I doni della morte

di black dalia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap.1)La scelta ***
Capitolo 2: *** Garp, Dragon e Uphy ***
Capitolo 3: *** Cap.3)Partenza ritardata ***
Capitolo 4: *** Cap.4)Al villaggio di Foosha ***
Capitolo 5: *** Cap.5)L'ultimo dono ***
Capitolo 6: *** Cap.6)Quel fatitico giorno ***
Capitolo 7: *** Cap.7)I pensieri di Uphy ***
Capitolo 8: *** Cap.8)Incontro, scontro e allenamento ***
Capitolo 9: *** Cap.9)L'inizio di un'amicizia Parte I ***
Capitolo 10: *** Cap.10)L'inizio di un'amicizia Parte II ***
Capitolo 11: *** Cap.11)Le coppe della fratellanza ***
Capitolo 12: *** Cap.12)Una visita da Makino e Garp ***
Capitolo 13: *** Cap.13)L'angelo della morte ***



Capitolo 1
*** Cap.1)La scelta ***


Ciao a tutti sono black dalia ho deciso d'incominciare a scrivere questa mia seconda storia.
Voglio avvertire tutti coloro che hanno pianto per la morte di Ace in questo mio primo capitolo si parlerà proprio di questo ma non preoccupatevi dopo tornerà tutto a posto per sapere come leggete la mia storia



 

                                           I DONI DELLA MORTE


Cap.1)La scelta


Sangue, morte e distruzione.
Queste le parole per descrivere quello che sta accadendo a Marineford, sede del quartier generale della marina, luogo dove si sta svolgendo la grande guerra tra i marines e i pirati di Barbabianca.
Le nuvole oscurarono il cielo mentre un grido si udì per tutto il campo di battaglia -NOOOO! ACE!- quel grido fermò ogni movimento: Portuguese D. Ace, l'unico figlio di Gold D. Roger, 2° comandante dei pirati di Barbabianca e fratello di Monkey D. Rufy era morto per mano dell'ammiraglio Akainu; il suo corpo era caduto a terra e il suo sangue versato su suo fratello Rufy.
Per lui tutto il mondo si ferma, tutto quello che riesce a pensare è che "Ace è morto" ripetuto più volte, nella testa, come un mantra e questo pensiero lo manda in stato di shock facendogli perdere i sensi.
-E' morto- disse un marines confermando il pensiero di tutti ma proprio dopo aver pronunciato quelle parole qualcosa si spezzò, un vento feroce spazzò il campo di battaglia e all'improvviso qualcuno comparve dietro Rufy: un uomo alto, con la carnagione bianca, i capelli lunghi color argento, indossava una tunica blu con ricami argentati ma quello che attirava di più l'attenzione erano gli occhi color rosso sangue e le due maestose ali, nere come la notte, che gli spuntavano dalla schiena. L'uomo abbassò lo sguardo su Ace -che spreco- la sua voce era un sussurro ma arrivò chiara e limpida alle orecchie di tutti poi il suo sguardo passò su Rufy, s'inginocchiò dietro di lui, nonostante questo ancora lo sovrastava con la sua statura e lo abbracciò stringendolo a sè; a quel tocco il corpo di Rufy si rilassò, chiuse gli occhi e la bocca abbandonandosi contro il corpo dell'altro -è ora di andare- disse l'uomo ed aprì le ali; a quel punto il vento colpì più forte il campo di battaglia oscurando, per un attimo, la visione di tutti e quando riprirono gli occhi i due erano spariti.


Rufy aprì gli occhi e si guardò attorno: si trovava disteso su una spiaggia in un luogo a lui sconosciuto. Cercò di muoversi e lentamente s'alzò "dove sono?" si chiese -questo posto è chiamato l'isola della vita- gli rispose una voce -l'isola della vita... - ripetè a se stesso: a quella rivelazione ampilò gli occhi mentre i ricordi si riaffacciavano alla mente specialmente uno che lo fece cadere in ginocchio: il corpo di Ace a terra davanti a lui.
-NO! ACE! DOV'E' ACE?!- gridò cercando di alzarsi ma il suo corpo non rispose, ad un tratto l'uomo con le ali nere apparve davanti a lui -smettila di sforzarti- disse ma Rufy non lo ascoltò continuando a cercare di rimettersi in piedi ma senza successo. -NO! ACE E' MIO FRATELLO! DEVO SALVARLO!-
-è troppo tardi- a quelle parole Rufy si fermò: il suo corpo iniziò ad essere scosso da violenti tremiti e, poco dopo, il ragazzo scoppiò a piangere urlando a squarcia gola. Appena riuscì a ricontrollarsi alzò la testa guardando l'uomo di fronte a lui con uno sguardo disperato - c-chi sei?- gli chiese singhiozzando -sono la Morte- rispose lui, a quella rivelazione Rufy sbattè un paio di volte le palpebre, cancellando le lacrime, ed inclinò la testa -la Morte?- gli chiese guardandolo -ma non dovresti essere spaventoso? Perchè per me non sei spaventoso- a quelle parole un piccolo sorriso increspò le labbra della Morte -seguimi- disse voltandosi ed incamminandosi verso una foresta che cresceva al limite della spiaggia -e-ehi, aspetta!- disse Rufy riuscendo a rialzarsi e a seguirlo barcollando.
-Dove stiamo andando?- chiese Rufy dopo un pò di tempo che stavano camminando -siamo quasi arrivati- rispose la Morte. poco dopo uscirono, finalmente, dalla foresta e si trovavano in una radura dove, al centro, si estendeva un grande lago -questo è il lago della rinascita- disse la Morte -perchè mi hai portato quì?-chiese Rufy avvicinandosi alla riva, la Morte gli si avvicinò da dietro, gli mise le mani sulle spalle e gli sussurrò in un orecchio -per farti rinascere- dopodiche lo spinse in acqua. Appena cadde dentro al lago l'acqua incominciò a turbinare intorno a lui "così morirò" pensò agitandosi mentre l'aria gli usciva dai polmoni ma quando sentì che non ce la faceva più un paio di braccia lo tirarono fuori dall'acqua e lo adagiarono sulla riva. -Perchè- coff, coff -hai cercato di annegarmi?!- gli chiese tossendo -guarda il tuo riflesso- fù la risposta della Morte, Rufy gli lanciò un'occhiata come per dirgli che pensava fosse pazzo ma poi si avvicinò di nuovo alla riva, si specchiò e rimase senza parole: riflessa sulla superficie dell'acqua c'era l'immagine di una ragazza bellissima, con capelli neri come la notte lunghi fino al sedere, la carnagione leggermente abbronzata, il seno della giusta misura, e un corpo per cui qualunque uomo sarebbe morto ma ciò che catturò la sua attenzione erano i suoi occhi color rosso sangue.
-Chi è?- chiese Rufy ma subito dopo si mise una mano sulla bocca quando dalle sue labbra uscì una voce di donna -semplice tu sei lei e lei è te- disse la Morte -COSA?!- l'eco della sua voce risuonò per tutta l'isola.
Dopo qualche secondo di shok Rufy guardò la Morte con rabbia -perchè mi hai trasformato in una ragazza?!- gli chiese adirato -perchè questo è uno dei miei doni- gli rispose, Rufy inclinò la testa -uno dei tuoi doni?-
-sì, Monkey D. Rufy tu sei il prescelto che avrebbe conquistato la nuova era ma a Marineford quando ho sentito il tuo cuore spezzarsi ho capito che le cose non dovevano andare così per questo sono intervenuto, vedi i posso fare tre doni al prescelto: il primo, che ti ho appena dato, è il corpo-
-ma perchè proprio quello di una ragazza? Così non potrò diventare il re dei pirati- protestò Rufy -non hai mai sentito dire che le piratesse sono le più temibili? E poi chi dice che non ci può essere una regina dei pirati-Rufy riflettè su quello che aveva appena detto la Morte -quali sono gli altri due doni?- gli chiese -il secondo dono è il potere, ti darò un nuovo frutto del diavolo, non chiedermi quale lo scoprirai a suo tempo; il terzo è il più importante, ti farò tornare indietro fino al giorno della tua nascita così potrai cambiare le cose che non vuoi che accadano-
-davvero?!- chiese Rufy con occhi speranzosi e la Morte annuì; allora Rufy si fermò a pensare: certo sarebbe rinato ragazza ma avrebbe potuto evitare la morte dei suoi fratelli e anche la perdita del braccio sinistro di Shanks. A quel punto la sua determinazione si accese -bene accetto, questa è la mia scelta!- disse e dopo aver pronunciato quelle parole il suo corpo incominciò a brillare e a svanire -sì cambia il futuro Monkey D. Rufy con la forza che è dentro di te e con il potere che ti darò; otterrai amici, alleati, rivali, nemici e alcuni potenziali amanti- poi la Morte rise -ci rivedremo presto- disse guardando il corpo di Rufy svanire completamente.


-Isole Sabaody (17 anni prima della guerra di Marineford)
-Ueeehhh- era notte, ed in una piccola casa, in uno dei numerosi groove di Sabaody, risuonava il pianto di un bambino.
-Ecco! E' nata! Guarda Sasha è una bellissima bambina!- disse una donna mentre teneva tra le mani una bambina appena nata facendola vedere alla madre.
-oh... Presea... è stupenda... guarda com'è piccola!- disse una giovane donna distesa su di un letto, stremata dalle fatiche del parto -sì, è meravigliosa! Scommetto che da grande sarà uguale a te!- rispose la donna, conosciuta come Presea, mentre stava lavando, in una bacinella di acqua tiepida, la piccola per poi avvolgerla in un asciugamano porgendola poi a sua madre.
Sasha accolse la piccola tra le braccia dandogli un bacino sulla testolina acquietando così il suo pianto -shhh, non piangere piccola mia quì c'è la tua mamma- sussurrò Sasha alla bambina -non sai quanto sono felice di averti tra le braccia mia piccola Uphy-
-così vuoi chiamarla Uphy?- le chiese Presea con un dolce sorriso sulle labbra, sasha annuì -Monkey D. Uphy... questo sarà il suo nome- poi fece una pausa mentre delle lacrime iniziarono a formarsi hai lati degli occhi -mi dispiace...- disse stringendo la bambina al suo petto -mi dispiace doverti lasciare Uphy-
-Sasha...- Presea la chiamò -sei davvero sicura di volerla lasciare a me?-
-sì, tu sei la mia migliore amica ed in più conosci la mia storia... con te sarà al sicuro-
-e se lui scoprisse che hai avuto una figlia? La cercherà e tu non sarai al suo fianco per proteggerla-
-per scoprirlo dovrebbe prima catturare me e nel caso ci riuscisse allora ci penserà Minerva a proteggerla, me lo ha promesso-
-ma Sasha...-
-basta Presea! Mi dispiace ma non cambierò idea! E' troppo pericoloso per Uphy rimanere con me.... ora, se non ti dispiace, vorrei passare da sola quest'ultima notte insieme alla mia bambina- Presea guardò l'amica affranta -come vuoi...- le disse ed uscì dalla stanza lasciando sole madre e figlia.
Dopo che vide la porta della stanza chiudersi dietro alla sua amica, Sasha riportò la sua attenzione su Uphy che, intanto, aveva aperto gli occhi rivelando delle iridi rosso sangue -piccola mia... probabilmente questa sarà l'unica volta in cui io e te potremmo stare insieme anche se spero che, un giorno, potremmo rivederci... voglio che tu sappia quanto ti amo e che faccio tutto questo solo per proteggerti... uphy, figlia mia, io non ti dimenticherò mai... sarai sempre nei miei pensieri fino alla fine dei miei giorni- finì Sasha dandogli un lieve bacio sulla testolina mentre le lacrime le rigavano le guance.

Il mattino seguente, Presea entrò nella stanza dove Sasha e Uphy avevano dormito e, proprio come si aspettava, vi trovò solo la bambina profondamente addormentata, sulo cuscino accanto a lei c'era un biglietto con poche righe:
"Ti ringrazio di tutto, addio Sasha"

-oh, Sasha...- sospirò Presea leggendo il biglietto -spero un giorno di riuscire a rivederti amica mia- dopodiche si mise il biglietto in tasca e prese Uphy, sollevandola delicatamente dal letto in modo da non farla svegliare, ed uscì dalla stanza.

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Capitolo 2
*** Garp, Dragon e Uphy ***


ciao scusate il ritardo ma eccomi qui; in questo capitolo Rufy incomincia la sua nuova vita e ci saranno parecchie novità e anche un'incontro tra Garp e Dragon e ora ecco il nuovo capitolo.


 

                                                  I DONI DELLA MORTE


Cap.2)Garp, Dragon e Uphy


Nome: Monkey D. Uphy
Anni: 5
Genere: femmina
Madre: deceduta
Padre: località sconosciuta
Tutrice: Cathedral Andrea Presea
Abitazione: arcipelago Sabaondy, groove 10
Locazione corrente: Mariejoa

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Monkey D. Garp poggiò la lettera sul tavolo, sorseggiando una tazza di the guardava il mare; Garp era un vice-ammiraglio e il comandante della sua nave: la kannon.
Diventato famoso per aver catturato il re dei pirati: Gold D. Roger, Garp è un mostro di forza ma è anche una persona rilassata e divertente.
Il suo unico figlio è Monkey D. Dragon, il capo dei rivoluzionari.

Recentemente Garp era stato informato dell'esistenza di una bambina il cui nome era Monkey D. Uphy, che era al centro di una discussione tra i dragoni celesti e i marines; saputo questo immaginatevi il suo scoppio di rabbia come un vulcano in eruzione, dimenticandosi l'incontro tra i vice-ammiragli decise di andare a trovare il suo "amato figlio" e chiedergli spiegazioni.

-Flashback

Monkey D. Dragon stava sorseggiando una tazza di the quando il palazzo in cui era venne scosso dal colpo di una palla di cannone -cosa diavolo?- disse, uno dei suoi subalterni arrivò di corsa -signore i marines sono...- non riuscì a finire la frase come una seconda palla di cannone fece un buco nel muro e lo colpì in pieno; Dragon guardò attraverso l'apertura: una sola persona poteva fare una cosa del genere ed in più conosceva l'ubicazione della sua base; una terza palla di cannone arrivò, Dragon la schivò ma non riuscì ad evitare il pugno d'amore che pochi secondi dopo lo colpì sulla testa.
Dragon si riprese subito e guardò suo padre "cosa diamine gli passa per la testa?" pensò, Garp ansimava e guardava il figlio con furia negli occhi -dov'è tua figlia che è anche mia nipote Dragon?- gli chiese con voce pericolosamente calma.
Silenzio.
Shock.
Sorpresa.
-Ma di cosa stai parlando?- chiese Dragon, a quel punto Garp esplose iniziando a gridargli in faccia frasi incoerenti sulla sua insensibilità a tenere la sua nipotina carina e adorabile lontano da lui, dov'era stata Uphy fino ad allora ed altre frasi che non riuscì a comprendere; alla fine della sfuriata si avvicinò a suo padre e gli mise una mano sulla spalla ma Garp lo allontanò con un ceffone a quel punto Dragon arrabbiato gli lanciò un'occhiata omicida -non sò di che diamine parli, che io sappia non ho nessuna figlia- Garp lo guardò 
-vuoi dire che non la stai nascondendo da me?-
-stai scherzando vecchio? non sò nemmeno di cosa parli- Garp gli si avvicinò con uno sguardo curioso
-tu non sai?-
-no! Perchè invece di accusarmi non mi spieghi nei dettagli- Garp studiò il comportamento di suo figlio: sembrava che davvero lui non ne sapesse nulla; quindi decise di raccontargli i fatti, si schiarì la voce ed incominciò -mi stavo rilassando nella mia cabina quando un subordinato venne da me con una lettera, parlava di una bambina presa a Mariejoa per il suo fascino e la sua carineria.
La suddetta bambina è così adorabile che la maggior parte dei dragoni celesti furono immediatamente catturati dal suo fascino, uno dei dragoni gli chiese il suo nome e lei rispose -sono stata chiamata Cathedral D. Soara dalla mia tutrice ma il mio vero nome è Monkey D. Uphy- la sua espressione era talmente straziante che i dragoni celesti non hanno chiesto nient'altro rigoardo alla sua nascita ed hanno iniziato a coccolarla e ha viziarla ma uno dei cinque astri della saggezza, che conosceva il mio nome, chiese a Sengoku se la piccola era una mia parente ma io non ne seppi nulla fino a un paio di giorni fà perchè ero in missione nel mar orientale- quando Garp concluse guardò l'espressione di suo figlio, sembrava che Dragon si fosse trasformato in pietra.
Ci fù un lungo silenzio fino a quando Garp parlò -qual'è il piano?-Dragon si riprese -valla a prendere e allevala, io non sono adatto a quel ruolo- ancora silenzio -bene- disse infine Garp, stava per tornare alla sua nave quando si fermò -comunque qual'era il nome della donna che l'ha portata in grembo?- Dragon chiuse gli occhi contemplando se rispondere alla domanda, quando li riaprì la sua voce era fredda -non è importante... lei... se ne andata- Garp capì che suo figlio non era in vena di parlarne e si diresse verso la sua nave -così ho una figlia- mormorò Dragon con una strana luce negli occhi.

-Fine flaschback

Era stato qualcosa d'improvviso eppure Garp abbracciò con entusiasmo questo cambiamento, ora aveva un successore Monkey D. Uphy e rileggendo le carte che Sengoku gli aveva dato, conteneti le informazioni su sua nipote non potè che riempirsi d'orgoglio: non solo Uphy era carina e adorabile ma era anche potente grazie al sangue nelle sue vene; la volontà del D continuava a vivere.
notando l'andameto lento della sua nave Garp abbaiò ordini hai suoi uomini di aumentare la velocità: destinazione Mariejoa.


Nello stesso momento in un luogo molto distante Mokey D. Uphy rabbrividì per un motivo sconosciuto; la guardia accanto a lei si preoccupò -tutto bene Uphy-himesama?- Uphy sorrise -sì, non è niente- la guardia non era del tutto convinta ma lasciò stare accontentandosi di guardare la bambina più carina che avesse mai visto: Uphy era una bambina di 5 anni con lunghi capelli setosi neri come la notte che teneva legati in due codini, gli occhi rosso sangue sembravano rubini ed adornavano il viso della piccola ed iper ragazza;
un lieve rossore si propagò sulle guance della guardia pensando al suo futuro come donna.
I pensieri di Uphy tuttavia erano a miglia di distanza come ripercorreva mentalmente gli avvenimenti di questi 5 anni.

-Flashback

Uphy aprì gli occhi e guardandosi attorno si sorprese di vedere tutto così grande; un orsacchiotto attirò la sua attenzione, cercò di prenderlo ma si accorse di non potersi muovere -ma che...- cercò di dire ma dalla bocca uscì solo un vagito -ah, finalmente ti sei svegliata- una donna la tirò fuori dalla culla così Uphy potè vedere il luogo dove si trovava: era una piccola casa piena di armi di ogni tipo, allarmata perchè non conosceva il luogo Uphy incominciò ad agitarsi e si mise a piangere ma la donna incominciò a cullarla e a cantarle una ninna-nanna così ben presto si riaddormentò.
Crescendo Uphy aquisì nuove informazioni: la donna che si prendeva cura di lei era la sua tutrice Cathedral Andrea Presea, la migliore amica di sua madre che Uphy non riusciva a ricordare; Presea era una fabbra e viveva all'arcipelago Sabaondy, fabbricava armi con speciali e rari materiali che aquistava lungo la grandline.
Vivendo con Presea Uphy imparò le buone maniere ma continuò ad avere un carattere un pò maschiaccio tanto che preferiva di gran lunga indossare t-shirt e pantaloncini piuttosto che i vestiti che Presea tentava di fargli mettere, nonostante il suo carattere grazie al suo fascino Uphy era adorata da tutti.
Uphy ricordava bene la sua precedente vita e ripensando hai suoi nakama era sicura che avrebbero riso fino a farsi scoppire la pancia se l'avrebbero vista così ma sapeva che ci sarebbero voluti ancora diversi anni prima che li avrebbe rincontrati.
Vivendo all'arcipelago Sabaondy Uphy aveva rincontrato anche Shakky e Raleigh, che si erano trasferiti lì dopo la morte del re dei pirati; il loro bar era il suo posto preferito, Shakky l'adorava e anche Raleigh si era affezionato a lei forse a causa del suo fascino.
Ora era il fascino il motivo principale per cui si trovava a Mariejoa; non avrebbe mai immaginato che i dragoni celesti l'avrebbero trovata così carina dopo il suo commento che la veste bianca della donna dai capelli verdi la faceva sembrare grassa, per tutti gli altri fù uno shock perchè lei aveva appena insultato uno dei nobili mondiali ma quello che successe dopo li scosse ancora di più infatti la donna si mise a ridere e appena finì disse -mi piaci- e prese con sè Uphy portandola nella terra santa.

-Fine flashback

"La vita è proprio strana" pensò Uphy guardando il cielo da una delle finestre della magione di una delle più influenti famiglie di Mariejoa: i Van Sayan.
Infatti la donna che prese Uphy era l'erede della famiglia ovvero Katrina Van Sayan, che la trattava come una sorella minore, coccolandola e riempiendo il suo stomaco con pasti deliziosi; era il terzo giorno che Uphy passava a Mariejoa e quella mattina Katrina l'aveva marchiata come una dei suoi schiavi -è per proteggerti- le aveva detto in un orecchio e Uphy aveva capito subito il perchè: lei la trattava come una sorellina mentre gli altri dragoni celesti avrebbero potuto trattarla in tutt'altra maniera; quindi aveva a suo malgrado accettato quel marchio.
-Ormai è tardi Uphy-himesama è meglio che andiate a letto- disse la guardia -d'accordo- disse lei "devo riposarmi, domani è un giono speciale, rincontrerò gee-chan" pensò e un lieve sorriso le sbocciò sulle labbra.



Fine secondo capitolo, vi è piaciuto? lasciate qualche commento ne sarei davvero felice.
nel prossimo capitolo Uphy incontrerà Garp sarà una bella scena. Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 3
*** Cap.3)Partenza ritardata ***


Ciao a tutti eccomi tornata con un nuovo capitolo: Uphy rincontrerà il suo caro nonnino, spero che il capitolo vi piaccia.


 

                                          I DONI DELLA MORTE


Cap.3)Partenza ritardata


Era mattina e nella sala visitatori della magione dei Van Sayan Garp deglutiva per la quinta volta mentre nervosamente aspettava di conoscere sua nipote "5 anni, 5 maledettissimi anni e non l'ho mai vista" pensò;
ad aumentare il suo fastidio c'erano Tsuro e Sengoku che, saputo il suo intento di prendere sua nipote con sè, si erano presentati all'entrata della terra santa con l'intento di assicurarsi che non facesse qualcosa di stupido contro i dragoni celesti.
Una porta si aprì ed i membri del clan Van Sayan entrarono nella sala sedendosi ognuno al proprio posto, sulla sedia posta a centro, la più importante, vi sedette una donna dai capelli verdi: Katrina Van Sayan.
Una guardia si avvicinò a Garp e questi gli diede i documenti che attestavano il suo legame con Uphy, poi la guardia li porse a Katrina che iniziò a leggerli e di tanto in tanto lanciava occhiate indagatrici al vice-ammiraglio, alla fine prese una decisione -vi do il mio permesso di prendere Uphy-can con voi vice-ammiraglio- un sorrisetto fiorì sulle labbra di Garp -ma vi converrà avere molta cura di lei altrimenti affronterete la mia ira- disse con voce minacciosa, Garp deglutì poi Katrina gli fece un cenno e lui si avvicinò -stia tranquillo, nessuno saprà che è una dei miei schiavi- gli sussurrò -perchè?- chiese Garp sorpreso -perchè m'interessa la sua libertà- gli rispose con un sorriso.

click, una porta si aprì, tutti i membri del clan si alzarono in piedi, ad eccezzione dell'ereditiera, fecero così anche i tre marines: una piccola e adorabile bambina entrò nella sala dirigendosi verso di loro: indossava un vestito color acqua e calzava sandali bianchi; arrivata al fianco di Katrina si girò facendo un'inchino hai membri del clan poi si rivolse alla donna parlando con voce dolce e melodiosa -chi sono Katrina onee-sama?- guardando i tre -sono i marines Tsuro, Sengoku e Garp- rispose lei indicandoli, Garp fece un passoin avanti inspirando profondamente -io sono tuo nonno- disse.
Un lungo silenzio.
Grilli.
-Piacere di conoscerti allora- disse Uphy facendo un'inchino -eeehhhhh! Tutto quì?!- esclamarono gli altri con facce sorprese, Uphy e Katrina si scambiarono un sorriso.

Garp sorrise, era felice di allontanarsi da Mariejoa con sua nipote, fino a quando Katrina non scoppiò la sua bolla di felicità -sì, le ho dato il permesso di prendere Uphy-can con voi Garp-san ma lei resterà quì ancora un paio di anni quindi dovrete ritardare questa partenza- finì con un sorrisetto malizioso, Garp divenne immediatamente triste ma sapeva di non avere argomentazioni contro un dragone celeste quindi non potè fare altro che accettare -molto bene, allora tronerò a prenderla tra 2 anni, la prego si prenda cura di lei Katrina-ojusama- fece un'inchino e se ne andò insieme a Tsuro e Sengoku.
Appena i tre uscirono i membri del clan si dimisero e Uphy si diresse verso una delle finestre che davano sul cortile e dopo un pò vide i tre marines uscire -Uphy-can- Katrina la chiamò -andiamo in libreria abbiamo alcune cose da discutere-.
Come ogni libreria anche quella della magione era una grande stanza piena di polvere dove, poggiati su gli scaffali c'erano libri di ogni dimensione; Uphy si sedette vicino al camino e Katrina di fronte a lei -perchè mi ha portato quì Katrina onee-sama?-
-perchè voglio farti iniziare la tua formazione- rispose lei
-formazione?- chiese Uphy confusa -esattamente- disse Katrina e le poggiò davanti un libro -voglio che tu lo legga tutto-
-perchè vuole che lo legga?- chiese Uphy ancora più confusa così Katrina gli spiegò -vedi Uphy-can ci sono molte persone a questo mondo che usano l'ignoranza della gente per soggiogarla o per imbrogliarla, io voglio che tu sia libera e felice per questo voglio insegnarti il più possibile sul nostro mondo in questo modo nessuno potrà sfruttare la tua ignoranza per farti del male-
lei mi vole libera e felice?! Perchè?-
-tu assomigli molto a mia sorella maggiore, lei aveva il tuo stesso carattere; sai desiderava la libertà per questo diversi anni fà se ne andò, da allora non la rividi più ne ebbi sue notizie, non sò nemmeno se sia ancora viva- Katrina fece un respiro profondo -per questo voglio aiutarti a realizzare qualunque sogno tu abbia Uphy-can, sei come una sorellina per me- concluse con un sorriso, Uphy la guardò per un attimo poi ricambiò il sorriso -allora vuole sapere qual'è il mio sogno?- Katrina annuì -io diventerò la regina dei pirati!- disse alzando il pugno destro in aria, per un momento Katrina congelò,poi sbattè le palpebre un paio di volte e ridacchiò -questo rende tutto più interessante; hai il mio sostegno Uphy-can basta che tu stia attenta-
-naturalmente-
-bene, pronta a cominciare?- disse Katrina guardando il libro poggiato sul tavolo, Uphy gemette interiormente "sarà lungo e difficile" pensò mentre apriva il libro ed incominciava a leggere.
Per quanto Uphy ricordava nella sua vita precedente non gli piaceva leggere ma ora si trovò affascinata dai libri che si trovavano in quella biblioteca; ce n'erano di tutti i tipi: storia, geografia, letteratura ma anche libri sulle varie arti del combattimento così Uphy potè migliorare le sue abilità fisiche il previsione del futuro; così tra l'allenamento e lo studio con Katrina i 2 anni passarono inosservati ed arrivò il giorno del ritorno di Grap.

Quando il vice-ammiraglio arrivò davanti alla magione dei Van Sayan notò delle valigie poggiate a terra e proprio quando stava per bussare la porta si aprì rivelando la figura dell'ereditiera -ah, Garp-san è molto puntuale- disse -Katrina-ojusama- Garp fece un'inchino -dov'è mia nipote?-
-sono quì gee-can- Uphy lo salutò con uno smagliante sorriso: indossava un vestito rosso e calzava sandali dllo stesso colore, i capelli che portava sciolti le arrivavano a metà schiena, era cresciuta di diversi centimetri di altezza e grazie all'allenamento era molto più forte di qualunque bambina della sua età.
-è ora di salutarci Uphy-can, spero di poterti rivedere un giorno- disse Katrina abbracciandola -anchio Katrina onee-sama- disse Uphy sciogliendo l'abbraccio, intanto Garp aveva preso le valigie -possiamo andare?- chiese e Katrina annuì, i due fecero un ultimo inchino all'ereditiera dopodichè s'incamminarono verso la nave dl vice-ammiraglio.
Una volta saliti sulla nave Garp portò Uphy in una delle cabine -starai quì fino a quando non arriveremo a destinazione- disse poggiando le valigie sul letto -perchè dove andiamo gee-can?-
-ti sto portando nel mare orientale, al villaggio di Foosha per l'esattezza, là ci saranno persone che si occuperanno di te mentre io sono in missione per la marina-
-ah, ok ma mi verrai a trovare ogni tanto?-
-certo anche perchè devo allenarti per farti diventare la miglior marines del mondo!- disse Garp scoppiando a ridere, Uphy sgranò gli occhi "non ci posso credere vuole farmi diventare un marines anche se sono una ragazza- scosse la testa sconsolata -gee-can non cambierà proprio mai- intanto la nave era salpata: destinazione l'isola di Dawn.



Ecco finito il capitolo, ditemi cosa ne pensate, siate spietate coi commenti.
nel prossimo capitolo Uphy incontrerà Shanks (così vedremo come finirà questa volta col suo braccio)
saluti e baci da black dalia.

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Capitolo 4
*** Cap.4)Al villaggio di Foosha ***


Ciao a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo; Uphy rincontrerà una delle persone più importanti della sua vita (provate ad indovinare quale!) spero che vi piaccia, ed ora senza altri indugi ecco la mia storia.


 

                                            I DONI DELLA MORTE


Cap.4)Al villaggio di Foosha


Era l'alba di una tranquilla mattina d'estate, gli abitanti del villaggio di Foosha si svegliavano per dare inizio ad un'altra giornata; in un letto di una stanza sopra l'unico bar del villaggio una certa bambina veniva svegliata dal richiamo di una donna -forza Uphy sveglia! è ora di alzarsi- la donna in questione si chiamava Makino e di professione faceva la barista; Uphy si alzò stropicciandosi gli occhi e stiracchiandosi -forza và a lavarti, io intanto vado giù a preparare la colazione-
-d'accordo Makino- disse Uphy ancora assonnata, scese dal letto, andò verso il bagno ed entrò chiudendo la porta a chiave.
Una mezz'ora dopo Uphy fece capolino nella cucina: indossava una t-shirt rossa con al centro una stella bianca, dei pantaloncini neri e dei sandali; intanto Makino aveva appena finito di preparare le frittelle e le stava poggiando sul tavolo, appena vide Uphy le sorrise -hai dormito bene?- gli chiese -sì benissimo!- rispose Uphy per poi sedersi a tavola -mmm, frittelle! Le adoro- disse e Makino ridacchiò -sbaglio o tu adori tutto quello che ti metto nel piatto?-
-perchè tu sei una bravissima cuoca- disse Uphy e Makino rise ancora -grazie per il complimento e ora buon appettito- disse sedendosi a tavola -altrettanto- rispose Uphy iniziando a mangiare.

Era ormai da 2 mesi che Uphy viveva con Makino, quando lei e suo nonno erano arrivati a Foosha Garp l'aveva presentata alla barista e al sindaco chiedendogli di occuparsi di lei mentre lui era in missione per la marina e i due avevano accettato; da allora Uphy la mattina dopo colazione aiutava Makino con le faccende di casa poi pranzavano ed al pomeriggio o leggeva qualche libro che Katrina le aveva regalato oppure andava alla spiaggia ad allenarsi infatti era raro che giocasse con qualche bambino infatti questi ultimi avevano paura di lei in quanto un giorno l'avevano vista picchiare un ragazzino  che aveva 5 anni più di lei che aveva osato deridere il suo sogno di diventare un pirata, da allora nessun bambino si era più avvicinato a lei, non che la cosa la toccasse più di tanto visto che anche nella sua vita precedente non aveva avuto amici quando viveva al villaggio; poi arrivata la sera dopo aver cenato aiutava Makino a lavare i piatti dopodiche si metteva a leggere un altro pò e poi andava a letto: questa era la sua giornata tipo.

Dopo colazione Uphy uscì per fare una commissione per Makino così andò dalla fruttivendola -buongiorno!- disse -oh buongiorno Uphy-can, ti serve qualcosa?- chiese la signora -vorrei comprare un cesto di arance- la donna le diede il cesto e Uphy pagò, poi tornando verso il bar udì un grido -pirati! Dei pirati stanno attraccando al porto!- un uomo correva per la via gridando la notizia e scatenando così la curiosità dei concittadini che incominciarono ad accorrere, Uphy si era bloccata sgranando gli occhi poi un sorriso le crebbe sulle labbra "finalmente è arrivato!" pensò e col cesto ancora in braccio corse verso il porto.
Vi trovò una folla che le oscurava la vista, cercò di farsi spazio ma senza successo poi ad un tratto la folla si divise in due per lasciar passare la ciurma di pirati che era appena sbarcata e fù allora che Uphy lo vide in testa al gruppo: alto, carnagione abbronzata, indossava una giacca lunga e nera, sotto una camicia bianca e pantaloni grigi che gli arrivavano poco sotto il ginocchio, calzava dei sandali, le labbra erano incorniciate da un leggero cenno di barba, i capelli erano di un rosso vivo, tre cicatrici si stagliavano sul suo occhio sinistro e sulla testa portava un cappello di paglia; rivederlo dopo tanto tempo tolse il fiato ad Uphy, il suo salvatore ed eroe: Shanks il rosso.

Shanks camminava tranquillo guardando la gente che si faceva da parte per farli passare, nei loro occhi leggeva: curiosità ma sopratutto paura, timore, diffidenza ma non gli importava molto di quello che pensavano gli altri; arrivato ormai al margine della folla si trovò davanti una bambina con un cesto di arance in braccio, la guardò: i suoi occhi nero carbone fissarono quelli rosso sangue della piccola e si stupì vedendo che non c'era un briciolo di paura ne qualunque altro sentimento negativo in essi anzi c'era uno strano luccichio, sembravano brillare di felicità e ammirazione "strano" pensò Shanks ma gli sorrise, non sapeva perchè ma questa bambina gli piaceva -ciao piccola- gli disse, Uphy gli sorrise in risposta -ciao!-
-mi sapresti indicare dovè un bar in questo villaggio?- chiese lui -certo! è da questa parte, vi accompagno- disse Uphy ed incominciò ad incamminarsi a passo di corsa verso il bar seguita dai pirati.

Nel frattempo nel locale il sindaco riferiva alla barista gli ultimi avvenimenti -speriamo solo che quei pirati non creino problemi- stava dicendo lui quando Uphy entrò -Makino ho portato le arance!- disse posando il cesto sul bancone -oh grazie- disse la barista -e stanno arrivando anche dei clienti- concluse la bambina -clienti?- i due la guardarono confusi fino a quando non udiro il cigolio della porta che si apriva, alzarono lo sguardo e videro i pirati entrare e prendere posto hai tavoli, un uomo coi capelli rossi si avvicinò al bancone -buongiorno!- disse con un sorriso -buongiorno signore, cosa vi posso servire?- chiese Makino cordialmente -vorrei alcune carni e dei barili di rum per i miei uomini e per me del riso bollito con verdure e del sake- disse lui -arrivano subito- disse Makino incominciando a preparare le ordinazioni -Uphy! Sei stata tu a portare quì questi pirati?- gli chiese il sindaco -sì- rispose lei -ma come ti salta in mente! Lo sai che Makino lavora quì da sola e tu porti un'intera ciurma di pirati nel suo locale- gli gridò l'uomo -ma sindaco, loro cercavano un bar e quello di Makino è l'unico di Foosha- l'uomo stava per ribattere ma Uphy non glielo permise -e poi sono sicura che non sono cattive persone- a quelle parole tutti i pirati smisero di fare qualunque cosa e guardarono Uphy, Shanks era il più sorpreso così si avvicinò alla bambina e vide nei suoi occhi ancora quel luccichio -scusa ma come fai a dire che non siamo cattive persone, non ci conosci nemmeno?- disse -oh me lo dice il mio istinto che non siete cattivi e il mio istinto non sbaglia mai e per quanto riguarda al non conoscerci si può rimediare subito, il mio nome è Uphy, Monkey D. Uphy- disse porgendogli la mano, Shanks la guardò ancora per un attimo, poi sorrise e le prese la mano -piacere Uphy il mio nome è Shanks- poi pensò "questa bambina è diversa dalle altre", prese il posto accanto a lei mentre Makino gli mise davanti la sua ordinazione -quindi tu non hai paura di noi?- chiese Shanks a Uphy -no, anzi mi sembrate simpatici, tu in particolare-
-a sì?- e Uphy annuì di nuovo - beh sai anche tu mi stai simpatica piccola- e gli accarezzò la testa, Uphy ridacchiò.
Finito il pranzo i pirati si rilassarono sulle sedie con lo stomaco pieno e con la calura veniva anche sonno, tutti erano tranquilli tranne una certa bambina -senti Shanks- il pirata la guardò -voi avete fatto molti viaggi vero?- chiese Uphy -certo e abbiamo visto cose che tu nemmeno ti sogneresti- rispose lui -allora mi puoi raccontare qualcosa?Tipregotipregotiprego- 
-va bene, va bene, fammi pensare... potrei raccontarti di quando abbiamo affrontato un gigantesco mostro marino che avrebbe potuto mangiarsi la nave in un solo boccone- Uphy entusiasta si sedette composta e rimase in ascolto della storia continuando a guardarlo contenta "sono così felice che tu sia quì Shanks! Questo sarà un anno bellissimo" pensò.
Per il resto della giornata Uphy rimase alla locanda ad ascoltare le avventure di Shanks e della ciurma, alla fine quella sera quando Makino andò a rimboccargli le coperte vide un bel sorriso stampato sul suo volto 
-ti sono piaciute le storie che ti ha raccontato il capitano?- chiese Makino -moltissimo e Shanks ha promesso che domani me ne racconterà altre- disse Uphy -è una brava persona il capitano vero?- Uphy annuì, poi sbadigliò -buona notte Makino- disse poggiando la testa sul cuscino e chiudendo gli occhi -buona notte Uphy- disse la donna per poi spegnere la luce ed uscire dalla stanza chiudendo la porta. 



Capitolo finito, spero che piaccia, lasciatemi le vostre recensioni e mi raccomando siate
spietate (muahahahaha). Vorrei chiedervi un parere sono un pò indecisa su come fare il prossimo capitolo
volevo dedicarlo completamente a dei momenti che Uphy e Shanks passano a Foosha ma poi ho pensato che magari c'è chi voleva che arrivassi subito al sodo e facessi il capitolo in cui Shanks da il cappello ad Uphy quindi dato che non sò che fare datemi voi un consiglio, ditemi quello che preferite ed io vedrò di accontentarvi.Grazie ancora per leggere la mia storia, saluti e baci da black dalia.

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Capitolo 5
*** Cap.5)L'ultimo dono ***


Ciao a tutti, scusate il mio ritardo ma oltre a essere parecchio impegnata ho avuto guai col computer ma ora eccomi con il nuovo capitolo (spero sia di vostro gradimento, così magari mi perdonate) e ora senza altri indugi ecco la mia storia.

 

                                          I DONI DELLA MORTE


Cap.5)L'ultimo dono


Era passato quasi un anno da quando Shanks e la sua ciurma erano approdati a Foosha e Uphy aveva passato quasi tutto il tempo con loro facendo amicizia con i vari membri della ciurma e ascoltando storie sulle isole che avevano visitato e sulle loro avventure per mare.

Era sera e Makino stava rimboccando le coperte a Uphy -hai passato una bella giornata con il capitano?- le chiese Makino -sì, Shanks e i ragazzi sono troppo divertenti, l'unica nota se si può dire negativa è stata che Yasoop per la centesima volta mi ha raccontato la storia di sua moglie e suo figlio- disse Uphy sbuffando, Makino ridacchiò e fece per uscire dalla stanza -buona notte Uphy- disse arrivata alla porta -buona notte Makino- disse Uphy chiudendo gli occhi.

Non sapeva per quanto tempo avesse dormito quando Uphy sentì una voce chiamarla -svegliati- sembrava quasi un sussurro ma le arrivava alle orecchie chiara e limpida; sbattè un paio di volte le palpebre ed aprì gli occhi, quello che vide la svegliò completamente facendola scattare in piedi: si trovava su di un prato vicino alla riva di un grande lago "non è possibile! Q-Questo è..." una voce rispose hai suoi pensieri -proprio quello che pensi tu: il lago della rinascita- Uphy si girò di scatto -TU!- disse guardando la morte -è un piacere rivederti Rufy o dovrei chiamarti Uphy-
-cosa vuoi ancora da me? perchè mi hai riportato quì?- gli chiese lei -ti volevo solo parlare- disse la morte
-e di cosa?- chiese Uphy diffidente -prima di tutto volevo ricordarti che domani riceverai il mio ultimo dono- Uphy piegò la testa da un lato confusa -il frutto del diavolo- le ricordò la morte, sembrava un pochino seccato dalla dimenticanza della bambina -ah già è vero! Ma allora domani Higuma verrà al bar di Makino con tutta la sua combriccola- la morte fece cenno di sì -bene!- disse Uphy stringendo il pugno -così questa volta gli darò una bella lezione- 
-io non lo farei se fossi in te- disse la morte -perchè?- chiese Uphy -perchè stravolgeresti il corso della storia- rispose la morte, Uphy scosse la testa non riuscendo a capire quello d cui stava parlando -quello che ti sto dando è un'avvertimento Uphy, dovrai fare attenzione alle scelte che farai perchè alcuni avvenimenti non possono essere cambiati altrimenti come ho detto stravolgerai il corso della storia portando nefaste conseguenze al mondo-
-ASPETTA! Vuoi dire che dovrò lasciare che Shanks perda il suo braccio sinistro per salvarmi o che dovrò lascir morire Sabo?- chiese Uphy con un'espressione disperata -no, ho solo detto che dovrai ponderare attentamente le tue scelte, valutare ogni futuro scenario possibile e se avrai fatto la scelta giusta migliorerai il futuro- disse la morte -perchè mi stai dicendo questo?- chiese Uphy -voglio vedere se sarai capace di migliorare il futuro- disse la morte per poi guardare il cielo -sembra che sia ora che tu vada; buona giornata- e schioccò le dita.
Uphy spalancò gli occhi, i raggi del sole entravano dalla finestra colpendo il suo viso, tirò su il busto e si guardò attorno: era di nuovo in camera sua; "è stato un sogno?" chiese a se stessa "no, è stato un avvertimento" gli rispose una vocina nella sua testa e con un sospiro riccadde sul cuscino.

Era ormai arrivato mezzogiorno e i pirati del rosso si trovavano al bar di Makino, tra risate e grida si godevano un pranzo a base di carne e alcolici; al bancone erano seduti un certo capitano ed una bambina di nostra conoscenza: Shanks mangiava tranquillamente il suo riso, forse anche un pò troppo tranquillamente, dette un'occhiata alla sua destra: Uphy fissava il piatto (naturalmente già svuotato) davanti a lei con un'espressione preoccupata, Shanks alzò un sopracciglio, era strano vedere Uphy così visto che aveva sempre un bel sorriso stampato sul volto, specialmente quando stava con lui "chissà cosa la preoccupa?" pensò, se avesse potuto leggere nella mente delle persone avrebbe avuto una risposta immediata; era ormai da tutta la mattina che Uphy pensava a quello che gli aveva detto la morte, quelle parole continuavano a rimbombargli nella testa e adesso era indecisa: non voleva che Shanks perdesse il suo braccio, nella sua precedente vita aveva sofferto parecchio per il senso di colpa ma aveva anche paura di come sarebbero cambiate le cose se questo non fosse successo: in parole povere si sentiva in testa una gran confusione.
- ehi Uphy, tutto bene?-gi chiese Shanks -oh certo tutto a posto-rispose lei facendo sfoggio di un sorriso ma poi tornò a guardare tristemente il piatto, il rosso capì che la bambina non gli avrebbe detto altro così continuò a mangiare rimanendo però proccupato per il suo strano comportamento.

Improvvisamente la porta del bar venne scardinata da un calcio facendo piombare il silenzio nel locale, quel rumore riportò Uphy alla realtà, sapeva benissimo cosa sarebbe successo ora; -è permesso- disse un uomo conosciuto come Higuma entrando nel locale seguito da molti altri, tutti li fissavano, l'unico che sembrava fregarsene era Shanks che continuava a mangiare -ma guarda, dalle espressioni inebetite direi che ho interrotto un raduno di pirati- disse avanzando nel locale fino ad arrivare al bancone -benvenuto- disse Makino -siamo un gruppo di banditi ma non abbiamo alcuna intenzione di fare del male vogliamo solo comperare 10 barili di birra- disse Higuma -sono spiacente ma non mi è rimasto nemmeno un barile, l'ho terminata- disse Makino -questo è molto strano, i boccali dei pirati mi sembrano pieni e non di acqua- ribattè lui -sì è vero ma sono talmente tanti che hanno finito la birra- disse Makino, a quel punto Shanks entrò nella conversazione -ah ci dispiace a quanto pare abbiamo dato fondo alle scorte della locanda, sevuoi prendi questa bottiglia non l'ho ancora aperta- disse porgendogliela, Higuma per tutta risposta chiuse la mano e con un pugno frantumò la bottiglia facendo finire la birra su Shanks, Makino portò le mani alla bocca e Uphy s'irrigidì, gli altri continuarono a guardare in silenzio -una bottiglia non basta nemmeno ad inumidire le labbra, c'è una taglia di 8 milioni di bery sulla mia testa, trattami con rispetto- disse Higuma a Shanks
-oh che guaio per terra è tutto bagnato- disse quest'ultimo scendendo dalla sedia ed iniziando a tirare su i cocci -ah, lascia facio io- disse Makino uscendo da dietro il bancone, intanto Higuma sfoderò la spada e con quella colpì il bancone rompendolo e facendo cadere piatti e bicchieri -ecco fatto, immagino tu sia contento adesso visto che ti piace pulire e mettere a posto- loschernì i bandito poi aggiunse -questa bettola non offre nulla andiamocene- e uscì dal locale seguito dai suoi uomini.
-Come ti senti capitano, spero che tu stia bene- disse Makino inginocchiandosi accanto a lui -tranquilla sto bene, non c'è nessuno problema- disse Shanks per poi scoppiare a ridere come un pazzo seguito poi dai suoi uomini; Uphy se ne stava immobile a fissare la porta da dove erano usciti i banditi ma dentro di lei fremeva di rabbia; quanto avrebbe voluto dare una lezione a quel maledetto per come aveva trattato Shanks ma le parole della morte l'avevano trattenuta, una cosa l'aveva capita: avrebbe dovuto fare molta attenzione alle scelte che faceva d'ora in poi.
-Ehi Uphy, tutto bene?- la voce di Shanks la riscosse dai suoi pensieri facendola voltare verso di lui -tui sei spaventata?- chiese ancora -no, sto bene- disse Uphy per poi voltarsi dall'altra parte per guardare fuori dalla finestra quando un certo cofanetto aperto attirò la sua attenzione, dentro c'era uno strano frutto: sembrava una fragola gigante di un color giallo canarino e con stran turbinii disegnati sopra; Uphy sbattè le palpebre un paio di volte "così è questo il frutto del diavolo di cui parlava la morte" pensò, dette un'occhiata alla sua sinistra e quando vide che Shanks stava parlando con Makino prese il frutto dal cofanetto e rigirandoselo tra le mani pensò "mi chiedo quale potere mi darà" dopodiche gli diede il primo morso.

Shanks che, ancora seduto a terra, aveva appena finito di asciugarsi si rimise il cappello sulla testa quando sentì masticare, alzò lo sguardo verso Uphy -ti è venuta fame all'improvviso?- gli chiese ma quando la bambina non rispose s'insospettì -scusa Uphy cosa stai mangiando?- chiese allarmato, intanto Uphy, che stava ingoiando il boccone di frutto pensò "bleah, mi ero dimenticata che sapore schifoso avesero i frutti del diavolo" poi si voltò verso Shanks che intanto si era alzato -non dirmi che hai mangiato il frutto che era nel cofanetto- disse -beh, sì- disse Uphy, a quel punto Shanks la prese e tenendola per le caviglie iniziò a scuoterla -sputalo! Santi numi, sputalo subito!- gridò Shanks -aaaahhhh, che fai Shanks? lasciami andare!- gridò Uphy, ad un tratto una scossa elettrica attraversò le mani di Shanks che la lasciò andare facendola cadere, Uphy alzò il busto e si massaggiò il punto dove aveva battuto la testa e fece per dire qualcosa a Shanks quando notò che attorno al suo corpo continuavano a guizzare schariche di elettricità ma la cosa che la stupì di più era che provava una piacevole sensazione di solletico ogni volta che una scarica l'attraversava, ad un tratto il suo corpo s'illuminò, la luce era accecante ma durò solo pochi secondi e quando svanì tutti videro come al posto di Uphy ora ci fosse un'uccello delle stesse dimensioni della bambina: le zampe erano lunghe come quelle di un airone, il corpo era di un color dorato, il collo lungo, il becco ricurvo come quello di un'aquila, sulla testa aveva una specie di cresta formata da sottili piume nere con disegni dorati e le piume della coda erano lunghe e modellate a zig-zag come dei fulmini.

Un urlo lacerò il silenzio che si era creato -AAAAHHHH, santo cielo,cosa mi è successo?COSA MI è SUCCESSO?- gridò l'uccello con la voce di Uphy, Shanks lo prese e lo alzò in modo da guardarlo negli occhi -SEI MATTA?! Hai mangiato uno dei frutti del diavolo della categoria zoo-zoo mitologico, il frutto più raro che possa esistere, chi lo mangia si può trasformare nell'uccello del tuono ma perde per sempre la capacità di nuotare- Uphy, ancora trasformata, rimase a becco aperto -SEI UN'IDIOTA!- gli gridò Shanks e quell'urlo venne sentito da tutti gli abitanti del villaggio di Foosha.



Capitolo finito, spero che vi sia piaciuto, per l'incontro con Higuma ho cercato di essere più fedele possibile all'anime, spero si riuscito bene.
Recensite numerose, saluti e baci da black dalia

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Capitolo 6
*** Cap.6)Quel fatitico giorno ***


Ciao, eccomi tornata con un nuovo capitolo, ringrazio anticipatamente tutti quelli che leggono la mia storia e la recensiscono ed ora senza ulteriori indugi ecco la mia storia.


 

                                             I DONI DELLA MORTE


Cap.6)Quel fatitico giorno


Era un'assolato pomeriggio e Uphy stava sorseggiando un succo di frutta seduta su uno sgabello nel bar di Makino.
Erano passate 2 settimane da quando aveva mangiato il frutto del diavolo e dopo un inizio burrascoso, infatti non riuscendo a tornare normale rimase trasformata per tutto il giorno fino a che, arrivata ormai sera, si addormentò stanca morta e la trasformazione svanì istantaneamente, aveva passato gran parte del tempo ad esercitarsi nella trasformazione, anche se con scarsi risultati e nel capire i poteri derivati da questo frutto.

Mentre Makino asciugava i bicchieri Uphy si guardò attorno: apparte loro due il locale era vuoto -ti mancano, vero?- chiese la donna -beh, sì anche se Shanks mi stuzzica sempre io mi diverto un mondo con loro- disse Uphy, infatti Shanks e la sua ciurma erano partiti circa una settimana fà, per uno dei loro brevi viaggi e anche se Uphy sapeva che oggi sarebbero tornati non riusciva ad evitare di sentirne la mancanza.

Ad un tratto la porta si aprì ed Higuma entrò seguito dai suoi scagnozzi -mi scusi, io e i miei uomini siamo venuti a prendere qualcosa da bere- si sedettero hai vari tavoli dopodiche esclamò -allora, cosa stai aspettando? siamo clienti! Portaci da bere!-
-s-subito signore- rispose Makino ed andò a prendere le bevande.

-Visto come ci sono rimasti male quei pirati, ahahahah- rideva un bandito -li abbiamo trattati a pesci in faccia e non hanno mosso un dito- disse un altro -sono rimasti lì immobili come statue- finì un altro; era da una buona mezz'ora che i banditi deridevano Shanks e la sua ciurma ed a Uphy sembrava di stare per scoppiare dalla  rabbia: si era costretta a rimanere calma ricordandosi cosa era successo l'ultima volta ma ormai sentiva di non farcela più: stringeva il bicchiere così forte che le nocche erano bianche e digrignava i denti.
-Di che vi sorprendete sono solo un branco di codardi- le parole di Higuma e le risa che ne seguirono furono la goccia che fece traboccare il vaso, mandando la diavolo ogni suo buon proposito Uphy scagliò il bicchiere che colpì Higuma alla testa -NON è VERO! Non potete ridere di Shanks e dei suoi uomini loro sono dei grandi pirati, voi siete solo un branco di stupidi banditi- gridò Uphy con rabbia, questo fece zittire tutti i presenti ed un molto arrabbiato Higuma si voltò verso di lei con uno sguardo che prometteva dolore.

Due persone correvano a perdifiato cercando di raggiungere il prima possibile il pozzo al centro del villaggio;
quando Makino e il sindaco arrivarono questa fù la scena che gli si parò davanti: Uphy era schiacciata contro il pozzo, piena di lividi, ed Higuma la teneva bloccata con una scarpa sula faccia, i suoi scagnozzi li circondavano -hai sbagliato la scelta di parole mocciosa- disse Higuma -sai che quelli che mi hanno fatto arrabbiare non sono vissuti molto?- impugnò la spada, a quel punto il sindaco intervenì -a-aspettate, per favore!Lasciate stare quella bambina, vi prego!- i banditi si voltarono verso i due -non so cosa le abbia fatto Uphy e io non ho nessuna intenzione di combattere contro di voi- iniziò il sindaco per poi mettersi in ginocchio -se vi ha offesi vi posso pagare ma salvate la vita di quella bambina- Higuma lo guardò con un ghigno -vedo che sai bene come gira il mondo vecchio ma non posso accettare, la bambina non si salverà è stata cattiva, mi ha colpito con un bicchiere, ci ha insultato ed ha elettrificato un paio dei miei uomini- concluse indicando due uomini che giacevano a terra inconsci -se lo sono meritato dopo aver riso di Shanks ed avermi tagliato i capelli!- gridò Uphy, infatti dopo averla trascinata fuori dal bar e sbattuta contro il pozzo uno dei banditi l'aveva afferrata per i capelli e per puro dispetto glieli aveva tagliati con la spada ma proprio in quel momento un fulmine cadde dal cielo e colpì il bandito più il compare a fianco a lui mettendoli ko.
-Sei davvero imperdonabile- disse Higuma sguainando la spada e poggiandola vicino al collo di Uphy -potrai pentirti all'altro mondo-
-UPHY!- gridò Makino -ti prego, lasciala stare!- gridò il sindaco alzandosi -il locale era vuoto e così ho pensato che fosse successo un guaio- una voce alle loro spalle li fece voltare, guardarono sorpresi Shanks e la sua ciurma -invece siete voi i briganti dell'altro giorno- Higuma li guardò seccato mentre Uphy sorrise -pirata sei ancora da queste parti?stavi pulendo i pavimenti di tutto il paese?- chiese Higuma ma Shanks lo ignorò -stai bene Uphy?-
-potrei stare meglio- rispose lei -non so perchè sei quì ma dovresti andartene prima di farti male- disse Higuma mentre Shanks si avvicinava -se avanzi ancora ti troverai con un buco in fronte- ma Shanks non si fermò così un bandito gli puntò contro una pistola -non avvicinarti di più o ti farò saltare la testa- gli disse, Shanks si fermò -stai rischiando la tua vita- disse, il bandito lo guardò confuso -avere un arma in mano significa rischiare la vita- continuò lui -ma che stai dicendo?- chiese il bandito -ti sto dicendo che quella non è uno strumento di minaccia- disse Shanks, all'improvviso Lucky Roo apparve affianco al bandito e gli sparò alla testa e questo scatenò l'ira dei banditi -bel coraggio che avete avuto, vigliacchi!- gridò un bandito -vigliacchi?- disse Yasop come se non conoscesse il significato della parola -non fateci ridere, pensavate che fossimo dei santi?- disse Ben -non avete capito che siamo pirati?- disse Shanks -zitti, questi non sono affari vostri- disse un bandito -ascoltate briganti, posso lasciarvi andare con un sorriso se mi buttate addosso da bere, mi infamate e per diverse altre cose, tuttavia... non perdonerò mai chi osa fare male ad un mio amico!- disse Shanks con uno sguardo infuriato, Uphy lo guardò commossa -Shanks- mormorò -ahahahah, dici che non ci perdonerai?! Tu sei soltanto un pirata! Ragazzi fatelo fuori- disse Higuma ed i banditi si fiondarono contro Shanks -ci penso io, posso bastare- disse Ben avanzando ed in pochi minuti sistemò tutti i banditi lasciando Higuma da solo -sei stato presuntuoso brigante- gli disse puntandogli il fucile contro -per sfidarci avresti dovuto potare con te almento una corazzata- Higuma tolse la scarpa da sopra Uphy e si girò verso di loro
-a-aspettate un attimo! é stata lei ad attaccare briga- disse -c'è una taglia sulla tua testa, vero?- disse Shanks e Higuma si fece prendere dal panico -dannazione!- tirò fuori una bomba fumogena e la scagliò a terra impedendo hai pirati di vedere.

Quando la coltre si diradò Shanks pensò che Higuma se la fosse data a gambe, invece rimase sorpreso quando vide il bandito a terra con un grosso bernoccolo dietro la testa e Uphy, che lo guardava arrabbiata, con un bastone in mano, naturalmente Uphy si aspettava quella mossa quindi quando Higuma cercò di prenderla lei afferrò il bastone accanto al pozzo e glielo diede in testa mettendoci tutta la sua forza, il risultato: il bandito a terra svenuto.
Shanks si avvicinò e gli diede un colpetto col piede solo per constatare che era veramente ko, poi si rivolse a Uphy prendendola in braccio -tutto bene?- Uphy lasciò cadere il bastone e si aggrappò al collo del rosso -sì, grazie per avermi salvato!-
-gli amici si aiutano sempre- disse lui -ma vorrei sapere, come mai hai attaccato briga con loro?-
-lo ha fatto per voi- disse Makino avvicinandosi -per noi?- Shanks guardò confuso Uphy e lei abbassò lo sguardo imbarazzata -Higuma e gli altri ridevano di voi e dicevano che eravate dei codardi e io gli ho gridato contro che non era vero e che loro erano solo degli stupidi- lo sguardo di Shanks si ammorbidì e gli accarezzò la testa -allora ti devo ringraziare, piccola- Upy gli sorrise contenta -ora è meglio tornare al bar, così ti potrò sistemare i capelli ed in più offriro da bere al capitano e alla ciurma per averti salvato- disse Makino prendendogli una ciocca tagliata tra le dita -Sì- esultarono contemporaneamente Shanks e Uphy ed il gruppo si avviò verso il bar.

Era passata una settimana "dall'incidente" con Higuma e la ciurma di Shanks stava imbarcando i rifornimenti, molti abitanti del villaggio erano al porto compresa una certa bambina che stava parlando con un certo capitano -stai partendo, vero?- chiese Uphy, sapeva che questo giorno sarebbe arrivato ma non poteva fare a meno di sentirsi triste -sì- rispose Shanks -ci siamo fermati a lungo ma è l'ora dell'addio, non ti mancherò?-
-certo che mi mancherai ma sono sicura che ci rivedremo sulla rotta maggiore quando sarò diventata una piratessa-
-tu una piratessa?! Ahahahaha, ma non farmi ridere come potrebbe una come te diventare una piratessa?- disse Shanks ridendo, Uphy gonfiò le guance indispettita per poi gridare -lo diventerò! Un giorno radunerò una ciurma migliore della tua, troverò il tesoro più prezioso del mondo e diventerò... LA REGINA DEI PIRATI!-
-oh... dici che ci supererai?. disse Shanks guardandola divertito per poi togliersi il cappello -allora... ti affido questo cappello- disse mettendoglielo in testa .mi raccomando trattalo con cura- il cappello, troppo grande, le cadde sugli occhi dai quali iniziarono a scendere silenziose lacrime -ricordati che un giorno me lo dovrai restituire... quando sarai diventata una grande piratessa, è una promessa Uphy- disse Shanks per poi allontanarsi da lei iniziando a salire sulla nave.

La nave salpò tra i saluti degli abitanti del villaggio; sul ponte Shanks guardava Uphy che, al fianco di Makino con le lacrime agli occhi, teneva il cappollo stretto al petto "hai ragione Uphy ci rivedremo, ne sono certo" pensò con un sorriso mentre la nave si allontanava dall'isola di Dawn.



Capitolo finito spero che vi sia piaciuto, ed ora ecco una piccola spiegazione dei poteri che derivano dal frutto che ha mangiato:
-forma umana
 Uphy è in grado di elettrificare il suo corpo rendendo più potenti pugni e calci e può anche far cadere fulmini
dove vuole ed è immune alle scariche elettriche.

-forma ibrida
 le braccia si trasformano in ali, la sua velocità aumenta notevolmente e può anche volare.

-forma uccello
 si trasforma completamente in un uccello, può volare alla velocità della luce ed avvolgere il suo corpo con un forte campo elettrico così da sbaragliare i nemici che ne entrano in contatto e naturalmente può volare.

Spero di essera stata esaustiva nella spiegazione, saluti e baci da black dalia.

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Capitolo 7
*** Cap.7)I pensieri di Uphy ***


Ciao  a tutti, questo capitolo è più corto degli altri ed è completamente dedicato hai pensieri di Uphy, durante il tragitto che dal villaggio porta al rifugio dei banditi, sui suoi fratelli; spero vi possa piacere (perchè io non sono granchè con le storie a carattere introspettivo); ed ora ecco la mia storia.


 

                                               I DONI DELLA MORTE


Cap.7)I pensieri di Uphy


Pov.Uphy


è passata una sattimana da quando Shanks è partito ed ora eccomi quì, insieme a gee-can, cammino sul sentiero che attraversa la foresta verso quel luogo che per i prossimi 10 anni avrei chiamato casa; già ci stavamo dirigendo verso il rifugio dei banditi di montagna.

-Non avrei dovuto lasciarti al villaggio, avrei dovuto ortarti direttamente quì- dice lui ad un tratto -così non avresti incontrato quel pirata da strapazzo-
-ma gee-can! Shanks non è cattivo, quindi perchè non potevo fare amicizia con lui?- quando gee-can era tornato al villaggio il sindaco gli aveva parlato comunicandogli tutto quello che era accaduto quell'anno, così dopo aver saputo che io avevo passato quasi tutto il tempo con il capitano mi aveva tirato su di peso e dopo aver preso le mie cose si era avviato verso la foresta dicendomi che mi portava in un posto dove non avrei più incontrato pirati; quindi eccoci qui a discutere -non m'interessa se è una brava persona! è sempre un pirata e l'unica cosa che i pirati ed i marines fano insieme è combattere gli uni contro gli altri!- mi grida sputacchiando -ma io non sono un marines- alla mia risposta lui mi colpì con uno dei suoi pugni d'amore -un giorno lo diventerai, quindi è meglio che ti abitui ha pensare come un marines- io mi strofinai la testa risistemandoci poi sopra il cappello e misi il broncio, è inutile parlare con lui vuole sempre avere ragione.
-A proposito gee-can, dove stiamo andando?- chiedo per cambiare discorso, lui mi sorride -ti sto portando da una mia "vecchia amica" che abita sul monte corvo- io alzai un sopracciglio, da quando pensa a Dadan con ha una vecchia amica? alzai le spalle e mi concentrai sul paesaggio; inconsciamente un sorriso mi si dipinse sul volto mentre osservo la foresta e nella mia mente riaffiorano i ricordi della mia vita passata: Ace e Sabo, i miei fratelloni, finalmente stavo per rincontrarli, quanto ci divertivamo quando andavamo a caccia insieme, oppure quando io cadevo nel fiume e loro mi salvavano, o ancora quando facevamo i dispetti a Dadan oppure scappavamo dai pugni d'amore di gee-can, quelli sì che erano bei tempi! Il fantastico trio! Ma... poi quei giorni finirono con la morte di Sabo; sospirai ed il mio sorriso si spense mentre ricordavo quel giorno: Dogura arriva, io che gli dico che Ace e Dadan sono tornato sani e salvi e lui che dice che Sabo è morto nell'esplosione della sua nave causata da una bomba lanciata dai dragoni celesti, mi ricordo la rabbia di Ace e la mia disperazione.
Sospirai ancora e strinsi i pugni nella determinazione, ma non questa volta, questa volta io lo salverò fosse anche l'ultima cosa che faccio.
Quest'ultimo pensiero mi riporta alla mente Marineford ed Ace, quella di salvarmi la vita fù davvero l'ultima cosa che lui fece; abbassai la testa e mi morsi il labbro per non piangere: mi fà male pensare a lui e sò che farà ancora più male quando lo rivedrò, sì perchè ero coscente che non avrei trovato l'Ace affettuoso, premuroso ed iperprotettivo che conoscevo ma avrei incontrato l'Ace rabbioso, violento e ostile di quando lo avevo conosciuto all'inizio nella mia vita precedente.
Sò che dovrò ricominciare da capo con lui: guadagnarmi la sua fiducia, il suo rispetto ma sopratutto il suo affetto, solo con pazienza (molta da parte mia) e tempo potremmo essere di nuovo come prima: due fratelli anzi fratello e sorella (in questo caso), io ce la metterò tutta!
Così con la determinazione al massimo rialzo lo sguardo e sorrido, fino a quando un altro pugno d'amora non mi colpisce -PERCHè LO HAI FATTO?!- grido a gee-can mentre mi massaggio il bernoccolo che si è creato -ti ho chiamato per tre volte e tu mi hai ignorato!- mi grida lui in risposta, io lo guardo sorpresa -mi hai chiamato?-
-sì, siamo arrivati!- e col dito punta una casa di legno in una piccola radura; accidenti abbiamo già percorso tutto il tragitto? -scusa gee-can, ero sovrappensiero, non ti volevo ignorare- gli dico per calmarlo -male, devi essere sempre vigile e stare attenta a quello che dicono i tuoi superiori, questa è una delle regole per essere un buon marines- alzo gli occhi al cielo in segno di rassegnazione, ma è mai possibile che pensi sempre alla marina?!.
Eravamo ormai arrivati e mentre gee-can bussava alla porta io presi un respiro profondo per calmarmi: finalmente vi rincontrerò fratelloni!


Capitolo finito, spero che vi sia piaciuto, recensite numerose.
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 8
*** Cap.8)Incontro, scontro e allenamento ***


Ciao a tutti, sono tornata con un nuovo capitolo di questa storia, mi scuso per l'incomensurabile ritardo; spero che questo capitolo vi ripaghi almeno un pò dell'attesa.
Ed ora ecco a voi la storia.



 

                                            I DONI DELLA MORTE



Cap.8)Incontro, scontro e allenamento


Garp bussò violentemente alla porta della casa -Dada! Vieni fuori!- la porta venne aperta da una donna robusta, dai capelli biondi e ricci, indossava una camicia viola e dei pantaloni azzurri tenuti su da una grossa cintura, tra le labbra stringeva una sigarettta.
-Garp-san! Ti prego fammi riposare; quell'Ace a già 10 anni, lo sai! Non riuscirò a trattenerlo ancora a lungo! Portatelo via, ok?!- disse a Garp in quella che sembrava una crisi isterica,poi mentre riprendeva fiato s'accorse che vicino al marines c'era Uphy -e chi sarebbe quel ragazzino?-
-prima cosa questo non è un ragazzino, è la mia nipotina...- Dadan lo interruppe -cosa! Questa è tua nipote?!-
disse guardando Uphy -sì, il mio nome è Monkey D. Uphy, piacere di conoscerti Dadan- disse lei con un allegro sorriso, Dadan la squadrò -a me, così, sembra quasi un maschio- disse -è per via dei capelli corti, poi crescendo cambierà- disse Garp guardando Uphy che osservava i dintorni -e che cosa ci dovrei fare con lei?- chiese Dadan -semplice crescerla- rispose Garp -COSA! Ma... ma... sono davvero al limite solo con Ace e ora vorresti che mi prenda cura anche di tua nipote?!-
-esatto- disse Garp -scegli: vivere il resto delle vostre vite dietro le sbarre o crescere questa ragazzina; vi ricordo che sto tenendo gli occhi chiusi sui vostri crimini, eheheh!-
-beh... sì, non vogliamo essere arrestati, ma a volte mi chiedo se la gattabuia sia peggio di questo- disse Dadan.

Nel frattempo, mentre i due parlavano, Uphy guardò i dintorni della radura fino a che non scorse una piccola e solitaria figura seduta sul tronco di un albero caduto, sorrise e facendo finta di non averlo visto s'incamminò verso gli alberi hai limiti della radura "questa volta non mi sputerai in faccia mio caro Ace" pensò mentre spariva dietro ad un albero.

Ace, seduto sul tronco dell'albero, aveva assistito all'arrivo di Garp; era troppo lontano per sentire quello che dicevano ma dalla faccia che aveva fatto Dadan e dalla presenza del marmocchio, Ace intuì che il vecchio marines voleva lasciare lì quel bambino.
"Come se non avessi già abbastanza seccature" pensò, poi si accorse che il bambino in questione non c'era più -EHI, CIAO!- una vocina squillante gli gridò in un orecchio, sorprendendolo e facendolo sbilanciare all'indietro e non riuscendo ad aggrapparsi a nulla, Ace cadde dal tronco.
Si rialzò, massaggiandosi la testa nel punto in cui l'aveva battuta -stai bene? Ti sei fatto male?- gli chiese la stessa vocina di prima, con una nota di preoccupazione; Ace sentì la rabbia montargli dentro "lui mi ha fatto cadere e poi mi chiede se sto bene? Adesso gli faccio vedere io quanto sto bene!" pensò Ace e si voltò con l'intento di pestare a sangue il possessore di quell'irritante voce, ma l'intento svanì quando i suoi occhi incontrarono quelli di Uphy: si fermò e per un attimo gli sembrò di perdersi in quei pozzi rossi che sembravano rubini; non riusciva proprio a  distogliere lo sguardo dagli occhi di quel moccioso e non riusciva a capire il perchè.
-Ehi, Ace!- Una voce lo riscosse dal torpore, attirando la sua attenzione; Garp si avvicinò hai 2 ragazzini 
-ahahahah, come stai? Vedo che ti sei fatto prendere di sorpresa da Uphy- disse ridendo, a quel punto Ace si rivolse di nuovo al bambino a fianco: Uphy gli sorrise dolcemente, Ace, invece, la squadrò apertamente -allora, Ace ti presento Uphy, Uphy quello è Ace; è più vecchio di te di 3 anni; vivrete insieme da oggi in poi, quindi farete meglio ad andare d'accordo, intesi?-
-certo, gee-can!- disse Uphy -piacere di conoscerti Ace- gli offrì la mano ma Ace la rifiutò schiaffeggiandogliela per poi spingerla a terra e, guardandola con odio, s'incamminò per irentrare in casa.
Uphy si tirò su e si spolverò i vestiti, per poi guardare Ace entrare nel rifugio "sarà un'impresa lunga e difficile".

Pochi minuti dopo, Uphy si trovava seduta nel rifugio dei banditi; Garp se n'era andato e lei aveva appena finito di mangiare una misera ciotola di riso, che doveva essere il suo pranzo -ho fame!- si lamentò -non c'è abbastanza cibo! anche io voglio mangiare la carne!- disse guardando Ace addentare un cosciotto -SILENZIO!- gridò Dadan -tutta questa carne che vedi l'ha procurata Ace uccidendo un toro! Questi piatti ne sono pieni perchè sono la nostra parte! I banditi di montagna non se la passano bene ultimamente; se vuoi la tua parte devi sgobbare! Da domani: laverai i vestiti, pulirai armi e scarpe, ti faremo rubare e fare da palo; e non dire una parola di quel che farai quì con Garp!- poi indicò una ciotola vuota e il bicchiere a finco -riso e acqua, questo è quello che ti daremo, il resto te lo devi guadagnare e crescerai da sola!- Uphy la guardò poi alzò le spalle -va bene- disse, Dadn cadde sul pavimento per la frustrazione -sono già stata nella giungla, posso procurarmi da mangiare da sola; se voglio diventare un pirata questo è il minimo che devo saper fare- disse Uphy, poi notò che Ace stava uscendo -ehi! Ace, aspetta dove vai?- disse alzandosi e seguendolo fuori di casa; lo vide allontanarsi in direzione della foresta -EHI, ACE!- lui si voltò con uno sguardo infastidito -ehi, Ace! Diventiamo amici! Dove stai andando?- gridò Uphy correndo verso di lui ma Ace, con un potente colpo, abbattè un albero che incominciò a rotolare verso Uphy, la quale con un semplice e veloce salto lo schivò; riappoggiati i piedi per terra notò che l'altro si era dileguato, sorrise "tanto so dove stai andando" e partì anche lei in direzione della foresta.

Intanto Ace, era arrivato fino ad un ponte sospeso, lo attraversò e proseguì indisturbato; intanto dall'altra parte, sbucò Uphy che, dopo aver visto il ragazzino attraversare il ponte, si accingeva a fare la stessa cosa ma, arrivata a metà ponte, notò che Ace era tornato indietro e la fissava stringendo il tubo che aveva in mano;
"uh-oh" pensò Uphy, ricordando come era finita la prima volta, infatti Ace, con un rapido scatto le si parò davanti e, alzando il tubo, tentò di colpirla ma Uphy balzò all'indietro schivandolo, poi si mise in guardia.
"Accidenti" pensò Ace, guardando Uphy "non mi apettavo che sapesse schivare i colpi" poi la vide mettersi in guardia "così vuoi lo scontro, eh?" pensò preparandosi a colpire di nuovo "allora lo avrai" e si scagliò contro di lei tentando di colpirla di lato ma Uphy schivò ancora e stavolta fù lui a dover parare, col tubo, un pugno di Uphy e successivamente anche un calcio ma questo gli procurò l'occasione di prendere la gamba di Uphy e, usando la sua forza, la scagliò oltre il bordo delle corde che reggevano il ponte, facendola precipitare nel dirupo sottostante; Ace non si fermò nemmeno a guardare la caduta di Uphy, preferendo continuare per la sua strada.

"Maledizione" pensò Uphy mentre cadeva "e adesso cosa faccio?" pensò in preda al panico, poi un'idea la colpì "un momento! Io posso trasformarmi in un uccello! Posso volare!" così si concentrò ed improvvisamente un lampo di luce avvolse il suo corpo, quando si spense, Uphy si era trasformata in un magnifico uccello dorato che incominciò a sbattere le ali ma, nonostante questo, non riusciva a fermare la sua caduta
-AHHHHH, AIUTO! Non sò come si vola!- gridò continuando a precipitare.

Era ormai il tramonto quando Ace tornò al rifugio -Ace... sei tornato da solo?- chiese Dogura, lui non rispose
-dov'è Uphy? Non eravate assieme voi due?-
-non lo so- rispose Ace seccato.

Quella notte, Uphy aprì la porta del rifugio dei banditi e venne accolta da Dadn ch ele urlò sbraitando -DOVE DIAVOLO ERI FINITA?!-
-sono caduta nel dirupo e poi ho dovuto affrontare dei lupi che volevano mangiarmi- disse Uphy, infatti il suo corpo c'erano segni di graffi e morsi -va bene, ora vai a dormire! Da domani lavorerai duramente- disse Dadan prendendola e gettandola sul letto e Uphy, stravolta per la giornata trascorsa, si addormentò subito.
Nel letto affianco, Ace aprì gli occhi guardando Uphy dormire con la bocca aperta e la bolla al naso, dopodiche richiuse gli occhi.

La mattina dopo, Ace uscì dal rifugio e si avviò verso la foresta, si voltò per un attimo per vedere se era seguito, quando vide che il campo era libero riprese a camminare.

Nel frattempo in soggiorno, Uphy stava mangiando il riso che le avevano dato ed intanto rifletteve su quello che era accaduto ieri.
"Ace è ancora troppo forte per me, non riuscirei a batterlo, basta pensare con che facilità ieri mi ha buttato giù dal ponte" pensò con le bacchette in bocca "non voglio finire come la volta precedente e rischiare di ammazzarmi per seguirlo, anche se sò dove và, la strada per raggiungere il Gray Terminal è una sola e lui farebbe di tutto per impedirmi di seguirlo" finì di mangiare il riso "se ci fosse un modo per seguirlo senza farmi vedere" poi un'idea la colpì "ma certo!" Uphy scattò in piedi gridando -devo andare Dadan ci vediamo stasera!- e corse fuori -DOVE STAI ANDANDO MOCCIOSA! TU DEVI LAVORARE PER NOI!- gridò Dadan ma ormai Uphy era troppo lontana per sentirla.

"Mi chiedo perchè non ci ho pensato prima... devo imparare ad utilizzare i miei poteri, iniziando dall'imparare a volare!" pensò Uphy, ora si trovava in una piccola radura, abbastanza lontana dal rifugio per evitare che qualcuno la vedesse.
-Va bene, incominciamo! Per prima cosa devo salire in alto- disse per poi iniziare ad arrampicarsi su un albero e si fermò a metà strada -seconda cosa: devo trasformarmi- si concentrò tramutandosi in uccello
-bene ed ora... GERONIMO!- gridò facendo un balzo e sbattendo le ali, ma il risultato fù lo stesso del dirupo
-SBAM- il tonfo fece scappare alcuni animaletti -ahi, ahi, ahi- disse Uphy massaggiandosi la faccia -cavoli è più difficile di quanto immaginassi... ma non mi arrendo così! Se ce la metto tutta ci riuscirò!- così con la determinazione al massimo si rialzò e risalì sull'albero per riprovare.
Così Uphy passò i seguenti 3 mesi ad imparare a volare e ad usare gli altri poteri derivati dal suo fruttto.




Capitolo finito! Spero che vi sia piaciuto e che vi abbia ripagato per l'attesa.
Mi raccomando recensite numerose, mi fa sempre piacere sapere quello che pensate!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 9
*** Cap.9)L'inizio di un'amicizia Parte I ***


Ciao a tutti! In questo capitolo Ace parlerà in prima persona, dando voce hai suoi pensieri.
Ringrazio anticipatamente tutti quelli che recensiranno!



 

                                            I DONI DELLA MORTE



Cap.9)L'inizio di un'amicizia   Parte I


POV ACE


Mi svegliai appena i raggi del sole colpirono il mio viso, entrando da una finestra.
Mi alzai stiracchiandomi e m'incamminai verso il bagno -buongiorno Ace!- una voce assonnata mi fece voltare e lanciai uno sguardo malevolo a quel moccioso che, seduto nel letto, si stava stropicciando gli occhi; decisi d'ignorarlo ed entrai nel bagno.
Qunado ebbi finito uscii dal bagno e mi trovai di fronte, di nuovo, quel maledetto moccioso che, appena mi vide, mi sorrise; lo ignorai di nuovo, procedendo verso il soggiorno, dove mi sedetti ed incominciai a  fare colazione.
Poco dopo arrivò anche il moccioso che incominciò a mangiare la sua ciotola di riso, ma io avevo ormai finito, così uscì dal rifugio e m'incamminai verso la foresta; ad un certo punto mi voltai per vedere se quel bambinetto mi seguiva ma, non vedendo nessuno, mi rimisi a camminare.
A quanto pare l'aveva capito che non lo volevo tra i piedi; svelto di comprendonio, meglio così!

Arrivai fino al ponte e, mentre lo attraversavo, iniziai a ripensare a quello che era successo lì proprio il giorno prima: dovevo ammettere che ero rimasto sorpreso quando quel moccioso aveva schivato il mio colpo, e non solo, aveva cercato a sua volta di colpirmi ma io sono più veloce, più forte e naturalmente più esperto di lui, visto che ormai era da 5 anni che combattevo e rubavo nel Gray Terminal, quindi alla fine non era stato difficile buttarlo giù dal dirupo; pensavo che così non lo avrei mai più rivisto e invece, quella stessa notte, era ritornato al rifugio, certo pieno di graffi e morsi, ma era tornato! Ancora vivo e così presto! Sul serio quello era il moccioso più fortunato che avessi mai incontrato!
Un'odore acre mi riportò alla realtà, distogliendomi dai miei pensieri; ero arrvato nel luogo che frequentavo ormai ogni giorno da 5 anni: il Gray Terminal.


- 3 mesi dopo

Era ormai il tramonto quando tornai al rifugio; ero veramente di pessimo umore, oggi era andato tutto storto: avevo passato l'intera giornata al Gray Terminal ma, alla fin fine, non ero riuscito a raggranellare neanche uno spicciolo, sembrava che oggi ci fosse stato lo sciopero dei briganti, nemmeno un solo ladro con un bel bottino che girava per strada, e che cavoli!
Per di più non ero riuscito neanche a catturare un solo animale per cena, di sicuro mi sarei sentito le lamentele di quella stregaccia di Dadan: insomma, una giornata da dimenticare!

-COME?! NON HAI CATTURATO NIENTE PER CENA!?- mi gridò in faccia Dadan -E CHE COSA MANGIAMO ORA?- continuò poi a gridare come un'ossessa dandomi dell'ingrato e del buono a nulla -su, su capo- disse Dogura cercando di calmare quella pazza isterica -si calmi, non è la fine del mondo, metterò su a fare il riso-
-NON DIRMI DI STARE CALMA! E POI...- ma l'ennesima sfuriata venne interrotta da una voce squillante che chiese -che sta succedendo?- mi voltai per vedere il moccioso fissare la scena dall'ingresso del soggiorno; sbattei le palpebre sorpreso: era tutto sporco, come se si fosse rotolato in terra.
-AH! MA GUARDA CHI RIAPPARE! PER QUESTI 3 MESI HAI FATTO AVANTI E INDIETRO, DA MATTINA  A SERA! DOVE CREDI DI ESSERE IN UN ALBERGO?! TU DOVRESTI LAVORARE PER NOI, NON ANDARTENE IN GIRO A FARE CHISSà COSA CON CHISSà CHI!- gridò la stregaccia in faccia al moccioso, lui la ignorò come se non l'avesse sentita e si rivolse a Dogura -come mai non c'è carne sul fuoco?-
pultroppo Ace non è riuscito a catturare niente oggi, quindi niente carne- gli rispose lui -ah sì?- disse il moccioso guardandomi con una faccia sorpresa, io gli rivolsi uno sgardo d'odio; giuro, se sisarebbe messo a ridere di me gli avrei rotto il naso con un pugno.
-Beh... a volte capita di non riuscire a prendere qualcosa... può succedere- poi sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi -scommetto che domani andrà meglio!- io rimasi leggermente spiazzato dalle sue parole: non capivo se era sincero o mi stesse prendendo per il culo.
Alla fine, per cena, mangiammo riso bollito, dopodiche mentre Dadan e gli altri banditi si facevano qualche bicchierino, io decisi di andarmene a dormire.
Mentre mi dirigevo verso il letto, vidi il moccioso andare al bagno, molto probabilmente per lavarsi, e mi chiesi come mai fosse così sporco di terra: sembrava come se fosse caduto più e più volte, e poi anche quello che aveva detto Dadan mi dava da pensare: insomma lui, da 3 mesi a questa parte, usciva la mattina e ritornava la sera; strano che non me ne fossi accorto prima! Ma forse era perchè non m'importava di lui, non che adesso le cose fossero cambiate, ero solo diventato curioso sul perchè quel bambinetto si allontanava dal rifuglio; forse potevo chiederglielo, ma no! Lui non mi avrebbe risposto, allora, magari, potevo seguirlo, sì! Questa mi sembra la miglior cosa da fare.
Mi sistemai sotto le coperte, sbadigliando e, dopo un paio di minuti mi addormentai profondamente.


Il giorno dopo, mi svegliai come di consueto, ma decisi di aspettare, sotto le coperte, che il mocioso si svegliasse, infatti volevo che fosse lui ad alzarsi per primo ed andare al bagno, poi io ci sarei andato dopo di lui, in questo modo lui avrebbe finito prima la colazione e sarebbe uscito ed io lo avrei seguito di soppiatto.
Tutto andò come avevo previsto, ed ora mi trovavo nascosto dietro ad un albero, a guardare il mocciso che camminava tranquillamente per la foresta; lo tenevo d'occhio avanzando lentamente, in modo che non mi notasse.
Lo vidi svoltare dietro un albero, sapevo che da quella parte c'era solo una piccola radura hai piedi del monte; ma che diamine ci andava a fare lì? Non c'era assolutamente niente!
Deciso più che mai a svelare il mistero mi avvicinai, ma quando mi affacciai... nella radura non c'era assolutamente nessuno!
Camminai fino al centro dello spiazzo guardandomi attorno; ma dove diavolo era andato a finire? Insomma, le persone mica sparivano così per così!
continuai a guardarmi in giro ma poi notai un'ombra proiettata sul terreno, allora alzai lo sguardo e... rimasi a bocca aperta: in cielo volava il più bell'uccello che avessi mai visto: il piumaggio era completamente dorato, il bcco era ricurvo, le zampe lunghe le teneva ritirate contro il busto e le piume della coda avevano la forma dei fulmini.
Rimasi a fissarlo passare, volando, sopra di me, fino a quando non scomparì dietro le chiome degli alberi; non avevo mai visto un uccello del genere, chissà di che specie è? Magari il moccioso veniva quà apposta per vederlo; a proposito... mi riscossi dai miei pensieri iniziando a guardarmi attorno... il moccioso!
Feci un sospiro frustrato: ormailo avevo perso, poteva essere ovunque.
Così, un pò arrabbiato per il fallimento, decisi di lasciar perdere la mia indagine su quello che facesse il bambinetto da queste parti, ed incominciai ad incamminarmi per andare al Gray Terminal.

Dopo un'oretta di cammino arrivai al cancello del Gray Terminal; ma prima di andare al nascondiglio decisi di fare una "passeggiata" tra i mucchi di spazzatura; chissa magari avrei trovato qualcuno da derubare.
Infatti, dopo pochi minuti, trovai la persona giusta: un uomo con capelli rosa spettinati, portava una giacca e dei bermuda e delle scarpe sportive nere.
Decisi di coglierlo di sorpresa nascondendomi dietro dei micchi di spazzatura e quando mi fù accanto...
KIII-YAAAH! gli saltai addosso, lui si voltò guardandomi, ma io velocemente lo colpì clo tubo, fino a quando non cadde a terra svenuto, allora mi avvicinai e perquisendolo trovai un saccetto contenente un bel gruzzolo nella tasca della giacca; accidenti erano davvero tanti soldi!
Un sorriso mi piegò le labbra mentre mi allontanavo dall'uomo diretto al nascondiglio.

Dopo un pò arrivai hai piedi di un'enorme albero -Sabo! Sabo, ci sei?- chiamai e vidi qualcuno sporgersi dall'albero -hey, Ace!-
-scusa il ritardo- dissi oncominciando ad arrampicarmi, quando arrivai alla fine del tronco vi trovai il mio migliore amico, Sabo: è un ragazzino di 10 anni, concapelli corti e biondi, gli occhi neri e gli mancava un dente, indossava una maglia e sopra un cappotto e dei pantaloni, il tutto in varie sfumature di blu, apparte gli stivali ed il cappello a cilindro che erano entrambi neri.
-Sei in ritardo! Ho già finito un lavoretto in città!- disse sorridente -capisco... beh, indovina un pò?! Anche io!- gli dissi porgendogli il sacco, lui l'aprì e ne tirò fuori una mazzetta incominciando a contarli -wow, incredibile! Hai fatto più soldi di me! Come li hai fatti?-
-li ho presi ad un tizio davanti al cancello! Potrebbe essere un trasportatore di navi mercantili- dissi io.
Sabo smise di contarli e li mise, insieme al resto del bottino, in una cavità nascosta nel tronco dell'albero
-cavolo mi hai battuto di nuovo!- disse lui -che importa chi vince?! Tanto è il nostro bottino pirata! Lo useremo quando saremo pirati!- dissi io -sono 5 anni che continua a crescere... è stata dura accumulare tutti questi soldi!-
-già! Chissà quanto ci servirà per comprare un vascello pirata?-
-chissà! Migliaia o milioni! Ne abbiamo ancora molta di strada da fare!-
-sbrigati, nascondi tutto! Non si sa mai chi ci sta guardando- dissi io -hai ragione Ace!- una vocina squillante mi bloccò -non si sa mai chi sta guardando- mi voltai ed, insieme a Sabo, guardai costernato il bambino che, appoggiato ad un ramo, ci guardava divertito.
Il mio unico pensiero fù:" ma come diavolo a fatto a seguirmi?".



Capitolo finito, spero che vi sia piaciuto!
Recensite numerose! Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 10
*** Cap.10)L'inizio di un'amicizia Parte II ***


Ciao, ecco un nuovo capitolo.
Vorrei dire solo che questo capitolo mi ha fatto penare e, secondo me, è anche il peggio riuscito, spero che almeno apprezziate lo sforzo.
Ed ora, senza ulteriori indugi, ecco la mia storia.



 

                                              I DONI DELLA MORTE


Cap.10)L'inizio di un'amicizia    Parte II


Nel Gray Terminal, un paio di uomini camminavano tra i rifiuti: erano membri della ciurma del pirata Bluejam.
Tra di loro spiccava un uomo alto, muscoloso, con spalle larghe, i capelli lunghi di un biondo cenere, indossava un gilè nero, dei pantaloni beige che teneva sù con una cintura e degli stivali in pelle, impugnava una sciabola e sul suo braccio sinistro spiccava un tatuaggio: il suo nome era Polchemy.
-Questi ragazzini di cui mi parlavi, "Ace e Sabo" sono dei ladruncoli; sei sicuro che sia stato "Ace" a prenderti i soldi?- chiese Polchemy ad un uomo affianco a lui, con la testa ed il braccio sinistro bendati -sì- rispose l'uomo dai capelli rosa -è imbarazzante, ma mi ha colto di sorpresa- Polchemy fece una smorfia di rabbia -stupido ragazzino! Rubare i soldi alla nostra gilda! Se il capitano Bluejam lo venisse a sapere... ucciderebbe sia me che voi... dobbiamo trovare quei mocciosi!- così continuarono la ricerca, fermandosi qualche volta a chiedere informazioni a qualche abitante.


Nel frattempo, al nascondiglio: Ace e Sabo, dopo lo sbigottimento iniziale, avevano preso Uphy e l'avevano legata ad un albero.
-Così questo è Uphy, il bambino di cui mi hai parlato- disse Sabo -già! Mi chiedo come ha fatto ad arrivare quì... e pensare che seguo delle vie tortuose impossibili da superare per un essere umano- disse Ace
-ecco perchè ti ho detto di venire a vivere quì! Quei sentieri che ti ostini a fare chiamandolo "allenamento della montagna" ti si è appena rivoltato contro!- disse Sabo -scusa- i due si voltarono verso Uphy -tu sei un'amico di Ace? Piacere di conoscerti, il mio nome è Monkey D. Uphy, diventiamo amici?- chiese lei sfoderando il suo miglior sorriso -zitto!- gli gridò Ace -ora che si fà?- chiese Sabo all'amico -conosce il nostro segreto... se lo lasciamo andare lo dirà a qualcuno... uccidiamolo...-
-ottima idea...- concordò Sabo.
Ne seguì il silenzio ed i due rimasero immobili per qualche minuto, tanto che Uphy piegò la testa di lato guardandoli confusa.
-Beh?! che aspetti?- chiese Ace a Sabo -eh?- rispose lui confuso -forza! Sbrigati e fallo!-
-Ma che vuoi?!- gridò Sabo -fallo tu!-
-ma... io non ho mai ucciso una persona!-
-neanche io! Non sò come si fà!-
-ma non possiamo lasciarlo andare!-
-e allora fallo fuori tu!-
-no, fallo tu!-
-no, tu!-
-invece devi farlo tu!-
-no, tu!-
-no, tu!-
-NO, TU!!- e continuarono così, aumentando sempre più il volume dela voce, fino a quando...
-ma guarda, guarda, chi c'è quì!- i due ragazzini si voltarono ed impallidirono di fronte all'enorme figura di Polchemy.
-è lui, Polchemy-san!- disse l'uomo bendato indicando Ace -è quello che ha rubato i nostri tesori!- a quelle parole Polchemy scattò verso Ace prendendolo per la gola -finalmente vi abbiamo trovati! Ora dimmi dove sono i soldi!-
-Sabo!- gridò Ace ed il suddetto, fulmineo, si piazzò alle spalle di Polchemy assestandogli, col tubo, un potente colpo alla testa -Pochemy-san!- gridò l'altro guardando il suo capo cadere a terra.
-Ace, dobbiamo liberare Uphy, prima che quello si riprenda- sussurrò Sabo, guardando la ragazzina legata all'albero -d'accordo, pensaci tu!- Sabo annuì e velocemente scattò verso l'albero passando accanto all'altro uomo -ah! Il mio coltello!- gridò lui, vedendo che Sabo glielo aveva preso; ed in un attimo, tagliò le corde che legavano Uphy dopodiche la prese, per un braccio ed incominciarono a scappare.
-Andiamo via, Ace!- disse Sabo -vai avanti...- rispose il moro -quando sono faccia a faccia con il nemico, non scappo mai!- intanto Polchemy si era rialzato e guardava Ace con uno sguardo truce -dammi il tesoro, stupido moccioso!-
-Possiamo usare quei tesori per una causa migliore della tua!- gridò Ace -ne ho abbastanza delle tue stupidaggini!- così alzò la sciabola e, con un fendente, tagliò il tubo cha Ace usava com arma.
-Aspetta quì!- disse Sabo, mollando Uphy hai margini della foresta, per andare ad aiutare Ace: provò a colpire, di nuovo, Polchemy alle spalle ma, questa volta, lui schivò il colpo e tentò di affondare la sciabola nel fianco di Sabo ma il ragazzino riuscì a schivarlo, Pochemy continuò a menare fendenti, Ace eSabo li evitarono ma finirono per trovarsi con le spalle contro un grosso albero, che non gli dava possibilità di fuga.
-Siete finiti!- gridò Polchemy alzando la sciabola, pronto a colpire, ma... venne steso da un calcio al volto che lo buttò a terra.
Ace e Sabo guardarono sorpresi Uphy atterare con grazia dopo aver sferrato il calcio.
-Venite quì, forza!- disse Uphy ed i due ragazzi si portarono hai suoi lati mentre Polchemy si rialzò, voltandosi con il viso contorto dalla rabbia -vuoi morire anche tu, moccioso?!-
-provaci!-lo provocò Uphy, posizionandosi in difesa e lo stesso fecero Ace e Sabo; Polchemy scattò verso di loro, alzando la sciabola, e gridando -se perderò contro dei ragazzini... mollerò la pirateria!-.
Ed i quattro iniziarono ad affrontarsi.


Era ormai il tramonto, ed un gruppo di uomini erano raggruppati attorno ad un Polchemy malconcio e privo di forze.
-Polchemy... sei patetico- disse Bluejam guardando il suo sottoposto -le mie scuse capitano, il tesoro è stato...-
-non alzare lo sguardo, non voglio vedere la tua faccia- disse Bluejam, impegnando una pistola e sparando all'uomo, uccidendolo.


Nel frattempo, in una piccola radura nella foresta, 3 ragazzini stavano seduti su delle rocce, bendati da capo a piedi, mentre riprendevano le forze dopo lo contro.
-Cavolo... hai davvero fegato, Ace! Dire "non scapperò via" di fronte ad un pirata come quello! PERCHè HAI TANTO DESIDERIO DI MORIRE?!- gridò Sabo -ora che abbiamo combinato questo pasticcio... gli uomini di Bluejam non ci perdoneranno mai! Ci daranno la caccia ora!-.
Ace, tuttavia, non aveva ascoltato una parola di quello che aveva detto il biondo; il suo sguardo era fisso su Uphy -perchè lo hai fatto?- sbottò dopo un pò, Uphy lo guardò confusa -perchèlo hai fatto?- ripetè Ace alzando la voce -fatto cosa?- chiese Uphy -PERCHè CI HAI AIUTATO?! MA LO SAI CHE QUEI TIZI SONO DEI CRIMINALI CHE UCCIDONO DONNE E BAMBINI SENZA FARSI SCRUPOLI!- gridò Ace furioso
-ma... se non vi avessi aiutato, voi due sareste potuti morire... e così non saremmo più potuti diventare amici!- disse Uphy -MA... PERCHè VUOI COSì TANTO ESSERMI AMICO?! LO SAI IN CHEGUAI SIAMO ADESSO?!- replicò Ace -ma io non ho nessuno con cui legarmi!- gridò Uphy abbassando, poi, la testa
-senza di te, io rimarrei sola... e la solitudine fà più male del dolore-
-e i tuoi genitori?-
-mio nonno è tutto ciò che ho-
-quindi se sono con te, non ti fà male... e se me ne vado... sarebbe un problema per te?-
-sì- poi, Uphy rialzò la testa, guardandolo e pronunciando quelle parole che, il moro, avrebbe ricordato per tutta la vita -io... voglio che tu viva, Ace- le lacrime le rigavano le guance e nei suoi occhi erano velati da un dolore profondo ma, lui poteva vedere, che le sue labbra erano tirate in un sorriso dolce, solo per lui.
Ace si grattò la testa, sbuffando -ma... io odio i mocciosi viziati come te- a quelle parole Uphy s'indispettì
-non sono un moccioso viziato! Sono forte!-
-forte? Quanto sei forte? Sei un ragazzo ma piangi come una femminuccia!- ribattè Ace, a quel punto Uphy scoppiò -MA COME TI PERMETTI! IO SO FARE COSE CHE TU TI SOGNI SOLAMENTE... E POI, VISTO CHE PARLI TANTO, IO NON SONO UN MASCHIO SONO UNA FEMMINA, IDIOTA!-.
Ace stava per ribattere quando il senso delle parole di Uphy arrivarono al suo cervello, e così, rimase a bocca aperta, fissando Uphy con aria incredula; Sabo era nella medesima posizione.
-Tu sei... una ragazza?!- disse il biondo, dopo qualche minuto, riprendendosi per primo, mentre Ace stava ancora fissando Uphy, scioccato.
-sì... perchè? Non lo avevate capito?- i due scossero la testa in diniego -oh, beh... credo sia per via dei capelli corti- disse Uphy, ed i due ragazzi per poco non caddero a terra per l'idiozia dell'affermazione -perchè? C'è qualche problema se sono una ragazza?- chiese Uphy regalandogli uno sguardo omicida e liberando delle piccole scariche elettriche che iniziarono a scoppiettare su tutto il suo corpo; i due si scambiarono uno sguardo preoccupato e pensarono all'unisono "meglio non farla arrabbiare" quindi dissero in coro -assolutamente no!- a quelle parole, Uphy si rilassò e l'inquietante scoppiettio cessò.
-Ad ogni modo- iniziò Sabo -cambiando discorso, io ho un piccolo problema... ho vissuto tutta la vita in questo mucchio di spazzatura... ma da domani, noi tre, avremmo le nostre vite prese di mira dai pirati... quindi devo trovare un altro posto dove andare a vivere- Ace eUphy si scambiarono, per la prima volta, un'occhiata d'intesa: loro avevano il posto perfetto.


Al rifugio dei banditi, qualche ora dopo.
-Ace! Uphy! Chi è questo?- gridò Dadan -yo! Tu sei Dadan, giusto? Io sono Sabo!- disse il ragazzino stringendole la mano -Sabo?! Conosco quel nome! Ho sentito dire che sei piuttosto pericoloso!-
-oh, davvero? Beh... io ho sentito dire che tu sei una vecchia strega!- rispose amabilmente lui.
Così, Sabo venne a vivere nel rifugio dei banditi di montagna.
Nei mesi successivi, Ace, Sabo e Uphy, incominciarono ad andare all'avventura insieme, consolidando sempre di più la loro amicizia: prima combattendo contro animali selvatici nela giungla, poi contro i mocciosi di città ed i cattivi nel GrayTerminal e infine, nell'insenatura dei pirati; finchè i loro nomi non diventarono abbastanza famosi da raggiungere il regno di Goa.



Capitolo finito! Ora potete pure tirarmi la frutta e la verdura marce, se volete T_T , sò benissimo che questo è il peggior capitolo che ho fatto fin'ora, ma questa è l'unica idea che mi è venuta, spero che apprezziate almeno lo sforzo!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 11
*** Cap.11)Le coppe della fratellanza ***


Ciao a tutti! Sono tornata con un nuovo capitolo! Spero che vi piaccia e che vi ripaghi dell'attesa (perchè, come ormai avete capito, non riesco ad aggiornare tanto spesso).
Ed ora senza altri indugi ecco la mia storia!




 

                                               I DONI DELLA MORTE


Cap.11)Le coppe della fratellanza


Pov Ace


Mi sveglio, apro gli occhi, e mi accorgo che è ancora notte fonda.
Mi giro nel letto verso sinistra e trovo Sabo che dorme accanto a me: sono davvero felice che sia venuto ad abitare quì con me, al rifugio dei banditi.
Era da un pò di tempo che pensavo di chiederglielo ma non ero mai riuscito a trovare il coraggio.
è davvero buffo... io, che lotto ogni giorno contro animali feroci, che combatto contro furfanti di ogni genere, non ho il coraggio di chiedere al mio migliore amico di venire a vivere con me! Che roba!
Ma ormai questo non è più un problema: Sabo, ormai, abita quì con me da più di un mese, ed io non potrei esserne più felice!
Al'improvviso qualcosa mi tocca, mi giro di scatto alla mia destra e... trovo Uphy che, muovendosi nel sonno, a posato la mano sul mio braccio.
Sospiro di sollievo e mi dò dello sciocco per essermi agitato così e rimango, per un pò, a fissarla: all'inizio non mi sembrava niente di speciale, appariva come un moccioso normale, tanto ch la scambiai anche per un maschio e quasi mi venne un colpo quando disse di essere una femmina; ma adesso sò che non è una ragazzina qualunque: mi ricordo quando, il giorno dopo aver battuto Polchemy, ci raccontò del suo potere del frutto del diavolo, trasformandosi davanti a noi; lì per lì rimasi scioccato ma poi, lentamente, mi ci abituai.
Col passare dei giorni finii per voler passare sempre più tempo con lei, proprio come facevo con Sabo, e credo che, lentamente, mi sia affezzionato a lei.
Però, ci sono dei suoi comportamenti e delle sue affermazioni che mi hanno fatto sorgere il dubbio che lei sappia di me più di quello che vuole far credere: "io voglio che tu viva, Ace" mentre pronunciava quelle parole avevo scorto nei suoi occhi un dolore schiacciante e fù in quell'attimo che mi chiesi chi fosse davvero Uphy.
Un rumore mi riscuote dai miei pensieri e guardo Uphy girarsi dall'altra parte; sospirai in sollievo, meno male che non si è svegliata, sarebbe stato imbarazzante se mi vedesse fissarla, potrebbe farsi idee sbagliate.
Uno sbadiglio mi fà spalancare la bocca; mi sta tornando sonno, mi sistemo il cuscino, tiro sù le coperte fino al naso e chiudo gli occhi per poi addormentarmi.


-Il giorno dopo, nel regno di Goa, in centro città

-Non hanno pagato il conto! Arrestateli!- queste sono le grida che sento mentre, insieme a Sabo e Uphy, sfondo la finestra del ristorante, che si trova al 4° piano di un  lussuoso palazzo, dove abbiamo appena finito di mangiare.
-Era tutto buonissimo!- dice Sabo -visto? Te l'avevo detto!- gli rispondo io.
Io e Sabo atteriamo su una tenda da sole e poi, con un balzo, tocchiamo terra; Uphy, che intanto si è trasformata, ci segue in volo.
Iniziamo a correre tra la folla, quando sento un poliziotto gridare -di nuovo quei tre?! Dannati recidivi! Non lasciateli scappare! Qualcuno li acchiappi!-.
Quelle grida m'innervosicono; cavolo! Possibile che debbano farla tanto lunga solo perchè abbiamo mangiato a scrocco?! Mentre corriamo, per scappare alla polizia, passiamo a fianco di un uomo col cappello a cilindro, quello si volta e vedendoci inizia ad urlare -Sabo?! Sabo, sei tu vero? Aspetta! Allora sei vivo!- sentendo quelle parole mi volto verso il mio amico -ehi, Sabo! Quello lì ti sta chiamando! Lo conosci?-
-mi avrà scambiato per qualcun'altro! Andiamo!- mi risponde lui, ma il suo tono non mi convince, lo guardo attentamente: dalla sua espressione sembra preoccupato per qualcosa, ed io avrei scopreto cosa.


-Qualche tempo dopo, vicino ad una scogliera nei pressi del monte Corbo

-Ma che dici, Ace?! Io non vi sto nascondendo niente!- dice Sabo, facendo un passo indietro -bugiardo! Avanti, parla Sabo!- dico iniziando a perdere la pazienza -pensi davvero che ci dovrebbero essere dei segreti tra di noi?! Forza sputa il rospo!-.
Dopo essere scappati dalla città ed esserci rifugiati in un luogo sicuro, ho iniziato ad interrogare Sabo circa l'uomo che abbiamo incontrato in città, ma lui ha continuato a ripetere che non lo conosceva; così, alla fine, ho perso la pazienza.
-Se non parli ti pesto a sangue!- gli grido prendendolo per la gola -Ace! Fermo! Così lo soffochi!- Uphy mi afferra le braccia tentando di liberare Sabo dalla mia presa, ma io non mollo: voglio sapere la verità!
-Va bene... d'accordo parlo!- dice all'improvviso Sabo, col volto paonazzo; così sciolgo la presa al suo collo e gli lascio il tempo per riprendere fiato.


-SEI FIGLIO DI UN NOBILE?!- grido incredulo alla rivelazione.
Sabo è rosso in viso e trema, io lo continuo a fissare scioccato, mentre Uphy.... beh, lei si comporta come se la cosa non la sorprendesse; è davvero strana questa ragazzina!
-La verità è che entrambi i miei genitori sono vivi... non solo non sono orfano... ma non sono neanche nato nella montagna d'immondizia; quello che ha urlato il mio nome stamattina era mio padre- c'è un attimo di silenzio in cui vedo Sabo prendere un resiro profondo -scusatemi se vi ho mentito...-
-ci ha chiesto scusa, quindi non c'è problema! Perdonato!- dice Uphy col suo solito tono allegro.
Io sbuffo, grattandomi la testa -devo dire che questa cosa mi ha un pò scioccato! Se sei nato in una famiglia nobile, perchè sei venuto a vivere nella montagna d'immondizia?- gli chiedo; vedo il suo viso oscurarsi ed il suo sguardo farsi triste -loro volevano qualcuno che proteggesse il loro patrimonio e la loro posizione sociale... e non ero io! Visto che non potevo sposare un membro della famiglia reale, per loro ormai ero un rifiuto... so che per vio potrebbe essere difficile da comprendere, ma nonostante avessi i genitori io ero comunque "solo"...- poi alzò la testa verso di me -per rispndere alla tua domanda, Ace... i nobili odiano la montagna d'immondizia, eppure pensavo che fosse meglio che vivere un'esistenza già pianificata per decenni in quel soffocante quartiere alto-.
Rimango in silenzio, sorpreso: non arvrei mai pensato che ci si potesse sentire soli avendo comunque i genitori.
-ACE, UPHY!- grida Sabo scattando in piedi -noi dobbiamo prendere il largo ad ogni costo! Dobbiamo andare via da questo paese ed essere liberi! Voglio visitare tutto il mondo e scrivere un libro per raccontare tutto quello che ho visto! Dobbiamo diventare ancora più forti! Dobbiamo diventare dei pirati!-.
Dopo un'attimo di sorpresa inizio a ridere -ehehehe... certo che lo faremo... non c'è bisogno che sia tu a dirmelo! Diventerò un pirata e continuerò a vincere, vincere e vincere, finchè il mio nome non sarà sulla bocca di tutti! SOLO ALLORA RIUSCIRò A DIMOSTRARE DI ESSERE ESISTITO! Non m'importa se il mondo vorrà fingere d'ignorare la mia esistenza, o se mi odieranno tutti! Io diventerò un grande pirata, e li guarderò tutti dall'alto in basso! Non scapperò mai di fronte a nessuno! La paura non mi fermerà! FARò CONOSCERE IL MIO NOME AL MONDO INTERO!- grido verso il cielo con tutta la voce che ho in gola.
-shishishi... ah, è così?!- sento la voce di Uphy dietro di me, mi affianca ed incomincia ad urlare -ALLORA IO... RADUNERò LA MIGLIORE CIURMA DEL MONDO... TROVERò ONE PIECE E... DIVENTERò LA REGINA DEI PIRATI!- poi si gira verso di noi col suo solito sorriso 32 denti; io la guardo sbigottito -certo che ne dici di cose, tu... -mormoro scuotendo la testa, invece Sabo se la ride a crepa pelle -ahahahah, Uphy sei incredibile! Non vedo l'ora di vedere che fine farai!-.
Alla fine scoppiamo tutti e tre a ridere.


è ormai sera e ci troviamo nei nostri letti, mentre Dadan ed il resto dei banditi pulisce casa dal casino che abbiamo fatto a cena.
Sabo ed Uphy già dormono; dovrei farlo anchio, è stata una giornata stancante questa, ma non ci riesco; il discorso di oggi sul nostro futuro mi ha dato da pensare: e se finissimo tutti e tre su navi diverse? Allontanandoci gli uni dagli altri ricorderemo l'affetto che ci lega? O finiremmo, alla lunga, per diventare come estranei? Ora che lì ho entrambi quì con me non voglio perderli... devo trovare il modo per legarci ancora di più! Ma come?
All'improvviso ho un'illuminazione; ma certo! Questo ci legherà come fossimo fratelli... mi serviranno solo 3 tazzine e una bottiglia di liquore.
E, con quest'ultimo pensiero felice, mi addormento profondamente.


-Il giorno dopo

è quasi ora di pranzo, e porto Sabo e Uphy in una piccola radura circondata da grandi alberi, al centro di essa si trova la base di un albero tagliato.
-Ace... perchè ci hai portato quì?- mi chiede Sabo, non gli rispondo e poggio sul tronco una bottiglia e 3 tazzine -perchè hai rubato del liquore a Dadan?- mi chiede Uphy -non lo sapete?- dico io aprendo la bottiglia -se beviamo dalla stessa coppa diventiamo fratelli!-
-fratelli? Davvero?- mi chiede Uphy con entusiasmo nella voce, le sorrido mentre verso un pò di liquore in ognuna delle tazzine -magari nonsaremo nella stessa ciurma quando diventeremo pirati... ma questo non significa che non possiamo legarci come fratelli! Non importa cosa succederà, dovunque saremo, il nostro legame non si romperà mai!- poggio la bottiglia per terra, dopodiche tutti e tre prendiamo una tazzina -quindi, da oggi in poi, noi siamo fratelli! Sì!- gridiamo in coro alzando le tazzine e facendole tintinnare tra loro.
Ed in quel momento, guardando i volti sorridenti di Uphy e Sabo, mi sono sentito felice come mai prima d'ora.



Ciao a tutti! Capitolo finito! Spero che sia piaciuto e sarei davvero felice se mi lascerete una recensione (anche piccola) e ringrazio anche tutti quelli che leggono!
Saluti e baci da black dalia

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Capitolo 12
*** Cap.12)Una visita da Makino e Garp ***


I doni della morte Cap.12)                                      

                                      I DONI DELLA MORTE

Cap.12)Una visita da Makino e Garp


Era una mattina tranquilla sul monte corbo: il sole splendeva nel cielo e gli uccelli cinguettavano, mentre, in una radura, tre bambini si allenavano tra loro sfidandosi in combattimento.
In quel momento Ace stava fronteggiando Uphy: la bambina iniziò a liberare piccole scariche elettriche che poi concentrò nel pugno destro, dopodiche corse verso Ace pronta ad assestargli il colpo quando, improvvisamente, l'elettricità svanì e così Ace, dopo aver schivato abilmente il pugno, a sua volta, tirò un calcio ad Uphy, colpendola in pieno ed atterrandola.
-Ace vince questo round!- gridò Sabo segnando il punteggio sul tabellone.
-Ma servirà a qualcosa quel tuo potere? Insomma, tutto quello che riesci a fare è trasformarti in un uccello- disse Ace guardando la bambina a terra.
-Grrr... non riesco a controllare l'elettricità! Se ci riuscissi vi avrei già pestato a sangue!- disse Uphy, tirandosi in piedi, arrabbiata per l'ennesimo fallimento -COMBATTIAMO ANCORA!- gridò -no, solo cento scontri al giorno a testa! Continueremo domani ad allenarci- disse pacato Ace -esatto!- s'intromise Sabo -Uphy... oggi hai perso 50 volte contro di me e 50 volte contro Ace! Io e Ace abbiamo concluso 24 a 26.... hai vinto ancora tu Ace!-.
-Bene... visto che quì abbiamo finito, andiamo a prenderci il pranzo- disse il moro; a quelle parole la rabbia di Uphy svanì istantaneamente -cibo.... Sì! Andiamo a prendere da mangiare, sto morendo di fame!- disse la bambina prendendo per un braccio Ace ed iniziando a correre trascinandoselo dietro -EHI!- si lamentò il suddetto, mentre Sabo se la rideva scuotendo la testa.


Poco dopo, i tre bambini si arrampicarono di un albero nei pressi del fiume.
-Vi va del coccodrillo?- chiese Ace adocchiandone uno -sì! La carne di coccodrillo è buonissima!- disse Uphy che già sbavava all'idea del pranzo succulento che li aspettava -bene! Allora andiamo a prenderlo ma, stavolta, Uphy cerca di non farti mangiare... l'altra volta ti abbiamo salvato un attimo prima che ti ingoiasse tutta!- disse Sabo -shishishi, stai tranquillo, non succederà una seconda volta!- disse Uphy e, subito dopo con un salto, si fiondò contro l'animale, seguita a ruota da Ace e Sabo.


-DADAN! SIAMO TORNATI!- gridò Uphy davanti al rifugio dei banditi.
-Finalmente ce ne avete messo di tempo... che cosa avete portato stavolta?- chiese Dadan uscendo dalla casa e trovandosi davanti i tre bambini ed il coccodrillo morto -Dogura! Mogura!- chiamò i suoi due scagnozzi -sì, capo!- dissero i due arrivando -fatelo a pezzi e mettetelo sul fuoco!- fù l'ordine di Dadan -sì, capo!- risposero i due tirando fuori le spade iniziando a fare a pezzi l'animale.


-Ecco è pronto!- disse Dogura mettendo la carne in tavola ed, in un attimo, iniziò una vera e propria battaglia per accaparrarsi i pezzi di carne.
C'era chi spingeva, chi mollava pugni e calci, come Ace, e invece chi, come Uphy, mordeva pur di poter mangiare anche solo un pezzo di carne in più.
Tutto quel trambusto si interruppe solo quando qualcuno bussò alla porta.
TOC, TOC...
-Chi daimine può essere a quest'ora?- chiese Dadan sputacchiando pezzetti di cibo quà e là.
-C'è qualcuno in casa? Uphy... ci sei?- sentendo quelle parole e riconoscendo quella voce, Uphy sgranò gli occhi e mollò i due cosciotti che teneva tra le mani, fiondandosi verso la porta, aprendola ed uscendo.
Incuriositi dal comportamento della sorellina, che non avrebbe lasciato del cibo neanche se ne andasse della sua stessa vita, Ace e Sabo si alzarono per andare dietro la bambina e per vedere che fosse arrivato.
Appena si affacciarono alla porta la scena, davanti a loro li sorprese facendogli spalancare gli occhi dallo stupore: Uphy abbracciava felicemente una donna dai capelli verde scuro, la carnagione pallida e gli occhi neri; dietro di lei c'era un uomo più vecchio, basso, con spessi occhiali, che si reggeva ad un bastone.
-Makino! Sei venuta a trovarmi! Non sai quanto sono felice di vederti!- gridava Uphy piena di gioia -anchio sono felice di rivederti, Uphy!- rispondeva la barista.
-Ti ha detto gee-can che vivevo quì?- chiese la bambina -no, Garp-san non sa che sono venuta! Mi ha accompagnato il sindaco!- disse Makino facendosi da parte per chè Uphy potesse salutare anche l'uomo.
-Salve sindaco!- lo salutò Uphy -ciao Uphy, vedo che stai bene!- disse il sindaco soddisfatto dello stato di salute della bambina -certo che sto bene! Anzi sto anche meglio che al villaggio... ho trovato persino due fratelli qui!-
-fratelli?- guardarono interrogativi Makino ed il sindaco -sì, ve li presento... Ace, Sabo, venite! Vi voglio presentare delle persone!- disse Uphy guardando i due alla porta; Sabo non si fece pregare più di tanto ad andò incontro hai nuovi arrivati, salutandoli gioviale -Piacere, io sono Sabo! E' un piacere fare la vostra conoscenza!-
-è un piacere anche per me conoscerti Sabo!- disse la barista sorridente -io sono Makino- 
-E questo è Ace- disse Uphy trascinando il moro per un braccio, che non aveva alcuna voglia di incontrare i due nuovi arrivati.
-Ciao, piacere di fare la tua conoscenza, Ace!- gli disse sorridente Makino; alla vicinanza con la donna Ace si irrigidì, diventando immobile come un'asse di legno, le sue guance si imporporarono di rosso, e borbottò un -ciao-.
-Chi diamine siete voi? E cosa ci fate quì?- in quel momento Dadan uscì dal rifugio impugnando un'ascia, ma Makino non si lasciò spaventare e si avvicinò alla bandita -buongiorno! Il mio nome è Makino e sono venuta quì, dal villaggio di Foosha, per vedere Uphy!-
-bene, ora che l'hai vista puoi tornatene pure da dove sei venuta! Non vogliamo scocciatori quì!- rispose seccata Dadan -oh, ma io non sono quì per dare problemi! Ecco...- disse Makino frugando nella borsa che portava a tracolla -queste sono per scusarmi del fastidio- e tirò fuori delle bottiglie di ottimo sakè -spero che vi piacciano!-.
Appena Dadan vide le bottiglie di liquore le afferrò dicendo- beh.... va bene, potete rimanere... ma non date fastidio!- e rientrò,tenendo le bottiglie alzate, dicendo -ragazzi stasera si fà festa!- da fuori si potè sentire un coro di esclamazioni.
Uphy ridacchiò; Dadan non sapeva resistere quando si trattava di liquori.
-Cos'hai lì apparte il sakè?- chiese Uphy guardando curiosa la capiente borsa che la donna portava a tracolla e Makino rispose -ti ho portato dei nuovi  vestiti, perchè pensavo che se gli altri si sarebbero rotti almeno avresti avuto un cambio- e iniziò a tirare fuori magliette, canotte e pantaloncini.
-Non ci sono gonne qui, vero?- gli chiese sospettosa la bimba visto che anche Makino,come Presea, aveva provato a farle indossare, all'inizio, abiti e gonne dicendole che erano cose che una signorina portava ma dopo svariati, quanto inutili, tentativi di convincere la bambina ad indossarli si era arresa all'evidanza che Uphy non voleva saperne di apparire femminile.
-No, no ti preoccupare! Ormai ho capito che li detesti!- disse Makino ridendo -bene, meglio così!- poi guardò i due fratelli maggiori -Makino... non avresti qualcosa anche per loro?- disse indicandoli, Makino guardò i due bambini addolorata -quì con me non ho niente... però se vi fate prendere le misure, la prossima settimana porterò dei vestiti nuovi anche per voi!- disse, infine, sorridente.
I due bambini annuirono e si misero in fila per permettere a Makino di prendere le misure mentre Uphy parlava con il sindaco.


Il pomeriggio passò tranquillamente e, quando arrivò sera, Makino si offrì di preparare la cena.
-Vedo che l'appettito non vi manca!- disse Makino guardando i tre bambini ingozzarsi di arancini di riso e spiedini di carne e verdure.
-Questo è un bene!- disse il sindaco -sono bambini e devono crescere... il problema ci sarebbe se non volessero mangiare!-
-fhifhifhi, ftia tranfillo findaco... quefto non fuccederà mai!- disse Uphy con la bocca piena di cibo, facendo scoppiare a ridere Makino -vi piace quello che vi ho preparato?- chiese la barista
-è tutto squisito!- commentò Sabo ed Ace annuì in accordo.
-Se, però, ci lasciaste del cibo anche per noi, mocciosi, mica ci offenderemo!- gridò Dadan notando che, per l'ennesima volta, Uphy, Ace e Sabo si stavano mangiando tutto.
-Quando prenderò il mare, prenderò come mio compagno il miglior cuoco in circolazione!- disse Uphy mentre ingoiava l'ennesimo boccone.
-Io diventerò pirata molto prima di te, quindi scordatelo perchè lo prenderò nel mio equipaggio!- disse Sabo -Vi sbagliate... sarò io il primo a diventare un pirata, e sarò io ad avere i compagni migliori!- disse Ace hai due alzandosi in piedi, senza notare l'ombra che era apparsa dietro di loro almeno fino a quando i banditi, vedendola, non sputarono tutto quello che stavano mangiando e bevendo in quel momento.
-Cosa vi succede?- chiese Uphy guardandoli -ancora dite simili idiozie?- una voce alle loro spalle fece impallidire Ace e Uphy che si voltarono lentamente solo per vedere la massiccia figura di Garp, che li guardava con una vena che gli pulsava sulla fronte.
-Voi non diventerete pirati ma dei grandi marines! L'avete capito o no?!- gridò l'uomo per poi colpire i due nipoti con i suoi "amorevoli" pugni facendogli spuntare, a ciascuno di loro, un'enorme bernoccolo; poi chiamò -Dadan!- la donna si presentò a fianco a lui sull'attenti -sì, Garp-san!- e, subito dopo venne colpita da uno dei pugni di Garp.
-Perchè a colpito anche me?- chiese Dadan mentre cadeva a terra per il colpo appena subito
-Perchè, a quanto pare, non sai educare bene questi marmocchi!- disse Garp.
-Garp?! Così... questo vecchio è il nonno di Ace e Uphy?- disse Sabo.
In quel momento il marines abbassò lo sguardo su di lui -ragazzo.... sbaglio o tu hai detto qualcosa a proposito di solcare i mari?- a quel punto Uphy si parò di fronte al fratello -lui non si chiama "ragazzo"... lui è Sabo! E noi tre ci siamo promessi di diventare dei grandi pirati!-
-Uphy.... perchè non tieni chiusa quella bocca...- disse Ace che si stava riprendendo dal colpo di Garp.
-ah... davvero? Così il numero di idioti che hanno bisogno di una lezione è aumentato a tre?- disse Garp facendosi schioccare le nocche e guardandoli con un sorriso poco rassicurante, mentre Ace, Uphy e Sabo iniziarono a sudare freddo.


AAAAHHHHHHHH!
Fù l'urlo che si propagò per la foresta.
-Poverini...- disse il sindaco sentendo quelle urla, mentre lui e Makino facevano ritorno al villaggio; la barista si girò in direzione del rifugio dei banditi -sono davvero felice per Uphy! Scommetto che è contenta di avere due fratelli!- disse per poi tornare ad incamminarsi verso casa.
Intanto, vicino al rifugio dei banditi: Ace, Uphy e Sabo scappavano dalla furia del vice-ammiraglio.
-Dove andate?! Non ho ancora finito con voi!- gridò l'uomo mentre scagliava un'altro pugno diretto a colpire Ace -prendi questo!- poi si scagliò contro Sabo -e questo, e questo, e questo-
"questo vecchio è un mostro di forza!" pensò Sabo poco prima di essere colpito da un destro.
Alla fine solo Uphy continuava a correre, inseguita dall' "adorato" nonnino, mentre Ace e Sabo erano già stati messi ko.
-Dove credi di scappare!- gridò Garp pronto a colpire la nipote con uno dei suoi pugni "d'amore" ma Uphy, prevedendo il pericolo, saltò in alto trasformandosi in uccello ed iniziò a volare il più velocemente che poteva.
-ah... e così hai imparato a trasformarti....- disse Garp guardando l'uccello che cercava di allontanarsi da lui -ma questo non ti basterà a seminarmi!- infatti il marines correva così forte da tenere il passo con il volo di Uphy.
"AH! E adesso che faccio? Quello mi sta per raggiungere!" si chiese Uphy, in pieno panico, sentendo Garp alla sua coda; non voleva essere presa ma, pultroppo per lei, non poteva alzarsi di quota perchè in questa parte di bosco gli alberi erano così fitti che a malapena penetrava la luce del sole.
All'improvviso sentì uno spostamento di aria dietro di se e vide, con suo grande sgomento, che suo nonno aveva spiccato un balzo, l'aveva raggiunta e stava per colpirla con uno dei suoi pugni; fù in quel momento che Uphy chiuse gli occhi e decise di concentrarsi per richiamare a se l'elettricità; pensando che, così facendo, con un pò di fortuna, avrebbe potuto contrastare il colpo del nonnino.
-Prendi questo!- gridò Garp e abbattè il suo pugno su Uphy ma, proprio in quel momento, la bambina liberò l'elettricità che aveva accumulato e, dopo un lampo di luce improvvisa, il pugno del vice-ammiraglio colpì il nulla.
-Ma.... dov'è andata?- si chiese Garp riappoggiando i piedi per terra, guardandosi attorno.



Uphy riaprì gli occhi quando si accorse che non era stata colpita da nessun pugno e, con sua enorme sorpresa, si rese conto di stare ancora volando ma ad una velocità che non credeva di poter raggiungere.
-Wow!- disse sorpresa -ce l'ho fatta! ho evitato il pugno di Gee-can! Ma... come ho fatto?- si chiese inclinando la testa di lato; poi, improvvisamente, le venne l'illuminazione -l'elettricità- sussurrò -deve essere l'elettricità che mi fà andare così veloce!- disse guardandosi attorno -mi sembra di essere riuscita a seminare gee-can... forse è meglio se diminuisco la velocità ora- ed, in men che non si dica, Uphy tornò a volare normalmente.
-Fiù... però, non posso crederci che sono davvero riuscita ad evitare la "lezione" del nonno!- disse tutta contenta; ma la sua felicità non durò molto perchè poco dopo un'enorme masso la colpì -AAAHHHHHHHHHH!- gridò Uphy mentre precipitava.
-AHAHAHAH! Centrata in pieno!- se la rise Garp mentre guardava Uphy che si schiantava al suolo; si avvicinò alla nipote e gli disse -pensavi davvero di potermi seminare così? Ah... Illusa!- Uphy lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite impallidendo al pensiero di quello che sarebbe successo adesso.
-ed ora...- disse il vecchio mentre si schioccava le nocche -finiamo quello che abbiamo iniziato- ed iniziò a menare la nipote.



Era passata circa una mezz'ora da quando sia Uphy che Garp erano pariti: Ace e Sabo si erano ripresi e si stavano curando i lividi e le ferite prodotte dallo scontro con il vice-ammiraglio.
All'improvviso la porta si aprì rivelando Garp che reggeva Uphy, gonfia di botte, per la maglietta; la lanciò ad Ace che la prese al volo e poi disse -per oggi direi che può bastare!- dopodiche si avvicinò alla porta -bene... io vado! Mi raccomando... vedete di non morire fino a quando non ritorno! Alla prossima!- e se ne andò.
Il silenzio regnò per qualche istante nella casa fino a che Sabo non parlò -ma... quello viene quì solo per pestarvi?- domandò scioccato -no...- rispose con tutta tranquillità Ace mentre bendava la testa di Uphy piena di bernoccoli -di solito viene la mattina per farci fare qualche stupido allenamento ma, evidentemente, oggi non gli andava-
-ah... capisco- disse Sabo con una gocciolina che gli scendeva dalla testa.




-Quella stessa sera, nel porto del regno di Goa

Una figura ammantata di nero scese da una piccola imbarcazione; si guardò intorno, come per controllare che non fosse seguita, ed iniziò ad avviarsi per il molo.
"Finalmente.... l'isola di Dawn... è quì che si è diretto il vice-ammiraglio ed è quì che dovrei trovare..." la losca figura si interruppe quando udì un rumore proveniente dal vicolo davanti alla quale era appena passata; si portò in posizione di attacco afferrando la pistola che portava alla cintura, ma la rifoderò immediatamente quandò un gatto uscì dal vicolo dal quale aveva udito il rumore "è meglio che incominci subito la ricerca... non posso rimanere qui a lungo" pensò l'individuo, e così iniziò ad incamminarsi per le strade del regno.




Eccomi con questo nuovo capitolo! Mi dispiace tanto se c'è voluto molto ma mi è mancata l'ispirazione, ma ora che è tornata sono riuscita a sfornare questo capitolino:
voi chi pensate che sia la misteriosa figura ammantata di nero?
Beh... lo scoprirete più avanti! XD
Ora vi lascio, saluti e baci da black dalia 

 


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Capitolo 13
*** Cap.13)L'angelo della morte ***


I DONI DELLA MORTE


Cap.13) L'angelo della morte

 

- Isola della vita, situata in un luogo sconosciuto

Sulle rive del lago della rinascita la Morte guardava, nelle sue acque scure, quello che succedeva sulla terra.
-Mmmmm... questo può essere un problema- disse osservando la figura incappucciata che si aggirava per il porto del regno di Goa “se l'ha trovata così presto vuol dire che ha preso Sasha” riflettè la Morte -sta diventando sempre più intraprendente- disse infastidito, poi chiamò -Minerva!- un attimo dopo aver pronunciato quel nome una donna comparve affianco a lui: era alta più di 2 metri, il corpo molto femminile ma allenato, aveva capelli biondi lunghi e ondulati, l'occhio sinistro era color ambra mentre il destro rosso sangue; indossava una camicia a maniche lunghe color avorio con i polsini aperti, dei pantaloni di un rosso bordoux e calzava degli stivali neri che gli arrivavano fino alla coscia.
-Mi hai chiamato?- chiese -sì... sembra che il mio caro amico sia riuscito a prendere Sasha- disse la Morte -come lo sai?-
-ha mandato uno dei suoi scagnozzi sull'isola dove abita sua figlia per trovarla- gli rispose indicando la superficie del lago dov'era riflesso l'uomo incappucciato -voglio che ritrovi Sasha e la porti in un luogo sicuro-
-e dopo che l'avrò salvata cosa devo fare?-
-starai con lei per proteggerla... ti chiamerò io quando avrò di nuovo bisogno di te- a quelle parole Minerva assottigliò gli occhi -guarda che io ho accettato di diventare il tuo angelo per proteggere il tuo prescelto perchè mi hai detto che avrebbe cambiato il futuro dei miei figli non per farti da lacchè!- gridò indignata, la Morte la guardò con una faccia stoica -non ti preoccupare, avrai il tuo da fare con lei ma adesso è troppo presto per incontrarla... inoltre non posso permettere che lui continui a tenere prigioniera Sasha sarebbe una tragedia se riuscisse ad entrarle nella testa e scoprire tutti i segreti degli occhi di sangue per questo devi salvarla!- la donna alzò un sopracciglio ed incrociò le braccia -quindi è solo per mantenere i tuoi segreti al sicuro che vuoi che io la salvi... e si che per un attimo ho pensato che tu avessi un cuore-
-sono la Morte, Minerva, io non ho un cuore...- la guardò con i suoi occhi rossi -ho tanti cuori quanti quelli di tutte le persone ha cui ho portato via la vita- finì sorridendo lievemente e facendo venire la pelle d'oca alla bionda, quest'ultima decise di cambiare argomento -come faccio a trovarla?-
-devi sentirla... sei il mio angelo, hai un collegamento con tutti gli occhi di sangue, usalo per trovarla e portala in un posto sicuro-
-posso scegliere io il posto in questione o hai dei suggerimenti?- chiese Minerva con un sorriso -scegli tu, anche perchè ho l'impressione che hai già un'idea di dove portarla- a quella risposta il sorriso della donna crebbe -hai ragione- disse, schioccò le dita e sparì lasciando la Morte da sola -ora vediamo cosa farai dopo la mia mossa- sussurrò quest'ultimo tornando a guardare nelle acque del lago.

 

 


Sasha aprì lentamente le palpebre, per un attimo non vide nient'altro che il buio fino a quando i suoi occhi non si abituarono all'oscurità che regnava nella stanza.
Lentamente si rese conto di dove fosse ed i ricordi degli ultimi giorni si riaffacciarono alla mente facendola boccheggiare: si trovava rinchiusa in una cella, i polsi e le caviglie legati al muro tramite delle catene, i lividi ed i tagli delle percosse erano visibili sul suo corpo.
Respirò profondamente cercando di non lasciarsi andare allo sconforto: non era riuscita a mantenere il segreto, gli era entrato nella mente ed aveva scoperto della sua bambina.
Una lacrima le rigò la guancia: per colpa sua Uphy era in pericolo, per colpa sua anche l'ultima occhi di sangue era stata scoperta e, adesso, rischiava di morire.
“Oh, Dragon... quanto vorrei che tu fossi quì... sicuramente sapresti cosa fare in questa situazione... tu sapevi sempre cosa fare” pensò Sasha mentre rimembrava vecchi ricordi.

-Flashback

-Cosa facciamo Dragon? Ci sono 3 navi della marina che ci stanno inseguendo!- esclamò Sasha scendendo dal nido del corvo, dal quale aveva avvistato le navi nemiche, e andando verso un uomo ritto a poppa della nave: era alto, snello ma muscoloso, la carnagione abbronzata, i capelli ribelli e disordinati lunghi fino a metà schiena e gli occhi nero opale ma la cosa che spiccava di lui era il tatuaggio che, in verticale, gli attraversava la parte sinistra del viso.
Dragon la guardò ghignando -non ti preoccupare- disse, dopodiche alzò il braccio destro e chiuse il pugno: all'improvviso un fortissimo vento iniziò a soffiare contro le navi della marina, facendo ingrossare il mare.
Cavalloni sempre più grossi iniziarono ad infrangersi contro le navi della marina rallentandole sempre di più.
Il vento cessò solo quando Sasha non riuscì più ad avvistare le 3 navi.
-E' stato incredibile!- disse sasha senza fiato guardando l'orizzonte -ma come hai fatto?- chiese girandosi verso Dragon che gli rispose -qualche tempo fa mangiai un frutto del diavolo, da allora ho la capacità di creare e controllare le tempeste-
-allora hai pensato che provocandone una avremmo potuto far perdere le nostre tracce alla marina!- l'uomo annuì -il piano era questo- sasha si mise a ridere -ahahahah! Solo tu potevi pensare ad una cosa del genere! Tu sai sempre cosa fare, Dragon!-


-Fine Flashback


Le lacrime le rigavano il volto mentre si lasciò andare contro il muro sfregando polsi e caviglie contro i bracciali delle catene creando altri tagli “Dragon... aveva ragione Presea... non me ne sarei dovuta andare così... sarei dovuta rimanere con te e affrontare questo pericolo insieme ma... ormai è troppo tardi per tornare indietro...” SBAM! I pensieri di Sasha vennero interrotti da un forte rumore BANG! La ragazza saltò quando udì il rumore di uno sparo -FERMA! COSA CREDI DI... ARGH!- Sasha sbattè le palpebre mentre il cuore le martellava nel petto “che... che cosa sta succedendo? Sembra che qualcuno stia combattendo!” pensò mentre sentiva altri colpi e urla, poi all'improvviso -ROSA DELLA TERRA!- dopo quest'ultimo urlo Sasha non udì più nulla apparte il rumore del suo battito cardiaco.
All'improvviso la porta uscì dai cardini sfracellandosi per terra ad un metro da lei ed una figura scura entrò nella stanza; Sasha, impaurita, cercò di rannicchiarsi su se stessa ed incominciò a tremare leggermente: in quella situazione, legata al muro con delle catene, non sarebbe riuscita a difendersi se questa persona avesse voluto farle del male.
-Coff, coff... accidenti, quanta polvere!- disse la figura scura “ma... questa voce...!” pensò Sasha girandosi ad osservare la persona -e come fai a vedere con questo buio?- si udì uno schiocco di dita e tutta la struttura crollò come un castello di carte, in un attimo Sasha si trovò libera dalle catene e alla fresca aria aperta del mattino.
-MINERVA!- gridò Sasha riconoscendo la donna che si trovava a pochi metri da lei, cercò di camminare verso di lei ma il suo corpo, troppo sfiancato dalle torture subite, cedette e cadde ma prima di toccare terra venne afferrata da due forti braccia che la sostennero -ehi, bambina... non agitarti o ti farai ancora più male!- disse una voce materna -Minerva!- gridò Sasha lasciando che le lacrime uscissero dai suoi occhi -sono così felice di vederti! Non pensavo che qualcuno potesse trovarmi qui!- la donna gli sorrise dolcemente accarezzandole la testa -su non piangere... per fortuna sono arrivata prima che potesse farti qualcos'altro- la aiutò ad alzarsi reggendola per un braccio -ora dobbiamo andare via da qui prima che torni... ti porterò in un posto sicuro- disse Minerva -e dove?- chiese Sasha asciugandosi le lacrime, la bionda gli sorrise e gli fece l'occhiolino -da mio fratello!- detto questo schioccò le dita ed entrambe sparirono lasciando il luogo deserto.
Inosservato ad entrambe le donne una figura scura le osservò fino alla loro scomparsa -sei riuscito a riprenderti la occhi di sangue... ma non fa niente, molto presto avrò ciò che voglio!- sussurrò l'uomo misterioso sparendo, poi, nel nulla.

 



 

Innanzitutto vorrei chiedere un'enorme scusa a tutti colore che seguono le mie storie e che sono rimasti delusi dai miei mancati aggiornamenti! MI SCUSO TANTISSIMO PER AVERVI FATTO ASPETTARE PIU' DI UN ANNO! Ora vi spiego cosa è successo: ho fatto il funerale al mio computer! Sul serio, il giorno prima funzionava ed il giorno seguente non si accendeva lo schermo; l'ho portato in riparazione, c'è stato un mese dopodiche mi hanno detto che non poteva essere aggiustato perchè non c'erano i pezzi di ricambio, così l'ho dovuto buttare ed addio internet! T^T
Ora vi chiederete: come hai fatto allora a pubblicare questo capitolo? Semplice, devo ringraziare i computer che la biblioteca della mia città mette a disposizione ai cittadini; si possono usare solo un'ora al giorno però questo mi da la possibilità di continuare le mie storie (che, lo prometto mi ci volessero anche anni, io finirò!).
Ma ora passiamo al capitolo: spero vi piaccia l'entrata in scena di questi nuovi personaggi perchè entrambe le donne saranno importanti nella vita di Uphy (chi si è perso l'entrata in scena di Sasha si rilegga il primo capitolo che ho modificato) e chissà chi sarà la persona che preoccupa così tanto la Morte? Boh!
Con questo vi saluto! Ancora un milione di scuse! Saluti e baci da black dalia

 

 

 

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