Tomb Raider: Beyond The Darkness

di AnyaVeritas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Ritorno a Parigi ***
Capitolo 3: *** Miranda ***
Capitolo 4: *** Croft Manor ***
Capitolo 5: *** Il Tempio dei Nephilim ***
Capitolo 6: *** Liverpool ***
Capitolo 7: *** Abbiamo una pista ***
Capitolo 8: *** Il Castello di Lombardia ***
Capitolo 9: *** Anya ***
Capitolo 10: *** Teatro dell'Opera ***
Capitolo 11: *** La Rocca di Cerere ***
Capitolo 12: *** Scovati ***
Capitolo 13: *** Thailandia ***
Capitolo 14: *** Il Tempio subacqueo ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


Prima Parte;
Non sono una tipa da preghiere, ma io spero
con tutto il mio cuore che mio fratello stia bene.
La morte di nostro padre e di nostra madre lo ha scosso
in modo terribile, trasformandolo in una persona assetata di giustizia.
I nostri genitori non hanno avuto una degna sepultura.
Io e Kurtis siamo fuggiti subito dopo che Eckhardt uccise
nostro padre davanti ai nostri occhi.
Volevo aiutarlo ad uccidere l'Alchimista Oscuro ma mi ha detto di restare quì, a Parigi, da sola nell'appartamento di Kurtis.
Prego e spero con tutto il mio cuore che torni, sei l'unico membro della famiglia che mi rimane. Tre mesi da sola con una badante parigina poiché sono cieca agli occhi della gente normale.
Si... sono una maledetta cieca se fossi normale, ma io riesco a vedere.

-Dal Diario di Miranda Trent                                 





Un ragazzo di circa ventinove anni stava immobile su un letto matrimoniale, era così ormai da mesi, da quando Arhet lo ha trovato allo Strahov sangunante e quasi senza vita, da quel giorno non ha aperto occhio. Respirava sì ma gli occhi non gli apriva. La giovane africana capì che era caduto in un sonno senza sogni della quale solo il tempo sapeva quando si sarebbe risvegliato.
Arhet scosse la testa e prese una tovaglia bagnata dalla sua bacinella d'acqua, avvicinandosi all'uomo. Gli alzò la maglietta e mise il panno bagnato sulla terribile ferita nello stomaco, il tocco dell'africana era gentile, quasi delicato.
Arhet lo aveva visto fare a sua sorella, Putai*, quando quella misteriosa archeologa era rimasta intrappolata nella Piramide di El Giza dopo che aveva sconfitto il dio Seth, per Arhet quella donna era un mistero ma per Putai era qualcosa di più, nei giorni che alloggiò nella tribù parlavano sempre, camminavano lungo il nilo e quando arrivò il giorno che la donna se ne andò, Putai le diede un amuleto della loro tribù. 
Arhet non sa se farà lo stesso gesto con quell'uomo ma ancora lui non si era risvegliato dal coma. Settimane dopo che lo ritrovò nello Strahov ha rovistato nel suo portafoglio e nelle sue cose; una pistola Boran X, delle chiavi di una Harley Davidson e un'abbonamento al cinema di Parigi.
Presa dalla curiosità, Arhet prese anche la sua carta di identità, per conoscerne il nome di quel ragazzo che aveva salvato: Kurtis Trent, residente a Parigi, nato il 29 Giugno del 1972; l'africana era scioccata... Non si aspettava di aver salvato un membro dei Lux Veritatis, o almeno... Uno degli ultimi membri, alcuni erano nati da madre e padre dell'ordine, altri erano dei Nascosti, ovvero coloro che ricevevano dei poteri da un loro parente deceduto o prima di morire. Arhet scosse la testa, scacciando i pensieri che la tormentavano ogni giorno e in ogni ora.
Kurtis stava ancora li immobile, Arhet spesso pregava agli spiriti che un giorno si svegliasse dal coma ma sembrava che gli spiriti non volevano ascoltarla. Kurtis sembrava un morto che respirava ancora, nel letto della giovane guaritrice. 


Kurtis si morse il labbro inferiore e si strinse i pugni, davanti alla porta di casa sua. Sono passati molti anni da quando è scappato da Salt Flats per avere una vita 'Normale' da quella dei Lux Veritatis, la sua decisione ha messo in depressione la sorella gemella e ha deluso nel modo più barbarico possibile il padre, Konstantin. Aprì la porta con un gesto secco, il rumore della porta fece girare a due donne; una con i capelli brizzolati nelle punte e con gli occhi azzurri pieni di rughe, segno di una giovane donna deturpata dalla vecchiaia, le labbra rosee di lei si aprirono in un dolce sorriso materno. L'altra aveva dei lunghissimi capelli scuri che le cadevano lungo le ginocchia, che teneva sempre all'indietro e alcune ciocche le cadevano davanti agli occhi nerissimi, anche nella sclera* a causa della sua cecità, come a Kurtis. Ma nonostante la ragazza dai lunghi capelli era cieca agli occhi della gente normale, lei riusciva a vedere poiché è una Lux Veritatis. La ragazza lasciò cadere il suo libro a terra e corse verso Kurtis, gettandosi sul suo collo, piangendo  « Sei tornato! Sei Tornato! » disse lei tra le lacrime, mentre Kurtis stringeva le sue braccia forti lungo la schiena della sorella gemella « Sì Miranda, sono tornato. » Il tono di Kurtis era sincero, quasi come se fosse un sussurro, ma sua madre lo sentì e non trattenendosi nemmeno lei dall'emozione, corse verso il figlio e si unì all'abbraccio tra Kurtis e Miranda. 
« Madre... Mi siete mancata » disse Kurtis, mentre mise le mani su i capelli della madre, le chiocche castane e brizzolate cadevano lungo le dita di lui. I tre sciolsero l'abbraccio non appena sentirono dei passi arrivare. Miranda guardò per terra mentre Abigail si avvicinò alla figura che si stava avvicinando, mettendo una mano lungo il suo petto « Non essere duro con lui... » disse guardandolo negli occhi, Konstantin prese la mano di Abigail e la tolse dal suo petto delicatamente. Kurtis si morse il labbro non appena suo padre si avvicinò, abbassò il capo per rispetto, come per scusarsi per ciò che ha fatto il passato, scappando di casa e farsi reclutare dalla Legione Straniera, dandosi una nuova identità col cognome nubile della madre. Konstantin mise una mano sulla spalla del figlio, Miranda alzò di scatto la testa e guardò il tutto a bocca aperta, così come Abigail. 
« Non mi aspetto che tu chiedi scusa per la tua barbarica fuga Kurtis » incominciò a dire Konstantin, Kurtis aveva ancora il capo abbassato, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. « Mi sono sentito disonorato Kurtis, vergognato dal tuo comportamento stolto e barbarico, hai messo in depressione tua sorella per quasi due anni, non svillupando a pieno le sue abilità di Lux Veritatis, hai quasi fatto morire di infarto a tua madre quando sei scappato quella notte... » Abigail si morse il labbro, facendo un passo verso il marito « Konstantin... » iniziò a protestare, ma Konstantin alzò una mano per zittire la moglie « Abigail... Ti prego. » lei abbassò lo sguardo, chiudendo gli occhi e continuandosi a mordere il labbro. 
Kurtis ad un tratto ebbe il coraggio di guardare il padre negli occhi, risentimento, disonore e vergogna erano nello stomaco del ragazzo pronto a perdonare il padre e alla sua famiglia per il barbarico sbaglio che aveva commesso in passato, lo ha capito in quegli anni da 'Cacciatore di Demoni' e come mercenario per la Legione Straniera.  « Non posso cambiare quello che sono padre... cercavo di fuggire da quello che sono, ma ho capito che non posso evitare, poiché i Lux Veritatis sono il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Padre... io vi perdono per avervi disonorato.» Kurtis stava tremando e lo si vedeva dalle braccia e dalla sua espressione, ma le parole erano ferme e dirette. Erano come una scheggia nella pelle, pungenti ma erano sincere quanto le parole di un bambino. Konstantin si avvicinò al figlio e lo abbracciò, in un'abbraccio che nemmeno Kurtis si aspettava. Lo ricambiò, le lacrime stavano per scendere ma le trattenne.
All'improvviso un colpo di pistola si udì all'interno di casa Heissturm, Miranda si guardò intorno terrorrizata « Cosa è stato? » domandò, la sua voce tremava dalla paura. Stavolta si frantumò una finestra e diversi uomini arrivarono dalla cucina. Abigail corse verso di loro e li combatté, prendendo un coltello da cucina. Il primo lo uccise conficcando il coltello lungo il petto, il secondo la intrappolò da dietro ma Abigail si fece furba, gli pestò un piede e conficcò il coltello in mezzo alla fronte, facendolo morire dissanguato. Ma con il terzo non fu facile, poiché riconobbe la figura davanti a lei « Oh no...» era un sussurro di paura, gli occhi azzurri pieni di terrore. L'uomo davanti a lei si aggiustò i guanti con un sorriso maligno « Salve Signora Heissturm » disse in una voce piuttosto fredda, Abigail la riconobbe, stringendosi il coltello tra le mani e girandoselo lungo la sua mano. « Eckhardt... Maledetto bastardo senza Dio! » urlò Abigail avvicinandosi ad Eckhardt, ma lui la prese per il polso e la gettò per terra, mettendosi sopra di lei. Eckhardt prese il coltello di Abigail e lo infilzò dritto nello stomaco della donna, lei lanciò un grido terribile, allarmando Kurtis, Miranda e Konstantin. « ABIGAIL! » sbottò quest'ultimo, per poi correre verso la cucina, ove Abigail giaceva sotto a Eckhardt. Kurtis e Miranda lo raggiunsero subito dopo, la ragazza urlò dalla disperazione, mettendosi le mani davanti agli occhi, Kurtis guardò ad Eckhardt con una espressione dura, si strinse i pugni e prese il Boran X dalla sua fodera  « Maledetto figlio di puttana! » disse mentre sparò un colpo verso Eckhardt ma lui lo schivo facilmente, l'Alchimista Oscuro rise, mettendosi le mani giunte « Di certo non vogliamo fare stragi in questa casa... proprio come è successo alla tua bella moglie Konstatin » Accecato dalla rabbia e dalla disperazione per la morte di Abigail, Konstantin si avvicinò ad Eckhardt e lo prese per il collo, strozzandolo « Che cosa vuoi lurido bastardo? » disse tra i denti, Kurtis stava ancora puntando con il suo Boran X ad Eckhardt, Miranda era accanto al corpo di Abigail, cercando di capire se si poteva fare qualcosa per salvare la madre. « Dammi i tuoi preziosissimi Cristalli di Luce se non vuoi che mi prendo a tua figlia e magari... chissà.. farla mia schiava » Konstantin lanciò un pugno lungo il mento di Eckhardt, facendogli sbattere i denti. Nel mentre, Miranda venne presa da dietro da un soldato di Eckhardt, Kurtis si avvicinò ad egli, stordendolo con un pugno alla testa « Mia sorella non si tocca! » disse aiutando a fare rialzare Miranda da terra.  « Kurtis... Scappate...» le parole di Konstantin erano quasi fievoli, come se stessero per diventare spezzati dalle lacrime. Kurtis non esitò, prese Miranda per la mano e corse più veloce che poteva, lontano dalla casa ove era nato assieme a sua sorella. La pioggia cadeva incessante su di loro, bagnando completamente i loro capelli e i loro vestiti. Miranda aveva la vista oscurata dalle lacrime, il corpo della madre senza vita l'aveva sconvolta e quell'imboscata da parte del Cabal l'aveva angosciata, ma doveva restare forte, forte per Kurtis e per lo spirito di sua madre. Correvano a perdifiato lungo la campagna di Salt Flats, con la pioggia che cadeva sopra di loro. All'improvviso si sentì un enorme scoppio, Kurtis e Miranda si girarono per vedere da dove proveniva, una enorme nuvola di fumo copriva gli alberi verdi e la flora attorno ad essi, proveniva dalla loro vecchia casa. Miranda lanciò un urlo disperato e si buttò le ginocchia nel fango, incominciando a piangere disperatamente e a compiangere il padre che è morto per salvare i suoi unici figli. Kurtis si mise anche lui le ginocchia sul fango, guardando il fumo con occhi vuoti. All'improvviso si inumidirono e caddero delle lacrime lungo le sue guancie, l'ultima volta che aveva pianto è stato quando è scappato da casa, lasciando da sola la sorella e a metterla in una profonda depressione, Miranda era l'unica cosa che lo forzava a restare in quella casa nonostante l'addestramento dei Lux Veritatis che suo padre dava giornalmente a Kurtis e a Miranda. Lui voleva un bene dell'anima a sua sorella, sono nati lo stesso giorno, hanno condiviso la stessa culla e gli stessi giocattoli, quando ha preso la decisione di andarsene ha lasciato Miranda con il cuore spezzato ed anche lui era con il cuore spezzato, per avere lasciato da sola la sorella in mezzo a quell'inferno di vita che conducevano i Lux Veritatis. Kurtis si avvicinò a Miranda, strisciando lungo il fango e l'abbracciò, accogliendo le lacrime calde e disperate della sorella.  « Miranda... dovrai starmi vicino da ora in poi, Non ti lascierò da sola... Non lo farò di nuovo, lo giuro. ».



La vista era tremendamente nebulosa, vide solo una donna africana su i diciannove anni che puliva una sua ferita nel suo stomaco. Aveva la pelle scurissima, i suoi occhi erano enormi e si intonavano alla perfezione con il colore della sua pelle, i suoi capelli erano lunghi fino ai fianchi. Era ornata di diversi gioielli lungo la sua pelle color cioccolato, gioielli in oro e bronzo, le sue vesti erano arancioni, tipicamente africani. Kurtis cercò di mettersi a sedere ma un senso di nausea lo colpi all'istante, la ragazza allarmata mise entrambe le mani lungo il petto di Kurtis « Calma... Sei stato in coma per tanto tempo » la ragazza aveva una voce calda come il sole in Agosto e aveva un forte accento africano. In coma? si chiese Kurtis e si guardò intorno, poi tutti i ricordi si misero insieme: Lo Strahov, aveva inseguito una fuggitiva fino a Praga, solo perchè anche lei aveva più o meno lo stesso obiettivo del suo: distruggere i Dipinti Obscura. E' stato preso in ostaggio da Eckhardt ed ella è stata costretta a cederli il dipinto per salvarlo... Ma si è sacrificato per lei lo stesso, l'ha salvata da quel mostro di Boaz e lui si è lasciato infilzare un suo pungiglione solo per permettere a lei di uccidere Eckhardt con i suoi Cristalli di Luce. Aveva paura di non ritornare da Miranda, aveva paura di non rivedere più la luce del sole... ma sorpattutto aveva paura di non rivedere più la donna per il quale si era sacrificato: Lara Croft.
Kurtis si fece aiutare dalla ragazza a mettersi a sedere, si allontanò un'attimo per portargli qualcosa da bere e da mangiare, visto che non aveva messo niente in bocca per tre lunghi mesi di coma, ove sognava la sua infanzia, il suo lungo periodo come membro della Legione Straniera e come Cacciatore di Demoni.
Si divorò quasi il tutto del vassoio portato dalla ragazza, lei sorrideva beata, contenta di vedere che colui che aveva trovato sanguinante lungo le strade di Praga stava bene.
« Tu conosci il mio nome... Ma io non conosco il tuo, come ti chiami? » domandò Kurtis mentre si puliva le labbra con un tovagliolo  « Mi chiamo Arhet, sono una guaritrice di una tribù africana. » Kurtis annuii, posando il tovagliolo sul vassoio, poi all'improvviso nella sua testa si fece una domanda; cosa ci faceva una guaritrice di una tribù a Praga? « Ho deciso di staccarmi dalla mia tribù per un pò » disse Arhet mentre lo guardò negli occhi, Kurtis la guardò con uno sguardo sorpreso, ma non poteva fare a meno di sorridere. Arhet si alzò dalla sedia al lato di Kurtis e si diresse verso la porta della camera  « Arhet.» La chiamò Kurtis, l'africana si girò, sempre con un sorriso sulle labbra.  « Grazie per avermi salvato la vita » le parole che uscirono dalla bocca di Kurtis erano semplici, ma hanno riscaldato il cuore della giovane africana, lei sbatté le sue lunghe ciglia, come per dirgli 'di niente' ed uscì dalla camera.





* n°1 = Putai sarebbe la Shamana della quale si è presa cura di Lara dopo la distruzione della piramide di El Giza.

* n°2= La sclera sarebbe la parte bianca dell'occhio ^__^

NdA:
Buonasera a tutti :3
Sono nuova in questa sessione e siccome amo Tomb Raider alla follia ho scritto questa long-fic. Ho scelto il contesto di Angel of Darkness poiché l'ho trovato molto affascinante e siccome ho visto che ci sono molte fanfiction sul Reboot di TR, ho pensato di dare un tocco di originalità e fare una fanfiction 'Sequel' a Angel of Darkness, visto che su Fanfiction.net c'è ne stanno parecchie.. perché non metterne una su EFP? xDD Allora ho fatto alcune ricerche sul passato di Kurtis ma ho modificato alcune cosette quindi è una sorta di AU ma non eccessiva! xDDD Spero che vi ho affascinato almeno con questo capitolo introduttivo, anche perché ho preso mooolti appunti su questa storia e spero soltanto che vi piaccia :3
Un'altra cosa, Il rating per ora è Arancione ma potrebbe alzarsi da un momento all'altro quindi.... Beware! :D

A Presto ^__^

Anya.

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Capitolo 2
*** Ritorno a Parigi ***


Kurtis è stato in uno stato di convalescenza per quasi un giorno intero dopo il suo risveglio dal coma, Ahret lo aiutava e lo sosteneva durante la convalescenza, la ragazza gli dava da mangiare e da bere e continuava a curare la sua brutta ferita nello stomaco, causata da Kristina Boaz. Kurtis guardava attentamenente come Ahret si prendeva cura della sua ferita che lo ha messo in coma per tre mesi interi: Aveva il tocco delicato, quasi sonnifero e sensuale, ma in fondo era il suo modo per curare una enorme ferita... e quella di Kurtis lo era.
Ahret gli disse quello che ha passato in questi mesi, gli disse che si lamentava nel sonno, che pronuciava frasi in una lingua a lei sconosciuta.
Kurtis alle parole della ragazza rimase zitto, ma nonostante ciò era grato per quello che Ahret gli ha fatto in tre mesi.
Il giorno dopo egli riuscì a stare in piedi, cosa non facile di solito quando si è appena ripresi dal coma, ma qualcosa lo riusciva a farlo stare in piedi, determinandolo; Una immagine di una ragazza della sua stessa età, dai capelli castani lunghissimi e gli occhi nerissimi a causa della cecità: Sua sorella Miranda. Ahret entrò nella camera e vide Kurtis che si stava ricaricando il suo Boran X e che si controllò il suo portafoglio, vedendo se aveva abbastanza soldi per permettersi un biglietto di ritorno per Parigi.
Lei appoggiò il vassoio con la colazione sul comodino davanti al letto e si aggiustò la sua cintura arancio, guardando a Kurtis « Quindi adesso vai via? » domandò togliendosi una ciocca di capelli davanti agli occhi, Kurtis non si accorse della guaritrice fino a quando lei non parlò, si girò e la vide, facendo un mezzosorriso e avvicinandosi al letto per chiudere il piccolo zaino, con dentro un pò di ricambi e degli spuntini salati per il viaggio in treno. La guardò nuovamente « Devo tornare a Parigi, è tre mesi che mia sorella è da sola... Le ho promesso di non lasciarla da sola » Ahret annuii alle parole di Kurtis, lei e Putai non erano così legate, fino a quel giorno....

Ahret e Putai stavano camminando fuori dal loro villaggio per parlare, era notte ed il vento continuava a muovere le loro vesti e la sabbia, stava per iniziare una tempesta ma le due erano le figlie del capotribu e non potevano andare in continuo disaccordo. Putai è una Shamana mentre Ahret una semplice guaritrice della tribù, non ha ricevuto i poteri che ha la sorella e, sinceramente, lei nutriva molta invidia per Putai.
« Non possiamo continuare così Ahret. » disse mentre continuavano a camminare nel deserto. Ahret annuii solamente , mettendosi le braccia conserte « Lo so » le sue parole erano queste, Putai girò gli occhi alle sue parole, continuando a camminare e guardando in basso. Poi Ahret si fermo di colpo e sentì delle rocce che venivano scagliate, si girò verso quella direzione e corse verso le rocce che venivano scagliate. Putai la seguì, inarcando un sopracciglio e si ritrovò accanto ad Ahret « Che succede? » domandò mentre la guaritrice avvicinò un'orecchio vicino alla roccia, sentiva l'ansimare di una donna, che faticava a respirare, in cerca di aria ed in cerca di luce « Putai ascolta! » disse Ahret, Putai avvicinò l'orecchio nella roccia, sentendo la voce della donna. Si allontanò ed incominciò a prendere le rocce, spostandole per aprire il passaggio, Ahret la aiutò, prendendo le rocce più grandi.
Non appena tolsero le rocce, videro una donna con un top verde acqua e dei pantaloncini marroni, con una cintura nera e delle fondine del medesimo colore. Ella aveva dei lunghi capelli castani legati in una ordinata treccia. Era distesa ed insanguinata, i capelli sporchi dalla sabbia e dalla polvere, i vestiti strappati e le ferite erano ancora fresche « Ahret presto! » disse Putai avvicinandosi alla donna e prendendola per le spalle, mettendo le braccia sotto le ascelle della donna, per tirarla fuori dalle macerie. Ahret aiutò a Putai a tirare fuori la donna dalle macerie, la Shamana la posò sulla sabbia, la giovane mise le mani sul petto della donna, sbatté le ciglia perplessa per poi mordersi il labbro superiore « E' ancora viva ma è disidratata ed è stata sotto quelle macerie per troppo tempo! » disse Ahret prendendo di peso alla donna, che incomiciò a tossire ed aprì gli occhi, Putai vide che aveva due occhi marroni abbastanza ipnotici. La shamana mise una mano sulla spalla della donna, per tranquillizzarla « Stai calma, sei fuori da quella piramide » disse Putai, cercando di abbozzare un sorriso. La donna guardò a Putai, cercando anche lei di ricambiare il sorriso , mormoro un debole 'Grazie' per poi cadere addormentata.
Ahret guardò alla sorella, alzando le spalle, continuando a reggere la donna. «  Dobbiamo curarla Putai altrimenti morirà... » disse guardandola. Putai annuii « Sono d'accordo » Ahret sorrise, per la prima volta le due figlie del capo tribù andavano d'accordo.



Ahret scosse la testa al pensiero di quel flashback, si mise a braccia conserte, con le braccia che le schiacciavano i morbidi seni « Capisco Kurtis...  » Kurtis si girò verso la ragazza, ha parlato una lingua a lui molto conosciuta, una lingua ormai morta, la lingua dei Lux Veritatis, inventata nel XV Secolo per delle formule magiche, ma col passare dei secoli è diventata una lingua quasi sacra nell'Ordine e quindi andava svanendo piano piano. La lingua è morta dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando quasi tutti i Lux Veritatis furono sterminati, eccetto i Vassiley, i Trent e gli Heissturm, ultimi membri Puri dell'Ordine, altri o sono Nascosti o sono degli Esiliati. Kurtis la guardò senza parlare, poi si avvicinò alla ragazza e le diede una carezza sulla spalla, Ahret lo guardò negli occhi, arrossendo di poco. Nessun ragazzo era mai stato così vicino a lei, certo... Ahret era bella ma anche abbastanza timida quando un ragazzo si avvicinava a lei così. Kurtis si avvicinò al suo orecchio « Grazie ancora per avermi salvato la vita » disse per poi allontanarsi e togliendo la mano dalla sua spalla. Ahret mise una mano sulla sua cintura, togliendosi una spilla a forma di farfalla. Mise delicatamente le sue mani sul petto di Kurtis, attaccando con cura la spilla « Per ricordarti che ti ho salvato la vita » disse, per poi prenderli la mano destra e baciarliela.
Kurtis fece un cenno con la testa, per poi uscire dalla camera, Ahret lo guardò mentre usciva, facendo un mezzo sorriso.
Che gli spiriti siano con te Kurtis.


Kurtis stette ad aspettare il treno per Parigi da un bel pò alla stazione ferroviaria di Praga. Stava con le cuffie, ascoltandosi ad alto volume delle canzoni dei Motörhead e qualche canzone leggera, di quelle che piacciono a Miranda, quelle fin troppo sdolcinate, ma in fondo le amava anche lui. Le ricordavano Miranda, l'unica ragazza alla quale è stato fedele sin dall'inizio e lei è stata fedele a lui. Kurtis è sempre stato un buon amante, ma a volte tradiva e alcune volte si lasciava tradire. Allo Strahov stava incominciando a nutrire dei sentimenti forti per Lara Croft, non poteva negare che tra i due c'era una forte tensione sessuale ma... se l'ha salvata da Boaz vuol dire che l'amava. Lara era affascinante, tosta, risoluta, acida e forte, aveva senso del umorismo e sapeva come gestire le situazioni.
Il treno arrivò e Kurtis scaccio i pensieri, mentre una musica dolce echeggiò nelle sue orecchie, uno degli strumentali preferiti di Miranda, composta da lei stessa. Un piano forte dolcissimo ma allo stesso tempo nostalgico.
Kurtis durante il viaggio, attraversava nella sua mente vari flashback della sua vita: Il suo allenamento assieme a Miranda, quando giocavano assieme, quando lei aveva paura del temporale e dormivano nella stesso letto. Sua madre aveva sempre detto che Kurtis e Miranda avevano un legame forte come fratello e sorella.
La luna dopo un paio di ore si levò nel cielo, dopo avere passato il confine della Germania, Kurtis pensò che avrebbe raggiunto la Francia domani mattina presto. Si tolse gli auricolari e si appoggiò al bracciolo del sedile, per poi cadere in un sonno profondo.

Si svegliò alle cinque del mattino, il sole ancora non era alto nel cielo e il treno si fermò alla stazione di Parigi. Prese il suo unico bagaglio ed uscì dal vagone. 
Respirò l'aria, lo smog della città di Parigi entrò nelle narici di Kurtis. E' bello essere a casa. Pensò mentre usci dalla stazione.
Camminò, con lo zaino sulle spalle e camminando tra le strade meno affollate di Parigi. Era ancora presto ed è normale che non c'è nessun movimento, eccetto per alcuni che si alzano la mattina presto per andare a lavorare in ospedale o in fabbrica, o anche per chi lavora nei negozi. 
Kurtis si fermò sotto la Tour Eiffel, e la guardò. L'impotenza e la maestosità della torre gli ricordavano di quando ha lasciato la Legione Straniera, nascondendosi nella cosidetta Città dell'Amore. 
In quel momento Kurtis pensava solo a stare occultato dalla sua ex Legione di appartenenza, quindi ha pensato che Parigi era perfetta per nascondersi.
Mise la testa nuovamente eretta e vide una ragazza che conosceva che teneva in mano due buste della spesa.
Ha venticinque anni, piuttosto bassa, carnagione chiara e con gli occhiali a quadrato che lasciavano vedere i suoi occhi azzurri. Aveva i capelli biondi e mossi, lunghi fino al petto, vestita con una maglietta azzurrina con un cuore rosa al centro e dei corti jeans chiari, che lasciavano vedere le sue snelle gambe.
Kurtis si avvicinò a lei con un sorriso « Ciao Audrey » disse mettendosi le mani su i fianchi. Audrey lo guardò per un attimo, stupita. Si chiuse gli occhi per un momento, autoconvincendosi che non è un miraggio. « Kurtis! Sei tornato » disse per poi sfoggiare un piccolo sorriso nelle sottili labbra. Kurtis non lo ricambiò, si tolse le mani dai suoi fianchi e se le mise sulle spalline del piccolo zaino « Mia sorella? » chiese. Audrey era la badante di Miranda da quando è partito per Praga, ella non era una cattiva persona e si fidava ciecamente di lei. Anche se sapeva che Audrey era innamorata di lui, Kurtis sapeva a chi rivolgersi per chiedere un'aiuto. « Si è svegliata molto presto... Quindi ho pensato di andare a prendere delle cose fresche da casa mia. » Kurtis annuii, poi prese il portafogli dalla sua tasca dei pantaloni, Audrey lo guardò inarcando un sopraciglio. 
« Questi sono per te » disse porgendoli 200 Euro in contanti, Audrey sbatté le ciglia due volte, guardando quelle banconote perplessa. Mise la sua esile mano sulla mano di Kurtis, ove teneva le banconote e le respinse leggermente, portandole nel suo petto « Non li voglio Kurtis, anche se è il mio lavoro... Non voglio i tuoi soldi... » Kurtis sentii le piccole dita esili di Audrey nella sua mano, erano delicate, quasi quanto quelle di Ahret. Sospirò e ritrasse la mano di Audrey, rimettendo al suo posto « Se non ti dispiace Audrey... Io ti licenzio, ora penserò io a mia sorella, ha bisogno di me... Le ho fatto una promessa  ».
Audrey non si dispiaque per il licenziamento, conosceva sia Kurtis che Miranda e sapeva quanto era forte il loro legame. Annuii « In effetti volevo dimettermi Kurtis. Miranda continuava a chiedere di te e continuava a mormorare nel sonno... » disse lasciando le buste della spesa per terra, avvicinò la mano nella tasca dei Jeans e prese un mazzo di chiavi « Mi mancherai Kurtis » disse per poi avvicinarsi al viso di Kurtis e darli un bacio sulla guancia. 
Al gesto egli fece un piccolo sorriso e l'allontanò dolcemente da lui, accarezzandole per un'attimo la candida guancia e prese le chiavi dalla mano di Audrey. Prese una busta della spesa e si allontanò di poco. Si girò, guardando la ragazza « Puoi sempre venire a trovarci anche se sei licenziata lo sai? » disse facendo un'altro piccolo sorriso.
Audrey annuii solamente, poi Kurtis si allontanò andando nella direzione del suo appartamento.
Audrey lo guardò girando la testa, ricambiando il piccolo sorriso.

Kurtis camminò nelle scale del palazzo nervosamente, era da molto tempo che non vedeva la sorella... Miranda sarà arrabbiata con lui? Sarà furiosa con lui per essere mancato per tre mesi? Dopo averle promesso che sarebbe stata accanto a lei?
Sicuramente non sarà arrabbiata con lui. Conosceva i doveri dei Lux Veritatis, e Miranda sapeva che voleva giustizia per il loro padre e la loro madre.
Arrivò davanti alla porta del suo appartamento e l'aprì lentamente.
La chiuse con delicatezza e andò nel soggiorno, ove vide una ragazza della sua stessa età, con dei lunghissimi capelli castani che cadevano fino al suo ginocchio, messi all'indietro, vestita con una camicia da notte blu, che mostravano le morbide curve del seno. Lei si girò verso Kurtis e sorrise, lui ricambiò il sorriso guardando i suoi nerissimo occhi neri, guardando la sorella, la sua Miranda.


NdA:
Salve a Tutti! In Anzitutto, grazie per il feedback positivo del Primo capitolo, sono stracontenta che vi sia piaciuto e sono sicura che ne vedremo delle belle in questa "Piccola" avventura :D Beh... Il prossimo capitolo spero di farlo il più presto possibile ma sto avendo problemi personali. Nel prossimo capitolo ci concentreremo su Kurtis e Miranda ma dai prossimi capitoli in poi ci sarà anche Lara non preoccupatevi! :DD 
Bene detto questo vi Saluto e grazie ancora per la lettura! 


-Anya

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Capitolo 3
*** Miranda ***


Miranda non poteva credere ai suoi occhi, suo fratello dopo tre lunghi mesi era tornato da lei. Kurtis si avvicinò a lei, prendendola per le mani e facendola alzare dalla poltrona, Miranda scosse la testa, i suoi ciuffi davanti ai suoi occhi si mossero assieme a lei « Ti ricordo che non sono veramente cieca Kurtis, non fare questa sceneggiata quando siamo soli. » Kurtis non l'ascoltò, mise la sua mano destra nella sua guancia. Era da tanto che non accarezzava le guance della sorella e adesso che la vedeva davanti a se, ancora è incredulo di vederla. Sono passati tre lunghi mesi dal coma e dagli eventi dello Strahov, dall'occhio destro di Miranda uscii una goccia nera, una lacrima. Kurtis spostò delicatamente il suo pollice, che si bagnò come se fosse una lacrima normale. La cecità di Miranda era particolare, lacrime nerissime, occhi nerissimi ma le lacrime sono come lacrime normali, lei riusciva a vedere. Una Lux Veritatis abbastanza particolare ma non abbastanza allenata. Kurtis portò la testa di Miranda sulla sua spalla e lei incominciò a piangere, senza emettere un minimo singhiozzo. Lei si strinse ai fianchi del fratello, avvicinandoselo a se, sentendo il calore del corpo di Kurtis « Mi sei mancato… tanto.. » le parole non erano strozzate dalle lacrime, parla come se le lacrime non avessero fatto parte di questo momento. Kurtis si staccò e le prese il viso tra le mani, per poi baciarle la fronte « Mi sei mancata anche tu. ».
 
Erano le otto e mezza quando il corriere arrivò con due enormi buste contenenti due cornetti alla vaniglia, Kurtis non appena prese le buste le mise sul tavolo della cucina e preparò lentamente il caffè.
Mentre mise la caffettiera sul fuoco, i pensieri lo assillarono: Ahret e il regalo di quella bellissima spilla, la giovane africana si era mostrata fin troppo generosa nei confronti di Kurtis, ma egli sospettava che Ahret sapeva che lui era uno degli ultimi Puri rimanenti, assieme a Miranda ed una sua zia rimasta in vita: Sylvie, sorella della madre di Kurtis, che scappò da casa quando aveva solo sedici anni. E’ rimasta vedova da poco da quel che sapeva e che aveva una figlia di sedici anni: Andrea.
Pensava a Miranda, non ancora abbastanza forte per affrontare i Nephilim e i Cabal stessi. Non è ben allenata, i suoi poteri non riesce a controllarli bene e ma l’unico vantaggio che ha è che sa usare l’arma sacra ai Lux Veritatis: Il Chirugai.
Inoltre un pensiero burbero non riusciva a togliersi dalla testa: Lara Croft.
Si domandava come stava dopo tutti quei mesi passati, l’aveva portata fuori dallo Strahov, grazie al suo Chirugai. Ma ella dov’era in questo momento? Come stava? Che faceva? Stava indagando su di lui? Che cosa pensava dopo aver trovato quella pozza di sangue e portato via da quell’africana che lo ha guarito da una probabile morte?
Kurtis pensava a lei anche nei giorni dopo il suo risveglio, Lara era nei suoi pensieri, sempre e dovunque.
No… Non posso essermi innamorato di lei di punto in bianco… pensò Kurtis mentre il caffè usciva dalla caffettiera, la spense e la mise sul mobile della cucina « Allora? Quanto ci vuole per questo caffè? » la voce di Miranda lo fece sussultare, si mise una mano nel petto e guardò la porta della cucina, ella era appoggiata nel bordo della porta con le braccia conserte, i suoi occhi neri lo guardarono con un sopracciglio inarcato. Kurtis scosse la testa e si avvicinò a Miranda, prendendole la mano « Guarda che non sono il tuo cameriere Miss Trent » disse scherzando mentre trascinò Miranda verso il bordo di una sedia, ella non sopportava di essere trattata come una cieca perché riusciva a vedere: I colori, le persone, il sole in cielo… riesce a vedere tutto, ma sono costretti a esercitarsi per questa apparenza della giovane Lux Veritatis. Miranda si sedette ed aprì la busta del cornetto, mordendolo con enormi bocconi « Quanto mi sono mancati i cornetti del Café Metro? Audrey mi faceva per colazione la solita solfa… » Kurtis versò il caffè nelle tazze che erano sopra il mobile e mise un po’ di latte nella tazza di Miranda, mettendoci due cucchiai belli pieni di zucchero. Si sedette mettendo la tazza davanti a Miranda e bevve lentamente il suo caffè « Che cosa ti preparava Audrey? » domandò facendo un mezzo sorriso, lei sbuffò scuotendo la testa, i suoi lunghissimi capelli si mossero assieme a lei « Tisana di erbe… Che pizza » disse per poi fare lo stesso mezzo sorriso del fratello. Lei e Kurtis andavano d’accordo su molte cose, eccetto per le scelte sentimentali di lui, specialmente per una donna scandinava: Elsa Ecklund. Kurtis l’ha conosciuta mentre era nella Legione Straniera e Miranda la conobbe quando egli tornò da lei e la salvò da Eckhardt. Non si vedevano di buon occhio e si lanciavano delle frecce velenose. Kurtis non sopportava quella tensione tra le due, e la lasciò, oltre per il fatto che lui non amava più ad Elsa, perché era gelosa, gelida e abbastanza apatica in quel periodo.
« Eckhardt è morto? » domandò di punto in bianco Miranda, toccando il bordo della tazzina con le sue esili dita. Kurtis posò con cura la tazza sul tavolo « Sì.. con un piccolo aiuto… » nelle labbra di Kurtis comparve un mezzo sorriso e si morse la destra del labbro inferiore « Fammi indovinare: Lara Croft? » la domanda di Miranda era fatta a tradimento, alzò di scatto la testa, le sue guance divennero rosa « Erm… Si? » Miranda studiò per un attimo il suo comportamento: l’espressione, le guance rosa, gli occhi dilatati, il morsicchio delle labbra « Oh mio Dio! » esclamò Miranda mettendosi una mano davanti alle labbra, Kurtis inarcò un sopracciglio, confuso « Eh? Cosa? Che c’è? » disse balbettando, grattandosi la testa.
Miranda lo indicò, sorridendo beffarda « Ti sei innamorato di lei! » poi dalle sue labbra uscì una piccola risata ma il sorriso non scomparve. Kurtis divenne rosso come un peperone, coprendosi le guance con le mani. Il suo viso bruciava di brutto, come se agosto fosse arrivato in anticipo. « Ma.. Che… Cosa? » aveva la bocca spalancata, non riuscendo a credere alle parole della sorella che aveva centrato nel segno Come fa a riuscirci sempre? Si domandò Kurtis. All’improvviso Miranda sentì una fitta allo stomaco, sentendo del dolore del basso ventre. Gemette dal dolore e mise la mano nel ventre, per poi urlare. « Miranda! » urlò Kurtis avvicinandosi a lei, inginocchiandosi e abbracciandola. Miranda inarcò la testa all’indietro, urlando, i suoi occhi divennero bianchi:
 
Cappadocia, Turchia. Vicino ad Instanbul o meglio… Nelle viscere della Antica Constantinopoli. Esseri alati giravano attorno ad un impotente edificio, urlando.
Una donna dai capelli neri, dalla pelle viola e dagli occhi gialli sorrise malvagiamente mentre mise una mano sulla spalla di un uomo… o meglio un Nephilim biondo platino che guardava l’edificio. I Nephilim cantarono in onore di lui e si girò mentre mise un braccio attorno ai fianchi della donna « L’Apocalisse arriverà! I Nephilim Trionferanno! »
 
Miranda si risvegliò dallo stato di Trance, mettendosi una mano nel collo, muovendosi come se l’avessero appena soffocata ed iniziò a tossire e a sputare un liquido viola, sporcando il pavimento bianco. Mise le mani per terra e non staccò lo sguardo da esso. Kurtis diede delle pacche nella schiena di lei, calmandola « Miranda, Che succede? » disse prendendola per il mento, costringendola a guardarlo negli occhi, Miranda continuava a respirare a fatica, il liquido viola era nella destra della sua bocca, si passò il braccio e se lo tolse violentemente « Avevi detto che Eckhardt è morto vero? » disse per poi togliere la mano di Kurtis dal suo mento, lui inarcò un sopracciglio e aiutò a Miranda ad alzarsi « Che è successo? » domandò per poi allontanarsi, capendo che era piuttosto alterata « Ho visto Karel… Con i Nephilim! » Miranda si mise le mani davanti agli occhi, le lacrime incominciarono a salire lentamente « Ho visto.. L’impensabile Kurtis.. L’impensabile! » Miranda ormai aveva incominciato a singhiozzare, le lacrime avevano preso il controllo della ragazza. Kurtis si avvicinò a lei e la strinse tra le sue braccia « I Nephilim non trionferanno Miranda, non devi temere questo » disse per poi staccarsi e si mise a braccia conserte « Che cosa hai visto? » domandò con molta calma mentre Miranda per un primo momento esitò, scrocchiandosi le dita « La Cappadocia, Ho visto il luogo sacro ai Nephilim, Aperto e… » Miranda prese un respiro profondo « Disse che i Nephilim trionferanno, e che l’Apocalisse arriverà » Miranda guardò il pavimento, le lacrime nere continuavano a rigarle le guance. Kurtis si avvicinò a Miranda e prese il volto tra le mani  « Sta giocando con la tua mente Miranda, Se vuole causare l’apocalisse noi lo fermeremo Miri, non devi spaventarti, l’ordine è nato per questo » Miranda annuii, chiudendo gli occhi « Non mi lasciare di nuovo, non sopporterei di stare da sola per chissà quanti altri mesi! » disse per poi mettere le mani sul petto mi Kurtis e guardò a terra. Egli aveva fatto una promessa a Miranda: che non l’avrebbe mai lasciata, mai abbandonata. L’ha infranta una volta, lasciandola da sola con Audrey per tre mentre ha inseguito a Lara per tutta Parigi, tutta la Germania e tutta Praga, arrivando ad essere ferito gravemente da Boaz, solo per salvare la vita di Lara. Dovette ammetterlo a se stesso che Miranda aveva ragione: era innamorato di lei.
Kurtis si staccò da Miranda e si avvicinò alla porta, per poi guardare alla sorella. Ella era pronta per un altro “arrivederci” e sopportare ancora una volta il dolore della lontananza fraterna « Prepara le valige Miranda » il viso di Miranda si illuminò, sorridendo tra le lacrime nere. « Dobbiamo andare in Inghilterra a chiedere l’aiuto di Miss Croft ».
 
 
 
NdA:
Salve a tutti! Eccovi finalmente il capitolo 3 di Beyond The Darkness :3 Scusatemi se ci ho messo tanto ma… ho avuto da fare e spesso l’ispirazione va a farsi benedire xD
Nel prossimo capitolo verrà introdotta la nostra Lara :3 Come la prenderà a rivedere Kurtis? Io non dico nulla xDDD
Beh spero che vi sia piaciuta, ho avuto quasi i lacrimoni a scrivere questo capitolo ma è solo uno dei primi dei quali io avrò i lacrimoni nel scrivere :3
Spero che vi sia piaciuto :3
 
-Anya

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Capitolo 4
*** Croft Manor ***


Un enorme calcio colpì un sacco da boxe mentre dei celebri singoli rock risuonavano rumorosamente nel soggiorno del Maniero Croft.
Due pugni erano davanti ad un bel viso; due occhi castani enormi da cerbiatta, i capelli castani legati in una ordinatissima treccia ed ondeggiava assieme a lei, partì un altro pugno e colpi la faccia del sacco da boxe.
Lara Croft quella mattina si era svegliata con la voglia di combattere, aveva passato una notte insonne a causa di un brutto sogno.
Da tre mesi ormai faceva lo stesso sogno: Lo Strahov, Karel che assumeva diverse persone: Bouchard, Luddick… Kurtis…
Poi sognava anche la Cappadocia, con una enorme luce rossa e viola da sottofondo. Molte figure dalla pelle diafana o colorata circondavano un uomo albino e con gli occhi rossi ed una donna dalla pelle viola e gli occhi gialli. Sembrava che entrambi la guardavano, come se lei fosse lì. « L’Apocalisse arriverà! I Nephilim Trionferanno! » erano le parole che dicevano assieme lui e lei, poi quelle figure le saltarono addosso, facendola cadere in un burrone nero, ma qualcuno riesce a prenderle la mano, stringendola « Resisti! » erano le parole. Lara si strinse alla presa, egli la aiutò a  rialzarsi. Una donna dai lunghissimi capelli castani ed una ragazzina di non più sedici anni, dalle sue mani scendevano dei pezzi di ghiaccio e guardava i Nephilim davanti a lei con lo sguardo duro, stessa cosa la donna. Lara estrasse le pistole dalle sue fondine e li mirò, Kurtis invece la guardo mordendosi il labbro «  Certo.. Non prima di distruggere questo posto! » urlò Lara per poi sparare diversi colpi.
 
Lara scosse la testa e diede un forte calcio nel sacco da boxe, facendolo rimbalzare. Diede diversi destri e molti altri calci acrobatici, prima di fermarsi con il sudore che colava sulla sua fronte ben fatta.
Il sogno si ripeteva nella sua testa, confusonario. Lara si sedette sul divano e si massaggiò le tempie. Aveva mille domande da fare e mille risposte ancora da scoprire. Staccò la musica e si rigirò nella stanza, con le braccia incrociate.
Perché c'erano quei Nephilim che le dicevano che la fine del mondo l'avrebbero causata il più presto possibile? Perché c'erano Kurtis accanto a lei e due ragazze sconosciute ai suoi occhi?
E soprattutto... Perché solbazzava al pensiero di Kurtis? E' Arrivata al punto di farsi pensieri erotici su di lui, del pensiero di baciarlo se lo trovava sano e salvo.
Lara era troppo orgogliosa per ammettere di essersi innamorata ma lo nascondeva molto bene, l'amore era un fattore secondario per Lara Croft, nulla di più.
Si continuava a ripetere che quello che provava per Kurtis non era altro che un'attrazione bella e forte, con una palpabile tensione sessuale. Winston le disse che se continuava a pensarlo così... Era amore vero e proprio.
Lara si prese la treccia fra le mani ed incominciò a giocarci, fino a quando Winston non le bussò alla porta « Sì? » semplici come vento furono le parole uscite dalla bocca di Lara, l'anziano entrò barcollante, ella si avvicinò per non farlo affaticare « Avete visite » Lara inarcò un sopracciglio curiosa, erano solo le tre del pomeriggio ed era un orario piuttosto insolito per ricevere visite, fece cenno a Winston di sedersi sul divano per poi uscire dalla Stanza.
Dalla balconata delle scale vide due figure; Un uomo con a braccetto una ragazza cieca.
Lara studiò con curiosità la figura maschile, la riconobbe solbazzando.
Scese le scale a passo lento, incredula di chi ha appena visto dopo ben tre mesi di lontananza: Kurtis Trent.
 
 
Si ritrovarono quasi subito faccia a faccia, Miranda guardava dritto, entrando nel ruolo della cieca perfetta.
Lara non riusciva a crederci, era senza parole, senza fiato nel ritrovarselo davanti. Le sensazioni erano le stesse che aveva provato al Café Metrò, non riusciva a staccare i suoi occhi dalla sua figura.
« Ciao Lara » le parole di Kurtis erano semplici e schiette, un mezzosorriso si disegnò sulle sue labbra. Lo sguardo di Lara si addolci, mettendo una mano sulla sua guancia, con delicatezza e continuando a sorridere. Non interruppe il contatto visivo, poiché si è immersa nei suoi occhi cerulei, Miranda studiò il comportamento della ragazza, sbattendo le ciglia  Sembra che quasi quasi anche Lara ricambia i sentimenti di mio fratello..  pensò la donna mentre Lara tolse la mano dalla sua guancia, allontanandola di poco, per poi dare un sonoro ceffone a lui.
Miranda si morse le labbra per non ridere alla scena Ora ho la certezza! .
Kurtis si portò la mano sulla guancia, bruciava come il fuoco nei piedi, di certo non si sarebbe aspettato un reincontro con lacrime e abbracci e da Lara c'era da aspettarselo « Ma che diavolo?.. Beh.. forse me lo merito. » disse per poi togliersi la mano dalla guancia « Che cosa vuoi dalla mia vita Trent? » le parole di Lara erano dure quanto la roccia e la grandine. Kurtis la prese per le spalle ma lei le tolse, facendo un movimento brusco « Stammi lontano! Tre mesi... Tre mesi senza avere tue notizie...  E adesso ti presenti da me... Con una cieca a carico? » disse per poi indicare Miranda, ella si sentii la rabbia nello stomaco a sentirsi chiamare cieca.
Si sciolse dalla presa Kurtis e mise una mano sulla guancia di Lara: « Mi chiamo Miranda Trent, sono la sorella gemella di Kurtis, Non sono cieca anche se lo sembro agli occhi della gente normale, riesco a vedere nonostante il pregudizio che io sia cieca. Sono una Lux Veritatis Pura ed è per questo che riesco a vedere » il tocco di Miranda nella guancia di Lara era caldo e dolce, non riuscii a staccare gli occhi dalle iridi nerissime della ragazza. Ella tolse la mano dalla guancia e si avvicinò all'ingresso della palestra ove teneva un quadro a lei abbastanza conosciuto, l'arte era l'amore segreto di Miranda e quando Audrey non c'era studiava un possibile significato nascosto nei quadri e dei sentimenti che il pittore aveva mentre dipingeva il dipinto. « Deve essere "Il sentiero riparato" di Claude Monet, dipinto nel 1873. E' un quadro molto pacifico, potrebbe significare che la persona sia alla ricerca di nuovi mondi e nuove culture, di molte cose da scoprire. La curiosità fa da padrone a quella persona, e credo... Che tu la rispecchi molto bene questa persona: Lara Croft » L'archeologa si stupì nel vedere la conoscenza di Miranda attraverso un quadro che lei amava particolarmente, le fece un piccolo sorriso e poi tornò a guardare Kurtis. Egli la prese per il mento e cercò di avvicinare il suo viso a quello di Lara, ma lei si allontanò subito dopo, risalendo le scale « Winston, prepara due camere, abbiamo ospiti ».
 
 
Lara, dopo avere spiegato il tutto a Winston, si ritrovò nuovamente nel soggiorno. Niente sacchi da boxe da colpire, solo la musica classica che echeggiava nella stanza. La rilassava, la faceva sentire libera e senza pensieri. Perché Kurtis è venuto così? Dopo ben tre mesi senza notizie? Miranda poi l'aveva stupita, una "cieca" forte e risoluta, con una grande fiducia nel prossimo e che vuole fare di tutto per liberarlo dal male e dall'oscurità.
Sentii dei passi dietro di lei e si girò di scatto: Kurtis.
Lara scosse la testa annoiata nel vederlo di nuovo, la sua presenza già la intossicava abbastanza senza neanche guardarlo in faccia « Ebbene? Che cosa vuoi? » chiese Lara in tono piuttosto sgarbato, Kurtis non l’ascoltò nemmeno e si mise le mani dietro la schiena, camminando verso lo stereo, e mise una musica piuttosto calzante e sensuale. Lara inarcò un sopracciglio irritata « Beh… Non posso visitare la mia partner nel crimine dopo gli eventi dello Strahov? » disse mettendosi a braccia conserte, facendole un mezzosorriso. Lara si mise le dita nelle tempie, la testa fumava per la rabbia e non riusciva contenerla, la sua voce era veleno nelle sue orecchie, così come i suoi e il suo viso « Ti ho cercato per tre lunghi mesi Trent… Non ti ho trovato da nessuna parte » disse togliendosi le dita dalle tempie, sbuffando « Inoltre… Come faccio a sapere che sei veramente tu e non sei Karel? » disse mettendosi a braccia conserte. Lo scontro nello Strahov se lo ricordava come se fosse una fotografia, indelebile nel cervello e nella pelle. Non riusciva a scordarsi del fatto che Karel si era trasformato in Kurtis, manipolandole la mente e dubitando del fatto che egli è esistito veramente. Kurtis si avvicinò a Lara, mettendo una mano nel suo fianco. Lei mise la sua mano nel suo polso, per togliere quel tocco che avvelenava anche la sua pelle, ma la presa di lui era forte quanto una corda al collo « Balla con me… » parole semplici e fugaci. Lara si morse la parte sinistra del labbro inferiore, dubbiosa.
Alla fine accettò l’invito.
 
Si ritrovarono nel centro del soggiorno, mani nelle mani, gambe che si muovevano al ritmo incalzante del tango, le mani di Kurtis che l’avvicinavano a se, mentre Lara si allontanava sempre di più da lui. Si girò ed egli la prese per i polsi girandola nuovamente « Credimi se sono stato in coma per tutto questo tempo » disse mentre avvicinava il suo viso a quello di Lara, ma lei guardava verso destra, con gli occhi chiusi e guidava Kurtis verso di se. Lo voleva attirare in una trappola e il tango era la mossa perfetta per adescarlo nella trappola, era come comprare le caramelle ad un bambino « Che cosa vuoi da me Kurtis? » domandò dura mentre mise la sua coscia nel fianco di Kurtis e la mano sinistra nel petto di lui, mentre il suo braccio destro veniva tirato da Kurtis e si piegò all’indietro « Rivoglio il mio Chirugai Lara, e ho bisogno del tuo aiuto » Lara aprì gli occhi, il suo sguardo divenne rabbioso e lo allontanò di colpo. Kurtis la guardò mordendosi per un’attimo le labbra, poi la vide che si legava i capelli in uno chignon intrecciato con un elastico che aveva nel polso, lui invece si sbottonò la camicia fino a metà petto. Lara fece con la mano un cenno a lui di avvicinarsi, Kurtis si avvicinò e le prese i fianchi, per poi farla inarcare all’indietro, mettendo il suo petto in combacio con il suo « E per cosa ti servirebbe il mio aiuto? » disse Lara mentre si aggrappò con il braccio destro sulla sua spalla e lui lentamente la riportò dritta, i loro visi si incontrarono di nuovo, le punta dei loro nasi si toccavano e i loro respiri erano vicinissimi l’uno con l’altra. Per Lara la tentazione di baciarlo era enorme, le sue labbra la invitavano ad assaggiare il sapore delle sue labbra, una tentazione così grande non l’aveva provata con nessuno. Kurtis prese la coscia di lei e la portò nuovamente nel suo fianco « Per cercare un Tempio nascosto in Turchia. » disse Kurtis chiudendo gli occhi, anche lei chiuse gli occhi mentre si girò su se stessa, mettendo la sua schiena nel petto di Kurtis, le mani di lui toccavano nuovamente i suoi fianchi. Si sentiva in armonia con il corpo di Lara, più di quanto lo si sentiva con le altre donne con cui egli è stato, ma Lara era diversa e lo sentiva sin nelle ossa. Non era una donna che si affascinò a lui solo per il suo aspetto, ma anche per la sua storia dietro, lei era un’avventuriera e il mistero faceva parte del suo mondo fra artefatti e pericolo. Lara alzò le mani fino a toccare le guance di lui ed accarezzarli il viso « Un tempio? » lui la girò a se e se la ritrovò nuovamente faccia a faccia, facendo camminare Lara all’indietro, le mani ancora nei suoi fianchi, il veleno del suo tocco continuava ad avvelenarle la pelle candida ma in questo momento a Lara non le importava del veleno che scorreva, era attaccata a lui e non voleva più staccarsi « Sì, il tempio dei Nephilim, sei coinvolta fino al collo » disse mentre le prese il polso e la girò nuovamente, le gambe di Lara fecero una semi spaccata, il braccio destro di Kurtis era legata nella vita di lei, il suo mento appoggiato nella spalla di lei, ove frenetico dalla sensualità del momento, per provocarla, la baciò. Lara lo guardò con gli occhi semichiusi il gesto, le labbra di Trent nella sua pelle gli fecero uno strano effetto e sentii i brividi lungo la schiena mentre Kurtis la rimetteva in posizione eretta e la girò nuovamente a se, i loro visi ancora estremamente vicini l’uno dall’altro. Lara teneva il braccio appoggiato nelle sue spalle mentre con l’altro era libero « Hai paura di farlo da solo? » lo provocò Lara, mentre si staccò da lui di pochi centimetri, Kurtis le toccò la spalla delicatamente per farla girare verso di lui. Lei teneva gli occhi chiusi mentre Kurtis le accarezzava le spalle sensualmente, non badò alla domanda che fece Lara, si limitò a guardarla, mentre il ritmo della musica si faceva sempre più lieve. Lara si avvicinò a lui, il suo petto si incastrò con il suo mentre di colpo appoggiò le sue labbra carnose su quelle sottili di Kurtis e la musica fini.
Le mani di lui ancora sulle spalle di lei, gli occhi chiusi per il bacio inaspettato da parte sua. Lara mise le mani sul suo petto, assaporando il suo veleno umano, che avvelenava il suo corpo e la sua mente. Si staccò togliendo delicatamente le labbra e lo guardò negli occhi, con un pizzico di provocazione nello sguardo « Sei un codardo » disse a bassa voce mentre si sciolse dal suo corpo e usci dalla stanza, soddisfatta della provocazione che fece a Kurtis.
 
 
 
Miranda aveva le mani davanti al muro, le tolse di colpo, andando all’indietro, colpendo il bordo del suo letto a baldacchino. Aveva spiato Lara e Kurtis durante il loro momento in quale i due ballavano il tango, ci teneva al fratello e voleva vedere il rapporto che aveva con l’archeologa.
Miranda si sedette sul letto mettendosi le mani ai capelli, sospirando. Avrò fatto la cosa giusta? Si domandò cercando una giustificazione a quello che aveva appena fatto. Sì, era giustificata. Poteva vedere di nascosto le azioni del fratello poiché egli non parla quasi mai delle sue relazioni amorose. Anche quando stava con Elsa lo nascondeva. Miranda non ha mai avuto una storia d’amore, per il suo “problema”, perciò non ha mai provato l’enfasi di un uomo con una donna ed ella voleva mandare via la sua “cecità” a tutti costi. Ma quando sarebbe stato il momento di mostrarsi al mondo per quello che ella è? La domanda se la faceva da quando è nata. Alla porta bussarono, Miranda andò nella porta e l’aprì, nelle labbra della ragazza si aprì un sorriso premuroso mentre toccò le spalle di Winston e lo portò dentro la camera « Prego, Siediti pure » disse mentre prendeva il suo vassoio d’argento e lo appoggiò sulla scrivania in mogano « Credevo che la signorina Trent volesse un po’ di the » disse Winston si sedette sopra il letto di Miranda, ella scosse la testa « No Winston, non sono quel tipo di cieca… » disse, per poi prendersi una lunga ciocca dei suoi capelli castani. Winston le fece cenno di sedersi accanto a lui, Miranda non esitò e si mise vicino a lui. Studiò il suo viso, vecchio e rugoso e anche il suo corpo gobbo, stanco e stressato dal lavoro che faceva. Miranda si accorse che Winston tremava, iniziò a tossire, ella diede dei colpi nella schiena del Maggiordomo « Stai bene? » domandò Miranda quand’egli smise di tossire. Lui annuii e guardò alla ragazza con uno sguardo amaro « Ho una malattia ai polmoni signorina Trent » disse mettendosi una mano nel petto, Miranda lo guardò con pietà, le sopracciglia irrigate in una espressione preoccupata « Sono debole in questo momento, ma ciò che mi motiva a continuare è l’amore paterno che nutro per la signorina Croft. » Winston la guardò negli occhi, Miranda era commossa, una lacrima nera uscì dal suo occhio nero, cadde dalla sua guancia come una lacrima normale « Nonostante il problema fisico che hai signorina Trent, pensa all’amore che hai per tuo fratello, lui è la tua ragione di vita, mi sbaglio » Lo sguardo di Miranda si addolcì. Si, Kurtis era il suo eroe, più di quanto lo era stato suo padre. Come ogni figlia stimava il padre ma con Kurtis aveva un legame speciale, un legame della quale forse la morte poteva spezzare. Alla fine Miranda annuii alla domanda di Winston « Esattamente Winston… Lui è il mio eroe. »
 
 
 
Camera oscura, con molte candele attorno. Karel era debole, i segni nella sua pelle lo indebolivano e lo bruciavano fino all’anima corrotta e oscura. I suoi occhi si illuminarono di rosso quando aprii una botola, ove dentro c’erano tanti Nephilim addormentati, prese fra le braccia il corpo addormentato del Nephilim che gli interessava. I lunghissimi capelli neri coprivano le nudità del corpo viola della donna, lo sguardo duro era spento poiché ella era in un sonno profondo. Karel si avvicinò al viso della donna e le baciò le labbra delicatamente « Karim… » disse non appena si staccò dalle labbra della Nephilim. Karel le accarezzò il viso, toccando leggermente con le dita gli occhi chiusi, il naso e le labbra. « Te lo prometto, vi risveglierete, e porteremo l’inferno sulla terra non appena Lara Croft troverà il modo di entrare nel Tempio » disse mentre rimise il corpo addormentato di Karim dentro quella botola, il luogo di riposo ove i Nephilim sono rinchiusi; Il Limbo creato dalla famiglia Heissturm. « Ma per adesso… » disse girandosi, vedendo tre persone davanti a se: due uomini ed una donna asiatica.
Il primo uomo aveva tratti europei, non doveva avere più di quarantasette anni. I capelli brizzolati e le rughe lungo le guance e gli occhi, vestito con una camicia grigia e i pantaloni del medesimo colore. Il secondo uomo era a torso nudo, con degli scheletri nelle spalle ed una lancia in mano, aveva dei pantaloni tribali, nella vita aveva delle cinture in argento. Era un giovane sulla ventina, con le treccine nere e corte nei capelli. La donna non doveva avere più di diciannove anni ma dall’aspetto sembrava pericolosa: pelle bianca ricoperta da abiti succinti neri e rossi, ed un mantello nero, i capelli lunghi erano sciolti e di fianco aveva una Desert Ranger ed una sciabola dalla lama nera. Karel li guardò ad uno ad uno, facendo un sorriso sadico. « Limitiamoci a rendere la vita impossibile ai membri rimanenti della famiglia Heissturm-Trent ».
 
NdA:
Salve! :D Non so chi attendeva l’aggiornamento ma finalmente ho aggiornato! Stiamo entrando piano piano nel succo della storia e spero di avervi incuriosito :3
Almeno un pochetto dai ^W^ xDD
Comunque spero di aggiornare il più presto possibile, per il resto vi lascio con la suspence :D
Al Prossimo Capitolo :D
 
-Anya

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Capitolo 5
*** Il Tempio dei Nephilim ***


Karel si mise la mani giunte a guardare i suoi colleghi, studiandoli uno ad uno. Luigi Tornabuoni, l’europeo, guardò al Nephilim aggiustandosi la cravatta e guardandolo con disprezzo. Jing Ling, l’asiatica, lo guardava con occhi duri mentre con le dita toccava l’elsa della sua Katana di metallo nero. Mongkut, l’indigeno, teneva le braccia conserte lungo il petto nudo e coperto di teschi nelle spalle. Karel schioccò le dita e tre chiavi apparirono davanti a loro « Il tempio non può essere aperto se non sono i Lux Veritatis ad aprirlo » disse mentre Jing Ling prese la sua chiave, era una chiave a forma di serpente, nera e gli occhi dell’animale erano rossi come rubini, lo squartò con superficialità « E che cosa dovrei fare con questa chiave? » disse Jing Ling mettendosi una mano nel fianco destro e storcendo il naso. Karel la guardò male, avvicinandosi velocemente alla donna, la prese per il collo ma non strinse la presa. Sapeva che Jing Ling era impulsiva e pericolosa, forse troppo per una donna del suo rango. Ella era la figlia bastarda del boss mafioso della Corea del Sud: Hyon-Su Xué Lan, e di una civile cinese stuprata dallo stesso boss: Lian-Hua Zhao. La madre l’ha cresciuta da sola, non sapendo che la bambina aveva un oscuro segreto…
A soli tre mesi le è apparso in sogno Pieter Van Eckhardt, l’Alchimista Oscuro e leader del Cabal, una setta misteriosa e oscura, esistente dal XV Secolo. Egli la nominò suo successore qualora egli morisse.
Crescendo i suoi poteri da alchimista sono cresciuti dentro di se, ma fecero nascere un lato oscuro nella ragazza. A soli diciassette anni uccise la madre a sangue freddo per divertimento, bevendo il suo sangue non appena ella morii atrocemente per mano della figlia, ma non risparmiò neanche il padre. Quello stesso giorno si infiltrò nel quartier generale della mafia e lo uccise a sangue freddo con la katana di metallo nero che ancora oggi tiene vicino, essendo la sua fedele compagna di vita e di uccisioni. Prese il comando della Mafia sudcoreana mostrando la testa tagliata del padre ai membri in quella sala, dicendo che lei aveva il controllo su di essa. Jing Ling e Karel non avevano un rapporto come lui ed Eckhardt, si rispettavano anche se spesso avevano dissapori enormi.
« Ci stavo arrivando Xué Lan » disse mentre rallentò la presa della mano nel suo collo, lasciando respirare la ragazza « Ne discuteremo più tardi nella mia tenda Alchimista Oscura » disse per poi ammiccare le sopracciglia una volta. Jing Ling abbassò il capo, non accennando ad alcuna espressione.
 
Mongkut prese la sua chiave, essa era d’argento, con un teschio sopra e gli occhi come zaffiri « Le mie schiave renderanno la vita impossibile per fare recuperare la chiave a me assegnata » disse Mongkut, stringendosela nel suo palmo, da esso uscii una forte luce azzurra ed un ghigno maligno venne nelle sue labbra. Mongkut era uno stregone di oltre cinquecento anni ma dal suo aspetto sembrava che egli ne avesse venti, viveva in un tempio sottomarino in Thailandia, sotto la città di Bangkok, protetto da creature marine create da lui. Gli abitanti della città credevano che l’esistenza di Mongkut sotto le acque del golfo thailandese fosse solo una leggenda, non si è mai mostrato in pubblico ma si mostrava sempre sotto forma diversa quando andava in superfice. Specialmente quando qualcuno aveva delle schiave da venderli. Solo i Reietti, I traditori dei Lux Veritatis osava portare delle donne per poi renderle sue schiave, oppure i Nephilim.
Le sue schiave non erano semplici schiave, avevano qualcosa di molto più oscuro.
Karel fece un mezzo sorriso a Mongkut, sapendo che egli è ubbidiente fino al midollo « Ne sono più che certo Mongkut, le tue schiave sono speciali. » disse mentre si passò una mano nella fronte, massaggiandosela.
Luigi prese la sua chiave con convinzione, era dorata e attorno ad essa c’erano delle foglie e nello smeraldo si poteva vedere una figura di una giovane donna che copriva le nudità con i capelli.
Luigi Tornabuoni era il capo della Mafia di una piccola città italiana, ove il pericolo arriva quando meno te l’aspetti. Egli non è “speciale” quanto a Jing Ling o a Mongkut ma di certo è strategico, Karel aveva promesso a Luigi che se lo avesse aiutato a risvegliare i Nephilim dal loro Tempio, lui avrebbe avuto la città di Enna per se. « Farò quello che posso Karel » disse con una punta di orgoglio nella sua voce. Karel si mise davanti a loro, guardandoli ad uno ad uno e toccando una superfice di pietra « Il luogo ove siamo adesso è il Tempio dei Nephilim, luogo sacro a me e alla mia razza, non che mio palazzo imperiale » Jing Ling si morse il labbro, sapendo di ciò che egli parlava. Poteva sentire dolore e rabbia nella sua voce, c’è l’aveva a morte con la famiglia Heissturm-Trent, erano due famiglie potentissime e sapeva che la stirpe è continuata e forse è destinata a continuare.
« Circa ventinove anni fa due Lux Veritatis erano entrati qui dentro, nel mio Tempio… Ed hanno fatto strage di tre Nephilim, senza alcuna pietà ».
 
Konstantin ed Abigail camminavano con una torcia in mano in quel luogo estremamente buio. La donna si portò le mani nella pancia, gonfia dalla gravidanza ormai da otto mesi. Era in fragile stato ma ha insistito per accompagnare Konstantin in Cappadocia. Si avvicinò alla moglie e la prese per le spalle, guardandola negli occhi « Se sei stanca dimmelo » disse con un tono piuttosto preoccupato. Abigail scosse la testa, sorridendo dolcemente « Sto bene Konstantin » disse mentre i suoi occhi azzurri brillavano di dolcezza. Konstantin si avvicinò al viso della moglie e la baciò a fior di labbra. Lasciando su di esse il sapore di un bacio casto. Abigail si irrigidii alla figura di tre donne dalla pelle viola « Konstantin… » lo chiamò e lui si girò a guardare le donne; erano dei Nephilim. Uscite in qualche modo dal Limbo che anni orsono suo nonno costruii per tenerli rinchiusi per sempre. La donna al centro aveva i capelli neri medio lunghi, molto ondulati e gli occhi azzurri che si illuminarono. Era vestita con un abito rosso, solo il suo seno era ricoperto e le gambe erano scoperte, la gonna scendeva quasi fino al suo ginocchio. Mise una mano sul suo fianco « Bene bene… Konstantin ed Abigail Heissturm… » disse provocatoria mentre Abigail prese dalla sua destra un pugnale dall’elsa e la lama bianca, si illuminò di grigio alla vista della Nephilim; un Cristallo di Luce « Lymn, credo che essi saranno un ottimo pasto » disse la voce di una ragazzina. Aveva gli stessi capelli neri di Lymn, soltanto che essi erano legati in una comoda coda di cavallo e vestita in un semplice abito nero, gli occhi gialli, come quelli di Lymn, si illuminarono. « Già Galadriel… Credo che il Mostro ha fame…» disse Lymn facendo un mezzo sorriso.
Abigail iniziò a gridare, poiché sentii una presa forte da dietro. Un altro giovane volto viola era vicino alla faccia di Abigail, gli occhi verdi erano illuminati e i capelli neri e corti completavano il viso della ragazzina. Lymn e Galadriel risero « Bella presa Jylum, una donna incinta… che bella offerta » disse Galadriel mentre si incamminò verso Konstantin. Egli prese il Cristallo di luce di Abigail e lo conficcò nella testa di Jylum, per poi prenderlo successivamente.
La Nephilim urlò agonizzante mentre mollava la presa su Abigail. Galadriel urlò forte nel vedere la sorella morire, il suo urlo rimbombò in tutta la stanza. Corse verso Abigail, mentre delle luci d’energia apparirono nella sua mano. Abigail si mise le braccia davanti a se e uno scudo protettivo la coprì, Galadriel appena toccò la sfera venne scagliata all’indietro, sbattendo la testa nel marmo duro e grigio, ma era cosciente. Ringhiò mentre si mise sulle ginocchia, i suoi occhi si illuminarono intensamente e la sclera divenne rossa e i canini si allungarono. Abigail girò attorno a se le braccia creando una forte tempesta di fulmini, lo scagliò verso la Nephilim mentre ella correva verso la donna e lanciava sfere di energia bianche. Ma Abigail ebbe la meglio, un fulmine prese il petto di Galadriel, stordendola e mettendola nuovamente sul terreno pieno di pietre e sangue. Konstantin le lanciò il Cristallo di Luce, il quale lo prese avendo i riflessi attenti e acuti. Si inginocchiò alla destra di Galadriel, la quale appena la vide le mostrò i suoi canini ringhiando. Abigail mise il Cristallo in mezzo ai seni di Galadriel, per poi lacerare la carne di lei, dividendo a metà il suo petto e stomaco. Il corpo della Nephilim si riempii di sangue nero, così come le mani di Abigail. Tolse il Cristallo dalla sua carne mentre Galadriel moriva agonizzante. Lymn sentii la rabbia crescerli in petto, velocemente si avvicinò a Konstantin e lo prese per la gola, affondando le sue unghia nella carne. Egli gli diede un calcio nello stomaco per allontanarla, per il dolore Lymn si mise la mano nel punto dolente, il sangue bagnò la sua mano. La ragazza prese dal suo fianco una catena arrugginita e prese Konstantin per le braccia, ma prese i bordi della catena e si liberò, per poi avvolgere Lymn in essa. Ella lo guardò con un volto misto fra rabbia e disgusto « Sei un essere senza pietà Heissturm! » disse per poi sputare un po’ di liquido nero per mandare via quel sapore atroce dalla sua bocca. Stava arrivando la fine anche per Lymn. Jylum e Galadriel sono morte e il loro corpo è avvolto dal sangue. « Sappi che alla tua stirpe ci penserà Karim non appena ella si sveglierà, ella è l’imperatrice dei Nephilim assieme a Karel. L’Armageddon arriverà, stanne certo Konstantin. E la tua stirpe così come gli altri Lux Veritatis morirà per mano nostra e la terra sarà purificata dagli uomini! » disse mentre Konstantin si avvicinò alla ragazza prendendo il Cristallo di Luce dallo zaino. Non si spaventò delle parole di Lymn, alzò il Cristallo e lo mise in mezzo alla fronte della Nephilim, ella urlò con agonia ed angoscia mentre Konstantin tolse il Cristallo dalla fronte. Il bel viso di Lymn era ricoperto di sangue e bagnava il naso e le labbra di lei.
Abigail corse verso il marito e mise una mano sulla sua spalla, Konstantin si girò verso di lei, guardandola « Sigilliamo il limbo e il tempio… »
 
Karel aveva gli occhi pieni di rabbia a quel ricordo. I Nephilim erano connessi fra le loro famiglie, anche con le famiglie della loro consorte. Ha visto la morte delle cognate come se lui fosse loro, ha sentito il sangue versato e le urla gridate dalle donne. Aveva giurato che avrebbe sterminato tutti i Lux Veritatis quel giorno, e ha giurato anche che non avrebbe concesso l’avverarsi della profezia. La terra sarebbe stata loro e nessuno avrebbe impedito l’Armageddon.
« Apocalisse… Armageddon… Chiamatela come volete, ma la terra sarà nostra e del Cabal. Libereremo il mondo da ciò che è impuro » disse Karel per poi alzare un pugno verso l’alto. Jing Ling, Mongkut e Luigi fecero lo stesso gesto dell’Imperatore « Che il lato oscuro del Sole sia con noi » disse Jing Ling mentre il suo pugno divenne rosso.
Karel fece un mezzo sorriso al gesto dell’Alchimista Oscura.
 
 
 
Più tardi Karel era nella sua tenda a leggere alcuni documenti. Più che altro dei dossier su Lara Croft. Marteen Gunderson gli ha procurato delle informazioni piuttosto succose ed interessanti su di lei. Figlia di Lord Henshingly Croft e Lady Simone Croft, una famiglia aristocratica molto rispettata in Inghilterra. Istruita e colta, a soli sedici anni accompagnò al professor Von Croy in Cambogia per recuperare l’Iride, la spedizione purtroppo non finì bene. A ventun’anni ebbe un incidente aereo sull’Himalaya, ove forgiò la sua sete d’avventura e imparò a cavarsela da sola. Questa esperienza forgiò il suo carattere forte e risoluto, acido e tagliente quanto la lama di una spada. C’era inoltre da dire che Lara Croft era bella, bella come un angelo del paradiso, forse era anche questo attributo della donna ad affascinare Karel ma anche odiare la donna. Leggendo piano piano i dossier viene a scoprire che la donna è stata diseredata dai suoi genitori ma ella riuscii a finanziarsi i suoi viaggi scrivendo le sue avventure.
Quello che lo colpi di più fu l’avvenimento del 1999, la sua avventura in Egitto; Un’apocalisse quasi scatenata perché ha predato la tomba del Dio Seth, i cieli nel Cairo erano rossi a causa di quella donna, il dio dell’Oscurità era quasi riuscito nell’intento ma è stato sconfitto da quella donna. Per punizione per la sua spavalderia, la Grande Piramide le crollò addosso, rimanendo li sotto per giorni senza aria e senza acqua, fino a quando Ahret e Putai non la trovarono, sentendo i suoi respiri e la sua ricerca di aria.
Karel pensò che quell’esperienza in Egitto sarebbe stata una carta perfetta da giocare, per rendere vulnerabile a colei che tiene uno scudo di ferro per difendersi dalle emozioni e dalle brutte esperienze.
Jing Ling entrò nella tenda, aveva un abito corto e nero, con alcune strisce rosse nei bordi ed i capelli legati in una pulita coda di cavallo. Lo guardò inarcando un sopracciglio e si avvicinò a lui, toccandoli un braccio « Dossier su quella puttana immagino » disse squartandoli con disgusto e con disapprovazione. Ella aveva ucciso il suo predecessore, che segretamente amava con tutta se stessa. Ma sapeva che i rapporti fra Karel ed Eckhardt erano strani e non andavano quasi mai d’accordo.
Karel si girò e si alzò dalla sedia, tolse la mano di Jing Ling dal suo braccio e la prese per i fianchi, avvicinandola al suo inguine, lei capì che era eccitato e sentiva la virilità di Karel pulsare sotto i suoi pantaloni. Jing Ling e Karel, a differenza di Eckhardt, avevano un rapporto molto diverso, in aggiunta di una cosa piuttosto proibita fra umani e nephilim; Il sesso.
Non c’era un filo di amore tra i due, non provavano sentimenti l’uno per l’altra. Fra i due non c’era altro che due corpi, il sudore e l’odore del sesso. Karel prese la coscia di Jing Ling e la attaccò nel suo inguine « Hai indovinato, ho scoperto una cosa piuttosto fruttuosa e che potrebbe andare a nostro vantaggio per attaccare quella puttana. » disse per poi mettere la mano sotto la gonna di Jing Ling e prendere il bordo dei suoi slip e sfilarglieli senza esitazione. Lei per ricambiare gli sbottonò la camicia, facendola scivolare lungo le sue braccia e cadde per terra come una foglia in autunno « Credo che sarà una bella strategia per renderla debole » disse per poi toccarli il petto e buttarlo sul letto e mettendosi sopra di lui. Lo baciò con foga, penetrando la sua lingua nella bocca di Karel, lui nel frattempo le tolse il vestito graffiandole la pelle bianca con le sue unghie nere. Ella era ormai abituata ai suoi graffi e alle sue provocazioni, per cui lasciò che il suo corpo fosse suo giocattolo « Esattamente » disse Karel mentre lei gli tolse i pantaloni, subito dopo lui si ritrovò di sopra a lei « Ma non prima di un ricatto » disse per poi affondare la faccia nel collo di Jing Ling e morderlo , con una mano nella sua femminilità, giocandoci con essa. Lei emise gli orgasmi senza esitare, delle gocce di sudore incominciarono a scendere lungo la fronte della donna e si morse le labbra per il tocco di Karel lungo la sua femminilità. « E per i figli di Konstantin? » disse fra un orgasmo e l’altro, cercando di rilassarsi, anche se sapeva che il suo corpo era ormai in suo possesso. Karel si staccò dal suo collo e la guardò negli occhi, facendo un sorriso accattivante « Vedrai... Vedrai… »
 
 
 
Erano le sei di mattina, Lara era con le sue nove millimetri in mano nel retro del suo giardino, ad allenarsi con i bersagli. Gli eventi di ieri erano ancora impressi nella sua pelle ed il sapore di Kurtis era ancora sulle sue labbra. Decise, nonostante gli ospiti, di allenarsi la mattina presto. Un bersaglio spuntò, Lara sparò un colpo sulla fronte ed esso cadde all’indietro. Poco dopo spuntarono altri due bersagli dietro di lei, fece una ruota in aria e sparò ai due bersagli sul petto.
Altri tre bersagli arrivarono, prese un coltello dalla sua scarpa e lo infilzò nella testa di un bersaglio, per poi sparare alla testa degli altri due. Lara si sentiva tranquilla e rilassata quando si allenava a quest’ora della mattina, la brezza delle sei del mattino la rendeva carica. Chiunque sarebbe rimasto stordito ad allenarsi a quell’ora ma non Lara. Ella sentii dei passi abbastanza vicini, si girò con la nove millimetri nella mano destra, mentre l’altra era nell’apposita fondina.
Era Kurtis, con le braccia conserte e la guardava con lo sguardo scocciato. Era senza maglietta e i suoi addominali e muscoli erano illuminati dal sole, i suoi pantaloni del pigiama erano neri e come ciabatte stava usando i suoi anfibi. Beh… Cose così non si vedono tutti i giorni disse a se stessa mentre si avvicinava a lui, facendo un mezzo sorriso dalla parte sinistra delle labbra. Kurtis sbuffò nel vedere che si avvicinava « Croft sono le sei del mattino, non mi dire che lo fai tutti i giorni » disse con un tono piuttosto capriccioso. Lara gli diede un pugno sulla spalla per provocarlo « E’ un’abitudine signor Trent, quindi abituatici se vuoi che ti aiuto a trovare questo Tempio. » Kurtis inarcò un sopracciglio sorridendo e si mise in posizione di difesa, Lara lo guardò confusa, mettendosi una mano nel fianco « Che vuoi fare? » domandò mordendosi il labbro. Kurtis rise alla sua domanda, scuotendo la testa « Che cosa vorrei fare secondo te? Sono parecchio arrugginito dal coma quindi se non ti dispiace… » Lara capii ove voleva andare parare, si stiracchiò le dita delle mani ed incominciò a lanciarli un pugno verso la faccia ma lui lo bloccò portandolo a destra. Lara ci riprovò una seconda volta ma lui lo parò nuovamente. Si inginocchiò e fece una capriola a trecentosessanta gradi per farli perdere l’equilibrio. Kurtis cadde di schiena ma si rialzò con un salto acrobatico, lanciando dei calci verso Lara, lei li schivò con una ruota all’indietro, ne fece un’altra in avanti e lo colpì nel mento. Kurtis sentii il dolore lungo la mascella ma non ci fece molto caso. Lara prese dei rami solidi dall’erba e ne lanciò uno a Kurtis « Alcuni dei nostri nemici avranno di sicuro armi bianche quindi alleniamoci anche con queste. » disse Lara mentre si girò il suo ramo fra le sue mani. Kurtis lanciò un doppio fendente contro di lei ma riuscii a schivarli entrambi, mandando uno verso sinistra e l’altro verso destra. Lara lanciò un leggero fendente contro Kurtis ma lui riuscii a pararlo, i loro rami erano vicinissimi, cosi come i loro visi. Non poteva permettersi di cadere nella lussuria adesso, voleva vincere a tutti costi. Approfittando della distrazione di Kurtis, Lara lo colpii nel ginocchio e il suo ramo cadde dalla sua mano. Lei lo prese e mise entrambi i rami vicino al collo di Kurtis « Ho vinto » disse con un sorriso trionfante, ma Kurtis prese il suo polso e la girò, storcendo il suo braccio e prendendo entrambi i rami. Lara si girò per poi darli un calcio nelle parti inferiori del suo corpo, ma non fecero effetto.
Si ritrovarono nuovamente faccia a faccia, Kurtis teneva le braccia alzate, con in mano due rami. Lara, cadendo nella tentazione, si lasciò cadere le mani sul petto di Kurtis. Lui invece lasciò cadere i rami e le toccò le spalle. Una sensazione di deja-vu percosse la mente di Kurtis. Erano come al Louvre, ma stavolta era l’alba e i loro corpi erano vicinissimi l’uno con l’altra, quasi quanto i loro visi.
Avanti Kurtis, baciala, non fare il codardo pensò mentre le accarezzò le spalle ho già fatto la mia mossa ieri, ora tocca a lui pensò Lara mentre alzò lo sguardo, guardandolo negli occhi. Al tre … pensò lui mentre con la mano destra prese la guancia di Lara
Uno… e chiusero entrambi gli occhi, i loro respiri erano calmi quanto la brezza d’estate.
Due… i loro visi si stavano avvicinando, entrambi i loro cuori stavano esplodendo nel petto.
Tre. Le loro labbra si incastrarono alla perfezione. Stavolta il loro bacio sapeva di dolcezza e promessa, non c’era provocazione in esso, soltanto un dolce e semplice bacio. Lara e Kurtis non erano fidanzati, ma non erano manco amanti. Entrambi nascondono dei sentimenti l’uno per l’altra ma per l’orgoglio che provano sono costretti ad ignorare i loro sentimenti, visto la gravità della situazione che sta succedendo.
Ma in quel momento non sembrava importare. Si staccarono guardandosi negli occhi, confusi ma felici del risultato ottenuto Che cos’è questa sensazione? Pensò Lara mentre si allontanò da lui e camminò a passo veloce verso l’entrata della casa. Kurtis rimase fermo al suo posto, guardando Lara che rientrava nel maniero Sono un idiota… pensò mentre si mise una mano davanti agli occhi e rientrò anche lui nel maniero.
 
 
Dopo una abbondante colazione, i tre si ritrovarono nella stanza segreta di Lara, ove lei teneva tutte le reliquie da lei raccolte; I frammenti dello Scion, Il Pugnale di Xian, La Pietra Filosofale, Il Libro dei Demoni, L’Iride e I Manufatti del Meteorite.
Miranda guardò la mappa del tempio sospirando, vedendo che avevano bisogno delle chiavi per accedere li dentro « E’ più difficile di quanto pensavo … » disse mettendosi le mani ai lati della bocca. Lara inarcò un sopracciglio e guardò la mappa, confusa « Non capisco » disse. Miranda la guardò ed indicò le chiavi nella mappa « Il Tempio è sigillato con delle chiavi che almeno tre Lux Veritatis devono utilizzare … » Lara annuii gravemente, lei era una semplice archeologa, non un cavaliere affiliato alla protezione della Luce, non aveva poteri sovrannaturali come Kurtis e Miranda, lei era semplicemente Lara Croft, una donna con i genitori che l’hanno diseredata a soli ventun’anni ma che riuscii a cavarsela da sola nonostante il tutto.
« Ma se uno… come me utilizzasse questa chiave? » domando mettendosi a braccia conserte. Kurtis la guardò con uno sguardo neutro « La chiave succhierebbe via tutta la tua energia vitale » disse con un tono piuttosto grave. Lara abbassò lo sguardo deglutendo.
Miranda all’improvviso lanciò un urlo e inarcò la testa all’indietro, i suoi occhi divennero viola. Kurtis si avvicinò a Miranda mettendo una mano sulla sua spalla. I veggenti non erano semplici veggenti fra i Lux Veritatis, attraverso i loro occhi potevano vedere ove si trovava un particolare oggetto oppure ad individuare delle persone. Kurtis pregò che potesse trovare dei Lux Veritatis Puri come lui e Miranda.
Si risvegliò dal trance dopo un po’ di tempo, Lara le porse un bicchiere d’acqua, Miranda lo bevve tutto in un colpo, non lasciando neanche una goccia « Quanto è distante Liverpool da qui Lara? » domandò Miranda alzandosi dalla sedia e andò verso il camino spento, appoggiandoci un braccio sopra di esso « Circa 365 km da qui… » disse per poi guardare a Kurtis negli occhi, deglutendo. Lui si avvicinò a Miranda, toccandole la spalla « Miri… Hai trovato qualcuno? » Miranda si girò verso il fratello, dandogli un sorriso dolce « Ho trovato zia Sylvie. »
 
 
NdA:
Salve a tutti! Scusatemi se ci ho messo tanto maaaaa… Spero che il capitolo vi sia piaciuto :3 Come vi ho detto capitolo precedente stiamo entrando nel succo della storia, ci sarà da divertirsi ne sono certa :3
Ah… come avrete di sicuro notato nello scorso capitolo e in questo che c’è un accenno di Romance fra Lara e Kurtis, mi duole informarvi a chi non piace questa coppia che purtroppo la romance tra i due ci sarà muahahah xDD
Mentre a chi piace questa coppia avrà pane per i loro denti :D
Nel prossimo capitolo incontreremo altri due personaggi fondamentali quindi, rimanete sintonizzati :D
 
Ci vediamo alla prossima :D
 
-Anya.

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Capitolo 6
*** Liverpool ***


Partirono per Liverpool alle otto di mattina quel giorno. Lara ha insistito per partire l’indomani ma Miranda ha opposto resistenza, poiché era meglio partire il più presto possibile, dopo un po’ dovette ammettere che la “cieca” aveva ragione.
Entrarono nell’Alfa Romeo GT, Miranda nel posto indietro e Lara e Kurtis nei posti in avanti. Winston li vide partire mentre l’auto sgommava lungo le strane petrose del Surrey.
I primi raggi solari invadevano gli occhi di Lara e Kurtis, dato che erano costretti a mettersi gli occhiali da sole. Miranda, nel frattempo, si era addormentata, poiché ella non era riuscita a dormire perfettamente quella notte.
Lara e Kurtis stettero in silenzio per un bel po’ di ore, mentre pezzi degli ottanta echeggiavano lungo le orecchie di Lara e Kurtis. Troppo imbarazzati per parlare della loro “relazione”, lei si morse le labbra mentre una canzone di Phil Collins arrivò nello stereo e decise di prendere parola; « Che cos’è questo Kurtis? » domandò, non togliendo gli occhi dalla strada, lui guardava il finestrino nel frattempo, la guardò inarcando un sopracciglio, confuso « Come? Vuoi negare l’evidenza? » cercò di non alzare il tono della voce, visto che Miranda dormiva dietro di loro.
Lara sospirò, chiudendo gli occhi per un momento e scosse la testa, mentre deglutiva.
Teneva gli occhi sulla strada, non intenzionata a guardarlo negli occhi « Non abbiamo una relazione Kurtis » le parole erano dure come la pietra, alte di tono e aspre di suono. Kurtis si mise una mano davanti agli occhi, strofinandoseli « Se non avessimo una relazione, ieri non mi avresti baciato… e neanche stamattina ».
Stavolta Lara non parlò, sentiva le lacrime salire lungo la gola. Miranda si svegliò sentendo le parole dei due, chiuse per metà gli occhi, sentendo le parole che si scambiavano i due Non possono farsi del male così… lo capirebbe anche un cieco che avete dei sentimenti l’uno per l’altra… quel pensiero era autoironico, si riferii a se stessa vista la sua apparente cecità.
Lara sospirò e decise di non rispondere, perché troppo presa dalle emozioni e troppo pensierosa per parlare di quell’argomento.
Karel è ancora vivo e sta cercando di riportare alla luce i Nephilim, per scatenare una terribile apocalisse.
Dopo gli eventi a Praga si è sentita come se portasse il peso del mondo addosso. Si sentiva responsabile per la morte di Werner, sentiva ancora le sue mani sporche del suo sangue, nonostante non era lei l’assassina.
Tre anni fa, dopo che Putai ed Ahret l’avevano salvata dalla Grande Piramide, gli aveva passati in crisi, con se stessa e con il mondo.
 
«Quando avrai bisogno di essere forte, ricorda l’amuleto, ti aiuterà a capire » Putai le mise al collo un ciondolo a forma di scarabeo, era blu e rosso, con le ali trasparenti ai lati «Il passato mi ha messa nei guai… » Putai scosse la testa e le prese il mento con le dita, costringendola a guardarla negli occhi « Abbi pazienza Lara » l’archeologa sbatté le ciglia, nel mentre immagini del suo passato nella sua testa come i flashback di un film « Qualunque cosa utile dal passato, tornerà da te nello stesso modo di cui ne avevi bisogno » Lara continuò a guardarla negli occhi, abbassò nuovamente lo sguardo, per poi sospirare e guardare nuovamente Putai negli occhi « Imparerò Putai. » disse per poi sorridere aspramente.
 
« Accosta. » la voce di Kurtis la distrasse, senza chiedere lei accostò, vicino ad un albero di melo. Kurtis scese dalla macchina, sbattendo la portiera, Lara appoggiò la testa sul volante, rimproverandosi. Lei non lo voleva ammettere a se stessa ma era follemente innamorata di quell’americano arrogante ed affascinante.
Orgoglio e tensione sessuale non andavano d’accordo su questo frangente, lasciano Lara con la bocca chiusa e spesso le hanno lasciato entrambi notti insonni, durante questi tre mesi senza sapere nulla di Kurtis.
Scese dalla macchina e vide che Kurtis si era allontanato dalla macchina, corse verso di lui e lo prese per il braccio, lo girò verso di se « Non permetterti mai più a- » non riuscii a finire la frase. Kurtis le prese la vita e la piegò all’indietro, facendola appoggiare sul suo braccio sinistro. Le baciò le labbra, le presse sotto le sue, l’aria mancava a tutti e due ma Lara non si distaccò. Si lasciò andare da quel bacio proibito, non si staccò e non lo respinse. Rimase immobile e si lasciò assaggiare
Casanova. Maledetto… Arrogante… Sexy Casanova. Non poteva fare a meno di pensare mentre le labbra di Kurtis si staccarono dalle sue. « Se non abbiamo una relazione… Allora questo cos’è? Mi avresti respinto al posto di accettarlo… » Lara non proferii parola, rimase immobile. Kurtis la lasciò andare e si allontanò da lei, lasciandola perplessa dopo quel bacio soffocante ed inaspettato « Non ne riparleremo più Lara… » disse per poi girarsi e tornare verso la macchina.
Lara si prese l’amuleto che aveva nel collo e lo scrutò per poi chiuderselo in un pugno e se lo portò alle labbra. Le parole di Putai le vennero alla mente Quando avrai bisogno di essere forte, ricorda l’amuleto, ti aiuterà a capire rimbombarono nella sua testa come un eco in una camera vuota.
Allontanò il pugno fra le labbra e se lo lasciò cadere in mezzo ai seni, lo prese e lo nascose dentro la maglietta nera. Ho bisogno di essere forte… ma nei sentimenti mi aiuterà ad essere forte questo amuleto? Era una domanda retorica, l’amuleto l’ha aiutata ad essere più forte nelle sue abilità a Praga, in fatto fisico non aveva punti di rottura, ma in fatto sentimentale si.
Devo cavarmela da sola per questo percorso attraverso i miei sentimenti… pensò. Lara diede un sospiro, lasciando indietro il sapore di quel bacio.
Rientrò in macchina e vide che Miranda stava ancora dormendo, Kurtis invece non proferiva parlare. Diede motore e riprese il percorso verso Liverpool.
 
 
Arrivarono ad ora di pranzo alla meta, parcheggiarono vicino alla chiesa di St.Luke. Lara a causa dei forti raggi solari fu costretta a mettersi gli occhiali da sole. Kurtis e Miranda dovevano fare la solita sceneggiata, di fingere che lei è cieca davanti alla gente normale.
« Bene, Siamo a Liverpool Miranda, dove l’hai vista esattamente la zia? » domandò Kurtis mentre la fece andare su un marciapiede, Miranda si toccò la tempia, per ricostruire la visione che aveva avuto quella mattina.
« Dovrebbe essere nelle vicinanze del Cafe Tabac, Nella 126° strada di Bold Street » disse Miranda, cercando di non farsi notare per i gesti che faceva. Il sole le dava fastidio ma al momento non poteva permettersi occhiali da sole, sarebbe stato rischioso.
I Normali, come li chiama la gente comune i Lux Veritatis, non erano ancora pronti nel vedere l’ordine segreto dei Lux Veritatis, quindi Miranda era costretta a recitare ed era un peso che non sopportava sopportare
Se solo potessi mostrare che posso vedere… disse a se stessa mentre Kurtis le prese il braccio e lo incrociò con il suo, iniziando a camminare.
Lara camminava, non parlava perché non aveva voglia di sprecare fiato, tra l’altro inutile per una persona come Kurtis. Scosse la testa, togliendo il pensiero di ciò che è successo poche ore fa.
Il bacio inaspettato e soffocante che non la lasciava respirare lo sentiva ancora nelle labbra e nella gola aveva ancora i nodi per la mancanza di aria in quel momento.
Ma se l’era cercata, l’orgoglio lo ha portata a questo.
 
Camminarono a lungo e il sole si fece piuttosto alto in cielo, l’orologio puntava le tredici ed erano davanti al Cafe Tabac. Da esso uscirono una donna ed una ragazzina di sedici anni. La donna era castana, uno chignon legava i suoi capelli in modo elegante, nel viso aveva delle rughe ed esse si notavano maggiormente attorno ai suoi occhi cerulei e nelle basette del suo viso. Era vestita con una gonna corta e nera, una maglietta a maniche corte del medesimo colore, il suo abbigliamento non accennava a nessun’altro colore oltre che il grigio nei suoi collant. La ragazzina non doveva avere più di sedici anni, capelli neri come la notte e pelle ambrata come il miele. Gli occhi castani si intonavano sul suo viso, assieme al sorriso dolce che aveva in volto. Era vestita con una maglietta rosa, scollata nelle spalle e con delle righe rosa scuro in orizzontale, un paio di jeans chiari che lasciavano intravedere il suo piercing all’ombelico e il ventre ben fatto. Aveva un aria più solare rispetto alla donna e sembrava dolce al solo guardarla.
Kurtis, con Miranda a braccetto, si avvicinò verso la donna, mettendosi di fronte a lei, la donna lo guardò inarcando un sopracciglio « Spiacente ragazzo, sono in lutto, non sono ancora pronta per il corteggiamento » la voce di lei era forte e pacata, la ragazzina studiò con precisione il volto di Kurtis, fino a mettersi le mani alla bocca, riconoscendolo.
« Mamma… non è uno qualsiasi » disse mentre mise la mano sulla spalla della madre, lei inarcò un sopracciglio « Che vuoi dire Andrea? » il suo tono divenne duro.
Kurtis aprii la bocca per parlare ma Miranda alzò una mano per zittirlo, prima che potesse proferire parola « Zia Sylvie… Siamo noi: Kurtis e Miranda, figli di tua sorella: Abigail. »
Sylvie sbarrò gli occhi e ricordandosi dei loro volti. Abigail le mandava fotografie e lettere nonostante l’incidente successo quando lei aveva sedici anni.
La sua mente aveva ancora vivo il ricordo di quando scappò di casa; Sylvie era un’adolescente ribelle e fiera, non aveva intenzione di proseguire il suo cammino come Pura.
Ha sempre protetto Andrea dal suo segreto ma la figlia lo sapeva ciò che lei era in passato e di chi era nipote. Sylvie pregava ogni giorno che Andrea non ricevesse mai dei poteri. Sua figlia ha sedici anni, frequenta la scuola più prestigiosa di Dublino e non è popolare fra le sue compagne, ma ha molti amici, che aiuta sempre con la sua infinita dolcezza.
Sylvie manifestò i suoi poteri a quattordici anni, quando Abigail ne aveva soltanto undici.
Passarono gli anni e Sylvie era sempre più incerta sul cammino che ella doveva affrontare, poiché le possibilità che ella fosse destinata a compiere qualcosa di grosso.
Forse più grande della sua stessa vita, ma esso era un peso che non poteva e non voleva portassi appresso nella breve strada che è la vita.
Sylvie decise di scappare, a soli sedici anni.
L’unico dolore che si portava appresso era il dolore di non potere stare accanto ad Abigail.
L’amava, anche se non lo davano a vedere.
Forse era l’unica cosa che amava nella sua vita da Lux Veritatis.
 
Sylvie era nel garage, scoprii la moto che era sotto al velo impolverato. Una Ducati rossa si svelò sotto gli occhi cerulei di lei. Chiuse gli occhi per un secondo, ma stava facendo quello che riteneva adatto per se stessa.
Un pensiero egoista forse, ma il peso era grande, forse più grande del peso del mondo stesso.
E’ un sempre un’umana, nonostante i suoi poteri. Sylvie non voleva vivere così, soprattutto dopo la litigata con il padre, il suo cuore era in gola per ciò che aveva detto a lui e le sue stesse parole tornarono nella sua mente.
Forse sarebbe stato meglio se non fossi mai nata! Parole della stessa Sylvie, che rimbombavano ancora dopo lunghe ore passate a preparare lo zaino di nascosto.
Doveva prendere il primo aereo al di fuori di Salt Lake City, non ne poteva più di stare in quell’ambiente soffocante che era la sua casa, nonché un piccolo rifugio di Lux Veritatis.
Sentii la porta aprire, Sylvie si girò e prese il coltello dal suo zaino. « Abigail… Dovresti essere a letto… ».
Era sua sorella, una minuta ragazzina di tredici anni dai lunghi capelli castani e due lucenti occhi azzurri come il mare, vestita con una camicia da notte rosa con degli orsacchiotti nel bordo.
Si avvicinò alla ragazza e le prese la mano «  Dove stai andando? » domandò Abigail, dai suoi occhi non uscivano lacrime e la voce non era spezzata da esse; era molto calma.
Sylvie si inginocchiò, per essere della stessa altezza della sorella. Mise una mano fra i suoi capelli, per poi arrivare ad accarezzarle la guancia « Non posso restare qui principessa, essere un Lux Veritatis può essere facile agli occhi di una bambina come te, ma per una come me è difficile. Questa vita non fa per me Abigail e.. beh…  » Sylvie guardò in basso, deglutendo l’emozione che stava salendo su nella sua gola.
Abigail le prese la mano dalla sua guancia e la tolse. Strinse la mano come per non lasciarla andare. Sylvie al gesto si emozionò, una lacrima uscii dal suo occhio destro, come una goccia di pioggia su una foglia in estate.
« Ho scelto di andarmene perché non è vita per me piccola.
Non pensare che è stata la litigata con papà a farmi scegliere di andare via, anche se non ci fosse stata me ne sarei scappata lo stesso… Capisci? ».
Abigail rimase zitta per un po’ , per poi annuire gravemente « Sì… capisco…» Sylvie sorrise e si tolse una delle collane che aveva al collo. Il ciondolo aveva la forma di un cuore, era rosso con attorno delle stelle nei bordi. Sylvie ne aveva un’altra simile e la collana che si tolse era un doppione regalato dal suo ragazzo, Carter.
« Prendi questa piccola… » disse mentre mise la collana nel collo minuto di Abigail « In modo che staremo sempre insieme anche quando non sono con te. » disse per poi darle un lieve bacio sulla fronte e si alzò dalla sua posizione per poi salire in sella alla Ducati « Mi prometti una cosa? » domandò ad un certo punto la ragazza.
Sylvie mise il casco sulla moto e guardò ad Abigail « Dimmi » disse con un tono piuttosto agrodolce.
Abigail si avvicinò alla sorella e le prese la mano, stringendola « Mi prometti che rimarremo sempre in contatto? » Sylvie non poteva fare altro che intenerirsi alle parole di Abigail. Mise una mano fra i suoi capelli e li scompose ridendo « Si, ti prometto che resteremo sempre in contatto. »
Parole semplici che uscirono fuori come folate di vento. Sylvie si mise il casco in testa ed accese il motore, sgommando nella strada e lasciando tracce di fumo.
Abigail la vide allontanarsi da casa, mentre la luna illuminava il tutto. Deglutii, cercando di non versare lacrime « Mi mancherai Sylvie…».
 
Quella promessa se la sono mantenuta, si informarono a vicenda, attraverso delle lettere segrete.
E’ stato con quel metodo che Sylvie conobbe l’esistenza di Kurtis e Miranda, lei fece la stessa cosa quando nacque Andrea. Grazie a Miranda conobbe anche della morte di Abigail e di Konstantin.
Sylvie aveva un dolore enorme nello stomaco quando seppe la notizia. Suo marito, Carter, è morto mentre Lara e Kurtis sconfiggevano il Cabal a Praga. Morto a causa di un incidente stradale.
Lara guardò la scena non proferendo parola.
Non conosceva quella donna e non conosceva nemmeno la figlia, quindi non poteva pretendere di conoscere la sua famiglia.
Kurtis non era il suo ragazzo e Miranda non era la sua migliore amica e non poteva permettersi la presunzione di dire certe cose.
Lara si avvicinò a Kurtis e Miranda e guardò alle due donne. La giovane la guardò mordendosi le labbra « Abbiamo bisogno del vostro aiuto… » disse con un tono piuttosto formale.
Sylvie si mise la mano nel ciondolo a forma di cuore che teneva al collo, era un segno di affetto, come per dire che Abigail è ancora viva e anche suo marito. « Aiuto per cosa? Non sono una Lux Veritatis. » provò a mentire a se stessa. Andrea mise una mano sulla spalla della madre « Mamma… non mentire a te stessa… ti prego » disse deglutendo.
Sylvie guardò il cemento per un paio di secondi e poi guardò a Kurtis e Miranda « Vostra madre vi ha detto tutto su di me immagino… Ho rinunciato a sedici anni di prendermi questo incarico… ma…» pausa, guardò a Lara, studiandola con occhio critico, ma affascinata.
Lara era molto bella agli occhi di Sylvie, una luce di determinazione era nei occhi al cioccolato fondente, la forza di una Amazzone risedeva in lei. Che lei sia…? « Vi Aiuterò, qualsiasi cosa essa sia, ma… » ci fu una pausa, Sylvie chiuse gli occhi per riflettere. « Alla fine di ciò voglio che mi fate il Rito della Rinuncia » Kurtis deglutii, Il Rito della Rinuncia non si faceva dalla Seconda Guerra Mondiale fra i Lux Veritatis che volevano essere dei comuni Normali.
Miranda toccò le spalle di Sylvie ed annuii « Va bene » il tono della voce era fievole, ma avevano il loro terzo Lux Veritatis. E adesso era il momento di ritrovare le chiavi del Tempio dei Nephilim.
 
 
 
NdA: Salveeeeeee!
Eccoci al capitolo 6 di Beyond The Darkness, da qui in poi le cose si faranno interessanti quindi… rimanete sintonizzati :D Spero che non vi state appassionando perché credo che sarò più spietata de “Il Trono di Spade” Ahahaha :P
No va beh scherzo :3
Il prossimo capitolo credo che sarà un peletto più breve del solito ma non ne sono certa :\ Come va, va :P
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e grazie mille per il supporto alla fanfiction :3
Ci vediamo al capitolo 7 :3
 
-Anya

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Capitolo 7
*** Abbiamo una pista ***


Lara girava attorno la piccola stanza di albergo, con la mano che sventolava verso delle nuvole di sigarette.
Sylvie tolse dalle labbra la sua sigaretta e studiò a Lara, rimanendo incantata dalla bellezza della donna. Ma ancora non riusciva a capire perché quella luce nei suoi occhi era così famigliare.
Kurtis guardò a Lara, schiacciando la sigaretta nel posacenere. Le parole che gli disse in autostrada erano impresse nella sua testa Se non abbiamo una relazione… Allora questo cos’è?
Erano sue parole, che echeggiavano nella sua testa come rulli di tamburi. Era follemente innamorato di Lara, ma i muri dell’orgoglio impediscono ad entrambi di accettarlo il sentimento che provano l’uno per l’altra.
« Non ne sapete niente di queste roccaforti vero » disse Andrea mettendosi a braccia conserte e sedendosi sul tavolo. Miranda stava studiando la mappa dell’Europa con precisione, la voce della ragazzina le stava facendo salire i nervi « Non è facile se mi continui ad assillare di domande ragazzina. » disse Miranda mettendosi le mani fra i capelli.
Kurtis si avvicinò alla sorella, mettendo una mano sulla sua spalla « Miranda, credo che dovresti ri- » Miranda si alzò di colpo dalla sedia, scostando violentemente al fratello «  Riposerò quando Karel morirà! » disse alzando il tono della voce.
Lara spalancò gli occhi alla reazione di Miranda. Da come l’aveva vista, è sempre stata calma e pacata, decisa su quello che doveva fare.
Ma era agitata. Linee nere caddero lungo le sue guance bianche; lacrime.
Lara andò nel balcone e si mise a guardare l’orizzonte. Era da quasi una settimana che sapeva che Karel è ancora vivo e che molto probabilmente l’apocalisse accadrà da un momento all’altro. Ha distrutto il Dormiente, il presunto ultimo dei Nephilim. Rimasta per due notti in una cella poiché accusata di avere ucciso Werner Von Croy, suo mentore e padre adottivo sotto un certo aspetto.
Ma lei non era Miranda Trent, una Lux Veritatis “cieca” che si sentiva il peso del mondo solo per il potere che aveva; essere veggente.
Andrea uscii dalla stanza e mise le mani sulla ringhiera, guardò a Lara con un sorriso sulle labbra. L’archeologa pensò che quella ragazza sapesse di miele, nelle parole, nella voce e nella personalità, oltre che per la sua carnagione color miele.
« Quindi… Tu sei la famosa archeologa Lara Croft? » domandò mentre con la testa scostò i suoi riccissimi capelli neri.
Lara alla domanda rise, guardando alla ragazza nei suoi occhi scuri. Aveva ragione: Andrea aveva una voce dolcissima, quasi mielosa alle orecchie di una persona innamorata di quella ragazza.
« Sì, sono io.. Erm… » si bloccò, non sapendo il nome della ragazza. Guardò a terra per l’imbarazzo « Andrea, Andrea Jade West » Lara fece un piccolo sorriso « Bel nome, vuoi che ti chiami Jade oppure Andrea? » la ragazzina rise, la sua risata era delicata come la risata di un neonato « Andrea va benissimo ».
Lara annuii, appoggiando le braccia sulla ringhiera « Quanti anni hai ragazzina? » Andrea mantenne il suo sorriso nelle labbra, non badando del fatto che l’aveva appena chiamata ragazzina « Ne ho sedici ».
Lara sbarrò gli occhi all’improvviso, Andrea le ricordava molto la ragazzina sedicenne che c’era nel suo sogno giorni fa. Miranda aveva lo stesso aspetto della donna nel suo sogno, c’era anche Kurtis, ma la donna non c’era. Che fosse un sogno premonitore? Era troppo presto per dirlo.
« Tu non hai poteri vero? » domandò di punto in bianco Lara. Andrea inarcò un sopracciglio, confusa « Che vuoi dire? »
Lara aprii la bocca per parlare, ma Sylvie venne nel balcone, avendo sentito le parole di Lara «  Mia figlia non è una Lux Veritatis, quindi non ha poteri. » disse per poi guardarla male. Lara sentii i brividi lungo la schiena a guardarla e a sentire quelle parole così dure quanto la pietra stessa.
Sylvie la guardò con occhi infuocati per un po’, per poi prendere la mano di Andrea e portarla dentro.
Lara si mise la mano davanti agli occhi, sospirando Non cercare sempre di varcare ogni limite Croft, l’ultima volta che lo hai fatto sei quasi morta si disse mentre prese la sua nove millimetri dalla fondina e la ricaricò.
Stai attenta quando fai le domande la prossima volta si disse per poi mettere la pistola vicino alla fondina. « Si, forse è meglio così Lara. » Si girò di scatto, puntando la pistola verso la direzione della voce: Era Miranda.
Come faceva..? non si fece troppe domande. Mise nuovamente la pistola nella fondina e guardò Miranda a braccia conserte, le sue guance avevano delle righe nere.
La curiosità spinse Lara… « Perché riesci a vedere? » domandò di punto in bianco la donna. Miranda sospirò, guardando alla sua destra « Alla nascita mi si è danneggiato il neurone della vista. Ma… » si indicò gli occhi neri quanto la notte « La possibilità di vedere nonostante questo credo che sia un dono delle Amazzoni… Ma mi hanno detto che è uno dei miei poteri » Lara annuii alla spiegazione di Miranda.
Non voleva chiedere troppe domande a lei, era fragile quanto il cristallo ma la curiosità colpiva Lara come un pugno allo stomaco.
Miranda guardò il vuoto per un po’, per poi inarcare indietro la testa, Lara spalancò la bocca non appena la vide che stava per accasciarsi a terra.
La prese per le spalle per evitare di farla cadere « Kurtis!! » urlò Lara mentre si inginocchiò mettendo Miranda sulle sue cosce.
Kurtis guardò la scena e si mise alla destra di Lara « Cosa è successo? » domandò velocemente, Lara non riuscii a captare bene le parole mentre gli occhi di Miranda diventarono violacei.
Kurtis si morse le labbra e prese la mano Miranda, Lara lo guardò non facendosi notare da lui, al momento preoccupato per la sorella.
Mise due dita nel collo della donna, il suo polso era accelerato. Stava succedendo qualcosa, poi all’improvviso gli occhi di Miranda divennero rossi come il sangue e delle lacrime del medesimo colore uscirono dagli occhi.
Si risvegliò dal trance tossendo, sputando liquido nero dalla bocca. Kurtis la prese per le spalle, mentre gli occhi di Miranda ripresero il loro nero naturale.
Sylvie corse a vedere la scena assieme ad Andrea, la ragazza aveva le mani alla bocca.
Miranda smise di sputare il liquido nero, schiarendo la sua voce per poi sorridere
« La prima chiave è ad Enna, in Sicilia, per essere precisi… » Miranda aveva la voce emozionata, non riusciva quasi a parlare « In Italia. » concluse la frase Lara per la veggente.
Sylvie fece un mezzo sorriso « Verremo con voi ». Andrea a quel “verremo” le si illuminò il viso, non si sarebbe mai aspettata che sua madre avrebbe approvato di mandarla con lei in qualcosa di pericoloso. Sentii un improvviso gelo nelle unghia, ci diede un occhiata e si accorse che erano cristallizzati, come il ghiaccio.
Spaventata, Andrea corse in bagno e guardò le sue dita che si stavano ghiacciando Siamo in estate… non può essere… « Andrea? Tutto apposto? » Era Lara, che bussava alla porta quasi con preoccupazione. Andrea aprii la porta ed annuii, nel suo viso non c’era alcuna espressione.
 
 
Lara teneva la mano appoggiata sul bracciolo, guardando il sole che andava oltre l’orizzonte mentre il cielo si tingeva di un profondo blu notte. Kurtis era accanto a lei, con le cuffie alle orecchie. Miranda guardava in avanti, con la mano sopra quella del fratello, fingendo di essere “cieca”.
Sylvie ed Andrea erano in due posti al centro dell’aereo, che parlavano tranquillamente del più e del meno, come madre e figlia.
Kurtis si tolse le cuffie e guardò a Lara, le parole non erano facili da dire. Lei era molto simile a lui, sembrava che si conoscessero da una vita, mentre invece si conoscevano da soltanto tre mesi…
L’orgoglio di Lara era difficile da abbattere, ma lui sapeva che prima o poi l’orgoglio sarebbe ceduto… forse non adesso ma più avanti probabilmente sì.
« Mi dispiace… » disse in un fil di voce, Lara tolse lo sguardo dal finestrino.
Miranda rimase immobile, a sentire ciò che hanno da dirsi Non fatevi del male…
Lara guardò in basso per un momento, per poi appoggiare la testa sulla sua spalla.
Kurtis rimase sorpreso da quel gesto, e decise di lasciarla fare « Mi dispiace anche a me Kurtis… Ma… » qualcosa la fermò, come un nodo improvviso alla gola «… Ho bisogno di tempo…devo riflettere bene… » disse mentre si mise una mano in mezzo ai seni, toccando un oggetto freddo quanto la pietra; l’amuleto di Putai.
Kurtis le diede un leggero bacio sulla fronte per poi mettere un braccio sopra le sue spalle, accarezzando con delicatezza la sua pelle « Stai tranquilla… Siamo umani in fondo… non possiamo sapere tutto quanto all’improvviso. »
Miranda fece un sorriso amaro, mentre sentiva la conversazione tra Lara e Kurtis Bugiardi… l’avete capito che vi amate, ma continuate a negarlo come se nulla fosse…
« Signore e signori stiamo per iniziare la discesa per Catania, si prega di tenere le cinture allacciate, i tavolini chiusi, i braccioli abbassati e di rimanere seduti. » annunciò l’assistente di volo all’auto-parlante. Lara e Kurtis rimasero immobili in quella posizione, in silenzio, godendosi il silenzio del momento mentre l’aereo atterrava nell’Aeroporto di Catania.
L’avventura è appena cominciata.
 
 
NdA:
Salveeeeeeeeee!
Ve l’avevo detto che questo capitolo sarebbe stato abbastanza breve :3
Ma spero che vi sia piaciuto ^w^ Non ho resistito a dare altre scene dolci fra Lara e Kurtis T^T Giuro questa è l’ultima! xDDDD
No seriamente questa è l’ultima xDDD
Ci vediamo nel prossimo capitolo :3
 
-Anya

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Capitolo 8
*** Il Castello di Lombardia ***


Enna era un piccolo bordo italiano, con molti palazzi fatti in marmo, persino i negozi stessi.
Lara era seduta nelle scale che reggevano il duomo di Enna, turisti e non erano felici e mangiavano caramelle lungo le strade.
Si tolse gli occhiali da sole e vide Kurtis e Miranda che uscirono dal bar li vicino che si avvicinarono a Lara. Miranda stava usando un bastone completamente fatto in legno per “guidarsi” nell’oscurità, invece che farsi aiutare da Kurtis « Sylvie e Andrea sono andate a Nord, verso il Castello Medievale di Enna » disse Lara, vedendo il volto confuso di Kurtis.
Lui fece spallucce mentre si sedette sulle scale accanto a Lara. Con la coda dell’occhio la vide, vestita con dei pantaloncini in jeans, maglietta nera che lasciava in bella vista la sua pancia piatta ed un giubbotto leggero in jeans attaccato alla vita a causa del caldo. Ogni cosa che lei indossava era sempre bellissima, ma adesso non si poteva permettere di pensare all’amore incondizionato che provava per lei.
Kurtis si scrocchiò le dita e prese un paio di cuffie dalla sua tasca e se lo mise nell’orecchio e passò l’altro lato a Lara.
Confusa, lei se lo mise senza proferire alcuna parola.
Miranda nel frattempo si era messa all’ombra della chiesa, anche lei si mise le cuffie, discreta a non farsi vedere da occhi indiscreti.
« Bene, mi sentite? » disse Miranda tramite il microfono delle cuffie. Lara e Kurtis annuirono « Sì, Miranda ti sentiamo… ma perché questa cosa di parlare tramite auricolari? » disse Lara inarcando un sopracciglio. Kurtis, per zittirla mise il viso di fronte a lei, le loro labbra stavano quasi per toccarsi ma nessuno di loro osa azzardare a fare il gesto che ha avvelenato entrambi.
« Dobbiamo stare attenti, anche se non sembra, Il Cabal è anche qui. » Lara rimase ancora più confusa alle parole di Miranda.
Per stare al gioco, mise la testa sulla spalla di Kurtis, capendo ove voleva andare a parare. «  Capisco Miranda, quindi io devo fingermi la fidanzata di tuo fratello? » domandò con un acido sarcasmo nella voce. Kurtis girò gli occhi annoiato dal comportamento di Lara e sospirò.
« No Lara, sarai sua moglie. » le guance di Lara presero un colore rossiccio.
Non avendo altra scelta, doveva agire come tale e quale. Kurtis mise le mani attorno alle spalle di Lara, dandoli dei gesti dolci ma che sembravano forzati.
Il cuore di Lara stava battendo all’impazzata per ragionare su i suoi sentimenti. Era una parte della missione… Doveva restare concentrata.
« Zia , Andrea… Mi sentite? » chiese Miranda tramite gli auricolari.
 
Sylvie stava seduta in una piazzetta davanti ad un Castello medievale, con le gambe accavallate e il suo lungo vestito nero che la sfilava lungo il suo corpo « Forte e chiaro Miranda. »
Andrea era in mezzo alla strada, in testa un cappellino rosso ed in mano un depliant turistico, che fingeva di leggerlo con attenzione « Sono qui… »
 
Miranda sorrise alle loro risposte e si mise gli occhiali da sole, nascondendo perfettamente i suoi occhi neri quanto l’inchiostro. Si tolse dall’ombra ed incominciò a camminare, sorpassando Lara e Kurtis, che erano seduti davanti alla scalinata del Duomo.
« Come ben sapete il Cabal ha influenzato anche questa città. Non si ha a vedere ma c’è un membro qui, vuole prendere la Città di Enna per poi farne una roccaforte non appena Karel risveglierà i Nephilim. » disse Miranda mentre camminava a passo veloce lungo la strada rocciosa.
Lara si mise una mano nel petto, sentendo il caldo soffocante venirle addosso. « Già questo caldo non mi piace, di solito questo posto non è afoso. » disse mentre Kurtis le prese la mano e la fece alzare dalla scalinata, le loro mani si intrecciarono alla luce del sole e gruppi di ragazzine li guardavano con occhi dolci ed innamorati.
Kurtis incominciò a prendere passo mentre guidava a Lara per andare al Castello ove si trovavano Sylvie ed Andrea.
« Temo che sia un segno dell’Apocalisse Nephilim Miri, oppure è questo membro del Cabal che influenza la città con questo caldo » disse Kurtis mentre si guardò intorno, non c’erano sguardi sospetti sotto il caldo sole estivo, che li abbracciava come un telo sulla sabbia bollente.
Miranda scosse la testa dubbiosa « Ne dubito, il membro del Cabal è Luigi Tornabuoni, un mafioso che vuole il controllo di Enna per poi come ho detto darla in dono a Karel e a sua moglie Karim. »
Lara fece una faccia disgustata, nel sapere che Karel era sposato « Grandioso… E ci prova con me nel diventare la sua imperatrice… Che schifo. »
Miranda annuii all’affermazione di Lara.
« Ci ha provato con te? » disse Kurtis sentendo dei pugni allo stomaco, sentendo ciò che ha detto Lara.
Lei lo prese per la guancia e lo guardò negli occhi « Preferirei non parlarne…Maritino. » sottolineò l’ultima parola, per poi darli un leggero schiaffo sulla guancia. Miranda rise alla reazione di Kurtis « Comunque… La chiave di Demetra, la nostra prima chiave, deve essere per forza in uno di questi monumenti escluso il Duomo di Enna: La Torre di Federico II, Il Castello di Lombardia e La Rocca di Cerere, che è quasi vicina al Castello » disse Miranda mentre si guardava indietro con la coda dell’occhio.
Lara storse le labbra al nome dei monumenti, per poi intrecciare la sua mano con quella di Kurtis, entrando perfettamente nella parte.
« Miranda, escluderei la torre, sono stata li poco fa con Andrea… E’ una scena del Crimine » Lara deglutii alle parole di Sylvie « Scena del Crimine? Vuoi dire che Il Monstrum esiste ancora anche se Karel lo ha ucciso? » domandò Lara sentendosi i nodi allo stomaco.
Kurtis si morse il labbro nervoso, cercando un modo per tranquillizzare la donna, ma purtroppo non lo trovo. Preferii non dare approcci azzardarti. Durante il viaggio verso Enna si erano promessi che non si sarebbero provocati più in modo sentimentale.
La cosa fece irrigidire a Kurtis, ma non a Lara. L’orgoglio che provava era troppo forte per ammettere di amarlo. « Il Monstrum esiste ancora Lara » disse Kurtis, stringendo la sua mano « Ma ti posso assicurare che non è Karel ».
Quella affermazione la fece un poco sollevare, ma di certo il fatto che c’era un altro Monstrum in circolazione non la faceva sentire meglio. In quei tre mesi di solitudine, a causa di esso, Lara si ritrovava rinchiusa nel oscurità. A malapena mangiava e dormiva e se dormiva si svegliava verso mezzogiorno, non si sentiva più la famigerata Predatrice di Tombe, ma una reclusa… una esclusa.
 
 
Si ritrovarono davanti al Castello di Lombardia, grande edificio di maestosa bellezza, il marmo faceva da padrone lungo l’edificio. I turisti facevano foto al maestoso castello, con i sorrisi sulle labbra.
Miranda lo guardava interessata, sorridendo alla vista di quel castello possente ed alto. Era una fortezza dei Lux Veritatis questa città… Non permetterò che la città venga toccata. Pensò Miranda stringendosi i pugni. All’improvviso sentii delle vibrazioni lungo la schiena, erano forti quanto una scossa di terremoto « Zia… Kurtis… Sentite anche voi queste vibrazioni? » domandò mettendosi una mano nella tempia destra. Kurtis chiuse gli occhi, concentrandosi. Sylvie fece un lungo sospiro, per poi chiudere gli occhi.
Kurtis li riaprii subito dopo e notò che le vibrazioni erano reali « C’è un altro Lux Veritatis qui… » disse infine. Lara si sciolse le braccia dal suo petto, inarcando un sopracciglio « Ne sei sicuro? E’ soltanto un piccolo borgo non credo che… » Kurtis la zittì mettendo una mano sopra le sue labbra « Fidati di me Lara… come lo hai fatto allo Strahov… »
 
« Credo che dovremo collaborare » la sua voce era decisa mentre gli lanciava il Cristallo di Luce. Lara rimise con calma la pistola nell’apposita fondina mentre Kurtis la osservava incredulo, la guardava, non capiva ciò che aveva in mente la donna.
Deglutii in silenzio, non sapendo se fidarsi della bella Miss Croft. La fissava, cercando di trovare le parole giuste « Ti fidi di me? » domandò a fil di voce, ancora incredulo delle sue parole.
Lara si girò verso di lui, una luce di determinazione illuminava i suoi occhi castani.
Essi rimasero cosi, a fissarlo con quella luce, Kurtis pensò che la rendesse ancora più attraente « Sì. »
Quel “si” sembrava per Kurtis il suono più deciso del mondo in quel momento.
 
Lara lo guardava negli occhi, sentendosi il cuore in gola. Le parole non riuscivano a venire spontanee e non riusciva a liberarsi dal suo tocco. Kurtis la lasciò andare, rendendosi conto di avere fatto una mossa azzardata. Lara gli diede un colpo con la spalla, si stava fidando nuovamente di lui.
Miranda si guardò in girò, cercando di capire ove le vibrazioni potevano venire. Protesse le mani in avanti, verso un gruppo di turisti inglesi accompagnati da una ragazzina.
Ella non poteva avere più di diciotto anni, con dei lunghi capelli castano chiaro cadenti nelle spalle ed un piercing nella parte destra del naso. Miranda sentii una forte aura in quella ragazza, scosse la testa, incredula di ciò che aveva appena scoperto.
Andrea inarcò un sopracciglio, mentre si mise a braccia conserte « Quindi? La chiave c’è l’ha quella guida turistica… non mi sembra che sia così speciale… » disse guardandola con il labbro storto.
La ragazza mostrava il Castello con un enorme sorriso sulle labbra e parlava molto fluentemente la lingua inglese. Non sembrava sospettosa agli occhi di Andrea, ma aveva catturato l’attenzione di Lara. Di certo la ragazzina era particolare, e di certo non poteva essere una Normale. Lara si mise un dito sul mento e la guardò, studiandola.
Sentii le gambe tremare e le braccia rabbrividire, ma non sentiva freddo.
I suoi occhi in mezzo secondo diventarono bianchi per poi tornare castani. Lara si mise in ginocchio, toccando la pietra calda della piazzetta.
Kurtis si mise in ginocchio, mettendo la mano sulla sua spalla « Stai bene? » domandò Kurtis, aiutandola a rialzarsi.
Sylvie spalancò gli occhi alla scena Porca miseria… Lei… è…
 
 
La ragazza congedò il suo gruppo di turisti per il pranzo. Prese dalla sua borsa un pacco di sigarette e se ne portò una alla bocca, accendendola.
Tirò una boccata per poi avvicinarsi ad un gruppo che stava davanti ad una fontanella. « Tutto apposto qui? » disse mentre Lara si rialzava. Kurtis studiò la ragazza; capelli castano chiaro, che cadevano dolcemente nelle spalle, occhi verdi come giada, non eccessivamente magra ma neanche troppo grassa, pelle leggermente scura e con delle lentiggini leggermente spruzzate nel naso. Era vestita con una maglietta bianca e dei jeans strappati blu. « So cosa siete comunque…Tutti qui, tranne lei e la ragazzina » disse accennando a Lara e ad Andrea « Siete dei Lux Veritatis… Mi sbaglio? » Miranda si avvicinò alla ragazza con le braccia conserte « Da cosa lo hai capito? » domandò sospettosa, storcendo di poco il labbro.
La ragazza fece spallucce, un mezzo sorriso incurvò il lato sinistro della sua bocca carnosa e colorata di un rosa abbastanza pallido « L’ho capito da te Miranda Trent, tu e il ragazzo assieme a Miss Croft siete i figli di Konstantin Heissturm ed Abigail Trent » la ragazza guardò in basso per un attimo, deglutendo per il nervosismo.
Kurtis sentii dei nodi allo stomaco a sentire i nomi dei suoi genitori « Chi sei? » lei non tolse lo guardo da terra quando Kurtis le fece la domanda, si tolse una ciocca di capelli e la mise dentro all’orecchio, sospirando « Mi chiamo Anya Fletcher, nipote della Pura Elena Montesanti… » Kurtis e Miranda guardarono Anya con una espressione basita, Sylvie si mise le mani vicino alle labbra, impressionata di ciò che ha appena sentito.
Anya li guardò, tirando una triste boccata con la sigaretta.
 
 
 
NdA: Salveeeeeeee!
Scusate se ci ho messo tanto ma… E’ estate quindi sono piuttosto occupata xDD
Ma dai! Cercherò di aggiornare più costantemente :3
Chi è questa Anya? Cosa vorrà da Lara e, soprattutto, dai Lux Veritatis?
Lo scopriremo :3
Grazie ancora per le bellissime recensioni :3
Mi fanno sempre piacere ^__^
A presto ^W^
 
-Anya.

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Capitolo 9
*** Anya ***


Anya li portò lontano dal Castello di Lombardia, si ritrovarono davanti ad un bar. Kurtis e Sylvie con le sigarette in mano, Lara guardava alla ragazza, tenendo fra le mani un bicchiere di the freddo alla pesca, muovendo le dita nervosa su di esso. Andrea non osava parlare, troppo inesperta per parlare di ciò che stavano parlando in quel momento.
Miranda fissava la ragazza, fra i suoi occhi verdi c’erano degli abissi oscuri che andavano oltre l’immaginazione, forse ella aveva subito violenze, oppure un episodio che l’ha segnata a vita.
Anya decise di prendere la parola, si mise le mani sul tavolo e le scrocchiò « Siete i primi Puri che vedo, oltre mia nonna » disse, per poi deglutire. Miranda incoraggiò alla ragazza a parlare, ma sembrava che le parole erano inutili. Anya era un libro chiuso, non si fida molto della gente, nemmeno delle persone attorno a lei. Deve avere avuto uno shock di sicuro… Per essere così chiusa.
Kurtis lanciò la sigaretta, dando una breve occhiata alla ragazza « Sei una Pura anche tu? » domandò, ma sapeva che era un azzardo fare quella domanda.
Anya scosse la testa, stringendo gli occhi, come per non cercare di piangere « No, sono una Nascosta. Essi sono discriminati nell’Ordine come voi ben sapete. Mia nonna è morta quando avevo solo sette anni… » Caspita… doveva essere proprio legata alla nonna… Miranda sapeva della generosità e dell’altruismo di Elena Montesanti, sapeva che la donna era sposata e che aveva due figlie ed un figlio, purtroppo loro non hanno ricevuto i poteri alla nascita e da li Elena pensava che la famiglia Montesanti non sarebbe mai più stata una famiglia di Puri.
La figlia di mezzo, Isabella, si è sposata con un australiano mentre ella lavorava a Palermo e dall’unione nacquero Naomi ed Anya, le sue uniche figlie.
Elena morii per un tumore al fegato e trasferii alcuni dei suoi poteri alla nipote Anya, sapendo che ella li avrebbe usati saggiamente.
Anya si vergognava ad essere una Nascosta e sapeva che ormai molti Lux Veritatis sono Nascosti oppure sono Esiliati.
Miranda prese la mano di Anya, la ragazza alzò lo sguardo, ormai con gli occhi pieni di lacrime « Non ti devi vergognare di essere quello che sei… Non è una malattia essere una Nascosta » disse Miranda con un sorriso sincero. Anya si asciugò le lacrime violentemente e diede un’occhiata a Lara, inarcando un sopracciglio « Miss Croft come mai siete qui? Se non erro non siete come me… oppure siete una Esiliata… »
Lara guardò ad Anya storcendosi le labbra, per cercare di non ridere, si mise una mano davanti alla bocca, lasciando fuori una leggera risata.
« Beh, non credo che nel mio DNA ci sia qualcosa di speciale… La mia famiglia è conosciuta solo per essere parte di un borgo aristocratico nel Surrey… Se non fosse stato per mia zia a quest’ora sarei in mezzo alla strada Miss Fletcher. » Anya alzò la mano destra, facendo un mezzo sorriso « Chiamami Anya… Odio le formalità. » Lara fece spallucce, per poi sorridere cordialmente « Va bene, se per questo le odio anche io.» la ragazza non poteva fare altro che ricambiare il suo sorriso.
Sylvie mise la sigaretta nel portacenere, per poi prendersi la tazza e portarsela alla bocca, assaporandosi il caffè espresso dentro l’oggetto di porcellana « Comunque, di sicuro conoscerai questa città meglio di chiunque altro… Cosa ci puoi dire di Luigi Tornabuoni? » disse Sylvie per poi mettere la tazzina nel piattino e riportandosi la sigaretta alle labbra.
Anya appoggiò la schiena e guardò la donna con sguardo neutro « Ve lo posso solo dire nell’antica lingua… Egli ha orecchie da per tutto in questa città… ».
Kurtis e Miranda spalancarono gli occhi, l’antica lingua dei Lux Veritatis è morta poco dopo la Prima Guerra Mondiale, da quello che avevano letto su i libri che Abigail e Konstantin tenevano in casa.
Anya fece un leggero sospiro, per poi incominciare a parlare nell’antica lingua;
« Arrinm kurumnar suignarr, Tornabuoni murr nu ka de i da’rr, fi’danaiass logeoor mo yuno inetkatur, gu jinolitn urud’nadas mir na tenerisumn. Da Nephilim de sa’rr mo no ruimnarr » Andrea la guardò confusa, non capendo le parole che ha detto Anya, si rivolse alla madre, guardandola con occhi strani « Ha detto… » iniziò a bassa voce Sylvie, Lara si fece interessata « Tornabuoni vuole il controllo della città per poi darla ai Nephilim e farne una Roccaforte e diventare Re della Sicilia, ed è una promessa che ha fatto l’imperatore Karel quando si sono incontrati di persona in Cappadocia… »
Lara si mise le mani alle tempie; I Nephilim avevano il loro impero li, nelle viscere della Turchia… Ma perché i Lux Veritatis hanno costruito una prigione sotto forma di Tempio? Lo vorrei tanto capire… Troppe domande senza risposta…
« Da’n gne so ruikunr boissar du Demetra keiratramn, i’ss nu mo irr du ko uliknara » Anya continuava a parlare la strana lingua, stavolta fu Kurtis a tradurre; « La chiave di Demetra la tiene nascosta nelle viscere di Enna, ma l’ingresso è ostruito » Lara chiuse gli occhi, stringendoli con forza. Gli occhi di Lara divennero bianchi, solo la pupilla rimase illesa. Miranda se ne accorse, mettendosi le mani davanti alle labbra, scioccata  No… non può essere… pensò.
Sylvie spalancò gli occhi ed Andrea strinse la mano alla madre Che succede? pensò confusa la giovane ragazza.
Anya toccò la spalla a Lara, i suoi occhi ripresero il suo colore naturale. Scosse la testa e deglutii Cosa cazzo è successo?! Pensò adirata Lara, mettendosi una mano nel petto. Kurtis le prese la mano, stringendole il polso. Anya si guardò intorno e vide una Alfa Romeo parcheggiata di fronte al Belvedere, si sentii il cuore in gola e il sapore delle lacrime agli occhi.
Miranda non capii la reazione di Anya a quella macchina, fino a quando non uscii una persona da li « Anya… chi è quell’uomo? » la ragazzina aveva gli occhi vuoti e guardò in basso.
Si morse le labbra per non urlare e gridare bestemmie verso quell’uomo che è sceso dalla macchina. Anya si tolse il bracciale di seta rossa che teneva nel polso, lasciando nuda la sua pelle bianca.
Andrea rimase sconvolta, deglutii « Quell’uomo è mio padre… o almeno… non lo è più davanti ai miei occhi… Avevo solo sedici anni… » disse Anya, con una forte oscurità negli occhi e un velo di tristezza nel viso. La ragazza chiamò il conto schioccando le dita, decidendoli di portarli in un luogo ben adatto per parlare del suo passato.
 
Anya camminò a lungo, fino a portarli davanti alla Torre di Federico II, più o meno dove stava l’Albergo ove stavano alloggiando. Durante la camminata spiegò il suo passato, piuttosto oscuro…
Suo padre tradii ad Isabella quando lei aveva soltanto sedici anni e sua sorella diciannove.
In quel periodo Anya aveva scoperto da poco i poteri che sono cresciuti in lei, oltre che la veggenza ed il potere attraversare i muri della nonna. Presa dalla rabbia, gli ha lanciato una palla di fuoco nello stomaco.
Lui l’ha presa per i capelli e l’ha picchiata, lasciandole dei segni lungo il braccio e l’avanbraccio, chiamandola ripetutamente “strega” e dicendo…
Sei una strega! Proprio come quella stronza di tua nonna! Ancora oggi quelle parole rimbombano nella testa di Anya.
Lara rimase basita nel sentire tutto ciò… la ciliegina sulla torta è stata che dopo il maltrattamento è stata ricoverata d’urgenza e per un anno è stata in una forte depressione, fino a quando ella non ha iniziato a cantare e a lavorare, e nel frattempo studia.
« Quel bastardo non si merita di essere tuo padre » disse Sylvie, mettendosi a braccia conserte « Conoscevano tutti quanti Elena ed ella non era una strega »
Andrea si avvicinò ad Anya, mettendole una mano sulla sua spalla « Mi dispiace » per rispondere fece spallucce.
« Torniamo a parlare d’affari… » disse con decisione, mentre si stiracchiò le dita. Kurtis si mise a braccia conserte « Credi di poterci aiutare? » Anya annuii soltanto alla domanda di Kurtis. Lara si mise una mano nel collo, per poi massaggiarselo « Sei sicura di volerci aiutare? Al bar hai detto che non puoi- » Anya interruppe a Lara alzando una mano « Vi aiuterò anche se mi costerà la mia vita Lara Croft, incontratemi al Teatro Garibaldi stasera, mi esibisco li. Dopo lo spettacolo andremo alla Rocca di Cerere, di notte è più probabile che nessuno ci venga a cercare… » Lara e Kurtis annuirono, sapendo che in fondo ella aveva ragione.
 
 
Lara ed Anya rimasero da sole per un po’. Kurtis, Miranda, Sylvie ed Andrea sono andati nelle rispettive camere, per darsi sul da fare per quella stessa sera.
« Il Teatro è sorvegliato Lara, non potete portare armi… » Lara annuii « L’ho capito.. Sarà molto difficile… e se c’è l’unica persona che può aiutarci a prendere quella dannata chiave sei tu… »
Anya sorrise, mettendosi a braccia conserte «  Sapevo che l’avresti detto amazzone… spero soltanto di non deludere… » Lara si sentii il cuore in gola. Si girò e prese il mento della ragazza, costringendola a guardarla negli occhi « Sono sicura che non deluderai » disse poi con un mezzo sorriso « Non deluderai ne me e neanche ai Puri… e poi sotto sotto piaci a Kurtis »
Anya rise a quella affermazione « Si cara.. E’ un gran figo ma… tu e lui siete un match perfetto ai miei occhi. » le gote di Lara diventarono rossi quasi subito « Non lasciare che l’orgoglio oscura i tuoi sentimenti » disse Anya per poi dare una carezza nella guancia di Lara.
Si allontanò da lei e si girò subito dopo « Mi sono dimenticata una cosa: Obbligo di abiti eleganti. ».
 
 
Nda: Salve a tutti!
Qui abbiamo conosciuto il personaggio di Anya, e adesso incomincerà la vera Quest per andare a cercare la prima chiave.
Scusate gli aggiornamenti lenti ma non è un bel periodo….
 
Ci vediamo al prossimo capitolo <3
 
-Anya

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Capitolo 10
*** Teatro dell'Opera ***


Lara si sciolse i capelli, caddero lunga la sua schiena, ricoperta da una seta blu, lunga fino alle sue gambe. Si guardò allo specchio toccandosi i capelli, deglutendo. Miranda la guardava, sorridendo. Aveva un vestito nero che copriva i suoi seni, ricoperti di gioielli di platino, come la sua collana, i lunghissimi capelli legati in uno chignon, ma ne cadevano molti, dando l’illusione che fosse una coda elegante.
Le mani ricoperte da dei guanti neri ed un trucco grigio leggero negli occhi.
La ragazza si avvicino a Lara e le chiuse la zip dell’abito « Il blu ti dona Lara » disse con un sorriso.
Le goti di Lara divennero rosa e prese l’elastico dorato, quello che usava sempre per intrecciarsi i suoi lunghi capelli castani. Miranda le prese la mano « No, sono così belli… » Lara fece spallucce e posò l’elastico nella borsa « Anche i tuoi sono bellissimi… ma perché li hai legati? » domandò per poi prendersi la spazzola ed incominciò a pettinarsi. Miranda le tolse la spazzola fra le mani, Lara per un attimo pensò che fosse Kurtis che gli ha tolto la spazzola. Deglutii, Miranda fece un piccolo mezzo sorriso mentre le pettinava i capelli.
Erano lisci, fibrati, come se si toccasse la seta stessa. Miranda rimase stupita… Lara era una bellissima donna, e non era la sua unica dote. Aveva una intelligenza affilata, furba come una volpe, forte come una tigre. Mio fratello stavolta ha scelto una compagna migliore… specialmente se penso che lei è quello che penso io…  « Hai visto quanto sono lunghi i miei capelli… Pensa che quando avevo diciassette anni erano molto più lunghi. Mio padre insistette a farmeli tagliare corti, ma mia madre mi tagliò solo quella parte di troppo. »
Lara si lasciò cullare dal piacere che qualcun’altra le pettinasse i capelli. Era come avere una sorella maggiore, anche se Miranda era più piccola di lei di quattro anni. Era bello parlare come se le due fossero legate da qualcosa, sembravano due sorelle che non si vedevano da anni e che volevano recuperare il tempo perduto.
Rimasero svariati minuti a parlare…
Dei Lux Veritatis, di Praga, di Von Croy, degli amori antecedenti di Lara, dell’Egitto, dell’uccisione di Konstantin ed Abigail, della sua cecità… Ma il tempo era tiranno e sarebbe stato bello parlare per migliaia di ore a parlare di cose di vario genere, ma il dovere chiamava.
Miranda si alzò e si diresse alla porta, Lara si guardò allo specchio; fascia trasparente blu sulle sue braccia, guanti blu, vestito lungo di seta blu che la rendeva sinuosa e perfetta, i suoi seni erano esposti, ma coperti ai lati, capelli sciolti e più lucenti del sole.
Fece un piccolo sorriso davanti allo specchio e andò verso la porta, seguendo Miranda.
 
 
Kurtis, Sylvie ed Andrea erano nell’atrio dell’albergo. Lui era davanti allo specchio che si aggiustava la giacca. Era vestito con dei pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca nera. La sua cravatta grigia era sciolta lungo il suo collo, ma non gli importava. Sylvie si aggiustava la cintura che aveva nella vita. Aveva un abito lungo e nero, che copriva le sue spalle, accompagnata una fascia lucente e nera. I suoi capelli erano sciolti e cadevano lungo il seno, le sue ciocche mostravano qualche segno dell’età ma non eccessivo. I Lux Veritatis, rispetto ai Normali, hanno un processo di invecchiamento molto più lento rispetto alla norma. Sylvie sembrava una donna di trentanove anni, e non aveva l’aspetto di una quasi cinquantatreenne.
Andrea era andata sul semplice, ma era pur sempre elegante, un piccolo vestito blu scuro con delle spalline che circondavano le sue spalle nude ed un copri spalle del medesimo colore, trasparente e con delle stelle.
Aveva domato i suoi ricci neri, ma qualche riccio ribelle cadeva lungo la fronte, ma non eccessivamente.
Lara e Miranda scesero le scale, Kurtis guardò la sorella con sguardo duro « Perché ci avete messo tanto? » domandò Kurtis arricciando le labbra, poi il suo occhio cadde su Lara.
Rimase senza parole, la sua bellezza era al massimo dello splendore negli abiti che indossava, ed anche nei suoi capelli sciolti.
Lara guardò a Kurtis, come se fosse quasi ipnotizzata. Vederlo elegante era qualcosa che le ha fatto sussultare il cuore. L’aristocratica che era in lei amava questa parte di lui, mostrava a centosessanta gradi il fascino di quell’uomo.
Lara notò la cravatta lungo il collo, si avvicinò a lui e prese le due parti « Croft che stai facendo? » disse, cercando di non sorridere. Dentro di se era felice che lei stava toccando.
Il suo tocco gli ricordava quello di Ahret la Guaritrice, ma quello di Lara era meno fine e più elegante di quello dell’Africana. Andrea si avvicinò all’orecchio della madre e le sussurrò qualcosa, Sylvie rise.
« Ti sto aggiustando. Mio “marito” deve essere presentabile » disse per poi rilasciare un piccolo sorrisetto sulle labbra. Creò il nodo della cravatta e lo lasciò lungo il suo petto.
Kurtis le prese il mento, facendo il suo solito mezzo sorriso « Invece mia “moglie” è molto bella. »
Lara accettò il flirt, le sue goti non arrossirono ma il suo cuore incominciò ad esplodere nel petto.
« L’auto è qui » disse Andrea davanti alla porta. Sylvie prese Miranda per la mano, quest’ultima entrò nel ruolo della cieca.
Kurtis le porse il braccio a Lara, gli occhi di lei si illuminarono e si lasciò intrecciare il suo braccio con quello di Kurtis.
Stavolta lo ammise a se stessa;  Non posso mettere sempre l’orgoglio davanti… Sono innamorata di lui… e lo ammetto.
 
 
Il teatro Garibaldi apparve di fronte a loro appena scesero dal taxi. Andrea teneva la mano di Miranda, mentre vedevano il maestoso edificio « Qual è il piano? » domandò tutto d’un tratto la ragazzina. Lara la guardò, sorridendo « E’ molto semplice, dobbiamo aspettare che lo spettacolo finisce, poi Anya ci porterà alla Rocca di Cerere, ha detto di incontrarci nella porta delle Quinte » Andrea annuii mentre portò Miranda verso la porta d’ingresso.
Sylvie, Kurtis e Lara le seguirono « Non so perché ma ho un brutto presentimento… Non per Anya ma… sento che alla rocca qualcosa andrà storto » Kurtis fulminò alla zia con uno sguardo preoccupato « Zia… ne sei sicura? Io non penso che accadrà qualcosa… se agiamo discretamente. Miranda è esercitata nel fare il ruolo della cieca, pensi sia lei il problema » Sylvie scosse la testa fulminea, intenta ad aprire bocca per rispondere al nipote. Lara la fermò in tempo, alzando una mano per zittirla « Non c’è motivo di preoccuparsi… possiamo fidarci di Anya ».
 
Il portiere fermò ad Andrea e a Miranda, guardando male a quest’ultima « Cosa ci fa una cieca in un teatro? » Andrea si infuriò, mettendosi le mani ai fianchi « E beh? E’ pur sempre umana, anche se non può vedere può sempre ascoltare » Miranda aveva la tentazione di manipolarli la mente e spremerli il cervello fino a farli uscire il sangue dalle orecchie, si sentiva il sangue bollire nelle vene. La guardia passo una mano davanti agli occhi neri di Miranda, per vedere se batteva ciglio. « Beh.. in ogni caso mi sono sempre chiesto una cosa di voi ciechi… » Miranda rimase in silenzio, tesa per la domanda.
Kurtis si strinse i pugni, fino a fare diventare le nocche bianche come la farina.
« Come fate voi ciechi a fare l’amore? » era una domanda “banale” ma Miranda fece un mezzo sorriso alla guardia « Questa è una domanda stupida, è come chiedere ad un gatto il perché del suo miagolio. Ora ti rispondo così, fare l’amore è un atto intimo e stupendo e lo fai ad occhi chiusi e al buio, non sapendo cosa accadrà e cosa succederà in seguito durante quella intimità. Potrebbe continuare, potrebbe esserci la calma fra gli amanti e sentire il cuore dell’amante battere. Siamo tutti ciechi quando facciamo l’amore, quindi non fare domande stupide. »
Lara si stupii della prontezza di spirito di Miranda, con la coda dell’occhio guardò a Kurtis, curvando il lato destro della sua bocca. Si immaginò a fare l’amore con lui, che poteva essere passionale e dolce in qualsiasi momento, conoscendolo.
Lara non era frigida, ma gli uomini con cui è stata le davano piacere solo nel corpo, ma non nella vita sentimentale. Distolse lo sguardo subito, mentre Andrea, Sylvie e Miranda entrarono nel teatro. Kurtis e Lara li seguirono subito dopo, stupiti dalla risposta di Miranda.
 
 
Si ritrovarono ai piani alti del teatro, era piccolo e ben dettagliato. Molte persone dell’alta borghesia erano nella parte bassa del teatro, che chiacchieravano allegramente prima dell’inizio dello spettacolo. Kurtis prese la mano di Lara e la intrecciò, sentii il tessuto del guanto nella sua mano e l’avvicinò alle labbra E’ solo una copertura… solo una copertura pensò Lara, l’orgoglio aveva sempre la meglio su di lei, a quanto pare su Kurtis no.
E’ più aperto rispetto a lei, si apre più facilmente ed è più scherzoso. Lara si sentiva come un magnete assieme a lui, incantata dal suo fascino.
Sapeva che aveva una storia dura, gliela aveva raccontata la mattina prima di partire, dopo l’allenamento e durante la colazione.
La stessa cosa ha fatto lei.
Erano troppo diversi nelle loro storie e nei loro antenati, ma erano troppo simili in tutto.
Un’orda di applausi riempii il teatro, una donna su i venticinque anni era sul palco con in mano un blocchetto « Grazie mille di essere venuti qui, stasera è la prima di uno spettacolo scritto dall’attrice protagonista di questa storia. Che ora vi andrò a raccontare, facendo una premessa;
Joy è una cantastorie che abita in un villaggio del diciottesimo secolo, è una cantastorie che racconta ai bambini ciò che è giusto e insegna la libertà ed è amata anche dagli adulti. Ma non è vista di buon occhio dalle guardie quindi non si mostra mai in pubblico.
E sono lieta di presentarvi, che questo musical, con le canzoni dei Nomadi, può incominciare » Le luci si soffusero in sala « Vi presento; Joy La Cantastorie. » Gli applausi riempirono la sala e le luci si spensero, lasciando solo quelle nel palco.
Il palco rappresentava una piazza medievale ed una donna vestita di giallo, con molti gioielli nel collo e nelle braccia stava appoggiata ad un muro, aspettando che delle guardie andassero via.
Dei bambini giocavano allegri, in attesa che quella donna arrivava.
Lara si focalizzò sulla donna, era Anya.
Le guardie andarono via ed Anya, sbucò fuori «  Bambini! Venite Quii! » disse con un enorme sorriso sulle labbra.
I bambini felici andarono verso di lei girandole attorno. Dicendole in coro « Ciao Joy! » oppure « Ti voglio bene Joy! » lei rideva. Lara pensò che era una risata vera, non come quella degli attori che vedeva sempre a teatro. Era gioiosa e raggiante.
E questo le fece sorridere il cuore.
« La volete una bella storia? » domandò ad un certo punto « Siiiiiii!! » gridarono in coro i bambini, si sedettero tutti in cerchio mentre Anya si mise in ginocchio. Una melodia iniziò, stava per iniziare a cantare « Bene… Allora vi racconterò di… Utopia e di sua sorella Verità! »
Utopia aveva una sorella maggiore
che si chiamava Verità senza errore
lanciava spesso un aquilone nel vento
su cui era scritto libertà con l'accento.
 
Lara aprii la bocca dallo stupore, Anya aveva un timbro molto particolare e calzante, che dava subito all’occhio Accidenti pensò Lara all’improvviso.
Le due sorelle trascorrevano il tempo
senza fermarsi mai neppure un momento
avvinte sempre quel aquilone
senza sapere, sapere ragione.
 
Miranda notò i movimenti che Anya faceva, ballava ma era in ginocchio, mentre i bambini le giravano attorno come trottole. Non poteva fare a meno di sorridere.
Ma troppo deboli le braccia delle fate
e troppo fini quelle dita delicate
strappò la fune il forte vento quel giorno
e l’aquilone più non fece ritorno.
 
Lo spettacolo continuò, ed era molto godibile e molto divertente e ben studiato.
Si rideva nelle scene divertenti, come ad esempio il capitano Tom che, cantando, corteggiava in modo imbranato alla gitana Joy. E da stupirsi quando Joy venne arrestata per ribellione e maltrattata e stuprata dal figlio del Sindaco, che era un dittatore in quella cittadina.
Joy venne condannata a morte con impiccagione. Il popolo del paese si ribellò alla scelta e tutti in lacrime.
Joy cantava in lacrime La Libertà di Volare ed è stata bravissima a cantare con una emozione così forte.
Lara si tolse una ciocca di capelli da davanti agli occhi « Pensi che se fermeremo l’apocalisse saremo liberi? » disse ad un certo punto. Kurtis era concentrato a guardare lo spettacolo, guardò distrattamente a Lara « In che senso? » domandò. Lara deglutii, stringendosi le dita nei palmi, nervosamente «  Sai… Quando sono rimasta sepolta viva, pensavo che sarei rimasta per sempre una schiava della morte, pensavo che non avrei respirato più neanche un alito di vita. Che avrei respirato la sabbia di quella maledetta tomba… » Kurtis le prese la mano, sapeva che parlare dell’Egitto era un trauma per lei, ma aveva bisogno della terapia d’urto e parlarne senza avere un peso allo stomaco. A Lara le sembrava il momento giusto, parlarne con sottofondo una canzone forte « E’ stata la prima volta in vita mia che ho avuto paura, paura di non esplorare più niente, paura di non vedere più Winston… Ed anche i miei genitori… per quanto essi siano stati bastardi con me per la mia decisione di diventare un archeologa e non la solita aristocratica che doveva avere per forza un matrimonio combinato e un sacco di figli da educare ».
Kurtis portò la mano alla sua guancia, Lara aveva gli occhi lucidi, una lacrima scese lungo il la guancia. Era una di quelle rare volte che si mostrava vulnerabile « Non ci pensare adesso Lara, la vita ti ha dato questa possibilità e adesso c’è l’hai non buttarla al vento, non fare gli stessi errori del passato, perché potrebbe per sempre tormentarti. » disse per poi lasciare la mano di Lara. « Vieni qui » disse allungando il braccio, Lara si lasciò appoggiare al suo petto, senza esitazione.
« Il tuo passato lascialo alle spalle, il presente c’è l’hai davanti, ma il futuro te lo scrivi tu. Non lasciare che quello che è successo ti offuschi la vista » Lara sorrise fra le lacrime silenziose. Abbassò lo sguardo, ancora presa dall’orgoglio per dire quelle due parole semplici ma difficili da dire.
Kurtis la guardava, la fissava mentre le sue lacrime scendevano, deturpavano il suo bel viso ma comprendeva che in fondo in fondo
Che anche lei aveva bisogno di piangere, e forse non lo faceva da tanti anni. Voleva dirli due parole, così difficili da dire ma sembrano facili per un uomo.
Nonostante non lo dicevano, lo pensavano…
Ti Amo. Pensarono entrambi, allo stesso momento.
 
Miranda sentii le loro menti, dire assieme quelle due parole Glielo devi dire disse telepaticamente Miranda a Kurtis.
Lui le accarezzava il braccio mentre lei gli parlava nella mente Non è il momento Miri… Non sono pronto. Miranda sospirò a quelle parole, chiudendo gli occhi Sembra che i veri ciechi siete voi, siete accecati dall’orgoglio…Se continuate così vi rivelerete i vostri sentimenti in un periodo critico di questa missione. Promettimi che non lo farai, come mi hai promesso che saresti tornato da me. Kurtis ripensò alla promessa, e alle urla della madre, di quella notte. Una promessa l’ha infranta, l’altra l’ha mantenuta. Accarezzò la spalla di Lara mentre lei guardava appoggiata a lui il continuo di quello spettacolo coinvolgente Te lo prometto Miri. Miranda sorrise a quelle parole, contenta di essersi levata un peso dallo stomaco.
 
 
Il musical finì con l’esilio del vecchio sindaco e con il matrimonio fra Joy e Tom. Orde di applausi arrivarono nel palco.
Ci furono un sacco di applausi, che echeggiavano nell’aria. Soprattutto per quando venne Anya, ancora vestita nei panni matrimoniali gitani.
Lara si tolse l’umido dalle guance di fretta e furia, alzandosi quando Anya venne fuori dalle quinte. Ci furono circa venti minuti di applausi.
 
 
Erano nella parte anteriore del Teatro. Anya era appoggiata sul muro, concentrata a fumarsi una sigaretta nell’oscurità della notte.
Lara si era appena cambiata, pantaloncini mimetici ed una maglietta nera, fondine attaccate nelle apposite cosce e i capelli legati nella sua solita treccia.
Anya era vestita con un paio di jeans, una maglietta bianca ed una giubbottino nero e corto. Buttò la sigaretta non appena Lara si mostrò ai suoi occhi « Addentriamoci nelle Viscere. ».

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Capitolo 11
*** La Rocca di Cerere ***


Anya schioccò le dita, le sue mani presero fuoco ed illuminarono la grotta. Andrea toccava le pareti, per paura del buio. Delle gocce d’acqua cadevano in continuazione sulle pozzanghere, mettendo ansia nei cuori degli avventurieri.
Sylvie strinse il pugno ed esso si illuminò come il sole, muovendosi attraverso il muro « Queste grotte sono antiche quanto la terra stessa » Lara annuii, concordando su quello che aveva appena detto la donna.
Lara si mise in ginocchio, prendendo un po’ di polvere da terra. Se la portò al naso, annusandola « Uhm… Polvere da sparo… Le cose sono due. » Anya si girò di scatto, mettendosi in ginocchio accanto a Lara « O Tornabuoni ha cercato di fare esplodere la grotta oppure essa è secolare… » disse per poi mordersi le labbra.
Anya fece spallucce, dandole un colpo sulla spalla « Non ci pensare Amazzone, è meglio proseguire fino a quando la notte è a nostro favore ».
 
Sylvie continuava a camminare in avanti, tenendo il pugno in alto, per illuminare la strada, con l’altra teneva la mano ad Andrea «  Mamma… Credo che queste grotte siano greche… oppure romane… Ma so che risalgono da prima delle Crociate. » disse Andrea abbandonando la mano e avvicinandosi ad un muro.
Kurtis e Miranda notarono il gesto della ragazza, Anya si avvicinò e schioccò le dita, illuminando le scritte nel muro.
« Sai che cos’è?  » domandò Kurtis indicando il muro con un pollice. Miranda appoggiò la mano sul muro, esso si illuminò di rosso, dandole una scossa sulla mano, facendola cadere a terra. Kurtis l’aiutò a rialzarsi « Miranda, stai bene? » lei annuii « Sto bene, ma a quanto pare queste grotte non sono favorevoli ai Puri. »
Lara inarcò un sopracciglio, confusa. Prese la sua Scorpion X e ci sparò sopra al muro. La pallottola andò oltre il muro « Che cosa strana, doveva rimbalzare e invece è andata attraverso la parete. » Anya deglutii e mise una mano nel muro. Esso non fece l’ostile come fu con Miranda, ma divenne trasparente al tocco della ragazza. Oltre il muro si intravide una stanza, con degli scheletri appesi al muro a forma di croce. Anya sorrise « E’ la Tomba dei Nascosti, ecco perché vi è ostile. » Kurtis, Miranda e Sylvie deglutirono a quella notizia «  Non è più ostile adesso? » domandò Miranda, mettendosi le mani su i fianchi, Anya scosse la testa « No, ha riconosciuto il mio sangue. Siamo liberi di procedere. » mentre Anya parlava, Lara entrò d’impulso nel portale della Tomba.
Essa era pieni di scheletri e ragnatele lungo il muro. Una creatura scese lungo il muro, era lunghissima, il corpo uguale a quello di un serpente e gli occhi gialli che si illuminavano al buio. Lara sfoderò le Scorpion X ed incominciò a sparare a raffica attraverso le creature.
Ma non fecero alcun’effetto. Il serpentone si avvicinò a Lara aprendo la bocca, la sua lunga lingua verde l’avvolse il ventre, stringendola.
Lara mirò all’occhio della creatura, ma non fece effetto. La fece infuriare ancora di più.
Deglutendo, Lara prese dallo zaino un coltello e gli graffiò la lingua. La creatura urlò e del sangue nero uscii dalla lingua, sporcando a Lara.
Kurtis corse verso di Lara, mettendo una mano sulla sua spalla « Stai bene? » domandò prendendola per il mento. Lara si allontanò, mettendo una mano sulla sua spalla « Non sono una damigella in pericolo Kurtis… Ma che diavolo era quella cosa? » domandò indicando il corpo della creatura ormai morta.
Anya si avvicinò, tenendo in mano un Chirugai simile a quello di Kurtis, ma solo con quattro punte invece che cinque « Era un Craiox, Guardiani nell’Antica Lingua, proteggono la Tomba dei Nascosti… le armi da fuoco sono inutili contro di essi, quindi escludetele. » Lara la guardò male « L’avevo notato » disse facendo una smorfia.
Miranda si inchinò davanti al cadavere del Craiox, lanciò un piccolo fulmine verso la pozza di sangue nera e delle bolle uscirono da esso  « Il loro sangue è veleno Lara, anche se non lo hai bevuto, addosso ha il medesimo effetto di quando viene introdotto nel corpo… Sei una Normale ed esso è letale per voi. » Lara alzò gli occhi al cielo a quell’affermazione « Perfetto, poteva andare peggio di così? » Kurtis la prese per le braccia, agitandola « Calmati, abbiamo tempo fino all’alba per pulirti del Sangue » disse con tono piuttosto calmo, ma dentro era agitato quanto una tempesta.
Anya annuii all’affermazione di Kurtis, ma sapeva che dentro era spaventato, aveva la paura di vederla morire davanti ai suoi occhi.
« Abbiamo tempo fino all’Alba. Mancano ancora dieci ore, andiamo, il tempo stringe. » disse per poi iniziare a camminare, ma gli scheletri si svegliarono e distrussero le catene. Miranda prese il bastone appeso alla sua schiena, guardando gli scheletri e si alzò da terra, indietreggiando lentamente. Kurtis sfoderò il Boran X, Lara fece la stessa cosa con le sue Scorpion X.
« Andrea… Nasconditi… » disse Sylvie mentre prese il suo Chirugai a tre punte. Andrea si nascose dietro ad una roccia.
Uno scheletro urlò verso Miranda, ella lo colpii alla gabbia toracica con il bastone, fece un salto all’indietro tenendo l’arma e con il piede sinistro staccò la testa allo scheletro, distruggendolo. Sylvie lanciò dei fulmini attraverso lo scheletro che stava arrivando verso di lei, per poi congelarli le ossa del piede e il teschio. Lanciò il Chirugai e distrusse lo scheletro, rendendolo in mille pezzi.
Lara e Kurtis spararono a raffica all’orda di scheletri che arrivavano come un branco di lupi. Lara scivolò sotto ad uno scheletro, colpendolo nell’osso del bacino. Una volta dietro allo scheletro, gli prese il radio e lo buttò a terra, distruggendoli il teschio.
Kurtis con l’aiuto della telecinesi, lego gli scheletri con dei legni, per poi sparagli negli appositi crani.
Anya spalancò le braccia, urlando. I suoi occhi erano infuocati e il suo corpo era coperto di fiamme « Mo tu nara turunuk’naaar. Urr Lux Veritatis Jubiso Kurundar! Shi gle nir torima’ann! » Calmatevi fratelli miei. Siamo dei cavalieri dei Lux Veritatis, non vogliamo farvi del male! Disse Anya nell’antica lingua, fermando l’orda di scheletri che stava attaccando Lara e Kurtis.
Anya aveva il fiatone e stava sudando, quell’enorme energia di fuoco l’aveva fatta affaticare, riducendo le sue energie.
Uno scheletro si avvicinò alla giovane, mettendo una spada davanti a lei « Si’dor Mu ty lu milù. Lux Veritatis Orinar neir su huiss urr mayar » Ci stavamo difendendo, I Lux Veritatis Puri non sono ammessi nella nostra tomba Anya deglutii, cercando le parole giuste.
Miranda teneva il bastone fra le mani, stringendolo con tutta la forza che aveva. Kurtis e Lara puntavano le loro pistole verso lo scheletro davanti ad Anya.
La giovane guardò allo scheletro, inginocchiandosi « Ni tri mo nu leri odu nu, Nephilim ukara siun oiu ni dhuibir. Silun duratar Demetra keiratramn… Sinn Nu Dugladas… » Fate un eccezione vi prego… I Nephilim si stanno svegliando… Dobbiamo trovare la chiave di Demetra al più presto… Lo scheletro parve stupito dalle parole di Anya, egli prese il suo mento, guardandola negli occhi.
Essi brillarono di un verde brillante, lo scheletro rimase stupito da ciò. « Andate a prendere la chiave, basta che mi promettete che quel bastardo di Karel muoia. » Kurtis, Miranda e Sylvie chinarono la testa, in segno di rispetto per il cavaliere. Anya mise le mani giunte, chiudendo gli occhi.
Lara capii che era un segno di enorme rispetto, mise le mani giunte e chinò la schiena.
Gli scheletri se ne andarono subito dopo, lasciando liberi agli avventurieri, Andrea uscii dal nascondiglio, andando verso la madre « Cos’erano quelle cose? » domandò mettendo le mani sulle spalle della madre.
Anya spense le fiamme attorno al suo corpo, sospirando « Scheletri di Lux Veritatis Nascosti, erano sepolti qui dalla terza crociata… »
Kurtis si mise le mani su i fianchi, confuso da ciò che è successo « E allora perché ci hanno attaccato? »  Anya abbassò gli occhi, deglutendo per quello che stava per dire « Sono stati sepolti vivi dai dei Puri, ecco perché vi erano cosi ostili…. » con la coda dell’occhio, Anya notò che Lara si mise una mano all’addome, il veleno del Craiox stava incominciando ad avere uno dei suoi effetti «  Il tempo stringe… dobbiamo andare. »
 
La Tomba era più grande di quanto ci si potesse immaginare. Lara era debole a causa del veleno del serpentone, Kurtis fu costretto ad aiutarla a camminare. Miranda illuminava la strada con il bastone e ancora nessun segno d’acqua per purificare a Lara. Miranda si sentiva il cuore pesare, avevano tempo fino all’alba… ma se non fosse stato veramente così? E se Lara morisse fra le braccia di Kurtis? No.. Lo avrebbe impedito ad ogni costo.
 
Arrivarono ad una stanza azzurrina, Anya strinse gli occhi per studiare la stanza, ed era piena d’acqua. Si mise una mano nel petto, contenta.
Si mise le mani sopra la testa, chiudendo gli occhi, per poi saltare nel vuoto.
Kurtis e Lara si avvicinarono al bordo ove la ragazza si era buttata; c’era una fascia cristallina sotto il burrone e si sentii uno splash.
Lara si staccò da Kurtis e si buttò graziosamente dal burrone, con il suo solito volo ad angelo. Kurtis la guardò immobile mentre ella si buttava verso la purificazione dal veleno del Craiox. Lara toccò la superficie cristallina, fino ad immergersi in esso, il sangue del serpente iniziò a svanire con lentezza dal suo corpo. Anya prese un respiro e la raggiunse, un medaglione a forma di scarabeo uscii dalla sua maglietta e si illuminò di bianco. Formò una bolla attorno a Lara, per farle prendere ossigeno « Che diavolo? » si disse non appena riprese aria e guardò l’amuleto. Era illuminato di bianco. L’amuleto ti aiuterà in qualsiasi situazione Lara, sarà la tua forza quando avrai bisogno di forza, il tuo respiro quando avrai bisogno di aria… Le parole di Putai le vennero in mente. Se lo strinse nel pugno, portandolo vicino a cuore Grazie Putai… si disse mentre Anya la guardava, con gli occhi spalancati. Riemerse dall’acqua prendendo un enorme boccata di fiato, rimasta basita da quello che aveva appena visto Non ci posso credere…
Lara riemerse subito dopo, andando vicino ad Anya. Non proferirono parola di quello che era appena successo…
Lara guardò in alto, vedendo che Kurtis, Miranda, Sylvie ed Andrea erano ancora li su « Dovete per forza buttarvi, non c’è altro modo di proseguire… ».
Rassegnato, Kurtis si buttò a chiodo mentre Miranda fece un volo ad angelo. Sylvie prese la mano di Andrea e si buttarono assieme nella superficie cristallina.
Non appena furono in acqua, Miranda prese il bastone e lo illuminò « Sicura che non c’è un'altra via? » Anya scosse la testa « No, c’è un cancello che ci porterà alla chiave e dobbiamo risolvere un enigma se non erro… » Lara fece un sorriso a trentadue denti « Perfetto, le cose che piacciono a me » disse mentre andò sott’acqua, seguita a rotta dagli altri.
Nuotarono per un po’, la bolla creata dall’amuleto di Lara si ripeté più volte per farle riprendere fiato. Anya mentre nuotava pensava più volte che ella potesse essere una Amazzone.
Erano state sterminate alla fine della Prima Guerra Mondiale, poiché esse erano le consorti dei Lux Veritatis Puri maschi, non ne è stata risparmiata neanche una. Scosse la testa mentre andava su per riprendere fiato, respirando a pieni polmoni. Andrea prese fiato anche lei, guardando alla ragazza « E’ questo il cancello? » disse indicando un enorme cancello dorato sott’acqua. « Sì, è quello » disse per poi andare verso una piattaforma di pietra e salirci sopra. Mise la mano sul muro, leggendo la scritta, nell’antica lingua.
Lara arrivò subito dopo, mettendosi accanto ad Anya « Che cosa dice? » domandò mentre si strizzava la treccia e la maglietta.
Anya si morse il labbro inferiore, allontanandosi dal muro, spaventata. « Dice… “Soltanto un misto di Nascosto e un misto di Puro possono aprire i cancelli di Demetra” » Lara inarcò un sopracciglio, confusa « Che vuol dire? » Anya guardò a Lara, mettendosi a braccia conserte e guardando la lastra di pietra « Significa che soltanto del sangue nascosto e del sangue puro possono aprire le porte, ma non c’è il tempo di concepire un figlio adesso. » Lara spalancò gli occhi, stupita da ciò che aveva appena scoperto. Guardò ad Anya e guardò ai Lux Veritatis Puri, si mise una mano fra i capelli, pensando ad una soluzione per aprire il cancello.
« Ma non c’è per forza bisogno di concepire un figlio sai? » disse Lara mentre prese il coltello dal suo zaino. Ad Anya le si illuminarono gli occhi all’idea di Lara « Sei un genio! » disse per poi sorridere a trentadue denti.
Anya prese il coltello di Lara e se lo mise nel palmo della sua mano sinistra. Deglutendo, Anya si strinse il palmo della mano e il coltello lacerò la sua carne. Delle gocce di sangue caddero lungo il suo braccio. Non appena tutta la mano fu bagnata di sangue, Anya la mise ove c’era la scritta, sporcandola del suo sangue.
Kurtis si avvicinò alle due, Anya gli porse il coltello « E’ il tuo turno… » disse. Kurtis guardò a Lara « Che cosa le hai messo in testa? Suicidarci per prendere la chiave? » disse prendendola per le spalle e scuotendola « Sei sempre prevenuto! » disse alzando le braccia, togliendo le sue mani dalle sue spalle « Non ho intenzione di ucciderla! » Kurtis strinse i pugni, stava per arrivare in faccia a Lara, ma si fermò. Il gesto si trasformò in un indicazione « Tu non sai niente di noi Lara, quindi non fare tu la prevenuta! » gli occhi di Lara si sbarrarono, stupita da ciò che egli aveva appena detto « Non avrò il tuo stesso sangue ma io sono qui! Sei tu che hai chiesto il mio aiuto, non è stato l’opposto! » Kurtis la prese per le spalle, guardandola negli occhi e la scosse nuovamente, mentre stava per aprire bocca.
Miranda ha visto il tutto, si mise in mezzo ai due, dividendoli « Basta! Lara ci ha dato una soluzione più efficace e più veloce e tu? La critichi perché pensi che ci voglia fare suicidare? Non siete sposati, non avete delle responsabilità assieme. Lara è una semplice Normale e sta cercando di aiutarci! » adirata, Miranda prese il coltello da Anya e se lo mise nel palmo « Se non lo farai tu allora lo farò io di dare il mio sangue per la chiave. Non è un suicidio! »
Kurtis non aveva mai sentito Miranda così adirata, con la voce ad un volume alto. Di solito è calma e pacata, ma sa che se qualcosa non le va a genio lei diventa estremamente violenta.
Due dei poteri di Miranda erano il controllo mentale e il dominio del sangue, due poteri estremamente violenti se ella era adirata.
Miranda si tagliò violentemente il palmo della mano e del sangue corposo cadde lungo il braccio. Si strinse i denti per il dolore e mise la mano sull’impronta di Anya.
Lara prese delle bende mediche dallo zaino e si avvicinò a Miranda, prendendole la mano e coprendole la ferita. Kurtis le prese la spalla della sorella e la guardò negli occhi « Non fare mai più una cosa del genere, ci siamo capiti? » disse Kurtis mentre Lara legò la fasciatura.
Il cancello si illuminò. Il gruppo andò all’indietro e furono costretti a mettersi le mani davanti agli occhi per la luce troppo forte. Il cancello si era aperto.
Tutti si tuffarono in acqua, dirigendosi verso il castello.
Lara si armò di fiocina mentre era sott’acqua, vedendo dei coccodrilli lungo l’entrata della enorme sala.
Una freccia in testa per ogni coccodrillo.
L’amuleto di Lara si illuminò di giallo, riemerse dall’acqua prendendo fiato, seguita da Kurtis.
« Che succede? » domandò mentre Lara prese l’amuleto fra le sue dita. Guardò a destra e la c’era la riva, con un piedistallo in argento.
« La chiave è li. ».
 
 
Il gruppo uscii dalla riva. Miranda aveva la ferita medicata, lo stesso vale per Anya. La ragazza guardò il piedistallo e si avvicinò ad esso. Delle scritte nell’antica lingua erano impresse in esso, vi ci passò la mano di sopra e fece un sorriso leggendole. Sylvie si avvicinò alla ragazza, mettendole una mano sulla spalla « Che succede? » domandò. Ad Anya le scese una lacrima. « Mia nonna era una vecchia volpe…. » disse per poi lasciare due gocce di lacrime cadere sulle sue guance. « C’è scritto; “Sapevo che saresti venuta qui giù nipotina mia, fai quello che devi per sconfiggere i Nephilim. Il mio tempo è finito, ma ora tocca  te continuare il mio compito, ed anche i tuoi figli e i figli dei tuoi figli.
Sarai anche una Nascosta, ma per me sei una Pura, come me e come gli altri. Proteggi tua mamma e tua sorella, soffrirete molto in futuro… l’ho visto. Ma sarai tu a ristabilire l’equilibrio nella vostra vita.
Ti voglio bene.
-Nonna Elena”. » Anya non c’è la fece più, scoppiò in un singhiozzo disperato e cadde in ginocchio. Anya voleva un bene dell’anima a sua nonna e quando è morta una parte di lei si è chiusa.
Ma ora ha una parte di sua nonna dentro di se. Il suo potere della veggenza e la telecinesi. Lara si accorse che Anya si era accasciata per terra e le toccò la spalla. Anya si buttò sul collo di Lara, piangendo senza un freno. Lara rimase stupita del gesto, anche lei aveva perso qualcuno in passato… aveva perso sua zia Caroline, che l’aveva ospitata quando suo padre l’aveva diseredata, morta a causa di un cancro al seno. Stava perdendo sua zia Keeley, a causa di un’operazione ad alto rischio.
Lara la prese per le spalle e le asciugò le lacrime « Tua nonna è un eroina, ci ha portato a te e tu ci hai portati qui. » disse mentre Anya abbassò lo sguardo, Lara la prese per il mento « Grazie Anya. » Anya non poteva fare altro che sorridere fra le lacrime.
 
Dopo una breve ripresa, Anya guardò la chiave; era dorata, con delle foglie color smeraldo attorno alla chiave e nella parte di sopra si intravedeva una donna che copriva le nudità con i capelli.
Lara la prese molto delicatamente, adagiandola sul palmo della mano. L’amuleto smise di brillare in un battito di ciglia.
Si avvicinò a Sylvie e le porse la chiave « Una chiave per un Lux Veritatis giustamente, ne tu e neanche mia figlia potete aprire la porta del Tempio, siete delle semplici Normali » Andrea a quelle parole si morse le labbra, le sue unghie incominciarono a gelare improvvisamente Forse non sono una Normale mamma… il tuo timore è quello che avessi dei poteri… mi dispiace mamma… E’ così, ho dei poteri…
Sylvie prese la chiave ed essa si illuminò di verde, si formò un laccio dorato attorno alla chiave. La chiave finì attorno al collo di Sylvie, Lara rimase confusa « Che significa? » domandò. Anya sorrise « Significa che Sylvie è la custode della chiave fino a quando non arriverete al tempio » Lara annuii alla spiegazione della ragazza « Non posso seguirvi in Cappadocia, ho la mia famiglia qui e non posso lasciarla con un padre così pazzo come il mio… » Lara annuii, comprensivamente « In effetti è quello che ti ha detto tua nonna no? ».
Miranda all’improvviso si mise le mani alla testa, urlando dal dolore. Kurtis si avvicinò prendendola per i fianchi, cercando di tranquillizzarla nello stato di trance.
Non appena si svegliò, si guardò intorno, come se avesse visto qualcosa di pericoloso. « Dobbiamo andarcene. »

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Capitolo 12
*** Scovati ***


Sylvie evocò un colpo di vento per rompere le mura dell’uscita, Il gruppo correva a perdifiato. Miranda teneva il suo bastone in mano per illuminare la strada mentre Lara teneva in una mano un bengala e nell’altra la pistola Scorpion X. « Miranda, esattamente cosa hai visto? » domandò agitata Sylvie.
Miranda nel frattempo ruppe un altro muro con il suo bastone, facendolo cadere in mille pezzi « Tornabuoni ci ha scovato » Anya sbarrò gli occhi, stupita dalla rivelazione di Miranda
« Merda! » sbraitarono Lara, Kurtis ed Anya, per poi iniziare nuovamente a correre a perdifiato.
Durante la corsa, Andrea cadde su una pietra, sbucciandosi il ginocchio e il braccio destro, Sylvie l’aiutò a rialzarsi. « Forza Andrea, ci siamo quasi » disse mentre le prese il braccio e lo mise sulle spalle, reggendo il suo peso. Andrea urlò per l’insopportabile dolore che aveva al ginocchio.
Lara lanciò il bengala e vide che illuminò delle scarpe in cuoio nero, la donna strinse i denti alla vista. Anya spalancò la bocca, chiuse il suo pugno e si riempii si fuoco « Eccolo qui, il bastardo senza Dio. ».
Luigi Tornabuoni stava proprio davanti a loro, con una Desert Eagle in mano e due uomini armati di MP5 ai suoi rispettivi lati.
Lara prese d’istinto l’altra Scorpion X dalla sua fondina, lasciando cadere il bengala, le sue sopracciglia si irrigarono in una espressione furiosa « Ecco uno dei cani di Karel! » disse per poi sputargli davanti. La saliva di Lara arrivo alla faccia del mafioso, fece un gesto ad uno dei suoi uomini con l’MP5. Lui annuii.
La guardia di Tornabuoni prese con forza i polsi di Lara, facendole del male.
Cercò di divincolarsi ma la presa dell’uomo era forte. Provò anche con una testata all’indietro ma non funzionò. La guardia le mise un coltello sul collo e d’istinto, Lara si fermò: « Non la farai franca Tornabuoni! » Il mafioso rise all’affermazione di Lara « Oh Sì che la farò franca, sarai un bel dono per Karel, sarai la sua concubina personale. » Lara strinse i denti, cercando di divincolarsi, ma la presa fu forte da quasi romperle le braccia.
Kurtis a quella scena non ci vide più: sfoderò la sua Boran X dalla sua fondina e sparò due colpi dritti all’occhio della Guardia che stava tenendo Lara.
Lei sentii la presa allentarsi e guardò a Kurtis, con occhi confusi, per poi sorriderli. Lui ricambiò con il suo solito mezzo sorriso, quel mezzo sorriso che le faceva rimbalzare il cuore e farla impazzire.
Si distrasse da quel pensiero e prese il coltellino caduto per terra e se lo mise nella scarpa . Si avvicinò all’altra guardia per poi darli un calcio nelle parti intime, per poi prenderli l’MP5, approfittandosi del fatto che la Guardia era stordita. Lara punto l’arma alla testa di lui, ed incominciò a sparare, i proiettili bucarono la testa e il sangue uscii come fuochi d’artificio.
Appena la guardia fu a terra, Lara fece un sorriso piuttosto sadico e puntò l’arma alla destra di Tornabuoni.
Kurtis mise il suo Boran X nella tempia del mafioso. Luigi si trovò a deglutire.
Anya si avvicinò a lui, prendendoli mento con forza « Che ti piaccia o no: Enna non sarà mai tua, e non sarai mai un luogotenente di Karel » disse per poi lasciarli il mento, disgustata dal suo tocco. « Ed inoltre… Tu hai quasi avvelenato mia sorella o mi ricordo male? Quella sera le ho dovuto rivelare il mio segreto più intimo … » Luigi rise alle parole di Anya, Lara presse l’arma sulla tempia del mafioso, infastidita dalla sua risata « Quindi… la tua famiglia non ti ha ripudiato… Oppure ucciso… » disse Luigi con un sorriso a trentadue denti. Anya, infuriata, gli diede un pungo nel mento, rompendoli qualche dente, ed un altro nel naso, facendoli uscire sangue « Stai zitto figlio di puttana! » disse per poi stringere i pugni, da essi uscirono delle scintille di fuoco.
Preparò il pugno per darli il colpo di grazia, stringendo i denti. Lara e Kurtis erano ancora ai lati di Tornabuoni, tenendo premute le rispettive armi su entrambe le sue tempie.
Anya si preparò per il pugno, il mafioso chiuse gli occhi, pronto all’imminente morte.
Anya si fermò poco prima di arrivare al naso di Tornabuoni, spense le fiamme, adirata. Si mise dritta, scrocchiandosi le dita.
« Non sono una infame come te, almeno io non vengo usata per scopi malvagi… Karel ti ha mentito sul fatto che ti voleva Re… Gli sei inutile, come la mafia qui ».
Miranda guardò ad Anya stupita, non capiva se stava mentendo a Luigi oppure no Stai attento Kurtis, se nel caso lo lascia andare e fa brutti scherzi premi il grilletto. Disse telepaticamente al fratello, lui annuii Non ti preoccupare, se farà scherzi c’è l’ho sotto tiro… Miranda fece un mezzo sorriso, sapeva che Kurtis era deciso a fare quello che doveva fare, nel caso il mafioso facesse scherzi.
Sylvie teneva ancora di peso ad Andrea, si morse le labbra mentre guardava la scena Spero che farà la cosa giusta… si disse mentre appoggiò ad Andrea per terra, vide con la coda dell’occhio una Revolver accanto all’uomo ucciso.
Con un calciò la portò verso Anya, ella la notò, prendendola e ricaricandola.
Lara tolse l’MP5 dalla tempia di Tornabuoni, mettendosela dietro alla schiena, Kurtis invece tenne la Boran X attaccata alla tempia del mafioso.
Anya strinse i denti e puntò l’arma nella testa del mafioso, la sua mano tremava Non ci riesco… pensò. Deglutiva e stringeva gli occhi, il dito nel grilletto tremava. Alla fine abbassò la Revolver e se la mise all’interno della giacca nera « Vattene da Enna… Non voglio più rivedere ne te e nemmeno alla tua mafia inutile… altrimenti giuro sulla tomba di mia nonna che ti darò un biglietto di sola andata per l’inferno. » disse Anya per poi fare un cenno a Kurtis di lasciarlo andare. Lui lentamente tolse il Boran X dalla tempia dell’uomo. Il mafioso si alzò da terra, guardando ad Anya con aria di sfida, ella per ricambiare gli diede uno sguardo arrabbiato. Luigi se ne usci dalla Caverna, ma… prese un coltellino dalla sua scarpa e lo lanciò verso Lara, finendo nella gamba di lei.
Lara cadde a terra, il sangue usci corposo dal suo ginocchio e si mise le mani nel coltello per toglierlo, urlando ancora di più dal dolore « Lara! » urlò Kurtis, correndo verso di lei.
Anya guardò a Lara con gli occhi sbarrati, poi capii. Prese la Revolver dalla giacca e si girò verso Tornabuoni, sparandogli dritto in mezzo agli occhi. Luigi guardò in alto, non appena la pallottola arrivò nella testa dell’uomo. Cadde all’indietro mentre Anya si avvicinò all’uomo, la sua mano destra divenne infuocata e mise un piede sul petto di Luigi « Moart Su ku li on » Biglietto di solo andata disse per poi spostare il piede nel suo collo e girarlo, si sentii lo scrocchio delle ossa del collo di Tornabuoni «  Jaibala Nirr Inferniass » L’inferno ti attende.
Tolse il piede dal collo di Luigi, ormai morto e corse verso Lara.
La predatrice di Tombe la guardò « Come ti è venuta quella forza? » domandò mentre si fasciò il ginocchio. Anya sorrise, per poi aiutare Lara a rialzarsi « Non potevo permetterti di essere uccisa Amazzone, hai ancora un lungo cammino davanti e i Nephilim non avranno la meglio su questa dannata apocalisse. » Lara ricambiò il sorriso e porse la mano ad Anya, lei la guardò e ci incastrò la mano. Lara le portò in alto, sorridendo « Se mai cambierai idea, non esitare a seguirci, OK? » Anya annuii soltanto.
 
Miranda si guardò intorno, le stelle erano ancora nel cielo e si mise a braccia conserte, sospirando. Kurtis si avvicinò alla sorella, vedendo la sua mano fasciata « Miri… Scusami per prima… Pensavo che…  » Miranda scosse la testa « Non fa niente Kurtis » disse mentre si avvicinò al fratello e lo abbracciò forte « Anzi… scusami se vi ho urlato contro a te e a Lara » disse mentre si distaccò dal fratello, guardando per terra. Si mise in ginocchio con le mani alle tempie, guardando sempre il terreno, ad un certo punto alzò gli occhi al cielo, i suoi occhi divennero bianchi.
Kurtis si allontanò, sapendo che stava per avere una visione.
Miranda continuava a guardare in alto, alzandosi lentamente dal terreno, gocce bianche luminose caddero lungo le guance della ragazza, si morse i denti per il dolore che la visione le stava dando.
 
Risvegliandosi dallo stato di trance, Kurtis prese Miranda per le spalle, reggendola « Dov’è l’altra chiave Miranda? » disse, accarezzandole le spalle. Miranda guardò in  basso mentre si reggeva fra le braccia di Kurtis « Il Tempio Subacqueo a Bangkok… La chiave c’è l’ha lo stregone… ».
 
 
Anya li accompagnò fino all’Aeroporto di Catania l’indomani mattina. Lei e Lara rimasero davanti alle porte del metaldetector. Kurtis, Miranda, Sylvie ed Andrea erano già dalla parte dei Gates. « Quindi, hai deciso di non venire? » chiese Lara, mettendosi le braccia conserte. Anya scosse soltanto la testa, « Non posso Lara… fino a quando la mia famiglia non avrà giustizia devo restare qui » disse per poi mostrare una collana che teneva al collo; era una catena dorata, con su scritto il suo nome «  Mia sorella ha una collana simile… sarà più grande di me ma io voglio proteggerla ». Lara fece un cenno con la stessa, capendo il senso di onore che Anya nutriva attraverso la sua famiglia, non voleva che per colpa di un bastardo la sua famiglia stesse male o che si ferisse in una probabile battaglia apocalittica. Forse Anya è l’unica Lux Veritatis di Enna e anche il senso di onore di proteggere la propria patria e città.
Ha eliminato lei stessa un membro del Cabal e adesso è il turno di proteggere la sua città da eventuali agguati dei Nephilim.
Lara toccò le spalle ad Anya e se l’avvicinò a se, abbracciandola « Sii forte Anya e buona fortuna per tutto » disse mentre si allontanò dalla ragazza.
« I passeggeri per il volo diretto a Bangkok sono pregati di recarsi al Gate. » la voce all’interfono dell’aeroporto disturbò il momento fra di loro.
Anya fece a Lara il cenno di andare « Perderai il volo… » disse mentre si allontanò dall’entrata dei metal detector. Si girò e fece un segno di saluto a Lara, muovendo la mano.
L’archeologa fece lo stesso movimento, per poi vedere che Anya sparii fra la folla dell’aeroporto. Grazie mille Anya. 

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Capitolo 13
*** Thailandia ***


Bangkok era caldissima, dato che Kurtis era costretto a camminare a torso nudo per il quartiere povero. Sylvie si è dovuta sciogliere i capelli e mettersi un paio di pantaloni di camoscio, Andrea invece aveva una maglietta bianca e pantaloncini grigi, Miranda una maglietta bianca trasparente, che le faceva intravedere il suo reggiseno nero ed un paio di pantaloncini in jeans, fra i suoi capelli vi era un cerchietto violetto, per fare in modo che il suo viso respirasse.
Lara aveva addosso una maglietta azzurrina cadente lungo la spalla destra, dei guanti leggeri, un paio di pantaloncini marroni e le fondine sempre attaccate alle sue cosce.
Il quartiere povero di Bangkok era caotico e per arrivare al Porto lo si doveva attraversare. I mercanti urlavano ai turisti la loro merce, i bambini giocavano vicino alle bancarelle, dei musicisti suonavano lungo le banchine e le donne ballavano al ritmo della musica, allegramente. Non sembrava che il caldo afoso che aveva colpito Enna avesse fermato l’allegria del quartiere povero di Bangkok.
Sylvie si sventolò la mano nel suo viso, sentendo il caldo lungo il suo corpo « Non pensavo che il clima avesse colpito pure l’oriente. » Kurtis fece soltanto spallucce mentre si aggiustava la cintura, continuando a camminare « Da quello che so, nei paesi ove c’è di solito Afa in estate c’è questo caldo bestiale, come ad Enna ad esempio e qui a Bangkok. Invece nei poli e nei paesi freddi sembra tornato l’inverno » Lara spalancò gli occhi, non pensava che la situazione potesse essere così grave nelle altre città.
In Islanda hanno cancellato tutti i voli per l’eccessiva neve, Reykjavík è completamente ghiacciata ed è arrivata ad una temperatura sotto lo zero.
Lara sapeva che a Londra ci sono state diverse allerte meteo per eccessive piogge, stessa cosa per quanto riguarda la Scozia e l’Irlanda del Nord erano colpite da forti temporali. Lara in fondo al cuore sperava che Winston stesse bene, quando partii per questa missione per salvare nuovamente il mondo gli ha detto di andare in Irlanda dalla figlia Christine.
Lara scosse la tessa, distogliendo la mente da Winston e di tornare al presente.
 
 
Arrivati al porto, era completamente deserto, nessun mercante, nessun pescatore e nemmeno un mendicante chiedeva l’elemosina, era come se fosse diventata un porto fantasma. Solo il mercato sembrava ancora in vita, Lara si guardò intorno e notò una donna vestita di viola, la sua gonna si intravedeva oltre l’enorme manto che portava indosso. Kurtis si avvicinò a Lara, appoggiando una mano sulla sua spalla, avvicinando le sue labbra all’orecchio di Lara « Non credo che sia una Normale quella ragazzina » disse, Lara inarcò un sopracciglio « Già… sto studiando il suo comportamento… Si guarda intorno come se all’improvviso venissero dei ladri a prenderle la borsa » Kurtis non poté fare altro che annuire alla sua affermazione.
Ad un certo punto le parole di Miranda dette al teatro gli vennero in mente Sembra che i veri ciechi siete voi, siete accecati dall’orgoglio…Se continuate così vi rivelerete i vostri sentimenti in un periodo critico di questa missione. Promettimi che non lo farai, come mi hai promesso che saresti tornato da me. Quelle parole erano pungenti come un ago nella pelle.
Kurtis ci teneva a Lara, ma non sembrava il momento di dirglielo.
Lara si prese l’amuleto di Putai nel suo pugno, era da giorni che non emetteva alcun colore o alcuna vibrazione, sperava che esso potesse aiutarla nelle situazioni più critiche…
Lara chiuse gli occhi, stringendosi l’amuleto nel petto. Sperando di ricevere risposta « Per il resto impara ciò che devi da ogni nuova situazione… » Le parole della maga shamana erano nella sua mente ed erano impresse.
Si sentiva qualcosa alla gola, la voglia di gridare… di chiedere l’aiuto di Putai… Ma lei non era qui.
Lei ed Ahret l’hanno salvata da quella piramide infernale che l’ha seppellita viva per giorni…
Odiò a Werner con tutto il suo cuore in quel momento… Per averla abbandonata.
Non ha nemmeno avuto la chance di dirli addio. Le sue ultime parole sono state quasi brutali ed acide…
 
Lara spinse a Werner nella sedia, adirata « Non ricordi l’Egitto Werner? Mi hai abbandonata! Non c’era nessuna pietà allora. » Parole acide che erano uscite senza neanche pensarle, Werner era sconvolto. Guardò lontano da Lara, spingendola indietro « Via di qui! Lasciami in pace » Non sembravano parole rivolte a lei, lo guardò preoccupata prima che venisse spinta da Karel verso il muro e perdere conoscenza…
 
Lara sospirò, riaprendo gli occhi e si girò. Vide Miranda piegata a guardare il mare, prese il bastone, legato alla sua schiena e lo mise quasi sopra la superfice cristallina « Mor’tunar » disse per poi mettere il bastone nel mare. Le onde si calmarono e il riflessi del sole e della pietra non c’erano… Il mare diventò trasparente. Andrea e Sylvie guardarono a bocca aperta, la ragazzina si avvicinò alla sponda e toccò il mare, con un dito. L’acqua non era scomparsa.
Miranda si rimise il bastone nella schiena e studiò il mare.
C’erano delle orme sott’acqua, che non erano sparite con la sabbia del mare e poi del sangue nelle orme e della strana saliva color nera.
Miranda si mise le mani ai capelli, sconvolta « Oh No! »
Kurtis si avvicinò alla sorella, inarcando un sopracciglio. Cerco di tranquillizzarla, facendole fare degli esercizi di respirazione.
Andrea si buttò in acqua e guardò quelle orme da vicino. Le odorò, sapevano di maiale cotto a puntino. La ragazzina fece spallucce, convincendosi che i thailandesi hanno sacrificato un animale per lo stregone.
Ma qualcosa catturò la sua attenzione, era un oggetto che brillò alla luce del sole.
Andrea tolse la sabbia che ricopriva l’oggetto e lo prese. Era un anello dorato, con un diamante al centro di esso. Andrea risalii in superfice, prendendo aria « Mamma, guarda qui » disse mettendo l’anello sul cemento, per poi farsi aiutare da Miranda ad uscire dall’acqua « Ero convinta che avessero sacrificato un animale, mi sono sbagliata. » Miranda prese l’anello e lo studiò attentamente, guardò all’interno dell’oggetto. C’era un nome e una data;
Elina Beckett, 21-09.02.
Miranda si sentii lo stomaco sottosopra, si mise una mano davanti alla bocca, come se stesse per vomitare « Lo immaginavo, Mongkut sta allevando il Kraken »
Lara e Kurtis spalancarono gli occhi dallo stupore. « Merda… » sospirò Lara, mettendosi le mani alla bocca.
Nel frattempo, la ragazzina col cappuccio viola prese Lara da dietro, puntandole un coltello alla gola.
Lara pestò il piede alla ragazzina e le prese il braccio, girandolo a trecentosessanta gradi, appoggiando la mano della ragazzina nella schiena di quest’ultima.
Dal braccio della ragazzina usci una lama violetta, quasi ferendo Lara.
I suoi riflessi percepirono subito il gesto della ragazza, le diede un calcio alla schiena, mettendola a terra, sfoderando la Scorpion X alla sua destra, il suo dito era quasi pronto per premere il grilletto.
Al punto di sparare, Kurtis le prese il braccio e lo mise verso l’alto. Il colpo finì in verso le nuvole « Aspetta! Non fare la prevenuta Lara. » disse Kurtis, tenendo il braccio di lei ancora verso l’alto. Lara lo guardò male « E’ se fosse una delle concubine di quello stregone sott’acqua? Ha cercato di uccidermi »
Kurtis sbuffò alla risposta di Lara, tolse la mano dal suo braccio e prese con entrambe le mani il suo volto « E’ una Lux Veritatis » Lara a quelle parole abbassò il braccio e rimise la Scorpion X nella apposita fondina.
La ragazzina si scoprii il volto, era un volto dai lineamenti orientali e piuttosto fini, non era thailandese ma giapponese. I suoi lunghi capelli neri cadevano dolcemente lungo le sue spalle, gli occhi a mandorla azzurri, cosa piuttosto rara fra gli orientali, e le sue labbra rosee erano inarcati in una espressione preoccupata.
Kurtis si avvicinò alla ragazza e le prese la mano, aiutandola a rialzarsi « Grazie per avermi salvato la vita fratello… » disse la ragazzina mentre si tolse il mantello, nel braccio destro aveva il marchio dei Lux Veritatis, ma attorno ad esso c’erano delle spine gialle e rosse, il suo polso era ricoperto da tatuaggi viola, con delle spine rosate attorno ad esso, fino al gomito; era una schiava di Mongkut.
Miranda notò il simbolo viola lungo il suo braccio, lo prese e lo guardò attentamente « Sei la Schiava Viola non è vero? Chi sei? » la voce di Miranda era agitata, le sue dita tremarono mentre parlava, sembrava agitata anche il suo volto non lo dava a vedere.
La ragazzina sospirò e guardo soltanto in basso, non avendo il coraggio di guardare Miranda nei suoi occhi neri quanto la pece e la notte.
« Mi chiamo Jun, sono una Lux Veritatis Esiliata e sono la Schiava Viola di Mongkut, ma non sono trasformata lo giuro! » Jun aveva un’espressione terrorizzata in volto, si sentiva qualcosa alla gola.
Lara si avvicinò alla ragazza, mettendo una mano sulla sua spalla « Puoi condurci al tempio Jun? » domandò accarezzandole la spalla.
Jun annuii « Seguitemi.».

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Capitolo 14
*** Il Tempio subacqueo ***


Jun si buttò in acqua, seguita dal resto del gruppo, il sole stava tramontando oltre il porto di Bangkok.
Lara sentii qualcosa bruciare nel petto, era l’amuleto, si illuminò di rosso. Jun si avvicinò a Lara, prendendo il pendente con il palmo della mano « Questo dove lo hai preso? » domandò mentre lo guardava con estrema attenzione, l’amuleto continuava ad illuminarsi di rosso anche al contatto di Jun, ma le zampe dello scarabeo stavano diventando viola. Jun era la Schiava Viola dello stregone e forse l’amuleto l’aveva riconosciuta. Jun lo lasciò cadere lungo il petto di Lara terrorizzata.
Kurtis incurvò le labbra con un espressione dubbiosa « Jun… Non mi dire che hai il veleno di Mongkut nelle vene… » disse Kurtis, mettendosi a braccia conserte. Jun non lo guardò in faccia, si mise le mani alle tempie, massaggiandosele « Sì, ho il veleno che mi dovrebbe trasformare come una delle mie consorelle schiave, ma siccome il mio DNA è diverso rispetto alle altre, avrà effetto fra ventiquattro ore e subirò la trasformazione » Miranda restò scioccata, mettendosi le mani alla bocca.
Restò in quel modo per qualche secondo, per poi mettere le braccia erette nuovamente lungo il suo corpo « Dobbiamo sbrigarci » disse Miranda per poi fare per andare sott’acqua « Aspetta, a meno che voi non abbiate i polmoni di un pesce non possiamo andare sott’acqua così. L’amuleto mi da una bolla d’aria ogni volta che mi manca ossigeno e non posso tenervi tutti sotto la mia custodia. » disse Lara per poi indicare l’amuleto che aveva in mezzo ai seni.
Andrea guardò a Sylvie, sapendo che la madre aveva poteri meteorologici « Mamma, pensi di creare delle bolle d’aria? » chiese mordendosi il labbro. Sylvie annuii « Posso farlo ma dovete essere individuali o in coppia, siccome devo dare energia alle bolle, andrò da sola. Lara andrai da sola, Kurtis vai con Miranda, Jun ci deve guidare, andrà da sola. Andrea, avrai una bolla individuale ma stammi vicina » Loro annuirono alle parole di Sylvie e si misero sparsi.

Sylvie mise le mani in aria e le girò su loro stesse, formando diverse bolle d’aria, che andarono attorno a ciascuno. Gli occhi di Sylvie divennero trasparenti, come l’aria, per dare energia alle bolle e farle diventare resistenti all’acqua salata. Il gruppo andò sott’acqua, Lara rimase meravigliata nel poter respirare in quel mondo così sconosciuto e vasto che era quello marino. « Seguitemi » disse Jun, nonostante la bolla era insonorizzata, si sentivano le voci del gruppo.
Incominciarono a camminare attraverso il mare, Sylvie con le mani in aria per concentrarsi e i suoi occhi erano ancora trasparenti come l’aria, per farsi aiutare dall’elemento.
Gli animali acquatici erano pacifici, non c’erano tracce di squali o di altri animali pericolosi, soltanto delle meduse piccole passavano attraverso le bolle create da Sylvie, all’improvviso Jun si fermò, mettendosi le mani alla testa, urlando. Lara inarcò un sopracciglio  « Che succede? » domandò estraendo le Scorpion X dalle fondine, Miranda mise la mano dietro la schiena per prendere il bastone ma si fermò. Entrò nella mente di Jun;
 

Mongkut aveva in mano una sfera viola, ove raffigurava la figura della Schiava. Tre donne erano attorno a lui, che lo accarezzavano e gli davano baci « Beh… A quanto pare la puttanella ha portato carne fresca per il Kraken » disse la Schiava Bianca mentre accarezzava il viso dello stregone. La Schiava Rossa si alzò dal pavimento e guardò la sfera a braccia conserte, le sue labbra accennarono ad un sorriso malvagio « Soprattutto se sono Lux Veritatis come lei… Aspetta…» Jazera, la Schiava Rossa, si avvicino alla sfera e guardò alla figura con la treccia castana e con in mano due Scorpion X, strinse gli occhi per studiarla meglio. La studiò per capire che cosa non andava in lei, non era una Lux Veritatis e lo si capiva dalla luce nei suoi occhi « Una Mortale con loro? Sicuramente quella puttanella ha trovato la nostra Schiava Grigia » disse Jazera mentre sfoggiava un sorriso strafottente lungo le sue labbra. Le schiave di Mongkut erano quattro, compresa Jun.
Jazera la Schiava Rossa, un'araba sfuggita ad un matrimonio combinato.
Francesca la Schiava Bianca , una italiana andata in vacanza in Thailandia e poi scomparsa.
Meredith la Schiava Nera, un'assassina americana sfuggita alla condanna a morte.
Mongkut scosse la testa, smentendo ciò che aveva appena detto la Schiava Rossa « No, quella li è Lara Croft, una gran puttana che ha ostacolato i piani di Karel, distruggendo il Dormiente » Meredith a quel nome alzò la testa, prendendo la sfera di Mongkut e con le dita fece zoom sulla faccia di Lara, che si guardava attorno, mentre tre anguille elettriche erano attorno alla sua bolla d'aria « Attenti! Anguille elettriche in arrivo! Proteggete Sylvie! » la voce di Lara era come se fosse dentro ad una bolla di sapone, Meredith diede la sfera a Mongkut « Non è nient'altro che una figlia di puttana Mongkut... Grazie a lei ho perso il lavoro alla RX-Tech, ove ero vice-direttore, nel 1998. » Mongkut toccò i capelli biondo sporco di Meredith, accarezzandoli.
« Stai tranquilla, avrà quello che si merita, già le anguille elettriche stanno facendo il loro lavoro » disse con un sorriso di scherno.


Jun continuava a tenere la testa fra le mani, per i dolori alla testa che Mongkut le infieriva con Sfera di Controllo. Miranda uscii dalla sua mente stordita e confusa, mentre delle anguille attaccarono la bolla. Kurtis prese la mano di Miranda, stringendola, i suoi occhi si stavano illuminando di azzurro, compresa la sclera « Pronta? » disse Kurtis stringendo la sua mano, Miranda annuii, prendendo il bastone e in poco tempo anche i suoi occhi diventarono come quelli di Kurtis. Nel suo bastone uscirono delle scariche elettriche che colpirono le anguille, facendo spruzzare sangue, macchiando le bolle d'aria. I due fratelli se univano i poteri erano potentissimi. Lara li guardò stupita, era meravigliata di come i due gemelli erano potenti assieme, erano dei Puri, quindi erano più potenti degli Esiliati come Jun o dei Nascosti come Anya. Lara in testa sua pensò che forse non conosceva abbastanza bene l'ordine, doveva scavare un po più a fondo se lo voleva conoscere bene. 
Andrea si mise in ginocchio, coprendosi la testa con le braccia, per paura che le anguille potessero penetrare dentro la sua bolla. Iniziò a respirare affannosamente e le sue dita diventarono gelate, come se fossero ghiaccioli e usciva fumo dalla sua bocca, come se fosse al polo nord. Il suo cuore esplodeva nel petto per la paura e per l'ansia. Andrea soffriva di attacchi di ansia da quando aveva dieci anni, succedeva sempre quando c'erano dei bulli che volevano tormentarla oppure per un pericolo in agguato. Fortunatamente le anguille furono distrutte da Kurtis e da Miranda e Andrea si tranquillizzò. Si rimise all'in piedi e fece un sospiro di sollievo.

 

Mongkut vide che hanno resistito all'ondata delle anguille, strinse fra le dita la sfera che controllava Jun, per farle aumentare il mal di testa  « E ora che facciamo? Di certo noi non possiamo andare laggiù e ammazzarli con le nostre mani... » disse Francesca incrociando le braccia e sbuffando.
« Francesca ha ragione. Qual'è la prossima mossa? » domandò Jazera mentre massaggiava le spalle di Mongkut. Egli aveva già in mente cosa fare, con un mezzo sorriso toccò sfera, spegnendola « Li facciamo avvicinare al tempio...  » creò una nuvola che mostrò a Miranda, che camminava sulla bolla assieme al fratello Kurtis « Credo che lei sarà un perfetto pasto... » Infine Mongkut scoppiò in una malefica risata, seguita dalle risate delle sue schiave.

 

Jun si riprese subito dopo che le anguille morirono, Sylvie stava perdendola concentrazione e stava sempre con le mani in alto che stava energia grazie all'elemento dell'Aria, ma le sue gambe si sentivano deboli.
Il potere di Sylvie si stava diluendo lentamente, Andrea strinse i denti a vedere la madre in quello stato piuttosto straziante. « Mamma! » urlò, all'improvviso nella sua bolla incominciò ad esserci freddo, fumo usciva dalla sua bocca, il cuore di Andrea batteva all'impazzata.

Lara notò che qualcosa non andava, studiò l'ambiente poco convinta, era tutto troppo tranquillo. Kurtis e Miranda si avvicinarono all'Archeologa, con le loro armi in mano « E' tutto troppo tranquillo... » disse Kurtis stringendo la sua fidata Boran X fra le sue dita. Miranda si abbassò, appoggiando le ginocchia sulla bolla solida e rimettendo il bastone nella sua apposita fodera dietro la schiena « Già… Non mi piace neanche a me ».
Jun li guardò, mordendosi il labbro inferiore e notò che la ragazzina aveva le mani ghiacciate… letteralmente ghiacciate, ma non li richiamò all’attenzione gli altri, di sicuro non avrebbe congelato le altre bolle d’aria.
« Eccoci qui… Il Tempio Subacqueo di Mongkut » disse Jun fermandosi davanti ad una struttura retta da forti catene di bronzo, il tetto era in stile orientale, i bordi in oro ed argento ed il marmo in rosso cremesi , così come le pareti del tempio, i lati del tempio erano in nero opaco, con dei dragoni in oro come decorazione.
« Mi domando perché questo Mongkut sia così fissato con i nascondigli sott’acqua…» domandò Lara, fissando la struttura, masticandosi l’interno della guancia. Kurtis batté le ciglia e la guardò, mettendosi a braccia conserte « Mongkut è sempre esistito Lara, sin dal quattordicesimo secolo e nessuno è riuscito ad ucciderlo. Questo Tempio è stato sempre il suo nascondiglio, lui va sulla terraferma solo per cercare nuove schiave, come Jun, oppure per dare in sacrificio le persone al Kraken, com’è successo a quella poverina di cui abbiamo trovato l’anello. » disse per poi indicare dietro di se, Lara fece solo spallucce, sospirando « Beh, spero che non ci dia in pasto al Kraken… » Kurtis ride, ride nervosamente alle parole di Lara, e gli da quel solito sorrisetto di scherno che la faceva irritare ma allo stesso tempo, saltare il cuore.
Miranda si guardò intorno e risfoderando il suo bastone dalla fodera che aveva dietro la schiena « Non mi piace… » disse per poi mettere le gambe in posizione di difesa, Jun si guardò attorno deglutendo « No, No, No… » le sue braccia si trasformarono in spade viola «  fate attenzione! Il Kraken è qui! ».
Kurtis guardò in malo modo a Lara, mentre sfoderava la sua Boran X dalla fondina « Quando ti deciderai a non portare sfiga con la tua bocca e farai qualcos’altro con essa Croft? » quelle parole non le voleva dire, ma sono uscite spontanee, vista la gravità della situazione Cazzo hai detto Trent? Ora ti taglierà le palle dopo che usciamo da questo folle Tempio!.
Lara scosse la testa e girò gli occhi all’insù, sfoderando anche lei le sue Scorpion X « Perché io non mi abbasso a quei livelli, e di certo non mi abbasso per te Trent » Non stare al suo gioco Lara, non stare al suo gioco…
Non ebbe nemmeno il tempo di finire il pensiero che la creatura arrivò davanti alle bolle, enormi tentacoli svolazzavano davanti alle bolle d’aria, che allontanarono gli ingrati ospiti da davanti al tempio, Sylvie finii lontano da loro, sbattendo contro una roccia, Andrea vide il tutto stringendo gli occhi ed i denti, i suoi piedi si formò uno strato di ghiaccio, che ricoprii tutta la sua bolla d’aria No no no! Pensò Andrea quando oramai il ghiaccio si era formato attorno a lei.
La bolla di Jun fu afferrata dalla creatura, essa strinse la bolla della Schiava Viola, fino a cercarla di farla scoppiare.
La bolla dei gemelli e di Lara arrivò ai lati del tentacolo che aveva afferrato la bolla di Jun
« Irescht! » gridò Miranda, nel mentre una tromba d’aria liberò la bolla della Schiava Viola, la creatura guardò a Miranda, la ragazza si morse il labbro, sapendo ove la creatura voleva andare a parare…
Lara cercò di distrarre la creatura sparando diversi colpi, ma essa ignorava i colpi dell’Archeologa. Lara fu costretta ad arrendersi e a rimettere le pistole nelle sue fondine, deglutii nel guardare la creatura.
La riconobbe all’istante, pensava fosse soltanto una leggenda… Invece era davanti ai suoi occhi marroni, ed essa si rifletteva in essi come uno specchio. « Kraken! E’ il Kraken! » urlò Lara, facendosi sentire da Kurtis e Miranda, quest’ultima chiuse gli occhi e protese la mano verso la creatura, piano piano la creatura incominciò a lamentarsi per il dolore che stava subendo nelle vene, lacrime di sangue uscivano dagli occhi del Kraken, ma anche dagli occhi di Miranda. Kurtis rimase sconvolto nel guardare la sorella, non si sarebbe mai aspettato che ella usasse quel potere, era un potere bruttissimo, che poteva uccidere in un colpo una persona o una creatura. Miranda chiuse il palmo della sua mano e, sentendosi affaticata si mise in ginocchio, il Kraken cadde incosciente sulla sabbia, ma non era deceduto…
Jun si avvicinò a Sylvie, unendo la sua bolla con quella della donna « State bene? » domandò la schiava nel mentre Sylvie si rialzava da terra, con le mani protese in alto e gli occhi ancora concentrati « Si sto… » all’improvviso sotto i suoi piedi comparve ghiaccio, che stava riempendo la sua bolla e quella unificata a Jun.
Ma anche le bolle di Kurtis e Miranda e di Lara si stavano riempendo di ghiaccio. Lara si morse le labbra, le sopracciglia irrigate in un’espressione arrabbiata « Che cos’è un altro trucco di questo stregone? » Kurtis scosse la testa alla domanda di Lara, guardando verso la bolla di Andrea « No… E’ Andrea » Miranda spalancò gli occhi, ma non riusciva a rialzarsi a causa della fatica utilizzata per rendere incosciente il Kraken, si sentiva male e i suoi occhi continuavano a lacrimare sangue Non utilizzerò più il Controllo del Sangue… Mai più…
Pensò mentre cercava di rimettersi in piedi, miseramente.
Jun scosse il braccio a Sylvie ed indicò alla bolla, ormai ricoperta di ghiaccio, di Andrea.
All’interno la ragazza respirava affannosamente e teneva gli occhi stretti, non volendo vedere l’effetto del suo potere che stava riempendo di ghiaccio se stessa ma anche le bolle degli altri.
Sylvie la guardò sgranando gli occhi Mia figlia è una Pura…

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