsetto riguardo alla vendetta.
<< Va bene ragazzi, domani mattina vi voglio al campo 7 per un’esercitazione. Sappiate che chi non la passa se ne ritorna in accademia. >> fece Kakashi.
<< COSA??!!!! >> urlò Naruto sconvolto come gli altri due.
Ok, Hinata era sconvolta mentre Sasuke sembrava che la cosa non gliene fregasse di meno.
“Di certo non sarò io a venire bocciato” pensava il moro.
“Oh, no! E ora? Che prova sarà mai?” pensava la povera Hinata.
“A casa io e te facciamo un discorsetto papà” pensava Naruto leggermente alterato.
Eh sì, ci sarebbe stato da divertirsi il mattino successivo secondo Kakashi.
Chissà come sarebbe andata la prova.
L’avrebbero superata?
* parole prese pari pari dall’anime. Infondo sono la verità.
La presentazione di Naruto ho dovuto leggermente cambiarla per ovvi motivi mentre quella di Hinata me la sono inventata di sana pianta.
Poverina, riuscir mai a superare la sua timidezza?
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Capitolo 3 *** Capitolo 2 ***
Ed ecco qui il secondo capitolo.
Fatto in fretta vero? Sarà che sono ispirata.
I vostri commenti sono sempre bellissimi, grazie di cuore a tutti. Anche a chi legge solamente.
Bene, passiamo al capitolo. Come avrete di sicuro intuito tocca alla prova dei campanelli che finirà in modo leggermente diverso da come finisce nell’anime e nel manga. Spero di averla resa al meglio.
Vi lascio alla lettura
Iaele
CAPITOLO 2
Naruto aspettò l’ora di cena per parlare con Kakashi.
Non è che gli fossero lo shock e la rabbia, ma non voleva che i suoi compagni pensassero che lui avesse favoritismi.
Non che ne avrebbe ricevuti, su questo era sicuro.
Anzi, probabilmente suo padre sarebbe stato ancora più severo con lui.
Però era meglio lui che qualsiasi altro maestro che lo avrebbe odiato senza motivo.
Su questo non ci piove.
<< Papà - cominciò Naruto mentre lui e Kakashi si sedevano a tavola per la cena - posso sapere perché non mi hai detto nulla a riguardo di tutto questo? >> chiese cominciando a mangiare.
<< E perdermi la tua faccia sconvolta? Neanche morto! >> rispose l’uomo.
<< Papà! Sei impossibile! >> lo riprese il biondo.
Ma perché tutti si divertivano alle sue spalle?
Perfino Itachi, quando non era in missione con gli Anbu, si divertiva a prenderlo per i fondelli.
“Vedere la tua faccia sconvolta è la cosa più bella che ci sia” gli rispondeva ogni volta che gli chiedeva perché lo facesse, che cose ci trovasse di divertente.
Valli a capire gli adulti.
<< Comunque, per te domani niente colazione come per gli altri. >> precisò l’adulto.
<< Chissà perché ma lo immaginavo >> commento Naruto.
Eh già, niente favoritismi.
Sapendo che era inutile cercare di cavare informazione dal padre Naruto rinunciò in partenza a fare domande.
Tanto la mattina successiva avrebbe scoperto tutto.
Finito di mangiare i due si dedicarono ai propri interessi.
Kakashi sempre con il suo adorato libro. Ogni tanto Naruto si domandava se tenesse più a lui o al libro.
Naruto, invece, si spaparanzò sul divano con la chiara intenzione di non fare nulla e di rilassarsi.
Poi, mentre ripensava agli aventi della giornata, gli venne in mente una cosa.
<< Papà, tu credi che Sasuke creda davvero in quello che ha detto oggi? >> chiese preoccupato per l’amico.
Perché quando passi tanto tempo insieme ad una persona un legame si crea anche se non vuoi e, per Naruto, tutti i legami erano importanti.
Che Sasuke non lo considerasse un amico non gli importava più di tanto, anche perché credeva che il moro non volesse semplicemente ammetterlo a se stesso e così negava con tutti, ma questo non gli impediva di preoccuparsi per lui no?
<< Purtroppo temo di sì. Dovrò parlarne con Itachi quando torna, magari riuscirà a fargli cambiare idea. >> disse l’Hatake continuando a leggere il suo adorato libro.
Naruto, un po’ più tranquillo, tornò al suo rilassarsi.
<< Papà, mi racconti qualcosa sul Quarto Hokage? >> chiese ad un certo punto il ragazzo.
Eh no, Naruto e il silenzio non andavano assolutamente d’accordo.
Si poteva dire che erano dei completi estranei.
Come lui e le buone maniere.
Chiamare il Terzo Hokage vecchietto non si può certo dire che sia il massimo dell’educazione.
Comunque il Terzo non la prendeva male, anzi, sembrava fargli piacere.
<< Va bene, ma una storia sola, poi a letto. >> concesse Kakashi.
In fondo era l’unico modo per fargli conoscere il padre, come negargliele quelle storie?
Quando gli era sfuggito, per puro caso, che il Quarto era stato il suo maestro, si salvi ci può!
L’aveva tormentato per giorni perché gli raccontasse tutto di lui!
Ovviamente alla fine aveva ceduto e, sempre ovviamente, aveva saltato la parte della prova dei campanelli.
Altrimenti il gioco sarebbe stato troppo facile, non vi sembra?
Comunque, finito il racconto, spedì Naruto a letto e lui tornò al suo libro ripensando a quando l’Hokage aveva abbinato i jonin ai vari team.
Quando aveva comunicato che il jonin assegnato al team di suo figlio era lui c’era stato un coro di proteste impressionante.
Tutti avevano qualcosa da ridire.
<< Ma farà dei favoritismi! >>
<< Ma non è giusto!! >>
<< La Volpe non doveva diventare un ninja!! >>
E chi più ne ha più ne metta!
Dopo dieci minuti buoni di proteste, come avesse fatto a non ammazzarli non lo sapeva nemmeno lui, l’Hokage decise di intervenire.
<< Uno qualunque di voi può assicurarmi con assoluta certezza che, se assegnato a questo team, si occuperà di tutti e tre i componenti allo stesso modo e senza pregiudizi di sorta? >>
Silenzio di tomba.
<< Come immaginavo. Continuiamo … >> e passò agli altri team.
Seriamente, la decisione dell’Hokage se l’aspettava come anche le proteste, ma gli avevano comunque fatto male.
Com’era possibile che non vedessero più in là del loro naso?
Com’era possibile che non riuscissero a capire che Naruto non aveva nessuna colpa?
Perché non volevano dargli neanche una possibilità?
Perché non ci riuscivano?
Da quando aveva preso Naruto con se tutti sembravano trattarlo con più freddezza del solito.
Intendiamoci, non da subito, ma solo quando capirono che Kakashi si era affezionato al piccolo.
Come ci si poteva affezionare ad un mostro?
Come ci si poteva affezionare a qualcuno che aveva ucciso una persona cara?
Nessuno riusciva a capirlo o nessuno voleva farlo, non c’era poi tutta questa differenza in fondo.
In ogni caso solo pochi lo trattavano come prima e si potevano contare sulle dita di una mano: Gai, anche se un po’ meno espansivo non sarebbe stato tanto male, Asuma, Shikaku e Kurenai.
Per quanto ne sapeva lui, Shikaku era l’unico che non aveva tentato di mettere il proprio figlio contro Naruto. Il problema era che il suddetto figlio soffriva di poltronitre cronica (come direbbe mia madre nda). In pratica era un pigrone incurabile, quindi preferiva farsi un bel sonnellino invece di fare qualsiasi cosa.
Gai si era autoproclamato suo amico e rivale fin dalla prima volta che si erano incrociati agli esami di selezione chunnin (perdonatemi se non è veramente così ma non so proprio quando si sono incontrati la prima volta nda) e nulla gli avrebbe fatto cambiare idea.
Asuma e Kurenai sono due amici sinceri che non ti abbandonano neanche se li minacci di morte.
Kakashi sperava tanto che Naruto trovasse degli amici così un giorno.
Con questa speranza nel cuore si diresse verso il letto dove poco dopo si addormentò.
****
La mattina successiva arrivò fin troppo presto per Naruto e, non volendo vedere il genitore fare colazione mentre a lui era stato espressamente vietato, si diresse al campo di allenamento lasciando un biglietto sul tavolo:
Papà, sono andato al campo di allenamento.
Non volevo vederti fare colazione visto che mi avresti stuzzicato a non finire.
Ti aspetto lì e, per una volta, ti supplico,
ARRIVA PUNTUALE!!!!!
Naruto
Il ragazzo arrivò puntuale all’appuntamento con gli altri componenti del team, anzi, era addirittura leggermente in anticipo.
Trovò subito Hinata che era arrivata solo da qualche minuto e che, quando lo vide, divenne rossa come il tramonto dall’imbarazzo di essere sola con lui.
“Ma perché ogni volta che mi vede diventa rossa? Forse non vuole stare con me?” pensò Naruto.
Mai cosa fu lontana dalla verità, ma, quel povero neurone, che il giorno precedente aveva fatto gli straordinari per evitare casini durante la presentazione al gruppo, si era preso le ferie, quindi non possiamo incolpare il nostro povero biondino.
In ogni caso l’imbarazzo di Hinata non durò a lungo perché arrivò Sasuke perfettamente in orario come il suo solito.
Naruto si ritrovò a sperare che Itachi tornasse presto da quella missione. Voleva assolutamente evitare che il suo amico finisse nei guai.
Ovviamente Kakashi arrivò con un ritardo allucinante.
Naruto e Sasuke si chiedevano se fosse mai stato puntuale.
Ovviamente non sapevano che lo era stato fino alla morte di Obito.
Un dolore che gli pesava ancora sulla coscienza come la morte di Rin.
<< Eccomi qui >> si annunciò al gruppetto.
<< La puntualità è un optional vero? >> chiese Sasuke seccato.
Ma perché proprio lui come maestro dovevano avere?
Perché?
Che male aveva fatto nella vita per meritarlo?
<< Ben arrivato Kakashi-sensei >> disse invece educatamente Hinata.
Naruto si limitò ad uno sguardo rassegnato.
Come poteva quest’uomo essere considerato uno dei migliori ninja del villaggio se era un ritardatario cronico e a prima vista sembrava un idiota?
Come?
Mistero dovette concludere Naruto.
<< Bene, ora che siamo tutti qui ecco quale sarà la prova. Dovrete riuscire a prendermi questi due campanelli - disse agitando i due campanellini in questione - e tutto prima di mezzogiorno. Capito tutto? >> disse guardandoli.
<< E chi resta senza campanellino? >> chiese Hinata.
<< Semplice, ritorna in accademia >> rispose.
Tre facce terrorizzate.
E ora? Che fare?
Nessuno dei tre voleva tornare in accademia ma …
Hinata avrebbe ceduto il suo campanellino a Naruto se avrebbe significato vederlo felice.
Naruto avrebbe dato un campanellino ad Hinata così da guadagnare la sua amicizia non sapendo che aveva già più di quella.
Sasuke lo avrebbe dato a Hinata solo per non avere tra i piedi Naruto.
Quello stupido continuava a ripetere che erano amici ma lui non voleva amici.
Lui voleva solo la sua vendetta.
Nient’altro.
Solo quello.
Solo la vendetta.
Ma era vero?
Il suo cuore gli urlava che Naruto era come un amico già da un pezzo ma lui si ostinava a ignorarlo.
Ammetterlo avrebbe significato ammettere una debolezza.
<< Allora, quando questa sveglia suonerà il tempo sarà terminato. Pronti? Via! >> fece Kakashi sparendo in una nube di fumo.
Che i giochi abbiano inizio.
****
“Dove accidenti si è andato a ficcare quello stronzo?!” stava pensando Naruto mentre cercava il padre per tutta la foresta.
Quell’uomo l’aveva messo nel sacco parecchie volte e stava cominciando ad averne abbastanza.
Dove accidenti si era ficcato?!!!
<< Naruto-kun? >> lo chiamò Hinata.
Accidenti! Non l’aveva sentita arrivare alle sue spalle.
“Che bel ninja che sei! Sono proprio un idiota!” pensò Naruto irritato con se stesso.
<< Sì Hinata? >> chiese.
Chissà, magari con lei ci sarebbe riuscito a prendere quei dannatissimi campanellini.
Ma certo! Che razza di idiota che era!
Era ovvio che da soli non ce l’avrebbero mai fatta! Dovevano lavorare insieme!
Il problema era: come convincere Hinata ad aiutarlo? E Sasuke?
“Beh, proviamo. Se va male me ne farò una ragione” si fece coraggio.
<< Hinata senti … >> cominciò ma fu anticipato.
<< Naruto-kun posso aiutarti a prendere i campanelli? >> chiese Hinata diventando tutta rossa.
“Dannata timidezza!!!” pensò la povera ragazza.
Naruto, da parte sua, era sicuro di aver sentito male.
Lei gli aveva chiesto se poteva aiutarlo?
Lei l’aveva fatto sul serio?
Ok, era un sogno e che nessuno lo svegliasse.
<< Naruto-kun? >> lo richiamò Hinata vedendo che si era imbambolato.
<< Uh? Sì Hinata, mi farebbe piacere il tuo aiuto. >> rispose il biondo con un sorriso mozzafiato.
Ok, se Hinata non era svenuta fino ad ora, ora era lunga distesa con un Naruto che la guardava tra un perplesso e un preoccupato.
Ma che gli era preso?
****
Nel frattempo Sasuke aveva trovato Kakashi ed era stato miseramente battuto.
Va bene che era un genio ma gli mancava qualcosa che il jonin aveva a volontà: l’esperienza in combattimento.
Il povero Sasuke era rimasto vittima della Tecnica della Decapitazione Sotterranea ed ora aveva due possibilità: sperare che qualcuno venisse ad aiutarlo o aspettare che la tecnica si sciogliesse.
Sarebbe stata una lunga attesa.
****
Quando Naruto riuscì a far riprendere Hinata i due cominciarono a cercare Sasuke e con il Byakugan, che richiese una lunga spiegazione a Naruto su cosa fosse e a cosa servisse, ce la fecero abbastanza in fretta.
Quando Naruto lo vide non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Come? Il perfetto Sasuke Uchiha che cade in un tranello? No, non poteva esserlo perso. Non ci credeva.
L’avrebbe preso in giro a vita.
Finalmente la prova che neanche lui era infallibile!
Chi avrebbe riso adesso?
Dopo essersi calmato, e aver evitato a Hinata un nuovo svenimento, misero Sasuke al corrente della loro idea.
La risposta fu abbastanza telegrafica: << Fate come vi pare, io faccio da solo >>
Mamma mia che cocciuto!
<< Sasuke vuoi smetterla di fare il superiore? Non ci sei solo tu a questo mondo!! >> gli urlò contro Naruto.
<< Lasciami stare idiota. Io. Non. Ho. Bisogno. Di. Nessuno. Ficcatelo bene in quella testa vuota!! >> gli disse minaccioso Sasuke.
Se gli sguardi potessero uccidere di sicuro Naruto sarebbe morto mentre Sasuke sarebbe all’ospedale con tutte le ossa rotte.
Per quanto detestasse Sasuke in quel momento non lo avrebbe mai voluto morto.
<< Sasuke-kun per favore ascoltaci. Se ci proviamo assieme ce la faremo. >> tentò Hinata mettendosi tra i due.
<< Tsk >> rispose Sasuke per poi andarsene.
<< Non preoccuparti Hinata. Vorrà dire che ce la faremo in due. >> cercò di consolarla Naruto.
Hinata gli fece un timido sorriso.
Naruto, per un attimo, si dimenticò perché gli piaceva Sakura.
****
Allo suonare della sveglia Hinata e Naruto erano riusciti a prendere i campanelli mentre Sasuke era rimasto a bocca asciutta.
“Così impari a fare tutto da solo razza di cretino!” pensò Naruto in un attimo di superiorità.
<< Bene, visto che Hinata e Naruto hanno preso i campanellini loro possono pranzare, mentre tu, Sasuke, verrai legato a quel palo e non toccherai cibo. Guai a chi di voi due lo fa chiaro? >> detto questo diede il pranzo ai due e legò il moro per poi sparire in una nuvoletta di fumo.
Naruto e Hinata cominciarono a mangiare ma, dopo pochi bocconi, il biondo si fermò.
Non poteva lasciare Sasuke senza pranzo.
Era suo amico in fondo.
<< Tieni >> disse allungandogli un boccone.
<< Non hai sentito cos’ha detto il maestro Kakashi idiota? Vuoi mettermi nei guai? >> protestò Sasuke ignorando il brontolio del suo stomaco.
<< Mamma mia quanto la fai lunga! Ora lui non è qui e se tu non apri bocca non lo saprà. Giusto Hinata? E poi sei mio amico, quindi non posso lasciarti a digiuno. Ora mangia e non rompere. >> insistette il biondo.
Hinata dovette ritrovarsi d’accordo con lui.
Erano una squadra giusto?
Bene, quindi tutti per uno, uno per tutti.
<< Sasuke-kun, tieni. >> fece la ragazza allungando anche lei un boccone al moro.
Dopo averli guardati in cagnesco per qualche minuto Sasuke accettò l’aiuto che i due compagni gli porgevano.
In quel momento arrivò Kakashi.
<< Cosa vi avevo detto?! Non sapete neanche ubbidire ad un ordine voi due?! >> li spaventò.
<< Maestro - Naruto sottolineò la parola - siamo una squadra e ci dobbiamo aiutare, va bene? Sasuke aveva bisogno di aiuto e noi lo abbiamo aiutato. Punto. Mi stupisco perfino che abbia accettato. >> disse Naruto.
<< Kakashi-sensei … >> cominciò Hinata ma fu interrotta.
<< Sasuke, non hai chiesto tu a questi due di aiutarti e non ti hanno costretto ad accettare. È vero? >> chiese leggermente dubbioso.
Poteva credere a Naruto sulla prima parte ma sulla seconda aveva qualche dubbio.
<< Sì. Tutto vero. Quindi se deve punire qualcuno non punisca solo loro, punisca anche me. >> fece l’Uchiha.
<< Bene. Prova superata per tutti e tre. Complimenti. >> se ne uscì fuori Kakashi.
<< COSA??!! >> urlò Naruto finendo lungo disteso.
Non si sa come il pranzo si salvò …
<< Volevo vedere se tutti e tre sapevate cos’era il lavoro di squadra. Sasuke ci ha messo un po’ di più ma alla fine c’è arrivato. Complimenti a tutti quanti. >> spiegò il jonin.
<< Domani mattina vi voglio qui che iniziamo gli allenamenti, chiaro? Potete andare. >> continuò dopo che i tre si furono ripresi.
Tutti se ne andarono verso le loro abitazioni.
Tutti … beh, non proprio. Nessuno aveva slegato Sasuke che rimase lì finché Naruto, ormai a ora di cena, si ricordò di lui e lo andò a slegare.
Nessuno aveva mai sentito così tante imprecazioni tutte insieme come quel giorno.
Kakashi aveva l’impressione che ne avrebbe passate delle belle con quei tre.
Proprio delle belle.
Naru: scusa, cosa vuoi insinuare col fatto che il mio neurone è in vacanza?
Io (facendo la finta tonta): io? Insinuare qualcosa? Sicuro di aver letto bene?
Sasu: vuole dire che sei un idiota. E a proposito, perché qui sembro più idiota di lui?
Io (con tono innocente): perché lo sei forse?
Naruto scoppia a ridere mentre Hinata a momenti mi sviene.
Sasu: COSA??? COME TI PERMETTI??!! IO TI AMMAZZO!!
Naruto e Kakashi cercano di trattenerlo aiutati anche da Itachi.
Naru: ma tu non dovevi essere in missione?
Ita: sono tornato da poco
Naru: ok
Intanto Sasuke continua a sparare minacce di morte.
Io (tono minaccioso): ok Sasuke, se non vuoi morire dolorosamente e lentamente nel prossimo capitolo meglio che la pianti chiaro?
Silenzio di tomba.
Io: bene, risolto il problema posso dire che ci vediamo al prossimo capitolo dove farà una piccola apparizione anche Itachi visto che è tornato dalla missione. Ciao a tutti e alla prossima!
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Capitolo 4 *** Capitolo 3 ***
Ecco a voi il terzo capitolo! Spero che vi piaccia.
Vorrei fare una precisazione visto che nelle recensioni è stato espresso un dubbio: Sakura fa parte del team 8. Ho solo invertito Sakura e Hinata, gli altri team sono come nell’originale. Spero che questo non causi problemi.
Magari in uno dei prossimi capitoli faccio una panoramica sugli altri team.
Intanto in questo entra in scena Konohamaru e ci sarà una discussione tra i due fratelli Uchiha.
Nel prossimo ce ne andiamo nel Paese delle Onde dove incontreremo Zabusa e Haku.
Va beh, vi lascio alla lettura.
Iaele
PS: mi raccomando, RECENSITE!
CAPITOLO 3
Fu così che il team 7 iniziò gli allenamenti e le prime missioni. Tutte rigorosamente di livello D.
Inutile dire che dopo le prime 10 Naruto era già stufo e anche Sasuke dava segni di insofferenza alla cosa.
L’unica che non si lamentava era Hinata e Kakashi si ritrovava più di una volta a benedire la sua tranquillità.
Già Naruto e Sasuke erano due scalmanati, se lo fosse stata anche lei si sarebbe strappato i capelli per la disperazione.
Le missioni riguardavano il recupero di animali domestici, strappare erbacce e raccogliere erbe mediche nei campi intorno al villaggio.
Niente di particolarmente difficile insomma.
Beh, non proprio direi.
C’era un gatto, che da quando era arrivato al villaggio e stato adottato da una ricca signora, era scappato un innumerevole numero di volte.
Il povero gatto, in pratica, si era ritrovato dietro almeno 4-5 volte ogni team di gennin da quando era arrivato.
Possibile che nessuno capisse che non voleva tornare da quella donna?
Perché nessuno voleva capirlo?
Perché?
In ogni caso, il primo incontro tra Naruto e quel gatto fu un vero e proprio scontro dove il biondino vinse per un pelo.
A fine missione era così pieno di graffi da sembrare quasi irriconoscibile.
Quel gatto aveva proprio degli artigli ben affilati.
Finiva così ogni volta che dovevano rincorrere quel dannato felino.
Con gli altri gatti si arrangiava Sasuke, che sembrava andarci abbastanza d’accordo, ma con quello non muoveva un dito.
Lasciava tutto al povero Naruto.
Il biondo pensava che fosse una sorta di ripicca per quella risata durante la prova dei campanelli, non si sbagliava di tanto.
Hinata, invece, con qualsiasi cucciolo smarrito avessero a che fare, sembrava conquistarli con la sua dolcezza.
Ma come cavolo faceva?
Ci riusciva con tutti tranne che con quel gatto ovviamente.
Certo che più sfiga di così non si può, vero?
Comunque, fu proprio alla fine di una missione di “caccia al gattaccio”, come l’aveva rinominata Naruto, che il biondo incontrò Konohamaru.
Il bambino stava scappando dal suo maestro, un certo Ebisu, che aveva sempre avuto in antipatia Naruto solo per il fatto che era il Jinchuriki della Volpe.
Il piccolo Konohamaru, che andava ancora all’accademia, non ne poteva di seguire le lezioni di quel maestro che trovava altamente noioso e rompiscatole, così aveva deciso di scappare.
Fu proprio durante la fuga che si scontrò con Naruto.
Il nostro biondino stava facendo un giro dopo la fine della missione quando Konohamaru gli finì letteralmente addosso facendoli finire lunghi distesi per terra.
Kakashi aveva detto che potevano tornare a casa, ma lui non ne aveva tanta voglia.
Dopo essere stato massacrato da quel gatto, l’unica cosa che voleva era farsi un giro per sbollire l’irritazione.
Che l’Hokage si divertisse a mandare il team 7 alla ricerca di quel gatto?
Naruto rabbrividì al solo pensiero.
<< Ehi! Un po’ di attenzione no? >> fece Naruto in malo modo.
Come già detto l’educazione non è proprio il suo forte.
<< Scusami! Senti, potresti nascondermi per un po’? Per favore!!! >> fece Konohamaru supplichevole.
No, non voleva proprio essere acciuffato da Ebisu.
Povero maestro incompreso!
<< Perché mai dovrei nasconderti scusa? Si può sapere chi sei tu poi? >> fece Naruto mentre si rimetteva in piedi.
<< Sono Konohamaru e sto scappando dal maestro Ebisu. Per favore nascondimi!!! >> supplicò il bambino.
Naruto ci pensò su per un attimo.
In fondo perfino lui, qualche volta, era scappato dalle lezioni di Iruka. Va bene che era stato recuperato in tempo da record da Kakashi con Pakkun, il suo cane ninja preferito tra quelli del padre, ma questi erano dettagli.
<< Va bene. Vieni con me. >> fece Naruto dirigendosi verso il suo posto preferito.
Il monte degli Hokage.
In fondo, chi sarebbe andato a cercarli là? Nessuno.
<< Possiamo restare qui. Per un po’ non dovrebbe venire nessuno. >> disse Naruto una volta arrivati.
<< Grazie mille!!! >> fece il bambino entusiasta.
<< Posso sapere perché stai scappando dal tuo maestro? >> chiese Naruto.
Lui lo faceva perché, o quando non sopportava le lezioni, o quando non reggeva più il comportamento degli altri nei suoi confronti.
Se era per il secondo caso, Kakashi, qualche volta, gli permetteva di restare a casa per il resto della giornata.
Se invece era per primo …
Mamma mia che strigliate che si era preso!!!
Cose da dimenticare assolutamente.
<< Non ne potevo più! Sempre a dire fai questo, fai quello, solo con questi insegnamenti farai strada, ecc … Insomma, sono stufo! >> fece il Konohamaru mettendo il broncio.
Sembrava che il bambino fosse un tipetto capriccioso e tutto pepe.
Naruto lo riconobbe subito come spirito affine.
Insomma, da combina guai a combina guai ci si capisce no?
In fin dei conti anche Naruto aveva fatto disperare il povero Iruka durante l’accademia. E più di una volta per giunta!
<< Hai provato a dirglielo? >> chiese sorridente Naruto.
<< Sì, ma non mi ascolta. Non è giusto! Sono il nipote dell’Hokage e mio nonno mi ha affidato ad un idiota!! Non è giusto!! >> continuò a lamentarsi il bambino.
<< Sei il nipote dell’Hokage?! >> chiese stupito Naruto.
<< Sì e tutti mi considerano solo quello. Sono stufo! Quando sarò Hokage gliela faccio vedere io!! >> disse il bambino determinato.
<< Ehi! Tira i freni bello! Per diventare Hokage dovrai metterti in coda! Ci sono prima io! Chiaro marmocchio?! >> fece Naruto punto sul vivo.
Questo mocciosetto voleva diventare Hokage al posto suo?
Un cavolo!
Quello era il suo sogno e nessuno, ribadisco nessuno, poteva portarglielo via!
Tanto meno un bambino capriccioso!
Ci avrebbe pensato lui a rimetterlo al suo posto.
<< Cosa?! Io sarò Hokage e tu non me lo impedirai! >> fece il bambino.
I due si guardarono in cagnesco con feroce determinazione nello sguardo per qualche secondo prima di scoppiare a ridere.
<< Va bene mocciosetto, da adesso saremo rivali per il titolo di Hokage. Fino a quel momento amici, che ne dici? >> fece Naruto tendendo una mano.
Il bambino gliela strinse contento.
<< Amici. >> disse con un sorriso.
Il bel momento fu però rovinato da Ebisu.
<< Ecco dove si era cacciato nobile nipote! >> fece vedendoli.
<< SCAPPA!!! >> fece Konohamaru a Naruto dandosi alla fuga.
L’inseguimento di Ebisu non era ancora finito.
*****
Itachi aveva appena finito di fare rapporto all’Hokage e ora stava tornando a casa per vedere come stava il fratello.
Lungo la strada incrociò Kakashi che lo fermò per parlargli di Sasuke.
L’uomo riferì al più giovane cosa aveva detto il fratello alla presentazione dei compagni di team e si dichiarò preoccupato.
<< Non vorrei che si cacciasse in qualche brutto guaio per seguire la sua vendetta. Credo che sia disposto a qualsiasi cosa per inseguire il suo obbiettivo. Non è che potresti provare a parlarci? >> chiese Kakashi a Itachi.
<< Credo che tu abbia ragione. Gli parlerò e speriamo che capisca. >> fece Itachi dirigendosi verso casa.
Lui e il fratello non abitavano più nel quartiere Uchiha da quella tragica notte.
Il ragazzo aveva pensato, per il bene del fratello, che era meglio trasferirsi da un’altra parte per evitare di aver sempre sotto gli occhi il luogo dove erano morti i genitori.
Da quel momento abitavano in un piccolo appartamento nello stesso quartiere di Kakashi e Naruto.
Arrivato a casa trovò il fratello intento a leggere un libro all’apparenza parecchio noioso.
<< Sei tornato. >> lo accolse indifferente.
<< Appena adesso. Sasuke, posso parlarti? >> fece Itachi mentre si toglieva la divisa Anbu e la maschera.
<< Che cosa c’è? >> gli chiese il fratello leggermente seccato.
Perché Itachi non si faceva i fatti suoi una volta ogni tanto?
Perché doveva sempre ficcare il naso?
<< Tornando a casa ho incontrato Kakashi e abbiamo fatto due chiacchiere. Vuoi veramente intraprendere la strada della vendetta? >> chiese a bruciapelo Itachi sedendosi di fronte al fratello nella piccola cucina.
“Dannazione a Kakashi! Stare zitto no?” pensò Sasuke maledicendo il maestro.
<< Non dirmi che tu non vuoi vendetta, Itachi, perché non ci credo >> disse Sasuke.
<< Non è questione di volerla o no e lo sai anche tu. Non puoi dedicarti solo alla vendetta. Non esiste solo quella strada nella vita. Possibile che tu non lo capisca? >> cercò di farlo ragionare Itachi.
Suo fratello si stava imbarcando in qualcosa che non comprendeva e si sarebbe sicuramente scottato.
Poco ma sicuro.
Il problema era: a cosa avrebbe dovuto rinunciare per ottenere quello che voleva?
Quanto grande sarebbe stata la ferita procurata da questa perdita?
Sicuramente troppo per poter essere riparata in seguito.
Bisognava che lo capisse ora quello a cui stava andando incontro.
Assolutamente.
<< Sei tu che non capisci fratello. Io voglio vendicare mamma e papà e tutto il clan. E sappiamo entrambi che l’unico modo per farlo è uccidere il colpevole. Visto che tu non vuoi farlo lo farò io. Fine della discussione. >> disse Sasuke.
<< Ma allora non vuoi proprio capire!! - era raro che Itachi perdesse la calma. Nemmono Naruto riusciva a farlo alterare. - Tu non sai a cosa stai andando incontro! Vuoi sapere se voglio vendetta? La risposta è sì cretino di un fratello! La voglio! Ma so anche che, se seguissi quella strada, perderei tutto ciò che mi è caro! Perderei te, Naruto, Kakashi, me stesso! Lo vuoi capire che alcune cose, una volta perse, non torneranno mai più?! LO VUOI CAPIRE??!! >> gli urlò contro alzandosi e sbattendo i pugni sul tavolo.
<< Itachi, qui sei tu che non capisci. Io VOGLIO questa vendetta a qualsiasi costo, quindi non ti intromettere. Ci siamo capiti? >> gli sibilò contro Sasuke.
Itachi rimase shockato.
Nello sguardo del fratello vedeva solo rabbia e fredda determinazione.
Ma era la rabbia a spaventarlo di più.
Era una rabbia fredda, glaciale, che ti consuma dall’interno.
Quel genere di rabbia che conduce alla pazzia.
Ma che era successo al suo fratellino?
Ok, forse lui non era stato molto presente, ma aveva, e stava, facendo i salti mortali per lui.
Cercava di ottenere le missioni che duravano meno per poter stare con lui il più possibile.
Quelle più lunghe cercava sempre di portarle a termine il prima possibile per poter tornare dal suo fratellino.
Stava facendo tutto quello che poteva per lui.
Aveva addirittura rifiutato parecchie volte le promozioni che gli offrivano per avere sempre del tempo da dedicargli.
In pratica si era tappato le ali per lui e quello stupido lo ripaga così?
Ma stiamo scherzando?!
Non avrebbe permesso a suo fratello di rovinarsi la vita così.
No. Lo avrebbe fermato prima.
Sempre se avesse fatto in tempo ovviamente.
Sasuke guardò ancora per qualche attimo il fratello prima di prendere il suo libro e andarsene in camera sua lasciando il fratello da solo.
<< Non ho fame. Stasera non ceno. >> lo informò prima di chiudere la porta con un tonfo.
“Sasuke, fino a questo punto sei arrivato? Riuscirò a salvarti da te stesso in tempo?” pensò Itachi prima di accasciarsi sulla sedia e pregare che non fosse troppo tardi per il fratello.
*****
Naruto era appena entrato in casa che Kakashi lo accolse con un: << Si può sapere cos’hai combinato questa volta? >> piuttosto irritato.
<< A cosa ti riferisci di preciso? >> chiese guardingo il ragazzo mentre si sedeva a tavola.
Era tornato giusto per l’ora di cena.
<< Ebisu è stato qui poco fa. >> disse solamente il copy-ninja.
Accidenti!!
C’era da scommetterci che quell’idiota sarebbe venuto a lamentarsi!!
Mai che gliene andasse bene una!
Cavolo!
<< Che ti ha detto? >> chiese il ragazzo.
Meglio prima sentire la versione data da Ebisu per vedere come aveva manipolato la cosa. Quell’uomo era una cosa veramente odiosa.
“Ma che vada a quel paese e che mi lasci in pace!!” pensò Naruto cominciando a mangiare.
Anche se di malumore, l’appetito non gli mancava mai.
E quando gli mancava la cosa era grave.
Voleva dire, o che era malato, o che era successo qualcosa di veramente brutto.
<< Mi ha detto che hai importunato il nipote dell’Hokage e che l’hai convinto a scappare dalle sue lezioni. >> rispose Kakashi con calma.
Sapeva benissimo che probabilmente era una mezza bugia quello che Ebisu gli aveva detto, ma voleva sentire la versione del figlio.
<< Non è vero!! Io stavo facendo un giro per Konoha e Konohamaru mi è venuto addosso! Mi ha pregato di nasconderlo da Ebisu perché non lo sopportava più, così l’ho portato sul monte degli Hokage! Non l’ho certo nascosto! Poi, quando Ebisu ci ha trovato è scappato di nuovo trascinandomi con lui! Tutto qui! Lo giuro! >> disse Naruto con foga.
Se suo padre credeva a Ebisu una punizione con i fiocchi non gliela toglieva nessuno.
Ma quello che quell’uomo aveva riferito era solo una bugia!
Non poteva credergli!
<< E qualcosa riguardo alla tecnica dell’harem non sai nulla? >> continuò l’Hatake sempre con calma.
Naruto rischiò di strozzarsi con il boccone che aveva appena messo in bocca.
Sapeva anche quello?
Ok, ora era veramente in guai seri.
Anche se l’aveva usare solo per distrarre Ebisu, aveva comunque usato una tecnica su un maestro senza una ragione.
Se fosse stato un allenamento, al massimo ci sarebbe stato da ridire sulla discutibile morale di quella tecnica, ma usata così …
Ok, era nei guai.
Mentre Naruto era in preda al panico, Kakashi se la rideva sotto i baffi.
Certo che suo figlio ne sapeva una più del diavolo quando si trattava di fughe.
Perfino lui doveva ricorrere a Pakkun il più delle volte per trovarlo e, anche così, molte volte ci metteva un bel po’.
Ovviamente le prima volte non ci metteva molto, ma dopo che Naruto ebbe imparato i trucchi per seminarlo …
Chissà che in missione non gli tornasse utile questa cosa.
<< Naruto, tranquillo, non voglio sgridarti. Solo, la prossima volta, cerca di non esagerare su quel povero uomo. Mi è sembrato veramente scosso. Per quanto riguarda Konohamaru, ti chiedo solo di non istigarlo e di non insegnarli quella tecnica. Non ci serve un altro combina guai come te in circolazione. >> fece Kakashi.
Perfino lui trovava che Ebisu esagerasse molte volte, ma questa non era una buona scusa per mettersi tra lui e Konohamaru.
Naruto si tranquillizzò ascoltando la prima parte del discorso del padre ma, quando arrivò alla parte su Konohamaru, divenne così rosso da far invidia a Hinata quando arrossiva per l’emozione.
Kakashi lo guardò per qualche momento prima di capire cos’avesse causato quel rossore nel figlio.
<< Ti prego non dirmi che … >> cominciò.
<< Troppo tardi. >> finì il figlio sprofondando dalla vergogna.
Non era possibile.
Non poteva esserlo.
<< Ehm, papà, tutto ok? >> chiese Naruto preoccupato dal fatto che Kakashi stava fissando il vuoto.
<< Naruto, dimmi una cosa. Quanto ha imparato quel bambino da te? >>
Kakashi non era proprio sicuro di voler sentire la risposta, ma voleva sapere l’entità del danno causato.
<< Io non gli insegnato la tecnica. Mi ha solo visto farla e ha tentato di copiarla. Dopo qualche tentativo c’è riuscito. Punto. Per il resto gli ho solo detto di parlare con Ebisu su come si trova con lui. Tutto qui. Giuro. >> fece Naruto pregando ogni dio esistente che suo padre gli credesse.
Kakashi tirò un sospiro di sollievo. Pensava peggio.
Almeno i danni erano minimi.
<< Va bene. Ti credo. Ora però finisci di mangiare. >> fece Kakashi.
Naruto obbedì sollevato.
Niente punizione meno male.
<< Oggi è tornato Itachi. >> disse Kakashi consapevole che per il ragazzo fosse una bella notizia.
Naruto esultò contento.
Il giorno successivo, dopo gli allenamenti e eventuali missione ( sperando senza gatti di sorta ) sarebbe andato a trovarlo.
Itachi fu il suo primo amico e ci teneva molto a lui.
Ci teneva quanto teneva a Kakashi e a Sasuke.
Ci teneva molto a tutti e tre.
Contento per la bella notizia, dopo cena, andò a letto senza fare troppe storie e si addormentò con un sorriso sulle labbra.
Kakashi sperò che quel sorriso non scomparisse mai.
Ita: Sasuke, possibile che tu sia così deficiente?
Sasu: COSA?! Autrice si può sapere cos’hai scritto?! Perché devo essere sempre dalla parte del torto?!
Io: Itachi, non so come tu faccia ad avere un fratello così. Ti faccio le mie condoglianze. Sasuke, mi dispiace, ma questa parte ti sta a pennello e poi qui decido io. Quindi ubbidisci in silenzio.
Sasu: ma si può sapere chi ti credi di essere?!
Io: l’autrice, quindi in capo qui dentro e adesso zitto che sto lavorando
L’autrice prende in mano carta e penna e comincia a scorrere tutti i numeri del manga per vedere come deve cambiare i vari eventi.
Sasu: IO TI … !
Io: un’altra parola e non esci vivo dalle selezioni chinnin.
Sasu: …
Io: così cominciamo a ragionare finalmente. Faccio le mie scusa a Hinata se in questo capitolo è stata appena accennata. Non preoccuparti, ti rifai nel prossimo, promesso.
Hinata: grazie.
Io: ma ti pare. Ora si torna al lavoro. Ci vediamo alla prossima!
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Capitolo 5 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4 completato e pronto per la lettura signori.
Il giudizio su com’è venuto lo lascio a voi. Spero che sia positivo, ma se avete qualche critica fatela pure, non mi offendo e non mordo. Non sono mica Kiba io!
Comunque, mi sa che quando sta storia sarà finita, il mito di Kakashi pezzo di ghiaccio sarà andato a farsi benedire. Devo ammettere che la cosa mi piace da matti.
Spero sia lo stesso anche per voi, in caso contrario mi dispiace molto.
Ve beh, vi lascio alla lettura.
Nel prossimo capitolo arriveranno i fratelli diavolo. Che qualcuno aiuti i nostri eroi!
Buona lettura!
Iaele
CAPITOLO 4
Passarono i giorni e il team 7 continuava con le sue missioni.
Sempre e rigorosamente di livello D.
Dopo la discussione avuta con il fratello, Itachi ne aveva parlato con Kakashi e il copy-ninja aveva detto che lo avrebbe tenuto sott’occhio.
Non voleva che quel ragazzo finisse per fare la scelta peggiore della sua vita.
Non quando aveva ancora una vita davanti.
Una vita che poteva essere felice.
Kakashi decise di non riferire niente di quello che Itachi gli aveva detto a Naruto, non voleva che soffrisse.
Finita l’ennesima “caccia al gattaccio”, il team 7 fu intercettato dai componenti del team 8 e del team 10 che li invitarono a mangiare qualcosa con loro.
I ragazzi accettarono e Sasuke fu preso immediatamente di mira da Ino e Sakura.
Le due ragazze appartenevano rispettivamente al team 10, con Shikamaru e Choji, e al team 8, con Kiba e Shino.
Le due erano innamorate perse di Sasuke da sempre.
Peccato che a lui non interessasse nessuna delle due.
Kiba salutò Hinata con molta allegria mentre Shino rimase in silenzio come il solito.
Shikamaru fece un saluto svogliato come il solito e Choji salutò tutti con la sua solita gentilezza.
Quando arrivarono al ristorante si sedettero al tavolo e cominciarono a chiacchierare del più e del meno.
Per Naruto era una sensazione strana.
Gli stessi ragazzi che, fino a poco tempo prima, lo allontanavano ora lo trattavano come un amico e la cosa non gli dispiaceva.
Lo faceva sentire felice.
Forse aveva trovato dei veri amici.
Il suo sorriso si fece più solare del solito.
<< Naruto, perché sorridi così? >> chiese Ino notando il sorriso diverso del biondino.
<< Nulla, sono solo felice. >> rispose Naruto senza smettere di sorridere.
Hinata arrossì peggio di un pomodoro per quello che aveva detto il ragazzo, tanto che arrivò a una sfumatura tra il rosso e il viola.
Ci mancò poco che svenisse!
La serata continuò in tranquillità.
Si divertirono tutto e quando arrivò l’ora di andare letto ognuno si diresse verso casa propria.
Sasuke e Naruto si avviarono insieme dopo aver salutato gli altri e Naruto non riuscì a trattenersi dal domandargli una cosa.
<< Sasuke, perché vuoi vendicarti a tutti i costi? Perché non puoi semplicemente provare a essere felice senza la vendetta? >>
Sasuke si fermò di botto e lo fissò gelido.
<< Naruto, per me sei un compagno di squadra, ma nulla di più. Non impicciarti in cose che non ti riguardano. Capito? >> disse e senza aspettare una risposta se ne andò.
Naruto rimase spiazzato dalle parole del moro.
Ma che gli prendeva?
Possibile che non capisse che stava sbagliando?
Perfino lui lo capiva quando sbagliava!
Ok, dopo aver sbattuto davanti alla cruda verità, ma lo riconosceva per la miseria!
Cosa stava succedendo al suo amico?
Con questi pensieri arrivò sulla porta di casa.
Attese ancora un momento per vedere se Sasuke tornava da lui per poi, vedendo che non succedeva nulla, decidersi ad entrare.
Ad accoglierlo non c’era solo suo padre ma anche Itachi che era venuto a salutarlo.
<< Ciao Itachi!!! >> lo salutò saltandogli addosso.
<< Ciao Naruto. Non sei cambiato neanche di una virgola direi. >> commentò Itachi cercando di scollarselo di dosso.
Meno male che era già seduto sul divano del salotto o sarebbe finito a gambe all’aria per quell’assalto.
<< Posso sapere dove sei stato? >> chiese invece Kakashi.
<< I ragazzi dei team 8 e 10 ci hanno invitato a mangiare con loro e noi abbiamo accattato. Ino e Sakura hanno preso d’assalto Sasuke quasi subito. Dovevate vedere la sua faccia!!! >> rise Naruto completamente dimentico di quello che il moro gli aveva detto poco prima.
Non fategliene una colpa per favore.
Non lo fa apposta. Solo che ha classificato la risposta come una cosa dovuta all’irritazione causata da quelle due piattole.
Tutto qui.
<< Scommetto che se avesse potuto se la sarebbe filata a gambe levate, vero? >> chiese Itachi sorridendo pure lui nell’immaginarsi la scena.
<< Sì, ma le ragazze sono state più furbe. L’hanno fatto sedere nell’angolo più lontano sia dalla porta che dalla finestra. Gliel’hanno proprio fatta! >> commentò Naruto.
“Sono felice che ti sia divertito. Magari riuscirai a farteli tutti amici” pensò Kakashi.
<< Naruto, scusa la domanda, ma Sakura non piaceva a te? Perché l’hai lasciata con Sasuke? >> chiese il copy-ninja ricordando la cotta che il figlio aveva per ragazzina.
<< Lei con Sasuke è felice. Non voglio vederla triste. Se con lui è felice a me sta bene. Mi accontenterò di essere suo amico. >> fece Naruto tranquillo.
“Naruto, hai un cuore d‘oro. Perché nessuno riesce a vederlo?” pensarono Itachi e Kakashi con un sorriso mesto.
<< Bene, io vado. Se tu sei tornato vuol dire che anche Sasuke è tornato a casa. Ci vediamo. >> fece il moro alzandosi e andando verso la porta.
<< Ciao Itachi!! >> salutò Naruto allegro.
Una volta che Itachi se ne fu andato Naruto si spaparanzò sul divano.
<< Ma come sono contento oggi. >> disse con un sorriso a 32 denti.
<< Devo dedurre che tu ti sia divertito vero? >> disse Kakashi sedendosi pure lui sul divano.
<< Sì >> sospirò il ragazzo chiudendo gli occhi.
Poco dopo si addormentò beato.
Kakashi, sorridendo, lo portò nella sua stanza e lo mise sotto le coperte.
La camera del ragazzo era tappezzata di poster pieni di rospi.
Perfino la sveglia era a forma di rana!
Sulla mensola sopra la scrivania c’era una foto che ritraeva lui e Kakashi il giorno del sesto compleanno di Naruto e una foto del team 7.
In quella foto Hinata era al centro, rossa come un peperone e con un sorriso accennato, mentre Naruto e Sasuke si guardavano in cagnesco mentre Kakashi li teneva a distanza di sicurezza l’uno dall’altro.
Si poteva dire che quelle due foto fossero una delle cose a cui Naruto tenesse di più al mondo.
Lasciò la stanza del figlio nel silenzio più assoluto per non svegliarlo.
Quella cosa gli fece tornare in mente il primo incubo che Naruto aveva fatto.
Inizio flas-back
Era notte fonda e Kakashi venne svegliato da un urlo proveniente dalla stanza di Naruto.
Il piccolo aveva fatto da poco 3 anni ed era da appena qualche settimana che si era trasferito in una camera tutta sua.
Kakashi, preoccupato, si era fiondato dal bambino trovandolo in lacrime.
Appena lo vide in quello stato lo prese in braccio stringendolo forte al petto.
Lo cullò e coccolò finché il piccolo non smise di piangere per poi sedersi sul bordo del letto sempre tenendolo in braccio.
<< Vuoi dirmi cos’è successo? >> gli chiese gentile.
<< Fato incubo. >> disse il bambino tirando su col naso.
<< E cos’hai sognato di così spaventoso? >> chiese il ninja.
Cos’era che poteva spaventare così tanto un bambino?
<< Sognato glande volpe cativa. Voleva mangiare me. >> disse il piccolo Naruto stringendosi a Kakashi.
<< Tu no lasciare che volpe mangi me vero papà? >> continuò il piccolo guardandolo.
Ogni volta che Naruto lo chiamava papà, Kakashi sentiva una fitta al cuore.
Non era lui che il piccolo doveva chiamare così.
Non era lui che meritava quel titolo tanto importante per il bambino.
Non era lui che doveva essere ancora vivo dopo quella notte.
Al suo posto doveva esserci il Quarto Hokage.
Ogni volta che il piccolo Naruto lo chiamava papà si sentiva come stesse rubando qualcosa al suo maestro.
Però una parte di lui era anche felice della cosa.
La parte più egoista certo, ma era da egoisti desiderare quella felicità che Naruto sembrava dargli senza chiedere nulla in cambio?
Io non credo.
<< Tranquillo piccolino. Papà non permetterà a quella volpaccia di farti del male. Te lo prometto. - disse stringendolo forte - Che ne dici se per stanotte dormi con me? >> chiese sapendo già la risposta.
<< Sì! >> esultò il piccolo.
Ci voleva poco per renderlo felice e di questo Kakashi ne era proprio contento.
Da quella notte, ogni volta che Naruto aveva un incubo, si intrufolava nel letto di Kakashi e questo lo accoglieva stringendolo forte e confortandolo.
Fine flash-back
Più di una volta si era chiesto se Naruto sapesse cosa rappresentasse quella volpe, ma il ragazzo non gli aveva mai detto nulla così aveva archiviato il problema.
Visto che il sigillo imposto dal Quarto non aveva dato segni di cedimento non vedeva ragione di preoccuparsi.
Scivolò nel sonno ancora immerso in questi pensieri.
*****
<< Basta! Sono stufo! Voglio una missione decente! Non voglio più sentir parlare di quel dannato gatto!! >> si lamentò Naruto davanti all’Hokage che stava dando la solita missione recupera animale smarrito al team 7.
<< Naruto! Come ti permetti?! Un po’ di educazione! >> lo riprese Kakashi.
Possibile che avesse sempre da lamentarsi?
Lo voleva capire sì o no che le missione potevano rivelarsi anche pericolose?
Maledetta testa dura che non era altro!
<< Maestro Kakashi, io sono d’accordo con Naruto. Sono stufo di recuperare animali smarriti e raccogliere piante. >> fece Sasuke.
Cosa?
Naruto e Sasuke d’accordo su qualcosa?
Ok, qui casca il mondo.
No, non era possibile.
Sasuke che si dichiara spontaneamente d’accordo con Naruto?
Ora Kakashi poteva dire averle viste tutte.
Si sarebbe aspettato una cosa del genere da Hinata, ma da Sasuke proprio no.
L’Hokage sembrò soppesare la cosa.
“Vediamo. Se dicessi di no mi ritroverei Naruto qui a protestare in pianta stabile. Se dicessi di sì … Forse potrei accontentarli con una missione di grado C che sia abbastanza semplice. Vediamo un po’ cos’abbiamo qua …” pensava l’Hokage mentre guardava i rotoli dove erano scritte le missione da assegnare.
Ne trovò una di grado C che non sembrava troppo pericolosa.
Dovevano solo scortare un costruttore di ponti fino al suo villaggio e restare con lui finché non avesse finito la costruzione del ponte al quale stava lavorando.
Kakashi, invece, non sapeva se sperare che l’Hokage desse al suo team una missione più difficile oppure no.
Infondo si annoiava anche lui come i suoi allievi, ma, l’istinto paterno di proteggere Naruto a qualsiasi costo, lo faceva desistere dal chiedere una missione più complicata.
Come doveva comportarsi?
Doveva chiedere all’Hokage qualcosa di più difficile?
O doveva lasciare le cose come stavano?
Sapeva che prima o poi avrebbero dovuto affrontare missioni più difficili del semplice recupero animali smarriti, ma sperava che quel momento arrivasse il più tardi possibile.
In pratica, il nostro Kakashi, il prode copy-ninja, soffriva di ansie da papà.
Meno male che era bravo a dissimulare quello che provava o la sua reputazione sarebbe andata a farsi benedire in meno di un attimo.
<< Forse c’è qualcosa che potrebbe fare al caso vostro. >> disse l’Hokage.
Naruto si illumino in meno di un secondo.
Finalmente qualcosa di serio! Evvai!
Sasuke accennò un sorriso.
Finalmente qualcosa dove poteva far valere le sue capacità.
Hinata era leggermente preoccupata, ma se Naruto ne era così contento come avrebbe potuto opporsi?
E poi, sarebbe stata una decisione dell’Hokage, quindi non poteva opporsi per principio.
Kakashi non sapeva se essere orgoglioso o terrorizzato.
Capiamoci, era contento che il suo team potesse mettersi alla prova, ma sapeva benissimo che una missione di livello C poteva avere varie insidie. Poi, era anche facile che sorgessero complicazioni inaspettate e allora la cosa si faceva veramente pericolosa.
Ce l’avrebbe fatta a proteggere tutti e tre i suoi allievi?
Se, per pura disgrazia, avesse perso Naruto non se lo sarebbe mai perdonato. Non avrebbe mai più potuto tenere degli allievi o anche solo essere un ninja. Che persona è chi non riesce a proteggere nemmeno la sua famiglia?
Se, invece, avesse perso Sasuke, Itachi avrebbe reclamato il suo scalpo con molta probabilità e, quasi sicuramente, Naruto avrebbe vissuto nei sensi di colpa insieme a lui. Questo nella migliore delle ipotesi ovviamente.
Se avesse perso Hinata invece …
Il padre della ragazza, Hiashi Hyuga, non sembrava considerarla minimamente. Nonostante fosse la primogenita, e diretta erede del clan Hyuga, l’uomo sembrava non volerla riconoscere nemmeno come figlia. Come se si vergognasse di lei.
Va bene, era fin troppo timida e un po’ insicura, ma lui era fin troppo rigido con lei.
Kakashi sospettava che se la ragazza fosse morta, l’uomo non avrebbe versato molte lacrime per lei.
Forse si sarebbe dispiaciuto per l’evento, ma si sarebbe ripreso in fretta.
Al contrario della sorella di Hinata che ne sarebbe uscita praticamente distrutta.
Alla fine il copy-ninja decise che, prima di fasciarsi la testa, avrebbe ascoltato in cosa consisteva la missione.
Poi avrebbe deciso cosa fare.
<< Ci sarebbe una missione di livello C che potrei affidarvi. Consiste nello scortare il signor Tazuna fino al suo villaggio nel Paese delle Onde e restare con lui finché non ha completato la costruzione del ponte a cui sta lavorando. Accettate? >> fece l’Hokage rivolto a tutto il team 7.
Naruto annuì energicamente con la testa.
Sasuke si limitò ad un cenno di assenso con il capo.
Hinata disse un sì timido.
Mancava solo Kakashi.
<< Capitano Kakashi, lei cosa ne dice? >> chiese l’Hokage.
Se Kakashi diceva di no, i ragazzi potevano dire di no alla loro missione di livello C.
Naruto guardò supplicante il padre con sguardo da cucciolo abbandonato.
Aveva imparato presto che, se sfoggiava quel tipo di sguardo, il ninja non resisteva a tale tenerezza e gli diceva sì a qualsiasi sua richiesta.
Molto stranamente però, a differenza di tutti i bambini di questo mondo, non ne aveva approfittato.
Il più delle volte bastava chiedere e Kakashi, se doveva dire di no, gli spiegava anche il perché non poteva esaudire il suo desiderio.
E poi, molte volte, l’uomo riusciva a raggirarlo senza problemi quindi anche quello sguardo qualche volta aveva fallito.
Ma in questo caso era diverso.
Naruto voleva con tutte le sue forze quella missione e, questa determinazione, la si vedeva bene nel suo sguardo.
Kakashi considerò brevemente cosa sarebbe potuto succedere se avesse rifiutato.
Naruto si sarebbe lamentato a tempo indeterminato, Sasuke, probabilmente, gli avrebbe dato man forte e Hinata sarebbe l’unica che sarebbe restata tranquilla.
Avere a che fare con Naruto e Sasuke che fanno fronte comune per rompergli le scatole a tempo indeterminato? No, sarebbe finito in manicomio molto presto.
Meglio accettare e sperare che andasse tutto bene.
Anche perché, prima o poi, una missione così sarebbe capitata lo stesso. Tanto valeva prendere questa e mettersi l’anima in pace.
<< Va bene. Quando dobbiamo partire? >> chiese Kakashi ignorando i salti di gioia del figlio.
Possibile che avesse sempre così tanta energia?
A volte si chiedeva da dove la tirasse fuori.
Non riusciva proprio a capirlo.
<< Partirete domani mattina. Fatevi trovare alle porte del villaggio per le 9 di mattina. >> disse il Terzo prima di congedarli.
Il team 7 se ne andò e i vari membri tornarono alle loro abitazioni per preparare lo zaino con il necessario per la missione.
Naruto era letteralmente al settimo cielo.
Kakashi un po’ meno, ma sperava con tutto il cuore che tutto quanto andasse bene.
Se fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
*****
La mattina successiva tutti i componenti del team 7 arrivarono puntuali.
Sì, anche Kakashi.
Non ve lo aspettavate vero?
Diciamo solo che Naruto l’ha letteralmente buttato fuori di casa a calci e trascinato per tutto il tragitto pur di arrivare in orario.
Quella sarebbe stata la prima e ultima volta che l’avrebbe fatto.
Un Kakashi puntuale equivale ad un Kakashi irritato e con un Kakashi irritato è meglio non averci a che fare.
Il giovane gennin lo imparò a sue spese quella mattina e, si ripromise, non avrebbe mai più costretto il padre ad arrivare in orario.
Mai più.
Poco ma sicuro.
Naru: scusi autrice …?
Naruto mi interrompe mentre sto cercando di capire come risolvere la questione: chi cerca di fermare Sasuke quando vuole lasciare il villaggio? Lista delle possibilità: Itachi, Sakura, Hinata, Naruto e Kakashi. E per ognuno di loro mi nascono problemi quindi sono leggermente seccata.
Io: dimmi Naruto, che c’è?
Naru: Sasuke si è mostrato veramente d’accordo con me?
Io rileggendo il capitolo: mi sembra di essere stata abbastanza chiara.
Sasu: sì Naruto, sì. L’ho fatto. Autrice, ma dovevo proprio?
Io: senti, papera, smettila di lamentarti e fa quello che dico. Ora, se mi scusate, torno al mio lavoro.
L’autrice se ne torna sui suoi fogli borbottando.
Naru: quindi ora sei mio amico Sasuke?
Sasu: non pensarci nemmeno. Neanche dopo morto.
Naru: ma perché no?!
Sasu: perché no. Punto. Sei una palla al piede. Mi daresti solo fastidio.
Hinata timida timida: Sasuke-kun, non trattare così Naruto-kun.
Naru: grazie Hinata-chan! Almeno qualcuno che mi capisce!
Naruto abbraccia Hinata e la poverina mi sviene.
Naru: ma che cosa …?!
Io: senti Naruto, fa funzionare quel povero neurone. Le sue vacanze dovrebbero essere finite. Sasuke, se devi rompere vai da un’altra parte. Ora, per favore, fatemi lavorare in pace.
Tutti (tranne Hinata che è ancora svenuta): va bene
E se ne vanno.
Io: beato silenzio!
Naruto e Sasuke iniziano a urlasi contro fuori dalla stanza.
Io sconsolata: come non detto.
Me ne torno al lavoro sperando che la finiscano presto.
Ma che ho fatto di male per meritarmi questo?
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Capitolo 6 *** Capitolo 5 ***
Ed eccomi con il quinto capitolo! Sono proprio un lampo accidenti!
Mi sento molto soddisfatta di me stessa. J
J
Bene, si parte per la missione di livello C! E arrivano i fratelli diavolo della Nebbia L
Sempre qualcuno che spacca le palle, vero?
Comunque, ci saranno anche 1 momento in cui mi è venuto il magone solo a scriverlo. Mamma mia, è stato veramente complicato scriverlo.
Tranquilli! Nessun morto!
Mi servono ancora tutti vivi. Perfino la papera (alias Sasuke).
Vi auguro buona lettura e mi raccomando: lasciate un commento!!!
Iaele
CAPITOLO 5
Quando i componenti del team 7 arrivarono alle porte del villaggio incontrarono l’uomo che dovevano scortare: il signor Tazuna.
L’uomo era un signore anziano con la barba che indossava abiti semplici e dei sandali.
Quando Hinata e Sasuke videro arrivare Naruto e Kakashi in orario rimasero basiti.
Kakashi?
In orario?
Il mondo si era capovolto e loro non lo sapevano?
Perfino Sasuke aveva abbandonato la sua faccia composta e ora aveva la mascella che arrivava quasi a terra per la sorpresa.
Hinata invece era completamente sconvolta.
Talmente sconvolta che si dimenticò di arrossire quando Naruto la salutò.
<< Come mai quelle facce? Che avete? >> chiese il signor Tazuna non capendo il motivo della loro sorpresa.
<< Kakashi-sensei … lei … in orario … è un sogno … >> balbetto Hinata per la sorpresa.
<< Non è possibile … >> si limitò a dire Sasuke.
Il moro aveva il dono della sintesi.
Possibile che non sapesse dire più di tre parole senza essere incazzato?
Evidentemente sì.
<< Vi conviene non farne parola con nessuno o tornate seduta stante in accademia, ci siamo capiti? - fece minaccioso ai due ragazzi per poi rivolgersi a Naruto - E tu, signorino, rifai un’altra volta quello che hai combinato stamattina e non sarai al sicuro nemmeno all’inferno, chiaro il concetto?! >> disse terrorizzando in biondo.
Il povero Naruto chiese perdono in tutti i modi possibili e promise che non lo avrebbe più fatto. Neanche sotto minaccia.
Se quello era il Kakashi puntuale, meglio che arrivasse anche con un giorno di ritardo.
Così faceva paura!
Il signor Tazuna rinunciò a chiedere spiegazioni.
Se il ninja era così furibondo era meglio non mettersi in mezzo.
<< Andiamo? >> disse solamente.
Kakashi fece segno di sì e il gruppetto si avviò in silenzio.
Sasuke e Hinata non sapevano se parlare o no. Avevano paura di irritare ancora di più Kakashi e, se di solito era severo, non volevano che diventasse peggio.
Tazuna non voleva impicciarsi nei loro affari, doveva già fare in modo che non scoprissero che li aveva imbrogliati, quindi meglio non discutere.
Naruto invece era un altro paio di maniche.
Non credeva che suo padre si arrabbiasse così tanto solo perché, per una volta, lo aveva fatto arrivare in orario.
Gli aveva solo manomesso la sveglia, che cavolo!
Va bene, aggiungiamo che dopo l’aveva, quasi letteralmente, trascinato per arrivare alle porte del villaggio in orario, ma non gli sembrava il caso di arrabbiarsi così.
Lui voleva solo fare bella figura, che c’era di male?
Infondo era la prima missione seria e Kakashi era suo padre.
Se fosse arrivato in ritardo si sarebbe vergognato a morte.
“Forse ho affrontato la cosa nel modo sbagliato. Forse dovrei parlargli” pensò Naruto.
Il neurone vacanziero era tornato e si era messo al lavoro. Speriamo duri più di prima.
Il biondo rallentò il passo per restare indietro volutamente.
Kakashi se ne accorse e si fermò per aspettarlo.
Rimase un po’ sorpreso a vedere l’espressione abbattuta del figlio.
Forse aveva un po’ esagerato con lui.
La ramanzina se la meritava, forse però aveva calcato un po’ troppo la mano.
<< Naruto, tutto ok? >> chiese gentilmente.
Naruto lo guardò per un attimo leggermente stupito.
Non era arrabbiato?
<< Non sei arrabbiato vero? >> gli chiese riprendendo a camminare.
I due rimasero qualche passo dietro agli altri per fare in modo che non li sentissero.
Certe conversazioni era meglio se rimanevano private.
Soprattutto se si trattava di conversazioni del genere padre-figlio.
<< No, non sono arrabbiato. Direi solo irritato. Perché hai fatto quello che hai fatto stamattina? >> gli chiese Kakashi cercando di capire.
<< Papà io … >> provò a dire Naruto, ma aveva paura che il genitore lo considerasse uno stupido.
<< Naruto, puoi dirmi tutto, lo sai. Qualsiasi cosa tu voglia dirmi, puoi farlo. Prometto che non mi arrabbierò e che non ti giudicherò, ok? Hai la mia parola. >> cercò di tranquillizzarlo Kakashi.
Aveva capito che il figlio voleva dirgli qualcosa ma che si vergognava.
Voleva che si sentisse a suo agio con lui.
Non voleva che il figlio avesse dei segreti con lui.
Lui, l’unico segreto che aveva con lui, a parte alcune parti del suo passato molto dolorose, era quello che il Terzo Hokage aveva vietato a chiunque di dire al biondo.
<< Papà, io … scusa se stamattina ti ho fatto dannare è solo che … solo che … >> Naruto non sapeva proprio come dirglielo.
Non sapeva da che parte cominciare e neanche che parole usare.
Possibile che non ci fosse una cosa che gli venisse bene al primo colpo?!
<< Solo che cosa? Guarda che, anche se è una cosa ridicola, non ti prenderò in giro. Voglio solo capire. Tutto qui. >>
<< Ok. Il fatto è che se fossi arrivato in ritardo mi sarei vergognato da morire. Un conto è quando arrivi in ritardo con me, Hinata e Sasuke, ma con il signor Tazuna … >> fece Naruto facendosi coraggio e diventando rosso pomodoro.
Kakashi rimase stupito.
Non immaginava che per il figlio fosse una cosa così importante.
Ciò non toglieva però che avesse agito nel modo sbagliato, sia chiaro. Però ora riusciva a capire perché l’avesse fatto.
<< Senti, piccolo … >> cominciò, ma fu interrotto.
<< Non chiamarmi così! >> si arrabbiò Naruto. Odiava quando lo chiamava piccolo.
Aveva 12 anni che cavolo!
Non era più un bambino!
<< Va bene, va bene. Non ti chiamo più così. - Naruto sbuffò. Non ci avrebbe creduto neanche se lo avesse visto. - Comunque ascolta. Potevi dirmelo che per te era così importante, avrei capito. Avrei fatto uno sforzo. Hai sbagliato ad agire come hai fatto, anche se era per un buon fine. La prossima volta dimmelo, va bene? Vedrò di fare del mio meglio, ma non aspettarti granché, ok? >> gli disse cercando di non essere troppo severo, ma neanche troppo accondiscendente.
Insomma, era un genitore!
Rincuorato Naruto si aprì in un sorriso allegro e abbracciò Kakashi.
<< Ti voglio bene papà! >> disse il biondo.
Il copy-ninja ricambiò l’abbraccio sussurrando al figlio un << Pure io ti voglio bene >>
L’abbraccio non durò a lungo perché Kakashi spinse via violentemente il figlio prima di essere intrappolato da delle catene lanciate da due ninja del Villaggio della Nebbia.
Che ci facevano lì?
Che cosa volevano da loro?
Sasuke e Hinata si accorsero quasi istantaneamente dell’accaduto e si prepararono ad aiutare il loro maestro.
Hinata si piazzò davanti al signor Tazuna mentre Sasuke si mise in posizione d’attacco.
Naruto, invece, era paralizzato dalla paura.
Suo padre era caduto in una trappola per salvarlo e lui non riusciva a muovere un muscolo.
Ma cosa gli prendeva?
Doveva aiutare il padre accidenti!
Perché non riusciva a muoversi?!
Doveva aiutare lui e i suoi compagni!
Che cosa gli stava succedendo?
I due ninja nemici approfittarono per colpire Kakashi che, colto di sorpresa, finì disteso a terra in una pozza di sangue.
I ragazzi non fecero in tempo a realizzare cos’era successo che uno dei sue ninja si diresse verso Hinata e il signor Tazuna mentre l’altro verso Sasuke.
Quando Naruto vide che Hinata era in pericolo si riscosse dalla sua paralisi e si frappose fra lei e il suo aggressore.
Sasuke riusciva a tenere testa all’altro ninja ma non ce l’avrebbe fatta ancora a lungo.
Poi, non si sa come, intervenne Kakashi che stese i due ninja in un paio di colpi.
I ragazzi guardarono dove prima c’era il corpo di Kakashi e lo videro sparire in una nuvoletta di fumo.
Era una copia!
Cioè, loro avevano rischiato un infarto per una copia?
Ma il loro maestro era impazzito?!
Come cavolo gli era saltato in mente di fare una cosa del genere?!
Il più sconvolto era Naruto.
Per un momento aveva creduto di aver perso l’unico punto di riferimento della sua vita. L’unica persona che, era sicuro, non lo avrebbe mai abbandonato.
Come si era permesso di fargli prendere uno spavento simile?
Come?!
Questi erano i pensieri che giravano per la mente di un Naruto ancora sotto shock.
Kakashi intanto legò i due ninja ad un albero assicurandosi che il nodo tenesse bene.
Sapeva di aver sconvolto il figlio, ma ci avrebbe pensato dopo.
Ora doveva parlare con il signor Tazuna.
<< Come hai fatto a capire che avremmo attaccato? >> chiese uno dei ninja legati all’albero.
<< Una pozzanghera dopo giorni che non piove desta parecchi sospetti. >> rispose Kakashi.
Il copy-ninja guardò il figlio con la coda dell’occhio. Sapeva che prima o poi sarebbe esploso, ma sperava vivamente dopo che lui avesse parlato con Tazuna.
<< Ma se l’aveva capito, perché gli ha permesso di attaccare? >> chiese Tazuna.
<< Perché volevo capire chi era il vero obiettivo. Noi o lei. Alla fine si è rivelato lei. La mia domanda ora è: perché ha mentito sulla pericolosità della missione? Sono sicuro che abbia delle buone ragioni, ma noi non possiamo agire imbrogliando. Questa è una missione di livello B e va oltre la nostra preparazione. >> disse Kakashi.
<< Capisco. Purtroppo ho dovuto mentire perché non ho soldi a sufficienza per una missione di livello B. Se volete andarvene siete liberi di farlo, ma se io non dovessi riuscire a tornare a casa, cosa ne sarà del mio nipotino? Resterà solo e non ha nessun altro. Povero nipotino mio! >> Tazuna provò a giocare la carta del senso di colpa.
Kakashi dovette ammettere che il vecchio ci sapeva fare.
Giocare la carta dei possibili sensi di colpa.
Doveva proprio fargli i complimenti, ottima tattica.
Però non poteva mettere in pericolo il suo team, soprattutto suo figlio.
<< Kakashi-sensei >> lo chiamò Hinata.
<< Sì, dimmi Hinata. >> le rispose credendo di sapere già la risposta.
<< Kakashi-sensei, credo che dovremmo aiutare lo stesso questo signore. >> disse la ragazza cercando di non balbettare. La storia di Tazuna le aveva fatto pena.
Lo disse in poco più di un sussurro ma Kakashi la sentì benissimo.
E la sentì anche Sasuke.
<< Sono d’accordo con lei. >> disse.
Voleva mettersi alla prova e quale occasione migliore di questa?
<< Naruto? >> chiamo Kakashi.
Se anche lui era d’accordo non avrebbe avuto altra scelta se non quella di continuare la missione.
Peccato che il figlio scelse proprio quel momento per esplodere.
<< COME TI SEI PERMESSO?! COME HAI OSATO?! MI HAI FATTO VENIRE UN INFARTO! HO CREDUTO DI AVERTI PERSO! MI SONO SENTITO COME SE QUALCOSA MI SI FOSSE SPEZZATO DENTRO! SAI COME MI SONO SENTITO?! LO SAI?! Lo sai? Lo … >> Naruto fu incapace di proseguire.
Le lacrime gli rigavano il volto come un fiume in piena e lui non riusciva a fermarle.
Per quell’attimo, in cui credette che il padre fosse morto, si era sentito morire dentro.
Chi si sarebbe preso cura di lui?
Chi lo avrebbe consolato?
Chi lo avrebbe protetto dall’odio del villaggio?
Vero che aveva anche Itachi, Sasuke e Iruka, ma non era la stessa cosa.
Itachi era quasi sempre in missione.
Sasuke lo avrebbe mandato a quel paese per seguire la sua vendetta.
Iruka avrebbe fatto del suo meglio, ma lui vedeva come una sorta di fratello maggiore. Non era la stessa cosa di avere un padre.
<< Naruto-kun … >> lo chiamò Hinata triste.
Non capiva come mai Naruto avesse reagito così.
Cos’era che lo legava così tanto al loro sensei?
Credo che qui sia d’obbligo aprire una piccola parentesi.
Vi chiedete come mai Hinata non sappia nulla vero?
La cosa è abbastanza semplice.
Tutti, Hiashi compreso, preferiscono ignorare il fatto che Kakashi abbia cresciuto Naruto.
Preferiscono far finta di nulla perché, ammettere che Kakashi e Naruto sono come una famiglia, sarebbe come ammettere i loro pregiudizi e di conseguenza i loro sbagli.
In più c’è il fatto che Kakashi e Naruto si erano visti poco insieme per il villaggio, a causa delle missioni del primo, quindi per Hinata è normale non capire la reazione del biondo.
Sasuke, invece, conoscendo il legame che c’era tra i due, erano cresciuti insieme accidenti, si era aspettato una qualche reazione isterica da parte del compagno di squadra.
Ad esserci sinceri pensava che avrebbe preso a pugni Kakashi visto che il più delle volte agiva senza pensare.
Questa reazione lo aveva lasciato stupito.
Kakashi, non riuscendo a vedere il figlio in quelle condizioni, lo abbracciò stringendolo forte al petto ignorando cosa potessero pensare gli altri.
In quel momento suo figlio aveva bisogno di lui, al diavolo gli altri.
<< Calmati Naruto. Sono qui, va tutto bene. Sto bene. Calmati ora. >> continuava a ripetergli accarezzandogli i capelli con dolcezza.
Naruto si strinse ancora di più a Kakashi.
Voleva la prova che l’uomo fosse lì, che fosse reale, che fosse vivo.
Aveva bisogno della prova che non fosse impazzito.
Aveva bisogno della prova che non fosse un sogno, che fosse tutto reale.
Che suo padre era lì e che non l’avrebbe lasciato.
Kakashi sembrava comprendere quello che provava Naruto così gli permise di sfogarsi quanto voleva.
<< Kakashi-sensei … >> sussurrò Hinata.
<< Hinata, lasciali stare. >> disse Sasuke.
Perfino un ghiacciolo come lui capiva che i due avevano bisogno di un momento da soli.
<< Ma … >> provò la ragazza.
<< Hinata, se vorranno dirtelo te lo diranno. Io ti dico solo che, per Naruto, Kakashi è la cosa più importante che ci sia. Se lo perdesse il suo mondo si sgretolerebbe in un attimo. >> continuò Sasuke.
Riusciva a capire il compagno perché, quello che lui aveva provato per un attimo, lui l’aveva provato la notte in cui la sua famiglia e il suo clan erano stati sterminati.
L’unica cosa che gli rimaneva era Itachi.
Se avesse perso anche lui, non sapeva cosa avrebbe fatto.
Probabilmente sarebbe impazzito.
“Che Itachi abbia ragione sulla vendetta? No, non può essere come dice lui. Non può.” si ritrovò a pensare mentre osservava Naruto e Kakashi.
<< Ascolta il tuo amico, ragazza. Hanno bisogno di un momento per loro. >> disse Tazuna intuendo, dalle parole di Sasuke, il rapporto che c’era tra i due.
A prima vista non sembravano imparentati, ma neanche Inari lo sembrava con quello che considerava suo padre prima che l’uomo venisse ucciso dai sottoposti di Gato.
Da allora, il piccolo Inari, era cambiato.
Non era più allegro e spensierato come un tempo. Si era chiuso in se stesso.
Il signor Tazuna capiva quello che Naruto aveva provato perché l’aveva provato anche il suo adorato nipotino.
Per fortuna a Naruto non era andata come ad Inari.
Piano piano Naruto si stava calmando.
Dopo un po’ le lacrime non scesero più dai suoi occhi mentre si limitava solo a tirare su con il naso.
<< Tieni, soffiati il naso. >> fece Kakashi allungando un fazzoletto.
Naruto prese il fazzoletto che gli veniva allungato e si soffiò il naso per poi asciugarsi le ultime lacrime.
<< Non farmi mai più una cosa del genere, ti prego. Mai più. >> sussurrò Naruto.
<< Naruto lo sai che … >> provò a spiegargli Kakashi ma venne interrotto.
<< Ti prego! >> lo supplicò il figlio.
L’uomo guardò il figlio e vide paura nei suoi occhi.
Una paura folle di perderlo.
Di perdere lui, Kakashi, l’uomo che considerava suo padre.
Paura di perdere un punto di riferimento importante.
Paura di perdere quello che era il suo mondo.
Kakashi sapeva che non avrebbe potuto mantenere la promessa che il figlio gli chiedeva.
Lo sapeva eppure non riusciva a trovare il mondo per sfuggire a quella supplica muta che arrivava dal fondo di quegli occhi color del cielo.
Non solo non ci riusciva, ma si ritrovò a non volerlo neanche fare.
Voleva fare quella promessa.
Voleva legarsi con quella catena.
Quella catena che gli avrebbe dato un motivo in più per lottare.
Un motivo in più per vivere.
Un motivo in più per tornare a casa alla fine di una missione.
Si abbassò sui talloni fino a che il suo viso non raggiunse l’altezza di quello di Naruto.
<< Te lo prometto. >> sussurrò abbracciandolo di nuovo.
Naruto scoppiò di nuovo in lacrime, di sollievo questa volta.
Ora era sicuro che non sarebbe successo nulla a suo padre.
Lui manteneva sempre le promesse e avrebbe mantenuto anche questa.
Ne era sicuro.
<< Bene. Ora abbiamo bisogno della tua opinione. >> fece Kakashi rialzandosi.
Naruto lo guardò perplesso.
<< La missione è passata da livello C a livello B e noi dovremmo abbandonare. Il signor Tazuna però ha bisogno di aiuto e non può pagare una missione di livello B. lo vogliamo aiutare? >> chiese il copy-ninja al figlio.
Naruto ci pensò su un attimo prima di arrivare alla risposta.
<< Sì. Dobbiamo aiutarlo! >> disse.
<< Va bene allora. Signor Tazuna, l’aiuteremo. Ora riprendiamo il cammino. >> fece Kakashi rimettendosi in marcia.
<< Grazie mille a tutti >> disse Tazuna colpito.
Si aspettava che lo lasciassero lì e tornassero indietro, soprattutto dopo aver visto la reazione del biondo.
Non si aspettava che quel ragazzino lo volesse aiutare nonostante lui avesse messo in pericolo la vita di colui che considerava suo padre.
Quanta forza doveva avere quel ragazzino?
Quanto doveva essere grande il suo cuore?
<< Ehi, biondino, perché mi vuoi aiutare? Ho messo in pericolo il tuo maestro, perché lo fai? >> gli chiese.
<< Perché lei ha bisogno d’aiuto e i ninja devono aiutare le persone, no? >> rispose Naruto con un sorriso.
Sì, quel ragazzo sarebbe diventata proprio una brava persona.
Sasu: perché continui a chiamarmi papera?! Ho un nome sai?!
Io: ti sei mai guardato seriamente allo specchio? La tua acconciatura sembra il didietro di una papera. Ringrazia che non ti chiami papera spennacchiata invece.
Naruto e Itachi scoppiano a ridere di gusto.
Ita: di questo non me ne ero mai accorto. Grazie per avermelo fatto notare autrice.
Io: figurati. E poi mi stupisco del fatto che tuo fratello non si sia mai accorto di nulla. Per me le ragazze lo fissano per cercare di capire se in testa ha una papera vera.
Naruto e Itachi si piegano in due dalle risate.
Sasu (offeso): autrice, ma ti diverti a prendermi per il culo?
Io: secondo te, se non mi divertissi, lo farei?
Sasuke si ritira in un silenzio offeso in un angolo della stanza tenendo il muso.
Naruto e Itachi ormai piangono dalle risate.
Sasu: ma guarda che razza di fratello! Neanche mi difende! Tsk!
Ita: finché sei così orgoglioso e permaloso non posso neanche tentare di difenderti. Ti offenderesti ancora di più.
Sasu: Tsk! Fratello degenere.
Io: Sasuke, sei tu che non sai stare agli scherzi. Ed è proprio per le tue reazioni che è bello farteli.
Sasu: Tsk!
Io: vabbè, lasciamo perdere. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che lasciate un commentino. Grazie.
L’autrice se ne va sperando che Naruto non chieda spiegazioni su quello che c’è scritto in questo capitolo ma deve aver fatto male i conti con la sua sfortuna.
Naru (dopo aver riletto il capitolo): AUTRICE!!!!!!! (infuriato)
L’autrice scappa prima di prendersi un rasengan.
Se non mi vedete tornare sapete perché.
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Capitolo 7 *** Capitolo 6 ***
Ecco il sesto capitolo. Visto? Naruto non mi ha preso!!
Vi avverto fin da ora: domani ho l’esame di chimica organica quindi è molto probabile che non posti. Se dovessi postare lo farò in serata se riesco.
In caso contrario posto direttamente mercoledì. Siete avvertiti.
Questo capitolo è stato veramente complicato da scrivere.
Sapete quando sapete cosa dovete scrivere ma non sapete come farlo in modo che risulti comprensibile? Bene, mi è successo con questo capitolo.
Spero che sia uscito almeno decente.
Vi auguro buona lettura e mi raccomando RECENSITE!!!!
Iaele
CAPITOLO 6
Per tutto il viaggio fino al Paese delle Onde, Naruto non si scollò neanche un attimo da Kakashi.
La paura che aveva provato durante l’attacco dei fratelli diavolo non era ancora passata e stare vicino al padre lo rassicurava.
Kakashi dovette spiegare il suo rapporto con Naruto a Hinata e al signor Tazuna omettendo chi fossero i veri genitori di Naruto e omettendo anche il fatto che fosse il Jinchuriki del Kyuubi.
Tazuna scoprì che le sue ipotesi erano giuste e fu contento di vedere che tra Naruto e Kakashi un legame così forte.
Hinata era rimasta sorpresa invece.
Perché l’Hokage aveva messo nello stesso team padre e figlio?
Non aveva paura che facesse favoritismi?
Non che fin’ora Kakashi ne avesse fatti.
Per quanto possibile cercava di evitarli, anche per un senso di correttezza.
Però conosceva bene il figlio e sapeva i suoi limiti meglio di quelli degli altri anche se, qualche volta, era costretto a rivederli perché Naruto decideva di volerli superare.
La cosa strabiliante è che ci riusciva!
Quindi, ogni volta, Kakashi doveva riprendere le misure.
<< Kakashi-sensei, posso chiederle una cosa? >> disse Hinata alla fine delle sue riflessioni.
Il copy-ninja credeva di sapere la domanda che gli sarebbe stata rivolta dalla ragazza e dovette ammettere che era una domanda giustificata.
<< Dimmi pure >> rispose.
<< Perché hanno messo lei in questo team? Di solito non si mettono due persone con un legame così forte nello stesso team. Gli altri potrebbero pensare che lei faccia favoritismi. >> disse la ragazza con un certo imbarazzo.
Accusare, anche se non esplicitamente, il proprio maestro di favoritismo la metteva a disagio. Soprattutto perché la cosa non era assolutamente vera.
Kakashi non aveva mai fatto favoritismi per Naruto, anzi! Lei aveva il dubbio che con lui ci andasse anche un po’ più pesante che con lei e Sasuke.
No, Kakashi non faceva decisamente favoritismi.
<< In effetti la cosa incuriosisce anche me >> fece Tazuna.
Anche lui trovava strana una cosa del genere.
Forse, però, lui la vedeva in modo diverso da Hinata. Lei pensava agli allenamenti mentre lui all’ipotetica situazione di una missione finita male.
Vedere un compagno di squadra morire è una cosa che ti segna per la vita, ma vedere la persona più importante per te morire è un altro paio di maniche.
Ti devasta, ti spezza dentro, ti distrugge psicologicamente.
Ti lascia dei sensi di colpa talmente grandi che possono portare a compiere gesti estremi.
<< Hai ragione Hinata, di solito non si fa così. Questa volta però l’Hokage non ha avuto molta altra scelta. Sono sicuro che hai notato come tutti trattano Naruto, vero? Cosa sarebbe successo se un qualsiasi altro jonin fosse venuto al posto mio? Prova a pensarci un attimo. Per Naruto sarebbe stato l’inferno. Ignorato nel migliore dei casi e massacrato con allenamenti impossibili nel peggiore. Vuoi pensare alle missioni? Quanti l’avrebbero salvato prima? Nessuno. Hai capito adesso? >> provò a spiegarle.
<< Ma lui non ha fatto nulla!!! >> protestò la ragazza.
Il suo Naruto-kun non aveva fatto mai del male a nessuno.
Qualche scherzo certo, ma niente di irreparabile o dannoso per gli altri.
<< Questo lo so. >> si limitò a rispondere Kakashi.
Non poteva dire che Naruto aveva in se lo spirito della Volpe e non poteva certo spiegare che gli abitanti del villaggio non avevano ancora superato il trauma di quella notte.
Troppe persone avevano perso degli affetti cari e, non potendo scaricare la rabbia e la frustrazione sulla Volpe, la scaricavano su chi aveva il compito di contenerla.
Se, al posto di Naruto, ci fosse stato qualcun altro, con un carattere più incline alla vendetta e all’odio, a quest’ora del villaggio ci sarebbero solo macerie.
Peccato che nessuno volesse rendersene conto.
<< Ma … >> provò a insistere lei.
C’era qualcosa che il sensei non voleva dirle, lo capiva, lo sentiva, ne era sicura.
Il problema era: cosa non voleva che si sapesse?
Cosa c’era di così pericoloso in quella verità nascosta?
<< Ma niente Hinata. Accetta la spiegazione che ti ho dato e basta. Non mi è permesso dire di più. >> la interruppe Kakashi.
Non solo non poteva dire di più, non voleva proprio dire di più.
Qualsiasi cosa pur di non far soffrire Naruto.
E, per ora, era meglio che non sapesse nulla sul suo stato di forza portante.
Ne sarebbe uscito letteralmente sconvolto.
<< Papà, cosa intendi? >> chiese Naruto.
Del nostro biondino possiamo dire tutto ma non che non capisca quando qualcuno gli nasconde qualcosa.
Purtroppo per Kakashi il nostro biondino riconosceva al volo quando qualcuno voleva nascondergli qualcosa.
<< Niente Naruto. Ne parliamo quando torniamo a casa ok? >> provò a sviare il discorso l’adulto.
<< Va bene >> disse Naruto mettendo il broncio.
“Se una volta a casa non mi dici nulla giuro che ti darò il tormento finché non mi dirai tutto. Garantito.” pensò il biondo.
“Una volta tornati a casa mi sa che dovrò dirgli tutto al riguardo della Volpe. Speriamo non la prenda male” pensò invece Kakashi leggermente preoccupato.
Intanto il viaggio proseguiva.
Il signor Tazuna chiese ai ragazzi perché erano diventati ninja e quali fossero i loro sogni.
Inutile dire che Hinata, alla seconda domanda, divenne rosso pomodoro e svenne per l’emozione e l’imbarazzo.
Certo che certe abitudini sono proprio dure a morire.
Sasuke alla seconda domanda fece scena muta. Cosa gliene importava a quel vecchietto di quello che voleva fare lui nella vita?
E poi non vedeva perché doveva metterlo al corrente dei suoi piani.
Lui faceva quello che voleva senza l’aiuto di nessuno.
Naruto, invece, espose esultante il suo sogno di diventare Hokage per essere rispettato da tutto il Villaggio della Foglia.
<< Ancora con questi sogni infantili baka? >> chiese Sasuke ironico.
<< Fatti i fatti tuoi teme! Diventare Hokage è il mio sogno e non permetterò a nessuno di impedirmi di realizzarlo chiaro?! >> gli rispose Naruto arrabbiato.
Eh sì gente, Naruto era ed è una testa calda.
Probabilmente resterà così per tutta la vita.
I due iniziarono a litigare e presto Naruto dimenticò il fatto che il padre gli nascondesse qualcosa.
Il viaggio stava proseguendo tranquillo.
*****
Quello che si sperava fosse un viaggio senza più scocciature di sorta non si rivelò per niente tale.
Una volta arrivati nel Paese delle Onde il gruppetto fu attaccato da Zabusa Momochi, detto anche il diavolo della nebbia. Un ninja traditore del Villaggio della Nebbia.
Anche lui era stato assoldato da Gato per fermare la costruzione del ponte del signor Tazuna.
Kakashi, riconoscendo che l’avversario era troppo forte per i suoi allievi, li mise di guardia a Tazuna mentre lui avrebbe combattuto con il ninja traditore.
Per fare prima scoprì l’occhio con lo sharingan lasciando Sasuke leggermente stupefatto.
Come faceva Kakashi ad avere lo sharingan se non era neanche un Uchiha?
Come se lo era procurato?
Decise che ci avrebbe pensato dopo, ora avevano un problema da risolvere.
Zabusa, per impedire l’utilizzo dello sharingan a Kakashi, evocò una fitta nebbia usando la tecnica del velo di nebbia.
In questo modo, anche se il copy-ninja aveva lo sharingan, non poteva usarlo per individuarlo e anticiparlo.
Peccato che non avesse fatto i conti con l’abilità della piccola Hinata, il Byakugan.
<< Sasuke calmati, se ti fai prendere dal panico è peggio - disse Kakashi al moro che, si poteva dire, non era proprio il ritratto della calma - Hinata, usa il Byakugan per impedire che Zabusa si avvicini e vi prenda di sorpresa. Conto su di te. Mi raccomando. >> fece Kakashi ai suoi allievi mentre si concentrava per trovare l’avversario in quel mare di nebbia.
La ragazza annuì e attivò la sua arte oculare pronta ad attaccare in caso di necessità.
Naruto,da parte sua, stava facendo di tutto per rimanere calmo e non farsi prendere dal panico.
Si conficcò le unghie nei palmi per cercare di scacciare quell’ansia che lo aveva assalito.
La cosa sembrò funzionare. L’ansia c’era ancora ma non stava degenerando in attacco di panico e la cosa lo consolò un attimo.
All’improvviso Hinata, senza avvertimento, si girò su se stessa e colpì Zabusa, che era piombato tra loro in assoluto silenzio, con un colpo di Juken* per piazzato.
L’avversario, sorpreso, non riuscì a schivare il colpo e fu costretto a ritirarsi in mezzo alla nebbia.
<< Come hai fatto mocciosa? >> chiese tra il sorpreso e l’irritato.
Nessuno era mai riuscito a colpirlo in quella nebbia.
Nessuno.
Mai.
Che dire, c’è sempre una prima volta per tutto.
<< La ragazza ha il Byakugan, Zabusa. Non credo che tu riuscirai ad avvicinarti ai miei allievi senza che lei lo scopra. Battiti con me. >> disse Kakashi cercando di capire da dove venisse la voce del nemico.
<< Accidenti! >> Zabusa maledì quella dannata abilità oculare che può vedere tutto.
Con un possessore di Byakugan non c’era posto dove potevi nasconderti. Ti avrebbe trovato in ogni caso.
Non poteva avvicinarsi ai ragazzi ma poteva provare a prendere Kakashi di sorpresa.
Se sistemava lui i ragazzi sarebbero caduti nel panico e lui avrebbe avuto gioco facile.
Sì, come piano poteva anche funzionare.
Che i giochi abbiano inizio.
*****
Il team 7, più il signor Tazuna, erano appena arrivati a casa di quest’ultimo e si affrettarono a distendere Kakashi su un futon* per farlo riprendere.
Lo scontro con Zabusa era stato impegnativo e, se non fosse stato per l’arrivo di un ninja della squadra assassina della Nebbia, a quest’ora Kakashi poteva essere messo molto peggio.
Il ninja mascherato era intervenuto bloccando sia Kakashi sia Zabusa con degli spiedi, ma, mentre Zabusa sembrava che fosse morto, Kakashi si era ritrovato, dopo qualche minuto, semplicemente paralizzato.
Forse dipendeva dal fatto che gli spiedi che l’avevano centrato erano stati solo un numero minimo e neanche in punti vitali, mentre Zabusa ne avevi presi di più e, sembrava proprio, in punti vitali.
Fatto sta che il ninja mascherato si era portato via Zabusa e il nostro gruppo era arrivato a destinazione.
Kakashi, che durante il tragitto era svenuto, si riprese qualche minuto dopo essere stato disteso per il sollievo di Naruto.
<< Si sente bene maestro? >> chiese Hinata.
<< Sono stato meglio. Per un po’ sarò fuori combattimento quindi dovrete pensarci voi al signor Tazuna. >> rispose il copy-ninja.
<< Però c’è qualcosa che non mi torna. >> fece Sasuke.
<< Cosa? >> chiese Naruto.
Non capiva cosa c’era che non andasse. Suo padre stava bene e Zabusa era, con molta probabilità, morto. Che c’era che non andava?
<< Maestro, lei è rimasto solo paralizzato dagli spiedi, no? Ed il ninja mascherato ha lanciato tutti gli spiedi in contemporanea. Mettendo che alcuni fossero avvelenati e altri avessero solo una sostanza paralizzante, è praticamente impossibile che abbia deciso di lanciarne un tipo a lei e l’altro a Zabusa. Quindi erano tutti pieni di una sostanza paralizzante. >> espose la sua idea Sasuke.
<< Credo che tua abbia ragione Sasuke. Questo vuol dire che Zabusa è ancora vivo e che quel ninja mascherato è suo complice. >> concluse il maestro.
I ragazzi rimasero per un attimo spiazzati.
<< Però anche Zabusa è rimasto ferito. Per un po’ non dovrebbe dare problemi. Dovrei fare in tempo a riprendermi prima che attacchi di nuovo. >> fece Kakashi.
Sospiro di sollievo collettivo.
<< È pronta la cena, venite. >> fece Tazuna dalla cucina.
Sasuke e Hinata raggiunsero Tazuna in cucina mentre Naruto rimase un attimo con Kakashi.
<< Come fai? >> chiese il ragazzo.
<< Come faccio cosa? >> chiese il copy-ninja credendo di capire dove volesse andare a parare il figlio.
<< Come fai a non farti a prendere dal panico? Come fai ad essere così freddo mentre combatti? Non hai paura? >> chiese il ragazzo fissando il genitore nell’unico occhio scoperto.
<< Naruto, sono umano anch’io, certo che provo paura. Ma non la provo per me, la provo per te e per Sasuke e Hinata. Certo, la provo anche per me, ma in quantità minore. L’importante e non farsi dominare da essa. Capisci quello che voglio dire? Quando combatti devi mettere da parte quello che provi. Non puoi far vedere quello che provi. Che sia rabbia, dolore o paura. Se lascerai trasparire quello che provi l’avversario ne approfitterà. Capisci? >> provò a spiegare Kakashi.
Naruto ci pensò su per qualche minuto.
<< Capisco. Però non mi sembra giusto dover rinnegare quello che si prova. >> fece il biondo.
<< Non sto dicendo questo. Sto solo dicendo che non devi far vedere all’avversario quello che provi. Puoi provare rabbia, odio, paura, rancore, dolore, sete di vendetta per un avversario, ma non dovrai mai farglielo capire o potrebbe approfittarne. >> insisté l’uomo. Naruto doveva capire questa differenza.
Sottile ma molto importante.
I provi sentimenti non andavano mai rinnegati. Questo l’aveva capito proprio grazie a Naruto.
Però, in battaglia, andavano nascosti, messi momentaneamente da parte. Se ti lasciavi trasportare dai sentimenti perdevi lucidità. E poca lucidità in battaglia porta solo ad una cosa: morte. Tua e dei tuoi compagni.
E, nel caso tu riuscissi a sopravvivere, i sensi di colpa potrebbero schiacciarti e impedirti di andare avanti. Di piangere e sfogare il dolore. Di accettare il fatto e continuare con la tua vita senza vivere il fatto come una specie di tradimento nel confronto dei tuoi compagni morti.
<< Capisco. Però non mi sembra comunque giusto reprimere quello che si prova. >> disse il biondo.
Kakashi rinunciò.
Il figlio non si sarebbe arreso senza prima sbattere contro la dura realtà.
Sperava solo che quel momento fosse il più tardi possibile e che non fosse troppo traumatico.
Lo sperava con tutto il cuore.
<< Naruto, vieni si o no razza di baka? >> lo chiamò Sasuke.
<< Non chiamarmi così teme!!! >> rispose il biondino andando a passo di carica in cucina.
Sasuke doveva smetterla di chiamarlo così e avrebbe finito per prenderlo a cazzotti un giorno o l’altro.
Kakashi guardò il figlio raggiungere gli altri per la cena.
Una volta che fu uscito dalla stanza, l’uomo poté finalmente chiudere l’unico occhio visibile e riposare.
Quando Naruto arrivò in cucina vide che, oltre a Tazuna e ai suoi compagni, c’erano una donna e un bambino seduti a tavola.
Il bambino, probabilmente il nipote del vecchio, non capiva come mai dei ninja dovessero scomodarsi per quella che era una causa persa.
Nessuno avrebbe potuto battere Gato, era troppo potente, troppo forte.
Il suo papà era morto per causa di quell’uomo.
Nessuno poteva fare qualcosa per cambiare le cose.
Tanto valeva arrendersi.
<< Perché siete venuti qui? Tanto non serve a nulla. >> disse il bambino scontroso.
<< Inari!! >> lo riprese la donna arrabbiata.
Naruto fu colto di sorpresa.
Cosa? Quel bambino pensava veramente che lottare per quello in cui si crede non serva a nulla?
Ma era fuori?
O lotti o vieni schiacciato e questo Naruto lo aveva imparato presto al villaggio.
Lui combatteva ogni singolo giorno per venire accettato e non si sarebbe mai arreso perché arrendersi sarebbe equivalso a dare ragione a chi diceva che lui era un mostro.
Quel moccioso voleva la guerra?
Guerra avrebbe avuto.
Lui era pronto.
Gli avrebbe dimostrato che si sbagliava.
Lottare non era una cosa inutile.
Glielo avrebbe dimostrato.
A qualsiasi costo.
* Juken: Pugno gentile. Stile di combattimento del clan Hyuga
* futon: letto arrotolabile tradizionale giapponese
Naru: Hinata-chan! Sei stata fantastica!!!
Hina: gra-grazie Naru-Naruto-kun
La poverina è più rossa del rosso e dopo pochi secondi mi sviene per l’emozione.
Se fa così per un complimento non oso immaginare cosa farà quando le cose saranno più serie.
Sasu: finalmente faccio qualcosa di intelligente.
Io: prima e ultima volta papera. Haku lo batte Naruto e Zabusa Kakashi. Hinata invece proteggerà Tazuna.
Sasu (offeso): e io scusa?
Io: ti fai fregare da Haku semplice.
Sasu: mi odi vero?
Io: no, non ti odio. Semplicemente non ti sopporto papera.
Sasu: smettila di chiamarmi così!!!!
Io: se smetti di chiamare Naruto baka. Abbiamo capito che lo è, non occorre rinfacciarglielo ogni volta.
Naru: non so sentirmi offeso oppure no.
Io: Naruto, lascia perdere.
Sasu: non smetterò mai di chiamarlo così.
Io: bene, allora io continuerò a chiamarti papera, papera.
Sasu: grrrrr
Io: bene, anche questa è sistemata. Ci si vede alla prossima che si vuole ricordare che, per causa esame di chimica, sarà domani sera tardi o direttamente mercoledì pomeriggio. Grazie per aver letto. Alla prossima!!!
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Capitolo 8 *** Capitolo 7 ***
Ho fatto un miracolo!!! Nonostante la giornata di merda, sono riuscita a scrivere un capitolo più o meno decente. Dai, sono brava.
Ho fatto qualche cambiamento. Naruto non incontra Haku durante gli allenamenti, anche perché mi pare che lo incontra solo perché era scappato per allenarsi e superare la Papera se non sbaglio. Quindi lo incontra direttamente durante lo scontro, ma la conversazione che c’era nell’anime ci sarà lo stesso. Un po’ cambiata ma ci sarà.
Non potevo certo rinunciarvi.
Bene, vi lascio alla lettura.
La fine dello scontro nel prossimo capitolo.
Sì, lo so, sono stronza, ma per oggi passatemela.
Buona lettura e mi raccomando: RECENSITE!!!!
Iaele
CAPITOLO 7
Passò qualche giorno prima che Kakashi potesse alzarsi dal letto, ma ci sarebbe voluto ancora un po’ di tempo prima che potesse tornare in forma per un combattimento.
Nel frattempo aveva disposto una serie di esercizi per i suoi allievi per aiutarli a controllare meglio il chakra.
La più avvantaggiata era Hinata che, avendo imparato come controllare il Byakugan con il padre, aveva già un controllo molto sviluppato.
Nemmeno Sasuke e Naruto se la cavavano tanto male, ma c’era margine di miglioramento.
E così, mentre Hinata faceva da guardia a Tazuna, Sasuke e Naruto si allenavano.
Nella mente di Naruto poi, oltre al desiderio di riuscire in quegli allenamenti e superare Sasuke, oltre alla parte di cervello occupata dalla preoccupazione per il genitore, c’era anche una piccola parte che pensava alla storia di Inari.
Non riusciva a capire come potesse arrendersi così, senza nemmeno provare a lottare.
Non riusciva a concepirlo.
Tazuna aveva raccontato che Inari non aveva mai conosciuto il suo vero padre, ma qualche anno prima aveva incontrato un uomo che lui finì per considerare come tale.
L’uomo era uno straniero che era arrivato fin lì durante uno dei suoi viaggi.
Inari lo prese subito in simpatia siccome era gentile e di buon cuore.
Sognava di portare la pace nel paese delle Onde, ma, vedendo in lui un pericolo, Gato lo fece uccidere.
Da allora Inari non è più stato lo stesso.
Da ragazzino allegro e vivace era diventato taciturno e triste.
Insomma, era diventato tutt’altra persona.
E Naruto? Cosa avrebbe dovuto fare lui?
Odiato da tutto il villaggio.
Orfano e adottato dall’amico del padre.
Due amici in croce.
Due persone in croce che lo trattano come un essere umano.
Senza offesa, ma la situazione di Naruto mi sembra ben peggiore. Eppure lui continuava a lottare e sempre continuerà a farlo.
Se lui ha la forza per lottare, perché quel bambino non ci vuole neanche provare?
Lui ha sua madre, suo nonno, i suoi amici, il suo paese che gli vogliono bene.
Perché non ci prova?
Se lui, che in pratica non ha quasi nessuno, riesce a trovare la forza per andare avanti, perché Inari no?
Questi erano i pensieri che girovagavano senza un ordine logico per la testa di Naruto.
Per quanto si sforzasse non riusciva a ignorare il piccolo Inari.
E come quando ti porti tutto dentro ad un certo punto si esplode, così anche Naruto esplose.
Successe una sera a cena a casa di Tazuna.
Il signor Tazuna stava parlando del suo ponte e di cosa rappresentasse per il paese quando Inari se ne uscì con la solita frase: << Ma vuoi lasciare perdere?! Combattere non serve a nulla! Tanto vince sempre Gato!! >> disse piangendo.
Naruto, che fino a quel momento se n’era stato mezzo addormentato sul tavolo, scattò.
Come cavolo si permetteva quel moccioso di dire così?!
Non vedeva quello che stava facendo suo nonno per tutti quanti e non solo per lui?!
Stava cercando di portare una speranza dove non c’era e lui lo ringraziava così?!
No, non lo avrebbe accettato.
<< Hai finito di piangere moccioso? >> disse seccato.
<< Cosa? >> chiese Inari sorpreso.
<< Naruto! >> lo riprese Sasuke invece.
<< Hai finito di piangere? Sai una cosa? Piangere non serve a nulla quindi perché non fai qualcosa? >> continuò il biondo imperterrito.
Quel moccioso lo aveva proprio scocciato.
<< Che ne vuoi sapere tu?! Io ho perso mio padre per colpa di Gato!! Tu non sai niente del mio dolore!! >> gli urlò contro Inari.
<< E con questo? Dovrei forse fare la vittima per ogni cosa che mi capita? Smettila. Sei solo un moccioso. >> detto questo Naruto se ne andò.
Quel bambino non lo sopportava proprio quando faceva così.
Capiva quello che provava, ma questo non lo autorizzava a comportasi in quella maniera.
Naruto andò in camera, si mise il pigiama e, non appena tocco il cuscino, cadde in un sonno così profondo che non lo avrebbero svegliato neanche le cannonate.
Beato lui.
Inari, invece, sentendosi offeso nell’orgoglio e arrabbiato perché nessuno lo capiva, uscì di casa sbattendo la porta.
Si sedette sulla terrazza e si sedette gambe al petto.
Perché nessuno lo capiva?
Perché nessuno ci provava?
Perché suo nonno voleva andare avanti nella sua follia?
Perché non capiva che era tutto inutile? Che nessuno poteva battere Gato?
Perché?
I suoi pensieri vennero interrotti da Kakashi.
Il ninja lo aveva seguito credendo di sapere quali fossero i pensieri dal ragazzino.
Infondo erano più o meno gli stessi pensieri che aveva fatto, e che ogni tanto faceva, Naruto.
<< Posso sedermi? >> chiese pacato l’uomo.
Inari annuì.
<< Non avercela con Naruto per quello che ha detto. Non è molto bravo con le parole. Sai una cosa? Voi due siete simili. Anche lui è orfano. Si può dire che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Tutti al villaggio lo evitano eppure non l’ho mai visto piangere. Ha sempre lottato per quello in cui credeva, per essere accettato. E lotta anche adesso. Forse si è solo stufato di piangere, ma ha capito cosa vuol dire essere forte. Vi assomigliate. >> disse Kakashi.
Aveva capito cosa aveva cercato di dire Naruto a Inari, ma è un fatto assodato che il biondino con le parole non ci sa fare. Eppure con solo un sorriso è in grado si fare miracoli.
Forse con Inari è stato fin troppo diretto ma certe cose le impari con l’esperienza.
<< Sul serio? >> chiese Inari.
<< Sì e vuoi sapere qual è la prova? Non riesce ad ignorarti. >> fece il copy-ninja.
Rimase per qualche momento in silenzio.
Inari stava pensando a quello che Naruto e Kakashi gli avevano detto.
L’uomo invece stava dando al bambino il tempo di assimilare quello che aveva sentito.
<< Bene. Io adesso vado. Per favore, non avercela con Naruto. >> fece il ninja prima di tornare in casa.
Chissà, forse Naruto aveva avuto ragione ad andarci giù così diretto, ma qualche volta sono meglio le parole gentili.
Forse in due erano riusciti a fare qualcosa per quel bambino.
Forse …
*****
Il giorno dopo a fare da guardie del corpo a Tazuna c’erano solo Kakashi, Sasuke e Hinata perché Naruto, che come al solito aveva esagerato con gli allenamenti, stava dormendo come un ghiro in letargo.
Kakashi aveva deciso che sarebbe rimasto a casa del signor Tazuna finché non si fosse ripreso. Affaticarsi troppo non serve a nulla.
Ovviamente sapeva che, una volta sveglio e appreso che loro se ne erano andati lasciandolo lì, avrebbe fatto il putiferio.
Pazienza.
Non si può avere tutto dalla vita.
Prima la salute, poi il resto.
Il problema era che, se lo avesse svegliato ora, Naruto si sarebbe arrabbiato.
Se lo lasciava lì si sarebbe arrabbiato.
Arrabbiato per arrabbiato, tanto valeva pensare alla salute.
“Speriamo comprenda” pensò Kakashi mentre si avviava con gli altri verso il ponte.
Speranza vana Kakashi.
Speranza molto vana.
*****
Naruto si era svegliato a metà mattina e indovinate?
Quando ha scoperto che gli altri se ne erano andati senza di lui aveva fatto il diavolo a quattro.
Vestito di tutta fretta, uscito più veloce della luce … per poi tornare indietro una volta arrivato a metà strada.
Perché?
Ma perché, oltre ad avere un brutto presentimento, aveva anche trovato alcuni animali uccisi a colpi di katana e, da quelle parti, non aveva visto nessuno con quell’arma in giro.
Per di più erano tutti nella direzione della casa di Inari.
Nonostante non gli andasse giù il comportamento di quel piccoletto, lo trovava simpatico.
Erano compagni di disavventure infondo.
Fece più in fretta che poté e riuscì ad arrivare giusto in tempo per evitare a dei criminali di rapire la madre di Inari per usarla come ricatto contro Tazuna.
Capiamoci, Naruto non è un genio. Credo che su questo siamo tutti d’accordo.
Ma sulle strategie dell’ultimo minuto, il ragazzo batte proprio tutti.
Quando ogni piano fallisce, quando non c’è più tempo per elaborare una strategia, ci pensa lui, Naruto a tirare fuori una delle sue idee folli che, puntualmente, funzionano levando dai guai tutti quanti.
In un batter d’occhio riuscì a mettere fuori gioco i due brutti ceffi ed a complimentarsi con Inari per aver cercato di salvare la madre nonostante la sua paura.
Inari rimase commosso da quelle parole.
Appena Naruto ripartì per raggiungere il suo team, Inari si mise all’opera per convincere tutti gli abitanti a fare qualcosa contro Gato.
Forse, tutti insieme, ce l’avrebbero fatta.
*****
Naruto arrivò che lo scontro contro Zabusa era già iniziato.
O meglio, Kakashi combatteva contro Zabusa, Hinata, con il Byakugan, proteggeva Tazuna e Sasuke stava combattendo contro il ninja mascherato.
Naruto, vedendo che il padre se la stava cavando andò ad aiutare Sasuke che non prese tanto bene la cosa.
Possibile che non riuscisse ad accettare un aiuto quando arriva?
Mai una volta che lo facesse.
E poi si dice che Naruto è stupido.
Per me bisogna rivedere la cosa.
Comunque, il ninja mascherato non era un avversario da poco.
Aveva un’abilità innata. Sapeva usare l’arte del ghiaccio (cosa non darei per averla con sto caldo!! nda).
I nostri due eroi (di cui uno è una papera nda) si trovarono ancora di più in difficoltà quando il ninja mascherato usò la tecnica degli specchi di ghiaccio.
Tramite i riflessi degli specchi si muoveva troppo veloce per i due e facevano fatica a schivare gli attacchi con gli spiedi.
Ad un certo punto, vedendo che Sasuke aveva in qualche modo intuito i suoi movimenti grazie allo sharingan, il ninja nemico decise di attaccare Naruto che era disteso a terra esausto.
Sasuke, non potendo permettere che l’amico (guai a chi dica che lo comincia a considerarlo tale) venisse colpito si mise in mezzo e venne colpito al posto di Naruto.
Naruto, che si era ripreso proprio in quel momento, vedere che l’amico l’aveva protetto causò uno certo shock.
<< Perché? Perché l’hai fatto?! Perché Sasuke?! >> chiese stupito.
<< Non lo so. Il mio corpo si è mosso da solo. >> disse il moro prima di cadere a terra privo di forze.
<< Sasuke, non dovevi!! Non serviva!! >> disse Naruto.
<< Non è colpa mia se sei una palla al piede, dobe. Sai, non pensavo di finire così prima di aver ottenuto vendetta. Sopravvivi Naruto. Sopravvivi. >> poi, il povero moro, perse i sensi.
Naruto, credendolo morto, fu investito da un enorme rabbia.
Una rabbia violenta, antica.
Una rabbia che non era solo rabbia.
Era rabbia, odio, dolore tutto insieme.
Tutto mescolato in qualcosa di bruciante, che domina su qualsiasi ragione, che domina su tutto ciò che è razionale.
Si sentiva come se tutto questo non appartenesse solo a lui.
Come se ci fosse qualcosa, o qualcuno, da cui provenisse gran parte di quella rabbia.
Non sapeva spiegarlo, ma non riusciva a contenerlo.
Quella rabbia sembrava oscurargli la volontà, voleva prendere possesso di quello che era.
Non glielo avrebbe permesso.
Però, mentre stava combattendo questa battaglia, una grande energia si sprigionò dal suo corpo. Un’energia che spaventò il ninja nemico.
Da dove arrivava quella forza?
E non fu avvertita solo dal ninja nemico, ma anche da qualcun altro.
*****
Kakashi, che stava combattendo contro Zabusa, avvertì quel tipo di chakra proprio della Volpe a Nove Code e per un momento si preoccupò da morire.
Che il sigillo avesse ceduto?
Che fosse successo qualcosa di grave?
Poi, avvertendo che si trattava solo di chakra e di nient’altro, tirò un sospiro di sollievo.
Si era liberato solo il chakra per fortuna. Il sigillo teneva ancora.
Naruto aveva scelto proprio il momento giusto per tirare fuori quel potere.
Forse così sarebbero riuscite a battere il ninja misterioso.
Però ora era meglio che tornasse al suo scontro.
Zabusa non era ancora fuori combattimento.
Che lo scontro continuasse.
*****
Grazie a quella forza misteriosa, Naruto riuscì a rompere la tecnica degli specchi del ninja nemico e a scaraventarlo distante qualche metro.
Con un pugno ben assestato riuscì a rompergli la maschera che rivelò il volto di un ragazzo molto bello, quasi femmineo.
Naruto si bloccò un attimo prima di tirargli un altro pugno devastante.
Era riuscito a riprendere il controllo in qualche modo.
<< Chi sei? Perché aiuti Zabusa? >> chiese il biondo.
Voleva delle risposte.
Come poteva una persona che sembrava così pura stare con uno come Zabusa?
Perché lo faceva?
<< Mi chiamo Haku. Aiuto Zabusa perché voglio che il suo sogno si realizzi. >> rispose il ragazzo.
<< Ma perché? Come puoi stare con uno come lui? Come puoi aiutare lui e Gato? >> insisté Naruto non capendo.
<< Ragazzo, Zabusa è la persona che mi sta più a cuore di tutte. Tu hai qualcuno a cui tieni pi che a te stesso? >> chiese Haku.
<< Non cambiare discorso. >>
<< Rispondi per favore >>
<< Sì e con questo? >> rispose Naruto non sapendo dove l’altro volesse andare a parare.
<< Quando hai qualcuno che ti sta a cuore faresti qualsiasi cosa affinché quello che desidera si avveri. È questo che voglio per Zabusa. Che il suo sogno si avveri ma ormai non posso più farlo. Per favore uccidimi. >>
<< Cosa?! Perché dovrei?! >> Naruto non capiva più niente.
Solo perché aveva perso voleva morire?
Ma era matto?!
<< Sai, per me è difficile comprendere la mentalità di un ninja. Non sono riuscito a fare quello che dovevo con voi. Non potrei mai più servirlo sapendo che l’ho deluso. - il ragazzo rimase in silenzio per qualche attimo - Ragazzo, tu hai un sogno? >> chiese Haku.
<< Sì certo. Voglio diventare forte così che gli altri mi rispettino. >> fece Naruto.
<< E dimmi, lo fai per te stesso o per quella persona speciale? >>
Naruto non capiva proprio dove volesse andare a parare l’altro ma decise comunque di rispondere.
<< Per me, ma anche per lei. Ha fatto tanto per me e vorrei in qualche modo ripagare quello che mi ha dato. >> disse pensando a tutto quello che Kakashi aveva fatto per lui.
L’aveva consolato quando aveva un incubo.
L’aveva protetto quando tutti lo insultavano.
L’aveva aiutato a capire che l’odio e la rabbia non andavano ripagati con altro odio e altra rabbia. Non ne valeva la pena.
L’aveva allenato quando poteva e quando nessuno voleva aiutarlo a migliorare.
Aveva fatto così tante cose per lui che gli sembrava di non fare abbastanza per ripagarlo.
Gli era soprattutto grato di avergli dato una casa e una famiglia.
Senza di lui non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto diventare.
<< Allora puoi capirmi. Io aiuto Zabusa per lo stesso motivo. Devi sapere che, da dove vengo io, un piccolo paese coperto di neve, le persone con abilità innate non erano ben viste. Dovevano nascondere il loro dono o venivano perseguitate. Io non feci eccezione. Quando ero ancora un bambino mio padre scoprì il mio dono e tentò di uccidermi. Riuscii a salvarmi ma non avevo dove andare e nessuno mi avrebbe preso con loro. In quel periodo arrivò Zabusa. L’unica persona che mi mostrò gentilezza. In quel momento decisi che avrei fatto di tutto per lui. Ora però … ora ho fallito. Non potrò più aiutarlo. Ti prego ragazzo. Uccidimi. >> lo pregò ancora Haku.
<< Ma … non c’è un altro modo? >> l’idea di uccidere qualcuno così, a sangue freddo, non andava molto a genio a Naruto.
Capiva il dolore di Haku.
Capiva cos’aveva provato nella sua infanzia.
Capiva cosa aveva provato quando aveva trovato in Zabusa un po’ di affetto.
Lo capiva, ma cosa doveva fare?
Non poteva ucciderlo.
Ma era un nemico.
Un nemico che si era arreso però.
Che doveva fare?
“Che devo fare?”
Sasu: Iaia, ti odio.
Io (con vena pulsante in fronte): come mi hai chiamato scusa?!
Sasu: Iaia perché?
Io (sempre più arrabbiata): chi ti ha detto quel soprannome?
Sasu: tuo fratello perché?
Appunto per me: ammazzare mio fratello.
Io (presente Tsunade incazzata nera? Ecco, io sono uguale): ok, papera, vuoi il gioco duro, bene. Io sono l’autrice quindi vediamo un po’ cosa possiamo farti. Selezione chunnin? Perdi contro quello del suono alle eliminatorie. Orochimaru? Non ti vuole perché non sopporta i pennuti, quindi niente potere per la vendetta. Vendetta? Ma non fatemi ridere! Assolutamente no! Morto prima. Anzi, visto che sei una papera ti faccio finire arrosto con le patate. Che ne dici?
Sasu (terrorizzato): ok. Non ti chiamo più in quel modo.
Io: vedo che hai capito.
Naru: autrice, come mai così arrabbiata?
Io: giornata pessima. Se avete lamentele per il capitolo fatele un’altra volta. Oggi non gira per niente bene.
Tutti: va bene.
Io: ora torno al lavoro. Sperando che domani vada meglio. Spero che il capitolo via sia piaciuto. Ciao!
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Capitolo 9 *** Capitolo 8 ***
Ecco qui l’ottavo capitolo!!!!!
Sinceramente, non è proprio il migliore che ho scritto ma spero che piaccia lo stesso. Io ce l’ho messa tutta per farlo al meglio.
Posso solo sperare che apprezziate lo sforzo.
Qui finisce l’avventura nel Paese delle Onde e nel prossimo iniziamo con le selezione chunnin e questo vuol dire: Gaara, Orochimaru e segno maledetto.
Poveri noi, tutte alla Papera succedono!
Prima quasi ammazzato da Gaara, poi preso di mira da Orochimaru. Mi fa quasi pena.
Va beh, vi lascio alla lettura e come il solito RECENSITE!!!!
Iaele
CAPITOLO 8
“Che devo fare?” continuava a chiedersi Naruto.
Non voleva uccidere Haku.
Ma era un nemico.
Che si è arreso però.
Ma potrebbe fare solo finta.
I suoi occhi sono sinceri. Non sta fingendo.
<< Uccidimi, ti prego. >> lo supplicò Haku.
Non posso diceva la coscienza di Naruto.
Lo sai che va fatto, è un ninja nemico diceva la ragione.
Ha sofferto così tanto, non c’è un altro modo? Chiedeva il cuore.
A chi dare ascolto?
Alla coscienza, alla ragione o al cuore?
Ha uccido Sasuke, continuò la ragione, è troppo pericoloso.
L’ha fatto perché non aveva altra scelta, disse il cuore.
Non posso ucciderlo così, a sangue freddo. Se fosse per difesa forse sì, ma così … continuò la coscienza.
Te lo sta chiedendo lui! Fallo! Continuò la ragione.
No, non farlo! Cuore e coscienza si erano appena messi d’accordo.
<< Ti prego! >> continuò Haku. La supplica era visibile anche nei suoi occhi, non solo nella sua voce.
Alla fine Naruto dovette cedere a quella supplica.
I conti con la sua coscienza li avrebbe fatti un’altra volta.
<< Sei sicuro? >> chiese conoscendo la risposta ma sperando in un suo ripensamento.
<< Sì. Sai, saremmo potuti essere amici in altre circostanze. Siamo simili. Hai capito il mio dolore e di questo ti ringrazio. Nessuno l’aveva fatto prima. Grazie. >> rispose Haku sicuro della sua scelta.
<< Va bene, come vuoi tu allora. >> disse prendendo un kunai.
Si stava preparando ad attaccare quando, all’improvviso, Haku si irrigidì di colpo per poi sparire.
Ma che era successo?
*****
Kakashi stava combattendo contro Zabusa, ma si trovava in difficoltà a causa della densa nebbia.
Purtroppo, oltre alla vista, anche l’udito era inutilizzabile visto che Zabusa era pi silenzioso di un gatto.
Aveva accusato parecchi colpi, alcuni anche molto forti, ma era ancora in piedi e in grado di combattere.
Doveva solo trovare un piano che funzionasse, o ce l’aveva già?
Voi che dite?
Udito e vista fuori uso, cosa resta da usare?
Non resta altra scelta che il fiuto.
E chi ha un buon olfatto?
Un cane ovviamente!
Se poi è un cane ninja tanto meglio, no?
Però, un cane, aveva bisogno di una traccia da seguire.
Ecco perché si era fatto colpire ripetutamente.
Doveva fornire ai suoi cani una traccia da seguire.
Era stato attento però e non riportare ferite gravi. Oltre a una permanenza in ospedale, che non gli piaceva per niente come idea, chi l’avrebbe sentito dopo Naruto?
Meglio non pensarci va.
La traccia odorosa era pronta.
Bastava solo evocare i cani ora.
Prese un rotolo e, con quello e un po’ del suo sangue, eseguì la tecnica degli artigli inseguitori sotterranei.
Otto cani ninja sbucarono da sotto i piedi di Zabusa immobilizzandolo con denti e artigli.
Zabusa si ritrovò impossibilitato a muoversi.
La nebbia stava cominciando a svanire, segno che la tecnica del velo di nebbia si stava dissolvendo.
<< Kakashi, come cavolo hai fatto?! >> sibilò Zabusa.
<< Semplice. Quando vista e udito sono inutilizzabili, l’unica cosa che si può usare è l’olfatto. Non ti sei chiesto perché mi sono fatto colpire così tante volte? Perché avevo bisogno che le tua armi fossero impregnate del mio sangue per dare una traccia ai miei segugi. Sai, hanno un olfatto molto sviluppato. Il tuo piano ti si è ritorto contro Zabusa. Hai perso. >> spiegò Kakashi avvicinandosi di qualche passo al nemico.
<< Kakashi >> ringhiò Zabusa.
Non ci stava a farsi battere dal copy-ninja.
Non ci stava proprio.
<< Sai, Zabusa, per i miei gusti sei un po’ troppo pieno di te. Sei pericoloso e per questo devi essere eliminato. Userò una tecnica che non ho copiato da nessuna parte. Una tecnica solo mia - Kakashi fece i vari sigilli per poi convogliare una gran quantità di chakra in una delle mani che si trasformò in elettricità - il taglio del fulmine! >> disse.
Zabusa capì subito la portata distruttiva di quella tecnica.
Un colpo e sarebbe morto.
Ormai era finito.
<< Preparati Zabusa. >> disse Kakashi prima di colpire.
*****
Mi pare che ci siamo dimenticati di qualcuno, quindi facciamo un salto anche da Hinata per vedere come va e poi torniamo da Kakashi e Zabusa, va bene?
Solo una piccola parentesi.
Promesso.
Non sia mai che vi lasci con l’ansia.
Comunque, Hinata era rimasta con Tazuna e aveva in Byakugan attivo per evitare brutte sorprese.
Tramite questo aveva seguito, sia lo scontro tra Kakashi e Zabusa, sia quello di Naruto e Sasuke contro il ninja mascherato.
Quando poi Sasuke era stato colpito, aveva creduto anche lei che fosse morto, ma, vedendo che il chakra circolava ancora, si era tranquillizzata. Il ninja nemico aveva mancato i punti vitali di proposito facendo solo perdere i sensi al suo compagno.
Ora, una domanda le sorgeva spontanea: perché l’aveva fatto?
Erano dei nemici, perché aveva risparmiato Sasuke quando poteva facilmente ucciderlo?
Perché?
Non che non fosse grata per questo fatto, al contrario.
Ringraziava Sasuke per aver protetto Naruto come solo un amico farebbe (alla faccia tua papera!!! nda) e ringraziava anche quel ninja misterioso che aveva mostrato pietà.
Mentalmente li ringraziò tutti e due.
Forse anche un ninja nemico infondo era come loro.
Poteva provare sentimenti di affetto, pietà, dolore e rabbia.
Forse, alla fine, erano tutti uguali.
Forse …
*****
Sono stata breve come promesso no?
Bene, torniamo da Kakashi e Zabusa.
Kakashi, si preparò a dare il colpo di grazia a Zabusa, ma qualcuno di mise in mezzo.
Poco prima che il copy-ninja riuscisse a colpire Zabusa, Haku si mise in mezzo venendo colpito al posto del suo maestro.
Kakashi rimase stupito.
Perché quel ragazzino di era messo in mezzo?
Era così tanto legato a Zabusa?
Così tanto da morire al suo posto?
Dopo averci riflettuto per un attimo capì che era un legame simile a quello che legava lui e Naruto.
Nessun legame di parentela, ma un legame cresciuto con il tempo dove una delle due parti aveva un disperato bisogno di affetto e l’altra era disposta a darlo senza nessun problema.
Infondo capiva Haku. Anche lui avrebbe fatto la stessa cosa se al posto di Zabusa ci fosse stato Naruto.
Zabusa approfittò di quell’attimo per attaccare Kakashi, ma quest’ultimo riuscì a schivare l’attacco portando con se anche Haku che distese a terra.
Zabusa, realizzato quello che era successo, si fece prendere dalla rabbia e attaccò Kakashi senza neanche pensare.
Il copy-ninja riuscì, in pochi colpi, a mettergli fuori uso le braccia così che non potesse più usare la sua spada.
Ormai Zabusa non poteva più difendersi.
Ma, prima che Kakashi potesse sferrare qualsiasi colpo, sul ponte arrivarono Gato con alcuni mercenari assoldati per uccidere Zabusa.
I mercenari erano un piccolo esercito. Nemmeno Kakashi sarebbe riuscito a tenere testa a tutti quanti.
In quel momento arrivò anche Naruto.
Il ragazzo fu felice di vedere che il padre stava, diciamo, bene, però fu un brutto colpo vedere Haku morto.
Adesso capì cos’era successo.
Percependo che Zabusa era in pericolo, Haku si era precipitato a difenderlo e ne aveva pagato le conseguenze.
La cosa che lo colpì di più, e non positivamente, fu che a Zabusa sembrava non importare.
Come poteva comportarsi così?
Come poteva ignorare quanto quel ragazzo gli volesse bene?
Neanche quando vide Gato maltrattare il corpo senza vita di Haku.
Ma come si permetteva?!
Quel ragazzo era morto per lui e lui non faceva nulla?!
Ma era completamente fuori di testa?!
Ma come si permetteva?!
Alla fine il biondino esplose.
<< Ma come puoi stare a guardare mentre maltrattano il corpo di Haku?! Non provi nulla per lui?! Accidenti!! Si è sacrificato per te e lasci che lo trattino così?! >> gli urlò contro Naruto.
<< Naruto, lascia stare. Non dobbiamo più combattere contro di lui. >> provò a farlo ragionare Kakashi.
<< NO! Haku si è sacrificato per lui! - disse rivolto a Kakashi prima di ritornare a parlare con Zabusa - Non gli è mai importato dei propri desideri ma sempre dei tuoi! Tu eri la cosa più importante per lui! Come puoi non provare niente per lui?! Dimmi una cosa, quando si diventa così forti è normale diventare così crudeli? Davvero non ti importa niente di Haku?! Davvero …! >> ma Naruto fu interrotto proprio da Zabusa che aveva cominciato a piangere in silenzio.
<< Sta zitto moccioso. Rispetta il mio dolore. >> disse Zabusa.
Naruto, con la sua solita irruenza, aveva messo davanti agli occhi del ninja traditore una verità che si ostinava a negare.
Un ninja non deve avere legami, non fa parte del suo lavoro.
Un ninja non deve avere legami perché lo indeboliscono, lo rendono vulnerabile.
Un ninja non deve provare sentimenti, lo ostacolano e basta.
Però, un ninja è anche un essere umano, non è una macchina.
E un essere umano non può restare da solo in eterno. Deve stringere qualche legame.
Altrimenti che senso ha la sua vita?
Chi deve proteggere?
Chi lo aiuterà quando avrà bisogno di conforto?
Insomma, che senso avrebbe la vita senza nessuno accanto?
<< Ragazzino, tra quello che hai detto c’era del vero. Passami il tuo kunai per favore. >> disse Zabusa.
Voleva farla pagare a Gato per quello che aveva fatto ad Haku.
Lo doveva al ragazzo che era sempre restato al suo fianco.
Naruto guardò per un attimo Kakashi che, capito quello che voleva fare Zabusa, annuì in direzione del figlio.
Naruto passò il suo kunai a Zabusa, che lo prese tra i denti, che partì all’attacco.
Gato si nascose dietro ai mercenari, ma nessuno di loro riuscì a fermare il ninja della Nebbia che, nonostante le ferite, continuava ad avanzare.
Zabusa andava avanti solo per forza di volontà.
Voleva vendicare Haku e ci sarebbe riuscito uccidendo Gato.
E ce la fece.
Uccise Gato per poi crollare a terra.
Quasi morto, ma ancora vivo.
I mercenari, rimasti per un attimo stupiti dalla morte di Gato, decisero che si sarebbero impadroniti del paese delle Onde, ma una freccia spuntata dal nulla fermò la loro avanzata.
<< Se fate un altro passo non farete a tempo di pentirvene! >> sentirono dire da una voce conosciuta Naruto, Kakashi, Hinata e Tazuna che, nel frattempo, si erano avvicinati a Sasuke per controllare come stesse.
Era Inari! E con lui c’erano tutti gli abitanti del paese!
Si erano tutti uniti per combattere i soprusi!
“Ora si che si comincia a ragionare!” pensò Naruto.
Finalmente Inari aveva capito!
Non bisognava lottare da soli, ma tutti assieme. Basta che ci sia qualcuno che convinca gli altri a unirsi in una sola forza.
Per spaventare i mercenari ancora di più, Naruto evocò qualche copia, mentre Kakashi, riconoscendo l’idea del figlio come buona, ne avocò un mini esercito.
I mercenari terrorizzati si diedero alla fuga.
Nel Paese delle Onde era tornata la pace.
*****
Ormai erano passati alcuni giorni ed era il momento per il team 7 di tornare a Konoha.
Naruto avrebbe sempre ricordato Haku e di come, alla fine, Zabusa abbia riconosciuto quel legame che li legava.
L’ultimo desiderio di Zabusa fu quello di vedere per un’ultima volta il volto di Haku prima di morire.
Kakashi lo accontentò e, proprio in quel momento nonostante non fosse assolutamente stagione, cominciò a nevicare.
Naruto pensò che fossero le lacrime di Haku.
Persino Kakashi riconobbe che Haku era un ragazzo puro e candido come la neve.
Sasuke si era ripreso poco dopo la morte di Gato.
Una volta messi in fuga i mercenari aveva fatto segno a Naruto di stare bene e il biondino non poteva esserne più contento.
Rimasero al villaggio ancora per qualche giorno per dare modo a tutti di riprendersi.
Quando ripartirono furono salutati da tutti gli abitanti e il ponte appena costruito ricevette il nome del ragazzo che aveva saputo dare una speranza a tutti loro.
Da quel giorno il ponte si chiamò Ponte Naruto.
Un bel nome vero?
Naru: sono stato proprio bravo vero? (tutto esultante)
Hinata timida: sei stato bravissimo Naruto-kun (almeno non ha balbettato)
Naru: Hinata, sei un angelo!!!
Hinata mi diventa color del tramonto ma ancora non mi sviene.
Naruto le da un bacio sulla guancia.
Come non detto, è svenuta.
Naru: ma che ho fatto?
Io (sconsolata): Naruto, sei un idiota.
Sasu: ma allora concordi con me!
Io: Papera, non ti illudere. Non mi piaci lo stesso. Il fatto che Naruto sia un idiota e che lo pensiamo tutti e due non vuol dire nulla. Non rompere.
Sasu: te la prendi solo con me. Non è giusto!
Io: e con chi dovrei prendermela scusa? Sei tu che mi stai antipatico.
Sasu: ti detesto.
Io: la cosa è reciproca Papera. Ragazzi, ci si vede alla prossima allora. Mi raccomando, lasciate un commento!!!
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Capitolo 10 *** Io ce l'ho una mamma? ***
Allora, so che vi aspettavate un capitolo con l’inizio delle selezioni chunnin, ma visto che è ancora in lavorazione e che questo era già pronto, vi metto questo nella speranza che mi perdoniate.
Un piccolo momento dell’infanzia di Naruto. Molto tenero e molto commovente a mio avviso.
Dal titolo dovreste aver già capito che domanda avrà mai fatto un piccolo angioletto biondo al nostro copy-ninja.
Sì, proprio quella: io ho una mamma?
Spero che vi piaccia.
Se volete altri spaccati sull’infanzia del nostro Naruto basta dirlo. Mi metto all’opera. Fatemi sapere mi raccomando.
Buona lettura e mi raccomando: RECENSITE!!!!
Iaele
IO CE L’HO UNA MAMMA?
Un piccolo bambino biondo, avrà circa cinque anni, stava colorando senza entusiasmo lo stesso disegno da un paio d’ore.
Il piccolo, di solito allegro e vivace, sembrava pensieroso. Come se qualcosa gli pesasse sul suo piccolo cuore.
Vi starete chiedendo chi è questo bambino.
Si chiama Naruto Uzumaki.
Il piccolo vive con un uomo di nome Kakashi Hatake che in quel momento stava preparando la cena.
I due non sono imparentati, ma per il bambino l’uomo era tutta la sua famiglia.
Ovviamente il piccolo Naruto non sapeva che Kakashi non era il suo vero padre, ma non era a questo che stava pensando in quel momento.
Il piccolo aveva notato che lui non assomigliava per nulla al suo papà, ma dava per scontato che, se non assomigliava al papà, doveva assomigliare alla sua mamma.
Il problema stava proprio lì, sulla parola mamma.
Lui ne aveva una?
Se sì, dov’era ora?
Perché non era lì con lui e il suo papà?
Se ne era andata per colpa sua?
Se sì, come avrebbe potuto farla tornare?
Questi erano i pensieri che gli passavano per la testa.
Vedeva sempre gli altri bambini, al parco, accompagnati dalla loro mamma mentre lui, o era da solo, o con il suo papà.
Forse era per quello che gli altri bambini non volevano giocare con lui.
Aveva fatto andare via la sua mamma e gli altri bambini avevano paura che facesse andare via anche la loro.
Sì, doveva essere così!
Allora avrebbe chiesto al suo papà dov’era la mamma e l’avrebbe fatta tornare così gli altri bambini avrebbero giocato con lui.
Sì, avrebbe fatto così decise.
Ora bisognava solo chiedere al papà dov’era la mamma.
<< Naruto, è pronto. Vieni a mangiare. >> lo chiamò Kakashi.
<< Arrivo papà! >> rispose Naruto con voce squillante.
Il piccolo, prima andò a lavarsi le mani, poi si fiondò in cucina per la cena.
Kakashi, sapendo quanto al bambino piacesse quel piatto, aveva preparato il ramen.
I due si sedettero a tavola e la cena poté cominciare.
Il piccolo Naruto però giocherellava distratto con la sua ciotola di ramen e la cosa preoccupò non poco l’uomo.
Cosa poteva spingere Naruto a rifiutare il ramen?
Era forse successo qualcosa di grave?
L’adulto decise di indagare.
<< Naruto, non ti va il ramen? Non hai fame? >> chiese pacato.
Infondo poteva anche essere che il bambino non avesse fame.
Strano, ma poteva essere.
<< No, papà. Il ramen mi va però … >> cominciò il piccolo per poi bloccarsi non sapendo come proseguire.
<< Però? >> chiese gentilmente Kakashi.
C’era qualcosa che preoccupava il suo piccolo angelo e lui voleva sapere di cosa si trattasse per poterlo aiutare.
Per quel piccino avrebbe fatto qualsiasi cosa.
L’aveva capito quando l’aveva preso in braccio la prima volta quella dannata notte.
L’aveva capito la prima volta che Naruto l’aveva chiamato papà.
Lo capiva ogni volta che quel piccoletto gli sorrideva contento con un sorriso capace di sciogliere chiunque.
Lui, per quel piccino, avrebbe fatto qualsiasi cosa.
<< Papà, io ce l’ho una mamma? >> chiese Naruto dopo un attimo di silenzio.
La domanda colse completamente impreparato Kakashi.
Non se l’aspettava, non posta così e in quel momento almeno.
O forse sperava che non gliela rivolgesse mai.
Fatto sta che non sapeva come rispondere al piccolo Naruto.
Come poteva dirgli che lui, si ce l’aveva una mamma, ma che era morta per difenderlo?
Come poteva dirgli che la sua mamma non sarebbe più tornata?
Come poteva spezzare il suo piccolo cuoricino in quella maniera?
Come poteva farlo?
Per la prima volta in vita sua Kakashi non sapeva cosa fare.
Non sapeva proprio che pesci pigliare.
Come si faceva a far capire ad un bambino così piccolo che la sua mamma non l’avrebbe mai conosciuta?
Come si faceva a far capire una cosa del genere ad un bambino senza che il cuore si spezzasse?
Decise che ci avrebbe provato, con le parole più dolci e rassicuranti che avrebbe trovato, ma avrebbe risposto a quella domanda.
<< Naruto vieni qui per favore. >> disse facendo segno al bambino di andargli in braccio.
Il piccolo, preoccupato per quello che il suo papà voleva dirgli, andò da lui un po’ titubante.
Che volesse dirgli che la sua mamma se ne era andata per colpa sua?
Sperava proprio di no.
Kakashi lo prese in braccio e lo avvolse in un dolce abbraccio.
Voleva un mondo di bene a quel bambino anche se non era veramente suo figlio.
Ormai lo considerava come tale.
<< Naruto, tu ce l’hai una mamma >> cominciò l’uomo.
<< Ma perché non è qui con noi? Dov’è? >> chiese ancora il piccolo.
<< Naruto, la mamma è in posto da dove non può tornare indietro. >> tentò Kakashi.
Non sapeva proprio come dire al piccolo Naruto che la sua mamma era morta.
<< Sì, ma dov’è? >> insisté il piccolo.
Se la mamma non voleva tornare, sarebbe andato lui a prenderla.
<< Naruto, la mamma è con gli angeli in cielo. Non può più tornare qui con noi. >> provò a spiegare Kakashi.
Non voleva spezzare il cuore del bambino ma non voleva neanche mentire.
<< Perché è con gli angeli? Non può semplicemente chiedere di tornare qui? >> fece Naruto confuso.
Sapeva che gli angeli erano buoni e potevano esaudire i desideri.
Perché non potevano far tornare la sua mamma?
<< Piccolo, la mamma è diventata un angelo anche lei, per questo non può tornare. Però ti proteggerà per sempre, proprio come fanno gli angeli. Lo sai vero che proteggono le persone a cui vogliono bene, no? >> disse Kakashi dolcemente.
<< Sul serio? Quindi la mia mamma mi protegge anche se non è qui? >> chiese il piccolo stupito.
Allora la sua mamma non l’aveva abbandonato!
Gli voleva ancora bene!
<< Sì piccolo. La mamma ti proteggerà per sempre e ti vorrà sempre bene. Te lo posso assicurare. >> gli disse Kakashi per poi stringerlo forte.
Si meravigliava sempre del modo di vedere il mondo di quel piccolo frugoletto.
Sembrava che sapesse cogliere le cose più importati al volo, senza neanche porsi domande sul perché e sul per come di quelle cose.
Sembrava che il piccolo cuore sapesse di preciso cos’era importante nella vita e che lo trovasse senza neanche pensarci su.
Cose che lui, il grande copy-ninja, ci aveva messo una vita a capire.
Nonostante tutti si allontanassero da lui, lui continuava a cercare qualcuno che lo accettasse così com’era. Aveva imparato cos’era la vera amicizia.
Aveva imparato che rispondere alla rabbia con altra rabbia non serviva a niente. Aveva imparato a perdonare.
Il suo piccolo cuore era più grande di quello di molte persone.
Peccato che pochi lo vedessero.
Kakashi era felice di essere uno di quei pochi.
<< Adesso però, è meglio finire di mangiare. Non vorrai mica che il ramen si raffreddi, vero? >> chiese l’uomo dopo qualche attimo di dolce silenzio.
<< Siiiii >> fece il Naruto di nuovo allegro.
La sua mamma non l’aveva abbandonato!
Era con gli angeli e lo avrebbe sempre protetto!
Non poteva essere più felice!
Che gli altri bambini pensassero quello che volessero, lui aveva una mamma speciale.
Una mamma che lo avrebbe guardato dall’alto sempre e comunque.
La sua mamma era sempre con lui e questo gli bastava.
Kakashi si lasciò andare ad un piccolo sorriso.
Quel bambino lo stupiva sempre.
Era felice di poter prendersi cura di quel piccolo miracolo.
Sentiva che un giorno, quel piccolo frugoletto, sarebbe diventato una persona speciale, capace di qualsiasi cosa.
Ne era pienamente convinto.
La cena proseguì in allegria.
La piccola famiglia aveva ritrovato la sua allegria.
Anche dopo anni, Naruto, ripensando a quella sera, non poteva fare a meno di lasciarsi sfuggire un sorriso.
Col passare del tempo aveva capito che i suoi veri genitori erano morti poco dopo la sua nascita per proteggerlo e che Kakashi non era il suo vero padre.
La cosa però non gli importava.
Era contento di essere stato amato così tanto da tutti loro.
Ora aveva degli amici fidati, una famiglia tutta sua, che presto si sarebbe allargata.
Kakashi, per lui, era stato tutto.
Suo padre.
Il suo maestro.
Il suo punto di riferimento.
Il suo confidente.
Il suo porto sicuro.
Era stato tutto questo e molto di più.
Guardando il cielo dalla finestra della camera da letto, si ritrovò a sorridere alle stelle.
<< Naruto, vieni? >> lo chiamò sua moglie.
<< Sì, un attimo. >> disse guardando per un’ultima volta il cielo notturno.
“Grazie papà”
Spero vivamente che vi sia piaciuto. Io ho il magone per la commozione.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Il prossimo capitolo, con l’inizio delle selezione chunnin, arriverà il prima possibile.
Ve lo prometto!
Alla prossima
Iaele
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Capitolo 11 *** Capitolo 9 ***
Ecco qui il capitolo dove si annunciano le imminenti selezioni chunnin.
I nostri eroi più la papera non incontreranno Gaara, Kankuro e Temari prima dell’inizio delle selezioni. Non dovendo fuggire da una Sakura incazzata non si scontreranno con Kankuro quindi nessun incontro.
Poi vedremo un Naruto che, saputa la verità sulla Volpe, si sfoga con Iruka.
Puoi portarti dentro tutto fino ad un certo punto, poi devi buttarlo fuori per forza.
L’importante è sfogarsi e poi andare avanti e, in questo, Naruto è un campione.
Primi segni di avvicinamento per Naruto e Hinata gente!!!
Chissà se il biondo capirà cosa prova per la dolce Hinata prima della fine di questa storia.
Mi sembra di aver detto tutto, quindi buona lettura!
RECENSITE mi raccomando!
Iaele
Ps: domani non posso postare, sono via. Forse posto domenica. Se domenica non mi vedete allora posto direttamente lunedì. Spero che comprendiate
CAPITOLO 9
Quando il team 7 fu tornato a Konoha riprese con le missioni di livello D e gli allenamenti.
Per gli allenamenti extra nessuno osò protestare. Tutti e tre i ragazzi avevano visto che avevano ancora molto su cui lavorare e non si risparmiavano.
Per le missioni, invece, Naruto era riuscito a strappare all’Hokage la promessa di non mandarlo più dietro a quel dannato gattaccio.
Il biondo fece così tante storie che alla fine il Terzo acconsentì solo per toglierselo dalle scatole.
Ora, i tre ragazzi, stavano aspettando Kakashi al campo di allenamento, ma l’uomo era anche più in ritardo del solito.
Loro, però, non si preoccupavano.
Il loro maestro aveva un ritardo che variava dalle due ore canoniche fino anche a mezza giornata. Bastava solo aspettare e portare pazienza. Cose che non sempre riusciva al nostro Naruto.
Questa volta però era estremamente silenzioso e calmo.
Cosa strana anche per lui.
Di solito, o era calmo, o era silenzioso. Tutte e due le cose assieme era una cosa da segnare sul calendario per quanto unica era.
<< Naruto-kun, tu-tutto ok? >> chiese Hinata balbettando appena.
Passare molto tempo con il suo amato Naruto le aveva fatto passare quasi del tutto il suo balbettio nei confronti del ragazzo, per gli svenimenti invece …
La cosa era ancora in fase di lavorazione.
Prima o poi ce l’avrebbe fatta.
<< Uh? Sì, Hinata. Tutto ok. Stavo solo pensando. >> rispose il biondo.
<< Tu che pensi? Da quando in qua? >> chiese invece Sasuke scettico.
Naruto che pensa? Non ci avrebbe creduto neanche se l’avesse visto.
<< Sasuke, per una volta, lasciami stare, ok? >> rispose Naruto.
Il suo tono di voce sembrava stanco, come se non dormisse bene da qualche giorno, cose che era vera.
Precisamente, non dormiva bene da quando aveva avuto una chiacchierata piuttosto seria con il padre.
Una chiacchierata a proposito del Kyuubi e sul fatto che lui fosse la sua forza portante.
La rivelazione lo aveva lasciato in stato di shock per dieci minuti buoni e, una volta ripreso, ne aveva dette di tutti i colori al Quarto Hokage, alle Volpe e Kakashi credette che volesse perfino tirare giù i santi dal paradiso per quante ne stava dicendo.
Si era sfogato per quelle che sembravano ora, per poi scoppiare a piangere stretto al genitore.
<< Perché io? >> aveva semplicemente chiesto una volta che si era calmato.
<< Non lo so, ma non sono in molti quelli che possono sopportare un potere simile. Forse tu sei l’unico in tutto il villaggio che può farlo. >> gli aveva risposto Kakashi.
La cosa non aveva per niente consolato.
Se ci fosse stato qualcun altro avrebbe volentieri ceduto quel fardello a quella persona e fine.
Ma non poteva. Non solo perché non c’era nessun altro a cui cedere quel fardello, ma anche perché non poteva permettere che qualcuno soffrisse come aveva sofferto lui.
Senza amici, con i parenti che ti rifiutano, sì, era convinto che lo avrebbero fatto e con un fardello di cui non ti puoi liberare neanche se lo vuoi.
No, non poteva farlo.
Il problema, però, che non gli consentiva di dormire era un altro: i suoi compagni di team avrebbero capito o lo avrebbero allontanato?
Sul fatto che Hinata lo allontanasse aveva qualche dubbio, ma non si poteva mai sapere.
Su Sasuke invece … non poteva metterci la mano sul fuoco.
Già non lo considerava nemmeno un amico, cosa avrebbe fatto saputa la verità?
Lo avrebbe allontanato?
Non avrebbe più voluto vederlo?
Lo avrebbe odiato come tutti gli altri?
Preferiva la sua indifferenza all’odio. Faceva male, vero, ma meno dell’odio ingiustificato degli altri.
Che odiassero pure la Volpe, ne avevano tutti i motivi, ma non odiassero lui che non aveva fatto nulla.
Facile a dirsi, difficile a farsi evidentemente.
<< Naruto, sicuro di stare bene? >> chiese di nuovo Sasuke.
Naruto che non lo prendeva a insulti o che non si scaldava per un insulto?
Ok, la cosa era seria.
<< Sasuke, per favore, non ora. Sto bene. Non preoccupatevi. - disse prima di cominciare a incamminarsi verso la periferia del villaggio - se arriva Kakashi ditegli che sono andato a fare un giro e che voglio stare un po’ da solo. >>
Gli altri due componenti del team si guardarono leggermente preoccupati.
Che era preso a Naruto?
Cosa gli era successo?
Appena fosse arrivato Kakashi avrebbero chiesto spiegazioni.
Bisognava solo aspettare.
*****
Kakashi, per una volta, aveva una buona scusa per essere in ritardo: era stato convocato dall’Hokage insieme a gli altri jonin e chunnin.
<< Fra una settimana inizieranno le selezioni chunnin e vorrei sapere quali team parteciperanno. >> disse l’Hokage.
In effetti si erano visti parecchi forestieri di recente al villaggio.
“Coma mai così presto?” pensò Kakashi.
<< Capisco. Mi era sembrato di vedere dei forestieri al villaggio. >> commentò Asuma.
<< Chi di voi vuole raccomandare i suoi allievi per le selezioni chunnin? >> chiese l’Hokage.
Il primo a farsi avanti fu il maestro Gai Maito. Raccomandò tutti e tre i suoi allievi: Neji Hyuga, Rock Lee e Ten Ten.
Poi, a sorpresa, si fecero avanti anche Kakashi, Asuma e Kurenai, i capitani dei team dei gennin promossi quell’anno.
Molti rimasero sorpresi.
Come si poteva raccomandare studenti appena usciti dall’accademia a delle selezioni così dure?
Iruka, poi, non sapeva se sentirsi orgoglioso per Naruto, o se prendere a calci Kakashi per aver raccomandato così presto quel ragazzo alle selezioni chunnin.
Decise che ci avrebbe parlato dopo.
<< Bene. Allora fra una settimana da oggi si terranno le selezioni chunnin. Avvertite i vostri allievi >> disse l’Hokage prima di congedarli.
Kakashi, intuendo che Iruka volesse parlargli, si defilò in fretta.
Non aveva proprio voglia di una discussione in quel momento.
Doveva andare dal suo team ed era sicuro che stavolta Naruto e Sasuke gli avrebbero fatto la pelle.
Ve beh, almeno stavolta aveva una buona scusa per essere in ritardo.
Una volta arrivato al punto di incontro vide che mancava suo figlio e si preoccupò.
Che lui e Sasuke avessero litigato?
Da quando gli aveva detto della Volpe, Naruto si era fatto parecchio silenzioso, ma credeva che fosse perché doveva scendere a patti con la cosa.
Sperava solo che suo figlio non fosse lì solo per una banale litigata con Sasuke o perché si era stufato di aspettarlo.
Lo sperava con tutto il cuore.
<< Ragazzi dov’è Naruto? >> chiese cercando di mascherare la preoccupazione.
<< Kakashi-sensei, Naruto-kun era un po’ strano. Abbiamo provato a chiedergli cosa avesse ma non ha voluto rispondere. Ad un certo punto ha detto che andava a farsi un giro e che voleva stare da solo. È successo qualcosa? >> chiese Hinata finita la sua spiegazione.
Kakashi cercò di tranquillizzarsi dicendosi che Naruto stava solo cercando di venire a patti con quello che aveva scoperto e che non era successo nulla di grave.
<< Sentite, per oggi gli allenamenti saltano. Ci vediamo domani. >> disse facendo per andarsene a cercare Naruto.
<< E no, maestro. Adesso ci dice cos’è successo. >> lo bloccò Sasuke.
Che quel ragazzo cominciasse a considerare Naruto un amico?
Vedendo che tanto, anche se fosse scappato, i ragazzi lo avrebbero rincorso, decise che una spiegazione poteva darla.
Sperava solo che, saputa la verità, non allontanassero Naruto.
Il ragazzo non avrebbe retto il colpo, di questo era sicuro.
*****
Nel frattempo, Naruto era arrivato al parco giochi, che in quel momento era deserto, e si era seduto su un’altalena solitaria.
Si sedeva sempre lì quand’era piccolo e nessuno voleva giocare con lui.
Si sedeva lì e guardava gli altri bambini giocare.
Si sedeva lì e tratteneva le lacrime che premevano per uscire.
Anche ora non era tanto diverso.
I suoi occhi volevano versare quelle lacrime amare, ma lui non voleva assolutamente piangere.
Non avrebbe cambiato la situazione e non sarebbe servito a nulla.
Però avrebbe tanto voluto poter piangere senza che qualcuno, che non fosse Kakashi, Iruka o Itachi, lo guardassero male.
Voleva essere trattato come tutti gli altri.
Ora che sapeva perché tutti lo odiavano sentiva un dolore sordo al petto.
Sapeva che nessuno l’avrebbe mai trattato come una persona.
Nessuno.
Nessuno si sarebbe mai sforzato di comprenderlo.
Nessuno si sarebbe mai sforzato di fare alcunché per lui.
Beh, proprio nessuno no.
C’erano Kakashi, Itachi, Iruka, Hinata, l’Hokage e forse Sasuke.
Non era completamente solo, ma allora perché si sentiva come se lo fosse?
Perché aveva questa voragine nel petto che non riusciva a chiudere?
Perso nei suoi pensieri non si accorse nemmeno dell’arrivo di Iruka.
L’uomo l’aveva visto solo su quella altalena mentre andava a casa.
L’aveva visto così abbattuto che aveva deciso di fermarsi e vedere cos’avesse.
<< Hey, Naruto? Tutto ok? >> chiese avvicinandosi.
Per Naruto fu come uscire da una trans.
Che ci faceva lì Iruka?
Cosa voleva da lui?
<< Maestro Iruka. Sì, tutto … >> ma non riuscì a finire la frase che cominciò a piangere.
Vedere quel viso amico che porgeva una mano di aiuto aveva fatto cedere tutte le sue barriere.
Pianse, si sfogò, raccontò a Iruka della discussione con Kakashi e, alla fine, si sentì più leggero.
<< Che devo fare maestro? >> chiese quasi supplicante.
<< Innanzi tutto potevi dircelo razza di testa quadra. >> fece una voce che venne identificata come quella di Sasuke.
I ragazzi, saputo tutto da Kakashi, si erano messi all’opera per rintracciare il biondo.
L’avevano trovato qualche ora dopo che si stava sfogando con Iruka e avevano sentito tutto.
Sapere quanto Naruto, aveva, e stava soffrendo per qualcosa che non aveva scelto aveva smosso qualcosa in Hinata che si precipitò ad abbracciarlo.
Non lo fece coscientemente.
Vide solo che il ragazzo aveva bisogno di conforto e lei voleva darglielo.
Voleva fargli sentire che lei era con lui.
Voleva dirgli che non le importava della Volpe.
Lui, per lei, era solo Naruto. Un ragazzo vivace e allegro che non si arrende mai.
Ma, non potendo dirlo a parole, lo disse con quell’abbraccio.
Naruto, dal canto suo, si lasciò cullare da quell’abbraccio pieno di affetto.
Ne aveva un disperato bisogno.
Kakashi, vedendo quella scena, non poté fare a meno di commuoversi.
Quella ragazza era un angelo.
Se mai il figlio si fosse accorto dell’amore di quella ragazza per lui, e se l’avesse contraccambiato, lui sarebbe stato felicissimo di averla in famiglia.
Un po’ meno di avere Hiashi, ma non si può avere tutto dalla vita.
Sasuke invece non capiva completamente quello che provava Naruto.
Il dolore della perdita riusciva a comprenderlo avendolo provato lui stesso, ma come facesse Naruto ad andare avanti nonostante nessuno lo volesse, per lui rimaneva un mistero.
Lo aveva sempre visto sorridente e allegro.
Vedere quanto dolore si portava dietro l’aveva lasciato spiazzato.
Faceva veramente così male quella solitudine forzata?
Quanta forza aveva per andare avanti e sorridere sempre?
Come faceva?
Lui, con molta probabilità, avrebbe già raso al suolo tutto quanto già da tempo.
Anche se inconsciamente, Sasuke aveva afferrato la portata della grande forza che Naruto si portava dentro e non era quella del Volpe.
Naruto era forte di suo. Bisognava solo che qualcuno lo aiutasse ad esprimere quella forza.
Sasuke, inconsciamente, aveva capito che Naruto lo superava.
Lui era il più forte tra i due.
In combattimento poteva anche essere il peggiore, ma per forza d’animo gli era superiore e di molto.
Si chiedeva chi avrebbe vinto se si fossero scontrati.
All’improvviso non lo classificò più come perdente ma come un buon avversario.
Ma ancora non voleva ammettere che gli era pari.
Non lo avrebbe mai ammesso.
Ne andava del suo orgoglio.
<< Grazie Hinata. >> sussurrò Naruto ricambiando l’abbraccio.
Kakashi decise di aspettare ancora un attimo prima di interromperli.
Voleva vedere se la ragazza sarebbe svenuta oppure no.
Miracolosamente Hinata non svenne, ma rossa come un pomodoro lo divenne lo stesso.
“Un passo alla volta. Un passo alla volta” dovette dirsi Kakashi.
<< Bene piccioncini, posso avere una attimo la vostra attenzione? >> li interruppe ottenendo uno sguardo omicida da Naruto e facendo arrossire ancora di più Hinata.
<< Bene, ora che ho la vostra attenzione, volevo solo avvisarvi che tra una settimana ci saranno le selezioni chunnin e che io vi raccomandato tutti e tre. Se decidete di partecipare presentatevi tra una settimana in accademia al terzo piano aula 301. Avete tutto il tempo di pensarci. Avete capito? >> chiese.
Ottenne tre cenni di assenso.
<< Bene. Voi potete andare. Naruto, ci vediamo a casa. >> disse prima di andarsene seguito da Iruka che voleva parlargli.
<< Perché li hai raccomandati? Sono appena usciti dall’accademia! >> chiese non appena non furono più a portata d’orecchio.
<< Non l’avrei fatto se non fossero pronti. Tranquillo, non gli succederà nulla. Ci vediamo. >> rispose Kakashi prima di sparire in una nuvoletta di fumo.
“Vallo tu capire quell’uomo” pensò Iruka tornandosene a casa.
*****
I ragazzi, dopo essersi salutati, se ne erano tornati a casa.
Hinata camminava tra le nuvole e perfino suo padre si chiese cosa fosse successo.
Ma scartò subito l’idea di chiederglielo.
Finché non avesse dimostrato di essere all’altezza della casata principale del clan Hyuga, lui non avrebbe avuto nulla da spartire con lei.
Sasuke tornò a casa parecchio pensieroso.
Fin dove si sarebbe spinto Naruto pur di vedersi accettato?
Quanto forse sarebbe diventato sotto la guida di un buon maestro?
Sarebbe riuscito a diventare più forte di lui?
Risposta logica: sì.
Risposta di Sasuke: neanche dopo morto.
Maledizione a quel suo orgoglio troppo sviluppato.
Naruto, invece, tornò a casa un po’ più tranquillo e un po’ più confuso di prima.
Tranquillo perché i suoi compagni non lo avevano allontanato.
Confuso per via di Hinata.
Insomma, a lui era sempre piaciuta Sakura, ma allora perché gli era piaciuto così tanto l’abbraccio che lei gli aveva dato?
Perché l’aveva fatto sentire sollevato il fatto che non lo avesse allontanato?
Perché lo aveva fatto sentire così bene?
Con più confusione che mai in testa varcò la porta di casa.
Fu accolto da un Kakashi tranquillo che lo invitò a sedersi sul divano per parlare.
Non vedendolo arrabbiato o altro, Naruto decise che non voleva fargli la predica e si sedette affianco al padre.
<< Naruto, perché non mi hai detto cosa ti turbava? Non ti fidi di me? >> chiese l’uomo gentilmente.
Naruto rimase stupito da quella domanda.
Lui si fidava di Kakashi! Come poteva credere il contrario?
<< Ma che dici? Io mi fido di te! >> rispose incredulo.
<< E allora perché non mi hai detto nulla? >>
<< Perché … perché … perché non volevo farti preoccupare. >> disse Naruto abbassando lo sguardo.
<< Naruto, io mi preoccupo se tu non mi dici se c’è qualcosa che non va. Mi preoccupo quando ti vedo diverso da come sei di solito. Mi preoccupo quando stai male. Mi preoccupo quando non mi dici cos’hai e ti tieni tutto dentro. Questo mi fa preoccupare. Mi capisci? >> disse Kakashi voltando gentilmente il viso di Naruto verso il suo in modo da guardarlo negli occhi.
<< Capisco. Ti voglio bene papà. >> fece Naruto abbracciandolo e sprofondando il viso nel petto dell’uomo.
<< Anch’io te ne voglio piccolo. - fece Kakashi dolce - Ora, vuoi dirmi cosa pensi di Hinata? >> fece con un sorrisino malizioso.
<< PAPA’!!!! >> urlò Naruto indignato staccandosi di botto dal padre.
Maledetto lui e i suoi dannati libri sconci!
Accidenti!!!
Piaciuto il capitolo? Spero di sì.
Io sono qui tutta sola perché la papera è andata in vacanza. Che sentisse la mancanza dei suoi simili?
Kakashi, Naruto e Hinata se ne sono andati anche loro in cerca del fresco e io sono qui a sgobbare.
Vabbè, pazienza.
Intanto posso preparare qualche sorpresina per la papera.
Sarà meglio che mi metta al lavoro.
Quando tornerà dalle vacanze avrà una bella sorpresa.
Ma come mi diverto!!!
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Capitolo 12 *** Capitolo 10 ***
Eccomi qui come promesso.
Capitolo di passaggio (servono anche questi quindi non protestate) dove vedremo le motivazioni che spingono i componenti del team 7 a partecipare alle selezioni chunnin.
Ci sarà una discussione tra fratelli (ma perché la papera deve sempre essere così idiota?) e un confronto tra Hinata e Neji (no, non ho resistito. Dovevo farlo. Neji non mi è mai stato molto simpatico in questa parte della storia).
Spero vi piaccia!
Buona lettura!!!!
Iaele
Ps: RECENSITE!!!!
CAPITOLO 10
I componenti del team 7 passarono la settimana riflettendo se partecipare o meno alle selezioni chunnin.
Naruto e Sasuke non avevano alcun dubbio.
Avrebbero partecipato e sarebbero riusciti a diventare chunnin.
Hinata era un po’ dubbiosa, ma, alla fine, per non essere considerata un peso da Naruto, decise di partecipare anche lei.
Ce l’avrebbe messa tutta e chissà, magari sarebbe riuscita a passare anche lei.
L’unica cosa che la preoccupava era che partecipava anche suo cugino Neji.
Per qualche motivo suo cugino la odiava, ma lei non gli aveva fatto nulla.
Anzi, l’aveva sempre trattato gentilmente nonostante lui facesse parte della casata cadetta e lei della principale.
Non le sembrava di avergli dato motivo per odiarla.
Quello che la ragazza non poteva sapere era che il cugino non odiava solo lei, ma tutta la casata principale a cui attribuiva la colpa della morte del padre.
Ci sarebbe voluto un miracolo per fare in modo che il ragazzo cambiasse la sua visione del mondo.
E quel miracolo sarebbe presto venuto.
Bastava solo aspettare.
Neji, poi, non riusciva a vedere che quella trattata peggio all’interno del clan Hyuga, era proprio Hinata, l’erede diretta della casata principale.
Ritenuta troppo debole, troppo fragile, troppo dolce per il clan.
Soprattutto per un clan che non ammetteva debolezze.
Tutti i componenti del clan Hyuga dovevano essere decisi, forti, duri.
Insomma, tutto quello che Hinata non era.
Ma, a volte, la forza la si può trovare anche dove sembra non ce ne sia.
Questo era proprio il caso di Hinata.
Lei sembrava fragile, ma dentro aveva un forza enorme.
Essere rifiutata da quella che si considera la proprio famiglia è un duro colpo per chiunque, ma lei ha saputo resistere. Lei stava provando a migliorarsi per poter farsi riconoscere. Lei ci stava provando con tutta se stessa.
Questa è una forza che non la impari.
O ce l’hai o non ce l’hai.
E Neji non ce l’aveva.
Hinata non avrebbe mai cambiato il suo essere dolce e gentile con il prossimo per piacere al clan. Avrebbe dimostrato che, nonostante quelle che loro consideravano debolezze, poteva essere all’altezza del nome prestigioso degli Hyuga.
Neji invece si era arreso da tempo a quello che il clan si aspettava da lui.
Il clan si aspettava che proteggesse Hinata con la sua vita? L’avrebbe fatto.
Il clan si aspettava che fosse uno dei migliori ninja di Konoha? Lo sarebbe diventato.
Il clan si aspettava che avesse protetto la casata principale a qualsiasi costo? L’avrebbe fatto.
Ma avrebbe odiato ogni singolo istante di quella vita e ogni singola persona della casata principale.
Neji si era arreso.
Hinata continuava a lottare.
Neji era diventato ciò che il clan voleva.
Hinata era esattamente ciò che il clan non voleva.
Neji odiava il clan.
Hinata non riusciva a odiare nessuno, figurarsi la sua famiglia.
A conti fatti, forse, Hinata non aveva le capacità di Neji, ma aveva una forza superiore a quella del cugino.
Una forza che le permetteva di andare avanti nonostante i rimproveri del padre, l’odio del cugino e la disapprovazione del clan.
Una forza che aveva scoperto guardando Naruto.
Guardandolo quando si rialzava dopo essere stato insultato.
Guardandolo quando non si arrendeva nonostante i numerosi fallimenti in allenamento.
Guardandolo non capendo come facesse a non odiare tutti quelli che lo guardavano con odio e disprezzo.
Guardandolo aveva capito che la vera forza è andare avanti nonostante le avversità.
Dimostrare agli altri che si sbagliano sul tuo conto.
Dimostrare a se stessi che ce la si può fare, non importa quanto si dovrà soffrire.
Se si vuole raggiungere un obbiettivo bisogna lottare con tutte le proprie forze e non permettere agli altri di fermarti.
Questo era quello che aveva imparato stando nel team 7 e questo era quello che avrebbe fatto.
Si sarebbe fatta rispettare per quello che era anche se ci fossero voluti anni.
Se ce la faceva Naruto ce la poteva fare anche lei.
Fu così che Hinata decise di partecipare alle selezioni chunnin.
Sasuke, invece, deciso a partecipare a qualsiasi costo, si ritrovò a discutere con il fratello proprio riguardo alle selezioni un paio di giorni prima dell’inizio delle stesse.
Non fu proprio una discussione tranquilla.
<< Sasuke, perché vuoi diventare chunnin? >> chiese Itachi dopo cena quella sera.
<< Voglio diventare più forte e queste selezioni sono l’occasione buona. >> rispose l’interpellato senza neanche degnare di uno sguardo il fratello.
<< Riformulo la domanda allora. Perché vuoi diventare forte? >> riprovò Itachi.
<< Voglio ottenere vendetta e ottenere più potere è l’unico modo per riuscirci. >> disse Sasuke.
<< Fratellino, stai confondendo forza con potere. Sono due cose ben diverse. Tu cerchi il potere, ma non sei abbastanza forte per non lasciarti dominare dalla tua voglia di vendetta. O non vuoi, non fa differenza ora come ora. Perché non prendi esempio da Naruto? Lui è forte. Forse anche più di me. >> fece Itachi consapevole di toccare un nervo scoperto.
Ma se con le buone non ascoltava, bisognava passare alle cattive.
<< Io? Prendere esempio da quel perdente? Sei sicuro di stare bene? Naruto non sarà mai più forte di me. Mai. >> rispose sibilando l’ultima parte del discorso il minore.
<< Io invece credo che sia già più forte di te, Sasuke. Ti sei mai chiesto quanta forza gli ci sia voluta per sorridere sempre nonostante tutti lo allontanassero? Quanta forza gli ci sia voluta per non contraccambiare l’odio con l’odio? Quanta forza abbia per lasciarti la ragazza che gli piace sapendo che a lei piaci tu? Sai quanta forza ci vuole? Quel ragazzo è stato ferito innumerevoli volte eppure è sempre andato avanti con il sorriso. Sai quanta forza ci vuole per fare una cosa del genere? Te lo dico io. Tu non sai niente. E la cosa peggiore è che non lo vuoi neanche sapere. >> rispose Itachi esasperato dalla cocciutaggine del fratello. Esasperato e arrabbiato.
Arrabbiato con Sasuke perché non vedeva ciò che aveva di fronte al naso.
Arrabbiato con se stesso perché non riusciva a farglielo vedere.
Che fratello maggiore era se non riusciva a proteggere il suo fratellino?
<< Cos’è che dovrei sapere? Spiegamelo perché io non capisco. Naruto non riuscirà mai a battermi, è una schiappa. Come fai a dire che è forte? Perfino un bambino dell’accademia è migliore di lui. Eppure tu sembri preferirlo a me, a tuo fratello. Perché? Cos’ha che io non ho?! >> Sasuke era veramente infuriato.
Suo fratello, invece di aiutarlo a diventare più forte per la sua vendetta, preferiva quell’idiota di Naruto.
Perché?!
Perché proprio lui?!
Perché?!
<< Sasuke, io non sto preferendo Naruto a te. Mettitelo bene in testa. Ti sto solo dicendo di riflettere su quello che ha patito lui e di confrontarlo con quello che abbiamo passato noi, che hai passato tu. Confronta le sue reazioni con le tue. Lui ha reagito meglio di te. Non ha ceduto alla rabbia e all’odio. Perché tu si? Perché Sasuke? >>
<< Lui NON ha passato quello che ho passato io, CHIARO?! >> fece Sasuke quasi urlando l’ultima parola.
Perché suo fratello continuava a paragonarlo a quello stupido?
Perché non riconosceva la sua forza?
Perché lo abbassava al livello di quell’incapace?
Perché?
<< No, non ha passato quello che hai passato tu, è vero. Però ha sofferto di una solitudine più grande della tua. Tutti lo odiavano e lo odiano per qualcosa che non ha scelto e di cui non ha colpa. Tutti lo allontanano, tu compreso ammettilo. Lo vorresti come amico ma hai paura che ti superi. Paura fondata se mi permetti un opinione. Ma lo allontani soprattutto perché senti che lui ti è veramente superiore. No, non ne combattimento, ma nella vita di tutti i giorni. Pensaci, lo sai che è vero. >> provò a spiegargli con calma Itachi.
Non voleva che credesse che considerava Naruto meglio di lui, ma di sicuro il biondo affrontava il dolore e la rabbia in un modo completamente diverso da quello di suo fratello.
Li affrontava in un modo che gli permetteva di trarne la forza di cui aveva bisogno per andare avanti.
Sicuramente un modo più sano di come li affrontava Sasuke che, più che affrontarli, si lasciava dominare da essi.
Sarebbe riuscito a tirarlo indietro dal precipizio prima che fosse troppo tardi?
Sperava ardentemente di sì, ma si domandava se era ancora in tempo o se fosse già troppo tardi.
<< E tu vorresti dirmi che devo rinunciare alla mia vendetta solo perché non avrò mai il potere che mi serve?! Ma ti senti?! Io otterrò vendetta in un modo o in un altro. Mettitelo bene in testa. >> gli sibilò Sasuke in risposta.
I due fratelli si squadrarono per alcuni minuti.
Sasuke era determinato nell’ottenere vendetta e nessuno l’avrebbe fermato. Nemmeno suo fratello.
Perché Itachi non lo vuole aiutare?
Perché non capiva quanto la cosa fosse importante per lui?
Perché si ostinava a dire che Naruto fosse migliore di lui?
Cosa aveva Naruto che a lui mancava?
Cosa?
Non riusciva a capirlo, o forse lo sapeva e non voleva ammetterlo.
Secondo voi?
Forse un misto delle due.
Fatto sta che neanche morto avrebbe ammesso che Naruto avrebbe potuto superarlo se si fosse impegnato sotto la guida di un buon maestro.
I due fratelli non si parleranno fino alla fine della seconda prova.
O meglio, Sasuke non vorrà parlare con Itachi, ma quando sei immobilizzato in ospedale non è che tu possa fuggire dove vuoi.
Sasuke avrebbe partecipato alle selezioni chunnin per dimostrare a suo fratello di essere più forte di Naruto.
Quell’idiota non avrebbe mai potuto superarlo.
Mai.
Adesso però passiamo anche da Naruto, che ne dite?
Abbiamo visto le motivazioni per cui Hinata e Sasuke hanno deciso di partecipare alle selezioni chunnin quindi, che ne dite se vediamo anche quelli di Naruto?
I suoi motivi sono molto più semplici di quelli di Hinata e Sasuke: lui vuole solo che Kakashi sia fiero di lui.
Vuole meritarsi la fiducia che il padre ripone in lui.
Vuole ripagarlo, in qualche modo, quello che Kakashi ha fatto per lui.
Non lo fa solo per dimostrare qualcosa agli altri, lo fa soprattutto per fare in modo che Kakashi sia orgoglioso di lui.
Non gli importa altro.
Non gli serve altro.
Lui ha Kakashi, Iruka, Itachi, Hinata e Sasuke.
Lui non combatteva solo per Konoha.
Lui combatteva per proteggere chi gli voleva bene, le persone a cui teneva.
Naruto voleva diventare più forte per riuscire a proteggere le persone che costituivano la sua famiglia.
Non lo faceva per se stesso come nel caso di Sasuke.
Non lo faceva per compiacere il proprio clan come Hinata.
Lo faceva solo per tenere al sicuro le persone a cui teneva.
Forse era il più altruista di tutto il villaggio.
Kakashi non aveva avuto dubbi sulla partecipazione alle selezioni chunnin da parte del figlio.
Sapeva che Naruto voleva dimostrare di essere migliore di Sasuke.
Quei due gli ricordavano lui e Obito.
Guardargli gli faceva venire in mente ricordi dolorosi, ma era bravo a nasconderlo.
Sperava solo che non facessero la loro stessa fine.
Soprattutto Sasuke.
Sperava vivamente che non capisse il valore dell’amicizia come l’aveva capito lui.
Lo sperava ardentemente.
Ora stava aspettando i suoi allievi di fronte all’entrata dell’aula 301.
Si sarebbero presentati tutti e tre?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate lasciare un commentino anche piccolino.
La Papera continua a essere dispersa così io non devo sorbirmi le sue lamentele.
Spero che, ovunque sia, si trovi bene con i suoi simili perché quando torna avrà una bella sorpresa.
Spero che il capitolo via sia piaciuto e alla prossima!
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Capitolo 13 *** Capitolo 11 ***
Ecco qui il capitolo.
Mi scuso per il ritardo ma sto capitolo è stata una vera e propria complicanza unica. Io ci ho provato, spero apprezziate lo sforzo.
Se avrete qualche critica da fare fatela, non mi offendete, anzi, mi aiutate a migliorare così.
Vi lascio al capitolo
Buona lettura!!!!
Iaele
CAPITOLO 11
Naruto, Hinata e Sasuke si ritrovarono la mattina presto davanti all’accademia il giorno dell’inizio delle selezioni chunnin.
Tutti e tre erano decisi a superare le selezioni.
Si guardarono per un attimo per poi avviarsi verso l’aula 301.
Lungo il tragitto intravidero anche gli altri team dei loro compagni di accademia e anche un team che non avevano mai visto, oltre team provenienti dagli altri paesi ninja.
C’erano team provenienti da tutte le cinque grandi terre ninja più qualche team di qualche paese minore.
Ogni componente del team 7 fu colpito dalla presenza di una persona diversa.
Hinata dalla presenza del cugino. Aveva paura di lui.
Sasuke fu preso dall’assalto da Ino e Sakura. Per scollarsele dovette ricorrere alle maniere forti. L’Uchiha fu notato da un componente del team di Neji, Rock Lee.
Naruto invece notò, e fu notato, da un componente del team di Suna.
Era un ragazzino dai capelli rossi e occhi che esprimevano solo odio puro verso tutto e tutti.
Naruto non sapeva perché, ma sentiva che quel ragazzino era simile a lui, che avevano qualcosa in comune.
Il problema era che non riusciva a capire cosa.
Ok, un’idea ce l’aveva, ma gli sembrava così assurda che non voleva crederci.
Anche Sasuke notò il rosso dopo essere riuscito a scollarsi Ino e Sakura di dosso.
Tutti si stavano dirigendo verso l’aula 301 quindi si persero quasi dubito di vista.
Però il rosso non lasciava i pensieri di Naruto né quelli di Sasuke.
Sasuke voleva sfidarlo. Aveva percepito che il rosso era un avversario molto forte e voleva sfidarlo.
Naruto, invece, voleva capire da cosa dipendesse quella sua sensazione di somiglianza che avvertiva tra lui e il ragazzo di Suna.
Mentre si dirigevano al terzo piano vennero fermati da Rock Lee che sfidò Sasuke.
Il ragazzo voleva vedere se il duro allenamento poteva battere le abilità innate.
Rock Lee non poteva usare né le arti magiche né le arti illusorie quindi si era concentrato sul miglioramento delle alti marziali a tutti i livelli.
Voleva dimostrare che, anche usando solo le arti marziali, si può diventare un ottimo ninja.
Le uniche due persone che lo sostenevano erano il suo maestro, Gai Maito, e la sua compagna di squadra Ten Ten.
Per Neji, invece, Rock Lee non sarebbe mai stato un buon ninja senza le arti magiche e illusorie.
Per Neji, Rock Lee, sarebbe sempre rimasto un perdente.
Il destino non si può cambiare.
Neji, lasciatelo dire, fa in modo che Naruto non ti senta o ti mena e a ragione vorrei precisare.
Sasuke, sentendo Rock Lee che lo sfidava, si chiedeva se il ragazzo avesse tutte le rotelle a posto.
Sfidare un Uchiha voleva dire perdere su tutta la linea.
Non si scherzava con un Uchiha. Quel ragazzo l’avrebbe capito nel modo pi duro.
<< Ehi, Mr. Sopracciglia, sei sicuro di quello che vuoi fare? Non si scherza con gli Uchiha. >> fece Sasuke leggermente derisorio.
Naruto non riusciva a capire come mai tutti volessero sfidare Sasuke mentre lui veniva ignorato.
Ma si poteva sapere perché poi?
Cosa aveva Sasuke che lui non aveva?
Perché tutti lo ignoravano?
Non era giusto uffa!
<< Sono sicuro. Voglio dimostrare che l’impegno e l’allenamento possono battere il talento. Accetti allora? >> continuò Rock Lee serio.
Sasuke, sicuro di poter vincere, accettò la sfida.
All’inizio sembrò che Sasuke potesse anche vincere, ma, poi, qualcosa cambiò.
Rock Lee, sfruttando la sua elevata velocità e la troppa sicurezza di Sasuke, riuscì a mettere in difficoltà l’avversario.
Sasuke ricorse anche allo Sharingan, ma le cose non migliorarono.
Rock Lee era troppo veloce e lo Sharingan di Sasuke era troppo poco sviluppato per potergli essere d’aiuto in quella occasione.
Rock Lee prese presto il sopravento e Sasuke non riuscì a fare nulla per capovolgere la situazione.
Un attimo prima che Rock Lee sferrasse il colpo finale, il combattimento fu fermato da una tartaruga parlante apparsa proprio in quel momento.
La tartaruga cominciò a fare una ramanzina a Rock Lee riguardo alla tecnica che stava per usare e che, evidentemente, gli era stato proibito mostrare per qualche ragione.
Alla fine della ramanzina, la tartaruga chiamò il maestro Gai che, sì fece anche lui una ramanzina a Rock Lee, si disse anche orgoglioso del fatto che avesse battuto Sasuke Uchiha.
Il tutto coronato da una scena talmente sdolcinata da far venire il voltastomaco a chiunque l’avesse vista.
Sasuke fu preso da alcuni dubbi.
Che quel tipo fosse più forte di Kakashi?
Che con lui potesse ottenere quello che voleva?
Che con quel tipo potesse ottenere il potere necessario alla sua vendetta?
Poi, vedendo quella scena da voltastomaco, ci ripensò immediatamente.
Mai e poi mai si sarebbe abbassato a tanto.
Il suo orgoglio non avrebbe resistito a lungo.
Di questo era sicuro.
Forse era meglio concentrarsi sulle selezioni chunnin, poi avrebbe deciso cosa fare.
Cercando di nascondere il suo orgoglio ferito, Sasuke si avviò con Naruto e Hinata verso l’aula 301.
Una volta arrivati, di fronte all’aula, trovarono Kakashi che li aspettava.
<< Vedo che ci siete tutti e tre. Bene, potete partecipare. >> fece l’uomo.
<< Kakashi-sensei, cosa vuole dire? >> chiese Hinata.
<< Per caso, se ci fossimo presentati solo io e Naruto, non avremmo potuto partecipare? >> chiese Sasuke.
<< Sì, Sasuke. Alle selezioni chunnin possono partecipare solo team di tre componenti. Se vi foste presentati solo in due vi avrei impedito di iscrivervi. Ora andate e fatemi vedere che non ho sbagliato a permettervi di partecipare. >> disse Kakashi prima di scomparire.
<< Beh, andiamo? >> fece Naruto.
I tre oltrepassarono le porte dell’aula e si ritrovarono in mezzo a tantissimi candidati, alcuni dei quali facevano paura solo a guardarli.
C’erano anche i vari team di Konoha e anche quello del rosso che Naruto e Sasuke avevano notato quando erano arrivati.
I tipi che mettevano più paura erano il rosso di Suna e quelli del villaggio del suono.
Quelli si che avevano un aspetto veramente terrorizzante.
Ma torniamo a noi.
In quel momento arrivò l’esaminatore della prima prova delle selezioni.
Era Ibiki Morino.
Un jonin assegnato alla sezione torture e interrogatori di Konoha.
Naruto ne aveva sentito parlare da Kakashi e si stava domandando come avrebbe fatto a passare la sua prova.
Conosceva la sua fama e questo non lo rassicurava per nulla.
Che si era inventato?
Con la sua sfortuna poteva essere solamente …
<< La prima prova per le selezioni chunnin sarà una prova scritta. >> disse Ibiki.
Ecco appunto.
Era rovinato.
Lui e la teoria erano due cose incompatibili.
Al sentire di cosa si trattava la prima prova Sasuke fulminò Naruto come a dirgli “prova solo a fallire e io ti faccio la pelle”.
Povero Naruto!!!
Hinata, invece, decise che avrebbe aiutato il compagno ben sapendo quale fosse la sua debolezza.
Ibiki sapeva benissimo come mettere sotto pressione le persone.
Già il suo aspetto bastava a mettere timore ai più giovani.
Era un uomo robusto, ben piantato, con un viso severo e comportamento molto rigido.
Poi, le cicatrici che aveva sul volto non aiutavano molto. Lo rendevano ancora più severo.
Dopo aver descritto la prova, 10 domande, la cui ultima data a un quarto d’ora dalla fine della prova, tutti i membri del team dovevano fare almeno un esercizio giusto, pena la bocciatura dell’intero team. C’era un minimo di punti da fare e chi era beccato a copiare veniva bocciato insieme a tutto il team.
In tutto si avevano due ore di tempo.
Naruto era nel panico più totale.
Sasuke, se solo Naruto l’avesse fatto bocciare, l’avrebbe ammazzato mentre lui non sarebbe più riuscito a guardare in faccia né Hinata né Kakashi, sempre ammesso che fosse sopravissuto alla furia si Sasuke.
Cose di cui dubitava molto fortemente.
Meglio non farsi prendere dal panico prima di aver visto le domande.
Naruto le guardò e … il panico tornò più forte di prima.
Erano tutte cose che lui non aveva neanche sentito nominare.
Erano cose veramente impossibili.
L’unica alternativa era copiare, ma da chi?
E soprattutto come?
Sasuke poteva usare lo Sharingan, Hinata il Byakugan, ma lui?
Lui non poteva usare niente.
Non aveva abilità innate o tecniche specifiche e per di più non era proprio tanto furtivo.
Diamine! Uno che si veste di arancione acceso non conosce il termine furtivo!
Che fare allora?
Sperare in un miracolo?
Cercare di copiare lo stesso e rischiare di far bocciare tutto il team?
Provare a vedere se Hinata o Sasuke lo possano aiutare?
Copiare sapendo di non esserne capace non era una mossa saggia quindi la scartò subito.
Chiedere aiuto a Sasuke era fuori discussione. Non si sarebbe mai scomodato per lui.
Chiedere aiuto a Hinata?
Sì, poteva essere una buona idea se solo Ibiki non fosse proprio a qualche metro da dove era seduto lui.
Certo che la sfortuna lo perseguitava proprio.
<< Naruto-kun, se vuoi ti faccio copiare. >> gli disse Hinata come se gli avesse letto nel pensiero.
Come se la sua faccia in preda al panico non fosse abbastanza eloquente.
Ibiki, sentendo cos’aveva detto la ragazza, si voltò verso di loro per vedere cosa avrebbe fatto il biondo.
Se avesse deciso di copiare lo avrebbe beccato e lo avrebbe sbattuto fuori con tutto il suo team.
Naruto, forse accorgendosi dello sguardo di Ibiki, declinò l’offerta di Hinata.
Meglio non rischiare.
La posta era troppo alta.
Avrebbe provato ad arrangiarsi, ma la prova sembrava scritta in arabo.
Come avrebbe fatto?
Quando arrivò il momento della decima domanda, Naruto era sull’orlo di una crisi di panico.
Doveva rispondere giusto a questo quesito o Sasuke lo avrebbe linciato.
Poco ma sicuro.
<< Bene, fra poco esporrò l’ultimo problema. Prima le ultime regole. Se risponderete male a questa domanda, non importa il punteggio che avete raggiunto, voi e il vostro team, non solo sarete bocciati, ma non potrete più tentare questo esame. >> Ibiki tacque per vedere la reazione dei partecipanti.
Si andava da espressioni terrorizzate (Naruto) a quelle preoccupate (Sasuke) a quelle annoiate (Shikamaru che tanto non voleva neanche partecipare quindi non gliene poteva fregare di meno) a quelle che si potrebbero definire facce da poker.
<< Dovete sapere anche che avete la possibilità di non dare la risposta e avere così la possibilità di rifare questa selezione, ma sarete bocciati e con voi tutto il vostro team. Quanti di voi vogliono ritirarsi sono pregarsi di farlo adesso alzando la mano. >>
Qualcuno alzò subito la mano.
Non voleva rischiare di non poter più dare l’esame.
Naruto ci stava riflettendo.
Se rinunciava Sasuke l’avrebbe menato.
Se rimaneva e avesse sbagliato risposta, Sasuke l’avrebbe ucciso.
Però non vedeva perché Ibiki dovesse essere così severo solo per una stupida selezione.
Perché doveva minare così la salute mentale dei poveri candidati?
Hinata stava implorando mentalmente che la domanda di Ibiki non fosse una di quelle che potesse mettere fuori gioco Naruto.
Lei voleva che lui superasse quelle selezioni.
Voleva che realizzasse il suo sogno, ma non voleva che la sua cocciutaggine gli remasse contro.
Sasuke invece non sapeva se sperare che Naruto si ritirasse per evitare che lui non potesse più ripetere l’esame o se sperare che lui tentasse per poter passare alla seconda prova.
Non sapeva proprio cosa pensare.
Naruto, ad un certo punto alzò la mano, ma non con l’intento di abbandonare.
<< Scusi, posso dirle una cosa? >> chiese Naruto.
<< Cosa vuoi moccioso? >> chiese Ibiki.
<< Non mi interessa che domanda farà, non mi spaventa! Non mi farò spaventare da lei! Io non mi arrendo mai, capito? Faccia la sua domanda, ma io da qui non me ne vado. >> fece Naruto deciso e forse un po’ troppo spavaldo anche.
“Che tipo interessante questo ragazzino. Mi piace.” pensò Ibiki senza mostrare nulla nell’espressione del viso.
Naruto cominciava a stargli simpatico.
<< Va bene. Complimenti, siete promossi. >> disse lasciando tutti quanti basiti.
Cosa?
Erano passati?
E la decima domanda?
Cosa stava succedendo?
<< Scusi, ma che vuole dire? >> chiese Sakura.
<< Vuol dire che scegliere di restare qui è la risposta alla decima domanda. Scegliendo di restare qui avete passato il test. >> poi spiegò come in missione era importante andare avanti anche se si avevano poche informazioni o se le condizioni peggioravano.
Su quello che stava finendo di spiegare, dalla finestra entrò, con entrata molto teatrale, l’esaminatrice della seconda prova: Anko.
Quello che pensarono tutti fu: questa è pazza.
E non avevano poi tutti i torti.
Anko era matta.
Dopo essersi presentata e aver dato disposizioni per il giorno successivo, tutti furono liberi di andare.
Ibiki, passando a raccogliere le prove, si fermò a guardare la prova di Naruto.
Foglio in bianco.
In una prova dove lo scopo è vedere come uno raccoglie informazioni e, soprattutto, vedere come uno reagisce sottopressione, vedere il foglio in bianco voleva dire due cose: o Naruto aveva capito tutto o aveva avuto un’enorme botta di culo.
Qualsiasi fosse la verità a Ibiki scappò un sorriso.
Sì, Naruto gli stava decisamente simpatico.
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Capitolo 14 *** capitolo 12 ***
Eccomi qui!
Primo capitolo scritto con
il computer nuovo evvai!!!!!
No, il computer vecchio non
è rotto e no, non è da buttare via. È
semplicemente vecchio. Tutto qui.
Così si è
deciso di comprarne uno nuovo.
In questo capitolo inizia la
seconda prova e nel prossimo mi toccherà introdurre Orochimaru
e co. Ci vorrà un po' a scriverlo quindi abbiate pazienza.
Vi lascio alla lettura.
Mi raccomando: RECENSITE!!!
Iaele
PS: per chi fosse
interessato ad una bella storia sull'universo di Naruto consiglio la
storia di naruhinafra “The New Ninja”. La potete trovare
qui
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2001776&i=1
CAPITOLO
12
Una volta congedati da Anko, l'esaminatrice della
seconda prova, dopo aver ricevuto le direttive su dove si dovevano
recare il giorno successivo, tutti quelli che avevano superato la
prima prova si diressero a casa propria.
Naruto, contento di aver superato la prova e di non
essere, così, stato ammazzato da Sasuke, si diresse a casa
allegro.
Vedendo rientrare il figlio così allegro,
Kakashi capì che la prima parte delle selezioni chunnin era
stata superata.
Era proprio orgoglioso di Naruto.
Soprattutto dopo che venne a sapere come aveva
risposto a Ibiki all'ultima domanda del test.
Non molti, diciamo pure nessuno, avrebbe risposto
così al jonin speciale.
Vuoi un po' perché sapeva come terrorizzare
praticamente chiunque, vuoi perché sapeva creare un clima in
cui rispondere in quella maniera non sarebbe passato per la testa a
nessuno.
Nessuno tranne Naruto.
Quel ragazzino era veramente imprevedibile e ne
sapeva una più del diavolo.
Tentare di fermarlo quando si metteva in testa
qualcosa voleva scontrarsi contro un muro.
Se aggiungiamo che, quando sembra non ci sia via di
uscita, tirava fuori delle idee folli che funzionavano proprio perchè
folli....
Batterlo era veramente difficile.
Quella sera Naruto e
Kakashi passarono una serata tranquilla in famiglia festeggiando il
superamento della prima prova da parte del biondino.
***
Sasuke, una volta
arrivato a casa, trovò Itachi che si congratulò con lui
e che gli chiese com'era andata.
Sasuke raccontò
tutto cercando anche di far passare Naruto come un idiota per come
aveva risposto a Ibiki.
La reazione di Itachi
non fu proprio quella che l'Uchiha minore si aspettava.
<< Certo che ne ha
avuto di coraggio a rispondere così a Ibiki. >> commentò
Itachi tranquillo.
<< Cosa? Non dirmi
che non lo trovi idiota. >> fece Sasuke allibito.
Perchè suo
fratello preferiva Naruto a lui?
Perchè lo
difendeva sempre?
Perchè lo trovava
migliore di lui?
Cos'aveva Naruto più
di lui?
Cos'aveva che a lui
mancava? (vuoi una lista? L'umiltà, la sincerità, la
simpatia, una capigliatura che non ricorda il culo di un volatile....
devo continuare? Nda)
<< Forse è
stato avventato, ma non pensavo che qualcuno potesse rispondere per
le rime a Ibiki. Naruto mi stupisce sempre. È veramente
imprevedibile quel ragazzo. >>
Itachi sapeva che stava
fomentando l'antipatia del fratello verso Naruto, ma non poteva farci
molto.
Lui diceva solo quello
che pensava e suo fratello capiva quello che voleva capire come al
solito.
Il fatto che trovasse
simpatico Naruto non voleva dire che odiasse Sasuke.
Suo fratello credeva che
lui facesse preferenze, ma non era così.
Riconosceva i meriti di
tutti e due come pure i difetti.
Il fatto era che con
Naruto veniva più facile perdonare gli errori che faceva
perchè, con il suo sorriso e la sua voglia di rimediare,
risultava difficile arrabbiarsi con lui.
Mentre Sasuke...
Il suo orgoglio
smisurato gli impediva di accettare di aver fatto un errore.
Gli impediva di
accettare anche solo la possibilità di poter fare uno sbaglio.
Poi, con il suo
caratteraccio, era più facile incavolarsi ancora di più
invece di perdonarlo.
L'unico che ci riusciva
era Naruto, ma Itachi sospettava che fosse perchè il biondo
era incapace di portare rancore a chiunque.
<< Fammi capire,
tu preferisci lui a me? >> fece Sasuke sibilando e socchiudendo
pericolosamente gli occhi.
Non sopportava di essere
secondo a nessuno men che meno a Naruto.
Non che odiasse il
biondino, ma non riusciva a sopportarlo.
Sasuke sapeva che, se
Naruto glielo avesse chiesto, lui avrebbe potuto anche considerare di
rinunciare alla sua vendetta.
Non lo avrebbe mai
ammesso, ma Naruto era il suo unico amico e non voleva perderlo.
Però aveva scelto
la sua strada e non comprendeva il biondino.
Sperava solo che Naruto
potesse perdonarlo un giorno.
<< Fratellino, sai
benissimo che non è così. Solo che nessuno aveva mai
risposto così a Ibiki, neanche tra gli Anbu c'è chi
azzarderebbe tanto. Tutto qui. >> spiegò Itachi.
Odiava seriamente i film
mentali che si faceva Sasuke.
Sperò che la
spiegazione non istigasse ancora di più il fratello perchè
altrimenti non sapeva come fare a calmarlo.
Sasuke lanciò
un'ultima occhiataccia al fratello prima di andarsene in camera sua
irritato e arrabbiato.
No, non aveva capito
nulla di quello che intendeva Itachi.
“Dici che
Naruto è un idiota ma poi da idiota ti comporti tu. Cosa posso
fare per salvarti Sasuke? Cosa devo fare?” pensava
Itachi sempre più preoccupato.
Quanto
tempo aveva ancora prima che Sasuke oltrepassasse il punto di non
ritorno?
Sperava
di averne abbastanza, ma purtroppo non fu così.
Il
tempo stava per scadere.
Questione
ancora di un paio di mesi.
Peccato
che nessuno potesse saperlo.
***
Hinata
tornò a casa contenta di aver passato la prima prova, ma
l'unica a congratularsi con lei fu la sorella.
Il
padre non la degnò di uno sguardo e Neji le riservò il
solito sguardo pieno di gelido odio.
Era
troppo chiedere un po' di affetto da coloro che dovrebbero essere la
propria famiglia?
Era
chiedere troppo essere accettata per quello che era?
Era
troppo chiedere di non essere giudicata e ricevere dell'aiuto per
migliorarsi?
Evidentemente
sì.
Almeno
nel suo caso.
Lei
non era abbastanza per il clan Hyuga.
Lei
non era abbastanza per essere la figlia del capo clan.
Lei
non era abbastanza per essere degna di attenzione.
Lei,
che si sforzava più di tutti per avere un po' di
considerazione.
Lei,
che cercava in tutti i modi di ricevere quell'affetto che il padre le
aveva negato.
Lei,
che cercava di far svanire l'odio che il cugino provava per lei per
motivi ignoti.
Lei,
la più delicata del clan.
Lei,
la più dolce.
Lei,
la più forte
senza essere riconosciuta come tale.
Non
si era fatta spezzare da quell'ambiente.
Era
rimasta sempre la timida ragazza che era anche da bambina.
I
suoi occhi non avevano perso l'innocenza di quando era piccola.
Quegli
occhi che non conoscono né pregiudizi né odio.
Quegli
occhi così puri.
Hinata
era forte, doveva solo trovare che l'aiutasse a capire ciò.
Quella
persona non era poi tanto lontana.
Forse
l'aveva già trovata.
Forse,
quella persona, la stava già aiutando.
Infondo,
era la prima volta che tornava a casa e che non le importava di cosa
pensassero il padre e il cugino.
La
prima volta che le importò solo della sua felicità.
Il
giorno dopo sarebbe stata punto e a capo, ma era un inizio.
Un
inizio che prometteva bene.
***
Il
giorno successivo, tutti quelli che avevano superato la prima prova
si ritrovarono di fronte al campo di allenamento numero 44 ed ad
aspettarli c'era l'esaminatrice Anko.
<<
Bene – disse una volta che furono arrivati tutti – la
seconda prova delle selezioni chunnin si svolgerà nel campo di
allenamento numero 44 conosciuto come Foresta della Morte. Prima di
cominciare firmate questi moduli per favore. >> fece la donna
distribuendo i moduli.
Mentre
l'esaminatrice distribuiva i fogli Naruto si guardò attorno.
Il
team di Suna era riuscito a passare e il rosso sembrava avesse due
iceberg al posto degli occhi da tanto freddo era il suo sguardo.
Naruto
si chiese, per l'ennesima volta, come mai sentisse una sensazione di
famigliarità con quel ragazzo.
Va
bene, di biju ce n'erano nove, ma che probabilità c'era che a
quelle selezioni chunnin ne trovasse uno oltre a lui?
Che
lui partecipava solo perchè abitava a Konoha, altrimenti
dubitava fortemente che avrebbe potuto partecipare se si fossero
tenute in un altro villaggio.
Che
probabilità c'erano?
Quasi
zero.
Ma
quasi non vuol dire zero.
Vuol
solo dire altamente improbabile.
Però,
chi si arrischierebbe ad accettare una forza portante di un altro
paese nel proprio villaggio?
Praticamente
nessuno.
Però
quella possibilità c'era.
Minima
ma c'era.
Se
anche il rosso fosse stato una forza portante, quale demone si
portava dentro?
Uno
parecchio cattivo a giudicare da come era ridotto.
Naruto
si riscosse dai suoi pensieri solo quando Hinata gli passò il
modulo da firmare.
Anche
Sasuke guardava il ragazzo di Suna.
Il
suo interesse però era diverso da quello di Naruto.
Il
moro voleva solo battersi con il rosso per vedere quant'era forte e
batterlo.
Lo
vedeva come un avversario da battere per dimostrare di essere il più
forte tra i partecipanti. Nulla di più.
Vedeva
in quel ragazzo un grande potere.
Voleva
confrontarsi con quel potere.
Presto,
però, avrebbe imparato che con quel tipo di potere non si
poteva giocare.
Il
rosso voleva solo uccidere e tutti l'avrebbero capito fin troppo
presto.
Una
volta compilati i moduli, l'esaminatrice Anko cominciò a
illustrare la prova.
<<
La seconda prova delle selezioni chunnin è una prova di
sopravvivenza. I moduli che avete firmato mi esentano da ogni
ripercussione nel caso dovesse ferirvi seriamente o rimetterci la
pelle. La prova durerà cinque giorni e consiste nell'arrivare
alla torre posta al centro del campo di allenamento. Il campo che
utilizzeremo è il campo 44 conosciuto come Foresta della Morte
– a questo punto tirò fuori una cartina che
rappresentava il campo 44 e la fece vedere ai partecipanti – Il
campo è circolare con un fiume che lo attraversa e una torre
al centro. L'obiettivo è arrivare alla torre con questi due
rotoli – e li fece vedere – senza aprirli e con tutti i
componenti del team. Ogni team riceverà un rotolo e dovrà
rubare l'altro ad un altro team. Tutto chiaro? >> chiese alla
fine della spiegazione.
Le
reazioni furono varie.
Ci
fu chi rimase indifferente come il rosso di Suna o Shikamaru.
Quest'ultimo considerava tutto ciò che non consisteva
nell'oziare come una seccatura. Che ci fosse o no non gli importava.
L'importante era finirla il più in fretta possibile così
da tornarsene ad osservare le nuvole.
Ci
fu chi rimase leggermente perplesso.
Chi
non vedeva l'ora di iniziare, non devo fare nomi vero?
Chi
invece aveva dei ripensamenti, ma ormai era lì e non poteva
tornare indietro.
<<
In che modo si viene squalificati? >> chiese Sakura.
Voleva
essere sicura di aver capito bene.
<<
Si può venire squalificati se non si arriva alla torre
centrale entro i cinque giorni o con un solo rotolo o senza un
componente del team. Oppure se si aprono i rotoli prima di essere
arrivati alla torre. >> rispose Anko.
<<
Che succede se apriamo i rotoli prima del tempo? >> chiese
Naruto.
<<
Lo scoprirai se lo farai. >> rispose Anko leggermente sadica.
Naruto
deglutì leggermente preoccupato.
Nessuno
fece altre domande.
<<
Bene, ogni team partirà da uno dei cancelli che ci sono lungo
il perimetro del campo di allenamento. Vi auguro buona fortuna. >>
disse Anko per poi dire ai vari team da che cancello sarebbero
partiti.
Una
volta che tutti furono in posizione ed ebbero ricevuto i rotoli fu
dato il via.
Chi
avrebbero dovuto affrontare i membri del team 7 per riuscire a
superare la prova?
Con
chi e cosa si sarebbero dovuti confrontare?
Ne
sarebbero usciti illesi?
Forse,
più delle ferite del corpo, uno dei componenti dovrebbe temere
le ferite dell'anima perchè qualcuno sa come liberare tutto
l'odio che si porta dentro.
Sa
come fare per farlo uscire tutto insieme e fare in modo che si
sfoghi.
Uno
dei componenti del team conoscerà la natura più
profonda dell'odio.
Uno
saprà cosa vuol dire non sentirsi più inferiore.
L'ultimo
aiuterà gli altri due quando ne avranno bisogno ma solo da uno
riceverà in cambio qualcosa.
Che
la seconda prova abbia inizio.
Visto
che la papera continua ad essere in vacanza qui mi annoio a morte. Ho
il dubbio che non voglia tornare. Ma deve farlo e appena tornerà
passerà un brutto quarto d'ora.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla
prossima!!!!
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Capitolo 15 *** Prima parola ***
Allora, il capitolo
sull'inizio della seconda prova arriverà tra qualche giorno.
Qualche piccolo problemino nel rielaborare lo scontro con quelli del
Suono, niente di preoccupante. Portate solo un po' di pazienza.
Questo capitolo invece è
per Vanda_95, spero ti piaccia.
La prima parola di Naruto,
chissà quale sarà e che reazione avrà Kakashi
nel sentirla.
Per scoprirlo dovrete
leggere.
Spero vi piaccia e che
lasciate un commento.
Buona lettura a tutti!
Iaele
LA
PRIMA PAROLA
Era passato circa un anno da quando il Kyubi aveva
attaccato il villaggio di Konoha pretendendo la vita di molti ninja e
del Quarto Hokage.
Nessuno era rimasto indenne da quell'attacco.
C'era chi aveva perso un amico, chi un parente, chi
un maestro.
Quest'ultimo era il caso di Kakashi Hatake.
Il Quarto Hokage era stato il suo maestro ed ora lui
si stava prendendo cura del figlio che aveva lasciato.
Lo stesso bambino che nessuno voleva e che tutti
odiavano perchè aveva sigillato dentro di se il Kyubi.
Purtroppo il Quarto non aveva potuto fare altro per
fermare il biju se non sigillarlo dentro al suo stesso figlio.
Quello era l'unico modo che si conosceva per fermare
un biju.
Purtroppo però nessuno capiva che la parte
peggiore in tutta quella storia ce l'aveva avuta il piccolo.
Tutti non volevano capirlo, tutti tranne Kakashi e il
Terzo Hokage, che era rientrato in carica dopo la morte del Quarto.
Kakashi, non vedeva colui che aveva ucciso il suo
maestro, ma solo un bambino che non avrebbe mai conosciuto i suoi
genitori e che, con molta probabilità, non avrebbe mai avuto
un amico.
Il Terzo la vedeva uguale così affidò
il bambino all'uomo.
Kakashi si era affezionato al bambino fin da subito.
Il piccolo Naruto, perchè era così che
si chiamava il piccolo, era identico al padre come aspetto. Peccato
che come carattere avesse preso dalla madre.
Non sapeva ancora camminare da solo ma ne combinava
lo stesso di tutti i colori.
Kakashi aveva dovuto correre più di una volta
per evitare che il piccolo si facesse male e più di una volta
aveva dovuto usare lo sharingan.
Quando si dice piccole pesti crescono.
Però, bastava un sorriso di Naruto e Kakashi
si squagliava e lo perdonava subito.
Il sorriso di quel bambino era qualcosa di magico.
Poteva sciogliere perfino un iceberg da quanto
caloroso e sincero era.
Si, il nostro Naruto ha sempre avuto quel tipo di
sorriso che ti riscalda il cuore.
Quel giorno era il compleanno di Kakashi, il 15
settembre, e l'uomo era in cucina a preparare qualcosa per la
colazione.
Quel pomeriggio sarebbero passati Gai, Asuma e forse
anche Kurenai a fargli gli auguri.
Erano gli unici che lo avevano allontanato perchè
si prendeva cura di Naruto, la forza portante della Volpe a Nove
Code.
Kakashi stava preparando la colazione per lui e il
bambino quando sentì il rumore di qualcosa che si rompeva.
Pregando che Naruto non si fosse fatto nulla, si
precipitò a vedere cos'era successo.
La buona notizia era che Naruto non si era fatto
nulla.
La cattiva era che l'ennesimo soprammobile era finito
in frantumi.
Doveva decidersi a nasconderli tutti prima che il
bambino li distruggesse tutti quanti.
Poi, vedere il bambino che ti guardava con due occhi
da cane bastonato, non potevi arrabbiarti con lui.
Era una cosa impossibile anche per uno come Kakashi.
L'uomo lo prese in braccio e lo portò in
cucina dove lo depose sul seggiolone assicurandosi che non potesse
scendere da lì in nessun modo.
Dopo andò a raccogliere i pezzi di quel
soprammobile in frantumi per evitare che Naruto potesse farsi male
giocando o andando in giro per casa.
Una volta raccolti tutti i pezzi li buttò nel
cestino per poi finire di preparare la colazione.
Il bambino, forse sentendosi ignorato, cominciò
ad emettere dei gorgoglii senza senso compiuto.
<< Che cosa c'è Naruto? Hai fame? >>
chiese Kakashi guardando il bambino con un piccolo sorriso.
Il piccolo fece segno di no per poi ricominciare con
i suoi gorgheggi senza senso.
Naruto stava provando con tutto il suo impegno a dire
una cosa ma non ci riusciva.
Frustato, sbatté i pugnetti sul seggiolone.
Possibile che non riuscisse a farsi capire?
<< Cosa c'è Naruto? Stai male? >>
riprovò Kakashi.
Non capiva proprio come mai il bambino si agitasse
così.
Che cosa gli era preso?
Naruto negò di nuovo.
Lui doveva dire una cosa precisa all'uomo ma non ci
riusciva.
Non si sarebbe arreso però.
Avrebbe tentato finché non ci fosse riuscito.
Poco ma sicuro.
Kakashi, decidendo di rimandare il problema a più
tardi, magari Kurenai avrebbe potuto dargli un consiglio, servì
la colazione. Una volta finito lavò i piatti e liberò
Naruto dal seggiolone per depositarlo in salotto.
Mettendo al sicuro tutti i soprammobili prima che il
bambino potesse partire alla carica.
Il piccolo, però, non sembrava interessato a
distruggergli la casa. Sembrava che non volesse lasciare in pace
Kakashi e l'uomo non sapeva cosa fare.
Passò la mattina cercando di capire cosa
volesse il bambino ma senza successo.
Poco dopo pranzo arrivò Gai per fargli gli
auguri nel suo modo fin troppo esuberante.
Naruto, ogni volta che lo vedeva, cercava di
nascondersi. I modi troppo esuberanti di Gai gli mettevano paura
visto che era abituato ai modi tranquilli e pacati di Kakashi.
Con Asuma e Kurenai si trovava più a suo agio
visto che anche loro due erano tipi tranquilli.
<< Kakashi! Mio eterno rivale! Buon compleanno!
Che la giovinezza sia con te! >> disse Gai non appena fu
entrato in casa.
Kakashi si domandava ancora come faceva ancora ad
essere suo amico.
Seriamente, come facevano loro due ad essere amici se
avevano ben poco in comune?
Mistero della fede dovette concludere.
<< Grazie Gai, ma, per favore, smettila con
questa storia della giovinezza. >> fece Kakashi controllando
dove si era nascosto Naruto.
Appena aveva sentito la voce di Gai, il bambino era
corso a nascondersi.
Kakashi scoprì che si era nascosto dietro al
divano.
Provò a smuoverlo di lì, ma il bambino
non ne voleva sapere. Lui con Gai non voleva averci nulla a che fare.
Alla fine i due rinunciarono. Se Naruto avesse voluto
venire fuori lo avrebbe fatto da solo o quando sarebbe arrivato
Asuma.
Il bambino lo adorava.
Gli voleva molto bene.
Forse perchè gli ricordava Kakashi come calma.
Un paio di ore dopo arrivarono anche Asuma e Kurenai
per fare gli auguri a Kakashi.
I quattro adulti parlarono del più e del meno
aggiornando Kakashi su le ultime notizie del mondo ninja.
Tutti sembravano essersi dimenticati del piccolo
Naruto che stava giocando con un pupazzo che gli aveva portato
Kurenai.
Dimenticato almeno finché Kakashi non lo sentì
pronunciare la sua prima parola.
<< Pa-pà >> fece il bambino.
Finalmente era riuscito nel suo intento.
Era da quella mattina che ci provava e finalmente
c'era riuscito.
Naruto era soddisfatto di se stesso.
<< Papà! >> ripeté contento
il piccolo.
Kakashi rimase pietrificato a sentirsi chiamare papà.
La prima volta credette di aver sentito male, ma alla
seconda non ebbe più dubbi.
Naruto l'aveva proprio chiamato papà.
Non riusciva a crederci.
L'aveva chiamato papà.
Kakashi sentì un'emozione molto forte salirgli
nel petto e scaldargli il cuore.
Un'emozione che non aveva mai provato.
Era qualcosa che non riusciva a descrivere, qualcosa
di unico.
Naruto lo aveva chiamato papà.
Lo aveva chiamato papà.
Papà.
Non riusciva a crederci.
Cioè, lui, papà, chi l'avrebbe mai
detto.
<< Papà! >> lo chiamò di
nuovo Naruto vedendolo lì imbambolato.
<< Kakashi, credo che Naruto voglia te. >>
fece Kurenai riscuotendolo dal suo stato di trans.
L'uomo, ridestatosi di colpo, prese in braccio il
bambino e lo strinse forte al petto.
<< Papà! >> fece Naruto felice di
essere stato preso in braccio dal suo papà.
<< Piccolino mio >> sussurrò
Kakashi.
Non immaginava che si potesse provare una cosa
simile, una simile felicità solo per una semplice parola.
Lui, per quel bambino, era il mondo e il piccolo
glielo aveva fatto capire regalandogli quella parola, quel ruolo
nella sua vita.
Si, il piccolo Naruto aveva proprio fatto un
bellissimo regalo di compleanno a Kakashi. Uno di quelli che non si
dimenticano facilmente.
Uno di quelli che non si dimenticano mai.
Uno di quelli che si custodiscono gelosamente.
Kurenai, Asuma e Gai lasciarono sola la piccola
famiglia in modo che potessero godersi quel momento magico.
Gai, neanche a dirlo, aveva avuto una delle sue
solite reazioni esagerate e ora stava piangendo come una fontana.
Non sapeva proprio cosa voleva dire la parola
contegno.
Kurenai era commossa e molto intenerita nel vedere
Kakashi senza quella maschera di compostezza che indossava di solito.
Anche Asuma aveva avuto una reazione simile a quella
di Kurenai nel vedere l'amico lasciarsi andare così. Se
l'avesse raccontato in giro nessuno gli avrebbe creduto, poco ma
sicuro.
Kakashi e Naruto rimasero soli in casa e il piccolo
non faceva che ripetere la parola appena imparata per la gioia di
Kakashi.
Si sentiva scaldare il cuore ogni volta che Naruto lo
chiamava papà.
Si sentiva leggero e in pace con se stesso.
Finalmente, dopo tanto tempo, stava facendo qualcosa
di buono.
Qualcosa che non avrebbe mai perso e che non sarebbe
mai andato distrutto.
Qualcosa che avrebbe protetto a qualsiasi costo.
Se gli avessero chiesto, a distanza di anni, quale
fosse stato stato il suo compleanno preferito, avrebbe risposto più
o meno così: << Il compleanno più bello? Il primo
passato con mio figlio. >>
A questa risposta molti lo avrebbero guardato
perplessi visto che era risaputo che Kakashi non aveva figli, ma a
lui non importava.
Il primo compleanno passato con Naruto era stato il
più bello che avesse mai passato.
Di questo ne era sicuro.
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Capitolo 16 *** capitolo 13 ***
Sto capitolo è stato
un vero parto. Non sapevo neanche da che parte cominciare.
Spero sia uscita una cosa
per lo meno decente.
Arriva Orochimaru! Perchè
non lo hanno ammazzato quand'era piccolo questo qui? Non lo sopporto
proprio!
Ve beh, lasciamo perdere.
Nel prossimo capitolo
Orochimaru imprimerà il segno maledetto su Sasuke.
Vi lascio alla lettura e mi
raccomando: RECENSITE!!!!!!
Iaele
CAPITOLO
13
Al via di Anko, la seconda prova delle selezioni
chunnin iniziò.
Tutti i team partecipanti entrarono in contemporanea
nel campo di allenamento 44 e si diressero verso la torre centrale
elaborando come prendere il rotolo mancante ad un'altra squadra.
C'era chi voleva prenderlo subito, chi aspettare le
varie squadre alla torre centrale e prenderli in trappola, chi invece
voleva attaccare le squadre più deboli sperando che avessero
il rotolo mancante.
Ogni team aveva la sua strategia.
Il team 7, usando il Byakugan di Hinata, poteva
facilmente individuare gli impostori che usavano la tecnica della
trasformazione visto che il chakra cambiava da persona a persona. E
la quantità di chakra che aveva Naruto non la si poteva certo
imitare. Soprattutto se aggiungiamo il fatto che il chakra della
Volpe, anche se in quantità microscopiche, era mescolato con
quello di Naruto rendendolo facilmente riconoscibile e impossibile da
imitare.
Qualcuno però ci provò lo stesso con il
solo risultato di essere mascherato nel giro di neanche trenta
secondi sia da Hinata sia da Sasuke.
Purtroppo non erano mai componenti di squadre con il
rotolo che stavano cercando, quindi, dopo averli leggermente mal
ridotti, li lasciavano andare.
Si preannunciavano cinque giorni molto lunghi.
****
L'esaminatrice della prova, Anko, durante il terzo
giorno della prova, stava mangiando i suoi amati dango* quando fu
interrotta da un ninja che le chiese di andare subito con lui.
La sua squadra aveva rinvenuto i cadaveri del team
proveniente dal Villaggio dell'Erba e tutti e tre erano senza volto,
come se glielo avessero strappato via, neanche si fosse trattata di
una maschera.
<< Li abbiamo trovati poco fa e come potete
vedere sono senza volto. >> disse uno dei ninja della squadra
che li aveva trovati.
“Dannazione! Può essere stato solo
lui. Solo lui si può essere spinto a tanto. Dannazione!”
pensò Anko toccandosi il collo nel punto in cui
aveva impresso il sigillo maledetto che le aveva impresso Orochimaru.
Doveva subito trovarlo e fermarlo.
Doveva sospendere la prova.
Doveva avvertire l'Hokage.
Doveva scoprire che cosa o chi voleva Orochimaru.
Prima di tutto però....
<< Portatemi i documenti con cui questi tre si
sono iscritti alle selezioni. Avvertite l'Hokage e fate mandare una
squadra speciale alla torre centrale del campo 44 per aiutarmi nelle
ricerche e nel fermare la prova. Muoversi! >> ordinò ai
tre ninja.
<< Subito! >> risposero obbedendo
all'istante.
“Che cosa vorrà? Mi devo sbrigare a
trovarlo! Accidenti!” pensò Anko con un brutto
presentimento.
Non era in arrivo nulla di buono.
Ma cosa voleva Orochimaru da quelle selezioni?
*****
Il terzo giorno della prova il team 7 fu attaccato da
uno dei membri del team del Villaggio dell'Erba con un enorme
serpente.
Era un serpente gigante, color bruno e sembrava
completamente assoggettato al ninja nemico.
Tutti e tre i componenti del team si misero in
posizione difensiva.
Già affrontare un ninja come quello non era
una cosa facile, figurarsi con un serpente del genere. Praticamente
impossibile.
Fatelo capire a Naruto.
Sasuke si sarebbe difeso, ma non credeva di avere
reali speranze di battere l'avversario.
Se il ninja voleva il loro rotolo lui avrebbe ceduto.
Hinata era pronta a combattere. Voleva superare
quella prova per provare qualcosa a se stessa, a Naruto e a suo
padre.
Voleva arrivare alla fine delle selezioni e ci
sarebbe riuscita.
Non poteva nascondere però di aver paura di
quel tipo.
Quel tipo le faceva ribrezzo. Non riusciva a non
provare paura.
Quel tipo le metteva una fifa istintiva.
Ma chi diavolo era?
Naruto, invece, non avrebbe ceduto per nulla al
mondo.
Aveva un serpente gigante dalla sua parte, e allora?
Credeva che bastasse così poco a fargli paura? Ma quando mai!
Naruto aveva un senso del pericolo più o meno
inesistente. Il ragazzo si buttava a capofitto in qualsiasi cosa e al
diavolo le conseguenze.
Bisognava sempre che qualcuno lo fermasse.
Cosa che a Sasuke e Hinata non sempre riusciva, per
la precisione quasi mai.
L'unico che ci riusciva sempre era Kakashi.
Itachi ci riusciva solo dopo lunghe prediche. Diciamo
che lo prendeva per sfinimento.
Iruka invece...
Naruto non lo ascoltava mai o, per meglio dire, lo
ascoltava e poi faceva di testa sua.
Però lo ascoltava ed era già qualcosa
per un impulsivo come lui.
In quel momento aveva una gran voglia di disintegrare
quel serpente gigante. Voleva dimostrare di essere migliore di Sasuke
e quale occasione migliore?
Come già detto, senso del pericolo zero.
<< Datemi il vostro rotolo e nessuno si farà
male. >> disse il ninja cercando di spaventare i ragazzi.
<< Non ci penso nemmeno!! Se vuoi il rotolo,
devi venirlo a prendere!! >> disse Naruto combattivo.
<< Allora non mi lasciate altra scelta. >>
disse il ninja nemico scatenandogli contro il serpente.
Lo scontro iniziò.
Naruto, Sasuke e Hinata ce la misero tutta, ma furono
costretti alla ritirata.
Il ninja nemico, che altri non era che Orochimaru
travestito, era troppo forte per loro.
Perfino Sasuke era terrorizzato da quell'individuo.
Come poteva battere un tipo del genere?
Era una cosa impossibile per loro!
Bene, visto che ne sei convinto, fallo capire a
Naruto se ci riesci.
In bocca al lupo, caro. Non ci riuscirai mai.
<< Dobbiamo consegnarli il rotolo. È
troppo forte per noi. >> fece Sasuke quando trovarono un
nascondiglio relativamente sicuro.
<< COSA???!!! Stai scherzando spero! Non vorrai
dirmi che sei diventato un codardo?! >> fece Naruto allibito.
Da quando in qua Sasuke si comportava da codardo?
Da quando era così arrendevole?
Chi cavolo era questo qui?
<< Naruto, ragiona, è troppo forte per
noi. >> tentò di nuovo il moro.
<< Anche Zabusa e Haku lo erano. >> fece
presente il biondino.
Ok, allora con loro c'era Kakashi, ma Haku lo avevano
affrontato loro da soli in pratica.
<< Sasuke-kun, forse, assieme, possiamo
farcela. >> fece Hinata timida.
Se qualcuno poteva affrontare quel ninja e batterlo
era sicuramente il suo amato Naruto-kun.
Per lei non c'erano dubbi.
Doveva ammettere però che un po' di aiuto non
sarebbe guastato.
Poi, neanche lei riconosceva Sasuke.
Non poteva credere che volesse veramente arrendersi.
Non era da lui.
<< Non possiamo farcela. È troppo forte.
>> insisté Sasuke.
Non avrebbe mai ammesso di aver paura.
Mai.
Nemmeno a se stesso.
<< Vuoi farmi credere che ti vuoi arrendere
così? E dimmi, pensi per caso di battere così chi ha
sterminato il tuo clan? Sai una cosa? Sei solo un vigliacco. Sei solo
un coniglio. >> fece Naruto sfidando Sasuke con lo sguardo.
Sappiamo tutti che il nostro biondino non brillava
certo di intelligenza, ma di sicuro aveva una laurea su come far
arrabbiare la gente. Su questo era un vero maestro.
Come riusciva a far arrabbiare la gente usando
neanche tre frasi, non ci riusciva nessuno.
Come facesse era un mistero, ma era dannatamente
bravo.
Tanto bravo che riscosse Sasuke dalla sua paura
ancora prima di finire di parlare.
<< Codardo a chi?! Razza di idiota! >> si
riscosse Sasuke.
Naruto voleva farlo arrabbiare? Detto fatto.
<< A te! Vuoi battere chi ha ucciso il tuo
clan? Bene, se continui così non ce la farai mai. >>
rincarò la dose Naruto.
Sasuke era nero di rabbia.
Non solo per il fatto che Naruto l'avesse chiamato
codardo, ma soprattutto perchè aveva ragione.
Come poteva battere chi gli aveva ucciso la famiglia
se fuggiva così davanti a quel ninja?
Odiava dover dare ragione ad altri e ancora di più
se quello che aveva ragione era Naruto.
Lui era un genio e non aveva mai torto. (quelle sono
le donne, papera che non sei altro. O vuoi sotto intendere qualcosa?
Nda)
Dare ragione ad altri non era proprio nelle sue
corde.
Il suo orgoglio non glielo permetteva.
Dobbiamo discutere su chi sia il più idiota
tra Naruto e Sasuke?
Spero proprio di no.
Anche perchè è ovvio che è
Sasuke il più idiota.
Almeno Naruto, dopo aver sbattuto contro la verità,
ammette di aver sbagliato.
Ci mette un po', ma alla fine lo fa.
<< Va bene, proviamoci. Ma prega che abbia il
rotolo che ci manca o ti posso garantire che se non ti ha ancora
ammazzato lui, ti ammazzo io. Chiaro? >> fece Sasuke a Naruto
quasi ringhiandogli contro.
<< Certo, sempre ammesso che ci riesci. >>
fece Naruto sorridendo.
Ora bisognava solo elaborare un piano.
Come avrebbero fatto a battere quel ninja e il suo
serpente gigante?
Mentre ci pensavano Orochimaru si stava avvicinando
di soppiatto con il suo serpente.
Chi avrebbe vinto quello scontro?
*****
Nel frattempo Kakashi, che stava aspettando i suoi
allievi alla torre centrale, venne preso da un brutto presentimento.
Cosa stava succedendo in quella foresta?
“Ti prego Naruto, sta attento. Fai
attenzione, figlio mio”
Spero
che il capitolo sia stato di vostro gradimento e che vogliate
lasciare un commento anche piccolo piccolo.
Se
avete critiche fatele, non mi offendo e non mordo.
Sasu:
per favore, siate spietati. Se lo merita per come mi tratta.
Io:
Sasuke, non rompere. Non è colpa mia se è divertente
prenderti per i fondelli.
Naruto
e Itachi in coro: concordo e sottoscrivo!
Sasu:
Tsk!
Hinata
sotto voce: Sasuke-kun, ha ragione l'autrice. È divertente.
Tutti guardiamo Hinata
sconvolti. L'aveva detto sul serio?
Naruto
abbracciandola: Hinata, sei fantastica!!!!
Hinata sviene.
Io:
Naruto, distendila sul divano e sta con lei finché non si
sveglia. Paperotto vedi di passare sopra al tuo orgoglio o farai una
brutta fine. Per il resto, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Alla prossima!!!!!!!!!!!
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Capitolo 17 *** capitolo 14 ***
Ecco qui il capitolo, spero
vi piaccia.
Vorrei mettere un piccolo
avviso. Tranquilli, non voglio sospendere la storia. Non la voglio
cancellare e non voglio lasciarla incompiuta, ok? Niente di tutto
ciò. Voglio solo dirvi che gli aggiornamenti saranno
rallentati causa problemi in famiglia. Continuerò a postare
solo dovrete avere un po' di pazienza. Mi sembrava giusto avvisarvi.
Tornando al capitolo, nella
speranza che non vogliate ammazzarmi, Orochimaru darà il segno
maledetto a Sasuke e, per cambiare, niente sigillo pentagonale a
Naruto.
Piccolo momento NaruHina. Ci
voleva proprio.
Per il resto spero che vi
piaccia e che lasciate un commento.
Buona lettura!
Iaele
CAPITOLO
14
Orochimaru si stava avvicinando lentamente al team 7
senza fare rumore.
Voleva prenderli di sorpresa e non lasciarli nessuna
via di fuga.
Voleva riuscire a imprimere in Sasuke e così
assicurarsi i suoi occhi. Quegli occhi che tanto bramava.
Voleva il loro potere.
Voleva le loro capacità.
Voleva il potere dello sharingan degli Uchiha.
Prenderlo a chi aveva sterminato il clan era una cosa
praticamente impossibile. Era troppo forte. Perfino per lui.
Prenderlo a Itachi? Vogliamo farci ammazzare nel giro
di neanche due minuti?
No, grazie.
L'unica opzione rimasta è Sasuke.
Anche perchè era il più influenzabile
tra i tre Uchiha rimasti.
La sua sete di potere e vendetta avrebbe fatto il
lavoro per lui. Andavano solamente stimolati adeguatamente e il segno
maledetto era la cosa migliore.
Poi, sarebbe bastate poche parole ben piazzate e il
gioco era fatto.
Il giovane Uchiha voleva il potere? Glielo avrebbe
dato ma a caro prezzo.
Oh sì, il piccolo Uchiha avrebbe pagato un
alto prezzo per il potere.
Lui, Orochimaru, avrebbe ottenuto il potere degli
Uchiha e di Sasuke non sarebbe rimasto nulla.
Era proprio un bel piano.
Bisognava solo vedere di cos'era capace quel ragazzo.
Si stava proprio divertendo.
Sarebbe stata una bella caccia.
Proprio molto bella.
*****
Naruto, Sasuke e Hinata stavano organizzando un piano
per attaccare il ninja nemico.
Bisognava essere veloci, precisi e letali altrimenti
sarebbero stati tutti e tre morti.
E la cosa non andava a genio a nessuno dei tre.
Sasuke voleva la sua vendetta e niente glielo avrebbe
impedito. Neanche la morte.
Naruto non voleva lasciare l'unica persona che lo
amava sopra ogni altra cosa. Non voleva lasciare Kakashi. Non voleva
lasciare la sua famiglia.
Sapeva che, se fosse morto, suo padre ne sarebbe
uscito distrutto.
Non poteva fargli una cosa del genere.
Hinata non voleva lasciare la sorella e non voleva
che Naruto pensasse che fosse un'incapace.
Voleva dimostrargli che era forte.
Che poteva contare su di lei.
Che non era un peso.
Ognuno di loro aveva un motivo per non morire e dare
il massimo.
E lo avrebbero fatto.
Avrebbero dato il massimo e battuto quel ninja.
<< Avete capito cosa dobbiamo fare? >>
fece Sasuke per essere sicuro che Naruto avesse capito il piano.
<< Sì, non occorre squadrarmi così,
stronzo. Ho capito! >> fece Naruto leggermente scocciato.
Ok, era duro di comprendonio, ma non era
completamente idiota.
O almeno, così credeva.
<< Bene, allora andiamo. E ricorda: se non ti
ammazza lui ti ammazzo io alla fine di queste selezioni, chiaro?! >>
fece Sasuke fulminando il biondo.
<< Ma quanto la fai lunga! Uffa! >>
sbuffò Naruto.
Poi misero in pratica il loro piano.
Hinata doveva individuare il loro nemico e Naruto e
Sasuke avrebbero tentato un colpo combinato nella speranza che
bastasse.
Se non avesse funzionato si sarebbero dati alla fuga
nella speranza di seminarlo.
Forse sarebbero riusciti ad arrivare alla fine di
quei dannatissimi cinque giorni di quella dannata prova relativamente
intatti.
<< Hinata, dov'è che si nasconde? >>
chiese Sasuke alla ragazza.
Hinata si concentrò per un attimo e poi attivò
il byakugan per cercare l'avversario.
Lo trovò pochi istanti dopo, ma senza il suo
serpente.
Dov'era finito quell'animale?
L'aveva rimandato da dove era venuto?
Era ancora in giro?
Dove accidenti era quel dannato serpente?! Dove?!
<< Ragazzi, l'ho trovato. È qui vicino,
ma non riesco a trovare il serpente. Sono preoccupata. >> disse
Hinata seriamente in pensiero.
I serpenti non erano proprio il suo animale
preferito.
Diciamo tranquillamente che non li sopportava.
<< Accidenti! Non lo trovi proprio? >>
chiese Sasuke.
<< Non lo trovo da nessuna parte. >>
confermò Hinata.
<< Ok. Allora procediamo con il piano e
incrociamo le dita. >> fece il moro mettendosi in posizione.
Fece un cenno a Naruto e i due partirono all'attacco.
Quando furono a qualche metro dal loro obiettivo il
serpente scomparso ricomparì ingoiando il povero Naruto e
scappando nel folto della foresta.
“Ma come ha fatto a sfuggire al byakugan di
Hinata?!” pensò
Sasuke rendendosi conto che era finito in trappola.
Era alla completa mercé
dell'avversario.
Hinata era in preda ai
dubbi.
Andare a salvare Naruto o
aiutare Sasuke?
Che doveva fare?
Chi doveva aiutare?
<< Hinata, vai
ad aiutare Naruto e poi venite a darmi una mano. >> fece
Sasuke.
Lui aveva qualche
speranza di riuscire a fuggire, ma Naruto era completamente in
trappola e senza vie di fuga.
<< Ma... >>
fece Hinata.
Non voleva
abbandonarlo, ma voleva anche aiutare Naruto.
<< VAI!! >>
fece Sasuke.
E Hinata andò
ad aiutare Naruto lasciando Sasuke a fronteggiare da solo il nemico.
<< Allora hai
deciso di fronteggiarmi da solo. Molto coraggioso o molto stupido.
Chissà qual'è la verità. Su, fammi vedere cosa
sai fare. >> fece Orochimaru.
Lo scontro ebbe
inizio
*****
Naruto, una volta
essere stato ingoiato dal serpente, non riusciva a trovare un modo
per uscirne.
Che poteva fare?
Come avrebbe fatto a
uscire di lì?
Sarebbero venuti ad
aiutarlo o no?
I suoi giorni
sarebbero finiti come spuntino per quel serpente?
Il ragazzo chiuse
gli occhi e cominciò a pensare alle persone che gli volevano
bene.
Primo fra tutti suo
padre, Kakashi.
Ne sarebbe uscito
devastato. Ne era sicuro.
Non avrebbe retto il
colpo e probabilmente avrebbe cercato vendetta.
Avrebbe sofferto e
probabilmente non si sarebbe più ripreso dal colpo.
Poi gli vennero in
mente Iruka e Itachi.
Entrambi avrebbero
sofferto.
Entrambi sarebbero
stati male per la sua morte.
Sarebbe stato un
brutto colpo anche per loro.
Non voleva neanche
pensare alla reazione di Hinata.
La poverina ne
sarebbe uscita completamente a pezzi.
Capiva che ci teneva
a lui e anche lui teneva a lei.
Le voleva molto
bene.
Sasuke invece...
Non era sicuro della
sua reazione ma forse ci sarebbe rimasto male anche lui. (non ci
conterei troppo. NdSasuke sicuro?
Allora perchè hai mandato Hinata ad aiutarlo?
Nda …... NdSasuke ma come
mi piace aver ragione!!!!
nda)
Infondo erano
compagni di team no?
Fatto sta che non
poteva morire così!
Non poteva darla
vinta ad un serpente troppo cresciuto!
No, no, no e ancora
no!
Non avrebbe finito i
suoi giorni così!
Con le mani compose
i sigilli per la moltiplicazione superiore del corpo e fece apparire
talmente tante copie che lo stomaco del serpente esplose.
Niente e nessuno
poteva tenerlo prigioniero a lungo.
Neanche un serpente
fuori misura.
Hinata arrivò
proprio nel momento dell'esplosione del rettile.
Non fu un bel
spettacolo.
Ma la nostra Hinata
era così felice di vedere Naruto vivo e, più o meno,
senza danni, che non si curò nemmeno dei resti di serpente
gigante sparsi in giro.
Lo abbracciò
così forte che per poco non lo soffocò.
Il nostro Naruto era
più rosso di Hinata quando arrossisce per l'imbarazzo.
Nessuno lo aveva
abbracciato così all'infuori di Kakashi.
Perfino Itachi non
si lasciava andare così tanto e nemmeno Iruka.
Sasuke no comment.
<< Hinata, mi
stai soffocando. >> fece Naruto con un filo di voce.
Hinata lo lasciò
subito andare, ma Naruto la abbracciò a sua volta grato che
fosse venuta in suo aiuto.
Hinata si ritrovò
tra le braccia del ragazzo di cui era innamorata ed era già
tanto che non fosse ancora svenuta.
Era rossa come un
peperone ed anche così felice.
<< Grazie di
essere venuta in mio aiuto. >> fece Naruto pieno di
gratitudine.
Hinata non riusciva
a spiaccicare parola.
Era troppo in
imbarazzo.
<< Di
nu-nul-nulla Na-Naruto-kun >> riuscì a mettere insieme
dopo qualche minuto.
Passarono ancora
alcuni minuti abbracciati prima che Naruto si ricordasse di Sasuke.
<< Dobbiamo
andare ad aiutarlo >> disse prima di prendere Hinata per mano
per farsi guidare.
<< Sì
>> fece la ragazza per poi avviarsi.
Avrebbero raggiunto
Sasuke e lo avrebbero aiutato.
Dovevano farcela.
*****
<< Tutto qui
Sasuke-kun? Non sai fare di meglio? >> fece Orochimaru.
Sasuke aveva
superato le sue aspettative.
Era proprio un
ragazzo potente.
Meglio così,
si sarebbe divertito di più.
Sasuke si stava
rendendo conto che non ne sarebbe uscito vivo senza un aiuto.
O quei due tornavano
prima di subito o sarebbero stati guai seri per lui.
Era a terra, al
limite delle sue forze.
Dove si erano
cacciati i suoi compagni? (ah, adesso sono i tuoi compagni. Papera
opportunista che non sei altro. Tsk! Nda)
“Credo che sia giunto il momento di
imprimergli il mio marchio”
pensò Orochimaru.
Il collo di
Orochimaru si allungò a dismisura e proiettò la testa
del ninja verso Sasuke che non riuscì a schivarlo.
Orochimaru marchiò
Sasuke sul collo con un morso.
Ora bisognava vedere
se sarebbe sopravvissuto.
Sasuke sentì
un forte dolore al collo che lo fece piegare in due per il dolore e
svenire poco dopo.
Si sentiva
malissimo.
Si sentiva come se
fosse in balia dei deliri della febbre alta.
<< Bene. Ora
vedremo quanto sei forte Sasuke-kun. Questo non mi serve più.
Te lo lascio qui. Chissà se tu e i tuoi compagni potrete
usarlo. >> disse il ninja prima di lasciare lì il suo
rotolo per poi sparire.
Aveva ottenuto
quello che voleva.
Ora Sasuke era suo.
Chissà quanto
ci avrebbe messo ad andare da lui.
<< A presto
Sasuke-kun. >> disse prima di volatilizzarsi.
Pregustava già
la vittoria.
Il potere di quegli
occhi sarebbe stato suo e, con quello, sarebbe diventato il ninja più
forte del mondo.
Oh sì, la sua
vittoria era vicina.
Poco dopo Naruto e
Hinata arrivarono sul campo di battaglia e trovarono Sasuke svenuto.
Si misero subito
all'opera per metterlo al sicuro e cercare di curarlo.
Loro non avrebbero
abbandonato il loro compagno, il loro amico.
Non lo avrebbero
abbandonato.
Hina:
non sono svenuta! È un sogno!
Io:
visto? A volte i sogni si realizzano.
Hinata è
tutta sognante e credo che non mi abbia neanche sentito. Lasciamola
sognare che è meglio.
Sasu:
non è possibile. Faccio sempre la figura dell'idiota. Ma ce
l'avete tutti con me?
Io:
non solo la figura dell'idiota, ma anche dell'incapace,
dell'opportunista, del testardo... devo continuare?
Sasuke mi lancia
un'occhiataccia che, se lo sguardo potesse uccidere ora si starebbe
tenendo il mio funerale.
Io:
e poi è divertente prenderti un po' in giro, peperella. Che
vuoi farci se è divertente.
Sasu:
non ti ho ancora perdonato il commento dell'altro capitolo.
Io:
commento condiviso dai lettori vorrei specificare.
Sasu:
COSA?!
Io:
non sei molto popolare. Non sai quanto mi dispiace, neanche un po'.
Sasuke se ne va
incazzato nero. Dovrà farsene una ragione.
Io:
spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando RECENSITE!!!
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Capitolo 18 *** capitolo 15 ***
Rieccomi qui! Spero che mi
perdoniate per il mega ritardo di questo capitolo ma i problemi erano
un po' più seri del previsto. Sono in via di risolvimento in
ogni caso. Quindi tranquilli.
Tocca alle eliminatorie
delle selezioni chunnin!!!!
questo vuol dire che siamo
quasi alla fine e che fra poco arriva l'attacco di Orochimaru alla
Foglia! Quanto odio quel serpente! Grrrr
Spero che il capitolo vi
piaccia e che vorrete lasciare un commentino.
Vi auguro buona lettura!
Iaele
CAPITOLO
15
Naruto e Hinata riuscirono trovare un nascondiglio
relativamente sicuro dove provare a far riprendere Sasuke.
Si erano nascosti in un luogo riparato tra degli
alberi abbastanza fitti.
Naruto aveva anche raccolto il rotolo
dell'avversario.
Era sicuro che se non l'avesse fatto, quando Sasuke
si fosse svegliato gli avrebbe fatto la pelle.
Sia Naruto che Hinata stavano provando a far
rinvenire Sasuke per sapere cosa gli aveva fatto quello del Suono.
Purtroppo il ragazzo non dava segni di volersi
riprendere.
Il povero Sasuke (sì come no. Nda) era in
preda alla febbre a causa del segno maledetto che gli aveva impresso
Orochimaru. Pochi sopravvivevano a quel marchio. Ce l'avrebbe fatta
anche lui o il suo fisico avrebbe ceduto?
Solamente il tempo avrebbe potuto dirlo.
Hinata gli tamponava la fronte con una pezza bagnata
nel tentativo di dargli un po' di sollievo mentre Naruto sembrava un
leone in gabbia tanta era la sua preoccupazione.
Non sapeva cosa fare per aiutare il suo amico e la
cosa lo faceva sentire dannatamente impotente.
La cosa non gli piaceva per niente.
<< Naruto-kun, c'è qualcuno. >>
fece all'improvviso Hinata che aveva tenuto attivo il Byakugan tutto
il tempo per evitare sorprese.
<< Dove? >> chiese Naruto.
Se era di nuovo quello di prima gliele avrebbe
suonate per bene.
Nessuno poteva permettersi di ridurre così un
suo amico e pensare di passarla liscia.
Nessuno.
<< Dietro quei cespugli. >> disse la
ragazza.
<< Hinata-chan, riconosci il loro chakra? >>
chiese Naruto.
In fondo, in gara, c'erano anche dei loro compagni.
Sarebbe stati da idioti attaccarli solo per un equivoco e la troppa
tensione.
<< Non mi sembra di riconoscerli. Non
assomiglia a nessuno di quello dei nostri amici. >> disse
Hinata senza accorgersi di come l'aveva chiamata Naruto.
<< Ok, vediamo chi è allora. >>
fece il biondo battagliero.
Una scazzottata era la cosa migliore per scaricare la
tensione. Non c'era nulla di meglio.
<< Stai attento Naruto-kun >> disse
Hinata diventando rossa pomodoro.
<< Non preoccuparti Hinata-chan! Non mi farò
battere così facilmente! >> fece Naruto sorridendo in
direzione dell'amica.
Un sorriso radioso che infondeva sicurezza e calore.
Il classico sorriso di Naruto.
Hinata divenne ancora più rossa davanti al
sorriso del biondino e al modo in cui l'aveva chiamata.
Nessuno l'aveva mai chiamata così.
Nemmeno sua sorella.
<< In bocca al lupo Naruto-kun. >>
sussurrò Hinata non appena il ragazzo si fu allontanato.
Ora doveva occuparsi di Sasuke, sarebbe svenuta più
tardi.
Nel frattempo continuava a pregare che Naruto
riuscisse a battere i nemici.
Lo sperava con tutto il cuore.
*****
Naruto era riuscito a mettere in fuga i tre del Suono
che li avevano attaccati approfittando del fatto che Sasuke fosse
fuori gioco.
Non ce l'aveva fatta da solo.
Proprio nel momento in cui stava per essere
sopraffatto era arrivato il team 10 che gli aveva dato una mano.
Shikamaru, stranamente, era quello che aveva convinto
gli altri due a dare una mano al biondino. Lui, che era così
pigro, aveva convinto gli altri due a intervenire e aveva fatto la
sua parte.
Cosa da segnare sul calendario per la sua unicità.
Alla fine dello scontro Sasuke si era ripreso ma si
vedeva lontano un chilometro che non stava bene. Dovevano raggiungere
al più presto alla torre centrale così che Sasuke
potesse essere curato.
Il team 10 lasciò il team 7 dopo essersi
assicurati che potessero proseguire da soli.
Poi, visto che anche loro avevano recuperato i due
rotoli che servivano a superare la prova, se ne andarono in pace.
Ognuna delle due squadre proseguì sulla sua
strada.
Hinata e Naruto facevano a turno per portare Sasuke e
fare la guardia.
Purtroppo il ragazzo aveva difficoltà nello
stare in piedi. ( e poi dici che è Naruto ad essere una palla
al piede. Non mi pare che tu abbia ragione. Come al solito poi. Nda )
Qualsiasi cosa avesse fatto il segno maledetto su
Sasuke, il ragazzo aveva bisogno di cure mediche al più
presto.
Quindi dovevano sbrigarsi ad arrivare a destinazione.
Per evitare altri incontri indesiderati si muovevano
con prudenza e Hinata controllava sempre con il Byakugan per evitare
brutte sorprese.
Riuscirono ad arrivare alla torre con qualche ora di
anticipo e lì aprirono i due rotoli.
Pochi secondi dopo apparve Iruka che spiegò
loro la frese scritta sulla parete della torre. Era una massima del
Quarto Hokage.
Alla fine della spiegazione i ragazzi furono portati
in una sala organizzata come in una palestra. Pronta per eventuali
scontri.
Sasuke era sorretto da Hinata e tutti e tre i ragazzi
stavano aspettando gli ultimi arrivati prima di sentire in cosa
consisteva la terza prova da parte dell'Hokage.
Quando furono arrivati tutti calò il silenzio.
L'Hokage era accompagnato dai vari maestri dei
ragazzi, gli esaminatori della prima e seconda prova e le sue guardie
personali.
<< C'è qualcuno che vuole ritirarsi ora?
>> chiese l'Hokage.
Ritirarsi ora? Ora che mancava solo la terza prova?
Chi era il pazzo che lo avrebbe fatto? Nessuno.
<< Io. >> disse un ragazzo con i capelli
grigio chiari, occhi scuri e occhiali tondi.
Ops, qualcuno così pazzo forse c'era.
<< Va bene. Puoi andare – l'Hokage si
fermò per permettere al ragazzo di allontanarsi per poi
riprendere – Sono contento che siate passate così in
tanti. La terza prova si terrà tra un mese e sarà un
torneo a eliminazione. Prima però si terranno delle
eliminatorie siccome siete troppi per un torneo. Le eliminatorie si
terranno qui e adesso e gli abbinamenti saranno casuali. Una volta
finite le eliminatorie elencherò le regole del torneo e avrete
un mese per prepararvi. Che le eliminatorie abbiano inizio. >>
disse l'Hokage.
Più o meno tutti rimasero stupiti da quelle
parole.
Combattere in quel momento e nello stato in cui si
trovavano?
Ma volevano ucciderli?
Più di qualcuno era ridotto male e uno scontro
in quel momento sarebbe significato finire all'ospedale a tempo
indeterminato.
L'Hokage andò a sedersi per poter assistere
agli incontri e si fece avanti un ninja con una bandana in testa e
uno stuzzicadenti tra i denti.
Il suo nome era Gekko Hayate.
<< Ecco le regole. Lo scontro proseguirà
finché uno dei due combattenti non è più in
grado di combattere ( ma siamo in una palestra pokèmon qua? Io
credevo di essere in terra ninja. Nda ) o si arrende. Chi uccide
l'avversario viene squalificato. Solo chi supera queste eliminatorie
avrà accesso al torneo finale. Gli abbinamenti saranno fatti a
caso dal computer. Capito tutti? Bene. Si inizi con il primo
incontro. >>
Hayate si voltò verso lo schermo appeso alla
parete dove, dopo pochi secondi, apparvero i nomi dei primi due
sfidanti.
<< Sasuke Uchiha contro Yoroi Akado. Voi due
restate pure qui. Gli altri raggiungano i propri maestri sugli
spalti. >> disse.
<< Sasuke, sicuro di voler combattere? Non sei
messo bene. Forse è meglio se ti ritiri. >> fece Hinata
preoccupata della salute del compagno.
Anche Naruto avrebbe detto qualcosa se Sasuke non
avesse fulminato la ragazza.
<< Io combatterò. Non metterti in mezzo.
>> disse scontroso.
<< Ehi! Non trattarla così! È
solo preoccupata per te! Razza di idiota! Andiamo Hinata. Lasciamo
combattere questo stupido. Se poi ti fai male sul serio non sono
fatti miei. >> disse Naruto allontanandosi.
<< Naruto. Vorrei combattere anche contro di
te. >> fece Sasuke lasciando spiazzato il compagno per qualche
secondo.
<< Vedi di vincere allora. >> disse
Naruto.
<< Che io vinca è sicuro. Vedi di
vincere tu invece. >> rispose Sasuke.
<< Tsk! >> fece Naruto avviandosi con
Hinata da Kakashi.
L'incontro poteva cominciare.
*****
L'incontro finì con la vittoria di Sasuke che
fu però portato subito via da Kakashi dopo che questo ebbe
appreso cos'era successo nella foresta della morte.
Aveva sottoposto Sasuke ad un sigillo che contenesse
il potere del segno maledetto e poi l'aveva portato all'ospedale per
le cure di cui aveva bisogno.
Era tornato in tempo per vedere lo scontro tra Ino e
Sakura che si era concluso in parità.
La rosa era riuscita perfino a sfuggire alla tecnica
speciale del clan Yamanaka, il capovolgimento spirituale.
Kakashi si era perso lo scontro in cui aveva
partecipato Shino Aburame, che si era scontrato contro uno di quelli
del suono vincendo, e quello di uno della sabbia, Kankuro, da cui era
uscito vincitore.
Ora era il turno di Ten Ten, componente del team Gai,
e di Temari, la ragazza della sabbia.
Ten Ten usava rotoli da cui evocava armi di ogni
genere che sapeva usare alla perfezione. Peccato che contro un ninja
che usava un ventaglio con il quale creava forti correnti d'aria si
rivelasse tutto inutile.
Alla fine vinse Temari mentre Ten Ten fu portata
all'ospedale per la medicazioni delle ferite che, per fortuna, non si
rivelarono troppo gravi.
Fu il turno di Shikamaru contro Kin Tsuchi, la
ragazza del team del suono.
Shikamaru diede prova del suo genio ribaltando una
situazione in cui sembrava avere la peggio a suo favore vincendo
l'incontro.
Il ragazzo era un vero e proprio genio, peccato che
fosse un pigrone incurabile. Guai però a toccargli le persone
a cui teneva. La vendetta sarebbe stata terribile.
Pigro sì, ma disinteressato no.
Era un ottimo amico, su questo non c'era nessun
dubbio.
Sarebbe diventato un ottimo ninja ed un grande uomo
un giorno. Sempre se non si fosse addormentato prima ovviamente.
Dopo di lui fu il turno di Naruto che si trovò
come avversario Kiba Inuzuka. Componente del team 8 e compagno di
squadra di Sakura e Shino. Appartenente del clan Inuzuka, clan che
allevava e combatteva con cani ninja.
Infatti il ragazzo di presentò nell'arena con
il suo fedele cagnolino Akamaru.
<< Naruto, fai del tuo meglio. >> gli
disse Kakashi.
Purtroppo non poteva fargli l'imbocca al lupo come
voleva viste le circostanze ma il ragazzo capì lo stesso.
Ormai il ragazzo ci aveva fatto l'abitudine.
<< Certo Kakashi-sensei! – disse il
ragazzo per poi aggiungere sotto voce – Grazie papà. >>
Kakashi si limitò a sorridere da sotto la
maschera per fargli capire che aveva ricevuto il messaggio.
<< In bocca al lupo Naruto-kun >> fece
Hinata timida.
<< Grazie Hinata-chan. Però, non
chiamarmi Naruto-kun. Naruto basta e avanza. >> fece il biondo
prima di scendere nell'arena.
La povera ragazza dagli occhi perla non resse il
colpo e svenne.
Le abitudini sono vecchie a morire.
E poi, non aveva uno svenimento in sospeso?
L'incontro iniziò.
La grande velocità di Kiba e Akamaru mise in
difficoltà Naruto fin da subito.
Il biondo doveva escogitare subito qualcosa o sarebbe
finito al tappeto.
Approfittando di un momento in cui Kiba stava
riprendendo fiato si concentrò per trovare un'idea decente
quando...
Nello stesso momento in cui Kiba gli arrivava alle
spalle a lui scappò un'innocua scoreggia che però mandò
in tilt l'altro ragazzo.
I componenti del clan Inuzuka avevano un olfatto più
sviluppato del normale quindi, se per noi una scoreggia e solo una
cosa leggermente sgradevole, per lui era una cosa decisamente
orribile.
Di sicuro Naruto non lo aveva programmato, ma questo
gli diede del tempo extra per formulare un'idea.
“Non l'avrai programmato ma di sicuro è
stato efficace” pensò Kakashi “Di sicuro
sei la persona più imprevedibile che conosca figliolo”
Alla fine Naruto ebbe un'idea.
Quando Akamaru si trasformò in Kiba per un
attacco combinato lui fece lo stesso così che Kiba e Akamaru
avessero difficoltà nello scegliere l'obiettivo. Purtroppo non
aveva tenuto conto del fiuto di Kiba che lo individuò subito
tirandogli un pugno bello forte.
Naruto però si fece furbo ( e bravo il nostro
povero neurone! Continua così!!! nda ) e si trasformò
in fretta in Akamaru così che Kiba creda di aver sbagliato
avversario.
Il ragazzo ci cascò in pieno e con un altro
pugno mise KO il suo adorato cagnolino.
A quel punto Naruto ne approfittò per mandarlo
al tappeto con un colpo che coinvolgeva un numero esorbitante di
copie. Non era proprio farina del suo sacco ( perchè cavolo mi
ha copiato quell'idiota??!! NdSasu. Tu dovresti essere
all'ospedale papera. Non rompere! E non provare a protestare o da lì
non ne esci vivo! Nda. Tsk! NdSasu ) ma funzionò lo
stesso.
L'incontro lo vinse Naruto contro ogni aspettativa.
Il povero Kiba venne portato via per verificare le
sue condizioni, che non erano così gravi.
Naruto tornò al suo posto insieme a Hinata e
Kakashi.
Entrambi si congratularono con lui anche se Kakashi
avrebbe voluto dirgli qualcosa di più di un semplice ottimo
lavoro.
Purtroppo la sua posizione non glielo permetteva. Si
ripromise di rimediare una volta a casa.
Hinata, che era rinvenuta in tempo per vedere la
vittoria dell'amato, si complimentò con lui e gli diede una
pomata per i lividi.
Il nostro biondino la ringraziò con un
abbraccio e un enorme sorriso che fecero arrossire di nuovo la nostra
piccola e dolce Hinata.
Non riusciva a impedirselo. Quando Naruto le mostrava
il suo affetto non riusciva a fare a meno di arrossire. Era più
forte di lei.
In quel momento fu annunciato l'incontro successivo:
Hinata Hyuga contro Neji Hyuga.
La ragazza si fece prendere dal panico.
Il cugino la odiava e avrebbe fatto di tutto per
batterla, ma lei non voleva combattere contro la sua stessa famiglia.
Era suo cugino e lei gli voleva bene. Non voleva fargli del male.
<< Hinata-chan, tutto ok? >> chiese
Naruto vedendola spaventata.
<< S-sì Na-Naruto-kun. Tu-tutto ok. >>
rispose lei con voce tremante.
<< Hinata, se non vuoi combattere non importa.
Non sei obbligata. >> le disse Kakashi.
Sapeva dei dissapori che correvano tra le due casate
del clan Hyuga e sapeva anche del rancore che Neji provava verso la
casata principale. Sa la ragazza non voleva combattere non gliene
avrebbe fatto una colpa.
<< Voglio combattere. >> sussurrò
Hinata.
Naruto e Sasuke avevano combattuto, perchè lei
no?
Non poteva essere da meno del suo Naruto.
Avrebbe dimostrato anche lei il suo valore.
Avrebbe sconfitto la sua paura.
La ragazza scese nell'arena e l'incontro poté
cominciare.
I due cugini usavano il Juken, lo stile del loro
clan. Fin da subito si vide che Neji era superiore alla cugina, ma la
ragazza non demordeva.
Se non poteva vincere, avrebbe combattuto al massimo
delle sue possibilità senza arrendersi.
Purtroppo Neji vedeva questa ostinazione come
qualcosa di incomprensibile.
Non riusciva a capire perchè la cugina era
così cocciuta. Cos'era che la faceva combattere così?
Possibile che poche parole di incoraggiamento da parte di quel
fallito di Naruto avessero tutto questo effetto?
Perchè Hinata continuava a combattere
nonostante fosse chiaro come il sole che avrebbe perso?
Perchè si ostinava così tanto?
Il destino non si poteva cambiare. Lei avrebbe perso.
Punto. Così era scritto e così sarebbe stato. Perchè
si ostinava così tanto? Perchè? ( perchè, razza
di cretino, lei ha capito cosa vuol dire essere liberi. Prendi
esempio da lei, non ti farebbe male. Nda )
<< Arrenditi!! >> le urlò contro
frustrato.
<< Non mi arrenderò mai, cugino. >>
disse lei rialzandosi dopo l'ennesimo atterramento.
Neji, leggermente infuriato, l'attaccò di
nuovo e la spedì nuovamente al tappeto con un colpo più
violento degli altri.
Hinata non riuscì a rialzarsi.
<< Vince Neji Hyuga! >> disse Hayate.
Purtroppo, a Neji, questo non bastava.
Tentò un altro colpo con l'intento di
ucciderla. Così si sarebbe preso la sua vendetta verso la
casata principale.
Fu fermato da tutti i maestri della Foglia più
Hayate.
<< Hai già vinto. Un altro colpo e
verrai squalificato. >> disse Hayate al ragazzo.
Neji fu costretto a calmarsi, ma qualcun altro fu
preso dalla rabbia.
Naruto non riusciva a capire come si potesse essere
così crudeli nei confronti della propria famiglia.
Delle diatribe potevano esserci ma non così.
Come si poteva portare così tanto rancore da voler uccidere la
propria cugina?
<< Come ti sei permesso di ridurla così?!
Ti rendi conto che potevi ucciderla?! >> gli urlò contro
il biondino. Era proprio furibondo.
Neji lo ignorò bellamente.
La cosa fece infuriare ancora di più il biondo
che fu fermato da Rock Lee e Kakashi.
<< Naruto calmati. Alle finali potresti
trovarti contro di lui e allora potrai fargliela pagare. Non ora
però. >> disse Rock Lee anticipando Kakashi.
Quel ragazzo, nonostante l'aspetto e il comportamento
troppo simile a quello di Gai, Naruto faceva ancora fatica a
sopportarlo, era un ragazzo serio.
Naruto fulminò Neji, ma si lasciò
calmare. In quel momento non poteva fare nulla, lo sapeva.
Il penultimo incontro si svolse con Rock Lee e il
rosso del deserto, un certo Gaara.
Era il ragazzo che aveva impressionato sia Naruto che
Sasuke. Quell'incontro venne seguito con grande interesse dal nostro
biondino.
Gai fu anche costretto a intervenire a fine incontro
perchè altrimenti Gaara avrebbe uccido il suo avversario
nonché allievo di Gai.
Il povero Rock Lee fu portato di corsa all'ospedale a
causa delle pesanti ferite ricevute.
Gai seguì il suo allievo per assicurarsi delle
sue condizioni mentre tutti gli altri guardavano il rosso
preoccupati.
Aveva veramente intenzione di uccidere Rock Lee?
Ma chi era quel pazzo?
L'ultimo incontro fu tra Choji e Dosu Kinuta, del
Suono. Choji fu battuto nel giro di neanche un minuto.
Poverino!
Ora che le semifinali erano finite, tutti i finalisti
furono chiamati nell'arena per sentire le regole del torneo finale.
Gli incontri sarebbero stati a eliminazione e
chiunque sarebbe potuto diventare chunnin. Bastava solo che ne
dimostrasse le capacità.
Insomma, potevano diventare tutti chunnin come poteva
non diventarlo nessuno.
Avevano un mese per prepararsi.
Dopo una breve spiegazione delle regole e aver fatto
vedere gli abbinamenti per gli scontri iniziali ( Naruto si scoprì
contro Neji e fece i salti di gioia alla notizia ), furono tutti
congedati.
Naruto si diresse a casa insieme a Kakashi dopo
essere passati a trovare Hinata e Sasuke in ospedale.
<< Naruto, ti faccio i miei complimenti. Sei
stato proprio bravo. Sono orgoglioso di te. >> fece l'uomo una
volta varcata la soglia di casa.
Naruto si buttò sul divano esausto mentre
Kakashi si sedette su una sedia portata vicino al divano.
<< Grazie papà! Non vedo l'ora di
combattere contro Neji! >> fece il ragazzo.
<< Con calma Naruto, con calma. Prima dovrai
prepararti. >> gli fece notare l'uomo.
<< Mi aiuterai tu? >> chiese il ragazzo
con gli occhi da cucciolo.
Ci teneva veramente tanto, ma il padre aveva altri
piani.
<< Mi dispiace Naruto, ma non posso. Non
preoccuparti però, troverò un buon maestro per te. >>
fece Kakashi cercando di non sembrare troppo crudele. Sapeva che
Naruto ci teneva ma non poteva aiutarlo in questa circostanza. Ci
voleva qualcun altro e lui aveva già in mente qualcuno.
Era tornato da poco al villaggio e sapeva già
dove andare a cercarlo.
Infondo aveva già allenato il padre di Naruto
ed era il suo padrino, chi meglio di lui?
Il problema sarebbe stato convincerlo.
<< Uffa! >> fece il ragazzo seccato.
Non era giusto!
Naruto sperava solo che non lo affidasse a Ebisu o a
chi come lui. Non lo avrebbe sopportato.
Sapeva anche, però, che il padre faceva sempre
in modo che lui soffrisse il meno possibile quindi era escluso che lo
lasciasse nelle mani di Ebisu.
Per il resto, mistero.
<< Quando lo incontrerò? >> chiese
mettendo un broncio adorabile.
<< Fra un paio di giorni, non preoccuparti. Ti
ho detto che è stato il maestro del Quarto Hokage? >>
disse Kakashi sicuro di destare l'interesse del figlio.
Così fu. Naruto lo tartassò per tutto
il resto della giornata con domande e domande.
Solo a sera tarda smise di tormentare il genitore
visto che si era addormentato di botto non appena aveva toccato il
cuscino del proprio letto.
“Maestro, chissà se siete fiero di me e
di vostro figlio. È veramente un bravo ragazzo” pensò
Kakashi guardando il figlio dormire prima di prepararsi per la notte.
Prima di andare a letto mandò Pakkun alla
ricerca di Jiraya.
Chi meglio di lui poteva allenare Naruto?
Sasu: spiegami perchè
ogni volta finisco in ospedale.
Io: perchè qualcuno
ci deve finire e visto che tutti ce l'hanno con te ci finisci tu.
Sasu: NON è giusto!
Io:
come non è giusto che Naruto sia allontanato da tutti
nonostante non abbia fatto nulla, come non è giusto che Hinata
sia maltrattata dalla famiglia solo perchè non è come
vogliono loro, come non è giusto che qualcuno con
un'acconciatura come la tua sia ancora a piede libero.... ci sono
tante cose ingiuste a questo
mondo. Vedi di non rompere, che ne dici?
Sasu: ancora ti accanisci
contro i miei capelli?!
Io: sì! Finché
continui a maltrattare poveri volatili, sì!
Sasu: ti odio!!
Io: fa come vuoi.
Sasuke se ne va offeso a morte. Ma quanto
permaloso è questo qui? Decisamente troppo.
Io: spero che il capitolo vi
sia piaciuto e che vogliate lasciare un commento! Alla prossima!!!
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Capitolo 19 *** capitolo 16 ***
Ecco il nuovo capitolo!
Per i fan della coppia
NaruHina grandi novità in arrivo!!! Sono sicura che sarete
contentissimi!
E poi... arriva Jiraya!!!
Quel vecchio pervertito che ci sta tanto simpatico!
A volte mi domando come
abbia fatto a non finire ammazzato da Tsunade.
Misteri della fede.
Vabbè, vi lascio al
capitolo e buona lettura!
Iaele
CAPITOLO
16
La mattina successiva, quando Naruto si diresse in
cucina per fare colazione, non trovò nessuno. C'era solo un
biglietto.
Naruto, sono andato
a parlare con chi
ti deve allenare.
Fatti trovare oggi pomeriggio verso
le cinque al campo
di allenamento sette.
Ti voglio bene
papà
“Così oggi lo conoscerò. Speriamo
sia simpatico” pensò il ragazzo dopo aver letto il
biglietto lasciato da Kakashi.
Naruto fece colazione, rigorosamente a base di ramen,
e poi, visto che in pratica aveva la giornata libera, si diresse
verso l'ospedale per andare a trovare Hinata e Sasuke.
Una volta arrivato, le infermiere lo informarono che
Sasuke non poteva ricevere visite così il ragazzo andò
direttamente da Hinata.
Quando entrò nella stanza della ragazza, la
trovò che stava leggendo una rivista seduta sul letto.
Sembrava così fragile eppure così
forte!
Il letto era posto davanti alla finestra quindi la
luce che entrava dalla finestra la illuminava tutta donandole
qualcosa di angelico.
Con la vestaglia bianca da ospedale poi!
Naruto rimase incantato.
Era così carina!
All'improvviso si ritrovò ad arrossire nel
guardarla.
Hinata sembrava un angelo!
Fece per allontanarsi imbarazzato quando Hinata lo
notò e lo invitò ad entrare.
Lui, rosso come un pomodoro e imbarazzato a non
finire, entrò nella stanza e si sedette sulla sedia accanto al
letto della sua amica.
“Come mai mi sento così? Che mi prende?”
si chiese Naruto non riuscendo a capire perchè si sentisse
così in imbarazzo davanti a Hinata.
Aveva il cuore a mille, il volto sembrava che andasse
a fuoco e non riusciva a parlare.
Che cosa gli stava succedendo?
Semplicemente si era preso una bella cotta per la sua
compagna di squadra.
<< Ciao Naruto – cominciò Hinata
felice. Il suo Naruto era andata a trovarla! – come va? Stai
bene? >> chiese notando il rossore del biondo.
<< S-sì, tu-tutto be-bene
Hi-Hinata-chan. Non pre-preoccuparti. >> balbettò lui
imbarazzato.
Lui, che balbetta?
Ma che gli era preso?
<< Sicuro Naruto? Sembri accaldato. >>
fece Hinata che, con un colpo di coraggio, provò a sentire se
il biondo aveva la febbre poggiandogli una mano sulla fronte.
Il biondino arrossì ancora di più.
Cosa diavolo gli stava succedendo?!
<< Hi-Hinata-chan, co-come mai Neji ti o-odia?
>> chiese cercando di sviare il discorso.
Hinata ritrasse la mano e guardò il suo
compagno di squadra ancora per un momento prima di rispondere alla
sua domanda.
Che Naruto cominciasse a provare qualcosa per lei?
Lo sperava con tutto il cuore.
<< Non lo so perchè mio cugino mi odia.
Io non gli ho mai fatto nulla. Quando eravamo bambini andavamo
d'accordo, ma poi è morto suo padre, mio zio, e tutto è
cambiato. Io ero piccola e non ricordo cos'è successo. So solo
che, da allora, Neji ha sempre guardato me, mio padre, mia sorella e
tutti quelli della casata principale con astio. >> fece la
ragazza triste.
<< Mi dispiace Hinata-chan. >> sussurrò
Naruto abbracciandola.
Di fronte alla tristezza della ragazza, il suo
imbarazzo era svanito.
Sentiva solo che Hinata aveva bisogno di essere
consolata e un abbraccio era il suo modo di darle quello di cui aveva
bisogno.
<< Grazie, Naruto-kun. >> sussurrò
la ragazza.
<< Di nulla, Hinata-chan >> rispose lui.
Rimasero abbracciati per qualche minuto, fino a che
non arrivò un infermiera che spedì fuori a calci il
povero Naruto.
Era una di quelle che mal vedeva Naruto in quanto
forza portante quindi, averlo nell'ospedale non le piaceva per nulla.
<< Me ne vado, me ne vado. Uffa che scontrosa!
>> disse il biondino andandosene.
Fece però in tempo a fare un sorriso trentadue
denti alla sua Hinata-chan.
Fuori dall'ospedale si fermò di colpo.
Da quando Hinata era diventata la sua Hinata-chan?
Cosa diavolo gli stava prendendo?
Confuso come non mai girovagò per un po' per
il villaggio finché non si imbatté in Sakura e si stupì
di non provare niente vedendola.
Ma come?
Lui che era sempre stato cotto di Sakura, non provava
nulla vedendola?
Cosa diavolo gli stava succedendo?
Non riusciva proprio a capirlo.
Ancora confuso si fermò a pranzo da Itachi che
gradì molto la sua compagnia.
Gli chiese cos'era successo a suo fratello durante la
seconda prova e il biondo raccontò tutto per filo e per segno.
Poi, il discorso si spostò su qualcos'altro.
Itachi aveva notato lo stato di confusione in cui
Naruto era arrivato dal lui e voleva approfondire. Il moro vedeva il
biondino come un altro fratello minore da proteggere e aiutare. E
questo avrebbe fatto.
Naruto gli raccontò cos'era successo in
ospedale con Hinata e Itachi, che aveva ascoltato tutto attentamente
non poté trattenere un piccolo sorriso.
<< Naruto, sicuro che a te piaccia Sakura? Da
quello che mi hai detto sembra che ti piaccia Hinata. >> disse
il padrone di casa come se nulla fosse.
Naruto rimase shockato.
A lui piaceva Hinata?
Poteva essere.
Era una bella ragazza.
Era gentile e non lo trattava male.
Lo difendeva quando qualcuno lo insultava e non lo
picchiava solo perchè faceva una cavolata a differenza di
Sakura.
Poteva darsi che Itachi avesse ragione.
Quella ragazza era un angelo e lui aveva bisogno di
qualcuno che gli desse affetto e dolcezza e Hinata ne era piena.
Sì, erano proprio una bella coppia.
<< Allora Naruto, ho ragione? >> chiese
Itachi facendo uscire il biondo dalle sue riflessioni.
<< Cre-credo di s-sì. >> sussurrò
Naruto imbarazzato.
<< Bene. Allora buona fortuna. >> fece il
moro con un sorriso prima di far uscire Naruto. Lui sarebbe dovuto
partire tra poco per una missione di un giorno, massimo due, quindi
il biondino doveva andare.
<< Ma cos'è oggi?! Il giorno sbattiamo
fuori il povero Naruto?! >> disse il biondo al vento.
Ve beh, facciamo buon viso a cattivo gioco.
Visto che non aveva nulla da fare si diresse al campo
di allenamento sette.
Mancavano ancora due ore all'appuntamento ma
aspettare per aspettare, meglio aspettare lì. Almeno non
sarebbe arrivato tardi.
Mentre si dirigeva verso il campo di allenamento
passò davanti alle terme e si ritrovò di fronte ad un
enorme rospo con sopra un uomo dai capelli bianchi e fisico possente
nonostante l'età.
Ma chi diavolo era?
E soprattutto, come si permetteva di spiare le donne
in quella maniera?!
Nemmeno suo padre si azzardava a tanto.
Soprattutto perchè a Konoha le donne avevano
una mira incredibile quand'erano incazzate. Meglio non rischiare
<< Ehi tu! Smettila subito!! >> fece
Naruto allo sconosciuto.
L'uomo si voltò appena.
<< Sparisci moccioso. >> rispose tornando
a guardare le donne.
“Ok, l'hai voluto tu!” pensò
Naruto.
<< GUARDONE FUORI DALLA PORTA!!! >> urlò
con quanta più voce riuscì.
Dall'interno delle terme si sentì su gran
fracasso e....
Un'enorme quantità di oggetti contundenti
piovve sulla testa del “povero” malcapitato.
<< RAGAZZINO!!! Ma come ti sei permesso?! >>
fece l'uomo furioso.
<< Ma come si permette lei! Lo sa che è
da maniaci spiare così le donne?! >> ribatté
Naruto offeso.
<< E poi, lei ha anche una certa età.
Non si vergogna? >> continuò il ragazzo.
<< COSA??!!! – urlò l'uomo offeso
al massimo – se ti prendo!!! >> e fece per acciuffare
Naruto senza riuscirci.
<< Prova a prendermi vecchietto! >> lo
sfidò il ragazzo cominciando a correre.
<< Vieni qui moccioso! >> urlò
l'uomo dai capelli bianchi.
L'inseguimento cominciò.
Tutti e due usavano i loro trucchetti per riuscire
nel loro scopo.
Naruto non farsi prendere.
L'uomo acciuffare il ragazzino.
Naruto approfittava del gran numero di copie che
riusciva a creare.
L'uomo evocava rospi segugi e usava qualche trucco
che aveva imparato nei suoi 50 e rotti anni di vita.
Alla fine dell'inseguimento si ritrovarono, alle
cinque, al campo di allenamento numero sette tutti e due stremati.
<< Moccioso, te la cavi bene nelle fughe. >>
dovette riconoscere l'uomo.
<< Anche lei non è male per essere un
vecchietto. >> disse Naruto.
L'uomo resistette a stento alla tentazione di
strozzarlo.
I due si guardarono in cagnesco per un attimo per poi
sorridere tranquilli.
<< Certo che ne hai di fegato ragazzo. >>
disse l'uomo.
Nessuno l'avrebbe mai chiamato vecchietto sapendo chi
era.
<< Naruto, Jiraya! Vedo che siete già
qui! >> disse Kakashi sopraggiunto in quel momento in ritardo
come al solito.
<< NARUTO?! >> urlò sorpreso
l'uomo di nome Jiraya.
Quel marmocchio era il figlio del Quarto Hokage, del
suo migliore allievo?
Ma stiamo scherzando?
Non. Poteva. Essere.
Assolutamente no.
No, no, no, no, NO!
<< Papà, non dirmi che è lui che
ha allenato il Quarto! È un maniaco fuori misura! Non può
essere! >> fece incredulo il ragazzo.
<< Naruto! Un po' di rispetto per l'amor del
cielo! E comunque sì, è lui Jiraya, l'eremita dei
rospi. >> fece Kakashi sperando che il figlio non facesse
infuriare Jiraya.
Non era proprio il caso.
<< Ehi, moccioso! Non permetterti di mancarmi
di rispetto chiaro?! >> fece Jiraya seccato.
Come si permetteva quel ragazzino di trattarlo così?!
Però, doveva ammetterlo, era simpatico.
Non aveva mai visto un ragazzino così vivace
in tutti i suoi viaggi.
Era proprio un ragazzo pieno di energie.
Magari poteva insegnargli qualcosa.
<< Senti moccioso, che ne dici se ti insegno
una tecnica molto speciale per le finali delle selezioni chunnin? >>
chiese Jiraya.
<< Sul serio?! >> fece Naruto con occhi
adoranti.
Una nuova tecnica?
Bello, bello, bello, bello, BELLOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!
Inutile dire che il biondino non vedeva l'ora di
imparare questa fantomatica tecnica.
Era al settimo cielo!
<< Bene, io vi lascio. >> fece Kakashi
prima di sparire in una nuvola di fumo.
<< Sempre così, uffa! Scommetto che è
andato a leggersi il suo libro sconcio. Uffa! >> disse Naruto
mettendo il broncio.
<< Come osi insultare i miei libri?! Razza
di... ! >> fece l'uomo.
Come si permetteva di insultare i libri che lui
scriveva con tanta fatica?!
Come?!
<< Sei tu che li scrivi?! O santo cielo! >>
fece Naruto domandandosi a chi cavolo l'aveva lasciato suo padre.
Come poteva questo tipo aver allenato il più
forte tra tutti gli Hokage?!
Come?!
Sembrava un completo idiota per la miseria!
<< Senti moccioso, vuoi imparare quella tecnica
si o no? >> chiese Jiraya minaccioso.
<< Si, si, si, si >> fece Naruto
velocemente facendo il segno anche con la testa.
<< Bene. Allora non provare più a
protestare sui miei libri, capito?! >>
<< Sissignore. >> fece il ragazzo
mettendosi sull'attenti.
<< Bene, allora ascolta bene... >>
cominciò Jiraya.
Chissà come se la sarebbe cavata Naruto.
*****
<< Ma perchè cavolo non mi esce!!!! >>
urlò Naruto esasperato.
Erano giorni che provava la tecnica del richiamo che
Jiraya gli aveva illustrato.
Ma più di girini non riusciva a evocare!
<< Uffaaaaaaaaaaaaaa!!! >> disse
spazientito gettandosi a terra esausto.
Jiraya, che lo osservava in silenzio gli si avvicinò
per vedere come risolvere il problema.
<< Sicuro di metterci abbastanza chakra? >>
chiese a quello che ormai era il suo allievo.
<< Cosa vuoi dire Ero-sennin? >> chiese
il ragazzo.
In quei giorni Naruto aveva imparato qualcosa sul suo
maestro: era un vero e proprio maniaco.
Così gli aveva affibbiato quel soprannome che
puntualmente faceva infuriare Jiraya e Naruto si divertiva a vedere
la sua reazione.
<< NON chiamarmi così!!! – poi,
calmandosi continuò – più chakra metti nella
tecnica più grande sarà il rospo che evocherai. Ora hai
capito testone? >> rispose l'eremita dei rospi.
<< Ti chiamerò così finché
continuerai a guardare le donne. E poi io il chakra ce lo metto! >>
rispose il biondino mettendo il broncio.
“Ok. Allora vediamo se così funziona.
Kakashi mi ha detto che il chakra della Volpe si fa vivo quando
Naruto è in pericolo. Spero che nessuno me ne voglia”
pensò l'uomo prendendo Naruto in spalla di peso e dirigendosi
verso un dirupo lì vicino dove, di solito, si mandavano i
gennin esperti a raccogliere delle particolari piante mediche.
Una volta arrivato sul ciglio del precipizio buttò
Naruto di sotto.
Il ragazzo fu preso dal panico.
Perchè l'aveva buttato lì?
Perchè non veniva a salvarlo?
Che doveva fare per salvarsi?
Era terrorizzato.
Provò ad ancorarsi alle pareti immettendo
chakra nei piedi ma la velocità con cui cadeva gli impediva di
avere una buona presa.
Provò ad appigliarsi ad una sporgenza ma
neanche questo funzionò.
Alla fine dovette fare appello all'unica cosa che gli
venne in mente: provò con la tecnica del richiamo.
Utilizzò sia il suo sia il chakra della volpe
e, straordinariamente, evocò il re dei rospi, Gamabunta.
Un rospo piuttosto grande e con un caratteraccio.
Quando si accorse che a evocarlo era stato un
ragazzino... apriti cielo!
Non poteva sopportare di essere stato evocato da un
moccioso che sapeva ancora di latte! Ne andava del suo
orgoglio! Naruto, poi, con il suo carattere non aiutava affatto.
Appena si era reso conto che il rospo non lo
considerava all'altezza la prese sul personale e si scatenò un
bel putiferio.
Però, alla fine, dopo un litigio durato tutta
la giornata, i due sancirono una tregua.
Gamabunta aveva sospeso il giudizio sul biondino
mentre Naruto aveva preso stranamente in simpatia il grande rospo.
Infondo aveva il carattere di Jiraya. Quindi se gli
sta simpatico uno ti sta simpatico anche l'altro no?
Comunque, dopo quell'episodio non ebbe molti problemi
ad usare la tecnica del richiamo, anche se ora evocava solo rospi di
piccole dimensioni.
Sempre meglio di nulla.
*****
A pochi giorni dall'inizio delle finali delle
selezioni chunnin, Naruto andò a trovare Hinata a casa sua.
Non fu accolto molto bene, ma almeno non fu cacciato
a calci.
Fu accompagnato da un membro della casata cadetta di
nome Ko nella camera di Hinata.
<< Signorina Hinata, c'è un suo amico
che vuole vederla. >> fece l'uomo bussando alla porta.
<< Fallo pure entrare Ko. >> rispose la
ragazza.
L'uomo fece accomodare Naruto e poi se ne andò.
I due ragazzi passarono un pomeriggio tranquillo.
Almeno finché Hiashi non lo venne a sapere.
Spedì via Naruto in malo modo e impedì
a chi di turno di farlo entrare per qualsiasi motivo.
La Volpe non doveva mettere piede in casa sua.
Mai.
Quando Naruto tornò a casa era così
furibondo che non notò neanche la presenza di Jiraya in casa
sua.
<< Io quello lì non lo sopporto! Come
può essere così freddo e insensibile perfino con sua
figlia?! Lo detesto!!! >> si sfogò il biondo con una
gran voglia di fare a pezzi qualcosa.
<< Possiamo sapere cos'è successo? >>
chiese Kakashi non sapendo di cosa parlava il figlio anche se ne
aveva una mezza idea.
<< Problemi con le donne? >> chiese più
diretto Jiraya.
<< ERO-SENNIN!!!! >> urlò il
ragazzo preso in contropiede ed imbarazzato al massimo.
<< Hinata o Sakura? >> chiese Kakashi
mentre preparava la tavola.
<< Hiashi. >> rispose Naruto.
<< Quindi Hinata. Si può sapere che è
successo? >>
Naruto, mentre si strafogava di cibo, raccontò
cos'era successo all'ospedale qualche tempo prima per finire con
quello che era successo quel pomeriggio.
<< Il ragazzo è innamorato! Complimenti
moccioso! >> fece Jiraya dando una pacca sulla schiena al
ragazzo.
<< COSA?! >> urlò incredulo
Naruto.
Lui? Innamorato di Hinata?
Assolutamente no!
O forse sì?
Io: spero che il capitolo vi
sia piaciuto!
Hina: questo è un
sogno! Non svegliatemi!
Naru: certo che Hinata è
proprio carina...
Jir: vai così
ragazzo!
Sasu: perchè io non
ci sono nel capitolo?!
Ita: Naruto, Hinata, siete
così teneri in questo capitolo!
I due interpellati arrossiscono come due pomodori
maturi.
Sasu: ehi! Ci sono anch'io!
Jir: Naruto, se vuoi un
consiglio io sono qui eh!
Naruto sottovoce: sì,
così poi Hinata mi caccia via a calci.
Jir: hai detto qualcosa
moccioso?
Naru: assolutamente no!
Hina: ma come sono contenta!
Sasu: ehi! Ma vi siete
dimenticati di me!
Tutti: Sì!!!!
Sasuke se ne va incazzato a morte.
Io: vabbé, lasciamo
la papera ai suoi problemi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e
che lasciate un commentino! Grazie a tutti!!!!
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Capitolo 20 *** capitolo 17 ***
Rieccomi con un nuovo
capitolo!!
Piccola parentesi prima
delle finale delle selezioni e una piccola discussione tra Jiraya e
Naruto su quello che il nostro bel biondino prova per Hinata. Per una
volta sarà lui e non lei in imbarazzo. :)
Piccola parentesi anche
sugli allenamenti della Papera e una discussione con Kakashi dove
dimostra tutta la sua idiozia.
Ora è meglio che vi
lasci alla lettura.
Mi raccomando: RECENSITE!!!
Iaele
CAPITOLO
17
Kakashi stava allenando Sasuke e nel frattempo stava
cercando di capire come evitare che il ragazzo si rovinasse la vita
con la sua vendetta.
Vedeva che il ragazzo si impegnava negli allenamenti
ma, nonostante questo, non migliorava come voleva o come migliorava
Naruto com'era migliorata Hinata.
Il problema è che la sua motivazione non era
forte come quella degli altri due.
Naruto voleva proteggere i suoi amici e la sua
famiglia.
Hinata voleva dimostrare di non essere debole come
tutti credevano e in più voleva migliorarsi per farsi notare
da Naruto.
Lui, invece, voleva la vendetta.
Una vendetta che era diventata il suo unico motivo di
vita.
La sua unica ambizione.
Il suo unico scopo.
Il suo odio lo stava divorando dentro e nessuno
riusciva a impedirlo nonostante ci provassero con tutte le loro
forze.
Sasuke stava cercando di imparare il Mille Falchi,
tecnica creata da Kakashi stesso.
Il Mille Falchi non voleva sapere di venirgli fuori e
stava perdendo la pazienza.
Perchè quella cavolo di tecnica non voleva
uscirgli come doveva?!
Perchè?! Che aveva fatto di male nella
vita?! ( vuoi una lista completa? Guarda però che andiamo a
finire a domani mattina. Nda )
<< Ok, Sasuke. Basta così per ora.
Facciamo una pausa e poi riprendiamo. >> disse Kakashi ad un
Sasuke sfinito.
Il ragazzo lo guardò male per un momento ma
poi si sedette su una roccia a riprendere fiato.
<< Sasuke, so che non ne vuoi parlare e che non
ti interessa la mia opinione, ma posso darti un consiglio? Lascia
stare la vendetta. Ne ho visti di tipi come te e sono tutti finiti
male. Lasciatelo dire da chi ha più esperienza: lascia
perdere. >> fece Kakashi cercando di non sembrare troppo
insistente.
Anche lui sapeva cosa voleva dire voler vendetta, ma
il suo maestro era riuscito a fargli capire che la vendetta non
risolveva nulla.
Quando Obito era morto si era sentito pieno di rabbia
e odio verso coloro che erano responsabili della sua morte.
In più era, ed è tutt'ora, pieno di
sensi di colpa per non essere riuscito a salvarlo.
Allora aveva desiderato vendetta, ma con l'aiuto di
Rin e del suo sensei ne era uscito.
Quand'è morta Rin invece aveva provato sensi
di colpa per non averla protetta e aver così infranto una
promessa.
Ora si sentiva in dovere di aiutare il suo allievo
nel non mettersi sulla cattiva strada.
La domanda era: ci sarebbe riuscito?
<< Kakashi, non provare a farmi la predica. Tu
non sai cosa provo e non potrai mai saperlo. Quindi non farmi la
predica. >> fece Sasuke quasi ringhiandogli contro.
Ma come si permetteva?!
Cosa ne sapeva lui di quello che aveva passato lui?
Cosa ne voleva sapere?
<< Io credo invece di saperlo. Sasuke, stai
imboccando una brutta strada che ti porterà solo sofferenza e
dolore. Lo vuoi veramente? Vuoi veramente dare questo colpo a tuo
fratello? Non pensi a lui? A Naruto, a Hinata, Sakura, me? Non credi
che qui ci siano delle persone che ci resterebbero molto male? >>
l'uomo provò la carta del senso di colpa.
Magari così sarebbe riuscito a fargli venire
qualche dubbio.
Bastava che il dubbio fosse abbastanza forte e magari
avrebbero guadagnato tempo per riuscire a farlo desistere.
<< Invece ne dubito che tu lo sappia. Quello
che pensano mio fratello, Naruto e gli altri non mi interessa. Voglio
solo ottenere la mia vendetta. Punto. >> insisté il
ragazzo prima di riprendere il suo allenamento.
“Che dobbiamo fare per farti capire che stai
sbagliando? Come?” si chiese Kakashi mentre guardava il suo
allievo per assicurarsi che non si facesse troppo male.
Cose poteva fare per salvare il suo allievo?
Tutto ciò che gli restava era Naruto e non
voleva vederlo disperarsi per quello che considerava il suo migliore
amico.
Kakashi si ripromise che avrebbe fatto qualsiasi cosa
per evitare che Sasuke facesse la scelta sbagliata.
Non solo per lui, ma anche per suo figlio.
Soprattutto per lui.
*****
Mentre Sasuke si allenava con Kakashi, Naruto si
allenava con Jiraya.
Ormai la tecnica del richiamo l'aveva imparata e ora
si stava concentrando sul migliorare il corpo a corpo e il controllo
del chakra.
Mancavano solo pochi giorni al torneo finale e voleva
assolutamente battere Neji, quindi si impegnava anche più del
solito.
Jiraya si chiese, mentre guardava il suo allievo,
cose lo spingesse a voler battere a tutti i costi lo Hyuga.
Sapeva che era il cugino della ragazza che gli
piaceva, che lui lo volesse ammettere o meno era un altro discorso,
ma non capiva tutto questo accanimento.
Così decise di indagare.
<< Facciamo una pausa >> disse l'uomo al
ragazzo.
Naruto, esausto, si andò a sedere all'ombra di
un albero insieme al maestro che gli offrì qualcosa da
mangiare per fargli recuperare le energie.
<< Naruto – cominciò mentre il
biondino divorava quello che gli era stato offerto – perchè
ci tieni così tanto a battere quel Hyuga? >> chiese
curioso.
Naruto, finito di mangiare, rimase in silenzio un
attimo cercando le parole per rispondere all'uomo senza doversi
subire un terzo grado dopo.
Non aveva voglia di rispondere a domande imbarazzanti
su quello che provava per Hinata.
Non lo sapeva nemmeno lui per la miseria!
Come poteva rispondere a quelle domande?
<< Neji ha fatto del male a Hinata senza motivo
durante le eliminatorie. Non mi è piaciuto per niente. Voglio
fargliela pagare e ci riuscirò! >> fece arrabbiandosi al
ricordo di come il ragazzo aveva trattato la cugina.
Non riusciva a capire come si potesse trattare così
un membro della propria famiglia e, soprattutto, non capiva la
motivazione nel dividere una famiglia in due.
Una famiglia deve essere unita, no?
<< Capisco. Ma non è solo per questo,
vero? C'è anche qualcos'altro. Cosa mi dici di Hinata? >>
chiese Jiraya.
Naruto divenne più rosso di un pomodoro
maturo.
<< N-non so-sono affari suoi! >> balbettò
il ragazzo imbarazzato.
Ma perchè tutti dovevano farsi gli affari
suoi?!
<< Naruto >> lo riprese bonariamente
l'uomo.
<< Si faccia gli affari suoi Ero-sennin!!! >>
urlò il ragazzo mettendo il broncio.
<< NON CHIAMARMI COSI'!!!!!! Allievo degenere!
Comunque, cosa pensi di Hinata? >> insisté l'uomo.
Non avrebbe demorso tanto facilmente.
Sia lui che Naruto erano due testardi come pochi.
Si impuntavano e non cambiavano idea neanche dopo
morti.
Beh, Naruto la cambiava se Kakashi riusciva a
spiegargli perchè stava sbagliando, mentre per Jiraya...
Ormai per lui era tardi. Così era e così
sarebbe rimasto.
Provare a cambiarlo era tempo perso.
<< Ma perchè cavolo le interessa?! >>
sbottò il biondino in risposta.
<< Perchè sono il tuo maestro e perchè
sì, quindi vedi di rispondere moccioso. >> rispose
l'uomo deciso.
<< Uffa! E va bene! Rispondo. >> fece
Naruto esasperato.
Jiraya lo guardò aspettando che il ragazzo
continuasse.
<< Hinata è una bella ragazza. Dolce,
gentile ed è una buona amica. Non l'ho mai vista arrabbiarsi
per le cretinate che faccio ed ha un sorriso veramente carino. È
timida ma questo la rende ancora più carina. Non è
manesca come Sakura e sa sempre come tirarmi su il morale. È
proprio una ragazza d'oro! >> concluse con occhi sognanti.
<< E dopo quello che mi hai detto, dici ancora
di non provare nulla per lei?! >> chiese l'uomo sorpreso.
Certo che il ragazzo era tardo forte.
Naruto arrossì fino alla punta dei capelli.
Poteva fare concorrenza ad Hinata in quanto a rossore
da imbarazzo!
<< O mamma santa! Certo che sei proprio tonto!
>> fece Jiraya dandosi una manata in faccia per la
disperazione.
Finché si trattava di allenamenti e
combattimenti nessun problema, ma per il resto il ragazzo era proprio
un caso senza speranza!
<< Ehi! Non è vero! >> protestò
Naruto arrabbiato.
Jiraya ci rinunciò.
Tonto era e probabilmente tonto sarebbe rimasto.
Speriamo che almeno la ragazza fosse un po' più
sveglia di lui o qui non si conclude niente.
E non provate a pensare male!!!
Non sono come l'Ero-sennin, io!!!
Comunque, tornando a noi, Jiraya fece riprendere gli
allenamenti a Naruto.
Tanto, ora che si decida a parlare con la ragazza
campa cavallo che l'erba cresce.
Fa prima ad arrivare la fine del mondo.
Però doveva riconoscere una cosa al ragazzo:
era tremendamente leale alle persone a cui tiene e farebbe di tutto
per loro. Guai a toccargliele.
Potrebbe dimostrarsi un nemico peggiore della Volpe.
Naruto non combatteva per proteggere il Villaggio, o
meglio, non solo per quello.
Combatteva, per prima cosa, per proteggere le persone
a cui teneva.
Erano poche e non voleva perderle.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa per loro.
Era questo suo amore per i suoi amici e Kakashi che
gli permetteva di contenere la Volpe. Era questa forza che gli
permetteva di andare avanti.
Una forza straordinaria.
Jiraya fu tolto dai suoi pensieri da un colpo di
Naruto.
Aveva abbassato la guardia per un attimo e il ragazzo
ne aveva approfittato ( chiamalo stupido. Nda )
<< Ero-sennin, se non sta attento va a finire
che la batto sa? >> chiese Naruto ben sapendo che il maestro si
sarebbe arrabbiato.
<< NON CHIAMARMI COSI'!!!! Non ti illudere! Non
mi batterai mai! >> fece infuriato.
I due tornarono a combattere.
Ormai il giorno delle finali era vicino.
*****
Era arrivata la sera prima dell'inizio delle finali.
Naruto e Kakashi erano soli in casa. A quanto pare a
Jiraya non piaceva dormire tra quattro mura troppo a lungo, anche se
a tutti e due era venuto qualche dubbio su dove fosse veramente
l'uomo.
Non si sbagliavano di tanto.
<< Papà, posso chiederti una cosa? >>
fece Naruto tranquillo al padre.
<< Sì, certo, dimmi. >> rispose
l'uomo.
Aveva notato che il figlio non dava segni d'ansia ma
non si preoccupava.
Gli unici esami in cui la sera prima si faceva
prendere dal panico erano quelli di teoria.
Quindi che Naruto fosse calmo era assolutamente
normale.
<< Tu eri amico del mio vero padre giusto? Per
caso sai qualcosa sulle sue selezioni chunnin? >> chiese il
ragazzo.
Naruto sapeva di poter chiedere sempre a Kakashi
informazioni su il suo vero padre, ma, vedendo come si rattristava
ogni volta, faceva meno domande possibili.
L'unica cosa che non era mai riuscito a fargli dire
era il nome di suo padre.
Quella era l'unica cosa che non era mai riuscito a
scucirgli.
Più insisteva, più Kakashi si chiudeva
a riccio.
Non riusciva a capire il perchè.
Perchè non poteva sapere il nome di suo padre?
Perchè?!
Sapeva solo quello di sua madre e sapeva che aveva il
suo cognome.
Ma il nome del padre era tabù.
<< Naruto, io non so com'è andato alle
selezioni chunnin tuo padre. Ci siamo conosciuti molto dopo e non me
ne parlò mai. Ma credo che gli siano andate bene altrimenti
non sarebbe diventato jonin. >> disse Kakashi cercando di non
lasciarsi sfuggire niente di compromettente.
Il Quarto era diventato chunnin molto giovane, quando
lui non era ancora nato e lui l'aveva conosciuto solo una volta che
se lo trovò come maestro. Non gli era mai passato per la testa
di chiedergli una cosa del genere.
Un po' gli dispiaceva non poter dire di più a
Naruto.
Però, quando il figlio se ne usciva con queste
domande, la sua parte più egoistica ci restava molto male.
Era lui la sua famiglia! Cosa gli importava di un
morto?!
Era lui suo padre! Non l'uomo che si è
sacrificato per il villaggio e che gli ha lasciato un fardello troppo
grande per un bambino!
Poi, però, si dava del cretino.
Naruto voleva solo sapere se aveva qualcosa in comune
con le persone che lo hanno voluto e cercato. Che erano pronti ad
amarlo senza condizioni di sorta. Che hanno dato la loro vita per
proteggerlo.
Era un desiderio legittimo infondo.
Per questo sentimento egoistico, che ogni tanto
usciva fuori prepotente, si sentiva in torto verso Naruto e verso il
suo maestro.
Poi, però, gli bastava guardare quanto felice
fosse Naruto nel ricevere quelle informazioni che gli passava tutto.
<< Ah – fece Naruto triste per poi
chiedere – e le tue come sono andate? >>
Ora il biondino guardava curioso il padre.
Chissà cosa gli avrebbe risposto.
<< Oh, le mie sono andate bene. Tranne che per
un particolare. Ho battuto Gai e da allora mi dà il tormento.
>> disse Kakashi con falsa sconsolazione.
Infondo gli piaceva avere Gai come amico, ma
riconosceva pure lui che era esagerato all'inverosimile.
Quando bisognava essere seri lo era, ma per il resto
del tempo...
Meglio stendere un velo pietoso.
<< Sul serio? Racconta! >> fece Naruto
curioso.
Kakashi indugiò dubbioso.
Parlare di quell'epoca voleva parlare di Obito e
ancora faceva fatica a farlo.
Si sentiva ancora in colpa per la morte del suo amico
e questo Naruto lo sapeva.
Aveva dovuto raccontarglielo per spiegargli perchè
ogni giorno andasse alla tomba di Obito e rimanesse lì per
ore.
Il ragazzo, all'epoca solo un bambino, aveva capito
che al suo papà mancava tanto una persona a cui voleva bene e
che si sentiva solo. Allora decise di andare con lui a visitare la
tomba così che il papà non si sentisse solo.
La cosa era andata avanti finché Naruto non
aveva cominciato l'accademia.
Ogni tanto l'uomo si chiedeva quanto avesse capito
veramente suo figlio di quella storia. Forse anche troppo.
<< Centra Obito? >> chiese Naruto
guardando attento il padre.
<< Sì. >> rispose l'uomo.
<< Allora non importa. Mi basta sapere che hai
battuto Gai! >> disse il ragazzo.
Se Kakashi aveva battuto Gai, il maestro di Neji,
anche lui avrebbe battuto il suo avversario no?
Sembrava un buon segno.
Di una cosa era sicuro: avrebbe fatto tutto il
possibile per vincere.
Avrebbe fatto vedere chi era e di che pasta era
fatto!
Nessuno l'avrebbe battuto.
Né Neji, né Sasuke, né chiunque
altro.
Sarebbe diventato chunnin, alla faccia di tutti!
Ce l'avrebbe fatta e Kakashi sarebbe stato fiero di
lui.
Ce l'avrebbe fatta.
Io: spero che il capitolo
sia stato di vostro gradimento!
Jir: come sarebbe a dire che
non vorresti essere come me?! Stai scherzando vero?!
Io: essere maniaca come te?
Piuttosto mi faccio ammazzare!!
Sasu: allora fallo autrice!
Non ti sopporto proprio più!
Io: Papera che non sei altro
taci! Quella che non ti sopporta più sono io! Se solo potessi
ammazzarti ora nella fic! Ringrazia che il WWF impedisce il
maltrattamento di animali altrimenti ti avrei già fatto
arrosto! Vedi di finirla con le tue proteste e lavora!
Sasu: NON sono una papera!!!
Io: dillo al volatile che
hai in testa!
L'autrice e il pennuto continuano a litigare anche
alzando le mani.
Jir: ma che succede?
Naru: è sempre così.
Lasci stare Ero-sennin.
Jir: NON CHIAMARMI COSI'!!!!
Naru: uffa!!
L'autrice riesce a evitare una palla di fuoco
suprema ed a immobilizzare la Papera.
Io: bene, ora che abbiamo
risolto anche questa, mi occupo della rieducazione di
quest'uccellaccio e spero che il capitolo vi sia piaciuto. Alla
prossima!!!
Naru: autrice, quelli non
sono i tuoi appunti?
L'autrice si volta verso la sua scrivania e vede
andare tutto a fuoco.
Io: UCHIHA!!!!!!
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Capitolo 21 *** primo incontro: Hinata ***
Eccomi qui!
Purtroppo per il primo
incontro delle finali mi ci vuole un po' di tempo visto che devo
prendere tutto dal manga visto che la puntata finale dello scontro
tra Neji e Naruto è praticamente inesistente su you tube. Non
c'è né in italiano né sottotitolata. Abbiate un
po' di pazienza. Per non far passare troppo tempo tra un capitolo e
l'altro vi lascio questo zuccheroso capitoletto sul primo
incontro tra Naruto e Hinata.
Tutto puramente inventato.
Non tiene conto della versione dell'Anime e del Manga. Siete
avvisati.
Per il resto vi auguro una
buona lettura e come al solito: RECENSITE!!!
Iaele
PRIMO
INCONTRO: HINATA
La piccola Hinata stava passeggiando per Konoha
insieme a Ko, la sua guardia personale all'interno del clan Hyuga.
Lei era un membro della casata principale, mentre
l'uomo che l'accompagnava faceva parte della casate cadetta.
Quest'ultima aveva il compito di proteggere i membri della casata
principale e assicurarsi che il Byakugan, abilità innata del
clan, non cadesse nelle mani dei villaggi nemici.
La bambina aveva cinque anni. Aveva i capelli color
della notte tagliati a caschetto e occhi lillà come tutto il
suo clan.
Era una bambina timida, dolce, tranquilla, buona.
I due stavano passeggiando
dalle parti del parco del villaggio.
La bambina era
accompagnata da Ko perchè il padre, il capo clan, era sempre
impegnato in qualche riunione o altro.
Sua madre invece era
impegnata con la sua sorellina appena nata anche se non stava molto
bene.
Così lei si era
ritrovata a passeggiare con Ko.
E fu proprio al parco che
lo vide per la prima volta.
Un bambino biondo, della
sua stessa età, con occhi più azzurri del cielo.
Ma non furono quelle
caratteriste che la colpirono.
Fu il suo sorriso.
Era un sorriso luminoso,
aperto, pieno di calore.
Era una delle cose più
belle che aveva visto.
Nessuno che conosceva
aveva un sorriso così.
L'unica persona che aveva
visto sorridere, all'interno del suo clan, era sua madre, ma era un
sorriso diverso.
Più gentile, più
timido, più dolce.
Quello di quel bambino
invece esprimeva forza e determinazione.
Qualcosa che non aveva mai
visto in un sorriso.
<< Naruto! >>
chiamò un uomo dai capelli argentei che era intento a leggere
un libro lì vicino.
Il bambino sollevo lo
sguardo dalla sua opera con la sabbia, un piccolo castello, e si
voltò verso l'uomo.
<< Arrivo papà!
>> disse dirigendosi verso il genitore.
Così Hinata scoprì
il nome del bambino: Naruto.
Quello che le rimase
impresso di quella giornata una volta a casa furono tre cose: il nome
di quel bambino, il suo sorriso e il fatto che giocava tutto solo.
Come se fosse stato isolato di proposito.
Come poteva quel bambino
non avere neanche un amico?
Eppure sembrava così
simpatico!
Chissà perchè
era solo si chiese la piccola Hinata poco prima di addormentarsi.
*****
I giorni passavano e lei
continuava le sue passeggiate con Ko al parco di Konoha.
Ogni volta vedeva Naruto
giocare da solo mentre il padre stava a pochi passi di distanza.
Però quel giorno fu
diverso.
Lei era sempre con Ko,
mentre Naruto era da solo.
Con lui non c'era nessuno.
In più, il suo
sguardo e il suo sorriso erano spenti. Come se qualcosa si fosse
portato via quella vitalità che lo contraddistingueva.
Hinata ci rimase male.
Non sapeva perchè,
ma non voleva vederlo triste.
Voleva che su quelle
labbra ci fosse il sorriso che le piaceva tanto.
Voleva vedere il suo
sguardo allegro.
Voleva che Naruto fosse
sempre felice.
Non seppe nemmeno lei
come, ma riuscì a fuggire dalla guardia di Ko per dirigersi
dal bambino biondo.
<< C-ciao >>
balbettò una volta arrivata di fronte a Naruto.
Il bambino la guardò
stranito per un attimo.
Quella bambina tanto
carina gli aveva appena detto ciao?
Non stava sognando, vero?
<< C-ciao! >>
rispose Naruto con un sorriso immenso.
Finalmente una bambina con
cui giocare!
Ora non sarebbe più
stato solo!
Aveva un'amica!
<< Come ti chiami?
>> le chiese Naruto.
<< Hi-Hinata >>
sussurrò lei arrossendo.
Era molto timida
purtroppo, ma sembrava che a quel bambino non importasse.
<< Vuoi giocare con
me? >> chiese Naruto speranzoso.
Hinata si guardò
attorno per vedere dov'era Ko, ma non lo vide.
Di sicuro la stava
cercando, ma per ora sembrava che avesse qualche minuto per stare con
Naruto.
<< Va be-bene. >>
disse lei ancora rosso pomodoro per la timidezza.
I due si misero a giocare
con la sabbia facendo anche un bel castello tra le altre cose.
Purtroppo non riuscirono a
passare tanto tempo insieme.
Dopo una decina di minuti
arrivò Ko.
<< Hinata-sama
venga. Non deve stare qui. Soprattutto non con lui. >> disse
prendendo la bambina per mano ed allontanandosi nella direzione di
Villa Hyuga.
Naruto ci rimase molto
male e pure Hinata.
Lei si stava divertendo!
E poi, perchè non
poteva stare con Naruto?
Che aveva fatto di male?
Era solo un bambino come
lei!
Hinata guardò
dispiaciuto il suo nuovo amichetto.
Lei non voleva andarsene,
ma non aveva altra scelta.
Naruto, invece, rimase a
guardarla finché non fu più in vista per poi scappare
piangendo a casa.
Perchè nessuno
voleva che giocasse con gli altri bambini?
Che cosa aveva fatto di
male?
Perchè non poteva
avere un amico anche lui?
Quella bambina gli era
sembrata simpatica e diversa dagli altri.
Ma poi era arrivato
quell'uomo e l'aveva portata via.
L'unica bambina che gli si
era avvicinata gli era stata portata via.
Ma cosa avevano tutti
contro di lui?
Perchè solo il suo
papà gli voleva bene?
Kakashi, tornato a casa
dopo aver fatto la spesa, lo trovò piangente.
Provò a chiedergli
cos'era successo ma il bambino si rifiutò di rispondere.
Quando l'uomo capì
che Naruto non avrebbe detto nulla, si limitò a consolarlo e
calmarlo.
Naruto, dopo aver pianto
per parecchio tempo, si calmò e si addormentò.
Non ricordò cosa
avesse sognato quella notte, si ricordò solo il senso di
profonda tristezza e solitudine che c'era in quei sogni.
Ricordò anche due
occhi lillà che lo guardavano dolci.
La sua sola ancora in quel
mare di silenzio indifferente.
Purtroppo,
di altri incontri non ce ne furono.
*****
Ko
stette bene attento a dove portava la piccola Hinata.
Ovunque
ci fosse Naruto non doveva esserci Hinata.
Qualche
settimana dopo da quell'incontro la madre di Hinata morì.
Suo
padre, Hiashi, si chiuse a riccio nel suo dolore e divenne ancora più
severo di quanto già non fosse e la piccola Hinata fu
sottoposta ad allenamenti estenuanti sotto il rigido controllo del
padre.
I
due non si incontrarono più fino a che non entrarono in
accademia due anni dopo.
Hinata
si ricordava perfettamente di Naruto, ma era così timida che
non riusciva mai ad andargli a parlare.
Naruto,
invece, si era dimenticato di lei.
L'unica
cosa che ricordava erano due occhi lillà di una dolce bambina,
ma nient'altro.
Il
biondino era sicuro che la bambina di quella volta sarebbe andata da
lui come allora, ma non sapeva quanto si sbagliava.
Quando
vide Hinata si chiese se potesse essere lei quella bambina, ma
vedendo che sembrava ignorarlo decise che no, non era lei.
Ma
quegli occhi gli erano così famigliari!
Anche
il nome di quella ragazza era famigliare, ma non riusciva a
ricordare.
Quando
lui e Hinata finirono in team assieme si sentì stranamente
contento.
Non
sapeva perchè, ma averla in team lo rendeva più sicuro.
Con
lei si sentiva accettato molto più che con Sasuke e Itachi ma
non capiva perchè.
Più
stava con lei, più sentiva che aveva dimenticato qualcosa.
Quegli
occhi lillà, quei sorrisi timidi, quella gentilezza...
Dov'è
che gli aveva già visti?
Gli
tornò in mente durante lo scontro con Pain.
Quando
vide Hinata sfidare Pain per proteggerlo, quanta forza avesse
nonostante la sua apparente fragilità, che gli tornò in
mente quell'episodio.
Fu
questo che lo fece infuriare ancora più di quanto non fosse
già con Pain.
Ora
che aveva scoperto chi era quella dolce bambina lui gliela aveva
tolta?
Assolutamente
no.
Non
ci stava.
Alla
fine riuscì a battere Pain e a chiarirsi con Hinata.
Da
quel giorno non la lasciò più.
Che
Hiashi dicesse quello che volesse. Loro sarebbero stati insieme.
Sempre.
Dopo
la guerra si fidanzarono ufficialmente e, dopo qualche anno, si
sposarono.
Naruto
realizzò il suo sogno e divenne Hokage.
Cambiò
alcune regole del clan e non ci furono più distinzioni tra le
due casate del clan Hyuga.
Grazie
all'incontro con quella bambina Naruto aveva capito che c'era chi gli
voleva bene e da questo aveva tratto la forza per andare avanti.
Hinata
aveva ricevuto la sua forza dalla determinazione di Naruto, ma aveva
solo riavuto quella che gli aveva dato con quell'incontro tanti anni
prima.
Grazie
a Hinata Naruto era riuscito ad andare avanti.
Ora
era lui che doveva aiutare lei.
E
l'aveva fatto.
Ora
si potevano aiutare a vicenda.
Ora
erano pari e lo sarebbero sempre stati.
Spero
che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate lasciare un commento.
Sasu:
ma qui c'è troppo zucchero! Che schifo!
Io:
sul serio? Aspetta di vedere cos'ho in mente per il capitolo sul
primo incontro tra te e Naruto! Ops, ho anticipato l'argomento di uno
dei prossimi capitoli! Pazienza. Tanto l'avreste intuito lo stesso.
Sasu:
Cosa. Hai. In. Mente? ( dice quasi ringhiando. Ma da papera è
diventato un cane questo qui? )
Io:
aspetta e vedrai Papera. Mi divertirò da matti!!!
Sasu:
Non. Osare. A. Fare. Quello!!!!
Io:
oh sì invece! Passerai una giornata d'inferno!!! ( ghigno
sadico degno di Orociock )
Sasu:
NOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io:
ma come mi diverto!!! ( si mette a ballare contenta )
|
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Capitolo 22 *** capitolo 18 ***
Ecco qui il capitolo
dell'incontro tra Neji e Naruto.
Per favore non uccidetemi!
Io ho fatto del mio meglio! Per favore abbiate pietà!
Capitolo complicato da
scrivere per la sua importanza, non volevo rovinare questo momento, e
per la sua complessità.
I dialoghi sono presi un po'
dell'Anime e un po' dal manga visto che non trovavo alcune puntate.
Quindi, se alcuni dialoghi, da metà in poi dello scontro
circa, non vi sono famigliari ora sapete il motivo.
In più, piccolo
regalo per i fan del Naru/Hina a fine capitolo. :)
Spero vi piaccia e che mi
sia riuscito bene.
Di sicuro qualcuno farà
i salti di gioia. :)
Per alegargano1: ricordati
che il maltrattamento animali è punibile per legge. Non
uccidermi la Papera, mi serve ancora purtroppo.
Per Lexiblacklee: spero che
tu possa tornare a recensire presto. Questo capitolo è tutto
per te! Soprattutto il finale!
Mi sembra di aver detto
tutto quindi buona lettura.
RECENSITE!!!! Mi raccomando!
Iaele
CAPITOLO
18
Arrivò il giorno delle finali delle selezioni
e, alzandosi, Naruto non trovò suo padre da nessuna parte. Gli
aveva solo lasciato un bigliettino dove gli diceva che andava con
Sasuke a rifinire gli ultimi dettagli della tecnica che gli stava
insegnando e che sarebbe arrivato in tempo per il torneo.
“Papà che arriva in orario? Ma quando
mai! È più probabile che faccia squalificare Sasuke!
Speriamo che l'Hokage capisca.” pensò il biondino
sconsolato.
Avrebbe dovuto regalare un orologio a Kakashi prima o
poi.
Ma uno di quelli che fanno un casino micidiale quando
imposti l'opzione sveglia.
Così, forse, sarebbe arrivato con un ritardo
minore.
Perfettamente in orario era impossibile, ormai era un
fatto assodato.
Però, se avesse avuto un ritardo minore...
Sarebbe stato decisamente meglio.
Con questi pensieri in testa Naruto fece colazione e
si vestì rigorosamente con la sua tuta arancione.
Più volte il padre aveva tentato di fargli
prendere qualcosa di un altro colore ma senza nessun risultato.
Doveva però ammettere che quel colore gli si
addiceva.
L'arancione era l'unione del rosso e del giallo, i
due colori che rappresentavano i suoi genitori.
Una volta che finì di vestirsi, uscì di
casa diretto all'arena dove si sarebbe tenuto il torneo.
Visto che era in anticipo se la prese comoda.
Lungo il percorso incontrò Sakura che andava
anche lei all'arena per riuscire a prendere dei buoni posti.
Il ragazzo si stupì ancora una volta di non
sentire più nulla, se non la semplice amicizia, per la rosa.
Allora avevano ragione l'Ero-sennin ( NON CHIAMARMI
COSI'!! NdJiraya ), Kakashi e Itachi quando dicevano che era
innamorato di Hinata?
<< Ciao Naruto! >> lo salutò la
ragazza.
<< Ciao Sakura. Tutto bene? >> rispose
Naruto tranquillo.
Possibile che una volta si fosse preso una cotta per
quella ragazza?
<< Sì, tutto ok. Preoccupato per
l'incontro con Neji? >> chiese la ragazza una volta arrivati
all'entrata dell'arena.
<< No. Lo batterò e vendicherò
Hinata per come l'ha trattata alle eliminatorie. >> rispose
Naruto scaldandosi ricordando l'episodio.
<< Sono sicura che ce la farai. Ora vado. Ciao
Naruto. >> fece la rosa dirigendosi verso l'entrata per gli
spettatori.
Naruto rimase da solo a riflettere su quello che
provava per Hinata.
Il fatto di essere stato così vicino a Sakura
e non aver sentito niente lo convinse del fatto che provasse qualcosa
per la sua compagna di squadra. E stranamente non gli dispiaceva
neanche.
Gli occhi lillà di Hinata gli ricordavano
qualcosa, ma non riusciva a mettere a fuoco cosa fosse. Era qualcosa
di evanescente, come se si trattasse di un sogno.
Un movimento alle sue spalle lo fece voltare: era
Hinata che era andata ad auguragli buona fortuna.
<< Na-Naruto, vo-volevo di-dirti bu-buona
for-fortuna >> balbettò la povera ragazza imbarazzata.
<< Grazie Hinata. Vedrai che riuscirò a
battere Neji. Mi raccomando, siediti in prima fila! >> fece
Naruto sicuro di se.
Hinata fece un sorriso timido di incoraggiamento.
<< Mi raccomando, siediti in prima fila così
vedi bene come batto tuo cugino. – fece Naruto avviandosi verso
l'entrata dei partecipanti al torneo. Prima di entrare si voltò
un attimo verso Hinata – Hinata, lo sai che sei proprio carina?
>> disse per poi entrare.
Hinata rimase immobile non credendo alle sue
orecchie.
Naruto, il suo Naruto, il ragazzo di cui era
innamorata da sempre, le aveva appena detto che la trovava carina?
La poveretta era letteralmente al settimo cielo.
Quello era un sogno!
Si diresse sulle tribune con la testa tra le nuvole
dalla felicità.
Si sedette vicino a Kiba aspettando l'inizio
dell'incontro.
Era sicurissima che il suo Naruto avrebbe vinto.
Non aveva nessun dubbio.
Nessuno.
*****
Dopo che tutti i concorrenti, tranne uno del suono e
Sasuke ( Naruto aveva una mezza idea del perchè fosse in
ritardo ), furono arrivati, l'Hokage diede il via al torneo. Perfino
il Kazekage, capo del Villaggio della Sabbia, con le sue guardie era
venuto ad assistere al torneo.
Gemma, l'arbitro, fece vedere i nuovi abbinamenti
visto che quello del Suono era stato trovato morto la notte
precedente.
Ora Shikamaru di trovava contro Temari, la ragazza
della Sabbia, mentre gli altri abbinamenti erano rimasti invariati.
<< Mi scusi, – fece Naruto all'arbitro –
se Sasuke non arriva in tempo, che succede? >> chiese.
<< Se Sasuke non si presenta in tempo perderà
a tavolino. >> rispose l'uomo.
“Papà, vedi di farlo arrivare in orario
o sta sicuro che questa me la paghi!” pensò il biondo.
Voleva battersi con Sasuke e niente glielo avrebbe impedito. Tanto
meno il ritardatario di suo padre.
L'arbitro invitò i finalisti ad andare nella
sala d'attesa da dove avrebbero potuto assistere agli incontri in
attesa del loro turno.
In campo rimasero solo Neji Hyuga e Naruto.
Il biondo guardava l'avversario deciso a batterlo.
Nulla glielo avrebbe impedito.
Sapeva che Neji era forte, ma tutti avevano un punto
debole, bastava trovarlo. O, in alternativa, giocare d'astuzia e
aspettare il momento in cui abbassa la guardia.
Facile a dirsi.
Neji fissava Naruto con superiorità. Sicuro
della sua vittoria.
Naruto non avrebbe mai potuto batterlo. Era solo un
fallito. Il destino non lo puoi cambiare. Fallito sei e fallito
rimani. Non importa quante cose tu possa fare. Così è e
così sarà.
<< Le regole sono semplici. Lo scontro finisce
quando uno dei due concorrenti muore o si arrende. Se però
vedo che non c'è partita sospenderò l'incontro. Quando
siete pronti cominciate. >> fece l'arbitro.
<< Ho l'impressione che tu voglia dirmi
qualcosa >> fece Neji freddo.
<< Io ti batterò. Stanne certo. >>
rispose Naruto deciso.
Neji non rispose. Si limitò a guardarlo
dall'alto al basso.
Se quel fallito credeva seriamente di riuscire a
batterlo, beh, avrebbe presto capito quanto si sbagliava. Il destino
non si può cambiare. Naruto avrebbe perso.
Naruto provò con un attacco frontale che andò
a vuoto. Eppure dovrebbe aver capito dallo scontro delle eliminatorie
che gli attacchi frontali non funzionavano con i portatori del
Byakugan.
Se ne ricordò quando Neji lo mandò al
tappeto la prima volta nonostante l'uso della tecnica della
moltiplicazione.
Non puoi pretendere che il tuo avversario non capisca
chi è l'originale se tutti attaccano meno uno. Scusatemi, ma
così gli dai gioco facile.
<< E tu vorresti diventare Hokage? Non credo.
Rassegnati. I miei occhi vedono tutto, non sbagliano mai. Le abilità
innate dono prestabilite, tutto ciò che riguarda l'uomo è
prestabilito. >> fece Neji guardando con disprezzo Naruto a
terra che tentava di rialzarsi.
Un colpo di Juken, per quanto dato solo con l'intento
di impedire un attacco, fa parecchi danni lo stesso.
<< Perchè? Perchè sei così
arrogante? Chi ti credi di essere per giudicare gli altri? Un'entità
suprema?! >> rispose Naruto arrabbiato dall'arroganza
dell'avversario una volta che si fu messo in piedi.
Si teneva la spalla che Neji aveva colpito poco
prima. Gli faceva male ma era ancora utilizzabile.
<< No. Pensi davvero che sia solo sufficiente
allenarsi per diventare Hokage? Solo pochissimi ninja selezionati
possono ambire a quel titolo. Dovresti essere più realista. Ci
riesce solo chi è predestinato. Non si può imparare a
diventare Hokage. È una conquista che può decidere solo
il destino. Ognuno di noi deve vivere seguendo il proprio percorso,
ma c'è una cosa che il destino riserva a tutti: la morte. >>
<< E con questo? Non mi importa niente di
quello che dici! Dovresti averlo capito ormai che non so mai quand'è
il momento di arrendermi!! >> fece Naruto accaldato.
Ma Neji si sentiva quando parlava? Sembrava che si
fosse arreso, che andasse avanti solo per inerzia. Solo perchè
era quello che gli altri si aspettavano da lui.
“Gli attacchi frontali non funzionano e non
posso nemmeno avvicinarmi troppo o addio possibilità di usare
il chakra. Come cavolo faccio a colpirlo se non posso nemmeno
avvicinarmi?!” pensava intanto Naruto cercando di farsi venire
un'idea almeno decente. Non pretendeva un colpo di genio, ma qualcosa
di più terra terra sì.
Alla fine decise di evocare un grande numero di
copie, circa un centinaio, e di lasciare che lo attaccassero loro.
Peccato che, una parte di loro fu mandata in fumo con
la tecnica della rotazione suprema di Neji che gli garantiva una
difesa perfetta, e che l'avversario lo individuò proprio per
il fatto che non attaccasse.
Schivano tutte le copie, Neji colpì
l'originale spedendolo di nuovo al tappeto.
<< Ormai sei spacciato. Sei caduto all'interno
dell'area delle sessantaquattro chiusure. >> rispose Neji
mettendosi nella posa d'attacco caratteristica dello stile Juken,
pronto ad eseguire la tecnica.
Naruto lo guardò confuso non capendo di che
tecnica parlasse.
Fece appena in tempo a rialzarsi che si ritrovò
Neji addosso.
Con una serie velocissima di colpi, Neji chiuse i 64
punti di fuga principali del chakra di Naruto impedendogli così
di usare qualsiasi arte magica o illusoria di sorta.
Il biondo si ritrovò a terra e impedito nei
movimenti.
Cosa diavolo gli aveva fatto con quella tecnica?
L'arbitro osservava lo scontro in silenzio. Era
curioso di vedere chi avrebbe vinto.
Il determinato Naruto o il prigioniero Neji?
<< Pensare che i sogni si possano realizzare
con il duro lavoro è solo un'illusione >> disse Neji
schermendo il suo avversario.
Non capiva proprio la gente così ostinata.
Il destino era già scritto, perchè
lottare così tanto per cambiarlo? Che senso aveva?
<< De-devo far-farcela. >> disse Naruto
cercando di rialzarsi lasciando stupefatto il suo avversario.
Come poteva anche solo muoversi dopo la tecnica delle
64 chiusure?!
Sugli spalti intanto Hiashi Hyuga seguiva l'incontro
con interesse. Voleva vedere fino a che punto era arrivato il nipote.
Il fatto che sapesse padroneggiare due delle tecniche più
difficili della casata principale lo lasciò stupefatto, come
anche il fatto che gli portasse ancora rancore.
Dopo lo scontro avrebbe dovuto parlargli.
Hinata, seduta distante dal padre per ovvi motivi,
osservava l'incontro sperando con tutte le sue forze nella vittoria
di Naruto.
Era molto preoccupata, ma sapeva che se c'era
qualcuno che poteva battere Neji, quello era Naruto.
<< Non è possibile, ti sei rialzato >>
disse Neji con una vaga espressione di sorpresa sul volto che tornò
quasi subito freddo e distante.
<< Te l'avevo detto ricordi? Non so mai quand'è
il momento di arrendersi! >> rispose Naruto deciso a non
mollare.
<< Non ci posso credere! Lascia perdere, non
riusciresti mai a battermi. Non ce l'ho con te, non voglio farti
male. >> disse Neji tranquillo.
Era vero, non ce l'aveva con Naruto. Ce l'aveva con
la casata principale. Non gli importava nulla di Naruto.
<< Il solito gradasso. Tu non avrai niente
contro di me, ma io si, puoi starne certo. >> rispose Naruto
stufo del modo di pensare di Neji.
<< Perchè? Che ti ho fatto? >>
chiese il castano sorpreso. Lui e il biondo non si erano mai
incontrati prima. Si può sapere cosa gli aveva fatto?
<< E me lo chiedi? Visto che sei un ninja in
grado di vedere tutto perchè te la sei presa con la povera
Hinata?! Eppure hai visto che ce la stava mettendo tutta! Non ti
hanno insegnato a rispettare i più deboli?! >> spiegò
Naruto ancora incavolato per come era andato quell'incontro. Come si
poteva trattare così qualcuno?
Se poi era parte della famiglia era una cosa
veramente inconcepibile per lui.
<< Questa è una faccenda che non ti
riguarda chiaro?! >> rispose Neji leggermente alterato.
Perchè Naruto non si faceva gli affari suoi?!
<< Hai umiliato la mia compagna di squadra. In
pratica le hai dato dell'incapace e tutto per una questione tra la
casata principale e la cadetta. Non so cos'è successo tra voi
ma non perdono gli sbruffoni che umiliano gli altri! >> essendo
stato sempre dalla parte di chi veniva umiliato, Naruto non poteva
non difendere Hinata. Come non poteva perdonare Neji per quello che
aveva fatto.
<< E va bene, se ti interessa così tanto
ti racconterò la storia. – piccola pausa da parte di
Neji. Sembra che stia cercando le parole giuste – Gli Hyuga
sono destinati a odiarsi per sempre. Nella casata principale c'è
un segreto che viene tramandato da generazioni: quello del sigillo
maledetto. È un simbolo che il clan Hyuga si tramanda da
generazioni. Viene usato per marchiare persone che non possono
sfuggire al proprio destino. >> così dicendo, Neji si
toglie il coprifronte rivelando il sigillo maledetto sulla sua
fronte. Una X verde con un uncino per parte.
<< Dunque quello è...? Sarebbe quello il
sigillo? >> chiese Naruto chiedendosi come si potesse fare una
cosa del genere.
Che razza di famiglia era quella?
<< Avevo quattro anni quando mi è stato
impresso sulla fronte da chi conosceva bene la tecnica del sigillo
maledetto... >>
A questo punto Neji comincia a raccontare di come
quel giorno al Villaggio ci fosse una festa per il trattato di pace
che la Nuvola voleva stipulare e che solo la famiglia Hyuga non era
andata ai festeggiamenti perchè era il compleanno di Hinata.
Neji continua raccontando che suo padre e quello di
Hinata erano gemelli e che il suo era nato per secondo finendo così
nella casata cadetta. Tutto solo per una manciata di minuti.
La tradizione del clan prevede che al terzo
compleanno dell'erede della casata principale, l'erede della cadetta,
prenda il sigillo maledetto.
Naruto, ovviamente protesta, non capendo come si
possa spaccare una famiglia così solo per delle stupide
tradizioni. Lui non riesce a capire e forse neanche può farlo.
Neji continua spiegando che il sigillo maledetto
permette alla casata principale di controllare la cadetta. Il
sigillo, una volta attivato da chi lo sa fare, può
letteralmente friggere il cervello del poveretto che ce l'ha
impresso. Il sigillo scompare solo in caso di morte sigillando il
Byakugan.
Purtroppo, l'inviato della Nuvola per il trattato di
pace, continua il racconto Neji con tono sempre più amaro,
tentò di rapire la piccola Hinata e Hiashi, scoprendolo, lo
uccise.
Per evitare la guerra, Konoha è costretta ad
accettare le condizioni della Nuvola che volevano il corpo di Hiashi.
Il clan però decise di dare loro il corpo di Hizashi, il padre
di Neji, nonché il gemello di Hiashi, così da impedire
che un villaggio nemico si impossessi del Byakugan.
Quindi era tutta colpa della casata principale se suo
padre era morto. Solo colpa loro.
Suo padre non poteva sfuggire dal suo destino e per
questo è morto.
Sulle tribune, Hiashi guardava preoccupato il nipote.
Capiva il suo odio e decise che era ora che sapesse la verità
su quell'evento.
Dopo l'incontro gli avrebbe parlato.
<< Ora torniamo a noi. In questo incontro, il
tuo destino è stato deciso nel momento in cui sono stato
scelto come tuo avversario. È il tuo destino perdere contro di
me, non c'è dubbio. >> continuò Neji di nuovo
calmo.
<< Nessuno può saperlo finché non
finisce l'incontro. Non so quanto tu abbia sofferto in passato per
l'uccisione di tuo padre, ma è un grosso errore credere che il
destino sia predestinato >> fece Naruto determinato.
Quando si metteva in testa una cosa era più
cocciuto di un mulo.
<< Sei senza speranza... – disse Neji
prima di colpire Naruto mettendolo di nuovo al tappeto per poi
rivolgersi al giudice di gara – Arbitro, è finita. >>
Guardando poi Naruto un'ultima volta prima di
andarsene gli dice: << Perdente >>
<< N...Non scappare via. Non rimangerò
le mie parole... io non scapperò... >> disse Naruto
rimettendosi di nuovo in piedi.
Una cosa c'è da dire sul biondo: non si
arrende ed ha una forza di volontà invidiabile.
Dobbiamo dargliene atto.
<< Mi sembra di aver già sentito queste
parole... >> rispose Neji con aria di superiorità.
<< Non perderò contro un tipo come te...
un codardo che dà sempre la colpa al destino o ad altre
cazzate simili. >>
<< Non sai niente ragazzino! Tutti sono nati
con un destino che non possono cambiare. Un ragazzino come te non può
capire cosa sia avere un sigillo che non potrai mai levare per tutta
la vita! MAI! >> Neji era veramente infuriato.
Come si permetteva quel moccioso?!
Cosa ne voleva sapere lui di sigilli indelebili?!
Cosa?! ( Volpe a Nove Code dice nulla? Nda )
<< Invece lo capisco. E allora? Non atteggiarti
a figo. Tu non sei l'unico a soffrire! Hinata anche lei sta soffrendo
proprio come te. Lei è della casata principale, ma ha fatto
del suo meglio per cambiare se stessa perchè nessuno
l'accettava. Ecco perchè ha continuato a combattere contro di
te anche quando sanguinava. La casata cadetta dovrebbe proteggere la
casata principale eppure hai fatto tutto ciò ad Hinata quando
era solo un esame. La verità è che anche tu stavi
cercando di andare contro il tuo destino vero?! >> gli urlò
contro Naruto.
Chi meglio di lui poteva sapere il peso di un sigillo
indelebile e non scelto?
<< I tuoi 64 punti di fuga del chakra sono
ancora chiusi... come combatterai? Non riesci nemmeno a canalizzare
il chakra. Alla fine stai per seguire lo stesso destino di Hinata. >>
rispose Neji calmo, sicuro della sua vittoria.
<< Taci! Giudichi sempre tutto con il tuo
Byakugan e parli come se sapessi tutto! >> Certo che fare
arrabbiare Naruto è facile, ma qui perfino un tipo paziente
come Kakashi si sarebbe infuriato. Forse in modo meno evidente ma
l'avrebbe fatto.
<< Bene... dimostrami che ciò che hai
detto è vero. >> fece il castano con un sorrisino di
scherno.
<< Ti batterò e ti proverò che ho
ragione! >> disse Naruto.
Purtroppo, quello che Neji aveva detto sui suoi punti
di fuga era vero: erano ancora chiusi. Non riusciva a sentire il
chakra.
Poi, però, gli venne in mente che lui, di
chakra, ne aveva due. Il suo e quello della Volpe. E visto che il suo
non poteva usarlo.... avrebbe usato quello della Volpe!
Si mise in posizione per evocare il chakra.
<< Il discorso finisce qui. – fece Neji
non capendo perchè si ostinasse così tanto –
Arbitro, ho intenzione di ucciderlo. Se vuole fermarmi faccia come le
pare. – poi, rivolto a Naruto che si stava concentrando per
evocare il chakra della Volpe – è inutile. I tuoi punti
di fuga sono chiusi. Posso chiederti una cosa? Perchè ti
ostini così tanto? Perchè cerchi così
disperatamente di... >>
Neji non riuscì a finire la frase che il
chakra della Volpe si scatenasse attorno al corpo di Naruto
circondandolo con il suo colore rosso-arrancio.
Gran parte degli adulti in tribuna, che conoscevano
la verità su Naruto, rimasero sorpresi.
Perfino l'Hokage si chiedeva quando avesse imparato a
controllare quel chakra.
<< Perchè sono stato chiamato PERDENTE!
>> rispose Naruto partendo all'attacco.
Il chakra demoniaco lo rendeva più veloce e
più agile, ma, purtroppo, non più intelligente.
Affrontò Neji con un attacco diretto e rimase
invischiato nella rotazione suprema dell'avversario scatenando
un'esplosione e gran polverone.
Quando la polvere di diradò si vide Neji
alzarsi in piedi e Naruto disteso a terra in una piccola buca.
<< Perdente. Scusa se te lo dico ma è la
verità. >> disse Neji guardando il suo avversario.
Ormai tutti sappiamo che Naruto è la persona
più imprevedibile che esiste, oltre che la più
cocciuta. Potrebbe mai finire così l'incontro?
Ovvio che no.
Infatti Neji, pochi secondi dopo aver dato del
perdente a Naruto, fu colpito da un potente pugno arrivato dal basso
che lo spedì al tappeto.
Naruto aveva fatto una copia e scavato un tunnel per
arrivare, a sorpresa, da sotto per colpire Neji.
La copia svanì poco istanti dopo il pugno,
visto che Naruto era ormai senza chakra, rivelando il trucco.
Perfino l'arbitro lo guardò compiaciuto per
quell'idea.
Evidentemente, nemmeno a lui piaceva il comportamento
dello Hyuga.
<< Il mio corpo... In quella situazione hai
fatto rapidamente una copia... è la tua tecnica preferita.
Avrei dovuto ricordarmene. >> fece Neji incapace di muoversi.
Oltre che sfinito era anche senza chakra, quindi
aveva perso.
<< Io... sono stato bocciato una volta
all'accademia. ( perdonatemi, ma con Kakashi come padre, bocciato tre
volte mi sembrava veramente troppo. Vi prego, chiedo perdono! Nda )
Con mia sfortuna, la tecnica per l'esame pratico era quella che mi
veniva peggio: la moltiplicazione del corpo. Non lamentarti del tuo
destino o su come potresti cambiarlo... e tutte quelle stupidaggini.
Tanto tu non sei un perdente come me. >> fece Naruto
all'avversario.
Il rispetto dell'avversario gli era stato inculcato
molto bene da Kakashi.
Un avversario, in altre circostanze, avrebbe potuto
essere un amico ( tipo Haku per capirsi ) quindi merita rispetto.
Neji rimase stupito da quelle parole.
Se lui, Naruto, la matricola peggiore di quell'anno,
era riuscito a battere lui contro ogni logica, forse lui poteva
cambiare il suo destino. Forse, col tempo...
L'arbitro, rivolgendosi al pubblico, dichiarò
Naruto vincitore.
La tribuna esplose in un boato di applausi.
Quell'incontro era andato contro ogni prognostico.
Tutti erano rimasti stupiti per come Naruto aveva
battuto Neji e qualcuno stava cominciando a riconsiderare l'opinione
che aveva del biondo.
Forse qualcuno, insieme a Neji, stava capendo i suoi
sbagli di giudizio.
<< Anche un uccello ingabbiato, se si fa furbo,
prova ad aprire la gabbia con il becco senza rinunciare alla voglia
di volare. Questa volta hai perso tu. >> disse l'arbitro a Neji
prima di dare all'unità medica il consenso di portare via il
ragazzo per una visita di controllo.
Poi si voltò verso Naruto rimanendo stupito di
quanta energia avesse ancora il biondo, che stava facendo il giro
d'onore.
In quel momento ebbe la sensazione che quel ragazzo
avrebbe fatto parecchia strada. Non si sbagliava di molto.
Perfino gli altri gennin di Konoha erano rimasti
stupiti. Nessuno, a parte Hinata e Kiba, credevano che Naruto potesse
vincere contro uno come Neji.
Perfino Shikamaru rimase sorpreso. Non avrebbe
scommesso un soldo sulla vincita di Naruto. E lui che credeva che
anche il biondino fosse un nullafacente!
Beh, si sbagliava. ( e per fortuna aggiungo io! Nda )
Naruto, finito il giro d'onore si diresse in sala
d'attesa verso gli altri. Notò, però, che Hinata si
stava dirigendo fuori dall'arena e decise di seguirla.
Invece di dirigersi in sala d'attesa, prese l'altro
corridoio e si diresse verso l'uscita incontrando Hinata a metà
strada.
La ragazza, senza neanche pensarci, lo abbracciò
felice.
Il suo adorato Naruto aveva vinto!
E aveva fatto capire a Neji che il suo odio era
inutile!
Adorava quel ragazzo!
E lui adorava lei.
Naruto ricambiò contento l'abbraccio di Hinata
e finalmente capì che cosa provava per lei.
Era innamorato perso.
Ormai non c'era più nulla da fare, era andato.
Senza nemmeno accorgersene sciolse la presa per
guardare Hinata negli occhi.
Due occhi di perla e due occhi color cielo si stavano
guardando dolci.
Il tempo sembrò fermarsi per i due ragazzi.
Esistevano solo loro.
<< Naruto... >> sussurrò lei.
<< Hinata... >> sussurrò lui.
I loro volti erano sempre più vicini.
Potevano sentire il respiro caldo dell'altro sulla
pelle.
Sempre più vicini, sempre guardandosi negli
occhi.
Poi, quando furono solo a un paio di centimetri,
Hinata chiuse gli occhi con il cuore che batteva a mille. Sembrava
che volesse uscirle dal petto.
Lo stesso si poteva dire del cuore di Naruto.
Non si era mai sentito così bene e così
agitato allo stesso tempo in vita sua.
Chiuse gli occhi anche lui quando le loro labbra
furono solo a pochi millimetri.
Poi, ci fu un piccolo, tenero, dolce bacio.
Fu qualcosa di nuovo per tutti e due. Nessuno dei due
ragazzi immaginava che potesse essere così bello un semplice
bacio a fior di labbra.
Si separarono e rimasero a guardarsi per minuti
interi senza dire una parola. Non serviva.
I loro occhi parlavano da soli.
Parlavano di dolcezza, di amore e di promesse di
felicità.
Purtroppo vennero interrotti da un gran fracasso
proveniente dall'arena e non sembrava il rumore del pubblico
entusiasta per un incontro.
Ma che stava succedendo?
Ok, dopo questa credo che
Hinata e Naruto siano partiti per i loro viaggi mentali, il che mi
riduce a stare qui con un pennuto, un pervertito e mezzo ( Jiraya e
Kakashi ), Itachi e Tsunade, che non so nemmeno come sia arrivata.
Ora, Tsunade e Jiraya stanno
già litigando e spero non mi demoliscano casa.
La Papera è
arrabbiata perchè non appare nel capitolo e Kakashi sta
leggendo il suo libro sconcio.
Sul serio, ma non si
vergogna? E poi si chiede perchè è ancora single.
Itachi, almeno tu, dimmi
cosa ne pensi di questo capitolo.
Ita: finalmente Naruto e
Hinata si sono baciati! Alleluia! Ottimo lavoro autrice.
Io: finalmente qualcuno che
mi apprezza! Itachi, ti adoro!!!!
Sasu: COSA??!!!
Io: zitto Papera! Oggi non
ho voglia di sentire le tue lamentele. Non rompere!
Ita: fratellino, non te la
prendere. Un giorno verrai apprezzato anche tu, tranquillo.
Io molto sottovoce: si, il
giorno del tuo funerale.
Sasu: autrice, hai detto qualcosa?
Io: no, no. Niente. Pensavo
al prossimo capitolo.
Sasu: dove io vinco vero?
Io: beh... diciamo...
insomma.... no, non vinci.
Itachi blocca il fratello
che vuole farmi fuori mentre io mi defilo il più in fretta
possibile portandomi dietro computer, appunti e tutto ciò che
mi serve per continuare la storia.
Alla prossima!!!!
|
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Capitolo 23 *** capitolo 19 ***
In ritardo, ma eccomi. Sono
ancora viva per fortuna.
Sasuke: fortuna un tubo.
Caro Peperino vedi di non
rompere o ti riduco in briciole chiaro? E poi mi sbaglio o in questo
capitolo sei già nella merda? Che dici di non peggiorare le
cose?
Sasuke: …
Ecco, bravo, sta zitto.
Bene, risolta questa piccola
discussione vi informo che sto capitolo è stata un'impresa.
Pensavo anche di mettere tutto lo scontro tra Orochimaru e il Terzo
qui, ma mi veniva una cosa infinita, quindi lo scontro va tutto nel
prossimo capitolo che tratterrà solo quello mentre lo scontro
di Naruto e Gaara sarà nel capitolo successivo.
Spero che il capitolo non
sia uscito una schifezza.
Buona lettura a tutti!!!!
Iaele
CAPITOLO
19
Alla fine dello scontro, Hinata non fu l'unica a
lasciare l'arena. Anche Hiashi se ne andò, ma non per
inseguire la figlia, ma per andare a parlare con il nipote.
Era ora che sapesse la verità su suo padre.
Hizashi aveva scelto da solo di sacrificarsi per il
bene del clan. Se fosse stato per Hiashi a quest'ora sarebbe stato
Hizashi ancora vivo.
Lui non voleva sacrificare il fratello, ma Hizashi
non gli aveva lasciato scelta.
Per una volta voleva essere libero di decidere della
sua vita e così aveva fatto.
Avrebbe dovuto dirlo a Neji tempo fa ma non ne aveva
la forza.
Ora sperava solo che Neji lo perdonasse.
Forse per la famiglia Hyuga c'era ancora una speranza
per essere una famiglia unita.
*****
Il primo combattimento del torneo si era concluso con
Naruto come vincitore lasciando stupita la maggior parte degli
spettatori.
Nessuno avrebbe scommesso un soldo sulla vittoria del
biondino. Tutti avrebbero scommesso sulla vittoria dello Hyuga.
La vittoria di Naruto è stata inaspettata e,
in un senso strano e contorto, anche gradita.
Non c'era persona che ebbe il pensiero di protestare
a quella vittoria. Anche chi odiava il biondo dal più profondo
del cuore non fece pensieri ostili per una volta.
Almeno un piccolo passo avanti per l'accettazione
Naruto sembrava averlo fatto.
Ora sarebbe stato il turno di Sasuke contro Gaara, ma
del moro nemmeno l'ombra.
L'arbitro non sapeva come comportarsi. Molta gente
era venuta apposta per vedere quell'incontro, perfino lui, quindi non
sapeva che fare.
Conosceva Kakashi, sapeva che era un ritardatario
cronico, però le regole erano regole.
Si girò verso dov'erano seduti l'Hokage e il
Kazekage, con le rispettive guardie, in attesa di ordini.
Perfino l'Hokage non sapeva cosa fare.
Rimandare l'incontro?
Squalificare Sasuke?
Non ne aveva idea.
Dopo una breve consultazione con il Kazekage decise
di rimandare l'incontro di Sasuke per ultimo e sperare che il ragazzo
arrivasse.
Una delle guardie dell'Hokage comunicò la
decisione all'arbitro per poi tornare al proprio posto.
Fu così che fu annunciato il prossimo
incontro: Kankuro di Suna contro Shino della Foglia.
Per qualche strano motivo Kankuro si ritirò
senza dare spiegazioni.
Shino non la prese molto bene anche se non lo diede a
vedere.
Si proseguì così con l'incontro
successivo: Temari di Suna contro Shikamaru della Foglia.
Temari non vedeva l'ora di combattere, Shikamaru un
po' meno. Anzi, lui non voleva nemmeno essere lì. Voleva solo
farsi un pisolino o guardare le nuvole in pace. Magari una partita a
shogi con Asuma o suo padre...
Ma qualsiasi cosa comportasse uno sforzo fisico era
fuori questione.
Purtroppo doveva aver fatto qualche dispetto a
qualcuno lassù, perchè riuscì ad inciampare nei
proprio piedi e finire lungo disteso nell'arena.
Perchè doveva essere così sfortunato?
Perchè non poteva passare un'intera giornata a
guardarsi le nuvole in pace?
Perchè?
Shikamaru stava meditando di ritirarsi, ma Temari non
era dello stesso avviso e attaccò.
La ragazza della sabbia voleva quel combattimento e
niente e nessuno l'avrebbe fermata. Neanche un bradipo con
l'acconciatura che ricordava un ananas.
Shikamaru si vide costretto a combattere anche se la
sua voglia di farlo era sotto terra ( e molto sotto aggiungerei. Nda
)
Purtroppo Temari era una brava combattente e sapeva
come usare l'enorme ventaglio che si portava appresso per la sfortuna
del ragazzo.
Shikamaru si rifugiò tra gli alberi dell'arena
per elaborare una strategia che gli permettesse di sbrigarsela il più
velocemente possibile e vincendo ovviamente.
Così non avrebbe dovuto sopportarsi tutte le
lamentele di Ino più tardi.
Nel giro di qualche minuto elaborò una
strategia che gli permise di battere la sua avversaria anche se con
un notevole consumo di chakra.
Ad un passò da dare il colpo di grazia a
Temari, Shikamaru disse che si ritirava.
Aveva usato troppo chakra e continuare sarebbe stato
pericoloso.
Ino lo avrebbe massacrato.
Temari rimase sotto shock. In pratica aveva vinto a
tavolino e la cosa non le piaceva molto.
Senza altre spiegazioni Shikamaru se ne andò
in tribuna, nella parte più lontana da dov'era seduta Ino. Una
sua ramanzina non la voleva proprio. Non le sopportava.
Però doveva ammettere che Temari era carina,
peccato per il caratteraccio però.
Una volta che i due contendenti ebbero lasciato il
campo calò il silenzio.
Dov'era Sasuke Uchiha?
Dove si era cacciato?
Che avesse rinunciato alla promozione a chunnin?
Queste erano le domande che giravano per la testa a
tutti quanti.
Tra il pubblico c'era perfino Itachi che, a
differenza degli altri, stava lanciando maledizioni su maledizione a
Kakashi per il suo ritardo.
O si muoveva ad arrivare con suo fratello o, se
Sasuke fosse stato squalificato per non essere arrivato in tempo,
l'avrebbe spedito in ospedale a tempo indeterminato porgendo poi le
scuse a Naruto per il piccolo inconveniente.
Era tornato da una missione giusto in tempo per
vedere la fine dello scontro di Naruto ed era rimasto piacevolmente
stupito.
Il biondino migliorava in fretta.
Chissà chi lo aveva allenato in quel mese.
Sapeva che di Sasuke si era occupato Kakashi, ma di
Naruto non aveva nessuna idea. Magari, più tardi, glielo
avrebbe chiesto.
Ora era meglio che lo lasciasse con Hinata. Di sicuro
si stavano divertendo quei due.
Dopo qualche minuto dalla fine del combattimento di
Shikamaru, proprio mentre l'arbitro stava per squalificare Sasuke,
ecco apparire il ragazzo in un vortice di foglie insieme a Kakashi.
Per questa volta ti sei salvato Kakashi
pensò Itachi guardando il fratello.
Non sapeva come
interpretare il cambiamento che notava del fratello.
Lo vedeva sicuro di
se e più forte, ma fu qualcosa nei suoi occhi a metterlo in
guardia.
Non sapeva cosa
fosse di preciso, ma lo preoccupava.
Dopo lo scontro
magari ci avrebbe parlato.
Ora sarebbe rimasto
a guardare di quanto era migliorato.
A distoglierlo dai
suoi pensieri fu l'arbitro che diede il via all'incontro tra Sasuke e
Gaara, l'ultimo ragazzo del team di Suna.
Entrambi i
contendenti sembravano smaniosi di battersi e non sempre la cosa è
un bene.
<< Itachi,
vedo che sei tornato. >> fece Kakashi affiancandosi al ragazzo.
<< E tu sempre
in ritardo. Se Sasuke fosse stato squalificato ti avrei fatto la
pelle lo sai? >> chiese Itachi con una punta di minaccia nella
voce.
Quello che diceva
poi manteneva e questo lo sapevano tutti.
Soprattutto chi
aveva fatto le spese di quelle promesse.
<< Lo so. Ma
l'ho portato qui in tempo quindi sono salvo. Sai com'è andato
e dov'è Naruto? >> chiese l'uomo mentre guardava
l'incontro.
<< Naruto ha
vinto e ora dovrebbe essere con Hinata. >> rispose l'Uchiha.
Kakashi rimase
piacevolmente sorpreso.
Che il figlio avesse
capito finalmente qualcosa?
Appena finisce questo torneo, figliolo caro, ti
aspetterà un bel terzo grado sulla faccenda Hinata. E aspetta
che lo sappia Jiraya! Pensò
malandrino l'uomo.
Leggere troppi libri
di Jiraya gli aveva fatto male, molto male.
Nessuno dei due
continuò il discorso e si concentrarono sullo scontro.
Chissà chi
avrebbe vinto.
Nel frattempo
nell'arena le cose non andavano molto bene per Sasuke.
Nonostante avesse
copiato lo stile di Rock Lee per riuscire a colpire Gaara,
l'avversario era proprio un osso duro.
In più,
quella dannata sabbia, non aiutava proprio.
Gli impediva di
avvicinarsi e, in più, il rosso sembrava stesse impazzendo.
Ad un certo punto
Gaara si trincerò dentro una sfera di sabbia ben solida che
nessun attacco poteva buttare giù.
Sasuke, dopo vari
tentativi a vuoto, decise di usare la tecnica che aveva appena
imparato: il Mille Falchi.
Fece i sigilli con
le mani e poi concentrò il chakra pronto a colpire.
Alla vista di quei
sigilli, per poco a Itachi non venne un infarto.
<< Cosa. Hai.
Insegnato. A. Mio. Fratello? >> sibilò rivolto a
Kakashi.
Come si era permesso
di insegnare quella tecnica a suo fratello che era pieno di sete di
vendetta?
Come?!
Ma aveva un cervello
quell'uomo?
Evidentemente no.
<< Non
preoccuparti Itachi. Sasuke la sa usare bene. Non devi farti
problemi. >> rispose l'uomo.
Ok, Kakashi era
completamente andato.
Cos'è che
quell'uomo non capiva dello stato psicologico di suo fratello?
Cosa?!
Sasuke sarebbe stato
capacitatissimo di usare quella tecnica contro chiunque lo
ostacolasse nella sua vendetta, amici inclusi.
Cioè, siamo
impazziti tutto d'un colpo?
<< Fammi capire. Hai
insegnato una tecnica omicida a mio fratello che non vede l'ora di
vendicarsi? Sei impazzito tutto d'un colpo? >> fece Itachi
fulminando l'argenteo.
<< Tranquillo
Itachi. Non succederà nulla. >> disse Kakashi cercando
di placare il ragazzo.
Lui aveva fiducia in
Sasuke e per questo gli aveva insegnato quella tecnica.
Non voleva che il suo
allievo prendesse una brutta via e sperava che quella prova di
fiducia lo aiutasse a non cedere alla sua sete di vendetta.
In quel momento Sasuke
attaccò con il mille falchi Gaara, ma andò come sperò
il ragazzo.
Il colpo non servì
assolutamente a nulla, anzi fece infuriare ancora di più
Gaara.
Sasuke invece si chiedeva
che razza di mostro fosse quel ragazzo.
Non riusciva a capire come
potesse resistere a qualsiasi colpo per quanto forte fosse e come
potesse sembrare così fuori controllo.
Purtroppo non ebbe tempo
per cercare la risposta che un botto sulla tribuna dell'Hokage fece
saltare tutti sull'attenti.
I ninja presenti e gli
Anbu di guardia si voltarono tutti in quella direzione preoccupati al
massimo.
Non si riusciva a vedere
nulla a causa del gran fumo causato dall'esplosione.
Kakashi e Itachi notarono
anche che tutti i civili più i gennin presenti nello stadio
erano stati addormentati da una tecnica illusoria.
Ma chi era il nemico?
Che cosa voleva?
In parola povere: cosa
accidenti stava succedendo?
Ita: Perchè.
Hai. Insegnato. Quella. Tecnica. A. Mio. Fratello?!
Kaka: eddai, un po' di
fiducia no?
Ita: Kakashi, lo vuoi
un consiglio? Inizia a scappare perchè se ti prendo finisci
all'ospedale!!!!
Itachi si dà
all'inseguimento del copy-ninja. Speriamo che almeno mi tornino più
o meno interi.
Jiraya: i miei libri
non fanno male!!!!
Io: questo lo dici tu.
Quelli non sono libri, sono obbrobri!
Jiraya: non chiamarli
così!
Io: inutile ragionare
con te. Tra te e Naruto non so chi abbia la testa più dura.
Jiraya: cosa vuoi
insinuare? Lui è...
Occhiataccia
dell'autrice che vuol dire: se parli sei morto che lo zittisce
subito.
Naru: io sono cosa?
Jiraya: niente
moccioso, niente.
Io: bene. Ora, avrei
una domanda per voi lettori: visto che fra qualche capitolo entra in
scena l'Uchiha misterioso che ha sterminato l'intero clan, mi
chiedevo se voi avevate qualche ipotesi su chi potesse essere o su
chi vorreste che fosse. Sono proprio curiosa e per la cronaca, sarò
un po' stronza sulla scelta. Io vi ho avvisato. Alla prossima!
|
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Capitolo 24 *** capitolo 20 ***
Scusatemi, scusatemi,
scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi, scusatemi, SCUSATEMI!!!!
Lo so, sono stata
imperdonabile a sparire così a lungo. Lo so e mi dispiace.
Spero non siate molto arrabbiati.
Il fatto è che, tra
esami universitari, difficoltà nel capitolo in se, un po' di
mancanza di ispirazione e poco tempo, non sono riuscita ad aggiornare
prima.
Chiedo umilmente il vostro
perdono.
Ora, nella speranza che non
ce l'abbiate a morte con me, passiamo al capitolo.
Io ho fatto del mio meglio,
ma non so se basta a scusarmi. Spero di si.
Qui si va fino alla morte
del Terzo Hokage e alla partenza di Naruto, Hinata, Shikamaru e
Pakkun all'inseguimento di Sasuke.
No, Sakura non c'è.
Diciamo solo che ha deciso di starsene buona e nascosta.
In più non sapevo che
fare con lei. Quindi se ne starà buona e tranquilla ad
aspettare che il casino finisca.
Per il resto, spero di aver
fatto un lavoro quanto meno decente.
Spero vogliate lasciare un
commento
Iaele
ps: chiedo perdono!!!
CAPITOLO 20
L'esplosione avvenuta sul palco dei Kage richiamò
subito le squadre ANBU per la difesa dei due capi villaggio.
Perfino i ninja che stavano assistendo, dalla tribuna
del pubblico, alle selezioni osservavano la scena cercando di capire
cosa stesse succedendo preoccupati.
Le guardie dell'Hokage furono messe fuori
combattimento mentre dei ninja della sabbia tenevano occupati gli
ANBU intervenuti in difesa dell'Hokage.
Approfittando della confusione e del fumo causato
dall'esplosione, usata come segnale per l'inizio del piano, il
Kazekage prese in ostaggio l'Hokage e lo portò su un tetto
poco distante, ma non facile da raggiungere.
Nel frattempo, i ninja del suono e quelli della
sabbia, appostati al di fuori delle mura del villaggio della foglia,
in attesa del segnale di attacco si prepararono all'azione.
Una volta che videro il segnale partirono all'attacco
delle mura supportati anche da dei serpenti giganti evocati tramite
dei rotoli dai ninja della sabbia.
Il Kazekage fu raggiunto da quattro ninja del suono
che si disposero in modo da formare un'area rettangolare, dove loro
occupavano un vertice ciascuno, ed evocarono una barriera in modo che
nessuno potesse interferire con l'operato del Kage della sabbia.
Nemmeno gli ANBU potevano superare quella barriera.
La situazione si stava facendo pericolosa.
***
Nel frattempo,
nell'arena, tutti i civili che assistevano alle selezioni furono
vittime di un'arte illusoria che li fece cadere in un sonno profondo.
Gli unici rimasti svegli
furono Itachi, Kakashi, Gai, altri ninja in grado di disperdere
un'arte illusoria e Sakura.
Gli altri, tutti nel
mondo dei sogni.
Nonostante la
preoccupazione, Kakashi, Gai e Itachi riuscivano a mostrare un'aria
tranquilla.
Sakura era sorpresa e
leggermente preoccupata.
Che stava succedendo?
Perchè la sabbia
attaccava la foglia se erano alleati?
I ninja, una volta che
il fumo sul palco dei Kage fu disperso, si accorsero che, sia
l'Hokage che il Kazekage erano spariti.
Cercandoli con lo
sguardo li notarono su un tetto poco lontano da lì circondati
da una barriera frutto di un'arte magica.
<< Se pensano di
sconfiggere la squadra ANBU non sono ninja qualsiasi. >>
commentò Kakashi pacato.
I tre adulti fecero per
andare a dare una mano contro gli invasori quando furono bloccati da
un ANBU.
<< Non sai che
l'Hokage è sotto tiro? Che ci fai qui? >> chiese Gai
leggermente perplesso.
L'ANBU non disse nulla.
Si mise solo di fronte a
loro con le mani già pronte per fare i sigilli.
Nel giro di qualche
secondo fu raggiunto da altri quattro ninja del suono che si erano
mascherati da normali civili e da ANBU.
Nessuno se lo sarebbe
mai aspettato.
Un piano semplice ed
efficace.
La battaglia stava per
iniziare.
***
Sul tetto dove l'Hokage
era tenuto in ostaggio, i membri della squadra ANBU non sapevano che
pesci pigliare per riuscire ad oltrepassare la barriera elevata da
quei quattro ninja.
L'unico modo sembrava
quello di colpire uno di loro dall'interno, ma l'unico che poteva
riuscirci era l'Hokage e quei tipi avevano elevato anche una
protezione a loro difesa per sicurezza.
L'unica cosa che
potevano fare era restare a guardare e pregare che andasse tutto per
il meglio.
<< E così,
il Villaggio della Sabbia ha infranto il nostro patto. >> disse
Sarutobi mentre il Kazekage gli teneva un kunai puntato alla gola.
<< Sciocco. Quel
patto serviva solo a farvi abbassare la guardia. Le piccole dispute
sono giunte al termine. Ora la storia cambierà corso. >>
gli rispose il Kazekage leggermente divertito dalla convinzione che
un semplice foglio di carta potesse mantenere la pace che aveva
l'Hokage.
<< Vuole forse
dirmi che vuole provocare un'altra guerra? >> domandò
l'Hokage serio.
Un'altra guerra avrebbe
voluto dire altre morti inutili.
Anni di caos, famiglie
sfasciate e chissà che altro.
<< Ha indovinato.
>> si limito a rispondere l'altro.
<< È molto
meglio cercare una soluzione attraverso il negoziato che ricorrere
alle armi. Abbiamo tutto il tempo per provarci. Sempre che lei sia
disponibile. >> rispose Sarutobi serio, senza perdere di vista
il kunai che il Kazekage gli puntava alla gola e cercando di capire
le reali intenzioni dell'altro.
Il Kazekage ridacchiò.
<< Sembra che
invecchiando non possa fare a meno della pace. Vero, maestro
Sarutobi? >>
In
quel momento una consapevolezza si fece largo nella mente del vecchio
Hokage.
Quello
non era il Kazekage!
Quello
era...
***
L'attacco
alle mura stava seminando il panico. Tutti i ninja adibiti alla
difesa stavano facendo del loro meglio per contenere l'avanzata
nemica.
Purtroppo,
però, i serpenti giganti sembravano immuni a molte delle armi
che usavano.
Si
stava mettendo male.
***
Nell'arena,
nel frattempo, Gaara sembrava in preda ad una crisi.
La
sua difesa assoluta si era disintegrata e lui giaceva in ginocchio
tenendosi la testa sofferente.
Fu
subito raggiunto dal resto del team si Suna, mentre l'arbitro del
torneo si mise tra loro e Sasuke.
Temari
si chinò ad esaminare le condizioni di Gaara e vide che era
messo male.
Però,
per la riuscita del piano di invasione avevano bisogno di lui, così,
il loro istruttore decise di farli allontanare in modo che Gaara
potesse riprendersi per poi aiutarli come da piano.
Lui
sarebbe rimasto per coprirgli la fuga.
I
tre ragazzi della sabbia obbedirono e Sasuke decise di seguirli.
Voleva terminare lo scontro contro Gaara a qualsiasi costo.
Il
jonnin della sabbia provo a fermarlo, ma fu intercettato dall'arbitro
del torneo che lo costrinse a lottare contro di lui.
Kakashi
e Itachi osservarono Sasuke in silenzio chiedendosi il perchè
volesse battersi a tutti i costi contro Gaara solo per dimostrare il
suo potere.
Quanto
il là voleva spingersi per dimostrare che era il più
potente?
Tutti
e due erano molto preoccupati per la piega che stava prendendo il
ragazzo.
***
Nel
frattempo, l'Hokage e il Kazekage stavano discutendo.
L'Hokage
aveva capito che l'obiettivo dell'attacco era il Villaggio in se e
Sasuke.
Se
non si fossero tenute le selezioni alla Foglia, con molta probabilità
nulla di tutto ciò sarebbe successo. O almeno, questo era il
parere del Kage di Suna.
Era
stata proprio la testardaggine di Sarutobi nel fare le selezioni
chunnin ad offrire questa ghiotta occasione alla sabbia e al suono.
Senza
alcun ulteriore preambolo, il Kazekage si tolse la maschera.
Quello
non era il Kazekage. Era Orochimaru.
Un
ex allievo del Terzo e ninja traditore di Konoha che ambiva al potere
e alla conoscenza suprema (aspirazioni molto alte eh? Modestia è
il suo secondo nome per caso? Nda).
<<
Sapevo che questo giorno infausto sarebbe arrivato, ma non avrai la
mia testa tanto facilmente, Orochimaru. >> disse l'Hokage
deciso.
Non
avrebbe permesso che il suo villaggio, la sua famiglia, cadesse nelle
mani di quel pazzo.
Non
l'avrebbe permesso. A qualsiasi costo.
<<
Mi dispiace deluderla, ma credo che sia ora di pensare a chi sarà
il Quinto Hokage. Credo proprio che questa sia la sua fine. >>
rispose Orochimaru con un ghigno sulle labbra.
<<
Davvero avresti il coraggio di colpire il tuo vecchio maestro? Colui
al quale devi tutto? Lo faresti veramente? >> chiese il Terzo
scettico sul fatto che Orochimaru l'avrebbe colpito.
Orochimaru
non disse nulla.
Alzò
il kunai e fece per colpire.
Non
colpì l'Hokage, ma la sua mano. In questo modo si riprese
dall'attacco di sonno che stava per colpirlo. (per me, qui, qualcuno
degli ANBU ha provato a fare il furbo. Peccato che sia stato beccato.
Nda)
<<
Che noia, mi stavo addormentando. Per fortuna che questo giochino mi
ha svegliato. >> disse allontanandosi di qualche passo
dall'Hokage e togliendosi il cappello da Kage. Ormai in travestimento
non gli serviva più.
<<
Lo sapevo che non mi avresti colpito. In fondo non ti ho fatto nulla,
non hai nessun motivo di risentimento nei miei confronti. >>
disse l'Hokage.
<<
Non proprio. Un motivo ci sarebbe in effetti. Lo sa che ho sempre
odiato la staticità delle cose. Le pale del mulino ferme vanno
bene per un po'. Se restano immobili a lungo perdono di significato.
Io, oggi, sono il vento impetuoso che vi ha travolto! >> disse
Orochimaru girandosi verso il suo vecchio maestro con uno sguardo che
non prometteva nulla di buono. (se qualcuno di voi lettori può
spiegarmi che cavolo ha detto la vipera, mi fate un favore. Io non
ciò capito un tubo. Nda)
La
via della diplomazia non sarebbe servita.
Lo
scontro era inevitabile.
***
Anche
sugli spalti lo scontro era cominciato.
I
ninja del suono contro quelli della foglia che erano ancora lì.
Ovvero Kakashi, Gai, Itachi e qualche altro jonin.
L'unico
che non muoveva un muscolo era il ninja travestito da ANBU.
Anche
Sakura non muoveva un muscolo, ma più perchè non
avrebbe mai potuto tenere testa a dei jonin esperti e sarebbe stata
solo d'intralcio se si fosse messa in mezzo.
Quindi
se ne stava buona buona pregando di non rimanerci secca.
Il
rumore degli scontri attirò l'attenzione di Naruto e Hinata
che accorsero per vedere cosa stava succedendo.
Ma
proprio in quel momento doveva scoppiare il pandemonio?!
Proprio
quando, finalmente, si stavano baciando?! Ma che sfiga è mai
questa?!
Quando
videro quello che stava succedendo rimasero di sasso.
Era
un attacco in prima regola, quello.
<<
Naruto!! Hinata!! Attenti!! >> disse Kakashi colpendo un ninja
del suono che li aveva presi di mira.
<<
Ma che...? >> cominciò a dire Naruto, ma si interruppe
subito.
<<
Te lo spiego dopo. – fece Kakashi iniziando a formare i sigilli
per la tecnica del richiamo – Ora, tu, Hinata e Shikamaru, sai
svegliare qualcuno da una tecnica illusoria, vero Hinata? – al
cenno di assenso della ragazza continuò la spiegazione –
Bene. Allora, sveglia Shikamaru e poi, voi tre più Pakkun
andate all'inseguimento di Sasuke. Lo trovate, vi nascondete in un
posto sicuro e aspettate ordini. >> finì per poi
richiamare Pakkun.
<<
Ma che vuol dire? Che è successo a Sasuke? >> chiese
Naruto ancora sotto shock.
Né
lui, né Hinata ci stavano capendo qualcosa.
<<
Non c'è tempo. Svegliate Shikamaru e poi andate. Ora. >>
ordinò l'uomo mettendo ko un altro ninja nemico.
Al
momento la sua preoccupazione era quella di spedire il figlio il più
lontano da lì e metterlo al sicuro.
Se
poi si recuperava anche Sasuke, meglio.
Però,
ora, voleva solo farlo allontanare da quel luogo.
Hinata
e Naruto si avvicinarono a dov'era crollato Shikamaru, per poi
scoprire che stava solo facendo finta di dormire.
Almeno,
se così possiamo dire, ha capito che per non finire nei guai
doveva assecondare le intenzioni del nemico. Che poi, potesse anche
fare un bel pisolino, tanto meglio per lui.
Mentre
provavano a spiegargli quello che dovevano fare, un ninja li attaccò.
Fu
spedito contro il muro da Gai che, esagerando un attimo, gli fece
sfondare la parete e fare un bel volo con destinazione il più
lontano possibile.
Itachi
e Kakashi gli si pararono davanti per permettergli di andarsene senza
problemi.
<<
Naruto, recupera Sasuke e poi mettetevi al sicuro. >> disse
Kakashi.
<<
Naruto, siamo stati traditi dalla Sabbia e Sasuke sta seguendo Gaara
per poter finire lo scontro contro di lui, ma da solo contro tre non
può farcela. Trovalo e convincilo a lasciar perdere. >>
riassunse la situazione Itachi.
Sarebbe
andato lui a recuperare il fratello, ma non poteva muoversi da lì.
<<
Pakkun vi guiderà da Sasuke. Ora andate. >> disse
Kakashi.
Naruto
e Hinata si precipitarono fuori.
Avevano
capito l'urgenza della cosa.
Shikamaru
cominciò a sbuffare seccato.
Perchè
dovevano farlo faticare? Perchè non poteva farsi un pisolino?
Perchè
lo prendevano sempre in mezzo?
Alla
fine Pakkun lo afferrò per una mano con i denti e lo trascinò
fuori a forza.
Piccolo
il cane, ma molto forte.
Kakashi
e Itachi si ritrovarono a pregare che andasse tutto bene mentre
combattevano contro gli invasori.
***
Orochimaru
non sembrava proprio intenzionato a rinunciare alle sue mire di
potere.
All'Hokage
non rimaneva altra scelta se non quella di combattere contro il suo
ex allievo.
Una
scelta che gli pesava.
Chi
è che vorrebbe combattere contro il proprio allievo sapendo
che dovrà ucciderlo per salvare quello a cui tiene?
Nessuno
credo.
I
due si scambiarono colpi usando alcune tecniche non troppo complicate
sotto gli occhi della squadra ANBU che tifafa apertamente per
l'Hokage.
Quando
capirono che avrebbero dovuto usare le loro tecniche migliori per
sopraffare l'altro, si tolsero i mantelli da Kage e si mostrarono con
il loro abito da combattimento.
Quello
dell'Hokage era una specie di tunica nera con elmetto, mentre quella
di Orochimaru era composta da una tunica chiara, dei pantaloni viola
e una cintura anch'essa viola legata con una specie di fiocco sulla
schiena.
Avrebbero
cominciato a fare sul serio.
La
cosa che però aveva lasciato più shockato l'Hokage, non
era stato l'apprendere delle intenzioni del suo ex allievo, ma vedere
fin dove si era spinto nelle sue ricerche.
Aveva
visto il risultato della sua ricerca per ottenere l'immortalità
in modo da riuscire ad apprendere tutte le tecniche ninja esistenti.
Aveva trovato il modo di vincolare la sua anima nel mondo dei vivi in
modo da non morire, ma gli serviva un corpo di ricambio ogni tot
numero di anni.
Insomma,
era diventato qualcosa di inumano, contro natura.
Questo,
per il Terzo fu un colpo al cuore.
Orochimaru
era stato il suo migliore allievo. Perchè si era ridotto così?
Perchè
non si era accorto in tempo della strada che l'allievo stava
prendendo?
Perchè
non l'aveva fermato quand'era ancora in tempo?
Ora,
l'unica cosa che poteva fare era ucciderlo e non gli piaceva come
scelta.
Ma
era costretto. O lui o il villaggio.
E
l'Hokage aveva il compito di proteggere il villaggio.
Avrebbe
rinchiuso le sue emozioni in fondo al cuore e avrebbe fatto quello
che andava fatto.
Aveva
il resto dei suoi giorni per vivere quel dolore.
Orochimaru
diede nuovamente sfoggio di quante cose aveva imparato da quando
aveva tradito Konoha.
Usò
una tecnica inventata e dichiarata proibita dal secondo Hokage: l'Edo
Tensei.
Con
questa tecnica riportò in vita il Primo e il Secondo Hokage
perchè combattessero al suo posto il Terzo.
Se
i primi due Hokage fossero stati liberi di agire per gli affari loro
non si sarebbero mai sognati attaccare Konoha, ma così non era
purtroppo.
La
loro volontà era controllata da Orochimaru, non avevano altra
scelta se non quella di attaccare.
Il
Primo Hokage usava la sua abilità innata: l'arte del legno.
Il
Secondo usava tecniche dell'elemento acqua.
Il
Terzo rispondeva come meglio poteva agli attacchi visto che gli anni
si facevano sentire e che i suoi predecessori erano stati riportati
in vita nel pieno delle loro forze.
Lo
scontro si fece lungo, complesso e sfibrante per il Terzo Hokage.
Non
poteva competere da solo contro due redivivi.
Evocò
il re delle scimmie, Enma, a dargli una mano.
E
si prese anche una bella lavata di capo dallo scimmione per il fatto
di non aver ammazzato Orochimaru quando ne aveva avuto l'opportunità.
Non
proprio il momento ideale per rinfacciare la cosa.
Fatto
sta che, anche con Enma, il Terzo aveva delle difficoltà a
contrastare l'attacco di Orochimaru.
L'unica
alternativa era quella di sigillare i due Hokage, ma l'unico modo per
farlo era usare una tecnica che richiede un prezzo molto alto: la
vita dell'esecutore.
La
tecnica era il Sigillo del Diavolo ed era la stessa che il Quarto
aveva usato per sigillare parte della Volpe prima di sigillarla in
Naruto.
Purtroppo
non c'era altra scelta.
Fu
così che il Terzo compose i sigilli per eseguirla e riuscì
a sigillare le anime dei suoi predecessori rendendo inutile la
tecnica dell'Edo Tensei usata da Orochimaru.
Non
sarebbe sopravvissuto ancora a lungo, il dio dei morti avrebbe presto
reclamato anche la sua di anima, doveva fermare Orochimaru al più
presto.
Riuscì
a farlo uscire allo scoperto e ad immobilizzarlo.
Purtroppo,
però, le forze non gli bastavano per sigillare l'intera anima
di Orochimaru, così si limitò a sigillargli le braccia
in modo che non potesse più usare alcuna arte ninja e fosse
relativamente inoffensivo.
Orochimaru
non la prese molto bene, la prese malissimo.
Continuò
a urlare al suo vecchio maestro di ridargli l'uso delle braccia.
Urlò,
minacciò, imprecò, ma a nulla valsero le sue pretese.
Il
Terzo ormai era al limite e il colpo che gli era arrivato poco prima
alle spalle, dato a tradimento da Orochimaru stesso con una spada,
aveva segnato la sua ora.
Il
Terzo stava morendo. Ormai non poteva fare più nulla.
Un
attimo prima di morire rivide il suo allievo com'era un tempo.
Un
ragazzo silenzioso, timido eppure così solo.
L'immagine
di quel ragazzino ansioso di imparare gli fece spuntare un sorriso.
Forse,
senza le arti magiche e illusorie, quel ragazzino sarebbe tornato.
Sarebbe...
Il
Terzo si accasciò a terra. Era morto.
Non
c'era più niente da fare.
L'Hokage
era morto.
Chiedo
nuovamente perdono per l'enorme ritardo e spero che qualcuno voglia
lasciare un commento. Anche se è un insulto alla mia
incompetenza, va benissimo.
Intanto
ho qua la Papera che me sta dicendo di tutti i colori da mesi, quindi
abbiate solo un po' di pietà, ok?
Grazie
e ci si vede alla prossima.
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Capitolo 25 *** capitolo 21 ***
Ok, eccomi qui con un altro capitolo. Lo scontro tra Naruto e Gaara!!!
Spero di essere riuscita a renderlo bene. In caso contrario mi scuso.
Allora, vediamo, a fine capitolo c'è qualcosa che si discosta dalla storia originale. Vediamo a quanti di voi piace quello che ho combinato.
Tranquilli, nessun morto. Solo un collassato e no, non è l'Anatra onoraria.
Solo a me è risultata divertente la scena in cui Naruto evoca Gamabunta e questo si rifiuta di aiutarlo? La faccia di Naruto è tutto un programma in questo punto.
Detto questo vi lascio alla lettura.
Mi raccomando: RECENSITE!!!
Iaele
CAPITOLO 21
Naruto, Hinata, e Shikamaru, guidati da Pakkun partirono all'inseguimento di Sasuke in direzione della foresta mentre, nell'arena e nel villaggio gli altri ninja affrontavano l'invasione nemica.
I due componenti del team 7 si fecero spiegare a grandi linee cos'era successo da uno Shikamaru piuttosto seccato dal fatto di essere stato preso in mezzo a quella faccenda.
Si poteva mai sapere perchè non lo lasciavano mai in pace?
Sempre a faticare dovevano metterlo.
Però, visto che l'ordine veniva da un superiore, doveva ubbidire.
Non poteva farci nulla.
Naruto, una volta appreso quello che era successo, si ripromise, sì, di salvare Sasuke, ma anche di pestarlo per bene dopo per la grande stupidata che ha combinato.
Non riusciva proprio a capirlo.
Va bene diventare più forti, ma voler mettersi alla prova così, con uno che se perde il controllo ti ammazza senza pensarci due volte è da cretini forti.
Ad un certo punto Pakkun informò il gruppo che un gruppo di ninja li stava seguendo.
Senza alcun dubbio non erano ninja di Konoha.
<< Sbrigatevi. Una squadra di otto, no nove uomini ci sta seguendo. >> disse il cane.
<< Cosa? >> chiese Naruto sorpreso.
<< Sei sicuro? >> chiese invece Hinata che attivò il Byakugan per controllare.
<< Accidenti! Ci mancava solo questa! Sicuro di non esserti sbagliato? >> disse invece Shikamaru preoccupato.
<< No, non si è sbagliato. Sono proprio nove inseguitori. >> disse Hinata dopo un controllo.
Ok, qualcuno doveva proprio volergli male, ma molto anche.
<< Non ci hanno ancora individuato. La cosa migliore sarebbe dividersi... >> rifletté Pakkun.
Si, ok, e poi?
Chi lo trova Sasuke se si dividono?
Va bene che Hinata ha in Byakugan, ma non può mica perlustrare un'intera foresta che si estende per chilometri e chilometri. Ci metterebbero troppo.
Il cane scese a terra e fece qualche passo per poi bloccarsi di colpo.
La cosa non andò molto giù a Naruto che protestò con tono anche abbastanza spazientito.
“Sarà anche cresciuto con Kakashi, ma la sua pazienza è sempre poca.” pensò Pakkun.
<< Senti Naruto, se camminiamo all'indietro sulle nostre tracce, il nemico penserà che siamo scomparsi e guadagneremo tempo. Se riusciamo a fargli perdere la pazienza è probabile che perdano le nostre tracce a causa di mancanza di concentrazione. >> gli spiegò il cane con tono paziente, neanche il biondo fosse un bambino di cinque anni.
Forse, per quanto riguarda il livello mentale, non siamo poi tanto distanti, ma questo è meglio non dirglielo al nostro Naruto.
<< Ah! Hai ragione! >> esclamo il nostro eroe.
Come volevasi dimostrare.
Così fecero, per poi ripartire con l'inseguimento.
Purtroppo il trucco non funzionò.
Ragazzi, se la sfortuna ti ha puntato, ti ha puntato. Poco da fare.
Peccato però che sia sempre nei momenti peggiori.
<< Accidenti! Di sicuro saranno tutti chunnin. Ci faranno a pezzettini in meno di un secondo. >> commentò preoccupato Shikamaru.
Ottimismo portami via il ragazzo. Proprio.
<< Al punto in cui siamo non ci resta che tentare un'imboscata. >> fece Naruto.
Vuoi vedere che ha avuto un'idea intelligente per una volta?
Se Hinata era d'accordo con la cosa, Pakkun smontò tutto nel giro di tre frasi.
Ma qui, qualcuno di ottimista c'è oppure no?
Perfino Shikamaru ci aveva fatto un pensierino alla cosa, ma non era molto convinto che un piano del genere avrebbe funzionato.
Naruto, che ovviamente è un testone con i fiocchi, voleva sapere perchè no.
Nelle imboscate non importa il livello di forza degli avversari. L'importante è prenderli di sorpresa.
E Shikamaru lo accontentò.
Per una buona imboscata ci volevano due condizioni: che chi scappa deve farlo in silenzio e rendersi conto della presenza del nemico per primi; e cogliere l'avversario di sorpresa in un terreno dal quale si è sicuri di colpire e da dove si può scappare in fretta.
Ora, visto che loro conoscevano il villaggio praticamente a memoria e che potevano contare sul fiuto di Pakkun e sull'abilità oculare di Hinata, non c'erano troppi problemi per queste due condizioni.
Il problema era: i loro inseguitori erano una squadra sicuramente addestrata per quella missione e sicuramente erano ninja esperti. Quindi come fare?
L'unica alternativa, secondo Shikamaru, che si, ammettiamolo, era l'unico lì con un po' di testa sulle spalle, era un diversivo che sembrasse un'imboscata.
In parole povere: qualcuno doveva fare da esca per permettere agli altri di continuare.
Ora, chi si sarebbe offerto volontario?
Dopo qualche discussione, Shikamaru disse che toccava a lui visto che era l'unico con un po' di cervello. In più Hinata sarebbe potuta essere utile grazie al suo Byakugan in caso di altri inseguitori o ostacoli imprevisti, mentre Naruto era l'unico che poteva tener testa, anche se per poco, a Sasuke in caso di una sua opposizione agli ordini ricevuti.
Del cane come esca non se ne parlava proprio. Lui serviva per trovare Sasuke e, poi, un cane contro nove inseguitori? Ci restava secco e fine.
Sarebbe andato lui e fine.
Prima di separarsi, gli augurarono buona fortuna e Naruto sperò che ne uscisse vivo.
***
Nel frattempo Sasuke era riuscito a raggiungere il team di Suna evitando la trappola piazzata da Temari.
Quando li raggiunse Gaara era trasportato da Kankuro mentre Temari sembrava decisa a non fargli fare un passo di più.
Siccome però la ragazza era ancora stanca per l'incontro con Shikamaru, Kankuro la costrinse a proseguire con Gaara mentre lui teneva occupato Sasuke.
Temari, di mala voglia, accettò e ubbidì.
Quando lo scontro tra Sasuke e Kankuro stavano per cominciare lo scontro arrivò Shino che li aveva seguiti attraverso i suoi insetti.
Aveva piazzato un insetto femmina su di loro e poi aveva seguito i maschi mentre cercavano di raggiungerla.
Solo a me sta cosa fa schifo?
Cioè, voglio dire, solo l'idea che uno possa usare gli insetti per combattere mette i brividi dal disgusto.
Intendiamoci, a me Shino sta simpatico, ma questa sua abilità proprio no.
Tralasciando pareri personali, Shino si fermò ad affrontare Kankuro mentre Sasuke proseguì inseguendo Gaara e Temari.
Quando li raggiunse, Gaara aveva appena scagliato lontano Temari ed era più che propenso ad affrontarlo.
Purtroppo, però, sembrava ci fosse qualcosa che gli stava facendo perdere il controllo. Come se qualcosa nella sua stesse stesse lottando per uscire e che lui non fosse in grado di controllarla.
Forse Sasuke aveva fatto una cazzata nell'inseguire quei tre. (ma va? Nda)
Nonostante l'evidente degenerazione di Gaara, Sasuke era deciso ad affrontarlo e scoprire il segreto che celava.
Peccato che certi segreti sarebbe meglio se restassero tali.
Dopo i primi colpi Gaara perse parzialmente il controllo permettendo a quel segreto che celava di svelarsi parzialmente.
Metà del suo corpo si ricoprì di sabbia e prese le sembianze animalesche. Si aggiunse anche una coda, sempre di sabbia. Il tutto con dei disegni viola.
Il rosso della sabbia aveva lo sguardo di un pazzo. Ormai nulla avrebbe potuto fermarlo dal suo intento di fare a pezzi l'Uchiha.
Sasuke le provò tutte, ma neanche il mille falchi sembrò fare effetto.
È vero, riuscì a colpirlo, ma il risultato fu solo quello di disintegrare il braccio di sabbia che si riformò.
Provò anche a usare il potere del segno maledetto, ma l'unica cosa che ottenne fu quella di far infuriare Gaara e di mettersi al tappeto da solo.
Gaara, approfittando del fatto che il suo avversario era ko, lo attaccò, ma fu bloccato dall'arrivo tempestivo di Naruto che gli tirò un calcio in faccio che lo spedì su un ramo poco distante.
Hinata e Pakkun atterrarono vicino a Sasuke per vedere in che condizioni era.
Naruto e Gaara si fissarono.
Il primo deciso a difendere il suo amico.
Il secondo deciso a farlo fuori.
Chi avrebbe vinto?
***
L'imboscata di Shikamaru era riuscita.
Era riuscito a fermare gli inseguitori, ma se non fosse stato per il maestro Asuma, arrivato appena in tempo, per lui sarebbe stata la fine.
Una volta che Asuma ebbe messo al tappeto i ninja nemici,Shikamaru poté lasciarsi andare.
Aveva solo bisogno di riposo. Nessuna ferita per fortuna.
***
Shino era riuscito a battere Kankuro, ma era rimasto avvelenato dal veleno presente sulle armi della marionetta usata dal suo avversario.
Per fortuna giunse suo padre che, con degli insetti taumaturgici riuscì a salvarlo per il rotto della cuffia.
Quando si dice fortuna.
***
Gaara e Naruto si fissarono per dei lunghi istanti.
Naruto era deciso a salvare i suoi amici. Guai a Gaara se solo provava a toccarli.
Gaara, al contrario, era deciso ad ammazzarli tutti quanti.
Rispetto per la vita umana uguale a zero. Ma quando tutti ti trattano con odio, tentano di ucciderti un giorno si e l'altro pure... il rispetto per la vita lo mandi a quel paese molto velocemente.
Soprattutto se anche la tua famiglia ti rema contro e l'unica persona che nutriva per te un po' d'affetto muore dicendoti che ti odia.
Si, diciamo che Gaara non ha proprio avuto una bella infanzia.
Però questo non lo giustifica dall'ammazzare chiunque ti pari davanti. (però, un pensierino di papera arrosto ci starebbe. Nda)
Gaara, dopo qualche minuto, scattò fulmineo in avanti.
Oltrepassò Naruto e puntò a Sasuke con l'intento di ucciderlo sul colpo.
Hinata si mise in mezzo cercando di difendere il compagno di team, ma fu investita dalla sabbia che la legò all'albero dietro di lei in modo che non potesse liberarsi.
A quell'azione Gaara sembrò tornare un attimo in se, come se avesse capito che stava facendo qualcosa che non doveva.
Sembrò, giusto per un attimo, che avesse capito di aver perso il controllo e stesse cercando di riconquistarlo.
Non vi riuscì. Ormai aveva superato il punto di non ritorno.
Il segreto che albergava dentro di lui aveva preso il controllo delle sue azioni, anche se non poteva agire liberamente.
Naruto, vedendo Hinata intrappolata e Sasuke più di là che di qua, non ci vide più.
Avrebbe fermato Gaara anche a costo di ammazzarlo.
Nessuno poteva fare del male ai suoi amici. Nessuno e per nessun motivo.
Naruto pensava anche di aver capito quale fosse il segreto di Gaara. Loro due erano due forze portanti. Tutti e due nascondevano al loro interno un demone che la gente odiava e che, per riflesso, odiavano anche loro che avevano il compito di contenerli.
Lui e Gaara erano simili.
Tutti e due cresciuti in un villaggio dove la gente ti odia.
Tutti e due soli, senza amici, con la gente che scappava non appena ti avvicinavi.
Naruto capiva la solitudine di Gaara. La capiva perfettamente.
Gli bastò guardare di nuovo quegli occhi carichi di odio del rosso per capire che ci aveva visto giusto.
Quell'odio, quella rabbia, quella sofferenza, quella solitudine erano le stesse che aveva provato lui nei suoi momenti peggiori.
La voglia di distruggere, di uccidere tutti coloro che ti trattano male solo per fargli capire il tuo dolore...
Si, Naruto lo capiva. Lo capiva benissimo quel desiderio.
Se ti odiano senza un motivo, dagliene uno valido. Ecco quello che aveva fatto Gaara.
Naruto invece si era impegnato, e si stava ancora impegnando, per dimostrare agli altri che si sbagliano su di lui.
Prima o poi sarebbe riuscito a farsi accettare e a diventare Hokage.
Gaara continuava a guardare Naruto senza capire perchè non scappasse.
Perchè non fuggiva? Perchè non aveva paura?
<< Spiegami una cosa: cosa significano loro due per te? >> chiese il rosso quasi ringhiando.
Intanto Hinata stava chiedendo aiuto visto che non riusciva a liberarsi.
<< Te lo spiego subito. – disse Naruto infuriato. Guai a chi si permetteva di toccare i suoi amici – Hinata è la ragazza migliore che abbia mai conosciuto e Sasuke è il mio migliore amico. Prova anche solo a toccarli con le tue zampacce e ti giuro che ti disintegro, Gaara. >>
Gaara, per tutta risposte, strinse la presa che la sabbia aveva su Hinata facendola urlare di dolore.
Non so di preciso cosa abbia in mente, ma per me sta cercando di farsi odiare visto che l'unico tipo di emozione a cui sa rispondere. Ma è solo una mia opinione.
Fatto sta che Naruto si infuriò proprio di brutto e attaccò.
Provò con un attacco diretto che finì a vuoto.
Provò con la tecnica del richiamo, ma ottenne solo di evocare un rospetto rosso con un gilet blu piuttosto presuntuoso e dispettoso con un gran appetito.
In momento peggiore non poteva capitare.
Non poteva salvare i suoi amici se prima non trovava un'idea decente.
Nel frattempo, Gaara perdeva sempre più le fattezze umane per diventare il mostro di sabbia che albergava nel suo interno.
<< Ancora convinto di riuscire a salvare i tuoi amici? Non riuscirai nemmeno a salvare la tua di pelle. Vuoi anche riuscire a salvare la loro? Ma non farmi ridere! >> lo beffeggiò il rosso velenoso.
Gaara si ricoprì di sabbia dalla vita in su e tutte e due le braccia erano state sostituite da quelle di sabbia.
La cosa lasciava presagire solo guai.
Il mostro dentro il ragazzo, qualsiasi esso fosse, stava prendendo sempre più il sopravvento.
O Naruto si sbrigava o qui finirà male per tutti.
Naruto tentò ancora con alcuni colpi diretti facendosi aiutare dalle copie che evocava man mano, ma nulla da fare. Gaara sembrava non riportare alcun danno.
Intanto il biondino era sempre più preoccupato per Hinata. Doveva muoversi a battere Gaara così avrebbe liberato anche la sua compagna di team.
Sasuke, dopo che si fu ripreso quel tanto che bastava per stare in piedi, si portò al fianco di Naruto che sembrava prossimo all'arrendersi.
Il moro gli disse di pensare a liberare Hinata e di scappare, che avrebbe pensato lui al rosso di Suna.
Quelle parole parvero scuotere Naruto che si rimise in piedi ed evocò tutto il chakra che poteva per evocare quante più copie possibili.
Era deciso: non si sarebbe arreso. Avrebbe combattuto fino all'ultimo per liberare Hinata.
Costi quel che costi.
Le copie che evocò, erano l'equivalente di un mini esercito. Erano un numero spropositato per un gennin diplomato da poco.
Perfino Sasuke rimase impressionato a quella vista.
Ok, da quando il combina guai, idiota e buono a nulla di Naruto riusciva a fare una cosa del genere?
Come aveva fatto a migliorare così tanto?
Come?!
Le copie colpirono Gaara tutte assieme, ma l'unico effetto che si ottenne fu quello di far completare la trasformazione in demone al rosso.
Ora era diventato lo Shukaku, il demone della sabbia, il tasso monocoda.
Era una cosa gigantesca. Alta quasi quanto una montagna e fatta interamente di sabbia.
Una cosa veramente impressionante.
Perfino Temari, che si era messa al sicuro quando aveva capito che Gaara stava perdendo il controllo, era pietrificata dal terrore.
<< Adesso non riuscirai più a scappare dai miei artigli! >> fece il demone maligno allungando una zampa verso Naruto.
La sabbia si mise a vorticare attorno al biondino e a chiuderlo in una morsa per soffocarlo.
Sasuke provò ad andare ad aiutarlo, ma non riusciva a muoversi a causa dei postumi dell'uso del segno maledetto e del suo troppo consumo di chakra durante il suo scontro con Gaara. (sempre la solita palla al piede, stupida anatra. Nda)
Anche Naruto era rimasto a corto di chakra, ma bastò l'immagine di Hinata prigioniera della sabbia del rosso per fargli tirare fuori tutte le energie che gli erano rimaste.
Usò di nuovo la tecnica del richiamo e questa volta, proprio mentre Gaara stava per usare la tecnica del funerale del deserto con il quale aveva quasi ammazzato Lee, riuscì ad evocare Gamabunta.
Sasuke, Pakkun e il rospetto rosso rimasero stupefatti dalla cosa.
Più che stupefatto, Sasuke era invidioso come pochi. (rosica, rosica, anatra. Nda)
Non riusciva a capire come avesse fatto il biondo a fare un'evocazione del genere nelle sue condizioni. Ma quanto forte era diventato Naruto?
Era addirittura più forte di lui? (sì sì sì sì!!!!! nda)
L'unico scontento della cosa indovinate chi era? Proprio Gamabunta!
Il signor rospo era seccato con il biondino perchè l'aveva disturbato durante una cosa molto importante che stava facendo. Cosa di così importante possa fare un rospo non ne ho la più pallida idea.
Solo dopo la sua rimostranza per essere stato evocato, Gamabunta notò il demone tasso.
<< Allora, grande capo, ti unisci a me in questa grande sfida? >> domandò Naruto sicuro che il rospo avrebbe accettato.
Gamabunta esalò una nuvola di fumo da un lato della bocca e rispose con un secco...
<< Scordatelo. >>
Naruto fece una faccia shockata micidiale.
<< Spiegami perchè dovrei perdere il mio tempo dietro a un moccioso come te. >> continuò il grande rospo.
<< Ma che stai dicendo?! Mi hai nominato tuo assistente e i capi aiutano i loro assistenti! È così che funziona un rapporto civile!! >> fece Naruto ad un passo dalla crisi isterica.
Perchè capitavano tutte a lui i testoni e i difficili da convincere?!
<< È vero, ti ho nominato mio assistente. Però non abbiamo ancora bevuto insieme per suggellare l'accordo definitivo. >> fece notare Gamabunta.
<< COSA?! Ma si può sapere cosa pensi che possa bere io?! Sono ancora minorenne!! >> rispose Naruto sempre più isterico e sotto shock.
Ma possibile che non gliene uscisse facile una?
Per imparare una tecnica: allenamenti massacranti.
Per un aiuto: doveva chiedere come minimo venti volte.
E adesso questo? Ma l'universo era contro di lui per caso?
Intanto Gaara/Shukaku se ne stava tranquillo a vedere gli sviluppi della situazione.
Si stava divertendo da morire in quello scontro. Magari, per ringraziare Naruto del divertimento, l'avrebbe ucciso in maniera non troppo dolorosa.
Prima che la discussione tra Gamabunta e Naruto degenerasse, il piccolo rospetto rosso, che Naruto aveva evocato nel tentativo precedente, atterrò sulla testa del biondo e mise fine alla discussione tra i due.
Il rospo, che si chiama Gamakichi, era il figlio di Gamabunta e, una volta che il padre venne a sapere che il demone tasso aveva tentato di ammazzargli il figlio, non si fece più alcun problema ad aiutare il nostro biondino.
Quando si dice avere una buona argomentazione.
Fu così che lo scontro iniziò.
Gamabunta provò letteralmente ad affettare lo Shukaku con il pugnale che si portava dietro, ma l'unica cosa che ottenne fu quella di staccargli una zampa.
Lo Shukaku provò a colpirlo con una tecnica acquatica, ma il grande rospo riuscì ad evitarla con uno dei suoi poderosi balzi.
Gaara, per permettere al demone di agire indisturbato si addormentò. Fu così che lo Shukaku fu totalmente libero di fare del suo peggio.
L'unico modo per ricacciarlo indietro era svegliare Gaara.
Domanda: come fare?
Visto che Gaara si era addormentato da poco, un pugno ben assestato sarebbe bastato a svegliarlo. A patto che facessero in fretta.
Altro problema: come poteva un rospo, che non ha né artigli, né altro, tenere fermo un bestione del genere mentre Naruto colpiva il rosso?
<< Ehi, bamboccio! Io non possiedo nulla con cui bloccarlo, dovrei usare la tecnica della trasformazione, ma non sono molto bravo. Quindi adesso tu fai quello che ti dico e ricorda: mi servono zanne e artigli. >> disse il rospo.
<< Ok. >> rispose il biondo.
Gamabunta aveva deciso di usare la trasformazione in combinazione con Naruto così da riuscire a bloccare il demone tasso il tempo necessario affinché il biondo potesse svegliare Gaara.
Naruto cominciò a concentrarsi cercando di decidere in cosa trasformare il rospo.
Per battere un demone ci vuole un demone, giusto?
Indovinate in cosa scelse di trasformare il rospo Naruto. Esatto, nella volpe a nove code.
Infondo, la volpe aveva sia artigli sia zanne in fondo.
Peccato che rischiò di far venire un infarto a qualcuno che si stava dirigendo in quella direzione in preda ad ansie da genitore.
***
Kakashi, dopo aver sconfitto i vari ninja nell'arena con l'aiuto di Gai e Itachi, andò ad aiutare le altre unità sparse per il resto del villaggio.
Perfino Jiraya era intervenuto, contro i serpenti giganti, palesando a tutti la sua presenza al villaggio.
Kakashi, Gai e Itachi assistettero alla fuga di Orochimaru con quattro del suono, ma non gli andarono dietro. Era troppo pericoloso muoversi in quelle condizioni di incertezza in cui versavano.
Si ritrovarono di fronte ad un ANBU, ma Kakashi e Itachi capirono subito che non era chi diceva di essere. Soprattutto quando venne affiancato da uno della sabbia e lui non fece nulla.
Le due parti ebbero una discussione, ma alla fine il falso ANBU, che si rivelò essere Kabuto, e quello della sabbia si ritirarono visto che l'attacco era fallito e Orochimaru se ne era andato.
Gai voleva corrergli dietro, ma Kakashi riuscì a fermarlo e a farlo ragionare.
Poi si ricordò di Naruto e, con una scusa, se ne andò alla velocità della luce per accertarsi che suo figlio avesse trovato Sasuke e che, soprattutto, fosse al sicuro.
Per trovarlo rievocò Pakkun, che di sicuro sapeva da che parte andare a colpo sicuro, e si fece guidare. Andavano il più veloci possibile.
L'ansia e la paura mettono le ali ai piedi.
Era arrivato quasi a dov'erano Hinata e Sasuke che vide la volpe a nove code.
Dire che gli stava per venire un infarto è un eufemismo.
Finché non la sentì parlare, e così riconoscere la voce del re dei rospi, finì in uno stato di blackout mentale totale.
La paura, il dolore e la preoccupazione per Naruto lo avevano completamente sepolto a quella vista.
Il sigillo si era rotto?
Com'era stato possibile? Fino a qualche secondo fa teneva perfettamente.
L'aveva rotto qualcuno? Quel Gaara ad esempio?
Se sì, come aveva fatto?
Solo quando si rese conto di non sentire alcun tipo di chakra demoniaco provenire dalla volpe, e una volta sentita la voce di Gamabunta, ritornò in se.
Aveva seriamente rischiato di collassare lì seduta stante.
Non avrebbe retto all'ennesima perdita, alla perdita di Naruto.
Ci mise un po' a riprendersi dal colpo.
Una volta ripreso si ripromise di parlare con Naruto. Certi colpi non doveva farglieli venire.
Sperò che almeno Hinata e Sasuke fossero al sicuro.
<< Andiamo Pakkun. >> fece una volta che fu di nuovo sicuro sulle gambe.
Se Naruto continuava a fargli prendere certi colpi, di infarto poteva anche morire.
I due continuarono la loro corsa verso il luogo dove si trovavano gli altri due ragazzi.
***
Naruto e Gamabunta si lanciarono all'attacco del demone tasso.
Grazie alle zanne e agli artigli della volpe, Gamabunta riuscì a immobilizzare il tasso in modo che Naruto potesse colpire Gaara.
Purtroppo, il tasso, vedendo in pericolo la sua libertà, usò la sabbia per bloccare i movimenti di Naruto.
Peccato per lui che Naruto fosse un vero e proprio testardo di prima categoria.
Non si sarebbe arreso facilmente.
Non riuscendo a colpirlo con un pugno, lo colpì con una potente testata imprecando per la limitazione dei movimenti.
Colpì Gaara in pieno, svegliandolo e facendo si che il demone si sgretolasse e scomparisse.
I due ragazzi atterrarono su due rami di due alberi, l'uno di fronte all'altro.
Gamabunta, esausto, prese Gamakichi, che si era messo al sicuro all'inizio dello scontro, e se ne tornò a casa col figlio.
Il suo pugnale rimase conficcato a terra a dividere i due contendenti.
I due avevano forza necessaria solo per un ultimo pugno. Avevano entrambi finito il chakra a loro disposizione.
Si fissarono per un momento.
Entrambi erano decisi a mettere ko l'avversario.
Il pugnale scomparì in una nuvola di fumo.
I due scattarono e si colpirono a vicenda per poi precipitare a terra.
Gaara finì disteso di schiena mentre Naruto finì disteso a pancia in giù.
Nessuno dei due riusciva a muovere un muscolo, ma Naruto non si voleva arrendere.
Doveva liberare Hinata.
Cominciò a strisciare verso Gaara deciso.
Gaara non capiva. Non riusciva a capire perchè ci tenesse così tanto a quei ragazzi.
Cosa lo spingeva a combattere così?
<< Come fai? Come fai a combattere per gente che ti odia? >> chiese spaventato il rosso.
Avete presente quando vi trovate di fronte a qualcosa che è totalmente il contrario di quello che avete vissuto fino a quel momento?
Qualcosa di così grande da stravolgere tutte le vostre certezze?
Ecco, questo è quello a cui si trovava di fronte Gaara e la cosa gli faceva paura.
<< Io lo so cos'è la solitudine. Io so cos'hai patito. Io e te siamo simili. Mal visti da tutti, odiati dalle persone che dovrebbero essere nostri compaesani. Però, con qualche difficoltà, sono riuscito a farmi degli amici. Ho trovato Sasuke, Hinata, Itachi, il maestro Iruka, che mi sono stati affianco. Pian piano sono riuscito a farmi accettare da loro e riuscirò a farmi accettare anche dagli altri. Ci metterò del tempo, ma ci riuscirò. E non ti permetterò di distruggere Konoha. Non ti permetterò di far del male ai miei amici. Anche a costo di ucciderti! >> disse Naruto fissando con sguardi determinato e deciso Gaara.
Quelle parole e quello sguardo destabilizzarono il rosso.
<< L'amore, ecco cosa ti permette di lottare così. >> disse più a se stesso che ha Naruto.
In quel momento arrivò Kakashi che comunicò a Naruto che Hinata e Sasuke stavano bene.
Il biondo fu sorpreso di vedere il genitore lì, ma fu sollevato che tutti stessero bene. Finalmente poteva lasciarsi andare.
Gaara venne recuperato da Kankuro e Temari.
Kakashi li lasciò andare. Un po' perchè doveva occuparsi di Naruto che sembrava essere svenuto per lo sforzo, un po' perchè non c'era più alcun motivo per combattere.
Sabbia e Suono si stavano ritirando, che andassero anche loro.
Kakashi si mise in spalla Naruto e tornò dagli altri due ragazzi del suo team.
Assicuratosi che Sasuke potesse portare Hinata fino al villaggio per le cure mediche senza rischiare di collassare strada facendo, si mise in marcia.
Guidò il gruppo direttamente verso l'ospedale dove lasciò i ragazzi in cura ai medici.
Solo allora si rese conto di quello che aveva visto e di quello che Sasuke e Pakkun gli avevano raccontato sullo scontro.
Naruto aveva usato la tecnica della trasformazione con Gamabunta ed era diventato la Volpe.
Naruto era sicuramente cotto di Hinata e questo voleva dire che Hiashi avrebbe tirato su un putiferio non appena lo avesse saputo.
Naruto aveva lottato contro il tasso monocoda e aveva vinto.
All'improvviso si sentì girare la testa.
Meno male che Itachi l'aveva visto arrivare con i tre ragazzi e l'aveva raggiunto all'ospedale, perchè da lì a poco Kakashi svenne.
Itachi, con un sorrisetto, arrivò appena in tempo per evitare che cadesse a terra.
Lo prese e lo fece stendere su un letto in una stanza vuota. Almeno nessuno avrebbe visto il grande e glaciale Kakashi dallo sharingan svenuto per ansie da genitore.
Il ninja-copia aveva una reputazione da difendere.
Bene, avete appena scoperto chi è collassato. Spero di non essere andata troppo fuori dal personaggio.
Sasuke: possibile che io non riesca a vincere uno scontro che sia uno?
Io: non è colpa mia se sei un incapace.
Sasuke: COME?! (infuriato nero)
Io: sì, incapace. Prima te le fai suonare da Haku, poi da un Orochimaru che non si è messo neanche d'impegno e poi da Gaara. Se questo non vuol dire incapace, non so cosa sia.
Sasuke infuriato diventa rosso di rabbia e ne va fumando di collera.
Hinata: gra-grazie di avermi salvato, Naruto-kun. (più rossa del rosso)
Naruto: di niente, Hinata.
Kakashi: Naruto...?
Naruto: si....
Kakashi: NON PROVARE MAI PIU' A FARMI PRENDERE UN INFARTO DEL GENERE!!!!
Naruto scappa terrorizzato e Kakashi lo insegue deciso a fargli una strigliata come si deve.
Ok, credo che sia ora di andare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero vogliate lasciare un commento.
Ah, vorrei annunciare che ho cominciato una storia su One Piece. Per chi volesse darci un'occhiata la trova qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2399277&i=1
Il titolo è “L'amore è cieco, per questo va dove lo porta il vento”.
In breve è una what if...? dove, alla ciurma di Rufy si aggiunge una nuova ragazza cieca con un potere particolare che non è dovuto ai frutti del diavolo. La ragazza stringerà un legame molto forte con Zoro. Come andrà la storia con questa nuova ragazza nella ciurma? La storia parte dall'arrivo a Water Seven e prosegue seguendo l'originale fino a Marineford (morte di Ace compresa) per poi seguire solo la mia fantasia. Spero che qualcuno voglia andare a darci un'occhiata.
Con questo vi saluto sul serio e ci sentiamo al prossimo aggiornamento.
Ciao ciao!!
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Capitolo 26 *** capitolo 22 ***
E rieccomi qui a rompere le
scatole come il solito.
Nuovo capitolo tutto per voi
con un insieme di brutte notizie unico al mondo.
Prima brutta notizia: Hiashi
viene a sapere di Naruto e Hinata e non la prende bene. Dire che la
prende male è un eufemismo.
Seconda brutta notizia: il
funerale del Terzo Hokage. Ok, forse questa c'era da immaginarsela,
ma sempre brutta è.
Terza brutta notizia: si
scopre chi è l'Uchiha misterioso e sono già sicura che
qualcuno mi odierà a morte per la scelta. Per favore, se mi
vorrete uccidere, aspettate almeno la fine della storia ok? Grazie.
Detto questo, vi lascio alla
lettura.
Mi raccomando: RECENSITE!!!!
Iaele
CAPITOLO 22
La prima impressione che ebbe Kakashi, una volta che
si fu ripreso, fu che si era trattato tutto di un sogno. Solo un
brutto sogno, perchè Naruto non si era trasformato nella volpe
e non aveva combattuto contro il demone tasso.
Non poteva avergli fatto prendere uno spavento
simile.
Non poteva averlo fatto.
Poi si rese conto di non essere a casa sua, ma
all'ospedale e la verità gli piombò addosso come un
macigno.
Era svenuto per lo stress e lo spavento.
Ed era rimasto svenuto per una ventina di minuti
buoni.
Meno male che qualcuno l'aveva portato in quella
stanza e disteso su un letto.
Itachi, dopo averlo portato in quella stanza si era
dileguato per andare a vedere come stava Sasuke lasciando Kakashi da
solo.
Sperava solo che quel qualcuno che l'aveva trovato
non lo raccontasse in giro o poteva dire addio alla sua dignità.
Soprattutto di fronte a Gai.
No, questo mai!
Kakashi si alzò lentamente dal letto, la testa
gli girava leggermente, e si diresse verso la reception per chiedere
dove avevano sistemato Naruto dopo che glielo aveva portato.
L'infermiera gli disse il numero di stanza del
biondino e il ninja copia vi si diresse ancora un po' frastornato.
Quando entrò nella stanza del figlio, vide un
Naruto ricoperto di cerotti e bende, ma niente di serio.
Sul letto di fronte a quello del biondo era distesa
Hinata. Anche lei con niente di grave.
Kakashi tirò un sospiro di sollievo.
Naruto stava meglio di quanto credesse.
Si posizionò vicino alla finestra della
camera, vicino al letto, aspettando che Naruto si svegliasse.
Nel frattempo avrebbe riflettuto su un paio di cose.
Naruto l'aveva sorpreso.
Non avrebbe mai immaginato che suo figlio nascondesse
una forza del genere.
È vero, aveva più chakra di lui, ma non
immaginava lo stesso una cosa del genere.
Combattere e battere contro una forza portante senza
usare il potere della volpe...
Si, Naruto l'aveva piacevolmente sorpreso.
Poi c'era il fatto che, con molta probabilità,
il ragazzo aveva aperto gli occhi su Hinata.
Ora, di per se la cosa non era così grave,
anzi, tutto il contrario.
O meglio, sarebbe stato così se il padre della
ragazza non fosse stato Hiashi Hyuga.
Quell'uomo gli dava su i nervi in una maniera
incredibile.
Sia per come trattava Hinata, sia per come
considerava Naruto.
Insomma, più lontano gli stava meglio era.
In ogni caso era inutile fasciarsi la testa prima di
essersela rotta. Quindi, finché Hiashi non fosse venuto a
protestare, lui avrebbe fatto finta di non vedere quanto Hinata e
Naruto erano attratti l'uno dall'altro.
Come sensei non era obbligato a riferire quello che
succedeva nel team agli altri, a meno che non fossero questioni molto
serie, ma questa non rientrava in questa categoria. Secondo lui
almeno.
Secondo Hiashi un po' meno.
Aveva appena saputo da fonti affidabili quello che
era successo ed ora era diretto all'ospedale deciso a parlare con
Kakashi.
La Volpe non doveva stare con sua figlia. Punto.
Hiashi era un uomo austero, rigido, freddo. Insomma,
o si fa come dice lui o sono guai.
Quando arrivò all'ospedale emanava un'aura di
gelida furia capace di mettere a disagio chiunque gli stesse attorno.
<< Signor Hyuga, sua figlia è nella
stanza 108. Sta bene, non si preoccupi. Ha solo... >> fece
l'infermiera di turno all'uomo per poi venire bloccata da un'occhiata
gelida.
No, Hiashi Hyuga non era proprio di buon umore in
quel momento. (e quando mai lo è? Nda)
Senza dire una parola si diresse verso la camera
indicatagli dall'infermiera.
Quando aprì la porta, la sua rabbia non fece
che aumentare.
In camera con sua figlia c'era quell'incapace di
Kakashi Hatake e la Volpe a Nove Code.
No, questo era decisamente troppo.
<< Cosa ci fate nella stanza di mia figlia? >>
domandò gelido.
Un iceberg del polo sarebbe più caldo se
confrontato con il tono di voce di Hiashi. E una lama sarebbe meno
affilata del suo sguardo.
<< Buon giorno Hiashi-sama. – salutò
Kakashi educato – sono qui perchè sto aspettando che
Naruto si svegli. >> disse come se il gelo proveniente
dall'altro uomo non lo toccasse.
<< Non ha capito. Che ci fate tu e la Volpe
nella stessa stanza di mia figlia? >> ribadì lo Hyuga
lanciando un'occhiata inceneritrice al biondo disteso sul letto.
Ok, se prime la rabbia di Hiashi poteva non fargli né
caldo né freddo, ora no. È di suo figlio che si parla.
Non avrebbe sopportato una rabbia dettata solo da pregiudizi
insensati.
Che la gente dicesse quello che volesse, ma non con
lui presente.
<< Io sono qui perchè sto aspettando che
mio figlio Naruto – Kakashi
calcò il nome del figlio – si riprenda. Lei? >>
chiese cercando di sembrare indifferente come al solito.
La rabbia nei confronti
del capo clan però cresceva.
Già trattava come
uno straccio Hinata, che non cominciasse anche con Naruto o non
avrebbe risposto delle sue azioni. (siamo tutti con te, Kakashi! Nda)
<< Sono qui per mia
figlia. Figlia che lei ha messo in pericolo. >> sottolineò
Hiashi sempre gelido più un blocco di ghiaccio.
Da quando, Hiashi, si
preoccupa per Hinata?
<< Che intende?
Hinata è un ninja, è ovvio che corra sempre un certo
rischio. Anche nelle missioni più semplici. >> fece
notare Kakashi facendo il finto tonto.
Aveva capito cosa
intendeva l'altro, ma non voleva dargliela vinta.
<< Mia figlia è
rimasta da sola con la Volpe, con un mostro. Poi l'ha mandata in una
missione, sempre con quel mostro, dove è quasi rimasta uccisa.
Tutta colpa di quello... quello lì. >> disse Hiashi con
voce piena di veleno in direzione di Naruto.
Kakashi stava cercando di
trattenere la rabbia.
Hiashi era un capo clan,
di fatto era intoccabile.
Se l'avesse colpito le
ripercussioni sarebbero state pesanti. Sia per lui, sia per Naruto.
Doveva trattenersi, ma
accidenti se era difficile.
<< Senta,
quello di cui sta parlando è mio figlio.
Stia attento a quello che dice. >>
I due uomini presero a
guardarsi in cagnesco.
Hiashi con sguardo gelido,
duro.
Kakashi con uno sguardo
pieno di rabbia, furia e anche dolore per come trattavano il figlio.
Chiunque sarebbe passato
tra i due in quel momento si sarebbe dato alla fuga per principio a
causa di quegli sguardi.
Avrebbero messo in fuga
anche un biju a momenti.
<< Suo figlio? E
cosa gli insegnerà? Come infrangere le regole? >>
commento Hiashi con sarcasmo.
Kakashi, a quel momento,
morì dalla voglia di tirargli un pugno.
In una sola frase aveva
offeso lui, Naruto e suo padre in un colpo solo.
Lui perchè gli dava
del genitore incapace.
Naruto perchè non
lo riconosceva come persona.
Suo padre perchè
rimandava al fatto che suo padre aveva trasgredito alle regole ninja
per salvare i propri compagni al posto di portare avanti la missione
che gli era stata affidata.
Lui ci aveva messo
parecchio, ma alla fine aveva capito perchè il padre l'aveva
fatto. E il fatto che, per capirlo, lui avesse dovuto assistere alla
morte del suo migliore amico non lo aiutava di certo a mantenere la
calma.
No, proprio no.
<< Perchè?
Lei crede di essere un buon padre per Hinata? >> chiese, quasi
ringhiando, Kakashi.
Un altro commento
inopportuno di Hiashi e qui si sarebbe passati alle mani.
I due continuarono a
fissarsi in cagnesco per alcuni minuti.
Se qualcuno non fosse
passato di lì alla svelta sarebbe scoppiato il finimondo.
Per fortuna che Itachi,
dovendo andare a trovare il fratello nella stanza accanto, aveva
sentito l'ultima parte del discorso e si era precipitato a dividerli.
Arrivò appena in
tempo per scongiurare il disastro.
Si mise tra i due cercando
di separarli.
<< Hiashi-sama, sua
figlia ha bisogno di tranquillità. Se vuole che venga spostata
di stanza può andare a parlare con le infermiere. In più
la cercano quelli del consiglio per decidere cosa fare ora che
l'Hokage è morto. >> disse calmo Itachi cercando di
calmare le acque.
I commenti che Hiashi
aveva fatto non erano andati giù neanche a lui, ma menare le
mani non era il modo giusto di risolvere la faccenda.
Hiashi guardò prima
il giovane Uchiha e poi l'Hatake prima di andarsene.
Se gli sguardi potessero
uccidere ci sarebbero due cadaveri ora al posto di Itachi e Kakashi.
Il moro si girò
verso l'adulto e lo vide rigido, teso, nero di rabbia e pronto
all'attacco.
Hiashi aveva veramente
esagerato.
<< Kakashi, calmati.
Così non risolvi nulla. >> disse cercando di calmare
l'altro.
Kakashi sapeva che doveva calmarsi, ma non ci
riusciva. Lo Hyuga era andato troppo oltre.
Passi pure che insulti lui, ma che non si azzardi
neanche a insultare persone che non possono difendersi perchè
sono svenute, Naruto, o addirittura morte, suo padre.
Non lo accettava proprio.
E poi, con che diritto viene a dirgli come fare il
genitore? Lui che tratta la propria figlia come se fosse l'ultima
ruota del carro.
Hiashi doveva solo pregare di non capitargli sotto
mano nei prossimi giorni in un luogo isolato o non avrebbe risposto
delle sue azioni.
<< Kakashi, calmati. Se Naruto si sveglia, e ti
trova così, gli viene un infarto. >> tentò di
nuovo Itachi.
Se tirare in ballo Naruto non funzionava, avrebbe
dovuto stenderlo con un colpo ben assestato.
Solo la possibilità che Naruto si svegliasse e
lo trovasse in quello stato, fece immediatamente riprendere l'Hatake.
Si calmò, ma alla prima occasione sarebbe
andato a sfogarsi da qualche parte. Mai un ninja nemico a portata di
mano quando serve.
<< Scusami Itachi, ma Hiashi è andato
veramente troppo in là con i suoi commenti. >> disse
Kakashi ritornando ad appoggiarsi alla finestra.
<< Comunque, come sta Sasuke? >> chiese
Kakashi dopo una serie di respiri profondi.
<< Bene. L'hanno medicato, ora deve solo
starsene a riposo per un po'. >> rispose l'Uchiha.
Era andato a trovare il fratello e l'aveva trovato in
profonda fase riflessiva con una sfumatura di gelosia. Aveva provato
a indagare, ma aveva dovuto rinunciare per evitare che tra Kakashi e
Hiashi scoppiasse il finimondo.
Però, un'idea se l'era fatta su quello che
aveva scatenato quella reazione in suo fratello. Tutto iniziava e
finiva con un nome: Naruto.
<< Cosa dicevi riguardo ai funerali
dell'Hokage? >> chiese Kakashi.
Solo il fatto che Orochimaru se ne fosse andato dal
villaggio sulle sue gambe voleva dire che l'Hokage era morto. Quindi
non era molto sorpreso che il consiglio avesse indetto una riunione
di tutti i capi clan per decidere come agire.
<< Fra un paio di giorni si terranno i funerali
e poi si deciderà chi sarà il Quinto Hokage. >>
rispose Itachi.
<< Il Terzo è morto? >> chiese una
voce, che venne identificata come quella di Hinata dai due adulti.
La ragazza si era finalmente svegliata, mentre Naruto
continuava a poltrire.
<< Sì, Hinata. Il Terzo Hokage è
morto. >> rispose Kakashi. Nascondere la verità sarebbe
stato inutile. L'avrebbe saputo lo stesso una volta che sarebbe
uscita dall'ospedale.
Hinata rimase molto scossa dalla notizia. Il Terzo
era stato un buon Hokage e a lei stava simpatico.
Chissà chi avrebbe preso il suo posto ora.
Gli occhi della ragazza esprimevano tutto il suo
dolore meglio di quanto avrebbero potuto fare le parole.
<< E Naruto? Come sta? >> chiese
preoccupata qualche minuto dopo.
<< Lui bene. Ronfa che è un piacere. >>
le disse Kakashi indicandogli il biondo che russava tranquillo sul
suo letto.
Hinata non fece neanche in tempo a fare un sospiro di
sollievo che entrò un membro del clan Hyuga per portarla a
casa sotto l'ordine diretto di Hiashi.
<< Hinata-sama, vedo che è sveglia.
Bene. Ho l'ordine di portarla a casa appena possibile. Se si sente
bene possiamo anche andare. >> disse rigido il nuovo arrivato.
<< Va-va bene. >> disse la ragazza
leggermente balbettando.
Presagiva già l'ira del genitore una volta
arrivata a casa. Non era stata buona a fare nulla ed era addirittura
finita all'ospedale. Suo padre non sarebbe stato contento.
Lo Hyuga uscì e l'aspettò fuori pronto
per andare.
<< Hinata, non preoccuparti per quello che
potrebbe dirti tuo padre, ok? Hai fatto del tuo meglio. Questo è
l'importante. >> le disse Kakashi capendo quello che passava
per la testa alla ragazza.
La ragazza fece un sorriso timido per poi avviarsi
verso la porta. Una volta uscita se ne andò con lo Hyuga che
era venuto a prenderla.
Itachi, salutato Kakashi, tornò dal fratello
per vedere come stava e poi sarebbe andato a casa.
Kakashi avrebbe aspettato che Naruto si svegliasse.
Già prevedeva una crisi isterica alla notizia
della morte dell'Hokage.
Non sarebbe stato un bel risveglio quello del biondo.
Proprio no.
***
Un paio di giorni dopo si svolsero i funerali del
Terzo Hokage.
Il cielo era ricoperto di nuvole nere, come se anche
il cielo volesse piangere il proprio dolore per la scomparse
dell'uomo.
Parteciparono tutti quanti. Sia ninja che civili.
Tutti erano addolorati dalla morte dell'Hokage.
La cerimonia fu semplice. Niente di esagerato o
troppo sfarzoso.
Ma non per questo fu meno triste.
Alla fine della cerimonia ognuno tornò a casa
propria.
Naruto, una volta appresa la notizia della morte del
Terzo, era rimasto sotto shock. Forse avrebbe fatto bene a dormire
ancora un po'.
Sperava vivamente che il nuovo Hokage non fosse uno
di quelli che considerava le forze portanti come dei mostri e non
come persone.
Inutile dire che se le era anche sentite da Kakashi
per l'infarto che gli aveva fatto prendere col suo combattimento
contro Gaara trasformato nel tasso monocoda.
Però, alla fine, Kakashi si era detto
orgoglioso dei suoi miglioramenti e pace fu fatta.
Un po' peggio andò a Sasuke e non per colpa di
Itachi.
Sasuke aveva visto i miglioramenti di Naruto e non
riusciva a capire come mai i suoi non sembravano così grandi
come quelli del biondino.
Questo portò a litigare i due fratelli.
Itachi cercava di far capire a Sasuke che anche lui
aveva fatto progressi e che, evidentemente, Naruto aveva trovato una
motivazione che per lui funzionava come spinta per migliorarsi.
Forse, provò a suggerire al fratello, doveva
cambiare obiettivo nella vita se voleva fare progressi più
grandi anche lui.
Sasuke non lo ascoltò, anzi, gli andò
contro dicendogli di farsi i fatti suoi e che era evidente che
preferiva Naruto a lui.
I due erano vicini ad un punto di rottura.
Quella a cui andò peggio fu Hinata.
Hiashi non aveva preso per niente bene l'infatuazione
della figlia per Naruto. E il fatto che fosse stata salvata da lui
gli andava giù ancora meno.
La povera ragazza si era presa una di quelle
strigliate che ti augureresti di non ricevere mai nella vita.
Alla fine della predica, Hiashi l'aveva spedita in
camera sua dove Hinata ha pianto tutte le sue lacrime sul cuscino del
letto.
Decisamente era lei quella a cui era andata peggio.
Ora, gli abitanti del villaggio avevano incominciato
le riparazioni delle zone dove l'invasione di Orochimaru aveva fatto
danni.
Naruto, dopo essersi assicurato che Konohamaru stesse
bene, si era diretto al chiosco di ramen per il pranzo.
Quella mattina si era allenato un po' con il padre,
ma nel pomeriggio avrebbe dovuto arrangiarsi da solo perchè
Kakashi aveva da fare.
Al momento, però, la sua priorità era
il suo stomaco.
Lo sanno tutti che a stomaco pieno si ragiona meglio.
(nel caso di Naruto non credo che faccia troppa differenza stomaco
pieno o stomaco vuoto. Nda)
E proprio nel momento in cui si stava gustando la
seconda porzione di ramen, offerta gentilmente dalla casa, lo
raggiunse Jiraya con una proposta per lui.
L'eremita voleva che il biondo lo accompagnasse nelle
ricerche per il suo nuovo libro e nella ricerca di una persona.
Per convincerlo, visto che Naruto era parecchio
ricalcitrante ad accompagnarlo per questi motivi, Jiraya gli promise
di insegnargli una tecnica speciale.
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte.
Ora doveva solo avvertire suo padre.
Problema: dov'era Kakashi?
O beh, al massimo sarebbe partito lasciandogli un
biglietto a casa.
***
Kakashi era in un chiosco, insieme ad Asuma e
Kuranai, e stava tenendo d'occhio due tipi sospetti.
I due uomini indossavano una cappa nera con disegnate
delle nuvolette rosse e un cappello che gli nascondeva il volto
rendendo impossibile capire chi fossero.
Però, il solo fatto che non si fossero mai
visti al villaggio, aveva messo in allarme i tre jonin.
Kakashi, poi, aveva anche un ulteriore motivo per
preoccuparsi. Aveva saputo, da Jiraya, che un'organizzazione, che si
faceva chiamare Alba, aveva cominciato a muoversi e molto
probabilmente voleva anche i biju. In altre parole volevano Naruto.
Certo che quel ragazzo era una vera e propria
calamita per i guai.
Kakashi aveva anche mandato a chiamare Itachi e
Sasuke perchè gli sembrava che uno dei due potesse essere
l'Uchiha che aveva sterminato il loro clan anni prima e voleva
assicurarsi che non fossero loro l'obiettivo dei due stranieri.
O almeno, la fisionomia di uno dei due, per quanto si
potesse dedurre da come cadevano le cappe, poteva combaciare con
quella dell'Uchiha traditore.
Quando i due fratelli arrivarono, i due stranieri
scomparvero nel nulla.
Kurenai, Asuma e Itachi gli andarono dietro, mentre
Kakashi rimase con Sasuke per inventarsi una balla per coprire quella
chiamata a vuoto.
Intanto, Asuma, Kurenai e Itachi intercettarono i due
stranieri appena fuori dal villaggio. Sulla riva del fiume che
scorreva lì vicino.
<< Chi siete? Che cosa ci fate qui? >>
chiese Kurenai ai due stranieri.
<< Asuma, Kurenai, che bello rivedervi. Oh, c'è
anche Itachi! Dimmi, come sta il piccolo Sasuke? Tutto bene spero. >>
disse uno dei due con un tono di meraviglia. Ma era a posto con la
testa questo?
Mi sa di no.
La voce di quel ragazzo, perchè non poteva che
essere un ragazzo, fu un pugno nello stomaco per Itachi, anche se
riuscì a non farlo vedere.
Non aveva trovato il suo corpo tra quelli massacrati
del clan Uchiha quella notte, ma aveva sempre sperato che fosse
riuscito a scappare, a mettersi al sicuro. Il fatto che non fosse
tornato per tutti quegli anni poteva significare che aveva paura che,
tornando, l'omicida facesse fuori anche lui.
Forse, per questo, Itachi non aveva mai lasciato gli
ANBU. Farne parte gli permetteva di viaggiare per tutte le terre del
Fuoco senza problemi. Forse, nel profondo, sperava di incontrarlo in
qualche paesino sperduto.
Infondo, erano sempre stati amici e gli mancava.
Normale no?
E invece, ecco qui la cruda verità.
Il suo migliore amico era colui che aveva sterminato
tutto il clan in un atto di follia.
Ma forse l'aveva sempre saputo in fondo al cuore.
Il fatto che mancasse solo lui all'appello doveva già
essere un campanello dall'allarme, ma aveva rifiutato di vedere.
Almeno all'epoca.
Ora, invece, non poteva più farlo.
<< Ciao, Shiushi. >>
Va bene, sorpresi per la
scelta? Spero non mi vogliate male per questo.
Ci ho pensato parecchio su
che componente del clan Uchiha usare o se dovevo inventarmene uno io.
Alla fine la scelta è caduta su Shiushi. Un po' perchè
non si sa quasi nulla su di lui, quindi posso gestirmelo un po' come
mi pare, un po' perchè mi andava di dargli uno spazio tutto
suo e non solo di sottofondo.
Bene, ora vado a nascondermi
da Itachi che vuole farmi la pelle. Vi lascio con gli altri. Ciao
ciao.
Naru: Ero-sennin, che
tecnica mi insegnerà? *occhi a stellina*
Jir: abbi pazienza. Ogni
cosa a suo tempo.
Naru: uffa!! Così non
vale!!!
Jir: io sono il maestro e tu
fai quello che dico!
Naru: si, si, come vuole
lei.
Jir: … *vena pulsante
sulla tempia*
Sasuke (sotto voce): come fa Naruto ad essere così
forte? Come?!
Ok, visto che qui c'è
una rissa in arrivo tra allievo e maestro e un pennuto preso dalla
gelosia, forse è meglio lasciarli stare.
Itachi: autrice? *tono
falsamente buono e sharingan attivo*
Ops, mi ha beccato.
SCAPPO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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Capitolo 27 *** capitolo 23 ***
Bene, mi scuso per il ritardo, ma il computer era finito in assistenza per dei problemi non meglio identificati, ma ora sembra essere tutto a posto.
O almeno lo spero.
In ogni caso ecco qui il capitolo.
Itachi finalmente ottiene lo sharingan ipnotico!
No, non mi ammazza Shisui. O almeno, non fisicamente.
Sasuke si comporta, almeno per dieci minuti, come un fratello come si deve.
Una volta ogni tanto capita anche a lui di farne una giusta.
Infine, ringrazio supersara per le immagini che mi ha inviato. Ve ne lascio qui una molto carina. Non so come tu abbia fatto a trovarle, ma sei stata un mito. Grazie di cuore.
Ora vi lascio alla lettura sperando che vi piaccia.
Iaele
CAPITOLO 23
<< Ciao Shisui. >> disse Itachi riconoscendo la voce dell’ormai ex amico.
Itachi cercò di non far vedere nulla della tempesta che gli si agitava dentro, ma non era proprio sicuro di riuscirci perfettamente come al solito.
Rivedere e scoprire che colui che ha sterminato la sua famiglia e l’intero clan è la persona con la quale passavi tutto il tuo tempo libero, è un duro colpo per chiunque.
Soprattutto per lui che di amici ne ha sempre avuti pochi.
<< Ma come? Non sei contento neanche un po’ di vedermi? >> fece l’altro togliendosi il cappello che ne nascondeva il volto.
Quello che si vide fu un ragazzo pallido, con i capelli nero pece e gli occhi scuri. Occhi che, in qualche modo, era si vivi e attenti, ma nascondevano una follia malcelata.
Quel ragazzo aveva perso la ragione e a dimostrarlo era il tono con cui aveva detto la sua ultima esclamazione.
Cioè, sei un ricercato di grado S in tutte le terre ninja e fai il broncio perché qualcuno non sembra contento di vederti?
Ma ci stai con la testa oppure no?
Itachi guardò Shisui cercando di non far vedere che parte del suo mondo era appena crollata.
Asuma e Kurenai lo guardarono cercando di capire se scherzasse o facesse sul serio.
Anche il compagno di Shisui si tolse il cappello e si scoprì essere Kisame traditore del Villaggio della Nebbia, uno dei sette spadaccini.
<< Shisui, che ci fai qua? Che vuoi? >> chiese Asuma.
Itachi sembrava incapace di spiaccicare parola in quel momento.
<< Asuma, Kurenai! È bello rivedervi. Tutto bene? Itachi, non dirmi che non mi vuoi più parlare! – fece in tono lamentoso l’interpellato – Come sta Sasuke? Sai, era così spaventato quella notte. >> continuò verso Itachi.
Itachi si irrigidì impercettibilmente.
Merda.
Se Sasuke avesse scoperto che Shisui era l’omicida ed era nei paraggi non ci avrebbe pensato due volte a provare ad ammazzarlo.
Il problema era che non aveva la minima speranza di uscirne vincitore.
Shisui aveva un’arte oculare molto potente, che Sasuke poteva solo sognare di riuscire ad eguagliare.
No, Shisui doveva fermarlo lui prima che suo fratello lo intercettasse.
E per farlo avrebbe dovuto uccidere colui che era stato il suo migliore amico.
La cosa non gli piaceva per nulla. A questo punto avrebbe preferito che avessero trovato il suo cadavere quella notte.
<< Shisui, cosa ci fai qui? Cosa vuoi? >> chiese Itachi cercando di sembrare indifferente.
<< Itachi, così mi deludi. Pensavo avessi già capito perché siamo qui. Mi sbaglio o eri considerato un genio una volta? >> evitò la domanda Shisui.
<< Cosa. Ci. Fai. Qui? >> quasi ringhiò Itachi.
Perfino Asuma e Kurenai rimasero un attimo sorpresi dal tono di Itachi. Non l’avevano mai visto perdere la pazienza e vederlo così vicino al perdere il controllo faceva un po’ effetto.
<< Itachi, Itachi, Itachi, cosa importa per cosa siamo qui io e Kisame? Basta che ci lasci passare e non ci vedrai più. Per quanto mi farebbe piacere fare fuori te e il tuo dolce fratellino, ancora non posso farlo. Al momento non siete la mia priorità, ho altro da fare. Ci lasci passare? >> disse Shisui diventando improvvisamente serio.
<< Shisui, quanto vuoi ancora farla lunga? Abbiamo un compito da portare a termine. >> disse Kisame seccato.
Assistere a quello scambio di battute lo stava irritando come poco riusciva a fare. Aveva già poca pazienza di suo e in quel momento era agli sgoccioli.
<< Cosa ci fate qui? >> ripeté Itachi stavolta un po’ più calmo, ma gli sarebbe bastato poco per perdere completamente la pazienza.
<< Suppongo che tu non sappia dove sia la Volpe vero? >> chiese Shisui.
“Naruto! Vogliono Naruto! Devo dirlo a Kakashi.” Pensò Itachi sorpreso e allarmato.
Cosa diavolo volevano farci con il potere della Volpe?
A cosa poteva servigli?
Di sicuro, qualsiasi cosa fosse stata, non prometteva nulla di buono.
I due schieramenti si squadrarono per un lungo istante.
Poi, scoppiò il putiferio.
Itachi contro Shisui e Asuma e Kurenai contro Kisame.
Chi l’avrebbe spuntata?
***
Naruto, dopo aver lasciato un biglietto sul tavolo della cucina di casa per avvertire il padre che andava con Jiraya alla ricerca di una persona, fece velocemente lo zaino e poi andò dall’Eremita dei Rospi pronto per la partenza.
Mentre i due si dirigevano verso le porte del Villaggio incontrarono Hinata che era piuttosto abbattuta dopo l’ennesima ramanzina del padre.
<< Hinata, tutto bene? >> chiese Naruto vedendola così giù d’umore.
Non gli piaceva vederla triste. Non capiva ancora bene perché, ma vederla triste gli faceva venire una stretta al cuore.
Poi, dopo quel bacio a fior di labbra dopo il suo incontro con Neji e tutto il casino che era seguito all’attacco al Villaggio, aveva ancora un po’ di confusione in testa.
Ok, il nostro biondino è proprio tardo forte.
<< Uhm? Ciao Naruto-kun. Buongiorno Jiraya-sama. >> salutò educatamente arrossendo un poco nel vedere che Naruto si preoccupava per lei.
<< Hinata, non occorre che usi quel kun! Mi pareva di avertelo già detto! >> disse Naruto facendo arrossire ancora di più la ragazza.
<< Naruto! Un po’ di educazione! – fece Jiraya al biondino. – Buongiorno signorina Hinata. Ho sentito parlare di lei. Come mai quel muso lungo? Successo qualcosa? >> continuò poi rivolto alla ragazza.
<< No… niente… >> rispose Hinata con gli occhi bassi.
Non voleva metterli in mezzo nei problemi che aveva con il padre.
Conoscendo Naruto, sapeva che si sarebbe precipitato da Hiashi nel tentativo di fargli cambiare idea e di certo non avrebbe usato modi educati.
La discussione non sarebbe finita bene. Proprio no.
Quindi era meglio non dire nulla.
<< Sicura? A me non sembra. >> fece Naruto fissandola e facendola diventare color tramonto.
Jiraya intanto stava meditando mentre li osservava.
Poi gli venne un lampo di genio.
<< Senti Hinata, che ne dici di venire con noi? Avverto io tuo padre, non preoccuparti. Dobbiamo solo andare alla ricerca di una persona e una volta trovata torniamo indietro. Ti va? >> chiese sperando in un sì l’eremita.
Una bella ragazza come lei sarebbe stata un’ottima compagnia e in più, magari, questo avrebbe potuto svegliare definitivamente Naruto su quello che provava per lei.
<< Sì, Hinata! Viene con noi! >> la incitò Naruto tutto contento.
Hinata era indecisa.
Da una parte voleva andare, ma dall’altra aveva paura che il padre potesse dirle qualcosa. Poi si ricordò con chi stava andando: l’Eremita dei Rospi, uno dei tre ninja leggendari. Neanche Hiashi avrebbe avuto qualcosa da ridire al riguardo.
<< Va bene, vengo. >> disse Hinata ancora arrossata in viso.
Naruto fece i salti di gioia e Jiraya annuì.
Evocò un rospo, scrisse un messaggio a Hiashi per informarlo della cosa e ordinò al rospo di portarglielo.
Dopo di che si misero tutti e tre in marcia con Naruto che era al settimo cielo.
Jiraya gli avrebbe insegnato una nuova tecnica e Hinata era con lui.
Meglio di così non poteva andare.
***
Hiashi ricevette il messaggio di Jiraya una ventina di minuti più tardi e fu stupito che Jiraya avesse deciso di portarsi dietro sua figlia.
Magari qualcosa di buono sapeva ancora farlo quella buona a nulla.
Meno male che non presto molta attenzione al post scriptum o gli sarebbe venuto un infarto.
Recitava: PS: potrebbe avvertire Kakashi che Naruto è con me? Grazie.
Già, meno male che non l’aveva notato.
***
Lo scontro tra Itachi e Shisui non stava andando molto bene.
Ormai si era arrivati in una posizione di stallo.
Nessuno dei due riusciva a sopraffare l’avversario.
Itachi perché doveva ancora scendere a patti con quello che era diventato il suo migliore amico di un tempo, Shisui perché, forse, in fondo al cuore e alla mente, vedeva ancora l’altro come un amico e non come un nemico.
Nessuno dei due stava usando al massimo le proprie abilità e questo significava che si sarebbe andati avanti molto a lungo se qualcuno non fosse intervenuto.
Anche Asuma e Kurenai avevano qualche problema contro Kisame.
La spada di Kisame assorbiva chakra e questo rendeva difficile a Kurenai mantenere per un tempo sufficiente le sue illusioni e ad Asuma ad avvicinarsi.
No, le cose non andavano bene per nessuna delle due parti.
Poi, all’improvviso ci fu un cambiamento.
Shisui fu costretto ad arretrare per l’arrivo di una nuova figura e Kisame lo seguì.
Era arrivato Kakashi.
<< Allora sei stato veramente tu quella notte. Qual buon vento ti porta qui con il tuo compare? >> chiese Kakashi leggermente annoiato.
<< Vogliono Naruto. >> disse Itachi.
Due parole che fecero stringere pericolosamente gli occhi, o l’occhio ancora visibile in questo caso, a Kakashi.
Se solo provavano a toccare suo figlio li avrebbe ridotti a polpette.
<< È arrivato anche Kakashi dallo Sharingan. La cosa si fa interessante. >> commentò Kisame muovendo leggermente la sua spada.
<< Così tu sei quello che ha usurpato un occhio Uchiha. Dovrei ammazzarti per questo. Ma abbiamo altro da fare. Kisame andiamo. >> sibilò Shisui prima di voltarsi per andarsene.
<< Perché? >> chiese Itachi. Non c’era bisogno di specificare su cosa chiedesse spiegazioni.
Tutti avevano capito.
<< Perché non meritavano più di vivere. Tutto qui. E non saranno solo gli Uchiha a pagare. Tu e Sasuke mi servite vivi per ora. Ma dopo di voi toccherà anche a qualcun altro. >> rispose gelido prima di svanire insieme a Kisame.
Kakashi fece per parlare con Itachi per sapere come stava, ma il ragazzo si era già dileguato.
Ci avrebbe pensato dopo, ora doveva trovare Naruto.
Lo cercò un po’ ovunque, ma, non trovandolo, si diresse a casa. Magari era lì.
In caso contrario sarebbe andato al chiosco di ramen.
Naruto passava di lì almeno quattro volte al giorno, per la sfortuna del suo portafoglio, di sicuro lo avevano visto.
Quando arrivo a casa trovo il biglietto che gli aveva lasciato il figlio e si tranquillizzò.
Era con Jiraya, quindi era al sicuro.
O almeno, era quello che stava cercando di farsi entrare in testa ormai da un paio d’ore mentre girava nervoso e preoccupato per Konoha.
Ah, le ansie da genitore!
***
Itachi, dopo che Shisui se ne fu andato, di diresse subito verso casa propria.
Non aspettò neanche che Kakashi gli chiedesse cos’era successo.
Se ne andò e basta.
Aveva un gran bisogno di starsene un po’ da solo.
Quell’incontro non gli aveva fatto per niente bene.
Avrebbe tanto preferito che Shisui fosse morto quella notte, ma non era andata così.
Doveva accettare la realtà, ma non era facile.
Doveva accettare che il suo migliore amico era un assassino e un traditore.
Doveva accettare che l’unico modo per fermarlo era ucciderlo.
Doveva accettare che sarebbe toccato a lui o a Sasuke farlo.
Era veramente troppo per accettarlo tutto in una volta.
Itachi si sentiva tradito, ferito, addolorato, aveva paura.
Paura di perdere anche l’ultimo componente della sua famiglia.
Aveva paura di perdere Sasuke.
Già rischiava di perderlo per la storia della vendetta, ma se si scontrava con Shisui l’avrebbe perso in una maniera più definitiva.
In un lampo di lucidità decise che, se mai si fosse arrivati a dover usare maniere estreme, sarebbe stato lui e non Sasuke a dover uccidere Shisui.
Suo fratello non si sarebbe macchiato di questo delitto.
In quel momento seppellì tutto quello che aveva provato e che lo legava a Shisui in fondo al cuore.
Avrebbe cancellato tutto quello che lo legava all’amico di un tempo e lo avrebbe ucciso se solo avesse osato alzare un dito su Sasuke, su Naruto o chiunque altro del villaggio.
Itachi sentì una fitta all’altezza degli occhi. Una fitta che lo lasciò momentaneamente frastornato.
Quando si riprese andò a guardarsi allo specchio e notò che il suo sharingan era cambiato.
Non aveva più i tre tomoe, ma aveva ottenuto lo sharingan ipnotico.
Qualche minuto dopo arrivò Sasuke che lo trovò ancora scombussolato.
<< Itachi, è successo qualcosa? È tutto ok? >> indagò Sasuke.
<< Sì, è tutto ok. Non preoccuparti. >> rispose Itachi, ma il fratello vedeva che c’era qualcosa che non andava.
Non sapeva bene cosa, ma era sicuro che qualcosa non andava. Era successo qualcosa e voleva sapere cosa.
<< Itachi, è successo qualcosa. Te lo si legge in faccia. Mi dici che è successo? >> insisté Sasuke.
<< Sasuke, c’è qualcosa per cui rinunceresti alla tua vendetta? >> volle sapere Itachi.
<< Non dire cavolate. Non c’è nulla che mi farebbe rinunciare alla mia vendetta, ma cosa centra questo con quello che ti è successo? >> chiese non capendo il senso di quella domanda.
<< Niente. Non centra niente. >> rispose Itachi.
A quanto pare avrebbe dovuto uccidere lui Shisui prima che ci arrivasse Sasuke o il suo fratellino sarebbe morto.
<< Itachi, cos’è successo? >> ritentò Sasuke.
<< Nulla. Non è successo nulla. – rispose Itachi dirigendosi verso la sua camera. – Ora scusami ma sono un po’ stanco. Vorrei restare da solo. >>
Itachi non sarebbe uscito dalla sua camera fino ad ora di cena, ma per allora di Sasuke non ci sarebbe più stata traccia.
In qualche modo sarebbe venuto a sapere di Shisui, avrebbe saputo che stava cercando Naruto e sarebbe partito alla sua ricerca.
Quando si dice teste dure.
***
Naruto, Jiraya e Hinata si stavano dirigendo verso una piccola cittadina di collegamento a qualche ora di marcia da Konoha e da lì avrebbero cominciato le ricerche.
Jiraya aveva comunicato ai due ragazzi che stavano cercando l’unica componente femminile del trio leggendario: Tsunade, la principessa delle lumache.
I due ragazzi passarono il viaggio chiacchierando, ma erano entrambi un po’ imbarazzati per via di quel bacio alle selezioni chunnin.
Nessuno dei due riusciva ad affrontare il discorso e rimanevano nell’imbarazzo.
Jiraya stava meditando su come fare a schiodarli da quella situazione, ma non aveva la minima idea di come fare.
Arrivarono alla cittadina di collegamento nel pomeriggio e ne approfittarono per fare un giro al mercato.
Neanche a dirlo, non appena Jiraya vide delle belle ragazze partì per la tangenziale e lasciò Naruto e Hinata da soli con la sola raccomandazione di fare attenzione e di tornare alla locanda dove alloggiavano per ora di cena.
Si può dire che quello era il primo appuntamento ufficiale tra i due ragazzi.
Come sarebbe andato?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate lasciare un commento, anche piccolino.
E così Hinata e Naruto hanno una specie si pseudoappuntamento. Come andrà?
Beh, vi lascio un piccolo spoiler sotto forma di immagine. Spero vi faccia piacere.
Carini vero?
Beh, alla prossima!
Ciao ciao!!
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Capitolo 28 *** capitolo 24 ***
Eccomi qui con l’appuntamento tra i due piccioncini. Spero mi sia uscito bene.
Poi abbiamo un Sasuke che prima si comporta come un bravo fratello e poi che perde la testa dietro a un complesso di inferiorità.
Ragazzi, ma mi spiegate perché nessuno l’ha spedito dallo psicologo dopo la notte dello sterminio del clan?
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia e che vogliate lasciare un commento.
Buona lettura!!!
Iaele
CAPITOLO 24
Naruto e Hinata erano rimasti da soli.
Jiraya si era defilato all’inseguimento di qualche bella ragazza che, sicuramente, l’avrebbe preso a schiaffi non appena si fosse avvicinato.
Non avrebbe mai imparato la lezione il vecchio.
I due ragazzi si guardarono leggermente imbarazzati. Il peso del lieve bacio che si erano scambiati alle selezioni chunnin si faceva sentire.
Hinata sperava che Naruto cominciasse ad accorgersi e a provare qualcosa per lei.
Naruto invece non capiva perché quel bacio lo avesse lasciato così confuso. Insomma, si, Hinata è una bella ragazza. Dolce, timida, carina, con un cuore d’oro.
Kakashi e Jiraya dicevano che lui si era innamorato da lei.
Che avessero ragione?
Che fosse veramente innamorato di lei?
<< Hinata… >> la chiamò leggermente imbarazzato grattandosi la testa.
<< Si, Na-Naruto-kun? >> rispose lei balbettando un poco.
<< Senti Hinata, che ne dici se… se andiamo… se andiamo a mangiare qualcosa insieme? >> propose Naruto mentre mentalmente si dava dell’idiota.
Come gli era uscita quella?
Andare a mangiare qualcosa insieme? Di sicuro Hinata avrebbe pensato che era solo un’idiota. Poco ma sicuro.
<< Molto volentieri, Naruto-kun! >> annuì Hinata contenta.
Come non detto.
Hinata era contenta che Naruto avesse fatto quella proposta.
Magari voleva dire che anche per lui quel bacio aveva significato qualcosa.
Come lo sperava!
I due si avviarono alla ricerca di un posticino tranquillo dove mangiare qualcosa.
Mentre giravano per il mercato alla ricerca di un chiosco, osservavano le bancarelle e Naruto fu colpito da un piccolo oggetto in esposizione.
Era un piccolo fermaglio per capelli con sopra una piccola farfalla color perla, lo stesso colore degli occhi di Hinata.
Naruto non seppe perché, ma pensò che sarebbe stato molto bene tra i capelli di Hinata, così decise di comprarlo.
Lo prese in un momento di distrazione di Hinata così che lei non potesse vedere quello che sarebbe stato un regalo a sorpresa.
Naruto pagò e poi se lo mise in tasca per nasconderlo.
Dopo di che continuò con Hinata la ricerca di un chiosco dove mangiare qualcosa.
Passarono varie bancarelle, chiacchierarono su un po’ di tutto e entrambi espressero la loro preoccupazione per Sasuke.
Il pomeriggio si rivelò piacevole per entrambi.
Mai Naruto si era sentito così a suo agio con qualcuno che non Kakashi e Hinata era contenta di poter stare un po’ da sola con Naruto senza che suo padre o altri potessero dire qualcosa al riguardo.
Verso metà pomeriggio riuscirono a trovare un piccolo chiosco dove si fermarono per mangiare qualcosa.
Naruto ordinò del ramen (qualche dubbio? Nda), mentre Hinata ordinò qualcosa di un po’ più leggero.
Quando le ordinazioni arrivarono, Naruto si fiondò sulla sua ciotola buttando al vento le buone maniere.
Sempre se le ha mai avute.
Hinata rimase a guardarlo mentre si mangiava con gusto il ramen.
Le piaceva vederlo così spensierato.
Molte volte l’aveva visto abbattuto, triste, ignorato e isolato, e lei non era mai riuscita a fare qualcosa per farlo sentire meno solo quando accadeva.
Solo una volta, quand’era piccola c’era riuscita, ma poi non le avevano più permesso di avvicinarsi al biondo.
Le piaceva guardarlo mangiare così di gusto.
<< Hinata, non mangi? Non hai fame? >> chiese ad un certo punto Naruto notando che Hinata non aveva ancora toccato ciò che aveva ordinato.
<< Tu-tutto ok, Na-Naruto-kun. >> balbettò Hinata imbarazzata distogliendo lo sguardo arrossendo.
Naruto la guardò non capendo come mai fosse arrossita.
<< Sei tutta rossa. Sicura di stare bene? >>
<< Si. Sto be-bene. N-non pre-preoccuparti. >> balbettò di nuovo Hinata.
<< Sicura? >> riprovò Naruto non convinto.
<< S-sì >>
Vedendo che la ragazza continuava a sfuggire al suo sguardo, Naruto pensò che forse era perché la stava fissando.
Così tornò al suo ramen, anche se ormai non gli sembrava più così buono.
Vedere Hinata così a disagio lo faceva sentire strano.
<< Hinata… >> Naruto non fece a tempo di finire la frase che Hinata lo colse di sorpresa dandogli un bacio sulla guancia.
La ragazza aveva radunato tutto il suo coraggio per compiere quel gesto.
Fu un braccio veloce, semplice, inaspettato.
Sia per Hinata, che non aveva mai immaginato di riuscire a fare una cosa del genere, sia per Naruto che non se lo aspettava proprio.
Quel piccolo bacio lo lasciò completamente spiazzato.
Però provò anche uno strano senso di calore.
Guardò confuso Hinata.
Perché l’aveva fatto?
Che voleva dire? Che significava quel bacio?
Naruto mise una mano in tasca e strinse il pacchettino dov’era incartato il suo regalo.
Non sapeva se darglielo o no.
Infondo erano compagni di squadra, in teoria non poteva esserci qualcosa di più tra di loro. Sarebbe stato pericoloso.
Aveva già rischiato di perdere Kakashi, non voleva che qualcun altro legato a lui rischiasse di rimetterci le penne.
Però erano ninja e rischiava di perdere qualcuno in qualsiasi missione.
Poteva legarsi ad Hinata con qualcosa che fosse più di un’amicizia senza rischiare di rimanerne irrimediabilmente ferito?
<< Na-Naruto-kun, ho fa-fatto qual-qualcosa di ma-male? >> chiese Hinata imbarazzata credendo di aver fatto la cosa sbagliata.
<< No, no. Tranquilla Hinata. Mi hai solo colto di sorpresa. Tutto qui. >> rispose Naruto leggermente imbarazzato.
<< Oh. >> fu l’unica cosa che Hinata riuscì a dire.
Vedere Naruto imbarazzato non era cosa da tutti i giorni.
I due si fissarono.
<< Hinata, cos’è…? >> provò a dire Naruto, ma non riuscì a continuare.
Intanto continuava a tenere stretto il regalo che aveva preso per Hinata, sempre non tirandolo fuori dalla tasca.
Hinata vedeva che Naruto era in difficoltà. Vedeva che non sapeva come esprimere quello che aveva dentro.
Qualcosa che lei poteva solo sperare che fosse la stessa cosa che provava lei.
<< Naruto-kun… >> provò di dire Hinata, ma anche lei non sapeva che parole usare.
Voleva fargli capire che lei era lì, che se voleva aiuto lei era disponibile.
La situazione in cui si trovavano in quel momento era nuova per tutti e due.
Per il Hinata era perché il padre non avrebbe mai permesso che lei uscisse da sola con un ragazzo che non fosse stato approvato da lui. E di ragazzi che Hiashi avrebbe approvato non ce n’erano molti a Konoha. Possiamo dire quasi nessuno.
Per Naruto credo che le cause siano abbastanza chiare.
I genitori avevano paura che lui scatenasse la Volpe e i figli non si avvicinavano.
Però ora potevano provarci.
Potevano provare e vedere come sarebbe andata.
Stavano bene insieme, più di quanto avessero creduto possibile.
Quando era stata messa nello stesso team di Naruto, Hinata aveva fatto i salti di gioia interiormente. Così felice da svenire perfino.
Naruto invece non sapeva che pensare quando era stato messo in quel team. Sapeva solo che, piano piano, Hinata aveva fatto breccia nella sua solitudine.
Era entrata in silenzio, in punta di piedi, senza farsi notare. Era entrata e non era più uscita.
Che potessero avere veramente una chance loro due?
Erano così diversi!
<< Hinata… >> riprovò Naruto, ma anche questa volta non riuscì a continuare.
Hinata non ce la fece più.
Di slancio abbracciò Naruto, mettendogli le braccia attorno al collo.
Naruto ricambiò l’abbraccio un po’ stordito.
I due si strinsero forte, come a cercare conforto l’uno nell’altro.
<< Hinata, credi che possiamo provarci? >> chiese Naruto.
Hinata non rispose, solamente lo strinse annuendo.
Era così felice!
Finalmente avrebbe avuto un’opportunità per stare con Naruto.
I due rimasero abbracciati per qualche minuto, per poi sciogliere l’abbraccio e finire di mangiare.
Naruto non ebbe il coraggio di dare il regalo ad Hinata.
Voleva prima essere sicuro di quello che provava per lei. Non voleva illuderla.
Voleva essere sicuro di quello che provava.
Finito di mangiare i due si diressero verso la locanda dove avrebbero alloggiato per un paio di giorni insieme a Jiraya.
Nessuno sapeva quello che sarebbe accaduto quella sera.
Nessuno.
***
Dopo aver lasciato il fratello in fase depressiva, Sasuke andò alla ricerca di Kakashi per capire cos’era successo.
Itachi era l’unica famiglia che gli rimaneva, voleva sapere cosa gli era successo.
Neanche la peggiore delle missioni ANBU era mai riuscita a sconvolgerlo così.
Era successo qualcosa di veramente grave e Kakashi doveva sapere cosa.
Ora rimaneva da capire come poteva farselo dire.
Kakashi non avrebbe parlato facilmente, soprattutto se questo centrava con lo sterminio del clan.
Doveva trovare una strategia che lo facesse parlare.
Prima però doveva trovarlo e non era cosa facile.
Sasuke prima provò a casa Hatake, ma il jonin non era lì.
Provò a cercarlo girovagando un po’ per il villaggio, ma neanche così riuscì a trovarlo.
Alla fine si arrese a chiedere in giro se qualcuno l’aveva visto.
Risultato: qualcuno l’aveva visto girare come un’anima in pena, ma nessuno aveva idea di dove fosse ora.
Bene, quindi, oltre a Itachi in fase depressiva, aveva anche Kakashi in preda all’ansia?
Ma si può sapere cosa stava succedendo?
In più non trovava Naruto e Hinata da nessuna parte.
Giornata più strana di così non si poteva avere.
Infine, dopo aver girato il villaggio per intero per almeno un paio di volte, riuscì a trovare Kakashi in un angolo vicino al parco dove non passa mai molta gente.
Un buon posto per starsene un po’ da soli.
<< Kakashi… >> lo chiamò Sasuke avvicinandosi.
L’uomo sussultò, preso alla sprovvista.
Per farsi prendere di sorpresa così doveva proprio essere molto preoccupato.
<< Ah, sei tu Sasuke. Volevi qualcosa? >> chiese Kakashi non appena si fu ripreso.
<< Si può sapere che succede oggi? E cos’è successo con Itachi? È tornato a casa e sembrava piuttosto depresso. Cos’è successo? >> chiese Sasuke andando dritto al punto.
Ok, addio all’idea di una strategia sottile per riuscire ad ottenere delle informazioni.
<< Sasuke, non credo che… >> provò a dire Kakashi ben conscio che dire la verità al ragazzo sarebbe equivalso caricare un’arma che non desiderava altro che sparare.
Non sarebbe stata una buona idea.
<< Non mi interessa se non credi che non debba sapere. Itachi non sta bene e io voglio sapere il perché. Che è successo? >> esplicitò meglio il concetto Sasuke.
Voleva sapere perché suo fratello stava male. Punto.
Desiderio legittimo, ma nel suo caso…
Nel suo caso sarebbe stato come causare una strage.
<< Sasuke, se lo vuoi sapere devi chiedere a Itachi. Io sono arrivato dopo, quindi non so cosa si siano detti. Vai da tuo fratello. Se vuole dirtelo te lo dirà. >> disse Kakashi cercando di sviare il discorso.
<< Si sono detti? >> fece Sasuke perplesso.
Al che Kakashi capì di aver fatto un passo falso e di aver detto qualcosa di troppo.
Maledizione!
Non doveva dirlo. Non doveva dirlo.
<< Ascoltami Sasuke. Torna a casa, sta con tuo fratello. Se vorrà dirti qualcosa te lo dirà lui. Sasuke, ora Itachi ha bisogno del tuo sostegno. Sta con lui. Lascia perdere la vendetta. Sasuke, torna a casa, ok? >> disse Kakashi cercando di convincere il ragazzo.
<< Senti Kakashi, non mi interessa. Io avrò la mia vendetta, ma ora voglio sapere cos’è successo a mio fratello. Dimmelo. >> ordinò Sasuke.
Kakashi non disse nulla.
Parlare avrebbe voluto dire scatenare la rabbia e la sete di vendetta di Sasuke.
Non dire niente avrebbe fatto lo stesso effetto, ma avrebbe costretto Sasuke ad andare da Itachi per avere una conferma.
Forse Itachi avrebbe potuto farlo desistere con le parole giuste.
Infondo, Sasuke si stava preoccupando per il fratello, quindi, anche se momentaneamente, aveva messo da parte la vendetta.
Magari era un inizio.
Sasuke capì.
Chi aveva massacrato il suo clan era stato qui e aveva parlato con Itachi.
Però aveva capito anche che Kakashi non avrebbe detto nulla. Per la conferma avrebbe dovuto chiedere per forza a Itachi.
In Sasuke si mescolarono rabbia, rancore e preoccupazione.
Quel maledetto aveva parlato con suo fratello e lo aveva ridotto ad uno straccio.
Doveva farsi dire la verità da Itachi e poi avrebbe trovato e ammazzato quello stronzo.
Sasuke ritornò velocemente a casa, ignorando chiunque incontrasse.
Quando arrivò trovò Itachi in bagno, davanti allo specchio.
Sasuke si avvicinò e vide gli occhi del fratello.
Aveva lo sharingan attivo, ma non era lo sharingan a tre tomoe. Era un altro tipo di sharingan.
Lo sharingan ipnotico. Sasuke lo riconobbe.
Per lui questa era una prova sufficiente.
<< Chi è? >> chiese in un sussurro.
<< Chi è chi? >> rispose Itachi. Sapeva a chi si riferiva il fratello, ma preferiva fare il finto tonto. Magari Sasuke avrebbe desistito.
<< CHI È? >> urlò Sasuke in preda alla rabbia.
<< Sasuke, non vorrai andarlo a cercare, vero? Sasuke, lo vedi cosa ti sta facendo la rabbia? Lo vedi?! >> provò a farlo ragionare Itachi, ma non aveva le forze per sostenere una discussione a lungo.
<< DIMMI CHI È!!! >> urlò Sasuke.
Tutti quelli che gli erano vicino stavano migliorando in un qualche modo, mentre lui restava fermo sempre allo stesso punto.
Non capiva.
Com’era possibile che tutti diventavano più forti tranne lui?!
Com’era possibile?!
Naruto, Hinata, suo fratello, tutti. Tutti tranne lui.
Naruto era riuscito a battere Gaara senza usare il potere della Volpe.
Hinata stava migliorando nel juken e ormai non balbettava più in presenza di Naruto.
Suo fratello aveva sviluppato lo stadio successivo dello sharingan.
E lui? Nulla.
Niente di niente.
Gelosia, rabbia, frustrazione presero il sopravvento.
Doveva dimostrare che era lui il più forte.
Doveva farlo, ne andava del suo orgoglio. E c’era solo un modo per farlo.
<< CHI È?! DIMMELO!! >> urlò di nuovo Sasuke.
<< Shisui… >> sussurrò Itachi arrendendosi.
Non aveva la forza di discutere con il fratello.
Non nello stato in cui stava in quel momento.
Era confuso, addolorato, doveva capite come funzionava il nuovo sharingan.
No, non era in grado di sostenere una discussione in quello stato.
<< Dove si trova? >> chiese Sasuke calmandosi.
Itachi non voleva rispondere. Aveva intuito cosa voleva fare il fratello e non poteva permetterlo.
Il silenzio continuò per molti minuti.
I due fratelli si fissarono.
Gli occhi di Itachi erano tornati scuri, segno che l’abilità oculare era stata disattivata.
Però erano occhi stanchi quelli di Itachi.
Occhi che volevano solo piangere ma che non ci riuscivano.
Occhi di chi era stanco e chiedeva aiuto per poter andare avanti.
Sasuke non capì quello che quegli occhi trasmettevano.
Non riuscì a vederlo, o non lo volle vederlo, il risultato non cambia.
Non capì la muta richiesta di Itachi.
Alla fine il maggiore cedette.
<< Naruto… >> sussurrò.
Sasuke capì.
Ora non era più neanche il bersaglio dell’assassino degli Uchiha.
Nel suo mirino c’è Naruto.
Naruto, Naruto e solo Naruto.
Sempre lui.
Solo lui.
Ma cosa aveva più di lui? Cosa?!
Perché riusciva sempre a dimostrarsi superiore?
Perché gli rubava sempre la scena?
Perché?!
Sasuke non ci pensò neanche un attimo.
Prese la porta e uscì.
Cercò qualcuno che sapesse dov’era Naruto e Teuchi gli disse che era partito con Jiraya.
Dopo essersi fatto dare una descrizione di Jiraya, Sasuke partì alla ricerca di Naruto, sicuro che avrebbe trovato Shisui con lui.
Avrebbe dimostrato che era lui il più forte tra i due.
L’avrebbe dimostrato uccidendo chi gli aveva tolto la famiglia.
Era una promessa.
***
<< Entriamo in azione? >>
<< Sì, andiamo a prendere la Volpe. >>
Una risata folle si espanse nell’aria.
Shisui e Kisame stavano andando a prendere Naruto.
Bene, siamo arrivati a fine capitolo. Spero vi sia piaciuto.
Sasu: perché mi fai fare figure del genere?
Io: senti, non è colpa mia se non riesci ad accettare la realtà dei fatti o anche solo l’ipotesi di poter fare degli errori. Non ci posso fare niente io.
Sasu: ma è proprio necessario?
Io: se non fosse necessario non lo scriverei.
Hinata e Naruto sono sul divano che si fanno le coccole. Forse è meglio non disturbarli.
Jiraya: ma com’è bravo il mio allievo!
Io: e questo non l’ha imparato da lei per fortuna.
Jiraya: ma come ti permetti!!!!
Io: e dai che tra qualche capitolo arriva Tsunade!
Jiraya: …
Io: ok, è partito. Allora lasciamo i due piccioncini in pace, il vecchio maiale alle sue fantasie, l’Anatra a rosolare nella sua rabbia e andiamo a consolare il povero Itachi in fase depressiva. Chi mi aiuta?
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Capitolo 29 *** capitolo 25 ***
Va bene, rieccomi qui dopo un'assenza leggermente più lunga del solito, ma sono qui e questo è l'importante.
Bene, direi che è ora di passare al capitolo.
Abbiamo Shisui che va a fare visita a Naruto e Hinata con intervento di Sasuke e salvataggio di Jiraya.
Sasuke non esce proprio intero, neanche cosciente se devo essere sincera, ma non si può avere tutto dalla vita.
E poi mi serve vivo, quindi ce lo ritroveremo più avanti che rompe le scatole.
Spero che questo capitolo vi piaccia e un commento sarebbe assai gradito.
Buona lettura!!
PS: questa immagine non centra nulla col capitolo, ma è troppo bella. Povera Hinata!
CAPITOLO 25
Dopo aver passato il pomeriggio insieme, Naruto e Hinata tornarono alla locanda dove avevano prenotato una camera per quella notte.
I due ragazzi, una volta entrati, misero giù i loro zaini, dove avevano messo qualche cambio prima di partire, e si sedettero ognuno sul proprio letto leggermente imbarazzati.
L'imbarazzo però passo presto dopo che Naruto ebbe cominciato a parlare a macchinetta su quello che gli aveva promesso di insegnargli Jiraya in quel viaggio.
Non vedeva l'ora di imparare la nuova tecnica misteriosa a cui gli aveva accennato l'eremita.
E poi era sicuro che avrebbe insegnato qualcosa anche ad Hinata.
Da dove arrivasse questa sicurezza lo sa solo il padre eterno.
Ma ad Hinata andava bene.
Se Naruto era contento, lo era anche lei.
Era bello vederlo così sereno. Vederlo con quel sorriso così luminoso in viso la faceva sentire felice.
Verso sera bussarono alla porta.
Chissà chi era.
Jiraya aveva le chiavi, non avrebbe avuto bisogno di bussare. Sempre che non le avesse perse ovviamente.
Però era un'ipotesi un po' inverosimile.
Era un ninja leggendario, non poteva essere così sbadato. O forse si?
In ogni caso era meglio vedere chi fosse.
Naruto andò ad aprire e si ritrovò davanti a qualcuno che identificò subito come un Uchiha.
E l'unico Uchiha che poteva essere ancora vivo, oltre a Itachi e Sasuke, era colui che aveva sterminato il clan: Shisui.
Naruto fece per chiudere la porta in faccia all'ospite, ma Shisui fu più veloce del biondo e glielo impedì.
<< Naruto, che...? >> chiese Hinata, per poi vedere l'Uchiha traditore.
<< Ciao volpetta, vuoi venire con me? >> chiese Shisui a Naruto.
“Ma come fa a sapere della Volpe?” si chiese Naruto confuso e preoccupato.
Se sapeva della Volpe ed erano lì per lui, la cosa non prometteva per niente bene.
<< Cosa vuoi da me? >> chiese il biondo.
<< Ma niente. Il mio capo vuole solo quello che custodisci. Perchè non vieni con lo zio Shisui? Potresti divertirti, forse. >> disse con un sorriso preoccupante.
No, non era proprio una bella situazione.
<< Ehm, non credo che sia una buona idea. Mi dispiace, ma... >> provò a tergiversare Naruto, tentando di chiudere la porta.
Non poteva permettere che Hinata finisse nei guai.
<< Allora, non ci siamo capiti. Tu verrai con me. Con le buone o con le cattive. >> il tono di Shisui era cambiato. Se prima aveva un che di rassicurante, ora era duro come l'acciaio.
Prese Naruto e lo trascinò fuori dalla stanza a forza, scaraventandolo contro il muro del corridoio.
<< Naruto! >> fece Hinata preoccupata, cercando di raggiungere il compagno.
Fu bloccata da Kisame che la prese a mo' di ostaggio.
<< Senti, volpetta, mettiamola così. Adesso tu vieni con noi con le buone o la signorinella qui fa una brutta fine, chiaro? >> disse Shisui guardando Naruto come un falco guarda la sua preda.
In quel momento, entrambi i ragazzi, erano in preda al panico.
Cosa dovevano fare?
***
Sasuke era partito alla ricerca di Naruto sicuro che avrebbe trovato anche Shisui con lui.
Diversi sentimenti si agitavano nell'animo del giovane Uchiha.
Da una parte c'era la sete di vendetta, l'esigenza di dover vendicare la sua famiglia distrutta.
Dall'altra c'era la preoccupazione per il suo compagno di team e per suo fratello.
Perché, in fondo, Sasuke voleva bene al fratello e considerava Naruto come un amico.
Naruto era quello che lui non sarebbe mai potuto essere.
Era solare, allegro, apparentemente immune alle critiche e alle offese, al contrario di lui che non riusciva mai a digerirle.
Anche Itachi era diverso da lui. Era il punto di equilibrio tra lui e Naruto.
Serio e composto come ogni Uchiha, ma con un qualcosa che gli permetteva di accettare critiche e consigli come solo pochi Uchiha erano mai riusciti a fare.
Insomma, Itachi era una via di mezzo tra lui e Naruto.
Per questo motivo si scontrava spesso con lui.
Però gli voleva veramente molto bene.
Sasuke girò, in preda ad un ansia che mai avrebbe ammesso fosse causata dalle sorti di Naruto, tutta la cittadina di collegamento alla ricerca della locanda dove alloggiavano Naruto e Jiraya.
Sasuke non sapeva che con loro c'era anche Hinata, visto che la sua aggiunta era avvenuta all'ultimo momento.
Si fece tutte le locande dando la descrizione di Naruto e quella approssimativa di Jiraya che era riuscito a recuperare da Teuchi.
Il che lo portò ad una serie di equivoci anche leggermente imbarazzanti.
Ma alla fine riuscì a trovare la locanda giusta (e ti credo! Era l'ultima rimasta! – . – nda).
Appena il portiere disse che c'erano due clienti che corrispondevano alla descrizione, Sasuke si diresse di corsa verso la camera indicata, senza prestare attenzione all'altro che gli diceva che c'era anche una ragazzina con loro.
Il moro si diresse il più velocemente possibile da Naruto, ma quando arrivò vide Shisui e perse la testa.
Non pensava di trovarlo lì, sperava di arrivare prima.
La rabbia, il dolore e l'odio presero il sopravvento sulla ragione.
Non si accorse neanche che Hinata era tenuta in ostaggio da Kisame!
Attivò lo sharingan e compose i sigilli per attivare il mille falchi.
<< SHISUI!! Io ti ammazzo!! >> urlò prima di partire all'attacco.
Tutto avvenne in un attimo.
Sasuke partì all'attacco.
Shisui parò il colpo e lo spedì addosso a Kisame.
Kisame mollò Hinata per difendersi e spedì Sasuke addosso al muro alla fine del corridoio.
Shisui raggiunse il moro e lo prese per il collo, quasi soffocandolo.
<< Cosa credevi di fare, moccioso? Non credevi veramente di riuscire ad ammazzarmi, debole come sei, spero. >> fece quasi sogghignando.
<< Io... ti... am... ammazzo! >> disse a fatica Sasuke guardandolo con odio.
La difficoltà nel respirare si faceva sentire.
<< Sicuro? – fece Shisui curioso – Forse... Ma si dai, perché non provi a battermi qui e ora. Se ci riesci lascio in pace i tuoi amici. >> propose rilasciando la presa.
Sasuke si accasciò a terra mentre i suoi polmoni cercavano l'ossigeno.
<< Sasuke... >> disse sottovoce Naruto.
Non aveva mai visto il moro così in preda alla rabbia, o alle emozioni in generale.
Solo in quel momento, vedendo tutto l'odio che di solito si poteva solo scorgere in quelle iridi scure, si rese conto di quanto profondo fosse il baratro dove Sasuke era caduto.
Così profondo che nemmeno lui riusciva e vedere dove finiva.
Hinata, lasciata andare da Kisame, aveva raggiunto Naruto per vedere se stava bene.
Anche lei non si era accorta subito dell'arrivo di Sasuke, ma ora era preoccupata per lui.
Aveva usato per un secondo il byakugan e quello che aveva visto non le era piaciuto per nulla.
Shisui aveva una quantità di chakra molto alta e sapeva come usarlo. In più era più esperto nell'uso dello sharingan.
Sasuke non ne sarebbe uscito vivo se Shisui avesse deciso di impegnarsi.
Per una qualche ragione però, l'Uchiha più grande, aveva deciso di giocare al gatto col topo con il più piccolo.
Infatti, si stava divertendo, nei limiti del possibile in quello spazio ristretto, non voleva mica demolire l'edificio, a dare l'illusione a Sasuke di riuscire a colpirlo, per poi disilluderlo all'ultimo momento.
Non uno dei colpi di Sasuke era andato a segno, in compenso il moro aveva ricevuto parecchi colpi da parte dell'avversario ed ora era a terra, quasi svenuto.
Hinata e Naruto volevano intervenire, ma non sarebbe servito a molto. Non potevano nulla contro Shisui, per non dire che poi Sasuke non glielo avrebbe mai perdonato un loro eventuale intervento.
<< Shisui, vuoi muoverti? Non abbiamo tutto il giorno. >> si lamentò Kisame mentre muoveva in maniera molto poco rassicurante la sua spada in direzione di Hinata e Naruto.
I due ragazzi non sapevano che fare.
<< Ma che palle che sei! Non mi lasci nemmeno giocare! >> si lamentò Shisui per poi guardare Sasuke a terra ansimante.
Lo fissò per un attimo, per poi inchiodarlo nuovamente al muro prendendolo per il collo.
<< Sai una cosa cuginetto? A volte, la cosa migliore che tu possa fare per qualcuno è ucciderlo, sai? Infatti, quella notte, tutto il clan mi ha chiesto aiuto e io l'ho aiutato. Sono stato bravo vero? Ora ti chiedo, tu saprai aiutarmi? >> gli sussurrò suadente in un orecchio prima di usare lo sharingan ipnotico su di lui.
Quando Shisui lasciò la presa, Sasuke cadde a terra come un sacco di patate.
<< SASUKE!! >> urlarono Naruto e Hinata preoccupati per l'amico provando a raggiungerlo.
Hinata venne bloccata da Kisame, che la afferrò per un braccio, mentre Naruto venne bloccato dallo stesso Shisui che gli si parò davanti bloccandogli il passaggio.
<< Cosa gli hai fatto bastardo?! >> gli urlò contro Naruto infuriato e preoccupato.
<< Niente di che. Sarà solo costretto a vedere quella notte per il resto della sua vita, o finché qualcuno non lo sveglia e l'unico che può farlo sono io, quindi... direi che resterà così finché campa. Preoccupato? >> gli rispose incurante, come se stessero parlando del tempo.
<< Fallo svegliare!! >> urlò Naruto.
<< Sai una cosa? Forse, se vieni con noi di tua spontanea volontà, potrei anche pensarci. Allora, vieni con noi, volpetta? >> chiese Shisui ignorando le proteste del biondo.
<< Voi non andate da nessuna parte con Naruto! >> irruppe una voce prima che Naruto potesse rispondere.
Era arrivato Jiraya!
<< Ero-sennin!! >> esclamò Naruto quando lo vide.
Erano salvi.
Finalmente, avevano una concreta possibilità di uscirne vivi.
<< Naruto, possibile che ti ficchi sempre nei guai? E voi due, non vi vergognate ad usare un genjutsu su una bella signorina? >> disse con una calma quasi anomala.
<< Ero-sennin!! Ma come si permette di pensare alle ragazze in un momento come questo??!! >> urlò Naruto isterico, mentre Hinata era ad un passo dal collasso.
Ma si può sapere che razza di priorità aveva quello?
Intanto Jiraya si era chinato su Sasuke per vedere se era ancora vivo.
Per essere vivo, era vivo, ma aveva bisogno di cure mediche. In più aveva addosso un genjutsu molto potente. Lui non aveva le capacità per romperlo.
Solo chi l'aveva fatto, o lei, poteva scioglierlo.
Messi proprio bene.
<< Bene, allora, volete lasciarli con le buone o devo passare alle cattive? >> chiese ai due di Alba.
<< Shisui, che facciamo? >> chiese Kisame.
Perfino in due, contro uno dei tre ninja leggendari, avrebbero avuto qualche difficoltà ad uscirne interi.
<< Ce ne andiamo. Anche se mi piacerebbe rimanere a giocare con la volpetta. Va beh, pazienza. Sarà per la prossima volta. Arrivederci! >> fece gioviale Shisui prima di scomparire con Kisame al seguito.
L'improvvisa scomparsa dei due lasciò un attimo spaesati Naruto e Hinata che rimasero immobili per un attimo.
Poi, una volta ripresi, si precipitarono da Sasuke per controllare le sue condizioni.
Il moro era ricoperto di lividi, qualche taglio ed era incosciente.
Però era vivo, era già qualcosa.
Giusto in quel momento fece irruzione un vortice verde che andò ad abbattersi su Jiraya.
L'eremita parò il colpo rivelando che il tornado ambulante si trattava solo di Gai che l'aveva scambiato per un nemico.
Idiota. (opinione molto personale, eh. Nda)
Dopo tutta una serie di scuse da parte di Gai, i due adulti cominciarono a discutere su quello che era successo.
Alla fine si decise che Gai avrebbe riportato a Konoha Sasuke perché gli curassero le ferite, mentre Jiraya e i ragazzi avrebbero continuato le ricerche di quella persona.
Persona che Gai fu molto contento di sapere che sarebbe tornata al villaggio.
Magari avrebbe potuto fare qualcosa per Rock Lee.
Gaara c'era andato giù veramente pesante durante le selezioni chunnin.
<< Bene, allora ci vediamo quando torneremo al villaggio. Mi raccomando con Sasuke. >> disse Jiraya prima che Gai se ne andasse.
Dopo di che, anche il nostro trio ripartì in direzione della prossima città di collegamento.
<< Scusi Ero-sennin, ma chi è la persona che stiamo cercando? >> chiese Naruto mentre camminavano.
<< Sì, Jiraya-sama. Chi stiamo cercando? >> diede man forte Hinata.
<< Stiamo cercando l'unica donna del trio dei ninja leggendari. Stiamo cercando la Principessa delle lumache, Tsunade. Il problema è che usa le arti magiche per mantenersi giovane. Non ho la più pallida idea di come sia il suo aspetto al momento. Speriamo bene. >> rispose Jiraya meditabondo.
I due ragazzi rimasero di sasso a quella rivelazione.
Cioè, stavano cercando qualcuno di cui non conoscevano neanche l'aspetto?
Ok, c'è qualcosa che non va.
<< E come faremo a trovarla? >> chiese Hinata cercando di far riprendere Naruto dallo shock.
<< Come? Semplice. Ha il vizio del gioco, ma perde sempre, quindi basta chiedere in giro. È quasi più conosciuta per perdere forti somme di denaro che per essere il miglior ninja medico delle terre ninja! >> concluse l'Eremita.
Alle parole “miglior ninja medico delle terre ninja”, Naruto abbandonò ogni dubbio e decise che l'avrebbero trovata.
Chi meglio di questa donna poteva sapere come fare a curare Sasuke?
Con rinnovato entusiasmo, forse anche un po' troppo, Naruto riprese a camminare vivace davanti agli altri due.
Jiraya lo lasciò allontanare un po'. Vederlo così pieno di energia gli ricordava Minato, solo con il carattere esplosivo di Kushina.
Non si può avere tutto dalla vita.
Il viaggio fino alla città successiva passò tranquillo tra Naruto che parlava a ruota libera, Hinata che arrossiva per un non nulla e Jiraya che si chiedeva quanto idiota fosse il biondo per non essersi ancora accorto di nulla.
Ecco dove finivano tutte le somiglianza con Minato. Identici nell'aspetto, ma per il resto...
Stendiamo un velo e chiudiamola qua.
Arrivarono alla città di collegamento senza trovare intoppi lungo la strada.
Dopo aver depositato gli zaini nella camera della locanda che avevano scelto, Jiraya sparì nei meandri della città con la scusa di fare ricerche, mentre Naruto e Hinata decisero di farsi un giro.
I due passeggiarono per il villaggio chiacchierando del più e del meno, almeno finché non incrociarono Jiraya.
L'uomo stava facendo tutto tranne quello che erano venuti a fare.
La cosa non andò molto giù a Naruto che prese a urlargliene di tutti i colori (si può biasimare? Nda).
Nella foga, però, non si accorse di un uomo che stava entrando nel locale e ci finì addosso sporcandogli il giubbotto.
L'uomo non la prese molto bene (ma tutti idioti qui? Capita, mica è colpa sua se è sbadato. Nda) e pretese che il giubbotto gli venisse risarcito.
Il tutto solo perché era un chunnin e si credeva chissà chi.
Jiraya, non sopportando il comportamento spocchioso dell'uomo, concentrò in una mano una grande quantità di chakra dandogli la forma di una sfera vorticante e ordinò a Naruto di osservare bene.
Il biondino, e anche Hinata, non capivano come una sfera di chakra come quella potesse fare qualche danno.
Si, ok, racchiudeva una notevole quantità di chakra, ma nulla di più.
Perfino con il byakugan, Hinata non ci trovò nulla di speciale in quella sfera.
I due dovettero ricredersi quando videro l'uomo volare dall'altra parte della strada, atterrando su una bancarella distruggendola, quando venne colpito da quella innocua sfera azzurra.
Chi l'avrebbe mai detto che una cosa così innocua, avrebbe steso un chunnin in un colpo solo.
Naruto era rimasto a bocca aperta.
Neanche il tempo di riprendersi che stava già chiedendo a Jiraya se gliela insegnava.
L'altro ci pensò su un momento, ma poi acconsentì.
In fondo, gli aveva promesso che gli avrebbe insegnato una tecnica nuova.
Visto poi che questa era una delle tecniche di Minato...
Magari sarebbe anche riuscito a migliorarla prima o poi.
Un testone come lui, se si fosse messo in testa di riuscirci, chissà dove sarebbe finito.
Jiraya comprò tutte palle e palloncini della bancarella andata distrutta e portò i ragazzi in un luogo tranquillo al di fuori della cittadina e gli fece rivedere la tecnica.
Spiegò la teoria della tecnica ricevendo uno sguardo confuso di Naruto e uno tranquillo di Hinata.
Ovviamente il biondino non aveva capito un tubo.
Jiraya si stava domandando come fosse possibile che abbia superato gli esami all'accademia.
<< Ok, va bene Naruto. Diciamo solo che, per apprendere la tecnica, devi passare tre fasi di allenamento. Capito fin qua? >> ritentò l'Eremita.
<< Qual'è la prima fase?! >> chiese eccitato Naruto.
Jiraya fece un profondo respiro sconsolato.
Beh, meglio cominciare a questo punto.
Gli mostrò quale fosse la prima fase per apprendere la nuova tecnica.
Doveva riuscire a far esplodere un palloncino pieno d'acqua facendo vorticare il chakra al suo interno.
Naruto ci si mise subito.
<< Hinata, io non sono pratico delle tecniche del tuo clan. Però, se hai una tecnica che non ti esce posso vedere se riesco a darti qualche consiglio. >> propose Jiraya a Hinata, mentre Naruto cercava di capire come fare a far scoppiare quel palloncino.
<< Non si preoccupi Jiraya-sama. Mi arrangerò in qualche modo. >> rispose Hinata.
<< Va bene, come vuoi. Tieni d'occhio il biondino qui allora. E, per favore, leva quel sama che mi fa sentire più vecchio di quanto non sia. Io ritorno a cercare qualche informazione su Tsunade. Stai attenta che non si cacci in qualche guaio. >> disse Jiraya prima di avviarsi di nuovo verso la cittadina.
Hinata balbettò qualcosa di molto simile al fatto che non avrebbe più usato il sama, per poi andare a vedere come se la cavava Naruto.
Ci sarebbe voluto un po' perché capisse come fare, ma avevano tempo.
A volte il byakugan aiutava seriamente.
Però non avrebbe detto niente a Naruto.
In fondo, se avesse saputo già come fare, che senso avrebbe avuto l'allenamento?
Fu così che Hinata si mise ad esercitarsi con le tecniche del suo clan mentre Naruto cercava un modo di far esplodere quel dannato palloncino.
Jiraya, meglio non sapere cosa faceva mentre cercava informazioni.
Certe cose è meglio non saperle.
Io: allora, che ne dite?
Sasu: perché non me ne fai mai fare una giusta?
Io: perché mi serve qualcuno da torturare.
Sasu: perché devo essere sempre io?
Io: che c'è? Sei nella fase dei perché dei bambini? Eppure pensavo che quella fase fosse passata da un pezzo.
Sasu: sarcasmo?
Io: non l'hai notato? E come mai così calmo?
Infermiera: gli abbiamo dato una dose di calmanti. L'effetto durerà qualche ora.
Io: grazie. Almeno avrò tempo per prepararmi alla sfuriata su quello che è successo nel capitolo.
Infermiera: di nulla. Dovrebbe ringraziare il fratello del ragazzo per aver avuto l'idea.
Io: grazie Itachi!!!
Itachi: di nulla. Però, autrice, lo farai rinsavire?
Io: me tocca, ma non ora. Al momento lo torturerò ancora un po'.
Naru: Hinata, sul serio sai come fare sta cosa?
Hina: si, vuoi che te lo dica?
Naru: no! Voglio farlo da solo.
Io: così si fa! Vai così Naruto!!!
Meglio lasciare tutti a fare quello che devono fare. Intanto mi preparo per quando i calmanti di Sasuke avranno fatto effetto.
Qualcuno sa dove ho messo le aspirine contro il mal di testa? Non le trovo più.
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Capitolo 30 *** capitolo 26 ***
Mi scuso immensamente per il
ritardo, ma ho avuto un po' di problemi, spero mi possiate scusare.
Spero anche che questo
capitolo vi piaccia e che non vogliate farmi fuori dopo averlo letto.
Io ho fatto del mio meglio,
lo giuro.
Beh, vi lascio alla lettura
sperando che non vogliate uccidermi dopo.
Buona lettura!
Iaele
CAPITOLO
26
Gai portò Sasuke direttamente all'ospedale di
Konoha cercando di fare il più in fretta possibile.
Sapeva che lì non potevano fare nulla per
tirarlo fuori dall'illusione in cui Shisui l'aveva fatto cadere, ma
almeno potevano evitare che il suo corpo risentisse troppo
dall'immobilità prolungata.
L'uomo, lungo la strada, aveva anche cercato un modo
delicato per dirlo a Itachi ma, non riuscendoci, aveva deciso di
dirlo a Kakashi che poi l'avrebbe riferito all'Uchiha sperando che
non avesse reazioni violente.
Lasciò Sasuke alle cure delle infermiere dopo
aver spiegato velocemente cosa gli era capitato e poi era partito
alla ricerca di Kakashi.
Nel frattempo, l'ospedale era riuscito ad informare
Itachi che non l'aveva presa per niente bene.
Si era fatto dire tutto quello che Gai aveva riferito
e gli ci vollero parecchi minuti perché le informazioni
assumessero un senso.
Senza neanche riflettere si precipitò in
ospedale sperando che fosse solo un brutto incubo.
Non poteva essere vero.
Il suo adorato fratellino non poteva essere ridotto
in quello stato.
Shisui non poteva avergli fatto anche questo.
Non dopo quella notte, non dopo il casino delle
selezioni chunnin, anche questo no.
Non seppe neanche come arrivò all'ospedale
senza causare incidenti visto lo stato in cui era e si diresse
direttamente nella stanza del fratello sperando di trovarlo sveglio e
che gli dicesse che era solo uno scherzo, un brutto sogno, un incubo,
che era tutto a posto.
Ma non fu così.
Quando entrò nella stanza trovo il fratello
steso sul letto, quasi fosse solo addormentato.
Itachi però sapeva che non era così e
non sapeva come fare per farlo svegliare.
Certo, poteva provare con il suo sharingan ipnotico
appena risvegliato, ma non sapeva ancora fin dove poteva spingersi
senza danni, quindi avrebbe potuto fare più male che bene.
Per un momento considerò anche l'idea di
andare a cercare Shisui e di costringerlo, anche con le cattive, cosa
che al momento non gli sarebbe per niente dispiaciuta, a sciogliere
l'illusione.
Non sapeva cosa Sasuke stava vedendo, ma di sicuro
non era nulla di piacevole.
In quel momento si sentiva così inutile e
inerme.
Si accasciò sulla sedia a fianco al letto con
la testa tra le mani, disperato.
Oltre alla disperazione e al dolore sentiva una
rabbia bruciante e una gran voglia di mettere le mani su Shisui e
ammazzarlo nel modo più doloroso possibile.
Mai come in quel momento si sentiva inutile e
impotente.
Un dolore straziante gli lacerava il petto e gli
inondava l'anima.
Era un passo dal mettersi al piangere come un bambino
dal dolore.
L'unica cosa che gli impediva di farlo era che non
poteva assolutamente permetterselo in quel momento. Non solo non
sarebbe servito a nulla, ma non lo avrebbe neanche fatto sentire
meglio.
In quel momento, mentre osservava Sasuke che sembrava
dormire su quel letto d'ospedale, si ritrovo a pensare che mai come
in quel momento avrebbe voluto uccidere Shisui.
Mai aveva desiderato la morte di qualcuno come in
quel momento.
Quanto si era perso di Sasuke mentre cercava di
portare a casa quello che serviva per andare avanti?
Quanto si era perso di suo fratello tra una missione
e l'altra?
A quanto aveva rinunciato per poter stare il più
possibile con suo fratello?
In quel momento tutto gli sembrò inutile,
tutto buttato in fumo in un attimo.
Oltre al dolore e alla rabbia, Itachi provava anche
senso di colpa.
Perché non era andato con lui?
Perché non l'aveva fatto?
Perché?!
Nel frattempo Gai aveva trovato Kakashi e gli aveva
raccontato tutto, pregandolo di trovare un modo per dirlo a Itachi
perché lui non sapeva come fare.
Neanche Kakashi aveva idea di come fare a dare una
notizia del genere, ma promise che ci avrebbe pensato lui.
Passò a casa di Itachi pensando di trovarlo
lì, ma così non fu.
Provò a cercarlo per tutto il villaggio finché
non si imbatté in una signora che stava dicendo ad una sua
amica che Itachi si era fiondato all'ospedale come in trans e che non
sapeva il perché ma che quasi sicuramente centrava Sasuke.
Sentito ciò Kakashi si diresse velocemente
all'ospedale consapevole che Itachi aveva bisogno di qualcuno con cui
parlare del dolore che sicuramente lo stava divorando.
Quando entrò nella stanza d'ospedale lo trovò
accasciato sulla sedia, il volto tra le mani e la spalle cadenti. Era
il ritratto della disperazione.
<< Itachi... >> all'improvviso Kakashi si
rese conto che qualsiasi cosa avrebbe detto non sarebbe servita a
nulla.
Non c'erano parole per un dolore come quello.
Lui c'era passato in una situazione simile, più
di una volta, sapeva che non c'erano parole che potessero lenire una
ferita del genere.
Gli si sedette semplicemente accanto facendogli
capire che lui era lì se aveva bisogno.
Come se avesse aspettato solo quello, Itachi cominciò
a piangere silenziosamente.
<< Itachi, non so quanto possa servire, ma Gai
mi ha detto che Jiraya, Naruto e Hinata sono sulle tracce di Tsunade.
La riporteranno al villaggio e vedrai che lo libererà
dall'illusione. Non preoccuparti, si risolverà tutto. >>
gli disse Kakashi quando gli sembrò che Itachi si fosse
calmato un po'.
Il ragazzo si limitò ad annuire in silenzio.
<< Itachi, se hai bisogno di qualcosa io ci
sono, ok? >> fece Kakashi dopo un lungo silenzio.
L'altro annui sempre in silenzio.
Kakashi, dopo qualche minuto, lasciò la stanza
in silenzio e tornò a casa propria.
Questa proprio non ci voleva.
Da quello che gli aveva detto Gai, Naruto stava bene
e non era in pericolo al momento.
Pregò per Jiraya che fosse veramente così
altrimenti l'avrebbe conciato per le feste, ninja leggendario o no
che fosse.
La cosa che lo stupiva però, era che Hiashi
non fosse ancora andato da lui a lamentarsi perché con Jiraya
e Hinata c'era anche Naruto.
Possibile che non lo sapesse?
Beh, se le cose stavano così, non sarebbe di
certo andato lui a dirglielo.
Aveva già abbastanza problemi così, non
gliene servivano altri.
Meno che mai causati da un vecchio scorbutico che non
vedeva più in là del proprio naso.
“Jiraya, prega dio che non succeda nulla a
Naruto o ti posso giurare che te ne faccio pentire” pensò
prima di tornare ai suoi compiti.
*****
Naruto non riusciva a far esplodere quel dannato
palloncino pieno d'acqua neanche con tutta la buona volontà
che ci metteva.
Non riusciva proprio a venire a capo di quel dannato
problema.
Hinata era sicura che prima o poi ci sarebbe riuscito
e lo sosteneva come meglio poteva.
Naruto, la soluzione al problema, la trovò in
modo un po' insolito.
Lui e Hinata si erano alzati e stavano andando a fare
colazione, servizio incluso nella locanda in cui stavano alloggiando,
e si ritrovarono davanti ad un gatto che stava giocando con uno dei
palloncini pieni d'acqua con cui si esercitava Naruto, facendolo
rotolare da una parte all'altra con le zampe.
All'improvviso il palloncino scoppiò
spaventando in gatto.
In quel momento a Naruto venne un'illuminazione
divina.
Lui, il chakra all'interno del palloncino, lo faceva
girare solo in un senso, per questo non esplodeva. Doveva farlo
vorticare in tutte le direzioni per riuscire ad ottenere il risultato
sperato!
Finalmente aveva capito!
Prese Hinata, prese un palloncino e andò a
dare la sveglia all'eremita dei rospi che stava ancora dormendo nella
sua stanza.
Naruto, aiutandosi con la mano libera per dare al
chakra un flusso vorticoso, riuscì a far esplodere il
palloncino pieno d'acqua in faccia a Jiraya che si svegliò di
colpo ritrovandosi faccia a faccia con un Naruto sorridente e
soddisfatto.
<< Naruto, vuoi gentilmente spiegarmi che hai
combinato? >> chiese l'eremita per vedere se doveva strozzarlo
oppure no.
<< Ce l'ho fatta Ero-sennin! Ce l'ho fatta! >>
esultò Naruto con un sorriso gigantesco.
Jiraya si alzò con un grugnito e dopo essersi
vestito, fece cenno ai due ragazzi di seguirlo per andare a fare
colazione.
Solo dopo che si furono seduti tutti e tre, l'anziano
chiese a Naruto come aveva fatto.
Il ragazzo non si limitò a raccontare come un
gatto gli aveva fatto venire in mente la soluzione al suo problema,
ma glielo fece pure vedere.
Il risultato?
La colazione di Naruto finì inzuppata d'acqua,
ma il biondo era troppo contento per notarlo.
Il sorriso del ragazzo era contagioso e perfino
Hinata si ritrovò a sorridere leggermente, contenta per i
successi del compagno di squadra.
<< Bene Naruto, direi che sei riuscito a
trovare la soluzione. In modo un po' insolito, ma va bene lo stesso.
>> si complimentò Jiraya.
<< Allora? La seconda fase? >> chiese
tutto eccitato il ragazzo.
<< Allora, prima di tutto fai colazione, poi,
prima che la signorina diventi un tutt'uno con i pomodori, ti dai una
calmata, poi ti spiego la seconda fase. >>
<< Ma uffa!!! >> si lamentò Naruto
mettendo il broncio.
<< Senti moccioso, ora mangi e mi lasci fare
colazione in pace intesi? Poi ti spiego tutto >> lo riprese
l'eremita.
<< Naruto-kun... >> disse Hinata
diventando ancora più rossa di quanto già non fosse.
<< Uffa! >> sbuffò il ragazzo, ma
si mise a far colazione senza più protestare.
Finirono colazione con abbastanza calma, dopotutto,
Naruto, non era proprio tipo da calma assoluta e prolungata.
Dopo di che, per la gioia del biondino, tutti e tre
si diressero nello spiazzo fuori dal piccolo paesino dove i due
ragazzi si erano allenati fino a quel momento.
<< Allora, Naruto, ora dovrai provare a far
scoppiare queste palle di gomma concentrando il chakra in un punto
solo e facendolo vorticare al suo interno. Capito? Questo serve per
fare in modo che tu impari a concentrare il chakra in un solo punto.
Ci sei? >> spiegò Jiraya dando anche una piccola
dimostrazione.
<< Credo di si. >> rispose Naruto.
<< Bene, allora vi lascio. Buon lavoro. Hinata,
sicura che non vuoi un consiglio? >> chiese Jiraya mentre
faceva per andarsene.
<< No, Jiraya-sama, non mi serve nulla. Mi è
venuta un'idea, ma vorrei vedere se è fattibile prima di
importunarla. >> rispose la ragazza educata.
<< Ok, come vuoi. Ci vediamo più tardi.
>> disse l'eremita per poi tornare alla ricerca di informazioni
su Tsunade.
I due ragazzi rimasero da soli.
<< Ehm... Hinata... io allora mi metto al
lavoro. >> disse Naruto prendendo la prima palla e cominciando
l'allenamento.
Hinata annuì solamente e cominciò a
lavorare sulla sua idea.
Il suo byakugan aveva un punto cieco e doveva trovare
un modo per coprirlo in qualche modo.
Vedere come l'acqua all'interno del palloncino si
muoveva in tutte le direzioni le aveva fatto venire un'idea.
Ora doveva solo trovare un modo per metterla in
pratica.
*****
Da quando aveva saputo quello che era successo al
fratello, Itachi non si era mosso dal suo capezzale tranne che per le
necessità primarie.
Kakashi passava spesso da lui per vedere come stava e
di sicuro l'amico non stava bene.
Lo capiva, capiva quello che stava passando, capiva
il suo dolore.
L'unica cosa che poteva fare era fargli sapere che
gli stava vicino, nulla di più.
Un pomeriggio passò un po' prima del solito da
Itachi e lo trovò come il solito che fissava il fratello.
<< Itachi, non credi che forse dovresti tornare
a casa anche solo per un po'? >> provò a dire Kakashi.
Stare lì non cambiava nulla e non gli faceva
bene.
<< Kakashi, senza offesa, ma no. >>
rispose pacato l'altro.
<< Ok, come vuoi, ma stare qui non ti fa bene e
non serve a nulla. Credo che questo tu lo sappia. >> gli
rispose Kakashi sapendo che insistere era inutile.
Calò il silenzio.
<< Come hai fatto? >> chiese
all'improvviso Itachi.
<< Come ho fatto cosa? >> rispose Kakashi
inarcando un sopracciglio.
Si era posizionato davanti alla finestra, dall'altra
parte del letto che ospitava Sasuke, e si era appoggiato alla parete
con la schiena.
<< Naruto. Come hai fatto? Io con Sasuke non so
quasi mai da che parte battere la testa. Tu come fai? >> spiegò
Itachi.
<< Ho fatto meglio che potevo. Ho sbagliato
pure io, non credere. Ho fatto solo quello che ritenevo meglio. Sei
preoccupato per quello che potrebbe fare Sasuke per seguire la sua
sete di vendetta? >>
<< Sì, ho paura. Paura di scoprire fin
dove potrebbe spingersi. Paura di non arrivare in tempo a fermarlo.
Paura che non si svegli più. >> disse Itachi
visibilmente a pezzi.
Mai come in quel momento era sembrato il ragazzo che
era in realtà.
Il lavoro da ANBU e le varie missioni svolte anche
per conto proprio, lo avevano costretto a mettere una maschera di
indifferenza sul volto.
Maschera che ora sembrava essere andata in frantumi.
<< Ascoltami Itachi. Naruto e Jiraya sono
andati alla ricerca di Tsunade, da quello che mi ha detto Gai, per
riportarla al villaggio. Quindi non preoccuparti. Nessuno resiste a
Naruto quando si mette qualcosa in testa. Lo sai no? >> provò
a rassicurarlo Kakashi.
Anche lui aveva qualche dubbio che Jiraya, Naruto e
Hinata riuscissero a convincere Tsunade a tornare al villaggio dopo
anni di assenza, ma, chi lo sa. Magari sarebbe successo un miracolo.
Con Naruto non si poteva mai sapere.
<< Davvero? >> chiese Itachi con un filo
di voce?
<< Davvero. >> rispose Kakashi.
Forse, dopo tutto, una speranza ancora c'era.
Itachi si concesse di sperare e pregò che non
gli capitasse mai sotto mano Shisui perché, ormai, era sicuro:
non avrebbe risposto delle sue azioni.
Sinceramente, spero di aver
fatto un buon lavoro e mi scuso ancora per il ritardo nel postare.
Spero che vogliate lasciare
un commento anche piccolo piccolo.
Iaele
|
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Capitolo 31 *** capitolo 27 ***
*Si affaccia con cautela per
vedere se c'è qualcuno che la vuole uccidere per l'immenso
ritardo*
Allora, mi dispiace
immensamente per l'enorme ritardo, ma questo ritardo ha un nome,
anzi, più di uno. In ordine: 1. blocco dello scrittore; 2.
università e relativi esami; 3. poca voglia di mettermi al
computer; 4. problemi personali.
Spero che possiate
perdonarmi.
Ora, qui abbiamo l'incontro
con Tsunade e, sinceramente, non saprei proprio dire come mi è
venuto questo capitolo. Spero non sia una schifezza totale.
Vi lascio alla lettura che
forse è meglio.
Scusatemi ancora per il
ritardo!
*si defila prima che
qualcuno provi ad ammazzarla sul serio*
CAPITOLO
27
Hinata non era proprio sicura che quello che le era
venuto in mente fosse fattibile, ma tentare non avrebbe fatto male a
nessuno.
Doveva solo capire da che parte cominciare.
La tecnica che Jiraya stava insegnando a Naruto era
molto potente e forse, se adattata nella maniera giusta, poteva
essere coniugata con il juken.
Mentre Hinata cominciava a formulare un modo per
mettere in pratica la sua idea, Naruto cercava in tutti i modi
possibili di far esplodere quel dannato pallone di gomma con scarsi,
per non dire nulli, risultati.
Il ragazzo non sapeva proprio quale fosse il
problema, ma non si sarebbe arreso per nessun motivo.
Quando l'Ero-sennin sarebbe tornato gli avrebbe
chiesto un indizio su come riuscire in quella impresa.
Nel frattempo avrebbe tentato in tutti i modi che gli
sarebbero venuti in mente.
Intanto Jiraya stava cercando notizie di Tsunade in
città con scarso successo.
La donna aveva sempre avuto un talento naturale nello
sparire velocemente, ma qui si stava battendo qualsiasi record.
Non faceva a tempo ad arrivare in una città
che lei si era volatilizzata.
Un casino insomma.
Forse era meglio se andava a vedere come se la
cavavano i suoi due allievi.
Sulla responsabilità di Hinata non aveva alcun
dubbio, era su quella di una certa testa dura che aveva qualche
dubbio.
Meglio assicurarsi che non si fosse spinto troppo in
là per il suo fisico.
Quando Jiraya arrivò allo spiazzo fuori città
dove i ragazzi si allenavano si ritrovò davanti ad una Hinata
che stava cercando di far riprendere un Naruto ormai esausto con una
quindicina di palloni bucati attorno.
Beh, un progresso c'era stato in fin dei conti.
<< Va bene, pausa ora. >> disse Jiraya
tirando fuori dei ghiaccioli, che aveva comprato sulla via del
ritorno, e porgendoli ai due ragazzi.
<< Non sono riuscito a far scoppiare la palla
di gomma. >> si lamentò il biondo accettando, però,
il ghiacciolo.
<< Vero, però un piccolo progresso l'hai
fatto lo stesso no? >> fece notare l'adulto.
Naruto mise il broncio, ma non rispose.
<< Sono sicura che ce la farai Naruto-kun. >>
lo incoraggiò invece Hinata arrossendo un poco.
Al che Naruto si aprì in un piccolo sorriso,
per poi rimettere subito il broncio.
I due ragazzi mangiarono in silenzio il ghiacciolo
che Jiraya gli aveva portato.
<< Ok, Naruto, fammi vedere dove sei arrivato.
>> disse ad un certo punto l'eremita.
Il biondo, un po' di malumore visto tutti i
fallimenti, si alzò e prese l'ennesima palla di gomma.
Si concentrò, provò con tutte le sue
forze a farla scoppiare, ma l'unico risultato fu un piccolo che
sgonfiò la palla.
<< Forse so qual è il tuo problema. >>
disse Jiraya dopo aver osservato il suo allievo e aver riflettuto un
attimo su quello che aveva visto.
<< Sul serio?! >> esclamò il
ragazzo su di giri.
<< Sì, sul serio. Ora ascoltami bene.
Quello che hai imparato con il palloncino è la rotazione dei
chakra. Qui devi concentrarlo in un punto solo e poi rilasciarlo di
colpo. Hai capito? >>
Jiraya non poteva dare una spiegazione più
semplice di quella, ma Naruto non aveva capito lo stesso e la sua
faccia perplessa parlava per lui.
Con uno sospiro di rassegnazione, Jiraya prese un
foglio bianco e chiese a Naruto di fissarlo.
Poi prese una penna e fece un segno al centro del
foglio e chiese a Naruto di fissarlo di nuovo.
Dopo di che gli spiegò che, la mente, per
concentrarsi, deve avere un punto su cui potersi fissare.
Quindi lui doveva cercare di concentrare il suo
chakra in un punto unico.
Con questo esempio Naruto sembrò afferrare il
concetto e si rimise di buona lena ad allenarsi di nuoco di buon
umore.
Jiraya scambiò due parole con Hinata e poi
tornò a cercare informazioni su Tsunade.
La ragazza si era resa conto che non poteva chiedere
aiuto a Jiraya per la sua idea, ma a suo padre o a Neji. Loro
conoscevano il juken meglio di lei e solo loro potevano dirle se
quello che aveva in mente era fattibile.
Quindi, nel frattempo, si sarebbe migliorata nel
juken.
Anche con la complicità di qualche clone di
Naruto.
*****
Jiraya stava girando per l'ennesima volta la città
alla ricerca di qualcuno che sapesse dove fosse Tsunade.
Finalmente, in un bar, trovò qualcuno che
avesse notizie della donna.
A quanto pareva la donna aveva perso una forte somma
di denaro al gioco e aveva ben deciso di eclissarsi per evitare i
creditori.
La solita storia da quando la conosceva, non era
cambiata per nulla in tutti quegli anni.
L'uomo al bar sapeva anche in che direzione Tsunade
era fuggita, quindi Jiraya decise di andare a recuperare i suoi
allievi e raggiungerla prima che sparisse di nuovo.
Aveva uno strano presentimento addosso.
Quando andò a recuperare i due ragazzi per
dirgli che sarebbero partiti, arrivò giusto nel momento in cui
Naruto riuscì finalmente a far esplodere la tanto odiata palla
di gomma.
Venne anche sbalzato di qualche metro all'indietro
per l'enorme quantità di chakra che aveva usato, ma con un po'
di pratica avrebbe imparato a dosarlo correttamente.
Ora però non avevano tempo, dovevano andare.
Ovviamente, il fatto che dovessero interrompere
l'allenamento non andò molto giù a Naruto, ma venendo a
sapere che la terza fase per imparare la tecnica del Quarto poteva
farla anche camminando, tornò di buon umore.
E dopo una dimostrazione pratica, su un povero albero
preso a caso, di quello che sarebbe uscito una volta che fosse
riuscito a unire quello che aveva imparato con il palloncino e la
palla di gomma, prese il palloncino che gli lanciò Jiraya e
cominciò subito a lavorare.
Ogni tanto poneva una domanda sul Quarto, o sul
perché Jiraya avesse accettato di allenarlo, o su qualsiasi
cosa gli passasse per la testa.
Qualche volta rivolgeva frasi carine ad Hinata che
puntualmente arrossiva come un pomodoro.
E puntualmente Jiraya se la rideva sotto i baffi.
In ogni caso, di progressi duranti il viaggio, Naruto
ne fece pochi.
Non perché non ci provasse, non perché
fosse un incapace, ma perché non riusciva a trovare un modo
per mantenere stabile sia il flusso che la rotazione del chakra.
Hinata aveva provato a suggerire qualche idea, anche
grazie all'osservazione fatta con il byakugan attivo, ma non ci fu
nulla da fare.
Alla fine Naruto doveva trovare la soluzione che
faceva per lui da solo.
Finalmente erano arrivati alla meta.
Ora dovevano solo trovare Tsunade, sperando che fosse
ancora là.
*****
Tsunade e Shizune erano sedute ad un tavolo di una
piccola locanda davanti ad una bottiglia di sakè.
Le due avevano appena avuto un incontro con
Orochimaru e il suo tirapiedi, Kabuto.
Il sennin dei serpenti aveva proposto uno scambio
alla principessa delle lumache: lei gli guariva le braccia sigillate
dal Terzo Hokage e lui le restituiva il fratellino e il fidanzato
morto tramite una delle tecniche proibite che aveva imparato.
Nonostante Tsunade sapesse che era sbagliato
accettare quel patto, che fosse contro ogni principio, una parte del
suo cuore le chiedeva disperatamente di accettare.
Shizune stava cercando le parole adatte per far
desistere la sua maestra dell'accettare quel patto, ma non riusciva a
trovare il modo giusto di porre la questione.
Così tra le due donne regnava il silenzio e
una bottiglia di sakè quasi vuota.
Bevuta per intero da Tsunade per la precisione.
Ad un certo punto Tsunade si sentì chiamare da
una voce che conosceva molto bene, così alzò gli occhi
e vide Jiraya all'entrata della locanda che la fissava sorpreso in
compagnia di due ragazzi.
La ragazza era sicuramente una Hyuga, mentre il
ragazzo assomigliava in maniera impressionante al Quarto Hokage.
<< Jiraya? >> lo chiamò un po'
confusa. Non si aspettava di trovarlo là.
Il gruppetto di nuovi arrivati si sedette con le due
donne e ordinarono qualcosa da bere, Jiraya, e qualcosa da mangiare,
Naruto e Hinata.
Mangiarono in silenzio, mentre Naruto cercava di
capire come una donna che doveva avere cinquant'anni dimostrasse di
avere l'aspetto di una ragazza.
Alla fine della cena, Tsunade decise che era ora di
passare alle cose serie.
<< Allora, Jiraya, come vuoi da me? >>
disse tirando fuori un mazzo di carte e mescolandole.
<< I saggi del consiglio della Foglia mi hanno
mandato a chiederti se vuoi diventare Quinto Hokage. >> disse
l'uomo senza troppi giri di parole, facendo andare di traverso un
boccone a Naruto e prendendo di sorpresa tutti gli altri commensali.
Ma non erano andati a cercare Tsunade per farla
tornare al villaggio per guarire Sasuke?
Questa da dove saltava fuori?
Tsunade non disse nulla, si limitò a
distribuire le carte per iniziare una partita con Jiraya.
Durante la partita ci fu una discussione riguardo
alla proposta avanzata da Jiraya, che Tsunade sembrava intenzionata a
non accettare assolutamente.
La donna sembrava non apprezzare il compito e le
responsabilità dell'Hokage, anzi, sembrava disprezzarlo
proprio. In più stava ancora pensando alla proposta che le
aveva fatto Orochimaru.
La cosa non andava giù a Naruto, che vedeva
l'Hokage come un qualcuno di importante e degno di rispetto per i
sacrifici che era disposto a fare per il bene del villaggio.
Nemmeno Hinata riusciva a credere che Tsunade, una
dei tre ninja leggendari, nipote del primo Hokage, dicesse cose del
genere.
Alla fine, Naruto diede voce alle proprie rimostranze
in maniera esplosiva e rumorosa, oltre che con una certa
maleducazione.
<< N-non c-credo a-abbia ra-ragione,
T-Tsunade-sama. >> si limitò a balbettare Hinata.
Tsunade, accorgendosi solo in quel momento della
ragazza, la fulminò con lo sguardo.
<< Jiraya, da quando ti porti dietro anche le
ragazzine? E posso sapere chi è questo pivello? >>
chiese la donna seccata dalla reazione di Naruto.
<< Ma come si permette! >> si scaldò
Naruto.
Pivello a chi?
E, prima di tutto, cosa voleva insinuare su Hinata?
Naruto si scaglio contro Tsunade, ma venne
prontamente bloccato da Jiraya e da Hinata.
<< Naruto, sta buono. >> lo rimproverò
Jiraya lasciandolo andare una volta che si fu calmato.
<< Buon un cavolo. Ma come si permette di dire
certe cose sugli Hokage?! Non glielo permetto! Io la sfido! >>
<< Ah si, signorino? Sfida accettata. Andiamo
fuori. >> disse Tsunade avviandosi all'uscita del locale,
seguita dagli altri.
Hinata provò a fermare Naruto, ma fu bloccata
da Jiraya.
Quei due erano entrambe teste dure e questo era
l'unico modo in cui avrebbero potuto appianare le loro divergenze.
Il primo colpo di Naruto andò a vuoto, anzi,
Tsunade trovò il modo di ritorcerglielo contro facendogli
saltare via il coprifronte.
<< Ehi, pivello, voglio chiederti una cosa
prima che tu perda i sensi. Perché ci tieni così tanto
a difendere il nome dell'Hokage? >> chiese Tsunade.
Jiraya affilò lo sguardo per osservare la
reazione della vecchia alla risposta che avrebbe dato Naruto.
Hinata, invece, fissava preoccupata lo scontro, ma
sicura che Naruto avrebbe fatto del suo meglio.
<< Diversamente da lei, un giorno diventerò
Hokage. Costi quel che costi perché lo considero un grande
onore. Non lo dimentichi signorina. Diventare Hokage è il
sogno della mia vita! >> rispose Naruto deciso e convinto di
quanto diceva.
Tsunade si bloccò.
In quell'istante le sembrò di vedere suo
fratello e il suo vecchio amore, Dan, entrambi morti durante l'ultima
guerra.
Approfittando del momento di debolezza della donna,
Naruto tentò di colpirla con la nuova tecnica che il maestro
Jiraya gli stava insegnando.
Inutile dire che Tsunade riconobbe la tecnica e con
un dito aprì una crepa nel terreno che fece inciampare Naruto,
decretando così la sua sconfitta.
<< Jiraya, gli hai insegnato tu il rasengan? >>
chiese Tsunade mentre Shizune e Hinata davano una mano a Naruto ad
uscire dalla buca in cui era rimasto incastrato.
<< Sono il suo maestro, quindi direi di sì.
>> rispose Jiraya.
<< Non avresti dovuto insegnargli una tecnica
impossibile da imparare, gli metterai strane idee in testa così.
Solo tu e il Quarto sapete usarla. Nessuno può imparare il
rasengan. >> disse Tsunade severa.
<< Ah sì? Ne è certa? Le assicuro
che in tre giorni riuscirò a padroneggiare perfettamente
questa tecnica! >> esclamò Naruto, sicuro di se.
<< Stai attento alle promesse che fai, pivello.
Un vero ninja mantiene le promesse che fa. >>
<< Io non mi rimangio quello che dico. Io
mantengo le promesse che faccio. >>
<< Va bene allora. Ti ho una settimana. Hai una
settimana di tempo per imparare il rasengan. Se alla fine della
settimana l'avrai imparato ti darò il mio ciondolo. Nel caso
perdessi, invece, mi prenderò tutti i tuoi risparmi. >>
disse Tsunade indicando la sua collana con un dito.
Shizune protestò sconvolta. Quella era la cosa
a cui Tsunade teneva di più al mondo. Non poteva giocarlo
così!
Naruto pensò che di quel ciondolo non poteva
interessargli di meno, però poteva stare bene ad Hinata.
Sempre se l'avesse voluto ovviamente. In più
aveva quel piccolo fermaglio nascosto tra le sue cose da regalarle
non appena avrebbe trovato il coraggio di farlo.
Se avesse perso, però, non credeva che sarebbe
riuscito a guardarla di nuovo in faccia.
Ma lui non aveva nessuna intenzione di perdere.
<< Va bene, accetto. Tra una settimana vedrà,
avrò imparato la tecnica alla perfezione. >> esultò
Naruto.
<< Ma, signorina Tsunade, è proprio
sicura... >> provò a dire Shizune, ma venne bloccata
dalla sua maestra.
<< Quel pivello non ce la farà mai. E
ora andiamo. >> disse prima di voltarsi e andarsene seguita
dall'allieva.
Jiraya decise di seguire Tsunade per parlare a
quattrocchi da soli, mentre Hinata e Naruto tornarono nella camera
che avevano affittato in una locanda lì vicino.
Neanche il tempo di mettere a posto le loro cose che
qualcuno bussò alla porta.
Era Shizune che veniva a chiedere a Naruto di non
partecipare alla scommessa.
Raccontò ai due ragazzi di come il ciondolo
rispondesse solo all'autorità di Tsunade e di come, chiunque
l'avesse indossato, era morto.
Raccontò di come la sua maestra aveva perso il
fratello e il suo ragazzo e di come quel ciondolo fosse l'unica cosa
che gli rimaneva di entrambi.
Hinata capì che Tsunade aveva sofferto
veramente molto per quelle morti e un po' le dispiacque.
Naruto invece non disse nulla. Semplicemente prese ed
uscì.
<< Ma dove vai? >> gli chiese Shizune
cercando di capire se l'aveva ascoltata oppure no.
<< Mi devo allenare. >> rispose Naruto
imboccando la porta.
Hinata rimase per qualche minuto con Shizune per poi
raggiungere Naruto.
L'avrebbe aiutato a imparare il rasengan.
Costi quel che costi.
E così una settimana lentamente passò...
Bene, nella speranza che non
vogliate uccidermi e che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo al
prossimo che, spero, arriverà presto.
Per chi volesse, sto
pubblicando una raccolta di drabble incentrata sui personaggi di
Naruto e si intitola “Silenzio assordante”. Se vi può
interessare la trovate nella mia pagina autore e se no pazienza.
Alla prossima!
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Capitolo 32 *** Capitolo 28 ***
Ok, sono in ritardo
stratosferico, lo so e mi dispiace. Ma tra gli esami, il tirocinio,
la tesi e la prossima laurea e qualche malanno di stagione, ho avuto
qualche problema. Aggiungiamo anche che la crisi da pagina bianca si
è fatta ben sentire, spero potiate capire.
In ogni caso ecco qui il
capitolo.
Giuro che ci ho provato a
scrivere lo scontro con Orochimaru, ma proprio non mi usciva in
nessuna maniera, quindi spero che vi vada bene come ho risolto la
faccenda.
Spero perdoniate eventuali
imprecisioni in questo capitolo ma sono andata a memoria e potrei
aver fatto qualche piccolo errore. In caso prendetele come licenze
d'autore ecco.
Vi auguro buona lettura e
spero vogliate lasciare un commento lo stesso nonostante il mostruoso
ritardo.
Buona lettura!
CAPITOLO 28
Erano partiti quella mattina presto per poter
arrivare a Konoha che faceva ancora giorno.
Per tutto il viaggio, chi più chi meno, era
stato immerso nei suoi pensieri.
Uno soprattutto, il cui atteggiamento così
traqnuillo aveva fatto preoccupare non poco Jiraya.
Sì, perché vedere Naruto tranquillo a
riflettere per più di due minuti era preoccupante.
Però, pensandoci sopra, e osservando come
guardava pensieroso Hinata, l'eremita era giunto alla conclusione che
le pene di cuore potevano mettere ko chiunque. Soprattutto se testa e
cuore erano entrambi confusi e non volevano saperne di collaborare.
Povero il suo allievo!
Alla fine aveva deciso di non intrommettersi
preferendo vedere come si sarebbero svolte le cose. Era sicuro che ci
sarebbe stato da divertirsi.
Naruto invece non riusciva a smettere di pensare a
quello che era successo durante lo scontro con Orochimaru e Kabuto di
qualche giorno prima.
Perché sì, alla fine del tempo concesso
da Tsunade per apprendere il rasengan, erano andati da lei e Shizune
gli aveva comunicato che la sua maestra era andata all'incontro con
l'ex-compagno di team e ex-amico.
A Jiraya era quasi venuto un colpo e si era
precipitato a fermarla, nonostante fosse leggermente malfermo nei
movimenti.
Perché Tsunade quando faceva qualcosa la
faceva bene. Aveva dorgato uno dei tanti drink che la sera prima
Jiraya si era scolato con lei con il risultato di lasciarlo intontito
per parecchio.
Nonostante questo, l'uomo si era precipitato a
fermare l'amica intimando ai due ragazzi di restare alla locanda dove
alloggiavano.
Inutile dire che Naruto non l'aveva manco ascoltato e
l'aveva seguito portandosi dietro Hinata.
E fu così che si era ritrovato davanti a
Orochimaru e Kabuto intenti a convincere Tsunade a guarire le braccia
del sennin delle serpi.
Mai come in quel momento il no gli è sembrata
la parola più bella del mondo.
Fatto sta comunque che si era ritrovato in mezzo allo
scontro tra Tsunade e Kabuto, mentre Jiraya pensava ad Orochimaru e
Hinata e Shizune facevano quel che potevano per aiutare.
Ed è proprio qui che le riflessioni di Naruto
cominciavano a farsi confuse.
Ricordava di essersi messo in mezzo quando Kabuto
aveva messo all'angolo Tsunade con la sua paura del sangue.
Ricordava che aveva provato a fermarlo con un
rasengan nonostante dovesse ancora, beh, metterlo a punto ecco.
Ricordava che c'era riuscito dopo un paio di
tentativi grazie all'aiuto di un clone, ma che era stato colpito a
sua volta finendo a terra perdendo i sensi.
Cos'era successo dopo non lo ricordava, ma ricordava
una sensazione strana, come se qualcuno o qualcosa stesse rimettendo
a posto qualcosa che si era rotto dentro di lui e poi solo il buio.
Quando aveva riaperto gli occhi si era trovato
davanti Hinata che lo guardava preoccupata e nessuna traccia di
Orochimaru e aiutante.
Quando aveva chiesto spiegazioni, Hinata gli aveva
raccontato che Tsuande e Jiraya erano riusciti, assieme, a mettere in
fuga il sennin dei serpenti in uno scontro sconvolgente.
La reazione del biondo era stata di sconcerto per
essersi perso lo scontro e la ragazza non poté che sorridere
per quella reazione prevedibile.
Solo in un secondo momento Naruto si era accorto
della fasciatura che l'amica aveva alla gamba.
Quando aveva chiesto spiegazioni, lei lo aveva
rassicurato che non era nulla di grave e così lui non ci aveva
più pensato.
Il giorno dopo aveva dovuto mantenere la scommessa
fatta con Tsuande e, contro ogni prognostico, ce l'aveva fatta.
Aveva imparato il rasengan, aveva convinto la donna a
tornare a Konoha e non si era fatto rompere tutte le ossa in un
colpo. Fantastico.
E così si erano messi in marcia, ma presto
Hinata era rimasta indietro e così, senza neanche pensarci,
lui l'aveva presa in spalla e aveva ripreso il cammino.
Evidentemente la gamba le dava ancora qualche
fastidio.
E si era ritrovato a farsi raccontare da Tsuande come
Hinata si era ferita e lo scoprire che si era ferita per dare il
tempo alla donna di curarlo lo aveva fatto sentire strano.
Nessuno si era mai preoccupato così di lui,
Kakashi a parte, e la cosa lo faceva sentire bene.
Un calore gli si era irradiato all'altezza del cuore
e lo aveva scaldato come poche volte prima.
Però gli dispiaceva che Hinata si fosse fatta
male per colpa sua.
E averla così vicina non aiutava i suoi
pensieri a schiarirsi.
Perché lo aveva fatto?
Perché era sempre gentile con lui quando
sapeva benissimo cos'era?
E perché averla vicina lo faceva sentire così
bene?
Non riusciva proprio a capire da dove derivasse quel
senso di benessere.
E più ci pensava più non capiva.
Anche in quel momento, mentre Hinata sembrava
paralizzata, si sentiva stranamente bene, escludendo il senso di
colpa per la ferita della ragazza.
<< Scusami >> si ritrovò a dire
all'improvviso senza neanche pensarci.
<< Per cosa Naruto-kun? >> gli aveva
chiesto la ragazza dopo un momento.
<< Perché ti sei ferita per colpa mia >>
rispose colpevole.
<< Non è colpa tua Naruto-kun. >>
rispose Hinata dolcemente.
A quella frase, per Naruto fu come se un peso gli si
fosse tolto dal cuore.
E in quel momento si ricordò del piccolo
regalo che aveva preso per l'amica quando avevano fatto quel giro tra
le bancarelle del mercato.
Con una mano, facendo attenzione a non farla cadere,
si mise a frugare nelle tasche della felpa finché non trovò
il piccolo pacchettino e lo porse alla ragazza.
<< Per te >> disse semplicemente felice
che Hinata non potesse gurdarlo in faccia visto quanto rosso era
diventato.
Non che Hinata fosse messa tanto meglio.
Rossa più del rosso prese il pacchettino e
balbetto un grazie pieno di sorpresa e imbarazzo.
Naruto non ebbe il coraggio di controllare se il dono
era stato apprezzato, ma Jiraya e Tsunade videro la ragazza aprirlo
con attenzione e sorridere nel vedere il piccolo fermaglio a forma di
farfalla.
Hinata se lo mise in tasta con l'intenzione di
metterselo appena ne avrebbe avuto l'occasione.
Il resto del tragitto passò in tranquillità
e arrivarono alle porte del villaggio nel primo pomeriggio.
Hinata si sentiva meglio così decide di fare
l'ultimo tratto sulle sue gambe così da non pesare più
sul biondo.
E poi, che figura ci avrebbe fatto nel tornare al
villaggio sulle spalle di Naruto? Non che le importasse, ma
sicuramente suo padre sarebbe stato tra la folla ad accogliere il
nuovo Hokage e non voleva dargli altri motivi per odiarla.
Lei ce la metteva tutta eppure sembrava che qualsiasi
cosa facesse non fosse mai abbastanza.
Però una cosa voleva farla: si mise il
fermaglio che le aveva regalato Naruto.
Il biondo, quando vide che lo aveva indossato, rimase
piacevolmente sorpreso.
Non pensava l'avrebbe indossato.
Fu così che fecero il loro ingresso al
villaggio, dove tutti li accolsero festanti quando videro che erano
riusciti a riportare a casa la principessa delle lumache.
Tra la folla, un volto spiccava per Naruto.
Kakashi era orgoglioso di quello che il figlio era
riuscito a fare, anche se avrebbe preferito essere avvertito di
persona e non con un biglietto, ma dettagli.
Dopo si sarebbe fatto raccontare tutto, ora meglio
lasciare il ragazzo a godersi il momento si disse.
Solo in un secondo momento vide il piccolo fermaglio
tra i capelli di Hinata e si chiese se fosse stata la ragazza a
comprarselo o qualcun altro.
C'erano parecchie novità a quanto pare che
Naruto doveva raccontargli.
Per prima cosa, ancora prima di andare dai
consiglieri per decidere il da farsi, Tsunade andò
all'ospedale, aveva una promessa da mantenere.
Per prima cosa la donna passò a vedere Sasuke.
Quando entrò nella camera del ragazzo trovò
Itachi e Sakura che vegliavano sul ragazzo.
Itachi aveva lo sguardo perso e si vedeva che era da
un po' che non tornava a casa. Se non fosse stato per Kakashi,
probabilmente si sarebbe anche dimenticato di mangiare.
Sakura invece era triste, ma con una piccola speranza
ancora nel cuore. Passava tutti i giorni portando sempre un fiore
fresco e si fermava a fare compagnia a Itachi quando gli allenamenti
con il suo team glielo permettevano.
Con il tempo era arrivata a tollerare Shino e la sua
mania degli insetti. Erano utili per carità, ma lei proprio
non li sopportava.
Kiba invece, con il suo modo di fare, le dava su i
nervi e aveva perso il conto delle volte che gli aveva tirato uno dei
suoi pugni. Akamaru invece le stava molto simpatico. Forse era per il
fatto che era ancora un cucciolo, chissà.
Fatto sta che Kurenai ci aveva messo parecchio per
fare in modo che i tre giungessero ad un equilibrio durante le
missioni.
Per ora, però, lo scopo sembrava raggiunto.
Tsunade diede un'occhiata a Sasuke sotto lo sguardo,
ora attento, di Itachi e, dopo pochi minuti, Sasuke era sveglio e
vigile sul letto.
Il ragazzo venne sommerso dall'abbraccio di Sakura e
di Itachi.
Naruto e Hinata osservarono il risveglio dell'amico
con un sorriso, ma senza intervenire per paura di rovinare quel
bellissimo quadro.
Dopo aver augurato una pronta guarigione all'amico,
Naruto si diresse a casa dove il padre lo stava aspettando, mentre
Hinata decise anche lei di andare a casa, dove ad attenderla trovò
un padre freddo e distante come sempre.
Arrivato a casa Naruto prese d'assalto il padre
raccontandogli del viaggio e non tralasciando nemmeno un minimo
particolare.
<< Sai, Jiraya mi ha insegnato una nuova
tecnica! >> disse tutto contento.
<< Ah sì? Di che si tratta? >>
chiese Kakashi curioso sperando che l'eremita dei rospi non abbia
trasmesso qualcuna delle sue brutte abitudini al figlio.
<< Mi ha insegnato il rasengan! Vuoi vedere? >>
Nel sentire quelle parole, Kakashi ebbe un tuffo al
cuore.
Quella era una mossa inventata dal Quarto Hokage, il
suo maestro, il vero padre di Naruto.
Non immaginava che Jiraya conoscesse quella tecnica e
tanto meno che Naruto avrebbe potuto impararla.
Però, a pensarci bene, quella era una delle
poche eredità che gli restavano dei suoi genitori e, se c'era
qualcuno che sicuramente poteva impararla, era proprio Naruto.
Ma, orgoglio per il figlio che era riuscito a
padroneggaire quella tecnica complessa, aveva anche un senso di
gelosia che non sapeva spiegarsi bene.
Certo, era contento che Naruto avesse imparato una
tecnica così complicata, ma qualcosa di non molto definito non
riusciva a farlo gioire del tutto.
Sentiva come se fosse stato privato qualcosa, anche
se sapeva benissimo che non era così.
Forse era perché difficilmente Naruto avrebbe
potuto imparare una delle sue di tecniche. Sì, era sicuramente
per quello.
<< Tutto bene papà? >> chiese il
ragazzo.
Evidentemente non era riuscito a nascondere del tutto
questo suo conflitto interiore.
<< Sì, stavo solo pensando. Da dove
spunta il fermaglio di Hinata? >> chiese sviando il discorso.
A quella domanda il povero biondo divenne rosso come
un pomodoro e si mise a balbettare sul fatto che era solo un regalo
per un'amica e nulla di più.
Il tutto facendo ridacchiare il padre, ora più
rilassato.
<< Allora, come avete convinto Tsunade a
tornare? >> chiese l'uomo curioso.
La risposta che gli arrivò non gli piacque
proprio per niente.
A parte la romanzine che doveva fare a Jiraya per la
faccenda Shisui, dove suo figlio aveva rischiato grosso e Sasuke
aveva rischiato di rimanere in coma per sempre, a quanto pareva
avrebbe dovuto aggiungere anche questo.
Possibile che non potesse perdere di vista il figlio
un secondo che questo si cacciava nei guai?
E meno male che credeva che con Jiraya non gli
sarebbe accaduto nulla di troppo pericoloso.
L'eremita si sarebbe sentite le sue, altroché.
Ma avrebbe dovuto rimandare a dopo la celebrazione
per il nuovo Hokage che si sarebbe tenuta il giorno successivo.
Giusto il tempo di sbollire un po' insomma.
E mentre Naruto non capiva come mai il padre era così
arrabbiato con Jiraya, al povero eremita dei rospi fischiavano le
orecchie per le maledizioni che il copy-ninja gli stava mandando
mentalmente.
E così, il giorno dopo, Tsunade, dopoaver
sistemato tutto quello che era da sistemare con il consiglio, era
stata proclamata ufficialmente Hokage.
Come prima cosa però doveva trovare un modo
per rimettere in piedi Rock Lee per permettergli di riprendere la
carriera di ninja senza correre rischi.
Gaara c'era proprio andato giù pesante.
E mentre Kakashi cercava Jiraya, e non ci mise molto
a trovarlo, Naruto si era diretto al parco per godersi la bella
giornata. Magari, verso l'ora di pranzo sarebbe passato da Teuchi per
del buon ramen appena fatto....
L'idea iniziale era di andare da Sasuke o da Hinata,
ma il primo era ancora in convalescenza in ospedale per sicurezza,
sarebbe comunque passato il prima possibile, a villa Hyuga era meglio
se non ci metteva piede per non rischiare di finire molto male. A
quanto pareva Hiashi Hyuga lo tollerava ben poco.
Così al momento era da solo e aveva deciso di
passare il resto della mattina sulla sua altalena.
Però poco dopo fu raggiunto da Hinata che
stava facendo una passeggiata prima di tornare a casa.
<< Ciao Hinata! >>
<< Ciao Naruto-kun >> lo saluta educata
lei.
Solo in quel momento il ragazzo si accorge che lei
indossa ancora il suo fermaglio e la cosa non può che renderlo
felice in una maniera che non aveva mai provato prima.
Imbarazzato, Naruto cominciò a parlare a
raffica di tutto quello che gli passava per la testa.
Idiozie, idee assurde o strambe, tutto.
Ma a Hinata non importava, lei lo ascoltava e basta.
Dopo la ramanzina del padre e il divieto di portare
il fermaglio del giorno prima le ci voleva la solarità di
Naruto.
Non avrebbe mai potuto non indossare quel fermaglio,
ma in casa se lo toglieva per evitare polemiche di sorta.
Non voleva far arrabbiare e deludere ancora di più
il padre.
Purtroppo, nessuno dei due si rese conto che il tempo
passava e Hiashi, non vedendo la figlia tornare, andò a
cercarla di persona.
Una cosa doveva fare, una. E non riusciva a fare
neanche quella.
Una commissione e poi di nuovo a casa.
Si poteva sapere cosa passasse per la testa di quella
buona a nulla?
Quando la trovò al parco, a parlare con Naruto
e con ancora il fermaglio addosso, non gli piacque proprio per
niente.
Si parò davanti ai due ragazzi e con sguardo e
voce glaciale ordinò a Hinata di allontanarsi dal ragazzo e di
tornare a casa.
La ragazza fece solo qualche passo prima che Naruto
si opponesse.
<< Stavamo solo parlando! Non stavamo facendo
nulla di male!! >> scattò il biondo.
<< Occhio a come parli ragazzo >> rispose
Hiashi freddandolo con un'occhiata di ghiaccio.
Tutto inutile.
<< Ma si può sapere chi si crede di
essere?! >> gli saltò addosso Naruto.
Non sopportava proprio il suo modo di fare, né
il modo in cui trattava Hinata.
<< Ragazzo, non sono affari tuoi questi. E una
cosa: niente più regali a mia figlia. Sono stato abbastanza
chiaro? >> gelido come il ghiaccio del polo.
<< Padre.... >> provò a dire
Hinata, ma si fermò subito non trovando le parole per
continuare.
<< Non ti avevo detto di buttare via quel
fermaglio? >>
A quelle parole del padre, la ragazza si fece piccola
dalla vergogna, ma non avrebbe mai potuto buttare via quel piccolo
regalo di Naruto.
<< Come sarebbe a dire che deve buttarlo via?!
Non si può neanche fare un regalo ad un'amica ora?! >>
scattò il biondo senza riuscire a trattenersi.
Quando è troppo è troppo.
Era solo un piccolo, insignificante, innocuo regalo
per la miseria!
Cosa c'era di sbagliato in questo?
<< Non ti immischiare >> rispose Hiashi
irritato.
<< Ma si può sapere perché è
così idiota?! >> sbottò senza riuscire a
trattenersi.
Quell'uomo gli dava proprio su i nervi con il suo
atteggiamento.
Non lo sopportava proprio e la cosa sembrava essere
molto ricambiata.
Hiashi guradò il biondo con la sua espressione
più severa e raggialante.
Solo in quel momento Naruto si rese conto di aver
fatto una cavolata e che era finito in guai molto seri da cui non
sarebbe uscito con facilità, sempre che Hiashi fosse stato
disposto a passare sopra alla cosa.
Peccato che non sembrasse proprio disposto a farlo.
Non sapeva cosa gli avrebbe fatto Hiashi, ma era
sicuro che avrebbe fatto parecchio male.
Hiashi fece per muovere un passo, ma, come se
qualcuno lo avesse evocato apparve Kakashi che si mise tra l'uomo e
il figlio.
<< Posso sapere che succede? >> chiese
con calma l'argenteo.
<< Non credo siano affari tuoi Kakashi >>
rispose Hiashi freddo.
<< Visto che c'è di mezzo Naruto, direi
proprio che siano affari miei >>
I due contendenti si fissarono in una prova di forza
che durò qualche minuto, ognuno convinto delle proprie
ragioni.
Naruto non riusciva a trovare la voce per dire
qualcosa, mentre Hinata pregava in silenzio che il padre lasciasse
stare.
<< Hiashi, dovresti saperlo quanto si può
essere protettivi verso i figli >> disse Kakashi calmo, freddo,
con tono di velata minaccia facendo riferimento a quel piccolo
incidente con la Nuvola di anni prima.
Hiashi afferrò al volo la minaccia nascosta
nelle parole del copy-ninja, ma non rispose. Si limitò a
prendere Hinata e a andarsene.
Kakashi, assicuratesi che l'altro non tornasse
indietro, prese Naruto e lo riposrtò a casa.
Sapeva che con tutta probabilità Hiashi non
avrebbe lasciato correre, ma con un po' di fortuna, forse, chissà....
<< Papà... >> disse Naruto
titubante.
<< Non preoccuparti, non è successo
nulla. >> rispose l'uomo cercando di tranquilizzarlo.
<< Scusa... >>
<< Non è colpa tua, non hai niente di
cui scusarti. Su, non è niente di grave >> “Spero”
ma evitò di dirlo.
Il ragazzo si rifugiò nell'abbraccio del
genitore, aveva un gran bisogno che qualcuno gli ricordasse che era
come tutti gli altri.
L'ora di pranzo era passata da un pezzo ed era
proprio per questo che Kakashi era andato alla ricerca del figlio ed
era arrivato giusto in tempo per salvarlo dalla furia di Hiashi.
Fu così che i due mangiarono qualcosa in
tranquillità senza alcuna fretta.
Neanche il tempo di mettere giù i piatti che
qualcuno bussò alla porta.
Kakashi andò ad aprire e si ritrovò
davanti due ANBU che lo convocavano d'urgenza dall'Hokage.
Strano visto che era il suo giorno libero. Il primo
dopo parecchio tempo.
<< Come mai questa convocazione urgente? >>
chiese avendo comunque mezzo intuito il motivo di quella visita.
<< Hiashi Hyuga ha presentato un reclamo verso
di lei. L'Hokage vuole vederla per chiarire la faccenda >>
disse uno dei due.
“E ti pareva che non lasciava correre.”
penso l'argenteo sarcastico.
<< Mi date cinque minuti per favore? Vorrei
evitare di spaventare mio figlio >> disse sperando nella
comprensione dei suoi ex-compagni di quando anche lui era un ANBU.
Perché potevano indossare tutte le maschere
che volevano ma li avrebbe sempre riconosciuti ovunque.
<< Certo. Solo cinque minuti però >>
rispose lo stesso di prima.
Kakashi tornò in cucina dove trovò un
Naruto che lo guardava attendo di sapere chi c'era alla porta.
<< Naruto, devo andare un attimo dall'Hokage,
torno presto. Non fare guai ok? >> cercò di indorare la
pillola l'uomo.
Naruto non sembrò fiutare la mezza bugia e
promise di non combinare guai. Disse anzi che sarebbe andato a
trovare Sasuke più tardi.
Kakashi, rassicurato andò con i due ANBU
dall'Hokage dove trovò una Tsunade alquanto contrariata e uno
Hiashi più rigido del solito.
<< Allora, posso sapere che cavolo è
successo stamattina di così importante e sconveniente da farmi
interrompere il mio lavoro per trovare un modo di rimettere in piedi
un ninja? >> la donna non nascondeva la sua palese irritazione
per l'interruzione delle sue ricerche.
Come risposta partì una discussione tra
Kakashi e Hiashi che, se possibile, fece innervosire ancora di più
la donna.
Ok, forse Kakashi aveva esagerato, ma anche Hiashi
non c'era andato giù leggero.
Naruto era solo un ragazzino che aveva fatto un
regalo ad un'amica, nulla di più.
Era una forza portante, ma non per sua scelta, questo
era certo. E non poteva cambiare la cosa.
Fatto sta che la discussione fece saltare
definitivamente i nervi a Tsunade.
<< ADESSO BASTA!!! >> si ritrovò
ad urlare picchiando con uno dei suoi pugni sulla scrivania.
I due si bloccarono immediatamente senza smettere
però di guardarsi in cagnesco.
<< Ma vi sembrano modi di comportarsi questi?!
Hiashi, da un capo clan non mi aspettavo un reclamo per una bega del
genere. E per quanto riguarda la faccenda regalo, è solo un
regalo. Nulla di più. Un ragalo tra amici, non c'è
nulla di male. Kakashi, si può sapere che ti è preso?
Lo sai vero che non posso ignorare un reclamo di un capo clan vero?
>> disse la donna cercando di ritrovare la calma.
<< Sì, Hokage >> risposa Kakashi
pronto per qualsiasi pena.
La donna si prese qualche minuto per pensare. Non
poteva lasciare correre o Hiashi sarebbe stato una spina nel fianco
dura da tenere a bada, ma non poteva neanche dare una pena troppo
dura visto che, in fondo, non era successo praticamente nulla di
grave.
Alla fine optò per una punzione che,
sicuramente, sarebbe andata bene ad Hiashi e che non sarebbe stata
vista come tale da Kakashi, o almeno così sperava.
E poi, qualche giorno di ferie al copy-ninja serviva.
<< Kakashi Hatake, visto l'accusa presentata
dal qui presente Hiashi Hyuga a suo danno, lei è sospeso per
due settimane dal suo compito di ninja, potete andare. >> detto
ciò la donna tornò alle sue scartoffie senza più
curarli di alcuna attenzione.
Hiashi se ne andò soddisfatto mentre a Kakashi
scappò un piccolo sorriso da sotto la maschera.
Un po' di tempo libero gli ci voleva proprio.
Tornò a casa con calma, pensando se dire o no
tutto a Naruto, ma quando aprì la porta non trovò
nessuno.
“Sarà andato a trovare Sasuke in
ospedale” pensò l'uomo e cambiò subito
destinazione.
Arrivò in ospedale una decina di minuti dopo,
ma trovando la stanza di Sasuke vuota rimase sorpreso. Da quello che
sapeva sarebbe dovuto rimanere sotto controllo ancora qualche giorno.
Dove si erano cacciati quei due?
Mentre ci pensava sopra vide arrivare una Sakura
tutta trafelata che gli disse che Naruto e Sasuke erano sul tetto che
stavano per scontrarsi.
<< Va a chiamare Itachi, subito >> ordinò
a Sakura.
Aveva un pessimo presentimento e sicuramente Sasuke
non avrebbe ascoltato lui, ma forse il fratello sì.
Intanto lui si precipitò sul tetto sperando
che non fosse già successo qualcosa di irreparabile.
Per quella giornata aveva già dato in quanto a
guai e disastri.
Decisamente aveva già dato.
Spero che vi sia piaciuto
quello che avete letto e che sia bastato a farmi perdonare.
In caso contrario non posso
far altro che implorare il vostro perdono.
Spero di non farvi attendere
più così tanto ma non ne sono sicura. Di sicuro ce la
metterò tutta.
Spero vogliate lasciare un
commento con il vostro parere, alla prossima!!!
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