Le Tre Compagnie

di Haxel_12
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo capitolo ***
Capitolo 2: *** Secondo Capitolo ***
Capitolo 3: *** Terzo capitolo ***
Capitolo 4: *** Quarto Capitolo ***
Capitolo 5: *** Quinto Capitolo ***
Capitolo 6: *** Sesto Capitolo ***
Capitolo 7: *** Settimo Capitolo ***
Capitolo 8: *** Ottavo Capitolo ***
Capitolo 9: *** Nono Capitolo ***
Capitolo 10: *** Decimo Capitolo ***
Capitolo 11: *** Undicesimo Capitolo ***
Capitolo 12: *** Dodicesimo Capitolo ***
Capitolo 13: *** Tredicesimo Capitolo ***
Capitolo 14: *** Quattordicesimo Capitolo ***



Capitolo 1
*** Primo capitolo ***


Un messaggero con il suo cavallo era appena arrivato al castello dei druidi, veniva da sud rispetto a dove si trovava, precisamente doveva provenire nel regno degli Elfi, poiché era egli stesso uno di questa razza. Il messaggero consegnò una lettera a una guardia druidica dicendo di consegnarla al loro capo, e gli chiese se era possibile passare la notte al castello prima di partire il giorno dopo per tornare in patria . 
 
Oinom stava seduto sulla sua comoda poltrona della sua stanza e guardava un foglio, era la lettera di Oizal che avvertiva che il gruppo era partito da casa sua, e si sono divisi per compiere i loro doveri assegnati, ci mise un po’ per capire il codice segreto in lingua Silvana decifrabile da pochissimi. Mise il foglio sul tavolo che stava lì vicino e sospirò ora tutto stava andando come previsto dal piano scelto dal consiglio, ma non c’erano comunque buone notizie, i nemici hanno di nuovo invaso Madani e non solo, e il capo dei druidi aveva mandato i restanti membri del suo consiglio  ad aiutare gli alleati, mentre Grubb restò a difendere il castello. Oramai non era rimasto quasi più nessuno nel castello.
- chissà come se la stanno cavando gli altri- disse il vecchio
 
 
Ember non stava neanche a guardare la strada che stava percorrendo, troppo assorto nella sua mente, pensava a come era giunto lì cercando prima di scappare da quella maledetta guerra che tanto odiava, e ora stava andando a difendere una città non troppo lontana da quella che doveva difendere lui tanto tempo fa, dove era cresciuto e che non riuscì a proteggerla , doveva ancora combattere per difendere, dopo tanto che ha cercato per evitare tutto questo, si consolò del fatto che gli è capitato la missione meno rischiosa, in fondo doveva solo fare da guardia del corpo a una persona fino a una città, e difendere le sua mura, e che sentendo i racconti di Swikel non furono mai espugnate, lo psionico aveva promesso che lui e Uran sarebbero stati in una postazione in cui non dovrebbero rischiare molto, visto che doveva stare al fianco del Githzerai e proteggerlo e quest’ultimo doveva solo osservare la situazione e impartire ordini, ma il suo pensiero si spostò subito a Orhen sperava stesse bene e gli augurò tutta la fortuna possibile per il suo viaggio. A differenza di lui l’amica aveva il compito più ingrato, per fortuna che al suo fianco ci sono persone come Arnon e Barg, 
ma Beany…
 Il peso che la bambina si è caricata alle spalle era troppo  grande, ogni volta è stata lasciata libera di fare quel che voleva e la piccola era infatti solo una ragazzina che ha deciso di intraprendere una via che non augurerebbe a nessuno della sua età, ma pensò anche a Steel. Con lui non aveva un grandissimo rapporto di amicizia come invece lo ha per Uran, ma è stato suo compagno, fino a quel momento lo ha aiutato in molte occasioni , e anche lui gli è toccato una missione difficile e rischiosa, sperò che Keld e Gersh gli saranno d’aiuto. Il Mezzelfo si mise poi a osservare i suoi compagni di viaggio, Uran aveva addosso dei vestiti da viaggio piuttosto strani e usava la sua lancia come fosse un bastone da passeggio, il suo volto era proprio come quello di un aquila, ed era un volto che pareva tranquillo e che doveva scrutare molto lontano, invece Swikel, non gli trasmetteva quel senso di sicurezza che aveva invece nei confronti dell’Aviano, per lui era un tipo troppo silenzioso, imperscrutabile e misterioso, Arnon gli aveva detto di fidarsi di lui, dopotutto era un suo grande amico, infatti sembrava avesse un buon rapporto solo con Arnon, forse provando a parlarci un po’ …. Sospirò erano ormai passati tre giorni da quello smistamento, e un solo giorno che avevano lasciato Reghat, a Uran gli era stato chiesto la via più breve e più sicura per arrivare a Emor 
Erano ormai arrivati al regno delle Fate, Uran dice che  è un’altra regione degli Elfi diventata ormai autonoma, Uran continuò a parlagli del viaggio, dovevano attraversare un fiume che attraversa due regni di razze diverse che ormai si stanno per estinguere, quei territori non sono più invasi, la popolazione non rappresenta più una minaccia per i nemici, per cui non dovrebbero subire attacchi, dopo avrebbero attraversato una pianura e sarebbero arrivate a Emor, e lì che forse dovrebbero incontrare i veri pericoli.
 
Si stavano ormai riposando per la notte quando Ember si svegliò, aveva sentito dei rumori particolari, come degli squittii, alzò la testa e vide in lontananza delle luci che prendevano colori particolari ed sembravano che danzassero.
- non ti preoccupare Ember- il Mezzelfo si voltò di lato, Swikel era seduto per terra ed osservava le luci, il ranger si era dimenticato che lo psionico stava di guardia prima del suo turno.
- sono Fate e Uomini-Scogliattoli che fanno una festa particolare, però non so cosa stiano festeggiando- disse il Githzerai – forse chissà, una festa religiosa se ci sono Squirellman o detti anche Mowti, dopotutto quest’ultimi hanno solo queste come feste-
-  feste..? ma non hanno paura di un attacco nemico? Da Oizal ho sentito che ormai i nemici stanno di nuovo invadendo l’ovest- disse Ember
- però è vero che bisogna continuare a vivere, anche quando regna la paura, e loro ne stanno dando l’esempio- disse lo psionico.
- ormai le fate vivono solo in questa regione, ci sono però qualche colonia sparpagliata nel Regno Unito degli Elfi, e una colonia molto lontana a est- continuò il Githzerai dopo una breve pausa
- perché tutti dicono Regno Unito?- disse Ember, anche nella sua breve visita nel regno degli elfi sentiva spesso questo nome per indicare il luogo dove stavano
- perché l’unità degli Elfi è avvenuta con l’unione dei suoi regni. In tutto erano quattro, due di questi erano governati da sovrani elfici imparentati tra di loro ovvero il regno di Arlams,  dove la popolazione è composta da Elfi grigi, e il regno di Erlimn composta principalmente da Elfi silvani . Questi finirono uniti appena una delle due dinastie non fece che eredi femmine, visto che all’epoca non era previsto che i regnanti potessero essere delle donne, così l’altra dinastia ereditò il regno. L’altro regno il più grande dei quattro Ostrasw, composta da Elfi alti, non piacque mai questa unione e decise di tenere divisi i troni facendo la guerra, ma venne sconfitto, fu la terza guerra tra Elfi, e fu l’ultima, la prima causò la nascita dei cinque regni, dico cinque perché in oriente si formò dopo questa guerra il regno dei Drow che sono per la maggior parte malvagi,scacciati a est, la seconda fu la guerra contro gli Elfi nomadi, gli unici a non avere un territorio alla fine della prima guerra, dopo la seconda si rifugiarono nelle terre selvagge, ora sono quasi estinti, per loro fu l’ultimo tentativo di avere qui un pezzo di terra dove vivere -
 lo psionico si fermò un attimo per guardare intorno poi continuò- l’astio tra i regni ormai diventati un tutt'uno e l’altro grande regno continuarono fino a che non ci fu un nuovo re a  Ostrasw.  Quest’ultimo decise di rappacificare i rapporti sposando una dei parenti del re dei regni uniti, che si chiamavano semplicemente regno di Arlams-Erlimn, la pace arrivò, ma non invece un erede per il re di Ostrasw , e quest’ultimo regno venne annesso,  facendo così nascere il Regno Unito degli Elfi. Il quarto regno il regno degli Elfi acquatici venne annesso più tardi quando gli elfi attaccarono quei territori per scacciare gli umani che l’avevano conquistata per motivi strategici-
- e le Fate non fecero mai niente per formare un proprio regno? -disse Ember
 - o, il regno delle fate era uno dei più antichi, ma loro diventarono sempre meno e decisero di passare sotto la protezione degli Elfi che all’epoca stavano in un periodo d’oro, comunque tutta la storia che ti ho raccontato è avvenuta nell’arco di qualche millennio, gli Elfi sono molto longevi- disse Swikel- gli Squirellman invece non fecero mai guerre per un territorio-  
Rimasero per un attimo in silenzio ad ascoltare i rumori di quell’evento, poi fu di nuovo Swikel a parlare- be, comunque ti sei svegliato in tempo, ora è iniziato il tuo turno, buona guardia Mezzelfo- 
   
 
Nudabio, ecco il nome del fiume che dovranno percorrere, è il fiume più lungo e conosciuto del sud-ovest, ora non più percorso come una volta, attraversa tre città, due dei quali erano le capitali dei regni che attraverseranno ormai distrutti, la terza città era degli umani molto grande distrutta anch’essa, era anticamente la capitale di un regno conquistata poi dagli eserciti di Emor. Erano appena arrivati alle sponde del fiume quando due creature che dovevano essere Gith si fecero avanti
-chi siete cosa fate qui? – disse uno di questi, Ember scrutò i due che dovevano essere soldati, erano una fusione tra Elfi e Rettili creature mai viste e tra le più strane al mondo
- siamo Uran l’Aviano guida, Ember da Watnit e Swikel il Maestro- disse il nomade, ormai Ember è stato considerato uno proveniente dalla città umana, nonostante non vi è nato e soprattutto aveva vissuto pochi anni lì
 - allora venite,Oizal la Signora vi da questo ultimo regalo- disse un Gith, il trio venne scortato lungo la sponda finché non si vide una barchetta poco lontana- quella vi porterà fino al regno degli umani, state attenti quando raggiungete la città di Sith, qualcuno potrebbe tentare di derubarvi-
- quindi la città non è stata abbandonata del tutto- domandò Swikel
- nossignore, ci sono ancora qualche gruppo della nostra razza che cerca disperatamente qualcosa per sopravvivere, se siete attenti o fortunati vi lasceranno stare- disse un soldato, e detto questo se ne andarono
Il gruppo mise tutto sulla barca e partirono, Swikel chiese se poterono pensarci i ragazzi ai remi, e i giovani accettarono. Era già passata un’ora di traversata, lo psionico si era addormentato già da qualche minuto
- strane creature i Gith vero?- il silenzio fu interrotto da Uran- una strana unione tra Elfi e Rettili-
- come mai questa unione?- domandò il Mezzelfo
- be qui c’è ancora la foresta di Griwnock, la foresta degli Elfi, e si pensa che qui vivesse una di queste comunità, moltissimi anni fa questa comunità venne attaccata dai Rettili che sottomisero la popolazione, e questi si incominciarono ad unire con gli schiavi, non dovevano essere tantissimi perché già a guerra finita i rettili erano molto pochi, unendosi con la popolazione locale nacquero i Gith, quest’ultimi invece di essere riconosciuti a pari con i Rettili, vennero schiavizzati, finché la popolazione dei Gith non superò di gran lunga quella dei Rettili e degli Elfi. Queste creature insieme agli Elfi scatenarono una rivoluzione, sconfissero i loro padroni e costituirono un nuovo regno tutto loro, la schiavitù venne abolita, molti Elfi rimasti se ne andarono nei regni elfici, mentre molti Rettili fuggirono per paura di essere a loro volta schiavizzati, anche prima di questa guerra che continua tuttora esistevano ancora le piccole comunità rimaste degli Elfi e dei Rettili- raccontò Uran- ormai però i Gith non sono più una minaccia per il nemico, hanno a malapena un esercito per difendersi, se i nostri soldati a Emor venissero sconfitti, non potrebbero far altro che arrendersi-
-che faremo una volta raggiunta Sith?- domando Ember
- ci dovremo fermare per cercare delle provvigioni, sperando che non ci attaccano- rispose Uran
Arrivarono in città, Sith doveva essere una bella città, doveva perché ora non è rimasto quasi più niente, era tutto distrutto, case bruciate palazzi diroccati, tempi quasi inesistenti, la ferocia della guerra aveva distrutto il cuore di questo popolo e i suoi abitanti in una maniera spaventosa, neppure dove abitava prima di scappare a Watnit aveva visto tanta distruzione
Si fermarono ed entrarono in città, più precisamente dove doveva stare il centro, Swikel venne svegliato da Ember. I tre camminarono per la città, molti furono gli sguardi attraverso le persiane semi abbassate, tra le porte delle case e su strada, Swikel chiese a uno di questi dove poteva comprare da mangiare, ma essi o continuarono per la loro strada o sbatterono la porta in faccia, solo uno si avvicinò per dire che sarebbe un miracolo se ci fosse ancora qualcosa da gustare, continuarono a cercare, molta era la misera che c’era, uno infastidito dalla presenza cerco di intimidirli di andare via, ma non fu abbastanza. Finalmente trovarono un posto dove si vendeva qualcosa, una piccola bancarella semi-diroccata, una bambina porgeva ai clienti quello che aveva
- ragazzina quanto vuoi per il tuo cibo?- domandò Swikel
-tre monete d’oro signore, le va bene?- disse la bambina, lo psionico accettò
- grazie signore, che gli dei vi assistano- 
 c’era da mangiare soltanto per due giorni, molto poco, fortuna che Oizal li aveva forniti bene, ma non si sapeva con certezza quanto il viaggio sarebbe durato, fu però questa compravendita a scatenare la rabbia tra la popolazione, gli abitanti di quel quartiere non poterono accettare il fatto che degli stranieri consumassero il loro cibo, quella bambina non aveva avuto l’autorizzazione di vendere, perché erano tutte provviste per la sua famiglia, Swikel cercò di calmare i presenti,
- signori per favore, abbiamo solo comprato del vostro cibo, eccolo ve lo ridiamo se volete- lo psionico lascio a terra il sacco con le provviste appena comprate
- luridi maledetti, non vi lasceremo andare- dissero la popolazione che si avvicinava minacciosamente
 I Gith li circondarono con le armi in mano, lo psionico allora utilizzò i propri poteri per calmare quelle persone ma questi si arrabbiarono di più, evidentemente avevano un ottima resistenza mentale, il gruppo dovette utilizzare le armi per aprirsi un varco,  alcune persone gli si paravano davanti per fermarli ma Ember e Uran seppero contrastarli e a proteggere Swikel, continuarono a correre il più possibile verso la barca, per cercare di far rallentare la corsa, sia il Mezzelfo che l’Aviano lanciarono le frecce. Ember già si era trovato in una situazione drammatica, ed i suo compagni erano sempre tre, si ricordò la lotta che aveva fatto a casa di Yeslis contro gli scagnozzi, ma pensò anche che questa volta non bastava sconfiggere dei boss per fermare quella mandria inferocita. Riuscirono a raggiungere il luogo dell’attracco e saltarono insieme sulla barca che per poco non la facevano affondare o rovesciare, Uran taglio la corda che teneva la barca legata nel paletto e remarono il più veloce possibile
- non ci scapperete, vi uccideremo-
qualcuno dei Gith si buttò volendo raggiungerli a nuoto e farli a pezzi, ma probabilmente non seppero nuotare, altri cominciarono a lanciare sassi con l’aiuto delle fionde, Swikel utilizzo la tecnica psion che aveva mostrato a Orhen la prima volta che si erano incontrati, ovvero neutralizzando l’attacco  e stordendo o paralizzando i tiratori, solo una volta lasciata la città si sentirono al sicuro. 

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Capitolo 2
*** Secondo Capitolo ***


Il gruppo si lasciò trasportare dalla corrente, solo ogni tanto usavano i remi per non andare a sbattere contro le rocce, si dovevano riprendere dallo spavento, poi si fermarono e si riposarono per la notte, nessuno di loro parlò erano rimasti senza fiato, solo la mattina dopo incominciarono a dialogare 
- ma perché si sono arrabbiati così, in fondo il cibo che abbiamo comprato glielo abbiamo dato senza fare tante storie- disse Ember
- a quanto pare la fame fa un brutto effetto sulle persone, quella bambina sarà punita in modo esemplare poverina- disse Uran
- l’importante è che ci siamo salvati noi, abbiamo un compito importante dopotutto, non mi pare il caso di pensarci su - disse Swikel
- tra poco raggiungeremo il regno dei Mezzelfi, in realtà come è stato per le Fate è una regione autonoma concessa dagli umani a questa comunità, e lì che finisce la grande foresta di Griwnock e la storia di come nasce questa comunità e simile a quella che riguarda i Gith – disse Uran
- è lì che sei nato Ember?- domandò Swikel. Già pensò il ranger, quella era la terra che secondo  quanto raccontava suo nonno, era nato, ma non aveva ricordi, era sempre stato nella città di Flouscent, a est del regno di Emor, il regno degli umani, non aveva altri ricordi, non ci era nemmeno mai andato nei territori dei Mezzelfi, si mise a pensare la sua vita trascorsa in quel posto, già da quando era piccolo veniva addestrato da suo nonno, che era un umano, a fare il ranger. Il ranger  era il mestiere del nonno, o perlomeno di tutta la famiglia di sua madre, infatti anche lei era una ranger, suo padre non lo aveva mai conosciuto, gli dicevano che era un Elfo, e che lui quindi era un Mezzelfo di prima generazione, però quando ebbe venti anni dei Demoni attaccarono la città, Ember combatté per difenderla, ma vennero sconfitti, il villaggio fu distrutto, suo nonno morì, sua madre riuscì a sopravvivere, ma  Ember colto dalla paura di combattere ancora per quella guerra che portava solo morte e distruzione, scappò per andare a Watnit, l’unico posto dove si raccontava c’era la pace, e non correvi il rischio di essere attaccato dai soldati. Disertò quindi e sperava che una volta giunto a Emor nessuno lo avrebbe riconosciuto, altrimenti l’avrebbero potuto uccidere per essere scappato.
-ragazzo ti sei incantato? Ti ho fatto una domanda- disse Swikel
- no, non sono  nato qui, scusa se non ti ho risposto subito- disse Ember
Entrarono a Sorron, la capitale, come Sith anche questa città era quasi completamente distrutta 
- superiamo anche questa città non mi fido a fermarmi  qui, non vorrei avere un brutto incontro come prima, cerchiamo di remare velocemente, non manca molto che il sole tramonti – disse Uran
- tranquillo abbiamo luce ancora per un ora, c’è la possiamo ancora fare- disse con calma Swikel, la scena era come arrivarono a Sith, alcuni Mezzelfi fissavano curiosi la barca, solo un gruppo armato incoccando le frecce intimo di avvicinarsi a loro.
Una volta approdata la barca il gruppo capì che erano solo e fortunatamente soldati, Swikel lasciò i compagni sulla barca e si mise a parlare da solo con i soldati, spiegò loro che erano in viaggio verso il regno degli Umani e chiese di lasciarli andare, i soldati senza fare altre domande li lasciarono soli
- strano che ci hanno lasciato andare senza fare altre domande- disse Uran
- quando hai dei determinati poteri puoi tutto, puoi farti molti amici per questo- disse Swikel
Uran capì che aveva usato dei poteri che calmasse la mente delle altre persona  e prenderne in parte il controllo.
Una volta usciti dalla città approdarono e li si riposarono, fu Uran che parlò appena sbarcarono
- ma se avevi questo potere che hai fatto a quei soldati potevi benissimo farlo con i Gith-
- l’ho già fatto ma era stato inutile, quelli dovevano avere una grande volontà mentale non c’è l’avrei mai fatta, comunque avrei potuto farlo sempre ai Mezzelfi per racimolare un po di cibo, ma se non mi sbaglio superata la terza città ci dovrebbe essere un paesino nei dintorni nevvero?- disse Swikel
- si esattamente, ma come lo sapevi?- domandò Uran
- semplicemente mi ricordo ciò che vedo invece di qualcuno- il Githzerai poso lo sguardo su Ember. In effetti il Mezzelfo non aveva una grande memoria, ma come lo avesse capito lo psionico nessuno lo sapeva non ci furono mai occasioni,  ma in fondo si doveva capire proprio dal comportamento pensò tra se il ranger
La notte passò tranquilla non ci furono incidenti, e la mattina seguente proseguirono per il viaggio    stavano per andare da Loibron, li si sarebbero fermati e sarebbero andati in quel paesino sperduto di cui non si sa il nome e si sarebbero presi un giorno di riposo prima di andare a Emor  
 
Raggiunta Loibron, lasciarono le barche e proseguirono a piedi, secondo le informazioni di Uran non c’è più nessuno in quella città e che quindi avrebbero dovuto attraversarla tranquillamente, e così fu, e appena uscirono da lì, videro da lontano delle piccole casette, la distanza tra la città e il paesino sarà più o meno di cinque chilometri
 
-strano comunque che non ci sia nessuno, questa non è una zona di confine? - domandò Ember a Uran, dopo che avevano percorso gran parte dei chilometri di distanza
- in effetti mi sono sbagliato, c’erano dei soldati appena siamo entrati in città ma erano sentinelle, io ho avvertito subito Swikel…-
- ma dissi che non c’era pericolo, ci dovevano solo osservare- disse il Githzerai- ci faranno visita adesso vedrai- 
- osservare? Ma siamo sicuri che erano soldati?- domandò Ember
- si sicurissimo, non ti preoccupare, siamo comunque in tre non rappresentiamo una minaccia per loro- disse Uran
Infatti dalle porte della città ormai distrutte, uscirono cinque soldati a cavallo che andarono incontro ai viaggiatori
- chi siete? da dove venite? cosa volete fare?- domandò uno di loro
- Rafiant, Lena o che piacere vedervi ancora vivi- esclamò l’Aviano
Il soldato che prima parlò sbarrò gli occhi per un attimo, poi scese da cavallo e parlò- Santi Numi Uran sei tu- e andò ad abbracciare il nomade, anche la soldatessa che gli stava a fianco al suo compagno fece lo stesso
- e Barg? che fine a fatto quel piccolo Nano- disse Lena sorridendo
- Barg è andato a fare una missione importante, adesso ci siamo separati, sto portando queste persone a Emor- disse Uran
- come vi chiamate messeri?- domandò Rafiant in un tono autoritario ma nello stesso tempo gentile
- io mi chiamo Ember sono un amico e compagno di Uran, lo sto aiutando come guardia del corpo per lui- disse Ember indicando il Githzerai
- io sono Eiclan “Swikel” il Difensore, forse soldati come voi mi avranno sentito nominare- disse lo psionico
- certo signore che la conosciamo, forse non si ricorda ma siamo stati con lei e molti altri uomini a proteggere Escutium, dagli Orchi – disse Lena facendo un mezzo inchino, e anche il suo compagno e tutti gli altri soldati fecero lo stesso
- avrete fatto un lungo viaggio- disse Rafiant senza aspettare la risposta del Githzerai- sarete miei ospiti a casa mia, l’ho affittata di recente in quel paesino-
- si grazie, infatti veniamo dal regno degli Elfi- disse Ember
- vi accompagneremo noi adesso a piedi- disse l’uomo- uomini, tornate al vostro posto ora qui è tutto a posto- detto questo il resto dei soldati ritornò in città, mentre gli altri andarono dalla parte opposta, portandosi dietro i cavalli dei due soldati che sono rimasti, a quanto pare non avevano cavalli per loro
Uran raccontò ai suoi amici il suo viaggio che aveva fatto da Erevantor  fino al regno degli Elfi e poi fino a Loibron, anche Ember cercò di far amicizia con queste persone, solo Swikel rimase in silenzio come sempre ad ascoltare. Rafiant era grande e muscoloso come umano, assomigliava di corporatura a Gersh, ed era molto alto aveva una corta ma folta barba tra il biondo e il castano, e aveva lunghi capelli dello stesso colore legati a coda di cavallo, Lena invece non era tanto alta e aveva un corporatura come quella di Orhen, aveva capelli neri, lunghi, il suo colore della pelle era appena scuro, e aveva dei bellissimi occhi verdi. A giudicare da come erano vestiti e dalle armi che portavano,  solo Rafiant era un guerriero, Lena doveva essere una chierica proprio come Keld, durante quella lunga chiacchierata, Ember capì che queste due persone sono praticamente dei colleghi di Uran e Barg, anche loro come i suoi compagni andavano in giro ad aiutare la gente, ad accompagnarli in tutti i posti che conoscevano, entrambi erano molto giovani, forse anche più giovani di lui.  Arrivati al paesino che si chiama Derman, andarono direttamente a casa dei due soldati per riposare   
- dove sono i vostri amici che mi avete parlato l’ultima volta che ci siamo incontrati? –domandò Uran – è tanto che vorrei conoscerli -
-non lo so con precisione, ma due dei nostri  staranno sicuramente a Emor per cercare una occupazione- disse Lena, poi fu Rafiant a parlare- è vero allora che c’è una stregona Bianca in circolazione, non lo avrei mai immaginato- tutti si misero seduti a tavola a mangiare, c’era un delizioso pollo arrosto da consumare, Swikel si era innervosito nei confronti di Uran per aver detto tutto a quei sconosciuti, e lo aveva preso da parte per sgridarlo, la missione dell’elfa doveva rimanere segreta
- ora noi stiamo andando a Emor perché devo aiutarla a difenderla – disse il Githzerai che si era calmato dopo quel lauto pasto
- o è naturale signore, lei è il migliore per queste cose, molti di noi dovremmo ringraziarla in eterno, ha salvato molte vite- disse Lena
- ora tra pochi giorni anche noi andremo nella capitale, ci hanno chiamato per combattere, i nostri uomini a est parlano di una grande marcia verso di noi, tra poche settime forse tra pochi giorni attaccheranno Emor- disse Rafiant in tono preoccupato
- è per quello che andiamo li – disse Swikel   
- vi daremo dei cavalli i più veloci e resistenti così raggiungerete la capitale entro due giorni invece di quattro e mezza giornata- disse Rafiant
- grazie ragazzi, sarebbe un bell'aiuto- disse Uran
- attenzione però che la pianura che separa la capitale da qui è già invasa da dei nemici, Wolfen dicono- disse Lena
- staremo attenti, ora che manca poco alla fine del viaggio sarebbe un peccato che ci  uccidono proprio ora – disse Ember
Finito il pranzo si misero a dormire nei loro letti per tutto il pomeriggio, la sera dopo un veloce pasto si rimisero a dormire, durante la sera Rafiant e Lena vollero sapere di più su Ember, e fecero solamente qualche domanda formale e cortese a Swikel dato che già lo conoscono bene, e poi lui è un tipo taciturno non voleva parlare, forse non gli piaceva
Il mattino dopo salutarono i due giovani ragazzi e partirono con grande velocità  verso Emor, non era neanche mezzogiorno che molte leghe erano già state percorse, la pianura di Valdajar così si chiamava era una pianura molto verde, c’erano zone un tempo coltivate che ora sono abbandonate, c’erano molti alberi, e si vedevano le colline che non stavano neanche tanto lontano, il primo giorno di viaggio fu tranquillo, anche se in parte; Uran con la sua vista diceva di vedere scontri tra i soldati Umani e i nemici, diceva che non c’erano solo Wolfen ma anche Orchi, e soprattutto Non-Morti
- vedo qualcosa li vicino, proviamo a passarci vicino- disse Uran indicando un punto dove si trovava quello che sembrava un bunker. I tre si avvicinarono scesero da cavallo e controllarono se c’era qualcuno
- mi sembra abbandonata, vediamo cosa c’è dentro, magari c’è qualcosa di utile per noi – disse Swikel
Il gruppo entrò dentro accesero una torcia, Ember sussultò, vi erano quattro cadaveri stesi a terra, anche se ormai più che cadaveri erano scheletri. Uran si avvicinò ad esaminare i corpi
- questi erano Umani credo, erano prigionieri, sono stati uccisi, strano che non erano legati con qualcosa, a parte le caviglie con le catene-
- a loro forse bastava questo- disse Ember
- non erano Umani, o meglio sono una razza praticatamene quasi uguale, sono Cetra o detti più comunemente Siriani, sono l’opposto dei Vashar, mentre questi ultimi sono uomini malvagi, questi solo buoni e leali, vivono a contatto con la natura, e vivono di essa- disse Swikel
- quanti tipi di esseri umani ci sono? -domandò Ember
- si dice che i Vashar siano nati grazie all’intervento di creature malvagie, i Siriani  da creature benevoli, tutte e due le razze hanno origine umana, come i Drow derivano dagli Elfi- disse Swikel- e queste persone non sono state uccise ma si sono suicidate-
- come si sono suicidate?- esclamò Uran
- i nostri nemici fanno così ai Siriani – disse Swikel- li rinchiudono in un luogo totalmente buio, è questa la loro tortura,i Siriani impazziscono dopo che sono passati molte ore nell’oscurità, i nemici dopo averli catturai li rinchiudono qui e aspettano che con le armi che gli hanno permesso di tenere si uccidono, questo è uno dei loro passatempi verso i  prigionieri che appartengono a questa razza, li torturano così-
Diedero sepoltura ai corpi e continuarono a proseguire per la loro strada verso la città                 
 
il gruppo dormì ai piedi di un grande albero su una piccola collinetta, in modo da vedere se si avvicinava qualcuno, ma la notte fu serena.
- ormai mancano pochi chilometri, proseguendo come ieri dovremmo raggiungere Emor al tramonto- disse Uran la mattina seguente
Il viaggio continuo, e più si avvicinavano alla meta e più videro da lontano che non erano gli unici a cercare di raggiungere la città, Da lontano si vedevano molti eserciti, erano soldati che andavano a difendere la capitale, ma c’erano, e nascosti anche, delle spie nemiche
- i soldati si stanno preparando bene, sono molti, ma ho notato anche qualcos’altro- disse Uran
- ti riferisci alle spie che sono nascoste in quelle rocce laggiù? – disse Swikel indicando il punto dove si trovavano i nemici - staranno sicuramente controllando le forze nemiche-
- fermiamoli presto- disse Ember
-non correre, non conviene poi tanto, uno: non sappiamo realmente quanti sono, due: forse avranno messo delle trappole li vicino, terzo: non saranno sicuramente le uniche spie, ce ne saranno altre che non possiamo fermarle o nascoste chissà dove- disse Swikel
- sarà anche vero ma non posso accettare che ci siano nemici che scorrazzano liberamente in territorio non loro- disse il ranger
- sono d’accordo anch’io signore sarà meglio disfarne di loro, e proseguire dopo, ormai tanto non manca molto, solo pochi chilometri  e poi faremo anche la nostra parte per aiutare questo paese- disse l’Aviano
- proprio perché manca poco alla meta che voglio andare subito in città – disse lo psionico
Il Mezzelfo e il nomade riuscirono comunque a convincere il Githzerai a combattere, con un potere speciale Swikel ordinò ai cavalli di continuare per la strada verso la città e fermarsi in un punto indicatogli, e andarono a piedi verso i nemici che erano due Wolfen
- sembrano soli non vedo che ci siano preoccupazioni- disse lo psionico
- non ci sono nemmeno trappole qui intorno – disse Ember
- avviciniamoci di più non mi sembra che hanno avvertito la nostra presenza – disse il nomade
Due frecce colpirono i   Wolfen uccidendoli subito, chi lanciò le frecce erano  due dei tre soldati che stavano li vicino,  anche loro erano nascosi per cogliere di sorpresa i nemici e molto probabilmente stavano pattugliando la zona
- state bene suppongo vero? Queste creature non daranno più fastidio ora –disse un soldato- presentatevi, a seconda della vostra risposta vi potremo uccidere – continuò
- sono Eiclan “Swikel” il Difensore, sono venuto a Emor perché ho ricevuto l’incarico di difendere questa città – disse lo Githzerai
- sono Uran, sono una guida per soldati e persone che hanno bisogno di muoversi per il continente- disse l’Aviano- è questo qui a fianco a me è un mio compagno di viaggio –
-Venite con noi, in città, se siete veramente queste persone sarete i benvenuti- disse un soldato
un brutto presentimento attraversò la mente dello psionico, guardandosi indietro vide i Wolfen che si erano alzati e che stavano attaccando alle spalle gli avventurieri
- è una trappola maledizione- gridò Swikel. I tre compagni tirarono di nuovo fuori le armi dopo che le avevano riposte quando pensavano che il pericolo era scampato, il githzerai riuscì a contrastare un incantesimo  lanciato da una delle guardie che era nel frattempo ritornato nel suo vero aspetto, ovvero un Mind Flayer, gli altri due soldati erano Wolfen travestiti da Umani aiutati anche da qualche trucco di mascheramento dello stregone
- mi sorprende che tu non sia riuscito a capire un illusione così ovvia per uno come te – disse il Cefalide
- hai fatto male a mostrarti verme – iniziò uno scontro tra le forze arcane e quelle della mente, mentre Uran e Ember combattevano da soli contro quattro Wolfen, il nomade si dimostro agile e forte, riusciva a parare senza esitazione i colpi e riusciva a ferire i suoi nemici, un po’ peggio si trovò Ember che invece stava faticando. Intanto continuava lo scontro di forza tra il Cefalide e il Githzerai
- strano che uno della tua razza padroneggi bene la stregoneria- disse Swikel
- ooo, sono stato esiliato per questo, infatti sono sotto le dipendenze di Daemortius- disse il Mind Flayer
Sia il githzerai che il cefalide si lanciavano i loro poteri, lo stregone utilizzò delle piccole palle infuocate che scaturivano direttamente dalla sua mano in direzione del suo nemico, mentre lo psionico creò uno scudo magico, che doveva essere solidissimo, perché i colpi ricevuti non gli causarono nemmeno un graffio, dopo aver parato la magia, Swikel lanciò raggi globulari, che venivano neutralizzati da raggi blu evocati dal cefalide. Lo stregone evocò altri incantesimi di colore verde e nero, mentre lo psionico riusciva a contenerli tramite la sua forza della mente, cercando di richiamare tutte le sue forze mentali per piegare l’attacco
I poteri di Swikel si dimostrarono subito più forti dell’avversario, e infatti lo stava mettendo in ginocchio
intanto Uran era riuscito a sconfiggere i suoi avversari, mentre a Ember  ne mancava ancora uno, ma approfittando di una sua schivata ferì la pancia del nemico che per il dolore indietreggiò cercando di proteggersi ma subì un altro colpo di spada che gli tolse la vita
- non è possibile ho perso così- stava dicendo il Cefalide che era ormai in ginocchio, Swikel ne approfitto della sua debolezza gli lanciò il suo bastone elettrico che colpì il petto del nemico facendolo stordire, e con grande velocità evocò una spada e tagliò la testa dell’avversario
- addio Akhdar – disse lo psionico
 - lo conoscevi allora – disse Uran
- era uno dei miei rivali, penso che si sia indebolito parecchio sono riuscito a sconfiggerlo subito-
I tre poi ripresero il viaggio riprendendosi i cavalli e giunsero finalmente nelle porte della città al tramonto.
 
Le porte erano già aperte, furono solamente fermati da una guardia  che chiese chi fossero, dopo le presentazioni cinque soldati scortarono i tre verso il palazzo reale per mostrarsi al re, dopotutto Swikel era una persona molto famosa anche a Emor. Salirono un colle ed entrarono nel palazzo del sovrano passando per una  piccola piazza, dove vi era una fontana, Ember notò che da questa piazza, si poteva vedere una parte della città. Dentro il palazzo c’era una piazzola, dove guardando davanti c’era una torretta con un dipinto di una donna considerata santa dagli Umani, e un orologio, da questa torre sventolava sopra alla destra del quadro una bandiera, la bandiera dell’impero.
- benvenuto mastro Swikel- apparve all’improvviso in mezzo alle colonne che circondavano la piazzola quello che doveva essere il re, accompagnato da tre giovani ben vestiti, intorno alla piazza si fecero notare le guardie reali 
- il vostro aiuto sarà gradito, voi e i vostri sottoposti sarete ospiti in una delle mie stanze,  questo è mio figlio, il principe Hennet,- disse il sovrano un uomo un po’ grassoccio con barba corta e nera
- piacere di conoscervi signore- disse il giovane chinando la testa e stringendo la mano allo psionico come saluto- queste sono le mie guardie del corpo Lesha e Glissa, vi porteranno nelle vostre stanze e vi aiuteranno per qualsiasi evenienza durante il vostro soggiorno qui – continuò il principe, il giovane era alto molto magro e sorrideva per tutto il tempo, aveva capelli neri così come gli occhi
I tre ringraziarono e si congedarono, il re volle dire ancora una cosa prima di lasciare gli ospiti
- domani vedremo i piani di guerra con i mie generali che sono riuscito a unire, i soldati nemici si stanno nuovamente avvicinando, ringrazio la druida Oizal per avervi mandato- disse rivolgendosi a Swikel a bassa voce  
- seguiteci signori – dissero le ragazze che dovevano avere la stessa età dei ragazzi incontrati a Derman, la prima che il principe aveva nominato, doveva essere una stregona secondo Swikel appena li lasciarono soli nelle stanze,  era alta e aveva i capelli lunghi e neri, l’altra doveva essere una ex cacciatrice di taglie, era un po’ più bassa della sua collega e aveva dei capelli sul castano molto chiaro tutti legati all’indietro.
 Dopo aver cenato Swikel volle subito mettersi a dormire, i tre non avevano mai dormito in letti così comodi. Durante la notte poco prima di addormentarsi Ember pensò come se la stavano cavando Steel e Orhen.
 
  note: Ember è arrivato a destinazione, sano e salvo, nei prossimi capitoli seguiremo Steel nel suo viaggio

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Capitolo 3
*** Terzo capitolo ***


Dove si trovava Steel si vedeva bene il mare, ora non mancava molto al porto di Lulea vicino Howall, dovevano solo scendere la collina dove si trovavano lui e i suoi compagni Gersh e Keld. Come aveva detto lo Gnomo, le isole del mare del sud le conosceva abbastanza bene, ma questo poco importava se stavi andando su una nave dove c’è un equipaggio pronto ad obbedire ai tuoi ordini ed è soprattutto molto esperto e sanno soprattutto dove devono andare, solo Gersh era un po’ nervoso,  aveva visto poco il mare a differenza del suo signore, e non era molto contento di vederlo, agli Orchi forse non piace l’oceano pensò il Mirilith.  Sono passati un giorno da quando hanno lasciato Reghat per arrivare fin qui, il cacciatore di taglie era triste nell’aver lasciato il suo gruppo di colleghi, e amici, soprattutto Orhen, era la persona che più aveva legato, gli piaceva forse. Steel si mise a scuotere la testa, non era il caso di pensare a questo, non era neanche sicuro cosa stesse provando per lei, ma anche Ember e Beany gli mancavano e non poté non pensare anche a loro, il mezzelfo all’inizio gli stava antipatico, lo considerava uno scemo, ma poi guardandolo in azione durante le avventure passate insieme capì che dopotutto ci sapeva fare, lo aveva intuito mentre combatté con lui la prima volta, Beany era una bambina molto dolce ma soprattutto determinata, e sperò che se la cavasse egregiamente con Orhen, la sua era una missione pericolosa, ma sapeva che era molto forte per la sua età, un giorno, pensò il cacciatore, sarà addestrata per diventare una temuta cacciatrice di taglie. Si mise a guardare i diamanti, ora ne aveva due, quello della Terra e quello del Fuoco, mancavano all’appello l’Acqua e l'Aria.
- mancano ancora tre chilometri, ormai la collina è stata praticamente superata, tra poco lasceremo queste terre- disse Keld.  Si sbagliava 
Apparvero da dietro gli alberi, che si trovavano per tutta la zona,  degli Orchi che attaccarono il trio, Gersh stette vicino al suo padrone per proteggerlo, mentre non aveva grossi problemi Steel che se la stava cavando con il combattimento, evidentemente la spada già gli stava dando una forza smisurata e una destrezza molto alta
- uccidiamoli- disse uno dei nemici, e Steel gli venne in mente lo scontro con gli uomini di Yeslis, anche se adesso è tutta un'altra storia. Un grosso urlo sembrava facesse tramare la terra e che veniva da dietro gli alberi, e soltanto  quando uno di questi venne abbattuto che un grosso brivido di freddo attraversò la schiene di Steel e dei suoi amici. Un grosso Troll di montagna alto cinque metri era apparso davanti a loro che li guardava come una furia omicida
- ora siete morti- disse un Orco ridendo, infatti la piccola compagnia dovette arretrare nel punto che lo separavano da un dirupo alto venti metri e i nemici, che li avevano praticamente circondati, il Troll si stava lentamente muovendo  verso di loro agitando la grande mazza
- questa è una trappola, qualcuno ha avvertito al nemico che stavamo andando da questa parte- disse Keld
- ora come ne usciamo da qui?- disse Steel , ormai il Troll stava per dare il colpo finale
- venite buttiamoci- gridò Gersh che prese lo Gnomo e il Mirilith e le loro armi insieme con le sue mani dopo aver ricomposto il suo bastone e li fece buttare insieme a lui nel dirupo, e per un centimetro la mazza non colpì nessuno dei suoi bersagli
- no, moriremo così- disse Keld troppo tardi, ma per sua fortuna il Mezzorco evitò per poco gli scogli, Keld si stava agitando in modo violento sott’acqua, mentre Steel era rimasto come paralizzato dallo stupore, solo il Mezzorco sembrava dove stesse andando e stettero alcuni lunghi secondi li sotto, prima mettersi al sicuro lontano dagli sguardi degli Orchi, solo allora Gersh salì facendo respirare i compagni 
- volevi farci uccidere tutti Gersh?- domandò il chierico sputando acqua
- be almeno adesso siamo al sicuro- disse Steel che guardò indietro, avranno fatto all’incirca venticinque metri sott'acqua se non trenta per cercare di sfuggire a morte certa, il monaco doveva essere un buon nuotatore
- lì vedo una spiaggia, riposiamoci lì e poi ritorniamo sui nostri passi, non è tanto lontano- disse il Mezzorco  indicando la riva che stava poco lontano
Nuotarono ancora un po’ e riuscirono a raggiungere la riva, Keld era stato aiutato dal monaco perché non sapeva nuotare
-ora stiamo al sicuro non vedo nessuno qui- disse Gersh detto questo si addormentò per la stanchezza, e così fecero anche Keld e Steel, non avevano mai nuotato in vita loro
Qualcuno svegliò bruscamente i tre, Steel aprì gli occhi e quello che vide furono uomini e altre creature vestiti in  modo strano, ma la cosa che gli interesso di più è che gli stavano puntando le armi che dovevano essere sciabole, alla gola, il Mirilith cercò la sua arma per reagire ma ricevette un pugno in faccia, casualmente vide che anche i suoi compagni non stavano messi bene, visto che erano legati alle mani dietro la schiena da due creature strane, tutto intorno sentiva solo schiamazzi da lontano e risa di scherno.
- che cosa ne facciamo di questi capitano?- domandò un uomo,
- per me possiamo anche ucciderli- Steel si girò in direzione della voce e vide che a parlare era una creatura che non aveva mai visto, sembrava un pesce
- aspetta signore chiedo una supplica- disse Keld
- come osi   parlare senza essere interpellato- disse lo strano pesce allo Gnomo
- ho già chiesto se possiate ascoltarmi prima di emettere una sentenza-
- parla allora verme- disse il capitano
- sono un chierico, e so guarire la gente…- disse Keld
- si in effetti credo che ci possa servire un guaritore se questo che volevi, forse possiamo risparmiarti – disse il pesce
- mi perdoni  ma non ho finito, ho pensato che forse gli potrebbe servire dei guerrieri più forti, e loro due lo sono- disse il chierico
Lo strano pesce fece una sonora risata prima di parlare sghignazzando
-mi stai dicendo di risparmiare anche i tuoi amici, allora non sei così codardo come stavo pensando, ma credo che non ho bisogno di loro –  molte sciabole circondarono Steel e Gersh per tagliarli la testa
- mettili alla prova mio signore, vedrà che non se ne pentirà lo giuro sul mio Dio e Signore Garl Glittergold – disse Keld
- così stai giurando sul tuo dio la verità, voglio proprio vedere, ma se dovessero perire non risparmierò neanche te piccoletto, d’accordo? chiamate Obou, Arlig e Merea- disse il capitano rivolgendosi ai suoi uomini poi si voltò verso il chierico- voglio far combattere anche te, se sopravvivete siete il benvenuti a bordo della mia nave –
Slegarono prima Keld, che lo fecero combattere contro un Coboldo, una delle creature che più di tutte odiano gli Gnomi
- voglio vedere prima quello che sai fare, uccidilo Obou- disse il capitano
 Il coboldo attacco per prima, e si fece mostrare subito agile, Keld subì una ferita, per sua fortuna leggera, permettendogli di contrattaccare; con delle pietre magiche che teneva nascoste dalla tasca, lo Gnomo le tirò fuori e con la loro magia inflisse dei danni al suo nemico, il coboldo continuò ad attaccare, ma lo Gnomo si dimostro questa volta più agile, riuscendo ad utilizzare la propria arma e a ferirlo, e il danno fu già più grave di quello che il combattente ha inflitto al chierico, Keld continuò il suo attacco, utilizzando una luce che inflisse dei danni al nemico, il coboldo reagì ferendo nuovamente l’avversario, e anche questa fu una ferita piuttosto grave, ma lo Gnomo guarì tutto con la sua magia, La strana creatura ne approfitto del momento di debolezza attaccando con la sua spada,  ma Keld riuscì a parare, fece dei gesti come se volesse scrivere qualcosa sui vestiti del nemico, la creatura lanciò un urlo, si piegò a terra e incominciò ad  agitarsi urlando di dolore, le sue sofferenze furono messe a tacere da un colpo di ascia
- bravo chierico- disse l’uomo-pesce – adesso tocca all’Orco, fatti forza Merea –
Quest’ultimo era un umano molto grosso, e brandiva una mazza
- Keld il tuo avversario lo potevi battere con più facilità – disse il Mezzorco
- lo so ma non voglio svelare alcuni dei miei poteri migliori, tu piuttosto vedi di non morire- disse il chierico
I due avversari si misero davanti e solo quando fu lanciato il segnale, ovvero un gesto con la mano del capitano , iniziarono a combattere, il grosso uomo tirò un pugno per stendere l’avversario, ma Gersh parò il colpo con una mano e inflisse un veloce calcio in pancia all’avversario facendolo indietreggiare per il dolore, il monaco ne approfitto cercando di colpire in faccia l’uomo con il suo bastone che aveva tirato fuori in quell’istante, ma quest’ultimo riuscì a parare con la mazza, Merea cominciò ad agitare l’arma che aveva cercando di colpire senza sosta  il nemico, e anche il Mezzorco muoveva il bastone di ferro cercando di  parare i colpi, lo scontro continuò così fino a che la mazza non si ruppe, il grosso uomo guardò la mazza in modo sorpreso e Gersh ne approfittò e con il bastone colpì in pieno la faccia dell’uomo facendolo cadere a terra e il monaco ne approfitto del momento, prese il collo del nemico, e lo ruppe uccidendolo sul colpo
- o ma guarda abbiamo un nuovo arrivato in ciurma, ora tocca alla strana creatura, fatti valere almeno tu Arlig- disse il capo della banda 
- anche tu potevi fare di più sai- disse Keld appena il suo amico tornò
- ho pensato che per un uomo del genere e vedendo che nessuno interveniva bastava il mio andamento tranquillo- disse Gersh
L’avversario di Steel era una creatura strana che il cacciatore non aveva mai visto, sembrava un granchio, e non aveva armi in mano, il mirilith dedusse che le sue uniche armi dovevano essere proprio quelle grosse chele. L’uomo granchio attaccò  puntando le chele contro il suo avversario, Steel agitò la spada contro il nemico facendogli tagliare le sue due armi naturali,questo si inginocchiò urlando di dolore, e il cacciatore di taglie lo finì infilzandolo con la sua spada
- quella spada deve avere una resistenza incredibile,e deve essere soprattutto molto tagliente, ma dopotutto ho mandato i più deboli in campo – disse l’uomo pesce mettendosi in mezzo al campo di scontro- ora voi siete il benvenuti nella ciurma, ma badate che se tentate di tradirci o scappare morirete subito-
I tre furono trascinati e portati in un’altra parte della spiaggia ,luogo dove si erano fermati questa banda di strani soldati che Steel non capì ancora chi fossero, e introdotti in una cabina-prigione e disarmati, poco dopo la nave lasciò la terra ferma andando verso sud.
 
Stavano in quella cabina già da molto tempo, e nessuno si faceva ancora vedere
- questa porta la potrei sfondare- disse Gersh ormai quasi esasperato nel restare rinchiuso la dentro
- lascia stare ti uccideranno, dobbiamo piuttosto trovare un modo più intelligente per uscire da qui- disse Keld
- quando sarà occasione potrò coprirvi io, anche senza armi sono comunque forte- ribatte il monaco
- e come pensi di uscire genio, sei tu che ci hai portato qui, a essere prigionieri di pirati, che ormai pensavo fossero estinti- disse Steel con tono arrabbiato rivolgendosi a Keld
Sentirono dei rumori fuori e i tre videro che la porta si aprì, davanti a loro c’era il capitano della nave che entrò e chiuse la porta
- si sentono i vostri commenti anche da fuori, vorrei partecipare anch’io visto che sono il vostro capitano- disse lo Shanodin, così si chiama la razza degli uomini-delfino come spiegò Keld
- capitano un corno, caso mai carceriere- disse Steel
- se per questo ho ordinato ai miei uomini di farvi uscire di qui adesso, così potete visitare tutta la nostra nave e conoscere i vostri nuovi compagni, sempre se voi accettate, altrimenti ho pensato di vendervi come schiavi o uccidervi forse è meglio per voi, siete liberi di scegliere- disse il capitano
- se accettassimo di seguirti non ci ucciderai, o non ci torturerai e non ci considererai tuoi prigionieri?- domandò  il Mirilith
- niente di tutto questo, sarete miei uomini come tutti gli altri, ma ovviamente dovrà passare del tempo perché io e la mia ciurma avremmo la vostra totale fiducia, dopotutto è questa la proposta che volevi non è vero gnomo? - 
- accettiamo, non abbiamo molta scelta- disse il chierico
- vedo che capite subito, non  mi sono presentato, il mio nome è Asar, che in elfico vuol dire “mare” un nome che mi piace moltissimo- disse il capitano- di nuovo benvenuti a bordo della Saint Malo- disse lo Shanodin prima di lasciarli nuovamente soli
- perché hai accettato Keld? Non dovevi- disse arrabbiato Gersh
- è l’unico modo per salvarci, se ci uccideranno la nostra missione sarà fallita, così come se ci fanno schiavi in una delle loro remote isole e passare la nostra vita lì- disse lo Gnomo- l’unico modo è quello di accettare le loro condizione che non farebbero a chiunque-
Steel si mise a guardare la porte come se riuscisse a vedere oltre
- maledizione – disse infine

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Capitolo 4
*** Quarto Capitolo ***


Steel e i suoi compagni seguirono il consiglio del capitano, facendo un giro per tutta la nave,e come previsto fecero moltissima fatica a socializzare, anche se in verità neanche loro avevano voglia di entrare in amicizia con la ciurma, tutti i pirati sulla nave li consideravano loro prigionieri, e c’era chi li voleva trattare anche come schiavi, ma sfortunatamente per loro i tre avevano ottenuto il permesso di portarsi appresso le armi, e gli scherni finivano subito, molti temevano il Mirilith, non solo perché si ricordarono come era finito il combattimento con il Tolaro, ovvero l’uomo-granchio che Steel aveva battuto con un colpo di spada, ma piuttosto lo consideravano una creatura troppo strana, evidentemente non avevano mai visto un uomo-gatto, ma nemmeno il cacciatore di taglie aveva mai visto gli Shanodin,Tolari, Sirene maschio, Tritoni e uomini-squalo, solo uno in tutta la ciurma si avvicinò per conoscerli
- così voi siete quei tre vermi- disse uno Shanodin, Keld fece cenno ai suoi amici di lasciarlo perdere
- aspetta tu con la spada strana, voglio sfidarti, il mio nome è Morthond, “radice nera” in elfico  –
- non mi interessa il tuo nome e soprattutto non ho nessuna voglia di sfidarti- disse Steel
- è un ordine, non osare disubbidire al vice-capitano- disse Morthond
Il Mirilith si girò verso lo Shanodin si consultò un attimo con Keld e poi accetto la sfida. Il combattimento fu entusiasmante anche se di breve durata, Steel non riuscì a metterlo in difficoltà subito come pensava, e il suo avversario si dimostrò molto agile, ma il Mirilith si dimostro comunque più forte, la spada che usava il vice-capitano era molto sottile, facile da rompere ma Steel preferì buttargli via l’arma e puntando la sua al collo dell’avversario
- ora dì ai tuoi uomini di liberarci, altrimenti ti uccido sul serio- disse Steel in tono minaccioso
- he he he, per me puoi anche trapassarmi, tanto a te non cambierebbe nulla- disse Morthond
Infatti gli altri membri della ciurma avevano tutti le armi in mano e si stavano avvicinando minacciosamente
- la mia morte non conta nulla così come la mia vita, nemmeno se riesci a prendere in ostaggio il capitano la situazione cambierebbe, morto un capitano c’è ne è un altro, è questo vale per un vice capitano, o per qualsiasi membro della ciurma- disse lo Shanodin che con un gesto ordinò ai suoi uomini di calmarsi
- mi sei simpatico tu, come ti chiami?- domandò il vice capitano che allungò una mano palmata- mi ripresento sono  Morthond   sono il fratello del capitano, nonché suo vice-
- il mio nome è Steel- disse il cacciatore di taglie, che invece non volle allungare la mano, la stessa cosa lo Shanodin lo fece a Keld e Gersh che a loro volta si presentarono abbassando semplicemente la testa come saluto, finite le presentazioni il vice capitano fece una smorfia di compiacimento
- la nostra prossima missione la faremo sull’isola di Xuovlep per recuperare un tesoro di un nostro rivale  che abbiamo da tempo sconfitto, e ora che abbiamo i mezzi per superare le trappole che ha messo di guardia, vogliamo impossessarci dei suoi beni- disse Morthond – vorreste venire con noi?, sarebbe un buona occasione perché noi possiamo avere una minima fiducia nei vostri confronti invece di fare la guardia su questa nave ed appassire -
Il Mirilith stava per rifiutarsi quando fu Keld ad intervenire ed a accettare la proposta, allora il vice capitano si congedò lasciando solo il gruppo, lo Gnomo volle parlare subito della sua risposta che aveva dato allo Shanodin
- perché hai accettato Keld? – dissero in coro Gersh e Steel dopo che si sono appartati da una parte della nave
- perché su quell’isola in quel tesoro c’è quello che dobbiamo cercare per completare la missione, questa è un occasione d’oro da prendere al volo, se partecipassimo potremmo prendere una parte del tesoro come prevede il codice dei pirati, e noi ci impossesseremo di quel diamante – disse il chierico a bassa voce
- hei voi- disse uno dei pirati- non sta bene che voi parliate in disparte, piuttosto venite a lavare il ponte, qui da noi la regola è “ultimo arrivato male accontentato” ha ha ha  benvenuti a bordo-   
- prendi la mappa che ci ha dato Oizal e controlla- disse Keld continuando a parlare a bassa voce- vedrai che avrò ragione io- 
 
 
Era ormai notte in mezzo all’oceano, il gruppo di Steel era stato chiamato per la cena, ovviamente insieme a tutta la ciurma, il cuoco della nave aveva preparato quello che sembrava zuppa di pesce, pescato proprio durante la sosta nel continente, era un piatto molto buono, ma sia a Keld e Gersh non piaceva molto
- ringraziate, questa roba non la faccio tutti i giorni- disse il cuoco
La ciurma poi automaticamente si mise intorno a un pirata di nome Merp, un Tolaro, che si mise a raccontare una storia di creature spaventose, tra cui una specie di fantasma dei laghi che si mette a chiamare per nome le sue vittime, e facendole affogare attirate proprio dalla sua voce soave come una delle Sirene femmine, e poi di una creatura che appare molto di rado che distrugge ogni cosa è sembra invincibile, il Terrasque, una storia usata spesso per spaventare i bambini, si dice che durante la guerra sia apparso tre volte, ma non trovando molto rientrò subito in letargo, oppure di creature che emergevano dagli abissi e attaccavano le navi, e un’altra che parlava di creature stranissime che vivono nei mari, i Karpa . Tutti sembravano curiosi nell’ascoltare quelle parole, e continuò così finché Keld non fu chiamato dal capitano per una questione di competenza di medicina, un pirata lo scortò fino alla stanza del comandante
- tu sai come preparare degli antidoti e pozioni curative Gnomo?- disse il capitano appena il chierico si presentò nella sua cabina, accanto allo Shanodin c’era suo fratello 
- certo signore, ma mi servirebbero alcuni ingredienti per poterli creare- disse Keld 
- gli ingredienti penso che ce li abbiamo, controlla su questo foglio se c’è ciò che cerchi- disse Asar
Lo Gnomo lesse sul foglio tutti gli ingredienti che c’erano scritti- si c’è tutto, sono in  grado di farli- disse poi
- bene tra due giorni saremo sull’isola di Xuovlep , mi servono entro quella data capito?- disse il capitano
- sarà fatto signore- disse il chierico senza fare domande e se ne andò, Morthond lo salutò alzando la mano e sorridendo
- cosa ne dici fratello di questi qui?- domandò Asar appena Keld lasciò la cabina
-  forse lo Gnomo ha accettato il suo destino, ma secondo me ha in mente qualcosa, l’Orco non mi dice molto anche se credo che sia molto forte, e stava sicuramente con questo gruppo come guardia del corpo, mentre quell’altro mi piace molto, è forte- disse il vice capitano
- chi l’uomo gatto? Non lo so sai, anche se forse hai ragione tu- disse il capitano
- oh è molto forte, hai fatto bene a lasciarlo in vita ci sarà molto utile nelle nostre scorribande vedrai, lo stesso vale anche per gli altri due, io ho combattuto contro il Mirilith, e ho perso pure subito- disse Morthond
- hai perso contro di lui e subito anche, allora può essere veramente utile se lo sfruttassimo, mandandolo per esempio proprio in prima linea, la sua razza si chiama Mirilith un bel nome come creatura- disse Asar
- i chierici sono forti, usano magie spettacolari, e anche quell’Orco usa  probabilmente tecniche strane, non si spacca una mazza come quella che aveva Merea, in quel modo semplice- disse suo fratello
- impareremo a conoscerli e a capire chi sono un giorno o l’altro- disse il comandante  
 
    
 Il giorno dopo Keld si mise nella cabina dove dormiva con i suoi compagni di viaggio, mentre Gersh e Steel parteciparono in un torneo che durò tutto il giorno, dalla mattina fino alla sera, radunò i più forti combattenti della sua ciurma più i due nuovi arrivati per vedere le loro capacità, gli altri pirati invece, dovevano sistemare la barca per il giorno dopo,  perché il capitano capì che dovevano affrontare una tempesta, il torneo arrivò alle semi-finali, c’erano Gersh contro il vice capitano, e  Steel contro Merp il canta storie, che si dimostrava un bardo niente male con i suoi incantesimi prodotti dalla musica dovuta a una piccola lira, in finale arrivarono il vice capitano e il Mirilith, Gersh arrivò terzo, i due finalisti ormai avevano raggiunto l’ovazione da parte della maggioranza della ciurma, anche Keld prendendosi qualche momento di pausa, volle vedere gli ultimi incontri dei suoi amici, la finale la vinse Steel, e fu un bel combattimento, ma c’era ancora il campione da battere, ovvero il capitano, che sconfisse Steel, il capitano decise di  nominare il cacciatore di taglie come premio, suo aiutante, ovvero una sorta di guardia del corpo. Il giorno dopo come previsto ci fu una tempesta, Keld non poteva sbrigare il suo dovere che gli era stato affidato dal comandante, e se ne restò rinchiuso con i suoi due compagni fino al giorno dopo( aveva già con se delle provviste per un giorno, e qualcosa per il mal di mare),come era stato ordinato da Morthond, forse perché voleva loro tre in piena salute per la missione, gli altri pirati rimasero sul ponte per cercare di evitare quanti più danni possibile alla barca, Merp stava anche lui sul ponte, ma coperto dalla pioggia poiché stava sull’uscio della cabina di Asar, e quindi si bagnava poco, quando Keld guardò ogni tanto fuori vide sempre il Tolaro che controllava la situazione, evidentemente lui faceva da tramite al resto della ciurma con il capitano. Il giorno dopo arrivarono sull’isola di Xuovlep, era una piccola isola quasi pianeggiante e molto verde, una volta  sbarcati raggiunsero il posto dove si doveva trovare il tesoro, ovvero dentro una lunga caverna, nascosta dagli alberi e cespugli, che portava in profondità sotto il livello del mare, erano stati scelti dodici uomini per la spedizione   
- vediamo chi tra noi morirà per primo- fece un pirata sghignazzando verso i nuovi arrivati che lo guardavano con disprezzo
- non morirà nessuno credo- disse il capitano- ho controllato questa mappa molte volte, e ho visto dove sono più o meno tutte le trappole, non dovremo rischiare molto-
Davanti a loro si stagliò una roccia che faceva da muro, e impediva di continuare la spedizione, ma Morthond continuò a  camminare  verso di essa, si avvicinò, allungò la mano per toccarla, e improvvisamente una forte luce, e alcune scariche elettriche inondò  la pietra, facendolo diventare sabbia
- tutto a posto si prosegue- disse il vice capitano che alzò la mano per ordinare di proseguire, Steel notò che lo Shanodin aveva indossato un guanto con sopra disegnato un cerchio magico, e  si ricordò del torneo che aveva fatto sulla nave, sia lui che Gersh avevano provato il suo potere, e lui non era nemmeno l’unico ad usarlo visto che c’era anche suo fratello. La loro magia la chiamavano alchimia, una magia piuttosto rara
Continuarono la strada, e videro a destra una porta di ferro, ma il capitano disse di ignorarla, era solo una stanza vuota che serve a far perder tempo agli avventurieri. Continuando a camminare incontrarono un’altra porta, anche questa volta di ferro, ma molto più blindata, con sigilli magici e serrature
- tu Gnomo sapresti distruggere questi sigilli magici?- domandò il capitano
- mi dispiace signore non ne sono molto capace, non ho questa capacità - disse il chierico
- va bene ci proverò io, tu aiutami comunque però- disse lo Shanodin, e utilizzando i suoi poteri con grande sforza ci riuscì con l’aiuto di Keld, ora mancavano le serrature, e alcuni pirati si misero all’opera, ci volle circa mezz’ora prima che si potesse continuare
-ora ci aspetta un’altra trappola, voi rimate qui- disse Asar alla sua ciurma- io, il vice capitano, Merp, e i nostri tre nuovi amici andremo avanti -
Detto questo andarono ad attraversare un corridoio che divaricava a sinistra davanti a loro una roccia che si doveva premere per forza tanto era grande, e il corridoio era piccolo. Il capitano ordinò di camminare, e disse che quando era il momento dovevano correre, e infatti accadde una delle cose più classiche, un masso cadde da dietro i visitatori, Asar e Morthond usarono la loro magia per rallentare la corsa del masso, e anche Gersh aiutò loro, e riuscirono in tempo a raggiungere un punto di questo corridoio che si allargava, e c’era spazio a sufficienza per tutti e sei, il masso rotolò via e cadde nel baratro. Girando a sinistra trovarono la leva che serviva a disattivare la trappola, cosa che il capitano fece subito, ma videro anche un'altra cosa, strane cose che fluttuavano, di forma triangolare si stagliavano davanti a loro, e ogni volta cambiavano colore diverso
- quelle sono le rocce guardiane, bisognerebbe romperle tutte per poter passare- disse il vice capitano
- ci penserò io a romperle – disse Gersh
- ti darò una mano- disse Keld che con un incantesimo gli trasferì una maggiore forza, il Mezzorco andò contro gli ostacoli, e con poderosi pugni riuscì a smembrarle, riducendoli a sassolini
- anche questo ostacolo è superato- disse il capitano che ordinò agli altri uomini che erano rimasti indietro di raggiungerli, continuando trovarono una porta semi diroccata, il monaco non ci mise molto a buttarla giù
- davanti a noi ora vi è un labirinto, superato l’arco che fa da entrata adesso, c’è un’altra trappola supereremo anche quella, e da li entreremo nel labirinto vero e proprio, non c’è rischio di perdersi perché ho la mappa che ci indica la strada, ma la cosa pericolosa che troveremo saranno i Mostri, battiamoli, superiamo il labirinto e il tesoro sarà nostro- disse Asar ai suoi uomini
Superato l’arco la ciurma camminò per alcuni metri finché il capitano fece notare ai suoi uomini dei buchi semi nascosti dalla sabbia e dal muschio, lo Shanodin buttò un bastone che si era portato nel punto in cui questi buchi si trovarono, improvvisamente partirono delle lance dal sottosuolo che andarono a colpire le pareti, il soffitto e il pavimento in  tutto l’arco dove si trovavano questi buchi, ma fortunatamente i visitatori si trovavano in una distanza di sicurezza
Entrarono così nel labirinto vero e proprio, incominciarono ad incontrare piccoli animali demoniaci, che avevano l’aspetto di un cane, e gli avventurieri non ebbero molta difficoltà ad ucciderli, solo uno stava rischiando la morte quando uno di questi gli saltò addosso per azzannargli il collo, ma venne prontamente salvato per un soffio dal monaco. Ogni tanto incontravano dei bauli, ma Keld disse di non avvicinarsi, i bauli erano in realtà creature che hanno la forma di scrigni per poter indurre i visitatori ad avvicinarsi per poi ucciderli e mangiarli. Incontravano creature melmose, ma avevano vita breve con i poteri dei due Shanodin e dello Gnomo che li uccisero subito. Il capitano sapeva sempre cosa sarebbe accaduto l’attimo dopo, Steel si chiese dove e come sono riusciti a trovare quella mappa che gli indicava tutte le trappole e tutte le vie, il gruppo incontrò un Cumulo Strisciante, era un ammasso di foglie rampicanti, con forma vagamente umana, il corpo simile ad un fusto con braccia e gambe tozze, e non sembra che abbia la testa. Subito lo affrontò Keld che evocò un fuoco che causò seri danni al nemico, subito toccò a Merp che evocò una magia di fuoco, il mostro stava come per andarsene, quando di nuovo il Tolaro che si mise a cantare in una strana lingua evocò di nuovo il fuoco uccidendo la creatura, era ora che il granchio fece la sua mossa, come bardo non era niente male. Incontrarono una melma che si avvicinava lentamente verso il gruppo, era proprio una creatura grossa a forma di cubo trasparente e tremolante, infatti dentro il suo corpo si vedevano i  resti dei precedenti avventurieri, Steel e Keld fecero una faccia indignata, ma ai fratelli Shanodin e Gersh sembrava non fargli la stessa impressione, un pirata umano attaccò la melma, perse la spada poiché l’uomo voleva infilzarlo, e per poco non perse neanche la vita, visto che stava per essere inglobato, ma venne salvato in tempo da Gersh che con un braccio lo allontanò da lì . subito gli Shanodin lo Gnomo e il Tolaro utilizzarono la loro magia per ucciderlo, e spesso dovevano indietreggiare visto che la melma stava andando nella direzione degli avventurieri, il chierico ordinò a Steel di non attaccare per non far perdere la spada, alla fine unendo le loro forze magiche e continuando a lanciare interrottamente incantesimi riuscirono ad ucciderlo e poterono proseguire. Continuando a camminare videro finalmente la porta della stanza dove era custodito il tesoro, ma ancora un altro ostacolo si presentò una creatura simile a un demone
- e un Mephit del fuoco state attenti- disse Keld, la piccola creatura guardava gli avventurieri con un ghigno, poi attaccò i viandanti ferendo un pirata, Steel fu pronto però, infatti riuscì  a ferire la creatura, poi Merp utilizzò un suo incantesimo che lo fece diventare  invisibile, il Mephit non riuscì a percepire la sua presenza, ed era troppo impegnato a d occuparsi degli altri, così il Tolaro utilizzò le sue chele per ferirlo al collo e bloccarlo, e questo basto a Asar ad infilzarlo con la spada ed ucciderlo.
- certo che si poteva mettere un guardiano più forte, non ci ha creati tanti problemi- disse Steel
- meglio così evitiamo grandi noie, e poi considerate le altre trappole questa creatura bastava- disse il capitano- apriamo la porta adesso-
- c’è una lingua strana qui, ma non capisco cosa vuol dire- disse Gersh
- è in draconico, c’è scritto “ ha una bocca ma non parla, ha un letto ma non dorme” – disse Keld
- e che vuol dire?- disse Merp
- he he he, io già la so, ma se ci pensate un attimo ci arrivate subito- disse Morthond – tanto non abbiamo molta fretta, non corriamo più pericoli e possiamo tornare tranquillamente indietro-
Il gruppo stette a pensare per alcuni secondi, c’era chi si metteva seduto, per pensare comodamente chi si grattava la testa chi si grattava il mento, ma nessuno riuscì a rispondere subito,
- il fiume - disse Steel , e la porta si aprì permettendo al gruppo di entrare nella stanza, una volta entrati trovarono oro soldi e qualcos’altro di importante, Keld si mise a cercare tra le monete d’oro e le pietre preziose, e fu aiutato da Gersh, ma non trovarono quello che cercavano, neppure Steel che si mise a cercare da un’altra parte trovò il diamante
- basta crogiolarsi sul tesoro, prendete i vostri sacchi e riempiteli svelti- ordinò Asar tutti i membri della spedizione tranne i due Shanodin si misero al lavoro raccogliendo l’oro e l’argento che c’era in giro, qualcuno trovò anche dei pugnali in mithril e una ampolla di oricalco, Steel trovò un diamante, e vedendo che era un diamante colorato si guardò intorno se c’era qualcuno che controllava, e vedendo che il capitano e tutti gli altri  pensavano e guardavano ad altro lo prese e se lo mise in tasca, preso tutto che c’era lasciarono la stanza e uscirono da quel labirinto, trovarono solo le carcasse delle creature uccise, infatti il capitano aveva ricordato che ormai non correvano più nessun pericoli. Una volta fuori furono aiutati dagli altri pirati che gridavano di gioia e ridevano felici, fu in quell’attimo che Steel si avvicinò ai suoi due compagni che a differenza degli altri avevano delle facce abbruttite
- l’ho trovato, ho trovato il diamante d’acqua c’è l’abbiamo fatta- disse il Mirilith a bassa voce, i due fecero un profondo sospiro di sollievo
- ora si che posso essere felice come loro – disse Gersh
- ora si che siamo vicini alla conclusione- disse Keld
Una volta sulla nave, ci fu la divisione del tesoro in parti uguali, ma prima furono perquisiti il gruppo di spedizione, Steel fu molto bravo a nascondere il diamante per non farsi scoprire,  tutti risultavano puliti, poi il capitanò ordinò di mettersi tutti in file, e ognuno ricevette la propria parte, Asar volle avvicinarsi al cacciatore di taglie
- sei stato bravo i miei complimenti, ti sei ritenuto degno della mia fiducia- disse lo Shanodin
- grazie signore- rispose il Mirilith
- spero che posso continuare ad avere la fiducia che ho nei tuoi confronti, anche se ancora prematura- il capitano fece per allontanarsi quando si girò- a proposito, se vuoi puoi tenerti quello zaffiro, lo faccio come premio, ma non lo fare più, io do solo una possibilità ai miei uomini – Steel rimase ammutolito, eppure aveva controllato che non lo stesse guardando nessuno, forse lo avrà visto con la coda dell’occhio

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Capitolo 5
*** Quinto Capitolo ***


Nella cabina Steel, il giorno dopo, incastonò il diamante sulla spada con la presenza dei suoi compagni, ora è in possesso  di tre elementi, la terra, che aumenta la forza e la tempra del proprio corpo, il fuoco che aumenta il coraggio e la volontà, e ora con l’acqua che aiuta ad aumentare l’istinto in combattimento e l’intelligenza 
- ora  manca solo l’aria, che aumenta i riflessi e la velocità- disse Keld, solo lui pareva che sentisse un nuovo potere nella spada, né Gersh né Steel sentirono un grande cambiamento, si poteva capire solo quando la spada diventò blu per pochi attimi, cambiava colore sempre quando veniva introdotto un nuovo diamante, prima marrone, poi rosso e adesso blu, per poi ritornare al suo stato naturale.
- come possiamo prendere l’ultimo? per adesso siamo stati fortunati perché l’obiettivo era lo stesso, ma adesso?- disse Steel
- io avrei un idea su questo, Gersh passami la mappa di Oizal- disse il chierico al Mezzorco che trafugò nel suo zaino e diede un rotolo allo Gnomo
- il prossimo diamante si trova su un isola a sud, vicino agli acciai a cinque giorni da qui, si trova in mezzo ad un altro tesoro, noi dobbiamo cercare di convincere il capitano ad andare lì, così loro avranno altri soldi in più, e noi il quarto diamante, penseremo poi a come scappare da qui e tornare a combattere Daemortius- disse Keld
- allora vai subito Steel – disse Gersh
-  ci proverò ma non so se funzionerà, in  caso contrario alle nostre speranze dovremo incominciare a pensare  subito a come fuggire da qui- disse il cacciatore di taglie 
Lasciò la sua cabina per andare a quella del capitano, davanti alla cabina c’era Merp e un pirata Tritone che controllava il ponte, sembrava che stava sempre incollato lì, non l’aveva mai visto da altre parti, a parte durante la cena o quando dormiva 
- cosa vuoi?- disse il Tolaro
Voglio parlare con il capitano, ho una proposta da dirgli- disse Steel
Il bardo ordinò al suo compagno di avvertire la visita al capitano,che tornò subito riferendo che era possibile ricevere visite
- cosa c’è Steel? cosa vuoi chiedermi?- disse Asar che stava sorridendo verso il suo sottoposto che era da poco entrato
- vorrei chiederle se era possibile fare rotta verso l’isola di Torincelli signore- disse il Mirilith
- e perché mai? Cosa c’è di così interessante lì?-
- be, so che li c’è una caverna come a Xuovlep piena di tesori- disse il cacciatore
- e come lo sai scusa?- disse il capitano
-  da informazioni che ho preso sul continente- disse Steel
- so che stai cercando qualcosa, ho ordinato a uno dei miei uomini che è di razza Cefalide di controllare la tua mente mentre dormivi, per poco non te ne sei accorto, o almeno così mi ha riferito, e ha scoperto alcune cose interessanti- disse il capitano guardando Steel che stava per deglutire- stai cercando qualcosa per una missione di livello altissimo, il mio uomo non è riuscito a capire di più per paura che ti svegliassi e capissi che qualcuno stava nella tua mente, hai una volontà fortissima, forse era meglio puntare al chierico o all’Orco- disse con uno sguardo fisso verso il cacciatore e gesticolando con la mano palmata, poi continuò a parlare tenendo sempre fisso lo sguardo verso il Mirilith- e ha capito che è la tua spada a renderti così speciale, quando ho visto che cercavi di prendere solo lo zaffiro e non molti atri oggetti dì oro come farebbe qualsiasi mio sottoposto mi sono insospettito, ti sei limitato solo a quello e nient’altro, perché? dimmi di più!-
Steel infatti si ricordava di ieri notte che si svegliò in preda allo spavento come se avesse avuto degli incubi, si sentiva come afferrato da tentacoli
- sono oggetti che appartengono alla spada signore- disse il Mirilith cercando di inventarsi qualcosa-serve per una collezionista che ha oggetti  appartenuti ad Halmnstad, il paladino d’oro, e di molti altri forti guerrieri-
- menti, o meglio dici una mezza verità, mostrami la spada- disse Asar
Steel sguainò l’arma esitando per un attimo e lo mostrò allo Shanodin
- avevo notato un cambiamento, hai messo lo zaffiro sulla spada, in effetti stai cercando le pietre del  paladino, ma in verità solo per aumentare il  potere della sua spada, dico bene?- disse il capitano
Steel era molto preoccupato, e aspettava con ansia la risposta del delfino
- conosco la leggenda della spada del Nano Eberk, ho deciso di aiutarti, ma per una sola ragione e a una sola condizione, nessuno sa dove la nostra bene amata isola Tortuga si trovi, tranne che per il re dei pirati Asbras Doust I e l’impero Cefalide, noi pirati erranti non abbiamo più una casa dove rifugiarsi, siamo considerati criminali e traditori nella stessa terra dei ladri, quindi vogliamo prenderci ciò che è anche nostro di diritto,ovvero la possibilità di continuare a vivere su quell’isola,  ma a condizione che una volta che hai ottenuto ciò che vuoi, nessuna nave di Amafran e dei suoi alleati ci attacchi, e che noi possiamo ricevere ogni anno cibo e acqua per vivere come compenso per avergli aiutato a farli vincere la guerra, nel frattempo noi non compiremo mai più nessun atto piratesco verso di loro- disse Asar – vai dai tuoi amici e non mentirmi più, intesi? digli che accetto di aiutarvi-
Steel lasciò la cabina e stava tremando di paura e sudava anche freddo da quanto era sconvolto, e per poco credeva di vedere la morte in faccia, Merp chiese cosa fosse successo perché stava tremando così forte, ma il cacciatore rispose che non era nulla di grave e si allontanò subito verso i suoi amici per rilevare che Asar aveva scoperto il piano e le sue condizioni per potere continuare a svolgere i loro compito
- dopotutto  più di tanto non se lo è presa, poteva anche ucciderci perché stiamo combattendo una causa  del tutto opposta alla sua, ma non so per quanto questa situazione potrà durare e se in meglio o peggio per noi- disse lo Gnomo con una evidente espressione preoccupata, così come era Gersh 
- questa è la seconda volta che ci grazia- disse il monaco
- che Garl ci aiuti – disse infine il chierico alzando i suoi occhi a mandorla al cielo
 
 Il viaggio continuò e a ognuno dei tre nuovi componenti gli fu affidato un compito diverso , a nessuno gli fu raccontata le vere intenzione dei nuovi arrivati tranne a quelli più fidati e questo fu un bene per loro, evitando così sguardi indiscreti o di odio e sospetto, Morthond  seguì Steel a insegnarli la vita e i lavori del pirata, ad utilizzare le corde, a insegnarli l’andamento del vento e come gestirlo a proprio vantaggio, a insegnarli come prevedere il tempo,  a insegnare come disegnare le mappe e a conoscerle, a ratificare la rotta e come farsi aiutare dalla bussola, insomma gli insegnava ad essere un buon navigatore, il Mirilith ebbe un comportamento quasi da ribelle, non gli stava bene che qualcuno gli insegnasse qualcosa, gli aveva dato fastidio persino quando era piccolo e imparava a fare il cacciatore, ma da quei giorni imparò anche a conoscere Morthond  ed avere più fiducia verso di lui, ed ogni tanto scappavano anche delle risate. Gersh invece doveva lavorare come guardia del corpo al capitano insieme a Merp, quest’ultimo lo aveva scelto per la stazza del monaco e la sua incredibile forza, Keld invece stette per tutto il tempo a lavorare nella cabina del capitano come segretario e consigliere, un lavoro che sapeva fare bene visto che lo svolgeva prima ancora di arrivare al castello dei druidi . I cinque giorni finirono subito, così come anche la calda temperatura tropicale, ora avevano raggiunto il mare gelido, nello stesso meridiano dell’isola di Gerdar, i pirati avevano appena avvistato l’isola di Torincelli in mezzo al bianco del paesaggio, l’isola si vedeva tutta bianca, fino a che non furono notate i pini e gli abeti che si trovavano sulla terraferma, furono calate delle scialuppe dove si trovavano i dodici uomini che erano gli stessi della precedente spedizione, ma a quattro di loro gli fu ordinato di fare la guardia a riva mentre solo otto andarono alla ricerca del tesoro e del diamante, il capitano disse che passato un giorno e mezzo da quel momento e il gruppo di spedizione non era ancora tornato si doveva considerare perduto per sempre e dovevano lasciare immediatamente l’isola, nominò nuovo responsabile della nave quello che doveva essere il cugino di Merp, Nunkanu che era già stato nominato responsabile nella precedente missione e stava di guardia insieme ad altri tre pirati a riva, il gruppo setacciò gran parte dell’isola che fortunatamente era molto piccola, ci volle mezza giornata per trovare l’entrata di una caverna che come indicava la mappa doveva essere l’entrata per il diamante.  Imboccata l’entrata, accesero le torce ed andarono in esplorazione, la caverna era molto simile a quella dell’isola di Xuovlep, e come quella sembrava proprio che nessun essere senziente aveva mai messo piede lì, il silenzio era molto pesante, si sentiva solo ogni tanto qualche goccia che scendeva dagli stalagmiti per cadere poi in una piccola pozzanghera
- dimmi qualcosa su questa mappa, e come avete fatto a capire che il diamante possa essere qui- disse Asar a bassa voce facendo allontanare Steel dal gruppo per potergli parlare cercando di finire  quel silenzio assordante che avvolgeva il gruppo
- è una mappa fatta da una druida che dopo anni di ricerche dopo la morte di Halmntad grazie all’aiuto di qualche informazione poté indicare che il diamante era qui, ed se è riuscita a capire dove stava quello blu, penso che avrà ragione anche per quello che troveremo qui- disse Steel
- ma come si separarono?- disse lo Shanodin
-una volta morto il paladino combattendo contro Daemortius  i diamanti si sparsero per il mondo magicamente apparendo in luoghi diversi, per evitare che non cadano in mani nemiche- disse il Mirilith
Rimasero in silenzio per pochi secondi
- quali pericoli ci aspettano? la mappa  lo spiega questo?- disse Asar
- purtroppo la mappa dice poco, qui dice che ci dobbiamo aspettare due pericoli, e uno di questo è un pericolo molto grande ma non so quale- disse Steel
- allora stiamo molto attenti, io non ho le informazione che ci hanno permesso di tornare sulla nostra nave sani e salvi come nella precedente missione- disse Asar continuarono a scendere fino a che le pareti della caverna non si allontanarono sempre più e le stalagmiti presero sempre più la forma delle colonne
Si ritrovarono improvvisamente in una grande sala.. e la cosa particolare e che non si sentiva nessun genere di rumore particolare, non si sentiva più il respiro del gruppo né i rumori causati dalle gocce d’acqua che cadevano nelle pozzanghere nulla, e Keld intuì cosa significava
- presto tappatevi le orecchie – disse lo Gnomo e tutti fecero come aveva chiesto. Dalle orecchie tappate il gruppo sentì delle urla che sarebbero state terribile e lancinante se non  avessero coperto i timpani, il gruppo vide Keld  che correva davanti a loro e anche essi correvano il più veloce possibile senza mai togliere le mani dalle orecchie riuscirono velocemente ad uscire e solo in quel momento levarono le mani
- grandioso Gnomo come hai fatto a capire che c’erano quelle urla?- domandò Morthond
- quelle urla sono prodotte dalle Banshee creature invisibile che emettendo queste grida stordendo i passanti e uccidendoli, fortunatamente non è rimasto nessuno indietro – disse il chierico dopo aver guardato i compagni
Il gruppo continuò ad andare avanti un po scossi da quella esperienza, le urla delle Banshee avevano comunque avuto in parte il loro effetto. Fu di nuovo lo Gnomo a parlare mentre si guardava  intorno    
- dovremo stare in una grande sala, il tesoro non dovrebbe essere così lontano –disse Keld
- lì c’è un corridoio, e vedo che a finire c’è una porta semi diroccata di legno – disse Gersh
Asar ordinò a un suo uomo di andare in esplorazione da solo per vedere la situazione, il Tritone si allontanò dal suo gruppo andando ad esplorare il corridoio e la porta
- capitano qui mi sembra a post…- da una botola nascosta nel soffitto della caverna uscì una melma che cadde proprio sopra l’esploratore inghiottendolo
- andiamo a salvarlo presto possiamo ancora liberarlo- urlò Keld andando incontro alla melma per ucciderla, una parte della testa e un braccio e una gamba del pirata stavano ancora fuori, il pirata poteva ancora respirare visto che naso e bocca stavano ancora fuori, i fratelli Shanodin e Merp utilizzarono la loro magia per uccidere la creatura e anche Steel e Gersh intervennero, il Mezzorco usò i suoi poteri per lanciare delle onde energetiche, ma non facevano molto, il Mirilith invece riuscì ad utilizzare la spada senza rischiare di venire inghiottita, essendo magica, intanto la creatura si muoveva e incominciò ad inghiottire la testa della sua vittima che nel frattempo aveva urlato e gridato aiuto per tutto il tempo, solo la sua mano e il suo piede erano ancora fuori, il combattimento continuò ancora e Steel rischiò più volte di esser inghiottito, ma fortunatamente era agile ed evitava di finire in trappola ma la melma incominciava sempre di più a sciogliersi segno che ormai il combattimento stava per finire, una volta sciolto del tutto Asar prese il Tritone per cercare di farlo rinvenire, e anche Keld naturalmente fece la sua parte, ma ormai era troppo tardi, il pirata era morto
- lasciamolo qui, gli daremo una degna sepoltura dopo- ordinò il capitano ai suoi uomini che avevano tutti una faccia molto dispiaciuta e uno di loro pianse. Arrivarono alla porta quando qualcosa li bloccò, davanti a loro c’erano dei sigilli di evocazione, Morthond  chiamò Merp e insieme a Keld cercarono di rimuovere i sigilli ma qualcosa non funzionò
- forza Merp c’è la stai facendo avanti- disse il vice capitano
- no c’è qualcosa che non sta andando, oramai dovrebbero incominciare a bruciarsi invece qui sembra che forti scariche elettriche stiano aumentando di volume – disse Keld
- si hai ragione sta succedendo qualcosa -disse Merp
Una forte luce sbalzò i tre ai piedi dei loro compagni che nel frattempo si erano allontanati da loro e dove c’erano prima i sigilli c’era ora una creatura umanoide alta, vestito di nero con i capelli rosso-nero e corti e alzati a cono che li guardava con i suoi occhi di fuoco.
- o mi avevano detto che sareste arrivati, bene così almeno sono libero  di divertirmi  e potrò giocare un po’ con voi- disse la creatura con una voce che sembrava provenisse dagli abissi     
- chi aveva detto che saremmo arrivati?- disse Gersh
- cosa importa tanto morirete tutti qui in questo istante, poi toccherà anche agli altri che stanno fuori e vi aspettano- disse la creatura sghignazzando- sappiate però che quei sigilli erano di richiamo-
-questo è un Demone state attenti – disse Keld che si era alzato come anche Merp e Morthond   
- hi hi hi vi uccido- disse il Demone spalancando gli occhi in modo eccitato, fu un attimo, il Demone attaccò  uno dei pirati di razza sireneide, e lo squartò senza che quest’ultimo non se ne fosse accorto di quello che gli stava succedendo
- è velocissimo attenti- disse Asar che attaccò il nemico cercando di colpirlo con la spada, ma che questo parò, intanto Keld era andato a verificare le condizioni del pirata che era stato colpito precedentemente, e capì che era inutile aiutarlo, era già morto. Il Demone continuò l’attacco che aveva fatto prima, ma questa volta fu bloccato da Steel che cercava di affrontarlo, allora il nemico decise di utilizzare le arti magiche evocando palle di fuoco, dei cerchi dove se qualsiasi creatura vivente stava all’interno di quello spazio subiva una scarica elettrica molto forte, ma fortunatamente non colpì nessuno anche se per poco, nel frattempo quando aveva la possibilità continuò ad usare anche le arti marziali e il teletrasporto per colpire di sorpresa  i suoi avversari, solo Asar, Gersh e Steel fecero un combattimento ravvicinato, Merp, invece fecero da supporto e Morthond e Keld  stavano da una media distanza utilizzando le magie come attacco, così come faceva anche il loro capitano.
- devo dire che ve la state cavando, ma non riuscirete comunque a battermi, vediamo se sopravvivete a questo – disse il Demone che evocò lingue infuocate che spuntavano da nulla  e colpirono i suoi nemici – questo attacco non l’ho fatto nemmeno alla massima potenza – continuò
il gruppo subì molti meno danni che la creatura malvagia aveva detto, Keld stava a terra agonizzante, aveva utilizzato un incantesimo che trasferisse a lui la metà dei danni che sarebbero andati ai suoi compagni
- o almeno uno di voi sta morendo finalmente- disse la creatura, ma quest’ultimo sentì uno spostamento d’aria e guardando dove proveniva, vide Steel che si era trasformato e che stava attaccando il suo nemico, intanto Keld riuscì miracolosamente a guarirsi in parte, evitando così di morire, ma non riuscì comunque a rialzarsi perché svenne, allora Gersh si mise davanti per proteggere il suo corpo, ma verrà sostituito da Morthond, intanto Asar e Steel continuarono a combattere sempre supportati da Merp che cantando rendeva più forti i suoi compagni e il Demone cominciava ad avere qualche difficoltà, il Mirilith con la sua  trasformazione era diventato molto più forte e veloce e riusciva a stare dietro i movimenti del suo nemico molto bene, infatti quest’ultimo usava il teletrasporto o creava nuove magie esempio delle sfere nere che causavano danni chiunque stava al suo interno, e molte volte un componente del gruppo cadeva semi tramortito dalle magie e dai colpi fisici del Demone ma venivano supportati bene dalla resistenza e la forza di Gersh e dalla magia di Morthond e Merp che nel frattempo era riuscito a svegliare Keld che si stava rialzando grazie all’utilizzo di alcune magie di guarigione
- non è possibile che possiate essere così forti- e detto questo si allontanò dalla portata dei attaccanti-  un giorno ci incontreremmo, e spero soprattutto tu Mirilith- e fece per scomparire
- non andartene bastardo dimmi almeno il tuo nome- disse Steel che  stava cercando di inseguirlo
- il mio nome è Nerual io so già invece qual è il tuo- e il Demone scomparve  
Tutti gettarono le armi a terra e si appoggiarono alle colonne per riposarsi un po’
- tutti bene non siete feriti gravemente vero? Come stai Keld?- disse Asar, nessuno aveva subito ferite critiche, ma avevano sofferto, molto probabilmente il demone non aveva utilizzato tutti gli incantesimi alla massima potenza, li aveva sottovalutati fortunatamente, ci pensò comunque Keld a curare tutti quanti compreso se stesso e ad ristorarli, intanto Steel era tornato normale.
- come fai a trasformarti in quel modo?- domandò Asar al Mirilith 
- è una prerogativa della mia razza, quando siamo arrabbiati o c’è un pericolo grosso, il nostro corpo muta prendendo la forma di un mostro che ci fa diventare più forti, nonostante questo la mia razza si sta estinguendo per la guerra, sono passato di recente sulla mia terra ed è diventata una landa desolata con pochi abitanti – disse Steel 
Una volta che si sono riposati un oretta appoggiando per tutto il tempo le spalle alle colonne si alzarono e entrarono nella porta semi diroccata. Rimasero almeno alcuni secondi immobili e silenziosi, davanti a loro c’era un drago di colore bianco che stava a terra e non si muoveva, Merp che con coraggio, incominciò ad avvicinarsi ad analizzare il drago che continuava a rimanere immobile
- è morto non c’è pericolo- disse alla fine il Tolaro
Tutti si avvicinarono analizzarono la grande creatura che stava in una posizione la quale si vedeva tutta la pancia, il drago era molto grande e come tradizione doveva avere dei diamanti o comunque oggetti preziosi attaccati sulla pancia ma non c’era niente, Keld analizzando il corpo disse che gli oggetti preziosi erano stati tolti. La spedizione cominciò a cercare intorno alla stanza che era piuttosto grande, ma non trovarono nulla né per quanto riguarda il  diamante, che faceva comunque parte dell’oggetto più prezioso per i draghi di colore bianco, né per il resto del tesoro
- non è possibile il luogo è questo non c’è dubbio- disse Keld
- ovviamente caro Gnomo se guardi bene la situazione qualcuno è riuscito a sconfiggere il drago e portarsi via tutto compreso il vostro preziosissimo diamante- disse Morthond
- la missione dunque è fallita è meglio ritirarci e andiamo via il più veloce possibile da qui, subito- disse Asar
- ma come hanno battuto il drago, non vedo nessuna ferita causata da magie o attacchi di armi – disse Gersh
- probabilmente hanno utilizzato un oggetto magico molto potente che ha ucciso con un sol colpo la creatura- disse Merp
- ora capisco perché alla fine quel Demone ci ha lasciati andare, sapeva della nostra missione e ci ha lasciati pensando che tanto non saremmo mai riusciti a completare la spada- disse Steel 
- Daemortius sapeva allora- disse Gersh a bassa voce
- hai detto qualcosa Orco?- domandò Asar
- no, nulla torniamo indietro-
Il gruppo allora lasciò la stanza e incominciò ad uscire dalla caverna portandosi dietro i corpi dei caduti che una volta usciti da lì furono sepolti, una volta raggiunta la riva Asar raccontò agli altri pirati che stavano di guardia ciò che era accaduto e tutti a testa bassa ma alcuni anche arrabbiati lasciarono l’isola per tornare sulla nave che sarebbe partita pochi minuti dopo 
-mi dispiace che sia finita così Asar- disse Steel una volta a bordo
-adesso basta, quello che è successo è successo, ora lasciatemi solo, sono davvero triste per i miei compagni caduti- disse il capitano
Steel, Gersh e Keld si guardarono a vicenda preoccupati, la missione era fallita. E ora non sapevano come trovare l’ultimo diamante   

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Capitolo 6
*** Sesto Capitolo ***


Sono passati ormai quattro giorni da quella missione, e i pirati continuarono a svolgere le attività da marinai come sempre, il vento spingeva la nave verso nord-est. Durante quei giorni la vita dei nuovi componenti della nave fu difficoltosa, più che altro dovuta per la tensione che c’era tra i pirati e loro tre, gran parte dell’equipaggio non andava bene che due di loro erano morti per un loro errore, dicevano che il capitano era stato troppo indulgente nei loro confronti, infatti Asar di solito non accettava mai consigli dai novellini, era regola che i nuovi arrivati saliti su qualsiasi nave, per ottenere la fiducia, devono partire dai lavori più umili fino in un futuro molto lontano a diventare capitano di una nave, lo era stato per i fratelli Shanodin, per i cugini Tolari, per chiunque, ma loro appena sono saliti a bordo sono riusciti ad ottenere già dei gradi alti, in più non hanno subito nessuna punizione da parte dei loro superiori per quello sbaglio che ha costato la vita a due di loro, questi alla fine i motivi che hanno generato l’invidia tra la ciurma, erano invidiosi che Morthond tenesse sempre al suo fianco Steel come vice navigatore, Gersh che aiutava Merp a controllare la situazione in nave e che tutti rispettassero il codice della nave, e poi Keld che era diventato segretario del capitano, cosa che mai nessuno è diventato da quando Asar diventò comandante, tra i tre quello che stava meglio era Gersh perché stava più a contatto con i pirati e con l’aiuto di Merp riuscì pian piano a inimicarli sempre meno fino ad avere un grado di fiducia abbastanza accettabile . L’umore dei tre però non era comunque delle migliori, non soltanto temevano che potesse succedere tra un giorno o l’altro  uno scontro tra uno di loro e qualche membro dell’equipaggio, ma avevano soprattutto il principale problema che se non trovano il diamante tutto sarà perduto la loro missione si può considerare fallita, anche Asar era triste, anche lui voleva sconfiggere Doust I e fargliela pagare per averlo cacciato dall’isola che era anche sua e che imponeva il suo comando come farebbe qualsiasi sovrano, non gli stava bene vedere la patria dei criminali retta da leggi e gestita da un unico signore dove prima chi gestiva quella terra era la completa anarchia. Era ormai giunto il quinto giorno la temperatura era salita e il freddo era ormai un brutto ricordo, il pranzo era da poco stato consumato quando un pirata avvistò qualcosa all’orizzonte
- c’è qualcosa laggiù a nord da qui signore- disse un pirata di razza sireneide
- avviciniamoci e prepariamoci a combattere, con ogni probabilità è una nave nemica, prepararsi per la battaglia- ordinò Asar    
La nave virò a nord e si diresse verso la nave avvistata, nel frattempo tutti quanti stavano affilando le lame delle loro spade e mettersi i pochi oggetti di protezione a loro disposizione arrivati a una certa distanza il pirata di vedetta disse che anche i nemici si stanno avvicinando verso di loro e stanno alzando una bandiera, il capitano già aveva capito quale nave stavano andando incontro, ma fu una voce a dire a tutti chi fosse
- è una nave del re Doust signore –
- dimmi il suo nome – disse Asar
- è la Vasa signore, la nave di  Asbras –
Il comandante fece un sorriso come divertito – ci rincontriamo ancora – disse il comandante, le navi stavano ormai a una distanza di pochi metri e entrambi si stavano preparando per l’arrembaggio Asar vide il suo vecchio rivale  che stava a sua volta ridendogli in faccia con la sua grande bocca da squalo, (infatti era di razza Kysachsias ) per la sfortuna di averlo incontrato,  ma il delfino non si scompose e incitò i suoi a combattere, furono messi giù i corvi per arpionare, anche se molti dei pirati utilizzavano le corde per  passare da una nave all’altra, iniziò così l’arrembaggio per entrambe le navi, la battaglia navale si trasformò in una combattimento a corpo a corpo, i pirati di Asar combattevano egregiamente, ma i nemici avevano delle armi  molto più resistenti e affilate e facili da usare in più avevano armature e combattevano come soldati regolari invece come bande allo sbaraglio, comportando un consistente svantaggio verso gli uomini di Asar. A guardare sorridendo con i suoi denti gialli e appuntiti c’era il capitano squalo di nome Asbras  
- vieni Asar, vieni a morire davanti a me- disse ridendo il capitano della nave avversaria
Il delfino si fece avanti scontrandosi con alcun dei pirati nemici  fino a che non raggiunse il suo nemico
- eccomi sono qui – disse lo Shanodin che attaccò
- fammi divertire- disse Asbras che parò il colpo di spada del suo avversario
Nel frattempo tutti gli altri stavano affrontando i loro avversari, e chi se la stava cavando meglio di tutti erano Steel e Gersh che ne stavano uccidendo molti,  Keld stava un po’ in difficoltà, ma usò la sua magia per cambiare la sua situazione, Morthond stava combattendo contro un Cefalide che doveva essere il vice di Asbras, anche Merp combatteva contro il Mind Flayer aiutando il suo compagno. Asar stava combattendo egregiamente, ma  il suo nemico stava usando una scimitarra piuttosto grande e riusciva a colpire con una grande forza da mettere in ginocchio chiunque, ma lo Shanodin rimase in piedi continuando ad utilizzare il suo stocco, Merp intanto vide una brutta immagine, aveva trovato suo cugino Nunkanu a terra ed  era appena stato ucciso. il Tolaro preso dalla rabbia andò verso quello che doveva essere il pirata che lo aveva ucciso e lo trafisse con la sua piccola spada da guerra, ma si trovò immischiato in altri combattimenti lasciando così solo Morthond. Asar durante il combattimento notò che il rivale aveva un pendaglio per il collo è vide che aveva legato quello che sembrava un diamante di colore verde
- sei tu allora che sei andato nell’isola di Torincelli di recente e hai sconfitto un drago bianco vero?- domandò lo Shanodin
- e tu come fai a saperlo?- domandò a sua volta il Kysachian sorpreso
- “ allora era proprio lui”- pensò Asar che continuò a combattere senza rispondere alla domanda del  nemico, ma la sua spada si stava per rompere e il delfino capì che l’arma nemica era composta di un metallo particolare, aveva il bisogno di chiedere un sostegno da parte dei suoi uomini ma era circondato di nemici, Asbras se n’era accorto dell’ansia del suo rivale e quindi aumentò di potenza i colpi fino a che non riuscì a spezzare l’arma nemica e  a infliggere una brutta ferita allo Shanodin che per il dolore si copriva la ferita con la sua mano palmata, il capitano allora cercava disperatamente di scappare da lì ma venne raggiunto da un altro colpo di spada che lo fece cadere a terra . Morthond aveva appena sconfitto il suo nemico Cefalide grazie all’aiuto di Gersh quando con i suoi occhi vide la morte del fratello e lanciando un grido di disperazione si lanciò verso l’uomo squalo, ma molti dei pirati gli sbarrarono la strada, e solo l’aiuto di Gersh gli permise di combattere alla cieca senza il rischio che qualcuno se ne approfittaste della situazione dello Shanodin così da ucciderlo, solo Steel riuscì a raggiungere il suo capitano ormai quasi morto
-  sei tu allora il prossimo a morire? – disse lo squalo al Mirilith  che guardando verso il nemico vide uno strano pendaglio intorno al suo collo
- Steel…- diceva Asar che era ancora vivo – lui ha ciò che cerchi intorno al suo collo sconfiggilo ti prego…. salva la mia ciurma – il Mirilith guardò velocemente prima il Kysachian, e poi il resto della battaglia, gli uomini del suo capitano stavano perdendo, i nemici erano più forti  
- ooo… che peccato è ancora vivo allora sarà meglio farla subito finita  - disse Asbras che mosse la sua arma per uccidere il suo rivale, ma Steel parò il colpo con la sua spada
- non gli farai più del male – disse il cacciatore che lascio il capitano a terra per combattere contro il suo nuovo nemico
-uccidimi se ne sei capace, coraggio – disse lo squalo che si preparò a combattere di nuovo
Seguirono così una serie di attacchi e entrambi  i contendenti si paravano a vicenda i colpi, poi Asbras allora mosse la spada facendola roteare, e anche il Mirilith fece lo stesso, ma appena Steel si avvicino troppo a lui  gli diede un pugno in pancia facendolo indietreggiare
- ha ha ha ha, sei uno spasso uomo gatto – disse il Kysachian che se ne approfitto del momento per colpire a morte il cacciatore, ma Steel fu incredibilmente più veloce, anche lui riuscì a muovere la spada e colpì il nemico e riuscì nello stesso tempo a scansare il suo colpo. Asbras cadde a terra con un grande ferita che gli si era aperta per tutta la pancia e il petto, Steel disarmò il nemico agonizzante prese la collana e tagliò il ciondolo prendendosi il diamante
- ha così vuoi prendere subito la tua parte di bottino di guerra è? – disse il capitano nemico che ancora riusciva a parlare
- con questo diamante vincerò la battaglia e la guerra contro di voi – disse Steel
Il capitano solo allora vide la  spada di colui che lo ha sconfitto e il suo diamante di colore verde
- allora… -disse lo squalo preso da una convulsione - tu sei  il nuovo possessore della Spada Celeste non è possibile no- e detto questo spirò 
Per un attimo la battaglia si interruppe tutti i pirati stavano osservando  Asbras ormai a terra morto e nessuno in quel momento si stava muovendo, erano tutti paralizzati, nessuno aveva mai sconfitto lo Kysachian, e Steel pensò bene di approfittarsene per incastonare il diamante verde nella spada  completando così l’arma, e in quel momento sia Steel che tutti i suoi compagni furono posseduti come di una nuova forza, permettendo così che una battaglia che sembrava già scritta a favore di Asbras diventò a favore degli uomini di Asar, ma quello che dava più impressione di tutti era proprio il Mirilith che combatteva come se fosse un dio sulla terra, tutti i nemici che lo attaccavano morivano tutti con un semplice movimento di spada, e anche Morthond  si stava scatenando come una furia ancora accecato dalla rabbia, i pirati di Asbras si misero in nuove posizioni per combattere meglio e rispondere della incredibile potenza che era nata dai nemici  ma presto perirono tutti e non riuscirono neppure ad avere il tempo di scappare che furono massacrati e solo arrivati a quel punto che sia Steel che Morthond si fermarono per riprendersi
I pirati cominciarono a depredare la nave impossessandosi degli oggetti dei nemici, Keld andò subito insieme ad alcuni pirati dentro la cabina del capitano e incominciarono a prendere tutto ciò che c’era li dentro, e lo Gnomo trovò qualcosa di interessante sul tavolo, li prese e incominciò a leggerli, dopodiché con una faccia semi sconvolta uscì per avvertire gli altri. Keld appena uscì vide i pirati che si davano da fare per ammucchiare i cadaveri tutti insieme sulla nave nemica per poi incendiarla bruciando così i corpi e a prendere armi e provviste dei nemici, Gersh stava proprio in quel momento a svolgere questi compiti, invece sull’altra nave Keld vide Morthond oramai capitano della ciurma  dopo che la morte di Asar diventò ufficiale, che stava seduto su un piccolo barile e veniva consolato da Merp, a fianco a loro c’era Steel che guardava gli altri pirati in modo assente
- capitano – disse il chierico appena superato i corvi che collegavano le due navi – ho trovato qualcosa di interessante nella cabina di Asbras- e diede i fogli allo Shanodin che ancora era scosso per la grave perdita
- fermiamoci almeno per due giorni vi prego, il tempo per dare l’ultimo saluto ai nostri ragazzi e poi parleremo di tutto ciò che serve – disse Morthond con ancora le lacrime agli occhi
- mi dispiace signore, ma penso che avrete solo fino a domani per il lutto c’è un pericolo che bisogna subito scongiurare e non riguarda solo voi ma tutti quanti sul continente e arcipelaghi - disse lo Gnomo
Il nuovo capitano si mise a leggere il foglio poi lo diede a Merp
- e a me cosa può importare questa cosa adesso?- disse lo Shanodin
- mio signore ci sono trecento navi composti da quaranta dei  pirati a noi nemici ed altri navi guidate da l’impero cefalide e dalle sue razze alleate , quanti navi pensi che abbiano i pirati erranti in questo momento?- disse Keld
- sono circa dieci navi ormai compreso questa, tutti si sono uniti a Doust e altri sono state affondate – disse Morthond
- dieci navi sono troppo poche e neanche con la Spada Celeste potremo niente contro di loro- disse il chierico, ora Steel stava sentendo il discorso tra i due e si era avvicinato per sentire
- e tu allora cosa vorresti fare? – domandò il nuovo capitano con voce seccata   
- quello che voleva fare suo fratello, ovvero andare a Noupol avvertire il sovrano della città del pericolo e preparare un esercito che sconfigga i nemici, in cambio ci sarà pace tra i pirati e la Coalizione Marina che combatte contro Daemortius e nessuno dei due attaccherà più l’altro….-
- si lo so quello che voleva mio fratello, ma ora non c’è più e a me questa pace o alleanza come la vuoi chiamare non mi interessa – disse Morthond
- allora i pirati erranti saranno condannati all’estinzione, e sulla tua isola si formerà un regno, la tua razza come quella di gran parte delle persone che stanno su questa nave sarà sterminata o resa schiava, e questo quello che vuoi? – disse Keld
- finché non sono io altro non mi interessa – disse il capitano
-A me invece interessa- dissero in coro Merp e Steel, i due spiegarono le ragioni del perché era meglio combattere ed erano le stesse cose che aveva detto lo Gnomo, ma il capitano ribatteva che era rischioso che dei pirati sbarcassero a Noupol loro città nemica, ma Keld disse che per questo non c’erano preoccupazioni
- saranno tutti i pirati a decidere ciò che dovremmo fare allora – disse Morthond 

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Capitolo 7
*** Settimo Capitolo ***


La Saint Malo con il vento in poppa andava verso est, Keld era di buon umore così come anche Gersh e Steel e tutti e tre avevano le loro buone ragioni, Morthond aveva parlato davanti a tutti pirati riguardo l’impresa che i tre avevano in mente e i vantaggi che potevano scaturire i pirati in caso di vittoria, ed essi con entusiasmo accettarono la proposta per andare a combattere contro il loro re e riportare così “l’ordine” nella loro isola. La città di Noupol è la capitale di Amafran, un regno umano, distava tre giorni da lì e tutti i pirati si stavano preparando già da subito all’imminente battaglia, non che si fidavano molto di Keld e Steel, Gersh essendo stato per tutto il tempo il più vicino dei tre a contatto con la ciurma, aveva  guadagnato la loro fiducia, in più guardavano ormai con ammirazione Steel che era considerato molto più carismatico del nuovo capitano, e per questo che Morthond lo aveva nominato nuovo vice capitano . ma Morthond nonostante tutto cominciava a nutrire per la prima volta sospetti di tradimento verso di loro, eppure lui fu il primo a dargli fiducia quando li incontrò per la prima volta , e anche Asar diceva che dopotutto non erano persone che volevano portare la loro rovina, ma appunto puntavano a una missione pericolosa, ora che è stata conclusa e che aveva visto con i suoi occhi la potenza dell’arma di Steel incominciava a temere i tre, Keld aveva capito l’animo che turbava il capitano così mostrò un foglio che serviva a scongiurare qualsiasi dubbio che potessero avere le truppe di Amafran nel sentire la loro versione e poter finalmente entrare in guerra definitivamente contro Daemortius con tutto l’equipaggio presente sulla nave .
Terminati i tre caldi giorni di viaggio dovuti grazie alla situazione pacifica di quel mare,  la nave arrivo a Noupol  ed ad attenderli c’erano già le navi di Amafran che si avvicinarono per controllare con a bordo molti soldati
- chi siete e come mai non avete nessuna bandiera ammainata? – domandò uno dei comandanti della nave di Noupol
- abbiamo portato per il vostro re una importante notizia di urgenza estrema – disse Keld 
- ho detto cosa siete non cosa siete venuti a fare qui- disse ancora il comandante umano  
- siamo pirati, non sotto le dipendenze del suo re- disse Morthond, ma i soldati cominciarono a puntare le balestre contro di loro
- veniamo in pace- continuo lo Shanodin – per portare delle notizie importanti, e una di essi forse farà piacere al vostro re-
- e cosa ci potremmo aspettare da voi pirati se non notizie di scorribande e violenze? Arrendetevi e non vi faremmo nulla per adesso- disse un altro comandante
- signori vi prego di ascoltare le parole del mio capitano, non sono poco importanti e vi assicuro che c’è veramente da ascoltare – disse Keld
- e tu chi saresti? Dagli abiti che porti sembri un chierico che ci fai tu qui?- disse un altro comandante ancora
- all’inizio io ed altri miei amici eravamo stati rapiti, ma poi è sorta una alleanza tra di noi e i componenti di questa ciurma e ci hanno dato la possibilità di  completare una spada che certamente voi sarete a conoscenza – disse lo Gnomo che nel frattempo stava tirando fuori un foglio dalla sua borsa da viaggio
- che spada? – disse uno
- la Spada Celeste e qui a fianco a me ho colui che la brandisce – disse il chierico
- mi chiamo Steel da Erevantor – disse il Mirilith che si presentò – e questo è l’altro mio compagno Gersh – disse presentando anche il Mezzorco
 Steel era spesso soprannominato con questo nome poiché lui è cresciuto in quella città  capitale della repubblica di Madani, il nome della sua città natale neanche se lo ricordava perché la lasciò quando era molto piccolo
- secondo me è una trappola signore- gridò un soldato al suo comandante
- se voi avete veramente intenzione di aiutarci, potete passare ma solo voi tre in più il pirata delfino, presenteremo a sua maestà il capitano pirata, ma potete salire qui sopra solo se lasciate le vostre armi li dove siete e dopo uno di noi li prenderà, alzate tutti le mani e mettetele dietro la nuca- ordinò un comandante – tenetevi pronti a sparare, e voi cominciate a lasciare le armi e salire qui, giudicherà poi il re di questa storia – i tre lasciarono le loro armi sulla nave e così fece pure Morthond e insieme salirono su una piccola passerella. Appena saliti a bordo furono perquisiti, il comandante controllò il foglio che aveva in mano lo Gnomo
- sembrate che diciate la verità ma il resto degli uomini sarà sotto stretta osservazione, noi vi porteremo a palazzo- .
La nave di Amafran, la Nauitilus , lasciò il resto della flotta appena furono prelevate le armi dei quattro appena saliti a bordo e una volta sbarcati in città, andarono verso il palazzo per farsi presentare al re. Attraversarono una strada piuttosto larga e davanti a loro si mostro il palazzo reale a forma rettangolare protetta da grandi cancelli neri, li vicino c’è una piazza con una statua che sembrava fatta d’oro.  Una volta entrati dentro furono portati in una sala dove ad attenderli c’era già il re di Amafran in persona con consorte.
- chi sareste voi che vi presentate?- disse la regina con aria indifferente e seccata
- Vostre Maestà vi portiamo belle e buone notizie per voi- disse Keld
- di grazia parlate dunque – disse questa volta il re che sembrava come improvvisamente appena svegliato dal suo sonno 
- voi conoscete la leggenda della spada Celeste vero?- disse Keld
- certo che la conosciamo, la sua storia fu gloriosa anche se di breve durata e che finì male – disse il re
- io sono il nuovo possessore di questa leggendaria arma – disse questa volta Steel
- tu… ma se non sembri neanche un paladino, se non fossi di razza Mirilith ti direi che sei un barbaro o un pirata- disse la regina
Steel chiese di presentare ai sovrani la sua arma e di valutarla, questi ultimi chiamarono gli esperti di corte per verificare l’autenticità dell’arma e questi ultimi dissero che doveva trattarsi proprio di quella
- è vero sembro una creature da basse origini, ero precedentemente un cacciatore di taglie che faceva il suo lavoro a Madani, dei druidi mi hanno fatto affrontare una prova e ne sono uscito vincente e degno quindi di usare questa arma che avete davanti ai vostri occhi – disse Steel indicando la sua spada che era posta su un tavolo- e solo io sono in grado di utilizzarla altri potrebbero morire-
- e come faccio a capire che siete voi in realtà il possessore?- domandò il re
- leggete questo foglio, e scritto e firmato da una druida che conferma la nostra missione- disse Keld consegnando una lettera a un soldato che la porse al suo sovrano
Il re lesse la lettera e la diede a uno dei suoi servitori per riconsegnarla al suo proprietario
- la firma in silvano e lo stemma druidico non sembrano affatto falsi, pochi usano questo sistema, ma vorrei vedere con i miei occhi se è vero che questa è la spada Celeste- disse il re
Molti ribatterono che sarebbe stato pericoloso dare l’arma allo straniero, ma il sovrano disse che se non era lui sarebbe veramente morto ucciso dal potere della spada come dice la leggenda, così ordinò che gli fosse restituita . Steel prese l’arma e la fece roteare, e i suoi amici che stavano dietro di lui furono come inondati da nuova forza così come le loro armi  che stavano però in mano ai soldati 
 -tu sei veramente il possessore della spada, questa è una buona notizia possiamo tornare a sperare- disse la regina, molti soldati intanto stavano gridando di gioia nella speranza di poter finalmente dare la parola fine alla guerra 
- signore però c’è un’altra cosa che dobbiamo dirle, ma lei può leggerla su questo foglio- disse Steel e Keld diede l’altro foglio a un soldato che lo diede al sovrano 
- su questa lettera c’è scritto che i nemici vostri, hanno organizzato una flotta di trecento navi che andranno verso Emor per distruggerla, e tutti noi sappiamo che se Emor sarà perduta la guerra prenderà una piega diversa dalle nostre aspettative e potremmo soccombere, oramai  non ci sono molti soldati per combattere e senza l’impero di Emor non potremmo resistere a molto neppure con la mia spada- disse Steel
- si sapevo di questa flotta e questo foglio, che non so però dove lo abbiate preso,  conferma quello che mi hanno detto le mie spie, ovvero questa formazione di una grande flotta, ma non sapevo comunque che i nemici puntassero su Emor invece di Noupol – disse il re
- il foglio lo abbiamo preso su una nave nemica Maestà, e noi dobbiamo sbrigarci a creare una flotta per fronteggiarli, in questo modo potremmo prendere due piccioni con una fava, ovvero salvare la città umana sul continente e sconfiggere i vostri nemici sul mare- disse Steel
- o per una flotta ciò ho già pensato  sono riuscito a riunire navi a disposizione dei miei alleati ed del mio regno, ma sono arrivato al massimo a centocinquanta unità – disse il sovrano
- con l’aiuto della mia arma vedrete che basteranno, faremo una grande battaglia e impediremo la nostra sconfitta in futuro su tutti i fronti contro gli eserciti di Daemortius per la nostra libertà –
- così sarà – disse il re poi fu la regina a parlare- e questo pirata che cosa propone?-
- pace e alleanza – disse Morthond - io sono uno dei capitani dei pirati erranti, ovvero quei pirati che non si sono uniti con il nostro re, e per questo veniamo perseguitati, quindi io propongo una alleanza che unisca le nostre navi pirati  con le vostre per sconfiggere il nemico comune- disse il capitano
-  e cosa vorresti in cambio?- disse il re
- vorrei che le ostilità tra le nostre e vostre navi cessassero immediatamente e che voi ci date mensilmente un tributo per l’aiuto, in cambio nessuna nave attaccherà più né le vostre terre né  quelle dei vostri alleati- disse lo Shanodin
- potrebbe anche andare bene ma vorrei la mappa di locazione della vostra famosa isola dove vi rifugiate in caso di previsione di un vostro eventuale tradimento, visto che noi più di tanto non potremmo fare nulla per fermarvi più di così- disse il re
- va bene, anche se non c’è molto di cui preoccuparsi, una volta finita questa guerra le navi pirata rimaste saranno troppo poche per fare scorribande –
- accetto la vostra alleanza ma per la nostra sicurezza vorrei, visto che so che voi pirati non avete una vera e propria alleanza tra di voi, chiedervi che la vostra guerra al nostro fianco iniziasse solo con la vostra nave, intanto potrete se ci riuscite a comunicare questa alleanza con tutti gli altri, se mi arriveranno notizie negative però questo patto sarà considerato nullo- disse il sovrano
- acconsento- disse Morthond facendo un breve inchino
- molto bene secondo le mie informazioni che mi sono state recapitate e quelle che sono scritte sul questo foglio che io ho in mano, i nemici saranno a pochissime miglia da Emor entro cinque giorni, abbiamo solo due giorni di tempo per partire nella speranza di avere tempo e vento a favore li raggiungeremo anche in due giorni  - disse il re
- ordinerò che la vostra nave pirata non venga molestata da nessuno, ma vi ordino tra l’altro di comunicare le vostre intenzioni, sarete sotto stretta osservanza dei miei uomini che vi controlleranno, la nostra flotta forse non l’avete già vista ma era arrivata proprio questa mattina presto, ora mancano solo rifornimenti , ma tengo che tra due gironi saremo pronti, - continuò il sovrano ai nuovi arrivati- ora potete ritirarvi tutti –
 
Nello stesso giorno furono comunicati a tutta la ciurma l’andamento della conversazione con i sovrani della città, ma non terminarono comunque i controlli imposti dai militari nei confronti dei pirati, infatti sembrava che furono più dei prigionieri che degli alleati, nel frattempo un’altra flotta quella clericale che sarebbe partita per le coste continentali dell’est era pronta e sarebbe partita il giorno dopo, Keld stava sdraiato su un prato che fungeva da parco per i cittadini nel colle con vista del  porto cittadino  
Una voce chiamò il chierico per nome e quest’ultimo si alzò da dove era sdraiato  per vedere chi fosse. Una forma eterea si mostro davanti a lui e lo gnomo capì subito che si doveva trattare di un Angelo
- Keld hai saputo di quella flotta che vedi da quassù e che è diretta a est?- domandò la creatura celestiale
- certo che ho saputo, e vorrei tanto imbarcarmi per andare con loro- disse Keld
-e allora lascia i tuoi amici e vai a est su quelle navi, il tuo dio te lo ordina- disse l’angelo
- se Garl chiede io rispondo alla sua parola come suo servitore o messaggero divino – disse il chierico
- questa guerra terrena ha scatenato una guerra celeste, ovvero una guerra tra dei e mi è stato ordinato di darti una missione per aiutarla a porne fine, non ti preoccupare Garl è con te – disse il celestiale
- e che cosa dovrei fare io di così importante?- domandò Keld
- dovrai convincere i capi spirituali degli uomini che comandano la flotta di andare una volta sbarcati, a Eleasia la colonia delle Fate e di non fermarsi semplicemente  nella città, capitale dei non morti, di Mirtan antica città Santa e sconfiggere il loro signore e cancellare il male più oscuro che vi dimora, con l’aiuto di alleati e di un arma segreta, in modo tale che in non morti non si possano moltiplicare, anche Colui Che Viene Nel Suo Nome ti aiuterà, l’odio regna su quelle terre, porta il suo amore –
- colui che… ma state parlando del dio degli uomini? E come faccio se gli uomini ne considerano  più di uno?- domandò lo Gnomo
- in realtà è uno solo ma le tradizioni e le idee fanno pensare che siano dei diversi, tu devi parlare con loro e spiegarne le ragioni del perché sei stato mandato a loro, ma soprattutto devi rammentare a quei signori la volontà di Dio nelle loro menti , alcuni di loro vedrai  ti ascolteranno- il celestiale mandò delle immagini nella mente del chierico su cosa potrebbe succedere se il messaggio non arrivasse o che cosa potrebbe succedere invece se succedesse l’opposto – convincili, il tuo dio ti benedice e ti darà la forza necessaria per aiutarti –
- il suo servo è pronto a esaudire la sua richiesta, ma è molto addolorato lasciare i propri amici  da soli in un momento come questo-
- lo so, ma anche la tua missione porterà la salvezza negli uomini così come la loro – disse il celestiale – ora addio e fa come richiesto- detto questo l’angelo sparì
Lo Gnomo  corse verso il porto per incontrare i suoi compagni e gli spiegò che doveva andare ad arruolarsi  nella flotta che parte per l’est dicendogli che questa era la sua intenzione fin dall’inizio e ordinò a Gersh di badare a Steel e di proteggerlo poiché il suo viaggio potrebbe portare molto probabilmente la sua morte, il Mezzorco fu molto addolorato della decisione di Keld di andare a est, ma si ricordava che dopotutto era questa la sua volontà già da prima che lasciassero Reghat . Da quel momento decisero di separasi e di darsi appuntamento a Emor.
La mattina seguente la flotta partì con a bordo lo Gnomo che salutò i suoi compagni sul ponte, quella fu forse la prima volta che Gersh si mise a piangere per aver lasciato il suo compagno e amico di infanzia, e anche Keld fu molto rattristato, per questo durante tutto il primo giorno di navigazione rimase a guardare la costa fino a che non scompariva del tutto.         

Anche Steel è arrivato a destinazione ed èriuscito a concludere la missione, adesso toccherà a OhreA  

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Capitolo 8
*** Ottavo Capitolo ***


Era una giornata piuttosto calda,il cielo era sereno, una leggera brezza toccò con delicatezza il viso di Orhen, i raggi del sole risaltavano ancora di più il biondo dei suoi capelli e il colore verde dei suoi occhi che sembravano  guardassero lontano, oltre i grandi alberi della foresta di Grinwock. Era ormai arrivata insieme ai suoi compagni verso il limite della foresta, o meglio dire al confine del regno degli Elfi, Beany gli stava sempre a fianco e ogni tanto mentre camminava appoggiava la testa  sui fianchi dell’Elfa come per rassicurarla, Barg e Arnon stavano davanti, a pochi metri  dalle due donne c’era il druido che ogni tanto guardava indietro come per controllare la situazione, e ogni tanto metteva una mano in tasca, controllava i fogli che Oizal gli aveva dato per raggiungere Brada,     in più il foglio che gli diceva come raggiungere le stanze del castello di Kazam, quest’ultimo glielo aveva dato in segreto in modo che meno persone sapevano di quel documento e meglio era, mentre più avanti il Nano che sembrava avere una faccia imbronciata, ma quella c’è l’aveva sempre quando doveva pensare. Orhen si tocco il ciondolo che gli aveva regalato Uran come per cercare un modo di calmare la sua tensione per il viaggio, l’Aviano,  almeno così disse, credeva che il ciondolo gli avrebbe portato fortuna, questo oggetto aveva la forma di una statuina umanoide che doveva rappresentare uno degli spiriti protettori dei nomadi molto adorato da questi ultimi
Durante la prima tappa del viaggio Orhen aveva visto non solo villaggi elfici con i suoi abitanti,e numerosi alberi della foresta, ma anche schiere di Ent, ovvero alberi a forma umanoide che fungevano da guardiani della foresta e che aiutano gli elfi per la guerra, entrambe le due razze sono molto amiche e l’alleanza è solida, qualcuno di queste creature si era avvicinato agli avventurieri, ma appena videro che nel gruppo c’era una Elfa e un druido, non fecero domande, ma diedero una occhiataccia a Beany e Barg, non essendo creature dei boschi, infatti gli Ent trattano con maggiore gentilezza solo coloro che hanno un contatto con le foreste e le rispettano, per questo odiano gli Orchi ma soprattutto gli Umani che distruggono i loro territori. Dalla direzione in cui andavano gli Ent sembravano che dovevano recarsi verso la capitale elfica, probabilmente per unirsi con le truppe degli Elfi, incontrarono anche qualche Nantuko, Centauri e Satiri  che pattugliavano la zona, Orhen non aveva mai visto creature come i Satiri, li trovò buffi, mentre era molto curiosa dei centauri e dai nantuko, perché erano creature affascinanti. 
Un giorno il gruppo incontrò una schiera di soldati elfici diretti verso la loro capitale, i viaggiatori si spostarono per farli passare, ma un soldato, piuttosto alto che portava delle corna d’ariete in testa come ornamento e delle corna di cervo sulle spalle che stava cavalcando su una strana bestia a quattro zampe con grosse fauci, si avvicinò loro
- voi dove siete diretti e chi siete?- disse l’elfo
- siamo viaggiatori, puntiamo a nord-est mio signore- disse Arnon che parlò per primo abbassando la testa
- tu sei un druido immagino, come mai con questo gruppo? Se non oso chiedere troppo- disse il soldato
- ci siamo incontrati ad Erevantor e lì abbiamo deciso di viaggiare per il continente per le missione che mi sono state affidate, sono miei collaboratori- rispose il druido
- va bene, ma state attenti, anche queste terre non sono più sicure come dovrebbero, addio e buona fortuna- e se ne andò insieme agli altri uomini
- chi era Arnon?- domandò Beany appena l’elfo se ne andò
- si chiama Hatn della foresta d’oro, è un principe elfico, e uno dei comandanti più carismatici, è famoso perché riesce a limitare le possibilità di combattimento dei nemici – disse Arnon
- sembrava molto forte- disse Orhen
- fidati lo è- disse Barg concludendo il discorso e il gruppo continuò a camminare fino a sera
- dormiremo qui stanotte, sarò io il primo a fare la guardia- disse Barg che posò il suo zaino da viaggio su un albero piuttosto grande  – domani mattina sul tardi avremo già lasciato le terre elfiche per entrare definitivamente nei territori  di Fin -  continuò
Il gruppo dopo aver cenato si mise subito a dormire, si sarebbero dovuti alzare presto domani  
Era una serata tranquilla il gruppo stava dormendo tranquillamente, si sentivano di tanto in tanto dei fruscii intorno al luogo dell’accampamento 
Barg era un combattente e un viaggiatore molto esperto, disse ad Arnon di creare una nebbia che coprisse la zona in cui si trovavano e riuscì in pochi minuti a creare dei manichini che avessero forma e fattezze di lui e dei suoi compagni, infatti la compagnia era inseguita da quattro Goblin esploratori, ed il Nano era riuscito ad individuarli nonostante erano nascosti bene per prepararsi ad attaccarli. Questi ultimi optarono per un agguato e scoccarono una freccia che colpi quella che doveva essere la testa di Barg, e sobbalzarono sull’accampamento per fare a pezzi i finti manichini, e quando scoprirono che erano loro stessi  finiti in trappola e non viceversa era troppo tardi, furono semplicemente eliminati dalla magia di Arnon e dalle scure di Barg
- non so come ti è venuta in mente questa idea Barg, ma è stata semplicemente grandiosa meglio di così non si poteva fare- replicò il druido
- ma come hai fatto ad accorgerti che ci stavano inseguendo, neppure io che sono abile nel far perdere tracce e capire se mi inseguono non me ne sono accorta – disse Beany, infatti Orhen si ricordò come la ragazzina si accorse che Arnon li stava seguendo mentre loro due più Steel e Ember scappavano nascondendosi nella foresta nel parco di Erevantor 
- io ho molta più esperienza di te piccolina – disse il Nano
- fortuna che tutto è andato bene, ma la cosa che mi preoccupa e che non siamo neppure usciti dal regno degli Elfi che già ci stanno seguendo- disse Orhen
- io ho già il sospetto che qualcuno abbia spifferato dove stiamo andando- disse Arnon a bassa voce
 
Il giorno dopo il gruppo raggiunse una regione dello stato teocratico dei Nantuko una razza che ricorda molto le mantide religiose, anche se è possibile che tra questa razza ci sia qualcuno che abbia  sembianze di coccinelle. Qui la foresta di  Grinwock ancora continua, ma ormai questa zona era indipendente dal regno elfico il Capo sacerdote è il sovrano di questo territorio, il confine naturale tra i due Stati era un piccolo fiume dove era obbligatorio passare su un ponte e pagare un pedaggio, di guardia c’erano due soldati elfici e due Nantuko, i Nantuko avevano un disperato bisogno di soldi per aiutare la popolazione così aveva spiegato Barg, e per questo che aumentano le tasse del pedaggio. Una volta pagato il pedaggio entrarono ufficialmente in un nuovo regno, ma attraversare quei territori era praticamente come passare ancora per  i territori elfici, solo che non se ne vedevano quasi per niente di persone elfiche, ma in compenso vedevano più villaggi distrutti, ma ancora abitabili, la popolazione aveva costruito delle baracche e molti guardavano con curiosità i viaggiatori, più che altro perché non si vedono in giro un Uomo, un Nano una Elfa e una Halfing insieme. In un giorno avevano già percorso metà di quei territori, poiché avevano attraversato solo una piccola regione di quello Stato. La notte tocco ad Arnon per primo il turno di guardia, ma anche quella notte furono attaccati, non però da gruppi nemici ma dalla popolazione disperata in cerca di qualche soldo, armi e provviste per vivere. Arnon se ne accorse per i continuo rumori che si stavano avvicinando verso di loro, e svegliò tutti avvertendoli del pericolo, Arnon non aveva lo scurovisione come invece avevano gli altri suoi compagni, ovvero la capacità di vedere nel buio, quindi pensò che erano gli uomini di Daemortius , ma gli altri dissero che erano gli abitanti del villaggio che avevano superato precedentemente. Riuscirono a scappare in tempo senza dare la possibilità di attaccarli, perdendo le tracce, ma ormai erano già a due le notti che non riuscivano a dormire. Il giorno seguente arrivarono nei territori dei Siriani o detti anche Cetra situati nella valle di Fin, erano una popolazione quasi uguale a quella Umana solo che praticavano tutti la magia, infatti il loro regno era una Magocrazia ed erano per la maggior parte  propensi per fare il bene, infatti nel loro Stato erano pochi se non rari i casi di delinquenza, e si affidavano totalmente alla natura, infatti molti di loro erano anche dei druidi o ranger, non ci fu nessuna richiesta di pedaggio, molto probabilmente era dovuto dal fatto che i Siriani non uscivano mai dai loro territori come invece facevano gli Elfi, o comunque traevano le proprie necessita completamente dalla Madre Terra, il territorio dei siriani era coperto da numerose valli verdi con i boschi che erano in parte di Grinwock . Riuscirono a trovare quello che restava di una locanda e mangiarono lì mettendo così da parte le gallette per il viaggio trafugate in quel posto, ma notizie brutte stavano facendo il giro in quell’edificio, la gente parlava di eserciti nemici che avevano nuovamente invaso l’occidente. Il gruppo riuscì a trovare un riparo per la notte in una grotta e decisero di passare la notte lì  
- stanotte forse potremmo finalmente dormire – disse Barg. Ma non c’era due senza tre 
Un convoglio militare dei Vashar,uomini malvagi contrari a ogni dottrina divina e alleati dei Demoni pattugliavano la zona e per poco non scoprivano la compagnia che furono avvertiti del pericolo notando gli incendi delle case in campagna, infatti i soldati stavano saccheggiando i Siriani,  e grida di dolore e paura della popolazione locale si elevarono in quei luoghi.
- stanno venendo qui con i cavalli che facciamo adesso Barg?- disse Orhen mentre lei e i suoi compagni stavano correndo su un sentiero
- sarà meglio inoltrarci nella foresta e pregare che non vengono li – disse il Nano
Il gruppo si inoltro nell’oscurità dei boschi e lì attesero che quei rumori dei cavalli che passavano,  le grida della gente in pericolo e il fuoco delle torce finissero. Il giorno dopo i soldati nemici si ritiravano, scacciati dai soldati Siriani e solo allora che la compagnia uscì dalla foresta per percorrere il sentiero che conduce a est
- questo è troppo Barg non possiamo ogni volta rischiare la vita- disse Arnon – non arriveremo mai nella pianura di Brada così-
-per adesso ci è andata bene, ma ci sono troppi nemici in giro e dove andremo incontreremo gente che sicuramente ci attaccherà per prendersi un po’ di cibo, soldi, armi e le nostre vite - disse Orhen toccando la spalla di Beany con una mano, come per assicurarla, solo l’Halfing è riuscita a dormire per quella notte, poiché e crollata dalla stanchezza, Orhen invece essendo un’ Elfa  poté dormire quanto bastava per riposarsi un poco
- e va bene sarà comunque rischioso, ma per salvarci dai pericoli certi dovremo inoltrarci verso la catena montuosa di Caftarel, dovremo attraversare le paludi Nebbiose per raggiungerla e sono proprio ad un  passo da qui- disse il Nano
- va bene Barg conducici lì visto che non abbiamo altre soluzioni- disse Arnon
- sia chiaro però che non è un bel posto da vedere, soprattutto per bambini- disse il guerriero guardando dispiaciuto l’Halfing , solo il druido capì il perché, si ricordò delle voci che giravano sul conto di quel luogo, che era conosciuta come un cimitero dove i corpi erano insepolti, e molte altre cose che era meglio non divulgare. 
 Arrivarono sul pomeriggio in una piccola collina e salendo su delle rocce aggrappandosi negli spazi disponibili nei massi,  arrivati in cima si sentì subito l’odore del tanfo degli acquitrini, infatti mentre scendevano intravedevano la grande palude estendersi per molti chilometri, sembrava un grande lago di colore verde e nero e una tenue nebbia si estendeva per la zona, si intravedevano comunque molti alberi nella zona, ma anche alcune costruzioni artificiali, come per esempio una torretta ormai semi diroccata o resti di quello che doveva essere un castello ormai completamente distrutto, notando le sue fondamenta .  
Incominciarono ad attraversarla, il Nano stava davanti mentre dietro di lui c’era Orhen, poi Beany ed infine Arnon a coprire le spalle. Barg indicava i punti dove dovevano passare che secondo lui erano i posti più sicuri della zona, più di una volta il guerriero era passato per di qui e una volta con un gruppo di soldati come lui, e fu uno dei pochi sopravvissuti da quella spedizione, infatti la palude era anche infestata da alcuni mostri, ma il problema principale era il pericolo delle malattie, soprattutto la malaria, ma questi rischi non li aveva citati per non preoccupare troppo le donne.  La palude da lì fortunatamente non era molto grande, e solo dopo due giorni di cammino sarebbero usciti, il primo si accamparono in una casa semi-diroccata che doveva essere antichissima come diceva Arnon sui disegni che raffiguravano uomini con vestiti strani, di una moda che apparteneva solo al passato che si trovavano sopra le loro teste, raffigurando episodi di agricoltura e sacrifici agli antichi dei, ma non per questo fu serena, molti ancora i cadaveri dei soldati sia della fazione di Daemortius sia degli Alleati erano presenti numerosi, sott'acqua dove però era possibile vederli, o sulla terra ferma in via di decomposizione, Orhen volle bendare Beany per non fargli vedere quell’orrore che si presentava, utilizzando una benda che aveva  preso da Oizal
- i soldati che abbiamo visto per tutta la giornata- disse Barg mentre cucinava una zuppa di patate nel vecchio casolare diroccato- sono morti per le numerosi battaglie che si fecero su queste terre prima che queste ultime diventarono paludi, infatti questa palude è ancora molto giovane non c’era quando scoppiò la guerra, alcuni di quei valorosi guerrieri che abbiamo incontrato erano miei compagni e amici –
- mi dispiace - disse Orhen
- ormai è acqua  passata, numerosi sono gli anni che mi separano da quella perdita, ma la mia rabbia adesso è che non sono ancora stati sepolti- disse il Nano
- potremo seppellirli se vuoi- disse Arnon
- non dovete preoccuparvi di me, io non mi impressiono così facilmente- disse Beany
- no! abbiamo una missione importante da fare e giusto portare la pace in ricordo di chi ha combattuto per questo, saranno sepolti un giorno vedrai- disse il guerriero 
  Il secondo giorno Barg condusse i suoi compagni nei sentieri sicuri della palude, su una terra asciutta e l’erba che arrivava a malapena a toccare le caviglie, ma ancora continuavano a vedere i cadaveri lasciati insepolti
- oramai è già sera e anche se mancano pochi chilometri e meglio sistemarci qui per stanotte- disse il nano indicando una zona asciutta e sicura dall’acqua- questo posto non è attaccato da nemici non troveremo nessun problema, almeno così ci riposiamo un po’ prima di andare nelle montagne di Caftarel- disse  il Nano  
Orhen chiese di poter fare lei il turno di guardia per tutta la notte, ma Arnon non era d’accordo
- no Arnon, te e Barg non avete per nulla riposato per questi giorni, mentre io si, è giusto che anche io faccia la mia parte in questo viaggio oltre che essere sempre protetta- disse l’elfa
Anche Barg cercava di dissuaderla ma la stregona non cedette di un millimetro
- va bene ma non lo farai per tutta la notte, le ultime quattro ore le farò io – disse Barg
La notte era tranquilla, la luna illuminava tutto il paesaggio circostante, tanto che Orhen non aveva assolutamente bisogno di usare lo scurovisione, però c’era molto umidità e quindi si doveva coprire per bene, l’Elfa aveva una lunga sciarpa intorno al collo. Ad un tratto sentì una voce, Orhen si alzo in piedi ansimando e senti distintamente una voce che gli pareva soave provenire da lì vicino, questa voce pronunciava il suo nome e che l’assicurava, non sentiva paura. Spinta dalla curiosità si diresse dalla parte dove doveva trovarsi la voce avvicinandosi verso delle lunghe piante che non permettevano di vedere cosa ci fosse dall’altra parte, si fermò per ascoltare e la voce sembrava provenire proprio da lì dietro, la stregona utilizzò la sua magia per spostar le piante e vide una creatura simile ad una donna vestita in modo strano che stava in piedi sull’acqua e sembrava un fantasma.
Appena la creatura vide la ragazza sorrise e cacciò fuori dall’acqua quello che dovevano essere tentacoli, ma che assomigliavano a puntaspilli che andarono incontro all’Elfa
- Orhen - la stregona sentì gridare Beany da lontano, che gli permise di tornare in se ed ad evitare per un soffio di morire, che però gli causò  comunque delle ferite fortunatamente non gravi,  ma quelle lunghe spine puntarono nuovamente verso il suo obiettivo ma l’attacco venne bloccato dalla magia di Arnon e dalle scure di Barg, mentre Beany utilizzo la balestra per colpire la creatura nemica, ma le frecce cosi come le scure, gli trapassarono senza fargli alcun danno
- Orhen tutto a posto?- disse Arnon ravvicinatosi alla ragazza e facendola alzare, visto che l’attacco di prima l’aveva fatta cadere 
La creatura lanciò un urlo di rabbia verso gli intrusi e che riecheggiava per tutta la palude
- Orhen te la senti di combattere?- domandò il druido all’Elfa che la vedeva ancora scossa
- si… credo di sì – disse
- Barg porta Beany al sicuro voi non potete nulla contro questo mostro- ordinò Arnon
Il Nano ubbidì portandosi via la ragazzina che si stava dimenando prendendosela con il guerriero perché voleva aiutare l’amica 
Il mostro attacco di nuovo ma venne bloccato da Arnon che lanciava sfere magiche di colore blu
- allora forza ragazza datti da fare e aiutami- disse il druido rivolgendosi a Orhen
La stregona reagì lanciando sfere magiche che andarono a colpire il mostro che gridò di dolore
Orhen volle vedere come stava Beany e si girò per guardare. La vide abbracciata a Barg ma intorno a loro delle sfere di luce stavano circondando i suoi compagni
- non ti distrarre Orhen il tuo nemico è davanti a te quelle luci adesso non sono pericolose – disse Arnon che continuava a lanciare i suoi incantesimi. La stregona si ricordò del combattimento che fece contro i Wrath sul lago nel confine elfico, e allora decise di creare un vortice di acqua che  colpì la creatura nemica causandogli molti danni,  nel frattempo il druido era riuscito a distruggere i numerosi tentacoli che cercavano ogni volta di attaccare
Barg nel frattempo cercava di reagire nei confronti delle luci che si avvicinavano loro sempre di più ma non riusciva a causare nessun danno
La creatura della palude cercò di attaccare utilizzando la sua magia ma gli attacchi erano bloccati da Orhen che aveva il pieno controllo delle acque delle paludi, e per evitare una morte cerca se ne andò
- non te ne andrai lontano- disse il druido che gli lanciò un ultimo incantesimo che fu fatale per il mostro
 Barg era nel pieno della disperazione  e anche Beany non riusciva più a reagire con grida o altro ed era rimasta ammutolita dalla paura, ma alcuni attacchi di luce colpirono le   sfere colorate che si ritiravano pian piano e molte di esse furono distrutte
- cosa erano quelli?- domandò Barg che si era accasciato a terra per lo sgomento che gli suscitavano le sfere
- sono fuochi fauti mentre quell’altra creatura non so come si chiama ma so cosa fa, ora riposati- disse il druido che si stava occupando di lui, mentre Orhen era impegnata con Beany 

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Capitolo 9
*** Nono Capitolo ***


La mattina seguente il gruppo aveva già lasciato la palude per dirigersi verso la montagna di Athlon, a quanto pare nessuno di loro volle rimanere un secondo di più in mezzo a quei pericolosi acquitrini, Barg si scusò con i suoi compagni, egli sapeva dei pericoli che correvano ma non voleva dirlo per non portare inquietudine
- oramai non importa più ma fai in modo che non accada più – disse Arnon – dopotutto c’è lo dovevamo immaginare che ci potevano essere pericoli, più che altro io mi aspettavo Zombie –
-ma dimmi allora Arnon che cosa erano quelle creature che ci hanno attaccato? – domandò Beany, anche Orhen era curiosa di sapere
- innanzitutto solo una ci ha attaccato, le altre erano solo attirati dalle vostre emozioni, e ne stavano assorbendo come spugne, quelle luci danzanti erano fuochi fauti, si nutrono di emozioni, specialmente paura, e alcuni di essi riescono addirittura a trasmetterla. Poi per seconda cosa quel mostro che stava per ucciderti Orhen, era un mostro proveniente dall’estremo oriente, non so più come si chiama ma ha la capacità di attirare le prede chiamandole per nome, non ditemi come possa saperlo, ma lo sa, e poi le uccide, la vittima si sente rassicurata, ed è intenzionata a cercare la voce- spiegò il druido
- quindi se io non mi fossi svegliata e non avrei urlato a Orhen sarebbe morta adesso?- domandò Beany
- si esattamente, e la nostra missione sarebbe finita qui- disse l’uomo guardando l’Elfa- non è colpa tua ci sarebbe cascato chiunque, è una fortuna che ti sei al massimo solo ferita lievemente-
Orhen deglutì e si tocco il punto dove la creatura lo aveva colpita, ora non ha più quelle ferite perché sono guarite grazie ad Arnon, ma era comunque rimasta impressionata dal potere di quell’essere
La compagnia stava attraversando una pianura, l’avrebbero percorsa tutta, non era così grande ci avrebbero impiegato solo un giorno di cammino. Quella terra non ha un nome, viene semplicemente soprannominata “terra di nessuno” poiché non appartiene a nessun stato, infatti e qui che i nomadi si stazionano, ma ormai quelle terre sono abbandonate anche da loro perché troppo esposte a probabili attacchi nemici, tra non molto avrebbero raggiunto le terre dei Nani, la seconda tappa del viaggio stava per concludersi  la sera fu tranquilla, non si vedeva nessuna anima viva in giro, e questo rassicurò il gruppo, dopo finalmente molto tempo hanno avuto una serata in cui poterono dormire in tranquillità, ora dovevano solo attraversare una montagna che stava lì a un passo.
Il giorno dopo la compagnia stava scalando la montagna di Athlon la prima della catena montuosa di Caftarel, ma più che una vera e propria montagna era una grande collina, Barg era timoroso, temeva un agguato da un momento all’altro, ma una volta arrivati nelle zone alte della catena montuosa avrebbero trovato dei rifugi, e in più non mancava già molto per arrivare nelle terre dei Nani, quasi tutte le montagne che stavano davanti a loro erano parte del loro regno
- parlami dei Nani Barg, come è la vostra specie? La vostra storia?- domandò Orhen che si avvicinò al Nano per parlare, anche Beany si avvicinò per ascoltare
- be, la nostra razza è una delle più antiche si dice in giro, alcuni pensano anche più degli uomini, creati dalla benevolenza di un dio, altri invece ritengono che abbiamo una parentela con gli umani, saremo quindi dei loro cugini, ma nessuno sa con precisione come siamo finiti nel mondo, gli Elfi una volta ci incontrarono che già avevamo costruito dei villaggi, ma non sapevamo ancora scrivere, i nostri racconti li abbiamo trasmessi oralmente- disse il Nano – ma da lì ti posso raccontare la nostra storia, come ti ho detto c’erano dei villaggi all’inizio, questi villaggi diventarono dei regni, erano un tempo una decina, ma erano città villaggi, che già abitavano presso queste montagne, la nostra situazione rimase così almeno per qualche secolo, fino a che gli Umani non ci attaccarono, la tua razza Arnon- disse rivolgendosi anche al druido- aveva già sottomesso le altre razze del sud e dell’ovest, mancava ancora l’est, noi eravamo forti ma eravamo anche troppo pochi. Perdemmo la guerra e diventammo schiavi degli Umani per circa trecento anni-
- dopodiché scoppiò la Guerra della Coalizione  delle Razze- disse Arnon
- esatto proprio così- disse Barg – tutte le razze non umane si coalizzarono insieme causarono una guerra che li avrebbe liberati-
- quindi una volta anche la mia razza era schiava?- domandò Beany
- tutte le razze tranne quella umana- disse Arnon
- dopo quella guerra le altre razze si svilupparono così come noi Nani- disse Barg- creammo dei regni su Caftarel, e questa volta erano sette, ma erano divisi ed in guerra tra di loro, molte volte subimmo delle invasioni da parte di Umani del nord, ma soprattutto dai nostri più acerrimi nemici, i Goblin. Un giorno per far fronte a queste guerre e per portare quindi la pace, i re dei sette regni si incontrarono a Wartar, una provincia di Caftarel, che poi divenne il nome della nostra capitale situato proprio in quel territorio. I re decisero di unirsi in un unico regno ,scelsero un regnante che li avrebbe governati e avrebbe costituito una dinastia, mentre i restanti signori lì presenti avrebbero costituito un  Senato. Ecco come nasce il Regno Unico dei Nani, un giorno dovremmo andare nella capitale, è costruita in modo da essere quasi inespugnabile, i più lì si riuniscono i più forti guerrieri della nostra razza-
- già peccato però che non possiamo andarci, si trova lontano da dove dobbiamo dirigerci- disse il druido
- già è vero, ma grazie al cielo che tra non molto potremmo raggiungere un villaggio nanico e riposarci- disse Barg
Orhen appena sentita quella frase sospirò di sollievo, aveva proprio bisogno di prendersi una attimo di pausa per quel viaggio   
Verso sera avevano già superato la montagna di Athlon per arrivare a quella di Yipoc, e decisero di dormire in una grotta che gli permise di ripararsi un po’ dal freddo
- superata questa montagna saremo finalmente nel regno dei Nani, troveremo una locanda nel villaggio che andremmo a visitare domani pomeriggio appena saremo arrivati, ora mancano per davvero pochi chilometri- disse Barg che iniziò a fare la guardia notturna per primo  
 
Il giorno dopo la compagnia si mosse per continuare il suo viaggio verso est, la giornata era tranquilla e soleggiata, il gruppo stava attraversando un bellissimo campo fiorito e ogni tanto Orhen e Beany raccoglievano i fiori per farne una corona da mettere in testa, ma proprio in quel momento che Arnon e Barg avvertirono delle presenze in più
- non siamo soli gente tenete gli occhi spalancati- disse Arnon che appena finì quella frase Barg lanciò una scure che andò a finire dentro una grossa siepe
- vieni fuori, chi sei?- domandò il Nano
Da dietro il cespuglio si presentò un piccolo Troll di montagna, o per meglio dire giovane, dalla pelle bianca, che guardava la compagnia con rabbia, insieme a lui altri giovani Troll uguali, si alzavano da terra dove le piante e i fiori li avevano nascosti per avvicinarsi verso di loro
- siamo in trappola dannazione ognuno copra le spalle dell’altro- ordinò il guerriero
Il Nano osservò la situazione per pochi attimi
- sono circa venti creature che ci stanno circondando dobbiamo crearci un varco e fuggire immediatamente- disse Barg appena i suoi compagni si misero nella posizione di combattimento con le armi in mano, subito un Troll iniziò ad attaccare, ma l’ascia di Barg lo uccise con un colpo, squarciandogli la pancia
 –adesso iniziate- urlò il Nano
Orhen lanciò un incantesimo che colpì il nemico che stava davanti a lui causando delle ferite, ma la creatura continuò ad avanzare verso di lei, e questa volta fu Arnon che  attaccò lanciandogli un incantesimo di fuoco uccidendolo, un altro Troll invece si era avvicinato a Beany, ma l’Halfing essendo molto piccola evitò di farsi colpire riuscendo addirittura a salire sul corpo del suo nemico e ad infilzare una delle sue armi nel collo della creatura ferendolo gravemente. 
Il Nano cercò di colpire i nemici riuscendo ad ucciderli alcuni, ma effettivamente erano troppi e non riuscivano a scappare, anche Orhen utilizzo degli incantesimi più potenti ferendo a morte anche, ma ora però ne stava occupando un po’ troppi per la sua capacità e anche gli altri  stavano in difficoltà
- sono troppi che cosa facciamo?- disse Orhen   ai compagni che stavano lì vicini
- continua a combattere – disse Arnon che si stava difendendo con il suo bastone ferrato contro un attacco di un Troll che usava una grande mazza
- Whaaarg- il colpo lo stese a terra
- Arnon – gridò Orhen che si scansò da un Troll evitando così un suo attacco per soccorrere l’amico, ma un lampo accecante irruppe nella battaglia che colpì il Troll che stava per uccidere il druido, e molte altre luci divamparono colpendo le grandi creature che stramazzavano al suolo senza vita
- che cosa succede?- disse Beany che si abbasso per paura di essere colpita  
Le creature prese dal panico scapparono lasciando i nemici nel posto, e solo quando tutte le creature si erano allontanante a debita distanza il gruppo si guardò intorno per vedere cosa stava succedendo, solo un uomo molto alto e vecchio con una lunga barba bianca e un vestito grigio stava dietro a loro e si stava avvicinando
- tutto bene voialtri? – disse l’uomo, la sua voce era calma e rassicurante
- si grazie ma chi e lei?- domandò Arnon ancora dolorante per la botta
- mi chiamo Ashus sono un viaggiatore, sono passato per caso qui- disse lo sconosciuto
- sei tu che hai lanciato quei incantesimi giusto?- domandò Barg
- si esatto sono uno stregone – disse il vecchio
- e credo anche molto potente – disse Beany
Orhen si fece avanti chinando la testa in segno di gratitudine – grazie signore se non fosse per lei saremmo  tutti morti- disse poi
 -come vi chiamate e dove state andando?-  fu il vecchio a parlare    
Orhen stava lì per rispondere quando fu fermato da Arnon
- non possiamo rispondere a queste vostre domande mi dispiace sarebbe penoso per noi rilevarle –
- capisco, ma non credo di pretendere troppo  per quello che ho fatto per voi- disse lo stregone
- perché ti interessa saperlo?- disse Beany
- niente di particolare ragazzina- disse lo sconosciuto, Arnon vide il colore degli occhi del loro salvatore, non erano occhi umani, e capì solo allora chi doveva essere 
- il mio nome è Orhen di Reghat, sto andando nelle terre dei Nani per andare verso i territori della Coalizione, sono una stregona –disse l’Elfa che bloccò con un gesto del suo braccio Barg che stava impedendo alla ragazza di parlare
- io invece sono Arnon di Erevantor- disse il druido- e questi altri sono i miei compagni Barg la Guida e Beany –
- tu dunque saresti Arnon del Consiglio dei Druidi, e cosa ci fai qui? Le tue ricerche non ti devono portare nel regno degli Elfi? – disse Ashus  guardando l’uomo 
- di cosa stai parlando- disse il druido facendo finta di non capire, non aveva mai parlato con nessuno della sua missione, come faceva costui a conoscerla? 
Il volto dello stregone si mosse verso Orhen e stava sorridendo- tu dunque sei Orhen la Bianca- disse il vecchio che si inchinò davanti alla ragazza, l’Elfa era imbarazzata 
- non dovevi nascondermi questa notizia stupenda Onorevole Arnon di Erevantor- disse Ashus – ho qui davanti a me l’ultima di quella gerarchia di maghi e stregoni più potenti del pianeta- 
- ma insomma allora cosa vuoi?- disse Barg appena ripreso dall’incantesimo della stregona, era piuttosto nervoso
- permettetemi di stare con voi per oggi, vi dirò tutto strada facendo- disse il vecchio rivolgendosi però solo ad Orhen     
 
Si incamminarono per tutta la montagna, andando in direzione est verso le città naniche lo sconosciuto e l’Elfa stavano in debita distanza con gli altri per poter parlare indisturbati
- è veramente una grande notizia, ora ho visto finalmente colei che potrebbe sfidare i Neri ad armi pari- disse Ashus
- signore, io ancora non sono pronta per questo- disse Orhen- ma lei potrebbe tranquillamente sconfiggerli penso-
- io si, ma non posso fare da solo, per quanto posso essere forte non sono in grado di sfidare Daemortius- disse il vecchio  
- possibile che è così forte?- disse la ragazza
- purtroppo si, i Neri sono più facili da sconfiggere, oggi però, perché i primi neri hanno ottenuto la forza dallo scettro, oggi molti sono morti o combattendo o di vecchiaia, ma rimangono comunque i più forti stregoni e maghi  del mondo, io ho organizzato una resistenza  di detentori di magia arcana, ma ora siamo rimasti in pochi, non possiamo più contrastarli tra poco, ecco perché tu rappresenti la nostra speranza- disse lo sconosciuto
- anche la tua organizzazione e composta da stregoni e maghi potenti vero?- domandò Orhen
- si certo ma non come i Neri, loro sono più forti, noi spesso ci affianchiamo con i druidi e i chierici durante le battaglie, ma servirebbe di più per poter vincere la guerra, gli eserciti nemici sono di più dei nostri, e in più sono pronti alla guerra, non hanno nulla da perdere- disse Ashus
- perché questa mentalità? – disse la stregona
- gli Orchi e i Goblin vivono di questo, ma le altre razze sono spinte dall’odio nei confronti delle razze dell’ovest, in particolare gli Elfi, ma soprattutto gli Umani, perché hanno causato molto male per molte creature –
- e come potremmo contrastare la minaccia allora? Possibile che solo io  posso fermare la guerra?- disse Orhen
- la soluzione potrebbero essere i draghi, ma come penso saprai ci sono due tipi di draghi, che sono buoni ed altri cattivi- disse Ashus guardando Orhen negli occhi, e solo allora Orhen notò qualcosa di strano, ovvero i suoi occhi gialli, ma non ci badò più di tanto
- parlami dei draghi allora, come possiamo convincerli ad andare in guerra?- disse infine l’elfa
-  i draghi probabilmente sono tra le creature più forti, e già hanno partecipato a questa guerra per difendere le città umane e alleate, ma come ho detto prima non tutti sono buoni, e spesso nei primi anni c’era una vera e propria guerra civile tra i draghi , chi dalla nostra parte e chi nella parte del nemico, oggi i draghi buoni possono rientrare solo sulla richiesta tua Orhen, perché tu sei una Bianca-
Orhen non capii le parole del vecchio e la guardò strana, cosa centrava che lei era una Bianca? cosa significava per i draghi?
 - vedi Orhen, già i draghi una volta stavano rischiando l’estinzione, e sempre per una guerra civile, i draghi malvagi erano in maggioranza e stavano uccidendo tutti gli altri della loro razza che si opponevano alla loro superiorità, volevano distruggere parte del continente  per creare un regno, o meglio un impero tutto loro, i loro oppositori erano contrari e si scatenò quindi quella guerra- Ashus si prese una piccola pausa per poi continuare- e lì che intervennero i Bianchi sconfiggendo quei draghi di colore e salvando i metallici, questi ultimi promisero che un giorno si sarebbero riscattati e avrebbero pagato il loro debito, e tu che sei l’ultima hai questa possibilità-
- se incontrassi i draghi in questo momento gli direi subito di aiutarci se possono- disse l’elfa
Gli occhi di Ashus si illuminarono- bene ma anche se ritornano, non è detto che anche gli altri non si muovano, ma forse sarà  già qualcosa – disse guardando sorridendo la ragazza
- sei tu la nostra carta vincente, e anche se non cancellerai l’odio in questo mondo almeno gli darai pace per molto tempo-
 Arrivarono in una diramazione, una stradina portava verso il villaggio nanico di Dustri, mentre l’altra proseguiva verso il regno dei nani dove erano appena entrati
- ora siamo arrivati nella terra dei nani, il mio viaggio continua verso la capitale, vi devo lasciare qui se avete intenzione di riposarvi nel villaggio più vicino, ma chi sa se un giorno ci incontreremo- disse Ashus guardando il resto della compagnia – Arnon gli esiti della guerra cambieranno, nuovi alleati arriveranno, ma tutto si basa su di voi, che il cielo vi aiuti- 
- Addio Ashus, possa il tuo viaggio concludersi bene- disse il druido
- il mio viaggio si può dire è già concluso- detto questo lo sconosciuto li lasciò- a proposito, temo che ci sia qualcuno che vi sta seguendo, ma non sono sicuro, occhio quindi- 
 
-Cosa ti ha detto Orhen? Dimmelo dai- disse Beany spazientita, appena giunsero nelle porte del villaggio e Orhen raccontò tutto perché voleva sapere se almeno Arnon conosceva lo sconosciuto
- non so chi sia in realtà, ma se si tratta di quel Ashus io l’ho sentito solo nominare, la sua organizzazione agisce segretamente, si basa soprattutto di spionaggio e di ricerche magiche, ma il suo scopo era diverso Orhen, egli ti voleva parlare per confidarti alcune cose- disse il druido, ed Orhen la ascoltava con pazienza
- vedi, Ashus come penso avrai notato dagli occhi è un drago, in particolare un drago d’oro tra i più forti, e non  a caso ti ha raccontato quella storia sui draghi, voleva che tu dissi quelle parole che hai detto davanti a lui, ovvero la volontà di avere i draghi al nostro fianco- 
- è perché allora non si è presentato per quello che è e non mi ha detto le cose così come stanno?- domandò la ragazza
- i draghi sono orgogliosi, non dicono mai esplicitamente una richiesta d’aiuto, e né vogliono a che fare con le razze di questo mondo, ma sanno di avere questo patto d’onore da rispettare e lo vogliono mantenere- rispose l’uomo- ora sappiamo di contare su nuovi alleati per un po’ -                                      
Entrarono in una locanda dove si riposarono per tutto il resto della giornata, e solo verso sera scesero per mangiare, consumando un lauto pasto
- domani mattina dovremo attraversare una caverna, da lì imbucheremo in una strada che ci porti a est verso la Coalizione- disse Barg  prima di scolare il suo boccale di birra, e solo in quel momento che entrarono due nani nel locale fecero un saluto militare verso i clienti e si misero a suonare e cantare musiche naniche, per tutta la sera la compagnia si rilassò e si divertì non pensando più ad altro, anche Beany provò a bere la birra, ma fece un una smorfia di disgusto appena ne bevve un sorso.
 
La mattina presto si prepararono per lasciare subito il villaggio, uscirono fuori dalla locanda per dirigersi verso la caverna che  secondo le indicazioni di Barg li avrebbe portati in un strada verso est, quando due soldati nani li fermarono, stavano portando con loro in catene altri due nani, gli stessi della sera precedente( Beany pensò subito che potessero essere incolpati per furti nella locanda, ma i soldi da lei custoditi non erano stati toccati), un  drow forse prigioniero di guerra e un mezzelfo forse ladro anch’egli   
- fermi voi, per ordine del conte di Dustri  siete obbligati a portarvi con voi due di questi quattro prigionieri- disse un soldato nanico
- e come mai di grazia, non potete metterli tutti in cella?- domandò Arnon
- in questo villaggio non abbiamo celle, e poi qui non teniamo in considerazione di tenere prigionieri, per questo o li trasferiamo o li uccidiamo direttamente, ma questi non sono una reale minaccia, quindi abbiamo deciso di affidarveli appena siete entrati nel villaggio, questa è la nostra regola- disse l’altro
La compagnia si guardò tra di loro, possibile che nel regno dei nani esiste una legge del genere? Nemmeno Barg conosceva questa legge, e pensò subito a qualche imbroglio, ma i soldati erano rimasti irremovibili, dovevano prendere due di quei infelici e andarsene
- prendiamo il drow e il mezzelfo- dissero in coro Arnon e Barg, Orhen non era molto d’accordo, anche se trovava in parte affascinante avere a che fare con un Drow, li trovava belli, anche se il prigioniero era tutto incappucciato per evitare le luci del sole a lui mortali, e l’elfa vide solo la sagoma della faccia del prigioniero, mentre Beany era curiosa del mezzelfo perché sentiva che era un ladro proprio come lei
- bene ottima scelta, infatti avevamo intenzione di giustiziare questi due sciagurati- disse una guardia indicando i due nani che guardavano i soldati con occhi pieni di terrore- questi sono assassini, fratelli anche, hanno attentato alla vita di molte persone qui, e solo ieri sera li abbiamo scoperti, invece questo mezzelfo straniero è un ladro viene dal sud e quest’altro è un prigioniero di guerra, stateci attenti- dissero i soldati che andarono in direzione del centro del villaggio lasciando ai viaggiatori i due prigionieri che avevano scelto
- che barba adesso dobbiamo tenerci questi, sarà una seccatura doppia- disse Barg che nel frattempo teneva in mano le catene del drow
- sarà meglio che prima di andarcene prendiamo dei medicinali però- disse Arnon che invece teneva il mezzelfo, ad Orhen ricordava un po’ Ember, ma costui era moro invece che biondo, e aveva una barba più folta e i capelli erano più corti
Il gruppo quindi rientrò nel villaggio ed entrarono in un negozio dove poterono acquistare dei medicinali, ci andarono Orhen e Beany, mentre il druido e il guerriero badarono ai prigionieri, intorno a loro i passanti  ridacchiarono loro per il triste compito assegnato, cosa che fece innervosire parecchio Barg  
 
- buon giorno cosa desidera?- disse un commessa nana del negozio a Orhen
- vorremo dei medicinali, dobbiamo affrontare un lungo viaggio- disse l’elfa
Dopo aver cercato per circa qualche istante la commessa posò sul tavolo dieci medicinali- fanno venti monete d’oro grazie- disse infine
Orhen pagò e prese gli oggetti  con riluttanza, venti monete d’oro era molto per il loro budget, ma era vero anche che servivano quei medicinali, le ragazze stavano uscendo in quel momento quando sentirono Barg urlare, corsero immediatamente fuori e videro il drow che stava portando il nano sulla schiena come un grosso sacco, e nonostante il peso riusciva a muoversi velocemente, dietro di lui Arnon che faticava portandosi l’altro prigioniero che si faceva trascinare
- dannazione collabora maledetto- disse il druido al suo prigioniero
- corri o non saremo affatto clementi con te appena lasceremo questo villaggio- disse Beany che da dietro la schiena del mezzelfo gli puntò una delle sue armi per intimorirlo, e il prigioniero non se lo fece ripetere
Corsero fino  a raggiungere la caverna che gli avrebbe portato verso una strada a est, e trovarono due nani guerrieri morti, il drow doveva essere particolarmente abile a combattere, e Arnon pensò che era meglio prendere uno dei nani incatenati
- dobbiamo entrare presto o lo perderemo- disse il druido
Vedere nel buio della caverna risultò assai difficile, o almeno per Arnon mentre per Beany e Orhen non fu difficile, e fu proprio l’halfing che vide il nano legato e tutto insanguinato in una roccia a poca distanza da loro
- eccolo è qui- disse la ragazzina correndo verso l’amico, ma non fece neanche il tempo ad raggiungerlo che si sentì un sibilo e una freccia andò a colpire una spalla della halfing facendola cadere a terra urlando dal dolore
-Beany – urlò Orhen, e davanti a loro si intravedevano numerosi goblin, dovevano essere all’incirca duecento perché erano veramente tanti, altre frecce furono lanciate, e i goblin ormai lanciarono un urlo di guerra, un freccia colpì Arnon vicino al cuore facendo cadere anche lui e privandolo dei sensi, il mezzelfo venne colpito in pieno volto morendo sul colpo, Orhen cercava di usare degli incantesimi per proteggersi dalle frecce e ad aiutare i suoi amici, ma ormai era troppo tardi, i goblin si trovavano a pochi metri da lei, e per salvarsi ormai presa dalla paura si nascose  dietro in una delle colonne di pietra cercando un posto per salvarsi, ma proprio lì dietro incontrò il drow che li aveva portati lì in quella trappola,
- che tu sia maledetto- disse la stregona preparandosi ad un incantesimo per combattere contro il suo nemico, ma l’elfo oscuro era più veloce, e con un pugno tramortì la ragazza facendola cadere a terra  


note: i nostri protagonisti sono caduti in trappola e ora rischiano davvero grosso. Spero che la storia vi stia piacendo fino a qua è gradito ogni commento possibile 

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Capitolo 10
*** Decimo Capitolo ***


Orhen si svegliò sentendo dolore alla guancia sinistra, e lentamente aprì gli occhi, era notte, e davanti a lei era acceso un fuoco, dove erano seduti a terra lì vicino due drow, e uno di essi era quello che gli aveva tirato il pugno, i due chiacchieravano nella loro lingua oscura, evidentemente non se ne sono ancora accorti che si era svegliata . La ragazza mosse gli occhi intorno a lei, capì di essere legata con un palo con le mani dietro la schiena, in più insieme a lei e legati insieme a dei pali, stavano alla sua destra Barg e più avanti Arnon, Barg era sporco di sangue e anche lui era sveglio e guardava i nemici, Arnon invece stava aprendo gli occhi in quel momento, e anche lui era sporco di sangue al petto, a sinistra Beany era legata anche lei con un palo, e le sue condizione dovevano essere come quelle del druido.
- ooo vedo che vi siete svegliati- disse il drow che avevano incontrato nel villaggio nanico- avete fatto una bella dormita?- disse guardando l’elfa
- devo dire che quei nani hanno fatto veramente male a lasciarmi nelle vostre mani, dovevano uccidermi subito, ma i nani sono ottusi e stupidi concordi vero?- disse il drow rivolgendosi a Barg con il suo sorrisetto malizioso
- ha si è vero Yory, sono gente inferiore, come tutte le altre razze- disse l’altro drow
- tu dovresti essere un umano, un’altra feccia, gente arrogante che si crede superiore a noi- disse Yory rivolgendosi ad Arnon che lo guardava con occhi stanchi, il suo aguzzino gli assestò un violento pugno in pancia, e il druido sputò sangue a terra
-  maledetto lascialo stare, sta male- disse Barg che cercava di divincolarsi
- tu stai zitto feccia- disse il compagno di Yory che tiro fuori il coltello e pugnalò una mano del nano, i due drow cominciarono ad infierire sui prigionieri, Yory picchiando violentemente con calci e pugni il druido, mentre l’altro accoltellò l’altra mano e i piedi del nano
- hai intenzione di ucciderlo subito Ijg? Vuoi finire subito il divertimento? Prendi quella borraccia e fallo bere- ordino Yory, e subito il compagno prese la borraccia indicatagli e fece bere a forza il nano che si stava divincolando dal dolore
- bevi così non muori- disse il suo aguzzino, intanto l’altro si era avvicinato a Orhen e a Beany che avevano urlato contro i loro carcerieri dicendogli di smetterla
- e cosa abbiamo qui? Due fanciulle, o meglio una e mezza- disse Yory gettando la lama di uno dei suoi coltelli nel fuoco, poi le sue mani incominciarono a toccare il corpo di Orhen prima il collo poi sempre più giù fin sotto la pancia, l’elfa era inorridita e disgustata per quello che gli stava facendo il drow
- basta ti prego non voglio vedere che soffre- gridava Beany con disperazione e con le lacrime che gli scendevano sulle guance
- non ti preoccupare non ti farò più vedere nessuna violenza piccola- disse Yory prendendo il coltello con la lama incandescente- ho voglia di fare una cosa con la tua amica, ma è meglio che tu non guardi sei ancora piccola no?- disse sarcastico il drow avvicinando il coltello negli occhi dell’halfing
- no ti prego lasciami stare- grido la ragazzina
- ti prego non farle del male- disse Orhen piangendo, il coltello era ormai a un centimetro dall’occhio di Beany
- wostsk Yory!-  si sentì una voce dietro i drow, e chi era stato chiamato si voltò per vedere, una donna Drow che stava vicino al fuoco insieme ad altri della sua razza più un goblin, con un dito la donna fece un gesto ai due drow di avvicinarsi per parlare, Yory posò il coltello a terra e si avvicinò parlando con la sua lingua oscura verso la donna, i due incominciarono una discussione, ma il drow parlava con grande rispetto nei confronti della donna, e più volte o l’uno o l’altra si voltarono con sorrisi maligni verso i prigionieri, poi il ragazzo fece un inchino e si voltò verso i prigionieri
- io e la mia signora abbiamo deciso una scommessa su di voi, dovete attraversare la foresta di notte con un coltello da caccia, se riuscirete ad attraversarla sarete salvi e liberi, altrimenti troverete la morte lungo il percorso, vedremo quanto tempo durerete- disse Yory, poi si avvicinò all’halfing dicendo a bassa voce- ringrazia la Mia Signora ragazzina, ti tieni i tuoi occhi- poi si rivolse a Orhen – mi sarebbe piaciuto divertirmi un po' con te, questa è l’unica vera delusione- disse rivolgendola un sorriso maligno, e incominciò a liberare i prigionieri incominciando da Arnon 
- inizierai prima tu umano- disse liberando il druido, poi Ijg prese il suo coltello e lo lanciò sul piede di Arnon che cacciò un urlo di dolore
- forza sbrigati ad andare- disse Ijg al prigioniero, poi incominciò a liberare Barg e fu questa volta Yory a lanciare un coltello sul piede del nano, e così  per gli altri prigionieri 
 
Arnon era già dentro la foresta sapeva che c’erano pochissime probabilità di sopravvivenza, gli avevano tolto l’arma, per lui non dovrebbe essere stato un problema, ma per gli altri sicuramente si, si fermò il piede gli faceva male da impazzire, così come tutto il suo corpo pieno di lividi, aveva già fatto alcuni metri e il buio dominava tutto, incominciò a curarsi le ferite incominciando proprio dal piede, così si inginocchiò avrebbe aspettato i compagni e insieme sarebbero riusciti a scappare da li, ma quando si rialzò vide una presenza davanti a lui, o meglio un suo se stesso con una mano tesa verso di lui
- cosa sei tu?- riuscì a pronunciare il druido, ma senti improvvisamente sonno, e capì cosa era successo e chi era quella creatura, poi il buio e silenzio
 
Barg riusciva ancora a camminare, nonostante le tremende ferite resisteva, ma ancora sanguinava, doveva trovare Arnon per ricevere aiuto e incontrare gli altri, continuò ad andare avanti sperando di trovare l’amico, le sue acute orecchie sentirono invece fruscii e ringhi, si voltò in direzione del rumore, e grazie alla scurovisione vide distintamente un branco di quattro lupi a caccia, e lui era la preda, i lupi lo circondarono e il nano si preparò a combattere, uno di loro gli fu addosso azzannandolo ad una braccio, Barg con l’altro braccio pugnalò subito il collo dell’animale uccidendolo, ma anche gli altri tre gli furono addosso per sbranarlo, il nano cercò di agitare il coltello levando il corpo del lupo appena ucciso, e più di qualche volta riuscì a ferire gli animali, ma ormai lo stavano sbranando da tutte le parti, l’ultima cosa che vide prima di svenire dal dolore e dalla fatica furono le fauci di un lupo che si scagliavano verso il suo collo
 
Beany correva spaventata,  voleva uscire immediatamente da quella foresta non gli importava chi la seguisse e chi avrebbe incontrato era determinata a correre, e più di una volta inciampò e cadde rovinosamente aprendogli alcune ferite, ma subito dopo era già in piedi che correva, con il piede che gli faceva molto male e per poco la fretta non l’avrebbe portata all’altro mondo, la ladra sentì in tempo avvicinarsi una freccia che gli sibilò sulla testa, e dovette fermarsi, davanti a lei il goblin che stava nell’accampamento insieme ai drow stava sfilando due spade ricurve dopo aver posato l’arco
- sono venuto a renderti le cose più facili tesoro – disse il goblin ridendo, e subito gli fu addosso, la ragazzina reagì bene parò e cerco di contrattaccare, ma il goblin era molto veloce, e agitava come una furia le sue armi contro l’halfing , qualche colpo andò a segno graffiandola, ma anche Beany riuscì con alcune capriole a ferire il suo nemico, sapeva ormai che era già stato deciso che non sarebbero sopravvissuti, ma non voleva dare vinta a quei drow 
- muori- disse il goblin che riuscì a bloccare un attacco della ragazzina togliendogli l’arma con una spada e con l’altra ferendo il corpo  della nemica, Beany cadde a terra urlando e vide le lame del suo nemico abbassandosi per darle il colpo di grazia
 
Orhen ansimava era stanca ancora non aveva incontrato nessuno dei suoi amici, il piede gli faceva malissimo, aveva tentato qualche incantesimo, ma non era sufficiente, e fu allora che decise di gridare aiuto sperando qualcuno che la aiutasse, ma sentì solo il vento della notte che muoveva le foglie della foresta generando fruscii intensi, poi rumori di passi, Orhen restò a sentire in silenzio e senti di nuovo rumori distinti di passi che si muovevano verso di lei, usò la scurovisione per vedere chi fosse e vide con orrore cinque zombie che stavano a pochi metri da lei, Orhen caccio un urlo di orrore stava impazzendo, cercò di reagire lanciando un incantesimo che colpì la testa di uno zombie uccidendolo, ma gli altri ormai stavano per mettere le loro mani sull’elfa, la stregona utilizzò un incantesimo per rendere le mani incandescenti, ma un sibilo penetrò nell’aria e le teste degli zombie volarono via, la ragazza gli sembrò di vedere un oggetto volare per aria
- è qui sbrigatevi- sentì Orhen nella sua lingua natale, lei stava cadendo a terra era stanchissima, qualcuno la sorresse prima di cadere, e la stregona vide che era un elfo
- stai tranquilla sei salva adesso – disse l’elfo
- i …miei.. amici…- disse Orhen chiudendo gli occhi
- sono salvi anche loro, non ti preoccupare – riuscì a sentire, poi più nulla     
 
Orhen si svegliò aprendo gli occhi a fatica, sentiva che doveva stare su un letto di paglia, una volta aperto gli occhi, si guardò intorno a lei e vide che si trovava dentro una tenda, davanti a lei pochi oggetti, una lanterna, il letto dove stava e archi e frecce appoggiati in un angolo, non c’era nessuno dentro con lei, provò ad alzarsi e si sentì sollevata nel vedere che riusciva a stare in piedi, notò che aveva gli stessi vestiti di prima, ma erano stati lavati da poco supponeva, perché non erano sporchi. Uscendo vide che si doveva trovare dentro un accampamento militare, dove camminavano elfi armati con spade e archi molto simili a quelli che aveva Ember e con particolari armature che ricordavano le foglie di quercia. Uno di questi elfi si avvicinò a lei dicendo – avete fatto una buona dormita?-
- o si grazie- disse Orhen che arrossiva, l’elfo era molto bello, alto e sorridente- è sua la tenda dove dormivo vero?-
- si esatto, ti sei svegliata proprio per il pranzo, scommetto che hai fame vero?- disse l’elfo, Orhen annui energicamente- ti abbiamo rimesso i tuoi vestiti, non ne avevamo altri quindi li abbiamo lavati e rimessi subito-
Orhen arrossì che sembrava un peperone- ma..ma…allora..-
- non ti preoccupare ci sono ranger femmine anche da noi – disse l’elfo indicando due ragazze che camminavano in modo marziale entrando dentro una tenda
- siete ranger dunque, mi sembrava infatti che le vostre armi assomiglino a quelle che ha un mio amico- disse
- a allora conosci qualcuno dei regni umani, i ranger si formano di solito in quei territori oltre che dagli elfi- disse l’elfo camminando verso una pentola dove si distribuiva il rancio
- o che sbadato mi chiamo Nalmad, sono uno degli ufficiali della pattuglia- disse porgendo la mano destra
- Orhen di Reghat- disse la ragazza porgendo la sua mano per stringerla con lo sconosciuto- i miei amici dove sono? come stanno?-
- stanno bene sono fuori pericolo, ma hanno subito molte ferite, soprattutto il nano, ma anche l’halfing non se l’è cavata bene aveva un brutto taglio per tutto il torace fino alla pancia- disse il ranger prendendo una ciotola di zuppa calda porgendolo a Orhen- tu sei la seconda  che ti sei alzata, mezz’ora prima il tuo amico umano stava già in piedi, ora sta aiutando a curare le ferite del nano, che ha ferite dappertutto, lo troverai in quella tenda laggiù- disse indicandone una a poco distante da loro
- ho sentito che si sono svegliati adesso anche il nano e la ragazzina, ma forse e meglio che gli fai visita …dopo aver mangiato almeno un po’- disse Nalmad e con questo fece un breve inchino e si congedò lasciando Orhen da sola. 
La ragazza si mise a sedere su un masso che si trovava vicino a lei, e incomincia a mangiare osservano la vita nell’accampamento, c’era un via vai di persone, ma non dovevano superare comunque una ventina,c’erano pochissimi ufficiali, e solo una volta gli sembrò di vedere il comandante di tutto l’accampamento, riconoscibile per la sua armatura. Una volta finito entrò dentro la tenda indicatagli da Nalmad e vide  Arnon intento ad usare gli incantesimi di guarigione sul corpo di Barg che era sveglio ma aveva gli occhi affossati dal dolore e dalla stanchezza
- Orhen stai bene?- dissero in coro gli amici
- si grazie ora sto meglio, ma voi?- disse la ragazza
- io benone, non ho subito gravi ferite e quindi non ho avuto problemi, sono venuto subito qui e mi sono messo a curarlo- disse Arnon indicando il compagno a letto
- avevo ferite dappertutto, per tutta la notte gli elfi mi hanno curato, ora gran parte di queste sono guarite forse per questa sera starò meglio- disse il nano
- ma Beany? Non  sei andato a trovarla Arnon?- domandò Orhen
- no mi dispiace non so come sta, sarà meglio che tu vada a vedere, io devo finire qui- disse il druido
Orhen andò subito a cercare, l’amica, e questo lo scoprì dopo alcuni minuti di ricerca, si trovava dove  erano entrate le ranger donne quando era appena uscita dalla sua, Beany era a letto con le due elfe che gli facevano alcuni incantesimi di guarigione
- Orhen sei viva!- disse la ragazzina che si agito, e le donne gli dissero di non affaticarsi
- si stiamo tutti bene, è andato tutto bene, siamo salvi ora- disse l’elfa avvicinandosi all’amica, Beany si fece cadere alcune lacrime dagli occhi 
- avevo paura che non vi avrei rivisto- disse Beany che lacrimava, Orhen voleva rimanere ancora con lei ma le donne gli dissero che era meglio che andava a riposare, appena uscì la ragazza vide che altri elfi erano entrati nella tenda probabilmente per curare l’amica, aveva proprio un brutto taglio, ma almeno era fuori pericolo.        
 
Giunta la sera, dopo aver fatto una bella dormita Orhen volle andare a trovare ancora una volta gli amici feriti, Nalmad gli disse che si trovavano tutti nella tenda più grande sede del comandante, l’elfo accompagnò la ragazza dicendogli che si stava discutendo su cosa fare stasera e come per sconfiggere i drow presenti nella foresta di Slemura, che sarebbe il luogo dove si trovavano lei e i suoi amici anche, una volta entrati dentro la tenda si sentì una forte voce che doveva essere del comandante, dentro c’era Arnon e Barg che si era finalmente alzato e stava seduto insieme al druido a pochi metri dal capo-ranger
- grazie al signor Arnon sappiamo esattamente dove si trova l’accampamento nemico, i nani non sono mai riusciti a trovarli perché si nascondono bene, e noi forse da domani avremo concluso la nostra missione in terra nanica e possiamo tornare in patria- disse il comandante e subito uscirono da molte bocche suoni di approvazioni, l’elfo assomigliava molto a Ember come caratteristiche fisiche
 – ma non sappiamo ancora quanti nemici abbiamo di fronte, i nostri ospiti ci hanno descritto sette drow, ma sicuramente saranno di più, non dovremo temere le loro armi, non sono soldati questo è sicuro ma sono spie molto esperte e forse vi sono maghi fra di loro, possiamo cercare di fare un mordi e fuggi e segnalare la presenza dell’accampamento nemico ai nani per chiedere rinforzi se è necessario, andremo stanotte e osserveremo la situazione, al mio segnale si lanceranno le frecce e poi attaccheremo con le spade, e solo se sarà opportuno ci ritireremo subito- il comandante fece una breve pausa poi continuò
-  andremo in venti persone, altri cinque rimarranno qui- disse indicando cinque elfi tra cui le due donne che stavano guarendo Beany- ci divideremo in squadre, e per l’occasione abbiamo chiesto al signor Arnon se ci può coprire le spalle nell’eventualità che ci sia un mago potente- il druido si alzò in piedi e parlò
- è un onore, e questo per averci salvato la vita, vi dovevamo un favore- disse Arnon in tono rassicurante e subito si alzò Barg che si reggeva con un bastone per non cadere
- se tu vai Arnon, io verrò con te – disse il nano
- non fare lo stupido nano, sei ferito e non riesci a tenerti stabilmente in piedi- disse il comandante, e per tutta risposta Barg fece cadere il bastone facendo vedere che si reggeva benissimo con le sue gambe
- grazie ad Arnon le mie ferite sono quasi tutte completamente guarite, e voglio aiutarlo, e anche io voglio sdebitarmi con voi- disse il guerriero guardando i presenti, anche Orhen fece un passo in avanti per farsi vedere da tutti
- verrò anche io, non voglio lasciare i miei amici da soli- disse Orhen, a combattere voleva veramente andarci, anche per aiutare gli amici, ma nella realtà voleva vendicarsi di quel drow che ha maltrattato lei e i suoi amici, lo doveva per Beany
- sciocca ragazza, è già tanto che sei arrivata qui venendo dal regno degli elfi, e pericoloso per te- disse il comandante
- sono una stregona e so combattere anche con la spada, voglio partecipare alla vostra causa che è anche la mia- disse l’elfa ad alta voce, il comandante si mise a guardare il druido
-è vero ciò che dice?- domandò l’elfo
- si signore è vero e posso assicurare che è molto abile con la magia, ma anche io non sono d’accordo che venga, come  lo è per te Barg- rispose Arnon
- non puoi fare tutto da solo Arnon, anche noi siamo tuoi compagni e sei il nostro leader, e noi come sottoposti, ti seguiremo- disse Barg , e il druido guardò prima il nano poi l’elfa e vide che nei loro occhi vi era una grande determinazione
- va bene ma sarete tutti d’accordo almeno che Beany non possa assolutamente venire- disse Arnon
 
Orhen corse verso la tenda dove si trovava Beany, Arnon era andato a trovare  anche lei, e gli aveva detto che ormai le ferite si stavano emarginando, ma ancora era troppo debole per combattere, gli elfi e il druido avevano fatto un buon lavoro per curarli e tutti erano sorpresi nel vedere il nano alzarsi dal letto dopo quella terribile esperienza, si era già fatto raccontare tutto di cosa era successo quella notte, e la sua rabbia era cresciuta molto, appena entrò nella tenda la ragazza vide l’amica sdraiata a letto con gli occhi ancora stanchi, ma almeno aveva ripreso colore in viso
- come stai Beany?- domandò Orhen
- molto bene grazie, cosa è successo? ho sentito molti rumori provenire da fuori – disse la ragazzina che sorrise nel vedere l’amica
- abbiamo deciso di attaccare chi ci ha fatto del male, quei drow sono pericolosi per noi e dobbiamo fermarli, vengono Arnon, Barg e io naturalmente- disse Orhen
- tornerete? ti prego non andare – disse Beany facendo scorrere una lacrimuccia sulla guancia
- non ti preoccupare non ci succederà nulla vedrai, siamo tutti ancora vivi porteremo a termine anche questo, e poi continueremo insieme il viaggio fino a Brada- disse la ragazza
- me lo prometti?- domandò la ragazzina
- si te lo prometto non morirò prima di raggiungere Brada- rispose l’elfa
 
Era notte fonda nella foresta di Slemura e solo ogni tanto si sentì qualche scricchiolio nel buio, i soldati elfici si stavano ormai avvicinando all’accampamento, erano ormai  a pochi metri, i soldati si guardavano intorno, apparentemente sembrava tutto tranquillo, Orhen ora poteva vedere il luogo della sua prigionia, infatti a poca distanza dall’accampamento che sembrava che non c’era niente a parte il fuoco acceso, vide i pali dove era stata legata lei e i suoi compagni. Il comandante andò avanti per vedere meglio e vide seduto vicino a quello che sembrava una caverna un Drow che stava guardando intorno al suo accampamento e faceva la sentinella, il comandante ordinò tramite versi di uccelli notturni di mettersi in posizione e aspettare. La sentinella non si accorse di nulla, tutto sembrava normale, fino a che improvvisamente si alzò e fece un saluto militare, tutti si aspettarono che li aveva scoperti, ma dalla caverna uscirono un altro Drow con una bella armatura nera che brillava con la luce del fuoco, insieme ad altri della sua specie, in tutto una decina che si misero davanti a lui con armi in mano, il drow che era uscito per prima dalla caverna si mise a parlare nella sua lingua ai suoi uomini, doveva essere il comandante, ed evidentemente si stavano preparando a qualcosa. Il comandante elfo si mise a fare un verso di animale notturno, aveva dato l’ordine di attaccare con le frecce e poi di partire con la carica, i drow ancora non hanno avvertito il pericolo troppo assorti alle parole del comandante che continuava a parlare. Partirono le prime frecce e molti elfi oscuri caddero, compreso il loro comandante, e i rimanenti si misero in posizione di difesa in direzione dell’attacco per combattere, mentre uno di loro gridò qualcosa probabilmente chiedendo rinforzi, subito gli elfi uscirono allo scoperto e attaccarono i nemici molti caddero essendo in inferiorità numerica, e poi l’effetto a sorpresa  aveva colpito brutalmente l’animo dei drow, ma subito uscirono altri elfi oscuri dalla caverna e subito vi fu un durissimo scontro tra i guerrieri, partirono le prime stoccate, Arnon e Orhen che abbattevano alcuni nemici con la magia e Barg che dava sfogo alla sua violenza. Orhen si era un attimo allontanata per aiutare un elfo che stava in difficoltà quando incontrò Yory
- o guarda chi e venuta a farmi visita, non dovevi disturbarti- disse il drow e subito si avventò su di lei con la sua lunga lama, l’elfa cerco di parare i colpi con la spada che gli aveva prestato Nalmad, ma fu presto disarmata, la ragazza si guardò incontro sperando un aiuto, ma vide che anche i ranger stavano in difficoltà ora, e Arnon era impegnato a tenere occupata la donna Drow che aveva visto la sera prima, ma non vide Barg. L’elfo oscuro prima mise a terra Orhen e poi blocco le sue mani con una sua, e con quella libera cercò di spogliarla facendo cadere a terra la sua arma
- perché non finiamo quello che volevo incominciare- disse Yory ridendo
Orhen istintivamente fece diventare incandescenti le mani, in modo da far bruciare quelle del suo nemico, Yory tolse la presa urlando di dolore e la stregona ne approfittò mettendo le sue mani brucianti nella faccia dell’elfo oscuro, il drow si accasciò a terra urlando e Orhen evocò un lampo di luce che uccise il suo nemico. La stregona si mise in ginocchio ansimando e vide che la battaglia diventava sempre più terribile, nonostante le numerose perdite i drow si erano ripresi e stavano rispondendo, la ragazza si alzò subito prese la sua arma e andò ad aiutare Arnon
- lasciala a me Orhen, è pericoloso stare qui- disse Arnon urlando
- basta cosi, ho deciso che ti darò una mano e così sarà – disse l’elfa che evocò i suo incantesimi mettendo in difficoltà la nemica, ma l’elfa oscura stava comunque resistendo, e lanciò un incantesimo contro Orhen, ma quest’ultima si era abbassata di scatto e lanciò il suo incantesimo che la nemica non poteva parare visto che con l’altra mano era impegnata a combattere il druido, colpendo così il ventre della Drow facendola gridare dal dolore, Arnon ne approfittò per  dargli il colpo di grazia al cuore
Barg era una furia aveva già ucciso numerosi nemici, compreso Ijg colui che lo aveva torturato quando era legato al palo, fu ben felice di staccargli la testa, si guardò intorno, gli elfi avevano ripreso il vantaggio  e ormai per i drow sembrava essere finita, l’unica stregona che avevano era stata sconfitta da Arnon e Orhen, mentre lui continuava a infierire sul nemico, fino a quando uno di loro gridò qualcosa e subito cercarono di scappare verso la foresta, ma i ranger avevano attaccato da tutti i lati, e mentre fuggivano altri cadevano, e praticatamene solo in quattro riuscirono superare i nemici e scappare, ma da dietro a loro delle frecce partirono colpendoli due e ferendone uno alla gamba, tre elfi si gettarono all’inseguimento, dovevano eliminarli tutti per cancellare ogni minaccia possibile, mentre gli altri entrarono nella caverna, altri invece compreso Orhen Arnon e Barg rimasero dove erano per curare gli amici ed aiutarli, Orhen fu contenta di vedere Nalmad ancora vivo, e anche lui rimase lì ad assistere i compagni, dopo circa dieci minuti o un quarto d’ora gli altri elfi erano tornati, i tre nella foresta avevano raggiunto e ucciso i fuggiaschi, mentre quelle della caverna uscirono dicendo che non c’erano più nessuno, che i drow sono morti tutti. Il comandante elfico fece  un giro sul campo di battaglia, degli uomini che aveva portato erano rimasti solo la metà, mentre vedeva che dovevano essere morti almeno venticinque nemici. 
 
La mattina dopo erano già arrivati sul campo e avevano accatastato i feriti da una parte, la prima cosa che fece Orhen era di andare da Beany a dire che stavano tutti e tre bene che erano tornati vittoriosi, Beany fu contentissima e quasi si mise a piangere nel vedere l’amica entrare dentro la tenda, fu naturalmente felice di vedere anche Arnon che forse per lei è quasi un padre e Barg che gli aveva trasmesso sicurezza per tutto il viaggio, e soprattutto le sue armi che insieme a quelle dei suoi compagni erano state trovate insieme dentro la caverna. Il meno felice fu probabilmente il comandante Horuen così si chiama( Orhen l’aveva sentito da Nalmad prima dello scontro) vedeva i morti, e contava i feriti, dove alcuni di essi erano già rimessi grazie all’abilità del druido, ma la cosa che lo fece preoccupare erano i morti drow, erano, e queste sono fonti certe, circa una trentina, non si aspettava certo un battaglione, ma un covo di spie di circa una decina, una quindicina di persone, ora gli sono rimaste una quindicina di persone, come poteva difendere la foresta? Il discorso che aveva fatto di un possibile ritorno a breve delle sue truppe in realtà era una menzogna, non poteva aspettarsi rinforzi dal regno degli elfi, e certamente non avrebbero retto una battaglia, sarebbero morti tutti, aveva ricevuto l’ordine di resistere fino all’ultimo se è necessario, fino a che era possibile per difendere una colonia degli elfi concessa dai nani. Decise di prendere una decisione: avrebbe mandato due messaggeri, uno sarebbe andato dai nani per chiedere rinforzi, mentre un altro nelle terre degli elfi per chiedere rinforzi o altrimenti il permesso di una ritirata, la situazione era critica dalle sue parti e doveva agire così, per quanto riguarda il messaggio da dare ai nani, il comandante mandò Nalmad, e  altri due in patria, mentre chiese agli ospiti di restare ancora un po’ per riprendersi e per fare una festa in loro onore per aver combattuto bene, Orhen era un po’ triste nel vedere Nalmad che se ne andava, ma lui disse che sarebbe tornato il giorno dopo, la ragazza si era un po’ affezionata al soldato
 - Orhen vieni, Beany si è alzata- disse Arnon all’elfa mentre passeggiava per l’accampamento pensando tra sé a sé, ed aiutava a preparare i tavoli per la cena, Orhen era contentissima nel vedere l’amica che si reggeva con le sue gambe, ora le ferite sono quasi completamente rimarginate domani probabilmente potrà muoversi decentemente. La sera stessa ci fu la festa, si distribuiva carne di cinghiale e birra di scorta, e qualcuno di loro suonò le ballate degli antichi guerrieri elfici in onore ai caduti, Orhen era felicissima, ora si stava prendendo un momento di rilassamento, proprio quello che ci voleva dopo momenti critici, e pensare che fino a due giorni fa rischiava la morte, violentata e uccisa da un drow. Anche il giorno dopo si riposarono e Orhen stette per tutta la mattina con Beany che ora riusciva a correre, e scherzava con lei, poco distante c’erano Arnon e Barg, il secondo ad aiutare ad affilare le lame degli elfi, il primo a guardare la ragazza che rideva con la bambina, e si chiese come era possibile che lei e Daemortius fossero fratelli, la prima amante della vita e radiosa, il secondo malvagio e avido di potere.
Verso l’ora di pranzo arrivò Nalmad che portava notizie dai nani. Acconsentano di venire in aiuto, visto che dopotutto quella foresta si trova in territorio loro. Nalmad aveva portato dei fiori e un braccialetto che aveva preso durante il viaggio a Orhen, e l’elfa sorrise e ringraziò per il dono e stettero un po’ insieme, il soldato si stava dichiarando, ma Orhen prima di lui e capendo dove voleva arrivare disse di no che non sapeva neanche lei cosa provava, e i suoi pensieri volavano verso i suoi due amici più cari.
- Orhen ti devo parlare- disse Arnon poco prima che giunse l’ora di cena
-domani partiremo subito abbiamo già perso troppo tempo stando qui, e potremmo mettere a serio pericolo la vita di queste persone- disse il druido preoccupato
-quei Troll non stavano lì per caso temo, ho un brutto presentimento, penso che qualcuno ci spii e ci metta i bastoni tra le ruote, dobbiamo sbrigarci- 
La mattina dopo la compagnia annunciò di voler continuare il viaggio, nessuno nemmeno il comandante osò insistere dove dovevano andare e perché, e per farli abbreviare il viaggio gli donarono tre cavalli da viaggio
- non ci sono truppe nemiche dove andrete, con due giorni di viaggio sarete fuori dai territori nanici,  sarete nei territori della Coalizione e lì che dovete temere un agguato, sono invasi da nemici- disse il comandante togliendo le parole al nano che voleva dirle appena se ne erano andati, e dopo saluti calorosi( Nalmad cercò di baciare in bocca Orhen ma lei riuscì a spostare il viso evitando le sue labbra) se ne andarono dall’accampamento.
 
scusate la lunghezza, spero che il capitolo sia piaciuto. è sempre gradita la recensione, grazie

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Capitolo 11
*** Undicesimo Capitolo ***


La compagnia continuò ad attraversare la catena montuosa di Caftarel per due giorni dove però nonostante tutto incontrarono dei nemici, dopo una giornata abbastanza tranquilla, i quattro si fermarono davanti un laghetto per bere, quando videro non molto lontano da loro dei soldati, che stavano viaggiano verso  ovest in una direzione molto vicina da loro
- Orhen potresti vedere chi sono se ci riesci?- domandò Barg, e l’elfa utilizzo i suoi occhi per cercare di riconoscerli
- hanno strane armature e un copricapo strano, pieno di piccoli aculei, sembra un turbante, maneggiano una spada che assomiglia a una sciabola e portano una bandiera di colore rosso, verde, nera, con stemma- disse la ragazza
- come è fatto lo stemma?- domandò di nuovo il nano con un tono preoccupante
- un cerchio con in mezzo quello che sembra un cilindro tutte e due di colore oro, e quelle che sembrano due fulmini neri che si intersecano- disse Orhen
- Ralcloss! Sono arrivati fino  qui dannazione, Arnon che facciamo?- disse il guerriero dopo aver imprecato in nanico
Il druido evocò una nebbiolina intorno a loro che gli permise di nascondersi, dopotutto stavano vicino a un lago, e già intorno a loro c’era foschia
- questo ci nasconderà per un po’, ogni tanto andrò fuori a controllare tenendomi abbassato- disse Arnon
- ma chi sono quelli? -domandò  l’halfing
- sono Ralcloss, umani che combattono a fianco di Daemortius, se sono già qui forse la resistenza nel regno della Coalizione sta fallendo- disse Barg
- non ci metteremo molto per scoprirlo- disse Arnon
Il giorno dopo uscirono dal regno dei nani, non erano stati scoperti il giorno prima grazie all’incantesimo di Arnon ma persero un po’ di tempo prima che riuscissero a partire sicuri dalla portata dei nemici, stavano ancora nella catena montuosa, ma ormai hanno raggiunto la Coalizione, e l’ultima tappa del loro viaggio era appena cominciata. Imbucarono in un sentiero piuttosto spazioso, una volta doveva essere una stradina per i commercianti che facevano avanti e indietro per le Caftarel, era già pomeriggio quando la compagnia arrivò in prossimità di un dosso, quando da questa si fecero vedere un battaglione di Ralcloss, e ormai non c’era posto dove i viaggiatori poterono andare, i nemici stavano a pochi metri da loro, non li avevano nemmeno sentiti arrivare
- fermi chi siete? Da dove venite? – domandò un soldato dai capelli argentei, ma appena riconobbe che sicuramente provenivano dall’ovest grido - nemici! Arrendetevi o sarà peggio per voi-
La compagnia cercò allora di scappare sperando che i cavalli regalati fossero più veloci di quelli dei nemici, due frecce partirono e colpirono due dei loro tre cavalli facendo cadere a terra i passeggeri
- Arnon, Barg -disse Orhen che fermò il suo cavallo facendo scendere prima Beany che era pronta a difendere i compagni e poi se stessa
- basta non vi faremo niente se vi consegnate- gridò ancora il soldato di prima 
- no mai!- gridò Beany, nel frattempo anche Arnon e Barg si erano alzati pronti a combattere, e il soldato nemico ordinò di attaccare
Delle frecce partirono chissà dove e colpirono i soldati, i Ralcloss si guardavano intorno per vedere chi fosse e sbucarono improvvisamente degli uomini incappucciati che continuarono a lanciare frecce da sopra le rocce colpendo altri nemici
- ribelli! È un imboscata, ritirata!- grido un soldato nemico con i colori di capelli bianchi che si dileguò insieme agli altri
La compagnia non credette a i loro occhi, era la terza volta che venivano salvati da quando avevano incominciato il viaggio
Uno degli uomini incappucciati scese insieme ad altri e si avvicinò a loro
- state bene? Siete dei pazzi per affrontare da soli quei soldati, mano male che stavamo noi nei paraggi – disse togliendosi il cappuccio, era un uomo con i capelli e occhi castani con barba incolta
- chi siete per Moradin!- esclamò il nano invocando il nome del dio dei nani
- voi piuttosto chi siete, non si è mai visto da queste parti un uomo, una elfa , un nano e una halfing- disse lo sconosciuto- siamo raminghi comunque e combattiamo contro i Ralcloss- 
- noi siamo qui per una missione importante, dobbiamo arrivare a Brada – disse Arnon
- a Brada? Ci vuole ancora un po’ di giorni di viaggio per arrivarci, e poi perché a Brada, non c’è nessuno in quella pianura, è deserta- disse il ramingo
- i nostri affari ci appartengono, scusa – disse Orhen
- non è un bel posto qui, state attenti e non usate percorsi dove vi è anche la minima possibilità che vi possano vedere, questi posti sono pieni di nemici, soprattutto per voi, dovete nascondere le vostre fattezze comunque, date troppo nell’occhio- disse l’uomo, e nel frattempo si erano avvicinati a lui altre persone, alcuni anche di colore nero, ma tutti umani
- seguiremo il tuo consiglio, grazie per quello che avete fatto per noi- disse Arnon facendo un breve inchino
- figurati dopotutto dobbiamo proteggere questi luoghi- disse il ramingo sorridendo per poi tornare serio- state attenti non credo che ci sarà una seconda volta-
-“ questa è già la terza infatti” - pensò Beany
 
Dovettero proseguire a piedi, a turno salivano su un cavallo per riposare, gli altri erano morti, a quanto dicevano i raminghi, non doveva mancare molto per la pianura di Trast, almeno un giorno di viaggio circa, la compagnia si riposò intorno un albero e iniziarono a turno le guardie. Il giorno dopo riuscivano a scorgere la pianura, e un sospiro di sollievo emanò la compagnia, anche se sapevano che ancora mancava molto alla fine del viaggio e i pericoli erano tanti, infatti, a pochi metri da loro alcuni Ralcloss sbucarono fuori dal loro nascondiglio e li attaccarono, dovevano essere in tutto una decina perché non erano molti, e molti di essi caddero per mano dell’ascia di Barg per gli attacchi di Beany, ma soprattutto per la magia di Orhen e Arnon, ma uno di questi riuscì a prendere Orhen che stava sul cavallo per il braccio, la buttarono a terra e gli diedero un pugno in faccia per stordirla, gli altri rimasti si misero davanti al compagno per proteggerlo dagli attacchi, e bastarono due colpi d’ascia, e qualche incantesimo per buttarli a terra, ma oramai la loro missione era conclusa, il soldato nemico era riuscito a scappare non sapendo però che dietro a lui c’era Beany che di nascosto lo seguiva, il nemico riuscì a prendere un cavallo che era legato lì nelle vicinanze e scappò via e la ragazzina non poté più farci nulla. Beany era preoccupatissima e si mise in ginocchio che stava lacrimando, le stavano portando via l’amica, pochi attimi dopo arrivarono anche Barg e Arnon
- maledizione no!- disse Barg gridando – non può finire così –
- non ti preoccupare non finirà così – disse Arnon che pronunciò delle parole incomprensibili e sbucò dal nulla un gufo che si posò sul braccio del druido, Arnon continuava a parlare in quella lingua sconosciuta indicando l’uomo a cavallo che fuggiva con Orhen, e subito l’uccello prese il volo in direzione del fuggitivo
- vedrei che riusciremo a salvarla, spero – disse il druido
 
Orhen si sveglio sentendosi i polsi legati così come le caviglie, una lacrima gli scese sulla guancia, era di nuovo prigioniera, guardandosi intorno capì che era in una piccolissima postazione dei Ralcloss, si trovava in una grotta probabilmente,c’erano circa cinque nemici vicino a lei
- capitano Kuatul questa qui si è svegliata- disse un soldato togliendogli il cappuccio come gli aveva chiesto il ramingo del giorno prima e prendendola per i capelli facendogli male, davanti a lei c’era un uomo biondo che prima non aveva notato con indosso una elegante armatura nera metallizzata
- così tu sei una elfa, e per di più stregona da come mi hanno detto - disse il capitano- io sono un mago, sai anche io so usare i tuoi poteri che conosci –
- la interroghiamo subito?- disse il soldato che teneva Orhen per i capelli
- no sarà meglio interrogarla domani nel nostro accampamento, per oggi ci riposiamo, intanto portagli da mangiare- disse il mago- dobbiamo sbrigarci  domani quando partiremo, siamo rimasti in pochi adesso
 
Arnon grazie al volatile che aveva evocato riuscì a localizzare subito il nascondiglio dei nemici, ed a raggiungerlo subito insieme ai suoi amici, dovettero far faticare molto il cavallo che gli era rimasto, non mancava molto al tramonto. Il druido fu piuttosto rincuorato nel vedere che l’amica non l’avevano portata in un accampamento nemico ma in un rifugio di emergenza
- come facciamo a liberarla?- domandò Beany
- aspetteremo la notte è meglio, Beany stasera ti devo portare nel passato, devi agire come quando stavi sotto il tuo ex padrone per salvare Orhen-
 
Era già notte  e uno dei soldati stava di guardia davanti la grotta con il fuoco acceso, la guardia stava cercando di vedere oltre ma la notte era senza stelle e senza luna, non si vedeva molto bene nel raggio di pochi metri, improvvisamente la guardia sussultò, davanti a lui vide un serpente che si stava avvicinando
- maledetti rettili- disse la guardia alzandosi con in mano la spada per uccidere il rettile
 questa distrazione fu fatale per lui, improvvisamente la guardia cade a terra, Beany gli aveva appena conficcato la lama dietro la schiena e tappato la bocca con un balzo poderoso, e intanto il serpente assunse la sua forma originale, era Arnon
 
Orhen stava piangendo, davanti a lei il mago la teneva sveglia ridendo con le mani che gli tenevano i capelli
- sai come vi abbiamo scoperto? Grazie a dei nostri colleghi che vi avevano visto esattamente ieri, ho pensato di ideare una trappola, ma vedo che siete sorprendentemente abili, se siete ribelli risultate una vera e pericolosissima minaccia – poi tacque aveva sentito qualcosa
- uomini alzatevi venite fuori con me- e subito i soldati ubbidirono prendendo le loro armi e uscendo con il loro superiore, e appena furono fuori dalla grotta videro il corpo della sentinella a terra che sanguinava, e subito dopo sentirono una urlo  spaventoso che coprì l’aria, sbucarono fuori da un nascondiglio dietro delle rocce, un nano un uomo e una halfing che assalirono i nemici, il mago montò di rabbia, erano riusciti a seguirli, ma prontamente rispose all’attacco neutralizzando la magia del druido che aveva lanciato, Arnon si butto subito contro il comandante capendo che doveva essere lui il suo avversario, mentre Barg era già riuscito a farne fuori uno così come Beany 
- sei stato bravo a trovarci ma i tuoi sforzi sono inutili – disse il mago che lanciò incantesimi contro Barg e Beany che avevano appena finito di uccidere gli ultimi nemici, facendoli cadere a terra
- vedremo se avrai ragione di ciò che dici- disse Arnon che lanciò il suo incantesimo più potente
 
Orhen stava ancora dentro la grotta quando sentì delle grida e la voce di Arnon, era sollevata erano riusciti a trovarla e ora stavano venendo a salvarla, decise di liberarsi venendo in loro aiuto visto che non c‘era nessuno a controllarla, cercò di ricordarsi un incantesimo che potesse slegarla, ma non gli venne in mente nessuno 
“ ti prego fai qualcosa, ti prego”- pensò disperatamente l’elfa, e qualcosa successe, i lacci si scioglievano e lei era di nuovo libera
 
Arnon stava resistendo ancora contro il mago, sapeva che stavano combattendo ad armi pari, ma era determinato a vincere, almeno quanto il suo avversario, Ma ad un tratto una luce blu avvampò dietro la schiena del Ralcloss e il mago si inginocchio a terra e si voltò, vide Orhen che aveva un braccio teso verso di lui
- non è possibile, io su quei lacci ho fatto un incantesimo, come..- ma non riuscì a finire la frase perché l’elfa lanciò un altro attacco  
 
Passarono la notte lì e la mattina dopo seppellirono i morti e continuarono il viaggio, il gruppo avanzava silenzioso, poiché avevano subito un altro trauma sia psicologico( il morale era basso, non si riusciva  a vedere la fine) e fisico, ma le ferite erano state già curate in grana parte da Arnon. Verso la fine della mattina riuscirono a raggiungere la pianura di Trast, ora erano più scoperti di prima, e Arnon pregò che questa volta il viaggio nella Coalizione andasse meglio
Decisero di fermarsi ai pendii delle montagne per pranzare, visto che c’erano posti dove era facile nascondersi in caso di passaggio dei nemici, stavano finendo il pasto quando sentirono delle grida, Barg sbucò fuori dalla grotta dove erano nascosti, spostando i cespugli che coprivano l’entrata della grotta, vedeva una donna che correva nella loro direzione, poco indietro a lei due soldati Ralcloss la stavano inseguendo, Barg rientrò dentro il nascondiglio
- c’è una donna fuori che sta correndo verso di noi inseguita da due soldati nemici- disse il nano
- allora dobbiamo aiutarla, se sono in due…- disse Orhen
- no potrebbe essere una trappola, e poi non sappiamo se sono veramente due, ci potrebbero essere altri dietro- disse Arnon
- io sono d’accordo con Orhen, non possiamo lasciarli fare- disse Beany, e le due donne si alzarono per andare fuori
- e queste qui non le ferma più nessuno- disse sorridendo Barg che era invece ansioso di combattere, Arnon sapeva che il nano c’è l’aveva a morte con i Ralcloss( in genere con chiunque minacci i nani) e dovette alzarsi per  combattere
La donna era ormai a spalle al muro e non poteva più scappare, i soldati con le armi in mano si stavano avventando su di lei, quando caddero a terra colpiti  da una freccia e da un lampo di luce blu 
- stai bene? – disse Orhen avvicinandosi alla donna, aveva una tunica di colore viola, lunghi capelli castani, come per gli occhi e un bracciale legato al braccio
- si grazie a voi- disse la donna che fece un sospiro di sollievo e si alzò, doveva avere circa una trentina d’anni
- sei una ribelle vero?- disse Arnon che era giunto proprio in quel momento
- si.. è vero- disse la donna- mi chiamo Nessa, sono una chierica del luogo –
- come ti hanno scoperto?- domandò Barg
- i Ralcloss sono appena entrati nel mio piccolo villaggio, portavano dei foglio con i volti dei ricercati, mi hanno scoperta e io sono dovuta fuggire- disse la donna – i soldati stanno andando in villaggio in villaggio alla ricerca di ribelli da catturare o uccidere, e anche per riscuotere pesanti tasse che ci impongono-
- si lo so- disse il druido- ormai queste terre sono già considerate territori imperiali, e voi dei sudditi- la donna annuì a quelle parole
- probabilmente ci sono ancora dei ribelli, ma sono in pochi, circa una decina, forse con il vostro aiuto…-
- sei matta o cosa?- domandò Barg – come pensi che noi possiamo liberare un villaggio da loro? E poi che fine farà la vostra vita?-
- venite a vedere vi prego, so che voi venite da lontano, e so che soprattutto tu sei un druido di Madani- disse Nessa indicando Arnon
 – ti prego aiutaci- la donna si inginocchiò davanti all’uomo, e lui non poté nascondere il suo imbarazzo
- ma… insomma…io..- balbetto il druido
- Arnon almeno andiamo a controllare, portiamola dalla sua gente- disse Beany
- non possiamo ogni volta rischiare la vita in effetti- disse Orhen triste
- ma è anche vero che noi non vogliamo stare sotto i Ralcloss, che preferiamo combattere, gli abitanti del mio villaggio hanno sempre  un coltello con loro, e i nemici sono pochi – disse la donna
-“ sento puzza di bruciato”- pensò Arnon
- andremo al villaggio, se lo riterremo opportuno vi aiuteremo- disse Orhen
-“ ingenua ragazza, dannazione”- pensò Barg- “non ci sono garanzie reali di quello che ha detto la donna”-
 
Raggiunsero il villaggio in pochi minuti, alle porte c’erano dei soldati, che stavano tenendo i prigionieri che erano con loro fermi in ginocchio, e con le spade in mano, li volevano decapitare
- questo villaggio sarà sotto nostra amministrazione fino a che non saranno presi tutti i nemici dell’impero- disse quello che doveva essere il capitano agli abitanti che stavano anche loro fuori con facce piene di rabbia – eseguite- disse infine
le spade stavano calando, quando dei lampi azzurri colpirono dei soldati seguiti subito dopo da una freccia e una scure che andarono anche loro a segno
- “ lo sapevo che succedeva”- disse tra sé il druido con rabbia, non poteva sopportare di vedere morire davanti a se delle persone- “da quando sono diventato come un paladino?”-  
I soldati attaccarono gli intrusi, ma subirono attacchi anche da dietro da parte della popolazione, e furono in un attimo sopraffatti
- Nessa sei ancora viva grazie la cielo- disse uno degli uomini che erano legati
- sono salva grazie a loro- disse la chierica indicando Orhen e i suoi
- ora anche noi siamo in debito con loro- disse l’uomo ora libero

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Capitolo 12
*** Dodicesimo Capitolo ***


L’uomo appena liberato era a capo di una congiura a danno dei ralcloss, in poche parole era più di un luogotenente dei ribelli, il villaggio stesso era un covo dei ribelli, così come tutti i villaggi intorno, ed erano stati costruiti durante la guerra, l’uomo si chiamava Tumia come soprannome, questo nome deriva da una parola di un dialetto delle terre del posto, e voleva dire “ratto”, poiché è una persona che si nasconde sempre, l’uomo decise in quell’istante di cercare rifugio nel nascondiglio dei ribelli, perché ormai non potevano più trovare rifugio nel villaggio, la guerra diventerà terribile anche lì appena i Ralcloss scopriranno che in tutti i villaggi ci sia una resistenza. Gli abitanti del villaggio erano circa cinquecento persone, difficile nasconderli tutti, e quindi Tumia decise di portare con sé un gruppo di suoi fedelissimi  nel covo da lui conosciuto, per sfuggire così dalla persecuzione, Tumia era uno dei capitani ribelli e la sua rapida liberazione avrebbe tratto un sospiro di sollievo alle massime autorità, ma la sua presenza nei villaggi avrebbe comportato dei rischi e ora lo sapeva. Dopo aver scelto il gruppo, l’uomo decise di portare i suoi uomini più abili verso l’accampamento ribelle, che era nascosto nelle colline lì vicino, portandosi con sé il gruppo di Arnon
- nell’accampamento state certi che sarete lodati come eroi per il vostro aiuto, purtroppo noi non abbiamo armi per combattere i Ralcloss, e questo penso l’avete notato, in più la gente del mio villaggio come per gli altri ha paura di morire, e preferisce sottomettersi che vivere da latitante, io ho indicato i punti dove la mia gente può nascondersi, poi sta a loro decidere da che parte stare – disse Tumia
- dove si trova questo rifugio?- disse Orhen
- lo vedrete a tempo debito, ma ora è veramente tardi, quindi ci dobbiamo fermare su questa collina, domani all’alba saremo già nell’accampamento, e poi voglio assicurarmi che nessuno ci segua- disse il capo dei ribelli indicando una caverna – ci fermeremo lì-
La caverna era piuttosto spaziosa, capace di contenere quelle cento persone circa, Tumia organizzò delle spedizioni per controllare la zona
- sapete ci troviamo proprio in una caverna  dove si raccontano strane storie- disse il capo dei ribelli
- in che senso?- domandò Arnon
- pare che questa caverna sia la porta per l’altro mondo, che se si continua ad andare avanti, incontri i morti, ma queste sono tutte leggende ovviamente-
Arnon fece una faccia non molto convinta, aveva sentito parlare di un luogo del genere, e al castello dei druidi si è affermata l’esistenza di un posto del genere, e che si doveva trovare proprio in questo luogo, e che sia una delle porte dove Daemortius trae fuori i  non morti
- suvvia Arnon non crederai in queste storie per bambini vero?- domandò Barg, e improvvisamente un strano vento proveniente dalle viscere della caverna rabbrividì i presenti
- non c’è da preoccuparsi- disse Tumia- sono entrato fino in fondo da questa caverna e vi posso rassicurare che non c’è niente-
 
Orhen restò sveglia fino a che non sentì che tutti gli altri stavano respirando regolarmente, si alzò e si guardò intorno per vedere se non la vedeva nessuno, e poi si incamminò silenziosamente verso l’interno della caverna, era curiosa di vedere se la leggenda era vera oppure no, camminò per quello che poteva essere un’ora o anche un quarto d’ora dieci minuti, finché decise di fermarsi per riposarsi, era già molto stanca per il viaggio e sapeva che doveva dormire tutta la notte per riprendersi, ma la curiosità era troppo forte, passati circa cinque minuti si rialzò dal masso dove era seduta, e camminò finché non notò che ci doveva essere qualcosa vicino a lei, si voltò e vide uno specchio che era apparso a pochi metri da lei. Orhen cercò di vedere meglio se era una trappola oppure no, ma vide solo il riflesso della sua immagine, ma più si avvicinava e più l’immagine nello specchio cambiava, e incominciò a vedere luoghi che non aveva mai visto, ma la cosa che colpì maggiormente per lei era che lo specchio mostrava le immagini di Ember e Steel, le immagini cambiavano di tanto in  tanto, prima mostravano il mezzelfo e poi il mirilith. Ember si doveva trovare vicino a un palazzo, e giocava quello che doveva essere uno sport a squadre con Uran che guardava e altre persone sconosciute, ma non vedeva Swikel, mentre il Mirilith stava con Gersh e tutte e due abbracciavano Keld che si stava imbarcando su una nave, non poteva sapere dove lo gnomo era diretto, ma il suo sguardo si posò sulla spada, e vide che tutti gli spazi vuoti nel manico della spada erano state riempite, a Orhen sfuggì un grido di gioia, Steel doveva aver completato la missione
- Ciao cara Orhen- l’elfa sentì una voce e si girò di scatto, vide una donna e un uomo entrambi anziani che si stavano avvicinando a lei, Orhen non riuscì a trattenere le lacrime per la sorpresa, due figure a lei familiari di apparente forma materiale stavano davanti a lei 
- nonno, nonna- disse Orhen che si stava avvicinando per abbracciarli, ma la vecchia fece un gesto che fermò gli intenti della ragazza
- mi dispiace ragazza mia, ma siamo puro spirito, è inutile che ci abbracci, ti attraverseremo il tuo corpo- disse la vecchia  
La ragazza ubbidì guardando i suoi nonni con le lacrime agli occhi – allora questo posto esiste per davvero-  disse infine l’elfa
- certo Orhen, ma solo per poche persone, non tutti possono vedere i morti e sentirli, e questo non è proprio un passaggio tra il mondo dei morti e il mondo dei vivi, bensì un luogo di incontro con questo e l’altro mondo- disse il nonno
- ti vogliamo far vedere delle persone che tu non hai mai visto- disse la vecchia, e si presentarono altri due anziani elfi vicino a loro
- siamo i genitori di tuo padre, Orhen, è un piacere vederti dopo tanto tempo, sei cresciuta parecchio- dissero i vecchi appena apparsi – e tempo che anche tu possa vedere tua madre Niliam, tua zia e i tuoi fratelli-  apparvero così due giovane donne molto bella, quasi uguali ad Orhen solo più vecchie, e poi apparvero dei giovani elfi
- Orhen- disse sua madre con occhi tristi- sono felice di vederti, sei cresciuta bene, non penso che ti ricordi di me, eri molto piccola –  la stregona guardò prima sua madre poi sua zia che gli sorrisero entrambi
- Orhen ti ricordi di me e quando giocavamo insieme?- Orhen poté vedere dopo non si sa quanti anni suo fratello Elbrus che lo sorrideva, e anche qui Orhen dovette combattere la tentazione di correre per incontrare i suoi parenti – mi dispiace non poter esser stato con te per tutto quel tempo, e sono orgoglioso che anche tu sei stata riconosciuta come una delle migliori streghe – continuò il fratello
- di sicuro non ti ricordi di me, ma sono il tuo fratello più grande, e io mi ricordo bene di te, come la nostra separazione- disse Ilutan – sono io che ho scoperto a Brada che tu sei la prossima ad entrare nel consiglio, e mi dispiace da morire per il tuo destino, perdonami- disse ancora il fratello con tono triste
- di sicuro non ti ricordi nemmeno di me- una voce maschile si sentì dietro ad Orhen e la ragazza voltandosi vide un altro elfo vestito di nero
- Woryat, come fai ad essere anche tu qui?- disse la zia di Orhen
- cara Hakan sai che questo è un semplice punto di incontro e che questo vale anche per le anime che si trovano negli inferi- disse l’elfo, e Orhen vide che intorno al collo dell’elfo si notava un lungo taglio
- anche io volevo vedere mia figlia, sono suo padre dopotutto no? -  disse Woryat sorridendo
- tu hai ucciso la mamma e la zia, perché? – disse Orhen con rabbia ora che aveva riconosciuto chi aveva a che fare
- perché così volevo, guardai al futuro, e vidi quello che sta succedendo ora, dovetti usare un incantesimo potente per farlo e ci riuscì, e vidi che uno dei miei figli avrebbe governato su tutti, e dopo tante ingiustizia la mia famiglia avrebbe potuto ottenere ciò che voleva- disse Woryat che stava per far comparire delle immagini nello specchio
-la famiglia è rovinata per colpa tua, il mondo è rovinato- disse Niliam
- vedi questi Orhen?- disse il padre che non stava sentendo le parole della moglie, lo specchio mostrava delle immagini dei suoi cugini e di suo zio a Reghat, ed Hakan fece un sussulto di gioia nel vedere i suoi figli così cresciuti, ed era contenta soprattutto di vedere suo marito ancora in vita
- loro non subiranno nulla, perché per Halmshtad  sei tu la minaccia ai suoi progetti di conquista, ma se continueranno a combattere invece di arrendersi moriranno e questo vale anche per te figlia mia- 
Orhen stava lì ad ascoltare, ma le parole del padre non gli pesavano affatto, come poteva parlare lui così, nemmeno all’inferno si stava pentendo?
- padre così non la fermerai mai, ecco perché alla fine sei stato decapitato- lo specchio cambiò figura ed apparve un elfo oscuro- ciao sorellina, ciao fratelli, madre, nonni, zia- disse quasi ridendo di loro
- Halmshtad come hai fatto a venire qui?- disse Woryat
- sono venuto per vedere la mia famiglia, immaginavo che ti avrei trovato qui, e quindi mi sono collegato con questo posto e sono finalmente riuscito ad arrivare, io posso tutto, i miei soldati mi hanno riferito di un gruppo con una elfa che stavano scorrazzando liberamente per questi miei territori- disse Daemortius guardando la sorella
- non sono tuoi questi territori e non lo saranno mai- disse Orhen
Daemortius alzò la mano in direzione della sorella, e la ragazza vide delle immagini nella mente, e fu costretta da una forza micidiale a chiudere gli occhi per guardare.
Orhen vedeva Watnit distrutta, poi scese e vide molte altre città che hanno subito lo stesso destino, gli eserciti nemici che stavano avanzando verso il regno degli elfi, e che già avevano invaso il regno di Emor e dei nani, senza che i soldati potessero fare nulla per fermarli, il suo sguardo si posò proprio sulla città umana, e la vide distrutta, da un grande esercito, ma la cosa che la colpì di più era quella di vedere Ember a terra sanguinante, e nella sua testa cominciò a sentire le sue grida di disperazione, ma il suo sguardo fu costretto a guardare sempre più a sud e vide Steel che era appena caduto colpito da una freccia su una nave da guerra, il Mirilith era nel pieno di una battaglia e stava per essere sopraffatto
- lo specchio non riesce a far vedere tutto in tempo reale, ma solo quello che vorresti vedere- disse Daemortius e il suo sguardo si posò su un castello che non aveva mai visto ma che riconosceva come il castello dove si riunivano i Bianchi e che ora era dimora di suo fratello, nello studio dello stregone Nero, Orhen vide degli appunti, con cui sopra c’era scritta la formula per spezzare una volta per tutte l’incantesimo di Ilutan che impediva di prendere in possesso lo scettro.
Orhen cadde a terra in ginocchio, possibile che tutto era inutile? Non poteva credere a quello che vedeva, ma ormai la sua mente si stava convincendo di ciò che stava guardando, l’elfa si stava mettendo a piangere, triste per la sorte dei suoi amici e della sua, quando dalle sue spalle apparve una luce e vide che era emanata da Ilutan e da Elbrus
- Orhen non cadere nel tranello, e tutto una illusione, niente si è avverato e niente si avvererà vedrai, andrà tutto bene- dissero i suoi fratelli- Daemortius vede come vedeva nostro padre, solo odio per il mondo, mentre non vedeva il suo lato buono, una famiglia che gli voleva bene nonostante tutto-
- silenzio, zitti- si sentì la voce piena di collera dell’elfo oscuro- voi non sapete come mi sentii quella volta quando nostro padre cercò di ucciderci, io volevo capire il perché, e capii che la sua vita era un vero inferno, era stato licenziato ingiustamente, dopo tanti sacrifici, lui uno stregone così importante deriso per il suo solo modo di vivere e per come pensava- ed Orhen vide suo padre intento ad insegnare, e lavorare come scienziato per magia elfica, e successe un incidente la quale la causa non era la sua, ma dal caso, in più era un dialogatole, amava avere rapporti con le altre razze, mentre gli altri elfi lo guardavano con sospetto
- era guardato con invidia da tutti perché era molto bravo nel suo mestiere, per poi essere considerato come assassino, ed io sapevo che potevo aspirare di meglio, speravo di cambiare le cose, anche nostra madre era trattata nello stesso  modo, ma tu mamma hai già dimenticato vero? Ma io no, io non dimentico ciò che ci hanno fatto, soprattutto ciò che hanno fatto a me, tutti mi consideravano un pivello perché ero troppo buono secondo loro, troppo ingenuo, nessuno apprezzava ciò che facevo e quanto mi impegnavo- disse Daemortius
- tu ti sei corrotto da quando hai avuto lo scettro, ed hai raccolto solo malvagità e sete di potere, approfittandoti della tua posizione hai alimentato odi profondi con cause disastrose- disse Ilutan
- non puoi però certo negare cara sorella – disse Daemortius a Orhen- che quello che ti ho fatto vedere sia del tutto falso vero? Hai ancora il coraggio di sfidarmi?-
- Orhen – disse Elbrus- non tutto è perduto, fidati di noi, tu puoi ancora fermare tutto questo e riportare la pace in questo continente, se te lo diciamo noi puoi stare certa che è vero, i tuoi amici non sono morti sono tutti vivi-
- Halmshtad – disse Orhen che assunse uno sguardo deciso, guardando il fratello dritto negli occhi, non voleva che lo stregone l’avesse vinta, si fidava delle parole dei due fratelli al suo fianco
 -non permetterò che tu faccia del male ai miei amici, in più loro contano su di me, riuscirò a sconfiggerti – e Daemortius sparì improvvisamente insieme al padre come tutto il resto delle anime presenti lì, e Orhen rimase di nuovo sola, dopo che si era ripresa respirando affannosamente, tornò silenziosa dal suo gruppo  

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Capitolo 13
*** Tredicesimo Capitolo ***


La mattina seguente il gruppo di ribelli lasciò la caverna, Tumia si sentì rassicurato, i suoi uomini erano tornati tutti e nessuno di loro aveva segnalato nemici nelle vicinanze, a quanto pare le colline di Caftarel erano ancora quasi impenetrabili per i Ralcloss, durante il viaggio Orhen prese da parte Arnon e gli raccontò tutto quello che aveva fatto e visto nella caverna la sera prima, non voleva dire queste cose a Beany per non farla preoccupare
- è con questo potere che Daemortius è riuscito a spingere i popoli alla guerra- disse Arnon è un bene che tu non sia caduta da questo incantesimo, ma questo incontro è stato molto rischioso, e in più ci ha fatto capire dove siamo e che cosa stiamo facendo, praticamente ci seguiva per tutto il viaggio, ecco come mai trovavamo sempre degli ostacoli, ma come ha fatto a sapere dove stavamo?-
- se sapeva dove andavamo, vuol dire che non saremmo al sicuro neanche per tutto il resto del viaggio però – disse Orhen
- già è così, dovremmo stare più attenti in futuro, Daemortius non avrà pace fino a che non ti avrà uccisa, meno male che stavano con te due stregoni bianchi, ti hanno salvata i tuoi fratelli- disse il druido
- si ma non sono anche io una Bianca anche se incompleta? O no?- domandò la stregona
- non lo sei in tutti gli effetti, hai detto bene, è per questo che andiamo a Brada, non ti pare?-
Arrivarono in quello che sembrava un fitto bosco, dove si poteva scorgere delle rocce molto alte, difficili da scalare, ma Tumia proseguiva dritto, spostando le erbe alte facendo attenzione se c’erano serpenti o altre cose spiacevoli
- i miei compagni sanno della mia venuta- disse il ribelle indicando quella che doveva essere una stretta fessura- venite ora siamo veramente arrivati-
Non fu facile attraversarlo, perché era veramente stretto, era facile che ti graffiavi, e ti potevi sentire soffocato o schiacciato, ma in compenso era facilmente difendibile e difficile da scoprire, ci misero un po’ per entrare, il campo ribelle era come tutti i campi di battaglia che si vedevano i quel periodo di guerra, numerose tende, un via vai di persone, soldati, armi accatastate da tutte le parti, e un brusio continuo, Orhen guardò i ribelli, nel campo c’era un vero e proprio miscuglio di razze umane, bianchi, neri, meticci, uomini con occhi a mandorla, di tutto, con capelli biondi mori, rossi ecc sembrava che tutti gli uomini del mondo stavano lì, ma questo è una delle caratteristiche della Coalizione, un insieme di popoli diversi che convivono e combattono insieme da millenni, si pensa infatti che da qui è partita la civiltà umana e si è espansa per il mondo conosciuto  
- Tumia sei arrivato finalmente- disse un uomo che doveva avere la stessa età di Arnon, vestito di  una tunica verde che stava parlando con un ragazzo più giovane- che mi venga un colpo, Arnon sei tu!- disse appena vide il druido
- Johan, come va? Ti trovo bene – disse Arnon che abbracciò calorosamente il suo amico e collega
- o Tumia non mi avevi detto che eri stato salvato da un druido- disse Johan
- non sapevo che vi conosceste – disse il ribelle
-  vai da James Tumia, ti voleva assolutamente vedere- disse Johan e il ribelle ubbidì- e questi devono essere i tuoi compagni giusto Arnon?- disse rivolgendosi all’amico appena vide l’elfa e i suoi amici
- si, permettimi di presentarti Orhen di Reghat e Barg la guida, queste due persone sicuro le avrai sentito nominare, mentre questa qui è Beany, una amica di Orhen – disse Arnon
- o so chi siete- disse l’amico- soprattutto tu cara Orhen, le notizie del consiglio sono arrivate anche qui in un modo o nell’altro, sono contento di vederti, abbiamo tanto sperato di vederti, e ovviamente ho sentito di voi onorevole Barg – disse stringendo la mano al nano, e poi salutando la ragazzina con un buffetto sulla guancia
- questo giovane qui invece, deve essere tuo fratello Judan vero?- disse Arnon
- si, ma come sai a differenza di me lui è un monaco- disse il druido
- piacere di conoscervi – disse il ragazzo che doveva essere sulla ventina mentre stringeva la mano ai presenti
- vieni con noi Arnon sentirai la situazione dei ribelli e della pianura di Trast, ti anticipo che le notizie non sono tra le più favorevoli- disse Johan 
Il gruppo accompagnato dai nuovi amici entrò dentro l’unico edificio del campo, un piccolo anfiteatro coperto da una cupola, grande abbastanza da contenere quasi tutti i ribelli del campo, in fondo c’era un tavolo e una lavagna che mostrava la mappa delle pianure di Trast e delle montagne di Caftarel , seduto su una sedia davanti il tavolo c’era il generale dei ribelli, almeno così disse Johan, che osservava la scena con attenzione, appena tutti i più importanti ribelli erano presenti, il generale  prese la parola
- signori, amici, quello che vi dirò adesso probabilmente lo sapete già, i Ralcloss hanno ormai conquistato Trast e stanno premendo per Caftarel, il mio amico Tumia che stava rischiando la vita a pochi chilometri da qui, mi ha riferito che la situazione è disperata, i villaggi circostanti sono praticamente sotto scacco, e presto non potremmo neanche più difendere questo luogo, i Ralcloss ci hanno concesso una tregua, durerà una notte, e si rintaneranno a Gervais, la capitale di questa regione per festeggiare la loro notte sacra, in quel momento dobbiamo agire per riorganizzarci..- il discorso fu interrotto dall’improvvisa apparizione di soldati Ralcloss, ma nessuno si spavento  o gridò qualcosa, erano tutti calmi, uno di questi vestito da comandante si avvicinò al generale e gli pronunciò qualcosa sotto voce
-… grazie capitano Ieyatsu – disse infine James e lo sconosciuto si mise a sedere da una parte insieme ai suoi uomini
- il capitano Ieyatsu ci ha riferito che possiamo stare tranquilli per quella notte, la città di Gervais si sta preparando davvero a una grande festa, e ci saranno non pochi nemici lì, tornando a noi ora che ci siamo veramente tutti, dobbiamo decidere insieme cosa fare, io da solo non basto più e mi avete dato sfiducia nell’ultima battaglia, quindi da adesso preferisco che siate voi a maggioranza a decidere- disse il generale guardando i presenti
- generale, attacchiamo direttamente la città di Gervais, aprendo dall’interno le sue porte- disse Barg alzando si in piedi
James guardò strano il nano e scosse la testa
- sei impazzito o cosa nano, attaccare direttamente la città? È pura follia – disse il generale mentre nell’assemblea si levavano risa di scherno e di contraddizioni
- non ho detto semplicemente di attaccare la città su due piedi, ho pensato che era meglio portare qualcuno dei nostri in città, aprire le porte e permetterci di conquistare il capoluogo di questa regione- disse Barg ancora più convinto
Il generale si mise a ridere- a si? E sarai tu ad aprire le porte per noi?- disse James
- il mio amico Arnon e il resto del mio gruppo è capace di aiutarvi, in più mi servirebbe qualcuno che è già stato in città e che si possa mescolare meglio tra i nemici- disse il guerriero, e Arnon lo prese per un braccio costringendolo ad abbassarsi
- sei impazzito?- domandò il druido- vuoi condurci a morte certa e fallire la nostra missione?-
- in che modo esattamente vuoi fare questa impresa, spiegamelo, così ci farai divertire un po’ – disse il generale prendendo i giro il nano
Barg guardò James con rabbia, poi proseguì- io non so molto del suo compito- disse il nano indicando con un dito Ieyatsu – ma ho capito che fa da spia per voi, e quindi ha la possibilità di poter entrare e uscire dagli accampamenti nemici, con lui e il mio gruppo  faremo entrare il vostro esercito, in questo modo; il mio amico Arnon è in grado di creare una fitta nebbia, se abbiamo con noi uomini abili e capaci di sfruttare la situazione, elimineremo le sentinelle, apriremo le porte della città e uccideremo i nemici-
Il generale si mise a ridere- è una vera follia non succederà mai ciò che speri- disse appena finì
- io invece penso che l’idea è buona signore- disse Ieyatsu alzandosi- i miei uomini sono in grado di fare ciò che ha detto il nano, sono stati addestrati in situazione sfavorevoli molte volte, sapete che il mio gruppo è composto da spie specializzate nell’assassinio, nell’inseguimento e nel furto-
- noi druidi siamo in grado di formare una nebbia fitta abbastanza da non far capire ai nemici cosa sta succedendo, mentre gli uomini di Ieyatsu agiscono- disse Johan che era d’accordo dalle parole del ribelle- in questo modo i Ralcloss saranno costretti a lasciare la pianura e noi potremmo organizzarci meglio per scacciarli dalla Coalizione-
- io non sono molto convinto, ma vedo comunque che c’è una proposta, chi è d’accordo  nel svolgere questa impresa così assurda?- domandò il generale a tutti i presenti, e piano paino timidamente la maggioranza dell’assemblea cominciava ad alzarsi in piedi dicendo di essere d’accordo a provare
- e sia come vuoi nano- disse il generale- la loro notte sacra si terrà domani sera, abbiamo un giorno di tempo per prepararci, nella speranza che la nostra vittoria induca gli altri popoli della Coalizione a fare delle sommosse contro il nemico-
- lo faranno di certo- disse Johan- sono cento anni che viviamo in questa situazione-  
 
Per tutto il resto del tempo prima della battaglia, l’accampamento si preparò a combattere, il generale James, ha chiarito alle sue truppe che hanno pochissimo tempo per raggiungere Gervais e sconfiggere il nemico prima che arrivino altre truppe dagli accampamenti vicini, per quello che aveva detto Ieyatsu che gran parte delle truppe nemiche si troveranno in città e faranno una grande festa a scapito della popolazione, in più arrivarono altre notizie, gli Stonechild si sono riorganizzati e hanno deciso di combattere per la causa della Coalizione, e già si stavano mettendo in cammino per arrivare verso la pianura, il generale si stava quindi organizzando come muoversi appena i due eserciti si saranno incontrati e daranno battaglia a Gervais, nel frattempo il gruppo di Arnon aveva dato la sua disponibilità di travestirsi da soldati Ralcloss e aprire le porte della città, compresa Beany, che disse che questa volta avrebbe ucciso come un tempo, ma per fare del bene. Orhen cercava di biasimarla ma la ragazzina era irremovibile, se era per concludere questo viaggio e portare la pace era giusto dare una mano, sarebbero stati con loro anche Johan e suo fratello, e ovviamente Ieyatsu e alcuni dei suoi uomini più esperti, a Orhen gli nascosero i capelli per farla sembrare un maschio, e a Barg per quanto era possibile, la muscolatura, perché avrebbe dato troppo nell’occhio,mentre Beany riusciva a vestirsi assomigliando tutto e per tutto a un soldato Ralcloss, a parte l’altezza che venne un po’ regolata a quella umana, così quel giorno stesso sarebbero partiti, per raggiungere la città che si trovava a pochi chilometri da lì, ci impiegarono circa due orette, ma poterono entrare tranquillamente in città, i soldati ralcloss conoscevano Ieyatsu, ma come loro alleato, non sapendo che era una spia, grazie anche perché riusciva a cambiare il suo aspetto da moro e occhi a mandorla e giovane, a castani, a occhi a noce e l’aspetto di un uomo di mezza età e tutti si comportarono come previsto e voluto da Ieyatsu, ovviamente, il gruppo di Arnon era sempre con il loro capitano, aiutati anche da Johan e Judan. Durante il viaggio prima di arrivare all’accampamento, i due druidi si parlarono della loro vita
- accidenti Arnon, nonostante la tua età non ti sei trovato ancora un'altra donna per te? – domandò l’amico al suo collega
- non tutti siamo fortunati come te, ma dimmi tua figlia? pensavo che fosse al campo con te ma non l’ho vista, dove si trova ora?- disse Arnon
- si trova a Emor, un posto già più sicuro di questo, servivano soldi per sfamare, in più doveva compiere una missione, così è emigrata, l’ultima lettera che mi ha mandato, scrisse che si trovava al confine ovest del regno di Emor, pare che si sia fidanzata con un nostro compagno- disse Johan
- si, mi dissi che eravate in sei,un gruppo come il mio d'altronde, dove sono gli altri?- domandò ancora Arnon
- sono andati tutti a sud, lasciandomi solo con mio fratello che per giunta anche lui si è fidanzato con uno del nostro gruppo- disse il druido guardando Judan
- si spero soltanto che stia bene, mi ha riferito che ha trovato un incarico importante, deve fare da guardie del corpo a Emor, a differenza di mia nipote che continua a combattere contro i nemici, si è trovata un impiego meno rischioso suppongo- disse il monaco
- ditemi un po’..- disse Beany che aveva appena interrotto la conversazione- ma chi sarebbe in realtà il capitano Ieyatsu, è diverso dagli altri capitani, o meglio, è vestito in maniera piuttosto strana rispetto agli altri comandanti che ho incontrato- disse la ragazzina ricordandosi che l’uomo indossava escludendo le sue visite a Gervais, di un giubbotto militare di pelle verde, pantaloni leggeri,lunghi e neri, un tipo di scarpe che non avevano una vera suola( Beany non aveva mai visto i sandali) e nient’altro, non una armatura leggera, non una spada
- o il capitano Ieyatsu è un ninja, proviene dalle terre dell’estremo est, è una delle classi più diffuse lì, lui fa parte di una famiglia di grandi ninja, anche quelle terre combattono per la nostra stessa causa, visto che sono invase anche loro, in più siamo alleati con la stessa gente dei ralcloss, ma ribelli al regime del tiranno perché quest’ultimo ha creato un ideologia totalizzante che fa solo male alle altre popolazioni, il loro capo e Akhmed Spada di Fuoco, molto amico di James- disse Johan, e Orhen si avvicinò per ascoltare, era tanto che non sentiva più quella parola, i ninja, almeno da quando si trovava nel castello dei druidi
- silenzio voi, ormai siamo arrivati, è meglio che non parlate e mettetevi composti o scopriranno chi siamo- disse Ieyatsu al suo gruppo, e infatti in quel momento mancavano ormai pochi chilometri a Gervais 
 
I finti soldati ralcloss entrarono nella città senza problemi, Ieyatsu si presentò come un comandante dell’impero
- sono il capitano Valdavon, rientro dalla spedizione nei monti di Caftarel- disse Ieyatsu, e i soldati lo fecero entrare in città.
A pochi metri dalle mura cittadine c’erano numerosi accampamenti nemici, molti erano i soldati presenti e tutti si stavano preparando per la grande festa di quella sera
- bentornato Valdavon, non l’aspettavo così presto- disse un ralcloss che doveva essere un generale
- salute Jackha – disse Ieyatsu chinando la testa – è un piacere rivedervi ancora-
- notizie allora?- disse sempre il soldato ralcloss, e Ieyatsu si inventò che le montagne erano ancora inaccessibili ai suoi soldati, i ribelli resistevano bene, poi si mise a parlare indicando Arnon, Johan e i loro compagni, sostenendo che erano soldati semplici, che avevano il compito di controllare le zone ai piedi delle montagne, ma hanno subito un attacco ribelle e sono dovuti scappare
-è tutto vero mio signore, i ribelli ci hanno attaccato di sorpresa, eravamo in pochi non potevamo fare nulla- finse Johan
- quale è la vostra compagnia soldato?- domandò il generale
- ottava signore- disse Johan e Jackha annuì
- già purtroppo abbiamo perso pure uno dei nostri stregoni migliori, ucciso probabilmente contro dei maghi a Caftarel, Kuatul si chiamava, e anche Zephir e Devral hanno avuto difficoltà lì, dovresti andare ad incontrarli, è meglio che sai la loro esperienza Valdavon, ma non pensiamo a queste preoccupazioni, stasera festeggeremo il nostro signore Wartaga, e suo vicario il nostro Capo Berechk, quelle laggiù sono le vostre tende riposatevi, mancano poche ore alla festa-
Infatti il sole stava tramontando, e solo quando le ultime luci sarebbero sparite che sarebbero iniziate le “danze”, chi sistemava i tavoli e portava le birre e cucinava da mangiare, erano le popolazioni locali, e più di una volta un soldato ralcloss utilizzò una corda come una frusta per maltrattare i popolani dicendogli di sbrigarsi con il lavoro, a Orhen gli venne il disgusto, ma la cosa che la fece più arrabbiare e quasi uscire di senno( fortunatamente la trattenne Barg) era vedere che a Gervais, i ralcloss praticavano la schiavitù, uomini, donne e bambini della Coalizione venivano venduti come schiavi, e sia i ralcloss che qualcuno della popolazione locava andava a comprare esseri umani per i suoi affari.
- voi sei- disse Ieyatsu a Johan, Arnon e i loro amici- state sempre insieme, pensaci tu Johan, e anche tu Judan, dovete sembrare soldati ralcloss a tutti gli effetti, quindi cominciate a mettervi seduti, le luci del giorno stanno per finire, è meglio che incominciate a recitare, io devo andare da una parte-
- non faremo errori- disse Judan e il ninja si dileguò
La festa incominciò poco dopo, e i cinque si misero a bere birra( limitando la scolata in vista della missione che li attende), nessuno dei soldati ralcloss notò qualche stranezza, e qualcuno si avvicinò a loro per parlargli, e Judan era bravo a recitare e a trattenerlo, Orhen e Beany cercavano di rimanere zitti, la loro voce li avrebbe traditi
- come mai loro non parlano, sembrano giovani cosa gli è successo?- domandò  un soldato
- o loro hanno perso la voce, non si capisce come, ma i ribelli con una magia gli hanno tolto la parola- disse Judan
- bastardi  ribelli, un giorno li sconfiggeremo tutti ne sono certo, un brindisi per il dio  Wartaga e il nostro tiranno Berechk, salute- disse il soldato scolandosi una birra
La sera si consumò, e Ieyatsu tornò dai suoi compagni, dicendogli con gli sguardi di stare attenti
- ci penserò io a darvi il segnale per quando dovremmo entrare in azione- disse Judan- cercate di riposare per quanto potrete, e buona fortuna per dopo-         
 
A notte fonda scattò l’operazione, e i venti ribelli presenti in città si mossero a svolgere i loro compito assicurandosi che i soldati nemici stessero dormendo. Johan e Arnon crearono la nebbia, che avvolsero le mura e parte della periferia, gli uomini di Ieyatsu compreso se stesso e Beany salirono silenziosamente sulle mura, e incominciarono a sgozzare le sentinelle, Beany provò disgusto per quello che stava facendo, ma si diceva che lo faceva per Orhen e per completare la missione, fortunatamente non ci dovevano essere stregoni in città poiché nessuno si accorse che quella nebbia era in realtà magica e non naturale, quando la nebbia cominciò a diradarsi, i ribelli avevano già preso il posto delle sentinelle e aspettavano l’arrivo dell’esercito alleato, che non si fece aspettare, da  poco lontano sopra le mura si vedevano alcuni luci in avvicinamento, e Ieyatsu capì che era il generale James detto il rivoluzionario, con i soldati, e ordinò di incominciare ad aprire le porte.  Le porte si aprirono e tutti i ribelli lì presenti sperarono che il rumore non svegliasse i  Ralcloss, ma uno dei soldati era sveglio e si stava dirigendo verso i bagni, quando si accorse che i cancelli erano aperti. Sospettando qualcosa il soldato gridò pericolo, e prima che potesse chiamare gli altri venne raggiunto da una freccia
- cosa sta succedendo?- disse un comandante dei Ralcloss che si era appena svegliato sentendo il grido, e vide i cancelli aperti, e anche lui gridò pericolo e tutti gli altri soldati si alzarono in fretta con le armi in mano
- mettetevi davanti i cancelli, non dobbiamo permettergli di chiudere le porte- disse Ieyatsu ai suoi uomini, che si misero subito in posizione di combattimento.
I primi nemici attaccarono con le spade, e nonostante erano abbastanza nei confronti dei ribelli, questi ultimi riuscirono ad sconfiggerli, ma sapevano però che non avrebbero resistito, perché i soldati nemici stavano prendendo posizione per lanciare le frecce ed attaccare con le spade in massa, fortunatamente si udì due corni, i ribelli di James erano arrivati, e insieme a loro anche gli stonechild di Caftarel, salvando per un soffio, gli uomini del ninja e di Arnon, il generale ribelle aveva fatto davvero presto. Ormai la battaglia quella vera era appena cominciata, e nonostante i nemici erano di superiorità numerica, i ribelli combatterono egregiamente, forse anche perché i soldati erano anche un po’ sbronzi, quindi i loro movimenti erano lenti e scoordinati, in più gli Stonechild erano molto forti e resistenti, ci volevano almeno due o tre uomini per contenerne uno, e anche la popolazione diede il suo contributo, vedendo che i ribelli erano entrati, la popolazione creò una vera e propria sommossa, utilizzando coltelli da caccia, le poche frecce a loro disposizione, forconi ed altro per combattere 
La battaglia infuriò per tutta la notte, con scontri a corpo a corpo, Orhen usò spesso le sue magie, per aiutare i soldati, e lo stesso fecero  Arnon e Johan, Beany stava a fianco della stregona per proteggerla da un’eventuale attacco ravvicinato, e Ieyatsu, Judan e Barg davano sfoggio della propria potenza abbattendo molti nemici, quello che di più stupì la stregona era proprio il ninja, perché uso delle magia, tipo moltiplicazione di coltelli che lanciava, fiamme che scaturivano dalle sue mani, scompariva ed appariva dietro i nemici uccidendoli, si moltiplicava confondendo il nemico, ma chi diede un vero contributo fu proprio la popolazione, che all’unisono scese per le  strade per combattere gli invasori, I Ralcloss non si aspettavano questo attacco, perché pensavano di avere ormai sotto scacco la popolazione, i nemici furono quindi costretti a lasciare la città per chiedere aiuto da altri parti, Judan e Johan si stavano accanendo sopratutto contro due nemici molto forti uno dai capelli argentati e l’altro con i capelli bianchi, uno assomigliava a un guerriero, mentre l’altro ricordava Beany, riuscendo alla fine a sconfiggerli, i due nemici si ritirarono, loro erano gli stessi che il gruppo di Arnon aveva incontrato quando erano da poco entrati nei territori della Coalizione. La battaglia si concluse esattamente alle prime luci del giorno, altri ribelli avevano raggiunto la città di Gervais dalle montagne, portando notizie da tutta la pianura di Trast, i ribelli avevano vinto anche da altri parti, grazie all’aiuto degli Stonechild e dei ribelli dell’impero Ralcloss, e ora dopo tanto tempo la Coalizione poteva seriamente organizzarsi per scacciare il nemico da quelle terre, poiché molti sono i tumulti nell’impero dovuto dal governo oppressore di altri popoli, le rivolte si svolgevano in città e città, gli schiavi venivano liberati .
- finalmente c’è l’abbiamo fatta- disse Ieyatsu, quando le ultime resistenze nemiche in città erano state sconfitte
 il gruppo di Arnon si sedettero vicini tra di loro per riposarsi, ora sapevano di poter raggiungere Brada con tranquillità 
- oggi pomeriggio- disse Barg- è meglio muoverci, approfittiamo di questo momento, visto che i nemici sono i fuga, ormai ci mancano solo due giorni di cammino per Brada-
- allora, chi sa se ci rivedremo- disse Ieyatsu- io devo fare una missione proprio lì vicino, e non posso stare insieme a voi, sarebbe pericoloso per me quanto per voi-  
Allora tutti si abbracciarono dicendosi addio, Arnon e Johan fecero un abbraccio prolungato
- addio amico – disse Johan- che tu possa vivere ancora per vedere la fine di questa guerra-
- anche a te Johan, addio anche a te Judan- disse Arnon che salutò pure il fratello del suo amico
 
Verso il primo pomeriggio, la compagnia lasciò quel posto per dirigersi a Brada, direzione sud-est, mentre Johan doveva dirigersi verso nord-est per continuare a combattere i Ralcloss, la compagnia appena calata la notte si accampò nei piedi di una piccola collina che si trovava in zona, per ripararsi dal vento, il loro morale era alto, l’indomani sarebbe stato l’ultimo giorno di cammino.
 
La mattina dopo il gruppo, già in piedi si lasciò alle spalle la collinetta, quando a pochi metri da loro sbucò da un cespuglio una strana creatura, piuttosto grande, una creatura che Orhen e Beany non avevano mai visto, e che non  aveva una espressione benevola, e non aveva pupille 
- Arnon quello è un demone- disse Barg al druido- come è possibile credevo che ormai fossero scappati tutti da qui-
Il demone attaccò il gruppo e la compagnia rispose, Arnon e  Orhen lanciavano gli incantesimi, e Barg menò con l’ascia, ma il demone nonostante subiva i colpi, correva urlando verso l’elfa
- Orhen, trova rifugio indietro, verso la collina, noi lo tratteniamo- disse Barg e l’elfa ubbidì correndo indietro portandosi  dietro Beany che stava correndo a più non posso, ma il demone eluse il druido e il nano correndo verso la sua preda, nacque così un inseguimento per la salvezza, e Orhen presa dal terrore, come d’altronde anche Beany, entrarono dentro una piccola caverna per nascondersi, ma il demone sapeva e vedeva dove andavano, e presto li raggiunse, ma un violento incantesimo colpì il demone facendolo cadere a terra, proprio mentre saltava per uccidere la stregona con i suoi arti
- Barg- disse Arnon- porta Beany al sicuro fuori di qui, io proteggerò Orhen-
Il nano non se lo fece ripetere due volte, e prese in spalla la bambina che stava urlando dicendo di voler combattere per l’amica, picchiando con i pugni la schiena del nano 
- Orhen adesso ti dirò quello che…- un violento colpo di braccia colpì Arnon che si era girato un attimo per parlare con la stregona facendolo perdere per un attimo i sensi e sbattendolo lontano
Il demone era ora solo contro la sua preda che stava cercando ancora la fuga, il nemico allora evocò una palla di energia che colpì in pieno il bersaglio sbattendola contro le pareti di roccia
- noo Orhen- gridò Arnon e con rabbia evocò una creatura molto simile a un Golem, poiché era fatto praticamente  di terra, probabilmente doveva essere un elementare della terra. La creatura si scagliò contro il demone bloccandogli le braccia e facendolo cadere a terra
Il druido si avvicinò all’amica per aiutarla, ma vide che non rispondeva e con rabbia allungò una mano in direzione prima dell’elfa e poi verso il mostro evocato pronunciando parole in silvano. Un violento terremoto si scatenò per tutta la caverna, le pareti stavano crollando, Arnon di corsa scappo verso l’uscita per salvarsi
Barg era ormai già uscito da alcuni minuti trattenendo con le sue braccia l’halfing che si divincolava e stava urlando ancora, il nano stava vedendo la caverna che crollava e ancora non c‘erano traccia di Arnon e Orhen, ma ecco che sbucò fuori dal buio e dalla polvere il druido, mentre le ultime rocce caddero, facendo finire quel terribile rumore
- dove è Orhen? Dove è?- gridava Beany al druido
- mi dispiace, la missione è fallita- disse Arnon che stava cercando di tirare delle lacrime- Orhen è stata uccisa, non c’è l’ho fatta a proteggerla-
Beany tirò un grido così terribile e prolungato che ci volle un intero pomeriggio per calmarla, e verso sera la ragazzina non reagiva più a nessuno stimolo,  aveva gli occhi spenti, non parlava più, Barg piangendo per la situazione la portò in spalla per tutto il tempo rimasto della giornata in direzione ovest, dove aveva sentito che si trovava a pochi chilometri da loro un accampamento gith, creature uccello con teschio al posto della faccia, che combattono contro Daemortius, per chiedere un passaggio verso sud a volo


tadaan, spero che il capitolo sia piaciuto, il prossimo sarà l'ultimo del secondo libro 

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Capitolo 14
*** Quattordicesimo Capitolo ***


Daemortius stava seduto a occhi chiusi sulla sua poltrona, stava vedendo con gli occhi del demone che aveva soggiogato ciò che stava succedendo, fino a che le rocce non uccisero il mostro, e solo allora li aprì e sulla sua faccia si mostrò un largo sorriso, c’è l’aveva fatta aveva ucciso Orhen, nessuno poteva sopravvivere da un attacco magico del genere, era morta per certo, e ora aveva eliminato una pericolosissima nemica, si mise a ridere, Ilutan e Elbrus lo avevano fermato a Caftarel, e ora non c’era nessuno di così potente da mettergli i bastoni dalle ruote, tutti i Bianchi ora erano davvero morti, Zephir e Devral avevano fallito, ma non il demone che era riuscito a soggiogare, sperava che quei due ora non fallivano sull’uccisione di quell’umano orientale, era diventato troppo pericoloso per i Ralcloss. Si alzò e si avvicinò alla sua scrivania, aveva quasi completato l’incantesimo ideale per riprendersi lo scettro, che i soldati nemici vincano pure tutte le battaglie adesso, tanto sapeva che alla fine avrebbe vinto lui. Lo stregone si voltò in direzione di dove si doveva trovare lo scettro, era tanto tempo che non stava nelle sue mani, e ancora si rammenta come lo ha ottenuto, ma soprattutto come era arrivato fino al castello dove si trovava.
Era molto piccolo, ma si ricordava bene suo padre e sua madre, erano due forti stregoni, ed era normale che da loro siano nati quattro forti possessori di magia arcana. Quattro figli, equivalgono a sei figli umani, o anche dieci, per gli elfi, che di solito ne generavano uno o due a famiglia massimo, è una rarità, Ilutan era il più grande, poi arrivò lui, poi Elbrus e infine Orhen. Halmshtad ammirava molto suo padre e sua madre, erano bravi e gentili, forse avevano una mente molto aperta e una grande cultura rispetto agli altri elfi, ma non importava. Orhen era da poco nata quando accadde quell’incidente, suo padre impazzì improvvisamente e uccise prima sua zia che si trovò per caso lì, e poi sua madre, che però riuscì prima di morire a lanciare un incantesimo contro il marito facendolo svenire, furono i suoi nonni ad intervenire successivamente, Ilutan e lui stavano piangendo la morte dei genitori, e da quel momento che vennero separati, Halmshtad e Ilutan dai nonni paterni, mentre Elbrus e Orhen da quelli materni. I primi due avevano già dimostrato di essere dotati con la magia, ecco perché  vennero trasferiti subito poco dopo nel castello degli stregoni Bianchi per imparare la magia, in poco tempo avevano già la capacità di entrare nell’Ordine, seguiti dopo poco da Elbrus che anche lui aveva studiato nel castello e imparato a dovere la stregoneria. Poi il giorno.
Il precedente Possessore dello scettro, un umano di nome Sean morì di vecchiaia, e la gente dell’ordine si riunì per eleggere il suo successore, Halmshtad  era triste perché era morto il suo maestro migliore, colui che lo aveva educato alla magia insieme a suo fratello, ed è stato l’unico che ha considerato l’abilità sua e il suo impegno,infatti prima di morire indicò la candidatura sua e di suo fratello Ilutan come suoi successori, poiché li vedeva adatti a svolgere il ruolo di Possessori, le elezioni si conclusero a favore di Halmshtad, e quest’ultimo venne investito. Dopo l’investitura,  Halmshtad come succedeva dopo ogni elezione, mandò due Bianchi, Ilutan e Mark un altro stregone Bianco, ad andare a Brada per vedere chi sarebbe diventato il nuovo componente dell’ordine, mentre lui sarebbe entrato nella stanza dove si soleva lasciare lo scettro dopo la morte di un Possessore per prenderlo.
 
Ma una volta dentro e chiuse tutte le porte come da lui ordinato, nella stanza calò il  buio e dall’oscurità vide molti occhi di un rosso lucente che lo fissavano senza palpebre, e gli parlavano e lui senza desistere li ascoltava e anche lui parlò con loro, parlò della sua vita di come era stato ingiustamente licenziato suo padre ed allontanato dalla società, solamente per aver fatto uno esperimento di resurrezione e di immortalità, considerata blasfema a Reghat la più conservatrice città del regno degli elfi, mentre per quanto riguarda sua madre per aver inventato una magia che alterava, secondo il Consiglio di Stregoneria a Reghat, troppo i principi della natura: ovvero di avere sempre a disposizione incantesimi di neutralizzazione, in più i suoi genitori avevano troppi rapporti con le altre razze, e avrebbero dato, sempre secondo il Consiglio, materiale magico elfico ad altre razze per aiutarli a risolvere alcuni problemi, per questo suo padre impazzì, ed entrò in una organizzazione di maghi oscuri, che venne ben presto sgominata, ma prima di ciò a suo padre gli arrivò un raptus e per questo che uccise la sua famiglia e venne decapitato. Con lo scettro Daemortius si sarebbe vendicato di quella condanna e nessuno avrebbe più alzato un dito su di loro, avrebbero ricevuti tutti gli onori che gli aspettavano di diritto, ma per raggiungere ciò doveva creare un po’ di caos quanto bastava ad avere nelle sue mani i governi di tutto il continente, potendo quindi infine creare il suo impero.
Accettò ben volentieri i consigli delle anime che si trovavano nella stanza insieme a lui, e si fece trasformare in un drow, perché capì che gli elfi non avrebbero mai ottenuto dei poteri spettacolari che lui stava per ricevere da quelle figure,l’unico drow che era capace di resistere alla luce solare, gli venne da ridere. Uscito dalla stanza organizzò una riunione al castello, dove dovevano partecipare tutti i Bianchi presenti, tenendo ovviamente nascosto il suo nuovo aspetto, mentre nel frattempo avrebbe avuto contatti con il regno barbaro degli umani dell’est per conquistare la zona intorno al castello. Il giorno della riunione arrivò prestissimo, tutti i Bianchi tranne Ilutan e Mark erano presenti, e fu allora che nella sala comune avvenne la strage, Daemortius uccise tutti i presenti e vani furono i tentativi degli stregoni di fermarlo, anche Elbrus ci provò, ma venne sopraffatto, nel frattempo gli unici Bianchi che non si trovavano nel castello  avevano raggiunto Brada ottenendo il nome del nuovo membro, che sarebbe stata Orhen, ma capirono anche che Halmshtad li aveva traditi, e quindi grazie ai loro poteri riuscirono ad mandare dei messaggi ai druidi e a tutti coloro che potessero scongiurare la nuova minaccia di una guerra totale, il primo a muoversi fu proprio il bisnonno di Arnon, Marcol allora capo dei druidi. Nel frattempo i soldati nemici richiesti da Daemortius erano riusciti a superare i confini ed a raggiungere il castello visto che si trovava vicino al confine, il re di Emor mandò il suo esercito per combattere il nuovo nemico e cercò di organizzare una riunione che avrebbe visto i rappresentanti degli eserciti più forti dell’ovest, per tutta risposta Daemortius decise per ridurre il continente in ginocchio,  organizzando un esercito composto da nemici degli elfi, umani e nani convincendo orchi goblin, ed altri di entrare in guerra dalla sua parte e richiamando i demoni, non morti e i mostri, ed infine decise di riunire i più forti stregoni malvagi creando un nuovo ordine che sarà dei Neri, in più per completare l’opera sterminò la famiglia di paladini che aveva il compito di custodire la spada Celeste, forse fu l’unica mossa che poteva anche farne a meno, ma almeno avrebbe eliminato potenziali nemici che gli avrebbero dato non pochi grattacapi, anche se per colpa di Noriko fu inutile.
Marcol, Ilutan e Mark arrivarono al castello insieme all’esercito di Emor facendo scatenare la prima battaglia di quella lunga guerra, Daemortius era sicuro di vincere con lo scettro in mano e decise di scendere in campo da solo, ma Ilutan e Mark insieme ad Marcol a scapito della loro vita, evocarono un incantesimo che allontanò lo scettro dalla mani di Daemortius in modo tale che non lo avrebbe mai più avuto, per poco quest’ultimo non morì in quella battaglia ma la vittoria la ottenne comunque, anche se a caro prezzo, ma sapeva che la minaccia non era finita, e solo dopo lunghe ricerche capì che la nuova stregona Bianca doveva essere sua sorella, i nonni che gli hanno fatto da padre dopo il suo tradimento si erano isolati dal mondo, ma riuscirono a capire le intenzioni dello stregone nero e salvare i con suoceri da morte certa anche se persero la propria vita, i nonni materni protessero Orhen fino a che non divenne adulta.
 
una sera Daemortius capì dove si erano rifugiati e mandò alcuni suoi sottoposti a controllare, e scoprirono che i sospetti del loro padrone erano certi, fu così che attaccarono, ma Orhen non si trovava in casa, e i vecchi elfi non vollero collaborare.
Pagarono l’affronto con la vita, ma comunque l’elfa era riuscita a fuggire, e fu un miracolo che un suo sottoposto lo ha trovata in un periodo recente, quindi decise di attendere 
Lo stregone nero sorrise, oramai tutto questo faceva parte del passato, numerosi erano gli scontri che aveva affrontato, per esempio contro un chierico gnomo, contro un paladino e due monaci molto forti, ma ora che l’ultima vera speranza per i ribelli, così voleva chiamarli chi si opponeva a lui, era morta, e anche se il Mirilith, ora che ha scoperto che è ancora vivo grazie a Nerual, avrebbe riunito i diamanti avrebbe fatto comunque la fine del paladino d’oro, e lui invece avrebbe ottenuto a breve lo scettro degli dei dominando così il mondo, suo padre dopotutto disse “uno dei miei figli mi vendicherà” e così sarà, avrebbero pagato tutti l’affronto che gli avevano fatto a lui e a suo padre, avrebbero ottenuto la punizione che meritavano   
 
 
Oinom stava giocando con Grubb a scacchi, era sera e i due druidi si stavano godendo un po’ di riposo nella stanza del padrone del castello
- secondo te se il gruppo che Arnon ha creato per la missione, fossero le pedine di questo gioco chi sarebbero?- domandò Grubb
- be a partire da Arnon, direi che lui sarebbe il cavallo, si adatta a determinate situazioni, e in più può fare cose che solo lui in quel gruppo riesce a fare, ovvero sa prendere al volo le opportunità che gli possono capitare a suo favore in una situazione di pericolo, Steel invece in questo momento direi che è l’alfiere, perché riesce con la sua abilità innata a intraprendere combattimenti ardui, ma se un giorno riuscisse a completare la spada, direi che gli starebbe bene la regina, perché da quel momento sarebbe in grado di fare qualsiasi cosa, e a cambiare le sorti della guerra in qualsiasi momento-
- invece gli altri due compagni, il mezzelfo e la bambina?- domandò di nuovo Grubb
- loro purtroppo sono semplici pedine, non hanno altro compito che quello di proteggere Orhen e Steel, e la loro morte non sarebbe una grave perdita, ma tanto penso sarebbe il dolore che proverebbero i compagni, hanno scelto di combattere e sono perseguitati da un destino orribile – disse Oinom
- il difficile adesso sono gli altri membri del gruppo- disse il mezzonano
- be forse no, Swikel e Keld li vedo più come torri, perché sono capaci di fare cose determinanti per il gruppo, e spero che sia così, mentre l’aviano e il nano, li vedo bene come alfieri, loro sono determinanti se in un particolare luogo si trovassero in pericolo, mentre il mezzorco è come il mezzelfo e la bambina, una pedina, ma una pedina che immagino forte, anche se sacrificabile – disse Oinom
- se Orhen insieme alla sua scorta, riuscisse a raggiungere il nord- est potrebbe incontrare anche quel famoso guerriero, Ieyatsu, un personaggio che Arnon voleva nel suo gruppo- disse Grubb
- si ma lui è troppo lontano ed è impegnato, in più non è sicuro che si incontrano, ma sperò di sì, è una persona capace quanto Arnon credo, anche a lui gli starebbe bene il cavallo, ma è una pedina di cui non ci si può contare più di tanto, è improbabile che sarà di aiuto all’elfa-
- signore- un soldato druido entrò improvvisamente nella stanza- un battaglione nemico è in avvicinamento, temiamo un attacco-
- ti lascio Oinom – disse il mezzonano – vado a combattere-
il capo dei druido gli augurò buona fortuna e venne lasciato solo, era sempre così, ogni tanto un battaglione discreto attacca il castello, non si tratta di una reale minaccia, ma ormai i nemici sono di nuovo alle porte, se Erevantor cadesse però le cose sarebbero diverse, per i druidi sarebbe la fine, come se fosse la fine di Elysium se Emor venisse distrutta, Oinom fece cadere il re, come segno che il gioco è finito, il re fosse morto, sarebbe così se Orhen morisse e Daemortius si impadronisse dello scettro              
 
 
 
FINE SECONDA PARTE


note: anche il secondo libro è finito, tra una settimana massimo pubblico il terzo libro che sarà l'ultimo di questa serie che si chiamerà " la Stregona Bianca e la completa Spada Celeste"

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