I'm in love with her.

di xharrjlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sul serio? ***
Capitolo 2: *** Posso abbracciarla? ***
Capitolo 3: *** La supplico! ***
Capitolo 4: *** I personaggi. ***
Capitolo 5: *** Ciao piccola Abigail. ***
Capitolo 6: *** Piercing! ***
Capitolo 7: *** AVVISO IMPORTANTE ***



Capitolo 1
*** Sul serio? ***


Le passeggiate nei giardini dell’università mi calmavano sempre, riflettevo sulla mia vita, osservavo i ragazzi studiare sdraiati sull’erba, i ragazzi che invece di studiare, magari, preferivano stare in compagnia e parlare.
Era sempre calmo in quell’università. Ed io, io ne avevo girate tante, essendo un professore non potevo non girarne.
In ogni università che avevo girato, c’era sempre quel gruppetto di ragazze  a cui lo studio importa più di niente. Ed, aimè, pure qui c’era.
In questo gruppetto però, una ragazza, dai capelli castani sfumati al biondo, dagli occhi verdi sfumati in vari colori e dalla corporatura che arrivava quasi alla perfezione, quella ragazza era diversa.
Studiava, ma non troppo. Avendola nel mio corso di letteratura potevo benissimo scrutarla e capire che tipo era.

Leggendo i suoi testi capivo le sue emozioni, che durante l’anno cambiarono radicalmente.

E poterne parlare con voi, ora mi libera. A quei tempi ero troppo giovane per capire cosa facevo, avevo solamente 24 anni, ma tutt’ora lo rifarei, tornando a quei tempi, con questa mentalità lo rifarei.
 
Ora vi racconterò tutto, ogni minimo dettaglio, voi siete i miei cari e giovani figli e tenervi nascosto tutto questo sarebbe terribile. Soprattutto in questo momento.

Non vi nasconderò nulla, essendo abbastanza grandi potete capire e sentire tutto quello che vi dirò.

Dopo questo mio spazio, posso pure iniziare.

INIZIO RACCONTO
-------

Presi i libri che mi servivano per quella lezione e li posai dentro la mia valigetta, dopo averci messo dentro anche il mio astuccio la chiusi.
Bevvi il mio caffè, che non poteva mancare mai e dopo averlo gustato afferrai le chiavi della macchina e uscì di casa.
Abitavo poco lontano dalla università, per questo non dovevo uscire troppo presto per non far tardi.

Arrivato in classe, chiudo la porta, posai la mia valigetta sulla cattedra.

“Salve ragazzi.” Pronuncio a voce alta, per farmi sentire sopra gli schiamazzi di chi non mi ha visto entrare.

“Salve professore” dicono gli alunni in coro.

“Allora ragazzi, come vi avevo promesso ho letto i vostri testi.”
Estrassi i fogli dalla mia valigetta e li poggiai tutti sulla scrivania.

“Sono veramente sorpreso, alcuni di voi hanno uno stile veramente particolare e devo dire che sono onorato di aver potuto leggere i vostri testi.”  Presi quello, che secondo me, voleva dire l’inizio di una carriera da scrittore. Lessi il nome e lo stupore aumentò.
“Questo, in particolare, sentite cosa dice ‘Mi afferrò il polso e iniziò a squarciare la mia pelle, con una rabbia sovrumana. Ma la paura in me non si presentava, ero immobile ad osservare come quell’ombra senza viso mi squarciava la pelle. Quando finì di procurarmi tagli scomparve nel buio. Rimasi immobile ad osservare il suo lavoro, originale direi. Il sangue che fuori usciva dalle mie ferite era di un rosso acceso. Tirai un respiro di sollievo e coprì i tagli con la manica della mia felpa, come se nulla fosse successo e come se io non avessi, fin dall’inizio, saputo che quell’ombra senza volto ero io.’ Che ne pensate?”

Nel lasso di tempo in cui io lessi quelle parole, i ragazzi rimasero a bocca aperta.

Uno degli alunni alzò la mano, era un ragazzo moro.
“Prego, parli pure.” Dissi.

“Lei crede veramente che quel testo sia bello?” dissi con un’espressione incredula.

“Sì.” Risposi con fermezza al ragazzo.

“Secondo me, è stato veramente qualcosa di orribile ascoltare.” Rispose  con una faccia alquanto divertita.

“Lei, signor?” Continuai io, guardandolo e portando le mie mani appoggiate alla cattedra e sedendomi al bordo.

“Lucas.” Rispose.

“Lei, signor Lucas forse non ha ascoltato bene. Nelle parole che io vi ho letto, c’era la consapevolezza di aver fatto uno sbaglio ma ritenerlo giusto, solo per il fatto che ci si sente meglio dopo aver fatto ciò di cui parla.” Faccio una pausa, strofinando il dorso della mano sul mio mento. “Lei, signor Lucas, ha capito di cosa parla il testo?" lo guardo.

“In verità, no.” Disse abbassando lo sguardo.

“Allora glielo spiego, in questo testo si parla dell’autolesionismo. Una forma di sfogo, ma non su oggetti ma su se stessi.”
Dico tenendo lo sguardo sul ragazzo, attento ad ascoltarmi.

In quel momento la campanella della fine dell’ora suonò.

Tutti gli alunni si alzano e si dirigono verso l’uscita.

“Mi scusi signorina Abigail, potrebbe venire un attimo qui?”
Fermai la ragazza dai capelli sfumati al biondo.

Che con rudezza si avvicinò alla cattedra.

“Mi dica professor Malik.” Mi guardò negli occhi.

“Il testo che lei ha scritto, è veramente molto bello.” Prendo il testo e lo guardo “Ma mentre lo leggevo mi è sorta una domanda, lei queste cose le ha inventate o è stato come raccontare un fatto avvenuto realmente?”

Alzo lo sguardo, incontrando i suoi occhi verdi.

“Beh professore, non credo siano affari suoi questi.” Mi dice con poca curanza.

“Signorina Holland, potrebbe rispondere alla mia domanda?”

“Professore Malik, preferisco andarmene invece che rispondergli.” Dice con disprezzo.

Mi avvicino e mi piazzo di fronte a lei.

“Signorina Abigail, voglio che venga ogni pomeriggio, qui in questa aula. Ad approfondire le sue doti.” La informo.

Lei mi guarda stupita, socchiudendo la bocca e spalancando gli occhi.

“E perché mai?” Dice alzando la voce di qualche tono.

Io mi giro e mi metto a sedere nella sedia dietro la cattedra.

“Vorrei lavorare con lei, credo abbia dei buoni propositi per diventare una scrittrice.”

Lei sbatte più volte le palpebre, come per capacitarsi che quello che le sto dicendo è vero. Si muove con uno scatto veloce e sbatte le mani sulla cattedra.

Mi guarda negli occhi e sorride.
“Sul serio? Se è vero, mi dica a che ora ed io ci sarò sempre.”

Sorrido all’immagine di una ragazza di 19 anni emozionata all’idea di fare la scrittrice.

“Venga alle 6.” La guardo.

Lei continua a sorridere.
"Da che giorno?" 

“Da oggi naturalmente.” Le sorrido.

Fa un mezzo urletto e camminando veloce verso la porta mi urla un “Arrivederci professore!”

Rimasi felice del fatto di aver reso felice una mia allunna. 




HOLA!

Eccomi con il primo capitolo, come avete capito il protagonista è Zayn. 
Spero vi sia piaciuto, recesite perché mi fareste di sicuro felice. 

E Al prossimo capitolo,

Ciao belli! 

 

 - Francesca

 

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Capitolo 2
*** Posso abbracciarla? ***


Quel giorno passò veloce, tra le lezioni e i compiti i classe.
Avevo visto Abigail passare davanti alla porta della mia aula più di cinque volte. Sempre con il sorriso sul volto.

Arrivarono le sei ed io stavo preparando per ricevere Abigail.

“Mi scusi professore, ho fatto tardi!” Urlò correndo dentro l’aula.

Mi venne da ridere, aveva una coda alta, un maglione color pesca con scritto sopra “ I’m a boss”, un filo di matita sugli occhi e il fiatone a causa della corsa.

Era bella, bella da far invidia.

“Non si allarmi signorina Holland, non ha fatto tardi, è arrivata puntualissima.” Le sorrido.

“Oh davvero?” disse sorpresa.

“Sì, davvero.” Poso gli occhi sui fogli poggiati sulla scrivania. “Si sieda.” Le indico la sedia di fronte alla cattedra.
 
Con una velocità impressionante si mise a sedere e prese il suo computer.
Io mi misi difronte a lei.

“Mi dica professore, che cosa devo fare?” dice guardandomi negli occhi.

“Parlare con me ed poi, esprimere le sue emozioni.” Le sorrido.

“Di cosa dovremmo parlare?” chiede confusa.

“Di lei, da ora però, ci daremo del tu.” Mi metto più comodo. “Sarà più semplice per lei confidarsi.”

“Signor Malik…” non la faccio finire.

“Zayn, chiamami Zayn.” Le sorrisi.

Si mise comoda sulla sedia e tossì.

“Zayn, io non so come confidarmi.” Disse.

“Abigail, devi soltanto raccontarmi quello che senti."

“Beh, io sento di star male…sì.” Si fermò e iniziò a torturarsi le mani.

“Continua.” La spronai.

“Io ho avuto un passato tranquillo, niente morti di persone a cui tenevo, solo che pochi anni fa c’è stato un ragazzo.” 
Restai ad ascoltarla, anche se l’idea di vederla con un ragazzo mi faceva incazzare, non so il perché. Forse la vedevo troppo piccola e indifesa.

“Mi ha lasciata, mi tradiva con una delle tante ragazze del campus. Da lì iniziai a starci male e iniziai a farmi questi…”

Tirò su la manica del suo maglione mostrando i tagli e le cicatrici.

“Abigail…” dissi con un filo di voce, mi alzai e andai al suo fianco.
Con la mano destra le strofinavo la spalla, in segno di conforto, con la sinistra coprivo i tagli ’’Freschi ’’.

“Io, so che tutto questo è sbagliato ma non posso non farlo.” Iniziò a piangere.

“Abigail, devi farti aiutare.” Le accarezzai la nuca.

“Professore, posso abbracciarla?” disse con lo sguardo ancora rivolto verso il basso, lo disse velocemente e tutto d'un fiato.
Io rimasi sorpreso, non sapendo se fosse giusto o sbagliato. Quando alzò lo sguardo per vedere il mio, vidi le sue lacrime.

“Certo, vieni.” Le dissi.
Non potevo non abbracciarla, era così piccola.

“Grazie professore” disse correndo ad abbracciarmi.

Si strinse a me, quasi a lasciarmi senza respiro. Le misi le mani dietro la schiena e la strinsi.

Capivo che le serviva veramente un abbraccio.

Quando si stacco, sorrise.

“Scusi, le ho sporcato la camicia di trucco.”
Chinai la testa per vedere e notai che era leggermente sporca di nero.

“Non succede nulla Abigail, tranquilla, si lava.” Le sorrisi, le posai la mano sulla spalla e sorrisi gentilmente.
“Tu, stai bene?”  continuai io.

“Mi è servito confidarmi con lei.” Mi guardò negli occhi e arrossì.
Ora non erano di un verde chiaro come al solito, ma di un grigio sfumato all’azzurro. 
E le sue guance leggermente rosse era da togliere il fiato, la facevano sempre ancora più fragile.

Mi persi nei suoi occhi.

“Senti Abigail, ora si sta facendo tardi. Domani ci ritroveremo qui, stessa ora.” Ritrassi la mano dalla sua spalla e continuai “Non farti una corsa come oggi, se arrivi qualche minuto più tardi non ti devi preoccupare, io sarò qui fino alle nove.” Sorrisi andando verso la scrivania e mettendo a posto le mie cose.

“Grazie professore.” Prese il suo computer e la sua borsa.

“Zayn.” La corressi.

“Oh…Grazie Zayn.” Sorrise arrossendo di nuovo.

“Di niente Abigail, a domani.”

La vidi andar via.

Il suo corpo era perfetto, non era ne alta e ne bassa e quei capelli la facevano più solare.
Sorrisi pensando all’immagine di lei che correva per arrivare in tempo a questo incontro.

Presi le mie cose e uscì dall’aula, dirigendomi verso la macchina.  L’aprì ed buttai la valigetta nei sedili posteriori.

Quando feci per entrare una mano, piccola ed esile mi afferrò il braccio, costringendomi a voltarmi.

“Mi scusi, ma devo farlo, ne ho il bisogno.” Disse con una voce nervosa.

Mi prese il viso fra le mani e si alzò in punta di piedi e lì capì.
Era Abigail.

Mi baciò, un bacio casto e a stampo. Si abbassò e corse via.
“Abigail!” gridai per fermarla, ma niente, continuò a correre.

Che cosa voleva intendere? Perché baciarmi? Cosa voleva capire? Tutte queste domande mi tormentavano i pensieri.


Hola chicas!

Che ne pensate? Di sicuro non è ai livelli del primo, perché sfornare due capitoli in un giorno è difficile ma ci ho provato. 
Spero in qualche recensione, sia positiva che negativa. Prenderò in considerazione tutto. 
Grazie per aver letto e al prossimo capitolo! 

Ciao belli! 
-Francesca


 



 

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Capitolo 3
*** La supplico! ***


Quella notte non riusì a dormire, avevo ancora in mente le labbra candide di Abigail, se pur un bacio casto era stato il più bello della mia vita.
Avevo baciato parecchie donne ma neanche una di loro aveva le labbra di Abigail.

Morbide e calde se pur fuori ci fosse freddo.

Ma non potevo pensare a certe scemenze, lei era una mia alunna.

Aveva cinque anni in meno di me, tra noi poteva esserci solo un rapporto professore e alunna.
Niente di più.

Si fecero le cinque, visto che il sonno non arrivava preferì alzarmi e prepararmi.
Andai in bagno e mi lavai.
Rimasi sotto l’acqua calda per mezzora, pensando ancora alle sue labbra.
Uscì dalla doccia e mi avvolsi i fianchi con un asciugamano, mi asciugai e misi i boxer.
 
Decisi che quel giorno mi sarei vestito meno formale, con una camicia nera e dei jeans neri che fasciavano le gambe, delle bretelle grigie e degli anfibi sempre neri.

Quello era il mio stile, i miei alunni mi avevano visto solo con i vestiti del tipico “professore di lettere”.

Volevo che Abigail mi vedesse come sono realmente.

“Cazzo, devo smetterla di pensare a quella ragazza!” dissi a me stesso.

Preparai la mia valigetta e partì per andare verso il college.
Arrivato nessun ragazzo era nei giardini ma era presto. Veramente troppo presto.

Andai nella mia aula e preparai quello che mi serviva, un libro che avrei fatto leggere agli alunni e di cui nelle lezioni avremmo parlato.
 
Sentì finto colpo di tosse provenire dalla porta e girandomi vidi Abigail.

Sentì uno strano colpo al cuore, ma non lo diedi a vedere.
“Buongiorno Signorina Holland” mi girai e continuai a mettere in ordine la scrivania. “Come mai già in giro per il campus? Le lezioni iniziano tra due ore.”  Dissi freddo.

“Sì, ha ragione, ma stanotte non ho domito un granché. Così ho deciso di uscire prima.” Disse entrando in classe, aveva gli occhi rossi. Dedussi che aveva pianto.

“Ha per caso pianto?” le chiesi senza distaccare lo sguardo dalla cattedra.

“mh…no, perché?” disse agitata.

La guardai.

Ha gli occhi rossi e lucidi.” Dissi indicandole gli occhi.

“oh.” Disse girandosi.

Prese uno specchietto dalla borsa e si guardò.

“Merda!” imprecò a bassa voce.

Sorrisi senza pensarci.

“Perché ha pianto?” Dissi ritirando il sorriso.

“Io?” si girò, mi guardò e riprese a parlare “Niente di veramente importante.”

“Ne è sicura?”

“S-sì.”
La guardai da testa a piedi e mi soffermai sul suoi avambracci.

Aveva un maglione bianco e intravidi delle macchie rosse.

Mi mossi e mi misi di fronte a lei. Le afferrai il braccio, senza stringe e alzai il maglione.

Restai paralizzato nel vedere i tagli freschi.

“Perché?” chiesi freddo guardandola negli occhi.

Lei ritrasse il braccio con forza e corse via piangendo.

-Due ore più tardi.

Quando la mia lezione iniziò, guardai tutti gli alunni.
Uno ad uno, per vedere se ci fosse Abigail. Ma niente, nessuna ragazza con i capelli sfumati in biondo e con gli occhi verdi, in cui ti ci puoi perdere.

Rimasi a pensare due secondi e decisi.
“Ragazzi, iniziate a leggere il libro che vi ho messo davanti. Io devo andare a fare una cosa importante.” Indicai i libri.

Dovevo andare a cercare Abigail.

“Seconda cosa, qui, c’è la compagna di stanza di Abigail Holland?” dissi ad alta voce.

Una ragazza dai capelli sfumati in blu alzò la mano.

“Può venire qui?”

La ragazza si alzò e rivelò un corpo tonico e snello.

“Mi dica professor Malik.” Disse venendo da me.

“Come si chiama?” chiesi.

“Harmony O’Brien” Disse sorridendo.

“Bene Harmony, lei venga con me.” Dissi dirigendomi verso la porta.

Mi fermai quasi arrivato fuori.

“Voi, non dovete fare nessun rumore.” Dissi con tono duro.

Usciti lei prese lo stesso mio passo.

“Harmony, lei mi deve aiutare a trovare Abigail.” Dissi guardandola.

“Perché?” chiese stranita.

“Stamattina è venuta in classe e poi è scappata piangendo.”

“E’ per questo che non era in camera…” ci pensò su e poi “Sì, ci sto!”

“Bene, andiamo a cercarla nella vostra stanza.”

“Va bene!” disse andando più veloce.

Entrammo nel edificio in cui c’erano le stanze delle ragazze e salimmo al secondo piano.

Stanza numero 201.

Sopra c’era una targhetta con scritto “Abigail e Harmony, se non siete Miley Cyrus potete pure andarvene!”

Prese la chiave e aprì.
E la vidi, seduta ai piedi del letto.
Con le lacrime agli occhi, il braccio tirato in avanti e la lametta in mano.

Le corsi in contro mettendomi sulle ginocchia e afferrandole la mano in cui aveva la lametta.

“Abigail…” sussurrai.

Non rispose, buttò la lametta per terra e mi abbracciò. Scoppio in un pianto isterico.
Ricambiai l’abbraccio accarezzandole i capelli.

“I-io non volevo, m-mi scusi” disse piangendo.

“Ssh tranquilla, siamo qui.”
Era fredda come il ghiaccio, guardai Harmony e senza che le dicessi nulla portò una coperta.

La coprì, le presi il volto fra le mani.

“Abigail, con me ti puoi sfogare e confidare. Quando vorrai. Capito?” La guardai negli occhi.

Le annuì e poggiò la testa sul mio petto, continuando a piangere.
Dopo pochi minuti la aiutai ad alzarsi e la feci sedere sul letto.

“Io, devo andare in classe.” Dissi a bassa voce.

Quando feci per andarmene lei mi afferrò il polso.

“La supplico, resti.” Disse stringendo il mio polso.

“Io-” non mi fece finire “La supplico!” disse con voce spezzata.

Decisi di chiamare il mio sostituto e di fargli finire la lezione.

Harmony dovette tornare in classe, lasciando me e Abigail da soli.

Lei si stese appoggiando la testa sulle mie gambe, mentre io le accarezzavo i capelli con la mano di cui lei non si era impossessata.

Mi stringeva la mano fra le sue, come se quella mano la tenesse in vita.


Holaaa!

Ed eccomi di nuovo qui con il nuovo capitolooo! 
Sono eccitatissima, perché inizia a prendere forma che quello che volevo io ed iniziano anche ad venire in scena i personaggi. 
Che ne pensate? Ditemi tutto in una recensione. Ne aspetto almeno due, vi prego. 

Bene, ora vi lascio e non vi ropo più. Spero vi sia piaciuto e al prossimo capitolo! 
Ciao belli! 

-Francesca

 

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Capitolo 4
*** I personaggi. ***


Holaa, volevo mostrarvi i personaggi. 
Sicuramente ne usciranno molti altri ma per ora sono solo loro. 

 
Lei è Abigail Holland, la coprotagonista. (Nella ff ha gli occhi verdi, ma Arianna Grande no, volevo lei a tutti i costi e quindi mi sono rassegnata gne)


Lei è Harmony O'Brien, migliore amica e compagna di stanza di Abigail Holland.

Lui è Zayn, credo lo conosciate tutte. E' uno spettacolo. La bellezza.

 

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Capitolo 5
*** Ciao piccola Abigail. ***


Quella mattina restai con Abigail, la cullai fra le mie braccia.
Era una sensazione stupenda, averla fra le mie braccia e poterla proteggere.

Aveva qualcosa di speciale, qualcosa che nessuna donna mi aveva mai trasmetto e che mai nessun’altra donna mi avrebbe trasmesso.

Le presi le mani e le portai sulla mia bocca baciandole.

Lei mi guardò confusa.

“Devo andare piccola Abigail.” Le sorrisi dolcemente.

“Ma prof…”

“Zayn, ti prego, chiamami Zayn.” Le dissi piano.
Lei si mise a sedere sul letto, si girò per guardarmi negli occhi.

“Grazie Zayn.”

“Non devi neanche pensarlo, ti ho aiutata perché ne sentivo il bisogno e perché, tu, ne avevi bisogno.” Le presi il volto fra le mani e la guardai negli occhi “Non devi ringraziarmi.”

Lei annuì, ma io non riuscivo a staccare le mie mani dal suo viso.

La volevo baciare, volevo sentire il sapore delle sue labbra, sentire la loro morbidezza e il loro calore.

Una parte di me diceva ‘Non farlo idiota, ti manderebbe nei casini!’ e l’altra ‘Fallo, sai che lo vuole anche lei, fallo.’

Ascoltai quello che veramente volevo.

Spostai le mani dal suo viso ai suoi fianchi, la feci sedere sopra le mie gambe.

La guardai negli occhi.

Mi prese il viso fra le mani e si avvicinò, non troppo, voleva che la baciassi io.

Lo feci, senza pensarci due volte, la baciai.
Il bacio più bello, dolce, voluto e sentito della mia vita.

Uno di quei baci da cui non vuoi staccarti. Le sue labbra erano calde e morbide.
Sapevano di caffè. Quel caffè che gli avevo offerto dal mio bicchiere.
Ero felice, felice di averla baciata, felice di star vivendo quel momento.

Quando ci staccammo, ci guardammo negli occhi.

La ribaciai e sorrisi sopra le sue labbra.

“Scusa, Abigail, devo andare.” Dissi a malavoglia, prendendola dalle cosce. Poi alzandomi.

Scese, mettendo i piedi a terra.

Notai la differenza d’altezza. Sorrisi all’idea che lei dovesse alzarsi in punta di piedi per baciarmi.

Mi abbracciò, cingendo i miei fianchi con le braccia e poggiando la testa sul mio petto.

Sorrisi e la strinsi a me, posando un bacio sui capelli.

“Ciao.” Disse sorridendo, mentre stavo per varcare la soglia.

Ciao piccola Abigail.” La salutai io.

Uscendo dal dormitorio pensai a quello che era appena accaduto.

Avevo baciato una mia alunna, una ragazza.
Ma non me ne pentivo, iniziavo per caso a sentire qualcosa per lei? Amore?
Come potevo saperlo se non ci provavo? Sapevo che ne valeva la pena, valeva la pena rischiare per lei.

Sentivo che era diversa.

Tornai nella mia aula, ormai vuota. Presi le mie cose e andai via.
Quella notte la sognai.
Sognai il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra. Era fantastica.
 
Holaa!
Ecco, il vero quarto capitolo.
Abigail e Zayn si sono baciati. Yeeeh tutti felici e contenti. So che è corto e mi discpiace.
Bene, spero in qualche recensione e soprattutto che vi piaccia!
Al prossimo capitolo!

Ciao belli! 


-Francesca

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Capitolo 6
*** Piercing! ***


Come vedrete il capitolo non sarà raccontato da Zayn, ma da Harmony.
Semplicemente perché non volevo fare un’intera ff raccontata da una persona.
Buona lettura xxx

 
-Due mesi dopo

Non riuscì a contenere la mia voglia di farmi un piercing e così decisi di farmi portare da Abigail a farmene uno.

Io e Abigail in quei due mesi eravamo diventate buone amiche se non anche migliori amiche.

Lei e Zayn avevano una storia segreta, erano così dolci. Era bello vedere come Abigail scappava dalla stanza per andare da Zayn.

“Harmy, che piercing ti farai?” disse guardando il cellulare.

“Pensavo di farmelo a lato del naso, penso a destra. Che ne dici?” chiesi dandole uno sguardo veloce mentre guidavo.

Sorrideva leggendo dei messaggi, sicuramente di Zayn.

“A!” La chiamavo ‘A’, solamente perché mi dava noi chiamarla in qualsiasi altro soprannome.

“Signorina Holland!” urlai.

Lei si girò spaventata poggiando la mano sul cuore.

“Dio, Harmy mi hai fatto speventare!”

“Scusa A, ma non rispondevi.”

“oh allora non scusarti, hai fatto bene.” Mi sorrise con uno dei suoi fantastici sorrisi in cui mostrava le sue fantastiche fossette.

“Allora che ne dici del piercing al lato del naso?” le chiesi

“Oh sì, sarebbe fantastico!” rispose sorridendo a 32 denti.

“Bene, allora è aggiudicato!” risi.

“Yeeeeh” alzò le braccia dentro la macchine come per festeggiare.

Arrivammo nel parcheggio del negozio.
A prima vista non sembrava posto per Abigail, ragazza tutta fiori e dolcezza. Sembrava molto mio stile, molto rock..

Scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo all’entrata.

Entrati capì che non era solo per piercing ma anche per tatuaggi.

“E se mi facessi un anche un tatuaggio?” dissi ad A.

“Che? Pure? Te lo proibisco, quello la prossima volta. Insieme.” Sorrise.

“Insieme?” risi io.

“Sì, ne faremo uno uguale.”
Le sorrisi, era una splendida idea.

Vidi un ragazzo, poco più alto di me, biondo con i capelli tirati all’insù. Con un piercing sul labbro inferiore. Dannatamente bello.

Ci andammo incontro.

“Scusa a chi devo chiedere per un piercing?” Gli chiesi sorridendo.

Lui mi guardò bene e dopo aver guardato bene anche Abigail mi rispose.

“A me.” Sorrise.

“Oh bene!” Risi io.

“Venite” disse lui facendoci segno di seguirlo.

Ci portò dalla parte opposta del negozio.

“Dimmi quale vuoi.” Mi disse indicando delle foto appoggiate sul bancone di fronte a me.

Vidi quella che volevo e la indicai.

“Bella scelta, penso ti starà perfettamente.” Disse guardandomi negli occhi e sorridendo.
“Bene, siediti su quella poltrona.” Indicò una poltrona in mezzo alla stanza.

Mi sedetti.

“A, vieni a tenermi la mano.”

“Seriamente?” rise

“Seriamente e anche in fretta.” Le dissi.

“Va bene fifona.” Disse ridendo e venendo verso di me.

Si mise al mio fianco e prese la mia mano.

Arrivò il ragazzo e mi sorrise.

Si mise dei guanti e mentre sterilizzava l’occorrente ci guardò.

“Come vi chiamate?”

“Io Harmony.” Presi parola.

“Io Abigail.” Mi seguì A.

Lui sorrise.

“Che bei nomi ragazze” ci guardò. 

Io arrossì.

“Tu?” gli chiesi.

“Luke.”

“Mi piace!” sputò A.

Ridemmo tutti per la spontaneità in cui lo disse.

“Grazie.” Disse ancora ridendo.
“Bene, ora ti faccio il buco Harmony.” Continuò dopo aver smesso di ridere.

Si avvicinò alla poltrona in cui ero seduta.

“Quale parte?” mi chiese.

“Destra” risposi subito.

Si avvicino ancora di più, piazzando il suo viso davanti al mio. Mi guardò negli occhi come per cercare conferma nel continuare. Gliela diedi annuendo.

Mi incantai alla vista di quei suoi occhi color cielo, ma li chiusi con forza quando fece il buco.

Strinsi con forza la mano di Abigail.

“Bene, fatto, lo volevi d’argento vero?” disse Luke allontanandosi e poi per sporgersi verso il piccolo mobiletto di ferro vicino alla poltrona.

“Sì, d’argento ad anello.” Gli risposi con la voce tremante a causa del dolore.

Si riavvicinò e mi infilò il piercing.

“Ecco fatto, puoi andare a vederti allo specchio.” Disse allontanandosi e sorridendo.

Io mi alzai in fretta e andai ancora mano nella mano con Abigail a vedermi.

Vedendomi mi sorpresi, mi stava veramente bene.

“Sei stupenda” mi disse Abigail.

“Grazie A.” gli sorrisi.

Dopo l’ultimo sguardo allo specchio andammo verso Luke.

“Quanto fa?” gli chiesi.

“Niente.” Mi sorrise, mettendo in mostra per la medesima volta i suoi denti perfetti.

“Come niente?” risposi scioccata.

“Niente, non devi pagare, mi stai simpatica ed il negozio è mio. Voglio offrirtelo.”

“Davvero? Grazie!”

“Ad una condizione.” Disse sorridendo.

Ecco.

“Quale?” lo guardai stranita.

“Mi devi il tuo numero ed tu e Abigail mi dovete un bacio sulla guancia come saluto.”

Sorrise indicando la guancia.

Io arrossì e con pure Abigail.

La guardai e lei annuì. Wow, una Abigail coraggiosa.

Scrissi il mio numero sulla mano di Luke.
Lui sorrise divertito e dopo avergli dato il bacio sulla guancia ce ne andammo.
 
 
Hola!
Vi è piaciuto? Spero in qualche recensione.
Ecco il nuovo arrivato LUKE!


(Per chi non lo sapesse è Luke Hemmings dei 5SOS)

Bene ora vi saluto.
Al prossimo capitolo belli!
 

-Francesca

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Capitolo 7
*** AVVISO IMPORTANTE ***


HOLA, è da davvero tanto che non scrivo e o posto capitoli.
Per chiunque avesse seguito questa fanfiction vi dico che non è finita qui infatti continuerò appena postato questo avviso.

Vi avviso anche che inizierò una nuova fanfiction.
Non ho ancora deciso i personaggi e tutto quello che serve per iniziare una storia. Ma presto (almeno spero) uscirà.
Non aggiornerò tutti i giorni, ho iniziato le superiori e anche se non è che sia piena di compiti e robe varie sono sempre stanca, comunque gli aggiornamenti ci saranno.

xx Francesca *Frency*

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