Vacanze

di Lily777
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Questa è la mia seconda fic, sempre a capitoli come la precedente. Non ne avrà molti, anzi, al massimo tre.

L'idea mi è venuta mentre ero in viaggio per una vacanza. La lontananza da alcuni amici mi ha causato un po' di nostalgia, e mi è affiorato questo pensiero: Chester e Mike vanno sempre via assieme quando non hanno impegni e non sono in tour. E se per una volta uno di loro partisse solo con la famiglia, allontanandosi dall'altro per un po' di tempo? Ed ecco qua il risultato.

La storia viene raccontata dal punto di vista di entrambi.

Spero sia decente e vi piaccia, un bacio e buona lettura.

La storia è dedicata alla fantastica Black_in_Pain, che mi sostiene sempre e mi da forza e coraggio. Grazie di cuore, ti adoro, sei la mia scrittrice preferita

" Tiro le lenzuola verso di me, cerco di avvolgermi il più possibile in esse, ho freddo.

Ma la persona stesa accanto le strappa insensibilmente dal mio corpo per poter cercare calore, infreddolita anch’essa.

Mi lamento e le afferro nuovamente.

Sento imprecare e un sorrisino divertito appare sul mio volto.

- Cazzo Mike…- sussurra Chester. Ridacchio apertamente, non mollo le coperte così comincia a strattonarle, poi seccato mi si attacca dietro e mi abbraccia stretto – Fanculo… Va bene, peggio per te- biascica.

Quasi mi soffoca, allora decido di smetterla di fare il bambino capriccioso – di solito è lui a comportarsi così- e mi rigiro fra le sue braccia. Dopodichè lo stringo a me, trasmettendogli calore.

– Mmh… Così va meglio…- Sorrido alla sua uscita.

Beh, non posso dargli torto!

Rimaniamo così per un po’.

Com’è caldo…

Poi però il mio telefonino suona. Altre fantasiose imprecazioni volano e io sono costretto a divincolarmi da lui per poter raggiungere il cellulare.

Ovviamente è Anna.

Faccio un grosso respiro prima di rispondere.

Mi sento sempre una schifezza quando mi chiama e sono in compagnia di Chez.

E lo sono molto spesso!

- Ehi, ciao tesoro- dico senza entusiasmo e a bassa voce. Anche perché il mio caro compagno qui accanto odia quando chiamo le persone "amore" o "tesoro", a meno che queste dolci parole non siano rivolte a lui.

- ciao amore! Senti, scusa se te lo chiedo, ma hai ancora molto lavoro da fare…? Stasera volevo andare al nostro ristorante preferito con Otis, è da molto che non usciamo insieme e…- lancio un’ occhiata a Chester, che mi fissa con una strana espressione. – Ma certo, mi piacerebbe molto!- in effetti non è una cattiva idea. Avevo altri piani, ma non è giusto trascurare sempre la famiglia, voglio un bene dell’anima a mia moglie e mio figlio, quindi rimanderò i miei progetti ad un altro giorno.

- Oh, che bello! Allora ci vediamo fra due orette a casa!- Esclama Anna felice. –Mi chiami se in caso hai degli imprevisti, d’accordo? Non siamo obbligati ad andarci proprio oggi…- continua.

Forse ha paura di sembrare inopportuna o pesante.

Non se lo merita affatto.

- Ma no, va benissimo tesoro! Allora a dopo, fatevi belli!- ci salutiamo e chiudo la comunicazione.

Mi giro e non faccio in tempo ad aprir bocca che lui esclama: - Ma hai l’amante?!-

Strabuzzo gli occhi.

Che?!

Trattengo a stento la voglia di scoppiargli a ridere in faccia.

- Ad ogni ora c’è sempre qualcuno che ti cerca…-

- Certo che ho un amante!- replico – sei tu!- ed esplodo in una fragorosa risata.

Ma sarà scemo?!

- Non ridere, idiota…- mi guarda male e mi fa il dito.

Fa pure il geloso! Quanto è stupido!

- Tutti lo sospetterebbero! Sei ricco, famoso, belloccio!- sto aggettivo da dove salta fuori? -… sei la mia luce e…-

Si blocca.

Ok. Questo se l’è lasciato sfuggire.

Oddio mi ha fatto un complimento.

E che complimento! Porca miseria! Mi manca il fiato!

Arrossisco visibilmente.

Ci osserviamo per un attimo, lui per la prima volta in vita sua è un po’ imbarazzato.

Non attendo oltre. Gli salto al collo e lo bacio dolcemente per ringraziarlo.

Lui è sempre stato il mio punto debole, il mio cuore e la mia anima.

Naturalmente, da bravo maniaco quale è, si riprende subito dal suo stato di tilt, mi butta sul materasso e si stende su di me, approfondendo il contatto.

Dio, com’è caldo…

Ho due ore, mi ripeto in testa, due ore… Posso coccolarmelo quanto voglio.

Ma poi un altro squillo ci interrompe.

Si stacca da me alterato e mi prende il telefono. – Io te lo spacco!- sibila. Sorrido dispiaciuto.

Vede che è Anna.

- Ora le dico che sei con me e che deve lasciarci sbaciucchiare in pace!- esclama.

O porca miseria, ne sarebbe capace! Lo blocco in tempo, gli prendo dalla mani questo oggetto fastidioso e rumoroso.

Zittisco Chez e rispondo:- Dimmi amore- quando pronuncio l’ultima parola, lui si volta di schiena sussurrando un ‘fanculo’ e va in bagno. Si chiude dentro sbattendo la porta. Ohi ohi…

- Scusa ancora Mike. A cena dovrei parlarti ok?-

Deglutisco e mi si gela il sangue.

Non respiro più.

Oddio.

Che vorrebbe dirmi…?

- È… È successo qualcosa?- Balbetto roco, non ho più ossigeno.

- Che? Ma no amore, sta tranquillo! Devo proporti una destinazione nuova per le vacanze!-

MAMMA MIA.

Stavo per morire! Pensavo fosse qualcosa riguardante me e Chez e il fatto che ultimamente ci frequentiamo troppo.

Beh, in realtà ci frequentiamo troppo da sempre.

Sospiro sollevato – Ah ok, va bene! Ci vediamo a casa fra un po’ allora! Un bacio! – chiudo la chiamata.

Questa volta spengo proprio il telefono.

Mi faccio ribrezzo.

Lo so, sono uno stronzo.

Se mi richiama e vede che ho la segreteria, penserà che prima mi ha disturbato, che non era il momento opportuno e quindi ho chiuso per non essere distratto o infastidito.

Ma ora devo occuparmi del mio cuore che è rintanato in bagno, arrabbiato e scocciato.

Poi riaccenderò l’aggeggio.

Picchio sulla porta e ho un Dejavù. Nemmeno due mesi fa quello a cui bussavo insistentemente era lo sportello della sua auto… sorrido.

Siamo arrivati lontano… anche se i sensi di colpa sono sempre presenti, ora so che non lo abbandonerò mai, dovesse Anna venire a sapere della nostra relazione.

Non lo lascerò.

Omai è la mia linfa vitale e io sono la sua!

Dopo due minuti buoni, trecentomila colpi e ‘ ti prego ’ pronunciati piagnucolando, Chez si decide ad aprirmi. Mi mostra un broncio adorabilmente infantile e gli sorrido intenerito.

Sembra che stia facendo solo dei capricci, ma io so quanto lo faccia star male veramente questa situazione.

- Non mi chiami quasi mai tesoro o amore…- sussurra imbronciato. Poi si fa improvvisamente serio – quasi mai…-

Ma dimmi te se si deve rattristare e indispettire per una cosa come questa!

Come si fa a non amarlo?

Mi si stringe il cuore.

- Chester…- bisbiglio andandogli incontro, lo abbraccio e noto che il suo fiato, prima corto e marcato, ritorna regolare.

Provo una sensazione di conforto appena gli avvolgo la vita sottile.

- Ma io non ho bisogno di chiamarti con questi termini.- mi guarda confuso. Ha indossato i miei pantaloni del pigiama, stanno larghi a me, figurarsi a lui.

Fa ancora più tenerezza e sembra realmente un bambino indifeso, ora.

- Tu sei la mia anima.- dico, guardandolo negli occhi scuri in cui mi perdo sempre. – Sei il mio Sole… Sei…- continuo, cercando dentro di me, esprimendo ciò che provo.

Non gli avevo ancora dichiarato queste cose.

Più mi apro e più i suoi occhi diventano lucidi.

È Uragano.

- se vuoi posso chiamarti così. Ma non tesoro o amore, no. Non bastano.- appena glielo sussurro, mi fa tacere premendo le sue labbra sulle mie.

È incredibile quanto questo leggero sfioramento mi faccia emozionare.

Sembriamo due ragazzini!

Ma a me piace questa dolcezza, non è mai troppa. Dopo aver atteso entrambi 16 anni per metterci assieme… Ce la possiamo permettere!

A interromperci ancora una volta è una suoneria.

Il telefonino di Chez…

- Mmh…- questo mi fa capire che non ha nessuna intenzione di staccarsi da me e rispondere.

Sorrido sulla sua bocca e a malincuore mi separo, glielo prendo e lui mi guarda velenoso.

Risponde :- Dimmi Tal!- sembra che voglia ucciderla!

- Ehi qua le gemelle non fanno altro che litigare e piangere! Ti prego, vieni in mio aiuto Chester! Stanno buone solo se ci sei tu! Mi hanno procurato un bel mal di testa!- la sua voce si sente fino a qui, interrotta dalle grida delle bambine.

- Oh povera te, ma che hanno oggi?!- esclama Chez mentre mi dà una rapida occhiata e poi si toglie i miei pantaloni per indossare i propri.

- Mah, non lo so! Scusa il disturbo, spero di non aver interrotto un momento… Intimo…- e la sento sogghignare.

Talinda è l’unica a conoscenza della relazione fra me e suo marito.

D’altra parte, loro si adorano, ma non c’è amore. Si sono sposati dopo pochissimi mesi di conoscenza, e lei era già incinta… quindi diciamo che si coprono a vicenda. Chester la aiuta in tutto e per tutto, è la sua migliore amica, le dà denaro, la rende felice, ama i figli e sta volentieri a casa con la famiglia. Lei sta bene con lui, adora i bimbi e maschera noi due facendo set fotografici da prima pagina del giornale con il suo compagno.

Io sono un caso a parte.

Lavoro ventiquattr’ore su ventiquattro, non vedo quasi mai i parenti. Fra me e Anna le cose vanno bene, ma non c’è l’armonia che possedevamo un tempo. D’altronde appariamo raramente, ci frequentiamo poco e mi dispiace, anche per Otis.

Ma gli unici momenti liberi che mi concedo li dedico a Chester.

Poi si torna in attività.

E ritornano a farsi sentire più che mai i sensi di colpa.

- In realtà si, ci hai interrotti scema, ma ti scuso! Ciao bellissima, ci vediamo a casa fra poco- risponde lui e chiude la telefonata. – Le principesse stanno facendo morire Tal, devo correre.- sospira e mi sfiora la bocca – ci vediamo stasera sul tardi allora?- chiede speranzoso. Lo guardo sconnesso. – Ma Mike ci sei?! Hai appuntamento con la band, dobbiamo festeggiare con gli altri per il successo del nostro nuovo album no?- Oh porca miseria, è vero! Me n’ero completamente dimenticato! Ora si arrabbierà…

- Oh… Scusa ma ho appuntamento con Anna, usciamo con Otis e penso staremo via tutta la serata. M’ero scordato che ci riunivamo proprio oggi…- mi gratto la testa e attendo le grida.

Che non arrivano.

- Ah bello!- sussurra. Mi guarda come a dire ‘ non preoccuparti ’. – Vabbè dai. Vorrà dire che rimanderemo ad un’altra sera, ma saremo solo io e te e…- mi sfiora il sedere con la mano -...dovrai pagare un extra per farti perdonare questa mancanza…- sorride malizioso, poi infila veloce i suoi abiti e se ne va urlando – divertiti e abbraccia il bimbo da parte mia!-

Rimango imbambolato.

Da quando è diventato così accomodante e calmo? Dolce e arrendevole?

Mamma mia, è cambiato tanto in questi anni… All’inizio solo dopo averlo conosciuto come si deve capivi che in fondo è una brava persona che indossava mille maschere solo per difendersi dal mondo.

Ora invece ha abbandonato la maggior parte di esse ed è più se stesso, è più sereno.

Ed è ancora più meraviglioso.

Riaccendo il cervello e mi vesto ‘sarà meglio che anche io vada ’.

Afferro le chiavi dell’appartamento-sede, chiudo a chiave, entro in macchina e parto."

 

/ Si sentono pianti e grida da fuori porta di casa! Prendo un grosso respiro ed entro, preparandomi alla tortura.

Appena apro, Talinda mi corre incontro e dice alle bimbe :- Su su, buone, è arrivato papà vedete?- e me le molla, mentre lei va a prendersi una pastiglia per l’emicrania. Povera, è sfinita. Cazzo che casino fanno, sono nervosette, eh?

- Papi! Non mi dà la bambola!-

- È mia!- Oh Santo Cielo qualcuno mi salvi!

Poco dopo torna, solo ora noto i suoi capelli scuri tutti scompigliati e le occhiate da record.

Le sorrido e le sfioro la guancia con la mano – Va a riposare, ci penso io ora- bisbiglio.

Mi rivolge uno sguardo dolce, di gratitudine, e si avvia in camera.

Mi rivolgo alle gemelle - Ehi, calma marmocchiette, quella si può condividere!- come sono belle… Bacio sulla fronte entrambe, poi afferro la bambola e, con una voce in falsetto, comincio :- Kelly non vuole che litighiate. Kelly vuole bene a tutte e due!- le principesse ridono e mi sento meglio.

- Dai, avete fatto impazzire la mamma! E non avete dormito neanche un po’ questo pomeriggio! Su, andate nel lettino!- poi comincio a carezzarle e canticchiare una ninna nanna.

Solo che dopo venti fottuti minuti di urla e di ‘ non ho sonno ’, la mia voce da dolce e leggera che era muta in rabbiosa e seccata. Ma porca miseria, non la finiscono più!

Faccio parecchi tentativi, cambio canzoncina una decina di volte e solo dopo un altro bel po’ di tempo si addormentano. – Alleluia…-

Mi accascio sul divano sfinito e mi accorgo che Mike mi manca di già. Lui ora saprebbe tirarmi su il morale, mi abbraccerebbe paziente e sorridente.

Ma sono un idiota! Non ci vediamo da un’ora Santo Cielo, mica da due settimane!

Sospiro e sento le palpebre pesanti. ‘ Ora lui è con Anna e si stanno divertendo…’ considero intristendomi, ‘ sta bene con lei. Passerà una serata piacevole, devo smetterla di pensare continuamente a lui.’ e con questo mi addormento.

Mi sveglio di soprassalto, ricordandomi che stasera mi devo vedere coi ragazzi.

Che cazzo di ore sono?! Guardo l’orologio: ventidue e dieci. Perfetto, sono in ritardo!

Tal ancora dorme.

Mi dirigo frettolosamente in bagno, mi do una spazzolata ai denti, do un’occhiata alle gemelle, poi prendo occhiali, sigarette e accendino ed esco di casa.

Dieci minuti e arrivo nell’appartamento occupato da me e Mike nemmeno cinque ore fa.

Saluto tutti e mi chiedono dove sia il nostro MC.

- Aveva un appuntamento, è uscito con Anna e Otis- rispondo. Ovviamente Joe, che non sa neanche cosa sia il tatto, subito approfitta affermando:- Chissà cosa succederà stanotte dopo la cenetta romantica eh…?- un ago mi si infila lentamente nel cuore.

Ridacchia e Dave gli batte il cinque per pietà, alzando gli occhi al cielo.

Brad fissa male l’idiota della band e Rob invece guarda me, dispiaciuto.

Perché mai? Che cazzo vuole?

Lo fulmino con lo sguardo, e subito me ne pento: con lui vado molto d’accordo, è discreto e sempre buono e gentile. Abbiamo una buona intesa.

Solo non capisco che abbia da guardare.

Brad mi dà una pacca sulla spalla e cambia discorso, facendo considerazioni su diverse canzoni del nostro repertorio, poi passa ai live.

Ma che hanno tutti oggi, si può sapere?

 

È quasi mezzanotte quando, dopo diverse argomentazioni,risate e birre, uno a uno cominciano ad andarsene per tornare a casa.

Mi accorgo che rimaniamo solo io, Brad e Rob.

Sembra vogliano parlarmi di qualcosa, ma nessuno dei due apre bocca, rimangono semplicemente seduti di fronte a me lanciandosi sguardi strani.

Comincio sinceramente ad innervosirmi e sto per dare sfogo al mio turbamento, quando sento la porta dell’appartamento aprirsi.

Compaiono una testa dalla chioma nera e degli occhi leggermente a mandorla. – Ehi ragazzi, ci siete ancora?- sussurra. – Mike…!- esclamo, tutti gli occhi si fissano su di lui e ringrazio Dio che quest’uomo arrivi sempre al momento giusto.

- Ciao amico! Non eri fuori?- chiede Rob, poi noto che Brad si alza dal sofà e si dirige verso l’uscita.

- Si fino a poco fa, con Anna e Otis! Però volevo almeno venire a salutarvi, mi sono sentito in colpa!- ridacchia.

- Beh, piacere di averti visto, UomoSempreImpegnato! Io però devo andare, se Sara vede che sono ancora fuori a quest’ora mi mangia vivo!- abbraccia frettolosamente me e Mike e lancia un’occhiata significativa al batterista.

Significato che non colgo.

- Oh, meglio se vado anche io…- esclama Rob, mi rivolge un sorriso che ricambio confusamente, fa lo stesso col mio compagno, poi entrambi spariscono.

- Ma si può sapere che cazzo hanno quei due?!- grido spazientito. È tutta la sera che si comportano in maniera bizzarra!

Mike non dice nulla, mi raggiunge, si siede sul divano e mi stringe fra le braccia.

Ma è morto qualcuno e stanno cercando il modo migliore per dichiararmelo?

- Che devi dirmi?- domando, ansioso.

-… Anna mi ha chiesto se quest’anno possiamo cambiare meta per il nostro viaggio delle vacanze.-

Fin qui nulla di tragico.

- E…?-

- E ha detto che vorrebbe trascorrere un periodo solo con me e nostro figlio! Andiamo sempre via insieme a te, Tal e i tuoi bimbi. Non potevo dirle di no. Abbiamo bisogno anche noi di un po’ di tempo per stare assieme. Passeremo tre settimane a…-

- Bisogno di tempo? TRE SETTIMANE?!- esclamo sconvolto. Come faccio a vivere tre fottutissime settimane senza di lui?!

Anna avrà anche ragione a voler avere un po’ di intimità con suo marito… Ma non se quest’ultimo è il MIO compagno!

Penso che gli occhi stiano per uscirmi dalle orbite, perché li sgrana anche lui e mi guarda spaventato, per poi continuare il suo discorso :- le passeremo a Kailua, alle Hawaii; sai, vorrei passare qualche istante anche con lei e…- qua scatto. Perché deve dire queste cose proprio a me?!

- Puoi anche direttamente dichiarare che preferisci stare con lei che con me! Ma porca miseria Mike, stai sempre a lavorare, se è per questo non passi mai del tempo neanche con me!- a questo punto si mette a ridere. Ah, RIDE PURE!

- Ma si può sapere che stai farneticando Chez? Innanzitutto non è vero che preferisco lei a te! Secondariamente, siamo nella stessa band da 16 anni! Stiamo sempre vicini!- Ma che cazzo c’entra!

- Siamo un gruppo, Mike, stiamo sempre IN gruppo! Non da soli! Abbiamo una relazione da soli due mesi, quindi prima ci vedevamo sempre principalmente per lavorare!-

- Chester, aspetta, hai fraint…-

- È fottutamente vero! Ma ci hai mai pensato?! Le uniche volte che ci siamo ritrovati eravamo con le nostri mogli per andare in vacanza assieme. Ma almeno lì avevo l’occasione di starti accanto al di là della nostra attività! In sede, quando eravamo solo io e te per scrivere le canzoni e cioè la maggior parte delle volte, avevo una voglia tremenda di fare diverse cose invece che cantare, ma la nostra sembrava solo un’amicizia, quindi non potevo far altro che farti ridere inventando varie cavolate e battutine, e tu mi stavi dietro, ci comportavamo come due migliori amici. Ma è proprio questo il punto: noi non siamo migliori amici!-

- Chester, so quello che vuoi dire ma…-

- Siamo una coppia! Non puoi darmi una pacca sulla spalla e dire ‘ vado in vacanza con mia moglie tre settimane perché non sto mai con lei ’! Non stai mai neanche con me!-

- Sono sempre sommerso di lavoro!-

- Infatti Mike! Che devo fare, chiedere un permesso per avere un po’ del tuo tempo? Pregare Anna di lasciarti a me una sera su venti? Dai, è ridicolo cazzo! Ogni volta che sei lontano da me io… Oh fanculo.- mi gira la testa, mi risiedo sul divano mentre lui mi scruta, stranito e rattristato.

Non si aspettava di certo questo fiume di parole, sinceramente neanche io, ma quando ci vuole ci vuole! Cosa dovrei fare?

Rischio che mi sfugga di nuovo fra le mani se se ne va con lei.

Lo so, lo conosco, lo sento.

Ho una paura fottuta.

- Senti… Io non avevo idea che la pensassi in questo modo. Mi sono spiegato male, ti chiedo scusa. Io sono davvero contento di poter stare con te appena ho qualche istante libero, Chester. E sono consapevole di dedicare poco tempo a tutti, specialmente a te a causa della mia fissa di occuparmi sempre di qualcosa di nuovo. Hai ragione, certo, su tutti i fronti. Ma non posso dire di no alla mia famiglia, capisci?- mi poggia incerto un braccio intorno alla vita e continua a osservarmi, incerto sul da farsi.

Lui non sa come agire?! E io che dovrei dire che non lo vedrò per un’infinità di giorni?!

- Sognavo di essere il punto principale per te. Non è così. Ci sarà sempre qualcun altro.- l’unico a sprofondare sono io. Perché sono un debole di merda. Sono migliorato ma di base resto sempre lo stesso debole. – Tu sei il mio sostegno Mike. Credo che il tuo invece siano Anna e Otis. Come è giusto che sia! Loro sono i tuoi familiari! Ma non riesco ad accettare che tu vada via. Non avrai tempo per me dopo.- sono un’egoista cazzo, lo so. Sono sbagliato.

Non lo lascio replicare.Mi divincolo da lui, dirigendomi verso la porta. Mi sento vuoto, senza anima. Senza di lui.

- Passa buone vacanze e riposa, che poi si ricomincia a lavorare… Giusto? Ah, tu senza non vivi.- non lo guardo neppure, esco e sbatto la porta.

Sbatto i miei modi sgarbati e arroganti in faccia a lui.

Ma l’unico che poi riceve uno schiaffo in pieno viso sono io.

 

‘Ora non lo vedrò per un mese ’ considero durante il tragitto verso casa. ‘ Bel modo di salutarlo… Complimenti Chester, fai sempre la cosa giusta!'

Sospiro.

Mi sembra manchi l’aria.

Entro a casa, ho il visto contratto in una smorfia di disgusto. Disgusto verso me stesso. Che idiota sono! Voglio baciarlo, abbracciarlo, voglio solo poter stare con lui e invece che faccio? Mi metto a gridare e rovino sempre tutto. È incredibile!

Mi stendo sul letto, vicino a mia moglie. Guardo l’ora nel cellulare: l’una e mezza. È molto tardi. Eppure non ho sonno.

Questa serata l’avevo programmata diversamente.

Io e Mike dovevamo stare assieme. Dormire l’uno fra le braccia dell’altro.

Gli avrei sussurrato una canzone finché non si fosse addormentato.

L’avrei cullato tutta la notte.

Invece non ci vedremo per un mese. E neanche ci sentiremo per telefono. Troppo rischioso per lui con Anna. Insomma, perché dovrebbe regolarmente ricevere chiamate da un ‘semplice amico ‘?

Voglio lasciarlo in pace. E poi proverei ancora di più la sua mancanza, ascoltando la sua voce.

Mi giro verso Talinda.

La osservo.

I capelli corvini le coprono morbidamente la fronte e parte del collo. Le labbra sono increspate in un leggero sorriso.

Chissà cosa starà sognando… Sembra serena. Lo è realmente?

Fin’ora non le ho mai posto questa domanda. A lei devo un sacco di cose.

Se non ci fosse Mike, Talinda potrebbe essere il mio sostegno? La persona a cui affidarmi in tutto e per tutto? Con cui cadere e risalire?

La Luce dietro la mia ombra?

Lei… Potrebbe?

‘ Sarebbe diverso... No, sarebbe fottutamente diverso. Perché Mike non è solo la mia Luce. Mike è la mia Speranza, il mio Amore.’

Ecco.

Mi sono risposto da solo./

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ecco il secondo capitolo della fic. Qui entrano in scena Armadio - per i comuni mortali RobTeneroUomoAmorevole-, il Cinico - BradDaiBeiCapelliLucenti- e la bellissima Talinda - lei non poteva proprio mancare-. Spero vi piaccia.

Grazie a Black_in_Pain e J a r t per le recensioni. Siete davvero dolci, è un orgoglio per me aver ricevuto due opinioni belle come le vostre. Mi auguro che anche questa seconda parte della storia sia di vostro gradimento <3

Un abbraccio, buona lettura!

P.S.: per un problema con il programma di scrittura del mio pc, le 'è' accentate appaiono scritte sempre in minuscolo purtroppo, anche quando non dovrebbero esserlo... E, in più, il computer ha inserito degli spazi di troppo ogni volta che sono andata a capo. Mi scuso per l'inconveniente.

 

 

"Mi sveglio malissimo.

È la giornata della partenza per le Hawaii e l’unica cosa che desidero ora è non andare.

Sono passati cinque giorni dalla discussione con Chester. Quello se ne è andato senza nemmeno lasciarmi parlare! Tipico di lui: avventato e impulsivo!

Non ci siamo neppure sentiti e, conoscendolo, non toccherà il cellulare ora che sono in compagnia di Anna. Anche perché sa che ho il terrore che lei possa avere anche un minimo sospetto su noi due.

Dovrei essere arrabbiato con lui, per il modo in cui mi ha trattato. Eppure in fin dei conti mi ha solo spiegato come stanno le cose. Ha esposto quello che prova.

E l’unica cosa che vorrei avere ora è un po’ di quel famoso tempo che non concedo mai a nessuno. Per poterci chiarire, dire cosa ne penso io. Abbracciarlo forte… prima di andare via.

Ma proprio come ha detto lui, io questo tempo non lo possiedo. Non ce l’ho.

Perchè scivola. Tutto scivola e io non riesco a controllare nulla.

Sussulto appena sento qualcuno sfiorarmi la schiena, richiamandomi dai miei pensieri. Anna mi osserva, con un sorriso stampato sulle labbra colorate da un tenue rossetto rosa.

- Io e Otis non vediamo l'ora di arrivare là!- esclama felice, - vero piccolo?-

- M-ma papà... Dov'è Chester?- bisbiglia il bimbo. Lo guardo spaesato, punto gli occhi su Anna e poi torno su mio figlio.

- Non verrà con noi questa volta.- sussurro accarezzandogli la nuca.

- Perchè?- la sua voce squillante e curiosa mi scombussola. Pone domande a cui io non posso dare risposte sincere.

Vorrei dirgli ' se vuoi lo chiamiamo! Lo invitiamo, gli facciamo una sorpresa, ti va? Lo rapiamo e ce lo portiamo con noi!' ma non posso. Non posso davvero.

- Vedi...- cerco una bugia che possa convincerlo e persuadere anche la mia mente -Volevamo stare un po' solo io te e la mamma.- sorrido sconfitto e lo prendo per mano, conducendolo verso la mia auto.

 

Mi accascio poco convinto sul sedile dell'aereo.

Al mio fianco, Anna sistema la sua valigia per poi dire a Otis, che è posizionato nel posto davanti al mio, di fare il bravo e comportarsi bene.

Una Hostess ci avverte che il volo sta per partire e ci prega di allacciare le cinture di sicurezza e non alzarci durante il decollo.

All'inizio c'è un po' di turbolenza.

Mi aggrappo saldamente ai braccioli del sedile, intimorito. In questo preciso momento mi torna in mente il fatto che Chester poco tempo fa su Twitter abbia affermato che ha paura di volare. Se fosse qui sarebbe già morto! Ridacchio e per un istante sto meglio.

Ma , ricordandomi che non lo vedrò nè sentirò per un bel po', una nota di malinconia appare sul mio volto.

Perchè?

Davvero è così difficile da sopportare questa distanza?

I miei sentimenti per lui sono a questo livello?

La risposta la conosco già.

Da molti anni.

Chiudo gli occhi, cercando di non pensarci, di svuotare la mente che ho torturato per cinque giorni. Il suo viso, le sue parole, il modo in cui ha reagito. Il suo egoismo. Dettato da quello che prova per me.

Mi perdo...

A svegliarmi sono le risate di Anna.

Mi giro verso di lei. Otis le sta mostrando un gioco del suo Gameboy. Sembra molto concentrato e mia moglie ha una bellissima luce che le illumina il viso, mentre lo osserva. Sorrido a mia volta.

Poi guardo oltre l'oblò dell'aereo, perdendomi fra le nuvole che oscurano il cielo e anche la mia testa.

Chissà che starà combinando lui in questo momento. Credo che abbia voglia di chiamarmi.

Non lo farà.

- Tutto bene Michael?- Anna mi poggia una mano sul braccio e cerca dentro i miei occhi. Li distolgo subito dai suoi. -Si tesoro, è tutto perfetto- le stringo la mano fra le mie.

- Perchè non hai telefonato a Chester?- mi chiede cercando di essere discreta.

Questa domanda mi spiazza un po'.

- Avrei dovuto?- rispondo perplesso. Mi osserva.

- Amore, è il tuo più caro amico, che io sappia. Vi vedete sempre, vi sentite per qualsiasi cosa, a qualsiasi ora del giorno e della notte! E ora invece, che starai lontano da lui per molto tempo, non hai toccato il cellulare e non sei andato a trovarlo prima di partire - mostro una faccia sorpresa.

Stiamo così tanto in contatto io e lui che appena non ci incontriamo per un po' mia moglie, e dico mia moglie, me ne domanda il motivo!

Maschero subito il mio stupore facendole un sorriso :- Tranquilla, va tutto bene- ha ancora un'espressione tesa.

- Diciamo che abbiamo avuto una piccola discussione... Niente di che, sai com'è Chez! Due minuti e gli passa!-

- L'avete avuta a causa mia? Della mia richiesta della vacanza da soli Michael?- sussurra, scuotendomi il braccio con fare preoccupato.

Si sospende tutto per un attimo.

Che dovrei rispondere?

Di certo non le dirò mai di si.

E poi... La verità è che abbiamo litigato principalmente perchè ho usato le parole sbagliate per spiegargli la situazione. E lui, impulsivo e idiota com'è, è partito in quarta, non mi ha lasciato parlare ed è scappato.

- Anna, scherzi? Il fatto è che...Qualche giorno fa gli ho fatto una piccola critica su un live compiuto molto tempo addietro. Gli ho detto che aveva avuto un calo di voce a metà del concerto. Ovviamente scherzavo, lui non ne ha mai! Si comporta come un invasato e non stecca una sola volta! Ma mister Simpatia non l'ha presa bene, pensava fossi serio e si è offeso. Sai che è scemo quando ci si mette!- pronuncio agitatamente, sperando che ci caschi.

Non voglio farla star male.

Dopo il mio piccolo intervento, sembra rasserenarsi e io faccio un sospiro di sollievo.

- Ah, ahah quell'uomo è incredibile! Spero risolviate presto. E visto che lui non si fa vivo, dovrai essere tu a compiere il primo passo mi sa...- mi risponde ridacchiando.

è quello che farò.

Non so quando, ma voglio comunque ascoltare la sua voce.

Ci guardiamo per un po' di secondi. Che a me paiono secoli. ' Baciala! Baciala subito!' mi tormenta il cervello.

So che dovrei.

Lo so bene.

Ma...

Alla fine le sfioro la mano con le labbra. Un largo sorriso le risplende sul volto.

Mi vergogno di me stesso.

Così ingenua e pura. Così sincera...

E io? Non si merita un uomo come me. Uno che la tradisce. Che la prende in giro.

Che cosa devo fare...?

 

Appena arriviamo a Kailua, rimango a bocca aperta.

Il sole all'orizzonte si staglia potente, i raggi intervallati da piccole sfumature grigiastre che ricordano le pennellate di un artista. La spiaggia è fantastica, la sabbia bianchissima, molto fine. Il mare limpido, dal colore celeste, l'acqua che dev'essere fresca e rigenerante come sembra...

Meraviglia.

Un uomo ci consegna delle chiavi ed entriamo nel piccolo Cottage sulla spiaggia, affittato all'ultimo minuto. Appoggiamo le valigie. Ci guardiamo tutti e tre, sorpresi dalla bellezza del posto. Il primo a parlare è Otis.

-... Papà...- mi giro verso di lui. Ha degli occhioni color cioccolato che mi fanno letteralmente sciogliere. - CHI ARRIVA ULTIMO IN ACQUA è UN GRANCHIO!- strilla.

Prende il borsone, ci rovista dentro e trova il suo costumino blu. Subito si spoglia e lo indossa, per poi farmi una linguaccia e correre fuori dalla casetta, verso il mare.

Rido come un pazzo - Ma tu guarda! Io non voglio mica diventare un granchio! La mamma forse si, ma io no!- detto questo, mi sfilo la camicia e, senza nemmeno cambiarmi, fuggo fuori dal Cottage e comincio a rincorrere mio figlio, che sgambetta e salta, schiamazza e ride anche lui.

- E questi sarebbero i miei due uomini?! Sono messa bene!- Esclama Anna divertita.

Ci raggiunge poco dopo, in bikini, io e il piccolo siamo già con i piedi in acqua.

Un brivido percorre la schiena di tutti e tre. Caspita è gelata!

- Vuoi ancora fare il bagno?- domando a Otis, con uno sguardo di sfida. Ovviamente non si tira indietro, ricambiando la mia occhiata mi risponde:- E tu?-

- GRANCHIO!- strillo. Dopodichè, cercando di non imprecare, entro in mare con un balzo.

Il liquido freddo subito mi avvolge, facendomi tremare dalla punta delle dita dei piedi a quella dei capelli.

Esco frettolosamente e faccio un ballo buffo cercando di riscaldarmi - freddofreddofreddo!- ripeto convulsamente. Gli altri due, invece di aiutarmi, si sganasciano. Ah si? Ora li faccio ridere ben io... Arrivo alle spalle di mio figlio e lo prendo in braccio, bagnandolo e trasmettendogli subito dei brividi. Poi prendo sottobraccio Anna che continua a ripetere - no no no ti prego no- e mi rituffo in acqua trascinandomeli dietro.

Alla fine della fiera ci sono tre dementi che danzano comicamente su una delle più famose spiaggie delle Hawaii.

Il sole tramonta velocemente, mentre noi stiamo qui a schizzarci e divertirci come bambini.

Mi dimentico di tutto. Sto bene, mi sento rigenerato.

Finchè mia moglie non mi si avvicina e, stringendomi fra le braccia, mi trasmette un calore non familiare.

Sono sposato con lei da undici anni. Ma il suo è un abbraccio che non desidero.

Perchè è un abbraccio d'Amore.

Io non provo quello che prova lei.

Questo improvviso gesto d'affetto mi fa volare con la mente da Chester. Ho un tuffo al cuore.

Muoio ogni volta che lui mi stringe. Ogni volta che mi sfiora le labbra. Che intreccia le dita alle mie. Che mi esplora con la bocca.

Che mi riscalda arrivandomi all'anima.

- è sbagliato...- sussurro. Mi rendo conto di quanto queste due paroline siano dolorosamente vere.

è tutto un errore.

Quello che provo, quello che faccio... è scorretto. Non posso continuare così.

Non posso tradire la mia famiglia.

Anna mi osserva preoccupata - Cosa? Cosa è sbagliato Mike?-

- Io... - bisbiglio senza riflettere. Mi scuote leggermente e mi risveglio, riprendo subito contatto con la realtà.

- Ma che stai dicendo tesoro? Perchè dovresti esserlo?- mi guarda confusa.

- Non vi dedico mai abbastanza tempo. Sto sempre a lavorare, a pensare a qualche attività. Mi sto perdendo l'infanzia di Otis, Anna.- lo dico e mi accorgo che anche quest'altra mia affermazione è vera.

- Oh Mike...- si stacca da me e mi fissa, severa. - Quando ti ho sposato, sapevo a cosa andavo incontro. Non mi sono mai tirata indietro, anzi!- il suo sguardo si addolcisce, - Ti ho sempre sostenuto perchè questo è il tuo sogno! E meritavi di poterlo realizzare! E poi, stiamo spesso insieme, che dici?! Non mi trascuri mai, ne trascuri nostro figlio. Quando sei con noi è sempre tutto bello, luminoso. Stiamo tutti bene. è normale che tu sia tanto impegnato, lo siamo un po' tutti alla fine, no?- la abbraccio io questa volta. Un abbraccio da migliore amico, da fratello maggiore.

è sempre così buona...

- Grazie- sussurro.

- Ed ora esigo che tu ci prepari una cena coi fiocchi!- esclama. Poi sgrana gli occhi - Ovviamente scherzo. Voglio vivere ancora un po'!- la spingo e lei ridacchia, chiamando Otis per tornare alla casetta.

 

Le giornate passano veloci, le ore volano.

Non tocco il cellulare, meglio così.

Ma dentro mi sento sempre peggio. Arido. Non so come agire.

In fin dei conti, io lo amo. Mi ero ripromesso che non l'avrei più lasciato. Che sarei rimasto con lui.

Ma ora che ho avuto l'occasione di stare più a contatto con loro, senza Chester, mi accorgo di quanto sia difficile mantenere questo impegno.

Mia moglie è una persona corretta. Io non lo sono. Mio figlio è amorevole e sereno. Io non lo sono.

Dovrei completare il cerchio, essere l'anello che unisce questa famiglia perfetta. Ma sono il punto debole.

Mi sento così in colpa per tutto. Eppure...

L'amore dovrebbe essere sentito, dovrebbe essere meraviglioso. E in effetti, quando sto con Chester lo è. Sono sempre io che rovino tutto. Le mie 'infinite paranoie', come direbbe lui. Una sua frase mi rimbomba nella mente. ' Sei quello che sei. Non puoi cambiare quello che provi. Ma solo la tua capacità di viverlo.' Questo me l'ha sussurrato all'orecchio poche settimane fa, quando ho avuto la mia ennesima crisi di nervi.

Se soffoco quello che sento, vivrò sempre tutto male, mi perderò. Vuoto. Un uomo senz'anima.

Se lo accetto però, un masso enorme si depositerà sulle mie spalle e mi schiaccerà lentamente. ' Io ti aiuterò a portarlo... A sostenerlo sempre' mi ha bisbigliato quel giorno, raccogliendo le mie lacrime.

Poi abbiamo fatto l'amore.

è stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Potermi unire a lui completamente, corpo, anima, cuore, respiri... Ho tralasciato tutto il resto per la prima volta. Eravamo io e lui. Io e lui. Io e lui.

Me lo ripeto in testa come fosse una litania.

Voglio davvero abbandonarlo? Ci sto davvero pensando? Potrei veramente?

Lascerei andare la mia anima dopo averla trovata? "

 

/ Sbuffo pesantemente e tiro il telefono sul letto, infastidito. - Merda!- grido. Talinda entra in camera, allarmata.

- Che ti succede Chester si può sapere?!- mi scuote il braccio. - è da giorni che ti comporti così! Mangi a malapena e sei agitato e pensieroso- mi avvolge le spalle con il braccio. Ancora non fiato.

Ho un groppo in gola.

- Parlami. Parla con me.- mi esorta.

Si può piangere a trentotto anni?

Mi guida verso il materasso, mi fa sedere accanto a lei e aspetta. Sa che ho bisogno di prendere fiato. Come sa che tengo dentro qualcosa che mi fa sanguinare.

Sospiro. - Se n'è andato- dico, atono.

Corruga la fronte. - Come se n'è andato? Chi?-

- Mike. è partito per le Hawaii con Anna e Otis.- Respiro profondamente.

Attende ancora. Non mi interrompe.

Lascia che il fiume straripi. Poi architetterà un modo per ricostruire l'argine, ma ora lo lascia scorrere fuori.

Così riprendo e tutto straborda. - Sua moglie giorni fa gli aveva chiesto di andare in vacanza da soli, per tre settimane. Per avere un po' di intimità, suppongo. E lui ha accettato, figurati se diceva di no. Lo so, lo so che sono un egoista di merda, ma il viaggio che facciamo tutti insieme ogni anno è l'unica occasione che ho per stare accanto a voi e a lui al di fuori del campo lavorativo. Siamo una band, e, a meno che non stiamo scrivendo nuovi testi, stiamo sempre tutti e sei insieme, in sede e durante i tour. Quindi non possiamo abbracciarci, sfiorarci... Guardarci. Nulla. Passiamo poche ore da soli io e lui, e in quel lasso di tempo riceve duemila telefonate da persone che neanche conosco. O gli vengono nuove idee per delle canzoni e mi lascia perdere per scappare a comporre. Abbiamo una relazione da due mesi, dopo sedici anni di attesa. Di speranze, sogni e desideri. Ma lui è sempre lo stesso. Sembra che abbia timore a stare con me. A viverci. Ha il terrore che Anna scopra qualsiasi cosa, mette sempre le mani avanti; è distaccato, ha sempre la mente da altre parti e prova continue angoscie e sensi di colpa. Lo comprendo, so quanto lo faccia stare male questa situazione. Vuole dividersi in mille, cerca sempre di stare con tutti. è tutto complicato. Ma l'unica condizione che non si risolve è la nostra. Ed il risultato è che non è mai con me.- mi strofino la faccia fra le mani nervosamente.

- Chester... La questione ora è un'altra. Mi avevi già spiegato queste cose tempo fa. Alla fine, dopo averne discusso, pareva che ti fossi accontentato di quei pochi istanti con lui, pur di stare al suo fianco. Riguardo alla vacanza... Che altro c'è?- mi afferra un polso e mi scopre il viso. Aspetta ancora una volta.

Il suo equilibrio mi sorregge, la sua pacatezza mi tranquillizza sempre.

- So che sta ripensando a me e lui. So che mi mollerà Tal. Mi lascerà di nuovo, e questa volta definitivamente. Stando con la sua famiglia per queste tre settimane si renderà conto che non vuole mentire, tradire ancora. Rinuncerà a me. Perchè è facile, no? è più semplice così. Lasciarmi andare è meno complicato di affrontare tutto quello che ci tocca ogni giorno. Vivrebbero tutti meglio, se lo facesse. Tutti tranne me. Lui è la mia strada verso la Pace, lo è sempre stato. Senza di lui mi sveglierei ogni giorno con un pezzetto d'anima in meno. Ma succederà. Fra poco mi arriverà un cazzo di messaggio con scritto ' è finita, non posso andare avanti così'.- stringo gli occhi. Ho una paura fottuta. Mi sta venendo una crisi di panico.- Che cosa devo fare?! Ho un terrore addosso! Non voglio perderlo di nuovo...- Non mi ha mai visto così sconfitto. Così perso per Mike.

Mi abbraccia e mi culla, come fosse mia mamma. La sua stretta è forte, decisa ma gentile. Affettuosa. Mi ricostituisce.

- Ci sono cose che non si possono cambiare Chester - comincia a sussurrare, - Una di queste è il carattere delle persone. Mike è un uomo molto concreto e fermo sulle cose che ritiene giuste. Rinnegherebbe se stesso piuttosto che sbagliare. Sa quello che senti per lui ed è solo grazie a questo che si è messo definitivamente con te, ignorando la sua morale. So che non è semplice voltare le spalle ai familiari. Tutti vorremmo avere sempre la strada spianata, facile. Ma purtroppo non è così. Non so come andrà a finire questa storia. Non lo so davvero. Ma di una cosa sono certa...- detto questo, mi tira su il viso e mi sorride leggermente. - Se voi vi amate, alla fine di tutto, le cose prima o poi si sistemeranno. Se c'è Amore, si aggiustano sempre. -

La abbraccio forte. Spero che vada a finire come dice lei. Lo spero di cuore.

Vorrei essere come mia moglie. Protettivo e deciso.

Mi sento una casa senza fondamenta.

Tremo e una lacrima calda e salata mi percorre la guancia. Mi sono liberato di un peso, ma provo un'angoscia pazzesca.

Lo amo. Mi addormento con queste due parole.

 

Il giorno successivo vengo svegliato dalla suoneria del cellulare.

Mi è arrivato un sms.

Sussulto. Non può essere. Avevo ragione su tutto.

Le mani diventano ghiacciate. Il respiro corto e pesante.

Inghiotto a vuoto e un buio improvviso mi avvolge.

Cerco di chiamare mia moglie, ma mi esce solo un rantolo.

Prendo lentamente il telefono. Mi scivola dalle mani e cade a terra, provocando un tonfo sordo che mi rimbomba nella testa.

Lo afferro nuovamente, stringo la presa. Apro il messaggio.

' Ciao Chez. Avrai sicuramente saputo della partenza di Mike per Kailua. Che dire, beato lui! Senti io avrei bisogno di dirti delle cose. Ti va se ci vediamo in sede fra un'oretta? Rob.'

Rob.

Rob. è Rob. Mi esce una risatina isterica. Ringrazio Dio e rispondo affermativamente all'sms; corro in bagno a sciaquarmi il viso con l'acqua fredda.

Stavo sudando da quanto ero teso.

Di che vorrà parlarmi? Di solito si confida con Brad, non con me.

Mi lavo, mi vesto in fretta e scrivo un bigliettino a Tal per avvertirla che vado fuori e che torno per l'ora di pranzo.

Esco. Un caldo afoso mi investe. Appena arriverò all'appartamento secondario metterò il condizionatore a manetta. Tanto non ci sarà Mike a rimproverarmi.

Non ci sarà.

Poco dopo sono davanti alla sede e prima che io possa infilare la chiave, la porta si apre e questo armadio di uomo mi prende per il polso, tirandomi dentro. Inciampo, quasi cado. - Rob, ma si può sapere che cazzo ti prende?- esclamo irritato. Lui e i suoi comportamenti strambi!

Si scusa e mi offre un caffè. Lo perdono all'istante, con lui è impossibile arrabbiarsi.

-Allora, che dovevi dirmi?- Domando davanti alla tazza fumante. Mi invita a sedermi. Appena gli sono di fronte, fa un grosso respiro e mi guarda inquieto.

- Ecco... Beh, insomma... Non è facile...- comincio ad avere una certa ansia.

- Dai lo sai che puoi confessarmi tutto, sta tranquillo, è tutto ok.- dichiaro, sorridendogli.

Apre la bocca. - Sei innamorato di Mike?- Sgraniamo entrambi gli occhi.

Ma chi...?!

Brad spunta da dietro la porta e mi fa un cenno di saluto.

Rimango di sasso. Li fisso, stordito.

- Che spavento ci hai fatto prendere!- sussurra il batterista. Poi si schiarisce la voce.- In realtà non è quello il punto...-

Tilt.

Brad prende la parola :- Sospettiamo che sia da molto che provi qualcosa per lui. Forse pure dall'inizio...-

- Come... Come lo potete...- balbetto, smarrito.

- I tuoi occhi parlano chiaro. Dai, quando sei in sua compagnia ti illumini come la stella Cometa.- ridacchia e lancia un'occhiata a Rob. Quest'uomo è il cinismo fatto a persona.

- Da quanto lo sospettate? Qual è il punto allora?- mi riprendo.

Ormai lo sanno. L'hanno scoperto. Non ha senso negare e raccontare balle. Insomma, sono miei amici, se non mi fido di loro non posso fidarmi di nessuno.

Il ragazzone davanti a me mi rivolge un sorriso gentile. - Da un po' di tempo ormai. Volevamo parlarti di questo per esserne sicuri. Brad e io eravamo un po' in pensiero per te, a essere sinceri. Sapere che è partito da solo con sua moglie... Di solito andate via assieme.- Ah ecco.

- Ora mi spiego gli sguardi ambigui che vi lanciavate in continuazione! Mi osservavate in maniera strana. Non ne capivo il motivo. Ora è tutto più chiaro.-

- Allora è vero.- asserisce Brad. - è vero che...-

- Si. Io...Amo Mike.- si guardano. - Oh, ma insomma che avete da tramare?!- esclamo innervosito e un po' a disagio.

- So che non sono affari nostri, ma avete litigato? Per questo non siete partiti assieme?- oltre ad essere insensibile è pure impiccione. Ma ci piace proprio per la sua schiettezza.

- No. Anna aveva chiesto a Mike di andare in vacanza da soli per avere un po' di intimità- è la terza volta che pronuncio queste parole, - e lui ha accettato.-

- Tutto qui?-

- Si Brad, tutto qui.- rispondo. Non capisco dove vogliano arrivare.

- Sei sulla difensiva, hai delle occhiaie assurde, sei molto nervoso e spento. Secondo te possiamo crederti?- sbuffo. Non mi piace molto raccontare queste cose.

- Beh, di sicuro non sono tranquillo ora che lui starà con Anna per tutto quel tempo. Sapendo com'è fatto, credo che si riempirà di sensi di colpa e... Beh... Mi mollerà..- rigiro la tazza fra le mani e osservo il liquido scuro all'interno.

- Ma allora state assieme!- Rob sembra felice.

- Da due mesi- sospiro.

Sono davvero troppo pochi. E non era neanche sereno mentre li trascorreva con me, magari è anche per questo motivo che vuole chiudere. Non so.

- Lo sai che anche Mike ti ama, vero? E che non ti lascerà?- Brad mi da una pacca sulla spalla. Mi stupisco.

- Che ne sai? Che vai blaterando? Certo che lo farà! Lui... Non riesce a continuare questa farsa con la sua compagna. Preferisce non avermi fra i piedi.-

- Lo dici perchè lo pensi tu Chester. Sai perchè ti ho assicurato che non farà nulla di quello che tu credi?- si siede di fronte a me anche lui, affianco a Rob.

Scuoto la testa.

- Perchè lui ha la tua stessa luce negli occhi quando è con te.- Alzo il capo e mi si annoda lo stomaco. - O anche solo quando parla di te.- aggiunge l'uomo-armadio. - Conosciamo Mike dal college, siamo consapevoli del suo carattere molto obiettivo e giusto. Ma sappiamo anche che, se tiene davvero a qualcosa o qualcuno, non lo lascia andare. Indipendentemente dal fatto che sia corretto o meno -.

La domanda è: tiene davvero così tanto a me?

Però i ragazzi mi hanno tirato su. Mi sento un po' meglio e sorrido a entrambi, sussurrando un grazie che viene dal cuore.

Sapere che sono consapevoli di questa storia e ci sostengono... è una vera sorpresa. è bello.

- Andrà tutto bene. - esclama il batterista. Solo ora noto che Brad, per tutto questo tempo, ha tenuto il telefono in mano.

Non ci dò peso.

- Quanto starà via ancora quell'UomoSempreImpegnato?- mi domanda quest'ultimo.

- Una decina di giorni- rispondo. Mi manca da morire. Vorrei abbracciarlo, ora. Sono un idiota.

Sorseggio un po' di caffè, che nel frattempo si è raffreddato.

Brad all'improvviso passa il cellulare a Rob e se ne va in bagno. Che senso ha? Il ragazzo di fronte mi chiede :- Posso farti un'ultima domanda?- accenno un si. - è da molti anni che tu lo...- faccio nuovamente 'si' con la testa. - Che cosa ti ha colpito di Mike?-

Tutto rallenta. Improvvisamente.

Mi perdo a pensarci.

Dopo una manciata di secondi, Rob mi richiama e io rispondo senza connettere il cervello. - Dire il suo carattere sarebbe ovvio. Ha sempre dei modi garbati ed è molto controllato. Il contrario di me! è lui che mi ha abbracciato veramente, per la prima volta nella mia vita sedici anni fa. Un abbraccio gentile, dolce.- Non ne avevo mai ricevuti così prima. Da quell'istante, ogni volta che mi sfiora, il mio cuore perde un colpo. -Il suo profumo mi fa morire. Sa di mughetto e mandorla. E poi i suoi occhi... Mi ci perdo ogni volta. Me li mangerei. Quando mi guarda il resto del mondo svanisce. Ha sempre avuto fiducia in me, dall'inizio. Ha sempre creduto nelle mie capacità; sono caduto e lui mi ha preso sulle spalle e mi ha trascinato su. Mi fa sempre ridere quando ho un umore di merda. Illumina la giornata a tutti, quando arriva tutto è più sereno e tranquillo; lavora finchè non collassa e quando accade mi piace stringerlo e sussurrargli una canzone all'orecchio finchè non si risvegl...-

- Basta basta! Che poi mi innamoro anche io!- ride Brad, che intanto è tornato, contagiando anche Rob. Mi riprendo e mi insulto.

Che mi è saltato in testa cazzo?! Non le ho mai confessate a nessuno queste cose. Le ho sempre tenute per me!

E ora le sanno sia il Cinico che Rob! Beh, quest'ultimo lo salvo perchè è davvero un pezzo di pane. Anche Brad, ma almeno l'Armadio ti sorride.

Mi gratto la testa imbarazzato - Vi siete divertiti abbastanza?- li guardo entrambi male e continuano.

In realtà, la situazione ha un chè di ironico: io, che sono stato zitto per anni, il Chiuso del gruppo, quello che si sente più figo, il più duro, mi imbambolo appena si parla di Mike e con una faccia da ebete affermo cose che nessuno era mai venuto a sapere. Che scemo!

Comincio a ridacchiare anche io. - Smettetela, idioti -. E gli faccio compagnia, prendendomi in giro da solo, facendoli morire.

Non mi sono mai sentito così resistente.

Forse quello che dicono è vero. Forse /

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Eccoci all’ultimo capitolo. Questa fic è stata corta, ma per me molto importante. È stata la seconda che ho pubblicato e spero vi sia piaciuta!
Un grazie di cuore a Pain e J a r t che l’hanno sempre seguita e commentata, regalandomi bellissime recensioni. Vi adoro, siete dolci come il cioccolato! Spero che anche il terzo capitolo vi coinvolga e vi faccia sorridere!
Un abbraccio, buona lettura a tutti!

 
 
 
" All'improvviso mi arriva un messaggio vocale.
Sussulto.
Avevo il telefono in mano, indeciso se comporre il numero di Chester o no. Insomma, l'ho tenuto spento fino ad oggi, non sento nessuno da ormai venticinque giorni, non ce la faccio più!
Anna dice che mi sono trasformato in una specie di zombie negli ultimi giorni e mi fa continuamente misurare la febbre, non capendo cos'ho mi da una pastiglia per il mal di testa e mi manda in camera a riposare.
La nostra vacanza è quasi finita, ancora quattro giorni e si torna a casa. Un po' mi dispiace. Ma non ho una gran voglia di stare qua...
Strofino il viso sul cuscino e mi tiro su a sedere, coprendomi le gambe con il lenzuolo.
Chi sarà ora?
Vedo quando me l'hanno spedito. Risale a cinque giorni fa, ore undici e mezza.
Lo apro, incuriosito.
Lo ascolto.
All'inizio mi sembra tutto uno scherzo, uno di quelli che farebbe Joe insieme a me.
Poi sento la voce di Chester e mi sento davvero male, tutto a un tratto.
Finisce la registrazione e non sono sicuro di aver capito di cosa parlavano lui e altri due.
Così la risento.
Inghiotto quantità industriali di saliva. Non so come reagire. Ma dove l'hanno registrato? Chez di sicuro non ne sapeva nulla.
E poi... Profumo di mughetto e mandorla? Arrossisco violentemente.
Quando dice a quello che credo sia Rob che mi mangerebbe gli occhi muoio definitivamente.
Ma che sta raccontando?
Al quinto ascolto capisco tutto. Afferro la situazione, tutte le parole, il luogo dove sicuramente è stata svolta l'interrogazione del povero e ignaro cantante, i suoi carnefici...
Prendo un grosso respiro.
E invece di preoccuparmi o altro, rido. Rido e il cuore mi scoppia di gioia.
In principio non ne comprendo il motivo, credo semplicemente di essere impazzito rimanendo chiuso qua dentro.
Poi invece un pensiero si fa largo nella mia mente. La prima cosa che appare è ' lui mi ama. Profumo di mughetto e mandorla. Ama i miei occhi. Profumo di mughetto e mandorla' finché non formulo un discorso un po' più decente.
Ok. Rob e Brad hanno capito da un bel po' che proviamo qualcosa l'uno per l'altro. La cosa non mi stupisce molto, visto che la luce notata da loro negli occhi di Chester l'avevo scorta anche io.
Per quanto riguarda me...Mi conoscono entrambi da tempo immemore. Era impossibile che non si fossero accorti di nulla. Sono un po' sorpreso, ma potevo prevederlo.
Rimango stupito da quello che ammette il mio compagno. Ha davvero il timore che lo lasci. E dire che ci avevo persino riflettuto su... Sentire lui così convinto e inquieto non fa altro che provocarmi una nostalgia assurda.
Voglio stringerlo fra le braccia e non mollarlo più. Rassicurarlo.
Hanno ragione Brad e Rob. So cos'è giusto e cosa è sbagliato e ho un carattere molto rigido per quanto riguarda la correttezza. Ma, citando ciò che hanno detto loro, se tengo davvero a qualcuno... Non me lo lascio sfuggire.
Mi ha fatto bene sapere che ci appoggiano. Mi sento... Strano ma felice.
Come faccio a convincermi a non pensare più a lui?
Ho preso la strada più semplice. Volevo stare tranquillo e scordarmi di tutto e tutti.
Ma l'Amore... Quello non si può mettere da parte.
Come devo agire? Come voglio agire?
Così faccio la cosa più irrispettosa e stupida che potessi mai fare.
Telefono a casa di Chester -sono troppo codardo per fare uno squillo direttamente al suo cellulare.
Ecco.
Me la sento e chiamo. Appena risponderà forse gli chiuderò in faccia, ma per ora... Per ora ci provo.
Attendo. Squilla.
Attendo.
- Pronto?- inghiotto a vuoto. Non è Chester.
- Ehi... Ehi Talinda, ciao! Sono Mike -
- Mike? Oh, ehm, come va?- Sembra molto sorpresa. Non si aspettava che chiamata.
- Tutto bene qui. C'è un sole stupendo! E lì da te?- afferro la bottiglietta d'acqua accanto al mio letto e me la tracanno tutta.
Mi sembra di stare compiendo un crimine.
- Mi fa piacere! Che bello, beati voi! Qua...Abbastanza dai. Sai com'è, le gemelle non stanno buone un attimo. Chester non fa altro che giocare con loro e con Tyler e cantare canzoncine, tanto per tenersi allenato per quando torni!- ridacchia e io le faccio compagnia. Appena ha sussurrato quel nome un brivido mi è corso lungo la schiena.
- Povero, sarà senza voce ormai!- esclamo. Non so che dire. Vorrei chiederle se me lo può passare perché dovrei parlarci, ma mi sembra proprio inopportuno.
- Si ahah! -
- Lui come sta...?-
Un attimo di silenzio. - Beh... Va spesso in sede. Sta seduto là, allo studio. E ti aspetta- Tremo mentre bisbiglia questa frase.
Mi aspetta. Lui mi aspetta sempre. Aspetta tutti i miei comodi. Sopporta le mie paturnie. Le mie crisi. I miei continui tira e molla.
Mi tende sempre la mano per farmi tornare in piedi.
E poi si mette in un angolo. Mi guarda da lontano. Mi sorride dolcemente. Lo fa solo con me. Mi da forza.
E mi aspetta.
- Quando torni Mike..?- domanda Talinda. - Perché lui... Ecco, è una situazione difficile - ancora non fiato. - Senza di te lui...-
- Dove lo posso trovare?- la interrompo di colpo. Devo vederlo. Voglio. Ora. Subito.
Ne ho bisogno.
E ne ha bisogno lui.
Mi torna in mente Anna.
Risposte. Risposte incerte echeggiano nella testa. Non so che dirò o cosa succederà.
So solo che devo vederlo.
-…È ... È in sede in questo momento- mi risponde incerta, - Perché?-
Non so come riuscirò ad arrivare a Los Angeles in giornata. Devo correre in aeroporto e cercare un volo.
Non mi interessa. Voglio tornare a casa.
- Prendo il primo aereo e torno. Non dirgli niente per favore. Solo... Assicurati che rimanga lì dov'è- Sento che sto facendo un errore.
Un errore verso tutto e tutti. Non mi interessa.
- Mike...?- chiede, esitante.
- Tranquilla. Farò ciò che ritengo giusto- le dico frettolosamente.
La sento sospirare preoccupata. Forse pensa che io con ' cosa giusta' intenda 'chiudere con questa storia'.
Forse.
Lo farò a modo mio.
Cosa devo fare e cosa voglio fare... Cosa devo e cosa voglio...
- Ok. Buona fortuna e grazie. Ci vediamo allora- sussurra.
- Grazie a te, mi servirà. E scusa il disturbo, ciao- riattacco e mi sento un po' stordito.
Tuttavia so come agirò ora. Devo intraprendere una sola strada. Sono sempre in un bivio.
Sempre nel mezzo.
È ora di scegliere.
Quale poi, non so.
Mi alzo, mi cambio e racimolo tutti i miei vestiti per poi infilarli in valigia distrattamente.
Vado in bagno, mi lavo per bene il viso e mi sistemo.
Il mio cuore sta scoppiando.
- Anna!- arriva subito e mi guarda un po' disorientata, notandomi con il bagaglio in mano.
- Tesoro, che succede?-
Prendo un respiro.
- Chester ha avuto un attacco di panico- il che, da quello che mi ha fatto intendere sua moglie e conoscendolo, è totalmente vero - Non riescono a tirarlo su e calmarlo. Devo correre a casa- affermo deciso.
Mi osserva poco convinta.
- Sono consapevole che a volte abbia delle ricadute Mike, ma mancano quattro giorni!- so che vorrebbe che rimanessi perché poi non ho molta possibilità di stare accanto a lei e Otis.
Ma per una volta scelgo di seguire quello che sento.
Chester avrebbe fatto lo stesso.
Lui mette sempre me al primo posto.
Devo prendere una decisione.
- Devo andare. Scusami, appena atterro a Los Angeles ti telefono ok?- Le accarezzo la guancia con la mano. Le afferro la spalla e le sorrido. Annuisce e fa lo stesso.
Chiamo Otis e lo abbraccio, gli dico che ho un'urgenza al lavoro e devo scappare. Mi batte il cinque - Ciao papà! Ci vediamo a casa-
Fuggo fuori.
Fuggo da tutto per raggiungere una sola persona.
 
 
Chiamo un taxi e mi faccio portare all'aeroporto alla velocità della luce.
Continuo a persuadermi affermando che andrà tutto bene, anche se probabilmente non sarà così.
Chiedo subito qual è il prossimo volo per la mia città. Ora è mezzogiorno. Mi dicono che devo attendere quello delle quattordici. Sei ore e giungerò a casa.
Mi accomodo e aspetto. Gente che parte, altra che è appena atterrata.
Li guardo e rifletto su cosa sia per me 'casa'.
Quella dove c'è la tua famiglia. Dove ti senti al sicuro. Dove dimori sempre e sei sereno.
Lui una volta mi ha rivelato che sono la sua Casa. Io sono tutto questo.
Lui è la mia?
Lo è?
Metto da parte questo pensiero e acquisto un panino in un fast-food situato all'interno di questa enorme struttura. Mangiare mi aiuta a stendere un po' i nervi.
Compro anche delle patatine. Se Chester fosse stato qua me le avrebbe rubate e le avrebbe divorate insieme a Otis, come spesso accade.
Fanno sempre squadra quei due, io invece sono lo sfigato a cui tirano le briciole per divertirsi. Che bambini.
Il tempo non passa più e l'unico calmante che trovo è ascoltare un po' di musica dal mio iPod. Contiene tutti i generi possibili e immaginabili. Ma i brani che preferisco ascoltare in questo periodo sono quelli lenti e pacati.
Compresi alcuni eseguiti nei nostri live, come Pushing Me Away con il piano, My December, The Little Things Give You Away e The Messenger.
Mormoro qualche verso e mi alleggerisco.
Ritrovo un po' me stesso.
 
 
Salgo sull'aereo, febbricitante.
Sprofondo nel mio sedile e spero di riuscire ad addormentarmi così le ore sembreranno passare in una frazione di secondo.
Domando alla Hostess se gentilmente mi può portare una camomilla, poi cambio idea e opto per qualcos'altro di più forte. Molto più forte.
Trangugio il bicchierino di Vodka puro tutto d'un fiato e me ne faccio dare un altro. Mentre lo sorseggio la mia gola grida pietà e il mio stomaco brucia e si contorce.
A quel punto ritorno sulla camomilla e ne bevo tre.
Mi insulto per quello che ho ingoiato, ma, in verità, qualcosa di alcolico mi ci voleva proprio. Per schiarirmi le idee. Molto confuse.
Indosso le cuffie e mi concentro sulle note di un'opera di Chopin. Non riesco a prender sonno così ingerisco un calmante, che mi fa sentire pesante e stanco.
Finalmente...
- Signori, preparatevi e sistemate le cinture di sicurezza, stiamo per entrare in fase di atterraggio!- Strilla l'assistente di volo, facendomi svegliare all'istante.
Mi sfrego il viso fra le mani e solo ora realizzo che, merda, sto per rivedere Chester dopo venticinque giorni. Ora vado là e non so neanche cosa dire, non mi sono neppure preparato un discorso!
Vorrei bere un altro bicchierino, ma sto per avercela io la crisi di panico, quindi mi trattengo.
Dovere o Desiderio? Giusto o sbagliato?
Responsabilità o sentimento...?
Atterriamo e scendo velocemente. Mi torturo le mani e mi ricordo che devo prima di tutto chiamare Anna. Risponde subito, la avverto che sono arrivato e che il volo è andato bene. - Salutami Otis! Ci vediamo fra tre giorni- chiudo.
Prendo un taxi. - Buonasera signore, dove la porto?- chiede l'autista.
' Ci siamo'."
 
 
/ Torno a casa e abbraccio entrambe le mie bambine.
- Papi, che ci fai qui?- mi sussurra Lily all'orecchio. La guardo stranito.
- Beh, questa è o no la casa del Grande Capo?-
- Si, la mia!- esclama l'altra.
Ridacchio e rispondo prontamente - Allora, mettiamola così: questa è o no la dimora del vostro vecchio e bellissimo padre?-
- Si!- dicono all'unisono.
- Tyler dov'è?- Chiedo, guardando un po' in giro.
- Allenamento di calcio- risponde Lila. Beh, per ora è salvo. Ma appena arriva a casa me lo mangio di baci.
Me le spupazzo un po', poi andiamo a prendere la famosa Kelly, che in questi giorni è stata rasata per bene e dipinta con mille pennarelli diversi.
La versione finale non è poi così male.
A parte il fatto che sembra che la sua parrucchiera abbia sfogato le sue frustrazioni sulla povera chioma bionda e che sia stata investita da un arcobaleno.
- E Lulù dov'è?- chiedo. Una delle due piccine corre in camera a prenderla e me la porta. Strano: è ancora tutta intera!
Mi metto a giocare con loro. La loro compagnia mi accende il cuore. Mi dispiace di poter stare poco con la famiglia, a causa dei miei continui tour con i Linkin Park e ora anche con gli Stone Temple Pilots.
Meriterebbero sicuramente un uomo più presente.
Mi sembra di essere diventato la fotocopia di mio padre. Egoista e assente. Mi fa male.
Devono essere tutti felici. Me lo ripeto sempre. Mi rimbalza in testa questa frase.
Voglio che abbiano quello che a me è sempre mancato.
Talinda, che fin'ora era rimasta in cucina, entra in soggiorno e sembra stupita di vedermi qui.
Prendo per le manine le due principesse, lei si avvicina e si abbassa alla nostra altezza.
Le stringo tutte e tre fra le braccia. Devono essere felici, mi dico. Lo voglio.
Dopo un po' le lascio, le gemelle mi sorridono e vanno nella loro cameretta.
Rimango con mia moglie. - Ti sto dando quello che desideri Talinda?- le domando a bruciapelo.
Mi osserva un po'. - No- replica.
Il mio sguardo si vela involontariamente di tristezza e sconforto.
Lo sapevo. Lo sapevo.
- Mi stai dando molto di più- bisbiglia.
Tiro su il capo, sorpreso.
- Dai tanto, sempre. Dai tutto te stesso per renderci sereni e farci vivere al meglio. Non mi fai mai sentire sola. Appena puoi stai con i tuoi bambini. E porti un po' di pace durante le tempeste - le sue labbra mostrano un sorriso di gratitudine.
Faccio davvero tutto questo? Non sono come mio padre?
- Sei sempre pronto ad aiutare chi ti è caro. Ormai questa dote la possiedono pochi, molto pochi. Tu ce l'hai.- mi avvolge una mano fra le sue. - E ti ringrazio per tutto-
Le luccicano gli occhi.
Allora dice sul serio.
Lei è sincera...
Le accarezzo la guancia e riprende, con sguardo severo:- E comunque, la padrona di casa sono io!-
- Ah, te lo scordi!- esordisco e ridiamo assieme.
Ho una famiglia perfetta. E bellissima.
Spero che non cambi. Spero di essere sempre così fortunato. Spero di essere almeno per un quarto simile a come mi ha descritto mia moglie.
Spero di diventare più presente.
- Oh, quasi dimenticavo! Ha chiamato Brad prima-
- Brad?- Che vorrà, farmi un altro interrogatorio?
- Si, ha detto che devi andare in sede- risponde, - deve farti sentire delle nuove basi su cui sta lavorando. Mi ha anche chiesto di riferirti che arriverà un po' in ritardo, di aspettarlo lì. -
Ma c'è tutta questa fretta? Insomma, è appena uscito il nostro nuovo album!
Mostro il broncio e lei, sghignazzando, continua :- Forza, muoviti!-
Sospiro e la accontento.
Mi alzo, ma prima di uscire di casa le bacio la guancia con affetto.
 
 
Il cielo è oscurato da nuvole dense e opprimenti. Sono solo le diciannove e trenta, ma sembra molto più tardi.
Lo studio è deserto, il chitarrista non c'è ancora, allora mi siedo sul divano rosso e, guardandomi in giro, aspetto.
C'è un silenzio tombale.
Vado a farmi una tazza di tè e la sorseggio lentamente. Passano quindici minuti e di lui neanche l'ombra.
Studio quel poco di liquido dolciastro che è rimasto nel bicchiere. Lo faccio traballare. Lo giro col cucchiaino. Dopo poco torna sempre quieto. Una tavola.
Incredibile quanto mi ricordi Mike. Anche lui oscilla, barcolla, ma poi torna tranquillo e forte come sempre.
- Il mio genio- sussurro. Sarà ancora mio per poco, temo.
Stringo gli occhi, sospiro pesantemente e mi stendo sul sofà.
L'ambiente è abbastanza buio e mi do un po' di tregua, rilassandomi.
Non ho idea di quanto tempo passi, ho perso la cognizione del tempo. Forse mezz'ora, forse molto di più. Ad un tratto sento rimbombare in ingresso dei suoni metallici, provenienti dalla serratura.
Finalmente quel ritardatario è arrivato!
Mi tiro su a sedere nell'esatto momento in cui entra. La figura richiude la porta dietro di sé e accende la luce. Voglio protestare, apro la bocca.
Ma non esce il minimo suono.
Oh.
Questo non è Brad.
Decisamente no.
Ci fissiamo. Io seduto, aggrappato ai cuscini e lui in piedi, sulla soglia.
Il suo sguardo mi entra dentro. Sono sempre stupendi, i suoi occhi.
Inghiotto e credo di avere una visione.
Mi decido a tirare su il sedere.
Mi avvicino lentamente. Non si muove.
- Michael - balbetto. Ho la bocca socchiusa. Per la sorpresa.
Insomma lui... Ma che diavolo ci fa qui? Lui dovrebbe essere alle Hawaii! Lui...
Il mio sguardo cade su quelle sue maledette labbra.
Non dice niente, non proferisce parola. Rimane qua, in piedi, di fronte a me, ad una distanza poco accettabile, con la bocca serrata e mi osserva.
Ha il respiro corto.
Un'ondata di emozioni mi traveste. Vorrei confessargli che mi è mancato. Che senza di lui mi sento senza Casa. Che anche se mi lascerà - perché è tornato per questo, credo; Rob deve avergli raccontato qualcosa di quello che gli ho detto un po' di giorni fa- perché vuole chiudere con questa storia una volta per tutte, io lo amerò lo stesso.
Gli vorrei sussurrare tutte queste mille verità, ma rimango in questo stato di tilt. Di sospensione.
È davvero bello.
La sua espressione seria, controllata, nasconde una certa agitazione interiore.
Devo dire qualcosa. Devo. Ma l'unica cosa che desidero ora è avere le sue labbra.
Magari poi non potrò più baciarlo. Magari alla fine perderò tutto di nuovo. Ma almeno un'ultima volta... Ultima...
Se lui non vedrà che mi avvicino ulteriormente, non si scosterà, no?
Così con un gesto lento sollevo il braccio, tasto il muro finché non trovo l'interruttore e lo clicco, spegnendo la luce e facendoci avvolgere dalla penombra.
Faccio un passo avanti e i nostri respiri si incontrano e si mescolano.
Gli sfioro la mano. Sussulta. Uno spiraglio proveniente dalle persiane semi-abbassate rivela che ha gli occhi chiusi. Deglutisco a vuoto.
Poi mi allungo verso di lui e appoggio le labbra sulle sue in maniera assurdamente delicata. Le faccio combaciare. Chiudo gli occhi anche io e rimango così per un po', come se lui fosse il mio ossigeno.
E in effetti lo è.
Il calore che questo minimo contatto mi offre è indicibile.
Mi stacco leggermente, faccio per allontanarmi ma due mani decise mi afferrano il viso e mi fanno riavvicinare al suo, ristabilendo il contatto.
Ed è proprio in questo istante che muoio.
Perché è lui che mi cerca. Mi sento così bene ora.
Possibile che sia ritornato non per mollarmi ma perché gli mancavo? Possibile?
Approfondisce subito il bacio. Con la lingua calda mi sfiora il labbro superiore e io avvolgo il suo busto con le braccia, per stringerlo ulteriormente a me e impedirgli di fuggire.
- È sbagliato quello che facciamo- sussurra.
Non mi da il tempo di rispondergli, le nostre labbra socchiuse si ricollegano. Questo mostra quanto sia in lotta con se stesso.
Mi tiene il viso dolcemente, come solo lui sa fare, e inclina la testa per poter concedersi meglio a me.
Concessione che accetto molto volentieri.
Mi sembra assurdo che Mike sia qui e che io lo stia baciando.
Assurdo e meraviglioso.
Lo penso mentre le nostre lingue si intrecciano e i nostri sapori si confondono, mentre lui mi trattiene a sé e apre ulteriormente la bocca per un bacio più pieno e profondo. Mentre assorbe il mio essere e mi arriva all'anima.
- È...- riprende. Gli carezzo il fianco morbido sotto la maglietta, ha la pelle liscia e bollente. – È sbagliato quello che proviamo…- mormora faticosamente, - Non dovremmo- si aggrappa alla mia canottiera nera e geme leggermente quando gli succhio il labbro, assimilo tutto, mi prendo tutto con calma.
Ho paura che sia un'illusione, che ora lui mi spinga e scappi via.
Ecco perché mi godo ogni piccola particella di lui, in questo istante.
Ogni sfumatura, ogni sfioramento.
Ha ragione.
Non dovremmo. No. È tutto errato. Tutto. Dai nostri sentimenti al nostro non poter resistere l'uno senza l'altro.                         
Tutto estremamente sbagliato.
Ma sinceramente... Non trovo cosa più perfetta e bella di questa. Più magnificamente bella.
E glielo comunico. Affermo quello che sento, quello che non cambierà mai.
- Ti amo- bisbiglio sulle sue labbra. Mike mi osserva da questa distanza ubriacante. Cerca dentro la mia anima. Sta ancora combattendo dentro di sé, e sa che queste due parole sono l'unica cosa in cui crederò sempre. Lo sa.
Non muterà. Quello che sento non cambierà mai. E mi ritrovo a sorridergli. Per dirgli che, qualunque cosa accadrà, io rimarrò. Lui rimarrà. Perché lui mi riporta la Speranza e la Luce.
Si emoziona. Mi emoziono.
Mi toglie la canottiera con delicatezza. Mi tremano le mani mentre gli sfilo il suo indumento per poter finalmente sentire il suo calore sulla pelle.
E ci riallacciamo, e mi sento completo di nuovo dopo quasi un mese. Lui è il mio castello. Io sono la crepa. Senza Mike mi ingrandisco. Con lui invece, muto e mi correggo, mi ricostruisco e formiamo insieme una solida struttura che non crollerà mai.
Più mi abbraccia e mi avvolge, più mi sento rigenerato.
Si avvicina al mio orecchio, facendo strusciare le nostre guance. Brividi danzano lungo la schiena. - Ti amo. Sempre.- lo conferma ancora una volta. Non sarò mai sazio. Mai. Appena me lo ricorda, appena mi comunica che alla fine starà con me perché mi ama, appena mi confessa la strada che ora ha deciso di intraprendere... Appena mi sorride timidamente, sento il cuore che mi scoppia.
Muoio e rinasco con lui.
Mi riprendo quelle sue labbra che mangerei, le carezzo, poi le fondo con le mie. E dopo esserci scambiati un altro bacio in cui le lingue umide si intrecciano con lentezza e il battito cardiaco di entrambi accelera, ci dirigiamo verso la camera della sede e Mike mi fa stendere su di lui.
Sento la sua pelle a contatto con la mia e mi basta. Mi sembra il sogno più bello.
Ha preso la sua strada.
Rimaniamo abbracciati tutta la notte. Mi racconta tutti i dubbi, le incertezze che ha avuto. E io gli confesso le mie. Poi ci sorridiamo fra le lacrime, perché è dura lasciare andare queste riflessioni e queste spaccature. Ma ci curiamo a vicenda, stringendoci, uniti da questo sentimento che mai ci abbandonerà.
L'Amore.
 

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