Just if You want di MartaMush (/viewuser.php?uid=56524)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Segreti ***
Capitolo 2: *** Distrazioni ***
Capitolo 3: *** Un'insolita lezione di pozioni ***
Capitolo 4: *** Non accetto rifiuti ***
Capitolo 5: *** Hermione non è stupida! ***
Capitolo 6: *** La posta in gioco ***
Capitolo 7: *** Scelte ***
Capitolo 8: *** Favori ***
Capitolo 9: *** Guerra ***
Capitolo 10: *** Non è facile come sembra ***
Capitolo 11: *** La scelta di Draco ***
Capitolo 1 *** Segreti ***
{Just
if You want}
Capitolo 1. ~Segreti
Toc Toc.
Un fruscio di lenzuola.
Toc Toc
«Ma che diavolo…» Draco Malfoy si
alzò dal suo letto tra un groviglio di lenzuola.
«Draco!Apri!» sussurrò una voce fuori
dalla stanza del Serpeverde.
Il giovane Malfoy si diresse a grandi passi verso la porta e la
socchiuse quel tanto che bastava per vedere chi osava disturbare il suo
regale sonno. O meglio, per non vedere. Sulla porta, infatti, non
c’era nessuno, se non una mano sospesa a mezz’aria.
Ma Draco Malfoy conosceva fin troppo bene il proprietario di quella
mano.
«Potter! – sibilò mentre il suo ospite
invisibile s’insinuava furtivo nella stanza – Che
diavolo ci fai qui? Mi sembrava di essere stato chiaro! Niente gite
notturne in camera mia! Hai idea di quello che…»
Harry aveva poggiato una mano sulla bocca del compagno e stava
sorridendo.
«Lo so, Draco, lo so. Se ci scoprono siamo nei
guai.»
«Siamo? – disse il Serpeverde sottovoce –
Siamo, Potter? Quali guai potresti passare tu? Il massimo che ti
possono fare è segregare il tuo bel culetto nella Torre di
Grifondoro per il resto dell’anno! Ma non pensi a me? Oh,
certo che no! Il Prescelto pensa sempre e solo a se stesso, cosa gli
importa se…»
Di nuovo, Harry interruppe il flusso di parole che stava uscendo dalla
bocca del biondo Serpeverde e sorrise. Questa volta però, il
suo sorriso era triste.
«Draco, mi dispiace…Sono un egoista, lo so. Ma ho
bisogno di stare con te, adesso.»
Draco fissò il suo nemico di sempre con un velo di tenerezza
negli occhi argentati, ma immediatamente il suo lato Serpeverde
risalì a galla e i suoi occhi tornarono impenetrabili.
«Non mi importa nulla dei tuoi capricci, Potter! –
sibilò – Fuori di qui!Ora!»
Harry lo guardò per un istante e poi scomparve dietro alla
porta.
Rimasto solo, Draco tornò a sedersi sul letto con la testa
tra le mani. Pensieri tristi gli passarono nella mente quella notte;
pensieri che forse sarebbe stato meglio seppellire sotto le lenzuola.
*
«Ronald, è troppo chiederti di mangiare senza fare
tutto questo rumore? – disse Hermione stizzita la mattina
seguente a colazione – Io starei cercando di ripassare
Trasfigurazione. Ed è quello che dovresti fare anche tu,
dato e considerato che abbiamo un compito tra meno di
un’ora!»
Ron, che stava azzannando un toast, guardò Hermione che
ridusse gli occhi a due fessure in un modo che ricordava tremendamente
la McGranitt.
«Ma Hermione, ripassare sarebbe inutile, visto che nemmeno ho
studiato!» L’amica lo incenerì con lo
sguardo e poi tornò a leggere freneticamente i suoi appunti.
Seduto di fianco a lei, Harry aveva un’aria
tutt’altro che assorta. Stava scrutando il tavolo di
Serpeverde, chiedendosi perché mai Draco non fosse sceso a
fare colazione.
“Forse sta ancora dormendo – pensò
– O magari si è svegliato molto presto e ha
già mangiato…”.
«Harry? – una voce sconosciuta interruppe le sue
constatazioni – Harry Potter?» Il Grifondoro si
voltò verso un piccolo impaurito del primo anno che stava in
piedi dietro di lui. Tremava tutto e stringeva una pergamena arrotolata
nella mano destra.
«Sì?» rispose Harry con uno sguardo
enigmatico.
«Io…Ho un messaggio per te…Da parte di
D-Draco Malfoy!» esclamo il ragazzo tutto tremante.
«Oh – Harry rimase basito per un attimo –
Certo. Certo, dammi pure.» Tese la mano e il piccolo gli
consegnò la pergamena e poi scappò via.
«Un altro appuntamento segreto?» disse Ron
ridacchiando e punzecchiando l’amico con il gomito.
«Ron, per favore…» replicò
Hermione.
«Ma che ho detto? Non si può nemmeno fare una
battuta?»
«Certo che no, Ron, ma se non te ne sei accorto siamo in Sala
Grande ed è pieno di persone qui! E a meno che Harry non
abbia deciso di rendere la sua relazione con Malfoy
pubblica…»
«Hermione!» la zittì Ron, in seguito ad
alcuni sguardi curiosi dei compagni di Casa.
«Scusami Harry, mi è
scappato…» disse Hermione rossa in viso
rivolgendosi a Harry, che però non le stava prestando
attenzione.
«Harry…» disse Hermione preoccupata di
fronte all’espressione del Grifondoro.
Ma Harry si era già alzato dalla panca e stava correndo
verso il portone. Ron e Hermione si scambiarono uno sguardo
interrogativo e poi tornarono ognuno alle proprie occupazioni: Hermione
si tuffò nei suoi appunti e Ron si apprestò a
finire la seconda fetta di torta di zucca.
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Capitolo 2 *** Distrazioni ***
Capitolo
2. ~Distrazioni
Harry
corse fuori dal Castello e l’aria gelida di Novembre
gli bruciò il viso. Tutto lì era coperto di
candida neve, persino il Platano Picchiatore non era riuscito a
sfuggire alle intemperie. La superficie del Lago era ghiacciata e
l’unica presenza lì fuori era quella di Hagrid,
intento a spalare la neve con una grossa pala.
Harry si diresse dalla parte opposta, non aveva voglia di parlare con
nessuno. Camminò per qualche metro nella neve che gli
arrivava al ginocchio e poi si fermò di colpo. A qualche
metro da lui stava, appollaiato su un muretto del Castello, Draco
Malfoy. Era seduto ciondoloni sul muretto, con la schiena appoggiata a
una parete e una sigaretta accesa in mano. Sentendo il fruscio dei suoi
passi nella neve, Draco alzò lo sguardo e i loro occhi si
incrociarono per un istante che sembrò infinito.
«Che diavolo significa questo?» gli
gridò Harry avvicinandosi a grandi passi e stringendo nel
pugno destro la pergamena che gli aveva consegnato il ragazzo del primo
anno.
«Esattamente quello che c’è scritto,
Potter. Ora, se non ti spiace, vorrei stare solo» rispose
Draco con indifferenza.
«Stare solo il cavolo! Vorresti rompere con me attraverso uno
stupido biglietto?»
«Bè, tecnicamente l’ho fatto,
Sfregiato»
«Oh, piantala!Dammi almeno una buona ragione!Non puoi
lasciarmi senza spiegazioni!»
Draco si alzò di botto dal muretto, gettò la
sigaretta ancora accesa nella neve e afferrò il Grifondoro
per il colletto della camicia.
«Non azzardarti a dirmi cosa devo fare, Potter. –
sibilò a due centimetri dal viso di Harry – Io
faccio quello che mi pare. Sei sempre stato solo un giocattolo per me e
questo lo sai bene. E quando mi stufo di un giocattolo, lo getto via.
Quindi sparisci dalla mia vita, è finita.»
Rimasero a guardarsi negli occhi per un lungo minuto, fino a che il
giovane Serpeverde si avvicinò ancora di più e
poggiò le sue labbra su quelle di Harry. Il Grifondoro
ricambiò il bacio e lo tirò a sé,
cadendo sulla soffice neve.
Draco cercò le mani dell’altro e le
intrecciò con le sue. Continuarono a baciarsi con
avidità e desiderio, finché il Serpeverde non
rotolò su un fianco e si accoccolò ad Harry.
Rimasero così per molto tempo, ascoltando ognuno i respiri
dell’altro, mano nella mano.
«Draco…Io ti amo.» sussurrò
Harry infine.
«Anche io mi amo, Potter»
Silenzio.
«Oh, avanti, smettila di fare il ragazzino innamorato. Sai
bene che questa storia non ha futuro, Sfregiato.»
«Se solo tu volessi, potremmo avere il futuro migliore del
mondo.»
Draco si sedette sulla neve gelata, tirò fuori da una tasca
il pacchetto di sigarette e ne accese un’altra. Poi
guardò Harry, che era ancora sdraiato accanto a lui e lo
fissava con curiosità.
«Se solo volessi. Ma io non voglio, Potter.» disse
infine.
Poi si alzò e si diresse verso il castello.
*
«Signor Potter, 20 minuti di ritardo! Spero abbia una scusa
più che valida.» disse la McGranitt quando Harry
entrò in classe col fiatone.
«S-sì, professoressa McGranitt…Io
ero…Ecco…Mi sono dimenticato di avere
lezione.»
La classe ridacchiò e Hermione alzò gli occhi al
cielo.
«Ma bene, signor Potter. Venti punti in meno a Grifondoro per
questa sua dimenticanza. E ora si sieda, ha 30 minuti per svolgere il
compito.»
«Ma professoressa, non lo finirò mai in
così poco tempo!»
«Questo, Potter, non è un mio problema. E ora
siediti, se non vuoi una punizione.»
«No.»
La classe sprofondò nel silenzio. Tutti fissarono Harry.
«Come Potter?»
‘Tiprego tiprego chiedi scusa…’ pensava
Hermione nel frattempo.
«Ha sentito benissimo, professoressa. Ho detto di no,
è un’ingiustizia.»
«Bene. Molto bene. – rispose la McGranitt con
sguardo severeo - Credo che il signor Gazza sarà lieto di
avere qualcuno che lo aiuti a far brillare la Sala Trofei, questa sera.
Nel frattempo, fuori dalla mia classe Potter. E 50 punti in meno a
Grifondoro per la tua insolenza.»
Harry uscì dalla classe guardando con odio la McGranitt.
‘Stupido, stupido Harry! Ma che mi è saltato in
mente?’ - pensava il maghetto mentre percorreva i corridoi
per andare nella Sala Comune – ‘Rispondere
così alla McGranitt quando ero palesemente in torto! Devo
essere pazzo…Ah, ma lo so io perché! E’
tutta colpa di quel maledetto Malfoy. Io non voglio, Potter. Ma chi si
crede di essere? Se pensa di poter continuare a trattarmi a pesci in
faccia si sbaglia di grosso!’.
*
Harry si affrettò per i corridoi. L’ultima cosa
che voleva era arrivare in ritardo anche alla punizione con Gazza. Si
fermò davanti alla porta della Sala Trofei. Il custode non
era ancora arrivato, ma in compenso ad attenderlo appoggiato allo
stipite della porta c’era qualcun altro.
Draco si voltò al suo arrivo e lo guardò con uno
sguardo interrogativo. Poi disse: «Che ci fai qui, Potter? Mi
stai pedinando, per caso?».
Harry storse il naso. «No Malfoy, è una spiacevole
sorpresa anche per me. Ho una punizione con Gazza, devo lucidare la
Sala Trofei. Tu piuttosto, che ci fai qui a
quest’ora?»
«Quello che ci fai tu, a quanto pare» disse il
Serpeverde con un pizzico di disgusto.
«Ma cosa…» cominciò Harry, ma
fu interrotto dall’arrivo di Gazza.
«Ehi voi due! Non siete qui per fare salotto, chiaro? - disse
il custode con il suo tono minaccioso che di minaccioso aveva ben poco
– Filate dentro e datevi da fare! Io sto dando la caccia a
quel maledetto Pix e quando ritorno voglio potermi specchiare in ogni
singolo centimetro di questa stanza!»
«Oh, - aggiunse poi con un ghigno – consegnate le
bacchette, prego.»
Draco e Harry gli diedero le bacchette riluttanti e poi entrarono nella
Sala Trofei.
Harry chiuse la porta alle sue spalle.
«Bene, Potter. Chiariamo subito che non ho intenzione di
lavorare con te, quindi vattene dall’altra parte della stanza
e non mi scocciare» disse Malfoy appena il
Grifondoro chiuse la porta.
«Perfetto» concluse Harry.
I minuti passavano e i due ragazzi lucidavano in silenzio i trofei
senza parlare, ognuno da un lato della stanza. Gli unici suoni udibili
erano quelli degli strofinacci che sfregavano sul metallo. Dopo qualche
tempo, Harry posò la Coppa di Quidditch di Grifondoro che
stava lucidando e si rivolse al compagno.
«Senti, Draco…Non puoi continuare a far finta che
io non esista. Non significo niente per te? Stiamo insieme da quattro
mesi, per Merlino! Tutto questo è senza senso!».
Draco si voltò verso di lui e lo guardò. I suoi
occhi erano impenetrabili.
«Noi non stiamo insieme, Potter. Per me sei solo un
giocattolo, o lo hai dimenticato?»
«No, non ho dimenticato quello che mi hai detto. Ma sai bene
anche tu che non è la verità. Tu sei innamorato
di me, Draco. Smettila di mentire a te stesso.»
Malfoy buttò a terra lo strofinaccio che teneva in mano e si
avvicinò a grandi passi al Grifondoro. Era a due centimetri
dal suo viso. «Non osare mai più dire una cosa del
genere. Tu non sai niente di me, niente! Come fai a dire che sono
innamorato di te? Io sono un Malfoy, hai idea di cosa voglia dire? Un
Malfoy non sarà mai un finocchio, uno come te! Il nome che
porto sulle spalle è pesante, Potter, lo sai benissimo!
Quindi non chiedermi di fare questo. Ti ho già detto che non
potrà esserci più niente tra noi, quindi
smettila!»
Harry gli sfiorò una guancia con la mano.
«E’ stato tuo padre, vero? Sa tutto. E’
per questo che mi hai scritto quel biglietto. Ti ha intimato di
chiudere con me se non volevi pagarne le conseguenze, non è
vero Draco?»
Malfoy rimase immobile. Un lampo di terrore gli balenò negli
occhi pensando a suo padre. Poi il suo sguardo diventò
triste e si rivolse di nuovo al compagno.
«Tu non capisci…Non hai idea…»
Harry posò un dito sulle labbra del Serpeverde per farlo
smettere di parlare.
«Shh, Draco. Potrebbe essere così, sempre
così, se solo tu volessi. Dimmi di sì, Draco, ti
prego. Io ho un terribile bisogno di te, sei la cosa più
importante della mia vita. Ti prego, torna con me…»
«Potter, io non… - cercò di dire Malfoy
– Io…Sì.»
Si guardarono negli occhi. Gli smeraldi brillanti di Harry annegarono
nell’argento liquido di Draco. E poi si baciarono. Un bacio
dolce, a fior di labbra. Un bacio che volevo dire tutto. Un bacio che
era una promessa. Una promessa per la vita. Draco affondò le
mani nei soffici capelli del Grifondoro e insinuò la lingua
nella sua bocca. Il bacio da dolce diventò passionale.
Malfoy spinse Harry contro lo scaffale, facendo cadere a terra
metà dei trofei. Avrebbero pensato a Gazza più
tardi, ora l’unica cosa che desideravano era nelle loro mani.
Il biondino slacciò i bottoni della camicia di Harry e ne
strappo qualcuno per la fretta. Harry sfilò la cintura al
compagno e gli abbassò la cerniera dei pantaloni. Malfoy
cominciò a mordere ogni centimetro di pelle che la camicia
aperta lasciava scoperta e Potter si aggrappò alle sue
spalle, con il viso nell’incavo del suo collo.
Respirò il suo profumo così intenso, che gli
faceva girare la testa. Draco lo sollevò e lo
appoggiò su un tavolo lì accanto, rovesciando
altri trofei. Harry allacciò le sue gambe attorno alla vita
del Serpeverde, che entrò in lui. Al Grifondoro
sfuggì un gemito.
Ma non fu l’unico suono che udirono. Un rumore di passi
lontani li fece sobbalzare. Gazza stava tornando.
Si staccarono l’uno dall’altro e si rivestirono in
fretta. Harry aveva appena allacciato l’ultimo bottone della
camicia quando la porta di aprì.
«Che diavolo è successo qui?
Cos’è questo disastro?!» Gazza si
avvicinò minaccioso ai due. «Avete fatto a botte?!
Lo sapevo! Non ci si può fidare dei ragazzini! Io
l’ho sempre detto! Ah, ma vedrete quando lo
scoprirà il Preside! E adesso filate, non voglio vedervi qui
un minuto di più!»
I due ragazzi uscirono di corsa dalla stanza e si fermarono accanto ad
un’armatura qualche corridoio più in
là. Poi Draco esclamò:
«Cazzo!»
«Cosa c’è?» chiese Harry
preoccupato.
«Ho lasciato la cintura nella Sala Trofei.»
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