E' dalle radici che tutto ha inizio

di _Nikita_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap 1 ***
Capitolo 2: *** Cap 2 ***
Capitolo 3: *** Cap 3 ***
Capitolo 4: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Cap 1 ***


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Cap 1
"Two strangers meet
They share words
They share hearts
They fall in love"
'Belin, proprio ora si doveva mettere a piovere? '
Si stava chiedendo Luigi, mentre percorreva la statale per Genova sulla sua Beretta. 
Aveva appena superato Arenzano ed era già zuppo. Di questo passo sarebbe arrivato alla villa, non solo completamente fradicio, ma anche con la febbre! 
Si accostò al fratello e gli fece un urlo.
-Gianni! - I tuoni coprivano la sua voce, e tra il rumore dei motori e il vento che soffiava senza sosta, suo fratello non riusciva a sentirlo. 
-Cazzo Luigi! Sta attento per Dio! -
 Per un momento la moto gli era sfuggita sull'asfalto bagnato e scodando, era riuscito a catturare l'attenzione del fratello. Certo, gli era quasi costata la vita una disattenzione del genere e si erano presi un bello spavento, ma almeno ora poteva chiedergli di tornare indietro. 
-Gianni, fermiamoci! Ho persino le mutande bagnate! -
Il fratello l'aveva guardato con gli occhiali pieni di goccioline e sabbia e senza degnarlo di una risposta aveva proseguito. Luigi allora come ogni bravo fratello minore, si era messo a fare la lagna. Aveva insistito ed insistito, finchè Gianni non aveva messo la freccia e si era accostato contro una parete di roccia, leggermente al riparo da pioggia e vento. 
I due avevano discusso al lungo sul da farsi. Il punto secondo Gianni era che Luigi era una pappa molla, così l'aveva appellato sperando di tirare fuori l'orgoglio che c'era nel suo animo maschile. Gianni voleva assolutamente andare a quella festa, quei pochi soldi che si sarebbe guadagnato portando due tartine e due flute, gli avrebbero fatto proprio comodo! Suo fratello invece sembrava che stesse per andare al patibolo, a suo dire non gliene fregava granchè, avrebbe avuto altre occasioni per guadagnarsi due soldi e poi a lui le poche rendite che gli arrivavano dal bar sulla spiaggia erano sufficienti. 
-Dai, se è la pioggia che ti spaventa, sappi che siamo a metà strada, per cui a 'sto punto tornare indietro o andare a Genova ci bagniamo tanto uguale! -
Si rimisero in moto, e dopo un'oretta raggiunsero la villa. 


Luigi aveva ancora tutti i capelli bagnati e per questo tutti quegli invitati col naso all'insù, lo guardavano ancora peggio del solito. 
Odiava lavorare a quegli eventi, prima di tutto perchè doveva vestirsi come un damerino, secondo perchè doveva condividere l'aria con quella gente che si sentiva così importante e che invece non capiva un cazzo di cosa stesse succedendo per davvero sotto i loro nasi. Loro discutevano di politica, ma non era la politica di cui parlava Luigi agli incontri del PSI, o meglio, era la stessa politica ma quei colletti inamidati la trasformavano, la rendevano vuota da ogni aspetto che lo appassionava, che gli faceva ancora credere in qualcosa. Come loro vedevano il mondo politico, non aveva niente a che fare con come lo vedeva lui e per questo motivo, ogni volta che li sentiva discutere con in mano i loro bicchieri di vino pregiato, gli veniva il volta stomaco! 
-Grazie -
Una voce sottile ed educata lo distolse da quei pensieri che gli torcevano le budella. 
Una ragazza bellissima gli si era avvicinata, semplicemente per appoggiare il bicchiere vuoto sul suo vassoio e per questo lo aveva ringraziato. Nessuno l'aveva mai fatto, anzi, gli invitati facevano sempre finta che lui non esistesse, come se i vassoi si spostassero da soli. 
Aveva cercato il suo viso, fresco come la pioggia estiva. Aveva seguito i suoi passi leggeri e aveva distolto lo sguardo quando quell'Angelo dai capelli scuri, aveva raggiunto quello che doveva essere il suo fidanzato, il figlio dell'avvocato Doria. La famiglia Doria era una delle più importanti di tutta Genova, se non di tutta la provincia e quel piccoletto con la cravatta a righe avrebbe di certo non solo percorso la carriera del padre, ma anche ereditato tutto quanto il suo patrimonio. Gli veniva il nervoso a pensare che quel culo dritto aveva già la vita scritta e un futuro certo, mentre beh, lui avrebbe dovuto crearselo dal niente. 
-Ehi, tu! Sta un po' più attento! -
Era inciampato per sbaglio nello scialle di una vecchia scignùa, che era così lungo da pulire per terra. 
-Mi scusi-
Aveva grugnito a denti stretti - non era certo colpa sua! Sarebbe bastato che quella vecchia avesse badato un po' di più al suo povero scialle, ormai destinato a diventare uno straccio.
Aveva fatto due passi svelti all'indietro, per allontanarsi da quella megera che di nuovo scontrò qualcosa o qualcuno. Si voltò velocemente e immancabilmente i flute sul suo vassoio persero il loro precario equilibrio e si svuotarono sul vestito della povera invitata. 
-Oh mio Dio! Chiedo scusa! Mi dispiace moltissimo! - 
Aveva iniziato a sciorinare ogni tipo di scusa, questa volta sentita per davvero. 
-Non ti preoccupare, tanto qui dentro si muore di caldo! -
Lo aveva rassicurato lei, con quella voce così sottile e quel sorriso luminoso che lo aveva steso. 
-Vieni, lascia che ti aiuti... cioè, lasci che le dia una mano a ripulirsi-
Gli era difficile darle del Lei, avrà avuto si e no la sua età, ma era quella l'etichetta. 
-Come ti chiami? -
-Luigi-
Aveva risposto, senza osarsi a chiedere il nome della ragazza.
-Marina, e dammi del tu per favore... se no mi fai sentire vecchia! -
Aveva bofonchiato un breve 'sì' e l'aveva accompagnata nelle cucine, per aiutarla a ripulirsi dal vino. 
Il capo, quando li aveva visti insieme, aveva fatto una faccia che non prometteva nulla di buono, ma in fin dei conti il suo era un gesto di galanteria, per cui perfettamente aderente all'etichetta. 
Marina non era stata in silenzio un solo secondo e aveva cercato di cavare qualche parola anche a lui, ma non sembrava essere soddisfatta del risultato. 
Marina si stava dando dell'idiota, ogni volta che incontrava un bel ragazzo doveva soffocarlo di parole per non sentirsi a disagio, era più forte di lei! Non riusciva a spiegarselo, ma iniziava a sciorinare qualsiasi cosa le venisse in mente. Inutile dire che tutto ciò non era ben visto dai 'poveri mal capitati' , come li chiamava sua madre, che si annoiavano in fretta e cercavano una scusa per allontanarsi. Persino Alberto, il suo fidanzato, non stava mai ad ascoltarla. Quando parlava o solo cercava di dire la sua su un qualche 'argomento impegnato', Alberto e suo padre erano d'accordo nel dire che quelli non erano discorsi adatti ad una donna giovane come lei, o a una qualsiasi altra donna. Ma d'altro canto se trattava gli 'argomenti adatti alla sua posizione di giovane donna' che gli aveva insegnato sua madre, nessuno l'ascoltava. 
Luigi aveva riaccompagnato Marina al salone e poi aveva ripreso il suo lavoro. Per il resto del ricevimento si erano lanciati sguardi di nascosto e lei aveva addirittura azzardato qualche breve sorriso. 
Quando era tornato a casa aveva cercato di rassegnarsi al fatto che non l'avrebbe mai più rivista o che comunque non ci sarebbe stata storia, appartenevano a due mondi completamente diversi. Nonostante ciò l'aveva pensata tutto il tempo, si sentiva come stregato. Aveva ascoltato ogni sua parola ed ora riviveva quel discorso. Avevano – o meglio LEI aveva - parlato delle cose più diverse, dal tempo al conflitto in Corea o alle stragi che stavano avvenendo in Emilia e che erano sempre più terribili o ancora di come preferiva mangiare le uova. 


Lo Smile, il bar sulla spiaggia gestito da Gianni e Luigi, era popolato di giovani come ogni sabato. Quella sera si sarebbero esibiti gli Swimsuit, un gruppo di cari amici in cui aveva suonato anche Luigi fino a qualche tempo prima, ma per i quali ora si limitava a fare da fan, dato che non si sentiva molto portato. 
-Ciao Luigi! -
Si era voltato non credendo alle proprie orecchie. 
-Marina! -
Non si era sbagliato, beh certo, avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, avesse anche pronunciato una sola vocale. 
-Lavori qui? -
-Sì, lavoro anche qui- Le aveva sorriso continuando a shakerare il cocktail che gli aveva ordinato un amico. -Tu invece che ci fai qui? -
-Oh, siamo venute un po' in spiaggia e poi abbiamo sentito che qui c'è festa e allora ci siamo fermate.-
Aveva sorriso prima a lui e poi all'amica che le aveva rivolto un'aria annoiata. 
-Volete qualcosa da bere? -
Marina si era di nuovo voltata verso l'amica, che di nuovo si era esibita in un'espressione di pura indifferenza. 
-Cosa consiglia la casa? -
-Beh, non per vantarmi ma ti consiglio una mia creazione! -
-Andata! Bada, che sia buono e che non mi faccia perdere subito la testa! Non ti credere, io vi conosco a voi ragazzi! -
L'aveva ammonito ridendo. 
-E per la tua amica? -
-No, io niente grazie. -
-Dai Lori, non fare la solita! E' solo un drink! -
-Vado a chiamare Rachele, mia sorella ti farà sicuramente compagnia! -
Luigi aveva guardato la riccia allontanarsi con aria impettita e Marina scuotere la testa rassegnata, non sarebbe mai cambiata.
-Scusala, Loredana si sente a disagio quando ciò che sta per fare non ha ricevuto il consenso di sua madre! Oggi è stata noiosa per tutto il giorno, ma vedrai, Rachele non ci deluderà! -
Poi nonostante Luigi le avesse consigliato un bel tavolo non troppo vicino agli amplificatori e leggermente soleggiato dove accomodarsi, Marina insistette per restare al bancone. Voleva vedere com'era il suo lavoro e se lui fosse veramente bravo come voleva far credere. 
Chiacchierarono ancora, lei gli chiese come fosse la sua vita e lui rispose in modo evasivo. Lei non avrebbe mai capito. 
-Ecco qui-
Mise un ombrellino come decorazione e posò i due bicchieri sul tavolo. 
Le ragazze -nel frattempo Marina era stata raggiunta da Rachele- assaggiarono il cocktail fruttato e rimasero a bocca aperta da quanto era buono. Chiacchierarono ancora per un po', poi non si sa come, Luigi se ne uscì con un 'Domani pomeriggio che fai? ' che fece arrossire Marina. 
-E' la mia giornata libera! - Aveva cercato di correggere il tiro. -Non so... potremmo rivederci... fare qualcosa.... -
Si sentiva patetico, anche perchè lei non avrebbe mai detto di sì.
-Domani? - Aveva ripetuto un po' incerta -Domani.... Rache abbiamo in mente qualcosa? -
-C'è l'incontro di prova per il debutto -
-Cavoli è vero! Però potremmo filarcela, no? - Marina e Rachele avevano abbassato la voce per non farsi sentire da Loredana che si stava avvicinando. -Tu Luigi sai già dove abito, no? -
Luigi rimase un attimo interdetto: come poteva sapere dove abitasse? 
-Villa Salici. Dove ci siamo visti al ricevimento-
Gli rammentò lei. 
'Cazzo, Marina abita a Villa Salici! ' 
Aveva pensato il ragazzo che ancora non si era preoccupato di ciò. Questo voleva dire che lei era la figlia del maggiore industriale ligure, Giovanni Di Tullio. I Di Tullio, insieme ai Doria, si poteva dire che fossero i padroni di tutta Genova. 

-Ti aspetto lì alle quattro-
-Ma Mari, iniziamo alle tre e mezza! Non puoi  andartene così presto! -
-Pensavo che potessi coprirmi tu! Ti prego! -
Rachele aveva annuito davanti agli occhioni scuri dell'amica, che si era voltata subito verso Luigi per concludere i termini del loro prossimo incontro. 
-A casa mia alle quattro, mi raccomando vieni al cancello sul retro così non ci vedono svignarcela e sii puntuale! Dobbiamo essere rapidi! - 
-Sarò puntuale, promesso! - Sorrise Luigi -Ehi ehi, mettete via i portafogli. Offre la casa! -
Aveva aggiunto ammiccante quando le ragazze avevano tirato fuori i porta monete.
Marina e Rachele non fecero in tempo a ringraziare che s'intromise Gianni.
-Oh, ma che! Belin, la casa non offre un bel niente! - 
-E piantala Gianni! -
-Eh belini, non è così che si fanno i soldi! -
Aveva insistito il maggiore. 
-Ah si? E come si fanno i soldi? Sentiamo! -
Aveva ribattuto Rachele con impertinenza. Gianni alzò un sopracciglio e dopo averla guardata al lungo in silenzio, si voltò verso Luigi. Il minore sapeva già a memoria, per quante volte aveva dovuto sentirle, le parole che Gianni stava per pronunciare alla giovane e che in fin dei conti erano un po' il suo mantra.
-Prima lezione, offre la casa- Cominciava sempre polemico e con un velo di sarcasmo -Lavora sodo, risparmia, annusa gli affari e pensaci bene!- Elencava i pilastri del suo lavoro e li contava con le dita - Non fidarti mai di nessuno, non farti amici e non farti mai soci! -
-Ah, quindi voi non siete soci? -
Aveva chiesto Marina flebilmente.
-No, peggio! Siamo fratelli! - Gianni passò un braccio in torno alle spalle del minore e gli riservò uno sguardo protettivo, Luigi ormai era maggiorenne ma lui restava sempre il maggiore. -Comunque per stavolta offre Luigi! - annunciò -Voglio vederti mettere i soldi in cassa, eh Lulù- 
Aggiunse poi all'orecchio di Luigi, dandogli una pacca sulla spalla. 




 
Ecco, Luigi e Marina sono i genitori di Giulia, anche questa serve non solo per impreziosire e caratterizzare meglio i personaggi, ma anche per capire meglio come hanno fatto a nascere alcune amicizie. Come noterete, e se non lo noterete, avvisate che vi chiarisco io xD, alcuni nomi e cognomi dovreste già conoscerli! 
Kiss Nikita ;)

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Capitolo 2
*** Cap 2 ***


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Cap 2
"Ascolta il tuo cuore,
Esso conosce tutte 
Le cose" 
Paulo Coelho
 
 

Era una giornata meravigliosa, la gonna lunga di Marina sventolava come una bandiera a bordo della Beretta di Luigi. La ragazza avrebbe giurato di non essersi mai sentita così viva come in sella a quella moto, col vento tra i capelli e le lacrime agli occhi per la velocità. 
Luigi, mentre spingeva sull'acceleratore, ripensava alle parole del fratello:
'Tu sei pazzo! Ti stai lanciando senza freni in una cosa impossibile! La figlia di Di Tullio, ma che cos'ha che non va la sorella di Daniele? " 
Glielo ripeteva ogni volta che doveva vedersi con Marina, sembrava ci tenesse in maniera particolare a ricordargli che era da pazzi. Sebbene Luigi fosse cosciente che stava facendo una pazzia, non riusciva a tirarsi indietro.
Anche Marina, mentre si stringeva alla schiena di Luigi, ripensava alle difficoltà che già stava iniziando ad incontrare, per ora le uniche a sapere della sua fuga erano Rachele, Loredana e la Tina, la giovane cuoca di casa Caviglia. Inutile sottolineare che l'unica che si era lamentata di tutto ciò fosse proprio quella bigotta di Loredana. Anche quella mattina non aveva fatto altro che ripeterle che si sarebbe cacciata nei guai, che Alberto non si meritava che lei se ne andasse a zonzo con un elemento simile a 'Quel Luigi'.  A quel punto Rachele solitamente intimava a sua sorella di chiudere la bocca, che quelli non erano fatti loro e rassicurava Marina che le avrebbero coperto le spalle. Tina invece si era emozionata tutta, quando le due giovani amiche le avevano raccontato i loro piani e ne aveva già fatto un film romantico, con tanto di salvataggio finale e matrimonio in grande stile. Ripensare a Tina la fece sorridere, era così buona. Alberto, d'altra parte, stava iniziando ad insospettirsi ora che la sua fidanzata gli rifilava scuse sempre più frequenti e un po' campate per aria.
Luigi spense il motore solo quando arrivarono su un promontorio con vista mare. 
-Wow! E' stupendo quassù! -
Marina era a bocca aperta per la sorpresa, non erano molto lontani da casa, ma le sembrava di essere su un'altro pianeta. Un'altra volta Luigi aveva colto nel segno.
Si sdraiarono all'ombra, su delle coperte che aveva portato Luigi. Ripresero i loro discorsi impegnati, Luigi non giudicava mai le scelte di Marina sugli argomenti di discussione. Li accoglieva sempre con positività e aveva sempre un'opinione interessante da esporre. 
Poi, non si sa se al'improvviso o se fossero stati loro ad ignorare gli eventuali segnali, le loro bocche, stanche di tutte quelle parole e di tutte quelle guerre troppo lontane da combattere, trovarono riposo sulle labbra l'una dell'altro. Si baciarono a lungo, senza pensare a cosa sarebbe potuto venire dopo. Si accarezzarono, osservati solamente dai fiordalisi curiosi e nascosti dalla tenda del salice che sfiorava le loro schiene. Si amarono per la prima volta, come solo due giovani innamorati avrebbero potuto fare. Lei lo amò con la sua innocenza da sedicenne che scopre la libertà. Lui la amò con la testa del diciottenne ribelle, perso in un 'grazie' sottile ed un sorriso al profumo di primavera. 



Luigi e Marina continuarono ad incontrarsi di nascosto, lei di tanto in tanto passava al bar sulla spiaggia a salutarlo, ormai aveva finito per fare amicizia anche con Gianni. Quei due insieme si perdevano nel pianificare mega viaggi in giro per il mondo, davanti a una Pina Colada che sapeva di Jamaica. 
Anche Luigi aveva stretto amicizia con le amiche della sua -ormai - fidanzata quasi a tutti gli effetti. Rachele era molto decisa e difficilmente si faceva mettere i piedi in testa da qualcuno. Loredana, invece, era molto inquadrata e, come aveva detto Marina il primo giorno che l'aveva vista, trovava difficile rompere le regole e andare contro al volere dei suoi genitori, ma nonostante questo Luigi era convinto che anche lei poteva avere qualche bel pregio: ad esempio, era molto fedele alle tradizioni di famiglia, per quello che serviva.
Tutto sembrava andare per il meglio, fino a quando:
-Lu, tesoro, devo dirti una cosa importante-
Luigi aveva abbassato lo sguardo sul viso preoccupato di Marina e le aveva fatto cenno di proseguire, stringendola un po' più forte tra le sue braccia.
-Ecco... ieri Alberto mi ha chiesto di sposarlo-
Luigi aveva cercato di mantenere la calma, quell'Alberto era una spina nel fianco e ora, in fondo al suo cuore stava sperando di essersene liberato una volta per tutte, ma l'intera ombra della famiglia Doria, pendeva su di lui come una spada di Damocle. 
-E tu? Cosa hai risposto? Devo farti le felicitazioni? -
Non era riuscito a trattenersi da quell'ultimo commento amaro. 
-Ovviamente ho detto di no, scemino! E al massimo avresti dovuto farmi le condoglianze! -
Il giorno prima, a Villa Salici, era scoppiato il putiferio e tutto per quel 'no', che Marina aveva pronunciato con così tanta decisione. Alberto si era offeso, si era sentito ferito nel profondo. Quelli che sarebbero dovuti essere i suoi futuri suoceri l'avevano presa come un atto di sfida nei confronti della loro famiglia, come un coup d'Etat in piena regola. A sua madre, la signora Miranda, era quasi preso un colpo per tutto quello che aveva già speso per i primi preparativi della cerimonia. Suo padre invece si era sentito preso in giro dal suo stesso sangue, che con un semplice 'no' era riuscito a mandare in fumo i suoi piani d'affari ed era anche andato contro la sua legge, che fino a quel momento era stata sacra in quella casa. Il problema era che mentre Marina e Luigi, se la ridevano per quelle reazioni così prevedibili, tutti gli altri erano giunti alla stessa conclusione: Marina nascondeva qualcosa. 
Per la ragazza venne sempre più difficile uscire di casa per vedere Luigi, ormai nessuna scusa funzionava più coi suoi genitori che erano diventati alla stregua di due mastini. 


-Ragazzina! -
Aveva tuonato un bel giorno il signor Di Tullio facendo irruzione in camera di Marina, completamente rosso in volto. 
Marina nascose in tutta velocità il suo diario sotto letto, ma questo dettaglio non sfuggì all'occhio paterno.
-Cosa hai fatto ieri sera? -
-Sono stata a casa di Rachele e Loredana. -
Rispose Marina prontamente. 
-Ah sì? -
In realtà la sera prima, era stata soggetta di un vero e proprio rapimento in piena regola, da parte di un Luigi stanco di vederla solo per una mezz'oretta per non destare sospetti. Purtroppo non aveva potuto avvisare le due amiche e quando era stata beccata a sgattaiolare fuori di casa da una delle cameriere, aveva usato la prima scusa che le era passata per la testa. 
-I signori Caviglia dicono di non averti nemmeno vista di sfuggita in casa loro! -
-Beh, lo sai... Villa Sofia è grande, quando sono arrivata i genitori di Rachele e Loredana erano ancora a giocare a Bridge dagli Spina, poi siamo state tutta la sera in camera di Rachele e quando sono tornata qui i Signori erano già a letto. Per quello non mi hanno vista-
Nonostante se la fosse inventata sul momento, le sembrava una bugia abbastanza credibile. Non era abituata a mentire, ma se la cavava abbastanza bene anche se ultimamente stava un po' esagerando.
-Certo, sei rimasta in camera di Rachele che non era in casa, ma a cena a casa dei signori Colantuoni, per l'annuncio del futuro matrimonio tra sua sorella e Roberto. - Stavolta aveva toppato in pieno -Come osi raccontare tali frottole a tuo padre! -
Aveva tuonato l'uomo, picchiando il pugno contro l'armadio. 
Marina si chiuse nel suo silenzio, presagendo il peggio. 
-Io non ti riconosco più! E scordati di uscire da qui dentro, fino a nuove disposizioni! -
Aveva concluso uscendo dalla camera a passi ben distesi. Non aveva manco ancora finito di chiudere la porta che stava già tornando indietro di gran carriera. Le scoprì le gambe del lenzuolo e s'impadronì del diario di Marina senza badare alla resistenza della ragazza. 
-E questo lo prendo io! Così per una buona volta riuscirò a capire cosa frulla nella testa di mia figlia! -


Erano passate due settimane, dall'ultima volta che Luigi aveva visto la sua Marina. Quella era stata una serata fantastica, avevano guardato le stelle sdraiati sugli scogli di Nervi e poi avevano preso un gelato sulla passeggiata, che avevano mangiato mano nella mano. Era la notte di San Lorenzo e sotto quella pioggia di stelle, Luigi aveva chiuso gli occhi ed espresso un desiderio. Non l'aveva mai fatto in vita sua, non credeva che certe cose funzionassero, ma quel pensiero era stato più veloce della sua parte razionale. Aveva chiesto alle stelle di passare la sua vita con Marina, la sua unica stella. A quanto pare le stelle non erano molto di parola, non era mai capitato che la ragazza facesse passare così tanto tempo da un appuntamento all'altro e Luigi stava iniziando ad insospettirsi. 
Gianni si era accorto che c'era qualcosa che non andava in suo fratello, ma non capiva cosa. Dato che la giovane Di Tullio e le sue due amiche non si erano più fatte vive, aveva pensato che avessero litigato o che, non sapeva dire se purtroppo o per fortuna, avessero rotto. Di certo, il suo fratellino non se la passava bene. 
-Ehi Lulù- l'aveva richiamato con quel nomignolo che usavano da bambini e che ora che erano cresciuti, il più piccolo detestava -Marina? Belin, mi ha fatto comprare quei fiori nuovi per abbellire il locale ed ora che li ho appena trapiantati, non viene manco più a vederli! Dille che mi sento trascurato! -
Aveva pensato di punzecchiarlo un pochino, facendo finta di niente e studiare la sua reazione.
-Qui quello che può sentirsi trascurato, al massimo, posso essere io! -
-Ahah! Si è già stufata di giocare alla giovane ribelle? -
Era sempre stata questa la teoria di Gianni.
-Cosa stai insinuando? -
-Lo sai cosa intendo-
Voleva giusto mettergli la pulce nell'orecchio, ormai non ne era nemmeno più sicuro lui di quella sua prima teoria. Marina, in effetti, sembrava presa davvero dal fratello, non come la solita ragazza di buona famiglia che s'intratteneva con persone non accettate da quelli del suo ceto, giusto per disobbedire. 
-No, Marina non è come dici tu! Sarà solo impegnata, poi da quando ha rifiutato la proposta di quel Doria, i suoi sono diventati più intransigenti-
Luigi continuava a ripetersi ognuna di quelle parole da solo, come risposta alle insinuazioni di Gianni che continuavano a rimbombargli in testa. Non ce la faceva più. Doveva assolutamente rivederla. 
-Ehi! Dove scappi? -
-Metti a posto i fiori, non voglio che Marina li veda appassiti! -
Sarebbe andato a Villa Salici e avrebbe trovato il modo per vederla, anche a costo di passare per la porta principale. Anzi, non aveva più voglia di nascondersi. Avrebbe bussato alla porta di quella immensa villa e avrebbe chiesto di parlare col Signor Di Tullio per rivelargli i sentimenti che provava per sua figlia.


Il salone di Villa Salici, dove stava aspettando il padre di Marina, era ancora più sontuoso di quanto ricordasse. Dalla porta bianca che dava sul lato opposto da cui era entrato lui, arrivava una voce maschile grave che non lasciava presagire nulla di buono, quell'uomo stava litigando con qualcuno, ma non riusciva a sentire la voce del suo interlocutore. 
Dopo aver urlato le sue ultime imposizioni, la voce si calmò e subito dopo la porta bianca venne spalancata. Luigi scattò subito sull'attenti e porse la mano all'uomo leggermente brizzolato che era appena entrato, ma il padre di Marina la ignorò.
-Che vuoi tu qui? -
Aveva chiesto come il migliore dei bifolchi.
-Io... io... vorrei parlarle di sua-
-Di mia figlia, ma certo! Beh, la mia Stella, Marina non ha alcuna intenzione di rivederti-
Luigi non credeva alle sue orecchie. Non era possibile. 
-E di certo non impedirò tale scelta tanto saggia. Marina ha finalmente rimesso la testa a posto. -
-E' in casa? Posso vederla? Parlarle... -
-Al momento, mia figlia è molto impegnata coi preparativi del suo matrimonio-
Matrimonio? Luigi era sempre più allibito e si rassegnò a credere alle parole di quell'uomo di mezza età dagli occhi porcini. 
-Ma si sieda!- Il signor Di Tullio camminava di fronte a Luigi, cercando di ridarsi un contegno. -Si sieda, ho detto! - era comunque sbottato quando il ragazzo non aveva preso posto sul divano in velluto. Luigi con le gambe che tremavano allora aveva eseguito gli ordini. Solo così si potevano chiamare le frasi che uscivano perentorie dalla bocca di quell'uomo. -Desidero parlare io con lei.-
Finalmente il padrone di casa trovò pace e fermo di fianco al tavolo in legno, si appoggiò ad esso scrutando il viso di Luigi. 
-Ho sentito molto parlare di lei in questi ultimi giorni. Non so bene cosa ci sia stato tra voi, ma devo ammettere che ci vuole del coraggio per venire qui dopo quello che ha fatto a mia figlia! - L'uomo stava di nuovo per perdere il controllo, la voce si alzava ad ogni parola e a Luigi sembrava sempre più di essere seduto sui carboni ardenti piuttosto che su un divano. -Lei l'ha spinta a disubbidirmi! Ha messa la mia figura sotto una cattiva luce! Chissà quante frottole s'è inventato mentre l'abbindolava coi suoi drinchi infernali! -
Il signor Di Tullio, non avvezzo all'inglese, aveva storpiato quella parola, ma poco importava qualunque cosa fosse uscita da quella bocca maledetta avrebbe impaurito persino il più feroce dei leoni. Nonostante ciò Luigi riuscì a farsi coraggio e a prendere parola.
-Io e Marina ci siamo innamorati per caso- Il padrone di casa si era indurito ancor più a quella parola. 'Innamorati'. Sua figlia non poteva innamorarsi di un bifolco come quello! -E io non le ho mai imposto la mia presenza! Al contrario di ciò che lei ha fatto con quel Doria! E' lui lo sposo no? - 
Era giunto il tempo di contrattaccare e scoprire un po' di più su quel matrimonio. 
-Certo che è lui! Ed è un ottimo partito al contrario di lei! - Il signor Di Tullio era il primo a pensare che la miglior difesa fosse l'attacco -E di certo non sono questioni che la riguardano! Dato che non credo che sia venuto fin qui per sposare mia figlia! -
Sposare Marina? Milioni di pensiero presero a vorticare nella testa di Luigi, mentre il padre di Marina se la rideva come se avesse appena fatto la battuta dell'anno. 
-Come avevo immaginato-
Commentò infine, dato il silenzio del giovane amante. Dopodichè, il padrone di casa si piegò sul tavolo per poi avvicinarsi a Luigi che tremava sul divano.
-Cos'è questo? -
Luigi si alzò alibito dal divano, stringendo l'assegno che il signor Di Tullio gli aveva appena sventolato davanti al naso. 
-E' per lei-
-E' questo il valore di sua figlia? -
-Ok, quanto vuole allora? -
-Non voglio il suo denaro di merda! - Stavolta era stato Luigi a perdere il controllo, ma non riusciva a credere alle sue orecchie e ai suoi occhi. -Lei, lei non può comprarmi! Non uscirò mai dalla vita di sua figlia! -
-E io non lascerò che un barista entri nella mia famiglia e renda infelice la mia bambina! -
-Sono scelte di Marina! Deve scegliere Marina! -
-Se non te ne vai Amato ti faccio cacciare fuori a calci in culo! -
Luigi scappò letteralmente via da Villa Salici e tornò allo Smile. Quando vide i fiori fucsia che aveva scelto Marina, pensò che Gianni aveva sempre avuto ragione. Non era stato altro che un passatempo, un modo divertente per evadere da quella noiosa realtà fatta di ricevimenti e servizi di posate d'argento. Scaraventò per terra quei poveri vasi, sotto lo sguardo attonito dei clienti e quello rassegnato del fratello. Non voleva più saperne. 


Marina era corsa con le lacrime agli occhi in camera sua. Era facile immaginare cosa avrebbe detto il padre a Luigi, si sarebbe inventato qualsiasi cosa pur di allontanarlo da sua figlia in modo definitivo. Non era servito a niente pregarlo e scongiurarlo di lasciarglielo vedere ancora una volta o per lo meno di ascoltare quello che aveva da dirgli. In fin dei conti Marina sperava che il padre potesse capire che loro due erano davvero innamorati, che la sua figlia adorata -come la chiamava un tempo- sarebbe stata felice solo con quel giovane vestito alla James Dean. Per ora aveva solo ottenuto uno schiaffone e sentiva ancora l'intera guancia bruciarle, nemmeno le lacrime calmavano quel dolore. 
Rachele aveva aspettato Marina in camera sua, aveva sentito le urla del padre e lo aveva visto mentre le tirava lo schiaffo. Avrebbe voluto scendere e dirgliene quattro, ma se ne restò seduta dietro la ringhiera in legno del piano superiore e quando la sua migliore amica aveva preso le scale, era corsa in camera a inumidire alcuni fazzolettini per rinfrescarla dove la mano del padre l'aveva colpita. Sapeva quanto bruciavano quegli schiaffi, specialmente se la mano con cui era stata colpita era quella dell'anello. 
-Sei riuscita a vederlo? -
Le aveva chiesto anche se sapeva già la risposta. 
Marina aveva continuato a piangere a dirotto, con la testa piantata nel cuscino. 

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Capitolo 3
*** Cap 3 ***



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Cap 3

-Ciao Gianni, c'è Luigi? -
Gianni aveva alzato lentamente lo sguardo e aveva incontrato gli occhi di Rachele velati dagli occhiali scuri. 
-Perchè lo cerchi? Marina non ha le palle per portargli l'invito di persona e fa fare il lavoro sporco a te? -
Gianni, al contrario di Luigi che in fondo covava ancora un piccolo barlume di speranza, credeva ad ogni parola uscita dalla bocca del signor Di Tullio, per cui non vedeva più di buon occhio la migliore amica di Marina. 
-Ma che stai dicendo? -
Proprio quando Gianni stava per replicare, Luigi scostò la tenda ed uscì dal retro. 
-Ciao Rachele-
Bofonchiò.
Rachele lanciò uno sguardo di superiorità a Gianni che lo accolse con aria di sfida, era molto protettivo nei confronti del fratello. 
Luigi e Rachele si appartarono ad un tavolino e la ragazza gli chiese se lui fosse ancora innamorato di Marina. Li per lì il ragazzo restò sulla difensiva, solo dopo l'occhiata tipica di Rachele si sciolse confidandole non solo i suoi sentimenti, ma anche le sue paure. 
-E' troppo tardi, lei sta per sposarsi con quel Doria! Come potrei competere? -
-Alberto? Che c'entra? -
La giovane era letteralmente caduta dal pero, portandosi dietro un Luigi sempre più confuso. 
Dopo le prime delucidazioni, Luigi era molto più tranquillo e aveva compreso a tutti gli effetti che il padre di Marina gli aveva raccontato un mare di frottole. Non era ancora suo suocero e già lo detestava. 
-Sta a sentire, qui il problema è un'altro! La tua cara non solo è rinchiusa come la più bella delle principesse sulla più alta torre del castello posto sulla collina più remota...- 
Luigi detestava anche Rachele quando la tirava alle lunghe a quel modo! Qual'era il problema?
'Se solo dicesse la metà delle parole che ha in mente, io sarei già a metà strada per Villa Salici! '
Stava pensando, mentre la bionda continuava a parlare imperterrita.
-Incinta? -
Era riuscito giusto a cogliere quell'unica parola, nel flusso confuso e abbondante che usciva dalle labbra rosa confetto della ragazza. 
-Sì! Hai capito bene, ha la pagnotta in forno! -
Luigi si sentì quasi a mancare. Sarebbe diventato padre, cazzo! No, prima il Signor Di Tullio in persona l'avrebbe fatto fuori! 
In quel momento li raggiunse Gianni. Luigi lo guardò completamente spaventato e anche Rachele non sapeva più che pesci pigliare, proprio lei che trovava sempre una soluzione a tutto. 
-So io come fare! -
Trascinò la sedia sotto quelle parole che erano un po' il suo marchio di fabbrica e cercò di rassicurare il fratello e l'amica. 



Ecco, era di nuovo di fronte all'imponente portone di Villa Salici. Sapeva che non sarebbe stato un gioco da ragazzi quello a cui stava andando in contro, ma lui voleva prendersi le sue responsabilità e ancora di più rivoleva la sua Marina. 
Il maggiordomo lo fece accomodare nella stessa sala della volta scorsa e andò a chiamare il padrone di casa. 
Nel frattempo Rachele si stava arrampicando fino alla finestra di Marina, cosa che -aveva assicurato - faceva da quando aveva dieci anni. Il suo compito era quello di avvisare tempestivamente l'amica che Luigi era in casa, aiutarla a preparare in fretta e furia una valigia e farla uscire di lì il più velocemente possibile. Luigi avrebbe solo dovuto intrattenere il padre, chiedendogli di poter vedere la figlia. Sicuramente Di Tullio non avrebbe mai accettato e allora Luigi avrebbe dovuto cercare di temporeggiare, per permettere alle ragazze di filarsela sotto il naso del padre di Marina. Alla fine Luigi le avrebbe raggiunte alla sua Beretta, dove li stava attendendo anche Gianni che li aveva seguiti nel caso in cui ci fosse stato bisogno di rinforzi. 
Quello era il piano. Ma una volta che Luigi si trovò di fronte il capo famiglia, decise che quello era un piano degno di un branco di conigli  e Marina e quella creatura che portava in grembo non avevano bisogno di un pisciasotto, ma di un uomo. 
-Sono qui per chiedere la mano di sua figlia-  Aveva affermato con sicurezza, saltando persino i convenevoli. -A nostro figlio serve un padre! -
-E che padre potresti mai essere? -
Luigi non seppe rispondere. Non aveva mai pensato a se stesso come un padre. Poteva essere un buon lavoratore, un giovane di sani principi, ma la parola padre restava ancora lontana da lui, nonostante la stesse rincorrendo a perdifiato. 
-Mi conceda un occasione! Mi spetta un occasione! -
-Fuori dalla mia casa! -
Aveva tuonato il signor Di Tullio indicandogli la porta. 

-Muoviti! -
Rachele stava ancora entrando dalla finestra di camera di Marina e già aveva iniziato a dettare ordini. 
-Prendi solo le cose essenziali-
Marina la guardava rimbalzare da una parte all'altra di camera sua, come una pallina in una partita di squash.
-Che stai facendo? -
-Sono venuta a salvarti! -
Era finalmente riuscita a dire Rachele con un sorriso a trentadue denti. 
-Luigi è di sotto che distrae tuo padre, noi dobbiamo letteralmente volare fuori di qui senza farci not...-
-Luigi è qui? E sta parlando con mio padre? Ma è impazzito? -
Marina era preoccupatissima per l'incolumità di colui che sarebbe stato il padre del suo bambino. 
-Io non posso lasciarlo solo! -
Aveva affermato prima di fuggire dalla camera con Rachele alle calcagna che la pregava di non mandare tutto all'aria. 
-Fuori dalla mia casa! -
Marina poteva sentirli urlare dal piano di sopra.
-Mi lasci parlare! -
-So già che ci fai qui! Sei solo interessato ai soldi! -
Le parole di suo padre attraversavano la porta, mentre Marina cercava il coraggio di aprirla. 
-No! Io non voglio niente da lei! -
-E infatti non avrai niente! Marina vattene! - Era finalmente riuscita a entrare. -E' un fallito! -
-Non sono un fallito! - Replicò Luigi con astio. Marina non l'aveva mai visto urlare così, la vena sul collo era gonfia almeno quanto quella di suo padre e sembrava dover scoppiare da un momento all'altro. -Avanti Marina, vieni con me! -
Aveva addolcito lo sguardo nel rivolgersi a lei, ma il tono era rimasto quello alterato della discussione. 
-Buttalo fuori! -
Ordinò il padrone di casa al maggiordomo, approfittando della piccola esitazione della figlia nel raggiungere il giovane. 
-Avanti, andiamo! -
Il maggiordomo afferrò Luigi per le spalle e cercò di trascinarlo via. 
-Tu stanne fuori! - si divincolò il ragazzo -Questa faccenda non ti riguarda! -
-Basta! Portalo via! -
Il fidato inserviente riacciuffò Luigi e lo trascinò a fatica verso la porta. Marina, ripresa dalla sua precedente esitazione e decisa a seguire il suo cuore, cercò di correre dietro a Luigi, ma il padre la bloccò deciso.
-Se esci da questa casa non entrerai mai più! -
-Papà! - Gli occhi di Marina erano pieni di lacrime e determinazione, ma la sua parola scivolò come una supplica - Ma io devo! Lo amo! Capisci? -
-Tu non vai da nessuna parte! - Marina riuscì a scappare dalle braccia paterne, con uno spintone improvviso. -Marina! Fermala! -
Il maggiordomo seguì l'ordine impostogli e bloccò la fuga della giovane Di Tullio. 
-Levagli quelle mani di dosso! E' incinta! - 
Urlò Luigi preoccupato scagliandosi sull'uomo. 
Volò un pugno e Luigi indietreggiò contro lo stipite della porta. 
Mentre Marina prendeva a pugni la schiena stretta nella divisa del maggiordomo, delle braccia forti la allontanarono, rendendo ancora più vana la sua furia. 
Il volto di Gianni era una maschera di odio. 
Marina venne allontanata dalla discussione e presa in custodia da Rachele che cercava di portarla definitivamente via da quella casa, mentre Luigi rendeva il pugno al maggiordomo dopo che Gianni l'aveva aiutato a rialzarsi. 
-Luigi! -
Il padrone di casa teneva il giovane per il bavero della maglia a un palmo da terra.
Marina si liberò anche della stretta di Rachele e corse dal suo Luigi, mentre Gianni lo liberava dalla presa del padre di lei.  Era quello il suo posto. Al fianco del suo uomo, del padre della creatura che lei stessa portava in grembo. 
Luigi le cinse i fianchi con un braccio e sulla porta del salone che dava sul corridoio d'uscita, guardò il signor Di Tullio negli occhi con determinazione e disprezzo, mentre l'uomo si tirava in piedi dopo il colpo subito dal maggiore dei due fratelli, che ancora lo teneva sotto tiro.
-Non doveva finire così e lei lo sa! -
-Non contare sul mio aiuto! -
Per Di Tullio l'attacco restava sempre la miglior difesa, anche quando ormai aveva perso ogni cosa. 
-Io non ci ho mai contato! -
Luigi e Marina presero il corridoio di Villa Salici abbracciati, stavano uscendo di lì insieme e a testa alta. Quella era la loro vita e nessun'altro avrebbe più deciso per loro.
-Siamo due incoscienti! -
Aveva riso Luigi una volta superato il cancello della Villa. A Marina era scappata una risata che aveva reso il cuore di entrambi un po' più leggero. Significava che non importava, che anche se stavano facendo una pazzia sapevano di essere nel giusto, finalmente. 
-Tre settimane e mi caccerai di casa a calci! -
Aveva continuato il ragazzo con una mezza risata anche lui. 
-E tu ti stancherai di me non appena diventerò grassa e sgraziata! -
-Allora non diventare troppo grassa! -
Luigi la strinse per i fianchi e le fece fare una mezza piroetta fino alla sua Beretta. 
-Ma io sto per diventare molto grassa! E so che invece ti piacerà! -
Aveva riso Marina scivolando sulle labbra di lui. 
Erano felici. Erano entrambi felici come ancora non erano mai stati. 

 

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Capitolo 4
*** Epilogo ***


ATTENZIONE! Questo non è il primo capitolo che pubblico oggi, quindi se avete non avete ancora letto il cap 3, tornate indietro ;)


Epilogo

I cucchiaini tintinnarono contro i bicchieri, nella sala interna dello Smile che era stato allestito per mangiare la torta nuziale dopo la cerimonia. I soldi non sarebbero stati abbastanza per un pranzo al ristorante o semplicemente per affittare una sala più grande, ma questo agli sposi non importava. Il tintinnio continuava, eppure il discorso degli sposi era stato già fatto, Gianni e Rachele -i due testimoni- avevano già augurato agli sposi il meglio del meglio e si erano pure divertiti a raccontare aneddoti divertenti e tutti quanti avevano già perso il conto dei brindisi che avevano fatto in onore di ogni cosa. 'Cos'altro era rimasto in onore di cui brindare?' Si erano chiesti i novelli sposi con uno sguardo rassegnato. 
-Dunque... no no, giù i bicchieri- Era Gianni a parlare -Quelli li alzeremo più tardi! Ora, volevo farvi conoscere un'altra sfumatura del mio fratellino, una cosa che sanno in pochi! - Luigi stava letteralmente sbiancando, Gianni sapeva molte, troppe cose sul suo conto e in quella saletta c'era troppa gente. -Il mio caro Lulù- 'Cominciamo bene' stava pensando Luigi -Ama scrivere poesie-
Marina si voltò verso suo marito con un'espressione sorpresa e affascinata. 
-Ma come Marina, Lulù non ti ha mai scritto dei versi? -
Fece finta di sorprendersi il maggiore. 
-No, neanche uno! -
Aveva finto di offendersi Marina.
-Beh, lo facciamo rimediare ora! Che ne dici? - Luigi scuoteva la testa rassegnato, ma divertito. -Pensa che si faceva chiamare l'Ultimo della Stirpe dei Baristi-Poeti! -
Aveva continuato Gianni a canzonare il fratello.
-Ehi! Pretendo rispetto! Facevamo un sacco di soldi dopo le mie rime! -
Si era risentito Luigi.
-Infatti! Perchè non ne dedichi qualcuna a tua moglie e alla vostra creatura? -
Luigi raccolse la sfida e dopo aver dato un bacio a sua moglie, si alzò in piedi sulla sedia.
-Allora- Si schiarì la voce -Io sono l'unico erede della stirpe dei Baristi-Poeti e questi sono i consigli che vorrei dare al mio futuro figlio-
Annunciò con voce tronfia e scherzosa.
-Se Marina da alla luce un bel maschietto
Farà impazzire le ragazze come il suo papà,
Ma questa è una strada che molto difficile sarà
Almeno finchè non troverà 
Chi il suo cuore batter forte farà! 

Al contrario, se una figlia
Arriva ad allietare i nostri cuori,
Miei cari amici, allora sì che saran dolori! 
Ma questo io voglio promettere a te:
Non lascerò mai che sposi uno come me.

Comunque che ci nasca 
La più impertinente delle figlie
O il più vivace dei bambini
So che ad essere un buon padre riuscirò
E di niente mai più, mi spaventerò! -

 

Ecco, Luigi e Marina sono i genitori di Giulia, anche questa breve storia serve non solo per impreziosire e caratterizzare meglio i personaggi, ma anche per capire meglio come hanno fatto a nascere alcune amicizie. Come avrete notato, e se non è stato così, avvisate che vi chiarisco io xD, alcuni nomi e cognomi dovreste già conoscerli! Ad esempio? Colantuoni non ricorda una certa bionda tutta ricci e zucchero? Eh già la  bigotta Loredana è proprio sua madre e lo si capisce (Spero se no pace, io ho l'animo in tranquillo sapendo di averci almeno provato) quando il padre di Marina fa irruzione in camera sua che l'ha beccata a raccontare palle e le dice che Rachele la sera prima era a casa dei Colantuoni a conoscere il futuro genero. Un'altra cara persona di vecchia conoscenza è la dolce Tina, qui ancora giovane cuoca a casa Caviglia (Villa Sofia che poi diventerà casa di Greta) . Una terza conoscenza sono gli Spina! Eh sì, Luca il compagno di band di Giulia è proprio loro figlio, addottato però, ma questo credo che lo vedremo in seguito! In ogni caso è proprio così che questi tre ragazzi (Greta Giulia e Luca) veranno a conoscersi: Marina non taglierà mai i rapporti con Rachele (la zia di Greta) che si staccherà dalla famiglia solo una volta adulta e mai del tutto, infatti sarà lei a portare a giocare la piccola Greta con Giulia le volte che Loredana gliela lascerà da accudire e così Greta presenterà a Giulia il compagno di giochi Luca e Giulia presenterà a loro il caro Carlo, suo vicino di casa. Si creerà un gruppo inossidabile, Luca è il migliore amico di Greta, Carlo di Giulia, Luca di Carlo e Giulia e Greta lo sapetemeglio di me, così nasceranno i Poison e molte altre avventure.
So che questi apetti 'secondari' non interessano a nessuno, ma mi sono talmente concentrata ultimamente su questa storia, che tra l'altro sto portando avanti da anni (sono lentissima! Lo so!) che i personaggi che ho creato hanno letteralmente preso vita e allora ho deciso di dargli più spazio. Ovviamente siete tutti liberi di non leggere queste divagazioni che pubblico giusto epr il piacere di farlo e per non tenere tutto nella mia testa che è già abbastanza affollata di pensieri e idee strane, ma se avete voglia di dirmi qualcosa, anche solo ribadire che fa tutto schifo e che è meglio se mi ritiro e getto la tastiera nel fiume, contattatemi nelle recensioni =) 
A presto (spero), kiss Nikita ;) 



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