L'infinito in un attimo.

di MrGentleman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
Tic Tac, Tic Tac, Tic Tac..
Sento questo da mezz'ora, non c'è la faccio più. Decido di uscire.
-"Prof, posso uscire?"
-"Vai."
"Dio, GRAZIE."
Esco, nel corridoio incontro il mio migliore amico che sembra essere strano oggi.
Lo saluto. -"Ehi Leo, come va?"
-"Ciao, Ste, scusa oggi non è giornata." E' decisamente strano.
-"Ehi, tutto bene?"
-"Si, solo un po' stanco."
E' DECISAMENTE strano.
-"Ok, ci si vede in giro".
Leonardo è il mio amico d'infanzia, ci conosciamo da quando avevamo 6 anni. Lui era grassottello, con qualche lentigine,
occhiali, ma riusciva a farsi amare da tutti. E io, beh, Stefano, detto il Coraggioso. Si, perchè non avevo paura di niente..
Fino al giorno in cui mia madre lasciò me e mio padre soli, vuoti, senza speranza, incapaci di andare avanti.
Mia madre diceva sempre:-"Stefano, voglio che tu sappia che anche se un giorno me ne andrò sarai sempre nel mio cuore, sei speciale, non permettere mai a niente e a nessuno di buttarti giù". Mi diede una collana che indosso ancora adesso. Le iniziali "SF".. SEMPRE FORTE.
Al funerale mio padre fece l'elogio. Alla fine del discorso, mi guardo negli occhi, riuscivo a vedere un lampo di speranza, come se mi stesse dicendo che questo ci aveva buttato giù ma che niente ci impediva di rialzarci.
-"Ahi."
Sono andato a sbattare contro una povera ragazza, che mi risveglia dal mio flashback.
"-Perdonami, non... non ti... non ti ho vista.."
"-Beh, cerca di aprire gli occ...."
Stiamo raccogliendo i libri quando i nostri occhi si incrociano.
"-Perdonami", le dico.
"-Perdonami tu..", sembra quasi impaurita.
"Piacere, Stefano."
"Piac..Piacere, Aurora."
Ha dei capelli castani, occhi castani, non è molto alta e amo questa peculiarità, continua a mordersi il labbro per imbarazzo,
i capelli gli ricoprono gli occhi e lei continua a spostarli, agitata, imbarazzata..
Penso sia il più bel nome che io abbia mai sentito. Lei è la persona più bella che abbia mai visto.
Quegli occhi. Dio, credo di essermi perso. Più li guardo e più mi perdo.
"-Sei del terzo anno tu, vero?", le chiedo.
"-Si, tu sei del quarto."
"Come diavolo fa a saperlo??"
Suona la campanella. Decido di risvegliarmi e tornare nel mondo reale.
"-Emmh.. adesso devo andare." mi dice.
"-Si, anch'io.. beh, ciao Aurora."
"-Ciao Stefano".
Dio, che incontro.. Strano. Oggi sembra essere tutto strano.
Finalmente anche questo stressante giorno di scuola è finito e io non vedo l'ora di tornare a casa.
Entro a casa, trovo mio padre con una bottiglia di scotch e un bicchere vicino. Lo guardo fisso senza dire una parola,
mi sento come un estraneo, come se lo avessi sorpreso.
Vado in camera mia, non piango, sono forte. Non piango. "SEMPRE FORTE".

Si è fatta sera, non ho fame, prendo le mie cuffie e metto riproduzione casuale. Le note di "The Scientist" dei Coldplay accompagnano i miei occhi che si chiudono. Sogno una ragazza in piedi, davanti a me con i capelli a coprire il viso che mi dice:-"Vieni a prendermi, salvami."
Poi un urlo e mi sveglio, sono in camera mia, ma adesso ho paura. Squilla il telefono. E' la madre di Leonardo, mi dice che ha avuto un incidente, che è in ospedale e che è in gravi condizioni.
"Leonardo, fratello mio, arrivo."
Note:
Salve a tutti, mi chiamo Alessandro e ho cominciato a scrivere da poco ma mi è sempre piaciuto farlo e appena ho scoperto questo sito non ho perso tempo AHAHA
E' solo il primo capitolo ma spero vi piaccia e vi prenda abbastanza da farvi leggere il prossimo capitolo, buona visione. Grazie :)
Ale.


 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Arrivo in ospedale, sento soltanto voci indistinte, un brusio che prende il sopravvento nella mia testa, non riesco a ragionare, mi sento confuso,
smarrito, spaventato, ho di nuovo paura.. paura di perdere il mio più grande amico d'infanzia, l'unico su cui posso contare. "SEMPRE FORTE".
Cerco di ragionare e parlo con l'infermiera.
"-Cerco Leonardo Messina, ha avuto un incidente poco fa."
L'infermiera sembra confusa, poi ricorda e il suo sguardo diventa buio.
"-Siete dei familiari?"
"-No, sono il suo migliore amico, e vorrei vederlo."
"-Mi dispiace, solo i familiari possono vedere i pazienti."
"-E' come se lo fossi."
"-Mi dispiace, va contro il nostro regolamento". Dal suo tono sembra un ordine.
"-Me ne fotto del vostro regolamento! Dov'é?!". Sto per sclerare quando sento una mano poggiarsi alla mia spalla. Mi volto e vedo la madre di Leonardo con le lacrime agli occhi.
Con tutta la forza che ha riesce a dirmi qualcosa. "-Leonardo è scappato di casa con la macchina, dopo una lite in famiglia, è in gravi condizioni e non sappiamo se supererà la notte,
possiamo solo pregare."
Pregare? A che serve pregare? Perchè Dio farebbe avere un incidente a Leonardo? Perchè Dio mi ha portato via mia madre? Ricordo di aver pregato con mia madre una volta, ai piedi del letto.
Mi fece leggere alcune cose, poi mi disse:"-Dio ha il suo progetto, nessuno lo sa, oggi siamo qui domani potremmo non esserci, per questo vale la pena vivere
ogni giorno come se fosse l'ultimo, bisogna amare le persone giorno per giorno finchè si ha il tempo, poi... potrebbe essere troppo tardi."
"-Io ti amo mamma, e ti amerò anche quando sarò grande e avrò un lavoro, anche quando avrò dei bambini uguali a me. Sarò sempre forte, per te."
Poi mi guardò e cominciò a piangere. Forse perchè già sapeva.. sapeva che lei non ci sarebbe stata, non sarebbe mai diventata nonna,
colpa di una fottuta malattia che me l'ha strappata.
Passo la notte in ospedale, mi chiedo pigramente come sta mio padre..
Alla fine decido di chiamarlo per spiegargli tutto.
"-Pronto?" dice.
"-Pronto papà, sono in ospedale..."
"-Dio, che succede Stefano?!" dice con un tono molto preoccupato.
"-Io sto bene, Leonardo ha avuto un brutto incidente ed è in gravi condizioni, passerò la notte qui."
"-Va bene, Stefano, buonanotte, sii prudente."
"-Papà... SEMPRE FORTE, ti voglio bene." gli dico, col cuore in mano.
"Ti voglio bene anch'io." dice commosso.

Vediamo il dottore uscire dalla stanza di Leonardo, viene verso di noi.
"-Salve, sono il Dottor Mastronardi, lei è la madre di Leonardo?"
"-Sì." gli dice Paola, la madre di Leonardo.
"-Come sta?" riprende.
"-Adesso sembra essersi stabilizzato, purtroppo è ancora molto grave, ha sbattuto violentemente la testa, fortunatamente non c'è nessun trauma cranico ma ha tre costole rotte. Si riprenderà."
Dio, che sospiro di sollievo.
"Posso vederlo?" gli dico.
"Sta riposando, meglio vederlo domattina." dice, in tono molto più autoritario di quello che può sembrare.
Sto per replicare quando Paola mi prende per il braccio e mi porta a sedere.
Con tutto il coraggio che ho parlo con Paola.
"-Perchè è scappato?" le dico.
Il suo sguardo diventa buio, gli occhi serrati e credo di essere già andato oltre.
"-Mi scusi, forse sono troppo invadente.." le dico sinceramente.
Lei non parla, si limita semplicemente a farmi un mezzo sorriso.

Torno in macchina e provo a dormire per un pò, che situazione strana... ma non so perchè, non riesco a smettere di pensare a lei, Aurora.
Chiudo gli occhi e ripeto sempre lo stesso sogno, stesso urlo, stesso risveglio. Prendo la mia collanina in mano e ripeto a me stesso.. "SEMPRE FORTE, SEMPRE FORTE."

Note:

Saalve a tutti di nuovo, questo è il secondo capitolo, dal prossimo la storia comincerà a prendere piede con i primi risvolti tra Stefano e Aurora ma non rivelo niente :) Ci tengo molto ad avere vosre recensioni per capire il mio lavoro e se vi piace o se c'è qualcosa che non va. Ciao a tutti!
Ale.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
"- Fratelli e sorelle, oggi è un giorno molto triste per noi tutti. Piangiamo la scomparsa di un nostro fratello, amico, e nostro fedele compagno. Davanti a queste tragedie, Dio ci chiede
di continuare a credere in lui, più forte di prima, incessantemente." Sono queste le parole con cui il sacerdote apre la cerimonia del funerale di Leonardo.
Eh già, anche lui se n'è andato e con lui un pezzo di me. Mi guardo intorno, tutta gente che piange. Gente che non avevo mai visto prima con Leonardo. Beh sì, perchè se non piangi ad un funerale
fai brutta figura, piangi solo perchè devi. Che figura ci faresti se no?
Piango perchè ripenso a tutto quello che ho passato con lui. Mi manca, cazzo se mi manca. Ripenso alle sue ultime parole, o almeno, le ultime sue parole con me..
"Si, tutto bene, solo un pò stanco." Stanco di cosa? Di questa vita? Forse sono stanco anch'io.. Ho perso mia madre, il mio migliore amico.. e mio padre... beh lasciamo perdere. Sono senza speranze.
"-Posso sedermi?"
Mi giro, non riconosco la voce, ma ho riconosciuto gli occhi. Sono i suoi, quelli di Aurora.
Rimango quasi paralizzato guardandola, ma mi riprendo subito.
"-Certo, accomodati."
Si siede vicino a me, non dice una parola.
"-Sai, lo conoscevo anch'io.. Era stato il più gentile di tutti in classe, essendo nuova, mi aveva fatto sentire la benvenuta... Lo conoscevi?"
"- Sì, da ben 12 anni, era il mio migliore amico."
"-Mi dispiace.."
"- Sai cosa dispiace a me? Di non avergli detto che lo voglio bene! Di non averlo ascoltato! Di non aver provato a chiedere cosa c'era che non andava! E adesso lo vedi dov'è? Lo vedi?!"
Il mio tono di voce si è alzato man mano che la mia frase andava avanti.
Aurora non dice niente, quasi spaventata.. ma fa qualcosa. Sento la sua mano, stringere la mia. La sua mano è cosi fredda, sento che sta tremando. Ne ho bisogno, ho bisogno di lei adesso,
quindi le stringo la mano forte e lei si avvicina a me. Lei potrebbe essere la mia ancora di salvezza, la paura svanisce quando la mia mano è stretta alla sua.

Finita la cerimonia, mi faccio avanti per portare la bara fino alla macchina, una volta poggiata mi butto sopra di essa a piangere. La paura ritorna, quella che provai quando morì mia madre.
Lui non c'è più e io non posso ancora crederci.

Torno a casa, vedo mio padre ancora sul tavolo, ancora con un bicchere vicino, ancora con una bottiglia di scotch in mano. Decido di andare direttamente in camera mia dopo questa giornata ma stavolta
mio padre mi ferma.
"-Ehi Stefano!" Mi volto di scatto, decisamente sorpreso.
"-Papà.. che succede?" sono preoccupato? Non lo so.
"- Mi dispiace per Leonardo, so che era un tuo grande amico..." puzza di alcol e fumo, ma sembra sincero.
"- Lo so, stai bene?" gli dico sinceramente.
Comincia a piangere poi mi dice qualcosa che resterà per sempre nella mia mente. "-Tua madre era tutto per me, ero innamorato di lei dalle medie e non ho mai smesso di amarla, lei era la
mia ancora, ed è riuscita a salvarmi da tutto quello che mi stava buttando giù. Parlo con lei ogni singola notte, le chiedo cosa devo fare.. cosa ha fatto lei per salvarmi in quegli anni..
se riuscirò a salvarmi da solo.. aspetto una risposta ogni singola notte." ripete quest'ultima frase due o tre volte e poi poggia la testa sul tavolo e cade nel sonno.
Provo a non piangere e ci riesco, fino a quando arrivo in camera mia, sprofondo in un pianto senza precedenti fino ad addormentarmi.
Sogno di una ragazza con i capelli neri, che mi prende per mano e mi porta lontano, dove nessuno era mai stato prima.


Ad un giorno della morte di Leonardo, la scuola sembra essere spenta come se tutti soffrissero questa grande perdita.
Mi trovo nel mio armadietto a riorganizzare le mie cose, mi volto di lato e vedo una foto di me e Leonardo appesa... Risale all'anno scorso, era cosi felice, aveva appena ricevuto la notizia
che suo padre sarebbe ritornato dalla guerra. Scaccio questi pensieri.
A pochi armadietti di distanza intravedo una ragazza che mi sembra di conoscere, riconosco i capelli.. Mi avvicino a lei e non mi sbaglio.. è Aurora. Ha un paio di jeans blu, una maglietta bianca
e un giubotto in pelle bordeaux, è stupenda. Gli vado dietro e prima che possa accorgersene le copro gli occhi e le dico:"- Non voltarti, hai 10 secondi per decidere se uscire o no con me stasera."
Sorpresa ma con l'ombra di un sorriso sul volto mi dice:"-Questa è una rapina?".
"-Potrebbe diventarlo se rifiuti il mio invito." trattengo una risata, mi sto innamorando.
"-Beh allora, prendimi." e comincia a correre per il corridoio della scuola, ed io che posso fare? Mi metto ad inseguirla! Quando sono con lei, dimentico il resto del mondo, tutto quello che succede
e mi concentro su di lei, e un pò di felicità e spensieratezza si fa spazio in questa giornata. Riesco a raggiungerla nel prato della scuola e mi butto su di lei, adesso siamo l'uno sopra l'altra.
"- Ti ho presa" le dico con un sorriso, poi guardo i suoi occhi e mi perdo. Lei ansima sotto di me.
"- Ti devo un appuntamento" sembra divertita, mi avvicino per baciarla, ma lei si scosta.
"-Bene, allora stasera.. alle..alle 20:00.. alle 20:00 va bene?" sembra essersi svegliata adesso..
"- Sì, perfetto, a stasera allora." le dico come se fossi ritornato sul pianeta Terra dopo una breve assenza!
Mi alzo e la aiuto a rialazarsi. "-A stasera allora" dice mordendosi il labbro, e mi fa impazzire.
"-A stasera" continuo a ripetere e penso che se continuiamo cosi, arriveremo a stasera e staremo ancora qui a dire "A stasera". Quante volte ho detto "stasera"?
Lei se ne va lasciandomi un pò con l'amaro in bocca ma penso che stasera avrò la mia opportunità per conquistarla, e cazzo, se voglio conquistarla.

 

Note:

Beh, rieccomi. A quei pochi che possa interessare questo è il terzo capitolo della mia storia. Spero di prendere sempre di più la vostra attenzione e aggiungere la mia storia fra le vostre seguite. Non dimenticate di recensire, è molto molto molto importante per me che voi lo facciate per farmi capire i miei errori. Non smetterò mai di ripeterlo AHAHAHA
Buonanotte o buongiorno, dipende quando la leggete AHAH

Ale.


 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
Siamo in un bel ristorante, delle luci soffuse che rendono l'atmosfera molto romantica, con delle grandi tende rosse a coprire la finestra, tranne la nostra che ho preferito stesse aperta per ammirare la magia di Milano di notte, anche se... la vera magia sta proprio qui davanti a me, a nemmeno un metro di distanza. Stasera è stupenda, un pò come tutte le altre sere.. e le mattine... e i pomeriggi... e ogni singolo giorno. Che effetto mi fa?
Ha un sorriso smagliante che coinvolge anche quegli occhi.
"Beh, Aurora, raccontami un pò di te." le dico, con un sorriso ebete stampato in faccia.
"Beh, sono al terzo anno, la scuola mi sta stressando e ogni giorno non vedo l'ora di tornare a casa, beh diciamo che non c'è molto da raccontare su di me, insomma guardami." mi dice un pò intimidita forse.
"Ti sto guardando, e sei bellissima."
Lei resta quasi spiazzata da questa mia affermazione e quasi quasi anche io rimango spiazzato visto che non so da dove mi sia uscita quest'ultima frase, ma cerco di mantenere gli occhi puntati
su di lei, e percepisco dai quei suoi occhi che anche lei è presa da me, per fortuna!
"Ti... Ti ringrazio" mi dice con imbarazzo, poi riprende. "E tu invece, tu cosa fai per divertirti?"
"Beh, io.. io gioco a calcio, sono il capitano della squadra e tutti mi apprezzano, mi fanno sentire quasi un dio." Le dico con un sorriso che non coinvolge gli occhi e capisce che c'è qualcosa che non va.
"Ma non sembri molto eccitato di essere il capitano della squadra, andiamo Stefano, ti conoscono tutti a scuola. Alto, capelli castani, ciuffo ribelle, occhi castani, atletico... ma sento che forse c'è qualcosa che non va." Dice, forse leggendomi nel pensiero.
"Sì, però sai, mi è sempre piaciuto essere qualcos'altro oltre il "grande capitano della squadra". Le confido.
"Sii chi vuoi essere." mi spiazza, tanto che non riesco a risponderle.
"Ti piace la cena?" le chiedo cambiando discorso.
"Molto buona, grazie."

Dopo la cena, la riaccompagno a casa.
"Cosa pensi potrei essere nella vita?" le chiedo e i suoi occhi brillano, un sorriso le ricopre tutta la faccia, un sorriso che potrebbe illuminare tutta Milano.
"Cosa ti piacerebbe fare?"
"Mi è sempre piaciuto cantare!"
"Beh, e allora canta! Immagina un grande pubblico proprio davanti a te" e mima le urla e gli applausi di un pubblico. "Dietro di te una grande band, immagina la voce di Maria De Filippi che ti annuncia al grande pubblico." E poi imita la voce della presentatrice e scoppiamo a ridere entrambi, mi giro verso di lei ma inciampo e adesso siamo schiacciati verso la porta di casa sua, i suoi occhi sui miei, siamo a pochi centimetri di distanza, decido di buttarmi, o la va o la spacca.
Mi avvicino verso di lei, la sento quasi tremare, poi chiude gli occhi e si lascia andare. Sapete? Il momento prima del bacio è come... come un rullo di tamburi. Di quello che si fa sempre più forte, e ancora, e ancora, fino a entrare nella tua mente. Poi, la bacio. Dentro di me si crea una grande serenità, chiudo gli occhi per assaporare quel momento magico, è uno di quei baci di cui non ti stanchi, anche quando le labbra si staccano ne vuoi sempre di più. Vorrei solamente che il tempo si fermasse. Proprio ora. Proprio adesso. O che almeno rallentasse.
Quando ci stacchiamo, i suoi occhi brillano di un bellissimo marrone chiaro.
"Buonanotte Stefano."
"Buonanotte Aurora, sognami."
"Lo faccio ogni notte da quando ti conosco." E mi spiazza di nuovo. Rientra a casa di tutta corsa ridendo e... mi sto innamorando.

"Sii chi vuoi essere." Ripenso ancora a questa frase. Sono a casa, steso sul mio letto ascoltando "All of Me" di John Legend. Penso alla sua voce, ai suoi stupendi occhi. Sono stupendamente stupendi.
Ho già detto stupendi? Lei è come.. come i fuochi d'artificio. Ogni volta che li guardi resti a bocca aperta, ma vorresti che continuassero sempre, per avere quella magia sempre davanti a te.

Mi addormento e sogno di una ragazza coi capelli neri, che mi ripete "Salvami, Salvami."

Note:

Rieccomi, scusate se vi ho fatto aspettare (mi riferisco a quei pochi che seguono la storia AHAH) ma l'inizio della scuola è stato traumatico, questo capitolo è molto breve, dal prossima sarà più lungo, promesso u.u Non dimenticate di recensire :)
Ale.

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Capitolo 5
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

《Sì, tu sei...?》avrei voluto rispondere in maniera più elegante, gentile, ma mi piace intimidire le persone col mio fascino... sì, penserete che non sono per nulla modesto, e sapete, avete ragione!
Andiamo... alto, muscoloso, capelli castani, sono nella squadra di calcio della mia scuola e sono persino il capitano... uno come me piace a tutte!
Eppure, mi manca qualcosa. Ma cosa?
《Ciao, mi chiamo Claudia... emh sono nuova e in realtà non sò che fermata prendere per arrivare a scuola...》.
Ecco, qualsiasi ragazzo a questa specie di richiesta avrebbe detto: "Ma si dai, siediti con me, e poi magari facciamo la strada insieme."
Ma non Io, non il grande Stefano!
《Senti, se vuoi, puoi...》non faccio nemmeno in tempo a finire la frase che lei è già seduta accanto a me! È già cotta di me, ma quando meno se lo aspetta...
《...chiedere all'autista la fermata piu vicina, in modo che lui possa avvisarti quando scendere.》
Sì, lo so.. sono un grande.
Completo la mia frase e il suo sorriso si trasforma in un viso ancor più imbarazzato, triste e deluso.
Mmh.. forse sono stato troppo crudele. Sta per andarsene ma con uno scatto la blocco per un braccio.
《Ehi, scherzavo, puoi rimanere... Claudia.》accenna un sorriso che stranamente fa sorridere anche me.
Parliamo, del più e del meno e ogni suo sorriso coinvolge anche gli occhi, mi parla del suo trasferimento a Milano, dei suoi genitori che hanno divorziato quando era piccola... storie su storie. Sentirla parlare mi rilassa, strano.
Il mio telefono vibra.

7:45 10/2/ 2014
Da: Aurora
A: Stefano

Mi pensi?


Non saprei, la stavo pensando?


Note dell'autore:
Saaaalve a tutti ragazzi e ragazze, eccomi qui con un nuovo capitolo... Lo so, lo so, io lo so! E' molto corto come capitolo, ma il lavoro, la scuola e le "cose in generale" stanno prendendo parte del mio tempo, mi impegnerò di più affinchè possa portare sempre più capitoli. Spero vi piaccia. Enjoy!
Ale.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5

Il sole sta sorgendo, una nuova giornata sta cominciando, gli uccelli cantano.... e io sto morendo di sonno e devo andare a scuola.
Sveglia alle sei e trenta del mattino. Mi vesto, prendo lo zaino e poi... un attimo. Ho dimenticato di lavarmi. Mi svesto, entro in doccia e so gia che sono in un
ritardo mostruoso. Mi rivesto, saluto mio padre che sta per andare a lavoro con la sua amata tuta gialla da agricoltore che lo ricopre dai piedi fino al collo. Penso che quel giallo potrebbe illuminare tutta la stanza in questo momento. Sta per andarsene e vuole abbracciarmi ma mi tende la mano e vuole che io gliela stringa, così faccio. Il rapporto con mio padre negli ultimi periodi sta peggiorando per motivi a me sconosciuti. Non parliamo più, ceniamo sempre in momenti diversi e lo vedo molto poco ogni giorno. No. NO. Non posso salutare mio padre con una stretta di mano, cosi, se non mi abbraccia lui, lo faccio io. E lo abbraccio, inspiro a fondo l'odore o la puzza che quella tuta emana. Ma è mio padre, e quella "puzza" di sudore mi porta da 17 anni da mangiare e quindi di certo non provo alcun disgusto ad abbracciarlo."Andiamo Papà, sono passati undici anni dalla morte di mamma, riprenditi. Puoi farcela, ricordi cosa diceva? SEMPRE FORTE, tu lo sei. Ci riuscirai." gli dico sorprendendolo. Mi manca, mi manca mia madre, mi manca quella persona che quando fai qualcosa di sbagliato ti dice "Te l'avevo detto", quella che ti difende da tutto e tutti. Ricorda che quando ero piccolo, prima di addormentarmi, mi cantava sempre una canzoncina. Riesco ancora a ricordare quella cantilena. Mi manca, ma devo essere forte, adesso anche per mio padre. SEMPRE FORTE.
Esco di casa e per un mezzo miracolo riesco a prendere l'autobus, fuori è una giornata bellissima, quell'odore di aria pulita che ti entra nelle narici e ti fa sentire bene, rilassato... Il fastidiosissimo rumore del clacson dell'autobus mi risveglia e maledico l'autista per averlo fatto.
Entro nell'autobus, guardo storto l'autista ed esibisco il mio abbonamento. Prima di sedermi, controllo sempre le facce che ci sono in giro, e decido di sedermi in un posto vicino a una ragazza molto molto carina. Bionda, bionda come il sole. Gli occhi di un azzurro che sembra ti dicano: "Tuffati, è morbido!". Indossa una maglietta con la Tour Eiffel in tutta la sua bellezza e con la scritta "Paris" ai piedi della torre. Indossa un paio di cuffie ed è segno di: "Non disturbarmi perchè ti uccido."
"Non farlo, non farlo, non farlo." ripeto questa cantilena nella mia testa, cercando di resistere alle mie tentazioni. Poi vibra il telefono, è Aurora che mi manda il "Buongiorno".


7:30 10/2/2014
Da: Aurora
A: Stefano

Buongiorno grande cantante!
Ci si vede a scuola, non vedo l'ora.

7:32 10/2/2014
Da: Stefano
A: Aurora

Buongiorno fan numero 1!
Ho passato una notte splendida nel ricordo della nostra serata. E' stato magico.
A dopo, Aurora.


Rimetto il mio telefono in tasca e decido di prendere le cuffie. Al diavolo Miss RagazzaBiondaSonoTuttaIo.
Metto riproduzione casuale, e le note di Sam Smith accompagnano il mio viaggio verso la scuola.

"Ciao, scusa, tu vai allo Scientifico?" sento una mano toccarmi il braccio e quasi quasi prendo una piccola scossa. Mi giro ed è lei. Miss Ragazza Bionda.

 

Note dell'autore:

Saaalve a tutti ragazzi e ragazze, voglio ringraziare lericina99 e MissD99 per aver recensito tutta la storia fin'ora, spero vi piaccia il nuovo capitolo e che continuerete a recensire. Spero che la parte dove ci sono i messaggi sia venuta dal punto di vista di scrittura come volevo io. Buona lettura e al prossimo capitolo. Pace. :)
Ale.

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