The Art Of Breathing

di Arya M
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forgotten. ***
Capitolo 2: *** Average ***
Capitolo 3: *** Pareri ***



Capitolo 1
*** Forgotten. ***


La storia che segue e’ una traduzione della fanfiction ‘The Art of Breathing’ di AC Rules. ( http://www.harrypotterfanfiction.com/viewstory.php?psid=260019 )
Mi scuso sin da ora per il tempo che potra’ passare tra un’aggiornamento e l’altro ma tradurre una fanfiction non e’ una passeggiata.

Fatemi sapere se volete che continui a tradurre lasciandomi una recensione, e sentitevi liberi di correggermi se trovate qualche errore..

Buona lettura.




Forgotten.




Alcune persone hanno paura del buio;

Altre hanno paura delle altezze;

Io, Mary McDonald, ho paura di essere dimenticata (e delle rane)



Mio padre mi diceva sempre che mia madre era bellissima, ma io ricordo solo quanto fosse normale: capelli castani e occhi azzurri – aspetto perfettamente nella media.
Non aveva nessuna caratteristica particolare o qualcosa che la rendesse straordinaria – neppure un grande naso o delle orecchie protuberanti.
La sua intera faccia era strutturata nella media, nell’essere solo normalmente proporzionata e nel non avere nulla, ma proprio nulla, che ti costringesse a darle una seconda occhiata.

Mi diceva che era magnifica, fantastica, perfetta.. ma non lo era. Era solo una persona nella media, una semplice moglie e madre nella media.
Era sempre stato cosi’, fino alla sua morte.
Poi tutti I suoi ricordi la trasformarono in qualcosa che non era.
Poi, improvvisamente, divento’  bellissima e magnifica e lui comincio’ a fermarsi ad osservare il fuoco uscendosene con qualche racconto romantico al quale non ho mai creduto.

Non ha mai pensato che fosse speciale quando era in vita.
C’erano sempre urla, urla, urla, discussioni, discussioni e ancora discussioni durante la mia infanzia. Un ciclio infinito di discussioni, compromessi e discussioni ancora; parole mordaci, sarcasmo e brutte parole attuite da porte lasciate chiuse.
A volte, io e il mio fratellino, ci sedevamo ai lati opposti della porta, cercando di sentire frammenti di qualcosa che ci avrebbe aiutato a capire perche’ litigavano cosi’ tanto.
Ed eventualmente alla fine, ne sono venuta a conoscienza.

Facevano sempre pace pero’, probabilmente perche’ sapevano che il loro tempo stava per finire.
Stava per finire gia’, e in fretta.  Non lasciavano mai che il sole tramontasse sulle loro litigate. Ma la beatitudine dei momenti di vita quotidiana non durava mai a lungo. Era semplicemente il modo in cui funzionavano le cose.
A quei tempi io non sapevo che la maggior parte delle famiglie non erano come la mia; l’unica cosa che sapevo era che la odiavo. 
Posso attribuire il tutto allo stress, all’ansia e alla paura della perdita ora, ma a quei tempi pensavo che litigassero cosi’ tanto perche’ si odiavano.

Ero una figlia di papa’, a quei tempi. Odiavo quelle discussioni, cosi’ me la giocavo – come avrebbe fatto ogni normale bambino – e li facevo litigare ancora di piu’. Non riuscivo a capirlo, ma adesso ci riesco. Lo capisco perfettamente.

La mia vita e’ sempre andata intorno con costanza , sanza mai arrivare dritta al punto dove avrei potuto cominciare a capire qualcosa.
Mi sono sempre sentita come se mi trovassi nel lato sbagliato dello specchio, cercando di dargli un senso, ma senza mai vedere l’immagine completa.
Dopotutto, credo che questa sia esattamente cosa sia la vita: un occhiata al presente, e il futuro nascosto dalla tua vista – fuori dalla tua portata.
Non riuscirai mai a capirne il contenuto prima che sia troppo tardi.

Scoprii tutto quando avevo nove anni. Stavo guardando in giro per il mio regalo di Natale – non ero  mai stata in grado di giocare seguendo le regole – quando avevo trovato una lettera da mia zia May.
Ero una bambina intelligente, e in poco tempo avevo realizzato quello che nessuno si era preoccupato di dirmi.
Mamma stava morendo.
E cosi’ ne venni a conoscenza.

Ero cosi’ arrabbiata dal fatto che non me lo avevano detto, che me lo avevano nascosto.
Gli urlai contro, gridai, cominciai a fare I capricci e non parlai con mio padre per una settimana intera (e, essendo la figlia di papa’ che ero – una settimana era un tempo molto lungo per me )

Non parlai con mia madre per un tempo molto piu’ lungo di quello, semplicemente perche’ anche se mamma e papa’ facevano sempre pace, con me e mia madre non funzionava cosi’.

Quella vigilia di natale mori’. Prima che avessi l’opportunita’ di perdonarla, lei se ne ando’ , improvvisamente.

Non piansi al funerale. Ero in stato di shock. Pensavo che sarebbe morta lentamente, in un paio di mesi, magari anni, e invece no. Una mattina mi ero svegliata e lei non l’aveva fatto. Se n’era andata. Non poteva tornare indietro, non per me, non per qualcun’altro,  anche se l’avevo pregata nella mia testa… urlandole contro per un’altro paio d’ore solo perche’ mi desse l’opportunita’ di parlarle un’ultima volta.
Ma aveva da tempo sorpassato il punto di non ritorno quando il senso di colpevolezza si fece spazio in me.

Lentamaente, tutti si dimenticarono di lei. Assunsero’ qualcun’altro al suo lavoro al ristorante. Papa’ si risposo’ e anche Johnny, il mio fratellino, comincia a chiamare la nostra nuova matrigna, mamma ora.
Lei era nella media. Non era mai stata speciale.

Mia madre era inevitabilmente mediocre: aspetto mediocre; lavoro mediocre; personalita’ mediocre e anche una morte mediocre.
Quello era il motivo per cui tutti si erano dimenticati di lei – mediocrita’.
Tutti posso essere mediocri, e tutti posso rimpiazzare la mediocrita’.
 
Questo e’ quello che mi fa piu’ paura; andarmene via nelle notte prima di lasciare un’ impatto nel mondo. Ho paura che nessuno mi ricordera’ quando saro’ morta.

Ho paura di essere solamente mediocre.

Vita mediocre, aspetto mediocre, morte mediocre, proprio come mia madre.

Questo e’ il motivo per cui mi sono tinta i capelli, non per annoiare Karen come papa’ pensa ( quella’ era solo un’altra implicazione), ma per spiccare tra le altre persone, per sembrare diversa. Avere I capelli viola non e’ mediocrita’. So che non e’ molto – anzi, e’ quasi patetico. – ma tingermi I capelli di viola e’ stata la mia ultima possibilita’.

Il mio tempo in questo modo sta per finire e ho voglio che sia. No, ho bisogno che sia piu’ che semplice mediocrita’.

Una cosa e’ certa. Non saro’ dimenticata.
 

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Capitolo 2
*** Average ***


La storia che segue e’ una traduzione della fanfiction ‘The Art of Breathing’ di AC Rules. ( http://www.harrypotterfanfiction.com/viewstory.php?psid=260019 )
Buona lettura.


 

Average.
 

 

Un semplice 1 settembre nella media.. (come raccontato da Mary McDonald)
 

 

“Quando ti deciderai a cambiare questo tuo atteggiamento?”,Dice mio padre sedendosi di fronte a me, tirando fuori il giornale e cominciando a leggerlo impegnato a masticare il suo toast. E’ tutto cosi’ dannatamente babbano, ma considerando il fatto che e’ sempre stato tutto cosi’ dannatamente babbano dopo tutti questi anni non dovrebbe di certo essere una sopresa per me.

“Non mi sembra di avere nessun atteggiamento padre,” Gli rispondo stringendo le braccia al petto e rivolgendogli un cipiglio esagerato. “Semplicemente non capisco perché lei debba fare esperimenti con la mia colazione,” protesto rivolgendo un’occhiataccia al posto dove Karen siede in tutta la sua gloria di matrigna cattiva. Abbassa lo sguardo verso il pavimento con aria mortificata prima di rialzarlo e incontrare il mio.

“Senti, mi dispiace…” Comincia Karen muovendo i suoi stupidi capelli rossi intorno alle sue spalle ( I capelli rossi possono anche essere carini, ma sono considerati mutazione – quindi fottiti Karen ).

“Mi avresti semplicemente potuto dire che la mia colazione era pronta, invece di aspettare che si raffreddasse, solo per avere l'opportunità di provare quello stupido aggeggio per riscaldare che hai appena installato nel tuo toaster, che nemmeno funziona!”

“E’ davvero cosi’ importante che I tuoi pancakes siano leggermente bruciati?” dice mio padre sospirando.

“Leggermente bruciati?” Gli rispondo, mostrandogli l’oggetto in questione. Posso capire che, nel passato, sia stata molto incline alla melodrammaticita’, e questa può essere considerata come una di quelle occasioni – ma sinceramente non sapevo nemmeno che dei pancakes allo scotch fossero in grado di prendere quel colore fino a quando non sono scesa in cucina e ho visto Karen che cercava ansiosamente di imburrarli. Ero tentata di usarli per cominciare ad abbozzare qualcosa per quanto fossero simili a dei carboncini, “E’ piu’ scuro della fiammeggiante famiglia Black.”
 

“Chi?” Mi chiede Johnny. Aggrotto le sopracciglia nella sua direzione. Qual’e’ il punto nell’avere una conversazione piena di commenti arguti (Lily avrebbe riso) quando nessuno di loro capira’ mai di cosa io stia parlando? Questa e’ una delle tante ragioni per cui detesto le vacanze estive e qualunque momento in cui io mi trovi qui, a casa mia – si, certo.


“Allora, perche’ semplicemente non chiedi a Karen di fare altri pancakes?” Mi suggerisce papa’, cercando come sempre, senza mai riuscirci, di essere il riappacificatore. Ad essere onesti, non volevo alcuna pace con quel gruppo di idioti seduti intorno al tavolo per la colazione.
Piu comunemente noti come.. la mia famiglia.

Beh, Karen non e’ la mia famiglia. Non siamo imparentate. Non condivido nessuno dei suoi geni da rossa mutante o da ‘bruciatrice di pancake’. Grazie a Merlino.

“Lo farei, ma non ne sono rimasti altri.” Rispondo infastidita. Ammetto che, la maggior parte del tempo, mi piace semplicemente cominciare discussioni.

“Allora, perche’ non prendi qualche toast?” Mi suggerisce nuovamente papa’, guardandomi da sopra al giornale e mandandomi i classici segnali di pericolo. Sapevamo tutti che questa conversazione non era a proposito di pancakes o toaster, era a proposito del fatto che odiavo Karen, il nuovo bambino e il fatto che ero costretta a stare in questa casa quando tutto quello che volevo fare era andarmene e tornare ad Hogwarts fingendo di avere una famiglia bella e normale.
Cosa che avevo intenzione di fare in un paio di ore.


“PERCHE’ NON MI PIACCIONO I TOAST!” esclamo irritata alzandomi dal tavolo da pranzo. “Imaggino che l’unica possibilita’ sia morire di fame!”

“Smettila di essere sempre così drammatica!” Mi ha urlato mio padre non appena sono corsa arrabbiata su per le scale nella mia stanza. Karen odia lo scompiglio, per cui non posso assolutamente evitare di buttarmi sul letto e mettere il broncio come la fantastica e matura sedicenne che sono.

Oggi lasciero’ questo casino di famiglia fino a Natale; saro’ libera da questa casa per quattro interi mesi. Ovviamente sto solo andando verso altri casini, a quanto pare la mia intera vita è solo un grande, frustante casino che nessuno puo’ sistemare.

 

“Ehy sorella,” La voce di Johhny mi arriva dalla porta e ho ghignato immediatamente nella sua direzione, “Devi sempre fare tutto questo casino?”

“Mi mancherai,” Gli dico stringendolo in un abbraccio e scompigliandogli I capelli, “E so che ti manchero’ anche io.” Aggiungo non appena lui tenta di allontarmi.

“Si,” ammette guardandomi. “Credo che lo faro’, svitata,” Dice dandomi un vero abbraccio, “ma non mi mancheranno queste stupide litigate!” Ha aggiunto, la sua faccia imbronciata per un momento.
E’ strano pensare che questo undicenne e’ lo stesso bambino che usava mangiare i pezzi della scacchiera, ed e’ ancora piu’ strano tornare alla fine di ogni anno e scoprire che e’ cresciuto sempre un po’ di piu’.
Mi manchera’ davvero Johnny, specialmente visto che avevo cominciato a sperare che sarebbe venuto ad Hogwarts con me quest’anno – anche se quella speranza si è rivelata gloriosamente infondata.

“Come sta la tua ragazza?” Gli chiedo ghignante.

“Zitta! Non e’ la mia ragazza!” Risponde sulla difensiva.

“Awww, perche’ no? Non le piaci?” Gli chiedo e lui mi guarda accigliato.

“Ti odio.” Mi dice e io rido.

“In realta’ mi ami fratellino!”

“Fratellino? Non sono piccolo!” Obbietta’ e io sbuffo, “Sei solo gelosa del fatto che io non debba tornare a scuola per un’altra settimana!”

“Hai ragione, ma io vado a fare magie, e tu vai a fare scienze, quindi..” Comincio prima di sentire delle voci dalla stanza di mio padre, afferro’ mio fratelo in fretta e ci avviciniamo entrambi alla porta poggiando le nostre orecchie su di essa. Mi giro per guardarlo – so che non si ricorda quei giorni in qui lo facevamo tutto il tempo (sebbene fossere due diverse paia di voci ) ma io definitivamente lo ricordo bene.

“Non deve essere stato facile per lei, con Becky e…”

“Giuro che la maggior parte degli adolescenti non sono cosi’ difficili!” Sento papa’ dire e vedo Johnny ridacchiare. Sappiamo entrambi che sta parlando di me. “Perche’ deve ancora rendere le cose cosi’ difficili!?”

“Si sorel..” Comincia Johnny e io gli tiro’ un leggero pugno per farlo stare zitto. “Ouch!” Continua ad alta voce.

“Shh!” Gli dico ascoltando con piu’ attenzione.

“Sta attraversando un’eta’ difficile,” Dice Karen e io stringo i pugni. Come si permette ad insinuare che sono io quella con dei problemi? Pfft! E’ solo colpa sua. Comparire improvvisamente nella mia vita e aspettarsi che lo accetti come se non sia cambiano nulla!

“Ma riuscira’ mai a superarla?” Le chiede papa’, “Ti giuro saro’ quasi contento quando se ne sara’ andata.” Aggiunge e io faccio un respire profondo, “ Fino a Natale intendo,” Si affretta ad aggiungere, ma il danno e’ gia’ stato fatto.

“Vedi, nessuno ti vuole qui!” Mi dice Johnny massaggiandosi il lato dove l’avevo colpito “Noi tutti non vediamo l’ora che tu te ne vada!”

“Stai zitto” Gli dico irritata.

“No.” Risponde, “Mi hai dato un pugno.”

“E lo faro’ di nuovo!” gli dico per poi dimostrarglielo.

“Ouch!” urla irritato. “PAPA’!” Aggiunge e io gli salto addosso nel tentativo di tappargli la bocca.

“Mary! Lascia in pace tuo fratello!” Risponde mio padre con un tono irritato.

“Ovvio, incolpa me!” gli dico arrabiata. “Sicuramente il prezioso Johnny non farebbe mai nulla di male!”

“Tuo fratello ha solo dieci anni.” Mi ha rimproverato.

“LO SO!.” Gli faccio notare (fortemente), “E io ho sedici anni!” Gli rispondo e lui sussulta non appena sente la mia eta’, “E tutti sappiamo che non vedi l’ora che io me ne vada, quindi perche’ non prendi la stupida Karen e il povero Johnny e la bellissima piccola Ria e mi lasci stare!” Urlo arrabbiata girandomi e correndo nella mia stanza, sbattendo la porta alle mie spalle.

“VAI NELLA TUA STANZA.” Ha urlato mio padre – l'abitudine. Ho aperto la porta facendone uscire la testa.

“SONO NELLA MIA STANZA!”

“-Dobbiamo andare,” Ci fa notare Karen e mio padre ha sospirato irritato.

“Prendi le tue cose Mary, dobbiamo andare.”

Dio, queste parole sarebbero potute arrivare prima.

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“Ciao papa’,” Dico rigidamente avvolgendolo in un abbraccio imbarazzante. “Ciao Johnny,” Dico all’altro , dandogliene uno piu’ caloroso; mi sarebbe mancato anche se era fastidiosio come l’inferno. I fratelli erano sempre in grado di fare uscire il peggio di te, era un dato di fatto, ma alle volte erano piacevoli.

“E?” ha aggiunto mio padre.

“Ciao Becky, ciao Rya – I membri della famiglia che non mi vogliono abbastanza bene per essere qui al momento,” Aggiungo roteando gli occhi.

“Dai un’abbraccio a Karen.”Mi ordina papà rigidamente. L'abbraccio velocemente con una smorfia per poi allontanarmi il più rapidamente possibile, dando le spalle a tutti loro e incamminandomi verso il treno trascinandomi dietro la valigia.

La sensazione di lasciare la tua pseudo-famiglia per un'intero anno è, stranamente, non così liberatoria come potete pensare – un piccolo spasmo di tristezza ha attraversato anche me, ma non mi sono voltata per vederli (non avrei dato a papà la soddisfazione – lui voleva che me ne andassi, dopo tutto).

“MARY! Dove sei stata?” Sento la voce di Lily chiamarmi e non posso evitare di fare una smorfia al sentire il suono del mio nome. E' così banale, così noioso, così semplice da essere dimenticato. Così tipico di mia madre, ovviamente. La figlia di Karen è stata benedetta con un nome eccitate, esotico e carino (di mia scelta, tra l'altro) ma no... La mia adorata madre aveva chiamato i suoi figli Mary e John.

 

Per un secondo mi sorprendo dal fatto che Lily non abbia fatto nessun commento sui miei capelli ( Perchè, per Merlino, papà ne aveva fatti eccome) prima di ricordarmi che avevo deciso di indossare un cappello per prevenire la scena. Anche se, dopo la mia schifosa mattinata, tutto quello che volevo era  proprio una grande scena al momento. Dio, per una volta avrei voluto essere quella che generava un po' di shock.
 

“Mi sei mancata!” dice Lily abbracciandomi. Ne dubitavo.

In teoria lei sarebbe dovuta essere la mia migliore amica, e per la maggior parte delle situazioni e motivi lo era. Se vogliamo escludere il fatto che è difficile crearsi un'amicizia stretta quando tra due persone c'è una grande e importante bugia. Essendo una bugia, Lily non era completamente a conoscenza della sua esistenza – ma fino a che rimaneva in quel modo ero sicura che non l'avrei sputata fuori in un qualsiasi momento quando avrebbe cercato di costringermi a rivelarglielo.

Sobbalzo non appena mi stringe o un po' troppo forte, speventandomi del fatto che il mio corpo si sarebbe semplicemente fermato, morto, ma non succede nulla. I dottori dicono che ho ancora abbastanza tempo rimanente a meno che non sia sfortunata. Ed ero stata fortunata fino ad ora. Sempre se per voi 'fortunata' è qualcuno che sta lentamente morendo da quando aveva tre anni.

“Allora.. cosa c'è di nuovo?” Mi chiede Lily dopo avermi lasciato andare. Le sorrido, preparandomi a liberare i miei capelli. Nella mia testa avevo immaginato una scena di grande dramma ed esclamazioni, e Lily di solito era brava con questo genere di cose (soprattutto quando James Potter era coinvolto). Ho tolto il capello e i miei capelli sono lentamente scivolati sulle mie spalle in tutta la loro gloria viola.

Non c'è niente che un pacchetto di tinta punk non possa fare, sempre se non ti importa niente dell'effetto collaterale ( o vantaggio, se stai cercando di infastidire la tua matrigna cattiva) di trasformare tutti gli asciugamani bianchi in una non proprio carina sfumatura di lillà.

Lily sbatte le palpebre nella mia direzione per almeno un paio di minuti, come se non fosse sicura di cosa dire.
“E' molto... viola”  Si è decisa alla fine, fissando la mia attaccatura di capelli leggermente allarmata.

“Acuta osservazione Lily, è buono sapere che i tuoi occhi funzionano ancora.”

“Perchè ti sei tinta i capelli di viola?”
 

“Perchè è particolare,” Rispondo, poggiando una mano sul fianco e combattendo il mio desiderio di scappare via. Come mia migliore amica, mi aspettavo qualcosa più simile al supporto e, se quella era la sua reazione, potevo solo immaginarmi come sarebbe stata quella dei Malandrini...

“Puoi ripeterlo di nuovo!” dice James Potter, comparendo con una delle sue mani a scompigliarsi i suoi stupidi capelli ( e il suo era uno stile 'particolare' – per cui lui non poteva proprio parlare). Osserva Lily per un secondo, per poi spostare il suo sguardo di nuovo su di me.

“Perchè è particolare,” ripeto, spostando lo sguardo su tutti i malandrini, che erano venuti ad indicare i miei capelli e ridere. Mentalmente, mi ero immaginata meno risate e più 'Oh Mary, sei così coraggiosa per avere tinto i tuoi capelli di un viola così acceso.' Ma se fossi stata un po' più realistica quella sembrava la reazione giusta.

“Puoi ripeterlo di nuovo!” Dice Remus Lupin sorridendo divertito, e le labbra degli altri si sono tutte mosse nella stessa maniere. Incrocio le braccia nuovamente e mimordo le labbra. Quanto cose del genere avrei dovuto sopportare quest'anno?


“Potrei, ma non sono un pappagallo.” Gli rispondo poi, infastidita.. 

“Beh, ci assomigli!” Commenta Sirius Black facendo ridere anche i suoi amici. Ignoro lui, e anche il resto del gruppo. Che idioti ( che bei, fastidiosi, arroganti idioti).

“Ma non è contro le regole della scuola?” Mi chiede Lily cautamente, ancora con lo sguardo fisso al punto dove la mia fronte lasciava spazio ad i capelli “tipo.. contro le regolo dell'uniforme o... qualcosa.”

“Probabilmente, ma a chi importa?”Le domando difensiva. Il mio grandioso piano, la mia ultima possibilità, si stava nuovamente dimostrando essere una terribile idea.

“Mary, Mary, quite contrary where does your garden grow?* (Mary, Mary, tutta al contrario(?) dove cresce il tuo giardino?)” Canticchia Sirius, sorridendo. Decido di non chiedermi come possa sapere una canzoncina babbana, perchè Sirius Black aveva questa strana abitudine di fare cose sorprendenti solo per affascinare le persone. Gli piacevano le attenzioni.

“Se avessi qualche scelta in materia, lo farei crescere nel tuo culo, e farei crescere solamente cardi, ortiche e agrifogli.”

“Abbai ma non mordi,” dice Sirius, ridacchiando per poi poggiare il suo braccio sopra di me. Alzo le sopracciglia al suo braccio, scrollandomelo di dosso quando era chiaro che non aveva capito il segnale. “ Awww, ma Mary, non mi ami?” dice con una fastidiosa voce da bambino. Stringo gli occhi nella sua direzione per fargli capire di lasciarmi stare. Non sono dell'umore adatto per provare il suo stupito flirt di prima mattina ( anche se, ehy, a quanto a pare aveva davvero imparato il mio nome ora.)

“No, ma amerei farti del male al momento,” gli dico, sollevando il mio bagaglio e trascinandolo sul treno, con gli altri al mio seguito. Beh, a meno una cosa positiva c'erano. Erano loro a seguire me.

“Oh, andiamo Mary, sappiamo tutti che non potresti  fare niente anche solo lontanamente violento,” Mi risponde, seguendomi in uno degli scompartimenti. Mollo il mio bagaglio e mi giro verso di lui; c'era qualcosa nella sua voce che mi stava sfidando.

“Perchè no?”chiedo osservandoli tutti.

“Sei troppo buona...” dice Peter.

“Troppo anti-violenza,” aggiunge James. 

“Troppo Mary...” finisce Remus e sbuffo. 

“Troppo Mary? Cosa vuol dire?” Chiedo e Sirius ci pensa su per un momento.

“Sei abbastanza comune, nella media.” Mi risponde dopo un paio di secondi, e la risposta mi fa infuriare, anche se sono sicura che non volesse essere un' insulto. Però, l'ironia che l'ha spinto a scegliere proprio quella parola era così frustrante che mi faceva venire voglia di urlare (E magari l'avrei semplicemente fatto.)

“Non sono nella media.” Rispondo lentamente, i miei occhi stringendosi pericolosamente nella sua direzione.
Sirius osserva la mia espressione incupirsi e da l'impressione di esserne estremamente soddisfatto.

“Oh andiamo, ammettilo, sei totalmente nella media. Voglio dire, hai imparato come rispondere rapidamente durante l'estate, e ti sei tinta i capelli, ma sei ancora nella media.”

“No. Non lo sono.”

“Certo.” Sirius dice scrollando le spalle come per dire come-vuoi e la cosa mi fa infuriare ancora di più.

“Non lo sono.” Gli rispondo arrabbiata. Le sue labbra curvate in un sorrisetto di cui Lucius Malfoy sarebbe stato fiero.

“Provalo”sogghigna Sirius, entrando nel mio spazio personale- - fin troppo vicino per i miei gusti – sollevando le sopracciglia.

Tutto questo, questa situazione, è così da Sirius. Sempre alla ricerca di qualcosa per rendere le cose più interessanti. Anche se, in effetti, quelli erano i Malandrini in generale. E, trascinandomi in quella situazione in cui sarei stata l'intrattenimento mi stavano lusingando con l'idea che pensavano potessi divertirli e allo stesso tempo infastidendo a tal punto che volevo far esplodere le loro teste con la mia bacchetta.

E' ancora un po' troppo vicino e, il sorrisetto trionfante che si è appena formato sulle sue labbra, è davvero troppo. Per cui, decido di fare la prima cosa a cui riesco a pensare.

Anche se è davvero, davvero stupida.

( Io non dovrei davvero agire d'impulso).

Lo bacio e poi, prima di dargli la possibilità di spingermi via, prendere in giro la mia sanità mentale e ridere di me ( tutto cose che Sirius Black amerebbe fare, credetemi.), lo colpisco con il mio ginocchio.. ed ora lui si ritrova accasciato sul sedile dello scompartimento stringendosi le sue parti bassi.

Mi siedo, sentendomi moderatamente felice con me stessa.

Fino a che non guardo fuori dalla finestra, realizzando che siamo appena partiti e che ho appena perso la mia possibilità di godermi l'immagine di mio padre che saluta, nonostante tutto, e di Johnny che allunga in collo per capire in quale scompartimento io mi trovi.

Maledetti Malandrini.

“Era davvero necessario?” Mi chiede Remus guardando Sirius ancora pateticamente sdraiato, “le sue lamentele mi stanno distraendo dalla mia lettura”

“Se l'è cercata,” dico guardandolo torvo “e tu non dovresti essere all'incontro dei prefetti?” Gli chiedo abbassando lo sguardo sul distintivo attaccato alla sua divisa.

Impreca ad alta voce prima di correre fuori dallo scompartimento. Mi alzo non appena lascia l'abitacolo e afferro il mio bagaglio ancora posizionato in mezzo allo scompartimento

“Allora.. è stato divertente, dovremmo farlo di nuovo qualche volta,” Dico sarcasticamente uscendo dalo scompartimento, “Ma per ora.. posti da visitare, persone da vedere...” aggiungo, spostando i mie capelli con una bellissima aria drammatica. Nella media? Pfft.


 

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Trascino il mio bagaglio nel bagno chiudendo la porta a chiave. Mi giro, dandomi un momento per prendere fiato con la schiena contro la porta. Nella media. Le persone qui pensano che sia  nella media (non solo semplici persone, i Malandrini – i miei compagni).
Nella media significa noiosa. Nella media significa facile da dimenticare. Niente di speciale.

Sono solo Mary, tranquilla, abbastanza intelligente, aspetto nella media, tutto nella media.

Tutto durante la mia vita ad Hogwarts è sempre stato stato nella media. Voti nella media, amici nella media, ho addirittura frequentato uno dei malandrini per un periodo di tempo nella media – l'unica cosa speciale di me è che sarei morta prima che il mio tempo qui fosse finito.

Sarei morta e a nessuno sarebbe importato, si sarebbero dimenticati di me e, quando avrebbero guardato indietro alle foto, non avrebbero saputo chi fossi.
Sono sempre stata solo me stessa; troppo Mary; troppo nella media.

Lacrime di rabbia coprono lentamente il mio viso. Mi odio per il fatto di star piangendo, ma sonno davvero successe troppe cose per oggi e siamo appena fuori dalla stazione.
Mi concedo cinque minuti di questo patetico pianto prima di utilizzare la scorta inesauribile di fornitura per il bagno del treno per sistemare al meglio il casino che è la mia faccia.

Mi passo una mano tra i capelli viola guardando il mio riflesso. La mia pelle sembra ancora più chiara del solito con il viola che circonda la faccia come una tenda brillante.

Inevitabilmente nella media, ma quella era la vecchia me. Era morta ora, come lo sarei stata io presto. Ho sedici anni; oggi ho avuto quattro litigi con la mia famiglia; ho preso a calci il ragazzo più voluto della mia scuola dove fa male; sto andando proprio ora alla mia scuola di magia e stregoneria; ho mostrato a tutti i miei nuovi capelli viola e morirò prima di uscire dall'adolescienza.

Questo non è per nulla nella media. E se lo è, Merlino ci aiuti.

 

*E' una canzoncina inglese per bambini.

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Capitolo 3
*** Pareri ***


Salve a tutti,
Questo -come avrete notato. Non è il nuovo capitolo. 
Sto soltando cercando di decidere se continuare la storia o meno.
Insomma, fatemi sapere se volete che io continui a tradurre la storia o meno..

A presto, (spero)

Arizona.

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