A House In The Sky

di Eilish
(/viewuser.php?uid=643846)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap.3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap.5 ***
Capitolo 6: *** Cap.6 ***
Capitolo 7: *** Cap. 7 ***
Capitolo 8: *** Cap. 8 ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***




















Guardo spesso il cielo.

Forse perché in cuor mio penso che sotto quella estensione di azzurro ci sia qualcuno che mi sta cercando ma la mia è solo la vana speranza di una ragazza a cui hanno strappato anche l’anima dal corpo.

In questo mese ho guardato spesso il cielo.

Forse perché da un giorno all’altro, in me si sono fatte spazio, una dopo l’altra, delle emozioni strane.
Ansia. Disagio. Paura. Frustrazione. Umiliazione. Terrore  …. Speranza.
Una volta una anziana signora che io iniziai a chiamare nonna e a cui ero molto legata accarezzandomi i capelli mi disse:

“Piccola mia, un giorno troverai delle persone che ti sapranno stare accanto, delle persone che non avranno paura di te e ti ameranno così tanto da non riuscire più a lasciarti. In quel giorno tu sentirai dentro di te una fiamma che si accenderà, quella è la speranza…  la tua speranza”
Che la nonna predisse il futuro me lo sono sempre chiesta ma non credevo che ad un solo mese di distanza dalla sua morte si sarebbe avverata questa predizione.

Già, ora sono davvero sola… prima della nonna l’unica cosa che facevo era viaggiare da una famiglia all’altra con un assistente sociale che non riusciva a darsi pace della mia situazione, non perché gl’importasse qualcosa ma perché voleva a tutti i costi trovare una famiglia alla “bambina malata”.
Si cosi venivo chiamata per la caratteristica dei miei occhi infetti dalla eterocromia che ha reso il colore dei miei occhi diversi tra loro. Il mio occhio destro è castano scuro invece quello sinistro è castano chiaro-dorato. Sinceramente mi ritengo fortunata perché molte persone che hanno la eterocromia come me spesso hanno il colore degli occhi molto diversi tra loro, come infatti capita la maggior parte delle volte si può avere un occhio celeste e l’altro marrone.

Comunque ritornando alla storia… per questo mio difettuccio mai nessuno decise di prendermi con sé e sinceramente ne rimanevo entusiasta perché non volevo chiamare casa un luogo in cui sapevo non sarei mai stata a mio agio ma questa mia idea cambiò un anno fa quando avevo sedici anni, una signora abbastanza distinta, di buona famiglia e molto cordiale mi prese dentro casa sua accudendomi come se fossi sangue del suo sangue. A lei devo tutto… mi ha salvata….cosa che purtroppo non ho potuto fare per lei.
Visto che ora ho diciassette anni, per la legge non essendo arrivata alla maggiore età non mi ha permesso di rimanere nella villa della nonna che nel testamento decise di darla a me come ogni cosa che le riguardava.
Dopo il suo funerale vidi l’assistente sociale che ben conoscevo perché era sempre lo stesso, venirmi incontro. Sapevo perfettamente cosa voleva ma questa volta non avrei dato a lui la soddisfazione di vedermi di nuovo in mezzo alla spazzatura, di nuovo in quel mondo alla ricerca di affetto.
Il mio affetto l’avevo ricevuto e non avrei permesso a nessuno di portarmelo via.
Così feci la prima cosa che mi passò per la mente. 










Correre.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap 2 ***


















Non so come o chi mi avesse portato a dormire su un letto tanto comodo ma iniziai a pensare di essere molto fortunata.
Sbarrai gli occhi per i miei pensieri poco chiari e senza senso e mi ritrovai in una stanza con delle parenti tinte di beige e poco illuminata per il temporale che era in corso fuori la finestra che rendeva la scena tutto fuorché confortabile ma dentro di me non avevo paura…. Stranamente non ce l’avevo.
Una presenza vicina a me si iniziò a muovere e solo allora mi accorsi di una testa appoggiata allo bordo del letto con le braccia a mo di cuscino. La scena mi intenerì soprattutto quando la ragazza con i tanto di capelli scompigliati e di sbadigli all’ennesima potenza sbarrò gli occhi per osservarmi meglio.
Nel frattempo io mi ero messa seduta quindi ora potevo guardarla dritto negli occhi che mi osservavano tra il curioso, l’inaspettato e…. contentezza?
 
“Oh mamma finalmente ti sei svegliata” mi disse con un sorriso a 32 denti
 
La vidi uscire fuori dalla stanza che avevo ormai capito fosse la sua e la senti scendere le scale che dovevano portare al piano di sotto e urlare
 
“si è svegliata!!! Mamma, Papà; Kohaku… si è svegliata”
 
In men che non si dica mi ritrovai quattro paia d’occhi che mi osservavano raggianti senza capirne il motivo.
 
“Finalmente pensavo morissi dentro casa nostra.. meno male ti sei svegliata non sai quanto sia felice” disse la donna che credo sia la mamma della ragazza
 
“Su dai un pensiero in meno almeno è viva.. allora come ti chiami? Sai che sei proprio carina?” disse il ragazzo che avevo capito fosse Kohaku facendomi arrossire e d’istinto mi portai le coperte che stavo stringendo all’altezza del naso coprendomi mezzo volto.
 
Non che io sia una ragazza tanto timida ma quella situazione oltre a farmi imbarazzare era davvero divertente e preferivo non farmi vedere mentre ridevo sotto i baffi.
 
“Famiglia fatela respirare non vedete che si vergogna è normale dopo che l’accogliete cosi… facciamo le presentazioni allora io sono l’uomo di casa Kenta Hirai, lei è mia moglie Hikari, il ragazzo è nostro figlio Kohaku e la ragazza che è rimasta a vegliarti è Sango, nostra figlia… tu? Come ti chiami? Te la senti di parlare?”
 
Si volevo parlare ma non ci riuscivo perché grande in me era la paura di potermi aprire troppo così iniziai dicendo il minimo indispensabile
 
“P-piacere di conoscervi…Ehm mi chiamo Kagome scusate il disturbo che vi ho recato”
 
“Wow è molto ben educata… e dimmi Kagome hai qualche parente? Saranno di sicuro molto spaventati visto che sei stata qui quasi tre giorni” disse la donna
 
“T-tre g-giorni?” rimasi sbalordita. Davvero ero li a poltrire da tre giorni? Ma che cavolo eppure avevo dormito i giorni prima quindi non capisco com’è potuto succedere e poi come faccio a essere arrivata da questa famiglia?
 
“si Kagome ti ha trovato mia figlia tornando dall’allenamento vicino il giardino di casa, è venuta a chiamarci e noi ti abbiamo portato qui. Avevi la febbre molto alta e hai anche iniziato ad avere incubi… chiamavi spesso tua nonna nel sonno. Se ci dai il numero la possiamo chiamare” disse i Signor. Hirai
 
Rimasi imperterrita. Non avrei mai pensato di aver corso così tanto per scappare dall’assistente sociale e di essermi addirittura fatta venire la febbre e aver fatto gli incubi.
Quelli me li ricordo. Davanti a me si presentava la scena di quando la nonna emise il suo ultimo respiro e di me da sola al funerale con la sua cornice in mano.
 
Mi riportai la coperta a coprirmi il viso e diedi vita ad un pianto sovrumano…. Sapevo di star facendo, in un certo modo, preoccupare quella famiglia che tanto mi aveva accolto ma non riuscivo a non piangere… Mia nonna… Kaede… L’unica persona che mi abbia veramente accetta e amata… non c’era più… e non sarebbe più tornata da me.
 
Mi sentì abbracciare e vidi la ragazza che mi aveva vegliato stringermi e sussurarmi
 
“Tranquilla… ci siamo noi…ssssh.. piangi dai”
 
Mi aggrappai a lei ed esplosi. Quell’abbraccio mi ricordava tanto quello della nonna che non riusci a contenermi più del dovuto.
Gli altri tre membri della casa uscirono fuori la stanza per dar più spazio al mio dolore.  Strinsi più forte quella strana ragazza e dopo essermi calmata le parlai
 
“Grazie… Grazie infinite… grazie per avermi salvata”
 
“è il minimo che avrei potuto fare e poi non ti avrei mai lasciata li a morire” e mi sorrise.
 
Il suo era un sorriso così sincero che mi scaldò il cuore, a poche persone, anzi ad una sola ho permesso di entrare nel mio cuore e sentivo che quella ragazza con i suoi gesti e le poche parole che ci eravamo scambiate stava guadagnando la mia fiducia.
 
Scesi sotto con Sango e mi sedetti insieme a lei sul tavolo della cucina dove erano già seduti gli altri per la cena.
 
“Tieni piccola devi metterti in forze” mi disse la padrona di casa in tono materno e mi presento la cena.
 
Mangiammo in assoluto silenzio a parte per le battutine di Kohaku sul mio conto e gli schiaffi che gli dava Sango  per farlo tacere.
A fine cena, rimanemmo seduti a tavola. sapevo che stava arrivando il momento della verità e in cuor mio avevo già preso la mia decisione.
 
Di fidarmi di quella famiglia.
“Allora Kagome sappiamo che forse è un po’ troppo ma ti dobbiamo fare delle domande non perché pensiamo che tu sia pericolosa ma non sappiamo niente di te e voglio accertarmi del giudizio di mia figlia” disse il Signor. Hirai
 
“Sai Sango appena ti vide aveva già constatato che fossi una ragazza apposto quindi vogliamo accertarcene… se ci potessi parlare un po’ di te sarebbe meglio perché infondo sappiamo solo il tuo nome e vogliamo anche sapere il numero della tua famiglia così da poterli avvisare che stai bene”  ribadì la Ss. Hirai
 
Presi un respiro molto lungo e iniziai a parlare
 
“Prima di tutto vorrei ringraziarvi per avermi ospitata ed essere stati tanto premurosi con una sconosciuta…. Purtroppo non ho nessuna da poter avvisare perché appena nata sono stata abbandonata in una casa-famiglia quindi anche avendo parenti non so chi siano… Fino all’età di 10 anni ho vissuto dentro la casa-famiglia e dopo sono andata di casa in casa con un’assistente sociale per cercare una famiglia che volesse adottarmi… non è mai successo fino ad un anno fa quando fui presa da una signora anziana di nome Kaede che purtroppo per una malattia mi lasciò e per non ritornare a fare…. A fare avanti e indietro per le famiglie sono scappata dall’assistente sociale… circa un mese fa cioè il giorno del funerale di mia nonna…”
 
Quando finì di parlare mi sentì libera ma al tempo stesso l’ansia per il silenzio dovuto al racconto della mia storia mi attanagliava lo stomaco facendo diventare impossibile la mia respirazione
 
La signora Hirai mi venne vicino e mi abbracciò… non riuscivo a capire che cosa ci fosse in quel abbraccio... se la compassione che le avevo fatto, la pena con cui mi stava stringendo oppure era un modo gentile per dirmi che non avrebbero mai presa con loro e che mai avrei potuto avere una famiglia mia.
 
Si staccò piano da me ma rimase con le braccia attorno al mio collo, si girò verso il Signor. HIrai e disse
 
“Siamo d’accordo giusto?”
 
Lui annuì, poi vidi la Signora chiedere un tacito consenso ai suoi figli e anche loro annuirono senza pochi problemi.
Il signor. Hirai mi venne vicino mi fece alzare e mi abbracciò e uno alla volta fecero la stessa cosa ritrovandomi soffocata in una sotto specie di “abbraccio di famiglia”….. non ci stavo capendo niente!!!
 
Si staccarono dopo un paio di minuti e guardandomi mi dissero:
 
“Benvenuta nella famiglia Hirai, Kagome”
 
 
 
Ehi nonna, credo di aver trovato la mia speranza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap.3 ***
















Sono passati undici mesi da quando sono arrivata in questa famiglia, quasi un anno e molte cose sono cambiate. La prima cosa che il Signor. Hirai fece fu adottarmi a tutti gli effetti poiché non bastava solo portarmi a casa loro, sarei stata come una fuggitiva e sinceramente non volevo far passare i guai a questa famiglia che mi accolto con così tanto affetto.
Quando hanno chiamato l’assistente sociale per voler firmare le carte dell’adozione per poco non mi uccideva. Ho avuto paura di quell’uomo.
Era arrivato tutto trafelato a casa Hirai quasi sfondando la porta principale e quando mi vide mi accorsi che nei suoi occhi regnava la rabbia….. per me naturalmente.
Mi iniziò a trascinare fuori di casa, ad urlarmi contro e per poco ho davvero creduto che avrebbe iniziato a picchiarmi ma per fortuna il Signor. Hirai e Koaku sopraggiunsero in mio aiuto. Il padrone di casa lo calmò , gli spiegò la situazione e dopo varie domande per quanto riguarda il perché, cosa, chi, quando diventai al cento per cento Kagome Hirai.
Col passare delle settimane il mio rapporto con Sango e Koaku aveva già toccato i livelli di fratellanza e amicizia pura…..Ci capivamo.
Sarà stato per l’età il quale scoprì era la stessa, sarà stato per gli interessi in comune ma ci trovammo così bene tanto da considerarci già come fratello e sorelle di sangue naturalmente con Sango ho legato di più perché è una ragazza e con me si è da subito dimostrata molto affidabile e soprattutto simpatica si, un po’ scontrosa col genere maschile ma sempre generosa con tutti. Con Koaku ho davvero un buon rapporto scherziamo, ridiamo lui è un po’ porco ma sa essere molto serio quando vuole e mi trovo molto bene, c’è stato un periodo in cui pensavo mi venisse dietro ma da subito lui aveva messo in chiaro che gli faceva strano vedermi in giro per casa, non perché non volesse ma perché non sapeva come comportarsi ed alla fine dopo una lunga chiacchierata in cui dichiarammo le nostre paure su questa nuova vita abbiamo iniziato a comportarci come se la mia presenza in quella casa fosse sempre esistita.
Un po’ difficile, inizialmente, è stato trovare un dialogo con il Signor. e la Signora Hirai i quali mi avevano chiesto espressamente, sempre se volevo e prendendo tutto il tempo, di iniziarli a chiamare papà e mamma. Per me fu difficile perché, per quanto ne ho memoria non ho mai avuto dei genitori, mi sono sempre chiesta come sarebbe stato averli ma non mi sono mai ritrovata in questa situazione anche perché quando stavo con la Signora Kaede, vista la sua età abbastanza anziana, la chiamavo nonna e non mamma ma a lungo andare mi abituai anche a questo.
 
Oggi io, Sango e Koaku andremmo a fare un po’ di shopping in un centro commerciale vicino casa.
 
“Ka-chan che cosa compriamo oggi? Non avevi fatto una lista?”
 
“Si ma lo ricordo comunque. Allora dobbiamo prima fare la spesa e poi possiamo andare per negozi se no chi la sente mamma dopo”
 
“Eeeeeeeh quella povera donna non doveva dare in mano a voi i soldi… voi donne siete incorreggibili per queste cose”
 
“Koaku stai zitto. Perché se non volevi venire te ne potevi stare anche a casa e invece appena hai scoperto che andavamo a fare shopping ti sei preparato e sistemato prima di noi” gli risponde Sango scocciata.
 
“Certo mi servono delle maglie è ovvio che anche io faccia ogni tanto compere ma voi superate l’”ogni tanto”…
 
“Si va bene come vuoi tu. Senti ma dopo ti incontri con Sota?”
 
A quella domanda mi feci più attenta.
Koaku mi aveva presentato poche settimane fa questo suo amico Sota Higurashi  se non erro, e subito mi è sembrato stranamente e dannatamente famigliare. Non penso mi piaccia per chissà quali motivi ma ha qualcosa che non riesco ad inquadrare….qualcosa di….. si, insomma troppo famigliare.
 
“Si dopo vado da lui. Sai sta sera lavora quindi gli do una mano al pub….. volete venire? Ci saranno anche gli altri”
 
“Altri? Altri chi?” dico io
 
“Alcuni miei amici di scuola. Vengono quasi tutti in classe con me se venite oggi ve li faccio conoscere”
 
“Kagome anche se non usciamo comunque li incontrerai a scuola lunedì…. Tu inizi lunedì giusto”
 
“Si si…” ecco, altro tasto dolente…. La scuola!  Per carità, mi piace studiare ma sapere di dover fare amicizia mi mette a disagio soprattutto pensando che mi sono iscritta a metà anno perché  ho dovuto studiare da privatista per mettermi alla pari con il programma. Tutti avranno già il loro gruppetto con cui ridere e scherzare e io? Non sono mai stata molto socievole....
 
“Oh su Kagome non fare così!! Troverai qualcuno con cui parlare data la tua spavalderia nel dire le cose in faccia”
 
“Grazie fratello, ora si che mi sento meglio”
 
“ahahah dai Ka-chan vedrai che andrà bene… sei simpatica e anche se non hai peli sulla lingua comunque ti sai difendere se qualcuno ti prenderà di mira quindi che paura hai?”
 
“sentite ho capito che sono un po’ stronza ma la prossima volta chiedo a Kirara di darmi un consiglio visto che voi mi state praticamente dicendo che non avrò futuro in quella scuola”
 
Si mettono a ridere mentre Koaku con una mano mi scompiglia i capelli, sanno proprio come farmi tirare su eh? Che razza di scemi
 
“Dai Kagome scherziamo e poi che ne sai, c’è anche la probabilità che verrai o in classe mia o in quella di Sango….”


“Già Kagome stai tranquilla e poi prima non stavo scherzando quando dicevo che sei simpatica, è vero  devi solo avere un po’ più fiducia in te… vedrai che andrà bene”
 
Lo spero.
 
Comunque tornati a casa dopo un estenuante pomeriggio a fare shopping io e Sango decidiamo di andare a far un salto al pub dove lavora Sota con Kouaku.
Appena arrivate vediamo Koaku praticamente sotterrato da Sota che gli chiede aiuto in ginocchio quasi e poi ricomponendosi viene da noi e ci saluta.
 
“Allora ragazze cosa vi porto?” ci chiede mentre ci accompagna ad un tavolino
 
“Veramente non abbiamo chissà quanta fame portaci solo due birre ”dice Sango
 
“Agli ordini signorine” dice mentre va via
 
Mi guardò attorno e noto che il locale è molto carino. Le pareti sono tendenti al verde turchese scuro con delle fantasie paisley sul nocciola era un bel contrasto e nonostante donavano un atmosfera un po’ buia erano molto belle da vedere.
Mi girò ancora un po’ intorno e notò solo dopo che Sango mi sta guardando.
 
“Allora?”
 
“Allora cosa?” le dico io cadendo dalle nuvole
 
“Hai avuto la stessa sensazione ora che hai rivisto Sota?”
 
Ah già, a lei avevo raccontato tutto…
 
“Si sempre la stessa sensazione, non so proprio come spiegarlo”
 
“MA sei sicura che non ti piaccia?”
 
“Sicurissima o almeno in  buona parte. Non mi è mai piaciuto nessuno quindi non posso sapere”
 
“Mmh lo capiremo solo se inizierà a piacerti qualcuno quindi?” mi dice con lo sguardo chi la sa lunga
 
“Sango cos’hai in mente?”
 
“Io? proprio niente”
 
“Sangooo!!!!!”
 
“Niente davvero….. oh ecco le nostre birre”
 
Ma guarda tu come cambia discorso…. Ma tanto me lo dirà ne sono sicura. Comunque Sota ci porta le birre e poi visto che non c’era chissà quanta gente lui e Koaku rimangono aparlare con noi del più e del meno quando ad un certo punto…
 
“Ehi ma guarda un po’ finalmente ci si rivede tutti quanti eh?”
 
Tutti e quattro ci giriamo trovando dei ragazzi che camminano dalla nostra parte….Koaku e Sota si alzano andandogli a salutare mentre io e Sango rimaniamo sedute.
 
“Sango ma chi sono quelli?”
 
“sono gli amici di Sota e Koaku quelli che ci diceva oggi pomeriggio ricordi?”
 
Io annuisco guardandoli……. Cavoli ma sono uno più bello dell’altro!!!!!
 
“So cosa stai pensando” mi dice Sango
 
“Ah si?”
 
“Si, stai pensando cavolo quanto sono belli”
 
Io quasi mi strozzo con la birra
 
“E tu….tu co-come fai a sap-saperlo?”
 
“Beh anch’io lo pensato la prima volta che gli ho visti o almeno penso che tutte le ragazze lo pensino” dice mettendosi a ridere per la mia figuraccia
 
Ci mettiamo a ridere insieme quando ad un certo punto sento qualcosa che mi preme sul fondo schiena e girandomi noto che è la mano di uno degli amici di Koaku.
Okay essere amici ma io nemmeno ti conosco.
Vedendo che indisturbato continuava a muovere la mano sul mio sedere gli prendo il braccio e con una mossa di karate lo sbatto a terra
 
“Ma sei scemo? Provaci di nuovo e ti mozzo la mano” dico io inviperita….. non sopporto quando vengo toccata, non voglio che nessun uomo lo faccia…. Non più.
 
Lui rimettendosi in piedi mi prende le mani e guardandomi negli occhi mi dice
 
“Sei bellissima vorresti venire a letto con me?”
 
No, questo è troppo.
Facendo leva su tutte le mie forze cerco di stare calma e con poca gentilezza tolgo le mie mani dalle sue.
 
“Senti un po’ credo di essere stata chiara prima. Non mi toccare o giuro che ti faccio arrivare all’altro mondo” dico guardandolo negli occhi…. Ma infondo non sentivo tutta quella rabbia che avrei dovuto sentire anche perché finito con me lo vedo allontanarsi per andare vicino a Sango e fare la stessa cosa.
 
“Kagome scusa ma il nostro amico è fatto così… perdonalo non è cattivo è solo che non riesce a contenersi appena vede una bella ragazza” mi spiega Sota
 
Ah wow questa si che è una giustificazione allora.
“ma che razza di amici avete?” sussurrò io
 
Quello, ripresosi dallo stato di shock in cui l’aveva ridotto Sango mi viene vicino ricomponendosi come meglio poteva.
 
“Scusa bellezza non mi sono neanche presentato, il mio nome è Miroku vado in classe con Koaku  e sono uno dei loro migliori amici”
 
“e questa da dove esce fuori?” Disse Koaku
 
“Da me… so che prima o poi tutti vogliono un amico come me” dice questo Miroku con occhi lucidi e fieri
 
“Piacere io mi chiamo Kagome e..” tentenno un po’ perché essendo amici di Koaku non so se dire la verità o meno
 
“…Ed è mia sorella.. cioè mia e di Sango è tornata qui dopo che è stata con nostra zia nella nostra città natale”
 
“MA davvero? Quindi tu sei la sorella degli HIari? La bellezza è di casa da voi noto” mi dice Miroku facendomi ridere
 
Insomma è strano ma simpatico. Guardo dietro lui vedendo altri tre ragazzi e notando la mia curiosità Miroku mi spinge verso di loro e mi presenta.
 
“Ragazzi che maleducati che siete vi volete presentare? Lei è Kagome la sorella di Koaku e Sanguccia….KAgome loro sono Koga” Presenta Miroku indicando un ragazzo alto con la carnagione leggermente scura e occhi di color ghiaccio ma che trasmettono tutt’altro… gli sorrido come per dire ‘piacere’ e lui fa altrettanto mostrando una dentatura perfetta.
 
“Affianco c’è Hojo” è un ragazzo normale, magrolino, occhi e capelli castani con uno sguardo così penetrante da farmi sentire nuda… rabbrividisco per il timore che mi ha procurato. Mi sa che lui è un tipo da evitare assolutamente.
 
“E poi Inuyasha lo scorbutico”
 
“Scorbutico a chi donnaiolo?” risponde lui e quando mi girò a vederlo rimango incantata.
 
È un ragazzo alto, anche sotto la maglietta posso intravedere i muscoli ben messi e scolpiti, lineamenti duri e fieri, occhi castani quasi ambrati che mi ricordano tanto il mio occhio.
Vedo la sua postura e posso ben capire che è un tipo spavaldo a cui non piace essere messo in situazioni imbarazzanti come questa… tant’è che me lo fa notare
 
 
“Scusa eviteresti di guardarmi?” dice lui
 
Io ridestatomi dal mio stato di trans lo guardò e subito sale in me la vergogna più totale, mi portò la mano sulla fronte cercando di non far vedere il rossore
 
“Scu-scusa non volevo metterti in imbarazzo”
 
“Non mi hai messo in imbarazzato è solo che il tuo sguardo è strano” dice guardandomi da un po’ più vicino e soffermandosi sul mio occhio più chiaro, coscia di star affrontando un tasto dolente cerco di coprirlo con la mano ma lui me la toglie guardandolo meglio
 
“Perché lo copri?”
 
“Per-perché non mi piace che gli altri ne rimangano schifati”
 
“a me non dispiace”
 
“Come?”


“Ho detto che a me non dispiace è bello” e dicendo questo mette una sua mano sulla mia guancia portando il pollice vicino l’occhio come  a volerlo accarezzare.
 
“si è proprio bello” e detto ciò mi sorride.
 
Se ho pensato che Koga avesse una dentatura perfetta, kami perdonatemi per aver detto una blasfemia perché il sorriso che ora mi sta donando questo ragazzo davanti a me è il paradiso.
Gli angoli della bocca sollevati vanno a formare sulla guancia una piccola fossetta facendomi impazzire mentre gli occhi così simili al mio si chiudono di poco dando al viso e a me stessa una sensazione di tenerezza infinita.
 
Chi è questo ragazzo? Perché mi dice queste cose? Perché non voglio che si allontani da me?
 
Ma soprattutto cos’è questo calore che provo?
 
 
 
 
 
 
 
Volevo delle risposte ma non pensavo certo che avendole avrei sofferto in questo modo.






Finalmente sono tornata che belloooooo. spero che il capitolo sia scritto bene perchè per mancanza di tempo non ho avuto il tempo di leggerlo e modificarlo.... scusate per il mio ritardo


Ciaooooooooooooo

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap. 4 ***






















“Kagome smettila di stare in mezzo alle nuvole” mi dice Sango
 
Ma io sto ancora pensando alla scena dell’ora prima quando Inu… ehm Inuyasha giusto? Si chiama cosi? Si si per forza… vbb a quando mi ha praticamente fissato con quel ghigno tra il divertito e il dolce… chissà se lo rivedrò ancora…. Kagome ma che cavolo te ne frega?  Sei impazzita? Da quando in qua al primo tizio che ti fa un complimento ti sciogli come la neve al sole?
Lo so, il mio cervello  sta dicendo di tutto ma c’è una parte dentro di me che mi riporta a quella scena, al suo tocco delicato, ai suoi occhi cosi magnetici…
 
“KA-GO-ME” urla Sango facendomi prendere un infarto.
 
“Ma dico ti sarai mica impazzita di colpo? Mi hai quasi otturato un orecchio”
 
“Ah adesso è anche colpa mia? Lei sta fantasticando sulla vita con quel bell’imbusto non riuscendo nemmeno a vedere da quanti pali ti ho salvata e ora sono io quella pazza? Eh è giusto no? Eh si”
 
“io non stavo fantasticando proprio su nessuno”
 
“Ma a chi vuoi darla a bere? per quanto ci stai pensando intensamente mi sembra di essere stata nei tuoi pensieri e averli visti uno ad uno”
 
“oh mamma quanto sei esagerata”
 
“eh no cara sono realista….. quindi è vero che pensavi a Inuyasha?”
 
Non so perché arrossisco al solo sentir pronunciare il suo nome.
Che cosa mi sta facendo quel ragazzo?
 
“Sei tutta rossa!!! Allora è vero”
 
“Si ci stavo pensando… ma poco non cosi tanto come hai detto tu”
 
“Si si come vuoi tu… se vuoi mi faccio dire qualcosa in più su di lui da Koaku, tranquilla non gli dico che è per te”
 
“Vabb ma cosi si scoprirà che lo dici da parte mia”
 
“mmmh beh allora lo farò con te presente no? Cosi non penserà che sia per te”
 
“Si perfetto tanto Koaku non è cosi intelligente da capire queste cose”
 
“Già” e scoppiammo a ridere.
 
 
………………………………………………………………………..
“ahahahahahah ma quindi a te piace Inuyasha eh? Kagome sei un libro aperto ahahahha”
 
“Meno male che non era intelligente” diciamo io e Sango
 
“Cosa?”
 
“No niente… ma scusa come hai fatto ad indovinare? Insomma non ho alluso a niente e neanche mi sono girata dalla sua parte. Come hai fatto a capire che era per lei?” dice Sango incuriosita
 
“sapete sorelle mie anch’io possiedo gli occhi che mi hanno fatto vedere una certa scena al locale tra la nostra Kagome e Inuyasha”
 
“Quindi avevi già capito da la?”
 
“Certo anche se non capisco cosa voglia lui e perché si comporta cosi con te…”
 
“In che senso?” chiedo io con uno strano presentimento
 
“Vedi Kagome è meglio che lasci stare quello che è successo oggi… lui è già fidanzato con una ragazza che si chiama Kikyo, mi sembra che stanno insieme da sei o sette mesi e qualche settimana fa erano in crisi ma loro fanno sempre cosi.. si lasciano e si riprendono”
 
Rimango in silenzio per un tempo indeterminato poi , ad un certo punto, mi alzo e salgo in camera.
Cosa mi aspettavo? Che lo avessi colpito in qualche modo? Che mi avrebbe corteggiata? Ma poi perché penso queste cose? Perché mi fa male pensare che abbia già una ragazza? Insomma l’ho conosciuto oggi, non mi sembra normale questa reazione….
Da fuori la porta sento Koaku e Sango che parlano
 
“MA perché ha reagito cosi? Nemmeno lo conosce…”
 
 
Già, Koaku hai perfettamente ragione io non lo conosco.
 
“Koaku questo è il colpo di fulmine”
 
 
È davvero cosi?
 
Non riuscendo più a pensare mi addormento sperando che domani non venga mai per non arrivare al giorno dopo in cui avrei iniziato la mia vita scolastica.
 
 
 
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
 
“Allora che ti è preso prima? È starno che ti avvicini così tanto ad una ragazza nuova”
“Sta zitto Miroku non sono dell’umore”
 
Ma in effetti devo dire che ha colto nel segno. Che mi è saltato in testa? Accarezzarla, dirle che aveva dei bei occhi, sorriderle….IO!!! Sorridere a una sconosciuta… il mondo sta andando a scatafascio.
 
“NO ora mi spieghi sono il tuo migliore amico e devi dirmelo”
 
“E da quando ti DEVO dire tutto?”
 
“Da sempre.. dai Inuyasha cosa ti costa? Provaci con lei no?”
 
“Ma stiamo scherzando? Nemmeno la conosco”
 
“La potresti iniziare a conoscere… Koaku mi ha detto che da lunedì frequenterà la nostra stessa scuola… è perfetto no?”
 
“Miroku stiamo parlando di una ragazza che ho conosciuto solo oggi. La smetti di programmarmi già la scena di quando e se ci rincontreremo?”
 
“Ma dai Inu… ormai cos’hai da perdere? Si vede che ha suscitato un certo interesse in te e tanto non sei neanche più fidanzato”
 
È vero, ho lasciato Kikyo ieri sera, dopo che avendola invitata per una serata al locale “Sky” dove lavora Sota ubriaca fradicia mi ha detto che mi tradiva con mio fratello Sesshomaru… pensavo di starci male, addirittura di arrabbiarmi cosi tanto da tornare a casa e spaccare la faccia a mio fratello e invece non ho sentito niente…. Nulla.
Non so cosa sia successo dopo men che meno ricordo come l’ho fatto ma l’ho lasciata e me ne sono andato dal locale volendo fare un giro con la macchina.
No, non ero depresso per aver lasciato quella che ormai era la mia ragazza fissa cosa che non ho mai avuto, ma pensieroso. Perché?
Perché mi sono reso conto che nonostante abbia voluto una storia seria iniziando a non fare più il cazzone rompendomi della vita schifosa di cui mi ero sporcato, non so come si faccia…
Cosa vuol dire amare una persona? Cos’è l’amore?
 
E non mi accorgo di star pensando ad una ragazza dal viso delicato con gli occhi affetti da eterocromia.
 
 
 
 
 
 
 
Oggi si ritorna alla dura realtà…. È lunedì e questo vuol dire che riinizia la scuola. Che palle! Mi piace studiare ma alzarmi presto è un trauma soprattutto se sono andato a dormire tardi per quel cretino di Miroku che mi assillava con i suoi ‘ Sango è la mia dea… oh Sanguccia mia…. Divina bellezza Sangiana’
Mi veniva quasi da vomitare a sentirlo ma per fortuna il sonno ha preso il sopravvento e non ho più ascoltato i storpiamenti di quel povero nome. Santa Sango!
 
Comunque come solito arrivo a scuola insieme a tutti gli altri ma noto che manca qualcuno…
 
“Ehi ma Koaku dov’è?”
 
“ahahah starà svegliando Kagome.. per quello che so quella ragazza dorme che è una bellezza” mi risponde Sota, poi tutti quanti ci giriamo verso una voce che dice:
 
“Kagome muovitiiiiii hanno già chiuso i cancelli noi siamo appena entrati devi scavalcare prima che il preside ti veda” urla Sango mentre insieme a Kokau cercano di riprendere fiato
 
Mi giro verso la strada cercando di vedere la ragazza e incuriosito…. Curioso di sapere come farà a scavalcare il cancello.
Ecco la vedo, mi sembra che abbia aumentato la velocità e con un salto degno di una atletica poggia la sua mano destra sulla superficie del cancello spostando le gambe a sinistra atterrando poi con esse.
Sembra come se fosse stata abituata a fare una cosa del genere e rimango ancora ipnotizzato dall’eleganza che ha messo solo per scavalcare uno stupido cancello.
Oggi è più carina dell’altro ieri, la divisa scolastica sembra fatta apposta per lei e mette in risalto le sue gambe che sembrano lisce e sode.
Arrossisco per i miei pensieri e sembra proprio che qualcuno se ne sia accorto
 
“E poi mi dici che non ti interessa?” dice Miroku con un sorriso cosi malizioso da farmi prudere le mani e aver azionato in me il meccanismo di farlo morire di schiaffi.
 
“Sta zito Miroku non è vero e non ti azzardare a dire qualcosa del genere davanti a lei sono stato chiaro?”
 
“Si si tranquillo”
 
Intanto mi rigiro verso i tre fratelli e li vedo correre verso di noi che siamo fermi all’entrata della scuola lanciando un saluto sbrigativo.
 
“Scusate ma dobbiamo andare dal preside per sapere in che classe è Kagome”
 
Mi giro verso di lei sperando che contraccambi il mio sguardo e che quello che ho fatto l’altro ieri non l’abbia fatta arrabbiare ma come cerca di alzare lo sguardo verso di me, lo abbassa diventando triste? Può essere? Poi vedo che prende per mano Sango e salutandoci veloce corre via.
 
Cos’era quello? Perché non ha voluto guardarmi? Cos’è questa sensazione? Perché sento una fitta allo stomaco?
Infatti metto una mano sopra di esso per il fastidio che mi sta dando
 
“Ti stai accorgendo di qualcosa?”
 
“Che vorresti dire Miroku?”
“Non ti ha voluto guardare”
 
“ non è vero taci… avrà avuto fretta”
 
 Non ha voluto guardarmi?
 
“eh amico mio sei fottuto”
 
“EH?”
 
“Questo si chiama colpo di fulmine”
 
Mentre un’altra fitta mi stava infastidendo sempre di più.
 
 
 
 



 
 
Comunque spero vi sia piaciuto.  Grazie a tutti quelli che mi stanno seguendo.
spero di aggiornare presto ditemi come vi sembra questa storia voglio sentire molti pareri perchè da parte mia sembra molto mmmh come posso dire... frettolosa? ma è anche una caratteristica che mi aiuterà molto per varie cose XD 
alla prossimaaaa ^-^
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap.5 ***
















Non so perché  quel giorno scappai da lui ma non riuscivo proprio a guardarlo dritto negli occhi, alla fine sono andata dal preside che mi ha accompagnato fino alla mia attuale classe.
Sono tutti molto simpatici, ho fatto amicizia soprattutto con due ragazze: Ayame e Rin che mi hanno subito accolta facendomi domande su domande, la prima è abbastanza strafottente, in senso buono, ti dice le cose in faccia senza peli sulla lingua mentre Rin è un po’ più chiusa ma nemmeno tanto perché appena mi hanno assegnato il posto vicino a lei e mi sono seduta ha iniziato a parlare in modo molto logorroico… in sintesi ho capito che è timida solo quando si affronta l’argomento “ragazzi”….. Ah, e infine ho anche scoperto che è l’ex ragazza di mio fratello Koaku… mi ha lasciata un po’ perplessa ma alla fine non più di tanto anzi mi ha dato modo di prenderlo in giro…muahahah
Ayame invece sembra conoscere bene Koga e molto schiettamente mi ha detto che ne ha una cotta da molto tempo.
Sono stata a mio agio nonostante l’ansia mi ha quasi bloccato le gambe.
 
Nei giorni successivi mi sono trovata a pensare molto ad Inuyasha e al mio strambo atteggiamento nei suoi confronti. Si, insomma non è normale comportarsi cosi, che mi è saltato in mente?!! E dopo tanti pensieri avevo deciso di comportarmi tranquillamente in sua presenza tant’è che adesso parliamo molto ed ho riscoperto in lui un amico davvero eccezionale… nonostante la maggior parte delle volte mi punzecchia finendo per litigare con il risultato di non parlarci per giorni fino a che uno dei due non si scoccia del litigio…. Devo ammettere anche che la maggior parte delle volte è lui che viene da me e non può che farmi piacere.
 
Un legame strano che non avrei mai pensato diventasse cosi forte fu quello con Sota… con lui mi trovo bene anzi benissimo…
Parliamo veramente di tutto cosa che invece non faccio molto spesso nemmeno con Kokau che ormai è davvero come un fratello per me… è strano con lui è come se fossi…..
 
 
….. a casa.
 
 
“Yu uuh Kagome a cosa stai pensando?” mi chiede Sango
 
È l’ora di pranzo a scuola e per fortuna dopo aver provato la mensa ho deciso di iniziare a farmi il bento a casa come lei per non morire asfissiata.
 
“A niente perché?”
 
“Non mi sembrava proprio… che c’è stavi pensando a come fare pace con Inuyasha?”
 
 
Eh si, lei è fissata che io vada dietro a lui ma non è cosi… credo… spero.
 
 
“La finisci di insinuare che ogni mio pensiero è rivolto a lui? Se proprio lo vuoi sapere stavo pensando ad un altro ragazzo” dico indispettita
 
“ah si? Scommetto già chi sia”
“ Dai vediamo ‘miss-so-tutto’ chi sarebbe?”
“Un certo Sota?”
La guardo sorpresa
“Ma come fai?”
“si può saper come fai?”
“ahahaha tu sei peggio di un libro aperto Kagome ahahah quando lo capirai? Comunque è da un po’ di tempo che ti volevo dire una cosa…. Non hai mai notato che assomigli molto a lui?”
 
“Chi io? a Sota? Ma dove?”
“Ma si avete lo stesso profilo, il taglio degli occhi, il colore dei capelli e della carnagione se non sapessi che sei, scusa il termine, orfana avrei detto che fossi sua sorella gemella”
 
La guardo scettica ma infondo ha ragione… io e Sota ci assomigliamo non solo fisicamente ma anche in fatti di gusti….. mhà sarà una coincidenza.
 
 
 
 
Quanto mi sbagliavo.
 
 
 
 
 
Stavo cercando Kagome per chiederle scusa della litigata ma forse sarebbe stato meglio non muovermi dalla classe.
Sentire la conversazione tra lei e Sango mi ha dato fastidio…… e ultimamente tutto ciò che la riguarda, direttamente o non, me lo dà.
Dopo il suo primo giorno di scuola avevo deciso di mettere da parte tutte quelle emozioni strane e il fatto di esserci riuscito velocemente mi fece pensare di non aver avuto il cosiddetto ‘colpo di fulmine’ di Miroku.
Ho iniziato a comportarmi normalmente con lei tanto da avere, quando non litighiamo, un rapporto e una conversazione civile... e fondamentalmente mi stava più che bene visto che una ragazza simpatica e anche molto altruista.
ma perché allora mi ha irritato sentirla parlare di Sota? Infondo è anche amico mio quindi perché mi dovrei infastidire?
E soprattutto perché da quando quella maledetta è arrivata mi sto facendo tutte queste domande???
 
Non ne ho idea…
 
Decido di parlare del mio problema con Miroku sperando che non mi faccia le sue solite battutine, gli scrivo un messaggio dove dico di trovarci sul tetto e una volta li racconto tutto.
 
“beh Inu, Kagome parla con tutti noi altri… intendo di ragazzi però non mi sembra questo ti dia cosi tanto fastidio giusto?”
 
“No” mento! Accidenti se mi da fastidio ma mica le posso dire di non parlare più con nessuno.
 
“Allora due sono le opzioni”
 
Qui mi faccio più attento.
 
“O sei geloso perché lei ti piace”
 
Nego con la testa in maniera più assoluta.
 
“Oppure pensavi che dopo Koaku fossi tu il ragazzo più vicino a lei e ti dà fastidio pensare che lei preferisca qualcun altro a te”
 
Ci penso un po’ e diciamo che forse questo depravato ha ragione…
 
“Anche se ritorniamo sempre a quel punto di prima” sussurra lui
 
“Cioè?”
 
“Niente tranquillo…. Goditi questa ingenuità anche se non ti servirà più… io devo scappare in classe . Cià” e corre giù per le scale
 
Io rimango li fermo a pensare a ciò che mi ha detto.
Forse le voglio solo bene come ad una amica…. Perché per gli altri deve essere per forza il contrario? Che c’è di male in questo!! Bah…
 
Comunque finite le lezioni ci troviamo tutti sul retro della scuola dove da sempre ci riuniamo e vedo in lontananza Kagome con Sota che parlano felicemente.
 
“Allora oggi è sabato che ne dite se sta sera venite tutti al HouseSky e domani ci vediamo e facciamo un giro?” propone lui
 
Tutti acconsentono entusiasti mentre io guardo il cielo.
 
Ultimamente lo faccio spesso.
 
“Inuayasha tu cosa vuoi fare? Vieni vero?” dice Kagome e come riabbasso lo sguardo la trovo a nemmeno dieci centimetri dal mio viso.
 
Trattengo per un attimo il fiato e girandomi da un’altra parte rispondo con una sottospecie di smorfia.
 
“Perfetto quindi ci siamo tutti Kagome chiama anche Ayame e Rin tanto ormai le conosciamo tutti” dice Koaku
 
“Va bene”
 
“Ah Inuaysha inviata anche tuo fratello cosi lo fai uscire un po’ di casa che sta sempre a studiare per l’università.. non ricordo nemmeno più com’è fatto quel ghiacciolo umano” mi dice Miroku
 
“Si si lo avviso ora che torno a casa”
 
“Ok quindi alle 22 al pub Kagome, Sango oggi mamma e papà non ci sono dobbiamo andare a comprare qualcosa da mangiare visto che non c’è niente a casa”
 
“VA bene dove andiamo?” dice Sango
 
“Ecco…”
 
“Che c’è Kagome?” dicono i due fratelli
 
“Si, ecco io sono stata invitata da Sota a casa sua quindi mangerò li ma credo di tornare per cambiarmi se no, se farò tardi ci vediamo direttamente la anzi passo adesso a casa con lui cosi mi prendo tutto l’occorrente  Sota va bene per te? “ dice lei tutto d’un fiato che quasi facevo fatica a seguirla anche se il mio cervello ero rimasta al ‘rimango a mangiare a casa sua’.
 
Che cavolo deve fare a casa sua? E se rimanessero da soli?  E poi perché cavolo è cosi felice di andare da lui? Ma guardala che sorriso da ebete che ha…
 Per il fastidio saluto tutti velocemente e mi avvio verso il cancello per andarmene a casa ma vengo fermato per il braccio.
 
“Che hai fatto?”
 
“Niente lasciami stare”
 
“Ma come? io sono preoccupata per te e tu cosi mi rispondi?”
 
“nessuno ti ha detto di preoccuparti per me Hirai”
 
“Ok allora è seria la cosa… mi chiami per cognome solo quando sei davvero arrabbiato… mi vuoi dire cosa è successo?”
 
“Niente Kagome.. niente lasciami, voglio andare a casa”
 
“Perché mi tratti cosi?”
 
Eccola lì l’espressione del mio cedimento. Odio quando la fa perché sa che non riesco a non addolcirmi nel vederla stare male… soprattutto quando sono io quella che la fa stare male.
Mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani
 
“Kagome non è succsso niente… anzi, no è successo qualcosa ma te ne parlo sta sera ok? Va bene?”
 
Annuisce piano con il capo e mi sorride
 
….. ora mi sento meglio.
 
 
 
 
 
 
 
 
Arrivato al pub il mio unico pensiero e di non vedere Kagome e Sota ridere come due deficienti che hanno appena iniziato una relazione dopo essersi dichiarati a casa di lui…
 
Entro dentro insieme a Miroku, mio fratello, Koga, Ayame e Rin…… tutto mi sarei aspettato tranne questo.
 
“Kagome calmati” le dice Sango abbracciandola
 
“No-n c-ci ri-esco “ cerca di dire mentre la vedo piangere disperata
 
Che cazzo è successo?
 
Una rabbia mi invade le vene non riuscendo più a ragionare e cerco Sota con lo sguardo vedendolo proprio vicino a lei seduto al bancone con le mani tra i capelli con accanto  Koaku che sta leggendo una lettera.
Tutta la rabbia svanisce in un secondo per non so quale motivo e avvicinandoci tutti quanti chiediamo cosa sia successo ma nessuno sembra volerne parlare.
 
Mi sembra di impazzire…. All’improvviso quel locale mi sembra cosi piccolo che mi sento quasi soffocare ma cerco di darmi forza e di avvicinarmi a Kagome che appena mi vede mi si getta tra le braccia piangendo ancora più forte.
 
La sento a malapena respirare e questa cosa mi spaventa a morte cercando di vedere se in effetti lo stia facendo
 
“O kami sta avendo un attacco di panico!!! Miroku va a prendere un sacchetto per il vomito in bagno, Ayame riempi una bacinella d’acqua fresca immediatamente… MUOVETEVI” urla sango in preda all’ansia
 
Mi sento scivolare dalle braccia Kagome sentendo ancora la sua mano stretta alla mia maglia
 
“N—no…… no-n aaaah.. and----are”
 
Le rimango affianco iniziandole ad accarezzare i capelli mettendole la busta che mi ha dato Miroku sulla bocca continuando a dirle sussurrando di respirare…. E per la felicità di tutti dopo un po’ tutto quest’incubo finisce.
 
Mi guarda come se avesse paura di me ma allo stesso tempo cerca di ringraziarmi per esserle stato vicino
 
“Tranquilla piccola… rimango quanto vuoi” le dico continuando a tenerla tra le mie braccia.
 
 
Credevo davvero di star avendo un infarto.. vederla cosi fragile, come se si potesse spezzare da un momento all’altro mi ha spaventato…… molto.
 
“Scusa.. Inu.. non volevo farti… preoccupare”
 
“Non fa niente dai ora stai meglio?”
 
“Si… molto meglio”  premendo il suo viso contro il mio petto
 
Per fortuna gli altri si sono allontanati vedendo che stava meglio per darle più aria così non vedranno la mia faccia che credo sia diventata rosso fuoco.
 
È bello sentirla cosi vicino ed è altrettanto bello tenerla tra le mie braccia.
 
“Scommetto che vorresti sapere cosa è successo” dice guardandosi la mano
 
“Non fa niente… non ti obbligo se non vuoi”
 
“No” dice secca girando lo sguardo per puntarlo sul mio
 
“Voglio dirtelo… anzi lo dirò a tutti e spero solo che dopo….non mi odierai”
 
E detto questo la vedo alzarsi con no poco difficoltà e andare verso Sota per accarezzargli la testa e dire agli altri di sedersi ad un tavolo abbastanza grande in cui saremmo dovuti entrare tutti quanti.
Mi giro intorno notando che mio fratello e Rin non ci sono ma non me ne sbatte più di tanto… ora come ora voglio sapere solo cosa è successo a Kagome.
 
 
Ora come ora voglio starle accanto.






















Ehilà sono ritornata e fortunatamente ho aggiornato smesso ultimamente ( meglio cosi OooO)
Comunque spero vi piaccia ditemi se ci sono errori di ortografia perchè sono abbastanza cieca oggi per una visita medica... quindi non è colpa mia muahahahha x_x
Grazie ancora a NinuMaru100 e chiunque voglia vada a leggere la sua fanfiction che si intitola "non sono sempre cosi" vi assicuro che la troverete interessante oltre che divertente ^-^ 
Mi raccomando
Alla prossima cari lettori ;D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Cap.6 ***


Attenzione: c'è un linguaggio non troppo forte ma sconsiglio di leggere a chi è fortemente sensibile anche se non mi sembra che abbia scritto chissà cosa
Buona lettura :)












Sono tutti qui seduti a guardarmi aspettando che inizi a parlare ma per poco non mi sento svenire di nuovo per l’agitazione… cosa penseranno dopo di me?
 
Inuyasha mi odierà?
 
A questa prospettiva mi si gela il sangue nelle vene… non potrei mai sopportarlo, non con lui… non ora che ho capito cosa questo ragazzo significhi per me.
Lo guardò cercando di scavare dentro la sua testa, per sapere cosa sta pensando in questo momento trovandoci solo tanta curiosità misto a qualcosa che non so identificare.. ma come dargli torto? Appena arrivato si è dovuto subire i pianti isterici di una pazza squilibrata che ha appena messo apposto tutti i tasselli della propria vita… o quasi tutti.
 
Ricordando cosa successe poche ore prima il mio stato d’animo si trasforma diventando lunaticissimo, tutta la mia tristezza si trasforma in rabbia pura ma l’unica cosa che faccio è cacciare ancora lacrime. Infondo sarebbe inutile urlare anche se è l’unica cosa che vorrei fare davvero…
Mi sento toccare la mano e girandomi incontro gli occhi di Sota che mi incoraggiano facendomi una tacita richiesta a cui annuisco.
Poverino, lui starà sicuramente soffrendo più di me… è stato cresciuto in una casa piena di bugie, maldicenze, sotterfugi e inganni…come dargli torto.
 
“si può sapere cosa è successo?” eccolo lì, il maestro  della pazienza. Capisco che voglia sapere cosa è successo ma di sicuro la fretta e l’impazienza in questo preciso instante non fa bene ne a me ne a Sota, mi giro verso di lui per dirgliene quattro ancora inviperita e per niente sbollita dalla rabbia di prima ma mi accorgo del suo sguardo preoccupato che più di tutti gli altri sento particolarmente mio
 
“Si scusate  ma non è… per niente.. facile” dice Sota stringendomi sempre di più la mano
 
“Inizio dal dire che io per Kagome non provo quello che tutti voi pensate. Si, Koaku mi ha detto che sembra che io le vada dietro ma non è cosi… non era quello il motivo per cui le stavo sempre attorno… Kagome se ne era accorta e infatti volevo parlarle il prima possibile di questa cosa e mi sono ritrovato a cogliere l’unico momento che mi sembrava più adatto…”
 
Ci furono pochi attimi di silenzio in cui questa volta fui io a stringergli la mano come se potesse in qualche modo dargli coraggio… sembrò funzionare.
 
“… appena siamo entrati in casa presentai Kagome a mia madre e mio padre…. Ero contento perché finalmente mi sarei tolto questo peso parlandone con la diretta interessata ma qualcosa non andava…. Mia madre appena vide Kagome iniziò a piangere e a urlare dicendole di andarsene da casa…”
 
Sento ancora le urla di quella donna.
Chiudo gli occhi come se potessi scacciarle via ma non facevo altro che intensificare il suono della sua voce tanto detestabile quanto ferita.
 
“… io non stavo capendo niente anche perché mia madre non aveva mai fatto scenate del genere, anzi non l’avevo mai sentita ne piangere ne urlare soprattutto con un ospite…”
 
Ma per loro IO non ero un ospite anzi…
 
“…dopo che mio padre l’ha fatta calmare corse in camera e si rinchiuse… urlava, diceva che se Kagome non fosse uscita lei non sarebbe scesa… le urlò di tutto…”
 
 
“Sei un mostro, vattene da questa casa, tu dovresti essere morta, tu non dovresti esistere”
 
Cercai di non pensarci ma era più forte di me quelle parole mi schioccarono.
 
“… mio padre alla fine ci disse che …”
 
 
“Ciao Kagome, scusa per la spiacevole ospitalità… Io sono il padre di Sota, Kei Higurashi ”
 
Si presentò come se nulla fosse successo.
Dal canto mio avrei voluto presentarmi, parlare, anche solo scappare mi sembrava più sensato di rimanere ferma li con il vuoto dentro di me
Guardai Kei e chiesi cosa fosse successo con un sottile filo di voce
 
Lui sospirò, vi vedeva quanto non volesse ma avevo bisogno di spiegazioni, le volevo, le pretendevo…
 
“Sai sei davvero cresciuta… l’ultima volta che ti vidi eri appena nata”
 
Mi stava girando la testa in modo vertiginoso, mi dovevo sedere assolutamente e cosi feci.
 
“mi dispiace davvero tanto per mia moglie non avercela con lei, non si aspettava di certo di vederti qui, di punto in bianco”
 
“Ma di cosa sta parlando?” ero spazientita
 
“… allora tu non sai niente?” mi guarda sbigottito
 
“NO cosa diavolo dovrei sapere? Parli la prego perché sto impazzando” sbottai di nuovo… non ce la facevo più… volevo andarmene da li ma la voglia di sapere, di conoscere era più forte.
Lo vidi sospirare ancora…
 
“mi sembra assurdo raccontare ancora questa storia dopo 17 anni…..ma forse è meglio cosi chissà”
 
Ci fu un attimo di silenzio a dir poco snervante ma alla fine iniziò a parlare
“Allora… molti anni fa io e mia moglie ci conoscemmo a scuola, fu amore a prima vista, infatti non impiegammo niente a fidanzarci. In tutti gli anni delle scuole superiori rimanemmo sempre insieme eravamo felici, si non mancavano le litigate ma eravamo davvero felici…”
 
“Papà non vedo nessuno collegamento con tutto questo” disse Sota esasperato
 
“… e invece ne ha… l’ultimo anno delle superiori venne nella nostra scuola un nuovo studente si chiamava Akihito, un vero e proprio teppista, quel ragazzo non provava alcun sentimento umano, alcuno scrupolo, chi prendeva di mira rimaneva sempre traumatizzato dai suoi modi rudi e umilianti nonché schizofrenici che usava… a noi non importava, dissi sempre a mia moglie di stragli lontana e lei mi obbediva sempre ma non perché ne ero geloso ma perché si vedeva che era un tipo da evitare… a scuola due cose potevi essere per lui o i suoi tirapiedi o carne al macello , noi semplicemente lo ignoravamo fino a che non iniziò a prendere di mira anche lei…”


“Con lei intendi la mamma?”
 
“si..”
Respirò affannosamente facendoci percepire il peso che doveva provare nel parlare di quelle faccende ma che con me non trovavo ancora alcun legame..
 
“… quel pazzo la seguiva dappertutto, a scuola, a casa, quando usciva con le amiche.. era divenuta la sua ossessione, la voleva… ma il suo era solo violenta attrazione fisica… sperammo che tutto questo finisse con il diploma ed infatti così fu anche perché noi ci sposammo subito e tra preparativi e viaggio di nozze passò un anno…già…….quell’anno fu orrendo”
 
Si passò un mano tra i capelli cercando le parole giuste per continuare il discorso capacitandomi che stavamo arrivando al fulcro di tutto
 
“.... in quell’anno Akihito continuò a seguirla, la pedinava ogni tanto ci faceva visita cercando di entrare in casa con la scusa che era di passaggio… mia moglie stava diventando isterica e per poco non sfiorò la pazzia, io cercai di starle il più vicino possibile prendendomi anche i giorni da lavoro ma tutto questo non servì a niente…”
 
Strinse le mani così forte da far diventare le nocche bianche
 
“… quel giorno ero andato un attimo al mercatino qui vicino, era questioni di minuti e sarei tornato a casa da lei ma non fu così… mi intrattennero delle conoscenze, tutto sembrava non volermi far tornare a casa e cercai di affrettarmi il più velocemente possibile….ma quando tornai…”
 
Iniziò a guardare in alto cercando invano di non far scendere le lacrime
 
“… lui non aspettava altro… sapeva che non ero a casa e così si intrufolò dentro…per quanto mi dissero, mia moglie urlava ma nessuno, nessuno andò da lei, nessuno la aiutò… nemmeno io.”
 
“Papà cos’è successo dopo?”
 
“Do-Dopo…”
 
“Non ti azzardare a dire un’altra parola. Non a lui…. Non dirglielo”
 
Il Signor Kei si alzò raggiungendo la moglie che era appena entrata cercando di tranquillizzarla
 
“Oshino prima o poi lo sarebbe venuto a sapere… glielo dobbiamo dire”
 
Iniziò a negare con la testa e a piangere… cosa stava succedendo? Che cosa nascondevano? Guardai Sota che si era come congelato ma nonostante questo parlò
 
“Papà, mamma si può sapere cosa c’è? Ditemelo”
 
Lei continuò a scuotere la testa come se avesse paura…  ma di cosa?
 
“dobbiamo dire la verità… ora soprattutto che c’è anche Kagome” disse il signor Kei
 
La signora Higurashi alzò la testa e mi guardò con odio
 
“è TUTTA COLPA TUA, TUA E DI QUEL MALEDETTO… COSA C’è DOPO TUTTO QUESTO TEMPO VUOI SAPERE CHI è TUA MADRE? NON TI BASTAVA STARE CON LUI? VUOLE ROVINARMI ANCORA DI Più LA VITA?”
 
“Oshino lei non sa niente, calmati”
 
“Calmarmi? Quel maledetto mi ha rovinato… quel pezzo di merda ha rovinato la nostra vita… Mi ha violentato, ha abusato di me RIMANENDO INCINTA DI QUESTO ERRORE UMANO…”
 
Il tempo si fermò
Non riuscivo a capire niente.. tutto mi era cosi dannatamente sfocato.
Io, lei tutto intorno a me aveva iniziato a girare tant’è che mi dovetti mettere seduta iniziando a respirare profondamente.
Mi veniva da vomitare, mi sentivo fredda come il ghiaccio e allo stesso tempo era come se avessi la febbre.
 
“Ma…ma ch-e stai dicen-do… è impossibile io e Kagome abbiamo la stessa età,  mi.. mi avete sempre detto che sono stato concepito un anno dopo del matrimonio ma qui le cose non combaciano ” disse Sota cercando di rinsanire e guardandolo noto come il suo viso da color pelle era bianco cadaverico e come a stento riusciva a stare in piedi tanto che gli tremavano le gambe… ma più che su di lui mi concentrai su ciò che aveva detto… era vero, i tempi non combaciano a meno che…
 
 
“…gemelli..”
 
…..gemelli…
 
“Cosa?” disse Sota
 
“siete gemelli dizigoti… nati da due padri diversi” disse il Signor Hgurashi che nel frattempo cercava di calmare la moglie dandoci in mano una busta in cui scopriamo esserci le nostre ecografie.
 
“è imp-ossibile ma lei? Perché non è rimasta con noi? Per-chè io non l’ho mai vista?” ribadisce quello che ormai ho capito, è mio fratello
“Quando Oshino partorì la diedi in adozione… lei voleva tenerti all’inizio perché sapeva che tu non avevi nulla a che fare con tutto ciò ma appena ti partorì e ti vide iniziò a non capire più niente… eri lui… i tuoi occhi”
 
Mi guardò sperando di non dover continuare a parlare ma io non riuscivo a capire, era troppo per me… tutto quello era troppo da assimilare.
 
“I tuoi occhi sono identici ai suoi”
 
Ero al culmine.
 
Mi alzai dal tavolo in cerca di un bagno e vomitai… vomitai tutto… lo shock, l’amarezza, il dolore, il mio cuore… la mia anima.
Tutto e scappai lontana da quella casa, da quell’uomo, da quella che dovrei considerare mia madre e Sota con me.
 
Correvo come mai.
Correvo e guardavo il cielo chiedendo a qualcuno lassù che cosa avessi fatto di male per meritarmi tutto questo ma nessuno mi rispose…solo un fulmine, che squarcio quel manto ormai diventato impenetrabile per me.













Sono tornata... devo essere sincera questo capitolo non mi fa impazzire... nel senso mi piace come sta andando la storia però boh... forse è come la scrivo che non va ^-^''' fatemi sapere comunque se c'è qualcosa che non vi convince xD
Comunque i gemelli dizigoti sono più comuni, rispetto ai monozigoti e derivano dalla fecondazione di due diverse cellule-uovo da parte di due diversi spermatozoi e quindi si originano da due zigoti diversi. Sono quindi fratelli che condividono l'utero materno durante lo stesso periodo di gravidanza. Possono quindi essere molto diversi tra loro, prima di tutto come sesso, e poi per tutti i caratteri genetici e/o somatici. La fecondazione avviene per la presenza contemporanea di due ovuli nella stessa tuba, che pertanto vengono fecondati da due spermatozoi diversi.


Finita la spiegazione ci sentiamo presto... mi raccomando ;D
Alla prossima

Eilish

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Cap. 7 ***




















Dopo che Sota fini di raccontare quello che era successo mi senti stranamente a disagio.
Forse per gli sguardi degli altri o semplicemente per il suo che mi sta penetrando l’anima facendomi sentire quasi dolore al petto.
 
‘Non mi guardare cosi’
 
Questa era l’unica cosa a cui riesco a pensare e volendo togliermi dalla situazione con una scusa esco dal locale che sembrava stringersi ogni secondo di più.
 
Mi sento soffocare.
 
Camminando anche se a fatica trovo un piccolo piazzaletto li vicino, mi addentro sedendomi sopra una panchina che affaccia sulla città.
 
Non so quanto tempo resto ferma li, sembrano anni come pochi secondi ma è sempre stata quella la sensazione che mi da quando guardo il cielo.
Già, quel cielo che in questo momento mi appare sfocato a causa delle lacrime, che è sempre stato in ascolto alle mie preghiere, l’unico che mi ha accompagnato in questa vita, ascolterà da me un’ultima richiesta…
 
“Kami perché? Ho sempre sognato un giorno di poter parlare con i miei veri genitori, ho sempre immaginato un’incontro/scontro che avrebbe comunque portato ad un lieto fine e guardami adesso.
Mi sento soffocare, mi sento umiliata dalla situazione, conscia che la mia fantasia non si sarebbe mai trasformata in realtà e sporca… mi sentivo tremendamente sporca.
Sono  il peggio del peggio. Un errore. Feccia.
Cosa ci può essere di più orribile di venir a scoprire di essere il dolore di una donna, di essere uguale ad un criminale e di non essere stata voluta?
Se già prima pensavo di non essere nessuno come posso ora cercare di essere qualcuno?
Come può un essere umano crescere se sa di non aver ricevuto le basi della vita?
 
Sono un mostro…e perdonatemi pur pensadolo, pur ormai avendo visto la verità su ciò che sono, pur volendo credere di poter vivere, che ci sia qualcosa di più per me, di voler pensare che in futuro io non sarò mai come i miei genitori, di poter amare i miei figli con tutta me stessa… non ne ho le forze. Ora sento di non poter fare nulla perché so che le mie non sono altro che le speranze di una ragazzina che non sa cos’è.
Quindi tu che ci sei sempre stato concedimi un ultimo dono… ucc”
 
 
 
 
 
 
È inutile dire che appena ho finito di ascoltare Sota il mio sguardo si è posato su lei.
Cosa dovrei provare?  Disgusto? Nausea perché quella ragazzina è, come ha detto sua ‘madre’, un errore umano?
Ma per favore.
Non prendiamoci per il culo.
 
Sento la rabbia invadermi, le mani pizzicare e sento la gola farsi secca.
Più la guardo e più la vorrei fermare, perché dal suo sguardo so cosa sta pensando… Tsè, io odiarla? Penso proprio che la bimba non abbia capito un emerito cazzo.
Cerco di trasmetterle i miei pensieri ma non funziona tant’è che la vedo scappare fuori pronta ad un'altra ondata di pianto. Non ci penso due secondi, trattengo Sota che stava per andarle dietro e la rincorro trovandola in un piazzaletto, seduta con lo sguardo rivolto al cielo.
Cerco di andarle più vicino ma improvvisamente inizia a parlare e per quanto desideri stare li vicino a lei, mi fermo e ascolto.
 
 “Dio perché? Ho sempre sognato un giorno di poter parlare con i miei veri genitori, ho sempre immaginato un’incontro/scontro che avrebbe comunque portato ad un lieto fine e guardami adesso.
Mi sento soffocare, mi sento umiliata dalla situazione, conscia che la mia fantasia non si sarebbe mai trasformata in realtà e sporca… mi sentivo tremendamente sporca.
Sono  il peggio del peggio. Un errore. Feccia.”
 
La rabbia cresce, cosa diavolo sta dicendo! La osservo meglio e la vedo piangere mentre cerca di conitnuare il suo monologo.
Per favore, Dio ti darò qualsiasi cosa basta che la fai smettere.
 
“Cosa ci può essere di più orribile di venir a scoprire di essere il dolore di una donna, di essere uguale ad un criminale e di non essere stata voluta?
Se già prima pensavo di non essere nessuno come posso ora cercare di essere qualcuno?
Come può un essere umano crescere se sa di non aver ricevuto le basi della vita? “
 
Faccio fatica a trattenermi soprattutto quando la vedo alzarsi e oltrepassare la recinsione del piazzale, faccio per muovermi ma lei si ferma, la osservo ancora e sembra come se fosse in trance , come se non capisse il pericolo che c’è ad un passo falso da lei.
 
 
“Sono un mostro…e perdonatemi pur pensadolo, pur ormai avendo visto la verità su ciò che sono, pur volendo credere di poter vivere, che ci sia qualcosa di più per me, di voler pensare che in futuro io non sarò mai come i miei genitori, di poter amare i miei figli con tutta me stessa… non ne ho le forze. Ora sento di non poter fare nulla perché so che le mie non sono altro che le speranze di una ragazzina che non sa cos’è.
Quindi tu che ci sei sempre stato concedimi un ultimo dono…uccidimi”
 
Non so cosa stia succedendo in realtà, non sono tipo che si lascia trasportare dalle emozioni ma quella, quella cosina lì mi sta facendo impazzire e non riesco, nonostante il mio cervello dice ’stai fermo e fatti i cazzi tuoi’ il mio corpo sembra non voglia in nessun modo ascoltarlo. Io per primo mi sento sfasato ma infondo so che ciò che sto facendo è la cosa mi sensata che io abbia mai potuto fare.
Non realizzo subito cosa è successo ma il fatto che ora la tengo stretta a me vuol dire che ce l’ho fatta.
Lei mi guarda spaesata e io non ci vedo più.
 
“Cosa diavolo pensavi di fare? Ti rendi conto che ti stavi per buttare da uno strapiombo? Si può sapere cosa cazzo cercavi di fare? “
 
 So che non dovrei alzare la voce ma quello che stava per accadere mi ha fatto accapponare la pelle.
 
“lasciami stare”
 
“Cosa? È questo il ringraziamento dopo che ti salvo la vita? Ti rendi conto di quello che stava accadendo si o no?”
 
“non sono problemi tuoi, lasciami stare”
 
“si visto che non voglio averti sulla coscienza, figurati se ti lasciavo cadere”
 
“nessuno ti ha chiesto di seguirmi e ora vattene, non voglio nessuno! Cosa pensi che non sappia cosa stai facendo? Ti faccio pena non è cosi? Si capiva da come mi guardavi, pensi che non abbia capito che ora non sarà più niente come prima?”
 
“no tu non hai capito niente. Pena? Ragazzina ma scherzi? L’unica cosa che vorrei ora è che ti calmassi e ti rendessi conto di quello che stavi per fare…. Davvero vuoi morire? È davvero questo quello che vuoi?”
 
“Si maledizione SI, non ho più niente, non sono nessuno, una come me non sarebbe dovuta neanche nascere, a che pro resto qui sapendo che in ogni luogo in cui andrò mai nessuno mi accetterà e che ho nelle vene il sangue di uno psicopatico. Chi mai vorrebbe starmi vicino? Chi mai riuscirebbe a stare con me pensando che forse in un futuro diventerò come lui? Chi?”
 
“KAGOME”
 
Urlo il suo nome prendendole la faccia e scontrando la sua fronte contro la mia cercando di farla calmare, un vulcano in eruzione ecco cos’è. Tutto ciò la cosi sconvolta da non riuscire più a ragionare.
La sento respirare in modo affannoso per lo sfogo appena fatto, la guardo e non riesco a credere a quello che mi sta passando per la testa in una situazione del genere.
 
Un mostro? Lei?
Mai un paragone mi è sembrato cosi inadatto.
È bellissima.
 
“tu non sei un mostro e non sei un errore. Non sono bravo con le parole ma guarda dove sei ora. Hai una famiglia che ti adora e che scommetto di ameranno ancora di più, hai degli amici che stravedono per te… hai.. hai anche…me”
 
Dico sentendomi a disagio, non penso che ci voglia cosi poco per farle capire cosa voglio dire ma spero con tutto me stesso che una parte le sia arrivata.
Sento dei passi dietro di me e capisco che gli altri sono arrivati, con il mio aiuto si rimette in piedi e la osservo mentre con lo sguardo chino cerca di non piangere mentre Sota le accarezza la testa e uno ad uno si avvicinando cercando di toccare qualcosa di lei, come a farle capire che c’erano, per farle capire che non è sola.
La guardo e mi perdo come ogni volta ormai, non posso farci niente è più forte di me. Mi piace…
 
 
….e proprio per questo non posso farmi avanti.


















Ta daaaaa!!! I'm here, sono tornata!!
Vi prego abbiate pietà, lo so è da un secolo che non aggiorno questa storia ma ho passato un periodaccio che sinceramente sono contenta di aver chiuso.
Scusate per il ritardo, aspetto vostre riflessioni sul capitolo, ah scusate anche gli e/orrori grammaticali e anche per non aver risposto ad alcune recensioni, tranquilli le ho lette :D Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa mi sto scemunendo giuro.
Fatemi sapere T^T
A presto, 
Eilish.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Cap. 8 ***









Sono passati quasi quattro mesi da quel fatidico giorno, i miei amici e i miei fratelli mi sono rimasti vicino tutto il tempo e nessuno ha mai più riaperto l’argomento, sapevano che non mi piace parlarne e che soprattutto non voglio pensarci, e quindi mi hanno accontentata.
Il mio rapporto con Sota si è evoluto cosa che sinceramente mi rende molto felice, se fossi cresciuta con lui la mia infanzia sarebbe stata tutt’altro che cupa ma, ahimè non posso cambiare ciò che è stato.
Ci ritroviamo a parlare di tutto a volte con lui ci scappa la chiacchiera su nostra ’madre’, mi raccontò i giorni dopo la discussione che aveva parlato con lei facendole, sempre attento alle parole, capire che io non sono come mio padre, a maggior ragione visto che non l’ho mai conosciuto e non so che fine abbia fatto… e da un lato neanche mi interessa saperlo ma c’è una parte di me, quella curiosa che continua a farmi pensare a come lui sia.
Per carità, chi vorrebbe avere un padre del genere, io no, anzi a volte mi reputo fortunata a non averci avuto niente a che fare ma è anche normale voler sapere qualcosa in più delle mie origini.
 
“ehi stupida ti vuoi muovere, siamo di nuovo in ritardo, non ce la faccio più a correre la mattina presto” mi dice Sango
 
“Or su quante storie, muoviamoci se no chi lo vuole sentire il preside” rispondo
 
Il mio rapporto con Sango e Koaku non è cambiato anzi, da quando hanno saputo che sono la sorellastra di Sota è come se ci fossimo uniti di più, tant’è che anche Sota ormai si rende conto di essere entrato nella famiglia Hirai.
Sto notando che Sango ha un certo interesse per Miroku ma visto che il suo carattere la fa sembrare acida fin dal mattino e che quel povero ragazzo penso non arrivi alla fine dell’anno per le sue stratosferiche cinquine, non so come andrà a finire, ma ho notato un piccolo cambiamento  in lui.
Lui pensa che nessuno se ne sia accorto ma tutti sappiamo che quando non c’è Sango non guarda di striscio una ragazza mentre quando c’è va dietro ad ogni sedere sodo accompagnato da un seno portentoso che osserva ma non guarda davvero perché con la coda dell’occhio sta attento alle sue reazioni.
Non so se mi dispiace per lui o ridere per la situazione visto che guardandola da fuori tutti penserebbero che Miroku sia masochista, e infatti molti ne sono certi ma io vedo come la guarda, vedo come, in un certo senso la studia e saperlo accanto a lei mi fa più che piacere.
Ho instaurato una certa iperprotettività nei suoi confronti e vedere che anche da lontano lui si prenda cura di mia sorella non posso che intenerirmi vedendo i suoi tentativi, che spero vivamente possano riuscire a far sbloccare quell’acidona.
 
Arrivati a scuola, dopo esser andati a prendere Sota sotto casa ci avviamo ognuno nelle proprie classi e mi soffermo su un particolare che mi crea una piccola fitta al petto.
Inuyasha non è a scuola.
Lui è uno dei punti interrogativi a cui non trovo nemmeno una misera e stupida risposta. Dopo tutto quello che successe quel giorno ha iniziata ad ignorarmi e la cosa non può che non farmi pensare.
È per quello che ha scoperto? È per me? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Insomma, non mi sembra. Quel giorno gia ci eravamo chiariti e sembrava essere tornato tutto come prima ma vedevo che più cercavo di stargli vicino, nonostante non mi rispingesse, e più lo sentivo lontano miglia e miglia.
Mi dava fastidio come mi da fastidio tuttora. Si, perché la situazione non è cambiata per nulla anzi, se posso dirlo è addirittura peggiorata.
Non lo vedo quasi mai, quando usciamo sta sempre insieme o a Miroku o al fratello e il fatto che parla spesso con Ayame mi provoca un certo malumore.. ma non solo a me.
Ho notato che Koga spesso e volentieri cerca di intromettersi nei loro discorsi ma appena si avvicina Inuyasha se ne va e la cosa è sospetta.
Per quanto riguarda me invece, non lo so.
Ci troviamo allo Sky quasi tutti i pomeriggi, visto che sta finendo la scuola e che per fortuna nessuno di noi ha delle lacune in qualche materia, possiamo stare tranquilli e goderci quella per noi è già iniziata… l’estate.
Oggi come da programma ci rivediamo tutti li e, come da programma appena entro nel pub vedo Inuyasha e Ayame ridere come se non si vedessero da anni. Ho chiesto anche a Sango e anche per lei è strano il loro atteggiamento visto che non si sono mai parlati più di tanto.
So che non dovrei perché alla fine io non sono nessuno per lui ma tutta questa situazione mi ha portato a non cercare un dialogo con lui e a non parlare quanto dovuto con lei.
Mi danno fastidio.
Il solo fatto di vederli seduti vicini o che si salutano con un abbraccio mi da i nervi… e più li guardo e più vorrei piangere per il nervoso ma alla fine mi alzo
 
“Sango, Miro io esco un attimo… ho bisogno di aria”
 
Non li lascio nemmeno rispondere che sono fuori sulla panchina del piazzaletto a guardare il cielo.
Oggi le nuvole sono cosi belle danno un tocco di arte all’azzurro che li circonda ma invece di rasserenarmi, come ha sempre fatto, osservarlo mi fa sentire pesante.
 
Odio sentirmi cosi. Odio vedere che nonostante cerchi di non pensare a loro mi ritornano in mente e detesto quella parte di me che pensa
‘erano solo belle parole quelle che mi ha detto quel giorno’
 
Già, perché lui quando si era alterato mi aveva detto che c’era e he ci sarebbe stato… ma adesso?
 
Adesso dove sei?
 
Solo llora mi accorgo di aver finalmente cacciato le lacrime. Assurdo, non dovrei piangere perché lui non è mio e non mi ha promesso amore eterno però… volevo che ci fosse, ma più di tutto volevo che lui avesse bisogno di me.
 
“non ti starai per buttare di nuovo vero?”
 
 
 
 
 
Dio mio ma cosa sto facendo? Sono davvero un bambino.
Sono giorni che non le parlo come si deve fatto sta che se n’è accorta pure lei che non mi viene neanche più vicino, anzi abbiamo intrapreso un giochetto davvero ridicolo, se c’è lei io esco, se ci sono io lei dopo un po’ riesce e se ne va al palazzetto. Come lo so? La seguo. So che non è per niente virile quello che sto facendo ma la paura che ricapiti di nuovo quello che è successo mi attanaglia lo stomaco.
Anche ora, sono intento a parlare con Ayame e con la coda dell’occhio la vedo sospirare, guardare nella mia direzione e uscire.
Perché ha sospirato? Perché mi ha guardato? Che si sia stancata di me?
A quel pensiero rabbrividisco. Sono stato uno stupido, pensavo di aver fatto una cosa buona ad essermi allontanato visto il bisogno che aveva di stare con Sota e invece tutti mi stanno facendo notare quando io sia un rimbecillito… sono senza speranza.
Continuo a cercare di ascoltare Ayame ma cazzarola questa tipa parla che è una bellezza, è una macchina che caccia parole su parole tant’è che ho perso il filo del discorso ma visto che sta ridendo cerco di mostrare quello che a parer mio è uno sbuffo più che un sorriso.
Questa farsa mi sta rompendo le palle… mannaggia a me e a quando l’ho ritrovata in lacrime quel giorno chiedendomi una mano.
Ed ora eccomi qui a far cercare di ingelosire quel cretino di Koga, cosa che sembra funzionare visto che sta venendo dalla nostra parte con uno sguardo omicida.
 
“si può sapere che succede?”
 
È incazzato nero.
 
“Koga che c’è? Che hai?” chiede lei… sembra abbia paura. Beh non le do torto, neanche io ho mai visto Koga in questo stato.
 
“Che ho io? Che avete voi, il vostro stare sempre appiccicati non è passato inosservato a nessuno. Stae insieme? No ditelo cosi almeno tutti capiamo… cos’è avete scoperto di essere fatti l’uno per l’altra?”
 
“Yoro calmati” dico io
 
“Calmarmi? Io SONO calmo, e poi tu che cosa cazzo stai facendo? Non ti interessava Kagome? Ora anche Ayame? Da quando ti sei lasciato con Kikyo vuoi darti alla pazza gioia?”
 
Eh no, adesso basta mi ha rotto le palle
 
“Ma come cazzo ti permetti. Ti annuncio che questa ragazza qui sta sbavando una tua attenzione da mesi e tu non te ne sei minimamente accorto”
 
“che?” dice tornando improvvisamente calmo con una faccia che prenderei a schiaffi
 
“Koga ora ti spiego io. Inuyasha e io non ci stiamo frequentando, mi sta solo aiutando. Un po’ di tempo fa mi sono resa conto che tu mi iniziavi a piacermi davvero ma tu invece non mi guardavi neanche per un secondo, questa cosa mi ha fatto molto male cosi un giorno in piena crisi di pianto Inuyasha mi ha vista e gli ho chiesto aiuto”
 
Ha iniziato a piangere, si vergogna è normale ma per fortuna visto che il locale aveva appena aperto quando siamo arrivati ci siamo solo io, loro due, Sango e Miroku…. Quindi nessun altro può vedere la scena.
 
“In che senso?” chiede Koga arrivando all’altezza del suo volto e prendendole il viso con tutte e due le mani.
 
“Volevo che mi iniziassi a guardare, a notare e se il solo modo era di farmi vedere più vicina a qualcun altro… allora l’avrei fatto. Ho pensato che solo cosi tu ti fossi reso conto di quello che provo per te” dice continuando a piangere
 
“e cosa provi per me?”
 
 
Che cazzo… eccolo qui l’esemplare più intelligentemente stupido dell’essere umano ‘Koga Yoro’
 
“Ti voglio avere vicino, voglio parlarti, voglio baciarti, voglio tutto di te perché tu sei l’unico che mi fa sentire in questo modo. E voglio che solo tu possa vedermi in queste situazioni. Io ti a-“
 
Udite, udite finalmente per la mia felicità e per la gioia di questi due babbei si sono finalmente baciati…
 
“Stupida. Non c’era bisogno di fare tutto quello show con Inu.. Io già ti amavo e ti amo ancora di più adesso”
 
… e con questa frase possiamo dare inizio al giorno del diabete.
Guardo gli altri due dietro di me e noto che si tengono per mano ma appena sentono di essere osservati Sango la toglie diventando super imbarazzata
 
“Non ditemi che tocca a voi che se no esco subito. Un’altra scena di quelle e vado direttamente in ospedale a curarmi il colesterolo”
 
“Ma stai zitto cretino” mi dicono la nuova coppia ridendo
 
Mi lascio andare su un tavolino con la testa piena di pensieri che finalmente posso elencare.
Ora sono io quello nella merda, che faccio con Kagome? E tra l’altro dove cavolo se ne è andata quella stupida? È da un’ora che sta fuori.
Mi alzo per uscire dal pub ma mi ritrovo una scena che mi lascia spaesato e confuso.
La vedo che rientra e sorride, il solito e bellissimo sorriso imbarazzato che ogni volta mi scioglie i nervi. Vorrei tanto che fossi io la persona a cui lo dona, mai come in questo momento vorrei esserci io al suo fianco ma quello che non capisco, che mi fa stringere i pugni fino a farmi male e salire il sangue al cervello è la sua mano unita a quella di Hojo.







Fatemi sapere come vi sembra. Diciamo che dal prossimo capitolo sarò più esaustiva con gli eventi della storia. Grazie in anticipo a quelli che la leggono. 
A presto,
Eilish

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2803355